Visita al … Microcosmo
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Prof. Rappazzo Gaetana Francesca
Relazione finale
Il progetto è stato ideato e realizzato dalla Prof. Gaetana Francesca Rappazzo, docente presso il
Liceo Scientifico Statale “Archimede”, di Messina. Sono state coinvolte classi quinte del Liceo
Scientifico ad indirizzo Sperimentale Tecnologico, per un totale di venti studenti, 10 femmine e 10
maschi.
L’idea del progetto è nata dall’esigenza di rendere l’approccio con alcune discipline, tra cui la
Fisica, il più diretto e coinvolgente possibile. Il confronto dinamico tra metodologie educative e
strumenti utilizzati in ambito scolastico in continuo mutamento ed innovazione e soprattutto le
ricadute concrete sulla didattica, hanno determinato la scelta dell’argomento. Consapevole che
“l’immagine educa all’immagine”, nasce l’idea di realizzare un progetto in cui si valorizzi l’aspetto
iconografico, in cui cioè fotografie, disegni, grafici e spot entrino a far parte integrante del testo;
ciò non può che essere positivo per un apprendimento rapido e consapevole da parte dell’allievo
senza per questo tralasciare la rigorosità del linguaggio tecnico-scientifico. “Visita al…
Microcosmo” si propone di allestire un percorso didattico interattivo per avvicinare i ragazzi (e non
solo) al mondo delle particelle elementari.
Dopo la visita-studio che gli allievi hanno effettuato al CERN (European Organization for Nuclear
Research, Centro Europeo di Ricerche in Fisica Nucleare e Subnucleare) di Ginevra (Svizzera) alla
scoperta dei segreti del mondo atomico e subatomico, hanno realizzato un ipermedia su DVD allo
scopo di comunicare, in forma multimediale, l’esperienza effettuata nel campo della Fisica Moderna
ed in particolare il mondo dell’infinitamente piccolo. Tale prodotto verrà divulgato alle altre classi
del Liceo. Il prodotto documentativo realizzato ha dato vita alla loro creatività pur rispettando la
rigorosità scientifica richiesta ad argomenti così specifici.
Il progetto ha avuto lo scopo di affrontare argomenti di Fisica legati alle attuali ricerche in campo
scientifico inerenti al mondo delle particelle elementari. Lo studio dell’estremamente piccolo
(microcosmo) si prefigge di comprendere la struttura della materia, cioè di arrivare a vedere i suoi
“mattoni fondamentali” e a conoscere le forze che li tengono insieme per riuscire a spiegare al
meglio di cosa e di come sia fatto l’Universo.
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Gli allievi, attraverso la documentazione reperita al CERN (appunti, depliant, opuscoli, foto e
filmati), hanno effettuato uno studio teorico individuale aiutandosi con ricerche effettuate con
l’ausilio di Internet utilizzando il laboratorio informatico della scuola e/o a casa. Si sono avvalsi,
anche, della biblioteca scolastica, ben fornita di riviste, libri ed enciclopedie a carattere scientificotecnologico.
Gli strumenti utilizzati sono stati: PC con collegamento ad Internet, software dedicati quali
Windows Movie Maker, Pinnacle, MS Front Page, MS PowerPoint, per la realizzazione di prodotti
multimediali.
L’impegno scolastico è stato legato alle ore curriculari di lezione ed extracurriculari svolte in
laboratorio di Informatica, il lavoro è stato concluso in coincidenza con la fine delle attività
didattiche. L’approccio didattico utilizzato è quello del project work e del lavoro di gruppo e la
metodologia è quella della scoperta guidata, che deve condurre gli studenti all'acquisizione di un
concetto o di una abilità. Il laboratorio vuole offrire la possibilità di osservare e analizzare quali
sono le tappe necessarie per la creazione di un prodotto multimediale senza trascurare la possibilità
di sperimentare da vicino il percorso di produzione di uno strumento di comunicazione
multimediale, ovvero di una breve animazione ipermediale. Partendo quindi dalla scelta del
soggetto, si è proseguito con lo sviluppo dell'idea, la scelta dei contenuti e delle tipologie di media
da coinvolgere, per arrivare alla stesura di uno storyboard con l'individuazione delle possibili
aperture ipertestuali e, infine, alla realizzazione del prodotto, che pur nella sua semplicità possa
racchiudere le potenzialità dell'interazione multimediale.
Il progetto è stato proposto partendo dalla convinzione che i giovani di oggi non devono sentirsi
oppressi dalle quattro mura dell’aula, è finita l’era della sola lezione frontale, devono sentirsi
coinvolti e motivati, devono utilizzare nuovi strumenti di apprendimento solo così si riesce a “fare
scuola”, pur non tralasciando la necessaria rigorosità scientifica. Infatti l’utilizzo del laboratorio e
l’approccio interdisciplinare consentono di veicolare contenuti tradizionali, ma resi molto più
gradevoli. Questa migliore disposizione all’apprendimento favorisce l’iniziativa personale e
l’approfondimento di contenuti attraverso un personale stimolo alla ricerca. L’allievo produce e
l’insegnante assume il ruolo di facilitatore, oltre che esperto dei contenuti.
