tMwn SIGILIAM POi^OLARI iiusmii iicDiiiiH PITB" GIUSEPPE Seconda interamente edizione rif"isa PALERMO LIBRERIA CARLO (gi" L. INTERNAZIONALE CLAUSEN PEDONE LAUEIBL) 1891. jBdb, Propriet" Tipografia del letteraria. Giornale di Sicilia. itodbv STUDIO CRITICO sd" CANTI POPOLARI SICILIANI. jBdb, Questo Palermo, lume tembre Massimo viata "ol. scritto studio, la presso in-I6", 1868, e indi del nel Bolognese, an. an. e da Giornale I, i-9; nn. I; dalla dallo la prima di Siri"- ' volt? ' Sicilia, di in venne II, voi. altri apparve Giornale successivamente D'Azeglio, I, 1868-69 1868, Tipografia 160), pp. nei ripubblica.,. parte Sein", Societ" an. di i; dalla Napoli, periodici. itodbv Ri an. A MADEE MIA MA^BI^ STABILB. .g, jiei ^iolo" tuoi esima, coiieisli in e segno coi tuoi di e aiuti, quell'ainore i eotto creaciuta io offro che a Tu ocohi, tuoi JVEaar" Te, sai jBdb, oom- jBdb, PREFAZIONE. Ripubblico, a dopo raccolse tempo suo squisite, sigiiatemi dal Ed ventini la e dalla 1870 in Italia esperienza in dalle pur notabili che sia numerazione la perch" di materia alta apportate e con- ricerche volute , modificazioni lezze genti- e modificazioni le con e simpatie che tesi fat- qua. dichiaro anzitutto fuori e ripubblico Raccolta, questa anno, questo su sia sorta, dei dell'opera, io la Raccolta stribuzion di- rata, inalte- ebbi non le ia rimane canti punto perch" essendo mai timenti pen- parte come , oramai collezione d'una tradizioni ptypdari conosciuta, siciliane la Biblioteca delle frequentemente " citata , nei della volumi attenenti gravi tradizionale: poesia a ragioni medesima collezione ed , agli altrui opere il mutarne, avrebbe organamento I' nelle e senza sione confu- recato , della studiosi Solo poesia. alia guardando , di necessit" ditferentissimi, stessi dalle distinguere, Canzuni novit" tagjjia Oltre d" ne onde sulla un e questa prima sono centinaio di quali alle ora un seconda poi canti altro, generi stornelli) C"m)-"{= (= rispetti), cantando, Le i dall' l'uno d" ho si fanno capitolo se appartato spesso guire se- speciale. edizione si sostanza e incompleti per avvan- di forma. varianti o di , poca importanza o di provenienza sospetta ho soppressi " w TIU PREFAZIONE costituendoli altri al canti rispettivo loro simili, tipici,e di fonte Imperciocch" sar" non accinsi manipoli Inutile che doveano uno di de' di io Gaetano mia di Di magistrali studi quando rilevata di altre dunque ' da zibaldone un mi non restava posto, eliminando Cff. E un altre Uto : italiana sorpreso della dei *, mia egliquelle aver contadini esistente se in altre ie che quelle poesie Ora sua. casa rimettere non i nn. 2G\, Se9, 390, 414, al cose il popolo non vo!umetti[io ma. in 673, It"" di carte 59 quatto Poesie carte scritte dal preoediite , Di Giovanni, po^^larl castelterminesi, raccolte il {18*7-^}"ii 'amuri, gilut"a, spartenza Paolino Peulisi e seguite e lo ha intito- nella sdegnu sua dal " D.' ecc. ' In Livorno ' Di diciassette i nn. quale e trascritte giovent" "avano ne' suoi popdare , da dei '. canta ' bocca quella letteraria confessato dalla qua- , trascritte loro raccolte un dal benemerito dal D'Ancona Tortorici : vertenze av- S ed illustre di fattura Poesia avea dei critici ', offertimi , giusta osservazione, mi poesie sulla La n'ebbero ve lo informava storico i tra , spigolaida parecchi Giovanni, sopra i* amico gi" che bh- ripetute senza rilegatiinsieme venne due l'attenzione io osservazione Tortorici poi pubblicai allogai non scere cono- quando che " giovarmi, spiritoletterario staccati,ora citt". La che a Casteltermini, che dernini canti canti polare. poil che cosa " agli studiosi chiamare Tortorici, che indubbiamente sapere quali ebbi piiitardi sullo da " raccogliere i a vari altro progressivocon numero coi tipi di Frane. ne ritenni 108, 174, nove ^13,218. Vigo, Editore, 1878; p. 314, nota soltanto , quelle cio" , , 2, clie por- 240, 244, 270, 385, 38S. ,00 bv PREFAZIONE Dai di Castel quaderni "confusi in "del mio mi rimesso test" scelta. ho parsi son a arlistrea4e roba nella giudizio d'allora che scelsr,cinquantan canto, ni solita ingannato dieci quei alla mezzo essermi non termi IX voluto discutibili m"a di diffidando Pur-e qui credo ridurli di rivedendo dieci, il manoscritto disposizione dall'egregio possessore. Questo pei narrativi del brevi canti secondo le Il leggende Barone, mezzo a curso di polimetra, canti " allora, massime non " : 119) vi da popolo; Il canto, si dileguano, senza il contrario Nessuno momento dichiarandomi Non del mi nella pure sono i nn. senza il Alfonso prof. Ac- componimento sc"rto per servavo (os- forma una tutta non lare popo- espressioni certe Tuttavia mi ha i miei se altri mi sposto ri- dubbi provasse ,. contrario; invece mi l'Accurso, diede piena racconto il mal riuscito presente ristampa e, 964, 973, 976, sulla fattura del come dei una paese. suo tentativo in ragione quella pretesa leggenda un se ,. contento stata che in sospetto, " di origine resipiscenza, sopra lata: intito- mandata l'egregioamico ma supposto essere dire e verun sarei prov" di il polimetro mio composizione occorre e il letteraria, certo popolare, quantunque sua che di venti una l'avea me ho pel polimetro son e Studiando p. che meno , nn giovane d'un Pei fatto un profano, indovinelli e Resutlano. poco non proprio d'argomento era moUi io che volume. addietro. Tra non primo lieto di rivelare son potrebbe lusingare l'amor anni lirici del non comparisce ri- quello,cos" quali io forti dubbi. itodbv non Vero " " da non che forma la mgttefsi di valorosi di sui sottile. di Ma " non risultati Sotto di qui col B'Ancona da distinguere forma , " in ad prima bocca in modo ogni e bocca ne' , , pp. d' artif"ziata : lingua o e Con cui capo Canti polari po- qualche italiana pi" copiosa e poi, un e risale che se secoli. Ma dell'una non maggior quella : letteratura pi" ch'altro di arlii"cio, certo quella fonte dell'altra altro, diede pur ai questa la e sia mente diretta- letteraria gli esempj, che tempi pi" e , quattro si trasmise forma a sui modificate. priva prima contare non a tre critico spontanea non nostra di Sicilia,che stampo, La della in tempo poesia popolare forma sebbene del polari po- particolarcggiare, io_ credo nella una canti dei ultimamente Studio posso " cio" ed in parte non vecchia e ha riesca , il mio sono fattura e questa pi" moderna primi tempi prima, volte addirittura antica pi" sce cono- Folk-Iore, che raccoglitori perch" 1868-70, che ' plebea non si dei del Raccolta, riserbo, che pi" quali tradire origine pubblicai pi" questa una prodotto un della idee siciliani,si e pel molto indiscutibili. l'aspetto e il numero come de' componimenti sincerit" le mie scrissi il dare sol- osservazioni si andava non canti buon un per che vero letterato, " della bisogno ieri a men analfabeta musa l'autore a fino quali questi indagini ed dimostrata artii"ziata anche per le accurate critici l'han canti, ed discussione in oramai tanto"-g"lTcch" artistica son lo molti. oralmente, di mescolfimento 426-27. itodbv ."UEFA aulle NE XI plebi itaiiane;la seconda, si diffuse col in " dovuto e II canto di mescolato si i e poeti culti due due forme fiumi, che le loro aU'uiio ad posti sono volghi. Le come per eolla riman dal volgare l'Isola del- loro la maniera dai qualche artistica pi" d' paralleli,e del cosa una dei poetica poi separarsi per giunto con- tempi piij antichi procedono sempre taJe , imitare acque, zialmente essen- poesia canto a diventar , fino o si " continuamente , studiata; volta " intersecato , parte divenuto " esprimersi nel spontaneo ,. canto sebbene comune, cessare la massima per collezioni manoscriUe Sicilia, i! ,. italiano abbia di mezzo Nato stampa e ZIO sono fondono con- spesso d" nuovo del e sapore ma : lore co- dell'altro ". io credo; Questo canti popolari pubblicati somiglianze degli ii giorno EaccoUa vorr" uni cui amplissima di con allora la alcuni molti e di facile vena, ' Catania, ' Valga Stabilimento per tutti diretta il della ed al quali egli , siciliani di il quale C. durre ri- si ' coscenziosa. Si nostri da studi ed Si a guita eseprenderne com- vedr" che, Raccoglitore amici ^; cosi Calatola forai di le , necessaria si affid" tipografico e molto Raccoglitore dal di esperta la composti da vennero Capuana e coltura creati di mano popolari dal identit" letterarie, importanza. furono altri ai da derivato natura canti ripresa canti la si possa danno prive persone altre illuminata il gran che poesie critica quella compilazione, da altres" di e alle in studiare vedr" come credo ma suoi altri mol- 1S70 suo desimo, me- [-1874 1. ventotto itodbv tra. SII ri"E tissimi furono a sempre sicuri u" lui trasmessi d" " Sicilia, Italia del dovizia " tanta di da '. Ed " pubbliche in difetto canti che altri canti nove dire, ogni canti di Onde cosa. genuini del confuse caiiKoni ed annotate Pao!,o Maura in dialetto mineoli, siciliano , 135-169. pp. Una I I, voi. an. tense di Bologna 1, fase. Eonia; ne in dal datemene di Genova, fattomi renae, conoscere Italiana n n. (15 ott. A. U. 1869; archivio un prof. D. indicatomi di P"stoja, descrittomi inviata descrisse 6"; Palermo, uno analfiibeti, d" di alcune con Capuana dal e uno e G. nella in altri facsimile, un Ita d' Educazione Casana- di Perugia, secondo uno una nella Sicula, ne Biblioteca nella Siciliano;uno in Rivista se nella uno Nevati; Nerucci d'Istruzione .4mico privato Gaoli; dall'avv. dal L. va- come 1879. Milano, Brigola, di di prefazione una zoni can- queste rivelazioni Vedi profonda. i le poesie con antiche credute , poeti libro,dove un recate '; spesso di uso era in combutta Compilatore , Poesie ottave), com' fuori stanno ammirazione con trenta- perfino di principireali *; !e e dal leggende e quello per ", venne i sonetti con contare Insaccava ne popolo illustri poeti " pili l", specialmente e di trentanove composto canto un guardare senza da raccoglitori(tanto biblioteche superasse , degli scrupolo che private bibliote- e tutto, dare da graziarsel in- manoscritti, dei pubbliche d" ni... di si fecero non centoni a egli,entusiasta di numero nelle non cofrispondenti vanit"; i quali, pur il pi" delle volte ricorrere quali alieni da copiose offerte, con di FAZIONI. lettera di sitaria Univer- Nazionale nella dicazioni in- d" Fi- Forteguem pubblicata nella Palermo, an. 1872). ' Cfr. i nn. 4191-4199, 4546, ' di', i nn. 5190-5192. 5172 ecc. ecc. itodbv II, rianti in le lezioni nota elementai-e principio dal ipotetiche canti singoh " Prefazione di siciliani popolari Di minare eli- di e tuire restie affermazioni molte prattutto so- , di della attenenti opere a stranieri ". di pi" direi, ma tornando E canto, per dialettali , canti Irar a paternit", patrie Notamente " canto e di Trapani, Palermo, notoria loro conto del e di raccolte capricciose attribuzioni, e alle tener non dialettologia, canzoni verificare auliche poesie le di e ogni contro pericolosissimocodesto, converr" quale le sceverare parlate in Libro Girgenti. profitto i altri da etnografia siracusane, , gi" pubblicate di di catanesi acitane, per tipiche;battezzate, allo dir men. bisogna. critico Studio che avverto " esso , i"cato noi gli ultimi e e., p, scritto fu quale o del due, Rubieri S poesia popolare; " " storia della poesia poesia popolare Itomania (Parigi 1876) di G. morie Per iranno del questo studio Parts, Les i-elazion" consultarsi sapienti studi ilaliana. ilaliana e C. per di e chants Stesso tutta popiilaires del han " dal Estp. nel Pi"mont 20 di 1888). Nigra ri- 1877. n. voi. trigata indella Birbera, G. giunte da cate spic- sulla Nigra dei raccolta cona D'An- diffusione (Torino, Loeselier la del luce Niora. con modi- estetiche e Firenze, ripubblicato dello opera vedute provenienza pop. Piemonte Kationale le i la citata con o essere gettato molta hanno ed La popolari ma della questione dovuto che congenere capitolo, il secondo Qualche avrebbe accresciuto, dopo l'altra e 1868. della Canii A posito pro- giovei-" dere: ve- [Paris, Impri- MDCCCXC). tra la le due poesia popolare recent"ssirae italiana opere; e Jeanfrov, la francese Les po- origines itodbv XIV PREFAZIONE !e radicali velato ed mezzogiorno mio poich" quel in quanto alle teorie lavoro " cui giudizi possano ',cosi ritenere ho parte che teorie io rivelai voluto misi o poetica popolare siciliana forma alla la della Poesie France ' della il mio prima L. Pedone 8" in titoli di pubblieazioni gr. 128, nota a sui essi ^. nello di Studio Carini critico e ^, gioveranno lyrique France en HUtoire et 1003, raccolti erano de moye'nr"ge au Chanson la in (Paris, po"tulaire en C", 18S9). Lauriel, edit., 1872. noir due di da opera Bibliografia delle Tradizioni volume Pag, edizione bibliograf"a entra Questa stampare: ' Principessa (Paris, Plon, Nournt Palermo, capitoli ai particolarmente quella apposta e Tiersot, e nella bibliografiadi la l" e qua cosa dell'Italia continentale, mano s"? per formulai o quella se alcuna se pensiero. populaire Hactiette, IS89) ' tutta, leggenda I canti de sparse Raccolta chiarire a libro un notereile Le siciliani non oramai in rimetter come , popolari canti nella poi evidenza, o poesia popolare spettare di demerito possa in di ed ritoccarlo, pronto arrischiate,o di merito primo, E nulla ritenuti e confortati di Studi per mi tardi pi" volume nuovo non la le mie molto polare po- conformi esser quei fatti,accettati e vennero un non poesia distrii^^gersi potranno non , con d' Italia. Ma della trattato un del tra i canti esistono settentrione fatti pi" recenti; arricchiti per del alcuni dagli studiosi che i canti Sicilia,i per a differenze popolari colonne; Palermo, canti superano me gi" cominciata d'Italia (un grosso Clausen), nella quale gli a 800. 4, itodbv i soli oltre comuni cinquanta ; i canti 1074, presi in setlantasel mai non di " rappresentabili quando ebbi e ie difficolt" difficolt" ben " di dall'essere adottato anche della La Biblioteca vuol' ho creduto delle e se La di la non agevolmente di dei dubbi Questi canti al di generi di usticani egregio devo prof. Francesco t"tt"; quelli di Cattolica e canti M." Cianciana storico di e e ciale so- comune, cav. velle no- popolare. Chi ha grafia da me comm. guita, se- XXIV-XXX Antonio Alcamo Mirabella, fare a canti, delle dei pagine di al u0 disadatta della ali" amico latinista;i di lettali dia- sostenitore; sempre senso le testi l'alfabeto letteratura leggere ciliane. si- popolari archivio meno ragionevolezza isdegni quanto dell'opera, altri ed principio etimologico dal il non all' indole fornir a dato la me comprendere sulla non ' sola, " per che glottologicoita~ tradizioni stato sono dell'Ascoli coloro etnografico, seguire, ritrae quale da altro grafia, che, parole, del e che volgari, documento insieme. dell'isola, l'alfabeto destinata pi" essere , tradizioni delle bench" quale, dialetti risponde non 1875, Nel siciliane, nell' Archivio adottato, siano segni grafici.Quelle con perch" lavori ratteri ca- fiabe di vaii sempre, i loro scopo volumi quattro rappresentarle lontano liana; ed ordinario. particolarit" de' esistono inseriscono allo le notare ai queste quanto per l'alfabeto con pubblicai a esatta, tutta non , ricerche niigiiorataconformemente singole parlate delie ora compresa neile qui fin grafia, allora notabilmente adesso sono , '. La popolari canti questa Ustica comuni contribuzione a messa di Artetti, aggiunti scrittore Q. Di del lodato nel di Giovanni. nu.uub, desto mo- corpo quella XVI PREFAZIONE voi. I delle m"e delle e l'Ascoli parlate di Dopo dei fa letti dai pei mutaiis alla ho nelle bozze la ' Beitrdge zur Kennintss delle che tradizioni polari, po- ail' altra dei muti 4-0 des Klosterschiite cordarsi ac- propria grafia =. glotlo"ogi-o, ir, 455 der sia, ! In dieci anni maggior parte degli scrittori Arckiaio siciluinischen Boszieben Dmlectes. Halle ecc. Drucfc Pro- m der di' Eucli- , uckere! ' dea Il 19 del dotti Ji invitai da giorno, jorrm. prova Non bello uno Una evidente dico d" tutti e nomi scrisse: grande della i nomi ed a tre in sulla d'una conto l'altro; che un le della trascrizione essi pensassero c!ie trascrizione suo, illustri quando fonica, io parole unjornu= ghi"rnu, ed io scrissi ilarit" segui alla presentazione delle tre incertezza, dalla quale di le diffloolt" dir" solo riferirlo; a per gnornti, loro due con Quel iii'opoaito. ulilit" ciascuno u convei'sare onesti, usposi luogo opportuno scrivermi, a trovandomi certi dnbbi e " questo insistendosi 1889 entrambi siciliana non ISSO Waisenhauees, Marzo romanisti, "7! la che malagevole cosi correzione una si folkloristi;se bisogna scrittura da come la scrittura potranno non ai comuni "e\\' Archivio studio pei glottologi,o , ' gramm vita nello ignorare si fa o qual'", E poi, " testi dialettali sempre lettori stampa visto mia gioveranno non usufru" Wentrup dover non questa benedetta sa suoi pei e mutandis, intendo e letto dia- seg.), che e i testi pei glottologi, pi", folkloristi di dd *. della la scrittura questi;ma se pei folkloristi; esser un soverchia io credo patri dialetti, di il ed ciliani si- popdari di Grammatica * passato met" aver Racconti (p. CLXXXIV lodare a libert" e e Saggio siciliane ebbe stesso larghezza con del quella parte e Novelle Fiabe, quei duo rispettabilia egregi sostegno per della ciascuno esce a forme; modo di volermi non parere mia trascrizione. nu.uuu, suo. t"r jBdb, AVVERTENZA Ecco ALLA raccolta una siciliani inediti. sebbene Catania di Siracusa e lo e li ho distribuiti secondo la altri nelle altri in che avvertire, dare nel stornelli, vera siciliana, e loro di nel lia, Sici- Messina, Girgenti qual li ho secondo mia dai posta tori raccogli- di guisa le sole della accade menti componi- ordinati canzoni poesia ninne-nanne, che profane, i contrasti Cos" ecc. ne popolare " canti chi giuo- e sacre fuori venute son gli e fanciulleschi, gl'indovinelli, le arie, le legende e la e Trapani, distribuzione per forma le a genere compariscano principal di e seguiti ciascun io saggio, e di lari popo- tutta di modificando i titoli alla volendo volume primo province di Palermo materia, per Intorno un in quella province esigenza precedenti. canti , nelle parte mille comunissimi son , maggior EDIZIONE. che pi" poco Essi raccolti PRIMA , delle li rubriche Parti, li Canzum mancanti alle II dettato d'essi de' provengono; per di altre mi Carnalivan, canti ritiene cosa Orazioni, li per apposto la parlata dei l" di questa J"cura, lu P"liu la storia, Forse al le in vero per quali tale non luoghi di avendo provincia sentire dalla bocca on- la gia, filolo- ci" demente gran- bisogna , di li 'Nnimini, importantissima avvantaggiano. sar" li sono raccolte. l'etnografia e si sempre quali nuove, non potuto stessa itodbv XX AVVERTENZA dei cantatori le canzoni che fiducia lievi di e ciie mi valore nessun particolarit"di pronunzia qui d" ia argomento L' senso dialetto Me"i. Ma solo nelle si costoro l'isola tutta non quanti a varia paragogi, Metter da luogo aferesi ed mano sui a altre irregolari" bene dal farlo. Tuttavia de! popolo che le hanno falsi sulla o io mi in casi dubbi in quali , di varianti punto pi" degli uomini qui molto' ho di ricorso al aguro canti che intanto Italia in j le scenza conoun ho merc" (ed ci" a l" chiarire elisioni), pensiero un oneste ora mio un Sicilia, pubblicato ampliato: quale, poich" liete ed Ed in notabilmente ne loro e sone per- valgono misura spiegare presente raccolta poesia popolare ora fuori verso storica,altrove Precedela dei un lettere; la per canzoni a oscuro en"mmatico. quasi ed di dei guardalo son ci", anche frequente soccorrono frase una e di ridurre colo verna- struttura , potuto il frequenti metatesi, per delitto ; ed un che particolarit" foniche. versi canti stro no- Giovanni giacche , luogo di il agevolmente modo un ne recher" finora poesie persuaderanno a pratica questa classiche parla me egregi cooperatori. conosciuto han le essere e significate; miei di scrupolosa nutro ma debbano non inteJiigenzadei osservanza certo un occorrevano; nel si suo che mi Francia ed di ad Germania lunghe non sa"i-a. in anni, vazioni, osser- rono manca- hete men ed ste one- compagnia ragione. esso professo grato in cHiko gi" due nascere presenta adulto fare potranno son frutto accoglienze,non che Studio a coloro fecero che buon itodbv in viso AVVERTENZA XXI all'operettamia, conchiudo grazie alle gentilipersone raccolsero canti zia per Tra me. materna signora , figliuoliSalvatore e pei Siciliano Antonio Amico il Trapani; per ; il Michele prof.Vincenzo parnta, che veri,ma A tanti anche Palermo, Giuffr" Martino Giovanni non il melodie pei per 19 Marzo Michelan- Giuliano e canti d" caltavutofessore pro- quelli di Alimena; Patti e solo per col Tortorici,ed il quellidi SalaOli- prof. Isidoro signor Carlo che e mone-Marino Salo- pei not"g"an";il insieme favori suoi Partinico, pei pei consiglidei quali mi delle , S. Giovanni Pietro quellid" egregi aggiungo trascrizione Di per egli mi la il prof.Ugo- Monte tra na-Faulisi Di Capaci di Palermo; Messi Caleea A. sac. canti Di e coi Salv. Maggiore-Perni signor resi; il signor Mattia il Carini signor Gaetano Casteltermini dine gratitu- Antonio Bartolomeo; sfida la d" , , alcuni per di Sicilia Stabile Vincenza sentite e titolo a fratello mio di Borgetto; l'avv. Francesco ge"o esse Giuseppe canti colme in vari comuni che ricordare, oltre devo mia rendendo " stato largo. Graffeo, per accompagnano la l'opera. 1870. itodbv COMUNI NEI QOALI SONO I CANTI STATI RiCCOLTI POPOLAEI. jBdb, COMUXI NEI QUALI SONO STA'l'I f"AtlCOLTl I CISTI XXIII jBdb, EPIEG12I0HE DI ALCUNE VOCI DI DIFFERENTE A, a; 'a la; 0, alla, I)du, quello; ddu' due. Ca che (proti,e congiun.) ; c", perch", poich". Cci^gli, ne, le,lo, 11,loro,a lui. , VI, n_., SIGNIFICATO NELLA PRESENTE OPEBA, 6 al; 'if. del; o, ( pu"; pt"',pu" "iddit. Siddu, s. . '- - sei (numero). ".. Cu, ccu, con; (' chi, i S'ora, ftiori; f"ro, sarebbe, Ha ha, "; ha' hai, sei. He, ho; ", ai, agli, alle. ... Sta, questa; sta, sta ,..,, fosse. (v"rbo); si stai. Su' io sono, essi sono; T", tuo, tua; (o' tuoi, Un, un, uno; "an, non. Va, va (verbo), via, su su, tue. se via; "?",-; itodbv i jBdb, I I. il e in pensato alle pi" tanto di che di che anni " cero fe- quanto prende com- meno disinvolto. e si pochi esso, quanto sente, trent' molto pel passato naturale riesce Gant"i Cesare pi" canti. genere ispirazioni caste tanto presume meno in giacch" secolo, questo suoi ne' italiano popolo attenzione popolari siciliano popolo del canti A' canti Tacendo addietro richiamava , l'attenzione Visconti, corsi, illirici, greci dato fiamma seconda e dalle migliore Alpi a di quello fu Messina pubblicazioni di che studi sarebbesi continua gara pi" o meno toscani, duzioni; intro- succose saggio Poca intervalli, potuto di severi su gran pure con aspettare, ricerche, diligenti pi" , meno aveva favilla " frutto tima MaritNiccol" di un " ad di volumi prima sebbene e, : tarono presen- Venezia; postille Vieusseux. del quali i di del Giannini, Toscana, quattro anni dieci ne"VAntologia e note, con quali de' di Umbria pubblicava ne del e Garrer, del popolari dell' Campagna, Tommaseo e canti di saggi popolo; sul Hebastiani del bei e letterati de' , questo tesoro sempre vecchio e sempre itodbv di o In nuovo. Genova inediti popolari i canti Marcoaldi Oreste in proemio; popolari le canzoni d" veneti, i ed del Piemonte; l'Alver" de' Giuseppe friulani,il Ricordi e Lionardo Vigo. che in il che fu non di canti che , popolar Canti Canti ed berti i sardi '-, eppure : strare dimo- da inediti lare, spigo- nostra si facessero se Trapani, m"sse una essa questa che di quella " '. Conta in quella poesia esser siciliani popolari meglio qui siciliani popolari illustrati da Salvatore itt potrebbe miniera una raccolti Catania, tipografia dell'Accademia ' il dove nuova e il non , iscarsa ' ed a sia Marino evidentemente si troverebbe i volume suo venute sicihani trovati in Leicht ne, collezio- una del son - canti, salva man largamente. e Salomone ricerche i vicentini; Spano pure popolari prova glitore racco- proemiale non mietere dal lo la ricchezza campo a darne a questo di consimili Vigo primo anni settecentocinquanta provincia : fu di canti Medico il Rianchi d'Ancona, Grande da Dal veronesi, il lombardi, ultimi pubblicata test" i questi raccolta Una i discorso altres" ma svaligiato , del d" le ricerche commenta Angelo e Righi Marca l'erudizione sconfinata il in Sicilia logudoresi. Qui Nigra nato assen- proverbi veneziani, il Pull" quelli della un Pasqualigo, accurato Tigri Napoli; in dall'Andreoli Rumori il ed illustratore i toscani innanzi andare Costantino Torino stra illu- montesi, liguri,piceni, pie- umbri, fa latini, a' quali ed raccoglie ed illustrati da Qioenia aggiutita Salomon la mostrare , preziosissima. I.ionardo Vigo. 1^7. a quelli B-MARroo. del Vigo colti rac, Palermo, 1867. itodbv Gili- CRITICO STUDIO Il raccoglitore avrebbe il migliaio mai non de! potuto pubblicazione. Vigo, la essa quale il agevolezza oltre logico che una, lo con stabilire necessario men nel facile ordine un notabili paragoni dialetti nazionah smesso l' ortograf"a meglio che lo di e frequenti a andrei del fuori Vighiana pronunzia alla le ora mio attenersi per di assunto popolo potrebbero solamente, che concorsi l'uomo , i concetti immaginose. Quindi mista velo alla che lo tempi trovasi poesia famiglia la altro forme con eroici ne' la storia va ricercato i! reale- quelle primitivegenerazioni,altre pi" dell'affetto , che figurate ed sempre ii mitico sotto e tasia fan- , ricopre succedute, presso la quali , sieno parola , coi accennar sentimento, il piti che intuiti i vincia. pro- familiarit" tanta dell'umana poeta e manifestava ha paradossali. Basta dall'inizio animavalo che questa ziar potrei annun- forse e non sembrar fin render a chi quali a le , quella a originidella poesia popolare: , cose degli altri i canti qualche lingua forestiera, egliha risponde ricercher" non ed che ci" sceverare scendere i nostri tra delle mente stretta- , e prendere com- il genere lo lo con bilisce sta- sulle tracce ma distribuire partizione,con nella tuno oppor- partizione lunga pi" torna nel e poesie. Altronde, la segui canti pi" tempo a sare sorpas- duecento a componimenti; numero O piii di cinquanta sezioni poco present" ne sembra Non milleduecento per POPOLARI con di giacch" , .CANTI qui stampati rimand" fin la di SUI le pure quali nel la riflessione popolo che E eulte scema non tuttoch" ne a fossero sit" l'inten- raggiunge itodbv mai un'avanzata civilt",rimane che, quantunque viva abbondante e facile " ne vedere tale informe accade di negletta, e la sgorga soffio un timento sen- sempre poesia; il che, siccome nel comineiamento d' , civilt", quando loro cio" i popoli poetica potenza " non tuttavia son ogni giovani, decresciuta col studio poesia la e progresso loro. Se fosse mio le presso che dico antiche tutti i libri darebbero ragione in onde Grecia, alle pili tardi poesie Kdda Io le poesie det onde gli della sua lo dal del espressione gioia suoi del e sko nel gendo attin- tramandava le e i sublimi i canti ai ispirate della canti degli Arvali, e gli Ma andar I canti della che del gi" d'altri di genere del da individuo una del e popolari, disse Herder, fasti delia e de' cuore, l'immagino presso questo popolo dello teogonia , fu ogni padri, pianto tutto quale rivelazione preso dell' individuo " a che principio , dei che popolo, il tesoro religione vita Omero, intendimento, possiede. archivi mi cantavano credenze; scandinava. il mio speciale che sono nella divino dell'incivilimento dall'altra, e civili. E rapsodi contemporanee, razza poesia popolare debba della i tessuti in- , parto sentimento lare popo- meglio re"igiosie che dell'India,e rivolto invece popolo canti ebreo dell'antica parte, di tradizioni i Veda e ho non primitivi, intarsiati,o l'opera popolo della giustificherebbero quei nepoti leggi,costumi, del Bibbia; nazioni, frammenti con lo proposito sua scienza, cosmogonia della del il letto sua suo della sua, storia; la interno, sposa itodbv e STUDIO il accanto Diodoro CHlTiCO citati Plutarco e di prima se dell'India dai le loro di essi d' tradizioni principali popoli Diacono fatto N" delle suo e tradizioni pr" trascurano non le usanze, Cosi coloro della da altres" passioni che, sarebbe vedere " casi e ; de' dei Paolo se avesse Longobardi, scrivere la storia, vi si fermano e e Grecia conterranei con poesia, la quale d" quando quando che prima a chi che canto mesta fiirono il canto quel come cos" conto semplice, ma fervide stano. tempe- e qaest'ingioverebbe stasse acqui- canto differenti come gli elementi fuori d' una e casionali octura na- , ridente,quando sempre ci" tutti predisponenti ed cause quando ; gusti, significa.Da esso ; concioss"ach" e i tendenze, gli bollono dice che nostra Siciliano,le colori e in mettere di diff"cile studiare ne passioni le del dentro dolcezza le dei svariati sociale e il ritrarre , e circostanze e suoi politica che anche la necessit" le Persia universale Em'opa qualinello molto ci" solamente impeto sono della storia, , storia nostra agevolissimo concitate dole della padre quelle della popolo, la virtfi gli affetti molteplici e non del consuetudini giusto criterio interpretarla segner" il grado con e intelligenza Se il primitiva i di e sero aves- dialetti,co' proverbi. studio gente, sar" e dei storia la vita co' dallo sappia d" la per poeti rapsodi con d' e maravigliare se a Egitto prima d' Asia da biasimar son "a composto avesse di Erodoto, , ne " costumi sacerdoti 7 POPOLARI non versi testimonio a raccolto avesse CANTI sepolcro,. Laonde Siculo antiche; SUI bella e fica magnimaravi- itodbv e CANTI gliosa,dove il potrebbe POPOLARI del cuore trovare poeta continuamente potente, un'ispirazione La e terra di d" il carattere sventure di errori. Le e l'inflessibilit" pianure i colli ispirano le ubertosi. ardente tempi sulle propositi; gentilezza sorriso di pi" che i fittizia delle .nostre Arabi dagli T'amor contrade; i perenne incaloriscono prosperit" una il nostro tutf sentimento , l'immaginazione, sostengono E dall'Etna, che di Cerere ed del alla nostra fondamento, il sentimento misto le e di di e di Tutto e e la dolcezza copiosa di merit" ardimenti,e cecit" ne' patria il titolo i sospetti zione pericoli,l'ostina- nell'ingiuria:e poi quiete, di e nel di brio canzoniere non senno e di pitazione preci- di mansuetudine a preferenza son che mono squisita del , nostro di !a doti particolari. forma armonica dialetto,spiega qualsivoglia altro come simo ricchis, Italia la beata , questo poi, in figura. irragionevoligelosie;proviene malinconia fierezza,che perch" la pronti corrucci,le facili i subiti , e " l' oltracotanza bollore e , la dell'onore, negl'impegni, quel e d" un di miseria fuoco, provengono rancori, il traslato terra, albergo ora ire, gli eterni senza altro vano avvi- , d'Isola numenti mo- indelebili impronte testimonianza d' cielo questo , e ridenti nasce le molte monumenti, fortunosi men donne nostre rit" ve- danno convalli,le amene Dal il sole come lasciateci che nei glorie riposi,di , e, di di e di terra i macigni giiscogli, montagne, limpidissimo riflesso v"vo, turbolenze dell'indole,la tenacit" cortesia e sostenuta? spiccatodel canto; noi,di per molo sti- uno vena sia il nostro di poesia canzoniere, e perch" naturale di tanto questi luoghi itodbv 10 CANTI viscere sue lido; canta canta il prigioniero,per inesauribile dolce, n" ia d'una malinconica pi" del cantastorie; all'uscio le gridar i! marinaio ; fonte raccont" POPOLARI di casa; da cose alia cui la perduta poesia della si udr" giammai. libert" " n" pi". quale poesia il Diesilla poesia le maniere Poesia che ti si il ticchia can- differenti di vendersi; poesia perfino lo scherzo, formoia, l'indovinello. Aria sciogliendo dal patrio Orazione E dalla Ninna al Nuvella dalla l' Diesilla,dal- alla Canzuna " , , poesia che t'esalta, t'incanta,ti sublima: pi" in hai te di bisogno stesso udirla; e quando quelle vergini , ti riaccendono mente il motivo II. di musica Origine sul dianzi diffusione e La proposito. la odi, ti ritornano ti si , sentita che ti sei concentrato fantasie cuore , pi" alla ripetono pari al \ de' canti popolari. Opinioni della Leggenda Baronessa di Carini. Prima d'andare nei formino la innanzi miei si e lettori in questo studio,"o ii desiderio propaghino questi di vedo si come sapere canti scere na- che prendono , di popolari. qualificazione ' questo " superfluo lo Dopo Marmier quando, scriveva par avoir un redescendre Chants Mondes, L" Italie n' : " "lev"e trop vite parlare nel " !a Dante t. V, pag. dei a canti et un popolari di P"trarque, guerre 305, Paris si apponesse fie la il ne ctiant nation une ikut pas populaire Suisse, nella Reoue X. s" est commence penser ". il delia Svizzera, guerra point de poesie populaire; elle ignorante du de mal quanto poesie arljstique.Quand " la forme populaires avvertire " la voir Maruier, des Deua; 1836. itodbv 11 desiderio piena delle ricercatore trovar L'avviso di fatti insieme essi di rado il pare canto diviene d'una canzone, popolare. Se forse indovinarsi. Il canto bel fondo giorno,in di oscuro bella una ha di compiacenza che una ritenere ' per pu" non di canto tutti, voli piiifavore- potuto di Saggio di canti Prefez. pag. lo Chi suno nes- sa volentieri poeta come ne , premia aglialtri del canto Stamperia udita. allora rinunzia popolari veronesi, sni. popolo. , conosciuto vero un fino far"a ? Nessuno ; 1' autore esser del piazza cittadina, o nel nell'aperto dei campi,-si s", col tramandare trattasi Righi. roba , condizioni mai rispetta la modestia ne o non . Se il canto un nasca alle tradizioni chiasso, un saperlo cerca ad mezzo canzona fatta " ehi l'ha cui l'autore conoscesse diventa nelle costumi, affetti naturali, ai alza rit", oscu- per accenno suo solo uno trovossi Questa il , lunga esistenza; poi rimane, perch" risponde agli a Un quando il ragione il dove e o villaggimancano nei conserva. vera qualche di questo imparerebbe,peggio se quando da nascendo perch" da n" il popolo la non Il si deduce non se loro difetto, " la un spondere. ri- l'osservazione , dotta. di persona sta paesi e ci si prebbe sa- non acconciamente quale nome dove, il perch" del canto che nei pagarlo ap- studioso ogni nascimento trj^gano n" ; ma il per ad ma popolari i! come quel poeta rustico,che da strano; tradizioni nostre comune, costanle, " che delio conoscenza tutto pi" 11 C niente ha non con SUI CRITICO STUDIO per genere cura ; il alla popolo, il merito col simili canti de' '. rispetti, di Ettore-Scipione Zanclii. itodbv 12 il e CA popolo presto qualche se fa lo impara ricordata !a recente fattura eh} ani non e ripeteilo rol ranfarlo questo quel i col gliene ei !o mette ^1 mercato rampo nel!' la forma uniltiise di cinto cosa odio ultimi dut ver marina, ne volta qualche se non si levi amore p i col contenuto, d chivio ar- bocca, m le vainnli sostitm':,ci ne agh il cinto un Ma ilh che sono Ad "' bocca montagna rispettxndone questi leggieriiitocchi piioU di pa"siilo dilli pae^e leggermente iitoccindo pighi colon loc"h E che un quello non parla dellaltio ne va unx in , d^li dnl scalpore : menarne circostanza conoscere da senza diventer" so delti canzone messinese Paler Guarda Fiu E iiesri Ntra E un ha 1! acqui la malma e li to fiisehi e lu poitu Quantu \'"i Non Palfrmu manuali giaidina h donni gahnti' "ti Mis livinnu h ma santi questi altri luogo da prender ' man doru cu fatlu Missina menzu ramatura Palemiu \a a pugnu mastii tu Cu facciasi citate Ida na eh nu in comuni lermo Pa- : e se ne Cu tuttu Fri la bedda avr" cangiando Invece, 'in e da da se un Missina ca havi Palermu " intendimento bocca d'altro messinese inteso,e sempri ortu; ben in diverso bocca " il novello genere pochi giorni si espande, tutti;passa )ij portii, non viene dal primo, palermitana. canto, allora ripetuto in ogni dove visto, monti, fiumi, con- itodbv STUDIO CRITICO fini,ridendosi compie e che presto formano il posto ed il patrimonio custoditi sempre ripetuticon darsi d'Italia un di 1 il 1 tte P les ! j 11 il t g g IP h J d "e i P -ardi ricchissima Siami "ei,uetlhs pulaires Eli in d p leusc A. te que et Igr" les 1 uasi "lpee N die Una parte Antonio e Caaetti BaccoHli provin"o Altre Btie del D ^ ays tutti i la faciUt" v"tue court tous les obsta- yable, changements P le tanto proposito. " [aas t sava avvi- facilement de P Mtsstn, que la Bretagna Chanlspo- maiore, preface, pag. XI, Metz, 1^65. Rousseau-Pallez " dans scere cono- lecito d'intrattenermi sul l in P "i di ragione, , "V sposta ri- miglior Imbrian", ti te 11 es ^ poi es I la illustratore de' canti acuto 1 |ioes V. Napoli, t t non vengono vaghezza opinione sua C che precisione, con quanta con promette t g corani t ci canti novit" '. Questa raccolta una delia poco R d quali de' quali, sebbene abbia so diligenteraccoglitorequanto ; dei esso canti. non scrittore uno chi a nostri de' eletta o zone can- , , " possa test" "O pi" trionfa della dolcezza altrimenti, e dialetti dura questa tramandati amore, con gli autori popolari che un'altra ed i omaggio suprema che Per" graffiare; possono snrga nella entra comune, il fanatico abbiano tardi o quando e , subito cede noi , detronizzarlo a 13 POPOLARI trionfale corsa vera secondo meno CANTI gabellotiche de' una SUI e iscarsa non di , , nella collezione del essa ia diede Comparetti popolo italiano, sotto il titolo meridionali, raccoltine n voi. I, 1871; hanno in una v. fuori del D'Ancona e ; II, 1872. dozma insieme Canti ; popolari con Canti delle Torino, IxWECher. d" opuscoli pubblicati itodbv 14 Gl'Italiani,secondo " popolo nel memoria alla noi Questa cot lui amanti del di del trentanovesima in si lirica due fedelissimi rima ottava dal le ottave canto quinto da prova corretto, di cui nuovamente tuasf^urato mutazioni in composto in , e gliari, fami- ' Innamoramento trovano Toscana, di le mutazioni Ma " i nostri s", per ,. Vienna e e riscontro campagnuoli, epica Poeta trentesima poesie trasformazione Paris Pastore tante cantarelliamo ; narrativa rono, rimasero, si enuclea- stessi tuttod" poemetto sua meglio rispondevano divennero e dalla puramenle parte i nostri quelle che sono si obliterava moriva , nazionale rimpolparono che mano a lirici, invece, che coscienza mutata si la tutta canti; i brani dei epico il contenuto anche mano a ebbero ogni popolo, lui, come Ma popolare. un' epoca e POPOLARI CANTI forma tutto contenuto; nulla sono ci" che alle accanto locale, personale, " determinato, storico, sparisce,si cancella, e lascia al il campo libero sentimento, puro alla passione neralizzata ge- ". copia tanta nella pochi la notte del 31 Die. Imbriani; ' Napoli, Dell'organismo delle lezioni dettai* di Napoli da " palermitana, " un del vato conser- ms. quale rivi de- esistono pubblicalinella prefazione de! Vigo Napoli, Firenie, Bologna in moderni di canti Biblioteca frammenti l'Imbriani per", dal quale crede antico Il poema ISS5, all'et" 1887. Morano poetico ne' mesi Vittorio e di 46 {Nota dalla moriva Imbriani Il povero ecc. Vedi anoi. alla Onoi-anae Imbruni, e pag. 150 e Vitt. a italiana. 1806 marzo Xapoli, edizioiw). presente poesia popolare di febbraio in ". aeg. Sunto nella R. Napoli itodbv versit" Uni18S6. SUI ) Egli " che pensa dimostrata tutti per venirmi in sar" di esiste luogo, ed mai furono non epiche; che rispetti, essa prima il ricevette e la popolare ia Urica ma origine prese anch' dovuto visibilio di ottave epica dall' italiana ha pu" non giacch" , l"rica un tutti spetti ri- strata dimo- averla come tutti assoluto un direttamente produzione aver dire nostri de' dicendo che ; beninteso capo dieci per questa origine epica 1" ^POLARI CANTI primo alimento. D" " questo N' frammenti della amori Almeno di fighuola fu dice cosi Vigo L il latto che antico assai,quantunque il poema rifatto e riportato al e I frammenti nuovo Vaju d" notti Vaju -l'Imbriani ; ed Quant' trova suo, a tu al secolo di esser argomento. incomincia , : luna, di iMessina, Lanciano, Napoli, e mai cci avissi slatit ! cci capia..., manca dell'Umbria, Napoli, Lanciano pure della potuto piti : 'nfernu china era abbia consimile la sia poema galanti mia..., quinto eziandio come ,11poema al nel e Piceno, Spoleto, Arpino, Umbria, Arnesano, Jjvi ne la varianti trova Caballino, Toscana circannu va comii 1563. difficolt" "e mie sei, e al terzo, che sono d'A- il 4 dicembre io ci ho : si allude cui Talamanca Grua padre credo a sfortunati ma Vcrnagallo,barone dal uccisa felici La Pietro Vmcenzo con sturi;la ragazza de' pochi che conosco non la storia tema e Canni signor di antico' poema di Carini scana, To- Venezia. Lecce, Airola, Piemonte, Baronessa e rimonta , a parer XIII. itodbv 16 POPOLARI CANTI Non si addice poesia popolare siciliana,il mostrare si apponga lascio il critico altri ad dico e Ed quel solamente di vuoisi libro citato del ci" le quistione ricerche mie dopo che, Salomone-Marino ms. infervorarono cos" frutto noi,senza di Il volume le due desunse e riferentisi recava d'un forse sapersi pertanto anno, recai solo non finora mi de' senza era della lunga insistenza differente giunti a nel " ami* persone le donne volli anche qualche mai non pi" raccapezzare, ed tempate at- Grua, visitare. Non nuovo altro per passato ancora da presso di cemmo, indaginifa- leggenda, seppi qualche da teva po- popolo il castello Talamanca-La ma che ms., sollecitudini, ne Carini, ed aiutato frammenti la Quanto mai. stesso, non l'assassinio fu consumato, del lutto si Io un ; e nuove e cure dalla caduta a ricercare dimenticati, feci ricerca dei paese, dove in da paesi vicini arrestandoci. ostacoli che, de' risparmiando non un e era egli,il volta ecco hitorno Vigo che una Ed esistette non munale. Co- Carini, non di le sole giorno. la convinzione esiste, e che Garuii, di Cinisi del da prefazione, sua in Partinico, ud" cantastorie furono Biblioteca Baronessa altro, perch" furono congettura, anzi non della Storia pure creduto Lionardo nella riportate Villabianca, trovandosi bocca pochi giorni non Villabianca,donde ottave reca ne che tura let- la del capo a sorta,-consumatinella del alla riuscire per rale, gene- quelle e , del Per" Sicilia. la riguarda che avvertire qui qual punto a pensamenti. parte della fa che anzitutto fino questi suoi in solo della voglio occuparmi che me, a che il frutto frammento in Palermo delle itodbv mie 18 CAKTt il ma inutilmente suo Vernagailo barone dal di D. esistevano insieme qui i di Xbre Fu Pisa, donde di poi il Palmerino Carini famiglie pisane " 1563. non Sabato ,; e La Caterina caduta ecco s"a pi" il caso, gnora Grua, Si- l' altra Dalle consimile le sizione, suppo- di che pi" al secolo rifatto forma una affatto non bene sa ni " altn Diano delta di Vicolo coitt da di ie cura Palei a cinti? E tutta XVI, improntato citta Pu,mebiko V mo AuBiA dal Comunalp mai ^e di Palermo, dai 25, Successi pag 308 pag aeoolo X\ Di Marzo. e ; nella 1 al prei_edutida di Gioacchino osservato da una che niss. di Raccolta XIS, pubblicati "nlroduy.ioiie Voi. in in di I, Palermo, che Diari corredati in la Sicilia? com'esso che Sicilia sia Paeuta Palermo, sui mss. e cosa quella Filippo vari e gagliardo , ( gioni ra- nuovo ognuno in diversa che XIII, potrti dirsi v' ebbe nuova le secolo riportato a! originale e cosi quelle tutte come copie leggenda intendere. a " del stato le e ad avremo non E in vero, ". dare noi esso essere lavoro un parti sue Come " " (e le imitazioni sieno) tutte pu" non argomento imitata cosa che nella veniamo se medesimo, dichiarare essendolo vuoisi storiche ii canto per che quello quali prove ci fornisce ed di antico etti si allude cio",a ai l'Auria: , che nero ven- testimonianza della S." di Carini ^. Ed forse del XV prima scrive: signara D.^ la luta vo- Vernagailo altra che il Caso ammazzata Vincenzo di non altre sei nobili successe dico Asturi, perch" all' epoca stabilirsi. Ove a N" i ricchissimi in con bastsisse,ecco ' cercai. Imbriani sif;tvor neppure secolo POPOLAR! rac- della della e aitl" B"blio- di note Luigi Pedone-Lau- riel editore, 1869 itodbv per STUDIO inflno pervenuto storici CRITICO noi, cosa a amorosi o CAMTl SUI di ninne-nanne di quella di quale sar", ogni classe avvenuto di Se Capisco bene che di epica de' riscontri l'eco vittima col dove di Dieci sono di far nascere dieci gliaitfi costituiscono l'intera inferirai il d'altro di da' canti che di e l'origine delpa- speciale comprovano simpatia che trov" caso migliaia e migliaiadi che si pochi finora perde egli la pertutto. dap- , rispetti, varr" canti in la un pena conosciuti che , leggenda? che tosa canti tra paese possono luoghi lontani, talvolta di noi con i molti colorito di acqua iato, che credere Dal particolare non generale. provincia? Come ciascun dire assumono in gomento ar- dimostrazione divulgarsidel goccia una lago; toglii altrimenti de' pi" si cantano, frammenti gran in di invece come compassione presto , confronti sieno , piuttosto pu" varianti ma certo popolare. poema molte vorrei che bocche sarebbe Jion origine epica tutti,io luoghi appunto siciliani di vero rispettivalga loro sulle stesso gravissimo ; della oscitanza correva e fatto il quando e da un le molte s" dieci de' nostri bei lo imitazione, questa leggenda, che , esistito la dimostrazione " raileli, Sicilia persone per E di chi da " se inescusabile per genda leg- una , quale trascurare fosse se La valore, quanto all'altra punta una che natura? i letterati poterono sacri canti , originale? poema semplicirispetti che pi" , 19 POPOLARI col di verrebbero e tra paese , nati esser sotto un a dimostrare provincia e giistessi concetti cielo diverso ? Non bisogno istintivo, incessante, che cantare. Lo sp"ritoumano i ha riscontra itodbv allo identici. Come riproduce delia come pi"i canti del individuali popolo cui a intime e le passioni orale il canto non la e Non stampa nella di diffusione hanno parte , in nascere vicini un noi a di circostanze e solo punto luogo poi e di '. il piccola non fanno tempo In variare. furono rapporti simili e sfogo portunit" ragion d'op- che canto di istintivo: questo bisogno a nuovo un espressione e di servono le comunicazioni commercio, la , devesi per" tutto solo ma , penna ; i passione, variazioni induce progresso superiori stati negU della e egualipressoch" dovunque: sono civilt",il cosiddetto la popolo del lampi le vicende ispecie.Ora in dell'amore l" espr"me e proverbi ritraggono I tutti i vivaci riproducono ne uomo sottostia che atti d' osservazione le scienze compendiano diverse ogni cosi e odific? l'usignuolo in medesimi analogamente. meno o mirabili i suoi gorgheggio; eguali vicende, riproduce i ad semplicissimi colpito da eguali sensazioni, e si trovi che terra, melodico ripete il suo valli concetti de' e la formica ogni angolo per idee delle spesso tempi poco pi" frequenti di , quello che grandi le popolo che si possa feste pensare; sufficienti a di canti. Essi o per spiegare quel la spesso ' Cesare del popolo assumono Lombroso, altre Tre ; le pellegrinaggi, continuo paese, son diffusione di secondo cangiano non guerre, de' poeti del de' fatti pi" un in contrada di contrada adottati, abbelliti, modificati carattere i religiose,il vagare questo per e gran mero nu- accolti, sono le abitudini di e natura il ma , forme mesi in dialettali, e divengono Calabria. Toi'"q itodbv a caiTiao STUDIO a come i francesi poco ecc. fiori,i colori lo perdere senza fuori diventare potrebbero , del natale suolo vestimenla. d' altre ciclo del il della al focolare leggermente giro d'Europa .settentrionali d' Italia titolo di Rosmunda regina il! paese e, che pii^i nel tavano dello , ' dire Cfiants d'ime nella dimenticarono, ebbero di cura dell' altra populaires Deh Delle ! e sul caso du Nord, neto Ve- nel navi delle che toscane del Malespini '. miserevole ti-aduits p. 36. !a Toscana guerra tramandarci introduttioi", pai- X.Marmibb, ' in en e N" sane pimih- accorse di Portar A chi che Vespro, Giovanni lani Vil- altrimenti di Lorenzo " e Q-an^aia et pi'"cM"s Paris, Charpentier 1842. Messina Vedendole Iddio di canzone com'egli " ^ran piotate donne il opera giornata memoranda alla di Messina popoli Monferrato, le siciliane e cero fe- di paese veneziana approdo dell'Angioino poemi tragedia volgare per compagnie le stiti ve- sotto la narra nel veronese, popolarizzarono assedio i Messinesi da questo, campo Montaperto dell'era frequente di Manfredi opera per il Cosi intendono monferrina , ecc. i che Longobardi, passando Lombardia in comasca de' divenuta gi" " 573 i evo canzone quale la l'anno Ravenna di averli di Saint-Graal ed , seguita a medio e la cantano lombarda Doima di nel Cosi che , Arturo ^ piantali tra- se degli ospiti son famiglia dopo Cos" Carolingi, di de' primitivo.Son stampo quali variano dei veneti, spagniioli,portoghesi , s' invitano al popolari canti napoletani, toscani, lombardi, poco dei sui seompigliate pieti'a e calcina, dia briga e travaglio Messina vuol guastare. itodbv 22 della di donzella citare in tra Genova e DunJ n 1 N an Sei R"^ sei tantu fiesca stato e picciottu l"issi Pdtri Idi " cci havi E Pi" pmitenzi nella Lij,mn ' ni L'Elmo, mi campagna bull estate Romi a Figghiu eunfu Toscana: (Liguria). "" ^ (Tofana). beni con e lu pas"alu si ki teni ya pudun cchiu beni ti ssu addannatu: cunvem tuttu editile meno cunfissalu si nun vjggl"U in tu; lo'-cana,nel Veneto, Pienunte tjuftlesM) Che ' iinii difCevinaa d invano, atromii dautru " eh sa- rispetto " lu me quann ricompinsra oa u inveii iinbihaiinlf donna Papa donni e viole Vurria pu" Pilermu, di la diilElmo un Lu Amari giovemn d a d o ancoia vuliii in ci cui mia? e siete quelle Pu " del questmverau to sul gmdm cn IX: altenzioni le rosso Toscani i qualche coti lu giaidin df a fiursca Vmni oda si stetn stato peiche "w sei ei Do\e e* e il eaj citato 1 iunco eie k; stefa Doie E giornata IV* della Ligmi i radieah an u e con sun Dond noi il c"nto abbiti lu Ch solo bast" ^. commercio unn novella quinta spiegare peiche pir" a! Boccaccio che Messina, di nella Decamerone I! POPOLAKi CANTI lo mal cristallo fui'" la grasta? del Coi'toneae. itodbv CRITICO STDDIO r andiedi SUI Roma, a mi e 23 POPOLARI CANTI fu' confessalo , E dissi:" E lui mi Ama E " disse- 1 Son Se Padre, 1 1 fa a F" 1 pu Sun a se Roma dice' ch'u n'e Basta fc lomur cu r ho dit 1 F" con che amur radicale Le e leti (Verona). j' ho pavlatu, l'" peccalu. se e sia, cosi bella fia (Liguriu). na Roma (Toscana). e g" e al Papa Papa peccatu, al e Papa j' ho 1 " peccatu cardinal un lina col f" l amure le Rjspond " a e vec Lu e " pecette. p f" l'amur a stat de et, a v d n essun padre u o d a bene. vo' peccato o 1 M'ha Son E u" "e s'tat' dice' I h5 Ro amo a Me 1 alti i salta fo donna una Vo' " lonna an a li de : pi"i vecchi benedetti siate parlatii, differenza : (Piemonte). metrica in Miiiiio: Domanderemo Al sior Se l'" peccato A fai- l'amor. Se l'" peccato, Peccato La nostre Canio Cilento canto a uscito ailatto dare mia fatto relazioni seguente, cosa sia: mamma L'ha Le curato un' ancor. Continente col di penna popolare, idea originale t' questo della spiegano letterata passi in come il venuto siciliana, e diLentiscosa prepotenza birresca. : itodbv nel Il 2$ Andai Spiai: Cui " Diss'unu: cc'" Cu' essiri amicu Chi a Diavulu di sbirru lu diavulu questo il canto popolare Jm dintia Di Ce diavulu Ajuti c" E SI sburu "tu poita dia\ulu lette E chino tutto Dento ngp deiionio demonio Lo sbiuo Quanto Pure T ne mo me fa sto linfieme truvaje nu cilentano: lauto, impeciato. cornuto, careeiato. motivi se ! gi" divenuto sbiiio un virrutu, attaccatu! ngp di pece 'itivi Pig]ia\a nu U e natura cumutii, cinto nfem lu a delle tabbutu un cirziratu questo il medesimo della e Ajutu! ajutu! chaidni un frasi zoniere can- attaccata. " porla mi , Taha Ca gridava delle espressione sbinazzu un del patrimonio girata; diavulu un ^ fatto tiuvau e dintia pKriava Lu avutu) la rettor"ca foia di focu e d"k eia Chi nfernu lu a ! la facile acquistando e n' avi curaulu, carzaratu siciliano la"cnndo parole (e so, l'ha sparagnatu. putenzia misi vurvicatu, sbirru un don maiicu Risolutu dintra? cc" Ci sta " tabbutu, gran di "iiuriiloderatu. Chi Guarda vitti un lu 'nferiiu,e a Dintra, e fuori E rOPOL"\RI CANTI " pigha sbnro ngp In Ajuto! ajuto! caicerato! cjinuto, Ictoretate!.., itodbv : 26 CANTI brigata, canzoni d" cantare dir nato nondimeno tanto del bene dove dai modificare la del sentu Quaniiu Un La e la notti Lu E lu ohi di la Principi Sdilhma ' Jic"bbu assii 0 delh Baronessa degli occulti aii a tat" 1 * i si"nal e ridia adillima susu immuggh a ar uecclln au abiilazziu Hannu n In e suiineva la Inna (la idill fiammento ptisuitatu hinnu stxtu ono "" it t lehrare d tiisti, ire I dere ren- presentare tiubbati mpe^ti insieme di simo "tiripu I haiinu jacobbu chiancennu Ns/'mmula, " ih oim muiiacheddu D" nuvuli Lu t dal voli parrati cci longi si stia turaatu ha cei n=emin euijfidenza Chis"u si mediti non oweio spioniggio avii al tornare presto, ri- peso Iona vogghiu li porta a ben Caterina caccia stancu G"sQ-Maria ' olla munachedda Tutta s-Me e occupato. Vi belli e lo cmti di e piaccmi dclU troi ito ora PrinciiI Mi " iltio Vernigillo Lu cedere pro- innanzi mettere qualche Intan'o un Carini, il quTle amori forma sua , dell'Arno raamfe'5tat\ mn volta prima l'ha di la opnione inedito,pur di che le stimi giustiziaalla per rive io vorrei argomento e sopra, si vuol gentile col perch" eglipossa, signor Imbriani, sali' la notte, Pistoiese. considerazioni Queste rispetto sulle la qui non se quanto comune diveniva tempi montagne ii isdegnava non confondevas" frisco.Glie altrove ignoto n" de' strambotti e lo pigliando , fu d'amore popolani,tra' quali a' iva quando POPOLARI "" 1 ni. u.,.ub, SL-I li!. Metrica I colti poeti la satira va nei componimenti de' ed tuttod" del altri simiii cantando componimenti lettori che mi di queste pagine. singoiare e questo La ; nomi Io ho " intesa in come di che , questi importanza senza seguire tuttoci" nel pei corso che di pi" insieme rispettotoscano, Sant'Agata, in su paesello marittimo detta " fu detta la come e ; barcalora; la a e l' altro Havvene v"carlota a de' tenendosi conto de' dere dive- a de' solite perch" fornai, de' carcerati mi furnarisca la forse vincia pro- mi'r"nara ordinario , , bocca l'Etna; al- della danno nome sia il canto camuna marinai. de' campagnola l'uno e mente comune- Caltanissetta,sturneUu , non popolo potuto mettere un atrambottu di Messina dalla capitolo, argomento. Canzuna tempo il , L'esame ecc. sar" non al i concetti zioni, duri, Arii, DlesilU, Ora- raccolgo qui noto men ignoti benevolmente von\tnno di l' elegia , 'Nnimini, popoiari tradotti vengono Canzuni, Siorii, Ninni, siciliano. i'inno ode, "Il POPOLARI popolo q"a!i V sono CANTI de' a la , udirsi campagnuoli, , carrettieri caiuoli bar- che ne cantano , ad ogni di passo, muover celebrate con di delicata citt",le cantilena voce un donne un campagnno"a, e delle tessitore pel modo numero onde appoggiatura ripetere sanno considerevole. Le persone soprattutto, sogliono adoperare po' piii gentile che ne (careri),generalmente della ticariota per" col protrarre la riesce sua piiisimpaticamente e una della vole lamentemesta. itodbv Pi" mesta prende ancora nel pi" malinconica, questa cantilena e territorio di Milazzo spiccate delle nostre, meno chiaro le pi" pateticlie,ma note quali hanno preciso. e Il metro della conosciuto " canzuna buone. rime Risultano in n" debbono del fu Siciliano lai^a. osservato lo Non che concetto, ci vorr" bel un tratto enunciazione. a sei o assonanza i! popolo trionfa. eertamente a aimiii d'aver le et" Lettera Nuove non Nella n e ambedue verso, sono conosce prima indurre di quell' idioma parte qui nei codici degli autori che gi" 0, Pitr" Effemeridi intorno i sono a Siciliane, a avere frequenti stano manife- cosi riducons" in a ne nuova la scorgerne cedente pre- quando dodici, rima ed inedito canto un mirabilmente sostenute, difficolt",ma le della non sfida,e s' incon- canzona " di Sicilia venato ; e plicale isbaglio, pi" facile molti" da non avventurare, primi sonetti; e rHffl;oatate questo an. di forma o le congetture ricercati a se d" precedente versi ed natura uno il sonetto che riesce, Ma consonanze. : quale verso di dieci a le stesse sempre di ventun no otto sono pos- chio all'orec- via sotto pria quattro, quando a perch" Gli non ogni se ripetere,lo presentano a poesia nella se parmi per in e alterne con della ma nuovi, sempre belle conservare i toscani come canzuni nostra ripetono (e questo stesso concetti hanno volendo quell'armonia altrove) iperbati nella comuni, mancare, sono che, assonanze sono genere pochi endecasillabi otto ', forniti d" quelle popolare gli di salvo e, casi, i canti riportatiin queste pagine e carattere un stampa. Studio " Niccol" le nanzi in- patrie To3itu.sl!o, critico inserita , 1", diap. 1. itodbv nelle STUDIO delle trano in d" in fuori Ne' della al a rime non la stesso che o ad miri degli 0 li so' che ' pi" o " la caiitu " in ripetizione si VaccuminzaggMa ^ Ho assonanza. Accominciaglia non par quellidi il primo altro che ha tutte versi,ed discorso dice La : di canti. In in curioso riet" va- ch" per- , il popolo mal riferito havl camuna rima, i sei invece individuah un queste irregolarit" otto d'un delle accordarsi verso Pure sei