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Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
Parere del Comitato delle regioni sul tema «Gestire l’impatto dell’invecchiamento della popolazione
nell’Unione europea (relazione 2009 sull’invecchiamento demografico)»
(2010/C 232/02)
IL COMITATO DELLE REGIONI FORMULA LE SEGUENTI RACCOMANDAZIONI:
— constata che oltre 60 regioni presentano un tasso di dipendenza degli anziani superiore al 29 % e più di
70 regioni registrano un saldo demografico negativo (alcune con percentuali di calo superiori all’1 %
annuo),
— ritiene che l’invecchiamento sia un tema che deve essere trattato nel quadro della strategia Europa 2020.
Sottolinea a tale riguardo la necessità di sfruttare le opportunità offerte dall’invecchiamento per raffor­
zare la coesione sociale, economica e territoriale,
— nel gestire l’impatto dell’invecchiamento demografico, raccomanda di adottare un approccio in fun­
zione delle regioni, imperniato attorno a tre assi: 1) invecchiamento in buona salute, 2) partecipazione
al mercato del lavoro e produttività del lavoro e 3) accessibilità ai servizi e alle strutture,
— propone di sviluppare, in collaborazione con la Commissione, diversi progetti pilota transregionali e/o
interregionali basati sulle tre priorità illustrate sopra. L’obiettivo principale dei progetti pilota deve essere
lo scambio di conoscenze e di buone pratiche,
— appoggia l’iniziativa di proclamare l’Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà inter­
generazionale, con la piena partecipazione dei bambini, durante il mandato della nuova Commissione
e ritiene che le priorità e i programmi pilota proposti possano apportare un contributo concreto impor­
tante a questa iniziativa.
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Relatore:
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
27.8.2010
Rob BATS (NL/ALDE), assessore della provincia della Drenthe
Testo di riferimento: Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comi­
tato economico e sociale e al Comitato delle regioni - Gestire l’impatto dell’invec­
chiamento della popolazione nell’Unione europea (relazione 2009
sull’invecchiamento demografico)
COM(2009) 180 definitivo
I. INTRODUZIONE
5. osserva che l’invecchiamento in buona salute può presentare,
per le donne di una certa età, i disabili e gli immigrati, difficoltà
particolari che vanno affrontate;
IL COMITATO DELLE REGIONI
1. accoglie con favore la comunicazione della Commissione
Gestire l’impatto dell’invecchiamento della popolazione nell’Unione euro­
pea, nella quale si osserva che l’invecchiamento demografico ha
implicazioni considerevoli sui regimi pensionistici, sui sistemi
sanitari e sull’assistenza di lungo periodo. La comunicazione della
Commissione sottolinea che le autorità pubbliche dispongono di
dieci anni al massimo prima che i figli del baby-boom raggiun­
gano l’età della pensione. L’urgenza, le sfide e le opportunità sono
grandi e richiedono interventi politici ben mirati. Le azioni even­
tualmente intraprese per affrontare l’invecchiamento di questa
generazione dovranno essere strettamente legate alle politiche per
la parità tra uomini e donne, al fine di correggere l’attuale situa­
zione di maggior povertà o di peggiori condizioni socioeconomi­
che delle donne anziane, che va a sommarsi a una peggiore qualità
della vita dovuta alla più alta morbilità e al più alto grado di
dipendenza, a loro volta svantaggi tipici della condizione
femminile;
2. ringrazia gli enti regionali e locali, le organizzazioni non
governative e gli altri partner del Comitato per il contributo attivo
fornito all’elaborazione del presente parere, in particolare nel
corso della riunione della commissione ECOS del 4 settembre
2009, della tavola rotonda del 18 novembre 2009 e della riu­
nione della task force del 14 dicembre 2009;
3. sottolinea che l’invecchiamento della popolazione non è un
fenomeno a sé stante, bensì uno degli aspetti di una grande evo­
luzione demografica che sta producendo un cambiamento radi­
cale dell’entità e della composizione della popolazione a livello
regionale e locale. Numerosi fattori, diversi tra loro, influenzano
l’andamento e l’impatto concreti di questa transizione demogra­
fica (natalità, mortalità, disponibilità a trasferirsi altrove e immi­
grazione). L’invecchiamento demografico è un processo
spontaneo, e per riuscire a gestirne adeguatamente l’impatto è
