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Assessorato alla Sanità
DOSSI ER di D OCUMENT AZI ON E
PREVENZIONE DEI DISTURBI DEL
COM PORTAM ENTO ALIMENTARE.
CRITERI PER INDIVIDUARE INTERVENTI EFFICACI
A cura di Rita Longo ([email protected])
INTRODUZIONE
I primi sintomi dei DCA (disturbi del comportamento alimentare) insorgono in età evolutiva (età inferiore ai 18
anni) e, come ci dice la letteratura scientifica al riguardo, il tasso di incidenza tende ad aumentare mentre l’età di
insorgenza tende sempre più ad abbassarsi, coinvolgendo la fase della preadolescenza.
Conseguenza logica di tale evidenza è la necessità di interventi di prevenzione dei DCA rivolti ad adolescenti e
preadolescenti, e di capire quali funzionano.
Negli anni ’90, gli interventi di prevenzione su base empirica realizzati all'interno dei contesti scolastici (Carter
et al., 1997) hanno avuto tutti un obiettivo comune: aumentare le conoscenze sui DCA e su una sana
alimentazione, per modificare atteggiamenti e comportamenti alimentari scorretti. Anche la metodologia era
comune: una strategia informativa con lezioni d'aula su DCA e argomenti correlati (i pericoli potenziali di un
regime calorico restrittivo, i corretti comportamenti alimentari, la costruzione dell'immagine corporea, e le
aspettative rispetto ad un "corpo perfetto").
I risultati di questi interventi hanno dimostrato che l'approccio preventivo basato sull'informazione aumenta le
conoscenze su DCA e alimentazione, ma ha scarse probabilità di influenzare credenze e motivazioni sottostanti.
Tale approccio si è dimostrato inefficace anche rispetto al miglioramento dell'immagine corporea (le adolescenti
continuano ad avere una percezione errata/distorta delle proprie dimensioni corporee e a perseguire
un'immagine ideale), e alle modif iche dei comportamenti alimentari delle adolescenti.
Come dimostrano alcuni autori (Carter, Stewart, Dunn e Fairburn, 1997) questo tipo di approccio può persino
essere dannoso proprio perché aumenta la conoscenza degli adolescenti rispetto ai DCA: la trasmissione di
informazioni può infatti creare effetti avversi come la "normalizzazione" dei DCA, e stimolare le/gli adolescenti
a sperimentare le pratiche nocive di cui si è discusso durante l' intervento (vomito, uso di lassativi, ecc.).
L'inefficacia dei progetti di prevenzione dei DCA basati su un approccio educativo-informativo, rivolti agli
adolescenti e realizzati nel contesto scolastico - che aumentano effettivamente il livello di conoscenze, ma non
producono cambiamenti comportamentali o attitudinali - può essere dovuta ad alcuni "punti deboli"
dell'approccio, quali:
- il rivolgersi in maniera indiscriminata a tutti i ragazzi
- il mancato coinvolgimento dei partecipanti dal punto di vista emotivo
A questi progetti, si è affiancato un approccio innovativo per contenuti e metodologia (descritto da Austin in
uno studio del 2000), il cui obiettivo è “migliorare l’immagine corporea lavorando sull’autostima”, con risultati
che sembrano più promettenti.
Questo nuovo approccio si basa sull'assunto che attraverso un miglioramento dell'autostima (individuato da più
studi come "fattore protettivo" rispetto all'insorgenza dei DCA) è possibile influire positivamente sull'immagine
corporea e sui comportamenti alimentari delle/degli adolescenti, realizzando interventi all' interno dell'ambiente
scolastico.
I progetti di prevenzione dei DCA basati sull'autostima sono interventi di promozione della salute, che mirano a
identificare e potenziare aspetti positivi del sé allo scopo di produrre dei cambiamenti a livello di autopercezione e valori (quali, ad esempio, norme culturali che regolano l'immagine corporea), per giungere infine
alla modifica di comportamenti alimentari.
Riferimento teorico di quest'approccio è la teoria del cognitivismo sociale che afferma che per modificare i
comportamenti è necessario intervenire sui fattori predisponenti quali le influenze ambientali (ad esempio i
media), i fattori personali (ad esempio valori e atteggiamenti), e l'autopercezione (ad esempio, l'immagine
corporea).
2
Si inserisce utilmente in questo contesto l'utilizzo del concetto di autoefficacia di Bandura utilizzato all'interno
di alcuni progetti (Neumark-Sztainer, 2000) soprattutto nell'ottica dello sviluppo dell'autonomia da parte
dell'adolescente nei confronti della gestione del rapporto coi media, e dell'aumento dell'advocacy (intesa come
capacità di operare cambiamenti in relazione a norme e pressioni sociali).
La metodologia utilizzata è di tipo esperenziale, interattivo e cooperativo: nella maggior parte dei progetti basati
su questo approccio (O' Dea et al., 2000; Steiner-Adair et al., 2002) vengono proposte agli adolescenti una serie
di attività per sperimentare e sviluppare abilità/competenze personali e sociali fondamentali quali ad esempio
l'esercizio della leadership, e il coping (strategie per resistere alle pressioni sociali e dei media che spingono
all'adozione di comportamenti alimentari restrittivi e distorcono l'immagine corporea).
