tutti noi abbiamo un'origine comune,
siamo tutti figli dell'evoluzione dell'universo,
dell'evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli
(Margherita Hack)
1
PREGIUDIZI & INTERCULTURALITA'
sempre la rassegnazione nei confronti delle
Parlare
di
pregiudizi
...sembra
facile,
culture considerate dominanti e dall'altra il rifiuto
razionalmente è facile capirne il significato: un
della diversità vissuta come svilente, aggressiva,
carico di emozioni per lo più negative che nascono
addirittura ingombrante.
prima di ogni valutazione, lontane dalle
Sembra che la società cosiddetta civile non riesca
esperienze dirette … giudizi nei confronti di
a comprendere il valore di quella diversità che
persone e o situazioni che per lo più trovano le
dentro di noi rimane concettualmente sorpassata,
loro radici nell'insoddisfazione individuale e di
obsoleta, superata dalla nostra storia... come se
gruppo.
Un'insoddisfazione
quasi
sempre
esistesse solo la nostra storia!
derivante da una deprivazione relativa, ossia da
Una storia tra l'altro che ha condotto ad un utilizzo
un vissuto non corrispondente al reale.
della tecnologia in maniera disumanizzante, tanto
Un'insoddisfazione che rappresenta il frutto
da avere conquistato il dominio dell'essere umano.
dell'immaginario sviluppato in difesa di sé e di ciò
Parlo di dominio in quanto l'elevato livello
che viene percepito come proprietà al di là
tecnologico cui il nostro contesto sociale è giunto
dell'oggettività.
sta cancellando o svilendo l'aspetto umano, va al
I pregiudizi non sono supportati da alcuna
di là dell'individuo sostenuta da una sola finalità: il
cognizione, verifica o confronto, rappresentano
profitto economico che rappresenta a tutt'oggi il
solo una sterile sentenza di accusa orientata a
motore del pianeta.
creare ostilità nei confronti di una persona
La soggettività è diventata oggettività a tutti i
appartenete ad un gruppo … un gruppo quasi
costi venendo ad inquinare la libertà nella sua
sempre vissuto come estraneo, nei confronti del
espressione più umana.
quale non sembra possibile creare difese
Mi pare doveroso, conseguentemente a queste
adeguate se non appunto… aperta ostilità
valutazioni, domandarsi se e come questo nostro
sostenuta dalla paura.
contesto sociale stia perseguendo un obiettivo di
La paura del diverso, la paura delle culture da noi
libertà o di schiavitù.
vissute come “altre”, come perdenti, sconfitte in
Libertà e schiavitù che riportate concettualmente
partenza ... Noi tendiamo a partire sempre dal
alle antiche civiltà dove si prevedeva la netta
presupposto che la nostra sia la cultura
distinzione tra una piccola privilegiata percentuale
dominante, una cultura che si basa sull'economia,
di individui considerati liberi, i detentori della
sulla tecnologia e sulla forza militare.
cultura e della saggezza perseguiti con la
Non vi è confronto o scambio e non lo si
contemplazione o comunque con il distacco dagli
contempla nemmeno, in quanto il processo di
affari terreni ed una stragrande maggioranza di
immigrazione è unilaterale - da Sud a Nord, da Est
schiavi che con il loro sacrificio creavano le
a Ovest; forse la comprensione potrebbe prendere
condizioni ideali affinché i pochi potessero godere
avvio stimolando l'integrazione culturale solo se i
dei loro privilegi … non viene spontaneo
processi migratori fossero bidirezionali.
domandarsi che cosa nel nostro splendido ed
Però … non mi pare che nella storia della civiltà si
avanzatissimo 3° millennio è cambiato, visto che
siano mai verificati processi di migrazione tali da
un 20% di privilegiati vive e sfrutta un 80% di
essere considerati democratici, tutti in un modo o
schiavi ?
nell'altro sono avvenuti in maniera forzata, cause:
È vero… non li chiamiamo più schiavi, anzi …
la miseria materiale, le persecuzioni politiche o
quanto ci adoperiamo con il nostro buonismo a
religiose, la tratta degli schiavi …
basso costo a migliorare la loro qualità di vita …
sempre però utilizzando l'unilateralità nel
Tutto sarebbe diverso se la migrazione fosse
rapporto.
l'esito di libera scelta di spostamento in un
Distribuiamo doni, conoscenza, rifiuti, democrazia
contesto globale ove tutti i soggetti coinvolti
...
percepissero il diritto di sentirsi uguali e
Quella democrazia di cui tanto ci vantiamo, quella
soprattutto liberi di esprimere loro stessi ovunque
democrazia sapientemente conquistata nel corso
si trovino.
dei secoli da eserciti di colonizzatori. Una
Se non vi è percezione di uguaglianza, ma prevale
democrazia che non considera il rispetto per
il sentimento di inferiorità, da una parte dominerà
l'altro, il rispetto nei confronti di chi ha sviluppato
2
nei secoli una civiltà differente dalla nostra, ma
non per questo migliore o peggiore … solo
DIVERSA!!
Il problema è che il diverso mette in discussione
ciò che sentiamo consolidato dentro e fuori di noi
… e questo risulta assai difficile da tollerare, ci
vuole coraggio a mettersi in discussione.
Ascoltare, osservare e, perché no, imparare
dall'esperienza dell'altro …. rappresenta il modello
di sviluppo dell'individuo … quindi del sociale, ma
noi ora, come ora, ne siamo talmente spaventati
da negarlo forzosamente tanto da nasconderci
dietro il muro della globalizzazione che … non
avrebbe nulla di negativo se non la valenza
distruttiva che sa assumendo nella sua
connotazione neo-liberista.
La globalizzazione, così come è attualmente
concepita, non è altro che imposizione e
sfruttamento economico supportata dal concetto
di esclusività socio-culturale da parte del mondo
ricco …
Il sistema globale ha determinato da un lato
l'allargamento
del
numero
di
relazioni
interpersonali, dall'altro ne ha ridotto il loro valore
assoluto, il loro significato, spersonalizzando gli
interlocutori. È aumentato il numero delle
reciproche dipendenze, dipendenze che vanno a
mascherare le singole personalità sempre e
comunque in funzione di un solo obiettivo globale:
il profitto a tutti i costi!
Ogni nostro agire è relativo all'utilità che ne ricava
il sistema … ma quanto ci appartiene questo agire
finalizzato alla prestazione oggettiva imposta ?
l'individuo per affermarsi si trova costretto a
limitarsi ad una sola tipologia di prestazioni
relative a ciò che il sistema pretende. Il sistema
dal canto suo divide, fissa e rende oggettiva
l'azione sociale complessiva ed è solo da quella
che ognuno di noi è autorizzato ad esprimersi.
Una sorta di “normalità” imposta e finalizzata!
La libertà ha perso la sua connotazione originale,
quella di conquista dell'indipendenza interiore, il
concetto di libertà si è trasformato in NONDIPENDENZA. Non siamo più gli attori protagonisti
della nostra esistenza, ma lo sono gli intrecci delle
nostre prestazioni in funzione degli scopi prioritari
imposti. La relazione interpersonale evita così il
contatto, l'intimità e l'emotività con conseguente
rinuncia alla propria riservatezza, con enorme
difficoltà nel riconoscimento del nostro corredo
emotivo.
La mia esperienza clinica nell'ambito dei disturbi di
relazione mi suggerisce quotidianamente come
questo intrecciarsi di relazioni fittizie determini
l'insorgenza di disagi sino a franche patologie a
carattere autodistruttivo
L'AUTODISTRUTTIVITA'
è
sostenuta
dall'aggressività non espressa, coartata, ma
presente ed esaltata dalla forzosa chiusura cui il
soggetto viene sottoposto.
Riducendosi lo spazio espressivo, ovviamente
aumenta il ripiegamento su di se con conseguenti
ripercussioni emotive quando la funzione che
all'individuo spetta come membro impersonale
dell'organismo sociale entra in collisione con
quello che l'individuo aspira ad essere. Si è creata
una nuova forma di schiavitù tecnologica che crea
conflitto interiore, che blocca le emozioni e che
induce aggressività e …. paura, tanta paura di non
riuscire ad essere ciò che virtualmente il sistema
ci impone!
Ed è proprio su questo che il nostro staff medico
psicologico lavora... integrando il programma
rieducativo destinato ai portatori di disturbi di
relazione, con forti stimoli sociali atti ad aprire la
visuale dei soggetti disagiati che purtroppo
ripiegati in se stessi hanno sviluppato una visuale
ad angolo acuto.
Tutto
questo
nel
contenitore
associativo
identificato quale mezzo, al momento, più
adeguato per il trattamento riequilibratore di
questa tipologia di disagi.
Quale strada percorrere per tentare almeno di
uscire da questo buco nero ? Forse l'unico
strumento che abbiamo a disposizione è quello di
ampliare la nostra sfera cognitiva. Maggiore è il
numero di informazioni, maggiore è la possibilità
di riappropriarsi della libertà di espressione, di
scelta, di movimento.
Dobbiamo cercare di uscire dall'omologazione
sociale sapientemente indotta e condotta dal
sistema mediatico che ha modificato il nostro
modo di fare esperienza. L'esperienza non è più
esperienza individuale, reale, derivante dal
contatto con l'altro, ma rappresentazione virtuale
del mondo.
Esonerandoci dall'esperienza diretta ci rimane solo
il rapporto con la rappresentazione degli eventi.
Ma chi li rappresenta questi eventi ? Il sistema
mediatico filtra ogni situazione, la modifica a suo
piacimento ed induce un giudizio globale
omologato determinando una sequela di
comportamenti a risposta, comportamenti che
pongono le loro basi sulla virtualità e sulla
manipolazione.
Ognuno di noi rappresenta ciò che, nell'ambito di
una sorta di monologo collettivo, l'esperienza della
comunicazione globale induce senza alcuna
possibilità di formulare valutazioni e giudizi
sull'onda della nostra stessa struttura di
personalità.
Siamo preda del crollo della comunicazione umana
che
è
naturalmente
caratterizzata
da
contraddizioni, da emozioni, da verità e bugie,
perdendo in questo modo la responsabilità
individuale identificabile nel parlare a proprio
nome, siamo caduti preda dell'appiattimento del
pensiero critico collettivo che rappresenta una
potente ancora di salvezza orientata a modificare,
evolvere e costruire.
È quindi la ricerca dell'ESPERIENZA DIRETTA la
via per riscoprire il valore intrinseco di ognuno di
noi inserito nell'intreccio relazionale del sociale ed
è a questo che il nostro gruppo sta tendendo
incontrandoci e collaborando al fine di abbattere
le barriere mentali e relazionali che impediscono la
comprensione del valore delle diversità, la
possibilità di creare una cultura integrata in grado
di arricchirci e come individui e come gruppi.
L'educazione interculturale avvalora il significato
3
stesso della democrazia e va pensata quale risorsa
per i complessi processi di crescita della società in
quanto arriva a valorizzare le diverse culture di
appartenenza rendendole agevoli ed usufruibili,
oltre a contrastare il sentimento razzista che altro
non può, e l'esperienza storica ce lo insegna, che
creare esclusione e sentimenti di alienazione sia in
chi lo subisce, sia in chi lo vive.
Luisa Barbieri
I Greci con lungimiranza
definiscono i terroristi
tromokrates, governanti del
terrore. Uno di essi, recentemente
catturato, ha dichiarato alla stampa
“ Credevo di cambiare il mondo.
Sono riuscito solo a cambiare la
programmazione televisiva. Questa fin'ora è
stata la vittoria sul grande satana occidentale.
Gli unici cambiamenti reali sono le vite
strappate delle vittime, le vite lacerate dal
dolore dei loro cari. E l'occidente?
L'occidente continuerà a celebrare l'11
settembre con la consueta pletora
mediatica . nessun atto di modestia.
Nessuno penserà di onorare i morti
costruendo una cultura di pace su vasta
scala sottraendo magari risorse agli
armamenti per fare guerra alla guerra,
alla fame, alla malattia, alla spoliazione, allo
sfruttamento, alla disperazione. Che diamine!
Ci sono delle priorità! La guerra a Saddam ad
esempio che ancora una volta ha giocato il
ruolo dell'utile idiota.
Moni Ovadia
Ebreo
Gli integralismi sono malattie
dell'identità immiserita dai nostri
rifiuti a cambiare, si nutrono di
miseria materiale e intellettuale.
Contro gli integralismi estremi
il trattamento traumatico non ha efficacia. Ottiene
risultati opposti e rafforza l'integralismo con la
palma del martirio. L'unica terapia affidabile è
quella che agisce sulla mentalità, la scuote, la fa
evolvere dall'interno; l'unica terapia è quella che
promuove il sorgere di una nuova cultura che
interpreti la tradizione alla luce della modernità e
Se la natura umana fosse
fondamentalmente aggressiva,
saremmo nati con artigli ferini
e grossi denti – ma i nostri
sono corti, graziosi e deboli-
del pluralismo. Occorre elaborare un nuovo
umanesimo cui tutte le culture e le religioni
diano il proprio contributo. Questo
umanesimo
è il miglior rimedio contro tutte le derive.
Un programma culturale assolutamente
alla nostra portata per elaborare risposte
comuni ai gravi problemi che la civiltà della
nostra epoca ci pone. Una civiltà che non è
più
occidentale
né
orientale
ma
semplicemente planetaria.
Mohamed Talbi
Mussulmano
questo significa che non siamo equipaggiati
da essere aggressivi; persino la dimensione
della nostra bocca è molto piccola. Penso
quindi che la natura umana debba essere
fondamentalmente gentile.
Dalai Lama
Buddista
4
Il mondo è affetto da razzismo: questo è il
pericolo.
Paradossalmente è anche affetto da ideali
democratici: e questa è la speranza. Mentre
commette degli errori, ha tuttavia gli
strumenti potenziali per correggersi. Ma di
fronte a sé non ha un millennio per
introdurre i cambiamenti, né ha la
possibilità di scegliere di continuare nel
vecchio modo. Il futuro che gli si chiede di
inaugurare non è così sgradevole al palato
da giustificare i mali che ci affliggono oggi. Porre
termine
alla
povertà,
estirpare
il
pregiudizio,liberare una coscienza tormentata,
costruire un 4ffer4 di giustizia, rispetto e
creatività.
A noi si 4ffer l’occasione, mediante un
iniziativa non violenta di massa, di evitare
un disastro e di creare un nuovo spirito di
armonia tra classi sociali e razze. In
quest’ora carica di tensione siamo tutti sul
banco degli imputati, ma ci è dato ancora
il tempo necessario per andare incontro al
futuro con la coscienza pulita
.
Marthin Luther King
Cristiano battista
" La prima ricchezza è la generosità...
la prima povertà è l'ignoranza "
Mustapha N'Dao
Il dialogo tra persone è fatto di domande, risposte, scambi e ... sogni.
Chi ha paura di fare domande non riceverà risposte, dove mancano domande e risposte non
fioriscono i sogni.
“Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare” Jim Morrison
Il nostro gruppo vuole porsi domande cercando lo scambio
per crescere insieme e fare nascere il sogno
L'obiettivo primario deve essere quello di formare
un gruppo eterogeneo (luogo di nascita, cultura di
appartenenza, religione, lingua) di individui
(immigrati e nativi) seguendo quelle che sono le
dinamiche relazionali e psicologiche di costituzione
e consolidamento di un gruppo di lavoro .
La presenza di due
operatori, supportati da un facilitatore, con
competenze
differenti
ma
integrate
ed
ampiamente sperimentate in relazione all'obiettivo
suesposto svolgono il ruolo di:
il medico-rieducatore ha il compito di passare
conoscenze sia in ambito strettamente sanitario
che in ambito sociologico al fine di fornire il
materiale al gruppo che viene elaborato con
tecniche e metodologie gruppo-analitiche. Inoltre
riveste il ruolo di facilitatore in quanto fornitore di
forti stimoli orientabili alla costruzione e
consolidamento del gruppo;
lo psicoterapeuta con formazione gruppoanalitica ha il compito di agevolare, osservare ed
interagire nella dinamica gruppale composta dalle
singole individualità che interagiscono per favorire
ed indirizzare i vissuti, l'elaborazione delle
esperienze ed i relativi confronti e messa in
discussione per realizzare una formazione
adeguata ai singoli e al gruppo
I due formatori, appartenendo a sessi diversi,
svolgono l'importante ruolo cementate delle figure
genitoriali dotate di autorevolezze e al contempo
di accoglienza destinata anche a muovere
l'emotività dei singoli e del gruppo nell'insieme. La
proposizione dei due tecnici si differenzia
nettamente in quanto, sovrapponendo alle figure
parentali per chiarezza nell'esposizione, da un lato
la figura del rieducatore medico svolgendo il ruolo
materno tende a dare l'impressione della maggior
accoglienza e permissività, contribuendo a
superare le difficoltà di proposizione (maternage),
dall'altro la figura dello psicoterapeuta, maschile,
viene proposta in termini di maggiore
autorevolezza e propositore di regole. Si parla
delle regole che andranno a costruire le
fondamenta del gruppo.
Il facilitatore tende a mediare anche attraverso
l’uso della lingua francese o wolof nell’azione di
apertura dei canali di comunicazioni, la
mediazione risulta essere indispensabile al fine di
affrontare e superare molto più rapidamente
l’ovvia diffidenza di chi si affida in un percorso di
crescita collettiva. La sua esperienza di migrante
risulta essere di grande aiuto alla comprensione
immediata favorendo l’instaurarsi di una corrente
empatica che andando a coinvolgere anche il
campo emotivo coinvolge tutti i partecipanti.
L'ambientazione dei gruppi sarà proposta con la
metodologia del circle-time in maniera da non
imporre un setting gruppale accademico e rigido,
ma bensì per favorire l'interscambio.
Ogni incontro si porrà un obiettivo che verrà
proposto quale input iniziale (materiale cartaceo,
slides, brevi filmati). Il gruppo reagirà allo stimolo
e verrà indirizzato affinché ciò che agisce da
ostacolo all'integrazione si possa superare.
All'interno del gruppo potranno essere utilizzati
lavori in sottogruppi e role-playing.
La cadenza degli incontri sarà di 2 settimane
durante le quali i partecipanti saranno invitati
attraverso gli stimoli derivanti dal gruppo, a
sviluppare l'argomentazione proposta
1° gruppo “ Laboratorio esperienziale” (n°5
incontri):
si creano le basi del gruppo in divenire attraverso
il primo passo che è la conoscenza reciproca.
5
CONOSCIAMOCI : il superamento dei PREGIUDIZI
– cosa sono i pregiudizi ? quali sono ? come
superarli ?
IL CONTESTO SOCIALE : scambio di esperienze
ad arricchimento. Da cosa è supportato il contesto
sociale nel quale viviamo ? quali valori lo
sostengono ? quali valori si sono persi?
comparazione tra i diversi contesti sociali
la SALUTE PSICO-FISICA : passaggio di
conoscenze seguendo le indicazioni dell'OMS,
salute quale risorsa del sociale, legame tra salute
e benessere individuale e sociale. Cenni in
riferimento al come muoversi all'interno della SSN
le ASPETTATIVE : comparazione tra le aspettativedesideri dei migranti e dei nativi
AUTOVALUTAZIONE
DEL
GRUPPO
IN
RIFERIMENTO AL GRUPPO : riflessione ed
elaborazione in gruppo dell'esperienza fatta
insieme
Verrà proposta la rielaborazione individuale di ogni
singolo gruppo a mezzo scrittura
2° gruppo “ Gruppo di formazione ” (n°8
incontri):
presentazione dei partecipanti e motivazioni e
aspettative che li hanno spinti ad entrare nel
gruppo di formazione – Creazione del GRUPPO DI
LAVORO –
INDIVIDUALITA' e GRUPPALITA' : come creare e
mantenere attivo un gruppo di lavoro
SANITA ': accesso ai servizi
SANITA': elementare approccio alle malattie
coinvolte nel processo migratorio
ASPETTI PSICOLOGICI DELL'IMMIGRATO e DEL
NATIVO
INFORMAZIONE e COMUNICAZIONE
AUTOVALUTAZIONE
DEL
GRUPPO
IN
RIFERIMENTO AL GRUPPO - ROLE PLAYING:
creazione
del
gruppo
LABORATORIO
ESPERIENZIALE
ROLE PLAYING : emerge una problematica nel
gruppo (2 fazioni i lotta), come affrontarla? –
riflessione e condivisione sulla chiusura del gruppo
di lavoro
Verrà richiesta la rielaborazione individuale di ogni
singolo gruppo a mezzo scrittura
All'8° incontro i singoli partecipanti al corso
dovranno consegnare una relazione inerente il
lavoro svolto, la relazione e la capacità di
interagire, oltre alla effettiva partecipatività del
singolo sarà sottoposta a valutazione da parte dei
docenti che determinerà chi sarà in grado di
affrontare il 3° ciclo, ossia la conduzione del
laboratorio esperienziale
La società italiana vede una presenza sempre più
numerosa di persone migranti provenienti da
diverse culture sia europee (in particolare paesi
dell'Est) che extraeuropee. Si tratta oramai di una
presenza stabile testimoniata da un costante
6
processo di ricongiunzione familiare che vede così
crescere il numero delle presenza femminile che
sfiora così il 47% del totale.
Si tratta di soggetti a forte rischio di esclusione
sociale soprattutto a causa di ostacoli di natura
linguistica, sociale e culturale.
In questo contesto il laboratorio vuole contribuire,
nelle sue possibilità, alla rimozione di parte di tali
ostacoli. I nativi dovranno essere, a loro volta,
coinvolti nel processo di confronto-interscambio
per conoscere le diverse culture che sono venute
a insediarsi nel territorio locale.
Per questo motivo il laboratorio esperienziale
vuole coinvolgere anche ai nativi in virtù del
principio cui tiene fede: crescita comune nel
sociale
destinata
alla
conquista
del
multiculturalismo.
Il progetto si pone l'obiettivo generale di
rafforzare il processo di integrazione e inclusione
di persone migranti nella società italiana.
Tale processo è ostacolato, tra gli altri, dalla
barriera linguistica e dalla mancata conoscenza
delle leggi e della cultura del paese in cui il/la
migrante ha stabilito la sua nuova residenza, oltre
che dal vissuto di inferiorità dominante la cultura
e dei nativi e dei migranti e dalla mancata
conoscenza delle culture migranti da parte della
popolazione nativa
Obiettivi specifici del progetto sono quindi la
realizzazione di tre percorsi relativi a:
• acquisizione delle conoscenza delle leggi, degli
usi e costumi vigenti in Italia da parte delle
persone migranti;
• confronto di tali leggi, usi e costumi italiani con
quelle del paese di origine;
• conoscenza e/o il perfezionamento della lingua
italiana – interscambio linguistico;
• acquisizione di abilità informatiche di base; uso
di internet
•
allargamento del ventaglio informativo
destinato all 'abbattimento dei pregiudizi
• responsabilizzazione e partecipatività secondo le
leggi
dell'empowerment
associato
a
mainstreaming
I gruppi sono supervisionati dagli operatori di
N.A.Di.R per la gestione delle relative dinamiche.
La metodologia utilizzata in tutti i percorsi, in
particolare quelli di formazione interculturale e
linguistico, è di confronto e comparazione tra
leggi, usi, costumi e lingua italiana e quella dei
paesi di origine dei/delle partecipanti. La
comparazione è, a nostro avviso, indispensabile
affinché si sviluppi una maggiore consapevolezza
di ciò che in Italia risulta essere un modo di vivere
supportato da un sistema legislativo oltre che da
una ricca cultura sociale, inoltre l'esperienzarelazione comparata basata sull'interscambio
rappresenta una sorgente di ricchezza sociale ed
individuale tale da promuovere quel processo di
cambiamento che auspichiamo al fine di creare
una comunità sociale competente che riesca a
superare il muro
dei pregiudizi.
Il progetto di
N.A.Di.R. rientra
in un progetto di
rete facente capo al Tavolo dell'immigrazione di
VolaBo (Centro per I Servizi del Volontariato della
Provincia di Bologna.
Immagine della manifestazione che Loris Cresti del Bar della
Rotonda ha organizzato a sostegno delle attività promosse
da N.A.Di.R. il 15 dicembre 2007.
I magnifici interpreti musicali che ci hanno allietati: Jambè
Rythme Groupe alle percussioni ed Alessandra
Mirabelli al violino, ci hanno offerto un'interpretazione
della "Follia" di Corelli di altissimo livello!!.
L'evento
è
stato
ripreso
dalle
telecamere
di
N.A.Di.R.informa.
Siamo convinti e ...i fatti continuano a dimostrarlo che ... la
multiculturalità sia GIA' il nostro presente e che sia capace di offrirci il meglio che l'essere umano possa
esprimere!
"Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a
ogni conflitto... ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno."
Le Differenze
Nell’ambito del nostro percorso di conoscenza non possiamo non tenere conto delle dfferenze
che ci caratterizzano, differenze a cui dovremmo imparare a dare una valenza positiva,
costruttiva, arricchente.
I popoli d’Africa si diversificano, si distinguono dai popoli d’Europa e di questo dobbiamo
prendere atto certamente non vivendolo come motivo di contrasto e/o di contrapposizione,
7
ma esclusivamente come momento di crescita comune, una crescita che passa attraverso
l’accettazione della diversità, l’amalgama ... sino ad arrivare all’unione ... quella vera, emotiva!
Occorre prendere atto della “sudditanza” storica derivante dall’ignoranza nella quale sono stati spinti i popoli
d’Africa , occorre ripercorrere, rivalutare la loro storia comprendendo sino i fondo che la storia non
appartiene solo al Nord del Mondo che, invece, ha imparato tanto bene a ridisegnarla a sua immagine e
somiglianza.
A proposito di Africa vorrei partire da un concetto che reputo essere fondamentale e alla base di ogni
possibile intreccio relazionale: “Solo attraverso il suo essere, l’Africa può veramente accedere all’avere ” ...un
avere autentico, non un avere di elemosine e di mendicità.
Credo sia bene partire da un problema di identità, di dignità
e conseguentemente di ruolo nel mondo di un continente
spogliato della sua stessa storia.
Senza identità l'Africa è solamente uno strumento utilizzato dagli
stranieri. Negli ultimi secoli il continente africano è stato forgiato,
trasformato dalla cultura imposta dai paesi industrializzati del
Nord, non ha avuto la possibilità di esportare alcun
messaggio culturale … costretta all'approvvigionamento
di materie prime trasformate solo al Nord in beni di
consumo, in beni contenenti un significato culturale.
Uno dei grandi problemi dell'Africa a mio avviso è proprio lo scambio culturale equo, attraverso la
fornitura di infrastrutture alle culture del continente.
Riscoprire la storia del continente africano a partire dalla sua stessa matrice è fondamentale per
superare il limite storico-temporale che fa risalire il tutto all'era delle colonizzazioni. La ricerca storica aveva
deciso che non esisteva una storia africana e che gli africani colonizzati erano semplicemente condannati ad
indossare la storia dei colonizzatori.
In realtà penso che occorra partire dalle radici del popolo per arrivare all'essenza stessa della sua
cultura, in altro modo altro non si ottiene che una falsificazione con conseguente incomprensione delle
dinamiche che sostengono la società africana.
La comprensione della storia di un popolo chiama il futuro, incita, invita la gente a spingersi verso qualcosa
di nuovo, di inedito, di non catalogato che improvvisamente viene realizzato da un gruppo, resta sempre
un'apertura ed è su quella, ribadisco, supportata dalla conoscenza, che si deve agire.
Siamo giunti ad un grande momento della storia umana in quanto quando la globalizzazione
neoliberista, così come è concepita, …. ossia concepita come il logico risultato del sistema capitalistico di
produzione, un sistema supportato dalla competitività e dalla redditività a tutti i costi sboccando in una sorta
di darwinismo economico, ecco ... quando ... questa …globalizzazione avrà fallito, e molto probabilmente ...
fallirà, in quanto non solo produce povertà, ma indebolisce le frange deboli della società a rinforzo della
sottile fascia economicamente forte e supportata dal sistema economico globalizzato, ... allora sarà arrivato il
tempo per scelte strategiche corrette per l’umanità nel suo insieme... se quel tempo ci sarà ancora ...
Il sistema economico globale funziona quasi esclusivamente sulla base degli scambi finanziari, si vendono e
si comprano azioni e gli attori di questo gioco internazionale del denaro intascano tutto ciò che i risparmiatori
investono, è come un ritorno al capitalismo mercantile del XIX sec.
Dinanzi a questa forma di economia il capitalismo africano non ha alcuna possibilità, se non come
smembramento di un sistema posto in atto a partire dal XVI sec. e dominato a tutt’oggi dalla triade: USAEuropa-polo asiatico.
L’economia mondiale non è più fondata sull’apporto di materie prime dal Sud, è economia d’informazione
lontanissima dalla cultura africana.
Gli slogan messi avanti da alcuni partner dell’Africa secondo i quali essa non dovrebbe mancare
all’appuntamento del 3° millennio, sono assolutamente privi di significato, una sorta di oppio dei popoli, allo
scopo di abusare delle persone lanciandole in una fuga in avanti sapendo benissimo che non riusciranno mai
a perseguire ciò che idealmente ed induttivamente rincorrono ... sino a ché tutta une serie di condizioni di
base non verranno soddisfatte.
Con la fine della guerra fredda tutto il pianeta è divenuto campo di gioco di questo liberalismo economico
fondato sulla privatizzazione e l’Africa è divenuta, se possibile, ancora più vulnerabile, in quanto non può più
nemmeno interpretare il ruolo assegnatole dai colonizzatori. Vi è in corso una sorta di destrutturazione e una
mancanza di considerazione della collettività.
Il ruolo dell’Africa sembra che non sia mai cambiato dal XVI sec. quando cominciò l’invasione
dall’esterno e la conseguente tratta dei neri nel corso della quale sono stati mercanteggiati milioni di
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schiavi neri ... L’utilizzo di esseri umani come riproduttori di altri esseri umani utilizzati nel lavoro delle
piantagioni, bambini gettati in mare o abbandonati in qualche mercato perché troppo piccoli per essere
sfruttati, utilizzati ... Costi troppo elevati per permettere loro di raggiungere un’età ed una costituzione fisica
adatta al duro lavoro cui erano sottoposti gli adulti.
Nel frattempo si teorizzava e si disquisiva sulla questione se i neri avessero o no un’anima ... la tratta dei neri
fu il punto di partenza di una decelerazione, di un arresto della storia africana, se la ignoriamo non possiamo
certamente nemmeno provare a comprendere il continente.
La tratta dei neri contribuiva a spingere gli stati colonizzatori verso l’industrializzazione, il “patto coloniale”
voleva che i paesi africani producessero solo materie grezze da inviare al Nord ove venivano lavorati ... è da
lì che all’Africa è stato imposto il ruolo di fornitore di materie prima ... patto coloniale che perdura anche ai
nostri tempi.
Ovviamente questo ruolo equivaleva ed equivale a spogliare un continente di ogni possibilità di crescita
individuale.
Il sistema genera miseria, la miseria annulla la possibilità di
fare scelte. Io credo che non si possa perseverare nella
cognizione che la povertà sia la causa del sottosviluppo, la
povertà è il prodotto del sistema dominante. Ci si cura della
povertà a posteriori senza chiamare in causa le forze strutturali
di ciò che la generano ... non è la strada giusta ...
In sintesi, ciò su cui dobbiamo meditare almeno in partenza è
quanto e quale sia stato il torto che ha subito la razza
umana attraverso i neri, solo in quel momento forse anche
la popolazione nera verrà riconosciuta sotto tutti i punti di vista
quale parte integrante della specie umana!
È indispensabile che il Nord riconosca con buon senso
ed umiltà quanto e cosa deve imparare dal Sud … È proprio sul concetto di missione che si deve fare
chiarezza: interazione e non imposizione! Il Sud ha bisogno del Nord; il Nord ha bisogno del Sud ... a
completamento delle necessità emergenti ragionando in termini di reciprocità.
I volontari, pur animati da tanta buona volontà, non possono partire senza un minimo di formazione, ... e su
questo insisto, in quanto il rischio è gravosissimo sia per loro che per coloro che teoricamente potrebbe
usufruire del loro operato.
Il trattamento rieducativo medico psicologico che il nostro staff propone si integra con un processo di
formazione ed informazione atta sia a preparare i Pazienti alla loro vita, sia a preparare eventuali volontari
che nell’ambito della missione socio sanitaria di interscambio Nord-Sud finiscono il lavoro terapeutico e di
crescita.
Occorre grande umiltà atta ad imparare abbandonando l’arroganza e la presunzione che spesso nasce dalla
convinzione di appartenere, di essere i detentori di una cultura dominante. Questo, altro non può, che
supportare una proposizione sostenuta da un maggior potere economico ... relativo ... ma evidente nella
proposizione stessa, un potere tale da indurre nei locali un vissuto di appartenenza ad una razza inferiore.
In realtà non è sicuramente il potere economico che determina la qualità di vita di un popolo e/o la sua
ricchezza, ... mi pare che il contesto sociale nel quale tutti noi viviamo ne sia viva testimonianza ...
relativamente ai concetti di qualità di vita e di ricchezza, se riuscissimo a distaccarci dall’imposta concezione
della globalizzazione neo-liberista, esattamente come non è un dono materiale che può migliorare le
condizioni di un individuo.
A mio avviso solo la dimostrazione del rispetto rivolto verso coloro i quali si vuole provare a dare una
mano, l’umiltà orientata a volere imparare dando la giusta valenza alla cultura ospite può avere un senso.
Non si tiene in considerazione che c’è ed è ben rappresentata un’arte africana del vivere, della solidarietà,
della relazione umana, dell’apertura verso gli altri ... c’è la ritualità dello stare insieme, del condividere ... ma
il muro che il sistema ha costruito nei secoli ci impedisce di vedere, conseguentemente si salta carichi
del proprio fardello di presunzione incapace di arricchirsi della diversità.
È una lotta durissima quella che ci attende, ma indispensabile al fine di smantellare questa sorta di
pseudo-sviluppo cannibalistico, in quanto il Nord che gode di redditi pro-capite da 40 a 50 volte
superiori a quelli del Sud sembra non volere sentire ragioni rivolte ad un livellamento umano ed umanizzante
adeguato allo sviluppo planetario superando gli schemi colonialistici ed abbattendo il grande muro che divide
il mondo in due pianeti di cui uno rappresenta il cibo, il sostentamento per l’altro.
Bisogna favorire l’insorgenza di gruppi che si prefiggano progetti che partono dall’uomo per
arrivare all’uomo, un uomo nuovo, un uomo del 3° millennio, aperto alla relazione, allo
scambio, all’etica universale nel rispetto reciproco delle culture che caratterizzano gli individui
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e i gruppi di appartenenza.
Il centro del mondo non è il Nord tecnologicamente avanzato, il centro del mondo è dentro ognuno di
noi e da lì dobbiamo partire, perché solo così possiamo avere una possibilità …. la possibilità di essere
nuovamente umani ricettori e trasmettitori di valori! Lo sviluppo umano è una cosa troppo seria per
lasciarla nelle mani dei soli economisti, la storia dell’uomo siamo noi!
Tra la scienza, il denaro, il potere e la violenza … spetta all’umanità fare una sintesi che dia
diritto alla coscienza, in quanto è solo a questo livello che si trova qualche cosa in più della
razionalità ... La coscienza è la vita, è assunzione di responsabilità, è la guida che governa il
focolare incandescente dello spirito umano e che consente il superamento dell’inferno.
Luisa Barbieri
Si parla di immigrazione: la parola a Moustapha N'Dao
Responsabile Gruppo Multiculturale N.A.Di.
Essendo io un immigrato, ho vissuto in prima
persona il peso di dovermi relazionare con
soggetti che ignorano veramente il perché una
persona lasci la sua famiglia, i suoi amici, la
sua infanzia, la sua cultura. Si tratta di
soggetti incapaci di interpretare la realtà con
altri strumenti che non siano quelli forniti loro
dai "pregiudizi e dal loro senso comune".
