tutti noi abbiamo un'origine comune, siamo tutti figli dell'evoluzione dell'universo, dell'evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli (Margherita Hack) 1 PREGIUDIZI & INTERCULTURALITA' sempre la rassegnazione nei confronti delle Parlare di pregiudizi ...sembra facile, culture considerate dominanti e dall'altra il rifiuto razionalmente è facile capirne il significato: un della diversità vissuta come svilente, aggressiva, carico di emozioni per lo più negative che nascono addirittura ingombrante. prima di ogni valutazione, lontane dalle Sembra che la società cosiddetta civile non riesca esperienze dirette … giudizi nei confronti di a comprendere il valore di quella diversità che persone e o situazioni che per lo più trovano le dentro di noi rimane concettualmente sorpassata, loro radici nell'insoddisfazione individuale e di obsoleta, superata dalla nostra storia... come se gruppo. Un'insoddisfazione quasi sempre esistesse solo la nostra storia! derivante da una deprivazione relativa, ossia da Una storia tra l'altro che ha condotto ad un utilizzo un vissuto non corrispondente al reale. della tecnologia in maniera disumanizzante, tanto Un'insoddisfazione che rappresenta il frutto da avere conquistato il dominio dell'essere umano. dell'immaginario sviluppato in difesa di sé e di ciò Parlo di dominio in quanto l'elevato livello che viene percepito come proprietà al di là tecnologico cui il nostro contesto sociale è giunto dell'oggettività. sta cancellando o svilendo l'aspetto umano, va al I pregiudizi non sono supportati da alcuna di là dell'individuo sostenuta da una sola finalità: il cognizione, verifica o confronto, rappresentano profitto economico che rappresenta a tutt'oggi il solo una sterile sentenza di accusa orientata a motore del pianeta. creare ostilità nei confronti di una persona La soggettività è diventata oggettività a tutti i appartenete ad un gruppo … un gruppo quasi costi venendo ad inquinare la libertà nella sua sempre vissuto come estraneo, nei confronti del espressione più umana. quale non sembra possibile creare difese Mi pare doveroso, conseguentemente a queste adeguate se non appunto… aperta ostilità valutazioni, domandarsi se e come questo nostro sostenuta dalla paura. contesto sociale stia perseguendo un obiettivo di La paura del diverso, la paura delle culture da noi libertà o di schiavitù. vissute come “altre”, come perdenti, sconfitte in Libertà e schiavitù che riportate concettualmente partenza ... Noi tendiamo a partire sempre dal alle antiche civiltà dove si prevedeva la netta presupposto che la nostra sia la cultura distinzione tra una piccola privilegiata percentuale dominante, una cultura che si basa sull'economia, di individui considerati liberi, i detentori della sulla tecnologia e sulla forza militare. cultura e della saggezza perseguiti con la Non vi è confronto o scambio e non lo si contemplazione o comunque con il distacco dagli contempla nemmeno, in quanto il processo di affari terreni ed una stragrande maggioranza di immigrazione è unilaterale - da Sud a Nord, da Est schiavi che con il loro sacrificio creavano le a Ovest; forse la comprensione potrebbe prendere condizioni ideali affinché i pochi potessero godere avvio stimolando l'integrazione culturale solo se i dei loro privilegi … non viene spontaneo processi migratori fossero bidirezionali. domandarsi che cosa nel nostro splendido ed Però … non mi pare che nella storia della civiltà si avanzatissimo 3° millennio è cambiato, visto che siano mai verificati processi di migrazione tali da un 20% di privilegiati vive e sfrutta un 80% di essere considerati democratici, tutti in un modo o schiavi ? nell'altro sono avvenuti in maniera forzata, cause: È vero… non li chiamiamo più schiavi, anzi … la miseria materiale, le persecuzioni politiche o quanto ci adoperiamo con il nostro buonismo a religiose, la tratta degli schiavi … basso costo a migliorare la loro qualità di vita … sempre però utilizzando l'unilateralità nel Tutto sarebbe diverso se la migrazione fosse rapporto. l'esito di libera scelta di spostamento in un Distribuiamo doni, conoscenza, rifiuti, democrazia contesto globale ove tutti i soggetti coinvolti ... percepissero il diritto di sentirsi uguali e Quella democrazia di cui tanto ci vantiamo, quella soprattutto liberi di esprimere loro stessi ovunque democrazia sapientemente conquistata nel corso si trovino. dei secoli da eserciti di colonizzatori. Una Se non vi è percezione di uguaglianza, ma prevale democrazia che non considera il rispetto per il sentimento di inferiorità, da una parte dominerà l'altro, il rispetto nei confronti di chi ha sviluppato 2 nei secoli una civiltà differente dalla nostra, ma non per questo migliore o peggiore … solo DIVERSA!! Il problema è che il diverso mette in discussione ciò che sentiamo consolidato dentro e fuori di noi … e questo risulta assai difficile da tollerare, ci vuole coraggio a mettersi in discussione. Ascoltare, osservare e, perché no, imparare dall'esperienza dell'altro …. rappresenta il modello di sviluppo dell'individuo … quindi del sociale, ma noi ora, come ora, ne siamo talmente spaventati da negarlo forzosamente tanto da nasconderci dietro il muro della globalizzazione che … non avrebbe nulla di negativo se non la valenza distruttiva che sa assumendo nella sua connotazione neo-liberista. La globalizzazione, così come è attualmente concepita, non è altro che imposizione e sfruttamento economico supportata dal concetto di esclusività socio-culturale da parte del mondo ricco … Il sistema globale ha determinato da un lato l'allargamento del numero di relazioni interpersonali, dall'altro ne ha ridotto il loro valore assoluto, il loro significato, spersonalizzando gli interlocutori. È aumentato il numero delle reciproche dipendenze, dipendenze che vanno a mascherare le singole personalità sempre e comunque in funzione di un solo obiettivo globale: il profitto a tutti i costi! Ogni nostro agire è relativo all'utilità che ne ricava il sistema … ma quanto ci appartiene questo agire finalizzato alla prestazione oggettiva imposta ? l'individuo per affermarsi si trova costretto a limitarsi ad una sola tipologia di prestazioni relative a ciò che il sistema pretende. Il sistema dal canto suo divide, fissa e rende oggettiva l'azione sociale complessiva ed è solo da quella che ognuno di noi è autorizzato ad esprimersi. Una sorta di “normalità” imposta e finalizzata! La libertà ha perso la sua connotazione originale, quella di conquista dell'indipendenza interiore, il concetto di libertà si è trasformato in NONDIPENDENZA. Non siamo più gli attori protagonisti della nostra esistenza, ma lo sono gli intrecci delle nostre prestazioni in funzione degli scopi prioritari imposti. La relazione interpersonale evita così il contatto, l'intimità e l'emotività con conseguente rinuncia alla propria riservatezza, con enorme difficoltà nel riconoscimento del nostro corredo emotivo. La mia esperienza clinica nell'ambito dei disturbi di relazione mi suggerisce quotidianamente come questo intrecciarsi di relazioni fittizie determini l'insorgenza di disagi sino a franche patologie a carattere autodistruttivo L'AUTODISTRUTTIVITA' è sostenuta dall'aggressività non espressa, coartata, ma presente ed esaltata dalla forzosa chiusura cui il soggetto viene sottoposto. Riducendosi lo spazio espressivo, ovviamente aumenta il ripiegamento su di se con conseguenti ripercussioni emotive quando la funzione che all'individuo spetta come membro impersonale dell'organismo sociale entra in collisione con quello che l'individuo aspira ad essere. Si è creata una nuova forma di schiavitù tecnologica che crea conflitto interiore, che blocca le emozioni e che induce aggressività e …. paura, tanta paura di non riuscire ad essere ciò che virtualmente il sistema ci impone! Ed è proprio su questo che il nostro staff medico psicologico lavora... integrando il programma rieducativo destinato ai portatori di disturbi di relazione, con forti stimoli sociali atti ad aprire la visuale dei soggetti disagiati che purtroppo ripiegati in se stessi hanno sviluppato una visuale ad angolo acuto. Tutto questo nel contenitore associativo identificato quale mezzo, al momento, più adeguato per il trattamento riequilibratore di questa tipologia di disagi. Quale strada percorrere per tentare almeno di uscire da questo buco nero ? Forse l'unico strumento che abbiamo a disposizione è quello di ampliare la nostra sfera cognitiva. Maggiore è il numero di informazioni, maggiore è la possibilità di riappropriarsi della libertà di espressione, di scelta, di movimento. Dobbiamo cercare di uscire dall'omologazione sociale sapientemente indotta e condotta dal sistema mediatico che ha modificato il nostro modo di fare esperienza. L'esperienza non è più esperienza individuale, reale, derivante dal contatto con l'altro, ma rappresentazione virtuale del mondo. Esonerandoci dall'esperienza diretta ci rimane solo il rapporto con la rappresentazione degli eventi. Ma chi li rappresenta questi eventi ? Il sistema mediatico filtra ogni situazione, la modifica a suo piacimento ed induce un giudizio globale omologato determinando una sequela di comportamenti a risposta, comportamenti che pongono le loro basi sulla virtualità e sulla manipolazione. Ognuno di noi rappresenta ciò che, nell'ambito di una sorta di monologo collettivo, l'esperienza della comunicazione globale induce senza alcuna possibilità di formulare valutazioni e giudizi sull'onda della nostra stessa struttura di personalità. Siamo preda del crollo della comunicazione umana che è naturalmente caratterizzata da contraddizioni, da emozioni, da verità e bugie, perdendo in questo modo la responsabilità individuale identificabile nel parlare a proprio nome, siamo caduti preda dell'appiattimento del pensiero critico collettivo che rappresenta una potente ancora di salvezza orientata a modificare, evolvere e costruire. È quindi la ricerca dell'ESPERIENZA DIRETTA la via per riscoprire il valore intrinseco di ognuno di noi inserito nell'intreccio relazionale del sociale ed è a questo che il nostro gruppo sta tendendo incontrandoci e collaborando al fine di abbattere le barriere mentali e relazionali che impediscono la comprensione del valore delle diversità, la possibilità di creare una cultura integrata in grado di arricchirci e come individui e come gruppi. L'educazione interculturale avvalora il significato 3 stesso della democrazia e va pensata quale risorsa per i complessi processi di crescita della società in quanto arriva a valorizzare le diverse culture di appartenenza rendendole agevoli ed usufruibili, oltre a contrastare il sentimento razzista che altro non può, e l'esperienza storica ce lo insegna, che creare esclusione e sentimenti di alienazione sia in chi lo subisce, sia in chi lo vive. Luisa Barbieri I Greci con lungimiranza definiscono i terroristi tromokrates, governanti del terrore. Uno di essi, recentemente catturato, ha dichiarato alla stampa “ Credevo di cambiare il mondo. Sono riuscito solo a cambiare la programmazione televisiva. Questa fin'ora è stata la vittoria sul grande satana occidentale. Gli unici cambiamenti reali sono le vite strappate delle vittime, le vite lacerate dal dolore dei loro cari. E l'occidente? L'occidente continuerà a celebrare l'11 settembre con la consueta pletora mediatica . nessun atto di modestia. Nessuno penserà di onorare i morti costruendo una cultura di pace su vasta scala sottraendo magari risorse agli armamenti per fare guerra alla guerra, alla fame, alla malattia, alla spoliazione, allo sfruttamento, alla disperazione. Che diamine! Ci sono delle priorità! La guerra a Saddam ad esempio che ancora una volta ha giocato il ruolo dell'utile idiota. Moni Ovadia Ebreo Gli integralismi sono malattie dell'identità immiserita dai nostri rifiuti a cambiare, si nutrono di miseria materiale e intellettuale. Contro gli integralismi estremi il trattamento traumatico non ha efficacia. Ottiene risultati opposti e rafforza l'integralismo con la palma del martirio. L'unica terapia affidabile è quella che agisce sulla mentalità, la scuote, la fa evolvere dall'interno; l'unica terapia è quella che promuove il sorgere di una nuova cultura che interpreti la tradizione alla luce della modernità e Se la natura umana fosse fondamentalmente aggressiva, saremmo nati con artigli ferini e grossi denti – ma i nostri sono corti, graziosi e deboli- del pluralismo. Occorre elaborare un nuovo umanesimo cui tutte le culture e le religioni diano il proprio contributo. Questo umanesimo è il miglior rimedio contro tutte le derive. Un programma culturale assolutamente alla nostra portata per elaborare risposte comuni ai gravi problemi che la civiltà della nostra epoca ci pone. Una civiltà che non è più occidentale né orientale ma semplicemente planetaria. Mohamed Talbi Mussulmano questo significa che non siamo equipaggiati da essere aggressivi; persino la dimensione della nostra bocca è molto piccola. Penso quindi che la natura umana debba essere fondamentalmente gentile. Dalai Lama Buddista 4 Il mondo è affetto da razzismo: questo è il pericolo. Paradossalmente è anche affetto da ideali democratici: e questa è la speranza. Mentre commette degli errori, ha tuttavia gli strumenti potenziali per correggersi. Ma di fronte a sé non ha un millennio per introdurre i cambiamenti, né ha la possibilità di scegliere di continuare nel vecchio modo. Il futuro che gli si chiede di inaugurare non è così sgradevole al palato da giustificare i mali che ci affliggono oggi. Porre termine alla povertà, estirpare il pregiudizio,liberare una coscienza tormentata, costruire un 4ffer4 di giustizia, rispetto e creatività. A noi si 4ffer l’occasione, mediante un iniziativa non violenta di massa, di evitare un disastro e di creare un nuovo spirito di armonia tra classi sociali e razze. In quest’ora carica di tensione siamo tutti sul banco degli imputati, ma ci è dato ancora il tempo necessario per andare incontro al futuro con la coscienza pulita . Marthin Luther King Cristiano battista " La prima ricchezza è la generosità... la prima povertà è l'ignoranza " Mustapha N'Dao Il dialogo tra persone è fatto di domande, risposte, scambi e ... sogni. Chi ha paura di fare domande non riceverà risposte, dove mancano domande e risposte non fioriscono i sogni. “Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare” Jim Morrison Il nostro gruppo vuole porsi domande cercando lo scambio per crescere insieme e fare nascere il sogno L'obiettivo primario deve essere quello di formare un gruppo eterogeneo (luogo di nascita, cultura di appartenenza, religione, lingua) di individui (immigrati e nativi) seguendo quelle che sono le dinamiche relazionali e psicologiche di costituzione e consolidamento di un gruppo di lavoro . La presenza di due operatori, supportati da un facilitatore, con competenze differenti ma integrate ed ampiamente sperimentate in relazione all'obiettivo suesposto svolgono il ruolo di: il medico-rieducatore ha il compito di passare conoscenze sia in ambito strettamente sanitario che in ambito sociologico al fine di fornire il materiale al gruppo che viene elaborato con tecniche e metodologie gruppo-analitiche. Inoltre riveste il ruolo di facilitatore in quanto fornitore di forti stimoli orientabili alla costruzione e consolidamento del gruppo; lo psicoterapeuta con formazione gruppoanalitica ha il compito di agevolare, osservare ed interagire nella dinamica gruppale composta dalle singole individualità che interagiscono per favorire ed indirizzare i vissuti, l'elaborazione delle esperienze ed i relativi confronti e messa in discussione per realizzare una formazione adeguata ai singoli e al gruppo I due formatori, appartenendo a sessi diversi, svolgono l'importante ruolo cementate delle figure genitoriali dotate di autorevolezze e al contempo di accoglienza destinata anche a muovere l'emotività dei singoli e del gruppo nell'insieme. La proposizione dei due tecnici si differenzia nettamente in quanto, sovrapponendo alle figure parentali per chiarezza nell'esposizione, da un lato la figura del rieducatore medico svolgendo il ruolo materno tende a dare l'impressione della maggior accoglienza e permissività, contribuendo a superare le difficoltà di proposizione (maternage), dall'altro la figura dello psicoterapeuta, maschile, viene proposta in termini di maggiore autorevolezza e propositore di regole. Si parla delle regole che andranno a costruire le fondamenta del gruppo. Il facilitatore tende a mediare anche attraverso l’uso della lingua francese o wolof nell’azione di apertura dei canali di comunicazioni, la mediazione risulta essere indispensabile al fine di affrontare e superare molto più rapidamente l’ovvia diffidenza di chi si affida in un percorso di crescita collettiva. La sua esperienza di migrante risulta essere di grande aiuto alla comprensione immediata favorendo l’instaurarsi di una corrente empatica che andando a coinvolgere anche il campo emotivo coinvolge tutti i partecipanti. L'ambientazione dei gruppi sarà proposta con la metodologia del circle-time in maniera da non imporre un setting gruppale accademico e rigido, ma bensì per favorire l'interscambio. Ogni incontro si porrà un obiettivo che verrà proposto quale input iniziale (materiale cartaceo, slides, brevi filmati). Il gruppo reagirà allo stimolo e verrà indirizzato affinché ciò che agisce da ostacolo all'integrazione si possa superare. All'interno del gruppo potranno essere utilizzati lavori in sottogruppi e role-playing. La cadenza degli incontri sarà di 2 settimane durante le quali i partecipanti saranno invitati attraverso gli stimoli derivanti dal gruppo, a sviluppare l'argomentazione proposta 1° gruppo “ Laboratorio esperienziale” (n°5 incontri): si creano le basi del gruppo in divenire attraverso il primo passo che è la conoscenza reciproca. 5 CONOSCIAMOCI : il superamento dei PREGIUDIZI – cosa sono i pregiudizi ? quali sono ? come superarli ? IL CONTESTO SOCIALE : scambio di esperienze ad arricchimento. Da cosa è supportato il contesto sociale nel quale viviamo ? quali valori lo sostengono ? quali valori si sono persi? comparazione tra i diversi contesti sociali la SALUTE PSICO-FISICA : passaggio di conoscenze seguendo le indicazioni dell'OMS, salute quale risorsa del sociale, legame tra salute e benessere individuale e sociale. Cenni in riferimento al come muoversi all'interno della SSN le ASPETTATIVE : comparazione tra le aspettativedesideri dei migranti e dei nativi AUTOVALUTAZIONE DEL GRUPPO IN RIFERIMENTO AL GRUPPO : riflessione ed elaborazione in gruppo dell'esperienza fatta insieme Verrà proposta la rielaborazione individuale di ogni singolo gruppo a mezzo scrittura 2° gruppo “ Gruppo di formazione ” (n°8 incontri): presentazione dei partecipanti e motivazioni e aspettative che li hanno spinti ad entrare nel gruppo di formazione – Creazione del GRUPPO DI LAVORO – INDIVIDUALITA' e GRUPPALITA' : come creare e mantenere attivo un gruppo di lavoro SANITA ': accesso ai servizi SANITA': elementare approccio alle malattie coinvolte nel processo migratorio ASPETTI PSICOLOGICI DELL'IMMIGRATO e DEL NATIVO INFORMAZIONE e COMUNICAZIONE AUTOVALUTAZIONE DEL GRUPPO IN RIFERIMENTO AL GRUPPO - ROLE PLAYING: creazione del gruppo LABORATORIO ESPERIENZIALE ROLE PLAYING : emerge una problematica nel gruppo (2 fazioni i lotta), come affrontarla? – riflessione e condivisione sulla chiusura del gruppo di lavoro Verrà richiesta la rielaborazione individuale di ogni singolo gruppo a mezzo scrittura All'8° incontro i singoli partecipanti al corso dovranno consegnare una relazione inerente il lavoro svolto, la relazione e la capacità di interagire, oltre alla effettiva partecipatività del singolo sarà sottoposta a valutazione da parte dei docenti che determinerà chi sarà in grado di affrontare il 3° ciclo, ossia la conduzione del laboratorio esperienziale La società italiana vede una presenza sempre più numerosa di persone migranti provenienti da diverse culture sia europee (in particolare paesi dell'Est) che extraeuropee. Si tratta oramai di una presenza stabile testimoniata da un costante 6 processo di ricongiunzione familiare che vede così crescere il numero delle presenza femminile che sfiora così il 47% del totale. Si tratta di soggetti a forte rischio di esclusione sociale soprattutto a causa di ostacoli di natura linguistica, sociale e culturale. In questo contesto il laboratorio vuole contribuire, nelle sue possibilità, alla rimozione di parte di tali ostacoli. I nativi dovranno essere, a loro volta, coinvolti nel processo di confronto-interscambio per conoscere le diverse culture che sono venute a insediarsi nel territorio locale. Per questo motivo il laboratorio esperienziale vuole coinvolgere anche ai nativi in virtù del principio cui tiene fede: crescita comune nel sociale destinata alla conquista del multiculturalismo. Il progetto si pone l'obiettivo generale di rafforzare il processo di integrazione e inclusione di persone migranti nella società italiana. Tale processo è ostacolato, tra gli altri, dalla barriera linguistica e dalla mancata conoscenza delle leggi e della cultura del paese in cui il/la migrante ha stabilito la sua nuova residenza, oltre che dal vissuto di inferiorità dominante la cultura e dei nativi e dei migranti e dalla mancata conoscenza delle culture migranti da parte della popolazione nativa Obiettivi specifici del progetto sono quindi la realizzazione di tre percorsi relativi a: • acquisizione delle conoscenza delle leggi, degli usi e costumi vigenti in Italia da parte delle persone migranti; • confronto di tali leggi, usi e costumi italiani con quelle del paese di origine; • conoscenza e/o il perfezionamento della lingua italiana – interscambio linguistico; • acquisizione di abilità informatiche di base; uso di internet • allargamento del ventaglio informativo destinato all 'abbattimento dei pregiudizi • responsabilizzazione e partecipatività secondo le leggi dell'empowerment associato a mainstreaming I gruppi sono supervisionati dagli operatori di N.A.Di.R per la gestione delle relative dinamiche. La metodologia utilizzata in tutti i percorsi, in particolare quelli di formazione interculturale e linguistico, è di confronto e comparazione tra leggi, usi, costumi e lingua italiana e quella dei paesi di origine dei/delle partecipanti. La comparazione è, a nostro avviso, indispensabile affinché si sviluppi una maggiore consapevolezza di ciò che in Italia risulta essere un modo di vivere supportato da un sistema legislativo oltre che da una ricca cultura sociale, inoltre l'esperienzarelazione comparata basata sull'interscambio rappresenta una sorgente di ricchezza sociale ed individuale tale da promuovere quel processo di cambiamento che auspichiamo al fine di creare una comunità sociale competente che riesca a superare il muro dei pregiudizi. Il progetto di N.A.Di.R. rientra in un progetto di rete facente capo al Tavolo dell'immigrazione di VolaBo (Centro per I Servizi del Volontariato della Provincia di Bologna. Immagine della manifestazione che Loris Cresti del Bar della Rotonda ha organizzato a sostegno delle attività promosse da N.A.Di.R. il 15 dicembre 2007. I magnifici interpreti musicali che ci hanno allietati: Jambè Rythme Groupe alle percussioni ed Alessandra Mirabelli al violino, ci hanno offerto un'interpretazione della "Follia" di Corelli di altissimo livello!!. L'evento è stato ripreso dalle telecamere di N.A.Di.R.informa. Siamo convinti e ...i fatti continuano a dimostrarlo che ... la multiculturalità sia GIA' il nostro presente e che sia capace di offrirci il meglio che l'essere umano possa esprimere! "Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a ogni conflitto... ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno." Le Differenze Nell’ambito del nostro percorso di conoscenza non possiamo non tenere conto delle dfferenze che ci caratterizzano, differenze a cui dovremmo imparare a dare una valenza positiva, costruttiva, arricchente. I popoli d’Africa si diversificano, si distinguono dai popoli d’Europa e di questo dobbiamo prendere atto certamente non vivendolo come motivo di contrasto e/o di contrapposizione, 7 ma esclusivamente come momento di crescita comune, una crescita che passa attraverso l’accettazione della diversità, l’amalgama ... sino ad arrivare all’unione ... quella vera, emotiva! Occorre prendere atto della “sudditanza” storica derivante dall’ignoranza nella quale sono stati spinti i popoli d’Africa , occorre ripercorrere, rivalutare la loro storia comprendendo sino i fondo che la storia non appartiene solo al Nord del Mondo che, invece, ha imparato tanto bene a ridisegnarla a sua immagine e somiglianza. A proposito di Africa vorrei partire da un concetto che reputo essere fondamentale e alla base di ogni possibile intreccio relazionale: “Solo attraverso il suo essere, l’Africa può veramente accedere all’avere ” ...un avere autentico, non un avere di elemosine e di mendicità. Credo sia bene partire da un problema di identità, di dignità e conseguentemente di ruolo nel mondo di un continente spogliato della sua stessa storia. Senza identità l'Africa è solamente uno strumento utilizzato dagli stranieri. Negli ultimi secoli il continente africano è stato forgiato, trasformato dalla cultura imposta dai paesi industrializzati del Nord, non ha avuto la possibilità di esportare alcun messaggio culturale … costretta all'approvvigionamento di materie prime trasformate solo al Nord in beni di consumo, in beni contenenti un significato culturale. Uno dei grandi problemi dell'Africa a mio avviso è proprio lo scambio culturale equo, attraverso la fornitura di infrastrutture alle culture del continente. Riscoprire la storia del continente africano a partire dalla sua stessa matrice è fondamentale per superare il limite storico-temporale che fa risalire il tutto all'era delle colonizzazioni. La ricerca storica aveva deciso che non esisteva una storia africana e che gli africani colonizzati erano semplicemente condannati ad indossare la storia dei colonizzatori. In realtà penso che occorra partire dalle radici del popolo per arrivare all'essenza stessa della sua cultura, in altro modo altro non si ottiene che una falsificazione con conseguente incomprensione delle dinamiche che sostengono la società africana. La comprensione della storia di un popolo chiama il futuro, incita, invita la gente a spingersi verso qualcosa di nuovo, di inedito, di non catalogato che improvvisamente viene realizzato da un gruppo, resta sempre un'apertura ed è su quella, ribadisco, supportata dalla conoscenza, che si deve agire. Siamo giunti ad un grande momento della storia umana in quanto quando la globalizzazione neoliberista, così come è concepita, …. ossia concepita come il logico risultato del sistema capitalistico di produzione, un sistema supportato dalla competitività e dalla redditività a tutti i costi sboccando in una sorta di darwinismo economico, ecco ... quando ... questa …globalizzazione avrà fallito, e molto probabilmente ... fallirà, in quanto non solo produce povertà, ma indebolisce le frange deboli della società a rinforzo della sottile fascia economicamente forte e supportata dal sistema economico globalizzato, ... allora sarà arrivato il tempo per scelte strategiche corrette per l’umanità nel suo insieme... se quel tempo ci sarà ancora ... Il sistema economico globale funziona quasi esclusivamente sulla base degli scambi finanziari, si vendono e si comprano azioni e gli attori di questo gioco internazionale del denaro intascano tutto ciò che i risparmiatori investono, è come un ritorno al capitalismo mercantile del XIX sec. Dinanzi a questa forma di economia il capitalismo africano non ha alcuna possibilità, se non come smembramento di un sistema posto in atto a partire dal XVI sec. e dominato a tutt’oggi dalla triade: USAEuropa-polo asiatico. L’economia mondiale non è più fondata sull’apporto di materie prime dal Sud, è economia d’informazione lontanissima dalla cultura africana. Gli slogan messi avanti da alcuni partner dell’Africa secondo i quali essa non dovrebbe mancare all’appuntamento del 3° millennio, sono assolutamente privi di significato, una sorta di oppio dei popoli, allo scopo di abusare delle persone lanciandole in una fuga in avanti sapendo benissimo che non riusciranno mai a perseguire ciò che idealmente ed induttivamente rincorrono ... sino a ché tutta une serie di condizioni di base non verranno soddisfatte. Con la fine della guerra fredda tutto il pianeta è divenuto campo di gioco di questo liberalismo economico fondato sulla privatizzazione e l’Africa è divenuta, se possibile, ancora più vulnerabile, in quanto non può più nemmeno interpretare il ruolo assegnatole dai colonizzatori. Vi è in corso una sorta di destrutturazione e una mancanza di considerazione della collettività. Il ruolo dell’Africa sembra che non sia mai cambiato dal XVI sec. quando cominciò l’invasione dall’esterno e la conseguente tratta dei neri nel corso della quale sono stati mercanteggiati milioni di 8 schiavi neri ... L’utilizzo di esseri umani come riproduttori di altri esseri umani utilizzati nel lavoro delle piantagioni, bambini gettati in mare o abbandonati in qualche mercato perché troppo piccoli per essere sfruttati, utilizzati ... Costi troppo elevati per permettere loro di raggiungere un’età ed una costituzione fisica adatta al duro lavoro cui erano sottoposti gli adulti. Nel frattempo si teorizzava e si disquisiva sulla questione se i neri avessero o no un’anima ... la tratta dei neri fu il punto di partenza di una decelerazione, di un arresto della storia africana, se la ignoriamo non possiamo certamente nemmeno provare a comprendere il continente. La tratta dei neri contribuiva a spingere gli stati colonizzatori verso l’industrializzazione, il “patto coloniale” voleva che i paesi africani producessero solo materie grezze da inviare al Nord ove venivano lavorati ... è da lì che all’Africa è stato imposto il ruolo di fornitore di materie prima ... patto coloniale che perdura anche ai nostri tempi. Ovviamente questo ruolo equivaleva ed equivale a spogliare un continente di ogni possibilità di crescita individuale. Il sistema genera miseria, la miseria annulla la possibilità di fare scelte. Io credo che non si possa perseverare nella cognizione che la povertà sia la causa del sottosviluppo, la povertà è il prodotto del sistema dominante. Ci si cura della povertà a posteriori senza chiamare in causa le forze strutturali di ciò che la generano ... non è la strada giusta ... In sintesi, ciò su cui dobbiamo meditare almeno in partenza è quanto e quale sia stato il torto che ha subito la razza umana attraverso i neri, solo in quel momento forse anche la popolazione nera verrà riconosciuta sotto tutti i punti di vista quale parte integrante della specie umana! È indispensabile che il Nord riconosca con buon senso ed umiltà quanto e cosa deve imparare dal Sud … È proprio sul concetto di missione che si deve fare chiarezza: interazione e non imposizione! Il Sud ha bisogno del Nord; il Nord ha bisogno del Sud ... a completamento delle necessità emergenti ragionando in termini di reciprocità. I volontari, pur animati da tanta buona volontà, non possono partire senza un minimo di formazione, ... e su questo insisto, in quanto il rischio è gravosissimo sia per loro che per coloro che teoricamente potrebbe usufruire del loro operato. Il trattamento rieducativo medico psicologico che il nostro staff propone si integra con un processo di formazione ed informazione atta sia a preparare i Pazienti alla loro vita, sia a preparare eventuali volontari che nell’ambito della missione socio sanitaria di interscambio Nord-Sud finiscono il lavoro terapeutico e di crescita. Occorre grande umiltà atta ad imparare abbandonando l’arroganza e la presunzione che spesso nasce dalla convinzione di appartenere, di essere i detentori di una cultura dominante. Questo, altro non può, che supportare una proposizione sostenuta da un maggior potere economico ... relativo ... ma evidente nella proposizione stessa, un potere tale da indurre nei locali un vissuto di appartenenza ad una razza inferiore. In realtà non è sicuramente il potere economico che determina la qualità di vita di un popolo e/o la sua ricchezza, ... mi pare che il contesto sociale nel quale tutti noi viviamo ne sia viva testimonianza ... relativamente ai concetti di qualità di vita e di ricchezza, se riuscissimo a distaccarci dall’imposta concezione della globalizzazione neo-liberista, esattamente come non è un dono materiale che può migliorare le condizioni di un individuo. A mio avviso solo la dimostrazione del rispetto rivolto verso coloro i quali si vuole provare a dare una mano, l’umiltà orientata a volere imparare dando la giusta valenza alla cultura ospite può avere un senso. Non si tiene in considerazione che c’è ed è ben rappresentata un’arte africana del vivere, della solidarietà, della relazione umana, dell’apertura verso gli altri ... c’è la ritualità dello stare insieme, del condividere ... ma il muro che il sistema ha costruito nei secoli ci impedisce di vedere, conseguentemente si salta carichi del proprio fardello di presunzione incapace di arricchirsi della diversità. È una lotta durissima quella che ci attende, ma indispensabile al fine di smantellare questa sorta di pseudo-sviluppo cannibalistico, in quanto il Nord che gode di redditi pro-capite da 40 a 50 volte superiori a quelli del Sud sembra non volere sentire ragioni rivolte ad un livellamento umano ed umanizzante adeguato allo sviluppo planetario superando gli schemi colonialistici ed abbattendo il grande muro che divide il mondo in due pianeti di cui uno rappresenta il cibo, il sostentamento per l’altro. Bisogna favorire l’insorgenza di gruppi che si prefiggano progetti che partono dall’uomo per arrivare all’uomo, un uomo nuovo, un uomo del 3° millennio, aperto alla relazione, allo scambio, all’etica universale nel rispetto reciproco delle culture che caratterizzano gli individui 9 e i gruppi di appartenenza. Il centro del mondo non è il Nord tecnologicamente avanzato, il centro del mondo è dentro ognuno di noi e da lì dobbiamo partire, perché solo così possiamo avere una possibilità …. la possibilità di essere nuovamente umani ricettori e trasmettitori di valori! Lo sviluppo umano è una cosa troppo seria per lasciarla nelle mani dei soli economisti, la storia dell’uomo siamo noi! Tra la scienza, il denaro, il potere e la violenza … spetta all’umanità fare una sintesi che dia diritto alla coscienza, in quanto è solo a questo livello che si trova qualche cosa in più della razionalità ... La coscienza è la vita, è assunzione di responsabilità, è la guida che governa il focolare incandescente dello spirito umano e che consente il superamento dell’inferno. Luisa Barbieri Si parla di immigrazione: la parola a Moustapha N'Dao Responsabile Gruppo Multiculturale N.A.Di. Essendo io un immigrato, ho vissuto in prima persona il peso di dovermi relazionare con soggetti che ignorano veramente il perché una persona lasci la sua famiglia, i suoi amici, la sua infanzia, la sua cultura. Si tratta di soggetti incapaci di interpretare la realtà con altri strumenti che non siano quelli forniti loro dai "pregiudizi e dal loro senso comune". So quindi che avere a che fare con individui del genere significa dovere fare i conti con tutta una serie di etichette che essi attribuiscono, senza pensarci due volte (ma forse nemmeno una), ad altri. Sulla base di giudizi frettolosi e limitativi, nati da semplici osservazioni, relative all'abbigliamento o ad usi diversi da quelli locali, si è portati a credere che i vissuti di questi soggetti mal considerati, siano del tutto negativi. Personalmente, al di là di qualunque analisi sociologica, ho sempre pensato, che "pregiudizi, senso comune, ed ignoranza” siano la stessa cosa. Per quanto riguarda la mia esperienza, infatti, così come per quella di altri individui con interessi comuni ai miei, sono portato a credere che lo sforzo di non giudicare, classificare ma, al contrario, conoscere e capire debba nascere dall'umanesimo. Spero quindi che sia “comune” sempre a più persone il desiderio di liberarsi dalle catene imposte loro dai pregiudizi e che ognuno comprenda il valore delle religioni e della diversità. Prima di proseguire, vorrei sottolineare che il discorso non è generalizzato né dalla parte dei Nativi, né dalla 10 parte degli Immigrati Per non essere troppo dispersivo, porterei solo alcune opinioni negative nei confronti degli stranieri: • Ostilità simbolica = consiste nella lotta per imporre i propri valori e gerarchie simboliche; riguarda la sfera della cultura, della politica e dell'economia. • Costruzione sociale = il migrante viene percepito negativamente per il semplice fatto di provenire da un altrove ed è costretto a scontrarsi quindi con le sicurezze acquisite e date per scontate dalle persone native del luogo in cui approda. • Problemi = l'immigrazione è vista come una serie dei problemi concreti quali l'alloggio, la delinquenza, l'ordine pubblico, le malattie... • Spiegazioni = le spiegazioni che le persone si danno nella vita quotidiana sono quelle appartenenti al senso comune. Si costruisce così la realtà sulla base della percezione e della concezione dei soggetti e dunque, il più delle volte, partendo da presupposti errati e procedendo per deduzioni o pseudo sillogismi che la sociologia studia, ma non condivide. • Giustificazione = le giustificazioni del senso comune hanno il compito di spiegare ciò che è già conosciuto ed accettato e, diversamente dalle spiegazioni della scienza, sono costituite in modo da non mettere in discussione l'assunto che si vuole confermare. L'ultimo punto, che è quello della giustificazione del " senso comune ", è il peggiore perché è diventata una logica pratica quella di dimostrare una convinzione, senza avere nessuna valida giustificazione a proprio sostegno . Non dimentichiamoci che il viaggio e lo spostamento sono, inoltre, delle affermazioni della specie umana, grazie alle quali, da tempi immemorabili, gli esseri non hanno mai smesso di cercare di migliorare le proprie condizioni di vita. Nella nostra era di globalizzazione, in cui il capitalismo ha rovesciato tutte le regole, è emerso l'assunto: "Chi non ha, non è", come insolito modo per uscire dal degrado. Molti partono da paesi in guerra, dove non hanno più parenti vivi, da luoghi dove regnano la miseria e le malattie, e si avventurano in viaggi pericolosi, mettendo a rischio la propria vita. Sono costretti a piegarsi alla remissione feroce, alla detenzione, vivendo in condizioni disumane in campi di accoglienza, in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati, o di detenuti prima dell'espulsione. La preoccupazione e l'ansia per il loro riconoscimento sono tanto più forti, considerando il peso che hanno ed esercitano sull'esistenza materiale e la quotidianità. Alcune tesi sostengono che gli stranieri, giuridicamente e socialmente, siano più soggetti a non essere trattati come persone. Questo è deducibile anche semplicemente prendendo in considerazione il linguaggio utilizzato dai mass-media per identificarli in "Extracomunitario", "Clandestino", "Irregolare", "Immigrato". Gli immigrati vengono infatti trattati spesso dalla società come se non fossero delle persone e tutta la loro vita finisce col ruotare attorno alla possibilità di vedersi rinnovato o meno il permesso di soggiorno, che, se non concesso, magari a seguito della perdita del lavoro, può determinare l'espulsione da un qualsiasi Paese Europeo. Questo significa che la situazione giuridica degli immigrati li differenzia nettamente dai nativi e li pone in condizione di potere essere allontanati dai loro affetti, dalle loro amicizie e da qualunque altro tipo di relazione abbiano instaurato pur vivendo, in termini materiali e sociali, in modo simile ai nativi. 