di molti chi canta, di rispetti ritornello Ca- : in aria di l"iiusa: vecchia, e alcuni " canzuna Bella, che : libert" sono anche 'Est" genere medesimo nuova pedi. Il mutamento mamma varia la alimenesi,che abbastanza la chiusura La a quando di due Ghista altro cangiano qualche dopo siciliana versi stelbuono bizzarro. e di otto ; l'avvicendarsi me persuada amalgami il canto col terzo. per conferma otto quale luogo il secondo canzuna non facilit" canti aver sono lo inatteso assonanza sui canti sempre vera sere d'es- dopo versi, l'ultimo sette molta rima ne' prevalgono non che , osservare quarto, zione un'applica- hanno qualunque anche e nuova versi col ed verso, luogo potuto la con Consonanza quinto dar per poi spesso in con parola incomincia. che nuovo, pi"i che s' incontra prima volta concetto un 29 POPOLARI Accade segue. d'amore, canti, CANTI sospensione pe' primi con canti SUI generalit"vaghe, quel che stati esca CRITICO figghia" tignusa; luoghi detta vedr" la a di Calabria 1l'arane iara : : cchiii in sti mura! incomincia munto di verso lo disse anche della Vigna. itodbv Piei- 30 E CANTI questo ritornello In ecc. ricorre Salapanata Cliista " cantata Si' simpatica assai Chi suddivide a tia duri e mi che remo vuole egli " se esclamazione se orgoglioso tutti tra rivestire la Nata pagliaidi con i di solitari campi modesta antichit": sua lusia,spartenza per" sacri, come avviene, raro o sieilianizsa un Vi e getto a me per di avente Antonino di piazze l'azzimato del- scia bellezza, con- sua d'amuri, gi- un Russo; o popolo quando tronche rune che ci" non htiLiache due : che dii^nu amori popolano il titolo folle magnu obi mei ' lieddi, iiceicati,e quaklie pdioU come chessia, chic- dsi Lilesti \ua abbonda proprio, di capace il consorzio sono disuoedia inventa mementu manoscritto e "opeiadi secunnu un Iona! sul lastrico passata ii canto aignifloato suo Ecce, In im pi" peregrina. argomento mosti'ero del rettorico. quando esso in la appresso poco la pai-tebiblica, ma di e tonfo sdegnu sfida gli estri poetici di e alcun sanno " un un: l'idea nella e di chi celebra anco I canti con l'unico componimenti, pi" gentile immagine, nobilume, ' bisogno, altro. o cittadine, fugge il palazzo de' ricchi solo canzona, " il pili simpatico,il piiigeniale,"I meno canzuna ne' la il cantatore bestia, o barcaiuolo, o carcerato un riposa, perch" bel ogni se la si divisa a acca! incitare un forma: questa d'aprili: tronca e mini, Gefalii,Ter- fa' muriri. discorsi, con con carrettiere La di corre in spesso regolarmente come egli poi alterna di assai canta, giungendo a! quarto verso, considera che POPOLARI di Borsetto Notisti' io ho posseduto di fatti luccesst veduto nelln dal Bar- m iuta lomone-Marin Sa- w.fa, al itodbv STUDIO in velli,ciuretti Questa forma stando della quel a a' mottetti 0 il l) 3 d 1 U si endecasillabo portano im- Palermo, pronte , questi due: da 1 I Li t C d ed I ut red Ctot 1 ( d e campava (hr h q est Be 12 ed b t t tt hi l I t ) e di quaRandazzo l' anni tl"^ i tt f th, n 1b ad- solo. Ma o " n 1 sapeva muttetto Og ttfttdoetna d 1 ) d t "li p canta- 1 cantatore ooe ut ttpi ( so dtap(cet8"ll) b Ita ui t cotacett Oss quinario sentenze 1 0= 11 t i in e pu" vedere d lid i5m " gnificato l'eguale si- 1 8 M est It mavano si chia- dove : gdqtdca ta quale, al motto pure poco strofette il tt b beata t a in Ficarazzi 3 amfeidi a dava epigrammatici, argute II q La , E l t pi" la seguente od i seguenti, che ne' mottetti, q un gine ori- 1 " U ' 1 di oggi I coli italiana. il Trucchi spiritoserisposte:il che d in stramiotiu accoppiati (che ed s'intendono E lo con esprimente l'invocazione," verso, come motto, ciie si ebbe cohhole'U) presso 0 detti e di muUu valore nu- " , dice ne hanno ottonario intesi chiamare muttetti. Ficarazzi insieme riuniti che od volte due , cohbole il primo pi" poesia popolare che da gliBtornelli diminutivo il medesimo rappresenta antica 31 POPOLABI , ritiene tuttavia e in Bagher"a, mutteitti voce , udii ne' dintorni versi,che tre CASTI detti in Palermo duri, fiori,son a SUI CRlTiCO te, sono t j itodbv 32 E questi appunto mi sentito la lustricana piliche sestiere di Negli Santa di mari! il Luna rita tocchi al ; di dalle ne E so. , " : di non dalle nel pagnatura accom- floi'e: un il Mari rosa; nei come , vota, Muta e e delle belle per di lo stornello che raro che trovo ne mezza fu c"u- Bosa d'estati, ha Ano ceduta pre- canzuna, chi vuoi che di malaffare nel poich" duri, arrossendo donne queste che io insistevo canzoni pregando ci cantano a ella lu e mi quale, " : chiesta riini poco perch" , gente ben un cose, a carcere, la palermitana, o ama dalla e qualche risentimento senza , raccoglierlo, poco " comunissimo codesti il duri popolo campagnuolo, donne buona cattive Queste dal pregiato predilettode' chiassi;d" una me procuri di pi" sventura Uosa solo dal invece accorto rispondeva a .cantato dirsi il canto da !o tutti i nomi si tratta fatica lontano faceva mia. niente galera. Esso pu" notturni invocazione. essendo tenersi duri mia, G-irla un forse lieve punto Arena, famoso allegra per soromamente verso; Componimento non Ustica) quando con quellidi con E a o , ma dalla d" I in cara quarto quinto Borgo munemente co- Uparota tenendo invocasi VAmaru si canta. al di aver battente. altri il Eus"dda quali la a tal di un d'araneiu. luna Pippina , al amorosi carcere in via, e chitarra lumia, duri di Lipari o addietro Lucia stornelli duri di di madre C'mri que' giorni,veniva di canti chiamare (venuti cio" di mia avverte quarant'anai cantatore le POPOLAKl CANTI La io si non geva soggiun- 'nchiuitur" itodbv e o4 facendo si vien quando colla quale pochi paesi il man"lu dal quale sanno mio nel maggio a d'un cadenze alle chitarra,associata udito avevo in cantare ",e Per (1867) di scorso un'arietta,che qui di aicuni In dolcissimi. suoni bella, le accompagna che dell'anno Borgo, nativo solamente. corsero trarre alla mattinate o " Io struinento questi versi Ficarazzi nel ' serenate saluti molti fti caro mi POPOLARI CANTI esso in udire Palermo, una sopra armonioso sistro (azzarinu). villi 'mpinta La Io vLilova a 'Rrivari L'aria si creda Chi e canti facili che sul tirato,e chi oonoaeono la penna dell'Alcoz"r sappia e di -NffanncUtttTuni pistoiesi,bioh" ' Si canto giova avvertire oscena. (Nota delia prime {e non " ist" non dovere un Meli, di Ignazio Scimonelli, del Queli, di luoghi in alcuni in Orbetello,scacciapensieri in che sa numero) beila si fa : Mariolu e popolare di Cianciana capisce bene le le pochi poeti. non proverbio siciliano dice Un chi sono vaghezza, preferendole sem- di Giovanni altri buon cosa mostra ne perch" un come le arie che aversi non a ' bene che istruiti. dagli uomini conosciuto sa ad eccellenza, l'unico per , dettarle " nobile d'esser degno persona tanto !a puUa. il canto " pi" c"gghiri, 'un raccoglie le '; piiini'a ficu ehi La arvulu un a qui il flco che nella pres. edisj. voce di Sicilia,grillone nelle tnulimi, comincia " a lu malimi. : la ragazza ficu, non Italia. Un tutta ti diverti tagne mon- ; ma v'" ombra pei non liani Sici- di allusione itodbv STUDIO alle pre canzoni, buone Storii; dico " il adesso metro, dell' ottava In non tocclii brevi Icggcndt, il a che fi a nmafo accoidmo di cominciamento preso a delle una creontiche, ana- delle lunghe, intendono le mente volgardelle seguente leggende ulh altre mancato i! loro strofe,che che baciati urna versi sonano. con- Endecasitlabo sono dopo gli ultimi e quasi servano Valga due un Passioni pio esem- di Signuri : Qiannu Lu d 11,1 Lu SEingu Ca pn Un Ha Figghiu la santa appi" c^niniVA ciruinnu via j cci lavia sanavi. la tiumma su na la Vuomca brina a mparava, )a trumna arras';u scuntritu Iddera bu Malli li strati spargiutu pocu Maria la Santa si pri nni pola Carini, i come finno illa ottava di s une quartine solo a d" l"ccoglitori sia di loro tiche. poe- considerazione differenza qualcuna sestine forme alternatamente storie due a gravit" strofette a di ora delie co'^i alla altre sono dette quartine un'altra, a a dt picbentame otta^e due due, '.at-ic nome e rincreiice aver versi azioni sulle della Baronessa due i che degnissima , oi^ 1' agio di avvenendo settenari, quale Oi di paeselli e l'autore,varia n' " come preferenza Stona conseivano verso, nei figurare leggende,volgarmente stampate, 1 sopraccennata molto la quinta una alle sempre dieci stoue iiuietra che 35 POPOLARI a che, ignoto una Le CANTI solo pi" avanti Accenner" della SUI i villani. presso ne CRITICO jia, la strata, chiamata itodbv lu ab CINTI " Mana Tu " donna Vistutu cu Beddu La Come lu S" so visu \cde, ottave, viene ha e parola " non se di guisa le ottave di Cumpagnia rima " maniera di Ges" citta di 1744. Queste altre ed metri, forse devoti di elemosina. Uno ' "E viso piagato con " ne tava ot- questa parola grandemente 'ntruccata; nella ]"uttrina lu Cardinali in se di ha ne cristiana Bellarminu cati^uni ecc., puema e vata ca- di siciliani in Binidittu la tava ot- Annu- pri Antuninu leggende antichissime,in differenti che n'ebbi anzi rima ridutta della giorno quei d'una verso Mttrriali;in Palermu, poveri ciascun ' ia incatenatura particolare di legarsi tra frammenti sono I di di intruccala la di Talora la memoria chiamata Gramignana sera volte. le due ripetizione dell'ultima che la Duttrina di mnlenandosi cosi {lell'ultimo letterario bell'eseinpio leru "faropatu otto la non agevolata. Siffatta un ' stuiatu e prima parola dell'ottava seguente; precedente, loro ce la rima tra ncutitiaii' VOSI iimi, ripetuta luogo la ana " la sirala pii arnsto m ossimi^hiaii p" velu stu cu Figghiu passari, me a vi"tu nchiajatunm facci E eci nnhaju scuimdafa J^vurata vesta nuddu unu Unu hai vistu na (.a Io " affritta e vola si POPOLARI di citt" le cantano 11 luned" questo velo le vie lungo sogliono ad qualche dar o loro " consacrato sacra sul sentazione. rapprefar dinanzi della le qualche alle tina mone- anime inconti-are. gli lio case asciugato. itodbv STUDIO ClilTICO purganti, il mactedi Giuseppe a!Ia SS, o Sacramento, S. a SUI CANTI Sant'Anna, a i! mercoled" Madonna del Carmine, il venerd" alla Passione Francesco di Paola 37 POPOLARI il gioved" al di il sabato San a C, G. vero ov- Maria a la , domenica al santo Quest' ordine pi" che aiterato " dalie del della santo S. Giovanni lugHo a' 24 di via e il presso che celebrano della certi con settimana e della la festa Giuseppe, i le Novene di delle delle mai caso Tra' quali Esse canti si Sardegna di cerca hanno qualche sacri de' da luogo e , far di colle di a qualche farsi pure coi Napoli, nenie di di h esao giorni vicinarsi seguito lil av- precedenti hanno i Passione led" merco- (durante Paola; nel secondo, S. della Madonna ricca una C'" le anime triboli cogli dell' antica di Paola. DiesiUi,con de' degli attidos non le offerte S. Francesco l" tore protet- pesca addietro anno a il Antonino, annoverare suffragare poco nerazione ve- corpi decollati,ecc. dopo da dere pren- alcuni in Immacolata, onore son -^ta si di cui grossi tonni,solite per cantastorie gioini della a fino verso grande sentimenti a primo , ciechi settimane venerd" in tonnare mancarono i nove Anime tredicina una cosi per della in di , di S. Francesco Natale, Carmine, pi" per Nel e poich" essere speciah festa, sia quaresima) pure canti medesima. di S. devono le orazioni di S. Rosalia E nel pigliail posto esse giugno, gusti e a' ricorrono si hanno dicendo. popolo adattarsi sanno che , questo posto i santi di di onde giornata : Battista di la met" del feste cantastorie. al aggrada dell'anno, perch" ognuna corso "a , le trapassati. Abruzzi o Roma e d" attitidos di un , tempo itodbv a" GANTI comuni anche in Sicilia ed Cesar", paesetto le nenie !e vestite a acerbo corrotto esistenza il Vigo loro dice di di saper " di seg, = Le da pure calca, uaa del di devota riempire del figliuolo, rito, ma- cliilla, sar" jirr"; munnu traduzione "a De' del dev'essere famoso inno molto riore poste- diesilla si confonde dell'Isola Costumi orientali popoli conto codeste gi" e voi. sempre di Sardegna 297 II, pag. , 1886. di tutte messo (Nola piangeTasi e della e orvi, ninariddari, del moderna; pres. Palermo, possono Gianaone minuzie parer , popolari; a' cantastorie Per soyra e ediz./. le orazioni e intesi , sunaluri. afondi" Salomone-Marino queste tradizioni clie s" fiinno morto, un catafascio. a particolarit", che nell' espoixe le elemosine donne bella monografia nelCet" di alcuae tener Eou la editori Anche suol il qui ecco 1334. Sepatairici ' letterale antichissimi abbiamo Lamantia lu foeii In comune Itala, mentre Adesso "degnu Bresciani, cogli il soffitto per ' modo madri, mogli, sorelle, alle Frangipane,Ia quale Antonio Milano la a Nell'uso comparati che die"illa; una quasi del Cardinal Vedi lettera per di Ficarra ogni la memoria di gran Quannu ' accerta '-.Della fialello morto: Jurnata ^ '. Ad le buone Die^illt pare , invasate, menano defunto serva che diesilta, una tuttavia cara del una piangere compunzione e avere mi ^ le Sardegna furore del memoria , cominciamento quaU nostra alla di stanza in Rammentando subito poetico nef"a nell' isola che Messina. attitadoras bruno, da , vantasi le e dimenticate non si affacciano prefiche romane quali [oggi di quel su gli attidos e POPOLAR[ o tra viene conesse mente comune- diesille di itodbv nn GRiTiao STUDIO U coir orazionp, di ricordo quale binidicu la Ti binidicu E lu 1 e Il di cantilene casa ' lasciar e i ciechi giorno * mente madre bito su- replicati i cui ribile inesau- tesoro colle (2 cent) si accaparra della stesso non " tale in Sicilia passa in quella delia ti battezz" Suirargomen"o vedi : e ti benedico e canta vena no- sulla quale di una il mui-o carbone con di donna, vicina, cappillattu, intendi suona la casa, L'amore la venario, no- 1' avvicinarsi le strade finito,segna qualche si novene giorno innanzi i] cieco caparra e le Per gere avvol- (21 cent.) alla fine del per dimenticare che balconi. ninne- ei suole sera qualche gridando vanno verso da' dieci srani diritto di ricompensa. certo che schiette , acceso preludio della novena, Parrittii che della cadere il cantastorie sua, prete Li fanciullesca, m alteinavmo grano mi dell'uscio, qiiasiper un imam addumaiu tia baci d" quando spede In duluii e quell et" si carta e quella. cumpaii questa benedizione' in (questo " pagamento) paga santu oummaii Yan''u "more, giorno " in la ' , di sol f"gghiti lu caldiishimi sempre ccliiu lantu pn chi pn Quatit' af"etto a ti vattiai p" puiu la canmh ricoiie puitai ligghia logglim biniiiicu Sinu di stenta ti quannu eappillann bmidicu Ti mumentu ogni 1 appi chiesa,unni P'iitinu Ti chi misi UOVI Ti E figghiu h mdieu Ddi iicconLo, sacio raoita pei^ona Ti signi"ici peicio 39 POPOLARI CANTI SUI stato acqui- ha queste malinconiche che udite viceversa, per te aliWa per maggior in tornare vanto (f) i citali Vi! e CasiumI, v. 1, p. 343 : Soiiaim-i e itodbv Balli. il 40 CANTI delle nanne, 1' efficacia quali nel ninni-nanni, POPOLAR! " non il provocare dei nnenne Napoletani, forma si direbber fatte frequenti non i con nannias de' Li Sardi, anzi di ove volta seguissero ne costrutti l'endecasillabo; questo alcuna , stampo, mutamenti bambini. degli EUeni, arieggiano rispettitoscani sul loro apprezzi non de' sonno pa"iiellede' Corsi, nannarisma nella che persona di e brano i parole, serbandone giovi a strarlo dimo- : E a Havi la-v",voli durmiri, suunuzzu lu sapi diri, nun e A-Ia-v", voli l" canti, Comu Voli Comu E Non li di li mircanti; figgili li canti, voli canzuni, li di li baruni. figgili a-!a-v"! delle meno negletto state li Canzuni dei quali in scialeschi, popolari forse trovo E ? Medici perch" a' Fiorentini hanno che la notturne di canti. questi allegri col suo altrui , applaudire,viene una grassoccia fa male Una n" a lodare cantiniera Lorenzo org"e far di di a quella che , disonesto pulcinella, giare man- di fruttivendola, qualunque , anche fama l' ambizioncella donnina una care dimenti- voglia di bella una dei giunse non la po' per carne- disprezzarsi onde maschera po' per ^.un da nulla osceno, colascione, un farsi libert" spenta canti sono italiana di canti Son canzoni colle orazioni delle raccolta esempio. Delle ? e Camalivari, nessmia popolo. Nulla alle spese non di solo un studiavasi al nostro leggende sacre per far nu.uub, , la ri- *-a POPOLARI CANTI . dello dal il di manifestare a di quello del proprio " vocabolo sar" : e astruse non dubbio nominato vero da e risposta di ca mani'au Cu' fu ca sprimintaii Pietro ^ lu tempu 'ntra p"i chiamari fa Eva Msp. Adamu Nu" E La pueta la spr"mintau l'omu " donna ' Maniau, ' SpHfninlaii, ' Arrappa, chiddu " la il dubbio che , di Tripi,da ora tutti col- suo stuppa? zappa ? suppa arrappa? ? ^ sti grappa, di cappa. la prima mani'au pi" di la riti 'ncappa ? fllaa la prima ca l' del- puppa? Quannu, pueta, mi scio^hi Ti chiara Fullone: la prima galera senza pisci chi Lu ^ cu ca ilei la proposta. conosciuto la prima fu Cu' Dotto la prima Cu' chi cos'" delia piena significazione giammai Prop. Rispunn": Cu' fiku E obbligata meglio dal celebre nessuno la e nome; rima genio siciliano. Ecco dal creato proposto dovere superiore riprova pi" di trovar possono qiiasia beila posta un la sua questioni pi" alte, le verit" Le siciliano. acume colla nella ognora nel sempre frivolezza sfida vera una la quasi non che ; e delia si ride compagno " nome, dissimile- nasconde Io propone chi risponde chi II dubbio del il dubbio rispetto. Raramente paternit", perch" niente metro Nniminu, indovinello, per stappa; zappa; la prima suppa chi 'nvicchiannu galera senza ;,,_, arrappa; puppa; maneggi". da Mnc. di spirimitttau, speriment". arrappari, far le gi"nze. itodbv STUDIO L'oniu Su' CRITICO pisci chi " lu Io gi" sugnu Quest' altro poi CAMTi 43 POPOLARI riti 'ncappa. 'ntra scioti li to' gruppa, su' pueia, SUI si rappa. tu pueta, e dove parla , la " neve nello indovi- un , : Fimmiiia Fimmina 'Ntra f"mmina e sugnu, fu dda matri fu' nata, chi mi flci, bell'aria fai nutricala, 'na 'Mmenzu Livanii, Punenti Libbici, e . Sono della gl'indovinelliil passatempo citt" smessi non i lavori attorno che meno dei al fuoco de' essi. Distintivi la massima sono e l'apparente spesso si traduce onde in chi soggiungere " questa oscenit": " di nimenti compo- doppio quale, quando ad e gazione spie- senso, esiste, comune allontanare significatosi ; lunque qua- affretta a , Nunziata: mal cosa ac nata. ordinari la chiusnra "un'ahra, ed : fa Vova 'ntra la il troppo l'ingegno,di salire " cos" l'uovo non facile tra la a : pagghia V quasi voglia avvertire faccia la disonesto indovineHi Cu' cosa di semplicissimo 'Nnirrfina'nniminagghia la nella ore il mensa, : Nun negh parca , Pri la Santa Ma concisione, quali, , questo genere l' indovinello propone sospetto di concetto un a popolo i campagnuoli lunghe consumano , di d'^1 minuto seduti giorno, . di compagno tanto indovinarsi sulle come non aguzzar nuvole, perch" a sapere p^Ha. itodbv chi 44 CANTI Codeste disflde che quelle in Vigo di talvolta stesso uno le gare nascono , quello dalle e le tenzoni gare , siavi purch" gli ardenti petti.Ai le armi disdette cercati sono tansi, si viensi sfidano motteggi, a' la da ne dubbi de' che a chi salu- da' saluti pi" sciogliersi ammiratori; la gara, si arresta, ! La le antiche ha non vittorie odes) Un poesia (Carini da cui "n in mezzo le " rustici al festa accorrevano della popolo simpatie o le delle terra per puisia).T"e Sicilia. Una plaudente i canto paese li accoglieva; disapprovante antipatie,sopra a migliori poeti e chiesa o ,. celebrit" religiosadi quel fervorosi ancora montagne Carini celebra pri cantari un'annuale tempo cantatori qualche strimpella e salterio,di cui sul popolare siciliano canto nacque e in il tintinno , volta fiera,ed altra allegramente colascione, sulla viola, o sul di cionca il vincitore intanto tenzone, ad altra tifica mor- cando provo- , ad bidiente ub- qualche , il vincitore frizzi, a' sconfitta sua ritirasi il vinto vantando ehi a zone ten- versi devono accendendosi sono , della , guai fischi lo s'interrogano; per e gli inaffii prosa ; in o taverna, una prima e il tatamente inaspet- conche la avessero rima, guai al vinto i "uoi vinto mai da' dubbi e capaci scrive questo spesso " disdetta poeti se al proporre improvviso; e da ogni maniera di e siasi qual- poeti che i tenda, in una vino, cui di copia di tra incontrare, albero, un Allora, , opposti partigianifanno sotto " gli ammiratori tra con sollennit" una accorrono. paese far nulla poeti siciliani allorch" vari fiera,per una da hanno non tra' avvengono festa,per una per POPOLARI un luogo itodbv condo se- emi- STUDIO si abbandonava nente, del SOI CRITIGO subentrava alle secondo un terzo un zioni Bretoni, di de La cui altrettanto simili affettuosamente adunanze altres" pel due de' canto avviene ai lavori campestri ? Un m"sse uomo si mettono l'uno a {scaca),0 nuovi canti canto prende Cantari lo lu Barzas IntroduQtion, ' Due Anche di ChanU LXXIV queste non saperne consiste nel ", La di pop. a il pi", in pop, in della di nome col" in sempre de la ^ Simile onde in Bretagne, , rispettigareggiando cantare sebbene , chi cede e Ruggiero , sua casa biasimarlo; il avr" o mezzo giovani contendente del quel comune septi"ine "dilloii, seg, comuni dt"tanza ia l'imo D'Ancona, il vincitore cantargli stornelii che Poesia in , il quale assistere due posa, partita la gara tempo anche o una ad nel l'altro importa e gare dice cantano, queste ed ripetono senza matto la gondolieri stando j per jiag. di ciascuno gentil sesso, Buggieru Breiz, il Visconte , Alimena ; frase " donna, una scacco in dei pardons mai specialmente , perduto avr" si pur {a riaita) gara il disputa- si susciti s'" trovato non alterna, si continua si canto e lodare in : l'improvviso avviene per che questi vaghi spettacoli, a I un'idea rispettiquando Chi persone. in s'intrattiene dare poeta popolari religiose. resto, quel che Del entrando clamorose. Villemarqu" ', possono altre tra vive quanto primo un quarto un , talvolta ripetendo canzoni; le lodi lodi. Ad proprie , tutti 45 POPOLARI uH'improv\'isocantando frammischiate santo CANTI ital.,p, Venezia dall'altro finch" gli d" la i) Dal cantano obbligato soherniBcono 40. parla destorna alla Medico. mente; alternata- l'uno a tacersi b^a, o poca Firenze, Tip. Mariani, sua cbe lentia va- 1859, itodbv 46 CANTI trovi non spiegazione soddisfacente,parve dimostrar a chiara sulle Galafi, paese la POPOLARI la Nettuni! da di gare genere il simulacro {Maria Assunta), quelli che alla cantando della la rincorsa consiste appresso alta neil'alzare dai presa al di dietro prima pure le strade adagiata casa infantili voci alle loro si mette 1 ' lo pi" Alti-i geaef fine vedi ruggiera e bare e a il grandi padroncino p, 355 del v. I essi sopra\" con fermano gare Usi vanti da- fresche con della degU la conducono soldarello. le stenerlo so- per precedenti, aspettando qualche ripetono in piccolo certa Durante invitati,si balcone, nel e canzonette e alle , ed si- Tra quali immagine Costumi. '. {Nola edizione). presente 169. Non alternamente cantano i di poesia sono satuj, quelli dei soli"tai,da p. cadere. piccole so'tto un o cantatore i fanciulli alcune vo(;e delle per Sulla della farlo non Assuntina. una una mih e quindicina di agosto per del compagni di chi vien sussiego cresce di prender la pi" Agosto di fronte dovessero di polose po- cantatori L'abilit" voce. luogo pi" Mezzo Vari se protrarre la cantilena",alla quale attitudine di di s" si collocano come ad cantano ha ie strade per " \ quello che " Immacolata. camminando e della Tarantella i sessi Macl"nna molto presumono bara, loro d'ambidue della e alla guisa conducendosi processioni Buggeri ballo-canto-pantomima, ed quattro persone Altro nelle certa defmii-si napolitana, pu" fatta in pistoiese e al In IMessina, presso -Euggiei-a (non Buggieru), consimile montagna stevole ba- origine siciliana. sua de' creste tuttavia I, 148 eco. (Nota i canti me della della m"sse infeiiti negli Usi pres. fmultelti di lu pie Costumi, v. ediz.). itodbv Ili, STUDIO Non altro qualche la lungo, se parola tra : fllalella,ossia parola e volgo e da ; s" H canto, lodia ha nella associi la ne! loro alla l'amore di luogo ai pi" ufficio che errori di ritmo, que qualun- della Ecco quale e copiare meio- veramente ufficio il canto " de' canti e fare che con il cantatore Amore. costitutivi gli elementi il sentimento fermo ed un perch" volendoli e sar" ; la poesia primo tra polare potutti l'amore. egli questo amore ? Esso natura, schietto, semplice,spontaneo; melanconico nel s' incontrano perch" bisogna Donna qual tempra poesia alla poesia. dubbio " per la di chi li sa, interezza tutti senza i sentimenti Ma cantilena isposata della raccogliere melodia tra " i letterati grandissimo un esercizio. IV. Primo {che di demolire non senza ripetizioneorale la sola rischio parola popolo: ozioso gravi difficolt" avere la melodia del ed vocali consonante tollera l'espressioneintiera La canzoniere puro a delle il medesimo qualche non anche meglio o popolare. di dar a rende contrarlo a I sciocca perdoni " grammaticale. " non sillaba e destinata " il canto corregge, edif"cio li ne elisione perch" breve, protrazione sillaba ira armonici), spontanea esubera la soverchio mentre i i versi sono , pure accordi spiccati della che e , metro giusto manca 47 POPOLARI allungarlose ad ma dissero, e il cielo del del qualche piede : GANTI SUI tutti u" sempre canti de' CRITICO intenso. itodbv " more l'a- 48 CA siciliano L' amante dimostrare sulle tronca labbra aequa del furono amici fino Marsiglia ; doni Giordano tosto la invi" che sfere celesti filato dagli angeli giungono diamante fine gli occhi, le "a Come bellezze bianche, la la seta neve e sulle quali il miele la palma ella la le d'ogni sapore sul servitori os" vinta sfidarne ed oscurata regina dello Stato del re regno, della ed pittoripossono re 1 Per la l'odore, la e corona, che chi non guisa che, dovesse sola carnato, l'in- principie duchi, volta il paragone, dare an- le don" primavera di una le carni la sa se bellezza re e cer" vi- regina di come ne la morta decidere , il siciliana, perch" paradiso, e ; piedi; la bocca. le donarono ricchissima una capo a' oro ciglia,stelle dol'^ezza,il cinnamomo Desiderio maest". son Fr"ncia faccia di rosa d' trecce le , porta usci la mortali, lunghezza pi" famosi stesso, de' trionfali con dame a lei Dio Le dalla d'Amalfi i dipingere,cos" a di infiammato. coralli,fonte labbra volarono conforto a fronte, archi maravigli" ne dell'Oriente Re con il nome riseppe festa ; Pittore delle Signore, Pontefice; le ne aquile tre rest" sue se fece universo. dalle del il Sommo lei i Tre a della il cuore, tremare l'ottava no a espressione. Messina; e Vennero al mondo nuova fa la battezz" Roma preziosi: e fu e Palermo bella. Napoli rimira valgano le bellezze per qualunque ella nacque, Quando a altrui se che parole ammirazione sua quale la donna, e la ha non senz' altro degna di tenere terra farebbe in vita vassalli grandi e di sua seder quest' amante co' santi quanti appariscono in sulla potenti: itodbv 50 Adunca ca Bedda, suli sole Ma desiderio posarsele ti ecce, e o in pianure e amante si strugge dal lo spera, m in menta della "^eno sulla spalla dolci 1.1 le Ora miele i monti in o maggiorana donna, sua usifjnuolo,in canarino, in "lusuri cuore. di converte fare un paroline che poi e diventare vuol bocca sulla Giuri menta fonda- dalle scuote i vita. a li bianco colombella, vi chiamati. ", sole che di ti amutai toccale vinciti, vu' lima, no ella poi desidera Se po' e terra, che ritorna morti la luna potente la il POPOLARI CANTI in almeno o giungere per fra nido le a sae le ammolliscano di affln ape, per recarle un : di ciuri ! cugghiria lu meli, Si fussi apuzza , Cri lu purtassi 'mmucca i Ora pesce per a comperato esier diletta,della quale lungamente reconditi; ed ch'ella neo tiene al collo amuleto alla conceda un le sole note giubileo a in cade chi lo Papa che lo a lui,che non Spagna sa come benedica , tocchi; dando ricor- altrove di l" da guardar Francia , forse Turchia , pag. la. fa voti , 10; ed luna ie Palermo, " di origine letteraria cannoni, ha deliquio principaliperdite di'questa terra, e Monreale, Roma, ' angiolo un faccia,e giura portarlo al sua scoprire gli affetti cerc" , e dalla mangiato di lei. Qua recarlo e e che dell'orto, petto nel, colombino fatto pel coltivatore or amiiri '. lu me i jBdb, CRITICO STUDIO fervidissimi che ritrovisi fortemente poi s" Un'erbicciuola muri atterra bella sua : ed gii ha Il pesce strazi ferrea sofferti da ben Ora " le spenga si consuma, non la cui e d' inverno neve fuoco quello " ; dalle il firmamento, cui faville minaccino n" non del che suppone chirurgi "l volta il d" per seguendo morire. dell'amata ' Fantasia, E in lei lei che , visitarla il anatomizzando ritrovino certa i suoi cuor -gli manchi cuore suo doppio qui immagine a umana brucia tutta spegnere del Ora mare. e quello corpo e cuore. Rammenta , dal e che tre con da della danzata, fi- certa egli and" pianto narrando ancora avvivata ferno. dell'in- che suo, informa dolori, finisce una , , volta dj tutte affatto gravemente il Viatico le per " forza e non l' acqua tutta in parti d'Oriente, le giunge , degli avvinto gli orrori cielo,le pene incendio un sogna del idea d' amore, fiamme dal punto lontana cosa al andar vuole V uccello poca battaglia,Io sdegno aspra fino giovane,che delle leva si dimenticano non una della gli si , " vittima catena di notte alle ^ fantasia dimenticare amo questo povero quali gli parrebbero che all' e su, gi" squaglia quando nido, danno del dolce desiderio fatto vien attendere la n" e donna. sua poco di beva, la strada preso persona amante mal, egli smarrisce messa. a Lo airavemar"a, che fino a poco o sua eolia pilitesta lo abbandona paternostro, mai ha Mangi psnsiero. Amore dal a schianta. alberi fuoco, n" non la abbracciata domestiche. faccende anche che 51 POPOLARI GANTI disperda " amore, ed al cera come SUI fu a quasi alla finestra supplicarla che affetto. itodbv si 52 CANTI abbassi risponde la per in gli permetta e nessuno , malmenata. che Fuoco onesti per lo apertamente Quaiinu Pri Chistu " lu genti ca sigmi pu" pretendere che in del salutamu l" di venendo a questo della pi" un rete che raffaccio sotto a o se il egli adora degner" Vili chi vinili vesti cu : d'uno' '' e ella noi sguardo, di povero cimeddi vuol curer" e' sar" trarla pescatore la ci salutiamo. ti vidi " tenzione l'at- : riti, sapiii,chi pisci pi^hiati? abbasso su c'",allora richiamar di che questo sconsigliato, le mentite .Vurria che ragazza tanto, si sforzi amante cadere vigilanza. questa reciproca intelligenzanon che intel- vicinato, che pensatamente all' altrui segno *. ' inutile interno: queste segrete serpente % loro, li farebbero se zione, circospe- nii'amamu; nni ca pi" andare proverbio chiama Ma si persuade ben penetriil loro non questi per" stesso se cosi di cc", siati onesta, passu ligen^,perch" gliocchi il donna una son vendere l'occhi,io calu la testa, cali conviene profano cruccia ne se le raccomanda anzi ami, diri li nun Tu egliin riguardi non occhio affinch" da paglia di poich" ma oggimai lasciar ritornando crucci, perch" N" querimonie, e' tante a piuttosto che Barberia ella parola sola; una libert",la quale vorrebbe sua crudele POPOLARI testa, '^(Sji. ( ti celiti. itodbv alla CRITICO STUDIO la me Sutta Gliistu 'un Cc'" arreca necessario l'amore se che sospiri,che una d" pi" bacio adirato, il se gole amor vero, d' catena in e serpeggia vorrebbe baci labbra, ziarsi. sa- lo calma disperato, il se Io morto. ogni strappa risce guadalle del aprendogli i gaudti senza di esservi senza amore cui non , albero come non pu" foglie frutta. sfogo, d'affanni vuol e ; si alternano ' se dannato se novello sulle sperare infermo, lo risuscita Amore una il miele a uuovi nascere s'accrescono, di caldi , senza " che riconforta paradiso; potente e l'altro glilascia dell' inferno fa quindi ardore petto dello amante, Un c'" chs fatti " di- ? volta,amore alimento: trovano- sti que- cerca quali,che de' senza trastullo vano non ; anzi suo alacrit", questi rifiuti che passione ; abbia un all'amor mento ele- qnal egli lo apprende : danno che esplicitaripulsal'amante ad fatto dalla germogliano se misto gran impedimenti cuore pigghiat". pisci nun e pirdit", quasi nel chi facili vi uni jiti, quale rimprovero Ferito '. magghi rutti,cc'" punti scappati: Tempu si di piggh"ari ucchiati loca megghiu Lu non chi facili? finestra " 53 TOPOLARl GANTI s"rvinu, gnirn", li vostri riti: 'Un Dei SVI beat^ cantare, lo amante il canto TJcchiata, pesce, limpido d'estate, melanurus s^ms significatodi guardatura lo sente " poeta; il canto dolori gioie e dolori, e Al ama. chi uscire bisogno d"rsfogare per ha rivela in chi sera e quel di lume canto Lina., della e luna, in si leva ma qui gioie arni ha d- l'a'.l'o a itodbv 54 CANTI nioso, lento trova un volta sua pietosa ma i Tace tacere a misurate con eco la Vui Inutile ! Ne ntia U^nmi che},lifaccia lo tenuto e Iftto,che iipoao l'.colta lettu ^ ssu uumi eh haju jittatu ne dOretu " preghiere,n" pei si : lu ffuituratu? lu essa minacce, " sospetti del fratello le gono fine metter a dal nella necessit" decoro le si domanda il no di chiamerebbe allo rapire* un da la vendetta rit"nto perpetua verginit". dell'amor si de' dovrebbe o cercare " uno supplica a aferesi hiani al corpo, lo amante di giunte ; un suoi chi cosa ? Ma osasse pensieri,la quale ammenda usi in una caratteristici vane parte della gio- ottenuto, " conforto vita alla morte non da' che risoluto sopra per ed vuol di lei " cuore no degli siciliano. L'assentimento al poco, Ssu, donna dichiarazione all'anima,saluto ' lungi s" lei,che Eppure, sordo. espouT consentita il famiglia : pili che la sposo delia di rimaner di tanto Questa di questa corrispondenza non genitori e dura di bellezze e presenti i pericolia' quali lo le fa menti la- per vano rispondergli;in- a mover" egli la proclama dispensatricedi grazie ; invano alle ne^a lela, i mei costringono, dal e dove cuore replicherebbe a mia lagrime pei un i t-hi curri li e"bo giovinetti pmsati un V'ha volentieri ond duimiti Lai^ua Su che il desiato ehi Pirchi cadenze e ragoii membia tremanti POPOLARI guarda stessa. pi" che tento Conla chissu, codesto. itodbv sua futura ogni che donna , " non di uomo d' corredo ogni ripone negli averi speranza sua 55 POPOLARI maggiore tesoro compagna l'uomo, CANTI SUI CRITICO STUDIO intenzioni. oneste : della Quannu lu , zitu dichiarazione Alla in mandasi un altro in carta tardi prima e che i doni il seno sua di ; e il suolo casa D losi Di rosi Ca p"riiiu dui Ca unnu sunru Di losi Lu "tis"u torna a della : capidli io i tiniti siti Pn a \! di di li rosi io" mi mii vur su E di U roy palazzi e E di li losi un n hnraiti. listili iinamuratu ca^uu vascellu " vesti,la abbuttunati loai schezza fre- guance, apimpinati lOfi di Rosa cantate Tutta C\ signu tuttd. per canta e masciddi nnomu " sue li vostn tuiiatd tutta duri d'intorno letto,le ntuzzati dui p"nnu " brillanti; che sue li tnzzi pittuzzu dui S'io di trecce, le suo li \Obtii ro I sue cilpesti ^LHinu Di 'Nlra E che moltipiir infinito. Pi" simbolo spande il pieno " rose e scritta , le ; rose Ogni rosa ch'ella dell'amata d'oro natura che una si quasi cerca gli occhi, con crescono, dalla bene sa dell'olezzo e ne li trae siciliano Oggi egli manda amuri. nome altri : saluto un la lettera diviene ne ; ed uno feluca, con ; i salati d'oro gli sorride, perch" il la il numero vengono lo amante gliuccclh, poi con penna i saluti seguono sospiro, con col cos" cano zita, s'applicaa la doti,dice il proverbio. v"^i la nun sparmatu itodbv 36 GANTi E di li rosi 'na Unni Un perch" La del che che dalle mani da eterni E di questo tempi, solo Notigi tirano d'accoMo. in " ben V.-pi" e trassegnata con- cielo a' madre p"sito, pro- dovesse se qualunque gli basti la minacce condanner" vita di lei : vali ri- agli godimenti celesti; egli nell'inferno di suo qual partito a a famiglia,n" la pur di bearsi in una bellezza. amore, che fortuna odier" n" verr" prima ma oonferma pel parentato raro tutti; che i suoi per volger meno; Dio tanta gura scia- bero l'alfigliuoli, : quosto sempi-e quale, finche ingiur"e di luogo,la acqua a nel manterr" caldissimo per ferma saprebbe sua di perfetta " vero, snelle mentre e tanto n" ed trapunta del non lui mander" rifiorir" secco mariti e' l'amer" corrucci scendere vuol senza ; parte e vederla questo, scioglier"questo nodo; abbia ' a d'amore, cuore. Morte, da supplizi,e immagine di giusto giudizio del se esiter" non forte bel la paventer" ; e con nell'amore con '. garofano sapone la promessa, non bel un cara di lei tutto appigliarsi. Egli costo di alia stamattina, eglila desidera un lei,sopra incontrarsi piaccia poscia ricapitata di nascosto e tenace coll'Jnvio offre gliel' ei le mand" gli piacerebbe Ma dono questo corrisponde paradiso, anzi (fiord' arancio) quanto pezzuola lavata iu "u fartunatu. di zagara conosce suocera, scala giutili, acchlanassi mazzolino POPOLARI clie suocera dell'adagio siciliano, che della e nuora moglie, stiano e per" per insieme lo cere; suo- d'amore innanzi. itodbv i "O CANTI confermato facile che dagli antichi indovinare a in alla altrimenti io non e cose essere inchioda cute; vorrei " canta: le spine mettermi valida N" che la cuore donna pensi i" bene : piiidel spetto, so- gelosia, di amore; che dell'uomo, gelosia e han Io sto compagnia. lontana, e gelosia male mi e senza mura chi l'Amor penso a- pungono rivestirmi origliare, faccia,con cosa "na pratichi di nebbia, casa e, non dove dorma, mio... " l'uomo cio" rebbero sa- riprova , che lano istil- cose, indivisibile della ad tetti senza vista,vedere e potesse diffidenza. II in compagna rasi avve- che delle fornirne d' ogni donna cuore mio: fabbricare si proverbi e " di hraccio e non malcelata dispetto,rabbia per" la donna dell'Amor i persone a con valore, che sanno Amor, E quando gelosia " piuttosto delia Nel ingegno provinciale d'Italia naturale, suol' la tutti le atti di noi; il suspiciosum anche conosco guardi pure qui ti'a sufficienti che com'" ma d' opere opinioni delle pi" che ed nuovi dimostrare, gli adagi, dubbie siciliano dalle giornata; da' e si ebbero passato sicch" POPOLARI lontano va che delle da possiede; se codesti tu lo timori, di perdere gelosisce interroghi, egliin- pareti domestiche de' sassolini della , via, dell'acqua Kd che dee lavare egli " geloso perch" vero hanno venir amore non possa detto, meno occorrendo, la esser sua com'" amata. che un disgiunto dalla gelosia.Gli le^iera cosa quandochessia non della convinto ama, andar donna, il viso aliena al suo dal per se stessa, proponimento gettare una ed , occhiata itodbv I a un la stringe anche mano: lontano; riesce lo amante sita. E saa d'essersi come ad come l'usata sguardi, non si " per lo certo guardi pi" 0 E luna, m' non Naturalmente alla la Dimmi Cu luna giacche di non fedelt" non sono Il povero della sivi espres- magia gli un tamento mu- sposo, luna, perch" la sua maricandosene, ram- amata ! l'amanti a addutna unni dui timuna E da travagliato, la solita mia, cchi"i li lampiuna ? ha rispostaper lui;'il quale, fidanzata, domanda tu; capitare cieco, e vede poca di lei sposo : ia luna,non affrontando " della avverato. clii cci f"ci io Ga dover semplicit"le accoglienze : chiede non legittimo stesso hanno non ; al lungamente cos" ! I saluti volta una che Amore accorgersi no 59 POPOLARI lo " s'inganna. dopo e " quella gli pare, e lui;n" a in amante, nuovo CAST! si l^gj mai reggili'na la metafora capirla,senza si non : ulteriori si sccivi, o navi? capisce si fa o smozzicature e le viste menti, compli- egli le spiattella; Ora, flggliiuzza, parrarau Chista Come 'un Ha suecessii Ma no uomo " liggimancu 'na am"rinni che 'ntra sente amari a quattru, cincu, !a : l'Ebbre! 'ntra donna nui ; dui, e sei. propria dignit" egli ""-io- , glie qualunque una E almeno nodo, passione che s' arrestasse dimentica, fa a gi" se di causa questo ! gli " possibile, pure ma tanti pur affanni. troppo la itodbv 60 pi^a " facile a della perdita maledice e vivenza. r indole indomita profusa si converte dfige. Le in " Dove dimostravi Tu divedere dove e bionda come ingoiai per che pece, amf,ra amor tuo. tante volte abbeveratoio mestolo di Se dover a a dj gente di codesto tuo in cru- non pigliarne a alla donna, che affetto mi pi" che uii d" dolce; l'aloe, che fi recare chiesi pi" non scherno nella razza. pentolino, ben la un su sei ora volta una io mano, al tuo onore procurare bianca Quand'eri e parenze! ap- ti d"sti ghiaccio, e eri tenera d'ogni biasimo; tema l'uDmo crudele. dissetarmi test" simulazione,tutto barone, e gettasti lo ebbi in il loro chiede era e lode, La vengono diventasti baciavo, ed d' averti un e sei infida argomentavo credesti tutto eri fuoco io ti Siciliano,forte l'incomparabile ! che qual le.ironie e osservare tramutasi ma ed l'inferno di tostamente rinnovano, andate, sono ? Ah cangia satira;l'osanna i frizzi promesse, a si si serenate pilil'amore; le tue nell'odio. piene mani, a il posto. altrettanto fatto. pace, d" gU fiera del la , ha darsene sa argomento nuovo prime ognuno dolorosa, che pur nobilmente e nell'amore quanto tu qui sulle vegga quell'essereche a da E In per risoluzione,e giorno sua aifetto s",ma si distrugge di donna risana. ripensando all'onta,non impreca, mi " non leone, morso non quanto con inattesa non Tuttavia nera vipera, ma d'arte , del morso quasi pentito della pi"nge notte l'inno virt" per ii si medica trovarlo: egli sembra " lenisca la che , medicina, in il balsamo ed cocente il veleno e POPOLARI GANTI casato; dino contame, che tua fontana, o^i Ben io lo teuni io ebbi il le chiavi itodbv STUDIO codesta di lo Ola CRITICO scherno "iM omu Cu menti io ti delizio rai di te di una punci altra in che hai mi b"cciu d ceitu Curuzzu questo ' oocu to Dico ton te a d eoa i ca che laro del figuiitan ente detto romeo a tu I mUacotogna, per cut e i azze gna vcn ciot pi ingiuTie ntenio aiarez si tuo due i od i) diininutivo "onuaBi cui a e fare o "ve s stizza, 1' aria onde del i venti le strade v iticchiara j,ros8i ] e 1 umbrollai intenda per haju virticohiara a ancbe nuora lano gn e ole s scenda i ^entilt woso nelecotogne Haju chp cutugnu perche a amoie dispiacere Di Ulora suocera iltio I ii3s!i d ^uenc otogna nel ari"aimo olii la spai,e guastali la hmu nellp nela elle ' riditi iini ' palleggi"" titt la muori or munti vi vi scanipau Citugna siccome pagliato im- dui pareli dmignati eu Su E fantaccino un sapili nni pena fecenn "aininanco an d lungamente te iicutugnati vi Finta culufffteiit nesce ca 111 stumacheddu e itugnu di ciitape'"td iui TutEu ben curii e ani di omu d" h e Chiuvfu E serri di Napuli manciati Cutugna dugiiu d "anciito peiduto' Cutugnelda Vi questa j,iumenta; giovane 1 pipittjli daveimi li ntia ca\arui di laver" chi u jimenta na jinci migliDie doloie ricade 61 POPOLARI io la frusta aiuti seri GANTI SUI 1 ama si e tugna ezia ole anche 1 errami cerai t tti canterei i e d'andanti, "^ ziti itodbv 62 e CA sarcasmi di lo ; per pi" ogni riconciliazione, stimolo buona Nondimeno amore. e' si in l" che pi" va il Siciliano natura tal se " finisce cosa a nuovo rappac"amento non si cosi fatto che di la pena pagare qualcuno se non s' attent" fuori la maldicenza. sua lor da di violare. quasi integra, credesi questa parte il Ecco tutti i del cuore dell' avversione serie una donna, di disoneste, che e nell'altra e altro ad senso ratamente sciagu- pena decoro eh' brutto per proverbi,che nella quasi sempre anche nel ritrarre Questa isolano. nostro di allusioni pi" mira non meno o povera pascendosi volutt", solo tutta figlia , gettano il vitupero sulla che, egli venir pertanto , sconce sume pre- prezzo piace, in quella che se sua la suscettivit" caro ti d" se efficace poesia distinguasipure, " la racchiudono sdrucciolevole morale a quei quale la , di E di i limiti oscena differenza a forma una mai poesia qualunque l'onore, e' gl"fa sorpasser" brutto, maniera una macchiarne di o in avviene, non stimi, imperciocch" di , di destarne intenso pi" e una con al soddisfacimento che , di brutali passioni;essa, della importanza La e vera. che E con cuopre del potr" svelate " ci", io tutto sentimento farlo allo sentimento a fidanza studio ; n" e col la a forse e pi" , il velo conoscersi dei a"tri,son buon turale na- cenza compia- riiimovere solo minata. esa- meno invece vorr" non intendono nostro assai pi" spontanea questa poesia,buona que' filosofi che e un posteriore, quando cose nore mi- non poesia gentilissimafinora gentilezza" mo"to delle questa poesia, avr" successo da nostri io stumi co- viso, d'av- d^no itodbv STUDIO CRITICO delle rette intenzioni. od amore in vengono abbastanza. qual odio meno anch' tener che il tacerlo fronte essi. Al essi ed ovvie simile con- verit" il buon il riguardano unica come altri lo amore chi dell' medicina marito gli e , quando ostacoli abbia non appone al futuro che " il notamento ne suocera e 1' altra della sulla ci" di un nuora ' , Proverbi le e siciUani : quali La delle di ebbi della Suocera che, sita, minuta, l'una Popolo, aii. 1, a. e la discordia proverbi gi" sulla toccare a malcapitata g"oe la nelle Nuora , Oel tra anzi nozze, ragione de' a opposizioni santa querimonie illustrati dalla genitori: onde nmnero andare della de' bel , volta Le causa suocera; gi" prima dichiarazione di dalla preventivo. di maggiormente alle virt" apporre rappresentano e donna incominciano famiglia.Da suocera della corredo, preceduto nuora della prima che frapposti da e malattie precipua L' idea " il desiderio campeggia vivaci e altri lo levano delle quale uomo. le immaginazione matrimonio, bestemmiano perdizione espressive V vertire av- ascolta. , della il far di porgere natura ferire di di volutt" " inutile frasi e non costume che cielo a parole possono canti De' in mento fonda- scevra non particolar possano dandomene tutto forse fermo per i Siciliani loro: del non nostra non talfiata di quale proposito cos", che ' puto sa- abbondante tengo giova, che non chicchessia a questa altra siasi gl'Italiani, qual pi" poesia lubrica; ma di la inclinazione vi che toccarsi, credo a s' abbiano guisa , ed altres", pi" essa dubito i" sovercliio partorisce,per la Non maniera di 63 POPOLARI sappiasi,che Quando il soverchio gli estremi CANTI SUI "". itodbv Ore 64 CA fatta segno vane, ostinasi voluta di chiamar di figlia la maledetta agli strali d'una Ielle gema Vogghm Cd cantari l'uso madre, e che fuiono mune, co- che perch" sparisca con huccurf C ogni lu La vaju Cam la tutta sono e Wdla tu doloiosi 1 e sciagurate ' Schetta, ' Mi ' "ttassa che meno Santo ia altasmri, mala razza' * ispiitti iccenti sempre quando li e che impreviste tengono e pono erom- spesso lontani l'uno allora,quanti palpiti,quante voglia di che pensare la donna , cantare. avvelenare Gr'paldi 'da Palermo, a vecchia^ col tasso ; qui significa n" pi" avvelenare. riferita colle note slienia illusioni ! E intendi da drrassa gic/vane, zitella. ragaziia, passa, s sta lu timori quante , idda e sta lacettla nun li dividono cause c^ll'altro. Quanti speranze e amanti petto degh dal la vecchia mattasia con fan a ' ^ pa.sa mi soggiii vasaii pn sclietta 'lUgno p" duci COSI haju Molti Taccio me parola \i Cci dugnu mentii mautu mi quarnu Cunimattu * voti che al mondo saranno n" seconda fa amore donna nella comot"o Nu"va in ambo Dottore di scelta le leggi, ha st'ottava, que- siciliane, illustrata Rbne degl'Italiani,t. I, (In Palejino MDCCI-XX), pag. . CCLVI : E soialari mentii Vogghiu vogghiu schetta, bu^q chi fei'i chiddu mi sguazza, m'arrisetta nUnna me Pirelli quanno di la C"" lu sopr'ossu su^gii-azza , S' iu jocu e staju muta a tutti L'errami levala tu Morti sunnu S' iu i-' rijo ramponi sta suspiri m mala '""- n 'na setti razza. itodbv 66 CANTI qualunque rifiutato la come E amiche stelle,se che " non del cuore Io vede la vede calare che maggiori Nascivi a mare ed egli che vi fondo. Oh nascivi 'na r"tica cu Quattr'anni stetti lu Cinc'aani stetti Novi E fannu di l" fugge il poesia, ond'" la e Cos" fuoco, ha sempre ' * da combattuto piombo getta una queste sono ! furtura \ : signura. sventura che crudele ! morte mille badando non allo vita soavi quindici a immagini sbigottimento alimentato impedimenti, speranza da contrarie d'un ritardato lieto mare di sguardi da da t"gli, pun- avvenire, passioni tanto i 'n furtura, e gliuzza pa- , Am"nucciatti, Mari il *, amatu cli'liaju amore dalla sostenuto dal la terra. un contrastato anzi turbatu, vaggheggia toglie fine lontananza, : invocata, togliedi " cuore tutta presa picco ap- , pi" ove anni, quando di ahi questa donna, 'n vui, bedda cu un si fari luna, nun li donni sunnu senza sfurtunatu, muiinu stetti lu mari Sett'anni e sotto al mondo lu suli ammucciatu Stetti se' anni Ottu a nascere si! che vintura " a n'ebbero io lu tane. fon- due a dimenticato in ve gemono , lancia non occhi necessaria negletto galla , Quanna ebbe non ragione Altri a cui assomigliano della quello suo. andare sciagure egli modo cuor s' nessuna per cotal a pianto eh' , vedesi , certo per egli i corredo dal vite, e POPOLARI il itodbv e pi" Sd" pi" terribili, quanto potenti,tanto di chi !e ha v' ha dal sgorga l'un poesia, la quale pi" forte,piiielevata una di chi cuore r altro Amore, fede, stoicismo, canta. si sostituiscono. altrove. e Quello fa impallidire i poeti di poter salire soltanto d' Elicona le quali , guadagnare. lava In del tipo vero gabinetto istudio per e mi di riversa affetti si impetuosa, seppelliscee gorgoglia. ma di canti questo genere Un triviale concetto un' idea la , bocca del dietro le inferriate questa recher" un il e dato di irrompe, si non delia e se fra- arresta, costitutivo pi" libert" di duta, per- dalla comune , del acquista una carcere, significato inesprimibile.Forse magico : ma di udirne per " detenuto, dall'atteggiamentoeh' egli prende simil genere accada le vette osteggiatoe travagliato. l'amore e che , perdoni la L'elemento " il sentimento arte genio , secentistica,si dannato, con- poesia per per vulcano nostro del quanti stimano e piena degli la canti Toscana, Lombardia, unicamente essi de' connubio, Sicilia,in Calabria, in Napoli, " da istrano Parlo scarsi in Corsica, quanto Venezia come in popolari tanto in la natura Carceri, carcerati, mafia. religione,pianto, riso, stringonsiin e forte pi" sentite. VI. Pure 67 POPOLARI CANTI una effetto io che me confesso, che qualcimo, io tal a reca o ad altri un canto ogni qoal scatto quale piet" forma, come fremito che non di volta molla e mi gnetica ma- non Bjgnii"care. itodbv so 68 "l povero Quando cattura, sua gli si affacciano non come laccio il ricinsero che la nera di figura ! Ed l'aria fosca diventati in di distribuisce E essi Filippo Chiappara di chi sta a' lembi ' Anche dalla dello nei sua, delle eterno, onde varne pro- a U e del male, tempo suo, chia- Pietro Giordano la Gioacchino terra vesti, e popolai-e corso eludere ovvero porte del S. Pietro madre la fiaba la cerca vigilanza paradiso, perch" lo ric"ccia ve di Lui, saliente aveano Tenetelo osato Perch" " unico al aggrapparsi lei sollevarsi ^. Cian- si dice; raccomandato: ben di popolare,lutt" quelle aveano seco Leto quellici'uiiligendarmi E Mi bassa suo canto nato trasci- uno dove crea, il bene Oroflno. cielo,respingeva, secondo che -stessi loro agli vicar"a Cosimo o deva ca- , lass"i colla violenza anime che qaegVinfaiHi. di vederne lanne Ardito al fuoco scappa esosi i traditori guardiano a pioggia immortalarli inferno sfuggire all'ira invano la cagnotti , equa Nunzio o doppio suoi ai si chiamano nuovo in di e spaventevoli guizzavano servit" che condanna e che il momento quelle bolge lAbrando che curando eglivuole sospira e gli orrori. se lampi libidine per padroni; minsi i torrenti,e nidla della glisi appvesenta non quel gendarme, ^ gridava: stringete? a Come giorno orribili al pensiero lo afferrarono polsi! a' il piange carcerato que' manigoldi per POPOLARI CANTI sicuro acelleifito. itodbv COITIOO STUDIO ciabelia invece viva, persona Ma il piaghe cocenti. se E frattanto la se egli" nelle godono conforto sar" affacciare. E viene noi della delle ai per s" e le ma riduce salvo dev' ser es- sina, di Mesdove non , si vedr" amico arte per i rei mentre gnorri; e viso un donna derelitto? Cristo,puro Trapani di la largo di persona gli altri,suol per del Cittadella nella Vicaria nel Finanze, nulla lo fanno non celebra La che esacerba e ingegno per da quelle al mondo r"bili or- questo gentile. e nuova. popolo, La di salute vita Egli predicherebbe siciliano Il canto sua la cosi o liberare, p noi a nfiracolo uggia la perch" ed Ges"i come Colombaia lui,dove per segrete? nuovo piazze, e nella ovvero termine. il la vita sostenere Favignana in deportalo s' accresceranno , tapina e K le prepotenze e l' altro " balsamo innocente , che l' animo, speranza vorr", Vergine la come La^ chi oh manca, pi"imartella a coprirsidel pallio di vederne speranza e abusi a pi" d" memoria sua Gli giova? rigori un ; i pi" cosa nella mai nocque non continueranno e senza qual che querelarsi a Giustizia che benedetto sar" continuano della birro come , "" POPOLARI CANTI SUI Vicar"a vecchia vecchia " l'attuale ficio edi- una volta tutto voglia , egoista, avida, dire Marina della renza diffe- a : " comu la die Mamma di San Perni . ' Cianeiabelia , nella Storia avventure di Oroflao, Jachinu nell'altro Gioi-dano ecc., nomi Letu, storiella popolare mondo. Vedi nel II volume mentovati di birri in poesia sulle di questi Canti polari. itodbv loro ;"3^ 70 preteso luogo di pena che POPOLARI CANTI l" i carcerati rehbesi ci stavano giacch" poco, anche pe' malfattori comodametito. chi Una buona si dicesse se molto non v'ha '; e disagio a afferma che ci stessero vecchierella rando deplo- , la trista giorno un forte rammaricavasi convertita in altro dicevami che io lo vedevo : Turiddu anche ^, e ricorder" ne lo condussero ora che ci non dalie antiche corre, quello essendo l" alle bische,canti quieto ' Pocbi secolo il ricorderanno tribunali fosse stato dato perch" cosi in Palermo. Marina, fu esercenti il ' " n"si sempre ed alti qualche tribunali re degli e fu Vicaria potest" viparia del ad essi in Napoli come nella Piazza dall'inquisizione, Vicaria rimase all'antica , nella quale i delinquenti furono feibbrica, nominare di nome il titolo di in fflro di pena; Plnauze de' sede per il Palazzo Quando convertito solo la ci , qui che rispettivi.Aggiungo dire, vero divario gran questo palazzo delle latto qiiella sospiri pianti qua luil bito proi- di reclusione,questo " come hanno quanto l'animo sollazzi per , ' un prisjioni di me laggi", dove nuova torto, che, per gran luogo anima con semplicetta La attuali comportasse addietro archivi e pi" casa buon' stavo Piemontesi ". il a stringevoal petto. Io cantare... aveva cere car- gliparlavo,ma e quei giorni che questi stata era come quella quella Vicaria venuti di lo me di in son perfino donna e sempre Poi si stava rito, ma- fosse Quello s" " lo vedevo solo non suo a Vicaria " ogni giorno lo baciavo me l'antica quale ne! essa , nostra toccata stabilimento. , di ventura di- un carcere non dosi trasportati: ed oggi volen- si fa altrimenti che dicendo Turi, Turiddu, Turidduzzu, Tot", Salvatore. " inutile il dire clie il popolo nostro chiama taliani d'ogni provincia, che non sieno di ^dlia Vicaria. Piemontesi o del giiI- Napoletano. itodbv CRITICO STUDIO guai in ,; l'una in all' Ucciardone, 1' altra abitanti dunque si pr'uii euteddu Ca " capitare di Turinu ligginova Sta cbe vero questa Vicaria, siciliano fine i hanno Quivi della libert". E d'orrori cost" tanti chi a ' Si pi" malvagia anrd importa , Avvertasi carcere. 