indispensabile prenderne coscienza e riconoscerlo;
4. constata che il rapporto tra popolazione in età lavorativa e
ultrasessantacinquenni passerà da quattro contro uno a due con­
tro uno. Si tratta di una previsione di lungo termine. Tuttavia, per
quanto utili possano essere le previsioni di lungo termine, l’invec­
chiamento demografico è un problema che non si può lasciare al
domani, bensì va affrontato sin da oggi. Oltre 60 regioni presen­
tano un tasso di dipendenza degli anziani superiore al 29 % e più
di 70 regioni registrano un saldo demografico negativo (alcune
con percentuali di calo superiori all’1 % annuo);
6. ritiene che l’invecchiamento sia un tema che va trattato nel
quadro della strategia Europa 2020. Sottolinea a tal riguardo la
necessità di sfruttare le opportunità offerte dall’invecchiamento
per rafforzare la coesione sociale, economica e territoriale. La stra­
tegia Europa 2020 si basa sul presupposto che ogni cittadino e
ogni regione contribuiscono alla forza dell’Unione in funzione
delle proprie qualità e delle proprie caratteristiche specifiche. I cit­
tadini europei che invecchiano rimanendo attivi e in salute costi­
tuiscono un potenziale in gran parte inutilizzato. Questa
constatazione impone di adottare politiche non solo orientate agli
anziani, ma anche ai cittadini europei in tutte le fasi della vita;
7. ha già avuto modo di constatare che l’impatto dell’invecchia­
mento demografico si avverte in primo luogo a livello locale. Gli
enti regionali e locali hanno compiti importanti nel settore della
salute, del benessere, dell’assistenza (a pagamento o gratuita), del
mercato del lavoro e dell’offerta di servizi e di attrezzature in
materia di alloggi, trasporti (pubblici) e istruzione. Agli enti regio­
nali e locali compete la responsabilità di gestire, nel proprio ter­
ritorio, l’impatto dell’invecchiamento demografico in modo
creativo e innovativo, nel quadro della strategia Europa 2020. A
questo fine è necessario che si instauri un patto di solidarietà tra i
giovani e gli anziani, tra le regioni in crescita e quelle in calo
demografico, tra le aree rurali e quelle urbane, nonché tra le
regioni e gli Stati membri.
II. RACCOMANDAZIONI PROGRAMMATICHE
IL COMITATO DELLE REGIONI
8. chiede un nuovo piano (un new deal) finalizzato a gestire l’im­
patto dell’invecchiamento demografico nell’UE e articolato
attorno a tre priorità di fondo, da rendere operative attraverso
programmi pilota interregionali e/o transregionali. Queste tre
priorità sono in sintonia con gli obiettivi della Commissione; l’ac­
cento è posto sulle responsabilità primarie degli enti regionali e
locali in materia di sanità e assistenza, di mercato del lavoro e di
offerta di servizi:
— invecchiamento in buona salute: aiutare la popolazione
europea a rimanere attiva e in buona salute il più a lungo
possibile,
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— partecipazione al mercato del lavoro e produttività del
lavoro: promuovere una società europea che consenta a tutti
i suoi cittadini di apprendere, di partecipare e di contribuire
alla sua costruzione, anche con la possibilità di lavoro
remunerato/non remunerato, lungo tutto l’arco della vita,
— accessibilità ai servizi e alle attrezzature: ricalibrare l’of­
ferta di servizi destinati alla popolazione che invecchia;
9. sottolinea che tra queste tre priorità esiste una relazione
diretta e auspica quindi che sia adottato un approccio orizzon­
tale. Le persone che invecchiano in buona salute possono fruire
più facilmente dei servizi e delle strutture a loro disposizione e
hanno maggiori possibilità sul mercato del lavoro. Per aumentare
la produttività lavorativa è fondamentale che la popolazione
attiva sia in buona salute e che l’offerta di servizi e di attrezzature
sia adeguata. Questi ultimi possono inoltre aiutare i cittadini a
invecchiare in migliori condizioni di salute e contribuire a innal­
zare la percentuale di popolazione attiva e il livello di produtti­
vità. Propone quindi un approccio di genere che promuova un
invecchiamento sano e la parità di condizioni tra donne e uomini;
10. riconosce in queste tre priorità un’agenda di natura espres­
samente sociale. È nel modo in cui sono trattati gli anziani che la
società europea dimostra il suo senso di solidarietà. Una solida­
rietà che si esprime, ad esempio, contrastando tutte le forme di
discriminazione (in particolare quella basata sull’età), eliminando