11 I pregiudizi della vita quotidiana allontanano l'immigrato orientandolo verso l' auto-esclusione. L'immigrato deve avere la possibilità di condividere la sua vita quotidiana con gli altri (nativi) perché la più importante esperienza di condivisione ha luogo proprio nel momento in cui ci si trova faccia a faccia. Solo nell'incontro diretto la soggettività dell'altro è accessibile all'individuo in maniera diretta, anche se è comunque possibile fraintendere l'espressività di chi si ha di fronte. Nell'incontro diretto l'altro è immediatamente presente e, prima della riflessione, avviene il processo verso il dialogo che può portare all'inserimento. Bisogna tenere ben presente che, prima di volere inserire una persona, accettarla equivale a rispettarla senza conoscerla. E' inoltre indispensabile tenere in considerazione il più grosso problema dello straniero, vale a dire la conoscenza della lingua quale primo mezzo di comunicazione. E' un processo semplice che parte prima dall'accoglienza e dovrebbe coronarsi con l'integrazione. Sottolineiamo che non si può integrare una persona, ma è la persona che deve scegliere di integrarsi secondo il suo modo di adattarsi. Riguardo l'integrazione solo una domanda vorrei porre: "Come si può chiedere ad una persona, privata dei diritti più elementari, di integrarsi?". Se giuridicamente, socialmente, politicamente, si nega tutto a qualcuno, non gli si può chiedere niente perché l'integrazione, per definizione, comporta per gli immigrati la necessità di conformarsi e di adattarsi a certi modelli, mettendoli in condizione di precarietà permanente e transitoria, vale a dire, nell'ultima fila di una società ostile, facendo loro subire in silenzio la negazione non solamente di tutti i diritti, ma anche della loro stessa umanità. In questo percorso, senza condizioni generali e globali, senza condizioni socio-economiche e culturali, dove regna l'esclusione permanente e la condanna non si può parlare d'integrazione. I pregiudizi ed il senso comune sono privi di ogni fondata giustificazione e, comprendere questo presupposto, può significare, non solo restituire lo status di esseri umani a chi ne viene privato sulla base di false convinzioni , ma anche smettere di auto proclamare una superiorità mai posseduta se non in termini di arroganza. Si può quindi fare dell'Occidente e del mondo intero, anche se a tale fine sarebbe necessario combattere pure contro gli interessi di vari governi potenti e multinazionali, un luogo più umano in cui ognuno sia messo in condizione di vivere al meglio senza che tale condizione implichi l'infelicità d'altrui. Moustapha N'Dao Il gruppo di interscambio che ha preso forma in questi mesi sta cercando di rimettere in discussione la mentalità possessiva ed egoistica che si manifesta nella stessa azione dell’appropriarsi con violenza di beni comuni, di cultura e di rispetto negando così a chi si trova in una posizione di debolezza la dignità umana e i diritti fondamentali di cui ogni essere umano deve essere assoluto detentore. L'ombra del razzismo: Ismaila denuncia N.A.Di.R. informa : Ismaila denuncia l'aggressione subita a Bologna mentre rientrava dal lavoro. L'ombra del razzismo si fa sempre più pressante, oltre che imbarazzante, sul nostro Paese, cosa sta succedendo a questi Italiani... brava gente ? L'atteggiamento razzista, sostenuto dalla paura di tutto ciò che si presenta diverso, paura spesso indotta da un'oligarchia mediatica tesa a proporre subdolamente messaggi facilmente decodificabili ma altrettanto facilmente induttori di idee pregiudizievoli e paralizzanti sta prendendo il sopravvento? Ascoltiamo la testimonianza di uno dei tanti immigrati che hanno dovuto subire l'umiliazione dell'aggressione accompagnata all'indifferenza della gente... Ismaila racconta ... Leggi la lettera : Contro tutte le aggressioni a Bologna! Facciamo appello a tutte e tutti gli antirazzisti per denunciare il clima di intolleranza e razzismo che sta crescendo nella nostra città, che ci preoccupa e ci spinge ad una riflessione pubblica. Ismaila, un fratello di nazionalità senegalese, nostro associato, è stato aggredito in auto da un italiano sabato 28 luglio, mentre rientrava a casa dal lavoro. L'aggressore, in scooter, dopo avergli rivolto offese a sfondo razzista, poiché non era riuscito a superarlo da destra (!), gli si affiancava, ad un semaforo rosso lungo via Corticella in direzione Bologna, all'altezza 12 dell'imbocco della tangenziale verso Casalecchio, continuando nelle ingiurie. Non soddisfatto, l'uomo, parcheggiato lo scooter, si avvicinava al lato guidatore dell'auto e iniziava a colpire con pugni il viso di I. che, colto di sorpresa dalla reazione immotivata, non riusciva ad uscire dal veicolo, né a difendersi, in quanto l'uomo bloccava la portiera. L'aggressore poi riprendeva lo scooter e si metteva in fuga. I. intanto rusciva ad uscire dalla macchina e si annotava la targa del motoveicolo. Fatto altrettanto grave, le macchine che avevano assistito alla scena, suonavano i clacson per passare, poichè il semaforo era diventato verde, e sfilavano davanti a I. senza prestargli assistenza né chiedergli se aveva bisogno. I. si recava dunque al Pronto Soccorso del S.Orsola e successivamente a esporre denuncia. La scorsa estate, un'aggressione analoga, nelle dinamiche e nell'aggressività, vedeva coinvolto un altro fratello senegalese, in Via Irnerio, la cui denuncia pubblica è apparsa sui giornali locali, sull'emittente indipendente Arcoris Tv, e oggetto anche di un'Assemblea dell'Associazione. Questa è solo la punta di un iceberg dei tanti episodi di razzismo non denunciati, di ricatti e umiliazioni nei luoghi di lavoro, di frasi sprezzanti sussurate nei negozi o sugli autobus, che i fratelli e sorelle immigrati nel nostro paese vivono tutti i giorni. Non crediamo ai colpi di caldo. C'è qualcosa di più profondo che ha a che fare con le motivazioni che spingono a queste azioni vigliacche; e cioè l'idea che la prevaricazione verso chi si considera “debole” perchè diverso, sia in fondo legittimata socialmente; d'altronde, oltre agli stereotipi classici degli stranieri dipinti come criminali e delinquenti, assistiamo ad esempi vergognosi come il pro-sindaco di Treviso che alimenta pubblicamente stereotipi razzisti e omofobici verso immigrati e omosessuali. Crediamo che una spiegazione a tanta aggressività ostentata abbia a che fare con un senso diffuso di impunità, sostenuta anche dalla diffidenza-indifferenza di tanta gente comune che assiste passiva. Siamo per una scelta di schieramento contro questa in-cultura dilagante con tutte le associazioni e i singoli impegnati nella nostra città, a fianco di chi è sfruttato e di chiunque sia vittima di discriminazione di idee, genere, credo, nazionalità, e per le proprie scelte sessuali, sollecitando tutti a guardare e ascoltare nei nostri luoghi di vita e lavoro, solidarizzando con chi ha bisogno di aiuto, reagendo e affermando valori differenti e positivi, per la libera espressione e per la solidarietà. Associazione antirazzista e interetnica “3 febbraio” di Bologna p.s. STIAMO CERCANDO TESTIMONI CHE IL GIORNO SABATO 28 LUGLIO ALLE ORE 12.30 CIRCA SI TROVAVANO IN VIA DI CORTICELLA DIREZIONE BOLOGNA, PRIMA DEL PONTE E DELL'INGRESSO DELLA TANGENZIALE, VICINO AL LIDLE. CHI AVESSE ASSISTITO ALL'AGGRESSIONE PUO' CONTATATTARE L'ASSOCIAZIONE AL NUMERO 338-4188903 Realizzato da Arcoiris Bologna Visita il sito www.a3f.org; Brutto negro torna a casa tua : la testimonianza www.mediconadir.it N.A.Di.R. informa: Il 28 ottobre 2006 un automobilista bolognese sessantenne aggredisce un noto musicista senegalese a colpi di stampella ortopedica supportando l?aggressione con insulti a sfondo razzista. La vittima che ci ha rilasciato la sua testimonianza si chiama PapMalik Kaire Gueye, percussionista e da tempo collaboratore del Sirena Project, centro culturale per bambini e disabili. Il suo sangue freddo e il suo elevato senso civico gli hanno permesso di non rispondere all’aggressione, limitandosi a bloccare il pusillanime sino all?arrivo delle forze dell’ordine. "Mi fa male al collo e al polpaccio, dove sono stato colpito, ma ciò che mi duole di più è la ferita che questa brutta avventura mi ha procurato nel profondo dell’anima. Voglio parlarne affinché tutti possano essere informati di ciò che purtroppo accade in città e vorrei, con questa mia testimonianza, fare capire anche ai miei fratelli immigrati che solo con la calma, la perseveranza e la lucidità, supportate da ferma determinazione e rispetto delle leggi ci si può affermare prima di tutto quali esseri umani cui è dovuto il rispetto". Realizzato da Arcoiris Bologna www.a3f.org www.mediconadir.it VIDEO_ Insieme per danzare N.A.Di.R. informa : N.A.Di.R. nell'ambito del programma clinico destinato alla reintegrazione di chi soffre di disagi derivanti da un vissuto del sociale oppresso ed opprimente sino a debordare nel francamente patogeno , propone, tra gli altri stimoli, due corsi di danza affiancati ed integrati l'uno all'altro come le 13 tessere di uno stesso puzzle. Karamba Mané, coreografo senegalese, attraverso la musica e la danza riesce ad indurre la piena espressione del campo emotivo offrendo la sua ricca cultura, cultura che affonda le sue radici nell'antica tradizione africana. La danza è un linguaggio universale, vitale e ricco di innumerevoli punti creativi interagendo con il ritmo viscerale che partito dall'Africa ha travolto tutto il mondo. Vi è la possibilità di aprire nuovi canali espressivi restituendo al corpo e alla mente la cognizione delle sue stesse potenzialità. Lucia Cretella, da anni volontaria dello staff operativo di N.A.Di.R., coreografa e psicologa, ha sperimentato le possibilità che il movimento indotto dalla musica, coordinato e sintonico alle esigenze del corpo e della mente, rappresenta l'ennesima dimostrazione di come e quanto nella nostra piccola comunità terapeutica la multiculturalità non rappresenti più un sogno, ma una quotidiana realtà che ci sta arricchendo come individui e come gruppo. Realizzato da Arcoiris Bologna www.mediconadir.it Video_ Insieme per mangiare N.A.Di.R. informa: il Tay Ethnic Group, l'Ass. Migranti Colf/Badanti e la CGIL Uff. Stranieri, nel corso della Festa naz. dell'Unità di Bologna, hanno organizzato alcune serate presso il Ristorante Kalinka a favore del processo di multiculturalizzazione in corso, proponendo cucina internazionale affiancata a spettacoli a tema. La cucina attraverso le sapienti mani di Taifour del Tay Ethnic Group è riuscita a trasformarsi in un punto di incontro tra le diverse culture chiamate in causa, offrendo sapori, ospitalità, voglia di condividere come, forse, solo il buon cibo e la buona musica sanno fare. Si presenta inoltre un nuovo progetto promosso dalla CGIL destinato all'integrazione dei migranti che si dedicano alla cura quotidiana dei nostri parenti anziani, progetto di formazione ed integrazione che chiama in causa, in virtù del processo auspicabile di integrazione incrociata, anche chi si trova nella posizione del datore di lavoro. Il ribadire che l'integrazione non è un problema esclusivo dei migranti, ma che coinvolge anche i nativi, che per riuscire a vivere bene insieme occorre conoscersi senza tendere a fare prevalere una cultura sull'altra riteniamo essere l'obiettivo prioritario di tutti coloro che lavorano in questo ambito abbandonando gli atteggiamenti assistenzialisti e buonisti che altro non producono che insoddisfazione generalizzata e difficoltà a perseguire l'obiettivo auspicato: il vivere in una ricca e stimolante società multiculturale. Produzione: Arcoiris Bologna Per informazioni scrivere a: [email protected] Visita il sito: www.mediconadir.it NITER KIBBEH – burro profumato (Etiopia) Ingredienti: 200g di burro 1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere 1 pezzetto di cannella una manciata di semi di cardamomo 1 pizzico di curcuma Far soffriggere il burro con le spezie, finché i semi di cardamomo non saranno tostati. Filtrare il burro e lasciarlo in un contenitore a raffreddare. Si conserva in frigorifero ed è un ottimo burro profumato per la maggior parte dei piatti della cucina etiope. NJIRA - pane etiope (Etiopia) Ingredienti: ½ litro d’acqua tiepida 1 pizzico di bicarbonato 1 pizzico di lievito istantaneo per pizze e torte salate 2 cucchiaini di aceto bianco 1 cucchiaino di zucchero 300g di farina di grano tenero 14 In una ciotola dai bordi alti mischiare la farina al lievito, allo zucchero e al bicarbonato. Mescolando con la frusta, aggiungere lentamente l’acqua e poi l'aceto. Continuare a mischiare il composto, finchè non risulta omogeneo. Scaldare una padella da crepes, ungerla di olio o burro. Versare mezzo mestolo di composto e stenderlo facendo girare un po’ la padella, o aiutandosi con il mestolo. Far cuocere finchè i bordi si arricciano senza mai girare. Servire calde THIAKIRI – budino di yogurt e miglio (Costa d’avorio) Ingredienti per 6 persone: 1 kg di latte in polvere 4 vasetti di yogurt 2 tubetti di latte concentrato 1 kg di farina di miglio qualche chiodo di garofano 2 noci di burro 2 boccette di aroma di vaniglia Far scaldare circa 2 litri d’acqua, aggiungere il latte in polvere e sbattere con una frusta. Aggiungere poi lo yogurt e il latte condensato, mescolare bene e lasciar riposare. A parte, schiacciare qualche chiodo di garofano nella farina di miglio e poi setacciarla per eliminare i residui. Aggiungere circa mezzo bicchiere d’acqua alla farina e impastare. Formare delle piccole palline. Cuocere le palline al vapore (per circa 30 minuti, ma dipende dalla grandezza delle palline) nell’apposito cestello, avendo cura di imburrare il fondo del cestello prima di adagiarvi le palline. Quando sono cotte, condire le palline con un po’ di burro fuso o ammorbidito. Unire le palline di miglio al latte e spruzzare tutto con l’aroma di vaniglia. Mettere in frigorifero per almeno 40 minuti prima di servire. BERBERE – salsa al peperoncino e spezie (Etiopia) Ingredienti: 1 spicchio d’aglio 1 cipollotto fresco 1 cucchiaio di aceto rosso 100ml di acqua ½ cucchiaio di paprika piccante 2 cucchiai di pepe di cayenne 2 cucchiai di sale grosso ½ cucchiaio di pepe nero ½ cucchiaino di cardamomo ½ cucchiaino di coriandolo un pizzico di trigonella in semi un pizzico di noce moscata un pizzico di cannella due chiodi di garofani 1 cucchiaio di olio vegetale In un mortaio schiacciare insieme l’aglio, il sale, la parte bianca del cipollotto sminuzzato, l’aceto e l’acqua. Macinare tutte le spezie e mischiarle insieme in una piccola ciotola. In una pentolina, scaldare l’impasto che stava nel mortaio per un minuto. Allontanarlo dal fuoco e aggiungere le spezie macinate, mescolando vigorosamente. Rimettere la pentola sul fuoco e cuocere a fuoco lento, sempre mescolando, per circa dieci minuti. La salsa così preparata potrà essere conservata in un barattolo di vetro, con un cucchiaio d’olio vegetale a preservarla dall’aria. Per utilizzarla invece, basterà scaldarla qualche minuto con un po’ d’olio o di burro. THIEP BOU DJIEN – stufato di cernia bianca (Senegal) Ingredienti per 6-8 persone: 1 kg di cernia bianca (o merluzzo) 100g di géjii (o stoccafisso) 100g di concentrato di pomodoro 200g di carote 100g di okra (o gumbo, kanja) 200g di patate americane dolci (yam) 200g di manioca (o cassava) 200g di melanzane 1 peperone verde 1cipolla 1kg di riso 8 cucchiai di olio d’arachidi sale pepe 15 Per la farcitura (roff) 3 spicchi d'aglio 1 cipolla 1 peperoncino fresco sale pepe prezzemolo Tagliare la cernia in tranci. Preparare il roff sminuzzando l'aglio, la cipolla, il peperoncino, sale, pepe e prezzemolo nella quantità desiderata. Mescolare bene tutto in una ciotola. Praticare delle incisioni sui tranci di cernia e farcirli con il roff preparato. Mettere a bagno in acqua tiepida il pesce secco ( géjii o stoccafisso) per farlo rinvenire. Versare l’olio d’arachidi in una casseruola e far dorare i tranci di cernia. Togliere i tranci, mettendoli da parte su un piatto da portata e mantenere l'olio in caldo. Aggiungere una cipolla tagliata a julienne e lasciarla imbiondire per qualche minuto. Diluire con il concentrato di pomodoro e mezzo bicchiere d’acqua e portare ad ebollizione. A parte, tagliare a cubetti tutte le rimanenti verdure e lo stoccafisso. Mettere tutto nella casseruola e ricoprire di abbondante acqua tiepida e aggiustare di sale e di pepe. Continuare la cottura per 30 minuti. A questo punto le verdure dovrebbero essere cotte e il sugo liquido, se così non fosse, aggiungere un po' d'acqua. Scolare le verdure e metterle da parte su un piatto da portata. Lavare il riso e metterlo a cuocere nella casseruola con il sugo per 20 minuti circa. Servire il riso accompagnato dai tranci di pesce e dalle verdure. YASSA – pollo e cipolle (Senegal) Ingredienti per 4/6 persone: 1 pollo tagliato a pezzi o 4 cosce di pollo 150ml di succo di limone 2 cucchiai d’aceto bianco 6 cucchiai di olio d’arachidi 3 cipolle 4 foglie d’alloro 1 ciuffetto di timo peperoncino sale acqua In una ciotola mischiare 2 cucchiai d’olio con l’aceto, il succo di limone e le cipolle tagliate a rondelle. Cospargere il pollo con questo composto e lasciare a marinare in frigorifero per almeno una notte. Scolare il pollo e mettere da parte le cipolle. In una padella far dorare i pezzetti di pollo senza aggiunta di altri grassi. Spostare il pollo in una casseruola e utilizzare la padella per soffriggere le cipolle con 4 cucchiai d’olio, finché non diventano trasparenti. Versare anche le cipolle nella casseruola col pollo e aggiungere l’alloro, un po’ di timo, un pizzico di peperoncino, sale a piacere e ½ litro di acqua. Portare ad ebollizione e far cuocere a fuoco medio per 20 minuti, finché il brodo si addensa leggermente e il pollo diventa tenero. Servire caldo sopra a riso bianco. 16 ZUPPA DI COCCO E LEGUMI (Tanzania) Ingredienti per 4 persone: 1 cipolla 2 peperoni verdi 1 cucchiaino di curry indiano 1 cucchiaino di sale un pizzico di pepe 3 noci di burro 2 pomodori 50g di fagioli borlotti (o ceci, o lenticchie) 200ml di latte di cocco 1/2 noce di cocco 150g di riso basmati Mettere a bagno in acqua fredda i fagioli 12 ore prima di cucinare. Far bollire i fagioli in acqua per 35 minuti. In 200 ml di acqua poco salata, cuocere il riso per 10 minuti e lasciarlo raffreddare nell'acqua di cottura.Sminuzzare la cipolla e tagliare a dadini i peperoni e i pomodori privati dei semi. Tagliare a pezzetti la noce di cocco. Far saltare i peperoni e le cipolle nel burro con sale, pepe e curry. Aggiungere i pomodori e cuocere a fuoco vivo per 2 minuti. Aggiungere i fagioli scolati, il latte di cocco e 300 ml di acqua. Continuare la cottura per 15 minuti a fuoco vivo. Aggiungere il riso e guarnire con il cocco a pezzetti Le LASAGNE ALLA BOLOGNESE (Italia) sono un piatto tipico della gastronomia dell’Emilia Romagna e, da come si evince dal nome, della città di Bologna. Naturalmente, nonostante la paternità di questa ricetta sia Emiliana, le lasagne sono conosciute a tal punto che sono diventate un simbolo della cucina italiana nel mondo. Dalla preparazione e dagli ingredienti, questa ricetta è la quintessenza della "ricchezza" della cucina tradizionale bolognese e piace a grandi e piccini. Per preparare una buona lasagna alla Bolognese, la cosa fondamentale è la giusta scelta degli ingredienti: per prima cosa la carne, che deve essere rigorosamente, per metà di manzo e metà di maiale per dare sapore alla ricetta, poi la polpa di pomodoro che deve essere di buona qualità, ed infine, ma non per ultime le lasagne vere e proprie, che devono essere tra le migliori, anche se sarebbe meglio prepararle da se in casa. Ingredienti per 8 persone: 1 kg di ragù classico bolognese; 400 g di Parmigiano Reggiano grattugiato al momento salsa besciamella fatta con 100 g di farina 00, 100 g di burro, 1 litro di latte fresco intero, sale fino e noce moscata q.b.; burro, un panetto di circa 200 g; 1 kg di sfoglia verde fatta con 700 g di farina 00, 3 uova fresche, 350 g di spinaci lessati, strizzati bene e tritati; una teglia rettangolare di circa 25x35 cm, alta almeno 6 cm; Mettere sul fuoco una pentola piena per tre quarti di acqua salata che bolla allegramente. Tagliare la sfoglia in rettangoli di circa 15x10 o, per chi è abile, poco più piccoli della teglia prescelta, buttarli nell'acqua bollente e toglierli non appena venuti a galla. Dopo un veloce passaggio in acqua fredda farli asciugare su un telo pulito, bianco, di cotone o di lino. Ungere di burro il fondo della teglia e cospargervi qualche cucchiaiata di ragù e besciamella. Coprirlo con i rettangoli di sfoglia necessari e stendervi sopra un sottile velo di besciamella, ragù in abbondanza, fiocchetti di burro e molto parmigiano: il tutto in uno strato più regolare possibile, facendo attenzione che non si formino bolle di aria (per ottenere questo, forare tre o quattro volte la pasta con uno stuzzicadenti). Continuare così per almeno 6 strati complessivi e terminare con una copertura di sfoglia sulla quale stendere un po' di ragù amalgamato con un po' di besciamella, qualche fiocchetto di burro e una spolverata di parmigiano. Mettere alla fine un fiocchetto di 17 burro in ogni angolo della teglia. Infornare poi per 25-30 minuti a circa 180 gradi in forno preriscaldato. A chi ama le lasagne un po' croccanti, consigliamo di accendere il grill (non più di 2 minuti) per una leggera gratinatura che non crei contrasto con la morbidezza dell'interno. Per finire fare attenzione che gli strati siano regolari, il ragù sia abbondante, ma non eccessivo, la besciamella sia cremosa e distribuita in modo leggero. Lasciare riposare 5 minuti prima di servire. Le porzioni, nel piatto, devono risultare rigorosamente in piedi! RAGU’ BOLOGNESE (Italia) Ingredienti per 4 porzioni: cartella di manzo 300 g pancetta (di tipo dolce) 150 g carota gialla 50 g costa di sedano 50 g cipolla 50 g salsa di pomodoro 5 cucchiai ovvero estratto TRIPLO 20 g vino bianco/rosso 1/2 bicchiere 200 g di latte intero Preparazione: si scioglie nel tegame la pancetta tagliata a dadini, e tritata con la mezzaluna. Si aggiungono le verdure ben tritate con la mezzaluna e si fanno appassire dolcemente. Si aggiunge la carne macinata e la si lascia, rimescolando sino a che "sfrigola"; si mette il 1/2 bicchiere di vino e il pomodoro allungato con un poco di brodo, e si lascia sobbollire per circa 2 ore, aggiungendo volta a volta il latte, e aggiustando di sale e pepe nero. Facoltativa ma consigliabile l'aggiunta a cottura ultimata della panna di cottura di 1 litro di latte intero. Tortellini - Ricetta Emiliana Ingredienti per la pasta: circa 3 etti di farina bianca tre uova sale Ingredienti per il ripieno: 50 gr abbondanti di maiale magro 50 gr di petto di pollo 50 gr di mortadella 50 gr di prosciutto circa un etto di roast beef 2 cucchiai di burro noce moscata 2 uova sale e pepe circa 1 etto di parmigiano grattugiato circa 2 litri di brodo di manzo o di pollo Preparazione: Per prima cosa prepariamo la pasta. Spargiamo la farina e mescoliamola con le uova ed il sale. Iniziamo a lavorare il composto (meglio se su un ripiano di legno) finchè non otteniamo un impasto elastico ed omogeneo. Dopo aver fatto riposare la pasta per una mezzora la stendiamo e ritagliamo in riquadri. Passiamo ora al ripieno: per prima cosa prendiamo il burro e lo mettiamo in una pirofila, aggiungiamo il maiale, il pollo e il roast beef e li facciamo rosolare finché non saranno ritirati a dovere. Tritiamo finemente la carne con la mortadella e il prosciutto. Uniamo uova, sale, pepe, parmigiano e noce moscata, e mescoliamo bene. Riprendiamo la pasta e mettiamo un cucchiaino di ripieno in ogni riquadro, poi inumidiamo i bordi della pasta in modo da farli diventare appiccicosi e diamogli la "storica" forma ripiegando ogni tortellino a triangolo e arrotolandolo intorno al dito. 18 Ripetiamo il procedimento: 1) tagliate un quadratino di pasta 2) poggiateci sopra un po' di ripieno 3) ripiegate la pasta a triangolo in modo da racchiudere il ripieno 4) unite i due angoli alla base del triangolo aiutandovi con il dito 5) fate una leggere pressione sulla giuntura degli angoli in modo che si sigilli la forma 6) appiattiteli leggermente e riponeteli su una spianatoia infarinata Tutto queste deve avvenire in pochi secondi. Se non ci riuscite al primo colpo non preoccupatevi ... col tempo e l'esperienza si migliora! La nostra riflessione vuole partire dal concetto di fratellanza universale, cui fanno seguito una serie di tasselli concettuali fondamentali quali: la giustizia, il fenomeno dell’immigrazione, cercando di non restringerlo al solo processo di trasferimento di persone Sud del Mondo-Nord del Mondo, in quanto le nostre valutazioni assumerebbero una valenza miope e misera; l’impegno di ogni individuo nell’acquisizione dell’impegno volto ad acquisire capacità d’amare; il fenomeno della povertà e della miseria; l’ignoranza e il valore della conoscenza; il perverso esercizio del potere sempre “su qualcosa o qualcuno” e mai “con, verso ... qualcosa o qualcuno”; il significato del lavoro; la discriminazione tribale e razziale; il diritto di cittadinanza; i commerci, primo fra tutti quello delle armi tanto fruttuso, quanto svilente per la stessa natura umana, in contrapposizione all’auspicata divulgazione della cultura, dell’istruzione, della conoscenza senza limiti e copyright ... una miscellanea di conoscenza indispensabili per costruire un mondo di pace e di solidarietà animato da obiettivi ben diversi da quelli dominanti nel processo di globalizzazione neoliberista. L’ignoranza può essere considerata come la prima causa di divisione , di guerra e di morte, così come la conoscenza è fondamentale nel cammino dell’uomo verso al pace e la felicità individuale e collettiva. Video_ Incontro con Guido Barbera: Cooperazione Internazionale quale potente arma per una società civile NADiRinforma: Non possiamo più permetterci l'indifferenza, sarebbe come perseverare nel vivere nell'illegalità mancando a ciò che sancisce la Carta dei Diritti dell'Uomo. Forse si dovrebbe affrontare il grave problema dell'indifferenza di molti paesi e soprattutto di molti governi che, pur parlando moltissimo di solidarietà, di cooperazione, di aiuti, in realtà sono orientati a trarre dalle relazioni internazionali soprattutto profitti e, come diceva Raoul Follerau: "Dove le persone si occupano di difendere gli interessi non costruiscono civiltà"! L'evoluzione del concetto di cooperazione internazionale passa attraverso ciò che era dare aiuto al condividere, non si tratta più di trasferire le risorse, oggi occorre costruire insieme una società civile, in altro modo crescerà solo il malcontento che porterà inesorabilmente a quelle tensioni sociali che altro non possono che sfociare nelle guerre. La cooperazione è l'arma migliore per prevenire i conflitti e l'errore strategico più grave in cui incorrono i governi è finanziare le guerre, invece di finanziare la cooperazione www.mediconadir.it La pace è possibile: bisogna camminare per incontrare l’altro, accettarlo ed impegnarsi maggiormente, arrivando a correre con lui per vincere. La vittoria ha un valore solo se coinvolge tutti. Chiarire il tema dominante il fenomeno, o, per meglio dire, il pregiudizio legato all’immigrazione risulta essere indispensabile per comprendere in quanto non si può prescindere dal forte legame fra la dignità dell’uomo e l’esperienza di continua immigrazione come parte integrante del processo vitale. L’uomo esiste camminando, muovendosi! Accettarlo ed insegnarlo rappresentano le condizioni fondamentali per avviare un processo di pacificazione e per il singolo e per la società tutta. 