..:: ASSOCIAZIONE RADIOAMATORI E COMPUTERISTI ::.. Periodico di informazione, tecnica e cultura radiantistica, annunci e comunicazioni per i Soci MAGGIO-GIUGNO 2002 DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Rampichini (I0XKH) COORDINATORE EDITORIALE Guido Gagliani Caputo (IZ0DZS) GRAFICA Gianluca Virga Redazione: Via Angelo Poliziano, 8 c\o Ass. Ermes Fax: 06233210615 Tel.: 3331713996 [email protected] GLI ESPERTI DI ARAC NEWS SONO A DISPOSIZIONE DEI LETTORI, PER CUI CHIUNQUE AVESSE DEI QUESITI DA PORRE LO FACCIA LIBERAMENTE. SARA’ LORO RISPOSTO DALLE COLONNE DEL GIORNALE. REDAZIONE: Fax: 06233210615 e-mail: [email protected] ANNO XIV - NUMERO 3 2 A.RA.C. Tecnica NOTIZIE UTILI Quattro elementi portatili per VHF di Claudio Abbondi – IK0 UTI (copyright CQ ELETTRONICA) Alcuni amici della locale sezione ARI soffrono di una malattia comune a molti giovani, ed anche ai non più tanto giovani. Questa malattia, dal decorso fortunatamente benigno, provoca sovente graffi, sbucciature, ammaccature varie, nonché filippiche varie da parte delle nostre cinquanta, e trova la sua origine dal desiderio di piazzare un qualche apparato ricetrasmittente in un qualche posto scomodo, ma scomodo sul serio (altrimenti non ci sarebbe gusto). La mia grande pigrizia mi ha salvato da queste spedizioni, ma non mi ha salvato dal cercare di allestire qualche trappola per questi amici. La prima che provai ad allestire era una Yagi 4, elementi facilmente trasportabile per la gamma delle VHF. Ho optato per un boom corto, un serraggio degli elementi tramite galletti, mentre per l’adattamento di impedenza ho optato per un gamma match. DATI DI CALCOLO Avendo scelto un boom corto, ho calcolato una antenna impostata su di una dimensione massima di 0,35 lambda, pari ad un boom di 71 cm.; Riflettore 1\2 lambda + 10% 102,5 cm.; Radiatore 1\2 lambda – 1 % 98 cm.; 1° Riflettore 1\2 lambda – 2,5 % 95 cm.; 2° riflettore 1\2 lambda – 3,5 % 93,2 cm.; - gamma match - tondino da 10 mm., lungo 28 cm.; - un pezzo di RG58 lungo 22 cm, saldato al centrale di un PL da pannello. Per la costruzione dei radiatori ho utilizzato del tondino di alluminio da 10 mm, lo stesso che ho utilizzato per gamma match. Ho praticato un foro al centro di ogni tondino con una punta da 5 mm., ed ho utilizzato dei bulloni e dei galletti per il serraggio, mentre il radiatore è stato realizzato con un pezzo di tondino da 24 mm. che mi trovavo tra le mani. Essendo alimentato mediante un gamma match, il radiatore è a massa; la fascetta di taratura è stata realizzata con due pezzi di piattina in alluminio (va bene qualsiasi formato: io ho usato piattina da 10x1), che verrà preformata utilizzando un piccolo martello da tappezziere ed un manico di cacciavite mignon. In breve, si apre legger- FISCO: ON-LINE LE BOZZE DI UNICO 2002 E DUE NUOVE GUIDE mente la morsa e si poggia il manico del cacciavite, dando dei colpetti leggeri; pian piano la piattina si curva, si controlla sul radiatore fino a quando è quasi perfetta, poi con le pinze a becco lungo e con la morsa si porta a misura. Questo per quanto riguarda la parte da serrarsi sul radiatore, mentre si utilizzerà la lama di un cacciavite per il tondino del gamma: basta un minimo di attenzione, e verrà fuori un lavoro molto pulito. Il supporto per il PL lo si ottiene da un pezzo di lamierino inox o di alluminio, come si può vedere nelle foto. Il R.O.S. si mantiene sufficientemente contenuto (a 144 MHz risulta essere di poco superiore a 1.1), sale leggermente fino ai 145.500, dove si attesta a 1.3, restandoci fino ai 146.500. Quanto alla resa, è quella normale di una 4 elementi: nulla di miracoloso, la si realizza in un pomeriggio; allentando i galletti diventa comoda da trasportare e da installare, anche per le vacanze… E allora buon lavoro e 73 da IK0UTI L'Agenzia delle Entrate ha pubblicato on-line le bozze dei modelli di dichiarazione dei redditi Unico 2002 per le persone fisiche e le societa' di persone e di capitali. I modelli, di prossima approvazione, sono stati predisposti in duplice