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NOVEMBRE
Periodico d'informazione
numero
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Periodico d'informazione
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”
Giuseppe Tonutti
Come è noto, in questo periodo si sta
portando a compimento l’operazione
di scorporo dall’Azienda per i Servizi
Sanitari n. 6 degli ospedali di San Vito
al Tagliamento e di Spilimbergo e delle funzioni ospedaliere dell’ospedale
ex art. 21 L.R. 27.2.1995, n. 13 di Maniago e la loro attribuzione all’Azienda
Ospedaliera di Pordenone che in tal
modo si trasformerà in Azienda degli
Ospedali Riuniti del Pordenonese.
Per la sede di Sacile, tale operazione
era già stata fatta diversi anni fa.
Il modello di sanità che si verrà a realizzare nella provincia di Pordenone
sarà quello della distinzione dei ruoli
tra erogatori e committenza. Sarà un
modello che già da tempo è presente in alcune regioni (es. Lombardia)
e, nella nostra regione, in provincia
di Trieste. Tra coloro che, per dovere istituzionale, sensibilità politica o
studio, si occupano di organizzazione
sanitaria c’è chi è convinto assertore
della separazione della conduzione
fra ospedali e territorio e chi, invece,
difende una visione unitaria di tutta
l’assistenza. Personalmente penso
che la verità non ce l’abbia in tasca
nessuno. Sono due modelli di sanità
che, in base a come vengono condotti da chi si troverà a gestirne l’operatività quotidiana, possono entrambi
portare vantaggi e allo stesso tempo
svantaggi.
2
Ciò che appare veritiero è che, nel
primo modello, le direzioni aziendali
possono lavorare meglio in quanto concentrano la propria azione, e
quindi la propria struttura aziendale,
solamente su una tipologia di azienda
(ospedaliera o territoriale). Questo si
traduce nel lavorare per curare i malati e quindi sviluppare le tecnologie
e le competenze capaci di utilizzare
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L’Azienda cambia
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l’editoriale di novembre
le tecniche innovative che caratterizzano il mondo della diagnosi e della
cura (azienda ospedaliera); oppure
lavorare per prevenire che i propri
cittadini si ammalino, ad esempio
promuovendo la salute o diagnosticando per tempo le malattie curabili, o vadano incontro alla riacutizzazione di malattie croniche (azienda
territoriale).
In tale contesto è auspicabile che i
servizi territoriali possano progressivamente svilupparsi perché viene
meno la possibilità della direzione
aziendale di distogliere fondi allo scopo destinati, per affrontare carenze
ospedaliere non programmate. Viene infatti meno il conflitto di interessi insito nelle aziende miste dove lo
sviluppo di un settore deve avvenire
a scapito dell’altro e spesso è vanificato da prese di posizione esterne
di difesa di determinate strutture o
situazioni organizzative. In questa
prospettiva dovrà cambiare anche
la visione degli amministratori locali
nei rapporti con le aziende sanitarie
del territorio rapportandosi con quella
ospedaliera o con quella. territoriale
a seconda dei servizi e dei problemi
in discussione.
La separazione, però, se non ben gestita, rischia di creare un diaframma
nella continuità delle cure. Questa è
la principale motivazione che apporta
chi vede nell’azienda unica (ospedale
e territorio) l’unico modo per preservarla e ove possibile migliorarla. Ipoteticamente ci sarebbe anche il rischio
di induzione di attività di ricovero più
o meno appropriata, determinata da
interessi di carattere economico da
parte delle aziende ospedaliere che
teoricamente più casistica trattano,
più incassano.
Nella nostra provincia il PSSR prevede di cambiare l’attuale modello di
gestione mista (almeno per l’ASS6)
passando a quello della chiara distinzione dei ruoli tra chi si deve occupare di ospedali e chi di territorio. Come
ogni cambiamento ciò è sufficiente
per mandare in fibrillazione diversi operatori, convinti di chissà quale
dramma si stia abbattendo su di loro.
