DOLINSKI BREG SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani Trieste - Distretto Est - Lega Domio - Strada della Rosandra 58 (040829681 GENNAIO 2009 Ma si poteva far meglio? Non tutti i sindacati, come è noto, hanno firmato gli ultimi contratti nazionali di lavoro, né accolto con giudizio positivo i provvedimenti del governo nazionale a contrasto della grave crisi in atto. A tutti i cittadini, ai lavoratori, ai pensionati chiediamo allora di riflettere: si poteva far meglio? Meglio un “piatto di lenticchie” subito? O meglio sarebbe invitare chi è stato troppo accondiscendente ad avviare un confronto serio e spostare risorse da investimenti di- scutibili (come ad es. il famigerato Ponte di Messina), da consulenze e favori vari, da sprechi di varia natura (ce ne sono tanti!), quantomeno ad interventi a sostegno dei cittadini più bisognosi. Ma senza dimenticare che, senza investimenti importanti in ricerca ed innovazione, sicuramente non potremo battere la concorrenza di paesi in cui i costi di produzione sono troppo inferiori a quelli nostri. Ancora, senza dimenticare che se non rivalutiamo il potere d’acquisto dei cittadini, a partire da stipendi e pensioni, la “spirale perversa” ci colpirà sempre più pesantemente: meno potere d’acquisto, meno consumi, meno produzione, significa meno occupazione. E, come sappiamo, il lavoro che non c’è sarà il dramma dell’anno appena iniziato! Noi della Cgil chiediamo a tutti di riflettere, di convincere quei sindacati e quei partiti che si sono dimostrati troppo timidi verso il governo che queste sono le priorità da affrontare per garantire a tutti un futuro più sereno. Non è mai troppo tardi! Il recupero dell’inflazione e le pensioni. Dai sogni e le fantasie (al tempo del Governo Prodi) alla dura realtà (del Governo B.) Con gennaio 2009 le pensioni aumenteranno del 3,3% Una buona notizia? Non proprio, dal momento che • l’Istat certifica un’inflazione che a fine anno si collocherà tra il 4,1 e il 4,5%; • i beni di prima necessità (i più consumati dagli anziani) hanno registrato un aumento superiore al 6%; • quindi subiamo una ulteriore perdita di Un suggerimento a Provincia e Comune Sarebbe opportuno rafforzare il divieto di transito per veicoli oltre un certo tonnellaggio e oltre una certa dimensione sulla strada provinciale che unisce Bagnoli alla basovizzana, dato che utilizzando il satellitare continuano, nonostante la nuova autostrada, a percorrerla causando ingorghi, cedimenti della carreggiata e costante pericolo, in particolare in curva, viste le loro dimensioni. Parole come pietre! Conflitto di Interessi? No, meglio dire: interessi privati in atti di ufficio! Garantismo o Giustizialismo? No, meglio dire: individuare chi viola le leggi ed applicare tutte le sanzioni previste! Leggi ad Personam? No, meglio dire: uso del potere a fini personali, contro quelli della collettività! potere d’acquisto. Oltre ad un meccanismo di rivalutazione più equo, continuiamo a pretendere la restituzione del drenaggio fiscale e un abbassamento delle aliquote Irpef. Ma anche maggior attenzione a chi sta perdendo il lavoro e a chi ha redditi tali da non consentire una vita dignitosa (lo dice la nostra Costituzione, che a sessant’anni dalla sua promulgazione, dimostra ancora tutto il suo valore). Illuminazione stradale Ricordiamoci! Abbiamo nuovamente sollecitato l’Anas, con la seguente lettera: “Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente.” Vittorio Foa “Su istanza di alcuni cittadini, Vi segnaliamo che nonostante ripetute sollecitazioni al riguardo rivolte tanto a Voi quanto all’Acegas ed al Comune di Trieste, notiamo il permanere dell’illuminazione anche durante le ore di sole sul tratto della superstrada, che ci risulta di Vostra competenza, che va da Largo Irneri ad oltre la Galleria di Servola. In un momento di ristrettezze economiche e di proclamata lotta allo spreco energetico, riteniamo giusto richiedervi un maggiore controllo ed una opportuna regolazione dei dispositivi automatici di accensione. In attesa di cortese cenno di riscontro … “ Attendiamo fiduciosi. “La cosa più tragica non è la malvagità dei cattivi, ma il silenzio dei giusti” Martin Luther King “Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare nella sostanza. Non vuole fare la Marcia su Roma e trasformare l’Aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? … Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.” Piero Calamandrei, Roma 11 Febbraio 1950 Cari lettori, questo vuol essere un ulteriore invito alla riflessione su due citazioni solo apparentemente distinte tra loro: in realtà il silenzio dei “giusti” è stato pagato lautamente. DOLINSKI BREG 2 GENNAIO 2009 AMBIENTE, ECOLOGIA, FONTI ENERGETICHE E RISPETTO DELLA NATURA Bilancio delle attività e progetti per il futuro Negli ultimi 50 anni l’impatto umano sulla Terra si è più che triplicato. È