So quindi che avere a che fare con individui del
genere significa dovere fare i conti con tutta una
serie di etichette che essi attribuiscono, senza
pensarci due volte (ma forse nemmeno una), ad
altri.
Sulla base di giudizi frettolosi e limitativi, nati da
semplici osservazioni, relative all'abbigliamento o ad usi diversi da quelli
locali, si è portati a credere che i vissuti di questi soggetti mal considerati, siano del tutto negativi.
Personalmente, al di là di qualunque analisi sociologica, ho sempre pensato, che "pregiudizi, senso comune,
ed ignoranza” siano la stessa cosa. Per quanto riguarda la mia esperienza, infatti, così come per quella di
altri individui con interessi comuni ai miei, sono portato a credere che lo sforzo di non giudicare, classificare
ma, al contrario, conoscere e capire debba nascere dall'umanesimo.
Spero quindi che sia “comune” sempre a più persone il desiderio di liberarsi dalle catene imposte loro dai
pregiudizi e che ognuno comprenda il valore delle religioni e della diversità.
Prima di proseguire, vorrei sottolineare che il discorso non è generalizzato né dalla parte dei Nativi, né dalla
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parte degli Immigrati Per non essere troppo dispersivo, porterei solo alcune opinioni negative nei confronti
degli stranieri:
• Ostilità simbolica = consiste nella lotta per imporre i propri valori e gerarchie simboliche; riguarda la sfera
della cultura, della politica e dell'economia.
• Costruzione sociale = il migrante viene percepito negativamente per il semplice fatto di provenire da un
altrove ed è costretto a scontrarsi quindi con
le sicurezze acquisite e date per scontate
dalle persone native del luogo in cui approda.
• Problemi = l'immigrazione è vista come
una serie dei problemi concreti quali
l'alloggio, la delinquenza, l'ordine pubblico, le
malattie...
• Spiegazioni = le spiegazioni che le persone
si danno nella vita quotidiana sono quelle
appartenenti al senso comune. Si costruisce
così la realtà sulla base della percezione e
della concezione dei soggetti e dunque, il più
delle volte, partendo da presupposti errati e
procedendo per deduzioni o pseudo sillogismi
che la sociologia studia, ma non condivide.
• Giustificazione = le giustificazioni del
senso comune hanno il compito di
spiegare ciò che è già conosciuto ed
accettato e, diversamente dalle
spiegazioni della scienza, sono costituite
in modo da non mettere in discussione
l'assunto che si vuole confermare.
L'ultimo punto, che è quello della
giustificazione del " senso comune ", è il
peggiore perché è diventata una logica
pratica quella di dimostrare una convinzione,
senza avere nessuna valida giustificazione a
proprio sostegno .
Non dimentichiamoci che il viaggio e lo
spostamento sono, inoltre, delle affermazioni
della specie umana, grazie alle quali, da
tempi immemorabili, gli esseri non hanno mai
smesso di cercare di migliorare le proprie condizioni di vita.
Nella nostra era di globalizzazione, in cui il capitalismo ha rovesciato tutte le regole, è emerso l'assunto: "Chi
non ha, non è", come insolito modo per uscire dal degrado.
Molti partono da paesi in guerra, dove non hanno più parenti vivi, da luoghi dove regnano la miseria e le
malattie, e si avventurano in viaggi pericolosi, mettendo a rischio la propria vita. Sono costretti a piegarsi
alla remissione feroce, alla detenzione, vivendo in condizioni disumane in campi di accoglienza, in attesa del
riconoscimento dello status di rifugiati, o di detenuti prima dell'espulsione.
La preoccupazione e l'ansia per il loro riconoscimento sono tanto più forti, considerando il peso che hanno ed
esercitano sull'esistenza materiale e la quotidianità.
Alcune tesi sostengono che gli stranieri, giuridicamente e socialmente, siano più soggetti a non essere
trattati come persone. Questo è deducibile anche semplicemente prendendo in considerazione il linguaggio
utilizzato dai mass-media per identificarli in "Extracomunitario", "Clandestino", "Irregolare", "Immigrato".
Gli immigrati vengono infatti trattati spesso dalla società come se non fossero delle persone e tutta la loro
vita finisce col ruotare attorno alla possibilità di vedersi rinnovato o meno il permesso di soggiorno, che, se
non concesso, magari a seguito della perdita del lavoro, può determinare l'espulsione da un qualsiasi Paese
Europeo.
Questo significa che la situazione giuridica degli immigrati li differenzia nettamente dai nativi e li pone in
condizione di potere essere allontanati dai loro affetti, dalle loro amicizie e da qualunque altro tipo di
relazione abbiano instaurato pur vivendo, in termini materiali e sociali, in modo simile ai nativi.
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I pregiudizi della vita quotidiana allontanano l'immigrato orientandolo verso l' auto-esclusione.
L'immigrato deve avere la possibilità di condividere la sua vita quotidiana con gli altri (nativi) perché la più
importante esperienza di condivisione ha luogo proprio nel momento in cui ci si trova faccia a faccia. Solo
nell'incontro diretto la soggettività dell'altro è accessibile all'individuo in maniera diretta, anche se è
comunque possibile fraintendere l'espressività di chi si ha di fronte.
Nell'incontro diretto l'altro è immediatamente presente e, prima della riflessione, avviene il processo verso il
dialogo che può portare all'inserimento. Bisogna tenere ben presente che, prima di volere inserire una
persona, accettarla equivale a rispettarla senza conoscerla.
E' inoltre indispensabile tenere in considerazione il più grosso problema dello straniero, vale a dire la
conoscenza della lingua quale primo mezzo di comunicazione.
E' un processo semplice che parte prima dall'accoglienza e dovrebbe coronarsi con l'integrazione.
Sottolineiamo che non si può integrare una persona, ma è la persona che deve scegliere di integrarsi
secondo il suo modo di adattarsi.
Riguardo l'integrazione solo una domanda vorrei porre: "Come si può chiedere ad una persona, privata dei
diritti più elementari, di integrarsi?".
Se giuridicamente, socialmente, politicamente, si nega tutto a qualcuno, non gli si può chiedere niente
perché l'integrazione, per definizione, comporta per gli immigrati la necessità di conformarsi e di adattarsi a
certi modelli, mettendoli in condizione di precarietà permanente e transitoria, vale a dire, nell'ultima fila di
una società ostile, facendo loro subire in silenzio la negazione non solamente di tutti i diritti, ma anche della
loro stessa umanità.
In questo percorso, senza condizioni generali e globali, senza condizioni socio-economiche e culturali, dove
regna l'esclusione permanente e la condanna non si può parlare d'integrazione.
I pregiudizi ed il senso comune sono privi di ogni fondata giustificazione e, comprendere questo
presupposto, può significare, non solo restituire lo status di esseri umani a chi ne viene privato sulla base di
false convinzioni , ma anche smettere di auto proclamare una superiorità mai posseduta se non in termini di
arroganza. Si può quindi fare dell'Occidente e del mondo intero, anche se a tale fine sarebbe necessario
combattere pure contro gli interessi di vari governi potenti e multinazionali, un luogo più umano in cui
ognuno sia messo in condizione di vivere al meglio senza che tale condizione implichi l'infelicità d'altrui.
Moustapha N'Dao
Il gruppo di interscambio che ha preso forma in questi mesi sta cercando di rimettere in discussione la
mentalità possessiva ed egoistica che si manifesta nella stessa azione dell’appropriarsi con violenza di beni
comuni, di cultura e di rispetto negando così a chi si trova in una posizione di debolezza la dignità umana e i
diritti fondamentali di cui ogni essere umano deve essere assoluto detentore.
L'ombra del razzismo:
Ismaila denuncia
N.A.Di.R. informa : Ismaila denuncia l'aggressione subita a Bologna
mentre rientrava dal lavoro.
L'ombra del razzismo si fa sempre più pressante, oltre che imbarazzante, sul nostro Paese,
cosa sta succedendo a questi Italiani... brava gente ?
L'atteggiamento razzista, sostenuto dalla paura di tutto ciò che si presenta diverso, paura spesso indotta da
un'oligarchia mediatica tesa a proporre subdolamente messaggi facilmente decodificabili ma altrettanto
facilmente induttori di idee pregiudizievoli e paralizzanti sta prendendo il sopravvento?
Ascoltiamo la testimonianza di uno dei tanti immigrati che hanno dovuto subire l'umiliazione dell'aggressione
accompagnata all'indifferenza della gente... Ismaila racconta ...
Leggi la lettera :
Contro
tutte
le
aggressioni
a
Bologna!
Facciamo appello a tutte e tutti gli antirazzisti per denunciare il clima di intolleranza e razzismo che sta
crescendo nella nostra città, che ci preoccupa e ci spinge ad una riflessione pubblica.
Ismaila, un fratello di nazionalità senegalese, nostro associato, è stato aggredito in auto da un italiano
sabato
28
luglio,
mentre
rientrava
a
casa
dal
lavoro.
L'aggressore, in scooter, dopo avergli rivolto offese a sfondo razzista, poiché non era riuscito a superarlo da
destra (!), gli si affiancava, ad un semaforo rosso lungo via Corticella in direzione Bologna, all'altezza
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dell'imbocco della tangenziale verso Casalecchio, continuando nelle ingiurie. Non soddisfatto, l'uomo,
parcheggiato lo scooter, si avvicinava al lato guidatore dell'auto e iniziava a colpire con pugni il viso di I. che,
colto di sorpresa dalla reazione immotivata, non riusciva ad uscire dal veicolo, né a difendersi, in quanto
l'uomo bloccava la portiera. L'aggressore poi riprendeva lo scooter e si metteva in fuga. I. intanto rusciva ad
uscire dalla macchina e si annotava la targa del motoveicolo. Fatto altrettanto grave, le macchine che
avevano assistito alla scena, suonavano i clacson per passare, poichè il semaforo era diventato verde, e
sfilavano davanti a I. senza prestargli assistenza né chiedergli se aveva bisogno. I. si recava dunque al
Pronto
Soccorso
del
S.Orsola
e
successivamente
a
esporre
denuncia.
La scorsa estate, un'aggressione analoga, nelle dinamiche e nell'aggressività, vedeva coinvolto un altro
fratello senegalese, in Via Irnerio, la cui denuncia pubblica è apparsa sui giornali locali, sull'emittente
indipendente
Arcoris
Tv,
e
oggetto
anche
di
un'Assemblea
dell'Associazione.
Questa è solo la punta di un iceberg dei tanti episodi di razzismo non denunciati, di ricatti e umiliazioni nei
luoghi di lavoro, di frasi sprezzanti sussurate nei negozi o sugli autobus, che i fratelli e sorelle immigrati nel
nostro
paese
vivono
tutti
i
giorni.
Non crediamo ai colpi di caldo. C'è qualcosa di più profondo che ha a che fare con le motivazioni che
spingono a queste azioni vigliacche; e cioè l'idea che la prevaricazione verso chi si considera “debole” perchè
diverso, sia in fondo legittimata socialmente; d'altronde, oltre agli stereotipi classici degli stranieri dipinti
come criminali e delinquenti, assistiamo ad esempi vergognosi come il pro-sindaco di Treviso che alimenta
pubblicamente
stereotipi
razzisti
e
omofobici
verso
immigrati
e
omosessuali.
Crediamo che una spiegazione a tanta aggressività ostentata abbia a che fare con un senso diffuso di
impunità, sostenuta anche dalla diffidenza-indifferenza di tanta gente comune che assiste passiva.
Siamo per una scelta di schieramento contro questa in-cultura dilagante con tutte le associazioni e i singoli
impegnati nella nostra città, a fianco di chi è sfruttato e di chiunque sia vittima di discriminazione di idee,
genere, credo, nazionalità, e per le proprie scelte sessuali, sollecitando tutti a guardare e ascoltare nei nostri
luoghi di vita e lavoro, solidarizzando con chi ha bisogno di aiuto, reagendo e affermando valori differenti e
positivi,
per
la
libera
espressione
e
per
la
solidarietà.
Associazione
antirazzista
e
interetnica
“3
febbraio”
di
Bologna
p.s. STIAMO CERCANDO TESTIMONI CHE IL GIORNO SABATO 28 LUGLIO ALLE ORE 12.30 CIRCA SI TROVAVANO IN
VIA DI CORTICELLA DIREZIONE BOLOGNA, PRIMA DEL PONTE E DELL'INGRESSO DELLA TANGENZIALE, VICINO AL
LIDLE. CHI AVESSE ASSISTITO ALL'AGGRESSIONE PUO' CONTATATTARE L'ASSOCIAZIONE AL NUMERO 338-4188903
Realizzato da Arcoiris Bologna
Visita il sito www.a3f.org;
Brutto negro torna a
casa tua :
la testimonianza
www.mediconadir.it
N.A.Di.R. informa: Il 28 ottobre 2006 un
automobilista bolognese sessantenne aggredisce
un noto musicista senegalese a colpi di stampella
ortopedica supportando l?aggressione con insulti
a sfondo razzista. La vittima che ci ha rilasciato la
sua testimonianza si chiama PapMalik Kaire
Gueye, percussionista e da tempo collaboratore
del Sirena Project, centro culturale per bambini e
disabili. Il suo sangue freddo e il suo elevato
senso civico gli hanno permesso di non rispondere
all’aggressione,
limitandosi
a
bloccare
il
pusillanime sino all?arrivo delle forze dell’ordine.
"Mi fa male al collo e al polpaccio, dove sono stato
colpito, ma ciò che mi duole di più è la ferita che
questa brutta avventura mi ha procurato nel
profondo dell’anima. Voglio parlarne affinché tutti
possano essere informati di ciò che purtroppo
accade in città e vorrei, con questa mia
testimonianza, fare capire anche ai miei fratelli
immigrati che solo con la calma, la perseveranza e
la lucidità, supportate da ferma determinazione e
rispetto delle leggi ci si può affermare prima di
tutto quali esseri umani cui è dovuto il rispetto".
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Insieme per danzare
N.A.Di.R. informa : N.A.Di.R. nell'ambito del programma clinico destinato alla reintegrazione di chi soffre di
disagi derivanti da un vissuto del sociale oppresso ed opprimente sino a debordare nel francamente
patogeno , propone, tra gli altri stimoli, due corsi di danza affiancati ed integrati l'uno all'altro come le
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tessere di uno stesso puzzle. Karamba Mané, coreografo senegalese, attraverso la musica e la danza riesce
ad indurre la piena espressione del campo emotivo offrendo la sua ricca cultura, cultura che affonda le sue
radici nell'antica tradizione africana. La danza è un linguaggio universale, vitale e ricco di innumerevoli punti
creativi interagendo con il ritmo viscerale che partito dall'Africa ha travolto tutto il mondo. Vi è la possibilità
di aprire nuovi canali espressivi restituendo al corpo e alla mente la cognizione delle sue stesse potenzialità.
Lucia Cretella, da anni volontaria dello staff operativo di N.A.Di.R., coreografa e psicologa, ha sperimentato
le possibilità che il movimento indotto dalla musica, coordinato e sintonico alle esigenze del corpo e della
mente, rappresenta l'ennesima dimostrazione di come e quanto nella nostra piccola comunità terapeutica la
multiculturalità non rappresenti più un sogno, ma una quotidiana realtà che ci sta arricchendo come individui
e come gruppo.
Realizzato da Arcoiris Bologna
www.mediconadir.it
Video_
Insieme per mangiare
N.A.Di.R. informa: il Tay Ethnic Group, l'Ass. Migranti Colf/Badanti e la CGIL Uff. Stranieri, nel corso della
Festa naz. dell'Unità di Bologna, hanno organizzato alcune serate presso il Ristorante Kalinka a favore del
processo di multiculturalizzazione in corso, proponendo cucina internazionale affiancata a spettacoli a tema.
La cucina attraverso le sapienti mani di Taifour del Tay Ethnic Group è riuscita a trasformarsi in un punto di
incontro tra le diverse culture chiamate in causa, offrendo sapori, ospitalità, voglia di condividere come,
forse, solo il buon cibo e la buona musica sanno fare. Si presenta inoltre un nuovo progetto promosso dalla
CGIL destinato all'integrazione dei migranti che si dedicano alla cura quotidiana dei nostri parenti anziani,
progetto di formazione ed integrazione che chiama in causa, in virtù del processo auspicabile di integrazione
incrociata, anche chi si trova nella posizione del datore di lavoro.
Il ribadire che l'integrazione non è un problema esclusivo dei migranti, ma che coinvolge anche i nativi, che
per riuscire a vivere bene insieme occorre conoscersi senza tendere a fare prevalere una cultura sull'altra
riteniamo essere l'obiettivo prioritario di tutti coloro che lavorano in questo ambito abbandonando gli
atteggiamenti assistenzialisti e buonisti che altro non producono che insoddisfazione generalizzata e difficoltà
a perseguire l'obiettivo auspicato: il vivere in una ricca e stimolante società multiculturale.
Produzione: Arcoiris Bologna
Per informazioni scrivere a: [email protected]
Visita il sito: www.mediconadir.it
NITER KIBBEH – burro profumato (Etiopia)
Ingredienti:
200g di burro
1/2 cucchiaino di noce moscata in polvere
1 pezzetto di cannella
una manciata di semi di cardamomo
1 pizzico di curcuma
Far soffriggere il burro con le spezie, finché i semi di cardamomo non saranno tostati. Filtrare il burro e
lasciarlo in un contenitore a raffreddare. Si conserva in frigorifero ed è un ottimo burro profumato per la
maggior parte dei piatti della cucina etiope.
NJIRA - pane etiope (Etiopia)
Ingredienti:
½ litro d’acqua tiepida
1 pizzico di bicarbonato
1 pizzico di lievito istantaneo per pizze e torte salate
2 cucchiaini di aceto bianco
1 cucchiaino di zucchero
300g di farina di grano tenero
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In una ciotola dai bordi alti mischiare la farina al lievito, allo zucchero e al bicarbonato. Mescolando con la
frusta, aggiungere lentamente l’acqua e poi l'aceto. Continuare a mischiare il composto, finchè non risulta
omogeneo.
Scaldare una padella da crepes, ungerla di olio o burro. Versare mezzo mestolo di composto e stenderlo
facendo girare un po’ la padella, o aiutandosi con il mestolo. Far cuocere finchè i bordi si arricciano senza
mai girare. Servire calde
THIAKIRI – budino di yogurt e miglio (Costa d’avorio)
Ingredienti per 6 persone:
1 kg di latte in polvere
4 vasetti di yogurt
2 tubetti di latte concentrato
1 kg di farina di miglio
qualche chiodo di garofano
2 noci di burro
2 boccette di aroma di vaniglia
Far scaldare circa 2 litri d’acqua, aggiungere il latte in polvere e sbattere con una frusta. Aggiungere poi lo
yogurt e il latte condensato, mescolare bene e lasciar riposare.
A parte, schiacciare qualche chiodo di garofano nella farina di miglio e poi setacciarla per
eliminare i residui. Aggiungere circa mezzo bicchiere d’acqua alla farina e impastare.
Formare delle piccole palline. Cuocere le palline al vapore (per circa 30 minuti, ma dipende dalla
grandezza delle palline) nell’apposito cestello, avendo cura di imburrare il fondo del cestello prima di
adagiarvi le palline.
Quando sono cotte, condire le palline con un po’ di burro fuso o ammorbidito.
Unire le palline di miglio al latte e spruzzare tutto con l’aroma di vaniglia.
Mettere in frigorifero per almeno 40 minuti prima di servire.
BERBERE – salsa al peperoncino e spezie (Etiopia)
Ingredienti:
1 spicchio d’aglio
1 cipollotto fresco
1 cucchiaio di aceto rosso
100ml di acqua
½ cucchiaio di paprika piccante
2 cucchiai di pepe di cayenne
2 cucchiai di sale grosso
½ cucchiaio di pepe nero
½ cucchiaino di cardamomo
½ cucchiaino di coriandolo
un pizzico di trigonella in semi
un pizzico di noce moscata
un pizzico di cannella
due chiodi di garofani
1 cucchiaio di olio vegetale
In un mortaio schiacciare insieme l’aglio, il sale, la parte bianca del cipollotto sminuzzato, l’aceto e l’acqua.
Macinare tutte le spezie e mischiarle insieme in una piccola ciotola. In una pentolina, scaldare l’impasto che
stava nel mortaio per un minuto. Allontanarlo dal fuoco e aggiungere le spezie macinate, mescolando
vigorosamente. Rimettere la pentola sul fuoco e cuocere a fuoco lento, sempre mescolando, per circa dieci
minuti. La salsa così preparata potrà essere conservata in un barattolo di vetro, con un cucchiaio d’olio
vegetale a preservarla dall’aria. Per utilizzarla invece, basterà scaldarla qualche minuto con un po’ d’olio o di
burro.
THIEP BOU DJIEN – stufato di cernia bianca (Senegal)
Ingredienti per 6-8 persone:
1 kg di cernia bianca (o merluzzo)
100g di géjii (o stoccafisso)
100g di concentrato di pomodoro
200g di carote
100g di okra (o gumbo, kanja)
200g di patate americane dolci (yam)
200g di manioca (o cassava)
200g di melanzane
1 peperone verde
1cipolla
1kg di riso
8 cucchiai di olio d’arachidi
sale
pepe
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Per la farcitura (roff)
3 spicchi d'aglio
1 cipolla
1 peperoncino fresco
sale
pepe
prezzemolo
Tagliare la cernia in tranci. Preparare il roff sminuzzando l'aglio, la cipolla, il peperoncino, sale, pepe e
prezzemolo nella quantità desiderata. Mescolare bene tutto in una ciotola. Praticare delle incisioni sui tranci
di cernia e farcirli con il roff preparato. Mettere a bagno in acqua tiepida il pesce secco ( géjii o stoccafisso)
per farlo rinvenire.
Versare l’olio d’arachidi in una casseruola e far dorare i tranci di cernia. Togliere i tranci, mettendoli da parte
su un piatto da portata e mantenere l'olio in caldo. Aggiungere una cipolla tagliata a julienne e lasciarla
imbiondire per qualche minuto. Diluire con il concentrato di pomodoro e mezzo bicchiere d’acqua e portare
ad ebollizione.
A parte, tagliare a cubetti tutte le rimanenti verdure e lo stoccafisso. Mettere tutto nella casseruola e
ricoprire di abbondante acqua tiepida e aggiustare di sale e di pepe. Continuare la cottura per 30 minuti. A
questo punto le verdure dovrebbero essere cotte e il sugo liquido, se così non fosse, aggiungere un po'
d'acqua.
Scolare
le
verdure
e
metterle
da
parte
su
un
piatto
da
portata.
Lavare il riso e metterlo a cuocere nella casseruola con il sugo per 20 minuti circa.
Servire il riso accompagnato dai tranci di pesce e dalle verdure.
YASSA – pollo e cipolle (Senegal)
Ingredienti per 4/6 persone:
1 pollo tagliato a pezzi o 4 cosce di pollo
150ml di succo di limone
2 cucchiai d’aceto bianco
6 cucchiai di olio d’arachidi
3 cipolle
4 foglie d’alloro
1 ciuffetto di timo
peperoncino
sale
acqua
In una ciotola mischiare 2 cucchiai d’olio con l’aceto, il succo di limone e le cipolle tagliate a rondelle.
Cospargere il pollo con questo composto e lasciare a marinare in frigorifero per almeno una notte.
Scolare il pollo e mettere da parte le cipolle. In una padella far dorare i pezzetti di pollo senza aggiunta di
altri grassi. Spostare il pollo in una casseruola e utilizzare la padella per soffriggere le cipolle con 4 cucchiai
d’olio, finché non diventano trasparenti. Versare anche le cipolle nella casseruola col pollo e aggiungere
l’alloro, un po’ di timo, un pizzico di peperoncino, sale a piacere e ½ litro di acqua. Portare ad ebollizione e
far cuocere a fuoco medio per 20 minuti, finché il brodo si addensa leggermente e il pollo diventa tenero.
Servire caldo sopra a riso bianco.
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ZUPPA DI COCCO E LEGUMI (Tanzania)
Ingredienti per 4 persone:
1 cipolla
2 peperoni verdi
1 cucchiaino di curry indiano
1 cucchiaino di sale
un pizzico di pepe
3 noci di burro
2 pomodori
50g di fagioli borlotti (o ceci, o lenticchie)
200ml di latte di cocco
1/2 noce di cocco
150g di riso basmati
Mettere a bagno in acqua fredda i fagioli 12 ore prima di cucinare.
Far bollire i fagioli in acqua per 35 minuti.
In 200 ml di acqua poco salata, cuocere il riso per 10 minuti e lasciarlo raffreddare nell'acqua di
cottura.Sminuzzare la cipolla e tagliare a dadini i peperoni e i pomodori privati dei semi. Tagliare a pezzetti la
noce di cocco.
Far saltare i peperoni e le cipolle nel burro con sale, pepe e curry. Aggiungere i pomodori e cuocere a fuoco
vivo per 2 minuti. Aggiungere i fagioli scolati, il latte di cocco e 300 ml di acqua.
Continuare la cottura per 15 minuti a fuoco vivo. Aggiungere il riso e guarnire con il cocco a pezzetti
Le LASAGNE ALLA BOLOGNESE (Italia)
sono un piatto tipico della gastronomia dell’Emilia Romagna e, da come si evince dal
nome,
della
città
di
Bologna.
Naturalmente, nonostante la paternità di questa ricetta sia Emiliana, le lasagne sono
conosciute a tal punto che sono diventate un simbolo della cucina italiana nel mondo.
Dalla preparazione e dagli ingredienti, questa ricetta è la quintessenza della "ricchezza"
della
cucina
tradizionale
bolognese
e
piace
a
grandi
e
piccini.
Per preparare una buona lasagna alla Bolognese, la cosa fondamentale è la giusta scelta
degli ingredienti: per prima cosa la carne, che deve essere rigorosamente, per metà di
manzo e metà di maiale per dare sapore alla ricetta, poi la polpa di pomodoro che deve essere di buona
qualità, ed infine, ma non per ultime le lasagne vere e proprie, che devono essere tra le migliori, anche se
sarebbe meglio prepararle da se in casa.
Ingredienti per 8 persone:
1 kg di ragù classico bolognese;
400 g di Parmigiano Reggiano grattugiato al momento
salsa besciamella fatta con 100 g di farina 00, 100 g di burro, 1 litro di latte fresco intero, sale fino e
noce moscata q.b.;
burro, un panetto di circa 200 g;
1 kg di sfoglia verde fatta con 700 g di farina 00, 3 uova fresche, 350 g di spinaci lessati, strizzati bene e
tritati;
una teglia rettangolare di circa 25x35 cm, alta almeno 6 cm;
Mettere sul fuoco una pentola piena per tre quarti di acqua salata che bolla allegramente. Tagliare la
sfoglia in rettangoli di circa 15x10 o, per chi è abile, poco più piccoli della teglia prescelta, buttarli
nell'acqua bollente e toglierli non appena venuti a galla. Dopo un veloce passaggio in acqua fredda farli
asciugare su un telo pulito, bianco, di cotone o di lino. Ungere di burro il fondo della teglia e cospargervi
qualche cucchiaiata di ragù e besciamella. Coprirlo con i rettangoli di sfoglia necessari e stendervi sopra
un sottile velo di besciamella, ragù in abbondanza, fiocchetti di burro e molto parmigiano: il tutto in uno
strato più regolare possibile, facendo attenzione che non si formino bolle di aria (per ottenere questo,
forare tre o quattro volte la pasta con uno stuzzicadenti). Continuare così per almeno 6 strati complessivi
e terminare con una copertura di sfoglia sulla quale stendere un po' di ragù amalgamato con un po' di
besciamella, qualche fiocchetto di burro e una spolverata di parmigiano. Mettere alla fine un fiocchetto di
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burro in ogni angolo della teglia. Infornare poi per 25-30 minuti a circa 180 gradi in forno preriscaldato.
A chi ama le lasagne un po' croccanti, consigliamo di accendere il grill (non più di 2 minuti) per una
leggera gratinatura che non crei contrasto con la morbidezza dell'interno. Per finire fare attenzione che
gli strati siano regolari, il ragù sia abbondante, ma non eccessivo, la besciamella sia cremosa e distribuita
in modo leggero. Lasciare riposare 5 minuti prima di servire. Le porzioni, nel piatto, devono risultare
rigorosamente in piedi!
RAGU’ BOLOGNESE (Italia)
Ingredienti per 4 porzioni:
cartella di manzo 300 g
pancetta (di tipo dolce) 150 g
carota gialla 50 g
costa di sedano 50 g
cipolla 50 g
salsa di pomodoro 5 cucchiai ovvero estratto TRIPLO 20 g
vino bianco/rosso 1/2 bicchiere
200 g di latte intero
Preparazione: si scioglie nel tegame la pancetta tagliata a dadini, e tritata con la mezzaluna. Si aggiungono
le verdure ben tritate con la mezzaluna e si fanno appassire dolcemente. Si aggiunge la carne macinata e la
si lascia, rimescolando sino a che "sfrigola"; si mette il 1/2 bicchiere di vino e il pomodoro allungato
con un poco di brodo, e si lascia sobbollire per circa 2 ore, aggiungendo volta a volta il latte, e
aggiustando di sale e pepe nero.
Facoltativa ma consigliabile l'aggiunta a cottura ultimata della panna di cottura di 1 litro di latte
intero.
Tortellini - Ricetta Emiliana
Ingredienti per la pasta:
circa 3 etti di farina bianca
tre uova
sale
Ingredienti per il ripieno:
50 gr abbondanti di maiale magro
50 gr di petto di pollo
50 gr di mortadella
50 gr di prosciutto
circa un etto di roast beef
2 cucchiai di burro
noce moscata
2 uova
sale e pepe
circa 1 etto di parmigiano grattugiato
circa 2 litri di brodo di manzo o di pollo
Preparazione:
Per prima cosa prepariamo la pasta. Spargiamo la farina e mescoliamola con le uova ed il sale. Iniziamo a
lavorare il composto (meglio se su un ripiano di legno) finchè non otteniamo un impasto elastico ed
omogeneo. Dopo aver fatto riposare la pasta per una mezzora la stendiamo e ritagliamo in riquadri.
Passiamo ora al ripieno: per prima cosa prendiamo il burro e lo mettiamo in una pirofila, aggiungiamo il
maiale, il pollo e il roast beef e li facciamo rosolare finché non saranno ritirati a dovere. Tritiamo finemente la
carne con la mortadella e il prosciutto. Uniamo uova, sale, pepe, parmigiano e noce moscata, e mescoliamo
bene.
Riprendiamo la pasta e mettiamo un cucchiaino di ripieno in ogni riquadro, poi inumidiamo i bordi della pasta
in modo da farli diventare appiccicosi e diamogli la "storica" forma ripiegando ogni tortellino a triangolo e
arrotolandolo intorno al dito.
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Ripetiamo il procedimento:
1) tagliate un quadratino di pasta
2) poggiateci sopra un po' di ripieno
3) ripiegate la pasta a triangolo in modo da racchiudere il ripieno
4) unite i due angoli alla base del triangolo aiutandovi con il dito
5) fate una leggere pressione sulla giuntura degli angoli in modo che si sigilli la forma
6) appiattiteli leggermente e riponeteli su una spianatoia infarinata
Tutto queste deve avvenire in pochi secondi. Se non ci riuscite al primo colpo non
preoccupatevi ... col tempo e l'esperienza si migliora!
La nostra riflessione vuole partire dal concetto di fratellanza universale, cui fanno seguito una
serie di tasselli concettuali fondamentali quali: la giustizia, il fenomeno dell’immigrazione,
cercando di non restringerlo al solo processo di trasferimento di persone Sud del Mondo-Nord del
Mondo, in quanto le nostre valutazioni assumerebbero una valenza miope e misera; l’impegno di
ogni individuo nell’acquisizione dell’impegno volto ad acquisire capacità d’amare; il fenomeno
della povertà e della miseria; l’ignoranza e il valore della conoscenza; il perverso esercizio del
potere sempre “su qualcosa o qualcuno” e mai “con, verso ... qualcosa o qualcuno”; il significato
del lavoro; la discriminazione tribale e razziale; il diritto di cittadinanza; i commerci, primo fra
tutti quello delle armi tanto fruttuso, quanto svilente per la stessa natura umana, in
contrapposizione all’auspicata divulgazione della cultura, dell’istruzione, della conoscenza senza
limiti e copyright ... una miscellanea di conoscenza indispensabili per costruire un mondo di pace e
di solidarietà animato da obiettivi ben diversi da quelli dominanti nel processo di globalizzazione
neoliberista.
L’ignoranza può essere considerata come la prima causa di divisione , di guerra e di morte, così come la
conoscenza è fondamentale nel cammino dell’uomo verso al pace e la felicità individuale e collettiva.
Video_ Incontro con Guido Barbera:
Cooperazione Internazionale quale potente arma per una società civile
NADiRinforma: Non possiamo più permetterci l'indifferenza, sarebbe come
perseverare nel vivere nell'illegalità mancando a ciò che sancisce la Carta dei Diritti
dell'Uomo. Forse si dovrebbe affrontare il grave problema dell'indifferenza di molti paesi e soprattutto di
molti governi che, pur parlando moltissimo di solidarietà, di cooperazione, di aiuti, in realtà sono orientati a
trarre dalle relazioni internazionali soprattutto profitti e, come diceva Raoul Follerau: "Dove le persone si
occupano di difendere gli interessi non costruiscono civiltà"!
L'evoluzione del concetto di cooperazione internazionale passa attraverso ciò che era dare aiuto al
condividere, non si tratta più di trasferire le risorse, oggi occorre costruire insieme una società civile, in altro
modo crescerà solo il malcontento che porterà inesorabilmente a quelle tensioni sociali che altro non
possono che sfociare nelle guerre. La cooperazione è l'arma migliore per prevenire i conflitti e l'errore
strategico più grave in cui incorrono i governi è finanziare le guerre, invece di finanziare la cooperazione
www.mediconadir.it
La pace è possibile: bisogna camminare per incontrare l’altro, accettarlo ed impegnarsi maggiormente,
arrivando a correre con lui per vincere. La vittoria ha un valore solo se coinvolge tutti.
Chiarire il tema dominante il fenomeno, o, per meglio dire, il pregiudizio legato all’immigrazione risulta
essere indispensabile per comprendere in quanto non si può prescindere dal forte legame fra la dignità
dell’uomo e l’esperienza di continua immigrazione come parte integrante del processo vitale. L’uomo esiste
camminando, muovendosi! Accettarlo ed insegnarlo rappresentano le condizioni fondamentali per avviare un
processo di pacificazione e per il singolo e per la società tutta.
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"Se voi però avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io
non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e
oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri. E se voi avete il diritto (...) di
insegnare che italiani e stranieri possono lecitamente, anzi eroicamente squartarsi a vicenda, allora io
reclamo il diritto di dire che anche i poveri possono e debbono combattere i ricchi. E almeno nella scelta dei
mezzi sono migliore di voi: le armi che voi approvate sono orribili macchine per uccidere, mutilare,
distruggere, far orfani e vedove. Le uniche armi che approvo io sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto."
Don Lorenzo Milani _ Lettera ai cappellani militari
Video_ Dispotismo
All'alba della democrazia moderna, subito dopo la guerra, qualche buona intenzione in America poteva anche
esserci. Lo dimostrerebbe questo filmato, che tenta di stabilire dei parametri reali, e non solo formali, per
misurare lo stato di effettiva
eguaglianza fra le persone nel paese.
Che cosa si possa poi aver perso per strada ce lo suggerisce, profeticamente, il filmato stesso.
Visita il sito www.luogocomune.net
Massimo Mazzucco
Siamo tutti immigrati, così come siamo tutti fratelli, è contraddittorio affermare da
una parte la comune origine dell’umanità in Dio o nel processo evolutivo dalla
scimmia e dall’altra appellare quale straniero o immigrato chi in realtà è
semplicemente nostro fratello. La Terra appartiene a tutti noi, chi può vantare e
soprattutto in base a quali principi può asserire dove sta un confine oltre il quale
l’uomo non può essere più uomo ? Diritto inalienabile, non in vendita ... acqua,
terra, aria, amore ... perché solo questo è l’uomo!
