Editoriale 4 Intervista al Dott. Marco Amati Viaggio nel Garden 3 Fontane La salute passa per il corpo… e anche per la mente… Il legale risponde… Booklet: tre album per approfondire… Open Space. La rubrica del software libero Quando l’informazione è OK! Counselling: il significato dell’integrazione Vinitaly, the world we love? Cinema: Nemico pubblico n° 1 Teatro: Divinamente Roma Aneddoti: fait divers della Storia Profili letterari: Alexandre Dumas, bongustaio sopraffino La psicologa risponde Moda Autunno - Inverno 2009 - 2010. La donna che verrà Oroscopo La Rete come conoscenza: quello che i potenti ci nascondono 6 10 12 16 18 24 28 30 34 38 42 46 52 54 56 58 60 62 www.ilperiodico.it Eur Torrino News Pubblicazione mensile ANNO VII n° 4 aprile 2009 Editrice: Service & Business 2001 Direttore responsabile: Sergio Di Mambro Redazione: Viale degli Eroi di Rodi, 214 Tel. 06.5083731 Grafica: Fabio Zaccaria Stampa: Ripoli snc Hanno collaborato: Stefano Ursi, Fabio Zaccaria, Simonetta Mulas, Cristina Cese, Roberta De Vito, Katia Schieda, Augusto Culasso, Marco Marini, Eleonora Clemente, Vera Casciaro. Per la pubblicità su “Eur Torrino News” telefonare al numero: 06.50797732 oppure al 380.3965716 oppure inviare una e-mail all’indirizzo: [email protected] 38 28 62 La direzione si riserva il diritto di valutare i testi pervenuti. Il materiale non verrà restituito. Finito di stampare nel mese di: aprile 2009 g it e. iv ol zi .la w .it w w w w w .r w w w or e. liv a om ur .e w w w lia a to rr liv in e. ol or iv g e. it 56 ] a cura di Sergio Di Mambro [ Editoriale: Un taglio veloce ed efficace, con scorci sull’attualità e sulla storia della nostra città. Questo è il look che distingue l’Eur Torrino News di Aprile, un numero rivolto all’arrivo dei mesi estivi e pienamente inserito nel clima di multi-tematicità che è ormai marchio di fabbrica della rivista. Teatro, cinema, moda, profili letterari e aneddoti che affondano le proprie radici nel tempo. Su questa base si innesta il mix informativo e comunicativo della rivista. Da poco l’Abruzzo, ma a ben vedere l’Italia tutta ha visto tremare la terra e tutte le sue certezze, sbriciolate fra le macerie di un sisma di inaudita violenza; è scattata subito la gara di solidarietà della gente comune, toccata nel vivo dalla gravità dell’evento, che ha visto, finora, circa 300 morti, migliaia di sfollati e interi centri distrutti. La redazione dell’Eur Torrino News si stringe attorno alle vittime del sisma, a coloro che non hanno più una casa o peggio, non hanno più una famiglia cui aggrapparsi nel momento del dolore. Si spera in una veloce e solida ricostruzione. Buona lettura Grafica: Romalive Intervista al Dott. Marco Amati, DIRETTORE DELL’AGENZIA ITALIANA INVESTIGAZIONI Dott. Amati, parliamo di famiglia. Quando in una famiglia si ha un dubbio inerente al rapporto coniugale, come ci si deve comportare? Diciamo subito che il singolo che subodora qualcosa di strano, si mette in movimento per conto proprio, con mezzi propri. In molti casi si fanno chiaramente degli errori, perché la persona è coinvolta ed entra nella spirale della preoccupazione, nella quale si vedono bugie dappertutto. In questi casi ci si deve affidare ad un professionista esterno, che sappia capire in tempi brevi se qualcosa non va; guardi, anche una settimana basta per trovare i segni salienti. Voglio sottolineare, a corollario di ciò che abbiamo detto, che l’esperienza di un consulente può aiutare anche a ritrovare la serenità familiare, che viene spesso turbata dalla depressione che insorge in chi non trova soluzione alle sue preoccupazioni coniugali. Come ci si accorge del tradimento coniugale? Gli indizi sono tanti e complessi, ma c’è una tipicità cui spesso si può fare riferimento: cura eccessiva della persona, ritardi giustificati con motivi vaghi e cura maniacale del cellulare, mai lasciato incustodito. Poi si ha quasi difficoltà a guardare negli occhi l’altro coniuge, cosa che colpisce anche i più avveduti e avvezzi al tradimento. Diciamo che esiste la necessità di un dialogo familiare ampio e frequente, che permetta ai coniugi di non andare a due velocità diverse, situazione nella quale è molto facile che si insinui una terza persona. È anche vero che queste difficoltà di dialogo spesso non vogliono essere viste, si rimanda il problema, ma questo attiene anche ai problemi con i figli, evidentemente. Un coniuge si rivolge a voi. Si iniziano le indagini. Il materiale che voi reperite, può anche essere utilizzato nel dibattimento processuale? Diciamo subito una cosa; noi interveniamo sull’incarico per far luce, quindi se un coniuge non ha fatto nulla per giustificare i dubbi dell’altro, noi siamo anche pronti a metterlo per iscritto. L’indagine si svolge così: si parte dallo studio dei dati che ci vengono forniti e semmai si richiede un contributo aggiuntivo di informazioni. Una volta approntato il tutto possiamo partire con le indagini, ma sempre con calma e cautela, per evitare di “bruciare” l’operazione. Da qui si riesce, piano piano, a monitorare le azioni del coniuge e a capire se realmente se ci siano elementi che vadano in quella direzione. Poi se è il caso, consigliamo di rivolgersi ad un legale, con le nostre risultanze mes- 6 eur torrino news se per iscritto. La cosa che ci tengo a sottolineare è che noi operiamo sempre alla ricerca della verità, non diremo mai ad un cliente “ci sembra che”, “presumiamo che”. La superficialità non rientra in un lavoro altamente professionale. Quanti si riappacificano dopo? Una volta che si conosce la verità, è tutto più facile da affrontare; se c’è un sentimento vero, nel 60 - 70% dei casi il rapporto si può ricostruire, anche facendo autocritica, perché se c’è stato il tradimento è evidente che una delle cause scatenanti potrebbe essere stato un momento di allontanamento fra i coniugi. Quando uno dei due tradisce, con chi lo fa? Spessissimo con persone molto vicine, dai classici amici di famiglia ai colleghi di lavoro, fino all’amico conosciuto in palestra. Il fenomeno dei gigolò è molto meno frequente per quanto riguarda l’universo femminile. Quando si tratta di donne, il più delle volte si tratta di solitudine vera e propria e io, a volte, ho invitato alla separazione, perché nel momento in cui il rapporto è terminato vale la pena di rifarsi una vita e non di buttarsi in situazioni di questo tipo. Qual è il target, in termini sociali, che si rivolge all’agenzia? Nel corso degli anni ’90 fino al 2000 era alto, poi anche il target medio si è avvicinato alla tematica, in quanto il fenomeno è ormai assolutamente trasversale; io amo sempre dire che noi non ci rivolgiamo al mondo dei vip, ma alle persone normali che hanno problemi normali. Diciamo che ormai il target comprende quasi tutti, perché la problematica è in netta crescita. Oggi Internet è uno strumento potente e si parla spesso di amante virtuale; le è mai stato chiesto di indagare su una cosa del genere? Sì. Questo genere di casi rispecchia decisamente la realtà dei nostri giorni e si hanno sempre le stesse risultanze: il mondo virtuale ha sostituito la realtà vera e tutti si chiudono in sé, davanti ad un pc. Facebook, ad esempio, è un mezzo per ritrovare degli ex ed è una scappatoia dalla realtà, che non si accetta per quella che è. Il rischio più grave in realtà è che non si sa mai chi si nasconde dall’altra parte del monitor, quindi sarebbe il caso di avvicinarsi al virtuale con una certa cautela. Il sorriso: elemento fondamentale nell’estetica del viso La parola estetica deriva dal greco Aistètikos: sensibile, capace di sentire. Oggi, andando a cercare sul vocabolario, troviamo che estetica è: l’insieme dei fattori accettati dal gusto e dal sentimento del bello. Volendo unire queste due definizioni, potremmo dire che, in base alla nostra cultura, ai modelli che quotidianamente ci vengono proposti siamo capaci di avere una notevole sensibilità che ci porta a giudicare ciò che ci circonda e classificarlo immediatamente come qualcosa di più o meno bello. E ogni volta riconosciamo qualcosa di bello, un sentimento particolare si muove in noi e ci dà un’emozione. Per cui, siamo disposti in maniera sicuramente positiva verso quella cosa che stiamo osservando. Gli anglosassoni direbbero che si instaura un “feeling”. Da molto tempo ormai viviamo nella società dell’immagine. La ricerca del bello nelle cose e nel corpo è ormai un dato di fatto, di più, è una necessità vitale. La bellezza del nostro corpo ci rassicura e ci rende più disponibili con i nostri simili. Molti di noi investono una grande quantità di tempo, impegno e denaro per migliorare la propria salute e l’aspetto estetico generale, ma troppo spesso i nostri denti e le nostre gengive sono tristemente trascurati. In realtà, quando ci presentiamo per la prima volta ad un’altra persona, il sorriso rappresenta uno dei più importanti caratteri somatici posseduti, soprattutto se questo rispetta dei canoni estetici ormai universalmente accettati per ciò che riguarda le proporzioni, la posizione ed il colore dei denti. È il nostro primo “biglietto da visita”. A questo proposito, in uno studio pubblicato nel 2008 dalla American Accademy of Cosmethics Dentistry, (AACD) è emerso che il 92% dei soggetti intervistati utilizza il proprio sorriso quale indice dello status sociale. E quasi tre americani su quattro ritiene che avere dei denti perfetti sia la chiave per avere più successo in ambito lavorativo e sentimentale. Un quadro rispecchiato anche in Italia dove, da un sondaggio dell’Osservatorio Listerine® della casa farmaceutica Pfizer fatto nel 2007, emerge che il 70% degli intervistati ritiene il sorriso il principale passaporto verso nuovi amori e nuove amicizie. Purtroppo, per molte persone il proprio sorriso è fonte di inibizione, una condizione per cui non si ha una buona impressione di sé, al punto che spesso si preferisce quasi evitare di sorridere per la paura di come gli altri ci possano percepire. Se a questo si aggiungono poi cure odontoiatriche inappropriate, il risultato porta a pazienti con problemi complessi che coinvolgono i denti, le gengive e l’occlusione (allineamento dentale). Ovvero, il sorriso in maniera lenta e costante, “matura” in senso sgradevole. Sono esattamente queste le motivazioni per cui è in continua crescita l’esigenza di trattamenti estetici. Oltreoceano il fenomeno ha fatto registrare l’anno scorso una spesa di quasi un milione e mezzo di dollari. Secondo l’AACD, questa tendenza è in continua ascesa: solamente negli ultimi dodici mesi le prestazioni dentistiche destinate a migliorare il sorriso sono aumentate di oltre il 12%. Ma in che modo si può intervenire per apportare delle modifiche al sorriso? La risposta è: sbiancamento e corone e/o faccette integrali in ceramica. Nel primo caso, con un trattamento domiciliare di 10/15 giorni è possibile contrastare tutti quei fattori, come fumo di sigaretta, caffè, the, ecc…, che nel tempo macchiano i denti. Ma, col passare del tempo, questo tipo di trattamento cosmetico, tende a perdere il suo effetto, con conseguente necessità di ripeterlo per mantenere il risultato ottenuto in precedenza. Ed inoltre i denti mantengono inalterate le loro caratteristiche di forma e posizione. Quindi possiamo dire che non ci troviamo di fronte ad una soluzione permanente. Per questo, chi cerca un “sorriso da star” può ricorrere alle faccette e/o corone integrali in ceramica. Ed è, come sempre, negli Stati Uniti che questa pratica si è presentata per la prima volta. Già nei film in bianco e nero, alcuni attori erano soliti porre sopra i propri denti naturali dei manufatti in resina che, indossati durante le riprese, rendevano i loro sorrisi sicuramente da vere star. Da allora ad oggi tale pratica si è andata sempre più perfezionando, tanto che sono in continuo aumento le richieste per ottenere un sorriso da “VIP”. Proprio perché è l’unico mezzo sicuro e definitivo per dare il colore e la forma che si vuole ai denti ricreandone la translucenza naturale, e rendendo praticamente impossibile distinguerle dai denti naturali. Così, anche se la vostra bocca è un completo caos, la nostra esperienza e professionalità possono creare il sorriso dei vostri sogni. Il nostro studio è in grado di offrire un ulteriore servizio per ciò che riguarda le modalità di pagamento. Per info puoi contattarci o visualizzare direttamente la pagina convenzioni sul nostro sito. PRIMA Studio dentistico Dott. Fabrizio Forte Via Berna, 25 Tel. 06.52274871 www.smilecare.it DOPO O I G G A L I V NE Garden lla scoperta della varietà multiforme del mondo vegetale, ci siamo imbattuti in una struttura davvero sorprendente, il Garden 3 Fontane, luogo in cui si mescolano l’alta tecnologia e la straordinaria naturalezza dello sbocciare di un fiore. Circondato da una grande distesa di verde, il Garden mette in mostra una varietà di specie vegetali, tale da far perdere lo sguardo fra alberi da frutta e rose rosse, fra piante tropicali e vasi ornamentali in terracotta. Uno spettacolo per gli occhi. Tutto da gustare in una splendida giornata di sole. Andiamo ora a parlare con il sig. Roberto Camposecco, titolare della Garden 3 Fontane, il quale ci guiderà all’interno della struttura, in cerca di bellezze naturali ed eventi futuri. te da interno e da esterno, ad alto e basso fusto, piante mediterranee e a fioritura stagionale. Abbiamo inoltre un vasto assortimento di vasi in plastica, vetroresina, terracotta, artistici, e facciamo servizio di consegna a domicilio. Voglio sottolineare il nostro punto di forza: le piante da appartamento, utili per abbellire una casa o un ufficio. Sig. Roberto, quando nasce la sua azienda e quali servizi fornisce? La Garden 3 Fontane nasce nel 1998, prima eravamo in Via S. Petronilla, presso un altro garden. Ora ci siamo collocati in via Laurentina 90, davanti a piazza Ardigò. È una struttura sui 20.000 mq totali, di cui 1200 coperti totalmente. Offriamo tutto ciò che concerne il servizio per il verde, con pian- Facciamo una panoramica sulle piante che possiamo trovare nel suo garden? Dalla più richiesta, il geranio, che credo sia la pianta più frequente nei terrazzi, alle piante mediterranee, che io amo molto, tra cui il rosmarino, la vestigia e la poligona. Insomma di piante ne abbiamo moltissime, di tutte le misure, ma soprattutto di altissima qualità. A 10 eur torrino news F ontane C’è una particolarità su cui però vorrei lei si soffermasse: le tessere esclusive che offrirete ai clienti. Sì, è un’iniziativa che mettiamo al servizio di tutti coloro che desiderano avere con noi un rapporto privilegiato; infatti ne abbiamo realizzate solo 2000, per una clientela che dovrà avere sconti particolari e un trattamento esclusivo durante tutto l’arco dell’anno. La salute passa per il corpo per la ma anche mente… Ansia e depressione Ansia e depressione sono emozioni e stati d’animo universali che appartengono al quotidiano della vita dell’individuo. La sintomatologia depressiva, dalle sue tinte più sfumate e lievi alle sue manifestazioni più eclatanti, è sempre legata alla diminuzione del tono di fondo dell’umore. È sempre presente il calo del livello energetico. È sempre compromessa l’iniziativa nelle relazioni interpersonali e nella partecipazione alla vita. La depressione è definita come una perdita di interesse e di piacere che pervade l’individuo in tutte le sue attività in modo insistente e più o meno duraturo. Le variazioni del tono dell’umore possono essere relative a una causa esterna, depressione reattiva, oppure no, e quindi risultare incomprensibili, depressione endogena. Le manifestazioni cliniche più sfumate di una depressione del tono dell’umore sono spesso parte del corredo caratteriale della personalità. Nella depressione reattiva il paziente vive il proprio dolore lottando, piangendo, parlando, sfogandosi, non smette di sperare che qualcosa intervenga, per cambiare, per riavere un po’ di pace, per riprendere e partecipare alla vita senza angosce. La depressione reattiva è correlabile a eventi di particolare significato, la perdita di una persona cara, l’abbandono. Nella depressione endogena, il paziente non lotta, non piange, non spera, non pensa ad un futuro migliore. È rivolto al proprio passato di cui nulla può essere modificato, poiché si è interrotto il filo conduttore che dava senso alla vita. L’ansia è caratterizzata da alterazioni della regolazione dell’umore del comportamento, delle emozioni sempre associati a manifestazioni neurovegetative. MANIFESTAZIONI ANSIOSE Attacchi di panico Disturbi fobici Patologie dovute a stress Disturbi ossessivo-compulsavi La sindrome ansioso-depressiva è il quadro patologico più diffuso nella società occidentale. Molte persone, per abuso di alcool, droghe, farmaci chimici, e alimentazione non equilibrata soffrono di sintomi in qualche modo correlati a questa sindrome. L’omotossicologia svolge un ruolo importante nella terapia delle forme ansioso-depressive. I risultati profondi e duraturi, l’assenza di effetti collaterali sono stati dimostrati da innumerevoli studi clinici. 