A parte tentare di tranquillizzare gli
operatori coinvolti in questo processo
di riassetto, io mi permetto di richiamare tutti sul fatto che le scelte relative all’assetto istituzionale del Servizio Sanitario Regionale sono scelte
politiche sulle quali ognuno di noi può
avere la propria opinione, ma che
non sono più in discussione in quanto
già adottate dalla Giunta Regionale.
Ne consegue che collaborare per la
corretta riuscita dell’operazione è
d’obbligo per tutti, a cominciare dal
personale dirigente e da quello che
ricopre ruoli di responsabilità o di coordinamento.
Starà nelle Direzioni dell’Azienda per
i Servizi Sanitari n. 6 e dell’Azienda
degli Ospedali Riuniti del Pordenonese, tramite l’attiva collaborazione
dei propri dirigenti, gestire i rapporti
istituzionali in modo da evitare o prevenire i fenomeni sopra paventati, attraverso la disciplina dei rapporti reciproci. Starà anche negli operatori di
entrambe le aziende capire che la sanità in provincia funzionerà bene solo
se tutte le aziende provinciali, CRO e
privati compresi, funzioneranno bene
e che è interesse di tutti superare
quei diaframmi invisibili che possono
incidere sulla qualità della salute dei
cittadini.
Io personalmente sono ottimista e
spero di riuscire a trasmettere anche
a voi le stesse sensazioni.
Benessere organizzativo,
i risultati dell’indagine
su tutta la popolazione
aziendale
Silvana Corona
Erika Garbo
Nel mese di giugno, al fine di ottemperare agli standard di accreditamento e al
D.lgs.81/2008 e successive modifiche
e integrazioni (all’art. 28 - Testo Unico
sulla salute e sicurezza nel lavoro) è
stata avviata la realizzazione di un’apposita indagine sul clima ed il benessere organizzativo aziendale. L’iniziativa,
vissuta dalla nuova Direzione Generale
come una grande opportunità per strutturare in maniera sistematica un canale
di ascolto con le proprie risorse umane
nella consapevolezza che capacità, potenzialità e
benessere
sono
elementi essenziali per il conseguimento di qualsiasi
obiettivo, aveva la
finalità principale
di individuare le
aree di criticità sulle quali sviluppare
strategie ed azioni
per il miglioramento della qualità della vita lavorativa.
L’apposito gruppo
di lavoro interdisciplinare ha scelto lo
strumento e le modalità di svolgimento dell’indagine. È
stata coinvolta tutta la popolazione
aziendale, in prima battuta il personale
degli ospedali e successivamente quello delle strutture territoriali e l’indagine
si è realizzata utilizzando il questionario multidimensionale della salute organizzativa (MOHQ - Multidimensional
Organizational Health Questionnaire)
messo a punto e validato dal Dipartimento della Funzione Pubblica con la
collaborazione di esperti dell’Università
“La Sapienza” di Roma. La fase di presentazione e somministrazione guidata
del questionario è avvenuta, per tutto il
personale, tra i mesi di giugno e luglio
secondo un apposito calendario concordato con i responsabili di struttura e
diffuso tramite mailing list e intranet. La
presenza/assenza del benessere organizzativo nei contesti di lavoro è determinata dai 10 fattori sopra rappresentati. ll questionario, composto da una
breve presentazione e da 67 domande
suddivise in 8 sezioni (caratteristiche
dell’ambiente di lavoro, sicurezza, caratteristiche del proprio lavoro, indicatori positivi e negativi del benessere
organizzativo, benessere psicofisico,
apertura all’innovazione, suggerimenti, dati anagrafici) è stato compilato da
1.408 dipendenti, totalizzando un tasso di risposta superiore al 76%, sicuramente rappresentativo della realtà
analizzata. Si registra una prevalenza
di genere, il 70% è donna, l’età media è
di 45 anni, il livello di scolarità è medioalto, il 28% è in possesso di un diploma
di scuola media superiore e il 23% di
una laurea. Le categorie contrattuali
risultano tutte rappresentate. Con riguardo al profilo generale (v. tabella) la
media generale è di 2,58, di pochissimo al di sotto della soglia di soddisfazione (2,60). Tutti i fattori che superano la media sono considerati positivi
e colorati di verde. Tra questi, i livelli
più elevati e quindi i punti di forza sono
rappresentati dalla “Collaborazione tra
colleghi” e dall’“Efficienza organizzativa”. Al di sotto della media si collocano
i fattori critici, colorati di rosso. Tra questi, i più significativi sono la “Richiesta
lavorativa”, la “Percezione dello stress”
e l’“Equità organizzativa”.
