:sommario Editrice: Service & Business 2001 Direttore Editoriale: Sergio Di Mambro Direttore responsabile: Riccardo Alfonso Redazione: Via Antonio Roiti, 67 Tel. 06/55368456 Grafica: Fabiana Falconi Stampa: Ripoli snc Hanno collaborato: Daniele Lucarini, Stefano Ursi, Valeria De Rentiis, Luciana Morelli, Giuseppe Mete, Eleonora Lilli, Fabrizio Piciarelli, Rossana Bartolozzi. Per la pubblicità su “Eur Torrino News” telefonare al numero: 06/55368456 La direzione si riserva il diritto di valutare i testi pervenuti. Il materiale non verrà restituito. Finito di stampare nel mese di novembre 2006 Potrete ritirare il giornale nelle seguenti edicole: Edicola Giornali Via del Fiume Bianco Tel. 06 52200087 Edicola Giornali C. D’angelosante Via delle Costellazioni Edicola Giornali GI.SA. 2003 s.r.l. Piazzale Asia Tel. 06 5919108 Edicola Giornali Autori Agostino Via Rotterdam Edicola Giornali D. Colangelo P.zza Cina Edicola Giornali A. Vita Viale della Tecnica angolo V.le dei Primati Sportivi Edicola Giornali G. Rossi Via E. Lampridio Cerva Tel. 065962429 Edicola Giornali D’Alessandro Via Cina Edicola Giornali Toti Via Oceano Indiano, 19 Edicola Giornali A.Corruccini V. Dell’Orsa Minore 30/a (Via degli Astri) Edicola Giornali A. De Marchis Via F. Sapori :editoriale 4 Divino Amore: il Municipio dice no alla discarica Russel Crowe e Ridley Scott: una Coppia da Oscar Notizie dal Municipio Roma XII Acqua farina e... gattò di patate Acqua farina e...: melanzane in carrozza Alfa Romeo 8C Competizione Vivere il teatro: programmazione novembre Music Time: Led Zeppelin Coming Soon: anticipazioni cinematografiche La Regione informa Inchiesta sul cancro Uno sguardo alle mostre Controinformazione 6 10 6 10 12 12 16 20 22 26 30 35 38 52 54 38 12 :sommario www.ilperiodico.it Eur Torrino News Pubblicazione mensile ANNO IV n°10 novembre 2006 Editoriale: Malagrotta: discarica, gassificatore e demagogia politica... ] a cura di Sergio Di Mambro [ Negli ultimi mesi presso la nostra piccola redazione sono arrivati sempre più spesso mail di politici e ambientalisti contro il gassificatore quasi ultimato di Malagrotta. Scioperi della fame, politici che si strappano i capelli, politici che cantano vittoria 4 eur:torrino:news ecc. ecc.. Le proteste sono iniziate quando il gassificatore era ormai una realtà. Prima, quando se ne parlava e ancora si poteva intervenire, silenzio assoluto. Come mai? Durante le elezioni ne ha parlato qualcuno? No. A Malagrotta, il gassificatore si farà e tutti sono stati compiacenti : chi ha taciuto e ora strilla e chi ha avallato un'operazione scellerata. Noi spesso sulle riviste e in televisione ne abbiamo parlato quando si poteva fare qualche cosa. Ma ne parlavamo solo noi e i politici di maggioranza e opposizione glissavano. Ora è tardi, troppo tardi per bloccare il gassificatore. Ma questo scandalo coinvolge tutti: regione, comune, municipi, governo. I cittadini ormai sono soli e abbandonati e tutto passa sopra le loro teste. A Massimina si muore di cancro e leucemia con percentuali altissime, molte persone soffrono di disturbi alle vie respiratorie e altre forme croniche. Nessuno ha mai pensato di fare indagini sul livello di inquinamento in tale zona? Non mi risulta. Inoltre pare che in zone limitrofe a Malagrotta, con li nuovo P.RG. ci saranno dagli ottocentomila ai tre milioni di metri cubi di cemento. Nuove costruzioni, intere città in una zona così disastrata. XII Municipio Divino Amore Il Municipio dice no allla discarica ] a cura di Fabrizio Piciarelli [ della discarica. Il Consiglio del Municipio XII ha votato ieri, all'unanimità, un ordine del giorno per la sospensione dei lavori di realizzazione della discarica di Falcognana, al Divino Amore. Il Consiglio, che si dichiara fermamente contrario alla realizzazione della discarica nell'area in oggetto, con l'ordine del giorno di ieri impegna, il Presidente del Municipio a sollecitare il Commissario Straordinario ai rifiuti, Dott. Piero Marrazzo e la Regione Lazio a sospendere con urgenza i lavori del cantiere, in attesa di un riesame del procedimento amministrativo relativo alla realizzazione 6 eur:torrino:news "I lavori per la realizzazione della discarica al Divino Amore, che stanno procedendo a tappe forzate, sono motivo di grande preoccupazione per i cittadini e per l'Amministrazione Municipale" - dichiara il Presidente Patrizia Prestipino, che già tre anni fa come Capogruppo della Margherita, fu la prima a denunciare il problema - "Nella discarica, che dovrebbe sorgere a meno di 1 Km dai centri abitati e dalle scuole, vicino al santuario della Madonna del Divino Amore, in un territorio protetto dal vincolo ambientale su cui insistono alcuni fossi naturali, sarà smaltito, infatti, anche il fluff, un rifiuto così detto pericoloso. Il documento votato ieri all'unanimità" - continua Prestipino - "richiede l'immediata sospensione del cantiere in vista del riesame del provvedimento che presenta, tra l'altro, gravi contraddizioni interne e che viola le Normative Europee e i Decreti Legge fortemente restrittivi riguardo la costruzione degli impianti di smaltimento dei rifiuti. Come Municipio Roma XII chiediamo con forza che sia scongiurata una minaccia di tale entità su un territorio così importante dal punto di vista ambientale e altamente rappresentativo della Diocesi Romana. Chiediamo, inoltre, al Comune, alla Provincia e alla Regione che sia aperto un tavolo di concertazione al fine di trovare una soluzione che riconcili la cittadinanza con l'amministrazione e indichi soluzioni alternative alla società costruttrice. Questa è una battaglia che portiamo avanti da molto tempo e per la quale ho già interessato anche alcuni Parlamentari della Maggioranza" conclude Patrizia Prestipino "Sono molto fiduciosa che sia l'Amministrazione Comunale, che Provinciale e Regionale ci daranno ascolto ma, se così non fosse, saremo al fianco dei cittadini, anche con forme di protesta eclatanti". In foto: il tratto di ricca campagna dovo si doveva costruire la discarica Il Sorriso che ti illumina ] a cura del Dott. Giuseppe Bianco [ (Spec.implantologia ed estetica dentale - New York University, docente implantologia presso Univ. ”G. D’Annunzio” CH-PE) Un sorriso espressivo può rendere una persona più bella. Diventa uno strumento per comunicare sensazioni e personalità. Non sorprende, quindi, che i pazienti chiedano sempre più spesso non solo denti sani, ma anche belli e bianchi,tutto in un sorriso. Che cos’è lo sbiancamento dentale? Lo sbiancamento dentale è una proceduta operativa che molti pazienti richiedono all'interno dello studio dentistico. Si effettua attraverso l'utilizzo di un gel a base di perossido di idrogeno, ossia acqua ossigenata al 30%, che viene applicato sui denti, previa lucidatura della superfici da sbiancare, una luce blu, poi, attiva l'azione del prodotto e in soli 30 min. si ha l'effetto sbiancante. Gli elementi in genere sono circa 8 per arcata, quella zona che si evidenzia durante il sorriso. Tutti i denti si possono sbiancare? Si, tutti i denti naturali. - Paziente affetta da fluorosi - Paziente dopo lo sbiancamento Intendo dire che i denti con otturazioni o corone non si possono sbiancare. In questo caso si può comunque effettuare lo sbiancamento, ma si devono aspettare poi circa 15 giorni prima di rifare l'otturazione nella zona estetica. Lo sbiancamento è per tutti? I soggetti possono essere persone con denti segnati dal fumo o da sostanze come caffè o tè, con macchie da antibiotico, tetraciclina, o da fluoruro. Il trattamento è sconsigliato solo alle donne in gravidanza e pazienti sotto i 16 anni o con malattie del parodonto. Prima dello sbiancamento è essenziale fare una seduta di igiene orale e aspettare almeno 7 giorni, nei quali bisogna eliminare dalla dieta alimentare anche alcuni cibi acidi che possono predisporre all'ipersensibilità dentinale, come per esempio: yogurt, limone, arancia, aceto, pomodoro ecc… Bisogna avere degli accorgimenti anche per 24 ore dopo lo sbiancamento: Quanto possono diventare bianchi i denti? Anche se il sistema di sbiancamento è molto efficace, non esistono magie e nessun trattamento di sbiancamento può dare a denti macchiati il colore bianco neve della porcellana. I test dimostrano che dopo lo sbiancamento con il nostro sistema, i denti acquistano da 5 a 14 punti in più sulla scala Vita. I risultati dipendono da quanto in precedenza erano pigmentati i denti, ma il risulatato sarà sempre denti più bianchi e luminosi. • Non mangiare alimenti scuri come le verdure verdi e la carne rossa, né bere sostanze scure come il caffè, il tè, il vino rosso, i succhi di frutta e la coca-cola. • Non fumare sigarette o prodotti con tabacco. • Non usare dentifrici colorati. Quanto dura lo sbiancamento? Questo varia da persona a persona e dipende dalle abitudini e dalla dieta personale. Al paziente che si vuole sottoporre alla seduta di sbiancamento nel nostro studio verranno date tutte le indicazioni per allungare il più possibile i tempi di mantenimento del bianco ottenuto, comunque l'effetto dura di solito due anni. E’ un’operazione sicura? Ci sono effetti collaterali? Articoli scientifici dimostrano che l'uso del perossido d'idrogeno per sbiancare i denti è efficace e sicuro. Non cambia o danneggia la struttura dei denti, li fa solo apparire più bianchi. Per ciò che concerne gli effetti collaterali, ce né uno molto comune che è l'ipersensibilità dentinale, ossia più sensibilità all'aria e acqua fredda, ma questo inconveniente viene tamponato dalla saliva che in circa 12 ore ristabilizza gli equilibri, anche se il nostro studio si vuole assicurare una riduzione dei tempi con una applicazione di fluoro dopo la seduta di sbiancamento. Quali sono le precauzioni da attuare prima e dopo lo sbiancamento? Tutto questo perché dopo lo sbiancamento lo smalto diventa una "spugna" e recepisce ancora meglio le sostanze colorate. Per mantenere il sorriso bianco, che si è ottenuto, per un lungo tempo, si devono seguire delle specifiche indicazioni: • Lavare i denti regolarmente almeno tre volte al giorno. • Visitare lo studio odontoiatrico regolarmente. • Minimizzare il consumo di caffè, tè o altre sostanze colorate e minimizzare anche il consumo di sigarette. Sostanze che causano macchie e scurimento dentale: • Cibi, bevande e coloranti: cola, caffé, té, liquirizia, spezie, carciofi, salsa di soia... • Batteri • Placca e tartaro • Fumo: sigari, tabacco da masticare, sigarette, pipa, nicotina • Abuso di colluttori: clorexidina • Medicinali: tra cui antibiotici e chemioterapici tetracicline... • Sostanze metalliche: ferro, rame, ottone, nichel... • Traumi ai denti: incidenti, fratture... Per informazioni: Dott. Giuseppe Bianco Tel. 06.5910802 eur:torrino:news 7 Crowe e Ridley Scott di nuovo insieme Russel t t o c S e Crowe ] a cura di Luciana Morelli [ Uscirà il 15 dicembre prossimo nelle sale italiane "A Good Year" (in italiano "Un amore per caso"), la commedia con la quale Ridley Scott e Russel Crowe tornano a lavorare insieme dopo i cinque Oscar de "Il Gladiatore". In occasione della presentazione italiana del film, il tenebroso attore neozelandese è giunto nella Capitale per parlarci della sua nuova vita dopo la nascita dei suoi due figli e il suo matrimonio con l'attrice Danielle Spencer. A ruota libera ha anche raccontato delle sue nuove sfide da attore, sempre diverse l'una dall'altra e sempre straordinarie, le stesse che lo hanno reso senza dubbio uno dei divi più amati del mondo, e - non poteva di certo esimersi del suo strettissimo rapporto con il grande Ridley Scott e del tanto acclamato secondo episodio de "Il Gladiatore". e e w o r C Scott una coppia da Oscar Russel Crowe nel film è Max Skinner, il broker più acclamato della finanza londinese, che un giorno scopre di aver ereditato dal defunto zio Henry (un grande Albert Finney) il magnifico chateau delle vacanze in Provenza. Arrivato in Francia per toccare con mano e prepararsi alla vendita dell'immobile, Max però non riesce a resistere all'idea di restarsene per qualche giorno nella vecchia villa circondata dalle vigne. E' proprio tra le dolci colline del Luberon che i suoi preziosi ricordi di bambino torneranno a galla e che la sua vita prenderà una piega inaspettata... Tratto dall'omonimo romanzo di Peter Mayle (edito in Italia con il titolo "Un'ottima annata"), il film miscela gli elementi della commedia gialla con quelli delle commedie romantiche e - quel che è più interessante - le esperienze di vita sia di Crowe che di Ridley Scott, proprietario per 14 anni di una vigna tutta sua. Tu che sei un uomo di cinema, cosa ne pensi della Festa del Cinema di Roma che si tiene quest'anno per la prima volta? Innanzitutto sono molto dispiaciuto che il film non abbia potuto partecipare a questa importante manifestazione internazionale. Ma sono molto contento per la città, era ora che Roma accogliesse un evento di queste proporzioni. Quanto ti ha stimolato metterti in gioco e prenderti spesso in giro con questo nuovo personaggio comico? Non mi piace mai recitare due volte nello stesso ruolo, è fantastico avere la possibilità di lavorare in ruoli sempre diversi. Finora non avevo mai avuto la fortuna di far ridere la gente. E' un film pieno di riflessioni, sulla vita, sui cambiamenti, sui piaceri e su quanto costa rinunciare agli affetti per dedicarsi alla carriera. Come mai hai scelto di farlo? Volevo lavorare ancora una volta con Ridley, ci eravamo troppo allontanati dopo Il Gladiatore. Il feeling aumenta di volta in volta se si lavora spesso insieme. E poi noi condividiamo gli stessi valori, la stessa visione della realtà. Cosa più importante è che pensiamo che i veri piaceri e le passioni della vita siano gli affetti e le cose semplici. Come definirebbe 'A good year' per far capire ai suoi fans che tipo di film andranno a vedere? Sicuramente non proprio una commedia romantica, nonostante venga presentata come tale grazie alla campagna promozionale. E' un film che parla della vita e di quello che è veramente importante per tutti noi. Passare del tempo con le persone che amiamo. Tutto il resto non conta. Dalle tue parole è chiaro il profondo legame che ti lega al regista de "Le crociate" e "Blade Runner". Non solo professionale ma anche affettivo... Dopo il successo de Il Gladiatore io e Ridley ci aspettiamo grandi risposte da parte del pubblico, nonostante la diversità dei due film. Grazie a questo nuovo progetto ho visto brillare le stessa luce di tanti anni fa nei suoi occhi. E' un regista eccezionale e per me è un onore lavorare nei suoi film. Hai anche contribuito alla sceneggiatura in qualche modo? Certamente si, anche Ridley mi ha dato atto di questo fortunatamente. Mi sento di aver aggiunto un po' di umanità e di calore in più. Non essendo un film d'azione o di guerra ho pensato che per movimentare il tutto potevamo inserire uno sfiancante incontro di tennis tra Max e il custode delle vigne. Ed è stato molto divertente sia da girare che da vedere. E dei tempi comici cosa ci dici? Come ti sei trovato? Tutta la vita ha il suo ritmo, non solo la commedia, anche l'azione e il dramma. E poi finchè Ridley mi chiederà di fare qualcosa in un certo modo io la farò. E' un film anche sul vino; com'è il tuo rapporto con il nettare degli dei? Il mio rapporto col vino è meraviglioso, lo è sempre stato sia prima che dopo il film. E' caloroso, inclusivo e accogliente per entrambi. Mi piace davvero molto. C'è invece qualcosa che è cambiato in te ultimamente? Le priorità. Ora prima di tutto viene la mia famiglia, mia moglie e i miei figli. Prima era esattamente il contrario, sentivo sempre di dover dimostrare qualcosa e vedevo la vita per quello che non era. Ora evito persino di fare dei film in luoghi che per loro non siano confortevoli. E questo nuovo film che state preparando con Ridley Scott? Si tratta di un gangster movie che è ancora in fase di conclusione. Al mio fianco avrò dopo 11 anni ancora una volta Denzel Washington. Il suo titolo è American Gangster ed è un film d'azione ambientato negli anni '70 che narra la vita del gangster di tutti i gangster, Frank Lucas (interpretato da Washingotn ndr.), un trafficante di droga di Harlem che nascondeva la 'merce' nelle bare dei soldati morti in Vietnam. Io sarò il poliziotto onesto che gli dà la caccia senza sosta. Concludiamo con qualche anticipazione su Il Gladiatore 2? Finora ne abbiamo solo parlato fra di noi e nell'aria per ora c'è solo la volontà, mancano i produttori e una sceneggiatura che possa avere senso anche dopo la dipartita del mio personaggio. D'altronde siamo a Hollywood, almeno qui la morte dei protagonisti delle storie non è assolutamente un problema insormontabile. eur:torrino:news 11 XII Municipio Riqualificazioni Partita la riqualificazione di Via Acqua Acetosa e Ostiense [ a cura di•Stefano Ursi ] È iniziata l'opera di riqualificazione di via Acqua Acetosa Ostiense, nel Municipio Roma XII. La zona Acqua Acetosa Ostiense e l'omonima via sono tra le aree che soffrono maggiormente il degrado vissuto in questi ultimi anni dovuto ad una posizione non propriamente centrale e che sono tristemente note per il fenomeno della prostituzione. I primi interventi effettuati dalla Polizia Municipale, insieme all'Ufficio Tecnico del Municipio e all'AMA hanno riguardato la demolizione dei fabbricati abusivi, la bonifica del canneto vicino via Cristoforo Colombo e la bonifica delle discariche presenti lungo la strada, il resto delle operazioni sono state completate nelle precedenti settimane. L'operazione di riqualificazione, fortemente voluta dall'Amministrazione Municipale, è stata decisa in una conferenza di servizi svoltasi il 27 settembre scorso a cui hanno partecipato l'Ufficio Tecnico del Municipio, l'Ama, la Polizia Municipale e la Polizia di Stato. Tra i vari interventi decisi ci sono la demolizione dei fabbricati abusivi presenti nel canneto a ridosso del sottopassaggio di Via C. Colombo, l'installazione di segnaletica verticale "divieto di sosta e di fermata" su via Acqua Acetosa Ostiense, la rimozione di discariche abusive, la chiusura di piazzole di sosta, la bonifica e la chiusura con parapedonali dell'area a parcheggio limitrofa agli autodemolitori e l'installazione di un sistema di telecamere e relativa segnaletica. "La riqualificazione di via Acqua Acetosa Ostiense segna un nuovo modo di procedere del Municipio