versione grafica: di colore azzurro quella in Euro, e di colore verde quella in lire. FARMACI: BOLLINO PER I MEDICINALI SENZA RICETTA E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'8 febbraio scorso il decreto del Ministero della Salute, che prevede l'adozione del bollino di riconoscimento per i medicinali non soggetti a ricetta medica. Il provvedimento stabilisce che il bollino dovra' essere riportato, a stampa o mediante sistema adesivo non rimovibile, sulle confezioni immesse sul mercato a partire dal 1° marzo 2002. Il bollino e' di forma circolare e contiene la scritta "farmaco senza obbligo di ricetta“, ed ha al centro un simbolo costituito da una croce rossa, al cui interno e' raffigurata una faccina sorridente (“smile”) rossa. 3 A.RA.C. Turismo VIENNA Vienna? E’ un valzer di Strauss! O magari di Franz Lehar, il re dell’operetta che proprio a Vienna, la sera di Santo Stefano del 1905, mise in scena per la prima volta la sua “Vedova allegra”, riscuotendo un trionfo, perfino al di là delle previsioni. Del resto a Vienna di musica ce ne è stata e ce ne è tanta: basta pensare a Mozart, Schubert, Brahms e Schoenberg. Una città romantica per eccellenza… Le crinoline dell’imperatrice Sissi, i soldati con le uniformi bianche che sfilavano al ritmo della “Marcia di Radetzki”, e anche Mayerling, che tragicamente si uccise con la sua giovane amante (ma soltanto per amore…?). E’ una città civilissima, fra le più nobili in Europa, con strade, piazze, chiese e palazzi che rammentano il grande impero della mitteleuropa, una vita culturale tra le più intense, e un pericolo che è stata capace di evitare: quello di chiudersi solamente nei ricordi e nella nostalgia. Ricordo e nostalgia dell’immenso Stato del tempo degli Asburgo, costruito a forza di matrimoni e di leggi giuste, anzichè attraverso lo strumento della conquista militare. Vienna certamente poteva diventare un semplice ricordo archeologico se non avesse potuto contare sull’anima di una tale città e sulla allegria della sua gente, e lo confermò anche nei giorni della caduta. L’impero era multietnico. Si frantumò sotto i colpi di una guerra perduta (ricordiamo la “caduta delle aquile”, in Austria come in Germania, o nella Russia dei Romanov), e del risorgere dei sentimenti nazionali. Fu tuttavia capace di morire in piedi, almeno sul piano culturale. Mentre il dramma si consumava, Vienna non rinunciò a far vedere di che stoffa era fatta, e furono gli anni che passarono sotto il nome di “gaia apocalisse”. Vienna meravigliò il mondo con una esplosione di cultura assolutamente sorprendente: Klimt nella pittura, la Bauhaus in architettura, Musil per il romanzo, Kafka a Praga, anch’egli suddito dell’impero, Schoemberg, che volle dire la musica dodecafonica, Freud per la psicanalisi, ed è un elenco che potrebbe continuare molto a lungo. Oggi Vienna è una delle maggiori capitali ( forse “la capitale” per eccellenza) della musica in Europa, con un’orchestra filarmonica nella quale si alternano alla guida direttori d’eccezione, una stagione operistica di grande livello, seconda solo alla Scala di Milano (che del resto comparve alla ribalta proprio negli anni dell’impero), concerti a ritmo incalzante, compresi quelli che si tengono nella suggestiva cornice della cattedrale di Santo Stefano, che ha navate dall’acustica perfetta. E se vogliamo una conferma in spicciolo, citeremo quel Concerto augurale di Capodanno, seguito ovunque nel mondo, grazie agli schermi della televisione, da milioni e milioni di spettatori. Una città ospitale quanto altre mai: e anche questo fa parte della storia e della tradizione. A cura di Daniela Gagliani Caputo Prendiamo una guida del telefono e scorriamola a caso. Accanto ai nomi di chiara matrice germanica, ne troveremo tantissimi che sono magiari, slavi, italiani o ebraici, a testimonianza di una Vienna imperiale capace di accogliere i sudditi delle più diverse province, nel caso per ingaggiarli nella propria burocrazia. Alcuni in seguito ritornarono nella terra di origine, altri rimasero a