INDAGINE CAMPIONARIA SUL FUNZIONAMENTO DEI CENTRI PER L’IMPIEGO NELLE REGIONI DEL MEZZOGIORNO Diana Gilli e Maria Parente “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego”, n. 1/2004 ISFOL – RP(MDL)-1/04 Elaborazione grafica di ANNA NARDONE a cura di ISFOL – Area Mercato del Lavoro Con le monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego, vengono presentati e divulgati in forma sintetica, i principali risultati di studi realizzati dall’Area di ricerca “Mercato del lavoro” e dell’Area “Politiche sociali”, dell’Isfol. Direzione scientifica della collana: Diana Gilli e Antonello Scialdone Isfol – Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori Via G. B. Morgagni, 33 - 00161 Roma Tel. 06/44.59.01 – Fax 06/44.59.06.85 Indirizzo Internet http://www.isfol.it 2 ISFOL – Area Mercato del Lavoro THE FUNCTIONING OF CPIS SOUTHERN REGIONS – A SAMPLE SURVEY INDAGINE CAMPIONARIA SUL FUNZIONAMENTO DEI CENTRI PER L’IMPIEGO NELLE REGIONI DEL MEZZOGIORNO IN SINTESI ABSTRACT Questa analisi del sistema ed il funzionamento dei Centri per l’impiego nelle aree Ob.1, è stata realizzata dall’Area “Mercato del lavoro” dell’Isfol nel quadro delle azioni di sistema di Fse, a titolarità del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Essa fa riferimento all’indagine in profondità su un campione di Cpi, effettuata nel periodo maggiogiugno 2003. La rilevazione aveva lo scopo di osservare l’erogazione effettiva dei servizi previsti dalla riforma dei Servizi per l’impiego nei confronti di individui ed imprese, le dotazioni strutturali ed infrastrutturali dei Centri, gli avanzamenti rispetto alla rilevazione effettuata l’anno precedente. In particolare, in riferimento ad una situazione delle aree del Mezzogiorno che mostra ancora segni di ritardo rispetto a quella del Centro-Nord, ci si proponeva di verificare se, e per quali aspetti, il divario riscontrato nei monitoraggi degli anni passati fosse in via di superamento; un altro elemento di interesse riguardava l’individuazione dei fattori cruciali che possano determinare una accelerazione del processo di modernizzazione dei Centri. Nel periodo 2002-2003, in linea con le tendenze registrate nei dodici mesi precedenti, le distanze tra le macro aree del paese sembrano presentare elementi di attenuazione. Per alcune funzioni il progresso registrato dai Centri per l’impiego delle regioni Ob.1 risulta notevole: ad esempio si registra un’evoluzione riguardo ai servizi di consulenza alle imprese, la cui presenza si riscontra nel 73% dei Centri per l’impiego, il 6% dei quali ha attivato uno sportello ad hoc. Le attività per l’incontro domanda/offerta arrivano a toccare quasi 9 Centri su 10. Anche il sistema dell’obbligo formativo presenta indubbi miglioramenti; l’attuale presenza del servizio di tutoraggio, che, ad This survey, regarding CPIs system and functioning in the regions Ob.1, has been realised by the “Labour Market Department” of ISFOL in the scenario of ESF System-actions, on behalf of the Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. It is based on a CPIs in-depth survey carried out in 2003 from May to June – on a sample basis. The analysis aimed to inquest the services actually supplied – further to PES reform – to jobseekers and employers, CPIs structures/ infrastructures, any progress achieved comparing the data collected and with the ones resulting from the survey carried out in the previous year. In detail, starting from a situation of the Southern areas showing strong delays respect to the North-Centre areas, the survey intended to detect if and how the gap, observed in the previous monitoring initiative, was being overcome; finding out all the crucial aspects that could make CPIs modernising process gain ground at a stronger pace. From 2002 to 2003, according to the trends pointed out in the previous year analysis, the gap between the macro-areas of the country seem narrower and partly filled in. As far as some functions are concerned, the progress recorded in the CPIs of the Regions Ob.1, result noteworthy: for instance, there’s a clear evidence of the implementation of the services relative to counselling to employers, set up in 73% of CPIs, out of which 6% has set up units ad hoc. While nearly 9 out of 10 CPIs have activated services of S/D matching. The system of compulsory training provision too has been strengthened as well as the tutoring service, completely lacking in the previous survey data, the which shows significant encouraging signals of a progressive growth in the South Regions. The emerging data concern the capability of the South CPIs to 3 ISFOL – Area Mercato del Lavoro carry out any necessary initiative with the users to enhance a suitable choice in following training pathways (over 15.000 information interviews and 10.000 guidance interviews). For both typologies of interviews, the percentage reached in the Southern area exceeds the half of the total number of the interviews realised by CPIs on a national basis. As far as the application of the reform relative to disabled placement is concerned, in the South administrative functions are still prevailing with a very high percentage (68%) vs a much lower percentage regarding personal and counselling services (20,1% in the first case, 11,8% in the second one). The initiatives necessary to carry out all that established by laws N. 181 and N. 297, regard 7 CPIs out of 10, but the percentage relative to all the ones, which have gone through the procedure of auto-certification, amounts to 39%, whereas the one relative to job-insertion interviews amounts to 14%. As far as job insertion is concerned, the services mostly widespread are the autoconsultation (44%) and the ones aiming to train the candidates to the selection interviews (46%); whereas the service, which presents a strong shortage, is the one relative to the certification of training credits. The monitoring initiatives relative to both the amount of activities carried out and to the functionality of services are not so popular yet (38% about) and are mostly committed to each Centre availability and strategy. Moreover there are still relevant limits concerning structures and premises (2/3 out of all the centres, whose premises are not yet in compliance with the reform requirements, are located in the South Regions); whereas 61% of the CPIs in the South have still “barriere architettoniche” – structural obstacles forbidding the disabled to have a free access to centres. Also setting up communication infrastructures among CPIs, Regions and Provinces hasn’t reached that specific threshold, that could afford a strategic growth of the system. As a esempio, risultava completamente assente nella precedente rilevazione, testimonia una significativa capacità di recupero del Mezzogiorno. Il dato che emerge è la forte capacità manifestata dai Centri del Sud (oltre 15.000 colloqui di informazione ed oltre 10.000 di orientamento) di svolgere con l’utenza quelle attività necessarie a favorire una idonea scelta per il proseguimento del percorso formativo. Per entrambe le tipologie di colloqui, peraltro, la quota raggiunta nella ripartizione meridionale supera la metà del numero complessivo dei colloqui realizzati presso le sedi dei Cpi su base nazionale. Per quanto riguarda l’applicazione della riforma sul collocamento dei disabili, prevalgono al Sud ancora le funzioni di tipo amministrativo (68%), a fronte di percentuali molto più limitate per quanto concerne i servizi individualizzati e quelli consulenziali (20,1% nel primo caso e 11,8% nel secondo). Le attività che si riferiscono agli adempimenti connessi al D.lgs. 181 e 297 interessano ormai circa 7 Centri su 10, ma la percentuale relativa al completamento della procedura di autocertificazione è del 39%, e di solo il 14% per quanto riguarda l’avviamento degli incontri per l’inserimento lavorativo. Per quanto concerne gli interventi per l’inserimento al lavoro, i servizi che mostrano la maggiore diffusione sono quelli dell’autoconsultazione (44%) e relativi alla preparazione dei candidati ai colloqui di selezione (46%); il servizio meno presente è quello della certificazione dei crediti formativi. Anche le attività di monitoraggio, sia dei volumi di attività sia della funzionalità dei servizi, restano sostanzialmente poco diffuse (38% circa) e affidate prevalentemente, comunque, alla volontà dei singoli Centri. Ancora rilevanti rimangono, infine, le limitazioni riguardo all’adeguamento strutturale delle sedi (nelle aree dell’Obiettivo 1 ricadono circa i due terzi dei casi di inadeguatezza riscontrati nella penisola); il 61% dei Centri del Sud, inoltre, presenta barriere architettoniche. Anche l’attivazione di infrastrutture 4 ISFOL – Area Mercato del Lavoro consequence, in some regions the responsible of the Centre and the staff as well look rather concerned for the long time necessary to put an end to PES modernising process. According to the interviewed persons one of the reasons for the delays, much longer than they had thought, is often the difficulty of local administrations to implement any relevant mechanism to utilise the available resources quickly and at the best. Renewing definitely structures and technologies, training and updating the staff, adopting more sophisticated communication systems with customers, it all would represent a quick pace to gain ground, as the Centres, that have moved to new buildings, and the areas, where the computerised network among various stakeholders is strengthening, show. One more difficulty is the one relative to the overall process of PES system decentralisation, that must cope with some bottlenecks, should it be implemented in a quite detailed way. Thus, even if the survey has pointed out a constant progress in CPIs operative structure functioning in the South regions, from 2002 to 2003, it has not been recorded the growth, that could have filled in the gap with the NorthCentre areas of the country in a significant way. comunicative evolute tra Cpi, province e regioni non ha raggiunto quella dimensione critica che potrebbe permettere un avanzamento strategico del sistema. Emerge, di conseguenza, in alcune regioni, qualche preoccupazione, tra i responsabili dei Centri e gli operatori, circa i tempi che si renderanno necessari alla realizzazione più completa dei Servizi pubblici per l’impiego. Tra i motivi di un procedere meno rapido di quanto auspicato dagli intervistati viene indicata frequentemente la difficoltà da parte delle amministrazioni a guidare con rapidità i meccanismi di utilizzo delle risorse disponibili: già rinnovare in maniera decisiva strutture e tecnologie, aggiornare il personale e adottare sistemi di comunicazione col pubblico più sofisticati significherebbe imprimere una svolta decisiva. Lo si rileva appieno in quei Centri che hanno trasferito la sede in edifici nuovi ed in quelle aree in cui si fa strada la rete informatizzata tra i diversi soggetti. Un’altra difficoltà riscontrata è quella connessa al disegno complessivo dei sistemi decentrati per l’impiego, che trova alcune strozzature nel momento della sua implementazione più capillare. Sebbene, quindi, nel complesso, si apprezzino dei miglioramenti nella funzionalità delle strutture operative dei Servizi per l’impiego, non sembra essersi prodotta, tra il 2002 ed il 2003 quella accelerazione che avrebbe potuto tagliare significativamente i divari rispetto alle aree Centro settentrionali del paese. 5 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE Sintesi – Abstract Introduzione Nota metodologica Il clima delle interviste 1 2 Elementi del monitoraggio per target 3 “ “ “ 8 12 13 16 1.1 Le azioni per il mainstreaming e le pari opportunità di genere 1.2 Stato di avanzamento della riforma del collocamento dei disabili 1.3 I servizi territoriali per l’obbligo formativo “ “ “ “ Elementi del monitoraggio per funzioni “ 23 “ “ “ 23 25 27 “ 27 “ “ “ “ 28 32 34 36 “ “ “ “ “ “ “ “ 41 41 45 47 49 51 51 55 “ 58 “ 62 2.1 Le strategie di comunicazione e marketing dei Servizi pubblici per l’impiego 2.2 Adempimento connessi al D.lgs. 181 e 297 2.3 Interventi per l’inserimento al lavoro 2.3.1 Le attività che caratterizzano il servizio di promozione all’inserimento lavorativo 2.3.2 Lo stato di attuazione del servizio di promozione all’inserimento lavorativo 2.3.3 La costruzione di un indice di qualità 2.4 Orientamento 2.5 I servizi alle imprese 3 pag. Elementi del monitoraggio per strutture ed organizzazione 3.1 Logistica e sedi 3.2 Il personale 3.3 Dotazioni informatiche e reti 3.3.1 Reti ed infrastrutture informatiche 3.4 La formazione degli operatori dei Spi nelle regioni Ob.1 3.4.1 L’offerta formativa 3.5 Cpi e welfare locale 3.6 Le attività di monitoraggio e di rilevazione della soddisfazione dell’utenza Riferimenti bibliografici 6 16 17 20 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INDICE DELLE TABELLE Tab. Tab. Tab. 1 2 3 Tab. 4 Tab. 5 Tab. 6 Tab. 7 Tab. 8 Tab. 9 Tab. 10 Tab. 11 Tab. 12 Tab. 13 Tab. 14 Tab. 15 Tab. 16 Tab. 17 Tab. 18 - - Tipologia di attività svolte dai Cpi - regioni Ob.1 - valori % pag. Impegno prevalente del Cpi sul collocamento dei disabili, regioni Ob.1 - valori % “ Personale coinvolto nell’erogazione dei servizi di collocamento mirato dei disabili, regioni Ob.1, tipo di impegno e modalità prevalente di intervento dei Cpi - valori % “ Applicazione del D.lgs. 181 nei Cpi delle regioni Ob.1 “ Completamento della procedura di autocertificazione nei Cpi delle regioni Ob.1 “ Avviamento incontri per inserimento lavorativo e formazione con D.lgs. 181 “ Presenza di spazi attrezzati per l’autoconsultazione delle informazioni per area geografica - valori assoluti e % “ Centri per l’impiego che effettuano tirocini per area geografica valori assoluti e % “ Centri per l’impiego dotati di spazi attrezzati per i colloqui per area geografica - valori assoluti “ Presenza di un servizio di preparazione ed assistenza ai colloqui di selezione per area geografica - valori assoluti e % “ Rilascio di un attestato valido ai fini dei crediti formativi per area geografica - valori assoluti e % “ Indice di qualità della promozione all’inserimento lavorativo per regione: valori medi e coefficiente di variazione “ Cpi regioni Obiettivo 1: raggiungibilità con i mezzi pubblici “ Cpi regioni Obiettivo 1: possibilità di parcheggiare agevolmente “ Cpi regioni Obiettivo 1: presenza di barriere architettoniche “ Cpi regioni Obiettivo 1: adeguatezza delle sedi “ Adeguatezza numerica del personale dipendente - valori assoluti e % “ Cpi per area geografica: presenza di collegamento ad Internet, presenza di collegamenti in rete e presenza di archivi condivisi localmente - valori assoluti e % “ 16 18 18 26 27 27 30 31 31 31 32 34 41 42 42 43 46 49 INDICE DELLE FIGURE Fig. 1 - Distribuzione territoriale dell’indice di qualità del servizio di promozione dell’inserimento lavorativo 7 “ 33 ISFOL – Area Mercato del Lavoro INTRODUZIONE L’analisi che l’Area “Mercato del lavoro” dell’Isfol realizza sul sistema e sul funzionamento dei Servizi pubblici per l’impiego sin dal 2000 è diventata uno strumento che viene utilizzato regolarmente da quanti operano per le politiche del lavoro, sia in quanto istituzioni, sia come operatori, sia ancora come osservatori e ricercatori nell’ambito del mercato del lavoro. Il nostro campo di indagine si è evoluto sensibilmente in questi anni; siamo partiti da una fase di avvio della riforma dei Servizi per l’impiego, dai primi passi di un decentramento che ha comportato difficoltà e cambiamenti rapidi, ed abbiamo assistito alla piena assunzione di nuove responsabilità e compiti da parte di uffici e strutture che erano nati con funzioni molto diverse da quelle sopraggiunte, che erano dotati di risorse strumentali, di personale e di abitudini lavorative che hanno affrontato un rinnovamento completo. L’indagine campionaria sui Centri per l’impiego nelle regioni Ob.1, che presentiamo in questa Monografia, ha per focus le funzioni e le strutture dei Spi in quanto operatori nel mercato del lavoro, portatori di interventi (diretti o tramite esternalizzazione) per soggetti disoccupati o a rischio di esclusione dal mercato del lavoro e per il tessuto imprenditoriale del territorio. In tutti i casi sono stati intervistati i Responsabili dei Centri o i loro immediati sostituti, che spesso si sono fatti coadiuvare nelle risposte da altri operatori della struttura e che hanno dimostrato un’ampia disponibilità, anche se in alcuni casi le informazioni non sono risultate complete o pienamente coerenti. Ciò dipende dall’influenza di fattori soggettivi che hanno un ampio peso nelle rilevazioni a carattere qualitativo: anche in questo monitoraggio alcuni intervistati hanno teso ad enfatizzare il cambiamento e l’allineamento alle disposizioni della riforma considerando pienamente attivi i nuovi servizi pur in presenza di evidenti limiti strutturali ovvero, all’opposto, altri hanno preferito rimarcare le difficoltà e i disagi che frenano il pieno dispiegarsi delle nuove attività. La rilevazione diretta, il confronto con le indagini precedenti, la profondità stessa delle interviste hanno permesso frequentemente di bilanciare in una visione più “fredda” i dati ed i problemi evidenziati, cercando al tempo stesso di preservare la pittura a tutto tondo che i protagonisti dei nostri studi di caso ci hanno fornito; a questo scopo riportiamo talvolta, in corsivo, impressioni e argomentazioni delle persone intervistate, nella convinzione di poter così conferire una maggiore concretezza ai dati di sintesi. Nell’insieme, anche nel 2003 l’ultimo anello della “catena” della riforma dei Spi, i 8 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Cpi, dimostra nelle aree Ob.1 un progredire nella concreta attuazione della riforma, pur in una condizione che resta in ritardo rispetto alle altre aree del paese. Sono infatti ancora minoritari i casi in cui vengono realizzate tutte le attività previste secondo modalità avanzate di prestazione, anche se non mancano singole situazioni esemplari, a testimonianza di un’accelerazione nel processo di riforma, mentre sono più frequenti le esperienze di transizione, in cui la riforma è stata realizzata solo parzialmente. Tra quelli esaminati, meritano attenzione, in positivo, due casi che si dimostrano tra i più interessanti, soprattutto per la capacità da parte dei responsabili e del personale di adottare innovazioni organizzative, sperimentarle, migliorale, promuoverle: si tratta delle esperienze dei Centri di Noci, in provincia di Bari e di Tricase, in provincia di Lecce, che in Puglia vengono ad assumere la denominazione di Centri territoriali per l’impiego (Cti) anziché di Cpi. Nel caso di Noci, i cambiamenti più rilevanti hanno avuto luogo nell’ultimo anno, a seguito di un lungo travaglio per una riforma che, a causa dei pochi mezzi e delle scarse conoscenze, non riusciva a partire. Ad oggi, presso il Cti, sono attivi soprattutto i servizi di accoglienza, di orientamento e di incrocio domanda/offerta. Inoltre, è stato organizzato, all’interno del Centro, anche uno spazio per l’autoconsultazione, corredato di riviste, di una bacheca con le offerte di lavoro, di materiale divulgativo su leggi relative alla creazione d’impresa, sulle norme per le agevolazioni alle imprese, sull’obbligo formativo, sull’apprendistato e altro ancora. In particolare, questo spazio (ricavato attraverso un’opportuna risistemazione di vecchi scaffali in dotazione del Centro già prima della riforma) è stato anche dotato di una postazione informatica costantemente collegata ad Internet e, soprattutto, alla banca dati di Netlabor, in modo da consentire agli utenti sia di poter consultare i dati relativi alla domanda di lavoro, che di inserire direttamente il proprio curriculum. Un’altra novità realizzata dal Cti di Noci consiste nella sperimentazione di un Osservatorio del mercato del lavoro, vale a dire di un’attività di monitoraggio continuo del territorio, grazie alla quale è possibile, innanzitutto, controllarne continuamente le dinamiche e le esigenze socio occupazionali e, in seconda istanza, la divulgazione di questi dati attraverso la produzione di statistiche periodiche, che assumono, per l’utenza, sia carattere informativo che orientativo rispetto al MdL locale. È stato anche avviato, negli ultimi mesi, un progetto sperimentale, che prevede la nascita di uno Sportello di orientamento itinerante nelle scuole. Ad oggi, tale sportello è operante presso l’Istituto professionale femminile di Noci ed il suo ruolo è prevalentemente di