q ;s POLÍTICA Y CULTURA EN LA ÉPOCA MODERNA (Cambios dinásticos. Milenarismos, mesianismos y utopías) Alfredo Alvar Ezquerra Jaime Contreras Contreras José Ignacio Ruiz Rodríguez (Eds.) POLÍTICA Y CULTURA, ,EN LA EPOCA MODERNA (Cambios dinásticos. Milenarismos, mesianismos y utopías) Universidad de Alcalá © Universidad de Alcalá Servicio de Publicaciones ISBN: 84-8138-587-5 Depósito Legal: M-5.473-2004 Fotocomposición e Impresión: Solana e Hijos, A.G., S.A. PROFEZIE, PRONOSTICI E PROPAGANDA NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO Ottavia Niccoli 1 I.,'uso del profetismo come di uno strumento di propaganda e un dato che e stato rilevato in quasi tutti gli stali curapei della prima eÜ\ moderna: ¡'hanDo cOllosciuto la Castiglia del Cinquccento, la Prancia delle guerre di rehgione, la Germania riformnta, 1'lnghilterra fra Clnque e Seicento. Anzi, anche in seguito quest'arma ha continuato Sta pure occasionalmente ud esscre utilizzata: per guanto attiene 1'Italia, e nota 1'esplosione profetica e mi1\enaristica che accompagno nella penisola la discesa dei Francesi durante le guerre napoleoniche l , e la Tromba dell'Apocalisse (tale per !'appunto era il titolo di un cliffuso periodico dcll'epoca) sembrava risuonare alle orccchic del cattolici italiani di piü stretta ortodossia dopo il 1870, a seguito della conquista di Roma e della fine deHo stato pontifici0 2 . Ma questo non e tutto: sia pure in misura piu limitata, lettere e annunci profetici sono rimasti caratteristici dei momenti di emergenza ancora nel nostro seco 10 e in tutta l'Europa. Le due guerre mondiali, la guerra civile spagnola, la guerra fredda sono state punteggiale da ricorsi tutt'allro che rmi di vaticini e preannunzi del futuro3, sia in sen so catastrofico che confortante; annunciare la vittoria della propria parte e la sconfitta degli avversari e, del resto., una tecnica psicologica ovvia, come pure lo e la minaccia di castighi per indurre un auspicato ravvedimento. Tuttavia sarebbe restrittivo limitare a questi luoghi comuni il senso di un fenomeno che ncl\'ltalia fra Quattro e Cinquccento, di cui si trattera qui, e diffuso con particolare intenslta I M. Caffiero, La nI/Olla era. Mili e prq!i!zic del/ 'Italia in Ril'ofllz/OIII', Gcnova, 1991. l! pcriodico, pubblicatu a Hologna, era retlatto da clon Bcrnardino Negroni, su eui cfr. P. Giacoilloni, Don Bl'l"Iwrdil/O Negroni (Had% 1817 - (1%glla 1899), II/odel"llo {J/"{!fela delf'Apo("{/fis.I"e, tesi di laurea disclIssa presso la Paculla di Letten: e Filosofia dcll'Universitü di Bologna, a.a. 1983-84. :1 W. Christian jr., "Religiolls Apparitions: and thc Cok¡ War in Southcrn Emopc», in Religioll, POll'f:'!" (¡mI /'roll::sl in LO("(lf Cmll/llunilit'.\·: II,t' Norl/¡t'1"Il SIIO!"e (trille MedilaralleG!¡, eel. E.R. Wolf, pp. 239-266, Berlin, 1984, pp. 239-266; ¡el., VisiOllari!:'.\". T/¡e Spani.\·/¡ Rf:'pliblil" and Ilu:, Reigll (d"Chri.\·I, Berkc!cy-Los Angcles-London, 1996. 2 476 OTTA lIlA NICCOU a livelli sociali eccezionalmentc vasti, rivestendo un significato importante all'interno di un contesto molto preciso4 . Illinguaggio profetice ha una sua spccificita cultural e che va consi~ derata all'interno dclla molteplicita dei linguaggi politici che si sano venuti generando nel tempo, e le forme in cui esso si esprime sano da porsi iTI stretta rclazione con il periodo sto~ rico che le ha generate. Il profetismo medievale, e in particolare quel!o t1'e e quattrocentcs_ co, legato al grande scisma e alla cattivita babiloncse dclla ehiesaS, ha certo molto in comune con akuni aspetti di queHo su cui ei soffermeremo qui: eppure non e possibile, al di la delle continuita che pure c5i5tono, assimilare completamente i due fenomeni. Cio che Ji differenzia, e che rende specifico il profetismo che si diffonde in Italia tra la pace di Lodi e il congresso di Bologna -e soprattutto negli anni della presenza francesc in Italia, quindi a partire dal 1494- e il ruolo determinante e radicalmente nuovo della stampa nella sua diffusione. Certo, continuano ad esserci, come nel periodo precedente, le antolooic b manoscritte di profezié, opera di solito di collezionisti che trascrivono ogni loro nuova troul'aille nei loro quaderni, e sono pronti a mostrarle ai loro vicini e ai concittadini perché siano conosciute e magad ricopiate in qualche cronaca; ovvero sono i cronisti stessi che si affannano a raccogliere accanto alle notizie degli eventi passati e presentí, anche guelle degli eventi futuri. Ma insieme a questi personaggi piü o meno famosi, comunque dotati di un grado di istruzione sufficientemente elevato -il veneziano Mal'in Sanudo, i modenesi Lennello Beliardi e Tommasino de' Lanccllotti, l'orvietano Tommaso di Silvestro, !'udinese Girolamo Amaseo e altri- un numero altissimo di sconosciuti entro improvvisamente in quegli anni in un rapporto con le profezie molto piü prossimo e intenso. Anche in qucslo scttore, insomma, la rivoluzione gutenberghiana mostro i su O] effetti dirompenti coinvolgendo strati socialmente vasti della popolazione. In effetti la sopravvivcnza di una massa di edizioni di pronosllci e profezie pubblicate in Italia neglj anni tumultuosi fra il 1480 circa e il 1530 circa, con un consistente aumento de!la produzione editoriale dopo jI 1494, lascia trasparire jI grande favare presso il pubblico del genere editariale. Il prezioso catalogo di Anne Jacobson Schutte di opere in volgare italiano pubblicate tra il 1465 e il 15507 segnala 9 edizioni di stampe di profezie fra il 1465 e il 1493,52 tra il 1494 e il 1530,11 fra 1531 e 1550; 27 pronastici in valgare sino al 1493,171 fra il 1494 e il 1530,33 fra il 1531 e il 1550, dunque con una crescita vistosa nel periodo delle guerre d'Italia, a cui corrisponde un radicale ddimensionamento in quello succcssivo, Si noti poi che larga parte di questo materiale ha delle caratteristiche fisiche particolari e molto omogenee: mi riferisco infatti ad opuscoletti integralmente o quasi privi delle indicazioni del nome del tipografo, della data e del 11l0gO di stampa, composti in genere solo di due o quattro carte, stampati con caratteri consunti e ilIustrati con vignette provenienti da altri testi, probabilmente fondi di magazzino di al tri stampatori che se ne eremo Iiberati per rinnovare la loro bottega. In breve, si tratta di materiale di consumo venduto a basso prezzo 4 O. Niccoli, Pnd'eti e popofo ndf'ltafia de! Rilwscilllenlo, Roma-Bari, 1987, eH cui i primi tlue pamgrari del presenLe LesLo rappresentano una parziale sin!csi. 5 R. Rusconi .• L'ofleso de!!a .fine. Cri.1'i delfa societa, prqf'ez¡'a ed Ap0('Qfi.\·.\·e ;11 Ifalia a! fe/llpo del gf'(/ude Sf'i,\'IIW d'OI'('idenf.e (1378-1417). Roma, 1979. G Niccoli, P/,(?fdi e popoto cit., pp. 22-26; R. Rusconi., P/'(!f'ezia e pro/éli afta.fine del Mediocl'O, Roma, 199!J, pp. 161-199. 7 A. Jacobson SchuLLc. Prinlcd ¡Iafian vcm(/clllar rcligioll.l' book.l': a.fi'IUlillg fi.\'!, Gcncve. 