assolutamente necessario intervenire, e intervenire immedatamente, per salvaguardare e sostenere l’ambiente, se vogliamo consegnarlo almeno tale e quale alle future generazioni. Anche questa Amministrazione vuole lavorare in questa direzione e trovare, nel suo piccolo, il miglior modo per difendere l’ambiente che è la condizione primaria in assoluto per garantirte il futuro all’uomo e a tutte le altre specie. Su questo siamo tutti d’accordo, ma per fare ciò bisogna fare delle scelte che spesso possono essere scelte non facili e forse anche impopolari. Ma l’importante è capire perché devono essere fatte: servono pertanto non soltanto idee e risorse, sia finanziarie che umane, ma anche capacità di adattamento da parte di tutti, ed è proprio questo che come amministratori chiediamo a tutti, dipendenti e, in primis, cittadini. E qui voglio ringraziare poprio questi ultimi, soprattutto coloro che hanno creduto ai nostri progetti fin dall’inizio e oggi si sentono particolarmente appagati per aver fatto fino in fondo il loro dovere. Sto parlando del nostro progetto di raccolta differenziata porta a porta che abbiamo fatto partire non in modo molto felice, in quanto, con quel poco che abbiamo, l’abbiamo fatto tutto da soli e forse c’è stata poca comunicazione con l’utenza, ma sono sicura che grazie anche al senso civico dei nostri cittadini, questa lacuna sia stata riempita e oggi forse possiamo dire di avercela fatta. Possiamo vantarci di essere stati i primi in tutta la provincia di Trieste che abbiamo intrapreso questa direzione proprio nel momento in cui in parecchie parti d’Italia si sono verificate situazioni di emergenza rifiuti. E sono state proprio queste che hanno spronato questa amministrazione a voler andare avanti, e sono state proprio queste a sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche. Abbiamo dunque voluto attuare proprio questo tipo di raccolta che, se ben organizzata, consente di ridurre di molto la produzione di rifiuti. Devo precisare che fino a due anni fa il nostro comune attua- Fulvia Premolin Sindaco del Comune di San DorligoDolina va la raccolta differenziata con i cassonetti stradali e raggiungeva neanche il 20% di differenziata, il che vuol dire essere molto lontani dalle quote fissate dalla normativa vigente. Oggi possiamo dire di aver raggiunto quasi il 45% (l’obiettivo di legge, NdR) e speriamo che nel prossimo futuro potremo senz’altro contenere le spese del servizio. Dal prospetto apparso qualche mese fa sul quotidiano Il Piccolo possiamo leggere chiaramente che la tassa sui rifiuti nel comune di Trieste è la più alta di tutti i comuni capoluogo in Italia: ammonta 231 € contro, per esempio, i 124 € del comune di Gorizia che rispecchia in un certo modo anche la nostra situazione. Crediamo dunque di essere sulla buona strada per quanto riguarda il recupero delle materie prime e il riporto di una sempre minore quantità di rifiuti al termovalorizzatore, che ha un certo costo. Quindi in questo senso l’attività del Comune si indirizza innanzitutto a non voler arrecare danno all’ambiente dal punto di vista energetico e della qualità dell’aria ma anche a non arrecare danno economico ai cittadini. Vorrei in breve tracciare la storia del percorso che abbiamo fatto anche assieme ai cittadini e con il contributo europeo, sulla parte più bella del nostro comune: la Val Rosandra-Dolina Glinščice, oggi riserva naturale, che ha da sempre ospitato tantissime specie di flora e fauna, rappresentando così un elemento di attrazione importante per tutti. Grazie al suo ricchissimo patrimonio naturalistico, è sempre stata meta di escursionisti, rocciatori, speleologi e studiosi. Ma è soprattutto la gente del posto, come anche i membri delle Comunelle, che la frequentano e la vivono, che hanno contribuito a mantenere integro il patrimonio naturalistico e culturale di questo territorio, trovando in essa un rifugio nella natura e una risorsa per le attività del luogo. Da qualche anno siamo diventati gestori della Riserva attraverso un accordo di programma con la Regione Friuli Venezia Giulia e, fra le altre cose, abbiamo attivato una serie di azioni per lo sviluppo e la conservazione della Riserva: la messa in sicurezza di alcuni sentieri e la loro riqualificazione, la predisposizione di tabelle informative, l’allestimento del centro visite, il palmare per conoscere meglio la natura nella Val Rosandra e tante altre cose, ma tutte all’insegna della salvaguardia dell’ambiente naturale. E proprio da poco infatti, che abbiamo affidato l’incarico, dopo tutta una serie di incontri con i cittadini, per il Piano di Conservazione e Sviluppo della Riserva Naturale della Val Rosandra. È proprio questo piano che dovrà essere la sintesi di tutte le richieste dei Cari lettori, con questo numero avviamo una riflessione a più voci su questioni che attengono alla tutela ambientale, all’ecologia, alle