Si è visto che interventi di questo tipo producono un miglioramento e un aumento rispetto alla soddisfazione
verso il proprio corpo e rispetto all’autostima, e modifiche a livello comportamentale che però non sempre
vengono mantenute nel tempo (come risulta da follow up effettuati tra 3 mesi e 1 anno). Laddove i cambiamenti
permangono, pare possa essere considerato un fattore di "rinforzo " il coinvolgimento di figure chiave quali
genitori, insegnanti, figure professionali (dietisti e medici di base), gruppi di pari (gruppi sportivi, ecc.)
e ciò dimostra la validità di tale approccio anche all'interno di setting di comunità.
3
MODALITA’ DI RICERCA
1. Le parole chiave
La lettura del progetto ha portato a selezionare materiale documentale utilizzando le seguenti parole
chiave, individuate in Agenzia SE.D.E.S. e C.S.E.S.i. Thesaurus per la promozione della salute e
l’educazione sanitaria , Perugia Edizioni SEDES, maggio 2000:
-
“prevenzione” AND “disturbi alimentari”
“eating disorders” AND “adolescents”
2. Le fonti informatiche
Il materiale è stato selezionato consultando:
?? Elenco richieste di ricerca documentale effettuate da Do.R.S.
?? Banca Dati residente (Pro.Sa.) a Do.R.S.
?? Documenti della Biblioteca di Do.R.S.
?? Riviste in abbonamento a Do.R.S.
?? Internet: motori di ricerca (http://www.google.it) e i seguenti indirizzi di siti Internet inerenti
all’argomento considerato:
o
sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità,
(http://www.who.int/child-adolescent-health/nut.htm
alla
voce
"Adolescent
nutrition"
o
il portale Epicentro del Laboratorio di Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità, alla voce
“anoressia” (http://www.epicentro.iss.it/)
o
il sito del Centro Studi gruppo Abele (http://www.centrostudigruppoabele.org/)
o
il sito del National Eating Disorders (http://www.nationaleatingdisorders.org/)
o
il sito dell'Eating Disorders Association, alla voce "Education" (http://www.edauk.com/)
o
il sito del Center for the Advancement of Health (http://www.cfah.org nella sezione "Facts of
life")
o
il sito di The Italian Psychiatry on line (http://www.pol-it.org nella sezione "Disturbi del
comportamento alimentare")
4
INDICAZIONI
L’obiettivo di chi seleziona il materiale da inserire nel dossier è cercare documenti che rientrino nelle seguenti
categorie:
1. Prove di efficacia e Raccomandazioni . Documenti che provano l’efficacia di specifiche modalità di intervento e/o
indicano le linee guida per realizzare un valido progetto di educazione/promozione della salute.
2. Approfondimenti per la diagnosi di comunità. Documenti di approfondimento dei comportamenti assunti dalla
popolazione di riferimento (adulti, adolescenti, insegnanti..) rispetto ad uno specifico fenomeno (es. uso/abuso di
alcol) e in specifici contesti di vita e di lavoro.
3. Metodologia. Metodi di intervento, tecniche e strumenti validi e pertinenti per interventi di educazione e per la
promozione della salute.
4. Materiali. Materiale didattico e/o educativo (es. schede di lavoro), kit, quaderni che possano essere utili a
realizzare un progetto di promozione della salute.
5. Esempi di buona pratica. Progetti realizzati nell’ambito considerato che descrivono “con qualità” una, alcune o
tutte le seguenti fasi: diagnosi educativa, obiettivi misurabili, descrizione di materiali e metodi utilizzati, risultati
ottenuti.
6. Esperienze. Interventi che possano essere utili per conoscere quanto è già stato fatto (e secondo quali modalità)
rispetto al tema considerato.
7. Siti web. Indirizzi di siti Internet selezionati secondo criteri di qualità, pertinenti con l’argomento considerato,
validi e aggiornati.
La voce UTILIZZO, presente per ogni documento, indica il potenziale uso della risorsa indicata.
Per il presente Dossier è stato selezionato materiale da inserire in tutte le categorie:
Chiunque sia a conoscenza o abbia a disposizione materiale didattico-educativo, progetti o altra documentazione
pertinente al tema del Dossier, può inviarlo a Do.R.S. V. Sabaudia 164-10045 Grugliasco (TO) indirizzo e-mail
[email protected]. Il materiale pervenuto sarà catalogato e inserito nella Banca Dati Pro.Sa e reso disponibile a tutti
gli interessati.
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INDICE
PROVE DI EFFICACIA E RACCOMANDAZIONI
1.
Agenzia Sanitaria della Regione Emilia-Romagna (a cura di, 2004) Dossier "Promozione della
salute per i disturbi del comportamento alimentare", Bologna 2004
Scaricabile dal seguente indirizzo:
http://www.regione.emilia-romagna.it/agenziasan/colldoss/index.htm
Nel marzo 2000, l'Assessorato alla sanità della regione Emilia -Romagna, nell'ambito della
riorganizzazione dei servizi per la salute mentale, prevista dal Piano Sanitario Regionale 1999-2001, ha
inviato alle aziende sanitarie indirizzi contenenti le "Linee sull'organizzazione dei servizi per i disturbi del
comportamento alimentare".
Due anni dopo è stata condotta una rilevazione sullo stato di attuazione della direttiva, attraverso
un'indagine presso le aziende sanitarie e le strutture private della Regione che operano in questo settore.
Il presente documento è stato redatto in base alle recenti acquisizioni scientifiche e in base ai risultati
della rilevazione - elaborati presso il Servizio di salute mentale dell'Assessorato alla sanità della Regione
Emilia-Romagna e valutati dal Gruppo tecnico regionale di monitoraggio e coordinamento dei DCA.