carattere informativo rispetto ai temi dell’obbligo formativo e dei percorsi di apprendistato. Un altro progetto, anch’esso sperimentale, appena avviato dal Cti di Noci si rivolge al mondo delle imprese per rilevarne i fabbisogni e prevede la costruzione di una nuova banca dati che ospiti questo tipo di informazioni al fine di rendere più semplice e più efficace il lavoro degli orientatori rispetto all’avvio di stages, tirocini e apprendistato. Al momento, il Cti di Noci, è già riuscito ad entrare in contatto con circa 200 aziende che si sono dette disponibili ad ospitare soggetti che, in un 9 ISFOL – Area Mercato del Lavoro colloquio di orientamento o per esigenze di obbligo formativo, manifestino la volontà di accedervi. Nel caso di Tricase, in seguito alle numerosissime attività formative e di riqualificazione promosse dalla provincia di Lecce dal 1999 ad oggi, le competenze sono state aggiornate e gran parte del personale è stato riconvertito ai nuovi servizi previsti dal Masterplan provinciale. Il Cti di Tricase è già quasi del tutto strutturato secondo la riforma e in molti casi i ruoli e le competenze professionali sono a tal punto definiti che nelle varie divisioni vi è personale che si occupa esclusivamente di quella specifica funzione. In sostanza, è stato raggiunto un elevato grado di specializzazione funzionale da parte del personale coerentemente con l’implementazione della riforma. La sede è stata modificata direttamente dagli operatori i quali, dopo avere seguito dei percorsi formativi che trattavano del lay-out dell’ufficio, senza aspettare direttive o risorse aggiuntive dalla provincia, hanno di propria iniziativa: eliminato la barriera di vetro; aperto dei varchi tra uno sportello e l’altro, in modo da consentire l’accesso degli utenti nelle varie divisioni (es. stanza dell’obbligo formativo, della consulenza alle imprese, ecc.); segnalato l’ingresso di ciascuna stanza con una targa relativa al nome del servizio (es. consulenza alle imprese, obbligo formativo, tirocini, ecc.); creato un vasto spazio per l’accoglienza e la prima informazione direttamente all’ingresso del Cti, a cui sono destinati due dipendenti in modo esclusivo; messo a disposizione dell’utenza due postazioni PC, di cui una con connessione ad Internet, un ampio tavolo da riunioni con materiali, libri e manuali, brochure, riviste, giornali per l’auto consultazione; organizzato bacheche continuamente aggiornate con i corsi di formazione e le offerte di lavoro. In altri casi, come si notava precedentemente, la situazione è decisamente ancora in fase di passaggio: “In merito alle difficoltà incontrate nel corso di questi anni per l’attuazione della riforma, io non potrò dire molto in quanto sono Responsabile del Cpi solo da pochissimi mesi. Credo comunque che nessun passaggio sia indolore: quando si cambia i problemi ci sono sempre, soprattutto nel farsi accettare, nel senso che noi avevamo una mentalità cosiddetta «ministeriale» e ci siamo scontrati con una mentalità diversa dalla nostra. Ancora oggi le difficoltà permangono: l’integrazione è stata raggiunta, però ci sono difficoltà logistiche perché noi siamo passati dal Ministero del lavoro agli enti locali tra la fine del 1998 e gli inizi del 1999 e ci siamo trovati con una situazione caratterizzata da locali fatiscenti, apparecchiature obsolete… cosicché la prima cosa che ha cercato di fare l’amministrazione è stata quella di dotare i Cpi della provincia di nuovi locali e macchinari confacenti alle esigenze della riforma. Questo lavoro di ammodernamento è attualmente in corso, i locali sono stati ristrutturati, è stato predisposto un impianto per la messa in rete di tutti i computer di cui ci doteremo e che spero ci vengano consegnati tra una quindicina di giorni. La provincia si è attivata abbastanza celermente per rispondere alle nostre richieste, solo che burocraticamente i tempi sono stati lunghi, per cui noi ci troviamo molto spesso a doverci arrangiare, documentandoci e mettendoci in contatto con altri Centri per vedere come sono organizzati” (un Cpi in Calabria). 10 ISFOL – Area Mercato del Lavoro “Non c’è stato nessun cambiamento per quel che riguarda l’assetto perché la provincia ha acquistato la sede nuova e fra non molto dovremmo spostarci in un posto più decentrato rispetto alla sede attuale. Sicuramente la nuova struttura sarà adeguata alle nuove funzioni che si devono svolgere. Il personale è competente, solo che evidentemente la provincia non ci valuta adeguatamente anche perché noi veniamo da un’esperienza con il Ministero del lavoro e ci siamo adeguati al nuovo sistema. Abbiamo anche partecipato alla formazione nell’ambito del progetto Caravelle e anche ad altri corsi per essere al passo. … Uno dei problemi principali della mancanza della piena attuazione della riforma è che non ci danno l’autorizzazione ad andare presso le ditte per illustrare anche la tipologia professionale dei lavoratori che abbiamo nel nostro Cpi, per cercare di offrire il lavoratore come fanno le agenzie private. Il permesso ci deve pervenire dalla provincia. Non penso che questo potere lo abbia il Responsabile del Cpi. Il problema lo abbiamo sollevato anche all’Assessore provinciale, il quale ci dice che non dobbiamo star seduti sulla sedia, ma di fatto l’autorizzazione specifica non ce la dà. Per le scuole, invece, abbiamo il permesso in quanto è stato fatto un progetto specifico e per questo dobbiamo svolgere queste mansioni in orario extra ufficio. Per gli altri aspetti, quello che ci frena è anche il fatto di non essere collegati sul territorio nazionale…” (Un Cpi della Campania). In definitiva, come testimoniato dalle ricorrenti valutazioni che gli interlocutori intervistati hanno espresso relativamente al tema della riforma ed alla sua implementazione, i Centri hanno indubbiamente messo in atto un processo di adattamento progressivo alle nuove previsioni legislative, specie relativamente all’applicazione dei D.lgs. 181/00 e 297/02, rendendo disponibili per gli utenti tutti quei servizi la cui messa in funzione risultava compatibile con i limiti ancora esistenti; tra questi spicca tuttora una diffusa obsolescenza delle sedi (nelle aree dell’Obiettivo 1 ricadono circa i due terzi dei casi di inadeguatezza riscontrati nella penisola ed il 61% dei Centri presenta barriere architettoniche) che spesso si associa anche ad una debolezza del patrimonio di attrezzature informatiche e telematiche. Per alcune funzioni il progresso registrato è notevole: ad esempio si nota un’evoluzione riguardo ai servizi di consulenza alle imprese, la cui presenza si riscontra nel 73% dei Centri per l’impiego, il 6% dei quali ha attivato uno sportello ad hoc. Anche il sistema dell’obbligo formativo presenta dei miglioramenti: l’attuale presenza del servizio di tutoraggio, che, ad esempio, risultava completamente assente nella precedente rilevazione, testimonia una significativa capacità di recupero del Mezzogiorno. Il dato che emerge è la forte capacità manifestata dai Centri del Sud (oltre 15.000 colloqui di informazione ed oltre 10.000 di orientamento) di svolgere con l’utenza quelle attività necessarie a favorire una idonea scelta per il proseguimento del percorso formativo. Per entrambe le tipologie di colloqui, peraltro, la quota raggiunta nella ripartizione meridionale supera la metà del numero complessivo dei colloqui realizzati presso le sedi dei Cpi su base nazionale. Per quanto riguarda, invece, l’applicazione della 11 ISFOL – Area Mercato del Lavoro riforma sul collocamento dei disabili, prevalgono ancora le funzioni di tipo amministrativo (68%), a fronte di percentuali molto più limitate per quanto concerne i servizi individualizzati e quelli consulenziali (20,1% nel primo caso e 11,8% nel secondo). Le attività che si riferiscono agli adempimenti connessi al D.lgs. 181 e 297 interessano 7 Centri su 10, ma la percentuale relativa al completamento della procedura di autocertificazione è del 39%, e di solo il 14% per quanto riguarda l’avviamento degli incontri per l’inserimento lavorativo. Per quanto concerne gli interventi per l’inserimento al lavoro, i servizi che mostrano la maggiore diffusione sono quelli dell’autoconsultazione (44%) e quelli relativi alla preparazione dei candidati ai colloqui di selezione (46%); mentre il servizio meno presente è quello della certificazione dei crediti formativi. Anche le attività di monitoraggio restano sostanzialmente poco diffuse (38% circa) e affidate, comunque, alla volontà dei singoli Centri. Sebbene, quindi, nel complesso, si apprezzino dei miglioramenti nella funzionalità delle strutture operative dei Servizi per l’impiego, non sembra essersi prodotta nel 2003 quella decisiva accelerazione che avrebbe potuto diminuire significativamente i divari rispetto alle aree centro settentrionali del paese. Nota metodologica I risultati riportati in questo volume fanno riferimento all’indagine in profondità su un campione di Cpi italiani. Nel periodo maggio giugno 2003 sono stati condotti 103 studi di caso, effettuati con interviste dirette ai responsabili e al personale in servizio presso i Cpi. La rilevazione si configura come prima fase del monitoraggio annuale delle trasformazioni che nel tempo stanno investendo i Servizi pubblici per l’impiego ed ha l’obiettivo di osservare più da vicino l’erogazione effettiva dei servizi ai lavoratori e alle imprese, analizzando le diverse modalità e l’organizzazione logistica e strutturale dei Cpi. La raccolta delle informazioni, affidata ad intervistatori professionisti, come già in passato, prevede tre momenti: osservazione, intervista e compilazione della scheda di sintesi. L’intervistatore, entrando nel Cpi, innanzitutto ha il compito di raccogliere informazioni relative all’adeguatezza della sede, all’impatto della struttura in termini di piacevolezza dell’ambiente e alla qualità dell’accoglienza sia della sede che del personale. Gli strumenti di rilevazione, pur mantenendo nel tempo la stessa struttura, sono sottoposti annualmente a verifica, per rispondere sempre meglio ad esigenze informative, che in una fase di profondi cambiamenti nella gestione del mercato del lavoro, sono sempre più pressanti. L’intervistato generalmente è il responsabile del Cpi che spesso coinvolge, su temi specifici, altre unità di personale impiegate direttamente nell’erogazione di servizi specifici. Le informazioni raccolte durante l’intervista vengono successivamente riportate 12 ISFOL – Area Mercato del Lavoro in una scheda qualitativa molto dettagliata che permette la redazione di una scheda di sintesi al fine di costruire un data base completo con il quale è possibile effettuare analisi e comparazioni sul livello di funzionamento delle attività dei Cpi e dei servizi da essi promossi. Per il secondo anno consecutivo, al fine di poter estendere i risultati a tutti i 533 Cpi italiani, è stato estratto, su base nazionale, un campione di 103 Centri. Il piano di campionamento è di tipo stratificato, dove la stratificazione è stata definita dalle 20 regioni e dalla quota, a livello provinciale, di persone in cerca di occupazione (Rtfl 2002). In particolare quest’ultimo indicatore è stato, ai fini della stratificazione, distribuito in tre classi (fino a 2500 disoccupati in provincia, tra 2500 e 6000, oltre 6000). In questo modo sono stati individuati 38 strati non vuoti. Successivamente è stata fissata una numerosità campionaria pari a 103 e si è proceduto all’allocazione del campione all’interno degli strati attraverso una allocazione complessa1. L’estrazione delle unità di rilevazione all’interno degli strati è stata casuale. Si è proceduto, inoltre, all’individuazione di un campione base e di un campione di riserva. Ciò ha permesso di ridurre al minimo le mancate risposte totali. Infatti, come negli anni passati, la realizzazione dell’intervista è preceduta da un passaggio preliminare che prevede il contatto con gli uffici provinciali che, in genere, verificano la disponibilità dei dirigenti dei Cpi a concedere l’intervista, e che in precedenza erano quelli che segnalavano i Centri da intervistare. L’esistenza di un campione suppletivo, quindi, ha consentito di risolvere positivamente, alcune situazioni in cui, per vari motivi, l’intervista al Cpi estratto non sarebbe risultata possibile. Il clima delle interviste Dall’analisi delle interviste condotte con i responsabili e gli operatori dei Centri per l’impiego, la prima considerazione riguarda l’atteggiamento degli intervistati nei confronti del rilevatore e dell’iniziativa di monitorare regolarmente il funzionamento, le tendenze ed i problemi dei Centri; la nota dominante, infatti, è stata di grande collaborazione e cortesia. Nella maggior parte dei casi non si sono incontrate grandi difficoltà ad ottenere gli appuntamenti e anche quando un responsabile non ha potuto garantire la sua disponibilità per la data proposta, ha comunque provveduto a delegare un suo vice o altri impiegati del Centro a rispondere alle domande. I responsabili dei Centri e il personale in generale hanno mostrato spesso grande entusiasmo nell’esporre la situazione che si voleva conoscere, dando prova anche di grande competenza e professionalità. Sono state affrontate anche questioni spinose e molti temi sono stati discussi “in profondità”; quasi tutti hanno mostrato il desiderio di voler migliorare la 1 Centra M., Falorsi P.D., Strumenti per la valutazione delle politiche del lavoro. Una metodologia generalizzata per il campionamento stratificato, Isfol, nota ad uso interno, luglio 2001. 13 ISFOL – Area Mercato del Lavoro situazione, introducendo innovazioni, cercando di individuare i nodi più problematici e studiandosi di trovare percorsi di avanzamento. Solo in alcuni casi il responsabile si è mostrato indisponibile a rilasciare l’intervista, lamentando, in questi casi, il ripetersi troppo frequente di richieste in questo senso, da parte di numerosi istituti pubblici e privati: si tratta, infatti, di interviste piuttosto lunghe, che richiedono anche il reperimento di dati, il coinvolgimento di altri impiegati e che, in definitiva, comportano un consumo di tempo non indifferente. In più di un caso alcuni intervistati hanno preferito non usare il registratore, chiedendo invece la trascrizione dell’intervista, anche se questo avrebbe comportato tempi più lunghi. Sia i responsabili che gli operatori dei Centri hanno, generalmente, accolto bene le innovazioni entrate nel funzionamento dei Servizi per l’impiego, mostrandosi molto disponibili e propositivi. Come notato anche per il passato, in alcune realtà il rinnovamento delle strutture e dei servizi si è potuto realizzare grazie all’inventiva ed alla buona volontà del personale. L’atteggiamento positivo degli intervistati ha reso possibile lo svolgimento della nostra rilevazione in un clima disteso e sereno e solo in poche occasioni l’interlocutore ha mostrato reticenza o imbarazzo nel rispondere alle domande. Ovunque è stato possibile notare affiatamento tra gli operatori, ma soprattutto, cosa più attinente alla nostra indagine, si riscontra in tutti i Centri un atteggiamento di cordialità nei confronti degli utenti, ancora più evidente verso categorie più deboli; questa dimensione legata alla disposizione personale orientata ad un buon rapporto con i cittadini e le imprese costituisce senza dubbio uno dei passaggi più evidenti del nuovo approccio alle politiche per l’impiego da parte delle amministrazioni. 14 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Autori Questo Rapporto, curato da Diana Gilli e Maria Parente, è stato realizzato nel quadro delle attività previste per il 2003 dal Pon Ob.1, Az. II 1 A, a titolarità del Ministero del lavoro e politiche sociali. Per le ricerche di campo hanno collaborato Lucia Cavola (Iter Srl), Btc Srl e Format Srl. Gli autori dei singoli contributi sono: Gilberto Dall’Agata Germana Di Domenico Dora Di Francesco Tiziana Di Iorio Diana Gilli Claudia Gasparini Irene Giacobbe Roberto Landi Maria Parente par. 2.3 par. 2.5 par. 3.3 Il clima delle interviste e Riferimenti bibliografici Introduzione parr. 3.4 e 3.5 par. 3.5 par 3.1 cap. 1, parr. 2.1, 2.2, 2.4, 3.2, e 3.6 15 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 1. ELEMENTI DEL MONITORAGGIO PER TARGET 1.1 Le azioni per il mainstreaming e le pari opportunità di genere L’attenzione alla dimensione di genere presenta, nel 2003, caratteristiche peculiari, se confrontata con la situazione rilevata lo scorso anno: il percorso di riforma dei Servizi per l’impiego è ormai in una fase avanzata, il sistema, nel suo complesso, è avviato, anche a fronte di una persistente carenza di personale. Nel Sud, i servizi women oriented sono diffusi nei Cpi in Campania e Sicilia, anche se poco presenti a livello regionale. Interessanti sono i risultati ottenuti dalla lettura dei dati “per tipologia” di servizio offerto (tab. 1). I servizi specifici per le donne, infatti, comprendono un’ampia gamma di specializzazioni, tra cui le azioni di mainstreaming di genere, solitamente tradotte in interventi formativi per il personale del Cpi per orientare i servizi ad un maggior approccio “di genere”, la predisposizione di uno “sportello donna”, la promozione di iniziative volte alla conciliazione tra attività lavorativa e carichi familiari, oltre a diverse forme di consulenza orientativa su tematiche che possono interessare particolarmente la forza lavoro femminile (part-time, lavoro atipico, terzo settore, autoimprenditorialità), o servizi di reinserimento nel mercato del lavoro (outplacement). Tab. 1 - Tipologia di attività svolte dai Cpi - regioni Ob.1 - valori % Azioni di mainstreaming per utenza femminile Esistenza di uno “sportello donna” Promozione di iniziative lavoro/ famiglia Consulenza per lavoratrici part-time e atipiche Consulenza per lavoratrici del terzo settore Consulenza per autoimprenditorialità Promozione outplacement Regioni Ob. 1 13,2 2,09 5,4 9,7 5,2 8,5 5,6 Totale Italia 26,5 4,2 10,8 19,5 10,5 17,2 11,3 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Tra gli interventi predisposti, laddove è sentita la necessità di attivare misure dirette a ridurre le difficoltà lavorative incontrate dalle donne, emergono alcuni casi di particolare 16 ISFOL – Area Mercato del Lavoro interesse: Il Cpi di Nuoro, ad esempio, ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Consorzio Sol.Co. per la realizzazione di un progetto denominato “Job Orienta” rivolto a disoccupati di lunga durata e persone in reinserimento lavorativo, donne e disabili, che si prefigge di orientare i partecipanti nella scelta professionale, considerando le caratteristiche personali e le opportunità del mercato del lavoro. Il progetto si basa sulla formazione di gruppi di utenti (a volte chiamati workshop) gestiti da psicologi del lavoro ed esperti di orientamento individuati dal Consorzio Sol.Co. e dall’Agenzia regionale del lavoro; durante gli incontri vengono trattati argomenti riguardanti il mercato del lavoro locale, le prospettive per il cosiddetto collocamento obbligatorio, le opportunità del lavoro interinale, le tecniche di ricerca attiva del lavoro e il bilancio delle competenze. 1.2 Stato di avanzamento della riforma del collocamento dei disabili La complessità tecnico metodologica degli interventi di integrazione lavorativa dei disabili, come più volte rilevato in sede di ricerca dall’Isfol2, interessa ormai pienamente il processo di trasformazione e adeguamento dei servizi predisposti dai Cpi, nel quadro delineato dalle nuove politiche attive del lavoro. L’analisi delle risposte del campione di Centri esaminati nel corso della rilevazione in profondità ha permesso di stimare una percentuale di Cpi nelle regioni del Mezzogiorno che dispongono di servizi per il collocamento dei disabili, intorno al 39,2%, dato percentuale inferiore alla media nazionale. La circoscrizione meridionale si colloca al di sotto della media nazionale anche per quanto riguarda l’accessibilità delle strutture; la presenza di barriere architettoniche, inoltre, limita lo sviluppo dei servizi che richiedono un diretto contatto con gli utenti. Per quanto riguarda l’organizzazione del servizio, nella maggior parte dei casi la situazione delle province pugliesi e lucane testimonia una tendenza alla predisposizione di servizi centralizzati a livello provinciale (anche secondo modalità di esternalizzazione). Fra le eccezioni più rilevanti si può citare l’esempio del Centro di Tricase (LE) che ha avuto una delega da parte della provincia di Lecce a svolgere gli adempimenti relativi alla redazione e/o gestione delle schede individuali, ai colloqui di orientamento e sviluppo del percorso formativo e all’incontro domanda/offerta di lavoro. Per quanto concerne il tipo di impegno rivolto al collocamento, nel Mezzogiorno prevalgono le funzioni di tipo amministrativo, mentre il peso dei servizi individualizzati è ancora molto limitato; di modesta entità appaiono anche i servizi consulenziali rivolti agli 2 Cfr. Servizi per l’impiego. Rapporto di monitoraggio 2002, Isfol, Strumenti e ricerche, Franco Angeli, Milano, 2003; Scialdone A., Checcucci P. e Deriu F. (a cura di), Società dell’informazione e persone disabili, Guerini e Associati, Milano, 2003; si veda anche Aiello M., Verso una rete di servizi per il collocamento mirato dei disabili in provincia di Milano; L’anno dei paradossi. Rapporto 2002 sul mercato del lavoro e le politiche del lavoro in provincia di Milano, Franco Angeli, Milano, 2003. 