12 eur torrino news L’omotossicologia è l’omeopatia delle basse diluizioni che agiscono a livello tissutale e che non prescindono dall’azione chimica delle diverse sostanze. I farmaci omotossicologici, composti da associazioni di rimedi omeopatici in bassa diluizione, sono l’ideale per agire a livello somatopsichico. CUPRUM è il farmaco dell’ansia con manifestazioni neurolologiche spasmodiche; ARGENTUM è il rimedio più profondo dell’ansia anticipatoria con ripercussioni a livello gastroenterico; AURUM è il rimedio dell’ansia depressiva scompensata, con riflessi a livello Cardiocircolatorio. Anche i rimedi vegetali possono essere utili: le piante della famiglia delle SOLANACEE, delle RANUCOLACEE, delle LOGANIACEE, rispettivamente per depressioni endogene, esogene, e con componente ormonale. Ancora rimedi omotossicologici NUX VOMICA IGNATIA GELSENIUM hanno effetto ansiolitico e sedativo. Sarà il medico, con perizia clinica e coscienza, a scegliere la terapia adatta ad ogni paziente, considerando le tre dimensioni della natura umana: l’aspetto fisico, psichico e spirituale, per addivenire ad un quadro veramente solistico. Infine: la partecipazione del paziente che deve identificare e cambiare comportamenti e stili di vita è fondamentale. Dott.ssa Rossana Lembo Medicina Estetica V.le degli Astri, 59 Pal C. Int. 9 Tel. 06 5204699 331 4956995 Grafica: Romalive Grafica: Romalive … e d n o p s i r e l a g e Il l Grazie, ho ricevuto tante mail per chiedermi consigli o semplicemente per fare dei complimenti, chiaramente sempre graditi perché questo significa che la mia rubrica riesce ad interessare Voi lettori e che, soprattutto, sono riuscita nel mio scopo di creare uno spazio amichevole pur trattando temi difficili e a volte anche dolorosi. Prometto che risponderò a tutti coloro che mi hanno inviato richieste e pareri, abbiate solo un po’ di pazienza! Gentile Avv. Gasparri, È la prima volta che mi rivolgo per un consiglio ad una rubrica di un mensile ma sono disperata e leggendo con quanta chiarezza risponde ai lettori mi ha dato fiducia ed eccomi qui! Sono separata da mio marito da circa un anno e purtroppo tutti i mesi è una storia per ricevere con regolarità l’assegno stabilito dal Giudice per il mantenimento sia mio che di mia figlia. Può immaginare in che stato di ansia vivo ogni fine del mese non sapendo se al successivo potrò contare su quanto mi è stato assegnato che già di per sé mi permette a malapena di poter vivere. Spesso mi trovo in grande difficoltà per fare la spesa soprattutto all’ultima settimana… Le domando, visto che il mio ex marito lavora con uno stipendio fisso e sono in possesso della sua dichiarazione dei redditi dell’anno passato, cosa posso fare perché riesca ad ottenere il bonifico mensile pattuito con regolarità o quali sono le norme attraverso le quali posso procedere. Grazie, distinti saluti. Loredana T. Torrino Nord Gentile lettrice, quando due coniugi si separano, il coniuge al quale non è addebitata la separazione ha diritto di ricevere dall’altro un assegno di mantenimento, se è sprovvisto di adeguati redditi propri, come cita l’art.156 c.c. Per ottenere l’assegno di mantenimento, secondo la Corte di Cassazione, c’è bisogno dei seguenti presupposti: 1. La non addebitabilità della separazione al coniuge che chiede il mantenimento; 2. La mancanza di adeguati redditi propri senza che si debba dimostrare uno stato di indigenza o di totale assenza di mezzi di sostentamento, deve sussistere una notevole disparità economica tra i due coniugi; 3. L’impossibilità da parte del coniuge che chiede il mantenimento di poter mantenere lo stesso tenore di vita che aveva in costanza di matrimonio. Il Giudice, per stabilire l’entità dell’assegno, dovrà valutare la situazione economica di entrambi i coniugi tenendo conto non solo dei redditi, ma anche del patrimonio immobiliare degli stessi e della loro capacità di lavoro. Pertanto, una volta valutati tutti questi aspetti, il Giudice può anche statuire che ognuno dei coniugi possa provvedere autonomamente a se stesso attribuendo l’assegno al solo bisogno e mantenimento dei figli minori. Nel suo caso, trattandosi di una separazione consensuale, avete raggiunto un accordo, attraverso i vostri legali, di una somma che avrebbe dovuto provvedere al suo fabbisogno e a quello di sua figlia minore. Non avendo Lei un proprio reddito e niente altro che possa garantire un ingresso economico che non sia l’assegno stabilito dal Giudice si potrebbe ravvisare la violazione dell’art. 570 c.p. laddove si evince il reato di “Violazione degli obblighi di assistenza familiare” e cioè quei mezzi necessari per soddisfare le esigenze elementari di vita. Ciò sempre che sia possibile dimostrare che suo marito continui a vivere una vita di agi e senza nessun mutamento rispetto a prima della separazione e che non versi l’assegno semplicemente per noncuranza. Se così fosse, le consiglio di rivolgersi al suo legale di fiducia, il quale provvederà a notificare al suo ex coniuge un precetto (formale intimazione ad adempiere il debito). Trascorso il termine, prefissato dalla legge, se non avrà adempiuto si potrà procedere, a mezzo di Ufficiale Giudiziario, ad un pignoramento pari alle mensilità non pagate. Le auguro di risolvere al più presto, e grazie per la fiducia data. Avv. Giuseppina Gasparri Mail: [email protected] Booklet due album per approfondire… ] di Fabio Zaccaria [ Bat for Lashes - Two Suns Il debutto del 2007 fu uno dei più folgoranti del periodo, di rado ci è capitato di trovare in un album d’esordio tanta qualità e originalità. Nel frattempo l’astro della anglo-pakistana Natasha Kahn è andato affermandosi sempre più. Reduce da un tour in cui è stata scelta come spalla dai Radiohead, la poliedrica artista ha voluto cambiare aria: è volata a New York dove è potuta entrare in contatto con la scena artistica locale. Two Suns è decisamente più maturo del suo predecessore, più a fuoco, laddove l’esordio sembrava a tratti straboccare d’incontrollata creatività. Il sound è orientato maggiormente verso suoni sintetici decisamente eighties, una virata netta che ridimensiona la componente neo-folk del precedente lavoro (Peace of Mind tuttavia è un Gospel bello e buono, pieno di slides e banjo). In Siren Song ritroviamo l’epico crescendo in precedenza affidato a Bat’s Mouth, mentre The Big Sleep è un duetto di chiusura che vede la collaborazione di Scott Walker: un dialogo costante tra leggerezza e dramma, tutto giocato sulla contrapposizione delle due vocalità, sostenute da un drammatico piano d’altri tempi. Il suo eclettismo di fondo è confermato da una miriade di citazioni cinematografiche e letterarie, condite in un’aura mistica che pervade tutto il disco da cima a fondo. La Kahn, va detto, sta ormai affermandosi ogni giorno di più quale icona “alternative-glamour”, complice un aspetto fisico assai gradevole e la benedizione di matrone del calibro di Bjork e Tori Amos. In un certo senso si potrebbe considerarla quanto di più vicino possa oggi esserci alla migliore Kate Bush, magari più acerba, certo, ma in grado di integrare abilmente la componente musicale e scenografica. Durante i suoi concerti live non si può non notare una certa attenzione alle coreografie, agli abiti, anche, diciamolo, alle pose. La cosa che probabilmente scontenterà i suoi detrattori è il fatto che a tutto ciò si accompagna una qualità musicale straordinaria: la sua voce ha un’estensione notevole, e da ottima manager di sé stessa qual è, la Kahn si circonda sovente di ottimi strumentisti/e. Bill Callahan - Sometimes I Wish We Were An Eagle Bill Calahan non è molto conosciuto, e questo è davvero un gran peccato perché ormai, forte anche di una discografia ricchissima (in parte sotto lo pseudonmo Smog), si avvia a passo lungo verso l’empireo dei classici. Vent’anni di onorata attività, al suo tradicesimo album l’ar- tista di Silver Springs sembra in parte voler riallacciarsi al discorso interrotto con l’ultimo album a firma Smog: A River Ain’t Too Much To Love. Una malinconia di fondo che la critica più “gossippara” ha voluto porre in relazione con la sua separazione da Joanna Newsom, fatto sta che le sue decamazioni tra il cantato e il parlato (solo occasionalmente ci si abbandona ad un ritornello definito) con una voce roca e profonda rievocano a tratti at mosfere alla Bacharach, senza perdere la capacità di associare una scrittura altissima ad una divertita ironia di fondo. Musicalmente gli archi la fanno da padrone, senza mai suonare barocchi negli arrangiamenti, e quando ci riferiamo alla sua dimensione “classica” il pensiero non può che andare alla facilità con cui il gusto orchestrale e melodico riesce a sposarsi con la sua vocalità da crooner maturo e disinvolto. The Wind And The Dove è forse uno dei brani più rappre- sentativi in tal senso: una semplice mo dulazione armonica trascina in atmosfere chiaroscurali, dove in un batter d’occhio si assaporano la rassegnazione e la speranza, la disperazione e la gioia in lunatica alternanza. Merita senz’altro d’esser menzionato il lavoro di arrangiamento svolto da Brian Beattie, paragonato a tratti a quello del celebre Van Dyke Parks (“spalla” di Brian Wilson dei Beach Boys, per chi non lo sapesse). Accusato, a nostro avviso ingiustamente, d’essersi abbandonato all’easy listening nel precedente Woke on a Whaleheart, Callahan è in pratica tornato a ristabilire i corretti valori in campo: piaccia o no è forse da considerarsi come “il” punto di riferimento nell’attuale panorama musicale per ciò che concerne il folk d’autore cantautorale. In fondo, se è stato accostato a nomi del calibro di Leonard Cohen, Jackson Browne and Randy Newman, ci sarà pure un motivo, no? Grafica: Romalive ODONTOIATRIA ESTETICA Nuove soluzioni terapeutiche finalizzate all’estetica del sorriso rispettando la funzionalità dell’apparato stomatognatico a filosofia dello Studio Odontoiatrico del Dott. Stefano De Simone è la valutazione della bocca e dell’apparato masticatorio, inteso non solamente come entità di singolo dente finalizzata a sé stessa, ma in un contesto generale di valutazione armonica ed esteticamente corretta della bocca, nel contesto del volto e della personalità del singolo individuo. Per fare ciò il tutto parte da una diagnosi duplice, una di natura strettamente odontoiatrica, con scrupolosa attenzione a tutto ciò che concerne il singolo dente, i suoi tessuti di sostegno (gengive e parodonto), i tessuti molli del cavo orale (lingua, guance, palato, etc…) e la sua funzionalità, con attenzione particolare a tutto ciò che concerne l’articolazione dell’apparato stomatognatico ed i disturbi ad essa correlati (cefalee, mal di schiena, ronzii auricolari, dolori muscolari, insonnia etc.), ed una di natura più squisitamente estetica, con particolare riguardo all’espressione del sorriso, al suo inquadramento nell’ambito di un viso che ha le proprie caratteristiche di mimica labiale, posturale, di espressione e di fonazione. L PRIMA DOPO In questa ottica si inquadrano tutte le terapie, siano esse di natura conservativa, con ricostruzioni solo ed esclusivamente estetiche, di natura protesica-riabilitativa con capsule in porcellana, in ceramica, metal-free (capsule prive di armatura metallica), faccette estetiche etc.., di natura parodontale, con interventi chirurgici di riposizionamento gengivale per ridonare quell’aspetto di festonatura proprio di un tessuto parodontale sano, di natura ortodontica, con apparecchiature che permettono l’allineamento dei denti con l’uso di mascherine invisibili e trasparenti (Invisalign), senza l’utilizzo dell’ortodonzia classica, di natura implantologica, con utilizzo sovente di implantologia a carico immediato, spesso di natura transmucosa evitando l’incisione e di conseguenza i successivi punti di sutura, di natura posturale con l’utilizzo di apparecchiature tipo bite (in materiale trasparente) per adattarsi sull’arcata inferiore con la funzione di eliminare l’occlusione errata e disfunzionale, ricreandone una corretta, permettendo l’eliminazione di tutti i disturbi posturali e di quelli legati allo stress, quali il bruxismo, di natura cosmetica con utilizzo di procedure di sbiancamento dentale con sistemi laser che garantiscono ottimi risultati senza causare alcun effetto collaterale di sensibilità a carico degli elementi dentali interessati. Le stesse terapie si applicano anche in campo pedodontico nei pazienti di età infantile per un duplice scopo, di natura ortognatica, permettendo il corretto allineamento degli elementi dentali, così da favorire uno sviluppo armonico del complesso dento-gengivale, e da un punto di vista conservativo, con sigillature e fluoro-profilassi per prevenire episodi cariogeni. In ultimo, ma non per importanza, a tutto ciò si affianca un programma di educazione sanitaria per il mantenimento domiciliare di un’ottima igiene orale, basato sull’utilizzo dello spazzolino, che deve essere adoperato senza esercitare una forza esagerata e sostituito ogni 3 mesi, affiancato dall’uso del filo interdentale, dello scovolino e di un buon collutorio. STUDIO ODONTOIATRICO Dott. Stefano De Simone Implantologia – Parodontologia – Chirurgia Orale Protesi – Conservativa – Endodonzia Ortodonzia estetica Perfezionato in laserterapia del cavo orale Perito medico-legale del Tribunale Civile di Roma St.: 00144 Roma - Viale Europa, 140 Tel. e Fax +39 06 5916002; +39 06 5913510 Cell. +39 338 2248313 – Fax +39 06 7883113 E-mail: [email protected] Grafica: Romalive Open Space La rubrica del software libero 9.04 ] di Fabio Zaccaria [ Puntuale come sempre, a sei mesi dal rilascio dalla versione 8.10 (il primo numero indica l’anno, il secondo il mese) sta per vedere la luce una nuova versione del sistema operativo Ubuntu. La versione 9.04 avrà il nome in codice Jaunty Jackalope (lepre cornuta), perché, a detta degli sviluppatori, molti saranno gli ostacoli da superare, e con il perfezionamento della cosiddetta “user experience” si cercherà di compiene un uteriore passo verso l’avvicinamento ai due maggiori sistemi operativi: Windows e Mac OSX. Le novità di rilievo di questa versione saranno: • la versione aggiornata dell’ambiente desktop Gnome, che giuge così alla 2.26 con un gran numero di migliorie tra le quali l’inclusione del software di masterizzazione Brasero, a tutti gli effetti ormai integrato nel sistema di base; • migliorie anche nella gestione dei monitor multipli, con una finestra delle preferenze-display rivisitata ed ulteriormente semplificata; • il server grafico (il vero motore grafico del sistema) X.Org giunge alla versione 1.6, che consente il supporto di un vasto numero di schede grafiche gestite tramite driver Open Source, senza costringere l’utente a scaricare ed installare driver proprietari “chiusi” (una chicca per i puristi, insomma). Ne sono un esempio i driver per schede ATI, da sempre un po’ il tallone d’achille di Ubuntu, che hanno visto la correzione di numerosi bug e un deciso incremento dell’efficienza generale; • un nuovo stile per le notifiche di sistema e per le relative preferenze: ora possiamo utilizzare un semplice menù sia per i mesaggi che per le relative icone; • le performance di boot sono state notevolmente migliorate, con una significativa riduzione dei tempi d’avvio. Questo è stato senza ombra di dubbio uno degli aspetti su cui gli sviluppatori hanno divuto lavorare di più, e i risultati ottenuti sono all’altezza delle aspettative: niente più minuti e minuti trascorsi a fissare la barra orizzontale in attesa del caricameno del sistema; • Ubuntu 9.04 integrerà il collaudato e nuovissimo kernel linux 2.6.28, in pratica un “cuore”del sistema sempre più performante e funzionale; • si inaugura il supporto al filesystem Ext4, pur rimanendo la versione Ext3 il filesystem di default per l’installazione. Probabilmente con la successiva versione il passaggio a questo nuovo formato sarà reso definitivo. La differenza tra i vari filesystem risiede nella modalità con cui i dati vengono scritti sul disco rigido, e costante è la ricerca in questo settore per sfruttare sempre meglio i limiti fisici imposti dalle componenti meccaniche degli Hard Disk. Insomma, Ubuntu non si ferma mai e continua imperterrito la sua rincorsa ai sistemi operativi non Open Source: se però un tempo installare linux sul proprio computer era prerogativa di pochi, oggi l’esperienza di un OS di questo genere appare addirittura più semplice rispetto, ad esempio, all’installazione di un sistema Windows. Basta andare sul sito web di Ubuntu, scegliere la versione corretta per il proprio PC (64 Bit o 32, per i pro- cessori di vecchia generazione), masterizzare l’immagine ISO su di un cd, metterlo nel lettore e riavviare. Se il sistema si accorgerà della presenza di Windows preinstallato nessun problema, l’installer vi chiederà quanto spazio vorrete concedere ad Ubuntu, e vi basterà spostare un cursore lungo la barra che simboleggia lo spazio del vostro Hard Disk, dopodiché vi ritroverete con un sistema cosiddetto “Dual-boot”, in grado cioè di farvi scegliere all’avvio con quale sistema operativo partire. Ad onor del vero va detto che consigliamo questa operazione a quegli utenti appena più smaliziati: le possibilità di danneggiare l’installazione di Windows sono prossime allo zero, ma per semplicità suggeriamo