riguardo la soluzione e il risanamento di problematiche urbane e sociali" dichiara Patrizia Prestipino, Presidente Municipio Roma XII "In questa prima fase miriamo a riqualificare una strada ed un'area che pur vivendo in una situazione di degrado, dovuta anche al fenomeno della prostituzione e all'abbandono subito negli ultimi tempi, è un punto importante per il nostro territorio perché è una via di collegamento fondamentale tra il quadrante Laurentino e il quadrante Spinaceto- Mostacciano. Inoltre è una zona in cui sono presenti due insediamenti abitativi molto importanti e un plesso scolastico di grande prestigio come le scuole del Papillo. Questa riqualifi- cazione ha, per questi motivi, un alto valore sociale. In proposito voglio ringraziare tutti gli uffici coinvolti per il grande sforzo compiuto nell'organizzazione e la realizzazione di questa operazione di bonifica, penso al Dott. Capozzi, dirigente del nostro ufficio tecnico, al Dott. Ancillotti, Comandante del XII Gruppo di Polizia Municipale, al Dott. Taroni e al Sig. Pompei dell'AMA, al Dott. Calabria, dirigente del commissariato Esposizione, alla Dott.ssa Del Tosto, dirigente del commissariato Spinaceto, e al Dott. Fazzi del Gabinetto del Sindaco." "Con l'avvio di questa importante opera di riqualificazione i cittadini e l'Istituzione si "riappropriano" di una strada di importanza fondamentale per il Municipio" sottolinea Andrea Santoro, Assessore Urbanistica e Partecipazione "la sinergia tra Municipio, Ama, Polizia Municipale e Polizia di Stato nell'individuazione e nella realizzazione degli interventi di bonifica è la chiara indicazione della nuova modalità di procedere per il Decoro Urbano del nostro Municipio". Itinerari protetti di pulizia [ di•Stefano Ursi ] È partito dal quartiere Villaggio Azzurro, un programma sperimentale di pulizia straordinaria al Municipio Roma XII. L'operazione, realizzata in collaborazione con AMA, Servizio Giardini e Ufficio Decoro Urbano del Municipio XII, prevede l'istituzione, in via sperimentale, di itinerari protetti di spazzatura. Per itinerario protetto si intende una serie di vie dove, per garantire un efficace servizio di spazzatura, diserbo e lavaggio stradale, vengono posizionate delle paline segnaletiche in cui, oltre al segnale di divieto di sosta con rimozione, viene indicato il giorno in cui si effettua l'intervento. Contestualmente alle operazioni di pulizia saranno rimosse anche le affissioni abusive e le scritte dai muri. "Con l'istituzione, in via sperimentale, di questi itinerari protetti iniziamo un'opera importante di pulizia del nostro territorio. Gli interventi riguarderanno, inizialmente, alcune zone ma speriamo di arrivare sino alle periferie più estreme del Municipio. Proseguiremo, infatti, interessando altri quartieri secondo un programma che renderemo noto al più presto. È un'operazione che ha richiesto un grande sforzo in termini di risorse e di organizzazione, per questo è importante che tutti i cittadini collaborino rimuovendo le automobili dalle zone in cui verranno effettuati gli interventi, pena la rimozione forzata, e mantenendo pulite le suddette aree". Roma danza 80 Un luogo dove i sogni non restano solo desideri. ] a cura di Regina Picozzi [ Gestita da Patrizia Felli e Walter Gualandi, ballerini del Teatro dell'Opera di Roma, questa scuola è molto più che un posto in cui imparare la tecnica delle punte, i balli da sala, la danza moderna o l'hip-hop. E' il risultato di tanti anni trascorsi assaporando le emozioni della vita da palcoscenico, del sipario che si apre lentamente e della musica che rompe il silenzio del pubblico. E' lo specchio di una passione sempre viva, quella per un'arte che come nessun'altra sa impadronirsi dell'animo di chi ha il privilegio di conoscerla: la danza. Quella vera, quella che pretende volontà e dona entusiasmo, quella che ha la capacità di plasmare il corpo ed il potere di aiutare la mente, liberandola di qualunque altro pensiero nell'esatto istante in cui si indossano le scarpette e si varca la soglia di una sala piena di specchi. E' la danza di chi ha dedicato la propria esistenza ad inseguire la perfezione 14 eur:torrino:news di un movimento, di un passo, o di un semplice gesto. La danza di chi conosce il sapore del teatro e sa di non potervi rinunciare, perché il prezzo sarebbe forse rischiare di ridurre una delle più nobili forme d'arte ad una semplice attività fisica. E' per questo che "Roma Danza 80" considera parte integrante della preparazione dei propri allievi l'opportunità di esibirsi su un palcoscenico vero in un vero teatro, la possibilità di confrontarsi con lo sguardo di un pubblico..e di emozionarsi con i suoi applausi. Da sempre la scuola offre questa preziosa occasione organizzando spettacoli in prestigiosi teatri della capitale, nonché partecipando ad importanti rassegne. La più recente, quella del 18 e 19 novembre all'Auditorium del Massimo, "Volere Ballare". Roma Danza 80. Un luogo privilegiato dove la danza è soprattutto e prima di tutto arte. Via P.A. Grammatico n° 50-54-56 Eur Mostacciano Regina Picozzi Tel. 333.8038076 Acqua, farina e... Gattò di patate [ a cura di • Valeria De Rentiis ] Q Questa ricetta è molto semplice e risolve spesso una cena improvvisata con gli ingredienti che avete in casa. Non tutti la sanno preparare ad hoc. Ecco la ricetta originale per 4 persone. mosi). Ungete la teglia con il burro rimasto e spolverizzatela con il pane grattugiato. Versate metà del composto di patate e distribuite la mozzarella. Terminate il composto, livellate e spolverizzate con altro pane grattugiato e, se volete, qualche fiocchetto di burro. Infornate a 180° per almeno 30 minuti, o comunque il tempo necessario a formare una crosticina in superficie. Potete servire il gattò sia tiepido che freddo con un contorno di insalata mista e pomodori. Buon appetito! ingredienti: Preparazione: Lavate le patate e mettetele a lessare in acqua fredda con la buccia (in questo modo non assorbiranno troppa acqua durante la cottura). Nel frattempo sminuzzate il prosciutto (o l'affettato che avete scelto), tagliate a fettine la mozzarella. Fate raffreddare le patate e sbucciatele ancora calde. Schiacciatele nello 16 eur:torrino:news schiacciapatate o con il passaverdura. Al centro sgusciate i 3 tuorli (tenendo da parte gli albumi) e sminuzzate il burro, lasciandone un pezzetto per ungere la teglia. Mescolate bene e aggiungete il prosciutto e il parmigiano grattugiato. A parte montate gli albumi a neve ben ferma. Incorporateli mescolando dal basso verso l'alto (in questo modo rimarranno cre- - ½ kg di patate (pasta gialla) - 3 uova - 150 gr. burro - 1 h di prosciutto cotto (oppure mortadella, salame milano o prosciutto crudo) - 1 mozzarella passita (o formaggio tipo galbanino) - 100 gr. di parmigiano (o grana ) - Pane grattugiato - Sale, pepe Alfa Romeo 8C Competizione ] a cura di Eleonora Lilli [ R egina del Salone di Parigi è lei: la nuova Alfa Romeo 8C Competizione. Una supersportiva che sarà prodotta in edizione limitata. Si tratta di una due posti secchi dalla carrozzeria che reinterpreta in chiave moderna le forme di alcuni fra i più celebri modelli da corsa del passato, come la 33 Coupé Stradale e la Giulia TZ (Tubolare Zagato) degli anni Sessanta. Che nell'ideazione ci sia stato un tocco Maserati lo si può notare soprattutto quando la si guarda in faccia. Ideata dal Centro Stile di Arese, la struttura di questa nuova Alfa è leggera e resistente, grazie all'impiego di un telaio in acciaio unito ad una scocca in fibrati carbonio. Il motore è un inedito otto cilindri a V di 90° di 4,7 litri, capace di erogare 450 cavalli. La trazione è posteriore, con il cambio robotizzato a sei marce collocato sul retrotreno. Non vi ricorda nulla questo particolare? Beh, si tratta in realtà dello stesso schema adottato dalle leggendarie monoposto Alfetta, per due volte Campioni del Mondo di Formula Uno, rispettivamente nel 1950 e nel 1951. Anche le gomme sono state scelte con l'obiettivo di ottenere il massimo delle prestazioni: ultraribassate, montate su cerchi da 20 pollici, e ancora più ampie al retrotreno (283/35 contro 245/35). Un design, quello di questi cerchi, tipicamente Alfa, con linee dritte che convergono verso il centro della ruota con la semplicità e la purezza che contraddistinguono questa casa automobilistica. Ma quello che forse colpisce di più della nuova 20 eur:torrino:news 8Competizione, un modello che deriva dal prototipo presentato al Salone di Francoforte nel 2003, è il suo aspetto. Aggressivo ma sempre terribilmente elegante, lo stile Alfa Romeo sembra prendere forma attraverso la scocca di quest'automobile. Un'automobile che nasconde sotto tanta grazia 450 cavalli che si è cercato di domare grazie ad un attento studio aerodinamico. E' stato proprio grazie al tempo di studio trascorso nella galleria del vento, che d'altronde si è riusciti ad ottenere un tale effetto di deportanza per aumentare aderenza e stabilità del veicolo. Infine, l'impiego della versione più evoluta del sistema elettronico VDC consente di mantenere il controllo dinamico dell'auto anche nelle manovre d'emergenza, senza che il piacere di guida venga penalizzato. E come potrebbe essere altrimenti quando si guida un'Alfa Competizione? VIVEREIL TEATRO programmazione novembre [ di•Valeria De Rentiis ] •Teatro Manzoni Torna in scena Carlo Alighiero, regista e attore nella commedia Sesso e gelosia, di Marc Camoletti, autore francese delle divertenti "Pigiama per sei" e "Boeing boeing". Nel cast, Patrizia Pellegrino e Denny Mendez che, in un turbine di equivoci e divertimento, si alterneranno sul palcoscenico nei ruoli di Jacqueline (Pellegrino) e Vivienne (Mendez). L'azione si svolge a Marsiglia negli anni '50, e prende il via dall'attico-studio-casa di Bernard Marcellini (Alighiero). E' il boss dell'editoria musicale, uno scaltro uomo d'affari. Sua moglie, la bella e molto più giovane Jacqueline, lo tradisce da tempo. Per recuperare l'onore, Bernard decide di escogitare un tranello, che si svilupperà con insoliti colpi di scena Tra gli interpreti Massimo Abbate, Barbara Bengala e Clara Costanzo. Con le musiche di Alighiero, Abbate e De Rosa. Dal 31 ottobre al 26 novembre Teatro Manzoni Via Montezebio 14/c (Piazza Mazzini) Biglietto intero € 23 Per informazioni e prenotazioni tel. 06.32.23.634 Orario Botteghino: dal Lunedì al Sabato 10-20 Domenica 11-13/15-20 •Teatro Il Sistina Dopo un periodo di stop torna sul palcoscenico, come mattatore, e non poteva essere altrimenti, Enrico Montesano con …E' permesso?, spettacolo intenso e coloratissimo proprio come vuole la tradizione del Sistina. Ancora una volta Enrico sale sul palcoscenico per incontrare il suo pubblico e regalargli due ore di risate ininterrotte. Un "One Man Show" che sicuramente non deluderà il pubblico del Sistina, accompagnato da divertimento, musica e allegria. In scena dal 14 novembre al 7 gennaio ‘07. Regia di Gino Landi. Teatro Il Sistina Via Sistina, 129 Per info e prenotazioni Tel. 06 4200711 [email protected] Botteghino: tutti i giorni h. 10-19.00 •Teatro dei Satiri Acuto e dissacrante, divertente e incontenibile osservatore del quotidiano, Maurizio Battista torna in scena con lo spettacolo E' tutta una guerra!. Uno scontro su tutti i fronti raccontato da un punto d'osservazione speciale: una trincea, luogo ideale per difendersi dagli attacchi giornalieri a cui la vita ci abitua. E' tutta una guerra dalla mattina alla sera, un'incredibile campo minato da attraversare cercando di sopravvivere. Una guerra fatta dalle frecciate che ti lancia tua moglie appena sveglio, dalla ricerca di un parcheggio, dalle soste vietate e da quelle misteriosamente riservate. Per non parlare della battaglia con l'euro e delle ostilità sul luogo di lavoro, al mercato a fare la spesa, nel traffico rientrando a casa. E finalmente, stanco e stremato rientri nel tuo nido d'amore dove ti accoglie Lei, quella del "Buongiorno", tua moglie... e lì la guerra è persa! Dal 31 ottobre al 26 novembre con entrambe? Se l'uomo prima del matrimonio è incompleto, è lecito affermare che dopo il matrimonio è finito?" Queste sono alcune tra le domande che si pongono i protagonisti dell'esilarante commedia. Guido (il comico di Zelig, Dado) è l'eterno studente, cultore di film porno e onanista convinto; vive una sessualità solo virtuale, e si rifugia nella masturbazione per evitare il confronto reale con gli altri. Giulia (Rosaria Russo) sarà la molla per rimettersi in gioco. Armando (Gianluca Ansanelli) che sicuramente ricorderete nello spot del Duplo con il suo tormentone "dentale labiale", è l'amico del cuore di Guido. Ingegnere inquadrato che vive nell'attesa di un contratto a tempo indeterminato e, soprattutto, convinto dell'assoluta perfezione del suo rapporto con Roberta (Maria Chiara Augenti). Niky (Francesco Eleuteri) ha una compagna, Marta con cui ha un figlio senza essere sposati. Per lui tradire è normale, e non disdegna neppure le ragazze del liceo. "Gino non si tocca più" è una commedia scritta da giovani autori per un pubblico di giovani, e non solo. Tra risate e divertimento troverete anche lo spunto per riflettere insieme agli interpreti. La regia è di Gianluca Ansanelli e Giampaolo Morelli. Dal 25 ottobre al 12 novembre Teatro Dei Satiri - Sala grande Via di Grottapinta 19 Per info 06.6871639-06.6871578 www.teatrodeisatiri.it •Teatro Vascello Ancora un'occasione per parlare degli amori, delle esperienze di vita dei trentenni di oggi. "Gino non si tocca più" è una commedia dal sapore dolce amaro: mette in luce, con pungente ironia, le difficoltà di una generazione che si sente perennemente insoddisfatta e incompiuta. Gino, Armando, Guido e Niky sono amici da sempre e, oltre all'appartamento, hanno condiviso le emozioni e i turbamenti della giovinezza. Ma crescendo, si sa, le cose cambiano. Il giorno della vigilia delle nozze di Gino (che non sapremo mai chi è!) si ritrovano con mogli e fidanzate per festeggiare l'addio al celibato, e sono costretti a confrontarsi con la dura realtà dei trentenni delusi. "E' vero che le donne hanno una doppia personalità? E soprattutto: è normale litigare 22 eur:torrino:news Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78- Roma Orari: sala 1 ore 21.00-sala 2 ore 21.30 Info 06.58.81.021 www.teatrovascello.it Posto unico: Euro 15.00-ridotto Euro 10.00 Music Time L ed Zeppelin ] a cura di Daniele Lucarini [ I l ventennio che va dagli anni '60 agli '80 può essere considerato senza dubbio quello che più di tutti ha visto la nascita di gruppi e trovate che hanno in qualche modo rivoluzionato il mondo del rock: dal pop puro dei primi anni '60 si è passati gradualmente verso la sperimentazione, la psichedelia, la coscienza di generi storici come il blues e il jazz, reinventati e riproposti in chiave moderna. Abbiamo già avuto modo di parlare su queste pagine di gruppi che hanno impresso il loro marchio in questa storia; in questo numero continuiamo sulla stessa linea, raccontando la vicenda di un altro gruppo storico, i Led Zeppelin, prolifica ed innovativa band inglese costretta ad interrompere la propria epopea solo a causa della sfortunata morte di uno dei quattro componenti, il batterista John "Bonzo" Bonham, nel 1980. Partiamo anche in questo caso dalla fine: il 25 settembre 1980 il batterista viene trovato morto, soffocato dal proprio vomito a seguito di un problema, l'alcolismo, che già altre volte gli aveva minato la salute. I restanti tre componenti (il cantante Robert Plant, il chitarrista Jimmy Page, il bassista/tastierista John Paul Jones) dopo due mesi di silenzio emettono un comunicato che discio- 26 eur:torrino:news glie ufficialmente il gruppo, per rispetto al compagno deceduto. "Non potremmo più continuare come prima" sono le parole conclusive del progetto Led Zeppelin come entità compatta. Dodici anni di carriera, nove dischi inediti, un numero incredibile di concerti tra cui spiccano nove tournee americane (dove erano amatissimi), e una serie di hit indimenticabili sono la dote di Page e co., inarrestabili nel loro desiderio di realizzare musica di qualità e sempre più basata sulle potenzialità (enormi) dei propri elementi costitutivi. Quando nacquero i Led Zeppelin infatti i quattro erano già musicisti affermati, con grande esperienza come session men provenienti da band già conosciute nel panorama inglese. Page & Plant avevano partecipato al progetto Yardbirds (discreto successo negli anni '60) e Plant solo aveva cantato con un'altra realtà importante del periodo, la Band of Joy. C'era quindi nel background musicale dei neonati Led Zeppelin una certa componente di esperienza e consapevolezza che fece bene al gruppo; d'altronde suonare con artisti come Eric Clapton e Jeff Beck non è esperienza da poco… L'esordio discografico è datato 1968, caratterizzato da un rock & blues grezzo e trascinante quanto basta per affermarsi nel panorama musicale, costituito da un'interessante quanto già ben delineata coscienza di gruppo e stile di suono. La continua attività live e la prolificità del periodo contribui- scono a consacrare gli Zeppelin come band on the road pura, gruppo di animali da palcoscenico che riportano nei dischi la loro dimensione naturale. Il secondo disco vede la luce nel pieno di questa enfasi creativa, tra l'altro nello stesso periodo di "Abbey Road” dei Beatles e "Let it bleed" degli Stones. Per i nostri è il disco di Whole lotta love, Ramble on, Heartbreaker, The lemon song; la sfida discografica regala ai quattro musicisti soddisfazioni non da poco, al cospetto di tali mostri sacri. Un altro anno ed ecco un nuovo disco: questa volta concepito in maniera più solitaria dai due leader incontrastati della band in una magione di campagna. La musica riflette questo clima un po' bucolico, arioso, campestre, regalando chicche importanti (Immigrant song, Tangerine, Gallows pole), ma lo standard sembra in declino. Niente di tutto questo: nel 1971 arriva "Led Zeppelin IV" il capolavoro da tempo atteso e finalmente concreto. Basta scorrere l'elenco dei titoli per riscoprire l'ebbrezza di quei '70 agli albori ma indimenticabili nelle note di chitarra di Page. Il rock/blues dei primi anni si fonde con quell'atmosfera acustica che raggiunge picchi solenni come in The battle of evermore e Stairway to Heaven, piacevole lascito dei periodi solitari dei due compositori nelle