19 "Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto (...) di insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente, anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare, distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto." Don Lorenzo Milani _ Lettera ai cappellani militari Video_ Dispotismo All'alba della democrazia moderna, subito dopo la guerra, qualche buona intenzione in America poteva anche esserci. Lo dimostrerebbe questo filmato, che tenta di stabilire dei parametri reali, e non solo formali, per misurare lo stato di effettiva eguaglianza fra le persone nel paese. Che cosa si possa poi aver perso per strada ce lo suggerisce, profeticamente, il filmato stesso. Visita il sito www.luogocomune.net Massimo Mazzucco Siamo tutti immigrati, così come siamo tutti fratelli, è contraddittorio affermare da una parte la comune origine dell’umanità in Dio o nel processo evolutivo dalla scimmia e dall’altra appellare quale straniero o immigrato chi in realtà è semplicemente nostro fratello. La Terra appartiene a tutti noi, chi può vantare e soprattutto in base a quali principi può asserire dove sta un confine oltre il quale l’uomo non può essere più uomo ? Diritto inalienabile, non in vendita ... acqua, terra, aria, amore ... perché solo questo è l’uomo! “Possono forse l’acqua, il fuoco, l’aria, il vento e la luce pretendere di essere l’uno migliore dell’altro se è vero che provengono dalla stesa fonte pura ? L’acqua del fiume, giunta al mare, può forse accusare quella consumata lungo il percorso di non aver compiuto la sua missione ? Può l’uomo possedere l’altro senza violare la sua dignità ? Tante offese e gravissime violenze non nascono forse dal dominio dell’uomo sull’uomo ?” “Se la terra inaridisce per le ingiustizie e le povertà ed è tanto sfigurata dai conflitti e dalle invasioni dell’odio, non è forse perché, sotto la pressione delle economie redditizie e degli egoismi nazionali, dimentichiamo di impegnarci nella condivisione equa e gratuita ?” C’è posto per tutti e ci sono beni per sfamare tutti, è inutile applicare politiche di aiuti umanitari, invece che promuovere aiuti per lo sviluppo planetario (e non solo per il Sud del Mondo). Sarei dell’avviso che chi a tutt’oggi versa nella miseria più nera risiede proprio al Nord di questo strano pianeta ove pare che una lama abbia tracciato tangenzialmente un solco profondo che da un lato pone il bene, il progresso, mentre dall’altro l’involuzione cancellando, come se fosse azione possibile, la cultura che invece lo sostiene e lo evolve. Io personalmente non posso altro che ritenermi un’immigrata ... e ho l’impressione che lo sarò sempre su questa Terra: immigrata 20 nella mia terra, nella mia patria ... immigrata, straniera ed estranea ad una cultura dominante asfissiante e coartativa. Credo che tutti coloro che ancora credono nei valori della dignità umana siano in realtà degli immigrati (insistendo nell’utilizzo di questo termine al fine di renderlo accettabile, vista la pessima connotazione concettuale che a tutt’oggi ha assunto nel nostro linguaggio)... il solo protestare contro le ingiustizie rende diversi, desta sospetto. La discriminazione non proviene dalla terra che accoglie o dalla madre che genera, ma dagli uomini che legiferano sull’uomo. La nostra società si vergogna di offendere la dignità umana, ma non ha abbastanza energia per disfarsi degli interessi materiali. Così alcuni politici promuovono la cosiddetta “immigrazione selettiva” o “concordata”. In realtà si tratta del ritorno al commercio degli schiavi; anzi ... un commercio, se possibile, ancora peggiore, in quanto un tempo gli schiavi si sceglievano in base alle caratteristiche idonee alle richieste specifiche di chi comprava, oggi è come il buttare a mare un’enorme rete che tutto raccoglie, per poi gettare “ciò che non serve”. Questa è la novità, si chiama commercio liberale perché è senza confini, aperto a tutti. Uno strumento nuovo nelle mani dei più potenti per difendersi l’uno contro l’altro e per diventare più efficienti nello sfruttare insieme i piccoli. Esso non ha nulla di equo. La società ha bisogno di compiere piccoli passi in grado di spingere l’essere umano verso il processo di crescita mantendo integra la propria identità. La guerra (in senso ampio del termine,in quanto anche nel mondo “libero dalle guerre” si è sottoposti al soppruso della dittatura commerciale che pur utilizzando metodi più sottili e subdoli per ledere l’individuo, arriva ad uccidere nella parte più profonda dell’animo) e la povertà inducono la miseria, il depauperamento delle reali risorse umane. La perdita della memoia della propria identità spinge verso la riacquisizione di un atteggiamento animale, ossia privo della coscienza umana che dovrebbe caratterizzarci come specie. “L’amnesia identitaria non è null’altro che l’incapacità di raggiungere i valori nascosti in noi, la scomparsa dell’altro davanti a noi come specchio che riflette quanto abbiamo di più prezioso: l’amore delle origini e del nostro passato, la facoltà di apertura agli altri, il senso positivo della vita come energia per costruire insieme il mondo con la diversità dei carismi e delle culture. Invece la difficoltà a riconoscersi nell’altro rappresenta la forma peggiore di povertà, la perdita di un patrimonio, una tragedia per l’uomo.” Luisa Barbieri Liberamente tratto da: “Domande Risposte Sogni” di Kazamwali Severino Kyalondawa EMI ed. 2007 VIDEO _ Mustapha N'Dao "La nostra storia ci insegna che da quando il mondo è mondo l'uomo si è sempre mosso...". Inizia così l'incontro con Mustapha N'Dao, noto musicista africano, oggi clandestino nel nostro paese. Dall'ascesa musicale del suo gruppo in Senegal alla chiamata in Italia, passando per la fine del permesso di soggiorno, la clandestinità, una denuncia per diffusione gratuita dei propri cd musicali senza timbro S.I.A.E. e la realtà dura da invisibile cui è sottoposto insieme ai tanti suoi "fratelli". Esce da questo ritratto un uomo straordinario, capace di lanciare messaggi universali di cambiamento e solidarietà, cui sarà difficile rimanere indifferenti. "La prima ricchezza è la generosità... la prima povertà è l'ignoranza" Mustapha N'Dao Si ringrazia l'Associazione Medico N.a.di.r. per la collaborazione www.mediconadir.it- 2006 La mia Africa È già passato più di un anno da quando sono rientrata dal mio viaggio in Burundi ma porto ancora in me il cambiamento che da là è partito e che credo mi accompagnerà per sempre, perché è divenuto un modo di essere. In questo lungo periodo non sono mai riuscita a scrivere cosa è successo in quella terra lontana e, nonostante provassi a dare spiegazioni a tutti coloro che avevano visto in me il cambiamento, temo di non essere mai riuscita a farmi capire, e forse io stessa lo sto comprendendo a distanza di tempo. Sono partita con tanta paura di non trovare la giusta via di comunicazione con la gente, di non essere adeguata, di non riuscire a dare senza la giusta umiltà, di apparire come la donna bianca che scendeva 21 dall'alto della civiltà per elargire compassione e consigli. Sono partita anche con la speranza di poter trovare in Africa quello che non riuscivo a trovare qui in Italia; l'unica cosa di cui ero certa è che avevo più bisogno io di quel viaggio che quella gente della mia presenza: cosa avrei potuto fare in sole tre settimane anche armata di tutta la mia buona volontà? Non sapevo neppure se sarei stata in grado di dare il via al mio piccolo progetto agricolo per il quale ero partita e forse anche se ci fossi riuscita non ne avrei mai visto i frutti. Ma dovevo partire perché ormai avevo deciso di dare la svolta ad una vita che rischiava di perdere ogni giorno di sapore e di colore. Così quando i miei compagni di viaggio, che erano già stati in Burundi, mi hanno portato la loro testimonianza, non ho esitato un secondo a decidere di andare con loro. Affrontare questa avventura non mi faceva più paura, ma mi dava forza e coraggio: che l'Africa cominciasse a fare il suo effetto ancora prima della partenza? Sicuramente sì, ma il resto è successo laggiù: appena sono arrivata a Mivo la povertà e la malattia erano così tangibili, e la cosa più difficile è stata alloggiare all'interno delle mura dell'ospedale in camere occidentali, mangiare tre volte al giorno, potersi lavare, e vedere al di là di quel muro coloro che non potevano fare tutto questo. Il mio stomaco si è chiuso quasi completamente e i primi giorni ho fatto fatica a mangiare, poi piano piano ho cominciato ma facendo molta attenzione al primo segnale di sazietà: non potevo permettermi di ingurgitare qualcosa di più del necessario alla mia sopravvivenza, visto che comunque, quello che io mangiavo in un giorno, i bambini che mi correvano incontro forse non lo vedevano neanche in un mese. Anche l'acqua, opportunamente bollita e filtrata, era buonissima a dispetto dei nostri bellissimi carrelli stracolmi di pesantissime bottiglie; pesantissime, ma non abbastanza, o, perlomeno, non quanto quelle taniche che i bambini e le donne portano per chilometri sopra la testa in salita e in discesa, con il sole e con il fango per cucinare, bere e lavarsi, se ne rimane a sufficienza. Proprio la scarsa igiene, i piedi scalzi e la vita promiscua con gli animali domestici favorivano la diffusione delle Tunga, pulci penetranti che si incistano sotto la pelle e le unghie soprattutto dei piedi; così una volta la settimana insieme ad altri volontari presenti in paese si provvedeva ad asportarle con banalissime spille da balia. In una di quelle occasioni ho conosciuto Chantal, una bambina bellissima, come tante altre, ma con un coraggio e una dignità disarmante, che mi fissava con quegli occhi immensi, senza batter ciglio, mentre affondavo l'ago nei suoi minuscoli piedini. Quegli occhi sono ancora dentro di me, mi guardano, mi ammoniscono, ma soprattutto mi sorridono, come quel giorno in cui si è accorta che non l'avrei più torturata ma ero lì solo per cambiargli le fasciature. Più passavano i giorni più gioivo insieme a loro per un saluto gentile, per un calcio ad un pallone di carta, per una corsa a perdifiato, per una foto scattata insieme…ero piena dei sorrisi della gente e di quella pace che ci scambiavamo ad ogni incontro. Purtroppo ho vissuto anche momenti di rabbia e di impotenza, quando ho visto una donna che non veniva curata perché aveva un debito con il dispensario di quattromila franchi burundesi (circa due euro), un malato terminale con dolori atroci essere spedito senza medicine all'ospedale operativo più vicino (otto chilometri a piedi); quando non potevo portare le medicine (che avevamo con tanta dedizione suddiviso e catalogato) al dispensario, dove ne avevano bisogno, quando i papà vendevano le ciabattine che regalavo ai bambini per ubriacarsi con la birra di banana, quando ho visto scarpe di tela nuove donate dai bazunghi (uomini bianchi) rosicchiate dai topi, quando tutto il nostro “buonismo” continuava a fare dei danni in un paese che aveva già sofferto così tanto. Eppure per loro eravamo i “fortunati”, perché avevamo vestiti, cibo, macchina fotografica, medicine, sapone, luce, e un fuoristrada per raggiungere la città più vicina. Addirittura volevano imparare l'italiano e la dottoressa che era con me ha impiegato una mattina intera a spiegare loro in francese che l'italiano non serve in nessun posto del mondo, che dovevano smettere di credere di essere inferiori ai bianchi solo perché non avevano quello che avevamo noi. Ricordo quella mattina come uno dei momenti più belli di tutto il viaggio: avevo appena fatto la doccia e ancora con l'asciugamano in testa e circondata dai bambini che mi guardavano e mi sorridevano, cercavo un modo per comunicare con loro. Presi il catino, lo vuotai e cominciai a batterci sopra le mani; poco dopo due pentole, quattro cucchiai, due coperchi, una grattugia e un cilindro pieno di sassi avevano formato una bellissima orchestra di percussioni. Lasciare Mivo e la sua gente è stato molto difficile e doloroso, e nel cuore spero un giorno di poter ritornare, anche se non so se sarà possibile. Ma ancor più difficile e doloroso è stato il rientro in Italia, l'impatto con la 22 “civiltà”, entrare nel primo Autogrill vicino Roma, che appariva ai miei occhi solo come l'apoteosi dell'inutile. Ho vissuto una fase di riadattamento che è durata diversi mesi in cui lottavo ogni giorno contro i miei sensi di colpa e in cui desideravo solo di ripartire. Riflettendo, analizzando i miei sentimenti, confrontandomi con persone che hanno fatto dell'Africa una parte fondamentale della loro vita, mi sono resa conto che adesso devo restare perché il lavoro più importante per aiutare quella gente è da fare qui in Italia nel nostro distorto benessere. Io faccio parte di questo mondo e devo trovare qui il modo migliore di vivere e gestire al meglio la fortuna che mi è stata data, ma anche il modo di comprendere ogni giorno che questa fortuna è nei rapporti sinceri con la famiglia e con gli amici e non in altro. Capite adesso cos'è successo? Certamente non è possibile esprimere a parole tutte le evoluzioni interiori, che si scatenano da un'esperienza di questo tipo, ma credo in parte di essere riuscita a fare più chiarezza in me e in coloro che mi hanno ricoperto di domande in merito. Mi avevano detto che l'Africa ti cattura dentro, che non puoi dimenticartela, che ti ammali di mal d'Africa ma non mi avevano detto che da là si poteva rinascere e che potevi cominciare a vedere te stessa e tutto ciò che ti circonda con occhi diversi, a volte più severi, ma spesso più permissivi. Dall'Africa è dunque partita la mia rinascita e credo che da là debba partire anche quella dell'Africa stessa, che, a mio avviso, non ha bisogno dell'aiuto del primo mondo, se non per il fatto che solo un nostro comportamento più responsabile e consapevole può consentire la redistribuzione equa delle ricchezze del mondo. Questo messaggio e questo cambiamento sono stati così fondamentali per me che ho deciso di tramutarli nel segno indelebile che ora porto addosso, e che mi ricorderà in ogni momento difficile che al di là delle nuvole c'è sempre il sole che ti aspetta. Cinzia Ferrari les immigrés – les italiens On insiste toujours sur ce que distingue les immigrés aux italiens, la langue, la religion, les habitudes alimentaires ou vestimentaires,les moeurs matrimoniales, la couleur du peau... toutes ces différences existent, on peut dire qu'elles sont constitutives de l'immigré. Un immigré est celui que l'ont voit dés qu'on ne le voit plus. Dés qu'il se font dans l'environnement il pert sa qualité d'immigré. Que nous mettions en avant ces différences, que nous ne voyons qu'elles, assez naturel. On juge les autres en fonction de ce que nous sommes ou de ce que nous pensons ètre. Cet accent sur les différences n'aurait aucun importance s'il ne masquait les ressemblances, ces immigrés que nous voyons si etranges, sont en realité très proches. Ils sont souvent plus proches aux italiens de leurs fréres, cousins ou amis laissés au pays. Ils le découvrent lorsqu'ils rentrent au pays. Ce ne sont pas des etrangers, sont en réalité mais on leur fait vite comprendre qu'ils ne sont plus tout à fait de ''chez eux'' avant d'arriver en occident ils du, en effet s'arràcher a leur pays d'origine et cela ne sefait jamais sana une profonde remise en cause des valeurs,des comportements, de tout ce qui attache un invidi a son milieu, il suffit de voir combien nous éprouvonsde difficultés a déménager, a nous installerdans une autre ville pour mesurertout ce que la decisiond'emigrer demandede remise en cause sur soi mème,.il ya , tout simplement. Une création d'un modele, immmaginaire de la sociéte désirée du pays d'accuiel, ce modèle est complexe. Il n'est pas forcement complaisant. Tout les candidats à l'èmigration n'ont pas la naivete de croire que tout sera facile dans l'italie mais ils saventqu'on peut y réussir, qu'ilstrouvent des opportunités inexistantes dans leur propre pays, ils ont elaboré des projet personnels et se sont construit une personnalité ou prédominent les valeurs fondatrices des sociétés modernes: recherche du bonheur l'ambitin de sortir du lot. La recherche des solutions individuelles à des problemes collectifs ...c'est pour cela quìils peuvent pretendre devenir italien et ...qu'ils deviennent vite lorsqu'on leur en donne la possibilité. Redouane El Khargui MULTICULTURA Vorrei raccontarvi la mia esperienza di partecipazione ai laboratori multiculturali esperienziali destinati all’integrazione sociale incrociata migranti-nativi ma prima di fare questo vorrei partire da un dato di fatto: “Ognuno di noi è parte di una società multiculturale”. Se vogliamo, le ragioni di questa multiculturalità sono diverse e numerose ma complessivamente l’uomo, pur divenendo più o meno stanziale, si è sempre spostato per acquisire nuovi territori da coltivare, per seguire le mandrie in spostamento, per curiosità, per migliorare le proprie condizioni di vita e quella dei propri figli. La cosa spiacevole è che i flussi migratori sono ormai tutti in un senso, quasi un’osmosi che porta l’uomo proveniente dal paese povero, distrutto dalla guerra, il perseguitato religioso o politico verso la ricchezza, la pace, la libertà di espressione. In base a questa osservazione non posso non essere d’accordo quindi con chi dice che non c’è niente di 23 democratico in questi processi migratori, non c’è libera scelta. Allora chi sceglie per chi? Attraverso quali meccanismi? Ognuno di noi sceglie nei propri semplici gesti quotidiani attraverso il perverso meccanismo della globalizzazione. Siamo la famosa farfalla che sbattendo le ali in Brasile provoca il maremoto dall’altra parte del pianeta. Se raggiungessimo la consapevolezza di questa nostra responsabilità, probabilmente avremmo una visione della persona che raggiunge il nostro Paese molto diversa e, invece di spendere energie a stare sulla difensiva, potremmo incanalarle per conoscere e valorizzare le diversità che ci possono arricchire. Quando ho deciso di partecipare a questi laboratori esperienziali ho continuato un percorso che aveva preso avvio da un mio viaggio in Africa alcuni anni fa in cui avevo raggiunto la consapevolezza che qualcosa nel meccanismo mondiale non funzionava e che io ero un ingranaggio di quel meccanismo. Da questa presa di coscienza il passo successivo è stato naturale e la curiosità mi ha spinto a partecipare ai gruppi di lavoro in cui potevo conoscere e farmi conoscere, ascoltare ed essere ascoltata, vedere come lo stesso argomento veniva affrontato da altri nativi e dai migranti cercando un eventuale denominatore comune, un punto di convergenza e rispettando le divergenze qualora non fosse possibile trovarlo in beffa all’omologazione che imperversa nel quotidiano. La divergenza espressa senza prevaricazione è contemporaneamente stimolo di riflessione e rafforzamento delle proprie idee. In ciascuno dei due casi si conferma come la diversità sia arricchimento perché è più ricco chi stimola la riflessione e la capacità critica, e lo è anche chi si sente rafforzato nelle proprie convinzioni. Per esemplificare il concetto di multicultura come l’ho vissuto attraverso il laboratorio esperienziale, mi viene immediato utilizzare il riferimento di un negativo fotografico: senza il nero (pellicola) e il bianco (impressione) non è possibile vedere l’immagine che nasce solo da questa fusione. Il “noi” è la lastra sovraesposta, il “loro” è quella sottoesposta, la “multicultura” è la fotografia del nostro mondo. Cinzia Ferrari 6 novembre 2007: siamo giunti al primo incontro del gruppo multiculturale “Salute & Informazione” inserito nel progetto “L'arte della comunicazione: insegnando si impara, imparando si insegna” sostenuto da Volabo ed in rete con altre Organizzazioni di Volontariato da tempo impegnate nel tentativo di migliorare il contesto sociale nel quale stiamo vivendo cercando di aprire, attraverso le più disparate metodiche, un varco che possa diradare “le nebbie” del decandentismo imperante la globalizzazione in corso. I conduttori sono: Moustapha N'Dao, già responsabile del gruppo multiculturale di MedicoN.A.Di.R., quale tutor; Luisa Barbieri, fondatrice e presidente di MedicoN.A.Di.R., nel ruolo di co-conduttore, medico impegnato da anni nella metodica della Clinical Empowerment Therapy; Carlo Trecarichi Scavuzzo, psicologo e psicoterapeuta di MedicoN.A.Di.R., nel ruolo di co-conduttore. Visto che la sede di MedicoN.A.Di.R. ha chiuso i battenti a causa di problematiche, definiamole così, economiche, in ogni modo potremo svolgere il gruppo programmato nel corso del 2007, quando ancora la sede era attiva, a Zola Predosa gentilmente ospitati dal Comune stesso all'interno del Centro Torrazza. In particolar modo condividendo una stanza con l'Assoc. Tuttinsieme, associazione con la quale si collabora da anni, visti gli obiettivi che la caratterizzano, obiettivi legati all'inserimento nel sociale di persone con difficoltà inquadrabile nell'ambito dell'handicap psico-fisico. Come per ogni apertura di gruppo, sia esso terapeutico in senso stretto, sia di altra natura, risulta indispensabile proporre un obiettivo quale punto di arrivo e, nel caso specifico, si spera, di partenza per nuovi e più incisivi lidi, accompagnato da regole che potranno aiutare i partecipanti ed i conduttori a mantenere integro l'obiettivo stesso pur assecondando le fisiologiche variazioni di percorso. L'idea di creare un gruppo, definiamolo sommariamente, di integrazione multiculturale, altamente disomogeneo nasce dall'esperienza clinica accumulata in riferimento alla sperimentazione messa in atto nel 24 contenitore associativo destinato ai disturbi di relazione. La presentazione dei componenti il nascente gruppo risulta assolutamente indispensabile, visto, tra gli altri la valenza costruttiva che daremo al concetto stesso di DIVERSITA'. Non si vuole proporre e, ancora peggio, imporre una cultura quale dominante, la dominanza verrà determinata solamente da ciò che emergerà dal gruppo: il pensiero del gruppo. Ci si orienterà allo scambio, al tentativo di cercare punti di riferimento comuni che nasceranno dalla conoscenza reciproca, dalla condivisione imparando la valenza assoluta dell'ACCETTAZIONE e di se stessi e degli altri. Non si vogliono avere certezze da cui partire per poi, come troppo spesso accade, paralizzarsi in un pensiero unico, si tenderà alla costante rimessa in discussione, all'esposizione personale in quanto le autoaperture oltre a creare un clima favorevole alla discussione, risultano elementi indispensabili alla creazione di un gruppo strutturato e consapevole soprattutto dei suoi limiti e per questo bendisposto all'osservazione esterna. Al centro del lavoro vorremmo porre la persona, l'aspetto umano nella sua semplicità, nella sua diversità, nella sua ricchezza e nella sua miseria. Tutti noi presenti stiamo cercando, abbiamo scelto la via della progettazione comune nel rispetto della nostra identità e per questo dobbiamo compiere lo sforzo di esporci, valutarci, andare sino in fondo superando le nostre paure, facendoci mille domande e magari non trovando nemmeno una risposta. Le società in divenire cercano ogni giorno, si muovono e solo così migliorano. Noi possiamo e dobbiamo avvicinarci, ascoltarci, renderci disponibili, aiutarci nel tentativo di comprensione reciproca ... il tutto lo si può riassumere nella parola INSIEME, in quanto da soli non si può andare da nessuna parte se non verso l'ingangrenimento e la morte delle nostre idee. Abbiamo bisogno di fidarci aprendoci anche verso affermazioni che potrebbero apparici “sbagliate”. Le aspettative sono arrivata alla bella età di 58 aa. e ho le mie certezze, le mie insicurezze, le mie cose che posso mettere in discussione, io ho trovato un certo equilibrio riavvicinandomi alla natura, osservando i ritmi della natura, delle cose che succedono non in questa società che è demenziale, schizofrenica, che ci mette in competizione l'uno contro l’altro. Una cosa che mi ha colpito molto in questo ultimo periodo, ascoltando un programma televisivo, è il discorso dei migranti che vengono da noi perché fuggono da situazioni di guerra. A me piacerebbe fare una specie di indagine per vedere quali sono le nazioni ove c’è una guerra, io sono convinta che potremo scoprire che ovunque c’è guerra, in quanto lo stesso fatto di mettere le persone l’una contro l’altro secondo me è espressione di guerra. Ritengo che parecchio, se non tutto questo contesto sociale sia da ricostruire, nella mia stessa città io percepisco insicurezza e disagio collettivo, domina la paura, insomma. Una società che non offre un minimo di sicurezza, ma, anzi, che si adopera affinché gli individui stiano immobili per via della paura, è una società al collasso. Cosa mi aspetto da questi incontri: intravedere la possibilità di un cambiamento! io credo che si siano persi tanti valori che sostenevano il nostro contesto sociale, quella che viviamo oggi, almeno qua in occidente, io la chiamo “la società dei lucchetti”. Un tempo io ricordo lo spirito di solidarietà che animava la più parte delle persone, ora l'individualismo è sfrenato. Dobbiamo sforzarci almeno di ritrovare ciò che abbiamo perduto. Per chi, poi, si trova in situazioni di franco disagio, per le motivazioni più svariate, oltre al danno si aggiunge anche la beffa dell'insulto gratuito ... e non è così edificante condividere il sociale con un canovaccio sociale di questa natura! Io mi aspetto la possibilità di confrontarmi, di rinforzarmi, di credere ancora che gli esseri umani siano esseri umani e non macchine orientate alla conquista della perfezione che perfezione mai sarà. La possibilità di incontrare persone che arrivano da paesi lontani portandosi il loro bagaglio culturale, mi alletta e mi induce a pensare che facciamo tanto di avvicinarci, magari una possibilità di crescita l'abbiamo ancora. io vorrei trarre dal gruppo un arricchimento a livello personale, però sono molto perplessa e 25 un po’ amareggiata e temo che il tutto possa rimanere circoscritto al gruppo. Vivendo in questo contesto sociale ho maturato una paura terribile, sento di avere inglobato il meccanismo compulsivo-competitivo sino ad ammalarmi di anoressia nervosa. Sono qua anche per aiutarmi nel processo di guarigione che ho intrapreso. So che aprire gli occhi e il cuore verso il mondo può aiutarmi allontanandomi dall'autodistruzione, so, in base all'esperienza vissuta in associazione, quanto raccogliere stimoli rappresenti una modalità per migliorarsi, per riaprirsi a se e al mondo ... so che per combattere il mio male devo e voglio accogliere il mondo. La paura di paralizza sino ad impedirmi di esprimere ciò che sono, so, razionalmente, quanto la manipolazione mediatica sia responsabile del male di vivere, ma so anche e per esperienza quanto sia difficile ragionare con la propria testa soprattutto rispetto a questioni imposte quale la questione immigrazione, diversità. Tu Luisa prima raccontavi l'aneddoto, guarda caso, accaduto oggi durante il tragitto che ti ha portata a Zola ... ti si è fermata l'automobile e, malgrado le tue richieste di aiuto, nessuno si fermava sino a che non è arrivato un signore albanese che ti ha dato una mano. Sappi che anch'io non mi sarei fermata, per paura non per altro ... solo per paura! Figuriamoci un po': se ho paura di una persona che all'apparenza non pare proprio un'immigrata, che terrore potrei avere dinanzi ad un extracomunitario ? Speriamo di riuscire a portare fuori di qui ciò che sicuramente matureremo qua dentro, in quanto le prigioni più terribili sono quelle che ci costruiamo noi. viviamo molto per luoghi comuni, ci hanno inculcati un modo di vedere la realtà che è stereotipato, chi esce da questo mondo precostituito va incontro a diversi problemi, in quanto viene considerato lui stesso diverso la società occidentale è fallita ormai, sono ottimista su quello che faccio, ho lavorato con tanti gruppi, purtroppo devo dire che ho anche notato che alcuni lo fanno per interessi loro. Proviamo ad essere ottimisti, non riesco a parlare in riferimento a questo gruppo, è un po’ presto, quello che riesco a dire è proviamo a lavorare insieme, avere coraggio. A volte sei un po’ confuso, il razzismo e la paura. Il mondo è diventato materiale. In Africa la vita è più lenta e riusciamo a fare tutto quello che dobbiamo fare nell’arco della giornata, qua corriamo sempre e alla sera non c’è mai una cosa conclusa. Il capo non sa se devi morire o no, lui sa solo che deve guadagnare. Ognuno di noi dovrebbe portare la sua cultura, se ci avviciniamo a vicenda ci saranno delle cose che non ci piaceranno, ma ce ne saranno tantissime che risulteranno un valore aggiunto alla nostra esperienza di vita. Io, in questi anni di vita da extracomunitario, ho cercato di prendere alcune cose dalla civiltà occidentale e di rifiutarne altre senza mai dimenticare la mia identità. Ogni parola è un proverbio, si dice di noi che per capire quale è la città più bella si deve viaggiare, nessuno sa qual è la città più bella. Poco è qualcosa. la società odierna è dominata dalla paura, tutti quanti abbiamo paura. Può darsi che la colpa sia di noi stranieri, il problema è che si generalizza. Bisogna vedere quale motivo una persona diventa così, magari qualcuno che aveva una certa posizione nel suo paese e ha perso tutto, arriva qua e non trova l’accoglienza. La cultura nostra è diversa da quella vostra, poi arrivi qui, non hai casa, lavoro, hai fame e la fame può portare ad uccidere. La paura di dire la verità alla gente. È difficile costruire la società di adesso, è difficile avere fiducia io molto egoisticamente sono venuta qui per assistere la presentazione, visto che le difficoltà che mi sembra abbia riscontrato Silvia le ho riscontrate anch’io e io non ci sto più, ma la società siamo noi e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità volte al cambiamento. Le persone che si mettono in discussione sono pochissime. Sono venuta qua alla ricerca di persone che avessero voglia di ragionare, che avessero la mia stessa volontà per rinforzarmi 26 nel lavoro che svolgo quotidianamente sono molto interessata alle differenze tra le persone, mi interessa capire gli altri cominciando da noi stessi si può arrivare molto lontano, una sorta di effetto cascata. Purtroppo ci sono poche persone che hanno voglia di mettersi in discussione, anche se tutti sappiamo che questo mondo è sbagliato sinora abbiamo parlato di ciò che “sta fuori”, abbiamo parlato generalizzando un po', che ne dite, invece, tentare di personalizzarle ? Magari riusciremo a portare a casa qualcosa che possa iniziare a servire a noi come persone, proviamo a parlare di ciò che c'è “dentro”. Cominciamo l'analisi di questo spaccato di società che siamo noi, è vero che verosimilmente non rifletteremo il sociale in assoluto, è vero che le persone sedute intorno a questo tavolo sono sicuramente sensibili a una serie di problematiche già poste in essere, ma intanto perché non proviamo a pensare: cosa ci portiamo a casa oggi ? Ho sentito parlare di società fallita, però se parliamo di individui ... NOI non siamo falliti … o almeno, cerchiamo di partire da questo presupposto. La società occidentale va avanti secondo alcune regole, in particolare è dominata dalla regola del profitto a tutti i costi, in effetti credo che con l'avvento della proprietà privata si sia creato uno dei più grande disastri dell'umanità. Forse manca l’obiettivo, in quanto non perseguiamo l’obiettivo delle persone, ma della società, ci impoveriamo noi mentre si arricchisce la società. Il diverso può essere migliore, ma fa paura. Qualcuno ha detto che fa comodo accendere delle paure, rende tutti noi più governabili. IGNORANZA e PAURA sono i più grandi nemici dell’umanità. La NOSTRA ignoranza , le NOSTRE paure Io ho paura di fallire la paura può portare all’ignoranza. La paura di affrontare la realtà, per farvi un esempio, è parte della mia vita, quella spesa durante i terribili anni di guerra in Burundi, la mia terra. io spesso ho paura di parlare in pubblico, potrebbe essere la paura di fare brutta figura e non fare capire agli altri ciò che vorrei dire, di essere fraintesa io mi esprimo e vorrei essere capita, ma non posso pretenderlo, mi dispiace, però, con gli anni sono arrivata alla conclusione che gli altri devono poi accettarmi così come sono e, cosa ancora più importante, se non mi accetto io non posso pretendere di essere accettata dall’altro la sconfitta della società industriale su quella rurale a me fa molta paura in quanto, come dicevo prima, si sono persi una serie di valori umani ed umanizzanti che mi davano sicurezza. Persino il rapporto con il tempo si è snaturato, sembra che oggi, pur di correre, non si sa bene dove e perché, si vada sempre più spesso contro natura e questo non fa bene agli esseri umani. AUTODETERMINAZIONE COLLETTIVA Occorre emanciparsi per riuscire a vivere al meglio insieme. Occorre affrontare, comprendere e superare i pregiudizi che percepiamo quali ostacoli al nostro processo di emancipazione, magari cercando di vivere gli altri rispecchiandoci, proprio come si fa in gruppo. Essere, affermarsi ... tutti noi lo desideriamo, ma il passaggio obbligato è guardare dentro di noi e questo non possiamo nasconderlo: fa paura! Ciò che andiamo cercando, credete, non è tanto lontano, è qui, è dovunque, basta tentare di mettere in pratica ciò che c'è già dentro di noi senza mascherarlo seguendo echi esterni disturbatori e manipolatori. Si parla di diversità, di parla di incontro di diversità ad arricchimento del singolo e del gruppo, potremmo partire, ad esempio, dall'esperienza di coloro che vivono la diversità quale conseguenza delle loro disabilità. Tutti noi abbiamo dei deficit, tutti noi esprimiamo una qualche disabilità ... voi conoscete qualcuno abile in ogni espressione ? Sì, ma non possiamo negare la disabilità. Io sono disabile e non posso negarlo Vediamo di fare un giro proponendo a tutti le nostre disabilità, ovviamente più o meno evidenti, più o meno invalidanti, ma credo proprio che nessuno di noi possa dirsi immune: Un giro delle proprie disabilità (autoaperture) 27 La disabilità come fatto mentale Le difficoltà di comunicazione L’utilizzo delle maschere a difesa La fatica di accettare la cultura dell’altro (il problema della cultura dominante) Il superamento dei muri interiori attraverso la comunicazione, lo scambio Vediamo che il minimo comune denominatore è l'esprimere noi stessi affermandoci Comunicare ed essere a superamento delle barriere cosa significa comunicare ? instaurare un rapporto anche non verbale e cercare una lingua comune per capirsi riuscire a trovare un punto in comune, a volte. non ascoltiamo – ascolto – ricezione del messaggio come lo decodifichiamo noi – ascolto comunicare con se cos’è e comunicare con gli altri cos’è ? AUTOCRITICA la paura del giudizio esterno l’autocritica non si basa sull’evidenziazione dei propri difetti lo scambio accettare e relazionarsi Proviamo a fare mente locale sulla parola ACCETTAZIONE e a seguire: IGNORANZA E PAURA PREGIUDIZI INTEGRALISMO CULTURALE Il pregiudizio di regola mi evita di pensare Mancanza di scambi informativi- conoscenze Il concetto del TEMPO – il tempo deve appartenerci Pregiudizio quale elemento di conoscenza ? Pregiudizio come meccanismo di difesa ? Pregiudizio come conflitto ? IL CONTESTO SOCIALE rispetto al PREGIUDIZIO e all’ACCETTAZIONE quali rielaborazioni ? • mi riesce difficile avere pregiudizi nei confronti di persone che non conosco quando abbiamo ancora delle barzellette tra di noi, tipo tra bolognesi e modenesi, ferraresi ad esempio. Ho dei pregiudizi in generale, però non conoscendo i loro usi e abitudini mi riesce difficile giudicare • Giudizio di sintesi precedente che in qualche modo ha una sua utilità nella sua generalizzazione per farci conoscere un qualcosa di sconosciuto. Giudizio erroneo precedente alla conoscenza che ci viene in aiuto. È una generalizzazione. È una estensione di una caratteristica di una certa etnia, di un certo paese che in qualche modo ci aiuta economicamente per organizzare un pensiero. Se non conosco è più semplice utilizzare il pregiudizio. Non sempre si riesce ad andare oltre • secondo me tante volte nascono anche da pensieri nostri, costruiti dalle nostre paure. Guardare in faccia le nostre paure quale strumento per superare. Tutto ciò che è diverso ci propone un confronto, una messa in discussione • paura per il diverso. L’Italia rispetto ad altre nazioni è molto più indietro nel processo di integrazione, vista il fenomeno recente dell’immigrazione di massa • manipolazione mediatica si presta parecchio al creare, tra le tante cose, confusione • manipolazione – vedi ciò che è successo sulla questione dei Rom. L’utilizzo di un certo tipo di cronaca nera per distogliere l’attenzione. Il controllo politico 28 • • • • • • • • • • • il sistema mediatico rappresenta