ISSN 1830-6349 Settembre 2008/8 IT CESE info EDITORIALE Caro lettore, ci avviciniamo a un momento decisivo della lotta ai cambiamenti climatici, e sono in corso intensi negoziati internazionali finalizzati alla preparazione di un ambizioso accordo sotto l’egida dell’ONU, da concludere l’anno prossimo a Copenaghen. L’Unione europea ha finora dato prova di forte leadership, e la società civile ha un ruolo importante da svolgere nella lotta ai cambiamenti climatici. Per poter influenzare il dibattito nelle altre istituzioni europee, era essenziale che il Comitato definisse con buon anticipo una sua posizione solida sul pacchetto clima. Ebbene, ci siamo riusciti: tre pareri in materia sono stati adottati alla plenaria di luglio, mentre altri sono all’ordine del giorno di quella di settembre. Va rimarcato che, grazie allo stretto coordinamento tra i relatori e le sezioni, il nostro messaggio rimane chiaro e coerente: concordiamo pienamente con l’orientamento generale del pacchetto, con gli obiettivi e con i mezzi per raggiungerli. Naturalmente però abbiamo formulato critiche in merito ad alcune delle proposte presentate, per esempio sull’obiettivo del 10 % di biocarburanti, un tema che si è rivelato controverso sia in seno al Comitato che in altre sedi. Il CESE cerca di contribuire a ridurre il riscaldamento globale anche nella propria attività quotidiana: stiamo lavorando alla certificazione EMAS per tutti gli edifici dove hanno sede i nostri uffici, al fine di migliorare il nostro impatto ambientale. Fin dalla mia nomina a presidente di questo Comitato, ho messo i cambiamenti climatici al primo posto tra le priorità del mio mandato. Sono soddisfatto di constatare che la mia presidenza si avvia a conclusione con la presentazione di una serie convincente di pareri sul pacchetto energia e clima, il quale rappresenterà senza dubbio un elemento importantissimo della lotta al riscaldamento globale. È una battaglia, questa, che potremo vincere solo con un’azione concertata a livello globale. Per questo motivo ho suggerito alle nostre organizzazioni partner nella Repubblica popolare cinese e in India, che incontriamo due volte l’anno nelle rispettive tavole rotonde, di organizzare un forum comune UE-Asia sui cambiamenti climatici, da tenere nel 2009 a Nuova Delhi. Il Consiglio economico e sociale cinese ha già accettato la proposta. Per la prima volta affronteremo questo problema cruciale dal punto di vista della società civile e su scala internazionale, mettendo assieme organizzazioni che rappresentano regioni chiave. Dimitris Dimitriadis Presidente del CESE CALENDARIO IN QUESTO NUMERO 25-26 settembre 2008 2 3 Riga, Lettonia: 1° Forum della società civile organizzata del Baltico 22-23 ottobre 2008 Sessione plenaria del CESE — Elezione del nuovo presidente 29 ottobre 2008 Seminario CESE sul tema: Insieme per comunicare l’Europa — Oltre i confini e le culture 3 4 Dibattito sul pacchetto di riforme per le telecomunicazioni Come conciliare la dimensione nazionale ed europea nella comunicazione sull’Europa? Dibattito sulla situazione economica e finanziaria dell’Unione europea — L’Europa sull’orlo della recessione? Il CESE esorta gli Stati membri a proseguire il processo di ratifica del trattato di Lisbona Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata In margine alla presidenza francese dell’UE, Jacques Dermagne illustra le nuove prospettive e priorità del Consiglio economico e sociale della Francia Nel suo intervento alla sessione plenaria del 10 luglio 2008, il presidente del Consiglio economico e sociale francese, Jacques Dermagne, ha tenuto in primo luogo a sottolineare che tra il CES francese e il CESE esiste una stretta cooperazione, «tanto profonda quanto antica». Commentando poi le priorità della presidenza francese, ha ricordato in particolare che l’Europa è il solo attore del mondo sviluppato ad aver saputo ridurre le emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento atmosferico, senza con ciò sacrificare la sua prosperità. A tale proposito, ha poi aggiunto che la presidenza francese intende contribuire al miglioramento della sicurezza energetica europea