Il documento fornisce approfondite considerazioni e proposte per il miglioramento dell'assistenza a
persone affette da disturbi alimentari, rispetto a varie aree, tra cui la prevenzione, ed è inoltre corredato da
numerosi allegati tecnici.
Vengono qui presentati l'indice, il capitolo su "Prevenzione, promozione della salute, correzione dei
fattori di rischio", e l'allegato tecnico denominato "razionale per i programmi di prevenzione".
Nel capitolo su "Prevenzione, promozione della salute, correzione dei fattori di rischio", viene messo in
luce il ruolo dei medici di famiglia (pediatri di libera scelta, medici di medicina generale) come promotori
della salute per le fasce di età adolescenziale, e declinato un vero e proprio "mansionario" al riguardo.
Per quanto concerne 'lallegato, vengono analizzati i motivi di fallimento di alcuni programmi di
prevenzione effettati nelle scuole, e vengono altresì forniti dei criteri guida per la realizzazione di
programmi preventivi efficaci in età pre-adolescenziale e adolescenziale .
UTILIZZO: materiale utile per individuare azioni efficaci per progettare e realizzare interventi di
prevenzione dei DCA
2.
J. Pearson, D. Goldklang, R.H. Striegel-Moore - Prevention of eating disorders: Challenges and
opportunities. International Journal of Eating Disorders, 2002, n. 31, pp. 233 - 239
Nell'aprile 2002, il National Institute of Mental Health (NIMH) ha organizzato una conferenza sulla
Prevenzione dei disturbi alimentari allo scopo di analizzare lo "stato dell'arte" e formulare
raccomandazioni rispetto ai passi da intraprendere. La discussione era incentrata su alcune aree principali,
tra cui:
- la situazione attuale della ricerca sui fattori di rischio
- gli "sforzi" e le esperienze effettuate in ambito preventivo
Tra le raccomandazioni formulate, tendenti a dare un impulso alla ricerca per la prevenzione dei disturbi
alimentari, spiccano le seguenti:
- sviluppare definizioni comuni di sintomi, sindromi e fattori di rischio
- incoraggiare l'integrazione tra le scienze sociali, per valutare meglio gli effetti delle norme sociali rispetto
alla riduzione dei fattori di rischio
- sviluppare linee guida per valutare "la dignità scientifica" degli interventi preventivi, utilizzando come
modello le linee guida già esistenti per altri fenomeni (ad esempio quelle per le dipendenze)
- incoraggiare la ricerca sugli interventi a livello individuale; sugli interventi che coinvolgono le
organizzazioni, i luoghi di lavoro, le comunità; e sugli interventi che chiamano in causa norme sociali e
livelli politici
- aumentare la consapevolezza che i disturbi del comportamento alimentare rappresentano un problema di
salute pubblica (può essere utile sviluppare scopi comuni, ad esempio la promozione di corretti stili
alimentari è condivisa nell'ambito della prevenzione dei disturbi alimentari e della prevenzione dell'obesità)
UTILIZZO: materiale utile per riflettere sui DCA in termini di "problema di salute pubblica"
6
APPROFONDIMENTI PER LA DIAGNOSI DI COMUNITA’
3.
Cavallo F., at al., “Capitolo 5: Abitudini alimentari e immagine corporea” in (Università degli Studi
di Torino – Dipartimento di Sanità Pubblica e Microbiologia, Università degli Studi di Padova –
Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione, 2001-2002) in Stili di vita e salute
dei giovani italiani, 11-15 anni. Rapporto sui dati italiani dello studio internazionale HBSC 20012002, pp. 55-64 (documento disponibile su http://www.dors.it)
Lo studio multicentrico internazionale HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti
collegati alla salute in ragazzi di età scolare), cui l'équipe italiana ha aderito, vuole essere uno strumento di
monitoraggio utile ad aumentare la comprensione di quei fattori e di quei processi che possono determinare
outcome di salute negli adolescenti. Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso la raccolta di dati sulla
salute, sui comportamenti ad essa correlati e sui loro determinanti, tra i ragazzi di 11, 13 e 15 anni. Questa
survey, relativa all'anno scolastico 2001-2002, coinvolge 35 Paesi, tra cui l'Italia che vi ha partecipato per
la prima volta. Qui si riportano le pagine della sezione Abitudini alimentari e immagine corporea, riferite
alle abitudini alimentari.
UTILIZZO: dati utili per ottenere un’immagine aggiornata delle abitudini alimentari tra i ragazzi italiani
di 11, 13 e 15 anni.
4.
The McKnight Investigators, “Risk Factors for the Onset of Eating Disorders in Adolescent Girls:
Results of the McKnight Longitudinal Risk Factor Study" in Am J Psychiatry 2003, n.160, pp. 248 254
L'Obiettivo dello studio qui presentato è esaminare l'importanza dei potenziali fattori di rischio per i
disturbi del comportamento alimentare, in un campione multietnico composto da 1.103 studentesse di
scuola media superiore dell'Arizona e della California, seguito per 3 anni.
Ogni anno alle studentesse è stato chiesto di sottoporsi al McKnight Risk Factor Survey (uno strumento di
auto-valutazione validato per la popolazione target, che include domande sui fattori di rischio dei disturbi
alimentari), oltre che a misurazioni del peso, e ad un'intervista clinica strutturata.