13 anni inedito esso di pure i vale anni, ecc. per" portatori canto " di vi si poi non di patisce che dentro? il stato : si niente esser armi. vero fonnai"one, recente e , che ! ; pare Dal d" che jiri seifanni, onde sette a si vede Come il comando capomastro. condannati concep", al mondo vista eondannati; va chi lo a spegne questo luogo tenne ne fu mai esser Car^rateddu Ila che nato condan- del a vent' anni il codice tanti di punt" Fiore di di pri sijgnu aspettu Turinu contatto la frammento poi questo quest' altro inedito con donna, 'na cunnanna, con !o storneilo toscano : canna. i so" per i ido in cui il progresso Maniere aspetto si nomini di la citt" questo scritto differenti ricordale di Torino, altre , di condanni : E che meglio prima non sia ne tridici va chi pensare chi a il demonio vinf a quel , che l'aspetto lungi presentasi in bel- da tesori. Maledizione lo fabbric" Opera galera ? in giuochie gli spassi,quivi si il fuoco pu" vinni, ma pu" saper? si che tridici anni.... ". va guardarla a perdita,oggi tanta semplici trascorsi per fossi. Come di , lamentare non scalo, uao a circondata di bastioni degli rumore capo , solitaria,cinta il alla citt", tra mezzo li POPOLARI CANTI SUI mentre, come meti-opolid'Italia in pi" d'nna canzona. itodbv v 72 CANTI il povero cantatore l'anima ammiserisce tutto piangono piangi anche scrivine gli da sole in delle nel libro de' ; immense di vivo ii vorrebbe come i! povero hanno e , vivi tal vile,che la mala ubbidiente il fa l' uomo che consorte altro , casa, altro dove stringa quello loro dei e nelle la scarpa; uomini Pari Lu 'ntra omu iiun li dammusa judicj mi diasi ; di gli camerati fremere di a vina, ro- debole e e sogna ; bi- miare, bestem- ricordano iti propria che sanno presentarsi al tore governarsi col tradi- veri uomini veri quelli che pari che legge. uomini, con sutta " libert" di stare segrete folleggianoe r"dono cli'" strazio alia quello dall'altro giovani onorati; i L'omu di tanto i malandrini di convivere dappertutto; suolo. suoi loro il modo essere tribunale,differente umido d'animo de' Laonde rigori delle lo trassero " indizio indegno tacere. e de' donerebbe via, egli abban- devoto e proponimento maledire trovare lagate stanzette, al- sue gustare quella adattarsi a' loro gusti,con al le volta uscir gli antichi, compagni, un figliuolo, inverno, dardeggiate dal Egli lascerebbe diverrebbe e mera " l'antica- nuova ed dell'argilloso un'altra carcerato tolta ! Ma perdesti estate, bersaglio in ogni tempo malsania sta, fore- caverne, in piogge della pi" profonde Vicaria tombe il corpo le ossa, morti, alzagliin memoria Questa croce. stagioni,della Oh orsi che dell'inferno glisi schianta, il leone dimagra. Piange madre, o il nome dentro, il cuore petto, glisi rodono e tu funerea una vi sta dal gli esce POPOLARI come potersi non ne' bagni fanciulli: 'n campagna, terra, Figghiu, parr"; itodbv 74 CAKTl cui bastate! forza FI ! la ' Con carcerati debba a quindi sapeva inUEinzi per di bene menar malfattori. da l" anche avvede ne sp Cu tra lui pi" di pena; dir per il ciet" so- consorzio di il carcerato temuto si avvisano adunque luogo pronao, della , le mani carcere legge, semplice tagliaborse, l'esempio e pel corrotto Male della infette far di prima; onde Io scopo , sapr" e frustrato tempo corrottissima gente pregata uscendosi che queste membra curare un certo peggiore essere voluzione, ri- in Sicilia '. saranno egli " alla tabula vera ferventemente o le speranze, ! Se di sono son d'una scoppio primo , il cuore intese non tenza inappellabilesen- sua attesa istruzione defraudate potenza, di ribellarsi lusinghiera,la speranza siffatta carcere che vera al Vera governi lecito alla spacciato lungamente quanti da si faccia apporre sar" 13! astuzia o chi a di o Egli naufraga umana gua" autorit" sua mettersi. sbaraglio intendano qualunque contro POPOLARI coloro cos", del tempio lo steaso cantore che tengono ri- duzione, scuola, intro- " esso branco allorch" del delitto; sentenzia : di la Viciria, dici mali Cci fallissi la fauci teddi feddi '; Cu dici Coma ' Questi narei di propria hbeii e twiti pei njannati ma trittiene speiaoaa E mtno le pnme sono tanti sola VI la c"izara ea ad essere condannati opeia dei noto loro a castla, puvireddi il condannato che nelle iperte Ia\oii consorti ! e Eidliajio dallo grandi ne" furzati esta'oi. a moti vita Co rivoluzioni del sono stesso Boan- le ceri car- 1820, 48, 60, usciti erasi belli per itodbv l^e e STUDIO La Non ila animo lo diuturne io s 1 1 avpalo -". desiderio olo d di virt" mille !..Si ora Oh che niore e ella ne fortunosi " suo in sul ru^e i casi sopra gli amici da di " la condivide che la bene, che lui non vane gio- una gi" lungamente rimasta, la polvere che dar" che madre, tante ire di capo del il vita in tant'oblio intiera " pesta tem- ! L' palpita, : speranze spenta ancora a- dere compren- filiale. Ella , dorme vento, sua s:mpre desideri non al figliuolo,veglia povero piena dell'affetto Giuda la rasse. sospi- parte, in tanta d" lui ! Benedetta dei feroci men bellezza,invidia di donzelle, sofferenze razza sata l'u- fortuna s"; rammenta , no, di largheggiavano che intenso,divino, che sapr" sentire a rammenta dileguatecome benedetta bugiardi amici, patemi allora si arresta cuori, per sono virilmente continui esibizioni,quando e vecchierella una liberarlo. per di e cos" degli anni, e scacciato ora di Ed solo anima '. prostrare. Smessa a fossero offerte 1 ang e osi ne purieddi fatiche,i al fiore torna quinto 1 li e il condannato z'i 1 con vino ir I ilda pe 'nsigna li strati cu 75 POPOLARI vi 'nvja, spirito cos" forte, non " int ep vi CANTi " violu chi c"reara Chi SUI CRITICO altri sulla terra. Che se la madre de' sonno giusti allora , se ne il d" 1 prega della "'anima benedetta che , luce sul Pui-tedd,i, hnoglii gemente ne' impetri dal cielo superstite: quali stanno i ladri a toccf la posta Viandanti, itodbv a' 76 CAUTI Matii '" ca chiaiiciria Vili siti moria On e joimi notti La lo-^trarmuzza Avviene forse Ciistu Ue^" sempre di "no, minacce ; e la terribile di ritardata Nuii Vn che, ora joriiu novi dialetto ora perch". forse ha col il che, in quelli di Metz * dalle piglia vendetta violenza dine libi- sfrenata che il cuore gliostacoli ne scender" altrettanto che l'hanno di ufficio di questo ca. Sfardaii, in che viditi, mi sfardari ': li vid"rili; questi il casi vale il quale, " esso popolo riduce il pi-eseate.Ne' e vascia, rebbi disprizzat", significati; ora di quale Alli"bir-ar", paragoge 'ti molti sillaba,come d'una ' arre Fuori uun furtuna ^ sii disprizzati mancanti " cui " di alternata venga vendetta sono preghiera, questa quello di tanta la v"scia 'n nel ilsolo lo atesso ha disprizzatino, Pirchi Il ca che : Kun ' mia il sentimento tutto maggiori quanto a volutt", ora perch" , ognuia " cui il piacere d'una minaccia a^hiaccia ari meridionale, per il carattere un'uva, pr lolta con un capace pr rara fatta mia chiaiiuia' allibbirissi qualche l'unica a manco sempn p" mia' a sepurtura na iddibiu cc" uia pii lassastivu mi Ca Ca ora ntra li guai un ura latti chi d^tivu Tiittu Jdu 'Mmenzu POPOLARI altri paesi della a un giusta la semplice misura canti popolari Francna quale, il gue, pitivo, riemi versi toscani fanno di libUrari. tessa. pure dioesi soiruti, strozzati, stracciate. itodbv STUDIO CRITICO Mentri Un Mentri la a scialu io, e cantatore n" viniriti ; * piacevoleggia il crederebbe ride e mai rimpianse attristarsi seppe di ? delle cliianciriti. vu' non le altrui per , martii"datj, 'nc"nia me 77 POPOLARI nn'aviti, Jucati e scialati ', Jornu Questo CASTI siti marteddu, jornu Un SUI tutto di e delle caie gli non bove come sforzato L" che mal che, non sorriso lotta colla forse lo " alle Cu a pollici in feroce che del la di Din vita pi" , pazzu; matarazzu. stissu m'ai cc" 1 P lei 0 pe pu flt e felloni Canto affer nu m ntto " e lop attacco o m Ja "/" i ra ul zo a , Diu, c"rcacci 'ngrizzu ^. cuteddu vato, ele- viene catene pri capizzu, " in dell'Angiolo quell'anima straziata nesciu nun lo cuore. sti gradi m'appizzu ^, a suo gli aguzzini. vedrebbe dolore, ; vederlo del e pi" espressivo di di terra Anc"lu*di guardie trionfare gemente petra dura 'na stu e "" Setti parmi 0 del carzaratu col a egli ; gli pesano i Geremia sogghigno prese miserando Pi mracuJu Haiu " anche l'ultimo Su' le presso canto stato e leggerglidentro, si a delle labbra Un che maraviglia gli Eraeliti morte, Satana consolatore. ritrarre fa comportano disperaaone e anzi sbertando camerone, Se catene , venga dei , , d" nulla ture sven- giammai , (ucchiali di Gavurru) sue tutti,e perfino, chi delle manette le n 1 itodbv : 78 CANTI Mi E k VII. il sia credente, ; che poi il siciliano nei pagnuolo, di grazie a Dallo sar" che trover confuso 1 gli cresce g le b 1 1 tal tatto 0^ no \ che d'un 'tigiano, o n in erno allo non cani- in una sul far , elle 1 o j e e ne ore 1 0 e o d rete i questo u metterlo religioso fino ove or mi e morale. nell'abituro j voi oli Colt u te q Ite sconosceie sempre di o ne ra(.c sia Penetrate tu^u voi tuosamente di fin nella yorr" nessuno superstizione," pescaio sera, fuoclii alla di prove. bisogno della rima , popolo dubbio barca fi" nella Religiosit", superstizione, s"rupolo, tino' ha sublime poesia !... '. ! assonanza in Morti, la strlnciu,e l'abbrazzu " questa Che givfu,su' sempri 'mpizzu, v6tu, mi Veni POPOLARI. e e 1 e l e 5 de Ito famigliole alfetcrepitio de' loro col rendimento a intiera e ] h opolo , giornata. pel quale quella religione che t" non , jBdb, gli de! manca piantarlo 'carrucole sulle volerlo divoto e giudizifallaci i del questo punto su quali la lo e oltre Spano, a canzoniere bella una un'altra sacre,ancora cosi eroici di di laudi cielo un quello del vicino tanto, che a quando purganti non avviene alla tre, che volta iscende uno anime In Paceco, il i fatti come quanto Ogni " nel quel basta, mette 'da la pi" a di pretende andarsi a riporre, alle anime della far di superstizioso siccome che venerazione fra noi la fervore, di converte paese di sotto Dio, Maria, a che sempre deve a corpi decdlati; alle quali, a tuffo un " laude scalino de' in in vita di zelo panegirico Dio giornata, serbasi paesello accesi non che ; ed siffatti mostri soverchio per ' di cui ritrarre. a paese la idolatria. Anzi con Lei, patrono, di dare anche costo Celesti tanto non qualche alle o leggende, teologicaiperdolia si La giunge santo suo noi,qucsto degli altari; inneggia l'onore di cantando che poesie popolari , che, cristiani que' primi parola ne abbondanza, , dell'universo, ma latria di profani. orazioni ti'ionfo de' 1' eterno sospiro d'ogni petto. in religiosi,ai , divino, godono oggi Creatore lo insistere canti collana Ai il canzoniere mano consimile , celebra in prometto. Presso ne ce tutto sacro di dente cre- pensatore. i moltissimi fronte lieta va di di e , prudente copia tener Sardegna sia se tanta con appena possono Anche vedere per libero sudano che progresso si mettano quali vorrei consigliare che nostro d" coloro in mutare la gli rinverde che travagli ne' 79 POPOLARI , vengono speranza, a aiuto suo GANTI SUI CRITICO STUDIO poesia " societ" santi e confina tant'ol- andata non beati ha temuto, pel Trapani, nu.uuu, cielo ', OU CANTI quali a' si raccomandano tutti e le buone N" coloro che questa " devozione perch" ho " fatto in dovuto il seggieri assaliti bambmi colle a al quindi ed fervoi e quah non ai da colpo un IJ ?Qo di anno di colpo (, di '" Il sentimento che btiani a "tentiti li mai goni, parasacio di stona ignoranza del nnmaginazione , nelle smcero della chiesa, a' mmistii baizellette frizzi,equivoci, delle madre curiosit" i della giu'^tmato i puma di sapienza ^c"iimta iverc "i m 5ua leppellit" nella chie-.a di vanno si , della fanatismo, avverso nuti ve- nella esagerazione, sua nel di e sante anime documento a mIIiu) Fiii'jteri, H pas- risuscitati di e pregare S Fi'ances impetrar ad o di giazie Paula, i poveii Pacecoti ' Sulle Anime prannatioa"i della pres e , ghesso lun- proverbi, che, pubbhcati quanto una 7^ppa bruna prende luogo della nspaimia quella sepoltura su '-ta insieme tal Fnncesco un pei di sai me, che non tavola nondimeno filatessa una vntu non iricredibili iti aiuto morti pescatori religioso,puro stianezze ed , pei la Sicilia la notte per di e aneddoti tutto un in tutta poeti lo tiaticma profano, popolo suo il figlie, ad mescola che leligioaafacadeila accecando perch" poi de' leti flg^liole. provincia soltanto, correnti fiume, ladri e altres" ma , storie, paurose , la poesia scalda del da annegati sa di un i' Orato nostra vagolanti di corso di malaffare affettuose, le devote persuadermi anime le donne pure guadano della penuria poesia,di e non ie madri mogli, gran POPOLARI il I utpitolo dei dei decolliti vedi "iaraoishon negli Usi e mici Ci/stuim, v Eas/'i/ IV s3 fNola edi:) itodbv e 82 CANTI novit", non delle dalla trae importa che ebbero, non '. Se non solo legame intimo n" in differenza breve ricordo delle io devii ho fatto che io col suo vero che e narrano affatto sono ' Questo ' Sui ogni e ne ha encomiastici; ecclesiastica solo loro primo : * de' generali homines Vicario ediz.). revisione Il sinodo nascere. caniilenas, hujtxsmodi nella aut non cosa a audeanl a o d'un canta questa seconda in canti questo Mto in Sicilia di queste ; " pi" santo o alla di nata, gior- maniera, biso- caso, scherzi. sfuggito a quanti !o intervento della poesie popolari in su! di Messina nwworiter aip-griAataefaefint. , scarsi poco religiosie degli vgltaun nisi cui mare chia- tanto ne ma, di presente avesse dieci miracoli se a nesimo, cristia- poesia , diocesano oraHones l'altro rispettinel pieno otto e cessaria ne- i! racconto del apparirebbero vita stretto la tener si i sacri appartengono intender di genere occupati di poes"a popolare autorit" pres. vuoisi ve pi" e eroe bisogna proposito rilevo pei' la prima ci siamo Teva non qualche quelliin son il indeterminata dal se vocabolo altro. Moltissimi un anche laudatorio di nome, numerosi versi, i quali e del popolo concepire ^. Ma qui. soltanto; significato del quanto geste relaziom, semplice laude, a alquanto fin parola cito di il canto sacro', riducentisi, l'uno nessun costa appicco.Ac- avuto aver possono lasciando tra le menti lontani, avveni- tempi trovare che storia che senza queste relazioni,ma " facile della fornisca gliene che, nel modo non dirsi Potrebbe fantasia vissero che danno a , che uomini di sorta se ricchissima sua glieleinsegni, o libro POPOLARI del recitare prius (p. I, revisae e. XV). 1663 prescri- aut et cantare a nostro fNota - itodbv della STUDIO rimanei^si gna metri SUI contenti ad altro e posporre letterari, che non di fino so In popolo. cospatso nei povera Angela Agnello scorcio del L'iUiDd Pr'un lu DPsei, d acqua con sugnu Havi tant'anm chi nni su' Altri la dasti ranti mi l'ai^omputo leligio^o,ed la compaisa parte che di Accumpaim Cu k cada Ognuna " stellp iiguarda la Nun Ca vidi tem Cuslu la so "upra chi a questo sebbene a nel cui suole : di nenti, la jumati quanta e hi tu nun li onniputenti, penti, di tia la va"funata' Sfila da salari, desiare, bramare, ' * AcoumpaHu, dar f"nnaniento,la ali Olienti fa strata solo col popolar ""paia sfudarata' Tu, piccatun, Sana ! morale co^a cuncum apra, codate stidda 'na dici,che dello ; ma presagio poesia avanti un chi cosa * una viva, innanzi pregiudizio dell'infausto luogo ad la Samaritana! sthieiano si affetto pma, luntana l'acqua a dii'si possa di Monreale di la to funtana uni Comu zoncina can- sfila ', mi chi dunamiUa alla di " tant'anm Dm, e esuberante nata Havi 0 chiuda mi servirsi canto, attribuito ciera , decasillabo " l'en- non canzwna qual punto a seguente XVIII pocu della ogni modo, trovasi secolo metro, che il rispettoall'inno , opera GANTI che piuttosto e ; GKITICO apparve. itodbv 84 CANTI POPOLARI . Chi ad sentenzioso com'" sa Renan, medesima una debbano quanti filosofia perch" tempo, an il Siciliano,poeta hanno poesia e vuoisi il presente tener che, come proverbi siciliani, tutto, di spiritodi loro questo questi proverbi,oggi 0 almeno cosi non 1 Fiorentini , E chi vero per del tiri non con ad non anche chi ne passo, del ha tesori de' cosi non ma dire affinch" Mirabile l'oro di la sua " con si " non soli compete. non si badi perda verit" dono pretenEsso non forse o li di muover al tempo e al borra e luogo nella coppella. virt" di persuadere nosce co- spilluzzicocon ogni nella zioni, tradi- com'esso una li profonde ad che appunto sue dire a buona qualunque, ? Tale faccia /?"- siciliani. una estraneo non i Napoletani Tratti multi e quali " padrone, , mondiglia in disuso : buona, troppo perch" bisogno; per" adagi dalle pochi di uno pi" famose iscostandos" alla a le mestierante un quali per gloria che i molti conosce i d" coloro una perch" parlando il discorso infiorato il popolo sentenzia " alia boria fatta attenzione cose i nostri che sa canti, ne' quali, dei fin da' volta,celebrando una napuUtani , contado, udirne debba come , massaia che perch" andato so celebra gesti rumani rintini del mondo e Pare si fosse quali tiri,tre Penisola, la in tutta di gentiSezze,pei gesti i Romani, so non straordinario , non maestramenti, am- di sentenziare comune le per per isolani utili conferma d'Italia popolo. del tempi antichi dagli stessi a numero quelh il catechismo sono benissimo questi canti, pieni superiti da esperienza^ A ci" dice , origine,immaginer" essere filosofo e e di commuo- itodbv STUDIO Yere via per lo senza ricorda d' che Si pruvidpnza bta Havi su Mentii SI Pinsatt (.1 metU dt ttadiz"one) su tutti Fullone ben lo poteva esser lu bbijiii ai ' va nni rhe torie, cani banchettando {secondo dimentica\a non negl'istantidfl cento su lui,che 1' anima pi" sotto altri canti corrivo alla loro perseverante , co' volta il vestito del : pietre rompi- ti ammoniscono nel e fare voglia fermar gattareddi orvi; li lani, o ne sempre non e pensar figli, Ougghirist Avvertasi li longanime, giacch" ' renze, appa- gagliardamente poetica sentenziare nel galta prisci"lora fa ' ma ingannano esse , severo che piacere; giudicai dalle non a ci" tempo. suo Cento dire s^ di leterniU poeta una si li lani *, cogghm novantanove chiudeva del a dumani pani un quaiuiu immoni"ce perch" e tiirn dimentiL"re sogliamo Pietio ita lu lupu canto e iti lu pas-su a cci siignu 'un mi siamo pos- : det" prima all'altro momento un a\anza1u finiu, e tu a Io quantu K oggi Irovu mi da ci numerati passeggiera, che peccato cci sugnu Plichi Questo in etica, Questa degli uggiosi moralisti, vita " che 85 POPOLARI similitudini. frasario ^orai, c"lti CAKTI di e la nostra venir E SUI esempi stereotipo i nostri sono CRITICO bene per dura che lipessi, andarsene, l'int"ero rispettoe t'ultimo l'attenzione sul il mal verso, La paziente, fortuna tempo; le soverchie far non perch" ma avversa a sperarti, diesse;' carezze fagotto, fig.,morire. la cui gravit" sembia vero itodbv ''"86 CANTI sono rovina come tanti precipua di ogni educazione; caddero solo in cosa Uuiti Chi ti nni Chi servinu Si pompi servi st'aria Finir"' Semu ' !u a Nn'hamiu cadutu E cadiri Pure 'un ve' questa la per tanto; cos" alla mente, che la bellezza donna che abbia non egli si fede divide da scinni e palazzi, all' eccesso contrario vien rifiuta la o lei,o fatta e donna di chi l'ama mano di pii"sar" a ; tener Jienea pregiata quanto profani.E poi le si ricorda, dei nessun la ^; tirrana!.... casa tanto in acchiana cu' e si raccomanda esposta agli occhi ', li to' sfrazzi: casati maggiore, va meno tanti sfrazz"! ammonizione severa volta : andare bisogna non altra umana? e tu, che st'amminazzi cu' munnu, famosi suprana? sti strillie li to' pompi quindi fragile potenza per nun no, superbo non e di sostanze fatti di la carni semu uomo, uomini quella povert" Nun che ed ; disprezzo guardarono per come danno, perch" ne se debolissima e POPOI.AHI perch" uomo, dimentica, o tosto si ride del che suo amore. Queste gelosa le della sua merosissimp pratica e date norme ve , alla alia donna riputazione. Intanto ne ha per prosperit" gli uomini dei quali , che voglia ben altre,e alla Ammirassi, ' Finir"' condotta proverbi e ' Acchiana minacce. per da finiranno. acchianari, nu- , provvedono. ' esser salila. jBdb, canti di norma priiicipal E appunto " donne. POPOLARI benessere civile questa Innumerevoli le 87 CANTI SUI dalle diaboliche astuzie sue mestica do- lontano ch'eglisi tenga : eli pace e le sue , arti, in messe nello anco ricercata le viste disdegnare di fa ala 1 verginella la ave, matto lunga la che mente chi si ostina la poi sue reti ! Codeste fine,parte buona parte- per ' Cicerone " per avventura un " A pag. 0 la frase un dulia San Tersa sua penna ed gran un ? Pi" : guai a ehi la Parr" e in popolwe un esse in tutta S. Tommaso, q-uantu a indolenza, trova molto capita riuscire sogliono continuo : in vita e lo Sant'A- TumaM. Raccolta (Napoli, pei tipi Avallone) " lo Colla * S. .agostino comunissima d'una cridi... ^, personaggio popolarit" godono quantu 23 del bassi ab- : giaculatoria la non h donne infingardaggine e che senz' a'tro gustinu, la dunque nelle li donni a donne per " mestiere, un la civetteria Sioiiia. Consimile prova chi esercita ella Non mattina che paternostri pinna Ciciruni la so non della toglierla di fede riporre chidd'omu Pazzu nelle cu a fa gli occhi malizia sbisoria se e ; pu" gi" " non all'amore. a abliassa , venga ripete ogni chi sa moute vola sua e timore, vedi per benedetto istante Scrissi Se ma non il giovanile crocchio passaggio suo vergogna, per quello al che in chiesa reca se ritrosa,e mostra amore perch" di arrossire fingendo strada si quando ; e un azioni, Laonde, religiosi. stimata, si e ionoconii pi" de' doveri adempimento e!!a si vede sentire nelle anco opra stesso scrisse di varie canto Cicerone canzoni di ecc. XI ediz origine letteraria ecc. itodbv e 88 un CANTI fomite. All' ; alle opere mandano 1 su vestiti Ealsa se metti ne unfioie Lhe che e miglior che , sudano quando dimi settiraina una fionzolie tuttL della a ricamare vogtiono sgarark pmme \intio messa a meglio stiiebbeto chp fuggi-fatica rattopparti sanno le ricamatrici a"la prova una saie mas- tessitore ! Le spola,non la loro gi" e delusioni amare egregie ti parranno esse , Palcimo m colla aspetto POPOLARI a piazzi m cosi son vender funicella Oli quante Ca m Mi sa Cu li tutta diraccxiia la a missa Le fan levati di Va fa loio lusso le con uomini, che che s" Vin. Tutte ' men le 'signuia na ati "t" na ali col : e che primo trovare per lomp collo tutte, quale pi" quale il purgatorio della le spese loro grana un piti ca- di voghono gaiegi);iare le servette padrone uii ' una civettuole amore n simana du mazza tante sono quantu lagnu tri a i,urina fanno cci mmenzu l'inferno del corpo, sono non lci piedi, tia e ciuri un faiebbero milito wm^iia capiddi a la napulitana Va crestai'' cmatiia h comu Nfila 1 agugghia A Urr" btdda : borsa paradiso solo meno, degli di coloro godono. Satira civile queste massimo che Lagnusuna, le e politica. Gare municipali. astiose, fisicoso,piene di bile, altre, le quali istillano di principi! poltrona, infiagai'da,tknnullona. itodbv so- 90 CAKTi Giova e di non mordace vedere meno del POPOLAR! Siciliano quando che , punge Errori trafigge , barzellette castit" n" e ludit praecord"a di onest" assaJisee talvolta parola che e non e metafore; troncate Orazio, " festevolmente sul ; far di ha del che esser , della Alare ha per vita; un vestir tale, , ca il sono coU'allro i di fare vole feste- pungolo fuso bagattella che con che il e !a vizi;piacevoleggia popolo ha ne per rattrappita la in sei mesi il pari haruni. da' e di seta che rispetto al Ne ha per di Eccdhnza; noto lino mu- un per la tersi met- padre quasi scimia di Ve^i adagio: certe e vi lavora creditori del cessi che persona, possiedono vogliono Signora si'faccia tutto ha ne la sposa, quelle pedine, le quali fratello il titolo di li Sul comicamente adopera trampoli, e pretendere per di ardite quanti gliene suggeriscono le si sente riempie altra su' e da malapena od rate vitupe- comparazioni satirico-morali, bastano varie condizioni ; ne " stesso se vedendole solo. e coH'uno, i;iveste quanti gliene sopra in ritorna sue comico Giovenale di canti Parlando a la disd^na. e quando esplicitamente non le , sferza; scherza circum grazia e leggiadria vocabolo un teggi, mot- conosce, non i" Monti, abbonda spesso in serrate o gue. san- con coM'adtntssus debolezze sue Egli,direbbe altri ? bizzarre chi ma delle vergogna in ha, ne casmo sar- perch" indeterminato forse , il concetto fronte raccomanda Non "a rettitudine e di ma ; il rasenta Urbanit" Venosino. frizzante quasi fiagellaa facezie,proprio del gli mancano. non direi e , vizi umani e spiritotutto lo colali che , itodbv CRITICO STUDIO affettano che onesta perdettero quindo curtrono ; e la gente de quali eii valh della vittima faccia altre e c"piti r dei ond il quale brutto esce iltre g" impostori dogni che Cmt Tutti A E ne in braccia cera I amici (.1 di due hanno non i canti Se pei giustizia,pei "H pei re amici i manti hsceicbbeio li ed u\acita con cinti lo -.11 lepoic u" pur di lasciano, come raoghe (quelititili che assumer detto (he di trasta con- del Beini) mighoii (."ipitoli Chi Lclim p\rmu a Pii cmipari Si fannu elle vale cui i oi quei ofleientc uni LoraiQt parjl* Sicilia so " la sanguininte. "en ti \dit pei palmenti dibbenuommi COI Colla d uca altieri il piimo passaggio ' 1 ej Giuda a Simiggiji-inii a la citt" di Cini appiestano mangiare ogni Giuda tanti sono non il \illano della medici, la Quannu cinta non e giudici mercaton ad o apprestano ne pe oggid" ' e ed ' regno esser contado, di dire lu%o monti d' perch" villana voltafaccia, d' il e provincia siciinna satin che Calasti nel pianusp piacciono per uubili donde al parere bidaiono Paleimo a. la ceichii piet" quando satire di serbaisi cipit"le che calasti ? quiai alle^s^eie allora che pudoie =iopi annommata e dell antica tolga che pi" 91 POPOLARI hanno sfuggirsila N" provinciale CASTI non pi" caste. nativa SUI onde quanto e cu il h valurusi malantnni la mogghi regno ? la Mata amici la valenti cunfusi su "o vicini intende poiolo palermitano quilifi azione gnicuiu \ro di 110 ^tntt 0 ptrsuna tittavia di tiera ia in- lu regnn, ile itodbv 92 GANTI " Vaimu C latmu i C! la a chi sunnii di essi pi" invidiabile dirsi Nuii spisid'"utru un D'unni Chi N" la perdona kannu specie si Chi non sa sa del mulu e ; vistutu ; " curunatu. ad prendano il ; lare immorta- proverbio, che col novan- canto, ii quale dice che Li s"lieiu un bene che putatu; manda che e curnuti il salice rimettiticci questa .contrade nostre arditissimo a isdegni non rispetto,raccolto e 'Talia su E vistu cumelii nn'h" "ntra tutti lu Curttelii,qui detto di paliu Livanti, ed 'un tu lu "utri punti: saceiu ad la lettura : firriatu Punenti mondato ri- corona. giunse corona , ^ non , Ginervia, Francia, Ma " a' becchi la celebrit" Haju ' ed i canti comu seguente di Partiiiico cchi"i stimata: d'accordo va acquistarsi nelle : d'essiri curnutu? che neppure la testa benvoluto, s" che e chi filicistatu" e brama nun cento su uomo d" tutti " rivirutu: quest'allegoricacorona tanove sorte 'n testa cuntintizza faccia " non e , st".Ioccu campa munarca passa, cui e presenti : travagghiari,spinsiratu mai Gomu E la loro 'con festa ogni corteggiato cuntenti, si Senza A ad compiacenza di tanta di In curnutu cc'" Campa piitc"i li confonde puzza venga pu" so becchi introdotti cortesie; sono valuiusi e la cu in gluuusi, su li pignati chini: cappellod di g"'incontra che nni valenti ist omini fanno e bciaii d Cumuti Tutti casa POPOLARI quanti, cunti; cornuti. Hostodbv quel STUDIO C" li to' Ca pri fina E longhi tanti, "ix celu a Vo POPOLARI CANTI sunnu junti, sunnu becchi, ed altri ed altri quaH non " non ha ne inutile i lubrici, che po' mestieri capricciosa. n" canti di venti meno contare senza punti. " stata non canzoniere a' li bisugoaru sirrari disgressione Il nostro tra' corna SUI pri put"riucistari li santi. Gei La CRITICO non pochi: son degli uomini, diversi il il calzolaio risparmiato consacra , fornaio, il muratore. politicav' La resterebbe a entra di straforo, ma fermarsi il vero ogni fatto politico che di satira; argomento chiamarsi, esso riso la bocca; e l'ironico calarsi in nudit", sua libert" Reso fiero dallo Per esso se tale vuol compone il doppio pon"t senso ; svela innanzi, sdegnoso di passa depurarlo e deride infama, lo esecra, satira inno, gli" un vulnere de' penetrato indefinita, non Io viola, ma e in fango tanto filosofia. Fortemente una ad satira, questa animam ; raccoglier a lo eccita non ma popolo. schiva fugge l'allegor"a, " grave il fatto nella del sagriflcaalle Grazie, non non a : significato della g"'intendimenti politica secondo entrandovi pure e chi, rale mo- sentimenti a parer di suo, arditamente della eccesso con la Io perseguita. miseria sua , cerca e parole trova le persone che hanno le in in d' indignazione ogni tempo somma s"tte, contro i le fazioni e minaccia alludendo e del tace, colla speranza di minacciando un men Governo; proconsoli , tristo odio contro qualunque sotto e la mano di e e e gimento reg- contro i Giuda. dispettando avvenire o E si colla itodbv 94 POPOLARI CANl'I politica canzone presenti.Amara mali disperazione pe' oscura bellissima tirannia L'abusu Sempri lu circu viviri nni tocca E s'accuss" Megghiu Se nni delle sulle le la varca, j"ssimu a la forca! che " raro quali , rinearca; urea; s"cuta volte, s'aggira su sacre la turca; scherza, lo scherzo poi il canto acredine; l'allusione pi" sbarca. a amara nni nni ca curca; fruirti nni 'n A e terra sta nui sempri cu ma careagni 'ncarca, li Ogni nazioni ch'a Si diverti fa difficili: rime e lu putiri str"ca e che , nerbo, immagini per La le allusioni per , questa suona viene ha manchi. parodiando sua scherzo, il Lo serie, ed cose la sempre alcuna volta in mettendo o ridicolo. In tempi lontani non varie suite province d'una comuni parte, le gare di alimentati della municipio, da i erano su' vari i rancori di nile campa- timida men non deva ca- , pettegolezzidi politica una isola stessa provincia: stessa ridicolo feroci,questo ma che , la sospettosa , quale afJ"n di comandare. vari comuni i discordie dell'isola, bandiera, quella tra termine e libert" dell' palleggi sguaiati d'insulti comune, hanno canti, documenti dividere : antipatie si tutti ha dei e d' perduto del raccolti una dove , ingiurietra dell' antica passato, leguate di- son scambievole amore provincia e provincia,se , ne! Oggi, grazie all'affratellamento all'apparirdella stessa studio suo poneva vanno non e comune hanno virulenza. solamente avuto Quei ricor- itodbv STUDIO dati ed carneo qualche per anche not"zia morale essi sui che canti storica, geografica, economica contenere; perch" possono le tradizioni testimoni sapere dal Principi donni il alista Sciddica Spati tu che troverai ' A ora e debbo in h poi T immisi li Miirriali'.i"" ch'io del Neapolitana trovai ciuasi del in e Cambia nuovo. su' chiacchiaruna magis verhis, ha varianti, che dappertutto, questi diffeienti e in Palermo, Tersi : !" Napnlitani, Missmisi, su' Soiddica-culu su' li Tirminisi, li Cif*lutBni, PanKi-abbuttat" su' Cull'oecliitorti li Gaatiddazzis". di patria, li Rumani! giacubioa Gina-zucculi in la mini uo- li Francisi, Ca che etnografiche chi Cavaleri gens noi cos" importanti Bagheria, Villabate, Salaparuta, e di ad Ficarazzi,edito poi dal Salomone- tante tutto beili donni convenienfi ciascuno con iwtuto aggiungere dirlo Ftmcisi 1| Paleimitatn comune la conferma Su' davvero appare Sirigu^ani culeddi hanno ho h togli certi epiteti poro Chi Nobili E II culu questo canto, Marino, secondo occ mane, ro- li Missini^.i su caca-rocchi se donne a li Napulitan gianiu Capi "ibelh Dove, vieni li Rumani, sunnu Gavaleii e V11VC3 Su restano tu delle sacrando con- tinto Li mp^hiu Su che Cos" volta una Francesi, de' Napoletani seguente E andati. tempi si pensasse come de' de' " dubbio non , sempre- 95 popolari questi due li ItQlidani, rispetti si hanno delle cai-attevisticlie tutti questi paesi. itodbv 96 CANTI factispollens guam di Messina prive di Trapani il cui Trapani Cos" le Ma Icari ',per delle pagnuolo "La gli diede del sua sotto la di poesia delle di icari Liccari, al vicino aoendeme di e la sapersene w"li, V. nun S. ponnu; Carini la vetusta , patriadi la io nell'anno Du- giana corti- ebbi (1867)qualche scorso raccontata questa , pi" bella protezione a un e una donna da un cam- bellezza, fu saha; di di tanto ov'era il assalt" mento basti- un Liccari, i" , a breve n. CCV. (Nola Mia p.-*". masero ri- andare, una *. il caso, aggiungeva ma di ricordare. IV, e grazia pot" fondare campagnuolo accennato in Liccari, che que" forestieri miglio della precedente canzone approdare pai'te fuggirono, parte la Bedda ma tava abi- questo mondo, che guemera, Gli abitanti coll'aiuto di giorno vide ; un gente il fiioco. straordinaria sentito aver Monte stata la patria della famosa gli alti'i particolari dell' eccidio Fra le per snniiu, Mineo, e : fosse mare molta il sacco Liccari nuova giovani di paradiso. E morti, parte prigioni, della dantissimo coralli,abbon- : paese e di delle aggualari del popolo carinese Sedda un li manii, greco-sicoleEricine, superiori Laide; della quale, ricercando tradizione perch" a biddizzi cci nni tutte una non : canto " noto elle ' allusioni d'Africa; ed imparerai costa bellezze l" Muntisi alle belle lioni ribel- tenipo pericoloso un eredi Favara a famose certe e tempestato della alle Favaresi A ll'armi ma rare Giuliano, degne XVII, cu " sale, ad apprezzare delle conoscerai campa turchesche scorrerie il ricordo secolo mare di anzi ed , nel curiosit". POPOLACI idiz.j. itodbv non 0 cari amici, nuri cci jitisp"ssu, G" chini sunna E Giuda lassau Salami, ^ Finalmente di che antico emporio, " la molta danno di sua Imeii Ih vi notti e G" Ihannu 1 aequa A C"ccamu A Termmi Di bronzo della vivere ' beddi lacu nei 1 Palermo e in Palei AbbuUati rao Callo dite ci vuole gonfi per : di siti " spampinafi di diiitia puriih passando rappieii"ntante Sicilia*tanno ro^.i de cinti iiu"rdito e scarsa Termini, e ibitanti suoi 1 abbattati argomento pioverbi la ; per ^apuiiti li e pulita ma attaccati moiinu sunna su di fuori malati e scavazzi Palermu Chiudendo tutti cci si puliti e povni belle malaria; dei visi lermo Pa- sostanze povera catturando passami su N in "oum FiCH-aazoti Anche la bilt" no- \ per spese donne, per si viene grandi sue scelta Regno, modeste pi" loro Palermo, e pi" tutti dei sue le per brunetti pei Bt^anoti ' della Ficarazzi, travagliata da acqua l antica e le volta ;i vicenda; a ie dentro; Bagheria tuttod" che gente onde circondare; a ; citt" di convegno "dito per a altre degli abitanti apparenza guaste e che sanato ed biasimarsi o luogo meno st"ssu offiziu io ti lass". paesi lodarsi tasso, e dittu iddu lu me altri hanno non di vilenu V per i_he Pal/^nu un coietto P izij "-11111 un gian pei sacco frequenti febbri cilti peich" Bologni "ui Vangeli acca tantu di i popoli, Siciliani,venendo i alla le statua in coatituzioii i_oe, che danaro miasmatiche itodbv per " STUDIO io vo' pel CRITICO avvertire contenuto canti do' che quali passer" Questa di oltre ci" per innanzi dico toccai Togli ad il sentimento farsi della vita : a poeti coiicettini freddi Ma delle oltre d" io,che colla ragioni,che io di averlo Circa inediti ^no debba su sfiorato. !300 poeta (e tanti del lo delle che l'hanno non si stemperer" sentimento, prevalere nel ho uno v' hanno piuttosto che nostro ed canto: fatto intravedere addimandare queste etnografiche e rali, mo- questo assunto, bastandomi Far" a E sapr" non invece opera proficua pubblicati dal Vigo, 749 dal Salomone-Marino; seguito pi" dell'animo. valore),ed egh brevit" vorrei torner" non e- sima mas- impressioni esso di canto. pitiche altro,in spigare perch" a maggior ora un d'esso le sua di cui commovimento facolt" questa altro elemento esso, grazia sentimento costitutiva la ricercati. e ragi"ni buone quel sente pre- queste pagine. attinge sua il " tenerla di corso affetti,la popolo, un d'alto sicihana giova e nel avvivare togliload stimansi che I tutte percepite dietro grande cose un di qua! parte concorre '; quali"! canto principal fonte,perch" parte in dire per fra prima : significalo,coi storici. canti pensierie di chiaro poesia popolare le fonti alle delicatezza confondersi, deve trattare. RicDrdi sar" essi inet" a treinila che sono spressione o della rassegna risultato di pel pi" o 99 POPOLARI CANTI nessmio IX. Varie SUI questo solo se riu- gli altri studio. itodbv 100 scir" pu" chiaro tanto i fatti a' Dei canti tradizionali costumi, aiiri o de! invece che perch" non v'" canto ed percepito esso riesca senza riflessione un che il dal tempo o cui il canto si veda la senza certe popolo, al ed la quale sar" che da persone ragione che passata l'opportunit"che domanda l" dove*ramante " Pri Vurria di ci" che popolare pu" spesso " luogo la me esprisieno nersi rite- vedo, questa popolo che seppero nascere, le rendeva alia stari i'fiseulidda 'ntra prendere com- derlo, compren- perch" vuoi lu menticata di- perch" Cosi intelligibili. amata: sapif" unii' abbiti stinzione, di- pensatamente ripete,vuoi le fece del dubitare. a quasi Impossibile di il la tramandi fede meccanicamente ora si che buona chiara, com'lo canzoni adott" la in cantato che quanto e poeta, il fatto,quale avvenire o , o altre la storia viene Pu" plici sem- (relativamente parlando) quale,non della che nelle dire significato vero ragione,e presente documento cosa nel che realt". al tanto qualit" per come storia una pare venimento, dell'av- pel quale e potersi po' indeterminata storia compose sono a fatti, nomi, a per voli fantastici del senza appreso ad quella che da meglio profonde alterazioni Spero canti, notori celebrano che posterioritanto parola. Negli uni tempo, " de' contemporanei sono personaggio subisce due e si riferiscono che a altri ma evidenti spiccato, quanto reminiscenze ; storico quali fa allusione. nacquero, " l'elemento apprestare e credenze, delia mostra, per via di esempi, gliargomenti in mettere a che a POPOLALU CANTI 'iivernu la stati ? itodbv CRITICO STUDiO 'Ntra pakzzii di So Maistati, lu di tutti tri Stati; Cli'" 'ncurunatu veda non in tenne colpi la fantasia l'attenzione attrasse Decamerone Fazello ' " Vedi ' Giornata ia com'erano ossia orti di alloro di a le di quasi di ogni di mirto merav^liosa come e sorta oggid" re, li eelubr" ricordo un che an- ma di T. era una delle una vasta i soli dove pesci e dilettare la di vista XVI: secolo parte " Ira di occidente inaffiati soavissimo era quali che aopra, ed di gairaano i le acque. Sovrastava mi reale, soddisfare e erano gli alberi quel a grosse pesci;si re: nel aperte cui palato del mato for- lati nei meazo pietre quadrate oggi conserta alla medesima veriice " riuscito d'aver il quale mezzo questo giai-dino si trattenevano e parco flnoggi. In l'est" intiera peschiera non un porticoiarghiasimo, un del al palalo il In Cuba adecente di acqua, odore. al di il sollazzo saracene, parte it quesitigiardini detti della coperte il palagio per una che quest'invernu. all'estremit" doppiezza, delle lettere da ligure di alberi spargevano mancano Da ligure S miglia di circuito, entro due cappellette rotonde le delizie del intatta marinaio pi" tardi della citt" dalla mura questo portico di la fama cui Boccaccio, che del ei descrive dall'ingresso sino parco per e atti ? ne' suoi di il , del tempi suoi, cio" nel giardini e ed Puglia VI. qual morio circo u" giardini s'teta. R"sa sei V, novella a" fuori ii canto 22 pagina a Eeoo di ? Dund"! ' ebbe ed ^ Guglielmo li,che di s'intitolava quali da' pi" que' pomati solo ne! tempi Sicilia,ii Ducato la governo sono non de' canto un Principato di Capua, Dove Gogghiermu, vatti" fu Re cu' mi E jardina di Palermu, 'iitra li Sugnu " chi 101 POPOLARI CANTI risponde : l'amata e SUI re. avute si vedono pretate. inter- degli Oggi itodbv mali ani- nulla lUa E CANTI questo Guglielmo, che popolari, " sappia regno dei donna buone Egli decreta giammai il Ietto: Si deprehenderit Ucehit,nulla dalle autem suppos"7ione seconde) il Malo, il Buono, cara del La fossero d" TidSinu poitu Ora ca Guii Donr presente di non n fattu attenni di oojupato bf ii a orti baiinu un e vigneti resta altro il parte dell cuniai ' nu In bannu il giardino restando e = Gu^hiermu tulio che sKibano stasai fermu fedlera'smnunazza e serbasi primo, Gu^hieimn nfidiJi di Ju Re del giardino muro la e Re amanti CUI I Moiti il circuito a Guglielmo vibannu vannu nfidili ha ogni sotto del (le Guglielmo sotto che garizzato vol- Paleimu ntra ncorunatu li donni Voli tutto gateii portu che Pn : l" Melkel, vato ca- Costituzioni ma popolo uccidere canto, rafforza la non Melkel il tutto aduUeni actu da esse compilate piefpipnzi i m edite che ciedeip done violan- ^; il qual bando seguente Lnmii a CUI memoria esiste nel sfate ebbe com E Siciliane stumi co- nessuna adulterum protracta parafrasato che ipso suo snervati al marito in quam mora Costituzioni e fede uxorem gende leg- pessimi , uxorem , morte romper maritus tam la pena , i servitii lunga per nelle del dagl'inizi come leggi infrenare sudditi,gi" ardisca ricomparisce pure il vedere caro colle suoi corrotti. e POPOLARI e si massmn, palayzo e pochi discernere parte de' muri; al -vestigi dell'anljoo del bac escavazione solo pu" no che formava peachiera" ' ComCttut ' Storia UiMiA. "IC dt Fieize hb Sicilia -ius.(; III,tit ti sotto 'stri L 8 De tiolationt. iglieln Monn o ei il Buono thon per " 2. Isidoro ISt"- itodbv La STUDIO Pi" esplicitisembrano tenere antica, altri opera infelicissime dominio alle : stanno e del furore dimostrare a No, la Francia, la Francia ca Viva Sicilia,ca Viva Paiermu, Sonati railfazzonamento delle 'un durante memoranda terribile come ca di condizioni l' isola per lunjfamente se Vespro, de' quali ridotta passcggiero , popolo Senti sul come erasi 103 POPOLlfil testimonianza son quali angioino GANTE i canti si devono parecchi se SUI CRITICO represso il detta ven- scoppii il ; martoria; sona a veni cchi" 'n Sicilia 1 vittoria ! porta fici niirabbilia ! tutti li campani gloria, a Spincititutti l'armi tirribbilia, E la C" pri Ca li Francis! gioia di 'n rislir" eterni! ristaru chi vince di Carlo buoni parola pronunzia c"ciri altrimenti tradizione di sei dell'eccidio momento (ceci),n" sapendo che ripetere soldati per ch"ckiri petere ri- a difetto di venivano , uccisi: Nun vazsaidati Glilunnu E Sistaru, qui ' C"no, animati plur U da sunua v"uiri a ^alarvi Minti ca Plancia ' saian jiuatu sempu La iraae nel toria seguente alia vit- univoca quali,per secoli,costretti la tosto i Sicilia. quale spregio de' certo a d'Angi" ; 'n la baldanza e si accompagnano ' memoria a b n bicilia, *" cona Siciba, ntra miitoiia, sempu morirono di oonu, o"rta cuoio, per macello, iscannace, e detto qui di uccidere frequentissima,dice pelle umana. " alcuno, quasi il Di Questa come Giovanni gli de- nella , itodbv " 104 CANTI Oggi dici ch"ckiri cu' a Si cc" ta^ia E Il vaticinio in tutto due il indizio sieno ed Vespro Anteriore di avanzo la per " Teodora. del seguaci se altro Michele delle " gini imma- sua dre ma- nostri la sotto qnesto era giori, mag- ignoto quando " i riti bizantini il canto lebrava ce- il Vigo, da' probabile , di e scrive pompa ed greco; quantunque pieno vigore; e che n'era ce ripristinatoculto sia non pur monarchia, rito dopo nato , poi onore questi che pensare ^. imperatore ogni da " questo canto, le cui rime Quel giorno solenne, festeggiato con , dell' piet" in qualche poemetto questo canto del del fanno perduti oramai a anche dell'antichit" ia memoria in ed eguali alle precedenti canti gloria; so la memoria. si avver", non un pri qui fu ^cUia, : di la Francia Finir" Sicilia, 'n la coddu si dir" quanmi sc"rgere POPOLARI sasse ces- normanna tuttavia fossero : All^riz^a, fidiliCristiani, Diroti di aduraturi Maria, Suii"fis"ru listanti li campani, C" nostra chistu ia plebe sia per del parola c"riu un cSnu d a lu dunu Avevo ma editi LXXXU gl'istintiferini vivere La ' jornu d'alligria. Teru vigore d'indole, sia per l'umanit" conu cui " uct, leggenda da dello sop" J a Appi^^s" in i ha S Ila i di qui"t I esjiira lo"bone s proposito eli due sicil M"eino anu eoe della perdeivi anti sto In t\ ta ove parola Cosi persona conu generosi, " appunto li t endetta una lu de" pari il cattivo vinto ici.i al civilt",che atnnazzato avet I) puroo ne Salvatore C\a tale di manco ancora ricordata j oi e suh rag non risentiti son : ". Aviri FArisi Iti vita. la appunto parte in poesia pop MDCCC- Palermo , ) itodbv 106 CANTI . bitanze di Roma POPOLARI delle n" le anni mostra ehe TI siciliane Vicari Quattro del civili discordie Regina secolo Bianca, n" di clie dar nelle isole e oligarchiade' famosi XIV, cagione principale d'ogni n" de' nessuno genere; molti improntitudine con seppero della nobili suoi mai non d" udita s" spacciando principi e grandi signori;non i! popolo giorno. Qualche privato,ristretto dei dell' calamit" curato trovare a n" di venivansi del Mediterraneo e contemporanei, fosse nei disseminate, son onde prodezze , "so fatto alla de' Due cerchia alle ricerche raccoglitorinuove aggiungersene: particolare e com' d'un non non bosco di d' cile " fa- infruttuose vqlessero accurate ragion quasi comune, sempre meno ", per del Banditi piccolezze direi e , cio" se delle cantare a , esempio, Partinico che il fatto resto un , di leggenda ' cosi Semu Comu A ' Queste siciliatie Marino, lu n. di baiinu paghirrianu " oi-a poesia V. l" Francis! comu sviiituratiidi Purcasi leggenda in parlare : circati sintenza Nni fa a Palermo, ^ misi, semu pisu d'oru, Brasi pubblicata raccolte ^ ed tutte annotate Pedone LauHel * nelle Leggende da Saltatore edit. 1880. 'popolari Salomone- [Nota della pres. edisioneJ. ' Da questo primo si direbbe neasuiio che si verso perseguitato odia, si sentir" viva appare spesso come ia memoria un, del Vespro; oggi francese; ripetere ; Cd haju di lit pei'" persona gigghiit comu FranoUi. lu ' Nulla vittima sappiamo di commisera ne ' di questo Forcasi, che peraecuKioni baronali o cei-taiiiente poliziescbe del tempo dovett'essere suo; il canto la sorte. Brusi, Bia";io,nome d'uno dei banditi. itodbv STUDIO Mmalidittu pigglii11 SI Muritai Ma da tant li v"^cura di canto al attenzione non il ed XVI, di cagione pianto e la nostra del (1529), Sciacca baronali tristata con- prepotenze, pirateriebarbaresche. da Fuori di Sicilia rancori antichi per de Sigismondo ci" pietoso.Il popolo, V"scura, ' Murivi (U femminile, ^ ~ E di Far" -un casaldiavolo passarsi dal crargli consa- pel patriziato d' allora, sicari e freddo boschi a' ; spettatore o ddisa, pianta villici iii stroppa, e di i ed rapine cuore attore monte, gambi a tanea, sponmolti provincia di Trapani di fame; nella n:ici"cia. Casu " boscu, miei"oiu, morire ch'eli! scalpore. rimanendo foglie sorvonc le cui ' plur. Conte raccapricciarne qualunque da ammazzamenti dal proverbiale*; rimasto sgherri suoi Sciacca in storia d' infamia a' commetteva la " famoso Perollo, perpetrato Barone oramai pu" tra noi come famiglia ed non pagina una che del di Luna, ostante non noto " cosi non assassinio lo scellerato " " buio all'isola, gi" troppo di dolore soprusi di ministri, da da poli, Na- trentennio di il lagrinievoleGaso e attira piiino , secolo di proverbi, tutto da anterioie e Giovanna notabile,che pi" lume qualche famiglia, da la regina e si trae non be di sventura f"tto. L'avvenimento ^ l 1500, qualche leggenda da li d 1 =1 miua ricorda elle di volo ct-i " di ilal 1300 casi e 107 POPOLARI paioli sti a pri dispuatu e, qiiahhp altro nasci li fiiudd Trovi E cu CANTI SUI CRITICO d'una di Sciacca Casu di ! dicesi Sciacca! d'un fattodel minaccia chi quale simeni vuol fare cosa. itodbv un 108 colpevoledi elio pi" di una Sciacca, spina eli stu di larmi chi mi Ma nuddu stissa Morti de miglio spasima fine mi dinari? e amari, mor", e voli guardari I., secolare, la ruggine tra le far e Perollo e : cori, si fannu nun 'un gli odii Luna precipit" la ' luttuoso palori, sunna pri mia antichi se unist" ed tramanda ne cori, di robba crudu e scene I fattu jittari misiru stu lu scr"sciu Senza La m'ha' gi"va Gh' " nudu Biddizza ora tante il ricordo donna povera quantu Ora risentirsene a feudalit",a la indifferente; ed certo Casu A risentisse ne non Di ebbe , se bocca nefandezze siffatte non di sangut" per POPOLARI CANTI ^, quale ? N" lagrimosa inattesa pili u" cagione ne dicono meno, i nostri annali, che la insolita generosit" di quel pirata Giudeo, che di drappi, in quel Luna fiero neglialtri fine e test" s" che che mai tra che i due il desiderio di Sicilia e, prima Ser"scia, scroscio,intendi casati Gli odii dei due nel 1530 fuggito di in col nefendo Roma, e de' in odio potenti in al si riaccendesse quel si mare poi, le pi" beile rivers" contrade danari, in cominciarono eccidio molesterebbe pi" non del de di vendetta. del sperando protezione parentela, Perollo, negati agl'immensi tesori inoltre fece del tali,i nobili prigionifatti cose pirateriaper" impedita La ' altre e gentileofferta una per giurando e Sciacca, ' frutta littorale , pi" cedendo g"ugoo Perollo. da Sigismondo Clemente cielo,alla terra, a l"OO VII, se a ed ebbero de cui Luna era gato le- stesso, si precipit" nel Tevere. itodbv distrasse campi le queste sacco: donne e incendiate, case e Uomini desol". e ogni cosa che ruba a s" rapiti, forza messa calamit" nuove viva a e a alle aggiunsero antiche. insulari i canti delle quanto quella per Africani questo di luogo affermare "l innanzi in cai se non averla il Solimano e gran si anno 1577, aiutala aperto I, alleato Francesco d" ingiganti spaveatevol- ed magnifico, crebbe viso il dopo avuta a " fondamento origine qualche Francia di re pi" del senza pirateria,favoreggiata la data ebbero non degli protratti. Non tanto ma ci" si continente) barbaresche la possono non cristianissimo dal essendosi (i!in del quelli determinare che 1534, di h-equentemente marittime escursioni siffatti canti; di numero cos" citt" molti dello mali pochi ; dolorano nostre di il riscontro hanno pu" quali delle poche Per mente. Ed quel a " sprovvista c"lti alia difesa torno conoscerlo, la grande il caso " ed grave Turclii Cu' G" ' lateiidi ' Corre : in ha vi io mi chi gran La ha il se luogo popolarit" imminente il junti sunna scarpi rutti li sulavi rotte parte povera de! eccita canto dato mostra sona, la marina, stamatina d" Italia cittadini, pericolo: si li sola le scai-pe, Rosina a i ci " .non ! all'armi ! la campana All'armi Li e che galere, musulmane da patri!,tetti: dei riferirsi ii canto da le '; ". risuoli iiec fuggire. : " prigion"e! itodbv a!la di che 110 difesa La Si lu il pieno le i feroci ra- Mofii. l'ultima soia, ne serraglio dell'Ottomano Grassi Rosa e assalto, di lei: mano la sar" rapite sue del temerario potti turnari, nua di Alfio testimonianza tra la lu sciliratu pi^hiau le siciliane tra ond'" tisorn ia resistenza: posta, bestemmii sua ottenuto stu *al"da non " il bottino a pure avea Ma N" pronta, giovane poi pianga pilori chi " non bella qualche e POPOLARI CANTI : Aci sola , per quattro Sultane ',conta IH tra le belle Sultana di Aci-Trezza , gi" fidanzata tra' suoi al , concittadino suo Felice lo riconosce , schiavi natia malinconiche alle che rivela tutto note il mistero di onde una si , la inattesa lacrimata e Un JDrDU la Filici lu me 'rtfimj a Ora ' su' ^ Nelljisua Charte stri Segredo, ' Era agghicatu, ero jia, signuria curoannava : Elia chi laiilii m'amava. state e i3icia: chiamata pu" otf che ort/oiiisMion native Rosa, fare non risponda religieuse, civile ei egli rapporta, sulla fede del Sylio- Otloman, essere JLosalia,Stella, Venera ' su' turque, l'Empire de del e come canzone militaire e 'n tanta chista donna quale cantore: chiamava, In Graaturcu seavu, povero copri facci airiscatlava ! agghicatu ' Ga Alla si nnomu beddi quanta Era Di mi Forlupa mircanti, pri lu mari Era E spai-iziohedel zone can- e di Aci-Reale il Gi'aii Visir quatti^ Sultane, Itiupei-li. giunto. Di. da. itodbv STUDIO a volta sua CRITICO la fortunata rime Mi Rosa, a desi Notti io ed iddu lu Ca li catini donna mia, soi Turchia, 'n di chiantu lava. d'essiri Elia, torno la so " anche " sfortunata in '. scava da riierire che amore il il lamento da sa Vurria Fari ardimento ardisce quello della chi (antu beni amor suo, di anch'esso nni e la ' Turca popolari vo a vedere se a l" dal Capo infelice Bona inferiore leggenda, trattare avere la il riscatto a quale l' del- : Schiavunia, v"niri vitlj^ mia; a precedente, oggi come paternit" genuina E di saputo non certamente' schiavo Pr' arriseattari divennero vulia; che va ^ ddi pai'tiscuri la il canto mot-tu o , ma ; turbante 'Na ed " v"vu gentile incognita della Unn'" Questo 'ntra lu portu, miglior fortuna, passare lo ' : mi palermitano a dare d'an- Jiri 'n Barbarla, e siddu i! bianco sotto lignu addunu degno pescatore non navi va' Ciiiddu Earberia iittariun 'na mi E dal in raggiungere a schiavo, fa proponimento quanto tempo di amante, suo , chi sime mede- amava; io l'arma e lu trovu la Sultana ca quel ella collo mia, amara Filici a cori, cJiiancii mnrtu, a Ed ? jornu Filici add"siava, e Filici tirminau una casa, Lu Ora 111 POPOLARI donna la me jornu Filici CANTI improvviso: canta Un Ed SUI sono. nati per Ma ehi quella lieta coincidenza, ne sa dire la proveniena" ! sia vivo o morto. itodbv N" vu capitano stessi T ali e e rispettato il"er" Gerosol la cap ta d q b d con d b quol dagli dell'ordine galere, oltre niseramente o61, celli m an- data di presso Dragut : M d p giovane espresso d b D Il sei p negat 1 isola di imiu'LCO d p ne"lo g di possedere ra " molto stornello: itodbv la bene 114 POPOLARI CANTI Ed questo, che " da ch'erompa di il solo sappia.,, io petto siciliano in giorni dolorosi. buon un varie perecchiatigliin lui tra siffattamente le Carlo citt" dell'isola di condizioni ad che essa aggravar la pirateria , fi'anco-onusulmana all'impetodei Barbarossa, Licata. inefficaci, i Scarse in i loro certo Geremia S. Parlamento ' a' Zi naizato che pi ha si ode da debbonai nazione la " tenere raunare assemblee, oseia ogni parte. pubblico i esso zionale tradi- i rivolgimenti Tirtei, i loro volta una chiama sola, della al suono portare per sono delle chiamati giornata "G. ore ool suo i cittadini senatorio , , citt" della Palermo, prjma general a " il oanipanone Parlamento. , sort", 1575, la campana consiglio nel palagio Palermo che sopra rappresentanti di tutta In nazione General citt" di Per numero canto avere ^, forse vi fine uno Palermo aprile 1575, e des^tinato per della in di S. Antonio campanile .Nel il dopo non Ariosti; i loro e Antonio tutta dovettero pur molto di Torre fatto, , tracotanza, per un al opposizioni tanta Non ed sacco le della degno si gran sopra non rimangono memoranda guisa moderarla. certa politiciche e infrenar ardimento per e per" come ad partitipresi cheggi, sac- Messina Patti e insufficienti od battaglia di Lepanto, d' armati pu" Agosta Pantelleria, esposta al desolate, devastata la sola a' estorsioni, agl'incendt.Resistente alle fuoco limiti piii riconosce non ap- lit" riprese osti- tornano (1537) messe pro- trionfali ie : e Le svaporano gli archi sotto e Francesco e fatte da governo gli splendidi conviti tra di esultanza canto pag. per un ia- oriolo, quando e quando le pubbliclie Guida tiva istrut- 140-41, In 1816. itodbv lermo Pa- STUDIO rimedio CRITICO ^ctchia questi a SUI 115 POrOLARI CANTI dellt phni infestazioni cane afri- : Di la gran Piestu cjUU e Ma la dolori di rloloii baruna e luntana e Ubbidemu " profusione sopri "innaclii vicini Rispunmnu la campana sona Paieimu n Tern Tuni Ci Qua sagra tanti tesoli '.^cntuie che a vale s\entuie aopia mentre s" mulano accu- ? Ed ecco storico intieramente canto un nato vulgato, di- e , starei Francesi da Messina 1 Messinesi di l'anno rimasero capi per da essi Gei la Sicilia la seguente i col Va del giacobini ', governo spa- ruina, so la euUana. miserie rispetto di che , di di co' dipinge Vittorio XI Legazia tribunale contristarono che Clemente Papa privilegiodella nome per nana; tempi fortunosi Sicilia,quando ai dai Siciliani Missina, gaddina delle oculare colori pifitardi e di persi l'oriccliin" e " il quale partenza battezzati vendette si parteru sulidda Testimonio ' la alle Si fici paci pri la intorno 1678; per dei partenza combattuto: Caddi Bistau di della ribelli abbandonati Li foschi stesso soggetti alla Spagna, quel tempo gnuolo dire, il di per per Amedeo le re quistioni Apostolica Monarchia, sciuto cono, approvava canto; Capi ribelli C" Giacubina au' li M"ss"ii"b".... su' li Miasiftisi pi" Var. itodbv 116 l'interdetto emanato fulminava ne in le capitoli e d'incorrere le 40 di o a la tramoja, i chiese temendo soggiacere ai Casa andare in d" Peste dassi brevi lu a bojai ricordi per abbiamo ne abbondanti , nelle re sagramenti : memorie complete e Savoja. e nni questi gioja; simenti. er"sii,campani lu Papa genti, la so sunu cei passali lasciamo Storie li gastimanu ca mila cori,le compagnia, civa nun Leggende dappertutto. Sentito a la i Muiimenti, Pari la " : li terri,persi li pochi Blasi , e carduna e Megghiu dei il Di Regalbutu cannizzu Senza nelle ' Arsi di dice altri " Ervi cerca Catania, ed , ecclesiastiche censure Pri la fami poi di sicch" fuggiva ognuno Ci"nc"nu Se Vescovo Sicilia ; ministri castighi dei Lu dal collegiateabbandonavano chiuse, ed eran POPOLARI CANTI solite " il canto Sicilia cittadini funebre rimasti di Messina cantarsi vivi a Carlo per nell'affetto (1743),che " l" ripetersi o tolse condannare II,uno pel di vita la polo; po- oltre iattanza di , coloro della che celebrando Lettera, in importanti il Matrimonio d'Aragona, l'Eruzione del delle compenso stragrande numero 1672, i della il Centenario ingenti di forestieri di Federico deil'Etna Tremuoti de! del 1693 spese in III Madonna con marono chia- quella citt"; Gostanza zione 1760, la Rivolue del 1783: e, nel itodbv GRlTiGO STUDIO pi" genere o la Pestilenza semi- fantastico, il Condannato meno Se ecc. formano XIX. quali , furon quando ignoto utile forma quella che i d' imitare dallo Spano, il Boullier pensi nome assomiglia ; de! loro autore data occasione di o opuscolo presto scrivevo Questo Per la del Giornale ' Le ' mato Come del in et les del fti,e questo della formate retaggio '. E popolo ho sarda; per il per rato innamodella miglia fa- di meno, non i^at" confermato poesia popolare polari po- portino non giovine un diventano chanls populaires con Palermo, un tip. e cosi anche Io s" prega de la Sardaigne, par .