L’ARCOBALENO 25 marzo 2001 per una cultura della donazione Anno 4 - n°1 Giornata nazionale della donazione Marzo 2001 Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti - Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Spedizione in abbonamento postale -45% - Art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Roma. Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06/3728139 - Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected] - Si contribuisce alle spese di stampa come amici: Socio Aido L. 20.000 - Ordinari L. 50.000 - Sostenitori L. 100.000 - Versamenti sul c/c/ postale n. 22957005 intestato a L’ARCOBALENO - Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma oppure sul c.c. 21263 intestato a Aido Nazionale - Credito Italiano, Agenzia Trionfale - via Trionfale, 7110 - ABI 02008 CAB 03240. In questo numero: Pag 2 Senza camice: G. D’Amico di Mascia Ferri In Puglia risultati apprezzabilissimi di Filippo Carboni 3 Tre Coordinatori si raccontano Forum 4-5 Il Centro Nazionale Trapianti compie un anno: luci ed ombre a cura di Loretta Cavaricci 6 Trapianto di rene: finalmente regole uguali per tutti 7 2001: anno internazionale del volontariato, protagonista delle riforme sociali di Vincenzo Lucrezi e M. Eletta Martini 8 Dibattito Aido di Ambrogio Aquilino il valore della donazione Paola Pitagora “ Non bisogna sentirsi eroi, la donazione è una cosa doverosa. Però ciascuno deve scegliere per sé. Decidere per un proprio caro è una responsabilità spirituale che non mi sentirei di assumere. Ma perché la donazione non viene facilitata? Basterebbe un talloncino colorato da applicare sul documento con il gruppo sanguigno, per aiutarci a vivere, e il proprio sì alla donazione, per aiutare - gli altri - a vivere. ” Attrice IN CASO DI MANCATA CONSEGNA, SI PREGA DI RESTITUIRE ALL’UFFICIO P.T. DI ROMA – ROMANINA PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA RELATIVA TARIFFA. Assieme per diffondere la cultura della donazione PROF. UMBERTO VERONESI ermettere ai cittadini di esprime la propria volontà con semplicità, attraverso il parere riportato sugli appositi tesserini distribuiti l’anno scorso in occasione dei referendum, o direttamente presso gli sportelli dedicati delle Asl, ha favorito, nel 2000, l’aumento delle donazione e dei trapianti. L’Italia con 15,2 donatori per milione di abitanti è quasi riuscita a mettersi in linea con la media dei valori stimati a livello europeo, per lo più compresi tra 15,5 e 16 donatori per milione. Nonostante ciò, però, rimane notevole la differenza tra il Nord, dove il numero dei donatori è sicuramente maggiore, il Centro e il Sud. Eppure le strutture ci sono e per legge tutte le operazioni riguardanti la donazione di organi avvengono seguendo regole e controlli molto rigorosi. Questo per garantire la sicurezza sia di chi si offre come donatore per i casi di trapianto da vivente come per fegato e rene, sia del ricevente. Leggi e procedure rigorosissime che servono inoltre a fugare le paure, umanamente comprensibili ma scientificamente irrazionali, che il potenziale donatore possa essere ancora vivo. Fondamentale, quindi, è informare e sensibilizzare l’opinione pubblica. Scopo principe, questo, di un’occasione come la “Gior- P nata nazionale per la donazione degli organi”, organizzata da Istituzioni quali il Ministero della Sanità, le Regioni, il Centro Nazionale Trapianti, i Centri Trapianti Regionali ed Interregionali e le Associazioni dei malati di tutta Italia. Proprio ad associazioni di volontariato come l’AIDO va il mio riconoscimento per l’opera sin qui svolta e l’invito a continuare a perseguire l’intento di garantire al Paese il soddisfacimento di tutte le richieste di organi da parte di tutte quelle persone che soffrono la cui unica soluzione sta nel trapianto. Non posso che offrire, pertanto la massima collaborazione affinché aumenti oltre al numero dei donatori volontari, l’indice dei trapianti effettuati. Fondamentale, quindi, è lavorare assieme per diffondere la cultura della donazione, principio essenziale, questo, di una società evoluta. E poi, come ho già avuto modo di dire in un’altra occasione, sono convinto che il gene della solidarietà faccia parte del DNA degli italiani. Non credo pertanto che la carenza di organi sia legata a scarsa generosità da parte dei cittadini. Può, piuttosto essere frutto di paure e pregiudizi che come uomo di scienza, prima ancora che come Ministro, posso definire assolutamente prive di fondamento.Agli italiani, quindi dico “donate senza timore”. * Ministro della Sanità L’ARCOBALENO senza camice D’Amico: “Non sono una grande cuoca ma...” MASCIA FERRI mo il caffè terronico, come lo fanno in Abruzzo dove sono nata, dove dall’alto della collina vedevo il mare e sentivo il vento”. È una giornata insolita per Alessandria: cielo limpido, clima mite, sembra di essere in un’altra città. La terrazza di Gabriella D’Amico, medico specialista in rianimazione e anestesia presso l’Azienda ospedaliera SS.Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria, è piena di piante rigogliose, di gemme che stanno lasciando il posto ai fiori, e “le rose”, mi spiega,“saranno potate tra qualche giorno durante la luna calante per essere più forti al momento della fioritura di primavera”. Gabriella non è solo medico rianimatore ma anche specialista in terapia del dolore. “Nella mia terrazza ho previsto un angolo di rianimazione sotto la tettoia, dove metto i limoni, l’oleandro e tutte le piante che non potrebbero resistere al clima rigido di questa città”. Luce, colori, asimmetrie di una casa piena di oggetti ma senza disordine. “Le collezioni non sono il mio forte, ma mi piace portare dai viaggi le emozioni che ho provato.Anche il cibo, le spezie, gli odori. La cucina è il centro della mia casa, è il luogo della convivialità, per questo c’è anche il divano. Dopo mangiato mi piace sedermi con gli amici davanti un ottimo vino, invece che rimanere con i piatti sporchi sotto il naso. La cena è un momento importante della mia giornata, il momento in cui ritrovo i miei affetti. Non sono una grande cuoca, ma avendo origini abruzzesi ho la passione per il pesce. Quando cucino una zuppa, ritorno sulla mia collina a guardare il mare e a sentire gli odori che si schiudono con il fuoco. Gli alessandrini cucinano soprattutto carne e ai mie amici riservo sempre cene a base di pesce, ovviamente spinato, perché chi non è abituato detesta le lische”. Le decine e decine di libri che circondano le pareti del soggiorno non sono catalogati né messi in fila secondo la stessa altezza, eppure per Gabriella è stato semplicissimo sfilare un libro di Montalban.“E’ lo scrittore spagnolo che leggo più volentieri, i suoi gialli non li amo per l’intrigo, ma per la capacità che hanno di far sentire di essere lì. Il personaggio principale, Pepe Carvalho, ispettore di polizia, rispecchia in parte il mio modo di essere, la voglia di vivere ogni istante attraverso un odore, uno sguardo, un suono”. Un rintocco assordante interrompe la nostra conversazione,“crea il coprifuoco per almeno cinque minuti questo campanile”. Gabriella mi spiega che è uno dei più alti d’Europa e il suo orrendo rumore è l’unica nota dolente della sua magnifica mansarda. “Quando ho tempo mi piace frugare nel cassetto delle fotografie, sono tutte lì dentro, sparse e senza data.A volte la casualità fa ricordare quello che altrimenti non avremmo mai ricordato, un cassetto disordinato è come una piccola soffitta dentro la propria casa, si fruga e si trova sempre qualcosa da rivivere. Quando voglio ricordare il mio passato da centometrista, l’età dei giochi della gioventù, vado a correre in un posto in periferia, dove si incontrano due fiumi. Anche il mio lavoro è così, prosegue come un fiume ma a volte si scontra, si incontra e si mescola con la vita di tante altre persone”. “A 2 Convegni Le novità dall’Associazione Interregionale Trapianti In Puglia, risultati apprezzabilissimi FILIPPO CARBONI L a Regione Puglia, a Bari, ha ospitato nei giorni 8-10 febbraio 2001 il XII° Convegno Annuale dell'Associazione Interregionale Trapianti (AIRT). E' questo un attestato di riconoscimento e di stima che l'Italia del Nord ha tributato ad una regione meridionale che ha conseguito nel settore trapiantologico risultati apprezzabilissimi, valorizzando appieno le risorse umane e professionali già disponibili e sviluppandone di nuove, dotandosi del supporto gestionale ed organizzativo che è condizione indispensabile in ogni contesto operativo, sia esso socio-sanitario e politico-amministrativo, delle moderne società complesse e globali. Il Convegno si è svolto in due giornate trattando argomenti di grande attualità ed interesse: in particolare, i donatori subottimali, i donatori viventi, la costituzione delle liste di attesa. Il Prof. Savi di Parma ha svolto la relazione sull'attività dell'AIRT da cui risulta che nel 2000 sono stati utilizzati 823 donatori con un incremento di 35 rispetto al 1999. L'indice per milione di popolazione nel 2000 è di 14,3 con un incremento di 0,6 rispetto al 1999. La differenza tra Nord e Sud si mantiene rilevante, con un gap di 15,9 donatori utilizzati per milione di popolazione. Il Dott. Nanni Costa ha relazionato sull'attività del Centro Nazionale Trapianti comunicando, tra l'altro, che su 50 milioni di tesserini blu recapitati ai cittadini in occasione del referendum, per una spesa di 2 miliardi, soltanto 2.000 dichiarazioni di volontà sono state depositate presso le ASL di appartenenza. L'Aido è stata rappresentata dall'Esecutivo Nazionale ed ha partecipato alla Tavola Rotonda " Rapporti con le Associazioni di volontariato. Le iniziative dei Coordinatori Regionali, Locali ed il ruolo delle Associazioni di volontariato per la diffusione della cultura della donazione". I coordinatori regionali Curtoni (Piemonte), Kob (Bolzano), Pagni (Toscana), Ridolfi (Emilia-Romagna), Schena (Puglia) hanno relazionato sui modelli organizzativi attuati nelle regioni e sui risultati conseguiti. Tutti hanno riconosciuto all’Aido una grande capacità organizzati- Piemonte e Calabria alla guida della 4ª Giornata Nazionale della Donazione va e professionale nel fornire ai cittadini una corretta e capillare informazione e convenuto che, ora più che mai, è necessaria una stretta collaborazione con l'Aido che deve svolgere un ruolo di collaborazione, di stimolo e di controllo perché siano attuati i dettati della legge sia per quanto attiene agli aspetti organizzativi che quelli formativi ed informativi. Il Vice Presidente Nazionale, Filippo Carboni, nel suo intervento ha posto in evidenza il ritardo nell'attuazione del sistema informativo, temendo che l'attuale fase transitoria possa protrarsi per lungo tempo. Ha ribadito che l'Aido si rifiuta di raccogliere e consegnare alle ASL la dichiarazione prevista dal modello ministeriale perché in contrasto con lo statuto associativo che ha per finalità il consenso al dono e non anche l'opposizione, e pure per evidenti motivi di illegittimità della delega. Ha lamentato le insufficienti risorse finanziarie messe a disposizione per la campagna informativa, riferendosi ai due progetti (scuola e medici di famiglia) commissionati dal Ministero della Sanità e realizzati dall'Aido Ha evidenziato, di contro, che ogni tesserino blu è costato 1 milione con un ritorno estremamente deludente. Ha rilevato la delicata posizione dei coordinatori locali i quali, a causa della disorganizzazione delle strutture sanitarie e spesso per mancanza di collaborazione da parte degli operatori sanitari, potrebbero diventare gli involontari responsabili del mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati. Infine ha dovuto contestare la dichiarazione del Dott. Nanni Costa il quale ha affermato che il T.A.R. Lazio ha respinto il ricorso dell'Aido avverso al D.M.8/4/2000 informandolo e precisando che con ordinanza del 27/9/2000 il T.A.R. per il Lazio ha confermato che i documenti autografi predisposti dal cittadino e consegnati all'Aido, la cui esistenza risulta dal tesserino di membro dell'Aido, in quanto integranti un documento personale, non debbono essere portati con se. * Vicepresidente Nazionale Aido La 4ª Giornata Nazionale Donazione e Trapianto non sarà limitata ad un solo giorno ma si svilupperà dal 18 al 25 marzo. Sui manifesti, infatti, compare la scritta “Giornate Nazionali….”Le Regioni “guida” quest’anno sono il Piemonte e la Calabria L’apertura della settimana avrà luogo domenica 18 pomeriggio al Séstriere con una gara di sci (discesa e fondo) cui parteciperanno atleti in attività, atleti del passato e atleti trapiantati. La chiusura sarà a Venezia con l’ormai tradizionale “Vogada per la vita”, manifestazione che vedrà impegnate oltre 600 barche lungo il Canal Grande con oltre 1000 vogatori e sarà accompagnata dal corteo a piedi dei labari delle Associazioni. I due cortei si riuniranno in Piazza S. Marco per i discorsi ufficiali e proseguiranno poi per la Basilica di S. Marco per la S.Messa. Nella settimana moltissime sono le manifestazioni culturali, sportive, di intrattenimento organizzate dall’AIDO e dalle altre Associazioni in collaborazione con le Regioni, le