DOLINSKI BREG
SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani Trieste - Distretto Est - Lega Domio - Strada della Rosandra 58 (040829681
GENNAIO 2009
Ma si poteva far meglio?
Non tutti i sindacati, come è noto, hanno firmato gli ultimi contratti nazionali di lavoro,
né accolto con giudizio positivo i provvedimenti del governo nazionale a contrasto della grave crisi in atto.
A tutti i cittadini, ai lavoratori, ai pensionati
chiediamo allora di riflettere: si poteva far
meglio?
Meglio un “piatto di lenticchie” subito? O
meglio sarebbe invitare chi è stato troppo
accondiscendente ad avviare un confronto
serio e spostare risorse da investimenti di-
scutibili (come ad es. il famigerato Ponte
di Messina), da consulenze e favori vari, da
sprechi di varia natura (ce ne sono tanti!),
quantomeno ad interventi a sostegno dei cittadini più bisognosi.
Ma senza dimenticare che, senza investimenti importanti in ricerca ed innovazione,
sicuramente non potremo battere la concorrenza di paesi in cui i costi di produzione
sono troppo inferiori a quelli nostri.
Ancora, senza dimenticare che se non rivalutiamo il potere d’acquisto dei cittadini,
a partire da stipendi e pensioni, la “spirale
perversa” ci colpirà sempre più pesantemente: meno potere d’acquisto, meno consumi,
meno produzione, significa meno occupazione. E, come sappiamo, il lavoro che non c’è
sarà il dramma dell’anno appena iniziato!
Noi della Cgil chiediamo a tutti di riflettere,
di convincere quei sindacati e quei partiti che
si sono dimostrati troppo timidi verso il governo che queste sono le priorità da affrontare per garantire a tutti un futuro più sereno.
Non è mai troppo tardi!
Il recupero dell’inflazione e le pensioni.
Dai sogni e le fantasie (al tempo del Governo Prodi)
alla dura realtà (del Governo B.)
Con gennaio 2009 le pensioni aumenteranno
del 3,3%
Una buona notizia?
Non proprio, dal momento che
• l’Istat certifica un’inflazione che a fine
anno si collocherà tra il 4,1 e il 4,5%;
• i beni di prima necessità (i più consumati
dagli anziani) hanno registrato un aumento superiore al 6%;
• quindi subiamo una ulteriore perdita di
Un suggerimento
a Provincia
e Comune
Sarebbe opportuno rafforzare il divieto di
transito per veicoli oltre un certo tonnellaggio e oltre una certa dimensione sulla strada
provinciale che unisce Bagnoli alla basovizzana, dato che utilizzando il satellitare
continuano, nonostante la nuova autostrada,
a percorrerla causando ingorghi, cedimenti
della carreggiata e costante pericolo, in particolare in curva, viste le loro dimensioni.
Parole come pietre!
Conflitto di Interessi?
No, meglio dire: interessi privati in atti di
ufficio!
Garantismo o Giustizialismo?
No, meglio dire: individuare chi viola le leggi ed applicare tutte le sanzioni previste!
Leggi ad Personam?
No, meglio dire: uso del potere a fini personali, contro quelli della collettività!
potere d’acquisto.
Oltre ad un meccanismo di rivalutazione
più equo, continuiamo a pretendere la restituzione del drenaggio fiscale e un abbassamento delle aliquote Irpef. Ma anche maggior attenzione a chi sta perdendo il lavoro
e a chi ha redditi tali da non consentire una
vita dignitosa (lo dice la nostra Costituzione,
che a sessant’anni dalla sua promulgazione,
dimostra ancora tutto il suo valore).
Illuminazione
stradale
Ricordiamoci!
Abbiamo nuovamente sollecitato l’Anas, con la seguente
lettera:
“Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre
che al presente.”
Vittorio Foa
“Su istanza di alcuni cittadini,
Vi segnaliamo che nonostante ripetute sollecitazioni al
riguardo rivolte tanto a Voi
quanto all’Acegas ed al Comune di Trieste, notiamo il
permanere dell’illuminazione
anche durante le ore di sole sul
tratto della superstrada, che ci
risulta di Vostra competenza,
che va da Largo Irneri ad oltre
la Galleria di Servola.
In un momento di ristrettezze
economiche e di proclamata
lotta allo spreco energetico,
riteniamo giusto richiedervi
un maggiore controllo ed una
opportuna regolazione dei dispositivi automatici di accensione.
In attesa di cortese cenno di
riscontro … “
Attendiamo fiduciosi.
“La cosa più tragica non è la malvagità dei cattivi, ma
il silenzio dei giusti”
Martin Luther King
“Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un
partito al potere, un partito dominante, il quale però
formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la
vuole violare nella sostanza. Non vuole fare la Marcia su Roma e trasformare l’Aula in alloggiamento
per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una
larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e trasformare le scuole di Stato in
scuole di partito? … Comincia a trascurare le scuole
pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si
anemizzino e comincia a favorire le scuole private.”
Piero Calamandrei, Roma 11 Febbraio 1950
Cari lettori, questo vuol essere un ulteriore invito
alla riflessione su due citazioni solo apparentemente
distinte tra loro: in realtà il silenzio dei “giusti” è
stato pagato lautamente.
