Sondiamo nella Bibbia,
negli scritti di Ellen White
e
nella moderna ricerca scientifica
per scoprire
i principi-guida
e i pericoli connessi all'informazione
e a tali moderne forme d'arte
1
IIN
ND
DIIC
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E
Introduzione
pag. 3
I Parte: Citazioni di Ellen White
pag. 3
II Parte: Esame biblico
pag. 13
III Parte: Uno sguardo alla ricerca scientifica
pag. 16
Stralci dal libro di Anna Oliverio Ferrarsi "TV per un figlio"
pag. 16
Stralci dal libretto "Violenza ai Minori: Conoscere per prevenire"
pag. 22
Conclusione
pag. 24
2
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Ellen White definì se stessa, più di una volta, una
"piccola luce" che deve condurre alla luce più grande e completa della Parola di Dio. Essa ebbe anche
a dire che l'opera di un profeta, negli ultimi tempi,
non si sarebbe resa necessaria se il popolo di Dio
fosse rimasto attaccato alle Scritture e ai suoi insegnamenti. Sicuramente l'argomento proposto per la
presente ricerca non fa eccezione, infatti il Signore
diede ad Ellen White numerose rivelazioni sui pericoli che cominciavano a profilarsi per la nascente
chiesa degli ultimi giorni, tempi di particolari tentazioni, con il diffondersi di libri di ogni genere, giornali,
opere teatrali, ecc.
È unicamente per questa ragione che il presente studio antepone le citazioni della White all'esame
biblico, nella speranza che i principi espressi nella Parola di Dio assumano un significato più profondo
alla luce dei chiari avvertimenti donati tramite lo Spirito di Profezia.
Mentre si leggono le seguenti citazioni, è bene
tener costantemente presente (a parte il linguaggio
ovviamente ottocentesco ed il contesto storico) che
tutto ciò che si applica alla lettura, si può a maggior
ragione applicare anche a films e TV, di cui la White
non poteva parlare, perché ancora inesistenti, tanto
più che è oggi ormai ampiamente provato che l'impressione lasciata dall'immagine nella parte inconscia della mente supera di gran lunga quella lasciata dalla parola scritta.
È inoltre bene ricordare che l'inconscio (anche quello degli adulti) non distingue fra realtà e fantasia;
per cui è solo una scusa della nostra parte razionale quella che distingue, per esempio, fra la nocività di un delitto visto in un film ed uno reale.
È piuttosto impressionante, poi, leggere nella terza parte – quella che si occupa delle ricerche scientifiche sugli effetti della televisione soprattutto sull’infanzia – che certi avvertimenti dati nell’Ottocento
fanno oggi il paio con gli allarmi lanciati ormai numerosi dagli studiosi.
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SAPER CONTROLLARE I NOSTRI SENSI
Come Satana riesce a penetrare nel cuore
«Tutti devono proteggere i propri sensi, altrimenti Satana riuscirà a dominarli: si tratta infatti delle vie
che conducono al cuore." (Témoignages pour l'Église, Vol. 3 - p. 507)
«Se volete restare padroni della vostra mente ed impedire a dei pensieri vani e perversi di contaminare l'anima, dovrete fare molta attenzione ai vostri occhi, alle vostre orecchie e a tutti i vostri sensi. Solo
il potere della grazia può compiere quest'opera indispensabile.» (Id., Vol. 2 - p. 561)
«Gli angeli di Satana s'ingegnano di paralizzare i sensi affinché i consigli, gli avvertimenti e i rimproveri non siano ascoltati o non abbiano effetto sui cuori in vista di una riforma del comportamento.»
(Témoignages pour l'Église, Vol. 2 - p. 232)
3
Satana non può ledere il nostro spirito senza il nostro consenso
«Se Satana trova un modo per accedere al nostro spirito, vi seminerà la zizzania e farà in maniera
che si sviluppi e produca una ricca messe. Ma egli non può
in alcun caso riuscire a dominare i nostri pensieri, le nostre
parole e le nostre azioni, a meno che non gli apriamo noi
stessi la porta. In questo caso, egli entrerà e - distruggendo
la buona semenza gettata nel cuore - annienterà l'effetto
della verità.» (Review and Herald, 11 luglio 1893)
Impedite ogni accesso al tentatore
«Tutti coloro che portano il nome di cristiani hanno bisogno
di vegliare e pregare, e di custodire l'accesso alla propria
anima, poiché Satana è all'opera per corrompere e distruggere se gli si cede poco o tanto che sia.» (Témoignages
pour l'Église, Vol. 1 - p. 461)
«Chi può conoscere, al momento della tentazione, le terribili conseguenze di un passo falso di cui
saremo vittime per imprudenza! La nostra sola salvezza consiste nel trovare in ogni momento rifugio
nella grazia di Dio, non fidandoci del nostro personale giudizio, per non chiamare bene ciò che è male
e viceversa. Senza esitare e senza discutere, dobbiamo chiudere le vie di accesso al nostro cuore e
proteggerlo contro il maligno.» (Témoignages pour l'Église, Vol. 3 - p. 324)
Evitare di leggere, vedere ed ascoltare tutto ciò
che incita al male
«L'apostolo Pietro cercava di dimostrare ai credenti
che è molto importante non lasciar vagare il proprio
pensiero su soggetti proibiti o esaurire le proprie
energie occupandosi di futilità. Quelli che non
vogliono cadere preda di Satana faranno bene a
vegliare attentamente sulla propria anima, evitando
di leggere, vedere o ascoltare ciò che potrebbe
suggerire dei pensieri impuri. Che la loro mente eviti
di attardarsi su qualunque soggetto sia presentato
dal nemico. Custodiamo fedelmente i nostri cuori,
altrimenti i nemici dall'esterno risveglieranno i nemici dell'interno e la nostra anima errerà nelle tenebre.» (Conquérants pacifiques, pp. 464-465)
«Noi dovremmo fare tutto il possibile per evitare a
noi e ai nostri figli lo spettacolo dell'iniquità che si
pratica nel mondo. Dovremmo stare attentissimi a
ciò che possiamo vedere ed ascoltare, per impedire
che questi soggetti pericolosi s'infiltrino nel nostro
spirito. Quando i giornali penetrano in casa, mi
viene voglia di nasconderli perché nessuno vi legga
le cose ridicole e sensazionali che contengono. Il nemico si trova, a quanto pare, all'origine di un gran
numero di articoli che compaiono sui quotidiani. Tutto ciò che si può scoprire di scandaloso è rivelato
senza filtri agli occhi del pubblico.» (Notebook Leaflets, Education, N° 1)
«Coloro che desiderano possedere la saggezza che proviene da Dio sono condannati, da questa
stessa saggezza, a diventare degli insensati secondo l'opinione corrotta del mondo di oggi, alfine di
divenire saggi (allusione a I Corinzi 3:18 - ndt). Bisogna che chiudano gli occhi per non vedere il male,
né esserne impregnati. Dovrebbero tapparsi le orecchie per evitare di sentire ciò che è male e
sottrarsi a colui che potrebbe contaminare i loro pensieri e le loro azioni; dovrebbero sorvegliare
anche la loro lingua, per non proferire parole perverse e preservare la loro bocca dalla menzogna.»
(Solemn Appeal, p. 76)
Aprire la porta alla tentazione diminuisce la capacità di resistenza
«Non tentate di vedere a quale distanza dal precipizio potete camminare senza cadervi dentro. Evitate
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di sfiorare il pericolo. Non bisogna prendere alla leggera il valore della propria anima. Il carattere
costituisce il vostro capitale. Vegliate su quest'ultimo come su di un tesoro prezioso. Il rispetto di sé, la
purezza e la forza morale devono essere risolutamente e costantemente ricercati. Non allontanatevi
mai da una certa riserva; un solo atto di familiarità, una sola imprudenza possono, aprendo la via alla
tentazione, mettere l'anima in pericolo e diminuire la vostra forza di resistenza.» (Medical Ministry, p.