“Possono forse l’acqua, il fuoco, l’aria, il vento e la luce pretendere di essere l’uno migliore
dell’altro se è vero che provengono dalla stesa fonte pura ? L’acqua del fiume, giunta al mare,
può forse accusare quella consumata lungo il percorso di non aver compiuto la sua missione ?
Può l’uomo possedere l’altro senza violare la sua dignità ? Tante offese e gravissime violenze
non nascono forse dal dominio dell’uomo sull’uomo ?”
“Se la terra inaridisce per le ingiustizie e le povertà ed è tanto sfigurata dai conflitti e dalle
invasioni dell’odio, non è
forse perché, sotto la pressione
delle economie redditizie e
degli
egoismi
nazionali,
dimentichiamo
di
impegnarci nella condivisione
equa e gratuita ?” C’è posto
per tutti e ci sono beni per sfamare
tutti,
è
inutile
applicare
politiche di aiuti umanitari, invece
che promuovere aiuti per lo
sviluppo planetario (e non solo per il
Sud
del
Mondo).
Sarei
dell’avviso che chi a tutt’oggi versa
nella miseria più nera risiede
proprio al Nord di questo strano
pianeta ove pare che una lama
abbia tracciato tangenzialmente un
solco profondo che da un lato
pone il bene, il progresso, mentre
dall’altro
l’involuzione
cancellando, come se fosse azione
possibile, la cultura che invece
lo sostiene e lo evolve.
Io personalmente non posso
altro che ritenermi un’immigrata ... e
ho l’impressione che lo sarò
sempre su questa Terra: immigrata
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nella mia terra, nella mia patria ... immigrata, straniera ed estranea ad una cultura dominante asfissiante e
coartativa.
Credo che tutti coloro che ancora credono nei valori della dignità umana siano in realtà degli
immigrati (insistendo nell’utilizzo di questo termine al fine di renderlo accettabile, vista la pessima
connotazione concettuale che a tutt’oggi ha assunto nel nostro linguaggio)... il solo protestare contro le
ingiustizie rende diversi, desta sospetto.
La discriminazione non proviene dalla terra che accoglie o dalla madre che genera, ma dagli
uomini che legiferano sull’uomo. La nostra società si vergogna di offendere la dignità umana,
ma non ha abbastanza energia per disfarsi degli interessi materiali. Così alcuni politici
promuovono la cosiddetta “immigrazione selettiva” o “concordata”. In realtà si tratta del
ritorno al commercio degli schiavi; anzi ... un commercio, se possibile, ancora peggiore, in quanto un
tempo gli schiavi si sceglievano in base alle caratteristiche idonee alle richieste specifiche di chi comprava,
oggi è come il buttare a mare un’enorme rete che tutto raccoglie, per poi gettare “ciò che non serve”.
Questa è la novità, si chiama commercio liberale perché è senza confini, aperto a tutti. Uno
strumento nuovo nelle mani dei più potenti per difendersi l’uno contro l’altro e per diventare
più efficienti nello sfruttare insieme i piccoli. Esso non ha nulla di equo.
La società ha bisogno di compiere piccoli passi in grado di spingere l’essere umano verso il processo di
crescita mantendo integra la propria identità. La guerra (in senso ampio del termine,in quanto anche nel
mondo “libero dalle guerre” si è sottoposti al soppruso della dittatura commerciale che pur utilizzando
metodi più sottili e subdoli per ledere l’individuo, arriva ad uccidere nella parte più profonda dell’animo) e la
povertà inducono la miseria, il depauperamento delle reali risorse umane. La perdita della memoia della
propria identità spinge verso la riacquisizione di un atteggiamento animale, ossia privo della coscienza
umana che dovrebbe caratterizzarci come specie.
“L’amnesia identitaria non è null’altro che l’incapacità di raggiungere i valori nascosti in noi, la
scomparsa dell’altro davanti a noi come specchio che riflette quanto abbiamo di più prezioso:
l’amore delle origini e del nostro passato, la facoltà di apertura agli altri, il senso positivo della
vita come energia per costruire insieme il mondo con la diversità dei carismi e delle culture.
Invece la difficoltà a riconoscersi nell’altro rappresenta la forma peggiore di povertà, la perdita
di un patrimonio, una tragedia per l’uomo.”
Luisa Barbieri
Liberamente tratto da: “Domande Risposte Sogni” di Kazamwali Severino Kyalondawa
EMI ed. 2007
VIDEO _ Mustapha N'Dao
"La nostra storia ci insegna che da quando il mondo
è mondo l'uomo si è sempre mosso...". Inizia così
l'incontro con Mustapha N'Dao, noto musicista africano, oggi clandestino nel nostro paese. Dall'ascesa
musicale del suo gruppo in Senegal alla chiamata in Italia, passando per la fine del permesso di soggiorno, la
clandestinità, una denuncia per diffusione gratuita dei propri cd musicali senza timbro S.I.A.E. e la realtà
dura da invisibile cui è sottoposto insieme ai tanti suoi "fratelli". Esce da questo ritratto un uomo
straordinario, capace di lanciare messaggi universali di cambiamento e solidarietà, cui sarà difficile rimanere
indifferenti. "La prima ricchezza è la generosità... la prima povertà è l'ignoranza"
Mustapha N'Dao
Si ringrazia l'Associazione Medico N.a.di.r. per la collaborazione
www.mediconadir.it- 2006
La mia Africa
È già passato più di un anno da quando sono rientrata dal mio viaggio in Burundi ma porto ancora in me il
cambiamento che da là è partito e che credo mi accompagnerà per sempre, perché è divenuto un modo di
essere. In questo lungo periodo non sono mai riuscita a scrivere cosa è successo in quella terra lontana e,
nonostante provassi a dare spiegazioni a tutti coloro che avevano visto in me il cambiamento, temo di non
essere mai riuscita a farmi capire, e forse io stessa lo sto comprendendo a distanza di tempo.
Sono partita con tanta paura di non trovare la giusta via di comunicazione con la gente, di non essere
adeguata, di non riuscire a dare senza la giusta umiltà, di apparire come la donna bianca che scendeva
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dall'alto della civiltà per elargire compassione e consigli. Sono partita anche con la speranza di poter trovare
in Africa quello che non riuscivo a trovare qui in Italia; l'unica cosa di cui ero certa è che avevo più bisogno
io di quel viaggio che quella gente della mia presenza: cosa avrei potuto fare in sole tre settimane anche
armata di tutta la mia buona volontà? Non sapevo neppure se sarei stata in grado di dare il via al mio piccolo
progetto agricolo per il quale ero partita e forse anche se ci fossi riuscita non ne avrei mai visto i frutti.
Ma dovevo partire perché ormai avevo deciso di dare la svolta ad una vita che rischiava di perdere ogni
giorno di sapore e di colore. Così quando i miei compagni di viaggio, che erano già stati in Burundi, mi hanno
portato la loro testimonianza, non ho esitato un secondo a decidere di andare con loro. Affrontare questa
avventura non mi faceva più paura, ma mi dava forza e coraggio: che l'Africa cominciasse a fare il suo effetto
ancora prima della partenza?
Sicuramente sì, ma il resto è successo laggiù: appena sono arrivata a Mivo la povertà e la malattia erano così
tangibili, e la cosa più difficile è stata alloggiare all'interno delle mura dell'ospedale in camere occidentali,
mangiare tre volte al
giorno, potersi lavare, e vedere al
di là di quel muro coloro
che non potevano fare tutto
questo. Il mio stomaco si
è chiuso quasi completamente e i
primi giorni ho fatto fatica
a mangiare, poi piano piano ho
cominciato ma facendo
molta
attenzione
al
primo
segnale di sazietà: non
potevo
permettermi
di
ingurgitare qualcosa di più
del
necessario
alla
mia
sopravvivenza, visto che
comunque,
quello
che
io
mangiavo in un giorno, i
bambini che mi correvano
incontro forse non lo
vedevano neanche in un mese.
Anche
l'acqua,
opportunamente bollita e filtrata,
era buonissima a dispetto dei nostri bellissimi carrelli stracolmi di pesantissime bottiglie; pesantissime, ma
non abbastanza, o, perlomeno, non quanto quelle taniche che i bambini e le donne portano per chilometri
sopra la testa in salita e in discesa, con il sole e con il fango per cucinare, bere e lavarsi, se ne rimane a
sufficienza.
Proprio la scarsa igiene, i piedi scalzi e la vita promiscua con gli animali domestici favorivano la diffusione
delle Tunga, pulci penetranti che si incistano sotto la pelle e le unghie soprattutto dei piedi; così una volta la
settimana insieme ad altri volontari presenti in paese si provvedeva ad asportarle con banalissime spille da
balia. In una di quelle occasioni ho conosciuto Chantal, una bambina bellissima, come tante altre, ma con un
coraggio e una dignità disarmante, che mi fissava con quegli occhi immensi, senza batter ciglio, mentre
affondavo l'ago nei suoi minuscoli piedini. Quegli occhi sono ancora dentro di me, mi guardano, mi
ammoniscono, ma soprattutto mi sorridono, come quel giorno in cui si è accorta che non l'avrei più torturata
ma ero lì solo per cambiargli le fasciature.
Più passavano i giorni più gioivo insieme a loro per un saluto gentile, per un calcio ad un pallone di carta,
per una corsa a perdifiato, per una foto scattata insieme…ero piena dei sorrisi della gente e di quella pace
che ci scambiavamo ad ogni incontro.
Purtroppo ho vissuto anche momenti di rabbia e di impotenza, quando ho visto una donna che non veniva
curata perché aveva un debito con il dispensario di quattromila franchi burundesi (circa due euro), un malato
terminale con dolori atroci essere spedito senza medicine all'ospedale operativo più vicino (otto chilometri a
piedi); quando non potevo portare le medicine (che avevamo con tanta dedizione suddiviso e catalogato) al
dispensario, dove ne avevano bisogno, quando i papà vendevano le ciabattine che regalavo ai bambini per
ubriacarsi con la birra di banana, quando ho visto scarpe di tela nuove donate dai bazunghi (uomini bianchi)
rosicchiate dai topi, quando tutto il nostro “buonismo” continuava a fare dei danni in un paese che aveva già
sofferto così tanto.
Eppure per loro eravamo i “fortunati”, perché avevamo vestiti, cibo, macchina fotografica, medicine, sapone,
luce, e un fuoristrada per raggiungere la città più vicina. Addirittura volevano imparare l'italiano e la
dottoressa che era con me ha impiegato una mattina intera a spiegare loro in francese che l'italiano non
serve in nessun posto del mondo, che dovevano smettere di credere di essere inferiori ai bianchi solo perché
non avevano quello che avevamo noi.
Ricordo quella mattina come uno dei momenti più belli di tutto il viaggio: avevo appena fatto la doccia e
ancora con l'asciugamano in testa e circondata dai bambini che mi guardavano e mi sorridevano, cercavo un
modo per comunicare con loro. Presi il catino, lo vuotai e cominciai a batterci sopra le mani; poco dopo due
pentole, quattro cucchiai, due coperchi, una grattugia e un cilindro pieno di sassi avevano formato una
bellissima orchestra di percussioni.
Lasciare Mivo e la sua gente è stato molto difficile e doloroso, e nel cuore spero un giorno di poter ritornare,
anche se non so se sarà possibile. Ma ancor più difficile e doloroso è stato il rientro in Italia, l'impatto con la
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“civiltà”, entrare nel primo Autogrill vicino Roma, che appariva ai miei occhi solo come l'apoteosi dell'inutile.
Ho vissuto una fase di riadattamento che è durata diversi mesi in cui lottavo ogni giorno contro i miei sensi
di colpa e in cui desideravo solo di ripartire. Riflettendo, analizzando i miei sentimenti, confrontandomi con
persone che hanno fatto dell'Africa una parte fondamentale della loro vita, mi sono resa conto che adesso
devo restare perché il lavoro più importante per aiutare quella gente è da fare qui in Italia nel nostro distorto
benessere. Io faccio parte di questo mondo e devo trovare qui il modo migliore di vivere e gestire al meglio
la fortuna che mi è stata data, ma anche il modo di comprendere ogni giorno che questa fortuna è nei
rapporti sinceri con la famiglia e con gli amici e non in altro.
Capite adesso cos'è successo? Certamente non è possibile esprimere a parole tutte le evoluzioni interiori, che
si scatenano da un'esperienza di questo tipo, ma credo in parte di essere riuscita a fare più chiarezza in me e
in coloro che mi hanno ricoperto di domande in merito.
Mi avevano detto che l'Africa ti cattura dentro, che non puoi dimenticartela, che ti ammali di mal d'Africa ma
non mi avevano detto che da là si poteva rinascere e che potevi cominciare a vedere te stessa e tutto ciò
che ti circonda con occhi diversi, a volte più severi, ma spesso più permissivi. Dall'Africa è dunque partita la
mia rinascita e credo che da là debba partire anche quella dell'Africa stessa, che, a mio avviso, non ha
bisogno dell'aiuto del primo mondo, se non per il fatto che solo un nostro comportamento più responsabile e
consapevole può consentire la redistribuzione equa delle ricchezze del mondo.
Questo messaggio e questo cambiamento sono stati così fondamentali per me che ho deciso di tramutarli nel
segno indelebile che ora porto addosso, e che mi ricorderà in ogni momento difficile che al di là delle nuvole
c'è sempre il sole che ti aspetta.
Cinzia Ferrari
les immigrés – les italiens
On insiste toujours sur ce que distingue les immigrés aux italiens, la langue, la religion, les habitudes
alimentaires ou vestimentaires,les moeurs matrimoniales, la couleur du peau... toutes ces différences
existent, on peut dire qu'elles sont constitutives de l'immigré. Un immigré est celui que l'ont voit dés qu'on
ne le voit plus. Dés qu'il se font dans l'environnement il pert sa qualité d'immigré.
Que nous mettions en avant ces différences, que nous ne voyons qu'elles, assez naturel. On juge les autres
en fonction de ce que nous sommes ou de ce que nous pensons ètre. Cet accent sur les différences n'aurait
aucun importance s'il ne masquait les ressemblances, ces immigrés que nous voyons si etranges, sont en
realité très proches. Ils sont souvent plus proches aux italiens de leurs fréres, cousins ou amis laissés au
pays. Ils le découvrent lorsqu'ils rentrent au pays. Ce ne sont pas des etrangers, sont en réalité mais on leur
fait vite comprendre qu'ils ne sont plus tout à fait de ''chez eux'' avant d'arriver en occident ils du, en effet
s'arràcher a leur pays d'origine et cela ne sefait jamais sana une profonde remise en cause des valeurs,des
comportements, de tout ce qui attache un invidi a son milieu, il suffit de voir combien nous éprouvonsde
difficultés a déménager, a nous installerdans une autre ville pour mesurertout ce que la decisiond'emigrer
demandede remise en cause sur soi mème,.il ya , tout simplement. Une création d'un modele, immmaginaire
de la sociéte désirée du pays d'accuiel, ce modèle est complexe. Il n'est pas forcement complaisant. Tout les
candidats à l'èmigration n'ont pas la naivete de croire que tout sera facile dans l'italie mais ils saventqu'on
peut y réussir, qu'ilstrouvent des opportunités inexistantes dans leur propre pays, ils ont elaboré des projet
personnels et se sont construit une personnalité ou prédominent les valeurs fondatrices des sociétés
modernes: recherche du bonheur l'ambitin de sortir du lot. La recherche des solutions individuelles à des
problemes collectifs ...c'est pour cela quìils peuvent pretendre devenir italien et ...qu'ils deviennent vite
lorsqu'on leur en donne la possibilité.
Redouane El Khargui
MULTICULTURA
Vorrei raccontarvi la mia esperienza di partecipazione ai laboratori multiculturali esperienziali destinati
all’integrazione sociale incrociata migranti-nativi ma prima di fare questo vorrei partire da un dato di fatto:
“Ognuno di noi è parte di una società multiculturale”.
Se vogliamo, le ragioni di questa multiculturalità sono diverse e numerose ma complessivamente l’uomo, pur
divenendo più o meno stanziale, si è sempre spostato per acquisire nuovi territori da coltivare, per seguire le
mandrie in spostamento, per curiosità, per migliorare le proprie condizioni di vita e quella dei propri figli.
La cosa spiacevole è che i flussi migratori sono ormai tutti in un senso, quasi un’osmosi che porta l’uomo
proveniente dal paese povero, distrutto dalla guerra, il perseguitato religioso o politico verso la ricchezza, la
pace, la libertà di espressione.
In base a questa osservazione non posso non essere d’accordo quindi con chi dice che non c’è niente di
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democratico in questi processi migratori, non c’è libera scelta.
Allora chi sceglie per chi? Attraverso quali meccanismi? Ognuno di noi sceglie nei propri semplici gesti
quotidiani attraverso il perverso meccanismo della globalizzazione. Siamo la famosa farfalla che sbattendo le
ali in Brasile provoca il maremoto dall’altra parte del pianeta.
Se raggiungessimo la consapevolezza di questa nostra responsabilità, probabilmente avremmo una visione
della persona che raggiunge il nostro Paese molto diversa e, invece di spendere energie a stare sulla
difensiva, potremmo incanalarle per conoscere e valorizzare le diversità che ci possono arricchire.
Quando ho deciso di partecipare a questi laboratori esperienziali ho continuato un percorso che aveva preso
avvio da un mio viaggio in Africa alcuni anni fa in cui avevo raggiunto la consapevolezza che qualcosa nel
meccanismo mondiale non funzionava e che io ero un ingranaggio di quel meccanismo.
Da questa presa di coscienza il passo successivo è stato naturale e la curiosità mi ha spinto a partecipare ai
gruppi di lavoro in cui potevo conoscere e farmi conoscere, ascoltare ed essere ascoltata, vedere come lo
stesso argomento veniva affrontato da altri nativi e dai migranti cercando un eventuale denominatore
comune, un punto di convergenza e rispettando le divergenze qualora non fosse possibile trovarlo in beffa
all’omologazione che imperversa nel quotidiano.
La divergenza espressa senza prevaricazione è contemporaneamente stimolo di riflessione e rafforzamento
delle proprie idee. In ciascuno dei due casi si conferma come la diversità sia arricchimento perché è più ricco
chi stimola la riflessione e la capacità critica, e lo è anche chi si sente rafforzato nelle proprie convinzioni.
Per esemplificare il concetto di multicultura come l’ho vissuto attraverso il laboratorio esperienziale, mi viene
immediato utilizzare il riferimento di un negativo fotografico: senza il nero (pellicola) e il bianco
(impressione) non è possibile vedere l’immagine che nasce solo da questa fusione. Il “noi” è la lastra
sovraesposta, il “loro” è quella sottoesposta, la “multicultura” è la fotografia del nostro mondo.
Cinzia Ferrari
6 novembre 2007: siamo giunti al primo incontro del gruppo
multiculturale “Salute & Informazione” inserito nel progetto
“L'arte della comunicazione: insegnando si impara, imparando
si insegna” sostenuto da Volabo ed in rete con altre
Organizzazioni di Volontariato da tempo impegnate nel
tentativo di migliorare il contesto sociale nel quale stiamo
vivendo cercando di aprire, attraverso le più disparate
metodiche, un varco che possa diradare “le nebbie” del
decandentismo imperante la globalizzazione in corso.
I conduttori sono: Moustapha N'Dao, già responsabile del
gruppo multiculturale di MedicoN.A.Di.R., quale tutor; Luisa Barbieri, fondatrice e presidente di
MedicoN.A.Di.R., nel ruolo di co-conduttore, medico impegnato da anni nella metodica della Clinical
Empowerment Therapy; Carlo Trecarichi Scavuzzo, psicologo e psicoterapeuta di MedicoN.A.Di.R., nel
ruolo di co-conduttore.
Visto che la sede di MedicoN.A.Di.R. ha chiuso i battenti a
causa di problematiche, definiamole così, economiche, in
ogni modo potremo svolgere il gruppo programmato nel
corso del 2007, quando ancora la sede era attiva, a Zola
Predosa gentilmente ospitati dal Comune stesso all'interno
del Centro Torrazza. In particolar modo condividendo una
stanza con l'Assoc. Tuttinsieme, associazione con la quale si
collabora da anni, visti gli obiettivi che la caratterizzano,
obiettivi legati all'inserimento nel sociale di persone con
difficoltà inquadrabile nell'ambito dell'handicap psico-fisico.
Come per ogni apertura di gruppo, sia esso terapeutico in
senso stretto, sia di altra natura, risulta indispensabile proporre un obiettivo quale punto di arrivo e, nel
caso specifico, si spera, di partenza per nuovi e più incisivi lidi, accompagnato da regole che potranno
aiutare i partecipanti ed i conduttori a mantenere integro l'obiettivo stesso pur assecondando le fisiologiche
variazioni di percorso.
L'idea di creare un gruppo, definiamolo sommariamente, di integrazione multiculturale, altamente
disomogeneo nasce dall'esperienza clinica accumulata in riferimento alla sperimentazione messa in atto nel
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contenitore associativo destinato ai disturbi di relazione.
La presentazione dei componenti il nascente gruppo risulta assolutamente indispensabile, visto, tra gli altri la
valenza costruttiva che daremo al concetto stesso di DIVERSITA'.
Non si vuole proporre e, ancora peggio, imporre una cultura quale dominante, la dominanza verrà
determinata solamente da ciò che emergerà dal gruppo: il pensiero del gruppo.
Ci si orienterà allo scambio, al tentativo di cercare punti di riferimento comuni che nasceranno dalla
conoscenza reciproca, dalla condivisione imparando la valenza assoluta dell'ACCETTAZIONE e di se stessi e
degli altri.
Non si vogliono avere certezze da cui partire per poi, come troppo spesso accade, paralizzarsi in un pensiero
unico, si tenderà alla costante rimessa in discussione, all'esposizione personale in quanto le autoaperture
oltre a creare un clima favorevole alla discussione, risultano elementi indispensabili alla creazione di un
gruppo strutturato e consapevole soprattutto dei suoi limiti e per questo bendisposto all'osservazione
esterna. Al centro del lavoro vorremmo porre la persona, l'aspetto umano nella sua semplicità, nella sua
diversità, nella sua ricchezza e nella sua miseria. Tutti noi presenti stiamo cercando, abbiamo scelto la via
della progettazione comune nel rispetto della nostra identità e per questo dobbiamo compiere lo sforzo di
esporci, valutarci, andare sino in fondo superando le nostre paure, facendoci mille domande e magari non
trovando nemmeno una risposta.
Le società in divenire cercano ogni giorno, si muovono e solo così migliorano. Noi possiamo e dobbiamo
avvicinarci, ascoltarci, renderci disponibili, aiutarci nel tentativo di comprensione reciproca ... il tutto lo si può
riassumere nella parola INSIEME, in quanto da soli non si può andare da nessuna parte se non verso
l'ingangrenimento e la morte delle nostre idee. Abbiamo bisogno di fidarci aprendoci anche verso
affermazioni che potrebbero apparici “sbagliate”.
Le aspettative
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sono arrivata alla bella età di 58 aa. e ho le mie certezze, le mie insicurezze, le mie cose che posso
mettere in discussione, io ho trovato un certo equilibrio riavvicinandomi alla natura, osservando i
ritmi della natura, delle cose che succedono non in questa società che è demenziale, schizofrenica,
che ci mette in competizione l'uno contro l’altro. Una cosa che mi ha colpito molto in questo ultimo
periodo, ascoltando un programma televisivo, è il discorso dei migranti che vengono da noi perché
fuggono da situazioni di guerra. A me piacerebbe fare una specie di indagine per vedere quali sono
le nazioni ove c’è una guerra, io sono convinta che potremo scoprire che ovunque c’è guerra, in
quanto lo stesso fatto di mettere le persone l’una contro l’altro secondo me è espressione di guerra.
Ritengo che parecchio, se non tutto questo contesto sociale sia da ricostruire, nella mia stessa città
io percepisco insicurezza e disagio collettivo, domina la paura, insomma. Una società che non offre
un minimo di sicurezza, ma, anzi, che si adopera affinché gli individui stiano immobili per via della
paura, è una società al collasso. Cosa mi aspetto da questi incontri: intravedere la possibilità di un
cambiamento!
io credo che si siano persi tanti valori che
sostenevano il nostro contesto sociale, quella
che viviamo oggi, almeno qua in occidente, io la
chiamo “la società dei lucchetti”. Un tempo io
ricordo lo spirito di solidarietà che animava la più
parte delle persone, ora l'individualismo è
sfrenato. Dobbiamo sforzarci almeno di ritrovare
ciò che abbiamo perduto. Per chi, poi, si trova in
situazioni di franco disagio, per le motivazioni
più svariate, oltre al danno si aggiunge anche la
beffa dell'insulto gratuito ... e non è così
edificante condividere il sociale con un
canovaccio sociale di questa natura! Io mi aspetto la possibilità di confrontarmi, di rinforzarmi, di
credere ancora che gli esseri umani siano esseri umani e non macchine orientate alla conquista della
perfezione che perfezione mai sarà. La possibilità di incontrare persone che arrivano da paesi lontani
portandosi il loro bagaglio culturale, mi alletta e mi induce a pensare che facciamo tanto di
avvicinarci, magari una possibilità di crescita l'abbiamo ancora.
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
io vorrei trarre dal gruppo un arricchimento a livello personale, però sono molto perplessa e
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un po’ amareggiata e temo che il tutto possa rimanere circoscritto al gruppo. Vivendo in
questo contesto sociale ho maturato una paura terribile, sento di avere inglobato il
meccanismo compulsivo-competitivo sino ad ammalarmi di anoressia nervosa. Sono qua
anche per aiutarmi nel processo di guarigione che ho intrapreso. So che aprire gli occhi e il
cuore verso il mondo può aiutarmi allontanandomi dall'autodistruzione, so, in base
all'esperienza vissuta in associazione, quanto raccogliere stimoli rappresenti una modalità
per migliorarsi, per riaprirsi a se e al mondo ... so che per combattere il mio male devo e
voglio accogliere il mondo. La paura di paralizza sino ad impedirmi di esprimere ciò che
sono, so, razionalmente, quanto la manipolazione mediatica sia responsabile del male di
vivere, ma so anche e per esperienza quanto sia difficile ragionare con la propria testa
soprattutto rispetto a questioni imposte quale la questione immigrazione, diversità. Tu Luisa
prima raccontavi l'aneddoto, guarda caso, accaduto oggi durante il tragitto che ti ha portata a
Zola ... ti si è fermata l'automobile e, malgrado le tue richieste di aiuto, nessuno si fermava
sino a che non è arrivato un signore albanese che ti ha dato una mano. Sappi che anch'io non
mi sarei fermata, per paura non per altro ... solo per paura! Figuriamoci un po': se ho paura
di una persona che all'apparenza non pare proprio un'immigrata, che terrore potrei avere
dinanzi ad un extracomunitario ? Speriamo di riuscire a portare fuori di qui ciò che
sicuramente matureremo qua dentro, in quanto le prigioni più terribili sono quelle che ci
costruiamo noi.

viviamo molto per luoghi comuni, ci hanno inculcati un modo di vedere la realtà che è
stereotipato, chi esce da questo mondo precostituito va incontro a diversi problemi, in
quanto viene considerato lui stesso diverso

la società occidentale è fallita ormai, sono ottimista su quello che faccio, ho lavorato con
tanti gruppi, purtroppo devo dire che ho anche notato che alcuni lo fanno per interessi loro.
Proviamo ad essere ottimisti, non riesco a parlare in riferimento a questo gruppo, è un po’
presto, quello che riesco a dire è proviamo a lavorare insieme, avere coraggio. A volte sei
un po’ confuso, il razzismo e la paura. Il mondo è diventato materiale. In Africa la vita è più
lenta e riusciamo a fare tutto quello che dobbiamo fare nell’arco della giornata, qua
corriamo sempre e alla sera non c’è mai una cosa conclusa. Il capo non sa se devi morire o
no, lui sa solo che deve guadagnare. Ognuno di noi dovrebbe portare la sua cultura, se ci
avviciniamo a vicenda ci saranno delle cose che non ci piaceranno, ma ce ne saranno
tantissime che risulteranno un valore aggiunto alla nostra esperienza di vita. Io, in questi
anni di vita da extracomunitario, ho cercato di prendere alcune cose dalla civiltà occidentale
e di rifiutarne altre senza mai dimenticare la mia identità.
Ogni
parola è un proverbio, si dice di noi che per capire quale è la città più bella si deve viaggiare,
nessuno sa qual è la città più bella. Poco è qualcosa.
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la società odierna è dominata dalla paura, tutti quanti abbiamo paura. Può darsi che la colpa
sia di noi stranieri, il problema è che si generalizza. Bisogna vedere quale motivo una
persona diventa così, magari qualcuno che aveva una certa posizione nel suo paese e ha
perso tutto, arriva qua e non trova l’accoglienza. La cultura nostra è diversa da quella vostra,
poi arrivi qui, non hai casa, lavoro, hai fame e la fame può portare ad uccidere. La paura di
dire la verità alla gente.
È difficile costruire la società di adesso, è difficile avere
fiducia
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io molto egoisticamente sono venuta qui per assistere la presentazione, visto che le difficoltà
che mi sembra abbia riscontrato Silvia le ho riscontrate anch’io e io non ci sto più, ma la
società siamo noi e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità volte al cambiamento. Le
persone che si mettono in discussione sono pochissime. Sono venuta qua alla ricerca di
persone che avessero voglia di ragionare, che avessero la mia stessa volontà per rinforzarmi

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nel lavoro che svolgo quotidianamente
sono molto interessata alle differenze tra le persone, mi interessa capire gli altri cominciando
da noi stessi si può arrivare molto lontano,
una sorta di effetto cascata. Purtroppo ci
sono poche persone che hanno voglia di
mettersi in discussione, anche se tutti
sappiamo che questo mondo è sbagliato
sinora abbiamo parlato di ciò che “sta
fuori”, abbiamo parlato generalizzando un
po', che ne dite, invece, tentare di
personalizzarle ? Magari riusciremo a
portare a casa qualcosa che possa iniziare
a servire a noi come persone, proviamo a
parlare di ciò che c'è “dentro”. Cominciamo l'analisi di questo spaccato di società che siamo
noi, è vero che verosimilmente non rifletteremo il sociale in assoluto, è vero che le persone
sedute intorno a questo tavolo sono sicuramente sensibili a una serie di problematiche già
poste in essere, ma intanto perché non proviamo a pensare: cosa ci portiamo a casa oggi ?
Ho sentito parlare di società fallita, però se parliamo di individui ... NOI non siamo falliti …
o almeno, cerchiamo di partire da questo presupposto. La società occidentale va avanti
secondo alcune regole, in particolare è dominata dalla regola del profitto a tutti i costi, in
effetti credo che con l'avvento della proprietà privata si sia creato uno dei più grande
disastri dell'umanità. Forse manca l’obiettivo, in quanto non perseguiamo l’obiettivo delle
persone, ma della società, ci impoveriamo noi mentre si arricchisce la società. Il diverso può
essere migliore, ma fa paura. Qualcuno ha detto che fa comodo accendere delle paure, rende
tutti noi più governabili. IGNORANZA e PAURA sono i più grandi nemici dell’umanità.
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La NOSTRA ignoranza , le NOSTRE paure
Io ho paura di fallire
la paura può portare all’ignoranza. La paura di affrontare la realtà, per farvi un esempio, è parte
della mia vita, quella spesa durante i terribili anni di guerra in Burundi, la mia terra.
io spesso ho paura di parlare in pubblico, potrebbe essere la paura di fare brutta figura e non fare
capire agli altri ciò che vorrei dire, di essere fraintesa
io mi esprimo e vorrei essere capita, ma non posso pretenderlo, mi dispiace, però, con gli anni sono
arrivata alla conclusione che gli altri devono poi accettarmi così come sono e, cosa ancora più
importante, se non mi accetto io non posso pretendere di essere accettata dall’altro
la sconfitta della società industriale su quella rurale a me fa molta paura in quanto, come dicevo
prima, si sono persi una serie di valori umani ed umanizzanti che mi davano sicurezza. Persino il
rapporto con il tempo si è snaturato, sembra che oggi, pur di correre, non si sa bene dove e perché,
si vada sempre più spesso contro natura e questo non fa bene agli esseri umani.
AUTODETERMINAZIONE COLLETTIVA
Occorre emanciparsi per riuscire a vivere al meglio insieme.
Occorre affrontare, comprendere e superare i pregiudizi che percepiamo quali ostacoli al nostro processo di
emancipazione, magari cercando di vivere gli altri rispecchiandoci, proprio come si fa in gruppo.
Essere, affermarsi ... tutti noi lo desideriamo, ma il passaggio obbligato è guardare dentro di noi e questo
non possiamo nasconderlo: fa paura! Ciò che andiamo cercando, credete, non è tanto lontano, è qui, è
dovunque, basta tentare di mettere in pratica ciò che c'è già dentro di noi senza mascherarlo seguendo echi
esterni disturbatori e manipolatori.
Si parla di diversità, di parla di incontro di diversità ad arricchimento del singolo e del gruppo, potremmo
partire, ad esempio, dall'esperienza di coloro che vivono la diversità quale conseguenza delle loro disabilità.
Tutti noi abbiamo dei deficit, tutti noi esprimiamo una qualche disabilità ... voi conoscete qualcuno abile in
ogni espressione ?
 Sì, ma non possiamo negare la disabilità. Io sono disabile e non posso negarlo
Vediamo di fare un giro proponendo a tutti le nostre disabilità, ovviamente più o meno evidenti, più o meno
invalidanti, ma credo proprio che nessuno di noi possa dirsi immune:
Un giro delle proprie disabilità (autoaperture)
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La disabilità come fatto mentale
Le difficoltà di comunicazione
L’utilizzo delle maschere a difesa
La fatica di accettare la cultura dell’altro (il problema della cultura dominante)
Il superamento dei muri interiori attraverso la comunicazione, lo scambio
Vediamo che il minimo comune denominatore è l'esprimere noi stessi affermandoci
Comunicare ed essere a superamento delle barriere
cosa significa comunicare ?
 instaurare un rapporto anche non verbale e cercare una lingua comune per capirsi
 riuscire a trovare un punto in comune, a volte. non ascoltiamo – ascolto – ricezione del messaggio
come lo decodifichiamo noi – ascolto
 comunicare con se cos’è e comunicare con gli altri cos’è ? AUTOCRITICA
 la paura del giudizio esterno
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l’autocritica non si basa sull’evidenziazione dei propri difetti
lo scambio
accettare e relazionarsi
Proviamo a fare mente locale sulla parola ACCETTAZIONE e a seguire: IGNORANZA E
PAURA
PREGIUDIZI
INTEGRALISMO CULTURALE
Il pregiudizio di regola mi evita di pensare
Mancanza di scambi informativi- conoscenze
Il concetto del TEMPO – il tempo deve appartenerci
Pregiudizio quale elemento di conoscenza ?
Pregiudizio come meccanismo di difesa ?
Pregiudizio come conflitto ?
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IL CONTESTO SOCIALE
rispetto al PREGIUDIZIO e all’ACCETTAZIONE
quali rielaborazioni ?