DOLINSKI BREG
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GENNAIO 2009
AMBIENTE, ECOLOGIA, FONTI ENERGETICHE E RISPETTO DELLA NATURA
Bilancio delle attività
e progetti per il futuro
Negli ultimi 50 anni l’impatto
umano sulla Terra si è più che triplicato. È assolutamente necessario intervenire, e intervenire immedatamente, per salvaguardare
e sostenere l’ambiente, se vogliamo consegnarlo almeno tale e
quale alle future generazioni. Anche questa Amministrazione vuole lavorare in questa direzione e
trovare, nel suo piccolo, il miglior
modo per difendere l’ambiente
che è la condizione primaria in
assoluto per garantirte il futuro
all’uomo e a tutte le altre specie.
Su questo siamo tutti d’accordo,
ma per fare ciò bisogna fare delle
scelte che spesso possono essere
scelte non facili e forse anche impopolari. Ma l’importante è capire perché devono essere fatte: servono pertanto non soltanto idee e
risorse, sia finanziarie che umane,
ma anche capacità di adattamento da parte di tutti, ed è proprio
questo che come amministratori
chiediamo a tutti, dipendenti e,
in primis, cittadini. E qui voglio
ringraziare poprio questi ultimi, soprattutto coloro che hanno
creduto ai nostri progetti fin dall’inizio e oggi si sentono particolarmente appagati per aver fatto
fino in fondo il loro dovere. Sto
parlando del nostro progetto di
raccolta differenziata porta a porta che abbiamo fatto partire non
in modo molto felice, in quanto,
con quel poco che abbiamo, l’abbiamo fatto tutto da soli e forse
c’è stata poca comunicazione
con l’utenza, ma sono sicura che
grazie anche al senso civico dei
nostri cittadini, questa lacuna sia
stata riempita e oggi forse possiamo dire di avercela fatta. Possiamo vantarci di essere stati i primi
in tutta la provincia di Trieste che
abbiamo intrapreso questa direzione proprio nel momento in cui
in parecchie parti d’Italia si sono
verificate situazioni di emergenza
rifiuti. E sono state proprio queste
che hanno spronato questa amministrazione a voler andare avanti,
e sono state proprio queste a sensibilizzare l’opinione pubblica
su queste tematiche. Abbiamo
dunque voluto attuare proprio
questo tipo di raccolta che, se ben
organizzata, consente di ridurre
di molto la produzione di rifiuti.
Devo precisare che fino a due
anni fa il nostro comune attua-
Fulvia
Premolin
Sindaco del
Comune
di San
DorligoDolina
va la raccolta differenziata con i
cassonetti stradali e raggiungeva
neanche il 20% di differenziata, il che vuol dire essere molto
lontani dalle quote fissate dalla
normativa vigente. Oggi possiamo dire di aver raggiunto quasi il
45% (l’obiettivo di legge, NdR) e
speriamo che nel prossimo futuro
potremo senz’altro contenere le
spese del servizio. Dal prospetto apparso qualche mese fa sul
quotidiano Il Piccolo possiamo
leggere chiaramente che la tassa
sui rifiuti nel comune di Trieste è
la più alta di tutti i comuni capoluogo in Italia: ammonta 231 €
contro, per esempio, i 124 € del
comune di Gorizia che rispecchia
in un certo modo anche la nostra
situazione. Crediamo dunque
di essere sulla buona strada per
quanto riguarda il recupero delle
materie prime e il riporto di una
sempre minore quantità di rifiuti al termovalorizzatore, che ha
un certo costo. Quindi in questo
senso l’attività del Comune si indirizza innanzitutto a non voler
arrecare danno all’ambiente dal
punto di vista energetico e della
qualità dell’aria ma anche a non
arrecare danno economico ai cittadini.
Vorrei in breve tracciare la
storia del percorso che abbiamo
fatto anche assieme ai cittadini
e con il contributo europeo, sulla parte più bella del nostro comune: la Val Rosandra-Dolina
Glinščice, oggi riserva naturale,
che ha da sempre ospitato tantissime specie di flora e fauna,
rappresentando così un elemento
di attrazione importante per tutti. Grazie al suo ricchissimo patrimonio naturalistico, è sempre
stata meta di escursionisti, rocciatori, speleologi e studiosi. Ma
è soprattutto la gente del posto,
come anche i membri delle Comunelle, che la frequentano e la
vivono, che hanno contribuito a
mantenere integro il patrimonio
naturalistico e culturale di questo territorio, trovando in essa un
rifugio nella natura e una risorsa
per le attività del luogo. Da qualche anno siamo diventati gestori
della Riserva attraverso un accordo di programma con la Regione Friuli Venezia Giulia e, fra le
altre cose, abbiamo attivato una
serie di azioni per lo sviluppo e
la conservazione della Riserva: la
messa in sicurezza di alcuni sentieri e la loro riqualificazione, la
predisposizione di tabelle informative, l’allestimento del centro
visite, il palmare per conoscere
meglio la natura nella Val Rosandra e tante altre cose, ma tutte all’insegna della salvaguardia
dell’ambiente naturale. E proprio
da poco infatti, che abbiamo affidato l’incarico, dopo tutta una
serie di incontri con i cittadini,
per il Piano di Conservazione e
Sviluppo della Riserva Naturale della Val Rosandra. È proprio
questo piano che dovrà essere
la sintesi di tutte le richieste dei
Cari lettori,
con questo numero avviamo
una riflessione a più voci su
questioni che attengono alla
tutela ambientale, all’ecologia, alle fonti energetiche
alternative, al rispetto della
natura che ci circonda.