session del terzo disco. Arrivano poi negli anni successivi "Houses of the holy" e "Physical graffiti", che seppur caratterizzati da chicche strepitose come The rain song, No quarter, Kashmir, rappresentano il periodo di legittimazione mondiale della band e allo stesso tempo quello di un fisiologico calo di performance, a seguito di cinque frenetici anni di tour e continue sedute in studio di registrazione. Altri tre dischi (tra cui l'unica testimonianza dal vivo "The song remains the same" che il gruppo ha sempre odiato) e drammaticamente arriva il triste epilogo del settembre 1980. Dopo lo scioglimento, la coppia Page/Plant termina di duettare ai limiti delle proprie possibilità su dischi comuni, provando a farlo a distanza, in carriere soliste che mai hanno inciso quanto i Led Zeppelin hanno fatto nella storia della musica. Ma d'altronde è anche giusto così: l'alchimia irripetibile trovata con determinati componenti deve essere l'unica clausola che un amante della musica può legittimamente pretendere. Il resto sono solo coverband. Miglior disco In assoluto, Led Zeppelin IV risulta essere il miglior compendio di storia del gruppo. Scorrendo la tracklist si trovano brani come Black dog, Rock'n'roll, Going to California e le bellissime The battle of evermore e Stairway to Heaven. Ogni solco contribuisce a creare l'atmosfera unica di un disco-capolavoro a lungo cercato dalla band, che raggiunse livelli difficili da confermare. L'evoluzione dal blues classico verso un hard rock corposo e personale, misto ad atmosfere acustiche con influenze mitiche e mistiche (anche nei testi), lo rendono un disco assolutamente da avere nella propria discografia. Brano da riscoprire In "Physical Graffiti" (1975) da rivalutare la bellissima Trampled underfoot, rock genuino dalla carica convincente appoggiato su un bel riff di Page in continua progressione e un trascinante assolo di tastiera. Inoltre consiglio D'yer Mak'er, nella quale gli Zeppelin si divertono a giocare con il reggae come suggerisce la storpiatura del titolo (pronunciato Ja-Maica), mescolandolo al rock e ad una melodia accattivante. Curiosità Forse non tutti sanno che il primo disco venne registrato in due settimane e mezzo per un totale di sole 30 ore. Velocissimi. In Stairway to Heaven Jimmy Page utilizza per la prima volta la chitarra Gibson SG dal doppio manico, autentico "gioiello" per ogni amante del poliedrico strumento. Infine una chicca: nel 1970 gli Zeppelin furono costretti a cambiare nome per un concerto a Copenaghen, quando il barone Evon von Zeppelin minacciò di citarli in causa per aver usato il nome della famosa casata che inventò il dirigibile. Solo per quella sera si chiamarono NOBS. Visti dai detrattori La reunion del 1994 tra Page&Plant per un evento promosso da Mtv non fece ricevere ai due commenti particolarmente lusinghieri dalla stampa. Il pubblico invece apprezzò. Inoltre, anche i Led Zeppelin non fuggirono dalle accuse tipicamente '70 di istigazione al satanismo: nei versi di Stairway to Heaven vennero identificati messaggi subliminali, mai confermati né tanto meno provati. eur:torrino:news 27 Sanitaria Axaspin www.axaspin.com Oggi le richieste delle famiglie in rapporto alla salute e al benessere sono sempre più esigenti e necessitano di risposte terapeutiche altamente professionali e tecnologicamente avanzate. In Sanitaria si trova tutto quanto necessita e aiuta il benessere e la cura del corpo ad eccezione del farmaco che è compito esclusivo della farmacia. Che cos'è una Sanitaria? Ascolto e comprensione, personale specializzato a disposizione del cliente con professionalità per trovare quanto di più idoneo e di attuale c'è sul mercato non perdendo mai di vista il rapporto qualità-prezzo. Pertanto in sanitaria è disponibile tutto ciò che può essere utile al disabile, al portatore di malattia reumatica o diabetica, di traumi, a persone affette da incontinenza. Si può trovare materiale di medicazione di diverso tipo e per diverse esigenze; ma anche reggiseni, panciere per gravidanza e post-parto, calze riposanti e terapeutiche, reggiseno e protesi per persone mastectomizzate, costumi da bagno. Per il piede sono presenti numerosi accorgimenti che ne possono migliorare la cura: ausili che aiutano i vari disturbi, scarpe comode, predisposte per plantari, calzature per il piede reumatico o Axaspin S.r.l. Via del Pianeta Venere, 145 Tel. 06.52206271 - Fax 06.97614215 Orario: 9.00 - 13.00 / 16.00 - 19.30 diabetico, per sala operatoria, da lavoro, ma anche calzature di moda come Scholl's, Birkenstock, Sanagens e Tomasi. Inoltre un tecnico ortopedico esegue plantari e busti su misura anche in convenzione ASL. Siamo in grado di eseguire EBP sia in fase statica che dinamica, per adulti e bambini. L'E.P. System rappresenta un sistema di analisi utilizzabile per valutare: - la morfologia della pianta del piede - la distribuzione del carico e la stabilità in condizioni ortostatiche - il trasferimento del carico durante il cammino. Si trovano anche tutori per arto superiore, inferiore, mano e tronco, inoltre cuscini e materassi per artrosi cervicale e lunga degenza, ausili da bagno per disabili e operati all'anca, elettromedicali di vario tipo, apparecchi aerosol, sfigmomanometri, elettrostimolatori e molto altro. Pertanto in Sanitaria sarete ascoltati ed aiutati da personale specializzato e sempre aggiornato, a disposizione del cliente con professionalità per trovare quanto di più idoneo e di più attuale ci sia sul mercato. C oming soon • anticipazioni cinematografiche [ di • Luciana Morelli ] • A casa nostra di Francesca Comencini (da venerdì 3 novembre) Uno dei tre film italiani in concorso (l'unico accolto da sonori fischi in sala) all'appena conclusa prima edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma, "A casa nostra" è il nuovo film della figlia d'arte Francesca Comencini. Già regista di "Mobbing - Mi piace lavorare" con Nicoletta Braschi, la regista ha ambientato il suo film nella Milano contemporanea, città in cui si incrociano e si sfiorano storie di persone molto diverse, le cui esistenze sono più o meno governate dal denaro: tanto, poco, rubato, guadagnato faticosamente e nascosto. Il denaro circola da una storia all'altra, da una persona all'altra e la storia ruota attorno ai due personaggi principali, Ugo (Luca Zingaretti) - un banchiere affermato, un uomo intelligente, volitivo e malinconico che opera in maniera illecita - e Rita (Valeria Golino), capitano della Guardia di Finanza, una donna forte, caparbia e sensibile che indaga sui loschi affari di lui. Intorno a loro altri personaggi, modelle infelici, pensionati, prostitute e assassini, con le loro debolezze, con la loro voglia di vivere nonostante le difficoltà, con le loro contraddizioni. Le storie di tutti si intrecciano per confluire nella scena finale in un unico luogo, in un unico momento. Quello in cui si confrontano con la vita e con la morte, mentre la città attorno assiste impotente. "A casa nostra" non parla, come il precedente, del mondo del lavoro; parte però come "Mobbing" da una domanda: "qual'è il valore della vita in un mondo in cui il profitto è l'unico motore?". Primo film importante per la Comencini, che prima d'ora non aveva mai partecipato a grosse produzioni ma prodotto e diretto film a basso costo. Di certo non un film entusiasmante per confezione, originalità, costruzione dei personaggi e ambientazione. Si avvicina di più ad una noiosa produzione tv, una sorta di fiction di lusso, che ad un film per il grande schermo. • Maria Antonietta di Sofia Coppola (da venerdì 17 novembre) Sofia Coppola - la regista vincitrice dell'Oscar per la sceneggiatura di "Lost in translation" (candidato anche per la Miglior Regia e come Miglior Film) - porta sullo 30 eur:torrino:news schermo una moderna lettura della vita di Maria Antonietta di Francia, la leggendaria regina adolescente. Promessa sposa di Re Luigi XVI (interpretato da Jason Schwartzman), l'ingenua Maria Antonietta (Kirsten Dunst) viene gettata all'età di soli 14 anni nel turbine dell'opulenta corte francese e costretta ad una vita fatta di scandali e congiure. La giovane regina, sola, senza una guida, disorientata in quel mondo tanto pericoloso, riesce alla fine a trovare il modo di ribellarsi all'atmosfera di Versailles, passando così alla storia come la regina francese più incompresa. Tributo a una delle regine meno amate dai francesi, che venne decapitata durante la rivoluzione, il film ha suscitato giudizi contrastanti al Festival di Cannes 2006 riscuotendo un buon successo invece negli Stati Uniti. Costato venti milioni di dollari il film ne ha incassati sette in Francia (uscito a maggio), Paese in cui è stato accusato di aver trattato il personaggio di Maria Antonietta con poca attenzione storica. A dar volto alla regina la bella Kirsten Dunst (la fidanzatina di Spiderman che già ha lavorato con la Coppola nel "Giardino delle Vergini Suicide"). I costumi sono opera dell'italiana Milena Canonero (Premio Oscar per "Barry Lindon" di Stanley Kubrick e per "Momenti di Gloria"). La Regione informa [ a cura della • redazione] Successo del bando regionale. I fondi non basteranno per tutte le richieste Dalla Regione 15 milioni di euro per i distretti industriali Nel 2007 il Lazio avrà due nuovi distretti: nautica e cartario "Il bando ha avuto un enorme successo. Le richieste delle imprese sono quasi doppie rispetto alle disponibilità. E questo nonostante la Regione abbia stanziato ben 15 milioni di euro, cifra mai vista prima: basti pensare che nei tre bandi precedenti le risorse complessive arrivarono a 12 milioni di euro". È il commento dell'Assessore alle Attività Produttive della Regione Lazio Francesco De Angelis, che ha illustrato i risultati del bando relativo alla legge 36/2001, a sostegno dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali, bando che si è chiuso pochi giorni fa. 291 sono state le domande ammesse, presentate da imprese singole o associate, per un importo di contributi richiesti di 28 milioni e 730mila euro. Quasi il doppio rispetto alle risorse stanziate dalla Regione, che pure erano rilevanti. "Questo significa che le imprese hanno voglia di crescere, commenta ancora De Angelis, significa che la Regione ha saputo mettere in moto un processo di sviluppo in cui il sistema imprenditoriale crede. C'è ottimismo quindi, e questo non può che farci piacere e valuteremo l'aumento delle risorse già a partire dal prossimo bando". Per questo bando Sviluppo Lazio, che gestisce le istruttorie, ha utilizzato la prenotazione telematica su internet, con l'obiettivo di facilitare le procedure di prenotazione da parte delle imprese, snellire le procedure di dataentry e monitorare in tempo reale l'arrivo delle richieste. "Grazie a questo bando, ha proseguito De Angelis, riteniamo che gli investimenti delle imprese arriveranno a circa 60 milioni di euro. In pratica ogni euro di denaro pubblico gene- ra 4 euro di investimento privato. Vogliamo sostenere i progetti tesi allo sviluppo, all'innovazione, perché uno dei nostri obiettivi è portare il made in Lazio anche sui mercati internazionali". La Regione, infatti, finanzia servizi, progetti di formazione e, per la prima volta, anche le spese delle aziende per attività di ricerca industriale e di sviluppo pre-competitivo. Per favorire le PMI, sono stati ammessi a contributo anche le associazioni temporanee di scopo ed le associazioni temporanee di impresa. E per il 2007, oltre agli otto distretti finanziati quest'anno, arriveranno anche due nuove realtà. Si tratta di due settori produttivi importanti, la nautica ed il cartario. "Già dal bando 2007 della Legge 36/2001, conclude De Angelis, le due nuove realtà potranno godere di importanti contributi". E da Torino assicurano che l'impianto cassinate è strategico Indotto FIAT di Cassino: dalla Regione parte il rilancio delle PMI De Angelis: al via i primi nove milioni di euro per lo sviluppo del territorio Buone notizie per le numerose aziende dell'indotto Fiat di Cassino. Nel giorno in cui la Federazione provinciale dei DS di Frosinone promuove un importante convegno nella cittadina ciociara sul futuro dell'indotto FIAT, l'azienda di Torino ha rassicurato la Regione - che sta investendo importanti risorse a sostegno del sistema produttivo gravitante attorno alla fabbrica di Piedimonte San Germano - sul fatto che lo stabilimento cassinate ricopre un ruolo strategico nei programmi di sviluppo della Casa automobilistica. "La vastissima partecipazione a questo incontro - ha spiegato nel corso del suo intervento al convegno l'assessore alla Piccola e Media Impresa della Regione Lazio Francesco De Angelis - è il segno chiaro che in tutti c'è grande attenzione e voglia di impegnarsi per lo sviluppo di questo territorio. La Regione, sotto questo profilo, sta svolgendo un lavoro importante. Durante la passata Legislatura fu promossa, su iniziativa del sottoscritto e di altri consiglieri, una legge appositamente dedicata al rilancio delle imprese dell'indotto FIAT. Quella legge, la 46 del 2002, è rimasta inattuata per tutto il resto della Legislatura e non fu creato nemmeno il capitolo di bilancio. Per questo, appena mi sono insediato all'Assessorato alle Attività Produttive, ho aperto un tavolo di lavoro con sindacati, rappresentanti degli imprenditori, enti e società regionali, un tavolo per attuare subito quella legge, con criterio, con progetti concreti. Abbiamo aperto un capitolo di bilancio, abbiamo stanziato oltre due milioni di euro per finanziare i primi 38 progetti imprenditoriali e, nell'ultimo bilancio regionale, siamo riusciti con un grande sforzo a stanziare ben 15 milioni di euro in tre anni". I primi nove milioni di euro (per la precisione 8 milioni e 998mila) sono stati già ripartiti tra importanti progetti. "Il tavolo di lavoro con- vocato dalla Regione - spiega De Angelis - ha destinato 1,5 milioni alle attività di animazione territoriale e sostegno alle imprese; oltre 2 milioni serviranno al potenziamento del Consorzio Industriale del Lazio Meridionale, al cablaggio dei nuclei industriali di Cassino e Pontecorvo ed alla creazione di una rotatoria a servizio della viabilità dello stesso comprensorio industriale. Un milione di euro servirà al cablaggio dei nuclei industriali di Anagni, Frosinone, Ceprano e Sora. Abbiamo stanziato 200 mila euro a favore dell'Università di Cassino per lo studio di fattibilità delle fermate merci della TAV a Cassino e Frosinone. Sono previsti infine tre milioni di euro per i patti territoriali e 1,3 milioni per la diversificazione e la riconversione produttiva". La Regione e Sviluppo Lazio guardano già al futuro. Nei prossimi giorni il tavolo di concertazione metterà a punto il programma degli interventi per il 2007. "Sono state messe a sistema tutte le forze in grado di operare per lo sviluppo, ha commentato il direttore di Sviluppo Lazio Gianluca Lo Presti, con l'obiettivo di rendere il territorio più forte ed attrattivo, appetibile quindi per investitori locali e stranieri". eur:torrino:news 35 L'annuncio dato dall'Assessore alle attività produttive De Angelis La nautica del Lazio avrà il suo distretto Dal 2007 le imprese potranno accedere ai benefici previsti dalla Regione È proprio il caso di dire che il Lazio viaggia a vele spiegate verso lo sviluppo ed il futuro, concretizzando le aspettative e le sollecitazioni che arrivavano ormai da tempo da uno dei sistemi produttivi di maggiore impatto: quello della nautica, che entro la fine dell'anno vedrà realizzato il sogno di un apposito distretto. "Prima della fine dell'anno - spiega l'Assessore alla Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato della Regione Lazio, Francesco De Angelis - la Giunta Marrazzo approverà la nascita del distretto industriale della nautica". L'annuncio a sorpresa è stato fatto durante un apposito convegno organizzato dal comune di Fiumicino, che ha visto la partecipazione di numerosi operatori del settore e nel quale la notizia dell'Assessore è piovuta come manna dal cielo. "Nel corso degli ultimi mesi - ha spiegato De Angelis - abbiamo portato avanti un intenso e proficuo lavoro che ci ha consentito di raccogliere tre diverse proposte provenienti da Confindustria, CNA e Consorzio Roma-Latina. Da qui siamo giunti all'approvazione di una unica proposta, che nel volgere di poche settimane porteremo al tavolo di concertazione con istituzioni, associazioni di categoria e consorzi, per poi giungere all'esame della Giunta". Ma un progetto, nella sua nobiltà di intenti, ha bisogno delle risorse utili alla sua realizzazione: "abbiamo pensato a tutto - ha proseguito De Angelis - e posso annunciare che già nel bando 2007 della Legge 36/2001 a sostegno dei distretti industriali, l'istituendo distretto della nautica potrà godere di importanti contributi per lo sviluppo del settore, tra i più dinamici della nostra Regione". Il distretto della nautica avrà un forte impatto nel comparto produttivo. Il Lazio conta circa 350 chilometri di costa, con importanti insediamenti produttivi, sia nella cantieristica che nella nautica da diporto. La nautica comprende circa 2.500 aziende, il 60% delle quali in provincia di Roma, e offre occupazione ad oltre seimila addetti. "Si tratta - ha aggiunto l'Assessore - di numeri che confermano l'importanza di tutto il settore sul quale puntiamo con decisione, convinti come siamo che potrà ricoprire un ruolo di primo piano nello sviluppo del nostro territorio. Intorno alla nautica si intrecciano le speranze di industria, artigianato, servizi, commercio e turismo". Buone notizie anche per le piccole e medie imprese del settore cartario in provincia di Frosinone. Dopo il primo sì da parte della Giunta regionale, il sistema produttivo locale ha incassato anche il parere positivo della Commissione consiliare competente e dunque si accinge ad entrare tra i distretti del Lazio ed a beneficiare dei contributi regionali per lo sviluppo. "Il sistema produttivo cartario, ha commentato il presidente della X Commissione regionale Carlo Umberto Ponzo, possiede grandi potenzialità ed ampi margini di sviluppo, in un settore sempre più aperto ai processi innovativi. Per questo riteniamo che, dopo la rapida approvazione da parte della Commissione, anche il Consiglio regionale si impegnerà per ratificare in tempi brevi la nascita di questa importante realtà