• mi riesce difficile avere pregiudizi nei confronti
di persone che non conosco quando abbiamo
ancora delle barzellette tra di noi, tipo tra bolognesi e modenesi, ferraresi ad esempio. Ho dei
pregiudizi in generale, però non conoscendo i loro usi e abitudini mi riesce difficile giudicare
• Giudizio di sintesi precedente che in qualche modo ha una sua utilità nella sua generalizzazione per
farci conoscere un qualcosa di sconosciuto. Giudizio erroneo precedente alla conoscenza che ci viene
in aiuto. È una generalizzazione. È una estensione di una caratteristica di una certa etnia, di un
certo paese che in qualche modo ci aiuta economicamente per organizzare un pensiero. Se non
conosco è più semplice utilizzare il pregiudizio. Non sempre si riesce ad andare oltre
• secondo me tante volte nascono anche da pensieri nostri, costruiti dalle nostre paure. Guardare in
faccia le nostre paure quale strumento per superare. Tutto ciò che è diverso ci propone un
confronto, una messa in discussione
• paura per il diverso. L’Italia rispetto ad altre nazioni è molto più indietro nel processo di integrazione,
vista il fenomeno recente dell’immigrazione di massa
• manipolazione mediatica si presta parecchio al creare, tra le tante cose, confusione
• manipolazione – vedi ciò che è successo sulla questione dei Rom. L’utilizzo di un certo tipo di
cronaca nera per distogliere l’attenzione. Il controllo politico
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il sistema mediatico rappresenta il 1° potere
certo è che la manipolazione agisce soprattutto in chi ha bassa cultura
secondo me anche chi ha livello elevato di cultura
questa cosa è sempre esistita – oggi è molto più subdola – si usano degli argomenti per confondere
– è diventato tutto marketing nel vendere l’idea, in realtà pensano che noi siamo imbecilli volendo e pensandoci il potere e lo abbiamo anche noi non ascoltando quello che stanno dicendo io
non lo guardo più il telegiornale, forse sono un po’ estremista, ma non raccontano niente
anch’io evito di ascoltare anche se credo che non sia un atteggiamento del tutto giusto, in questa
maniera si rischia poi l'isolamento, il totale impoverimento , è difficile!
io penso che i politici siano troppo bravi per noi semplici umani, bisogna ascoltarli divertiti . Non
posso non fare riferimento a frase di Berlusconi: “Non vogliamo un Italia multiculturale” il giorno
successivo nei giornali compare : alcuno hanno il cuore a destra, altri a sinistra, altri proprio non ce
l’hanno. A volte mi sento utilizzato da loro, in quanto riescono a fare tremare la gente – bisogna
essere attenti, ma secondo me è indispensabile guardare.
In Italia bisogna sospenderli questi
politici e riconsiderare i valori lasciati dai nostri nonni. Sul tema dell’integrazione sono partiti male,
bisogna ripensare. Non serve avere la voglia di costruire in Italia, bisogna ripensare le cose. In Italia
i politici non ascoltano, urlano e ascoltano solo loro stessi. I giornalisti … anche loro hanno grande
responsabilità, creano confusione. Pare che l'unico interesse per i poteri dominanti sia come
procurarsi i voti elettorali per le prossime elezioni. Sarà molto difficile separare politica e contesto
sociale, bisogna tutelare altri organismi invece dei politici, sul piano dell’immigrazione i politici non
faranno mai niente - Occorre andare adagio, un’integrazione malcapita sarebbe dannosa
credere in se stesso è solamente una scelta e per potere avere la forza basta pensare agli altri,
coloro che stanno molto peggio, allora non si può perdere il coraggio. La comunicazione mediatica
e l'integrazione, e il percorso che noi stiamo cercando può essere un fattore di cambiamento, basta
che noi riusciamo a creare una comunicazione di relazione, altri hanno molti più mezzi di noi e li
stiamo guardando sempre … l’informazione non ci arriva e noi non abbiamo il coraggio di scegliere
l’informazione, non abbiamo creato un’alternativa, perché diciamo che è impossibile. L’ignoranza
inizia quando uno dice “IO NON POSSO” - Noi siamo attaccatissimi alle nostre origini e finché siamo
così rischiamo che le cose non cambino. Se vogliamo creare una società civile abbiamo bisogno di
non guardare quello che non ci va, provano ad ingannarci. Noi crediamo che la politica abbia le
risposte, invece no, non ha nessuna risposta per noi la politica. La società civile non è ascoltata.
Risposte non dobbiamo aspettarcene dalla politica. Per fare un esempio: il processo di integrazione
partendo dalle elezioni provinciali per me è un inganno. La gente mi vota, vado al Consiglio e non ho
il diritto di voto, non è che posso solo proporre, questo solo agisce come portavoce. Io non credo
che sia un grande passo verso l’integrazione che se passa dalla politica non può passare dalla
politica, ma passare dalla gente normale. Invece che difenderci dalla gente dobbiamo diffondere.
la società va sempre incontro a 2 tendenze o andare incontro alla massa oppure ululare coi lupi La
paura va ad intaccare il bisogno di emergere rendendo più debole l’individuo, distruggere il bisogno
di individualità per portarlo al bisogno di appartenere perché gestibile il vissuto dell’individuo, del
contesto sociale
mi viene da ripensare al contesto sociale al passato, alle conquiste sociali ed
immediatamente ai personaggi a livello globale che hanno definito linee guide. Non posso
non pensare alla storia del nostro Paese, all'assassinio di Aldo Moro, ai depistaggi che
oramai sembrano la normalità ... alle brigate rosse, a Curcio. A questo riguardo non ho mai
capito come mai un Curcio appartenente all'estrema destra sia potuto divenire un leader
della sinistra, anzi delle brigate rosse. Andreotti, i suoi intrighi, la sua eterna presenza sulla
scena politica italiana, i suoi legami più o meno veritieri con la criminalità organizzata, le
impunità ... e tutto ciò che solo la storia forse un giorno potrà spiegare. Riesco solo a capire
che un tempo c'era rispetto per la politica e ai suoi esponenti, esistevano delle ideologie a
sostegno di valori più o meno condivisibili, ma i valori cui fare riferimento ne li ricordo,
ora ... negli ultimi 15 anni ... io ho l'impressione che la politica sia rappresentata solo da dei
“pagliacci” motivati esclusivamente dal profitto personale, e questo non va proprio, io non
lo posso accettare come uomo e come cittadino di un Paese che amo, il mio Paese.
c'è effettivamente un legame stretto tra l'attuale situazione politica ed il contesto sociale così
demotivato, omologato, vuoto. Pare proprio che le ideologie, i valori comuni di riferimento siano fuori
moda e questo rompe il legame tra lo Stato e il cittadino: troppa la distanza tra i Palazzi e le piazze,
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tanto da indurre sentimenti poco appropriati in un Paese civile e democratico. Non possiamo negare
quanto la xenofobia stia in crescendo, non possiamo negare quanto l'essere umano stia perdendo di
significato, la vita stessa dell'individuo pare avere assunto valore zero.
ciò di cui avete parlato e che, tra l'altro, mi trova in accordo, è più facile che avvengano tra le
persone ricche, tra i poveri c’è più solidarietà e questo ci dovrebbe fare pensare. Nel nostro mondo,
in questa fase storica l'unica cosa importante è il denaro. Nel medioevo, secolo oscurantista, c’era
solo la religione, oggi tutto gira intorno al soldo. Questo processo devastante l’abbiamo visto prima
nella società americana, non ci aspettavamo che succedesse anche in Italia, aggiungerei, inoltre, che
da come si stanno comportando le persone, da come si sta comportando la nostra élite politica sia
inevitabile che le cose peggiorino. Pensate che feroci assassini diventano delle stars della televisione,
vi pare ammissibile ? La nostra società è talmente degradata che a mio avviso non può che
peggiorare, nutro davvero poche speranze e questo mi rattrista tantissimo, non si può arrivare a
perdere la speranza, in altro modo come e dove trovare la forza per reagire ?
facendo il paragone col medioevo … non mi pare tanto diverso … religione/economia
erano secoli animati da fermento religioso, l’uomo si chiedeva “noi chi siamo ?” oggi si
domanda “quanto ho guadagnato ?”
già, forse è solo cambiata la domanda, ma la modalità è la medesima
ai tempi se non rispondevi con la religione eri un eretico, un emarginato, oggi, allo stesso
modo, se non rispondi con il denaro sei fuori dal sistema ... un bel salto evolutivo!
il nuovo dio di questa società non è la religione, ma il denaro. Attraverso la religiosità almeno c'era
una sorta di tentativo orientato a fare prevalere la parte buona, costruttiva dell'essere umano, i
nostri avi si chiedevano come, chi, dove e perché ... si era evidenziata la valenza distruttiva
dell'ignoranza, si diceva che superandola forse l'uomo avrebbe avuto una vita migliore
domanda a I ? prova a soffermarti: anche allora chi erano quelli che pensavano alla religione
? erano l’élite … gli altri non contavano nulla ... cosa è cambiato ?
sai, non c’era la possibilità di istruirsi … ora questa possibilità c’è … se siamo qua stasera significherà
almeno che abbiamo compreso il valore della conoscenza. Ribadisco che il grande male è la
sublimazione divina sul denaro!
pensate che leghiamo il denaro alla speranza della vita eterna ... non è paradossale ?
certo è che chi possiede più risorse economiche ha realmente maggiori possibilità di vivere
meglio e più a lungo, il problema serio è che forse dovremmo capire tutti che la salute è un
diritto umano, non un bisogno cui può far fronte solo chi ha denaro! Vorrei sollecitarvi nel
ragionamento relativo alle capacità delle multinazionali del farmaco: quanto frutta la
malattia ? Quante sindromi sono, diciamo, azzardando un po', inventate in laboratorio ?
Pensate ai disturbi di relazione ... non sono forse un prodotto strettamente legato al contesto
sociale ? Non fruttano forse alle case farmaceutiche denaro a fiumi ?
ho ascoltato attentamente ciò che sinora è stato detto e mi sorge un quesito: tutto cambia, tutto
rimane uguale a sé stesso, la religione sempre c'è stata, sempre ci sarà... il muro da abbattere è la
politica così come la stiamo vivendo e non solo in questo Paese. Diciamo di essere in democrazia,
ma ... o io non ho capito bene cosa sia la democrazia, oppure non credo proprio che da qualche
parte sia praticata, applicata. Forse sono presuntuoso, ma credo che il mondo abbia bisogno di noi,
anche di noi, dei nostro pensieri, dei nostri ragionamenti, dei nostri sogni, dei nostri valori! Con
molta tristezza devo ammettere che anche l 'Africa sta prendendo la direzione dell'Europa, non so
cosa attragga gli esseri umani ? Forse l'illusione della felicità a tutti i costi ed immediatamente,
compulsivamente. Io credo che questa strada sia sbagliata, che alla lunga distrugga e mi pare che
già gli effetti siano evidenti. Siamo egoisti, individualisti, opportunisti ... sembra una “malattia”
impossibile da debellare. La riflessione che vorrei proporvi: per conquistare un contesto sociale come
vorremmo noi e per il quale ci sarà tantissimo da fare spogliandoci di ogni egoismo, tra le altre cose,
ma ... da dove partire ?
l'hai detto ... si deve partire da noi stessi
da noi stessi, facile da dirsi, un po' meno facile da farsi! Bisognerebbe partire dai bambini,
dalla loro educazione verso un mondo più equilibrato
chi insegna ai bambini ? noi …
non possiamo non assumerci la responsabilità, non possiamo continuare a delegare. A mio avviso,
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dovremmo rendere concreto il concetto di partecipazione ... questa è la strada, io non ne vedo altre
dialogare, comunicare e costruirci quell'etica morale che ci potrà permettere di assumerci ogni
responsabilità, di farci carico della nostra stessa umanità
partire da noi stessi che significa ?
fare quello che stiamo facendo qua, ora. In questi anni nei quali abbiamo lavorato tanto con i
disturbi di relazione cercando di offrire attraverso la nostra esperienza clinica spunti di riflessione,
stimoli individuali e collettivi al fine di riequilibrarci come individui combattendo il disagio del “mal
vivere” ... a volte ho avuto l'impressione, vi prego di scusarmi per il linguaggio, ma di “dare le perle
ai porci” ... io, forse ... noi ... siamo davvero stanchi
tu dici che noi con le nostre esperienze, le nostre paure, con tutto quanto ci caratterizza
potremmo vedere un po' di luce ? E magari fare in modo che altri, coloro che sono intorno a
noi, pure usufruiscano di quella stessa fonte di luce ... ?
Sì, io lo credo. Concordo sulla stanchezza di cui parlava C., a volte, non nascondo, emerge
la demotivazione, pare di essere dei Don Chisciotte ... ma bisogna pur credere in qualche
cosa! Io, personalmente, credo nell'essere umano e vorrei proseguire in questo senso. In
altro modo, almeno per quanto mi riguarda, che senso avrebbe vivere ? Forse per acquistare
l'ultimo modello di ... dite voi il nome di uno stilista, io non conosco questa fetta del nostro
mondo e credo proprio che farò in modo di non conoscerla mai, è una fetta di ignoranza a
cui tengo particolarmente!
a questo riguardo pensate alla manipolazione degli acquisti, pensate al nostro
comportamento all'interno di un grande magazzino ... pensate forse di scegliere voi quali
biscotti, quali spaghetti, quale bevande fa al caso vostro ? Scordatevelo! Persino il modo con
il quale vengono riposti i prodotti in vendita sugli scaffali è manipolatorio, fermo restando
che il nostro cervello è condizionato
dallo tsunami di pubblicità che in ogni momento inonda la nostra vita.
domandiamoci anche perché siamo assoggettati alla demolizione della cultura scritta,
perché distruggere le biblioteche ?
si vuole forse distruggere la memoria
si sta parlando di origini, di globalizzazione, di neoliberismo , di franco bombardamento
delle nostre stesse radici civili. Sappiamo quanti disturbi, quanta sofferenza psichica
derivino dalla mancanza di identità. Stiamo assistendo alla perdita dei nostri punti di
riferimento, partendo dalla nostra storia ... e questo succede purtroppo in tutto il mondo.
Pare che questa società neoliberista si ponga tra gli obiettivi anche quello di cancellare le
nostre origini, le nostre diversità per creare una società di uguali ... nel pensiero. Del resto è
difficile cambiare una forma mentis se prima non distruggi … sta emergendo una cultura
omologata e omologante. Noi per alcuni aspetti siamo degli emarginati solo per il fatto che
pensiamo o almeno tentiamo di farlo
una cultura che si è rivelata buona cosa come si può pensare di cancellarla ? la religione
mussulmana dà fastidio, fa paura all’imperialismo occidentale anche perché si sta
diffondendo molto più di altre religioni. Del resto il mondo è governato da un pugno di
persone e risulta molto difficile spiegare alla gente che non vuole ascoltare
LE ASPETTATIVE – ci sono delle aspettative ?
mi scappano, perché non dovrei averle ? Le mie aspettative sono orientate prevalentemente al
recupero dell'essere umano, non tanto al possesso materiale di cosa poi non saprei dire ...
che cosa ci si può aspettare da questo contesto ?
direi più che dal contesto, dalla singola persona
non è facile … non mi aspetto molto, ci credo poco che le cose possano andare in maniera diversa,
però mi piacerebbe che ci fosse nelle persone meno indifferenza, più solidarietà … un’altra cosa ..
parlando di povertà, argomento che mi tocca molto, quelle povertà silenziose che vengono intraviste
un giorno mi piacerebbe potessero essere viste … inoltre desidererei che le persone con maggiori
strumenti si facessero sentire, questo manca molto
io vorrei un mondo più colorato, dove la gente si sveglia senza troppi pensieri negativi … si potrebbe
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provare, ma cosa bisogna togliere di mezzo per stare bene ? l’egoismo che credo essere alla base
di tutta la negatività, l'imparare a pensare agli altri, l’empatia, il sapersi mettere al posto dell’altro, il
pensare che cosa può avere l’altro. Cerco di mettermi nei suoi pensieri per cercare di capire come
l'altro vede me.
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AUTOVALUTAZIONE DEL GRUPPO (1°ciclo)
abbiamo affrontato alcune tematiche molto liberamente, siamo giunti alla conclusione di questo
primo giro, vediamo di tirare un po' di conclusioni. Credo che ci abbia permesso di pensare alla
diversità in maniera alternativa, se ci ha offerta la possibilità di prospettare il nuovo, il pensiero altro,
4 incontri ricchi di autoaperture, qualcuno ha riflettuto più su temi generale, a mio avviso è stato un
gruppo molto vivo, ha parlato di sé. Abbiamo affrontato alcune tematiche su quel qualcosa che sta
intorno alla diversità. Immigrazione : immigrati e nativi, alcuni pregiudizi, abbiamo visto come, anche
se con modalità diverse, abbiamo detto cose molto simili. Un gruppo che pensa, un gruppo un po’
elitario rispetto alla generalizzazione che a volte c’è fuori, i pensieri nuovi possono nascere e
crescere da questa piccola officina che si è messa in moto
per me è stato molto stimolante, interessanti che hanno dato a tutti l’opportunità di pensare,
farsi delle domande, vagliare nuove modalità di pensiero, sono emersi molti pensieri simili.
Un bel confronto, ci ha fatto capire che più o meno tutti pensiamo di fondo le stesse cose, è
stato bello potere condividere
non so cosa dire… diciamo che in questi 5 incontri sicuramente abbiamo avuto la possibilità
di esprimere-confrontare pensieri che abbiamo scoperto molto simili. Come ci possa essere
la possibilità partendo da qui di migliorare ciò che c’è fuori. Noi ci potremmo paragonare ad
un fiore di loto che esce dalle acque fangose …
a me è piaciuto molto come incontri però sono rimasto deluso per il fatto di scambiarci le
opinioni … quali sono i nostri usi, per conoscerci meglio … sapere quali sono gli usi dei
migranti, quelli che sono i nostri, per scambiarci le informazioni, forse non l’ho capita, mi è
piaciuto perché ci siamo aperti, però mi è mancato la notizia dell’altro, lo scambio di notizie
è venuto un po’ a mancare questo aspetto, però… come hai visto anche tu il gruppo, essendo
aperto, ci sono state delle carenze oggettive. Anche noi avevamo puntato molto sullo
scambio di esperienze e come queste esperienze possano essere vissute. Ad un 1° incontro
molto numeroso, per le motivazioni più svariate, sono venute a mancare …è mancato un
confronto se non per alcuni sprazzi, forse siamo scivolati sul confronto limitato, buonista. È
mancato il confronto tra culture diverse, anche i contrasti dovuti alla cultura in se, ci sono
alcuni aspetti che fanno fatica ad integrarsi
è anche molto difficile tirare fuori le cose, però questa società ci ha fatto individuare nel
diverso il nemico, ma il nemico è dentro di noi, lo dobbiamo tirare fuori dal nostro interno, è
quello più difficile da trovare, come se mi togliessi gli abiti dinanzi a sconosciuti. Ho
ammirato B. quando ha candidamente confessato che non ti avrebbe aiutata L. là in mezzo
alla strada. Tutti quanti cercavamo di mostrare il meglio di noi, come negli approcci di tipo
amoroso. La mia difficoltà è portare quello che ci siamo detti qua, fuori, nel mio mondo.
è un po’ come se fossimo venuti qui con i vestiti della festa, però fuori non è festa
Secondo te, T. i migranti fanno così fatica a partecipare ?
io penso che bisogna dire che io e altri immigrati abbiamo paura di essere criticati, a questo
aggiungerei il fatto che il menefreghismo impera, peccato non provare ad entrare almeno per
curiosare quando gli si apre una porta! Ci sono anche alcune cose che vorrei provare a farvi capire:
tante persone provengono da Paesi ove il confronto non può esistere, sono sempre vissuti in un
clima di scontri, di violenza, di paura. La grande maggioranza degli immigrati proviene da paesi
poveri dove appena ci si sveglia si cerca qualcosa da mettere nella pancia, oppure da paesi in
guerra, del resto molti immigrati quando arrivano pensano che qui sia peggio che a casa. Non c’è
l’abitudine a condurre una vita normale, nuova. Qualcuno dice che sente troppo dolore a comunicare
con la gente. Inoltre, parlando malamente l'italiano si ha paura di essere fraintesi, di non riuscire a
farsi capire al meglio, di essere giudicati incapaci. Un altro aspetto da tenere in considerazione è
l’atteggiamento di autoesclusione che affligge parecchi immigrati, siamo noi che dobbiamo andare
verso di loro, il buonismo non aiuta, non puoi ricevere senza dare niente, questo per me è
autoesclusione. Ho constatato che stiamo crescendo,
32
siamo molto timidi per affrontare il mondo fuori, per essere pronti ad ascoltare. Qui abbiamo
imparato ad ascoltare e a dire. Se vogliamo crescere, imporci, dobbiamo essere in pace con noi.
Non è che sappiamo dove vogliamo arrivare, noi vorremmo arrivare a creare un bellissimo gruppo,
ma non è che quando usciamo diffondiamo, ognuno prende quello che ha appreso qui e lo tiene per
se stesso. Ognuno dovrebbe diffondere ciò che stiamo facendo qui. Qui sono nate tantissime cose, e
noi dobbiamo diffonderle, io devo pensare per me e per gli altri come gli altri per me e per loro. Per
non lasciare il bene che stiamo creando, sarebbe come lasciare il nostro futuro nelle mani degli altri,
però aspettiamo che gli altri parlino in nome nostro, finché non avremo il coraggio di andare a
cercare non costruiremo. La cosa fondamentale che noi dobbiamo apprendere e che abbiamo qui è
scegliere il cambiamento, quando parliamo deve essere per crescere meglio, bisogna usare le parole
con semplicità ed umiltà. Per migliorare abbiamo bisogno di cambiare, per cambiare abbiamo
bisogno di guardare dentro di noi. Se vogliamo costruire abbiamo bisogno di diffondere, se lo
facciamo cresceremo, in altro modo lo faremo solo per noi stessi, quando io penso non penso solo a
me, a noi, ho l’abitudine di definire la gente come fratelli e sorelle, quando chiamo qualcuno in
questo modo mi sento importante. Tutti noi quando parliamo con umiltà … bisogna non essere
nessuno per potere essere qualcuno. DIFFONDERE PROVANDO DI CONTROLLARE LA TIMIDEZZA.
La DERESPONSABILIZZAZIONE, il concetto di proprietà privata


dopo esserci fatti le carezze… dobbiamo cominciare a dire … a me alcuni lavavetri mi fanno
francamente incazzare, se siamo tutti uguali abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri … non è un
discorso di immigrati. Ce l’ho anche molto con noi Stato rispetto a certi diritti concessi agli immigrati
e non agli italiani, l’uguaglianza deve essere rispettata, es. l’assegnazione delle case popolari, gli
immigrati tendono ad impossessarsene
le cose sono come interpretiamo. Io posso dire che per esempio ce l’ho con tantissimi senegalesi a
Bologna perché si comportano male e, visto che non mi risparmio nel dire ciò che penso, capita che
venga accusato di essere senza radici, però non posso tollerare che qui in Italia si facciano cose che
in Senegal non ci passerebbero nemmeno per l'anticamera del cervello, e questo proprio non va
bene! A volte si dice che gli immigrati siano privilegiati rispetto a determinate situazioni ... a volte
accade, ad esempio alcuni poliziotti temono di trattare magari adeguatamente alcuni individui per
non incorrere nella accusa di razzismo e questo non lo ritengo giusto: chi sbaglia deve pagare, in
altro modo si acuiscono le differenze e si approfondisce il baratro.
La giustizia
Le leggi e la loro interpretazione
Inizia il secondo ciclo e a questo primo incontro non vi sono nativi, ma solo immigrati, perché ?
Si tenta di fare un contratto d'aula definendo le caratteristiche del lavoro che ci attende: sarà un gruppo di
formazione (la discussione nel dettaglio viene rimandata al prossimo incontro quando, si spera, ci saranno
anche italiani), sarà un gruppo chiuso composto da non più di 10-12 persone
Gli incontri di 2 ore saranno a cadenza quindicinale.
Parola ai partecipanti (5 minuti a disposizione) per spiegare il loro ruolo, in che modo si occupano di
immigrazione – competenze e motivazioni:
vista la scarsa presenza in attesa dei nuovi aderenti, si pensa di presentare il programma di quello che sarà il
corso di formazione
1.
2.
3.
4.
integrazione e tolleranza
cosa si intende per gruppo
gli aspetti psicologici del nativo e dell’immigrato
sanità: accesso ai servizi, pregiudizi nell’accedere ai servizi, accenno ad alcuni pregiudizi malattie
“importate”, prevenzione
5. informazione e comunicazione – la strumentalizzazione dei media – come viene strumentalizzata
l’immigrazione, la criminalità, canali alternativi
6. simulazioni allo scopo di fornire gli strumenti agli allievi di potere poi tenere gruppi analoghi orientati
all’integrazione – la sperimentazione dei ruoli
piccolo elaborato libero – riguardante i temi che in qualche modo emergono in questa serie d
incontri nella lingua preferita
7. discussione degli elaborati portati – lavoro fatto tra noi e su di noi – cosa ha lasciato il gruppo e cosa
portiamo a casa e cosa poter riportare in altri gruppi
33

integrazione e tolleranza sono due parole che si avvicinano ma che dicono due cose molto differenti.
Tolleranza rappresenta l’assenza di possibilità di mandare via l’immigrato, invece integrare è
accettare la differenza, accettare l’individuo cercando di conoscerlo meglio cercando di inserirlo nel
contesto sociale. Io direi di fare due incontri separati

Perché il gruppo non si forma ? perché non abbiamo la stessa motivazione, alcuni si
presentano solo se liberi
Si era detto dall’inizio che questo non era un gruppo come quello precedente, ossia che
non era aperto
I numeri ci dicono che c’è qualche cosa d’altro
manca la motivazione, lo stimolo, non è stato spiegato le motivazioni, i vantaggi.
I nativi che impegni si vogliono assumere ?
Sai cosa può spaventare ? è stato detto che questo gruppo doveva formare delle persone
che poi avrebbero condotto altri gruppi
Avevo precisato che non c’era il fatto di mettersi in discussione … ma era un mettere in
discussione un contesto sociale consolidato
io penso che stiano arrivando, non possono tutti rientrare nella discussione – non credo che
si possa mollare una cosa così facilmente, non ci può essere un motivo comune a questa
gente, sono persone positive e quindi arriveranno
Ora ci siamo noi e ci portiamo avanti, ci prepariamo al loro arrivo







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•
INTEGRAZIONE
intreccio
•
essere accettato;
•
accettare la diversità dell’altro
•
essere in “accordo”
•
valorizzazione delle differenze
•
convivenza
•
non avere paura di perdere qualcosa
che crediamo ci appartenga
conoscenza
•
superamento dei pregiudizi
rinuncia e aggiunta di qualcosa
comunione
evoluzione
comunicazione alla base di partenza
del processo integrativo
rispetto
scambio
ambientare
necessità di avere qualcuno da
svalutare per valutarmi – integrazione
quale atto di buonismo
noi vogliamo essere quello che siamo,
se vogliamo migliorare, miglioriamo
insieme
l’integrazione per l’immigrato:
 sono arrivato in Italia come un immigrato destinato a rimanere in Italia, avrei dovuto tornare
a Parigi , quando ho saputo che potevo rimanere a Bologna, mi sono innamorato della città,
però ... mi sono sentito non capito, non accettato anche per via della lingua. Percepivo
dallo sguardo degli altri la mia estraneità. Sentire parlare di me capendo che non si sta
dicendo delle cose belle, arrivare ad uno sportello e non essere considerato; mettere
insieme tutte queste cose per l’immigrato l’integrazione diventa una parola quasi
impossibile, una sfida
 come potremmo intendere il concetto di integrazione da parte di un immigrato ? chi viene
accolto cosa può dire dell’integrazione ?
 io sono partito dalla mia esperienza …
 Non sentirsi di passaggio, non sentirsi estranei
• Sentirsi libero con rispetto – ad esempio mettersi i proprio vestiti
• Integrato per loro significa essere una unità di produzione – forza lavoro
• I motivi di immigrazione sono differenti, con destinazione propria
•
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•
34
Non sentirsi di passaggio
Parliamo del NOI – non c’è un noi e un loro – giocare sul noi sulle reciproche diversità;
mancanza di differenziazioni mantenendo e rispettando le reciproche diversità di ognuno
Partecipare alla vita attiva
Affermarsi
Integrarsi è una scelta
Nel processo di integrazione devi rinunciare a qualcosa … quando si cerca di affermarsi
sempre si rinuncia a qualcosa guadagnando al tempo stesso
La comunicazione, imparare a la lingua
DEFINIZIONE DI INTEGRAZIONE
TOLLERANZA
DEFINIZIONE DEL CONCETTO DI GRUPPO
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Io sento il bisogno di porvi il seguente quesito: secondo voi come mai questo gruppo è così
scarsamente frequentato ?
mi aspettavo un bel gruppo oggi
Anch’io, anch’io
Completa mancanza di nativi e questo ci deve porre qualche quesito, pur essendo solo
supposizioni
Non c’è nessun possibile confronto, messa in discussione, possibilità di crescita … gruppo
di formazione come passaggio di informazioni, di acquisire delle competenze derivante dalla
diversità di ognuno di noi
Abbiamo saltato un gradino
Bisogna farlo, il problema non è nostro, è della agente che ha paura di mettersi in
discussione, chi non ha paura viene a confrontarsi con gli altri, se vi sono veramente
possibilità … pensano a volte che quello che si dice qui … siano solo sogni
Il problema è degli altri, ma alla fine si riflette su di noi. Se noi finito questo corso e
riusciremo ad attirare la gente, allora sì … in altro modo sono sempre le solite persone
Noi stiamo andando contro-vento
Pur essendo sempre gli stessi, cresciamo sempre di più
Quanto costa un impegno ?
Non è che per cambiare qualcosa abbiamo bisogno di andare in fretta
Essendo in pochi se si aggiunge una persona si vede, se non si aggiunge nessuno si vede
anche
Forse dobbiamo utilizzare una strategia per attirare
Uno ha un problema solo quando riconosce di avere un problema
Chi ha più problemi ? loro o noi ? forse dobbiamo adattarci noi al contesto sociale. Il
pensiero che stiamo cercando di creare, sicuramente non è questo il canale per comunicarlo
Come una persona arriva a definire la negazione della realtà ?
È sicuramente una patologia
È anche una delle forme espressive dell’arroganza
Qual è la realtà ? è quella che stiamo cercando
Ci sono 2 realtà: una che si può vedere-toccare con mano vivendo nel mondo, poi c’è una
realtà comprata, di apparenza che però è più forte. Oggi vale più apparire che non essere,
stravolge completamente quello che l’uomo da sempre ha cercato
Anche noi dobbiamo rivedere la proposizione
È da poco tempo che abbiamo un flusso migratorio verso il nostro Paese, da sempre siamo
espatriati
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Secondo me non è una questione di essere pronti o meno, alcune persone vedono
l’immigrazione come un problema, invece l’immigrazione è un dato di fatto … le persone
che dovrebbero partecipare a questo gruppo …dovrebbero lavorare nel sociale e la cosa
grave è che loro non sono pronti
In Italia non si sta facendo niente per prepararsi, ma gli immigrati continueranno ad arrivare
e la politica non vuole cedere all’evidenza
Non si deve fermare l’onda di immigrazione, la Francia sta soffrendo l’onda di
immigrazione, ad es. Sarkozy ha vinto solo perché ha promesso che risolverà il problema
immigrazione
L’Italia vivrà quello che ha vissuto la Francia, l’Inghilterra, gli USA
In USA sono arrivati in America di loro volontà, come schiavi ora alcuni di loro ora sono
alla Corte Suprema
Secondo me il problema non è come arrivare al vertice, ma come costruire la base
Bisogna fare qualcosa, io sono in Italia e ci sto provando e mi trovo molto bene ragionando
con gente che vuole cambiare le cose, è possibile cercare di farsi capire, di informare la
gente
Per costruire qualcosa dobbiamo partire dalla base, noi immigrati non comunichiamo tra noi
Tutti noi ci muoviamo sempre per migliorare le nostre condizioni di vita
I sistemi hanno paura della parola AVANGUARDIA, vogliono tenerci fuori, impedirci di
fare ciò che invece già è nostro: realizzare qualcosa insieme. Il tentativo è quello di tendere
a devono paralizzare la gente che tenta di emergere. Noi che non facciamo parte dei sistemi
dobbiamo essere schiacciati. Questa ricerca di affermazione non sarà mai facile, in Italia, in
Europa, dove vuoi
MDPO : movimento per la dignità e le pari opportunità
Finché non si parla in termini di pari opportunità e di salvaguardia dell’uomo al di là del
luogo di nascita, non possiamo parlare solo di immigrati, ma di disagio nel sociale, disagio
nel confronto
Il dare una definizione all’INTEGRAZIONE … forse l’abbiamo fatto nel corso di questa serata forse in
maniera più concreta. La volta scorsa ci eravamo lasciati come la mancanza di differenziazioni
conservando le reciproche diversità, stasera è uscito integrazione come UNIONE.
Finché c'è un noi e un voi non ci sarà mai integrazione, perché ci sarà sempre differenza e
non c'è unione. Bisogno di unirsi.
Le relazione
 in ambito relazionale ci si aspetta sempre una controparte, non si fa mai qualcosa se non vi è
controparte, inoltre non possiamo non considerare il problema religioso che sta assumendo
connotazioni mastodontiche, vista la costante manipolazione mediatica. La stessa
proposizione ed interpretazione dei testi sacri sembra essere un problema, assurdo, ma così
pare. Mi domando a chi e a cosa possa fare comodo ostacolare lo scambio ... anche in
ambito religioso o soprattutto partendo dal contesto religioso. La mia stessa base strutturale
la sento messa in discussione come se il fatto di essere mussulmano potesse di per sé
ostacolare la mia interazione nel sociale. Diviene così difficile proporsi, non ci si sente
accettati, anzi ci si sente rifiutati come se in qualche modo noi islamici fossimo animati dalla
volontà di minare il sistema, quindi fossimo portatori di pericolo. Ci si isola, quindi ... non si
può imporre la propria presenza, ci si mette in un angolo e non si parla per paura di essere
accusati, additati, meglio stare soli. La solitudine pesa tantissimo, già lo stare lontano dalla
famiglia, dalle abitudini, dai sapori e dagli odori in mezzo ai quali sono cresciuto è
faticosissimo, ma se poi aggiungiamo l'isolamento forzato determinato dai pregiudizi ... la
situazione non è brillante.

Le esperienze emotive, la conoscenza dell'altro potrebbero aiutare nel cammino orientato alla
costruzione di una società multiculturale, ma la più parte delle persone scappano dinanzi a questo.
36


Sembra un peso l'assunzione della responsabilità di permettere all'altro di essere diverso da te,
quando invece solo la conoscenza reciproca potrebbe aiutarci tutti a vivere più serenamente. Del
resto si ragiona per slogan, il pensiero è omologato, frantumato, diviso ... una bella difesa,
infruttuosa, ma sempre di difesa si tratta
l'osservanza della dignità umana sembra diventato un atto di sovversione, quando, invece, è costato
e ancora costa tanta fatica e tanto sangue la conquista di quei diritti elementari che dovrebbero
essere la norma per ogni individuo
a volte mi pare di regredire nel sociale, mi pare che le conquiste sociali sinora fatte siano chimere,
spero tanto nelle prossime generazioni, spero che questi semini che stiamo buttando qua e là
possano germogliare ed essere raccolti dai futuri uomini e donne del mondo, in altro modo non vedo
soluzione di continuità del genere umano.
IDENTITA'
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identità che è un modo di avere una certezza su di se … uno dei problemi più grossi
dell’immigrazione sta nella perdita di identità, lo stesso vale per svariate patologie nell’ambito di
sindromi psichiatriche. Facciamo un esempio riferendoci all'attualità: la costruzione della Moschea a
Bologna ha scatenato il finimondo, perché ? Paura ? Integralismo religioso ? Razzismo ? Io credo più
nel fatto che la questione in qualche modo abbia sollecitato una messa in discussione in gruppo con
conseguente perdita di certezze; essendo già di per sé la nostra società molto incerta, figuriamoci la
reazione ... anzi non ce la dobbiamo nemmeno figurare in quanto l'ostilità si è espressa al di là di
ogni aspettativa. Mancano le certezze, oppure vengono in qualche modo inficiate ed ecco aprirsi lo
scontro, non ci si riconosce più, si ha paura di perdere la propria identità. Ma come si permettono
questi mussulmani di pregare ? E avere un luogo di culto dignitoso ? Tra le altre cose una Moschea
così grande come quella in progettazione richiamerà un enorme numero di extracomunitari ... e la
violenza ? e il crimine ? Che legame tra la preghiera e la sicurezza civica ? Non dovrebbe essere il
contrario ?