Altro vantaggio difficilmente realizzabile in altri contesti metodologici è che viene favorito
l’apprendimento cooperativo. Bisogna confrontarsi con le logiche specifiche della progettazione
multimediale indipendentemente dall'ambito in cui si opera, dalle dimensioni del progetto e dal
budget disponibile, proprio per questi motivi il percorso di produzione multimediale ha alcune
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caratteristiche specifiche da tenere presente per ottenere un buon prodotto. È necessario riconoscere
le competenze già possedute, come possono essere utilizzate e riadattate al campo specifico e
imparare a utilizzare e costruire strumenti di lavoro. Saper riconoscere quali programmi possono
essere usati per piccole produzioni multimediali. Distinguere pregi e difetti nell'utilizzo dei diversi
programmi. Non tutti i programmi sono uguali; per poter distinguere quello più adatto alla
situazione è necessario avere alcuni parametri di riferimento (costo, funzionalità, difficoltà di uso,
tempi di apprendimento, formati finali del prodotto...). La fase di progettazione di un prodotto
multimediale chiede di gestire una quantità enorme di informazioni.
Gli svantaggi ad un tale approccio didattico si sarebbero potuti verificare qualora la scuola non
fosse stata attrezzata con laboratori adeguati ma ciò non si è verificato. Il lavoro in laboratorio è
stato considerato dagli studenti con serietà, hanno saputo sfruttare i motori di ricerca e hanno
dimostrato tanta voglia di apprendere nuove tecniche multimediali.
I ragazzi si sono costituiti in piccoli gruppi di lavoro orientati ai vari segmenti, svolgendo in un
ambiente didattico esperienze virtuali; si sono mostrati partecipi ed attori di un processo produttivo
che mette a punto strategie di apprendimento senza che loro stessi se ne rendano conto.
Le modalità di lavoro e i contenuti disciplinari dei laboratori, innescano un processo di innovazione
didattica che nasce dal confronto delle metodologie utilizzate. L’utilizzo delle nuove tecnologie
didattiche è stato il punto di forza del progetto.
Terminata la prima fase di ricerca cooperativa, i ragazzi hanno formato gruppi di lavoro
autoaggregandosi e approfondendo, in ciascun gruppo, l’area scelta. Il prodotto multimediale inizia
con un filmato futurista montato dagli allievi che simula l’accelerazione dell’acceleratore LHC. La
presentazione prosegue con un set di immagini e fotografie relative ai momenti significativi del
laboratorio europeo per le ricerche nucleari (CERN). Le musiche sono state accuratamente scelte e
montate dagli alunni con Audacity creando una perfetta sintonia tra immagini e suono. Gli
argomenti oggetto di studio sono stati relativi agli esperimenti e ai luoghi da loro visitati durante lo
stage al CERN. Dopo una breve storia del CERN, gli allievi hanno sintetizzato il sistema di
acceleratori illustrando la fisica che viene studiata e trattata in laboratorio attraverso una sintesi di
parole ed immagini. Hanno descritto l’importante funzione del nuovo acceleratore LHC
descrivendone la sua importanza sia nella ricerca pura che per le sue applicazioni nel settore
tecnologico e biomedico. Attraverso una breve descrizione dell’istante primordiale della creazione
dell’universo (Big Bang) si è messo in evidenza l’importanza che potrebbe avere nella fisica la
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cosiddetta particella di Dio (bosone di Higgs). Sono stati descritti brevemente i quattro principali
rilevatori posizionati nei quattro punti di collisione dell’acceleratore LHC posizionato in un tunnel
lungo 27 chilometri: ALICE, ATLAS, CMS, LHCb. Sono stati inseriti quattro video
particolarmente significativi coperti da copyright, dopo aver chiesto le opportune autorizzazioni di
licenza d’uso a scopo educational. (Tali video sono stati sostituiti con i relativi link per
problematiche connesse al trasferimento FTP)
Gli alunni hanno scritto alcuni brevi testi corredati da immagini che hanno permesso loro di creare
la sezione di loro competenza di una presentazione multimediale. Oltre all’obiettivo strettamente
disciplinare, il lavoro ha quindi consentito di rafforzare le loro competenze nell’uso di Microsoft
Power Point.
I prodotti sono stati comunque “corretti” dall’insegnante, che ha dato solo suggerimenti, per
consentire agli studenti un’autovalutazione e un conseguente confronto tra i diversi gruppi operanti.
Dal punto di vista organizzativo si può dare ormai una valutazione decisamente positiva, anche se
naturalmente è sempre possibile un miglioramento, soprattutto per la razionalizzazione degli spazi e
dei tempi.
Dal punto di vista didattico, la valutazione è sicuramente positiva, si sono raggiunti tutti gli
obiettivi prefissati. Lavorando in gruppo hanno imparato a rispettare le idee dei loro compagni, ad
esprimere le proprie e a supportarle con le dovute documentazioni, istaurando così un clima di
serenità e collaborazione proficua che ha stimolato l’interesse verso la disciplina tanto che anche
coloro che ritenevano inutile lo studio della Fisica si sono avvicinati con interesse alle
problematiche oggetto di studio.
Ho preparato un customer satisfaction, così come richiesto da ogni progetto effettuato nella mia
scuola, che ho sottoposto ai ragazzi. Le domande inserite sono state sia di natura prettamente
organizzativa che relative alla didattica. Dall’esame delle risposte è scaturito che una tale esperienza
ha avuto una ricaduta positiva sul loro curriculum scolastico in quanto ha aumentato le conoscenze
che sul lavoro in team. Tutti i ragazzi coinvolti hanno chiesto di ripetere l’esperienza ed
eventualmente coinvolgere altre discipline.
La metodologia usata è molto diversa dalla tradizionale lezione frontale l’alunno nell’attività di
gruppo si rende conto che risulta sostanziale il contributo del singolo.
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Relazione finale: relazione_rappazzo