gli ostacoli alla partecipazione sociale degli anziani e assicurando
una rete mirata di protezione sociale i cui utenti devono inoltre
potersi aspettare un trattamento dignitoso. Questa agenda sociale
rappresenta una responsabilità comune degli enti pubblici e dei
loro partner (sociali);
11. appoggia l’iniziativa di proclamare l’Anno europeo dell’in­
vecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale, con la
piena partecipazione dei bambini, durante il mandato della nuova
Commissione e ritiene che le priorità e i programmi pilota pro­
posti possano apportare un contributo concreto importante a
questa iniziativa;
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INVECCHIARE IN BUONA SALUTE
Rimanere attivi e in buona salute il più a lungo possibile
13. intende l’invecchiamento in «buona salute» come l’insieme
degli sforzi che contribuiscono a combattere gli effetti negativi del
processo di declino fisico, psichico e sociale. L’invecchiamento in
buona salute richiede un approccio globale lungo tutto il corso
della vita (sin dall’infanzia). Occorre prestare attenzione alle cause
dei problemi di salute che si sviluppano nel corso della vita di una
persona e individuare le possibilità di una prevenzione efficace e i
fattori ambientali che influiscono sulla salute;
14. è convinto che l’allungamento della vita della popolazione
europea sia un chiaro segno di un’evoluzione (spontanea) posi­
tiva e di benessere. Per l’invecchiamento in buona salute è impor­
tante sapere come la popolazione possa mantenere un buono
stato di salute e di benessere il più a lungo possibile, in modo
soprattutto da poter continuare a partecipare attivamente alla
società apportando un contributo sociale ed economico. Ciò che
conta quindi non è tanto l’età (biologica) quanto la situazione di
vita;
15. ritiene che aiutare la popolazione a invecchiare in buona
salute consenta di ridurre la crescita dei costi connessi con l’in­
vecchiamento. Quanto più numerosi saranno i cittadini che invec­
chiano in buona salute, tanto maggiore sarà il contributo sociale
ed economico che ne deriverà per tutta la società. Per promuo­
vere l’invecchiamento in buona salute è necessario seguire nuovi
modelli di politica sociale, puntare sulle innovazioni e sulla ricerca
(terapeutica e di altra natura, come per esempio sugli ausili tec­
nici) e adottare un ampio approccio per una struttura urbana o un
ambiente «a misura di anziani» con una gamma adeguata di pro­
dotti disponibili. È inoltre necessario promuovere la formazione
di professionisti competenti, essenzialmente negli ambiti sociale
e sanitario, rafforzando i programmi in materia di invecchia­
mento nel quadro dei diversi corsi sia universitari che extrauni­
versitari, per poter contare su professionisti formati e abilitati ad
affrontare l’invecchiamento e i suoi diversi aspetti, e soprattutto
promuovendo profili professionali connessi alle cure, alla dipen­
denza e alla promozione della salute. In questo modo, l’invecchia­
mento in buona salute potrà dare un importante contributo alla
strategia Europa 2020;
16. allo scopo di ridurre il costo derivante dall’invecchiamento
della popolazione, le autorità competenti dovrebbero attuare poli­
tiche che consentano alle persone anziane di restare nelle loro
case quanto più a lungo possibile e le incoraggino in tal senso.
OBIETTIVI
12. osserva che si può trarre ispirazione dagli sforzi che gli attori
locali hanno intrapreso per promuovere la partecipazione attiva
dei cittadini (compresi, nel quadro del presente parere, gli anziani)
nella società. Per gestire l’impatto dell’invecchiamento demogra­
fico è necessaria la collaborazione di tutta la società civile. Occorre
infatti promuovere la partecipazione attiva dei cittadini, della
società civile organizzata, dei centri di conoscenza e delle orga­
nizzazioni private. L’iniziativa sociale di questi attori può fare la
differenza ed è indispensabile per l’elaborazione e la realizzazione
dei programmi pilota proposti.
17. auspica che le regioni europee cerchino attivamente dei
punti di convergenza tra le loro politiche in relazione all’invec­
chiamento in buona salute. Si possono individuare insieme i modi
migliori per incoraggiare l’innovazione e la ricerca in questo set­
tore e per monitorare i progressi compiuti. Per il successo di que­
sto approccio occorre attuare una politica mirata di innovazione.