17 ISFOL – Area Mercato del Lavoro imprenditori (tab. 2). Tab. 2 - Impegno prevalente del Cpi sul collocamento dei disabili, regioni Ob.1 - valori % Servizi individualizzati ai disabili Amministrativo Regioni Ob. 1 68,1 53,4 Italia 20,1 37,9 Consulenza parziale alle imprese 11,8 8,6 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Risulta, inoltre, maggioritaria, in senso relativo, la quota di personale impegnato per il collocamento dei disabili non a tempo pieno. Questo dato, se confrontato con le informazioni di carattere qualitativo disponibili, potrebbe indicare che l’assestamento necessario alla definitiva messa a regime della 68/99 risente ancora dell’insufficienza di risorse umane già rilevata nell’area in precedenti analisi3 (tab. 3). Tab. 3 - Personale coinvolto nell’erogazione dei servizi di collocamento mirato dei disabili, regioni Ob.1, tipo di impegno e modalità prevalente di intervento dei Cpi - valori % Servizi individualizzati ai disabili e consulenza parziale alle imprese Amministrativo Regioni Ob. 1 Italia A tempo pieno A tempo parziale 18,1 13,7 39,1 21,6 A tempo pieno 27,2 38,3 A tempo parziale 15,5 26,3 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Per quanto riguarda l’organizzazione del servizio, le modalità adottate sono molto diversificate. Ad esempio: a Brindisi la provincia ha operato il decentramento di alcune competenze, il cui profilo operativo risulta però ancora in via di definizione. A Mesagne, ad esempio, vengono svolti per lo più adempimenti a carattere amministrativo. È possibile, infatti, effettuare l’iscrizione e la registrazione – attraverso l’utilizzo del programma Netlabor – ed ottenere il rilascio di certificati, anche se sussistono alcuni problemi poiché il Centro non dispone dell’intero archivio. Gli operatori stanno anche procedendo per verificare l’effettiva disponibilità all’impiego degli utenti e per individuare le competenze specifiche. La gestione delle liste uniche, le verifiche della quota di riserva presso le aziende e la stipula delle convenzioni sono attività rimaste tuttora in capo alla provincia. A Bari il collocamento obbligatorio è gestito a livello provinciale dall’Ufficio collocamento obbligatorio. Nei Cti (Centri territoriali per 3 Si veda in particolare il Rapporto Isfol 2002, p. 314. 18 ISFOL – Area Mercato del Lavoro l’impiego) della provincia è possibile presentare la domanda di iscrizione alle liste. Presso il Cti di Noci è comunque operativo uno “Sportello del disagio”. Si tratta di un servizio dedicato all’utenza delle categorie svantaggiate, presso il quale è possibile effettuare un primo colloquio di orientamento con i formatori del Centro. L’idea alla base di questo progetto è quella di individuare, attraverso il primo colloquio, i veri bisogni dell’utente, per poi essere in grado di progettare insieme un percorso di inserimento formativo, sociale e professionale. Attualmente è in fase di realizzazione anche un’iniziativa mirante a favorire l’avvio di tirocini formativi e di orientamento a favore di soggetti disabili presso le amministrazioni comunali del territorio di competenza del Cti. A Campi Salentina (LE), presso il Cpi, è operativo uno sportello dedicato ai disabili, gestito da personale specializzato. Lo sportello è però destinato solo alla presentazione della domanda di iscrizione, che una volta inserita nella banca dati viene trasferita via Intranet al Settore politiche attive del lavoro della provincia. Tutte le altre procedure relative alla legge 68/99, compresi gli avviamenti e la stipula delle convenzioni con le imprese, vengono espletate da questo ufficio. A Matera il collocamento obbligatorio è gestito a livello provinciale. Il Cpi di Matera si limita ad annotare le iscrizioni e i cambiamenti anagrafici e di qualifica e ad inviare mensilmente alla provincia il movimento del personale disabile (assunzioni e cancellazioni), dopo aver aggiornato il contenuto delle schede anagrafiche. A giudizio del responsabile del Centro entro il 2003 poteva concretizzarsi il trasferimento della sede del collocamento obbligatorio presso il Centro stesso, con il conseguente trasferimento di competenze dagli uffici provinciali. Il Cpi di Melfi (PZ) non si occupa di collocamento obbligatorio, poiché la provincia di Potenza ha in parte delegato l’espletamento del servizio ad una società esterna. Compito del Centro resta quello di accogliere le domande di iscrizione. È in corso di svolgimento un progetto di formazione promosso dalla regione e diretto agli operatori. La finalità è quella di trasferire competenze inerenti la mediazione disabili-impresa in funzione dell’inserimento lavorativo A Campobasso l’Ufficio complesso n. 3 del Cpi “Incontro tra domanda ed offerta di lavoro”, svolge fra le altre funzioni anche quella relativa alla gestione delle graduatorie appartenenti alle categorie protette con le ulteriori attività previste dalla legge 68/99, quali la promozione dell’accesso al lavoro delle persone disabili e/o appartenenti alla altre categorie protette e consulenza specifica alle aziende sull’applicazione della normativa; a questo servizio lavorano tre operatori. Un’organizzazione del tutto analoga si riscontra anche nel Centro di Termoli, dove sono attivi quattro operatori. I dispositivi previsti dal collocamento mirato sono in grado di assicurare una loro maggiore efficacia laddove beneficiano del confronto e del contributo di altri soggetti istituzionali, responsabili di servizi o funzioni naturalmente complementari all’integrazione lavorativa dei disabili. Nel Mezzogiorno, ad una pressoché unanime citazione degli uffici provinciali come interlocutori consueti, risponde però l’assenza di rapporti regolari con il Comitato tecnico, 19 ISFOL – Area Mercato del Lavoro l’organismo provinciale di indirizzo, ed un complessivo scarso livello di interazione con gli altri soggetti richiamati nelle interviste. Tali dinamiche si comprendono se si considera che il Comitato tecnico viene interpellato soprattutto da quei servizi caratterizzati da una specifica scelta per la personalizzazione dei servizi rivolti alle persone disabili, mentre viene sostanzialmente trascurato in tipologie di interventi di carattere amministrativo. A fronte, dunque, di un apprezzabile confronto con i servizi centrali della provincia, non è tuttavia presente, nelle aree dell’Obiettivo 1, un sistematico dialogo con i soggetti richiamati dal collocamento mirato, come a sottolineare un approccio verticale all’attuazione della legge 68 ed una accentuata organizzazione centralizzata delle procedure. 1.3 I servizi territoriali per l’obbligo formativo Il sistema dell’obbligo formativo, nella sua articolazione relativa all’attività svolta dai Centri per l’impiego, appare oggi caratterizzato da un processo di lenta maturazione, che, pur non esente da alcune evidenti carenze e contraddizioni, si caratterizza per una rappresentativa presenza nel panorama delle opportunità offerte ai giovani per assolvere in modo proficuo all’obbligo attraverso il raggiungimento del successo formativo. Nella ripartizione meridionale raddoppia, rispetto all’anno precedente, il numero di strutture territoriali che hanno ottenuto i dati relativi ai giovani in obbligo. Cpi di Crotone: “Il Cpi lavora in autonomia, in tale materia, sempre però coordinata dalla provincia. Noi come provincia, che coordina l’obbligo formativo, dietro iniziativa del Cpi, abbiamo fatto delle comunicazioni alle scuole attraverso delle lettere, informandole che esiste l’obbligo formativo, mandando loro copia della legge e sollecitandole a comunicarci gli elenchi. Qualitativamente i dati sono incompleti, le scuole ancora non hanno capito l’importanza dei dati da noi richiesti e il tipo di dati che noi richiediamo, quindi a tale proposito abbiamo previsto di effettuare al più presto degli incontri nelle scuole… poiché quelle poche scuole che ci inviano i dati lo fanno in maniera poco esatta. In ogni caso stiamo cercando di costruire una banca dati, per poi partire con il servizio vero e proprio che consiste nel contattarli, informare le famiglie con degli opuscoli informativi per dire «ci siamo… se vostro figlio abbandona la scuola rivolgetevi a noi…». Comunque c’è da dire che l’informazione rispetto all’anno scorso è notevolmente migliorata, la qualità dei dati è migliorata… anche se cercheremo di migliorarla ulteriormente dopo che andremo nelle scuole, sperando di essere capiti”. Tuttavia, nelle medesime regioni, dal punto di vista della valutazione espressa sulla qualità degli elenchi, si registra una situazione particolarmente carente, dove meno del 10% dei Centri ha considerato come completi gli elenchi dei giovani. Un’altra direttrice considerata per l’analisi delle attività sull’obbligo formativo svolte 20 ISFOL – Area Mercato del Lavoro dai Centri per l’impiego, riguarda la disponibilità di risorse umane impegnate per l’accompagnamento dei giovani verso il successo formativo che risulta in crescita costante. Nell’area meridionale scendono infatti dal 58,8% del 2002 al 37,4% del 2003 i Centri che non dispongono di personale dedicato all’obbligo formativo ed aumentano dal 18,1% al 47,7% quelli che possono contare su più di una risorsa. È evidente che la maggiore o minore presenza di personale dedicato all’obbligo formativo incide anche sulla tipologia di servizi che le strutture territoriali riescono ad offrire all’utenza giovanile, dato che la diversificazione dei servizi erogati implica necessariamente un più ampio bisogno ed una maggiore varietà di figure professionali. Anche per quel che riguarda, invece, la funzione di tutoraggio, particolare rilevanza assume il dato riferito alle regioni del Sud, non tanto per il suo valore assoluto (18,6%), indubbiamente basso e sintomatico di una sostanziale incapacità del sub-sistema di assistere una quota significativa dell’utenza, ma perché tale funzione era risultata completamente assente sulla base dei dati rilevati nel monitoraggio 2002. L’attuale presenza di tale servizio è dunque un ulteriore segnale di una significativa capacità di recupero presente in quest’area, segnale che peraltro è possibile riscontrare, come già visto, anche attraverso l’analisi di altri ambiti di attività. Particolarmente importante, dal punto di vista dell’analisi della capacità di contatto e di erogazione di servizi da parte dei Centri per l’impiego nei confronti dell’utenza, è l’osservazione del numero di incontri svolti per attività informative e di orientamento, dall’altro la quantità di reinserimenti in uno dei percorsi formativi previsti per l’assolvimento dell’obbligo scolastico. Il dato che emerge è la forte capacità manifestata dai Centri del Sud (oltre 15.000 colloqui di informazione ed oltre 10.000 di orientamento) di svolgere con l’utenza quelle attività necessarie a favorire una idonea scelta per il proseguimento del percorso formativo. Per entrambe le tipologie di colloqui, peraltro, la quota raggiunta nella ripartizione meridionale supera la metà del numero complessivo dei colloqui realizzati presso le sedi dei Cpi su base nazionale (26.894 di informazione e 18.694 di orientamento). Tale dato, che conferma in modo particolarmente evidente la forte crescita organizzativa e di performance avvenuta in questa area, è particolarmente importante perché colma il forte ritardo che era stato osservato in seguito alla rilevazione compiuta nel precedente monitoraggio. Di particolare rilevanza, infine, risulta essere l’analisi relativa ai dati sugli esiti dell’attività dei Cpi in termini di inserimenti/reinserimenti di giovani in una delle diverse filiere utili all’assolvimento dell’obbligo. Il canale dell’apprendistato, a livello nazionale, risulta quello maggiormente in grado di favorire la prosecuzione di un percorso formativo da parte di quei giovani che escono dal sistema scolastico a conclusione del periodo di istruzione obbligatoria. In controtendenza il Mezzogiorno, dove la via dell’apprendistato all’assolvimento dell’obbligo assume una dimensione minoritaria rispetto alla formazione professionale e a quella scolastica, probabilmente perché nell’area in questione non è così 21 ISFOL – Area Mercato del Lavoro forte quel sistema di relazione fra le imprese e le strutture territoriali quanto, invece, in altre zone del territorio nazionale. 22 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 2. ELEMENTI DI MONITORAGGIO PER FUNZIONI 2.1 Le strategie di comunicazione e marketing dei Servizi pubblici per l’impiego I nuovi Servizi per l’impiego sono al centro di un processo di riforma dal contenuto fortemente innovativo, teso ad inserire il collocamento pubblico all’interno di un contesto di mercato sia dei servizi, sia dell’intermediazione di lavoro. Con la riforma del mercato del lavoro, rafforzata e razionalizzata con la recente approvazione della legge Biagi e dei decreti attuativi, ai Servizi pubblici per l’impiego è stato chiesto di assumere un ruolo di predisposizione e di organizzazione dei servizi per il lavoro nel territorio, di registi, lettori ed interpreti delle esigenze del contesto locale, e dei suoi attori, specificamente lavoratori, imprese, istituzioni. A livello di strutture di erogazione dei servizi tale approccio richiede che gli operatori ripensino il proprio ruolo anche in funzione di interpreti e di agenti visibili e credibili in grado di proporre ed attuare soluzioni adeguate ed efficaci in relazione alle esigenze del territorio. Oggi non deve essere perso, bensì valorizzato, tutto il patrimonio di competenze e conoscenze di questi operatori pubblici, che, forti del quotidiano contatto con imprese e cittadini, meglio di chiunque altro conoscono il territorio e i suoi fabbisogni. Presso il Cpi di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) è stato realizzato un progetto apposito che, oltre alla pubblicizzazione sui giornali o riviste e alle brochure, prevedeva anche un convegno sull’obbligo formativo all’Hotel de la Ville di Avellino in cui erano presenti scuole, Confcommercio, ecc. Siamo stati anche presenti ad una fiera per diffondere materiale divulgativo. Per altre cose è la provincia che provvede a far pubblicizzare i nostri servizi. Nelle scuole e nei comuni siamo stati noi personalmente a divulgare il cambiamento del collocamento, facendo illustrando i servizi da noi offerti. Questo ruolo di promozione e marketing dei Cpi viene svolto in due direzioni, entrambe indispensabili: da una parte sollecitando ed interpretando le esigenze dell’utenza, per adeguare l’offerta di servizi alle esigenze di cittadini ed imprese, dall’altra proponendosi al pubblico attraverso l’organizzazione di campagne informative. 23 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Va tuttavia evidenziato che, laddove presenti, tali iniziative non sempre fanno capo direttamente al Cpi, ma sono spesso condotte dalle amministrazioni provinciali di appartenenza. In ogni caso, si registra una situazione in evoluzione, in cui si alternano attività più o meno innovative, spesso dipendenti dalla disponibilità di risorse finanziarie adeguate. Cpi di Matera: “Le iniziative di promozione sono partite da noi e anche dal Cpi di Policoro e sono state sostenute a livello provinciale: facciamo degli incontri periodici, ci sono dei gruppi di studio, un gruppo di coordinamento, ci sono alcune persone che si interessano proprio delle politiche del lavoro e si riuniscono per decidere come organizzarsi. Oggi, per esempio, sono qui da noi e stanno preparando il materiale per l’inaugurazione dei tre Centri: decidono anche la grafica dei volantini, i contenuti, gli spot, i loghi (che è stato di recente cambiato)”. L’attenzione, ricettiva nei confronti degli interlocutori esterni è presente in forme diverse, ad esempio, dove si svolgono attività di monitoraggio del grado di soddisfazione dell’utenza: a Teramo un questionario on-line, somministrato in forma anonima, rileva il grado di conoscenza, la qualità e le modalità di accesso del servizio da parte dei cittadini. Per quanto riguarda invece la promozione di servizi ed informazioni, la pubblicizzazione tramite giornali e periodici risulta essere la modalità più utilizzata nel Sud Italia (64,5%). Alcuni esempi possono illustrare in concreto come vengono organizzate queste attività. A Tricase (LE) le attività di marketing dei servizi del Cpi appaiono abbastanza intense. Sono stati stampati e distribuiti dei pieghevoli sui nuovi servizi erogati dal Cpi. Il documento si configura come una vera e propria “Carta dei Servizi” del Centro di Tricase, tanto da essere stato poi utilizzato come base per la Carta dei Servizi di tutti i Cpi della provincia di Lecce. Un altro pieghevole è stato elaborato a proposito dell’obbligo formativo. Lo stesso Centro ha anche partecipato ad una giornata di “Orientalavoro”, con uno stand presso la Fiera di Galatina (LE), il più importante centro fieristico provinciale. Sono stati inoltre inviati comunicati stampa a quotidiani locali e radio per informare gli utenti sulle attività del Centro. Una delle proposte più innovative per il futuro è quella di attivare una collaborazione tra provincia e comuni del bacino per ubicare dei tabelloni luminosi in alcune piazze principali, per pubblicarvi le offerte di lavoro in modo da raggiungere il cittadino fuori dal Centro e coloro che non navigano su Internet. Sempre in Puglia a Campisalentina (LE), da segnalare un progetto appena terminato, condotto con alcune scuole superiori della zona, di cui il Cpi è stato ente promotore. Il progetto si è articolato attraverso alcuni seminari sul mondo del lavoro, i contratti di lavoro e la disciplina giuslavoristica, le nuove forme flessibili per l’impiego e si è concluso con una visita dei ragazzi al Cpi per illustrare loro i nuovi servizi offerti dal Centro e attraverso visite guidate in aziende del territorio: un’azienda agrituristica ed una che opera nel settore ambientale. 24 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Cpi di Crotone: “Per promuoverci, per informare le persone che stiamo preparando il Cpi, cioè stiamo ristrutturando, che il cantiere è aperto e per fornire un quadro completo su quello che noi stiamo predisponendo rispetto ai servizi che forniremo, abbiamo predisposto una brochure. Le brochure vengono distribuite dal personale del Cpi quando gli utenti si presentano al Centro e con volantinaggio nei vari comuni. … La pubblicità via radio e Tv, viene effettuata a scala locale comprando appositi spazi pubblicitari dislocati in maniera tale da ricoprire tutte le fasce orarie e quindi tutte le categorie del nostro bacino d’utenza. L’informazione riguarda i servizi che noi offriamo e per dire che siamo pronti per la preselezione e per tutto ciò che serve per l’inserimento nel mondo del lavoro. Sui giornali locali vengono comprati degli appositi spazi con cui noi pubblicizziamo i nostri servizi. Le iniziative nei comuni riguardano essenzialmente informazione e affissione di depliant e volantini, oppure informazione diretta presso appositi sportelli predisposti”. 