1983. MILENARISMO, MESIANISMO Y UTOPÍA 477 e destinato, proprio per iI SUD scarso pregio, ad andare facilmente perduto. n grande numero di esemplari sopravvissuti, spesso in un'unica copia per ciascuna edizione, lascia quindi intuire una produzione assai piu vasta che non ha resistito al 10gOlio del tempo. Di a\cuni di questi testi, per esempio quelli acquistati da Reman Colon e posseduti attualmente dalla Biblioteca Columbina y Capitular di Siviglia, conosciamo poi il prezzo estremamente basso, e tale da poter essere affrontato da un pubblico di acquirenti di modeste capacita econorniche. La brevita dei testi e l'uso prevalente della lingua italiana garantivano poi la tl-uibilita di essi da palie di lettori dalla incelia alfabetizzazione: non in grado dunque di leggere un testo ¡ungo, in una societa che manteneva largamente la consuetudine antica di leggere solo a voce alta, e men che meno capad di decifrare un testo latino. Infine, una ulteriore fascia di pubblico poteva fruire di queste composizioni, spesso in versi, attraverso l'ascolto, in quanto di aleune di esse sappiamo con certezza che venivano declamate da cantambanchi e cantastorie che poi provvedevano a venderne il testo stampato. Accanto aqueste stampe di profezie che definiremo «popolarÍ»8, anche se i loro fruitori non appartenevano solo alle c1assi basse della sodeta, possiamo porre anche i pronostici astrologici, che anch'essi godevano di un notevole richiamo. In passato ho cercato di di mostrare illegame generale esistente fra le tensioni politiche e militari presenti nell'Italia di quegli anni e la diffusione di questc stampe di profezie e pronostici. Esse rappresentano certamente l'espressionc di un trauma. Si cerchera qui di riprenderne concretamente in esame solo aleuni esempi, mettendo in evidenza soprattutto le modalita trasversali che trasformavano un testo profetico e un pronostico astrologico in un' arma di propaganda: di rado un 'arma esplicitamente dichiarata (in particoJare per quanto atteneva la tipologia deHe profezie popolari), ma un'arma tanto piü efficace in quanto capace di penetrare sommessamente nelle piazze e nelle case, di diffondersi a tutti i livelIi sodali, di integrarsi insomma alla coscienza quotidiana degli uomini del tempo. Essi si trovavano cosi a possedere e gestire uno strumento per cssi prezioso di analisi e di gilldizio della realta politica nella quaJe erano immersi, uno strumento non neutral e peraltro, ma pieghcvole al1e esigenze variabili di quella realta. Qui verranno esaminate in particolare gli usi propagandistici delle profezie in aleune circostanze della stoJia italiana fhl Quattro e Cinqllecento: gli anni delle invasioni francesi, il dibattito, che penetró anche in Italia, sull 'e1ezione imperiale del 1519, e infine i1 sacco di Roma. Successivamentc sara preso in considerazione l'uso del pronostici asb'ologici come strumenti di propaganda. 11 La discesa di Carlo VIII nel 1494 significo per gli abitanti delle citta italiane percorse dalle sue truppe una trauma politico, economico e anche culturaJe. A superare questo trauma, e a far accettare la reaJü\ della conquista, valsero proprio le profezie. Come scrisse il cronista perugino Francesco Matarazzo, i1 re era «horno piccolo e l ... ] brutissimo, SI come se trovava apponto per profezie e indizÍ». E continua: «Et in qucsti tempi se trovavano e 110vamente se pubblicavano profezzie sine fine, commo podete pensare, essendo stata tutta Italia pacifica per fino in questi tempi; perché in questi tempi incominció Italia per tutto fare 8 o. Niccoli., «Profezie in piazza. Note su! prorclismo popolare nell'Italia ele! primo Cinqucccnto», in cit., pp. 27-34. f(Q¡wdcrIli sforiri», n.41, 1979, p. 500-539; !eL, Pn~ll!!i I! pop% 478 OT/'AVIA NICCOL/ novita»9. In termini anche piu cspliciti un barbiere di Forll, Andrea Bernardi detto Novacu_ la, aveva registrato nella sua cranaea, mettendole in relazione con j'invaslone dei ti"ancesi le «multe profecie de multe sante» che circolavano «per questa n05tra provencia d'Italia, ~ masime queja de Siverio [:::Saverio] e de Brictta [=BrigidaJ», Tali profczie infatti avevano pronosticato, secando i1 Bernardi, la morte del re Ferdinando di Napoli, le conseguenti sventure che avevano afilittn i1 Regno e la discesa di CarIo: hogn'omc zeneralementc uclli populi de Italia pronosticava e disidirava diLa SOYa venuta per!i maje governe e gnm rapina de dite nostre signure de Italia: che verarnento de flui piú non e'era se ne OSSC, perché sangue e carne lore avea auta 10 . Dunque i molti testi profetici che vennero diffusi e pubblicati in concomitanza alIe gue!l'C d'Italia rappresentavano, secondo il barbiere di ForB e gli altri ¡eUari che essi ebbcro, il scgno visibile e la spiegazione della facilita con cuí era avvenuta la conquista del Regno di Napoli. [[ «malgoverno e gran rapina» dei signod italiani era al!'origine di una forma di propaganda o comungue di appoggio al sovrano francese che si esplicava attraverso le profczie. Talara non era neppure necessario che i testi facessero riferimento esplicito a Carlo o ai francesi: per esempio, nel 1495 vennero ripubblicati guattro testi medievali ben noti riuniti pero sotto un títolo che Ji qualificava in modo nuovo e preciso: Queste sano quattro prophetie l10vamenfe cavate le qual narra le grandissime guerre che a da occorrere in Italia e Jora de ltalia ll . Il riconoscimento di una realta prevista preludeva naturalmente alla sua accettazione, rassegnata o compiaciuta che fosse. Non sappiamo se guesto effetto fosse consapevolmente ricercato; certo che l'impressione era gue!la, tanto che l'umanista Battista Spagnoli dctto Mantovano scrisse anní dopo che Cario vnr si era preparato la strada per mezzo dei profet¡J2. E del resto il profetismo che circond6 e sostenne in Francia e poi anche in Italia la Slla impresa e noto nei suoi termini generali gia da tempo. Ma piü nello specifico, possiamo notare che forse il barbiere forlivese Andrea Bernardi aveva in mente proprio questo opuscol0, o uno analogo, guando a!ludeva a «molte profezie di molti santi, e soprattutto di santa Brigida e di san Severo»: infatti fra le quattro profezie in esso racchiusc troVillll10 appunto la protczia di santa Brigida, quella di san Severo, e un'altra dall'incipit «Verra el gran mastino», che gui pero viene presentata sotto il significativo titolo Prophetia de llflO snllto humo. Ancora: ncHo stesso anno 1495 i1 tipografo Angclo Ugoletti di Parma ristampo un testo anch'esso gia noto da tempo, ma che si chiudeva con versi che dovevano apparire ai COfltcmporanei davvero profetici: o Italia piange I disse ube ube ube bis bis [::::termine onomatopcico per singhiozzare] Italin/ che ¡¡ stranieri e stracie / gunrdcra el vostro pnese / e queste scran l'imprcse I che fara di voi li voslri signori I e picoli e mazori / se gralera la rogna I piü che non bisognal e con gran snngue l3 . 9 F. Matarazzo., (,Cronaca della citta di Perugia dal 1492 al 1503», ed. A. Pabbretti, in Ar('/¡fvio :I'{O;'¡'('() I/afim/(). XVI, 11, 1851, p. 16. Qui e negli altri testi antichi verra rispcttata l'ortograJ'ia seguendo pero I U50 moderno per gli accenti e la punlcggialura. !O A. Ikrnardi, CJ'Oua('!rejór!il'c.l'i [ ... } {{(lf 1476 al 1517, cd. G. Mazzalinti, 2 l., Bologna, 1895-1896. 1, 2. p. n. 11 s.l., s.d. [1495] (Biblioteca Comunale, Mantova, Ine. 1279). 