Dai risultati dello studio, si deduce che le preoccupazioni legate alle dimensioni corporee e la pressione
sociale sono fattori di rischio notevoli per l'insorgere di disturbi del comportamento alimentare in età
adolescenziale. Di conseguenza, per prevenire l'insorgere dei disturbi alimentari, è necessario intervenire
sulla riduzione delle fonti di preoccupazione connesse con le dimensioni corporee (tra cui gli aspetti
culturali e l'interazione fra pari).
UTILIZZO: Documento utile a fornire informazioni per la corretta identificazione dei fattori di rischio in
età adolescenziale per i disturbi del comportamento alimentare.
5.
J. Johnson, P. Cohen, S. Kasen, J. Brook, “Childhood Adversities Associated With Risk for Eating
Disorder or Weight Problems During Adolescence or Early Adulthood" in Am J Psychiatry 2002, n.
159, pp. 394 - 400
Obiettivo dello studio longitudinale presentato è indagare la correlazione tra difficoltà vissute in età
infantile e problemi connessi col cibo o col peso, insorti durante l'adolescenza o l'inizio dell'età adulta.
I risultati dello studio depongono a favore dell'esistenza di una correlazione tra i due fattori; se ne deduce
pertanto che le difficoltà vissute in età infantile (maltrattamento, problemi alimentari, fattori di rischio
ambientali, temperamento, comportamenti genitoriali non adatti, eventuale psicopatologia genitoriale)
possono aumentare il rischio di insorgenza di un disturbo alimentare o di un problema connesso col cibo e
l'alimentazione. Tra i fattori individuati, emerge un modello comportamentale paterno non adeguato.
UTILIZZO: Documento utile a fornire informazioni per la corretta identificazione dei fattori di rischio in
età adolescenziale per i disturbi del comportamento alimentare
7
MATERIALI
6.
DoRS, Promozione salute Piemonte Progettare “à la carte”. Vademecum di esperienze nel campo
dell’educazione alimentare e dell’attività fisica, II edizione - ottobre 2003
La seconda edizione del cd-rom "Progettare à la carte" è il risultato di questi tre anni di lavoro da parte
degli operatori ASL che si occupano di progetti e di interventi di educazione alimentare. Attraverso una
struttura ipertestuale si intende presentare e rendere fruibili i risultati dei progetti, attivati nell'ambito del
Laboratorio Alimentazione e del Programma Promozione Salute Piemonte. In questo Vademecum di
esperienze nel campo dell'educazione alimentare e dell'attività fisica è possibile reperire gli strumenti
sperimentati durante gli incontri del Laboratorio e altra documentazione utile, comprensiva di esperienze
piemontesi già realizzate. Partendo da una mappa ragionata è possibile consultare il centro del vademecum
suddiviso in due ambiti principali: gli strumenti per la progettazione e i gruppi di progetto.
UTILIZZO : materiale utile a reperire strumenti sperimentati, documentazione ed esperienze piemontesi
legate all’educazione alimentare.
7.
http://www.dors.it
Dal sito di DoRS è possibile consultare la banca dati Pro.Sa. (ex Guscio), un catalogo con abstract del
materiale edito e inedito di produzione principalmente piemontese sulla Promozione della Salute.
UTILIZZO: strumento utile per selezionare materiale informativo e didattico/educativo inerente ai temi
della promozione della salute e dell'educazione alimentare, consultabile presso il Centro di
Documentazione DoRS.
8.
http://www.edauk.com/acrobat/puberty_&_eating.pdf
Nella sezione "Educazione" del sito dell'EDA (Eating Disorders Association), si giunge ad una serie di
opuscoli informativi utilizzati per la realizzazione di interventi di prevenzione dei disturbi del
comportamento alimentare per gli adolescenti.
Uno di questi, scaricabile in formato pdf dall'indirizzo trascritto sopra, da titolo "Che rapporto c'è tra i
disturbi del comportamento alimentare e la pubertà?", fornisce agli adolescenti informazioni sui
cambiamenti che in età puberale coinvolgono il corpo, operando un collegamento con i corretti
comportamenti alimentari e il concetto di autostima.
UTILIZZO: materiale didattico-educativo da utilizzare come spunto in gruppi di discussione tra
adolescenti e con i genitori, nell'ambito di un intervento di prevenzione dei DCA.
9.
http://www.anred.com/toc.html
Il sito dell'ANRED (Anorexia Nervosa and Related Eating Disorders), alla voce "Prevention strategies for
parents" fornisce consigli ai genitori di adolescenti, utili per prevenire l'insorgere dei DCA.
Tali consigli vengono proposti sottoforma di "linee guida comportamentali" e poggiano sulla letteratura
contemporanea.
Un altro documento qui presentato è "Are you at risk? A confidential self-esteem": esso contiene
informazioni utili per gli adolescenti per auto-valutare la propria propensione all'assunzione di
comportamenti che possono portare all'evoluzione di un disturbo alimentare.
UTILIZZO: materiale didattico-educativo da utilizzare come spunto in gruppi di discussione tra
adolescenti e con i genitori, nell'ambito di un intervento di prevenzione dei DCA.
8
10.
NEDA - National Eating Disorders Association http://www.nationaleatingdisorders.org/p.asp?WebPage_ID=286&Profile_ID=41171
NEDA ha elaborato delle strategie pratiche di prevenzione dei disturbi alimentari, scaricabili
dall'indirizzo Internet sopraindicato.