I diversi attori pubblici devono assumere un ruolo guida insieme
ai loro partner (del mondo scientifico) nella promozione dell’in­
vecchiamento in buona salute;
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18. sottolinea l’importanza della collaborazione a livello sia
intraregionale che interregionale e definisce i seguenti compiti
principali in materia di invecchiamento in buona salute (in pro­
posito l’accento è posto sulla salute; le altre priorità mettono in
rilievo, rispettivamente, la partecipazione economica e l’offerta di
servizi e di strutture):
— creare le basi di una vita sana fin da giovani. Per invecchiare in
buona salute occorre cominciare bene. Quanto prima si inter­
viene contro i rischi per la salute, come il sovrappeso, le abi­
tudini alimentari e lo stile di vita, tanto migliori saranno le
prospettive,
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(che invecchia) bisogna sfruttare al meglio le competenze delle
persone anziane. Garantendo posti di lavoro di qualità - e adeguati
- si consentirà alle persone di continuare a lavorare più a lungo.
La qualità, in questo contesto, non è data semplicemente dalle
condizioni di lavoro, ma anche da un’adeguata varietà delle man­
sioni ecc. È inaccettabile che l’età, come ad esempio anche il sesso
e la provenienza (etnica) oppure la disabilità, possa precludere a
una persona l’avanzamento di carriera o escluderla dal mercato
del lavoro;
— cure sanitarie adeguate e rapido reinserimento. Se nel corso della
vita insorgono problemi di salute è necessario che essi siano
trattati in modo rapido ed efficace, e questo non solo ai fini
dei risultati delle cure ma anche in rapporto ai costi. In tal
modo si consente ai soggetti di reinserirsi in maniera ottimale
e di continuare a partecipare alla vita sociale, il che contri­
buisce in misura significativa ad aumentare, segnatamente, la
partecipazione al lavoro e il sostegno sociale,
21. sottolinea che la formazione svolge un ruolo importante
nell’aumentare il livello di produttività e di partecipazione al
lavoro. È ora di avviare un cambiamento culturale verso un tipo
di apprendimento e di attività professionale, orientati alle compe­
tenze ed estesi a tutto l’arco della vita, che abbiano l’obiettivo di
un’occupabilità anch’essa lungo tutto l’arco della vita, e quindi
della partecipazione (sociale). Questo significa che occorre garan­
tire l’accesso ai servizi e alle strutture per i corsi, i tirocini e le for­
mazioni. La responsabilità per la realizzazione di questo obiettivo
è condivisa tra i cittadini, gli enti pubblici, i datori di lavoro, i lavo­
ratori e i centri di conoscenza;
— assistenza (di lunga durata) agli anziani. L’assistenza agli anziani
richiede un approccio specifico. In primo luogo perché si
tratta di una fascia di popolazione vulnerabile, in maggiore o
minore misura, il che può influire notevolmente sulla buona
riuscita delle cure prestate. In secondo luogo perché i pro­
blemi di salute degli anziani sono molto spesso il risultato di
una concomitanza di più malattie. Per assicurare loro un’ade­
guata assistenza (di lunga durata) occorre che il personale
sanitario possa seguire opportuni corsi di aggiornamento sui
metodi di trattamento e di altra natura, per esempio di riabi­
litazione, più moderni ed efficaci.
22. considera che, nell’ottica di un apprendimento e di un’atti­
vità basati sulle competenze ed estesi a tutto l’arco della vita, si
potrebbe fare in modo che alla lunga la pensione evolva verso una
«fase della vita lavorativa adattata, ossia orientata alle compe­
tenze». La cosiddetta «economia d’argento» offre innumerevoli
opportunità per rafforzare il vigore dell’economia in generale.
Anche il volontariato e l’attività di assistenza rappresentano un
modo utile per occupare questa fase adattata della vita lavorativa.
Ciò che conta è che i cittadini rimangano attivi lungo tutto l’arco
della vita;
LA PARTECIPAZIONE AL MERCATO DEL LAVORO E LA
PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO
Apprendimento, lavoro e partecipazione lungo tutto l’arco
della vita per tutti
19. sottolinea che gli anziani hanno diritto a un reddito al di
sopra della soglia di povertà che garantisca loro una vita digni­
tosa. Molte persone anziane, soprattutto donne, vivono nella
povertà o sono a rischio povertà;
20. constata che la partecipazione (civica) contribuisce notevol­
mente a rafforzare la sensazione di benessere delle persone
anziane, e la partecipazione al mercato del lavoro ne costituisce
l’aspetto più significativo. Nel contesto dell’invecchiamento
demografico l’aumento della partecipazione al lavoro e della pro­
duttività rappresenta inoltre un presupposto importante per man­
tenere la buona salute non solo dell’economia ma anche delle
finanze pubbliche e dei sistemi previdenziali. Per il cittadino, par­
tecipare al mercato del lavoro è un diritto ma, se si guarda al pros­
simo futuro, anche un dovere. Ciò comporta un certo grado di
flessibilità da parte sia dei datori di lavoro che dei lavoratori.