12 B. Spagnoli, Trophe/lll/ pro Cal/f.l· explllsi.l', *** 1:1 El se movera un xalo, s.l., s.d. lParma, Angelo Ugoletti, 1495J, e.2v (Biblioteca M<ll'ciana, VCllez.f:L Misc.1454.2). MfLENARISMO, ¡l,4ESIANISMO)' UTopíA 479 [O Italia piangi, disse singhiozzando I'Italia, perché gli stranicri guarderanno il vostro pacse per straziarlo, e q~leste saranno le irnprcse che [aranno di voi i vosLri signori, piccoli e grandi, e si graLtcranno la rogna piu di quanto non occorra, versando rnolto sangue] 11 pianto dell'ltalia, lo sguardo su di essa degli stranieri, il male vergognoso dei signod della penisola, il sangue sparso: questi accenni, che erano certamente in grado di sollccitarc l'emozione e il coinvolgimcnto dei lettori, bastano a farci intuire il favare ottenuto da questa profezia e I'uso che poteva venirne fatto. Tuttavia il testo che presenta un piu significativo riferimcnto alla realüt di qucgli anl1i fu certamen te la profczia cosiddetta «del secondo CarlomagnQ», dall 'incipit Charolo ¡iol dei Caroli, che era stata composta verso il 1380 per il re Cario VI di Francia ma che ora tornava a nuova vÍta per CarIo VIII, al qmde preannunciava la riconquista di Gerusalemme e la sua santa morte sul monte Oliveto l4 : sappiamo che tra gli scopí espliciti di CarIo nella sua impresa napoletana c'era la volonta di fare del Regno una testa di ponte per una futura crociata. Delia profezia «del secondo Carlomagno» conosciamo almeno tre cdizioni a stampa l5 -sempre con le caratterístiche tipografiche che abbiamo descritto- e abbiamo altre tracce sicure della sua diffusione. La sua fortuna si doveva alla sua adattabilita: negli anni successivi forsc fu {etta a Venezia, nei giorni tumultuosi dopo la drammatica sconfitta subita ad Agnadello nel 1509 per opera delle truppe francesi e svizzere, come un riferimento a CarIo il Temerario, di cui era circolata la voce che vivesse nascosto in un romitaggio per poi tornare fra gil uomini, secondo il mito dell'imperatore nascostaló. Ma sicuramente la versione nella quale la profezia ebbe un piu forte impatto fu quella che con un piccolo cambiamento la trasformava nel preannuncio della vocazione imperiale di Cario d' Asburgo, «Carolus Philippi filius», come di fatto Carlo era in quanto figlio di Filippo il Bello. In questa versione che apparve nel 1519, a differenza del!'altra, il testo era presentato in lingua latina, probabilmente per attribuirgli «un tratto significativo di autorevolezza profetica»!7, L'uso propagandistico delle profezie a stampa nei mesi de!l'elezione imperiale emerge anche da un singolare episodio romano dell'aprile 1519. Una donna «spiritata» era stata candotta in San Pietro, per sottoporla ad esorcismi che polessero liberarla; c'era int~'\tti nella basilica una colonna che si diceva provcnisse dal tempio di Salomone, e che aveva fama di cacciare gli spiriti. Alle sollecitaúoni dell'esorcista I'invasata proferl una serie di predizioni, e fra l'aItro annunció che 14 Cfr. M. Chaume, ({Une prophétie relativc ü Charles VI», in ReVlle dll Moyen Age latin, IlI, 1947, pp. 27-42; M. Reeves, The Innuellce of Prophccy in lhe late Middlc Agc. A Stlldy in Joachimism, Oxrorcl, 1969. pp. 328-29 c 369; Niccoli, Pndái e pop% cit., pp. 22, 221-223. . I~ Qllesta sie la profetia composta per el rcverenclissimo negl'Omante Piero dabano la quale profetizo ele tucti h fae~l che se debcno far per tutta qUllnla la ehristianitadc dal MCCCC e poi sesanta per fina al cinquecento sera comPlda el consumada qucsta profetia, s,I., s.d. [Venezia? 1505'11 (British Libral'y, London. 11426.1'.69); Quesla sie la profelia del re de Francia cosa nova [in fine] compos!a per excellentissimo negromante Piero dabano, s.l., s.d. [Vcne~ia, inizí seco XVI], (Biblioteca Marciana, Vcnczia, Misc.2ó23.1); «Prophetia Caroli Imperatoris con allre profetle di diversi santi huomini)), s.l., s.(l. 11520 ca.]. (Biblioteca Marciana. Venezia, Mise. 1096.7). 16 Nieeoli. Pn~/'eti e poporo cit, pp. 37-39. Cfr. Y.-M. Bercé, 11 re !w'\"co.l'lo. Mili politici ne!I'EIlI'O{J(( m./I~/efll(f. TOrillO. 109ó. IIl11ito del riforJ/o di Cario il 'I'e!/I(!/'{//'io i! ri('()/'dato al/clle d(/ B. Cl'(}ce, Vite di aliFen/tire. (/¡Jede e di pa.l'sionl', Milano, 1989, p. 142. 17 Rusconi, Pnd'ezia e jm~/i!ti cit., p. 167. 480 07TIl VIA NICCOL! iI Turco Lluesto altra anno yerra a Roma, et vincitore, vara fur magnar la biada al cavaBo SUa sorra l'altare di Pietro, et non la magnando, per il miracolo si fara cristiano. Dice ancora iI re di Fram:a saTfI. electo imperadore, specificando Ji electori che Ji darano i vatí, et per qual cagione mossi iI faranno!8. L'imperatore Massimiliano era morto a gennaio; iI pontefice regnante, Leone X, tende~ va a privilegiare per l'elezione del suo successore la persona di Francesco 1. Questa scelta veniva raccolta nella seconda parte della predizione dell'ossessa, che se ne faceva cosi cassa di risonanza. Ma cio che e piu interessante, e che le sue prime paraIe erano invece la ripresa guasi letterale di una delle profezie popolari in versi che abbiamo ricordato all'inizio: <di Turco fara manzare I el cavallo sopra l' aItare I quale e del primo pastoreo I La gloriosa nostra Donna I un miraco! mostrara Iquel caval in hora bona Ipresto se inzenochiara». Una delle molte edizioni in cui questo testo fu pubblicato, probabilmente proprio in questi anni, era intitolata La vera prophetia [ ... ] la quale declara la venuta de uno Imperatore 19 . In tal modo attraverso la bocca di una donna in stato di turbamento psichico il prodigio della conversione del Turco veniva attribuito a Francesco l, di cuí veniva preannunciata, e quindi sostenuta, l' elezione imperiale. Il ruolo sacrale e provvidenziale dell'imperatore -stavolta identificato, ovviamente, con Carla V- emerse ulteriormente nel 1527, dopo i1 sacco di Roma: 11 drammatico evento era stato accompagnato e seguito da un gran numero di profezie che sono state largamente studiate, in particolare da André ChasteFO, Esse sottolineavano di quel1'evento i1 significato di castigo di Dio per i peccati deHa Chiesa e quindi qualificavano la parte che in esso aveva avuto CarIo come frutto della volonta divina. Ci si limitera qui a ricordare due brevi testi che vennero pubblieati nei mesi immediatamente successivi al saeco e ehe mostrano bene i meccanismi per mezzo dei quali le profezie venivano piegate alle piu diverse occasioni ed esigenze. Uno di essi, dal titolo Profetie cavate duna opuscolo stampato giil trentalllli passat¡2l, era in realta una ristampa parziale ed anonima, in volgare italiano, della famosa Pro110sticatione vera el 11011 phi udita del1'astrologo tedesco Johannes Lichtenberger pubblicata in Italia appunto circa trent'anni prima22 : il testo era stato tagliato in modo da metterc in evidenza il ruolo del!' «aquiJa grande», quindi dell'imperatore, nell'attesa del rinnovamento della Chiesa, e il grande scisma che avrebbe afflitto quest'ultima. Una vecchia profezia cra 18 19 20 Firpo., M. San uta, Diaríí, XXVIl, Vcnezia, 1890, col. 224. Venezia, «pcr Polo de Danza», s.d., c.2v. (BriLish Library, London, C.20.c.22). A. Chastd, [{ sa('('o di RO/lla. 1527, Torino, 1983, p. 51-59; Niccoli, Profetí e popolo cit., p. 224·230; M, Da! s(/('('o di Roma {/!!'fllqllisizio/le. Studi .1·/I.ll/a/l de Va!dds e la R(fbrma italiana, Alessandria, 1998, pp. 10-19. 