143)
Il disegno di Satana: eclissare le glorie dell'eternità
«Satana ha sempre cercato di mascherare le glorie del mondo futuro e di attirare tutta la nostra
attenzione sulle vanità di questa vita… Il mondo e le
sue esigenze occupano uno spazio troppo grande; per
contro, il posto che Gesù e le cose celesti occupano
nella nostra mente e nel nostro cuore è davvero troppo
esiguo.» (Review and Herald, 7 gennaio 1890)
L'aiuto degli angeli ci è assicurato
«Dovremmo sempre tener presente che agenti invisibili, buoni e malvagi, si sforzano di dirigere i nostri
pensieri. Essi lavorano con una potenza invisibile, ma
efficace. Gli angeli di Dio esercitano un'influenza celeste sugli spiriti e sui cuori, mentre il grande avversario
delle anime, il diavolo, e i suoi angeli, sono continuamente all'opera per tentare di provocare la nostra
perdita... Benché profondamente coscienti del fatto
che siamo esposti agli assalti di forze segrete e
invisibili, dobbiamo essere certi che esse non possono
nuocerci senza il nostro consenso.» (Review and
Herald, 19 luglio 1887)
SEDUZIONI AUDIO-VISIVE
Il male in ciò che vediamo e sentiamo tutt'intorno a noi
«Avete delle buone ragioni per preoccuparvi dei vostri figli, poiché affrontano delle tentazioni ad ogni
istante della loro vita... Ciò che vedranno e sentiranno eserciterà su di loro un'influenza nefasta che, a
meno che non ne siano totalmente preservati, andrà impercettibilmente, ma sicuramente, a corrompere il loro cuore e ad alterare il loro carattere.» (Pacific Health Journal, giugno 1890)
Tutti hanno bisogno di un baluardo contro la tentazione
«Nei focolari cristiani, si dovrebbe innalzare un baluardo contro la tentazione. Satana utilizza tutti i
mezzi possibili perché il vizio e il crimine diventino moneta corrente fra gli
uomini. Non possiamo percorrere le vie
delle nostre città senza incontrare brillanti pubblicità di romanzi ed opere teatrali, che trattano il tema del crimine. Lo
spirito si familiarizza così con il peccato. Nelle attuali riviste si offre ai lettori
tutto ciò che di più basso e più sordido
si commette, e tutto ciò che può alimentare le passioni sottoforma di racconti eccitanti.» (Bible Echo, 15 ottobre
1894)
Seminate il disordine e raccoglierete la sua messe di delitti
«Oggi un gran numero di pubblicazioni sono piene di racconti sensazionali che sviano la gioventù e la
conducono sul sentiero della perdizione. I bambini piccoli non hanno già più niente da imparare a
proposito del crimine. Le letture che fanno li spingono al male. Essi si immaginano nell’atto di ripetere
le imprese che vi sono descritte e, poco a poco, cominciano a sognare di vedere fino a che punto, loro
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stessi, possono spingersi sulla via dell'illegalità senza essere catturati. Per la mente attiva dei bambini
e dei giovani, le scene immaginarie dei romanzi diventano realtà... È per questo che la società è
corrotta e che vi si semina il disordine. Nessuno deve poi stupirsi se il risultato consiste in un gran
numero di crimini.» (Ministère de la guérison, p. 381)
L'attrattiva della musica moderna
«Sono allarmata nel constatare dappertutto la
noncuranza dei ragazzi e delle ragazze che pretendono
di credere nella verità. Dio sembra completamente
estraneo ai loro pensieri. La loro mente s'interessa di
futilità; la loro conversazione è vuota e frivola. Sono
appassionati di musica e Satana sa esattamente su
quali facoltà deve agire per captare la loro attenzione e
sedurli, al punto che essi non si sentono più attirati da
Cristo. Il loro cuore non aspira più alla conoscenza di
Dio, né alla crescita spirituale nella grazia… Quando
non se ne abusa, la musica è una grande benedizione;
ma quando se ne fa un cattivo uso, diventa una terribile
maledizione. Essa agisce come un eccitante, ma non
procura la forza ed il coraggio che il cristiano può
trovare solo presso il trono della grazia, facendo
conoscere, con grida e lacrime, i propri bisogni a Dio,
implorandone la potenza per resistere alle potenti
sollecitazioni del maligno. Quest'ultimo sta riducendo i nostri giovani in schiavitù… Satana è un abile
incantatore che seduce i giovani e li conduce alla perdizione.» (Testimonies for the Church, Vol. 1 - p.
496-497)
I pensieri impuri conducono agli atti impuri
«Viviamo in un'epoca in cui la corruzione abbonda in tutti i campi. La concupiscenza degli occhi e le
passioni depravate sono favorite da tutto ciò che si vede e da tutto quello che si legge. Il cuore è
letteralmente avvelenato dall'immaginazione e la mente trova piacere nel contemplare delle scene che
eccitano le passioni più basse...» (Testimonies for the Church, Vol. 2 - p. 410)
Non voglio vedere il male
«I genitori devono esercitare una vigilanza incessante per far sì
che i loro figli non si allontanino da Dio. Il proposito di Davide
riportato nel Salmo 101 dovrebbe essere quello di ogni capofamiglia incaricato di sorvegliare le influenze che penetrano nel
focolare: "Non metterò davanti ai miei occhi alcuna cosa
malvagia; io detesto il comportamento di quelli che si sviano;
non mi lascerò contagiare” (vers. 3 - il testo cita fino al vers. 7 ndt). Dite con fermezza: "Non perderò momenti preziosi a
leggere ciò che non mi sarà di alcuna utilità e mi squalificherà
come aiuto ai miei simili. Consacrerò il mio tempo e i miei
pensieri a svilupparmi per il servizio di Dio. Chiuderò gli occhi
davanti a ciò che è frivolo e colpevole. Le mie orecchie sono del
Signore e non ascolterò i ragionamenti sottili del nemico. La mia
voce non sarà in alcun modo al servizio di una volontà che non
è sotto l'influenza dello Spirito di Dio. Il mio corpo è il tempio
dello Spirito Santo ed io userò tutte le forze del mio essere a
perseguire una nobile meta”.» (Témoignages pour l'Église, Vol.
3 - p. 119)
L'INFLUENZA DELLA LETTURA
I genitori devono sorvegliare ciò che leggono i loro figli
«Molti giovani sono appassionati di lettura. Leggono tutto ciò che cade sotto i loro occhi. Io supplico i
loro genitori di canalizzare questa passione. Non lasciate in giro sulla tavola le riviste e i giornali che
contengono storie d'amore; sostituiteli piuttosto con libri che aiuteranno i giovani a procurarsi i migliori
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elementi per la formazione del loro carattere: l'amore ed il timor di Dio, la conoscenza di Cristo...
Tenete sotto controllo la loro tendenza per le letture che non forniscono un sano nutrimento per lo
spirito.» (Counsels to Teachers, Parents, and Students, p. 133)
«I genitori dovrebbero sforzarsi di allontanare dalla
famiglia ogni influenza che non contribuisce al suo
bene. In questo campo, certi hanno ancora molto
da imparare. A coloro che amano leggere romanzi
e riviste, tengo a dire questo: state gettando un
seme la cui messe non vi procurerà certo alcun
piacere. Una tale lettura non vi dà alcuna forza
spirituale. Al contrario, essa distrugge l'amore per
le pure verità della Scrittura. Per mezzo di questi
romanzi e di queste riviste, Satana si sforza di
riempire di chimere e banalità gli spiriti che dovrebbero piuttosto studiare diligentemente la Parola di Dio. Egli mobilita così un'enorme parte del
tempo, dell'energia e dell'autocontrollo indispensabili per far fronte ai gravi problemi della vita.»
(Id. - pp. 120-121)
«I bambini hanno bisogno di una lettura appropriata, atta a procurare divertimento e ricreazione, che
non contamini la mente, né indebolisca il corpo.
Se si insegna loro ad apprezzare i romanzi d'amore e quelli a puntate dei giornali, finiranno per
trovare insipidi i libri e le riviste più arricchenti.» (Review and Herald, 11 dicembre 1879)
Sappiate educare e guidare i gusti dei vostri figli
«I gusti intellettuali devono essere guidati e formati con la massima cura. I genitori devono cominciare
molto presto a presentare le Scritture agli spiriti malleabili dei loro bambini, in maniera da creare in
loro delle buone attitudini mentali. Nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato quando si tratta d'inculcare dei buoni metodi di studio. Se la mente ha tendenza a distrarsi, riconducetela verso obiettivi
precisi. Se i gusti intellettuali e morali sono stati falsati da romanzi così fantasiosi e così eccitanti che
la mente non riesce più a concentrarsi normalmente, occorre ingaggiare una severa battaglia per
correggere questo difetto. La passione per i romanzi di fiction dev'essere dominata senza indugio...»
(Counsels to Teachers, Parents, and Students, p. 136)
Foto: “La lettura” – Dipinto di Berthe Morisot
Evitate di favorire il gusto per la finzione
«Che cosa leggeranno i nostri figli? È una questione
seria che esige una risposta altrettanto seria. Mi rattrista
vedere nelle famiglie avventiste periodici e giornali che
contengono romanzi a puntate la cui influenza sullo
spirito dei bambini e dei giovani non è benefica. Ho
potuto osservare coloro il cui gusto per la fiction è stato
così incoraggiato. Essi hanno avuto occasione di ascoltare l'esposizione della verità, di essere illuminati sulla
ragion d'essere della nostra fede; ma, con il tempo, hanno perso il senso del sacro, come pure le loro abitudini di
pietà.» (Id. - p. 132)
L'abbondanza di libri pericolosi
«Il mondo è saturo di libri che sarebbe meglio bruciare
piuttosto che diffondere. Sarebbe preferibile che i giovani
non leggessero mai queste storie sensazionali che sono
pubblicate e diffuse per ragioni essenzialmente commerciali. Questi libri esercitano un fascino diabolico... L'abitudine di leggere romanzi costituisce uno dei
mezzi di cui si serve Satana per distruggere le anime. Essa provoca un'eccitazione artificiale e
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malsana, infiamma l'immaginazione, storna la mente da ogni pensiero fecondo e la squalifica per
qualsiasi esercizio spirituale. Essa allontana l'anima dalla preghiera e dall'amore per il sacro.»
(Counsels to Teachers, Parents, and Students, pp. 133-134)
«I romanzi, i racconti futili o tragici sono un
flagello per il lettore. L'autore pretende di tirarne
un insegnamento morale, e perfino d'introdurvi
dei sentimenti religiosi, ma tutto ciò molto
spesso non serve che a mascherare la follia e il
vuoto.» (Ministère de la guérison, p. 381)
Gli autori non credenti
«Un pericolo, contro il quale dovremmo
costantemente tenerci in guardia, è la lettura di
opere scritte da autori non credenti. Esse sono
ispirate dal nemico della verità e nessuno può
leggerle senza mettere la propria anima in
pericolo. È vero che quando ci si è lasciati
prendere, è anche possibile staccarsene; ma
tutti quelli che subiscono la loro influenza
nefasta si pongono sul terreno di Satana che, il più delle volte, sfrutta la cosa a suo vantaggio.