industriale". De Angelis: una legge per tutelare la tradizione e favorire l'innovazione Un testo unico per 96 mila imprese artigiane Già stanziati 9 milioni di euro per lo sviluppo del settore Tira aria nuova per le oltre 96 mila imprese del settore artigianale del Lazio. Procedure burocratiche più snelle, facilitazioni nell'accesso agli incentivi, un marchio di qualità per le produzioni. Queste in estrema sintesi le novità inserite nel Testo Unico sull'Artigianato, la nuova proposta di legge approvata dalla Giunta regionale e che ora passerà al voto del Consiglio prima dell'entrata in vigore. "È un testo che ci consentirà di accelerare il processo di sviluppo e crescita di tutto il territorio", ha spiegato soddisfatto l'Assessore alla Piccola e Media Impresa, commercio e artigianato della Regione Lazio Francesco De Angelis. Un testo che si apre con un importante novità: la Regione infatti concederà un marchio di qualità con la dicitura Regione Lazio alle lavorazioni artigianali artistiche e tradizionali che risponderanno a precisi disciplinari di produzione. Le commissioni provinciali per l'artigianato rilasceranno il contrassegno alle imprese, dopo aver verificato l'effettiva possessione dei requisiti. Dal punto di vista del finanziamento della legge, la Regione ha previsto un sostanzioso finanziamento di 9 milioni di euro (tre per ogni annualità) per il triennio 2006/2009. "E per velocizzare il sistema degli incentivi, ha precisato De Angelis, abbiamo istituito un fondo unico in cui faremo confluire le agevolazioni previste a sostegno dell'artigianato. In tale modo evitiamo la dispersione delle risorse in numerose leggi di incentivo, dirigendo invece gli stanziamenti a sostegno di settori e comparti produttivi individuati volta per volta come strategici". Il Testo Unico arriva da una fase di gestazione di circa un anno e si pone l'obiettivo di adeguare in modo più razionale tutto il comparto alle esigenze di sviluppo: "È stato un lungo e impegnativo periodo di analisi e confronto con tutte le associazioni di categoria - commenta l'Assessore regionale. Nel rispetto di quella concertazione che sta alla base della nostra operatività. Scendendo nello specifico, questo nuovo provvedimento ci consente di ricondurre ad un'unica legge tutta la normativa riguardante l'artigianato. Fornendoci una grande opportunità: semplificazione delle procedure, sviluppo del settore stando bene attenti alla tutela dell'artigianato artistico e tradizionale. E poi con questa legge puntiamo molto sulla sussidiarietà: abbiamo infatti delegato ai Comuni le competenze per lo sviluppo dell'artigianato e coinvolto le associazioni di categoria per sostenere la competitività delle piccole e medie imprese". Un provvedimento importante per le quasi centomila aziende regionali del settore, il 66% delle quali operano a Roma e provincia. I settori tradizionali che verranno tutelati sono: cuoio e tappezzeria, decorazioni, fotografia, riproduzione di disegni e pittura, legno e simili, ferro e metalli comuni, oro, metalli pregiati, pietre preziose, pietre dure, restauro, strumenti musicali, tessitura, ricamo e simili, vetro ceramica, pietra e affini. Tutelare, dicono dall'Assessorato, significa soprattutto, tramandare. A tale scopo, le imprese artigianali tradizionali potranno attivare le botteghe-scuola, che consistono in percorsi formativi che abbinano teoria e pratica degli allievi per l'apprendimento delle arti e dei mestieri. Un aspetto fondamentale, perché spesso, con la scomparsa del titolare o con la chiusura della bottega, le tradizioni artigianali manuale scompaiono. Ma un buon prodotto non fa breccia sul mercato senza un'efficace promozione: "Proprio per questo - spiega De Angelis - nell'ambito del Testo Unico verrà istituito l'albo regionale degli espositori artigiani, di cui faranno parte le imprese ritenute meritevoli da una Commissione, allo scopo di promuovere ed incentivare i prodotti dell'artigianato laziale presso fiere, mostre ed esposizioni". Si guarda alla tradizione pensando però al futuro e all'innovazione. Il Testo Unico prevede infatti anche incentivi per la ristrutturazione di botteghe localizzate nei centri storici ed agevolazioni per le imprese che decidono di investire nell'innovazione, nella ricerca e nel commercio elettronico. eur:torrino:news 37 Cancro a che punto siamo? 2° parte cosa dice la medicina ufficiale Intervista alla dott.ssa Maria Ines Colnaghi, Direttore Scientifico dell'AIRC (Associazione Italiana Ricerca sul Cancro) ] a cura di Valeria De Rentiis e Stefano Ursi[ Dottoressa, chi aderisce all'AIRC e qual è la metodologia di finanziamento dell'Associazione? "È una delle associazioni di volontariato più importanti d'Italia, in quanto vi aderiscono due milioni di persone. Questi sono tutti volontari e versano una quota associativa, tenendo una presenza costante nelle nostre manifestazioni. Diciamo che l'AIRC riesce a distribuire per progetti di ricerca dai 33 ai 34 milioni di euro l'anno; i fondi servono per gli altri obblighi istituzionali, come l'informazione, che aiuta i cittadini. Insomma è una struttura solida e ben impiantata nel tessuto del territorio". A che punto è la ricerca su cancro? "Direi che un esempio che posso fare è questo; io sono entrata nella ricerca del cancro negli anni 60 ed era allora che nasceva l'AIRC. Io sono entrata a lavorare nell'Istituto Nazionale Tumori di Milano quando AIRC ancora non era stata fondata: è stato uno shock terribile, infatti lo chiamavano il lazzaretto, perché si tentava di curare i pazienti, ma la mortalità era vicina al 100%. Quindi posso dire di aver seguito la situazione cancro nel mondo, ma particolarmente in Italia. Il mondo del cancro è cambiato ma capisco anche le aspettative delle persone che chiedono la soluzione definitiva del problema; dire che andare da una mortalità vicina al 100% fino al 50% è positivo, ma lascia sempre un altro 50% scoperto. Ci sono due angolazioni della situazione. Noi siamo ottimisti sul lato della tecnologia, infatti abbiamo degli strumenti che oggi sono straordinariamente più efficaci di una volta; la ricerca si è estremamente velocizzata. Il problema grosso è questo: quando si riuscirà a curare il cancro? Bene, il cancro non è una malattia come la difterite o altre, che nascono da una causa e hanno sempre una stessa manifestazione clinica. Qui si tratta di centinaia di manifestazioni con conseguente anarchia delle cellule. Se presi in tempo i tumori, nella maggior parte dei casi si guariscono, mentre con la malattia molto avanzata si trovano grandi difficoltà. Ci sono però alcuni tumori che ancora sono tutti da risolvere, come ad esempio quello del polmone". È possibile, secondo lei, parlare di un'ipotesi concreta sul raggiungimento di una cura definitiva di questa malattia? "Adesso siamo in un momento in cui la ricerca che 38 eur:torrino:news può essere in grado di trovare ciò che lei mi chiede. Le cause del cancro sono tantissime a livello esterno, dal fumo all'alcool fino all'amianto, ed esse agiscono sempre sul DNA. Sapendo che l'errore sta nel gene impazzito sappiamo già dove focalizzare le nostre ricerche; ci sono degli strumenti velocissimi nel capire dov'è il problema. Si parla poi del sistema di protezione naturale che è la peptosi, ovvero un suicidio programmato delle cellule. In parole povere: se in una cellula avviene un errore non riparabile dal DNA, la cellula ha un codice di suicidio programmato. Molti geni che abbiamo studiato hanno delle caratteristiche importanti, come ad esempio il movimento delle cellule; queste devono stare in un posto ben preciso, se iniziano a muoversi abbiamo il fenomeno delle metastasi. Bisogna vedere dove, nel cancro, c'è l'errore e una volta identificato il gene si può identificare il bersaglio che a questo punto diventa mirato. Ciò che si sta cercando di fare è questo e ci sono già dei farmaci biologici che non hanno più la tossicità della chemioterapia. Ovvio che rimangono ancora molti pezzi di DNA da ca- pire, ma la via è aperta e sappiamo dove andare per risolvere, speriamo, il problema". Dottoressa, a suo parere, esiste uno stile di vita che se condotto potrebbe prevenire l'insorgere della malattia? "Ovviamente si, anche se non per tutti i tipi di cancro. In ogni caso va fatta un'opera di prevenzione sui giovani per il fumo; la dipendenza è difficile da estirpare. Va portato avanti un discorso di abolizione di questo tumore andando a colpire la causa. Poi c'è tutta una serie di tumori legati all'ambiente in generale, con lo smog ad esempio, o all'ambiente di lavoro, che oggi è più controllato, ma prima nei posti di lavoro c'erano delle sostanze assai pericolose. Poi c'è un 60% di tumori legato a non si sa bene che cosa. Tutto invecchia, anche il nostro DNA e spontaneamente questi danni si creano. Il problema è che in un sistema vecchio gli errori difficilmente si riparano, infatti si dice che il cancro sia la malattia della vecchiaia. Il fatto è che bisogna mantenere il nostro sistema corpo più giovane possibile e questo lo si può fare con l'alimentazione, non ecceden- Dott.ssa Maria Ines Colnaghi do nelle carni rosse o negli insaccati e prediligendo il pesce: ad esempio le donne giapponesi non avevano il tumore alla mammella, mentre quelle emigrate negli USA dopo alcuni anni avevano lo stesso tasso di tumore alla mammella delle ame- ricane. Poi incide su di noi un buon mantenimento dell'ambiente e del paese". Quando si parla di fattori generazionali cosa si intende? "Fattori genetici. Una percentuale di tumori molto bassa, fra il 7 e il 10% ha origine genetica. I geni che si sono guastati vengono dai genitori, in sostanza; si parla di retinoplastoma, di tumore alla mammella, per il quale si è già scoperto il gene. I tumori di questo tipo si presentano quando l'individuo è molto giovane, in quanto il gene errato è stato ereditato. Poi ci sono tumori con cause favorenti, come virus e batteri che si cronicizzano, come nel caso dell'utero; per questo è stato già creato un vaccino. Un tipo di cancro allo stomaco viene ad esempio dall'helicobacter pilori. Le cause sono molte, d'ambiente, originarie, radiazioni solari o componenti legate all'età; ma ci sono delle componenti legate alla nostra singola vita che possono essere evitate". Quindi dottoressa Colnaghi, per concludere, il ruolo dell'AIRC è molto importante: si sente di ringraziare coloro che sostengono questa associazione? "Assolutamente si. Vorrei fare una premessa. Diciamo che la scienza italiana è spesso maltrattata e criticata perché non al passo e non reattiva in certe situazioni; beh, se c'è un campo nel quale la scienza italiana è al top è il cancro. Pensiamo ad alcuni tumori su cui l'Italia ha dettato le regole di cura: il tumore alla mammella. L'Italia ha dato dei contributi fondamentali e l'AIRC c'è sempre stata con i suoi finanziamenti, ogni socio ha dato la sua voce a dei momenti straordinariamente importanti. Ringrazio tutti perché facciamo veramente moltissimo e spero che ogni person capisca quanto è indispensabile la propria azione, perché così facendo salva anche i propri cari". viaggio fra storie di vita Incontro con i pazienti dell'IFO, all'interno della Biblioteca del Paziente, "Centro di Conoscenza Riccardo Maceratini dell'Istituto Regina Elena" di Roma ] a cura di Valeria De Rentiis e Stefano Ursi [ Continua il cammino di conoscenza attraverso le storie di vita delle persone ammalate di cancro. Abbiamo incontrato diversi pazienti, tutti accomunati dallo stesso problema: la malattia. Ciò che ci ha colpito è la grande forza di volontà di queste persone, intenzionate a combattere questo male ancora cosi poco conosciuto. A dare una mano ai pazienti è l'informazione. Presso l'"Istituto Regina Elena" di Roma è stata costruita recentemente una biblioteca multimediale dedicata a pazienti, familiari e a tutti coloro che desiderano conoscere più a fondo il nemico per poterlo combattere. Iniziamo dalla Sig.ra Elvira Casciaro, ex insegnante: • Sig.ra Casciaro, qual è stata la sua reazione alla scoperta di avere un tumore? All'inizio è stata una sensazione devastante. C'è voluto un grosso percorso psicologico per riuscire a capire cosa volesse dire essere ammalata di tumore, per me e per la mia famiglia. E' una diagnosi che non si accetta, sia perché fa paura sia perché se ne sentono tante. Viene ancora considerato un male incurabile, un tabù. Pensi che sulla mia cartella clinica c'era scritto "sospetto di K", avevano persino paura di scrivere cancro, e quindi, non l'ho accettato. Poi però mi sono resa conto che andando avanti con il tempo, far finta di non essere malata e sforzarsi di continuare a fare la stessa vita, gli stessi lavori, poteva soltanto portarmi a peggiorare la situazione e allora mentre ero ricoverata ho cominciato a guardarmi intorno e a capire che se volevo combattere questo male dovevo imparare le strategie giuste. Dovevo imparare un nuovo stile di vita perché comunque volevo collaborare con i medici. Allora la prima cosa che ho cercato di fare è stato sapere quanto più possibile sulla malattia. Non ho fatto come gli struzzi che ignorano volutamente il pericolo e ho incominciato ad assillare i miei figli che molto volentieri si sono subito preoccupati di trovarmi quanto più materiale possibile perché io potessi sapere bene quale fosse il mio male e che cosa fare per fronteggiarlo. Diciamo però che è stato un percorso molto molto difficile. Ho potuto contare sull'aiuto dei familiari e anche dell'équipe medica che mi è stata molto vicina. Poi, ripeto, ho avuto la possibilità d'accedere a questi mezzi d'informazione, di conoscenza che mi hanno aiutato moltissimo. Ci troviamo, infatti, presso una biblioteca multimediale di conoscenza. L'informazione l'ha aiutata, quindi? Per me è stata essenziale. Come si fa a combattere un nemico che non si conosce? Volevo sapere esattamente in che cosa consisteva la mia malattia. Pure a costo d'avere notizie sconvolgenti perché anche le statistiche a volte non sono realtà. Sappiamo bene come vengono fatte. Ti possono sconvolgere quando ti trovi davanti ad un dato che ti dice che solo il 30% dei malati ce la fa; rimani distrutto da questa notizia. Poi però trovi anche altre notizie che ti dicono che è in sperimentazione un nuovo farmaco e sta dando dei risultati eccezionali. Allora ti viene la voglia di lottare e di combattere perché comunque pensi che hai delle chances e te le devi giocare tutte. Lei è stata sottoposta a diversi cicli di chemioterapia. Quali sono gli effetti, sia psicologici che fisici, della terapia? Sto combattendo con il tumore da 8 anni. Devo dire che inizialmente la chemioterapia era molto più devastante di adesso e quando i medici mi dicevano quali potevano essere gli effetti collaterali quasi non ci credevo. Invece poi gli effetti collaterali li ho avuti tutti. Sa cos'è che aiuta molto? Pensare che tra un ciclo e l'altro si torna alla normalità: finiti i cicli di chemio ti sembra che tutto sia un disastro. Non ce la fai a camminare, il senso di dipendenza ti distrugge. Il senso di colpa nei riguardi dei figli, che comunque non hanno una vita facile etc. Quindi, psicologicamente si è a ter- ra, fisiologicamente ancora peggio perché gli effetti sono devastanti. Io ricordo la prima chemio che ho fatto: ero lì in ospedale, gli esami di routine erano andati bene. Arriva l'infermiera con il trespolo e questo liquido incolore a me sembrava strano potesse fare tanto male. Mi sembrava una cosa talmente normale. Fanno l'infusione. Io mi sentivo bene. Non sentivo niente. Ero felice con me stessa. Non è poi cosi terribile. Invece poi dopo qualche giorno sono cominciati gli effetti. Il senso di affaticamento, insomma i vari effetti che ci sono, che possono essere devastanti. Però diciamo che bisogna sempre programmare il dopo. Non pensare tanto al durante. Anche quando la nausea ti squassa le viscere e ti senti lo stomaco in subbuglio. Cercare di fronteggiare al momento la situazione e fare il conto alla rovescia. Quanto durerà la nausea? Due giorni? Bene, poi cucinerò una crostata di frutta, un piatto particolare. Trovare delle motivazioni, pure per superare i periodi della chemio. Comunque è difficile, la famiglia deve collaborare in giusta misura né con eccessive premure, perché comunque ti fanno sentire un' invalida e perché io poi sono abituata ad una certa autonomia. La sensazione dell'invalidità, della fragilità, è terribile. Naturalmente non se ne deve disinteressare. Se loro sapevano che a me dava fastidio l'idea del caffè perché mi portava la nausea, mi faceva vomitare, in casa non si faceva in quel periodo. Poi nel momento in cui lo ricominciavamo a preparare, voleva dire che era finito il periodo tragico. Si andava avanti. Quindi è importante anche il ruolo della sua famiglia? Anche il ruolo degli amici e il contesto amicale è molto importante. Perchè a volte si sbaglia per eccesso d'affetto e allora siamo tutti troppo vicini, troppo solleciti. Ti cercano, sono 3 o 4 che ti vogliono dare una mano. E lì accendono il senso di dipendenza che non è piacevole. In questo caso eur:torrino:news 39 Sig.ra Elvira Casciaro io ho risolto con molta onestà: ho detto alle mie amiche che comunque si avvicendavano sempre a casa a farmi compagnia che avrei chiesto aiuto in caso di bisogno. Quando volevo i miei momenti di solitudine, che io chiamavo "di ripostiglio" nel senso che volevo vivere nel ripostiglio di casa mia senza vedere nessuno e, per fortuna, i momenti di ripostiglio durano molto poco perché riesco a reagire, loro li dovevano rispettare. Però gli amici mi sono stati molto vicino. Poi devo dire la verità, è un èquipe medica favolosa quella dell'"Istituto Regina Elena" perché contattabile in ogni momento. Io vivo in Calabria. Vengo qui a curarmi in quelli che io chiamo viaggi della speranza. I medici erano sempre disponibilissimi anche quando psicologicamente ero a terra, anche quando veniva meno la voglia, la forza di lottare, mi sembrava che fosse inutile diciamo questo mio darmi da fare, mi bastava fare una telefonata. Le dirò che i medici che mi curano sono anche solleciti alle carezze, alla pacca sulle spalle. Adesso ho avuto una recidiva terribile, da circa un anno. Il medico, quando andavo per le visite, mi poggiava la mano sulla spalla, mi abbracciava quasi e mi diceva parole d'incoraggiamento. "Lei ce la farà di sicuro, lei con