2.2 Adempimenti connessi al D.lgs. 181 e 297 Il D.lgs. 181/2000 ha rappresentato un passaggio importante nella definizione del ruolo dei Servizi pubblici per l’impiego ed il D.lgs. 297/2002 ha, di fatto, sostituito il primo quasi nella sua interezza4. Dalla nostra rilevazione campionaria, la percentuale di applicazione del D.lgs. 181/2000 è del 66,3% nelle regioni dell’Obiettivo 1, per quanto riguarda la cosiddetta “pulitura delle liste” e la registrazione delle dichiarazioni di disponibilità. Se, dunque, quasi 7 Centri su 10 hanno avviato il processo previsto, la percentuale si riduce al 31% se si considera il completamento della procedura di autocertificazione. Se infine si prende in esame l’avviamento degli incontri per l’inserimento lavorativo, la percentuale raggiunta è di solo il 14%. Si segnalano, in particolare, i provvedimenti della regione Sicilia nei quali sono fornite prime indicazioni ai servizi provinciali in tema di abrogazione della normativa previgente (in particolare con riguardo, da una parte, alla soppressione delle liste di collocamento e relativo cd. Travaso d’ufficio e, dall’altra, alla gestione dell’avviamento e selezione presso la PA), all’elenco anagrafico e scheda professionale ed, infine, alla definizione, conservazione e perdita dello stato di disoccupazione. La posizione della regione Sicilia, circa i modelli operativi dei Servizi all’impiego che si intende promuovere, precisa che: “per servizi competenti, ai sensi dl n. 297/2002, si intendono i Centri per l’impiego, di cui al dl n. 469/97 e pertanto, in attesa della revisione della vigente legislazione regionale, le sezioni circoscrizionali per l’impiego ed il collocamento 4 Per un confronto tra i due decreti si veda Isfol, Servizi per l’impiego rapporto di monitoraggio 2001, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 3/2002, p. 29 e ss. 25 ISFOL – Area Mercato del Lavoro in agricoltura ed i relativi recapiti periodici”. L’atto, pur riconoscendo la possibilità di una “utile azione di affiancamento e di sostegno, in termini di risorse, oltre che strumentali, “umane” da parte di soggetti terzi, ribadisce che “resta ferma la titolarità degli organi ed uffici pubblici in ordine sia all’emanazione di provvedimenti che costituendo esercizio di pubbliche funzioni, sono suscettibili di incidere nella sfera giuridica dei terzi, sia all’esercizio dei compiti di coordinamento e controllo sul complesso delle strutture ed attività chiamate alla gestione dei servizi”. Con Circolare del marzo 2003, l’assessorato al lavoro ha dato le indicazioni generali per l’applicazione del 297, senza che in precedenza venisse attuato il D.lgs. 181/2000. La nostra rilevazione, effettuata un paio di mesi dopo la pubblicazione della circolare, ha registrato in proposito le difficoltà espresse dagli operatori nell’applicazione del provvedimento: gli intervistati, infatti, lamentano una perdurante inadeguatezza sia strutturale (informatica e di spazi adeguati), sia formativa, oltre che una certa lacunosità informativa sulle modalità di applicazione tanto del dettato del D.lgs. 297 che della circolare stessa. Va puntualizzato, comunque, che la circolare individua la possibilità di ricorrere al supporto degli sportelli multifunzionali “in vista del conseguimento del maggior grado possibile di efficacia dell’azione svolta”. Si tratta di strutture che sono spesso dotate di strumenti e di personale adeguato e che, in parte, possono compensare le carenze precedentemente accennate5 (tabb. 4, 5 e 6). In parte analogo è il caso del Cpi di Matera che, rispetto al D.lgs. 181/2000, ha limitato l’attenzione alla mera dichiarazione di disponibilità al lavoro. Da tale dichiarazione si partirà per l’avvio dei colloqui di orientamento secondo la direttiva del D.lgs. 297. Tab. 4 - Applicazione del D.lgs. 181 nei Cpi delle regioni 0b.1 No Sì Totale Val. ass. % 69 136 205 33,7 66,3 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. 5 Gli sportelli multifunzionali si collocano all’interno del modello regionale siciliano dei Servizi pubblici per l’impiego come organismi delegati alla fornitura di un “supporto intelligente”, e rispondono anche all’esigenza della “massima articolazione dei servizi su base territoriale” messa in evidenza nel Masterplan regionale della regione Sicilia. 26 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 5 - Completamento della procedura di autocertificazione nei Cpi delle regioni Ob.1 Val. ass. No Sì 141 64 205 Totale % 68,9 31,1 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003 Tab. 6 - Avviamento incontri per inserimento lavorativo e formazione con D.lgs. 181 Val. ass. No Sì 175 31 205 Totale % 85,1 14,9 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003 2.3 Interventi per l’inserimento al lavoro Il 2003 si è caratterizzato come un anno di svolta nell’erogazione dei servizi di promozione all’inserimento lavorativo da parte dei Cpi. Il mancato rifinanziamento dei Pip ha, infatti, limitato il set di strumenti operativi a disposizione dei Cpi per l’attuazione delle politiche attive volte a favorire una maggiore occupabilità delle persone che sono rimaste escluse, o sono a rischio di esclusione, dal mercato del lavoro. È dunque scontato affermare che le implicazioni più rilevanti abbiano riguardato le regioni Obiettivo l, per le quali i Pip erano stati ideati e nelle quali essi avevano trovato ampia diffusione a discapito dei tirocini (si vedano al riguardo i Rapporti di Monitoraggio degli anni scorsi). Questo capitolo vuole quindi esaminare nel dettaglio come i Cpi delle regioni Obiettivo 1 hanno riorganizzato il servizio, e le attività in relazione a questo cambiamento. In particolare, seguendo la metodologia d’indagine elaborata nel Rapporto di Monitoraggio (2003), l’attenzione viene dapprima posta sulle singole attività che caratterizzano il servizio, per poi procedere ad una valutazione complessiva mediante l’utilizzo di un indicatore di qualità. 2.3.1 Le attività che caratterizzano il servizio di promozione all’inserimento lavorativo Le attività che i Centri per l’impiego mettono in atto nell’erogazione del servizio di promozione all’inserimento lavorativo possono essere utilmente classificate in modo da 27 ISFOL – Area Mercato del Lavoro definire una scala qualitativa su tre livelli. Ad un servizio che si limita ad offrire informazioni sulle possibilità di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro, fa seguito la realizzazione di tirocini, quale elemento chiave del ruolo dei Cpi nell’ambito della promozione all’inserimento lavorativo degli utenti. Infine, si possono evidenziare quelle attività che descrivono la capacità dei Centri per l’impiego, di porsi effettivamente come soggetti attivi nella proposizione di esperienze formative in grado di aumentare l’occupabilità dell’utente interessato. Nello specifico, i servizi presi in considerazione sono quindi i seguenti: presenza spazio attrezzato per l’autoconsultazione; effettuazione di tirocini; presenza spazio attrezzato per i colloqui; preparazione ai colloqui di preselezione; rilascio attestato per il calcolo dei crediti formativi. 2.3.2 Lo stato di attuazione del servizio di promozione all’inserimento lavorativo Il quadro d’insieme che emerge dall’analisi della diffusione territoriale delle diverse tipologie di servizio considerate (si vedano le tabelle sottostanti) descrive una situazione piuttosto eterogenea. Accanto a regioni nelle quali l’erogazione dei servizi per la promozione all’inserimento lavorativo appare radicata sul territorio, (in alcuni casi si tratta di una buona parte, se non della totalità dei Cpi, in Puglia in primo luogo ma anche nel Molise e in Calabria), ve ne sono altre che denunciano ancora un forte ritardo sia rispetto alle altre macro aree italiane, ma anche, e soprattutto, rispetto alla situazione media del complesso delle regioni Obiettivo 1. Alcuni esempi potranno illustrare meglio entrambe le situazioni, che comunque si caratterizzano tutte per una accentuata dinamicità per quanto riguarda la costruzione di percorsi organizzativi ancora in fieri: in un certo senso noi promuoviamo l’inserimento lavorativo: raccogliamo le adesioni di propensione ai tirocini mediante l’utilizzo di schede. In base, poi, alla richiesta che viene fatta dall’azienda cerchiamo di organizzare un incontro tra i giovani e le aziende per un primo approccio, con la speranza che dal tirocinio si passi ad un rapporto lavorativo… Noi non contattiamo le aziende, sono loro che ci chiedono gli elenchi degli utenti iscritti presso di noi, per qualifiche. Per i tirocini abbiamo un tutor aziendale e un tutor del Cpi che periodicamente va in azienda, parla con i ragazzi che abbiamo mandato e si rende conto di quello che avviene: se, per esempio, vengono rispettate determinate cose, se gli piace il tipo di lavoro, se intende proseguire, se vuole rinunciare perché magari aveva in mente altro e, mediante le schede di valutazione, il responsabile guarda e si rende conto di come va avanti l’attività in quel settore… (Cpi di Matera); abbiamo, all’interno del Cpi, uno spazio dedicato ai colloqui finalizzati 28 ISFOL – Area Mercato del Lavoro all’inserimento lavorativo e in tal senso disponiamo di personale dedicato alla mediazione tra l’azienda e il lavoratore; inoltre, organizziamo i colloqui mettendo a disposizione anche gli spazi dove effettuarli. Per ciò che concerne i tirocini il discorso avviene tra l’azienda e il ragazzo, che poi viene da noi con la volontà di firmare il tirocinio, noi glielo vistiamo e periodicamente dovremmo andare a vedere la situazione… però ancora non lo abbiamo mai fatto… anche perché i tirocini durano 6 mesi e in questa fase di ristrutturazione del Cpi non abbiamo avuto il tempo di seguirli. Però al riguardo possiamo dire che i tirocini svolti sono andati tutti a buon fine, soprattutto quelli dei disabili che sono stati trasformati tutti a tempo indeterminato, con esito positivo. Mentre gli utenti non disabili, anche se il tirocinio non è stato commutato in un contratto di lavoro, hanno dichiarato di essere rimasti molto soddisfatti dall’esperienza fatta con le aziende, che comunque rappresenta sempre un credito formativo ed è quindi molto importante come esperienza lavorativa (Cpi di Termoli); sono le aziende che si recano presso di noi per chiedere la stipula di una convenzione per lo svolgimento di tirocini presso le loro sedi ed in verità dovrebbe accadere il contrario. Noi comunque siamo ben lieti di appoggiare la proposta (Cpi di Crotone). facciamo le selezioni, stages settimanali di formazione e, in alcuni casi, la selezione insieme all’imprenditore. Il problema è che da noi non è stata molto capita questa attività, perché il tirocinio è stato percepito dagli utenti come una forma di sfruttamento. Dato che il rimborso spese è assolutamente esiguo, relativo solo alla copertura delle spese vive, l’utente ritiene che questa sia una forma di lavoro sottopagato… Rimane sempre il problema del limite tra il lavoro e la formazione quando si va a fare tirocinio e molto spesso i “lavoratori” si ritengono sfruttati e sono restii ad accettarlo (Cpi di Bari). Tra le aree ancora in fase di avvio per l’organizzazione dei tirocini rientrano le due maggiori realtà regionali prese ad esame (Campania e Sicilia). Come si evince dai dati delle tabelle, per tutti i servizi analizzati le due regioni registrano una diffusione territoriale al di sotto del valore medio relativo a tutte le regioni Obiettivo 1. D’altra parte, l’attento esame di tutte le informazioni generate dall’indagine campionaria rivela una situazione ancora più critica di quanto non dicano i dati riportati. In effetti, nei rari casi in cui c’è uno spazio “attrezzato” per l’autoconsultazione, questo si configura in bacheche nelle quali si trovano informazioni su opportunità di lavoro; i tirocini non vengono realizzati sistematicamente e laddove ci sono delle iniziative queste si sostanziano nel lavoro amministrativo e nella selezione di candidati, mentre il ruolo di promozione viene svolto a livello regionale o provinciale; solo in pochi casi, si riscontra il tentativo di dare una certificazione all’esperienza lavorativa degli utenti. Le ragioni delle difficoltà incontrate dai Cpi campani e siciliani devono essere ricercate sia all’interno delle stesse strutture operative, ma soprattutto, all’esterno, nelle sedi istituzionali dove prendono corpo le decisioni strategiche di programmazione dei Servizi pubblici per l’impiego. 29 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Sotto quest’ultimo aspetto occorre tenere conto del fatto che molti intervistati hanno sottolineato l’inadeguatezza numerica e qualitativa del personale a disposizione e la mancanza dei necessari programmi di aggiornamento e formazione, nonché i limiti della dotazione infrastrutturale (sedi adeguate, computer, ecc.). In Sicilia a questi fattori se ne aggiunge un altro che richiama all’organizzazione complessiva dei Servizi pubblici per l’impiego e, in particolare, alla necessità di definire chiaramente il ruolo che deve essere ricoperto dai Centri per impiego. In molti casi, infatti, tra le cause della non erogazione del servizio è stata menzionata la concorrenza degli sportelli multifunzione, ai quali, per esempio, spetterebbe la gestione dei tirocini. Nonostante questi “fattori esterni” abbiano un’incidenza determinante nella capacità dei Cpi di proporre dei servizi ben organizzati, occorre anche rimarcare un periodico venir meno di un’attitudine propositiva degli operatori dei Centri. Ritornando alla valutazione d’insieme offerta dai dati delle tabb. 7, 8, 9, 10 e 11, va evidenziato che i servizi che mostrano, mediamente, la maggiore diffusione sono quelli dell’autoconsultazione (riscontrabile nel 44% dei Cpi), che però più propriamente rientra nel servizio d’informazione ed accoglienza, e la preparazione dei candidati ai colloqui di selezione (il 46% dei Cpi la effettua). Sull’altro versante, il servizio che risulta meno diffuso è quello della certificazione dei crediti formativi (presente solo nel 26% dei casi). Tuttavia è significativo notare che: questo dato acquista valenza se riportato al contesto nazionale, ove la quota di Cpi che offre il servizio si arresta al 23% (cfr. monitoraggio 2003); si tratta di un dato che media tra situazioni estremamente positive come quelle della Sardegna (68%) e della Puglia (59%), ben oltre il valore medio registrato nelle regioni del Centro Italia dove questa pratica è relativamente più diffusa (il 57%), e regioni dove il servizio non è ancora presente (Campania e Sicilia). Tab. 7 - Presenza di spazi attrezzati per l’autoconsultazione delle informazioni per area geografica - valori assoluti e % Regione Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Totale No Sì Val. ass. % Val. ass. 9 8 29 8 5 57 100,0 50,0 63,0 0,0 20,5 17,2 87,7 8 17 3 31 24 8 116 56,0 91 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. 30 Totale % Val. ass. % 0,0 50,0 37,0 100,0 79,5 82,8 12,3 9 16 46 3 39 29 65 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 44,0 207 100,0 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 8 - Centri per l’impiego che effettuano tirocini per area geografica - valori assoluti e % Regione Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Totale No Val. ass. Sì % Totale Val. ass. % 8 42 2 17 65 0,0 50,0 91,3 50,0 0,0 60,7 100,0 Val. ass. 9 8 4 2 39 11 0 100,0 50,0 8,7 50,0 100,0 39,3 0,0 % 9 16 46 4 39 28 65 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 134 64,7 73 35,3 207 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Tab. 9 - Centri per l’impiego dotati di spazi attrezzati per i colloqui per area geografica - valori assoluti No Regione Sì Val. ass. Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Totale % Totale Val. ass. % Val. ass. % 9 8 38 16 17 49 100,0 50,0 82,6 0,0 41,0 60,7 74,2 8 8 3 23 11 17 0,0 50,0 17,4 100,0 59,0 39,3 25,8 9 16 46 3 39 28 66 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 137 66,2 70 33,8 207 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Tab. 10 - Presenza di un servizio di preparazione ed assistenza ai colloqui di selezione per area geografica - valori assoluti e % Regione Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Totale No Si Totale Val. ass. % Val. ass. % Val. ass. % 4 8 29 22 49 44,4 50,0 64,4 0,0 0,0 75,9 74,2 5 8 16 4 39 7 17 55,6 50,0 35,6 100,0 100,0 24,1 25,8 9 16 45 4 39 29 66 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 112 53,8 96 46,2 208 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. 31 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 11 - Rilascio di un attestato valido ai fini dei crediti formativi per area geografica - valori assoluti e % No Regione Sì Totale Val. ass. % Val. ass. % Val. ass. % 5 8 46 3 16 9 65 55,6 50,0 100,0 100,0 41,0 32,1 100,0 4 8 23 19 - 44,4 50,0 0,0 0,0 59,0 67,0 0,0 9 16 46 3 39 28 65 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 152 73,8 54 26,2 206 100,0 Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia Totale Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. 2.3.3 La costruzione di un indice di qualità Il quadro valutativo dello stato di attuazione del servizio di promozione all’inserimento nelle regioni Obiettivo 1 è proficuamente riassunto attraverso l’osservazione della distribuzione territoriale assunta dall’indice di qualità, sviluppato secondo la metodologia elaborata dall’Isfol nel corso degli anni precedenti (si veda, ad esempio, il Rapporto di Monitoraggio 2003, ma anche i precedenti). Tale indice sintetizza, attraverso l’assegnazione di opportuni “pesi”, il contenuto informativo delle variabili prese in considerazione6. Tale indice, presenta un campo di variazione compreso fra 0 e 4 con intervalli di mezzo punto e permette il raggruppamento dei Cpi in tre classi qualitative ordinali di identifica ampiezza: • livello qualitativo basso da 0 a 1; • livello qualitativo medio da 1,5 a 2,5 incluso; • livello qualitativo alto da 3 a 4. La fig. 1 fornisce una prima rappresentazione dei risultati ottenuti, dalla quale si può notare come, nel complesso, le regioni inserite nell’Obiettivo 1 riescano a offrire agli utenti un servizio di livello intermedio. Osservando inoltre la distribuzione geografica rimane confermato quanto già anticipato precedentemente: da un lato, abbiamo la Puglia, nella quale l’erogazione del servizio raggiunge livelli qualitativi più che soddisfacenti, all’estremo opposto si collocano Campania e Sicilia, mentre le restanti 4 regioni riescono ad erogare un servizio di livello qualitativo intermedio. 6 Va precisato che nel calcolo dell’indice è esclusa la variabile relativa all’autoconsultazione, sia perché essa identifica, in realtà, una pre-condizione del servizio oggetto d’analisi, sia perché è, come già ricordato, parte integrante dello specifico servizio d’informazione e diffusione delle informazioni attivato dai Cpi. 32 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Fig. 1 - Distribuzione territoriale dell’indice di qualità del servizio di promozione dell’inserimento lavorativo Media Area Ob1 = 1,52 Dev. Std. = 0,58 Regioni Ob.1 Basso (2) Medio (4) Alto (1) Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Analizzando la situazione all’interno delle singole regioni (si veda la tab. 12), emergono altre interessanti considerazioni. Innanzitutto va notato che nella maggior parte delle regioni si sostanzia una considerevole uniformità del servizio (Basilicata, Campania, Molise e Sicilia, ma anche Puglia). Nella Calabria e nella Sardegna si riscontra invece una variabilità piuttosto marcata del livello qualitativo (espressa da un valore del coefficiente di variazione molto elevato), che, verosimilmente, deriva dalla contemporanea presenza di Cpi che riescono a proporre agli utenti un servizio con standard qualitativi elevati ed altri che invece registrano delle difficoltà. Una seconda considerazione, che è un corollario di quanto appena espresso, porta ad una valutazione più attenta della capacità operativa dei Cpi. Da un lato, infatti, un coefficiente di variazione relativamente basso in Puglia evidenzia un radicamento sul territorio di buone pratiche e sottende una proficua attività degli enti istituzionali proposti alla programmazione dei Servizi pubblici per l’impiego. Dall’altro, a conferma delle giustificazioni indicate nel corso dell’indagine campionaria, deve essere sottolineato che 33 ISFOL – Area Mercato del Lavoro la perfetta uniformità territoriale che si riscontra nelle regioni con il valore meno elevato più basso dell’indice di qualità denuncia, all’opposto, una sostanziale immaturità delle capacità programmatiche ed organizzative a livello regionale e/o provinciale, che si riverbera sulle unità operative non mettendole nelle condizioni di offrire servizi con elevati standard qualitativi. Tab. 12 - Indice di qualità della promozione all’inserimento lavorativo per regione: valori medi e coefficiente di variazione N. Media Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia 9 15 46 3 39 28 65 2 2 1 2 2,6 1,63 1 0 1,04 0 0 0,5 0,85 0 0 51,75 0 0 19,09 52,38 0 205 1,52 0,79 51,65 Totale Deviazione Std. Coefficiente di Variazione Regione Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. 