di provare linux su un disco dedicato, in fondo si tratta di un sistema che può tranquillamente girare su un vecchio Hard Disk IDE da 10-20 Gb (incredibile a dirsi: vi basteranno e avanzeranno). Ricordiamo, senza stancarcene mai, che Ubuntu è completamente scritto in codice aperto (quindi liberamente modificabile e personabile) e che è totalmente gratuito. Che vi costa provare? FISIONIR CENTRO ORTOPEDICO FISIOKINESITERAPICO CONVENZIONI S.S.N. e FASDAC Fisioterapia - Rieducazione Motoria - Laserterapia CO2 Magnetoterapia - Ipertermia - Tecarterapia - Onde d’Urto VISITE SPECIALISTICHE ORTOPEDICHE E FISIATRICHE Ortopedia - Fisiatria - Medicina Legale - Terapia del Dolore Fisionir s.r.l. 00144 Roma (Eur Mostacciano) - Via L. Umile, 33 Tel e Fax 06 5291983 - 06 5292776 - e-mail: [email protected] - www.fisionir.com Grafica: Romalive Qu and o l’ info rma zion eè L’ignoranza è preferibile al dolore della consapevolezza? Assolutamente no! Quando mi è stato diagnosticato il cancro (un mieloma multiplo), dopo aver elaborato, e in qualche modo superato gli inevitabili momenti dell’incredulità, della non-accettazione, della rabbia e della colpevolezza, mi sono subito attivata per avere tutte le informazioni possibili sulla mia malattia, convinta che solo conoscendo il nemico che mi stava di fronte avrei potuto attivare le strategie e predisporre le armi migliori per affrontarlo e sconfiggerlo. E così pressavo i miei figli perché mi procurassero tutto il materiale cartaceo disponibile sulla mia patologia, malattia che fino a quel momento non avevo mai sentito nominare. Poi mi presentavo alle visite mediche munita di un taccuino su cui avevo annotato ciò che non mi era molto chiaro o le domande di approfondimento su ciò che avevo letto. Il mio medico, con pazienza certosina e sorridendo quasi con complicità, cercava, e tuttora cerca, di spiegarmi ogni cosa in maniera semplice e con un linguaggio comprensibile anche ad una “non addetta ai lavori” come me! Io sono convinta, infatti, che una corretta e appropriata informazione in oncologia sia fondamentale, soprattutto se si pensa al ruolo sempre più centrale che il paziente, definito spesso health consumer (consumatore di salute), svolge, collaborando in maniera attiva con l’équipe medica nella gestione della malattia. So per certo che molte altre persone la pensano come me: un dato significativo ci viene dall’utilizzo di Internet da parte dei pazienti malati di cancro: ben il 39% lo usa direttamente, mentre per il 20% è utilizzato da familiari e amici, per un totale del 59%. È un dato sicuramente destinato a crescere. È indispensabile, allora, chiedersi: coloro che si rivolgono ad internet riescono a trovare una valida ed aggiornata informazione sanitaria? «Con la salute non si scherza…», perciò quando cerchiamo informazioni sulla salute dobbiamo assicurarci che ciò che leggiamo sia stato prodotto da persone altamente competenti, dopo essere stato validato sul campo e, soprattutto, che sia fuori da ogni eventuale logica di profitto. Tutto ciò per non alimentare false speranze in persone 28 eur torrino news già tanto provate fisicamente e psicologicamente. Ma come facciamo a riconoscere i siti che contengono informazioni di qualità? A questa esigenza ha dato risposta un opuscolo realizzato dallo staff della Biblioteca del paziente dell’Istituto Regina Elena, guidato dalla dott.ssa Gaetana Cognetti, dal significativo titolo Quando un sito è OK! Il sottotitolo recita Guida rapida per orientare pazienti e cittadini ala ricerca dell’informazione sanitaria di qualità sul Web: http:/eprintis.rclis.org. In sintesi, quali sono i requisiti in base ai quali un sito può essere definito ok? Un sito è OK quando risponde alle seguenti domande: – DA CHI? Un sito deve sempre indicare da chi è stato creato, che ne ha la responsabilità e con quali altri siti o istituzioni è gemellato. – PER CHI? Un sito deve sempre indicare quali sono i suoi scopi e deve offrire una chiara indicazione del pubblico a cui è rivolto. Se rivolto ad un pubblico misto, per esempio sia a medici che a pazienti, deve indicare chiaramente quali sono le parti dedicate ai primi e quali ai secondi. – QUANDO? Un sito può essere scientificamente attendibile. Però dopo qualche tempo le informazioni in campo medico, possono diventare obsolete. Perciò le date di creazione e aggiornamento devono essere chiaramente evidenti. – COME? Per capire meglio con che criteri è stato costruito un sito può essere utile conoscere anche come sono stati scelti i dati da inserire. Le fonti delle informazioni devono essere chiaramente indicate, con l’indicazione bibliografica dei lavori scientifici che sono alla base dell’informazione stessa. ] di Elvira Casciaro [ OK ! – CHI PAGA? Il sito deve garantire informazioni trasparenti sugli accordi di eventuali sponsorizzazioni, perciò deve essere chiaramente separato lo spazio dedicato alla promozione e pubblicità da quello dedicato alla vera e propria informazione scientifica. In conclusione, l’opuscolo dà valide informazioni sulla qualità dei siti attivati, ma invita, altresì, il cittadino che entra nel Web ad esercitare in primo luogo le sue capacità critiche, perché «l’ambiente virtuale è simile a quello reale: spesso l’apparenza può trarre in inganno». Segue, poi, l’elenco dei siti segnalati per la qualità. E qui è doveroso un mio rilievo: la quasi totalità del materiale reperibile nei siti è espressa in lingue straniere, soprattutto inglese, spagnolo e francese, e questo di fatto esclude parecchi potenziali fruitori ad questo servizio. Perché allora non inserire in questi siti anche la versione italiana? È un invito che lancio alle Biblioteche dei pazienti, soprattutto di Aviano e Roma. Sempre tanto attente e sollecite alle richieste degli utenti. Counselling: Il significato dell’integrazione «Attenti alle borse sono saliti gli zingari!» È probabilmente capitato a molti di trovarsi a condividere lo spazio ristretto del pullman o della metro con uno o più Rom: viaggiano come noi e con noi per raggiungere i vari punti di questa città che già da anni, e sempre di più, condividiamo. E la mano corre rapida sulla borsa o sulla tasca per assicurare che il portafogli ci resti dentro. L’odore è forte, la lingua incomprensibile e gli sguardi sono fuggenti e rapidi, gli abiti abbinati secondo uno stile decisamente non alla moda, le espressioni dei volti richiamano esperienze e modi di vita che non ci appartengono. Una serie di informazioni sensoriali decisamente incisive ci investe richiedendoci di essere collocata in un significato accettabile in cui ci sia sicurezza ma nel frattempo dentro di noi è scattato l’allarme. Zingari o Rom è uguale a ladri. Eppure non ci sono solo i Rom che incontriamo sui bus e sulla metro ma anche quelli che condividono i banchi di scuola con i nostri figli, bambini e ragazzi: tanto è stato fatto e si sta facendo per l’integrazione. Perché è attraverso il progetto di scolarizzazione che si sta cercando di abbattere il fenomeno della separazione, più propriamente detto razzismo, che contiene in sé il rifiuto e la difficoltà di accettazione, che crea il muro di divisione fra il campo e la città, fra la cultura Rom e la nostra. Noi li rifiutiamo o loro ci rifiutano? I Rom o zingari, termini che provengono dall’India e dalla Grecia, sono un grande gruppo originariamente nomade costituito da vari sottogruppi costituiti da clan provenienti da diverse parti del mondo: India, Persia, Armenia, Grecia, Spagna, Balcani. Fra questi gruppi ci sono 30 eur torrino news quelli che hanno una cultura anche scritta oltre che orale, come invece tradizionalmente la maggior parte di loro. Quindi alcuni sanno leggere e scrivere. Un tempo i Romanes e i Sinti, i due gruppi più grandi, erano giostrai e circensi, musicisti e artigiani del rame. Nel suo libro Non chiamarmi zingaro Pino Petruzzelli racconta di Rom laureati, neurologi, frati, preti, pittori, maestre, scrittrici, elettricisti, cardiochirurghi e di come gli zingari hanno combattuto al fianco dei partigiani italiani per liberare questa terra che li ospita. “Integrazione”, parola ripetuta ormai nel quotidiano ai telegiornali, a scuola, nei centri sociali è lo stesso termine che nel counselling si utilizza per definire uno stadio del processo in cui l’elemento discordante, percepito oppositore o nemico durante l’esplorazione, diventa finalmente conosciuto e quindi integrato. Ma come avviene di fatto questo passaggio fondamentale per la crescita personale che apre la porta a soluzioni nuove e a nuovi comportamenti? Avviene attraverso la conoscenza: avvicinarsi alle parti di noi che non ci piacciono o che ci spaventano, accostarle con pazienza, compassione ed empatia crea il clima di facilitazione e di pace che permette di sentirle amiche per quanto diverse da quelle in cui ci identifichiamo con piacere. Amiche ma anche risorse per il nuovo e per la libertà dagli schemi usuali limitanti. Fare amicizia con qualcosa che è dentro o fuori di noi che comunque ci spaventa o che non ci piace non è certo cosa facile! Serve il tempo e anche la frequentazione. Quale migliore ambiente della scuola per questo contatto? «Nella mia esperienza di insegnante di religione ho avuto più volte in classe i bambini Rom, e fra gli episodi che mi sono più cari ricordo un laboratorio di teatro per l’integrazione in cui i bambini dovevano avere un contatto corporeo e non volevano toccare i Rom ma neanche i Rom volevano toccare loro: allora i bambini e i Rom hanno deciso di scambiarsi le sciarpe. A questo episodio è seguito lo scambio dei panini per la merenda!» racconta con commozione un’insegnante della Scuola Media A. Leonori di Acilia. Le maestre Renata Moccia e Stefania Pisano e l’operatrice sociale della sezione Elementare evidenziano la grande voglia di fare che esprimono nelle loro classi i bambini Rom residenti nel campo di Dragona: «Una volta fatta amicizia con la classe, con le maestre e l’assistente sociale, l’atteggiamento oppositivo che tipicamente riscontriamo all’inizio dell’anno scolastico lascia spazio a particolari capacità di intuizione e di entusiasmo verso il lavoro da svolgere, questi bambini hanno bisogno di sentirsi alla pari con gli altri, allora dànno il meglio di sé e non sono più aggressivi neanche di fronte a provocazioni razziste. Mostrano una maggiore maturità rispetto ai coetanei. Una volta imparate le regole, che certamente sono diverse da quelle del campo, né migliori né peggiori ma semplice- mente diverse, i bambini Rom pretendono che i loro compagni le rispettino! I bambini aiutano i loro compagni Rom anche nelle strategie di apprendimento. Le famiglie li invitano alle feste e i bambini si dispiacciono se i loro compagni del campo non possono andare alla festa. Quest’anno le famiglie hanno offerto i costumi di carnevale perché anche i bambini Rom potessero festeggiare insieme con loro. Questi bambini parlano di che cosa faranno da grandi e del liceo, dicono che per ora il loro lavoro è quello di andare a scuola». L’insegnante di sostegno della scuola media A.Leonori dice ancora: «Il papà di Patric, rappresentante del campo di Dragona, sta scrivendo l’autobiografia nella quale racconta la propria migrazione facendo un parallelo fra le dure condizioni di vita della sua infanzia e i vantaggi dei suoi figli accolti e aiutati nella scuola. È un papà severo che spiega ai figli l’importanza del rispetto delle regole e degli altri. Lavora alla stazione di Ostia». Questi sono alcuni dei grandi passi verso l’amicizia, la pace e l’integrazione. Prof.ssa Alessandra Scarselli Counsellor Umanista CNCP n°3220 Formatore Gordon c/o Centro Ricerche DADA per lo Sviluppo del Potenziale Umano di Roma Grafica: Romalive A casa o in ufficio, caffè oro nero figlio della tradizione artigianale italiana Il gruppo CAMAR è una società che opera nel settore della produzione del caffè e della distribuzione. Conosciamo l’azienda e i suoi prodotti. Produttori diretti di caffé, con stabilimento di torrefazione a Bologna, perpetuano la grande tradizione italiana, con il fiore all’occhiello: Caffé Oro Nero. Un caffè buono deve avere una elevata quantità di arabica, infatti Oro Nero ne ha oltre il 60%. Caffé Oro Nero nasce da una grande passione e da un’accurata selezione dei migliori caffè del mondo miscelati creando quell’aroma e quel gusto unico, inconfondibile. Un prodotto Made in Italy completamente artigianale, gestito da un’azienda a conduzione familiare che cura sia la qualità che la distribuzione su tutto il territorio. La vera chicca del caffè, è vero, sono le miscele, importantissime, unite alla velocità di consegna. È indispensabile che il caffé arrivi nelle case e nei bar in meno di 30 giorni, per scoprire il vero sapore ed il vero aroma di un caffè. Produzione, quindi, ma anche distribuzione di macchine da caffè per uffici, famiglie, studi professionali, centri medici ed estetici ecc… Il vantaggio di avere il caffè in ufficio parte da due aspetti fondamentali: la qualità e il risparmio sui costi. La macchinetta da caffè viene fornita senza anticipi o cauzione, e viene sostituita se mal funzionante in tempi rapidissimi, a fronte di un minimo acquisto mensile in funzione delle esigenze dell’ufficio. I costi rispetto ad un normale caffè al bar si abbassano, quindi, di molto. Anche le famiglie possono avere la macchinetta direttamente a casa e la mattina prepararsi velocemente un caffé, oppure creare momenti di socializzazione con amiche o amici e avere un “piccolo bar” a casa propria. Acquisti minimi di cialde, e in caso di malfunzionamento o rottura della macchinetta, la stessa viene sostituita in pochissimo tempo. Questa può rimanere accesa per ventiquattro ore con consumo pari quasi a zero. Anche per le famiglie non c’è cauzione e la consegna è completamente gratuita in 24 ore. Un altro vantaggio che offre l’azienda è legato alla tecnologia, infatti le macchinette possono essere sostituite con altre più evolute tecnologicamente. Le cialde vengono consegnate a domicilio a seconda delle esigenze e dei consumi in tempi rapidissimi. RIASSUMENDO: • Direttamente a casa o in ufficio un caffè unico, figlio della tradizione artigianale italiana • Caffé oro nero 60% arabica • No cauzione • Consumo mensile minimo • Sostituzione della macchinetta per guasti • Consegna gratuita • Non sporca • Sempre accesa a consumo quasi nullo • Rapidità di risposta rispetto alle esigenze della clientela • Caffè sempre fresco Via Martino Martini 74 00126 Dragona (RM) Tel. e Fax: 06 5216107 www.caffeoronero.com ] di Roberta De Vito [ The wo rld we love ? Roma – Anche quest’anno il Vinitaly (Salone internazionale del vino) si è concluso, e con un inaspettato successo. È stato un Vinitaly che ha voluto rispondere alla crisi che sta attraversando il mercato del vino, con produttori che hanno presentato prodotti di grande qualità. Abbiamo visitato i padiglioni con un occhio di riguardo alle bollicine, e non eravamo soli. La 43esima edizione della manifestazione, tenutasi a Verona dal 2 al 6 aprile, ha fatto registrare numeri molto interessanti e soprattutto superiori a quelli della scorsa edizione. Circa 150.000 presenze, 4.200 espositori provenienti da 50 Paesi, tutto questo su 91.000 mq di esposizione. Questa edizione ha confermato l’egemonia di questa grande iniziativa in grado di avere messo a sistema gli eventi e le manifestazioni che hanno fattivamente trasformato la rassegna da semplice vetrina a momento di scambi commerciali che possono far svoltare l’anno a chi presenta le proprie merci. Ogni evento che si inserisce all’interno del Vinitaly è volto a valorizzare e promuovere, ed è per questa ragione che è il salone espositivo di settore più importante al mondo. Eppure gli auspici, levata la crisi economica, non erano dei migliori. Infatti, proprio il 31 marzo si è concluso a Düsseldorf il Prowein, la nota fiera internazionale del vino che si tiene ogni anno in Germania, e sembra un po’ strana la scelta del periodo, visto che lo scorso anno la manifestazione si era svolta dal 16 al 18 marzo. Inoltre, voci di corridoio dicono che per la prossima annata la manifestazione tedesca, che in questa occasione è stata in sostanza disertata, come ci si poteva aspettare, dai produttori italiani, si svolgerà praticamente negli stessi giorni in nome dell’Europa unita. Insomma, somiglia un po’ a una competizione impari, primo perché non avere l’Italia rappresentata non è un vantaggio, secondo perché i numeri sono veramente sbilanciati in nostro favore, ma solo per il momento. In più, sempre la stessa gola profonda, ci ha confidato che probabilmente il VINEXPO, la grande fiera francese di Bordeaux, quest’anno tenutosi dal 21 al 25 giugno, nel 2010 non si farà. In nome della collaborazione tra stati amici, la scelta opportuna sarebbe quella di fare la manifestazione alemanna in quel periodo, ma qualcosa ci dice che non sarà così e che il tentativo di attirare paesi stranieri e buyers di tutto il mondo al Prowein 2009 potrebbe essere una manovra per attirare la Francia, a quel punto orfana di fiera, in Germania piuttosto che in Italia, qualora lo scenario si presentasse realmente in questi termini. Decisamente colpisce che in tempi