Vengono qui presentati i seguenti documenti:
??"10 azioni che i genitori possono fare per prevenire l'insorgere dei disturbi alimentari" (documento che
costringe i genitori a riflettere sulle conseguenze delle proprie aspettative per i figli, e a concentrarsi su
atteggiamenti positivi)
??"Linee guida e strategie" (contiene un elenco di 50 azioni che genitori, educatori e altri figure possono
fare per aiutare gli adolescenti a prevenire l'insorgere di disturbi alimentari).
??"Cosa puoi fare per impedire l'insorgere di un disturbo alimentare" (alcuni consigli per aumentare
l'autoefficacia)
??"Strategie per la prevenzione dei DCA nei soggetti maschi"
UTILIZZO: materiale didattico-educativo da utilizzare all'interno di gruppi di discussione tra
adolescenti e in un lavoro coi genitori, nell'ambito di un intervento di prevenzione dei dca/materiale utile
per la formazione di operatori socia li ed educatori che lavorano con adolescenti
ESPERIENZE
11.
D. Neumark-Sztainer, N. Sherwood, T. Coller, P. Hannan - Primary prevention of disordered
eating among preadolescent girls: Feasibility and short-term effect of a community-based
interventio n. Journal of the American Dietetic Association, December 2000, n. 100, pp. 1466 - 1473
Nell'articolo viene valutata l'efficacia di un intervento di prevenzione primaria dei disturbi alimentari:
l'intervento è stato realizzato all'interno di un setting di comunità (destinatari sono 226 ragazze, membri
di gruppi Scout femminili, suddivise in gruppo di controllo e gruppo sperimentale), e il target è
costituito da preadolescenti (età intorno ai 10 anni).
Obiettivo del programma era promuovere tra le preadole scenti l'accettazione nei confronti del proprio
corpo e prevenire comportamenti alimentari restrittivi attraverso l'aumento dell'autonomia nella
gestione del rapporto coi media, e l'aumento delle abilità di advocacy (la consapevolezza di essere in
grado di operare e gestire un cambiamento in relazione alle norme e pressioni sociali).
L'intervento prevedeva sei sessioni di discussione, di 90 minuti ciascuna.
L'efficacia del programma è stata misurata al termine dell'intervento e tre mesi dopo, e prendeva in
considerazione - oltre all'indice di soddisfazione - gli effetti a breve termine sui comportamenti
alimentari, sugli atteggiamenti nei confronti dell'immagine corporea, e delle informazioni provenienti
dai media.
Per quanto riguarda i risultati, l'intervento ha influito notevolmente sugli atteggiamenti e sui
comportamenti nei confronti dei messaggi dei media (l'interiorizzazione di valori socio-culturali, e
l'autoefficacia rispetto alle norme sociali relative al peso). E' stata inoltre rilevato un effetto modesto
sulle conoscenze e l'atteggiamento nei confronti del proprio corpo (ad esempio, accettazione delle
proprie dimensioni corporee) al termine dell'intervento, ma non al follow up.
La conclusione è che i setting giovanili di comunità, quali ad esempio gli Scout, si rivelano adeguati ed
efficaci per gli interventi di prevenzione dei disturbi alimentari ma solo nel breve periodo. Questo tipo
di interventi deve comunque essere implementato al fine di produrre cambiamenti comportamentali più
duraturi rispetto all'alimentazione e all'immagine corporea, attraverso ad esempio la pianificazione di
moduli aggiuntivi su attività fisica e alimentazione sana, e il coinvolgimento di figure chiave quali i
dietisti.
UTILIZZO: Materiale utile per identificare punti di forza e di debolezza (cosa funziona e cosa no)
negli interventi di prevenzione dei DCA.
9
12.
L. Smolak, M. Levine, F. Schermer - A controlled evaluation of an elementary school primary
prevention program for eating problems. Journal of Psychosomatic Research, 1998; n. 44, pp. 339 353
Questo studio analizza la validità di un programma per gli studenti della V elementare che promuove
comportamenti alimentari sani, l'esercizio fisico e l'atteggiamento positivo nei confronti dell'immagine
corporea.
Tale programma consisteva in 10 lezioni realizzate dagli insegnanti.
Sono stati valutati gli effetti dell'intervento - attraverso un piano sperimentale pre e post - su:
le conoscenze nutrizionali
gli atteggiamenti nei confronti delle persone grasse e delle propr ie dimensioni corporee (autostima
rispetto al corpo)
alcuni comportamenti, quali i tentativi di perdere peso, il consumo di frutta e verdura, e l'esercizio
fisico.
Dai risultati è emerso che c'è stato un miglioramento delle conoscenze dovuto all'intervento, nel senso di
un ampliamento di informazioni rispetto alla nutrizione, agli effetti delle diete, e alle cause dell'obesità.
Sono stati rilevati leggeri cambiamenti nell'atteggiamento verso le persone obese, mentre i comportamenti
(stili alimentari, esercizio fisico) non hanno subito alcun cambiamento, e ciò fa supporre che questo tipo
di programmi educativi dovrebbe essere modificato.
UTILIZZO: Materiale utile per identificare punti di forza e di debolezza (cosa funziona e cosa no) negli
interventi di prevenzione dei DCA.
13.
C. Steiner-Adair, L. Sjostrom, D. Franko, S. Pai, R. Tucker, A. Becker, D.B. Herzog - Primary
prevention of risk factor for eating disorders in adolescent girls: learning from practice.