\u- ISt"*. Paris, Deotu Sardegna paese, che , che anni di pubblicati Sicilia, 1SS9. Eoui.LiER. fiuSTE S2 sioiHa di dialecte invito giovane una pi" ad pare d' Italia quelle che, come si sforzeranno quali, checch" altra le altre rare menti senti- e le canzoni delle in quando mi ai canti qualunque a colo se- conservano Perci" contentano , una ' ', si forma mi del , popolo successo. logudoresi ', nessuna sarde ne volte rare del ecc., tradizionali quando che, stando avvertire di opportuno buon civile affelti cantano poeti amanti con alcuni Gioacchino pel popolo o o tutti i canti per popolari, assolutamente di popolari l'autore, quando " ne farsi a popolo fatti dal che meno politica e si dicono allora Carestia, letterari ritengo sciagurata storia una la 1820,48,60, ai Carbonari del Differenza i genere come io morte, a povero, canti, non flne alle Rivoluzioni Murai, che alla un che, non questi ultimi letterari quelli relativi di di il Testamento amanti, i Due 117 POPOLARI CANTI SUI a in Brettagna comporee un si va canto dal a poeta pagamento itodbv l'i.iosul -118 CANTI ho come intiero un per gi" detto troppo, non toriche; parole altrove,quando rispettoun la sempre comportando POPOLARI mira ardito ; con-e si affollano alla di niente volo, X. "iano ha storici tempi e riporta di che gli io fa sopra , libro popolo tanti tre che e che ne , di pi" sici- de' ricordi incomincino esse da maravigli, giacch" ne chiamare tempi a immagini diverse, il canzoniere e detti ; luoghi , a pi" pu" quanto ritorna del vorrei ret- le tinte. cuore vicini,nessuno non irrequieta storiche. svariale propriamente poco v" se di reminiscenze reminiscenza si del ed convenienze delle Reminiscenze le memorie reca n" fatto gi" , caricare per fedele Specchio mobile tema dipintore , sempre natura sua risparmiare a popolo esprime pensiero solo, ha lungherie di esso il se fatti a vera che quella non recenti non n" , , contemporanei. Vere reminiscenze di ne' tempi di Provenza, in i rammentavano tale 0 tal altro le passioni, che la propm nell'estro di lu" dal le non dei soggetto. E^li, dice gli si manifestano, opinione, uno sfogo e il La s'identifica alla ebbe tanto parte Federico loro e Francia, popolare ebbero di di o raneo. Mediter- dei canti e Trovatori, di Manfredi, Villemarqu", segue cos" espr"me le altrui passione che l'^ta. : i cavalieri,ebbero completamenl* golarmente sin- e influsso principali del terra favore geste quale citt" " la sola questa preferenza quali chiamati la sulle mezzo MarsigHa se perci" quelle con di i gusti, duce idee, trachi cerca O").irf(.,p.XXXVn. itodbv CRITICO STUDIO certo contribuirvi a Ma in alla venti Francia non , si torto a quasi uno che uno diremo non ritengono francesi riguardano i di Provenza Roma loro de' " immensa : tempi stilla ' in Italia,pag, late balla di costumi snidato della canzoni, anche sono e : esulare che nella poi trovarono questi fugaci acquista fosse molte, e , il che 103. fatto e ',neppure La potenza nel papale popolo venuta che l'idea la meno massime ael quelle in che di Roma sebbene per , e Crilioa e di risieduti Firenze in volgere per potest" Sicilia Politica, dall'Autore: per di medio-evo speciale importanza una , raccolti gevano scor- sogghigno gaia scienza, e vallereschi, ca- uditori; scettico avessero i comuni romanzi e i loro in perch" rimasti. di Storia, di ntiovamente che non cos" essere uno commiserazione penisola Saggi visi Papi. non delle e Francia provenzali lagrime quanto scorgasi ferma di dev' scotevano non reminiscenze a Certo, si vorrebbero pallidaimitazione sempre sarebbero Vere la a quelle ma spagnuole canzoni penisola, mescolando accenni storico. che e accenna appartenga dirsi ricordo mai E rimase sui e che romanze questi poeti benevolenza trova si o , sventure gravi del mondo. francigeni poeti percorrendo non se parla leggende, come cantando anzi si leggende nostre, fatto. Italia la Cavalleria e de' nostri , gran stranieri,ed ne nominano non , commerciali che possa specie delle "19 POPOLARI maggiori empori sa le scarse una italiani " de' pi" luoghi e leggende,non CANTI le relazioni quello, che porti con SUI PASerALB VilLabi, DanfeelaLetteratum 18SS. itodbv 120 ciA . breve si fosse periodo larghezze Guelfi nella e di fautrice mostrata popolari , rimanente Italia , parteggiando pei , aiutatrice della libert" comuni de' scapito a , della imperiale. potenza Grandeggia Roma, su la tutta la stie Pas^'^ando montagnp aquila reale e dalla mondo dei alla bella,gi" sua attende la a deve che in !a bella del pu" dei canti inalterabih che sono a non basi ' Di ' Vc" U di a pag C aa ti 1 chi celebrano le leggi di 55 non I canto di^i ca di Roma la fama onde vuol di cerca di inegbo U e"ao offerire da il versalmente unisulle portare quel Pontefice, santo, poggia pel poeta popolare : e quale amore. l'assoluzione ; da sovranit" La far di so quale Roma a detto " matrimonio le fattezze potrebbe confonderai che il tenuta; da Roma romano suo stissa. solide non non tiene dolce pi" miglior palazzo fonte un ; fino pi" luoghi sovra il ritrarre suona braccia nezia, Ve- e Roma sola del le donne Roma dispensa pittore che la una Spagna pellegrino ad implorar peccati; di suoi Turchi e "ji reca vi cuori, Malia no- , chiave sotto L amante dei caccia gli e poeta delle fine ; sebbene senza pre sem- la Sicilia abbia due con " le armi il ^ sebbene cioce tesori e mondo che una religiosone rassegna a suo os"eiva bellezze cdsi del fimosi pm sovrammodo, di costanza e l'argomento cristianit", lagione stemmi ne' canti demandale I natura che 1 1 "u che di altro i icomiut a qmh alla tanta coli ultimo crede 1 appoggio inciclhbile tanto assalto e sostenerli giustificarla laAaan ne quanto tanti citt i assalto cuiiamemo- p" sa es sfere a e ludendo al- e itodbv 122! vivere, ne' canti. venuto, chi lo che i in ! forse sa ricordo Qualche da' cavaliere ci sar" tempi provenzali; ma tant'" i baroni conti,i principi, SVI secolo vecchi in Palermo il vero, dalla parte gran (dei quali sullo pare, Spagna, stanno e scorcio credibile in- ammont" , parecchie migliaia) ci a onde signoria, e nuovi e numero , ma di tenuta, mi genera! mostra, una del POPOLARI CANTI riprova a la Sicilia fu per in vengono della dalit" feu- lunga stagione spettacolo. Importanti le tradizioni sono Sacra Corona tivo che meglio siicj-a, le l'autorit" riconoseevasi un deve inchinarsi storie,attesta del suprema la stessa che anzi, IX quella guisa canto ' di Turcu, li curiosit" Come alcuni turchi, Turchi, di (dal raccapezzardEi; 'predica, baria, costar ptffffhia0 Mustaf"; Vargent li Xurchi, di Moni, non mai nodo 0 lutti qui fait ; Turau Turchi, la c"lto di Cui Hri pigghia pigghia o guerre, tutti a e quanta un Turcu 0 Marcu; Cristiani; Argia frane), si dicinu li 'n carit"; Sintlrisi sprovvista, ; Essiri un piace anclie n" visto;Esgiri alla su della pirateria, corso pasta fsXia. mailnaresco ; i suoi Fermi mi piel", n" senza sentirsi capirne nulla o udite Turcit, sorta moltissimo Turcu, leggieri \ ineducato genie crudele, Testa di 3^a la tra esser vecchi nosti'O dialetto uomo cio brac- de! Parlamento. dei pi'ov"rbinati nel lungo esorbitanti,non cose del onde degli ascoltatori,cos" di storia dicesi di f"guratameute pigghiatu a della ; l'addiet- principe sul racconti si dimenticano non l'accogliefqui Cosi ne' faccia presto dimenticata, che tengono fissa l'attenzione accenni nel cosi pirateriava di l'omaggio demaniale, patrizioed ecclesiastico N" chico. monar- governo appellato il re, " sempre baronale quale l'orgoglio al di e fig.,non a foggia di comu In Turcu tuttu TXtrcu 'n " so; 0 Ali, f....guerra Turchi, mdb, bante; tur- Sas-- Marca o tuitu (Cesi STUDIO pilicolpirono la dal mare, che sempre il poeta terra filtri di farsi spera le tante per vuoisi Slavonia un fontane, onde tre amata; sua la nera tigri: da crudili, Si l'oru Scavu e mi nni Dd" vita d'Europa) o regione, come lontana traffica sulla l'Africa meno d'Asia degli insieme il m'abbastassi, 'n Turchia, pri p"gnu ristassi. parla, muti ricchezze, il nazioni s'inchinano suo della sire temuto popoli e si muove, di schiavi " jissia vlnniri pi" " rappresentata essa terra " il pi" splendido,glorioso,il Sultano Grande, trionale, setten- uomini: si l'argentu 'un li Turchi Turchia della toccasi che intendere "a Turchia come ed colla regno poli. di Costantino- cuori arma volte tante e Turchia che che liano, Sici- , dalla di Livanti, solo colla sue alleva al mente Sultano quella delle riamare di t'addivarii 'ntra la Scavunia. Ca Tra del stre no- altra, bagnata un volta qualche que' luoghi, che di fece ne anch'essa Tlghira (e e tributaria Acqua quasi o alle pi" vicina usci non luoghi a' tati. poveri depor- de' qualunque Barberia Europea, tempo di preferenza a nostro Turchia bene iaimaginazione Barlieria, la regione d'Africa coste, 123 POPOLARI CANTI SUI storico, avvertiamo momento questo che CRITICO terra. l'ammirano , i coronati comando, sono potente Quando egli quando egli dell'universo. il desiderio Le di : 0 Dio ! ch'avissi una montagna di r"auita l'annu QuattrucRiil'unzi d'oru, ! itodbv sue chessia chic- 124 la esorbitante prezzo Nuu N" riuscir" forse pone s'im- avventura, lei dinaru. stu sappia chi da desiderata stata essa : siciliana,d" donna giusto concetto un essere ? Ebbene grandezza tanta apoteosi delia naova formarsi a riot- : Granturcu lu maneu la former" di si sforzer" arginterichi pussedi sfora, cc'" esagerata Pare ! cumaiiDu al cui riscatto libert" i! prigioniero, sua un ' lu giungano, invano non esse lenere 'Mperaturi di lu E dove avissi lu tisorU; lu Granturcu Di E POPOLARI CANTI cu per turco Gran- questo : Quaniiu nascisti tu, addisiata; Fusti di lu Granturcu lui essere schiavo di da lui, d'una Lu Terra catena lu vacili scavu di poesia " e la catina. ogni tempo come Nel tempo a straordinaria Nella monte un d'oro, cui il canto l'ischezia celebre Se si deduce di questo canto per canzone tanto Quanfha e come un di dal secondo (Lira 5100] annue le immenso ci riporta , Bacco " mandato L" onze quatti-ocenf popolare dewdeca cosi in l'Oriente, che unanimemente. L'anticliit" dallo bacino: del mondo ingegni.Dalle prime memorie degli Europei su di esso gl'imprendimeiiti e molti 1 d'un e e vi delti 'a menzaluna, Granturcu Lu mezzaluna, d'una presentata stata munita, bella qoesU verso. e ispir" " desideri centrarono con- dalla Il le desidera , del Sultano. ricchezze somma, costituiva Sidliano. Giallo d^ Alcamo si poeta legge : a lo Saladino. itodbv una STUDIO CRITICO SUI CANTI 125 POPOLARI , favolosa Grecia Macedone riero. delle l" : Gli l" : antichi di del il del crociato. col" de' suoi commercio la preminenza di vascelli,e all'India nella il monopolio, del che fantasia sar" qual G. fede, nello sul legno del '. ' E dell'Italiano,che del ma l'Oriente pu" cosa certo BiANCBETTi, Colombo, pp. tutto trovar ebbe Elogi del 86-89. altri Treviso di pori. em- armi un'altra la direzione ma tenda sulla o ministro, nel cilio con- dell'uomo commerciante questo " di s" non peo, dell'Euro- Siciliano,nella " paesi cui o- ? ragione nella dominazione incremento ed conducono ad studio se il mare nelle nella ma ogni averne per agenti, raaravigiiosamente s'appresentano rientali,anzi 1 potere; della dell'Oriente che lissima lib"ra- attira di caravane, nazione guerriero,nel gabinetto che ragiona il quella stessa; o popoli delle sepolcro natura, fortuna una , lettere, a! banco i gli , sture impo- ; alle tesori,vi delia la ricchezza propagatore La fattorie, di da culla ; al strade avvicendare sempre araba, di geografo greco coperta le orientali politicatrasporta rimane La " seminate spesso e la terra tutte sono Lo nave : ghi q"e' luo- venerata gareggiano : del musulmano prode guor- verso e il curioso il fanatico dispensatrice brama viaggiatore Pagodi Mecca chiamano del filosofo. La e a' Gerusalemme che del primitiva delle arti, , scienze di letterato religioniinvita Sa sede imperi le osservazioni della falange porta le vincitrtci aquile il romano leggi, delle studi l" terribile condotta " scritti nelle che, relazioni, economici: Elogio stoforo (liCri- 1864. itodbv lSi6 CANTI !a per posizione topografica riversava sull'Occidente di punto il che dell' isola i Siciliani le convegno le per ricchezze. sue le fiorenti repubbliche La Sicilia spedizioni crociate, e porto quasi necessario al di Genova Pisa inviavano vorrebbe v"nce sulle i Siciliani spingere Gorf" spiagge 1' Acarnania Venezia Corinto d' onde fra' tanti di che inviati da grandissimo dalla seta ; fin sotto le mura parte dei giardini imperiali li scalare, antiocheno Romania, della , arditamente Giorgio trae , manifattura Costant"nopoh fa tesori quando Beozia, Tebe, , , quello della di la , , Iti Oriente Ruggiero 1' Etolia , navi , del Levante. suoi era sina Mes- delle passaggio , ed Amalfi do- , coll'estremO'Oriente,che pel Mediterraneo tenere veano il POPOLARI sp"nge l'Ammiraglio (1149); in Costantinopoli, uscendo quattromila Guglielmo difesa a prigioni de' restano ne di Alessio tanti Comneno e , di un'armata dugento siciliane,nel 1188 Tiro Tripoli , conquista maide in beve con Palestina fatica Gerusalemme e e l'autorit" con le nostre merci per del terra lo alla suo e mare per ' e mi Prima carichi ". e con negozianti mare della d'oro trafScava si Mathaei morte sua d'argento; a Pabis, Ilisi. d" lui sino Angl., ann. conto fino ricevuti e alle ^. popolo dodici camelli le sue Indie perciocch" ei merci per 1251, pag. alle del credere con ciliana, si- suo , d' Oriente, conto per d'Oriente da cosa Tole- corona l'Oriente Federico avea il ciie fu fotti i Soltani correvauo che potr" opporre Svevo tra corrono Indie, rispettatedagli stessi Sultani Forse II lo tutto nome e d'Antiocliia, Federico aggiunge parte gran il territorio , e quali , de' Cristiani soccorso ; in ecc. delie galere i suoi terra 514. itodbv e per STUDIO veduto fu nelle guida al volo che fortunose anioni; ove pellef;rin le Quale bella nel di quello L'essermi Ora ma un strana ". Nel non allora " veramente basta che Tizio m"sculu. vena, di 'mtfrraggta in cosi e im p, e. per di epiteto molte mi geografici; e n flgio a e distinguersi dal e o ha di da Eppure l Non che cordarli ri- nel , figghia fl-mmina se non s" unisce il tale mori ipeteie, che die parole 'nfirmu bisogna na Il due al Greco, malatii-'nflrtnu. arteria vinorarteria. data gran- Buperliua rafforza il na figia che i i'uso 1 and" una colla e ierantino differ ace ] non spesso la d" il Conte s" questo principe, splendore ci e no di celebra Ile jual d o 1' uo L' arter per" udrai sangu non permette lasci" fl-equentc " olii gliene parla, avverta figgMu parola cosa, malato abbia e Io dialetto Malalu^ dell'altra, detto ricorda qualitlca"one questa senso se altro non storici che tutto con nostro tissima al- solamente. memoria la medesima significano un noi con hanno fin qua, , a e non altri accenni canto che mare fer- osa ' diffuso !a bella colui Parr" naturali di toccarli Ruggeri. ' ad intorno nota come noi Greci-Levanti? po' muove , i cui un. contenter" " in insita , Costantinopoli, parole che terra questa si e sole, espressione di un'idea il corso prediletta , che Quale illuinitia l'ignoto aspirazionidel- ritorna parte, dove come un'aquila tutto delle mefa questa cosa? suo ali di diamante sue d'onde cantore, ogni pi" allora sar" naufragio, " apre l'occidente? di tavola apparisce che stella una quale ; ma poesia, di maraviglie, di miracoli, ove di terra questa io contraddire voit" ; n" hanno pochi che parlano,e di cui tutti l'Oriente " non 127 POPOLARI CANTI SUI CRITICO per alla una greco-levante " anche siculo-albanese, che si chiama grecit Sicilia. itodbv e dezza di piede delia si cui degno rese canti Due battesimo del Conti a i Milanesi se rito bel Ruderi 'nnamurari. al battesimo accennano che loro Gran piduzzu s'Lavi ssu noi siciliana; donna Si ti searisci Di innamorarsi pot" ', tuttavia, in grazia hanno ambrosiano immersione per i Siciliani ultimi furono a , smettere in Camiola Turinga parte d'Italia. buona di Innamorata d' Pietro, e riscattandolo che era del Vespro provenzale, Un. un che ricorda canto ai lungo per oltraggifatti al a' al attentava piuttosto pozzo ci richiama che Squiliace dall' altare altro * la che suo la col tempo, Beati di disprezzare la mani in deboli, ebbe ad sgherro immonde. *. Qualcun' , di uno eroina preferi buttarsi Paoli pretesto guerra isputo con onore, cadere nella catanese peste di Messina famigereti punire gl'ingiusti incutere spavento Fusti E 'nti'a un. 'Nli-a un Si echio Mi vidi Si Como mi vtuali d' fonti mi "ntra tocchi, In puzza comu Qamnui altro segreta societ" d'allora. Groverao re prigioniero da somma ingratamente un del bastardo , Zita, la quale, inseguita (1280) da Gamma in gli vide Ricorda giurata. di respinse poi perch" infamia, fede lo forte con la giovane, che, ricca e ricorda altro Aragona Marchese di Marzano , nobile ', quella Orlando Un Zita aippilluta; alcunu 'acugnu cu s'alluntana, di Missina. avissila Pesti itodbv che an- 130 GANTI volte Due il fiume si decanta mirabi"i sono POPOLARI nel le cui acque Giordano, battesimo; altrettante V Greto oggi , ridotto a fu esso corsali sono di conti la Fata e di sono genovesi, gnuole sono eerte esse due altre lettere n" di continuo feluca sporto tra- per d'imperatori;due e d' innamorati lancie ed come spa- francesi de' nostri scimitarre e eimi. Superbo di cui " Impero Romano, iin donna eerti monti ', che " vi tra' appunto ad cano, man- tanti padrona tempo un una. dea, imperatrice d'incognite regioni.Quegli romana che furono tanto odiati poi e , banditi cantasi da figurano sulla v'ebbero nelle Siciha, dalla sulla scena, e da delle cattive " che vili di donne detto ; Dia rinomata l'uno pel l'altro e nel discesi canto, dove ' Patfuaa ' Du' La mondo di lu 'Mperiu ", il d'una La voce poeti non l'Ebbrei, 'un " legge spietata; d' spada marrano fin ne' la pi" l'Ebbrei, viene 'mmenzw giovane. sfortunato uno consacrati mia vengono Chista , la E- miseramente tristi che ccki" sunnu l'Ebbrei 'ntra mancu vili cosi volte cinque terra,. Jc^t^i isdegno con Persi tanto In ecc. veneziane, damaschine spade corazze, imperi " Ugg" nosce; sco- paragone , una re oggi si , cortinaggi.Ne brei d'Amalfi, cavalieri,d" effetti un'altra, lo scembro Morgana galere, e tra e saiutari Sici"ia,dove , galere la in misteriosa, la seta bellezze sola,i Palermo; introdotto ripetutamente moto volta una in di Denisinni dell'acqua appena fiume; povero gendo pian- Orlando, delta leria;, Caval- rustici catapanu sono , {catahan Rumanu, au" a lu munnu cosi 'lluminati : biddizza la Spala A'Orlannu. e t" itodbv GRITIOO STUDIO erroneamente ebr.),oggi Stl CANTI usata a bizantina, cio" ufflziale annonario Usi XI. osservandoli che, e come del vocabolo, significato restringo pochi esempi, a costumi labbra del cordi, ri- indovinati, bene delta varranno storia. tutti, per tuosa l'affet- danno che figliuolo, dalle pene luce, benedizione il giorno della attende purgatorio se che le materne all'anima benedizione del sori te- cotesti farsi ausiliari assennatezza, quando che in campo possono, sa, ognun applicaticon noto ascosi di tradizioni sorgente qualcuno, vengono Rileggendone Mi vi s" trovano " altra 11 canto canti; perch", ne' particolari. usanze se guardarsi deve rivelando, nello stretto ed simbolici. e attentamente, inestimabili. (deputato), Popolare. Scienza allegorici solamente questo (^w"itoto grasce. costumi. e ch'esprimeva all'epoca chiazza, delle o Concetti Non di mastru significarmalandrino, ci" facinoroso, mafiusu, esprime 131 POPOLAKl estesa Sinu E lu a vaneu la cannila che appunto quello del in e di mobili, ora uso vancu quasi , per a la mezzo amaru, richiamarsi; specie dimenticata igiene ha moderna d' di in Palermo donna una candela. l'uso e seggiola a brac- ma o non si sforza ombellicale {E " soprapparto; abolito del cordone abolire, del bruciamento neonato, viene quale adagiavasi la Sicilia,nella l'altro,che lu duiuri a pr'"ddu addumarn; ca qualche " chiaro ciuoli e la cannila itodbv del ca 13? addumam), iddu pri Parimenti, lo porter" dove come Mi vn^hm Ca bupti cuzziehi E pii spalazza E pn wppfddu subito spadino. porta che veruna i nobili cosi l" basao in e assegnandoghene a] 1 i di di canto, q uno cedere tempo, suo ta lui t a p" bbe un canto del '. Laonde meglio 1782 in prossimativ apche cui , diritto. citarlo anche parola una n farsi voluto modo un data una vigente quel ho a governati posteriore a! non una alla nota meno guardare potrebbe non n tanza torizzava au- nuando Sicilia, atte- del determinare ih mp presto venir intendea plebei da to Q n dovette sembr" questo come del t di cingere ceto \ictie che artigianoportasse quind'innanzi arme prendesse vaghezza " consuetudine Caiacciolo nessun ; ' scurciatu ali antica ed spitu un canuzzu un la quale imparzialit", sua vibtitu abusivi togliendo certi privilegi 0 uno zita un pattava mi il medio Domenico lapada pei le che truvatu quella consuetudine Ma fatto aiiaccamatu nt"u ricoire anche "| di e haju mi ha che dice meicante, anno ^ugnu e mucanti lannu ironia, motteggiando vedei'^i pu" maiitan figghiu di Ognuno dU capo qm Un Di se m di f"glu un i vestito un fine con voglion dare, le alla ^levatrice. di diritto poi va giovane la che sposo spiedo, ecc, quando che di mintaisi pensiero ordin" POPOLARI CANTI possa belliasimo. secolo per costituii' Ogni XVIII, itodbv Chiaro di brodo in matrimonio dove il Ma io trovo 'na gaddina: sciannarina rosa pirchi ^. mi 'un dell'altro ^ dei anella altrettali delle celebrazione nella cose dolci , , (spinnagghi)ed cui nuziale, per uso delle fazzoletti de' dasti, li cummlnla? mi chi documento soglionsi donare ziti: di canta: popolo fazzulettu un levano te', j"nnaru'miu, li spinnagghi Lu del piccioniil domani di 'na m'ammazza Spampinasti prestar ap- ch'agghiurnau quannu Fatti lu vi'odu " di nuziale l' uso canto un gli sposi si cui soggira Me 133 { gallineo la matina E L" in apparisce del sd" CRITICO STJDIO nozze. Pili sembrer" importante del morali verit" fornir onde modo ed istruzione procede modesta di avervi s'argomenti de' mania severi, che ne' cultori di saper d'esempio si come , conform,azione ' Eosa ' Cummima, altro tutto senao siHannarina, vale da delle di e tutti. Ed e del l'osa e moto alessandrina. polare, po- degli studi pi" diviene stesse ne' nessuno scienza pretesa rovina scienze apprende anco quella che subentra lettori ecco , citmm"n"ri, tornar la malinteso e potrebbe che le apprendono sussiego. Ma e giorni nostri, presunzione della vulgus, e trovare a si polare po- popolo. Qui sparisce la del boria senza rivelazione la volta fisici ; ci" dell'otri profanum scienza molti qualche i fatti della nota a per popolarizza che gerezza; leggliono vo- motivo la teoria dell'universo: Immagiae ovientaie! convenire, qui toccare, spettare; in conto. itodbv 134 CANTI Com'" poeta suli n" C" suli La luna molte di dalla raccolta fa chiaria, 'un bocca sacri lu cchi" ed guardi ad iddu, l'timbra t", dintra Lu specchia canto elie limosinava " innanzi, io trova Ti Cam da trapp lo via 'nta cci sia a tia. : : si lassa "n pac Un ; di S. Fratello poeta swiliaiio barda (colonia lom- coetui, saputolo poeta, gli : sveglia e a giovane e gli dice: durmigliaus, la strania ? ati sagn amuraus, m'am^paunni a ftau pr"ziaus Maria fo un U gh"a cundpi u ver Miasia K vaiuraus ti sai ver puetta Mi lei dir cam " vier^a Maria. E teologi e , cci passa poeta un mest abbifi daccusc" Sveggiat chi guarda sfida. una conoscerlo dormiente, voce de' : Cristii 'n ventri di Maria: ricetto in Sicilia)senza dal massa; c"ucia m"cula senza risposta a ebbe forse ecclesiastico trattati iddu t'alluntani,ed iddu Qaeato qualche sia 'na Tu fu di che , Agostino, specchia graa Tu 'Gcuss" S. Maria oratori: e ca da certi Sia di cristallu flnu Vidi d" verginit" data pi"iche-non di 'iitunDu, 'ntunnu della quella Pigghia ' suli seuza spiegazione omelie uiiiii snnnu; sliddi su' sempri e la dice tunnu; girla, n" suli la rischiara risente chi firria, tunnu si movi, Lu sola essa 'n aranciteddu Lu munnu^ mulineddu un comu Comu tanto sapiriIn cumpostu E " Ecco sapiriio vurria, Sapiri, ben " POPOLARI stis saga la : , itodbv ooii'e 135 E questo " poco Curioso di Adamo, p. di mustrasti come a lu delle comprendere identificarsi cristiana. donna tredici del fiume Muse) il volta Greto. incoronati ignota in tologia mi- religione stregherie mano banco un la gono ven- muoversi al solo moneta Cos" ; di per non potrebbe eolla mancano re delle , popolo pi" si confonde Sette coniano deila condanna, e (le nove Incanti, fatagioni,non incantali,dodici Battista, quelli ascolta qualche forse scongiuri, qualcuno. (Tam- spera Giovanni Lete, che fiume medievale e pagana che Sorelle quello con 1' arcobaleno, curiosi d'amore che e per Febo, Apollo,~Orfeo,Venere, nove del perfino Bibbia, David, di Salomone, S. meno di giudice una di di della , Non i ricordi fatto e " celebrata cui dire. ancora di No" peccato, suo ecc. potrebbe personaggi specchiu di Muse), Sirene, delle Ninfe, de' sapientissimo come Cupido e di Mos", Maddalena favola, sa pel e-, uomo deUa ricordo qualche " si quello che a della dov' ella , " scritta. o anche gliosa e esse le ; ma figura appariscono soprannaturali ne' di se la a' ogni maravi- , un'epopea, quali insieme in trovansi Dei azione loro immaginarie Fate, semidee la storia come ci bene degli sublime e mistero, nei del ministre dramma cos" Geni la essa vita la loro esistenza il loro carattere. ed conti tradizionali i sono principali agenti , che un " un Non orali maghi, aglistregoni,ad altri , " esseri coi loro attributi, forme, costumi, abitazioni,rapporti cogli costituiscono Naturale delle " nel il ; mini uo- maraviglioso. canto la allegorie;i concetti predilezione delle simbolici allusioni trapelano in cento itodbv e 136 GANTI luoghi, e spesso riduce un a di pensava loro multipli donna somma i numeri sono vuole avere ; tre fonti d'amore cielo a diviso in tre tre Ges" a Bambino; tre e anni sta di sole ; tre fermarvisi di lei ; tre che maesl" Palermo tre senza ferma in cosi si ponnu nun Aniuri, "untananza Qui Ne' scuciture e risultato ette col canti passare da bocca gl'eco-albanesi , vere in benefico e regnicolo rebbe vor- , pel : gilusia^, de' oscurit" che i-aflizzonameuti tre nott" sognato il suo a bocca pei' tre volte viene da nasce , ' rato cattu- sera Palermo, suppurtari voglio parlare di quella non ffloni e da la"oni, rubate dall'angelo un lo amante gazze ra- d'amore, rose della mezzo le ; tre dette parole un migliano s'asso- le penne ; tre dal da pendono dalla di calano Ninfe che rose ; tre : Tri ' in tre l'anatomia , quale del numeri, fanno e anni tre (composto, ne tre le giorni s" trovare devono quando ore gira,per soltanto prigioniero il , raggio lo due sorelle tre a Io che tre le poi vorrebbe ; odorisissime all'uccello d'amore; d" comando per al cantore mele volte i e nove muover o%m naturale galere del Molo offrono forse suo Chiesa giovani e trentatr" al il cuore, corteggio; le che tiene fioriscono farle quando bellezze dottori a che siciliana, disposizione parti ad volte e per '. Tre Tre tre che canto , dinnanzi. e significatosi il del che la trentatr" tre che enimraa come tre), ramo; oscurit" un girare il mondo, amante per farne venirti vedrai una tale con segreto dell' autore non passo POPOLARI delle e subendo dichiara piccolo Costantino; la con seonne"- interpo- il canto. donna di a- tre cavalieri jBdb, 138 CANTI agliordini che stanno la servono, in al numero Maria e Sono quasi, o tato por- lino a! spinta la fiequente progressione lu pjttQzzii ricone E Dei Nott pompi E noi E sgi a g iitil73 e \infi avanzar! ssi alcunch" di sommi Anche del quale a a non che meno sostegno de" Beatrice a o"ott'anni,ia perde chi et" affermava, 33 luoghi della 3 la anni e secolo rivide vi a delle nove dica ',in- di divino. parte aver l'Alighieriper tutti; Commedia Bieina 9, che gusto, au- tutti antichi nessuna potrei spiccano. Egli poi d"ciottfl , a pi" numero d'ogni e Cosse,basterebba numeri nove "ogn" nella prima del pei popoli come d'ogni alti'i non quando billiza perfetto,di sovrannaturale, Contrariamente ' uguali delle potenze pel popolo "iostro, pei ima tiiuafali toi" e pottiru e volte nove fatah punipusi 'direni questo ritorno moderni non nove ben t aichi novi "oiu Nuli ben pei altre no, gmtilizzi e siieni peini Novt St canto numeio ngannasti con novi -Ae t billizzinatutali rai JVoOT gemmi Nom no s^uente questo simpatico Novi e ul queste citazioni nel e lu tem cci stidli oUi hastevoh esse mancano "tare Fiore cinto Setti archi e sorelle che il mistico sempre , tiovisi Ntra ne sboccia mese da nove del questa regina,novele di nono grembo POPOLARI alla nona nobbe "co- la ora , , ultime ore della notte; ventisette, nelnonomesedeli'anao ta cant" a di- giudaico.! C. Cant". itodbv STUDIO avuto ne' Siciliani ha nostro carneo del il canti ritiene de! anzi dalla l'astr"ngein volta allo fantastico Non breve nordica, il canto dettato della Serbia scozzese " come il canto di Germania ogni della al diremo n" , che anzi vediamo che parla pensiero, apparire. nel formulare pi" tutti Inoltre ' Il La che il nostro Genio Favilla un orientale F. Wolf. colt" fa- quella vivo coglimento, rac- di ridondanze monotonia, la medesima forma, epiteti per dolci che lato il diremo pure ciso pre- ; il che si tenns indizio di di sensibilit" sentita ri- petrarchisti vecchi nuovi. popolo breve di scevro di tutti i quella non di merc" d'ingegno, e comune i romantici 1858 Nel idea tetico pa- affetti,n" ripetizionie stessi d'altro la svegliatezza non di Ma d" impiega ripete gli^stessi versi, gli possano in e de' Settentrionali mo' a tampoco esso simile dis- non malinconico, d" cui il come ma manifestazione presenti scettibile su- poesia epica, guerresco, cosa gli oggetti.Scevro noi liano sicialcuna leva si dolcemente ugualmente rende versamente di- sarebbe particolareggia in concetti, in idee, che Vedi Non all'altezza al fremito personifica,tuttoch" e riducendosi frase, ci" che dallo ed scendente tra- , il danese sempre maginoso. dell'im- degl'Inglesi: e largo svolgimento. popolare come non maniera non quella non Tedeschi il canto '; se quaato ma sua, scoppiett"o d'una di canto dei lugubre degli Arabi, degl'impetidell'Oriente e L'esagerazione " e 139 popolasi semitico genio lume che, altrettanto sui artiooio liella di Palei-mo, an. non di sa c"reospezioni di , del Prof. poesiit II. n. Vincenzo antica e Di Giovanni moderna strava: mo- sieitiana. 18. itodbv 140 CANTI riserve e di di e raggiri di morbido, e nelle pensiero, di frase figure, splendido nelle movimenti, negli andamenti facile ne' licato de- sublime trapassi,e quando libero signore spigliato, remoti; od e Non espande. non tocco vola, ora ama medesimo un un della natura basta perch" pensiero da solo cui di forme de' ellittiche, canto non precede cui e ha sempre ci" che suoi cima si ditetta altri,e de' poi della nota A sopra. " lo ha ma che lampo bigrazia," pe' giorni in forma settimana la duminica si' Lu mercuri Lu jovi siti 'na lucenti spala, Lu v"nnari Lu sabbatu, ch'" l'urtima jurnata, citati nomi, in Questo, ver- paradisa, siti 'n'Ancila curca degh belli in non Fata, marti ti ? chi : Lu si pel popolo, numeri, ore sue pensiero, il abbaglia, E luni si' 'na Dia gi" importa della delle tra ci" che bene Lu Cu' Altri ca segreto, gli quadri graduati, gliuni pi" progressione paziente; " im- : ne cagione legame dignit", in feste,in mesi, in giorni,in Bedda, ii di apparente consegue, immaginazione ha esso ora disogno, fondo a adombramenti un ed medesimo segiiire un a vi ritorni non s' arresta, ora , la di e gli si presenta, de' tempi, de' luoghi, de' paesi pi" discosti si ne' energico, corre che sentimento espressione. Ardito immagini, rapido ed POPOLARI calata, stralluc" iu t" visu, l'atieddu "iu valgono tia vi fu va pacadisu. pe' numeri riferirli. Tralascio dove dialogistica, 'ii misu, anche ora l'uomo e per qualche colla le dignit",u" canto dalla donna ora , itodbv STUDIO lo amante col la ragazza o CRITICO Nel buon " al saggio d" quale scena: vita loro Lu di stile un camini non s" so lu Al di tia spesso eotal" bizzarrie anche nei versi, nei " straniero ' ' A. Stuiula, qualobe di ricala umore ~ a timula di =a passaggio che nelle ma rime, qualche studiate dalle ineastonata gocce sjt"mjptwa, verdeggia RiAikcala, risolente. Questo Moncada = su' Champfleurj' desprooinces *. di ed dotto Acca- a di mo' rugiada e di prezioso. ' M. In nascere reliquia, cio" SpampscM^x ^ ' di cosi strane trovano vederle ' Andrea soltanto stilla,distilla,tramanda forse ; , il desiderio "cula, ' di notar far : * ridd"cula sono da inintelligibili parole vero, 'na m"cula, cc'" quali si sentare preo spamp"cula, parma vucea non si , 'ngast"eula, " vorrei quale proposito m"cula stlcula: nun la e ed ricu"a; b"ddizza gigghiu la supra di rima David, donna la terra tu Irizzi biunni Li noscere rico- "; intendo pi" bizzarro genere suli " rSi, la luna Bedda, legrino, pel- comprendono esprimere nuovo pitturissa 'Mmenzu di farsi senza si L'oricclii toi su' 'ngastati a Unni veste con dialogo. bellezze certe Figghia di lu Ro Nuddu in spesso si possono non un confessore ultimo, il seguente canto, difficile ad annotai'si, perch" ma ii finto fidanzato dei 141 POPOLARI ora suo tratto riferire,da sentono, col sulla vengono per ed demonio, questa CANTI SUI de canto MiUziotii nella del richiama 1812 introduzione Franoe(Pa.rinlSGO) ai e citato espande. nelle stesse ai auoi dal sonetto al femoso Chants Contede rime. populaires Puymaigre. itodbv 142 " POPOLAHl CANTI demie, avuto un qualche in senso e spariti, difficile che essendo non che passando pai-ote taii antico de' canto nei nnovi avessero fossero dialetti rimaste, perch" alterate, incomprese. Travandomi avvertire,come devo siciliani sieno dialetto. cronisti del parlare a documenti viventi Frate Atanasio Da Inoltre, molti quasi e la oscurit" coloro che origine.Quei sua cuore nuovi e e aita storia colle frasi XII. Canti Questo altre e nel care che deU'arte Canti Greci studio riuscirebbe tanto consacrasse province seguente di capo, incompleto canzoniere essi mentano s'argo- d' Italia e alla storia della fa- di Calabria; dir" incominciando se, di dopo popolare qualche pagina d' Italia. Di a d'Otranto. Terra del stamente pre- co' vocaboli storia e lustrare il- risposta di gioveranno di Sicilia poesia arricchire siciliano preziose alla e la possono giovano non primi dialetto. lingua alla intorno versi di stro no- vivente il nostro servir e cosa popolari Albanesi intrattenuto non inalterato gran di sentenziare alla al novecento, qualche testo, ed sapere senza de! de' uno parole campagnuole di popolari Sala, l'Ariosto vocabolario, il nostro canti d'Aci, La Stefano modi i de' canti dell'antichit" dal dugento popolo di Sicilia, dimostra esteriore forma questo lato da siciliani, a popolare del delia a' dallo in liano, sici- delle canti pertanto sersi es- questo canzoni albanesi. itodbv culosi- STUDIO Le quali non so i canti insulari fanno battaglia, e sul fratelli stanno in fatto la bella stata presa Dai nomi di da Corone parte Goronei. altre La parecchie da sentimenti ringiovanire ogni palicaro, prender paese scende, "incontra del via in povero l'amata lodarla; la e tanto riceve carezze in quella che di lei essa portarsi rap- donde rebbero sa- , di colonie ricordano deUa cilia Sii sempre boschi e montagna e, rabare che cortesie,ed rebbe vor- giovane ; nel accattando si conturba fatti svela i monti come canna e in deve suo Dio; per , ne signore dei la donna grembiale. un Camarda, vecchio anno perch" vecchiaia, pubblicata Demetrio di clefti. Un che il d" anch'essa che che della canzone per genitorie fratello piccola le non in famiglia di piange le rub" la per si dolora Peloponneso nel cordato vi " ri- Napoli, rammentati e quelle di Calabria, come che tore can- morto ove un si rileva fatti accaduti in si Turchi turco, che un guerresca, venute con dai gianaizzero,e Moscove, canzone Morea, sepolti.Vi pace un sia a della forti. Vi dei campo rapito venne fosse loro del il marito forse non le rimembranze sono partenza , patria abbandonata, all'amata la piange Colerai Paolo un Arianite, caduto una vi ambizione decreta giovinettache la e Ifuerra, che imperatore un ne Frequenti la nobile e che patriotticopi" amor battaglie maraviglia destar prendervi parte, segnalarvisi e vincere; di la debbano non 143 POPOLARI (JANTI di terraferma. e di e chi a spirar che lo con SUI CRITICO non sa entra come a versare, con- sopraggiunto, inatteso,il cavallo apprende la fine sciagurata del cavaliere. itodbv loroso va- 144 CANTI lamentarsi Deve storiche poche di viva le canzoni son la per l"ngua e e spirituali del Salve Beg d'Otranto;una Costantino colonie giovanissima alla dei tanti recht il de' Costantino guerra se il dopo laudi con di dolorata, Vergine Ad- alla canto un tori au- " parafrasi una di saero quarta sui pastorial presepio una " in via e discorrendo. Calabria la di nome canzone nello Costantino Skanderbeg, di Amurat in morto altri stre no- alcuni et" Costantino primi despoti d'Epiro, o meglio che d'un quasi il prof, felice Ma si tratta non gi" di tutti i canti sar" G"uiTigische gelehvte nove Lieb- un sonaggio per- da popolari d'Europa tre giorni," nel partiredice gl'infedeli; scorsi uno personaggio tradizionale,che piccolo,sposo contro egli non ' in esse , mostrato ricomparisce quali laude signori di quei paesi. ha che Delle di Lazzaro di corte storico,ma alla e qual il fratello fratello d'uno sono d'Italia, sacre strettezza terza ; sotto voli prege- molte Piccolo, popolarissima anche U critici videro sono come e un'altra ma; di considerazione Degna se vate conser- , sulla risurrezione e di moderne molta avente allo pel sentimento, di ecclesiastici. e nesi alba- manchi Meglio che, non e si mantiene queste modo popolari canzoni letterati Terra in certo generalmente paiono in se sacre; colonie quattro perfetta regolarit" metrica. una spesso erotiche poetica non che e albanesi le ia facolt" tempo: un canzoni conservino Sicilia,dove quale di che ne POPOLARI anni e nove ritornato, ella Anzeigen 1867, chiamalo alla giorni dalla 2"9-g. Z"i glie mo- tenza par- rimaritarsi potr" e ', seg. itodbv 146 CANTI albanesi, dal " factlo quale notizie trarre sugli usi ziali nu- questi popoli. di metrica La POPOLARI che malinconia di e tipo dell'Attica,piene l'antico conservano queste canzoni di tutta ad accenna di dolorosa delicata anima che altre varia " , i Greci presso di pi" rima La sempre. discorse qui continente del dialetti in dei autonomia cenni canti Havvi chi questi elementi in Appendice Saggio albanese, gua " fiabe e al VI pag. rivedo Mentre comincia = leggende (Nota della sui e Salentina 1868. e una pres. dialetti tutti 90 aeg. Prato, e il fusi tre e fessore pro- i latino insieme considerando componimento comparala Un- sulta Tip. Alberghetti 1866. giovane professore Giuseppe Sehirft collezione di popolari albanesi il titolo di prevalgono civilt",greco, nostra Qratuniatologia di seg.; di "si e Proverbi Leggende sol un fuori metter a SlwU la loro raccolta d'Otranto trova qaeste stampe egli raccoglie sotto 1890. tracce fatta dal d'Otranto Terra originari della cristiano. ' conservato non '. di popolari tre elementi e *; e portino recente una di Terra Morosi Giuseppe Nei Sicilia quali hanno permette popolari greci canti Camarda *. brevi Men ai mezzo del popolo bocca i canti albanesi come della che dalla il suddetto avvertire ad molto d'Europa. Della nazioni raccolte e sapientemente solo rimane meno cantate son la rima introdotta venne fra le altre che in che frequente, perch" gli Albanesi e recente lingua " molto non generale canti sacri in Sicilia e e profeni di , fuori;la quale di Archivio albanese; d^ Otranto. Appendice: Palermo edizione/. greci nei di Terra dialetti medesimi. Lecct" , CatOi, Tip. editiice itodbv STUDIO in che 11 ritmo special Questo superiore " cantilene delia natura nenie quindici informata fanciulla. Io ; alle otto : a " vieni,alle non divenuta " " terra, di Sternatia la morte di le nenie vengono Nella trovasi un lor forma ripetizioned'una stesse parole. " un dalla marito, cantate medesima questa bisog)io di sfogare non che alle dieci sar" " seminarvi Questa ". dove sgorga il in dolore, poesia. di nenia quale si deduce dalle esteriore arte fu vedr" se esempio raro mincer" co- mia," , s'ingoila e sata. pas- allora che affannoso pianto il aspetter", mamma E : dica l'ho " vedere da m"a, li io ti " terra, terra, da " io vedr" se stesse mamma , " fuhggine. dieci hai Tommaseo, direbbe e una sue vieni, non di morta, come aspetter", " come angoscia piena In nove: tu ti Io piangere. io annerir" vieni, mia, una madre acciocch" " che vedr" se aspetter" alle io ti giorno; aspetter", mamma e " aspetter" , n'" morte {acciocch" io ti dica) " ti Io " la ve arguirlodalle ti aspetter" al lamento, mio tu ti momentino un Morosi per " facile affanno perduto primitivo. Tra un'altra, la figliapiange la In " parole mestizia loro dal dove , hanno non stampa a serena quanto con " messe a greche dell' ufficio e nell'Italia raro provincia di Lecce nella comune sentenza nenie. canti, assai , le lamentevoli molto di genere parola greca, cristiano;siffatta dalle confortata la tempo un il concetto ed latino " validamente e di essi " ad qualcuno 147 POPOLARI CANTI SUI CRITICO che per tutte prefiche. " da idea ? Pu" lo immenso fare attenzione quasi essere; dolore colle sempre ma alla pare glio me- di madri itodbv di 148 CASTI POPOLARI rimaste orfanelli,di figliuole, di prive consiglio di e conforto. Pi" del curiosa della preficadi Leccese), la quale se che canto in tutta Nei rica un cacio il di Martano sto, passione di Cri- pel delle canto portano iltitolo Stahat di tradimento Giuda in di lettere che letterate Maler, Dies le miracolo biblico di " di intenso i canti e e e per" popolo nei quali il suo lo tramandi lo meno, digiuna celebrano un Corigliano. Molto Gesii si non ritmo lore Cristo; il do- esprimere pu" di questa specie in quartine, lirico, ottonari. faccia ma per Nazareno " il canto se so non lo adotta non " di facile d'amore, celebra una che generazione semplice con popolo se e e persona di prenda apterata, let- samente; scrupolopopolo, o simpatie popolari, disinvolto certa " si trasfonde popolo sempre non affetti tutto il di religioso canto un del cuore quelli d'amore. son di sul accusa persona che " uniformemente sacre cio", di versi tomba pi" disperato. Il n" legende Ma del morte stanze protettore di sulla canto " da Mi- e canto sentenziare non le altre S. Nicola un della pi" eoa che i sono trae Ne! .altre). il soverchio di un'arte ; non uso la rctto- , l'ignotopoeta me; Pal- gioni" dell'anno. artif"cio. Versioni suo trarr" ri- non quelli di questue legarsi a (quest'ultima meno serere lagrime della cauto un altri per tutto che canti spremute religiosi, pochi eccettuati, entra canti in ovvero pare Itaha pel uovo ricotta una (altrocomune qualche soldarello,1! cantastorie non dimanda e dalle Galimera nella difficolt". forma, Questa itodbv il la STUDIO ragione CIUTICO la per il quale giudicatodagli amorosi Scorrendo lecere i canti de' canti che e frequenza donna i eolle erotici lodi Le che non un le fece canto di ma in " kmga ingiuria eh' il mano corredo suo laonde, come la famosa ist" non ne dell'agti, alcuni d'una di Essa una canti per settimana biasimano malizia ; la e delle suocere, gione ra- di preparar per mestiere; Kalsa in Palermo, cruna flore. Inoltre un piet" senza stoiese; Pi- risce appa- come per compiere gella fla- e altro del infl"are il refe nella per che neghittosa " un della ricamatrice ora panettiera, la cantinieri Tra una frizza quando quella e Santa simpatica leccese, solo , tranto d'O- le sole provincia nostra zita noi Terra son in lavora essa in forte " della perditempo " non gloria vincerla. della quella terra, come , s" onde danno. o rispettodella questa di siciliana mento; esalta- di la fattezze sapere che abbarbagliato siciliano rustico l'invisibile del- e narrano la Maddalena ricama, se un copia gran piene cielo e "I confronto raen resti son vergogna o Sant'Anna, quale " poco chi credi miglianza rasso- mondo questo maravighose avere sostenere possano la " in " vero, donna pi" affacciare,ha Filomena, in le perch" per la delia pel poeta , fanno sacre. d'Otranto, tu li hai, ne ve santi, terra e di lei. Il soie di cose quando angeli adontato hai, presto canzoni Sicilia, tanta trovi;non piii sublimi conquiso. dalle di Terra di pi" va della paragoni superlativamente iperbolici ma e che rispetti erotici vi minuto popolo 149 POPOLARI GANTI SUI la ladreria l'astuzia dai CaHmera. gli accenni vari di regioni e paesi, ce n'" della itodbv 150 POPOLARI GANTI Turchia, terra andare. Una in lontana, difficile pei cantatore dov'" imprecazione dice Turch"a Che la crudelt" Turchi ! " : ti chi portino i Tur- de' quaii diviene " antonomastica in a canto un lontana certo; fin l" per fino in proposito degli Ebrei, detti cani religiosodi Anch' " la : nome di ed " pari far Lamagna quale il Conte lo per si fa di specchi comunicazioni imprimer in faccia " paladina So"eto, le Altamiira danno alla di se belle andarsi voglio cantarti i Latini i stesso non che de' "; Greci in Palazzo una canzor.e d' Otranto Sicilia tra Adriano " di se " Por"bite e , due Ognunu canti quali de' i Siciliani : la intendano non io, significareper i U cu dice all'amata che que' di Piana ed Galimera, dea Barletta ; presso ecc. cese, zitella lec- di se Greci, greca, volendo, credo sufficienti in" della strinci;perch" l'amante e di e Romani dell'adagio siciliano la conferma canti d'un'attivit" riporre. Altri a nostro, alcuni , devono maginario im- essere roseti damaschini, chiome di Andria tutte di Martina, del canto degli antichi Castrignano giorno mezzo- parte di storia. Non son le lucide del Duca quale, arcibelhssima , sai s'abbrazza * le carte " sono a che il si veda fallo)un di Messina commerciali celebri men mi veneziani; ricordi scudi e nobilissimo alessandrino,di di pepe cenno gli occhi cui quello ignoto.In quanto meno in volta ch'io gione re- martauese, nel canzoniere d'un (o essa brillano spere capo " non se bella della questa la seconda come " fama chi Tur- lontana, grande non se due a d'Italia. Parlasi il Martano. e, giunge la Alemagna di lei Spagna lo avviene tini Lalo tessa, Greci, Con- indigeni,cio" itodbv STUDIO che gii uni, di loro tra CRITICO i cos" SUI detti ', s'intendono anche gli altri , lingui non ne mai sono 151 POPOLARI Ggh"-ggh" intendendo e GANTI intesi. Ed bi- perch" , altro un bene canto vi , " pure che accenna fatti a , condizioni,che bisognerebbe parte essenziale Lasciando di ho uno del tiro , matrimoniali : e di trovato nuziale a , studiare,perch" e cui per nella forse ultimo segnalarne che sebbene delle segno a da Martano), mai, lo amante da abitudini storia. canto un canzone uso ricercare questi ricordi,ho {in di detti,ad a , hi l'elefante del- uno nessuna stra no- comunissimo colonie greche; soscrizione riceve 1' addiettivo nep^o altro un de' qualche di l'uso; nel- capitoli dono l'amata dal- dato alla morte. Tra' canti bambineschi infantili, vaghi s" qualche raffronto sarebbe non passo province averne ' Vedi Iranto M Piana essi tra candidi i canti e curiosit" senza d' Italia secondo de' fragranti; de' fanciulli chi per canti le e concetti cilia di Si- legge popolari raccolte che ^ ggh"^gh", de' Greci, per il mio dicono mettere i Palermitani in canzone Hcrittarello coi titolo: Canti raffrontati con quelli di alle donne ia loro potei s pronunzia. -popolaridi Terfad'O- Sicilia. Palermo, Tip. del Io delle mano. Cummari della ' a graziosi per laderminati,ma e pariar rapidamente a varie hai ne Giornale Sicilia, ism. itodbv Xni. popolari Canti Napoletani, Liguri, Piemontesi, Toscani, Vicentini, Veneziani, Mal discorrere saprei Vittorio che prima coUa di Caselli '-.Eppure di canzoniere quel Regno le che il medico Baviera Corsi. e di Roma Bao- sua meridionali, l'avv. con tenere che Antonio l'importanza mente a E se se e lo che 1 ebbe n giuto che Noi imsiino Lontmui il viva li moia E il mora ed Alesa. Loescher, re le li viia poi pubblicata Comparetti di re re in ^Ja teneiio gran malora tutti gli porla spinto piede Fernando e Pranza 1495, coglieva rac- Monaco in dal- ("*) gente amore deli orto "toito Ga"ai imbriaco della e ' !e Coionp gl'ossi volumi {Nota nel gueiiesro di Pranza due cantato , pubblicato de fur D'Ancona: 1S7I-73. capi Feimndo di di se incomincia festignto che pieno E E hi e Sehedel rispetto Gii la a Vili biblioteca II i Carlo Hartmann una dil giuto e iiP e ciie presenta rap- d' Italia ; rispetto un contro popolo e parte da meno conservalo Quello E beila e fanciulli Italia che E tradizioni norimberghese ha ci rimbiiani Torino, vuoisi lo per da' strade in Fu Napoli dev'essere piccola grande giudicare per " insieme postura, per una E di provincie anni se Sardi, pubblichi l'ampia delle non Veronesi, , antico vuoisi canti Imbrtani parecchi da Lombardi, Friulani, de' popolari canti prepara Abruzzesi, Umbri, della Racconti pres. ne ecc- ooUezione del di Dom. popolo italiano; ediz.). itodbv ' ",154 CANTI malmaritate,e doglianze degliamanti il momento tendere Anche i qui de' tratti il accresce di pagani ebrea, infedele uno le con che pilibelli della de' novero alcuni fanno vedere che forma della canzona negli quelli sulle bont" accenni venisse non vede a Le Mi E ' Tamanta duta tamanto mi e Mnccndo nfi e i uie disonore " e sem e nella saggio di Sicilia. innanzi di i canti eccellente dalla stavolta l'Umbria " che " cor- sua se chi Roma poco \ gi" Ip mindan la vm popolali Tavola giuoco. bn^nipre perde, ti ti ve"dc mi signifii^ Roma per e coisi tanta il corte suma ben costano r a provincia soggetta era ver^uin clip canti u" tatnantaiwas, ci la (nonna) c'" d'amore sarebbe fabbnca MUJLO tutto pubblicatidal Marcoaldi). il mondo tutto a gli altri un canti rarissimi che : p ' timanU ne Chf molto e Italia. in canzonette i canti Vediamolo vendon Ce Di anche le uidulgpnze h conservasi ninna-nanna una perch" tutta forma, indulgenze tenutovi ,, " Carini varianti in la frequente ne' confermare Roma. a e in ne' cento la fede perde trova Abruzzi femminili: sacre perch" canto di delle e religiosiRoma delle fidanzata. , Umbria ruecio(treo quattro mercato Baronessa siciliana. in nell'at- Un desidera. rispettiirregolariper Scarseggiano Negli la leggenda progressione tanto la la loro con riscontri l'Imbriani,e delusi traditori, e la donna, all'uomo Tolti pure ritrovo un son questa impare^iabile reca POPOLARI " Eo non IICeLcbibaoi ntonda itodbv A E Roma ho visto dalie costei prodezze delle gliebbe bisogna solo un ! popoli due tra quando de fin che E canteremo E La Firenze nel tanta ce " di nel scorso Viva d'Italia di odi meglio, , Maria ; ! per" che non seminati esser loro se son lor allor allor de' ladroni canto friulano,Parigi; non i Francesi r pe' sii paesi? se non un l'affanno Maria Viva umbro vanno, : ! gita via; " : ne s'avr" Viva : de' ladroni canteremo razza canti, Codesti del secolo grido ch'ecco canta' arcanterem Che razza o il bordone fratelli : Arcanterem, " La luogo, canto, un tenere documento aver Lasciate E al properi d'im- filatessa una di farsi vece in- , inseguivansii repubblicani dovuto avrebbero sionato impres- probabile) " poco che come i ricordi fatto gran servitori sconcissimi. per canto dimenticati, o perch" cosa altrui,e casa riporto ne nel perch" confessarlo, portan la data pur Ges" ratti o ma, rimase precisione,dell'anno con di abitanti,che pretendono, dice in mangiare Viva autori sono non piede. la fede. va lusinghiere, trovi iaudi a' suoi e, ne popolo (la qual il chi se poetica Cavalleria sua da e : il s'" posto " la Francia: omessa della il fatto mio ce taciuti i Turchi, son ligure,n" d" Roma a lo5 POPOLARI gito anch'io, occhi mei co' CANTI so' ce la rabbia, Resta Non santa quando E SUI CRITICO STUDIO Ges" c'" pi". citt" canto ! cosi che remota ricordi come, il mare, parte del ligure;lunghi gli stornelli,molto itodbv piii 156 che POPOLARI CANTI " toscani non stati essere che guisa per : convertiti,merc" dirsi," rispetti pu" invocazione, in istor- una nelli. E contrario, brevi per del ottantuno i che cinque Papa e Ne' con Bologna, il resto la citt" Spinelli,Manfredi, donnesche vanno gagliardo Pulci a ne' come " solamente nome, e sarebbero colore di fa d" del Roma se ne tange vede se no per adonta e ritrosia in doversi coscienza sta dal dirle fronte e suo nel bella. nostri,essi In Toscana, la stessa elle crede in dal " lui che ver d'a- pellegrinaggio Papa. ne N" far" l'uomo lamen- perch", colpevole di fatto, merita suo della e dell'abbandono amante, recare questo, ned che tuna sfor- sua vicinato disarma dolor l'assoluzione forse cos" non dei corrucci. nel da querimonie, la del ostacoli mite al per bellezze cos" prende quel semplicit", quando ottenerne delle e che an- Matteo da le lodi a che Giuda peccato tanto pel corrispondentia questo porre gentilezza che la donna venerazione l'amore, " in tutto tutt'altro che suo anche amore, quelle per l'uomo; di di modo del e strambotti Redi, e rivestesi cosa ira: per a " tutto e Siciliani paiono dire a ogni come paro si volessero se Venezia dagli negli stornelli, detti che riposta negli non solo di parentela, raddoppiati dalla I corrucci togli un " rispetti santa. Pistoiese nel versi sincera pi" rispettitoscani, pi" romansetti della la mostrano per ne parla , quattro a che stampati maritaggio quali se. de' Piceno, da, due tanti vernacolo affronti; pure montalese: itodbv non STUDIO CRITICO Brutt"iccia mera Tu mi Oppui delle ha rie che la sopra basti ad i niacellan de' copia sufficiente al vivo la e l'idea briciolo La Toscana che mai quanto per Francia della a' pi" che sieno non vi religiosi, popolo i sono che pur , di si cale non Pisa cui de! Roma incute, poesia tanto di " , terra cana. afri- coi suoi muni co- una aggir" in propria del resto loda il direttamente o gi" ignota Venezia, Napoli. piangere pi" chi tanto reputato indirettamente questa abbia la via di Anzi muore, Nessun riguarda in s" alto conto il consiglio, dover oro. casp Siena, Livorno, (e questa " poesia)un stabiliva,nessuno zoniere pel can- , non non siciliano; ha non spesso Arezzo Verona Napoli eglirammenta che della , d'Orvieto, Bologna, malgrado toscano , , a canzoniere si persona Firenze di Venezia che si affaccia veruna poeta popolare e e col terrore toscano vi il del Roma delia linea Turchia, la che che comprovare a , Francia perdono ma ladri , toscani. che pi" che tanto mescolanze. strane La gli osti,cattivi pi" e chiarvi inconoc- e pe' cappellai, " fiera) p"' mugnai e canti esprimere di satira la cercare a filare pur mitologici, misti sempre I ricordi in senza , donna la per pettinarvie a ve : una settimana una assettarla, stoppa (e questa Tedeschi tutta numero faccendiere gugliata,un'altra una un'altra i a " huon non delle e sta perduta, r"cca bara, dalla seportura. amente massaie fannunonp, non dalla satiie, ch'io lappia, Di 157 POPOLARI ! nescita pan CASTI SUI la spetto ri- SiciSia, la bella itodbv Fir 158 CASTI forse renze; nelle da tutt'altro farebbero giunse non del che viva Sole. da solo canto e altro canzone contro donna di Lucca Fior Dio E nei Pisa udiva il montanini lettura toscani, da essi pure, toscana Fece Mosca di terra una qualche un verso, Strozzi; una Ancona inedito dal e da una " non se tuono, quali son da fu non lemme Gerusa- dell'Ariosto. Il poeta il quale, a frutto senza la annoverare a considerazioni glialtri canti, ricorrono tra tremar prevedendo A sieno : de' argomento and" Cannonate non vrebbe do- GallispaQO. l'Orlando e quel Napoleone, vent"i storica ci guardi dal fulmine del Tasso di stornello questo pel ognuno in di Piero prof. D' che fam"glie.Di Vili resta rotta dalle ti-ucerie del cava nelle e quali la popolare non antichi cose tulipano! la libri, che case perla reminiscenxa una Tra' storici per Carlo le Toscana, meglio diffusa;mentre tagne mon- di e si sapesse, memorie tanta delle molte, sono non pure ; la fama di persone siffatte " fin nelle dei Senesi qualche non che in e di avvenimenti la storia se stata essere maravigliare dove mai illetterati vi passato in Sicilia,aiutata e donde Pistoiese, Memorie impressione istruzione persone del montagne poesia proviene, dell'Isola POPOLARI quando con la a lare popoe proposito miglior gio- battaglia. d'ogn'albero la foglia: tirava di mitraglia; che por troverebbe Air isola deli' Elba Jstimarsi guerriero, l'osso duro tenze sen- : prigioniero. itodbv CRITICO STUDIO E SUI che rispetti, differiscono non pi" in ballo Apollo,Elicona, sempre "a lor Gli stornelli semplicit": natia ed entrano conservano il riferito che mostra essi delle ottave montanini, dove le Muse. Orbetelio in raccolto men o dalle punto de' lunghe Lettere di certi studiata " la forma altres" di letture frutto 159 POPOLARI CANTI disopra, si discostano non , in nulla amorosi storici 0 quello solo di basterebbe Pi" il renderli a del che ligure di "totnelli non formi la A deve per nel di s Quelli "i chiima forestiere, e di canto santit" maest" 11 neri eh si romana, e per ama umbro del e piceno " rispettitoscani av"i na flja chiamate: gilautin na e laxiiiiaie ^o palle gli occhi Quelle per italiana, linteiCdlare: pos^a s beila esse Larga E deve a belk Graslusetta un pregio pi"ischifiltosi di boli mi sdegnandone che Prima popolate cinto "eLte bellpssp In limento. d'incivi- altro di voci barbare a' matici, dram- parlare. schiettamente graditianco canti popolari. \ibrato ritiene secoli avessero non colluvie questo solo,in tanta dei accade non lingua una inserenate o quatido lirici,quando sacri popolaritoscani i canti tradizioni serenate maggiaiuoli,son dei componimenti D'altri che o Le rappresentazionidei primi vere Se fiori rispetti;i mags/i de' son nostri da' b treita bplia dt sentura di mtura tjlle biande tiPbse: le =!Ptte bpllessp esprime il desiderio veneziana ricchezza per genovese; che la donna sia bellezza, milanese e in altri,rino- itodbv 160 CANTI POPOLARI portano Cartagine, la Francia, Alessandria, dove manza battezz" Tancredi del Nord, Friuli de' il canto e,, de' d'operai, p. del Clorinda. due ; di Come Liguri ha dispetto di sarti,satirizzati antico accusano qualche popolo in pure odio oscuri termini a e si riducono che stravaganze mere a , canto un Genovesi tra Monferrini; altri quella specie di enimmi classi certe sensi a , contraditlor". Ma canzoni nelle grandezza battagliera,ed che amorosi, settentrione del e vi si fa e d" non prorince.La di altre di cenno cavalli. : Nei frequentiviaggi pilidelle in riscontro ad quelle di il commercio Nel per Milanese saluta che Una al lunedi del Sempione, un' altra i suoi; ed lirica ; nelle zoni can- tando raccon- avvenimenti di canzoni nere ge- hanno inducono popoli stranieri,e raccoglitore ed tuttod" esercitano canti, i quali se s'incontrano che piet" ; d'armi e il critico, sui canti non fosse le comunicazioni. ai toscani. bellezza Francia, d'originedella poesia popolare lingua,potrebbero la porta e o " il ne prevalgono, drammatica, la amore altri l'influenza come e quelli ne' canti come vi tragico. Queste l'identit" ammettere cos" volte d' in poesia epica Nigra, che Costantino la i rispetti superano vi " onorata rispetti" alla frequenticome pensieri cavallereschi lagrimevolicasi il cos" donna si mescola marziali i canti sono eminentemente la l'amore piemontesi stare a si levano veder a per dipinge canzone mattino fronte " il lamento numero le povere per coscritto gazze, ra- andare partirele truppe, de! e e alla fanno che stesso , altre volgono in celia la vita del itodbv sol- infortunati solito,roba al ma , illetterate non satirico pi" da tanto lo fa conoscere di lettere persone lasciare sacri, il dialetto lingua nazionale, molte canzoni sacre di tutta seit,graziosa denominazione le vincono Tra i canti di dal lirica poesia di rimati a due primo. rime due, a un e i vi cati pubbliche " ramente ve- quelle son endecasillabi gli con vU- sciolti,nei primi due, dall'ultimo con iscarse della esse maliziose e non delle di ripetizione verso , Non cos- genere, sono calzolari;una tetrastiche o o giusto concetto Lombardia, ovvero rima l'obbligo delia del di hai vario Varese e amabilissime ne di cos ingenuit". danno come Ve amore. Bolza parrucchieri Aera, canti bellite ab- corrono Casetti, i quali meglio da! e quale Italia. Le Lombarda popolare i lote contro ed Somma dall' Imbr"ani quelli editi di innocenza per la con vestirsi ri- per , della quelle da sei ad versi otto a baciate. Se dal nel Piemonte Veneto, comuni, Ne' canti della poesia endecasillabe e per" stufo, parranno mette ossia pavana d'amore, bella veronesi a nuove in campo risalendo va de' qualcuno sette antichi si trova. pubblicati de' dal dissimih non curiose. contro Righi, la tutte non amorosi Una le ml- dagli stornelli Padovani, chi di canti e si Lombardia in differenza qualche cento dalla e soffermandosi lote,quartine la tanto calzolai;molti di meno o amori avventure. ce i quello contro tale " : di pieni e vari, qualcuno Bolza t". B. curiosi quanto canti Tra' 0 di simpatica popolarit", cantando hanno fine suocera sia lano par- oramai satira, che e contro itodbv " STUDIO CRITICO SUI che vogliono fare ^ovaiiotU in tirchi all'amore senza Poi trino quat- un in vanno i ghiottoni, e , 163 POPOLARI benissimo. tasca, vi sta i servitori CANTI mugnai nella canzo- ladri i tessitori, che locatori a carte, " vedovi, i filatori, siciliani i fornai Gentilissime cieco. hanno non alla istrofe in mente bella di un de' mo' precedenti, le mat- (vere arie canzonete che richiama " malinconicamente siciliana, : rondi nel a, che P"rteme Se de! nova P"rteme nova Se Nelle storie della in campo : ha rimati storie due l'esse me e due nelle altre di terra conquiste di e delle Altri uno; sulla romanze decasillabi a ture avven- sempre terzetto disse simili alle sfide neppur Papa ritornano la forma rimati. del poesie, pur tronco, od strambotti politiciantichi si trova sono figliuoli vestono tronchi Veronese tolto. storico accenno col solo privo '; morto. o quindi endecasiUabi, e a lihero nel Me l'" vivo re, i cui un vivo. o n'esse me , spagnuole, laudi bene; l'" morto mar Francia e Queste di canti lo viene, mare caro mar se qualche amorose, piano de Francia, che scena. se nova l'acqua dal mio l'acqua de lo P"rteme ' come cantare a rispetti, versi dalle far settenari);e questa, canzuna una 0 e dei differiscono tinade, le quali siciliane i toscani quanto qualiripetono il pensiero da tanto e , non o nari sette- con correr privo, me ne avesse polari po- siciliane; iscarse spirituali. n'esse uno privato. jBdb, le 164 CANTI POPOLARI Rarissimi, scrive il Pasqualigo, " le allusioni il vedere le varie come anche spettatrice, tanto le cui nativa. ricordanza si canzoni spirano altre In se in ardente un dal canzoni il senso, Grecia, l'Italia dalla ci" la avventura per decifrarne bene fu quali Vicenza pi" strepitose,non e e ; sa Diversa oscure. sono delle lontane meno maraviglia certa reca vicende qualcuna,non in si trova le alcuna abbiano vi fatti storici: a centini vi- canti ne' sono della amore chiamate volgo nostro terra , che Storie,e s" prosastiche,chiaro Queste storie fanno luttuose sono e a esse perch" meditare e ed avvolte in si non s"ntevisl brani; av\"L"nandosi ecco degli altri,, No Che E se se Con De ' Canti ghe veste rosso bel leotir anci e luoi ae ghe dp tuichin popolari vicentini dialetto to "onde ve raccolti che de' nestrelli.... me- la loro veste, per farsi ^ cane pi" Come , esempio: un 1 turchno, quinto 1 cavaliei quanti li verde per questi canti di glie veste tuti De pi" delk iiuelh a pure gh" curiose for- sono e e lacere che non trovatori alquanto dal scostarsi sembra pi" forse e dei son io- so profondo mistero, ornai canti truci spaventosie rabbrividire, si cupe il medio-evo, Queste canzoni eletta fatti conservano reliquiedi antichissimi che a accenna erranti, di castelli incantati, e che di cavalieri s'anco colle fiabe punto da confondersi sono non del mai e marmo raaimarj te k uampagna. quel che ed vi illustrati ami da Cristoforo MDCCCLVI. p. 9. Napoli itodbv squaligo, Pa- STUDIO De De Nel CRITiCO verde rosso e canzoniere nella la bella turchin quel viso di sestine quitto intercalale raccolta alti Dal o Nii FurlaTte. Le di cantilena dico, Me- fanno Vilote una col cuna al- alla , di e fiori, in in cilia Si- Toscana gli avente dello concetto breve un come arietta \ivace mano ri- ; cantarsi m"o, appunto co' e nel ; 1 intermezzo iltemano ntoinello colh Angelo " ben quattro versi,che ottave i o mo si laziore delle di libino veibo canzoni col d" Venezia Intercalari e Verona, ed chiamito "tomelii belo. loro, l' ultimo, ripetizione del primo di volta ^, italiano popolo degli Stornei 165 POPOLARI l'antanelo veste ricca quelle tra le de del mostra fine del ghe quale V"lote,Nanne, come sono, CANTI se dalla rappresentata SUI re- stornello medesimo Il canto compagnament "ant di biano non su per ' un Nanne chiarisce S/o che nel e'-si quel li tengono net che in nella pei ordinario in de' \enPzii in poco dove un ses- scione cola- il loro signi- parte Venezia sem- dalla Liguria,in Bologna. i mottetti ^lustifiLitain endere di in gran miportat" nati \ luentino noncmanza Antanelo, al suono l'ac- con a delle degli cortile sonagli;fino etc meno !