Province, le ASL. In tutte le principali città ed in molti paesi saranno allestiti gazebo per la distribuzione di materiale informativo e per la risposta ai quesiti dei cittadini. G. Saltini Segratario Nazionale Aido Dalla Finanziaria 2001 i fondi per i trapianti Per l’attività del Centro nazionale trapianti la legge finanziaria 2001 autorizza la spesa complessiva di lire 1.500 milioni per ciascuno degli anni 2001, 2002 e 2003. Lo stanziamento è utilizzabile anche per la stipula di contratti con personale di alta qualificazione, con modalità previste dall’articolo 15-septies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni. All’articolo 8, comma 7, della legge 1° aprile 1999, n. 91, le parole:” di cui lire 240 milioni per la copertura delle spese relative al direttore generale e di lire 500 milioni per le spese di funzionamento” sono soppresse. Per le attrezzature dei centri di riferimento interregionale per i trapianti è autorizzata la spesa di lire 10 miliardi annue per gli anni 2001 e 2002; le somme sono suddivise con decreto del ministro della Sanità in proporzione ai rispettivi bacini di utenza. La Commissione parlamentare di inchiesta del Senato chiede 100 miliardi per il sistema trapianti La Commissione parlamentare di inchiesta del Senato sul sistema sanitario ha approvato il 7 febbraio una relazione curata dal sen. Dino De Anna (Forza Italia). Il documento arriva a conclusione di un’indagine svolta dalla commissione per approfondire le tematiche relative alle attività di donazione e trapianto di organi, insieme a quelle legate all’organizzazione della rete dei servizi di rianimazione sul territorio. La Commissione è convinta che uno stanziamento di 100 miliardi annui permetterebbe all’Italia di ottimizzare nell’arco di due esercizi finanziari l’intero sistema dei trapianti, cancellando le inefficienze e gli squilibri oggi esistenti. Questo impegno di spesa consentirebbe di raggiungere obiettivi essenziali come l’incremento delle donazioni, il superamento degli squilibri tra Nord e Sud e la razionalizzazione dell’articolazione territoriale dei centri trapianto. L’ARCOBALENO I delicati compiti e la consapevolezza del ruolo Tre coordinatori si raccontano La legge 91/99 ha previsto l’istituzione della figura del Coordinatore della donazione. In alcune regioni italiane tale figura esiste già da qualche anno, in altre si sta attivando. I compiti del Coordinatore spaziano dall’individuazione dei potenziali donatori all’interno dell’ospedale, all’organizzazione pratica e amministrativa di tutti gli aspetti relativi all’accertamento della morte encefalica, all’attivazione della rete per reperire un ricevente, all’organizzazione degli aspetti logistici per potere eseguire il prelievo di organi e tessuti. Inoltre ha il compito difficilissimo, che richiede una specifica preparazione e doti umane, di chiedere il consenso alla donazione dopo aver attuato nei confronti dei familiari del potenziale donatore una relazione d’aiuto. In breve il Coordinatore si fa carico di tutti quegli aspetti che finora non erano chiaramente attribuiti a nessuna figura, ma erano frutto della volontà e motivazione dei singoli. era stato insegnato, non ci maltrattavano, non rifiutavano il nostro aiuto, ma anzi provavano sollievo a parlare con un sanitario che potesse spiegare con calma cosa era successo,che cosa si poteva ancora fare, che li rassicurasse che non era colpa loro se era deceduta una persona, che le malattie, gli incidenti terribili accadono e con loro a volte arriva la morte e nessuno può cambiare questo fatto. Ed è stato bello sentirsi dire “grazie dottoressa di essere stata lì con me, di aver capito questo momento, di averlo condiviso con me”. Certo ottenere le donazioni è importante, è molto importante, e finché ci saranno pazienti in lista di attesa sarà un dovere per ogni sanitario porre l’attenzione a questo aspetto della sanità, ma per i Coordinatori toscani altrettanto importante è questo “grazie”, la consapevolezza che delle famiglie ci ricorderanno come qualcuno che ha cercato, con professionalità ma anche con tanta umanità, di portare loro un po’ di luce nel momento del buio più profondo. FLAVIANA LANDI Coordinatore locale della donazione Ospedale Tabarracci Da Taranto Da Verona a donazione di organi e tessuti a scopo di trapianto è sicuramente un indice importante della qualità di un sistema sanitario e della fiducia che i cittadini ripongono in esso. Il Coordinatore locale sta diventando, anche nel nostro Paese, la figura chiave di tale processo. La recente legge italiana e le raccomandazioni del Consiglio d'Europa danno al Coordinatore un ruolo centrale in un modello organizzativo che ha dato risultati eccellenti in Spagna. Benché sia prevista una figura medica, in realtà viene progressivamente affermandosi l'idea che anche personale di estrazione infermieristica, in analogia con numerosi Paesi europei, possa svolgere tale ruolo con adeguata preparazione, buona efficacia e forse maggiore efficienza e motivazione. In particolare nei grandi Ospedali, dove si associano un elevato numero di prelievi di organi a un notevole potenziale di donatori a cuore fermo di tessuti, la funzione di coordinamento comporta un pesante carico di lavoro e la pronta disponibilità 24 ore su 24. Per questo è stato concepito in Veneto un modello di "Ufficio di coordinamento" composto da medici ed infermieri che assicurino la continuità del servizio ma anche una adeguata articolazione di compiti e competenze clinicoorganizzative, oltre alla possibilità di realizzare un processo capillare di formazione continua all'interno dell'Ospedale. l Coordinatore deve intraprendere un adeguato iter formativo, qualunque sia il suo background culturale e professionale ed avere padronanza di tutte le problematiche insite nel processo di donazione. E' importante sottolineare che il coordinamento ha una duplice valenza organizzativa e clinica ma deve anche assicurare un punto di riferimento culturale nell'Ospedale come "opinion leader" in tutti gli aspetti della donazione di organi e tessuti, e quindi essere punto di riferimento anche all'esterno per una corretta informazione ai cittadini. Ho perplessità che debba essere concepito come una nuova professione, in particolare per i medici, ma ritengo debba essere invece una funzione di servizio e di supporto in tutte le fasi del processo che può portare alla donazione e al prelievo. Questa funzione deve però essere svolta in modo altamente professionale, anche per la notevole valenza etica e sociale, ma soprattutto perchè tutti i punti qualificanti del processo richiedono conoscenze e doti umane peculiari. A garanzia che i medici e gli infermieri che in Europa ricoprono il ruolo di coordinamento assicurino una qualità massima del servizio è necessario poter disporre di una certificazione europea del "Tranplant Coordinator". Ciò potrebbe anche facilitare la cooperazione tra Paesi con organizzazioni e normative diverse e la certificazione di qualità nell'interscambio di organi e tessuti. L' organizzazione europea dei coordinatori (ETCO) ha per questo svi- N L I el febbraio del 1995, dopo un breve periodo di formazione presso il Centro Regionale Pugliese di Riferimento trapianti organi dell’Università di Bari, si è costituito un gruppo di lavoro con l’individuazione all’interno di esso di un Coordinatore Locale. Nel 1998 è stata formalizzata con atto deliberativo aziendale la costituzione di un coordinamento locale nel quale sono stati affiancati accanto alla figura del coordinatore, che è un medico di Direzione Sanitaria, anche quella di altre professionalità rappresentate da un medico di rianimazione, un medico nefrologo, uno psicologo, un assistente sociale, un sacerdote supportati da un amministrativo. Tale coordinamento, nominato dalla Direzione Generale, opera in staff alla Direzione Sanitaria e svolge la sua attività lungo due azioni, una diretta all’interno dell’Azienda Ospedaliera e l’altra all’esterno sul territorio di pertinenza della ASL TA/1. L’attività svolta all’interno dell’ospedale ha privilegiato le azioni rivolte ad un miglioramento dell’attività di prelievo di organi e tessuti quali. L’attività sul territorio ha visto impegnati il Coordinatore con le associazioni di volontariato (Aido,Aned,Ato,Aito), i Presidii ospedalieri del territorio, enti ed istituzioni pubbliche e private, gli Ordini professionali, i Medici di medicina generale, le Comunità religiose, le caserme, le Associazioni di service (Rotary, Lions…), attraverso un costante intervento di informazione tramite la stampa e le televisioni locali, mediante la realizzazione anche di spot pubblicitari. elle attività sopra descritte ci sembra importante indicarne due: la prima è un modello organizzativo per un corso di aggiornamento rivolto sia ai docenti che agli studenti delle scuole medie superiori e realizzato in collaborazione con la Sovraintendenza Scolastica della provincia di Taranto; la seconda è una indagine conoscitiva sul grado di conoscenza degli operatori sanitari degli ospedali della provincia di Taranto sul tema della donazione degli organi e dei trapianti. L’analisi dei dati preliminari fornisce preziose informazioni sull’andamento del fenomeno della donazione degli organi utili per la nostra attività lavorativa futura. La formazione di fasce della popolazione importanti quali gli studenti, i docenti, ma anche gli operatori sanitari stessi, i medici di medicina generale, i medici ospedalieri, appare metodologia di lavoro improcrastinabile. La strada intrapresa con la istituzione della figura del Coordinatore Locale, appare quindi essere quella giusta. Il ruolo a lui affidato è incredibilmente entusiasmante: da una parte forte di una valenza professionale medico – scientifica, dall’altra un impegno nel sociale. Un momento dell’ Intervista di donazione. luppato un sistema di certificazione europea che avrà nel 2001 la sua prima realizzazione (www.etco.org). Partendo da questa esperienza, è auspicabile che il Centro Nazionale Trapianti appronti un sistema analogo di certificazione, aderente alla realtà italiana e basato su un qualificato iter formativo, che trovi il suo momento iniziale in un registro nazionale dei coordinatori e nell'emanazione di lineeguida nazionali clinico-organizzative che garantiscano una qualità omogenea delle procedure. Una generazioni di "pionieri" entusiasti (rianimatori, nefrologi, immunologi, medici-legali, capo-sala, infermieri ecc). ha reso possibile dagli anni '70, tra mille difficoltà, la donazione di organi nel nostro Paese e quindi lo sviluppo di un progetto di trapianti con ottimi risultati clinici. Oggi è però indispensabile e prioritario che l'esperienza acquisita nel sistema "donazione e prelievo di organi e tessuti" sia trasmessa, amplificata e sviluppata in modo più organizzato, continuativo e professionale in tutti gli Ospedali italiani. La funzione di coordinamento deve quindi essere svolta da medici ed infermieri che possano ottenere i migliori risultati ma anche un adeguato riconoscimento, nella consapevolezza di un ruolo di elevato valore terapeutico e sociale. FRANCESCO PROCACCIO Coordinamento al prelievo di organi e tessuti Ospedale Maggiore Da Viareggio olte persone si chiedono, “cosa mai faranno questi Coordinatori?” Molte cose e tra queste la più impegnativa, difficile e gratificante è quella che viene chiamata “intervista di donazione” durante la quale il Coordinatore realizza la relazione di aiuto. M Ricorderò sempre la prima volta che sentii parlare di relazione di aiuto,era l’autunno del 1997 ed erano invitate a parlare due colleghe spagnole. La dott.ssa Ripol ci parlò del lutto , del dolore che sempre lo accompagna, di come questo dolore può evolvere e dell’esigenza centrale, costante, universale che ha di essere condiviso e compreso, dell’importanza di dare aiuto alle famiglie che soffrono un lutto. L’infermiera Puri Gomez ci parlò della relazione d’aiuto, dell’importanza di imparare ad aiutare chi soffre, di come dare aiuto alle famiglie ed in parte a noi stessi per non farci travolgere dall’altrui disperazione, dell’importanza di esserci indipendentemente dall’ottenere o meno la donazione. All’Università nessuno aveva mai parlato delle sconfitte della Medicina, di come affrontarle, era un argomento nuovo e tutti ci siamo sentiti coinvolti nel profondo del nostro personale universo. icorderò però anche una certa incredulità nel sentir dire che una persona che ha perso un figlio, il coniuge, un genitore, possa avere bisogno di avere vicino qualcuno che tutto sommato è un estraneo, nel sentir dire che tutto il nostro impegno deve essere rivolto alla famiglia che sta soffrendo e che dobbiamo riservare la stessa attenzione, lo stesso appoggio, sia alle persone che accettano di donare gli organi del loro caro come a coloro che rifiutano questa possibilità; ci sembrava impossibile di riuscire a fare anche noi che iniziavamo allora quello che ci insegnava gente che aveva una esperienza di anni alle spalle. E poi siamo partiti, con grande titubanza abbiamo cominciato ad andare in obitorio; che sensazione! Ci siamo fermati a parlare con le famiglie alle