Vienna, ed è con orgoglio che i figli o i nipoti ricordano le loro radici, pur dichiarandosi, con altrettanta fierezza, cittadini austriaci. Il che significa, tale è la mescolanza di genti, che a Vienna è un po’ come trovarsi a casa. La musica, abbiamo detto. E ancora la collezione dei Bruegel del Museo di arte antica, che è la più bella e la più completa che esista sul Continente, le chiese, i palazzi imperiali dal carattere monumentale, quasi tutti ispirati al gotico- barocco, come il palazzo Hofburg, quello del Belvedere, la residenza estiva di Schoenbrunn, che fu la Versailles degli Asburgo, fino ad arrivare ai caffè, caldi e accoglienti. La torta Sacher, i ristoranti, dove si fa dell’ottima cucina, compreso il ristorante sulla Donausturm, la torre girevole, con vista mozzafiato sul Danubio. Oppure il quartiere di Grinzing, con le taverne dove, ascoltando musica popolare si può degustare un profumato vinello bianco che proviene dal sud, dal Tirolo, e lo spettacolo della gente che scorre per strada, di sera, con la serena, consapevole bellezza delle donne, alte, bionde, e visi color di pesca. E ovviamente il Prater, cioè il bosco viennese, che circonda la città verso il gran fiume in un abbraccio affettuoso e possessivo che fa sognare senza nemmeno chiudere gli occhi… Basta lasciarsi andare! d.g.c. Palazzo Imperiale con la statua a cavallo del Principe Eugenio di Savoia, Conte di Soisson 4 A.RA.C. Medicina LE VARICI Le varici degli arti inferiori costituiscono una delle malattie più frequenti nella popolazione occidentale. Maggiormente colpito è il sesso femminile, con un rapporto di 4:1 rispetto al sesso maschile. A livello degli arti inferiori esistono due sistemi venosi: uno superficiale ed uno profondo. La circolazione si sviluppa dal circolo superficiale verso quello profondo attraverso connessioni che perforano in profondità lo strato muscolare. Dal sistema profondo il sangue viene spinto in alto, contro la forza di gravità, dalla contrazione della pompa muscolare. Tale sistema è provvisto di valvole direzionali: quando il meccanismo diventa insufficiente, il sangue, durante la contrazione muscolare, rifluisce nel circolo superficiale, dilatando le vene (grande e piccola safena). Le varici si distinguono in primitive (o essenziali) e in secondarie. La causa principale delle varici primitive sembra essere una debolezza strutturale ereditaria della parete venosa, ma alcuni fattori di rischio (età, razza, sesso, tipo di lavoro, gravidanze ed obesità), da soli o in combinazione, hanno una parte più o meno importante nel loro sviluppo. Le varici secondarie, invece, insorgono in conseguenza di episodi tromboflebitici (ad esempio durante la gravidanza) e in presenza di anomalie congenite. In questo caso la dilatazione delle vene del circolo superficiale rappresenta una utile via collaterale di scarico del sangue, es- essendo il circolo profondo ostruito dalla trombosi. L’insorgenza delle varici può essere in parte prevenuta seguendo alcune semplici norme comportamentali: evitare il più possibile la prolungata esposizione delle gambe a fonti di calore diretto o al sole, evitare di rimanere a lungo fermi in piedi o seduti, ridurre o eliminare il fumo, mantenere sotto controllo il peso corporeo, evitare la stipsi e praticare attività fisiche o sportive come il nuoto. Dal punto di vista sintomatologico, il paziente riferisce in genere senso di pesantezza e tensione alle gambe, durante la prolungata stazione eretta o alla sera, crampi muscolari notturni, senso di bruciore, prurito, gonfiore alle caviglie più accentuato alla sera o nei mesi più caldi. Talvolta il primo sintomo riferito è l’irrequietezza degli arti, una sorta di impossibilità a tenere le gambe ferme che insorge durante la notte. L’esame clinico del paziente in posizione eretta fornisce informazioni dirette sulla forma, l’estensione e la sede delle varici, e permette di evidenziare zone di alterata pigmentazione della cute in corrispondenza o in vicinanza dei gavoccioli varicosi. In fase avanzata possono