Siccome si espongono alle sue tentazioni, non hanno né la saggezza di discernerle, né la forza di
resistere. L'incredulità e l'ateismo, mediante il loro potere affascinante e ammaliante, prendono
possesso del loro spirito.» (Counsels to Teachers, Parents, and Students, pp. 135-136)
Leggende e racconti di fate
«Nell'educazione dei bambini e dei giovani, si dà
oggi un posto importante ai racconti di fate, alle leggende e alle finzioni. Opere di questo genere sono
utilizzate nelle scuole e si trovano in molte famiglie.
Come possono dei genitori cristiani permettere ai
loro bambini di servirsi di libri pieni di menzogne?...
Le idee presentate in queste opere ingannano i
bambini. Esse danno una falsa concezione della vita, suscitano ed intrattengono il gusto per l'irreale...
Non si dovrebbero mai mettere fra le mani dei
bambini o dei giovani dei libri in cui la realtà è
deformata. Non permettiamo che, durante il periodo
della loro formazione, essi ricevano idee che si
riveleranno essere dei semi di peccato.» (Id. - pp.
384-385)
Le letture eccitanti rendono il bambino agitato e
sognatore
«Gli amanti di storie frivole ed eccitanti diventano
incapaci di compiere i doveri della vita pratica.
Vivono in un mondo irreale. Ho osservato ragazzi a
cui era stato permesso di leggere regolarmente tali racconti. A casa o altrove, erano agitati, sognatori,
incapaci di parlare d'altre cose che non fossero banalità. La loro mente era estranea ad ogni riflessione e a qualsiasi conversazione di tipo religioso. Quando si coltiva il gusto per i racconti
sensazionali, le attitudini mentali si pervertono e l'intelligenza non si trova soddisfatta se non
assorbendo questo nutrimento malsano. Per quelli che si compiacciono in questo genere di libri, io
non trovo altra espressione se non quella di "intossicazione mentale".» (Counsels to Teachers,
Parents, and Students, pp. 134-135)
«Prima di accettare la verità presente, alcuni avevano l'abitudine di leggere romanzi. Entrando in
chiesa, hanno fatto uno sforzo per vincere questa abitudine. Porre davanti ai loro occhi dei libri simili a
quelli che hanno abbandonato, è come offrire un liquore forte ad un ex-alcolista. Essi cedono a questa
tentazione permanente, perdono ben presto il gusto alle buone letture e non hanno più interesse allo
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studio della Bibbia. La loro forza morale s'indebolisce e la loro avversione per il peccato gradatamente
diminuisce. Manifestano un'infedeltà crescente ed un disgusto sempre maggiore per i doveri pratici
della vita. A mano a mano che la loro mente si perverte, sono sempre più inclini a tuffarsi nelle letture
eccitanti. È così che un'anima apre la porta a Satana e gli permette di dominarla completamente.»
(Témoignages pour l'Église, Vol. 3 - pp. 218-219)
Le letture frettolose e superficiali indeboliscono il potere di concentrazione
«Trascinati dall'enorme marea di pagine stampate che irrompe nel mondo, giovani e vecchi prendono
l'abitudine di leggere molto velocemente ed in maniera superficiale; la loro mente perde così la facoltà
di ragionare e di approfondire le cose. Inoltre, gran parte dei libri e dei periodici che, simili alle rane
dell'Egitto, invadono il paese, non sono solamente una raccolta di luoghi comuni, di pensieri frivoli ed
eccitanti, ma racchiudono anche idee malsane ed avvilenti. Essi riescono ad avvelenare l'intelligenza,
come pure a corrompere e a distruggere le energie spirituali.» (Education, p. 193)
"Non posso abbonarmi ai giornali avventisti"
«Vi sono alcuni che, mentre si dicono fratelli, non
sono abbonati ai nostri vari periodici (qui, Ellen White
menziona Review and Herald, Signs of the Times e
Good Health). Però, ricevono regolarmente uno o due
giornali profani. I loro figli sono vivamente interessati
ai romanzi e alle storie che vi possono leggere e il loro padre non esita a comprare queste riviste, mentre
pretende di non potersi permettere, per mancanza di
denaro, i nostri periodici e le nostre riviste che trattano della verità presente... I genitori dovrebbero
mettere in guardia i loro figli, insegnare loro a preservare la purezza della loro immaginazione e ad evitare
come la lebbra le storie d'amore e le strisce a fumetti
che appaiono sui giornali. Che si trovino sulle nostre
tavole e nelle nostre biblioteche delle pubblicazioni di
carattere morale e religioso, in modo da incoraggiare nei nostri figli il gusto per una lettura atta ad
elevare lo spirito.» (Review and Herald, 11 dicembre 1879)
Messaggi ai nostri giovani sullo scopo della lettura
«Quando vedo i pericoli che le cattive letture fanno correre alla gioventù, non posso impedirmi d'insistere sugli avvertimenti che mi sono stati dati a proposito di questa vera e propria piaga. Non ci si
rende sufficientemente conto del torto che la cattiva letteratura fa a coloro che se ne nutrono. Essa
attira la loro attenzione e risveglia il loro interesse per gli argomenti che tratta; certe frasi s'imprimono
nella memoria; si insinuano delle idee. Quasi inconsciamente, essi sono influenzati dallo scrittore. La
loro mente e il loro carattere ricevono un'impronta nefasta. Certi hanno poca fede e poco dominio di
sé, per loro è molto difficile eliminare i pensieri che questo genere di letteratura fa nascere.»
(Témoignages pour l'Église, Vol. 3 - p. 218)
«Se solamente i giovani potessero riflettere all'
effetto che questi racconti eccitanti producono
sul loro spirito! Dopo questo genere di letture,
potete aprire la Parola di Dio e leggerla con
interesse? Non la trovate noiosa? È perché il
fascino del romanzo d'amore turba il vostro spirito, ne distrugge il vigore e gli impedisce di
fissarsi sulle verità importanti e solenni che concernono la vostra felicità eterna. Trascorrendo
in tali futilità il tempo che dovreste consacrare a
Dio e ai vostri genitori, voi peccate contro di
loro e contro Dio.» (Id., Vol. 1 - p. 269)
Gettate nelle menti i semi della verità biblica
«... Per coltivare il campo dello spirito e gettarvi la preziosa semenza della verità, occorrono delle cure
costanti. Si dovrebbe insegnare ai ragazzi a respingere quella letteratura che è paccottiglia ed i suoi
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racconti eccitanti e ad orientarsi verso contenuti storici, letterari e dottrinali della Bibbia. Una lettura
che illumina il Libro sacro e suscita il desiderio di studiarlo non è pericolosa; è al contrario benefica.»
(Counsels to Teachers, Parents, and Students, pp. 136-137)
«La gioventù non potrà possedere un sano vigore mentale e dei principi religiosi corretti, se non
prende piacere nel leggere la Parola di Dio. Questo libro racchiude la storia più interessante che ci
sia; mostra la via della salvezza in Cristo e serve da guida per una vita più elevata e migliore.»
(Testimonies for the Church, Vol. 2 - pp. 410-411)
L'INGANNO DEI PIACERI
L'infatuazione per i luoghi di divertimento
«In questo momento della storia del mondo, si
assiste a una ricerca del piacere senza precedenti. Dappertutto regnano la dissolutezza e la
noncuranza. Le folle sono avide di divertimenti. Lo
spirito diventa futile e frivolo, perché non è abituato alla meditazione, né allenato allo studio. Un
sentimentalismo stupido è moneta corrente. Dio
esige che ogni anima sia coltivata, raffinata, elevata e nobilitata. Ma, troppo spesso, si trascura di
acquisire delle preziose conoscenze per darsi alle
distrazioni alla moda e ai piaceri superficiali.»
(Review and Herald, 6 dicembre 1881)
«I divertimenti eccitanti della nostra epoca mantengono lo spirito degli uomini e delle donne, e
soprattutto dei giovani, in uno stato di agitazione febbrile che esaurisce le riserve vitali molto più
velocemente di quanto lo facciano gli studi e il lavoro fisico; inoltre, questi hanno la tendenza ad
indebolire l'intelligenza e a corrompere il senso morale.» (Health Reformer, dicembre 1872)
«La gioventù è trascinata dalla corrente generale. Quando ci si mette ad amare i divertimenti fine a se
stessi, si apre la porta a molte tentazioni; ci si lascia andare ad una allegria fittizia, a un'ilarità
sconsiderata; si passa da una distrazione all'altra, fino al punto che si perde perfino il desiderio e la
capacità di vivere in modo utile. Le aspirazioni religiose si raffreddano e la vita spirituale langue. Le
più nobili facoltà dell'anima, ovvero ciò che collega l'uomo alle cose spirituali, sono avvilite.»
(Témoignages pour l'Église, Vol. 3 - p. 391)
Molti membri di chiesa fra gli amanti dei divertimenti
«Molti partecipano con sollecitudine ai divertimenti profani e depravati che la Parola di Dio proibisce.
Essi si separano così da Dio... I peccati che hanno portato alla distruzione gli antidiluviani e le città
della pianura esistono ancora oggi, non solo
nei paesi pagani o fra coloro che hanno la
reputazione di essere cristiani, ma anche fra
certi che dichiarano di aspettare il ritorno del
Figlio dell'uomo. Se Dio facesse vedere i
peccati quali appaiono ai suoi occhi, noi saremmo colmi di vergogna e di timore.»