Significa, in particolare, che anche le parti sociali e gli enti pub­
blici hanno il dovere di consentire la partecipazione al mercato
del lavoro senza porre limitazioni. Il Comitato delle regioni è
favorevole quindi a una direttiva di ampio respiro sulla lotta alla
discriminazione in materia di accessibilità a diversi beni e servizi
(nella quale la lotta alla discriminazione per ragioni di età
dovrebbe costituire una parte importante). Tuttavia, questa par­
tecipazione presenta ancora forti differenze da una regione all’al­
tra e tra le varie categorie interessate. In una società moderna
23. ritiene che l’immigrazione (selettiva) di manodopera possa
aiutare a compensare talune carenze sul mercato del lavoro. A tale
proposito, la Commissione afferma che una politica ben organiz­
zata in materia d’immigrazione legale potrebbe contribuire in
maniera significativa a colmare le carenze di manodopera. In pro­
posito occorre prestare particolare attenzione al riconoscimento
dei diplomi e alla semplificazione delle procedure (tenendo conto
del rischio di eventuali effetti negativi derivanti della fuga dei cer­
velli dai paesi di origine).
OBIETTIVI
24. raccomanda che si migliori l’occupabilità di tutta la popo­
lazione attiva. Occorre sfruttare al meglio le competenze e le
capacità di tutti, e quindi anche quelle delle persone anziane.
Per l’occupabilità sono essenziali la salute e il fatto di poter lavo­
rare in condizioni sane. È in primo luogo responsabilità delle parti
sociali sfruttare meglio le competenze già maturate. I cittadini
andrebbero incoraggiati all’apprendimento lungo tutto l’arco della
vita per poter continuare a trovare il loro posto e a partecipare
adeguatamente adattandosi alle esigenze sempre mutevoli della
società e dell’economia. In questo contesto il ruolo degli enti pub­
blici è quello di facilitare e di incentivare. Occorre inoltre sfrut­
tare al massimo la creatività e lo spirito imprenditoriale dei
cittadini e del settore privato. A questo fine, gli istituti di istru­
zione e formazione devono adeguare i loro programmi alle esi­
genze delle persone anziane, per consentire loro di sviluppare le
conoscenze e le competenze necessarie. È anche particolarmente
importante incoraggiare e aiutare gli anziani a ottenere il ricono­
scimento e la convalida delle loro competenze;
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25. ritiene necessario stimolare la produttività e la partecipa­
zione al mercato del lavoro attraverso una combinazione di poli­
tiche mirate e su misura, in funzione di ciascuna regione e
categoria interessata. Per questo approccio è essenziale:
— investire nell’insegnamento, nella formazione e nell’acquisi­
zione di competenze per promuovere la mobilità verso l’alto
dei giovani sul mercato del lavoro,
— favorire le disposizioni volte a conciliare meglio vita profes­
sionale e vita privata, ad esempio i servizi di custodia per l’in­
fanzia, i congedi parentali, i congedi per l’assistenza ai
familiari e l’innovazione tecnologica (telelavoro),
— promuovere la salute sul posto di lavoro. Sebbene la speranza
di vita media nell’UE sia in aumento, in realtà i suoi cittadini
non vivono in buona salute più a lungo. Il mercato del lavoro
deve essere organizzato in modo tale che le persone possano
continuare a parteciparvi nonostante eventuali loro limita­
zioni e problemi di salute. È indispensabile quindi garantire
condizioni di lavoro (più) sane e con migliori servizi,
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(fisiche) che contribuiscono alla qualità della società locale e regio­
nale. A questo riguardo è opportuno fare una distinzione tra i ser­
vizi e le strutture regionali e locali (come i trasporti pubblici,
l’assistenza, l’istruzione, i luoghi di ritrovo, ecc.), da una parte, e i
dispositivi sociali nazionali (come il sistema pensionistico), dal­
l’altra. L’offerta di servizi e di strutture richiede un approccio glo­
bale e coerente per permettere di sfruttare le potenzialità sociali,
economiche e geografiche esistenti;
29. osserva che l’offerta attuale di servizi e di strutture non è in
linea con l’evolvere della domanda indotto dall’invecchiamento
demografico. La strategia attuata deve essere tale da permettere al
maggior numero possibile di cittadini di fruire dei servizi e delle
strutture affinché essi possano rimanere attivi e continuare a par­
tecipare alla vita della società. In un contesto caratterizzato dal­
l’aumento della domanda e dall’insufficienza delle risorse
pubbliche, questo significa che occorre ricalibrare l’offerta di ser­
vizi e di strutture. Bisogna inoltre sfruttare al massimo o utiliz­
zare diversamente il potenziale di innovazione. L’invecchiamento
rappresenta una sfida in più nella ricerca di manodopera nume­
ricamente sufficiente e ben qualificata, che è fondamentale per
mantenere accessibili i servizi e le attrezzature. Un contributo a
questo proposito sarà possibile innalzando la partecipazione al
lavoro e la produttività (ma sono necessarie anche altre misure);
— riconoscere e validare le competenze e le esperienze dei citta­
dini in età avanzata,
— esplorare soluzioni più intelligenti per accogliere nel mercato
del lavoro europeo lavoratori provenienti da paesi terzi per
le professioni che soffrono di carenza di manodopera (come
ad esempio, attualmente, nel settore sanitario e in determi­
nati settori ad alta intensità di conoscenza, ma in futuro pro­
babilmente anche in altri settori).
