Questo opuscolo informativo è stato realizzato sotto l’egida delle organizzazioni membre del gruppo di coordinamento della campagna svizzera per l’anno internazionale dell’igiene sanitaria. Chi sono questi sette partner? – La Direzione per lo Sviluppo e la Cooperazione (DSC) è il centro di competenza della Confederazione per la cooperazione internazionale, la cooperazione multilaterale, la cooperazione allo sviluppo con i paesi del sud e dell’est e l’aiuto umanitario. – Il Segretariato di Stato all’Economia (SECO) è il centro di competenza della Confederazione per tutte le questioni inerenti alla politica economica, inclusa la cooperazione e lo sviluppo economico con i paesi del sud e dell’est. – L’Ufficio Federale dell’Ambiente (UFAM) è il servizio federale competente in materia di protezione dell’ambiente. Si occupa, tra l’altro, della qualità delle acque dei laghi e dei fiumi nonché della falda freatica; assicura inoltre la loro protezione contro possibili inquinamenti. – L’Ufficio Federale della Salute Pubblica (UFSP) contribuisce in modo determinante a garantire alla popolazione un elevato livello di salute. L’Istituto federale di ricerca sull’acqua (EAWAG), appartenente ai politecnici federali, è un istituto di punta della ricerca a livello mondiale, in particolare nel campo dell’igiene sanitaria e della salute degli ecosistemi acquatici. L’Associazione svizzera dei professionisti della protezione delle acque (VSA) si pone come obiettivo il miglioramento della tecnica di depurazione delle acque luride e di protezione delle acque in genere. Il gruppo romando dei gestori di impianti di depurazione delle acque (GRESE) ha come obiettivo il miglioramento delle capacità tecniche del personale responsabile degli impianti di depurazione mediante la formazione continua, e la creazione di una rete di interscambio di informazioni professionali. 2 Sapevate che la mancanza di latrine genera più morti dell’AIDS? ............................................................................... 4 Nel ventunesimo secolo un terzo dell’umanità vive senza latrine ............................................................................. 6 Risultati spettacolari grazie a soluzioni semplici e grande impegno sociale............................................................... 8 La Svizzera beneficia di un’igiene sanitaria tra le migliori al mondo ................................................................. 11 Strutture da risanare e microinquinanti: due grandi sfide per la Svizzera .................................................... 12 Scienza e presa di coscienza per lottare contro i nuovi inquinanti ................................................................ 13 L’igiene, una virtù a lungo ignorata dagli svizzeri… .................. 14 L’igiene sanitaria: una questione che concerne tutti! .................. 15 Concezione e redazione: Julie Bergamin, Barbara Fournier (DDC) Realizzazione e maquette: Agnès Montangero, Martin Läng Traduzione: Silvia Lafranchi Pittet Fotografie, illustrazioni: Copertina: Alain Herzog; pagina 5: campagna del «Water Supply & Sanitation Collaborative Council» per l’anno internazionale dell’igiene sanitaria www.wsscc.org; pagine 7, 12 e 16: Robert Schmid www.3wimage.com; pagine 8 e 15: Urs Heierli; pagina 9: DSC; pagine 10 (sotto) e 13: VSA; pagina 10 (sopra): Keystone; pagina 14: «Von der Schissgruob zur modernen Stadtentwässerung» de Martin Illi e Hansruedi Steiner - edizione Neue Zürcher Zeitung Stampa: Niedermann Druck AG, CH-9000 St.Gallen stampato su 100% carta riciclata Copyright: © DSC/Campagna svizzera per l’igiene sanitaria, 2008 3 Avere a disposizione dei gabinetti è per noi cosa ovvia. Fognature e impianti di depurazione fanno ormai talmente parte del mondo moderno che nessuno più ci bada. Eppure oggi, nel ventunesimo secolo, 2,6 miliardi di persone, ossia circa il 40% della popolazione mondiale, non ha accesso a nessun tipo di