(Testimonies for the Church, Vol. 5 – p. 218)
«Il gusto per le sensazioni forti e per gli
spettacoli piacevoli è una tentazione e un
laccio per i figli di Dio e specialmente per i
giovani. Satana inventa costantemente delle
seduzioni destinate ad impedire alla gente di prepararsi seriamente in vista degli avvenimenti che ci
sovrastano. Servendosi delle persone del mondo, egli mantiene in un'incessante eccitazione che porta
coloro che non stanno in guardia a partecipare ai piaceri mondani. Certi spettacoli, certi incontri e una
quantità di distrazioni sono previsti per incitare ad amare il mondo; e quando ci si lega ad esso, la fede
s'indebolisce.» (Counsels to Teachers, Parents, and Students, p. 325)
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Gli osservatori del sabato messi alla prova
«I giovani osservatori del sabato che si sono lasciati influenzare dal mondo dovranno passare attraverso la prova. I pericoli degli ultimi giorni ci minacciano e delle tribolazioni, di cui la maggior parte non
ha la minima idea, aspettano la gioventù. Quest'ultima sprofonderà in un'incertezza angosciante e
l'autenticità della sua fede sarà messa in
discussione. Essa dichiara di attendere il
Figlio dell'uomo e, nonostante ciò, alcuni
sono stati degli esempi pietosi per i non
credenti. Non hanno voluto lasciare il
mondo, ma vi si sono uniti partecipando a
dei pic-nic (non si tratta qui di gite familiari
o con membri di chiesa, ma di riunioni del
genere "ballo mascherato", durante le
quali i membri di chiesa "si univano al
mondo" e che erano frequenti a quell'epoca) e ad altre feste, illudendosi di partecipare a dei divertimenti inoffensivi. Ma sono proprio questi piaceri che li separano
da Dio e fanno di loro dei figli del mondo... Dio non considera il gaudente come
un Suo discepolo. Solo coloro che praticano la rinuncia e che conducono una vita sobria, umile e pia sono i veri discepoli di Gesù. In quanto
tali, non possono compiacersi delle conversazioni vane e frivole di quelli che amano il mondo.»
(Counsels to Teachers, Parents, and Students, pp. 327-328)
La cosa essenziale
«Che nessuno si immagini che le distrazioni siano indispensabili e che l'indifferenza sconsiderata nei
riguardi dello Spirito Santo, durante le ore in cui ci si dà a dei piaceri egoisti, debba essere considerata alla leggera. Dio non permette che ci si burli di Lui. Ogni ragazzo, ogni ragazza si ponga la domanda: 'Se dovessi morire oggi, sarei pronto? Il mio cuore è preparato ad adempiere il compito che Iddio
ha affidato a me personalmente?'.» (The Youth's Instructor, 14 agosto 1906)
Procurare dei piaceri innocenti
«Non si può domandare alla gioventù di essere
tranquilli e posati come le persone mature, né
al bambino di essere ragionevole come l'adulto.
Se bisogna condannare i divertimenti colpevoli,
genitori ed insegnanti devono però offrire alla
gioventù, in alternativa, divertimenti innocenti
che non abbassino il livello della moralità. Non
sottomettete i giovani a regole rigide e a degli
obblighi che daranno loro l'impressione di
essere oppressi, facendo nascere in essi il
desiderio di scrollarsi di dosso il giogo e di
gettarsi in sentieri di follia e di rovina. Con
mano ferma, dolce e prudente, tenete le redini
del comando, dirigendo le menti e sorvegliando le motivazioni con tanta amabilità, saggezza e amore,
affinché possano vedere che voi desiderate sempre il loro bene.» (Counsels to Teachers, p. 335)
Nell'ora del giudizio
«Un vero cristiano si guarderà dall'entrare in un qualsiasi luogo di divertimento o di dedicarsi ad un
passatempo sul quale non possa domandare la benedizione di Dio. Non lo si vedrà né al teatro (il
teatro, ai tempi di Ellen White, era un luogo equivoco intorno al quale spesso giravano prostitute), né
al biliardo... Non parteciperà ad allegri valzer, né a piaceri affascinanti che scaccerebbero il Cristo dal
suo spirito. A coloro che prendono le difese di questi divertimenti, noi diciamo: impossibile darvisi nel
nome di Gesù di Nazareth. La benedizione divina non potrebbe essere invocata sull'ora trascorsa a
teatro o a ballare. Nessun cristiano vorrebbe trovarsi là quando Gesù ritornerà. Quando scoccherà
l'ultima ora e noi saremo messi di fronte al resoconto delle nostre vite, rimpiangeremo di aver assistito
a così poche feste di piacere? D'aver avuto così pochi momenti di folle gaiezza? Piuttosto, non
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rimpiangeremo forse amaramente d'aver sciupato tante ore preziose nella ricerca di soddisfazioni
personali, trascurando un così gran numero di occasioni che, se ne avessimo approfittato, ci
avrebbero procurato dei tesori eterni? Quelli che fanno professione di fede hanno preso l'abitudine di
scusare la maggior parte dei perniciosi divertimenti ai quali il cuore è attaccato. Familiarizzandosi con
il peccato, si diventa ciechi, non se ne scorge più l'enormità. Molti di quelli che si dicono figli di Dio
cercano di mascherare i peccati che la Sua Parola condanna...» (The Review and Herald, 28 febbraio
1882)
Controllare la fantasia
«La fantasia deve essere positivamente e persistentemente controllata se si vuole che le emozioni e
gli affetti siano soggetti alla ragione, alla coscienza e al carattere.» (Testimonies for the Church, Vol. 2
– pag. 562)
I pensieri, punto cruciale
«Pensieri impuri portano ad azioni impure. Se Cristo è il tema della contemplazione, i pensieri si separeranno in modo netto da ogni soggetto che può portare ad
azioni impure. La mente, impegnata in
pensieri elevati si rafforzerà. Se sarà educata a percorrere i canali della purezza e
della santità diventerà sana e vigorosa.
Se dimorerà su temi spirituali prenderà
naturalmente questa strada. Ma questa
attrazione dei pensieri verso le cose celesti non si può ottenere senza l'esercizio
della fede in Dio ed un onesto, umile
rimettersi a Lui per ottenere la forza e la
grazia necessarie per ogni emergenza.»
(Testimonies for the Church, Vol. 2 – pag. 561)
Un piacere indiscriminato indebolisce la mente
«Come mangiare frettolosamente fa male al corpo, così
l'ingoiare avidamente qualsiasi cosa abbia le sembianze
del piacere indebolisce la mente, provocando il rifiuto del
cibo spirituale. La mente è educata a ricercare il piacere
così come l'ubriaco ricerca il bicchiere di liquore. Sembra
impossibile resistere alla tentazione. Un pensiero sobrio
non ha gusto perché la presentazione non è soddisfacente. Non c'è niente di piacevole nell'idea di leggere e
studiare le parole di vita eterna.» (Lt. 117, 1901)
"Qualcosa di meglio" - La legge del vero vivere
«Qualcosa di meglio è la parola chiave dell'educazione, la
legge della vera vita. Se Cristo ci chiede di rinunciare a
qualcosa, Egli ci dà in cambio qualcosa di meglio. Spesso i
giovani amano oggetti, occupazioni e piaceri che possono non
apparire malvagi, ma che non sono sufficienti per raggiungere
qualcosa di meglio...» (Education – pag. 296)
Percezione selettiva
«Dio non desidera che noi udiamo tutto ciò che c'è da udire e
vediamo tutto ciò che c'è da vedere. È una grande benedizione poter chiudere le orecchie per non udire e gli occhi per
non vedere (vedi Isaia 33:15-16 - ndt). Preoccupiamoci prima
di tutto di avere una chiara visione dei nostri difetti e un
orecchio attento per le necessarie istruzioni e riprensioni.»
(Testimonies for the Church, Vol. 1 – pag. 707-708)
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La mente può essere educata ad accettare il peccato
«Un lungo processo preparatorio, invisibile all'esterno, avviene nel cuore prima che il cristiano
commetta apertamente il peccato. La mente non precipita improvvisamente dalla purezza e santità
alla depravazione, corruzione e crimine... Contemplando veniamo trasformati. Indulgendo in pensieri
impuri l'uomo può educare la sua mente a considerare piacevole il peccato che una volta odiava.»
(Patriarchs and Prophets – pag. 459)
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Qual è allora questo chiaro "Così parla l'Eterno..." per quanto riguarda ciò che passa per i nostri
sensi? Vediamo alcuni testi, chiedendoci brevemente quali siano le implicazioni pratiche e tenendo
ben presente quanto abbiamo letto delle pagine precedenti, per vedere se vi siano confermate le
dichiarazioni di E. White:
1. Siamo trasformati da ciò che contempliamo:
Quanto è scritto nell'ultima citazione dello Spirito di Profezia viene confermato dall'apostolo Paolo:
"E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo
trasformati nella sua stessa immagine..." (2 Corinzi 3:18).
Ecco dunque subito un primo principio-guida:
tutto quello su cui poso abitualmente lo sguardo
ha il potere di trasformarmi impercettibilmente,
che io ne sia cosciente o no.
Questo vale tanto per i fatti orrendi presentati e
ripresentati nella cronaca nera delle varie edizioni dei telegiornali, come per le scene di violenza
e corruzione dei films, diventate tanto abituali da
non suscitare più repulsione. Vale allo stesso
modo per la stupidità dei vari programmi d'intrattenimento.
2. Corpo e mente:
Parlando, in 1 Corinzi 9:24-27, dell'atleta che corre allo stadio per ottenere un riconoscimento terreno,
Paolo dice che "chiunque fa l'atleta è temperato in ogni cosa" ed aggiunge, paragonandosi ad uno
sportivo: "tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli
altri, io stesso non sia riprovato". Nella stessa epistola, severamente ammonisce:
"E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello
Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non
appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a prezzo;
glorificate dunque Dio nel vostro corpo" (1 Corinzi 6:19-20).
"Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di
Dio abita in voi? Se uno guasta il tempio di Dio, Iddio
guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo
tempio siete voi" (1 Corinzi 3:16-17).
Ora, naturalmente, la mente fa parte di questo corpo che
non ci appartiene; a maggior ragione essa dovrebbe essere trattata "duramente", ovvero
severamente. Di più, lo Spirito di Dio può abitare in noi proprio prendendo posto nella nostra mente.
Dunque servirebbe a poco osservare la più stretta temperanza per il fisico e poi trascurare di vagliare
la qualità del cibo di cui si nutre la mente!
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Ora, se ciò che vedo e sento mi mette in contatto con la corruzione del mondo, me ne informa con
ogni scabroso particolare, se traggo piacere dalla rappresentazione del peccato (ben pochi sono gli
spettacoli in TV e al cinema che sfuggono a questa regola!) e se tutto questo tende a rendermi indifferente al peccato e a trasformarmi in peggio, come posso "glorificare Dio" nutrendo la mente in questo
modo ed evitare di "guastare il tempio di Dio"?
Gesù pone l'accento sul fatto che l'occhio (organo che, mediante la vista, rappresenta una strada
maestra per accedere alla mente) ha molto a che fare con la santità di tutto il corpo:
"La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque l'occhio tuo è
sano, tutto il tuo corpo sarà illuminato; ma se l'occhio tuo è
viziato, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce
che è in te è tenebre, esse tenebre quanto grandi saranno!"
(Matteo 6:22-23).
"Ora, se l'occhio tuo destro ti fa cadere in peccato, cavalo e
gettalo via da te; poiché val meglio per te che uno dei tuoi
membri perisca, e non sia gettato l'intero tuo corpo nella
geenna" (Matteo 5:29).
Il contesto di quest'ultimo passo parla proprio dei pensieri impuri (specificatamente del commettere
adulterio con il pensiero: vv. 27-28). Con il Suo discorso radicale, Gesù vuole insegnare a fuggire le
tentazioni di questo genere, che - è impossibile negarlo - sono oggi ampiamente proposte dai massmedia e dagli spettacoli in genere.
Scrive Ellen White in "Patriarchi e Profeti": «Non commettere adulterio. Questo comandamento non
proibisce solo gli atti impuri, ma anche i pensieri e i desideri sensuali e tutto ciò che tende a provocarli.» (pag. 238 della vecchia ediz.)
3. "Fate tutto alla gloria di Dio"
La Bibbia sottolinea a più riprese la necessità di tenere pura la mente dalla corruzione del mondo e a
questo proposito dà un principio-guida assolutamente
chiaro, inequivocabile:
"Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che
facciate alcun'altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio" (I
Corinzi 10:31).
Di conseguenza, la domanda è: quando mi accingo a
sedermi davanti alla televisione, quando decido di andare
a vedere un film al cinema, quando acquisto libri,
quotidiani e riviste, mi chiedo sinceramente se quello che
sto per fare sarà alla gloria di Dio (compreso il denaro che
spenderò ed il tempo che vi dedicherò)?
Posso in tutta coscienza pensare di guardare alla gloria di
Dio spettacoli di varietà dove la stupidità regna sovrana, la
sensualità passa attraverso le danze ed i costumi delle
ballerine, la volgarità viene largamente proposta dalle
battute a doppio senso e dalle barzellette?
Posso cercare svago alla gloria di Dio, prendendo piacere
nel guardare films che trattano argomenti scabrosi, che
mettono in risalto i mali del mondo e tutta la sua corruzione, dove il linguaggio triviale è comunissimo,
l'adulterio è cosa normale, i protagonisti diffondono (vedi ricerche nella terza parte) con il loro esempio
l'assoluta libertà dei costumi sessuali, dove insomma l'immoralità viene spacciata per normalità, e le
scene di violenza sono il condimento di cui sembra non si possa fare a meno?
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Senza contare che la realtà è molto spesso stravolta, e si fa di tutto per scatenare l'adrenalina, che
tiene la mente ed il fisico in un costante stato di eccitazione… Anche nel migliore dei casi, quanto
tempo ho comunque dedicato a questo genere di svago, tempo che avrebbe potuto essere dedicato al
nutrimento dello spirito?
In questo campo, chiedo regolarmente consiglio al Signore per illuminarmi a distinguere il bene dal
male e per ricevere la forza di operare una scelta più drastica e coerente, vincendo ogni dipendenza?
"E qualunque cosa possiate dire o fare, agite sempre nel
nome del Signore Gesù..." (Col. 3:17 - Ed. Paoline).
"... E non vi conformate a questo secolo, ma siate
trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente,
affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di
Dio..." (Rom. 12:1-2).
"... Purifichiamoci d'ogni contaminazione di carne e di
spirito, compiendo la nostra santificazione nel timor di Dio"
(2 Corinzi 7:1).
"... Facciamo prigione ogni pensiero traendolo all'ubbidienza di Cristo" (2 Corinzi 10:3-5).
"Perciò, avendo cinti i fianchi della vostra mente..." (1
Pietro 1:13).
4. Le armi per la vittoria
Le SS. Scritture forniscono alcune regole e consigli per ottenere la vittoria sulle nostre debolezze e
dipendenze:
"... Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al
diavolo, ed egli fuggirà da voi. Appressatevi a Dio
ed Egli si appresserà a voi" (Giacomo 4:7-8).
"... Tutte le cose vere, tutte le cose onorevoli, tutte
le cose giuste, tutte le cose pure, tutte le cose
amabili, tutte le cose di buona fama, quelle in cui è
qualche virtù e qualche lode, siano oggetto dei
vostri pensieri" (Filippesi 4:8).
"Ogni cosa m'è lecita, ma non ogni cosa è utile.
Ogni cosa m'è lecita, ma io non mi lascerò
dominare da cosa alcuna" (1 Corinzi 6:12).
"Non cedete al fascino delle cose di questo
mondo. Se uno si lascia sedurre dal mondo non vi
è più posto in lui per l'amore di Dio Padre. Questo
è il mondo: voler soddisfare il proprio egoismo,
accendersi di passione per tutto quel che si vede...
il mondo però se ne va, e tutto quel che l'uomo
desidera nel mondo non dura. invece chi fa la volontà di Dio vive per sempre" (1 Giov. 2:15-17
TILC).
"Custodisci il tuo cuore più d'ogni altra cosa, poiché da esso procedono le sorgenti della vita"
(ovvero: custodisci la tua mente...) (Proverbi 4:23).
"Rivestitevi del signor Gesù Cristo, non abbiate cura della carne per soddisfarne le concupiscenze” (Romani 13:14)
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STRALCI DAL LIBRO "TV PER UN FIGLIO" (di Anna Oliverio Ferraris, professoressa in psicologia
dell'età evolutiva all'Università La Sapienza di Roma)
Come abbiamo visto, Ellen White raccomandava, fra le altre cose, di evitare i romanzi d'amore e tutto
ciò che deforma la realtà.
Nel suo documentatissimo libro, la prof. Oliverio Ferraris, parlando della generazione cresciuta davanti
alla televisione, scrive:
«Quali le conseguenze sul piano psicologico individuale e collettivo? In primo luogo, la realtà rappresentata può essere fortemente competitiva con la realtà obiettiva (il livello delle immagini risulta
superiore alla realtà), cosicché può essere frustrante, per l'individuo, competere con i modelli dei
media (una giovane teledipendente può preferire di gran lunga il protagonista della telenovela al suo
ragazzo in carne ed ossa). Ne consegue che un individuo è accettato, o anche ambito, se si trasforma
in una sorta di individuo-poster, di individuo-rappresentazione: se cioè esibisce una serie di simboli nel
modo di vestire, di muoversi o di parlare, in altre parole se diventa lo specchio della realtà rappresentata, il luogo di proiezioni imposte dai mass-media...
Di fronte al video, i bambini si formano giorno dopo giorno gusti e
opinioni, in moltissimi casi senza alcuna possibilità di confrontare con la
realtà vissuta ciò che vedono sullo schermo o senza avere il tempo di
riflettere sulle differenze tra realtà e finzione, tra ciò che è bene e ciò
che è male, tra ciò che è davvero divertente e ciò che invece non lo è,
ma sembra esserlo perché nel programma sono stati inseriti degli
applausi e delle risate.» (o.c. - pp. 50,51,56)
In un articolo che tratta di televisione comparso su "La Repubblica" del
12.2.95, si parla, fra l'altro, di un libro del filosofo francese Jean
Baudrillard, che è citato nel libro suddetto anche dalla prof. Oliverio Ferraris. Ecco qualche stralcio
dell'articolo in questione:
«Il delitto perfetto di cui parla il filosofo francese è proprio "l'assassinio della realtà", la "scomparsa del
reale" e contemporaneamente "il mascheramento di tale scomparsa". Il nostro insomma è un mondo
falso, che non sa più distinguere tra realtà e simulazione, e in cui tutto passa attraverso i media e la
loro forza di persuasione, al punto che ci comportiamo come se avessimo una telecamera nel cervello. Ormai guardiamo al mondo attraverso il filtro delle sofisticate "tecnologie della visione" e ci
muoviamo come se ci trovassimo sempre all'interno di un'immagine di sintesi. Non siamo più davanti,
ma dentro lo schermo: viviamo in un reality show permanente. E prima o poi, ammonisce Baudrillard,
questo mondo fittizio finirà per soccombere per mancanza di realtà. Principale conseguenza della "derealizzazione" del mondo è la scomparsa dell'altro, del principio
di alterità che normalmente rimette in discussione la
nostra identità e ci costringe a fare i conti con il resto
dell'universo...