26. sottolinea che il rischio di perdere parte o tutti i diritti a pen­
sione quando percepiscono un reddito aggiuntivo dopo l’età del
pensionamento è spesso un motivo che induce gli anziani a rima­
nere inattivi. Occorre studiare, ai livelli appropriati, le possibilità
di adottare regole più flessibili in questa materia;
27. mette l’accento sull’importanza di sensibilizzare le imprese,
soprattutto i responsabili delle risorse umane/i servizi di assun­
zione, all’importanza di assumere personale di età più avanzata,
in particolare donne. Dovrebbero essere sostenute le imprese che
si impegnano particolarmente per permettere la mobilità interna
ai lavoratori anziani e prevedere orari di lavoro flessibili, o che
incentrano le strategie di formazione e di sviluppo della carriera
sulle esigenze particolari dei lavoratori anziani. La Commissione
europea dovrebbe raccogliere e diffondere le buone pratiche in
materia. È anche fondamentale che gli stessi lavoratori anziani
siano sensibilizzati e informati su tali aspetti.
ACCESSIBILITÀ AI SERVIZI E ALLE ATTREZZATURE
Ricalibrare l’offerta di servizi
28. con il concetto di «offerta di servizi e di strutture» intende il
vasto insieme di infrastrutture sociali, economiche e territoriali
30. fa presente che nelle zone soggette a profondi mutamenti
demografici non sarà sempre possibile continuare a offrire i ser­
vizi e le attrezzature in modo tradizionale. Con riferimento, ad
esempio, alla cosiddetta e-inclusion, si dovranno promuovere
nuove modalità valide per garantire l’accessibilità, basti pensare ai
servizi elettronici come la sanità, l’istruzione e l’assistenza on line.
La distinzione tradizionale, spesso legata all’età, tra strutture fisi­
che e servizi elettronici diventa sempre meno netta e richiederà in
futuro un approccio innovativo in funzione delle regioni, sulla
base del quale occorrerà creare una rete, coordinata a livello regio­
nale, di servizi e strutture fisici che siano effettivamente accessi­
bili (anche per via elettronica); un piccolo passo iniziale è
rappresentato ad esempio dalle «catene telefoniche»;
31. sottolinea altresì che un sistema adeguato e mirato di tra­
sporti pubblici contribuisce notevolmente a mantenere l’accessi­
bilità dei servizi e delle attrezzature, specialmente qualora le
strutture siano situate in posizioni centrali e possano quindi essere
rese facilmente accessibili grazie a un buon sistema di trasporti
(pubblici). Questo vale non solo per le strutture (di assistenza)
destinate agli anziani ma anche, ad esempio, per le scuole e i cen­
tri di conoscenza per i giovani e gli adulti. A tal fine è importante
che il sistema dei trasporti (pubblici) sia adattato alla realtà
regionale;
32. ricorda l’iniziativa Healthy Cities, promossa dall’Organizza­
zione mondiale della sanità (OMS) e finalizzata a migliorare le
condizioni di salute nei contesti urbani adattando meglio le strut­
ture e i servizi a una popolazione che invecchia, tenendo oppor­
tunamente conto delle infrastrutture fisiche. La partecipazione
attiva (degli anziani) svolge un ruolo importante nella definizione
delle politiche ispirate all’iniziativa dell’OMS. Questo approccio si
collega strettamente all’obiettivo del Comitato in materia di acces­
sibilità dei servizi e delle strutture.