Con riguardo
ai suggerimenti
proposti per il
miglioramento
del
contesto
lavorativo, fra
i 15 item in cui
era
possibile
scegliere, i tre
più
gettonati
riguardano
la richiesta di
maggiore circolazione
e
chiarezza delle
informazioni,
la
sicurezza
nell’ambiente di
lavoro e il desiderio di essere
maggiormente valorizzati.
Per saperne di più sugli aspetti metodologici, sui punteggi medi dei singoli
fattori, sui valori di soddisfazione dei
singoli settori lavorativi e sui risultati di diverse aggregazioni (sesso, età,
categoria contrattuale, tipologia di contratto, anzianità in azienda, settore lavorativo) si rinvia al report pubblicato
in intranet, sezione Comunicazione/
URP. Prossimamente, la Direzione
Generale pianificherà gli interventi
per promuovere un miglior benessere organizzativo all’interno dei proprie
strutture territoriali.
3
Promozione della salute, i risultati del
convegno “Sentieri di vita sana”
4
Silvana Widmann
A distanza di 5 anni dall’avvio del programma di prevenzione degli eccessi
ponderali, dei disturbi alimentari e delle
patologie conseguenti ad attività fisica
e alimentazione inadeguate “Stili di vita
come fattori di promozione della salute”,
il gruppo di lavoro ha ritenuto opportuno
procedere ad un momento di valutazione
e di confronto tra le differenti partnership
che si sono attivate per costituire la rete,
favorendo la condivisione delle soluzioni,
dei modelli e delle scelte operative adottate in differenti realtà. Tutto questo per
gettare le basi di una
“progettazione condivisa” per una continuità e sostenibilità nel
tempo del percorso
avviato. Il Dipartimento di Prevenzione, il
Comune di Pordenone, l’AsNAS FVG e
l’Associazione di Volontariato.
Salusmundi
hanno
pertanto
co-organizzato il seminario
“Sentieri di vita sana”
il 26 ottobre 2010
presso l’ex convento
di San Francesco a
Pordenone. L’evento
ha ricevuto il patrocinio dell’università di
Udine e la collaborazione della Coldiretti, della LILT provinciale, dell’Istituto d’Arte di Cordenons e
dello IAL di Aviano. Durante la giornata
sono stati premiati 3 ragazzi dell’Istituto
d’Arte di Cordenons che, guidati dalle
insegnanti, hanno ideato le immagini
e il logo del progetto “Merenda sana e
movimento: un’associazione vincente”
e dello stesso convegno. Il seminario ha
dato spazio anche a quei partner che,
dopo essere entrati in sinergia ed in rete,
si sono attivati con gli stessi obiettivi di
salute per la collettività. In particolare la
scuola, attraverso il rappresentante regionale dell’educazione alla salute e gli
insegnanti impegnati con creatività nei
progetti, hanno potuto condividere con
Fabiola Stuto
gli operatori sanitari, che si occupano di
promozione della salute, nuovi scenari,
difficoltà e prospettive. Sono stati illustrati inoltre, quale momento valutativo
delle azioni intraprese, i risultati di uno
studio sulla prevalenza del sovrappeso
e obesità condotto su un campione rappresentativo della popolazione infantile
della provincia. Lo studio è cominciato
nel 2005, coinvolgendo 783 bambini
frequentanti le classi prime e quinte di
12 scuole primarie. A distanza di 5 anni,
è stato ripetuto nel
2009, solo sulle classi quinte (455 bambini),
interessando
quei bambini che nel
2005 frequentavano
la prima elementare. Durante questo
periodo, nella metà
delle scuole reclutate
sono stati avviati progetti di promozione
di sani stili alimentari
ed iniziative volte ad
incrementare il movimento. La situazione
nutrizionale in generale dei bambini nel
2009 rimane pressoché invariata rispetto
al 2005 e in linea con
i dati regionali di OKkio alla salute (21%
sovrappeso, 4% obeso). Il confronto tra le classi quinte del
2005 e del 2009, ha evidenziato una
diminuzione dell’eccesso ponderale e
un aumento dei bambini che svolgono
attività fisica regolare almeno 2 volte
alla settimana. È stata riscontrata inoltre una riduzione dell’obesità nei maschi e del sovrappeso nelle femmine,
dal confronto tra scuole che hanno avviato progetti di promozione della salute
e scuole che non hanno attivato alcuna iniziativa. Questo dato sicuramente
conferma quanto sia fondamentale avviare progetti continuativi di promozione
della salute sia in campo alimentare che
inerenti il movimento, con i vari partners
del territorio.