(, donne canto a mandolino ome compi qualche m cembalo un piuttosto che Avviene iugo d stesso Toscana che un nome firato ) donne fi lo sacfompagna\i anni Il dille fa SI cio" siciliani, conto, per roba Sicilia,ma che gli stomelU senza io sono gondolieri. aiuola. itodbv non il 166 CA fra contrada delle sono La esclusivament" canti Fwlane, Le contrada, e donneschi, tra paese veneta ha non la quale quella del mezzogiorno d'Italia, nella natura daile donna piiibelle fiori de' trae dai e del cielo cose il sentimento il colorito manca il colorito e abbonda fiordi viscere mio, variata molto in il dal vi di de' Maria i soldai che Viva Samarco, ! quanto dal citt", nei fazioni eentro sui viva e Viva Nicolotti Servi Samarco Santa le antiche lontani dal natura non pi" al meno chevole, religioso all' amiloro le varie malinconicamente. Viva oh dal mamente estre- sono laguna spiega veneta Gli affetti gue san- Una fortune vilota spira patria ; Viva Ed che ecc., significati con tutti son gradazionisempre amor nella patrio , al materno , e ecc., hai: , tenero delle sohte invece volghi italiani;la altri di tal differenza. perch" cosicch" mia, anema splendida e l' affetto e fiordi mentuccia, rosa, mie, rare se , prevale alla immaginazione; : della Ma terra. , invocazioni gersi scor- paragoni della di dalla tutto e questo pu" quale s'ispira; invocazioni colle onde paese; satire. vere poesia popolare ridente e teggi mot- son de la Salute ! fa la sentinela ! po' Venezia e diversa di le Colone! da Castello della bela! quest' altra e che Gannareggio richiama e citt"), (sestieri alia vittoria Castellani, operai dell'arsenale giuochi Jdett" Forse d'Ercole accusa , o della a! Ponte dei : itodbv gtandoj Diavolo Fami de l'inferiio, paron grazia che una 167 popolari canti sui carneo STUDIO la domando te = I Nicoloti te li recomando, i Castellani Nominando eenni di del lode condizioni topografiche Roma Roma Ma Xi no ben Ga Roma alcune Che so " di bene, vegoudo " sentenziosi , nella iSi8) raccolU da un A. Rimsta articolo Dal di Firenze di A. D'Ancona del si sopra ne' donnesche Canti so : sto que- sissimi quali scarmeno non i sacri ecc. Il , VaiinucoL(an. sui sparsero Venezia. Friuli ? Non gli storici le vittorie tempo canzoni del di bellezze lode ; remo. e pubbUcati, da' trecento in : ; un scagli" l'interdetto speciale ne' canti i morali Vedi vela beffarde , ' a Remo e ; che questa bela di egua! matrona; i V Boma, qne"a, sempre febric" Romolo Turchi gelo An- bona, si celebrarono quelh che siada sempre Amor, Paolo di immutate sue " Venezia xe harcalore sopra quando e Venezia se xe Venezia Venezia In sanla, xe religiose;ed e granda, se Roma lode argomento ' dalle dell'Adriatico regina la per secundi, traendo Venezia caput mundi, " in principio parafrasa il proverbio veneto un'altra Emo; quelli ricordo fanno laguna il cui canzone, una in , ^ Cannareggio V'ha di mentre mare, cio" che distinzione marinai, prevalgono gii ac- da Castello,luogo abitato Cannareggio di i Nicolott" e seguente la spontanea sorge portelia l'inferno. i Castelani E l, n. 12, gennaio popolali Medico. itodbv 168 GANTI Le"cht trae fa bene e il , del due Udine lo d" lui V Ungheria forte e di versi a in disperazione dubita tra l'uomo offese la e riduconsi donna, brevi per canti, per affatto mo' e se da " benedice bella Non di pochi la nella v'hanno guinaria san- Gamia accentuazione, a' toscani d"- Spilimbergo innamorato fanno gl'Italiani che mamma mise in Chiesa all'amore al quali ne' , il {vedi in chiesa mondo una I) s" : figliuola d) bel lant Une La a In che Mi finii d'inamor"'- sei to mari, " mitut Cun etie biela Gun chel sono d'Italia ; glesia benedeta, Che Godeste messa. tal ciamin"' vardai Benedetfa altre di della fede estranea conformi dello d'essersi alla care , che vero le ; ne' sillabe,per di rime in epitetiscambiati ad pare resto di questi confessa giovane Del numero aggruppamento versi quali a' gelosiasiciliana. solo le cui , eterno. amore , corruccio, le minano no- mutamento di sventura non quel ottonari sempre un ed costanza di Parigi , quando volta sua tuale, intellet- Napoleone temendo che per abitudini Milano, ricordando in quella donna di documento suscettivit" ; una quando promettente canti della e quartine amante native montagne in volte sicuro sensibilit",delle trecento quando , fede di grado segue dialetto quei popolo. Queste file pi" , di giudicare POPOLAKI fia a! moiid, che vitiillna, pett cussi vilotis per o tarond. dalle cansonetis, e si diseostano il metro, che s'incontra nella Spagna, " w 170 - POPOLARI GANTI descrizioni schietta e serrada torrada o versi di gio metri i vari ecco : De custu quattro de' Sardegna, dodici a quali un s^- dolorosa pidglieiide'. Est di Documenti storia, di costumi, di banditi trattano diffidenza danzosa affiittu! coro fagticrdelitto Senza nelle di da doighina, , " cjuesto : mutettos, specie d" mitttetti di Sicilia, Oli pena corsi , sinfonia,strofe lira,muta, deghina noina , Qctava l distintivo, Quartettas,sexta cantada, l'allegria. carattere octava delle naturali dipintura di speranze di e odio il carcere, gioie.L'esilio, cantati del - gloriaprocellosa, di spavento angoscia nelle d" fine di tal la morte, i tradimenti che pari della lor vita piena di bai e negli amori, , canti lingua, i di indegni vita, sonvi le vendette , atroci, ragionevolitalvolta, i furti,gli scrocchi, i ripeschi di monti che gli omicidi,le taglie.Dalla donne, nel ii bandito passa descrive la carcere, cattura sua e tutti coloro ' Che in uccisione Della Sardegna eastano d" lo che qualche parente ritenersi e se ne' lo Spano afferma il non popolo balli a rispetto " la e nelle vera che ce ne prindpai d'Italia,cosi deve inesplorata in Sardegna letterariapopolari, che forma ritenersi, , che de" clie 10 del qtialificanoper a- bitato indu- portati gi" ri- per tarle can- 1869), Ora, Biecome tal poesia da' li avrebbe lunghe della poeaa soprafftittaforse i Sardi e meglio le canzoni amasse brigate (Lettera e sono, o per , ; sarono, accu- purgatorio che al rispetti deve de' dai e lui il canto con e lo presero, lo condannarono egli soffre. foresta prettamente rimanga del componimenti Cattjsom. itodbv polare potutto semi- STUDIO mico CRITICO molti dolorano 171 S canti ; e , co' anche voceri dagh si fanno che nomini) alle miste (li belle pi" dolore, d" vendetta virtii cittadine dal s'avvingl"-lao canzomeie cui " stato uc Oh Lu succlua SI Non fiine ir vita stoiici domeahca Puie delle altro un tose i canti tutto in di Muro i di li fino cui ve di Genova poesia; Paoli canto; cenni storici e pag. Tommaseo, Vedi 6 e eeg. Venezia del altri canti e Canti i di del delia il narra dal fragio nau- Doria ; e Chiesa della tetto popolo il Napoleone storia che gl'Italiani de- quasi mancar capitanate forniscono all'intima raccolti, ' ha ne il crollo mentre guerre a prsto pigliano i canti Spagna descrive civiH, piaga antica gaie uno Corsica Le giovane, a un veleni predica quaresimale (1788) : di studio. pugnale a enu e di galere che stemmia be- e sangie, 'icarseggmio ma fede , le montagne canti mancano di sangue, coglie se tenello"i Spaigiarlo pei Pei di lu tPirenu chi lu pude p" quelli imprecano accanto vocer" iodi il fratello iso fiatollo lu tuo Ah E il Ecco coi^o e gonarlo para- domestiche, vendetta croce come col preghiera e sangue , nei cielo raspandosi , morto e di vanto; carezze, Dio e gli estinti dere confon- (un tempo donne le virtij del agli assassini,pregando che dalle sopra scalfendosi; questi lodano voglionsi non ascoltava sono o di Francia non rimasero in una sanno giarono echeg- qualche voceri, e giovar sono, pos- quel popolo singolare '. Toscani, Corsi, Illirici,Greci, voi. 2", 1841. itodbv CANTI POPOLARI Conclusione. Giunto al termine riepilogareil gi" di pratica utilit". Parrai, del resto, vantaggi che da' canti venire possano di tirarne le scuole affetti di tesoro che ogni studioso, dal sulla e dipingere canto a che scene il gran un' della natura libro linguaggio in tetto vuole a altrove, s" La presto vita il suo ritratto serbano o tardi del o non si sentono, nel mai, quando sta vero aperto gelosia, nella pareti domestiche, a pi" sotto in esso, durevole di la vera pi" , coltura dove in e dizione contita sen- che ci intellettuale preferenza a , che fatti storici documento , carattere assumeranno popolo o popolo. Quel del grado dell'animo stato " !a dell' "ndole fermare " fedelmente che di fortuna vita; il canto espressione che , studio della specchia si ceppi dell' ergastolo a' mezzo che non de! e A che nell' amore, le , qualunque arie si videro non sieri pen- imitare, inestimabili. bellezze dispetto, nella gioia,tra estraneo chiudono rac- di copia tanta sbadigliare affetti e tutti ? Schietto nel fare sanno rato verseggiatore al pi" ispi- facile men scalpore di natura, di degnano non saperli parcamente a ritrarrebbe no tanto menar per , immagini poeta, grandi trascurata , d' dimostrato vergine fantasia, di non perfluo su- guenze conse- , tanto e credo tradizionali Portato le scuole che ma di e questa parte, a coltura, i canti, che sguardo uno detto popolari addietro, di letteratura. priva studio, io presente di abbastanza, lo del s" " confusa fin' di tradizioni. oggi con quella itodbv STUDIO de' suoi storia de' ha CRITICO dominatori, si " voluto suoi governi memorie fare una senza si. attribuiscono si dal da delle stesso popolo tanto sua storia la con ii quelleclie lato della perduta; che pensare diverse " stessa cosa , ben quale s" nella 173 POPOLARI CANTI SUI gli spesso istituzioni sue s" e , da quello degli sforzi dei propri Il terripodi per noi. ii , giraaiil suoi canti nelle di con consultarlo fiabe sue motti, Accanto dietro alla il ; sotto trover" e parola la strana adombrata storico non che cano cer- , suoi ne' anche sentono proverbi che meno nelle ognei , frasi, parole. sta letterale senso studiarle " venuto popolo, , nelle d" amore questo , ne' stegno so- a , legislatore,lo intiero conoscere bisogno durati esso memorie queste di fecondarle Il filosofo di da diritti. ricercare pazienza, con prepotenti viene e il e la significato, suo senso dimessa la storia il sempre veste misto della e 1' allegorico fiaba si religionedei popoli delie nazioni. itodbv jBdb, CANTI POPOLAEI 8ICILIAN" jBdb, jBdb, i ' Fic"ru festa 'Mpersturi un Un Green Cu' vivi aeqna di D d L A n P D 4. tu, Ninfa Q gh aru lu oru e 'acula lu fatali,' spicehiali,* li guleri; * fiali Cantuneri tu, scumidda s' (AUmena). cavaleri, Quattru ti Conti, Santi. U calanu tia li T un fonti, chiam ssu ti Q e di Livanti. Marchisi c'un S'apri lu celu, e 3. POPOLARI GANTI ^ ^ (Pdizzi). d'uoru, all"grani. jBdb, BELLEZZE E sparmi quannu La DELLA nuotti d'uoru capiddii ssu pariri juoniu fa' 179 DONNA chiarii. (CasteUermini). 5. Ti vinniru Di li Santi l'occhi Avisti di Maddalena G. ehi Figghiuzza, 'nfasciata lu La Tu * teni Susulia, santa ' Nella cantilena " Missa 'ranni "che dicesi ' missa Vattiaied"u, capiddi e li g"gghia due di del s" dicia. di ciuri, Sant' v"scia, dim. Lucia. patrona e ^Calan"O. di Palermo. endecasillabo. un cantata, messa tempio. al Anna, Santa di {Galtavuturo). Maria. popolo questo " granni, (Palermo). Signuri, Vergini li ditferenza della ietta, a bassa. del " nel canzoniere cone Nostru *. signuria; Rosalia, verdine 0 ' aignificato di offerire nel L'occhi ' fu la eummari, Prisintari, qui i 'na cumpaii rari, quinnici uri, a " panni 'nta '' amari p" 'ranni 'nta " Vattiatedda E trizzi nascisli ca la niissa Quannu Lucia, Rusulia, ti mia, prisintari,' Santa detti dd'omu Fusti a li gran ti la L'unist" Miatu tu, ciammuzza nasc"sti Quaunu partidpio nostro l'uso battezzato. oattiatw , d" questi vezzi di tissimo Frequen- participi; ec- : Chiancennu e Oh ! ohi mi Abbrazzatemu la lagrimannu davanti Assiltaledda la porta, perdiri pozza cu lassai l'amanti e ecc. truvari mia ! itodbv ISO CANTI li to' billizzi si scuprei'u Quannu 7, Picciotti granili si maravig;ghiaru, e la terra, Trim" Tutti l" munti Tutti 'nt'"n Li porti di Li morti Li to' 8. E e l'arvuli eiureru, chianu addivintaru; un 'nt'"n punta la 'n Francia, Turchia 'n li billizzi i"rriari,'un Li to' billizzi m'haiina camini Triema tierra. l'egualigamma, A Quannu Magna d'ogni cc'" tu misu lustra Suli, lu cielu lii '^ Spagna e Inghilit"erra; la auta {Palermo). -. Catalogna 'n e Vajii gridanna Pr'aviri arrisuscitara nn' 'mpasciata sf"rmaru, airivisceru; sepurlura ' caderu, fossa si 'nfernn biddizzi fu POPOLARI 'n 'a guierra; la tierra e * lamagna ': (Casteliermini). ' ' Biddisea Scupreni e dice Milizia popolo, Beeondo il noab'o divennero, eiureru disser- caddei'o,sfirmaru caderu l'edivissero,arrimsciCarti i-aroiio, arrivisceru casi. maravigliarono, Bcoprirono, maraoigghiaru fiorirono, addivintaru i risuscitarono, apocopi tutte. s 'Mpasciala, del pari 'nfasciaia, die clie bambina, flteltermini. S'intende in messa l'amante fu fasce, diceai portata in in Ca- fasco Catalogna, IngMlterra, eco. ' ' lavagna. Lamagna, In Cianoiana varia Jettu 'Mmennu 'n cosi : dda aneddu a di la Turctiia n li Spagna ^n Ingtiililten-a, gal a e itodbv in Bella, y. E fusi! ca vattiata la Viju t" li to' Nasci li Calati Calati, 'Nta biliizzi eterni, ^utu un Li biilizz! mi lu ntm " Ch"Bta persone del e donna milli. nn'" la Magna, ia ten'a. si parti e chi comu nni va si nni e o Spagna Inghilterra ; 'aa ghirtanna, so 'a va guerra olii flci su la flci ; mamma, la guerra. a niaiaraa ! superna. li galeri aparma, 'n vita eterna. talia, campa camina, la a e flgghia flci bedda Paleimu in palei teni centii Sula Cu" molti di Tui-chia parti Quannu In aranciu si Mora ' e la Sula s"cutu luci "il una di Cehi" Cci cci guerra; v"i, suli, lu celu Cogghiu ' ^ ; Puru La belli, dunaoiu affacciati Trema Gibeiliiia facci li biliizzi Cercii to' railli; a l'Arpi e la Magna d'ogni terra. di li mei cumpagni, Torcia vidiri 'nfiemu, (Casfe/ferji, milli d'amurt banca QuiuiQu Banco lu tuLtnluraunnu. dipingiti e Firriafi ' cunfunnu; trim" fu '" viegnu, a mi e pitturi a sta Pi'i in s"eulu Anelli, Arcaneili, Sirafini 10. E cci laBelladi ^ biunnu; tia, capiddu nascisti Quannii blnignu; d'ogni riegnu pittura casa Paliermu, 'ntra fonti un dipinciri a Pri A 'ntra li C"lanu fatta proseguir" viegnu, comuni presente d'amore, dell'Isola ai indicativo, qui la a fenno che venirvi. terminai'e in altri in " e es donna. itodbv l02 POPOLARI CANTI siti la Vui di E 'Nta carni e binimi Novi gemmi Novi cori E novi Novi pompi novi p"ttiru 'Na ' Pi Ga l'ancili Nn'aviti E Ca rosa cielu vui cu di li fai cc" russa, cu tutti li billizzi aviti ; ancili, li fai sp"nciri '',(Notn). simigghia, " vai; ' Gintilizzi, sast. plur. aggettivato " Perni, ' Nessun pittore prf" dipingere Ca per che. ' Li fai sp"nciri, li fai alzare, risorgere. ' Simigghia, * l'ancili, vinciri 'i stessi 'ncelica ^ p" dipinciri, t"nciri; pomi terra . ci"nciri, canta va di 'n si 'un belli. li fai e {C'amporeale). d'acqua-aranci, e niiiru li moda li muorti Si' 13. 'n di eguali ssi billizzi. vui a l'"utri la pena, Vattinni Ninfi billizzi comn Bella, ca gintilizzi, avanznri di bedda triunfali. e novi trizzi, pumpusi archi e fatali, ben e ssi sireni soni Funtana 12. a novi Dei, Nun ' stilli. (Noto). e ' gintilizzi, e 'ueiammat" perni pelli e naturali, sireni Novi E Siili Luna, di r"i Novi cu"riu 'nta ossa, belli, miJ"i; li belli nn'avanzati Siti,scanciu 11. di li rigghina pei- ysniili. perle. una donna pain a voi. somiglianza. itodbv vi fici Din pi Veni Chista " criari pi vui. a d'amuri suonnu un " roaravigghia, 'na l'aneili Cal"ru " 'un 183 DONNA DELLA BELLEZZE cciui... durmiri di ura ; v'ai'rispigghia e , Cu' " sta Grida di In ca Sapr" 14. Chistu * Risguardu t" billizza; tal"u d" tutt'uri, pinciti ' fu cu' ssu ca Pinciri 'un ti pitturi, gran billizza ? tanta dipinciu Chissu pitturi, nuddu putia ciuri, la t" trizza. quant' " bella Risguardu Pr" lu e beliu la di {Noto). cciui. stu sparmau ciuri lu " figgliiaP cei nn'" 'un munnu munti un liei sta ca mamma ^ , sulu Ddiu Si 15. calassiru pittura Di pinciri 'un di facci Veru luna di Facci Quannu Sona I d buona tfongl parte Pisregla s la Luna lell i"ola;onde Agalla 'Rtaguar"ari ' F"ftcth Ve! on? I flgHa, i na le e mx^"ciHi %bi nn cci biunni da /^pAiw, come attentamente bielh e empiili 1 ocelli cintami maranigghia, guardare conti atto oiiigme punzielli abbalUnuli e ( Palermo). nizza stilli*{Ca"hltermini). italiani: glio,glia, si mutano flnat ' * di e ai inilli a '"si munnu affacci tu cu Ddia stu nm ca g" nulli a si p" 'na bS" langili biflli cc" fussiru Li La li detti ca in gghia, gghia in. maraviglia, arrispigghia, figlio. e con diligenza. joj'nciriW,dipingerti, All'afFacciarsi dell'amata, gli ucoelii cantano, Ielle daniiano. itodbv I" to' Bedda, 16. Ogni Lu masl;ru fonti !u 'Mmezzu di l'"utri V"nniru 'i me' Ca 17. toi sempri Spingulidda Lu Ti fannu festa Ti fannu festa tiohit" ' L"tn '^ Pr aano del a Al ^ 'V ar 'un In p"i v"niri ". cridiri, {AKmena)" lavurata, fusti nata, Scavunia, e Valenza ti flati Granata, e la cu 'lluminata, lo ssa Roma maestro pei leggm Ita vidi " {Palermo). Turchia! gran noti i il = ei =e tB-.'^i i'an- Di St nni la di Siuiliani i teniiine gli Spognuoli. one pel i-ompiPinentu ogetto. alkjn quantu t" li capiddi "empri Tuntaiii tu dnnm e billi?za tia a e e li poghin ha|u nn a Yidin chiovin """m" iivaii to livanti la vistu scnviii p" ai )i ricclii a litgu nn minalu billizza dapi pui Guarda Oa li 110C1.I11 fiinnu Ha Ta vederti Pileimo Ca"tt"ltepmini Guarda, Ca n lento epentesi te di anolia per i il compiei oghvn ai all"gh"ri *; evito Epeaso ' di ^ signuria, granni Granturcu ri"m nnastria, la " tia a vnrria bona nni quanlu qualit" latn parmi Di lu pr' s"diri. p"i ti s"niiu li di jornu h pS' viviri; d'argentu di Vattiatedda E nni l"iri p" donni lu t" a iu p"' scriviri, si' bedda quantu Lavuratedda La Leti li parenti li biddizzi Bedda, li ^ nutaru di Di ' biddiz^i liiari li " on u" amovin hi mi p" urru diniri moTun "db, u- Alleila Cu Luigia e Saraflna, e . "Gnazia Ninfa Maruzza, Vita Paula, Parma, li billizzi Di Manna 21. Bella lu siti E ILu E vidiri pi siti Vui Si' E flrriatu p" di E iu 'Nanieddu Quattru lao Mid" 0 lu mmir", pronti, e li Santi; cummeni si' re biedda, fonti, un icni la a ssa dui donna, o di ciuri petri dionianti, videmmi (Termini). l'amanti. di 'nta fu fonti, beddu ssu finn pri zuccu le iniziali della Pairebbero galanti ! di acqua ciiiamari yunntu {Casteltermim). ponti senza l'aduranu vi v"i'. a petri damanti; di pigghia Si cuomu donna pittuzzu ssu Cu' ca vii', a ce' " bella, graziasa specchiu 'Nta 23. vui a ^ mid", ciumi passatu Nn'haju 22. v"i'. adurnari pri picciotta pulita 'Na ' affaccia ; Nu", l'aguali nun f"rriari, 'A ' di ^ G; siti v"' li sUddi e (AUmena). iu e s'affacciati Luna Suli cull'F. "'Arcu l'arba ; Niiiriana, bella e cuomu la Luci l"ttra nnomu s" fa Ga Catarina e 'nnavanz" 'na Giuliana, e mmiremma per cucuzza, frizza ! manuzza, pri'frizza: !a quale , il cajito avverbi, che nacque. aignifl- allres'i. itodbv BELLEZZE III,quannu Ghista Lu 24. tiiocca 'Na Cu Dai stiddi Ed raggi E Campa quantu 'nta Li duv"ssivu 'Mmenzu E vui, signura, Vi li cuncedl "uta ' Passare di ' Scocca, poi, toi, mori nun li mai. {Bagherin). iiniti, e celu e calamiti. acchianati, * po' scinniti, addimannati vn' Ddiu, c" castit" di e : siti. bedda supra li billizza.Sali, e {Alimcna). celi, Luna; Domenicucda. qui nel ,ccio.Cavalca ' in grazi" chi Funtana Micuzza, l'hai; fai 'ngastati li Santi cu chiddi ' tutti scioti t"niri Di 26. avanti petri domanti Parrati lu capiddi 'naniddati, testa ssa loi. avulu li biddizzi ssi Signura, (Gasielbuono)- assai, 'nciamman Nn", ' purtari p"i, l'ucehiuzzi Suli possedi Ga " ; Micuzza, belli nn'ha' di lu s'arrizza hillizza. tu domanti cui 25. d'oru guardi biddizzi Li nissuna fini su' cui a Ca ^ ^ petri carnuzza, chiamasi scocca dui bianca sempri nnomu vi passa nun 187 DONHA SGa mia manuzza vuostru Ca DELLA e aenso di vincere, soprav vangare, ooriie in Davanzati. iwstro. Acchianari, salire. jBdb, l"oe- ISS POPOLARI CANTI lu Abbattinu ssi A Ed ssi a 'na Haju Tu, saputu ca si tenl si' ca bedda, Nun ii lassari a : {Camporeale). pi Lassali a mia, ca ti li 'ncartu 'n mentiti pinseri ; labari li v"' ? sfrattidderi, all'omu si li cancia pigghiari; a cui ; veni, Morti la si veni li beddi to' biddizzi Ca cruna 'na 'n testa cu' bedda Ssi Ca cummeni, scocca li stiddi vu' siti la Luna, 'Mtnenzu Tutti ' la furtura; e trizzi,e po' pacenza sireni, su' e ventii capiddi Havi 27. 'n celu l'occhi Tiniti e oru sugnu dinari; arginteri, rari. li carti 'ntra (Cefalh). * La 28. Lu populu tettu Lu ciacerdotu Sintennu Tu Unni " Furiura, spavintau trimau la eresia dicia ca ; cui ti li d"tti li d"lti ddu fusti scritta Iridici Re Ddia a munita la ; missa, si vutau. dd'attirruri Figghia, 29. di Lu Mi tia s" di la missa jistia ca pigghiasti l'acqua b"niditta, Quannu " vota prima ssi biddizzi? ca mi la banca criau. d" [Gariiii). l'cru, fannu; ' temporale. jBdb, BELLEZZE Tu, quanmi A Ti ci"ranu Quannii La 30. ti 'ntrizzi fai Stenni ssi trizzi di to" lu nni Tu sala la su' Si di e lanni ilur Tolum t ecc no^a che In di graiuttu tia non purtata a la banca bella Puatt Chidda ' Ciarari Ssi, afer^ UDni Piduszu, dim. di Carricatu, bene, andare e siga"Rca 'i Tii cc'" di si Re cos" ; lu paru, l'oru, "nnamufaru. di chiesi, codeste. questo hi "i tri z:a, acci, tr., odorare. in Auiri mia littn d'oru, a oomu Sottintendi olmo. ' v. " anima camlD"a Palermo Cucc"ddu 'Na amatu avemu a fai parere. qui mia; duci, ' ; (AUmena). * tarricatu, nni ban^u 1 nenti. allarma nui iu tanti, du' l "utri durbu tappuoi ca is 'n' "utri e tanti, sunnu !a menti. 'ntva la tedd" SI puuzzu Tfie:tuna Pari, fussi ; lucenti. eci nni e trasisti 'Talia sula t", stidd" beddi, mi V'hogghiu ' risbliiinenti, facciuzza Gei ^ Livanti, a ssa Picuuti ' {Alimen"i). 'Nta Gulonna ' chiaru. fimi Sali d'oru. pitiuzzu t", petri domanti 31. ' calami ssu Tu e * ssi luntanu, 'Nta Si ricca di pariri jornu bedda ^ ; scarpisi l'ora, li muschi = notti Cchiii tu ' d'oru, chiara pari jornu camini 189 DONNA ssi trizzuna sparmi menzannotti Quannu ' DELLA ^edi o precedente peri, albwo. vei-so il verbo l"urbu, tirmu sono. in Paleitno, carico. "uci sansu esso nel e a cu unu , avergli simpatia, volergli sangue. jBdb, del CANTI yU Ncsei E Palermi! Nun mi Sta tutti Ridianu ' di Questo furmari! " unn' veni, ca il !n di uniia 1q !." r 1 iltu: mau Diiite di il concetto 1 1 oi ' (Alcamo). fai sirinari. leii"in 111 feliwjcQento cosi ti vosi lu i.pn,diia\a 1 S esprime (.hp 3 ^ei'! ; manteni, li ciuri trubbatii ' mari lu ti chi bedda purtari, a spacchi lu Ddiu Spampinanu vJnni speri, Binidittu L'ariu banneri li ciiesti li lA'oto). tia. a conm nni Trimavanu Ch'aocussi aiinutaiu, banner" d'amuri Ddia S"gnuria. 'n sarria varcuzza latii, lu a 'n'amanti eanciassi Una manu tuttu si.Palermu 'S" la ti melti Quannu POPOLARI m,l m leis del 1" del Purgaioiio ohe il pi" " li Trimavanu Del lesto ^endo \iduisi In pr puie epecchi una Chi"ciom diLS mare in i modorn" tumine poeti. ponlus, dica me che t "^auciii di Panza che iiflessu tnmaii e tremolar del \agi sub r o noresparsi (-arte matiitiiio incitat lumina -ibocciano il maie delicataiente placidum maie ^ephjrua proohvas (=vada) n pare (latu ebollente v^nga notte la "oaticello matuiino tu Don suo luwn iidticendoil Auioia Oiunque bella stiiscia 4.L,quali Honiffcans ' nel ", e sub tremulo lu mari di ; gli antichi tra splendei la luna di lunga Catullo "geiero : il MgL come deaei (0x5) "J3S lo vinca "Virgiliodisse,e bene Anche ma ehi trovar saprei non della- marina il tremolar Conobbi i undas Solis flon itodbv BELLEZZE d'un Tistuzza 33. di Capiddu Fruntidda di Vuccuzza 'na diilica di di Quannu la t" ed lanueoa; * Addiira ' Martur alla faina, do stela martes ad nlo ato A olo d a ' che : " annuvulatu. d {Aliti " p H II ah u u abb a ne d f 1 a \ a n o t a a 1 co au d " el al at p l e aemp J e al anm e ca orni n l ano-P n la o le n peli at Castelf oporz p to a "! le W pe om e del a e, sto a Ma uste u ia 1 t ato "%n o e t a 0 sa o a neo ta pubbl \ L 'Nsaiddatu cosa a d u e e na Bulica " nota ep tet di ^ cristailina siddu o mile a neo' ^ 'nsaiddatu, canta s canto; affetto ' cannila, prisenzia camina, tant o Capdi gegnoso * aiid Salaparuta Un 'nnamuratu, caiTabba s'annetta dal ' marturina, aneddu 'n ^ adduratu, niura farcuni Gudduzzu tatto; preso tU. 'na Carmi " la avoriu 'n ' carmuscina, d'un di Nasiddu sita d" Ucchiuzzu DOKNA piriddu carr"catu, 'na Gigghiuzza L'ariu BELLA e ra e on wo stia, ben naiu altrove atta 1 ata add addosso alcuno. Citddu du" testa, fnm dla"ifr = nosit"ttM, licuzza d olio old g%ggl d ooch u u on e y gg ad asu vua p sop a la a A / bba Ca a a a afik guastada.. " la S'annetta, SidilM, molte s" rischiara," particella .condiaonale se ; io scriver" volte come , s' iddu il se qui, egli sta in , itodbv per si- 192 CAKTI Sta 34. Lu seggia Di la liei cc" fa l'oduri li trizzi D'ora a chiddi e d'argentu T'animustrasli Ouannu In a parti li dudici a mi Nun di Capiddi di 'na nigura Nasiddu di 'na di di Pittuzau Diatra assicelle ' Scrima, * In 'na che D'ora "' 'ntrubbulatii. li trizzi, d l'ai-CH la t^ uctinan della 2x;r 1( sedia. : . ". Quacnu " quannu dirimatura. cos" 'ntrizzaturi di lieve cam"Da l'ossatura formano varia Salaparuta qualche Cavigghiediii, casigliette,qui presti scriminatura, Tu con cai'mfliia, cilatu; vera l'anu " fatta. : Pri avanzari. p" dllica cannila, anieddu staiddatu, tieni lu meli la t" prisenzia 'Nchiariaci ine ^n ed QoaDDu Sottintendi terra, marturina, lisciatu, 'ri avuoliu di Vuccuzza ' 'n , Pittuzzu ^ piniari ; termini Castel di canto Un se. fi pitturi chi ce' " (Palermo) sutterra, di li trizzi fina Si' belt" * di Muse. R", fattu m'ha' tu quanta ". scrima specchiu Bella, la t" bitlizza Di " unn' la : prisenzia camina, la lo 'ncnrunari Fai ificato ce' " min cavigghieddi di rosamarina, Chi 35. fina. d'orii sid"ti " chi chi mastrii POPOLARI d" prisenzia Nuveti camina li (r"dici Reni. itodbv i Fina 'S. piedi porti pulizia, lu a D'ora d'argenta li piratilassi, e Spanni rosi Si metti Pi tnivari Mancu 39. s'un Dammi G"l cui moru di ssi biundi e'an lazzettu biddizzi trizzi, d'oru: ! (lermini). travati, nni nu : tisoru. un siti; di tutti 'i bilJizzi adorna bedda di ti stiddi vn' brillati, Cclii" lustra di la Luna nni facili; raggi Quannu Chi di melli lu suli vu' pierrni di li sti-ati 'mmonzu cumparennu 'n oscurati, trizzi vi facili ; ssi biunni 'Nnamurari * biddizzi, Gchi" Li Si d'oru, e la pena tia, teni a vui comu di cerca ca pussedi Bedda, Ca 'ntrizzu dd'omu Miatu 40, capiddu lu Quantu viju (Castelb.). l biddizzi, li io' di ti un di cristallu di tutta 'un furriassi china stassi. e tia munnu 'nciammai Quannu si ferma comu nuovii lucenti nni passi. tia, a dd" bedda 'na Muntagna Mi piernu,* 'n Stidda vidiri pi via, d'unni abbunn" lu soli 'Ffaccia la pi violi e lu tirreno E ' POPOLARI CAKTI di tutti vi sta , in viditi. equilibrio " (i^"carazzi]. non , piega da. nessuna Fm-riari, firriari, sfirriari, voltare, girare. itodbv "uta 41. un'aviti biddizzi Ca la Di figghia siti, Luna som, Li stidd" pri jucart lu 'nta Quannu Fata La Maddalena La rosa La nivi Lu Suii 'Nta Ti iu ca li so' lu su' trizzi, culuri. biancliizzi; so sbensuri: trizzi fa' li fora e siti scritta affacciari ncchiuzzi e ca {Alimena). Suli. lu sutta dintra t"nestra jistipi Ghissi fataciumi, * la Ddia vera {Palermo). billizzi, p"ttini ssi biunni ti ssa di megghiu t'annut" mintiti li Fati. li so' biunni t'annut" Bedda, 43. ' t'annut" russa Siti 'na vui la porta a accumpagnanu La Quannu addumati, torci maritasti,fonti Ti 42. Y" cielu 'N pedi un li tiniti du' moiizu frati; v'" Suli lu La E quantitali 'n Nniana stidda siti, Riggina 'na donna, 195 DONNA DRfXA BELLEZZE rai, vui; allustrai mi nun : viju echini. (Castelbuono). 'Pollu, chi 44. Firmata ' ' " Annutari Fatacmuti, o 'u ' carru firmatedi^uteiii, la filici palummina, nutari addutari, dotare. fatagione. "Pollu, Apollo. 'U, aferesi dell'articolo lu, il,lo. itodbv POrOI,ARI CANTI i Firmati p'onuri e Si flrmaru celu La terra Firmati, ca pocu, beni. tatitu arii stilli ed un curtisia: pi tia; firmala " pun" baleni, pi si firmali Lo Ferrai li si f"rmaru sireni. la ine parr" Ddia. (Oampureitle). ' Gtiomn Nni In Nni la t" t" Bella, cci vaia Ora Staju di Quattru ' s un di prima ca sira Fa' ' cc'" mi fina quattru pri a cchi"i cci 'un ca 'un eierna. (Casteltennin hjuriri. 'un galerisparmat" 'n'aiitri * cci verna, vita 'n Letu iia jnari. angilu cci arriri: li donni fannii Buoni! ' vucca mari lu A E 'ii aceddn i'arvuli sicchi Tutti snpra piettu fusti fatta ca lanterna, maeieddn a varca terra, rari; 'na spirlucili cuomu E luciti 'n vu' di biUizzi donna Siti 'na 46. eielu, e 'n Luna La 45. mnnu : vamiu; cnnfunnu, juorau. eci sunnu, In mari mi luogo l'inverno; flg. vivei vannii; risplendere. Spirlttciri, Vernari, ArriHri seernari, dimocara per iu i-iriri,rict"-i, ridere, proEssi comunissiiiia nel ti^o dialetto, * iM favola de! fiume Lete " giunta fino al popolo. itodbv n si mint"anu cosi Du' La billizza t" sta a munuu : stili d'Urlannu lu e ly/ DONNA DELLA BELLEZZE '. {Castdiennini). 47. La Re cci Mannari vuleva Vanii circannu Unni " Mi la di muiiarca dissinLi spersi pr'ogni via, " 'ntra ca parrata : Rusulia, Santa a amimmtuvata. " Palermu 'ntra ca batia, 'na 'na assimigghia Chidda chiamata: Maruzza fari "cci vuleva Idda Barbarla, 'ininasciata. 'na bedda sta la (Sirac-usa). 48. Aviti acchianatu Li E Ca l'occhi binidilta Mi di ' Una * Aiifmaragghiari, Ci"i'-u 'Mmaculata; sia, mamma stidda 'na ^ 'razii t'ha Virginitatie lezione la vostra ammaragghi Quanta ' di Ddia, vera 'nsignatu pulita v'ha Si' cciui 49. 'na ciani di Palermo d'amuj-i, in Noto, odore, aura e e l" r"i d'ainuri la adueata spala ! {Palermo). siciliana, di lu Diu datu dice muntata. grann" 'n:i di capidduzzi granni muntata, 'na vossignuria li biliizzi di L'haju via, luntana acchianatu L'haju Pi di vinutu Sugnu suli; divina : '. d'Or"annu. osourai'e. d'amore. Delicato ! itodbv 198 GANTI POPOLARI ' Siti Ca tu vinutu cc" pi v"diri 'Ntra 50. Puru cu' a siti un vaju duna billizza: '; vrazza grannizza, lu cu' a t" strazza. d'altizza, teni la chiazza; pi la t" billizza, omu, Roma a li to' li libbra a ni p"ru sugnu Ca lu "a sta tanta cu (Noto). ainuri. taatu mamma Palerrau lu lu d'argentu scritta Vu' giuvini flnii, ^ cori Lu ' l'oduri, guoltu d'oru un t" jardinu, senti vui a cannola Du' di rosa di luntanu Sugnu E 'na comu ti cci "; portu \ 'mmrazza (Catsteltennini). bcddi, U(.climzzi 51. Vuccuzza, Si E di si' cartuzza Tu Sai chi Statti mi ca vampa ti a fai la tiri, parrari! gintili, chidda vampuliari. dicUj Rusidda schetta m" l'arma nn'avissimu pen=!a muriri, 'mparadisari; fai mi 'ncuntrainu, nni Ora Cd fai mi d pir mia, ? gintili 'un ti dubbitari '. {CaUatut",i-o). ' Vro"za ' T", per tuo, tua. canti ' Nei ' Variante o brazsa, plur. di vrassii, bvaocio. del Salomone-MariN' pi" bella edita da n , Hai\i nodbv 52. Quannu di passu maraviglia, " muraglia; la pi taliari Passu 'un cc" . l'occhi, Sflrriu Idda vidennu la 'Nti Lu so Miatu pil.tuzz" rilavi Chidda tocca ca figghia S"' di Niputi Nascis'i di lu Miatu Porta lu li manu: '; Gaita, in purtafa fonti Rumanu; Sa vita tua ! ii nni 'mperiu mistu lu carta ' Edi Bompietro in di popolo Smidaglia, ' Ecco Sei la alle pi" mani; a il altri medaglia, per traduJJ"ne delicata In fai ui" per ", come (AlimenaJ. il pi" presso minuto eni. Palermo ' e chidda di mi E "*. (Noto). manu gintili, vampuuari ; ca vampa, Ari, mi vera Si' un pvumetti prestu aatotari. si p" focii " torti, e nuii La si' 'ila Tu (Bompietro). sapuriU, Vinizianu Re K sita, la mamma pussedi cui " 'mplccica e 'na a pi figlia, 'n ca Francia, 'n vattiata E cciii dilicata tuvaglia : 'na pettu pi smidaglia lu a pittiglia, 'na l'havi ca menti Si' 53. edi s'agguaglia. tutta ' facciuzza figlia, vostra a mia, a dd'omu Si la viju e mero dei che " non Sei e primi quatti-o " la seta figlia di misto pronunzia. " della una impero, " vera Quella madre base : ohe si tocca, graaosa, ancoi' " viva e si appiccica Nipote nella del bocca itodbv aOO 54. Gei passu (;ci e Arraccamava Comu un Ddu so cudduzzu Dda so facciuzza Ga 55. siti !u slinnardii Aviti l'occhi E la E li labbruzza di 'Nta pittuzzu Li Io 'egio. Una. n as3 ante var di S t Nasc anca uta a Vatbatedda B atu * ' * * Danti Un 11 finu; a di jardinu, un d'oru. Frane e tu u d in a la s ne a' ta vata n. Galta, G urdanu u n v 1 av ntra paradisa {Ccdtavuttiro). moru. marfitanu add a la ca ^ e Sin u muoru. pena pr 1 manu 0 d z ta da pc "u f d e Jta.'nel daieto Carv""^uz%n Sul 1 in a d l on Hav bit final dda u b d'oru, e (ti de e Ten ed Co"aa to nelle ne teni {Marsaht). vivo, i ti l'xdd'min 1 manti 'i Maruzza, chiazza. tia di domanti snpir ^"' popolo di bedda euraddu t" * tazza, vera 'n aneddu viju a s' 'un 'na farcuni d'un Bedda, lu ^ di sta d'un vuecuzza vrazza. carrabbuzza, vui, a ' manuzza! so li 'iia c"i' " " cantata Furriateddu ' " Maruzza, chiumazza; cci vidia loalapena Chista di viiiia dda e ^ dunni passai paru jia = cci Gh'a del POPOLARI GANTI cTie a co 1 ca ved me 1 n a un pa jii a gua e ali, aniava carraHa nota 1 a po" 7o Qu che " itodbv 202 58. faceiiizza Gigghiu 'ncarnatu, ' Puppatuledda n; tutta A cui in to' biddizzi Li 'D'oru 59. Diu a Buttuni Jisti di Vincisti Ti la Di supra Ch'" " 'nta cci cadia dim. ssa di {Milasso). un buttuni, 'nfatata, bella vincituri, dilicata. e d'amuri, liettu un * ; marni. siti vu' arrusata, acqua cci duna e bedda PuppalKledda, li me' a fusti e ^ la cci" curcasti fai calari ; furtuiia manica 'na si vota Idda " a Luna, la me l'haju la verr", a la d'arghientu e li manu; a istanti gualchi Arringrazia Luna, 'nnamurari; luci tu di pirsuna, tua fa' lu ti vidi Sul" Lu fatta mia, chiss" d'ora camini Uiidi ' POPOLARI CANTI vasuni un puppalula, ; 'nzaccarata vuccuzza '^ clic io " pure ! (Noto). di pupa, b ' ' Verr", In molti si dice e, ' 1 j Cadia luoghi di Sicilia oci" o Arrusala, per caria, add. ccki", si las""a cianciri per l' h o chi"ndri, eoe, cadeva. part., che fa ttfficio di qualificativo: di "" itodbv pattola, pu- CAPITOLO II. SPERANZA. DESIDERIO, 0 60. fussi chi Ddiu, vaju Chi volli Un fazzuletlu e oecddu l'amanti nna biancii Un lettu ben mi Dipoi Quannii " 61. dda a sira : truvassi, tia; cu notti arripusassi, mia t'arringraziu,armuzza Di cori 0 Ddiu, chi fussi volassi Quanta mi e ! mia... dormiri e mia armuzza ciinzata porta vulassi, m'accattassi St"ijami li sudura, " chi chi oceddu vinissi nni ! {Palermo). vaiassi, tia ! , Sopra Ca " hi t" ti cuntassi contassi CutUassi , rimperfetto dinocchiu '" per mi la gran pusassi, mia. pena racconterei. contei'ei Kel dialetto liano, sici- , congiuiitiTo corifondesi col condizionale presente. itodbv Li genti Nun chi vonnu mi cuntanu li chi vinissi cehi" nni Fir.;.ru tutti li piaciri e spassi: Mi vaju e rjg"rdati noi 62. Lassassi Chi lu ma Vinissi la E a sinu Pua E ntra la lia Ti " 'n cuorpu lu " miezzu nni ita ^ ^ {Palermo). murissi, tiiccassi; vistissi, ni'agugliassi ; ' mi sepurtura mittissi, suspiru jittassi; un li muorti va', tia; '. lu mi e curchiettu 'na mia cuoddu 'manti ma di quaiinu 'manti ma di d"ttu ' passi rispunniss" : mia, sttlu mi armuzza lassi ? ( Casteltermini). 03. 0 La Di Ddiii, ch'avissi Zieca la d" Missina Granturcu di raiu eumannu a di Ogni mircanti mi O^ni panneri Ogni iratuzzu grazia munti ar"ssi Quattrucent'unzi Chista l" lu l'oru, tr"soni, renuita i'annu; dassi lu noia, 'na pezza di pannu, mi dassi a Ddiu a cci ! so soru ; l'addumannu ". (Cctania). ' ' Cfr. col 93 n. della raocoitailel Salomone-Marino. 'MaT"ii, amante. " Curchiettu, ' Agtigliari, affibbiare, abl"ottonai-e. ' Poi, dentro. " Un canto metatesi affatto di eimila "raoc"iellu, " nella ccoceli raccolta ietto, ganglierollo. del SAr,osiONE-MASiKO, itodbv Oli (ji' Na Mi lazzu dora ( u Ba-ifa chi a t.1 dibia ducenta =11 ii\i) vedere iiopoi tante qui li dum. a 125 p l" ncoido e acchi 1 dU p non mai casa, " * chiusa na H a '^ difisa ento e '" iighiliaa diaia isi ) mm fusi ni la a {Tt Mncissi adisa disia ' varcaneddu la adisi li fmnii Pappenniii Qaantu hti;,a"si si filata ii?':)! facisbi cci eii u i nciirnnag"i btlfa scarpnieddu Lu Ja sta Vecchia mettiri Lu dunni mi "f,hu p ncatinis-i Bignanfa intu" Li eu d argenta n Pi Re un Unacu"a (.he h mi U mi ttc"s"i c(i la purtassi appressa "i foia b5 Ddu hip damuii canzuna Gun h a inj-pgnii 205 SPFiiANZA DESIDERIO, La lolume trovato canti ne mnfi, v pi delia Zecoa lU Mesbinn. iU^a ' all'I qnaai A la adisa legolainente n/hdis maniera elegantemente La Lu Pi E Un la li liattu dui luogo acconciamente Caatelter in disiddra vialitu bi crnparu lu n0ht.i cientu suittou esattamente, nini im rosi futa ghisa ghiei disiddi'a cin usa mannan 11 due il canto si tntiLhi dagh atuppu tagliai! un Vaccareddu Chiusa, Tutto usturen Lo Pi voiiebbe ^ecchm l"lan usato avv inglese Qui Pi ' modo t ntt, awolto aLcoiciaii "api secect nsenato la fianciaa na cliiu^ a la disiddru siaiu li. a di^ddra unzi vaccai! lu diflsa na e n camsa ati'a co^a 1 guardnno tintura e U vi 1 iso Uc la tutti 1 nodbv punt l 206 tlANTI POPOLARI Io, iiiisc"iineddLi, disiu Quanti? la tegn" Gli. 0 E Ddiii, chi vardicatu Ln fuss"ni Li parrineddi di l'anciii Vuoglin d" In Pri capiddH catina lu citicu li stizzi, sfilazzi; ssi biunni trizzi, lazzi. 'ntra patrun" di (AUmena). magli li lizzi e pazzi % \ raga/ia. il/*7"i(i, ii qui usato vuol di Vurdicalu in sciiiio Tab"uteddii, Fusmtni, " itagli Laniagtia,Alcmagna^ : luogo siguiiluai-t" grande, di Burvicalti, d'ainttri, albero *" d" diiu. acci', clie la di tabbutu, e. magnifloo, splendido in Palermo, 3e|"- moHuaria, cassa donna per l'orza maglia, di il cantatore, lo amante, 30, dicesl come di fossa. , llitto diventare credo. d'amore. tinsi, pliir.di mugghia e No, simile. invoce Pedi liellito. nd " l'amuri. ci"ntu a ha' Intendi godi di M' fatta ! Spagna, sangu magaria qualcosa ' t" ha[ fattu Probubilmonte ' si e W Caruso^ di vuogliu fari 'na ^ magna pigghianu st'ai-ma; resta, un 'na Muntiniajuri. e corpu la eammisa {liompie/ro). castagna, munaceddi Vuogliu ' di Li Di 0 'atra petra priziusa In fussuni; 67. * misa. I^i Lu ' latu pedi d'.amuri un fussi * ' earusa, mortu 'ntra tabbuteddu Calanu " lu me a fussi ' 'na vedi la voce e di liizu, Uccio. operazioni maliavdiche il pi" gran matto. "iklruna nel significato di Pi" capo. itodbv lia , nanzi, in- Ti vuogliu amari, Mi vieni 'n aU/ SPERANZA DESIDERIO, 'uti ti puozzu, amari ed ti strincia suoniiu t'abl^azzu e {CasteUenniiii), 68. Di Ca cci di li Unni cci 'Nta la 'Nta pumu 0 Ddiu, lucia farisei la me Guardala lucia celu la 'tia stidda; bedda, d' idda: * zagaredda, pr' ogni mascidda; sciannachedda, m'abbrazzu Quantu e 'na avia russu mi Ane"ledda, dunni tinia [Caltanisselta). curchiria. s" 'nciammau cuoddu Ki Un 'N cci sua cori iu me cunzatu, cummitatu! fussi parsi graziusa mi Idda ben mia; patmna c"mmara la via; " lettu passai cci 'nsitatn, ^ arvulu un mi mi di fami Arsir" Ca la ce" chi Ddiu, " sta arriposa Mortu G9. nn' graiiatu, un lumia, fogli curamoglia Ddassutta 0 beila SiragLisa 'na Chiazza A vinili mi di Palei-mu E a Ddia Luna, lu '^ d' idda cudduzzu bedda quanl'era e.'n terra ! ! idda. {Castelhuono^.1 * ' Si vede subito che gli ultimi due vei-ai fanno parte d'alti'a canzona. 'Nsitatu, innestato. Cummoglia, da cummigliari, nascondere, coprire. nastro. " Zagaredda, ' Soiannachedda, diminuitivo di. scta""acffl,(;iMrt"co, co liana, vrixo, monile. itodbv 20" CANTI 70. Palermi.! persi MuiT"ali la E Napuli di Geiiua E mi tutta L'arma genti Chi nu" Tanno Nun ci voglia so dei Genove^ Po luon ' sorti cehi" focu Fino per g ier" m quali e no ftt A 'Le a vo es ero a i-a\a! a a er {MiliteUo). queste fontane, salvo fuoi'i Porta a' Quattro aite conduce tu a Mon n eie che S. Venti Monrea li? l" a =egu ' tardainu: l'avemu. I 1S4'' ani amamu, miatemu, ca tempo un sbramu, e stimu, no " luci 'he conduce a anno b state (Palermo). taliamu, lausu esistenti 1 ngo e lu la mtrina Nuova ovan lu '' vulemu; ni a ! chi ni ni nui essere queIJe a qualche d cori tantu possano lungo t" dittu pri tia ppri ca m'hantiu pp" alludei-si vita di truvari spinnu appizzamii tempo, Tantu KoD Tui'chia. tia ai ppri beni Quannu " la e la vossi^nuria cu ca * navi, perdiri, e pozza Guruzzu, ^ Funtani, Signuria. tutti li ,so' Abbrazzateddu La la so Granturcu ! chi Oh Quaitru persi li g"uali*, Spagna persi lu li cavalleria,^ Roma e Re Lu 71. POPOLARI Giorgio o le altie e n. Istit to eoad omo a ateddu "mt cu a T fuoco 'se tardiamo non pe d a ao te non p" itodbv 210 Bella, fammi 75. vinutu mi strapurtau E cci vinn" Ca accittiria Fammi cuntenti cuntenti lattuchi C" Ora Di ddi Ciuruta 77. nni Mi mi Nun Mi nni Sap" non. ' Metatesi de! " Soa " Perch" ' 'Ncappucciatu cestisce molto verbo a anolie e rai avv., Passetto le si mi cuni l'amuri Tanticchia, mi di fa sta stidda, piccilidda', 'mparari p" {Gefalit). stancari; dda lu ciuriti, ^. pochino. discosto da Alimena. traspurtari. vedere. di o in forma lattughe n' " sciapite. ve cyipMCciM, qaaliflcaiione di pianta o erbaggio di cappuccio. ' Piccilidda, piccioletta;vedi " 'Mparari per chi arristati. pampini voggh' jiri nni ' venuto 'ncappucciati*, voggh'jiriappressa nni ^; siti, avanzi tastu senza e la stati; siti, lattuca lattuchi vi Jeu, s'.'un nni " disamurati chi bianchi {Alimena). pariti, mi si ciuci cci nn' s"eciu ca simana, la jardinara vi vurria Tastari prima s"ritina, 'na lattuca li Ch' hanna di pirsuna. tutta t"nnira 'Na 76. S fortuna; la me la me pri vaju! {Alimena). Catarina la bella ' vitti a " nni mi e Santa a Siddu Restu ^ tanticchia Sugnu disia, lu passati Cuntentami ' POPOLARI CANTI a p. 57 la nota 4, 'nsignari " del popolo. itodbv Ca idda Li so' mia, a parenti Tant' Ca voli haju 0 .Li to' biddizzi li lassari Lassali ti "i E Poi li pani; l'arginteri, marzapani *; li festi la di tozza su' ca 'nta veni lassali; gualchi baratteri, ti li n"sciu Quannu pinseri, 'n a pr' un sarvu fari '. (Cefalo). cu' mia, a a a ti li c"ncia Ca haju l" v"i idda, ha,juad idda, eh' m"ttiti ad dari; voanu morti 'na bedda, bedda, Nuii la fari, 'nsina a jeu, pi tantu, 78. jeu vogghiu e mi 'un 211 SPERANZA DESIDEBIO, suilcnni, Pasqua lu e Natali. (Montem aggiore). Comii li Patri Speru d'aviri L'ui'a Ora scantu Nun mi Tanto, * Mm-sapani, '' Temo ' Noe che mi sarete io ho mutiate se di da s"cciu v"nni fantasia quannu, sia; l'annu, *. sempri aspittannu. f"ravu ca Misia; cuntcnti e no curu lu nun chi misi, certu plur. curo vui, sempr" aspittannu ! a si vutati volta una Santi a lu nni fussi ohim" jornu pass" " voi lu e Mi Si le vecchiu Sugnu 79. mia ! * {Gefal"). morire. scatola. mar^apanu, pensiero. stai'" sempre ad attondei'vi,purch" io sia m"a. itodbv certo 212 CANTZ Passu 80. lu cci dissi Idda mi dissi: Gei dissi io Ca ora Vidi Mi : : eh' " 'Amniinni " Ainuri, Aspetta " In sapurita sta e mi Stanotti cori so 'na " un mi lu giuvinetla, 'na basilico; " passa duna SI. vija passannu Gh'abbivirava E POPOLARI rametta. tuttu poeii t". giuvinetta; pigghir". fraschetta, e sunnajii {Palermo). " so! nun ' un sonnu aurusn : Idda, la bella, di l'acqua vinia; 'N testa Gei dissi Idda mi Gomu 'Nta lu Aurusu, ' 'Nsiru, manichi; ' : si' vizinsu dagnu vaao pri ti nn' acehiani dugnu Greeu mai la di mia, I la via ? di mia! ' {Alimena). pirdissi, truvassi, simili stidda buon si si ; susu, v"i ezoecu di lu cu auguroso, m., ti vistu donna 8. Chi " amurusu biri,vita a petti! di Rosa haju 'Un ' ti stidda La La dissi ' 'nsiru Dammi " seurata L'acqua 82. : l'aequa la A lu portava E^grissi"*, ctintrastassi ! (Palermo). augurio. di creta, fetfo per Io pi" corpacciuto e ?Jro. Risposta molto maliziosa. itodbv senaa III. CAPITOLO BACI. AMORE, SS. liei Cu' Fici f"ci l'amuri pri spartenza iia l'amaru Ed L'amuri E tu cu Iddu Ili di lu mi Patri, " " C" pu" li cci misi la e cci purtatu a guai, Morti; 'ncappai tanti ! sorti. giujazza putenzia hai, Vinni Ca assai, forti, cuomu ha m' Livarimi 84- fabbricata turri 'na Primu E Ainuri, f"ci cosi Ghistu amari di suonnu Roma e lu sia : me Chi " cci he donni (Casieltermini). Diu, parratu. hai, flgghiu campari piceatu notti. lodatu Papa Santu dissi ia " ? 'nnamuratu. ti l'assorvu d'"ulru miu 'un iu, " piceatu, itodbv Z14 POPOLARI CANTI si E '. 111 'nnarauratu di tia farria Megghiu ia, Papa Santu fora nun { Caltmuturi)). 85. Guiuzzu, tituli cci L" chi po' ti vegnu * pi d" li E di li curt" luonghi Bella, s" di d 22 to Qu Spasa, W he la la g p 'n va l'hp voli e amavi. vnlvitii Ddiu, p" sarvari. e spasa (CoHeoue). ^, leni 'n casa, priziusa; Fata, celit cu' vi vasa. petra priziusa. {Noto). e a 1 gn ^a p t nt p" a nd lodi pe 00 ' vi siti 'na 1 nta so a '' maravigghiusa. 'na esente conf conUm e na 1 p uni ghigghia mante nta e un" ti p ghioja 'na E Quest ca mammuzza, Scocca eiinflssari cumpiuta; jal"i"ri di teni a larga di bilHzzi Funtana Vi batia, si nun ama, nun Voscia la "u f"gghia,"a Amalu, Tutta dinaii, picciottu 'un Patri, un cui faiia, otfisu, flgghia mia? l'aviti Diu A 86. amata dintra Basta Ca d li trasu ^ 1 appizzii e chi " a mi Basta " Lat paiimu ca d y itodbv 87. E Ssi denti ssa vuccuzza Pari di ca Lu stizza vui C" senza Lu cori di l'amanti Supra un punta 89. chi ciatu !u C" vui miu lu danza ^ ssa E li modi Unni M"ffuli, senza fini, putistati? ^ e 'un mia nu catini (Palermo). vi vi flrmaju, echini; avanti mai, scura pri vui '; 'ngastaju, l'aviti vui ^. {AUmena). viriri, a vegnu amata; putiti nun mi vaju vi mia 'seiri *, tiegnu stampata. occiu, e 'n v' "utru arrir", 'nzuccarata; vuccuzza tuoi camini e roggiu siti tanta un Aviti cu mi d" e cori tirali. stizza pettu pettu parrati, 'ncatinati. l'arma e ca nna Vi stu rubbini, li vini pinsannu siti belt" Bella, Di pri 'nta Vn' a tanta botta pri ca Lu datu m'assettu " jornu Ora d" e ferri, m"ffuli cc" Botta vui nn'av"ti y" Ga Ad pettu Ca' 88. ' lu l'ha labbra ssi e quannu a sangu Biddizzi ' perni tu mi luci fai la muriri, strata. {Noto). manette. ogni colpo deU'oi'ologio pensando = Cli'. Salomone-Makino, ' Danzari, danzai-e. requieto degli occhi Non della voi. 151. n. si a pu" esprimere megl donna. itodbv Fuocii 90. Mi ehi f"risti !u cci Tr"siri vulia cchi" e 'nta fussi comu 'Nta pittuzzu cc'" iu cu ssu E jeu, Sentu l'odur" chi Accura Io Ed Nenti C" 92. Si la La " Li bedda era ' Variuni, ' Spij'ari, luntanu. sugnu mi sapit" var"un" 'un vul"r"ti avaiione, peni, lu me amuri; beni, ti vurria cci ^; pozz' essir" patruni. {Palermo). ni vinni ha si lavau chi li me' granni {Cefal"). manteni, addinucchiuni. cci Funtana, Ed colla bedda manu " Questo e Pantana, " mischinu, davanti servi t'amii lu sireni, qoant'" mi manu; spr"nza nun ca anchi li me' n'occhi cu ti starria Bedda, gesum"nu, pigghi quarchi 'un ti taliu Ga la sanu; jardinu, lu e nni e " "rtulanu; un puvireddu iu Amuri, 91. vulia cuntinu, 'qq ssu Zappari G"gghiri ' cori, di spissu m'ardi vidisti un pigghiari a vinotu la cu lu addumava spijari ^ pocu pif^hiari, a acqua ? acqua stiss'acqaa. focu addumari accantu ^, all'acqua ? errore. domandare. verso dodecasillabo nel oanto ai riduce aila giusta fiialella. itodbv sura mi- 21" POPOLAKl GANTI Q" di Arsu siti,di fami dormi Tu vaju pazziannu, ]i strati pi 'nta e di "ettu ssu sonnu; Affrittu vaju, e dispiratu Dimmi: cui lu mi Bedda, p'amari taliavu Ti 96. li senzii Tutti li A Tu Ca c'un battisti, ti 'ncurchittasti ainuri sulu li mi mia ^ mia spirtizzi quanta {Palenn"). somiu. m'abbunnasti; d'amuri Figlia,tuttu lu perdu ? dannu piettu m'apristi, lu e addannu, tornu. tantu paga tia a io m' e ^; putenzia avisti, e sguardu m'ammagasti. t" (CasteUermini). fu Mi '07. Gh'a li cumanni Sona !i Ga E ogni Vidi tu Taliari ' ralogiu d'amuri, un to' sta pri sunari, qaarti, li mumenti l'sriu quantu mi * tu, codda affacci la e e no lu pari. Suli, cumpari; stidda * " 'ntrinsicu ti puozzu l'ori, e mill'anni nmmentu quannu Chiarisci " mannatu l'amuri ! parlari.{CasteUermini). Spiriizza, accortezza, saga^iif". Il terzo Ha; tu e quarto ti attaccasti da verso alla signiiioauo mia tu confondesti [atti i sagacia {iiav conlontlerla). tramoiitai'e. ' CoMa ' 'Ntrinsicu, qui profondo, cuddaH, ; intenso. itodbv bellu, ralogiu d'amuri, Giii soni 98. Ga lu Sona 'ntra E roggia Sina chi Guarda vattiari; f"ci mi tu e l'amuri ch'" onniputenzia mairi ra" Ca mari. sbrennuri, di tutta di lu fonti ki si firmau china " lu a quarti d'uri, sona e mumenta un chiesa La in fa' snnari; tei li modi cu 219 BACI AMORE, : sfari !..,' m'ha' (Palermo). Suli di lu pieju Cchi" to' finn li trizzi Stenni 99. piettu purtati un 'N Ed la a gula Vattinn" C" tu Fa' fa' genti; p"ghiru amanti, sintimenti. ma perdiri 'i faltu ha' M' li Santi, cu mia a domanti, lucenti; tanti spasimar! spasimari di arcu paradisu 'n risplennenti *. stidda 'na Livanti, a {CasteUermini). si' Rosa, 100. Nni Di li si' lu Sanamilla " ' ' PI" ima bella si' galanti di li Rosi Riggina Tu sini euvirnata jardina quantu vale chiamila si chiigi sta variante del bello, pi" fiuti, mmilinita, nte pi(,oeili L'add peju piu o cchj splendido, t pi,j i molte setoiidu giai'dim. ' Sei allevata ' Chioga, chiaja, vhiaa, piaga. nei (a\ ' tanto bello ^: 'ii'pulita, e 'nguetitu di la splendida del sole. nel dialetto euhirita, rosa vera itodbv volte 220 POPOLARI CANTI livir"' di morti mi Tannu Q;,iannu ' (?). 