Vi rivolgiamo pertanto un
caldo invito a partecipare
inviandoci le vostre idee, le
opinioni e le vostre proposte
al riguardo. Il primo contributo ci proviene dal Sindaco
di S.Dorligo-Dolina, a cui
segue una nota sulle fonti
energetiche alternative.
La redazione
cittadini e di quanto necessita la
nostra bella Valle, patrimonio di
tutti coloro che la amano.
Per finire, vorrei soffermarmi
ancora su due piccoli progetti che
stiamo avviando e che riguardano l’illuminazione pubblica e la
qualità dell’aria. Su quest’ultima stiamo lavorando insieme
all’ARPA per posizionare una
centralina mobile sul nostro territorio per quasi l’intero arco
dell’anno, recependo così tutti i
risultati che ci interessano riguardo al monitoraggio dell’aria. Per
quanto riguarda l’illuminazione
pubblica, progetto completato da
poco, andremo ad integrarlo nel
rispetto dell’ecologia, adattandolo all’ambiente. Questo significa
anche maggiori costi e di risorse
finanziarie ce ne sono sempre di
meno. Crediamo però che utilizzando un’illuminazione a risparmio energetico, comporta sicuramente risparmi anche in termini
economici. Ecco perchè, l’amministrazione Regionale potrebbe co-finanziare e dare così una
mano a tutte le amministrazioni
che intendono utilizzare impianti
a basso consumo e di ultima generazione. Ecco che noi intendiamo usare in modo sperimentale,
per una piccolissima parte del
comune, i cosiddetti “led”. Queste lampade consentono di risparmiare, a parità di luce emessa,
fino al 60% di energia elettrica
rispetto ad una normale lampada,
e hanno un tempo di vita che può
arrivare fino a 50.000 ore, contro
le 1.000 ore di una lampadina a
incandescenza. Spero di aver descritto alcuni progetti importanti.
Devo dire che ce ne abbiamo ancora, ma di questi parleremo più
avanti.
Fulvia Premolin
Sindaco del Comune
di San Dorligo-Dolina
GENNAIO 2009
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AMBIENTE, ECOLOGIA, FONTI ENERGETICHE E RISPETTO DELLA NATURA
Nucleare? No, grazie! Ma una
soluzione diversa è possibile
Produrre energia pulita e possibilmente a
basso costo è decisivo per il futuro nostro e
dell’intero pianeta, come sostengono da tempo studiosi e scienziati di chiara fama, come
il prof. Giorgio Parisi.
Sappiamo che le scorte di carbone, petrolio
e gas naturale si avviano all’esaurimento,
mentre il loro utilizzo contribuisce al riscaldamento globale.
Le recenti polemiche accese dal Presidente
del Consiglio in campo europeo, con la pretesa di soprassedere agli interventi a difesa
dell’ambiente a causa del loro costo eccessivo per le imprese, non solo ci hanno messo
ai margini dell’Unione Europea provocando
una dura reprimenda da parte del Presidente
Sarkozy, ma hanno automaticamente riacceso la questione delle centrali nucleari.
Il governo rilancia oggi la costruzione di
quattro centrali di terza generazione, notoriamente obsolete e pericolose in termini di
sicurezza. Alcuni quesiti sorgono spontanei:
dove costruirle, dove smaltire le scorie, dove
trovare i soldi? Se tanti problemi ha generato
lo smaltimento dei rifiuti ordinari, ad esempio in Campania (ma non solo), figurarsi!
Ma quasi nessuno al mondo costruisce più
centrali nucleari, perché sono costose e la
sicurezza non è garantita, mentre per quelle di quarta generazione bisogna attendere
alcuni decenni per la loro costruzione, dato
che sono ancora in fase di studio. Inoltre,
uranio e plutonio saranno sempre più rari e
più costosi.
La trasmissione televisiva Report, pochi
giorni orsono, ha affrontato il tema “scorie
in Italia”. Se non sono state ancora smaltite
quelle accatastate “provvisoriamente” da oltre 30 anni, figurarsi quelle “nuove”. Ancora. Una centrale non dovrebbe avere se non
minimi insediamenti abitativi nel raggio di
un centinaio di chilometri, in modo da poter
consentirne l’evacuazione in caso di necessità: è questa una condizione facilmente realizzabile in Italia?
Ma si può trovare una diversa soluzione?
In Italia c’è possibilità di utilizzare energie
rinnovabili? La risposta, a rigor di logica
e di interessi ambientali, di sicurezza ed
economici, è sicuramente: si! Solare, eolico, persino l’idroelettrico offrono maggiori
garanzie: allora perché non li si incentiva?
Ad esempio l’eolico: negli Stati Uniti e in
Danimarca fornisce attorno al 25% del fabbisogno energetico ed è in crescita. Il solare:
in un paese climaticamente favorito come
il nostro garantirebbe risparmi incredibili:
consumiamo il 40% dell’energia per uso
domestico e nel terziario: i pannelli ne garantirebbero la quasi totalità, ancor di più e
meglio se accompagnati dall’obbligo per le
nuove costruzioni di coibentazioni ed isolamenti efficaci (l’edilizia bioclimatica). Certo con un maggior costo iniziale, ma più che
compensato in un breve periodo, quindi con
vantaggi certi per la tasca e per l’ambiente.