fonti energetiche alternative, al rispetto della natura che ci circonda. Vi rivolgiamo pertanto un caldo invito a partecipare inviandoci le vostre idee, le opinioni e le vostre proposte al riguardo. Il primo contributo ci proviene dal Sindaco di S.Dorligo-Dolina, a cui segue una nota sulle fonti energetiche alternative. La redazione cittadini e di quanto necessita la nostra bella Valle, patrimonio di tutti coloro che la amano. Per finire, vorrei soffermarmi ancora su due piccoli progetti che stiamo avviando e che riguardano l’illuminazione pubblica e la qualità dell’aria. Su quest’ultima stiamo lavorando insieme all’ARPA per posizionare una centralina mobile sul nostro territorio per quasi l’intero arco dell’anno, recependo così tutti i risultati che ci interessano riguardo al monitoraggio dell’aria. Per quanto riguarda l’illuminazione pubblica, progetto completato da poco, andremo ad integrarlo nel rispetto dell’ecologia, adattandolo all’ambiente. Questo significa anche maggiori costi e di risorse finanziarie ce ne sono sempre di meno. Crediamo però che utilizzando un’illuminazione a risparmio energetico, comporta sicuramente risparmi anche in termini economici. Ecco perchè, l’amministrazione Regionale potrebbe co-finanziare e dare così una mano a tutte le amministrazioni che intendono utilizzare impianti a basso consumo e di ultima generazione. Ecco che noi intendiamo usare in modo sperimentale, per una piccolissima parte del comune, i cosiddetti “led”. Queste lampade consentono di risparmiare, a parità di luce emessa, fino al 60% di energia elettrica rispetto ad una normale lampada, e hanno un tempo di vita che può arrivare fino a 50.000 ore, contro le 1.000 ore di una lampadina a incandescenza. Spero di aver descritto alcuni progetti importanti. Devo dire che ce ne abbiamo ancora, ma di questi parleremo più avanti. Fulvia Premolin Sindaco del Comune di San Dorligo-Dolina GENNAIO 2009 DOLINSKI BREG 3 AMBIENTE, ECOLOGIA, FONTI ENERGETICHE E RISPETTO DELLA NATURA Nucleare? No, grazie! Ma una soluzione diversa è possibile Produrre energia pulita e possibilmente a basso costo è decisivo per il futuro nostro e dell’intero pianeta, come sostengono da tempo studiosi e scienziati di chiara fama, come il prof. Giorgio Parisi. Sappiamo che le scorte di carbone, petrolio e gas naturale si avviano all’esaurimento, mentre il loro utilizzo contribuisce al riscaldamento globale. Le recenti polemiche accese dal Presidente del Consiglio in campo europeo, con la pretesa di soprassedere agli interventi a difesa dell’ambiente a causa del loro costo eccessivo per le imprese, non solo ci hanno messo ai margini dell’Unione Europea provocando una dura reprimenda da parte del Presidente Sarkozy, ma hanno automaticamente riacceso la questione delle centrali nucleari. Il governo rilancia oggi la costruzione di quattro centrali di terza generazione, notoriamente obsolete e pericolose in termini di sicurezza. Alcuni quesiti sorgono spontanei: dove costruirle, dove smaltire le scorie, dove trovare i soldi? Se tanti problemi ha generato lo smaltimento dei rifiuti ordinari, ad esempio in Campania (ma non solo), figurarsi! Ma quasi nessuno al mondo costruisce più centrali nucleari, perché sono costose e la sicurezza non è garantita, mentre per quelle di quarta generazione bisogna attendere alcuni decenni per la loro costruzione, dato che sono ancora in fase di studio. Inoltre, uranio e plutonio saranno sempre più rari e più costosi. La trasmissione televisiva Report, pochi giorni orsono, ha affrontato il tema “scorie in Italia”. Se non sono state ancora smaltite quelle accatastate “provvisoriamente” da oltre 30 anni, figurarsi quelle “nuove”. Ancora. Una centrale non dovrebbe avere se non minimi insediamenti abitativi nel raggio di un centinaio di chilometri, in modo da poter consentirne l’evacuazione in caso di necessità: è questa una condizione facilmente realizzabile in Italia? Ma si può trovare una diversa soluzione? In Italia c’è possibilità di utilizzare energie rinnovabili? La risposta, a rigor di logica e di interessi ambientali, di sicurezza ed economici, è sicuramente: si! Solare, eolico, persino l’idroelettrico offrono maggiori garanzie: allora perché non li si incentiva? Ad esempio l’eolico: negli Stati Uniti e in Danimarca fornisce attorno al 25% del fabbisogno energetico ed è in crescita. Il solare: in un paese climaticamente favorito come il nostro garantirebbe risparmi incredibili: consumiamo il 40% dell’energia per uso domestico e nel terziario: i pannelli ne garantirebbero la quasi totalità, ancor di più e meglio se accompagnati dall’obbligo per le nuove costruzioni di coibentazioni ed isolamenti efficaci (l’edilizia bioclimatica). Certo con un maggior costo iniziale, ma più che compensato in un breve periodo, quindi con vantaggi certi per la tasca e per l’ambiente. Allora la questione, una