'nzuccarafa piettu staju ssu a 'ti vita (CasteUermini). Darreri 101. Senili Tu la t" lu rispim t" lu nun vidi S"siti, veni comu un Se' jorna fa Calu di "Pri vidiri Ait"vu Idda lu vanedda cu' m'ama lu mi calu rispusi : " Picciottu, cchi" ti lentu me e siaju : 'un 'nta ? '; catina chi sta haju nun sbiu la a stasira unn'era L'ocei"iu : eh' abbentu cani stafu, a m'ameriu e dunami G" 102. porta vegiiu \iju. {Bagherla). lentu, stu cantu; 'ntentu, cara di lu moru Ora statti nun fari chiantu. euiitentu, chiantu. tantu [Misilmeri). Tricentusissantasei 103. Milli sei minuti e Sittantatr" notti Dudici 'n E Sult pi Tannu ' Alzati ' A prima nesci a Mi dam g" inta rata; attentamente si mpoita mi alloi'a vieni 'na bella 'na Nenti fanu livir i letto lu vota annu, un annu, jornu; pinia tantu, si la notti mi i le^eiai no im IvelU canto pr ma " d3imu un {Noto). iicoEduriai divertimento ingegnoso forse un lu jornu; tempu disbazione queato e annu, jornu, un 'titra la Vintiquattr'uri Lu ' fannu duminichi Luiii un jorna cu: paie di uHa I fiittuia anno e letto- bisestile itodbv tia Pri si' di cM Rosa 4. E. 'nnarauratu Accussi Cu di l'arma criju tu st"inari Un' cld la stilla avanti cci" Affacciau 6. ura di l'"utri Stilla ^ Vghua ligatu, tia. viju a luci, facia; seuru vera tanta {Casteltern. luci, tirannia ! u aup nu n S mia; a fici e S u ma u di lu hiatu nmi stilli m'ammusci Gomu tia; m'tia' d'oru chidd'ura Muoni "ia di sugnii cat"na 'na si 'iinainurata, cch"" stirau Ti pirsuna mia; tit di mia Criju ehi adurnata, pampani "a sustenta 22] BACI AMORE, tu g Sghnd ) znna "ffPp H Asstttt alla poesia, canti dal ora n. fti II, Palermo, popolari (Nota nelle 1880; e dimostra, litici provengano della pres. w lefe^eRda arino da canti ed pe m della parte Salomone-M se so pe cr canto Onesto edita met n -te Q m fl tW pe * sue Conti di Leggende secondo me, ee nmer sepp La d ti Bu"gettu, sic. pop. come epici,dai quali non si sono edii.). jBdb, in poc^' cati. spic- a2a POPOLARI CANTI Fina JOG. Binchi lu Sa' mia cori lu Haju 'na 'ntra mi Muortu lia t'amii, duni mi nun addumatu; fuocn di vampa ajutu; 'ngratn '. cori ti fai lu lu e firutu, Uitlu vidi, e saputu, pirdunatu. si m'aviti sacciu s'ha 'un amuri nostni vtnutu, su' v'haju purtatu; chi " l'amuri 'Ranni Nmi pedi li vostri a (Castdtermini). 'Nta 107. di lu Ga la da cu La mamma, Mancii si pri Autru 'un ' C"trtillu Qualla Notjai bella una la quali Hca^ione ragazza, Santusztt, dim. * ' Ddidda, dove ' ai Non pronunzia fo altro di caggia, bi"lizza, tia **. grassoccia e di Santi, nome cortile. ben tetrao in quaglia di Linneo. aolurma: Sicilia, " sempre data ad portante. dell'innamorato per ecco, non cbe guardare ciie inlVequente distanza decco se jiri; ! {Almeno). piitiri quaglia, qui tei,protesa non idda, caggia, 273. quaglia, quagghia, per a ourtigliu, aurtigghiu, per che n. la ssa la tua di fazzu, taliari Cfr. Salomokb-M"kino, ' di squalla, bivi. la lassa l'iiavi 'n "^i 'nnamuraju 108. 'nta scappa chi Santa Miatu " sorti n" cchi" la Missa a * ddidda mancia la misi ca qualla ^ bella 'mpazziri, pri ca n" pena tutti a * 'na cc'" ' fa cantu Santuzza E, cc'" Ma curti"lu siu per anolie istanza canta. in Toscana, ecc. te. itodbv raarcatn, sta Gigghhi Mi teni strittu Mi sentu chinu tuttu l'occhi Alzannu Pi lu spienduri Si min calassi 109. D'oru E Li cci so' su' nutrica; di chi cc'" muodii a s'allammica e voli e t" e chi si 'na ". suca, dica; Principi Re, ', raannuca muzzica so' (To"ioric"). lattuca, 'na la nesci mentri Amala anniirviria, chi so tia. a billizza t" vuogliu li labbruzza Na la petri domanti, e Sangu d'alligrizza, l'occhi pampaneddi D'ora E di trizza tia ; cu taiiannu e ila la l'urtulanu Hgalu e b"umia t" bona Duca o amica. (Caste"termini). 111). Unnici Dudici donni Tridici Ottu dicinnovi Si ehiamaru Di ' parali, addumati pariti, 'nnamurati; amanti di e vui cu vui sta parola sconosciuta Allammiccirisi , penare vinti (Palermo). patruna, cara lingua abbrama, per soffrire , ziti li 'nnamurati. patrutia mia, parrari JUannuea, capi ciurJti, veli li belli sunnu Cara li a di ninf" E 111. ' regni me. gran pena , quasi itodbv 324 CASTI POPOLARI Vili siti lu me Suli siti la me Stidda Vui Un occhiu Unu fa Chistu Bella, la e tr"muntana; mi di li toi vita 'nsinga chi focu " lu a cu' duna, mi l'"utru e Luna, me m'ardi vogghiu io, chiama; cnnsuma e cu' : ! si m'ama sa (Boccadifalco). d'oru Si' damma 112. E si' Si v"i Io E Si cori lazzi li vostri cu pi "u di l"mmu ', disignu, stu chiantu ass"' essir" nn'h" Gei tegiiu. m'aoimantegnu; sfallisciu sorti cunsignu, lu l'armi corali sugnu ti lu forti t" 'n pernu; quann'" mio, cori lu io "u Ed Suli lu corau piiitu, ss'ucehiuzzu cu lamentu. e (Palermo). Di la j"ttatia Dicci Ga Si pi ca 'Io li pedi cu' di jetta l'ancara sta sacciu Pigghiu imi mia, curuzzu beila certu un cutieddu a sta e forti arti, Morti; "utra bella mi ^; ed 'ncegnu cei ha mm ca sa la (?) li marti di beila mi malatia sua Vacci, Va lu malatu Gc'" 113. parti, 'ssiri morti ; parti, dugnu la morti. (Noto). SI itodbv 22b POPOURI CANTI stu M'apru E s' 'un E fora mia sugnu di la l'amicizia Eedda, lu P' 'un si Amuri, tu Ca sai (PaUi). pi vai; io persi abbannunatu, vui. cu 'un prucintu nui. purtatu m'ha' li Santi e ? cunfissatu m'h" nn'amainu sapiri ca 'n ^ st'arma cchi", su'gnu addannatu, pirchi scordu mi vi dass" li Santi P'aviri cori, stu dugnu di Dia l'arma Io vi cunfessu mi Nun 117. pettu, vui. a penau (Ba^heria). Si cuntrastava Lu cui E Una La dissi nni amuri Mi E 39 e ti l'"utra " janca; la brunetta cciui : spiranza. (Noto). aranciu, Pi 'nciammari l'hajumannatu fosse dui: la mia un stanca. nu vita mia, virmiggbiu, allegra-cori; Io non e tu mannasti Bellu, russu, " " bedda " Brunittula, si' 119. mai l'asnuri ! beddu Ch'" " virduri, janca; rosa secutu " brunittula janca : amiu'i s"cuta iu Ed la cu ghigghiu li ghiggliiu'nimezzu lu Spaccau 118. di Oio cchi" (cio" se 'na assai non lumia, lu cori. nostra la dovessi a Dio] vi , quest' anima. ' BruttUfula, dim. molto gentile, bi'unettiiia. itodbv ( siti vui L'aranciu La lumia Ga quannu 120 s"c(;iu si Cu piettinid'avoliu Cu lazzetti E io Sugnu si' lu Suli Ga sutta li to' ra" mi currenti, ca petri ' Allatzari, ' OciMucciu, e '', cci arritiri. pi mari, curri e granatini *, legare, allacciare. maroizsi, uccelli : merli di dim. ocidduszu, Palermo in oaeddu, uccello. toi'di. e Sp"i"ffula,spillo, " Scarfari, scaldare. ' Soiunii viitura ' domanti tiri. mi fai scarfari mi chi pari, nun e lisciare. AlUffari, Merrl punei chi Tu ', pazzi. {CaUavwturo). li ca calamita Gurri ' d'oru marvizzi e billizzi di si' la ' '. pazzi; n"scinu bu' Si vostri " mazzi, merri cc'" Tu Sciumi mazzi ti l'allazzi capitanu Spingala 121, ' lu {Palermo). ti l'alliff" ', " pi p'amari mia, cori, stu vagnanu sita oc"dducci Tant'uomini siti ccM" 'un capiddi di di .cori; v'amu ca e mia, a capiddi rizzi rizzi, ssi cu cu Quant' ' io, e st'occh" Bedda, Bedda, ch'amati sugnu Chiancimi %'Z" BACI AMORE, ma per anche Qranatinu, Etiopia ed anche citimi, fiume, " delia di Messina Catania pronunzia ecc. , gioia in dei colore Germania : del via solo non. dove non di Calta- manca chi , rosso, che si trova granata, granato. itodbv nella POPOLAr.I CANTI ma . donna si' 'na 1^1 Ga lu pi spersu Si no Ca m fizzu mi S"cciu Comu 'na fazzu Ti E li' t" vivu Di Tu libirt" muortu statu cunicchiuni ^ : cunnannari, mi duni; a l'ultima sar"' tu e -; mari, misu m'haja belli quantu ha' di { ihmeiia). tribunali, 'n si m'hai 0 ^ lu acchianu scaluna Cunnannarai 0 giuiani, pr'amuri passu mia, a piaci to' su' chiustizia la pri l'amuri Gientu mi di la Bxrbaiia i l'uocchi fannu Ca tamari, lingui di e Bella, ca 123. li magati, cui a terr muri pazzis ti Idzzu canna cani "iiihii, i fa la ma^aiia, amali di O^'^a cn jiri. (Caltaeuiuro). \ mi la di le '51 corali si amati lu ^ugnu fa' mi munnu Bftlda, ditnmilld 13:2. pazzian, fa' ca 'mari amuri *. {Ciisteltermini). ' Canzona ' Immagine ' 'N Una aci^ima graziosa 'n Bedda, Facisti Sai chi to' labbruz^a Clil cunnaunanu morti, 0 ! a : nata pri su' a a Mun'iali aniuri duci mor^ ai n'Iiai di Cunnaanami 0 fhsti Mustinia la ecc. ginucuhiuni. Salaparuta di gontilo o di Castel tcnnini; s"ti-ove pL-oniiriKia della ddinuciMuni, variante ail incantamenti fflti'", n fiitagioiii, a veramente cunicchiuni^ " nucchiuni, ' ciie fiscali, di Ciitt'iiri. cunnannari vita, o libirt" mi dtini. itodbv ddi' 124. Su' ciecu Donna In cci appi 0 tim"raria, avanzari la Tiegnu Pi chista Tu lu nni Mancu si cci" Oh Fuoeu Jetta vanipi Bella pr'amari Puru ' ' Cimer" andai'e ' lu degno per m' Pidicudiiu, iu chi ad sana: 'n galera, sana *; paisana. (Noto). fuocu, oh chi l'havi nun nuddu Muncibieddu iia mi inartiedda ! : : smiduddu. jitu l'an"eddu, mia In pid"cuddu ""'. piena. di un gran chi-nera, importa incontro oh vu' ^, furastera, 'na focu (Noto). 'taster", vagghiu di a ia su' ^ bagghiana; tanta 'n'armata mia d" cori china, per Concetto Poco lu d" " un'amanti comu Vol'essiri ' jissi nni chi vampa, ? cimer" 'n malatu si amurusa bass"Kzi misa iu un curu vali Quanti! mia ciuri, ed mi 'rannizzi cartisia, eh' t" mia, tanti !i mei testa ci"uru Nun 126. vui tia, a bi"lizzi; menti o voKCia donna si' lu E " la pi billizza. 'stremi vuoi l'avanzati Mi 125. li tuoi Dia, supernn. d'amariti 'mpegnn pi sorti vui e d'anceliea T'amai Signura, Ctfw ' Cina Gomu ' amanti, se una vado poeta. qui fantasia. in intiera galera ; (n" avrei pena) se Ai"\ -si .. /sat"a) armata. picciuolo. itodbv Lu sa' chi Ca sidd'h"' t'haju diri,aiiiiiri a amari mia, a 'un biedda ha' amari : nuddu. a {CasieUermlni). Galofaru V"I. Fusti Tu lu nascisti Cu la t" Ti manmi 'nta Io staju T^nu Cu a 0 Vurria Ca " Va di a vampi T' hanna Ti su' vosi lato a pi a miei, finestra m" 'nciammari, mastra, colla tagghi; sturdi ! tinagghi; ? m'ardi l'acqua ti toni nun surdi, siti surdi e ', s'ardi; lami mi chi m'arrifrisea 'mpiduti dui li basuni a coi'i ssu ca li carni misu vacci carni d'amuri muiiri arriposi! (PaUrmo). tu miu li miei rosi, vidi e dm a li tanti sapiri cui ssa vom mimiu mi piettu amici fuocu 129. qualche tu misu cari Lu a ti lu st'arma ci"uru M'"ti Ca " li li rascia Chi ' ' mi Vacci, suspiru miu, chi losi ncnmmaii dia 'nta piacili muriri, mumenlu un h tutti mastri a di e firimi pi biddizza Dicci Mi di t" E apib^i duri La 128. ' di guardi! li passi [Noto). fQili,_ affacci li ! a chi inaj.?_ li porti, fai^ iuflamm". tua miiesfra. Pare un canto indiri/Kato sartina. darle u" bacio. "db, lu mi chi ti levi tu Siti cchi" 130. D'ora di Cu' A si 131. chi Eedda, D'ora Si vi Di Mintitimi Nenti 'na vaju Io Vinni L" Lu pri tia, me e p'amari a to' biddizzi cori t" e comu tia mio ' La ' Scariri, vedere, scoprire, ' Una quale (calcina) bruda vapiante Ca ' Se ; 'ncinseri, lu artari; un duci beni : arci-ventu, un si cc" la spunta *, l'argentu, avanzanu lu ' vogghiu advirari. (Mineo). ti vegnu Roggeri, e 'nta fari; 'nnamurari a 'ncensu santa v'h" scarpa Conti la bedda fazzu Comu Ja s'havi lu (AUmerta). si nn'adduna. picciulu lu peri, Gran piduzzu ssu P^hiatirai 132. ^ vicina pri 'un aviti scarisci scrima, ssa slritina, 'na e d'argcntu e '", curuna; v'ha ca paradisa lu cacina, paradisu acchiana; 'n dd'omu Havi di la aviti la vui cu menzannotti Miatu vu' domanti curea guai (AUinena). lu'Livanti, adduma mena petri ssi asaai d'argentu e di bianca Ca, quannu E p"tirila morti, cunteiitu Basta 231 BACI AMORE, " quando quasi juntu. spira vento di levante. conoscere. : di tu pedi s'havi a vi riesco. itodbv 232 GANTI a tia nn'aspettu dici d" Si mi " lu peHu Ed a li Ca semu " " " Li mura Li porti Pi nun 'Nta la gran di Comu di su' Longhi " chiddu li jorna Macari, anche, ' Amuri, qui " l'amata, Ve^ " Per ? (Adern"). Y'allammicati; 'un ni muriti! ' fabbricati, vui l'apriti. e e di mora curti la siti. li nuttati li ziti ". (Palermo).- quiete, riposo. AbberUu^ ' tia. la strania. 'un e clii addisianu ' Viderama, a ? cummuditati, sugnu 1 ' ferru a vii' e pena aviri 'na l'acqua ^ bninzu di su' facimu comu cci dicimu 'fratuzzi m'ailammicu, Io 134. mia. cci metta comu dui eaminu, tia ; comu dd", miu, genti {Palermo). domaschinu, arri^ramu Apru 'n ccu giuvineddu Quannu " cam"nu ti fazzu pari un Ga : la puntu. a ', mettiti * viafiteddu 'N sint"mentu si, vegnu iu videmmu Ed nn'affrunfu; iiovii Ainuri, amuri " ', abbentu haju nun diritillu mi ' Macari 133. tia p'aniaii a Bedda, Di POPOLAHI 2 stare con ta quale lo amante fugge travesteti- altres". pure, la nuta potere perfino, di p. 223. insieme lungamenia e frequentemente. itodbv ao* CANTI Si dici m'ha' Ca 'Na " l'isea sula cosa Ca la sunnu cori mnoru haju lu purtari a a L'uoechi Lu tia nn' pri ca POPOLARI m'ha mi di adduraari; diri valiti mi bruciari. a fueiii, lu e fattu resta 'un e 'nfiernu petra e muriri, a : cunlinfari. (Casteltenninl). Gom'ha^iu 139. Ca d" Di st'occhi tutt'ur" lu V"niri fina L'amuri mi Pi nu vSi squagiir" Pi amari notti Pi amuri canipu Pi amuri, bedda, 141. paci mi Venire ehi 'mmezzu finqua, fuocu ? (Cefal") . 'nguientu. sfarria. lu juornu unn'haju abbientu, e di n" malancunia; la duni casa mia. e fuocu l'affanni clii l'avrebbe sientu; viju, n" di la vita a locu; lu coma cuorpu ' mia, a pS' gualir" senza vcgnu Fuocu, Sempri ma ! jocu; e 'statari sta a lu Quannu ddoca " 'iita stu b"niri sc"nni tia, pupidda mia, porta amuri Bedda, ' cci Pi la a cc", cu' !u facia ? a amuri Piersi menti me pettu t", lu spassu veramenti Pirch" 140. la scurdarimi a siti la Supra Si fari a stienta, trova lu a e li a ma tia. (CaU"lica). cori, diliri; latto? itodbv f Cu \Iii bedda Alfa a F mm llu F K C " t e na p m P avi li 1 A N L bb Ca ORU Conu n nu lu 1 d d d pe I nn a 11 a 'nfinita ti ia n og amata cca a n n calamita; u vi ssa n rita; Fata, n ma a addisiata, na t la eh Id A liti u puiita; ap di o ated a Ite tata Id uzz va petra 'nta"iata, iz ai 1 u " vu tisori, " t t ott I ! lipaliri!{Cattolica). 1 nt martiri pa"ori; an g 1 U D L ni e pracirj; tu ota 1 l ti titi e pat 14 peni p u orpii mori, t t ta d u ^ t" 235 B"CI AMORE, (Alimma). stai, ti n" o *. vita, fi -nari, 1 ia sita; itodbv 23(5 CANTI Notti jornu e Fnssi di vui m' 144. mi tr"tu Vajii di notti poita Vaju pi La " Io cu' ' 'Na co'-a Na vasata li f^uda affaccia mi Cu' ti Vu' siti 'Na parola Su"i ti ed sapudta di ti Vun'ia si l'amici avete ' Frequenti " '" Un perdere bacio la vita 'na vasata, iia lu iia lu e {Camporeale). si la l'hannn ed ^ vita! a guastu. gustu : mantu; bustu; tirato. ne' in astuta; s"ceiu 'un e Vui siti lu jippuni mi saluta, focu dari l'haju a siti la fodelta Che (Palermo). ammiiata, 'i to' stu cantari s"ceiu ' la dati: tegnu sarvata, Sapissid'appizz"ricci la Vu' aviti; talia,di pirsuna muta; 'Mmueca Nun 'un matinata, !u frizza di li to' Stati, li mariti a sirena 'Na 146. n" "ui vogghiu, %idd" di la : faciti; poviru dati ^, rimiti; la cantati ne' chi {S. Angelo). ? l'addannati zoccu "voggtiiu raancu Quannu calamita comu "n partita ; dispisari la cu fa mi parlari, nostra comu vogghm Stidda vurria pozzu poitd l" cantati nun Ne 145. la "tu Di vu' cu a.ccurd"ta Comu Cu POPOLARI nostri bocca canti io (di essere te le gite di notte. l'ho ucciso a dai'e,ancbe sapendo di dovei'ci 1). itodbv ^ Vu' siti la racina Vu' siti lu tinieddu Dammi si G" iia vi ed ^ iia la viegnu pri m'agusta pistu; iia lu mnstu; ed quanta vucca ssa 237 bac" AMORE, lu tastii, *. nestu { Casteltermini). 0 fa ti lu Rusidduzza, cori Di ti criau la dari 'na lu 'Nta lu 'Nta la frantidda Doaanii p"ttuzzu ssa arreri Tornaeci " Suli ca vuccuzza {Palermo). vasata. Mastru, giusta "; cc'"ni lu vita, l'anticu munnu t" cularita, jumata; dda ti criau cu " diiiiami a ca amata. cara pi nn'"mu Bedda, Ga prima 'ntrata, " virdi mentri rosa L'oduri 148. mia ripusari tu La "*? d'oru, litizola di sita, Gh"utnazza Pi la boraiiiiiivita " la farria ti ]a D'oru chi sapin Viirria 147. lu 'ngastu, d'agnstu : ti tastu. si cci senti austu ". { Caltavuturu). ' Raoina, uva. t"iiello. Tinied"u, " = Il canto ; munte pi'oTjabil ' Boimninuta, '^ Cu hi mwmti venula, aiiialgdma di va arrivo. giustii, proprio quando e itodbv 230 Slasira 149, a CA.\TI POPOLARI li da'un e la Tirati lu licchettu 'Nta 'N 'na lu li celi Vitti stiddi Li Stu c"amma Tu 1 ' ' i'arla pri di diiu. dunucchiedd't, di Sicilia. (Borgetlo). flci la mi Lijaa. li strati ! 'mmif"zzn "firabliilia,add.,che no' ed sustantivamente, citato a p, e Tirri"Mlia, add. sua dinocchiu, per ginOL-uhio. bado. popolari " notevole quasi sempre trovasi l'incontrarlo clie celebra il in perato ado- quelli che cano indi- Vespro siciliano, 103. dim. a canti tr"onll;cosi noi canto Vasuneddu, aitera pec ]"lur.di paoii/jhinni, pad"gliono. " vittorie gunoochiu, func"n, bocca; pigliasi ancha di diui. Pcwijyhium. ' ^; TiiiypiuU, l)Ut"jate. ' ' storia, tirribilia 'ngamiu il' jia !a donna. la Funcidda, * chi ^; mirabbilia purtasti vittoria, Murgana Guafda, la vittoria vigiha; farla nni d'oru Si' la Fata Quafiuu ^ " foca vLiecuzza ssa 151, ' (Allmenu). Gloria, pavigghimia e ! vasati. vui crada l'Eterna cu vasuneddu Ca di misi dui e nn'appi labbra eu Ddoppu ' : siti, amurusu la funcidda dugnu Labbra 150, ehi vistu vi mintiti ' cuntati mi Quaiitii cosi d'amori Vi v'assittati; gmiiicchieddLi ch'h" -, poi trasiti, e d'amiiri se^ia capti Ora tuppiati porla " chiusa Siddu ', viniti vai posta o d" vasimi, bacio. terribile. Nella , crea vocabo"i di il popolo fojja della iias-sioiie nuovo genere. itodbv AMORE, mi Ca s" fa Quannu Vi scuprii'i^ f"ci la mia pri la ad davanti Ca la me a una, : ia a ad una cantati santa Mittitivicci vasu pirsuna, nicissilali. priegu, nivuliddi, Faciiimi 239 BACI Luna, bella, e po' passati. {CasteUe"-inini). 152. Di Di l'aria mi mi supra Tuttu a Ca A E Cu mi notti l'occhi mi moriri li so' ' Scupriri, per ' Le a sta so fi^liia, vogghiu purtari! (Palermo). starimi taiii ca ti mi cosa mi fai gradi ^ su' p" facisti batia a eh' p'amari ssa gintilia. e 'un spirimentu un tia ! cu m'ammagari, e puortu Figghia, 'nta E jornu un biddizzi, amuri criju ca Trovalu 154, dari; la voli mi jornu e L'amuri C" ginirau, putissil'aria purtari 'Mmenzu Io idda, pi cunsigghia, duna matruzza Chi 153. mi s' 'un so la ca mi matruzza ad lu misi mio cc" marinai Appressu so m'abbruciau; e mairi so faidda, sta cadiu l'amuri 'Nsinu Si eadiu a passari, mia. haju tia. f"stivu la vostra a fari, (Palermo). nata, dota; scopi-irl o scupriri, acoprire. grate delle fln^tre delia badia. itodbv z"o popolabi canti Aviti Ga batissa 'na Finciti 0 111 s"n'ziu ti vota; ca quanti! cci Manca maritata. sira 'na va 'mpignavu vu' a fici In Pf' avirivi pri vitti mi davanti, cc" dissi : V"sala, prejatinni^ ; avanti: Passa ^ " e nenti dissi mi n"n soggira mi Ma siilameoti. spusa e li Santi a cci passava Arsir" Idda vutu tanti, a parienti, '"ilpignavuamici, 'mpignava Ancora {Palermo). batiota. cent'anni va Bella, pr'amari 155. vota; nudda malata, flnciti foddi; e purii C" affaeeiari vi fa nun 'ngrata, tanta . diri nenti 'un *. {CasteUenn'mi). nn'Iiajua jiria ili 156. 'nfasciata Fusti 'ntra Tu s" notti "Chi Tajati Gh' 'na coma " * e joriiu " 'na comii culurita, rosa " quanta aita, vatUata. d'ora vaclii un di fasci 'ntra Magnavita a nutricata. i" la f" biddixKa Dumi' E stari rnssa bedda ninfa e 'mmuttanata. zita, la me quannu " ! armata {Alcamo).. "ii 'nn ' Prijarisi ' Rare ' Tai^^ialiati, sonu ne' cosa, nostii dUettai'soiio, prenderne canti cedeste Mamme piacere. educatrici. guardate. itodbv 24a eci Arsir" 160. vitti E Era Maddalena a 'nta lu la sdruvilhi addisia marinaru ogni portu Lu bon si ili Lu niaritatu Li iu E Cu 162. siddu cura 'nta lu E Viva ' Con oouto ' U ^01 una chidda i manc" agdz/a seguue che 'ji si 'mmarcava; non quellu col cadesse la rina, si nni raoddu e di purtava sempii Java '. riggina, ; ! Missina cncava! {Palm^o). "spaventa [jncciotta schetia) a {Alcamo). Marina, stidda ch'io lisvegliate, c^a poteva Pix;o 'na pettu ^ murritusa velu un aveva Palermu, Napuli viva E Se cci testa a spusa, casa pedi 'ntra ant"cchia 'n'autra 'N lu sciddica so la a chi mia Vitti l'amanti A 'na java mentri Assira Cci la picciottaschietta 'na spala, basa a addisiu l'amaru ; rancidusa; chi russi : varca, 'na " addisia ' (AUmena). purapusa addisia masciddi dui avia; m"a. 'na navi 'na surdatu Nun li modi cu Ed parma, si spagna sdruvillati,idda la vu' Lu di lettu : l" vrazzudda chiumazzeddu Si 161. durmia ca un banna, 'na di passaju curcata Pri ' POPOLARI CANTI n che ^ oglia ruzzare. Questo 65. nell'ai^ijua itodbv 163. Vurria " di li me' E " chi Speru " " " Li porti 0 bedda, Nun " d'argentu, su' pensi l'occhi tutti Nn'arrussicau la E abballajinu Satta la T"rdri soni*. per certe occa"oni col suo lu dire o a la di pel modo ' persone ciatnm", ' Vedi {Nola popolo ai suole " lofnsciini dai il primo pr"jiH, del perj^tto, nella Sonatori pres. ecc., e Balli, forma 3*3 pi" italiana del v, I dei ad pagare ora dalla quando canto quale finLscono " assai p. La popolare, da giovani d'ambo d'amore, nel perch" (pressoi marinai), si suol innamoramento porgere. ballo qualche che quando a , si danza suono, quando sonatore 'ngHsetta di tali balli ricordasi descrive da la bacati giovani a qualche Allora del '. ''?(2'er"i.i"f) prujemmu pagamento ecc. la tenuia strincemmu della manciammu, Presso lu Prujemmu prime nui guannu a ; li strincemmu; chi Uno onde ridemmu tuvagghiedda quando casa. taliamrau, e U minuto ' ? suspirammu, manu fasola, la tarantella, questa sonate nni {Alcamo). abballammu facci,e poi li invitare taacu-e-punta, i sessi ,' e dui dannati, vi trasiti. allegri la brigata sonando violino a sona pura vu' tinemmu 'Nla pensi faciti. 'nz"mmula siritina chi Cci i"rmati, su' e mia me' Dda abballanmi grapit". mi pri chi quannu Nn'aff"rraramu com'" dannar! vu' pariti. spirati? mi porti U vu' mi chi porti, intra li Gei 164. ' bedda biddizzi vogghiu Grapu cci taliati? sapiri chi Taliu, pirch" vui " z4s BACI AMORE, drona pa- nostro, stupendo di due cuori. di terminese tutte gli otto versi della miei nostra UH e le man- di Pa- Costumi, edii.). itodbv 244 CANTI Mi 165. 'nnamurai Quaiinu Cu 'na lu !u a russittedda La E quantu 0 Ddiu Vita v'avissi aviri nun aviva milli v"i di la me lu Trovi mia, t" 'n e suspettu; gilusia: cori 'n n'eppi ti lu desi si ni *! purtari ! {Bagkeria). a stari 'n dubbili nun veni, pi muggh"cri, vita, anima ca vi sapitifari la mia e 'Nveci e di non Veni va v'avissi Amami Unii i li soni mia lu mi ea vi chi teni, a Sempri Pri modi chi chi * abballar!, ' fadali cianeu, peri vostru vi vitti sona manuzza L'"utra 160. di 1" la a POPOLARI vidiri pettu; lia a *, l'effettu; cori, anima ritratta 'ntra mia, petta. {l'iazsa). stu * 'Ntxa 167. loc. Costumi^ ' vi Quando cit. {Nota qui Si descrive la = al ' Quanti ' Uno della con la nota ; \. di p. 2(3 ed 1 mio! Usi e edis.). delle una fissa, tegnu ti lass" nun pres. nosti'e mano od di russctta, occaKionalmente modi, quanti movimenti che ti donne una cocca qiiaiido ballano. del grembiale e dajico. RtissilteMa, vezzegg, naturalmente Vedi mimica E^se, difatti,sorreggono l'altra puntano chi no ballare. vidi mia pinseri dubitari Nun ' lu n'ebbi, lo diedi a b l'areola alle mimici che rosea si ha o sce na- gote. sapete voi fare ballando te. itodbv ! Comu Ti prima, sempri era scrissi 'ntra Si chi campu Amuri lu chi mi E lu suppilu Cunsiclirilu 169- tu vinisti un'ura l'ucciuzzi* Meli rus"u Vaju t'haju; disia, ni vaju ti taliu, eh' haju; e ti nun ' ; viju, cajt".{Piazza). pr"zziusu, a tuttu vulisti nun ' sciaurari ! ^ affruntusu 'nt"ntara jisari? ^ t'ascutu pari d'alliccari. mi navetta comu piniu, 'n terra e cc" ; st"ssu, mi clii pena parri, comu Mi e eh' " bella Pirchi Si uun t" zagra trapassa e si d'aranc"u Quannu chi d'amuri, dibbulizza ti cassu; min mipariunspassu.(P('"s2ft), piduzzu 0 Ssa fia stissa, spissu, suppilu 'n passa di e 'nfernu sonnu fu quannu Moru sina In a chinu Quannu, E e muriri a persu 'n nomu lu su' pri tia stentu sentu Haju t" jissi'ntra pura Moru,epinsannu 168. cori sta Ripeti! sempri lu Mentri 245 BACI AMORE, 'nciammai d" 'n susu tia, chi e cci 'n jusu ', haju a fari P (Ckiaramonie). ' Io mi yo struggendo Clio flore a poco (d'arancio) ' Codesto ' Affruntusu, ' Tlcciuzii, della parlata, ' Se tu parli, a poco, oh com' " bello a odorare 1 vergognoso. io ti sto ad occhietti. ascoltare come uno stordito, uri tontito. ' Vo come la spola (del telaio)in au e in gi". itodbv r.x- CAPITOLO SERENATE. CANTO, Vcgnu 170- scali cantari vuci 'na Jettu Li a Lu ,171. E Ca ' tu si durmiti a di lu Ancileddi, a siddu saluti a ssi bell'occhi mari li siti la ; soru, Santi; d'oru, acula si 'ntratteni Saluti,bedda, su' vi tutti cu camini Suli Salutu ' avanti; d'oru sunnu petri damanti di paradd"su cchi" passa nun l'ancileddi ca Quannu Lu e palazzu d'oru, stn a li scaluna e Turniateddi Griju IV. lu Livanti. durmiti, non li mura ca {Palermo)^ ! tiniti, patrana; angioletti. itodbv di Vui Di 'Nna un'aquila pariti: luntanu curtu eurtu e di li beddi Ca lucenti una di cchi" cosa S4/ SERENATE CANTO, l'"utri tiniti, la purtati Luna; {Catania). cruna. * Vinni 172. Sutta cantari a st'arcu Dduocu cci d'amuri stati fi"stivu Li pittura Pi dipinciria joma e vui, facciuzza li billizz" di su' pinna; 'na cu misi ' 'ntinna; gintilidonna, vut, v"siru culonna, sta senza pingiuta ^ Ca Quattru sutta L'occhi, li gigghia, la i"na; sta donna: e vucca la scrima, {Castelbuono). 173. Cara Cantu c" Aviti Li E vosci moda mi tutta d'Avula, Palermu parr" lu Nun Chi In Gc" ce' " tantu eantai'i; cantari. Sarausa, Murriali; e 'raziusa, vucca maravigghiari. (Noto). fa no vi fa amanti d'amuri tantu nun no, durmiri lu vostru strumenti di fannu ssa munnu durmiti la scusa, 'raziusa, patruna Tuttu Cu cummeni vuccuzza Quannu 174. mi la Siti mia, fazzu patrona e dannu; a va sonnu stu cuntornu sunannu; itodbv 248 CANTI Sosia di p"u Sonx pn quantu Tu snla Jin Lu la a eci C" ce fa e cu Affaccia Sidda f lu to nha e nti mi dicia ^ presela e " cu chi carnai camma,! tua. mi muia facci mia amanti e un'ura, biutina na ' (Torturici). piimura, li to e annu; cuntornu, stetti cci e un stu i jiii pazziannu flnestii ti jornu, ce la cilamita Ddassutta i e Bagaiia li to Sutta Ce ce cuiuzzu jni sini joma beddi mi me Io '"jra quintu Pri 175. n POPOLAR! di Luna squagghia : eira. comu (Palermo). 176. \imia nti. !i untiu Allun ehi su E ssu \niicu^ E nta guditi lu VI Eu vaju Sona 177. III Sona Di tu a Sagnuii (itaiia vogghiu Salomonb-Makino, " Sidda=Sisiada^Rti]^dda, ' per ' li strati e sti dii n li imati, con dxmmi sapiri n, vuci; bona h^si nni Cfl-. Vianou pi iiciri cureati, m duci dammi ' ' lettu cantannu ciuti, adduimi sunnuzzu citirra Shannu Si tutti nniinati, liuti, boni (Camporeak). lena, ciituzi: 239. Rosalia. bianca. Jicari, piegare, unirsi. (Veri-".giorno che) si dovranno unire. itodbv ZW Un'ura Si' bianca ssi labbnizza E J"incili vidiri lo vi la Bedda, to' billjzzi mi Arsir" 181. Dui a stiddi mi Una 'n'"utra vennu a li du' Stinnardu uri, a 'na la Tu si' la Un 'ntr"ccicu Vincitoria, lo stesso ' festa ia li du' (Palermo). ': uri, vitti calari. ciuri, - ^. assimillari principali, ciuri, lu sugnu d'amuri chp euntraria maggiuri, Cr"sia ed rosa pi aria, mimoria; di rosa potti d'ogni gioria; pi vincitoria mi d'ogni Colonna va 'mmanu nu mimoria; dormu tia a parsi aria nn'aspettu mi nun d'aviri Speru (AUmena). jettu in io dormu si la sorti ra" di tia io : parti sulitaria, j'eltua ea foco falli addumari. la va sazziari; puozzu vi la unni quannu Li E mia, varcocu, j"ttanu to' canzuna Pi E li cu sta Io E mi nun e lu comu jocu, 'n ripusari. lassatu russa e manci" Nni 180. m'ha' 'un tlnutu m'ha' notti tutta C" ' POPOLARI CANTI a avemu vittoria 11 4", fari; 7" e 8" VPr';o si "osi in Monreale Pn spinelli li COM Tutti mei Seguita amiiri, " ' Assimillan 'JVMcttow, a di stjnnardu . cuntraua, Viunu un ossimigliaii iittoiia dan vincitona r1ssomlgll^re, diausmere b intreccio itodbv Cci E Ora Turcu Re lu Fermati, porta, fa E fammi E siddu diciti Stasira l'iia vinutu Stanotli cci ruppi vacili belli d'oru a E varchi E hastimienti jittatia E di la bella mi Quannu cantava Pare ' jlfi ' I versi " Meati 'nsigna"u, g", 3", a la tre gnuni ' ; d'amuri. fari di f"llu (Casteltermlni). zappagghiuni, un vulari, canti. m'addestrai. velatamente espr"mono gnuni, la mari, canzuni m'imparai, 4" supra abbrazzari, l'arma di il contesto ' '; vitti l'arma basta Mi funtani, l'abbuccuni vistu nn'baju basta Mi 184, scaluni; tra tra (Bagkeria). ^ lu E un avastanti, visitari. a 'nsignavu hajii vivutu Cci affacciari. amanti, so mi la bella A Iu cc'eni ca Santi, Ddia " nun ; arrispigghiari ; la faciti dormi di la me mio l'armu {AUmena). 'rriminari a a '. jiriavanti, nun miraculu pocu : ealari ti fazzu un un dinari, sti canzuni cu ti stari nun 0 Cci li soi pedi mio, Fermati, 183. iu 'n terra celu Si Principi e Barimi, cu cci vegnu Di t2. vinutu hannu 251 SERENATE CANTO, messi in non una cale, tenuti medeaima da idea. canto. itodbv basta Di inenzannolti Mi basta l'arma Si ddidda dormi Comu eh' 'Na hajil cci Eu Tannu uicciotta Tu Va canta Haju un Ca figura si la di maritu mia " ; turnari, mia. cu " {Termini). curiusu, m"a; porta gilusu, pri mia; canti picdottu im : tua, c" tantu ch'" ca si truvgssi Ma mia " canti arrassu passaci, a 'nz"mmula ca : dumannari; a vogghiu ti curchi Quannu ' vuci \a Nun ' : ti vuci la cli'avia s'asci" ca cantari, cehi" vuci mannatu dittu canzuni pozzu la ' l'haju m'ha Idda 186. 'un persu 'nnumani; arrispigghlari \ {Ficarazzi). falla pigghiau si la Idda lu a li me' cu p"cciuttodda jiditali; addinacchiani 'nfina cantava jippuni, un e stari Tarma Mi A fi"u 'n'auggh"a, Senza 185. c"sii-i l'arma basta Mi aTuurasu, . Nenti S" tu, varianti Tre la iu di ti questo gilusia so ^ : acchianari picciottu, vo' Guntenti " ' juvassi faz2U, susu, mia. armuzza poi'ta la raccolta cauto {AUmena). del Salomone- Marino. * A perch" ch'1\aju persu, ho iieMuto. Queir a che significa perch", giacch". ai trov" = S'asci" ' Juvassi, gioverebbe. '" Nott a passari, approderebbe a nulla a passare la sua per caso. gelosia. itodbv 187. Vinni Fri rt"diti Nn" E cantari a v"i lu * 'nta * ti metti Dui vanedda, inidudda; Nn'haju ? cartedda 'na ' pidicadda*; l'occhi cci nun grana la e appisi l'haju senza Quannu t" sta s"nziu cutugna 2o" SERENATE CANTO, vai " pampinedda a la fudda... 'mmenzu (B"(/ftm"). 188. Vinni Forsi Mi A 'a 189. Pri d'ova E di ricotta ' " Sol sino, idda ! rosa suvrana ; vintina, vascedda "; sana ' cristiana; Pasqua rudiriti, (AUmena). siritina, sta 'na " quattru praeintina la di dati 'na ancora f"rimi cc" la casa, vui, donna a uni clrasa, 'na di gigl"u,ed onuri casa, quarcosa; e palruna " mi Datimi duna nova acqua-rosa; cantari a dari E nuditi, la lu maritu Vinni Pri detti bella sta prunidda v"viri mi Ga ' dui 'nta mi patruna detti CJi'" " cantari a roderti. significato di cutugnu yedi, la nota 1, di pagina 61. (ktfiedda, corba. Io le tengo ' OcaM " 'Na ' Praeintina, a appese senza occhi pampinedda, vascedda satia, s. m. che nna abb'ano mollemente intiera pi., sorta picciuoli. di socchiuii. Ascella. caci di Piacenza. itodbv Valiti Datimi firmiti Ddumanna " Tu ha di La Vige ' di a' Bim"li venire a come Una " tej,nu : li d di c"rii (Palermo). sdegnu e orasti. ^, gaddi, e peddi; e vicenda a e la fe t ta ib g" che lo pi", d J br gate a glia dove n pagnamento accom- con a va cotta i uova la notte te r fermarsi caci e cose cantatori. poeta poeta sfida poetica col PuIIone, un di Noto popolare un di vedere, egli A. Dotto nn tempi pe' suoi di era Tripi. di tuttu oggi Porta Catania lu sugnti, Regnu. Garibaldi, in Palermo. capretto. Ciavareddu, Feravecchia Passalacqua. Pavone, Rignotttt e pi Termini, cos" celebre : Ammuntuvatu ' ehi gaddin" " tutti offerta, per faccia variante Porta dugnu cutignu ci avare muaicali; strumenti Roccu ' nni ti cosi tegnu v"nninu l'usanza comuni Ocahiw-di-puroi, ' * voli ai. visitino Santo la brigata li giaii Gunzaria la ili alcuni Sabato del lu ', castrato. Crastu, 1 li i (Terrasini). sunnu cci ci i Vucc"ria la 'ntra E Regnu pugnu Termini Feravecctiia Dintra ^ugnu ip utenza gilusia Porta Bui" lu vo ti daiio iddio 191. on pinzili joinu D nt '. lu chi quantu cci Un i la lana di cantatuia quanta Tutti t tutt pi tutta cu di purci AUununatu Di '" crastu un Octhiu 190. signurina? megghius falla e Vacciria, piazze per mercato in Palermo. jBdb, da nuto te- Lu cascavaddaru Ed a la fera pupi di iu E "" Di la Di li D" la E d" " nni pagu li '. li ^ {Palermo). pinni, l'ali ; di 'ntinni, marinari. tu', bella, vuogliu li capiddi, chi staiinu " data nu' "mu licenzia tardu Gh'a e mia Pueta E vuogliu li so' Gumpatitimi, 193. gaddi d" fadeddi galeri nii" vuogliu varcazza li scr"isc"u lu palunima Chiddi La cu pezzi siti "", tammureddi. o canti e sempri Ca ii cascavaddi cu Si' cantatura 255 SERENATE CANTO, 'un raancu Licenzia " notti,e vulit" sugnu : jir"a r"pusari. nobili signuri, sentiri ca li s"eciu cci addimannu a riali ; testa jamuninn", a vi nn'"mu ssa a cantari; stampu canzuni, allatinari a sii ^ signuri: jiria 'rripusari.(Bomptetro). jBdb, CAPITOLO PROMESSA, DICHIARAZIONE, 194. Abbiti Ed Ti li a Salerno le per sue vuoi ' E * Questo dei riscontri una variante lu a sapiri vua l'haju pi" entra So Salernu li tri vaju tia cu la d'una volta percU" vado 'stati ? ? Maistati; a pireh" 'mmiernu Palermu, fonti vattiaru cci Pirchi ' di mura la di jardina vattiaru Unni E li a la unn'"bbiti sapiri COSTANZA. unn'"bbiti sapiri Vnrria Viirria V. ^ Fati; viegnu e '. vuluntati ne' ' canti, ofa ? Casteltermini), le per mele, sue ora fontane. tu sapere ha canto in bellissime Liguria di (vedi chi palumma lu congni Nascisti 'Ntra Palermo pagg. S2 e in e 10O|. Tei'mini; ISceo Termini Bianca Ora in varianti Toscana e vengo? e a lu li friscu jardina palazzu di fusti di di So !a lo "mmemii, 'stati; Palermu, Maistati; itodbv ti (jui 158 CANTI 197 Nun ^otu Nun E di su La volu tu lu e Io tantu Pi iTvira l"ti cammiri Staju sh i a Cuiiizzu A ti arauii U pigghiioggiu minu di Figghiuzza lidu na lu pi {Piln vnua dimmi ni vinennu pi^hiai e sicutuoggm mi nun "saioggiu sai pigghiioggiu la pigghiu La vutai un u pigghiai ca mpnha e sempu piloi" ' vutuoggiu nun nun statu hajn SI 198 vutai nun vutuoggm Com POPOLARI iiii ertimi iuntanu via tantu It no) amari a vu (iiapitimi Id porta quantacchuni Vi dicu Va^x \ i"ggliuzza an ca L occhi stampati s"cciu S t lu No * Sarogg * F"qghirogo * SicM( " Ammira ' di li Sint comu to) n u ^pecc amanti tu e nun mi ta o t h fiunt to , diamant peti! autru a no) cuiiispunni nganm vulte ni i saio u t tst -ut p g" e " seguiter" u rogg 'Nti per nu fidili to (non ' vo SI amu " tiimaii cu Ihai (P dii miui * ca cipidduzzi N tutti \\ ^ Mammru Li dammi li belli cu cchni ncnli mn lifinu \ nm Bella 19^ piioli e dui qu n a a o 'spe I '^j leo u itodbv h . DICHIARAZIONE, Nn'"mu amari Ivni vidi ":;quannu mia a mia nn'ha' LassatimOli Si m'ha' (Noto). smuovi, chiui ssi ^. ccepacori, pareli, chiujiriti chiuji; vua piaci a Diu, Tu '. grazii e fa\'uri; avutu diri du' si ti pua ti subitu mia a sti cunti fidili amanti. tutta ca li fari cctii" DI E dui finestra ssa Nun nui 259 COSTANZA cori t'arrubbai, 'n s"cciu Lu 200. PROMESSA, di amari furtuna la e con, voli, iia d'amuri e ^. (Caste"termini). Nu 201. Di siti bella, e maceri Maria Nun f"ru Ca ' \on ' Que"t (I^ta ' A ansimiti " due Anche e di che di che me Mana ono Inae aveano i e nisciu, fattu Ddiu, *. nascin, vi ^; purtau geniu mio, cori, cc" non tu U mi "o ^Itie raoioni eie t vedi tti ti subito efticaussima {Palermo). l'asciau. nuovi ti c)iiudi che paie stando a dentio, tradotta ooee". dalle Latini accompagn" v ha quannu lu quindo artan Piobabilmente o di \ei^ finestra nari Re [inestediiaccheie fcC Suli l'aecumpagnau a lu cerca cci donu so siti bella Cu' vi li Tri In Ognuou lu e maravigrghiau; ssi bi"lizzi si Ga E l'arba spacca (piest" 1 opera qualche sua) inteipo'azioae o Dio nel toniiaivi intrusione di parole. itodbv veisi abU Mi 202. lini Vajii Mi fazzu a t'h" 'un Nun doraiu nun Supra 203. si' Tu E T" cci 'Ncatinati sai Lu figgilicci Pi specchiu Li N e n n Allude a Di donne eoscnz C oc "ita 1 ve iicc"ru o Pu" U fQne o s uin e es-e flcli spowri aru 'te era t {Boccad"falco). siccaini '-, decora. chiaro, j^ua e a quant e n ' j ccoiito. a al 1860 ra" guai ? virga d'ora, lu 1 pv one quando al lu ti tinia 1 a onottki i lueD" postenore ' il ott 'n guai, dui; tutti dui semu anni ddu' stesi te vui. a li to' a tutti chiantatu Pi hai, nun .si seiogghinu sii quannu Galoffam vui; a p'ainari a : fabbricai, eurpa teni nni Quannu 204. io dicu addannatu. vintura nn'haju mammuzza ti lu moi'u vuiiri di ^ c"atu; cu d'aniuri picciotta e mancu clatu tia, munti 'ntinzioni Pi li flcu cchiui, e cu un l'allammicu, a quanta pututu stari pozzu Si " nn' coi ^; lu 'nnaiiuiratu, si fa F"mmini pedi un \ iiicu nicu d" surdatu se', anni supra comu Stari 'n Palermii vaju mettu Viju ' POPOLARI CANTI o O" 1 verr" p e e e u la q stare d" qual tempo il canto ? Certo sia stato non interpolato. raollJsaime. genero in a tua " madre. penurie. ale si martoriava. itodbv cci Giuvini Ma sta Pigghia 205. Ricordati misi Si " Divelli di Sugau picciottu e Spiranza si si' E SchettH cci haju haju spr"nza d'aviri io di donna vera ora, fantasia: la st"ssa cci (Milazzo). pri tia, cuiiiineia chi 'n amurl Cliistu : palora, scuncertu omu un 'nimanu. la dasti cui a Ili pam mentitilla e f"ru, ftgghiolu \ di cosi rosa cci lidi e si trova nun fattu ch'hai Ora tia a comu . statu ha nd' 261 COSTAi'ZA PROMESSA, DICHIARAZIONE, tia; a palora, si 'un m'arresti! ancora, ti piggliia mia. (Palermo). Clii 206. aviti,anima Mmmenu Nun li criditi Nni voli Vi mintiti Ghiustu mali " a no, a Bedda, e cuntati, l'accittati, nun nui riditi? li criditi ! cu' la mira sparati nii vi f"ru vui cilatamenti E 207. * ciaiti ca parrati, nun ea vucca ssa ceu Criju mia, stu e vi vui dici. sparati, firiti, (Noto). cori li to' billizzi li lu pritegnu, ' Ga si li duni id ' FiglUiolti, giovano. ' Ciaiti, chiacchiere, ' Cilatamenti, occultamente. "utm mi nn'allagnu; ciarle. itodbv Gomu 'na Senza nissuna Si rosa Ghiancinu Ora, Ch' 208. Mi dici Nun Ti mei, sta canusci du' palora ca granni l'amuri 209. 'Nta Nun cc'" pedi Cridennu Ora cu' * lo grazia portami t'ama lia a pettu : portu, schettu. mi pari (Palenno). suspettu un p" avanzari; 'nchinu di giujuzza, Bedda, chi mi chi ti ca (?) quintu pirsuna li to' A stu tia 'n aternu muntu un risettti ; di 'nta Tant'" staju pi mortu, o tognu ti mi vivu picciotto : scritta Ca p"gghia poi'tuV 'un sugiiu Serapri (Palenno). t'aspettu; l'haju echini 'un ura ; si fannii. ca ia si su' fannu 'mpegnu, mia varca '; sdegna, fantani li cosi d'aspittari ed mi Dn' ti cunta longu tempii Cli'havi tegnu, dannu mio, metticci curuzzu a di mia l'occhi ti pettu macula di quarcunu lu a e m'assettu, si' mari *; rispettii: 'un l'abbannunari. (AHMena). 210 Bella d e u Va nte ti d t d 6t z 1/ a a Ca. Se Man 'nsignu a a dn d di zia " mia s'hA. mm : sapiri; i : te a a e amari nn'"mu coniu a neaeuiiu ata la "ngaiinu. donna ! t" jto itodbv mio Lu ' Jasl"mi notti forti Jastimi ca cci Arsir" Additnaniiavi mi * La criatedda La patrunedda ' vi noi Ora " C" me pap" Stu 212. t" sapi ch'haju Nun Si amicu novu ti C" Pir "! one (Pnlermo). sapi nenli, nun lu statu Mu fi sar" sempri t" amanti; oceurtaraenti, manciremu ora de onun p o ca La gente e Do nandai da 1 a fc a no ora a; 'nn'avanti gastima nel : "3ialetto : male- e ente m be custanti, e I mp matinu, mariti, statti allegramenti, "^ OS lu a ", c" " luntanu, ce' nun : Palermitanu. su' scinniti vinu, lu citatinn 'Gnirn", signura, " (JVt gottn 'mmanu. in cu criri ^ viddanu; un a seinnia spijau s'era Idda " viviri a si In Busacchinii, di passai mannari, jastimari, nuddn e a muriri; ti sienti Bella, nn'amamu 211, m'ha' puozza chi L'agghienti lia' diri ; cci jornu e palisari, a mali spija di mia, fi Cu' stari non nomu " COSTANZA PROMESSA, na e( on bella, che ci'ecle, o "ioi d e itodbv 264 CANTI Nna nn'aniireinu mentfi A ]a saluti Ghista Di di ia Siti cchi" 213. lu li biddizzi M' hannu \h dtn Paiola ti Moiu notti cu h S Nun " ' Vedi ' V'" anche ' Ca tn una specie di cannaygiw nonie fora tanti , ' Si senti, si '" lo passo e t, specie sentirebbe ripasso qui li arreco da forse del fazzu '. " persa, tempu pi passa Chtsta di canhi vei'ao la ; spassu, ' aiuant'' ciii ilice ^ appressu, nni mi '\ tessu iri attassu m (J^ortorici). euntenti. vanedda iiu mi persa *; amanti: ti vegnii si canti, si senti mora e io ruiu d'un celu cara facci nm "eiiipu contraitione prende !u lu e li to' a sta mei mala 1111 morale atl'ottavo un, joiiu talli mi di la Lii e ' li siotimenti. dugnu irai himi un K mi '.chetili pii tia Hi E si alligiizzai mia 214, stT si la menti; tanti mii i 'stanti primu a tra f"m ca la slidda: picciridda.(Castelbttono), 'na trasisti lo' '. d" " aria eli'io ti visti E euntenti, amanti in iiniia di quannu Bedda cchi" novu cantu Figghiuzza,mi La POPOLARI Ut cauti di Sicilia Alcuni ana di ritornello \edi a di tinesi dove canttfnma, cantunara ijuesto,che come in codi) hanno in Cef"l" 8J i deve dii 3i f"ru tanli ca giungeiebbe questa Ma (i_omi,"lola). avvelenare biutto mso che tu mi fai. itodbv eco. 2fab POPOLARI CAKTI notti E jornu e 'fi mandavi 218. m'ami, Tra lu ine pcttu Nun " Gridimi, Io beni STo min, diri a G"t fidili la Dimmi 0 di t'haju amari, gilusia; la dubitali essiri tutta : mia 'ngaiinari; mi nuii no ( Torto)" lei). amanti. iia nim di nu' pattu tra ha' * vo' vinta, ; cuntenti, tutti no, nenti costanti; e fusti,irmuzza mi dm mi Un eci nn'" io cancin ca tanti. nn'ami nun ^irai. mi spusa Nun nenti, i"dili Rignassi qiiantu Tu si trova chi dispiettu di Pri amanti: pri tia, moni mora iS'wn s'havi 219. nan t'ama sempri canciari iiun t" iu comu occurlamenti, salutu nn scritta, tegnu pazziari.(Sirauma). fai mi si Bedda, ti miu pittuzzu lu 'Nfra la bucia , a avemmii d'"utm o tutta fari : mia ^. (Vastdtermmi). 220. Si Curuzzu, ' ' Vo\ apocope Si legge vuoi, ti aspettu cent'anni, tempu tale Per nun di e fantasia; mutari voli, vuole. quale dispetto a pag. di tutt" 8 della io t'ho Secom'r. da Rnccolia di varie a itodbv DICHIARAZIONE, pr'arricampari ^ Bedda, la vita mia Squaglia Un 'MI. Io giornu pri li non cori T,u E Sulu si Tutti 222. In lu fu E In Casca Ga Facci Cu' 0 " voli A"'ricampari, alto. lo ti cambio scordu di vai; di beni a ', 'nternu Per"; un si nni Ddiu 'nternu. di va ni 'un tia ti la ni" a vidi lu 'nfernu. cci"i. (Nolo). figura, 'spetta fora, guadagnare, altra per supernu, si si' tu; e specchia e {Fatti), vai. a fu ; aifettu mai ' ^ amuri un quarchi cangiu no j"utu vinciri a recuperare, J"utu, non cangiu p' facci di vui; a sfacillatu abbuccuni pi 923. ' ti strappai, Ddiu e paesa nun g"uai, o tant'assai, mi chistu muortu si mi peni voggliiu beni, si s'avissi Maneu (Oastelhuoiio). suggetti dichiarai, a ti nun tia. a o detti amatu 'un moru jum la ine nuddu a Iddu ' pettu mi sta li me' Chi ' di nn'haju ca eternu st'asni potti soffiriri cchiui, la custanza Ora tutti pr'amari 'n 2o7 COSTANZA PEOMESSA, amore che possa aver neir animo , acuito. ' ' Casca Pi, abbuCGuni, apocope di cade pir, per; bocconi. qui specie di ripieno come il ca. itodbv 268 Tu s"' un'amanti di ii beddi E Ti Ca dopu G"niri 224. la cehi" mortu me' cu' Bedda, Coniu ti La biddizza la A parti mortu Pri l'ossa flou vita Curuzzu, sii beddi Ti fazzu Ga io lassari Li mei ' Non far che * Ha' qui abbi. ' ho " tia Intendi : Ti 'N tko"o Per la m"a ossa sepurtu"H, por in affettu " (Catama). ! timuri *, sbrennuri, \ fijuri'*, sarr" mai : sepurtur" 'n t'hannu a ^ amari. (Faleniio). di p:irol;i. tue prima giuramento : siattu. abbannunai mortu inanelli codeste aspettu ha' nun Ttopo questa parola sottintendi abbandonato = fussi mi aEfattn e t" cu tia a propia fattu pettu : nun la cu juramentu chi lu ? grazii chi hai, prim'amanti pi Puru m'ha portanu mia, Sti to' biddizzi La affettu minuzzatu mei r"trattii ? t" la sorti mia, soni Essennu Tutti lu n'hajii asciatu non Ciancimi, di (PaiU). ancora. chiaga sinistra sicura, sepnltui'a 'n scupriu 'na anconi. palora '; l'accanzajutantu Midicina 225. di t'amanu lii pura, stanni misu e e bedda me, ti nei mi l'ossa t" graz"usa armuzza pregu, IVoii fazza ' POPOLAl"I CANTI sopra perch". un belte7ae e lo splendore clie tu tiai, i" amante. le immagini di Dio e dei Santi. s"pui-Utro. itodbv ti Pal"sari 226. Si' vampa vuci ehi T'haju amari in anchi Ed vita la '. moi'a " cara, sipurtura, ctiiara vuci a o campa su', iia t'amu cinniri Binctii o me nni o gridari sintirai Mi " fossa fora; e parla cliiara: iiternu sta morta la nni 0 ti cara: diiitra m'abbruci sta Sent" " vuogliu, amanti ca 269 COSTANZA raOMESSA, DlCHIAflAXlOSE, : ancora! ,. (CmteUermiiti). La 227. Si stu chia.iadi Ln tetlu si nun nun 'na suia tia cu parru nun dura iu nostra amuri Doppu tri jorna clii su' s"nziu Tu veni G" cinniri a ti cridevi Xu O Amuri, Qnannu s"nziu t'avirr" tannu mortu ch"anci e un'ura, ^. (AUmena). ancora zocc'hai l'avia di puramenti ancora; pensa eh' 'un ca ancora. sepurtura, t'amu fattu,e su' 'n fossa me tcmpu stu Tuttu la cci tu, bedda, Dimmi ^8. pri tia vota; !i mura, di sparti Bedda, Stu ai cura, pettu pinsatu n'amu vldutu ? lassatu, nisciutu '; lassatu, sarroggiu sippilluUi. o {Sferracavallo). ' Mora * Variante " Credevi muoja, por del die alla maniera antica. precedente. io ti avessi abbandonata, ovvuro fossi uscito di sensi. itodbv 2^9. Fri sina vinutu Sugna " sentiri 'a risposta chi mi dici di no, Si mi dici di s", s"cutu, mutu Nun la Vegna La Di lu Finiu Guarda, amici semu Ma 'n Ca {Alimena). cantu ; tanfu. tradimentu, tantu araamuni cc" mia tantu essiri ha' jornu \ patu 'uim"camu figghiuzza, no, t" iu U" fannu e : divirliraentu, a mi stddu daLu haju abbentu, lu a la amari ppi Bedda, e spassa lu 'un stari vurria paura; sepurtura l'ai'gentu vivu longu Nui la fa la sicutatu, leva mi e ; amuri. tegnu ca morti spartenza Coma SoO, donna sugnu duni mi com'hai Sectita, amuri, peri, pinseri, Si " li to' a ; 'ntentu, pri tanta. (Catan 'mporta No $'i{. voli Mentri St'occhi Stari Gei Di la accusst fannu luntanu voli si n'amarau funtani L'amuri ca ad tantu starau ducent'anni sempri t'haju sinu sparti. sorti, ogni parti, forti ; pari 'ncegtii,sapienza sp"rtirist'amuri Puru nostri tia mi di staimi e ia). ed arti, forti ; sparti, a morti. (Agosto). itodbv "i32. Sempri, Fidili Mili Gomii la morti Gcu ' iu uni iu e nni nu Li ciavi nni Pi 'un si cosi il cinies")oie iu cunf""suri pettu li mari dopD U due i veni oitp '. ti firmai f"rmaturi, e spallili(ci" queiti amuri; palisamu, Iu cu Iu iniu t'amai, nostra milli catinazz" Spiegheiei serba fu ccimu Siemu Ed fidili curuzzu, 3/1. COSTANZA PROMESSA, jittai Iu no':itiu St-rhiamo ii coli i cbe (Noto) amuii il segieto j-lis t imi I" conie s ita itodbv VI. CAPITOLO DONI. SALUTI, Vi 233. lu C" E Vi veni a Veni Zoccu a ' Cudd"ri, tavula vui; cu a 'ns"mmula t'haju prumisu ti lu un cnmmienzn vui; a vutari, a cnddari vui. cu schietta, cardiddu T'haju prumisu D'oru permissu quann'havi dunniri Giuvini lu 'ffacciari a quann'havi manciari a siti vui; pi[^hia la sira poi salutari, a quanii'havi minzijornu Veni 234. a Suli lu Suli propia la mat"na Lu E cu mannu ', (Bompieiro). d'aniuri, t'haju a dari; jancu muccaturi, a raceamari; ti'amontai'e. jBdb, Chi 238. E " 111 tra pittura f"ru n" Sulu chi f"ru staju sempri e mastri, mancu vostri li manuzzi amuri, Sciogghimi, vostri! li billizzi attomu Nun Chi stampasti, un'aeula mezzu Attornu dasti, disigni vostri, di Firriateddu mi chi fazzuleitu beddti m'attaccasti! comu e vostri. li cumanni a '; (Campm-eaU). Palermu 'Miiienzu 239. D'ora Mi mann" lu 'nta Nuddu ' E io Ed Dntra etto izzo d'oru tuttu a ^ c"nciu pri e un cesia da a e o granatu. *; cintura. l'haju mannatu, bella bona la mannasti Mi 240. la vo' 'na e beddu scarlatii. iiggilla, ch'" zitu lu cci raenzu pozza Sulu chi diri a lu, 'gnutticata E ristata zita me la Cc'" un li faidduna su' d'argenta e cc'" scrittura; piccata, pirsuna pumiddu ti mandai '. {Almeno). muzzicatu, lu cori; arraccamatu, u scritti he mettono tri palori; a I3"U Fa G a K -a a p" ^ ega a gli aJberi avvolta. itodbv L'"utra Nu 'Nta Mancu Io chi fussi e C" mi t"Ti TU' di\ergere il cci '!pai"su lettu lumia Ora, " di 'na a di Rospetto data tinnii della sentu ZIO (era oduii, ca pensa ssa bella a mia lumia e " mali, a * mia riaperta piovemenza mah lu a pinsati ziana La amau, beni vo' na , {ToHorici), un salutu, nun mammuzza, l'ha ti cui datu : cori. stu ! spizziarii e mammuzza mori nni 'bbandunatu m'aviti ca ciafu, sfarma tia pri Cti' ti Iha " l'"utra vanedda sta eoi Cc't! so e siti schiavuzza passu 'Na Zi : 'mporta Serapri 241 cori diceva Una {Calfai'utaro). molto della maliziosa lomia itodbv per VII, CAPITOLO '" Troffa [% 'Rosta lu P"rch" {'". C" sacciu vogghiu hi Nerameim ' " Troffa, Giatlu, Perche certu ca li tia nni jnor", ca cu t" cori lo mi cori. 'un mei, Tacchi di Specchia pri cu' lu e versu a : d" part" a duni l'arma duna ^ cori, me culuri tanti gialla ti 'un Nun ' e lu chiantasti di amuri, m"tticci, gilnsia dipinciu virdi, Va' di cci ca ti Di RICONCI"JAZiOXE. CORRUCCI, GELOSIA, prucuri fammi p"' fari nn favori, : cunt"dai-i; cesto. in ron Palermo t'adoperi, giarmi. perch" non li ^. {AUmena). t'abhannnni, n"ddu ? pi'ot jBdb, GELOSIA, Si la canMi Senili La dui cori morti Quannu 244. mia, a io stissu Sanguzzu duci, SangKzzu, ha' Tu genti sta C" Quaniiu Ti 245. l'ha' lavari Mentri ch'assira pocu discurria Un Vitti Cu ca la Io cci dissi Vattinni Si 'n'"tra 'Na badda vota e {Tortorid). siddiatu cunimari, me cu lavari, 'nciruttatu jucari. Vattinni, sbriugnatu, " prestu, lavari, m"a. saiigu vuleva " : t'ha' staneu 'manti me iu. : gilusiii giuvinottu un pratticari, t'ha' nun Iu cu Ii"' dieu facci bedda ssa voggliiu iu; cci nni {Caltavuturo). ^ riali, zoccu tu mi puramenti viju parrari cu' stissa Gull'acqua echio e passi 'n frunti di ti fazzu nun stu taliari 0 Ca arrivar! ! {Palermo). colu, stiddi,pianeti biat", a Vurr"a 0 : latu " 246. : amari; putemu nun cu Diu guarda sanguzzu fari Massimamenti mi m'addisiu vi "utru cu cu nni e; '"Tl RiaONCILIAZIO.VK CORUUCCr, s"a. piceiolla li raj sapiri si puramenti la schetta eci facili, maritati, la Uniti ? itodbv 278 CANTI Puru sapiria vurria Sidd'" megghiu Ga jornu un Cu' 247. si li Vi li la e passirannu Li pompi " 'Mmirazza 248, V"rria ^ mi tutti nni Io criju chi purtati, amanti v'affucati E li E chiddi tutti quaranta Ghiddi di chi aviti amanti (AUmen"). semu, V amu juncemu, li 'un ' di lavuranti nui ? li passamu; la festa dicemu cei vidiii. mi 'mpinti fin li trenta a ? ch'aviti. chi 'un tiniti facili: purtati sapiri quant'amanti Ca Cchi" giuala di la pena comu Ora mi 'n'"utra a 'inmasciati; ^ ssi sfrazzi li e (Palermo). *. Gesuiti, tanti cera diciti; ciitiddat", a 'ngrunnuta mala sta li ^ ? lu ii Ariti! vui a dati *, mi f"niri a iu mannu Vi E mia havi cei cu' porta porta v'amu, Pirchi di mannaju Bella, li Iu POPOLARI mintemu, li cuntamu. 'un discurremu vui, : t"gghi Adamu!... ca (Ba,h.Ha" ' Chi ' Intendi ' Poco ne le datt" in isposoY il nuovo sposo. chi importa le prender" se le ferite (= chi le tocca le coltellate). ' 'Ngrunnuta, " Ghiaia * 'Mmirazia, ' Lavuranti, o io che stereo giuali, v. a p. epentesi di 'ngriitinata, ingi-ognata. "08, nota 3. '"" gioi'no di lavcrt itodbv sot a79 RICONCILIAZIONE Nenti 24y. la Quannu s"cciu unii'" Maeari l'uri unu'" ""a mi cunsuolu: pri C" sicutati jlri; a fari, a si nun ', cunirastari a aviti chi donna 'na vidir". siti ca pari, cilata tutti di sapiri; a cchi" cosa si lassa Taiinu lia belia, ai p" fari, niunnu, cosi si viennu tutti d" stu a mitriri. p" (Casteltermini). 'Nta 250. z"gari Li Nun Cio" ventre ' " : Ecco ciarasti, la pena 'un l'agustasti, ni muristi 'un chi a , pensate ? l , {Palermo). pei' clii sono d'animo. tr"siri 'Nta Comu A t'abbrazzasti, e ii capo avete un " della non di variante una pintisti; parma di per ti pacetizia cci avisti; chi dove so e 'mmucca agitazioni Entrari, li meli comu io li ciuri di s"cciu Avist" ' vidisti; arvulu un E li li vulivi G"gghiri A e % ce'cntrasti onesti li cosi Tutti tu d'arauri jardinu un Alimena pai'Iatapalei'jnitana. ; tu acctiianasti, d'amuri pacenzia eoi avisti! t'abbrazzasli, parma scala 'na la gran di zuccu avisti ! tu ed modi ddi mali Comu L" rosi culur"ti tu tiiccasti, li cuglist"; "un Cu l'ocelli li muvisti e di Qoannu Comu di la dda gran casa 'un tu tumasti, ni muristi ! pena gran li burraaclii Ora a ca junti semu Sila comu Tu v"i, ca li pirdist". itodbv le 2bO POPOLARI a.VETl Bella, 251. E fa mancu di Stanili Ili di viilissi lu Fidili mi doni, Mi Gcu la Fai miUi Comu 'Varda Ch' cori, 'un ^ pareli, marioli, 'un putir" e 'n amanti ''; 'ngratu lu cori, eh' ha bella stari; vogghiu cci fai arrimuddari sita mi un lu li tua jucaredda ha (Noto). praticari. prummetli sta vui, a cciui, valia. ha 'un vuliss" prummisa la cciui, p'amari t'amu nun ca bella sta ! p'auaarla mia; pi forza l'auiari C" mia facia; assai vui certu dui, adduma 'un chi vanipi abbruciati Ora 252. li abbruciati! Hagghiu armuzza adduQiau, chi focu Lu ti pozzu, amari Comu a pruminettl lu cori 'n ca stari! cci vo' (Noto). Si 253. t'hagghiu amari, nni Castiata Fammi E mi allura Aijianu Ccussi Mi ' a tanfi 'un nna un hanu lu preggh"u, '; priegnu (?) nutaru a tia; cirivieddo, strac"ncinu e facisti tu, lassasti nna mia viegnu appriessu nsii d'ora L'ommini vogghiu anima sugnu, cuntrattu un nnj via; gbiuvini beddu. un focu, anima mia. (l^oto). Jucareddit, giocoliao. ' Arriniifddari, ramiiioilire. " E una donna che canta. jBdb, 2b2 popolari casti S"ilu Va di mia, passi Lassami spassi, e stari Gilusu io di Mancu Pi notti E lu me vai ? lu fa' passu cci he nichei; a ziti chi di 'u tempu e jornu cori e cincn a tu tiuirai, di li ^ tinti mi {Palermo). fui spartenza '; sagrillcai, dari e spassa sei. a nn'arrassai, arrimodda 'un e mei, scarpi tia, mi la mai, statu nn'amava ti nn'h" Ancora Ca mi e 'un nn'arrassu luttu Ga U" echi" Sunnu Mi t'assuttigg"iirai. {Pa"ti). l" fatti mei. pi quannu megghiu 258. 'ub e arreri, passa sapirichi pritinnirai? Vurria Li un sapiri la sira unni Vurria Ca fatti pani, mancia 257. ' echini. pesti 'un e guai, ti salntu cchiui. (Cattavitturo). :^59. Lu vostru 'Mm"tula C" vi Odiu 'i vostri canusciu e Eisolutu ' S"ilu Tinta, cehi" spasima pri vu', Chi ' amanti di mia, e nii hi nu affetti s"cciu "u spirati, criditi; m'ammustrati, vu' cu' siti. gilusia sempri aspittati, su' gi", Ani sappilo da a li liti; me. cattivo. itodbv N" Beni chi vnoglin cehi", vi 'un chi vuogliu cchi"i t'arau, n" Sisd RICONCILIAZIONE COBHUJCI, m'amati, vnliti? nni { Casteltermlni). %0. Unni Tultu lutti f"ru focu Nu m"a, a E " A E nun cci A tia la Passa lu Sugnu Mi C" ' ' Molto un g"udu Ora ' di avia differente Dicendo Gaadirl, che non oggi si j"anu mannari, mannu e teinpu e va ; in dugnu '. " cci niannu, nun nun pazzu sugnu; passannu, ti nun ', sugnu; cci 'un '. {Palermo). l'annu " vantannu no, giuvinti"ti godi munnu; picciottochi vajn scialannu, * cu' a sta' tantu schetta pruvidj ti ca picciutteddu chistu Gei niyi! opinioni: maritari parenti to' finti modi: e Ddiu a ? ti mittivi; maritaju, pintutn mi nun Li di m'avivi addivintasti prea M'avia cruci 'n si mutasti 'mporta 2til. chi 'sprissioni, f"usi fermu Guvemat", pfumlssioni, 'nternu facivi mill" P'amari Di toi dd'amuri 'i'u mi Ca ddi jeru vogl' iu, c" sina ca cci ristirai monti nella avrebbero pi" latino di del forma dato g"diri o a per guariH, (Almeno). munnu, 406 te sugnu; mannu, cc'" d. schettu dei Salomone-Marino. isposo me ragazzetto. godere. itodbv a84 vai Ti 262. vantannu lu, geniu si tu Quannu ti patri 263. Mi dati Va pratticaticu No cu C" tanta La porta chiusa stati e parrari, all'erta; pari, pirfetta; datu aspittari, la finestra e mi stissu fattu m'ha' aperta; iaraintari, pozzu parola : ajutu.(AUmena). dari a li vostri tempu haju haju " addivatu m'ha porta amicizia cu' mia Ch' parola salatu. un 'nsignativia va \ mannatu nn'haju avuta; mannu cei e haju maritatu, matri me Guruzzu, Di ti spusi cu la cci t'ha' 'un su' yecchi Ora cei ca tia 'un cu Maritati Me PoronRi CANTI - fraschetta, 'na a (Camporeale). l'hai Diri mi Nm lu Siti ra^teri Ori a ca ' ' ' * = Il M Che Io bo \e u"c non s a a Ddiu s [.o-^o tu e pigghiaii ch i"e an e n i ed t ale ^, p f"ci tuta no; ^ no ''.{Noto). spo Idi il evare. a o questo part So si nun ca iti Ihagghiu vi nn wa ngolare pe te d^ll iti, nis i ii poc" v puozzu t"en to ti fici ? no. stampati miu pocu imgiiziu iuol Da Iu o chi di basuic" chi Megghiu s" lu tu tuzzu p Lamun Iu t'hagghiu fattu, iu chi Dirami 1254. 0 to KaS 0 d te itodbv CORRUCCI, GELOSIA, 265. li mariti Si Ad niii am"ri "utrii Ghistu mi la " l'ult"mu mnmentu pri Chi ti elidivi ch'era 0 ti mariti ca l"a chi tia avria tiempn fazzu, eei nun raattu o in cu appizzatn appizzu '' pazzu, pizzu ? sfrazzu lu cu 'iigrizzn'; ti cchi" lazzu: un menti ina animaliizzu qualchi Pari 'mporta cantu Un "85 RICONCILIAZIONE : rizzu, coma (Casteltermini). 266. vogliu cchi" Nun sti canuzzi Cu Li cani E H corsi livreri D'un 267. chi Ca ' ' ' * denti chi chiss" quannu nasciu "*.(AUmena). chiama, liti duna? a la me 'minrazza 'na fontana, pirsuna. la inammana liti mi duna. a ^ (AUmena). 