servizio igienico. Servizi che non sono certo un lusso, se si pensa che ogni venti secondi muore un bambino al di sotto dei cinque anni, a causa di una malattia diarroica dovuta alla mancanza d’igiene e di acqua potabile. In termini di numero di decessi è una realtà ancora più drammatica dell’AIDS o di tutte le guerre dal 1945 ad oggi! Questa catastrofe silenziosa avviene lontano dagli sguardi del mondo e si vede spesso relegata nel retro bottega dei programmi politici. Qualcosa cambierà nel 2008. Al fine di attirare l’attenzione su ciò che considera una crisi mondiale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha decretato il 2008 «anno internazionale dell’igiene sanitaria» e ha lanciato una campagna mondiale su questo tema. La questione è urgente perché l’igiene sanitaria è la chiave di volta dello sviluppo. Come ridurre la povertà e la fame nel mondo, migliorare la salute e l’educazione, proteggere le fonti idriche fin tanto che una persona su due nel sud del mondo non ha accesso a installazioni sanitarie di base? Dieci miliardi di dollari è il prezzo da pagare ogni anno affinché nel 2015 la metà delle persone che vivono in condizioni insalubri abbia accesso in modo durevole all’acqua potabile e a installazioni sanitarie di base. Se questo ritmo fosse mantenuto per 10-20 anni, tutti gli esseri umani beneficerebbero finalmente di strutture igienico-sanitarie. Purtroppo siamo ancora lontani da questo traguardo. Eppure dieci miliardi di dollari non sono poi così tanti: è quanto gli europei spendono ogni anno in gelati… 4 Il nostro paese contribuisce alla campagna mondiale e lancia una campagna anche sul proprio territorio per sensibilizzare e mobilitare i suoi cittadini. La campagna svizzera, realizzata grazie alla collaborazione di molti partner pubblici e privati, si fonda su quattro appelli che danno forma a una piccola «guida all’igiene sanitaria»: L’igiene sanitaria ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo socio-economico della Svizzera e nella prevenzione delle grandi epidemie. Neanche un secolo fa era ancora normale vivere in Svizzera in condizioni igieniche poverissime. La speranza di vita era allora di quarant’anni, mentre oggi ha superato la soglia degli ottanta. Questo aumento spettacolare è dovuto, tra l’altro, alla creazione di sistemi di evacuazione delle acque luride e di depurazione delle stesse. Il 97% della popolazione svizzera è allacciata a un impianto di depurazione mediante un sistema di fognature. Nondimeno, sono necessari investimenti a lungo termine per mantenere una rete fognaria di qualità e per affrontare le nuove minacce che potrebbero pesare sul sistema igienicosanitario, come ad esempio i microinquinanti. Nell’era di internet, per soddisfare i propri bisogni vitali un terzo dell’umanità si trova ogni giorno in condizioni miserabili, condizioni che mettono in pericolo la stessa sopravvivenza e privano di dignità miliardi di persone. La mancanza di igiene sanitaria non è una fatalità: le tecnologie e le competenze necessarie sono già disponibili. Tutte le economie domestiche, le comunità, i governi locali e nazionali, la società civile e le imprese private devono agire insieme affinché installazioni sanitarie decenti siano alla portata di tutti, ovunque nel mondo. In Svizzera possiamo, a titolo collettivo o individuale, rendere possibili degli investimenti in questo senso. 