quali era deceduto un familiare magari anziano ma pur sempre amato, in modo semplice e pieno di rispetto abbiamo chiesto le prime donazioni e cercato di dare aiuto come potevamo. Ed è stata una sorpresa sentire che “era vero”, era tutto vero; che anche persone che avevano perso un figlio,il bene più grande,così come ci R D DOTT. MICHELE LONOCE Coordinatore locale della donazione Ospedale SS.Annunziata 3 forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● L’ARCO Il Centro Nazionale Trapianti c A CURA DI LORE Un primo bilancio? Non è brillantissimo. Doveva essere l’an sibilità di decidere se donare: queste le norme transitorie no le conosce. Solo 2500 su 50 milioni, gli italiani che hann iscritti Aido. Un fallimento dello Stato? No - dicono gli oper Intervista Il direttore del CNT commenta i dati del 2000 Nanni Costa: “Potevamo fare di più, ma è solo l’inizio” D ella serie…se ci sei, batti un colpo. Quando un anno fa nasceva il Centro nazionale per i Trapianti, la parola d’ordine sembrava essere – almeno così nelle intenzioni e nel ruolo assegnato – informare, informare tutti e presto. Anche con l’aiuto delle associazioni. Ma è stato davvero così? Alzi la mano chi ritiene di aver visto dissipati dubbi ed incertezze con l’arrivo – a casa, insieme al certificato elettorale – del tesserino blu: 50 milioni di tesserini per una spesa di 2 miliardi di lire. O chi ha avuto modo di soffermarsi sul pieghevole del Ministero della Sanità,“Chi dona gli organi ama la vita”. E sì, perché questi sono stati gli unici reali baluardi – almeno fino ad oggi - della promessa campagna informativa. Insomma, tutto il diritto ad aspettarsi un tantino di più. Lo confessa all’Arcobaleno, anche il dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale, il quale però analizza: “E’ anche vero che la campagna ha incontrato difficoltà di tipo strutturale, e mi riferisco ad un ricorso al Tar da parte della ditta pubblicitaria arrivata seconda alla gara”. E poi, a fare il resto, ci si sono messe anche le difficoltà di organizzazione cioè “la gestione attraverso l’amministrazione dello Stato, che non è certo struttura flessibile”. I pieghevoli, per farla breve, sono partiti con quattro mesi di ritardo ma presto – ci assicurano - saranno realizzate altre iniziative. Sperando di riuscire a coagulare le forze. Nanni Costa lamenta una certa dispersione, quella che chiamerebbe quasi una “contro-campagna”nel senso che “molti soggetti hanno preferito autonomia di scelte e critiche” anziché collaborare. Forse perché di diverse vedute. Chi sono? “Alcune associazioni ma anche esponenti del mondo dei trapianti”. Comunque, a dispetto delle incomprensioni, i trapianti non sembrano averne sofferto. Il direttore del Centro lo sostiene con fierezza. Dunque, nel marzo del 2000 l’istituzione del Centro nazionale Trapianti. Il primo compleanno è alle porte: qual è il suo bilancio? “Abbiamo trovato un sistema che aveva numerosi elementi di qualità ma che dovevano essere messi in rete. C’era insomma da apportare modifiche ad una macchina già in corsa. Ed è quello che abbiamo cominciato a fare”. Cosa vuol dire in termini pratici? “Mettere in rete i diversi Centri trapianti significa fare avere comportamenti omogenei, tentare di dare regole uguali per tutto il sistema, ma non in termini dirigistici quanto in base a scelte comuni. Abbiamo realizzato delle linee guida per il trapianto di rene da cadavere e da vivente, approvate da tutta la Consulta nazionale, che rappresentano il raggiungimento di un comune livello di qualità. Da questo momento ogni Centro trapianti si presenta al paziente con una sua carta d’identità in base alla quale chi deve entrare in lista d’attesa può scegliere, per un massimo di due iscrizioni, a chi rivolgersi”. Gli ultimi dati parlano di un aumento dei trapianti del 4,3 per cento rispetto al 1999. E’ una percentuale significativa o no? “I donatori aumentano: questo è il trend positivo che continua dal 1992. Allora eravamo neanche alla metà del dato medio europeo che oggi, con 15,2 donatori per milione di abitanti, abbiamo raggiunto. Una cosa è certa: i media tendono a dare un’immagi- 4 ne peggiore dell’attività di trapianto nel nostro paese, rispetto a come realmente stanno le cose. Il livello è positivo: l’Italia è al terzo posto in Europa per numero di trapianti, dopo Spagna e Francia, è vero, ma prima di Regno Unito e Germania”. Ma i dati del vostro Centro rilevano anche un 30 per cento di rifiuti alla donazione. Questa non è una sconfitta per chi deve informare? “Il numero non è così negativo come sembra. La scarsa informazione è un dato generale. C’è da considerare anche che, in fondo, la morte fa paura a tutti, l’angoscia per la perdita di un congiunto viene spesso scaricata sulle strutture sanitarie e poi, non tutti nutrono sentimenti di solidarietà. Anche la Spagna, in cima alle classifiche per numero di donatori – 33,9 per milione di abitanti – vede opposizioni al prelievo degli organi per il 23 per cento dei casi. Siamo lì”. Questo è il presente. Ma quale futuro ci aspetta? “La qualità di vita è sempre migliore, andiamo verso trapianti che durano più a lungo. Si utilizzano anche organi non giovanissimi: proprio di recente è stato prelevato il fegato ad un soggetto che aveva passato i novant’anni. Le tecniche di separazione del fegato (split) hanno consentito di azzerare le liste d’attesa pediatriche. E questo è un grande risultato”. Il dottor Nanni Costa illustra - coprendo i nomi - la banca dati che contiene circa 2500 manifestazioni di volontà nel computer del suo ufficio. Sono i cittadini che, recandosi alle Asl, hanno esercitato il diritto di esprimersi, previsto dalle norme transitorie in attesa dell’applicazione del silenzio-assenso. Ma sarà servito? Oppure all’entrata in vigore della nuova legge si ricomincerà a contare? “Chiedetelo al legislatore…”, ribatte Nanni Costa e torna alle sue stanze, un anonimo scantinato dell’Istituto Superiore di Sanità, due piani sotto terra. A proposito: perché confinati quaggiù? “Questa è l’unica domanda a cui non rispondo…”. L.C “Il tesser esiste da qua Opinione DOTT.SSA VINC Dall' analisi dei dati forniti dal Centro Nazionale Trapianti si ev rene, 298 di cuore, 730 di fegato, 60 di polmone, 43 di pancrea A fronte quindi di poco più di 2.500 pazienti che hanno potuto dovranno aspettare a lungo per ottenerlo. Il problema della grave disparità esistente nel nostro paese tra di recente sugli organi di stampa anche dalla LAMAT (Libera As la mancanza di garanzia di terapia salvavita dei pazienti in lista Il trand positivo delle donazioni, che passano da 13.7 donatori p deve essere necessariamente letto criticamente. L'aumento reg tato le modalità statistiche utilizzate dagli altri paesi europei ch utilizzati; dall'altro vi è un significativo aumento della donazio Piemonte che hanno istituito con leggi regionali le figure dei c donatori pmp, la seconda da 18.8 a 23.6 donatori pmp. Ciò di l'intero sistema dei trapianti soprattutto al sud. I dati sono elo Centro: 14.1, Sud: 6.4. Preoccupa invece l'inversione di tendenza e in Toscana 26.9 a 21.8 donatori pmp. Dall'attenta lettura dei dati si può rilevare che nelle zone geogra migliore organizzazione dal punto di vista sanitario, i risultati s di donazioni attestata sui 16 donatori per milione di abitanti; al plessiva del servizio sanitario nazionale si hanno delle punte ne Infine si rileva come nei tre mesi successivi alla distribuzione d sia avuto una riduzione dei trapianti e quindi delle donazioni. C in occasione della distribuzione degli stessi con i certificati ele pagna informativa, ha creato ulteriore confusione nel cittadino t cittadini che lo hanno ricevuto, in realtà, non lo portano con sé razione. E, a parte i costi di tale iniziativa (costata pare più di 2 gato tali fondi se spesi per la corretta informazione dell'opinion E' d'obbligo ricordare, in conclusione, che il tesserino per la don ha ottenuto certamente risultati più lusinghieri del Ministero,perc il tentativo dello stesso dicastero di raccogliere le volontà dei ci d'Italia dal mese di novembre 2000 è possibile dichiarare la prop siano poco meno di 2000 gli italiani che si sono recati nelle azie può concludere che bene ha fatto il TAR a salvare gli atti ologra menti personali validi, come sancito dalla legge 91/99, e che fortu OBALENO forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● compie un anno: luci ed ombre ETTA CAVARICCI nno dell’informazione e del cambiamento. A ciascuno la posin attesa dell’applicazione del silenzio-assenso. Ma nessuno manifestato la propria volontà alle Asl. Contro 1.200.000 ratori - è che siamo appena partiti. Ma per quale meta? Il consenso Nove risposte alle domande più comuni Chi, come e quando si decide? MASCIA FERRI I ino per dire sì asi trent’anni” CENZA l principio del silenzio assenso non è ancora in vigore, in quanto mancano le condizioni per la sua applicabilità: una campagna di informazione, la notifica ad ogni cittadino di un modulo per la dichiarazione di volontà contenente l’avviso che in mancanza di una esplicita dichiarazione si presume il consenso alla donazione, il registro informatico nazionale. Nel periodo transitorio, la legge stabilisce che chiunque può essere considerato donatore, a meno che non abbia esplicitamente negato il proprio assenso. Inoltre è data la possibilità (non l’obbligo) di manifestare la volontà di donare attraverso: 1) la compilazione del tesserino blu inviato dal Ministero della Sanità nel maggio 2000, che deve esser conservato insieme ai documenti personali; 2) la registrazione della propria volontà presso la AUSL di riferimento o presso il medico di famiglia; 3) una dichiarazione di volontà scritta su un foglio comune che deve riportare nome, cognome, data di nascita, numero di documento di identità, data e firma; 4) la compilazione della tessera Aido (solo per la volontà positiva). La dichiarazione di volontà può essere modificata in qualsiasi momento. Ecco le risposte agli interrogativi più frequenti, con l’aiuto della dott.ssa Nicoletta Vivaldi, responsabile della rianimazione dell’Ospedale di Alessandria e coordinatore locale dei prelievi. PALERMO Come si verifica la volontà del donatore in caso di morte cerebrale? Si verifica solo con l’intervista ai familiari. Chi fa la verifica? La richiesta viene formulata dal medico o dai medici che propongono la donazione. Nel caso in cui il paziente non abbia espresso in vita alcun parere, a chi viene chiesto il consenso alla donazione? La legge prevede una gerarchia che vede al primo posto il coniuge non separato, poi il convivente more uxorio, i figli maggiori di età, i genitori, il rappresentante legale. A chi viene chiesto il consenso per i minorenni? Ai genitori. Se questi non danno il consenso non si può procedere al prelievo. Chi è preposto a chiedere il consenso? Il coordinatore locale della donazione o il rianimatore. In che momento viene richiesto il consenso? Solo dopo la comunicazione di morte cerebrale e soprattutto quando si percepisce che tale realtà è stata accettata ed elaborata dai congiunti del paziente. videnzia che nell'anno 2000 sono stati effettuati 1.310 trapianti di as e 88 trapianti di rene da vivente. o beneficiare di un trapianto troppi sono quelli (circa 9.000) che Chi può esprimere il proprio consenso alla donazione Qualora non ci sia consenso alla donazione, come si di organi? procede? Ogni persona maggiorenne in grado di intendere e di volere. organi prelevati e pazienti in attesa di trapianto è stato sollevato ssociazione pro Malati in Attesa di Trapianto) che lamenta proprio d'attesa. per milione di abitanti del 1999 al 15.2, è un dato confortante che istrato è, in parte, di tipo tecnico giacché il nostro paese ha adothe considerano il numero dei "donatori effettivi" e non i donatori one di organi soprattutto in alcune regioni, l'Emilia Romagna e il coordinatori locali dei trapianti: la prima è passata da 25.5 ai 28.9 imostra che occorre migliorare l'organizzazione complessiva deloquenti i donatori per milione di abitanti sono stati : Nord 22.9, a che si registra in Lombardia che cala da 18.3 a 17.1 donatori pmp Chi non può esprimere il proprio consenso? Se i familiari firmano il “non assenso” si procede comunque all’osservazione di morte cerebrale, al termine della quale si I nascituri, i soggetti incapaci di agire, i minori affidati o ricove- rimuovono i supporti tecnologici rianimatori e si invia il cadavere in camera mortuaria. L’ora del decesso coinciderà con rati presso istituti di assistenza pubblici o privati. l’ora in cui era iniziata l’osservazione di morte cerebrale. afiche del nostro paese, ove esiste ed è radicata storicamente una ono sorprendentemente elevati fino a superare la media europea l contrario dove vi è purtroppo una carente organizzazione comegative in Campania (3.3) ed in Sicilia (2.4). dei “tesserini blu" del Ministero della Sanità, avvenuta in maggio, si Ciò conferma le perplessità manifestate dalla nostra Associazione ettorali. L'operazione, infatti, non sostenuta da una adeguata camtanto che, da alcuni sondaggi effettuati, risulta che più dell'80% dei é. In tal modo risulta del tutto vanificato lo scopo dell'intera opemiliardi di lire), c'è da rilevare che lo Stato avrebbe meglio impiene pubblica e la formazione degli operatori sanitari. nazione di organi esiste da quasi trent'anni nel nostro paese; l'AIDO ché può contare su circa 1.200.000 atti olografi di donazione. Anche ttadini in merito alla donazione è stata fallimentare. In tutte le ASL pria volontà sulla donazione di organi. Ebbene pare che, a tutt'oggi, ende sanitarie locali per ottemperare a questo diritto. Da tali dati si afi dell'AIDO che, nonostante tutto, continuano ad essere dei docuunatamente continuano ad essere sottoscritti dagli italiani. * Presidente Nazionale Aido 5 L’ARCOBALENO Documenti Linee guida per la gestione delle liste di attesa e l’assegnazione degli organi Trapianto di rene: regole uguali per tutti Il Centro Nazionale Trapianti ha finalmente pubblicato le linee guida per l’attività trapiantistica. 