volta di più, diviene culturale e politica. Spetta ai governi (ed ai partiti), assieme alla società civile, affrontare di petto la questione ambiente, proporre ai cittadini e incentivare le soluzioni possibili, non presentare, mentendo sapendo di mentire, il nucleare come l’unica e salvifica soluzione possibile. Governi nazionali e locali devono decidere, soprattutto in una fase di ristrettezze economiche, su quale versante indirizzare le risorse. Sapendo che scegliere il nucleare significa azzerare ogni investimento in soluzioni alternative. Credo vada fatta una riflessione seria, onesta e scientifica, scevra dal voler sostenere interessi economici di parte, esistenti ed ovviamente enormi in capo a progettisti, costruttori e al nugolo di manutengoli che li sostengono. Il sindacato e la nostra stampa, attenti agli interessi generali del paese, potrebbero dare un valido contributo al riguardo! Il clima impazzisce, le stagioni sono sparite e la natura si risveglia in autunno anziché in primavera, la temperatura del pianeta sale ed i ghiacci si sciolgono, con tutte le altre conseguenze che quotidianamente ci vengono rappresentate. Non dovrebbe essere difficile convincerci tutti di quale sia la strada giusta, se si hanno a cuore gli interessi collettivi. Giorgio Uboni Fascismo, fascisti e slovenità Sempre meglio? Un saluto, un augurio e un ringraziamento a Ugo Pierri, che da oggi collabora con noi con i suoi disegni politicoumoristico-satirico-culturali. La Redazione Il Sindaco di Trieste è giustamente molto attento all’immagine della città. Si investono più risorse su programmi di arredo urbano che non sul sostegno ai cittadini più bisognosi; le scritte oscene tracciate sui muri vengono rapidamente cancellate; si perseguono, giustamente, gli incontinenti in pubblico. Ma, caso strano, permangono invece, a testimoniare lo spirito e la cultura di parte della città, le sempre più numerose scritte nazifasciste pesantemente offensive verso la comunità slovena, mentre continuano a mancare i cartelli stradali bilingui laddove sono stati sempre presenti. Altrochè superamento delle diversità e delle contrapposizioni strumentali che hanno tragicamente diviso la nostra città negli anni bui del dopoguerra! A che titolo si parla poi di convivenza pacifica, se non si stronca sul nascere questo razzismo dilagante oggi nel paese. Giorgio Uboni Spi-Cgil Distretto Est Abbonati a “Liberetà”! Un intelligente mensile edito dallo SPI nazionale, con le vignette di Bobo-Staino e tanti articoli su argomenti che interessano noi pensionati. Al costo invariato di soli 12€ all’anno, sottoscrivibile presso le nostre Leghe, dove potrai trovare anche tante informazioni, consigli e suggerimenti su assistenza e sanità, previdenza, burocrazia varia ecc. DOLINSKI BREG 4 GENNAIO 2009 Ad un anno dai provvedimenti regionali Fondo per l’autonomia possibile (FAP), Reddito di cittadinanza, Carta Famiglia. Quali i risultati? F.A.P. Nel 2007 la Giunta Illy ha provveduto ad una nuova regolamentazione per dare migliori servizi alle persone con disabilità e con reddito familiare inferiore ai 35.000 euro annui. L’obiettivo era ed è quello di evitare i ricoveri in strutture protette (es. la Casa di Riposo), incentivando e migliorando l’assistenza a domicilio. Il provvedimento, già ampiamente illustrato in nostri precedenti articoli, contempla la possibilità di erogare un insieme di prestazioni sanitarie, sociali ed economiche in base ad un progetto individualizzato che impegna il personale sanitario alla continuità terapeutica e quello comunale alle prestazioni socio-assistenziali. Dopo un anno di gestione sia gli operatori che il sindacato lo definiscono idoneo a dare un reale sostegno alle persone non autosufficienti, restringendo la necessità di ricoveri protetti. L’Unità Operativa Territoriale di Muggia – Dolina a tutto novembre 2008, ha accolto ed evaso 71 domande; i progetti avviati ed ancora in atto sono n. 65 (Muggia 50 – Dolina 15) , 25 progetti sono a favore di uomini, 40 a favore di donne. Delle 65 persone in assistenza 20 hanno la certificazione di disabilità (7 donne e 13 uomini). Si osserva che, per intreccio o meno con i progetti individualizzati relativi al FAP, sono fortemente aumentati gli interventi SAD (Servizio Assistenza Domiciliare); praticamente nel corso dell’anno 2008 sono triplicati gli interventi domiciliari! Sono state assistite a domicilio 88 persone (47 donne e 41 uomini), di cui 50 con certificazione di disabilità. 