International Journal of Eating Disorders, 2002, n. 32, pp. 401 - 411
Gli autori hanno valutato l’efficacia di un programma di prevenzione primaria, che lavora sui fattori di
rischio, destinato a un campione ampio di adolescenti, con gruppo di controllo e follow up dopo 6 mesi.
Il programma denominato "Full of ourselves: advancing girl power, health and leadership" contiene
quegli elementi che si sono rivelati efficaci in altri programmi (approccio basato sull'apprendimento
esperienziale e lavoro sull'autostima).
Obiettivo del programma era ridurre il rischio di insorgenza di DCA attraverso l'aumento dell'autostima,
l'accettazione del proprio corpo, la possibilità di sperimentare occasioni di leadership, e l'apprendimento
di alcune strategie di coping (per resistere alle pressioni culturali che spingono all'adozione di
comportamenti alimentari restrittivi e ad una preoccupazione per l'immagine corporea).
Al programma hanno partecipato circa 500 studentesse di scuola media superiore; sono state misurate –
attraverso un questionario di autovalutazione (pre, post, e dopo 6 mesi) - le conoscenze delle ragazze,
l’immagine corporea e i comportamenti alimentari.
Al termine del programma sono state rilevate delle differenze significative tra il gruppo sperimentale e il
gruppo di controllo rispetto al livello di conoscenza, e al livello di auto-stima e soddisfazione rispetto a
peso e dimensioni corporee, e tali differenze si sono mantenute nei successivi 6 mesi.
I comportamenti alimentari, invece, non hanno subito alcuna modifica (le ragazze continuavano a saltare
occasionalmente i pranzi e a far dieta).
UTILIZZO: Materiale utile per identificare punti di forza e di debolezza (cosa funziona e cosa no) negli
interventi di prevenzione dei DCA e promozione dell'autostima.
10
14.
J. Carter, D.A. Stewart, V.J.Dunn, C. Fairburn - Primary Prevention of Eating Disorders: Might it
Do More Harm than Good? - International Journal of Eating Disorders, 1997, n. 22, pp. 167 - 172
Gli autori hanno analizzato 6 interventi realizzati in ambito scolastico, che avevano l’obiettivo comune di
ridurre la prevalenza di quei comportamenti considerati precursori dei disturbi alimentari.
Comune era anche la metodologia:
- attività di informazione e discussione su argomenti quali natura e conseguenze dei DCA, ed effetti
deleteri di una dieta o di altri metodi per perder peso;
- attività di formazione per il potenziamento delle abilità per resistere alle pressioni sociali che spingono a
iniziare una dieta.
Alla fine di questi interventi, si è rilevato un incremento delle conoscenze, ma nessun cambiamento a
livello comportamentale.
Alla luce di ciò, gli autori hanno progettato un intervento analogo a quelli analizzati, cioè di tipo educativoinformativo, con l’integrazione di procedimenti desunti dalla teoria cognitivo-comportamentale: alle lezioni
in aula e ai gruppi di discussione si affiancava un’attività in cui gli studenti valutavano i propri
comportamenti alimentari in base ai principi del cognitivismo.
I dati sono stati raccolti attraverso questionari di autovalutazione (somministrati in forma pre e post, e 6
mesi dopo); sono stati usati anche due test valicati per misurare i tratti dei DCA.
Per quanto riguarda i risultati, l’intervento ha prodotto inizialmente un aumento delle conoscenze, ed una
riduzione di "tratti DCA".
Durante il follow up a 6 mesi, il livello di conoscenze restava alto, ma il livello di tratti DCA era ritornato
al livello iniziale, e inoltre erano aumentate le ragazze che si sottoponevano a una dieta.
I risultati erano stati dunque addirittura controproducenti!!
UTILIZZO: materiale utile a riflettere sull'opportunità di utilizzo di un approccio meramente informativo
per la prevenzione dei DCA
15. C. Covri, U. Nizzoli (a cura di) "Prevenzione, assessment e trattamento dei disturbi del
comportamento alimentare presso il sistema DCA dell'Az. USL di Reggio Emilia", (documento
scaricabile all'indirizzo http://www.pol-it.org/ital/riviste/personalita/covri/htm)
L'articolo ripercorre le motivazioni cliniche e organizzative che hanno indotto alla costituzione di un punto
unico di accesso multidisciplinare presso l'Azienda USL di Reggio Emilia, deputato specificamente alla
cura dei disturbi del comportamento alimentare. Il punto focale è l'ipotesi che un intervento
multidiciplinare e multimodulare abbia maggiore efficacia nella individuazione e cura di problematiche
multicausali come i dca. Centrali sono pertanto le connotazioni organizzative multidisciplinari de Sistema
DCA (inteso come condisione e scambio di competenze tra i vari professionisti afferenti alle diverse
discipline), e l'esemplificazione della multimodularità dell'intervento.
Il Sistema DCA, inoltre, si è già attivato per realizzare diverse iniziative di prevenzione.
UTILIZZO: Materiale utile a constestualizzare gli interventi di prevenzione all'interno di
un'organizzazione "a rete" dei servizi
11
16. Progetto Regionale Dipendenze Dip & Doc - Ricerca -azione sui Disturbi del comportamento
alimentare in provincia di Reggio Emilia, a cura del Centro Studi Ser.T. Ausl Reggio Emilia
(documento scaricabile da http://www.regione.emilia -romagna.it/tossicodipendenze/dipdoc/r1reggio2.htm)
L'azienda USL, in collaborazione con l'Arcispedale Santa Maria La nuova, ha istituit o nel 1999 il Sistema
DCA, il servizio per la prevenzione, diagnosi e cura della bulimia, che ha impiantato una ricerca allo scopo
di comprendere le preoccupazioni e le risorse di famiglie, educatori e adolescenti rispetto ai disturbi del
comportamento alimentare.