favorendo un maggiore controllo dei consumi e rafforzando, sempre in uno spirito di solidarietà, la politica esterna dell’UE in materia di energia. Il CES francese cambia volto: la riforma costituzionale ne estende le competenze e ne aggiorna la denominazione Passando a illustrare il nuovo volto dell’organo da lui presieduto, Dermagne ha spiegato che, con la legge costituzionale francese del 21 luglio 2008, il Consiglio economico e sociale francese assume la denominazione di Consiglio economico, sociale e ambientale e vede di conseguenza ampliate le sue competenze. Secondo Dermagne, questa revisione costituzionale ha il merito di riconoscere l’importanza del lavoro già svolto dal CES francese in materia di ambiente. Jacques Dermagne durante la sessione plenaria del CESE consultazione. Infatti il Consiglio economico, sociale e ambientale può ormai essere consultato anche dal parlamento francese (senato o assemblea nazionale) o, mediante una petizione, dai cittadini. Un’innovazione che, secondo il presidente, consentirà di avvicinare maggiormente i cittadini alle istituzioni. Dermagne ha poi sottolineato l’importanza dei lavori realizzati in comune nel contesto della rete dei CES degli Stati membri dell’UE e ha rivolto un appello per il proseguimento di tale forma di cooperazione. Un’altra priorità: sostenere la creazione di CES nei paesi privi di reti associative Sul piano internazionale, l’obiettivo è quello di incoraggiare l’istituzione di CES nei paesi che ne sono privi, contribuendo così alla prosperità e allo sviluppo economico dei popoli. Al discorso di Dermagne hanno fatto seguito gli interventi di alcuni membri del CESE. In particolare Henri Malosse ha tenuto a ringraziare l’oratore per il suo grande impegno a difesa dell’Europa, esprimendo tuttavia la propria preoccupazione per l’allargarsi del fossato che divide i cittadini europei e le istituzioni. Dermagne ha risposto che i CES esistono proprio per dar voce alla società civile e che occorre continuare a istituire comitati regionali in quanto essi apportano agli attori locali una indiscussa esperienza in moltissimi settori. Il presidente del CESE Dimitris Dimitriadis ha infine reso omaggio a Dermagne, definendo il suo contributo come quello di «un europeo particolarmente ispirato». La suddetta legge costituzionale introduce inoltre un’altra novità per il CES, ampliandone le possibilità di L Intervista con il segretario generale uscente del CESE Patrick Venturini Se dovesse fare un bilancio, come giudicherebbe il suo mandato decennale di segretario generale del CESE? Patrick Venturini Sono stati dieci anni intensi, di forte impegno. Dieci anni segnati da una grande crescita del Comitato, sul piano sia della quantità che della qualità. Le dimensioni del CESE e del suo segretariato sono cresciute di pari passo con l’allargamento dell’Unione da 15 a 27 Stati membri. Il numero dei consiglieri è aumentato del 65 %, le lingue di lavoro sono passate da 11 a 23 e il segretariato ha raddoppiato le sue >>> pagina 2 www.eesc.europa.eu 1 Dibattito sul pacchetto di riforme per le telecomunicazioni Una grande sfida per l’Europa: liberalizzare e modernizzare il pacchetto telecomunicazioni János Tóth, presidente della sezione TEN, la commissaria Viviane Reding e Marc Schaefer, membro del CdR Continua da pag. 1 Notizie dai membri Benvenuto ai nostri nuovi membri! Floríval Rosa Lança, che è entrato a far parte del CESE lo scorso luglio, è un nuovo membro del gruppo Lavoratori. dimensioni. Nel 1998 il Comitato occupava un edificio, oggi, assieme al CdR, ne conta sei. A questa crescita quantitativa è corrisposto parallelamente un forte ampliamento del ruolo e dell’impatto politico del Comitato, un’evoluzione segnata da diverse tappe importanti. Ricorderei in particolare i trattati di Nizza e di Lisbona, che hanno sancito il ruolo del Comitato in quanto luogo istituzionale di rappresentanza e di dibattito della società civile, l’accordo di cooperazione con la Commissione e il moltiplicarsi dei pareri esplorativi, la cooperazione con le diverse presidenze dell’Unione e lo sviluppo della rete dei CES europei. Si sono infine