25 sono i pasti serviti a domicilio. L’utenza SAD è ripartita fra Muggia e Dolina rispettivamente con 64 e 24 unità. Val la pena sottolineare comunque che la funzionalità degli interventi è depotenziata da alcuni nodi problematici quali: - l’assenza di un centro diurno polivalente anche con finalità di accoglienza, conoscenza e soddisfazione del bisogno socio-assistenziale; - carenza dei trasporti; - difficoltà di coordinamento con i medici di base (anche a causa degli orari ambulatoriali differenziati, i rapporti permangono occasionali e non favoriscono la formulazione del progetto e la collaborazione tra le diverse professionalità per la continuità dell’intervento); - difficoltà nell’interpretazione del regolamento regionale relativo al lavoro delle “badanti”, il ricorso alle quali è comunque molto oneroso. Tenendo conto che il sistema domiciliare libera il bilancio pubblico dalle spese dell’istituzionalizzazione (ad es. i ricoveri), il contributo potrebbe venir incrementato almeno per quell’utenza con fascia di reddito insufficiente a coprire la necessità. Dolina). Le donne sono 3. Nel marzo 2008, la giunta Tondo abrogava tale provvedimento. Considerando la fase di crisi economica in cui è entrato il paese risulta difficile comprendere per quale oscura ragione l’amministrazione regionale abbia voluto cestinare il provvedimento volto a dare garanzie di cittadinanza alla popolazione in stato di disagio, a meno che non si ritenga che la Giunta Tondo voglia cancellare ogni traccia dei provvedimenti di Illy, buoni o cattivi che fossero. E’ pur vero che la legge regionale prevedeva un collegamento forte fra il Servizio socioassistenziale e il Servizio al lavoro; è pur vero che si prevedeva una uscita relativamente certa dalla erogazione economica col reperimento di un adeguato lavoro; è vero che tale ipotesi è rimasta inevasa in gran parte delle situazioni, ma è anche vero che la scommessa era molto alta e la riuscita dipendeva da un convinto impegno delle amministrazioni coinvolte. Reddito di cittadinanza. Era un sostegno economico istituito dalla amministrazione Illy a favore del cittadino in temporanea difficoltà economica e con un reddito annuo inferiore ai 5.000 euro. Contemplava una sorta di contratto tra il richiedente e l’amministrazione erogatrice del Reddito impegnando le parti a un percorso di inserimento formativo e lavorativo, garantendo un assegno massimo di 416€ mensili, aumentabile a 625€ per gli invalidi civili. Dai dati forniti dagli uffici competenti dell’Ambito Muggia-Dolina apprendiamo che, sino al marzo 2008, sono stati erogati 71 assegni (47 donne e 24 uomini), di cui 62 a favore di cittadini di Muggia e 9 di Dolina. Gli assegni ancora in corso di erogazione sono 64 di cui 57 a Muggia e 7 a Dolina; di questi, gli anziani sono 5 (4 a Muggia e 1 a Carta Famiglia. Fra i provvedimenti sul sociale promulgati dalla Giunta Illy si contemplava la “carta famiglia “, finalizzata al sostegno dei nuclei familiari numerosi. L’articolazione dei necessari provvedimenti amministrativi è appena oggi in fase di approvazione dall’attuale Giunta, per cui non è possibile esprimere giudizi sulla sua applicazione, cosa che ci riserviamo di fare quanto prima. Cari lettori, i commenti, i giudizi, le osservazioni che vorrete darci, come sempre ci saranno molto utili per perfezionare le nostre valutazioni e migliorare i nostri interventi presso il Comune, il Distretto Sanitario e l’Ambito. Ve ne ringraziamo in anticipo. L.M. Risiera, Luna Park e il rispetto per la memoria Ancora una volta la Giunta Comunale di Trieste ha dimostrato la sua “sensibilità” nei confronti delle vittime del nazismo nel campo di sterminio della Risiera. Ancora una volta la consigliera Susanna Rivolti ha posto il problema all’attenzione del Consiglio Circoscrizionale e del Comune. Ancora una volta luna park e circhi si insediano a fianco delle mura dell’ex lager. Ancora una volta rimbomba il silenzio della Giunta e del Sindaco. Ancora una volta ci affianchiamo e sosteniamo la giusta richiesta dei cittadini democratici ed antifascisti di Servola e di Trieste. Ancora una volta chiediamo rispetto e dignità per le vittime. Ancora una volta ricordiamo al Sindaco che la Risiera è stata indicata dal Presidente della Repubblica (Saragat, 1965) come “Monumento Nazionale” e non “di interesse nazionale” come erroneamente indicato dalla attuale segnaletica. Ancora una volta denunciamo come, aldilà di parole di circostanza, gli atti di questa Giunta non siano coerenti con le parole del Sindaco. U.G. PS. Mi pare di ricordare che, anni orsono, il primo insediamento di un luna park fosse stato definito dal Sindaco come del tutto occasionale e non ripetibile. Ricordo bene? DOLINSKI BREG GENNAIO 2009 5 ECONOMIA E SVILUPPO A DOLINA. Continuiamo la nostra serie di approfondimenti sulle iniziative che contribuiscono a sviluppare l’economia locale. Oggi tocca a Boris Pangerc di raccontare la sua “Storia della mia olivicoltura” I miei primi ricordi legati ad un olivo risalgono alla mia età di otto o nove anni quando in una gelida giornata di sole e di bora sferzante dovevo aiutare mio padre a raccogliere le olive da un unico albero di cui disponevamo. Piangevo per il freddo alle dita e per la voglia di scappare e di