così difficili, invece di combattere il nemico serrando i ranghi si vada, o si cerchi di fare andare, allo sbaraglio. Ma torniamo al Vinitaly e all’ottimo risultato che ha ottenuto la nostra regione. Con sorpresa abbiamo scoperto che il Lazio produce buon vino a buon prezzo, l’Assessorato all’agricoltura, che ha predisposto l’intero padiglione, ha organizzato su due piani interamente dedicati convegni, dibattiti, incontri, scambi commerciali e degustazioni dei migliori vini della regione. Oltre a vini la cui qualità è sempre più apprezzata nelle principali fiere nazionali e internazionali, come dimostrano i numerosi 34 eur torrino news premi conseguiti sia al Vinitaly, sia in altre importanti manifestazioni, anche l’olio ha avuto la sua parte, ottenendo buoni riscontri di pubblico. I premi ci allietano: 29 Gran Menzioni, 5 in più rispetto allo scorso anno. È questo il risultato ottenuto dai vini del Lazio al Concorso Internazionale del Vinitaly 2009, vini, in tutto 14 DOC e 15 IGT, che sono 7 della provincia di Roma, 4 del viterbese, 5 del frusinate e 13 della provincia pontina. Abbiamo scarpinato per tutta la manifestazione e assaporando qua e là abbiamo visto padiglioni bellissimi, primi tra tutti quello della Lombardia, ma soprattutto quello della Campania, indimenticabile opera di Gae Aulenti. Poi però abbiamo bevuto dall’amaro calice, perché non tutto fila liscio al Vinitaly. Quando si entra al Vinitaly l’impressione è molto grande, l’esposizione è veramente imponente, tuttavia gli accessi sono pochi, di fatto tre, i parcheggi soprattutto nel fine settimana si sono rivelati insufficienti, ma queste sono solo pecche organizzative che possono essere risolte. Quello che ci ha lasciati sconcertati sono gli episodi, neanche troppo rari, di ubriachi di ogni risma che cominciano a spuntare fuori dopo pranzo, manco fossero vampiri. Il rischio è che una fiera come questa possa avere i contorni di un ubriacatolo legalizzato. Se il biglietto è piuttosto caro, 40 euro (e fuori dalla fiera è pieno zeppo di bagarini, che si rivendono i biglietti concessi alle istituzioni, come li avranno avuti?), è anche vero che si possono bere gratuitamente dei vini pregiatissimi e ammortizzare la spesa con solo tre degustazioni, è c’è chi è arrivato a 40! Così tanti bicchieri di vino farebbero andar fuori di testa chiunque, e oltretutto da un certo punto in poi le papille gustative si atrofizzano e non si distingue più un sapore dall’altro, che gusto c’è quindi, se non quello di viaggiare su altre onde? Sebbene, quest’anno le misure di sicurezza siano state aumentate, con questi occhi attoniti abbiamo incontrato giovani, palesemente minorenni, che si aggiravano in Fiera con cartoni sani del nettare di Bacco. Francesca, una delle espositrici, ci ha detto che il lunedì è il giorno peggiore e che quest’anno se con lei non fosse restato il compagno avrebbe smontato baracca e burattini la domenica, perdendo anche dei soldi. Pare, a suo dire, che il lunedì, giorno che dovrebbe essere dedicato ai buyers, sia in realtà il momento in cui si subiscono più furti, perché nella fase dello smontaggio si è più distratti e i piccoli sciacalli sono sempre in agguato. Ma anche le risse non si sprecano. Matteo, un giornalista di un Ufficio Stampa, ha raccontato di essersi trovato nel mezzo di una rissa tra due ragazzi italiani e un gruppo di giapponesi, in realtà questi ultimi erano vittime delle molestie dei due baldi giovani ebbri come non mai. Anche Giulia, dello staff tecnico di uno dei padiglioni, ha dovuto fare i conti con un signore che è entrato a prendere un bicchierino, l’ennesimo, fumando, e alle sue richieste di spegnere la cicca, il simpatico avventore l’ha spenta sulla moquette. Per non parlare dello scenario apocalittico della stazione di Verona sabato sera. In più la città non sembra essere molto attrezzata all’arrivo di tanto popolo, trovare un taxi, in più di un’occasione, è stata un’impresa, per non parlare degli alberghi. Insomma, in mezzo a tale marasma, è un po’ grave che nessuno si preoccupi di una tale massa di persone che vanno lì per bere, è un fatto dichiarato, intenzionale, i 150.000 visitatori non sono evidentemente tutti compratori, senza porre alcun tipo di limitazione. Inoltre, il fatto che il parcheggio trabocchi vorrà pur dire qualcosa, a un certo punto diventa un problema di ordine pubblico, sicurezza stradale, e non da ultimo di alcolismo. Senza volere intraprendere un discorso di bieca retorica, bisogna pure guardare a certe eventualità. Considerato che nessuno chiede documenti, e che all’interno della Fiera i controlli scarseggiano, ci si domanda se si tratti veramente di un evento di promozione o se per fare promozione a tutti i costi chi di dovere sorvoli su quelle che gli economisti più trendy definirebbero “esternalità negative”. Allora, se la linea di fondo è questa, non stupisce più di tanto che la Germania tenti di soffiarci il podio, e considerando il fatto che i tedeschi sono degli organizzatori ineccepibili (storia docet, nel bene e nel male), se fossimo dei produttori spagnoli non avremmo dubbio su quale fiera investire il prossimo anno. È ormai noto quel fenomeno col nome “cool”, il Binge drinking, la bevuta a scoppio per noi profani, una moda dei ragazzi che consiste nel bere sino a sfinirsi. Più di 12 ragazzi su 100, di età compresa fra i 15 e i 24 anni, secondo una ricerca del CISF, ammettono di aver bevuto un po’ troppo. Tra le bevande alcoliche preferite dai teenager al primo posto c’è la birra (65,1%), seguita dal vino (51,2%). È possibile che ragioniamo a compartimenti stagni? Vinitaly, the world we love, chissà se è veramente questo il mondo che amiamo. Qualche numero del Vinitaly 2009: Operatori professionali stranieri 45.000 Paesi stranieri 18 Visitatori 150.000 Espositori 4.200 Superficie 91.000 mq Padiglioni 13 Produttori del Lazio 94 per 5 province Produzione di vino Italia Francia Spagna Germania 2008 47 milioni di hl 44,4 milioni di hl 34,85 milioni di hl 10,4 milioni di hl rispetto al 2007 +8% -5% +2% +2% TORRINO SPORTING CENTER: Paradiso dello sport e del relax L PARADISO SPORTIVO DI 20.000 MQ a pochi passi dall’Eur, centro di riferimento per tutti coloro che desiderano dedicare del tempo prezioso alla propria salute fisica e mentale, migliorando la qualità di vita. Un lungo passato alle spalle di benessere e passione per lo sport, che risale al lontano 1988 con il calcio a 5, guadagnandosi la fama del mitico Torrino Sporting Club vincitore di 2 campionati di serie A, rimasto nella storia per le 5 coppe Italia vinte e per due partecipazioni alla Coppa dei Campioni. Da questa esperienza vincente sono iniziati i lavori per la costruzione del Centro, gioiello al servizio degli sportivi e di tutti i cittadini, inaugurato nel 1992, data d'inizio di una nuova ed entusiasmante avventura sportiva. I Personal trainer all’avanguardia, attrezzature moderne ed efficienti, un arredamento curato nel particolare per rendere il vostro soggiorno confortevole e rispondere alle esigenze diversificate dei soci. Il Centro, interamente climatizzato, è attualmente dotato di 5 palestre, di 5 campi in terra rossa con scuola SAT per bambini e adulti seguiti da maestri della Federazione Tennis, un campo di pallavolo e tre di calcio a 5. Durante l’estate la piscina del Centro sportivo diventa il centro estivo di riferimento delle famiglie della zona per i ragazzi dai 4 ai 14 anni. Non mancano grandi spazi dedicati anche all’intrattenimento, come il bar, il ristorante e le sale riunioni, dove è possibile organizzare colazioni di lavoro, feste ed eventi importanti. L’estensione del Centro, sede di rilevanti manifestazioni sportive come il Roma Challenger di Tennis, offre un carnet variegato di attività al passo con i tempi e con le esigenze di fitness dell’intera area, tra cui yoga, pilates matwork, aero kombat, total body, step toning e una seria preparazione pugilistica, con l’ausilio di insegnanti qualificati ISEF. Oltre alle lezioni di danza classica e moderna, si possono praticare le arti marziali tra cui la Capoeira, l’arte marziale brasiliana, la kick boxing, e il karate. Fra le molteplici attività, la prestigiosa scuola di ballo del maestro Toni Regano con i suoi corsi standard, latini (Rumba, Jive, Cha-cha-cha, Paso Doble), tango argentino e balli di gruppo. Si aggiungono inoltre i corsi invernali di Lazaro Martin Diaz, che tra passi di salsa cubana, insegna portamento e ritmica a uomini e a donne. Prima dell’iscrizione sono previste lezioni gratuite per farvi conoscere le diverse possibilità offerte dal Torrino Sporting Center convenzionato con Enti quali Ministeri, Banche e Forze dell’Ordine. www.torrinosportingcenter.it VIA DESERTO DI GOBI, 44 - 00144 TEL. 06/52.95.884 - 52.95.886 FAX 06/52.01.417 ] di Marco Marini [ asa del cinema stracolma di giornalisti e cameraman per la presentazione del film Nemico pubblico N.1. Ispirato al romanzo autobiografico di Jacques Mesrine L’Instinct de mort, che egli scrisse dal carcere poco prima della sua clamorosa evasione. Il film di di Jean-Francois Richet segue, con ritmo adrenalinico, l’ascesa di Mesrine da soldato ribelle dell’esercito francese di stanza in Algeria, a spietato criminale nelle strade di Parigi. L’opera è divisa in due film. Il primo è intitolato Nemico pubblico N°1, L’istinto di morte mentre il secondo Nemico pubblico N°1, L’ora della fuga. La prima pellicola getta le fondamenta di quella che sarebbe diventata una lunga sequenza di atti criminosi del delinquente francese. Assetato di potere ed in cerca di denaro facile, Mesrine (Vincent Cassel) torna in Francia. Lì si imbatterà in Guido (Gerard Depardieu), il boss della criminalità locale. Dopo l’incontro di Mesrine con la bella ed altrettanto spietata Jeanne Schneider (Cecile de France), i due protagonisti si gettano in una sequela di rapine a mano armata che li porta da Parigi a Montreal. A distanza di trent’anni dalla morte di Jacques Mesrine, l’ultimo dei grandi gangster francesi, avvenuta nel 1979, il suo mito è C 38 eur torrino news ancora vivo. L’autobiografia che egli scrisse in prigione poco prima della sua ultima spettacolare fuga, racconta l’incredibile storia di un ragazzo sognatore, nato in una famiglia abbiente, che poco a poco si costruisce l’immagine di un gangster ribelle ed arrogante. La parte più affascinante è l’elemento fiabesco, caratteristico del personaggio. Nelle sue metamorfosi la realtà supera ogni volta la finzione al punto che, ancora oggi, la questione rimane aperta: Chi era il vero Jacques Mesrine? Quello che è sicuro è che era conosciuto come l’uomo dai mille volti, e l’unico attore all’altezza di questo personaggio non poteva che essere Vincent Cassel. L’intensità che egli conferisce ai suoi personaggi, la sua abilità nel gestire emozioni complesse, e la sua agilità fisica, esprimono al meglio tutte le dimensioni di Jacques Mesrine. E oggi, per la prima volta, un progetto ambizioso ha deciso di riportare la sua vicenda sul grande schermo. Un progetto di cui si dichiara molto soddisfatto Cassel, in un ruolo che lo vede, per la prima volta, quasi sfigurato. L’attore francese ha dichiarato alla stampa: «per questo film sono dovuto ingrassare addirittura venti chili, ed è stato difficilissimo. Perché sono magro di natura e mantenermi in sovrappeso per diversi mesi è stata la fatica Nemico pubblico n°1 è presentato dalla Ripley’s film Cast: Vincent Cassel, Cécile de France, Gérard Depardieu, Roy Dupuis, Gilles Lellouche, Elena Anaya, Michael Duchaussoy, Anne Boyer Regia: Jean-François Richet Sceneggiatura: Abdel Raouf Dafri Produzione: La Petite Reine, M6 Films, Remstar Productions, Novo RPI Genere: Azione, Biografico, Thriller Durata: 110 minuti più grande della mia vita. Ogni mattina sul set mi portavano un frullato al cioccolato ed altre schifezze. Dio solo sa cos’altro c’era dentro, da mille e cinquecento calorie. Avevo il colesterolo alle stelle e ci sono voluti mesi per disintossicarmi, ma se arrivasse un César (l’equivalente dei nostri David di Donatello), ne sarà valsa la pena». Vincent Cassel, nella conferenza stampa di presentazione, ha più volte ribadito di sentirsi «onorato di aver prestato il volto ad un’icona della cultura popolare francese, un criminale sui generis», un po’ Che Guevara, un po’ Lupin. La vera storia di uno dei criminali più famigerati e carismatici giunge al termine nel secondo film. In questa seconda parte Mesrine, tornato in Francia, si allea con il killer soprannominato “La Portaerei” (Samuel Le Biham) con cui architetta una serie di rapine a mano armata. Sebbene la maggior parte delle volte Mesrine riesce a stare un passo avanti rispetto alla legge, alla fine si ritrova di nuovo in prigione da cui evade grazie all’aiuto di Francois (Mathieu Amalric) diventando una specie di celebrità. Questa seconda parte dell’opera sarà presente nelle sale cinematografiche dal 17 Aprile. Grafica: Romalive TEATRO Divinamente Roma 42 Seconda edizione di Divinamente Roma dal 3 al 13 aprile, progetto sostenuto dal Ministero dei Beni Culturali, curato da Pamela Villoresi, che lavora sui temi di spiritualità già da tempo, quando imporre qualcosa di spirituale nei teatri era veramente una scommessa. Divinamente Roma è stato anche Divinamente New York, dove c’erano ben 30 artisti italiani. Nel programma di quest’anno sono presenti anche le arti visive, con lo spettacolo della Natività proiettata sulla facciata del Palazzo della Provincia, Palazzo Valentini, fusione del teatro dei ragazzi con l’arte contemporanea. Tutti gli spettacoli in prosa saranno recitati il pomeriggio in inglese e la sera in italiano. Il 7 aprile i ragazzi diplomati all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico presentano Tra le sbarre la luce, 12 monologhi di 5 minuti ognuno. Maricla Boggio, una dei quattro drammaturghi, ci invita a riflettere sull’importanza del lavoro svolto dai ragazzi, che hanno collaborato con gli altri trovando il linguaggio giusto. Abbiamo intervistato Maricla Boggio, che ci parla del suo quarto libro, Orazio Costa prova Amleto, la Boggio ha scritto tanti altri libri sia di saggistica che di narrativa. La forza espressiva del metodo di Orazio Costa ci fa capire che tutti gli uomini possono immedesimarsi negli elementi della natura con cui si viene a contatto, è un discorso complesso, ma semplice, infatti i bambini lo eur torrino news ] di Cristiana Cittadini [ fanno naturalmente, si immedesimano nella pioggia, negli animali, con molta spontaneità, ma quando si diventa adulti è più difficile riappropriarsi di tutto questo. Qual è il suo ruolo all’interno del festival Divinamente Roma? Da una parte prosegue il mio lavoro di regista all’Accademia d’Arte Drammatica dove insegno scrittura scenica e dall’altra si lega il tema delle persecuzioni con la scrittura nuova di alcuni autori, fra cui il mio nome, che ha dato vita allo spettacolo messo in scena il 7 aprile al San Michele a Ripa. In genere al corso di scrittura scenica si portano commedie di autori già noti, come Goldoni o Pirandello, in questo caso si è voluto fare un esperimento, fortunatamente ben riuscito. Come e quale è il futuro del teatro? Il teatro credo non possa non avere un futuro. Il teatro è la forma più diretta fra tutte le forme espressive artistiche, quello che si stabilisce tra l’attore e lo spettatore è un’esperienza immediata di metafora e poesia. Purtroppo soprattutto la televisione ha abbassato questa forza comunicativa ed espressiva del teatro, che comunque continuerà sempre ad avere. DIVINAMENTE ROMA 3-13 aprile 2009 Gli spettacoli sono ad ingresso libero fino ad esaurimento posti disponibili Teatro Valle biglietteria 06.68803794 Mosaico Des Vices er des Virus / Li Teatro India biglietteria 06.684000311 Sacre terre posto unico numerato € 16,00 intero - € 12,00 ridotto di legge € 10,00 Scuole, Cral, Associazioni Spettacoli con numero limitato di posti La matassa e la rosa max 120 posti Tra le sbarre la luce max 65 posti Majâz max 140 posti Verdementa max 150 posti info: 06/44013260 www.enteteatrale.it - ww.divinamente.info Cefalee ricorrenti, mal di schiena, stanchezza, ronzio alle orecchie, insonnia... potrebbero essere causate da un problema occlusale. La filosofia di fondo dello Studio di Odontoiatria Olistica è la ricerca della diagnosi. Si tratta di un approccio diagnostico terapeutico innovativo, basato sull’interpretazione dei segnali del nostro corpo per individuare la causa dei disturbi più frequenti. Dalle patologie della bocca ai dolori posturali, la medicina olistica propone una terapia eziologica risolutiva che non si limita alla cura sintomatica, tipica di quella tradizionale, ma prende in considerazione l’individuo nella sua interezza, eliminandone la causa e di conseguenza la sintomatologia. Spesso i disturbi più banali quali mal di testa, mal di schiena, dolori muscolari, insonnia, vengono sottovalutati: ci si limita ad eliminare il sintomo con dei semplici analgesici e non si vanno a rimuovere le cause di tali disturbi, che nella maggior parte dei casi determinano un’alterazione della corretta postura e l’insorgenza di dolori ricorrenti. È frequente ad esempio che le cefalee o dolori cervicali