21 11 tholo proseglle: il quaJe si chiama pronosticalione vera el piu non udita: el io ho tratto fora quelle co.se lequal par che ocorra al presente aeio chc scnza comprar el libro possi saciar I'apctito suo circha aquesta l1lalcna. Lnus Deo, s.l., s.d. [1527-30] (Biblioteca Capitular y Columbina, Sevilla, BCC 13.2.1). 22 Sulle edizioni ¡taliane dell'opera di Lichtenberger cfr. D. Fava, «La fortuna del pronostico di Giovanni Lichtcnberger in Italia nel QlHlttrocento e nel Cinquecento», in Glltenbergjaflrbu('h, Y, 1930, p. 126-148; U. Baroncelli, «Altri incunabuli brcsciani sconosciuti o poco 110Li, in ConLributi alla sloria del libro ¡tal.lano)). Mi:"'('ellanea in o//ore di Lamberto Donati, Firenze, 1969, pp. 58-60; D. Kurze, «Propheey and Hlstory. Lichtenberger's forecast of events lo come (fram Lhe fifteenth lo Ihe twentieth eentury); thcir rcception and diffllSiol1», in JO/lJ'/lal (~l Ihe Wa/'bll/'g al/d COllrtallld ¡I/.I·titllte,\', 21, 1968, r. 63-85; Id., «Popular astl'Ology and pl'Ophecy in Lhe fifteenth and sixLecnLh ccntul'ics: Johanncs Liehtcnbcrgen>, In Astrologi !/(/fllIcillati Slar.l· (I/I(l tlu: end (it{¡e worfd ill LI/ther's' tillle, ed. p. Zambelli, Berlin-New York, 1986, pp. 177-193. MILENARISMO. MESIANISMO Y UTopíA 481 stata dunque riletta e riadattata alla circostanza presente, secondo quel filo interpretativo che sping eva gli italiani a riprendere in mano predizioni sino al10ra oscure nelIa convinzione che ¡¡loro senso potesse finalmente esser loro svelato. I1 secando testo e una composizione in versi di modesta qualita, la Canzol1 ove si narra la strage e il sacco di Roma, indirizzata a Carlo V dal bolognese Gerolamo Casio de Medici. I1 poeta si rivolge innanzitutto a Dio, chiedendo pieül per i peccatí degli uomini che le «inique spade» dei lanzichenecchi hanno gia in parte purgato inondando di sangue le strade di Roma e arrossando crudelmcntc lo stesso Tevcre. Ora il cuore guelTiero di Cario dovra acconsentire alle profczie che dicono che egli sapra recuperare il sepolcro di Cristo e uccidere lo stesso Solimana il Magnifico: E per mare e per tena ottenerai d'ogni infidc! viUoria che il cíe! t'ha riservato a tanta gloria. E eh' el sia vero, in varíe profetie trovasi e 1cgge inscritto, e sculto in una tavo!a di rame che fu a Cario prescritto troncare a Maometlo il vital stame 23 , La «tavola di rame» su cui il Casio si dilunga ulteriormente, chiarendo che era stata trovata in Inghiltena in una tomba, era certamente una Scrip!ura quaedam ifl tabula aenea sculpta quae fui! in.venta in partibus Angliae in vetustissimo quodam sepulcro al1l1o 1456, che troviamo trascritta negl1 stessi mesi immcdiatamente successivi al sacco di Roma anche in un quaderno di profezie redatto dal modenese Leonello Beliardi 24 . Si trattava di una profezia di esplicita propaganda filoimperiale, che preannunciava per il 1529, dopo molte sventure per l'Italia e soprattutto per Roma, j'avvcnto di un «monarcha nomine Carolus, imperator toto mundi, cuius imperio etiam Christi hostes parebunt et prostrati succumbent». Il testo dovettc in quei mesi circolare largamente, ma non era la sola profezia filoimperiale che il Casio riprendesse nei sua] brutti versi, che piu avanti si dicevano certi che Carlo vendetta varia far di quella gente d'lIrchi» che ogn'hor si prava e vanta in su gli altar di Roma faf a' cavalli suoi mangiar la biada25 . Era una ripresa, ancora una volta, di quella Vera prophetia ... la quede declara la ven uta de U/1O Imperatore che abbiamo gia veduto utilizzata dall' ossessa romana in ravore dell' elezione imperale di Francesco 1. Le profczie avcvano una vita lunga ed un uso molteplice e contraddittorio. Si presta vano ad essere manipolatc, riprcsc e rilcttc con nuovi significati, e 23 Q. Casio de Medid, Vita e/lllor/e di GieslI C/¡risto, s.1., s.d., CC.+lIIv-+IlIIr (British Library, London, G 10941[1]). 24 L Beliardi, Cron(/m de!fa Cittá di Model1{/ (1512-15IR), ee!. A. nionc1i, M. Oppi, Moc\ena, 1981, pp. 154·155. 25 Casio de Medid, Vila et morte cit., c.IIIIr. 482 OTTAVIA NICCOL[ a questo compito poeti e tipografi si piegavano volentieri, consapevoli di compiere un'ope_ razione editorial e che anda va incontro aJle esigenze del pubblico, e che poteva nella stesso tempo riuscire gradita al potere neIle sue vade espressioni. III OHm che dalle profezie vere e proprie, l'avvenire era preannunziato anche dai pronostici, un genere letterario che si poneva perú, almeno in tenria, su un piano assai diverso. Si trattava infatti dell'esplicazione dell'attivita professionale degli astrologi, i quali all'inizio di ogni aTITIO apprestavano le loro previsioni per l'andamento dei mesi succcssivi sulla base delle presenti congiunzioni astrali, dedicandole al loro príncipe o ad altri personaggi potenti e illustri. L'astrologia era, e voleva essere, una scienza; era insegnata nelle facolta di arti e di medicina, ed era basata su complessi calcol1 matematici e astronomici. Ma sui termini gene~ rali della disciplina non ci si soffermera gui, in guanto aftl-ontarli ci pOlterebbe troppo lantano. VelTanno invece esposti alcuni aspetti dei pronostici in quanto tali, che appaiono piu rilevanti per l'argomento che stiamo trattando. Come vedremo, i pronostici si prestavano infatti non meno delle profezie a forme di propaganda. l1 pubblico a cui si rivolgevano era un poco piu elevato socialmente, in particolare per quanto attiene (ovviamente) i testi in latino; ma si trattava comunque di materiale ad ampia diffusione. Andrea Bernardi, il barbiere forlivese di cui si e parlato sopra, era un appassionato lettore ed acquirente di pronostici oltre che di profezie, e di uno di essi, compiJato dalJ'astrologo Marco Scribanario per il 1481, ci dice che ne vennero stampate 80.000 copie26 : la cifra senza dubbio stravagante ed eccessiva, ma rimarrebbe notevole anche se la dividessimo per dieci. Le caratteristiche fisiche dei pronostici annui erano, in genere, costanti e simili a quellc delle stampe di profezie. Erano per 10 piu fascicoli di quatlro carte, in quarto, qualche volta ornati da una cornice incisa o da una modesta vignetta raffigurante l'astroJogo; ma pÍu spesso erano senza aleuna illustrazione e senza indicazione di luogo, di tipografo, di data (quest'ullima ovviamente ricostruibile). Il testo poteva essere in latino o in volgare; talma troviamo due edizioni parallele di esso, una in latino per i dotti e una in volgare per la gente comune. Dopo un preambol0 di presentazione e di offerta, in cui csponeva le proprie idee sulla sua scienza, l'astrologo forniva i dati astronomici csscnziali per l'anno a venire, ricordando eventuali comete, ec!issi, congiunzioni astrali che 10 avrebbero influenzato. Seguivano le previsioni SUl raccolti, sulle guerre, sulle malauie ed epidemie; e infine quelle per i singoli sovrani e stati. In realHl, poiché non si e in grado di immaginare se non cio che giJ si conos ce, il tipo delle predizioni riflette immediatamente e in maniera drammatica la realta política italiana di quegli anni, le aspettazioni e i timod che erano allora maggiormente diffusi. Le previsioni di pestilenze, guelTe, carestie, sono continue e addirittura ossessionanti, accompagnate dagli avvertimenti di prodigiosi segni celesti. lacopo Benacci preannunzia per i1 1503 a Giovanni Bentivoglio, signore di Bologna, catastrofi in scnso alJa Chiesa, distruzioni e mutazioni di e 26 Bcrnardi, Crollodlefórlivesi rif., j1. 