raggiungere nei giochi i compagni di scuola invece di stare li, a tirar giù dai rami sfuggenti quei frutti piccoli e scivolosi che non volevano mai e poi mai riempire la sporta legata al ventre. Papà era sull’albero e io sotto, e ogniqualvolta solo accennavo ad abbandonare “la raccolta” bastava un suo ringhio a farmi desistere. Poi quei pochi chilogrammi di olive finirono nel sacco assieme a quelle di tutto il paese e verso la fine di gennaio di tutto il Breg che formarono il carico che Bruno Hrvatov trasportò una mattina presto a Bassano del Grappa (in tutto il Friuli Venezia Giulia non c’era nemmeno un frantoio). Tornò la sera tardi con l’olio, che i contadini di Dolina si spartirono a casa nostra – sede più pratica perché situata al centro del paese - in percentuale alle olive raccolte e alla resa della spremitura. Quel periodo epico è tramontato da qualche decennio, ma l’olivo cresce ancora, è quello un po brullo ma sempre con una bella chioma situato dietro il Municipio davanti all’edificio dell’ex Ufficio del Lavoro (ora casa privata). Quando ero sindaco del Comune di Dolina, mi soffermavo spesso a osservarlo dalla finestra del corridoio che, dal mio ufficio in primo piano, scende le scale dell’ammezzato, portando alla Sala del Consiglio. Mi ricordava quel giorno quando lo maledivo e piangevo dalla rabbia, dal freddo e dall’orgoglio ferito. Non avrei mai immaginato che quella esperienza si sarebbe tramutata in una grande, smisurata passione per questa pianta che, già nell’antichità, era stata definita come “albero primo fra gli alberi”. E’ stata una semplice proposta dell’allora direttore dell’Ispettorato provinciale all’agricoltura dott. Giovanni Degenhardt, proferita in maggio dell’anno 2000 quasi per caso, se fossimo o meno interessati come Comune ad aderire all’Associazione nazionale “Città dell’Olio” con sede a Siena, a far divampare la fiamma. Ne parlai con il mio assessore all’agricoltura Sandy Klun che si trovò subito d’accordo e fece preparare la delibera di adesione, che poi portammo in Consiglio comunale che la votò, se ben ricordo, all’unanimità. In gennaio del 2001 fummo invitati alla prima con- ferenza euromediterranea sull’olivicoltura a Jesi (Ancona) alla quale partecipammo con grande impegno e da li poi l’entusiasmo e la passione che sentii nell’anima non fecero altro che crescere e moltiplicarsi. Il Comune diventò punto di riferimento per il coordinamento, per la promozione e l’ ideazione di numerose iniziative atte a promuovere l’olivicoltura in provincia di Trieste. Già dalla metà degli anni Ottanta per opera di giovani e caparbi olivicoltori locali e con l’aiuto delle Amministrazioni pubbliche si era avviato e sostenuto un rigoglioso processo di rivitalizzazione della nostra olivicoltura e della nostra cultivar autoctona belica/bianchera. Il Comune è diventato un anello importante di questa catena ed io ne percepivo con orgoglio l’appartenenza. Attraverso il Comune di Dolina passavano anche gli stretti legami che l’ Associazione nazionale “Città dell’Olio” tesse con le organizzazioni olivicole e le amministrazioni comunali in Slovenia e Croazia. Il Comune di Dolina si è fatto conoscere ed apprezzare da tutta l’Italia olivicola, dal Lago di Garda fino alle più lontane estremità della Sicilia. Boris Pangerc (1. continua) È scomparso Giorgio Marzi Il 24 dicembre scorso ha avuto luogo la cerimonia funebre per onorare la scomparsa di Giorgio Marzi. Folta la partecipazione di cittadini, associazioni, autorità, sia nazionali che provenienti dalla Slovenia. Tra gli interventi, quello del sindaco di Muggia, a titolo sia personale che dell’Amministrazione comunale. Canti politici e della Resistenza sono stati portati dal Coro Partigiano. Noi riportiamo qui il discorso di Edvin Svab, già sindaco di Dolina, svolto in italiano e sloveno, a nome dell’Anpi. “L’ultimo saluto alle sue ceneri non può essere l’estremo commiato della sua fede verso l’uomo buono e verso tutte le genti senza distinzioni, nelle cui file si trova il popolo dei lavoratori, che vogliono la pace e che hanno come fine un pezzo di pane onestamente guadagnato e prosperità. Questi e altri nobili valori portava in sè Giorgio e realizzava nella propria vita con mezzi democratici e poi anche armato di fucile quando la parola critica non giovava più. Giorgio Marzi comunista, combattente partigiano, Presidente dell’ANPI-VZPI provinciale, acquisì e conobbe gli eterni valori popolari dapprima nella propria famiglia progressista e in seguito da uomo democratico, maturo, esperto. Attivo, arricchiva se stesso e gli altri di questi valori. La sua grandezza stava nel fatto che non imponeva a nessuno le proprie nobili caratteristiche personali, ma le seminava con l’esempio del proprio comportamento e così le distribuiva pure tra la gente. Il suo rispetto dell’essere umano, al di là della diversa appartenenza etnica o