possano essere una conseguenza di contratture dei muscoli masticatori, a loro volta causate da malocclusioni o parafunzioni dentali quali serramento o arrotamento dentale. Il nostro approccio olistico diagnostico consiste in un approfondimento clinico posturale ed occlusale, supportato da esami radiografici digitali, e soprattutto da una serie di esami computerizzati, quali la valutazione elettronica dell’occlusione, la stabilometria, la posturometria, e soprattutto l’esame Formetric 4D. Quest’ultimo consiste in una speciale apparecchiatura adibita alla misurazione statica e dinamica della colonna, ed elabora tridimensionalmente tutti quei parametri che ci permettono di rapportare una alterazione posturale con una problematica occlusale. In questi casi uno strumento terapeutico molto efficace è il bite: un “apparecchio” sottilissimo che viene realizzato per l’arcata dentale inferiore che “azzera” l’occlusione errata e ne ricrea un’altra corretta, permettendo così di eliminare tutti i disturbi posturali creati dall’occlusione precedente non corretta, o di compensare frequenti problematiche legate allo stress, come il bruxismo. Il bite viene realizzato spesso dal Dottor Daniele Puzzilli anche per atleti professionisti, non solo per correggere malocclusioni, ma anche per ottimizzare performance sportive e per recuperi di infortuni importanti e ricorrenti. Per eliminare la causa del problema posturale oltre al bite, può essere consigliato un plantare propriocettivo, un trattamento osteopatico, un ciclo di sedute di riprogrammazione posturale, trattamenti craniosacrali, o molto spesso l’integrazione e la collaborazione di diversi specialisti può offrire la risoluzione a frequenti disturbi. Solo con questo tipo di approccio olistico si possono fornire terapie mirate ad eliminare i disturbi. Olistica Odontoiatria • Formetric 4D • Esame elettronico dellʼocclusione • Esame posturometrico Studio di Odontoiatria Olistica Dott. Daniele Puzzilli Info line 06.5925129 www.olisticsmile.com ESTETICA AURIGA NUOVE OFFERTE PER UN PROGRAMMA DI BELLEZZA PERSONALIZZATA 6 MASSAGGI 1 PEELING CORPO 1 PEDICURE 1 PIEGA 1 DEPILAZIONE 1 PEDICURE 1 MANICURE 1 PIEGA € 220,00 € 148,00 € 52,00 € 38,00 10 MASSAGGI PERSONALIZZATI € 250,00 2 PRESSO OMAGGIO € 190,00 4 MASSAGGI PERSONALIZZATI 2 FANGOTERAPIA 3 BENDAGGI DEPILAZIONE MANICURE € 288,00 PIEGA € 190,00 10 MASSAGGI LINFODRENAGGIO € 350,00 € 260,00 6 MASSAGGI 3 FANGOTERAPIA 4 PRESSO 1 BENDAGGIO OMAGGIO € 380,00 € 285,00 10 THALASSOTERAPIA (CON SALE E FISOSAUNA) € 400,00 2 PRESSO OMAGGIO € 300,00 10 MASSAGGI DECONTRATTURANTI € 350,00 € 250,00 3 MASSAGGI BENESSERE € 75,00 € 50,00 TRATTAMENTI TERMALI 10 SEDUTE 3 BENDAGGI OMAGGIO € 450,00 € 310,00 2 PEELING CORPO 3 MASSAGGI € 140,00 € 110,00 10 SEDUTE ELETTRODEPILAZIONE (10 MIN. L’UNA) € 100,00 € 75,00 Oxicell 12 SEDUTE 2 OXI OMAGGIO € 550,00 € 390,00 PER UN’OCCASIONE IMPORTANTE TRATTAMENTO VISO ANTI-AGE MANICURE PIEGA € 29,00 MERCOLEDÌ MERCOLEDÌ ORARIO 06/05/09 13/05/09 9:30-20:00 PIEGA COLORE TAGLIO OMAGGIO € 30 SALONE BIO-NATURALE STRUMENTI STERILIZZATI IN AUTOCLAVE PARRUCCHIERE SCOPRI IL BENESSERE DELLA NATURA PER NUTRIRE E COLORARE I TUOI CAPELLI PRODOTTI SENZA AMMONIACA 2 PIEGA COLORE MANICURE MARTEDÌ 05/05/09 GIOVEDÌ 21/05/09 MERCOLEDÌ 2 7 / 0 4 / 0 9 TRATTAMENTO PIEGA COMPLETO € 10 METODO MAX PIERRE LA PSICOSOMATICA AL SERVIZIO DEL BENESSERE E PER CURARE INESTETISMI VISO E CORPO ECS TECNA € 58,00 € 40,00 PIEGA TAGLIO COLORE MANICURE PEDICURE € 66,00 € 48,00 4 PIEGHE TAGLIO COLORE MANICURE € 86,50 € 67,00 PIEGA TAGLIO PERMANENTE MANICURE PEDICURE € 72,00 € 52,00 MECHES COLORE TAGLIO PIEGA € 95,00 € 79,00 € 90,00 € 69,00 PROGRAMMA DIMAGRANTE ANTICELLULITE (DRENANTE - RASSODANTE) 10 MASSAGGI MAX PIERRE (RIFLESSO PLANTARE € 350,00 2 PRESSO OMAGGIO € 280,00 CENTRO AUTORIZZATO OXILINE, LA RISPOSTA PROFESSIONALE PER IL BENESSERE, IN LINEA 10 MASSAGGI PLANTORIFLESSOGENO (CARTOCCI) € 350,00 2 PRESSO OMAGGIO € 280,00 MECHES PIEGA TAGLIO MANICURE PEDICURE 10 SEDUTE 2 OXI OMAGGIO 10 TRATTAMENTI TENSORIFLESSOGENI 2 PRESSO OMAGGIO 4 RICOSTRUZIONI ENZIMATICHE PER CAPELLI SFIBRATI E € 74,00 DISIDRATATI E 4 PIEGHE € 64,00 Oxifat € 550,00 € 390,00 € 350,00 € 280,00 N.B.: SI POSSONO EFFETTUARE IN PIU’ SEDUTE E FARE SOSTITUZIONI EQUIVALENTI (AD ES.: VISO, PIEGA, ECC...) ] a cura di Roberta De Vito [ Adelaide Ristori.Una vera grande diva Scartabellando il prezioso libro di Caimpenta alla ricerca di qualche aneddoto femminile, tra le poche rappresentanti del gentil sesso ci siamo imbattuti in un personaggio quasi mitico, lontano, ma non troppo, nel tempo. Ebbene, questo mese si parlerà nientemeno che di Adelaide Ristori! In effetti, ai non appassionati della materia (il teatro) non dirà moltissimo, eppure la Ristori è stata una famosissima e acclamatissmia attrice, insieme a Ernesto Rossi e a Tommaso Salvini formava la santissima trinità, come l’ha definita Roberto Alonge, della scena del secondo ‘800. L’aneddoto che la riguarda è il seguente: «La Ristori e la Rachel erano rivali in arte. La sera della rappresentazione della Maria Stuarda a Parigi, la Rachel fu vista abbandonare il palco a metà del primo atto, proprio mentre era in scena la Ristori. – Mi congratulo con voi – disse a questa un amico dopo la rappresentazione, – la gelosia della Rachel era l’unica cosa che mancava al vostro trionfo!» Cosa dire, in questo aneddoto c’è tutta la spietatezza e la rivalità che si cela dietro al sipario, meglio che in Eva contro Eva! Anche se bisogna dire che la Ristori non temeva rivali e, semmai questo fatto è accaduto, possiamo immaginare il breve ghigno che può avere attraversato il volto di una artista molto sicura di sé, d’altra parte conosceva bene le regole dello “star system”, essendo praticamente nata sul palco: a 3 anni la sua prima esibizione. La sua esistenza è stata realmente degna della fama che l’accompagnava, divenuta famosa assai giovane viene adocchiata e corteggiata da un nobiluomo che la sposerà rendendola Marchesa del Grillo, abbandonerà le scene per qual- che anno a causa della censura che la perseguitava, ma il richiamo è troppo forte e tornerà più in forma che mai. Ebbe rapporti con Cavour che addirittura le scrisse una lettera di ringraziamento per i servigi resi a favore della causa italica e venne nominata Dama d’onore dalla Regina Margherita, era una popolana divenuta nobile, ma rimasta ribelle e piena di ardore. Attraverso la sua arte faceva propaganda politica in favore dell’Unità d’Italia e del popolo, addirittura arrivò ad aggiungere sue battute ai testi per infervorare il pubblico che la acclamava sempre a gran voce. Subì numerose censure e venne anche cacciata da alcune città per questo suo modo di cavalcare la scena, ma il pubblico era sempre con lei. Le vennero dedicati poemetti, essa stessa scrisse un libro di ricordi, fondò una sua compagnia teatrale, arrivò fino a Parigi dove conobbe numerosissimi successi, fu attrice a filantropa, fondò “la Società per l’istruzione della donna” e non permise mai di farsi intimidire dalla pressione politica e della polizia. Ritiratasi dalle scene, alla morte del marito dedicò i suoi ultimi anni impegnandosi nel volontariato. La Ristori è una degli ultimi rappresentanti dei “grandi attori” italiani, in questo periodo storico si vede una vera e propria supremazia dell’attore sull’autore, anzi i grandi attori commissionano testi che stravolgono a seconda del momento, ma capita anche che pieghino alle loro esigenze Shakespeare e Alfieri. La Ristori ebbe un rapporto privilegiato con il non brillantissimo Giacometti, che doveva produrre testi che facessero commuovere il pubblico, l’attrice non solo dava il tema, ma interveniva anche sulla struttura dell’opera, insomma il drammaturgo, da intellettuale, è diventato un artigiano della parola, di un altro. La nobile attrice non si preoccupa tanto della qualità del testo, perché il testo esiste solo come retroscena del personaggio, ma la cosa più incredibile è che l’attore può addirittura modificare il personaggio, farlo diventare un altro rispetto a quello che voleva l’autore, questo perché ciò che deve emergere è il grande attore. La Ristori è stata talmente grande da considerare la Duse sua erede mancata, rinfacciandole di recitare pochi ruoli sempre uguali a se stessa, senza osare lanciarsi nell’annullamento di sé per dare vita al personaggio. Insomma nessun impeto nella nuova generazione, il grande attore domina la scena con volto, voce, corpo e con ogni mezzo abbia a disposizione, chissà cosa direbbe oggi la Ristori, accendendo la tv. RILANCIARE IL PROGETTO GRA Il Consigliere Augusto Culasso Il nostro Municipio vive una forte condizione di disagio dovuto ai gravi ritardi nella realizzazione di un adeguato sistema della mobilità, soprattutto tangenziale. Ma che cosa significa mobilità tangenziale? Significa soprattutto potersi muovere da un quartiere all’altro senza doversi incanalare obbligatoriamente lungo le vie consolari o le radiali che, come i raggi delle ruote di una bicicletta, collegano il cerchio con il centro (il mozzo): potersi spostare in maniera trasversale, percorrendo “archi di cerchi viari”, che ci consentono di poter raggiungere le mete di destinazione senza incanalarci nel traffico caotico delle consolari. Va detto con onestà che le realizzazione del sottopasso di via Carlo Levi al Laurentino e il sottopasso Cavalli nel nuovo quartiere di Mezzocammino, come avvenne con lo svincolo del Tintoretto, hanno consentito una notevole riduzione del traffico tutt’ora concentrato soprattutto in due nodi critici: l’ingresso di Spinaceto sulla Pontina e l’incrocio degli Oceani sulla Cristoforo Colombo. Queste due opere strategiche hanno permesso a molti automobilisti di raggiungere, ad esempio, l’Eur o Spinaceto senza dover obbligatoriamente percorrere la Colombo o la Pontina. Tali opere viarie hanno consentito l’utilizzo ottimale di tratti di viabilità alternativi e meno trafficati, così da consentire una distribuzione più fluida e più omogenea della mobilità urbana del nostro municipio. Sarebbe opportuno, di conseguenza, intervenire in maniera efficace per rafforzare la funzionalità viaria nei tratti più critici di questa nuova mobilità di sistema, “rifunzionalizzando“ l’incrocio di via Sabatini con via dell’Acqua Acetosa Ostiense e inoltre intervenire per favorire una migliore fluidità dei transiti del traffico interquartierale, all’interno di Decima. Questo quartiere dovrà essere collegato e integrato più funzionalmente al quartiere del Torrino, soprattutto nella zona dei Pianeti. Ritengo altresì che vada realizzato in fretta il collegamento viario tra Mezzocammino e via Shan- ] di • Augusto Culasso [ gai, al fine di ridurre i flussi di traffico provenienti dal quartiere di Mezzocammino, i quali faranno, tra qualche mese, collassare la mobilità, se non si prenderanno questi provvedimenti: lungo via di Grande Muraglia e lungo il tratto di via Sabatini fino a via Fosso del Torrino. Ma la madre di tutte le “battaglie” che dovremmo vincere per far “risorgere“ il nostro Municipio di Roma XII EUR da un cronico ritardo nella rete della mobilità urbana, è rappresentata dalla risorsa GRA. Il più imponente sistema della rete viaria cittadina che nel tratto afferente il nostro territorio municipale, che va dalla via Ardeatina alla via del Mare, risulta non essere stato ancora attrezzato con un adeguato sistema di complanari e di sottopassi fruibili, che abbiano una duplice funzione risolutrice. La prima è quella di accrescere la mobilità tangenziale attraverso un adeguato sistema di complanari, che avrebbero il compito di separare la mobilità di lungo scorrimento da quella di collegamento interquartierale. La seconda funzione, non meno importante, è quella che consentirebbe di rendere il GRA più permeabile al suo attraversamento, tramite l’utilizzo dei sottopassi. Tali opere tutt’ora chiuse al transito diverrebbero una prezioso ausilio alternativo alla mobilita radiale delle vie consolari, che ne riceverebbero un prezioso beneficio nell’interesse generale. All’Azienda Nazionale Autonomia e Strade (ANAS), spetta il compito di realizzare il sistema. NUOVO COLLEGAMENTO PONTINA-OSTIENSE ATTRAVERSO VIA DEL RISARO Si parla tanto di trasporto su ferro come soluzione al problema della mobilità nel nostro municipio e poi, per anni, ci si è dimenticati delle enormi potenzialità ecologiche che potrebbe offrire la rete delle ferrovie urbane presenti nel territorio, che risultano a tutt’oggi ancora pressoché sconosciute alla stragrande maggioranza dei nostri concittadini. Mi riferisco, in particolare, alla Roma- Lido, che consente in una manciata di minuti di raggiungere la Piramide alla Stazione di Porta San Paolo. Purtroppo, come segnalo da molto tempo, non si sono ancora create le condizioni ottimali per un rapido collegamento di molti quartieri, soprattutto quelli ubicati nel quadrante extra-GRA, come Spinaceto, Tor de’ Cenci, Casal Brunori e Villaggio Azzurro, con la Stazione Ferroviaria di Vitinia, isolata e mal collegata al suddetto sistema urbano. E pensare che ad una distanza di meno di due chilometri dalle abitazioni di molti cittadini residenti nei suddetti quartieri, esiste l’alternativa ottimale alle file chilometriche che costringono molti lavoratori e studenti a sopportare tour de force spesso insostenibili. Chi di noi non ha transitato lungo la Pontina la mattina o nel pomeriggio durante le ore di punta, rimanendo imprigionato in quel treno di la- miere fermo lungo questa arteria, che da anni attende una sua riqualificazione che la renda finalmente più sicura e più scorrevole? Quel tratto di Pontina, all’entrata di Spinaceto, “grida vendetta”, e nessuno si adopera per trovare soluzioni accettabili, che vadano oltre l’ormai stucchevole contrapposizione tra i fautori del’autostrada Roma Latina (io sono tra questi!), e le “anime belle“ dell’ecologismo integralista, contrarie a tutto pur di salvare l’ambiente. Non importa a costoro, se l’ambiente naturale sia costituito oltre che da qualche pianta pioniera come la gramigna e da qualche farfalla colorata, ecc…, anche da quelle migliaia di poveracci, uomini in carne e ossa, che sono ormai stufi di subire le angherie di questo ambientalismo straccione che nel nostro territorio con queste pseudobattaglie, ha costruito carriere ed ottenuto nomine e posti, offerti nel periodo proporzionalista dalla nostra sinistra, incapace di uscire dall’attrazione fatale dell’ambientalismo parolaio. Molti cittadini non ne possono più di subire questi sepolcri imbiancati, paladini di un ecologismo che ha fatto danni incalcolabili al nostro territorio. I loro temi sono stati funzionali alla speculazione e al saccheggio del territorio, compreso, quello della sta- Il Municipio di Roma XII EUR Finalmente il nostro municipio esce fuori dalla vecchia denominazione “ circoscrizionale “, per diventare a pieno titolo un territorio non più anonimo, ma identificato con una specifica denominazione. Dopo anni di attesa, siamo diventati con il voto del Consiglio espresso all’unanimità, il Municipio di Roma XII EUR, assumendo un “ nome” che nell’immaginario collettivo è il più condiviso dalla nostra cittadinanza. Non è stato un traguardo facile data la “ dietrologia” di carattere ideologico, che ha offuscato l’immagine ed il giudizio su questo straordinario quartiere, che ha ritrovato la sua storia ed il giusto riconoscimento alla sua bellezza architettonica, espressione di quel razionalismo italiano che ha “suggestionato” artisti come Fellini o De Chirico, innamorati di questa sfortunata ed incompiuta città nella città. L’Esposizione Universale Romana di cui l’EUR ne rappresenta l’acronimo, nacque per volontà del Cavaliere Benito Mussolini, al fine celebrare la grandezza del Genio Italico agli occhi del mondo. Con l’entrata in guerra l’EUR cadde, suo malgrado, vittima di quella tragica utopia rivoluzionaria, fautrice di una società energica, capace di 50 eur torrino news ] di • Augusto Culasso [ gione dell’abusivismo edilizio delle finte periferie di cui si parla anche dalle nostre parti piuttosto poco. Per fare un esempio, si potrebbe studiare un sistema viario che consenta di entrare o di uscire da Spinaceto da un altro accesso, come il collegamento ospedale IFO con via Maestrini a Casal Brunori, attraverso la realizzazione di un tronchetto stradale che consentirebbe un rapido collegamento con via di Mezzocammino oppure una nuova entrata a Spinaceto da realizzare all’altezza dell’impianto di rugby in costruzione, vicino al Liceo Plauto o altro ancora. Ad oggi non si muove foglia su questo versante, mentre grazie ad un documento collegato al bilancio, condiviso unitariamente da tutte le forze politiche del Municipio, è stato possibile creare le condizioni affinché il Consiglio Comunale stanziasse su richiesta del centrosinistra la cifra di 1.500.000 euro, finalizzata a consentire la realizzazione del collegamento viario Pontina-Ostiense, attraverso la “sistemazione“ di via del Risaro che consentirà tra non molto a tanti cittadini del quadrante pontino di raggiungere la Stazione ferroviaria di Vitinia e da essa il Mare e il Centro della Città. ] di • Augusto Culasso [ ribellarsi alla miseria materiale in cui vivevano tanti italiani e alla miseria morale, espressa dalla nostra inadeguata classe politica. L’epilogo di quella dolorosa esperienza che fu il Fascismo, finì per inghiottìre nella tragedia collettiva, in un lungo oblio durato oltre sessanta anni, insieme al regime, anche questo futuristico progetto urbanistico che, abbandonato a se stesso, rimase per anni sospeso tra le macerie della guerra ed il futuro della ricostruzione dell’Italia. Esso vide il suo effettivo compimento, soltanto successivamente agli anni ‘50 ad opera del Presidente dell’Ente Eur che fu Virgilio Testa. Ma come siamo giunti a questo doveroso traguardo? Come siamo riusciti a superare le scorie ideologiche che hanno caratterizzato i giudizi di tanti politici, fuorviati da quell’ingombrante passato che ha sempre accompagnato le vicissitudini di questo straordinario quartiere, conosciuto ed ammirato in tutto il mondo e disconosciuto e disprezzato per tanti anni da quelli che Giampaolo Pansa chiama in un suo libro i gendarmi della memoria? Innanzitutto siamo stati aiutati da quel vento di cambiamento che ha iniziato a soffiare nella nostra città, dalla discussione del nuovo Piano Regolatore Generale in cui, sin da subito, si è iniziato a pensare che una pianificazione che definisse gli strumenti e le regole delle trasformazioni urbane della nostra città, non potesse prescindere da un piano strategico che indicasse i principali ambiti di sviluppo della Roma del futuro. L’EUR, sin da subito, ha colpito i “programmatori“ per la sua grande potenzialità economica di polo congressuale, inserito nell’ambito della filiera legata allo sviluppo della internazionalizzazione della nostra città, da integrarsi con il sistema fieristico e aeroportuale nel quadrante sud ovest, come potenziale attrattore del turismo affaristico e congressuale, su cui si misurerà la capacità della nostra capitale nella sfida tra le gerarchie urbane. Da questa riscoperta è nato il recupero storico e culturale di questo scrigno architettonico, la discussione quasi quotidiana sul suo assetto futuro tra conservazione e sviluppo, i temi della mobilità, dell’ambiente e dei pesi insediativi. Da questo processo con non poche difficoltà, siamo arrivati ad oggi. Siamo finalmente diventati Municipio di Roma XII EUR! IL TEVERE dall’antichità ai giorni nostri Da sempre il Tevere ha rappresentato l’anima di Roma. La nascita, sin dalla fondazione della città, è rappresentata con i due gemelli: Romolo e Remo abbandonati da Faustolo, marito di Acca Larenzia, dentro la cesta arenata nella palude del fiume sacro. Il punto della pianura alluvionale più guadabile era l’Isola Tiberina, dove sin dall’antichità avvenivano i primi scambi commerciali tra le popolazioni Etrusche che dominavano la riva destra del fiume e le popolazioni del Lazio Latino detto Latium Vetus, che comprendeva una vasta area delimitata dal fiume sacro, dal mare e dalla zona di Monte Albano, posta sulla riva sinistra del Tevere. L’isola Tiberina era inoltre il punto più estremo per la navigazione delle navi di basso pescaggio provenienti dal mare. Poco vicino all’isola venne costruito il primo ponte Romano detto Ponte Sublicio, che ebbe un’importanza straordinaria per la vita della città, al punto da considerarlo una divinità cittadina. Nel tempo il fiume subì un lento processo di interramento che non consentì alle navi di poter giungere sino all’Emporio posto in quel territorio in cui è sorto successivamente il quartiere popolare di Testaccio. Ma merci e passeggeri continuarono a viaggiare e giungere sino a Roma attraverso l’utilizzo di apposite chiatte o barconi, che venivano spinti da buoi o, se necessario, da schiavi sino all’Emporio prima e al Porto di Ripa successivamente. Posto sulla riva sinistra del Tevere, nel 1704 il Porto di Ripetta fu dedicato agli scambi commerciali con le popolazioni umbre. Per attraversare il fiume e trasbordare le persone da una riva all’altra erano utilizzate delle piccole barche. La presenza dei muraglioni ci rende l’idea di quanto potesse essere connessa con il fiume la vita economica della città dall’antichità sino al secolo scorso, quando, dopo l’ennesima piena che provocò una disastrosa inondazione, venne edificato questo poderoso sistema difensivo. Oggi il Tevere vive una fase di recupero dopo anni di abbandono e di degrado, che dovrebbe portare nel tempo anche nel tratto del nostro Municipio, alla riqualificazione e al recu- ] di • Augusto Culasso [ pero ambientale di tutto il bacino fluviale. C’è in progetto la realizzazione del completamento della pista ciclabile sino alla foce del fiume, la realizzazione di un parco fluviale nell’area posta a ridosso di Tor di Valle, nonché, oltre al potenziamento della navigabilità, quello del rilancio della balneazione lungo gli argini del fiume. Consiglio a tutti i lettori di approfittare delle belle giornate di sole per imbarcarsi in una piccola ma suggestiva crociera fluviale che consente di percorrere, andata e ritorno, il corso del Tevere da Ponte Marconi sino a Ostia Antica. Durante la gita è possibile ammirare la folta vegetazione fluviale, ricca di pioppi, salici, oleandri, canneti e ninfee, nonché le numerose specie animali come aironi, cormorani, anatre selvatiche con carpe, tinche, tartarughe di fiume, lontre, bisce, anguille e libellule. Con lo stesso biglietto dal costo di nove euro la compagnia Battelli di Roma, offre la visita guidata alla straordinaria città di antica di Ostia, fondata da Anco Marzio nel IV sec. d.C. LA VIA DEL MARE UNA GRANDE RISORSA VIARIA SOTTOUTILIZZATA Questa importante arteria, che è la prima autostrada realizzata nel nostro Paese, nacque per collegare funzionalmente l’Urbe con il Mare. Allora, questi due mondi molto distanti, dovevano essere uniti per volontà del Cavaliere Benito Mussolini, al fine di garantire l’espansione della Roma dei Sette Colli, sino alle Sponde del Tirreno. Sono passati tanti anni ed oggi, con l’inurbamento crescente, quelle aree semideserte, acquitrinose e malariche, sono state bonificate e successivamente popolate da diverse centinaia di migliaia di romani. Purtroppo oggi molti automobilisti, residenti nei quartieri intermedi ai suoi estremi confini, come Marconi, San Paolo e Ostia, non possono utilizzarla adeguatamente se non recandovisi attraverso un’unica possibilità che è quella di intercettarla agli unici svincoli fruibili che sono quelli di Ostia Antica, l’innesto di Acilia e il viadotto al ridosso del GRA adiacente il Tevere. Ciò comporta una forte penalizzazione per i cittadini del Torrino, di Decima o dell’Eur che vengono di fatto impossibilitati a potersi servire di questa importante arteria che gli consentirebbe agevolmente di raggiungere la Città o il Mare. Tanto meno potranno fruire dell’Ostiense, notoriamente congestionata a causa del transito dei mezzi pesanti o dai numerosi innesti viari dei quartieri limitrofi, che non favoriscono agevolmente lo scorrimento dei flussi di traffico. Ma che cosa impedisce all’Amministrazione Comunale di realizzare queste necessarie infrastrutture viarie che consentirebbero il collegamento diretto dai centri abitati all’arteria stradale? Certamente un problema di reperimento di considerevoli risorse finanziare oggi non disponibili nei magri bilanci Comunali. Molti cittadini si chiedono se esistano le condizioni di finanziamento attraverso strumenti alternativi come il ricorso alla “finanza di progetto” attraverso l’intervento del privato. Credo di poter dire che spesso esistano ] di • Augusto Culasso [ delle reali possibilità di finanziamento privato che non sempre vengono colte favorevolmente dai territori. Potrei fare un esempio molto illuminante in proposito. Qualche anno fa si era aperta la possibilità di avviare il programma edilizio di Casal Grottoni che, tra le opere infrastrutturali finanziate “a scomputo“ (permuta) dagli operatori privati, prevedeva oltre alla realizzazione della nuova stazione di Mezzocammino, la rifunzionalizzazione della fermata del Torrino sempre sulla Linea Roma Lido. Tale programma prevedeva inoltre la realizzazione di un sistema di collegamento diretto tra via Shangai e la via del Mare, insieme al sovrappasso del GRA tra via Shangai ed il quartiere di Mezzocammino. Tutto ciò è fermo per l’opposizione alla realizzazione del centro commerciale previsto dal programma edilizio da parte delle rappresentanze territoriali. E il Municipio che dovrebbe garantire gli interessi pubblici? eur torrino news 51 PR O O SO BU AI O NGUST e r d n a x e l A mas u D i i l i f rar o r P tte le AFF I N ] a cura di Roberta De Vito [ Esatto, proprio lui. Uno degli autori più fecondi della storia della letteratura, l’autore dei Tre Moschettieri, e del Tulipano nero e di tanti, tanti altri; non molto apprezzato dalla critica, ma amatissimo dai lettori per le avventure, gli intrighi, le trame avvincenti, insomma quando si inizia con Dumas, non si riesce più a smettere. Ebbene, questo esuberante scrittore ha avuto il genio di scrivere anche un’opera avulsa dal suo stile letterario ma pienamente in linea con il suo gusto eccentrico e barocco: Il grande dizionario di cucina. Scritto in Bretagna quando l’autore era malato, il manoscritto venne dato all’editore nel 1870, Dumas morì alla fine dell’anno e il libro venne pubblicato nel 1873. L’obiettivo è semplice: scrivere un libro in onore del buon mangiare in cui fare l’elenco di tutti gli elementi che caratterizzano la cucina, dai piatti, agli alimenti, agli ingredienti, alle tecniche e così via. Un libro che potesse calzare agli specialisti, come agli inesperti, per le donne, come per gli uomini. Da buon romanziere, l’incipit riguarda la storia della cucina dagli albori, e poi inizia il dizionario dove in ordine alfabetico vengono elencati i vari elementi, anche in modo ironico e divertente, delle volte inventando, delle volte descrivendo gli animali da utilizzare per le pietanze. Per quest’opera Dumas riutilizza i suoi stessi appunti di viaggio vissuti e inventati, estratti dai suoi numerosi viaggi che gli hanno permesso di assaporare molte ricette dalla trota alla montanara, ai maccheroni alla napoletana, ma non mancano piatti esotici come l’elefante! “Questa voce non deve spaventare il lettore. Non lo condanniamo a mangiare tutto intero questo mostruoso animale, ma lo invitiamo, se dovessero capitargli tra le mani una proboscide e dei piedi 52 eur torrino news d’elefante, di gustarli preparandoli nei modi che gli indicheremo”, con queste parole introduce una ricetta apparentemente gustosa a base di prosciutto di Bayonne, Madera e Porto, insomma la cosa è seria. Il vitale Dumas utilizza la sua esperienza personale e con cognizione di causa elenca piatti e ricette che ha provato egli stesso, o che gli sono stati raccontati: l’aquila che è meglio lasciar planare e sfidare il sole piuttosto che mangiarla; il cane; il cigno dall’urlo sgraziato; il delfino dalla carne indigesta; lo struzzo dalla carne dura e priva di gusto; l’ottimo canguro; l’orso dei Pirenei; il pavone. Ma nonostante abbia provato cibi bizzarri, è assolutamente contrario ad alcune tecniche che giudica barbare, come l’alimentazione forzata delle anatre, arrivando anche a chiedere un divieto per questa pratica. Un po’ come i manifesti per la salvaguardia degli agnelli, il fois gras si fa ancora. Il libro pubblicato in due volumi è una lettura che ha dell’incredibile, fa viaggiare, ridere, lascia stupefatti, fa venire l’acquolina, insomma è una piacevolissima opera che non ha nulla da invidiare ad Atos & Co. D’altra parte la passione per la cucina, per Dumas non è un fatto estemporaneo, in tutta la sua mastodontica opera il mangiare bene trova spesso un posto, pensiamo ai moschettieri o ai pasti raffinati di Monte Cristo, che non mangiava quasi per nulla. Il Grande dizionario di cucina non è un vero libro di cucina, è difficile da seguire e le ricette sono quasi impossibili, soprattutto per il reperimento degli ingredienti, non è facile trovare dei piedi di giovane elefante. Ma lo scopo di Dumas non era di essere preciso, il dizionario è scritto esattamente come uno dei suoi romanzi, le ricette sono raccontate, il lettore deve essere rapito come nella finzione, e da questo rapimento dovrebbe nascere il desiderio di realizzare succulenti piattini, esattamente come ci si butta in un’avventura. È un guida bizzarra non un manuale, vuole ispirare il desiderio di mettersi all’opera e sperimentare la propria curiosità e il proprio ardire; il cucinare è inteso come un’arte, quindi è necessario osare e non avere paura di sbagliare e soprattutto essere consapevoli che il capo lavoro è un’eccezione. Psicologia e Grafologia: due modi per conoscere meglio se stessi La Dott.ssa Eleonora Clemente, psicologa, grafologa e perito grafico, risponde ai vostri quesiti in ambito psicologico e grafologico. Se volete sottoporre un vostro interrogativo potete inviare un e-mail a: [email protected] o alla redazione del giornale presso Viale Eroi di Rodi 214-00128 Roma Erich Fromm si è interessato ampiamente dell’amore ritenendolo la passione più antica, che tiene unita la razza umana, la tribù, la famiglia e la società e che permette di superare l’isolamento e la solitudine dell’uomo. Lui differenzia l’amore, in cui il dare e il ricevere risultano paritari, dall’affetto (del padre e della madre verso il figlio), in cui il genitore dà sempre di più e riceve di meno. Per amare veramente, quindi, è necessario vivere la solitudine e rompere la dipendenza affettiva, diventando autonomi e liberi di amare e assecondando, in questo modo, una scelta consapevole. Quando non avviene tale processo, si corre il rischio di passare da un rapporto affettivo con il genitore ad uno sostitutivo di esso. In questo caso non si può parlare di un rapporto di amore, ma soltanto di una sostituzione di un rapporto di affetto, che non risolve il problema della solitudine. Al contrario, la persona matura è arrivata al punto in cui è la madre e il padre di se stessa, ha quindi una coscienza materna e paterna. Autonomia individuale e capacità di amore sono associate e di conseguenza, tanto più una persona ha raggiunto la propria autonomia ed è consapevole di se stessa, tanto più è capace di entrare in intimità con l’altro, rispettandone l’unicità. Nel libro L’arte di amare, Fromm descrive l’amore come un’arte, quindi, per impararla, c’è bisogno 54 eur torrino news di allenamento, di impegno e di pazienza. Gli esseri umani, invece, sono persuasi che, così come si cresce, automaticamente si diventa capaci di amare. Questa opinione è basata su tre pregiudizi: la maggior parte della gente ritiene che amore significhi essere amati anziché amare, di conseguenza per loro il problema è come farsi amare. Si preoccupano quindi di rendersi attraenti, belli, ricchi e intelligenti e invece dovrebbero sviluppare, per rendersi “amabili”, la fiducia, il coraggio, la disponibilità profonda, che sono tutte facoltà che ci predispongono all’incontro con l’altro; la supposizione che amare sia un problema di trovare la persona giusta. In questo modo la preoccupazione viene spostata fuori di noi, nella persona da amare, non pensando che dobbiamo invece sviluppare la nostra capacità di amare; si scambia il mistero, cioè tutto quello che vogliamo sapere dell’altro, per amore. Spero che questo possa essere d’aiuto a Gaia, una giovane donna di 33 anni che mi racconta di “non riuscire a trovare la persona giusta pur curando molto il mio aspetto per cercare di essere attraente e farmi amare”. Questo è ciò che pensano in realtà molte persone che ancora non sono arrivate a sperimentare il sentimento dell’amore e che hanno sempre ritenuto che ad esso si giunga automaticamente con la crescita biologica, mentre è la maturazione personale che permette di creare un rapporto di coppia. Ciò che vorrei trasmettere non solo a Gaia ma a tutte le persone che si trovano nella sua stessa condizione, è che si può parlare di amore quando si arriva a rispettare l’integrità e l’autonomia di se stessi e del partner, consentendo a ciascuno dei due di sentirsi realizzato nelle proprie potenzialità ed esigenze. Si differenzia, pertanto, dall’unione simbiotica che non considera l’individualità di ogni partner ma tende a rendere prigioniero l’altro, ripetendo, in questo modo, la totale dipendenza che esiste nel rapporto madre-figlio. Fromm distingue diverse forme di amore, legate all’oggetto amato: – l’amore fraterno si fonda sul principio dell’unione con i nostri simili, è diretto verso il prossimo ed è caratterizzato dall’assenza di esclusività e dal bisogno di solidarietà umana; – l’amore erotico è il desiderio di fusione completa, dell’unione con un’altra persona, è esclusivo ma è forse la forma più ingannevole di amore; l’amore materno è la più alta forma di amore e il più sacro dei vincoli affettivi. La vera essenza dell’amore materno è di curare la crescita del bambino e ciò significa volere che il bambino si separi da lei. Solo colei che è più felice di dare piuttosto che di ricevere, può essere una madre amorosa durante il processo di separazione del bambino. Un altro aspetto fondamentale è che la madre sia dotata