il 1° potere certo è che la manipolazione agisce soprattutto in chi ha bassa cultura secondo me anche chi ha livello elevato di cultura questa cosa è sempre esistita – oggi è molto più subdola – si usano degli argomenti per confondere – è diventato tutto marketing nel vendere l’idea, in realtà pensano che noi siamo imbecilli volendo e pensandoci il potere e lo abbiamo anche noi non ascoltando quello che stanno dicendo io non lo guardo più il telegiornale, forse sono un po’ estremista, ma non raccontano niente anch’io evito di ascoltare anche se credo che non sia un atteggiamento del tutto giusto, in questa maniera si rischia poi l'isolamento, il totale impoverimento , è difficile! io penso che i politici siano troppo bravi per noi semplici umani, bisogna ascoltarli divertiti . Non posso non fare riferimento a frase di Berlusconi: “Non vogliamo un Italia multiculturale” il giorno successivo nei giornali compare : alcuno hanno il cuore a destra, altri a sinistra, altri proprio non ce l’hanno. A volte mi sento utilizzato da loro, in quanto riescono a fare tremare la gente – bisogna essere attenti, ma secondo me è indispensabile guardare. In Italia bisogna sospenderli questi politici e riconsiderare i valori lasciati dai nostri nonni. Sul tema dell’integrazione sono partiti male, bisogna ripensare. Non serve avere la voglia di costruire in Italia, bisogna ripensare le cose. In Italia i politici non ascoltano, urlano e ascoltano solo loro stessi. I giornalisti … anche loro hanno grande responsabilità, creano confusione. Pare che l'unico interesse per i poteri dominanti sia come procurarsi i voti elettorali per le prossime elezioni. Sarà molto difficile separare politica e contesto sociale, bisogna tutelare altri organismi invece dei politici, sul piano dell’immigrazione i politici non faranno mai niente - Occorre andare adagio, un’integrazione malcapita sarebbe dannosa credere in se stesso è solamente una scelta e per potere avere la forza basta pensare agli altri, coloro che stanno molto peggio, allora non si può perdere il coraggio. La comunicazione mediatica e l'integrazione, e il percorso che noi stiamo cercando può essere un fattore di cambiamento, basta che noi riusciamo a creare una comunicazione di relazione, altri hanno molti più mezzi di noi e li stiamo guardando sempre … l’informazione non ci arriva e noi non abbiamo il coraggio di scegliere l’informazione, non abbiamo creato un’alternativa, perché diciamo che è impossibile. L’ignoranza inizia quando uno dice “IO NON POSSO” - Noi siamo attaccatissimi alle nostre origini e finché siamo così rischiamo che le cose non cambino. Se vogliamo creare una società civile abbiamo bisogno di non guardare quello che non ci va, provano ad ingannarci. Noi crediamo che la politica abbia le risposte, invece no, non ha nessuna risposta per noi la politica. La società civile non è ascoltata. Risposte non dobbiamo aspettarcene dalla politica. Per fare un esempio: il processo di integrazione partendo dalle elezioni provinciali per me è un inganno. La gente mi vota, vado al Consiglio e non ho il diritto di voto, non è che posso solo proporre, questo solo agisce come portavoce. Io non credo che sia un grande passo verso l’integrazione che se passa dalla politica non può passare dalla politica, ma passare dalla gente normale. Invece che difenderci dalla gente dobbiamo diffondere. la società va sempre incontro a 2 tendenze o andare incontro alla massa oppure ululare coi lupi La paura va ad intaccare il bisogno di emergere rendendo più debole l’individuo, distruggere il bisogno di individualità per portarlo al bisogno di appartenere perché gestibile il vissuto dell’individuo, del contesto sociale mi viene da ripensare al contesto sociale al passato, alle conquiste sociali ed immediatamente ai personaggi a livello globale che hanno definito linee guide. Non posso non pensare alla storia del nostro Paese, all'assassinio di Aldo Moro, ai depistaggi che oramai sembrano la normalità ... alle brigate rosse, a Curcio. A questo riguardo non ho mai capito come mai un Curcio appartenente all'estrema destra sia potuto divenire un leader della sinistra, anzi delle brigate rosse. Andreotti, i suoi intrighi, la sua eterna presenza sulla scena politica italiana, i suoi legami più o meno veritieri con la criminalità organizzata, le impunità ... e tutto ciò che solo la storia forse un giorno potrà spiegare. Riesco solo a capire che un tempo c'era rispetto per la politica e ai suoi esponenti, esistevano delle ideologie a sostegno di valori più o meno condivisibili, ma i valori cui fare riferimento ne li ricordo, ora ... negli ultimi 15 anni ... io ho l'impressione che la politica sia rappresentata solo da dei “pagliacci” motivati esclusivamente dal profitto personale, e questo non va proprio, io non lo posso accettare come uomo e come cittadino di un Paese che amo, il mio Paese. c'è effettivamente un legame stretto tra l'attuale situazione politica ed il contesto sociale così demotivato, omologato, vuoto. Pare proprio che le ideologie, i valori comuni di riferimento siano fuori moda e questo rompe il legame tra lo Stato e il cittadino: troppa la distanza tra i Palazzi e le piazze, • • • • • • • • • • • • • • • • 29 tanto da indurre sentimenti poco appropriati in un Paese civile e democratico. Non possiamo negare quanto la xenofobia stia in crescendo, non possiamo negare quanto l'essere umano stia perdendo di significato, la vita stessa dell'individuo pare avere assunto valore zero. ciò di cui avete parlato e che, tra l'altro, mi trova in accordo, è più facile che avvengano tra le persone ricche, tra i poveri c’è più solidarietà e questo ci dovrebbe fare pensare. Nel nostro mondo, in questa fase storica l'unica cosa importante è il denaro. Nel medioevo, secolo oscurantista, c’era solo la religione, oggi tutto gira intorno al soldo. Questo processo devastante l’abbiamo visto prima nella società americana, non ci aspettavamo che succedesse anche in Italia, aggiungerei, inoltre, che da come si stanno comportando le persone, da come si sta comportando la nostra élite politica sia inevitabile che le cose peggiorino. Pensate che feroci assassini diventano delle stars della televisione, vi pare ammissibile ? La nostra società è talmente degradata che a mio avviso non può che peggiorare, nutro davvero poche speranze e questo mi rattrista tantissimo, non si può arrivare a perdere la speranza, in altro modo come e dove trovare la forza per reagire ? facendo il paragone col medioevo … non mi pare tanto diverso … religione/economia erano secoli animati da fermento religioso, l’uomo si chiedeva “noi chi siamo ?” oggi si domanda “quanto ho guadagnato ?” già, forse è solo cambiata la domanda, ma la modalità è la medesima ai tempi se non rispondevi con la religione eri un eretico, un emarginato, oggi, allo stesso modo, se non rispondi con il denaro sei fuori dal sistema ... un bel salto evolutivo! il nuovo dio di questa società non è la religione, ma il denaro. Attraverso la religiosità almeno c'era una sorta di tentativo orientato a fare prevalere la parte buona, costruttiva dell'essere umano, i nostri avi si chiedevano come, chi, dove e perché ... si era evidenziata la valenza distruttiva dell'ignoranza, si diceva che superandola forse l'uomo avrebbe avuto una vita migliore domanda a I ? prova a soffermarti: anche allora chi erano quelli che pensavano alla religione ? erano l’élite … gli altri non contavano nulla ... cosa è cambiato ? sai, non c’era la possibilità di istruirsi … ora questa possibilità c’è … se siamo qua stasera significherà almeno che abbiamo compreso il valore della conoscenza. Ribadisco che il grande male è la sublimazione divina sul denaro! pensate che leghiamo il denaro alla speranza della vita eterna ... non è paradossale ? certo è che chi possiede più risorse economiche ha realmente maggiori possibilità di vivere meglio e più a lungo, il problema serio è che forse dovremmo capire tutti che la salute è un diritto umano, non un bisogno cui può far fronte solo chi ha denaro! Vorrei sollecitarvi nel ragionamento relativo alle capacità delle multinazionali del farmaco: quanto frutta la malattia ? Quante sindromi sono, diciamo, azzardando un po', inventate in laboratorio ? Pensate ai disturbi di relazione ... non sono forse un prodotto strettamente legato al contesto sociale ? Non fruttano forse alle case farmaceutiche denaro a fiumi ? ho ascoltato attentamente ciò che sinora è stato detto e mi sorge un quesito: tutto cambia, tutto rimane uguale a sé stesso, la religione sempre c'è stata, sempre ci sarà... il muro da abbattere è la politica così come la stiamo vivendo e non solo in questo Paese. Diciamo di essere in democrazia, ma ... o io non ho capito bene cosa sia la democrazia, oppure non credo proprio che da qualche parte sia praticata, applicata. Forse sono presuntuoso, ma credo che il mondo abbia bisogno di noi, anche di noi, dei nostro pensieri, dei nostri ragionamenti, dei nostri sogni, dei nostri valori! Con molta tristezza devo ammettere che anche l 'Africa sta prendendo la direzione dell'Europa, non so cosa attragga gli esseri umani ? Forse l'illusione della felicità a tutti i costi ed immediatamente, compulsivamente. Io credo che questa strada sia sbagliata, che alla lunga distrugga e mi pare che già gli effetti siano evidenti. Siamo egoisti, individualisti, opportunisti ... sembra una “malattia” impossibile da debellare. La riflessione che vorrei proporvi: per conquistare un contesto sociale come vorremmo noi e per il quale ci sarà tantissimo da fare spogliandoci di ogni egoismo, tra le altre cose, ma ... da dove partire ? l'hai detto ... si deve partire da noi stessi da noi stessi, facile da dirsi, un po' meno facile da farsi! Bisognerebbe partire dai bambini, dalla loro educazione verso un mondo più equilibrato chi insegna ai bambini ? noi … non possiamo non assumerci la responsabilità, non possiamo continuare a delegare. A mio avviso, 30 • • • • • • • • • • dovremmo rendere concreto il concetto di partecipazione ... questa è la strada, io non ne vedo altre dialogare, comunicare e costruirci quell'etica morale che ci potrà permettere di assumerci ogni responsabilità, di farci carico della nostra stessa umanità partire da noi stessi che significa ? fare quello che stiamo facendo qua, ora. In questi anni nei quali abbiamo lavorato tanto con i disturbi di relazione cercando di offrire attraverso la nostra esperienza clinica spunti di riflessione, stimoli individuali e collettivi al fine di riequilibrarci come individui combattendo il disagio del “mal vivere” ... a volte ho avuto l'impressione, vi prego di scusarmi per il linguaggio, ma di “dare le perle ai porci” ... io, forse ... noi ... siamo davvero stanchi tu dici che noi con le nostre esperienze, le nostre paure, con tutto quanto ci caratterizza potremmo vedere un po' di luce ? E magari fare in modo che altri, coloro che sono intorno a noi, pure usufruiscano di quella stessa fonte di luce ... ? Sì, io lo credo. Concordo sulla stanchezza di cui parlava C., a volte, non nascondo, emerge la demotivazione, pare di essere dei Don Chisciotte ... ma bisogna pur credere in qualche cosa! Io, personalmente, credo nell'essere umano e vorrei proseguire in questo senso. In altro modo, almeno per quanto mi riguarda, che senso avrebbe vivere ? Forse per acquistare l'ultimo modello di ... dite voi il nome di uno stilista, io non conosco questa fetta del nostro mondo e credo proprio che farò in modo di non conoscerla mai, è una fetta di ignoranza a cui tengo particolarmente! a questo riguardo pensate alla manipolazione degli acquisti, pensate al nostro comportamento all'interno di un grande magazzino ... pensate forse di scegliere voi quali biscotti, quali spaghetti, quale bevande fa al caso vostro ? Scordatevelo! Persino il modo con il quale vengono riposti i prodotti in vendita sugli scaffali è manipolatorio, fermo restando che il nostro cervello è condizionato dallo tsunami di pubblicità che in ogni momento inonda la nostra vita. domandiamoci anche perché siamo assoggettati alla demolizione della cultura scritta, perché distruggere le biblioteche ? si vuole forse distruggere la memoria si sta parlando di origini, di globalizzazione, di neoliberismo , di franco bombardamento delle nostre stesse radici civili. Sappiamo quanti disturbi, quanta sofferenza psichica derivino dalla mancanza di identità. Stiamo assistendo alla perdita dei nostri punti di riferimento, partendo dalla nostra storia ... e questo succede purtroppo in tutto il mondo. Pare che questa società neoliberista si ponga tra gli obiettivi anche quello di cancellare le nostre origini, le nostre diversità per creare una società di uguali ... nel pensiero. Del resto è difficile cambiare una forma mentis se prima non distruggi … sta emergendo una cultura omologata e omologante. Noi per alcuni aspetti siamo degli emarginati solo per il fatto che pensiamo o almeno tentiamo di farlo una cultura che si è rivelata buona cosa come si può pensare di cancellarla ? la religione mussulmana dà fastidio, fa paura all’imperialismo occidentale anche perché si sta diffondendo molto più di altre religioni. Del resto il mondo è governato da un pugno di persone e risulta molto difficile spiegare alla gente che non vuole ascoltare LE ASPETTATIVE – ci sono delle aspettative ? mi scappano, perché non dovrei averle ? Le mie aspettative sono orientate prevalentemente al recupero dell'essere umano, non tanto al possesso materiale di cosa poi non saprei dire ... che cosa ci si può aspettare da questo contesto ? direi più che dal contesto, dalla singola persona non è facile … non mi aspetto molto, ci credo poco che le cose possano andare in maniera diversa, però mi piacerebbe che ci fosse nelle persone meno indifferenza, più solidarietà … un’altra cosa .. parlando di povertà, argomento che mi tocca molto, quelle povertà silenziose che vengono intraviste un giorno mi piacerebbe potessero essere viste … inoltre desidererei che le persone con maggiori strumenti si facessero sentire, questo manca molto io vorrei un mondo più colorato, dove la gente si sveglia senza troppi pensieri negativi … si potrebbe 31 provare, ma cosa bisogna togliere di mezzo per stare bene ? l’egoismo che credo essere alla base di tutta la negatività, l'imparare a pensare agli altri, l’empatia, il sapersi mettere al posto dell’altro, il pensare che cosa può avere l’altro. Cerco di mettermi nei suoi pensieri per cercare di capire come l'altro vede me. AUTOVALUTAZIONE DEL GRUPPO (1°ciclo) abbiamo affrontato alcune tematiche molto liberamente, siamo giunti alla conclusione di questo primo giro, vediamo di tirare un po' di conclusioni. Credo che ci abbia permesso di pensare alla diversità in maniera alternativa, se ci ha offerta la possibilità di prospettare il nuovo, il pensiero altro, 4 incontri ricchi di autoaperture, qualcuno ha riflettuto più su temi generale, a mio avviso è stato un gruppo molto vivo, ha parlato di sé. Abbiamo affrontato alcune tematiche su quel qualcosa che sta intorno alla diversità. Immigrazione : immigrati e nativi, alcuni pregiudizi, abbiamo visto come, anche se con modalità diverse, abbiamo detto cose molto simili. Un gruppo che pensa, un gruppo un po’ elitario rispetto alla generalizzazione che a volte c’è fuori, i pensieri nuovi possono nascere e crescere da questa piccola officina che si è messa in moto per me è stato molto stimolante, interessanti che hanno dato a tutti l’opportunità di pensare, farsi delle domande, vagliare nuove modalità di pensiero, sono emersi molti pensieri simili. Un bel confronto, ci ha fatto capire che più o meno tutti pensiamo di fondo le stesse cose, è stato bello potere condividere non so cosa dire… diciamo che in questi 5 incontri sicuramente abbiamo avuto la possibilità di esprimere-confrontare pensieri che abbiamo scoperto molto simili. Come ci possa essere la possibilità partendo da qui di migliorare ciò che c’è fuori. Noi ci potremmo paragonare ad un fiore di loto che esce dalle acque fangose … a me è piaciuto molto come incontri però sono rimasto deluso per il fatto di scambiarci le opinioni … quali sono i nostri usi, per conoscerci meglio … sapere quali sono gli usi dei migranti, quelli che sono i nostri, per scambiarci le informazioni, forse non l’ho capita, mi è piaciuto perché ci siamo aperti, però mi è mancato la notizia dell’altro, lo scambio di notizie è venuto un po’ a mancare questo aspetto, però… come hai visto anche tu il gruppo, essendo aperto, ci sono state delle carenze oggettive. Anche noi avevamo puntato molto sullo scambio di esperienze e come queste esperienze possano essere vissute. Ad un 1° incontro molto numeroso, per le motivazioni più svariate, sono venute a mancare …è mancato un confronto se non per alcuni sprazzi, forse siamo scivolati sul confronto limitato, buonista. È mancato il confronto tra culture diverse, anche i contrasti dovuti alla cultura in se, ci sono alcuni aspetti che fanno fatica ad integrarsi è anche molto difficile tirare fuori le cose, però questa società ci ha fatto individuare nel diverso il nemico, ma il nemico è dentro di noi, lo dobbiamo tirare fuori dal nostro interno, è quello più difficile da trovare, come se mi togliessi gli abiti dinanzi a sconosciuti. Ho ammirato B. quando ha candidamente confessato che non ti avrebbe aiutata L. là in mezzo alla strada. Tutti quanti cercavamo di mostrare il meglio di noi, come negli approcci di tipo amoroso. La mia difficoltà è portare quello che ci siamo detti qua, fuori, nel mio mondo. è un po’ come se fossimo venuti qui con i vestiti della festa, però fuori non è festa Secondo te, T. i migranti fanno così fatica a partecipare ? io penso che bisogna dire che io e altri immigrati abbiamo paura di essere criticati, a questo aggiungerei il fatto che il menefreghismo impera, peccato non provare ad entrare almeno per curiosare quando gli si apre una porta! Ci sono anche alcune cose che vorrei provare a farvi capire: tante persone provengono da Paesi ove il confronto non può esistere, sono sempre vissuti in un clima di scontri, di violenza, di paura. La grande maggioranza degli immigrati proviene da paesi poveri dove appena ci si sveglia si cerca qualcosa da mettere nella pancia, oppure da paesi in guerra, del resto molti immigrati quando arrivano pensano che qui sia peggio che a casa. Non c’è l’abitudine a condurre una vita normale, nuova. Qualcuno dice che sente troppo dolore a comunicare con la gente. Inoltre, parlando malamente l'italiano si ha paura di essere fraintesi, di non riuscire a farsi capire al meglio, di essere giudicati incapaci. Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’atteggiamento di autoesclusione che affligge parecchi immigrati, siamo noi che dobbiamo andare verso di loro, il buonismo non aiuta, non puoi ricevere senza dare niente, questo per me è autoesclusione. Ho constatato che stiamo crescendo, 32 siamo molto timidi per affrontare il mondo fuori, per essere pronti ad ascoltare. Qui abbiamo imparato ad ascoltare e a dire. Se vogliamo crescere, imporci, dobbiamo essere in pace con noi. Non è che sappiamo dove vogliamo arrivare, noi vorremmo arrivare a creare un bellissimo gruppo, ma non è che quando usciamo diffondiamo, ognuno prende quello che ha appreso qui e lo tiene per se stesso. Ognuno dovrebbe diffondere ciò che stiamo facendo qui. Qui sono nate tantissime cose, e noi dobbiamo diffonderle, io devo pensare per me e per gli altri come gli altri per me e per loro. Per non lasciare il bene che stiamo creando, sarebbe come lasciare il nostro futuro nelle mani degli altri, però aspettiamo che gli altri parlino in nome nostro, finché non avremo il coraggio di andare a cercare non costruiremo. La cosa fondamentale che noi dobbiamo apprendere e che abbiamo qui è scegliere il cambiamento, quando parliamo deve essere per crescere meglio, bisogna usare le parole con semplicità ed umiltà. Per migliorare abbiamo bisogno di cambiare, per cambiare abbiamo bisogno di guardare dentro di noi. Se vogliamo costruire abbiamo bisogno di diffondere, se lo facciamo cresceremo, in altro modo lo faremo solo per noi stessi, quando io penso non penso solo a me, a noi, ho l’abitudine di definire la gente come fratelli e sorelle, quando chiamo qualcuno in questo modo mi sento importante. Tutti noi quando parliamo con umiltà … bisogna non essere nessuno per potere essere qualcuno. DIFFONDERE PROVANDO DI CONTROLLARE LA TIMIDEZZA. La DERESPONSABILIZZAZIONE, il concetto di proprietà privata dopo esserci fatti le carezze… dobbiamo cominciare a dire … a me alcuni lavavetri mi fanno francamente incazzare, se siamo tutti uguali abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri … non è un discorso di immigrati. Ce l’ho anche molto con noi Stato rispetto a certi diritti concessi agli immigrati e non agli italiani, l’uguaglianza deve essere rispettata, es. l’assegnazione delle case popolari, gli immigrati tendono ad impossessarsene le cose sono come interpretiamo. Io posso dire che per esempio ce l’ho con tantissimi senegalesi a Bologna perché si comportano male e, visto che non mi risparmio nel dire ciò che penso, capita che venga accusato di essere senza radici, però non posso tollerare che qui in Italia si facciano cose che in Senegal non ci passerebbero nemmeno per l'anticamera del cervello, e questo proprio non va bene! A volte si dice che gli immigrati siano privilegiati rispetto a determinate situazioni ... a volte accade, ad esempio alcuni poliziotti temono di trattare magari adeguatamente alcuni individui per non incorrere nella accusa di razzismo e questo non lo ritengo giusto: chi sbaglia deve pagare, in altro modo si acuiscono le differenze e si approfondisce il baratro. La giustizia Le leggi e la loro interpretazione Inizia il secondo ciclo e a questo primo incontro non vi sono nativi, ma solo immigrati, perché ? Si tenta di fare un contratto d'aula definendo le caratteristiche del lavoro che ci attende: sarà un gruppo di formazione (la discussione nel dettaglio viene rimandata al prossimo incontro quando, si spera, ci saranno anche italiani), sarà un gruppo chiuso composto da non più di 10-12 persone Gli incontri di 2 ore saranno a cadenza quindicinale. Parola ai partecipanti (5 minuti a disposizione) per spiegare il loro ruolo, in che modo si occupano di immigrazione – competenze e motivazioni: vista la scarsa presenza in attesa dei nuovi aderenti, si pensa di presentare il programma di quello che sarà il corso di formazione 1. 2. 3. 4. integrazione e tolleranza cosa si intende per gruppo gli aspetti psicologici del nativo e dell’immigrato sanità: accesso ai servizi, pregiudizi nell’accedere ai servizi, accenno ad alcuni pregiudizi malattie “importate”, prevenzione 5. informazione e comunicazione – la strumentalizzazione dei media – come viene strumentalizzata l’immigrazione, la criminalità, canali alternativi 6. simulazioni allo scopo di fornire gli strumenti agli allievi di potere poi tenere gruppi analoghi orientati all’integrazione – la sperimentazione dei ruoli piccolo elaborato libero – riguardante i temi che in qualche modo emergono in questa serie d incontri nella lingua preferita 7. discussione degli elaborati portati – lavoro fatto tra noi e su di noi – cosa ha lasciato il gruppo e cosa portiamo a casa e cosa poter riportare in altri gruppi 33 integrazione e tolleranza sono due parole che si avvicinano ma che dicono due cose molto differenti. Tolleranza rappresenta l’assenza di possibilità di mandare via l’immigrato, invece integrare è accettare la differenza, accettare l’individuo cercando di conoscerlo meglio cercando di inserirlo nel contesto sociale. Io direi di fare due incontri separati Perché il gruppo non si forma ? perché non abbiamo la stessa motivazione, alcuni si presentano solo se liberi Si era detto dall’inizio che questo non era un gruppo come quello precedente, ossia che non era aperto I numeri ci dicono che c’è qualche cosa d’altro manca la motivazione, lo stimolo, non è stato spiegato le motivazioni, i vantaggi. I nativi che impegni si vogliono assumere ? Sai cosa può spaventare ? è stato detto che questo gruppo doveva formare delle persone che poi avrebbero condotto altri gruppi Avevo precisato che non c’era il fatto di mettersi in discussione … ma era un mettere in discussione un contesto sociale consolidato io penso che stiano arrivando, non possono tutti rientrare nella discussione – non credo che si possa mollare una cosa così facilmente, non ci può essere un motivo comune a questa gente, sono persone positive e quindi arriveranno Ora ci siamo noi e ci portiamo avanti, ci prepariamo al loro arrivo • • • • • • • • • • • INTEGRAZIONE intreccio • essere accettato; • accettare la diversità dell’altro • essere in “accordo” • valorizzazione delle differenze • convivenza • non avere paura di perdere qualcosa che crediamo ci appartenga conoscenza • superamento dei pregiudizi rinuncia e aggiunta di qualcosa comunione evoluzione comunicazione alla base di partenza del processo integrativo rispetto scambio ambientare necessità di avere qualcuno da svalutare per valutarmi – integrazione quale atto di buonismo noi vogliamo essere quello che siamo, se vogliamo migliorare, miglioriamo insieme l’integrazione per l’immigrato: sono arrivato in Italia come un immigrato destinato a rimanere in Italia, avrei dovuto tornare a Parigi , quando ho saputo che potevo rimanere a Bologna, mi sono innamorato della città, però ... mi sono sentito non capito, non accettato anche per via della lingua. Percepivo dallo sguardo degli altri la mia estraneità. Sentire parlare di me capendo che non si sta dicendo delle cose belle, arrivare ad uno sportello e non essere considerato; mettere insieme tutte queste cose per l’immigrato l’integrazione diventa una parola quasi impossibile, una sfida come potremmo intendere il concetto di integrazione da parte di un immigrato ? chi viene accolto cosa può dire dell’integrazione ? io sono partito dalla mia esperienza … Non sentirsi di passaggio, non sentirsi estranei • Sentirsi libero con rispetto – ad esempio mettersi i proprio vestiti • Integrato per loro significa essere una unità di produzione – forza lavoro • I motivi di immigrazione sono differenti, con destinazione propria • • • • • • • 34 Non sentirsi di passaggio Parliamo del NOI – non c’è un noi e un loro – giocare sul noi sulle reciproche diversità; mancanza di differenziazioni mantenendo e rispettando le reciproche diversità di ognuno Partecipare alla vita attiva Affermarsi Integrarsi è una scelta Nel processo di integrazione devi rinunciare a qualcosa … quando si cerca di affermarsi sempre si rinuncia a qualcosa guadagnando al tempo stesso La comunicazione, imparare a la lingua DEFINIZIONE DI INTEGRAZIONE TOLLERANZA DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI GRUPPO • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Io sento il bisogno di porvi il seguente quesito: secondo voi come mai questo gruppo è così scarsamente frequentato ? mi aspettavo un bel gruppo oggi Anch’io, anch’io Completa mancanza di nativi e questo ci deve porre qualche quesito, pur essendo solo supposizioni Non c’è nessun possibile confronto, messa in discussione, possibilità di crescita … gruppo di formazione come passaggio di informazioni, di acquisire delle competenze derivante dalla diversità di ognuno di noi Abbiamo saltato un gradino Bisogna farlo, il problema non è nostro, è della agente che ha paura di mettersi in discussione, chi non ha paura viene a confrontarsi con gli altri, se vi sono veramente possibilità … pensano a volte che quello che si dice qui … siano solo sogni Il problema è degli altri, ma alla fine si riflette su di noi. Se noi finito questo corso e riusciremo ad attirare la gente, allora sì … in altro modo sono sempre le solite persone Noi stiamo andando contro-vento Pur essendo sempre gli stessi, cresciamo sempre di più Quanto costa un impegno ? Non è che per cambiare qualcosa abbiamo bisogno di andare in fretta Essendo in pochi se si aggiunge una persona si vede, se non si aggiunge nessuno si vede anche Forse dobbiamo utilizzare una strategia per attirare Uno ha un problema solo quando riconosce di avere un problema Chi ha più problemi ? loro o noi ? forse dobbiamo adattarci noi al contesto sociale. Il pensiero che stiamo cercando di creare, sicuramente non è questo il canale per comunicarlo Come una persona arriva a definire la negazione della realtà ? È sicuramente una patologia È anche una delle forme espressive dell’arroganza Qual è la realtà ? è quella che stiamo cercando Ci sono 2 realtà: una che si può vedere-toccare con mano vivendo nel mondo, poi c’è una realtà comprata, di apparenza che però è più forte. Oggi vale più apparire che non essere, stravolge completamente quello che l’uomo da sempre ha cercato Anche noi dobbiamo rivedere la proposizione È da poco tempo che abbiamo un flusso migratorio verso il nostro Paese, da sempre siamo espatriati • • • • • • • • • • • • • • 35 Secondo me non è una questione di essere pronti o meno, alcune persone vedono l’immigrazione come un problema, invece l’immigrazione è un dato di fatto … le persone che dovrebbero partecipare a questo gruppo …dovrebbero lavorare nel sociale e la cosa grave è che loro non sono pronti In Italia non si sta facendo niente per prepararsi, ma gli immigrati continueranno ad arrivare e la politica non vuole cedere all’evidenza Non si deve fermare l’onda di immigrazione, la Francia sta soffrendo l’onda di immigrazione, ad es. Sarkozy ha vinto solo perché ha promesso che risolverà il problema immigrazione L’Italia vivrà quello che ha vissuto la Francia, l’Inghilterra, gli USA In USA sono arrivati in America di loro volontà, come schiavi ora alcuni di loro ora sono alla Corte Suprema Secondo me il problema non è come arrivare al vertice, ma come costruire la base Bisogna fare qualcosa, io sono in Italia e ci sto provando e mi trovo molto bene ragionando con gente che vuole cambiare le cose, è possibile cercare di farsi capire, di informare la gente Per costruire qualcosa dobbiamo partire dalla base, noi immigrati non comunichiamo tra noi Tutti noi ci muoviamo sempre per migliorare le nostre condizioni di vita I sistemi hanno paura della parola AVANGUARDIA, vogliono tenerci fuori, impedirci di fare ciò che invece già è nostro: realizzare qualcosa insieme. Il tentativo è quello di tendere a devono paralizzare la gente che tenta di emergere. Noi che non facciamo parte dei sistemi dobbiamo essere schiacciati. Questa ricerca di affermazione non sarà mai facile, in Italia, in Europa, dove vuoi MDPO : movimento per la dignità e le pari opportunità Finché non si parla in termini di pari opportunità e di salvaguardia dell’uomo al di là del luogo di nascita, non possiamo parlare solo di immigrati, ma di disagio nel sociale, disagio nel confronto Il dare una definizione all’INTEGRAZIONE … forse l’abbiamo fatto nel corso di questa serata forse in maniera più concreta. La volta scorsa ci eravamo lasciati come la mancanza di differenziazioni conservando le reciproche diversità, stasera è uscito integrazione come UNIONE. Finché c'è un noi e un voi non ci sarà mai integrazione, perché ci sarà sempre differenza e non c'è unione. Bisogno di unirsi. Le relazione in ambito relazionale ci si aspetta sempre una controparte, non si fa mai qualcosa se non vi è controparte, inoltre non possiamo non considerare il problema religioso che sta assumendo connotazioni mastodontiche, vista la costante manipolazione mediatica. La stessa proposizione ed interpretazione dei testi sacri sembra essere un problema, assurdo, ma così pare. Mi domando a chi e a cosa possa fare comodo ostacolare lo scambio ... anche in ambito religioso o soprattutto partendo dal contesto religioso. La mia stessa base strutturale la sento messa in discussione come se il fatto di essere mussulmano potesse di per sé ostacolare la mia interazione nel sociale. Diviene così difficile proporsi, non ci si sente accettati, anzi ci si sente rifiutati come se in qualche modo noi islamici fossimo animati dalla volontà di minare il sistema, quindi fossimo portatori di pericolo. Ci si isola, quindi ... non si può imporre la propria presenza, ci si mette in un angolo e non si parla per paura di essere accusati, additati, meglio stare soli. La solitudine pesa tantissimo, già lo stare lontano dalla famiglia, dalle abitudini, dai sapori e dagli odori in mezzo ai quali sono cresciuto è faticosissimo, ma se poi aggiungiamo l'isolamento forzato determinato dai pregiudizi ... la situazione non è brillante. Le esperienze emotive, la conoscenza dell'altro potrebbero aiutare nel cammino orientato alla costruzione di una società multiculturale, ma la più parte delle persone scappano dinanzi a questo. 