il suo carattere sicuramente riuscirà ad andare avanti". Anche questi incoraggiamenti, al di là proprio dell'aspetto terapeutico sono molto importanti. • All'interno della Biblioteca incontriamo anche persone che, come la sig.ra Liliana Porcarelli, arrivano da fuori per curarsi qui a Roma. Sig.ra Liliana Porcarelli Sig. ra Liliana, da quanto tempo fa chemioterapia? L'ho cominciata il 27 luglio di quest'anno (2006 n.d.r) e sono arrivata a metà ciclo, metà percorso e fra pochi giorni comincerò il 4°. Devo dire che la sto portando avanti abbastanza bene e mi sento serena. Certo, ha i suoi effetti collaterali ma si superano con una grande forza di volontà. Si riescono a superare molto bene. Vedremo come termineremo. Questo non lo so. Lei è di Frosinone. Che situazione vive una per- 40 eur:torrino:news sona che deve curarsi a Roma venendo da fuori? All'inizio, quando ho scoperto d'avere la malattia, non avevo pensato di venire qui, in verità, ma dopo due interventi ho contattato un professore dell'"Istituto Regina Elena" che mi ha operato per la terza volta. Certo all'inizio si è spaesati perché non si ha l'idea di come lo si affronta, di chi incontri e com'è. Però poi alla fine devo dire anche che l'istituto si trova in un luogo abbastanza raggiungibile mediante l'autostrada, si riesce ad arrivare tranquillamente e poi l'équipe ti aiuta e ti sta vicino. Ho avuto anche la fortuna, grazie a mia figlia, di scoprire questa biblioteca. Mi è stata molto utile perché mi ha dato tanti opuscoli, tante informazioni che a me sono servite tantissimo. Al di là di come si sono comportati i medici. A me è piaciuta molto l'informazione che mi ha dato la biblioteca. Da allora abbiamo cominciato una collaborazione che servirà a tante persone di Frosinone che hanno avuto le mie problematiche e che adesso le stanno vivendo con me e affrontano il problema seguendo anche questa biblioteca. In tema di collaborazione di équipe medica, in una biblioteca come questa, si crea uno spirito di comunanza, di gruppo. Può aiutare? Da quando sto affrontando questo problema, ho un giro di amiche che hanno il mio stesso problema: un tumore al seno, e di donne che sono affette da questa patologia pare che a Frosinone ce ne siano tantissime. Mettendoci in contatto l'una con l'altra, dialogando tra di noi, ci aiutiamo tantissimo. Prima pensavo che il tumore venisse solo agli altri. Quando ce l'hai ti rendi conto che è diverso. Però poi riesci ad affrontarlo con tutta tranquillità. Mettendo insieme la collaborazione tra noi che abbiamo questo problema e la biblioteca, io mi sono trovata benissimo. Su una locandina dietro di noi c'è scritto che per curare il tumore non servono solo pillole ma persone. E'd'accordo? L'umore lo danno i familiari, il marito, la figlia e me stessa. Le devo dire che ho avuto una grande forza per combattere questo male. Non mi sono mai scoraggiata. L'insieme, la società e le persone che hanno avuto le stesse problematiche ti aiutano molto. • Sig. Domenico Galli Signor Galli, di quale patologia soffre? Io ho una malattia rara e sono al Regina Elena dopo aver subito un intervento per tumore all'esofago e da marzo, periodo del primo controllo, ho riscontrato la presenza di alcuni linfonodi, quindi sono entrato in chemio. Sto procedendo nelle cure appropriate presso questo istituto con la speranza di miglioramenti. Come è cambiata la sua vita da quando ha scoperto la malattia ed ha iniziato la chemio? Per quanto riguarda la malattia rara di cui soffro, posso dire di conviverci da vent'anni. Ho vissuto con serenità e senza eccessivi problemi l'intervento che ho subito nel 2005, facendo leva sulla determinazione: ma queste sono, come amo dire io, solo parole. Bisogna avere gli strumenti per acquisire serenità e determinazione, se non ci sono questi strumenti si è un po' più deboli. In questi anni risono rafforzato molto anche con altre discipline, curando molto l'aspetto di quella che viene chiamata la comicoterapia, che in fondo significa essere ironici e autoironici per dare un senso più serio alla propria vita: quando ci si trova in queste situazioni si capisce ancor meglio il primo comandamento che è in fondo è la salute. Parlare di strumenti significa scegliere quello che meglio si crede dopo aver fatto una grintosa ricerca; ad esempio ciò che io ho visto come ottimo strumento è qui al Regina Elena, ovvero la biblioteca, perché tramite le persone e il materiale gratuito e adatto alla situazione si può rafforzare la conoscenza. Il male maggiore è quello di mettere la testa sot- Sig. Domenico Galli to la sabbia. Un altro aspetto è il rapporto con i medici, che qui è prima di tutto umano e io in questo aspetto ci credo molto. Il malato oncologico vive delle situazioni critiche e un rapporto stretto con una fitta rete di medici e familiari può aiutare a non sentirsi mai soli; su questo ci deve essere una ricerca più approfondita e ho notato che è uscito un libro Dall'altra parte, scritto da tre noti medici che si sono trovati malati di tumore: da quella angolazione i tre sono riusciti a mettere in evidenza tutte le lacune del sistema, dai medici agli infermieri, fino alle strutture. Ci vuole un salto di qualità, ad esempio un incontro con il nuovo Ministro della Salute al fine di capire quali sono gli ulteriori problemi da risolvere. In fondo c'è bisogno di una rivoluzione culturale. Sarebbe un successo per tutti e non è un discorso di finanziamenti ma soprattutto di idee e di creatività. Più stimoli ci sono e meglio è, in fondo questa biblioteca, pur molto importante, ne è l'esempio: andrebbe pubblicizzata meglio e fatta conoscere di più eliminando una separazione che ancora purtroppo in parte esiste. Bisogna macinare ancora molto per conseguire una sensibilità maggiore. Non tralasciamo un aspetto fondamentale del problema cancro: i familiari. • Pino Scasseddu, marito della sig.ra Liliana Porcarelli. Come cambia la vita nel momento in cui si viene a sapere della malattia di un proprio caro? Il cambiamento è particolare perchè ci si trova in una situazione davanti alla quale si è impreparati. Dopo gli accertamenti si spera che tutto si risolva; è la parte in causa che ti da il coraggio di andare avanti. Mia moglie ha preso il male per quello che è, un elemento da sconfiggere. Vederla entrare in sala operatoria per tre volte e dare coraggio ai medici con delle battute mi ha fatto una certa impressione, ma mi ha reso la vita più positiva. Certo lo scombussolamento della vita c'è stato in quanto tutte le cose che si potevano fare ora non sono possibili, ma si rifaranno e per adesso cambieremo abitudini. Bisogna saper vivere questi momenti con la forza che la persona ti da. Io, stando a casa, vedo che c'è un circolo di persone che hanno le stesse problematiche e non hanno remore nel manifestarle: c'è sicuramente più sincerità in questo tipo di circolo che in uno in cui le persone stanno bene. Ci si aiuta vicendevolmente e l'ambiente medico con dei piccoli gesti non fa mancare il proprio sostegno; io lavoro in ospedale e quando guardo al medico lo faccio sempre con occhio critico, perchè quei gesti non li ho riscontrati spesso, ma qui è diverso. Lei ha trovato forza in sua moglie, quindi. Io le vorrei ora chiedere come ha scelto di starle vicino. Non è semplice descriverlo, ma io cerco di aiutarla con la presenza e l'infusione di un coraggio che peraltro lei già ha e facendole capire che si tratta di un periodo transitorio, dopo il quale la vita tornerà come prima. Si cerca di stemperare anche con battute. Noi abbiamo una figlia unica che all'inizio non l'aveva presa bene, in quanto la parola cancro le aveva creato una seria paura, ma poi ha capito che ce la possiamo fare; fortunatamente c'è anche mia suocera che è molto disponibile e così, collaborando alle attività anche più semplici, riusciamo a mandare avanti la famiglia. Insomma la presenza fisica e gli atti quotidiani compongono il mix col quale cerchiamo di dare il nostro contributo. • Sig.ra Adriana, caposala del reparto di ematologia del Regina Elena In un certo senso lei si trova dall'altra parte, ma ha avuto un esperienza di malattia: che paziente pensa di essere stata? Credo di essere stata un pessimo paziente; inizialmente ho avuto un senso di incredulità, ma col tempo sopraggiunge la ragione. Devo dire che non ho avuto il dolore burocratico di cercare il posto, di trovare un ascolto che spesso non soddisfa e quindi giocavo in casa. Quando il problema si è risolto brillantemente è iniziata la fase dei controlli periodici, fase che ti stanca perché ripercorri una strada già fatta, questa è un'altra fase che andrebbe presa in considerazione, perché è molto proble- matica. Come è la sua esperienza da caposala e quanto la ha aiutata nel curare dei pazienti? Quella esperienza mi ha cambiata, in tutto, anche se sono stata dall'altra parte per un breve periodo. C'è anche una tua motivazione per affrontare questo lavoro e per andare avanti: noi infermieri siamo la spalla sulla quale piangere. Se non hai le motivazioni interne non puoi stare trent'anni in un istituto come questo. E la famiglia? In quel periodo avevo le bambine molto piccole e ho subito una separazione, ma la famiglia d'origine è stata molto presente; infatti è possibile che chi ti sta accanto non riesca a condividere il dolore. Può accadere anche questo, perché non tutti sono in grado di supportare una persona in quelle condizioni. La conoscenza della malattia l'ha aiutata rispetto agli altri pazienti? Direi proprio di si. L'informazione è quella che ti dice che se sai ciò che vai a fare puoi affrontare meglio la situazione. L'informazione deve essere continua durante il prelievo, perché non solo è un diritto ma è anche un dovere essere informati. Sig.ra Turisiana Carlo D’Alatri • Sig.ra Turisiana Carlo D'Alatri La sua esperienza con il cancro. All'inizio non mi sono neanche resa conto della si- tuazione e non volevo sottopormi all'intervento. Si trattava di un carcinoma al collo dell'utero. Dopo l'intervento però non sapevo che c'era da affrontare la chemio e potete immaginare quali esiti di sofferenza. Dopo cinque anni ho avuto questo problema al seno, ma non ho avuto neanche il tempo di disperare e sono stata portata in sala operatoria con tutti che mi tranquillizzavano; il post non è stato così traumatico e ho fatto la ricostruzione del seno, in quanto dei medici giovani mi hanno fatto capire che una donna del nostro secolo non può non fare la ricostruzione del seno. Istintivamente ho fatto questa considerazione: non sono una donna di spettacolo ma sono pur sempre una donna. È stata una sfida, ho reagito e mi sono trovata a fare progetti lungimiranti a lunga scadenza. Io spero che in futuro ci siano delle visite personalizzate perché a volte la chemio è più devastante del male stesso: l'esperienza recente di mia sorella, che mi ha lasciata sconvolta, mi ha fatto capire che l'organismo non sempre riesce a sopportare questi farmaci. Sono troppo forti. Spero sempre, ripeto, in cure personalizzate e meno invasive. Quindi lei si è trovata anche nella situazione di familiare di un malato; che rapporto ha avuto con sua sorella? Io non ho mai pianto per la mia malattia, ma solo per mia sorella, ma il coraggio che ho avuto è stato grande. Noi dovevamo vincere questa battaglia, ma purtroppo non è stato così e la disperazione è sopraggiunta per mia sorella. Con gli altri familiari quale tipo di rapporto ha avuto e quali sensazioni ha cercato di trasmettere? Mia madre era al corrente di questo problema, perché vive con me. Tutto sommato far conoscere le situazioni può far bene, perché a livello familiare ti aiuta ad essere più tranquillo ed avere la massima collaborazione. Certo si può passare per egoisti, ma nessun rimpianto ci deve essere perché in questa malattia c'è bisogno di tante cose, anche le più piccole. Soprattutto dal punto di vista morale. L'informazione può salvarti la vita Incontro con la Dott.ssa Gaetana Cognetti, responsabile della Biblioteca Digitale Centro di Conoscenza "Riccardo Maceratini" dell'Istituto Regina Elena di Roma ] a cura di Valeria De Rentiis [ Prosegue il nostro viaggio all'interno dello sconosciuto Pianeta Cancro. Con nostra gradita sorpresa abbiamo scoperto che spesso, per curare una malattia, non servono solo farmaci, corsie d'ospedale e iter burocratici per fare visite. A volte quello che può salvarci la vita è trovare un motivo, un appiglio per vivere. Per trovarlo è necessaria tanta forza di volontà e la voglia di sperare. C'è da sottolineare però che informarsi, documentarsi sulla propria malattia può essere d'aiuto anche a chi ci è di fronte, medico o familiare che sia. Capire cosa non va nel nostro organismo può aiutare anche chi, nonostante svolga la professione medica, non conosce appieno tutte le peculiarità di una determinata patologia. Per studiare, conoscere e documentarsi, esiste uno spazio all'interno dell'"Istituto Regina Elena" di Roma dove possiamo trovare, oltre alla preparazione, alla disponibilità e alla cordialità di chi vi lavora, anche un valido apporto per capire meglio come possibile curarsi. La Biblioteca DigitaleCentro di Conoscenza "Riccardo Maceratini" ci ha 42 eur:torrino:news aperto le porte e insieme alla Dottoressa Cognetti abbiamo cercato di capire com'è possibile convivere con la malattia di questo secolo. Dottoressa Cognetti, qual è la funzione di questa biblioteca? Da un lato dare informazione scientifica agli operatori: abbiamo una sala multimediale con 15 postazioni per pc e dall'altra abbiamo una sala dedicata ai pazienti che è la biblioteca del paziente con acceso riservato, dove i pazienti possono richiedere informazione anche mirata. Informazioni connesse alla terapia che stanno facendo, gli effetti collaterali possibili su cui noi diamo risposta, promulgando degli archivi informativi aggiornatissimi, sia a livello nazionale che internazionale. In particolare a livello nazionale abbiamo una biblioteca digitale prodotta da quest'Istituto insieme ad altri sei, specializzati in oncologia in Italia; la biblioteca digitale Azalea, disponibile sul sito web www.azaleaweb.it ha circa 3500 documenti d'informazione in lingua italiana per i pazienti in oncologia comprensivi anche di schede di circa 1500 associazioni per i pazienti con i servizi che queste associazioni erogano e circa 500 sono le associazioni madri. Poi 1500 sono in tutto comprensive anche delle sedi locali di queste associazioni. Il tentativo è di dare un'informazione integrata perché il paziente digita mammella e recupera sia i documenti in formato elettronico che in formato cartaceo relativi appunto ad associazioni che si occupano delle problematiche relative alla mammella e stiamo inserendo anche protocolli clinici perché spesso il paziente che non ha speranza di sopravvivenza con le terapie standard può tentare una terapia sperimentale, e quindi, localizzando i protocolli, sapendo dove si svolgono le sperimentazioni può chiedere di essere reclutato all'interno. Alcuni pazienti si sono salvati la vita grazie all'utilizzo di protocolli sperimentali. All'epoca quel farmaco era solo sperimentale, non era sicuro che desse degli effetti: successivamente è stato dimostrato che quel farmaco dava degli effetti e Dott.ssa Gaetana Cognetti spesso la sopravvivenza è passata dal 30 al 60 80 % con nuovi farmaci. Anche questa è una speranza per quei pazienti che non hanno lo stato della terapia valida per poter risolvere la propria patologia. Insieme a noi in quest'intervista c'è anche lo staff della biblioteca. Ce li presenta? Partiamo da Michelangelo Crocco, Fabio D'Orsogna e Amelia Mazzacuva che si occupano attualmente della biblioteca del paziente Lavorano qui anche le dottoresse Katiuscia Dormi, Maura Tuberi e Francesca Servoli che si occupano invece della parte per gli operatori. In particolare la dott.ssa Servoli si occupa della formazione e dell'organizzazione. Diciamo che siamo tutti docenti in questi corsi. I corsi di formazione sono attualmente rivolti agli operatori sanitari: da una parte ci sono pillole d'informatica dall'altra documentazione scientifica. Ogni mese facciamo dei corsi base d'informatica per mettere gli operatori in condizione d'accedere alle risorse informative, anche coloro che non hanno un'alfabetizzazione informatica. Questi corsi sono fatti in due moda- 44 eur:torrino:news lità. Noi mettiamo in condizione il personale sanitario che non utilizza il pc, di poterlo utilizzare. La seconda parte è dedicata ai corsi di documentazione, cioè corsi che sono necessari per l'aggiornamento del personale. Insegniamo come accedere a risorse di qualità in internet e di distinguere le risorse di qualità da quelle che non lo sono perché questo è un grandissimo problema in ambito sanitario di rischio per la salute, in quanto chiunque può mettere notizie sul web e chi naviga non ha sempre la certezza che si tratti d'informazioni di qualità. Insegniamo poi ad utilizzare le basi dati per l'aggiornamento scientifico dei medici e dei pazienti. Vorremmo, e questo è in progetto, anche sviluppare dei corsi per i pazienti, per i familiari e per i cittadini. Per insegnare proprio come accedere ad internet e saper distinguere il grano dall'olio. Quindi eliminare quelle informazioni che sono desunte di qualsiasi qualità e che spesso creano delle situazioni anche drammatiche. Ci sono pazienti che vogliono partire per dei trattamenti. A me è capitato con un paziente che voleva andare in Portogallo per delle cure. Successivamente abbiamo scoperto che questo presunto medico non aveva scritto nessun articolo, non si sapeva chi fosse questa persona che aveva descritto il trattamento come ottimale. Così come c'è molta pubblicità commerciale dai mass media sui farmaci e attraverso l'esame delle nostre banche dati verifichiamo quotidianamente che spesso si tratta di pubblicità e che non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino poi che questi farmaci sono effettivamente efficaci Facciamo un po' da barriera e cerchiamo di dare ai pazienti e ai cittadini anche un orientamento sulle risorse valide per evitare appunto che ci siano delle informazioni di tipo commerciale, come spes- so accade perché la sanità è un grosso fatto commerciale. Vengono propagandate spesso e poi magari non hanno nessuna efficacia dal punto di vista scientifico. Questo è il tentativo di creare la biblioteca a