registrati importanti progressi sul piano della gestione interna, a cominciare dal risanamento della gestione finanziaria. Nel complesso, tra il Comitato della rue Ravenstein del 1998 e quello di oggi, la differenza è enorme. Secondo lei, la collaborazione con la Commissione potrebbe essere ulteriormente rafforzata? Lança è attualmente segretario generale esecutivo aggiunto della Comunità sindacale dei paesi di lingua portoghese. Fino al febbraio del 2008 ha fatto parte del comitato direttivo del Sindacato delle industrie metallurgica e metalmeccanica di Lisbona e del comitato esecutivo della Confederazione europea dei sindacati (CES). Nel corso della sua carriera è stato più volte eletto al congresso della Confederazione generale dei lavoratori portoghesi (CGLP-IN). Tra il 1997 e il 2000 è stato membro del Consiglio economico e sociale portoghese. Ha anche fatto parte del comitato di direzione dell’Istituto per l’occupazione e la formazione professionale. Lança sarà membro di due sezioni specializzate: «Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente» e «Trasporti, energia, infrastrutture, società dell’informazione». 2 In termini generali sono convinto che, per poter assicurare una migliore governance, la funzione consultiva dovrebbe assumere una nuova dimensione. Se vogliamo un’Europa più democratica e più solidale, è necessario che, in partenariato con la Commissione, il Comitato si faccia pienamente carico del ruolo che gli spetta per ispirare, attivare concretamente e promuovere la democrazia partecipativa, come prevede il trattato di Lisbona. Si tratta anche di assicurare una funzione consultiva che sia ambiziosa e al passo con i tempi, nei confronti non solo della Commissione, ma anche del Parlamento e del Consiglio. Perché ciò sia possibile è necessario un rafforzamento del partenariato e del dialogo politico, a tutti i livelli, con queste tre grandi istituzioni. Si potrebbero per esempio avviare discussioni esplorative con i commissari e le direzioni generali della Commissione, onde permettere al Comitato di contri- Lo scorso 2 luglio si è tenuto presso il Comitato delle regioni un incontro di alto livello incentrato sullo sviluppo del pacchetto di riforme per le telecomunicazioni. Il pacchetto riunisce le diverse riforme proposte dalla Commissione in merito al quadro regolamentare delle reti di comunicazioni elettroniche dell’Unione europea. Si ricorda che le comunicazioni elettroniche comprendono in particolare la telefonia vocale fissa, le comunicazioni mobili e la banda larga. Negli ultimi dieci anni il Comitato economico e sociale europeo ha già affrontato il tema delle comunicazioni elettroniche in una quindicina di pareri, come ricordato da János Tóth (III gruppo, Attività diverse, Ungheria) nel corso del dibattito. In tali oc- casioni il CESE si è espresso a favore della creazione di uno spazio unico dell’informazione, che dovrebbe essere aperto e competitivo tutelando al tempo stesso gli interessi dei cittadini europei. buire in modo programmato alla preparazione dell’agenda dei lavori dell’Unione europea a medio termine, per esempio fino al 2010, anticipando così meglio le questioni strategiche che determineranno le future priorità di lavoro. Parlando del progetto europeo, dopo i risultati negativi dei referendum sul trattato che adotta una Costituzione per l’Europa in Francia e nei Paesi Bassi e poi di quello sul trattato di Lisbona in Irlanda, non pensa che i cittadini europei si stiano allontanando sempre di più da questo progetto? Il Comitato potrebbe inoltre interrogarsi sulla modernizzazione dei propri metodi di lavoro a livello delle sue funzioni consultive, per esempio sulla possibilità di un più esteso utilizzo di Internet nell’elaborazione dei suoi pareri. È soddisfatto dell’impatto dei pareri sul progetto europeo? Le analisi compiute dal Comitato, fra l’altro sulla base delle relazioni trimestrali che la Commissione redige per valutare il seguito dato ai pareri e alle raccomandazioni del Comitato, dimostrano che l’impatto dei suoi lavori è reale e sostanziale. Il segretariato ha avviato importanti azioni di verifica dell’impatto