di un genuino amore per se stessa, in modo tale che possa trasmettere al bambino l’esperienza di ciò che è amore, gioia e felicità; l’amore per se stessi è la condizione primaria per poter sviluppare l’amore per gli altri. Rappresenta uno dei pilastri della nostra identità, che ci permette di auto-tutelarci e di rispettarci, proteggendoci dal mondo esterno. Significa volersi bene e avere fiducia in sé. Si manifesta nel sano egoismo che invita a prendersi cura di se stessi, in primo luogo conoscendo le proprie esigenze e successivamente ricercandone il loro appagamento. Questa condizione è molto importante proprio perché si riflette, successivamente, nelle relazioni con le altre persone che vengono impostate, di conseguenza, su uno scambio chiaro e sincero, in quanto per conseguire i propri scopi non vengono calpestati i diritti degli altri. Auguro quindi a Gaia e a tutti i lettori di sviluppare la capacità di amarsi per poi arrivare a trovare la serenità e quindi l’Amore dell’altro. Dott.ssa Eleonora Clemente Psicologa - Grafologa - Perito Grafico Tel. 347 3108395 e-mail: [email protected] Studio: Via Camillo Sabatini n° 102 Comunicare Il “brand” Italia… questa è la vera ricetta anticrisi Il 26 e il 27 marzo, si è svolto a Roma il secondo appuntamento del Forum della Comunicazione: molti i convegni, gli incontri e le presenze di esperti, che ne hanno rafforzato l’efficacia per lo sviluppo dell’Italia. Sono stati due giorni intensi quelli passati al Palazzo dei Congressi di Roma, momenti in cui il tema della comunicazione è stato ampiamente sviscerato, criticato e quindi elevato, quale mezzo eccelso per lo sviluppo del nostro amato Made in Italy. Giovedì 26 marzo, vi è stata la sessione d’apertura dal ridondante titolo: L’Italia L’assessore Umbero Croppi che comunica: ripartire dalle eccellenze dell’Italian Style per il rilancio del brand Italia nel mondo condotta dal giornalista di La7, Antonello Piroso, il quale ha doverosamente ricordato, che anche in questo momento di crisi, le eccellenze italiane esistono e vanno comunicate nel modo migliore. A far quasi da padrone di casa, è stato Um- berto Croppi, assessore alle politiche culturali e alla comunicazione del Comune di Roma, sottolineando che: «Le Amministrazioni pubbliche hanno fatto molti passi da gigante in fatto di comunicazione, diventando uno strumento fondamentale di reti e necessario per comunicare con il cittadino». Degno d’attenzione il contributo del Presidente dell’Enit, Matteo Marzotto, che ha così posto l’accento: «Brand Italia, è il centro della mia idea di comunicazione, perché il nostro Paese è un marchio tra i più noti al mondo e quindi anche facile da comunicare, purché finisca la frammentazione che fin qui ha caratterizzato la proposta turistica dell’Italia all’estero». «Siamo un paese che comunica molto e male, ed il fatto che sono in molti ad avere titolo a farlo non semplifica le cose», ha aggiunto Marzotto, insistendo sulla forza del Paese, pur con i suoi limiti, e ha continuato dicendo: «Vi sono dei luoghi che costituiscono eccellenze nel nostro territorio dal punto di vista turistico, ma che comunicano in modo disordinato senza sapere a chi si sta parlando e senza alcun obiettivo preciso». Affinità nel comunicare ed anche capacità di farlo, «almeno una volta l’anno, se possibile – definisce – all’inizio del primo quadrimestre». Puntuale e perspicace il contributo del Presidente del- l’ICE, Umberto Vattani, il quale ha dichiarato che, «Se diminuiscono i soldi deve crescere la creatività, puntando a far memorizzare nelle persone le eccellenze della cultura e della tradizione del nostro Paese». «Bisogna cercare mercati dove la domanda continua a tirare – termina Vattani – avendo l’abilità di individuare filoni che siano fonti di richiesta e sfruttarli grazie alle nostre piccole e medie imprese». Interessante il sondaggio condotto dalla Ferpi, la Federazione della relazioni pubbliche, che è stato ben commentato dallo stesso presidente, Gianluca Comin, che citando qualche dato ha così spiegato: «Siamo leader mondiali negli yatch, come nella meccatronica (integrazione tra meccanica ed elettronica), inoltre nel mercato russo l’Italia si classifica come primo fornitore di articoli di qualità e di lusso. Insomma c’è un Paese che vince, ma che resta muto. È il momento di cambiare – conclude Comin – e di costruire un programma comune, fondato sul sistema Italia e capace di raccontare e tutelare le sue leadership e le sue eccellenze». Sentimenti comuni e buoni propositi sembrano aver posto il primo mattone di questo Forum, anche se è solo l’inizio! Product Placement… un nuovo modo di fare pubblicità? Tra i vari appuntamenti del Forum della Comunicazione a Roma, ve n’è stato uno particolarmente interessante e che ha approfondito un mezzo ancora giovane, ovvero: il product placement. Un’attenta e brava Ilaria D’Amico, volto noto de La7, ha introdotto la platea in un complicato tema, ovvero quello de “Il product Placement: L’arte di mediare con l’arte”. Il product placement, letteralmente tradotto come “piazzamento del prodotto”, è stato legalizzato con la Legge Urbani del 2004, che ha permesso all’industria cinematografica l’inserimento di un marchio in un film, cosa che avverrà entro il 2009, anche per le fiction televisive. Attraverso i vari ospiti che si sono alternati sul palco, è stato utile sapere quanto e come sia efficace questo nuovo mezzo di comunicazione. Marco Chimez, produttore di Cattleya, nota società di produzioni per il cinema e tv, ha spiegato che: “La vera sfida consiste nel saper inserire in modo fluido, il prodotto all’interno di una storia, ma soprattutto cercare di lavorare in sinergia con lo sceneggiatore ed il regista. Tra i prodotti più fruibili in un set, vi sono le bibite e le auto”. Ci tiene invece a chiarire le diversità tra pubblicità e product placement, Massimo Martinengo, Vice Presidente del- 56 eur torrino news l’Agenzia Pubblicitaria Lowe Pirella, che dice: “Vi sono differenze tecniche, in quanto gli spot lavorano sui 15, 30 ed a volte 60 secondi, mentre il product placement, si basa su un arco temporale più ampio; inoltre il pubblico che si pone davanti alla pubblicità è passivo, nel film ha un ruolo più attivo ed infine - conclude Martinengo- il prodotto di marca diventa protagonista assoluto nella pubblicità, mentre nel film si insinua nella trama”. Sembrerebbe facile, si gira un film, s’inserisce un prodotto in una scena poi un altro, ed il gioco è fatto, ma è tutto qui? Non proprio secondo Andrea Lazzarin, Diretto Marketing di Medusa che afferma: “Il P.P. è una fonte interessante, ma molto spesso è utilizzato male, con un approccio ancora confuso da parte del cliente e questo per mancanza di competenze giuste”. Dello stesso avviso è anche Nicola Maccanico, Deputy Managing Director della Warner Bros Italia, che aggiunge: “Il P.P. funziona se fatto bene, anche perché il pubblico è molto più intelligente di quello che si pensa, quindi bisogna utilizzarlo nel modo migliore senza sostituirsi alla pubblicità. Le aziende che si muovono nel P.P. devono attuare una specifica strategia e non usarlo eccessivamente”. A detta di ciò non poteva mancare tra gli ospiti, Marina Marzotto CEO di Propaganda Italia del gruppo G.E.M. unica agenzia al mondo che si occupa di Product Placement nei 4 continenti. “Oltre ad essere presenti anche nelle serie televisive americane, utilizziamo anche il cinema d’autore, per collocare i prodotti di lusso quali le auto e i gioielli. Rappresenta un mezzo meno costoso ed è una sorta di meta messaggio, incrementando la reputazione del marchio stesso. Siamo attivi - ha aggiunto la Marzotto - anche nei video musicali e nei videogiochi, grossa leva di comunicazione sui giovani, stando sempre attenti a quale prodotto veicolare, per evitare lo spirito d’emulazione”. Pertanto sì al Product Placement, ma anche lunga vita al caro vecchio spot pubblicitario. Comunicare il lusso oggi è quasi… un lusso ] a cura di Simonetta Mulas [ In questi ultimi tempi non si parla d’altro, la congiuntura economica sfavorevole, sembra monopolizzare le informazioni di tutti i telegiornali, quotidiani e periodici di settore; in tanti ci si chiede come adoperarsi e quale settore incrementare, affinché l’economia italiana possa ripartire. Per un Paese come il nostro, dove qualità, gusto e artigianalità, hanno sempre dato vita a prodotti di qualità eccelsa, la risposta appare quasi scontata: il lusso, magari cambiandone la comunicazione, proprio in vista dei tempi avversi. Se n’è parlato molto a Roma, con manager ed imprenditori di diverse categorie merceologiche, che hanno illustrato le mosse da attuare nel prossimo futuro, tra i personaggi di spicco intervenuti, vi era Luca Tait, Direttore dei Mercati Emergenti per il gruppo Luxottica. “ Ultimamente l’attenzione di Luxottica è posta sui mercati emergenti del BRIC, ovvero Brasile, Russia, India e Cina, oltre al Medio Oriente ed Africa. La comunicazione diventa complessa, in quanto Luxottica ha diversi prodotti che vanno dai propri marchi a quelli in licenza fino agli occhiali da vista; piuttosto l’orientamento è di far percepire cosa e Come sta influenzando la crisi economica sul made in Italy? Come deve cambiare la comunicazione di prodotto sul segmento lusso per risultare efficace? Queste ed altre incognite, in discussione al Forum della Comunicazione. come si realizza”. Ma il lusso italiano non si evince solo dagli accessori, bensì anche nella produzione degli yatch, da come ha ben illustrato Francesco Rainaldi, Direttore Marketing di InRizzardi: “La nostra è azienda ha 35 anni di storia e realizza le proprie imbarcazioni in Italia. La nostra comunicazione si concentra sull’attenzione quasi maniacale del dettaglio, percependo le necessità dei singoli clienti, inoltre, proponiamo anche collaborazioni tra il nostro team d’esperti e quello dell’acquirente”. E di maniacalità si parla anche per il brand Missoni, dove Anna Maria Altamura, Direttore Marketing e Comunicazione, ha esposto le linee guida dell’azienda. “L’azienda Missoni, tende a voler trasferire un senso di profonda autenticità, il concetto del lusso è espresso dalla fantasia, dalla creatività, dal colore come pura essenza del brand. In questo momento di crisi lavorare con una marca che ha il potere di far vedere meglio le cose, è il maggiore investimento della comunicazione. Si sta cercando di evitare tagli, razionalizzando gli investimenti ed assicurando la presenza delle boutique anche in quei paesi in difficoltà, come per esempio l’Inghilterra. Distintività e rilevanza, sono i due cardini fondamentali su cui si basa Missoni”. E rimanendo in tema di moda italiana, contributo interessante è stato quello espresso da Francesca Di Stefano, Responsabile Web di Pitti Immagine: “L’obiettivo storico di Pitti è sempre stato quello di promuovere l’eccellenza dell’Italian Style verso il mondo”. Ed aggiunge: “La crisi non ci colpisce molto, cerchiamo anzi di coccolare i compratori con conferenze in giro per il mondo, c’è un’apertura sul mondo digitale, in quanto molti espositori sono esperti della rete e la utilizzano per dialogare con i blogger. Stiamo anche realizzando, in collaborazione con AltaRoma, la prima edizione del concorso “Who’s on the next?” per la moda maschile”. Idee chiare per un futuro oscuro, sarà quindi il lusso che ci salverà dalla crisi? Un abito dell’ultima collezione di Missoni Roma e Bulgari una storia d’amore e di gusto inconfondibile. Nel 2009 si celebra il 125° anniversario dell’apertura del primo negozio di una storica griffe romana: Bulgari. Una mostra in arrivo ed una benefica iniziativa, per festeggiare con stile e generosità. Celebrare 125 anni di storia per un’azienda, è un traguardo che inorgoglisce e crea una sorta d’aulica grandezza, se poi il marchio in questione, è quello di Bulgari la nota gioielleria romana, allora l’avvenimento assume un’importanza ancor più magica ed evocativa. Il sogno di una vita di un uomo Sotirio Bulgari, nato sui monti dell’Epiro da cui respira il mondo del mito e del metallo, arriva a Roma nel 1884 e decide di aprire l’attività in Via Sistina, proponendo al pubblico, pezzi d’oreficeria antica e moderna. Attività che si sviluppò, grazie alla determinazione ed alla tenacia del fondatore ed in seguito dei figli Costantino e Giorgio, fino a giungere alle attuali generazioni, con la consapevolezza che i valori di un uomo, sono oggi la cultura che anima un’azienda intera, presente in tanti paesi nel mondo. Lo spirito del sogno unito alla lunga documentazione della maison, daranno vita, ad una retrospettiva che si terrà al Palazzo delle Esposizioni a Roma alla fine della primavera, in cui saranno presentati circa quattrocento pezzi. Gioielli, orologi e oggetti preziosi saranno i protagonisti assoluti di una mostra da non mancare, sia per chi ricerca una memoria condivisa, sia per chi vuole approfondire la conoscenza di questa grande firma italiana del lusso, immergendosi nello sfavillare del glamour. Nell’attesa di poter ammirare le suddette creazioni, Bulgari ha pensato ad un altro modo di festeggiare il suo 125° anniversario, partecipando con impegno alla campagna “Riscriviamo il Futuro” di Save the Children, la più grande organizzazione internazionale per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini. Con quest’iniziativa, s’intende assicurare entro il 2010 un’educazione di qualità ad otto milioni di bambini che vivono in paesi in guerra, costruendo scuole, fornendo materiale didattico e proteggendoli da violenze d’ogni tipo. Per questo progetto, Bulgari ha realizzato un anello in argento con inciso il nome di Sotirio Bulgari, quale tributo alle sue origini, mentre all’interno della vera, vi è intagliato il logo di Save the Children. Questo anello resterà in vendita dal 1° febbraio al 31 dicembre 2009 in tutti i negozi Bulgari del mondo, a 290 euro, di cui 50 vengono devoluti alla campagna “Riscriviamo il futuro”. Oltre all’anello d’argento, Bulgari ha realizzato una collezione di pochi pezzi d’alta gioielleria ed orologeria, dal valore di tre milioni di euro che sarà presentata ufficialmente a Roma in occasione della mostra al Palazzo delle Esposizioni, fino a diventare protagonista all’asta che si terrà alla fine del 2009 a New York, il cui ricavato sarà devoluto a Save the Children. Numerose le celebrità del mondo del cinema, dello spettacolo, della musica e della cultura, che hanno sostenuto il progetto: da Isabella Rossellini, a Giuseppe Fiorello, Eros Ramazzotti, Valerio Golino, Sting, Ben Stiller, Vittoria Puccini, Paolo Maldini, Gabriele Muccino e molti altri. Grazie Sotirio, un modo generoso di festeggiare i tuoi 125 anni. eur torrino news 57 O N R E V N I O 0 N 1 0 N 2 U T 9 AU 200 A N À R N R O E D V A L CHE ] di Katia Schieda [ Ritorna il tanto atteso appuntamento con il Pret a’ Porter milanese Sebbene la crisi continui a dilagare, la moda non abbassa mai la guardia e va avanti, imperterrita, cercando di guardare al prossimo Autunno-Inverno con rinnovato ottimismo. Ce lo rivela la Settimana del Pret a’Porter milanese conclusasi il 3 Marzo. E così, anche questa volta, tra novità, stravaganze, donne guerriere e voglia di leggerezza, si è abbassato il sipario sui tanto attesi giorni che decretano a Milano i must della stagione successiva. Grande successo per la donna Armani che trasgredisce prendendo spunto da Parigi. «Le Francesi? Che le Italiane prendano esempio da loro, sono più sexy», asserisce uno scherzoso 58 eur torrino news Giorgio. Assistiamo, quindi, ad una giovane donna che cavalca le passerelle giocando a fare la signora ma che, allo stesso tempo, ha voglia di trasgredire alle regole del Bon Ton. Come? Indossando, ad esempio, il Tailleur con il calzino al ginocchio sopra la calza velata. Calzino spiritoso per il giorno, luccicante nella versione da sera ma portato sempre con scarpe dal tacco vertiginoso. Ovviamente, come suggerisce re Giorgio, «vanno bene sulla gamba sottile…». Tante minigonne, abiti corti dall’aria frizzante, giacche con spallina e cappelli completano l’immagine della donna Armani dall’aria sicura e dall’allure francese perché, come intima lo stesso stilista, «non possiamo certo far sembrare le donne delle povere Criste soltanto perché viviamo in un momento di crisi». Colori, volant e trasparenze, invece, da Moschino Cheap and Chic. «Tutto all’insegna del surrealismo con humor», come hanno commentato dalla Maison. Così hanno sfilato in passerella cappotti gialli con rouches, abiti asimmetrici con giacche corte indossate con cinture maschili incorporate e slacciate. La scarpa, ovviamente, sempre con zeppa altissima, magari metà sandalo e metà tronchetto. Per la sera trasparenze eccessivamente osè che non lasciano nulla all’immaginazione. Sarà l’ambiguità delle stagioni ma Missoni propone di vestirsi con tanti strati nel prossimo inverno: via libera, pertanto, a sottovesti indossate sopra scaldamuscoli, maglie tunica, cardigan con maxi sciarpe e cappotti importanti di maglia. Il tutto arricchito da colli-cappuccio in volpe e borse di pelliccia. Spettacolo nello spettacolo, infine, quello inscenato da Rocco Barocco, con le ballerine dell’Accademia