1. Responsabilità del reperimento di organi 1. Ogni Regione è responsabile per l’attuazione e il supporto di politiche sanitarie che consentano di incrementare il reperimento di organi a favore dei propri cittadini in attesa di trapianto. 2. Ogni regione o aggregazione interregionale, in proprio o in collaborazione con le Regioni afferenti allo stesso coordinamento interregionale, è altresì responsabile degli organi per i pazienti iscritti nelle liste di attesa dei centri trapianto del relativo ambito territoriale. modulistica necessarie per presentare la domanda tramite il nefrologo o il centro dialisi. Entro 30 giorni dalla richiesta il paziente riceve la comunicazione della data della visita per l’inserimento oppure la richiesta di completare la documentazione. 7. La data della visita viene fissata entro cinquanta giorni dal ricevimento della documentazione, il centro trapianti informa per iscritto il paziente dell’avvenuto inserimento in lista, o delle ragioni del non inserimento entro sessanta giorni dall’esecuzione della visita; contestualmente invia copia della documentazione al centro regionale o interregionale. 8. Le liste di attesa vengono periodicamente revisionate dai centri di trapianto che comunicano al paziente e al nefrologo curante eventuali sospensioni o cancellazioni (v. punto 3.13); contestualmente ne invia copia della comunicazione al centro regionale o interregionale. Lista di attesa - Rene Pz. per regione residenza - Pmp 2. Criteri di offerta e scambio degli organi prelevati 1. Gli organi prelevati in ciascuna Regione o aggregazione interregionale vengono prioritariamente offerte a pazienti iscritti nelle liste di attesa dell’area servita. 2. In caso di assegnazione prioritaria di reni a pazienti iscritti in altre aree (in base a protocolli concordati per pazienti in situazione di urgenza o a difficile trapiantabilità – v. punto 3.12), l’area ricevente è tenuta a restituire un organo all’area cedente secondo protocolli concordati tra i Cir e il Cnt. 3. Gli organi non utilizzati in una Regione o aggregazione interregionale (eccedenze) sono offerti ad altre aree. In questo caso l’area ricevente non è tenuta alla restituzione. 3. Composizione delle liste di attesa 1. Ogni paziente può iscriversi nelle liste di attesa di un centro trapianti della regione di residenza e di un altro centro trapianti del territorio nazionale, di sua libera scelta. Se la regione di residenza effettua un numero di donazioni inferiore a 5 donatori per milione di abitanti,il paziente può iscriversi,oltre che nel centro dell’area di residenza, in due altri centri di sua scelta (tre iscrizioni complessive). 2. L’insieme delle liste dei centri trapianto di una Regione o di una aggregazione interregionale costituisce la lista di attesa della Regione o dell’aggregazione interregionale. 3. L’iscrizione nelle liste di attesa viene effettuata dai centri di trapianto nel rispetto delle indicazioni del centro regionale o interregionale. 4. Indicativamente la lista di attesa di ciascun centro trapianti dovrebbe essere inferiore al quintuplo del numero dei trapianti effettuati per anno. Annualmente ogni centro di trapianto definisce il tetto massimo di pazienti iscrivibili, in accordo con il proprio centro regionale o interregionale. 5. I pazienti residenti hanno il diritto di iscriversi in ogni caso nelle liste regionali o dell’aggregazione interregionale: si raccomanda che i pazienti non residenti non superino il 50% dei pazienti iscritti, il centro trapianto, il centro regionale o il centro interregionale sono autorizzati a non accettare l’iscrizione di pazienti non residenti. 6. Al paziente che chiede l’iscrizione in lista il centro trapianti fornisce le indicazioni e la 6 nell’ultimo anno e la media negli ultimi cinque, k) i risultati a 1 e cinque anni in termini di sopravvivenza dell’organo e del paziente, sia per i pazienti trapiantati da donatore vivente, sia per quelli trapiantati da donatore cadavere, l) l’operatività del centro in termini di mesi/anno, precisando eventuali periodi di chiusura, m) dove è possibile ottenere ulteriori informazioni. 10. Il centro nazionale fornisce su richiesta: a) la situazione dell’attività dei singoli centri di trapianto, b) i risultati delle verifiche e controlli sull’attuazione delle linee guida, le modalità per ottenere ulteriori informazioni. 11. Le iscrizioni alle liste di attesa in essere al 31/12/2000 non vengono in ogni caso cancellate. 12. I pazienti più difficilmente trapiantabili (per esempio: iperimmuni, secondi trapianti, pazienti con antigeni rari, pazienti in emergen- lazione della lista motivandone la ragione. 14. I centri regionali a ogni variazione (inserimento - cancellazione) dei pazienti pediatrici in lista di attesa, trasmettono la relativa documentazione al proprio centro interregionale di riferimento. Il centro interregionale provvede alla trasmissione della variazione al centro nazionale trapianti, che, a sua volta, provvede all’aggiornamento della lista nazionale pediatrica e alla sua ridistribuzione ai centri regionali. 4. Criteri di assegnazione 1. A ciascun centro regionale o interregionale viene consentito l’impiego di un proprio algoritmo di assegnazione. 2. I criteri di assegnazione pur potendo essere diversi tra le varie Regioni o aggregazioni interregionali, si riferiscono a principi comuni condivisi e scientificamente validi, trasparenti e documentabili a ogni interessato che ne faccia richiesta, tramite il Cnt, che sorveglia la corretta applicazione. Ciascun centro regionale o interregionale consente al centro nazionale la verifica dell’applicazione dell’algoritmo prescelto. 3. L’assegnazione di reni prelevati da donatore pediatrico viene effettuata dal Cir nella cui area è stato segnalato il donatore. L’assegnazione di questi organi avviene a livello nazionale in base alla lista unica nazionale dalla quale ogni Cir riceve l’aggiornamento. 4. Se la compatibilità lo consente,i pazienti provenienti da regioni prive di centro trapianti ricevono preferenzialmente i reni provenienti dalla regione di residenza; in alternativa viene costruito un sistema di crediti; in ogni caso, al fine di non penalizzare l’attività di reperimento in tali regioni, viene rispettato il bilancio fra organi procurati e pazienti trapiantati. 5. Principi di verifica e controllo 9. Ogni centro trapianti fornisce al paziente una carta di servizi che riporti: a) i criteri di iscrizione del centro, b) le cadenze e il protocollo dei controlli per rimanere in lista attiva, c) i criteri adottati per l’assegnazione dei reni, d) il numero globale di pazienti in lista, e) il tempo medio di inserimento in lista attiva, f) tempo medio di attesa pre-trapianto, g) la percentuale di soddisfazione del bisogno, h) il numero dei donatori utilizzati nell’ambito regionale nell’ultimo anno e la media dei donatori disponibili per anno, i) il numero di trapianti da donatore cadavere effettuati nell’ultimo anno e la media negli ultimi cinque anni, j) il numero di trapianti da vivente effettuati za per accessi vascolari, ecc.) vengono inclusi in protocolli selezionati concordati tra il Cnt e i centri interregionali di riferimento. I criteri di inserimento dei pazienti, i criteri di attuazione dei protocolli, le modalità di assegnazione e di resa degli organi assegnati attraverso tali protocolli saranno formalizzati entro il mese di marzo 2001 e soggetti a verifiche annuali. 13. I centri trapianto e i centri dialisi informano entro tre giorni il centro regionale o interregionale sulle variazioni nella composizione delle liste per quanto riguarda i nuovi inserimenti e le cancellazioni. Questo a sua volta inserisce tale variazione nel sistema informatico nazionale dei trapianti. I centri trapianti informano con comunicazione scritta, contestualmente inviata in copia al centro regionale o interregioanle, il paziente e il nefrologo curante dell’eventuale sospensione o cancel- 1. I centri regionali e interregionali trasmettono al centro nazionale informazioni in loro possesso relative alle liste di attesa e all’algoritmo di assegnazione degli organi attraverso il sistema informativo dei trapianti secondo le modalità concordate. 2. Il centro nazionale trapianti verifica che le presenti linee siano attuate. 3. Il centro nazionale comunica l’esito della verifica dell’attuazione delle linee guida agli interessati che ne facciano richiesta motivata. 6. Principi generali di revisione 1. Le linee guida sopra riportate vengono revisionate con cadenza annuale e approvate dal centro nazionale e sentita la consulta tecnica nazionale. 2. Le linee guida vengono notificate ai responsabili della loro applicazione. Inviate a tutti coloro che ne possono essere interessati. 3. Le eventuali proposte di correzione, anche presentate da associazioni rappresentanti dei pazienti, sono discusse ed eventualmente attuate con scadenza annuale. I trapianti in rete www.usl2.toscana.it/trapianti/ E’ il sito ufficiale del Coordinamento Toscano della donazione.Vi si trova il programma di formazione della Commissione tecnica della donazione di organi e tessuti della Regione Toscana, con i relativi corsi: 1) Il Coordinamento della donazione di organi e tessuti (IV edizione); 2) Famiglia e donazione (IV edizione); 3) Attualità nella diagnosi di morte encefalica e nel mantenimento del donatore di organi (III edizione); 4) Trapianti e mezzi di comunicazione (I edizione). Sono inoltre presenti tutti i numeri di “Notizie”, la news letter mensile, spedita in tutta Italia ai Coordinatori, che riporta le notizie riguardanti la donazione in Liguria,Toscana e Veneto. www.transplantsquare.com Sponsorizzato dalla Novartis, il sito è rivolto non solo ai professionisti, ma anche ai pazienti e al pubblico in generale. Interessanti le pagine sul corretto stile di vita dei pazienti sottoposti al trapianto e quelle dedicate ai medici sul rapporto da tenere con la stampa nel divulgare notizie attinenti le procedure trapiantologiche. www.med.umich.edu/trans/transweb/donatio-folder/b-death,html E un sito che si occupa della morte cerebrale. Scritto, in forma divulgativa, da un pastore protestante, è ricco di risposte alle domande più frequenti sull’argomento. E’ in inglese. www.amedeo.com/medicine/ktr.htm Attraverso questo sito si possono ricevere, gratis e per e-mail, una volta a settimana, i dettagli bibliografici ed i link degli estratti di articoli da una serie di riviste che si occupano di trapianti. Per comunicati o segnalazioni scrivere a: [email protected] L’ARCOBALENO Anniversari 2001, anno internazionale del volontariato Protagonista delle riforme sociali VINCENZO LUCREZI li ultimi dati sono abbastanza soddisfacenti: il Rapporto biennale sul volontariato, presentato nei primi giorni di febbraio a Lecce dal ministro della solidarietà sociale, Livia Turco, pone in evidenza una crescita nelle diverse aree di intervento e anche una più chiara coscienza del proprio ruolo. Il documento, pubblicato a cura dell’Osservatorio nazionale per il volontariato presso il Dipartimento degli Affari Sociali, si riferisce alle organizzazioni iscritte nei registri regionali ed è una panoramica delle caratteristiche del volontariato in Italia, ma anche una analisi dello sviluppo di questo settore in Europa e parzialmente anche in Africa e in America. Lo stesso Consiglio europeo ha preso posizione a favore della valorizzazione di queste organizzazioni no profit e sperando che la Convenzione europea “ sul volontariato e i giovani”venga accettata e sottoscritta da tutte le nazioni, ha invitato i paese europei a dotarsi di un codice morale, un osservatorio e un registro cui iscriverle. Anche se l’indagine è stata elaborata su un campione limitato (le organizzazioni di volontariato iscritte nei registri rappresentano soltanto la decima parte delle associazioni che operano a livello nazionale), evidenzia tra gli anni ’95 e ’97 un aumento del 40 per cento di tali organizzazioni, tanto da stimare in 13.000 il numero delle organizzazioni attuali, cui si deve aggiungere anche un aumento del 30 per cento circa di associazioni non iscritte. Il prossimo censimento sul no-profit, lo lasciano capire i primi dati raccolti, potrebbe avere questo risultato: le organizzazioni iscritte