2.4 Orientamento Anche nel 2003 l’orientamento ha rappresentato un servizio di punta nei Cpi. Se nel 2002 tale servizio aveva avuto una forte crescita sia per quanto riguarda il numero di Centri dove viene organizzato, sia sul versante della qualità del servizio offerto, tale tendenza si conferma, anche quest’anno, integrata da una maggiore organizzazione e strutturazione. Le novità principali sono evidenziate da una maggiore, più precisa ed efficace applicazione di quanto è previsto dal D.lgs. 181 e dal decreto 297 del 2002, in particolar modo nelle nuove procedure, che riguardano “il patto” che obbligatoriamente deve essere istituito tra l’orientatore e i candidati che forniscono immediata disponibilità ad un possibile inserimento lavorativo o formativo. Per quanto riguarda le tecniche della erogazione dell’orientamento, si rileva che una buona parte degli operatori lavora attraverso un colloquio libero e non fa quindi uso di test o questionari. Solo in alcuni casi, come a Matera, le domande vengono svolte con l’ausilio di una guida strutturata. Alcune interessanti modalità di offerta del servizio si registrano a Mesagne (BR): i formatori regionali che si occupano di orientamento contro la dispersione nelle scuole hanno attivato un progetto i cui destinatari sono adulti che già lavorano e desiderano una riqualificazione, e per questo decidono di frequentare una scuola serale per prendere il 34 ISFOL – Area Mercato del Lavoro diploma. In molte province del Mezzogiorno si organizza il servizio anche attraverso operatori non specializzati pur di fare fronte alle esigenze connesse ad una più completa disponibilità di interventi. In alcune realtà, come a Catanzaro, si stanno studiando progetti che prefigurano consulenti esterni i cui compiti saranno esclusivamente di “accompagnamento e sviluppo del ruolo di orientatore interno alla struttura”. Questa è una esigenza che si sente molto nelle province del Sud, dove si auspica una più massiccia formazione interna, che veda i consulenti come coadiuvatori all’apprendimento della funzione e non nel ruolo di sostituti del personale interno. Andando ad esaminare più da vicino le varie fasi di processo che compongono il servizio dell’orientamento all’interno dei Cpi secondo le direttive del dl 297, si può cogliere quali siano, in genere, gli aspetti che lo caratterizzano. Un ampio numero di Centri dispone ormai di personale dedicato all’orientamento, ed al servizio si accede per lo più su appuntamento, stabilito in sede di accoglienza e informazione (talvolta viene spedita una lettera di convocazione direttamente all’abitazione dell’utente). Cpi di Melfi (PZ): “I cinque colleghi che effettuano i colloqui di orientamento più che specializzati sono qualificati, perché hanno frequentato dei corsi. Facciamo principalmente colloqui individuali, che hanno l’obiettivo di conoscere meglio la nostra utenza e con le domande emergono numerosi aspetti: se viene da noi un’azienda a cui serve un ragioniere che sappia fare la busta paga, noi non forniamo una lista di dieci persone ma un solo nome, ecco a cosa serve il colloquio. Entro sei mesi dal momento dell’iscrizione effettuiamo un colloquio e giorno per giorno facciamo le convocazioni, 15 persone al giorno, 3 persone per ogni collega. Prima era l’utente a venire da noi per timbrare il cartellino, ora siamo noi che andiamo a chiamare lui per il colloquio […] Le interviste si differenziano in base alla tipologia di utente intervistato. I colloqui di gruppo sono formati da una trentina di persone che giungono da tutti i comuni di competenza del Cpi. Dopo avere fornito tutte le informazioni possibili, se ci sono delle domande, il nostro consulente risponde. Fino ad ora sono stati effettuati 4 o 5 colloqui di gruppo sull’impiego delle donne, sui tirocini e sulla creazione d’impresa. A breve ne faremo altri per informare cos’è il volontariato, la ferma breve e per prospettare un possibile impiego ai ragazzi”. Il colloquio di orientamento spesso rappresenta per i Centri il primo vero intervento che si offre all’utente iscritto ai sensi del dl 181 (condizione di immediata disponibilità al lavoro): si individuano il background formativo e professionale, le caratteristiche psicologiche, le motivazioni e interessi e le competenze reali, al di là delle qualifiche riconosciute. L’orientatore definisce insieme all’utente un percorso idoneo indirizzato specificatamente al raggiungimento del suo obiettivo professionale; questo percorso potrà eventualmente venire modificato in corso d’opera. Se la persona possiede delle qualifiche immediatamente spendibili sul mercato del lavoro viene indirizzata alla preselezione, 35 ISFOL – Area Mercato del Lavoro altrimenti le si consiglia la partecipazione ad un tirocinio, o un corso di formazione, o un workshop tematico, oppure, se si tratta di un soggetto in difficoltà che ha bisogno di particolare attenzione, gli viene dato, in alcuni casi, un appuntamento con lo psicologo del lavoro (che risulta essere spesso lo stesso orientatore) per una consulenza individuale più approfondita. I vari momenti del processo, così concordati, vengono formalizzati con la sottoscrizione di un Patto che prevede sia parametri oggettivi, (tipo la distanza chilometrica massima oltre la quale l’utente ha il diritto di rifiutare la proposta lavorativa), sia criteri meramente soggettivi, che attengono alla negoziazione della “congruità” della possibile futura offerta rispetto ai desideri e ai bisogni espressi dall’utente. Tale Patto impegna ufficialmente l’utente in quanto, il mancato rispetto degli impegni sottoscritti, compreso un eventuale rifiuto di una proposta di lavoro compatibile con gli aspetti negoziati, comporta la perdita dello stato di disoccupazione. 2.5 I servizi alle imprese La gamma dei servizi offerti alle imprese, nella sua ampia e variegata articolazione, esprime in maniera significativa l’evoluzione conosciuta negli anni recenti dal sistema pubblico dei Servizi all’impiego che, in un contesto di mercato più competitivo, ha dovuto affrontare un ripensamento complessivo dei propri aspetti organizzativofunzionali, che comporta la necessità di disegnare in maniera avanzata e ben strutturata l’erogazione di servizi personalizzati anche ai soggetti che esprimono la domanda di lavoro sul mercato locale. Si osserva, infatti, la tendenza da parte dei nuovi Spi a rafforzare progressivamente le attività destinate alle aziende che operano sul territorio di loro pertinenza, in particolare attraverso la predisposizione di uno sportello – talvolta “duplice” 7 – ad esse appositamente dedicato. Nello specifico della realtà del Mezzogiorno, la presenza di servizi di consulenza alle imprese si riscontra nel 73% dei Centri per l’impiego, il 6% dei quali risulta aver attivato uno sportello ad hoc. Il contatto dei Cpi con le imprese avviene di regola tramite telefono e fax piuttosto che via e-mail: la “raccolta della domanda di lavoro” con tale modalità si rileva, infatti, solo nel 5% dei Centri osservati; quella degli incontri/visite presso l’azienda è invece, una pratica che sta diffondendosi significativamente in alcune realtà (in particolare, va menzionato il Cpi di Melfi), pur non presentando ancora caratteri di sistematicità. 7 In taluni casi, si è rilevata la presenza di un primo sportello che fornisce informazioni legislative su assunzioni, tipologie contrattuali, forme di incentivazione (a livello nazionale è il servizio di cui risulta i datori di lavoro usufruiscono maggiormente) e di un secondo concepito per l’erogazione dei servizi di natura più propriamente consulenziale. 36 ISFOL – Area Mercato del Lavoro In casi piuttosto rari vengono effettuati anche colloqui per conto dell’azienda. Assai poco numerosi, comunque, sono i Centri del Mezzogiorno, che promuovono la domanda di lavoro pervenuta negli uffici attraverso la diffusione in spazi esterni; tra gli strumenti finalizzati ad una “diffusione capillare” delle informazioni, conservano tuttora un ruolo largamente privilegiato i canali tradizionali rappresentati dalle inserzioni su giornali e dal ricorso alle emittenti radio-televisive locali. L’implementazione dei sistemi informatizzati, che in alcuni casi permette anche una ricerca automatica per l’abbinamento candidato-vacancy, appare per il momento più legata alla necessità di ridurre l’aggravio in termini di oneri burocratico-amministrativi, in conseguenza delle attività adempimentali che risultano largamente prevalenti rispetto a quelle di altra natura; pertanto, in diverse realtà si tende ad incentivare l’espletamento online delle procedure che competono ai datori di lavoro (in particolare, le comunicazioni di assunzione, trasformazione, proroga e cessazione del rapporto di lavoro), indirizzando, quindi, le imprese verso un rapporto di tipo telematico con l’amministrazione. È il caso, ad esempio, di Caserta, dove sono già attivi appositi servizi web e dei Cpi delle province di Crotone e di Brindisi, dove si prevede di approntarli entro il 2004. In alcuni casi, l’implementazione di sistemi informativi locali si è rivelata un importante veicolo per l’attuazione di progetti di cooperazione interregionale: emblematica è l’intesa avviata dalla Campania con il Friuli, il Veneto e la provincia autonoma di Trento per favorire l’interoperatività tra imprese ed amministrazioni per particolari adempimenti obbligatori (tipicamente Inps e Inail). Altrettanto interessanti si rivelano le esperienze della Basilicata (che ha stipulato un protocollo con la regione Toscana per l’acquisizione di un pacchetto di procedure informatiche per favorire la mediazione domanda-offerta) e della Puglia: la provincia di Lecce, rendendo partecipi anche quelle di Taranto e Brindisi, ha progettato, coinvolgendo i Cpi di Campi Salentina e Trifase, una rete telematica di raccordo tra pubblica amministrazione, imprese e cittadini (la cd. Ionico-Salentina per l’occupazione) con particolare riferimento agli Sportelli unici per le attività produttive, la rete degli Uffici di relazione con il pubblico degli enti locali, piattaforme per l’e-learning ed il Sil interprovinciale. Ciò nel presupposto che per creare occupazione e favorire la crescita economica sia necessario promuovere e rendere attrattivo il territorio per l’insediamento di nuove imprese che si aspettano di poter usufruire di servizi di qualità e di poter contare sulla disponibilità in loco di risorse lavorative qualificate. Al tempo stesso, i collegamenti in rete tra diverse strutture, oltre ad agevolare e rendere più efficienti le interrelazioni, consentono di incentivare i flussi di mobilità geografica, di ampliare il proprio bacino potenziale di reclutamento, di fornire risposte più tempestive all’utenza. In effetti nel Mezzogiorno, benché il tessuto imprenditoriale non sembri, in questa fase, tale da esprimere una significativa domanda di lavoro formalizzata, limitando in tal modo le attività dei Cpi riconducibili all’intermediazione in senso stretto, non mancano realtà in cui risulta attivato un buon servizio di preselezione: presso i Cpi di Melfi (PZ) e di Matera, ad esempio, alle aziende vengono inviati gli 37 ISFOL – Area Mercato del Lavoro elenchi delle persone iscritte nelle banche dati che rispondono al profilo professionale richiesto e che sono disponibili ad essere assunte; in alcuni casi sono stati anche forniti i locali per effettuare le selezioni del personale. Alcuni Centri hanno dato luogo ad una sorta di “riorganizzazione forzata” per l’erogazione di servizi che si rendano di volta in volta necessari: è il caso dei Cpi di Termini Imerese (PA), dove sono stati appositamente preposti due operatori alla “gestione dei rapporti con le imprese”, in funzione di un dialogo sistematico che consenta di far fronte alla delicata realtà industriale di riferimento. In alcune aree del Mezzogiorno, l’attività appare fortemente ridotta e limitata all’erogazione di informazioni legislative su sgravi fiscali legati alle assunzioni o su alcune specifiche tipologie contrattuali; la consapevolezza dell’importanza di strette relazioni con le imprese si scontra, infatti, con la difficoltà di stabilire contatti con un universo particolarmente debole e frammentato. In Sardegna, ad esempio, è stato più volte osservato (Cpi di Castelsardo, Cuglieri, Iglesias) come il tessuto imprenditoriale di riferimento si rivolga raramente al servizio pubblico per attività connesse al reclutamento, il che restringe sensibilmente il campo d’azione dei Servizi all’impiego quanto a rapporti con le aziende. In alcuni casi (Cpi di Nuoro) si è tentato di costruire partnership con altri attori territoriali; in particolare si intendeva sottoscrivere un protocollo d’intesa con il Provveditorato, i Centri di formazione, la provincia e i datori di lavoro, ma diverse sono state le manifestazioni di dissenso proprio da parte di questi ultimi, prevalentemente interessati a forme contrattuali oggetto di esenzioni, agevolazioni o sgravi fiscali. In diverse realtà in cui operano i Cpi meridionali, si rileva, quale tipologia di imprenditoria più diffusa, quella a conduzione familiare, costituita, dunque, da microimprese, con al massimo cinque-sei dipendenti che si reclutano facilmente attraverso relazioni di tipo amicale/informale. Anche le attività di mediazione e incontro domanda-offerta si presentano come marginali o circoscritte alla mera raccolta delle richieste; l’unico contatto finalizzato all’effettivo collocamento dei candidati avviene con le Società di fornitura di lavoro temporaneo cui vengono regolarmente forniti gli elenchi degli iscritti: ciò testimonia come anche nel Mezzogiorno il legame tra Spi e Agenzie interinali stia evolvendosi nel senso di considerare queste ultime alla stregua di veri e propri “datori di lavoro” piuttosto che competitors sul mercato dell’intermediazione di manodopera. Nel Sud del paese, i servizi di consulenza alle imprese continuano ad essere fortemente condizionati da problemi di ordine logistico. Significativo, a tal proposito, appare il caso del Cpi di Catanzaro, stretto nei vincoli derivanti dalla modesta dotazione strumentale ed informatica, tanto che l’intervistato ha dichiarato che per gran parte delle attività “… ci si muove ancora con il cartaceo”. Allo stesso modo si esprimono i responsabili siciliani, come quello della Scica di Carini (PA), di Casteltermini (AG), di Leonforte (EN), di Sciacca (AG), dove di riferisce che non esistono spazi destinabili ai colloqui. 38 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Ricorrente, da questo punto di vista, è l’auspicio degli intervistati affinché siano predisposte nuove sedi, adeguate all’erogazione di un certo standard di “servizi avanzati”. In mancanza di ciò ed in carenza di risorse finanziarie e professionali ad hoc, la necessità di far fronte alla “concorrenza” con gli operatori privati e, dunque, di adottare nuove tecniche gestionali ed approcci organizzativi, fa sì che in diversi casi si sia affidata a terzi (outsourcing) la gestione dei sevizi alle imprese ritenuti più sofisticati e, dunque, “strategici” nel mutato scenario di riferimento. Si rilevano, invece, rapporti consolidati soprattutto con i consulenti delle imprese, in genere identificati nella figura professionale del commercialista; in questi casi, il servizio è generalmente definito come ben avviato e l’interesse delle aziende si manifesta quasi esclusivamente nei confronti delle forme più convenienti di incentivazioni alle assunzioni (quali credito d’imposta, sgravi fiscali e contributivi, cumulabilità delle agevolazioni, ecc.). In definitiva, i rapporti con l’apparato produttivo locale appaiono piuttosto frammentati e per lo più mediati dai consulenti dell’azienda. In alcune realtà, si è delineata la presenza di attività consulenziali di tipo prevalentemente informale, erogate dai Cpi sulla base di conoscenze personali dei responsabili, e che si affiancano a quelle istituzionalmente previste ma non strutturate e pertanto scarsamente “riconoscibili”. Sembrano, comunque, emergere realtà incoraggianti, contrassegnate dalla volontà dei Cpi meridionali di stabilire (e/o consolidare, qualora già avviati anche solo a livello informale) i rapporti col tessuto produttivo, in particolare con il mondo delle piccole e medie imprese che connota significativamente gran parte delle aree lucane e calabresi. Si registra, in particolare, una generale consapevolezza che, affrontando le difficoltà aziendali di reperimento del personale in maniera preventiva, in termini cioè di analisi dell’evoluzione dei fabbisogni del mercato, aumentano proporzionalmente le possibilità di successo anche dei candidati alla ricerca di occupazione. Una novità di carattere sperimentale sul tema si registra presso il Cpi di Noci (BA), il quale ha predisposto un Osservatorio sul mercato del lavoro, con compiti di monitoraggio costante del territorio, sondandone dinamiche ed esigenze socio-occupazionali, e, in seconda istanza, di produzione e divulgazione di statistiche periodiche che assumono, per l’utenza, carattere non solo informativo ma anche orientativo rispetto al mercato del lavoro locale. Un progetto analogo, anch’esso in fase sperimentale, si rivolge in via specifica al mondo imprenditoriale, prevedendo la predisposizione di un’apposita banca dati dei relativi “fabbisogni”, allo scopo di agevolare e rendere più efficace l’attività degli orientatori rispetto all’avvio di percorsi di inserimento professionale (stages, tirocini e apprendistato, in particolare) 8 . Sul versante del miglioramento delle competenze del personale per quanto riguarda i servizi alle imprese, si possono registrare diverse iniziative. 8 Sono circa 200 le aziende che si sono ad oggi avvicinate a questo servizio. 39 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Presso il Cpi di San Gavino Monreale è stato realizzato un ciclo di seminari volti a trasmettere agli operatori pubblici la conoscenza del mercato del lavoro locale, in termini di composizione e funzionamento, e le professioni/qualifiche maggiormente richieste dalle imprese/utenti. Tra i progetti di formazione del personale, particolarmente interessanti appaiono quelli avviati dalla regione Basilicata, riguardanti la cultura d’impresa e i processi di internazionalizzazione, allo scopo di trasmettere agli operatori pubblici la conoscenza di approcci di stampo privatistico, armonizzando in tal modo il proprio linguaggio con quello aziendale. Sotto tale profilo, diversi sono i Cpi che stanno formando figure professionali ad hoc, come quella dei promoter, con l’obiettivo non solo di promuovere i servizi sul territorio, divulgandone il più possibile la conoscenza, ma anche e soprattutto strutturare un dialogo sistematico e “sintonico” con le aziende: essenziale è, infatti, per un servizio all’impiego (tanto pubblico quanto privato) condividere con i propri interlocutori un certo “linguaggio” (logiche, approcci, comportamenti). Ciò testimonia la consapevolezza da parte dell’operatore pubblico che l’impresa nutre nei suoi confronti esigenze ed aspettative analoghe a quelle che i suoi clienti manifestano verso di essa: un’offerta efficiente, tempestiva e variegata di servizi, adattabili ai fabbisogni che di volta in volta si presentano, rispetto ai quali modulare e personalizzare i servizi stessi. 40 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 3. ELEMENTI DEL ORGANIZZAZIONE MONITORAGGIO PER STRUTTURE ED 3.1 Logistica e sedi Nelle pagine che seguono verrà passato velocemente in rassegna lo stato delle sedi e delle dotazioni (arredi, suppellettili, ecc.) dei Centri per l’impiego nelle aree dell’Obiettivo 1 prendendo in esame i dati quantitativi relativi alle condizioni fisiche ed alla funzionalità e le valutazioni di carattere qualitativo espresse dai responsabili delle strutture visitate nel corso della primavera 2003. Come rilevato nei precedenti monitoraggi, una semplice analisi di grandezze quantitative, infatti, non sarebbe sufficiente a dar ragione di un percorso di costante adeguamento delle dotazioni logistiche e strutturali agli standard funzionali definiti ai livelli nazionale e locale, che vede costantemente impegnate – pur con finalità e gradi di implementazione ancora differenziate lungo l’arco Nord-Sud, – le amministrazioni provinciali. Un primo elemento da cui far partire l’analisi delle sedi e della logistica nei Cpi visitati attiene alle loro condizioni oggettive, in particolare ad alcuni aspetti che – ad una osservazione comparata – delineano il grado di fruibilità dei Centri per l’impiego da parte dell’utenza. Le tabb. 13, 14 e 15 riportano i dati relativi a due diverse chiavi di osservazione della fruibilità: la raggiungibilità delle sedi Cpi da parte dell’utenza (sia ricorrendo ai mezzi pubblici che ad un veicolo privato, tabb. 13 e 14) e l’accessibilità delle stesse, misurata attraverso la presenza o meno di barriere architettoniche (tab. 15). Tab. 13 - Cpi regioni Obiettivo 1: raggiungibilità con i mezzi pubblici Raggiungibilità mezzi pubblici Ottima Regioni Ob. 3 Regioni Ob. 1 Italia Buona Mediocre Scarsa Totale V.a. % V.a. % V.a. % V.a. % V.a. % 112 15 127 33,2 7,5 23,6 139 110 249 41,2 55,0 46,4 60 26 86 17,8 13,0 16,0 26 49 75 7,7 24,5 14,0 337 200 537 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. 