Foto: Lo psichiatra Vittorino Andreoli
Gli argomenti dello psichiatra Vittorino Andreoli, contenuti
in un libro (Giovani, Rizzoli, pag. 152) si muovono ancora
in un'altra direzione. Andreoli pone sotto accusa lo 'zapping' televisivo, ossia l'interruzione continua dei programmi televisivi da parte degli spot pubblicitari. Il bambino o il ragazzo, con il telecomando in mano durante le
interruzioni, iniziano un nomadismo televisivo fra i vari canali, le immagini si moltiplicano e si
spezzettano e si perde ogni continuità e coerenza.
I processi di pensiero ne sono continuamente violati e viene meno l'organizzazione coordinata del
16
sapere che era stata al centro della ragione occidentale. I motivi di allarme sono molti e cominciamo
ad intravedere possibili pericoli per le nuove generazioni... Sarebbe un drammatico risveglio per tutti
scoprire che stiamo costruendo nuove generazioni che potrebbero non rispondere più alle leggi
psicologiche che fino ad ora hanno governato la mente umana.»
Scriveva Ellen White:
«Le idee presentate in queste opere ingannano
i bambini. Esse danno una falsa concezione
della vita, suscitano e intrattengono il gusto per
l'irreale... Non si dovrebbero mai mettere fra le
mani dei bambini o dei giovani dei libri in cui la
realtà è deformata.»
Più avanti nel suo libro, la prof. Oliverio Ferraris, cita degli esperimenti di "deprivazione sensoriale" attuati su volontari, negli Stati Uniti
anni fa:
«Sappiamo che un isolamento prolungato, al di
fuori di quella stimolazione sensoriale in cui
siamo normalmente immersi, ha la facoltà di alterare le percezioni di una persona fino a produrre veri
e propri stati allucinatori che ne modificano l'equilibrio fisico e mentale. Ora, il bambino che guarda la
televisione per troppo tempo viene a trovarsi in una situazione analoga... Essi restano, per periodi
anche lunghi, semisdraiati e quasi immobili in una stanza semibuia... il loro sguardo è fisso e i muscoli
degli occhi fanno solo qualche minimo movimento. Gli unici sensi attivati sono la vista e l'udito...» (o.c.
- p. 79)
Cita poi una ricerca degli studiosi Fred e Merrelyn Emery del 1975:
«I due studiosi hanno paragonato le onde cerebrali degli spettatori televisivi con quelle dei soggetti
sottoposti ad esperimenti di deprivazione sensoriale, scoprendo forti analogie. Per crescere,
svilupparsi, acquisire sicurezza, i bambini hanno bisogno di venire in contatto con tanti oggetti animati
e inanimati e con materiali diversi. Hanno bisogno di
toccare, di fare, di sperimentare le bellezze, la varietà e la
complessità del mondo. Un eccesso di realtà virtuale può
produrre, come effetto secondario, una mancanza di
fiducia nei propri sensi e, più in generale, nel mondo
circostante. Il tele-schermo, insomma, nonostante il forte
potere di fascina-zione e la capacità di colpire l'emotività
dello spettatore, dal punto di vista sensoriale è un ambiente impoverito.
In adulti sottoposti ad elettroencefalogramma mentre
guardavano la televisione, l'emisfero sinistro del cervello è
risultato assai poco attivo, simile ad uno stato cosciente di
sonnambulismo. È l'emisfero destro a registrare le
immagini televisive, ma la comunicazione con l'altro
emisfero cerebrale è alquanto ridotta...» (o.c. – pp. 79-80)
Il libro in questione tratta soprattutto di bambini, ma c'è da notare che la deprivazione sensoriale vale
anche per gli adulti. Inoltre, i succitati esperimenti sono stati condotti proprio su adulti. Ora, l'emisfero
sinistro del cervello è quello - diciamo così - più razionale, mentre quello destro è sede dell'emotività.
Come abbiamo visto, la parte preposta ad esercitare il senso critico è immerso in una sorta di
sonnambulismo davanti alla televisione (e ciò vale naturalmente anche per il cinema).
Quindi nemmeno gli adulti sono in grado di estraniarsi dalle immagini e, praticamente, essendo
coinvolta al massimo la parte emotiva del cervello, essi guardano con la "parte bambina" di sé, per cui
non possono NON venire a loro volta influenzati.
Questo spiega perfettamente in modo scientifico quanto ha scoperto anche il prof. Leonardo Ancona,
padre-fondatore della psicologia sperimentale italiana, esperto in psicologia della percezione. Egli ha
condotto un esperimento su se stesso: ha assistito alla proiezione di svariati films con il preciso
intento di conservare un atteggiamento critico e distaccato, ma si è reso conto che non era riuscito a
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farlo in nessuna occasione. Ben presto la trama del film catturava la sua attenzione ed egli restava
totalmente coinvolto da essa, dimostrando così che è pura illusione da parte degli adulti, e perfino di
persone preparatissime nel campo della percezione, esercitare un adeguato senso critico e mantenere un atteggiamento veramente distaccato davanti alle immagini dei films.
Continua la prof. Oliverio Ferraris:
«Secondo una stima di massima, prima di
aver terminato la scuola elementare un
bambino vede in media, in televisione,
8.000 omicidi e 100.000 atti di violenza...
"Assistere a programmi televisivi violenti –
ha scritto Condry (1994) – ne influenza non
soltanto il comportamento ma anche gli
atteggiamenti, le credenze e i valori..."
Al di là di un "effetto-aggressore" (aumento
di probabilità di avere un comportamento
violento), i giovanissimi sperimentano anche un "effetto-vittima" (aumento del timore
di restare vittima di violenza) e un "effettospettatore" (aumento dell'indifferenza nei
confronti della violenza subìta dagli altri).»
(o.c. - pp. 127,129,131)
«La violenza vista in TV stimola il sistema nervoso, induce scariche di adrenalina, produce eccitazione. Vari studi indicano che più si innalza l'eccitazione fisiologica, più si abbassano la soglia della violenza e il controllo dell'individuo, e che i fattori neurochimici influenzano la regolazione dell'aggressività.
Per alcuni spettatori particolarmente suscettibili, la televisione o i film violenti producono un'attivazione fisiologica
che riduce l'autocontrollo, una condizione che a sua
volta converte la rabbia, la frustrazione e la tensione
in violenza. Inoltre, le immagini violente possono essere immagazzinate, sia consciamente che inconsciamente, e guidare poi futuri comportamenti violenti...
In un appello Contro la violenza dei media del
Consiglio direttivo della Società italiana di psichiatria
del luglio del 1994 si legge:
"Anche se non è facilmente dimostrabile una connessione diretta tra messaggi mediali e violenza e i
responsabili di queste azioni sono i primi a negare di essere stati suggestionati, esistono invece prove
scientifiche che dimostrano l'effetto negativo di tali immagini. Tutti i tentativi di sostenere che queste
immagini sono 'innocue' non sono per noi esperti in alcun modo convincenti.
Anche innumerevoli singole esperienze con persone malate, impaurite o aggressive confermano ciò
che il buon senso sa da sempre e cioè che le immagini cariche di alta emotività possiedono una
enorme forza di suggestione, condizionano inconsapevolmente il comportamento.
Immagini di violenza e orrore consumate per divertimento, e che quindi vengono associate al senso
del piacere, causano non sempre solo paura e disgusto, ma possono diventare inconsapevolmente
modelli e ideali. Particolarmente pericolosa è l'associazione della violenza con il piacere e la
sessualità, cosa che oggi sta dilagando sempre più nei video e in televisione. Nessuno è immune
rispetto all'attivazione di forze istintive e distruttive che alla fin fine fanno parte del mondo interno di
tutti noi. Chi continuamente si trova a confronto con la violenza, sia attraverso i media sia in azioni
dirette (per esempio belliche), spesso non riesce a riconoscersi in un modo di vivere pacifico. In
circostanze particolari, immagini di orrore accumulate possono all'improvviso riattivarsi. Tutto quello
che favorisce la formazione di tali immagini aumenta perciò la probabilità di atti di violenza. Anche le
immagini di violenza e abuso che vengono spacciate sotto forma di "informazione obiettiva" e a scopo
di deterrenza in realtà possono indurre a indifferenza e banalizzazione della violenza"...
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In Sudafrica la TV è stata introdotta soltanto nel 1975 (in quanto i bianchi di origine olandese temevano di essere sopraffatti dalla cultura di origine anglo-americana). Fino a questa data, il tasso di omicidi
tra bianchi era di circa 2,5 per 100.000 abitanti, ma a partire dalla seconda metà degli anni '80 questo
indice è balzato a 130. I ricercatori hanno ipotizzato che responsabile di questa impennata sia stata la
violenza televisiva alla quale per dieci-quindici anni consecutivi hanno assistito molti bambini che, una
volta diventati giovani adulti, avrebbero messo in pratica i loro apprendimenti.
La situazione creatasi in Sudafrica, spiegano i ricercatori, presenta molte analogie con quanto si verificò negli Usa alla fine degli anni '60, quando aumentarono gli omicidi e i delitti commessi da giovani
adulti bianchi, esposti alla violenza televisiva quotidiana a partire dalla metà degli anni '40...» (o.c. pp. 132-135)
Forse sembrava assurdo agli uomini dell'Ottocento quanto la
White ebbe a scrivere al riguardo:
«I bambini piccoli non hanno già più niente da imparare a
proposito del crimine. Le letture che fanno li spingono al male.