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OBIETTIVI
33. auspica che il maggior numero possibile di cittadini possa
fruire in maniera ottimale dei servizi e delle strutture, in modo da
poter continuare a partecipare attivamente alla vita della società.
Nei prossimi anni l’offerta di servizi e di strutture regionali e locali
dovrà essere ricalibrata alla luce dell’evolvere della domanda.
Infatti, occorrerà tener conto non solo del criterio dell’età ma
soprattutto anche dello stile di vita: in genere le persone che con­
ducono uno stile di vita salutare hanno bisogno di strutture in
misura minore, e peraltro anche di strutture diverse, rispetto a
coloro che hanno stili di vita meno sani;
34. raccomanda lo sviluppo e lo scambio di conoscenze (sia
all’interno delle regioni che tra di esse) sull’offerta di servizi e strut­
ture. A questo riguardo è fondamentale:
— intensificare la cooperazione. L’offerta di servizi e di attrezzature
richiede una buona collaborazione. Per rafforzarne infatti la
base di sostegno (in termini sia qualitativi che quantitativi)
occorre una cooperazione, condotta a livello regionale e
locale, tra gli enti, i centri di conoscenza, le organizzazioni
della società civile (in particolare le ONG) e le imprese,
— promuovere l’imprenditorialità creativa, l’innovazione e l’einclusion, considerando il fenomeno dell’invecchiamento
della popolazione come una grande opportunità per raffor­
zare la competitività degli operatori economici. Per organiz­
zare e finanziare in maniera più ottimale l’offerta di servizi e
di strutture, gli attori regionali e locali, sia pubblici che pri­
vati, dovranno necessariamente utilizzare nuovi sistemi e tec­
nologie - come l’Internet a banda larga e l’e-inclusion
(domotica, teleassistenza, vendita elettronica e formazione a
distanza) - e sviluppare nuovi sistemi di trasporto regionale
o potenziare i trasporti pubblici già esistenti,
— adeguare l’offerta. L’offerta di servizi e di strutture, per quanto
riguarda sia i servizi forniti per via elettronica sia quelli di
assistenza informale, deve essere adeguata all’evolvere della
domanda da parte dei cittadini,
— incoraggiare l’uso delle TIC per conseguire una maggiore inclusione
sociale e territoriale delle persone anziane.
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regionali e locali di offrire soluzioni creative e innovative sul loro
territorio;
36. invita la Commissione a concentrarsi sugli aspetti seguenti:
— incoraggiare tutti gli attori dell’Unione (organizzazioni non
governative, centri di conoscenza, il settore privato e gli enti
pubblici) a migliorare il grado di sensibilizzazione e a favo­
rire lo scambio di conoscenze, l’innovazione tecnologica e lo
sviluppo di buone pratiche e di strategie di intervento,
— monitorare e prevedere, a livello regionale, l’invecchiamento
demografico in quanto dato indispensabile per la messa a
punto e l’attuazione delle politiche necessarie. Tra una
regione e l’altra esistono forti differenze, che pur non essendo
evidenziate nei rilevamenti nazionali sono essenziali per pre­
vedere l’impatto dell’invecchiamento,
— inserire il tema dell’invecchiamento, in quanto componente di una
transizione demografica più ampia, nei diversi programmi euro­
pei, come strumento volto a sostenere l’adozione di approcci
regionali e territoriali, di tipo organico e innovativo. A que­
sto riguardo, le regioni chiedono una cooperazione stretta e
diretta con la Commissione;
37. propone di sviluppare, in collaborazione con la Commis­
sione, diversi progetti pilota transregionali e/o interregionali
basati sulle tre priorità illustrate sopra. L’obiettivo principale dei
progetti pilota deve essere lo scambio di conoscenze e di buone
pratiche. Essi non devono servire solo a sensibilizzare, ma anche
a far adottare e condividere approcci concreti. Vista la portata del
fenomeno dell’invecchiamento, il Comitato ritiene importante che
le conoscenze siano condivise non solo nell’ambito di ciascuna
priorità indicata, ma anche in maniera trasversale. I progetti pilota
dovrebbero favorire lo sviluppo delle conoscenze. Per l’attuazione
dei programmi, i partner dei progetti pilota possono avvalersi, in
maniera indipendente, delle diverse risorse messe a disposizione
dall’UE. Nell’opuscolo dal titolo How to promote ageing well in
Europe: Instruments and tools available to local and regional actors