36 Sembra un peso l'assunzione della responsabilità di permettere all'altro di essere diverso da te, quando invece solo la conoscenza reciproca potrebbe aiutarci tutti a vivere più serenamente. Del resto si ragiona per slogan, il pensiero è omologato, frantumato, diviso ... una bella difesa, infruttuosa, ma sempre di difesa si tratta l'osservanza della dignità umana sembra diventato un atto di sovversione, quando, invece, è costato e ancora costa tanta fatica e tanto sangue la conquista di quei diritti elementari che dovrebbero essere la norma per ogni individuo a volte mi pare di regredire nel sociale, mi pare che le conquiste sociali sinora fatte siano chimere, spero tanto nelle prossime generazioni, spero che questi semini che stiamo buttando qua e là possano germogliare ed essere raccolti dai futuri uomini e donne del mondo, in altro modo non vedo soluzione di continuità del genere umano. IDENTITA' • identità che è un modo di avere una certezza su di se … uno dei problemi più grossi dell’immigrazione sta nella perdita di identità, lo stesso vale per svariate patologie nell’ambito di sindromi psichiatriche. Facciamo un esempio riferendoci all'attualità: la costruzione della Moschea a Bologna ha scatenato il finimondo, perché ? Paura ? Integralismo religioso ? Razzismo ? Io credo più nel fatto che la questione in qualche modo abbia sollecitato una messa in discussione in gruppo con conseguente perdita di certezze; essendo già di per sé la nostra società molto incerta, figuriamoci la reazione ... anzi non ce la dobbiamo nemmeno figurare in quanto l'ostilità si è espressa al di là di ogni aspettativa. Mancano le certezze, oppure vengono in qualche modo inficiate ed ecco aprirsi lo scontro, non ci si riconosce più, si ha paura di perdere la propria identità. Ma come si permettono questi mussulmani di pregare ? E avere un luogo di culto dignitoso ? Tra le altre cose una Moschea così grande come quella in progettazione richiamerà un enorme numero di extracomunitari ... e la violenza ? e il crimine ? Che legame tra la preghiera e la sicurezza civica ? Non dovrebbe essere il contrario ? • Del resto anche per i più facinorosi sostenitori dello stretto legame tra islamismo e terrorismo (non capisco ancora ragionando come si faccia ad essere così ottusi) ... non dovrebbe essere una garanzia di sicurezza il fatto di raccogliere tutti questi credenti in un luogo unico, quindi maggiormente controllabile ? No, no ... qui sbagli, più il gruppo è piccolo e più è controllabile. Inoltre una concessione a tali livelli che significato potrebbe rivestire per la città ? È un bel lasciare spazio ... e questo fa paura, tanta paura di spazio ce n'è per tutti teoricamente sì, ma praticamente e simbolicamente quello spazio diventerebbe un contenitore sociale affermato, quindi dotato di valenza identificativa. Una conquista, per farla breve e permettere una conquista sul proprio territorio non è mai stata cosa semplice mi domando: ma siamo ancora a quei livelli ? Io credevo di appartenere ad un sociale un po' più evoluto! • • • • • consigliate due letture: “Fogli di via” di Gianpaolo Travisi e “Non ci sono ingorghi nel deserto” di Moussa Ag Assarid • • • • • • il problema del lavoro nero legato alla clandestinità, il fenomeno del “caporalato” l’atteggiamento dell’attuale Governo di volere comparare a reato lo stato di clandestinità la clandestinità fa comodo all’economia • • • non si deve paragonare l’Italia ai paesi di provenienza in Africa la gente è abituata a vedere morire in Marocco la dialisi costa 150,oo € a seduta e si devono fare 2 sedute la settimana, la gente • la sanità: le condizioni per gli immigrati la sanità pubblica in Italia: un problema per tutti le malattie legate all’immigrazione per la maggior parte degli immigrati già la sanità come c’è qui va bene • • • • • • • • • • • • 37 non può affrontare una spesa del genere; da noi se vai nel privato sei trattato bene, se vai nel pubblico ti trattano come se chiedessi la carità. La sanità non è considerata un diritto. Tutta la burocrazia è impostata in questa maniera in Africa c’è poco spirito di iniziativa, non ci si può aspettare niente dallo Stato, bisogna imparare ad arrangiarsi importante fornire le conoscenze degli individui al fine di conquistare il diritto di pretendere diritti da noi c’è una filosofia che dice che ti devi accontentare di quello che c’è … di quello che ti danno, più che di quello che c’è fare paura diventa un’idea dominante finché le nostre popolazioni avranno fame, moriranno di ignoranza anche in Marocco ci sono delle zone ove i bambini non possono andare a scuola per via della lontananza dalle loro abitazioni per questo bisogna che i paesi poveri arrivino a creare l’autosufficienza alimentare il colonialismo imperante sai cosa ha ucciso l’agricoltura africana ? Per ogni tonnellata di alimenti che arrivavano in Senegal, ad esempio, avevamo dei finanziamenti, quindi non abbiamo mai approfondito la coltivazione ad esempio del riso, non abbiamo nemmeno più voglia di essere coltivatori nel mio paese (Marocco) stanno cercando di sviluppare il mondo rurale, c’è la tendenza allo sviluppo civile da noi ci sono tante associazioni che lavorano in questo senso è colpa del mondo occidentale che sta sfruttando e che sta sfruttando ancora, nel momento in cui ti sposti dai un valore aggiunto al paese che ti ospita … togli valore al tuo paese e lo aggiungi a quello ospite • pensa agli anni di studi, noi veniamo in Europa e siamo ricchezza gratuita per i paesi ospitanti … cosa hanno speso per noi nella preparazione alla vita ? quindi la colpa non è solo del mondo occidentale. • Il vantaggio dell’oligarchia dominante di tenerci separati in onore della salvaguardia del loro potere • È caduto l’impero romano per colpa dei pregiudizi Visto che Bologna è considerata una città accogliente dobbiamo salvaguardarla noi immigrati dai pregiudizi a cura di Luisa Barbieri CONCLUSIONI LUISA: questo è l’ultimo incontro del progetto (3 GIUGNO 2008) di MedicoN.A.Di.R. “Salute & Informazione” (azione 5) facente parte del progetto di rete Volabo “L’arte della comunicazione: insegnando si impara, imparando si insegna”. Si è formato un gruppetto che sta lavorando dal 6 novembre 2007. L’azione 5 che il gruppo ha portato avanti è suddivisa in 2 parti: la prima parte, definita Laboratorio esperienziale, si è svolta in 5 incontri ed è stata proposta come un gruppo aperto, ossia una modalità per conoscerci, per vedere se effettivamente eravamo in grado di comunicare, di scambiarci le 38 nostre esperienze. La 2° parte del progetto (8 incontri) avrebbe dovuto essere un gruppo chiuso, in realtà non ha mai assunto tale connotazione, è comunque rimasta un gruppo aperto, però supportato da fondamenta un po’ più robuste in quanto già ci conoscevamo e, conseguentemente, tante problematiche erano superate. Il 2° gruppo voleva essere più vicino ad un discorso di formazione per permettere poi ai partecipanti di promuovere a loro volta gruppi similari o comunque che potessero partire da questa nostra esperienza. La fantasia che si è sviluppata all’interno del gruppo è quella di potere proseguire magari a Bologna, in quanto una delle difficoltà che si è evidenziata è sicuramente stato il fatto che, essendo noi a Zola Predosa, quindi lontani dalla città, era difficile raggiungerci, quindi moltissime persone che magari avrebbero voluto partecipare non sono venute per questioni di mobilità. Qualche difficoltà l’abbiamo avuta tanto che siamo stati costretti a trasferire 4 incontri a Bologna in virtù delle emergenti difficoltà di spostamento. Siamo partiti dalla conoscenza reciproca, dal verificare se effettivamente avevamo delle cose da dirci, in che modo riuscivamo a dircele, in quanto non avevamo la certezza di essere in grado di comunicare alla pari. Il gruppo è sempre stato impostato sull’onda del principio “non vi è una cultura dominante, ma vi sono varie culture che si incontrano” e questo presupposto di fondo ci ha aiutato parecchio nel processo di scambio interpersonale. La cosa alla quale noi tenevamo particolarmente era la possibilità di fare emergere e le problematiche di chi si trova nel ruolo del migrante e le problematiche di chi vive quello del nativo, per poi arrivare all'incontro sino al possibile scontro, anche se nel nostro gruppo scontri non ve ne sono stati pur avendo tentato di creare situazioni passibili di apertura di conflittualità. CARLO: forse il conflitto, l’unico … appena accennato si è evidenziato all’ultimo incontro del 1° gruppo. Dobbiamo partire dal presupposto che verosimilmente questo è un gruppo scelto, di persone già a conoscenza e già sensibilizzate a questo ordine di problemi. Come diceva Luisa, i primi incontri sono stati gruppo aperto e c’è stato molto confronto. C’era voglia di fare gruppo, voglia di amalgamarsi, a volte abbiamo sfiorato anche l’eccessivo volersi troppo bene, tanto che, come dicevo all’inizio, nell’ultimo incontro invece stavano iniziando ad emergere alcune problematiche e un po’ di aggressività da parte dei componenti il gruppo... un gruppo sul finire. Spesso la fine permette di poter esprimere alcuni giudizi , di poter esprimere un po’ di aggressività perché ... tanto poi dopo non ci si incontra più. Un ultimo gruppo che rende le cose un pochino più semplici: “io dico le mie cose e me ne vado lasciandole al gruppo”. Il gruppo, d'altro canto, queste cose le ha prese, le ha custodite e le ha fatte proprie nella ripresa del lavoro, negli 8 incontri successivi, come diceva Luisa, più a carattere formativo. Dove un gruppo è cresciuto, tanto che, come qualcuno riferiva, è nato da un punto di vista più formale mentre oggi abbiamo visto all’inizio quanto si rideva e si scherzava: il gruppo è nato! Il gruppo c’è, il gruppo ha lavorato… più o meno seriamente. Sottolineo il “più o meno seriamente” in quanto molto spesso tante cose importanti si fanno giocando, scherzando, quando un gruppo riesce ad ironizzare sulle proprie cose e su aspetti anche importanti, in quanto abbiamo toccato problematiche molto importanti … vuol dire che il gruppo c’è, è maturo, può permettersi di fare questo. Si può scherzare sulle cose, possiamo scherzare ed ironizzare anche su noi stessi, quindi io direi che il 1° obiettivo, cioè quello di formare il gruppo è un qualcosa di ampiamente comprovato da determinati atteggiamenti e movimenti del gruppo stesso. La formazione è stata improntata fondamentalmente sulla creazione … dovevamo produrre delle schede riepilogative, poi, man mano cresceva il gruppo, il lavoro scritto ha preso più una forma di pubblicazione toccando le tematiche di questi 8 ultimi incontri, ampliandole, si è così allontanata l'idea delle sterili schede e si è seguito il flusso che caratterizzava il lavoro. È nata una sorta di pubblicazione che ha affrontato l’aspetto medico, dell’immigrazione, della conoscenza, dell’ignoranza, dei pregiudizi, del mettere in comunione alcune cose, alcuni pensieri partendo dal presupposto che noi abbiamo iniziato col cercare di dare una definizione comune al termine immigrazione rendendoci ben presto conto del fatto che non esiste un’unica definizione condivisa, ma diverse definizioni condivisibili. Quindi già il poter condividere alcune cose ci permette di aprirci agli altri ed ampliare la nostra conoscenza al di là di alcuni pregiudizi. TAPHA: abbiamo provato di formare un gruppo, ad essere un gruppo. Abbiamo provato di farci delle domande, abbiamo anche provato di darci delle risposte. Non avremo fatto il massimo, ma forse solamente ciò che siamo in grado fare, le cose più basilari le abbiamo affrontate e credo che, oggi come oggi, possiamo dire che il nostro livello di conoscenza ha radici molto profonde. Abbiamo cercato insieme, discusso insieme e abbiamo anche provato a conoscerci e questa, 39 secondo me, è già una grande cosa, in quanto il fatto stesso di riunire tantissime persone di tantissime nazionalità e parlare di immigrazione e provare a dare a quella parola una definizione è già una grandissima cosa. Le definizioni alle parole immigrazione, integrazione sono state tantissime … credo che quella che è la definizione giusta non la sappiamo finora, può darsi sarebbe piaciuto ad ognuno di noi arrivare a definire in modo chiaro ed indiscutibile una definizione precisa. In fondo, pensandoci bene, partendo da una piccola considerazione: chi si sposta anche solamente da Modena a Bologna è già un immigrato, certo è che se lo spostamento avviene da continente a continente ... la cosa assume altre connotazioni, ma lo spostamento al fine di migliorare o adeguare il proprio stile di vita rimane incluso nel concetto di immigrazione. Lo stesso vale per il concetto di integrazione: se una persona volesse entrare stasera nel gruppo e volesse partecipare alla discussione dovrà per forza trovare le giuste modalità per integrarsi, in altro modo non riuscirebbe a partecipare. Ogni volta che ci affacciamo a qualcosa di consolidato, ogni volta che ci proponiamo in termini partecipativi dobbiamo affrontare la fatica o il piacere di integrarci. Stiamo affrontando una moltitudine di piccole cose a livello concettuale, perché è dalla comprensione delle piccole cose che si arriva a comprendere quelle considerate enormi. Abbiamo provato a crescere insieme, ma credo che la cosa più importante sia che abbiamo cercato di vedere come possiamo fare per migliorarci, in quanto io credo che chi parla di integrazione e di immigrazione stia già cercando il miglioramento di questi due punti. Noi abbiamo cercato di migliorare, non conoscendoci ma andando verso una sola direzione e quindi è una cosa già positiva. LUISA: noi siamo dalla parte dei docenti tra virgolette, lo dico perché è una parola che nel caso specifico fa un po’ ridere, però … diciamo, dei conduttori … e la cosa interessante, per quanto mi riguarda, è che io mi ad un certo punto mi sono ritrovata, frequentando questo gruppo a percepirmi un’immigrata, un’immigrata sulla mia stessa terra di origine perché mi sono resa conto che il concetto di immigrazione non è tanto lo spostamento fisico, ma è una questione mentale. Se tu non ci si sente affermati in un contesto sociale, per una serie di motivazioni in quanto magari ci si percepisce coartati, asfissiati, rinchiusi, non affermati per qualsivoglia motivo ... allora ... si comincia a percepire il sapore dell’essere un immigrato. Io ho imparato di me stessa questa cosa al gruppo e devo dire che mi sta servendo tantissimo. PAOLO: ci sono tante persone autoctone che non accettando l’immigrato a loro volta diventano immigrate, perché in una società multiculturale se tu non accetti, sei fuori. Non ti senti parte LUISA: forse domani, speriamo in un prossimo futuro, perché ancora adesso c’è il rifiuto dello straniero che viene a vivere nel nostro paese, viene vissuto, almeno da quello che si percepisce, come l’esterno che viene in qualche modo a rompere le uova nel paniere … dalla maggior parte della gente, infatti c’è molto razzismo … questo è venuto fuori dal gruppo. Magari … succederà domani … noi ce lo auguriamo, siamo ancora nella fase nella quale chi non si sente invece come quelli lì, quelli di a cui facevi riferimento tu … quelli che vogliono stare fuori dal gruppo, si sentono degli immigrati indipendentemente dal luogo di nascita. Io ho imparato che al di là del luogo di nascita una persona può percepirsi immigrata oppure no al di là del fatto che comunque siamo tutti degli immigrati e questo è innegabile. REDOAUNE: io vorrei dire una cosa che reputo importante, ossia nel corso di questa esperienza siamo partiti da un qualcosa di ideale che è la libertà di espressione, siamo arrivati con questo gruppo ad esprimere le nostre opinioni senza complessi, senza problemi che, a mio avviso, è una cosa importante, che non si faceva da molto tempo anche nelle nostre case. Siamo, poi, riusciti a conoscere altre persone, altre culture, abbiamo percepito l'accettazione che è la cosa che stiamo cercando sin dall’inizio. Siamo riusciti ad allargare, a parlare … usualmente si fatica a parlare, a conoscere e si matura la paura di ciò 40 che non si conosce. È quello che succede alla maggior parte degli italiani. Ribadisco che la conquista più importante per me nel corso di questi mesi trascorsi insieme è proprio il riuscire a parlare, ad ascoltare le opinioni altrui, ad esprimerci con una tranquillità che non è consueta. Io, dalla mia parte, sono molto contento di avere condiviso la mia diversità, di avere miscelato la mia cultura con altre culture. Il gruppo mi ha aiutato a crescere, a capire che ci sono altre persone che sono animate dalla stessa forte motivazione orientata a migliorare la qualità di vita in questo Paese, persone che si vogliono aiutare reciprocamente, persone che desiderano quanto me rendere reale il processo di integrazione multiculturale. SILVIA: io sono arrivata al gruppo un po' per caso senza sapere bene come si sarebbe svolto, l'ho trovato molto interessante e ho sempre cercato di essere presente, malgrado gli impegni di lavoro. All'inizio per me la partecipazione è stata un po' uno scherzo, una scommessa, un mettermi alla prova ... volevo vedere un po', capire un po' ... la proposta era allettante ... dialogo, formazione ... mi incuriosiva. Poi, piano, piano, devo dire che, mentre nel corso dei primi incontri mi era sembrato più un punto di sfogo di tutti i presenti, al 2° ciclo, forse perché le presenze erano più, se possibile, selezionate è emersa la ricerca dell'altro, il bisogno di ascoltarsi reciprocamente per imparare l'uno dall'altro. Questa per me importante opportunità è emersa soprattutto quando al gruppo casualmente ci si è trovati a larga maggioranza di presenze di stranieri ... per quanto mi riguarda, io sono stata molto contenta e curiosa di ascoltare, più che di parlare avevo il bisogno di ascoltare, di fare mie altre esperienze di vita vissuta, di avvicinarmi ad altre culture ... se fosse durato di più … sarebbe stato ancora più interessante, forse saremmo riusciti a toccare anche altri problemi. Mi sarebbe piaciuto approfondire maggiormente le situazioni caratterizzanti i contesti sociali da cui provenivano i miei compagni di viaggio, sinora siamo riusciti a parlare prevalentemente dell'assetto sociale italiano Sicuramente mi piacerebbe proseguire nel gruppo formativo proprio per avere degli elementi in più per poter continuare il lavoro nel senso che voi nel ruolo di coordinatori potreste spiegare come impostare un gruppo, come poter avere gli elementi autonomi per potere creare, condurre un percorso, insomma. Anch’io sono d’accordo sul fatto che forse eravamo sensibili tutti al problema per cui non c’è stato lo scontro tra di noi perché tutti condividevamo comunque una stessa idea, uno stesso ideale. Ricordo solo quella volta che abbiamo ospitato il professore, ecco in quell'occasione sembrò aprirsi un piccolo varco dal quale si poteva intravedere la possibilità di entrare in un conflitto, ma credo che la motivazione la si possa ricercare nel fatto stesso di ospitare un elemento esterno che portava un suo vissuto circa la metodologia di condurre un gruppo con finalità sovrapponibili al nostro. Il commento è sicuramente positivo nella speranza di riuscire a fare qualcosa in più. LUISA: uno dei forti limiti che io sento da questo gruppo è il fatto che è stato troppo breve, ci siamo appena conosciuti, ci vuole più tempo per cementare un gruppo, proprio per avere la forza come gruppo, la capacità di arrivare alla parte anche teorica: come si forma un gruppo, come si porta avanti … non ci siamo riusciti per una questione di tempo. Con il tempo si potrebbe maturare un'altra capacità importante per la crescita individuale e collettiva: potere, appunto, invitare degli esterni, affrontare come gruppo omogeneo che comunque si conosce, che ha già un substrato, potere affrontare anche eventualmente dei conflitti … per metterci anche alla prova come persone. Questa è una cosa che manca e che spero si svilupperà per potere arrivare ad invitare anche persone esterne … per potere imparare sempre di più, in quanto l’imparare al di là delle culture, imparare le migliori modalità di proposizione dinanzi alle più svariate situazioni credo possa farci benissimo. CARLO: rispondendo un po’ a questo l’idea iniziale era questa però avete visto tutti voi come abbiamo dovuto correggere un po’ tutti insieme il tiro nel senso che abbiamo navigato a vista. Avevamo preparato sulla nostra cartina, la mappa, però poi una serie di problematiche fondamentalmente l’inizio di questa 2° parte ci hanno portato a navigare un po’ a vista nel senso che l’idea era quella di fare un vero e proprio corso di formazione, quindi introdurre anche aspetti teorici, ma anche aspetti pratici in quanto avevamo pensato anche a delle simulate, a dei role playing per improvvisare, per alcune possibili situazioni da gestire. Sappiamo come è andata, non è andata così e sicuramente è rimasto tutto più sul personale. Quindi, da un certo punto di vista pecco di presunzione, ma io parlo più che altro per me stesso, mi sento più cresciuto come persona che non da un punto di vista teorico-pratico. Così doveva essere all’inizio, poi, piano, piano correggendo il tiro abbiamo deciso insieme, in quanto non abbiamo deciso noi tre, è venuto così. Quando si naviga al di là della rotta che abbiamo, si naviga col vento che si ha a disposizione. LUISA: è prevalso l’aspetto umano che forse è quella parte che non riesce ad emergere a livello istituzionale e che quindi crea quel disagio, perché quando ci si raffronta alla burocrazia, alle istituzioni, a tutte le situazioni schematizzate bypassando l’aspetto umano, allora si creano le differenze. Se, ad esempio, Red nato in Marocco, vissuto in Marocco sino ai 20 anni, ora in Italia sarà posizionato nella casella degli immigrati 41 che arrivano dal nord Africa, mentre Waly, nato e vissuto in Senegal, sarà posizionato nella sua casellina, quella degli immigrati Sud Sahariani. Quando si fa prevalere l’aspetto umano inevitabilmente diventa impossibile incasellare, infatti noi degli schemi ce ne siamo assolutamente fregati, nel senso che potevamo essere nati tutti dalla stessa parte. Secondo me è questo ciò che manca all’apparato istituzionale e comunque, almeno per ciò che conosco io, alle situazioni che vogliono occuparsi di diversità. Ci siamo praticamente trovati tutti, e questa è la cosa più bella, dei diversi dentro la stessa barca. CARLO: come ci si fa ad occuparsi di diversità se non si è diversi, scusami ? LUISA: ma noi eravamo partiti da un presupposto, da un presupposto sbagliato: allora, noi 3 siamo i docenti, sempre usando questa parola facendo un po’ ridere, quindi noi vi insegniamo la tecnica per portare avanti un gruppo, perché così a seguire voi sarete i docenti a vostra volta, invece la cosa che a me è piaciuta è che il nostro essere i docenti è diventato essere parte del gruppo … è questa la cosa bella. Questo vuol dire che non è esistito nessuno che abbia tirato le fila, sono esistite delle persone che hanno avuto voglia di condividere e che mi pare abbiano ancora voglia di condividere tutta una serie di idee … giuste, sbagliate … non importa, però di condividere, perché quello che manca al nostro contesto sociale è la voglia e la capacità, come diceva prima Red, di comunicare, di condividere, magari anche di discutere … ma va benissimo. E quello che è venuto fuori da questo gruppo, secondo me, come pure dalla dispensa che non è risultata quella “roba tecnica” che pensavamo all’inizio … è emerso il desiderio ed il bisogno di rapportarci in maniera umana, quale noi siamo, visto che siamo tutti esseri umani, fino a prova contraria. CINZIA: non so se ti fa piacere sentirtelo dire, ma io onestamente non vi ho mai vissuto come i docenti. Io mi sono approcciata a questo gruppo perché credo che la nostra società sia interculturale, da qui non possiamo scappare con tutti i pregi che io vedo in questa cosa, dovuti allo scambio, alla conoscenza delle diverse culture. Io credevo di essere una privilegiata, proprio perché mi ero avvicinata a questo gruppo mi dicevo : “io sono, fra virgolette, un’eletta, ossia vedo che c’è un problema e ho la capacità di dire provo ad affrontarlo insieme ad altre persone che lo sentono loro”, invece poi mi sono resa conto che non ero poi così eletta, anzi, credo che questo gruppo mi abbia dato la possibilità, scambiando idee sia con i nativi, ma poi soprattutto con le persone straniere di capire che tante volte ho sottovalutato delle loro problematiche. Le ho sottovalutate soprattutto nella mia vita di tutti i giorni, soprattutto in quella lavorativa, perché è lì ove ho i contatti con le persone di altri paesi. Allora, ovviamente, senza avere la presunzione di potere essere arrivata alla perfezione, perché tanto di non è di questo mondo e credo che … sarebbe anche brutto arrivarci, onestamente ... perché non si avrebbe più margine per il cosiddetto miglioramento, quello di cui parlava Tapha. Sicuramente quando mi si presenta una certa situazione provo,mi ha aiutata a mettermi nei panni dell’altro. Spero di poterlo mettere in pratica tutti i giorni. ROMANA: ciao a tutti, io sono Romana, purtroppo ho potuto presenziare pochissime volte, però sono arrivata attraverso una partecipante al vostro gruppo e quello che mi ha fatto piacere nell'avere deciso di essere qua è stata la possibilità offertami di ampliare, come diceva Silvia, una visione … anche se per poco tempo …. una visione diversa da quella che poteva essere stata sino a quel momento la mia, sebbene io conosca delle persone che vengono da altri continenti per motivi di lavoro oppure anche solo per amicizia. Però … queste persone … ho notato che si conoscono sporadicamente, non affrontano mai il problema in se, cioè cercano di integrarsi forzatamente nel posto di lavoro, nella crescita, nel business per assomigliare molto alle persone e alle situazioni della nazione in cui vanno a vivere. Difficilmente, stavo pensando proprio prima, mentre parlavate, molte delle persone che conosco che arrivano dall’Africa, dall’Est, dal Nord Europa verrebbero qua a parlarne. È proprio una sensazione che ho netta, forse si comporterebbero così per non mettere in piazza ciò che pensano, a volte per paura anche di esprimere ciò che vedono. Quindi la difficoltà non è solamente di chi, secondo me, come diceva Silvia, non pensa come noi, cioè magari è un po’ razzista, oppure ha altri pensieri sconnessi nella mente, ma anche della persona stessa che purtroppo si adegua, si pianta e non cerca, invece, di aprirsi raccontandosi facendo in modo che le persone che hanno vicino si sentano parimenti, uguali. Quello che mi dispiace tanto, oltre tutte le qualità di questo gruppo, è che è finito. Speriamo che possa continuare e che si possano per lo meno mettere sul piano altri aspetti che non abbiamo toccato, per lo meno che io non ho potuto ascoltare. 42 TAPHA: prima abbiamo parlato di tante cose … di come siamo riusciti a creare questo clima. Noi, a dire la verità, abbiamo cominciato a crescere dal momento in cui abbiamo superato la timidezza che avevamo. Se vi ricordate bene quando Lily scriveva alla lavagna ciò che ognuno di noi diceva, ognuno parlava perché c’era qualcosa che ci spingeva ad esprimerci, a parlare liberamente. Se avessimo avuto il microfono in mano saremmo stati lì a pensare … come sto facendo ora io … invece se qualcuno del gruppo è alla lavagna e comincia a scrivere, gli altri si sentono liberi di dire ciò che pensano ... così ... in scioltezza. Non abbiamo cancellato nessuna parola … anche se pareva non avere senso … comunque si scriveva. Questa situazione ci ha aiutato ad aprire la mente tanto da avere creato un nostro vocabolario. Ci siamo posti due domande molto importanti: come integrarsi e come integrare. Quella libertà di espressione che ci ha caratterizzati ci ha dato la forza di osare, di dire. Io credo che questo gruppo avesse voglia di emergere, perché dovunque vai parlando di queste argomentazioni si dicono le stesse cose, ma in sordina. Qui eravamo in 7, 9 … ci esprimevamo ad alta voce senza avere paura, senza pensare che l’altro ci giudicasse. Abbiamo pensato che da qui volevamo uscire superando i pregiudizi perché … abbiamo voluto arrivarci. Bisogna dire che ci siamo incontrati pochissime volte, come da programma, inoltre i mezzi a disposizione in effetti erano modesti, ma per un momento immaginiamo se riuscissimo ad incontrarci di più, a parlarne di più, a leggere di più, a discutere di più … cresceremmo… non velocemente, che non mi piace, ma ampiamente. Quindi questa cosa se avessimo ancora la possibilità di organizzarla ancora sarebbe una bella cosa. Con loro che si sentiranno sempre come noi, perché siamo semplici ed è per questo che ci incontriamo. Perché abbiamo voglia di trovare una delle soluzioni, almeno che esistono … cercando, cercando ... può darsi ... che si possa trovare qualcosa. WALY : sono arrivato a frequentare questo gruppo poco convinto, pochissimo convinto del risultato finale. Poi, piano, piano, andando avanti ho capito una cosa che, come dicevi prima: ha prevalso l’aspetto umano. A me sembrava la modalità sbagliata partire da questo punto di vista, poi, andando avanti, ogni settimana, riflettendoci molto, sono arrivato alla conclusione che probabilmente l’aspetto umano sia il nodo per arrivare a lavorare sull’integrazione. Parola che non mi piace, in quanto, a mio avviso, non ha un gran senso. Integrare se vuol dire mettere dentro una cosa già stabilita un’altra cosa considerata non adeguata, io penso che integrazione non sia una buona cosa. Invece la multiculturalità è forse la parola giusta, il nodo, l’altro nodo assieme all’umanità, permetterà sicuramente di vedere il mondo con altri occhi. L’immigrato, tema molto difficile, in quanto ce ne sono troppi attraverso il mondo, gli esseri umani vanno dappertutto, anche in Africa considerata tra i paesi poveri ci sono immigrati italiani, americani ecc. La multiculturalità sarebbe come dire accettare tutte le culture, ma per poterle accettare bisogna conoscerle. Per conoscerle bisogna passare attraverso un gruppo di questo genere per capire, appunto, che cosa può significare l’altro. L’altro chi è ? quello che abbiamo davanti a noi, quello che ha la sua cultura, i suoi sentimenti, la sua educazione che può essere molto differente da quella che abbiamo noi. Quindi, un po’ di empatia a volte ci vuole per imparare non conoscere l’altro, ma semplicemente cominciare ad imparare, a vederlo in un altro modo. Io credo che un gruppo di questo genere vada moltiplicato per mille, bisognerebbe diffonderlo dappertutto e continuare, perché secondo me è la direzione giusta per arrivare alla multiculturalità che è ancora da definire meglio. SILVIA : ritornando al cosiddetto “gruppo eletto” di cui si parlava prima, è nato dal fatto che probabilmente noi stessi singolarmente avevamo già pochi pregiudizi. Una volta tolto in noi il pregiudizio circa l’integrazione, ci ha portato a volere capire e a condividere lo scopo per cui è nato il gruppo cercando di porci quale obiettivo, tra gli altri, anche quello di cercare di far superare anche agli altri i pregiudizi, agli altri ... alla società nella quale viviamo. Il fatto di avere portato, e forse questa era la chiave della buona riuscita, di avere portato il tutto sul personale ha permesso di parlare liberamente senza dovere essere chiusi … guardare, ascoltare, tarare il discorso … questo può essere positivo nel senso che può essere forse la base per continuare. Stavolta siamo stati fortunati, la prossima volta potremmo avere anche qualcuno molto convinto che entra nel gruppo per cercare di attaccarlo … o che pensa di non avere pregiudizi, ma in realtà ne ha molti, oppure che viene per demolire l’idea altrui, quindi lì poi magari si potrà creare quello scontro di cui si parlava, cosa che potrebbe risultare estremamente istruttiva per tutti noi. Però direi che da qua si può continuare e lavorare più sul tecnico e sulle simulazioni. Mi incuriosiva molto l’aspetto della simulazione per vedere come ci si può rapportare, soprattutto nel contesto delle cosiddette situazioni difficili. LUISA : come diceva Waly il nodo da sciogliere per arrivare alla multiculturalità per arrivare alla conquista 43 di una società competente è proprio quello di passare attraverso la parte umana perché, per chi aveva qualche dubbio a questo riguardo, cioè che fossimo tutti esseri umani, e quindi con le stesse identiche problematiche, con gli stessi pensieri, con gli stessi progetti, con gli stessi sogni … ne abbiamo avuto la conferma. Fare prevalere l'aspetto umano al di là della tecnica, degli schematismi, dell'oragnizzazione forzata e forzosa mi alletta e mi crea un enorme interesse. Ci rendiamo conto di quanto … e questo anche quando lavoravamo solo coi Pazienti … quando lavoravamo coi Pazienti che si sentivano diversi il rendersi conto che la diversità è una qualità da condividere e che l’incontro di diversità arricchisce e che il gruppo ti dà la forza perché, comunque, è uno specchio: ci dà la possibilità di vedere l’altro e al contempo di vedere noi stessi nell’espressione di diversità e anche nelle modalità di vivere ed affrontare le problematiche … ecco la stessa cosa è stata portata qua, pur non avendo dei Pazienti, essendo noi tutti cosiddetti normali, cosiddetti sani. Però rimane il fatto che in questi mesi abbiamo sottolineato quanto siamo esseri umani bisognosi e desiderosi di condividere, di imparare gli uni dagli altri. Il soddisfacimento di questo importante bisogno ci fa sentire meglio, sono convinta che anche coloro che rifiutano gli immigrati se si facessero coinvolgere, se avessero la forza, la voglia di mettersi in discussione e di affrontare la situazione in questa maniera, sono piuttosto convinta che il problema del razzismo sparirebbe immediatamente. ROMANA : secondo me tu stai parlando di un problema unificato, di una problematica comune a tutti noi esseri umani e popoli di questo mondo perché siamo tutti diversi in realtà e bisognerebbe proprio davvero incontrarsi solo per conoscersi …. anche semplicemente LUISA : è questa la grande utilità. Finché si continua a parlare di immigrati da una parte, di nativi dall’altra … parlando di immigrazione … il baratro sarà sempre più profondo e noi … almeno io, non lo vorrei. Sarebbe semplice fare un percorso insieme, il ché equivarrebbe a creare una comunità competente, in grado di mettersi in discussione e quindi di continuare a crescere … perché quando vi è l’apporto di tante culture differenti è ovvio che la società cresca, diventi più ricca … ROMANA : io intendo proprio anche tra nativi LUISA: sì, sì … è la stessa cosa, ma infatti quello che vorrei fare capire e che ho “urlato” tanto al tavolo dell’immigrazione è che il problema non è l’immigrato, il problema è l’essere umano. L’essere umano che quando si sente non affermato sta male, ne abbiamo avuto conferma vivendo questo gruppo tanto che io stessa ho avuto la sensazione di essere un’immigrata nel mio stesso paese di nascita in quanto ho sentito che ragiono, che vedo, percepisco il mondo… “dall'altra parte”, ma questo mi fa sentire bene. WALY : secondo me la multiculturalità va programmata, organizzata bene, insegnata nelle scuole in modo programmatico nel senso che se per multiculturalità si intende conoscere non l’altro, ma gli altri, tutte le altre culture bisogna che sia fatto sin dall’inizio attraverso un percorso scolastico anche per i ragazzini che sono le persone più coinvolte nell'ambito del fenomeno immigrazione. Loro non ne sanno niente, non ne capiscono niente, dalla tv vedono uno straniero, le sue origini, cosa fa, da dove viene … ma come viene usualmente rappresentato lo straniero ? Vi vorrei raccontare un anedotto: un ragazzo che conosco e che abitava con me è tornato a casa un giorno dicendo… considerate che ha vissuto 18 anni in Italia … e mi ha detto “non mi sento integrato, non sento che mi vogliono bene in questo paese” Attraverso esperienze vissute, situazioni difficili nelle quali non aveva nessun appoggio, nessun modo di risolvere o di esprimere i suoi sentimenti … farsi capire e riuscire a capire l’altro “perché alcuni individui si rapportano in malo modo con me ? Io cerco di essere buono, disponibile, bendisposto, perché loro mi trattano male, invece ?” Quel giorno ho capito che c’è da lavorare molto. Molto nel senso che far conoscere l’altro non può passare attraverso questi piccoli convegni , feste multiculturale. Va proprio insegnato nelle scuole, fare capire bene a chi non sa e così via. Forse prendendo questa strada arriveremo ad un villaggio planetario dove non ci saranno più il limite frontaliero, visti per entrare in un paese … tutte queste cose che non fanno altro che bloccare un processo predefinito dal Creatore. Il mondo diventerà un gran villaggio ... sono pronto a garantirlo! READOUANE : dato che siamo arrivati a questo punto io credo proprio che si