doppio livello, che sia da un lato di qualità per gli operatori e dall'altro per il paziente. Anche perché i pazienti sono diventati un motore per l'informazione di qualità. Perché spesso il medico non ha tempo d'informarsi sulle centinaia di patologie che cura. Il paziente ha una sola patologia e se ha informazioni di qualità si fa portatore d'informazioni dal medico. In un'indagine che è stata fatta in America è risultato che il 60 % dei medici di base ha dichiarato d'aver ottenuto informazioni aggiuntive dai pazienti. Il che vuol dire che il paziente può diventare portatore d'informazione valida al medico. Che tipo di lavoro viene svolto all'interno della biblioteca nella sala multimediale? La sala multimediale offre l'accesso in particolare alle risorse elettroniche. Come potete vedere ci sono attualmente 10 postazioni di pc e le porteremo a 15 perchè gran parte delle risorse di cui il personale usufruisce è su supporto elettronico. Noi abbiamo un abbonamento a circa 3000 riviste in ambito biomedico. Gli utenti possono sia consultare le riviste dalle postazioni che abbiamo nella sala multimediale, sia consultarle direttamente dai reparti perché l' accesso è a tutto l'istituto, quindi, noi paghiamo un abbonamento su queste risorse elettroniche e poi dai reparti si può accedere direttamente. L'altra grossa attività che svolgiamo è rivolta ai corsi di formazione come già detto prima, con un alto livello d'interattività, gratuitamente dal nostro personale e permette di potersi aggiornare costantemente con i corsi ac- creditati con l'ausilio delle risorse elettroniche. E oggi è un fatto estremamente diffuso aggiornarsi a livello elettronico. Naturalmente la sala non offre solo semplicisticamente l'accesso ai pc ma offre anche l'orientamento alle risorse e il ruolo svolto dai bibliotecari è fondamentale: aiuta l'utente a ricercare e a trovare quelle informazioni che ci sono utili perché la difficoltà oggi sul web è trovarsi con milioni d'informazioni quando si fa una ricerca e questo è il paradosso informatico e informativo per cui noi abbiamo tantissime informazioni, siamo in un mare d' acqua che spesso è salata e non riusciamo a trovare quello che serve effettivamente. Il ruolo del bibliotecario è quello di orientare all'interno della struttura l'uso delle risorse che poi servono effettivamente alla causa. Dott.ssa Cognetti, ci illustri in pratica cosa av- viene sul supporto informatico che utilizzate Qui diamo un'informazione sia attraverso gli opuscoli cartacei sia interrogando le banche dati a livello internazionale. Una delle più importanti è questa: MedLine Plus che è stata prodotta dalla National Library Medically, la più grande biblioteca americana medica a livello internazionale che ha prodotto questa risorsa appositamente per i pazienti che vengono definiti Health Consumer, cioè consumatori di salute non pazienti perchè è un termine politically uncorrect. Questo è un grandissimo contenitore, molto aggiornato e possiede tutti i settori per determinate patologie. Vi sono schedate circa 700 patologie di cui sono accessibili tutti gli aspetti, sia il trattamento, sia la panoramica, sia addirittura le ricerche sulla banca dati automaticamente a cui il paziente può accedere con facilità. Diciamo che è un contenitore molto aggiornato, esauriente e di qualità perché tutte le informazioni che vengono inserite all'interno sono controllate da grandissime istituzioni americane. E quindi, fa un po' da recupero di tutte le informazioni di qualità dei più grossi enti americani che si occupano delle patologie. Ci sono anche 9000 schede circa di farmaci che sono sempre curate dal paziente. L'uso dei farmaci è sicuramente una risorsa di grandissima qualità. Abbiamo anche risorse in lingua francese. Per cui visto che la lingua è una grossa barriera, c'è la possibilità di usufruire d'informazioni in francese, per rendere accessibile al massimo la banca dati agli utenti. Tant'è che noi abbiamo la biblioteca digitale Azalea. Se inseriamo il termine mammella nella ricerca banca dati, oppure selezioniamo una parte del corpo umano, l'utente può direttamente arrivare alle informazioni che ci occorrono. Appariranno tutti i record relativi al termine o alla sezione corpo umano. Il paziente non ha bisogno d'entrare in diversi archivi separati perché l'informazione viene accorpata tutta in un unico archivio. Abbiamo la possibilità d'aprire il documento. Il paziente ha la possibilità di consultare anche i documenti valutati. Non lo sono tutti perché è una procedura abbastanza complessa. La valutazione finale consiste in una sintesi in cui troviamo informazioni sulla leggibilità del documento ad esempio. Per concludere potremmo dire che i pazienti che hanno bisogno d'informazione possono utilizzare sia Azalea (www.azaleaweb.it) sia la nostra biblioteca del paziente perché anche chi non utilizza internet o non lo sa usare ha diritto ad avere informazioni. La biblioteca è facile da raggiungere: è all'ingresso dell'Istituto "Regina Elena", un casale molto bello tra l'altro. Siamo aperti dalle 9 alle 17 tutti i giorni Chi vorrà venire a trovarci saprà che saremo lieti di dare una mano a tutti coloro che ne avranno bisogno. La ricerca sul campo Visita all'interno dei laboratori dell' "Istituto Nazionale Tumori Regina Elena" ] a cura di Valeria De Rentiis [ Dott. Citro Si parla molto di ricerca e di sostegni, soprattutto economici, di cui necessiterebbe questo settore. Ma, in pratica, come lavorano i ricercatori in Italia per scoprire una cura per il cancro? L'abbiamo chiesto al Dott. Citro, ricercatore presso l'"Istituto Nazionale Tumori Regina Elena" che ci ha aperto le porte dei laboratori. Durante questa visita ci siamo resi conto di come la scienza sia andata avanti e quanto ancora bisogna fare per trovare una cura efficace. Macchinari moderni e costosi, spesso importati dagli Stati Uniti, permettono ai ricercatori di lavorare meglio. In particolare si parla di nanotecnologie e di farmaci intelligenti. Dott. Citro, cosa avviene in questi laboratori? I laboratori sono stati costruiti con molte nanotecnologie perché cerchiamo di sviluppare i nuovi protocolli terapeutici: cerchiamo di sviluppare quel tipo di ricerca che possa trovare l'applicazione al letto del paziente in un tempo immediato, cosi come avviene con la ricerca di base: la ricerca cosiddetta 46 eur:torrino:news traslazionale e che focalizza gli obiettivi a medio termine per poter avere dei risultati di progresso terapeutico. Tutto lo sviluppo dei farmaci intelligenti, come gli anticorpi monoclonali contro i recettori del leptu, come gli inibitori enzimatici di enzimi importanti per la vita della cellula tumorale, nel momento in cui neutralizza alcuni farmaci della terapia: sono quei risultati che si ottengono con la ricerca traslazionale che è alquanto costosa e faticosa ma dà risultati più soddisfacenti. Questo tipo d'attività è possibile farla perché disponiamo di macchinari computerizzati che analizzano contemporaneamente diverse cose. Molti anni fa non era possibile. Oggi possiamo vedere i meccanismi, i metabolismi di una cellula tumorale e riuscire a vederne anche le differenze che ci permettono d'identificare i target. Colpire una cellula tumorale nella differenza biologica se questa differenza da un vantaggio biologico significa ridurre nella sua capacità proliferativa la cellula stessa. Cerchiamo di utilizzare i farmaci biologici perché oltre ad avere una grande specificità d'azione colpiscono il bersaglio lì dove serve. Spesso hanno anche una bassa tossicità perché non sempre quel bersaglio colpito è anche nella cellula normale. Nel momento in cui noi riusciamo ad avere un quadro generale di quello che accade alle cellule, abbiamo anche un quadro generale della malattia. Dottore, ci troviamo in uno dei laboratori: ci spieghi a cosa servono i macchinari presenti Questa è una famosa stazione Affimetric cioè un apparato che ci permette di studiare un numero di geni che in un certo momento della vita cellulare sono attivi. Ci permette, inoltre di andare a con- frontare una cellula tumorale con una cellula normale per constatare se in un certo momento di un trattamento chemioterapico o della vita, hanno gli stessi cluster e set di geni attivi oppure no. E per differenza possiamo capire quali sono i geni che danno un vantaggio alla cellula tumorale rispetto a quella normale perché questi geni vengono prelevati da cellule dove precedentemente vengono selezionate sui vetrini istologici. Quindi sappiamo perfettamente qual è il Dna della cellula normale paragonato al Dna della cellula tumorale. Questo ci permette di prelevare dei geni di cellule con metastasi, di tumori in corso di terapia per cui possiamo anche vedere la risposta di quali geni usa la cellula tumorale di fronte ad un farmaco rispetto alla normale. Questo macchinario lavora non da solo ma con un pc e sta in rete con una banca dati mondiale che fa riferimento all'America perché la casa Affimetric è quella che poi ci dà dei microchip con sopra dei geni umani e selezionati che noi chiediamo di volta in volta. Questo per dirvi che tutto quello che troviamo non è fatto esclusivamente in casa nostra ma è confrontato con un banca dati a livello mondiale. Questa è tutta una serie di processi che viene dal vetrino: dal DNA vengono isolate delle sonde, dei geni e poi vengono analizzati. Lavoriamo su una macchina a laser che riesce a detectare delle molecole molto piccole. Diciamo che queste sono le macchine che si avvalgono delle nanotecnologie perché adesso riescono a vedere molecole che prima non era possibile identificare. Poi c'è il pc di analisi dati che viene collegato in rete e li c'è la comunicazione con la banca dati centrale. Ci spostiamo nella stazione di farmaco- cinetica di routine. Qui troviamo una macchina che riesce ad analizzare le concentrazioni di farmaco che è presente nei sieri dei pazienti. Se abbiamo un paziente che è sottoposto ad un trattamento avrà diversi tempi del trattamento durante il quale farà diversi prelievi. Attraverso il siero del paziente stabiliremo le concentrazioni di farmaco somministrato. Da queste rilevazioni si riesce a capire qual è la concentrazione nel tempo del farmaco somministrato al paziente. Possiamo cosi vedere se è il caso o meno di modulare la terapia a seconda dello stato metabolico. L'idea, l'obiettivo, il goal di tutto questo è la personalizzazione della terapia individuo per individuo lì dov'è possibile. Questo ci permette di vederne anche l'evoluzione. Sapete che la chemioterapia è soggetta a dei cicli: può darsi che il metabolismo del paziente al primo ciclo sia diverso o quanto meno sia variato a seconda del ciclo di trattamento e cosi via. Per cui necessita modulare le concentrazioni o il tempo di somministrazione per avere lo stesso effetto verso la cellula tumorale. Questo è importante quando il paziente va verso il terzo, quarto ciclo di trattamento e con i farmaci anti tumorali, che sicuramente non sono leggeri. Ribadiamo che viene analizzata la concentrazione, la quantità che entra in circolo di un farmaco, ora per ora, giorno per giorno, e che c'è in un paziente dopo la somministrazione di un trattamento. Tutte le macchine sono collegate ai pc perché si parlano continuamente in rete. Qui ad esempio possiamo analizzare una molecola di un farmaco antitumorale che normalmente viene analizzata per terapie antitumorali. Diciamo che con questo sistema noi riusciamo a vedere la concentrazione del farmaco nel siero dei pazienti dopo il trattamento o durante, sempre per vedere se il comportamento del farmaco nel plasma a seconda dei cicli e delle modulazioni nel corso della terapia ha sempre lo stesso effetto. Queste modulazioni possono essere dovute sia alle condizioni generali del paziente sia alla risposta che il tumore dà nel corso della terapia. Nel passato, quando facevo le analisi, lavoravo nella camera fredda con le colonne cromatografiche perché erano tutti sistemi grandi, macroscopici; adesso abbiamo compattato tutto in macchine piccole per cui con le famose nanotecnologie si è risolto e fa fare anche meno sacrifici a noi . Disponiamo di tabelle complete con tutti i dati: ad esempio l'orario in cui sono stati fatti i vari prelievi del trattamento perché è importante sapere qual è la concentrazione del farmaco dopo 5 minuti che è stato inoculato oppure dopo 24 ore dopo la somministrazione. Possiamo stabilire anche come il farmaco viene eliminato dall'organismo, e quindi, ci dà anche un'idea di quali sono gli eventuali effetti tossici, collaterali oppure come intervenire nel momento in cui le soglie tossiche vanno fuori. Quando facciamo un'analisi possiamo stoccarle e metterle in un database una per una perché ogni grafico ha un tempo di prelievo: esistono dei picchi che rilevano la presenza del farmaco dopo 10 minuti. Se effettuo l'analisi dopo 10 minuti l'andamento sarà diverso. Lo stesso procedimento viene effettuato per le urine per cercare di capire quanto farmaco viene eliminato e quali sono i metabolici del farmaco che vengono eliminati. Tutti gli organismi viventi, quando hanno una sostanza esogena dentro, la prima cosa che fanno è cercare di eliminarla. Questo significa metabolizzarla, detossificare l'organismo significa unire il farmaco o un farmaco leggermente eur:torrino:news 47 modificato dal fegato con una sostanza, generalmente l'acido glocuronico per poi eliminarlo con le urine, il famoso processo di detossificazione. Quando si supera questa soglia si entra nel grado di tossicità: siamo cioè nella soglia in cui l'organismo non è in grado di eliminarlo da solo. Abbiamo a disposizione programmi e software che ci dicono come va l'andamento del farmaco con assoluta precisione e che simulano dei processi matematici. Lavoriamo anche nella stazione della spettronometria di massa, ovvero un apparato che va oltre quelli già visti in precedenza perché qui oltre a seguire ed identificare il nuovo farmaco riusciamo ad identificare anche le molecole che derivano dal nuovo farmaco. Se noi diamo un farmaco ad un paziente e il suo organismo lo modifica per eliminarlo dall'analisi con queste macchine noi riusciamo a capire qual è la modifica che lui ha apportato, quali sono le modifiche chimiche che l'organismo ha fatto sul farmaco per renderlo inattivo, riusciamo a sapere il peso della molecola nuova derivante dal farmaco. Con questa macchina riusciamo ad identificare se nella cellula tumorale c'è una proteina particolare e tutti i mattoni che la compongono, per cercare di capire se quella proteina ha qualche aminoacido particolare nella sequenza rispetto ad una cellula normale. Possiamo vedere le differenze, sia quantitative sia qualitative, se le proteine sono diverse. Ciò che ci permette di vedere la spettrometria di massa è il singolo aminoacido, il singolo peptide di una proteina digerita e che cosa accade in una singola cellula tumorale rispetto ad una cellula normale. Questa macchina si offre anche per altri tipi di analisi, non solo per le proteine, per i peptidi ma anche per i farmaci stessi perché nebulizza e dà delle cariche alle molecole e in base al rapporto Cariche ottenute/Peso molecolare, riusciamo ad ottenere il gruppo chimico con cui abbiamo a che fare. Solo un esclusivo gruppo chimico può avere il rapporto carica-massa, è come se fosse un'impronta digitale. Nella stessa sezione del laboratorio disponiamo d' incubatori in cui cresciamo le cellule tumorali in vitro. La cultura cellulare in vitro è molto utile sotto tanti punti di vista: per vedere come le cellule rispondono ai farmaci, per vedere o isolare alcune cellule e molecole trattate o meno con alcuni farmaci. Proprio qui noi trattiamo i cicli cellulari delle cellule sia tumorali sia normali mortalizzate per fare poi dei paragoni e dei confronti tra le vie metaboliche delle cellule tumorali rispetto alle cellule normali e viceversa per cercare di capire quali sono le differenze, per poter poi intervenire con dei sistemi esterni con dei farmaci intelligenti che possono essere di natura anche biologica tipo peptidi, anticorpi e che in qualche modo possono togliere il valore aggiunto che la cellula tumorale ha rispetto ad una cellula normale. Questo è importantissimo perchè senza questa strumentazione non potremmo avere l'occhio omogeneo per studiare nel tempo questi sistemi. Un altro apparato di cui disponiamo è il tissue maker ray con cui riusciamo a prelevare una cellula tumorale da un preparato istologico cosi come riusciamo a prelevare una cellula normale dallo stesso tessuto in contorno alla cellula tumorale. Questo ci permette poi di amplificare con tutti gli altri macchinari il Dna dell'uno e dell'altro e di studiare le differenze con l'impatto ingenico con l'Affimetrix di cui parlavamo all'inizio per capire quali siano i cambiamenti della vita cellulare di un individuo di cui abbiamo analizzato i vari cluster, quali siano più o meno attivi nell'una o nell'altra situazione. E' possibile farlo su tessuti in cui sia in corso una terapia, e quindi, vedere anche quali siano i geni che rispondono a quel trattamento chemioterapico fin quando la chemio diventi cellula sensibile in cui i cosiddetti farmaci intelligenti colpiranno solo il bersaglio malato. Questo è l'obiettivo che ci siamo prefissi e il sogno per sconfiggere finalmente il cancro. Un'altra sezione dei laboratori riguarda la microscopia ottica: qui abbiamo un microscopio a fluorescenza e un microscopio confocale a doppio laser. Queste strumentazioni ci permettono di vedere il destino di alcune cellule: una volta a contatto con la membrana, seguono il loro percorso. Riusciamo quindi a vedere in una struttura submolecolare quale sarà il destino di una struttura entrata dalla membrana cellulare all'interno di una cellula e spesse volte si riesce a vedere se il percorso è lo stesso sia in una cellula tumorale che in una cellula normale. Capire, anche dal punto di vista morfologico, quali sono i percorsi e cosa accade alle cellule nello specifico. le alternative alla medicina ufficiale La Radionica nella cura al cancro: un punto di partenza e nuova speranza? [ di • Sergio Di Mambro e Fabrizio Piciarelli Come curarsi da una malattia come il cancro? Oltre alla medicina convenzionale, esiste quella branca della medicina definita alternativa, di cui si parla ancora poco. Eppure su molte di queste discipline esiste una