Gruppo di lavoro : Inf. Emanuele Bascelli “Chi cerca conferme le trova sempre.” (Karl Popper) Premessa “Indagare e dubitare sono, fino ad un certo punto, termini sinonimi. Noi indaghiamo quando dubitiamo; ed indaghiamo quando cerchiamo qualcosa che fornisca una risposta alla formulazione del nostro dubbio.”(John Dewey da "Logica come teoria dell'indagine") Quale più appropriato intervento è attuabile per realizzare un programma mirato per la riduzione dell’insorgenza dei disturbi nutrizionali? Indubitabilmente è un quesito rilevante e irto di ostacoli. Ad oggi i disturbi alimentari rappresentano, nel panorama mondiale, un’ enorme problema, in questi ultimi anni la sua silenziosa crescita esponenziale ha letteralmente travolto gran parte dello scenario delle discipline cliniche, spostando chiaramente l’interesse dell’opinione pubblica, quella social politica e dei mass media. Una malattia che pone in vera difficoltà tutto il sistema gestionale sanitario, sia dal punto di vista organizzativo che quello economico. In Italia la cura e la diagnosi dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) è condizionata fondamentalmente da tre problemi: 1(Dalle Grave “Alle mie pazienti dico…”) 1. 2. 3. disinformazione; limiti conoscitivi delle cure e dei trattamenti precoci; mancanza di programmi e assenza di centri specializzati sul territorio. Alcuni studi di ricerca sulla prevenzione attualmente presenti hanno affrontato in maniera esplicita, ma differente, il problema dei disturbi alimentari, valutando quali potessero essere i migliori programmi di prevenzione di tali disturbi. Strategie per la prevenzione dei disturbi alimentari in età adolescenziale; valutare e determinare quale intervento migliore è applicabile nella pratica per la riduzione dell’insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare. Introduzione I primi sintomi dei DCA (disturbi del comportamento alimentare) insorgono in età evolutiva (età inferiore ai 18 anni), in letteratura scientifica, il tasso di incidenza tende ad aumentare mentre l’età di insorgenza tende sempre più ad abbassarsi, coinvolgendo in particolare la fase della pre-adolescenza. Conseguenza logica di tale evidenza è la necessità di attuare interventi di prevenzione dei DCA rivolti ad adolescenti e preadolescenti, individuando le azioni vincenti. Negli anni ’90, gli interventi di prevenzione su base empirica realizzati all'interno dei contesti scolastici (Carter et al. 1997) hanno avuto tutti un obiettivo comune: aumentare le conoscenze sui DCA 1 e su una sana alimentazione, per modificare atteggiamenti e comportamenti alimentari scorretti. Anche la metodologia era comune: una strategia informativa con lezioni d'aula su DCA e argomenti correlati (i pericoli potenziali di un regime calorico restrittivo, i corretti comportamenti alimentari, la costruzione dell'immagine corporea, e le aspettative rispetto ad un "corpo perfetto"). I risultati di questi interventi hanno dimostrato che l'approccio preventivo basato sull'informazione aumenta le conoscenze sui DCA e sull’alimentazione, ma ha scarse probabilità di influenzare credenze e motivazioni sottostanti. Tale approccio si è dimostrato inefficace anche rispetto al miglioramento dell'immagine corporea (le adolescenti continuano ad avere una percezione errata/distorta delle proprie dimensioni corporee e a perseguire un'immagine ideale), e alle modifiche dei comportamenti alimentari delle adolescenti. Come dimostrano alcuni autori (Carter, Stewart, Dunn e Fairburn, 1997) questo tipo di approccio può persino essere dannoso proprio perché aumenta la conoscenza degli adolescenti rispetto ai DCA: la trasmissione di informazioni può infatti creare effetti avversi come la "normalizzazione" dei DCA, e stimolare le/gli adolescenti a sperimentare le pratiche nocive di cui si è discusso durante l'intervento (vomito, uso di lassativi, ecc.). L'inefficacia dei progetti di prevenzione dei DCA basati su un approccio educativo-informativo, rivolti agli adolescenti e realizzati nel contesto scolastico, che ampliano