62-64. MILENARISMO, MESIANISMO Y UTopíA 483 regni27 (siamo, ricordiamolo, alla vigilia della marte di Alessandro VI e del crollo dell'effimero stato di Cesare Borgia). Per i1 1506 i1 pronostico di maestro Leonardo Richi lucchese prevede un degrado generale del livello marale in Italia: non ci si stupisca, dice il Richi, per gli «infortunii» e le calamita che opprimono al presente «questa meschina Italia»; in essa ogni virtu va decadendo, legge, religione, ordine sono scomparse; «si lodano solo gli scelerati; le sCÍentie sono dalla ignorantia oppresse [oo.]. Alle sceleraggine et alle impieta [ ... J tutte cose et corsi delle stelle inclinano»28. I1 testo sembra un semplice ricalco del 10goro topos della lamentazione dei moderni costumi, ma si noti l'accenno significativo agli <<Ínfortunii» che turbano al presente «questa meschina Italia». Oltre alla scelleratezza e a!1'empieta, il Richi prevede poi che la congiunzione di Giove e Marte nel nono grado del1a Vergine «fara Ji reHgiosi incontinenti, et seminera tra loro discordie et lite, angustie et simulationi et faragli separare dalle proprie religioni»29: la crisi degli ordini religiosi, e in particolare il problema delle ~<apostasie», cioe dell'allontanamcnto non autorizzato dei religiosi dai conventi, rimarra per tutto il Cinquecento all'ordine del giorno delle preoccupaZ10ni della gerarchia ecc1csiastica 30 . Ma la casistica che potrebbe essere men/HlOata e assai piu ampia di quella che e possibile riportare quí; ricordero solo il pronostico per i1 1536 del fiorentino Donato Magistroni, che avvertiva il duca Alessand1'O de'Medici che oltre a mille aItre sventure vi sarebbero state «seditioni, tradimenti, timnnie, con audacia di guerreggiare»31, L'astrologo in realta si sbagliava solo di un anno: nel 1537 Alessand1'O de'Medici sarebbe perito in una congiura per mano del cugino Lorenzino. Limitarsi tuttavia a rilevare in questi testi (che hanno, ribadisco, un puro valore esemplificativo) un generico atteggiamento catastrofico sarebbe pero insufficiente. TI loro riferimento alla realta contemporanea e infatti spesso assai preciso. In particolare, si sara gia notato come i tes ti -almeno per il primo decennio del seco10- alludano con insistenza alle guerre presenti; e di queste allusioni e possibile individuare esempi anche piü puntuali. Casi il pronostico di laGopo Bcnacci per il 1503 segnala che «hec nostra Italia armorum moti bus adhuc vexada est, et precipue Neapol1tanum regnum, necnon 1'0manus ager, ad motus armorum disponuntur»32. Ma soprattutto il Pronostico di Chirosastre spirito ne la regioll aerea errante dedicato ad Alfonso d'Este per il 1507 esprime con dovizia di particolari una pamosa aspettazione che doveva essere diffusa: «guerre et discensione da potentati [ ... ], lo advenimento d'uno gran re in Italia cum potentissirno exercito, et strage et occisione de gente, et rebelliori de stati et non senza penuria»33, 27 J. Bcnacci, PronosticO/l in alllllllll 1503, Bologo<! «per Iohannem laeobum Plaloniclcm », 1503, c.Zv (British Library, London, CZ7. h.23 [3]). 28 L. Richi, Prognoslico /lid {l/I//O 1506, Firenze, 1505, e.lr (I3ritish Library, London, C.Z7. h.Z3 [6]). 2~ Ibid., C.Zr. 30 Cfr. G. Dall'Olio, «La disciplina clci rcligiosi all'epoca del Concilio di Trcnto: sondaggi bologncsi», in Al/lit/ti defl'ürit/lto storiro italo-Sl'/"lIIanico in Trento, XXI, 1995, pp. 93-140 (e in particolarc pp. 110-130). 31 D. Magistroni, Pronostico [ .. ,] del allno MDXXXVI ,s.1., s.e1., c.Zv (British Library, London, CZ7.h.Z3 lI6]). 32 I3enacci, Prol/o.\·ticol/ il/ (/11111/11/ 1503 cit., c.3r. , 33 Pronostico di Cftiromstre spfrito 111' la regiO/l aerea ('/Tal/te. MCCCCCVII, Fcrrara, 1507, c.Zr (BriLish Llbrary, London, CZ7, c.23 [81). 484 OTTA \l/A NICCOU Dopo il detlusso delle truppe franccsi dall'Italia nel 1512 qucste previsioni cos1 specifiche rallentano e altri temí dominano i pronostici. Ma nel 1524, quando Francesco 1 muovc_ va verso ¡'Italia contra le truppe imperiah che lo avrebbero sconfttto a Pavia, i1 principe degti astrologi ¡taUani del tempo, Luca Gaurico, presentava nuovamente un quadro desolan_ te delle sventul"e della penisola, preannunciando, guerre, violenze e carestie in Lombardia, mutamenti di dominio ncl Regno di Napoli e in altri stati italiani, vittaric dei francesi sugli spagnoli ma poi, finalmente, la prcvalenza degli Imperiali sui francesi: o mischina Lombardia, quante rarinc, guerre, incendi, carestía e pesle patirai. Et lu inclitacitla di Napoli avante la fine de quattro anni mutarai dominio, el molti signori tigniranno in exilio, o sLaranno in presone eL multi seranno amazati; e finalmente Terra di Lavoro se ingrassara del sangue barbarico; né mai sLara in pace finché non vignitra SOllo un re latino. El alcuni altri signori de Italia perdiranno el stato. Et del mese del martio scranno molti prepanuncnti de armi el Germanici conculcaranno Galli eL Sviceri; ma prima Galli amazaranno molLi Hispmii, ma el Gallo non cantara malta tempo in Italia34 . Insomma l'attualita governava pienamente una produzione che avrcbbc voluto essere scientifica. In realti't questi testi, non differentemente dalle profezie, avevano molto spesso precise finalita di propaganda, che si saranno gia colte per alcuni di essi. La prima e piu elcmentare tecnica propagandistica da parte degli astrologi era quella di stilare pronostici infausti per ogni sta10 ed ogni principe, meno ovviamente che per il proprio, Cosl nel 1509 il ferrarese Cesare Advogario dichiara al duca Alfonso d'Este, cuí il suo pronostico dedicato, che le stelle gli promeUono ogni felicita: gloria, giochi, piaceri carnali, l'amore di una donna, la nascita di un figHo 35. Quattro anni dopo, ne11513, anche l'astrologo Abraham ben Samuel Zacuth assicura i! duca di Ferrara che, contrariamente a tutti gli altri sovrani, sapái superare i tempi avversi e gli astri maje inclinati grazie al proprio valore personalc36 . Rivolgendosi a Clemente VIl nel citato pronostico del 1524, sia pure dopo una cautelativa premessa Luca Gaurico traccia per i1 pontefice un avvenire trionfale rispetto a tutti gli altri principi (panorama dal quale per altro appare esclusa la figura dell'imperatore, che evidentemente il Gaurico non riteneva di pote!' presentare in posizione subordinata rispetto al papa): e Si e vera la nativiLa de tua hcatiludine chi mi e stata data novamenle [ ... ] superaritc li vos tri nimiei, il re di Franza vegnira alla vostra obedientia, el senaLo vencto sera etiam ubidiente, contra el Turco apreciarite aleuna ispeditione, conculcariti la perfidia de Marthino LUlhero 37 , Si trattava certamente, almeno in parte, di un atteggiamento laudatorio teso ad assiclIrarsi un vantaggio personaje, e ehe non era prudente modificare. Lo stesso Luca Gaurico 10 aveva imparato a sue spcse quando, nel 1506, aveva previsto «gran iattma» a Ginvanni Ben34 L. Gaurico, Al Clelllente 7 pOI1/(fid de/llenti.l'sime, I301ogna, Gero!amo de I3cnedictis, 1524, c.alr (I3riHsh Library, London, C.27. c.23 [(21). Su! Gamico cfr. soprattutto p. Zambelli, ~<Many ends for ¡he world, Luca Gamito instigator 01' the debate in ltaly amI Germany», in A.I'frologi ha!luc/II(/{i cit., pp, 239-263. 