di idee, è stato sempre pervaso da un senso profondo di nobiltà d’animo. E su queste basi costruiva le proprie scelte, la propria fede in un mondo migliore, la propria combattività senza compromessi, senza scelte sbagliate, ipocrite o con- servatrici. Fu entusiasta sostenitore della convivenza tra gli uomini, tra le genti diverse, qui da noi tra Sloveni e Italiani. Il presidente Giorgio Marzi fu degno e genuino rappresentante dell’antifascismo triestino e mondiale. Il suo orientamento si basava sulla conclusione, derivante da innumerevoli dimostrazioni, che il fascismo è un pericoloso e nocivo nemico della libertà sia per l’individuo singolo sia per la società intera, senza distinzioni di appartenenza etnica. Tale scelta impegnò la sua condotta retta, la sua vita irreprensibile fino all’ultimo respiro..” Noi membri dell’ANPI-VZPI dovremo impegnarci seriamente per colmare il vuoto lasciato dalla perdita del compianto compagno Marzi. Noi antifascisti lo ricorderemo sempre. Per l’affermazione dei valori per i quali il defunto Giorgio ha impegnato tanta forza vitale, il Direttivo del Comitato Provinciale dell’ANPI-VZPI ha pro- posto al Comune di Muggia di onorare l’emerito cittadino nella forma più adeguata. Edvin Svab” Lo SPI-Cgil si unisce con rispetto al saluto rivolto dagli intervenuti alla moglie, compagna Lina, alle figlie Marina e Laura, a tutti i famigliari esprimendo, assieme a ANPI – VZPI, ANPPIA, ANED, ai combattenti partigiani, antifascisti e molti cittadini le più profonde e sentite condoglianze. Zdravo tovariš predsednik! Salve compagno Presidente! DOLINSKI BREG 6 GENNAIO 2009 Otto per mille (otto per chi?) Mentre esce questo numero, molti di noi stanno già pensando al poco piacevole impegno della dichiarazione dei redditi. Oltre ai grattacapi privati che per ciascuno di noi derivano da questa incombenza, vogliamo sottoporvene un altro di carattere etico e civile. Parliamo cioè della destinazione dell’otto per mille, meccanismo che, in base alla Legge 222 del 20 maggio 1985 consente allo Stato di destinare una quota del gettito complessivo dell’IRPEF ad una delle sei organizzazioni confessionali ammesse alla spartizione di quei fondi: Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana in Italia e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Il meccanismo sembra semplice: il contribuente sceglie di destinare l’otto per mille del suo imponibile ad uno dei soggetti che hanno stipulato una convenzione con lo Stato italiano, per scopi sociali, benefici o come sostegno alle attività religiose. Chi non fa’ la scelta, pensa magari di lasciare la somma allo Stato, sempre per scopi sociali o per la Protezione Civile: non è proprio così. Le quote dell’otto per mille che non vengono esplicitamente destinate (circa il 65% dei contribuenti non da indicazioni) sono ridistribuite tra i soggetti concordatari secondo le stesse percentuali con le quali sono stati beneficiari di una scelta esplicita. Facciamo un esempio: se l’87% delle destinazioni è a beneficio della Chiesa cattolica, anche l’87% di quel 65% che non ha optato andrà alla Chiesa cattolica. Da notare che alcune di queste organizzazioni, la Chiesa Valdese, le Assemblee di Dio in Italia e la Chiesa Cristiana Avventista, non hanno sottoscritto questo meccanismo e hanno rinunciato alla propria quota di ridistribuzione, ritenendo tutto ciò poco corretto. E’ da ammirare, perché queste quote verranno devolute realmente allo Stato. Ancora, se vi interessa che la vostra quota sia destinata a scopi umanitari, dovete sapere che per quanto riguarda la Chiesa Cattolica meno del 20% dei 991 milioni di euro (dati dell’anno 2007) è stato utilizzato a tal fine (nonostante ogni anno un intensiva campagna di spot televisivi – che sono quasi l’unica fonte di informazione per la maggioranza dei contribuenti – sottolinei la destinazione umanitaria dell’8 per mille destinato alla Chiesa), mentre le altre Chiese (tipo quella Valdese) destinano l’intera somma a scopi sociali e nulla al proprio sostentamento. Se poi vorrete controllare come vengono utilizzati i vostri soldi, avrete difficoltà a reperirne traccia nei bilanci del Vaticano, dato che la fetta più grossa pare serva a sostentare l’apparato del clero. Anche lo stato non è eccessivamente trasparente nel comunicare la destinazione della propria quota, solo in parte rimessa alla Protezione Civile, mentre una buona parte viene devoluta ad organi controllati dalla Conferenza Episcopale Italiana. Potete trovare invece on-line bilanci ufficiali ed esaurienti di altri enti (il miglior esempio di completezza e trasparenza lo troviamo nel sito della Chiesa Valdese). E’ bene quindi informarsi e valutare i vari aspetti, per effettuare una scelta coerente alla nostra volontà reale. L’importante perciò è firmare per chi si vuole, ma indicando esplicitamente il beneficiario, poiché la nostra firma determina anche la ripartizione della quota “non esplicitamente destinata”. v.f. Alcool e droga Riprendiamo un argomento già più volte affrontato ma che, per la sua rilevanza sociale, ci sentiamo di riproporre periodicamente all’attenzione dei nostri lettori. Oggi con questo appello, così forte e sentito. 