raggiungerebbero circa il 5 per cento di tutte quelle no-profit esistenti. a il rapporto ci ha fornito un enorme quantità di dati anche sulla diffusione territoriale, sul numero di volontari, sui modelli organizzativi, sulle entrate finanziarie, sul profilo dei volontari, sulle prospettive, sull’autofinanziamento, sulle convenzioni con gli enti pubblici e sui finanziamenti regionali, nazionali e internazionali e per ultimo ci ha donato un approfondimento in alcuni settori e aree di intervento, offrendo uno spaccato delle attività, degli obiettivi e dei risultati di alcuni settori. Alcuni di questi risultati ci fanno certamente riflettere: i volontari sono circa 600.000 (una media di 103 su 10.000 abitanti, che nel Nord sale a 140, al centro si attesta a quota 129, mentre nel Sud e nelle isole scende a 43); la maggior parte delle organizzazioni è nell’Italia del Nord (circa il 60 per cento), anche se nel Mezzogiorno viene registrato negli ultimi anni un aumento delle organizzazioni; i volontari sono per la maggior parte rappresentanti da persone professionalmente attive, con livello culturale medio alto e di età compresa tra i 30 e i 60 anni, e le motivazioni, che sono alla base di questo impegno di solidarietà, sono per oltre il 50 per cento di valore etico e religioso, volendo contribuire così a cambiare a società, aiutando le persone in difficoltà, e per l’altro 50 per cento da motivi solidaristici e materiali. Il rapporto inoltre chiarisce le modalità di finanziamento e l’utilizzo di questo particolare fondo nazionale, stabilito dalla legge quadro sul volontariato (la n. 266 del ’91). Dunque dal 1992 al 2000 sono stati finanziati 384 progetti per un totale di 14 miliardi soprattutto nel Mezzogiorno (43 per cento) e meno nel Nord d’Italia (28 per cento) e le aree di intervento sono state quasi per la metà rivolte ad iniziative per la lotta alla prostituzione e l’aiuto a tossicodipendenti, a immigrati e a persone senza fissa dimora e per l’altra metà a progetti in favore di disabili, anziani, giovani e in area socio-sanitaria. Dopo 8 anni di vita la legge sul volontariato ha permesso la creazione di centri di servizio G M in 16 regioni (il Sud è ancora carente, ne hanno istituiti solo Puglia, Calabria e Sicilia), la nascita di 62 centri operativi nei capoluoghi di provincia e di altri 35-40 sportelli decentrati operativi, cui si aggiungeranno entro breve tempo altri 58 sportelli. E’ questo certamente un quadro più che positivo della attività dei centri, ma nello stesse tempo il rapporto evidenzia anche alcuni aspetti negativi. Infatti non sono ancora stati creati tutti i centri a livello nazionale previsti, vi è un forte squilibrio delle risorse regionali e infine non vi è sistematicità nei flussi finanziari. Per ultimo il rapporto offre uno spaccato delle attività degli obiettivi e del risultato di alcuni settori, come il ruolo del volontariato nei servizi sociali e sanitari, nel settore della giustizia, a favore dei senza fissa dimora, degli immigrati e degli anziani. Nel corso degli ultimi anni si è verificato poi un cambiamento di comportamento delle organizzazioni: 4mila associazioni hanno cam- biato infatti modalità di azione, puntando su nuovi servizi, passando da una forma di volontariato di servizi a una di diritti, facendosi promotrici dei diritti delle fasce deboli della popolazione. Il volontariato è stato, e non solo negli ultimi 10 anni, un soggetto attivo del mutamento sociale e appare sempre di più il vero protagonista delle riforme che riguardano il sociale. I volontari, vicini ai bisogni dei singoli e operanti in termini di assoluta gratuità, dovranno essere sempre più coinvolti nelle decisioni politiche relative a provvedimenti da prendere in favore delle fasce più deboli e degli immigrati. Dopo questi dati, offerti dal rapporto biennale, è necessario avere un momento di maggiore riflessione e far sì che i volontari possano esprimersi in maniera totale con l’azione e la testimonianza, altrimenti il volontariato si ridurrebbe ad essere la “riserva” dello stato di diritto e della società del benessere. Due festosi incontri a Lecce e a Torino MARIA ELETTA MARTINI volontari italiani, a cura del Ministero degli Affari Sociali, hanno celebrato l’Anno del volontariato in due momenti importanti e diversi. A Lecce, il 3 febbraio per un incontro di cui è stato protagonista il Volontariato meridionale, da dieci anni (tanti sono dal primo sbarco a Otranto degli Albanesi) sul fronte difficile dell’accoglienza ininterrotta di persone affamate, disperate, in fuga dai loro paesi; spesso strumentalizzate.A Lecce è apparso un volontariato con un grande cuore, qualche difficoltà a dotarsi di strutture. A Torino il 23-24-25 febbraio una più ampia convergenza di nord e sud, in un luogo emblematico: il Lingotto, la antica fabbrica della Fiat, ora trasformata in Auditorium spazioso; con l’anticipo di una giornata dedicata ai giovani e di festa, e un intero pomeriggio (il sabato) a dibattere in 12 gruppi, ospiti in altrettante sedi delle associazioni di volontariato Torinese. Torino ha avuto la presenza delle Istituzioni, a cominciare dai rappresentanti dell’ONU, il Presidente della Camera dei Deputati, la Regione, il Comune, la Provincia, il messaggio del Cardinale Arcivescovo e, naturalmente, con grande disponibilità, a Lecce e qui, del Ministro Livia Turco. Torino ha avuto una linea di conduzione: come conservare le identità, le matrici culturali, le esperienze diverse, con le innovazioni e le proiezioni nel futuro. Gratuità e partecipazione alle vicende della vita umana di chi ci sta di fronte. Eravamo a Torino, condizionati dalla I presenza dei giornali che riportavano violenze compiute o subite da ragazzi, da adulti, da donne.Allora, ci siamo detti, la individuazione dei bisogni (assenza di salute, di disponibilità economiche, di cultura, di casa, di lavoro, solitudine, incapacità a comunicare) ci mette tutti, persone e istituzioni, sotto accusa. Il rapporto equilibrato tra volontariato e istituzioni, delineato dalla recente legge, per un sistema integrato di interventi e servizi sociali, si colloca all’interno di uno scenario che le tavole rotonde hanno approfondito nella costante preoccupazione di far vivere tutto l’evento in un incontro di generazioni: giovani e anziani. Dal dono all’impegno civile; volontariato e democrazia per la costruzione di un modello di sviluppo globale sostenibile; il volontariato come “risorsa” di sviluppo sociale ed economico. Non poteva mancare, a quasi un anno dalla sua scomparsa, un ricordo di Luciano Tavazza. Cosa ci portiamo a casa? Si è chiesto, parlando alla fine, un volontario. Impegno e responsabilità in più. Con le radici nelle nostre più antiche aspirazioni, e con la volontà d contribuire a rendere più vivibile la vita di tutti, guardando al domani. Cittadini responsabili che sanno che non c’è libertà per tutti, se esistono nel contesto in cui viviamo persone a cui sono riconosciuti i diritti negli articoli delle nostre leggi, ma non per questo sono sempre realmente vissuti. Noi ci siamo, ci siamo detti, per renderli possibili a tutti, senza eccezione alcuna. * Presidente Centro Nazionale per il Volontariato Un volontario speciale iovanni Ciuffreda ha 39 anni, è disabile, vive in carrozzina, è olimpionico di slalom, una disciplina dell'atletica leggera, ad Harem (Olanda ) nel 1980. Il suo amore per lo sport lo fa rimanere accanto ai giovani. Lavora in banca, ma il suo tempo libero lo passa con loro, aiutandoli in tutti i modi. Allena con passione una squadra di pallacanestro: il "Don Orione", che gioca nella serie A2 del campionato nazionale disabili e che sta disputando un eccellente campionato, questa squadra si farà certamente onore nei play-off, essendo una delle squadre più accreditate per la promozione in A1. "Signor Ciuffreda, chi è un volontario?" È colui che dona agli altri! - risponde con fermezza - Ma farei una distinzione di base: c' è il volontario che si dona agli altri per se stesso, per coprire un vuoto che è in lui e che lo appassisce, che agisce per una ragione che riguarda 1'amore che ha per sé, e questo penso che non sia il vero volontario, o perlomeno quello che intendo io. È importante, invece, dare per il bisogno degli altri. Non ci si deve inorgoglire di fare per gli altri o di dare agli altri. Dare senza ritorno, per puro spirito di amore nei confronti dei tuoi fratelli e delle tue sorelle". "Questo bisogno di dare ad altri per spirito d'amore è una cosa che (si vede da come ne parla) sente veramente, - aggiungiamo - ma come le è nato questo impulso? "Nasce nella mia vita, - dice - perché qualcuno ha fatto la stessa cosa per me e nel tempo ho capito che, quanto mi veniva dato, riempiva di gioia sia me che colui che donava. La felicità che vedevo nel volto delle persone che mi hanno aiutato, adesso lo sto vivendo io. Sono felice di dare, sono felice di vedere che posso fare qualcosa per gli altri, sono felice di veder sorridere un povero, un infermo o un indifeso". Curiosamente chiediamo: "Chi le ha insegnato ad amare in questo modo, - dando senza ricevere?". l primo posto - precisa immediatamente - metto l'ambiente in cui ho vissuto dai 15 anni in avanti, l'ambiente in cui ho studiato, 1'Istituto "Don Orione" e al secondo posto due persone che mi hanno concesso la loro amicizia, il loro aiuto non solo fisico, ma anche psicologico e spirituale. Vorrei farne i nomi, e tengo molto che essi siano ricordati pubblicamente: Don Renato Camilloni, il direttore del Centro Mutilatini del Don Orione, che mi ha preparato ad affrontare la vita nella pienezza spirituale, ma anche psicologica, e il professor Ferruccio Antonelli, che mi ha insegnato ad amare la vita, quella pratica di tutti i giorni in mezzo agli altri, con lui ho imparato a stare al mondo. Nell'istituto, infatti, si viveva protetti come sotto una campana di vetro, in un ambiente ovattato, dove le brutture della vita e le malignità non albergavano. Fuori, la vita è tutt'altra cosa". "Cosa potrebbero fare i nostri governanti affinché il volontariato abbia la possibilità di maturare e migliorare?" "Credo che colui che svolge volontariato non ha il pensiero di essere coperto o indirizzato da enti o associazioni, perché altrimenti verrebbe meno lo scopo principale che - ripeto - è quello aiutare gli altri. Comunque mi aspetto sempre di più e da tutti. Penso che aiutare una persona sia un fatto mio personale che faccio senza alcun ritorno, però se un ente pubblico, che sia internazionale, nazionale o regionale, vorrà intervenire per una maggiore assistenza ben venga; ogni aiuto non verrà mai rifiutato. Comunque ci si sta muovendo: l'ONU ha deciso che il 2001 è 1'anno internazionale del volontariato, il Governo europeo ha programmato una valorizzazione delle organizzazioni senza scopo di lucro e anche 1'Italia da qualche anno si è incamminata per questa strada. Un altro esempio dell'interesse che sta avendo il volontariato nel mondo è stato il Giubileo dei giovani, un messaggio, che ha avuto un altissimo significato in tutti i continenti. Una nota stonata però, devo confessare, è il poco interesse che la stampa dedica a questo argomento, appena accennato e "saltuariamente" sui quotidiani, inesistente sui periodici. Mi auguro che ci si occupi di più di volontariato". V. L. G "A 7 L’ARCOBALENO Dibattito Aido Concentriamoci sulle più valide motivazioni, etiche e sociali della donazione AMBROGIO AQUILINO al consiglio della mia regione, la Puglia, mi è stato chiesto di esprimere un'opinione sulle principali questioni che sorgono in questa delicata fase di rifondazione della nostra associazione con lo scopo di contribuire alla definizione di una "visione" ed una "missione per il nostro futuro. Tra queste ci sono il contesto sociale, tecnico-scientifico e di valori in cui l’Aido si troverà ad operare nei prossimi decenni, il ruolo che l’Aido dovrà assumere in questo contesto e infine quali motivazioni spingeranno i cittadini a aderire all’Aido, non già come donatori ma come "cittadini attivi". E' in atto un profondo cambiamento delle strutture, regole e valori su cui si è fondata, sinora, l'organizzazione della società civile. Anche nel settore sanitario si sta realizzando una trasformazione aziendale con l'introduzione di regole ed elementi d’economia di mercato, che vanno a modificare la D gestione, il finanziamento e l'organizzazione dei servizi. Per dare efficienza al sistema si rischia di limitare le attività costose ed anche i trapianti potrebbero essere ostacolati da una tale politica. Per evitare che ciò accada bisognerebbe che le finalità prevalentemente sociali del servizio sanitario diventino un concetto profondamente radicato nella coscienza politica. I trapianti dovrebbero essere finanziati separatamente dalle altre prestazioni e non soggetti al finanziamento tariffario (DRG). Questa scelta viene indicata nel Piano Sanitario Nazionale e nella riforma Bindi e sarebbe, quindi, giusto che la comunità si senta impegnata a sviluppare una dimensione civica solidaristica per incrementare le donazioni. In questa prospettiva, l’Aido ha un forte ruolo per stimolare un impegno di tutti per un "altruismo intelligente". In questi possibili scenari futuri, il ruolo dell’Aido non può notizie per noi Rene da vivente: ISMETT primo in Italia Nuova condanna per la Lega e Nerina Negrello L'Istituto Mediterraneo per i Trapianti (Ismett) di Palermo e' in testa alla classifica, che comprende tutti i centri del territorio nazionale, per i trapianti di rene da donatore vivente. Il programma per questo tipo di intervento, avviato all'Ismett un anno fa, ha già raggiunto la cifra totale di 18 operazioni su altrettante coppie di pazienti. Sono in ritardo, invece, gli espianti da cadavere: la Sicilia è ultima nella graduatoria, con 2,7 donatori per milione di abitanti, in calo rispetto al '99, del 16,7%. Il Tribunale ordinario di Torino, Sezione I Civile, ha condannato in data 17 maggio 2000 la Lega Nazionale contro la predazione di organi e la morte a cuore battente e la signora Nerina Negrello, al risarcimento dei danni (trenta milioni) e al pagamento delle spese processuali per lesione dell’onore e della reputazione nei confronti del prof. Francesco Gorgerino. All’epoca dei fatti il prof. Gorgerino era primario del reparto di rianimazione dell’Ospedale Martini di Torino e si era ritenuto diffamato da alcune affermazioni rese dalla Negrello, in occasione della morte di un ragazzo sedicenne vittima di un incidente stradale, al quale non era stato possibile prelevare gli organi ai fini del trapianto per l’opposizione dei familiari. V. P. USA: due liste e meno attesa per avere un cuore nuovo Due liste che separano anagraficamente i soggetti in attesa di un trapianto cardiaco in under 65 anni e over 70 anni. Questo l’innovativo sistema messo a punto dall’Università di California per migliorare l’utilizzazione dei cuori da donatore a cadavere e, di conseguenza, di salvare un maggior numero di pazienti. Lo studio ha dimostrato che dividendo i pazienti in due diverse liste, di cui una standard (soggetti con una malattia cardiaca grave con meno di 65 anni) e una per soggetti con problemi di cuore ultrasettantenni, è stato possibile aumentare il numero degli interventi, selezionando la qualità dei cuori da trapiantare sulla base dell’età dei potenziali Un Taiwanese sopravvive con tre cuori Il 18 gennaio scorso a un cittadino di Taiwan di cinquantadue anni è stato trapiantato un cuore nuovo senza che fosse espiantato il suo. L’intervento, eseguito all’Ospedale di Taipei, non ha dato però i risultati sperati, in quanto i cardiologi si sono accorti che il cuore trapiantato presentava un difetto. Hanno quindi deciso di fargli impiantare un altro cuore, accanto agli altri due. Il decorso post operativo del paziente è regolare e i medici sperano di dimetterlo nelle prossime settimane. 8 Il Papa chiede ai fedeli di donare gli organi Giovanni Paolo II conferma il suo auspicio che vi sia un sempre “maggior numero di donazioni di organi”, affinché “molti altri malati possano continuare a vivere”. Il suo appello il Papa lo ha consegnato ad un folto gruppo dell’Associazione Italiana trapiantati di Fegato, accompagnato dal vescovo Ruotolo, presidente della Casa Sollievo della Sofferenza, il grande ospedale voluto da Padre Pio a San Giovanni Rotondo. Metro, 8 febbraio 2001 Australia divisa sui trapianti per i fumatori La polemica è divampata dopo che alcuni chirurghi degli ospedali di Melbourne hanno rilevato di non eseguire trapianti “per ragioni etiche e morali” su persone che continuano a fumare. Secondo Greg Snell, chirurgo respiratorio dell’Alfred Hospital, c’è anche la necessità di proteggere il sistema di donazione degli organi del Paese, che è un “dono prezioso”. Il vizio della sigaretta, a suo avviso, deve essere un criterio discriminante per determinare la priorità per gli interventi. In parole povere, chi fuma dovrebbe essere piazzato in fondo alle liste d’attesa. Immediate le reazioni. Altri medici hanno espresso forti riserve su questo approccio, ritenendolo contrario al dovere primo di ogni professionista. Aiutare il paziente. Non sono mancate le contraddizioni. Il presidente dell’Australian medical association di Melbourne, Michael Sedgley, ha condannato la posizione di Snell giudicando “inconcepibile” l’assunzione di una posizione morale nel decidere se trattare o meno un assistito. Poche ore dopo, la presidente federale dell’Ama, Kerryn Phelps, ha espresso invece sostegno ai medici di Melbourne, affermando che scarse risorse costringono a stabilire priorità nella chirurgia elettiva. 24 Ore Sanità, 8 febbraio 2001 Trapianto di cellule da padre in figlia Una donna, cieca da bambina, potrà vedere grazie alle cellule staminali prelevate dal padre. L’operazione è avvenuta sabato 17 febbraio a Ravenna ed è unica nel suo genere perché per la prima volta le cellule staminali corneali sono trapiantate tra viventi. L’intervento è stato eseguito in diretta dal prof. Vincenzo Sarnicola, primario dell’Unità oculistica dell’ospedale di Grosseto, durante un convegno. Il padre della donna è in perfetta salute. Metro, 19 febbraio 2001 che essere orientato all’affermazione del valore solidaristico e non mercantile nelle scelte programmatiche e organizzative del servizio sanitario, in particolare nell’attività trapiantologica. Vorrei che nella nostra “visione” fossero presenti come obiettivi primari, oltre l’incremento dei trapianti e la prevenzione delle malattie per le quali si rende poi necessario ricorrere al trapianto, anche la salvaguardia di tante giovani vite stroncate dagli incidenti stradali (prima causa di morte al di sotto dei trent’anni).A questi obiettivi si può tendere solo sviluppando l’educazione alla salute, per costruire una cultura della vita e dei suoi limiti. Sono considerazioni assolutamente empiriche: sono un nefrologo e conosco il forte condizionamento (anche professionale) che esercitano le industrie del settore dialitico ed i servizi privati sullo sviluppo non solo della prevenzione, ma anche delle metodiche alternative all’emodialisi, compreso il trapianto. E’ utile ricordare che siamo chiamati ad uno specifico intervento di tipo culturale dalla Legge 91/99 e potremo rivestire un ruolo solo se abbiamo una “visione” chiara della società in cui operiamo e se la nostra “missione” sarà basata su valori forti, capaci di dare un senso alla donazione degli organi, alla costruzione di una convivenza civile solidaristica e in grado di condizionare uno sviluppo delle nuove tecnologie all’esclusivo servizio del genere umano. Questi stessi valori potranno attirare i giovani stanchi di parole e simboli non sostenuti dai fatti. l nostro compito non è spiegare come si fanno tecnicamente il prelievo ed il trapianto ma offrire valide motivazioni etiche e sociali del “perché” farlo. Negli ultimi anni va affermandosi, in particolare nelle società avanzate, una nuova concezione di rapporto tra i governi ed i cittadini, con l’obiettivo di definire strategie comuni per la gestione di temi fondamentali come il rispetto dei diritti umani, l’equità, la democrazia, la soddisfazione dei bisogni di base, la protezione dell’ambiente ecc. Una Commissione delle Nazioni Unite nel 1994 ha presentato un Rapporto in cui si afferma che gli Stati non possono più portare da soli l’intero peso della soluzione dei problemi della società, ma devono considerare come forze di governo anche altri attori, capaci di incidere sui risultati.A ciò si è giunti non solo per la complessità dei problemi della società postmoderna, ma anche per il ruolo di corresponsabilità e di partecipazione diretta che la “cittadinanza attiva” ha assunto, per garantire soluzioni concrete ai problemi e affermare il rispetto dei propri diritti. Ritengo che anche l’Aido possa offrire ai cittadini uno spazio per intervenire in modo organizzato nel campo della tutela dei diritti, realizzando forme di promozione delle singole aspettative coincidenti con l’interesse collettivo. In questo modo l’Aido eserciterebbe un “potere costruttivo” influenzando le scelte di altri soggetti (istituzionali e no) ed aiutando a salvaguardare le politiche pubbliche in materia di donazione e trapianti. L’Aido deve mobilitare i cittadini per organizzare abilità e competenze specifiche e contribuire ad uno sviluppo solidaristico della scienza e della convivenza civile. Chi aderirà all’Aido che sarà, offrirà la risorsa del suo tempo volontario per difendere importanti diritti: la salute di ognuno ed il diritto alla vita. Se questa sarà la nostra “visione” e “missione” avremo, secondo me, ancora un ruolo nella società. Saremo all’altezza di questa sfida? Sapremo definire uno statuto ed un modello organizzativo dell'associazione, coerenti rispetto ai valori e funzionali rispetto alle cose da fare? Spero di si, se questo dibattito saprà coinvolgere tutta l’associazione. Quello che certamente invece non ci dà futuro è una deriva pragmatica e tecnicista, verso la quale, talvolta, corriamo il rischio di scivolare. * Vicepresidente del Consiglio Regionale Aido Puglia I L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Direttore Responsabile: PAOLO SCANDALETTI Collaboratori: ENRICO ARTESI, LORETTA CAVARICCI, NELLA CERINO, MASCIA FERRI, VINCENZO LUCREZI, DODO NEUBERT, NOVELLA ONOFRI, FRANCO ORSI, VINCENZO PASSARELLI, ROSSELLA PIETRANGELI (segretaria), LAURA TRASSINELLI (pubblicità), PIERGIORGIO VOCE (amministratore). Si collabora a titolo gratuito Proprietario: AIDO - Via Novelli, 10/A - 24122 Bergamo http://www.aido.it Operazione record: sostituito l’intestino È stato eseguito a Modena dall’équipe del prof. Pinna, il primo trapianto multiviscerale intestinale in Italia ed Europa. A una ventinovenne di Lucca i chirurghi hanno trapiantato tutto l’apparato intestinale tranne il fegato. Nel mondo sono stati eseguiti 4 interventi simili. L’intestino è stato prelevato da una ragazza di 25 anni di Reggio Emilia morta per emorragia cerebrale. Metro, 19 febbraio 2001 Progetto grafico: Arch LUCA SCANDALETTI per Studioroma srl, Viale Medaglie d’Oro, 414 - 00136 Roma Impaginazione: I Talenti Pisa-Roma Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO Via delle Idrovore della Magliana, 173 00148 Roma Tel. 06/6535677 r.a. - Fax 06/6535976 Finito di stampare nel mese di marzo 2001 Tiratura copie 29.000 L’LE ARCREGIONI OBALENO r e p Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06.3728139 Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected] Premiati i giovani a Suzzara Pag 2 In questo numero: Sardegna: Buona collaborazione tra Aido e Istituzioni Marche: A Fabriano, sperando in un futuro migliore Lombardia: Incontro dell’Aido con i farmacisti - Due cuori da... gigante 3 Piemonte: Ad Alessandria torneo internazionale di golf promosso assieme all’Aitf - Role-play: un’esperienza di vita e di solidarietà 4ª Giornata Nazionale Donazione e Trapianto: Attività organizzate dall’Aido 4 Toscana: Anno 2000: consolidati i risultati del “modello toscano” della donazione Si è conclusa la 5ª edizione del “Premio letterario” Aido-Suzzara (Mantova) intitolato alle prime donatrici Laura Santarcangelo (poesia) ed Emma Sabanelli (prosa). A concorrere sono stati 200 giovani. Le premiazioni sono avvenute presso il Cinema Politeama di Suzzara alla presenza dei dirigenti Aido e Avis, dei rappresentanti della Pubblica Amministrazione, dei membri della giuria, e di un numeroso pubblico di giovani, genitori, professori, fotografi e giornalisti. È un anno storico per la regione Abruzzo FRANCESCO CARUSI N Abbonamenti 2001 SE IL TUO ABBONAMENTO A L’ARCOBALENO STA PER SCADERE, RICORDATI DI RINNOVARLO! c/c postale n° 22957005 intestato a: L’Arcobaleno Via Silvio Pellico, 9 - 00195 Roma “Hit Parade” degli abbonati a L’ARCOBALENO Chieti Pescara L’Aquila Teramo Bolzano Pordenone Verona Trieste Vicenza Milano Venezia Treviso Aosta Sondrio Parma Bologna Pistoia Frosinone Lucca 353 289 246 224 217 177 177 150 130 111 105 69 58 53 47 40 38 33 27 Ferrara Foggia Forlì Alessandria Taranto Bergamo Savona Pisa Salerno Lecco Oristano Bari Roma Udine Rieti Caserta Napoli Torino Ascoli P. 24 24 23 21 17 16 15 12 12 11 10 8 7 7 6 4 4 4 3 Brescia Brindisi La Spezia Avellino Cosenza Gorizia Isernia Padova Palermo Ancona Arezzo Catanzaro Cremona Crotone Genova Latina Rovigo Trento oi dell’Aido siamo contenti, finalmente vengono premiati tutti i nostri sforzi per dare un aiuto concreto e tangibile ai nostri malati. Il Ministero della Sanità, con Decreto 9.10.2000, pubblicato nella G.U. n. 245 del 19.10.1999 ha autorizzato l’A.S.L. n. 4 dell’Aquila a espletare il trapianto del rene, con Decreto 29.12.2000, pubblicato nella G.U. n. 19 del 24.01.2001 ha autorizzato l’A.S.L. n. 2 di Chieti al trapianto di cuore. Il primo trapianto di rene ad un abruzzese è già stato effettuato con esito positivo, nei primi giorni di gennaio, rene donato da un nostro corregionale. Il 2 febbraio 2001, su iniziativa dell’Assessorato alla Sanità con lo slogan “Doniamo vita all’Abruzzo” “DonaTi a chi ha bisogno di Te!” a palazzo Centi dell’Aquila, presenti: il Presidente della Regione, on. Giovanni Pace; l’Assessore alla Sanità, dott. Rocco Salini; il segretario della Società Italiana Trapianti d’organi, prof. Carlo Umberto Casciani; il responsabile del Centro Interregionale di