Consultori familiari,
avviati appositi gruppi
per aiutare i genitori
nell’educazione
dei figli
Anna Maria Dolcet
Franco Tramarin
Oggi più che mai ai genitori spettano
compiti difficili: sintonizzarsi con la crescita fisica, psicologica e sociale dei propri figli, rivedere i vecchi modelli educativi, arricchirli e integrarli, esercitare un
ascolto attivo e una buona comunicazione, costruire in sostanza una nuova genitorialità. In questo contesto, un concreto
aiuto ai genitori viene oggi offerto da tutti
Consultori familiari dell’Ass6 attraverso
spazi di incontro-confronto di gruppo per
migliorare a più livelli il benessere e la
qualità della vita familiare nella quotidianità. In particolare, i gruppi di supporto
educativo sono due e si rivolgono a:
- Genitori separati con figli: il gruppo si
rivolge a genitori già separati che desiderano avere uno spazio nel quale poter
parlare di dubbi e difficoltà relative alla
situazione che stanno vivendo. Il gruppo
ha l’obiettivo di condividere le difficoltà legate alla separazione, alle funzioni
genitoriali e alla relazione con i figli e,
conseguentemente, fornire sostegno
alla genitorialità nella delicata situazione
della separazione coniugale cercando di
creare una rete di scambio e sostegno.
- Genitori con figli preadolescenti e adolescenti dai 12 ai 18 anni:
il gruppo ha gli obiettivi di far prendere
coscienza ai genitori dei propri stili educativi; potenziare le capacità comunicative e relazionali; promuovere l’acquisizione di tecniche relative ai processi
decisionali e alla risoluzione di problemi e conflitti; favorire la condivisione di
esperienze e la rielaborazione di vissuti.
La partecipazione ai gruppi è gratuita. Gli
incontri si svolgeranno in orari pre-serali
(dalle 17) per facilitare i genitori che lavorano e avranno una durata di circa un’ora
e mezza per cicli di cinque incontri a cadenza quindicinale. Per maggiori informazioni e per l’iscrizione, gli interessati
possono contattare i Consultori Familiari
del proprio Distretto.
Percorso nascita,
al via la campagna
informativa per vivere
serenamente
la gravidanza
e la maternità
Sicurezza sul lavoro,
continuano i corsi di formazione sulla
movimentazione manuale dei carichi
Silvana Corona
Rosanna Brait
In questo mese ha preso il via la campagna per far conoscere alle donne in
attesa che è possibile vivere consapevolmente e serenamente la gravidanza,
il momento della nascita e della crescita
del figlio conoscendo meglio i servizi e
le risorse presenti sul territorio provinciale. “Sei in gravidanza? … ecco cosa ti
offriamo” è l’accattivante opuscolo promosso dalla sezione pordenonese del
Centro Aiuto alla Vita, in collaborazione
con la nostra Azienda, l’Azienda Ospedaliera “Santa Maria degli Angeli”, la
Casa di Cura “San Giorgio”, la Provincia
e il Comune di Pordenone. L’opuscolo,
prodotto in 6.000 copie, è stato tradotto
anche in lingua inglese e francese per facilitare l’accesso ai servizi da parte delle
donne straniere sempre più in aumento
nel nostro territorio. È articolato in 9 sezioni all’interno delle quali è possibile trovare risposta alle domande più frequenti:
“Pensi di essere incinta? Hai difficoltà
economiche, sociali per portare avanti
la gravidanza? Come prepararti alla nascita? Dove puoi partorire? Dove ti devi
rivolgere per il codice fiscale e la tessera
sanitaria di tuo figlio? Se hai un lavoro,
quali sono i tuoi diritti? Come iscrivere
tuo figlio all’asilo nido? Quando e dove
fare le prime vaccinazioni? L’ultima sezione è dedicata ai riferimenti delle strutture territoriali e ospedaliere alle quali
possiamo utilmente rivolgerci in caso di
bisogno. Attualmente, il materiale è in
distribuzione, nei locali del Centro Aiuto
alla Vita, negli Uffici per le Relazioni con
il Pubblico di tutte le Istituzioni che hanno
aderito all’iniziativa e in particolare presso i servizi maggiormente frequentati
dall’utenza potenzialmente interessata, i
Consultori Familiari ed i Punti Nascita. Il
materiale è scaricabile dal sito aziendale, www.ass6.sanita.fvg.it, sezione URP,
opuscoli, percorso nascita.