Allora la questione, una volta di più, diviene
culturale e politica. Spetta ai governi (ed ai
partiti), assieme alla società civile, affrontare
di petto la questione ambiente, proporre ai
cittadini e incentivare le soluzioni possibili,
non presentare, mentendo sapendo di mentire, il nucleare come l’unica e salvifica soluzione possibile. Governi nazionali e locali
devono decidere, soprattutto in una fase di
ristrettezze economiche, su quale versante
indirizzare le risorse. Sapendo che scegliere
il nucleare significa azzerare ogni investimento in soluzioni alternative. Credo vada
fatta una riflessione seria, onesta e scientifica, scevra dal voler sostenere interessi
economici di parte, esistenti ed ovviamente
enormi in capo a progettisti, costruttori e al
nugolo di manutengoli che li sostengono. Il
sindacato e la nostra stampa, attenti agli
interessi generali del paese, potrebbero
dare un valido contributo al riguardo! Il
clima impazzisce, le stagioni sono sparite e
la natura si risveglia in autunno anziché in
primavera, la temperatura del pianeta sale ed
i ghiacci si sciolgono, con tutte le altre conseguenze che quotidianamente ci vengono
rappresentate. Non dovrebbe essere difficile
convincerci tutti di quale sia la strada giusta,
se si hanno a cuore gli interessi collettivi.
Giorgio Uboni
Fascismo, fascisti e slovenità
Sempre
meglio?
Un saluto, un augurio
e un ringraziamento a
Ugo Pierri, che da oggi
collabora con noi con
i suoi disegni politicoumoristico-satirico-culturali.
La Redazione
Il Sindaco di Trieste è giustamente molto attento all’immagine della città.
Si investono più risorse su programmi di arredo urbano che non sul
sostegno ai cittadini più bisognosi; le scritte oscene tracciate sui
muri vengono rapidamente cancellate; si perseguono, giustamente,
gli incontinenti in pubblico.
Ma, caso strano, permangono invece, a testimoniare lo spirito e
la cultura di parte della città, le sempre più numerose scritte nazifasciste pesantemente offensive verso la comunità slovena, mentre
continuano a mancare i cartelli stradali bilingui laddove sono stati
sempre presenti. Altrochè superamento delle diversità e delle contrapposizioni strumentali che hanno tragicamente diviso la nostra
città negli anni bui del dopoguerra! A che titolo si parla poi di
convivenza pacifica, se non si stronca sul nascere questo razzismo
dilagante oggi nel paese.
Giorgio Uboni
Spi-Cgil Distretto Est
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Bobo-Staino e tanti articoli su argomenti che interessano noi pensionati.
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DOLINSKI BREG
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GENNAIO 2009
Ad un anno dai provvedimenti regionali
Fondo per l’autonomia possibile (FAP),
Reddito di cittadinanza, Carta Famiglia.
Quali i risultati?
F.A.P.
Nel 2007 la Giunta Illy ha provveduto ad una
nuova regolamentazione per dare migliori
servizi alle persone con disabilità e con reddito familiare inferiore ai 35.000 euro annui.
L’obiettivo era ed è quello di evitare i ricoveri in strutture protette (es. la Casa di Riposo), incentivando e migliorando l’assistenza
a domicilio.
Il provvedimento, già ampiamente illustrato in nostri precedenti articoli, contempla la
possibilità di erogare un insieme di prestazioni sanitarie, sociali ed economiche in base
ad un progetto individualizzato che impegna
il personale sanitario alla continuità terapeutica e quello comunale alle prestazioni socio-assistenziali.
Dopo un anno di gestione sia gli operatori
che il sindacato lo definiscono idoneo a dare
un reale sostegno alle persone non autosufficienti, restringendo la necessità di ricoveri
protetti.
L’Unità Operativa Territoriale di Muggia –
Dolina a tutto novembre 2008, ha accolto ed
evaso 71 domande; i progetti avviati ed ancora in atto sono n. 65 (Muggia 50 – Dolina
15) , 25 progetti sono a favore di uomini, 40
a favore di donne. Delle 65 persone in assistenza 20 hanno la certificazione di disabilità
(7 donne e 13 uomini).
Si osserva che, per intreccio o meno con i
progetti individualizzati relativi al FAP, sono
fortemente aumentati gli interventi SAD
(Servizio Assistenza Domiciliare); praticamente nel corso dell’anno 2008 sono triplicati gli interventi domiciliari! Sono state
assistite a domicilio 88 persone (47 donne e
41 uomini), di cui 50 con certificazione di
disabilità. 25 sono i pasti serviti a domicilio.
L’utenza SAD è ripartita fra Muggia e Dolina rispettivamente con 64 e 24 unità.
Val la pena sottolineare comunque che la
funzionalità degli interventi è depotenziata
da alcuni nodi problematici quali:
- l’assenza di un centro diurno polivalente
anche con finalità di accoglienza, conoscenza e soddisfazione del bisogno socio-assistenziale;
- carenza dei trasporti;
- difficoltà di coordinamento con i medici di
base (anche a causa degli orari ambulatoriali
differenziati, i rapporti permangono occasionali e non favoriscono la formulazione del
progetto e la collaborazione tra le diverse
professionalità per la continuità dell’intervento);
- difficoltà nell’interpretazione del regolamento regionale relativo al lavoro delle
“badanti”, il ricorso alle quali è comunque
molto oneroso. Tenendo conto che il sistema domiciliare libera il bilancio pubblico
dalle spese dell’istituzionalizzazione (ad
es. i ricoveri), il contributo potrebbe venir
incrementato almeno per quell’utenza con
fascia di reddito insufficiente a coprire la
necessità.