riferimenti trapianti, prof. Domenico Adorno; il Rettore dell’Università dell’Aquila, prof. Luigi Bignardi; il Direttore Generale A.S.L. dell’Aquila, dott. Mario Mazzocco; il Presidente Regionale e Consigliere Nazionale Aido, Carusi Francesco, i medici dei due centri trapianti in Abruzzo e numerosi operatori delle strutture sanitaria e del mondo politico e sociale, si è avviata e sostenuta la campagna di sensibilizzazione a una sempre più responsabile e convinta donazione. Si è così istituito il numero verde: 800/431343, l’ufficio è aperto da lunedì a venerdì ore 8.00/14.00, martedì e giovedì anche dalle ore 15.00/18.00. Ogni cittadino può rivolgersi per avere delucidazioni. Questa iniziativa rappresenta la terza fase di un progetto decisamente più complesso, avviato già da 3 3 3 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 diverso tempo per incrementare la cultura della donazione. Si è partiti dalla realizzazione e dall’adeguamento delle strutture sanitarie ospedaliere e sanitarie per ottenere il livello di qualità ed efficienza che le rendesse idonee a consentire il trapianto. È seguita la fase, che mirava all’ istituzione, in tutte le realtà ospedaliere abruzzesi, del Coordinatore locale che è il responsabile di riferimento per i trapianti sia a livello di organizzazione delle strutture ospedaliere che di attività informativa sul territorio. La terza fase è sta avviata con lo slogan “Diamo vita all’Abruzzo”scelto per la sua incisività dall’Assessorato alla Sanità, per lanciare la campagna di informazione sul trapianto e la donazione degli organi. Detta campagna, svolta in collaborazione con l’Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti, si articolerà in due livelli: uno riservato espressamente ai medici e alle strutture sanitarie, l’altro da diffondere fra tutti i cittadini sia attraverso gli organi di informazione con il logo già pubblicato nelle tre testate giornalistiche regionali sia con spot televisivi. A tutto questo si aggiunge che gli opuscoli presentati nella conferenza stampa verranno inviati a 463 mila famiglie abruzzesi. La spesa preventivata per questa campagna è di 600 milioni. Con questo sforzo si spera di raggiungere se non superare le regione del nord, nel 2000, infatti, la media delle donazioni in Abruzzo è stata di 13,7 per milione di abitanti, a fronte dell’8,7 nel ’98 e di 10,6 nel ’99. La media nazionale è di 14,5 donazione per milione di abitanti. L’Assessore Salini ha sostenuto che “la campagna deve penetrare quanto più possibile nelle coscienze degli Abruzzesi nella consapevolezza che le donazioni allungano la vita e ridanno il sorriso a chi l’ha perso”. L’ARCOBALENO LE REGIONI r pe Sardegna Sassari Buona collaborazione tra Aido e Istituzioni i è svolto nei locali dell’Istituto professionale Giovanni XXIII di Sassari il corso di formazione “Donazione e trapianto di organi e tessuti: conoscere per informare” organizzato dalla sezione provinciale Aido di Sassari in collaborazione con le Asl di Sassari e Olbia, la Provincia, il Provveditorato e l’Università. Il corso, riservato agli insegnanti degli istituti professionali di tutta la provincia, è il risultato di una campagna di informazione e sensibilizzazione al dono e alla solidarietà rivolta agli insegnanti e agli studenti. S Guidati da esperti del settore provenienti dagli enti coinvolti nel progetto, gli insegnanti hanno affrontato, nell’arco di tre serate, tutte le tematiche relative alla donazione: gli aspetti legislativi, quelli etici, storico-sociali, tecnico-scientifici. Nel quadro di questa iniziativa è stato realizzato l’opuscolo “Se insieme al profumo del mandorlo….” che, concepito per gli studenti e distribuito in 27.000 copie in tutte le scuole, contiene una serie di utili informazioni sul tema della donazione: medici del centro trapianti, professori universitari e pedagogisti, interpretando le domande più frequenti da parte dei giovani, hanno fornito risposte chiare ed esaurienti. Il titolo della pubblicazione è un verso tratto da una poesia corale di una seconda Liceo Scientifico di Olbia che ha partecipato al concorso “Ali nuove per volare” promosso dall’Aido nell’anno scolastico 1999/2000. L’obiettivo del progetto è coinvolgere il mondo della scuola per formare gli adulti di domani alla cultura della donazione e assieme fornire un’informazione corretta. All’opuscolo è abbinato il concorso “Insieme per la vita” a cui gli studenti possono partecipare con un elaborato di grafica o una composizione poetica; i vincitori riceveranno un assegno da un milione e i loro lavori verranno utilizzati dalla sezione Aido di Sassari a corredo di fascicoli e pubblicazioni che saranno usati per la promozione di iniziative analoghe. “La scuola non è solo latino e matematica – ha detto Giancarlo Orrù, del provveditorato – ma anche sensibilizzazione alle tematiche della vita di cui i docenti devono farsi promotori”. Il progetto infatti offre lo spunto per compiere una riflessione attenta sul delicato problema della donazione di organi, approfondire le conoscenze sull’argomento e fornire agli studenti tutte le informazioni utili per operare in modo consapevole una scelta importante: diventare o no donatore. “Dopo l’approvazione della legge sulla dona- zione – ha detto Silvana Maniscalco, consigliere nazionale Aido – ci siamo chiesti se l’associazione dovesse continuare a sopravvivere; questa iniziativa è la risposta, perché gli strumenti legislativi non risolvono il problema fondamentale, quello di informare”. Il progetto ha visto anche la partecipazione della Asl e della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Sassari, che hanno curato l’aspetto medico-sanitario: “L’Asl ha partecipato volentieri – ha detto il direttore generale Antonello Scano – ma bisogna evidenziare la disponibilità degli insegnanti ad affrontare tematiche molto distanti dalle materie tradizionali”. Ai docenti ora il compito di trasmettere ulteriormente i valori e le notizie acquisite. Marche sono state trapiantate nella stessa struttura ben 27. Ci auguriamo che ciò serva di stimolo agli operatori del settore e che non si debba più ricorrere ad altre “Banche degli occhi” fuori regione per il trapianto. Un altro esempio da seguire è stato il secondo prelievo a domicilio nella regione, a distanza di anni dal precedente. E’ avvenuto a San Benedetto del Tronto (AP), grazie alla disponibilità del dirigente del reparto oculistica dell’ospedale, dott. Carlo Ulpiani. Il donatore, Giampiero Antonelli di 63 anni, era ben conosciuto in città come fondatore e animatore di tutti i gruppi “scout”. Tutto ciò fa sperare in una ripresa delle donazioni nelle Marche, dove in un mese, fra dicembre e gennaio, sono stati effettuati ben cinque prelievi multiorgano, tra ad Ancona, uno a Jesi ed uno a San Benedetto, nonostante il maltempo e le giornate festive rendessero complicati i collegamenti con i centri del NIT autorizzati ai prelievi. Si spera anche in un più incisivo interessamento del nuovo consiglio regionale, da poco insediatosi. Con l’assessore alla Sanità dott. Melappioni, unitamente con il coordinatore regionale dei trapianti dott. Testasecca, sono stati presi contatti che ci auguriamo possano portare a proficui risultati. Ancona A Fabriano, sperando in un futuro migliore orse nella nostra regione si farà uno sforzo per migliorare la situazione per quel che riguarda il prelievo e trapianto delle cornee. Recentemente , grazie al cospicuo contributo di un istituto bancario di Fabriano (AN), è stata fondata una Banca per la certificazione e la conservazione dei tessuti. Finora bisognava rivolgersi a Ravenna o alle banche delle cornee di Pavia o di Mestre. La scelta di Fabriano, oltre che alla presenza di generosi contribuenti, è dovuta al fatto che proprio in quell’ospedale, nel 2000, sono state prelevate ben 57 cornee (oltre la metà di quelle prelevate nell’intera regione), ne F Due cuori da... gigante Lombardia Milano Incontro dell’Aido con i farmacisti I l 18 gennaio, presso la sala delle colonne della Fondazione Ambrosiana, si è svolto un incontro di studio e approfondimento sul tema delle donazioni e dei trapianti di organo, rivolto in particolare ai farmacisti. Organizzata dalla Asl della città di Milano, in collaborazione con l’Ordine dei Farmacisti di Milano e Lodi e l’Associazione Titolari di Farmacia, l’iniziativa è stata promossa dal Comitato Tecnico-Scientifico per l’applicazione della legge n. 91/99 della Asl, del quale fanno parte, tra gli altri, oltre le componenti istituzionali, il Coordinatore regionale per il sistema trapianti, prof. Alessandro Pellegrini, un medico rianimatore di grande esperienza, il dott. Luigi Boselli, entrambi relatori della serata, un rappresentante del Nitp e delle associazioni da anni attive in questo ambito. In particolare, per l’Aido, la presidente nazionale dott.ssa Enza Palermo e la referente provinciale Enrica Colzani. L’interesse dimostrato dai farmacisti, testi- 2 i può, dopo un trapianto, tornare a una vita normale. Ci si può riscoprire ancora più forti, nel corpo e nello spirito. Questo il messaggio lanciato con entusiasmo ed allegria da Corrado Mascheroni e Paolo Colzani, due ragazzi di Giussano, cittadina brianzola in provincia di Milano, che hanno partecipato ai Giochi Mondiali Invernali per Trapiantati, disputatisi dal 14 al 21 gennaio scorso sulle nevi di Nendaz, nota stazione sciistica, vicino Sion, in Svizzera. Chiamati a difendere i colori dell’AidoGiussano, Corrado e paolo si sono ben comportati, classificandosi nella gara di Slalom Gigante cui erano iscritti , terzo e quarto, primi degli italiani, nella speciale classifica per trapiantati di cuore. S moniato dalla loro presenza, che superava le centocinquanta persone, è stato notevole ed ancora una volta si è ribadito il ruolo fondamentale di questa categoria di professionisti, molto vicini alla popolazione, nel creare e diffondere una corretta cultura sanitaria. Confortante per la Asl è stata la loro disponibilità alla collaborazione, orientata a far crescere la consapevolezza dei cittadini sulla responsabilità di ciascuno nelle promozione della salute e sulla creazione di una cultura solidale e favorevole alla donazione degli organi. A questa, iniziativa che viene dopo quella realizzata nel settembre 2000 e destinata ai medici di medicina generale, ne seguiranno altre, per raggiungere soprattutto gli operatori dei servizi sanitari, considerati i più efficaci mediatori di comunicazione sui temi che riguardano la salute e le diverse possibilità terapeutiche. ROSANNA TOMMASI Referente Trapianti Asl città di Milano M. CARMELA ZINGALES Insomma davvero un ottimo risultato che ha riempito d’orgoglio i due giovani, nonché membri del locale gruppo Aido. Un gruppo, quello giussanese, fra i più attivi d’Italia, come testimoniano i grandi numeri della storia più che ventennale (si è costituito nel 1979): 1.600 iscritti su 20.000 abitanti, pari all’8% della popolazione (una delle percentuali più alte dell’intera penisola); 34 donatori che con il loro generoso gesto hanno salvato almeno un centinaio di persone; una quindicina di trapiantati vivono nella nostra comunità. Ai Giochi di Nendaz erano presenti circa 150 atleti, (una ventina le nazioni rappresentate, tre i continenti Europa, America ed Asia), 22 gli italiani (dopo quella svizzera, la delegazione italiana era la più numerosa) tra cui i due ragazzi di Giussano: entrambi trapiantati di cuore Corrado, 28 anni, residente nella frazione di Paina, operato il 7 dicembre 1993, consigliere Aido-Giussano e Paolo, 31 anni, del capoluogo, non udente dalla nascita, con un cuore nuovo dal marzo del 1998. “E’ stata un’esperienza fantastica – aggiungono i dirigenti dell’Aido-Giussano al rientro dalla Svizzera – oltre che rappresentare per noi un grande veicolo per la promozione della solidarietà umana e della donazione per la quale ci battiamo da sempre, siamo sicuri che questo rappresenterà il miglior viatico, il miglior aiuto psicologico per quanti aspettano, non senza ansi e timori, un trapianto di organo nel letto di un ospedale”. Positivi anche i pareri dei due giovani, entusiasti per aver vissuto un’esperienza umana e sportiva di così alto livello Paolo ce lo ha detto con….. gli occhi e con il sorriso a tutto tondo!), a contatto con persone, trapiantate e non, di tutto il globo.Tanti ricordi da conservare per una vita. LORENA CITTERIO L’ARCOBALENO LE REGIONI r pe Alessandria Piemonte Torneo internazionale di golf promosso assieme all’Aitf TORNEO DI GOLF “COPPA AITF-AIDO” 18 buche stableford HCP 1 luglio 2001 Role-play: un’esperienza di vita e di solidarietà PER TRAPIANTATI DI ORGANI, AMICI E SOCI 30 giugno 2001 Sala FIDICOM - Alessandria l 21 febbraio, nell’ambito delle manifestazioni legate ai Role- play realizzati con gli studenti delle scuole medie superiori nell’ultimo triennio, si è svolta una riuscita Tavola Rotonda dal titolo “Dalla simulazione alla realtà in tema di trapianti e donazione”. La manifestazione, organizzata dal gruppo comunale A.I.D.O. “Marco Cavallotto” di Alessandria, coordinato dalla prof.ssa Graziella Giani recentemente riconfermata alla presidenza della sempre attiva