Dal Documento di Valutazione dei Rischi aziendale e da un controllo degli
infortuni accorsi nel 2009, il Servizio
di Prevenzione e Protezione (SPP),
ha riconfermato quello che è uno dei
rischi principali nell’ASS6: il rischio da
Moviment azione Manuale dei Carichi
(MMC) e l’assunzione di posture incongrue. Tenendo presente che l’informazione, la formazione e l’addestramento
sono considerate, dal D.Lgs. 81/2008,
misure di prevenzione
e
protezione importanti
per
prevenire
ed
abbattere
i
danni da sovraccarico biomeccanico del
rachide, continuano, anche
se con una veste diversa, i
corsi specifici in azienda. La mappatura
del rischio specifico, rilevata col metodo MAPO (Movimentazione Assistenza
Pazienti Ospedalizzati), ha evidenziato
come negli anni, alcune unità operative
avessero la priorità di intervento (vedi
oncologia, celle mortuarie, ortopedia di
S.Vito al Tagliamento, personale della
direzione sanitaria addetto al barellaggio). Per le stesse, in collaborazione con alcuni terapisti di riabilitazione
e con il loro referente aziendale, si è
attivato un percorso di gestione del rischio che prevedeva: da una parte l‘indicazione all’acquisto di ausili (per es.
telini ad alto scorrimento) che fossero
idonei e funzionali alle specifiche attività; dall’altra invece l’avvio di un processo di formazione/addestramento sul
campo per gli operatori addetti alla mo-
Lara Fileccia
vimentazione. In pratica non più corsi
a livello aziendale con partecipanti provenienti da diverse realtà operative, ma
formazione nell’ambito della propria
un’unità operativa, dove il punto di partenza sono le reali carenze evidenziate
dal personale del SPP durante i sopralluoghi effettuati. Ne consegue che lo
scopo principale di questi corsi è quello
di far si che gli operatori acquisiscano
consapevolezza del rischio a cui sono
esposti
quotidianamente
e nel contempo imparino a
ridurlo tramite l’utilizzo di
attrezzature
idonee. La cooperazione anche con figure
professionali
diverse (vedi
fisioterapisti,
personale del SPP,ecc.) resta un punto cardine per una gestione del rischio
MMC a 360°. Con lo stesso principio e
finalità ma con contenuti diversificati,
è stato strutturato il medesimo corso
rivolto a tutti i coordinatori aziendali. Per loro, il D.Lgs. 81/2008 prevede
responsabilità diverse e nello specifico
di supervisionare che la movimentazione avvenga secondo modalità corrette
mediante anche ausiliazione idonea ed
adeguata. Si è cercato quindi di implementare le loro conoscenze al fine di
avere anche acquisti in tal senso più
appropriati. La nuova modalità di formazione/addestramento ha conseguito
apprezzamenti e risultati nei due contesti diversi e per questo riteniamo doveroso proseguire in tal senso anche per
i corsi futuri.
5
6
Servizio veterinario, tutto sul soccorso
agli animali incidentati
Influenza, avviata
la campagna di
vaccinazione 2010
Enzo Re
Emanuela Zamparo
Recentemente sono state introdotte norme relative al soccorso animale e al loro
trasporto in caso di necessità (legge n.