effettivamente il livello di conoscenze, ma non producono cambiamenti comportamentali o attitudinali, può essere dovuta ad alcuni "punti deboli" dell'approccio, quali: il rivolgersi in maniera indiscriminata a tutti i ragazzi; il mancato coinvolgimento dei partecipanti dal punto di vista emotivo. A questi progetti, si è affiancato un nuovo approccio probabilmente innovativo per contenuti e metodologia (descritto da Austin in uno studio del 2000), il cui obiettivo è “migliorare l’immagine corporea lavorando sull’autostima”,con risultati che sembrano più promettenti. Questo nuovo approccio si basa sull'assunto che attraverso un miglioramento dell'autostima (individuato da più studi come "fattore protettivo" rispetto all'insorgenza dei DCA) è possibile influire positivamente sull'immagine corporea e sui comportamenti alimentari delle/degli adolescenti, realizzando interventi all'interno dell'ambiente scolastico. I progetti di prevenzione dei DCA basati sull'autostima sono interventi di promozione della salute, che mirano a identificare e potenziare aspetti positivi del sé allo scopo di produrre dei cambiamenti a livello di auto-percezione e valori (quali, ad esempio, norme culturali che regolano l'immagine corporea), per giungere infine alla modifica di comportamenti alimentari e nutrizionali. Obbiettivo Il nostro obbiettivo è stato nel ricercare e di reperire documenti in grado di rispondere alla nostra istanza, in particolare osservare le fonti disponibili che analizzassero anche con una comparazione scientifica i programmi di prevenzione dei disturbi alimentari. Questo studio specifico e rigoroso deve poter far emergere le differenti e significative valutazioni, in particolare metodi strategici e utilizzabili per e nella pratica quotidiana. P: adolescenti a rischio di disturbi del comportamento alimentare I: programmi di prevenzione per i disturbi del comportamento alimentare C: O: interventi di prevenzione, riduzione e insorgenza disturbi del comportamento alimentare M: revisioni sistematiche con meta-analisi, RCTs Criteri di selezione 2 Sono stati considerati le revisioni sistematiche con meta-analisi ed RCTs pertinenti all’argomento della ricerca. Strategia della ricerca La nostra analisi strategica è stata avviata dall’esame delle parole chiave più appropriate, ed un aiuto fattivo ed indiscutibile ci stato dato dalla funzione vocaboli del Medline MeSH® Database. Dal server Medline PubMED®, nello specifico MeSH® Database, abbiamo avviato la nostra prima ricerca, con le parole chiave combinate tra loro: "Eating Disorders"[Mesh] AND "Adolescent"[Mesh] AND "prevention and control” Mentre sul motore di ricerca Cinahl i risultati apprezzabili sono stati inserendo come chiavi di ricerca combinate tra loro: "Eating Disorders AND "Adolescent AND "prevention” I data base utilizzati sono stati Cochrane, Medline, Cinahl, Embase, e una successiva presa in esame dei motori di ricerca sulle linee guida, National Guidelines Clearinghouse, Sign (Scottish® Iintercollegiate Guidelines Network) ,e Server di revisioni sistematiche Joanna Briggs Institute for Evidence Based Nursing, e Trip Database. Tabella Data Base Stringa limiti Documenti trovati Selezionati Estremi e link 25 1(R) BM Pratt and SR Woolfenden Interventions for preventing eating disorders in children and adolescents Year: 2002 http://www.mrw.inters cience.wiley.com/coch rane/clsysrev/articles/C D002891/frame.html BM Pratt and SR Woolfenden Cochrane Database of Systematic Reviews 2007 Issue 1 31 0 PMW Bath, FJ BathHextall, DG Smithard Interventions for preventing eating PMW Bath, FJ Bath-Hextall, DG Smithard Eating disorders Cochrane Collaboration Medline Cinahl "Eating Disorders"[Mesh] AND "Adolescent"[Mesh ] AND "prevention and control "[Subheading] AND ("2002/07/06"[PDa t] : "2007/07/04"[PDat ] AND "humans"[MeSH Terms] AND (English[lang] OR Italian[lang]) AND Clinical Trial[ptyp] AND "adolescent"[MeS H Terms]) Eating Disorders AND adolescent AND prevention 3 1 Autori 3 disorders in children and alolescents Year: 2002 Pratt BM; Cochrane