debba continuare a lavorare in questo senso, cercando, magari, di attrarre altra gente che la pensa come noi tanto per iniziare per poi allargare anche a chi coltiva idee differenti sino a contrastare ciò in cui crediamo. Partendo dal mio punto di vista ci sono amici miei, persone a cui ho parlato di questa nostra esperienza, ci sono migliaia di immigrati che sentono il bisogno di comunicare, ci sono migliaia di nativi che lo stesso avrebbero tanta voglia di mettersi in discussione, di comunicare, condividere ... basterebbe, e so quanto sia difficile, ma non per questo impossibile, basterebbe trovare il modo per unire tutte queste persone, per dare loro forza e consapevolezza. Tutta questa gente per i motivi più disparati se ne sta chiusa nella propria casa, noi dovremmo adoperarci affinché comincino ad uscire, a mostrarsi, ad esserci. Conosco tante persone, magari i miei stessi vicini di casa, che asseriscono con convinzione, almeno così pare, quanto sia possibile ed auspicabile vivere serenamente tutti insieme ... perché non cerchiamo di dare seguito ? TAPHA : dobbiamo confessare il fatto che anche gli immigrati hanno i loro pregiudizi e che non è poi così facile avvicinarli, un motivo che riconosco e che vi sottopongo è il fatto che pare che le persone si smuovano solamente se invitati da grandi nomi, da situazioni di richiamo ... i convegni di cui parlava Waly, ad esempio, 44 ove il più delle volte non si dice nemmeno ¼ di ciò che si è detto in questa sede e la gente corre. A me sembra che la gente abbia difficoltà ad avvicinarsi a piccole realtà, anche molto produttive, come la nostra, senza valutare la qualità dell'offerta, ma basandosi solo sul fatto dell'essere più o meno famosi. Noi non siamo famosi … non siamo nessuno, siamo solamente cittadini di serie B. Per quanto riguarda, sempre riferendomi all'intervento di Waly, l'insegnare la multiculturalità nelle scuole ... sarebbe una bella cosa, ma io credo che prima se ne debba cominciare a parlare a prenderne coscienza nelle case. Io credo che la famiglia sia ancora o debba ritornare ad essere un punto di partenza di arrivo nell'educazione dell'individuo. In ambito scolastico anche a livelli di studi elevati, quale l'Università, e non faccio riferimento solo alla realtà italiana, mi riferisco alle Università del mondo ... si insegna scienze umane, ma non scienze umanistiche e , s emi permettete, c'è una bella differenza! Alla scuola elementare non si insegna neppure più l’educazione civica, come possiamo pretendere che i ragazzi sviluppino una coscienza civica ? Va bene insegnare la matematica, la geografia, ecc., ma, a mio avviso, la cultura civica rappresenta la fondamenta di ogni materia e sicuramente rappresenta un forte stimolo ad una sana crescita dell'individuo. Ciò che abbiamo sperimentato in questi mesi dobbiamo provare a diffonderlo … dovunque andiamo, con chiunque avremo occasione di parlare! a cura di Luisa Barbieri Assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari Normativa di riferimento: Decreto Legislativo 25 luglio 1988, n. 286 Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero (G.U. n. 139/L del 18 agosto 1998) Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 ) Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'articolo1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (G.U. 190/L del 3 novembre 1999 Circolare Ministero della Sanità del 24 marzo 2000, n. 5 (G.U. n. 126 del 1 giugno 2000). Legge 30 luglio 2002, n. 189: Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo. Decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334 Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394, in materia di immigrazione. (aggiornato al 2006) http://www.ministerosalute.it/assistenza/approfondimento/sezApprofondimento.jsp?label=sito Iscrizione obbligatoria al SSN a parità di trattamento con i cittadini italiani Hanno diritto i cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti che: 45 - abbiano in corso regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo; siano iscritti nelle liste di collocamento; siano detenuti ed internati; siano in possesso del permesso di soggiorno o ricevuta di rinnovo per: . lavoro subordinato; . lavoro autonomo; . motivi familiari; . asilo politico; . asilo umanitario; . richiesta di asilo; . in attesa di adozione ed affidamento; . acquisizione della cittadinanza; . cure mediche nei confronti delle donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio a cui provvedono. L’assistenza sanitaria spetta anche ai familiari a carico regolarmente soggiornanti e viene assicurata fin dalla nascita ai minori figli di extracomunitari iscritti al SSN nelle more dell’iscrizione al servizio stesso. Requisiti per l’iscrizione: - Permesso di soggiorno in corso di validità o ricevuta di rinnovo per le motivazioni sopra descritte (Art. 34 T.U. 286/98); - Autocertificazione di residenza oppure autocertificazione di effettiva dimora, come risulta dal permesso di soggiorno; - Autodichiarazione del numero di codice fiscale. Lo straniero è iscritto, unitamente con i familiari a carico, negli elenchi degli assistibili della ASL nel cui territorio ha la residenza anagrafica ovvero, in mancanza di essa, l’effettiva dimora (domicilio indicato nel permesso di soggiorno). In caso di variazione di domicilio abituale, lo straniero è tenuto a darne comunicazione alla ASL. Per i lavoratori stagionali la ASL di iscrizione è quella del comune indicato sul permesso di soggiorno. Durata dell’iscrizione: - fino alla scadenza o revoca del permesso di soggiorno; - per il periodo intercorrente tra la scadenza del permesso di soggiorno e l’ottenimento del rinnovo (attestato da ricevuta per rinnovo); - fino ad annullamento del permesso di soggiorno per espulsione; - fino alla modifica del permesso di soggiorno da cui consegua il venir meno dell’obbligo di iscrizione; - illimitata in presenza di carta di soggiorno; - per tutta la durata dell’attività lavorativa per il lavoratore stagionale. Non hanno diritto all’iscrizione obbligatoria: - I cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno per affari; - i lavoratori extracomunitari non tenuti a corrispondere in Italia l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Sono in particolare esclusi i lavoratori individuati all’art. 27, comma 1, lettere a) i) q) del T.U. 286/99 e precisamente: 1) dirigenti o personale altamente specializzato di società aventi sedi o filiali in Italia ovvero di uffici di rappresentanza di società estere che abbiano la sede principale di attività nel territorio di uno Stato membro dell’Organizzazione mondiale del commercio, ovvero dirigenti di sedi principali in Italia di società italiane o di società di altro Stato membro dell’Unione europea; 2) lavoratori dipendenti regolarmente retribuiti da datori di lavoro, persone fisiche o giuridiche, residenti o aventi sede all’estero e da questi direttamente retribuiti, i quali siano temporaneamente trasferiti all’estero presso persone fisiche o giuridiche, italiane o straniere, residenti in Italia, al fine di effettuare nel territorio italiano determinate prestazioni oggetto di contratto di appalto stipulato tra le predette persone fisiche o giuridiche residenti o aventi sede in Italia e quelle residenti o aventi sede all’estero, nel rispetto delle disposizioni dell’ art. 1655 del codice civile e della legge 23 ottobre 1960, n. 1369, e delle norme internazionali e comunitarie; 3) giornalisti corrispondenti ufficialmente accreditati in Italia e dipendenti regolarmente retribuiti da organi di stampa quotidiani o periodici, ovvero da emittenti radiofoniche o televisive straniere; - i titolari di permesso di soggiorno per cure mediche tranne che il permesso sia stato rilasciato a donne in gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio a cui provvedono. http://www.ministerosalute.it/assistenza/approfondimento/sezApprofondimento.jsp?id=27&label=sito 46 Aumentano le persone immigrate in Emilia-Romagna - Le modalità per iscriversi al Servizio sanitario Le prestazioni urgenti e le prestazioni essenziali anche per le persone che non hanno il permesso di soggiorno Gli immigrati regolari in Emilia-Romagna sono 388.203, pari al 9,2% della popolazione complessiva regionale (fonte, Dossier Caritas/Migrantes - dato riferito al 31 dicembre 2006). I minori sono 77.967 (il 20,1%). Crescita costante anche nel mondo del lavoro: i lavoratori stranieri rappresentano il 15,3% dei lavoratori complessivi e la maggior parte è impiegata nell’industria (31,5%). In aumento anche la presenza degli studenti stranieri: nell’anno scolastico 2006/2007 sono stati 58.521 (su 547.290 iscritti totali), con una percentuale del 10,7%. Negli ultimi cinque anni la popolazione straniera residente è quasi raddoppiata. Un fenomeno rilevante. Basti pensare che, secondo le proiezioni demografiche, a tassi costanti e senza immigrazione, tra il 1995 e il 2025 la popolazione residente diminuirebbe di un quarto, mentre nel giro di 15 anni i giovani diventerebbero la metà degli anziani. Con l’immigrazione, invece, la popolazione si manterrebbe su valori simili agli attuali. Il Servizio sanitario regionale garantisce l’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri iscritti al Servizio Sanitario Nazionale e l’erogazione di determinate prestazioni sanitarie anche alle persone immigrate senza permesso di soggiorno: cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali per malattie e infortunio, tutela della gravidanza e della maternità, tutela della salute dei minori, vaccinazioni, interventi di profilassi internazionale, profilassi, diagnosi e cura delle malattie infettive. Agli stranieri temporaneamente presenti in Italia e non in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno viene rilasciato un apposito tesserino sanitario con validità semestrale. Come si accede all’assistenza sanitaria – l’iscrizione al Servizio sanitario Ai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale (SSN) viene rilasciata una tessera sanitaria . Questo documento è individuale e serve per accedere all’assistenza (ad esempio, visite mediche, analisi, ricoveri in ospedale). Al momento dell’iscrizione la persona sceglie il medico di famiglia o il pediatra, il cui nome viene riportato sulla tessera sanitaria. L’iscrizione al SSN è gratuita. Per gli stranieri la tessera sanitaria ha la stessa durata del permesso di soggiorno. Per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale occorre rivolgersi al Distretto dell’Azienda Usl di residenza con un documento di identità personale, il permesso di soggiorno, l’autocertificazione di residenza. Agli stranieri non appartenenti all´Unione Europea e in via di regolarizzazione, grazie all’introduzione della normativa sull’emersione del lavoro irregolare (così detta "sanatoria"), la Regione Emilia-Romagna garantisce la stessa assistenza sanitaria spettante agli stranieri che già svolgono regolare attività lavorativa. L’Azienda USL del proprio territorio rilascia un tesserino sanitario di iscrizione al Servizio sanitario, a carattere temporaneo (6 mesi), rinnovabile, valido fino al termine della procedura di rilascio del permesso di soggiorno. Norme particolari regolano l’assistenza ai cittadini stranieri che soggiornano temporaneamente in Italia per turismo, studio o lavoro e ai cittadini italiani residenti all’estero che rientrano temporaneamente in Italia, sempre per turismo, studio o lavoro. Le norme che regolano l’assistenza per i cittadini stranieri temporaneamente in Italia sono diversificate a seconda che riguardino: cittadini stranieri della UE residenti o domiciliati in Italia, cittadini residenti in Paesi UE o in Paesi Extra UE con cui esistono accordi bilaterali con l’Italia e titolari di assicurazione sanitaria nei Paesi di residenza, cittadini stranieri temporaneamente in Italia per studio o collocamento alla pari, cittadini stranieri con permesso di soggiorno, cittadini stranieri extracomunitari in Italia con visto turistico, cittadini stranieri che entrano in Italia per cure mediche. Cittadini stranieri della UE residenti o domiciliati in Italia Queste persone possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale e, quindi, scegliere il medico di famiglia o il pediatra di fiducia per i loro bambini (per le persone domiciliate l’iscrizione è valida un anno). Per l’iscrizione occorre presentarsi al Distretto dell’Azienda Usl di residenza. Per i residenti in Italia occorre presentarsi con il permesso di soggiorno e l’attestazione di residenza in un Comune italiano. Per i domiciliati: permesso di soggiorno e domicilio in un Comune italiano. Cittadini dell’UE o di Paesi extra U.E. con accordi bilaterali titolari di assicurazione sanitaria nel paese di residenza L’assistenza sanitaria è garantita per le urgenze: dai servizi di guardia medica (medico di continuità 47 assistenziale), alle prestazioni urgenti per malattia, infortunio, maternità. I costi sono a carico del Paese di residenza. Per usufruire dell’assistenza occorre presentare il Modello E 111 o altro modello equivalente rilasciato dal Paese di residenza per l’assistenza sanitaria all’estero al Distretto dell’Azienda Usl. Cittadini stranieri temporaneamente in Italia per studio o collocamento alla pari Questi cittadini possono iscriversi volontariamente al Servizio sanitario nazionale con il pagamento di un contributo. L’iscrizione è estesa anche ai familiari a carico. Validità per l’anno solare. Al Distretto dell’Azienda Usl occorre presentare il permesso di soggiorno e il bollettino per l’effettuato pagamento. Cittadini stranieri extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno per motivi di: lavoro subordinato e autonomo, motivi familiari, richiesta di asilo, asilo politico e umanitario, attesa adozione e affidamento, acquisto di cittadinanza Questi cittadini possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale, scegliere il medico di famiglia e il pediatra di fiducia nel caso di minori. L’assistenza è estesa ai familiari a carico regolarmente soggiornanti. Per l’iscrizione occorre recarsi al Distretto con il permesso di soggiorno. Cittadini stranieri extracomunitari con visto turistico In questi casi le prestazioni sanitarie sono a pagamento, secondo le tariffe vigenti. Cittadini stranieri che entrano in Italia per motivi di cure mediche Per i cittadini stranieri che intendono curarsi in Italia, è necessario avere uno specifico permesso di soggiorno per cure mediche. La documentazione per ottenere il visto di ingresso va presentata all’Ambasciata italiana o al Consolato competente nel Paese di provenienza. La documentazione per ottenere il permesso di soggiorno in Italia va presentata alla Questura di competenza. I Servizi per le famiglie immigrate: Consultori familiari e Spazi per le donne immigrate ed i loro bambini Le cittadine straniere presenti in Emilia-Romagna, anche a prescindere dal possesso del permesso di soggiorno, possono rivolgersi ai Consultori familiari e agli Spazi per le donne immigrate ed i loro bambini, dove operatrici interculturali sono a loro disposizione per facilitare l´accesso ai servizi e la relazione con gli operatori sanitari. I servizi per le cittadine straniere riguardano: la gravidanza, l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG), la menopausa, la contraccezione, la sterilità, l’infertilità. Per i bambini sono assicurate le visite, i bilanci di salute, le vaccinazioni, il controllo per la tubercolosi e per le altre malattie infettive. Assistenza per bambini nomadi Ai bambini appartenenti alle comunità nomadi, non iscritti al Servizio sanitario, sono garantiti interventi assistenziali - visite, bilanci di salute, vaccinazioni, controllo per la tubercolosi e per le altre malattie infettive - presso le Pediatrie di comunità e gli Spazi donne immigrate e loro bambini dei Consultori familiari. Assistenza per bambini stranieri extraUE ospiti di famiglie ed enti grazie alle organizzazioni di volontariato In Emilia-Romagna ogni anno arrivano molti bambini stranieri per soggiorni più o meno lunghi nell’ambito di alcuni progetti di solidarietà (ad esempio i Progetti Chernobyl, Saharawi, Palestina). Queste iniziative sono promosse da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali e organizzazioni non governative (ONG) che operano nel territorio regionale. Ai bambini e agli adolescenti extracomunitari ospitati da famiglie ed enti è assicurata l’assistenza primaria di medicina generale. Il servizio di mediazione interculturale Il Servizio sanitario regionale promuove la presenza di operatori e operatrici dedicati alla "mediazione interculturale" all’interno delle strutture sanitarie, al fine di facilitare l´accesso ai servizi e la relazione con gli operatori. Con la legge regionale numero 5 del 24 marzo 2004 ("Norme per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati") la presenza di questi mediatori interculturali viene sostenuta e valorizzata in tutto il territorio regionale. La legge, infatti, nell'ambito degli interventi rivolti a cittadini stranieri, sottolinea l´opportunità di tenere conto delle culture dei Paesi d’origine e di sviluppare l´attività di informazione, prevedendo la presenza dei 48 mediatori interculturali. Campagna informativa regionale “La violenza sulle donne. Un fenomeno invisibile” Un appello multilingue sui treni regionali dell´Emilia-Romagna (“Se hai bisogno di aiuto, se hai subito violenza, se ti servono informazioni contatta un centro antiviolenza") per offrire "colloqui, informazioni, consulenza e se sei in pericolo, ospitalità temporanea per te e i tuoi figli”. L´obiettivo è di far emergere dall'invisibilità il fenomeno della violenza alla donna, un fenomeno spesso ancora sommerso che si consuma a livello familiare, parentale o amicale. L´iniziativa di questa campagna regionale è dell’Assessorato alla promozione delle politiche sociali della Regione Emilia-Romagna e del Coordinamento regionale delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza. Il messaggio della campagna è contenuto - assieme ai recapiti degli 11 Centri antiviolenza dell´Emilia-Romagna - in locandine e depliant ed è proposto in inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, rumeno e polacco (oltre che in italiano), per raggiungere meglio le donne extracomunitarie e neocomunitarie che si spostano spesso in treno per motivi di lavoro. Campagna regionale per la prevenzione della SIDS ("Morte improvvisa del lattante") Non è stata ancora definita una causa certa della morte improvvisa del lattante nel primo anno di vita - SIDS (Sudden infant death sindrome) - ma sono conosciuti alcuni efficaci comportamenti di prevenzione: far dormire i bambini a pancia in su, sopra materassi rigidi e senza cuscino, seguire la pratica dell ´allattamento al seno e mantenerla il più a lungo possibile, far dormire i bambini in ambienti non troppo riscaldati (intorno ai 18/20 gradi), non fumare durante la gravidanza. L´obiettivo della campagna informativa regionale è di diffondere tra i genitori queste semplici regole comportamentali, oltre a fornire i riferimenti sulla rete di assistenza del Servizio sanitario regionale. L´opuscolo Per loro è meglio è stato realizzato in 12 lingue. Un numero verde dedicato alle straniere e agli stranieri 800 663366 Questo numero verde 800 663366 è a disposizione delle cittadine e dei cittadini stranieri. Garantisce un servizio di informazioni multilingue e una attività di "mediazione culturale". E’ per ora attivo nell’area metropolitana bolognese. E’ gestito dall´Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna. E’ possibile telefonare: i pomeriggi – dalle 14,30 alle 16,30 – dal lunedì al venerdì; il mattino, mercoledì, giovedì e sabato dalle 9,00 alle 12,30. Per avere informazioni sui servizi per gli stranieri, a vario titolo presenti in Emilia-Romagna, è possibile telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033033 tutti i giorni feriali dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30. Per saperne di più è inoltre possibile consultare il sito internet della Consulta per l’emigrazione e delle Associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo e il Portale delle politiche sociali (Emiliaromagnasociale). La campagna regionale contro la violenza sulle donne I Centri antiviolenza e le Case delle donne in Emilia-Romagna "La violenza sulle donne: un fenomeno invisibile" (pdf, 1064 kB) [opuscolo informativo in italiano, inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, rumeno, polacco] "La violenza sulle donne: un fenomeno invisibile" (pdf, 1018 kB) [locandina] Link di interesse Consulta per l'emigrazione e delle Associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo Emiliaromagnasociale - sezione dedicata all'immigrazione Rubrica delle professioni in campo sanitario in Italia per i cittadini extracomunitari Norme e provvedimenti Legge regionale n. 5/2004: "Norme per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati" Prevenzione della SIDS ("Morte improvvisa del lattante") "Per loro è meglio", opuscolo in dodici lingue (gennaio 2006) Centri e referenti della rete di assistenza (MS-Word, 53 kB) Pubblicazioni "La contraccezione: conoscere per scegliere" (opuscolo in 8 lingue) (2007) "Le vaccinazioni nell'infanzia: perché, quando, come - informazioni per i genitori" (ottobre 2007) (pdf, 1255 kB) http://www.saluter.it/wcm/saluter/dedicatoa/stranieri.htm Il Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 "Testo unico delle disposizioni concernenti la 49 disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", artt. 34 e 35, ha messo i cittadini stranieri rispetto ai cittadini italiani nelle stesse condizioni per quanto riguarda l'assitenza sanitaria. 1. CITTADINI STRANIERI NON IN REGOLA CON IL PERMESSO DI SOGGIORNO Ai cittadini stranieri presente sul territorio nazionale, non in regola con il permesso di soggiorno, già sia per non esserne in possesso oppure scaduto, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorche' continuative, per malattia ed infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva. Sono, in particolare, garantiti: a) la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di trattamento con le cittadine italiane, a parità di trattamento con i cittadini italiani; b) la tutela della salute del minore in esecuzione della Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176; c) le vaccinazioni secondo la normativa e nell'ambito di interventi di campagne di prevenzione collettiva autorizzati dalle regioni; d) gli interventi di profilassi internazionale; e) la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei relativi focolai. Le prestazioni sopracitate sono erogate senza oneri a carico dei richiedenti qualora privi di risorse economiche sufficienti, fatte salve le quote di partecipazione alla spesa a parità con i cittadini italiani. L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano. 2. CITTADINI STRANIERI IN REGOLA CON IL PERMESSO DI SOGGIORNO I cittadini stranieri presente sul territorio nazionale e con regolare permesso di soggiorno hanno l'obbligo di iscrizione al Servizio sanitario nazionale e hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene all'obbligo contributivo, all'assistenza erogata in Italia dal Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale secondo quanto segue: a) gli stranieri regolarmente soggiornanti che abbiano in corso regolari attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o siano iscritti nelle liste di collocamento; b) gli stranieri regolarmente soggiornanti o che abbiano chiesto il rinnovo del titolo di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo politico, per asilo umanitario, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza. L'assistenza sanitaria spetta altresì ai familiari a carico regolarmente soggiornanti. Nelle more dell'iscrizione al servizio sanitario nazionale ai minori figli di stranieri iscritti al servizio sanitario nazionale è assicurato fin dalla nascita il medesimo trattamento dei minori iscritti. Lo straniero regolarmente soggiornante, non rientrante tra le categorie sopraindicate è tenuto ad assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità mediante stipula di apposita polizza assicurativa con un istituto assicurativo italiano o straniero, valida sul territorio nazionale, ovvero mediante iscrizione al servizio sanitario nazionale valida anche per i familiari a carico. Per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale deve essere corrisposto a titolo di partecipazione alle spese un contributo annuale, di importo percentuale pari a quello previsto per i cittadini italiani, sul reddito complessivo conseguito nell'anno precedente in Italia e all'estero. L'ammontare del contributo è determinato con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e non può essere inferiore al contributo minimo previsto dalle norme vigenti. 3. CITTADINI STRANIERI IN TRANSITO CON PERMESSO DI SOGGIORNO L'iscrizione volontaria al servizio sanitario nazionale puo' essere altresì richiesta: a) dagli stranieri soggiornanti in Italia titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio; b) dagli stranieri regolarmente soggiornanti collocati alla pari, ai sensi dell'accordo europeo sul collocamento alla pari, adottato a Strasburgo il 24 novembre 1969, ratificato e reso esecutivo ai sensi della legge 18 maggio 1973 n. 304. 4. CLAUSOLE GENERALI I soggetti di cui al comma 2 e 3 sono tenuti a corrispondere per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale, a titolo di partecipazione alla spesa, un contributo annuale forfettario negli importi e secondo le modalità previsti dal decreto di cui fa riferemento la presente disciplina. Il contributo per gli stranieri indicati non è valido per i familiari a carico non residenti in Italia. Lo straniero assicurato al servizio sanitario nazionale è iscritto nella azienda sanitaria locale del comune in cui dimora secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione. 50 Per le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale devono essere corrisposte, dai soggetti tenuti al pagamento di tali prestazioni, le tariffe determinate dalle regioni e province autonome ai sensi dell'articolo 8, commi 5 e 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni. Restano salve le norme che disciplinano l'assistenza sanitaria ai cittadini stranieri in Italia in base a trattati e accordi internazionali bilaterali o multilaterali di reciprocita' sottoscritti dall'Italia. http://www.mondolatino.it/idiritti/leggi/lassistenzasanitaria.php Società e Istituzioni a cura di Intrage Donne in Italia. Salute e Assistenza a tutela della maternità e del bambino Gennaio 2007 - In Italia è l'essere umano, indipendentemente dalla sua nazionalità, posizione giuridica e condizione economica, ad essere al centro del sistema sanitario. Attraverso la legge 40/98 e i documenti programmatici quali il Piano Sanitario Nazionale e il Documento programmatico sulle politiche di immigrazione, l’impianto normativo italiano tutela la dignità e la sicurezza delle donne immigrate anche se in condizione di clandestinità. La vigente regolamentazione assicura alle donne italiane e straniere assistenza sanitaria, economica, sociale, sostegno psicologico e parità di trattamento nell’ambito dei diritti del lavoratore. La prima forma di assistenza sanitaria e assistenza sociale viene erogata attraverso i molteplici servizi messi a disposizione dai consultori. L'accesso ai consultori è anonimo e gratuito, i servizi solitamente riguardano la gravidanza, l’interruzione volontaria della gravidanza, la menopausa, la contraccezione, la sterilità, l’infertilità e il sostegno psicologico e l’ascolto da parte di mediatori interculturali e assistenti sociali al fine di agevolare l’accesso ai servizi e la relazione con gli operatori sanitari. Come per le donne italiane anche le donne immigrate hanno diritto alle cure ambulatoriali e presso gli ospedali del Servizio sanitario nazionale. Presso queste strutture agli stranieri extracomunitari vengono garantiti gli interventi di prevenzione, quelli per la tutela della maternità, l’assistenza ai bambini, le vaccinazioni, la diagnosi e la cura delle malattie infettive. In Italia la tutela della maternità è garantita a tutte le donne, italiane e straniere. La tutela si estende anche alle donne straniere non in regola, possono infatti chiedere il permesso di soggiorno per motivi di salute, per il periodo della gravidanza e per sei mesi successivi alla nascita del bambino. I controlli sanitari sono gratuiti durante la gravidanza e, dopo aver partorito, fino all'età di sei anni del bimbo. Presso tutti gli ospedali pubblici la donna immigrata può ricoverarsi in anonimato e anche decidere di non riconoscere il bambino, la rinuncia al bambino potrà essere fatta sia al momento del ricovero che al momento del parto. E’ bene precisare che il bambino otterrà tutte le cure necessarie dagli operatori sanitari e specialisti fin quando non verrà adottato. Solitamente, infatti, i bambini lasciati in ospedale trovano una famiglia adottiva in tempi brevi. La donna immigrata che lavora gode degli stessi diritti di una lavoratrice italiana in tema di maternità, la cui tutela è regolata in base al tipo di lavoro. La lavoratrice dipendente regolare: ha diritto al congedo di maternità può chiedere anche il congedo parentale ha diritto dopo la nascita del bambino a due ore di riposo al giorno per allattamento se lavora almeno sei ore al giorno e ha diritto anche a permessi per malattia del bambi 51 non può essere licenziata dall’inizio della gestazione fino al compimento di un anno di età del bambino, salvo per giusta causa Le lavoratrici autonome hanno diritto ad una indennità con regole diverse dal lavoro dipendente. La collaboratrice domestica: ha diritto al congedo di maternità per avere diritto all’indennità di maternità deve avere almeno sei mesi di contributi settimanali nell’anno precedente o in alternativa un anno di contributi nel biennio antecedente l’inizio del periodo di astensione. Se la gravidanza è iniziata all’interno del rapporto di lavoro non può essere licenziata fino al 3° mese dopo il parto. Infine come accade anche per le donne italiane, la donna immigrata con figli, senza lavoro o comunque con reddito basso, può richiedere un assegno di maternità, ma deve essere in possesso della carta di soggiorno. http://www.intrage.it/rubriche/societaeistituzioni/immigrazione/assistenza_sanitaria/articolo322.shtml Punti di assistenza sanitaria per cittadini stranieri DESCRIZIONE Si tratta di ambulatori ad accesso facilitato per la popolazione straniera immigrata (in alcuni vi si possono rivolgere anche cittadini italiani senza fissa dimora o comunque in difficoltà) che forniscono assistenza medica di base gratuita a stranieri anche senza permesso di soggiorno, o non ancora iscritti al Servizio Sanitario Nazionale . Poliambulatorio Biavati (Confraternita della Misericordia) Strada Maggiore 13 (ingresso da vicolo Alemagna, 1) - tel. 051.226310 orari: tutti i giorni dalle 17.30 alle 19.00 compreso i festivi. - Servizi offerti: assistenza medica di base gratuita per stranieri irregolari, privi di permesso di soggiorno. Lingue parlate: arabo, inglese, francese. Ambulatorio SOKOS Via Montebello, 6 - tel. 051.2869294 orari: lun. e mer. dalle 17.00 alle 18.30 sab. dalle 9.00 alle 12.00 - Servizi offerti: assistenza medica di base gratuita. Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini Via Zanolini, 2 - Bologna - tel. 051/4211511 orari: lunedì : dalle 12.00 alle 18.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio ostetrico- ginecologico dalle 15.00 alle 18.00 si aggiunge anche il medico di base martedì: dalle 15.00 alle 19.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio pediatrico giovedì: dalle 12.00 alle 19.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio ostetrico- ginecologico venerdì: dalle 10.30 alle 14.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio ostetrico- ginecologico – Servizi offerti: ambulatorio per donne con ginecologa, ostetrica, pediatra, medico di base e due assistenti sanitarie per l'accoglienza (una per la pediatria e una per la ginecologia). Il servizio viene prestato anche in inglese, francese, arabo, russo e cinese grazie alla presenza di mediatrici culturali o di donne appartenenti ai diversi gruppi etnici. Elenco a cura di: Servizio Immigrati, Profughi e Nomadi del Comune di Bologna REQUISITI Essere italiani senza fissa dimora o stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale 52 DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE Documento di identità valido CONTRIBUZIONE Nessuna come primo accesso, il pagamento dei tickets regolari come per gli italiani al momento dell'erogazione di prestazioni mediche specialistiche. – TEMPI DI EROGAZIONE DEL SERVIZIO In giornata in base all'afflusso, o per appuntamento. http://urp.comune.bologna.it/WebCity/WebCity.nsf/77b917515ea9e13ec125669f0058bcba/6fa2604488f72b6 9412569a1003d3e9a?OpenDocument&Highlight=0,stranieri Salute Numero Verde Stranieri 800-663366 Telefono e Sportello gratuito in cinque lingue (Inglese, francese, albanese, filippino, arabo) per informazioni sull'accesso ai servizi sanitari Bologna, Ospedale Maggiore: dal lunedì al venerdì: 14.30 - 16.30; sabato: 9.00-12.30 Casalecchio di Reno via Cimarosa 5/2, mercoledì-giovedì: 9.00 - 12.30 e 14.30-16.30. Ospedale di Bentivoglio, sabato: 9.00 - 12.30. Centro per la salute delle donne immigrate Via Zanolini 2, Tel. 051/4211511 Lunedì 12 - 18, martedì 15 - 19, giovedì 12 - 19, venerdì 10.30 – 14 SOKOS Via Castagnoli, 10 Tel 051 27 26 94 lunedì 17.00-19.30 mercoledì 16.00-19.30 sabato 9-11.30 Croce Rossa Italiana via del Cane 9, Tel. 051/581858 possibilità somministrazione farmaci e attrezzatura ortopedica Confraternita della Misericordia Poliambulatorio Biavati Strada Maggiore 13 (ingresso da vicolo Alemagna 2) Tel. 051/226310 Visite mediche gratuite tutti i giorni compresi i festivi, dalle ore 17.30 alle ore 19.00 per persone non assistite dal servizio sanitario nazionale. Possibilità rilascio di tesserino di temporaneo soccorso che permette assistenza sanitaria per un periodo di 6 mesi. Non si effettuano cure odontoiatriche. Salute Senza Margini Via Cimarosa 7, Tel. 051/596795 Casalecchio di Reno Lunedì e giovedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30 E-mail: [email protected] Per informazioni sui servizi sanitari e assistenza medica gratuita Ambulatorio Caritas Misericordia Piazza Duomo 4, Tel.0542/26655 Imola Visite mediche, consulenza specialistica e prestazioni infermieristiche, dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 18; il mercoledì solo dalle 9 alle 10. 