120 del 29 luglio 2010 che ha modificato
per l’argomento specifico gli artt. 177 e
189 del Codice della Strada). La nuova
normativa prevede l’obbligo per l’utente
della strada di fermarsi e di assicurare
un tempestivo intervento di soccorso
agli animali coinvolti nell’incidente. Evidentemente le notizie date dai media
hanno avuto efficacia esagerata su
qualche cittadino che ha preteso dal 118
l’intervento dell’ambulanza per soccorrere il cane ferito.
Dal fatto appare
necessario chiarire i termini della
responsabilità dei
cittadini coinvolti in incidenti con
animali e informare sugli interventi
di soccorso che
vengono prestati agli animali.
La responsabilità
del cittadino che
ha investito un animale è di fermarsi
e assicurare un tempestivo intervento
di soccorso. Cosa significa? Significa
che il cittadino si deve fermare e fare in
modo che all’animale incidentato venga
prestato soccorso. Come? Chiamando
il 118. Questi, per consolidata collaborazione, mette in contatto il cittadino
con il Servizio Veterinario dell’ASL che
provvederà al soccorso. Se l’animale ha
un proprietario, rilevato mediante lettura
del microchip o mediante altro modo di
conoscenza, questi dovrà provvedere
alle cure necessarie. Se l’animale non è
identificato o comunque non è possibile attribuire un proprietario o questi non
viene immediatamente trovato, il Servizio Veterinario provvederà alle prime
cure. Successivamente l’animale verrà
trasferito presso una struttura di ricovero (canile o gattile) convenzionata con il
Comune, in base al luogo di ritrovamento
dell’animale. Le spese delle cure e della degenza per gli animali traumatizzati
senza proprietario sono a carico del Comune in cui l’animale è stato trovato. La
responsabilità del cittadino quindi si concretizza solo nel caso in cui non si fermi
e non interessi gli enti deputati al soccorso (sanzione da 389 a 1.559 euro). La
stessa responsabilità è attribuita anche
alle persone che pur non avendo investito direttamente
l’animale
sono
coinvolte nell’incidente. In questo
caso la sanzione
è inferiore (da 78
a 311 euro). È
bene chiarire che
la norma prevede
il soccorso per gli
animali d’affezione, gli animali da
reddito e gli animali protetti. La
maggior parte degli animali incidentati,
un centinaio ogni anno nella nostra provincia, risultano privi di proprietario. È
anche vero che normalmente l’incidente
avviene perché l’animale attraversa la
strada e il cittadino ha interesse a sapere chi è il proprietario dell’animale per
un problema di risarcimento del danno
al veicolo o alla persona. Per questo si
ferma e fa intervenire gli organi preposti. Ora oltre all’interesse personale, la
norma chiede di aggiungere anche un
interesse per la salute dell’animale. Da
ultimo va precisato che l’intervento di
soccorso agli animali selvatici incidentati
e l’eventuale conseguente risarcimento
del danno è compito dell’Amministrazione Provinciale.
L’influenza costituisce un serio problema di sanità pubblica per la sua diffusione e per le possibili gravi complicanze, spesso sottovalutate. Infatti in Italia
rappresenta la terza causa di morte per
patologia infettiva, dopo AIDS e tubercolosi e, nel corso di epidemie estese,
può colpire dal 5 al 30% della popolazione, con conseguenti ripercussioni
negative sulla qualità della vita e sulla
funzionalità dei servizi di pubblica utilità, in particolare di quelli sanitari. Al fine
di contenere il diffondersi della malattia,
dal 4 novembre l’ASS6 mette a disposizione il vaccino antinfluenzale, offerto gratuitamente alle persone con età
pari o superiore ai 65 anni e ai soggetti
affetti da malattie croniche, nonché ai
familiari di soggetti ad alto rischio. La
vaccinazione può essere effettuata
da chiunque, rivolgendosi o al proprio
medico di famiglia oppure agli Uffici di
Igiene dei Distretti. Fondamentale per
impedire la circolazione della malattia è
la vaccinazione del personale sanitario
di assistenza, e, più in generale, degli
addetti a servizi pubblici di primario
interesse collettivo, come il personale
di scuole, poste e telecomunicazioni,
pubblica amministrazione, forze di polizia, ecc.: sarebbe auspicabile un’ampia adesione alla vaccinazione, soprattutto degli operatori dei servizi sanitari,
che si avvalgono ancora troppo poco
di questo importante mezzo di prevenzione. Da quest’anno per i dipendenti
dell’ASS6 è disponibile il vaccino antinfluenzale intra-dermico, che garantisce
una migliore
protezione, a
fronte di un
rischio di reazioni avverse
locali e generali prossimo
allo zero.