Altro intento era ottenere dati precisi sulla diffusione del fenomeno tra i giovani della provincia.
La ricerca ha previsto la somministrazione di questionari a gruppi rappresentativi, interviste a testimonial
significativi, focus group.
UTILIZZO: materiale utile a riflettere sulle possibile influenze sociali rispetto all'insorgere di un DCA
ESEMPI DI BUONA PRATICA
17. J.A. O'Dea, S. Abraham - Improving the body image, eating attitudes, and behaviors of young male
and female adolescents: a new educational approach that focuses on self-esteem. International
Journal of Eating Disorders, 2000, n. 28, pp. 43 - 57
Questo studio esamina gli effetti di un programma educativo focalizzato sull'autostima, che ha l'obiettivo di
influenzare le attitudini verso l'immagine corporea e i comportamenti alimentari, destinato agli alunni e alle
alunne della scuola media superiore.
Vi hanno partecipato 470 studenti volontari, suddivisi in gruppo sperimentale e gruppo di controllo.
La metodologia era di tipo interattivo ed esperienziale.
I risultati dimostrano che questo tipo di intervento aumenta significativamente il livello di soddisfazione
rispetto al proprio corpo, e produce cambiamenti significativi rispetto al livello di autostima e alla
percezione di sé degli adolescenti, inclusi quelli considerati "a rischio": a seguito della partecipazione al
programma gli studenti hanno riferito che l'accettazione sociale (accettazione da parte dei pari e
popolarità), l'aspetto fisico e "l'abilità atletica" erano diventati meno importanti per loro e dunque meno
"critici". Ciò vuol dire che è possibile modificare la sensibilità/l'atteggiamento dell'adolescente verso la
pressione dei pari e le norme culturali che regolano l'immagine corporea.
Gli adolescenti del gruppo sperimentale, inoltre, non adottavano alcun comportamento alimentare
restrittivo, a differenza di alcuni dei ragazzi del gruppo di controllo.
Un anno dopo l'intervento, alcuni cambiamenti concernenti i comportamenti alimentari erano ancora
presenti.
Gli autori concludono con una riflessione: lo studio è stato efficace nel produrre cambiamenti negli studenti
(a livello di soddisfazione nei confronti del corpo, immagine corporea, atteggiamenti alimentari, e
comportamenti inerenti la perdita di peso) poiché era centrato sui cambiamenti a livello di autopercezione e
valori.
Il valore di questo approccio sta nell'identificazione di aspetti positivi del sé, che risulta più efficace
rispetto alla trasmissione di messaggi negativi (quali, ad esempio, le conseguenze delle diete).
UTILIZZO: Materiale utile a impostare un intervento efficace di prevenzione dei DCA in ambito
scolastico, per adolescenti.
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18. E. Stice, A. Chase, S. Stormer, A. Appel - A randomized trial of a Dissonance-based eating disorde r
prevention program. International Journal of Eating Disorders, 2001, n. 29, pp. 247 - 262
Dopo aver esaminato alcuni programmi preventivi di tipo psicoeducativo, e aver riflettuto sui motivi della
loro inefficacia, gli autori hanno sviluppato e valutato un intervento basato sulla Dissonanza (che afferisce
al modello cognitivo-comportamentale), destinato alle popolazioni "a rischio" (adolescenti con bassa
autostima ed elevati livelli di ansia).
Sono state selezionate 87 ragazze con preoccupazioni legate alla propria immagine corporea, suddivise in
due gruppi (il gruppo sperimentale ha partecipato all'intervento, l'altro faceva parte del gruppo di controllo
che lavorava sul controllo del peso): alle partecipanti del primo gruppo, è stato chiesto di eseguire una serie
di attività (esercizi orali, scritti e comportamentali) imperniate su una sorta di revisione critica dell' "ideale
della magrezza".
Sono state effettuate delle misurazioni prima e dopo l'intervento, e 4 settimane dopo l'intervento.
Le ragazze del gruppo sperimentale hanno riportato una diminuzione rispetto all'interiorizzazione dell'
"ideale di magrezza", nonchè minore insoddisfazione per il proprio corpo, e minor tendenza ad una dieta
alimentare restrittiva.
Questi risultati preliminari, in correlazione con i risultati di altri studi, dimostrano che gli interventi basati
sulla dissonanza - e, in misura minore, gli interventi basati sul controllo del peso - possono ridurre i fattori
di rischio per i disturbi alimentari e attenuare i sintomi bulimici.
UTILIZZO: Materiale utile a impostare in maniera corretta da un punto di vista metodologico un
intervento efficace di prevenzione dei DCA in ambito scolastico, per adolescenti.
SITI WEB
19. http://www.epicentro.iss.it/problemi/anoressia/link.htm
Il sito contiene anche una sezione specificamente dedicata ai disturbi del comportamento alimentare,
impostata in maniera analoga alla sezione sull'obesità: pagina introduttiva di inquadramento generale del
problema (con particolare riferimento agli aspetti epidemiologici, diagnostici e trattamentali) e sottosezioni
("Studi", "Progetti", "Link utili")
UTILIZZO: sito utile ad approfondire l’argomento trattato.