formarsi vere e proprie ulcerazioni della cute, oggi fortunatamente di raro riscontro. L’esame doppler, o meglio color-doppler, permette una valutazione precisa delle condizioni circolatorie del sistema venoso superficiale e profondo degli arti inferiori, permettendo un mappaggio delle vene utile ai fini chirurgici. I criteri di scelta tra terapia A cura del Dott. Giancarlo d’Ambrosio farmacologica, elastocompressiva, chirurgica e sclerosante si basano sul quadro sintomatologico e sul reperto clinico. La chirurgia è l’unica terapia risolutiva delle varici degli arti inferiori, mentre quella farmacologica ed elastocompressiva (uso di calze elastiche) può contribuire solo al miglioramento della sintomatologia. L’intervento chirurgico deve essere sempre consigliato in presenza di varici molto estese o di una sintomatologia difficilmente controllabile dalla terapia medica. Lo scopo della terapia chirurgica è l’asportazione più completa possibile di tutte le varici, e determina l’eliminazione della stasi venosa nel circolo superficiale e la risoluzione definitiva del quadro sintomatologico, scongiurando l’eventuale comparsa di flebiti o, nelle fasi avanzate, ulcere. Le varici vengono eliminate mediante l’introduzione di una sonda nella vena safena, che viene in tal modo asportata, e attraverso piccole incisioni multiple cutanee, dalle quali, con sottili strumenti ad uncino, vengono sfilati i rami collaterali dilatati. L’intervento può essere eseguito in anestesia parziale o locale, è poco traumatizzante, non doloroso, e prevede una degenza di un solo giorno, nonché una rapida ripresa di una normale vita di relazione. La terapia sclerosante si esegue ambulatoriamente, mediante l’iniezione di sostanze irritanti nel lume venoso, che determinano una tromboflebite localizzata e di moderata entità, cui fa seguito l’occlusione del seg- mento di vena trattata. Tale terapia, poco dolorosa e ben tollerata dai pazienti, rappresenta il trattamento di scelta nelle dilatazioni di piccoli vasi superficiali (teleangectasie) che spesso rappresentano nelle donne un importante problema estetico. La terapia sclerosante può essere efficacemente utilizzata anche nel trattamento di piccole varici o come completamento di un intervento chirurgico. Le teleangectasie possono essere trattate con il laser, anche se la scleroterapia rappresenta il trattamento di scelta. La terapia con il laser trova indicazione nel trattamento delle teleangectasie di diametro inferiore al millimetro, di origine capillare e di colore più rosso, dove la scleroterapia è tecnicamente più difficile. g.d’a. 5 A.RA.C. Famiglia COMPRAVENDITA IMMOBILI Il 17 gennaio c.a. ho venduto un appartamento di mia proprietà occupato da un inquilino. Nei primi del mese stesso l’inquilino mi ha corrisposto il regolare fitto del mese. Desidero sapere quanto segue: - all’acquirente dell’appartamento devo versare la quota di fitto relativo al periodo dal 17 al 31 di gennaio che io ho riscosso anticipatamente dall’inquilino? - il deposito cauzionale che ho ricevuto dall’inquilino alla firma del contratto, a chi devo riconsegnarlo: all’inquilino o al nuovo proprietario? Se non risulta diversamente pattuito nel contratto di compravendita relativo all’appartamento venduto, il proprietario venditore è tenuto a versare al compratore la quota di fitto relativa alla parte residua del mese nel quale risulta avvenuto il trasferimento della proprietà. Il deposito cauzionale versato dall’inquilino alla firma del contratto d’affitto deve essere messa a disposizione di entrambe le CHIUNQUE DESIDERI RICEVERE INFORMAZIONI SU QUESTIONI CONDOMINIALI, PUO’ INVIARE LE SUE RICHIESTE ALLA REDAZIONE DI A.RA.C. NEWS. parti interessate (inquilino e nuovo proprietario), che decideranno a chi dovrà essere versata la somma. SPESE DI RISTRUTTURAZIONE Sono proprietario di un box auto sottostante ad una palazzina nella quale non abito. Dato che detto fabbricato necessita di ristrutturazione completa, oltre alla parte di spesa di rifacimento copertura, in quali altre spese devo