Biblioteca:
vetrina delle
novità
a cura della
Biblioteca Scientifica
[email protected]
Volontariato, inaugurata
a San Vito la seconda sede
dei Laringectomizzati
Il 16 novembre,
all’ospedale
di
San Vito, in prossimità degli ambulatori ORL, è
stata inaugurata
una nuova sede
dell’Associazione
Regionale Laringectomizzati - Friuli Venezia Giulia (ARL-FVG). Alla cerimonia
inaugurale erano presenti il direttore generale dell’ASS6, dott. Tonutti, il sindaco
di San Vito, dott. Gregoris, e il direttore
della struttura complessa di ORL, dott.
Miani, i quali, dopo aver unanimemente
sottolineato il fondamentale e, talvolta,
insostituibile ruolo svolto in ambito sanitario dalle Associazioni di Volontariato,
e l’importanza dell’aprirsi dell’ospedale
alle Associazioni stesse, hanno evidenziato come l’azione dell’ARL-FVG
sia indispensabile non soltanto per i
pazienti che, reduci dalla malattia, incontrano la solidarietà fattiva di chi ha
avuto gli stessi problemi, ma anche per
le loro famiglie. Presso la nuova sede,
infatti, si riuniranno settimanalmente,
nella mattinata di martedì, nuovi e vecchi pazienti laringectomizzati per affrontare insieme tutte le problematiche relative alla riabilitazione funzionale ed al
reinserimento familiare, sociale e lavorativo, dopo interventi di chirurgia maggiore sulle prime vie aerodigestive e sul
collo. Oltre al recupero funzionale della
voce, dell’olfatto, del gusto e la riabilitazione chinestesica della spalla e del
collo da parte di “Maestri Riabilitatori”,
infatti, l’attività prevede l’intervento specialistico, quando ritenuto necessario,
dello specialista ORL, ma anche l’eventuale supporto dello psicologo a favore
sia del paziente “mutilato della voce”,
sia dei suoi familiari.
Roberto Celotto
Cesare Miani
Auguri al Dott. Giovanni Tasca
Purtroppo
l’effetto “Tremonti”
ha colpito anche
noi e dal prossimo mese il
Dott. Tasca intraprenderà
la
felice
carriera
di “pensionato”.
Ci ricordiamo una frase storica che diceva
sempre ad ogni cambiamento di Direttore
Generale “ I Direttori vanno e vengono ma
noi restiamo” e ci sembra strano che adesso
sia avvenuto il contrario. A parte i primi “5 minuti terribili” come dice lui , d’inizio pensione,
il resto sarà molto impegnativo tra trekking in
montagna , corse in bicicletta, gite in barca,
teatro e passeggiate in piazza Unità d’Italia
a Trieste. Insomma l’attività post-lavorativa
non manca!!!! Sono passati diversi anni da
quell’agosto del 1976 quando ha cominciato la sua carriera nell’ambiente sanitario nel
Laboratorio di Analisi Cliniche dell’Ospedale
di San Vito al Tagliamento. Ha accettato la
grande sfida nel 1996 di costituire il Servizio
di Prevenzione e Protezione, servizio nuovo
nato dal famoso Decreto Legislativo “626” e
che ha diretto fino ad ora riuscendo a creare
un ambiente lavorativo sereno, “umano”, collaborativo e rispettoso di ogni competenza e
affrontando difficoltà sempre con il sorriso
sulla bocca. A lui vanno la nostra riconoscenza e stima e l’augurio di un futuro ricco di
attività e soddisfazioni extra lavorative.