Dolina). Le donne sono 3.
Nel marzo 2008, la giunta Tondo abrogava tale provvedimento.
Considerando la fase di crisi economica in
cui è entrato il paese risulta difficile comprendere per quale oscura ragione l’amministrazione regionale abbia voluto cestinare il
provvedimento volto a dare garanzie di cittadinanza alla popolazione in stato di disagio,
a meno che non si ritenga che la Giunta Tondo voglia cancellare ogni traccia dei provvedimenti di Illy, buoni o cattivi che fossero.
E’ pur vero che la legge regionale prevedeva
un collegamento forte fra il Servizio socioassistenziale e il Servizio al lavoro; è pur
vero che si prevedeva una uscita relativamente certa dalla erogazione economica col
reperimento di un adeguato lavoro; è vero
che tale ipotesi è rimasta inevasa in gran
parte delle situazioni, ma è anche vero che
la scommessa era molto alta e la riuscita
dipendeva da un convinto impegno delle
amministrazioni coinvolte.
Reddito di cittadinanza.
Era un sostegno economico istituito dalla
amministrazione Illy a favore del cittadino
in temporanea difficoltà economica e con
un reddito annuo inferiore ai 5.000 euro.
Contemplava una sorta di contratto tra il richiedente e l’amministrazione erogatrice del
Reddito impegnando le parti a un percorso
di inserimento formativo e lavorativo, garantendo un assegno massimo di 416€ mensili,
aumentabile a 625€ per gli invalidi civili.
Dai dati forniti dagli uffici competenti dell’Ambito Muggia-Dolina apprendiamo che,
sino al marzo 2008, sono stati erogati 71
assegni (47 donne e 24 uomini), di cui 62
a favore di cittadini di Muggia e 9 di Dolina. Gli assegni ancora in corso di erogazione
sono 64 di cui 57 a Muggia e 7 a Dolina; di
questi, gli anziani sono 5 (4 a Muggia e 1 a
Carta Famiglia.
Fra i provvedimenti sul sociale promulgati
dalla Giunta Illy si contemplava la “carta
famiglia “, finalizzata al sostegno dei nuclei
familiari numerosi. L’articolazione dei necessari provvedimenti amministrativi è appena oggi in fase di approvazione dall’attuale Giunta, per cui non è possibile esprimere
giudizi sulla sua applicazione, cosa che ci
riserviamo di fare quanto prima.
Cari lettori,
i commenti, i giudizi, le osservazioni che
vorrete darci, come sempre ci saranno molto
utili per perfezionare le nostre valutazioni e
migliorare i nostri interventi presso il Comune, il Distretto Sanitario e l’Ambito. Ve ne
ringraziamo in anticipo.
L.M.
Risiera, Luna Park e il rispetto per la memoria
Ancora una volta la Giunta Comunale di Trieste ha dimostrato
la sua “sensibilità” nei confronti delle vittime del nazismo nel
campo di sterminio della Risiera.
Ancora una volta la consigliera Susanna Rivolti ha posto il problema all’attenzione del Consiglio Circoscrizionale e del Comune.
Ancora una volta luna park e circhi si insediano a fianco delle
mura dell’ex lager.
Ancora una volta rimbomba il silenzio della Giunta e del Sindaco.
Ancora una volta ci affianchiamo e sosteniamo la giusta richiesta
dei cittadini democratici ed antifascisti di Servola e di Trieste.
Ancora una volta chiediamo rispetto e dignità per le vittime.
Ancora una volta ricordiamo al Sindaco che la Risiera è stata
indicata dal Presidente della Repubblica (Saragat, 1965) come
“Monumento Nazionale” e non “di interesse nazionale” come
erroneamente indicato dalla attuale segnaletica.
Ancora una volta denunciamo come, aldilà di parole di circostanza, gli atti di questa Giunta non siano coerenti con le parole
del Sindaco.
U.G.
PS. Mi pare di ricordare che, anni orsono, il primo insediamento
di un luna park fosse stato definito dal Sindaco come del tutto
occasionale e non ripetibile.
Ricordo bene?
DOLINSKI BREG
GENNAIO 2009
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ECONOMIA E SVILUPPO A DOLINA. Continuiamo la nostra serie di approfondimenti sulle iniziative che
contribuiscono a sviluppare l’economia locale. Oggi tocca a Boris Pangerc di raccontare la sua
“Storia della mia olivicoltura”
I miei primi ricordi legati ad un olivo risalgono alla mia età di otto o nove anni quando
in una gelida giornata di sole e di bora sferzante dovevo aiutare mio padre a raccogliere
le olive da un unico albero di cui disponevamo. Piangevo per il freddo alle dita e per
la voglia di scappare e di raggiungere nei
giochi i compagni di scuola invece di stare
li, a tirar giù dai rami sfuggenti quei frutti
piccoli e scivolosi che non volevano mai e
poi mai riempire la sporta legata al ventre.