della Scala ed il cittì del Brasile, Carlos Dunga, squadra a cui lo stilista rifarà il Look. Via libera in passerella a Marilyn Monroe, Greta Garbo e Rita Hayworth in bella mostra sulle Shopping bags, tra gonne longuette, abiti a sirena, paillettes e veli. Immancabili, ovviamente, le cosiddette Stelle da Passerella: la sinuosità e la morbidezza sono state ben interpretate da Belen Rodriguez fasciata da un sensuale abito da sera, a cui Clips ha affidato l’uscita finale della sua sfilata. Ad applaudire, invece, quella di Elena Mirò, è stata notata una sorridente Ilary Blasi. In passerella da Luciano Soprani si è potuta ammirare la femminilità di Manuela Arcuri e nel parterre un simpatico Roberto Baggio che firmava autografi. Tante amiche famose anche da Seduzioni Diamonds by Valeria Marini: Maria Grazia Cucinotta, Luxuria e Pamela Prati in prima fila. Ed in fine, non poteva mancare il trionfo di stelle a far visita ai due stilisti Dolce & Gabbana: Claudia Schiffer, Eva Herzigova e Scarlett Johansson. l’Oroscopo Benvenuto Ariete! Continua l’ondata positiva, Venere vi lascerà solo per 15 giorni, ma in compenso Marte, vostro signore, dal giorno 23 stazionera’ nel vostro segno dandovi quella grinta e quella vitalità in più. Forse avete già cambiato rotta per un lavoro che non vi rendeva granché, ma sicuramente avrete ricevuto una proposta immediata e forse inaspettata. Mercurio è sempre molto attivo e aiuta le finanze. Stelle da primato per un oroscopo importante in particolare nei giorni 4, 13, 14, e 23. Sono i migliori per portare avanti iniziative. Per l’amore è eccellente l’ultima settimana del mese, potreste perdere la testa per una persona come non vi capitava da tempo. Evitate, però, di portare avanti storie impossibili. Chi ha chiuso una storia negli ultimi anni è pronto a vivere una Previsioni astrologiche per il mese di aprile TORO Mercurio stazionerà nel vostro segno dal 10 del mese, ottimo per gli affari e i contatti con i giovani. Si appianerà un diverbio con i figli. Valutate con maggiore realismo una situazione complessa. Non fatevi sfuggire questo momento d’oro. GEMELLI Mese a fasi alterne, qualche tensione per via della quadratura di Marte nella prima settimana del mese. Attenzione anche alle spese, chi maneggia denaro deve stare attento ad uscite non programmate. Procedete con cautela. CANCRO L’amore diventa più facile nelle giornate dal 12 al 24 Aprile con Venere che dai Pesci vi guarda benevola. Prendete il patner per il verso giusto. Recupero della salute nonostante le tensioni planetarie degli ultimi 7 gioirni di Aprile. 60 eur torrino news ] a cura di Shanty [ nuova emozione. I matrimoni sono favoriti e un progetto di casa va a buon fine. Per la salute, Venere vi aiuta con il suo transito nel vostro segno. Grandi stelle per grandi recuperi! Attenzione a quel Marte che vi esalta troppo, non esagerate con l’attività sportiva, non strapazzatevi. Occhio alle scottature, curate il viso e la testa, controllate la funzionalità renale e la digestione. LEONE Con il favore di Sole, Mercurio e Venere favorevoli si parte alla grande soprattutto nel lavoro. Maggiori conferme per chi lavora in proprio. Particolari le giornate come quelle del 4, 13, e 23, Anche l’amore è favorito. Positività per chi vuole sposarsi, convivere o avere un figlio. Anche la forma fisica migliora. VERGINE Mese interessante, Mercurio forma un bellissimo aspetto con Saturno. Sarete contattati anche se giovanissimi per rapporti di lavoro. In amore qualche fase di incertezza o di attesa. Evitate storie con persona legate, c’è bisogno di concretizzare. La salute migliora, le cure iniziate potranno avere buon esito. BILANCIA Siete in fase di attesa. Non scoraggiatevi per qualche difficoltà nel lavoro, non siate in ansia e aspettate tempi migliori. In amore potrebbe esserci qualche discussione di troppo. Situazione psico-fisica da tenere sotto controllo, in particolare dal giorno 22 Marte inizia un transito in opposizione al vostro segno: Meglio fare poco e nei giorni 29 e 30 evitare qualsiasi stress. SCORPIONE Stelle interessanti per i guadagni: per il commercio e anche per le compravendite. Ricordate comunque che i maggiori eventi saranno nella seconda parte dell’anno. Temporeggiate! In amore i vostri sbalzi d’umore sono difficili da gestire, sconsigliate le avventure extra. Il fisico si rafforza, attenzione solo attorno al 18, il momento più faticoso. SAGITTARIO La primavera continua a determinare grandi favori e grande successo a livello personale. La situazione economica è in rialzo. Giornate positiva quelle del 13, 14, 23 e 24. L’amore può nascere mall’improvviso, nelle situazioni più impensate, magari nell’ambiente di lavoro. Seguite una dieta piùrigorosa e dedicatevi a una leggera ma costante attività fisica. CAPRICORNO Affrontando con coraggio quello che non vi convince sarete in grado di porre rimedio alle cose che non vanno, complice uno splendido Mercurio che dal Toro vi consiglia la soluzione più adatta, non lasciatevela sfuggire. Avrete così la possibilità di prendere le misure più adatte. Una persona di famiglia ha bisogno del vostro aiuto. ACQUARIO Continua il transito favorevole di Venere, avete molte stelle dalla vostra parte, un amore è confermato, potreste essere molto amati o desiderati. Sono indicate conoscenze con persone di altre città. Non ci sono incognite a parte la dissonanza di Mercurio, dunque attenzione alle uscite, che sono più forti dopo il 24. Cercate di non disperdere energie. PESCI Urano si è stabilizzato nel vostro segno obbligandovi a seguire le sue indicazioni che sono sempre nlla direzione di un’innovazione. Procedete con qualche precauzione in più, Marte transita nel vostro segno e si oppone a Saturno nei primi giorni del mese. Svagatevi nelle giornate più nervose, 13 e 27. ] a cura di Cinzia Katerina Angelo [ Dante sapeva ciò che la scienza moderna comincia a comprendere: e cioè che l’Amore, ben lungi dall’essere solo un semplice sentimento della psiche umana, è una vera a propria Energia misurabile la cui Forza muove l’intero Universo verso la sua evoluzione. “L’unica forza”, la matrice da cui tutto origina, è ormai stata scoperta dalla scienza che la chiama “campo nucleare debole”; essa è ciò che fa vibrare le molecole muovendo, a temperature elevatissime, il cuore di ogni cosa: quello del Sole e della Terra, della materia organica e non, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, compreso il corpo umano. Quando la scienza si unisce alla Coscienza bypassando l’invadente arroganza dell’estremo razionalismo per accompagnare il lento passo della ragione, allora può arrivare al cuore delle cose dove alberga la Verità, può scrutare la realtà al di là delle apparenze. Già il fisico Max Planck, nel 1944, affermava: «La materia in quanto tale non esiste. Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibrare le particelle atomiche… Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente cosciente e intelligente. Questa Mente è la matrice di tutta la materia.» La Matrix, dunque, è un L’ A he move i c lS r o m ol ee 62 eur torrino news potere creativo sembra essere davvero formidabile. La coscienza collettiva permette i grandi cambiamenti dell’umanità, così come crea e al tempo stesso reagisce ad eventi globali di grande impatto emotivo. In questi casi è come se la Matrix venisse scossa da una potente ondata in grado di “riconfigurare” il campo di energia unificata. Tale ondata sembra possa essere provata e misurata scientificamente. È ciò che vuole dimostrare il Global Conscious-ness Project, un progetto internazionale a cui partecipano scienziati di diversi paesi e che si basa sul risultato di 35 anni di lavoro nei quali esperimenti condotti in laboratorio hanno dimostrato che la coscienza umana interagisce con apparecchiature chiamate Generatori di Eventi Casuali (REG) provocandone uno schema di risposta non-casuale. Attraverso un software, una rete di 65 rilevatori, in diverse parti del mondo, raccoglie i dati e li invia a un server centrale a Princet o n , USA, progettato per segnalare ogni sottilissimo impulso nella coscienza collettiva che reagisce a eventi globali. I grafici fin qui prodotti dimostrano una coerenza, una non-casualità, nei dati raccolti durante avvenimenti significativi che hanno coinvolto la popolazione mondiale, come il funerale della principessa Diana, l’attacco alle Torri Gemelle e, recentemente,l’elezione di Barack Obama a presidente degli USA. In questi casi la rete di REG ha mostrato correlazioni che fanno ritenere che la coscienza globale sia in crescita, reagisce, e percepisce anche in anticipo gli eventi. Nel caso dello Tzunami del 26 dicembre in Indocina l’apparecchiatura di Princeton aveva cominciato a segnalare un’oscillazione significativa circa 24 ore prima dell’evento, e così accadde per l’attentato alle Torri Gemelle “sentito” 4 ore prima. Da ciò se ne deduce che noi possiamo evolvere nella coscienza collettiva la quale, se nutrita di emozioni positive, può portare la gioia sul pianeta. Tutto dipende dalla capacità degli uomini di creare risposte positive, anche di fronte a eventi drammatici. Dopo l’attentato dell’11 settembre la maggioranza delle persone, da Sidney a New York, ha gridato “pace!” innalzando la vibrazione dell’Amore su tutto il pianeta e credo che sia proprio questo il progetto della coscienza collettiva per i prossimi decenni. “ Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so, nessuna delle persone che stava per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta: erano tutti messaggi d’amore. Io ho la strana sensazione che, se lo cerchi, scoprirai che l’amore davvero è dappertutto“, così la voce fuori campo di un bellissimo quanto sottovalutato film del 2003, Love Actually. le la Rete come conoscenza: Quello che i potenti ci nascondono campo unitario di energia, un contenitore all’interno del quale noi siamo l’artista che crea e, al tempo stesso, l’opera creata. La scoperta più incredibile alla quale è giunta la ricerca scientifica è proprio questa: la mente che fa muovere le cose è la coscienza creativa dell’uomo, l’atto stesso di focalizzare la coscienza è un atto creativo. Secondo gli scienziati l’Universo è “partecipativo”, cioè non finito e in continua sintonia con l’essere pensante. La particella subatomica risponde all’osservazione cosciente dell’uomo come se ci fosse un collegamento diretto, come se ne capisse l’intenzione, come se si parlassero attraverso l’unico linguaggio a cui la Matrix può rispondere, quello universale delle emozioni. Ogni emozione che proviamo provoca dei cambiamenti chimici, nel nostro organismo, che rispecchiano i nostri sentimenti. E la stessa emozione che ci dà il potere di cambiare il nostro corpo, ci dà il potere di “forgiare” la Matrix. Ciò che immaginiamo, sogniamo, sentiamo, viene proiettato nel campo come su di uno schermo che ci rimanda indietro l’immagine di ciò che creiamo. E se i sentimenti sono istruzioni per programmare la Matrix, possiamo comprendere come sia possibile, emanando sentimenti positivi, programmare la gioia, la guarigione, la pace, nella nostra vita. È questo il potere di creare, un potere che appartiene al Divino e che oggi scopriamo essere prerogativa dell’uomo proprio in quanto fatto “a immagine e somiglianza di Dio”; quel Dio che ci hanno fatto credere lontano e irraggiungibile e che invece altro non è che la Forza dell’Amore che scorre nella Matrix come nel nostro DNA che oggi, modificandosi, risveglia in sé i codici della creazione. Ogni cambiamento che riusciamo a creare nella nostra vita si rispecchia ovunque nel mondo senza limiti di spazio né di tempo. Ciò è dovuto alla natura olografica dell’universo nel quale ciascuna parte di un oggetto contiene, in piccolo, l’oggetto stesso nella sua totalità. Ciò che ci appare come realtà altro non è che la proiezione in materia di una realtà ben più profonda che ne costituisce l’originale. Il mondo fa da specchio a ciò che accade in un regno superiore nel quale noi creiamo il nostro progetto che poi viene proiettato nella dimensione fisica della vita, a patto che questo progetto sia richiamato e veicolato dal sentimento, quindi dall’energia di attrazione dell’Amore. Questa verità era già conosciuta dagli antichi saggi. Platone chiama Iperuranio il mondo nel quale si creano le idee originali, e lo stesso concetto troviamo nei Veda e nei Rotoli del Mar Morto di duemila anni fa, in particolare in alcuni frammenti conosciuti come The Songs of the Sabbath Sacrifice. Quando grandi gruppi di persone vivono contemporaneamente le stesse emozioni, si creano “sacche” di pensieri e sentimenti simili che vanno a costituire ciò che chiamiamo “coscienza collettiva” il cui l e l’altre st Endocrinologia estetica la nuova branca specialistica per la salute e la bellezza delle donne. ABSHAPE Wellness Center Via Amsterdam, 112 00144 – Roma EUR 0688541272 063224276 (centr.) 339.2222.633 www.stamegna.it La dieta crono metabolica per stimolare il metabolismo e ridurre la cellulite Ne parliamo con il dottor Antonio Stamegna, endocrinologo, direttore scientifico ABSHAPE. Uno dei problemi di più frequente riscontro nelle donne con cellulite e aumento di peso è dato da un’alimentazione sbagliata e un metabolismo lento. In questi casi è inutile iniziare qualsiasi trattamento estetico o prendere farmaci per dimagrire (amfetamine mai!). Occorre piuttosto rivedere l’alimentazione, inserendo alimenti nutrizionalmente completi e microelementi in grado di migliorare la funzione ormonale e distribuire tali alimenti nella giornata secondo i ritmi metabolici. Detta così potrebbe sembrare difficile ma posso assicurare che si tratta di una dieta di facile esecuzione, disegnata sulle esigenze della paziente e sulle abitudini quotidiane. La dieta crono metabolica stimola il metabolismo? La dieta crono metabolica abbassa i livelli di insulina, ormone pancreatico che ostacola la perdita di peso e aumenta i livelli di altri ormoni che facilitano la perdita di peso, fornisce il substrato nutritivo alla tiroide e aumenta il metabolismo. Si raggiunge una perdita di peso importante, in proporzione alla condizione di base e, soprattutto, tale perdita riguarda la componente di grasso responsabile della cellulite e delle modificazioni della figura. Il risultato raggiunto si mantiene? Uno degli obiettivi cardine di questa dieta è proprio quello di fornire all’organismo un nuovo equilibrio metabolico grazie al quale sarà più facile mantenere il risultato ottenuto. In sostanza, si torna ad essere “normali”, riuscendo a perdere peso più facilmente. Se il metabolismo è lento Difficoltà a perdere peso In che modo? Notevole facilità ad assumerlo • Abbassando l’insulina ed aumentando gli ormoni tiroidei (nuovo equilibrio metabolico). • Aumentando il metabolismo nei giorni in cui si mangia di più, grazie all’integrazione di iodio e minerali. • Seguendo la dieta di recupero il giorno dopo. Gonfiore Inoltre, si possono studiare diete specifiche per un veloce rientro in forma (dopo una settimana sulla neve o in crociera, ad esempio) o per una perdita di peso veloce. Importante: Moltissime donne vagano da sempre in cerca di soluzioni miracolose che possano risolvere definitivamente il loro sovrappeso o la cellulite. In questo modo si rischia di spendere molto e non sempre con risultati che giustificano tale spesa. Occorre, a mio parere, affrontare il problema estetico, quale esso sia, come un qualsiasi problema medico e, dunque, partire dalle cause. Se la diagnosi è giusta e la terapia adeguata, i risultati sono evidenti, duraturi e non si spendono tanti soldi. Stipsi Anemia Ritenzione, edema Cellulite Presso ABSHAPE Visita Endocrinologica Trattamenti Medico estetici Palestra estetica Bio-stimolazione del viso Fotoringiovanimento Epilazione con Luce Pulsata Dott. Antonio Stamegna Medicale eur torrino news 63 LE VILLE DI ROMA E... DINTORNI www.casalieville.com VIA PINDARO, 36 - 00125 ROMA Tel 06 50915266 - Fax 06 50915362 Infernetto – villa monofamiliare stile casale 2 livelli: salone, studio, cucina tinello, 3 camere, 3 bagni, dependance mq 70. Giardino mq 2.000. R/73 Casalpalocco (Axa) – villa in bifamiliare su 4 livelli: salone, cucina abitabile, 8 camere, 5 bagni. Giardino di mq 500 ca. R/134 Spoleto (Perugia) – casale dell’800 completamente ristrutturato composto da 4 appartamenti. Terreno circostante di 4 ha con piscina + 13 ha di bosco. 2.500 M.C. ancora da realizzare. R/37 Olgiata – villa monofamiliare su 2 livelli più mansarda, di mq 1.000 ca, divisibile in 2 unità, giardino circostante di mq 8.000 ca con alberi ad alto fusto e piscina. Composta da: salone triplo, cucina, penta camere, penta servizi, garage, cantina e appartamento domestici. R/173 Olgiata – villa bifamiliare, vendesi entrambe le porzioni anche separatamente; una unità 600 mq su 3 livelli; altra 300 mq su 2 livelli. Giardino circostante di mq 2.500. Da ristrutturare. R/94 Trigoria – In posizione panoramica, prestigiosa villa unifamiliare di alta rappresentanza e di eccezionale architettura composta da: salone triplo, 5 camere, 5 bagni, studio, mansarda, sala hobby. Dependance di ca 140 mq con 27.500 mq di terreno circostante. R/218