associazione, ha avuto come cornice l’Aula Magna del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Alessandria ed è stato seguito da un qualificato pubblico composto da rappresentanti del mondo della cultura e del volontariato oltre che da un gran numero di studenti. Sono intervenuti, pronunciando apprezzate parole di saluto, anche il Vescovo di Alessandria mons. Fernando Cherier, il Prefetto dott. Vincenzo Pellegrini, l’Assessore provinciale alla Pubblica Istruzione dott.ssa Maria Scagni, l’Assessore comunale alla sanità dott. Gabrio Sacco, tutti estimatori dello spirito che anima i volontari Aido. Il programma della giornata prevedeva la proiezione di un video e la successiva Tavola Rotonda. Il video, dal titolo “Role – Play: un’esperienza di vita e di solidarietà”, è il risultato di un collage dei momenti più efficaci ed appassionanti delle simulate realizzate dagli stessi ragazzi con l’assistenza degli esperti Aido. La Tavola Rotonda, moderata da Fulvia Guazzone ed Enzo Baldon, ha visto come relatori il dott. Giovanni Lombardi del gruppo coordinamento regionale trapianti e donazioni, la dott.ssa Nicoletta Vivaldi coordinatrice prelievi presso l’Azienda Ospedaliera di Alessandria, che ha analizzato i rapporti fra medico e famiglia dei donatori, il dott. Fausto Zamponi medico trapiantologo e il dott. Vincenzo Passarelli vicepresidente nazionale Aido, che ha fatto il punto sull’attuazione della legge n. 91/99. Il dibattito conclusivo ha contribuito ad approfondire ulteriormente le tematiche trattate durante la proficua mattinata. I Golf club “Margara” di Fubine (AL), Convegno “TRAPIANTI, LAVORO, SPORT. PER UN REINSERIMENTO COMPETITIVO” FIDICOM di Alessandria, un convegno dal titolo “Trapianti, lavoro e sport. Per un reinserimento competitivo”, al quale interverranno relatori di prestigio. Scopo dell’iniziativa è di allargare il concetto di solidarietà non solo relativamente alla donazione di organi ma anche al rispetto e all’accettazione dei più sfortunati. Questi principi, condivisi e condivisibili da chi guarda alla vita con un maggiore distacco individuale, sono estendibili a ogni cultura e ad ogni luogo, pertanto la Coppa Aitf-Aido ospiterà giocatori di tutta Europa. Sono previste due categorie: giocatori trapiantati e giocatori amici e soci. Per ogni categoria saranno assegnati 3 premi più 2 per ladies. A tutti i partecipanti sarà consegnato un grazioso omaggio. Per informazioni sul torneo: Circolo Golf Margara Tel.0039-0131-778555 oppure 778557. Per informazioni sul convegno: 0039-0131225771 (italiano) 0039-0131-773427 (francese) 0039-143-745575 (inglese). ’Aido Comunale di Alessandria e l’AITF, Associazione Italiana Trapiantati di Fegato, hanno unito le forze per organizzare un evento internazionale che non ha precedenti in Italia. Il Torneo di Golf è l’occasione per dare visibilità alle due associazioni in un ambiente esclusivo, e per tentare di superare forme di pregiudizio e discriminazione nei confronti di chi, dopo tanto soffrire, ritrova la forza fisica e psichica di ripro- L porsi con successo in ambiente competitivo. Il Club “Margara” di Alessandria, che ha accolto con entusiasmo e sensibilità la proposta, è il luogo giusto per porre all’attenzione pubblica un rinnovato criterio di efficienza focalizzato sulle risorse della persona, con il suo vissuto, la sua storia e la sua esperienza.A tal fine, prima del torneo, che si svolgerà domenica 1 luglio 2001, sarà organizzato nella giornata di sabato 30 giugno, presso la sala 4ª Giornata Nazionale Donazione e Trapianto Attività organizzate dall’Aido Lecce - Manifestazione in piazza S. Oronzo: postazione dell’AsL Le/1 con computer per l’acquisizione dati dei donatori e personale Asl Le/1 ; postazione dell’Azienda Ospedaliera “V.Fazzi” per la valorizzazione dell’immagine del Centro Trapianti di Lecce (proiezioni video, materiale illustrativo ecc.) con personale. - La serata del sabato 24 esibizione del complesso folk salentino “Alla bua” - Domenica h. 12, alla presenza del Sindaco On. Poli Bortone, del Direttore Generale dr. Rampino, del Direttore Generale avv. Paolo Pellegrino, - del Dir. Gen.ASL Le/2, e (ci auguriamo) S.E. il Prefetto, dopo un breve saluto alla cittadinanza, rapidissima illustrazione della nuova legge 91/99. - Al termine verrà effettuato il lancio di un centinaio di piccioni viaggiatori a cura dell’Associazione “ Alisalento”presidente il dr.Caroprese. - Rappresentazione teatrale presso il teatro Paisiello. Nell’intervallo breve saluto del Centro di Coordinamento Trapianti , dell’A.I.D.O, e del sindaco o suo delegato. Pordenone - Sfilata degli sbandieratori di Cordovado per il centro storico cittadino - Concerto dei Plettri di San Vito - Canzoni con il Gruppo Gospel di San Michele al Tagliamento Alessandria - Partita di pallacanestro della squadra Copra militante in serie A1 femminile - Novi Ligure: Spettacolo teatrale - Valenza Po’: Concerto coro Alpini - Acqui Terme: Convegno - Casale Monferrato: Manifestazione in collaborazione con Area Delta (paracadutisti) Sardegna - Cagliari: Corsa campestre con la partecipazione delle scuole medie - Quartu S.Elena: sfilata con gli alunni delle scuole medie in collaborazione con i Lions - Provincia di Oristano: Corsa campestre con la partecipazione delle scuole medie - Provincia di Nuoro: Corsa campestre con la partecipazione delle scuole Medie Sassari: - Corsa campestre con la partecipazione delle scuole medie - Premiazione concorso “Insieme per la vita” riservato agli studenti degli Istituti Superiori della provincia e abbinato alla campagna di sensibilizzazione “Se insieme al profumo del mandorlo” - “Pedalata per la vita” Olbia: - Convegno scientifico rivolto ai Cittadini - Premiazione torneo di tennis c. Ozieri: - Rappresentazione teatrale - Concerto delle corali dell’Ozierese Venezia - Sfilata su percorso urbano “sintonizziamoci sull’onda della vita” - Corteo Acqueo - Piazza s. Marco (palco davanti al Palazzo Ducale) Molise - Provincia di Isernia 23 marzo ore 16,00 presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi del Molise si terrà un Seminario sul tema “donazione e trapianto di organi e tessuti nella realtà molisana”. - Provincia di Campobasso Concerto musicale patrocinato dalla Prefettura di Campobasso Calabria - Reggio Calabria e Catanzaro: Convegno sulla donazione degli organi Bolzano Cerimonia celebrativa della giornata in un teatro con: - Interventi delle Autorità - Consegna di pergamene ai familiari dei Donatori degli ultimi due anni MARIAVITTORIA DELPIANO Pecetto di Valenza Serata gospel e blues a favore di Avis e Aido umerosa partecipazione di pubblico nonostante il freddo alla serata gospel organizzata il 23 dicembre a Pecetto di Valenza. Grazie alla presenza del musicista e cantante valenzano, Ginetto Prandi, in veste di presentatore, si sono alternati sul palco i ragazzi del concerto Blues “The Longs’ Valley”, il presidente provinciale dell’Avis di Alessandria signor Pancot, la presidente Aido comunale di Valenza Egle Boccalatte, che hanno presentato le loro associazioni e le loro finalità ed infine, i Gospel “Java Jieves” che hanno concluso splendidamente la serata. N 3 L’ARCOBALENO LE REGIONI r pe Toscana Pagina a cura del Consiglio Regionale Aido Toscana questo valore la Toscana è la prima regione per tasso di donazione di cornee in Italia. L’ottenimento di questo risultato in un tempo così breve è stato possibile proprio grazie alla presenza di un sanitario, il coordinatore della donazione, che a tempo pieno si dedica a questo lavoro e trascorre molto del suo tempo nell’obitorio dell’ospedale. Borgognissanti, 16 - 54123 Firenze Tel. 055.293303 e-mail: [email protected] Forte sviluppo della donazione di tessuto osseo Anno 2000: consolidati i risultati del “modello toscano” della donazione ell’anno 2000 in Toscana abbiamo ottenuto 94 donazioni di organi con un tasso di donazione di 26,6 donatori p.m.a. Nel 1999 sono state ottenute 100 donazioni di organi che hanno rappresentato un risultato senza precedenti rispetto agli anni precedenti (in media negli anni precedenti si erano ottenute 45 donazioni di organi). Il risultato del 1999 è stato determinato dall’applicazione del nuovo modello organizzativo toscano alla donazione di organi. Considerato che nel 1998 le donazioni erano state 46, la crescita complessiva nel primo anno di applicazione del modello organizzativo toscano era stata del 117%. Sebbene chi è esperto di organizzazione sanitaria non abbia nutrito nessun dubbio sulla validità del nuovo modello, qualcuno meno esperto avrebbe potuto obiettare che questo risultato poteva essere casuale. I dati dell’anno 2000, seppur con un lieve flessione rispetto al 1999, confermano una crescita superiore al doppio rispetto al periodo precedente all’applicazione del nuovo modello ideato in Toscana sulla base del modello spagnolo. Infatti le se confrontiamo le 94 donazioni dell’anno 2000 con le 46 del 1998 vediamo che la crescita è stata esattamente del 104%. Come per ogni altro programma di donazione di tessuti attivo in Toscana, questo è risultato del lavoro di centinaia di operatori sanitari adeguatamente preparati ad affrontare il processo e dalla presenza della Rete di coordinamento della donazione, che grazie alla presenza dei coordinatori locali mantiene sempre attiva la complessa macchina della donazione. N Il modello organizzativo toscano della donazione è stato applicato al programma di donazione del tessuto osseo a partire da metà gennaio dell’anno 1999. Già nel primo anno di attività, con 44 donazioni, la Toscana era al primo posto in Italia per tasso di donazione di questo tessuto. Nell’anno 2000 le donazioni di questo importante tessuto sono ancora cresciute e la Toscana riconfermando questo primato. Le donazioni nell’anno 2000 sono state in totale 64. La crescita complessiva nel 2000 è stata del 45,4% in più rispetto all’anno precedente. Vogliamo ricordare che nel 1998, anno precedente alla applicazione del nuovo modello organizzativo si erano avuto solo due donazioni di tessuto osseo. Primi in Italia per tasso di donazione di valvole cardiache Il programma di donazione di valvole cardiache nel 2000 ha dato risultati sovrapponibili ai risultati dell’anno precedente. Nella figura sono riportati i donatori di cornea a partire dal 1996, anno precedente l’applicazione del nuovo modello organizzativo della donazione in Toscana. Già nel 1997 la donazione raddoppiò rispetto all’anno precedente e di nuovo raddoppio nel 1998 ed ancora si ottenne un forte incremento nel 1999. Anche nell’anno 2000 la donazione di cornee in Toscana Nella figura sono riportati i donatori di tessuto osseo a parè cresciuta. In totale sono state ottenute 1202 donazioni tire dal 1998, anno precedente l’applicazione del nuovo con un tasso di donazione di 340,6 donatori p.m.a. Con modello organizzativo della donazione in Toscana. Le donazioni complessive infatti nel 2000 sono state 70 mentre nel 1999 erano state 71. Con 19,8 donatori p.m.a. la Toscana si conferma prima regione d’Italia per tasso di donazione di valvole cardiache per il terzo anno consecutivo. Donazione di cute ai vertici nazionali Il grafico mostra livelli di donazione nei due anni precedenti alla applicazione del nuovo modello organizzativo toscano. Come è graficamente ben evidente l’andamento della donazione è più che raddoppiato rispetto agli anni precedenti. Crescita della donazione di cornee Il programma di donazione di cornee è stato il primo ad essere attivato con il nuovo modello di organizzazione sanitaria della donazione. Infatti, dopo la nomina dei vari coordinatori locali, avvenuta il 15 luglio 1997, fu realizzato il primo corso “La donazione di cornee”, il 22 luglio 1997, ed i coordinatori locali avviarono il programma di donazione. 4 Dopo una prima fase sperimentale in cui il programma di donazione è stato avviato nel solo ospedale di Siena, a partire dal 1 giugno 2000 la donazione di tessuto cutaneo è diventata un programma di tutti gli ospedali toscani. Nonostante, quindi, che i mesi di piena attività siano stati solo otto nello scorso anno, abbiamo ottenuto 52 donazioni di cute con un tasso di donazione di 16 donatori di tessuto cutaneo p.m.a. Pur non disponendo di molti dati per poter fare confronti possiamo affermare senza alcun timore di essere smentiti, che la Toscana è la prima regione d’Italia per numero e per tasso di donazione di tessuto cutaneo. Considerata l’importanza sociale nel trattamento di tanti pazienti, il tessuto cutaneo presente nel Centro di conservazione della Banca dei tessuti e cellule è già disponibile per ogni centro di dermatologia che esegue trapianti e, soprattutto, per ogni centro ustionati. Il programma di donazione di tessuto cutaneo prevede, in Toscana un protocollo che si basa soprattutto sui donatori deceduti in a.c.r. e rappresenta la normale evoluzione del primo programma di donazione di tessuti avviato: il programma di donazione di cornee. Sicuramente questo programma di donazione può essere attivato con gli stessi risultati in ogni regione che, come la Toscana, dispone di una rete di coordinamento con cooradinatori della donazione che operano a tempo pieno.