Papà era sull’albero e io sotto, e ogniqualvolta solo accennavo ad abbandonare “la
raccolta” bastava un suo ringhio a farmi desistere. Poi quei pochi chilogrammi di olive
finirono nel sacco assieme a quelle di tutto
il paese e verso la fine di gennaio di tutto il
Breg che formarono il carico che Bruno Hrvatov trasportò una mattina presto a Bassano
del Grappa (in tutto il Friuli Venezia Giulia
non c’era nemmeno un frantoio). Tornò la
sera tardi con l’olio, che i contadini di Dolina
si spartirono a casa nostra – sede più pratica
perché situata al centro del paese - in percentuale alle olive raccolte e alla resa della
spremitura.
Quel periodo epico è tramontato da qualche
decennio, ma l’olivo cresce ancora, è quello
un po brullo ma sempre con una bella chioma
situato dietro il Municipio davanti all’edificio
dell’ex Ufficio del Lavoro (ora casa privata).
Quando ero sindaco del Comune di Dolina,
mi soffermavo spesso a osservarlo dalla finestra del corridoio che, dal mio ufficio in primo piano, scende le scale dell’ammezzato,
portando alla Sala del Consiglio.
Mi ricordava quel giorno quando lo maledivo e piangevo dalla rabbia, dal freddo e dall’orgoglio ferito. Non avrei mai immaginato
che quella esperienza si sarebbe tramutata in
una grande, smisurata passione per questa
pianta che, già nell’antichità, era stata definita come “albero primo fra gli alberi”. E’ stata
una semplice proposta dell’allora direttore
dell’Ispettorato provinciale all’agricoltura
dott. Giovanni Degenhardt, proferita in maggio dell’anno 2000 quasi per caso, se fossimo
o meno interessati come Comune ad aderire
all’Associazione nazionale “Città dell’Olio”
con sede a Siena, a far divampare la fiamma.
Ne parlai con il mio assessore all’agricoltura Sandy Klun che si trovò subito d’accordo
e fece preparare la delibera di adesione, che
poi portammo in Consiglio comunale che la
votò, se ben ricordo, all’unanimità. In gennaio del 2001 fummo invitati alla prima con-
ferenza euromediterranea sull’olivicoltura a
Jesi (Ancona) alla quale partecipammo con
grande impegno e da li poi l’entusiasmo e
la passione che sentii nell’anima non fecero
altro che crescere e moltiplicarsi. Il Comune
diventò punto di riferimento per il coordinamento, per la promozione e l’ ideazione di
numerose iniziative atte a promuovere l’olivicoltura in provincia di Trieste. Già dalla
metà degli anni Ottanta per opera di giovani
e caparbi olivicoltori locali e con l’aiuto delle Amministrazioni pubbliche si era avviato
e sostenuto un rigoglioso processo di rivitalizzazione della nostra olivicoltura e della
nostra cultivar autoctona belica/bianchera.
Il Comune è diventato un anello importante
di questa catena ed io ne percepivo con orgoglio l’appartenenza. Attraverso il Comune
di Dolina passavano anche gli stretti legami
che l’ Associazione nazionale “Città dell’Olio” tesse con le organizzazioni olivicole
e le amministrazioni comunali in Slovenia e
Croazia. Il Comune di Dolina si è fatto conoscere ed apprezzare da tutta l’Italia olivicola,
dal Lago di Garda fino alle più lontane estremità della Sicilia.
Boris Pangerc
(1. continua)
È scomparso Giorgio Marzi
Il 24 dicembre scorso ha avuto
luogo la cerimonia funebre per
onorare la scomparsa di Giorgio Marzi.
Folta la partecipazione di cittadini, associazioni, autorità, sia
nazionali che provenienti dalla
Slovenia.
Tra gli interventi, quello del
sindaco di Muggia, a titolo sia
personale che dell’Amministrazione comunale. Canti politici e della Resistenza sono stati
portati dal Coro Partigiano.
Noi riportiamo qui il discorso
di Edvin Svab, già sindaco di
Dolina, svolto in italiano e sloveno, a nome dell’Anpi.
“L’ultimo saluto alle sue ceneri
non può essere l’estremo commiato della sua fede verso l’uomo buono e verso tutte le genti
senza distinzioni, nelle cui file
si trova il popolo dei lavoratori, che vogliono la pace e che
hanno come fine un pezzo di
pane onestamente guadagnato
e prosperità. Questi e altri nobili valori portava in sè Giorgio
e realizzava nella propria vita
con mezzi democratici e poi
anche armato di fucile quando
la parola critica non giovava
più.
Giorgio Marzi comunista, combattente partigiano, Presidente
dell’ANPI-VZPI provinciale,
acquisì e conobbe gli eterni
valori popolari dapprima nella
propria famiglia progressista e
in seguito da uomo democratico, maturo, esperto. Attivo,
arricchiva se stesso e gli altri di
questi valori.
La sua grandezza stava nel fatto che non imponeva a nessuno
le proprie nobili caratteristiche
personali, ma le seminava con
l’esempio del proprio comportamento e così le distribuiva
pure tra la gente. Il suo rispetto dell’essere umano, al di là
della diversa appartenenza etnica o di idee, è stato sempre
pervaso da un senso profondo
di nobiltà d’animo. E su queste
basi costruiva le proprie scelte,
la propria fede in un mondo
migliore, la propria combattività senza compromessi, senza
scelte sbagliate, ipocrite o con-
servatrici.