forma di omertà, dovuta al fatto che la ricerca è orientata verso prodotti di sintesi che hanno il vantaggio di essere brevettati e commercializzati. Mentre l'autentica ricerca nel rispetto della vita e dei tre regni (animale, ] vegetale, minerale) va indirizzata nell'individuazione e nella utilizzazione dei cosiddetti "principi attivi" ricavabili dalla stessa natura, rappresentata dal regno vegetale. Il regno animale, nel rispetto della vita, può interagire solo con il regno vegetale. L'unica terapia riconosciuta sembra essere la chemioterapia, con i conseguenti e ben conosciuti effetti collaterali. Ci siamo chiesti se esistesse un modo per debellare il male senza distruggere o mettere comunque a repentaglio la propria vita debilitando l'organismo con la chemio. Abbiamo intervistato il Prof. Giuseppe Genovesi, ricercatore e docente presso il Policlinico "Umberto I" di Roma e docente di Endocrinologia all’Un La Sapienza di Roma, il quale ci ha parlato di un nuovo modo di approcciare alla malattia e di una possibile terapia chiamata "Radionica" Prof. Genovesi, esistono delle terapie alternative alla chemioterapia? "Sicuramente la chemioterapia è la terapia ufficiale, "ortodossa", ma effettivamente non è l'unica. Si basa su presupposti che non sono molto condivisi dagli approcci naturali, diciamo dalla medicina olistica, che ha come obiettivo mettere l'organismo nelle condizioni di riacquisire una capacità di autosufficienza. La chemioterapia è estremamente aggressiva, lo è nei confronti delle cellule tumorali, ma lo è anche nei confronti del sistema immunitario dell'organismo. Quindi, spesso ci troviamo a fare i conti con un sistema di terapia debilitante per il paziente che la subisce; ha un effetto devastante sul sistema immunitario dell'organismo che vi si sottopone. Questo è il conflitto che la caratterizza, perché se è vero da una parte che può esserci un effetto sul tumore di per sé, è anche vero che il sistema immunitario, che poi è quello che dovrebbe essere in grado di assicurare la mancanza della recidiva e la guarigione completa, molto spesso risulta talmente compromesso da causare tra i fenomeni collaterali addirittura altri fenomeni neoplastici. Sembra strano, ma proprio la chemioterapia che dovrebbe assicurare una guarigione anticancro può diventare una terapia che tra i vari effetti collaterali ha proprio il cancro, magari di altre nature o di altre tipologie. Gli approcci non convenzionali, se possiamo definirli così, naturali, olistici, (si abusa di vari termini a proposito delle considerazioni sulle metodologie alternative a quelle classiche) sicuramente hanno un presupposto comune che è quello di cercare di arrivare a soluzioni del problema tramite un approccio più causalista, cercando in primo luogo d'identificare la causa della malattia, cancro compreso, in modo da poterla rimuovere, una volta identificata, attraverso proposte terapeutiche che hanno come obiettivo quello di ridare all'organismo la capacità di essere autosufficiente, cioè di recuperare quelle funzioni che in determinate circostanze erano andate perdute. E' ovvio che ci sono delle situazioni che possiamo definire molto complesse per permettere agli organismi di recuperare le proprie funzioni, ma gli approcci, proprio per questo motivo, possono essere multidisciplinari. Uno degli errori che viene commesso nel mondo della medicina in generale riguarda la contrapposizione di due scuole di pensiero: i medici che hanno un approccio ortodosso, tradizionale Prof. Giuseppe Genovesi e allopatico sono in conflitto con coloro i quali praticano una medicina olistica, fitoterapica e omeopatica. Si viene a creare un integralismo e questo è uno sbaglio. In casi in cui viene utilizzata la chemioterapia potrebbe essere utile unire le due terapie (quella allopatica e quella non convenzionale). In questo senso si può intravedere un'interdisciplinarietà a livello terapico che prima ancora dovrebbe essere di tipo diagnostico. Anche la diagnostica a volte subisce le limitazioni del protocollo. Se la medicina si avvicinasse di più alla fisica probabilmente anche dal punto di vista diagnostico avremmo degli elementi significativi". A Lei risulta che ci siano applicazioni di tali terapie e con quali risultati? "Sicuramente bisogna dire, pur essendo assolutamente favorevole alla medicina olistica, e quindi, suo utilizzatore, che purtroppo in Italia viene usata molto spesso senza un'adeguata cognizione di causa. Ne deriva che possano verificarsi dei fallimenti che non dipendono dagli approcci ma dall'incompetenza di chi li utilizza. Fatto salvo tutto ciò, esistono degli approcci estremamente efficaci, in particolare nel contesto della naturopatia tedesca che tiene conto di elementi fondamentali, riguardanti l'eziopatogenesi della malattia e la modalità per poter arrivare a gestire la causa della malattia attraverso l'uso di prodotti naturali (intendendo con ciò principi attivi con contenuto attivo molto significativo tanto da produrre dei risultati clinici importanti). Il test EAV (elettro-agopuntura secondo Voll) prende il nome da un medico tedesco (il Dott.Voll), che aveva costruito una macchina per poter misurare le differenze di potenziale elettrico espresse in potenziali molto piccoli: parliamo di micro ampère misurati sui punti dell'agopuntura classica che corrispondono a vari organi e funzioni d'organo. Identificando attraverso questo test le defaillances bioelettriche correlabili a defaillances funzionali di vari organi e testando le varie sostanze da utilizzare proprio attraverso questa tecnica, l'individuo che viene messo in contatto fisico con la sostanza ipotetica da utilizzare dal punto di vista terapeutico può avere una variazione del potenziale elettrico di superficie cutanea al solo contatto con la sostanza. Questo, dal punto di vista della medicina classica non è accettato, ma ha sicuramente dei presupposti scientifici, perché chiaramente la fisica delle particelle non più teorica, ma "evidence based", dimostra quale sia l'interferenza tra le singole particelle anche per il semplice contatto fisico, e quindi, quanto una struttura energetica possa produrre un effetto energetico su un organismo anche molto complesso. Del resto, anche su questi presupposti si basa tutta la fisica quantistica, che deriva a sua volta da studi che hanno dato sviluppo a strategie terapeutiche assai più estreme di quelle che possono essere considerate non convenzionali ma comuni, perché si tratta di utilizzare sostanze di estrazione vegetale o in diluizione ponderale omeopatica. Si tratta comunque di assumere sostanze per via orale o sistemica. La modalità di assunzione è la stessa che si utilizza per le terapie allopatiche. Ma le strategie non convenzionali non si fermano a questo. Dobbiamo dire che abbiamo a che fare con strategie che ormai hanno preso piede da alcuni decenni e che continuano a svilupparsi con estremo interesse perché sono state oggetto di sperimentazione che non prevede l'assunzione di qualcosa in particolare, se non come supporto della terapia di base. Mi riferisco alla Radionica nel campo oncologico, una delle modalità più interessanti oggi a disposizione e altrettanto sconosciuta e criticata dai più che la conoscono solo superficialmente. Per Radionica noi intendiamo un argomento che riguarda lo studio della fisica e che ha alla base ad esempio lo studio del pendolo. Negli anni '50 l'ingegnere italiano Callegari, stabilì che l'uso del pendolo era sicuramente e fortemente influenzato dal suo utilizzatore e i dati non potevano essere obiettivi, pur essendoci comunque alla base della radioestesia, cioè dell'uso del pendolo, delle leggi fisiche che comunque ne giustificavano l'assunzione. Costruì una macchina che aveva lo scopo di shuntare l'utilizzatore del pendolo rendendo oggettiva la misurazione. Questa macchina era stata costruita a scopo diagnostico, perché il pendolo aveva la prerogativa di esaminare e verificare, attraverso l'oggetto personale del paziente, quali fossero gli organi colpiti. La macchina di Callegari passò alla storia per essere estremamente efficace nel definire dettagliatamente alcune specifiche diagnostiche (tra gli utilizzatori della macchina di Callegari si annovera un Padre Gesuita, Monsignor Fernando Bortone). È chiaro che suscitò molta polemica nell'ambito dell'accademia universitaria ma, dato di fatto, la macchina funzionava dando degli inquadramenti diagnostici molto chiari attraverso degli elementi personali, come potevano essere le fotografie". L’inchiesta sul cancro continuerà nel prossimo numero insieme alla conclusione dell’intervista al Prof. Genovesi. eur:torrino:news 49 UNO SGUAR DO ALLE MOST RE ] a cura di Rossana Bartolozzi [ 1 Paul Klee Costruzione cubica, 1920 Olio e inchiostro su cartone, 37,5x34 cm The Metropolitan Museum of Art, New York 1 “Paul Klee” 1879-1940 La collezione Berggruen Grande artista svizzero, molto amato da chi lo ha capito nel significato profondodella sua arte simbolica, scrutatrice del profondo delle cose. Molto sperimento' nella sua vita d'artista e nella ricerca dell'essenza delle cose, per riprodurle uso' tutte le tecniche a sua disposizione, esasperando a volte la carta stessa sulla quale operava, passando dall'aquarello, all'olio, al carbocino, ottenendo alla fine quelle immagini costruite tramite la sapiente pratica della materia. D'altra parte il suo mondo rivoluzionario, in un periodo ancora legato alla tradizione accademica, ben si accordava all' ambiente i n cui fu invitato ad operare, la Bauhaus, scuola d'arte innovativa in Weimar. In quel periodo, 1920, ebbe il momento piu' creativo e prolifico, producedo opere squisite, di delicata fattura, ove se anche interveniva il colore, la disciplina del disegno sempre riaffiorava. La mostra allestita a palazzo Ruspoli raccoglie un grande numero di ope- 2 3 re, per lo piu' di piccolo formato, che tracciano un percorso dell'artista che va all'incirca dal 1915 al 1939. Sono piccoli gioiell iche meritano una attenzione mirata a cglierne i preziosi particolari. Palazzo Ruspoli, 13 otobre ‘06 - 7 gennaio ‘07 “Viva la pittura” Matisse e Bonnard Bonnard e Matisse inneggiano alla loro amicizia con questo motto. Oltre 230 opere celebrano i due grandi pittori che furono accomunati da una grande amicizia e frequentazione, ma tuttavia seguirono sentieri diversi. Bonnard fu considerato come l'ultimo degli impressionisti, mentre Matisse fu pittore d'avanguardia a cui tutti guardarono, ma entrambi corrosi dall'inquietudine dell'artista volto alla 52 eur:torrino:news ricerca della creazione artistica. Bonnard scriveva a Matisse: ''La pittura e' qualche cosa a condizione di concedersi completamente''. Le numerose opere esposte al Vittoriano sono tutte di altissima qualita' e la mostra e' da non perdere. Complesso del Vittoriano, via San Pietro in carcere, dal 6 ottobre ‘06 al 4 febbraio ‘07 2 Paul Klee Magnifico atterraggio, o "112!", 1920 Acquerello, inchiostro da stampa trasferito, penna e inchiostro su carta, 23,6 x 31,8 cm 3 Paul Klee Frutti sospesi, 1921 Acquerello e matita su carta, 24,8 x 15,2 cm The Metropolitan Museum of Art, New York La “Schola del Caravaggio” Dipinti della collezione koelliker venienza da una unica collezione privata. La pittura conforme alle teamatiche rivoluzionarie del Caravaggio si diffuse nell'arco di un ventennio in tutta Europa ed oggi e' comunemente chiamata ''caravaggismo''. La rivoluzione del Caravaggio consisteva nel rifiuto della pratica del disegno (difatti lui non disegnava, ma abbozzava direttamente sulla tela gia' preparata con il rovescio del pennello), la preminenza della figura umana nello studio dell'artista da cui traeva ispirazio- Nella seicentesca sede del Palazzo Chigi ad Ariccia e' stata allestita una vasta panoramica della pittura caravaggesca romana in cui figurano autori di spicco come Orazio e Artemisia Gentile, lo Spagnoletto, Saraceni, Borgianni, Baglioni, Manfredi e tanti altri accostati a nomi non di fama ma comunque di grande talento. Oltre 90 opere che fanno parte della collezione del mecenate milanese Luigi Koeller, che conferiscono alla raccolta un carattere di unicita', data la pro- ne. Il suo stile naturale fu ampiamente diffuso dai suoi diretti seguaci a cui pero' ben presto si unirono pittori della generazione successiva. Con l'avvento del barocco a Roma, operato principalmente dalla figura dominatrice del Bernini, il fenomeno caravaggismo si mitigò per far posto al nuovo stile imperante Palazzo Chigi in Ariccia, 13 ottobre 2006 - 11 febbraio 2007 La tentazione comica tre secoli di satira e caricatura Il Comune di Roma ha promosso una mostra che non rientra nelle sue tesi programmatiche a cui siamo abituati, difatti al Museo di Roma in Trastevere e' stata allestita una raccolta di opere inneggianti alla satira e alla caricatura. Attraverso circa 140 caricature possiamo godere dell'umorismo sarcastico, a volte dissacrante, di autori di derivazione marchigiana come Pier Leone Ghezzi, Gabriele Galantara, fondatore con Pedrecca del famoso settimanale satirico ''L'Asino'', a Cesare Marcorelli, arguto osservatore della societa' del suo tempo. Tre secoli di caricatura tra le Marche e Roma, dal 1600 alla fine dell'800. L'umorismo ha storia antica, risalente addirittura agli egizi e ai greci.Diceva Rabelais ''Meglio e' di risa che di pianto scrivere, che' rider soprattutto e' cosa umana''. Museo di Roma in Trastevere, Piazza S.Egidio dall’11 ottobre 2006 al 26 novembre 2007 4 5 4 Pierre Bonnard Finestra aperta a Vernonnet, 1912 Olio su tela, 74 x 103 cm Musée des Beaux-Arts de Nice, Musée Jules Chéret 5 Henri Matisse Interno a Nizza, 1919 ca. Olio su tela, 65,6 x 54,5 cm Saint Louis Art Museum 6 Nino Za caricatura di Greta Garbo Willem De Kooning - late paintings Benche' olandese, De Koonings si identifica come americano dato che gia' nel lontano 1926 era approdato in America. Fu uno dei maggiori espponenti dell'espressionismo astratto che insieme a Arshile, GORKY, Jackson Pollock, Mark Rothko, operarono uno spostamento immediato dell'interesse mondiale dell'arte dall'Europa all'America. Era il periodo in cui Pollock stendeva la tela sul pavimento del suo studio e preso dal sacro furorer vi gettava, o meglio vi catapultava i colori creando quel genere di arte di carattere istinti- vo e meccanicistico, cosidetto ''action painting''. Nei 60 anni di lavoro indefesso De kooning ha sperimentato vari filoni artistici, raggiungendo, ormai anziano, quella completezza di ispirazione esuberante e gioiosa che ha dato l'avvio al periodo dell'”astrazione lirica''. Il suo lirismo, quasi affine ad una sorta di classicismo, si affianca ad alti grandi artisi come Matisse e Mondrian. Museo Bilotti - Aranciera di Villa Borghese. dal 20 ottobre 2006 all’11 febbraio 2007 6 eur:torrino:news 53 Loretta Sebastianelli Triade ordinalo sul sito www.romalive.tv Triade è una trilogia poetica giovane e profumata. Loretta Sebastianelli racconta con versi vicini alle persone, non ermetici, la sua visione della vita. Una visione vicina alla sensibilità di tutti noi. Con il suo versificare ci mostra una finestra su un mondo a volte ostile verso la poesia, classificata troppo spesso noiosa. Questo libro è una stimolo a vedere la bellezza delle cose, a scoprire visioni metaforiche dell'amore e della passione che, poesia o no, fanno sognare e soffrire tutto il mondo da sempre. Postfazione di Patrizia Cimini. Un libro che si legge tutto d'un fiato. "…Figlia di tutto questo importante passato la poesia di Loretta Sebastanelli si cimenta in un circo a tre piste, su cui far correre cavalli, elefanti e tigri. Non usa solo il verso libero, prova i giochi di assonanze, paronomasie e ossimori, e rubando il mestiere ai musicisti del passato che introducevano improvvisamente colpi di piatti dove l'armonia non li chiedeva per svegliare il pubblico, chiude o apre il suo versificare con improvvisi cambiamenti di rotta che ri-prendono l'attenzione del lettore…" Loretta Sebastianelli Nasce in provincia di Roma il 3 giugno del 1974. La passione per la scrittura che l'accompagna sin dal diario segreto dall'infanzia, nel tempo si è rafforzata: in special modo, la poesia è la sua forma d'espressione preferita. Grazie ai concorsi Fonopoli, Navigando nelle parole, Premio Internazionale Letterario Anguillara Sabazia Città d'Arte, Una poesia per emergere, le sue poesie sono state inserite nelle rispettive antologie. La pubblicazione in una miniantologia poetica e nell'annuario 2005 è a cura della casa editrice Progetto Cultura. Partecipando alla V edizione del Premio Internazionale: Una Rosa per Santa Rosa, riceve Diploma d'Onore per la composizione di Limerik e Calligramma a tema. Significativo il concorso Elsa Morante, dove si è classificata al primo posto.E'amante della bellezza sommersa in tutte le sue forme, dell'Art Nouveau, delle liriche d'amore, della Luna e della musica, con particolare devozione al pianoforte. Scrive di notte, saluta il nuovo giorno prima di andare a dormire e non esce mai di casa senza un oggetto viola indosso. Triade è la sua prima silloge 63 pagine - €. 10.00 Cosimo Cellammare Al di là dei mulini a vento ordinalo sul sito www.romalive.tv Crimini compiuti in nome di Dio. Il libro analizza la metafora del combattimento contro i mulini a vento di Don Chisciotte. Egli vede costantemente nemici che esistono solo nella sua immaginazione. E' storicamente attendibile il fatto che la Chiesa istituzionale abbia continuamente ricercato i suoi "mulini a vento" contro cui scagliarsi? Una paranoica, folle ricerca senza soluzione di continuità di nemici contro cui combattere: musulmani, cristiani, ebrei. Eretici e minoranze religiose. Intolleranza, fondamentalismo e assolutismo hanno portato il cristianesimo ad applicare nei secoli metodi coercitivi e lesivi dei diritti umani, nonché crimini compiuti in nome di Dio. A questa onnipresente ricerca del nemico si ispirano; le crociate, l'Inquisizione, la tortura, i roghi, la persecuzione degli eretici e l'antisemitismo. La pretesa "giusta causa voluta da Dio" della Chiesa e dei papi, è stata sovente pretesto del desiderio di potere e giustificazione di ogni sorta di barbarie. Il testo, oltre alla documentata ricerca storiografica dei grandi eventi epocali summenzionati, analizza le ricadute psico - sociologiche e confuta le tesi revisioniste. Potranno mai i numerosi "mea culpa" dei papi legittimare anche i silenzi in relazione all'Olocausto, gli scandali della pedofilia, il soffocamento dei diritti umani, i crimini passati e recenti? 