partecipare? L’amministratore asserisce che devo partecipare anche alle spese di tinteggiatura facciate, riparazione frontalini balconi e altro. E’ corretto? Il proprietario del box, anche se non è proprietario di appartamento condominiale, è tenuto a concorrere alle spese di restauro delle strutture costituenti parti comuni di proprietà di tutti i condomini (ad esempio: tetto, facciate esterne, ecc.), naturalmente in proporzione al valore in millesimi della porzione immobiliare (box) di sua proprietà. RISCALDAMENTO L’appartamento di mia proprietà usufruisce di riscaldamento centralizzato, e comunica con un sottotetto - pure di mia esclusiva proprietà e regolarmente censito - per mezzo di scala a chiocciola, eseguita, con tutti gli altri lavori di ristrutturazione del sottotetto, nel 1981. A cura di Terenzio Grazini I lavori nel sottotetto, condonati nel 1995, permisero l’abitabilità certificata dal Comune. Il sottotetto è dotato di riscaldamento autonomo. L’Assemblea condominiale del 1992 ha richiesto un contributo forfetario annuale per “dispersione termica” a causa dell’apertura del soffitto per la scala di comunicazione, contributo da me allora accettato per il “quieto vivere”. Desidererei sapere se tale contributo può essere legalmente richiesto. Bisogna tener presente che, a prescindere dalla norma-tiva vigente in materia di impianti di riscaldamento (L. 13/7/’66 n. 615; dpr 22/12/’70 n. 1931; L. 9/1/’91 n. 10; dpr 26/8/’93 n. 412; dpr 15/11/’96 n. 660; dpr 15/11/’96 n. 661), ogni impianto centralizzato è progettato in modo da ottimizzare la utilizzazione del calore in funzione della temperatura prestabilita (dalla legge e/o dal Regolamento condominiale) e dal numero dei radiatori (o strumenti similari) installati e dalle cubature dell’immobile condominiale. Pertanto, ogni modifica nel numero dei radiatori o nella cubatura riscaldata comporta un maggior consumo, a parità di temperatura, che si traduce in maggiori costi, da imputare sulle quote addebitate ai condomini. L’apertura dei locali del sottotetto ha necessariamente comportato un aumento della cubatura complessivamente riscaldata, e quindi, un intuibile maggior consumo, nonostante il riscaldamento autonomo dei nuovi ambienti, per lo squilibrio termico conseguente al complessivo maggior volume dei locali posti su piani diversi. Risulta, pertanto, giustificato l’addebito del contributo forfetario annuale per “dispersione termica”. t.g.. RADIOAMATORI: SULLA STRADA PER L’ESENZIONE I radioamatori per il 2002, sulla base del decreto relativo ai contributi previsti per la loro attività, saranno tenuti a corrispondere 5 Euro per chi è titolare della "patente ordinaria“, e 3 Euro per i titolari di "patente speciale". Questa cifra forfettaria è stata prevista dal Ministero delle Comunicazioni, in quanto i radioamatori esplicano un'attività di interesse altamente sociale, nonché compiti di protezione civile. Il Ministro Gasparri si è impegnato, proprio per le attività svolte da questa categoria, affinché nella prossima Legge Finanziaria i radioamatori abbiano l'esenzione totale dal pagamento di qualsiasi contributo. Intanto, proprio su indicazione del Ministro, il Ministero delle Comunicazioni sta mettendo a punto un nuovo provvedimento tecnico per riconoscere tutta una serie di prerogative attuate nell'Unione Europea, ma non ancora recepite in Italia. 6 A.RA.C. Arte – I COLORI DEI BLASONI (1^ parte) Tra le infinite sfumature di linguaggi che l’uomo possiede per raccontarsi, il colore è il mezzo che gli permette di esprimere concetti precisi, riguardanti le proprie idee. Il colore è l’effetto concettuale ai fini della distinzione del pensiero tra uomini, il colore della macchina: il colore dell’abito, il colore della cravatta ci fanno capire abbastanza della persona che possiede questi oggetti. Come noi contemporanei ci relazioniamo agli altri per mezzo dei colori dei nostri accessori, mille anni fa l’uomo dell’alto medioevo si relazionava con i suoi contemporanei nello stesso modo. Le facciate delle cattedrali