Fu entusiasta sostenitore della
convivenza tra gli uomini, tra
le genti diverse, qui da noi tra
Sloveni e Italiani. Il presidente
Giorgio Marzi fu degno e genuino rappresentante dell’antifascismo triestino e mondiale.
Il suo orientamento si basava
sulla conclusione, derivante da
innumerevoli dimostrazioni,
che il fascismo è un pericoloso
e nocivo nemico della libertà sia per l’individuo singolo
sia per la società intera, senza
distinzioni di appartenenza etnica. Tale scelta impegnò la
sua condotta retta, la sua vita
irreprensibile fino all’ultimo
respiro..”
Noi membri dell’ANPI-VZPI
dovremo impegnarci seriamente per colmare il vuoto lasciato dalla perdita del compianto
compagno Marzi. Noi antifascisti lo ricorderemo sempre.
Per l’affermazione dei valori
per i quali il defunto Giorgio ha
impegnato tanta forza vitale, il
Direttivo del Comitato Provinciale dell’ANPI-VZPI ha pro-
posto al Comune di Muggia di
onorare l’emerito cittadino nella forma più adeguata.
Edvin Svab”
Lo SPI-Cgil si unisce con rispetto al saluto rivolto dagli
intervenuti alla moglie, compagna Lina, alle figlie Marina e Laura, a tutti i famigliari
esprimendo, assieme a ANPI
– VZPI, ANPPIA, ANED, ai
combattenti partigiani, antifascisti e molti cittadini le più
profonde e sentite condoglianze.
Zdravo tovariš predsednik!
Salve compagno Presidente!
DOLINSKI BREG
6
GENNAIO 2009
Otto per mille (otto per chi?)
Mentre esce questo numero, molti di noi
stanno già pensando al poco piacevole impegno della dichiarazione dei redditi. Oltre ai
grattacapi privati che per ciascuno di noi derivano da questa incombenza, vogliamo sottoporvene un altro di carattere etico e civile.
Parliamo cioè della destinazione dell’otto per
mille, meccanismo che, in base alla Legge
222 del 20 maggio 1985 consente allo Stato
di destinare una quota del gettito complessivo dell’IRPEF ad una delle sei organizzazioni confessionali ammesse alla spartizione di
quei fondi: Chiesa cattolica, Unione Chiese
cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee
di Dio in Italia, Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, Chiesa Evangelica Luterana
in Italia e Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane.
Il meccanismo sembra semplice: il contribuente sceglie di destinare l’otto per mille del
suo imponibile ad uno dei soggetti che hanno
stipulato una convenzione con lo Stato italiano, per scopi sociali, benefici o come sostegno alle attività religiose.
Chi non fa’ la scelta, pensa magari di lasciare
la somma allo Stato, sempre per scopi sociali
o per la Protezione Civile: non è proprio così.
Le quote dell’otto per mille che non vengono
esplicitamente destinate (circa il 65% dei contribuenti non da indicazioni) sono ridistribuite
tra i soggetti concordatari secondo le stesse
percentuali con le quali sono stati beneficiari
di una scelta esplicita. Facciamo un esempio:
se l’87% delle destinazioni è a beneficio della Chiesa cattolica, anche l’87% di quel 65%
che non ha optato andrà alla Chiesa cattolica.
Da notare che alcune di queste organizzazioni, la Chiesa Valdese, le Assemblee di Dio in
Italia e la Chiesa Cristiana Avventista, non
hanno sottoscritto questo meccanismo e hanno rinunciato alla propria quota di ridistribuzione, ritenendo tutto ciò poco corretto.
E’ da ammirare, perché queste quote verranno
devolute realmente allo Stato. Ancora, se vi
interessa che la vostra quota sia destinata a
scopi umanitari, dovete sapere che per quanto riguarda la Chiesa Cattolica meno del 20%
dei 991 milioni di euro (dati dell’anno 2007) è
stato utilizzato a tal fine (nonostante ogni anno
un intensiva campagna di spot televisivi – che
sono quasi l’unica fonte di informazione per
la maggioranza dei contribuenti – sottolinei la
destinazione umanitaria dell’8 per mille destinato alla Chiesa), mentre le altre Chiese (tipo
quella Valdese) destinano l’intera somma a
scopi sociali e nulla al proprio sostentamento. Se poi vorrete controllare come vengono
utilizzati i vostri soldi, avrete difficoltà a reperirne traccia nei bilanci del Vaticano, dato
che la fetta più grossa pare serva a sostentare
l’apparato del clero. Anche lo stato non è eccessivamente trasparente nel comunicare la
destinazione della propria quota, solo in parte rimessa alla Protezione Civile, mentre una
buona parte viene devoluta ad organi controllati dalla Conferenza Episcopale Italiana.
Potete trovare invece on-line bilanci ufficiali
ed esaurienti di altri enti (il miglior esempio
di completezza e trasparenza lo troviamo nel
sito della Chiesa Valdese). E’ bene quindi informarsi e valutare i vari aspetti, per effettuare
una scelta coerente alla nostra volontà reale.
L’importante perciò è firmare per chi si vuole, ma indicando esplicitamente il beneficiario, poiché la nostra firma determina anche la
ripartizione della quota “non esplicitamente
destinata”.
v.f.