20. http://www.centrostudigruppoabele.org
E' il sito dell'associazione Gruppo Abele, tra i servizi offerti vi è la "biblioteca" che fornisce "bibliografie
ragionate" e aggiornate (un elenco dettagliato di articoli di riviste, ricerche, studi e recensioni di testi
consultabili direttamente presso la sede dell'associazione torinese) su alcuni temi cui "disturbi alimentari".
UTILIZZO: sito utile per reperire documentazione aggiornata su tutto quanto attiene i disturbi del
comportamento alimentare
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21. http://www.thecommunityguide.org/pa/default.htm
Epicentro.it descrive così il presente sito: “la Guide to Community Preventive Services, meglio nota come
‘Community Guide’, è una revisione degli studi effettuati sull’efficacia degli interventi di prevenzione,
realizzata da una Task Force statunitense. La Community Guide rappresenta una pubblicazione importante
per chiunque si occupi di prevenzione basata sulle prove di evidenza: in essa confluiscono le
raccomandazioni della Task Force statunitense su argomenti di grande importanza per le agenzie di salute
pubblica sul fronte degli interventi di prevenzione. I diversi capitoli contengono infatti un riassunto di ciò
che si sa sull’efficacia, e sull’efficacia in relazione ai costi, degli interventi messi in atto per promuovere la
salute, per prevenire malattie, ferite, lesioni gravi e morti premature, oltre all’esposizione a rischi
ambientali. E’ dunque chiaro che si tratta di un ingente lavoro che alla fine toccherà moltissimi temi, tra cui
l’attività fisica.
UTILIZZO: sito utile per ottenere dati aggiornati rispetto le evidenze di efficacia inerenti ai diversi temi
della promozione della salute.
22. http://www.psych.org
Sito dell'Associazione psichiatri americani (American Psychiatric Association), ha una sezione dedicata ai
problemi delle malattie e dei disturbi alimentari. Nella sezione "Diagnostic and Statistical Manual of
Mental Disorders (DSM) vengono date le definizioni e le classificazioni di casi. Inoltre, pubblica rapporti e
Linee Guida per diagnosi e trattamento.
Infine, è possibile accedere direttamente dal sito ad alcuni giornali on line, tra cui "The American Journal
of Psychiatry".
UTILIZZO: materiale utile per reperire linee guida ufficiali su diagnosi e trattamento dei DCA.
23. http://www.nice.org.uk
Sito di un'istituzione sanitaria speciale britannica (National Institute for Clinical Excellence - NICE), nata
nel 1999 con l'obiettivo di elaborare e fornire ai pazienti linee guida sulle "best practice" da attuare nei
diversi campi clinici. Ha pubblicato, insieme alla British Psychological Society e al National Collaborating
Centre for Mental Health, le linee guida per il trattamento dei disturbi alimentari.
UTILIZZO: materiale utile per reperire linee guida ufficiali su diagnosi e trattamento dei DCA.
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Viene qui di seguito fornito un elenco di alcuni siti stranieri, che fanno capo ad alcune associazioni private
sulle quali non abbiamo al momento informazioni precise, ma che sembrano comunque interessanti per
capire "cosa si muove" intorno all'"universo DCA"
http://www.edauk.com
Sito di un'associazione britannica (EDA - Eating Disorders Association) con materiali informativi,
statistiche e rapporti sul trattamento e sui costi sociali ed economici dei disturbi alimentari. EDA è
particolarmente attiva nel promuovere azioni di supporto, gruppi di ascolto, organizzazione di eventi,
nonché occasioni di formazione per operatori.
http://www.anad.org
Sito di un'organizzazione no profit americana (National Association of Anorexia Nervosa and Associated
Disorders - ANAD), impegnata in attività di sostegno con persone affette da disturbi del comportamento
alimentare, ma anche in programmi informativi e preventivi all'interno delle scuole. L'ANAD si occupa
infine di formazione e aggiornamento degli operatori sanitari impegnati nel settore.
http://www.nationaleatingdisorders.org
Sito del NEDA (National Eating Disorders Association) ha lo scopo dichiarato di "aumentare le
conoscenze sui disturbi alimentari, promuovere l'accesso a trattamenti di qualità per le persone affette e
sostenerne i familiari, attraverso attività educative di ricerca e di advocacy".
Sono presenti diverse sezioni (informazioni generali sui disturbi alimentari; notizie sui principali
trattamenti e riferimenti territoria li; attività di ricerca e programmi di formazione)
http://www.cfah.org
E il sito del Center for the Advancement of Health, un'organizzazione nonprofit che si prefigge di far
riflettere sull'influenza che i fattori psic ologici, comportamentali, economici e ambientali hanno sulla salute
e sulla malattia. Scopo dichiarato del Centro è "tradurre nella pratica e nella politica le evidenze che
possono condurre al miglioramento e al mantenimento della salute pubblica e individuale".
Nella sezione "Facts of life" (vol 7, numero 11) viene trattata la prevenzione dei disturbi alimentari nei
bambini statunitensi, attraverso un'intervista con un professionista del settore che sottolinea il collegamento
tra disturbi del comportamento alimentare e determinati fattori di rischio, e analizza alcuni programmi di
prevenzione svolti nelle scuole.
Nella stessa sezione, in un'altra intervista si discute di "anoressia atletica", sottolineando il pericoloso
collegamento tra un'attività atletica compulsiva e l'insorgenza di un DCA.
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