gotiche erano completamente pitturate con smalti di vari colori, e dovevano sembrare un brulichio di immagini chiassose e solenni che, facendosi spazio tra loro, comunicavano il loro messaggio preciso. Non a caso le prime teorie sul colore e il loro significato filosofico sono state elaborate all’epoca; esempio lampante sono i colorati stemmi gentilizi che adornavano le facciate di palazzi, torri cittadine e gli affreschi delle stanze. Con l’avvento della cavalleria feudale ed il consolidarsi di poteri ereditari, si pongono le premesse perché l’araldica possa avere vita lunga, e come ogni attività umana che debba avere vita lunga, necessita inevitabilmente di leggi ferree. Alcuni studiosi fanno risalire il primo simbolo araldico alle guerre in Terrasanta: si trattava della croce esibita negli scudi dei cavalieri, azzurra per gli italiani, bianca per i francesi, nera o arancione per i tedeschi, rossa per gli spagnoli, verde per i sassoni e giallo-rossa per gli inglesi. Per distinguere maggiormente l’ordine d’appartenenza, nel caso dei crociati si modificò la croce originaria in croce ramponata, patente, fitta, nodosa, gigliata, doppia, patriarcale, papale, teutonica, greca, trifogliata, ricrocettata, e così via. Nelle regole alle quali si faceva riferimento poco sopra, si parla dei colori sotto la voce di “smalti”; i colori, più delle figure, sono la chiave del linguaggio araldico. Esistono degli stemmi con A cura di Giacomo Pintus soli due colori, come lo stemma della Casa Reale di Savoia, il quale esibisce una croce bianca su campo rosso, avvalorando così un assioma della scienza araldica che recita così: “Chi meno ha, più ha”. Nel XII secolo sono stati definiti una volta per tutte i colori dei sette smalti; il numero è esiguo quanto evocativo a livello simbolico: mai nessuno si azzarda a definire con precisione il perché di un numero così ristretto e perché proprio quei determinati colori. Tra le tante versioni, essi rappresenterebbero le sette virtù, i pianeti, le gemme… Una cosa è certa: rappresentano tutta la scala cromatica, dalla nigredo (nero) all’albedo (bianco o argento), accogliendo in seno il rubedo (rosso). Oro, argento, rosso, azzurro, nero, verde e porpora costituiscono lo spettro utilizzato; sono di impiego raro e sospetto tutti gli altri colori (marrone, arancio etc.). Per rappresentare il colore nei disegni in bianco e nero, si è ricorso alla soluzione di far corrispondere un determinato tratteggio del campo colorato con un colore preciso. Ad esempio, il rosso è rappresentato da linee verticali, l’azzurro da linee parallele orizzontali, etc. La scienza del blasonare, vale a dire l’arte di descrivere le armi gentilizie, continua ad essere l’unica arte visiva con un canone preciso rimasto immutato da novecento anni, che continua a comunicare lo stesso messaggio storico, culturale e sociale di allora. g.p. Tabella relativa agli adattamenti dei colori su rappresentazioni araldiche in bianco e nero 7 A.RA.C. Storia ARRIVA NAPOLEONE! (2^ Parte) Siamo nel 1804. Nel giro di un lustro Napoleone è riuscito a sconvolgere gli equilibri europei, e la situazione appare quantomai instabile, con particolare riferimento all’Italia. Il 18 maggio Napoleone è incoronato Imperatore dei francesi. Nell’arco di ulteriori cinque anni l’intera Penisola cade sotto il dominio francese. Nel 1802 era stata la volta di gran parte del Piemonte (la Repubblica Subalpina), annessa direttamente alla Francia, e la medesima sorte era poi toccata alla Toscana, nella quale, soppresso il Granducato e cacciati i Lorena d’Austria, si era instaurato il Regno d’Etruria (1803). Nel 1805 è la vota della Repubblica di Genova e del Ducato di Parma. Il 2 febbraio 1808 viene occupata Roma, e l’anno successivo, col decreto di Shonbrunn, viene abolito il potere temorale della Chiesa: ciò che resta dello Stato Pontificio (Lazio e Umbria) viene annesso. Questi territori entrano ufficialmente a far parte dell’Impero Francese, mentre nel resto d’Italia vengono a crearsi una serie di domini posti sotto la