Sabato 30 maggio alle ore 18.00: nella Sala Rosa di Palazzo Forti di Sabbioneta presentazione del libro di Paolo Bertelli dal titolo Immagini sovrane – La Mostra Iconografica Gonzaghesca del 1937. A portare i saluti istituzionali saranno il sindaco di Sabbioneta, Aldo Vincenzi, il coordinatore dell’Associazione Postumia, Nanni Rossi, il Coordinatore delle Pro Loco del bacino Oglio Po mantovano, Alberto Sarzi Madidini. Relatori saranno, oltre all’autore, il direttore della rivista “Postumia” Roberto Navarrini, dello storico dell’arte Giovanni Sartori e il direttore della Nuova Cronaca di Mantova, Werther Gorni. Nella storia dell’arte la ritrattistica è sempre stata un genere di rilievo per la sua immediata capacità di trasmettere non solo le fattezze dei grandi (e meno grandi) del passato, ma anche di afferire ad un universo di simboli e di citazioni. Ciononostante, e questo lo si deve alla sua intrinseca varietà, assai raramente è stato affrontato lo studio sistematico delle effigi delle grandi casate del Rinascimento. Sta vedendo la luce, in quest’ottica, la collana “Iconografia gonzaghesca”, diretta da Paolo Bertelli (Università degli Studi di Verona) che fornirà un repertorio sistematico delle migliaia di dipinti con le effigi dei Gonzaga, ordinate cronologicamente e per modelli iconografici. Un lavoro – tuttora in corso – che ha richiesto finora quindici anni di ricerca e che si svilupperà in più volumi, con approfondimenti sulla storia della moda, sull’oplologia, sulle onorificenze e sui molti altri temi che nascono dallo studio dei ritratti. Uno strumento imprescindibile, che si affianca a quello realizzato sulla famiglia Medici da Karla Langedijk, che vede come primo volume quello dedicato alla Mostra Iconografica Gonzaghesca. Un evento solenne, che si realizzò nel lontano 1937, e che portò a Mantova quarantamila turisti, tra i quali studiosi e storici dell’arte da tutto il mondo, il principe Umberto di Savoia, il re Vittorio Emanuele III, Gabriele d’Annunzio, il “maraja di Kapiur” e molte altre personalità dell’epoca. In mostra furono esposte centinaia di opere giunte dai maggiori musei d’Italia e d’Europa (realizzate da Pisanello, Donatello, Mantegna, Raffaello, Tiziano, Leone Leoni, Pourbus, Rubens), celebrando così anche la lunga campagna di restauri che ridiede vita alla reggia dei Gonzaga. Per la prima volta anche il grande pubblico poté accedere alla Camera picta di Mantegna e, proprio in quell’occasione, si posero le premesse per una mostra sul pittore di Isola di Carturo, che, a causa della guerra, fu realizzata più tardi, soltanto nel 1961. Il volume di Paolo Bertelli, dal titolo "Immagini sovrane. La Mostra Iconografica Gonzaghesca del 1937", pubblicato col concorso del Comune di Mantova, dell’Università degli Studi di Verona e dell’Associazione Postumia, con i tipi Publi Paolini di Mantova, è il frutto di un lungo lavoro dedicato alla documentazione conservata nell’Archivio di Stato di Mantova, solo recentemente divenuta accessibile, e attraverso la quale è stato possibile ricostruire l’intero evento espositivo: dalla genesi alla scelta delle opere, dai trasporti alle assicurazioni, dall’allestimento alle visite illustri. Parallelamente l’autore ha eseguito uno spoglio sistematico dei quotidiani e delle riviste dell’epoca, reperendo altra documentazione quali varie illustrazioni, le cartoline, gli opuscoli, gli scatti realizzati dai fotografi durante l’inaugurazione e il concomitante “Cinegiornale Luce”. L’ampio volume, che si apre con una profonda introduzione del prof. Valerio Terraroli (Università di Verona) si inserisce nel filone dello studio delle grandi mostre realizzate negli anni Trenta del Novecento, con particolare attenzione agli aspetti museografici e alla storia del restauro (almeno due dipinti, un Raffaello e un Tiziano, furono sottoposti ad esami radiografici presso l’ospedale civile di Mantova, in una data assai alta per tale tipo di indagini non invasive). Altro spunto assai significativo è quello legato all’oblio che l’esposizione ebbe fino ai nostri giorni, a causa del fraintendimento che portò comunemente a leggerla come “mostra fascista”. In realtà i documenti stessi, le parole dei protagonisti, ma anche gli ostacoli che il ministero seppe porre ad arte agli organizzatori e la vicinanza con Umberto di Savoia, sono tutti elementi che tolgono ogni dubbio ed allontanano lo spettro del regime da quello che fu uno dei primi tentativi di sistematizzazione dell’iconografica di una famiglia signorile del Rinascimento. Anche Sabbioneta ebbe un ruolo importante nella mostra, avendo prestato alcune opere di alto valore artistico e simbolico. Nelle sale del Palazzo Ducale di Mantova arrivarono, infatti, la statua di Vespasiano Gonzaga, opera bronzea di Leone Leoni, la cavalcata gonzaghesca e i busti che sono, di fatto, quanto sopravvive delle altre statue con i Gonzaga a cavallo purtroppo vittime di un incendio devastante. Ma anche i calchi degli altorilievi gonzagheschi del Palazzo Ducale. Il tutto non senza difficoltà di accordi tra la parrocchia locale e podestà della città, da un lato, ed organizzazione della mostra, soprintendenza e curia diocesana. Difficoltà che vennero superate con l'invio di un centinaio di biglietti gratuiti per l'ingresso all'esposizione. In breve tutte le opere sabbionetane furono disposte nella Sala di Manto in Corte Nuova, nel Palazzo Ducale di Mantova, ove costituirono il solenne ingresso alla mostra. Ne è testimonianza una bella foto della giornata inaugurale dove, tra le statue della cavalcata, avanzano gli invitati con, al centro, Umberto di Savoia, venuto a Mantova per il vernissage. Paolo Bertelli 
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