5 Poster della campagna del «Water Supply & Sanitation Collaborative Council», per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sull’ampiezza di una catastrofe permanente che uccide due milioni di neonati e di bambini ogni anno. Il termine igiene sanitaria si riferisce a un sistema di raccolta, trasporto, depurazione ed eliminazione o riciclo delle urine e delle feci umane, come pure delle acque luride domestiche e industriali, attraverso impianti collettivi o installazioni singole. Anche le campagne di sensibilizzazione all’igiene fanno parte di questo concetto. Tra il 1990 e il 2004, oltre un miliardo di persone ha migliorato la propria esistenza grazie alla possibilità di accedere alle latrine. Rimangono altri 2,6 miliardi di poverissimi, per i quali andare al gabinetto è ancora impossibile. Attualmente nei paesi in via di sviluppo solo una persona su due ha accesso a un servizio igienico di base. Le regioni meno equipaggiate sono l’Africa sub-sahariana (37%), l’Asia meridionale (38%) e l’Asia orientale (45%). Lo si intuisce anche dal nome: l’igiene sanitaria ha a che fare con la salute. La mancanza di installazioni appropriate e l’impossibilità di vivere in condizioni igieniche adeguate causano una serie di malattie: diarrea, colera, tifo, epatite A e dissenteria. Malattie che uccidono due milioni di persone ogni anno, principalmente bambini di età inferiore ai cinque anni, ma che provocano anche gravi ritardi allo sviluppo fisico e mentale o forme di cecità. 6 Quali sono le ragioni di questa catastrofe permanente? Innanzitutto uno scarso interesse per la questione da parte di numerosi paesi in via di sviluppo, ma anche limitate risorse finanziarie a disposizione, un servizio di approvvigionamento e di smaltimento dell’acqua ancora insufficienti, pratiche igieniche inappropriate, in particolare nei luoghi pubblici come gli ospedali e le scuole. Mediante una migliore gestione dell’acqua potabile e una migliore igiene sanitaria, si potrebbero evitare un decimo di tutte le malattie mondiali! Alcuni studi specifici hanno dimostrato che un migliore accesso all’acqua potabile e una migliore igiene sanitaria ridurrebbero le malattie diarroiche del 25-37%. Acqua potabile in quantità sufficiente e installazioni sanitarie di base sono due condizioni imprescindibili per lottare efficacemente contro la povertà, la fame, la mortalità infantile, ma anche contro le discriminazioni di genere. In condizioni insalubri le donne e le ragazze sono particolarmente esposte a rischi, perchè la mancanza di latrine le obbliga a svolgere le funzioni fisiche in luoghi oscuri e poco sicuri. Se le scuole non sono provviste di gabinetti separati, molte famiglie rinunciano a mandare a scuola le bambine, a causa del rischio di stupro o di aggressione. L’accesso all’igiene sanitaria per tutti è un imperativo sia morale che etico, che deve essere ancorato nella cultura e nelle tradizioni di tutte le comunità del mondo. Si tratta di un’esigenza imposta dal rispetto dei diritti umani, poiché è in gioco la dignità di ogni donna, ogni uomo e ogni bambino della Terra. 7 Il notevole miglioramento della tecnica di costruzione delle latrine ha reso questi prodotti più accessibili. Nella foto la soletta delle latrine munita di un sifone di plastica. Il Bangladesh, uno dei paesi più poveri al mondo, ha fatto un notevole salto in avanti in materia di igiene sanitaria. Tre anni fa unicamente il 33% delle economie domestiche aveva accesso a installazioni sanitarie di base. Oggi questa cifra si avvicina all’80%! Questo spettacolare risultato è dovuto a una campagna di sensibilizzazione sociale condotta dal governo del Bangladesh in collaborazione con l’UNICEF. La campagna ha avuto il merito di far nascere nella popolazione un bisogno fino ad allora inesistente: pubblicizzando le latrine come prodotti desiderabili che aumentano il comfort e l’intimità dei clienti, è stato stimolato il mercato privato e questo ha portato sul mercato un’enorme quantità di modelli poco costosi concepiti localmente. Tuttavia, questi risultati non sarebbero stati raggiunti senza la partecipazione attiva di alcuni membri delle comunità locali. Alcune persone sono state rese responsabili di controllare le pratiche igieniche e scoraggiare le cattive abitudini in campo sanitario all’interno della propria comunità. Questa pressione sociale ha condotto a un progressivo cambio di mentalità. Grazie alla costruzione e all’installazione di gabinetti, è stata osservata