Essi si immaginano mentre ripetono le imprese che vi sono
descritte e, poco a poco, cominciano a sognare di vedere fino a
che punto, loro stessi, possono spingersi sulla via dell'illegalità
senza essere catturati. Per la mente attiva dei bambini e dei
giovani, le scene immaginarie dei romanzi diventano realtà...»
Riprendiamo il discorso: la prof. Oliverio Ferraris cita nel suo
libro uno studio che dimostra che l'aggressività, in bambini
emotivamente disturbati, emergeva anche dopo la visione di
cartoni animati e films non necessariamente violenti, ma che
comunque creavano una suspense e quindi uno stato di
intensa eccitazione, oppure erano scarsamente interessanti
(producendo quindi un risentimento che poi si manifestava in
comportamenti antisociali). Quindi continua:
«Da questo studio emerge, quindi, che non è tanto o non è soltanto il tema della storia ad avere un
ruolo, ma il modo in cui esso è rappresentato: una parte fondamentale la giocano l'azione, la velocità
e gli effetti speciali. D'altra parte è noto che i flash, le luci intermittenti, i movimenti veloci, i contrasti di
colore molto netti, producono in molti di noi uno stato di irritazione o di stanchezza e nei soggetti
epilettici o epilettoidi assenze o convulsioni.
Scrive a proposito di taluni aspetti strutturali della televisione George Palermo (1995): "Ciò che appare, l'immagine sullo schermo televisivo, è in realtà lo scintillio fosforescente di 300.000 puntini costantemente illuminati e balenanti. Questo effetto di bagliore è simile a quello della luce fluorescente. Per
ricavare le immagini dai puntini, la mente umana deve passare attraverso un passivo. opprimente,
ripetitivo, funzionamento non-stop. Ovviamente, l'individuo non è conscio di questa attività nervosa
automatica e riflessa e non si rende conto dello stressante effetto fisico provocato dalla televisione…
Inoltre, lo spettatore di solito assume una posizione immobile mentre guarda la televisione, spesso in
un ambiente oscuro e silenzioso, che può portare
allo sviluppo di una situazione quasi ipnotica. Questi fattori sono importanti quando si discute di
violenza in televisione e dei suoi effetti sui bambini.
È necessario notare che, anche prima di vedere un
qualsiasi programma violento, lo spettatore è già
mentalmente e forse fisicamente condizionato
dall'essere in uno stato recettivo di impotenza in cui
può avere - a seconda della fascia d'età - una
capacità mentale molto scarsa di pensare e
valutare correttamente ciò che sta guardando. In
un tale stato, lo spettatore può essere facilmente
suggestionato e, in ultima analisi, potrebbe essere
assorbito da un mondo fantasioso, illusorio e che
conduce ad un comportamento impulsivo, di19
struttivo. Questo effetto quasi condizionante della TV sulle persone è uno dei punti di forza su cui si
basa la pubblicità televisiva.» (o.c. - pp. 136-137)
Foto: Una molecola di adrenalina
«Riassumendo:
... Lo stato di eccitabilità può essere prodotto non solo
dai programmi violenti, ma anche da quelli non violenti, con particolari caratteristiche formali e contenutistiche quali il susseguirsi molto rapido delle immagini, il
gioco veloce delle luci e delle ombre, la suspense;
d'altro canto, i programmi saturi di violenza usano in
modo esasperato i mezzi del linguaggio televisivo (forte condensazione e frammentarietà della narrazione)
per mantenere continuamente viva l'attenzione e lo
stato di eccitazione dello spettatore. Ma un eccesso di
emotività va ad investire la costruzione dei processi
simbolici e interferisce con la riflessione: se l'emotività
viene troppo spesso sollecitata e crea ansia, le informazioni non vengono più assimilate in modo differenziato e la capacità di ragionare viene inibita...
Un secondo effetto, prodotto dal bombardamento di scene violente, è quello di non riuscire poi a
prevedere le reali conseguenze della violenza su di sé e sugli altri, e quindi di sviluppare una sorta di
indifferenza o di blando cinismo alla sofferenza altrui o di assuefarsi alla violenza...» (o.c. - pp. 138140)
Ellen White scrisse:
«La loro mente era estranea ad ogni riflessione e a qualsiasi conversazione di tipo religioso.»
«I motivi per cui negli spettacoli televisivi si
fa spesso ricorso all'aggressività fisica o
verbale sono facilmente comprensibili se ci
si pone dal punto di vista di chi li mette in
scena. Sparatorie, pugni o insulti 'risolvono'
in maniera rapida ed efficace storie che devono svolgersi nello spazio di 10-30 minuti.
Una serie di azioni veloci, come le lotte e gli
inseguimenti in automobile, tengono viva
l'attenzione dello spettatore il quale è meno
propenso a spostarsi su un altro canale durante le interruzioni pubblicitarie.
Sfortunatamente, però, quando le sequenze
sono molto rapide e le interruzioni frequenti,
i bambini (soprattutto i più piccoli) perdono il filo del racconto, sicché sfugge loro sia il motivo delle
lotte e delle aggressioni, sia la morale della storia. Anche delle notizie trasmesse dai telegiornali i
bambini colgono spesso soltanto alcune immagini (le più impressionanti) staccate dal contesto e dal
commento. D'altro canto, gli annunciatori e i programmatori televisivi sanno che le azioni e le scene
violente o con una forte carica emotiva sono quelle che più attirano l'attenzione e perciò tendono a
privilegiare le notizie ad effetto, inserendole nei notiziari ogni volta che se ne presenta l'occasione...
Dosi massicce di spettacoli a sfondo aggressivo e violento hanno anche l'effetto di riaffermare la
supremazia fisica del maschio e di diffondere lo stereotipo del machismo.
Rispetto agli anni '50 e '60 le scene esplicite di violenza (spesso associata al sesso), di sadismo e
masochismo sono notevolmente aumentate. Ed è aumentata la ricerca della trama scioccante, del
dettaglio impressionante in primo piano, delle musiche di accompagnamento incalzanti e martellanti.
Come si spiega questa escalation di violenza e di sesso nelle rappresentazioni filmiche e televisive? Il
fatto è che operatori dei media e spettatori si condizionano a vicenda con offerte e richieste: nel
tentativo di assicurarsi una quota sempre maggiore di spettatori sottraendoli alla concorrenza, i media
propongono delle immagini 'forti', che colpiscono ed eccitano; lo spettatore, emozionato, si lascia
coinvolgere ma, dopo un po' di tempo, è saturato, si annoia e vuole qualcosa di diverso, qualcosa di
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più; per suscitare di nuovo un'emozione forte in uno spettatore 'viziato', bisogna allora accedere ad un
gradino superiore di violenza e di sesso e così via in una spirale apparentemente senza fine...» (o.c. pp. 144-145)
Ellen White:
«Quando si coltiva il gusto per i racconti sensazionali, le attitudini mentali si pervertono e
l'intelligenza non si trova soddisfatta se non assorbendo questo nutrimento malsano...»
«In una recente inchiesta condotta negli Stati Uniti dalla associazione californiana Children Now, 750
ragazzi fra i dieci e i sedici anni hanno sottolineato che alla loro età "molti vogliono fare quello che
vedono in televisione" (il 77% ha affermato di essere influenzato dalla TV in fatto di sesso e di
opinioni), che vedono troppi spettacoli in cui sono esaltate la violenza e la disonestà e che li spingono
verso il sesso precoce in un periodo in cui molti di loro non si sentono ancora preparati ad affrontare
questo genere di esperienza.» (o.c. - p. 146)
Ellen White aveva detto:
«Ciò che vedranno e sentiranno eserciterà su di loro un'influenza nefasta che, a meno che
non ne siano totalmente preservati, andrà impercettibilmente, ma sicuramente, a corrompere
il loro cuore e ad alterare il loro carattere.»
«Quella in corso sembra essere una
metamorfosi, una sorta di speciazione e
mutazione antropologica. Fin dall'infanzia
lo spettatore è immerso nella società
televisiva, che ha sancito la supremazia
dell'immagine e dello spettacolo. Fin dall'
infanzia si alimenta di immagini, ne è
sedotto, ne richiede in numero sempre
maggiore, vi si affeziona indipendentemente da ciò che esse rappresentano.
Per questo spettatore, sempre meno propenso a riflettere, sempre più drogato dal
linguaggio dell'immagine, e sempre meno
interessato a quello scritto, le immagini e i
suoni hanno la meglio. E poiché per i
programmatori è l'indice di ascolto l'unico
vero giudice, essi servono ciò che la
nuova 'specie' di telespettatori richiede: immagini condite di emozioni e spettacolo. Approfondimento,
narrazione e complessità indietreggiano.
Tutto, dunque, è immagine-spettacolo, l'informazione, il cartone, il telefilm, il quiz, il varietà... Un consumo indiscriminato di
programmi basati essenzialmente sulla forza delle immagini, e
che quindi vanno a colpire quasi esclusivamente i processi
percettivi, finisce per dar luogo ad una sorte di "massaggio
cerebrale" fine a se stesso. Invece di registrare informazioni e
conoscenze, si registrano dati grezzi, brandelli di informazione
che 'galleggiano' privi di contesto e di continuità, elementi che
nulla hanno di informativo e che possono fornire solo un divertimento di serie B (passivo, solitario): una serie di
stimolazioni visive e uditive che appena recepite vengono
subito consumate e rapidamente dimenticate. Se ci si abitua a lavorare soltanto con le immagini, si
rischia di rimanere ancorati alla sensorialità, senza approdare ad una strutturazione razionale del
pensiero. Si verifica una condizione "decerebrata" dove lo spettatore insegue delle immagini che lo
abbagliano e lo portano via...» (o.c. - pp. 161-163)
Parlando dei libri, molto meno potenti delle immagini, aveva detto la White:
«Per quelli che si compiacciono in questo genere di libri, io non trovo altra espressione se non
quella di "intossicazione mentale".»