La comunicazione della salute.
Un manuale. Raffaello Cortina, 2009
Il volume, a cura della Fondazione Zoè,
fornisce una presentazione essenziale
dei temi più rilevanti nella comunicazione
medico-paziente, affrontate da specialisti
delle principali discipline coinvolte. Il testo
si rivolge ai professionisti della salute, agli
studiosi e a tutti coloro che sono coinvolti
in una relazione terapeutica. Alcuni titoli
delle sezioni del volume: la salute nella
società dei consumi; la comunicazione
della salute durante il ciclo della vita; il
racconto del farmaco; la notizia medicoscientifica e i media.
Nevio, Lara, Maria Grazia,
Rosanna, Mauro
Luciano Bomben va in pensione
Integrità, professionalità, capacità e competenza riconosciute da tutti coloro che, operando nel Servizio Prevenzione e Sicurezza
degli Ambienti di Lavoro, sono quotidianamente impegnati nella nostra difficile attività.
A Pordenone l’attività del Servizio Sanitario
nella prevenzione nei luoghi di lavoro è nata
con lui e con lui si è strutturata. Siamo certi
però che la passione per l’attività che svolge
abbia reso tutti questi anni leggeri e ricchi
di soddisfazioni. Se un leader è colui che è
in grado di portare le persone da dove sono
a dove non sono mai state, bisogna riconoscere che nel suo campo, per molti di noi,
Luciano ha svolto questo ruolo e anche di
questo gli siamo riconoscenti.
Carlo Venturini
Dipendenze patologiche tra riti
e miti. L’esperienza pordenonese.
Libreria al Segno, 2010
Il testo raccoglie gli atti relativi al convegno “30 anni di lavoro nelle dipendenze.
Ieri, oggi…quale domani nell’incontro con
il territorio” che si è tenuto a Pordenone
il 12 marzo 2010 e che ha rappresentato
non solo la celebrazione di un trentennio
di lavoro del servizio pubblico, ma anche
l’occasione per fare il punto sull’evoluzione
del fenomeno “dipendenze patologiche”.
Il volume sarà presentato giovedì 9 dicembre alle ore 17.00 presso la Sala Stampa
della Provincia di Pordenone. L’incontro si
preannuncia quale occasione utile per ripercorrere la storia dell’attività del Servizio e illustrare le nuove linee d’azione per il futuro.
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Marco Castelletto
Coordinamento redazionale
Silvana Corona
Redazione
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Direttore responsabile
Antonella D’Arenzo, Anna Maria Falcetta,
Alessandro Gislon, Nevio Iacuzzi,
Ornella Miot, Luciana Pignat,
Sandro Santarossa, Sergio Saracchini,
Paola Segato, Carmela Zuccarelli
Segreteria
Ornella Miot, Luciana Pignat
Tel. 0434-369917
Fax 0434-522650
e-mail: [email protected]
[email protected]
Progetto grafico
Michele Berardi
Impaginazione e Grafica
Sergio Saracchini
Stampa
Tipografia Sartor
Pordenone
Reg. Trib. di Pordenone
n. 515 del 28 Luglio 2004
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A questo numero hanno collaborato:
Rosanna Brait Servizio di Prevezione e Protezione
Roberto Celotto Direttore Presidio Unico Aziendale
Silvana Corona Responsabile Ufficio per le Relazioni con il Pubblico
Annamaria Dolcet Responsabile Consultorio Familiare - Distretto Nord
Lara Fileccia Servizio di Prevenzione e Protezione
Erika Garbo Ufficio per le Relazioni con il Pubblico
Cesare Miani Direttore S.C. Otorinolaringoiatria - San Vito
Enzo Re Direttore Servizio Veterinario
Fabiola Stuto Dipartimento di Prevenzione - Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione
Giuseppe Tonutti Direttore Generale
Franco Tramarin Psicologo Consulente Consultori Familiari
Silvana Widmann Dipartimento di Prevenzione
Emanuela Zamparo Direttore Dipartimento di Prevenzione
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Novembre - Azienda per i Servizi Sanitari n. 6