53 http://www.immigratiabologna.it/salute.asp Medicina di Base L'ambulatorio di medicina di base è aperto tutto l'anno nei seguenti giorni: Lunedi, h. 17 - 19.30 Mercoledi, h. 16 - 19.30 Sabato, h. 9 - 11.30 L'Associazione Sokos è formata da medici professionisti volontari. Presso l'Ambulatorio dell'Associazione si effettuano visite mediche gratuite per immigrati privi di assistenza sanitaria, persone senza fissa dimora. Si prescrivono visite specialistiche, farmaci ed esami. 2. Tesserino S.T.P Sokos, previa visita medica, può rilasciare la documentazione necessaria per ottenere il rilascio del tesserino S.T.P., Straniero Temporaneamente Presente, presso gli sportelli della Usl. Per ottenerlo non è necessario esibire un documento di identità ma è sufficiente una dichiarazione delle proprie generalità. Con il tesserino S.T.P. si ha diritto all'assistenza sanitaria di base, ai ricoveri urgenti anche in regime di dayhospital. In particolare si ha diritto a cure ambulatoriali ed ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, anche se continuative, per malattie o infortunio. L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola non può comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui il referto sia obbligatorio, a parità di condizioni con il cittadino italiano. Una volta ottenuto il tesserino S.T.P. lo straniero che riceve delle cure dovrà pagare unicamente il ticket e non l'intera prestazione dovuta. 3. La farmacia di Sokos Sokos ha una farmacia interna che è in grado di fornire a chi ne ha bisogno farmaci da banco e farmaci di prima necessità. I farmaci da banco sono forniti annualmente in maniera grautita dall'Associazione Banco Farmaceutico. I farmaci di prima necessità, invece, provengono dalla farmacia dell'Ospedale Maggiore di Bologna in convenzione U.S.L. Altri farmaci vengono reperiti dal deposito della Caritas Diocesana di Bologna, o vengono donati a Sokos da privati o da medici di base operanti nel territorio. http://www.sokos.it/assistenzadibaseprova.htm SPECIALISTI operanti in Sokos: Allergologia Pediatria Nefrologia Neurologia Dermatologia Fisiatria Chirurgia vascolare Psichiatria Psicologia Ginecologia Ortopedia Le visite specialistiche si effettuano su appuntamento. Per ulteriori informazioni è possiblie: - venire in ambulatorio nei giorni di apertura Lunedi, h. 17 - 19.30 Mercoledi, h. 16 - 19.30 Sabato, h. 9 - 11.30; - chiamare i seguenti numeri Tel. 051.272694 Mob. 3486353294 /3486353323; - mandare una mail a: [email protected] http://www.sokos.it/medicinaspecilisticaprova.htm 54 www.portaleimmigrazione.it Il Portale dell'Immigrazione dedicato alle procedure di rilascio e di rinnovo dei permessi e delle carte di soggiorno, promosso dal Ministero dell'Interno in collaborazione con Poste Italiane e Anci. Dall’11 aprile 2007, in adempimento a quanto sancito dal decreto legislativo 6 febbraio 2007, nr.30, recante Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri", cambiano le regole per l´ingresso e il soggiorno dei cittadini dell´Unione Europea e dei loro familiari. I cittadini comunitari che intendano stabilirsi in Italia, o in un altro stato dell’Unione Europea, non hanno più l’obbligo di chiedere la carta di soggiorno ma, trascorsi tre mesi dall'ingresso, è necessario iscriversi all'anagrafe del comune di residenza; per i soggiorni inferiori a tre mesi non è più richiesta alcuna formalità. Solo per i soggiorni di durata superiore a tre mesi, i familiari extracomunitari del cittadino comunitario devono chiedere la carta di soggiorno, presentando domanda presso Poste Italiane ovvero presso la Questura laddove la tipologia della richiesta non rientri tra quelle elencate ne La Nuova Procedura. Rimane invariata la procedura per le richieste di rilascio e rinnovo dei permessi e delle carte di soggiorno per i cittadini extracomunitari appartenenti alle tipologie indicate nel link La Nuova Procedura. I comuni e i patronati assicureranno a titolo gratuito e nell'ambito dei loro fini istituzionali un’ attività di informazione, consulenza ed assistenza allo straniero finalizzata alla corretta predisposizione delle istanze. Nell'area riservata dedicata agli stranieri è possibile verificare lo stato di avanzamento della pratica, mentre nell'area riservata ai Comuni e ai Patronati è possibile compilare telematicamente la richiesta, che successivamente il cittadino straniero presenterà presso gli sportelli degli uffici postali abilitati all'accettazione di tali istanze. LA NUOVA PROCEDURA Cosa fare per richiedere il Permesso/Carta di Soggiorno In virtù della convenzione stipulata tra il Ministero dell'Interno e Poste Italiane SPA, ai sensi dell'art. 39, comma 4 bis della Legge 16 gennaio 2003, n. 3 , come modificato dall'art. 1 quinquies, della Legge 12 novembre 2004, n.271, le istanze di rilascio e rinnovo di permesso e carta di soggiorno per cittadini extracomunitari rientranti nelle seguenti tipologie dovranno essere presentate dall'interessato presso gli Uffici Postali abilitati (vedi Ricerca Strutture ) utilizzando l'apposito kit a banda gialla disponibile presso tutti gli uffici postali, i Patronati ed i Comuni abilitati. All'atto della presentazione della istanza, lo straniero dovrà provvedere al pagamento di € 30,00, così come stabilito con Decreto del Ministro dell'Interno del 12 ottobre 2005. In conformità agli obblighi derivanti dal REG.CE n.1030 del 13 giugno 2002, che istituisce un modello uniforme di permesso di soggiorno, a decorrere dal 1° gennaio 2006 è previsto il rilascio del permesso di soggiorno elettronico, in sostituzione di quello cartaceo. Con decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministro dell'Interno, è fissato in € 27,50 il corrispettivo del rilascio del permesso di soggiorno elettronico. Il pagamento è effettuato tramite appositi bollettini di c/c postale premarcati (PDF), disponibili presso gli uffici postali abilitati alla ricezione delle istanze e pagabili presso qualunque ufficio postale; Possono esser presentate presso gli Uffici Postali le richieste inerenti alle sotto riportate tipologie di permessi-carte di soggiorno: Adozione Affidamento Aggiornamento della carta di soggiorno Aggiornamento permesso di soggiorno (cambio domicilio, stato civile, inserimento figli, cambio passaporto) Attesa occupazione Attesa riacquisto cittadinanza Asilo politico rinnovo Carta di soggiorno per stranieri Conversione permesso di soggiorno Duplicato della carta di soggiorno Duplicato Permesso di soggiorno Famiglia Famiglia minore 14-18 anni Lavoro Autonomo Lavoro Subordinato Lavoro casi particolari previsti Lavoro subordinato-stagionale Missione Motivi Religiosi Residenza elettiva Ricerca scientifica Status apolide rinnovo Studio Tirocinio formazione professionale Turismo Le istanze di richiesta di rilascio e rinnovo di tutte le altre tipologie di permesso-carta di soggiorno 55 continueranno ad essere presentate presso gli Uffici Immigrazione delle Questure, competenti territorialmente. Per la compilazione della modulistica lo straniero può farsi assistere, a titolo gratuito, da un Patronato della sua zona o da un Comune abilitato. Al momento della presentazione dell'istanza allo sportello dell'ufficio postale abilitato, lo straniero verrà identificato con passaporto o altro documento equipollente. L'istanza dovrà essere presentata in busta aperta e non potrà essere esaminata in caso di mancata sottoscrizione da parte dell'interessato; L'operatore di Poste provvederà a consegnare la ricevuta della raccomandata che dovrà essere compilata dallo straniero in quel momento. La ricevuta che verrà rilasciata allo straniero all'atto della presentazione della domanda, è dotata di requisiti di sicurezza e riporta i codici di accesso (Codice Assicurata e Codice Ologramma) all' area riservata per conoscere lo stato di avanzamento della pratica. In caso di richiesta di rinnovo del Permesso-Carta di soggiorno, è necessario inserire nella busta la fotocopia del permesso-carta di soggiorno da rinnovare o da aggiornare. In caso di richiesta di rilascio/rinnovo del Permesso-Carta di soggiorno per cittadini extracomunitari, è necessario inserire nella busta una delle due ricevute di avvenuto pagamento del bollettino postale premarcato (PDF), di importo pari a €27,50, disponibile presso gli uffici postali "Sportello Amico" Ricerca Strutture abilitati alla ricezione delle istanze. Presentazione delle istanze • I kit a banda gialla per la richiesta di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno possono essere ritirati presso tutti gli uffici postali, i Patronati ed i Comuni abilitati e presentati presso gli uffici postali abilitati (vedi ricerca riferimenti). • Le istanze relative a richieste di rilascio/rinnovo di permesso/carta di soggiorno relative a tutte le altre tipologie non riportate nella tabella del link La Nuova Procedura continueranno ad essere presentate presso gli Uffici Immigrazione delle Questure. • Gli appositi bollettini di c/c postale premarcati da utilizzare per il pagamento del corrispettivo per richiesta di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno su supporto elettronico, possono essere ritirati presso gli uffici postali abilitati alla ricezione delle istanze (vedi Ricerca riferimenti). Informativa di carattere generale Possono soggiornare in Italia, gli stranieri che hanno fatto regolare ingresso sul territorio dello Stato in quanto in possesso del passaporto o documento equipollente e del visto di ingresso, salvo i casi di esenzione previsti da accordi internazionali. Il permesso di soggiorno deve essere richiesto al Questore della provincia ove lo straniero si trova entro otto giorni lavorativi dal suo ingresso. Per i cittadini appartenenti ad uno stato membro dell'Unione Europea la presentazione delle istanze di carta di soggiorno presso gli uffici postali è facoltativa, potranno indifferentemente recarsi presso tali uffici o presso gli Uffici Immigrazione delle Questure. Gli stranieri che hanno presentato istanza tramite gli uffici postali saranno convocati dall'Ufficio Immigrazione, tramite lettera raccomandata, per essere sottoposti ai rilievi fotodattiloscopici, nei casi previsti dalla normativa vigente, e per la consegna del permesso-carta di soggiorno. In sede di prima convocazione dovranno produrre 4 fotografie formato tessera con fondo bianco, una delle quali sarà apposta sul permesso-carta di soggiorno. La richiesta di carta di soggiorno per sé e i propri familiari deve essere presentata con un unico kit, che contenga il Modulo 1 e il Modulo 2 qualora il familiare percepisca un reddito, per ciascun componente il nucleo familiare per il quale si richiede la carta. Il rinnovo del permesso di soggiorno è richiesto dallo straniero al Questore della provincia in cui dimora, nel termine di novanta giorni dalla scadenza, per i permessi di soggiorno per lavoro e famiglia di durata biennale, entro sessanta giorni per quelli per lavoro annuale, entro trenta giorni per le restanti tipologie di permesso di soggiorno. La durata del permesso di soggiorno non rilasciato per motivi di lavoro e famiglia è quella prevista dal visto di ingresso. La durata non può comunque essere: superiore a tre mesi per affari e turismo; superiore ad un anno, in relazione alla frequenza di un corso per studio o per formazione. Il permesso è rinnovabile annualmente nel caso di corsi pluriennali; superiore a due anni per lavoro autonomo, per lavoro subordinato a tempo indeterminato o per ricongiungimento familiare. Per la corretta compilazione manuale delle istanze per le quali è prevista la presentazione presso ufficio 56 postale, consultare il fac-simile modulistica presente in home page. Per la corretta compilazione manuale dell' apposito bollettino di c/c postale (PDF) premarcato da utilizzare per il pagamento del corrispettivo previsto per il rilascio del permesso di soggiorno su supporto elettronico, consultare il fac-simile modulistica presente in home page. Per ricevere ausilio nella compilazione della istanza ci si può rivolgere ad un Comune abilitato od a un Patronato della propria zona. L'elenco è disponibile consultando il sito nella sezione Elenco Strutture presente in home page. L'assistenza è gratuita NOTE per la compilazione del modulo “MOD. 209 - Modulo 1 e Modulo 2” Importante: Scrivere in stampatello, con penna nera e rigorosamente all'interno degli appositi spazi; a) Riportare il dato come scritto sul passaporto o documento equipollente; b) Vedere la Provincia nella tabella Codici Sigle Province c) Barrare la tipologia di interesse (es.X) d) Vedere nella tabella Codici Motivi di Richiesta Permesso/Carta di Soggiorno il codice corrispondente alla tipologia del Permesso di Soggiorno; e) Indicare serie e numero del Permesso/Carta di Soggiorno in possesso o di riferimento; f) Compilare la sezione 2 solo dopo aver compilato interamente il Modulo 1, il Modulo 2 qualora si percepisca un reddito, e dopo aver fotocopiato in formato A4 tutti i documenti necessari per la tipologia richiesta. Nel caso non venga sottoscritta, l'istanza non verrà accettata allo sportello postale; g) Indicare il numero complessivo di fogli di cui consta l'istanza (moduli e fotocopie dei documenti); h) Indicare il numero complessivo dei figli dichiarati nella sezione 12 del Modulo 1; i) Indicare la lettera: • A per Stato Libero, • B per Coniugato/a; j) Inserire la lettera: • F per Femmina, • M per Maschio; k) Riportare il Codice Stato indicato nella tabella Codici di Stato; l) Da compilare solo se il documento è diverso dal passaporto, vedi tabella Documenti Equipollenti al Passaporto; m) Vedere nella tabella Autorità che rilasciano Documenti Equivalenti al Passaporto il codice corrispondente all'autorità che ha rilasciato documento diverso dal passaporto; n) Da compilare solo in caso di prima richiesta di Permesso/Carta di soggiorno. Riportare i dati scritti sul visto; o) La durata del titolo/documento di viaggio rinnovato non potrà essere superiore a quella del permesso di soggiorno; p) Campo facoltativo utile alla Questura per eventuali comunicazioni inerenti l'istanza; q) Se uguale al precedente non compilare; r) Indicare Nome e Cognome oppure la Denominazione Sociale della Società, Ente o Associazione presso la quale si vuole che alternativamente venga recapitata la raccomandata per la convocazione in Questura; s) Da compilare solo in caso di richiesta di rilascio di Carta di Soggiorno e conversione del permesso di soggiorno da altri motivi a famiglia t) Da compilare solo in caso di richiesta di Carta di Soggiorno u) I minori adottati, affidati, o sottoposti a tutela a carico del richiedente sono equiparati ai figli minori;Da compilare solo in caso di lavoro subordinato; w) Indicare la categoria professionale di appartenenza (ad esempio: medici, ambulanti, architetti, ecc); x) Deve essere compilato solo dagli stranieri assunti nell'anno in corso – allegare fotocopia delle ultime buste paga; y) Compilare solo per attività autonoma iniziata nell'anno in corso. Compiliamo insieme il kit delle poste per la richiesta del permesso e della carta di soggiorno Edizione dedicata interamente alla spiegazione della nuova procedura della richiesta di rilascio e di rinnovo del permesso di soggiorno e della carta di soggiorno. 57 Dall'11 dicembre 2006 le richieste di rilascio, rinnovo o di variazione del permesso di soggiorno e della carta di soggiorno devono essere presentate alle poste, non più all' Ufficio immigrazione della questura, salvo alcune eccezioni. I cittadini extracomunitari devono invece continuare a rivolgersi alla questura per le seguenti tipologie di permesso di soggiorno: – affari, – - giustizia, - cure - status apolide (prima richiesta), – - mediche, - integrazione minore, - gara sportiva, - invito e per famiglia, limitatamente ai parenti - motivi umanitari, conviventi di cittadini italiani che non possono - asilo politico (prima richiesta), essere espulsi dall'Italia. - minore Anche nei casi di primo ingresso per ricongiungimento familiare e lavoro subordinato i cittadini extracomunitari non dovranno recarsi alle poste per ritirare il kit, ma dovranno presentarsi allo Sportello unico della prefettura. Qui compileranno la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno che poi invieranno alla questura tramite l' ufficio postale. Seguiamo passo per passo il nuovo percorso. I kit si trovano presso tutti gli uffici postali, i comuni e i patronati. La compilazione dei moduli non è semplicissima e per questo motivo i comuni ed i patronati forniscono assistenza gratuita. I comuni e i patronati coinvolti, insieme ai 5.332 uffici postali abilitati ad accettare la vostra istanza, sono elencati sul sito www.portaleimmigrazione.it nell'area Ricerca Strutture. I kit sono due: - una busta con la striscia gialla per i cittadini extra Ue - e una busta con la striscia blu per i cittadini dell' Unione europea. Sulla busta è riportata la tariffa della presentazione della domanda di euro 30,00 sia per i comunitari sia per i non comunitari, da pagare al momento della presentazione della domanda. Apriamo la busta con la striscia gialla per i cittadini extracomunitari. I moduli da compilare sono due. Consigliamo di fare una fotocopia dei due moduli e compilare prima la copia, onde evitare errori di grafia. Successivamente riportare i dati sull' originale. Sull' originale scrivete in stampatello con penna nera e all'interno delle caselle. Scrivere con caratteri latini. Tra due parole lasciare una casella libera. Modulo 1 Ministero dell' Interno / Al Sig. Questore di _________ Nello spazio deve essere indicata la Provincia di residenza, e immediatamente sotto la sigla della provincia. L' elenco delle sigle si trova all' interno della busta. Lo straniero abitante in Provincia di Roma, dovrà scrivere Roma RM, Milano MI, ecc. Nello spazio sottostante si apporrà la marca da bollo da euro 14,62, ma soltanto dopo aver compilato tutto il modulo. Attenzione: si deve compilare un kit separato per ogni individuo della famiglia se maggiore di 14 anni. La sezione 1 è riservata ai dati personali. Al punto 7 Richiede si deve barrare con una X il tipo di richiesta che si presenta: - Rilascio, in caso di primo permesso o carta di soggiorno. - Rinnovo, ovviamente nei casi di rinnovo - Aggiornamento, per aggiornare i dati sul permesso o sulla carta di soggiorno, quali ad esempio residenza, nascita di un figlio o dati del passaporto. - Duplicato, in caso di smarrimento del permesso o della carta di soggiorno. - Conversione, nel caso in cui si richieda il rinnovo del permesso di soggiorno per un motivo differente da quello del permesso precedente. Nella seconda metà dello stesso riquadro barrare se si richiede il Permesso di soggiorno o la Carta di soggiorno. Al punto 16 si deve inserire nelle due caselle il codice della tipologia del permesso di soggiorno o carta di soggiorno in richiesta. L' elenco dei codici è all' interno della busta. Al punto 18 bisogna indicare il numero del permesso o della carta di soggiorno in possesso. Non bisogna compilarlo in caso di prima richiesta. 58 Al punto 19 si ripete il codice inserito al punto 16. Compilata la sezione 1, passare direttamente alla sezione numero 3. Lasciare in sospeso la sezione 2. Si deve compilare soltanto dopo l' intera compilazione dei moduli. Nella sezione 3 inserire il codice fiscale, se in possesso. Stato civile: indicare A maiuscolo per Stato libero e B per Coniugato/a. Sesso: F per femminile, M per maschile. Inserire tutti i dati relativi alla data e al luogo di nascita. L' elenco dei codici dei paesi si trova all' interno della busta. Nella sezione 4 bisogna inserire i dati del proprio passaporto e barrare il punto 40. Nel caso non siate in possesso del passaporto, bisogna barrare il punto 41 Altro tipo di documento. Controllare l'elenco dei documenti equipollenti al passaporto nella tabella all'interno della busta. Soltanto i cittadini stranieri in possesso di un documento equipollente (ad esempio il documento di viaggio per rifugiati), al punto 46 devono inserire il codice dell' autorità che lo ha rilasciato. Ad esempio per i rifugiati il codice 06 - Questura. La sezione 5 deve essere compilata solo nel caso di prima richiesta di permesso o carta di soggiorno. Qui riportare i dati del visto. La sezione 6 deve essere compilata solo dai rifugiati o dagli apolidi che richiedono il rinnovo del documento di viaggio. Nella sezione 7 indicare con precisione e sempre all'interno delle caselle l' indirizzo. Nella sezione 8 inserire l' indirizzo per eventuali comunicazioni soltanto se diverso dalla sezione 7. Questa sezione è importante perché dopo aver spedito il kit, la questura invierà una raccomandata all'indirizzo specificato, per convocare il cittadino straniero per le impronte digitali, per consegnare le 4 foto tessera e l'originale del permesso scaduto ed eventualmente integrare la domanda con altri documenti. La sezione 9, dal punto 85 al punto 111, è riservata soltanto ai richiedenti la carta di soggiorno per extracomunitari. Nel primo riquadro si devono dichiarare gli estremi della certificazione comprovante l' idoneità dell' alloggio rilasciata dal comune o dalla Asl. Dal punto 94 al punto 111 si deve indicare dove si ha soggiornato in Italia negli ultimi sei anni. Il riquadro che contiene le caselle dal 113 al 118 deve essere compilato dai richiedenti permesso o carta solo se i rispettivi coniugi o genitori presentano una propria richiesta di permesso o carta di soggiorno. Ricordatevi che ognuno deve presentare una domanda separata con un altro kit. Le sezioni 10, 11 e 12 devono essere compilate soltanto in caso di richiesta di rilascio della carta di soggiorno o di conversione del permesso di soggiorno da altri motivi a famiglia. In questa sezione bisogna indicare i Familiari a carico che sono conviventi. Modulo 2 Il modulo 2 deve essere compilato solo nel caso si percepisca un reddito da lavoro. Nella sezione 1, Tipologia di lavoro, barrare la casella relativa alla propria attività tra lavoro subordinato, autonomo o altro (ad esempio il contratto a progetto). Al punto 19 indicare la mansione svolta: operaio, medico, colf, badante, ecc. Nella sezione 2, riservata ai lavoratori subordinati, si devono inserire i dati del datore di lavoro. I punti dal 21 al 25 devono essere barrati e compilati nel caso in cui il datore di lavoro sia una persona giuridica, ad esempio società , azienda, ditta. In caso contrario, se il datore di lavoro è una persona fisica bisogna inserire i dati anagrafici di questa persona. La sezione 3 è collegata alla sezione 2 e si devono inserire i dati del contratto di soggiorno stipulato con il datore di lavoro. La sezione 4 è rivolta ai lavoratori autonomi, da compilare da parte di titolari di impresa, ditta o liberi professionisti. Questi ultimi riempiranno il punto 49 Iscrizione Albi/Registri. Nella sezione 5 bisogna riportare il reddito. Indicare sempre il reddito lordo. La sezione 6 deve essere compilata da chi è disoccupato e in quanto tale deve iscriversi nelle liste dei centri per l' impiego. Preparare i documenti da allegare a seconda della tipologia di permesso richiesto, come meglio indicati nelle istruzioni all' interno della busta. I documenti allegati devono essere esclusivamente in formato A4, il formato di un normale foglio. Importante: il cittadino straniero che richiede il rinnovo deve allegare anche una copia del permesso 59 scaduto, non l' originale. Nella busta non inserire le fotografie in quanto si devono portare in questura quando convocati. Dopo aver compilato i moduli e aver allegato tutti i documenti necessari per la presentazione della domanda, ritornare al primo modulo, nella prima pagina, la sezione 2, Dati sull' istanza compilata. Barrare comunque le due caselle al punto 22 e, ai punti 23 e 24 barrare per i moduli compilati. Al punto 25 scrivere il numero totale dei fogli inseriti nella busta. Ricordarsi di sottoscrivere l’istanza, altrimenti non sarà presa in considerazione. Salvi i casi di richiesta di permessi di soggiorno di durata inferiore a tre mesi, si deve effettuare un versamento di euro 27,50 pari al costo del documento in formato elettronico. La ricevuta del bollettino pagato deve essere inserita nella busta. Ultimata la compilazione, non sigillare la busta, bensì consegnarla aperta allo impiegato delle poste. Lo stesso deve verificare che nella busta vi siano tutti i documenti richiesti e deve identificare il cittadino straniero tramite passaporto, oppure tramite documento equipollente. Al cittadino straniero sarà consegnata la ricevuta della raccomandata, con i codici di accesso (codice assicurata e codice ologramma) che serviranno per sapere a che punto si trova la pratica nell' Area riservata Stranieri sul sito www.portaleimmigrazione.it. Non smarrire la ricevuta della posta, perchè allegata all' originale del permesso scaduto ha lo stesso valore del vecchio cedolino rilasciato dalla questura. La compilazione dei moduli non è semplicissima e per questo motivo i comuni ed i patronati forniscono assistenza nella compilazione. Comunque non bisogna preoccuparsi perchè, anche se si commetterà qualche errore nella compilazione, la questura convocherà lo straniero con una raccomandata postale. Per questo motivo è importantissimo compilare bene la sezione 7 e 8 del modello 1, a pag. 3. I cittadini di un paese membro dell' Unione europea (compresi Romania e Bulgaria dal 1 gennaio 2007) oppure dell' Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera e San Marino devono compilare il modulo all' interno della busta con la striscia blu. La compilazione è simile, in quanto la maggior parte dei punti sono identici ai moduli per gli extracomunitari. Nella busta si deve inserire copia di un documento di identità e copia della carta di soggiorno scaduta in caso di rinnovo. Vi ricordiamo che si richiede la carta di soggiorno UE soltanto se si intende soggiornare in Italia per un periodo superiore a tre mesi. Nel caso in cui si presenti la domanda anche per i componenti del proprio nucleo familiare è sufficiente un unico kit, esente da bollo. I cittadini comunitari possono continuare a presentare le domande presso la questura. Per quanto riguarda i familiari extracomunitari dei cittadini dell' Unione europea e dei cittadini italiani, le istruzioni ufficiali non precisano con quali modalità devono presentare le domande. A nostro parere, tenuto conto delle normative europee sulla libera circolazione delle persone e sul divieto di discriminazione, potrebbero presentare la domanda sia alle poste che in questura. E' comunque certo che devono richiedere il permesso di soggiorno in formato elettronico. Tutte le informazioni ufficiali sulla nuova procedura sono elencate sul sito www.portaleimmigrazione.it Invitiamo gli ascoltatori a segnalarci le proprie valutazioni su questa procedura e sulle eventuali difficoltà riscontrate sia nella compilazione che presso gli uffici postali ed i patronati. Circolare n. 3389 dell’ 8 aprile 2008 Ministero dell’Interno Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali Sistema informatizzato di concessione della cittadinanza italiana. Istruzioni per la trascrizione dell'atto di nascita nei registri dello stato civile a seguito della circolare del Ministero dell'Interno n. K60 del 31 marzo 2008 – Ministero dell’Interno Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali AI SIGG. PREFETTI LORO SEDI - AL SIG COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA DI TRENTO - AL SIG COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA DI BOLZANO - AL SIG. PRESIDENTE DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA Servizio Affari di Prefettura - P.zza della Repubblica, 15 1100 AOSTA e, per conoscenza: 60 – - AL COMMISSARIO DELLO STATO ER LA REGIONE SICILIA 90100 PALERMO - AL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO PER LA REGIONE SARDEGNA 09100 CAGLIARI - AL GABINETTO DEL SIG. MINISTRO S E D E - ALL’ANCI Via dei Prefetti ,46 00186 R O M A - ALL’UNASCA Via dei Mille, 35E/F 4024 CASTEL S. PIETRO TERME (B0) -ALLA DeA – Demografici Associati c/o Amministrazione Comunale V.le Comaschi n. 1160 56021 CASCINA (PI) OGGETTO: Sistema informatizzato di concessione della cittadinanza italiana. Istruzioni per la trascrizione dell'atto di nascita nei registri dello stato civile a seguito della circolare del Ministero dell'Interno n. K60 del 31 marzo 2008. Si fa seguito alla circolare n. 60K del 31 Marzo 2008 , del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione - Direzione Centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze, per fissare alcune direttive che codeste Prefetture avranno cura di trasmettere ai Comuni interessati. Come è noto, a seguito della realizzazione di un sistema informatizzato di gestione delle pratiche di concessione della cittadinanza, l'estratto dell'atto di nascita, allegato alla domanda, non viene più inviato alle Prefetture per essere restituito al neocittadino. Nel caso in cui ne fosse fatta richiesta dagli uffici comunali o dal cittadino, le Prefetture, in attesa di essere dotate della funzionalità della firma digitale, contatteranno, a mezzo posta elettronica, i funzionari indicati nella predetta circolare K60 perché questi provvedano all'apposizione della firma digitale sul documento consegnato all'atto della domanda. Le Prefetture procederanno poi alla stampa del documento firmato digitalmente e lo consegneranno al richiedente apponendo, anche a mezzo timbro, la dicitura "Si attesta che il presente atto è conforme al documento firmato digitalmente e acquisito agli atti di questa Amministrazione". Tale attestazione dovrà essere firmata dal funzionario responsabile dell'ufficio addetto. Si pregano pertanto le SS.LL. di voler comunicare quanto sopra evidenziato ai Sigg. S indaci. IL DIRETTORE CENTRALE PORZIO Circolare n. 5 del 28 marzo 2008 Ministero dell'Interno - Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione Direttiva del Sig. Ministro per gli obiettivi e programmi dell'anno 2008 per la gestione della Riserva Fondo Lire UNRRA. Con direttiva del Sig. Ministro, datata 22 febbraio 2008 , registrata alla Corte dei Conti il 27 marzo 2008, Reg. n. 3, Fog. n. 250, emanata ai sensi dell’art. 8 del D.P.C.M. 20 ottobre 1994 n. 755, recante disposizioni sulle modalità per il perseguimento dei fini della Riserva Fondo Lire UNRRA, sono stati determinati, per l’anno 2008, gli obiettivi generali per la gestione del suindicato Fondo, nell’ambito dei quali sono state individuate le priorità ed i criteri per l’assegnazione dei contributi da destinare ai seguenti interventi: 1. gli interventi rivolti alla integrazione degli immigrati nel contesto sociale e finalizzati alla prevenzione di situazioni e comportamenti a rischio di devianza, abbandono e degrado sociale, che potrebbero incidere sul livello di coesione sociale generando incertezze e perdita di senso di sicurezza nei cittadini e, soprattutto, in quelli appartenenti alle fasce più deboli, maggiormente esposti alle tensioni derivanti dal mancato inserimento dello straniero nel tessuto sociale. In particolare, i progetti dovranno riguardare: - l’integrazione culturale e linguistica - la formazione professionale e l’avviamento al lavoro - il sostegno socio-assistenziale; 2. i progetti per realizzazione o potenziamento dei servizi socio-assistenziali in favore di minori, anziani e disabili. Nell’attirare l’attenzione delle SS.LL. sul contenuto della direttiva, allegata in copia, con la presente circolare si forniscono le necessarie indicazioni circa le modalità stabilite per accedere ai finanziamenti sopraindicati ed i requisiti richiesti per i progetti da presentare. 1) DESTINATARI 61 Come per l’anno 2007 risultano coinvolti nella procedura finalizzata al conferimento dei contributi i Consigli Provinciali Territoriali per l’Immigrazione, essendo stata ad essi affidata la progettazione relativa agli interventi di cui al punto 1) della direttiva. Pertanto, gli enti pubblici interessati dovranno inviare ai citati Organismi provinciali articolate proposte progettuali che, ove ritenute valide, saranno opportunamente esaminate, elaborate e trasfuse nei progetti che, una volta finanziati secondo le modalità appresso indicate, dovranno essere eseguiti dall’ente proponente. Per la stessa tipologia di interventi potranno presentare progetti anche gli organismi privati aventi personalità giuridica ovvero regolarmente costituiti ai sensi degli articoli 14 e seguenti del codice civile o con requisiti espressamente previsti dalle specifiche legislazioni del settore e che svolgano da almeno 5 anni attività rientranti nello specifico settore. Per gli interventi di cui al punto 2), potranno, invece, produrre progetti – e quindi ottenere il contributo – sia gli organismi privati in possesso dei sopra precisati requisiti, sia gli enti pubblici per i quali si prescinde, in tal caso, dal concorso dei Consigli Provinciali Territoriali per l’Immigrazione. 2) REQUISITI DEI PROGRAMMI I programmi ben articolati, ed ampiamente descritti nei contenuti, nei costi e negli obiettivi, dovranno espressamente indicare, pena l’esclusione, la tipologia di intervento cui fa riferimento il progetto, il numero dei soggetti destinatari e, in caso di acquisto di mezzi di trasporto, apparecchiature od altri materiali destinati ai servizi, le loro caratteristiche tecniche. Non saranno ammesse le istanze concernenti progetti la cui attività è stata già eseguita e le relative spese già sostenute, né le istanze i cui progetti prevedono oneri di personale da assumere in pianta stabile. Inoltre non saranno accettate le richieste relative al finanziamento di porzioni di progetti già esistenti. Ai sensi dell’art. 6, comma 1, del Regolamento citato in premessa, le spese ammesse a finanziamento, in relazione alle due tipologie di interventi previste, sono: - spese per potenziare i centri socio-assistenziali e riabilitativi, comprese quelle di costruzione, di ampliamento e di ristrutturazione, nonché spese per attrezzature ed arredamenti; - spese di funzionamento di centri e servizi socio-assistenziali, comprese quelle per apparecchiature, strumentazioni, mezzi materiali e per l’acquisto di mezzi di trasporto o automezzi destinati ai servizi, nonché per il rimborso ad operatori e volontari e per spese di informatizzazione dei servizi, con esclusione di veri e propri oneri di ordinaria gestione. Infine l’attività progettuale per cui si chiede il contributo deve essere compatibile con i fini istituzionali dell’Ente proponente e nel caso di interventi o lavori strutturali, i progetti devono essere corredati di apposita certificazione, da produrre ai sensi della normativa vigente, ex D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445. Detta certificazione riguarda l’assolvimento degli adempimenti di legge prescritti da specifiche normative di settore (concessioni, licenze, autorizzazioni di autorità locali etc.). 