sfera d’influenza francese. Nel nord viene creato il Regno d’Italia, del quale Napoleone verrà incoronato sovrano il 26 maggio 1805, comprendente i territori della Repubblica Italiana (Lombardia e parte dell’Emilia), il Trentino, l’Alto Adige, il Veneto e le Marche (queste ultime già sottratte al potere papale prima dell’occupazione di Roma). Del Regno d’Italia entra a far parte anche il Principato di Lucca e Piombino, affidato alla sorella e al cognato di Napoleone, Elisa e Felice Baciocchi. All’inizio del 1806 viene creato il Regno delle Due Sicilie, assegnato al fratello dell’Imperatore, Giuseppe Napoleone, che successivamente, è il 7 luglio 1808, è nominato Re di Spagna e delle Indie, lasciando il trono ad un altro cognato di Napoleo- Ne, Gioacchino Murat, che regnerà col nome di Gioacchino Napoleone. L’Istria e la Dalmazia vengono riunite nelle Province Illiriche, ovviamente sotto la diretta influenza dell’Impero Francese. Unici possedimenti a rimanere indipendenti sono la Sardegna (sotto Vittorio Emanuele I) e la Sicilia (dove Ferdinando IV si è rifugiato a seguito della cacciata dal trono). Anche la monetazione, inevitabilmente, rispecchia la mutate condizioni politiche. Nel nostro caso poniamo l’attenzione sulle monete emesse da Napoleone come Re d’Italia: in oro vengono coniati i valori da 40 e 20 Lire, in argento quelli da 5 Lire, 2 Lire e 1 Lira, nonché i pezzi da 15, 10 e 5 Soldi; in mistura (una lega povera) sono i 10 centesimi, mentre in rame sono i valori da Centesimi 5, 3 e 1. Una monetazione che, per il ripetersi delle tipologie, appare complessivamente monotona, caratterizzata dalla rappresentazione del busto dell’Imperatore nel dritto di tutti i conii (eccetto che per i 10 Centesimi), e, al rovescio, dallo stemma araldico per i valori in Lire e dalla Corona d’Italia per i rimanenti (Soldi e Centesimi). Appare lampante il desiderio di affermare il potere autoritario attraverso quello che viene comunemente definito il “culto della personalità”. Napoleone reggerà le sorti della penisola per quasi quindici anni, ma alla fine rimarrà vittima Regno d’Italia A cura di Gianluca Virga della sua stessa ambizione. Un colpo decisivo alle sue aspirazioni viene dalla disastrosa campagna di Russia (1812): tradito dai suoi alleati austroprussiani, è costretto a ritirarsi. Nell’ottobre del 1813 è sconfitto a Lipsia nella cosiddetta “Battaglia delle Nazioni”, combattuta dai franco-spagnoli contro tutte le altre grandi potenze europe (Austria, Russia, Prussia, Svezia e Inghilterra). L’Impero è in disfacimento. Con il trattato di Fontainebleu dell’11 aprile 1814 Napoleone è costretto ad abdicare, e a prendere quindi la via dell’esilio nell’Isola d’Elba. Nel novembre dello stesso anno ha inizio il Congresso di Vienna, che dichiara decaduto il potere dell’Imperatore. Nel marzo del 1815 Napoleone fugge dall’isola con l’usilio di un manipolo di 1000 granatieri, e tornato in Francia instaura il famoso “governo dei cento giorni”, che troverà però il suo triste epilogo con la disastrosa battaglia di Waterloo (1815). E’ nuovamente costretto all’esilio, questa volta in una sperduta isoletta dell’Atlantico, Sant’Elena, dove la morte lo coglierà sette anni più tardi. Con la caduta di Napoleone, tornano alla ribalta i sovrani e le simbologie pre-napoleonici, e con essi gli austriaci. Il geniale comandante ha lasciato per sempre il campo di battaglia, e consegna alla storia un’Europa che ora si adopera per ristabilire i vecchi equilibri dinastici. Ha inizio l’età della “Restaurazione”. g.v. Alcune monete emesse durante il Regno d’Italia napoleonico. Qui in alto il rovescio e il dritto dello scudo da 5 Lire (argento). Province Illiriche Regno delle Due Sicilie Regno di Sardegna Altre monete del regno napoleonico. Regno di Sicilia In senso orario (dalla prima in alto a sx), un esemplare da 1 Soldo (rame), 1 Lira (argento), 5 Soldi (argento) e 3 Centesimi (rame). L’Italia nel periodo di massima egemonia francese. Tutte le monete riportano al dritto l’effige dell’Imperatore, sulla tipologia