'Ngrizzai'if sincope di indirizzari. Io perder" non Lebbru, Canto debole Oh e pi" lepre, qui l'ivolto a donna gagliardo, ' vivi ; pigliari casa niuriri di nenti a quannu.vaju chi vonnu Vulia ia me a a quannu valenti; tigimsii senza " assicutari, allintari, fatta sapiri cu' Chidda Nun tanti sirveru t'ha' ' lebbru fattu nun canuzzu Vurria A mia Th" All'urtimata stu e poi un momento la ragazza che lo baratt" donna. o forse te. per avea per lede promesso veccliio un o per ad un altro malfatto. ohfi fos'e morta quando nacque ! jBdb, vane giouomo 28(" POPOLARI CANTI Ura 268. D'orti ^ pi" di Amanti Mi cappedd" Nun ra'"ti amari Nun gi" pirch" Paga l'argenta % firriola; e assai donna pariti 'na cannola; cristiana mala pariti 'na Mi li vuostri d'argentu e funtana, la vostra ura vana, di l'uomini sti robbi si la dj lana su' robba fora; '. bona " : (Casteltermiii!). Io iQ9. Ca un'asta Ti la Chiss" Tu E Ga e passu sugnu, " Staimi 'mpinta mi si a di a lu la diri p"ranna ^, nviti ca cci fussi mnnnu certu sula, missaggera. fumasti mannasti ca to' mura, la bannera; a flmmina pfi tia fn data 'n facci mi 'na mannavi ssi sutta spassu 'un n'avissi era tu "; sula, pena. (Galtan"ssetta). 270. Io, donna Donna comu accusai tia vulubblli nn'haju vistu, nn e larfaiiti, jBdb, lu Ganci paradisa fi fai l'amuri Ca Vinir" chini Culi'oechi Donna, E 'un li "manni T'abbruci, ti cunsumi, Curuzzu, 272. Nun Ca G"nciu la di si Tannu, fusione della Seconda sfrata, basta Raccolta Bella, variante Ti di il oore iu lu sv"ju; abbaju, e nni spiju. vaju, nespu"i La "arie Camon si dona a e passa canti. non eli' 'un viju; Maju, ta"iju^ ("Umenu). seconda a ti met" eli-, col n. tanti. : Fassu il canto li pari a mia, di due t" araaju, ed tia {AUme"ia). ia qualclii banna a \ ed m"zzicu ca si fannu Quatmu Vedi sorti pri tanti fa' nenti nun e sciaiu picciottu ea si la lu cani sugnu Mancu Una patruna, cuntenti, mai nn'amamu nu' ila' persu Tu ' tanti am"rinni pi tu, donna, Pirchi Pare vadduna, l'"utri levatilli di !a menti; E " {Tortortci). current", ciumi a cliisfu, a distanti, cori cu unu dui a tutti a e vacanti. maiiu vai p"' fari : chiddu a mai amannu ea quanti acqua furmari p"i 'un E li e duni ca Donna, tutti cu visLu, t'"mu c" jornu pigghi un Cristu, a li Santi; cu t'a^irari cch"", Nun 271. canci cori sfugari ki Pri 287 RICONCILIAZIONE CORRirCGl, di sta sti'ata e 'un ti taliu. : spnlu, ti rinunziu, ti schifili. itodbv 22 288 POPOLARI GANTI Quinnu 273. Nuti fatta e Tu non Di ncniii Di EQid si la fia E oiti Ti pn guanln, E 274. 'Un t tantu " luiitana Idda mi ti la Nun In Cc'eni Ti dicisli sappi Chi a spina, vista : fu cosa nni ciiista ? " vista 'na pani nun " si ^, pasta; e quannu p" si guasta. e conza di vinu si sana. Chi ce' " 'un mi risposta; chi di : poi prima fari avv"diri vutti 'na tana; la ." diffirenza Ca e {Patii}. spina, dari " Suli vo^hiu ma"a '. baggiana. [Palermo). fari !a a dicisti mi Tu 'na " vicina scusi e lurdizza la so ca no, pn cunfessi, mala a mi L"ria 275. vutin i ten" tagghia sicutari Nun au^b" arrassu ti va' munnizza! na sti-ata ce' " Nun Ora cu ti scarpisa e sta 'nta vogghiu lammtari, mi cu avaiizari, ti p" gintlhzzi me stissu gnndizza; hip postu che a ', t xvantad liun fci Ita !a pti Mittirimi si di u pis frisea guasta *. {Palermo). . ' Avanlarisi, ' Lurdiasa, ' Ti * La Yo' fer donna vantarsi. lo vedere in lurdia, sporchezai. ohe stesso una questo scena. canto loda se stessa. itodbv Syy GANTE 278. Un chi tempu Eri tt"niiira Mi nn'avissi Io Ora " t'amava, duci e voli ', raiviurazza nianciari; centu mazza, puteva sazziari; s"' abbanniata Cu' lu a manciatu mi mancu POPOLARI chiazza raniurazzi chiazza: tirdinari a ! ^ " Lu vidi Ca 279. Quaniiu Ogni Nun mi Io Di La la li biddizzi Di galeri la alle la lana. cui a bedda Re cehi" pirsaiia, nna di di parr" vigna (Palermo). parr", ; Spagna, '. Sardigna d'Anna, megghiu al fiume Tirdinari, triddinari, megghiu 'ntinna, pi" ridicole cose torbido, a ua'olla pi" brutte; qui e podrida, tri dinari, o inflma moneta di Napoli, corrtsponden te ;quasi al centesimo ' BT^vatura, ' Jt(M " Porse Mart"no lu " paragonata altrove ' lava; e alla spina, rame l'ex del- ecc. Regno a la me Principissa Aviti al cavallo ssa ^, sciacqua ed mandavi, di Luna, brivatura 'mpinci lu jitu nni (Palenno). ! d'acqua chiara; cchi" godi E donna io, eri 'na si cci jirimia al ramolacdo, * viddanu Puteva li ti fa' abhanniari addivintasti ca racinedda nna puvirazza, cannolu "n ti la Ca 280. t'aveva comu Ora, si' fatta chiazza chiazza Eri ' chi per contr. da bivirttturd /in(", jiditu, non la figlia di Federico II dopo il famoso 0 " della III detto interregno de' il Palermo. di Semplice, Quattro di lira. abbeveratoio. abbimratura, parlata di divenuta Vicari moglie (l377-lS9fi)? itodbv 291 RICONCILIAZIOKE nostra amuri 'mporta nenti s' 'un Tu E Io vivi manci e mia nudda a Meli cci 'un Cu' La vigna Mi cogghiu e Tutti Tu lu vai Sempri pi io, dicennu ti ca viju 'na d u d mni d eia, la cu' : (Pcdermo). pula puta, mia, flniu l'annata; * ca 'nfina sannu ^. lassai e la minuta, vinnignata la lass" L"dia, va' dicennu S. toi ss'amiciuzzi i'ussitedda cci Daveru suca"; mi chi ; fai; lu " cchiii 'un cchiui toi, zappa zappa alo". un li labbruzza l'ossu S'arrusicanu (Palermo). tol, mi nn'era, c" a '. n'amamu specia diri v5' lu Gei fu l'amici cu l'appi 'mmucca spinna nu Binila,la Mi i2, cuccagna; Cti' tasta soli diri: Si 11. stimai, fu ti T'amai, a marci vesta si' *. (Cefal"i). zita, la t" strata; pulita: 'ngrasc"ata "; dd ta uata itodbv aya POPOLiRl GANTI dicennu vai Tu Io ti nun levali Va Vattinni vogghiu cchi", di 'mmenzu, la giiunidda a Maritati, maritali 28i. 0 Ti s" mi sorli Pri La nascisli Quannu T'avissi fattu Ca maritu t" a E ogni e 'mpinci jettu pri scarpa "So. cci ha' jimintazza senza loi-da,insafardata. ' TaddarUa, pipistrello. Gmmidiia, d"m.. Jinia, genia, prosapia. ^ Se Mussiddu a lu a carcagnu, v"diri tia a (Almeno), fattu ! li corna, di 'ntinna. 'na a bi'ogna ^ griglia ', ti attacchi. mi caso " di grtun", cantuccio. * per la via; massiddu Si' ssu "* li searcagnu, granni li metti 'Niunscla, (Palermo). 'mpegnu, la minna Quannu conili ! casa ginlilidonna, t"ssicu echiii cornii 'un tu " " jinia? petra di 'mmenzu 'na *, d' 'a t" ha' '. gualchi bongioriiu (?), pistu,ti scarpisu, Gomu si 'nzunzata gilasia; di bona puramenti ' cui veni si' flila di chi Tu c" laddarita a nni mi Nemmenu ' si' calamita: ca brogna, letteralmente: musino a bucdn grugnolo, ' Jimintazza, (Xui" una pegg, cavalla d"jimenla, giuniunta. Grigna, e sfi-eoata. itodbv GELOSU CORKUtLI ti metti QuaoBU ti eridi Tu 286. Di chiddi Ca quannu chi corna dicci Ca pappa to a i ihmena). lmiz7i i muimizza nta li chiazzi biUizzi porti pn chi matruzza ^ ( si^nt la si sciiini nninni e na 293 F culonm a pupu i C( nni li eci Va et su ti '"i e di oia ILIA7I raantu s"u Ddu na Vatt"nni Li KIfO\ cci t ammazza e appizzau cci appizza. {Bagheria). 287, Bedda, Mi l'h" Di punta Gei E 'n di li frutti troffa Cu' di S"ffna (ft', singe), scimia. ' Il il dindi, e L"idu In Cianciana nn'haju manciatu, di Dante. vistubu pupu damaschini; cci he cugghiri *. {Palermo). a Altrove di lassatu, si canta ; p : Laidclu Lu A vidi tutn cotogna a in !u ad di vali la senso, ; ohi ientu "ncarcar" questo munniiu^a aunnu quarcunu si ca cosi Mac"ri ti" comu si cc'" Vidi di linazza. tuttu, pupu L'omini Sulla vidlri. si l'havi ' pappo di cutugna veni appressu piaciri; l'haju firriatu, varcuchedda e haju statii, e spassi cosi to' eci jardinu punta belli sunnu 'Na t" pigghiatu li Prunidda * lu a t'airimazua la pi/.za. forza, di la vedi maiiiH. a p. 61, nota 1. itodbv CANTI 288. Quanrrn Gei fuoru Lu Siili E 289. lu centu risimi parrati i90. fimmini vi iu T" "' ' - donna Dd", Don, Ha Dd" tia a di lodari piaci a vui, mia. piaci a pinni, senza dunni (AUmena). : ti vinni. Castruginvanni ? ati brutlizz" li brutti cosa mia. di taut'anni * o viif; e '' {AUmena). toi: ipi Idi qui nel signiflwto di tremuoto non cupa della lavannara a di aciddazzu un di meg"ia brutlaccia. Trimuliizu, sere mi " vili, megiiii cu' prima Brattassa, Pi" ass"' a mia, pirsiina mia. pillu Terranova La la vi ssu Vinni dittu nn'" {PoUs2:i). di supra cn' matri Di ' cci patri Perci" cchi" nn'" ^; parrati echini, imn a ', nigghiazza, 'na cu pillatia mi T" 291. cci trimoUzzi e stizzi stizzi ". ch'"fi arrivatu Picciotti E caclia pa"ureddi Vu' negghi adaciu, Haiinu E tu, l".dia bruttazza s'annigghiau nuii Ssi ' nascisti Adaciu No, roroLARi molta potrebb'ee.'seiela alla quale titolo in affinit" Tu chi Sicilia cogli si' e dewt-iznne dell duetto 1 canto comune anuliL, ili altri pe i itiso s no al na del bassi versi l"ggliia di qualchi barimi, itodbv 390 RECONCiLIAZIONE L'oceUi i'arrubbasti ^ Dai pettu " n"ura Li denti Ora dui su' p"' Gomu 292. la stari ssi Parili di di chi pumidda !u E li to' vavi milinciana di li sbrizzi cu Ti lu Ca l'ha' pettu {Gefal"). ^ tal"arinu a quadararu, mulinu, un adacqui {Baglieria). *; la tana. mussu macini toi, ruvettu, tiniti 'n '" buffazza li di jiiitracci travaglia un Cu p"i, li purciddi ^. bianculidda L"ida, eh' ha' E la zappi grassuliddi; cclii" 'na mascldr"i; sputari e 'mraenzii Russieatedda Cu li troja 'raraeiizu Siti cchi" 393. amari varcueazza Lu gualchi voi, a urtulanu. un dissi,brattazza, attuppatilu ", porta di pagliaru. 'u" comu (Castelterin"m). ' Varcucassu, ? PurciMi, ' ' ' MassJf fot'ma il canto-" Buffazsa, a d" varcocu, porcellini.Parodia in Satirizza secondo " pegg, pegg. ironica pi" "rao. " " laltarintt lettei-alniente della Salomone-Marino. della donna la , del rovo; pi" in pronunzia; tradotto: Qui per" v'" un'allusione Attuppatilu, 72 del il colore sopra albicocca. brutta rossa della quale petron- di buffa, itspaccio. , tagghiaHnu, del canto bianca o grossa oscena, muso e a Palermo, miissii tagliolino,do" l'allegorianon i-egge a strett"smolto. turatelo. itodbv 296 CANTI Fatti 294. C" lu io lu fatta Vogghiu Ca ssa E quannu 'Un G" l'ha' 'un dari cci ha' propria pri 'mmuntuari; malu diri, li manazzi sputi, eiuruti, abbivirati. statu Li comu mala d" saluti, avvirmati pecari to' teni ; muffut" acqualerati.(Salaparuta). l'Arcamisi comu fa' fari. ( Villabate). pidati, arvuli jardina cci ha' Sempri viniri, ti li to' siccatu mac"ri Si' piaciri, haju fattu, mi tu ca haniiu E fai sta qaarchi speda "'ervi si' fari, vogghiu mio 'un S"ccanu Ca lu 'un fari L"dia, E mi l'aT"ri, 'un parri, ha' sapiri parrari. zoecK Nn' mio nnomu vucca mi mia t", cu mi ca lu tu A 295. fattu POPOLARI * 296. Nn'haju acchianatu Nn'haju E nn'haju Nun manciata m'ha simiiiatu assai assai e merr", palazzi e turri, belli terri mai successu tarlnri : simili burri ^. Tu, cajurdazza ", ssi porti ti serri, Ca feti cchi" Si' comu Cu' ' ' Burra^ ' junci Glie Verso sardi tunnu, Jimenta ti cavarca, li 'ntra punc" surri e ; serri, curri e ' "'.{F"carazsi). burla. Cajierdazza, cialtronaccia. questi nomi ' 'na di e nei aggettivi peggiorativi puzzi pi" che Notisi dice di tonno, sardelle molto e e e canti di coi'raccio avvilitivi. sorra. stupendamente. "db, l'uso di 8 POPOIARI GANTI ditta 19. T' h" Malici! Patruna i' sugna Cu tanti Tu ti cridiennu- A tia la La tanta m'ha' Ed iu 'ranni cuomu Ca ca si' di lu Papa Pozza mi di sali accattai e laida,ti fusti Di ehi manera S'idda veni a tanta 'un lu Diavuli, facitinni ; stricu, salai. mi partitu (Noto). la vegna gutta! 'mmaliditta; stari cent'anni aviri cci mi tuttu 'ntra ,'na Giunca, pinata, misera P"zzatu pigghiai; addiv"ntai? saparusu {Gh-t/ent"), dicisti, fari stu Quantu paura, ti duna. vasilieddu un Bella, vulema Ora haju di lu salinitru, mezza e cura? parrari. pena jettii'n terra, E 11. fa la strada sarma Lu nn' dissapitu mi Pigghiu 'Na chi '; cura a 'mniinazzari, a giiusia morti 'na si uni cu' manuatu giiusiati Lairu intntri parrari, vuogliu amari, cu' a cci ha' nun t' h^' tia,f"gliuzzumiu, DI 10. mei li cosi a mia cu ca ed carni pua affritta ; rutta, stari 'nflernu minnitta gratta. vi ^! a l'addr"tta; suggetta : {Casieltermini). itodbv GELOSIA, 302. Guai-da Fanali sti grana sp"rtiri a Gane"asl" Cu donna E ssi riccliizzi tu Affaccia 303. Cu' voli P"zzanu 304. Curriti La Voli Cu li finestri D'oru Di petn vprw IX \ eni ^el pi ' veie chi ti n festa dialetto '' voli {Alcamo). ! ; l'Ammaciuni a spuiitanu li ^ mari. a mamna li cindi vaiiano arresta linticchi! e frabbicari pakzzii pnziusi due E pidocchi, muratmi voli d'argentu e Gli ultimi tatiti di un l'occhi, l'aricchi! e tutti, mastri fattu (Alcamo). si mori. comii mia, spini 'nta a aigimra ni" \., gori cantari, cic"ri cc'", favi Quantu ' mali aviri ti li sentimi pruvirai e p"' asc"ari, ritin ni nuii spini di pir"nia E ' veni e di valori. mia a cori, pri dinari pinta comu Affaccia filici bedda una fari! fannu zoccu da' facciazza 'na Ma ad 299 RICONCILIAZIONE CORRUCCI, e coii un li parUto !a p" coi m lu a iena pi rtari, con dovrebbe Palermo difsi mvralurii, di muratun AiKinaciuni o cliilomet"o un mezzo la Magione prima la citt" pur o pure che dalla guardare ogfr", ma sorgessero uiiilrala Magione dalla Manna doveva inipoeaibiie non anche Modani Al ten il mare, o altres" i bastioni parte di oriente o p" che di Palermo, c,he questo canto vicina esser parecchi Ano ad distante naaiue, esso; cosa secoli addietro, ed al presente circondano di mezzod". itodbv cartuni, coddu !u si stocca Quanta di scala la Fac"mueci '. 'cchianari a (Palermo). 305. Ga si mugghieri me Havi iu si la Ma quarchi jornu cci li fazzu A C'un stassi a uni lu pinninu Nni la rauntaca si genti Curriti tutti ca Navichi marinara Lu ' in modo * Le d" " Com'" moglie, ed che de' atfettuoso AUann"ri", ' Da questo I corrucci agli la questo vengono in (Palermo), a ligna: sarma; cigna, gamma. vigna, *. s'a"lanna tiempu a a {Pdizzi). tiempii '' noce del noi collo salire. occhi. amante, vederla poi cedendo lunga desidera che morta vita a sua domani! alloffnarisi, lamentarsi. che Io sf^ao canto ^, porta cantannu, vorrebbe intanto * ti jiu la sta marina si rompa pugni di 'u pupu la a pupu la si atocca tutti ^! fici 'na rumpi Gurriti dumani lu quannu cutidduzzu l'occhi chi"jiri st'occhi! a fuss" chi jornu Nni 307. pidocchi, rnilinciani; comu quannu filari; l'ammaccu cei Quattrucent'anni 306. di a sapi pittinari. mancu L'urtimu 'nsign" china tuppu Ca E cunoechi, cunoechi, dicennu: V;iju cooiincia il posto lo al amante desiderio adirato a ripiegare. "'. conciliazione di pace. itodbv e GELOSIA, Ca navica Ga senza Li cu"l'acqua ventu 'ntinni e lu cu navica nun d'om li veli e d'argentu: quanta v"', Faram"nni quantu v"', sugnu juornLi ii"' essiri vientu, tantu; Famm"niii Un 301 RICONCILIAZIONE CORRUCCI, mi nun mia imi scantu; cuntentu pri tantu : tantu. (Casteltermini}. 308. V"nni " Spera Si sia cu Paci " cantari a fari canzuna fazzu nun Quannu si' ^i lu a filici, paci. sempri no, nimiei fazzu paci : 'nfernu chi sapiri quannu v"' locu stu a t'abbruci. (Alcamo). 309. Sdegnu Ga stu ca sdcgnu, cu Ti sguardu Ti viju lu mia papa ', ti firriu talijue un mi sdugnu M regnu; ', nn'addugnu * curuzzu a Ora, flgliuzza,stu L'ainiiri cosi quantu a he cOtu va-ca-vegnu cori ^ e ti mi dugnu: flniu lu sdegna. {Alimena). 310. Lu Santa Patri P'assurvirinni " Sffuardar", guardare ' Addugnu " Vedo f W da il tuo G"tu, ho tutti li giubbillu, piccati. atcenlamente. addun"risi, cuoricino 'a manna che accorgersi, batte, che addarsi. palpita, raccolto. itodbv aUa CANTI Oh Ddiu, /Ua Troni Chi Ca aviri l'occhi Si cali,e mi mi nun Cu li me' Cu li to' Ma si la pena lu lu mia i'arauri pri cosa a allagnata Affaccia Si Di ssi s"nzii ciii picciliddi pri Nzocchi 'na a lu cmiveni. raggiiiui; ' sireni: mi nni {Alhnena). pirduni. beni v"mmu *, palora m'abbannuni; la bella so amanti sapi dici ti senza t'haju fattu cosa Ora Lu cu tortu, a muriri. m"a cu diri. si metti Affaccia, bella, siddu Si' tortu, a m'ocidi; ca voUu t" (Cefah'i). spala ti portu, voUu manu ! - p5' vidiri ^? manni la manu min iniii cunforlu, t'haju fattu qualchi Seriamenti 312. ch"ff"ri t'haju fattu, duci Ddiu, quantitali'; scupittati cenlu voli 'an 'n "u a ia! daanati. manuu, lampi e si metti cu' a vi mii saitti e fussi sfarmi no 'un P"zzaiiu 311. cunfissuri assurviss! Gastimi E chi POPOLASr si "u 'un a teni ", l'ammucciuni. (Castelterinini). ' vi Non majido ' Chi ' E ' Da bambini '^ Se la bella sa on (imprecazioni s'iatriga nelle mie nun mi p"i vidiri d volemmo qualche faeuende mi f e di] tuoni, possa odii (n"mmif) ciKa aver saette cento o iaiupi senzji BC""ioppettato! ? sempre bene. (in segreto sul conto del sho amante) lo nasconde. itodbv Jisai 313. Vitti l'occhi navi 'na 'Siennii ia di tutta Nni lu Nni li iiianuzzi pi vitturiusi e 'na capu Tultu Ora s'ha' Sana h la amari " Ati fattu Lu nostru un T'ho a stati che dar la vidi tante pene fattu. : (Palermo). ammuntuari; ti fici nenti, aggenti si : p" disamari. allegramenti vu' " di ass"' ti fazzu non rettu sblinnenti, lu al onore peni cori amari. a ssu 'mpustimari potei pi" che aver (Fulenno). damanti. di m"nnuli dari amari m'ha' nii cadist" a chi chi 'm\ panaru nn'ha^u P'anzina ' amuri fattu; m'ha' tant' p.irraria chi fu m'assettu: e p" accuiamudari. petra rubhiua su' susu io 'un s" ca curuzzu, Bedda Essendo cosa (A'oio). amuri. sentu 'ncagnasti, ed Chista ' arduri. fari. galofam ti Ti ', d'amuri; mia granni chiaj Tu Coma 'n mia, a nn'allegru, ti 316, tutta mi pi Mi Io abbintari vinci so par"stiun Ora. petti paci rosa l'oduri Mi culuri; stinnardi vinutu 'N 315.' su' vampi, mai'i, piLtuzzu purtat" spicchiali, Sugnu 314, \n railJi vitti,iiun Su' Cori taliai e SO" RICONUJI.IAZIOKE COHRUCGI, GELOSIA, cori ^. {Alcamo). riposo. (p'amifia"Rt"o a tanto i (o morii-e. itodbv clic) Vili. CAPITOLO MATRIMONIO. 317. Ga iu i'h" Arresta la starivi Pri a Iu Cu' frabbic" cu' la flci fu Li trava Lu Marteddu, tettu ' favata schettu Sempri ' valuri. di li cu ch'haju vui cu un l'orse nome fari. a primuri fu vera maistru e su' un (Alimena). gran mastru, ; d'aggh"astru ^, d'arcimistru chi ? ristari pozzu casa mura di ; di tutt' uri ? iatu Ani li tanti ora sta sunnu p"' fari, l'ajutu " lavuri aviri vi vinili Pirchi " maritari, m'iie ca Fillu,sti spisicedd" 'un Ca E dissi ocidduzzu un sugnu " 318. ' Marteddu " consigliava ; il caiitoi'e a prender moglie. lavalo, faveto. ' Favata, ' Agg"iiastru, oleastro. itodbv Criju ca si' fatta Criju ca tutta lu Pi d"riti Li pittura pi lu Baruna H E quaiinu La Luna Lu Suli E a Suli sia la di vi 'un ti 325, 'Gnuri si fussi cugnatu, Spitic"timista ' Sfantasian, perder av"stivu Re cori manica cosa riesci viju mi iu tjji"stivu, j"nnaru Pigghiasti pi mugghieri Mancu pill"stivii, marit"stivu, Cugnatu, cugnatuzzu, Quannu mitt"stivu; vi pri cumpari Dia purt"stivii, la d'oru gigliu d'ora Chi la cummari "odatu ! mitt"stivu, la vattiari pri (AUmena). tisopu. itila nutric"stivu bella 'u f"ru, cantaru nobbili fasciateddi 'Nta 324, d' rai A purtaru, f"ru: cci i'aceddi stu (Palfinno). ti spusaru, e ehi Mamma, 323, ti tia cu Cardinala di Cuntenti '. cliiesa 'n : flstinu sfantasiaru tia celu, stamparu iu e curain"tura Dicidotta Ridiu ti spassa Quattordici Quinnici l'argentu timi, d'oru Couti Tridiei 322. di 'na {AHMetia] fina , lu ciatu; riggina, 'ncarutiatu, di ! {Ficaroz^i). liuni, 'ncarnata; la fentasia. itodbv 307 MATRIMONIO Lu Conti Lu Re vi 111 di Chistu eh' 'nn Facciiizza maritasti Ti Comu T" 0 Sai pun" chi la chi di t'asci" P";^ghia(iun spata; " addisiata di maiancunia forsi ^. (Cefalk). vecchiu tia, a vecchiu; ssu ! superchiu, la via ? 'mmenzu Lassala ti dieu? lucenti spadda chit'avia mamma d" pigghiasti un a mori nun sparapinata. superchiu ti metti Quannu ' " vista ti e anni Trentatr" lettu di ciuri, un cannaggiu 'u spata, dilicafa; 'a truvastu " la vinc"turi, soru 'nta eiircastu niatina La 3S6. lo" a spiruiii, proj 'iita guerra Vincistivu lu lu vi Spagna Viiiistivu Vi jetta ssu vecchiu; picciuttcddu aguali tia. a (Caltavutur"). ' Truvastu, ' Intorno ciircasiu, ai cannaggm, trovaste, coricaste. o alla cantunara vedi p. 29. itodbv CAPITOLO celli stissu la Ciancimi Ahi, Muv"rirai li via La ti Ga Cu' Ti ' Armenia, ' Poti'ebb' sona muriri. fa mi lu nun cu fari, pozzu pedi pri partiri! d" 'na dalu ti l'ha l'ha eli'haju a fari, l'accumpagnu Campana ; cianc"ri; a amiiri, chi t'haju Pinsandu, 32S- chi vulendu chi m'ajuta partenza lontananza La amari miei, l"rimi st'occhi Cii"iicinu Lu LONTANANZA. PAIITENZA, SEPARAZIONE, 337. IX. dalu ' ca sona, sirena; musica l'Oturi lassar!. suspiri. (Mllasso). di lArmeiiia ssa a putenti di lena? Billona =. Alimena. essere il nome ili qualche celelire poeta rustico Alimena? jBdb, e PARTENZA, SEPARAZIONE, Qiiannu datu ti l'ha Cu' La spartenza Ga si Lu t" Nun " cori l'intunu joinu di carizzi Si mi nni Chi gi-aii pena 'N s"cciu lu chianciu cu' Ca si Ora ca Sta 'n 331. cei nun dissi Ora Chista e :^ curuzzu " penzi la va (TVj^i). innii7" durata, mori cu' pri tia ; addulurata, partenza vita mia. t'haju disprizzatu, pettu t" Amuri 'un si' mia ; stampata, mia. la vita (AUmena). vitti 'mmarcari di li siccau citati chi di mia l'amaru \" vili cci vitti Quannu Cei mi e li lun e l'amanti sangu judicn t'ama, stu sirviziu licenzi mia, si tu ha' curpu 'ntra Quannu Lu rh\ si nni Pirdunami valanza inntinanzi ita iu sta Chiancennu ispaitenza n li piggiu di vita Povira {AUmena). pena. imuiusanzi 'n'amanti ha di ? difterenza nadda vagghiu Cu' pri sunnu miu btna rutta cialu 330. " lu avutu "mu E Cu 'resta : bona, " nun nni e lena putenti d' amuri 'ntona 'an vuci ssa muremu Chistu 329. io, la canlu 301.* LONTANANZA vini, vutari, viniri ? miu, quinnu ha' slari pinsari, lu cchj" nun a mi vidi. " itodbv i"lO la chiazza 'Mnieiizu Vurria 332. Cu partili Lu 'Un la La lu spiju ad Una "a bedda dici 'N'"utra " La tutti Stari In Salapanita vai'ia Vegnu Ia strata Di uau 'n sciannarini '. littra com' cchi" pozzu nun cosi jiri, li Santi. quanti 'na Marmatimi la vitti li rosi davanti? cc" sta S' adura " di scocca Salutatimilla 334. : piiinini. pari vacanti; mi ca nni missa la a l" scinnu li so' vicini: di una (Palermo). niaiitan e e i"dili, asgai a china, " amari? pntemii amanti savi'Jsi dm a misi acchianu strata Unn'" " me si s"ceiu Muntati 333. mi mio Lassavi - " pmtivi; mi tu, figghiu "hi Fors" " min ^ogghiu aggiiari. mio marinarli lu min {AUmena). piitiri, mjii"x pi^siiij Marinareddu " li vini. nuti 'mmeiizu 'Rrivannu lagrimari, a cassu e varchitta sta mettu mi cuteddu c'un E ' POPOLARI CANTI {/LUmena}. " usanza, voscenza; senza ; di eosu " china e e iu calu mi li vicini gunii pioninu pari vacanti. spijii: la bedda mia, l'occhi aucanti? Duon'" Sant'Antuninu. Jiu a mi dissi : Una li santi, S'adora L'"ti-a mi dissi : " " " E Lu quannu raazzu veni di salutatimilla, li rosi russi e Manchi. itodbv PARTEXKA, SEPARAZIONE, 'Ntra stu Gh'arrinova D'unni D" la mi stari la Non partenza pi mia ha Nun A ha vulutu di Ca moriu Niin sta Sort" In ti scurdari costa qualanchi scorda di amara, tormenta; gran nostra ^. turmentu Rusidda mia, a cosa m"cidara, cara, mancamentu: di siissii sapra mi spranza, 'na " mai la curpatu eh' A si ce' " tempu la spavtenza.[Palertm). m'aspittannu Cci penza: prisenza? vostra diri a lanza, luntananza tanta arrassu 0 s'" di laUu Sta 'na tegnu chiaja quannu vinni Mannatimillu 335, cci pettu mm 311 LONTANANZA tia la vara sempri 'ii eternu ''. (Palermo) Va', 336. Gomu letterato jiti, lassati ! mi " effettu Cci ila culpata ha [a Soi'ti bedda, di onta mortu mi ntui'u e sempri stissu sapr" ti tia lo turmentu. si' cara. di di la bara, sar" pm'tentu. rispittusa, elle qui addolorata, quasi immobile con mi qualunqui mancamentu; scordu dim. amara b'adimentu; inicidara, lu t6, lu miu vulutu Amami, Rispittusedda, di stare d" Ad S" ma pailienza dulurusa mia Nun E o " nni : Ch' twia, vi suhi rispitlusedda La ' amico, oaru e con vivo vale non desiderio gi" l'ispetdi seguire amante. itodbv La siggillalicoma Lu cori E a littra junciti, rispuiiniti amati. paroli assai cu siti, si cuntenti l'amanti di firmati; la mi am"cu, caru cori Lu vu' cci tempu 'na Xu', triivali; l'amanti di poeu 'Nta ehi scrittura L"ggiti la m'apriti, cori lu ciitidduzzu C'un l'arrivati. 'aa (Montmiuggior"). iitii jiu, si nni Si 337. S", si nni Mi Jeu Ventu marinu, Terra di Lii fari ' ' Figghiu, mi Io la Pidamentu, In un la vosi Vurria Mi ^ altro Pi la 'na passu statu; l'ajuta.{Cefalii). la potti, mia... furtuna cunforti di passi un comu passassi mogghiu ''; mia nun e littra bedd'occlii, li casa t' 'a comu ha parteru di lattuca. 'na comu p"rtiri vuleva io Accussi " si jeru, pidaaientu Ma " dimmi Siculiaua, tu nni Si 338, di cchi" timiireddu Ch'" l'ajuta; inalatu, si cadi scantu ciu.tu, me mi Ddiii jiu, e lu jiu la a strania? " ciuri avissi : all'ortu [Baglieria). tia. a : " fondamento. canto mari Ch'eranu trovo si nai lustru questi due jeru Mi di la vei'si cons bedd'ocohi, casa m"a. itodbv Bcdda, ;"43. Ciancivi E Gei E cci Manti ccu Speri! ca Si cc'" dda unni Vai Ghidda Cci di' Su' comu 'n Glii E vui ' a notti la E 'ntra lu Poi la matina Chi pena Giu"jdda e A di 'n all'aria jit", mi e giuitta, propina diti sonnu vi cori lu dim. di siti. Inntana quannu (Patti). purtati? mi propria niatina, e mamma. sonnu 'ntra manna. senza chi ^ manu Vui Toatm, chi giuijdda ^ Scriviti " nrfaneddu l'amanti di nova spija, st'arma; sira di pianeti Stiddi 344. baiina; e ti 'ncatinata cianciu ca camina, e cu' [Catania). lisciandrina, rosa teni ca vili. cca nudda a si',n" cu' u" : ti scontra ca quarcunu diri Non junciri pusari non e : jnnci mai, ni", parti suspiru parti, nui a si a noi a guai e non m'hajn Parti Tu munti ; lassai, partenza sia ccliiui mali patir! peni fici fari Cui ti ca voli uni cui curpa iiUimlaiiai, m' fors" e iu curpii p"zzinn 343. simana 'na non tia di qaamin mi comu stati. viniti, mi parrati; nni jiti lassati!... (Cefalh). ginja. mano. itodbv 345. Leggila Strineila " E 'n E li vini di lagrimannu, sapiripirch" ti v"' Ca stari vinia. ni 'un 'un mia; a sangu, la mapnavi lagrimannu Lu beni si v"' fici cull'occhi la li mannu, ca scriviri di sangu Ti petlu vuleva la Ti Ultra sta dl5 LONTANANZA PARTENZA, SEPARAZIONE, la mannu? cchi" puozzu tia; a -di tia. senza {Caltavuturo). lu Di iiianiiai dinlm la Ti 346. Chi subbitu mintisti Oh, amanti cara, di Supra Chi 347. O " Si Cu' Nn'"mu Di ' celu trova sa forsi a si lu chidda me spartutu so a ripusari!(Milazzo). duni nova l'appinnina. dd" chiantu nn'h" 'pinsari, si trova? valli s"nziu custritta! binidittu uni mi m"a la facciuzza Sdili'm"i, fattu jornu santu, l'amanti Unni " ddu dittu, m'ha' quantu 'nta ssi brazi^a vegnu " m'ha fari. larimari. a m'ha' nenti veni Quannu ' sdili"niu in s"nziu Lu fattu m'hai chi ciantu gran scrillu, caria 'na e cci arriva ! palora; statu pr"vu. (lelii'io. itodbv alo POPOLARI CIAKTI nesci mi L'arma lu Chiamanmi lu e io s"nziu ancora '. Catarina nnoinu, (CaUavuiuro). Ti Sia. In niaiinn di Ghiim Tu mi Ca notti guai teni La Sa' mi Quanuu mia; a li me' passlrannu quannu teni. cara avissi peni? 'nz"ramula eurcu tia. a pensa mannu comu cara beni, v"' jornu sempri f. ]ittra chi li Sta si mi lu t" manni veni, o va peni pri fia; di e chi cori me tia. cu {Uampm'eale). 349. lu " mi nni li stari Lu Fiiiu E ' Son due la torna spartenza dicu mancu Chisti Di ca la A 350. amari duluri, chi via, tia. a scunquassu, di tia ! luntanu e arrassu la cori, figghia,pigghiatillua Fa " chi affannu, pi su' cosi pirsuna chi ehi li spartir!accuss" canti uniti parte d'altro canto, insieme; forse Ddiu, cori il iu, curpati; manna dui ma cci spassu, {Casteldaccia). mia. cci curpu non vi" lass", petri attassu, lu tantu pi L'attassu Chi li lagrimi mei ti pena ccu e la fazzu mi Chiancemiu Cu vaja amati primo ; totrastico potrebbe epico. itodbv (ar S" sparti l'arnia di iu corpu Si sparti contra di la vuluntati cori v' addirnannn, Licenza chi Mentri : miu; 'bbannvtnati. nii non campu miu, {Messina). Curuzzu, 351. E Ea mi Mi nni La notti lini s"cciu Semu dui Mi cchiu la di Ga vaju Avissi 'Nta 1 Posdomani ' Questo pef a lu di 'Mmenzu 353. d'un vonnn, 'un ca lu la veru, viju; eelu, stu sparveru, Ddiu! autru, Santu a magasenu miu latu, amuri la e"mniara " fa'-tiddiu 'n tia (Taonnina). Mddu 5utta comu t" 'nsonnu, 'np;annu, annu mi a mi bacciu un mill'unzi sei stali e puvirt" paiseddu D'un mt senza iiasciu cci Annannn Pr" fidi amun chi Pensa jomu tiri spai conrn maiitaju, havi Ca "aciimannu: ', tia, eunaiduannn: a pm"annu Non 352, lu viggliiu,e tornii e (.lancenrm va]u inautiu. podiniam e vaju, toiTiu, pic^'u n v""u ti saluti, fia;gliiuzzi, dui Serapri - nni rai mia e nasci' nasci' t" un ^. 'na (AUmeiia). spina, ruvettu, torner". amanti provvedere! di era costretto che vivere. a viaggiale lontiino dalla sua (loniiLi itodbv Nun chianciu Mai"cii lu lu tantu 354. mancu fari uri Sintennu ";ehi" cc'" lu t" p"niavi ; arma 'n avirria Si fussi pisci,passiria lu L'amuri 355. si non fu me cori Lu stari Lu me uni cori Mannamilla siddu Tu, 356. Sta Mi Chi di la li Vaju che mia, vuci mia mori, a pu" 'na in o ca e chi (Ciftcmla). d" ; tia, angusl"atu. dici mia. lu t" statu viju cehi"i t'haju fa mia gusti ti bella, addiu, ora a ; t"a, areialu. {Palermo). troppo amara. ancora ; dichiara, fina elernu sepurtura ridun'e turmintatu nun pri spassi t'amir" Si e. sparienza livasti Senti a moru, Rigordati scurdari. litlra,armuzza scrivi, e manni Mi ; mia, la campa 'na ; tradutu lunlauu e uni mari p" campa arrassu ; vinulu, hanu partenza Lu Vei'so nn' forti,e " Dulurusa " cci ca tramuiu, ammuntuari nnoinu aceddu, genti mi jornu fussi li salutu, un Si Sunu ' pri rispettu.(A/imena). si' 'ntra : matina, e aniuri, mannam" mi Quanl' sira inumentu itn Amuri, Non \i\ lettu di t'avia ca fina, c"miiiara cnrtinaggiu chianciu Ora la chi mora amanti ^ cara: pr'ora; il popolo. Hostodbv SBi'AKAZIGKE, lu grid"i e gridiroggiu cinniri B"nchi chiara vuci a in sagnu, 319 LONTANANZA PARTENZA, t'amu : ancora! (Sa"aparuta). 357. Aimiri, lia dncu E Dclii! iu la sapi chi vampa Di quanti! haju cianciutu Ca 'nta la l" Ccu lu genti comii sensa 'Mpassuliseiu sciarriu, staju ; ti nun i'addritta a viju, haju; catina inenz'ura'e passa viju, min nun mi la a pazzu ti haju; cchi" 'ncontni ca un Siddu mia testa eh' 'un jorna 'n e viju, eaju terra '. (RosoHni). Cu 358. li fici lagrlmi mei cci Cu li mei lagriitii timprai Cu li lagrimi 359. Lu ti vinni amara fa amuri nuostm si Cu' sa cu' s'aorgiru, Cu' sa si st'uoechi Apri Mi fa' Sii dui Illanguidisco cattiva cori f"dih in pi6"\ e cchi"i ritornu, ti vidirannvt!... gcnto vori'ebbe juornu, " di sangu : vuonnu 'ngannu per {Mistretta). ritaornu, siddu senza cado flnu, alluntanannu; si vidi ; 'sciari. a sp"rtirisi curuzza vinu, nuovu va sa jittarilagrimi Quantu Quanta bella, e ora, lu amuri persu, mei lagrimi Spartenza macinai, pani 'mpastai t'avia quannu li mei muiinu, un li Cu ' rnei Cu E ' lagr"mi !' (Casteltermini). terra. tener divisi i nostri fedeli ".,.u cuori b, ! CAPITOLO ABRANDOM). 360. Un tiimpu amai 'na beni cchi" La tinia 'ntra 'na Cu li proprii lu 'n Passau Si nn' di l'ai'ma lu la maQU jiu hi cu araniastrata cci fici la e pasci". merra oceddu cuccu e cuceii, mia; Armata, c"mmara me' "utra aniinastrata, merra tempii!.. Sta Cantari MORTE. SVExTrURA, Lix vulia Vinni X. piacia chiamata lass" a : ; mia * ! (Cefal"). 361. Fazzu la Ch'addatla E " poi Va " ben lu vita chi quantm c"ccia sci" ! sostenuta va cu fa lu voli lu alla lu vaccaru, vastuneddu intra, c" sino viteddu, fine lu 1" latti " : amara ! allegor itodbv SSZ CANTI Pirchi 364. Finiu mi paci, 'ntim" Campir" sempri Pri 0 tia mori ce"u, Cu' E s' iu Tu 365. si eampu sa moru resti 'n Carricatu IjU stidda Chi gran Iu l'ariu Anche " meggiu il dolore di ! cciui. m"ei nun nun e vidii a v"s"tusu cci ha vui ! {Noto). ' stata; ^ " subbattutu 'ntrubbulatu. tantu a amatu : ; avutu cunf"datu. lutto, flg, malinconico. : {Noto). Palermo pai popolo ogni pi" grande viene basta canusciatu hagghiu m'ha^hiu parte Palermo ceiui. l'uocc" statu amicizia visiti!,cio" la citt" donde e t' avissi nun nisciuna, con fanu cumparsu suia eciui, l'Ebbrei, luci oca Iu mari Cu Yui (Noto). guerra. la trovu prisenza av"riti st'amuri Visitusu, sempre ha pisci di cu d'orii nun ha No E ' mia beni, " Palermu la v"' pins"eri miei chi di passu Tuttu " lucia ca ! terra tupiei, nu "i a 'n 'mmezzu e ciantu Quannu L" Dia me Din, turnassi Pirch" di peni, ! l'eterna mia a circannu vajn 0 '36G. paci, mi nun d'arghientu e persi la La tu ; e mai"Eeni si risistu carricatu Arburu Iu mi o e guerra ? si sutterra. e corpu vivu comu la turmenti 'ntra atu beni cci", pirch",me m'ami min la POPOLARI a aignifloare la graye ' cosa. perdita tiitto lo amante. Subbattulit, sbattuto, ballottato. itodbv " che Vurria 367. Di I'uii"voinu, firnari 'n punta punta E l'hagpjhiupersi! " tantii mi Tiittii Sugna eci v"rvichi Mi 0 ddoppu Vidi Carni un cu' Su' e cu' 1' ossa, su (Terrnmi). lassai. 'na scavami d"iiacci sugnu juntu coi nn'" fossa, e cchiii 'na smossa, prejatinni. di supra l'ossa. d'ali,e jocatOli. paru dicci po' ti dumanna, di lu j"chirai; ' l'annu nun Fatti A chi a Fossa, diiitra,e poi vattinni; Ddrivacam"eci E apposta, trovi spija di amanti, cara vai; truvirai... fidili chi l'amanti Di " fossa, 'na ti nni 'i rari ti nni Si alcuna {Noto). spassu. torni nni paru un lu fammi e mia di la carni Fattinni 369. balata .spincila E cci ors"; traver=u, jintra e jorna poi All'ottu Tu v"i mi appressu, ed di navi persu, arrassu. vaggliiu mia, persi tu mortu paiai ciinsumatn 'na l'amanti Si cci cumpassu; i'hagghiu e 'nta ca sentii comu Persi 368. tempu miu lu cu bella 'n'amanti Avia ;i23 MORTE SVENTURA, ABBANDONO, primu ca 'n vrazza : Ss'ossa " mi tinni. {Caltavuiur")^. ' ' Rari 0 Variante ali, dadi; del canto ossa pel giuoco dello stesso nome. precedente. itodbv Cu' .570. Quanta Cu' la Ch' cchiii " morti longliitempi a Nun ctiissa " L'amanti ia viva " li chianti. passanu si senti chi mi o ! "enti, " nun pena 'n'amanti perdi cu' amaru di perdi perdi parenti, cu' perdi amici, : davanti. passa (CasteUermi-nl). 371. Mi E firisti lu pri 'n E eternu hai Sempri chiss" E nun ti lu comu chi t'addunasti Ora chi tu mi ; tradituri, la p"i nigari lu t" amurl ; : diminticari! p"i Ora sanari p"' cori un tradisti chi picun", un In nu stata cosa Laida, e' ";on di v"', l'ovruri, Imi nun chi fari. {CasteUe"-mini). Qtiaiinu Zl% di passu ti cridennu Tu pirch" Passu la Mmaliditfu Ga chi su' fussi d'ora solita robba nun si- ti v"' Maritati Spii'anza 'mi stari nun pii passu piglia pr' drittu Ma cc", tia : passari,' sgarrari via 'un e t'ammucciai'i, li '. dinari, t'anninghiria "; raaritari, cchi"i supra di inia. [Alimena). " Ma vo ' Che se mente dii'itto pei' tu accettar fossi "sb;iglLare non d"oi-ii,io nuUa ila non voi-rai In. via. toccarti, non vo te. mdb, SVENTURA, ABBANDONO, 373. Com'haju Ta fari a vai dieemiu Gt"stu " lu Ma "u Ora mi Gh' lu lu ch'hajuamatu vera maritaju, t'haju dittu C" iu 374. : Strata ligna pri t"a ca Ga pri tia,bedda, Pri t" Pr' 'u 'stremu mi fantasia. di mittiria. focu, {AUmena). 'nvisitaju, "u finiu ; mutimi l'amuri mamma '. " la me Abbruciati pri sdegnu pocu, locu, cerca " t t"a; a U" a focu un t'amajuun. banna 'n' "utra a cM ". pri pruvar" flci mis" m'Iia' ca A"lh MORTE s"cutaju, 'un sdegni! chi eci tegnu iu. {AUmena). 375. Ti Pi 1' he 'na mannatu v"iiiri uni Tu cci Un jornu tia pi missaggera. l'avisti !a mala di ca sicura donna mia furtuna. avir" nn'h"' pena. (Palermo). 376. Jivi Una jivia Cci addimannai variante un briusaraenti, mia amanti cara dubbia 'ccillenti 'ntra passatu ssi ; ' : vampi ? " : cb" Ca vai Chisau Ma 'sciar" la ti l'ha' Gomu Oh ' 'nfemu Cci " ' Iu a io Eccellente, qui si J"riu briittu dicennu chi fli veru, lu ia flci senso oa d'ogghiu, untatu pi moru t'amai pi pruvari tia ! un a pocu, tia, di grave. itodbv 026 POPOLARI CANTI Mi " l'haju passata L'haju passati! Li " Quant' 377, a 'ntra hi " cchi" la Cui Ch' di peni 'ntra turmenti 'nferna tintu cui tempu Donna pulita 'un G" i'orau eni birbanti Ti Lu sai 'Na badda e orva l'amanti : {Alimena). ; tradituri, milli cori. tradituri pr' un un ! ' tra^ucari e : d'amuri, e cci v"' zoccu nenti li chianti. ti lassari iilillifacci mustra chianti. " nenti nun 'nciammata l'omu e perdi passanu Di turmenti, e su' nun pirdiu pr'amuri poeu peni di pugnu ? lupari ^. (Alimena). * 378, Pozz'essiri Mazzuliata Unni Ga 379, A ' Denisinni, palla cieca A dove panni. e figghidi purtassira amnmzzatu e lu senza inulu a (Bagheria). li mamrai, carrieatu, n"uru 'na tabbutu, * 'mburdutu varda : ti'avolgei'e, ingannare, sedurre. Una ' d'un pinnuluni ' prOBciugato li !i robbi Tmvucari, acijua, 1 chi Supra ^, picciottiseantatinni, tradiscinu Celu! Denisinni a tila comu vidi Senza ' purtata dal e antico un canale GoTerno si lava pinnuluni, pugno e si di palline, cio" navigabile a settenti"one ridotto oggi sdagaatta biancher"a, ad una schioppettata. di Palermo , Svevo, ed pentoloni, legato una a semplice verznre ed corso altro. barda. itodbv di ABBANDONO, E 'iitra la E 'ntra lu Di tradituri di Sangu Ajulu, ajutu, 380. Ca Datimi lu testa "utru Ed jornu la mura mura Partu v"ju unni E Mi jicu ti Jeu " 'Mpuss"rist, ' La " Altri ' E ' m si gode l" dove faccio l'amor io vedo jicu, mi nenti fazzu. ti lass", pena unii' " a coma mi mia, nn'a.rrassu r"mitoriu ; passu, aguali a mia. scuntenti a chi mia {Falerm"). he * ; (Alimena). 'ntrari. pinitenti, d'un gettarsi nei pozzo. la fazzu, e cuntenti mia sugghiuzzo. % gran petri salutu, vita la Fari a'H '- pazzu. a - ca sta li lass" 'Ntussicati 382. li 'nt"ssicu lu : curuzzu curuzzu, ti lass" e ', m'arrimazzu. tegnu li chiavi Guv"riiati, (Bo"-getto). it"' ammaKKU. curuzzu fazzu ! 'mpuzzu n"sciri guariscilu si io 381. ni" di arriddattu Tuttu La lu di nova Sugnu vinnutu mi vera ; mircatu, fu 'un ca f"rutu daveru '."IjJUzzli, mi s' 'un fa si uni sangu appizzatu, baddi ciancili,di l" t" cuteddu cori, un ; qui mio, pei-sone : la passo. la mia amante. liete io mi allontano. unisco. itodbv "^a POPOLARI CANTI Stii Ddiu Pi dari ofi"tinutu vogghiii amari, eh' he bonu esemp"u Pigghia sti carni E aangu di Stu lu Ddiu fici in scannalizzanti, mei mio genti. h a currenti, dumi tutti e munnu quanti Cuvirn"tivi,amici, addiu, parenti ,S8S. JHna La li Li chianciri terra l" stiddi mari !u cu colu lu S.eni Ghianci lu G" 384. la Donna, Ga Ji' lu pi Sugnu Ed Pi io mi anUie Pam " fieni, paragoge ' Maecsa di a tuoi, vidi un canto peina, inaletna, di e srutu, guveriia, sferta quannu ciecu e mutu, di perna maccia nun mi dani o "", ajutu, tit,w{a materna iM^tito {Palermo). mia tradatu, sa' vui a e fui e vui sentu: ' \mci si p'amari mi tutti, a film miu l'aceddu li btUizzi Diri Secwio munnu corau Mortu chianciti abbannunau ripara p'amari Tuirhia, la tutta ; la Curii tutta tu mei, ; cumpagnia 'n e bedda me vurria pisci tutti. ' Turcu amici ora, li cu Ghianci Ed * prufunni prufunnati grulli stissa Ghianci '. (Cefalii). ! ' {Noto). ibIi^io"" re macchia idiotiami di perle. di reiiman aeieriiam. itodbv -""3U POPOLARI GANTI Sugnu li s"nzii G" l'haju pirdutu. mia 0 celu, o terra, E chi servi Gei mi m'ha' comu vol'ess"ri 'ppizKavu lu tinutu! amatu! avutu. ch'haju chiddu ^ '; nichiatQ celu lu pri M'adiru turnatu, cadaveru un coma neiiti,staju iimtu; dicu parlu, 'un A'uii haju squagliata, Suli lu l'acqua e Comii 387. {Castdtettnini), 'na Persi 888. Io persi diamanti celu, 0 Luna, E dunamillu Sugnu di Privu arridduttu chi lu M'abbannunaru ii frati Voler 'jtpiszaou, frati, l'amici. [Palermo). lo perdetti. di rubbina; in M"I"izko si canta colla voce ; Persi Una ce f., itiveoe s. ziifflmt,zaffiro fici; amato. essei" Rubbina, e ( Tortorki). puvirtati, stissi li ine" ' ' ! moru. a niunnu M'abbannunaru lu ristoru vera a Nichiatu, imbroDciato, stizzito. Cd matutina. vognu ' ' f"ru. stidda finestra beni * qualchi matina, truvirai la tua ", la rubbina e qualchi tu mi Sutta o virga d'oru; 'iia ciiati mei O Mortu - lu li s"nzii Unni 389. tra 'ngastata Ch'era fina, tanta ch'era petra variante lu diamanti dice dca/i. e la ::i'ff""m. itodbv ABBANDONO, 0 G"sii qoantu Cu centu scali Io s"cciu 390. 'Un s"cciu Morti Va)u villi davanti Coma For^i " Un " Su' ' Leccu, protesi Proviene dalla di stampe nella Matl"o Baronessa quattro ' in di cca l'Amun pn ainspunni tia muiiu mei, '^ iniu " chiancinu {Ahmena). ad ara, * ancora. eco. ecw, di nelli pradj la a , Carini bella Agata Licata, n. la 1566 Mayda questa 'Noisit"risi, vestirai all'unni: m 'nvisitati Historia di unni dumannu ra , -' "spuiu' mi , ristampata cit. , varianti spiiiu cci amici di e e l'occhi di o). {Ca"-*ftvutur famii, unni, di luntinu lUcaii li me' Barbarussa di ^ Amuri, moisi l'occhi p"ssau Chiancinu 392. cu' man, lecca Lu ' 1 vap me voscuia amanti me duluri, dari, cci lu valli,'nta a l\ ]iu sia m'hajuadari manu ciicannu Unn' Ga li me' cu 'Nta 391. avissi havi. chi o rimeddiu chi Amuri, me s"cciu " frevi accidenti Sidda p" acchianari. lu nun s"ddu s"cciu Nun e Suli ! stu si cci malata ch'" j" malatu, da " g"uiu 'an 331 MORTE SVENTURA, a medesima pp. prisa 7. In dal ottava. , cursali li pei' le Palermo, Salomone-Marino dove 248-253 da son riportate (Nota della pres. ediz.). lutto. itodbv oaS POPOLARI CANTI Morsi l'amanti Vuccuzza falla Maslru Idda ca " bella mia, figura, pirdisti"a palora. pi la dui gi" morta, sepurtura io finiscili ed : ora. (Caltttvuturo). Oh 393, Ga Ora Io chi la me mi grati 'manti pena a nun partu pi stu partu pi chianciri chistu pozzo voscu e cori min ! truvari riu lagrimari. {Palermo). itodbv CAPITOLO XI. CARCERATI CARCERE, ^ Appriniu 394. mi L'occhi Di di la Pocu sbirri la sangu Giustizia partili curria la ce' nun cu e " fu ; passu purtedda cci ^ * "u a mia a passu, furgaredda pigliaju pillaru Tutta li "i latrimi un comu vitti la pettu Quarinu Cu jianu mi Qaannu ch'era *. crafassu un vanedda jocu l'ucchiuzzi ^ ; e spassu 'ij torra : "- (Alim"na). ' Dapprima. , ' Furffareddu, ' Una s"zia, variante A ' '" " Mi mise Crafassu, Vn altro a spaz/alonc. : guisa ca mi vitti 'i sbii'ri 'n coiWa. rubare. metatesi di fracassu. canto; itodbv ""i CANTI 395. f unlei Cu cimtenti e Dunni di nta ni nescm II Pi mix E peli Gc " Cu 397. Dittm 'Nbi|,natnilu 3itialIArsimh G" M E Vedi lu nti intorno ' L'AiBeoale ' Puntali, pena piedi legati a qualunque. In un Il Paleimo, Ktala sunnu a fiova; nfuimati; vi dei nella angolo nova. puntali ", lu i le notizie condannati quale di * di scola mistru bagno un t si di Paloi-mo gravissima muro, S". Cci * lu alie Vicacie di ti 1 stanna mezzu acchiana: qualchi din : sepurtura. {Palermo). n e Luna, staluna nn unni * lu jornu ', ova tana, na si ii"^ ponnu (Pidermo). sona, la centu nfpini Vi Tuttu di h i i e di moitu chi nni Suli pnita^tu cci mi ? la iuLtuna. timpani dmtia VITO ! bepuitux !u semm piMuiia chiimata Vicxr li iSiccia scahdda na Anu ' la ne ni"latu Sugnu h : abbanninata, roggm ne mancu nta ^tidta sti mma' voli Sugtiu jittatu a Haju mala navi qiannu h Ddiu mix carzaratu comu d i sta Sugnu 396. arai vmni mi Essin Ca 1 l^ hu POPOLARI si sta carcere, ; di pag. alla con ovvero 70 o sog, galera. catena una a un pinolo : di ai li giuvini asiittati. carceriere,l'aguzano. itodbv Passanu tutti Atturniatu 398. Mettiri la sint"nedda gammi coma Firriatu Lu di s"cciu " Si 'na tutta 'n'"utra voia ' Vai'iaEte la sona la testa Scipp"mucci la chiaja % duna. pii-suna; me campana, li 'nfamuna a Lana, di vara, jittatapri lignu Sugna Ed quali judici mi a la 'ntra lana la pri ', *, cacciatura m'havi capitana Nun cunigghia e sbarri, pitarri ^. (Borgeito). li corau an cani 1" a tirri-tirri longhi Sugna 399. '. (Camporeale), sbirri, la fac^i pozza : nova di li sugnu 'un Passa L" cursa"i galeri e porta la Vicaria Danner" OSa CARCERATI CAKGERE, ! " (Borgeito). Alimeni di 0 dotti li libbia ohi ^algnat^vl iu ulemu "fuduti tioia si unni li carcerati Jiti a Palermu ntra Iddi suli VI ponnu daii no^a li cuimannati Dd" diutia su ca era C I * ' Poita baunera modo Pitarra olis sedentaiio ' I birri ' Aviri ' La dlia fliie"tu lirr^hm cello ivi di la ecola mastru la Vii^na nova prestamente erb , Sn,iiia siiiati camman e di iettax in galliuella prataiuoh Linneo Oie iic "iJbso piuttosto i,he Yolaie corre le spie e pri la lana del campana ! In In tenmu Prati Ahmetn aveie Vespio vana non un tener poteit mai afferrato dimenticati dai poiolo di Si (X}si jittatu pri lignu bugnu Comu m ce e nnddu ca di pn *aia, mia piutitra itodbv ddt" 'Nnueeenti " st'aria 'Un sempri Ca Pezzu 402. Du' 403. di Cu qualchi Sugnu Lu ' Bari ' a vota comu Furriatu Pare 'mpusturasti '. (AUmena). ti di qualche in questo iio.ra.itu, gran colpo e lu "utra tradii fattu, la ^ petto, la tana, ura. lana. leggenda. senso, di barattu 'nta pri ha' mancanientu, ouaigHu uu d" Bbirri zocca dugnu " cap"tanu rbsju itanimento Rasulatuna, t" lu rasulatuna 'na facisti, 'nfami, pensa beni Pensaeci Io ehi picciottid'onuri Pezzu (Palermo). jittasti; 'nfamitati prima La : t'arriducisti; chi a viditi; vu' sariti. mia a ti fari 'nfamitati A li nutat" 'nfam", di mi accunciateddu 'n facci ? puvirtati, me paiori e jornu un la dura sti Scriviti ch'aviti superbia e jornu un {Palermo). passati, salutati, chi Chi Ca Signuri, sfurtunatu. io lu sugau Amici 401. Wostm fa 'nnueeenti Comu c"rzar^i jittatu: sta 'nta 'Nnueeenti dif"t"suri, l" me' chiamatLi Haju 400. ' POPOLARI CANTI dar la pariglia, iiojnbare. rasojo. itodbv Garzarateddu 406. Ghista S'io lu " chissu moni, s'io campu, E Ma siddu " vi piaciri 'u vostru libbJrt" a arriva Kll'arma lu o spassu viii f"siu: o sugnu, diri l'h" vostru. gustu: 'un n"sciri a ' arresto. bustu, stu patinnostru... an ^ [Jiagheria). 407. Su' A mia arrassu E nun fa Gei c"rpanu Si 408. Ma dicher" " Non sceeuni mia d" di 1889. da di f"iota tramuntana, la ma se io f"stivu, il Superna; via ; Suprana ' Turchia. Psichiatr"a di Torino, voi. X, edizj. da giorno ia di yres. un e e della contratto 'ncappari. {Alcamo). p" Superna Francia ; st'erruri: la na"V Archivio me passari. li cani cci sutta la stari; pi erruri, n" comu mia sutta passir" F"stu, Cio": fannu tradituri, gabbu pjgghiu partfl spiegato ' di comu pigliu E ' mi d'Inghilterra, allongu 0 I, l'amici faciti Ognunu tia cammaruiii, ch'appi centra vi stu pi sdegna n" distineddu Tutti fesc. di Fu 'Un 'nia carzaratu foste usdr" (intendi da questo la cagione). io mi veu- sospolitarai che il poeta carcere, terribilmente. si capisce qui a Petralia Soprtma ma e potrebbe Sottana. itodbv mi Quanta Havi Un mia l'amanti Haju voli sunari a sarai jornu palermitana, beni, l'amanti tu Faciti 'na Ca sti pirocchi Ca su' nisciutu Faciti tutti Li corna {Bibera). ! ^ quarari liscia, vurria di la squarari, Vicaria. pittinari*, ' faciti sirrari corna, ehiddi a ! pettinipri mia; ce' " nun ' mia. ! mi tutti,mastri Curriti Si di quarara ! la campana Amici, amici, qaarari 409. mia armuzza toccu a 3d'" CARCERATI CARCEItE, chi 'nfussaru '. mia a {Palermo). " \iii.1k lompe e " il siono delU (e leiraW del {Ui Quatara protei bla le e loM ile' ' quali Maestii ' Tatto dice ironicamente i il popolo usuiasa il \arso quando passato e id uno si in modo amici ricordano lodai^i pu" non 11lima e caici.(e caldaia guadata, o clit, (."mjWTii pettinignoli Sirrari, segare ' fei coma il canto Tutto Io93 carcerato e inediti rrali al attribuisce lo si legge con "'lailiano,numle Oillberti Maura si ioli cu a di 117 1801), pag Mtmu, memt nova a e h tradotte Nella edizioni oanmm del lananti Vuctitia " iu" lu Salv dinota Baruni e e ov'egUera mare, a A Vbnbziako (Palermo, Aioen di 1% camam cui retta Oraziu nel Palermo m Opeiedi sac Pigghtata dt molto Castello nelle pH seguente iii:a 'Veneziano, esplosione della polveneii pei poeta a li etra mincanu Smith li hinno Qui-^ti iltiiii liip\erai Nfiissaii, (.alimnnie con Paulu aggiunti Capuana itodbv (Ca- 340 CANTI Nun 410. mortu sugnu Ogghiu cci nn' " Corriti tutti Mentri chi Ma si iu Di chiummu 411. mmalidicu Lu mastru Ce' " chidda su!u carzaratu E chi 'ntra Duimi "un tettu la flei puru 'nta delia 1 0 probabilmente Chiaatari Loro, ' Musura, credo non " {Oianciana). mitt"u, mi jittau, n" come di n" *; 'nnamurau, cela dato scura, non Dd"u. po3Sia del Maura, ar.dai" dell' uno lontano n" il quale dal vero dell' altiT). (Nota chiova, fig. calunniare. della pronunzia, lode. della oaliianiatori;vi L" " chiova Nova. mi si vidia cchi"i edis.). pres. ' ' si ; siburtura fossa scura Io che ch'" la Vicaf" mia (Polizs"). ancora; U 'oa ^. li mura, e Favignana carzaratu XVII. *, rnusura palora lu fa scrittore dicendo la perdi 39 sec. !ora tradttura, tania, Galafola, 1871) pag, del la 'scura; Cianciana a 'ria ' la judici di 'Llura addiima. ancora fossa sta s'arribbassanu No Lu 'nta 'i cuntititassi e chiova ti darr" chi Mi 412. lampa, ancora . cci trasi Cci vivu ti la fazzu di cu' la chiant"rimi a campu, Ca su' no, a sugna C"rzara Dd" POPOLARI solamente pron., mUura. Intendi: vi dar" una schioppettata, ecanner". si rimboccano i terribile. chiodi; quella " pij!i jBdb, Ailura Mi me dissi Adamu " 'Un ed Pri m'affacciau, mammuaza : dubitar!, figliumiu; Eva l'omu 341 CARCERATI CARCERE, la scrittu carzaratu lassau: Ddiu pensa ". (CasteUermini). 413 Mmeiizu li Cu Vitti E ca 1 occhi malu Mi levanu a Gei su' La menti Nui semu E 415. V'h" ' ' tennu Di n"sciri " pazzia it e Palermo soavit" che pensare chianciti; chianciti vinistivu di io possa a pazzia uscir (Palermo). ? mia: un affetto '. riccuntari pena eomu " 'na sapiti. cunnannati, chi la gran cc" : chiamati, vui e fora 'ncatinatu di lu 'nfernu chi malinconia di lu riccuntari Mi Quanta variante pinsirusa Mammuzza nati sirrat" 'un li e vui, matruzzi, z 'i c"mmari d'arrassu 'nta cai li viditi morti o {Pai imo). campui figght d' v"vi mn cristuni lu e e chiddi a la malaiicunia e II \icana Mittitivi purgati la paci sunnu funtam li mali eh aviti Jiti mia du vui stari Matri Si -^ulu ramenzu Lu mitruzza facunu cci ea Sugnu la eri la Vicaiia signali facia mi ce di cnnnu manuzzi Matri 414 lu cani, '. ! di questo carcere. : itodbv Una 342 Quannu arrigurd"fivi di vita C"rzara, starimi Lu Tiesta piensa Cc" sulu A ca paci; 'mmienzu di li miei 'nnimici, travagghiu, tnuorii manciari nisciti La E Oii, d s 1 nt e fa f p n t fina, 1 T a 1 co b d ilant bb e u l fa e i spili do 1 (Capaci). 1 1 lata e nu vuci a '. libbirtati'; a sb d r di miciaci Te t tu Ali I ula Gal l'amici, alliera p M e e ora f Ga dici, pierdiri la paci. Cantati, carzarat", 417. piaci !... nni mali li frati truovi su' s' 'un mi cu' a (Camporeale). mia. filici, casa cuomu fa' ca Dinari, bon " tia cu Cu' E mia, scippata Fuora principali, li festi vennu Mammuzza, 416. Vicaria; la 'ntra sirratu Bilichi abbannunari si divi ftgghiunun Lu " ' POPOLAEt GANTI 1 n [PaUrii. n jBdb, 418. A ch'eu iempu L'aniicL mi Eu nuii sapia Lu dudici-tar" Ora eh' Chi m'ha E tifavatiu 'un L'amici galantomu era mi chi paria n" 'u coinu, un ^ranu lu haju cchi", f"natu tu tn" cchi" sannu \ ! povir'omu iu l'ari^entu e si scnrdaru niancn l' amu ca lu u" "i3 GARCBRATJ CARCERE, ramu, ntiomu mi comu chiarau. (Sambuca-Zabui). Ghiancinu 419. " f"nutu l'nocchi pri ^ Airisula 'Mmienzu Jeu mi mi lu mari in in dice " mientri e ed stu addentando Ditdici anche tari, come "utra bracchi funnu fa lu sti carni san a lu tanti dannu, sunnu : funnu! signori (faochina), catena "acendo vanno : tirannu, ^ientn puortami clie i biiT",di giorao di sera havi Ddiu curri munnu, nun giubba lunga (frac), giubba brillanlj,e ' ea cuomn fannii, carriannu, stannu Gr"piti, mari, quale bieddu ehi"nciu, 1" 'Nnuccienti 'Nea lu mia chiantu miei, gran (Capaci). vetlerli a d'oro intimit" e e All'isola (li spilli soprusi 1 santi. moneta d'avgento equivalente a Lire B e cent. d'oggi. ' stiti ve- Fayignana, di Ustica e di Panfcllei'ia ecc. itodbv 10 XII. CAPITOLO RELIGIONE. Fici IO. E Prima... E iu fu fu Terzu l. Io visibbili Viju !u Unni 1 celu arrisedi vide con e rumpiu, nigau; cridiu, mani"u '. [Patti). cosa mirabbili, 'ncumprinsibbili, Ddiu, gli occhi diu; 'nvisibb"li, ch'" paraddisu tra non quannu viju Su lu iu quannu cuU'occhi Guarda lu quannu visti non si si scurdau. Giuda Masi Diu, l'aceurdau; terza...,e liutu Petru Secundu, di Figghia secunna... sagru Primu Si cordi eludici cu lu liutu un eli' " suoi cosa amabbili. e jBdb, CIANTI J Quant' 14. D'om Pa"ermu 'Un bedda " 'iia havi pani, Si di lu Jovl tri vascelli lu vota Lod"mucci furmentu. Santu dici pari'inn,e lu chiantu, 'n furmentu di ^'intn l mantu d'argentu, rnisa " vinu, n" e ddu satta 'n'"utra e Missina cu Galaru Maria stampa la matina E POPOLARI '. Santu : ! ^ S-inmcntu {ial'WK-tufo lUoordo ' di Al one ' stanco quesfi mena alt Questo egli 433, 437, 11 111 dai ito si mettono a Bdiu. Lu"iamu s(^ginnge la vista : di l'occhi (ao" il pnmo spaCa ' 'Na Vimmaria Sullo ecc. mietitore Cosi lavoratori sciivevo mi seconda a di lu io nella tono stosso di Dopo cui sinistra. Il nome prima al che curva l'uso dei nni di volume uiiet"fori il spada Usi roii e menti E poi cunsirvassi " ben al in in , a le mezno Costami riporfat"i capu- apphcato questi canti; oi-a, di e La capuJtruccTiieri, schierandosi fenno ediiione citato di : gli alt"'i fino seguono aver dosi levan- Saramenltt. cont"nua ogni i manipoli l'accoglie clie Lticlitsia,co , nel quale " cennato le biade. Santiss"nii destra, a la per richiamo 430, 432, recitare silen"o, dice compagni Santa a , codesti V9 iditi Signofe. Colui ringraiiamu ohe " l'ultimo li aMi ulie ialciano al Imponendo e 4'') mietitori,cio" il lig"^itrio mgghUuri, dai ed il vimt Eottoiiin vanno contadini lodare a lasciati dietro che i pi" veib PietioOiiGrc Isg Caitavutoi'O detto due timi i canti 1 soii\e il berretto sar" del qualp questa p. Canti m"sse .^ itodbv 132, (Mia 347 RELIfilONE Oh 425. Micheli San sili In Vu' li Satta ancila veru ssi valanzi Pisati st'arma, Ora tu, arrauzza Ora ca sini sirpenti, Ddiu. Ddiu. a statti cuntenti, grazia di Odiu. 'n Sanlu lu Saramenta, G-iaseppi,eh' San datu po' datila m"a, Lod"mucci ; menti, giustit e ' sblinnentl, Ddiii vi l'ha 'mmana Tiniti E di titiiti un pedi spata La Arcancilu " lu mia nnomu ^ (Caltavuturo). 426. Arcancilu di Capitana Tu ti nni Ga tu lu Pigghiati Portala 427. Il li biddizzi Gc' " maggiore, * eresia desia, pi" quale si ha di spugghiatu ti vidi ca eh' 'un Dd"ii a ce' " li min ; firutu, l'ha Gr"sia na scutu, e armatu hai chi ; criatii. ' di (Cefitl"). valur", p"' .cuntari. chi fa 'un ti hi grazii a tutl'uri p"' scurdari. : (Falenno). cantatore. Capitano chiesa noi! l'ernia,spata Antuni""u ' La t'hai Santu un del e Ddiu st'arma Ga nome vistutu, 'nfernu Palermo 'N di biancu avanti Sant' ' vai purtaiinu Trema avanta^giatii ', cela ti vesti Gomu ajiilii, Micheli, dammi S. grande de! supremo Ialino Antonino divozione di fuoi'i in cielo. chiesa. la porta "1\ questo : Palermo. itodbv "4" CANTI 42S. Casteddabojiii Lu la Matri Cruciflssu 'Nta di 429. Vitti 'na Ges" G"-ibilimanna, Sarvaturi nivalidda ponti, e tuccava Quantu biddizzi havi ehiddi di ', {Cefal"). 