•
Del resto anche per i più facinorosi sostenitori dello stretto legame tra islamismo e
terrorismo (non capisco ancora ragionando come si faccia ad essere così ottusi) ... non
dovrebbe essere una garanzia di sicurezza il fatto di raccogliere tutti questi credenti in un
luogo unico, quindi maggiormente controllabile ?
No, no ... qui sbagli, più il gruppo è piccolo e più è controllabile. Inoltre una concessione a
tali livelli che significato potrebbe rivestire per la città ? È un bel lasciare spazio ... e questo
fa paura, tanta paura
di spazio ce n'è per tutti
teoricamente sì, ma praticamente e simbolicamente quello spazio diventerebbe un
contenitore sociale affermato, quindi dotato di valenza identificativa. Una conquista, per
farla breve e permettere una conquista sul proprio territorio non è mai stata cosa semplice
mi domando: ma siamo ancora a quei livelli ? Io credevo di appartenere ad un sociale un po'
più evoluto!
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consigliate due letture: “Fogli di via” di Gianpaolo Travisi e “Non ci sono ingorghi nel deserto”
di Moussa Ag Assarid
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il problema del lavoro nero legato alla clandestinità, il fenomeno del “caporalato”
l’atteggiamento dell’attuale Governo di volere comparare a reato lo stato di clandestinità
la clandestinità fa comodo all’economia
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non si deve paragonare l’Italia ai paesi di provenienza
in Africa la gente è abituata a vedere morire
in Marocco la dialisi costa 150,oo € a seduta e si devono fare 2 sedute la settimana, la gente
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la sanità: le condizioni per gli immigrati
la sanità pubblica in Italia: un problema per tutti
le malattie legate all’immigrazione
per la maggior parte degli immigrati già la sanità come c’è qui va bene
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non può affrontare una spesa del genere; da noi se vai nel privato sei trattato bene, se vai nel
pubblico ti trattano come se chiedessi la carità. La sanità non è considerata un diritto. Tutta
la burocrazia è impostata in questa maniera
in Africa c’è poco spirito di iniziativa, non ci si può aspettare niente dallo Stato, bisogna
imparare ad arrangiarsi
importante fornire le conoscenze degli individui al fine di conquistare il diritto di pretendere
diritti
da noi c’è una filosofia che dice che ti devi accontentare di quello che c’è … di quello che ti
danno, più che di quello che c’è
fare paura diventa un’idea dominante
finché le nostre popolazioni avranno fame, moriranno di ignoranza
anche in Marocco ci sono delle zone ove i bambini non possono andare a scuola per via
della lontananza dalle loro abitazioni
per questo bisogna che i paesi poveri arrivino a creare l’autosufficienza alimentare
il colonialismo imperante
sai cosa ha ucciso l’agricoltura africana ? Per ogni tonnellata di alimenti che arrivavano in
Senegal, ad esempio, avevamo dei finanziamenti, quindi non abbiamo mai approfondito la
coltivazione ad esempio del riso, non abbiamo nemmeno più voglia di essere coltivatori
nel mio paese (Marocco) stanno cercando di sviluppare il mondo rurale, c’è la tendenza allo
sviluppo civile da noi ci sono tante associazioni che lavorano in questo senso
è colpa del mondo occidentale che sta sfruttando e che sta sfruttando ancora, nel momento in
cui ti sposti dai un valore aggiunto al paese che ti ospita … togli valore al tuo paese e lo
aggiungi a quello ospite
• pensa agli anni di studi, noi
veniamo in Europa e siamo
ricchezza gratuita per i paesi
ospitanti … cosa hanno speso per
noi nella preparazione alla vita ?
quindi la colpa non è solo del
mondo occidentale.
• Il vantaggio dell’oligarchia
dominante di tenerci separati in
onore della salvaguardia del loro
potere
• È caduto l’impero romano per
colpa dei pregiudizi
Visto che Bologna è considerata una città accogliente dobbiamo salvaguardarla noi
immigrati dai pregiudizi
a cura di Luisa Barbieri
CONCLUSIONI
LUISA: questo è l’ultimo incontro del progetto (3 GIUGNO
2008) di MedicoN.A.Di.R. “Salute & Informazione” (azione 5)
facente parte del progetto di rete Volabo “L’arte della
comunicazione: insegnando si impara, imparando si insegna”.
Si è formato un gruppetto che sta lavorando dal 6 novembre
2007. L’azione 5 che il gruppo ha portato avanti è suddivisa in 2
parti: la prima parte, definita Laboratorio esperienziale, si è
svolta in 5 incontri ed è stata proposta come un gruppo aperto,
ossia una modalità
per conoscerci, per vedere se
effettivamente eravamo in grado di comunicare, di scambiarci le
38
nostre esperienze.
La 2° parte del progetto (8 incontri) avrebbe dovuto essere un gruppo chiuso, in realtà non ha mai assunto
tale connotazione, è comunque rimasta un gruppo aperto, però supportato da fondamenta un po’ più
robuste in quanto già ci conoscevamo e, conseguentemente, tante problematiche erano superate. Il 2°
gruppo voleva essere più vicino ad un discorso di formazione per permettere poi ai partecipanti di
promuovere a loro volta gruppi similari o comunque che potessero partire da questa nostra esperienza.
La fantasia che si è sviluppata all’interno del gruppo è quella di potere proseguire magari a Bologna, in
quanto una delle difficoltà che si è evidenziata è sicuramente stato il fatto che, essendo noi a Zola Predosa,
quindi lontani dalla città, era difficile raggiungerci, quindi moltissime persone che magari avrebbero voluto
partecipare non sono venute per questioni di mobilità. Qualche difficoltà l’abbiamo avuta tanto che siamo
stati costretti a trasferire 4 incontri a Bologna in virtù delle emergenti difficoltà di spostamento.
Siamo partiti dalla conoscenza reciproca, dal verificare se effettivamente avevamo delle cose da dirci, in che
modo riuscivamo a dircele, in quanto non avevamo la certezza di essere in grado di comunicare alla pari.
Il gruppo è sempre stato impostato sull’onda del principio “non vi è una cultura dominante, ma vi sono varie
culture che si incontrano” e questo presupposto di fondo ci ha aiutato parecchio nel processo di scambio
interpersonale.
La cosa alla quale noi tenevamo particolarmente era la possibilità di fare emergere e le problematiche di chi
si trova nel ruolo del migrante e le problematiche di chi vive quello del nativo, per poi arrivare all'incontro
sino al possibile scontro, anche se nel nostro gruppo scontri non ve ne sono stati pur avendo tentato di
creare situazioni passibili di apertura di conflittualità.
CARLO: forse il conflitto, l’unico … appena accennato si è
evidenziato all’ultimo incontro del 1° gruppo. Dobbiamo
partire dal presupposto che verosimilmente questo è un
gruppo scelto, di persone già a conoscenza e già
sensibilizzate a questo ordine di problemi. Come diceva
Luisa, i primi incontri sono stati gruppo aperto e c’è stato
molto confronto. C’era voglia di fare gruppo, voglia di
amalgamarsi, a volte abbiamo sfiorato anche l’eccessivo
volersi troppo bene, tanto che, come dicevo all’inizio,
nell’ultimo incontro invece stavano iniziando ad emergere
alcune problematiche e un po’ di aggressività da parte dei
componenti il gruppo... un gruppo sul finire. Spesso la fine
permette di poter esprimere alcuni giudizi , di poter
esprimere un po’ di aggressività perché ... tanto poi dopo non
ci si incontra più. Un ultimo gruppo che rende le cose un pochino più semplici: “io dico le mie cose e me ne
vado lasciandole al gruppo”.
Il gruppo, d'altro canto, queste cose le ha prese, le ha custodite e le ha fatte proprie nella ripresa del lavoro,
negli 8 incontri successivi, come diceva Luisa, più a carattere formativo.
Dove un gruppo è cresciuto, tanto che, come qualcuno riferiva, è nato da un punto di vista più formale
mentre oggi abbiamo visto all’inizio quanto si rideva e si scherzava: il gruppo è nato!
Il gruppo c’è, il gruppo ha lavorato… più o meno seriamente. Sottolineo il “più o meno seriamente” in quanto
molto spesso tante cose importanti si fanno giocando, scherzando, quando un gruppo riesce ad ironizzare
sulle proprie cose e su aspetti anche importanti, in quanto abbiamo toccato problematiche molto importanti
… vuol dire che il gruppo c’è, è maturo, può permettersi di fare questo. Si può scherzare sulle cose,
possiamo scherzare ed ironizzare anche su noi stessi, quindi io direi che il 1° obiettivo, cioè quello di formare
il gruppo è un qualcosa di ampiamente comprovato da determinati atteggiamenti e movimenti del gruppo
stesso.
La formazione è stata improntata fondamentalmente sulla creazione … dovevamo produrre delle schede
riepilogative, poi, man mano cresceva il gruppo, il lavoro scritto ha preso più una forma di pubblicazione
toccando le tematiche di questi 8 ultimi incontri, ampliandole, si è così allontanata l'idea delle sterili schede
e si è seguito il flusso che caratterizzava il lavoro. È nata una sorta di pubblicazione che ha affrontato
l’aspetto medico, dell’immigrazione, della conoscenza,
dell’ignoranza, dei pregiudizi, del mettere in
comunione alcune cose, alcuni pensieri partendo dal presupposto che noi abbiamo iniziato col cercare di
dare una definizione comune al termine immigrazione rendendoci ben presto conto del fatto che non esiste
un’unica definizione condivisa, ma diverse definizioni condivisibili. Quindi già il poter condividere alcune cose
ci permette di aprirci agli altri ed ampliare la nostra conoscenza al di là di alcuni pregiudizi.
TAPHA: abbiamo provato di formare un gruppo, ad essere
un gruppo.
Abbiamo provato di farci delle domande, abbiamo anche
provato di darci delle risposte.
Non avremo fatto il massimo, ma forse solamente ciò che
siamo in grado fare, le cose più basilari le abbiamo affrontate
e credo che, oggi come oggi, possiamo dire che il nostro
livello di conoscenza ha radici molto profonde. Abbiamo
cercato insieme, discusso insieme e abbiamo anche provato a
conoscerci e questa,
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secondo me, è già una grande cosa, in quanto il fatto stesso
di riunire tantissime persone di tantissime nazionalità e
parlare di immigrazione e provare a dare a quella parola una definizione è già una grandissima cosa. Le
definizioni alle parole immigrazione, integrazione sono state tantissime … credo che quella che è la
definizione giusta non la sappiamo finora, può darsi sarebbe piaciuto ad ognuno di noi arrivare a definire in
modo chiaro ed indiscutibile una definizione precisa.
In fondo, pensandoci bene, partendo da una piccola considerazione: chi si sposta anche solamente da
Modena a Bologna è già un immigrato, certo è che se lo spostamento avviene da continente a continente ...
la cosa assume altre connotazioni, ma lo spostamento al fine di migliorare o adeguare il proprio stile di vita
rimane incluso nel concetto di immigrazione.
Lo stesso vale per il concetto di integrazione: se una persona volesse entrare stasera nel gruppo e volesse
partecipare alla discussione dovrà per forza trovare le giuste modalità per integrarsi, in altro modo non
riuscirebbe a partecipare. Ogni volta che ci affacciamo a qualcosa di consolidato, ogni volta che ci
proponiamo in termini partecipativi dobbiamo affrontare la fatica o il piacere di integrarci.
Stiamo affrontando una moltitudine di piccole cose a livello concettuale, perché è dalla comprensione delle
piccole cose che si arriva a comprendere quelle considerate enormi.
Abbiamo provato a crescere insieme, ma credo che la cosa più importante sia che abbiamo cercato di vedere
come possiamo fare per migliorarci, in quanto io credo che chi parla di integrazione e di immigrazione stia
già cercando il miglioramento di questi due punti. Noi abbiamo cercato di migliorare, non conoscendoci ma
andando verso una sola direzione e quindi è una cosa già positiva.
LUISA: noi siamo dalla parte dei docenti tra virgolette, lo dico perché è una parola che nel caso specifico fa
un po’ ridere, però … diciamo, dei conduttori … e la cosa interessante, per quanto mi riguarda, è che io mi
ad un certo punto mi sono ritrovata, frequentando questo gruppo a percepirmi un’immigrata, un’immigrata
sulla mia stessa terra di origine perché mi sono resa conto che il concetto di immigrazione non è tanto lo
spostamento fisico, ma è una questione mentale. Se tu non ci si sente affermati in un contesto sociale, per
una serie di motivazioni in quanto magari ci si percepisce coartati, asfissiati, rinchiusi, non affermati per
qualsivoglia motivo ... allora ... si comincia a percepire il sapore dell’essere un immigrato. Io ho imparato di
me stessa questa cosa al gruppo e devo dire che mi sta servendo tantissimo.
PAOLO: ci sono tante persone autoctone che non accettando l’immigrato a loro volta diventano immigrate,
perché in una società multiculturale se tu non accetti, sei fuori. Non ti senti parte
LUISA: forse domani, speriamo in un prossimo futuro, perché ancora adesso c’è il rifiuto dello straniero che
viene a vivere nel nostro paese, viene vissuto, almeno da quello che si percepisce, come l’esterno che viene
in qualche modo a rompere le uova nel paniere … dalla maggior parte della gente, infatti c’è molto razzismo
… questo è venuto fuori dal gruppo. Magari … succederà domani … noi ce lo auguriamo, siamo ancora nella
fase nella quale chi non si sente invece come quelli lì, quelli di a cui facevi riferimento tu … quelli che
vogliono stare fuori dal gruppo, si sentono degli immigrati
indipendentemente dal luogo di nascita. Io ho imparato che al di là
del luogo di nascita una persona può percepirsi immigrata oppure no
al di là del fatto che comunque siamo tutti degli immigrati e questo è
innegabile.
REDOAUNE: io vorrei dire una cosa che reputo importante, ossia nel
corso di questa esperienza siamo partiti da un qualcosa di ideale che
è la libertà di espressione, siamo arrivati con questo gruppo ad
esprimere le nostre opinioni senza complessi, senza problemi che, a
mio avviso, è una cosa importante, che non si faceva da molto
tempo anche nelle nostre case. Siamo, poi, riusciti a conoscere altre
persone, altre culture, abbiamo percepito l'accettazione che è la cosa che stiamo cercando sin dall’inizio.
Siamo riusciti ad allargare, a parlare … usualmente si fatica a parlare, a conoscere e si matura la paura di ciò
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che non si conosce. È quello che succede alla maggior parte degli italiani. Ribadisco che la conquista più
importante per me nel corso di questi mesi trascorsi insieme è proprio il riuscire a parlare, ad ascoltare le
opinioni altrui, ad esprimerci con una tranquillità che non è consueta. Io, dalla mia parte, sono molto
contento di avere condiviso la mia diversità, di avere miscelato la mia cultura con altre culture. Il gruppo mi
ha aiutato a crescere, a capire che ci sono altre persone che sono animate dalla stessa forte motivazione
orientata a migliorare la qualità di vita in questo Paese, persone che si vogliono aiutare reciprocamente,
persone che desiderano quanto me rendere reale il processo di integrazione multiculturale.
SILVIA: io sono arrivata al gruppo un po' per caso senza sapere bene come si sarebbe svolto, l'ho trovato
molto interessante e ho sempre cercato di essere presente, malgrado gli impegni di lavoro. All'inizio per me
la partecipazione è stata un po' uno scherzo, una scommessa, un mettermi alla prova ... volevo vedere un
po', capire un po' ... la proposta era allettante ... dialogo,
formazione ... mi incuriosiva. Poi, piano, piano, devo dire che, mentre
nel corso dei primi incontri mi era sembrato più un punto di sfogo di
tutti i presenti, al 2° ciclo, forse perché le presenze erano più, se
possibile, selezionate è emersa la ricerca dell'altro, il bisogno di
ascoltarsi reciprocamente per imparare l'uno dall'altro. Questa per
me importante opportunità è emersa soprattutto quando al gruppo
casualmente ci si è trovati a larga maggioranza di presenze di
stranieri ... per quanto mi riguarda, io sono stata molto contenta e
curiosa di ascoltare, più che di parlare avevo il bisogno di ascoltare, di
fare mie altre esperienze di vita vissuta, di avvicinarmi ad altre culture ... se fosse durato di più … sarebbe
stato ancora più interessante, forse saremmo riusciti a toccare anche altri problemi. Mi sarebbe piaciuto
approfondire maggiormente le situazioni caratterizzanti i contesti sociali da cui provenivano i miei compagni
di viaggio, sinora siamo riusciti a parlare prevalentemente dell'assetto sociale italiano Sicuramente mi
piacerebbe proseguire nel gruppo formativo proprio per avere degli elementi in più per poter continuare il
lavoro nel senso che voi nel ruolo di coordinatori potreste spiegare come impostare un gruppo, come poter
avere gli elementi autonomi per potere creare, condurre un percorso, insomma.
Anch’io sono d’accordo sul fatto che forse eravamo sensibili tutti al problema per cui non c’è stato lo scontro
tra di noi perché tutti condividevamo comunque una stessa idea, uno stesso ideale. Ricordo solo quella volta
che abbiamo ospitato il professore, ecco in quell'occasione sembrò aprirsi un piccolo varco dal quale si
poteva intravedere la possibilità di entrare in un conflitto, ma credo che la motivazione la si possa ricercare
nel fatto stesso di ospitare un elemento esterno che portava un suo vissuto circa la metodologia di condurre
un gruppo con finalità sovrapponibili al nostro.
Il commento è sicuramente positivo nella speranza di riuscire a fare qualcosa in più.
LUISA: uno dei forti limiti che io sento da questo gruppo è il fatto che è stato troppo breve, ci siamo appena
conosciuti, ci vuole più tempo per cementare un gruppo, proprio per avere la forza come gruppo, la capacità
di arrivare alla parte anche teorica: come si forma un gruppo, come si porta avanti … non ci siamo riusciti
per una questione di tempo. Con il tempo si potrebbe maturare un'altra capacità importante per la crescita
individuale e collettiva: potere, appunto, invitare degli esterni, affrontare come gruppo omogeneo che
comunque si conosce, che ha già un substrato, potere affrontare anche eventualmente dei conflitti … per
metterci anche alla prova come persone. Questa è una cosa che manca e che spero si svilupperà per potere
arrivare ad invitare anche persone esterne … per potere imparare sempre di più, in quanto l’imparare al di
là delle culture, imparare le migliori modalità di proposizione dinanzi alle più svariate situazioni credo possa
farci benissimo.
CARLO: rispondendo un po’ a questo l’idea iniziale era questa però avete visto tutti voi come abbiamo
dovuto correggere un po’ tutti insieme il tiro nel senso che abbiamo navigato a vista. Avevamo preparato
sulla nostra cartina, la mappa, però poi una serie di problematiche fondamentalmente l’inizio di questa 2°
parte ci hanno portato a navigare un po’ a vista nel senso che l’idea era quella di fare un vero e proprio
corso di formazione, quindi introdurre anche aspetti teorici, ma anche aspetti pratici in quanto avevamo
pensato anche a delle simulate, a dei role playing per improvvisare, per alcune possibili situazioni da gestire.
Sappiamo come è andata, non è andata così e sicuramente è rimasto tutto più sul personale. Quindi, da un
certo punto di vista pecco di presunzione, ma io parlo più che altro per me stesso, mi sento più cresciuto
come persona che non da un punto di vista teorico-pratico. Così doveva essere all’inizio, poi, piano, piano
correggendo il tiro abbiamo deciso insieme, in quanto non abbiamo deciso noi tre, è venuto così. Quando si
naviga al di là della rotta che abbiamo, si naviga col vento che si ha a disposizione.
LUISA: è prevalso l’aspetto umano che forse è quella parte che non riesce ad emergere a livello istituzionale
e che quindi crea quel disagio, perché quando ci si raffronta alla burocrazia, alle istituzioni, a tutte le
situazioni schematizzate bypassando l’aspetto umano, allora si creano le differenze. Se, ad esempio, Red
nato in Marocco, vissuto in Marocco sino ai 20 anni, ora in Italia sarà posizionato nella casella degli immigrati
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che arrivano dal nord Africa, mentre Waly, nato e vissuto in Senegal, sarà posizionato nella sua casellina,
quella degli immigrati Sud Sahariani. Quando si fa prevalere l’aspetto umano inevitabilmente diventa
impossibile incasellare, infatti noi degli schemi ce ne siamo assolutamente fregati, nel senso che potevamo
essere nati tutti dalla stessa parte. Secondo me è questo ciò che manca all’apparato istituzionale e
comunque, almeno per ciò che conosco io, alle situazioni che vogliono occuparsi di diversità. Ci siamo
praticamente trovati tutti, e questa è la cosa più bella, dei diversi dentro la stessa barca.
CARLO: come ci si fa ad occuparsi di diversità se non si è diversi, scusami ?
LUISA: ma noi eravamo partiti da un presupposto, da un presupposto sbagliato: allora, noi 3 siamo i
docenti, sempre usando questa parola facendo un po’ ridere, quindi noi vi insegniamo la tecnica per portare
avanti un gruppo, perché così a seguire voi sarete i docenti a vostra volta, invece la cosa che a me è
piaciuta è che il nostro essere i docenti è diventato essere parte del gruppo … è questa la cosa bella. Questo
vuol dire che non è esistito nessuno che abbia tirato le fila, sono esistite delle persone che hanno avuto
voglia di condividere e che mi pare abbiano ancora voglia di condividere tutta una serie di idee … giuste,
sbagliate … non importa, però di condividere, perché quello che manca al nostro contesto sociale è la voglia
e la capacità, come diceva prima Red, di comunicare, di condividere, magari anche di discutere … ma va
benissimo. E quello che è venuto fuori da questo gruppo, secondo me, come pure dalla dispensa che non è
risultata quella “roba tecnica” che pensavamo all’inizio … è emerso
il desiderio ed il bisogno di rapportarci in maniera umana, quale
noi siamo, visto che siamo tutti esseri umani, fino a prova
contraria.
CINZIA: non so se ti fa piacere sentirtelo dire, ma io
onestamente non vi ho mai vissuto come i docenti. Io mi sono
approcciata a questo gruppo perché credo che la nostra società
sia interculturale, da qui non possiamo scappare con tutti i pregi
che io vedo in questa cosa, dovuti allo scambio, alla conoscenza
delle diverse culture. Io credevo di essere una privilegiata, proprio
perché mi ero avvicinata a questo gruppo mi dicevo : “io sono, fra
virgolette, un’eletta, ossia vedo che c’è un problema e ho la capacità di dire provo ad affrontarlo insieme ad
altre persone che lo sentono loro”, invece poi mi sono resa conto che non ero poi così eletta, anzi, credo che
questo gruppo mi abbia dato la possibilità, scambiando idee sia con i nativi, ma poi soprattutto con le
persone straniere di capire che tante volte ho sottovalutato delle loro problematiche. Le ho sottovalutate
soprattutto nella mia vita di tutti i giorni, soprattutto in quella lavorativa, perché è lì ove ho i contatti con le
persone di altri paesi. Allora, ovviamente, senza avere la presunzione di potere essere arrivata alla
perfezione, perché tanto di non è di questo mondo e credo che … sarebbe anche brutto arrivarci,
onestamente ... perché non si avrebbe più margine per il cosiddetto miglioramento, quello di cui parlava
Tapha. Sicuramente quando mi si presenta una certa situazione provo,mi ha aiutata a mettermi nei panni
dell’altro. Spero di poterlo mettere in pratica tutti i giorni.
ROMANA: ciao a tutti, io sono Romana, purtroppo ho potuto
presenziare pochissime volte, però sono arrivata attraverso una
partecipante al vostro gruppo e quello che mi ha fatto piacere
nell'avere deciso di essere qua è stata la possibilità offertami di
ampliare, come diceva Silvia, una visione … anche se per poco
tempo …. una visione diversa da quella che poteva essere stata
sino a quel momento la mia, sebbene io conosca delle persone
che vengono da altri continenti per motivi di lavoro oppure
anche solo per amicizia. Però … queste persone … ho notato che
si conoscono sporadicamente, non affrontano mai il problema in
se, cioè cercano di integrarsi forzatamente nel posto di lavoro,
nella crescita, nel business per assomigliare molto alle persone e
alle situazioni della nazione in cui vanno a vivere. Difficilmente,
stavo pensando proprio prima, mentre parlavate, molte delle persone che conosco che arrivano dall’Africa,
dall’Est, dal Nord Europa verrebbero qua a parlarne. È proprio una sensazione che ho netta, forse si
comporterebbero così per non mettere in piazza ciò che pensano, a volte per paura anche di esprimere ciò
che vedono. Quindi la difficoltà non è solamente di chi, secondo me, come diceva Silvia, non pensa come
noi, cioè magari è un po’ razzista, oppure ha altri pensieri sconnessi nella mente, ma anche della persona
stessa che purtroppo si adegua, si pianta e non cerca, invece, di aprirsi raccontandosi facendo in modo che
le persone che hanno vicino si sentano parimenti, uguali. Quello che mi dispiace tanto, oltre tutte le qualità
di questo gruppo, è che è finito. Speriamo che possa continuare e che si possano per lo meno mettere sul
piano altri aspetti che non abbiamo toccato, per lo meno che io non ho potuto ascoltare.
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TAPHA: prima abbiamo parlato di tante cose … di come siamo riusciti a creare questo clima. Noi, a dire la
verità, abbiamo cominciato a crescere dal momento in cui abbiamo superato la timidezza che avevamo. Se vi
ricordate bene quando Lily scriveva alla lavagna ciò che ognuno di noi diceva, ognuno parlava perché c’era
qualcosa che ci spingeva ad esprimerci, a parlare liberamente. Se avessimo avuto il microfono in mano
saremmo stati lì a pensare … come sto facendo ora io … invece se qualcuno del gruppo è alla lavagna e
comincia a scrivere, gli altri si sentono liberi di dire ciò che pensano ... così ... in scioltezza. Non abbiamo
cancellato nessuna parola … anche se pareva non avere senso … comunque si scriveva. Questa situazione ci
ha aiutato ad aprire la mente tanto da avere creato un nostro vocabolario.
Ci siamo posti due domande molto importanti: come integrarsi e come integrare. Quella libertà di
espressione che ci ha caratterizzati ci ha dato la forza di osare, di dire. Io credo che questo gruppo avesse
voglia di emergere, perché dovunque vai parlando di queste argomentazioni si dicono le stesse cose, ma in
sordina.
Qui eravamo in 7, 9 … ci esprimevamo ad alta voce senza avere paura, senza pensare che l’altro ci
giudicasse. Abbiamo pensato che da qui volevamo uscire superando i pregiudizi perché … abbiamo voluto
arrivarci. Bisogna dire che ci siamo incontrati pochissime volte, come da programma, inoltre i mezzi a
disposizione in effetti erano modesti, ma per un momento immaginiamo se riuscissimo ad incontrarci di più,
a parlarne di più, a leggere di più, a discutere di più … cresceremmo… non velocemente, che non mi piace,
ma ampiamente. Quindi questa cosa se avessimo ancora la possibilità di organizzarla ancora sarebbe una
bella cosa. Con loro che si sentiranno sempre come noi, perché siamo semplici ed è per questo che ci
incontriamo. Perché abbiamo voglia di trovare una delle soluzioni, almeno che esistono … cercando,
cercando ... può darsi ... che si possa trovare qualcosa.
WALY : sono arrivato a frequentare questo gruppo poco
convinto, pochissimo convinto del risultato finale. Poi, piano,
piano, andando avanti ho capito una cosa che, come dicevi
prima: ha prevalso l’aspetto umano. A me sembrava la
modalità sbagliata partire da questo punto di vista, poi,
andando avanti, ogni settimana, riflettendoci molto, sono
arrivato alla conclusione che probabilmente l’aspetto umano
sia il nodo per arrivare a lavorare sull’integrazione. Parola che
non mi piace, in quanto, a mio avviso, non ha un gran
senso.
Integrare se vuol dire mettere dentro una cosa già stabilita
un’altra cosa considerata non adeguata, io penso che
integrazione non sia una buona cosa. Invece la multiculturalità è forse la parola giusta, il nodo, l’altro nodo
assieme all’umanità, permetterà sicuramente di vedere il mondo con altri occhi.
L’immigrato, tema molto difficile, in quanto ce ne sono troppi attraverso il mondo, gli esseri umani vanno
dappertutto, anche in Africa considerata tra i paesi poveri ci sono immigrati italiani, americani ecc.
La multiculturalità sarebbe come dire accettare tutte le culture, ma per poterle accettare bisogna conoscerle.
Per conoscerle bisogna passare attraverso un gruppo di questo genere per capire, appunto, che cosa può
significare l’altro. L’altro chi è ? quello che abbiamo davanti a noi, quello che ha la sua cultura, i suoi
sentimenti, la sua educazione che può essere molto differente da quella che abbiamo noi. Quindi, un po’ di
empatia a volte ci vuole per imparare non conoscere l’altro, ma semplicemente cominciare ad imparare, a
vederlo in un altro modo. Io credo che un gruppo di questo genere vada moltiplicato per mille, bisognerebbe
diffonderlo dappertutto e continuare, perché secondo me è la direzione giusta per arrivare alla
multiculturalità che è ancora da definire meglio.
SILVIA : ritornando al cosiddetto “gruppo eletto” di cui si parlava prima, è nato dal fatto che probabilmente
noi stessi singolarmente avevamo già pochi pregiudizi. Una volta tolto in noi il pregiudizio circa l’integrazione,
ci ha portato a volere capire e a condividere lo scopo per cui è nato il gruppo cercando di porci quale
obiettivo, tra gli altri, anche quello di cercare di far superare anche agli altri i pregiudizi, agli altri ... alla
società nella quale viviamo. Il fatto di avere portato, e forse questa era la chiave della buona riuscita, di
avere portato il tutto sul personale ha permesso di parlare liberamente senza dovere essere chiusi …
guardare, ascoltare, tarare il discorso … questo può essere positivo nel senso che può essere forse la base
per continuare. Stavolta siamo stati fortunati, la prossima volta potremmo avere anche qualcuno molto
convinto che entra nel gruppo per cercare di attaccarlo … o che pensa di non avere pregiudizi, ma in realtà
ne ha molti, oppure che viene per demolire l’idea altrui, quindi lì poi magari si potrà creare quello scontro di
cui si parlava, cosa che potrebbe risultare estremamente istruttiva per tutti noi. Però direi che da qua si può
continuare e lavorare più sul tecnico e sulle simulazioni. Mi incuriosiva molto l’aspetto della simulazione per
vedere come ci si può rapportare, soprattutto nel contesto delle cosiddette situazioni difficili.
LUISA : come diceva Waly il nodo da sciogliere per arrivare alla multiculturalità per arrivare alla conquista
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di una società competente è proprio quello di passare attraverso la parte umana perché, per chi aveva
qualche dubbio a questo riguardo, cioè che fossimo tutti esseri umani, e quindi con le stesse identiche
problematiche, con gli stessi pensieri, con gli stessi progetti, con gli stessi sogni … ne abbiamo avuto la
conferma. Fare prevalere l'aspetto umano al di là della tecnica, degli schematismi, dell'oragnizzazione
forzata e forzosa mi alletta e mi crea un enorme interesse. Ci rendiamo conto di quanto … e questo anche
quando lavoravamo solo coi Pazienti … quando lavoravamo coi Pazienti che si sentivano diversi il rendersi
conto che la diversità è una qualità da condividere e che l’incontro di diversità arricchisce e che il gruppo ti
dà la forza perché, comunque, è uno specchio: ci dà la possibilità di vedere l’altro e al contempo di vedere
noi stessi nell’espressione di diversità e anche nelle modalità di vivere ed affrontare le problematiche … ecco
la stessa cosa è stata portata qua, pur non avendo dei Pazienti, essendo noi tutti cosiddetti normali,
cosiddetti sani. Però rimane il fatto che in questi mesi abbiamo sottolineato quanto siamo esseri umani
bisognosi e desiderosi di condividere, di imparare gli uni dagli altri. Il soddisfacimento di questo importante
bisogno ci fa sentire meglio, sono convinta che anche coloro che rifiutano gli immigrati se si facessero
coinvolgere, se avessero la forza, la voglia di mettersi in discussione e di affrontare la situazione in questa
maniera, sono piuttosto convinta che il problema del razzismo sparirebbe immediatamente.
ROMANA : secondo me tu stai parlando di un problema unificato, di una problematica comune a tutti noi
esseri umani e popoli di questo mondo perché siamo tutti diversi in realtà e bisognerebbe proprio davvero
incontrarsi solo per conoscersi …. anche semplicemente
LUISA : è questa la grande utilità. Finché si continua a parlare di immigrati da una parte, di nativi dall’altra
… parlando di immigrazione … il baratro sarà sempre più profondo e noi … almeno io, non lo vorrei. Sarebbe
semplice fare un percorso insieme, il ché equivarrebbe a creare una comunità competente, in grado di
mettersi in discussione e quindi di continuare a crescere … perché quando vi è l’apporto di tante culture
differenti è ovvio che la società cresca, diventi più ricca …
ROMANA : io intendo proprio anche tra nativi
LUISA: sì, sì … è la stessa cosa, ma infatti quello che vorrei fare capire e che ho “urlato” tanto al tavolo
dell’immigrazione è che il problema non è l’immigrato, il problema è l’essere umano. L’essere umano che
quando si sente non affermato sta male, ne abbiamo avuto conferma vivendo questo gruppo tanto che io
stessa ho avuto la sensazione di essere un’immigrata nel mio stesso paese di nascita in quanto ho sentito
che ragiono, che vedo, percepisco il mondo… “dall'altra parte”, ma questo mi fa sentire bene.
WALY : secondo me la multiculturalità va programmata, organizzata bene, insegnata nelle scuole in modo
programmatico nel senso che se per multiculturalità si intende conoscere non l’altro, ma gli altri, tutte le altre
culture bisogna che sia fatto sin dall’inizio attraverso un percorso scolastico anche per i ragazzini che sono le
persone più coinvolte nell'ambito del fenomeno immigrazione. Loro non ne sanno niente, non ne capiscono
niente, dalla tv vedono uno straniero, le sue origini, cosa fa, da dove viene … ma come viene usualmente
rappresentato lo straniero ? Vi vorrei raccontare un anedotto: un ragazzo che conosco e che abitava con me
è tornato a casa un giorno dicendo… considerate che ha vissuto 18 anni in Italia … e mi ha detto “non mi
sento integrato, non sento che mi vogliono bene in questo paese” Attraverso esperienze vissute, situazioni
difficili nelle quali non aveva nessun appoggio, nessun modo di risolvere o di esprimere i suoi sentimenti …
farsi capire e riuscire a capire l’altro “perché alcuni individui si rapportano in malo modo con me ? Io cerco
di essere buono, disponibile, bendisposto, perché loro mi trattano male, invece ?” Quel giorno ho capito che
c’è da lavorare molto. Molto nel senso che far conoscere l’altro non può passare attraverso questi piccoli
convegni , feste multiculturale. Va proprio insegnato nelle scuole, fare capire bene a chi non sa e così via.
Forse prendendo questa strada arriveremo ad un villaggio planetario dove non ci saranno più il limite
frontaliero, visti per entrare in un paese … tutte queste cose che non fanno altro che bloccare un processo
predefinito dal Creatore. Il mondo diventerà un gran villaggio ... sono pronto a garantirlo!
READOUANE : dato che siamo arrivati a questo punto io credo proprio che si debba continuare a lavorare
in questo senso, cercando, magari, di attrarre altra gente che la pensa come noi tanto per iniziare per poi
allargare anche a chi coltiva idee differenti sino a contrastare ciò in cui crediamo. Partendo dal mio punto di
vista ci sono amici miei, persone a cui ho parlato di questa nostra esperienza, ci sono migliaia di immigrati
che sentono il bisogno di comunicare, ci sono migliaia di nativi che lo stesso avrebbero tanta voglia di
mettersi in discussione, di comunicare, condividere ... basterebbe, e so quanto sia difficile, ma non per
questo impossibile, basterebbe trovare il modo per unire tutte queste persone, per dare loro forza e
consapevolezza. Tutta questa gente per i motivi più disparati se ne sta chiusa nella propria casa, noi
dovremmo adoperarci affinché comincino ad uscire, a mostrarsi, ad esserci. Conosco tante persone, magari i
miei stessi vicini di casa, che asseriscono con convinzione, almeno così pare, quanto sia possibile ed
auspicabile vivere serenamente tutti insieme ... perché non cerchiamo di dare seguito ?