delle 5 Lire. 8 ELETTRONICA FANTASY GdO Informatica - A cura di Cesare Gagliani Caputo di Giovanni Biscossi Via L. V. Bertarelli, 63-65 Roma Tel. 064382448 Sconti ai soci per tutto ciò che riguarda accessori per computer, componenti elettronici, kit Nuova Elettronica, altoparlanti, accessori Hi-Fi, telefonia, video ed altro ancora. HOBBY RADIO S.r.l. TELEFONIA ED ACCESSORI VENDITA E ASSISTENZA RICETRASMETTITORI PER USO AMATORIALE E PROFESSIONALE V.le Angelico, 47-49 Roma Tel.: 0637514242 Fax.: 063701361 Da Hobby Radio potete trovare anche i numeri di A.RA.C. News. IMMAGINE DESKTOP Il computer ormai fa parte della nostra vita quotidiana, e quindi ha imparato ad adattarsi alle esigenze, anche estetiche, di chi lo utilizza. Design e colori più svariati hanno invaso il mercato, rendendo “appetibile” questo elettrodomestico. Se l’esterno è importante, non meno può esserlo ciò che appare sullo schermo all’accensione del computer, che può benissimo essere coordinato con il nostro arredamento, il gusto e l’umore. Oggi Internet mette a disposizione una quantità infinita di immagini e sarà, per noi, divertente e facile cambiare il look. Attraverso un motore di ricerca (Virgilio, Google, etc.) sceglieremo immagini ad alta risoluzione per desktop. Trovata l’immagine a noi gradita, sarà sufficiente cliccare con tasto destro del mouse sopra la foto e A.RA.C. NEWS Sede: Via A. Poliziano 8 - int. 2bis – Roma Ricevimento Soci: mercoledi dalle ore 16,30 alle 18,30 ****************************************** Via Gregorio VII° 225 - 00165 Roma Tel. e Fax 06635766 C.P. 12347 - 00100 Roma Belsito e-mail associativa: [email protected] Arac News viene stampato in proprio e distribuito gratuitamente ai Soci della Associazione RAdioamatori e Computeristi. selezionare “salva immagine con nome”, salvando direttamente sul desktop. Per visualizzare l’immagine appena salvata, fate clik con tasto destro del mouse sul desktop e selezionate “active desktop”, e quindi “personalizza desktop”. Dopo aver selezionato la scheda sfondo e cliccato su sfoglia, sarà sufficiente trovare il nome dell’immagine prescelta, selezionare “proprietà schermo” e cliccare su “applica”. Apparirà l’anteprima della immagine stessa. Attraverso “proprietà dello schermo” si potrà modificare a proprio piacimento l’immagine, ripetendola più volte sullo schermo o centrandola. Sarebbe opportuno creare un archivio, anche con le proprie fotografie opportunamente scannerizzate, per potere modificare in qualsiasi momento l’immagine sul nostro schermo. c.g.c. Glossario dei termini informatici e telematici B Buffer Porzione di memoria Ram dedita ad immagazzinare dati di utilizzo successivo. Viene utilizzata quanto è necessario attendere una periferica più lenta, come una stampante, per conservare file o copie di dati che potranno servire in futuro, oppure per non appesantire la Ram impegnata nell'esecuzione di programmi attivi. Bug Difetto, errore o carenza software o di hardware. BUS Collega elettronicamente i vari componenti del computer. Attraverso il Bus vengono inviati i vari segnali, dati, indirizzi di memoria o segnali di controllo. Byte Unità elementare di memorizzazione. composta da 8 bit. Solitamente un Byte rappresenta un singolo carattere, come un numero, una lettera o un simbolo. Poiché il byte è un'unità di memorizzazione molto piccola, nell’indicare la capacità di memorizzazione di un disco rigido e della memoria principale, si usa il KiloByte (1024 byte), il MegaByte (1.048.576 byte) e il GigaByte (1.073.741.824 byte). A.R.A.C. NEWS ha bisogno della collaborazione di tutti, e di qualsiasi tipo. Allo stesso tempo è al servizio degli iscritti; quindi ben vengano articoli, sia tecnici che di opinione, poesie, annunci di compra/vendita ecc. Il materiale dovrà pervenire entro le seguenti date: 15 gennaio per febbraio, 15 marzo per aprile, 15 maggio per giugno, 15 luglio per agosto, 15 settembre per ottobre e 15 novembre per dicembre; sarà pubblicato a discrezione della Redazione. Il materiale restituito. di inviato non verrà