518 pagine - €. 21.00 Giorgio Mambretti e Jean Séraphin La medicina sottosopra E se Hamer avesse ragione? ordinalo sul sito www.romalive.tv Osannato dai malati, osteggiato dall'Ordine dei Medici, il dottor Hamer colleziona lauree ad honorem in medicina in certi Paesi, e processi in altri, oltre a riempire periodicamente le cronache dei quotidiani di mezza Europa con le sue vicende. Oncologo e ricercatore, basta il suo nome perché nel mondo della Sanità si assista a una levata di scudi... ma le sue casistiche di guarigione delle malattie degenerative sono impressionanti, tali da far vacillare l'edificio della medicina ufficiale... E il dubbio di molti è che il suo sistema sia così osteggiato proprio perché urta gli interessi delle Holding farmaceutiche... Come può essere che una grave malattia come il cancro sia il tentativo del cervello di "riparare" (e quindi di guarire) un trauma subito? E che basti individuare il trauma e "disfarlo" perché il cervello receda dalla sua azione "riparatrice", arrestando quindi la proliferazione delle cellule cancerose? E come possiamo individuare rapidamente questo trauma? Gli Autori, da anni studiosi del metodo Hamer, ce lo spiegano in quest'ottimo libro (l'unico in Italia aggiornato ed esauriente sull'argomento), scritto in modo che tutti lo possano capire, con l'aiuto di argute vignette. 117 pagine - €. 8.50 eur:torrino:news 55 Cathy O' Brien e Mark Phillips Accesso negato alla verità ordinalo sul sito www.romalive.tv Il sottotitolo di questo libro, recita "Una vera storia di controllo della mente umana". Per cercare di capire meglio di cosa si tratti, sul retro leggiamo: "Accesso negato racconta la storia di Cathy O'Brien, vittima insieme alla figlia Kelly, di un programma di controllo mentale della CIA chiamato MK Ultra, e di Mark Philips, ex membro dell'Intelligence che salvò le due donne dagli abusi mentali e fisici a cui erano sottoposte". Una storia vera, quindi, che ha il potere di fornire informazioni dettagliate, in ben 575 pagine, su come la CIA abbia operato il controllo mentale e anche fisico, di alcune persone, allo scopo di formare agenti segreti, in grado di eseguire tutti gli ordini senza ribellarsi. "Accesso vietato per ragioni di sicurezza nazionale", si legge nella prefazione, "è una semplice disposizione di legge del governo federale statunitense che ha l'effetto pratico di impedire agli Americani e ai loro alleati di mettere sotto accusa quei politici che si rendono responsabili di gesti criminali". E' questa la storia di Cathy e di sua figlia Kelly. "Nel 1988, io e Kelly - si legge nelle prime pagine - prima che Mark Phillips ci salvasse liberandoci dalle grinfie del pro- getto Monarca MK-Ultra della CIA, avevamo sperimentato solo una forma di esistenza: il controllo mentale assoluto". Una volta presa coscienza della sua situazione, Cathy decide di porre fine alla spirale di violenza che l'ha coinvolta per anni. Si informa, manda avanti una inchiesta, cerca di recuperare i documenti segreti che parlino di questi programmi di controllo mentale. Tutto quanto è documentato in questo accurato libro-verità. Una storia sorprendente, che, se non fosse tragicamente vera, sembrerebbe quasi un libro di fantascienza. 575 pagine - €. 16.50 Maurizio Blondet Chi comanda in America ordinalo sul sito www.romalive.tv II presente saggio è il logico sviluppo di "1 1 Settembre colpo di stato in U.S.A.", in cui si ipotizza lo scenario non di un attentato, ma di un putsch. In "Chi comanda in America" si analizza chi sono i componenti principali dell'establishment U.S.A.; in questo paese, per esempio, viene istituita una festa nazionale per celebrare il compleanno del rabbino capo della potentissima setta Lubavitcher e il ministro della Difesa, Donald Rumsfeld, ha inaugurato un'inquietante `privatizzazione" del Pentagono (mercenari privati, a con- tratto, formano ormai il 10 per cento della forza armata spiegata sui teatri di guerra, dall'Afghanistan all'Irak); la strategia militare è appaltata a istituti di ricerca privati, come il Defence Policy Board dell'americano israelita Richard Perle. Ora, Richard Perle (già dirigente della Soltam, fabbrica darmi israeliana) siede con il numero due del Pentagono Paul Wolfowitz e col numero tre, Douglas Feith, in un'altra "fondazione culturale" privata: il Jewish Institute for National Security Affairs (ANSA). Qui, con i "consiglieri strategici" privati e filo-israeliani, compaiono generali e ammiragli che presiedono i consigli d'amministrazione delle grandi fabbriche di armamento a con- tratto per il Pentagono, il cosiddetto complesso militare-industriale. Nel JINSA si annodano le volontà politiche convergenti, l'abitudine alla segretezza, l'ideologia guerrafondaia, la disponibilità di mercenari tecnologicamente avanzati e - soprattutto tecnologie militari e top secret che possono trasformare un Boeing di linea in un proiettile volante teleguidato, solo modificando il software del pilota automatico. Insomma, le competenze necessarie per attuare gli eventi dell' 1 1 settembre e realizzare, dietro la maschera dell'attentato "arabo", un colpo di Stato. 186 pagine - €. 13.00 Dott. Heinrich kremer Sistema immunitario e vaccinazioni ordinalo sul sito www.romalive.tv Heinrich Kremer, dal 1981 all'88, è direttore medico della clinica specializzata per tossicomani della regione di Berlino, Brema, Amburgo, Schleiring-Holstein e Bassa Sassonia. Le sue specializzazioni principali sono: riabilitazione psicosomatica, ricerca clinica e profilassi di infezioni. Nell'ottobre dell'82 effettua la prima prova clinica dei vaccino dell'epatite B e successivamente, in Germania, la prima prova 56 eur:torrino:news clinica dei test di anticorpi dell'HIV. Nel 1988 si dimette per disaccordo sulla politica per le droghe, i vaccini e l'AIDS. È perito, professore e redattore indipendente in medicina sociale e conduce ricerche su droghe e AIDS e medicina dell'AIDS. Dal '95 al '99 è stato membro del "gruppo di studio su immunità e nutrizione", diretto dal Dott. Alfred Hassig. "Negli ultimi dieci anni vi è stata una rivoluzione silente nel campo della ricerca immunologica, sto parlando della ricerca della medicina ufficiale. Le conseguenze, i risultati di queste ricer- che, invece, hanno avuto minime ricadute nella pratica quotidiana a livello medico scientifico. Per quella che è la mia esperienza posso dire, abbastanza tranquillamente, che la maggior parte dei medici non conoscono le acquisizioni più recenti a livello della ricerca in campo immunologico. Tuttavia i risultati di queste ricerche hanno un effetto determinante anche sii quella che sarà la prassi nel campo delle vaccinazioni, e gli effetti sono sia di tipo diretto che di tipo indiretto". 98 pagine - €. 9.50 eur:torrino:news 57 Peter Godman Hitler e il Vaticano ordinalo sul sito www.romalive.tv Dagli archivi segreti vaticani la vera storia dei rapporti fra il nazismo e la chiesa. Da sempre la politica della Chiesa cattolica di fronte all'ascesa dei nazisti e al loro distruttivo dominio è un tema controverso. Pio XII è passato alla storia come "il Papa di Hitler", un antisemita connivente, che si rifiutò di condannare il nazismo in modo esplicito e mai esortò i cattolici a opporvisi. Eppure questi giudizi si fondavano su prove sommarie perché il Vaticano ha tenuto segrete fino ad oggi le carte relative alle proprie attività interne in quegli anni cruciali, sottraendole all'esame degli storici. Solo nel febbraio del 2003 la Santa Sede ha aperto i suoi archivi. Peter Godman, studioso imparziale e acattolico, è stato uno dei primi a visionare quel materiale inedito. Il suo contenuto impone una revisione del giudizio sulla Chiesa romana di quell'epoca, un'istituzione "a più voci", tutt'altro che monolitica, in cui il legalismo ebbe la meglio sul senso morale della tragedia che si andava consumando. Intorno alla metà degli anni '30 il Vaticano redasse alcune bozze di totale condanna del nazismo, bollato come eretico, ma quando Mussolini si avvicinò a Hitler, Pio XI limitò la sua esecrazione al solo bolscevismo e ripiegò sulla diplomazia. La Chiesa, insomma, fu portata fuori strada non tanto dal "Papa di Hitler", che non fece che proseguire la politica di Pio XI, quanto da un tragico errore di calcolo e da una relazione speciale con Mussolini che, con fosca ironia, arrivò persino a proporre la scomunica del Fuhrer. Grazie alla riproduzione integrale dei documenti più importanti e all'analisi di numerose conversazioni tra Pio XI e i suoi cardinali, "Hitler e il Vaticano" è il più straordinario viaggio mai compiuto all'interno degli archivi segreti del Vaticano. Peter Godman dopo aver insegnato all’Università di Tubinga, oggi è docente di lingua e letteratura latina medievale all’Università “La Sapienza” di Roma. Nel 2004 ha pubblicato I segreti dell’Inquisizione (Baldini Castoldi Dalai). 273 pagine - €. 27.00 Dave Vonkleist "Speciale 11 Settembre" + DVD "9/11 in plane site" Il documentario che cambia per sempre l'11 settembre 2001 ordinalo sul sito www.romalive.tv Come mai all'America e al mondo intero non sono state mostrate le immagini del Pentagono prima che crollasse il muro perimetrale, ben 33 minuti dopo l'impatto? Forse perché si sarebbe visto un buco largo appena più di cinque metri. Come potrebbe mai passarci un Boeing 757 alto 14 metri e largo più di 40, senza lasciare traccia di rottami all'esterno, ne danni ai piani superiori? I media riportano che nel prato di fronte al Pentagono l'impatto dell'aereo aveva formato un cratere largo trenta metri: come mai non si vede in nessuna fotografia? Come mai non si vedono tracce di impatto, ne di incendi, ne di rottami? Dov'è l'aereo? Dove sono le ali, i motori, la coda, i sedili, i carrelli, i bagagli? Com'è che un impiegato della Fox News, testimone dell'attacco alla seconda torre, ha dichiarato di non aver visto alcun finestrino sui lati del volo 175 della United Airlines? Perché pompieri, giornalisti e molti altri presenti al WTC hanno descritto il crollo degli edifici Uno, Due, Sette come se si trattasse di una demolizione controllata? Che ne è stato delle numerose testimonianze che parlavano di bombe ed esplosioni all'interno e intorno al Word Trade Center, o del ritrovamento di un furgone riempito di esplosivo? Che dire della scioccante ammissione televisiva da parte del locatario del WTC? Cos'è quel lampo che si osserva sulla parte destra del Boeing 767 un'attimo prima dell'impatto sia sulla Torre Nord che su quella Sud, e ripreso dalle telecamere di ben cinque operatori fra cui CNN e ABC? Se si, come avrebbe potuto passare inosservato alla partenza da un aeroporto commerciale? E qual'era il suo scopo negli attacchi? Queste e numerose altre anomalie vendono presentate in questo eccezionale documentario che, utilizzando materiale audiovisivo inedito o mandato in onda solo una volta, demolisce impietosamente la versione ufficiale dell'11 settembre 2001 e smaschera il sadico gioco del terrore la cui posta finale è una sola: la nostra libertà. "Speciale 11 settembre + DVD "9/11 in plane site" 14,90 euro. Non vendibili separatamente Chis Griscom Il tempo è un'illusione ordinalo sul sito www.romalive.tv Alla ricerca delle vite precedenti. Chis Griscom racconta gli episodi più importanti della sua vita spirituale, quelli che hanno rivelato le sue doti eccezionali, e gli avvenimenti più significativi che hanno caratterizzato la sua esistenza. 58 eur:torrino:news Si tratta i episodi estremamente affascinanti, che comprendono incontri con esseri di altri mondi e lo sviluppo delle facoltà psichiche. Espone inoltre le sue tecniche di meditazione e suggerisce i modi per scoprire il proprio se superiore. L'Autrice offre inoltre la sua straordinaria esperienza nel far risalire alle vite precedenti le persone che frequentano i suoi corsi, ottenendo così anche gua- rigioni eccezionali. Dopo alcune sedute preparatorie, gli allievi vengono abilmente guidati in tali viaggi interiori che consentono di vivere in maniera chiara e verosimile le vite anteriori. Il volume contiene numerose testimonianze di soggetti che hanno così sperimentato le possibilità di varcare l'illusorio limite del tempo e dello spazio. €. 12,91 Guido Ferrari La reincarnazione ordinalo sul sito www.romalive.tv La dottrina della reincarnazione è patrimonio di fede dell'oriente; scopo delle molte vite sarebbe quello di purificarsi e fare esperienze, ai fini dell'evoluzione e secondo le leggi del karma. Anche l'occidente, tuttavia, oggi si interessa ad esse e con il suo spirito indagatore va alla ricerca di indizi che la confermino. In questo filmato vengono mostrati esperimenti di regressione in stato di ipnosi che portano i soggetti a imbattersi in quelle che sembrano vite precedenti; inoltre si viene confrontati con i ricordi spontanei di bambini piccoli, i quali appena cominciano a parlare raccontano di situazioni, persone, storie di vita che non hanno nulla a che fare con quella attuale, ma che trovano precisi riscontri in esistenze precedenti. La casistica, ormai vastissima, è stata raccolta non soltanto in India e nei paesi in cui si crede nella reincarnazione, ma un po' in tutto il mondo. Come se spiegano questi fatti? Veramente non si vive una volta sola ma tante? Il materiale qui raccolto indurrebbe a crederlo… VHS + libro €. 20,61 Elvira Casciaro Pianeta K ordinalo sul sito www.romalive.tv "Pianeta K" ci proietta, di colpo, in un'altra dimensione: il mondo dei malati, quindi dei diversi. E' un mondo che si tente di non vedere, perché il malato o il diverso fa sempre paura, o quanto meno turba. E' una dimensione in cui anche le coordinate più familiari, quali lo spazio e il tempo, perdono la loro consueta con- notazione per assumerne un'altra, più intimamente lagata al vissuto e all'esperienza del soggetto: ed ecco che gli spazi diventano enormi, infiniti, mentre il tempo diventa una sequenza interminabile di secondi sempre uguali. In questa nuova dimensione, o, se vogliamo, in questo nuovo pianeta, il malato deve vivere, imparando a controllare le paure, le ansie e la fragilità della sua condizione. Chi riesce a farcela, dice l'autrice, ha senz'altro qual- che chance in più per vincere la malattia. La seconda parte del libro ci presenta una serie di brevi ritratti di persone che, in un modo o nell'altro, hanno fatto o fanno parte di questo pianeta. Da queste persone si possono apprendere, in positivo o in negativo, i codici comportamentali più idonei per poter convivere in maniera dignitosa con il male da cui si è affetti. 102 pagine - €. 10.00 Marcello Pamio Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale ordinalo sul sito www.romalive.tv Non appartengono a nessuna razza o religione i nuovi padroni del mondo, sono i creatori del Dio denaro, stravolgono e nascondono la verità, ammazzano quando lo ritengono opportuno. Prendendo spunto dall'analisi dei maggiori organismi di politica internazionali (il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l'Onu, l'Organizzazione per il Commercio, ecc.) e di quelli che sono, in realtà, i compiti da questi svolti, Marcello Pamio ci introduce in un mondo di corruzione e cospirazione, di massoneria e sette segrete, di personaggi che lavorano dietro le quinte per mantenere il potere nelle mani di poche famiglie, "i burattinai". Osservando come operano e da chi sono gestite le grosse multinazionali, le banche e le organizzazioni internazionali, l'autore porta alla luce una rete di collegamenti tra uomini politici di tutto il mondo e un piccolo gruppo di famiglie, per lo più di banchieri, il cui obiettivo è di mantenere il controllo totale sul mondo e sugli individui, anche attraverso la manipolazione della salute e la diffusione delle malattie. Un libro completo e chiaro, che fa nomi e cognomi dei personaggi implicati. Un testo di controinformazione che tutti dovrebbero leggere prima di fare la spesa, ascoltare il telegiornale o dare il proprio voto! Ma Marcello Pamio non si ferma a questa semplice analisi del mondo in cui viviamo: egli spiega che il "lato oscuro" è la famosa ombra straordinariamente descritta dal grande psicanalista Carl Gustav Jung presente in ognuno di noi. In particolari ed estre- me condizioni essa arriva a controllare e manipolare la persona stessa e, di conseguenza, le masse. Solo scelte consapevoli possono abbattere la piramide che il governo occulto ha creato per mantenere l umanità nello stato di prigionia in cui si trova oggi. Marcello Pamio giornalista, vive a Padova. Ha lavorato per alcuni anni nella redazione della famosissima rivista Nexus (edizione italiana), che da sempre si occupa di denunciare ciò che le fonti d'informazione ufficiali censurano. Dal 1998 è curatore del sito web www.disinformazione.it vero e proprio punto di riferimento per chi cerca informazioni che vadano oltre le verità ufficiali. 200 pagine - €. 10.00 eur:torrino:news 61 CEDOLA D’ORDINE Compilate la parte sottostante, affrancate e spedite in busta chiusa pagamenti • I pagamenti posso essere effettuati direttamente con carta di credito, a mezzo bonifico bancario anticipato presso: Cognome Nome Via Cap Città Tel. Fax Provincia E-mail Partita IVA n° N° copie Service & Business 2001 s.r.l. BANCA Sella Agenzia Roma 1 c/c n. 000902822340 ABI 03268 CAB 03201 CIN T N° (solo se desiderate la fattura) Titolo Prezzo bonifico su conto corrente postale: intestato a Sergio Di Mambro c/c postale n. 67231753 • oppure in contrassegno pagando al corriere al ricevimento del pacco, il totale dell'ordine, più € 3,50 per la quota fissa di spedizione. Ci riserviamo circa 5 giorni prima di spedire la merce (il tempo di ricevere e controllare il pagamento); per velocizzare la prassi, sarebbe opportuno che ci venisse comunicato tramite Fax al numero 06233231706 o via email all'indirizzo [email protected] il n. di CRO dell'avvenuto pagamento. Totale • Gli ordini provenienti dall'estero, vanno effetuati via email all'indirizzo [email protected] indicando nella stessa il titolo, il numero dei libri interessati, la vostra residenza e la modalità di pagamento che si desidera utilizzare (a mezzo bonifico bancario o con versamento su c/c postale). 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