Library, 2006 (4) (journal article research, systematic review) CINAHL AN: 2009358144 http://web.ebscohost.co m/ehost/detail?vid=12 &hid=20&sid=6c1323f 8-e2ae-4a32-b0d3b3d489a5449d%40sess ionmgr2 Embase ('prevention'/exp OR 'prevention') AND adoloscent AND disordes AND ('eating'/exp OR 'eating') 0 0 3 0 0 0 0 0 Eating disordes National Guidelines Clearinghouse Sign Linee guida (Scottish® Iintercollegiate Guidelines Network) Trip DataBase Eating disorder and prevention and adolescent Risultati della ricerca Discussione Nel sondare le fonti abbiamo incontrato non sufficienti studi che rispondessero oggettivamente e direttamente, alla nostra domanda. Ricordiamo che il nostro obiettivo principale è stato quello di poter recuperare uno studio che affrontasse in maniera meta-analitica il nostro argomento. Sicuramente una risposta affermativa è emersa immediatamente quando abbiamo esaminato il database del Cochrane. Fortuna volle che al primo colpo abbiamo ottenuto una esauriente e interessante review, anche se datata anno 2002. Oltremodo in relazione all’età non ineccepibilmente recente del nostro documento, abbiamo cercato di scovare un altro studio di recente pubblicazione, ma presente come oggetto di analisi nella review del Cochrane in oggetto, questa nuova ricerca doveva permetterci di ottenere un altro nuovo e aggiornato studio e quindi un nuovo termine di confronto. Quindi abbiamo ri-analizzato un nuovo quesito di background: Prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare in età adolescenziale con programmi mirati all’approccio diretto e al miglioramento dell’autostima. …E il nostro nuovo PICOM: P: adolescenti a rischio di disturbi del comportamento alimentare individuate mediante BMI, test psicodiagnostici I: programmi di autostima per la prevenzione ai disturbi del comportamento alimentare C: 4 O:prevenzione e insorgenza dei disturbi del comportamento alimentare M: RCTs La ricerca è stata effettuata su Medline PubMED®, utilizzando le parole chiave: eating disorder, body mass index, adolescent, self-esteem. I risultati sono stati cospiqui, ma non pertinenti per l’età anagrafica degli individui considerati negli studi, dato che nessuno studio riguardava l’età adolescenziale. Risultati della ricerca Implicazioni per la pratica Dall’analisi combinata dei trials, effettuata dalla revisione sistematica della Cochrane, l’unico dato che emerge è l’effetto della discussione e dell’analisi critica dei messaggi offerti dai media rispetto alla immagine corporea, che sembra produrre benefici in termini di protezione rispetto ai disturbi alimentari. Tuttavia questo effetto è emerso attraverso dei cluster RCT: l’effetto in essi osservato può essere stato determinato, non solo dall’intervento offerto, ma anche dal contesto culturale in cui esso è stato erogato. Si tratta di un bias connaturato a questo tipo di disegno e per questo ineliminabile. Nonostante ciò, interventi rivolti alla popolazione adolescenziale, in cui vengano proposti riferimenti corporei diversi da quelli univoci proposti dai mass media possono rappresentare iniziative utili, come fattore protettivo per l’insorgenza dei disturbi alimentari. Bibliografia BM Pratt and SR Woolfenden Interventions for preventing eating disorders in children and adolescents (Review) The Cochrane Collaboration Cochrane Database of Systematic Reviews 2006 Issue 4 Riccardo Dalle Grave Alle mie pazienti dico…Informazione e auto-aiuto per superare i disturbi del comportamento alimentare Ed.PositivePress 2006. Pokrajac-Bulian A, Zivcić-Becirević I, Calugi S, Dalle Grave School prevention program for eating disorders in Croatia: a controlled study with six months of follow-up Eat Weight Disord. 2006 Dec;11(4):171-8. PMID: 7272946 [PubMed - indexed for MEDLINE] Committee on Adolescence Identifying and treating eating disorders. PEDIATRICS Vol. 111 No. 1 January 2003, pp. 204-211 Päivi Rantanen Eating disorders among children and adolescents 2004 Jun (revised 2005 Feb 8) Simona Argentieri, Stefania Rossigni La fatica di crescere Ed. Frassinelli 1999 5