35 C. Advogario, Ad iIIustríS.\'illll/l/l Ferrarie Ducelll AUtJll.\·/II/l Esfellselll ( ... 1 l'alidlliulII mllli MDVIll, Fenara, 1508, c.2v (British Library, London, C.2? c,23 [9]). 36 A. Zachut, PrO/w.I'/im del fallIOsis.I'illlo asfrolloll!O 2([('11111 del MCCCCCXlII , s.l., s.d., c.3r-v (Bibliott:ca Trivulziana, Milano, lnc.c. 259/36). 37 Gaurico,;\1 Cle/llente 7 pO/lf(fid cit., c.a ii 1". 485 ¡\1fLEN/IRISMO, MESIANISMO Y {[roríA tivoglio, allora signore di Bologna; racconta il cronista bolognese Ghirardacci che allora iI Bentivogho, adirato, «il fece pigliare e darli tre squassi di corda, ct poi iI diede nelle mani de[J'inguÍsitore di San Domenico per invocatore de demoní et heretico e rinnegatore di Cristo»38. Anche I'astrologo Alfonso Pisano, nel pronostico del 1538 da lui dedicato a Paolo III Farnese, racconta una dísavventura analoga occorsagli a1cuni anni prima a causa proprio deIla «al'dente ira del scptimo Clemente», che lo aveva fatto rinchiudere in carcere a pane e acqua e poi mandato in esilio per avergli predetta la marte per I'anno 1534. L'astrologo si era quindi ripromesso di non rare mai piu pronostico aleuno, e se ora manca va al suo proposito fa hlceva «tacendo perhó overo mediocremente passando quelle cose che gli potriano porgere dano e vergogna»39. Ma a parte quello personale, vi era indubbiamente anche un elemento che e possibile giudicare di propaganda vera e propria, in duplice senso: da un lato viene divulgata all'esterno una immagine nettamente positiva del principe e dellc sue fartune; dall'altro, nell'atto di fare celie predizioni si vogliono in realta suggerirc al príncipe stesso determinati comportamenti. Caratteristici di qllcsto secondo tipo di atteggiamento sono ad escmpio alcllni pronostici indirizzati da vari autori al papa Paolo IIl; gueste sano le predizioni di Donato Magistrolli per il 1536: Alcune leggi che pe!' gran tempo passato sono state mandatc in desuetudine, da sua santita saranno rcfonnatc et in migliori terminí ridutte; et insegnara sua santiüt mol ti oUimi e santi costumi alli prelati della santa romana Chiesa ct anchara alla universita di tutti Ji fideli chrisliani 4o . Dove la previsione, con ogni evidcnza, cela un consiglio che non e personale, ma e il frutto di un sentimento ormai universalmente diffllso e che si fa strada anche neIle parole dell'astrologo: I'attesa imprescindibile del concilio e di una riforma eeelesiastica. Giovanni Ruggeri, «Lucae Gauriei discipulum», introduce nel suo pronostico per il 1537 anche elcmentí piú specifici, auspicando in modo esplicito I'apertura del concilio (che era stato convoeato per 1'anno successivo a Vicenza) e la conscguente riforma della Chiesa41 . Anche maeslro Zacuth nel SUD pronostico per il1538 prevede che «su a beatitudine r.. ,] potda conseguire buona pace tm i principi ehristiani; sua santita rcggera la santa madre Chicsa con prudente e maturo consiglio»42. E infine, Ascani'o BeJlarnano poteva prevedere per il 1540 che il papa «qllesto anno alla persecutione de sismatici et heretici attendera», aggiungendo 38 C. Ghirarclacci, «Historia di Bo!ogna. Parte terza», cel. A. Sorbclli. Rel'lll/ll/o!i('o/'lll/l Scl'ipIOJ'e.l'. XXX! 11, l. l. Bo!ogn<l, ! 933, p. 342 . .19 A. Pisano, Prollos/i('o da {'(IIII/O dd /538 { ... } il//aude dd SUI/IO PO/lli!i('e papa l'm¡/o lazo, $.1.. s.d., c.lv (Bri¡ish Libmry, Londun, C.27. b.23 t[RJ). !\ passo nella sua integrit.>t suona come seguc: «[Clemente VII] come per tuUa Roma e manifesto. me aveva mandato in exilio a Taranto e fatomi pena [a vita se mai piü facea pronostico alcuno, perché io havea detto nel pronostico de! ano 1533 che tui non giungeria allo ingresso de! Sole in Seorpione de I'ano 1534. a!egnndo le cause come in esso pronostico apparsc, de [a qua[ cosa V.B. mi bon te.~timonio. Non replican) come V¡(uperosamente per comissione del sopradetto rui mcnato a Roma, messo in prigione, onde pe!' il termine de sei mcsi steti Con gmndissimi alümni e stenti, né mai in tuLto que! tempo non mangiai se non tre onze di palle et doi de agua al giorno, et come4ger priegh.i ele ¡~o1ti mici ~lmici fui cavato de pregione ben che io era me.z.a mo.rto, et mandato in esilio». D. Mag¡strolll, Pm/losf/('o {. .. ] de! millO MDXXXVI, s.l., s.d., c.2v ( Bn!lsh Llbrary, London. C.27.h.23 [16]). 4~ G. RuggerL Pmgl/ostimll al/lli /537, s.l., s.eI .• c. ( v. 4~ A. ZachuL, Pro//o.l'ti('() f ... ¡ SOpl'a i{ di.\·(·o/'.\·o el sigl/Uimliol/e del/e ('ose hal/I/o da 1'1!1Ii/'e !'mll/o MDXXXVJlI. Fcrrara. 1537, c.3r (J1ritish Library, London, C.27.h.23 [19]). e 486 07TAVIA N1CCOU peraltro, per compensazione, che «molti simoniaci privara di benefici ecc1esiastich)43. Si sara notata in quest'ultimo testo un significativo cambiamento di tono rispetto ai precedenti: in effetti, al1'interno della Chiesa la linea «riformatrice» sta iniziando a vacillare, pur senZa esaurirsi, e a partire dal 1542, con l'istituzione della congregazione cardinalizia del Sant'Uf~ fizio «per l'inquisizione dell'eretica praviül», acquistera uno spazio sempre maggiore gueHa rigorista e repressiva. L'ambito in cui, tuttavia, appare piu evidente la volanta politica di intluenzare in qual~ che maniera i fatti nell'atto di predirli, e forse quello delle previsioni sui Turchi. CarIo Dionisatti, Mareel Bataillon, PaoIo Preto, e piu di recente Letizia Pierozzi e Robert Finlay, hanno gia attirato l' attenzione sulle pseudoprofezie concernenti i Turchi, giudicandole una letteratura in genere fotiemente filoimperiale, consolatoria ed esortatoria insiemé4. Caratte~ ri indubbiamente analoghi hanno anche i pronostici, nei paragrafi dedicati all'Impero della Mezzaluna. CosI lacopo Benacci nel 1502 afferma che le genti turche e soprattutto la citta di Costantinopoli sano largamente esposte alle ferite della guerra e subiranno dolorose sconfitte45; tre anni dopo, Agostino Advogario assicura che «per lo impeto de christiani con acerba cffusione de sangue [ ... ] seranno con grande strage sconfitte le crudcle gente de Turchi, e can grande incomodita e damni el grande re de Turchi sera debellato et anxio»46. Piu cornplesso e nelIo stesso tempo piu problematico, con un preciso invito all'azione, il pronostico di Luca Gaurico a Clemente VII per il 1524. L'astrologo ha descritto le tremende guerre che devasteranno, anzi gia devastano l'Europa (si tenga conto che Rodi era stata conquistata duo anni prima); e prosegue ammonendo: menire che infra de vui J'cgna la furia infcrnalc, provedite che el Turcho non venga in vostra ruvina; perché se tutti insieme ve aeordarite et andate contra quel perfido inimico di Christo, !i cieli ve promettono vittoría contra dí luí gloriosissima, et in[ra 10 anni non solum recllperaritc CostanLinopoli e Rodi, ma el sepulcro de Christo; sin ulltem, la divina potentia punera voi pill presto che non pensaté7. Zachut nel 1535 e nel 1538 prevede per l'impero di Costantinopoli e il sultano «ruina et fuga con strage sanguinolente .,., domestiche insidie, tradimenti et iattura»48. Ancora pHI A. Bellamano, ProJ/ostico overo iudicio [ ... } [J//al/ratta /IIolte ("ose fe (JIU/fe I/{/lIl1o a correre iJl que.l"to (//1/10 MDXXXX, Roma, 1540, e.2!" (Biblioteca COilluna!c, Trento, Ine.143-166 VII. 41 r25J). 