41 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Tab. 14 - Cpi regioni Obiettivo 1: possibilità di parcheggiare agevolmente Parcheggio agevole No Regioni Ob. 3 Regioni Ob. 1 Italia Sì Totale V.a. % V.a. % V.a. % 114 72 186 33,9 36,0 34,7 222 128 350 66,1 64,0 65,3 336 200 536 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Tab. 15 - Cpi regioni Obiettivo 1: presenza di barriere architettoniche Presenza barriere architettoniche No Regioni Ob. 3 Regioni Ob. 1 Italia Sì Totale V.a. % V.a. % V.a. % 225 78 303 67,2 39,0 56,6 110 122 232 32,8 61,0 43,4 335 200 535 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Presi nel complesso, i dati riportati descrivono una situazione che potrebbe essere definita “in chiaroscuro”, con valori specifici e gradazioni a volte assai differenti a seconda dei singoli aspetti osservati. Come attestato dalle tabb. 13 e 14, più del 60% delle sedi risulta agevolmente raggiungibile dagli utenti, restituendo un profilo certamente sovrapponibile a quello nazionale. Nel caso in cui i cittadini ricorrano all’utilizzo del proprio autoveicolo, in quasi due Cpi su tre avranno, infatti, la possibilità di parcheggiare agevolmente nei pressi del Centro; nel caso in cui l’utenza faccia ricorso al mezzo di trasporto pubblico, circa il 62% delle sedi nelle regioni considerate offre una buona raggiungibilità: è il caso, ad esempio, del Cpi di Catanzaro – che all’epoca della nostra rilevazione si presentava come un “cantiere aperto”, essendo in corso i lavori di ammodernamento – la cui sede, come osservato dal responsabile “…è facilmente raggiungibile perché abbiamo la stazione della funicolare e della Calabro lucana a meno di 50 metri da qui, nonché servizi di pullman che fermano in prossimità del Cpi”; oppure del Cpi di Termoli (CB), anch’esso ubicato in posizione per così dire “strategica” nei pressi della fermata dei mezzi pubblici. L’analisi del dato relativo alla presenza di barriere architettoniche (tab. 15), permette di completare questo primo livello di osservazione relativo alla fruibilità delle sedi, e di introdurre qualche elemento di riflessione sul loro grado di funzionalità. A questo aspetto è possibile, in parte, associare quello della più o meno recente epoca di costruzione degli stabili, ovvero del loro ammodernamento nel corso degli ultimi anni, coincidenti con il periodo di messa a regime della riforma. Sotto questo profilo l’analisi della situazione 42 ISFOL – Area Mercato del Lavoro logistica dei Cpi delle regioni Obiettivo 1 evidenzia andamenti più critici: con 61 sedi su 100 ancora caratterizzate dalla presenza di barriere architettoniche, appare chiaro che il versante dell’adeguamento strutturale delle sedi costituisce un terreno sul quale occorre investire ancora in tempi rapidi e sul quale si indirizza, come si avrà modo di vedere, lo sforzo delle amministrazioni provinciali, seppure con risultati alterni. All’osservazione delle condizioni oggettive dei locali presso i quali sono ubicati i Centri per l’impiego, si affianca, tradizionalmente nelle nostre rilevazioni, una valutazione da parte dei responsabili intervistati, sull’adeguatezza degli stessi alle funzioni prescritte dalla riforma e ai carichi effettivi di lavoro quotidiano: si tratta di un giudizio espresso da interlocutori privilegiati, addetti ai lavori, che degli aspetti prettamente operativi e quotidiani dell’attività del Centro hanno consapevolezza diretta. Le valutazioni espresse dagli intervistati sono state poi codificate secondo tre modalità di osservazione (“sufficiente”, “ristrutturabile”, “non ristrutturabile”), e riportate nella sottostante tab. 16. Tab. 16 - Cpi regioni Obiettivo 1: adeguatezza delle sedi Adeguatezza delle sedi Sufficiente Regioni Ob. 3 Regioni Ob. 1 Italia Ristrutturabile Non ristrutturabile Totale V.a. % V.a. % V.a. % V.a. % 207 67 274 61,6 33,3 51,0 96 70 166 28,6 34,8 30,9 33 64 97 9,8 31,8 18,1 336 201 537 100,0 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Complessivamente, a livello nazionale si apprezza una valutazione di sufficiente adeguatezza per poco più della metà delle strutture (51%), mentre ampi margini di miglioramento sono prospettati dalla consistenza (quasi un terzo) della quota di strutture ritenute “ristrutturabili”: a queste, infatti, corrispondono realtà che, attraverso interventi di ammodernamento e razionalizzazione degli spazi da un lato, e di rifacimento del layout e delle suppellettili di arredamento dall’altro, possono essere condotte a livelli di funzionalità più adeguati di quelli riscontrati al momento della rilevazione. Seppure in queste prime due modalità di osservazione ricada circa l’80% di sedi Cpi, ad un’analisi disaggregata per aree territoriali si conferma 9 la permanenza di profili funzionali differenti nelle diverse ripartizioni geografiche con una condizione di evidente 9 Cfr. Gilli D., (a cura di), Monitoraggio Spi 2001. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 1/2002, nonché Gilli D., (a cura di), Monitoraggio Spi 2002. Analisi di profondità dei Centri per l’impiego: per target, per funzioni e per strutture, in “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 6/2002. 43 ISFOL – Area Mercato del Lavoro disagio nelle aree dell’Obiettivo 1, nelle quali la ripartizione nelle diverse modalità di osservazione appare diversa, con solamente il 33,3% delle sedi ritenute idonee. Permane inoltre nelle regioni Ob.1 circa un terzo di strutture ritenute del tutto inadeguate: nella maggior parte dei casi si tratta di vecchie sedi delle Sezioni circoscrizionali per l’impiego, magari ubicate in stabili di non recente costruzione e organizzate al loro interno ancora con la distribuzione degli spazi tipica del vecchio collocamento, ovvero ospitate in spazi provvisori, ricavati presso da scuole, circoscrizioni, municipi. Si tratta spesso di realtà nelle quali è osservabile una sorta di convivenza tra una vecchia organizzazione degli spazi (non mancano esempi di Cpi ancora con il vecchio bancone a vetri) e il tentativo di organizzare e far emergere una pratica innovativa nel rapporto con l’utenza legata all’erogazione delle funzioni ascritte ai Spi. Vale la pena osservare come, rispetto alle rilevazioni degli anni passati, alla valutazione di inadeguatezza delle strutture corrisponda sempre più la previsione di un trasloco a breve/medio termine in strutture già individuate o per trasferirsi nelle quali si attende il completamento dei lavori di ristrutturazione: un simile scenario è ravvisabile nei casi di Catanzaro (come già osservato), di Crotone (si sta aspettando la consegna della nuova sede) S.Angelo dei Lombardi (AV), Teano (CE), S.Gavino Moreale (CA), all’interno di un panorama molto articolato, che comprende anche situazioni nelle quali le previsioni risultano più diluite nel tempo ed alle volte condizionate da frizioni tra i diversi livelli amministrativi che finiscono con il prolungare i tempi di attesa. Un ulteriore elemento da mettere in luce, emerge incrociando i dati riportati nella tab. 16 con quelli relativi alle prime tre tabelle, dalle quali è stato tracciato un profilo delle condizioni oggettive delle strutture Cpi. È interessante notare come, almeno in parte, proprio lo stato delle sedi, ed in particolare i motivi della fruibilità dei Cpi da parte dell’utenza, incidano nella valutazione di adeguatezza espressa: circa il 78% delle sedi ritenute “adeguate” dai responsabili Cpi non presentano barriere architettoniche, mentre quasi il 77% delle sedi “adeguate” o adeguabili attraverso interventi di ammodernamento, sono facilmente raggiungibili con i mezzi pubblici. Se uno degli obiettivi culturali della riforma dei Spi consisteva nell’introdurre presso gli uffici pubblici un maggiore orientamento verso l’utenza, abbandonando la vecchia logica notarile e burocratica, questi primi elementi emersi sembrano confermare un’attenzione crescente (ed in molte realtà più che strutturata) verso queste esigenze quanto meno in termini di fruibilità delle sedi – e conseguentemente di accessibilità ai servizi. Le strategie a sostegno della logistica e delle sedi Cpi non si esauriscono nella predisposizione di interventi a favore del singolo Centro, ma assumono rilevanza a livello territoriale quando sono rivolte al miglioramento della fruibilità da parte dell’utenza e al potenziamento dell’offerta di servizi attraverso formule di supporto logistico che coinvolgono le amministrazioni comunali o circoscrizionali (nel caso dei grandi centri urbani), ovvero altri soggetti attivi sul fronte dell’erogazione di politiche attive, presenti 44 ISFOL – Area Mercato del Lavoro sul territorio. Nel corso degli anni è invalsa la tendenza da parte delle amministrazioni provinciali ad utilizzare, sottoforma di sportelli o sedi distaccate dei Cpi, le vecchie sedi Scica, dismesse a seguito dell’istituzione dei Centri per l’impiego, o i recapiti periodici ad esse afferenti, al fine di garantire un’offerta di servizi ancor più decentrata, aggirando in tal modo, difficoltà di natura geografica o infrastrutturale legate al territorio. Tali sedi erano generalmente adibite a compiti di natura amministrativa e servizi adempimentali. Con la progressiva messa a regime dei sistemi locali Spi e l’introduzione dei dispositivi legati al dl 181/2000 e al dl 297/2002, anche nelle realtà dell’Obiettivo 1 si comincia ad intravedere una tendenza (già più marcata nel resto del paese) all’evoluzione nell’offerta di servizi più evoluti delle sedi distaccate e degli sportelli. In alcuni casi tali strutture sono dedicate a servizi a sostegno di attività vocazionali del territorio, come, ad esempio nella sede distaccata del Cpi di Melfi a Lavello che rappresenta – secondo gli intervistati – “un vero e proprio Centro per l’agricoltura”. In altri casi osservati, le sedi distaccate o gli sportelli attivati nell’ambito dei bacini d’utenza offrono una parte dei servizi già erogati dal Cpi da cui dipendono. Un esempio in tal senso è costituito dalle sedi decentrate del Centro per l’impiego di Noci (BA), a conferma del fatto che le finalità alla base della scelta, da parte delle amministrazioni provinciali, di implementare una rete di strutture decentrate che supporti e moltiplichi la possibilità di erogazione delle attività dei Spi possano essere individuate in un più capillare radicamento nel territorio attraverso un’offerta costante e dedicata di servizi per l’utenza: “Il Cti di Noci opera attraverso tre sedi decentrate e uno sportello periodico. Presso le sedi decentrate è possibile usufruire di ogni tipo di servizio e questo agevola molto l’utenza, che in questo modo non è costretta a spostarsi. (…) Inoltre, il personale operante presso queste sedi vi lavora in maniera esclusiva ed è quindi sempre a disposizione dell’utenza”. 3.2 Il personale Poche le variazioni registrate – rispetto alle rilevazioni effettuate in precedenza – nella distribuzione del personale dei Centri per l’impiego. Quasi la metà degli addetti opera nei Centri per l’impiego del Mezzogiorno dove si rilevano anche la maggior parte dei contratti atipici (interessano il 21,8% degli addetti). La flessibilizzazione del lavoro riguarda in particolare le donne, che sono particolarmente numerose tra i collaboratori, i consulenti ed il personale a tempo determinato. Si è ampiamente già osservato nei precedenti rapporti di monitoraggio come l’insufficienza di personale rappresenti un dato “storico” del sistema dei Servizi per l’impiego, spesso preesistente al trasferimento di competenze a regioni e province, e talvolta aggravato dal problema del decentramento. Quella rilevata rappresenta una risposta non ancora adeguata alle esigenze di contesto e agli obiettivi che caratterizzano la riforma in atto se si considera che il 55% dei Centri per l’impiego denuncia una 45 ISFOL – Area Mercato del Lavoro persistente insufficienza di personale. La situazione riscontrata nelle aree Ob.1, però, da questo punto di vista, appare meno critica del dato nazionale. Il 64% dei Centri del Sud, infatti, evidenzia una dotazione di personale giudicata sufficiente rispetto alle esigenze del servizio (tab. 17). Tab. 17 - Adeguatezza numerica del personale dipendente - valori assoluti e % No Regioni Ob. 1 Italia Sì Totale V.a. % V.a. % V.a. % 72 297 36,0 55,3 128 240 64,0 44,7 200 537 100,0 100,0 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. Si segnala, di converso, una diffusa esigenza di figure professionali attualmente non disponibili, destinate all’erogazione di quei servizi nuovi che necessitano di professionisti non presenti tra le risorse umane “ereditate” dal sistema del collocamento precedente. Per acquisire nuove competenze i Centri hanno percorso un doppio binario procedendo, da un lato, alla riqualificazione del personale e ricorrendo, dall’altro a consulenti e operatori esperti assunti secondo varie modalità contrattuali (in prevalenza collaborazioni, più di recente, lavoro interinale e, in alcuni, rari casi, stage e tirocini). Ad essere giudicate indispensabili le professionalità finalizzate al potenziamento dell’occupabilità e sostegno nella ricerca attiva di lavoro. Si osserva, infatti, una forte richiesta di orientatori, ma anche di addetti alla promozione dell’inserimento lavorativo, di specialisti nel bilancio delle competenze e, di converso, di consulenti per le imprese, di operatori dell’incontro domanda-offerta di lavoro, di esperti in preselezione, di addetti alle attività di tutorship e accompagnamento al lavoro. Inoltre, per far fronte ai cambiamenti verificatisi e nelle caratteristiche dell’utenza e dei suoi fabbisogni viene anche richiesta la presenza di interpreti e mediatori culturali. Riteniamo che la figura dello psicologo sia indispensabile nei Cpi, soprattutto per l’obbligo formativo e per i disabili, in quanto può svolgere un lavoro molto più professionale rispetto a noi: può entrare nell’io dell’utente e capire meglio quali sono le sue inclinazioni naturali e quindi agire meglio. Noi ci adattiamo, facciamo dei corsi specifici e abbiamo senza dubbio le capacità, però se ci fosse una figura professionale di questo tipo se ne avvantaggerebbe tutto il Centro. Per quel che riguarda le novità intervenute, possiamo dire che ci sono state le assegnazioni delle aree e quindi le nostre competenze sono aumentate: non è che vengono rispettate in maniera rigida ma sono abbastanza flessibili in quanto tutti ci adattiamo a fare qualsiasi tipo di lavoro ed il più delle volte alcune cose le si lascia alla nostra iniziativa. Non si prevedono cambiamenti per il breve e medio periodo. Come ho già detto, abbiamo segnalato l’assenza di una persona responsabile dell’accoglienza e stiamo aspettando il personale dei Cop (Cpi di 46 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Sant’Angelo dei Lombardi). La richiesta di figure professionali in grado di curare servizi specializzati convive con una diffusa attitudine alla polifunzionalità che, in alcuni casi, sembra rappresentare una scelta consapevole finalizzata al miglioramento del lavoro degli addetti ai Cpi attraverso interventi di job rotation: “Compatibilmente con le capacità professionali dei dipendenti – affermano nel Cpi di Battipaglia (SA) – si opera una sorta di rotazione periodica nelle funzioni espletate”, o ancora: “Da noi – afferma il responsabile del Cpi di Telese Terme (BN) – si cerca di affidare mansioni adeguate alle qualità e alle caratteristiche di ogni singolo dipendente, nel rispetto di una impostazione che tende però a non settorializzare troppo le sfere funzionali e di competenza. In tal modo, si ritiene anche di dover superare il problema, che riguarda però solo una minoranza di addetti, di scarsa motivazione e propensione al cambiamento delle impostazioni lavorative”. In altri casi, tale opzione è motivata dal buon livello professionale: “Il personale è dotato di alte competenze sia riguardo al lavoro amministrativo, sia alle nuove funzioni. Quindi tutti sono in grado di fare tutto e, all’occorrenza, tutti fanno tutto”. 3.3 Dotazioni informatiche e reti Tutti i Cpi hanno registrato in questi anni miglioramenti nella dimensione tecnologica a disposizione delle strutture. Dalla lettura dei risultati circa l’osservazione delle risorse e strumentazioni informatiche in dotazione alle sedi operative è interessante osservare come, al di là della rilevazione delle grandezze fisiche e del loro grado di funzionalità, esse abbiano consentito di rafforzare l’efficienza e migliorare l’immagine dei servizi offerti. Cpi di Crotone: “Attualmente i computer sono 20, di cui 14 sono in rete locale. I 20 computer sono gestiti da un server, tramite il quale è possibile l’accesso ad Internet per tutti i computer ad esso collegati. Quindi, tutti i computer sono connessi ad Internet, che serve per l’aggiornamento periodico del portale di cui noi siamo forniti, oltre che per aggiornamento su offerte di lavoro, per la consultazione, per la posta elettronica, serve per tutto. Il numero di postazioni attualmente presenti è da ritenersi adeguato per l’esplicazione dei servizi connessi al Cpi. In ogni caso, prevediamo per il breve-medio periodo la definitiva messa in rete di tutte le informazioni utili all’utenza e alle aziende, nonché la definizione del DB degli stessi. Abbiamo dovuto attendere parecchi mesi dalla richiesta di rinnovamento delle attrezzature informatiche alla messa in opera definitiva delle stesse; inoltre ci siamo dovuti dotare di figure esperte capaci di gestire e di mettere in rete i computer. Comunque, va detto che la provincia ha dimostrato sempre ampia disponibilità per la realizzazione della riforma”. 47 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Cpi di Ariano Irpino: “Quando la sede è stata inaugurata era già dotata di postazioni informatiche, solo che ancora non sono collegate in rete tra di loro anche se c’è la predisposizione. Oggi stanno lavorando per l’installazione di Internet e credo che a giorni collegheranno anche i computer presenti in rete; inoltre, si parla anche del collegamento con gli enti superiori quali la provincia, la regione e i centri di elaborazione come quello di Pomezia”. Altre situazioni si presentano decisamente diverse: I computer ce li siamo comprati noi e li ripariamo a nostre spese. Anche il collegamento ad Internet è qualcosa che abbiamo fatto noi, così come montare la rete. Tutto a nostre spese, per poter lavorare un minimo (Scica di Carini). Solo da poco, dopo un periodo di attesa di otto mesi, si è riusciti ad avere una fotocopiatrice e ancora non abbiamo a disposizione computer adeguati e collegati in rete (esisteva una rete interna che è saltata così come il software che attualmente non è in funzione) e di conseguenza è andata perduta anche la banca dati degli utenti; pertanto si lavora solo ed esclusivamente sul cartaceo e con mezzi inadeguati (un Cpi della Campania). Un dato interessante è quello relativo alla gestione degli archivi. Una panoramica rispetto alle piattaforme software utilizzate dai Centri per l’archiviazione delle posizioni mostra che la più diffusa (nel 76,8% dei casi) è senz’altro quella fornita dal Ministero del lavoro, Netlabor, presente in numerose versioni, spesso differenti da provincia a provincia, con relativo differenziale di funzionalità: versioni diverse spesso corrispondono ad aggiornamenti differenti resisi necessari per adeguare l’applicativo alle esigenze di gestione e archiviazione dei Centri nonché alle variazioni della normativa vigente. Il ricorso alla modalità di aggiornamento in tempo reale degli archivi permette un’effettiva integrazione tra modalità di lavoro tradizionale e utilizzo delle potenzialità espresse dalle dotazioni e dai supporti informatici. In questa direzione, le possibilità offerte da Internet hanno senz’altro allargato lo spettro di azione permettendo di accedere facilmente alle informazioni istituzionali dal livello locale a quello comunitario, potendo reperire materiale normativo ed istituzionale oggi facilmente accessibile. La tab. 18 prende in considerazione l’universo dei Cpi che hanno dichiarato la presenza di un collegamento ad Internet; questa domanda permette di cogliere la capillarità di diffusione del sistema che, anche se solo come collegamento attivo, è presente nel 70% dei Centri. 