3) TERMINI E MODALITA’ DI FORMULAZIONE DELLE ISTANZE DI CONTRIBUTO Per gli interventi di cui al punto 1) della direttiva, i progetti elaborati dai Consigli Provinciali Territoriali per l’Immigrazione dovranno essere trasmessi agli enti proponenti i quali potranno presentare alla competente Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo la richiesta di contributi con le modalità appresso specificate e valide per la generalità dei casi. La domanda redatta in carta semplice, sottoscritta dal legale rappresentante dell’ente deve contenere quanto di seguito specificato: • tipologia dell’intervento che si intende realizzare, previsto nella direttiva; • curriculum esperienze nel settore specifico (solamente per gli organismi privati); • relazione analitica del singolo progetto che si intende realizzare con l’indicazione del finanziamento che si chiede, specificando le risorse proprie ad esso destinate e con l’indicazione delle spese che comporta, supportate obbligatoriamente da idonea documentazione (preventivi di spesa di ditte specializzate, computo metrico, etc.). L’assenza di uno solo dei preventivi determinerà l’esclusione dalla partecipazione al finanziamento. • attestazione, resa nelle forme dell’autocertificazione, ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, artt. 45/46, circa la qualità di legale rappresentante dell’ente e la assenza di altri finanziamenti pubblici a sostegno delle attività per le quali viene chiesto il contributo; • specificazione dell’entità del concorso di risorse finanziarie da parte del richiedente il contributo. Al riguardo si precisa che in caso di interventi o lavori strutturali su immobili, il valore di questi ultimi non può essere considerato quale partecipazione al finanziamento (cofinanziamento). 62 Inoltre si chiede: - per gli enti pubblici delibera relativa all’approvazione del progetto; - per gli enti privati copia conforme dell’atto costitutivo e statuto. Per entrambi gli Enti si chiede: - attestazione, da presentare nelle forme di cui sopra, circa la situazione economico-finanziaria dell’ente nell’ultimo triennio con l’indicazione del risultato di esercizio conseguito; - elenco delle attrezzature possedute o disponibili per svolgere le attività oggetto di contributo; - dichiarazione a firma del legale rappresentante, sempre nelle modalità di cui sopra, che attesti di essere in regola con le norme di lavoro e con la normativa che disciplina il diritto al lavoro dei disabili; - numero del fax cui far pervenire al legale rappresentante eventuali comunicazioni in merito all’erogazione del contributo. Tutte le autocertificazioni devono essere prodotte facendo esplicito richiamo agli artt. 75 e 76 del summenzionato D.P.R. 445/2000. Saranno escluse tutte le istanze prive della succitata documentazione. Per gli enti pubblici si precisa che la delibera summenzionata deve riguardare specificatamente l’approvazione del progetto oggetto di contributo. Si precisa, altresì, che non saranno considerate le determinazioni a firma dei responsabili dei settori. La domanda inoltre, contenente l’indicazione tassativa per gli enti locali del numero di conto di tesoreria unica, nonché per gli altri organismi del codice fiscale e degli estremi del conto corrente bancario (codice IBAN) o altra forma di accreditamento, deve essere presentata esclusivamente a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento entro il 30 giugno 2008, pena l’esclusione, alla Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo competente. Al riguardo si precisa che non verrà accolta documentazione integrativa trasmessa oltre il termine suindicato. Il summenzionato Ufficio provvederà ad acquisire il parere del Consiglio Provinciale Territoriale per l’Immigrazione sull’accoglimento delle istanze presentate dagli organismi privati per gli interventi di cui al punto 1) della direttiva, con particolare cura nell’accertamento della validità, della serietà dell’iniziativa proposta e della sua rispondenza ai programmi indicati nella direttiva stessa. Sulla base degli stessi parametri, il medesimo Ufficio esprimerà il proprio parere in ordine ai progetti relativi agli interventi di cui al punto 2); non formulerà, invece, alcun parere sui progetti predisposti dai Consigli Provinciali Territoriali per l’Immigrazione e presentati, per la richiesta di contributi, dagli enti pubblici. Esperita la necessaria e rigorosa istruttoria, la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo dovrà trasmettere al Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, tassativamente entro e non oltre il 30 luglio 2008 l’intero carteggio per i successivi adempimenti di competenza. 4) COMMISSIONE CENTRALE Viene istituita una Commissione presieduta dal Vice Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione e composta da un funzionario prefettizio e da un dirigente di II^ fascia dell’Area I dell’Amministrazione civile dell’Interno, designati dal Capo del Dipartimento medesimo, con il compito di valutare i progetti e di formulare la graduatoria. Quest’ultima sarà determinata mediante l’applicazione dei seguenti criteri di valutazione: • Concorso di risorse da parte degli enti ed organismi richiedenti il contributo: per un cofinanziamento dell’importo progettuale uguale o maggiore: al 50%.................................punti 40 al 40% ......………………......... punti 30 al 30% ..…………………...........punti 20 al 20%................................ punti 10 inferiore al 20%....................punti 0 • Qualità delle attività progettuali fino a punti………………………………………………….…....30 • Valutazione rapporto costo/numero beneficiari dell’intervento fino a punti……………………………………………………….20 • Strutture ed attrezzature possedute o disponibili per svolgere le attività oggetto di contributo fino a punti………………………………………………………..10 63 A parità di punteggio tra organismi privati saranno preferiti gli enti senza scopo di lucro. La Commissione, esaminati gli atti pervenuti dalle Prefetture-Uffici Territoriali del Governo, ove ritenuto necessario, potrà disporre specifici accertamenti prima di decidere sulle istanze. Alle riunioni della Commissione partecipa, con funzioni consultive, un rappresentante dell’A.N.C.I.. 5) MOTIVI DI INAMMISSIBILITA’ Non verranno prese in considerazione le domande che, oltre ad essere prive dei requisiti e dei documenti richiesti al precedente punto 2) e 3) risulteranno: • corredate di progetti formulati in modo generico, non descrittivo o rivolte ad unico destinatario; • corredate, ove si richieda la deliberazione, di delibere generiche e non riferite temporalmente all’anno 2008 e/o non firmate; • prive della firma del legale rappresentante; • non conformi alla tipologia degli interventi indicata nella direttiva del Sig. Ministro. Inoltre, non verranno esaminate le istanze degli enti che hanno beneficiato, negli anni 2005 e precedenti, di contributi UNRRA e non hanno presentato, entro il 30 maggio 2008, il rendiconto a discarico delle somme percepite. 6) EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI Sulla base della graduatoria formulata dalla Commissione e nel limite delle somme disponibili, il Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione provvederà ad attribuire i finanziamenti per l’importo richiesto al netto del cofinanziamento, fermo restando il tetto massimo di € 200.000,00. L’elenco dei beneficiari dei contributi sarà pubblicata sul sito web del Ministero dell’Interno. 7) CONTROLLI E SANZIONI Di quanto sopra, il responsabile del procedimento provvederà poi a darne comunicazione agli interessati per il tramite delle competenti Prefetture–Uffici Territoriali del Governo. Le spese finanziate sono soggette, ai sensi dell’art. 7 del succitato regolamento, all’ordinario controllo contabile. A tal fine i beneficiari dei contributi dovranno tempestivamente comunicare i tempi per la realizzazione del progetto e, successivamente, trasmettere una relazione contenente elementi utili ai fini della valutazione del raggiungimento degli obiettivi previsti nell’istanza di contributo, corredata da un prospetto analitico delle spese sostenute nonché dalla relativa documentazione giustificativa. La suddetta documentazione dovrà, comunque, essere trasmessa entro sessanta giorni dall’ultimazione del progetto per il tramite della competente Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo. Nel caso se ne ravvisi la necessità, il Dipartimento potrà disporre accertamenti intesi a verificare l’effettivo e corretto impiego del contributo per le attività programmate, adottando qualora gli esiti di tali accertamenti lo richiederanno, i provvedimenti di revoca e di ripetizione dei contributi a norma di legge. Nel comunicare che la presente circolare e la direttiva del Sig. Ministro sono immediatamente consultabili sul sito web del Ministero dell’Interno, si invitano le SS.LL. a dare alle stesse opportuna forma di pubblicità e diffusione a livello locale. IL CAPO DIPARTIMENTO (F.to Morcone) Assistenza sanitaria per cittadini stranieri per i cittadini stranieri, comunitari e non, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) garantisce tutta l’assistenza sanitaria prevista dal nostro ordinamento e comporta parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, per quanto attiene all’obbligo contributivo, all’assistenza erogata in Italia dallo stesso S.S.N. ed alla sua validità temporale. 1. Chi ha l’obbligo di iscriversi al S.S.N. I cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno che svolgono regolare attività di lavoro subordinato, autonomo o che siano iscritti alle liste di collocamento; i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti o quelli che abbiano chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza o per motivi religiosi; 64 i familiari a carico (regolarmente soggiornanti) dei cittadini stranieri rientranti nelle categorie sopra indicate. Non hanno obbligo di iscriversi al S.S.N. i cittadini stranieri non rientranti fra le suddette categorie, anche se devono assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità mediante stipula di polizza assicurativa valida sul territorio italiano, anche per i familiari a carico. 2. Dove ci si iscrive Per iscriverti al S.S.N. devi recarti presso la ASL del territorio in cui sei residente ovvero presso quella in cui hai effettiva dimora (indicata nel permesso di soggiorno), munito di: • documento di identità personale; • codice fiscale; • permesso di soggiorno; • autocertificazione di residenza o dimora (si considera dimora abituale l’ospitalità da più di tre mesi presso un centro d’accoglienza). Al momento dell’iscrizione potrai scegliere il medico di famiglia o il pediatra per i tuoi figli. 3. Che validità ha l’iscrizione L’iscrizione è valida per tutta la durata del permesso di soggiorno e non decade nella fase di rinnovo del medesimo: può essere, quindi, rinnovata anche presentando alla ASL la documentazione comprovante la richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno; in caso di mancato rinnovo o di revoca del permesso di soggiorno, o in caso di espulsione, l’iscrizione cessa, salvo che l’interessato comprovi di aver presentato ricorso contro i suddetti provvedimenti. 4. A cosa hai diritto All’atto dell’iscrizione riceverai un documento, il “Tesserino sanitario personale”, che ti dà diritto a ricevere gratuitamente, ovvero dietro pagamento – dipende dalla Regione in cui ti trovi - di una quota a titolo di contributo (ticket sanitario), le seguenti prestazioni: visite mediche generali in ambulatorio e visite mediche specialistiche, visite mediche a domicilio, ricovero in ospedale, vaccinazioni, esami del sangue, radiografie, ecografie, medicine, assistenza riabilitativa e protesica. CITTADINI STRANIERI NON ISCRITTI AL S.S.N. Se sei regolarmente soggiornante e non rientri tra coloro che sono obbligatoriamente iscritti al S.S.N., ti sono concesse due possibilità: a) iscriverti facoltativamente al S.S.N., insieme ai tuoi familiari, se presenti in Italia. Puoi ottenere l’iscrizione volontaria se: hai un permesso di soggiorno superiore a tre mesi (con l’eccezione se hai un permesso di studio); sei iscritto, insieme ai tuoi familiari, negli elenchi degli assistibili dell’ASL di residenza o, nei casi di prima iscrizione, di domicilio indicato sul tuo permesso di soggiorno. L’iscrizione non è possibile se sei titolare di un permesso di soggiorno per motivi di cura. In questo caso le prestazioni sanitarie ti saranno garantite dietro pagamento all’ASL delle tariffe previste per legge, che possono cambiare a seconda della Regione in cui ti trovi. Se sei privo delle risorse economiche sufficienti ti saranno comunque assicurate le prestazioni ambulatoriali, ospedaliere urgenti o comunque essenziali, o continuative, per malattia o infortunio e i programmi di medicina preventiva (per es. vaccinazioni), nei presidi sanitari pubblici o privati accreditati. b) assicurarti contro il rischio di malattia, infortunio e per la maternità mediante la stipula di apposita polizza assicurativa con un Istituto assicurativo italiano o straniero, valida sul territorio nazionale. Quali sono le prestazioni comunque garantite quelle a tutela sociale della gravidanza e della maternità; quelle a tutela della salute del minore; le vaccinazioni, secondo la normativa e nell’ambito delle campagne di prevenzione collettiva autorizzate dalle Regioni; gli interventi di profilassi internazionale; la profilassi, la diagnosi e la cura di malattie infettive. Puoi attestare lo stato di indigenza e la relativa impossibilità ad adempiere al pagamento delle prestazioni fornite dal S.S.N. attraverso una apposita autodichiarazione, da presentare alla struttura sanitaria che poi eroga la prestazione. STRANIERI IRREGOLARMENTE PRESENTI Se non sei in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, hai diritto comunque alle cure 65 ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali, anche se continuative, per malattia e infortunio, nelle strutture pubbliche o private convenzionate. A tal fine dovrai richiedere presso qualsiasi ASL un tesserino, chiamato S.T.P. (Straniero Temporaneamente Presente), valido sei mesi ma rinnovabile. Per ottenerlo dovrai dichiarare: • le tue generalità • di non possedere risorse economiche sufficienti. Puoi anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l'indicazione del tuo nome e cognome. Con il tesserino S.T.P. hai diritto: • all'assistenza sanitaria di base; • ai ricoveri urgenti e non e in regime di day-hospital; • alle cure ambulatoriali e ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, anche se continuative, per malattie o infortunio. L'accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche autorità. Tieni comunque presente che in alcuni casi (motivi di ordine pubblico o per altri gravi motivi) la Pubblica Autorità potrà ottenere il referto, come avviene anche con i cittadini italiani. INGRESSO E SOGGIORNO PER OTTENERE CURE MEDICHE 1.Dove e come si richiede il visto d’ingresso Se intendi ricevere cure mediche in Italia puoi richiedere, insieme eventualmente ad un accompagnatore, uno specifico visto d’ingresso alla competente rappresentanza diplomatica o consolare italiana presente nel tuo Paese. Una volta entrato nel territorio dello Stato, entro 8 giorni, devi richiedere lo specifico permesso di soggiorno alla Questura del luogo dove intendi usufruire delle cure. Se non lo farai, la tua posizione sarà considerata irregolare 2. Documentazione necessaria Devi a tal fine produrre la seguente documentazione: certificazione sanitaria, attestante la tua patologia; dichiarazione della struttura sanitaria italiana prescelta, pubblica o privata appositamente accreditata, che indichi tipo di cura, data d’inizio e durata presumibile della stessa e dell’eventuale degenza prevista; attestazione dell’avvenuto deposito, a favore della struttura prescelta, di una somma cauzionale (30% del costo complessivo) sulla base del costo presumibile delle prestazioni richieste; documentazione comprovante la disponibilità in Italia di risorse sufficienti per l’integrale pagamento delle spese sanitarie e di quelle di vitto e alloggio fuori dalla struttura sanitaria; documentazione comprovante la disponibilità di risorse sufficienti per il viaggio di rimpatrio per te e per il tuo eventuale accompagnatore. N.B.: La certificazione rilasciata all'estero deve essere corredata di traduzione in lingua italiana. Fortress Europe Fortress Europe è una rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della frontiera: 12.012 morti, di cui 4.255 dispersi. Sono soprattutto naufragi, ma anche incidenti stradali di tir carichi di uomini nascosti insieme alle merci. È il caldo nel Sahara o le nevi dei valichi montuosi, sono le mine dei campi di Evros, in Grecia, sono gli spari della polizia marocchina, dell'esercito turco o le torture delle carceri in Libia e Algeria. Per chi viaggia da sud, in un modo o nell´altro, di frontiera non è difficile morire... www.fortresseurope.blogspot.com Fortezza Europa Morire di frontiera. Accade da vent'anni lungo i confini dell'Europa. Sono soprattutto naufragi, ma non mancano incidenti stradali, morti di stenti nel deserto come tra le nevi dei valichi montuosi, piuttosto che uccisi da un'esplosione negli ultimi campi minati in Grecia, dagli spari dell'esercito turco o dalle violenze della polizia in Libia. Fortress Europe è una rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della frontiera: 12.012 morti documentate, tra cui si contano 4.255 dispersi. Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 8.315 persone. Metà delle 66 salme (4.255) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 2.511, tra cui 1.549 dispersi. Altre 70 persone sono morte navigando dall'Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.091 persone di cui 1.986 risultano disperse. Nell'Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, hanno perso la vita 895 migranti, tra i quali si contano 461 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia, negli anni passati sono morte 603 persone, delle quali 220 sono disperse. Inoltre, almeno 597 migranti sono annegati sulle rotte per l'isola francese di Mayotte, nell'oceano Indiano. Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 146 le morti accertate per soffocamento o annegamento. Per chi viaggia da sud il Sahara è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Il grande deserto separa l'Africa occidentale e il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro. Qui dal 1996 sono morte almeno 1.587 persone. Ma stando alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi morti. Pertanto le vittime censite sulla stampa potrebbero essere solo una sottostima. Tra i morti si contano anche le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di Tripoli, Algeri e Rabat, abituati da anni ad abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di persone in zone frontaliere in pieno deserto In Libia si registrano gravi episodi di violenze contro i migranti. Non esistono dati sulla cronaca nera. Nel 2006 Human rights watch e Afvic hanno accusato Tripoli di arresti arbitrari e torture nei centri di detenzione per stranieri, tre dei quali sarebbero stati finanziati dall'Italia. Nel settembre 2000 a Zawiyah, nel nord-ovest del Paese, vennero uccisi almeno 560 migranti nel corso di sommosse razziste. Viaggiando nascosti nei tir hanno perso la vita in seguito ad incidenti stradali, per soffocamento o schiacciati dal peso delle merci 283 persone. E almeno 182 migranti sono annegati attraversando i fiumi frontalieri: la maggior parte nell'Oder-Neisse tra Polonia e Germania, nell'Evros tra Turchia e Grecia, nel Sava tra Bosnia e Croazia e nel Morava, tra Slovacchia e Repubblica Ceka. Altre 112 persone sono invece morte di freddo percorrendo a piedi i valichi della frontiera, soprattutto in Turchia e Grecia. In Grecia, al confine nordorientale con la Turchia, nella provincia di Evros, esistono ancora i campi minati. Qui, tentando di attraversare a piedi il confine, sono rimaste uccise 88 persone. Sotto gli spari della polizia di frontiera, sono morti ammazzati 192 migranti, di cui 35 soltanto a Ceuta e Melilla, le due enclaves spagnole in Marocco, 50 in Gambia, 40 in Egitto e altri 32 lungo il confine turco con l'Iran e l'Iraq. Ma ad uccidere sono anche le procedure di espulsione in Francia, Belgio, Germania, Spagna, Svizzera e l'esternalizzazione dei controlli delle frontiere in Marocco e Libia. Infine 41 persone sono morte assiderate, viaggiando nascoste nel vano carrello di aerei diretti negli scali europei. E altre 23 hanno perso la vita viaggiando nascoste sotto i treni che attraversano il tunnel della Manica, per raggiungere l'Inghilterra, cadendo lungo i binari o rimanendo fulminati scavalcando la recinzione del terminal francese, oltre a 12 morti investiti dai treni in altre frontiere e 3 annegati nel Canale della Manica. RAPPORTO MARZO 2008 - 23 morti nel Mediterraneo, tre morti ammazzati sotto gli spari della polizia egiziana, decine di dispersi in sei naufragi fantasma in Spagna, Sahara occidentale, Algeria e Turchia, e almeno 128 profughi somali annegati al largo dello Yemen. Sconcerto per un rapporto sulle condizioni di detenzione dei migranti in Turchia. Ecre chiede all’Ue di sospendere le riammissioni in Grecia. Intanto il Parlamento si appresta a varare la direttiva sulle espulsioni mentre la Svizzera annuncia l’utilizzo del taser contro gli immigrati e in Spagna tre agenti sono accusati di omicidio. Speciale musica: i testi delle canzoni algerine che cantano la rabbia degli harragas 28/04/08 Turchia 25/04/08 Italia 24/04/08 Tunisia 23/04/08 Spagna 21/04/08 Spagna 17/04/08 Egitto 09/04/08 Algeria Durante un’espulsione in Iraq, la polizia turca getta 18 uomini in un fiume lungo la frontiera a Habur, nella provincia di Sirnak. In 4 muoiono annegati Due uomini finiscono in mare durante le operazioni di salvataggio di una nave, 80 miglia a sud di Lampedusa. Nonostante i soccorsi, uno dei due muore annegato Naufragio al largo di Chebba sulle rotte per Lampedusa. 3 morti e 20 dispersi Sale a 5 il bilancio delle vittime del cargo Rosa Delmas Ritrovati a bordo della nave cargo “Rosa Delmas” sbarcata nel porto di Fuerteventura, alle Canarie, i cadaveri di due uomini che viaggiavano nascosti nella stiva insieme ad altre 11 persone, 4 delle quali sono state ricoverate in gravi condizioni di salute Rifugiato eritreo ucciso dagli spari della polizia di frontiera lungo il confine con Israele Naufragio sulle rotte per la Spagna al largo di Béthioua, vicino Oran. Turkish Daily News Ansa Reuters Canarias 7 La Provincia Reuters Algeria Watch 08/04/08 Algeria 02/04/08 Algeria 30/03/08 Spagna 30/03/08 Algeria 27/03/08 Egitto 27/03/08 Sahara occ. 23/03/08 Turchia 18/03/08 Egitto 15/03/08 Turchia 05/03/08 Spagna 03/03/08 Algeria 01/03/08 Spagna 25/02/08 Egitto 19/02/08 Egitto 16/02/08 Egitto 13/02/08 Marocco 06/02/08 Spagna 03/02/08 Spagna 01/02/08 Algeria 30/01/08 Egitto 30/01/08 Grecia 26/01/08 Algeria 22/01/08 Italia 22/01/08 Spagna 22/01/08 Eritrea 19/01/08 Mali 15/01/08 Grecia 13 corpi recuperati vicino al porto e a Mers El-Hadjadj, 3 i dispersi in mare Ripescati in mare, a due miglia da Cap Carbon, nella provincia di El Khabar Arzew, i corpi di 8 uomini annegati sulle rotte per la Spagna Le autorità algerine dichiarano di avere ripescato in mare, sulle rotte per la Spagna e l’Italia, i corpi di 94 migranti nel 2007. E dall’inizio Jana del 2008 le vittime censite sono già 13 Ripescato un cadavere sulle spiagge di Melilla. Un altro corpo era stato trovato a Melilla lo scorso 22 marzo sulla spiaggia di Beni Diario Sur Enzar Partiti tre settimane fa da Mostaganem per la Spagna, 3 uomini di Quotidien Tiaret risultano dispersi in mare. Le salme di altre due vittime, di d’Oran Tiaret e Rahouia, sono state rimpatriate dalla Spagna Due ivoriani ammazzati sotto il fuoco della polizia egiziana mentre Reuters tentavano di valicare la frontiera israeliana lungo il Sinai Ripescati in mare sulle coste di Dakhla i cadaveri di tre uomini e una donna, annegati sulle rotte per le Canarie. I dispersi potrebbero Assabah essere decine Recuperati 6 cadaveri, tra cui quello di una donna somala, Ayse Abdurrahman, al largo di Tekagac, vicino a Didim, nella provincia di Xinhua Aydin, vittime di un naufragio che potrebbe aver fatto altre vittime La polizia egiziana spara su un gruppo di migranti che tentano di valicare la frontiera israeliana. Una donna eritrea di 25 anni muore Reuters ammazzata. È l’ottava vittima dall’inizio dell’anno Naufragio sulle rotte per la Grecia, nella provincia di Hatay. Turkish Press Recuperati 4 cadaveri Due morti ritrovati a bordo di una piroga sbarcata alle Canarie, al Afp porto di Los Cristianos, sull’isola di Tenerife Le Quotidien Ripescato un cadavere lungo le coste di Béthioua, vicino a Oran d’Oran Ripescato il cadavere di una donna, annegata davanti la costa di Abc Caños de Meca, a Barbate, vicino Cádiz Un’altra donna eritrea uccisa sotto gli spari della polizia di frontiera Reuters egiziana lungo il confine con Israele La polizia egiziana ammazza un sudanese, Ermeniry Khasheef, al confine con Israele sparandogli alla schiena mentre tentava di Amnesty superare la barriera di filo spinato vicino Rafah La polizia egiziana ammazza una donna eritrea, Mervat Mer Hatover, al confine con Israele sparandole mentre tentava di saltare la Amnesty barriera di filo spinato nella regione di El Kuntilla nel sud della penisola del Sinai Naufragio nelle acque di Tarfaya sulla rotta per le isole Canarie, 24 Abc dispersi A Ceuta, un uomo muore schiacciato sotto le ruote dell’autobus El Pais turistico sotto il quale si era nascosto per imbarcarsi verso Algeciras Ripescati i cadaveri di due migranti annegati, uno sulla spiaggia di El Pais La Barrosa, a Chiclana (Cadiz) e l’altro davanti a Isleta a Tarifa Naufragio al largo di Annata, sulle rotte per la Sardegna, almeno 6 i Le Quotidien dispersi d’Oran La polizia egiziana ammazza due migranti al confine con Israele a colpi di arma da fuoco. Le vittime sono un ragazzo di 22 anni e una Reuters ragazza di 18. Un altro migrante era stato ucciso all’inizio di gennaio Ritrovato un cadavere sul traghetto di linea Patrasso-Venezia, nella Ekathimerini stiva dove si era nascosto per raggiungere l'Italia Un cadavere ripescato a La Marsa, nel distretto di Ben Azzouz, a Le Quotidien Skikda d'Oran Afgano di 14 anni muore scorticato dall’asfalto, mentre viaggiava nascosto legato sotto un camion partito dalla Grecia e sbarcato ad Romagna Ancona. Il corpo è stato ritrovato a Bertinoro, in provincia di Forlì Oggi Cesena Sbarco a Torre del Puerco, a Conil (Cadiz). L’imbarcazione si rovescia a solo un metro dalla spiaggia, due uomini muoiono El Pais annegati L’esercito eritreo spara su due soldati che stavano disertando Reuters tentando di valicare il confine con l’Etiopia. Uno muore ammazzato Intervistato di ritorno in India, Balihar Singh racconta di aver perso 8 compagni di viaggio quattordici mesi prima, nel 2006 morti di Le Monde stenti attraversando il deserto del Sahara per raggiungere le coste del Mediterraneo Si rovescia un’imbarcazione mentre tentava di attraversare il fiume Ana Evros, che separa la Turchia dalla Grecia. Una donna muore 15/01/08 13/01/08 11/01/08 10/01/08 06/01/08 04/01/08 28/12/07 28/12/07 31/12/07 26/12/07 26/12/07 24/12/07 19/12/07 18/12/07 12/12/07 10/12/07 10/12/07 10/12/07 10/12/07 09/12/07 06/12/07 05/12/07 04/12/07 04/12/07 01/12/07 29/11/07 16/11/07 14/11/07 14/11/07 13/11/07 10/11/07 10/11/07 annegata nelle acque gelate Sale a 8 il numero di cadaveri recuperati lungo le coste di Barbate, El Pais in Andalusia, dall’inizio dell’anno Spagna Soccorsa un’imbarcazione 90 miglia a sud dell’isola di Gran Canaria. El Pais A bordo 3 morti Italia Un uomo si tuffa in mare da un gommone alla deriva, 50 miglia a sud di Lampedusa, per raggiungere a nuoto un vicino peschereccio e chiedere aiuto. Ma appena a bordo viene ributtato in mare dal Repubblica comandante Mariano Ruggiero dopo una colluttazione e muore annegato Spagna Ritrovato un settimo cadavere a Barbate Abc Spagna Scoperti a Los Caños, Barbate, i cadaveri di sei migranti annegati El Pais Sahara Occidentale Recuperati da una barca di pescatori, i resti di 4 migranti annegati, Panapress 270 km a sud di Dakhla, al largo di Cap Barbars Grecia Due imbarcazioni si rovesciano nel fiume Evros, al confine tra Anatolia Turchia e Grecia, causando un morto annegato e alcuni dispersi Spagna Ripescato il cadavere di un ragazzo nel porto di Ceuta, annegato Abc mentre tentava di raggiungere una nave di linea diretta in Spagna Algeria Le autorità algerine dichiarano di aver recuperato i cadaveri di 83 Le Quotidien migranti annegati nel 2007. Erano stati 73 nel 2006 e 29 nel 2005 d’Oran Tunisia 2 morti e 3 dispersi dopo un naufragio al largo di Sfax As-Sabah Turchia Ritrovato sulla costa di Ceçme, il cinquantunesimo cadavere del Turkish Daily naufragio di Izmir del 10 dicembre News Grecia Pescatore trova un cadavere al largo dell'isola di Lesvos e soccore Kathimerini un naufrago che parla di 31 uomini finiti in mare e dati per dispersi Turchia Ritrovato il cadavere dell'ottava vittima del naufragio di ieri a Kathimerini Bodrum Turchia Diretta all'isola greca di Kos, imbarcazione si rovescia in mare al Turkish Daily largo di Bodrum, 7 morti e 1 disperso News Algeria Gommone alla deriva soccorso dalla nave metaniera algerina Le Quotidien "Abbane Ramdane", 30 miglia al largo di Cap Falcon, sulle rotte per d'Oran la Spagna. 3 i cadaveri ritrovati Turchia Naufragio a Izmir sulla rotta per l’isola greca di Hios. 50 cadaveri Turkish Daily recuperati, 29 i dispersi in mare News Senegal Partita dall’isola di Djogué, in Casamance, e diretta alla Canarie, una piroga con 130 passeggeri fa ritorno a Yoff Tonghor, a Dakar, dopo Walfadjri 12 giorni alla deriva. Un morto a bordo, altri 39 cadaveri abbandonati in mare Sahara occ. Naufragio al largo di Dakhla, sulla rotta per le Canarie. Nessun El Pais superstite tra i 50 passeggeri. Solo 6 i cadaveri recuperati Algeria Ripescato nelle acque di Bouzedjar il cadavere di un uomo annegato Le Quotidien sulle rotte per la Spagna d'Oran Spagna Un morto a bordo di una piroga arrivata sull’isola El Hierro alle El Pais Canarie Grecia Cargo carico di migranti sbarca sull’isola di Creta, a Kato Zakros, In Lasithi. A bordo viene trovato uno dei passeggeri morto Spagna 3 morti a bordo delle ultime due barche arrivate a Tenerife, nelle El Pais isole Canarie Francia Motovedetta della polizia francese sperona barca di migranti proveniente delle isole Comore, al largo dell'isola francese di Le Monde Mayotte, 2 morti e 8 dispersi in mare Algeria Soccorsa dalla nave olandese Fairepartner un’imbarcazione finita Le Quotidien alla deriva sulla rotta per la Spagna, 76 miglia a nord di d’Oran Mostaganem. Ripescato un cadavere, 11 i dispersi in mare Spagna Soccorsa barca al largo di Las Palmas, alle Canarie, 2 morti a bordo El Pais Algeria Ritrovato un cadavere lungo le spiagge di Marsa, 30 km ad ovest di Le Quotidien Ténès d’Oran Cipro Un agente della polizia spara su un migrante a un posto di blocco e Turkish Daily lo uccide News Algeria Ripescato sulla spiaggia di Draouch, a Ghazaouet, il corpo di un Le Quotidien uomo annegato sulle rotte per la Spagna d’Oran Marocco Naufragio a Sidi Ifni, 100 km a sud di Agadir. Recuperati 6 cadaveri, Canarias 7 30 i dispersi Gambia Naufragio 1.700 km a sud delle Canarie. Recuperati 8 cadaveri, 50 i Afrol News dispersi in mare Mauritania Morti 5 dei sopravvissuti di La Güera. Erano ricoverati all’ospedale di Abc Nouadhibou Spagna Recuperati a Alborán, vicino El Ejido, in Andalusia, i cadaveri di 2 uomini e una donna. Già 9 i corpi ripescati dal primo ottobre sul Abc litorale di Almeria Spagna 09/11/07 Grecia 06/11/07 Mauritania 06/11/07 Italia 02/11/07 Italia 31/10/07 Italia 30/10/07 Italia 28/10/07 Italia 28/10/07 Italia 25/10/07 Spagna 22/10/07 Grecia 22/10/07 Senegal 18/10/07 Libia 16/10/07 Tunisia 16/10/07 Spagna 15/10/07 Spagna 14/10/07 Egitto 11/10/07 09/10/07 Italia Spagna 01/10/07 01/10/07 Malta Turchia Polizia spara su due migranti entrati illegalmente a piedi dalla Abc frontiera albanese, vicino Florina. Un morto Soccorsa a La Güera, al confine col Sahara occidentale, una piroga alla deriva da tre settimane dopo un guasto al motore sulla rotta per le Canarie. A bordo 101 superstiti. Gettati in mare i corpi di 56 El Pais migranti morti di stenti durante il viaggio. Erano partiti da Ziguinchor, in Senegal Ripescato un cadavere a Cittadella dei Maccheri, in contrada San Adnkronos Lorenzo, in provincia di Siracusa. Sale così a 16 il numero dei cadaveri rinvenuti del naufragio di Vendicari Avvistato tra Marzamemi e Marina di Avola il corpo della tredicesima Ansa vittima del naufragio di domenica scorsa al largo di Siracusa Ripescati altri 2 corpi a Roccella Jonica, in Calabria. Sale a 11 il Adnkronos numero totale delle vittime accertate del naufragio Ritrovati altri 2 corpi nel mare di Marina di Gioiosa Jonica, a poca Agi distanza da Roccella Jonica. Il bilancio è di 9 morti e 20 dispersi Affonda gommone nel mare agitato nelle acque di Siracusa, in Repubblica Sicilia. Recuperati 9 cadaveri a Vendicari, 8 i dispersi Nave di 20 metri si spezza in tre urtando contro una secca a 200 Repubblica metri dalla costa di Roccella Ionica, in Calabria. I 150 passeggeri finiscono in mare. Recuperati 7 cadaveri Il peschereccio “Tiburón III” soccorre imbarcazione alla deriva al El Pais largo di Capo Verde, a 300 miglia dal Senegal. A bordo l’unico superstite e 7 cadaveri, almeno 50 i dispersi Si rovescia imbarcazione nel mare in tempesta al largo di Samos, 17 Kathimerini dispersi Affonda piroga diretta alle Canarie, spezzata sotto il peso dei 160 passeggeri dalle onde del mare in tempesta. Ne danno notizia i Seneweb familiari dei 150 dispersi, che venerdì scorso hanno celebrato a Kolda dei funerali collettivi Fonti ufficiali libiche citate dall’agenzia Frontex parlano di 360 cadaveri di migranti recuperati nel 2006. Il rapporto però non Il Manifesto specifica come siano morti, probabilmente nella traversata del deserto Tre corpi ripescati sulle coste di Sejnane, nel nord est del paese Quotidien d’Oran Recuperato un quarto cadavere dalle reti del peschereccio “La El Mundo Pastora”, a Cabo de Gata, Almeria Muore di disidratazione all’ospedale di “La Candelaria” uno dei 90 El Pais passeggeri di una piroga soccorsa il 14 ottobre 14 miglia a sud di Tenerife, alle Canarie La polizia egiziana spara contro un rifugiato sudanese lungo il Ahn confine con Israele e lo uccide Recuperato un cadavere 5 miglia a sud di Lampedusa Ansa Recuperato un cadavere in avanzato stato di decomposizione tra le El Mundo reti del peschereccio “La Pastora”, a Níjar, vicino Almería. È il terzo corpo ripescato in una settimana Avvistato un cadavere 105 miglia a sud ovest di Malta Adnkronos Naufragio nella provincia di Balikesir, 16 dispersi in mare