dei nostri lavori, e io spero che queste azioni continuino e si espandano ulteriormente. Esi- Inoltre il Comitato deplora che nessuna delle disposizioni relative al meccanismo di consultazione sul servizio universale da instaurare negli Stati membri per proteggere i consumatori faccia riferimento alla partecipazione della società civile. Condivide tuttavia l’obiettivo della Commissione di aprire maggiormente i mercati delle telecomunicazioni alla concorrenza e di incoraggiare gli investimenti nelle reti ad alta velocità. In occasione del dibattito è stata anche menzionata la necessità di Ma questo «progetto» esiste davvero? Mi pare evidente che il progetto europeo è lungi dall’essere chiaro. In esso si oppongono ambizioni e visioni diverse. Costruire un progetto a 27 in un mondo globalizzato è qualcosa di completamente diverso rispetto a solo 15 anni fa. Si è aperta una crisi di fiducia e oggi i cittadini si sono allontanati dal progetto europeo. L’Eurobarometro ci mostra tuttavia che tra i cittadini la domanda di Europa è ancora presente. Ciò che si deve fare è quindi trovare altri modi per parlare dell’Europa e mi sembra che le idee e le pratiche innovative non manchino. Patrick Venturini alla sua prima sessione plenaria del CESE, il 14 ottobre 1998 ste però una differenza manifesta fra l’impatto reale e quello percepito. Su questo punto c’è ancora molta strada da fare; inoltre la visibilità del Comitato, pur migliorata, rimane insufficiente. È un fatto innegabile: la funzione consultiva non si «vende» tanto facilmente! Il CESE deve dedicare più energie e più risorse alla comunicazione, al rafforzamento della sua visibilità e alla divulgazione dell’impatto dei suoi lavori. Ma questo richiede in primo luogo il pieno coinvolgimento dei consiglieri. migliorare la coerenza legislativa, di proteggere il diritto alla privacy dei consumatori e di favorire l’innovazione. La Commissione chiede che le nuove regole vengano interamente recepite nelle legislazioni nazionali entro il 2010. L A titolo personale, insisterei sulla necessità di cambiare i metodi e gli strumenti: a parer mio continua a mancare un’«Europa intermedia» tra le sovrastrutture europee e i cittadini. Di fatto, non ci sono abbastanza luoghi di dibattito decentrati, momenti di concertazione e, perché no, luoghi di azione delegata che permettano ai cittadini di informarsi, di discutere, anche di agire su questioni di respiro europeo che riguardino la loro vita quotidiana e rispondano alle loro principali preoccupazioni. È necessario e urgente creare questa Europa intermedia. In quanto «ponte» tra l’Europa e la società civile, il CESE, pur non potendo pretendere di essere la risposta a questa esigenza, perché non vi può essere un’unica risposta, fa indubbiamente parte della soluzione. Sulla base di dieci anni di esperienza, come vede il futuro del CESE? Il CESE, che ha da poco celebrato il suo cinquantesimo anniversario, ha ancora un grande avvenire davanti a sé. Ha la possibilità di crescere lungo tre diversi assi. In primo luogo, a livello della sua missione principale, quella consultiva, il Comitato potrebbe, come ho già detto, sviluppare la funzione esplorativa e rafforzare la sua cooperazione con la Commissione, concentrandosi in particolare su questioni che interessano la società a medio termine e contribuendo a definire quella che sarà l’agenda comunitaria di domani. Il secondo asse consisterebbe nel contributo alla creazione dell’«Europa intermedia» di cui parlavo prima, da un lato dando la possibilità ai membri del Comitato di svolgere meglio il loro ruolo di «ponte» con le organizzazioni della società civile, dall’altro rafforzando il dialogo con le grandi organizzazioni e le reti della società civile a livello europeo. In particolare, si potrebbe approfondire la nostra cooperazione con la rete dei CES europei, e dare al nostro gruppo di collegamento con le reti europee di ONG una dimensione ben più significativa. Infine, potrebbe proseguire e anche intensificarsi l’azione del Comitato nel quadro della politica estera dell’Unione europea: a tale fine dovremmo assumerci la responsabilità della dimensione «società civile» di questa politica e favorire la diffusione della democrazia partecipativa e la creazione di consigli economici e sociali nei paesi e nelle regioni extracomunitari, in stretta collaborazione con l’associazione internazionale dei CES, l’Aicesis, che a sua volta è in piena espansione. L CESE info — Settembre 2008 Come conciliare la dimensione nazionale ed europea nella comunicazione sull’Europa? ad un sistema di valori e ad un progetto comune europeo. La relatrice generale Béatrice Ouin, avvalendosi del contributo di Babette Nieder, segretaria generale della Maison de l’Europe di Parigi, di Jane Morrice e di Marie Zvolská, propone azioni semplici e concrete. Verso una politica comune della comunicazione Béatrice Ouin Nel corso della 446a sessione plenaria del 9 e 10 luglio 2008 il Comitato economico e sociale europeo (CESE) ha adottato un parere esplorativo contenente delle proposte intese a migliorare la comunicazione sull’Europa. Tali proposte rispondono alla domanda posta dalla presidenza francese, e cioè: «Come conciliare la dimensione nazionale ed europea nella comunicazione sull’Europa?». La difficoltà principale consiste nel rispettare le differenze culturali tra i diversi paesi e nel realizzare una comunicazione mirata, mettendo in luce i punti comuni e l’appartenenza Comunicare l’Europa è un compito complesso, che richiede un progetto, delle risorse e un linguaggio comprensibile a tutti i cittadini. Ciascuna delle istituzioni ed agenzie europee ha una propria politica di comunicazione, attraverso la quale spiega la propria attività. Non esiste invece una politica comune di comunicazione, che illustri ciò che le istituzioni fanno insieme, cioè, in ultima analisi, ciò che fa l’Europa. Il CESE raccomanda di produrre meno opuscoli illustrativi, di rendere più mirati quelli che vengono prodotti e di intraprendere nuove azioni concrete. Tra queste, si è proposto di fare in modo che tutti gli europei ricevano sin dalla scuola un bagaglio di conoscenze comuni sull’Europa, comprendente la sua storia, il suo funzionamento e i valori che la distinguono dalle altre regioni del mondo. Affinché la comunicazione sull’Europa raggiunga i suoi obiettivi, occorre quindi mettere a disposizione degli Stati membri una base comune di conoscenze destinata agli alunni delle scuole e formare gli insegnanti, i giornalisti, i rappresentanti politici locali e gli esponenti della società civile. Tale base comune di conoscenze sarebbe la stessa per tutti gli Stati membri e verrebbe tradotta in tutte le lingue dell’Unione, dopo essere stata avallata dal Parlamento europeo. L’organizzazione di queste iniziative di formazione è materia di competenza nazionale. L’informazione sull’Europa dovrebbe rientrare tra gli obblighi di servizio pubblico I rappresentanti politici eletti a livello nazionale e locale e gli esponenti della società civile sono i soggetti maggiormente legittimati e meglio situati per illustrare le attività dell’Unione e rispondere alle domande dei cittadini europei. Tutti coloro che rivestono un mandato europeo, politico o sindacale, dovrebbero dar conto una volta l’anno della propria attività a livello europeo. Inoltre, uno dei modi più efficaci per promuovere l’Europa consiste nel favorire gli scambi e gli incontri diretti. Per garantire un’adeguata diffusione delle informazioni su quello che avviene altrove in Europa si dovrebbe semplificare l’accesso a specifici fondi per la mobilità, con l’obiettivo di invitare gli omologhi della società civile di altri Stati membri alle assemblee generali, alle sessioni di formazione e ai consigli. Infine, per incoraggiare i responsabili politici a parlare di più dell’Europa, il CESE raccomanda di mettere a loro disposizione resoconti, immagini e statistiche che possano essere facilmente utilizzati nei blog. Gli eventi sportivi, le feste nazionali e la Giornata dell’Europa costituiscono altrettante occasioni per parlare di Europa. L Dibattito sulla situazione economica e finanziaria dell’Unione europea Le nuove sfide poste dalla situazione economica e finanziaria dell’Unione europea sono state al centro di un dibattito