TAPHA : dobbiamo confessare il fatto che anche gli immigrati hanno i loro pregiudizi e che non è poi così
facile avvicinarli, un motivo che riconosco e che vi sottopongo è il fatto che pare che le persone si smuovano
solamente se invitati da grandi nomi, da situazioni di richiamo ... i convegni di cui parlava Waly, ad esempio,
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ove il più delle volte non si dice nemmeno ¼ di ciò che si è detto in questa sede e la gente corre. A me
sembra che la gente abbia difficoltà ad avvicinarsi a piccole realtà, anche molto produttive, come la nostra,
senza valutare la qualità dell'offerta, ma basandosi solo sul fatto dell'essere più o meno famosi. Noi non
siamo famosi … non siamo nessuno, siamo solamente cittadini di serie B. Per quanto riguarda, sempre
riferendomi all'intervento di Waly, l'insegnare la multiculturalità nelle scuole ... sarebbe una bella cosa, ma io
credo che prima se ne debba cominciare a parlare a prenderne coscienza nelle case. Io credo che la
famiglia sia ancora o debba ritornare ad essere un punto di partenza di arrivo nell'educazione dell'individuo.
In ambito scolastico anche a livelli di studi elevati, quale l'Università, e non faccio riferimento solo alla realtà
italiana, mi riferisco alle Università del mondo ... si insegna scienze umane, ma non scienze umanistiche e , s
emi permettete, c'è una bella differenza! Alla scuola elementare non si insegna neppure più l’educazione
civica, come possiamo pretendere che i ragazzi sviluppino una coscienza civica ? Va bene insegnare la
matematica, la geografia, ecc., ma, a mio avviso, la cultura civica rappresenta la fondamenta di ogni materia
e sicuramente rappresenta un forte stimolo ad una sana crescita dell'individuo.
Ciò che abbiamo sperimentato in questi mesi dobbiamo provare a diffonderlo … dovunque andiamo, con
chiunque avremo occasione di parlare!
a cura di Luisa Barbieri
Assistenza sanitaria ai cittadini extracomunitari
Normativa di riferimento:
Decreto Legislativo 25 luglio 1988, n. 286
Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello
straniero
(G.U. n. 139/L del 18 agosto 1998)
Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 )
Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina
dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'articolo1, comma 6, del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286
(G.U. 190/L del 3 novembre 1999
Circolare Ministero della Sanità del 24 marzo 2000, n. 5
(G.U. n. 126 del 1 giugno 2000).
Legge 30 luglio 2002, n. 189: Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo.
Decreto del Presidente della Repubblica 18 ottobre 2004, n. 334
Regolamento recante modifiche ed integrazioni al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n.
394, in materia di immigrazione.
(aggiornato al 2006)
http://www.ministerosalute.it/assistenza/approfondimento/sezApprofondimento.jsp?label=sito
Iscrizione obbligatoria al SSN a parità di trattamento con i cittadini italiani
Hanno diritto i cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti che:
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abbiano in corso regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo;
siano iscritti nelle liste di collocamento;
siano detenuti ed internati;
siano in possesso del permesso di soggiorno o ricevuta di rinnovo per:
. lavoro subordinato;
. lavoro autonomo;
. motivi familiari;
. asilo politico;
. asilo umanitario;
. richiesta di asilo;
. in attesa di adozione ed affidamento;
. acquisizione della cittadinanza;
. cure mediche nei confronti delle donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio a cui
provvedono.
L’assistenza sanitaria spetta anche ai familiari a carico regolarmente soggiornanti e viene assicurata fin dalla nascita ai
minori figli di extracomunitari iscritti al SSN nelle more dell’iscrizione al servizio stesso.
Requisiti per l’iscrizione:
- Permesso di soggiorno in corso di validità o ricevuta di rinnovo per le motivazioni sopra descritte (Art. 34 T.U. 286/98);
- Autocertificazione di residenza oppure autocertificazione di effettiva dimora, come risulta dal permesso di soggiorno;
- Autodichiarazione del numero di codice fiscale.
Lo straniero è iscritto, unitamente con i familiari a carico, negli elenchi degli assistibili della ASL nel cui territorio ha la
residenza anagrafica ovvero, in mancanza di essa, l’effettiva dimora (domicilio indicato nel permesso di soggiorno).
In caso di variazione di domicilio abituale, lo straniero è tenuto a darne comunicazione alla ASL.
Per i lavoratori stagionali la ASL di iscrizione è quella del comune indicato sul permesso di soggiorno.
Durata dell’iscrizione:
- fino alla scadenza o revoca del permesso di soggiorno;
- per il periodo intercorrente tra la scadenza del permesso di soggiorno e l’ottenimento del rinnovo (attestato da ricevuta
per rinnovo);
- fino ad annullamento del permesso di soggiorno per espulsione;
- fino alla modifica del permesso di soggiorno da cui consegua il venir meno dell’obbligo di iscrizione;
- illimitata in presenza di carta di soggiorno;
- per tutta la durata dell’attività lavorativa per il lavoratore stagionale.
Non hanno diritto all’iscrizione obbligatoria:
- I cittadini extracomunitari titolari di permesso di soggiorno per affari;
- i lavoratori extracomunitari non tenuti a corrispondere in Italia l’imposta sul reddito delle persone fisiche.
Sono in particolare esclusi i lavoratori individuati all’art. 27, comma 1, lettere a) i) q) del T.U. 286/99 e precisamente:
1) dirigenti o personale altamente specializzato di società aventi sedi o filiali in Italia ovvero di uffici di rappresentanza di
società estere che abbiano la sede principale di attività nel territorio di uno Stato membro dell’Organizzazione mondiale
del commercio, ovvero dirigenti di sedi principali in Italia di società italiane o di società di altro Stato membro dell’Unione
europea;
2) lavoratori dipendenti regolarmente retribuiti da datori di lavoro, persone fisiche o giuridiche, residenti o aventi sede
all’estero e da questi direttamente retribuiti, i quali siano temporaneamente trasferiti all’estero presso persone fisiche o
giuridiche, italiane o straniere, residenti in Italia, al fine di effettuare nel territorio italiano determinate prestazioni
oggetto di contratto di appalto stipulato tra le predette persone fisiche o giuridiche residenti o aventi sede in Italia e
quelle residenti o aventi sede all’estero, nel rispetto delle disposizioni dell’ art. 1655 del codice civile e della legge 23
ottobre 1960, n. 1369, e delle norme internazionali e comunitarie;
3) giornalisti corrispondenti ufficialmente accreditati in Italia e dipendenti regolarmente retribuiti da organi di stampa
quotidiani o periodici, ovvero da emittenti radiofoniche o televisive straniere;
- i titolari di permesso di soggiorno per cure mediche tranne che il permesso sia stato rilasciato a donne in gravidanza o
nei sei mesi successivi alla nascita del figlio a cui provvedono.
http://www.ministerosalute.it/assistenza/approfondimento/sezApprofondimento.jsp?id=27&label=sito
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Aumentano le persone immigrate in Emilia-Romagna - Le modalità per iscriversi al Servizio sanitario Le prestazioni urgenti e le prestazioni essenziali anche per le persone che non hanno il permesso di
soggiorno
Gli immigrati regolari in Emilia-Romagna sono 388.203, pari al 9,2% della popolazione complessiva regionale
(fonte, Dossier Caritas/Migrantes - dato riferito al 31 dicembre 2006). I minori sono 77.967 (il 20,1%).
Crescita costante anche nel mondo del lavoro: i lavoratori stranieri rappresentano il 15,3% dei lavoratori
complessivi e la maggior parte è impiegata nell’industria (31,5%). In aumento anche la presenza degli
studenti stranieri: nell’anno scolastico 2006/2007 sono stati 58.521 (su 547.290 iscritti totali), con una
percentuale
del
10,7%.
Negli ultimi cinque anni la popolazione straniera residente è quasi raddoppiata. Un fenomeno rilevante. Basti
pensare che, secondo le proiezioni demografiche, a tassi costanti e senza immigrazione, tra il 1995 e il 2025
la popolazione residente diminuirebbe di un quarto, mentre nel giro di 15 anni i giovani diventerebbero la
metà degli anziani. Con l’immigrazione, invece, la popolazione si manterrebbe su valori simili agli attuali.
Il Servizio sanitario regionale garantisce l’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri iscritti al
Servizio Sanitario Nazionale e l’erogazione di determinate prestazioni sanitarie anche alle
persone immigrate senza permesso di soggiorno: cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o
comunque essenziali per malattie e infortunio, tutela della gravidanza e della maternità, tutela
della salute dei minori, vaccinazioni, interventi di profilassi internazionale, profilassi, diagnosi e
cura
delle
malattie
infettive.
Agli stranieri temporaneamente presenti in Italia e non in regola con le norme relative
all'ingresso e al soggiorno viene rilasciato un apposito tesserino sanitario con validità
semestrale.
Come
si
accede
all’assistenza
sanitaria
–
l’iscrizione
al
Servizio
sanitario
Ai soggetti iscritti al Servizio sanitario nazionale (SSN) viene rilasciata una tessera sanitaria . Questo
documento è individuale e serve per accedere all’assistenza (ad esempio, visite mediche, analisi, ricoveri in
ospedale). Al momento dell’iscrizione la persona sceglie il medico di famiglia o il pediatra, il cui nome viene
riportato
sulla
tessera
sanitaria.
L’iscrizione
al
SSN
è
gratuita.
Per gli stranieri la tessera sanitaria ha la stessa durata del permesso di soggiorno.
Per l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale occorre rivolgersi al Distretto dell’Azienda Usl di residenza con
un documento di identità personale, il permesso di soggiorno, l’autocertificazione di residenza.
Agli stranieri non appartenenti all´Unione Europea e in via di regolarizzazione, grazie all’introduzione della
normativa sull’emersione del lavoro irregolare (così detta "sanatoria"), la Regione Emilia-Romagna garantisce
la stessa assistenza sanitaria spettante agli stranieri che già svolgono regolare attività lavorativa. L’Azienda
USL del proprio territorio rilascia un tesserino sanitario di iscrizione al Servizio sanitario, a carattere
temporaneo (6 mesi), rinnovabile, valido fino al termine della procedura di rilascio del permesso di
soggiorno.
Norme particolari regolano l’assistenza ai cittadini stranieri che soggiornano temporaneamente in Italia per
turismo, studio o lavoro e ai cittadini italiani residenti all’estero che rientrano temporaneamente in Italia,
sempre per turismo, studio o lavoro. Le norme che regolano l’assistenza per i cittadini stranieri
temporaneamente in Italia sono diversificate a seconda che riguardino:
cittadini stranieri della UE residenti o domiciliati in Italia,
cittadini residenti in Paesi UE o in Paesi Extra UE con cui esistono accordi bilaterali con l’Italia e titolari di
assicurazione sanitaria nei Paesi di residenza,
cittadini stranieri temporaneamente in Italia per studio o collocamento alla pari,
cittadini stranieri con permesso di soggiorno,
cittadini stranieri extracomunitari in Italia con visto turistico,
cittadini stranieri che entrano in Italia per cure mediche.
Cittadini stranieri della UE residenti o domiciliati in Italia
Queste persone possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale e, quindi, scegliere il medico di famiglia o il
pediatra di fiducia per i loro bambini (per le persone domiciliate l’iscrizione è valida un anno). Per l’iscrizione
occorre presentarsi al Distretto dell’Azienda Usl di residenza. Per i residenti in Italia occorre presentarsi con il
permesso di soggiorno e l’attestazione di residenza in un Comune italiano. Per i domiciliati: permesso di
soggiorno e domicilio in un Comune italiano.
Cittadini dell’UE o di Paesi extra U.E. con accordi bilaterali titolari di assicurazione sanitaria nel paese di
residenza
L’assistenza sanitaria è garantita per le urgenze: dai servizi di guardia medica (medico di continuità
47
assistenziale), alle prestazioni urgenti per malattia, infortunio, maternità. I costi sono a carico del Paese di
residenza. Per usufruire dell’assistenza occorre presentare il Modello E 111 o altro modello equivalente
rilasciato dal Paese di residenza per l’assistenza sanitaria all’estero al Distretto dell’Azienda Usl.
Cittadini stranieri temporaneamente in Italia per studio o collocamento alla pari
Questi cittadini possono iscriversi volontariamente al Servizio sanitario nazionale con il pagamento di un
contributo. L’iscrizione è estesa anche ai familiari a carico. Validità per l’anno solare. Al Distretto dell’Azienda
Usl occorre presentare il permesso di soggiorno e il bollettino per l’effettuato pagamento.
Cittadini stranieri extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno per motivi di: lavoro subordinato e
autonomo, motivi familiari, richiesta di asilo, asilo politico e umanitario, attesa adozione e affidamento,
acquisto di cittadinanza
Questi cittadini possono iscriversi al Servizio sanitario nazionale, scegliere il medico di famiglia e il pediatra di
fiducia nel caso di minori. L’assistenza è estesa ai familiari a carico regolarmente soggiornanti. Per l’iscrizione
occorre recarsi al Distretto con il permesso di soggiorno.
Cittadini stranieri extracomunitari con visto turistico
In questi casi le prestazioni sanitarie sono a pagamento, secondo le tariffe vigenti.
Cittadini stranieri che entrano in Italia per motivi di cure mediche
Per i cittadini stranieri che intendono curarsi in Italia, è necessario avere uno specifico permesso di soggiorno
per cure mediche. La documentazione per ottenere il visto di ingresso va presentata all’Ambasciata italiana o
al Consolato competente nel Paese di provenienza.
La documentazione per ottenere il permesso di soggiorno in Italia va presentata alla Questura di
competenza.
I Servizi per le famiglie immigrate: Consultori familiari e Spazi per le donne immigrate ed i loro bambini
Le cittadine straniere presenti in Emilia-Romagna, anche a prescindere dal possesso del permesso di
soggiorno, possono rivolgersi ai Consultori familiari e agli Spazi per le donne immigrate ed i loro
bambini, dove operatrici interculturali sono a loro disposizione per facilitare l´accesso ai servizi e la
relazione con gli operatori sanitari.
I servizi per le cittadine straniere riguardano: la gravidanza, l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG),
la menopausa, la contraccezione, la sterilità, l’infertilità.
Per i bambini sono assicurate le visite, i bilanci di salute, le vaccinazioni, il controllo per la tubercolosi e per le
altre malattie infettive.
Assistenza per bambini nomadi
Ai bambini appartenenti alle comunità nomadi, non iscritti al Servizio sanitario, sono garantiti interventi
assistenziali - visite, bilanci di salute, vaccinazioni, controllo per la tubercolosi e per le altre malattie infettive
- presso le Pediatrie di comunità e gli Spazi donne immigrate e loro bambini dei Consultori familiari.
Assistenza per bambini stranieri extraUE ospiti di famiglie ed enti grazie alle organizzazioni di volontariato
In Emilia-Romagna ogni anno arrivano molti bambini stranieri per soggiorni più o meno lunghi nell’ambito di
alcuni progetti di solidarietà (ad esempio i Progetti Chernobyl, Saharawi, Palestina). Queste iniziative sono
promosse da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali e
organizzazioni non governative (ONG) che operano nel territorio regionale.
Ai bambini e agli adolescenti extracomunitari ospitati da famiglie ed enti è assicurata
l’assistenza primaria di medicina generale.
Il servizio di mediazione interculturale
Il Servizio sanitario regionale promuove la presenza di operatori e operatrici dedicati alla "mediazione
interculturale" all’interno delle strutture sanitarie, al fine di facilitare l´accesso ai servizi e la relazione con gli
operatori.
Con la legge regionale numero 5 del 24 marzo 2004 ("Norme per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri
immigrati") la presenza di questi mediatori interculturali viene sostenuta e valorizzata in tutto il territorio
regionale.
La legge, infatti, nell'ambito degli interventi rivolti a cittadini stranieri, sottolinea l´opportunità di tenere
conto delle culture dei Paesi d’origine e di sviluppare l´attività di informazione, prevedendo la presenza dei
48
mediatori interculturali.
Campagna informativa regionale “La violenza sulle donne. Un fenomeno invisibile”
Un appello multilingue sui treni regionali dell´Emilia-Romagna (“Se hai bisogno di aiuto, se hai subito
violenza, se ti servono informazioni contatta un centro antiviolenza") per offrire "colloqui, informazioni,
consulenza e se sei in pericolo, ospitalità temporanea per te e i tuoi figli”. L´obiettivo è di far emergere
dall'invisibilità il fenomeno della violenza alla donna, un fenomeno spesso ancora sommerso che si consuma
a livello familiare, parentale o amicale. L´iniziativa di questa campagna regionale è dell’Assessorato alla
promozione delle politiche sociali della Regione Emilia-Romagna e del Coordinamento regionale delle Case
delle donne e dei Centri antiviolenza. Il messaggio della campagna è contenuto - assieme ai recapiti degli 11
Centri antiviolenza dell´Emilia-Romagna - in locandine e depliant ed è proposto in inglese, francese,
spagnolo, russo, arabo, rumeno e polacco (oltre che in italiano), per raggiungere meglio le donne
extracomunitarie e neocomunitarie che si spostano spesso in treno per motivi di lavoro.
Campagna regionale per la prevenzione della SIDS ("Morte improvvisa del lattante")
Non è stata ancora definita una causa certa della morte improvvisa del lattante nel primo anno di vita
- SIDS (Sudden infant death sindrome) - ma sono conosciuti alcuni efficaci comportamenti di prevenzione:
far dormire i bambini a pancia in su, sopra materassi rigidi e senza cuscino, seguire la pratica dell
´allattamento al seno e mantenerla il più a lungo possibile, far dormire i bambini in ambienti non troppo
riscaldati (intorno ai 18/20 gradi), non fumare durante la gravidanza. L´obiettivo della campagna informativa
regionale è di diffondere tra i genitori queste semplici regole comportamentali, oltre a fornire i riferimenti
sulla rete di assistenza del Servizio sanitario regionale. L´opuscolo Per loro è meglio è stato realizzato in 12
lingue.
Un numero verde dedicato alle straniere e agli stranieri 800 663366
Questo numero verde 800 663366 è a disposizione delle cittadine e dei cittadini stranieri. Garantisce un
servizio di informazioni multilingue e una attività di "mediazione culturale". E’ per ora attivo nell’area
metropolitana bolognese. E’ gestito dall´Azienda Unità Sanitaria Locale di Bologna.
E’ possibile telefonare: i pomeriggi – dalle 14,30 alle 16,30 – dal lunedì al venerdì; il mattino, mercoledì,
giovedì e sabato dalle 9,00 alle 12,30.
Per avere informazioni sui servizi per gli stranieri, a vario titolo presenti in Emilia-Romagna, è possibile
telefonare al numero verde gratuito del Servizio sanitario regionale 800 033033 tutti i giorni feriali
dalle ore 8,30 alle ore 17,30 e il sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,30.
Per saperne di più è inoltre possibile consultare il sito internet della Consulta per l’emigrazione e delle
Associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo e il Portale delle politiche sociali (Emiliaromagnasociale).
La campagna regionale contro la violenza sulle donne
I Centri antiviolenza e le Case delle donne in Emilia-Romagna
"La violenza sulle donne: un fenomeno invisibile" (pdf, 1064 kB)
[opuscolo informativo in italiano, inglese, francese, spagnolo, russo, arabo, rumeno, polacco]
"La violenza sulle donne: un fenomeno invisibile" (pdf, 1018 kB)
[locandina]
Link di interesse
Consulta per l'emigrazione e delle Associazioni degli emiliano-romagnoli nel mondo
Emiliaromagnasociale - sezione dedicata all'immigrazione
Rubrica delle professioni in campo sanitario in Italia per i cittadini extracomunitari
Norme e provvedimenti
Legge regionale n. 5/2004: "Norme per l´integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati"
Prevenzione della SIDS ("Morte improvvisa del lattante")
"Per loro è meglio", opuscolo in dodici lingue (gennaio 2006)
Centri e referenti della rete di assistenza (MS-Word, 53 kB)
Pubblicazioni
"La contraccezione: conoscere per scegliere" (opuscolo in 8 lingue) (2007)
"Le vaccinazioni nell'infanzia: perché, quando, come - informazioni per i genitori" (ottobre 2007) (pdf, 1255
kB)
http://www.saluter.it/wcm/saluter/dedicatoa/stranieri.htm
Il Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 "Testo unico delle disposizioni concernenti la
49
disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero", artt. 34 e 35, ha messo i
cittadini stranieri rispetto ai cittadini italiani nelle stesse condizioni per quanto riguarda l'assitenza
sanitaria.
1. CITTADINI STRANIERI NON IN REGOLA CON IL PERMESSO DI SOGGIORNO
Ai cittadini stranieri presente sul territorio nazionale, non in regola con il permesso di soggiorno, già sia per
non esserne in possesso oppure scaduto, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure
ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorche' continuative, per malattia ed
infortunio e sono estesi i programmi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e
collettiva. Sono, in particolare, garantiti:
a) la tutela sociale della gravidanza e della maternità, a parità di trattamento con le cittadine italiane, a
parità
di
trattamento
con
i
cittadini
italiani;
b) la tutela della salute del minore in esecuzione della Convenzione sui diritti del fanciullo del 20 novembre
1989, ratificata e resa esecutiva ai sensi della legge 27 maggio 1991, n. 176;
c) le vaccinazioni secondo la normativa e nell'ambito di interventi di campagne di prevenzione collettiva
autorizzati
dalle
regioni;
d)
gli
interventi
di
profilassi
internazionale;
e) la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive ed eventuale bonifica dei relativi focolai.
Le prestazioni sopracitate sono erogate senza oneri a carico dei richiedenti qualora privi di risorse
economiche sufficienti, fatte salve le quote di partecipazione alla spesa a parità con i cittadini italiani.
L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola con le norme sul soggiorno non può
comportare alcun tipo di segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di
condizioni con il cittadino italiano.
2. CITTADINI STRANIERI IN REGOLA CON IL PERMESSO DI SOGGIORNO
I cittadini stranieri presente sul territorio nazionale e con regolare permesso di soggiorno hanno l'obbligo di
iscrizione al Servizio sanitario nazionale e hanno parità di trattamento e piena uguaglianza di diritti e doveri
rispetto ai cittadini italiani per quanto attiene all'obbligo contributivo, all'assistenza erogata in Italia dal
Servizio sanitario nazionale e alla sua validità temporale secondo quanto segue:
a) gli stranieri regolarmente soggiornanti che abbiano in corso regolari attività di lavoro subordinato o di
lavoro
autonomo
o
siano
iscritti
nelle
liste
di
collocamento;
b) gli stranieri regolarmente soggiornanti o che abbiano chiesto il rinnovo del titolo di soggiorno, per lavoro
subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo politico, per asilo umanitario, per richiesta di
asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza.
L'assistenza sanitaria spetta altresì ai familiari a carico regolarmente soggiornanti. Nelle more dell'iscrizione
al servizio sanitario nazionale ai minori figli di stranieri iscritti al servizio sanitario nazionale è assicurato fin
dalla nascita il medesimo trattamento dei minori iscritti.
Lo straniero regolarmente soggiornante, non rientrante tra le categorie sopraindicate è tenuto ad assicurarsi
contro il rischio di malattie, infortunio e maternità mediante stipula di apposita polizza assicurativa con un
istituto assicurativo italiano o straniero, valida sul territorio nazionale, ovvero mediante iscrizione al servizio
sanitario nazionale valida anche per i familiari a carico.
Per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale deve essere corrisposto a titolo di partecipazione alle spese un
contributo annuale, di importo percentuale pari a quello previsto per i cittadini italiani, sul reddito
complessivo conseguito nell'anno precedente in Italia e all'estero. L'ammontare del contributo è determinato
con decreto del Ministro della sanità, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della
programmazione economica e non può essere inferiore al contributo minimo previsto dalle norme vigenti.
3. CITTADINI STRANIERI IN TRANSITO CON PERMESSO DI SOGGIORNO
L'iscrizione volontaria al servizio sanitario nazionale puo' essere altresì richiesta:
a) dagli stranieri soggiornanti in Italia titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio;
b) dagli stranieri regolarmente soggiornanti collocati alla pari, ai sensi dell'accordo europeo sul collocamento
alla pari, adottato a Strasburgo il 24 novembre 1969, ratificato e reso esecutivo ai sensi della legge 18
maggio 1973 n. 304.
4. CLAUSOLE GENERALI
I soggetti di cui al comma 2 e 3 sono tenuti a corrispondere per l'iscrizione al servizio sanitario nazionale, a
titolo di partecipazione alla spesa, un contributo annuale forfettario negli importi e secondo le modalità
previsti dal decreto di cui fa riferemento la presente disciplina.
Il contributo per gli stranieri indicati non è valido per i familiari a carico non residenti in Italia.
Lo straniero assicurato al servizio sanitario nazionale è iscritto nella azienda sanitaria locale del comune in cui
dimora secondo le modalità previste dal regolamento di attuazione.
50
Per le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale devono
essere corrisposte, dai soggetti tenuti al pagamento di tali prestazioni, le tariffe determinate dalle regioni e
province autonome ai sensi dell'articolo 8, commi 5 e 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e
successive modificazioni.
Restano salve le norme che disciplinano l'assistenza sanitaria ai cittadini stranieri in Italia in base a trattati e
accordi internazionali bilaterali o multilaterali di reciprocita' sottoscritti dall'Italia.
http://www.mondolatino.it/idiritti/leggi/lassistenzasanitaria.php
Società e Istituzioni a cura di Intrage
Donne in Italia. Salute e Assistenza a tutela della maternità e del bambino
Gennaio 2007 - In Italia è l'essere umano, indipendentemente dalla sua nazionalità, posizione giuridica e
condizione economica, ad essere al centro del sistema sanitario.
Attraverso la legge 40/98 e i documenti programmatici quali il Piano Sanitario Nazionale e il Documento
programmatico sulle politiche di immigrazione, l’impianto normativo italiano tutela
la dignità e la sicurezza delle donne immigrate anche se in condizione di
clandestinità.
La vigente regolamentazione assicura alle donne italiane e straniere assistenza
sanitaria, economica, sociale, sostegno psicologico e parità di
trattamento nell’ambito dei diritti del lavoratore.
La prima forma di assistenza sanitaria e assistenza sociale viene erogata attraverso i molteplici servizi
messi a disposizione dai consultori.
L'accesso ai consultori è anonimo e gratuito, i servizi solitamente riguardano la gravidanza,
l’interruzione volontaria della gravidanza, la menopausa, la contraccezione, la sterilità, l’infertilità e il
sostegno psicologico e l’ascolto da parte di mediatori interculturali e assistenti sociali al fine di agevolare
l’accesso ai servizi e la relazione con gli operatori sanitari.
Come per le donne italiane anche le donne immigrate hanno diritto alle cure ambulatoriali e presso gli
ospedali del Servizio sanitario nazionale.
Presso queste strutture agli stranieri extracomunitari vengono garantiti gli interventi di prevenzione, quelli
per la tutela della maternità, l’assistenza ai bambini, le vaccinazioni, la diagnosi e la cura delle malattie
infettive.
In Italia la tutela della maternità è garantita a tutte le donne, italiane e straniere.
La tutela si estende anche alle donne straniere non in regola, possono infatti chiedere il permesso di
soggiorno per motivi di salute, per il periodo della gravidanza e per sei mesi successivi alla nascita del
bambino.
I controlli sanitari sono gratuiti durante la gravidanza e, dopo aver partorito, fino all'età di sei anni del
bimbo.
Presso tutti gli ospedali pubblici la donna immigrata può ricoverarsi in anonimato e anche decidere di
non riconoscere il bambino, la rinuncia al bambino potrà essere fatta sia al momento del ricovero che al
momento del parto.
E’ bene precisare che il bambino otterrà tutte le cure necessarie dagli operatori sanitari e specialisti fin
quando non verrà adottato.
Solitamente, infatti, i bambini lasciati in ospedale trovano una famiglia adottiva in tempi brevi.
La donna immigrata che lavora gode degli stessi diritti di una lavoratrice italiana in tema di maternità, la cui
tutela è regolata in base al tipo di lavoro.
La lavoratrice dipendente regolare:
ha diritto al congedo di maternità
può chiedere anche il congedo parentale
ha diritto dopo la nascita del bambino a due ore di riposo al giorno per allattamento se lavora almeno sei
ore al giorno e ha diritto anche a permessi per malattia del bambi
51
non può essere licenziata dall’inizio della gestazione fino al compimento di un anno di età del bambino, salvo
per giusta causa
Le lavoratrici autonome hanno diritto ad una indennità con regole diverse dal lavoro dipendente.
La collaboratrice domestica:
ha diritto al congedo di maternità
per avere diritto all’indennità di maternità deve avere almeno sei mesi di contributi settimanali nell’anno
precedente o in alternativa un anno di contributi nel biennio antecedente l’inizio del
periodo di astensione.
Se la gravidanza è iniziata all’interno del rapporto di lavoro non può essere licenziata fino al 3° mese dopo il
parto.
Infine come accade anche per le donne italiane, la donna immigrata con figli, senza lavoro o comunque
con reddito basso, può richiedere un assegno di maternità, ma deve essere in possesso della carta di
soggiorno.
http://www.intrage.it/rubriche/societaeistituzioni/immigrazione/assistenza_sanitaria/articolo322.shtml
Punti di assistenza sanitaria per cittadini stranieri
DESCRIZIONE
Si tratta di ambulatori ad accesso facilitato per la popolazione straniera immigrata (in alcuni vi si possono
rivolgere anche cittadini italiani senza fissa dimora o comunque in difficoltà) che forniscono assistenza
medica di base gratuita a stranieri anche senza permesso di soggiorno, o non ancora iscritti al Servizio
Sanitario Nazionale .
Poliambulatorio Biavati (Confraternita della Misericordia)
Strada Maggiore 13 (ingresso da vicolo Alemagna, 1) - tel. 051.226310
orari: tutti i giorni dalle 17.30 alle 19.00 compreso i festivi.
- Servizi offerti: assistenza medica di base gratuita per stranieri irregolari, privi di permesso di soggiorno.
Lingue parlate: arabo, inglese, francese.
Ambulatorio SOKOS
Via Montebello, 6 - tel. 051.2869294
orari: lun. e mer. dalle 17.00 alle 18.30
sab. dalle 9.00 alle 12.00
- Servizi offerti: assistenza medica di base gratuita.
Centro per la salute delle donne straniere e dei loro bambini
Via Zanolini, 2 - Bologna - tel. 051/4211511
orari:
lunedì : dalle 12.00 alle 18.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio ostetrico- ginecologico
dalle 15.00 alle 18.00 si aggiunge anche il medico di base
martedì: dalle 15.00 alle 19.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio pediatrico
giovedì: dalle 12.00 alle 19.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio ostetrico- ginecologico
venerdì: dalle 10.30 alle 14.00 sono attivi i servizi di: accoglienza, ambulatorio ostetrico- ginecologico
–
Servizi offerti: ambulatorio per donne con ginecologa, ostetrica, pediatra, medico di base e due
assistenti sanitarie per l'accoglienza (una per la pediatria e una per la ginecologia).
Il servizio viene prestato anche in inglese, francese, arabo, russo e cinese grazie alla presenza di
mediatrici culturali
o di donne appartenenti ai diversi gruppi etnici.
Elenco a cura di:
Servizio Immigrati, Profughi e Nomadi del Comune di Bologna
REQUISITI
Essere italiani senza fissa dimora o stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale
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DOCUMENTAZIONE DA PRESENTARE
Documento di identità valido
CONTRIBUZIONE
Nessuna come primo accesso, il pagamento dei tickets regolari come per gli italiani
al momento dell'erogazione di prestazioni mediche specialistiche.
–
TEMPI DI EROGAZIONE DEL SERVIZIO
In giornata in base all'afflusso, o per appuntamento.
http://urp.comune.bologna.it/WebCity/WebCity.nsf/77b917515ea9e13ec125669f0058bcba/6fa2604488f72b6
9412569a1003d3e9a?OpenDocument&Highlight=0,stranieri
Salute
Numero Verde Stranieri 800-663366
Telefono e Sportello gratuito in cinque lingue (Inglese, francese, albanese, filippino, arabo) per informazioni
sull'accesso ai servizi sanitari
Bologna, Ospedale Maggiore:
dal lunedì al venerdì: 14.30 - 16.30; sabato: 9.00-12.30
Casalecchio di Reno
via Cimarosa 5/2, mercoledì-giovedì: 9.00 - 12.30 e 14.30-16.30.
Ospedale di Bentivoglio, sabato: 9.00 - 12.30.
Centro per la salute delle donne immigrate
Via Zanolini 2, Tel. 051/4211511
Lunedì 12 - 18, martedì 15 - 19, giovedì 12 - 19, venerdì 10.30 – 14
SOKOS
Via Castagnoli, 10 Tel 051 27 26 94
lunedì 17.00-19.30 mercoledì 16.00-19.30
sabato 9-11.30
Croce Rossa Italiana
via del Cane 9, Tel. 051/581858
possibilità somministrazione farmaci
e attrezzatura ortopedica
Confraternita della Misericordia
Poliambulatorio Biavati
Strada Maggiore 13 (ingresso da vicolo Alemagna 2) Tel. 051/226310
Visite mediche gratuite tutti i giorni compresi i festivi, dalle ore 17.30 alle ore 19.00
per persone non assistite dal servizio sanitario nazionale.
Possibilità rilascio di tesserino di temporaneo soccorso che permette assistenza sanitaria per un periodo di 6
mesi.
Non si effettuano cure odontoiatriche.
Salute Senza Margini
Via Cimarosa 7, Tel. 051/596795
Casalecchio di Reno
Lunedì e giovedì dalle ore 16.30 alle ore 18.30
E-mail: [email protected]
Per informazioni sui servizi sanitari e assistenza medica gratuita
Ambulatorio Caritas Misericordia
Piazza Duomo 4, Tel.0542/26655
Imola
Visite mediche, consulenza specialistica e prestazioni infermieristiche,
dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 18; il mercoledì solo dalle 9 alle 10.
53
http://www.immigratiabologna.it/salute.asp
Medicina di Base
L'ambulatorio di medicina di base è aperto tutto l'anno nei seguenti giorni:
Lunedi, h. 17 - 19.30
Mercoledi, h. 16 - 19.30
Sabato, h. 9 - 11.30
L'Associazione Sokos è formata da medici professionisti volontari. Presso l'Ambulatorio dell'Associazione si
effettuano visite mediche gratuite per immigrati privi di
assistenza sanitaria, persone senza fissa dimora.
Si prescrivono visite specialistiche, farmaci ed esami.
2. Tesserino S.T.P
Sokos, previa visita medica, può rilasciare la documentazione necessaria per ottenere il rilascio del tesserino
S.T.P., Straniero Temporaneamente Presente, presso gli sportelli della Usl.
Per ottenerlo non è necessario esibire un documento di identità ma è sufficiente una dichiarazione delle
proprie generalità.
Con il tesserino S.T.P. si ha diritto all'assistenza sanitaria di base, ai ricoveri urgenti anche in regime di dayhospital. In particolare si ha diritto a cure ambulatoriali ed ospedaliere, urgenti o comunque
essenziali, anche se continuative, per malattie o infortunio.
L'accesso alle strutture sanitarie da parte dello straniero non in regola non può comportare alcun tipo di
segnalazione all'autorità, salvo i casi in cui il referto sia obbligatorio, a parità di condizioni con il cittadino
italiano.
Una volta ottenuto il tesserino S.T.P. lo straniero che riceve delle cure dovrà pagare unicamente il ticket e
non l'intera prestazione dovuta.