una riduzione molto significativa dei casi di diarrea e delle relative spese mediche. In India il dottor Bindeshwar Pathak ha creato il movimento per l’igiene sanitaria Sulabh International Social Service Organization. Ha sviluppato tecniche a buon mercato per l’eliminazione degli escrementi umani nelle abitazioni e nei luoghi pubblici. In questo modo sono stati costruiti in India oltre un milione di gabinetti con acqua corrente destinati ad abitazioni private, e circa seimila gabinetti pubblici, la maggior parte dei quali situati in bidonvilles dove lo spazio a disposizione per la costruzione di latrine è ridotto. Sulabh ha sviluppato la tecnica del sifone idraulico, un sistema appropriato, finanziariamente abbordabile e culturalmente accettabile. Due litri d’acqua sono sufficienti per sciacquare gli escrementi. Questa tecnologia non richiede l’asportazione delle feci poiché dopo la decomposizione vengono utilizzate come fertilizzanti nell’agricoltura. 8 Le latrine costano da dieci a mille dollari in funzione della classe sociale cui sono destinate. Sulabh ha inoltre proposto programmi di formazione su due fronti: da un lato per permettere a coloro che prima erano incaricati di raccogliere le feci di trovare nuove possibilità d’impiego e dall’altro per insegnare alla popolazione locale a costruirsi i propri gabinetti da sé. Questo movimento ha riscontrato grande successo grazie alla sensibilizzazione della gente e alla partecipazione delle comunità locali che hanno svolto il loro ruolo molto seriamente, un ruolo essenziale per il miglioramento dell’igiene sanitaria. Alle porte del lago d’Aral, la città di Noukous subisce in prima fila le terribili conseguenze del prosciugamento del lago: diminuzione delle precipitazioni, tempeste di sale e aumento della salinità nella falda freatica causano una serie di malattie, tra cui alcune molto gravi. Iniziato nel 2000, un progetto di grande portata per la riabilitazione della rete fognaria della città ha permesso di migliorare sostanzialmente le condizioni di vita e la salubrità a Noukous. Bilancio dell’operazione, che si è conclusa nel 2007: sette stazioni di pompaggio, consegna e installazione di ventotto pompe, apporto di tecnologie adeguate, una formazione tecnica di alto livello per il personale locale. Il tasso di allacciamento delle abitazioni in città è raddoppiato, portandosi così al 61% delle economie domestiche. Questa iniziativa, sostenuta da un partenariato pubblico-privato su scala mondiale, è stata lanciata nel 2001 con un messaggio chiaro: «Lavatevi le mani con il sapone!». Studi recenti hanno dimostrato che lavarsi le mani in modo corretto è uno dei metodi più efficaci per prevenire la diarrea e le infezioni respiratorie. Da sola, questa pratica potrebbe ridurre i casi di diarrea del 50% e salvare almeno un milione di vite umane. Va detto che questo messaggio d’igiene di base deve costantemente essere ripetuto anche nei paesi industrializzati e a tutti i livelli della società, a cominciare dai bambini nelle scuole fino al personale ospedaliero. 9 10 42’000 Km di tubature per allacciare gli edifici alle canalizzazioni pubbliche; 47’000 Km di canalizzazioni pubbliche per portare le acque luride ai 759 impianti di depurazione: la rete fognaria elvetica è lunga due volte la circonferenza della Terra. Questa è l’infrastruttura che permette al 97% della popolazione svizzera di essere allacciata a un impianto di depurazione. Grazie a importanti investimenti, la Svizzera dispone oggi di un sistema d’igiene sanitaria esteso, sicuro ed efficace, tra i migliori al mondo. Tutto questo naturalmente ha un costo. Nel nostro paese il valore delle infrastrutture per l’igiene sanitaria ammonta a circa cento miliardi di franchi, ossia equivalente a quattro volte la costruzione delle gallerie del Lötschberg e del Gottardo. La fattura annua per la gestione e la manutenzione di queste infrastrutture ammonta a 1,7 miliardi di