organizzato dal gruppo Datori di lavoro del Comitato economico e sociale europeo il 9 luglio scorso. Al dibattito ha partecipato anche il commissario europeo per gli Affari economici e monetari Joaquín Almunia, che ha analizzato le diverse difficoltà che l’Unione si trova oggi ad affrontare, tra le altre: il rincaro dei prodotti alimentari e del petrolio, la sfida della globalizzazione e l’invecchiamento della popolazione. Il dibattito ha fatto seguito alla riunione del gruppo Datori di lavoro, presieduta dal presidente Henri Malosse, e ha visto la partecipazione dei membri del gruppo. Sul fronte delle difficoltà economiche, oggi i cittadini sono preoccupati soprattutto per i fortissimi aumenti dei prezzi del petrolio e dei prodotti alimentari. Il prezzo del barile di greggio è infatti notevolmente cresciuto dall’inizio dell’anno e in alcuni casi l’impennata dei prezzi alla pompa è stata spettacolare. L’Europa deve far fronte allo stesso tempo a forti pressioni inflazionistiche e a un tasso di crescita ridotto. Sempre più indicatori annunciano un netto rallentamento dell’attività economica per il resto dell’anno, mentre il 2009 è tuttora incerto. Il fatto che il potere d’acquisto dei consumatori sia sempre più sotto pressione, per effetto dell’in- LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI Cambiamento climatico e agricoltura in Europa: un tema che desta grande inquietudine Nell’ottobre 2007 la futura presidenza francese aveva chiesto al CESE di elaborare un parere esplorativo sul tema I rapporti tra il cambiamento climatico e l’agricoltura in Europa, invitandolo nel contempo ad affrontare, tra gli altri, il tema dei biocarburanti. Nel parere elaborato a seguito di tale invito il Comitato esprime grande inquietudine per l’impatto negativo che il cambiamento climatico avrà sull’agricoltura europea, e quindi anche sulla vitalità dell’economia di diverse zone rurali. Le aree più colpite saranno probabilmente quelle dell’Europa meridionale, soprattutto in ragione dell’inevitabile allungamento dei periodi di siccità, che potrebbe compromettere gravemente la disponibilità di risorse idriche. Nel parere tuttavia il CESE analizza anche le responsabilità dell’agricoltura rispetto al cambiamento climatico: il settore agricolo emette infatti grandi quantità di metano, che è un potente gas a effetto serra. Il Comitato invita pertanto le autorità politiche ad agire rapidamente, introducendo in tutti i settori d’intervento un capitolo «politica di protezione del clima», da integrare nella politica agricola comune. Almunia. Tra le proposte avanzate: accrescere la concorrenza, soprattutto nei servizi, e migliorare il funzionamento dei mercati del lavoro. Anche se le riforme condotte finora sotto gli auspici della strategia di Lisbona hanno dato i loro frutti, servirà ancora del tempo per vincere le sfide della disoccupazione, della concorrenza, della globalizzazione e delle nuove tecnologie ambientali. flazione, dei prezzi del petrolio e degli alimenti e dell’euro forte, non permette più di escludere completamente il rischio di recessione. «La stessa BCE non può riuscire, da sola, a sconfiggere l’inflazione: i governi dovrebbero contribuire a questa lotta», ha sottolineato il commissario Evoluzione del settore dei servizi alle imprese in Europa Nel quadro dell’agenda di Lisbona, la Commissione europea ha consultato il CESE circa l’evoluzione del settore dei servizi alle imprese in Europa, con l’obiettivo di migliorare la competitività dell’industria europea e di prevedere un eventuale ammodernamento della legislazione. Il Comitato ha stabilito un elenco delle azioni prioritarie da intraprendere per realizzare progressi verso i dieci obiettivi fondamentali previsti dal programma comunitario di Lisbona 2008-2010. Tra queste si possono menzionare la promozione della scienza dei servizi come nuova disciplina di insegnamento e di formazione, l’elaborazione di norme standardizzate per i servizi alle imprese e la promozione dei programmi di innovazione nei servizi. Tra le altre misure previste si ricorda la creazione di un gruppo ad alto livello incaricato di individuare le