2009 L’anno nuovo è già iniziato, probabilmente siamo tutti un poco stufi di feste ed auguri, io però voglio augurare ancora qualcosa a tutti i nostri lettori. Tutti i genitori, ma anche i nonni, sanno come sia difficile indicare la via giusta ai nostri figli e nipoti ,in particolare è difficile oggigiorno difenderli dalla tentazione di cadere nel baratro dell’alcool e della droga. Non basta predicare sul come comportarsi, informarli sui veleni che distruggono i loro corpi e le loro intelligenze, non bastano la scuola e gli enti pubblici che ci mettono costantemente in guardia da questo pericolo. Siamo informati ogni giorno delle disgrazie che alcool e droghe provocano in tutto il mondo. Non basta comportarsi bene ed essere di esempio ai nostri figli, succede sempre più spesso che anche figli allevati in modo corretto, che frequentano buone scuole, che provengono da buone famiglie, cadano ugualmente in tentazione, provino quei veleni che troppo spesso li portano alla morte. Non basta che sappiano che il nostro corpo è impreparato a ricevere alcool prima dei 12 anni, vediamo dalla tv che incominciano a bere già ad 11 anni e non solo per assaggiare, ma per annebbiarsi, per lo sballo. Troppe volte sentiamo quante giovani vite vengono tolte ai genitori dalle disgrazie, disgrazie che sono spesso aiutate da alcool o droghe, troppe volte da entrambi, ci domandiamo come possa succedere. Forse sono frutti del sistema odierno, dove conta più l’apparire del sapere, conta più l’individualismo della società? Forse questa società è malata, corrotta, non offre più neanche speranze per un futuro migliore ai nostri giovani, non ci sono più valori degni di rispetto? Oppure è solamente una questione di fortuna? E’ fortunato quello che non cade in tentazione, che sa rinunciare allo ” sballo”! Probabilmente è anche questione di fortuna, perciò auguro a tutti, a tutti quelli che si preoccupano dei loro cari, che li aspettano con apprensione che ritornino sani e interi dalle scorribande notturne, di avere la fortuna che ciò succeda sempre, auguro a tutti di essere felici con i propri figli, di vederli crescere e costruirsi un futuro degno di essere vissuto; a loro auguro si accenda sempre la lampadina dell’intelligenza, prima di cadere nella tentazione, prima di provare la droga, auguro a loro di essere più forti di quelli che cadono nella spirale dalla quale è difficile uscire, auguro a voi giovani di riuscire sempre a dire di “NO, io non sono una pecora, non farò parte del gregge”, questo veleno non lo provo, con questo non voglio rovinarmi, dite tutti assieme “noi ritorneremo a casa sani e salvi” perché sappiamo che a casa c’è chi ci aspetta con ansia. Auguro a voi giovani di essere sempre attenti , non prendere nè bibite nè caramelle da nessuno, non lasciate le vostre bibite incustodite lontane dallo sguardo, in quei momenti i male intenzionati possono metterci la droga, le caramelle possono essere drogate e potete essere vittime di violenze, questo vale per entrambi i sessi. Vi auguro un domani migliore, che sia senza sballi, che il nuovo anno vi porti, oltre che salute e felicità, bei voti a chi studia e un lavoro stabile e sicuro a chi lo cerca. Brajnik Darij Hanno collaborato a questo numero: DARIJ BRAJNIK, VLADIMIR FURLAN, MATIS, LIDIA MENDOLA, BORIS PANGERC, UGO PIERRI, MARCELLO PRODAN, ELDA REDFERN, EDVIN ŠVAB, GIORGIO UBONI, MIRANDA VODOPIVEC Cremazioni? Una prassi sempre più diffusa Abbiamo ritenuto opportuno sottoporre al Sindaco una richiesta presentataci da nostri iscritti che, con tutti gli scongiuri del caso, abbiamo comunque ritenuto condivisibile: “Fermo restando la già consolidata prassi del mantenimento al domicilio delle ceneri del proprio defunto, Le richiediamo di aggiungere a questa possibilità quella di poter disperdere nell’ambiente le ceneri stesse. Per quanto ci risulta, la cosa è già ammessa per legge e praticata in diversi Comuni, che talora hanno anche individuato una apposita area a ciò destinata. Nel nostro caso, data la natura del territorio comunale, non riteniamo possano sorgere ostacoli all’accoglimento di questa richiesta, che trova il consenso di numerosi cittadini. In attesa di cortese riscontro alla presente e nella convinzione del suo accoglimento …” Convenzioni Nei prossimi giorni gli iscritti riceveranno, unitamente alla tessera, l’opuscolo contenente in dettaglio tutte le Convenzioni in essere. I non iscritti potranno rivolgersi alle nostre Leghe per avere delucidazioni in merito ed, eventualmente, aderire al Sindacato. Stampa: Tipografia Arzioni - Trieste