(Come promuovere l’invecchiamento attivo in Europa: strumenti
disponibili per gli attori locali e regionali, in lingua francese,
inglese e tedesca - CdR, 2009), realizzato in collaborazione con la
piattaforma AGE, il Comitato fornisce un quadro delle fonti di
finanziamento disponibili. Si tratta di uno strumento prezioso per
la fase di avvio dei progetti pilota. I membri del Comitato elabo­
reranno delle proposte in materia;
CONCLUSIONI FINALI
35. nel gestire l’impatto dell’invecchiamento demografico, rac­
comanda di adottare un approccio in funzione delle regioni,
imperniato attorno a tre assi: 1) invecchiamento in buona salute,
2) partecipazione al mercato del lavoro e produttività del lavoro
e 3) accessibilità ai servizi e alle strutture. Con ciò il Comitato delle
regioni privilegia un approccio globale al problema dell’invecchia­
mento, che va considerato come parte di un fenomeno più ampio
di transizione demografica. Si tratta di un approccio esteso a tutto
l’arco della vita, basato sullo sfruttamento ottimale di tutte le
opportunità e sulla differenziazione regionale. Il risultato sarà un
new deal finalizzato a gestire l’impatto dell’invecchiamento demo­
grafico nell’UE, che tiene conto della responsabilità degli enti
38. propone che per i progetti pilota vengano seguiti i seguenti
criteri: essi devono essere finalizzati a generare conoscenze empi­
riche e scientifiche (di ricerca sia applicata che fondamentale), atte
a contribuire alla gestione dell’impatto dell’invecchiamento della
popolazione nell’UE. La ricerca fondamentale deve contribuire,
nel lungo periodo, a ridurre il futuro ricorso all’assistenza sanita­
ria. Un’importante fonte di informazioni in materia è rappresen­
tata dagli studi su coorti e dalle biobanche. Per sapere come una
persona può invecchiare in migliori condizioni di salute, postici­
pando quindi il ricorso all’assistenza sanitaria, occorre conoscere
i processi (cellulari) che sono alla base dell’invecchiamento
fisico. Per favorire la nascita di partenariati interregionali e/o
transregionali tra i centri di conoscenza, gli enti pubblici
27.8.2010
IT
Gazzetta ufficiale dell’Unione europea
C 232/13
valorizzando le esperienze acquisite per sfruttarle nei pro­
grammi di ricerca,
(decentrati) e i soggetti del settore privato occorre mettere a punto
e testare nella pratica approcci innovativi in funzione delle regioni.
In questo quadro possono svolgere un ruolo importante anche le
parti sociali, le strutture di benessere e assistenza e altre organiz­
zazioni non governative. Questi partenariati regionali possono
ruotare attorno a competenze specifiche nel settore della cono­
scenza o a catene di cooperazione, già operanti in alcune regioni,
o attorno a particolari problemi legati all’invecchiamento che inte­
ressano una determinata regione. Questi progetti potrebbero ad
esempio essere collegati ai programmi Interreg esistenti. In
aggiunta ai compiti descritti per ciascuna delle tre priorità propo­
ste, occorre sottolineare gli aspetti seguenti:
— partecipazione al mercato del lavoro e produttività: promuovere
una società europea che consenta a tutti i suoi cittadini di
apprendere, di partecipare e di contribuire alla sua costru­
zione, anche con la possibilità di lavoro remunerato/non
remunerato, lungo tutto l’arco della vita,
— invecchiamento in buona salute: rafforzare le reti di assistenza
(ossia l’insieme delle prestazioni di assistenza frutto della coo­
perazione tra i diversi partner del settore che operano nel
corso della vita di un cittadino e la relativa domanda di assi­
stenza da parte di quest’ultimo), traducendo i risultati della
ricerca in nuovi prodotti, nuove tecnologie e nuovi servizi, e
39. chiede al Parlamento europeo di sottoscrivere le richieste del
Comitato delle regioni affinché la problematica attuale e urgente
dell’invecchiamento demografico (in quanto componente di una
transizione demografica più ampia) venga affrontata attraverso
progetti pilota interregionali e/o transregionali, e lo invita a con­
tribuire all’avvio di queste iniziative.
— accessibilità dei servizi e delle strutture: sviluppare approcci in
funzione delle regioni per ricalibrare l’offerta di attrezzature;
Bruxelles, 14 aprile 2010
Il primo vicepresidente
del Comitato delle regioni
Ramón Luis VALCÁRCEL SISO
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Parere del Comitato delle regioni sul tema Gestire l`impatto dell