44 J. Deny, «Les pseudoprophéties concernant les Turcs», in Revlle des ilude.l· hisfallliques, 1, 1936, pp. 201-219; M. BataiHon, Myfhe ef cO/l/Jai.\·s(///(:e de fa Turquie e!! Oecide!!t, in \ll'!!ezia e {'Oriente Ira f(lrdo Mn/ioel'() e Rill(/.I'n'IIIl'!!fo, Firenze, 1966, pp. 451-470; C. Dionisotti, «La guerra d'Oriente nella lclteratura veneziana del Cinquecento», in Id., Geogrqfi"a e .I'toria de!la letteratllra italiana, Torino, 1971, P. 201-226; P: Prelo, Venezia e i TlIrrlli, Firenze, 1975, pp. 67-91; G.P. Tognelli, «(Venezia e le profezie sulla conversione del Turchi», Venezia e i Turchi, Milano. 1985, pp. 86-90; L. Pierozzi, La viltoria di Lepanto nell'eseatotogia e !leila profezia, in R{na.\"("úw!Il!O, 34, 1994, p. 317-363; R. Finlay, «Prophecy a!ld politics in Istanbul: Charles V, su[lnl1 Suleyman, and Ihe Hahsburg embassy of 1533-1534», in }oll/"IJa{ (lEarly Modal! History, 2, 1998, pp. 1-31. 45 J. Benacci. Pnmostimn mmi MCCCCCII, Bologna, 1502, c.3v (I3ritish Library, London, Cn.h.23 [2]). 46 A. Advogario, PrOl/os!im r... } ill l'amlO de fa grafia MCCCCCVf, s.l., 1506, c.3v (British Library, London, C27.h.23 r6]). 47 L. Gaurico, Al Cleme/lle 7 pOI/ti/id cit., c. 1a r. 48 A. Zachut, Prol/ostico f ... ] del amw MDXXXV, Fcrrara, 1535, c.2v (British Library, London, 80ú.k,15 43 presente [67]). MILENARISMO. MESIANISMO Y UTOP!A 487 traoquiJlizzante, infine (per i cristiani, s'intende), la previsione di Giovanni Ruggieri stilata per j}1537, secondo la quaJe prima della fine dell'anno successivo l'impero di Solimano II sarebbe crollato con la morte del sultano stesso, entro l'aono 1543 la religione maornettana si sarebbe eslinta e Costantinopoli sarebbe tornata cristiana, se i sovrani occidentali 10 avessero voJuto 49 . L'astrologo non poteva ovviamente influenzare i comportamenti dei Turchi, ma poteva dar corpo alla propria od altrui volonta di distralTe ¡ suoi lettori dalle reali sconfitte che i príncipi cristiani subivano da essi, oppure incoraggiare una tensione morale favorevole a promuovere e sostenere una crociata antiturca, suggerendo che una vittoria dipendeva soltanto dalla scelta di impegnarsi dei sovrani europei. Catastrofi e conforto si alternavano insamma nei pronostici dando spesso a quel genere letterario un tono assai piu vicino aquello del1e profezie di quanto facessero supporre le presunte premesse scientifiche dell' astroJogia. IV Non era difficile che la distinzione fra profezia e astro logia venisse ad attenuarsi tanto da produrre una cornmistione dei due generi letterari. Due esempi ben noti e assai studiati di questa non rara tendenza sono certamente il De evers;one Europae di Antonio Arquato 50 e la Pronosticatio del monaco tedesco Johann Lichtenberger giA ricordata sopra. Non ci si diJunghera su questi due testi gia largamente studiati; per contribuire aIla storia deHa loro diffusione in Italia ricordero solo come il primo di essi appaia inglobato, ancora dopo ottant'anni, in un Pronostico dell'anno MDLXVll di Tomasino Girardelli da Trcnto, stampato a Novara appunto nel 1567 51 . Quanto al secando, la commistione di profezia ed astrologia che lo compone e dovuta, coro'e noto, all'cterogeneita delle fonti a cui iI Lichtenberger attínse, varie profezie medievali cioe e l'opera astrologica del famoso matematico Paolo di Middleburg; quest'ultima anzi fu da ¡ui copiata alla lettera, suscitando l'indignazione dell'illustre studioso52 , A sua volta il Lichtenberger venne plagiato o ristampato in parte anonimamente o sotto pseudonimo; di cio abbiamo gi<) visto un esempio trattando deI1e Profetie cavate dWlO opuscolo stampato giá trentanni passati, ma non e il solo. Altri passi della Pronosticatio vennero utilizzati da un soi-disant «maestro Alberto Napolitano» per due suoi pronostici del 1523 e del 1529, con tagli e ritocchi che, come si. e avuto occasione di dimostrare aJtrove53 , trasformavano quello che era il plagio di un plagio in un testo 49 Ruggeri, Progllosticon alllli /537 cit., c. 2 v. su A. Arqualo, De el'el'.I'ioJ/e Eumpae pmgno.~·/ir·O/¡ f. .. l ad sel'elli.l'.I'il/llllll Matt/liam rer:em Ungarorum all/lO L'lll'is/i MCCCCLXXX (·()JI.w'/'iptlllll, ab eodel/l aJl/lO 1l.I·q//e ad MDXXXX dU/'am', s.d., s.L (Biblioteca Universitaria, Bologna, Raro C.26). Su questo controverso autare cfr. nlmeno E. Oarin, L'e/á l/l/ova, Nnpoli, 1969, pp. 105-111; G, Ernst «From lhe watery Trigon [o Lhe fiery Trigon: Celestial Signs, Prophecies and History», in A.I'trologi /¡al/I/cillar!>! cit., pp. 278-279. 51 Iltitolo proseglle: sopra le quattro stagioni dell'anno, con il rnccolto del presente, et con la dichiaratione ~e[ Pronostico dil famosissimo messel' Antonio Tmqllalo; qual narra li maravigtiosi avvcnimenti che hanno dn tncülTere fino !'anno 1580, Novarn, ! 567 (Biblioteca COl1mnale, Trento. Cinquecentine Misc.84). , 52 P. MiddcJburg, J/lvecliva r.,,} in ,l'IIper.l'/icio.I·1II11 quemdam a.1'lm/ogl/lII el wmilegwlI. s.l., 1492 (British Llbrary. London. lA. 49042). Cfr. aquesto proposito A.M. Warburg, Ausgewahlte Schriften und Wurdigungen, ed. D.Wuttke, Baclen-Bnden, 1980. pp. 234-236. 53 Niccoli, P/'({feti e poporo cit., pp. 179-183. 488 OTrA VfA NICCOL{ di criptopropaganda luterana, in quanto lo pseudoprofeta venuto da! Nard, ecceliente nella lettura delle Scritture, di cui parlava il Lichtenberger, diveniva semplicemente un profeta, Ogni accenno negativo veniva espunto dal testo che finiva casi pe!' lrasformarsi in una SOm_ mcssa ma chiara esortazione ad ascoltare anche in Italia le nUQve yaci che echeggiavano da! Nord proponendo una fecle tutta incentrata sulla ¡ettura della Bibbia, La tecnica spregiudica_ ta del 1'iu80 di materiali letterari preesistenti fa certamcnte parte del bagaglio professionale dei ¡eUerati e degli stampatori del Cinquecento 54, ma 11 riutilizzo di pronostici e profezie ha un sapore almeno parzialmente diverso, valenda mostrare di attingere ad una sapienza antica sempre vigile e sempre attuale. Esistono peraltro anche altri testi che uniscono al nome e all'aspetto fisico del pronostico un contenuto indubbiamente definibile come profezia política, o addiriUura come lamcn_ tazione política -non tanto quindi per un futuro che viene preannunciato quanto .per un presente in realta gii't in atto. E' il caso dí un Prognosticunrdel bolognese Francesco· Rustig_ helli, pubblicato nel dicembre 153055 .11 Rustighelli, usando uno stratagemma letterario giil presente ne11'antichWi. classica, e assai comune da Boezio in qua, racconta che gli e apparsa in sonno una bella donna velata, la quale gli ha rivolto la parola sospinmdo: e la vedova Italia, lacrimosa e mesta, abbandonata dai suoi principi e privata del loro amore, che vaga sen~ za un tetto e senza piu speranza né tede. L'Italia chiede al Rustighelli di svelare il suo sciagurato stato, ed egli nel suo pronostico adempie appunto aquesta richiesta. Vi sa1'anl1o, preannuncia, guen'e asprissime; numerase citta rísentiranno gravemente delle operazioni militari; le popolazioni venanno oppresse da tiranni avidi e senza pieül; vi sara carestia e marte di bimbi e di giovani; se non si provvedera in modo opportuno nascera lino scism<l nella Chíesa; i Turchi prepareranno spedizioni nel Mediterraneo. Un quadro COSI fosco, praposto nel dicembre 1530 a Bologna -in un momento e in un luogo in cuí la recente pacificazione fra Cario V e Clemente VII poteva piutlosto dar IllOgO a speranze di prosperita e di pace universale- fa pensare a posizioni di polemica antiimpcdale. E infatti i1 Rustighelli preconizza anche lotte fra Francia e Spagna con la finale vittoria della Francia. Benché il tono del pronostico sia abbastanza generico, esso sembra dunque esprimere un netto dissenso rispetto al recente rovesciamenlo delle alleanzc che aveV[l visto Clemente VII al fianco dell'impcratore. In senso completamente opposto, cioe nettamcnte filoimpetiale, ma sempre con quella mescolanza di pronostico e profezia di cui si e parlato, va il Prognosticon doctoris losephi Gruenpeck ab all110 trigesimo secundo LlSqllC ad all11wn quadragesimum. pubblicato per la prima volta in Gennania ne11530, e successivamente anche in Italia. L'edizione qui utilizzata usd a Milano nel 153256 . 