3. La farmacia di Sokos
Sokos ha una farmacia interna che è in grado di fornire a chi ne ha bisogno farmaci da banco e farmaci di
prima necessità.
I farmaci da banco sono forniti annualmente in maniera grautita dall'Associazione Banco Farmaceutico.
I farmaci di prima necessità, invece, provengono dalla farmacia dell'Ospedale Maggiore di Bologna in
convenzione U.S.L.
Altri farmaci vengono reperiti dal deposito della Caritas Diocesana di Bologna, o vengono donati a Sokos
da privati o da medici di base operanti nel territorio.
http://www.sokos.it/assistenzadibaseprova.htm
SPECIALISTI operanti in Sokos:
Allergologia
Pediatria
Nefrologia
Neurologia
Dermatologia
Fisiatria
Chirurgia vascolare
Psichiatria
Psicologia
Ginecologia
Ortopedia
Le visite specialistiche si effettuano su appuntamento.
Per ulteriori informazioni è possiblie:
- venire in ambulatorio nei giorni di apertura
Lunedi, h. 17 - 19.30
Mercoledi, h. 16 - 19.30
Sabato, h. 9 - 11.30;
- chiamare i seguenti numeri
Tel. 051.272694
Mob. 3486353294 /3486353323;
- mandare una mail a: [email protected]
http://www.sokos.it/medicinaspecilisticaprova.htm
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www.portaleimmigrazione.it Il Portale dell'Immigrazione
dedicato alle procedure di rilascio e di rinnovo dei permessi e delle carte di soggiorno, promosso dal
Ministero dell'Interno in collaborazione con Poste Italiane e Anci.
Dall’11 aprile 2007, in adempimento a quanto sancito dal decreto legislativo 6 febbraio 2007, nr.30, recante
Attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare
e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri", cambiano le regole per l´ingresso e il
soggiorno dei cittadini dell´Unione Europea e dei loro familiari.
I cittadini comunitari che intendano stabilirsi in Italia, o in un altro stato dell’Unione Europea, non hanno
più l’obbligo di chiedere la carta di soggiorno ma, trascorsi tre mesi dall'ingresso, è necessario iscriversi
all'anagrafe del comune di residenza; per i soggiorni inferiori a tre mesi non è più richiesta alcuna formalità.
Solo per i soggiorni di durata superiore a tre mesi, i familiari extracomunitari del cittadino comunitario
devono chiedere la carta di soggiorno, presentando domanda presso Poste Italiane ovvero presso la
Questura laddove la tipologia della richiesta non rientri tra quelle elencate ne La Nuova Procedura.
Rimane invariata la procedura per le richieste di rilascio e rinnovo dei permessi e delle carte di soggiorno per
i cittadini extracomunitari appartenenti alle tipologie indicate nel link La Nuova Procedura.
I comuni e i patronati assicureranno a titolo gratuito e nell'ambito dei loro fini istituzionali un’ attività di
informazione, consulenza ed assistenza allo straniero finalizzata alla corretta predisposizione delle istanze.
Nell'area riservata dedicata agli stranieri è possibile verificare lo stato di avanzamento della
pratica, mentre nell'area riservata ai Comuni e ai Patronati è possibile compilare
telematicamente la richiesta, che successivamente il cittadino straniero presenterà presso gli
sportelli degli uffici postali abilitati all'accettazione di tali istanze.
LA NUOVA PROCEDURA
Cosa fare per richiedere il Permesso/Carta di Soggiorno
In virtù della convenzione stipulata tra il Ministero dell'Interno e Poste Italiane SPA, ai sensi dell'art. 39,
comma 4 bis della Legge 16 gennaio 2003, n. 3 , come modificato dall'art. 1 quinquies, della Legge 12
novembre 2004, n.271, le istanze di rilascio e rinnovo di permesso e carta di soggiorno per cittadini
extracomunitari rientranti nelle seguenti tipologie dovranno essere presentate dall'interessato presso gli Uffici
Postali abilitati (vedi Ricerca Strutture ) utilizzando l'apposito kit a banda gialla disponibile presso tutti gli
uffici postali, i Patronati ed i Comuni abilitati. All'atto della presentazione della istanza, lo straniero dovrà
provvedere al pagamento di € 30,00, così come stabilito con Decreto del Ministro dell'Interno del 12 ottobre
2005.
In conformità agli obblighi derivanti dal REG.CE n.1030 del 13 giugno 2002, che istituisce un modello
uniforme di permesso di soggiorno, a decorrere dal 1° gennaio 2006 è previsto il rilascio del permesso di
soggiorno elettronico, in sostituzione di quello cartaceo. Con decreto del Ministro dell'Economia e delle
Finanze, di concerto con il Ministro dell'Interno, è fissato in € 27,50 il corrispettivo del rilascio del permesso
di soggiorno elettronico. Il pagamento è effettuato tramite appositi bollettini di c/c postale premarcati (PDF),
disponibili presso gli uffici postali abilitati alla ricezione delle istanze e pagabili presso qualunque ufficio
postale;
Possono esser presentate presso gli Uffici Postali le richieste inerenti alle sotto riportate
tipologie di permessi-carte di soggiorno:
Adozione
Affidamento
Aggiornamento della carta di soggiorno
Aggiornamento permesso di soggiorno (cambio
domicilio, stato civile, inserimento figli, cambio
passaporto)
Attesa occupazione
Attesa riacquisto cittadinanza
Asilo politico rinnovo
Carta di soggiorno per stranieri
Conversione permesso di soggiorno
Duplicato della carta di soggiorno
Duplicato Permesso di soggiorno
Famiglia
Famiglia minore 14-18 anni
Lavoro Autonomo
Lavoro Subordinato
Lavoro casi particolari previsti
Lavoro subordinato-stagionale
Missione
Motivi Religiosi
Residenza elettiva
Ricerca scientifica
Status apolide rinnovo
Studio
Tirocinio formazione professionale
Turismo
Le istanze di richiesta di rilascio e rinnovo di tutte le altre tipologie di permesso-carta di soggiorno
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continueranno ad essere presentate presso gli Uffici Immigrazione delle Questure, competenti
territorialmente.
Per la compilazione della modulistica lo straniero può farsi assistere, a titolo gratuito, da un Patronato della
sua zona o da un Comune abilitato.
Al momento della presentazione dell'istanza allo sportello dell'ufficio postale abilitato, lo straniero verrà
identificato con passaporto o altro documento equipollente.
L'istanza dovrà essere presentata in busta aperta e non potrà essere esaminata in caso di mancata
sottoscrizione da parte dell'interessato;
L'operatore di Poste provvederà a consegnare la ricevuta della raccomandata che dovrà essere compilata
dallo
straniero
in
quel
momento.
La ricevuta che verrà rilasciata allo straniero all'atto della presentazione della domanda, è dotata di requisiti
di sicurezza e riporta i codici di accesso (Codice Assicurata e Codice Ologramma) all' area riservata per
conoscere
lo
stato
di
avanzamento
della
pratica.
In caso di richiesta di rinnovo del Permesso-Carta di soggiorno, è necessario inserire nella busta la fotocopia
del permesso-carta di soggiorno da rinnovare o da aggiornare.
In caso di richiesta di rilascio/rinnovo del Permesso-Carta di soggiorno per cittadini extracomunitari, è
necessario inserire nella busta una delle due ricevute di avvenuto pagamento del bollettino postale
premarcato (PDF), di importo pari a €27,50, disponibile presso gli uffici postali "Sportello Amico" Ricerca
Strutture abilitati alla ricezione delle istanze.
Presentazione delle istanze
• I kit a banda gialla per la richiesta di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno possono essere ritirati
presso tutti gli uffici postali, i Patronati ed i Comuni abilitati e presentati presso gli uffici postali abilitati (vedi
ricerca riferimenti).
• Le istanze relative a richieste di rilascio/rinnovo di permesso/carta di soggiorno relative a tutte le altre
tipologie non riportate nella tabella del link La Nuova Procedura continueranno ad essere presentate presso
gli Uffici Immigrazione delle Questure.
• Gli appositi bollettini di c/c postale premarcati da utilizzare per il pagamento del corrispettivo per richiesta
di rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno su supporto elettronico, possono essere ritirati presso gli uffici
postali abilitati alla ricezione delle istanze (vedi Ricerca riferimenti).
Informativa di carattere generale
Possono soggiornare in Italia, gli stranieri che hanno fatto regolare ingresso sul territorio dello Stato in
quanto in possesso del passaporto o documento equipollente e del visto di ingresso, salvo i casi di esenzione
previsti da accordi internazionali.
Il permesso di soggiorno deve essere richiesto al Questore della provincia ove lo straniero si trova entro otto
giorni lavorativi dal suo ingresso.
Per i cittadini appartenenti ad uno stato membro dell'Unione Europea la presentazione delle istanze di carta
di soggiorno presso gli uffici postali è facoltativa, potranno indifferentemente recarsi presso tali uffici o
presso gli Uffici Immigrazione delle Questure.
Gli stranieri che hanno presentato istanza tramite gli uffici postali saranno convocati dall'Ufficio
Immigrazione, tramite lettera raccomandata, per essere sottoposti ai rilievi fotodattiloscopici, nei casi previsti
dalla normativa vigente, e per la consegna del permesso-carta di soggiorno.
In sede di prima convocazione dovranno produrre 4 fotografie formato tessera con fondo bianco, una delle
quali sarà apposta sul permesso-carta di soggiorno.
La richiesta di carta di soggiorno per sé e i propri familiari deve essere presentata con un unico kit, che
contenga il Modulo 1 e il Modulo 2 qualora il familiare percepisca un reddito, per ciascun componente il
nucleo familiare per il quale si richiede la carta.
Il rinnovo del permesso di soggiorno è richiesto dallo straniero al Questore della provincia in
cui dimora, nel termine di novanta giorni dalla scadenza, per i permessi di soggiorno per lavoro
e famiglia di durata biennale, entro sessanta giorni per quelli per lavoro annuale, entro trenta
giorni per le restanti tipologie di permesso di soggiorno.
La durata del permesso di soggiorno non rilasciato per motivi di lavoro e famiglia è quella prevista dal visto
di ingresso. La durata non può comunque essere:
superiore a tre mesi per affari e turismo;
superiore ad un anno, in relazione alla frequenza di un corso per studio o per formazione. Il permesso è
rinnovabile annualmente nel caso di corsi pluriennali;
superiore a due anni per lavoro autonomo, per lavoro subordinato a tempo indeterminato o per
ricongiungimento familiare.
Per la corretta compilazione manuale delle istanze per le quali è prevista la presentazione presso ufficio
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postale, consultare il fac-simile modulistica presente in home page.
Per la corretta compilazione manuale dell' apposito bollettino di c/c postale (PDF) premarcato da utilizzare
per il pagamento del corrispettivo previsto per il rilascio del permesso di soggiorno su supporto elettronico,
consultare il fac-simile modulistica presente in home page.
Per ricevere ausilio nella compilazione della istanza ci si può rivolgere ad un Comune abilitato od a un
Patronato della propria zona. L'elenco è disponibile consultando il sito nella sezione Elenco Strutture presente
in home page.
L'assistenza è gratuita
NOTE per la compilazione del modulo “MOD. 209 - Modulo 1 e Modulo 2”
Importante: Scrivere in stampatello, con penna nera e rigorosamente all'interno degli appositi
spazi;
a) Riportare il dato come scritto sul passaporto o documento equipollente;
b)
Vedere
la
Provincia
nella
tabella
Codici
Sigle
Province
c)
Barrare
la
tipologia
di
interesse
(es.X)
d) Vedere nella tabella Codici Motivi di Richiesta Permesso/Carta di Soggiorno il codice
corrispondente
alla
tipologia
del
Permesso
di
Soggiorno;
e) Indicare serie e numero del Permesso/Carta di Soggiorno in possesso o di riferimento;
f) Compilare la sezione 2 solo dopo aver compilato interamente il Modulo 1, il Modulo 2 qualora
si percepisca un reddito, e dopo aver fotocopiato in formato A4 tutti i documenti necessari per
la tipologia richiesta.
Nel caso non venga sottoscritta, l'istanza non verrà accettata allo sportello postale;
g) Indicare il numero complessivo di fogli di cui consta l'istanza (moduli e fotocopie dei documenti);
h) Indicare il numero complessivo dei figli dichiarati nella sezione 12 del Modulo 1;
i) Indicare la lettera:
• A per Stato Libero,
• B per Coniugato/a;
j) Inserire la lettera:
• F per Femmina,
• M per Maschio;
k) Riportare il Codice Stato indicato nella tabella Codici di Stato;
l) Da compilare solo se il documento è diverso dal passaporto, vedi tabella Documenti Equipollenti al
Passaporto;
m) Vedere nella tabella Autorità che rilasciano Documenti Equivalenti al Passaporto il codice
corrispondente all'autorità che ha rilasciato documento diverso dal passaporto;
n) Da compilare solo in caso di prima richiesta di Permesso/Carta di soggiorno. Riportare i dati scritti
sul visto;
o) La durata del titolo/documento di viaggio rinnovato non potrà essere superiore a quella del
permesso di soggiorno;
p) Campo facoltativo utile alla Questura per eventuali comunicazioni inerenti l'istanza;
q) Se uguale al precedente non compilare;
r) Indicare Nome e Cognome oppure la Denominazione Sociale della Società, Ente o Associazione
presso la quale si vuole che alternativamente venga recapitata la raccomandata per la convocazione
in Questura;
s) Da compilare solo in caso di richiesta di rilascio di Carta di Soggiorno e conversione del permesso
di soggiorno da altri motivi a famiglia
t) Da compilare solo in caso di richiesta di Carta di Soggiorno
u) I minori adottati, affidati, o sottoposti a tutela a carico del richiedente sono equiparati ai figli
minori;Da compilare solo in caso di lavoro subordinato;
w) Indicare la categoria professionale di appartenenza (ad esempio: medici, ambulanti, architetti,
ecc);
x) Deve essere compilato solo dagli stranieri assunti nell'anno in corso – allegare fotocopia delle
ultime buste paga;
y) Compilare solo per attività autonoma iniziata nell'anno in corso.
Compiliamo insieme il kit delle poste per
la richiesta del permesso e della carta di soggiorno
Edizione dedicata interamente alla spiegazione della nuova procedura della richiesta di rilascio e
di rinnovo del permesso di soggiorno e della carta di soggiorno.
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Dall'11 dicembre 2006 le richieste di rilascio, rinnovo o di variazione del permesso di soggiorno e della carta
di soggiorno devono essere presentate alle poste, non più all' Ufficio immigrazione della questura, salvo
alcune eccezioni.
I cittadini extracomunitari devono invece continuare a rivolgersi alla questura per le seguenti tipologie di
permesso di soggiorno:
– affari,
– - giustizia,
- cure
- status apolide (prima richiesta),
– - mediche,
- integrazione minore,
- gara sportiva,
- invito e per famiglia, limitatamente ai parenti
- motivi umanitari,
conviventi di cittadini italiani che non possono
- asilo politico (prima richiesta),
essere espulsi dall'Italia.
- minore
Anche nei casi di primo ingresso per ricongiungimento familiare e lavoro subordinato i cittadini
extracomunitari non dovranno recarsi alle poste per ritirare il kit, ma dovranno presentarsi allo Sportello
unico della prefettura.
Qui compileranno la richiesta di rilascio del permesso di soggiorno che poi invieranno alla questura tramite l'
ufficio postale.
Seguiamo passo per passo il nuovo percorso.
I kit si trovano presso tutti gli uffici postali, i comuni e i patronati.
La compilazione dei moduli non è semplicissima e per questo motivo i comuni ed i patronati forniscono
assistenza gratuita.
I comuni e i patronati coinvolti, insieme ai 5.332 uffici postali abilitati ad accettare la vostra istanza, sono
elencati sul sito www.portaleimmigrazione.it nell'area Ricerca Strutture.
I kit sono due:
- una busta con la striscia gialla per i cittadini extra Ue
- e una busta con la striscia blu per i cittadini dell' Unione europea.
Sulla busta è riportata la tariffa della presentazione della domanda di euro 30,00 sia per i comunitari sia per
i non comunitari, da pagare al momento della presentazione della domanda.
Apriamo la busta con la striscia gialla per i cittadini extracomunitari.
I moduli da compilare sono due.
Consigliamo di fare una fotocopia dei due moduli e compilare prima la copia, onde evitare errori di grafia.
Successivamente riportare i dati sull' originale.
Sull' originale scrivete in stampatello con penna nera e all'interno delle caselle.
Scrivere con caratteri latini. Tra due parole lasciare una casella libera.
Modulo 1
Ministero dell' Interno / Al Sig. Questore di _________
Nello spazio deve essere indicata la Provincia di residenza, e immediatamente sotto la sigla della provincia.
L' elenco delle sigle si trova all' interno della busta.
Lo straniero abitante in Provincia di Roma, dovrà scrivere Roma RM, Milano MI, ecc.
Nello spazio sottostante si apporrà la marca da bollo da euro 14,62, ma soltanto dopo aver compilato tutto il
modulo.
Attenzione: si deve compilare un kit separato per ogni individuo della famiglia se maggiore di 14 anni.
La sezione 1 è riservata ai dati personali.
Al punto 7 Richiede si deve barrare con una X il tipo di richiesta che si presenta:
- Rilascio, in caso di primo permesso o carta di soggiorno.
- Rinnovo, ovviamente nei casi di rinnovo
- Aggiornamento, per aggiornare i dati sul permesso o sulla carta di soggiorno, quali ad esempio residenza,
nascita di un figlio o dati del passaporto.
- Duplicato, in caso di smarrimento del permesso o della carta di soggiorno.
- Conversione, nel caso in cui si richieda il rinnovo del permesso di soggiorno per un motivo differente da
quello del permesso precedente.
Nella seconda metà dello stesso riquadro barrare se si richiede il Permesso di soggiorno o la Carta di
soggiorno.
Al punto 16 si deve inserire nelle due caselle il codice della tipologia del permesso di soggiorno o carta di
soggiorno in richiesta.
L' elenco dei codici è all' interno della busta.
Al punto 18 bisogna indicare il numero del permesso o della carta di soggiorno in possesso. Non bisogna
compilarlo in caso di prima richiesta.
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Al punto 19 si ripete il codice inserito al punto 16.
Compilata la sezione 1, passare direttamente alla sezione numero 3.
Lasciare in sospeso la sezione 2.
Si deve compilare soltanto dopo l' intera compilazione dei moduli.
Nella sezione 3 inserire il codice fiscale, se in possesso.
Stato civile: indicare A maiuscolo per Stato libero e B per Coniugato/a.
Sesso: F per femminile, M per maschile.
Inserire tutti i dati relativi alla data e al luogo di nascita.
L' elenco dei codici dei paesi si trova all' interno della busta.
Nella sezione 4 bisogna inserire i dati del proprio passaporto e barrare il punto 40.
Nel caso non siate in possesso del passaporto, bisogna barrare il punto 41
Altro tipo di documento.
Controllare l'elenco dei documenti equipollenti al passaporto nella tabella all'interno della busta.
Soltanto i cittadini stranieri in possesso di un documento equipollente (ad esempio il documento di viaggio
per rifugiati), al punto 46 devono inserire il codice dell' autorità che lo ha rilasciato. Ad esempio per i rifugiati
il codice 06 - Questura.
La sezione 5 deve essere compilata solo nel caso di prima richiesta di permesso o carta di soggiorno. Qui
riportare i dati del visto.
La sezione 6 deve essere compilata solo dai rifugiati o dagli apolidi che richiedono il rinnovo del documento
di viaggio.
Nella sezione 7 indicare con precisione e sempre all'interno delle caselle l' indirizzo.
Nella sezione 8 inserire l' indirizzo per eventuali comunicazioni soltanto se diverso dalla sezione 7.
Questa sezione è importante perché dopo aver spedito il kit, la questura invierà una raccomandata
all'indirizzo specificato, per convocare il cittadino straniero per le impronte digitali, per consegnare le 4 foto
tessera e l'originale del permesso scaduto ed eventualmente integrare la domanda con altri documenti.
La sezione 9, dal punto 85 al punto 111, è riservata soltanto ai richiedenti la carta di soggiorno per
extracomunitari.
Nel primo riquadro si devono dichiarare gli estremi della certificazione comprovante l' idoneità dell' alloggio
rilasciata dal comune o dalla Asl.
Dal punto 94 al punto 111 si deve indicare dove si ha soggiornato in Italia negli ultimi sei anni.
Il riquadro che contiene le caselle dal 113 al 118 deve essere compilato dai richiedenti permesso o carta solo
se i rispettivi coniugi o genitori presentano una propria richiesta di permesso o carta di soggiorno.
Ricordatevi che ognuno deve presentare una domanda separata con un altro kit.
Le sezioni 10, 11 e 12 devono essere compilate soltanto in caso di richiesta di rilascio della carta di
soggiorno o di conversione del permesso di soggiorno da altri motivi a famiglia.
In questa sezione bisogna indicare i Familiari a carico che sono conviventi.
Modulo 2
Il modulo 2 deve essere compilato solo nel caso si percepisca un reddito da lavoro.
Nella sezione 1, Tipologia di lavoro, barrare la casella relativa alla propria attività tra lavoro subordinato,
autonomo o altro (ad esempio il contratto a progetto).
Al punto 19 indicare la mansione svolta: operaio, medico, colf, badante, ecc.
Nella sezione 2, riservata ai lavoratori subordinati, si devono inserire i dati del datore di lavoro.
I punti dal 21 al 25 devono essere barrati e compilati nel caso in cui il datore di lavoro sia una persona
giuridica, ad esempio società , azienda, ditta.
In caso contrario, se il datore di lavoro è una persona fisica bisogna inserire i dati anagrafici di questa
persona.
La sezione 3 è collegata alla sezione 2 e si devono inserire i dati del contratto di soggiorno stipulato con il
datore di lavoro.
La sezione 4 è rivolta ai lavoratori autonomi, da compilare da parte di titolari di impresa, ditta o liberi
professionisti.
Questi ultimi riempiranno il punto 49 Iscrizione Albi/Registri.
Nella sezione 5 bisogna riportare il reddito. Indicare sempre il reddito lordo.
La sezione 6 deve essere compilata da chi è disoccupato e in quanto tale deve iscriversi nelle liste dei centri
per l' impiego.
Preparare i documenti da allegare a seconda della tipologia di permesso richiesto, come meglio indicati nelle
istruzioni all' interno della busta.
I documenti allegati devono essere esclusivamente in formato A4, il formato di un normale foglio.
Importante: il cittadino straniero che richiede il rinnovo deve allegare anche una copia del permesso
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scaduto, non l' originale.
Nella busta non inserire le fotografie in quanto si devono portare in questura quando convocati.
Dopo aver compilato i moduli e aver allegato tutti i documenti necessari per la presentazione della domanda,
ritornare al primo modulo, nella prima pagina, la sezione 2, Dati sull' istanza compilata.
Barrare comunque le due caselle al punto 22 e, ai punti 23 e 24 barrare per i moduli compilati.
Al punto 25 scrivere il numero totale dei fogli inseriti nella busta.
Ricordarsi di sottoscrivere l’istanza, altrimenti non sarà presa in considerazione.
Salvi i casi di richiesta di permessi di soggiorno di durata inferiore a tre mesi, si deve effettuare un
versamento di euro 27,50 pari al costo del documento in formato elettronico. La ricevuta del bollettino
pagato deve essere inserita nella busta.
Ultimata la compilazione, non sigillare la busta, bensì consegnarla aperta allo impiegato delle poste. Lo
stesso deve verificare che nella busta vi siano tutti i documenti richiesti e deve identificare il cittadino
straniero tramite passaporto, oppure tramite documento equipollente.
Al cittadino straniero sarà consegnata la ricevuta della raccomandata, con i codici di accesso (codice
assicurata e codice ologramma) che serviranno per sapere a che punto si trova la pratica nell' Area riservata
Stranieri sul sito www.portaleimmigrazione.it.
Non smarrire la ricevuta della posta, perchè allegata all' originale del permesso scaduto ha lo stesso
valore del vecchio cedolino rilasciato dalla questura.
La compilazione dei moduli non è semplicissima e per questo motivo i comuni ed i patronati forniscono
assistenza nella compilazione.
Comunque non bisogna preoccuparsi perchè, anche se si commetterà qualche errore nella compilazione, la
questura convocherà lo straniero con una raccomandata postale. Per questo motivo è importantissimo
compilare bene la sezione 7 e 8 del modello 1, a pag. 3.
I cittadini di un paese membro dell' Unione europea (compresi Romania e Bulgaria dal 1
gennaio 2007) oppure dell' Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Svizzera e San Marino devono
compilare il modulo all' interno della busta con la striscia blu.
La compilazione è simile, in quanto la maggior parte dei punti sono identici ai moduli per gli extracomunitari.
Nella busta si deve inserire copia di un documento di identità e copia della carta di soggiorno scaduta in caso
di rinnovo.
Vi ricordiamo che si richiede la carta di soggiorno UE soltanto se si intende soggiornare in Italia per un
periodo superiore a tre mesi.
Nel caso in cui si presenti la domanda anche per i componenti del proprio nucleo familiare è sufficiente un
unico kit, esente da bollo.
I cittadini comunitari possono continuare a presentare le domande presso la questura.
Per quanto riguarda i familiari extracomunitari dei cittadini dell' Unione europea e dei cittadini italiani, le
istruzioni ufficiali non precisano con quali modalità devono presentare le domande.
A nostro parere, tenuto conto delle normative europee sulla libera circolazione delle persone e sul divieto di
discriminazione, potrebbero presentare la domanda sia alle poste che in questura. E' comunque certo che
devono richiedere il permesso di soggiorno in formato elettronico.
Tutte le informazioni ufficiali sulla nuova procedura sono elencate sul sito www.portaleimmigrazione.it
Invitiamo gli ascoltatori a segnalarci le proprie valutazioni su questa procedura e sulle eventuali difficoltà
riscontrate sia nella compilazione che presso gli uffici postali ed i patronati.
Circolare n. 3389 dell’ 8 aprile 2008 Ministero dell’Interno Dipartimento
per gli Affari Interni e Territoriali
Sistema informatizzato di concessione della cittadinanza italiana. Istruzioni per la trascrizione
dell'atto di nascita nei registri dello stato civile a seguito della circolare del Ministero dell'Interno
n. K60 del 31 marzo 2008
–
Ministero dell’Interno
Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali
AI SIGG. PREFETTI LORO SEDI
- AL SIG COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA DI TRENTO
- AL SIG COMMISSARIO DEL GOVERNO PER LA PROVINCIA DI BOLZANO
- AL SIG. PRESIDENTE DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA
Servizio Affari di Prefettura - P.zza della Repubblica, 15 1100 AOSTA
e, per conoscenza:
60
–
- AL COMMISSARIO DELLO STATO ER LA REGIONE SICILIA 90100 PALERMO
- AL RAPPRESENTANTE DEL GOVERNO PER LA REGIONE SARDEGNA 09100 CAGLIARI
- AL GABINETTO DEL SIG. MINISTRO S E D E
- ALL’ANCI
Via dei Prefetti ,46 00186 R O M A
- ALL’UNASCA
Via dei Mille, 35E/F 4024 CASTEL S. PIETRO TERME (B0)
-ALLA DeA – Demografici Associati
c/o Amministrazione Comunale
V.le Comaschi n. 1160 56021 CASCINA (PI)
OGGETTO: Sistema informatizzato di concessione della cittadinanza italiana. Istruzioni per la trascrizione
dell'atto di nascita nei registri dello stato civile a seguito
della circolare del Ministero dell'Interno n. K60 del 31 marzo 2008.
Si fa seguito alla circolare n. 60K del 31 Marzo 2008 , del Dipartimento per le Libertà Civili e
l'Immigrazione - Direzione Centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze, per fissare alcune
direttive che codeste Prefetture avranno cura di trasmettere ai Comuni interessati.
Come è noto, a seguito della realizzazione di un sistema informatizzato di gestione delle pratiche di
concessione della cittadinanza, l'estratto dell'atto di nascita, allegato alla domanda, non viene più inviato
alle Prefetture per essere restituito al neocittadino.
Nel caso in cui ne fosse fatta richiesta dagli uffici comunali o dal cittadino, le Prefetture, in attesa di
essere dotate della funzionalità della firma digitale, contatteranno, a mezzo posta elettronica, i funzionari
indicati nella predetta circolare K60 perché questi provvedano all'apposizione della firma digitale sul
documento consegnato all'atto della domanda.
Le Prefetture procederanno poi alla stampa del documento firmato digitalmente e lo consegneranno al
richiedente apponendo, anche a mezzo timbro, la dicitura "Si attesta che il presente atto è conforme al
documento firmato digitalmente e acquisito agli atti di questa Amministrazione". Tale attestazione dovrà
essere firmata dal funzionario responsabile dell'ufficio addetto.
Si pregano pertanto le SS.LL. di voler comunicare quanto sopra evidenziato ai Sigg. S indaci.
IL DIRETTORE CENTRALE
PORZIO
Circolare n. 5 del 28 marzo 2008 Ministero dell'Interno - Dipartimento
per le libertà civili e l'immigrazione
Direttiva del Sig. Ministro per gli obiettivi e programmi dell'anno 2008 per la gestione della
Riserva Fondo Lire UNRRA.
Con direttiva del Sig. Ministro, datata 22 febbraio 2008 , registrata alla Corte dei Conti il 27 marzo 2008,
Reg. n. 3, Fog. n. 250, emanata ai sensi dell’art. 8 del D.P.C.M. 20 ottobre 1994 n. 755, recante disposizioni
sulle modalità per il perseguimento dei fini della Riserva Fondo Lire UNRRA, sono stati determinati, per
l’anno 2008, gli obiettivi generali per la gestione del suindicato Fondo, nell’ambito dei quali sono state
individuate le priorità ed i criteri per l’assegnazione dei contributi da destinare ai seguenti interventi:
1. gli interventi rivolti alla integrazione degli immigrati nel contesto sociale e finalizzati alla prevenzione di
situazioni e comportamenti a rischio di devianza, abbandono e degrado sociale, che potrebbero incidere sul
livello di coesione sociale generando incertezze e perdita di senso di sicurezza nei cittadini e, soprattutto, in
quelli appartenenti alle fasce più deboli, maggiormente esposti alle tensioni derivanti dal mancato
inserimento dello straniero nel tessuto sociale. In particolare, i progetti dovranno riguardare:
- l’integrazione culturale e linguistica
- la formazione professionale e l’avviamento al lavoro
- il sostegno socio-assistenziale;
2. i progetti per realizzazione o potenziamento dei servizi socio-assistenziali in favore di minori, anziani e
disabili.
Nell’attirare l’attenzione delle SS.LL. sul contenuto della direttiva, allegata in copia, con la presente circolare
si forniscono le necessarie indicazioni circa le modalità stabilite per accedere ai finanziamenti sopraindicati ed
i requisiti richiesti per i progetti da presentare.
1) DESTINATARI
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Come per l’anno 2007 risultano coinvolti nella procedura finalizzata al conferimento dei contributi i Consigli
Provinciali Territoriali per l’Immigrazione, essendo stata ad essi affidata la progettazione relativa agli
interventi di cui al punto 1) della direttiva.
Pertanto, gli enti pubblici interessati dovranno inviare ai citati Organismi provinciali articolate proposte
progettuali che, ove ritenute valide, saranno opportunamente esaminate, elaborate e trasfuse nei progetti
che, una volta finanziati secondo le modalità appresso indicate, dovranno essere eseguiti dall’ente
proponente.
Per la stessa tipologia di interventi potranno presentare progetti anche gli organismi privati aventi personalità
giuridica ovvero regolarmente costituiti ai sensi degli articoli 14 e seguenti del codice civile o con requisiti
espressamente previsti dalle specifiche legislazioni del settore e che svolgano da almeno 5 anni attività
rientranti nello specifico settore.
Per gli interventi di cui al punto 2), potranno, invece, produrre progetti – e quindi ottenere il contributo – sia
gli organismi privati in possesso dei sopra precisati requisiti, sia gli enti pubblici per i quali si prescinde, in tal
caso, dal concorso dei Consigli Provinciali Territoriali per l’Immigrazione.
2) REQUISITI DEI PROGRAMMI
I programmi ben articolati, ed ampiamente descritti nei contenuti, nei costi e negli obiettivi, dovranno
espressamente indicare, pena l’esclusione, la tipologia di intervento cui fa riferimento il progetto, il numero
dei soggetti destinatari e, in caso di acquisto di mezzi di trasporto, apparecchiature od altri materiali destinati
ai servizi, le loro caratteristiche tecniche. Non saranno ammesse le istanze concernenti progetti la cui attività
è stata già eseguita e le relative spese già sostenute, né le istanze i cui progetti prevedono oneri di
personale da assumere in pianta stabile. Inoltre non saranno accettate le richieste relative al finanziamento
di porzioni di progetti già esistenti.
Ai sensi dell’art. 6, comma 1, del Regolamento citato in premessa, le spese ammesse a finanziamento, in
relazione alle due tipologie di interventi previste, sono:
- spese per potenziare i centri socio-assistenziali e riabilitativi, comprese quelle di costruzione, di
ampliamento e di ristrutturazione, nonché spese per attrezzature ed arredamenti;
- spese di funzionamento di centri e servizi socio-assistenziali, comprese quelle per apparecchiature,
strumentazioni, mezzi materiali e per l’acquisto di mezzi di trasporto o automezzi destinati ai servizi, nonché
per il rimborso ad operatori e volontari e per spese di informatizzazione dei servizi, con esclusione di veri e
propri oneri di ordinaria gestione.
Infine l’attività progettuale per cui si chiede il contributo deve essere compatibile con i fini istituzionali
dell’Ente proponente e nel caso di interventi o lavori strutturali, i progetti devono essere corredati di apposita
certificazione, da produrre ai sensi della normativa vigente, ex D.P.R. 28 dicembre 2000 n. 445.
Detta certificazione riguarda l’assolvimento degli adempimenti di legge prescritti da specifiche normative di
settore (concessioni, licenze, autorizzazioni di autorità locali etc.).
3) TERMINI E MODALITA’ DI FORMULAZIONE DELLE ISTANZE DI CONTRIBUTO
Per gli interventi di cui al punto 1) della direttiva, i progetti elaborati dai Consigli Provinciali Territoriali per
l’Immigrazione dovranno essere trasmessi agli enti proponenti i quali potranno presentare alla competente
Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo la richiesta di contributi con le modalità appresso specificate e
valide per la generalità dei casi.
La domanda redatta in carta semplice, sottoscritta dal legale rappresentante dell’ente deve contenere quanto
di seguito specificato:
• tipologia dell’intervento che si intende realizzare, previsto nella direttiva;
• curriculum esperienze nel settore specifico (solamente per gli organismi privati);
• relazione analitica del singolo progetto che si intende realizzare con l’indicazione del finanziamento che si
chiede, specificando le risorse proprie ad esso destinate e con l’indicazione delle spese che comporta,
supportate obbligatoriamente da idonea documentazione (preventivi di spesa di ditte specializzate, computo
metrico, etc.). L’assenza di uno solo dei preventivi determinerà l’esclusione dalla partecipazione al
finanziamento.
• attestazione, resa nelle forme dell’autocertificazione, ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, artt. 45/46, circa la
qualità di legale rappresentante dell’ente e la assenza di altri finanziamenti pubblici a sostegno delle attività
per le quali viene chiesto il contributo;
• specificazione dell’entità del concorso di risorse finanziarie da parte del richiedente il contributo. Al riguardo
si precisa che in caso di interventi o lavori strutturali su immobili, il valore di questi ultimi non può essere
considerato quale partecipazione al finanziamento (cofinanziamento).
62
Inoltre si chiede:
- per gli enti pubblici delibera relativa all’approvazione del progetto;
- per gli enti privati copia conforme dell’atto costitutivo e statuto.