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STRALCI DAL LIBRETTO "VIOLENZA AI MINORI: Conoscere per prevenire"
L'opuscolo succitato, diffuso dalla D.O.C. (marzo 1996), si propone di sensibilizzare l'opinione
pubblica sul problema della violenza sui minori nelle sue varie forme. Nel secondo saggio, l'autore
(Gennaro Francione, magistrato e scrittore) scrive, fra l'altro:
«La profezia di Adler. Il bambino aggressivo nel mondo che lo aggredisce negli occhi, nel
fisico e nelle aspirazioni
L'analisi di Freud dava la stura ad una serie di analisi successive della psiche infantile le quali
portavano a scoprire altri fondamenti demonici nell'inconscio dei nostri bambini. Intendiamo ora riferirci
ad Adler il quale, analizzando più propriamente il rapporto degli infanti con l'ambiente esterno
(genitori, fratelli e ambiente extrafamiliare), giungeva a scoprire quelle spinte aggressive originarie,
nate dall'esigenza di colmare il proprio senso d'inferiorità rispetto all'ambiente ostile.
Ormai il sentiero era aperto per una clamorosa demitizzazione del mondo infantile, mostrato violento e
pervertito tanto quanto quello degli adulti. Adler, figlio del suo tempo, analizzava in nuce e rivelava un
fenomeno che l'avvento dei rapidi mass-media avrebbe esaltato all'inverosimile. La violenza del
mondo scatenava nell'origine animale della specie una scarica di giusta difesa che, sublimata dalla
cultura, permetteva al bambino di raggiungere una giusta armonia da adulto. Sennonché il mondo
esterno è in primis il background culturale inventato dagli altri. L'infante si trova gettato in una realtà
data, fondata su una serie di valori dove, al di là delle morali edulcorate, domina l'aggressività e il
disordine. Così anche la cultura può essere violenza.
Intendo riferirmi in particolare alla cultura sciorinata a piene mani senza controllo, alimentata dal Mito
di un' informazione dilagante che, giustapponendosi artificiosamente all'antica politica delle masse
incolte e asservite dall'ignoranza, genera il nuovo gruppo sociale gonfio di dati, violentato dai
vocabolari mal digeriti, dalle nozioni inutilmente agglomerate nel caos di un' intelligenza che sa molto,
ma senza sapere perché e a quale fine.
La violenza dei nuovi e dilaganti mass-media esaspera la competizione, le pulsioni verso quello che
non si ha, un tempo, senza radio e televisioni, limitate al più modesto impatto di una visualità fisica e
diretta del mondo circostante, toccato con mano fisica e non ancora ipervisiva.
La cultura della violenza videoscopica non è fatta più solo d'idee (a questo ci avevano già pensato da
tempo la scrittura attraverso i papiri, i manoscritti, la stampa, i giornali), ma soprattutto d'immagini,
tanto più aggressive in quanto più immediate, tant'è che percepibili agli occhi, e quindi anche alla
portata quanto meno di una percezione
subliminale da parte dei bambini.
Nella società, in cui tra l'avere e l'essere prevale l'apparire, lo show, l'etica si uniforma e i
nostri fanciulli subiscono scariche comportamentali d'identificazione dei miti insulsi prospettati dalla barbarie della comunicazione di
massa.
La scoperta del cinema che ha permesso la
rappresentazione visiva della violenza sin
dalle origini (...) ha trovato poi mercato facile
tra i bambini. Così non ci si è limitati a
mostrare solo le fiabe più nobili ed edificanti per i fanciulli, ma
spesso si è prediletto l'elemento horror.
Il vecchio e bellissimo "Biancaneve e i sette nani" di Walt Disney
(1937) presenta, pur tra temi semplici e ingenui come la ragazzina
pura, il principe azzurro e i sette ridicoli nani, scene davvero
raccapriccianti come gli occhi spettrali che invadono la foresta
notturna in cui si sperde Biancaneve nella notte, l'orribile strega
dal naso adunco (degna dei film agghiaccianti di Romero),
l'orribile castello nella cui segreta è imprigionato uno scheletro
dileggiato dalla regina...
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L'uscita del film, per la cronaca, fu avversata in Inghilterra, ritenendosi che per alcune immagini si
potevano scatenare nei piccoli spettatori incubi notturni tant'è che alla fine si prescrisse l'accompagnamento dei genitori per i ragazzi al di sotto dei sedici anni.
Il film in questione comunque può essere considerato l'antesignano di una vasta cinematografia per
bambini, dilagante ora nelle nostre case attraverso
le televisioni a base di terribili e aggressivi megarobot, creature aliene terrificanti e ipertiroidee, mostri carnivori e altri animali davvero impressionanti.
Il finale, edulcorato sempre con la vittoria del bene,
è una finta prospettazione di riscatto del mostruoso, soprattutto ove si pensa che le figurazioni sono
destinate a bambini, spesso in tenerissima età,
incapaci di un reale vaglio critico e sorpresi più dal
raccapricciante che dall'esito positivo delle vicende.
Dietro tale cinematografia, vietata sulla carta da un
legislatore e da una censura complici sonnecchianti, si ergono grossi interessi economici legati, oltre
che all'industria cinematografica e televisiva, a
quella dei giocattoli. Gli utenti infanti vengono bombardati con la prospettazione di spot sui mostrieroi, capaci di mille mutazioni nel loro abominio, e
sono stimolati a venirne in possesso ovvero ad
acquistarli.
Si verifica allora un tourbillon economico dello
stesso prodotto, il gioco-alieno, prima mostrato all'infinito e poi venduto a iosa per arricchire le case
produttrici di giocattoli e le televisioni, che ad esse danno gradito spazio pubblicitario.
Forse dai mostri-adulti, presi dai loro bassi interessi economici, non ci si poteva aspettare altro se non
spacciare i demoni-giocattoli. Essi lo fanno non per i propri figli - i quali sono al sicuro tra le grinfie
dell'orco - ma per quelli degli altri, visti come macchine acquirenti e non come piccole anime in
crescita.
Un altro strumento deflagrante di questa caccia
raffinata al piccolo consumatore è stata l'invenzione
dei videoregistratori, i quali permettono in modo addirittura raffinato, ripetitivo e ossessivo, di riprodurre siffatti obbrobri ad uso e consumo dei bambini.
Così proponi in TV il film "Il mago di Oz" (versione
ultima) pensando di regalare una favola edificante
(forse ricordi la vecchia edizione in bianco e nero) a
tua figlia, e invece la metti di fronte a gnomi orribili,
esseri di pietra fluida, corridoi in cui un'infame strega tiene raccolte in teca teste tagliate, corpi senza
capo che, alla maniera del trovatore e guerriero
dantesco Bertram del Bornio, parlano e inseguono
Dorothy, la piccola eroina... Alla fine, quando lo
scempio è stato compiuto, perché devi pur vedere
per giudicare, ti accorgi di aver somministrato al tuo infante scene più sanguinolente di quelle pur
cruente di Dario Argento.
Non c'è scampo da quest'invasione di alieni tra le nostre mura domestiche. Si dovrebbero distruggere
i televisori, ma si farebbero infelici i nostri bambini. Si potrebbero tagliare un po' di teste tra i
somministratori di droga-spettacolo-violento così da poter arricchire la collezione della strega cattiva di
Dorothy girl, ma altre teste risorgerebbero come i funghi. E allora? Il primo passo è la presa di
coscienza quotidiana del fenomeno.» (o.c. - pp. 22-24)
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Giacomo 1:12-17 > "Beato l'uomo che resiste alle tentazioni: dopo aver superato la prova, egli
riceverà in dono quella vita eterna che Dio ha promesso a coloro che Lo amano. Ma se uno è assalito
dalle tentazioni, non deve dire: 'È Dio che mi tenta': perché Dio non può essere tentato dal male ed
Egli non tenta nessuno. In realtà ognuno è tentato dal proprio desiderio cattivo, che prima lo attira e
poi lo prende in trappola. Questo desiderio fa nascere il peccato, e il peccato, quando ha preso
campo, porta la morte. Non lasciatevi ingannare, fratelli carissimi: tutto ciò che abbiamo di buono e di
perfetto viene dall'alto: è un dono di Dio, Creatore delle luci celesti. E Dio non cambia e non produce
tenebre." (T.I.L.C.)
Isaia 33:15-16 > "Colui che cammina per le vie della giustizia... Che si tura gli orecchi per non udire
parlar di sangue e chiude gli occhi per non vedere il male. Quegli dimorerà in luoghi elevati, le rocche
fortificate saranno il suo rifugio; il suo pane gli sarà dato, la sua acqua gli sarà assicurata."
Numeri 15:39b > "Non seguirete il vostro cuore e i vostri desideri, che vi spingono a tradirmi..."
«L'esistenza di Gesù umile e tranquilla ed il silenzio della Scrittura intorno ai suoi primi anni ci
insegnano un'importante lezione. Più la vita del fanciullo è esente da eccitamenti artificiali, più è
tranquilla, semplice, in armonia con la natura, più diventa favorevole all'educazione fisica e allo
sviluppo della mente e dello spirito. Gesù è il nostro esempio.» (E.G. White, "La Speranza dell'Uomo"
- p. 43)
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