54 Esemplare in questo senso il caso di Tomaso Garzoni da Bagnavallo (1549-1589): en'. sul tema P. Clwn:hi, «invito alla letlura della Piazz<ll>, in T. Gal'zoni, La piazza II/liversale di tutle le p/"(~/e.\·siolli dellllOlUlo, ed. P. Cherchi, B. eoUina, Torino 1996, vol. 1, sopraltutto le pp. XXXV-LX. 55 F. Rustighelli, Ad rel'l:'/'('lIdissill/lIl11 in Christlllll patrclII el ilIlIstrissilllum D.D. ('()/Ilite/ll de Ua,lIIbaJ':1 { ... ' r... } Bmumic//.\·elll Vice/egatuIII proJloSliclIlII, R%gl/a, «per Iustinianum de Ruheis », 1530 (Britlsh Llbrary. London, C.27.c.23 [14]). 56 J. Grucnpeck, Pro/losticO/l anni MDXXXII /lMllle ad mI/lO.\" MDXXXX, Milano, «per D. Gotal'dll!1l Ponticul11», 1532 (British Library, London, C.27.h.23 [15]). Su! Gruenpeck vedi P. A. Russel, {(Astrology as popular propaganda. ExpeclaLions 01' the end in the german pamph1el~ 01' Joseph Grucnpcck (+1533))), in FOI"1lU',í' deslillaz.{o/l(' del II/c.\'.mggio religio.\·o. Aspetti di!lla propagal/da /"('ligio.\"{[ /lel Cinqlle('ento, ed. A. Rotolldo, Firenze, 1991, pp. 165-195. ¡!¡f{LENARISMO. MESIANISMO Y UTOPÉA 489 11 pronostico, opera dell'umanista Joseph Gruenpeck, giS. consígliere di Massimillano 1, inizia con un quadro nettamente catastrofico: mai si vide dagli inizi del tempi un periodo altrettanto calamitoso; mostri, prodigi e portcnti scaturiscono ngni giorno dal cielo turbando e confondendo la fragilita degli uomini; tutta l'umanita, anzi, sembra poter essere somrnersa dalla disperazione. Lo sgomento che agli occhi di Gruenpeck invade tutto l'universo lo spinge ad adottare uno stratagernma che e consolatorio oltre che laudativo. Egli si rifugia nella profezia, e precisamente in quel filone profetico che aveva come protagonista l'aquila imperiale, secondo una identíficazione ovvia e di lunga tradizione; e dell'aquila segue di anno in anno il vol o verso oriente. L'uccello di Giove alza le ah dalle Alpi Noriche - i dominE ereditari degli Asburgo- verso il «regno babilonico», evidentemente l'impero ottomano, di cui il pronostico segue ed auspica il progressivo sfaldarsi. Finché le previsioni per jI 1538 assurnono l'andamento típico della profezia politica: Anno Lrjgcsimo octavo aquila Jivertet volatum in Egiptum [ ,,] confluent omnes gentes ad dominicum sepu1crum, miscebuntur I-licrosolimis mores, condiciones, leges et lingue omnium populorum et tcmplum Domini edificabitur eL pax eL securiLas munJum hac anno moderabuntur. Unita e pace di tutte le genti sotto un impero universale: in questo auspicio si possono ben riconoscere aleune linee del programma politico di CarIo V, che veniva casi assai bene assecondato. Certo questo non e tutto, vi e qua1cosa di piu, una visione cscatologica di tutto il genere umano riunÍto efuso intorno al sepolcro di Cristo. Ma la profezia non e finita, Anno trigesimo nono Saraccnus in terra Egipti et ceteris vicinis regionibus nullus nominabitur, omnes calles erga valles se inclinabunt ; omnes secte et religiones uno vinculo co!1igabuntur, Iudei per mundum dispersi ut consolationem Messie ( quem tum futurum sperant) capessent, in Armenia, Persia el Egipto congregabuntur. Questa esaltante visione di pace e di unione fra tutte le religioni sotto il segno dell'aquila yedra dunque anche la fine della diaspora ebraica e l'agnizione del messia: e in effetti, sappiamo che i primi decenni del Cinquecento vedono un accendersi di speranze messianiche nel mondo ebraic0 57 , di cui forse anche il Gruenpeck coglieva I'eco. Ma tutto ció sara la prcmessa all'ultima lotta contro il nemico, iI «fiHum perdicionis» (il Turco, certamentc), che alla fine «sara disperso dagli lIccelli del cielo; dopo la sua rnorte l' Aquila e la PenÍCe si uni\'anno in concordia prcsso il sepo1cro del crocifisso»58. L'aguiJa e l'imperatore, la fenice il papa, gli uccelli del cielo i principi cristiani. Tutti uniti cacceranno dai cieli I'ultimo nemico, e finalmente dopo la sua scomparsa I'aquila e la renice potranno accostarsi insiemc al sepolcro di Cristo. Finalmente si potra dire allora che «tutti i giudizi occulti di Dio saranno manifesti e tutle le profezie saranno adempiute». Il Gl'uenpeck non lo dice esplicitamente, ma guesta afferrnazione sembra sottintendere che . 57 A. MofÍsi Gl1l:rra, «La conversione degli ebrei ne! profetismo del primo cinquecent{))}, in [{ pnd'eli.l'lI/o (! Cim/l/t'('t'l/!O, a cura di G.L. Potesta ,Genova 1991, pp. 117-128. . 58 «Annu quadragesimu quo omnillm planetarllm in piscium congressus ct oppositiones effectus SllOS IInplebunt generalisque solis edipsis omnia loca obumbravit. Aquila altissimum muntel11 conscendct seque in l~nchris abscondet a nullo volucri attingi possit, qllel11 CLlI11 filiul11 perdicionis sllbsegui conatur a volucribus eeli dlsperdilur, POS! cuius inleritlls Aguila et Fenix sese cirea sepulcrul11 crucifixi concordia unient». g/(JaC'himi/a Ira QIIGII/'O('(!IIf() jS 490 OTlil lIlA NrCCOLl alIora verra necessaria la fine dei tempi. Le parole che conc1udono il pronostico ne ribadis~ cono iI duplice carattere: «quod partim naturalibus rationibus, partim divinis ex vaticiniis depromere voluh· (parte volli trarlo da premesse naturali, parte da vaticinii divini). Le «ragioni naturali competono naturalmente all'astrologia, i «vaticinii divini» alla profezia. La diffusione del pronostico dovette essere piuttosto ampia: la stampa posseduta dalla British Library di Londra, che e stata gui utilizzata, e la ripresa di una edizione di Ratisbona e rappresenta dunque l'ampliamento a110 Stato di Milano del raggio di influenza di una pro~ paganda imperiale imperniata su di un sia pure confuso programma di pace universale, di riunionc delle chiese, di croclata contro i1 Turco, Che era appunto il programma che era cir~ colato intorno a CarIo sin dalla sua elezione imperiale, sostenuto nei suoi divcrsi aspctti da Adriano di Utrecht, Mercurino da Gattinara e dai circoli degli intellettuali erasmiani, e che come abbiamo visto nella prima parte di questo contributo, trape1ava anche dai tcsti delle profezie a stampa che in quegli anni avevano largamente clrc01ato, Le profezie accoglievano Carlo e gli facevano strada, secondo il modello culturale e politico che abbiamo gia esa~ mi nato, in un intreccio di speranze e di attese catastrofiche e millenaristiche che riempie di sé tutti gli aspetti del difficile passaggio da1 Medioevo aIla modernita,