Per entrambi gli Enti si chiede:
- attestazione, da presentare nelle forme di cui sopra, circa la situazione economico-finanziaria dell’ente
nell’ultimo triennio con l’indicazione del risultato di esercizio conseguito;
- elenco delle attrezzature possedute o disponibili per svolgere le attività oggetto di contributo;
- dichiarazione a firma del legale rappresentante, sempre nelle modalità di cui sopra, che attesti di essere in
regola con le norme di lavoro e con la normativa che disciplina il diritto al lavoro dei disabili;
- numero del fax cui far pervenire al legale rappresentante eventuali comunicazioni in merito all’erogazione
del contributo.
Tutte le autocertificazioni devono essere prodotte facendo esplicito richiamo agli artt. 75 e 76 del
summenzionato D.P.R. 445/2000.
Saranno escluse tutte le istanze prive della succitata documentazione.
Per gli enti pubblici si precisa che la delibera summenzionata deve riguardare specificatamente
l’approvazione del progetto oggetto di contributo. Si precisa, altresì, che non saranno considerate le
determinazioni a firma dei responsabili dei settori.
La domanda inoltre, contenente l’indicazione tassativa per gli enti locali del numero di conto di tesoreria
unica, nonché per gli altri organismi del codice fiscale e degli estremi del conto corrente bancario (codice
IBAN) o altra forma di accreditamento, deve essere presentata esclusivamente a mezzo di raccomandata con
avviso di ricevimento entro il 30 giugno 2008, pena l’esclusione, alla Prefettura-Ufficio Territoriale del
Governo competente.
Al riguardo si precisa che non verrà accolta documentazione integrativa trasmessa oltre il termine suindicato.
Il summenzionato Ufficio provvederà ad acquisire il parere del Consiglio Provinciale Territoriale per
l’Immigrazione sull’accoglimento delle istanze presentate dagli organismi privati per gli interventi di cui al
punto 1) della direttiva, con particolare cura nell’accertamento della validità, della serietà dell’iniziativa
proposta e della sua rispondenza ai programmi indicati nella direttiva stessa.
Sulla base degli stessi parametri, il medesimo Ufficio esprimerà il proprio parere in ordine ai progetti relativi
agli interventi di cui al punto 2); non formulerà, invece, alcun parere sui progetti predisposti dai Consigli
Provinciali Territoriali per l’Immigrazione e presentati, per la richiesta di contributi, dagli enti pubblici.
Esperita la necessaria e rigorosa istruttoria, la Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo dovrà trasmettere al
Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, tassativamente entro e non oltre il 30 luglio 2008 l’intero
carteggio per i successivi adempimenti di competenza.
4) COMMISSIONE CENTRALE
Viene istituita una Commissione presieduta dal Vice Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e
l’Immigrazione e composta da un funzionario prefettizio e da un dirigente di II^ fascia dell’Area I
dell’Amministrazione civile dell’Interno, designati dal Capo del Dipartimento medesimo, con il compito di
valutare i progetti e di formulare la graduatoria.
Quest’ultima sarà determinata mediante l’applicazione dei seguenti criteri di valutazione:
• Concorso di risorse da parte degli enti ed organismi richiedenti il contributo:
per un cofinanziamento dell’importo progettuale uguale o maggiore:
al 50%.................................punti 40
al 40% ......………………......... punti 30
al 30% ..…………………...........punti 20
al 20%................................ punti 10
inferiore al 20%....................punti 0
• Qualità delle attività progettuali
fino a punti………………………………………………….…....30
• Valutazione rapporto costo/numero beneficiari dell’intervento
fino a punti……………………………………………………….20
• Strutture ed attrezzature possedute o disponibili per svolgere le attività oggetto di contributo
fino a punti………………………………………………………..10
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A parità di punteggio tra organismi privati saranno preferiti gli enti senza scopo di lucro.
La Commissione, esaminati gli atti pervenuti dalle Prefetture-Uffici Territoriali del Governo, ove ritenuto
necessario, potrà disporre specifici accertamenti prima di decidere sulle istanze. Alle riunioni della
Commissione partecipa, con funzioni consultive, un rappresentante dell’A.N.C.I..
5) MOTIVI DI INAMMISSIBILITA’
Non verranno prese in considerazione le domande che, oltre ad essere prive dei requisiti e dei documenti
richiesti al precedente punto 2) e 3) risulteranno:
• corredate di progetti formulati in modo generico, non descrittivo o rivolte ad unico destinatario;
• corredate, ove si richieda la deliberazione, di delibere generiche e non riferite temporalmente all’anno 2008
e/o non firmate;
• prive della firma del legale rappresentante;
• non conformi alla tipologia degli interventi indicata nella direttiva del Sig. Ministro.
Inoltre, non verranno esaminate le istanze degli enti che hanno beneficiato, negli anni 2005 e precedenti, di
contributi UNRRA e non hanno presentato, entro il 30 maggio 2008, il rendiconto a discarico delle somme
percepite.
6) EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI
Sulla base della graduatoria formulata dalla Commissione e nel limite delle somme disponibili, il Capo del
Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione provvederà ad attribuire i finanziamenti per l’importo
richiesto al netto del cofinanziamento, fermo restando il tetto massimo di € 200.000,00.
L’elenco dei beneficiari dei contributi sarà pubblicata sul sito web del Ministero dell’Interno.
7) CONTROLLI E SANZIONI
Di quanto sopra, il responsabile del procedimento provvederà poi a darne comunicazione agli interessati per
il tramite delle competenti Prefetture–Uffici Territoriali del Governo.
Le spese finanziate sono soggette, ai sensi dell’art. 7 del succitato regolamento, all’ordinario controllo
contabile.
A tal fine i beneficiari dei contributi dovranno tempestivamente comunicare i tempi per la realizzazione del
progetto e, successivamente, trasmettere una relazione contenente elementi utili ai fini della valutazione del
raggiungimento degli obiettivi previsti nell’istanza di contributo, corredata da un prospetto analitico delle
spese sostenute nonché dalla relativa documentazione giustificativa. La suddetta documentazione dovrà,
comunque, essere trasmessa entro sessanta giorni dall’ultimazione del progetto per il tramite della
competente Prefettura-Ufficio Territoriale del Governo.
Nel caso se ne ravvisi la necessità, il Dipartimento potrà disporre accertamenti intesi a verificare l’effettivo e
corretto impiego del contributo per le attività programmate, adottando qualora gli esiti di tali accertamenti lo
richiederanno, i provvedimenti di revoca e di ripetizione dei contributi a norma di legge.
Nel comunicare che la presente circolare e la direttiva del Sig. Ministro sono immediatamente consultabili sul
sito web del Ministero dell’Interno, si invitano le SS.LL. a dare alle stesse opportuna forma di pubblicità e
diffusione a livello locale.
IL CAPO DIPARTIMENTO
(F.to Morcone)
Assistenza sanitaria per cittadini stranieri
per i cittadini stranieri, comunitari e non, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (S.S.N.) garantisce
tutta l’assistenza sanitaria prevista dal nostro ordinamento e comporta
parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani, per quanto attiene all’obbligo contributivo,
all’assistenza erogata in Italia dallo stesso S.S.N. ed alla sua validità temporale.
1. Chi ha l’obbligo di iscriversi al S.S.N.
 I cittadini stranieri titolari di permesso di soggiorno che svolgono regolare attività di lavoro
subordinato, autonomo o che siano iscritti alle liste di collocamento;
 i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti o quelli che abbiano chiesto il rinnovo del permesso di
soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per richiesta
di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza o per motivi religiosi;
64

i familiari a carico (regolarmente soggiornanti) dei cittadini stranieri rientranti nelle categorie sopra
indicate.
Non hanno obbligo di iscriversi al S.S.N. i cittadini stranieri non rientranti fra le suddette categorie, anche se
devono assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità mediante stipula di polizza assicurativa
valida sul territorio italiano, anche per i familiari a carico.
2. Dove ci si iscrive
Per iscriverti al S.S.N. devi recarti presso la ASL del territorio in cui sei residente ovvero presso quella in cui
hai effettiva dimora (indicata nel permesso di soggiorno), munito di:
• documento di identità personale;
• codice fiscale;
• permesso di soggiorno;
• autocertificazione di residenza o dimora (si considera dimora abituale l’ospitalità da più di tre
mesi presso un centro d’accoglienza).
Al momento dell’iscrizione potrai scegliere il medico di famiglia o il pediatra per i tuoi figli.
3. Che validità ha l’iscrizione
L’iscrizione è valida per tutta la durata del permesso di soggiorno e non decade nella fase di rinnovo del
medesimo: può essere, quindi, rinnovata anche presentando alla ASL la documentazione comprovante la
richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno; in caso di mancato rinnovo o di revoca del permesso di
soggiorno, o in caso di espulsione, l’iscrizione cessa, salvo che l’interessato comprovi di aver presentato
ricorso contro i suddetti provvedimenti.
4. A cosa hai diritto
All’atto dell’iscrizione riceverai un documento, il “Tesserino sanitario personale”,
che ti dà diritto a ricevere gratuitamente, ovvero dietro pagamento – dipende dalla Regione in cui ti trovi - di
una quota a titolo di contributo (ticket sanitario), le seguenti prestazioni: visite mediche generali in
ambulatorio e visite mediche specialistiche, visite mediche a domicilio, ricovero in ospedale, vaccinazioni,
esami del sangue, radiografie, ecografie,
medicine, assistenza riabilitativa e protesica.
CITTADINI STRANIERI NON ISCRITTI AL S.S.N.
Se sei regolarmente soggiornante e non rientri tra coloro che sono obbligatoriamente iscritti al S.S.N., ti sono
concesse due possibilità:
a) iscriverti facoltativamente al
S.S.N., insieme ai tuoi familiari, se presenti in Italia. Puoi ottenere l’iscrizione volontaria
 se: hai un permesso di soggiorno superiore a tre mesi (con l’eccezione se hai un permesso di
studio);
 sei iscritto, insieme ai tuoi familiari, negli elenchi degli assistibili dell’ASL di residenza o, nei casi di
prima iscrizione, di domicilio indicato sul tuo permesso di soggiorno. L’iscrizione non è possibile se
sei titolare di un permesso di soggiorno per motivi di cura. In questo caso le prestazioni sanitarie ti
saranno garantite dietro pagamento all’ASL delle tariffe previste per legge, che possono cambiare a
seconda della Regione in cui ti trovi. Se sei privo delle risorse economiche sufficienti ti saranno
comunque assicurate le prestazioni ambulatoriali, ospedaliere urgenti o comunque essenziali, o
continuative, per malattia o infortunio e i programmi di medicina preventiva (per es. vaccinazioni),
nei presidi sanitari pubblici o privati accreditati.
b) assicurarti contro il rischio di malattia, infortunio e per la maternità
mediante la stipula di apposita polizza assicurativa con un Istituto assicurativo italiano o straniero, valida sul
territorio nazionale.
Quali sono le prestazioni comunque garantite
 quelle a tutela sociale della gravidanza e della maternità;
 quelle a tutela della salute del minore;
 le vaccinazioni, secondo la normativa e nell’ambito delle campagne di prevenzione collettiva
autorizzate dalle Regioni;
 gli interventi di profilassi internazionale;
 la profilassi, la diagnosi e la cura di malattie infettive.
Puoi attestare lo stato di indigenza e la relativa impossibilità ad adempiere al pagamento delle prestazioni
fornite dal S.S.N. attraverso una apposita autodichiarazione, da presentare alla struttura sanitaria che poi
eroga la prestazione.
STRANIERI IRREGOLARMENTE PRESENTI
Se non sei in regola con le norme relative all'ingresso e al soggiorno, hai diritto comunque alle cure
65
ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali, anche se continuative, per malattia e infortunio, nelle
strutture pubbliche o private convenzionate.
A tal fine dovrai richiedere presso qualsiasi ASL un tesserino, chiamato S.T.P.
(Straniero Temporaneamente Presente), valido sei mesi ma rinnovabile.
Per ottenerlo dovrai dichiarare:
• le tue generalità
• di non possedere risorse economiche sufficienti.
Puoi anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l'indicazione del tuo nome e cognome.
Con il tesserino S.T.P. hai diritto:
• all'assistenza sanitaria di base;
• ai ricoveri urgenti e non e in regime di day-hospital;
• alle cure ambulatoriali e ospedaliere, urgenti o comunque essenziali, anche se continuative, per
malattie o infortunio.
L'accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche
autorità. Tieni comunque presente che in alcuni casi (motivi di ordine pubblico o per altri gravi
motivi) la Pubblica Autorità potrà ottenere il referto, come avviene anche con i cittadini italiani.
INGRESSO E SOGGIORNO PER OTTENERE CURE MEDICHE
1.Dove e come si richiede il visto d’ingresso
Se intendi ricevere cure mediche in Italia puoi richiedere, insieme eventualmente ad un accompagnatore,
uno specifico visto d’ingresso alla competente rappresentanza diplomatica o consolare italiana presente nel
tuo Paese.
Una volta entrato nel territorio dello Stato, entro 8 giorni, devi richiedere lo specifico permesso di soggiorno
alla Questura del luogo dove intendi usufruire delle cure. Se non lo farai, la tua posizione sarà considerata
irregolare
2. Documentazione necessaria
Devi a tal fine produrre la seguente documentazione:
certificazione sanitaria, attestante la tua patologia;
 dichiarazione della struttura sanitaria italiana prescelta, pubblica o privata appositamente
accreditata, che indichi tipo di cura, data d’inizio e durata presumibile della stessa e dell’eventuale
degenza prevista;
 attestazione dell’avvenuto deposito, a favore della struttura prescelta, di una somma cauzionale
(30% del costo complessivo) sulla base del costo presumibile delle prestazioni richieste;
 documentazione comprovante la disponibilità in Italia di risorse sufficienti per l’integrale pagamento
delle spese sanitarie e di quelle di vitto e alloggio fuori dalla struttura sanitaria;
 documentazione comprovante la disponibilità di risorse sufficienti per il viaggio di rimpatrio per te e
per il tuo eventuale accompagnatore.
N.B.: La certificazione rilasciata all'estero deve essere corredata di traduzione in lingua italiana.
Fortress Europe
Fortress Europe è una rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della
frontiera: 12.012 morti, di cui 4.255 dispersi. Sono soprattutto naufragi, ma anche incidenti
stradali di tir carichi di uomini nascosti insieme alle merci. È il caldo nel Sahara o le nevi dei
valichi montuosi, sono le mine dei campi di Evros, in Grecia, sono gli spari della polizia
marocchina, dell'esercito turco o le torture delle carceri in Libia e Algeria. Per chi viaggia da
sud, in un modo o nell´altro, di frontiera non è difficile morire...
www.fortresseurope.blogspot.com
Fortezza Europa
Morire di frontiera. Accade da vent'anni lungo i confini dell'Europa. Sono soprattutto naufragi, ma non
mancano incidenti stradali, morti di stenti nel deserto come tra le nevi dei valichi montuosi, piuttosto che
uccisi da un'esplosione negli ultimi campi minati in Grecia, dagli spari dell'esercito turco o dalle violenze della
polizia in Libia. Fortress Europe è una rassegna stampa che dal 1988 ad oggi fa memoria delle vittime della
frontiera:
12.012
morti
documentate,
tra
cui
si
contano
4.255
dispersi.
Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 8.315 persone. Metà delle
66
salme (4.255) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e
l'Italia le vittime sono 2.511, tra cui 1.549 dispersi. Altre 70 persone sono morte navigando dall'Algeria verso
la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall'Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e
dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte
almeno 4.091 persone di cui 1.986 risultano disperse. Nell'Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, hanno
perso la vita 895 migranti, tra i quali si contano 461 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il
Montenegro e l'Italia, negli anni passati sono morte 603 persone, delle quali 220 sono disperse. Inoltre,
almeno 597 migranti sono annegati sulle rotte per l'isola francese di Mayotte, nell'oceano Indiano. Il mare
non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso
viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container. Ma anche qui le condizioni di sicurezza
restano bassissime: 146 le morti accertate per soffocamento o annegamento.
Per chi viaggia da sud il Sahara è un pericoloso passaggio obbligato per arrivare al mare. Il grande deserto
separa l'Africa occidentale e il Corno d'Africa dal Mediterraneo. Si attraversa sui camion e sui fuoristrada che
battono le piste tra Sudan, Chad, Niger e Mali da un lato e Libia e Algeria dall'altro. Qui dal 1996 sono morte
almeno 1.587 persone. Ma stando alle testimonianze dei sopravvissuti, quasi ogni viaggio conta i suoi morti.
Pertanto le vittime censite sulla stampa potrebbero essere solo una sottostima. Tra i morti si contano anche
le vittime delle deportazioni collettive praticate dai governi di Tripoli, Algeri e Rabat, abituati da anni ad
abbandonare a se stessi gruppi di centinaia di persone in zone frontaliere in pieno deserto
In Libia si registrano gravi episodi di violenze contro i migranti. Non esistono dati sulla cronaca nera. Nel
2006 Human rights watch e Afvic hanno accusato Tripoli di arresti arbitrari e torture nei centri di detenzione
per stranieri, tre dei quali sarebbero stati finanziati dall'Italia. Nel settembre 2000 a Zawiyah, nel nord-ovest
del Paese, vennero uccisi almeno 560 migranti nel corso di sommosse razziste.
Viaggiando nascosti nei tir hanno perso la vita in seguito ad incidenti stradali, per soffocamento o schiacciati
dal peso delle merci 283 persone. E almeno 182 migranti sono annegati attraversando i fiumi frontalieri: la
maggior parte nell'Oder-Neisse tra Polonia e Germania, nell'Evros tra Turchia e Grecia, nel Sava tra Bosnia e
Croazia e nel Morava, tra Slovacchia e Repubblica Ceka. Altre 112 persone sono invece morte di freddo
percorrendo a piedi i valichi della frontiera, soprattutto in Turchia e Grecia. In Grecia, al confine nordorientale con la Turchia, nella provincia di Evros, esistono ancora i campi minati. Qui, tentando di
attraversare a piedi il confine, sono rimaste uccise 88 persone.
Sotto gli spari della polizia di frontiera, sono morti ammazzati 192 migranti, di cui 35 soltanto a Ceuta e
Melilla, le due enclaves spagnole in Marocco, 50 in Gambia, 40 in Egitto e altri 32 lungo il confine turco con
l'Iran e l'Iraq. Ma ad uccidere sono anche le procedure di espulsione in Francia, Belgio, Germania, Spagna,
Svizzera e l'esternalizzazione dei controlli delle frontiere in Marocco e Libia. Infine 41 persone sono morte
assiderate, viaggiando nascoste nel vano carrello di aerei diretti negli scali europei. E altre 23 hanno perso la
vita viaggiando nascoste sotto i treni che attraversano il tunnel della Manica, per raggiungere l'Inghilterra,
cadendo lungo i binari o rimanendo fulminati scavalcando la recinzione del terminal francese, oltre a 12 morti
investiti dai treni in altre frontiere e 3 annegati nel Canale della Manica.
RAPPORTO MARZO 2008 - 23 morti nel Mediterraneo, tre morti ammazzati sotto gli spari della polizia
egiziana, decine di dispersi in sei naufragi fantasma in Spagna, Sahara occidentale, Algeria e Turchia, e
almeno 128 profughi somali annegati al largo dello Yemen. Sconcerto per un rapporto sulle condizioni di
detenzione dei migranti in Turchia. Ecre chiede all’Ue di sospendere le riammissioni in Grecia. Intanto il
Parlamento si appresta a varare la direttiva sulle espulsioni mentre la Svizzera annuncia l’utilizzo del taser
contro gli immigrati e in Spagna tre agenti sono accusati di omicidio. Speciale musica: i testi delle canzoni
algerine che cantano la rabbia degli harragas
28/04/08
Turchia
25/04/08
Italia
24/04/08
Tunisia
23/04/08
Spagna
21/04/08
Spagna
17/04/08
Egitto
09/04/08
Algeria
Durante un’espulsione in Iraq, la polizia turca getta 18 uomini in un
fiume lungo la frontiera a Habur, nella provincia di Sirnak. In 4
muoiono annegati
Due uomini finiscono in mare durante le operazioni di salvataggio di
una nave, 80 miglia a sud di Lampedusa. Nonostante i soccorsi, uno
dei due muore annegato
Naufragio al largo di Chebba sulle rotte per Lampedusa. 3 morti e
20 dispersi
Sale a 5 il bilancio delle vittime del cargo Rosa Delmas
Ritrovati a bordo della nave cargo “Rosa Delmas” sbarcata nel porto
di Fuerteventura, alle Canarie, i cadaveri di due uomini che
viaggiavano nascosti nella stiva insieme ad altre 11 persone, 4 delle
quali sono state ricoverate in gravi condizioni di salute
Rifugiato eritreo ucciso dagli spari della polizia di frontiera lungo il
confine con Israele
Naufragio sulle rotte per la Spagna al largo di Béthioua, vicino Oran.
Turkish Daily
News
Ansa
Reuters
Canarias 7
La Provincia
Reuters
Algeria Watch
08/04/08
Algeria
02/04/08
Algeria
30/03/08
Spagna
30/03/08
Algeria
27/03/08
Egitto
27/03/08
Sahara occ.
23/03/08
Turchia
18/03/08
Egitto
15/03/08
Turchia
05/03/08
Spagna
03/03/08
Algeria
01/03/08
Spagna
25/02/08
Egitto
19/02/08
Egitto
16/02/08
Egitto
13/02/08
Marocco
06/02/08
Spagna
03/02/08
Spagna
01/02/08
Algeria
30/01/08
Egitto
30/01/08
Grecia
26/01/08
Algeria
22/01/08
Italia
22/01/08
Spagna
22/01/08
Eritrea
19/01/08
Mali
15/01/08
Grecia
13 corpi recuperati vicino al porto e a Mers El-Hadjadj, 3 i dispersi in
mare
Ripescati in mare, a due miglia da Cap Carbon, nella provincia di
El Khabar
Arzew, i corpi di 8 uomini annegati sulle rotte per la Spagna
Le autorità algerine dichiarano di avere ripescato in mare, sulle rotte
per la Spagna e l’Italia, i corpi di 94 migranti nel 2007. E dall’inizio Jana
del 2008 le vittime censite sono già 13
Ripescato un cadavere sulle spiagge di Melilla. Un altro corpo era
stato trovato a Melilla lo scorso 22 marzo sulla spiaggia di Beni
Diario Sur
Enzar
Partiti tre settimane fa da Mostaganem per la Spagna, 3 uomini di
Quotidien
Tiaret risultano dispersi in mare. Le salme di altre due vittime, di
d’Oran
Tiaret e Rahouia, sono state rimpatriate dalla Spagna
Due ivoriani ammazzati sotto il fuoco della polizia egiziana mentre
Reuters
tentavano di valicare la frontiera israeliana lungo il Sinai
Ripescati in mare sulle coste di Dakhla i cadaveri di tre uomini e una
donna, annegati sulle rotte per le Canarie. I dispersi potrebbero
Assabah
essere decine
Recuperati 6 cadaveri, tra cui quello di una donna somala, Ayse
Abdurrahman, al largo di Tekagac, vicino a Didim, nella provincia di Xinhua
Aydin, vittime di un naufragio che potrebbe aver fatto altre vittime
La polizia egiziana spara su un gruppo di migranti che tentano di
valicare la frontiera israeliana. Una donna eritrea di 25 anni muore Reuters
ammazzata. È l’ottava vittima dall’inizio dell’anno
Naufragio sulle rotte per la Grecia, nella provincia di Hatay.
Turkish Press
Recuperati 4 cadaveri
Due morti ritrovati a bordo di una piroga sbarcata alle Canarie, al
Afp
porto di Los Cristianos, sull’isola di Tenerife
Le Quotidien
Ripescato un cadavere lungo le coste di Béthioua, vicino a Oran
d’Oran
Ripescato il cadavere di una donna, annegata davanti la costa di
Abc
Caños de Meca, a Barbate, vicino Cádiz
Un’altra donna eritrea uccisa sotto gli spari della polizia di frontiera
Reuters
egiziana lungo il confine con Israele
La polizia egiziana ammazza un sudanese, Ermeniry Khasheef, al
confine con Israele sparandogli alla schiena mentre tentava di
Amnesty
superare la barriera di filo spinato vicino Rafah
La polizia egiziana ammazza una donna eritrea, Mervat Mer Hatover,
al confine con Israele sparandole mentre tentava di saltare la
Amnesty
barriera di filo spinato nella regione di El Kuntilla nel sud della
penisola del Sinai
Naufragio nelle acque di Tarfaya sulla rotta per le isole Canarie, 24
Abc
dispersi
A Ceuta, un uomo muore schiacciato sotto le ruote dell’autobus
El Pais
turistico sotto il quale si era nascosto per imbarcarsi verso Algeciras
Ripescati i cadaveri di due migranti annegati, uno sulla spiaggia di
El Pais
La Barrosa, a Chiclana (Cadiz) e l’altro davanti a Isleta a Tarifa
Naufragio al largo di Annata, sulle rotte per la Sardegna, almeno 6 i Le Quotidien
dispersi
d’Oran
La polizia egiziana ammazza due migranti al confine con Israele a
colpi di arma da fuoco. Le vittime sono un ragazzo di 22 anni e una Reuters
ragazza di 18. Un altro migrante era stato ucciso all’inizio di gennaio
Ritrovato un cadavere sul traghetto di linea Patrasso-Venezia, nella
Ekathimerini
stiva dove si era nascosto per raggiungere l'Italia
Un cadavere ripescato a La Marsa, nel distretto di Ben Azzouz, a
Le Quotidien
Skikda
d'Oran
Afgano di 14 anni muore scorticato dall’asfalto, mentre viaggiava
nascosto legato sotto un camion partito dalla Grecia e sbarcato ad Romagna
Ancona. Il corpo è stato ritrovato a Bertinoro, in provincia di Forlì
Oggi
Cesena
Sbarco a Torre del Puerco, a Conil (Cadiz). L’imbarcazione si
rovescia a solo un metro dalla spiaggia, due uomini muoiono
El Pais
annegati
L’esercito eritreo spara su due soldati che stavano disertando
Reuters
tentando di valicare il confine con l’Etiopia. Uno muore ammazzato
Intervistato di ritorno in India, Balihar Singh racconta di aver perso
8 compagni di viaggio quattordici mesi prima, nel 2006 morti di
Le Monde
stenti attraversando il deserto del Sahara per raggiungere le coste
del Mediterraneo
Si rovescia un’imbarcazione mentre tentava di attraversare il fiume Ana
Evros, che separa la Turchia dalla Grecia. Una donna muore
15/01/08
13/01/08
11/01/08
10/01/08
06/01/08
04/01/08
28/12/07
28/12/07
31/12/07
26/12/07
26/12/07
24/12/07
19/12/07
18/12/07
12/12/07
10/12/07
10/12/07
10/12/07
10/12/07
09/12/07
06/12/07
05/12/07
04/12/07
04/12/07
01/12/07
29/11/07
16/11/07
14/11/07
14/11/07
13/11/07
10/11/07
10/11/07
annegata nelle acque gelate
Sale a 8 il numero di cadaveri recuperati lungo le coste di Barbate,
El Pais
in Andalusia, dall’inizio dell’anno
Spagna
Soccorsa un’imbarcazione 90 miglia a sud dell’isola di Gran Canaria.
El Pais
A bordo 3 morti
Italia
Un uomo si tuffa in mare da un gommone alla deriva, 50 miglia a
sud di Lampedusa, per raggiungere a nuoto un vicino peschereccio
e chiedere aiuto. Ma appena a bordo viene ributtato in mare dal
Repubblica
comandante Mariano Ruggiero dopo una colluttazione e muore
annegato
Spagna
Ritrovato un settimo cadavere a Barbate
Abc
Spagna
Scoperti a Los Caños, Barbate, i cadaveri di sei migranti annegati
El Pais
Sahara Occidentale Recuperati da una barca di pescatori, i resti di 4 migranti annegati,
Panapress
270 km a sud di Dakhla, al largo di Cap Barbars
Grecia
Due imbarcazioni si rovesciano nel fiume Evros, al confine tra
Anatolia
Turchia e Grecia, causando un morto annegato e alcuni dispersi
Spagna
Ripescato il cadavere di un ragazzo nel porto di Ceuta, annegato
Abc
mentre tentava di raggiungere una nave di linea diretta in Spagna
Algeria
Le autorità algerine dichiarano di aver recuperato i cadaveri di 83
Le Quotidien
migranti annegati nel 2007. Erano stati 73 nel 2006 e 29 nel 2005 d’Oran
Tunisia
2 morti e 3 dispersi dopo un naufragio al largo di Sfax
As-Sabah
Turchia
Ritrovato sulla costa di Ceçme, il cinquantunesimo cadavere del
Turkish Daily
naufragio di Izmir del 10 dicembre
News
Grecia
Pescatore trova un cadavere al largo dell'isola di Lesvos e soccore
Kathimerini
un naufrago che parla di 31 uomini finiti in mare e dati per dispersi
Turchia
Ritrovato il cadavere dell'ottava vittima del naufragio di ieri a
Kathimerini
Bodrum
Turchia
Diretta all'isola greca di Kos, imbarcazione si rovescia in mare al
Turkish Daily
largo di Bodrum, 7 morti e 1 disperso
News
Algeria
Gommone alla deriva soccorso dalla nave metaniera algerina
Le Quotidien
"Abbane Ramdane", 30 miglia al largo di Cap Falcon, sulle rotte per
d'Oran
la Spagna. 3 i cadaveri ritrovati
Turchia
Naufragio a Izmir sulla rotta per l’isola greca di Hios. 50 cadaveri
Turkish Daily
recuperati, 29 i dispersi in mare
News
Senegal
Partita dall’isola di Djogué, in Casamance, e diretta alla Canarie, una
piroga con 130 passeggeri fa ritorno a Yoff Tonghor, a Dakar, dopo
Walfadjri
12 giorni alla deriva. Un morto a bordo, altri 39 cadaveri
abbandonati in mare
Sahara occ.
Naufragio al largo di Dakhla, sulla rotta per le Canarie. Nessun
El Pais
superstite tra i 50 passeggeri. Solo 6 i cadaveri recuperati
Algeria
Ripescato nelle acque di Bouzedjar il cadavere di un uomo annegato Le Quotidien
sulle rotte per la Spagna
d'Oran
Spagna
Un morto a bordo di una piroga arrivata sull’isola El Hierro alle
El Pais
Canarie
Grecia
Cargo carico di migranti sbarca sull’isola di Creta, a Kato Zakros,
In
Lasithi. A bordo viene trovato uno dei passeggeri morto
Spagna
3 morti a bordo delle ultime due barche arrivate a Tenerife, nelle
El Pais
isole Canarie
Francia
Motovedetta della polizia francese sperona barca di migranti
proveniente delle isole Comore, al largo dell'isola francese di
Le Monde
Mayotte, 2 morti e 8 dispersi in mare
Algeria
Soccorsa dalla nave olandese Fairepartner un’imbarcazione finita
Le Quotidien
alla deriva sulla rotta per la Spagna, 76 miglia a nord di
d’Oran
Mostaganem. Ripescato un cadavere, 11 i dispersi in mare
Spagna
Soccorsa barca al largo di Las Palmas, alle Canarie, 2 morti a bordo El Pais
Algeria
Ritrovato un cadavere lungo le spiagge di Marsa, 30 km ad ovest di Le Quotidien
Ténès
d’Oran
Cipro
Un agente della polizia spara su un migrante a un posto di blocco e Turkish Daily
lo uccide
News
Algeria
Ripescato sulla spiaggia di Draouch, a Ghazaouet, il corpo di un
Le Quotidien
uomo annegato sulle rotte per la Spagna
d’Oran
Marocco
Naufragio a Sidi Ifni, 100 km a sud di Agadir. Recuperati 6 cadaveri,
Canarias 7
30 i dispersi
Gambia
Naufragio 1.700 km a sud delle Canarie. Recuperati 8 cadaveri, 50 i
Afrol News
dispersi in mare
Mauritania
Morti 5 dei sopravvissuti di La Güera. Erano ricoverati all’ospedale di
Abc
Nouadhibou
Spagna
Recuperati a Alborán, vicino El Ejido, in Andalusia, i cadaveri di 2
uomini e una donna. Già 9 i corpi ripescati dal primo ottobre sul
Abc
litorale di Almeria
Spagna
09/11/07
Grecia
06/11/07
Mauritania
06/11/07
Italia
02/11/07
Italia
31/10/07
Italia
30/10/07
Italia
28/10/07
Italia
28/10/07
Italia
25/10/07
Spagna
22/10/07
Grecia
22/10/07
Senegal
18/10/07
Libia
16/10/07
Tunisia
16/10/07
Spagna
15/10/07
Spagna
14/10/07
Egitto
11/10/07
09/10/07
Italia
Spagna
01/10/07
01/10/07
Malta
Turchia
Polizia spara su due migranti entrati illegalmente a piedi dalla
Abc
frontiera albanese, vicino Florina. Un morto
Soccorsa a La Güera, al confine col Sahara occidentale, una piroga
alla deriva da tre settimane dopo un guasto al motore sulla rotta per
le Canarie. A bordo 101 superstiti. Gettati in mare i corpi di 56
El Pais
migranti morti di stenti durante il viaggio. Erano partiti da
Ziguinchor, in Senegal
Ripescato un cadavere a Cittadella dei Maccheri, in contrada San
Adnkronos
Lorenzo, in provincia di Siracusa. Sale così a 16 il numero dei
cadaveri rinvenuti del naufragio di Vendicari
Avvistato tra Marzamemi e Marina di Avola il corpo della tredicesima
Ansa
vittima del naufragio di domenica scorsa al largo di Siracusa
Ripescati altri 2 corpi a Roccella Jonica, in Calabria. Sale a 11 il
Adnkronos
numero totale delle vittime accertate del naufragio
Ritrovati altri 2 corpi nel mare di Marina di Gioiosa Jonica, a poca
Agi
distanza da Roccella Jonica. Il bilancio è di 9 morti e 20 dispersi
Affonda gommone nel mare agitato nelle acque di Siracusa, in
Repubblica
Sicilia. Recuperati 9 cadaveri a Vendicari, 8 i dispersi
Nave di 20 metri si spezza in tre urtando contro una secca a 200
Repubblica
metri dalla costa di Roccella Ionica, in Calabria. I 150 passeggeri
finiscono in mare. Recuperati 7 cadaveri
Il peschereccio “Tiburón III” soccorre imbarcazione alla deriva al
El Pais
largo di Capo Verde, a 300 miglia dal Senegal. A bordo l’unico
superstite e 7 cadaveri, almeno 50 i dispersi
Si rovescia imbarcazione nel mare in tempesta al largo di Samos, 17
Kathimerini
dispersi
Affonda piroga diretta alle Canarie, spezzata sotto il peso dei 160
passeggeri dalle onde del mare in tempesta. Ne danno notizia i
Seneweb
familiari dei 150 dispersi, che venerdì scorso hanno celebrato a
Kolda dei funerali collettivi
Fonti ufficiali libiche citate dall’agenzia Frontex parlano di 360
cadaveri di migranti recuperati nel 2006. Il rapporto però non
Il Manifesto
specifica come siano morti, probabilmente nella traversata del
deserto
Tre corpi ripescati sulle coste di Sejnane, nel nord est del paese
Quotidien
d’Oran
Recuperato un quarto cadavere dalle reti del peschereccio “La
El Mundo
Pastora”, a Cabo de Gata, Almeria
Muore di disidratazione all’ospedale di “La Candelaria” uno dei 90
El Pais
passeggeri di una piroga soccorsa il 14 ottobre 14 miglia a sud di
Tenerife, alle Canarie
La polizia egiziana spara contro un rifugiato sudanese lungo il
Ahn
confine con Israele e lo uccide
Recuperato un cadavere 5 miglia a sud di Lampedusa
Ansa
Recuperato un cadavere in avanzato stato di decomposizione tra le El Mundo
reti del peschereccio “La Pastora”, a Níjar, vicino Almería. È il terzo
corpo ripescato in una settimana
Avvistato un cadavere 105 miglia a sud ovest di Malta
Adnkronos
Naufragio nella provincia di Balikesir, 16 dispersi in mare
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