Alcool e droga
Riprendiamo un argomento già più volte affrontato ma che, per la sua rilevanza sociale, ci
sentiamo di riproporre periodicamente all’attenzione dei nostri lettori. Oggi con questo appello,
così forte e sentito.
2009
L’anno nuovo è già iniziato, probabilmente siamo tutti un poco stufi di feste ed auguri, io però
voglio augurare ancora qualcosa a tutti i nostri
lettori. Tutti i genitori, ma anche i nonni, sanno
come sia difficile indicare la via giusta ai nostri
figli e nipoti ,in particolare è difficile oggigiorno
difenderli dalla tentazione di cadere nel baratro
dell’alcool e della droga.
Non basta predicare sul come comportarsi, informarli sui veleni che distruggono i loro corpi
e le loro intelligenze, non bastano la scuola e
gli enti pubblici che ci mettono costantemente
in guardia da questo pericolo. Siamo informati
ogni giorno delle disgrazie che alcool e droghe
provocano in tutto il mondo.
Non basta comportarsi bene ed essere di esempio ai nostri figli, succede sempre più spesso che
anche figli allevati in modo corretto, che frequentano buone scuole, che provengono da buone famiglie, cadano ugualmente in tentazione,
provino quei veleni che troppo spesso li portano
alla morte.
Non basta che sappiano che il nostro corpo è
impreparato a ricevere alcool prima dei 12 anni,
vediamo dalla tv che incominciano a bere già ad
11 anni e non solo per assaggiare, ma per annebbiarsi, per lo sballo.
Troppe volte sentiamo quante giovani vite vengono tolte ai genitori dalle disgrazie, disgrazie che
sono spesso aiutate da alcool o droghe, troppe
volte da entrambi, ci domandiamo come possa
succedere. Forse sono frutti del sistema odierno, dove conta più l’apparire del sapere, conta
più l’individualismo della società? Forse questa
società è malata, corrotta, non offre più neanche
speranze per un futuro migliore ai nostri giovani,
non ci sono più valori degni di rispetto? Oppure è
solamente una questione di fortuna? E’ fortunato
quello che non cade in tentazione, che sa rinunciare allo ” sballo”!
Probabilmente è anche questione di fortuna, perciò auguro a tutti, a tutti quelli che si preoccupano dei loro cari, che li aspettano con apprensione
che ritornino sani e interi dalle scorribande notturne, di avere la fortuna che ciò succeda sempre,
auguro a tutti di essere felici con i propri figli, di
vederli crescere e costruirsi un futuro degno di
essere vissuto; a loro auguro si accenda sempre
la lampadina dell’intelligenza, prima di cadere
nella tentazione, prima di provare la droga, auguro a loro di essere più forti di quelli che cadono nella spirale dalla quale è difficile uscire,
auguro a voi giovani di riuscire sempre a dire di
“NO, io non sono una pecora, non farò parte del
gregge”, questo veleno non lo provo, con questo non voglio rovinarmi, dite tutti assieme “noi
ritorneremo a casa sani e salvi” perché sappiamo
che a casa c’è chi ci aspetta con ansia.
Auguro a voi giovani di essere sempre attenti , non
prendere nè bibite nè caramelle da nessuno, non
lasciate le vostre bibite incustodite lontane dallo
sguardo, in quei momenti i male intenzionati possono metterci la droga, le caramelle possono essere
drogate e potete essere vittime di violenze, questo vale per entrambi i sessi. Vi auguro un domani
migliore, che sia senza sballi, che il nuovo anno vi
porti, oltre che salute e felicità, bei voti a chi studia e un lavoro stabile e sicuro a chi lo cerca.
Brajnik Darij
Hanno collaborato a questo numero:
DARIJ BRAJNIK, VLADIMIR FURLAN, MATIS, LIDIA MENDOLA, BORIS PANGERC, UGO PIERRI,
MARCELLO PRODAN, ELDA REDFERN, EDVIN ŠVAB, GIORGIO UBONI, MIRANDA VODOPIVEC
Cremazioni?
Una prassi
sempre più diffusa
Abbiamo ritenuto opportuno sottoporre al Sindaco una richiesta presentataci da nostri iscritti che, con
tutti gli scongiuri del caso, abbiamo
comunque ritenuto condivisibile:
“Fermo restando la già consolidata
prassi del mantenimento al domicilio
delle ceneri del proprio defunto, Le
richiediamo di aggiungere a questa
possibilità quella di poter disperdere
nell’ambiente le ceneri stesse.
Per quanto ci risulta, la cosa è già
ammessa per legge e praticata in diversi Comuni, che talora hanno anche individuato una apposita area a
ciò destinata. Nel nostro caso, data la
natura del territorio comunale, non
riteniamo possano sorgere ostacoli
all’accoglimento di questa richiesta,
che trova il consenso di numerosi
cittadini. In attesa di cortese riscontro alla presente e nella convinzione
del suo accoglimento …”
Convenzioni
Nei prossimi giorni gli iscritti riceveranno, unitamente alla tessera,
l’opuscolo contenente in dettaglio
tutte le Convenzioni in essere.
I non iscritti potranno rivolgersi alle
nostre Leghe per avere delucidazioni in merito ed, eventualmente, aderire al Sindacato.
Stampa:
Tipografia Arzioni - Trieste
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Dolinski Breg - gennaio 2009 - Spi-Cgil