franchi. Secondo la legge federale sulla protezione delle acque (LPAc), i costi delle installazioni per l’evacuazione e la depurazione delle acque luride sono a carico di coloro che le producono (principio del «chi inquina paga»). In questa categoria entriamo tutti noi. E’ compito dei cantoni vegliare che la legge sia applicata; tuttavia, nella pratica, sono generalmente i comuni, o gruppi di comuni, a realizzare e gestire le installazioni necessarie all’evacuazione e al trattamento delle acque di scarico. In Svizzera la protezione delle acque è un settore che presenta molti successi. Grazie alla costruzione di infrastrutture adeguate e ad altre misure (quali l’abolizione dei fosfati nei detergenti a partire dal 1986, la definizione di zone di protezione delle acque sotterranee, il trattamento preliminare delle acque di scarico industriali e commerciali e la regolamentazione delle discariche di rifiuti) i segni visibili dell’inquinamento sono scomparsi. Solo i nostri nonni hanno conosciuto i divieti di balneazione! 11 Malgrado l’alta capacità di gestione dei problemi igienici ed ecologici, l’igiene sanitaria è oggi confrontata con nuove sfide. Le infrastrutture del sistema d’igiene sanitaria sono ormai vetuste: due terzi delle canalizzazioni sono state costruite cinquant’anni or sono e in alcune città esse superano perfino i cento anni di età. Queste canalizzazioni col tempo diventano permeabili e prima o poi cederanno. Se non si prenderanno misure adeguate di manutenzione delle infrastrutture, esse si deterioreranno e saremo sempre più confrontati con casi di inquinamento delle acque sotterranee. Ora si tratta di mettere a disposizione i mezzi finanziari necessari nell’ambito di un’azione pianificata a lungo termine. Ma soprattutto di essere innovativi: il sistema d’igiene sanitaria del futuro dovrà permettere di limitare i costi ed essere duraturo. E’ proprio alla qualità del sistema d’igiene sanitaria che dobbiamo il miglioramento notevole dello stato di salute dei fiumi e dei laghi svizzeri, durante gli ultimi trent’anni. Tuttavia, i procedimenti tradizionali di depurazione non riescono a eliminare alcune componenti contenute in molti prodotti di consumo. Accade che residui di sostanze chimiche, i microinquinanti, finiscano nelle acque di scarico. Queste sostanze sono presenti nelle medicine (antibiotici), nei prodotti fitosanitari, negli ormoni e in molti cosmetici (creme solari, profumi) e detergenti. Anche in piccole quantità alcune di queste sostanze hanno effetti nefasti sugli ecosistemi acquatici e sugli organismi che ci vivono, perturbando, per esempio, lo sviluppo sessuale dei pesci. 12 Oggi i metodi tradizionali per la protezione delle acque hanno raggiunto i propri limiti. La minaccia dei microinquinanti presenti nelle acque ci costringe a cercare soluzioni per migliorare il sistema d’igiene sanitaria. L’Ufficio Federale dell’Ambiente (UFAM) sta attualmente valutando diversi metodi per ridurre i quantitativi di microinquinanti che finiscono nelle acque attraverso la rete fognaria urbana. Un progetto pilota, battezzato «Stratégie MicroPoll» è stato lanciato nel 2006 a Regensdorf dall’Istituto federale di ricerca sull’acqua (EAWAG). I ricercatori hanno messo a punto un sistema di trattamento delle acque per mezzo dell’ozono, a completamento del procedimento tradizionale di depurazione, che dovrebbe eliminare anche i microinquinanti. Il progetto servirà a verificare l’efficacia del procedimento, a definire le esigenze tecniche e operative a livello dei singoli impianti di depurazione, e a stimare i costi. L’urina costituisce oggi una vera sfida per gli impianti di trattamento delle acque. Non rappresenta che l’1% del volume totale delle acque luride, ma contiene dal 50 all’80% di tutti gli elementi nutritivi evacuati dal corpo umano. Sono in corso degli studi per definire come separare l’urina alla fonte. Raccogliere, stoccare e trattare l’urina