48 ISFOL – Area Mercato del Lavoro 3.3.1 Reti ed infrastrutture informatiche Il disegno complessivo del Sil, che assume, a partire dalla recente riforma del mercato del lavoro, la forma di “Borsa continua del lavoro”, prevede la realizzazione di una rete unitaria e integrata di strumenti, servizi, informazioni e documentazione, costituita da una pluralità di banche dati, coordinate e interoperanti, che condividono le informazioni relative alla domanda e all’offerta di lavoro. I “nodi” che costituiscono la base del sistema sono quelli regionali, ai quali afferiscono quelli provinciali, le banche dati di tutti i soggetti accreditati, delle università, le richieste e le offerte di operatori, aziende, cittadini. Ecco una ragione di più per accertare la funzionalità delle reti informative tra Centri per l’impiego ed amministrazioni provinciali e regionali; si tratta infatti delle infrastrutture di base per costruire rapidamente la rete integrata (tab. 18). Nelle regioni dell’Obiettivo 1, solo il 12,9 % dei Cpi è collegato con la propria provincia, a conferma di una situazione ancora arretrata: una percentuale non molto maggiore (19,5%) risulta connessa in rete con la regione. Limitata è, infine, la presenza di reti con altri soggetti (11,9 %). Sempre nella tab. 18 si offre una lettura sullo stato dell’arte. Attualmente, a livello provinciale, la percentuale relativa alla presenza di archivi condivisi è di solo il 13,5%. Tab. 18 - Cpi per area geografica: presenza di collegamento ad Internet, presenza di collegamenti in rete e presenza di archivi condivisi localmente - valori assoluti e % No Sì Totale V. a. % V. a. % V. a. % 61 29,9 144 70,1 205 100,0 Presenza reti con regione Regioni Ob. 1 165 80,5 40 19,5 205 100,0 Presenza reti con provincia Regioni Ob. 1 179 87,1 26 12,9 205 100,0 Presenza reti con altri soggetti Regioni Ob. 1 181 88,1 24 11,9 205 100,0 Presenza di archivi condivisi localmente Regioni Ob. 1 177 86,5 28 13,5 205 100,0 Presenza di collegamento ad Internet Regioni Ob. 1 Fonte: Isfol, monitoraggio 2003. La lettura degli studi di caso mostra, tuttavia, uno scenario in movimento: per quanto riguarda gli scambi tra regioni, ad esempio, a Matera pur se ancora assente il collegamento in rete con soggetti esterni, è prevista con la regione Toscana, attualmente convenzionata con la regione Basilicata, la dotazione della rete nell’ambito del progetto 49 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Idol; così come a Catanzaro dove la provincia ha acquistato, attraverso una convenzione con la provincia di Milano, il sistema denominato Job-pilot, che andrà a breve a sostituire il Netlabor, e che permetterà al Cpi di scaricare le assunzioni e i licenziamenti direttamente dalle aziende e dai consulenti. Comunque, affinché venga attivato questo servizio Intranet, le aziende dovranno stipulare una convenzione con il Cpi. In Calabria, presso la provincia di Crotone, tramite Italia Lavoro, con il progetto Spin, è in costruzione una rete informativa tra Inps, Inail, Camera di commercio e Cpi, in coerenza con il D.lgs. 297/02 che in materia di comunicazione obbligatoria prevede, in caso di instaurazione del rapporto di lavoro, la contestuale comunicazione a Inail e Inps. Nella regione Puglia è attivo il sistema Retelavoro, che consente on-line l’incontro della domanda e l’offerta di lavoro; il servizio è gratuito e organizzato attraverso protocolli di intesa tra soggetti che si occupano di istruzione, formazione e occupazione. Nella provincia di Brindisi è stato realizzato un archivio elettronico contenente le schede anagrafiche e professionali degli iscritti ai Servizi per l’impiego; le informazioni ivi contenute sono consultabili esclusivamente dagli operatori dei Cpi che si dedicano anche all’inserimento delle vacancies, pubblicandole nel contempo sul sito web, dove, tra l’altro, è attiva una sezione dedicata alle imprese, con natura essenzialmente infodivulgativa sulla legislazione del lavoro ed assistenza nella gestione delle pratiche burocratiche. L’ambito delle innovazioni nei servizi on-line sinora portate a compimento per il quale i Cpi della provincia si segnalano particolarmente attiene alla pubblicazione delle offerte di lavoro e di formazione professionale, al collocamento obbligatorio, alla sezione informativa su normativa, procedure e modulistica di settore. I Cpi della provincia di Campobasso offrono, tra i servizi on-line, un portale telematico che pubblicizza, a livello provinciale, l’offerta di lavoro e quella formativa. A tal fine è stato previsto un Coordinatore incaricato di validare le informazioni pubblicate, affiancato da una rete di referenti (in servizio presso i Cpi), giornalisti professionisti, orientatori e grafici. Il portale si caratterizza per un’indubbia facilità di accesso, tale da consentire a qualsiasi struttura interessata (pubblica e privata) di essere coinvolta nelle varie iniziative attraverso una procedura di accreditamento presso la struttura provinciale di coordinamento dei Cpi. Anche l’Agenzia Molise Lavoro mette a disposizione degli utenti un sito (www.agenziamoliselavoro.it) che aggiorna su varie tematiche del mondo del lavoro, in particolare vengono inserite offerte di lavoro, bandi o concorsi con la possibilità di scaricare moduli, documenti e statistiche varie. L’aggiornamento avviene con cadenza mensile; il sito ha raggiunto in un anno più di 40.000 contatti. In provincia di Caserta, sul sito web dell’amministrazione, si segnala uno spazio dedicato alle imprese, nel quale compaiono anche i links alle aziende che hanno divulgato vacancies, informazioni di dettaglio sulle ricerche di personale ed una rassegna stampa delle principali offerte di impiego pubblicate sui quotidiani. L’Assessorato al lavoro del comune di Salerno ha elaborato il sito www.preokkupati.it 50 ISFOL – Area Mercato del Lavoro che permette agli utenti di registrarsi in una banca dati on-line anche senza recarsi presso il Cpi. Il sito fornisce gli orari di apertura ed elenca i servizi erogati dal Cpi. È stato inoltre attivato il servizio “Preokkupati in strada”, per l’orientamento al lavoro, attivato presso stand e manifestazioni al fine di essere più vicini agli utenti. I progetti segnalati sono la testimonianza dell’obiettivo comune di passare alla costruzione di una rete di servizi, dove i Centri per l’impiego possono essere collegati con tutti gli attori del mercato del lavoro locale e i cittadini e le imprese possano trovare un sistema efficiente e innovativo per incontrarsi. Nelle regioni del Sud il percorso da fare è ancora molto lungo; agli investimenti in dotazioni tecnologiche ed in infrastrutture telematiche occorre affiancare un sistema di formazione specifica per il personale, attività di riorganizzazione territoriale dei servizi, anche utilizzando, come già hanno fatto diverse amministrazioni, l’esperienza e le soluzioni già sperimentate con successo in altri contesti. In questo processo di trasferimento le Agenzie del Ministero del lavoro stanno provando di poter funzionare bene per l’individuazione e l’adattamento di strumenti e moduli organizzativi. 3.4 La formazione degli operatori dei Spi nelle regioni Ob.1 Uno degli aspetti fondamentali del rinnovamento dei Servizi pubblici per l’impiego è rappresentato dal nesso che si sta sviluppando tra processi formativi, qualificazione delle risorse umane, mercato del lavoro locale e organizzazione dei servizi da erogare all’utenza. Una delle criticità persistenti per il miglioramento dei Spi, infatti, è rappresentata proprio dalla non sufficiente dotazione delle risorse umane, dal loro carico lavorativo, dalla loro distribuzione e organizzazione e dalla necessità di riqualificazione e di aggiornamento costante. Anche se in molte aree del Sud, la modernizzazione del sistema pubblico di gestione del mercato del lavoro non può dirsi completamente avvenuta, l’esigenza di organizzare una formazione di buon livello e individualizzata è diffusa e fortemente sentita, anzi, a volte, proprio le difficoltà incontrate hanno rappresentato uno stimolo, perché appare sempre più evidente come una buona attuazione della riforma parta anche dalle nuove capacità professionali degli operatori. 3.4.1 L’offerta formativa Le informazioni relative all’offerta formativa e al fabbisogno emerse dalla nostra indagine risultano variegate e strettamente legate alla diversità dei contesti esaminati: si individuano, dunque, numerose tematiche, metodologie e soluzioni offerte, tutte fortemente caratterizzate dalle peculiarità socio-economiche delle singole regioni e aree geografiche, oltre che dal modello organizzativo, con interventi di formazione sempre più 51 ISFOL – Area Mercato del Lavoro specializzati e qualificati. Nella varietà delle situazioni di contesto, quanto ad assetti organizzativi e performance relative all’erogazione dei servizi, si va da sistemi molto strutturati, che fanno dell’ente regione il perno del sistema, come nella Basilicata, a sistemi che vedono coesistere il vecchio e il nuovo come in Calabria, Sicilia e Sardegna. In generale in tutte le regioni si opera nel quadro del Fse, che costituisce lo strumento principale di programmazione delle azioni di supporto ai Spi, sia sotto forma di interventi formativi/consulenziali che sotto forma di dotazioni strumentali e logistiche. Gli interventi più recenti sono caratterizzati da progetti finalizzati a implementare competenze specialistiche – quali la conoscenza della normativa e della legislazione, come in Calabria; o a creare nuove figure, quali gli psicologi del lavoro; o a rafforzare aspetti particolari del sistema dei servizi, quali la comunicazione verso l’esterno attraverso corsi di comunicazione come in Campania. Altri casi interessanti li troviamo in Basilicata, a Matera, dove il personale del Cpi ha partecipato a diverse attività formative; in particolare, a corsi di inglese e di informatica che si sono svolti presso la Ageforma Spa (Agenzia provinciale per l’orientamento e la formazione professionale) e al progetto Caravelle sul decentramento dei Spi. Da parte dei partecipanti non è facile dare un giudizio sulle attività svolte: “Dal momento che non abbiamo messo in pratica ciò che abbiamo imparato con i corsi di formazione, non saprei giudicarne l’adeguatezza. A me sono sembrati completi. Rispetto ai corsi degli anni precedenti sono stati superiori in numero e mirati a farci capire cosa dobbiamo fare per attuare la riforma”. Una esperienza valutata molto positivamente è quella di uno scambio di esperienze con l’estero: “... Si trattava del progetto Pes della Comunità europea, nell’ambito del quale sono stato in Spagna, in Inghilterra, in Irlanda, in Finlandia, dove ho visitato i Cpi con lo scopo di creare un modello organizzativo valido anche qui in Lucania. Inoltre, stiamo facendo dei laboratori che riguardano i tirocini formativi Sud-Nord-Sud, nonché un laboratorio con Italia Lavoro a Policoro che riguarda la sperimentazione di un nuovo modello organizzativo per i Centri per l’impiego. Un altro corso riguarda l’autoimprenditorialità e la consulenza alle imprese”. Anche a Melfi (PZ) il personale ha partecipato a diverse attività formative, sia in aula sia in affiancamento. Il giudizio sulle esperienze realizzate è abbastanza articolato e soprattutto differenziato. C’è chi avverte l’esigenza di corsi formativi per preparare il personale a comprendere, soprattutto dal punto di vista psicologico, gli utenti. Altri ritengono che gli interventi formativi già realizzati siano stati utili soltanto per dare ordine alle attività che venivano già svolte, come nel caso dell’accoglienza che ora è strutturata in maniera più “tecnica”, grazie a questionari guida. In un primo momento gli interventi formativi erano stati accolti con grande diffidenza dal personale, soprattutto per gli strumenti che proponevano – per esempio erano ritenuti superflui i colloqui lunghi, con una serie di domande specifiche per capire le vere attitudini dell’utente – ma poi anche l’atteggiamento del personale è cambiato ed è emerso un interesse vero. Le stesse 52 ISFOL – Area Mercato del Lavoro difficoltà si riscontravano quando si parlava di orientamento, specie con utenti che conoscevano da anni. “All’inizio abbiamo peccato di presunzione, perché è vero che conosciamo l’utenza, ma non emergevano competenze che oggi con i colloqui di orientamento vengono alla luce”. D’altra parte, gli operatori hanno sollevato soprattutto problemi di inadeguatezza delle attività formative, di durata, e, in alcuni casi, di scarsa competenza da parte degli insegnanti. A questi problemi si aggiunge spesso la distanza tra la sede del Centro e quella dei corsi che si svolgono tutti in città lontane come Potenza, Bari, Napoli, se non addirittura a Torino. La prima e più evidente conseguenza di questa situazione è il rischio che nel Centro vengano a mancare periodicamente le competenze di quelle persone che stanno facendo formazione. Come ultima, ma forse fondamentale osservazione, la formazione non dovrebbe essere intesa solo come teoria ma anche come pratica, aspetto considerato da molti operatori ancora deficitario. Anche in Calabria i Cpi si sono attivati per effettuare interventi formativi: “Il progetto Caravelle non è stata un’esperienza positiva in quanto l’offerta è stata molto teorica e si è appreso poco dal punto di vista pratico. Abbiamo poi fatto un corso di avvio all’utilizzo del PC e in particolare su Word, a cui ha partecipato tutto il personale compresi i dirigenti. Questa esperienza è stata invece molto positiva, anche perché alla teoria svolta in aula è seguita un’attività di affiancamento svolta presso il Cpi. Infine, stiamo partecipando al progetto Sud-Nord-Sud, promosso dal Ministero del lavoro. In pratica siamo 15 regioni e 70 Cpi coinvolti in questo progetto, con l’obiettivo di formare dei giovani del Sud in aziende del Nord e poi farli ritornare nella sede di provenienza per implementare nuove attività imprenditoriali o altro. A questo progetto Sud-Nord-Sud partecipa una parte del personale e tutti partecipano a corsi in aula e su PC, con la finalità di poter essere formati nell’attività di affiancamento ai giovani che intraprendono questo percorso. In generale ritengo che il personale andrebbe formato in modo diverso: ad esempio nell’attività di orientamento avremo un esperto, ma sarebbe il caso di formare chi si andrà a occupare di questa materia fornendo anche delle basi di psicologia... così come l’incontro offerta-domanda di lavoro ha bisogno di competenze che il personale ha già, ma che vanno ulteriormente sviluppate e incanalate nella nuova ottica. Bisognerebbe avere corsi più specifici, finalizzati a formare il personale attualmente presente all’interno del Cpi in base alle funzioni che dovranno coprire”. Anche il responsabile del Cpi di un altro centro della regione concorda sui deludenti risultati dell’esperienza del progetto Caravelle, a cui fa riscontro, invece, l’efficacia di entrare in contatto con il personale di altri Cpi, che operano a un livello di erogazione di servizi più avanzato: “... Non si può considerare un’esperienza positiva in quanto è stato svolto a Lamezia Terme, sede molto distante e questo ha comportato disagi negli spostamenti del personale. Bisognerebbe avere dei corsi organizzati meglio, sia dal punto di vista didattico e teorico che pratico: per esempio, per ciò che concerne l’utilizzo del computer, sono state fatte solo poche lezioni a livello teorico senza però riuscire mai, 53 ISFOL – Area Mercato del Lavoro per tutta la durata del corso, a utilizzare concretamente un PC ... Abbiamo poi fatto uno stage, proposto e organizzato dalla provincia, presso il Cpi di Pesaro, si è trattato di uno scambio di esperienze con una struttura molto più avanzata della nostra e questa è stata un’esperienza davvero molto positiva”. Un altro parere sottolinea che: “Le due esperienze Equal e Caravelle sono state negative perché il modo di concepire i corsi è stato sbagliato, in quanto invece di fare lezioni in aula con figure esperte avremmo preferito fare attività diretta tesa a valutare tutte le difficoltà che si possono riscontrare nell’effettuare il lavoro... Ecco perché ritengo che l’esperienza più positiva sia stata quella di Pesaro, perché, in realtà, ci siamo potuti confrontare con una realtà diversa e vedere applicate cose che magari ancora non abbiamo attuato, questo ci ha dato la possibilità di capire concretamente come poter risolvere alcuni problemi”. Il responsabile di un Cpi in Campania conferma che spesso ciò che viene appreso nei corsi di formazione si scontra poi con una realtà – quella dei servizi pubblici – completamente diversa da quella teorica su cui il modello è stato testato: “... Alcuni moduli del corso, tipo quello del marketing, il cui relatore era un dirigente di azienda privata, erano poco adattabili al settore pubblico. La cosa migliore è stata la possibilità di scambiare delle idee con i vari Responsabili degli altri Cpi della Campania. Per quel che riguarda gli argomenti da trattare in seguito, potremmo indicare il settore dell’orientamento e dell’obbligo formativo, su cui non siamo preparati e potremmo avere degli strumenti in più”. Il responsabile di un altro Cpi in Campania ha compreso l’importanza di effettuare un bilancio di competenze, quale quello eseguito dal Formez, a seguito del quale è stata verificata l’attitudine di ogni singolo operatore, che è stato poi orientato verso il servizio più adatto. In seguito a ciò alcuni operatori hanno seguito seminari formativi su tematiche specifiche: accoglienza, orientamento e informazione, incontro domanda-offerta di lavoro. La seconda fase di questa formazione ha lo scopo di mettere a fuoco le prerogative delle nuove metodologie di lavoro. Inoltre è previsto un corso di alfabetizzazione sui nuovi programmi informatici, in concomitanza con l’installazione delle nuove forniture. La Direzione provinciale ha inoltre messo in opera una serie di iniziative mirate, tra cui un progetto di riqualificazione generale dei Cpi a favore di quattro Centri che sono stati affiancati da tutor della Consiel e della Finsiel, aggiudicatarie di un appalto in funzione della riqualificazione e dell’accompagnamento del personale verso le nuove metodologie. Ci sono, infine, alcuni seminari e iniziative sulla L. 68/99, sull’obbligo formativo o sul progetto Eures. Inoltre viene segnalata una formazione mirata per la costituzione di un Centro per l’occupabilità Femminile grazie ai fondi della regione, che prevede sia l’affiancamento che la formazione in aula. Sono ancora in corso alcuni progetti formativi mirati all’adeguamento delle 54 ISFOL – Area Mercato del Lavoro competenze relative alle pari opportunità: la formazione è avvenuta sia attraverso tradizionali corsi in aula, sia mediante l’affiancamento diretto sul campo. “La formazione è servita a darci il senso e lo spirito della Riforma e ci ha fornito gli elementi base per avviare il processo di cambiamento. È stata seguita da circa il 90% del personale”. In riferimento al fabbisogno formativo viene ribadita la necessità di offrire agli operatori una formazione mirata soprattutto ad assolvere le funzioni di orientamento. Anche la Puglia si dimostra attiva e sensibile alle esigenze che vengono manifestate dal personale: i dirigenti e gli operatori del Cti di Tricase, in provincia di Bari, hanno partecipato a diversi interventi formativi e il giudizio sulle attività realizzate è generalmente positivo. Di particolare interesse sono state le attività formative che hanno consentito di lavorare in rete sul sito web dei Cti della provincia e il progetto Riso per la messa in rete delle pubbliche amministrazioni delle province di Taranto, Lecce e Brindisi. Interessante è risultata anche la formazione nell’ambito del Programma Equal, “Donne Media & Comunicazione”, che ha avuto come ente referente della partnership di sviluppo la provincia di Lecce. Tale progetto è rivolto a operatrici di enti pubblici e privati e verte su tematiche relative ai nuovi strumenti della comunicazione, con particolare riferimento agli strumenti dell’Information and Communication Technology. Altri due progetti sono stati particolarmente importanti nelle attività della provincia di Lecce – “Il sistema integrato per l’impiego per l’innovazione e la qualità dei Centri territoriali per l’impiego”, propedeutico al secondo progetto più specialistico – attraverso il quale sono state formate le figure di “Operatore dell’accoglienza, orientamento e tutoring”. Aspetto particolarmente significativo è stato il fatto che è stata effettuata un’accurata selezione dei partecipanti, che ha portato ad un marcato approfondimento delle tematiche ed anche ad un elevato livello di gradimento da parte dei partecipanti. 