migliori politiche inerenti ai servizi alle imprese e di valutare le necessità legate ai nuovi tipi di occupazione, analizzando l’istruzione, la formazione, l’apprendimento permanente e il miglioramento delle condizioni di lavoro per gli addetti al settore. Almunia ha concluso il dibattito rilevando che il 2009 si annuncia un anno più difficile del previsto in termini di crescita economica e sottolineando la necessità di attuare tutte le politiche necessarie per garantire una migliore distribuzione delle risorse e una maggiore giustizia soL ciale. La creazione di reti di organizzazioni della società civile nella regione del Mar Nero Su richiesta della Commissione europea, il Comitato ha elaborato un parere esplorativo sulla costituzione di una rete di organizzazioni della società civile nel Mar Nero, nel quale formula diverse raccomandazioni. Nel parere il CESE invita i governi dei paesi del Mar Nero e le organizzazioni regionali e internazionali a coinvolgere la società civile nel dialogo e nella cooperazione, con l’obiettivo di garantire nella regione la stabilità politica, la democrazia, i diritti umani e le libertà fondamentali, ma anche di promuovere le riforme economiche e la cooperazione in materia di trasporti, energia e ambiente. La Sinergia del Mar Nero richiama infatti più che mai l’attenzione del mondo politico sulla regione, e in particolare sulle nuove opportunità offerte dalla recente adesione della Romania e della Bulgaria all’Unione europea. © http://ec.europa.eu/external_relations/blacksea L’Europa sull’orlo della recessione? Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en CESE info — Settembre 2008 3 © http://www.eu2008.si Il presidente del CESE Dimitris Dimitriadis con il primo ministro sloveno Janez Janša Il risultato del referendum svoltosi in Irlanda per ratificare il trattato di Lisbona è stato dibattuto alla ri- unione straordinaria dell’Ufficio di presidenza del CESE tenutasi il 17 giugno a Portorose (Slovenia). Il di- battito ha fatto seguito a un incontro tra il presidente del CESE Dimitris Dimitriadis e il primo ministro sloveno Janez Janša, presidente di turno del Consiglio europeo. «Dobbiamo rispettare l’esito del voto irlandese e riflettere sulla via da seguire», ha dichiarato il presidente Dimitriadis dopo la riunione, «ma dobbiamo anche rispettare il fatto che 19 Stati membri hanno già ratificato il trattato di Lisbona». Il presidente ha ribadito le riserve del CESE sulla procedura adottata per l’elaborazione del trattato: «Esprimiamo preoccupazione per il processo “a porte chiuse” con cui è stato elaborato il testo del trattato, così diverso rispetto al metodo aperto della Convenzione che, in particolare, aveva consentito un’ampia consultazione della società civile organizzata». «Forte della disponibilità, della volontà e della capacità che lo hanno sempre contraddistinto, il CESE sostiene l’UE e le sue istituzioni, rendendo possibile un dialogo strutturato e trasparente con la società civile organizzata. Quest’ultima ha avuto e continua ad avere un ruolo importante nella promozione dell’integrazione europea», ha dichiarato Dimitriadis. Il presidente si è anche detto d’accordo con la posizione della Commissione europea, e più in particolare con la dichiarazione rilasciata dopo il referendum irlandese dal presidente Barroso, secondo il quale «le istituzioni dell’UE e gli Stati membri devono continuare a lavorare per produrre risultati per i cittadini europei su questioni importanti come la crescita e l’occupazione, la coesione sociale, la sicurezza energetica, i cambiamenti climatici e la lotta all’inflazione». L IN BREVE Serata culturale croata Il complesso croato «Tango appassionato» in concerto Le serate culturali del CESE celebrano la diversità culturale dell’Europa. La Missione croata presso l’Unione europea ha organizzato una serata culturale dedicata alla Croazia, che si è svolta il 9 luglio 2008 nella sede del Comitato. L’evento, aperto dal presidente del CESE Dimitris Dimitriadis, ha dato ai partecipanti l’opportunità di familiarizzarsi con la cultura croata, di gustare specialità e vini croati e di socializzare. Sono