separatamente permetterebbe di ridurre notevolmente il lavoro degli impianti di depurazione e di restituire all’agricoltura elementi nutritivi quali l’azoto e il fosforo. In questo modo si eviterebbe di disperdere questi preziosi elementi nelle acque, nell’aria e nei fanghi degli impianti di depurazione. Lo sviluppo di queste tecniche è costoso e offre unicamente soluzioni riparatorie. Ma come lottare contro questo problema alla fonte? In quanto consumatori, dovremmo poter scegliere le medicine in funzione dei criteri di protezione delle acque e quindi disporre di una lista di prodotti farmaceutici e dei rispettivi rischi per l’ambiente. Gli svedesi hanno già accesso a un simile inventario, ma non ancora gli svizzeri. 13 Difficile credere che in Svizzera, dove la pulizia sembra oggi un valore nazionale, i nostri bisnonni vivevano ancora in condizioni di insalubrità totale! Verso la metà del diciannovesimo secolo, le feci venivano utilizzate come concimi e nessuno pensava a considerarle dei potenziali vettori di malattie infettive. Attualmente le canalizzazioni sotterranee sono utilizzate ovunque in Svizzera per l’evacuazione delle acque luride. Ma all’inizio del diciannovesimo secolo il nostro paese era ancora molto lontano da tutto ciò, sebbene fin dall’antichità si conoscesse il sistema di evacuazione delle acque mediante canali aperti o sotterranei e sebbene in alcuni casi in Svizzera si utilizzassero, fin dall’epoca romana, impianti per l’adduzione e per l’evacuazione di acqua. Fu soprattutto la paura delle epidemie e l’affermarsi del concetto di igiene che portò il nostro paese a sviluppare un vero e proprio sistema igienico-sanitario… La rivoluzione industriale portò a una forte concentrazione demografica nelle città, generando problemi ecologici e igienici importanti. Si scoprì che il colera si trasmette all’essere umano attraverso l’acqua e grandi campagne di salute pubblica portarono alla ribalta il concetto di igiene. Alla fine del diciannovesimo secolo la costruzione di un sistema fognario chiuso mise un termine definitivo alla propagazione del colera. Lo sviluppo socio-economico del paese era ormai cominciato. Fu così che iniziò in Svizzera una fase che durò diversi decenni durante la quale si costruì un’impressionante rete fognaria per l’evacuazione delle acque luride e a protezione delle acque limpide. Alla vigilia della prima guerra mondiale e grazie a investimenti colossali, l’acqua corrente in cucina e i gabinetti (in comune, sui pianerottoli dei condomini) entrarono a far parte della realtà quotidiana degli svizzeri. 14 Per migliorare le condizioni sanitarie di una parte del mondo, molti comuni svizzeri e molti servizi idrici si sono già impegnati in una rete di sostegno a progetti d’adduzione d’acqua in alcuni comuni del sud del mondo: www.solidariteausuisse.ch Da parte loro, molti cittadini e cittadine sostengono i progetti di igiene sanitaria che alcune ONG svizzere realizzano nei paesi poveri, con risultati concreti e misurabili. Sosteneteli anche voi: è anche grazie alla pressione incessante e crescente di tanti piccoli gesti che riusciremo insieme a vincere una delle grandi sfide umanitarie del ventunesimo secolo. Anche alcuni imprenditori si mostrano solidali e sostengono il Fondo Mondiale per l’igiene sanitaria creato dal «Water Supply and Sanitation Collaborative Council» (WSSCC) con sede a Ginevra. È un appoggio essenziale che permetterà di finanziare progetti di igiene sanitaria nei paesi in via di sviluppo e di realizzare miglioramenti concreti. Consultate il sito www.wsscc.org Avete domande pratiche? Desiderate approfondire un tema o essere informati sull’attualità? Visitate il sito internet: www.igiene2008.ch Gli abitanti di un villaggio in Bangladesh disegnano una planimetria del villaggio con le case, le latrine, i luoghi di defecazione a cielo aperto e le altre informazioni utili alla pianificazione delle installazioni sanitarie. 15