3.5 Cpi e welfare locale Il trasferimento alle province delle competenze relative ai Spi realizzato negli ultimi anni ha consentito, nonostante la non favorevole congiuntura economica, l’adozione di politiche attive del lavoro volte all’inserimento di fasce deboli di lavoratori e lavoratrici, in coerenza con le politiche di inclusione sociale e di non discriminazione. In questo contesto l’azione congiunta dei Spi, dei comuni e delle istituzioni locali ha consentito di sviluppare specifiche azioni mirate all’inserimento delle persone a rischio di emarginazione o di esclusione. Si tratta, per il momento, di casi circoscritti ma che evidenziano comuni linee di tendenza nelle attività di informazione e sensibilizzazione e si caratterizzano, o si differenziano, per interventi formativi e di accompagnamento più meditati rispetto al territorio. I processi di coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e sociali per giungere 55 ISFOL – Area Mercato del Lavoro ad una pianificazione integrata e partecipata sul territorio sono un elemento caratterizzante delle esperienze attuate. Alla base dell’azione dei Cpi viene posto il principio di cooperazione tra i soggetti che operano a livello locale; il quadro generale che emerge, lascia intravedere evoluzioni confortanti. Tra le tipologie prevalenti di cooperazione tra Spi, enti locali, operatori del territorio, che è stato possibile identificare nelle esperienze fin qui osservate, come occasioni di relazione e lavoro comune, segnaliamo sinteticamente l’obbligo formativo, il reddito minimo d’inserimento, le azioni a favore di ex tossicodipendenti e di ex detenuti. Per quanto riguarda l’obbligo formativo, a Matera e a Melfi, in provincia di Potenza sono in atto progetti relativi a tale percorso, ed in particolare è stato attivato, in collaborazione con la Asl, un servizio di consulenza ed orientamento specificamente rivolto ai ragazzi in difficoltà. A Taranto, in collaborazione con l’amministrazione provinciale, la Asl e Smile Puglia, i Cpi hanno realizzato un servizio integrato on-line di incontro tra domanda e offerta, stage, formazione on-line, e un servizio “Pil” (Punto impresa lavoro) presso gli Informagiovani di alcuni comuni pugliesi. Il progetto si propone di affiancare e facilitare dirigenti ed operatori a livello provinciale nell’implementazione e aggiornamento normativo oltre che nelle modalità organizzative ed operative riferite ai nuovi servizi della provincia e dei Cpi. Anche in Campania si segnalano iniziative riferite all’obbligo formativo. La particolare condizione della regione, che registra uno dei più alti tassi di abbandono scolastico accanto ad un alto livello di disoccupazione, ha stimolato in passato l’iniziativa degli operatori scolastici ma solo di recente i Cpi hanno iniziato questa attività. A Teano (CE) è stata avviata una buona collaborazione tra il Cpi e le scuole del territorio relativamente alla trasmissione e raccolta dati e alla condivisione delle informazioni. Le prossime campagne di informazione saranno rivolte non soltanto ai docenti, ma indirizzate in maniera particolare ai giovani. In passato le iniziative di informazione tendevano a far conoscere le potenzialità delle nuove funzioni dei Cpi: “Ora siamo presenti, coinvolti in una serie di processi che prima ci vedevano del tutto assenti o marginali. Con la provincia il rapporto si è rinsaldato, mentre con i servizi sociali si sono stabiliti dei contatti che consentono di avvertire i ruoli e le possibili collaborazioni e interazioni. È molto importante l’effetto che tutto ciò sta cominciando ad avere rispetto ai ragazzi, agli utenti, che avvertono ora di poter contare anche sulla realtà dei Cpi oltre che sulla figura degli insegnanti o degli assistenti sociali”. Anche nel comune di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) sono state avviate iniziative rivolte ai giovani a rischio di esclusione. Partendo da un progetto della provincia del 2002, che prevedeva soprattutto attività di informazione presso le scuole, sono stati impostati i servizi relativi all’obbligo formativo. L’azione di tutoraggio è stata svolta dalla provincia di Avellino attraverso 56 ISFOL – Area Mercato del Lavoro l’esternalizzazione del servizio. “Attraverso questo progetto abbiamo costituito l’anagrafe di tutti gli studenti, realizzando una banca dati; poi il Cpi ha convocato quelli che, come riferito dalle scuole, hanno abbandonato gli studi, per verificare le loro intenzioni e anche per spiegare loro che non potevano essere immessi nel mondo del lavoro se non come apprendisti o frequentando un corso professionale. Tuttavia, su una quarantina di convocati, si è presentata una bassissima percentuale”. Anche se i risultati non si evidenziano soddisfacenti le relazioni instaurate “sono state senz’altro positive. Abbiamo incontrato molti giovani della scuola dell’obbligo e delle superiori e abbiamo dato loro le informazioni necessarie per far conoscere la funzione del Cpi. I risultati raggiunti sono stati sia con i giovani, che ora conoscono i Cpi, sia con alcune scuole con le quali si è instaurato un rapporto di collaborazione per quei giovani che volevano lasciare gli studi ed essere collocati al lavoro in qualche ditta che richiede apprendisti”. Anche a Telese Terme (BN) la prima forma di collaborazione tra ente locale e Cpi si è realizzata attraverso le attività per l’obbligo formativo ed ha consentito di realizzare positive sinergie tra la provincia di Benevento, i Cpi, i Servizi sociali e le scuole. Ancora in Campania e in 24 comuni del Sud è stata sperimentata la misura del Reddito minimo di inserimento. Il Rmi è gestito dai comuni in collaborazione con i diversi soggetti che agiscono nel territorio, in particolare i Cpi. Il Rmi è una misura attiva di politica sociale, che prevede l’inserimento in percorsi occupazionali per chi è abile e in età lavorativa ma anche un sostegno economico e interventi mirati di promozione e integrazione sociale quali, ad esempio, attività di cura e sostegno familiare, percorsi di riabilitazione o di recupero dell’obbligo scolastico. I comuni sono chiamati a selezionare i beneficiari ed i Cpi provvedono a gestire in cooperazione con gli altri attori locali il programma di inserimento. Nella prima fase sperimentale, svoltasi nel biennio 19992000, sono stati coinvolti 39 comuni10 la maggioranza dei quali meridionali, compreso quello di Napoli, che da solo ha rappresentato il 40% del campione. Il Mezzogiorno, anche in ragione dei più elevati indici di povertà, ha fatto la parte del leone intercettando il 90% del volume complessivo del Rmi. I comuni di Caserta, Catania, Foggia, Reggio Calabria che avevano positivamente sperimentato l’efficacia del Rmi ne hanno chiesto la proroga. Il successo di questa misura dipende da un insieme di fattori, quali il contesto socio-economico e la capacità gestionale dei comuni: al Sud a causa degli elevati tassi di disoccupazione e della relativa debolezza dei sistemi locali di welfare, sono emerse, pur tra effetti positivi, diverse criticità. 10 Per un totale di 2,4 milioni di abitanti e poco più di 828 famiglie. 57 ISFOL – Area Mercato del Lavoro In Molise, a Campobasso va segnalata l’imminente apertura dello sportello “Fare Impresa” affidato all’azienda speciale Fai. della locale Camera di Commercio. Lo sportello svolgerà attività di orientamento e consulenza all’autoimprenditorialità finalizzate alla creazione di nuove Imprese. Camera di Commercio, Assessorato al lavoro, Cpi collaborano fattivamente alla realizzazione: alle due unità di personale dei Cpi si affianca un operatore Fai. I soggetti esterni con cui i Spi hanno più frequentemente allacciato rapporti di collaborazione sono i comuni, le scuole, le Asl, instaurando una varietà di forme di cooperazione che vanno dall’inserimento dei soggetti svantaggiati ad accordi di programma. Tra le iniziative a favore di soggetti a rischio di esclusione, il progetto Libera, rivolto ai detenuti ed agli ex detenuti dei carceri di Pozzuoli e Poggioreale rappresenta una delle esperienze più significative di inserimento lavorativo di ex detenuti. A questo progetto hanno partecipato la provincia ed il comune di Napoli, il Ministero di grazia e giustizia, l’Università Federico II°, due confederazioni artigianali insieme a molte associazioni. Uno dei gruppi bersaglio del programma è stato un gruppo di 15 donne provenienti da condanne di lunga durata. L’unico criterio di selezione, dopo l’autorizzazione delle autorità giudiziarie, è stato la loro adesione al progetto. Quest’ultimo consisteva nella formazione presso artigiani specializzati, sapendo che molte fra le detenute non avevano né qualifiche iniziali né sufficiente livello di istruzione. La loro remunerazione è stata assicurata dal Fse. La riuscita di questa esperienza, dovuta a più fattori, viene ritenuta eccezionale. 3.6 Le attività di monitoraggio e di rilevazione della soddisfazione dell’utenza Nell’ottica di un costante miglioramento del livello di erogazione dei servizi da parte dei singoli Centri per l’impiego, il monitoraggio delle attività e la rilevazione della soddisfazione dell’utenza si configurano quali “strumenti” essenziali e in fase di sviluppo nelle varie realtà analizzate. Sviluppandosi prevalentemente in parallelo con il rafforzarsi del sistema ed il procedere del rinnovamento organizzativo, si rileva come nelle regioni Ob.1 le percentuali relative alla presenza di attività di monitoraggio e di controllo presentino valori sensibilmente bassi, in media attorno al 38%. La lettura degli studi di caso permette di confermare l’ipotesi esplicativa di tale scarto: l’attività di monitoraggio dei servizi è tanto più avanzata quanto più elevato è il livello di erogazione dei servizi stessi. In altre parole, come spiegato da alcuni operatori, se i servizi erogati sono quantitativamente pochi e qualitativamente poco significativi (livello base) non vi è ragione di procedere ad attività di “controllo”. L’affermazione, apparentemente 58 ISFOL – Area Mercato del Lavoro corretta, nasconde tuttavia uno dei problemi di fondo legati alla difficoltosa erogazione di servizi di buon livello: nelle realtà più problematiche, il ruolo strategico (e di controllo) in capo a province o regioni, a seconda dell’organizzazione istituzionale esistente, non sempre viene svolto in maniera attenta. Un’attività di monitoraggio completa, interessata cioè non solo al livello di erogazione dei singoli servizi ma anche ad altri aspetti concernenti l’ambiente di lavoro (ad esempio, analisi dei carichi di lavoro), fornirebbe una serie di dati, indicatori e, perché no, suggerimenti utili ai fini di un più rapido miglioramento dell’intero “sistema servizi”. In questo senso sembra utile la lettura del dato relativo alla domanda “Chi svolge il monitoraggio?” distribuito per aree geografiche. Ebbene, per quanto riguarda l’area “Sud e Isole” nel 75% dei casi è perlopiù il singolo Cpi ad implementare un proprio sistema di monitoraggio, evidenziando uno scarso protagonismo da parte dell’ente provinciale (25%). L’ente strumentale cura la realizzazione di un monitoraggio in 4 regioni dell’Ob.1. Nel Mezzogiorno, dunque, molto di quanto viene prodotto sembra essere affidato alla volontà dei singoli Centri. Il responsabile del Cpi Termoli e quello del Cpi di Campobasso provvedono a compilare una “scheda di reporting” con cadenza trimestrale. Relativamente al monitoraggio delle attività svolte, lo strumento in questione prevede: un elenco delle procedure svolte dai Cpi; una valutazione quantitativa dell’attività svolta nel periodo di riferimento; come sono state organizzate le varie risorse finanziarie, strumentali ed umane; una valutazione soggettiva dell’andamento delle attività svolte indicando i punti di forza e di debolezza; una parte propositiva per la risoluzione ottimale delle varie problematiche vecchie e nuove effettuate durante il periodo di riferimento. Tale scheda di reporting è di uso prettamente interno ed è redatta per analizzare l’andamento dell’attività svolta dai vari operatori e funzionari. A livello regionale, invece, l’Agenzia regionale Molise Lavoro, a causa della scarsa dotazione di organico, circoscrive, per il momento, le sue funzioni in materia di monitoraggio, alla redazione di piani annuali, nei quali sono individuati, quali obiettivi primari: l’avvio dell’osservatorio del mercato del lavoro; l’assistenza su alcuni progetti specifici di politiche attive del lavoro richieste dalla regione; la continuità dei piani messi in cantiere durante le annualità precedenti; l’attivazione del Sil e messa in opera dei percorsi formativi per gli operatori dei Cpi per la gestione del software Netlabor IV; la predisposizione ed attivazione della banca dati dell’obbligo formativo collegata direttamente all’implementazione del Sil. L’attività d monitoraggio dell’Agenzia della Campania per il Lavoro (Arlav), non risulta avviata a regime, in alcuni casi sono state realizzate attività episodiche relative a specifici progetti. 59 ISFOL – Area Mercato del Lavoro Nella provincia di Benevento, il monitoraggio interno su volumi di attività è svolto con cadenza trimestrale e, solo occasionalmente, per iniziative particolari – eventi, workshop, incontri – viene effettuata una rilevazione sul gradimento dell’utenza attraverso questionari. All’interno del Cpi di Salerno, fino alla data dell’intervista Isfol, non erano mai state realizzate azioni di monitoraggio delle attività svolte, ma a partire da allora è stata avviata, su iniziativa dell’amministrazione provinciale, una rilevazione sul grado di soddisfazione dell’utenza attraverso questionari di gradimento somministrati agli utenti. Una delle questioni interessanti che emerge dall’analisi a livello generale è quella relativa alla condivisione dei risultati, raccolti ed elaborati attraverso il monitoraggio, con gli operatori direttamente coinvolti nell’erogazione dei servizi. Una delle utilità immediate, infatti, che un sistema di monitoraggio possiede, a favore delle strutture che prestano servizi, è anche quella di fornire una descrizione puntuale dei punti di forza e di debolezza dei singoli servizi, permettendo dunque un’azione correttiva lì dove necessario e fornendo uno stimolo nel caso invece di “risultati positivi”. La condivisione dei risultati quindi deve essere opportunamente connessa ad una efficace circolazione delle informazioni tra i diversi livelli coinvolti: soggetto responsabile del monitoraggio, soggetto responsabile dell’organizzazione delle funzioni e soggetti direttamente impegnati nell’erogazione del servizio. Dopo aver fatto riferimento a dati prettamente quantitativi è opportuno affrontare il tema delle diverse tipologie di monitoraggio che abbiamo incontrato nel corso della nostra indagine. Gli elementi caratterizzanti di una rilevazione fanno capo ad alcune variabili principali, dato che l’oggetto del monitoraggio non sempre riguarda “i servizi erogati” dal singolo Centro. Esistono, infatti, rilevazioni che decidono di concentrare l’attenzione in maniera più specifica verso altri temi, quali ad esempio i carichi di lavoro del personale, o solo verso determinati aspetti, ad esempio i tirocini o i flussi di utenza. Una seconda variabile può essere considerata il fattore tempo: esistono rilevazioni trimestrali o semestrali, ma sono presenti sistemi assai meno strutturati in cui l’attività di monitoraggio non rappresenta un impegno sistematico bensì, in alcuni casi, un episodio, un tentativo di tipo sperimentale. Una terza variabile importante è costituita dall’esistenza, o meno, di una procedura standardizzata di rilevazione dei dati. Riguardo alla rilevazione della soddisfazione dell’utenza è anch’esso un tema che, come richiamato in precedenza, si sta affermando come strumento essenziale ai fini dello sviluppo di una “politica dell’ascolto”, da parte dell’amministrazione pubblica nei confronti del cittadino-utente; anche nell’ambito dei Servizi pubblici per l’impiego si comincia ad adottare metodologie, appartenenti in passato prevalentemente alle logiche aziendali, utili alla comprensione dell’“orientamento” del cliente e delle sue aspettative 60 ISFOL – Area Mercato del Lavoro rispetto all’erogazione di servizi sempre più specifici11. Gli esiti della presente rilevazione mostrano che nel 33,6% dei Cpi del Sud e Isole sono presenti indagini sul grado di soddisfazione degli utenti. 11 La customer satisfaction nelle amministrazioni pubbliche. Valutare la qualità percepita dai cittadini, Tanese A., Negro G., Gramigna A. (a cura di 2003), Rubbettino Editore Srl. 61 ISFOL – Area Mercato del Lavoro RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Centra M., Falorsi P.D., (2001), Strumenti per la valutazione delle politiche del lavoro. Una metodologia generalizzata per il campionamento stratificato, Isfol, nota ad uso interno, luglio 2001. Cnel, (2002), Rapporto sul mercato del lavoro. Eapn, (2002), Vers l’éradicatione de la pauvreté et de l’exclusion sociale, “Rapporto sulla strategia europea sull’inclusione sociale”. European Commission DG-V, (2001), Cooperation between Pes and municipalities. European Employment Servies and Fight angainst Social Exclusion, in “Labour and Education”, Rotterdam, December 2001. Formez, (2003), L’attuazione della riforma del Welfare Locale, “Rapporto di ricerca”, vol. 2, Roma. 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Serra n. 1, 2003 Monitoraggio Spi 2002 - Analisi di profondità dei Centri per l’impiego nelle regioni Ob.1, a cura della Struttura Isfol di monitoraggio Spi 66 ISFOL – Area Mercato del Lavoro n. 2, 2003 Servizi per l’impiego e sistema imprenditoriale. Esigenze ed aspettative dei datori di lavoro, di G. Di Domenico n. 3, 2003 Indagine sulle attività di monitoraggio svolte dai Servizi per l’impiego, di F. Tantillo e M. Ferrara n. 4, 2003 Rilevazione semestrale sulla domanda di lavoro: il percorso metodologico, di L. Incagli, A. De Sanctis e D. Radicchia n. 5, 2003 La rete Eures in Italia - Analisi del quadro normativo-istituzionale, valutazione degli aspetti organizzativi, di M. Bonanni e R. Landi n. 6, 2003 L’organizzazione dei Servizi per l’impiego - Un’analisi sperimentale, a cura di G. Di Domenico n. 7, 2003 L’utenza dei Cpi e il livello di soddisfazione per i servizi erogati, di G. Baronio, C. Gasparini, G. Linfante, G. Natoli e F. Tantillo Supplemento Users of the Employment Centres and the level of satisfaction for the services provided, by G. Baronio, C. Gasparini, G. Linfante, G. Natoli e F. Tantillo Supplement to Issue N. 7/2003 of the “Monographs on the Labour Market and Employment Policies” n. 8, 2003 Formazione del personale Spi: ricognizione ed analisi valutativa delle attività formative 2001-2002, di R. Landi e L. Palomba Supplemento Formazione del personale Spi nelle regioni Ob.1, di R. Landi e L. Palomba, Supplemento al n. 8/2003 delle “Monografie sul Mercato del lavoro e le politiche per l’impiego” n. 9, 2003 Evoluzione del sistema dei Servizi per l’impiego nelle regioni Ob.1, a cura della Struttura Isfol di monitoraggio n. 10, 2003 Public Employment Services in Europe - Innovative practices in the provision of services: on-line, to companies, and to leng-term unemployed, a cura di G. Di Domenico Services publics de l’emploi en Europe - Expériences innovantes dans l’offre de services: en ligne, aux entreprises, aux chômeurs de longue dureé, a cura di G. Di Domenico n. 11, 2003 Lavoro atipico e Servizi per l’impiego - Studi di caso e modelli di intervento, di M. Curtarelli e C. Tagliavia n. 12, 2003 Rassegna internazionale della letteratura in materia di Servizi per l’impiego, a cura di L. Incagli e M. Marocco n. 13, 2003 Employment services - Summery of the Monitoring Exercise 2002, a cura di Sofia Demetrula Rosati Les services de l’emploi - Synthese du suivi 2002, a cura di Sofia Demetrula Rosati 67