poi seguiti gli interventi di Branko Baričević, ambasciatore e capo della Missione croata presso l’UE e di Gordan Jandroković, ministro croato per gli Affari esteri e l’integrazione europea. Gli ospiti hanno poi potuto assistere ad un’ottima performance musicale del gruppo «Tango appassionato» e ammirare una mostra fotografica di Ivo Pervan, fotografo e artista croato. L Dichiarazione del presidente del CESE Dimitriadis sul Processo di Barcellona — Unione per il Mediterraneo Alla vigilia del vertice che ha visto riuniti a Parigi il 13 e 14 luglio 2008 i capi di Stato o di governo dei paesi dell’area euromediterranea, il presidente del CESE Dimitriadis ha espresso il pieno sostegno del Comitato economico e sociale europeo (CESE) all’iniziativa «Unione per il Mediterraneo», che intende imprimere nuovo slancio al Processo di Barcellona. A questo proposito egli ha sottolineato l’importanza di coinvolgere a fondo le organizzazioni della società civile e le parti economiche e sociali nel quadro istituzionale del Processo di Barcellona — Unione per il Mediterraneo. Il presidente Dimitriadis ritiene che l’Unione per il Mediterraneo andrebbe costruita sulla scia di quanto già realizzato successivamente alla dichiarazione di Barcellona e alla costituzione di una rete di consigli economici e sociali (CES) e istituzioni analoghe nel 1995. Da allora ad oggi, infatti, questa rete è servita da sede di dialogo e di scambi tra i diversi gruppi di interesse economico e sociale delle due sponde del Mediterraneo. La rete Euromed di CES e istituzioni analoghe presieduta dal CESE è pronta a svolgere un ruolo cruciale nel rafforzare il dialogo tra i gruppi di interesse economico e sociale della regione e nel collaborare strettamente con le istituzioni della futura Unione per il Mediterraneo. Ulteriori informazioni all’indirizzo: http://eesc.europa.eu/sections/ rex/euromed/index_en.asp? L id=3020rexen In seguito alla revisione costituzionale adottata in Francia il 21 luglio 2008, il nostro omologo, il Consiglio economico e sociale francese, cambia nome e accresce significativamente il suo ruolo e i suoi compiti. La nuova designazione di Consiglio economico, sociale e ambientale (Conseil économique, social et environnemental) mette in luce l’aspetto ambientale del suo lavoro. D’ora in poi il Consiglio francese potrà essere consultato sia su iniziativa dell’assemblea nazionale sia mediante una petizione popolare. Secondo il suo presidente, Jacques Dermagne, «questa revisione costituzionale riconosce l’importanza delle attività che il Consiglio già svolge in campo ambientale. Il fatto che questa assemblea possa CESE info Capo redattore Indirizzo Karel Govaert Comitato economico e sociale europeo Edificio Jacques Delors, rue Belliard 99, B-1040, Bruxelles Tel. (32-2) 546 93 96 o 546 95 86 Fax (32 2) 546 97 64 Redattori Christian Weger Nathalie Vernick Nadia Boukhenfouf Agnieszka Nyka 4 e-mail [email protected] Internet http://www.eesc.europa.eu/ © http://www.conseil-economique-et-social.fr La revisione della Costituzione francese allarga l’ambito di competenza del Consiglio economico, sociale e ambientale della Francia essere consultata sia per via parlamentare sia mediante una petizione popolare costituisce inoltre un progresso significativo per la democrazia francese». Ulteriori informazioni sul sito www.conseil-economique-etsocial.fr L Consiglio economico, sociale e ambientale Cese info in 22 lingue: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo. CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del Comitato: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/index_en.asp CESE info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del Comitato. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del Comitato. La riproduzione — con citazione della fonte — è autorizzata a condizione di inviare una copia alla redazione. Settembre 2008/8 Tiratura: 20 500 copie. Il prossimo numero uscirà nell’ottobre 2008. STAMPATO SU CARTA RICICLATA AL 100 % CESE info — Septembre 2008 QE-AA-08-008-IT-N Il CESE esorta gli Stati membri a proseguire il processo di ratifica del trattato di Lisbona