'nimenzu Faceva Ma Sant'Anna Munliniajuri ; la menzaustu Cifalii lu A POPOLARI iu San Maria mari, Suli, Pasquali cchi" su' ! ^. mag^iuri (Ca"tmuturo] 430. Santuzza La vera Nun vosi Ca notti castedda, friquintaricu signuri ; P"ddirinu e jornu Lod"mucci E ' Santa Castelbuono In * Pi" Questo dita ' e "Vedi !a cedda, dinucchiuni stava festeggia 011)01119^,in Gibiimanna in CeM" la so la San Rusulia si bcdda, palazzi, n" n" Munti e Signuri, di nostra rosa Nemmenu A rimita Rusulia *. Saramentu, tu Virginedda. (Caltasuturo). Sant' Anna, l' Assunta (la in Ges" Montemaggiore Madonna di agosto), mezzo il Salvatoi'e. maggiore, ed il canto forma popolare precedente alla quale si oppongono poti'ebiieroanche i grammatici. entrare noi cap, popoli. nel voi. II la leggenda dolla stessa Santa Rosalia, patrona di Palermo. itodbv 349 RELIGIONE Vi 431. Vi Vi manna a manna a 'n voli Vi Culi' antri Chi E virgineddi soi di Tri belli Ga 'n paraddisu la Cc'" cappella lu Gh' D' un' Una di tri Cu Trema E tri ostia chisti palori lu Cala a lu la Santissima Questo primo ' Questi intercalai'i yariauo canta, e ohi per" apeaao non. dignu {Caltavuturo). siti! taciti, cunsarati; dic"ti chi culi' armi cela {Caltavuturo). appartenere socoado consonano dannati; poi spinciti, Trinitat", tetra'itico sambra ' ". Lucia cumunicati; tri ia 'nfernu si l'occhi Saramenlu, parti nni santi soni. cc'" Ccincizioni. Santa vi matina e Sarvaturi, quantu parnneddu, ogni lu di figuri, canti cc'" di santa virginedda 0 433. Passioni, Maria stampata Lod"mncci La Redenturi, tri belli manti, ; {Palermo). culun. milli di Santa la Signuri arraccamati cunsarata, Munarca ; amati. Nostru di ' ia parnia cu d'argentu Ostia Sant'Anna, salut"rivi spusi e Cc'" diri li filici jorna; li vistita D'ora Madonna, la paraddisu sunna vonnu 432. salutari a manna ad la diTOzione altro e la canto. volont" di colla rinie dell'iDtiero cauto. itodbv ^OC CANTI Mi 434. ^ talen"a POFOLARI lu sali talenta la missa ogni inatina, Mi talenta lu Re la Mi la Curti -Nni 435. Ca cunsacrati, pri cos" la cuda " chi cosa eh' " del verbo ' Notisi il bell'uso ' Canto aioito iiregolare Una munnu: Patr'Eternu \ all'Orienti fa chi di cosa '^ cuiicmTi 'n pugnu, lu a slidda 'nnavanti dici Ognuna Regnu; eternu; 'n e 'na Accumpariu munnu, li chiavi cu Ddiu, Spiritu Santu Cu di lu s'addiminanu 'un funnu, 'neegnu *; cu lu tuttu (Alimma). nn'" studianu e paradisu pri lu '. ed nun Pitruzzu Ce' " San 43G. iVJaistati, Giuseppi patri inintuvatu Tri Riggina, Divinitati la e li dotti Ce' " San Grapi So di ia Divinit" su' " cu l'osfii talentano L'Ascinsioni ' farina, Mi Tutta al canto la e la a sfrata (AUme ; ; nenti, jurnata. ialeMa-re. e probabiimenle e studiar! fraiiimeiito da , legar seguente. variante Ca ; su' !i dotti u" 'un ponnu, teologia. itodbv Ci'istu vidi Nun la teni Ca Tu, piccaturi, si Sar" tu ti nua la tia di supra sfiidaVata spata so onn"putenti, " quantu ? penti, (Palermo). '. vastunata * Cristo 437. lu " focu Lu jucatur" a l'arma, Arza la lu 438. Madonna 0 piccaturi, Ddiu Giusta E li detti chi L'aucilu vidi parti Doci " Eu v'amu Mi chiama " antico va di e pisu persi l'arma, 'u Signori miu, li tali e il pregiuiJizio vendetta di tali pedi abbagnu, a stella di una Una ' Concetto pi" grazioso assai di un altro ; spagnu, 'un vegnii. del cielo caudata nel sdegno delle storielle di giocatori puniti dal * mi chissu riferire tegnu quantu jeu e "',[Gefalk). paraddisu e pozzu la comparsa misu; spadda chiancenna quantu pisu, l'arma sarva la a si ca l'arma ti cui a ti detti piccati assai, pi Haju sua e sua ti sta L'ancilu 439. tautt la corau poi Si " 'u {CaUavuiuro). Maiia. Carmino la =. Saramentu, Santa lu Ddiu, a r"stau statua 'na corno si daniiau. e corpo p' offenniri spata Lod"mueci E pirdiu, cent'unzi Persi f"niii : munnu s' astutau; Muncibeddu Lu Siceu ! Lu munnu cielo che per " in e a non loTi- f"rmamento. loro un bestemmie. canto pei bambini. itodbv gioso reli- 352 GAKTI Figghiu, lu " " l'amuri Ghistu stu Pigghia Lavati, la latra patta G'un 'Na ' vota N" misi mi Dd" 'Nta Trasiti vota, ' Poi andai ' Chi aa 'un canto aenzi tUe pi" ouore questa lungo di cantati, e sanati. tiriti; addimurati, e va' sapiti'. {Cefalo). miei, com'haju \u nni poi ippen'i jeu campai, {Cefalii). e squagghia Grista Ge=u nun l'anni Pass"ra 442. e : cori, cantati sti crudi cori di li santa Sanatimilli presta ', larimari e tiriti; di me cori li Gall'acqua C"lu 'Na la cori, dari; vosi mi medica chiaj e li Trasiti me trasiti,traslti, un comu Sanatimi " miu cori me stu putir! lu senza cori so Signuri Duci 441. lu detti Mi davi: patruni eh' " Gesuzzu, {Cefal"). regnu. di chianciri a vagnu, m'avia Gesuzzu ji'nn" Poi me un cori miu lu so, n" lo tegnu; lu so 'n appi chi arrubb" m' lu ca lu a pin fattinn" miu, sangu ti eu l'obbUcu e venitinni e Maria 440. piccata t" runla di a fari! mia, che da ottani G( no, ' itodbv d54 POPOLARI GANTI Napuli A fa sira graziinni Chi Cuncizioni la Viva Cristina. Cruciflssu. beddu un Rumana, Santa di l'ossa Palermu Cc'" Tirnit" 'na Giuliana, a matina, e ' la Sala di . Chi pi di Ges"i Davanti E jeu, mali Chi l'aifari mei di Missina A Saragusa 'N Cristina Salapaiuta In di chiamami! tre Paleimo tanti si molta, ti Luc"a. Santa casali tutti f"stulitati ': sotto Rusu"ia. e citati, Trapani dtiiibui-"Luuo non due so (Salaparuta) '. jiri. citati Santa e prigari, Maria, cci su' du' Palermu Cessanu Questi di ia festa Santa E la bella diri. Sant'A"ti; a li littri di diri ! a mannari spera fa ia festa cu Fannu he lu so maiitu Catania 447. haju mahi ce' " Garminu di lu Maria spijari, divi mi fari? a jiri? a a cci ! chi 'nfemu lu havi m' mia a Clii sutta " pi cci havi cu' Cristu A da mia, com'haju chi jorau lu Veni (Salaparuta). s'allumina! niumiu Ghi"nciu, misira 446. ' "u tutta a ad quando, Maria. iiaa a 56 (Gibellma). Caterina anni circa. festivit",. itodbv Maria, 448. Gran eunsigghiu Cu quali Lu Patri " E s'avia quannu IS'nomu lu so di 'un cci cci di ; dieia : puteinu dari, cumminiria; cci mitteniu nnotnu fonti cci Figghiu terra celu Dunca Mari, si duviaehianiari di mancu vattiari, !i celi si tinia a iinomu a di mari; grazii, Maria. (Alcamo). * 449, Oh E ch'c quali U fa cela, chi Celu, chi par"ri la g"diri E La Si E strata ha' lu la fattu t" Oh ehi G"' sa vita t" furtunatu si' ! diletta e cara, sicura. di 'iia vara, 'nti spartenza l'arrauzza 'na sepurtura; dulurusa mia Tura. 'mpara, beni, camina l'ossa (Alcamo). junta ti la supra 1 si' ! comu cchi"i,ch'" corpu Cascanu tu jornu mia tardar" nun si', patria S"siti, armuzza 450. amatu, 'nnamuratu ti vegiiu ! ! Gesuzzu comu ddru arraccamatu accussl campa me Celn, quann'" a di nni celu pinci biddrizza Beddru Chi atu ti manu Ce' " la 0 beddra e duiini va amara a scura ! ! (Alcamo). * 451, Vitti Lu curuzzu a Gesuzzu di fora cu cci lu latu apertu, paria; itodbv "Job POPOLARI CANTI Cu 'na Je cci 'Nta " lu me Vaju 452. J"nci" fonti lu m'addinocchia Po' a mi vagna Addimaiinu pirduno Talia eomu stralluci Ddru Ddiu chi 'n cruci Nanni '" lu vidi lu tirrenu lu e vasti, ddru 'nta pi tia e trasu viso; haju cu' a offisu. vasu, f" raisu mia ! ? patri amurusu ch'" {Alcamo). tia ! chiesa la ed e mia. a sp"rgiu pi lu : rispettu, Portami " chiesa la a scriviticci sangu a d'affettu vuci ea curuzzu ssu rispusi: Iddru Chi d"ttii haju pett", serivia, chi l'atra jiditu di C'un lu 'nsignava manuzza Pentiti, chi ti porta 'n paraddisu ! (Alcamo). Chi 453. hai, Chi hai, suruzza Tu ti cridennu ddoppu E mia, sempi-i hai 'n morta 'un E s'ama mancu a Ghista " la strata 'N senza 454. ceiu Stanoiti Cu la cruci a Ges" si li patimenti, 'un ci Gristu 'nchiuvati tutti alcune pai'late,par Hun, Niinni, di Sempre hai da ? patiri. senza pedi ' - stenti, senza va h ' dti-i paraddisu jiri; Ddiu di ehi ? cuntenti, campar! '-Ilparaddisu Ma ti lamenti chi mia, suruzza pO' jiri.(Alcamo). mi sminai dui, non. dire. itodbv 357 RELIGIOKE " " Mi " affiittu vitti accussi Lu Signuri, 0 cani duni Jeu cu' fu' lu Piceni, me e cecu Ddin, cci morti vi detti sciliratu,e morti e nu lu spijai; a vui f sai ! po' spij cu' fu ? chi ora la lancia nun peccu trai, cchiui. (Salaparuta). itodbv XIII. CAPITOLO SENTENZE. MORALK, sempi'i Jittatu S' E 'un si libbra pri S'affanna Batti, 456. ' miu i'Amuri Quanta Guarda E sta la vi Batti, ' Navetta, tessu tilaru, tila chi mischino lu " li senti mi botti; forti veni menzannotti {Partinic"). fatti, su' e ! batti, tilaru mia, 'ncegnu cu ea 'ntillettu, lu canni du' Tessi-tissennu, lettu, matinu. di venta navetta vidi 'n perdi ki pettu tavulinu; un supra 'uii'ura e' SUSI li lu menzannotU sona Supra sf"scia si studiusu Lu 455. cu ! arti, :. spola. itodbv A la Nun lu lagnusa suca l'abbatti, sonnu di la Sorti la mitinedda a il"y SENTENZE MORALE, (Borsetto). ^ * 457. A la puvirtati Mancu A fratuzzi li me' mi Pircbi " Pirchi 458. la trovu Quannu Cu la Chiamava sirvutu Ora ca Nun Si " Amici disse questo Pasquale verde. ' ' Egli fu del reblie forse tu, un re. cbi, ne dici mi nun eh' travaggbianu t" ; : nn'" cci 'un : ". (Termini) ^" p" nigari : si *; 'nvernu di la suca dei canti sot'"i 339 cho e per Ift niiniiedda. a dicesi 401 la sua autore mala un certo Pieti'O di condotta si ridusse al poeta del popolo. Veneziano, di lui, p. Vemu^ t"; acculisi cosa (?) : palermitano, Dicesi dtate e munnu ? (Palermo). *! Giachi dicia ciii 'ntentu 'na di comu, nuddu tu a l'avari Nun Di ccbi" mia pi mia a comu n^ : 'nfilici, vme^unu p haju " cchiii vurza 'o coppa senza Chista 11 Meli ctnu 'un cc'" Tutti * larga soli diri 459. ' manu a dici abbannunanu la via. e statu aveva mia Era cancianu stu a amici e cci fici ? furtuiia cc'" amici, mia, cu Soi'ti sfc'arma nun mi Parenti affabbuli scontranu cu cchi" cc'" frati cbi mali Quannu Si vota 'un si legge con notevoli varianlj nelle Opere 117. dicesi du'e e in vari luoghi 'nncrnti, 'ndernu di Sicilia,per = inverno, verno, "D.63.'nm itodbv Vor- 360 POPOLARI GANTI Sempri erideniiu Mai muriri, Idd"i stissu Veni la "' *; cttvernu " li dinari l'arma e eternu. manciar", lassa e mori Ai lu si leva morti, corpi! in campari e si susteni L'avaru Li! prospiri campari, va iu a : 'nferiiu *. (Salaparuta). 'Un 460. Vi cc'" nesei Ghista chi di la 'un " fari coma vucca chi cosa vuluntati mala a "', venta; un manciat", vi la . 0 nni p!iru facili cumpliment!!. un Sunnu li mali Vannu a patiri li spini Vannu a lu Dd" linguie sfurcati, trummenti; e cull'"tri 'nfernu cc'" nun li e spranza dannati, cc'" nun fuimenta ", {Salaparuta). 46J. 'Ntra lettu un Addumm"sciutu ' la missa E 'un pri Cuvernu, e qui come Cio", l'avaro. ' E xm ' A mala ' Fuimentu, canto contro vuluntati, tu aeiiiprc cosi cuvirn"Hsi, " cci vurrissi ', e ti s"siri il sta' a durmiri l'arrisbigghimai, 'un e Senti ti nni amaru jirrai. cci nun in jiri, Salaparuta aliinentai-si bene, in darsi signil"pato di mento; ali- cura. peccato dell'avarizia. frase latina foga, fuggimento. : " a vohintate. mala tutto un canto conti'o la itodbv moratone. mor- focu Lu 4fi4. V"' Nun Ora 4^6. E mi vaju Pi strata Mi dissi lu " " " : nni Ha' aviri eh' Chiddu Guarda Mmisturaiu ' Mertza cui mirudda giovane, ememorata, Una variante : piaciri " t" a variu pocu bili l'amici t'alliffe o 'nnamuratu, e e leggiera, annidi labbra ; axiuttu cridj; nenti eomitti cchi", chiddu menza : tatti peitu occultamenti mmiisturatu, o lu palisari a l'occbiu oa Pii-chi B" ' e assai, parr" Senti Chi in [Noto). ". quattro cosi cunfldari Nun bella? di miriilia fari v"i tia chi A 4t"7. nulla; donna " imtamentu L'amari ? 'i cancella. d' 'na ^ mimila t'amnesci sai bella, donna mezza parti 'un dissi lu va,ju 'n cancelJu, 'na vai, li ventu fanciulla; cara Unni " di cancelli mi Chi la hi nni m'ascuntrau vaju E " vidu a : (Palermo). p"' prijari. mi e neiiti dinari; e comu va partu {Capissi) pigghiala pi e ti nn" di !a bedda ? " 'nnamurata. di robba si uni robba '. focu vero bedda, ti curari La E lu ehi di la donna Pigghiak " focu nun mmisturatn misturi sapiri qual'" L'omu 4("5. 'nfcrnu lu di di tanti Gh'" ' POPOLARI CANTI aWB focidi. m"stti. testa, dicevi di persona , per lo cervellina. putiri. itodbv j Lu pr"mu, ha' Ed p"i Quann'ha' sti Passu di sta di bedda E 'na dici Mi Accbiana, ti ca Di Eu Una al rasente Ramate ^ : gruppo muttu : '. li dinari , {Cefal"). ; fUT"dduitu ari'iddat"Q piumottu 'aapiociotta "ntisi mi chiamari. AUijfari, lisciare. fer Quliari, accarezzare, Nella di Alcamo, variante Quando : " " vide metter mi L'ultimo varia verao Om, gli ultimi alcuni in due a questo punto aggiungono ; soioggtiirilu gruppu 'Cchiana, olii t'haju a parrari ". fuori ilnodo(iigruzzolo annodato)del danaro. cosi in Palermo picciotti,siot"tilu Chiand, Nun moine. vidia mi dieia Mi E ? (di questa via). muro di Alcamo variante nui, su' amati semu Quannu ' tuttu. asciutta, lu pi la lass" 'Sennu " ? jittari ''; vulia vitti n"sciri palora sta Di " * gulia ten! li dinari mi ^; pittinari. vitti lu vurzitni mi Nun " * tuttu ' Trasiti, c" lu fiei pi jucari. " ' chiamari sentu mi e la finestra Quannu 'ricuttu 'ncuttu vogghiu '' putiri,{Alimena). t" a vai, beddu mi Quannu ' mi spija: Unni Mi 'nnamuratu, vanedda m'alliffa Idda chini; vurzuna quattra cosi Unni : quantitati, 'n chiamar" ti 468, li purtari Taimu ' purtari nn'h"' Dinari muriri; di curari t'ha' 'un Secunim, cilatu; essiri v6' ca 303 SENTENZE MORALE, Caste"termini cunizza si' vululu : tutti. ; miu, pilati tuttu; tu, su' li dinari. itodbv 364 POPOLARI CANTI Aviasi 469. Vurria Lu chiddu Nu nni Trasivi A ' 'nta c"gghiri l'amuri Quannu Scurdari 470. La donna Straltuci vidi Ga Si vota sv"ta e 'u picciutteddu !a furtuna versa la Morti Biniditia " !a missa, ca (Palermo). batissa, passa. scnmmissa metti nni e passa, a va 'na " cci d'unni pidata la , tempu e '. anticu schetta " si vesti matina Si vota p" l'amuri lu locu, trova novu quannu maiiciari Senza La si mm loeu, bonu ra'allammicu. rosa ssa dicu. uni jardiuu un " pocu, nun tia, beni di spiju ainicu. fattu m'ha' ehi focu, mi; an'uricudda Suli lu !u cantari cu' a lu e stissa in a va vasa; : lassa ! [AUmena). . La 471. 'N'acula La Ora ' dice Proverbio Chillw sempre e e e la vulai terra cascau ca 'u veni CusU'ittu 1 'nsignau di fari un'arti, f"ci valurusa piggiu 'N mi bella sugna pi forti chill" " parti, naa so : mala sorti. sapiri la parli, a e cunnannata a morti. siciliano. quillu il nostro poletaao quando , come disseco popolo quando i primi vuole ecr-ittoi'i aiciliar.i come , ti parla. itodbv MORALE, L'uomu " " 472. piccata Povii-a, d'omu Mancu qiiannu L'orna si pigghia Di 473. sta cui cci veni Grasta di Cu la la E toi poi Quannu 'un aviri Quannu Vulia ti nun mi ^ si '. chiama, nn'adduna, vi la a duna, *. mammana! lAUineim). . Ciiio della "vaiian e Seconda Re ootSo Pazzo ' ' F" nr "arie a e paz che oj'! can l/jiihui ol l'In o r ui-ia tu m Intendi gnrda, I. II di lonedellac trasiorma sembrano e (Palermo). funtana. parola roi-U'"ri 'inmrazza duna 'un e viri, '. all'omu " schetta donna : si 'nnamura lu chiama 'na cura e l'uccliiuzzi so' fani cu piaciri, e basilico,ajutu manu spirgiura. ti e menz'ura donna tiri, si nni avanti {Noto). cei criri ! spassi nun arti sempri dm-a; jura li '. , cui cci ti di li danni Quannu la morti donna nun ed v"rtuti,'ngegnu jiria di l'orau Palora E di amara paler" La ha quannu gran 365 SENTENZE e quando saiebbe e una iito donna meglio \i che pio noftL fosso n imoie oiti in si itodbv aob Lu 474. E Udiu olimi G\ primi fin Ca lomu pi Pnma nun saddanna\i ti Si "onni Na n fu ' mi Ami " 1 Fidizia Omini 476. vi Nun di passu, dati chi v'aviti ' F"t Non ' (Pa/ermo). nninni eia io n \ passn niio^^hii-iiia ou ', spassa zigaieddt lissu ItHi li f a (Ptlermo). " a maritali, eattivi; li comu 6.' 'i * cani, primi mariti ". {Cefal"), passaggio. Ar"-assu, lontano, ^ Ui pigghiati fimmini ' La 11 su' iddanna. li smtmeddi vi l'amuri Hannu ^ centu nun li cattivi C" s mia, fruii eddi mimoria pi ns si di donna pigghiaiimi li truvii Fiidict in bamia; affanna oii e fon o culoiina la donna oli conm a cndia 10 intra pirciuttanza n augghia Tiadituii E foitil 1 occhi jeiu n sciup"i ai ^s vot.1 gai osannila canuscm t n poi donna H si \itti * e nun Io i loniu Primi Mi 'N fillio f"ci niutri nni p" 475. ' POPOLARI CANTI discosto. furono. per abagliai affatto. Tanto prestate che vero siciliano dice fede di alle donce. esse, cio" delle vedove (ealtivi),l" proverbio : itodbv 477. Tu mi romini Ma fimmini Comu Seguito ' ' Gli in cci uomini dai non ' le Le donne tutti si veni"oiio a agi'e arance Accenna di quaJche dare. [Nata dice ad vendono qui all'uso oasao della d'un pres. di ". un grana ". mun" {Alim (cio" a peso). un certi cantaru, a pisu a ogni a edifido a quintale e 30 ammucchiate l'oru ', : unza a cantaru a d'Italia. si vinniiiu "un -vaimu si misi nanu; curu; trenta a proverbi L'omini nni comu vaiinu agri Il provei'hio sidliano Ma pis" a l'aranci ci" mi uun su' ca si v"nniiiu 'un si vinnimi Li diri a siati vui, Lunga Ca mannasti 2 comu centt"s"roi l'oru. (do" per nulla) a moro. Yenditori, di collocare qualunque la roba che pi-esso vogliono i n s] ediz.). itodbv XIV. CAPITOLO SATIRj^,. curtiggliiucci stu 'Nta 478. judici civili Di nn'ei"i Gei Mi porta inatri dda Tinta si tutti, jiinc"nu tutti, fiscali. ' ad"nzia teni Qiiannu di peju avucata 'u tennu Aliati! Curti li mimuriali. cunsigghiu In 'Nta ch'" sporta e Gran criminali; e nnu la sta chi Curti, sta "a f"gghia cci havi - ! (Fclei-m"). Ad"it:ia ' ' letti ib sapere A sosp tal che i^nno (^otn questo p upo chi to Jsta vaneddi T nta dda e e conoscono di di e tutti maldicenza dei 'nta chi il proverbio ad sidiiano : curtiggliia cci havi vico- si cerca edi:J. ricordare matri cliiassiioli , pres. vuoisi principio alla fine dei dei vita lavorando wcevono della la tutti si popolino, do^e d"l nto bene asaai dipinge il quale dal scstenuta L'allegoria " egregiamente canto pie udienaa. arancio, 0 1. nodbv ogni "io p' 'un pagaci E Persi 'na Aeri 482. Eranu J"y" Me sutta la a 'N Ed 484. inisu pi Non pi chidda da fidanzati di {Cefal"). chiazza; e la missa a va d'unni strata passa; divaa non Iella sposa. pensiero nessun schiavini PrazzEia, Dui, familiarmente * Uno " Un alti'o conteneva 1 Ad un ' In di questi altro cosi,brutte " detto era uovi un gi" del maniere sull' amor e qo\ ma scarso. ato stava che per le die uova che moglie piendeie il volo. \\ becco tanto guscio detto della mdeterminato numeio puLmo fuori usciva belle quante " torte r ironia stantie ! Come eiano cuoce al marito , ! , ' Meglio in *, mese. cuia nessuna avea un '. cantari mastru stu pizzu ', pigghia la cummogghiu " uova di *; capitanissa, sta passari *, vuJari di taBtu misu fari; li vosi mi e ch'era Stralluci ' ova ch'era Lassa Si Erano * affrittu, accussi cuvatizzu Mugghieri " vitti mi tatiu "utru 'N {Palermo). pani; truvai eci niscia unu '. la frazzata unu un'era "utru zita *, la pi nun e casa du' Pigghia '; manc"ai; appi pitittu, nun mugghieri Gei la misata friddi Arsir" 483. partita : 'na si vutava (Palermo). cascavaddu. lu 'un picciutteddu. "n granu di junta ziti tutta zitu Lu un si spusaru Eranu ' POPOLARI CANTI . Termini Si ; pigghia la mantigghia e va a la mijsa. nu,,.ub, delle E fani cci L'omu di s'arricog^hi quannu largu la missa, idda e {Cefal"). passa. * aviti forza Pi mantinutu l'ha arripusatu, vuliti stari Mentri m"riri a datu l'ha mi Signuri abbilit" mia la E lu ^:lii Li 4S5. (Palermo). '. curnutu * Curnutu, 486. teiii cavadd" Quantu jimintedda 'Na "utra ed "utru si mancia E "utru E si li la testa Ora, curnutu, C" Ora fu Tignusi 488. Chi Amaro su' di della corna; di vigna, ssa appizzi d" cimi corna. vigna, {Alimena). corna. paraddisu. 'n vannu la li bedda ssa nni eci 'un nnimici rimprovero cci cchi" 'mpatata {AUmetva), mura. tu, tignusu tigna. 'mpalt frutta nun Ca ' la s' 'un l'ova, li a 'mpala va '; linzola, caminaru sutta e piduna 'n dui-a; !i to' 'nta naseisti supra di russa ? scola, tu e 'nsalata la tu, cornutu, Di la a cavaddu eurea Quaniui 487. manciatura a ten" ca a va curnutu tu malanova, cuniutazzu, campaneddra; moglie al marito infingardo e fanimi- Jone. Si vede " E tu ohe vai mancano dei versi tra i primi due ed i secondi, pedone. itodbv 372 POPOLARI CAKTI "ddri Sintennu Mi jia Mi davanu je Chi Pnu li pani, Sant'Antoni. a campani: lassatimi la morta e {Alcmno). patri priuri, hi a sunari eh Sonu ' lu cani monaci! 'n Palerrou cci dissi Patri " vaneddra raanciari,senza a vuha Signuri, jurnatecldriboni; circannu G"mpanaggiu E vutari a ch'era tempi A lu passa guagghiardi Sunnii 489. chi sniian discnzioni (Alcamo). * 490. Sigimra V ibi uttanu Si VI la ' a A]utu Li non ' campaiiel"o pe V ' atico dargentu, ' Sarameutu lu ? abbentu, cimpubanto e he pe afliettaa ". (Alcamo). finutu, mintali i io ' santu niunnu ''i vonn "i ventu, "; imn^u anticclua [ irid n " tt scarpi ntialu jni ajutu anno lu stali monichi I calvi la lu grulmsu stu vuhti nn"ti 491. jichi di di vdia posa Siddiu chi putiti di lu scintu nni Dunni Vi li scummogghii Monri Nebci iffaccnti un a di pei a sentono volNre sonare "'tra"a per il iseo- non pripsi il capo ' ' Vi si ^onnano Sevisi^pj ' Dove * " una posen satr^ le pie le le scarpe m q esto contro glor uni del nanfo dargento cyo do sa to * na h fo se ttx orrete In se dalla paura. malaticcia. itodbv batissa La Li 492. Ed Gei Le ed l"eddri Nni vasavi mi Carteddra=^ariedd'X, ' F"aiid"nnia I" labbra iari, pratica da Usi e a. flotKlind"a , ' ; vaneddra ' guastati: dintra la cchi" malati. bcddra, (Alcamo). monachine. ' miei ch'esti una, caderu * ogni pampineddra, vista, ina 'n (Alcamo). ^ carteddra scuzzulati di cbista vicineddri scrivutu, spini priparat". li so' suniiu Su' E ' dura ha 'bbal"ari. a f"ci 'na flcudinnia di ogni misiru ' amuri, fici China gi" ce! Re muiiacheddi Cu' Li lu a , me t, corbello. ficus indica. Impaniente illustrata " nel StMzzulati voi. da Ili,pag. scuzztt- 272 Costumi. Vicineddri=vicined("i, vicini." VaiwMra^=^eanedcla, vicolo. itodbv dei XV. CAPITOLO DIVERSI. MESTIERI unni 'Nsignatimi 493. Ca tutta m'arraccama ' Vani li Cu 'Nl"la fari A a la un levali Va fa curina Picciotti cci e tri 'un Figli di panitteri ' ' ' Vani, paragoge di un'iira, simana; lagnusuna, du' 'rana ^. (Palerm-"). galanti e puliti, vi pigliati, "a. delle Curina, funicella Giovani scapoli eleganti Mta signura, quantu sta mazza * schetti s"mana, 'na la 'mmenzu, a arraceamatura, napulitana, eiuri,tutta di la comu la a l'augghia, Va 494. missa capiddi 'a sta e foglie bianche puliti, non del cerftiglione. isposat" Jlglie di "cuoeoli. jbv pani- MESTIERI 'Nti Cu E si nuduliddi Mastri Siti La E lu carni li vi jumataru Ca sempri 496. Aeri La scarpi vitti la vitti chi cci E nta E ' Saprih ' Sbrtga ' stinnia ' "u nni li ppttu contratto (?) (Gianciana). mia. virmiceddi; ed ddi da ! d'aneddi; d icqui fonti un brava era so' chini manu lavava SI chuia bcddi manuzzi ttpi"it itt grazose Ionio 11 sapo gramola Cium getta i li ^, virmic"ddara, Qaant'era graziusa Avia furtuna, fa la bona riniti e *" si sciarria la terra cu' ^, l" mura, a havi nun cu mina capulia ' {Cianciano). muratura, quannu vi li scarparu Rumpiti mastri l'appenninu purceddi lu viditi, li truvati, ', e ventu La E 11 " vuccera comu lavati, su' vespi arrabbiati; di cinnirazzu Chini 495. li comu quannu ^ sbriga bisognu nn'av"ti, sorti pi parimi sapriti ^, di la l'acqua Sunnu E vi la facci 375 DIVERSI in una Vucteto pozza plur di ' Mimi ' Capuhari Uie cenert iseu si d aequa vt.ce' d tra alla accanto i becui hoo(.a T'ita! de lato, e forno. o solila ' Jurnatant * lempie tigliUBZaie colui e affanna ohe nella t itale lavora tena battere t giornata lavorando pei fella prodori-e. itodbv cli( 376 CANTI Vaja, raastru, titiitila cara, su Gh'havi 497. la facci tunna Ga notti Cu cravuni ammudalati li cani comu E 498. Tale Mi tale fa lu Nun du' Lu corvu La cicala scatt" Si' un cani notti S'aiddt Jornu e "; cantari pi darreri, (Bagheria). la surfai-aru fa va cala a a 1" ! ^ scum laiille ' A"i mudalati, ' Pei cattivi * Novi-dina"i * Picofoii ' Questa.due % i {hnh\ indo ria cavallo lem denari nove pili a plie cent tak " iii'^^i) di Ina. ft^ttaglie versi sono nivncarv^ranraa"ncan, a pinseri, lu muzzicari. no vita feli, l"catali ^ so lu so veni mi p"', chi trimari; lu pi pi chi mi Guarda Ca lu (Cimiciana). stafferi ! stu "* annivric" Abbajari 499. l"diu 'rana jiti, taciti. chi la terra e nni addannati ^ novi-dinari va Mancu Va ch'" vi e muriti celu facili; arrabbiati, li ferri tinti pri li ' li cavaddi la morti a taciti ! petra travagliati, di 'Nchiuvati Ed ' {Bagher trimati nan faiddi jornu e chiova Siti ' l'occhi beddi, e Mastri-f"rrara,comu Li ' POPOLARI cala, va a due pioverbi anneiiie, calare a divenu allusili le a d e fu 'lette. o scendeie itodbv 378 CANTI 'Ntra iu Gc'eni 502. carrinu Guarda ehi Cu la so Nni mori scufia unu mastri 503. custurera Poviri I lu la fami sacciu * tesimi di " richiama che cervello una d 'rana. didaiinove ("cent grani onde che Illa moglie kcdsitano vivi, runa bevi, da' manc"ari a che vedi da mangiai* dentro lei gro^o uscendo Ruosa Ruo'i, il Dijuni, u caesone c'J figliuolie digiuni. Vanno ' Birriuni, correndo Custurera, di qua e di l". qui cappello. piar, di cttstur eri." Cimiteri, di fnella Kalna " to' figghi, a" tuoi dei sogliono pungere ece pescatole un Palermitani i ir)\erliali aon e " ^1) del Cipo povert" I=~ t in t grani {cent. 40). ' " vi motteggio I i (Roaa, Rosa, (cent.42); mangia, = oe protrazione particolaredi vocali)wir!can"it"""i ricinnovi ' Mstiiti Jel Boigo se c" 10 un nella tariaolu; mancia, un a addumati crani e Kaiiasi per la pesti notte (Alimena). eh aviti morti nc^B dellAlbeigheiia di lamt" eno carlino della Katsa quei t" lira) Un idea Questa sestien (.atlmu un ^. cirnituri lampi li "piigliinnii liti li i, milli fannu e *, sagristani l'affamati, Jiti dstutannu V ' 'u birriuti" e si nni e {Cefal"). \ sbirri, cirri-mirri 'mraanu : dijuni '! su' comu poeu 'rana li fannu ca "tru novi quannn facennu 'n maiicu vita Massimamenti Di eci nn'" vurzottu "n Vannu POPOLARI vagliatori. Astutari, spegnere. itodbv MESTIERI Robbi di sagristanu Ca all'ottu La mamma La " jorna 379 mVERSl accattati 'un canusciuti, sunnu li gridannupi va f"gliumorta li robbi e strati, vinnuti '. ! " {Montdllegro). 504. Lu E mari li frutta muntagni Unni cresi" ce' " santiiaria Arsir" nni Lu 'nfernu ' Questi quattro ultimi "; arif"ci, aretici; di centu siculara e e in dudici chieraei; d'avvucati spizialie \("r=i lenici ce' " " chinu Mastri-nutara, petri pumiei ce' " vitti echi" Parrini, abbati, di di fetinu ce' " santi Unni assai e medici. Cianclana judici, {Gii variano e di sagristanu "un accattat", Mmroglia dopu jorna ^unnu canusciuti; La grida pri l" aliati : raammuzza w vinnuti ! " " Lu flgliu persu e li todM C" 'Fornelli ?'" [' l'ho e li cittivo odore. itodbv XVI. CAPITOLO CITT", 505. A cci " d' Gc' era Gh' a Cu' avanta sei Tutto dice di voler ' Crescioni messo stu porta della il vei'So andare ed a citt" di Monreale " modo ed acci ', tirrenu. stacci (Palesino). Vinenu. si' faitu 'n tremu. ancora crisciuna milia balluiii facci, leta paria chi . " Li billizzi di Vidi, Palermu, T"nenu, Hai cci vacci ^ l'acqua di Vacci, " : Vinenu 'na cu di malapena misu a jardina un cei'vegna Ha' ' scrusciu Olii 506. Veneno. vidiri a haju julu 'u dittu l'haiinu Murriali Io ' mi Tutti POPOLI. vecchia cacaticchiu fetta proverbiale fare con cui : '; dall' Ardveacovo si motteggia Monreale. appii. bu" trampoli questo pallone pieno di vento. n""." b, chi 'N si' addivintatu Ora fi. sirv"sti ad tempu Di notti Bagarioti poviri Ficarazzoti C" l'acqua A G"ccamu A Termini Bpddi i8. di fora la A lu A sena h]urai Se di dintra purriti^ [Ficarazzdli). \ \\ su lu a seni li]umi di cu Li cchiu su Li Giuigintai i ba^iam n storici. e la mangiavu 5 Ciccu beili h 1 alosi su e * pisi qiiinnici spezii ^ li ddibi coii * li Sanimrasisi lagnusi e li Gammaratisi porta riuscito ht uni lagnusi aprmu spampinat", li rosi Mi Ch " sapuriti, pigliavu su di siti. l'abbuttatt; Nm Quantu attaccati m"rinu e sunnu su' {Palermo). malati, seavuzzi Palermu 'N ^ puliti; e l'iianna cc" 'u P"cchiu passami tutti su' pi specchia, "utru Ciccii jornu e Sm POPOLI CITTA, d' averlo dicmu e hasi intiero lo ' (Cianciano). a Picohiu , quale proverbialmente ' Vedi = Ddisa, ampelodesmo. ' Aiosa, laecia, soi-ta di ciu-mi 5 da si a pagina 08; dove l'ultimo pesce; vi fi/if^ della , pronunzia, i fiume. Sammrasisi, di appella ogni Sarabiagesi, del comu e di S. Biagio nella Oii'genti. itodbv aSa CANTI Li 509. Giacubina Facciazza Li ' ' Vedi Il nome le per varianti XVIII; nel postura del lor a' nel quale i ^mciulli e sedendovi occorre Monreale ' ' * ' sopra, dichiarare basta e per schiarimento qualche 6 ai Messinesi quello di nasce spiccando una a che Capidcluiediia, dim. GufCarusedda, dim, dim. da un'altura in basso. di niuru, una Morello, nomi nera di rocca. di casati capelluta, ricca o Non popolo palermitano; al sta sopra d" guttarusd popolare, di fico d'India sdvolare di capidduta, giuoco antico articolazione la qualificazione data soltanto colo se- belli. L'ingiuria poco e un larga 95. cagione della riljelli. A capi da pagina a sovrapposizione del una bruni, son Terminesi ScUiechi, Cardillo, Itomano, Nivuredda, Tirrainisa, Gulisanisa, si mettono dire (Monreale). Isiniddara, " Ce"lutani paese, di sciddica-culu la ebbero SVU ^. Cifaliitana, la '' dato di Siacobini vaneddi, e 'a Gasteddub"nisa; * nivuredda la la moddi Guttarusedda E : Rumani; Mureddi U poi Capiddutedda Ucchiuzzi li e curtigghi rosi di (Salapartita). parsi la Palermitana, mi Scocca ^ 'i Murriali la bannera Bedda 511. Palermitani, li Cardiddi flrriaimu Portami Gifalutani, Tirminisi, li beddi sunnu Schicchi, E Napulitani, I" Murrialisi eaca-rocchi Tri Francis!, 'i li Run:iani, Missinisi; li su' culedda Spati e 510. !i 'i diavulu Sciddica-eulu E li ii poi li sunni cavaleri e chiaccJiiaruna Su' E donni megghiu Principi POPOLARI bvzzarusa, raonreaiesi. di capelli. gozzosa. brunetta. itodbv CITT", ^ Panzarutedda Testa 512. di E su' panzuteddi Capidduteddi Morti moddi capiddi cintu si senti " la lu belle ette quelle d"m. Buccutedda, abitanti. 'Un nun del di brutte le donne Usi e Costumi, di con Termini, le Castelbo- esano, panciute Caltavutui'o. larga bocca. avente quasi II mila : di Ganci manci. di S, Mauro v. e occliio q^uelledi Coli preauo Sulla quaiiflcaaione di mangia-tnaccheTOni i miei Palermo molle di Cefal" territorio porti, nenti comune miasmatidie). , proverbio dice lu fumiacu Si febbri , antico A di Celal" di buccutu, del comune Maurini, di le (per te doane aon quelle d'Isnello, di Scillato,testarde , H cuiana..(Palermo). 'n testa la e diiii. di panzarifta, di fetta. capigUatufa Ganci signura. mancia-macearruna gigghiu dice seai, g"azoae campana, a porta la Palermitana, Pan^aruledda, ii caato curuna; Napul"tana lingua sciota,e 'Mmaiiu ' 'na sunnu si v"sti Bannera " picciotta Capuana! la Annuminata ' Casteddubunisi, strittu,la vesta Quannu " ^, sangunar"; sunnu so' Pi li Ganciai sunna bedda Lu queHe Gifalutani, Ch'" Li Tutto l" porta Pitralia Suprana. (Caltavuturo). Bannera ' Resuttanisi, ' Cull'occhi 513, Pulizuani, li li di fami Li Maurini l'Armirisi, suimu Guttaruseddi (OaUav"tluro). Gatavuitrisa. ^ buccuteddi E Sciddatunara, la la rocca 00=f POPOLI I, p. 73 /'Nota della Castclbuono. data ai napoletani vedi pres. edizj. uM.ub, Pi 514. Gatanissetta raariola E pi billizzi viva A Gaceaniu U Termini, Austin" Pi d'un San Vito, in Cntcianu^^ di li " Cacoamo * Burgitani! il comune '' {Partanna). di NJeasio, in oome Agostino, in Montemaggiore, Sala, cio" " Muntivaisi, ' La di tradizione ; di Croce (Cian!*= lo fa dice ingiurie. Supra d" malapia. Salitani vago. sempre del di Salapariita. popolare di fl'equenti febbri per Monte Consultisi Burgilani, Oibellina; gonfi Abbultateddi, I ^ Sdacca. quei della ' Salitani; Cruci). ManglEt-ceei quei nelle In Termini li su' Cosimu faociiino. ", Jibbiddinisi, Salernitani judei '; li Sciacchitani li Muntivaisi Ciminna Giudei su' E porci russi vastasi l'Aleamisi, * Vastasu, " li Nucas", gluriusi.{Montemaggiore Abbuttateddi Viva ' su' sunari occhia Sc"lirati Di li graziusi; li "Ciani " (Caliavuturo). ! sunnu ca e Cicimnara ' Murriali Vituzzi cantari Orvi Lircara, tribunali; cci Gitninna, 516. la Palermitana, la Muntimajuri " fa ca " 515. avanti g"uv"Tit"iva , che porta e riappare sempre il canto di i Salernitani p. quattru timpuna comune detto 97 di nei discendano canti dai popolari : jissu. Burgio. itodbv e aob POPOLARI CANTI 520. Trapani, t'ass"migghiu Palermu Si' ti c"rcula ca Scaisiudi Palermu, li Murriali A d'acqua. 'gnuranti e c"cehiura tutta ', stocca e si' abbunnanti: cosi vinal" sali,corna, 521. cacca, paramenti e vina Trapani, quattru Di 'na carvuni, Ugna di scarsu bicocca, 'na a ^ (Partinko). cavaddri, e jardina beddri, Calatafim", grossi cascavaddri, sci"cea, bacauuna A 'N Trapani Ed * fiitti da di Ricordo Di e li l"^apam. " un canto di Trapani prendendo le dalla le mosse i molti pei suoi bei giardini;Gatatafim" le grosse e sarde gli aselli ; del suo Trapani e il 1820. verso pei suoi Marsala rossi Giuliano San della comuni citt" di Palermo. (c"cchiura) E e vincia pro- per" cavalli; pei grossi cacicavalli;Sciacca piccole (bacaruna mare; vari coccbi suoi Monreale per grandi voglionsi , Trapani fra il Monte apec"alit" di " per le brocche di prigioni Palermo rinomata il Salomone dice mi nelle celebra ohe ' (Trapani). , voi. Il il contrasto nel vedi Trapani *. dimenticate. ormai gare beddri picciotti precedente il canto poeta monrealese un curaddri li nissi sunnu di sioccfU, tralci, invece ed Questo asineddri: ed vopi Munti lu a stacca, ' Marsa]a a saddi li soi p"gghia grossi Mazzara Ed bacareddri. e e bacareddri); Mazzata per parie boghe (spin*s fiocca,L.J coralli e Monte S. Giuhano per le belle raga7.ze. Oli ultimi due versi corrono proverbiali. (Nota della pres, edii.). itodbv CITT", ResuUaiiu A 522. tutti D" li E Si 523. di portaiiu Chiazza A Ed a Ga si vivinu 'N Firenzi 'N Calabria 'nta E chini cci Ca ^ li cci *, vinissi, travati, li e Cuntissi, l'affamati; l" su' ricchizzi, vinissi, Cianciana a tanti arriccutu rm'hannw {Caliavufuy"j. petr" damanti; di e furtuna voli Sicilia 'o Ii truvati d'oru nuciddi; l'anciddi. di li Conti su' l'America E Cu' voli tutti babbi Napuli li l'acqua sperti picciottibeddi li vrunniceddi su' Girgenti Cu' li seacciari iu tantu '. (BesHttano). pri eangiari fera sunnu Cu 524. Cartavuturi, 'nta la a '; magari e corna donni certi Ce' " p" stari. cci Cartavuturi di pueti carricati Su' maturi. ia mienzu 'ntra stampari; p" munnu ", Iu cchi" Resuttanu E iu a ', 'ii "uturi avemu vidi Nzoccbi "o7 POPOLI e tanti. (Cianciana). ' " "feribile L'autore " mancato non ' Magari, ' Questo qui donne di RoButtano, quando " i * alla "i' pansateddi. di , a' quali Ano Babbi, sciocchi, ingiuria che a d" d'anni coi'so Caltavuturo nella si ripete spesso Esso spesso come dim. Vrunnicedd"s per lungo trivio. da risponde concoiM^)no, Girgentani, poeta po^"olare,che in ReautUno. mai canto al vruntiu. qualche Biondi anno de' uomini avviene, son due a quei mietitura, p aeai. detti ironicamente axldietro mancava racqua, scemi. itodbv 525. Lintinisa, cam"nari di La Catanisa 'n terra di Tutta pi mi Ca fazz t N Nap N \ Ro Dda -a I b 1 don h d Len e n cor al so tta. eh ludi C4 du li t v (0 a n a A (A riaii, r n '. Cinriddiana n g" 1 lizz d 1 do i e cruc in ten la " un'aquila nnu nez a na 1 vola, cori mia fammi Guruzzu, rosa, Siravusana, miu l'amanti Sempri 526. lu posa, ^ 'na pari la sorti cci iiun l'AusUiiisa pumpusa si E 'na curtisia Militldisa La Bilic"ota, la a Lu Cina bop caniar" Vogghiu u a ^ e s Ib ( a itodbv CAPITOLO XVII. ANEDDOTI' STORTA, Tr"sinu !7. E li porta portu Ora ch'" Fri ca Guai a ". E dioso esso Sicilia qualche trovarvi la sua 'un Gw^hiermii fattu stassi attenni cacto facia ebe basti 1 canti setiKa bannu. (Capaci). piiter_za, : i-aoeogliere in questo capitolo mia a ! eumanna !u inalacrianza edito, percli" : Gugghierrau la so cu all'opera tanto storia. stu a bannu; un fermu galera amminazza e 0 che 'iif"diliha lu Francisi 'N Re di lu Re 'nfidili, Donni Morti viliannu; vannu ogni amanti cu' Palermu, 'ntra 'ncurunatu li donni Voli galeri insieme con confermare note qui sono gli ohe inediti lo sti'- possa il popolo illustrati al capo ai.- ba, anclu IX ibv dello Lu pani Francisi di la menza, si vidianu ad ogni f"danna Iddi nui E lini Jivava mischini 'Nt' "n' Fu "a nni 'Nta di ii to' Si qualchiduni" Passassi si sutta ti No Viva Sicilia Viva Paiermu, Spinelli G" pri Ca li Francisi 'n qualcuno li -, {Borsetto). martoria; cchi" veni 'un fiei mirabbilia campani Sicilia, 'n gloria, a a 'n arristaru ridire ! tirribbilia; ristir" eterno da ha '. pedi sona ca l'armi tutti teni porta vittoria, ca tutti li Sunati cnmannari, a dubbitari, Francia Francia la ca mari, gu"rreri. pistir" sutta la Senti 530. {Palermo). cwnveni, stissu lu ciiraggiu Siciiia,Sicilia, 'un Nuddu cci havi cci simenza, riali, tutti f"gghi su' E : Fraiiza. la magna ricca si' echi" lanza dda salata testa t" ssa Ca Se so Sicilia, porti la cruna 529. 1 la distrutta tunnina pi putenza, sutta fu ura so stanza. sul memoria, delia conto '. Sicilia (Borgetto). Sicilia , qua, venga " duello. " Nella raccolta del riferisceai Salomone-Marino al Siei- Vespro Ijuio. ' due Qneste l'accolta e ultime pubblicata canaloni dal fanno parte Salomone-Marino di una col leggenda titolo: "m che fa V"spiru itodbv v'azzardati Nun 531. sempri Oggi Si coi E quannu si dir" martoria. Sicilia, pri gloria; so Qui fu Sicilia, : {Vizzini). la memoria. la Francia di coria; 'n coddn In tagghia Finir" ch"chiri dici Sicilia, Sicilia, sempri sunir" cu' a 'n li virriti 'ntra ca Francia La v"niri a juratii saiarv" Gh'haciou E d"Jl ANEDDOTI STORIA, fidili Cristiani, Alligrizza, 532. chjstu " cchiti Nui Maria, tistaiiti li Sun"ssinu C" di aduraturi Divoti adnramu Supra l'atari Ck)mu aduramu li comu seniu nun d'alligria ; tempu veru iu e vinu in Odiu a pagani : Maria, a li Santi L'Apostuii, campani, pani, e Misia. (Vastrogioi'anni). Chinu 533. " Cantami la Sicilia frisclii di porla cu la galeri, Spagna, taanneri, li nostri 'n triunfu Vannu Cu' chiaiici,cu' li fujie si nn' appagna. Un Ancilu " " Viva Ga "u livau storia SXSI Marzo Ddiu mannau Pruteggimi Sioilianu, edit. Iu e difenni 'Mperaturi di li cani popolare in e li di li celi a la Spagna ra" ^. Guirreri, la cuccagna, poesia, (la Palermo MDCCCLSXXII). : fNola della {Palermo). L. Ijiui'jel Pedone pres. edisj. itodbv daSa 534. Sicilia,ca la l'"cula Maria la cruci E cu Roma Napuli, Vinezia G" Casu Di di chi Ch' mi San Marcu Senza Ora giuva st" La Li scr"seiu pi Caddi Ristati Si Gei non si sulidda fici sul mare 'un e' Venezia it cavallo ' Fin qui V. tutte abbattere e cori, dinari e si fannu spasima mi voli di ? e amari. mori. guardari. {Palenno). Missina, gaddina nana ; la cullana e i e qui le Potenze in esso preponderanti di , l (dove Sieilia,Malta, non l'icoi'data questo canto cUe l'aquila siciliana,la p. Lepanto Genova per" di Napoli, S. Marco a ! jittari paiori, nan Voricchini Napoli, 1577, in cui rammentati fattu sunnu partero la cori, stu di robba alla battaglia di accenna per d" misiru mia conti-o i Turehi) " certo fic"ni ai mari, a paci pi la so ruina persi Spagna, prutitturi cruda stisaa Morti 536. 'nf"mali, ha' unist" nuddu tisori, ajutu voli '. {Parimico). m' ed chiavi, di !i Turchi Ianni e lu li e Sciacca, spina " nudu Biddizza Roma, cifaru quantu A Se eh' " la fidi di Ddiu 535. cori, sutta muniiu !a caccia a du' cu li ricchi cu Vannu riali, cu Spagna E lu ch'havi La " POPOLARI CANTI croce cannate Ottoniani. rono pugna- ricordagli anni erano Tra in Ioga gli stemmi di Malta, le chiavi di Roma, Venezia. 115. itodbv d/"i CANTI No ci"nciu Ga unni Maneu lu so bedda vaju lu scopra ci"nciu In miu Ci"nciu "a bedda 538. anni oj ca cannizzu Pri la furai * miu la v"ja \ (Catamct). la a li genti, e cardun" Arsi l" terri,persi li simenti, Pari ca Senza la cci passau Megghiu-la Papa gioja; so Savoja Casa cr"sii,campani : saramenti e dassi nni *, traraoja *, Ervi suini sbiju ; Mulimenti civa gastimanu Tunnaru Frivara, non e nun lu di festa taliju: lu e e Reealbutu Ln lu e apassu fa Ci"neinu campanara, la Ciazza Unn'era Unnici POPOLARI ''! boja lu a (Acireale). 539. Palerniu 'Un E hannu pani la niatina di Calaru ' La ' tano ' Ricordo festa di e ' Bella chiantu, Santu fannentu lt"93 in ". (Palermo). Catania. quella di Sant'Agata, protettricedi paesetto, l'altro casale 1" uno di varie arnese ivna^ne Vedi a Una versione Ricorda 'n furmentu. n" Jornu di del Molimento, il frumento contenere * lu misa Catania. non lott- Catania, Cannizsu, '' " febbraio " vinu e tri vascelli del TeiTSmoto Regalbuto da Missina cu pag. die per 116 di chiaramente il forme dee tessalo passai'e tempo questo nna a canto cui si alla vi signiftcare che di canoe o tramoggia ha vimini per {tramoja). carestia. riferiscesi i'iutiero canto. legge delle tante a p. carestie 346, onde n. fu *24. contristata itodbv Cumuli, 540. Li sempri Gurnuti, lu Ca si lu Cnrnuti, La rubbicedda fu Gei Miatu SicjHa ; ed a il delle ecco campane, inattesi nel si (jueliadel di i^'umenti tre ' porto di Messina lasciarono della per insaziabile alimentare in. proverbio. Il Dd", ' Ritrae fu decretata al vivo i mille la coscrii"one. di mese e saziai' nova : (Palermo). ^ , i Senatori, e di carichi l'affamata a e minacciarli al tocco entrare grano CLuasi disperata 284. Messina in Messina, sanlu), [lu jornu Trapani, in sentire cit.,voi. Ili,pag. in nella 1636 del raai'jo fatta essendosi legni fiamminglii di Sicilia alla maaiefa Sfogo pricura il Sabato Santa; Gallo, Annali gente. C. Domenico ' "sti 0 est pronunziasi ancora pae^ ciai e contro mormorare la Settimana vita. Ei'a di {Alcamo). l'appiru allura. piirarma a ! * ligginova cu' popolo incominci" via, fumu vostra l'appi vecchia penuria quale grande ; picciottid'ora, nun pare unu 'n' "utra cu' me mia, su' eu cliista sti maritaru Si ed lu va 'ntisH L'aviti 541, la si nni ^ "sti pigghia ventu unu, dijunu. 'un siti tanti Dd" Cu vita sta ca ad chinia stomaca a vurria. iinu 'na v'abbasta nun siti Ca spaccassi ad vi Dinari! la 'n' accetta cfi corna S'JO ANEDDOTI STORIA, e vari in latina, per ". avidit" il loro don, degli Spagnuoli, fumo il loro e " comunissimo sotteriUgi presi Allora, giovani si miseri sussiego, anche in Sicilia non che mai gi" passato adesso quando ci nel innamorati itodbv in Si- 1^0 furon 'S'"G CANTI 542. 'Na 'iita lu friddu !u 'Mmenzu Vui la quattri! sliirri fa sta Ma si riv"ta Vinnitta 544. si procuravai glie da dovei' neppure, cli" degno della o non satira Appena la videro ' Potrebbe andar " per" non saprei cci ne che regnu; Guvernu ! pi O ci resta ; qaannu!... sa ! sangu centu ch'era pur cerc" Regnu cu' e jitia in faccia se iu sangu ragazza mantenere ! spuggh"annu. gran tutta Palermu a lii so stannu jornu chi una ' che poi si farr" Trad"stivu tirannu java rivutannu, stu Sbirruna stu a Pi populu ; potti riparli ''. {Marineo). niii misi li batii Lu birritta, mmaliditta, chiesi e la pigliara ^ si la Li Aspittamu e cadiu diliggi^ si Ch'ognanu gritta, 'n' atra vi eci liggichi ; v' acciuncaru. razza Ddiu mancu Chi 543. la : jinnaru e manu vittru,c" siti di Ca li sditta di torta la chiazza Mancu la misi aviti manu Pi "visti a uv"stivu Palermitani, Nascistu POPOLARI a (Palermo). centu, un santu, di sottfarsi alla leva, alla di '"orred legge; si ebbe celandosi scuMta ed a meschii bimani. (viilni=B"itirti), nel cap. Citl", popoli, ma accenna a f'iitti storie determinare. Diliggiri, dirigere (?),se la presero. itodbv Vi In purt"stii si misi Palagunia Ma di Pi di muzzieari si trova l'occhi si vota lu piinlii; ventu, lu Muriti, sbirri,'nta quantu 545. Finiu C" lu misi semu Di Guvernu stu Ca nii' ha Parrari C" Ca 546- nn' ha ' L'Albei^o * Si sa olii. Il sei statue di n U sotto Qne"to lo e di canti delia ' sano p" es di i noto 'nsina Jullo ol a viva ferni ni ii Jacopone '".[Mineo). nova. vola calina tanti im ^3^ e -Me ! il Gemo ili ultimo di iP Pxiei no viisomi da Todi, adversarius di eoccz Gmtu, e o lana ffntm \alope onalme alli " necessaria 1 xvveisieto vester presente ite, peii_he delle data " nello intii-l Paleimo aggiunti lono ii^i manca pelo poco ite ed Paleiiiio non peitjuili la mdeazione '} gnini viva, coniu 'na limale pecoie espres^san ed li a cosa \Iala"piiia "ti a to iti fino cftnk atouu Aoin" poderi pancu ed leni, non poTei-i. iippiesei in u cunveni, non Pafermu tanti pente iiiaimj Peicbe zinne df" tutti li vini. " di strata dei di 'n di l'avirseri All'Osp"zio p" diri beni, cch"" " carruzzuna spini. si pinnatu ppi Figghioli,ce' Di peni, lupi malantrini; lana pecura li tanti p", c" tanti 'i\ta 'na ' si non Opra ' 'n sagnatu avemu Ogni 'mmeiizu (Palermo). cuntu. v"nniru e spasali, ; sirpenti*, In a ' '. cantu si f"nci lu mavrau Grap"ti stabiliraentu lu a 397 ANEDDOTI STORIA, diaholus to'icaio oi edi ti atti (Not"^ avee del Compieta. b, S'ali Sparma lu 'Nta nenti un Cu' 547. Navarra " Ucs Ecco ' nuto a da accolto anto e mander" libero a Navarra al le\a e rispose Novelle In fu e :" p. 415. Vedi di aire della caito e in un {PaUiino). ^ di Pi son re feirovia delU lunghe il se mamolo upati qiel L"ie ne o altti lamenti del giud bocca di propin giorno ed ittenei tu liuto Uu nmncasseio "olle dco la egli con ti ii io s veiw ci e accolse s qielo con ne il secondo ita ce ladro e Gm"tizia qua Na protigomitl gian del djitto li primo he rcei suo dalla nai pggliidti Cosi pure sta passa per canta non Pico p. Lobi 31%, n. lo ai sintigemnj, Gioito"; 1S!. nelle mio Fiaho, medesima tradizione italiani, p. 163 (In Venetia, Monosini, biVassano n. ", CCXLIS. La Musarra. Proverbi Pescetti, canzuna leggenda di questa popolari, voi. IV, Navarro 0. la senti nu siciliana proverbiali, pres. ! canzuna dopo tui incoin pi" "Navarra riportata da MDCXl) : ; Racconti Catania ed verso veraione una sta scaltramente hpne fi accusarci invece " Vedi jimenti... le prove giudice tanto ter/o al tiaiie \ Ot " caia col ripete o'unto ma " "Navan-a " e uoglieie giudice molti gli disM fe"aioae la turtara ^a\am euomechL. il confesaava non a Mii^iiiaanriP di lasciarsi non catturato fu per" I quest) proieibiale rimabtn varr" '. {Borgstto). 1S33 ispiegaie pei capo la senti anelJoto biazano un cavaddi cLt"lebia nel Bagbena, a trova, cci cridi nun inisu nu (iitd a e : pigg-hiatu attortanienti, fu p'armbbari E si ed e cruci l'hannu Navarra si cci arriva Bagaria cull'occhi Navarra li Irona, si senti e a cruci, supra ^ 'Ed fumu, vidi la Fa leimj POPOLARI CAJSTI Roma, (Ludovico FJof. ital. ling. Modi Pass-irini), Tip. Tiberina, 1875, (Nola sdii.'!. itodbv ANEDDOTI STORIA, Amuri 548. Ora morsi fici 'na L'occhi, chi Amuri 54S. 'un seggia desi Notti iddu la me ed Lu ciancii Ca ii catini Ora Seju, siedo * Alla soi lo la tradizione Reca !a vita perduto la la gamena cur" e sua conserv" ridusse a di conosce in ' Vedi a p. sfogar e pelle e strinciu; peju a a peju ^ {Marsala). sazziu. mia amara l'arma trovu chiantu " ! mia, Turchia, 'n lava: Elia la so Costantinopoli schiavo 1 immenso vi sci'isse i i capelli a sembrai' pu" 108 ^; seja ^ ^ scava non suo donna una (Etna). avesse iramoi'ta- coma doloi-e,fece ridurre a e feroce, ma la le ossa fece delle braccia un bicchiere, passione violenta regole. e pep- propri pensieri ed affetti;gli occhi laccetto; del cranio forse siciliana sapendo lucidi specchi, gli stinctii come limili,n" eci ammiu meno. amante seggiola, Lft risoluzione cc" mi Filici amava; a d'ess"ri che Lo meinona iu "utfu, , lame ieju, e;m pei peg"!io la cori Iu morta, Oa mi ': Filici addisiava. la Sultana fa e cori, iu a Filici tirminau iu casa, iu Iu jomu e stu e a e fari pozzu Rosa, a iu choju ddisiu: specchi, lazziteddu jornu Filici ' du' 'nt'Arauri 'N Mi su' un Quarinu ViviL i" la Httra, e ilei 'na fici Mi cai'ni me morsi, eh' Amuri Amuri la e seg. itodbv non 400 c;anti Ed 550. io la vitti Hurda E sa' Cu' fa lu Tempu t'h" Ddiu dari tutti tanti datu t'haju li a {Palermo). si si' smossa, martiddati, si' grossa. putistati di m'abbi fossa ^, piatati, cantiddu un ". baiati, tanta moni, quannu Mettimilii can" fari balata a scaf" e 'mpicculiri si a m'ha Chi mueia pirdunari t'haju Ca : supra di M'hai E Cani Giorgi Balata lu ammazzir". tr"nguli, scatr"ngu"i Dici ? dannu, poi.lu paghir". l'aggentibianchi 'Nta (?) sa frati Nu" t" a ', d'aggenti iiigri, Sanagr" Tutti 551. patruna ca vitti ca "u Marf^arita arre a muta ca popola st'affritti *. ossa {Salaparuta). ' ' Arre, Dichiai'o perch" anzitutto molte Sorda mentre ' la Balata cristiani che non FuHone, il linguaggio Pietro muta e digrossa, di e delia canto parla e Tei-so, di parlata " per m"st"flctite. " sono Il secondo itragidi = vi " non questo turahesche, (Margarita^. un che parole delle escursioni : di nuovo, arreri, per una secondo dubbio senza donna chiusa accompagna per parte degl'Islamiti,e turco principe la prega de' di n" lo me che " n" la Palermo. forse enimmat"oo, me chi di sua dei tempi nel glio serra- dett", sigoiSI padrona. al mette mi- innanzi ci'isUano. poeti rustici, parla eeeergli lieve dopo la con pietra morto. fossa, lapide. itodbv XVIII. CAPITOLO SCHERZI. la Si di senti La di Vegnu 555. 'i campana ^ Vicinu ce'" san Oiuvannuzzu San Lo ' Intendi, " Allude Mazzara di Girgenti mi ca su' e ; sona \ (Caltav.) Sicilianu, citatinu, Cosimu e In cu so Damianu, jardinu *; sederla. amante ' Lercara, a Terranova a Napuli Palermitanu Veru su' Val"u lu Bivona. l'haju mia soi li casuzzi E Missina, di terra la robba Chiana. Palermitana, 'na " la di Nativa Tutta zita me k a di fdru niissa^eri Li E matrimoniu pi Marinai 554. vicino al alla casa deve io giardino di S. Giovanni nacqui. della Guilla, detto della nu.uuu, C"n- 403 " Si v"' Va a io mi sapiri comu la parrocchia chiamu spija e lu a parrinii '. {Pa lerm"). 55f". Mi maritai, 'Na picciuttedda ch'era La prima Mi detti E la sira 'na chi 557. Peppi cci curcai, ch'agghiurnai, E che un le cui fa quannu ad pezza frutta soli cani un pi tri jorna cci strinciu in Palermo, cmna p" detti purtai ', sciannarina rosa Tinchiuni io ti ca Tagghia scarpazzi vecchi, Nn" gaddina: 'na vpodu 'na china, e mina; m'ammazza Spampinasti pigghiai ^, carta di comu Piggti"a stu " mi nuttata matina, so^ra Me quagghia 'na e li *. lasagni, 'mpigni ^; e di magna cigni. {Alcamo). tuttora rimangono (Cof ?es"Kb). " proverbiali dopo tre se 'Oli 0 11 p asa^ T P se d p oce icante d" hie, suole itodbv Wi CANTI 55". Masi Chi Li vimiiu tistimoni Sintiti E lu chi Sei Masi 'nta 'Gtiazia Sintiti rocchi A Sciacca Ed a Si ji'a Cd 560. di m'ha S"cciu la Megghiu I ' ' Scheiao su] Piditeddru, certu della eh prov. e che dei di la onu a aMti ni chi * [ pici cinigghia lu ilcamo). -' " mulu tig^hia siignu sulu ( ilcamo). di piditu, peto. Tommaso di denionii dim piditeddu per piccola brocca; dim. di baccar" " " la ci-edenza die comune dell' inferno, ^ sfici aviti mia parlata nella Baccareddra, 1 a c"steddiu, Muncibeddiu quadiu di Masi nome lu cci "Nn dati tici li di"fiei a mancatu di '. (Alcamo). li baccareddu 'nsmu li misi eraiiu i l" ciaschi diceniiu: Vaju tmn cci rumpm t"nir" Masi, pidit ddm 'Mpullonia Salerai si 'ntisi ; dammaggiu 'na abbaccau Chi cuntrattu chi Si sdirrubbaii Li mai pi j"ttariun tutti misi. un Masi... si chiamava un , di li risi. muonu sceccu Masi, Masi, si chiamava 'iita In lu 'n "tru a pigghiau tempu vi scattati e Siddu sceccn si chiamanu nutaru Cosa 559. lu la paga pi POPOLAHI T o m altri siti dell' isola, bacara. il cratere vi ed apam del lavorino Mongibello con pece, sia la bocca aolfo ed itodbv altre 561. noi Mi Dunn" Si si fannu 'Nta "'avugghi nnn' sapiri v"' lettn un Stronguli ', ddaddrabbanna. voggh'jiri lu " li e spingali. dormiri megghiu biancu di 'mmenzu : du' flmroini. (Alcamo). paru di novi, novi, novi llaju 562. Chi un Eranu di Gli' 563. haja Oh spiruni Pari ddu Ma diri Dietio ' Pare = la di banda, Il " Mi ! cannunata griddu ! DdaMi la e chrddu, di 'na d;p"' {^^dda tbbirnna ; *, spata n" affaccia nasu ^ appuntiddu porta e iu voli strata ^ iddu iHa [Bagheria). da homin), quella indovinello un un di aiuoto i lult puntello pesae-spada. di pare Cosi scrivevo che esso di Poesie sac. D. Stefano Reale origine letterata. io voi. Nella (Alcamo). dietro AppuntiMu, ' lu chistu n" affaccia Stiomlt"li oci chi caniina Quannii l di pannu galera armata, pisci senza Prima di naniiu, nasii, s'avissi cadiri 'un pr' me chi oh paiinu, sunnu: causi di nasu, scupetta, Pari " di para di novi e nannu un chi Fussi Ca lu causi fa nella prima parte d'una siciliane edizione; aggiungo serie giocose, Beneficiale alla sioUiana di ottave serie Mblchiore. e ora, morali, In in questa sul composte Palerimo naso, dal MDCCLXXX\'. S itodbv conda, se- i.iil rev. 40b G" lia coi difiu vulari Vitti Gli' avia Chi E muti quattro misi lu 'Nta di vistu Haju 567. Di Iu Un Quindo Uy^m ' Fi ' terra Ho quattro hi 1 babbaluci, e gioi-aro vuei, se de^o in ". aentu ammizzau (che (juittiiiii muti gatti.("Umena). li pis'^u le anguille l" morti a erapi; dare) giammai uoe, il!e carte maturi volar veduto Una anehi vulari paipagghiuin qui fatti '. ficu cu ', cotti favi marza puiteddu Ch"ddi E li earti spinciribaiati Tarantul"cchi ' jucari a li cani dormiri E ' di notti vistu abballari Haju ajatu. (GlbelUna). Sali lu siniinari vistu He (Casteliermini). scurciatti, cci dettiru li varvasci ^ scapiddatu, voi un Vitti affacciari 566. pagar! a prisuutu; era Vitti lavurari ^ pizzu nisciutu; di mortu un di li fossi Chi chiddi 'ngarzatu corvu un tri parma curriri Vitti ch'haju affacciari, pozzu li lani di i'anciddi tunnu Quannn 565. tutti a cci 'un spija pri vidi, mi mi cu' chiazza la 'Mmeazii 564. ' POPOLARI CANTI laiiauti, E della chiocci alirencse il tartiicli \ut4i d ile,i, q \i esto dei ragni sollevar pietre ^el^o ti itodbv da S' 'un Sat"u 568. prontu era gottu u!i Haju lu Pri cumpanaggiu Un pisciteddu Haju 'na Tuttu la Haju Di siti vinu un mi eli 'i soru mi Ga si la toccu Stu me dormiri sinu paria ; vurria all'annu nni ! quagghia, 'oa strinciu (Vicari). ^ sanu palumma eomu la cuniz^n ' viviria e e addubbiria Castedduvitranu; Agustu T" ; cantaru Pill'aria, piU'aria sta 669. (Palermo), '. turnam me::zu sumiuzzu meiizu lu cci mi ca cruci, mandria mi eh' havi pani la sei cannati rumpi e pitittu ca un Tuttu f"rimi a 'nta spiticchia "" st' ugna, squagghia. e (Palermo). 570. Mmalidittu lu cunocchia E la E l'aeidduzzu Chistu " focu eh' 'un eh' " virticcliiu la e voli misu eh' stuppa, Alari, la a 'un ! puppa arruzzulari p" ^ (Palermo). 571 Cu ' it il i Pei" companatico ' Dalla ' luet" d Spihcohtan, Questa " maUi e tempu malu d'"utru casa sta fa, ; boccale. Cannala^ ' ' chiovi Quinnu cosa accomoderei. mi Ano agosto a struggersi, che non tutto venir pn" l'anno meno di andai-e..non intiero. fmau, voglia. nni va, non la ingollo. u,,.ub, *)" CANTI E Io s"ddu mi fussi nni POPOLARI di mia di e mia curamaruzza jissi, si chi'uvissi vaddiina E Nn'haju tia, mandai'i a d' ; vadduiia, 'i to' raacearruna, (Palermo). 572. A tcnipQ nlii lu t'-'iiipii tempii 'mi Qudiiiiu la Gc'era Chi Petra La santa Cu san Di chiusa i"di Ciuvan Ges" Chi 573. f"niu Ili " Una a eaiiede 5 Non e a gne nip obab e lu a munnu. prijati* Ddiu decullati d'essiri Turchia t pete at di : ? 1 e il P e ie u corp ; t o (Palermo). '. malata era inalatu f a di maer aifauiin, di jiri'n deeo oi L Po-^mo oli to ai tant' quann' di vuta Quannu viiiirannu, secunnu, armuzzi Sant'Antuninu lu munnu, Cristina,a e sti divoti Pici lu eucinu lu Fatturi Catarina Pi tuttu propriu patiu P' amari 'iia batia. Battista Gristu ; jiauu pridicannu Paula pi era Rusulia, dintra e ce' nun la siila Santa stava San Tniuta stissa era, a cano e tu o e o p" e o abb a una e o pr" p" en ebbe enza ridivenive letteraria. itodbv jBdb, GIURI. di Giuri 575. lu Bedda, Pirchi 576. si Ciuri Nun ciuri, Sali 'un voli seantadi di cc'" iu cchi" t" affacciari sbleniiuri, (Palermo). lumia. 'na bedda cchi" bedda d" tia '. {PulenHo). 577. Meli Li lo' Li to' Giuri 579. Siti " 1 nn. Picca, la 575^85 ficu biddizai Ciuri 578. ' di di 'un sa' cosa di picca ^. {Palermo). vili. biddizzi di aicca. su' cosi 'nfiniti. {Palermo). lumia. stidda di la appartent!i)iio casa al o. mia. BelU^^e {Palermo). della donna. poco. " , H"MoobvL 412 aANTI 580. Giuri 'Na 581. di jinnani. bedda 582. La 583. facci siti vui aviti di la Quannu di Gocciu Quaitru Giuri Vueca ' linna di un, cu S86-612 pispisedda 'na ^ (Palermo). picciridda,(Palermo). patruna: Pa"errau e ti vurria vueca ciatu Missina. (Cefalii). parrari cu cMode uccello parrari, cu la assai , di Piazza canto (Palermo). '. siti la castedda pispola Vueca I un. Dda di rina. L'Aeenella, spiaggia che In vera (Palermo). di lumia. cu , ' 'na si' 'na Napuli, Roma, Ciatu Sarai"nu. d" nucidda. Siti cchiu 586. d'un 'Rinedda camini Scorcia 585. (Palei-mo). di lumia. Rina 584. cc'" In para. nun mandrinu. bedda Giuri tia comu Aranciu Cchi" POPOLARI tia "\ rada di lejto e {CasfAdacdd). Palermo. grazioso a ; vucoi ap["artengoDO al cap. . itodbv 413 ciuRi Slidda 587. lucenti. Quanta petri cci uni Tanti niannu ponti, un suspiri ardenti. tia a fari a vonnu (Palermo) Petra 588. Pi 'niagghiata. l'amuriddu l'amurlddu Pi mi Tu t" l'annata. mi 'n terra cori lu duni (Cefal"). jettu. (Cefal"). la vita. jou e {Cef.al"). di finocchi. Giuri 591. persi ciurita. Ro^a 590. t" di ruettu. Giuri 589. \ camini Quannu tiill'occhi. t'accumpagnu {Palermo). mandrina. Aranciu 592. Vu' lu sapiti, bidicchia, si Quannu Giuri 593. 'un di j"na. Bella, p'amari Giuri 594. Li ' Canto lu slilu. (Palermo). veni viju, mi vi v'amu. a tia cc'" ruina. 'na {Cefal"). di lumia. s"nzii mi n"scinu sul recente, formato Quante pete noe tia. pi noto Tonno canto a fa (Cefal"). napoletano sto : poni*. itodbv 414 POPOLARI CANTI di ficu. Giuri 505. lis scordi! mi Sun 596. Siti 'na spina mi ca di Giuri 597. Lu (Palermo). eli ruettu. Spina Spina anticii. l'amuri no Jornu !" modi 'ntra punc"stivu l'atti, e pettn. (Cefalii). stu camommu. pensu tia, la notti a 'un dormu. [Ficarassi). Giuri 598. di flnocclilu. Giuri 599. cori occhiu. un ' [Cefalh), t" mi ea lu manci", [Cefulh). stidda. Lucenti 600. scacciami d'araiiciu. lu Dammi siti bedda, Vi vogghiu beni assai Ti vogghiu beni assai, si' picciridda.{Palermo). Muta 60!. L'amanti P"middu Cu' ca ribbeddn; io lu C" m% t" l'amuri Pi t'ama vogghiu m"o, b"niri ch'" veni beddu. (Palermo). virdi. cchi" di mia gran tempu perdi. ( Ce feda). itodbv 603. 0 mari Sugnu Ch' comu Setti rizza Pi pruvari Lu {Baghena)_ tia. a {Cefal"). ! li to' a com'" vrazza cuntintizza. la {Pakf"no). d'amarena. di me io m'ami, nnii Giur" 607. ' addisiassi Ossu eiuri, tuccari. p'amari rizza m' Si tu il lumia. di Io 606. 'nta lapuni un nn'abbannunai 0 605. ! sapi quali pampina 'un Giuri 604. mari f^i pena. raoii" {Ficarazzi). pa^hia. s'aNammica curiizzu g squagghia. {Fkarazzi). 608. Giur" La la di si 'na vota Io mora, e di li strati, di la siti. moru {Marsala). risu. E Ovu dugiiu pri l'acqua e 'ntra Guri 610. ' pipi. mi testa Sugnu 609. di mi ss" labbruzza uni vaju 'n vasu, paradd"su. (Palermo). tunnu. Vostra mammuzza Pi fari pazziari Rixsa, riccio vi menza msirino, echinus teni 'n'"tr'annu, munnu. esculentus {Palermo). di Linneo. itodbv la Miita 611. "u Assai l'haJLiammartinatu Stu piceiutteddu 0 Lina Lu surdateddn Chi ia {Palermo}. Marina. "" ^ baggiana e quacina! (Palermo). la di piceiutteddu Muntivitranu. 615. vogghiu Lu surdateddu 1 1 di L ; facili insipido " i l"l! i^t "" novenario iiicti j bon Liut ") piopuo le quali pen,i" acquista ool costumi, '. {Marmla). (Il un asttimiio saristanu ch'era Imvoojziont" ollia novt"nano, donne litri assai beni Lu UiiL-to notti lesu rhaja Lu di ! (Falermo). assai di rina rina 0 mia. l'arma ^ beni vogghiu {Marsala). ^ di Lina! o Ln '. via. la Chi 014. u" Palermitanu mio Munta "l'". ' beni vogghiu L'amanti 612. marni. dalla raGU)iti le )n"linzzaiino canto um mUodia e di bocca a giovi- dolce e squisita ' ' ' A m marti noi li, un Invocazione che Invocazione tolta p" sgheno tignitioa dal bene e Angiolim meitiere del in a,ine=" (') muratolo, a cu il canto rivolto ' ie'K, "ittillato bugjianu, * Canto elle recente. pare laotoso spocchioso itodbv e 418 POPOLARI CANTI Giuri 623. di duri. dormi Tu d'amuri. letta,e jeu abljampu a (Cefal"). di viola. Ciuri 624. Si Rosa 6-5. saluta Giuri onuri di Giuri di " Io lu ra" e poi la vuei. (Cefal"). sta canzuna Cc'" ' Cosi qu^to Canto, vi !a di lu m" come sintiti, (Cefal"). all'aria ; vittoria. (Palermo). scabra. amanti i jeftu di stinnai'du Pampina 630. e 'nzolia. di siti lu '. pipi. Giuri Ca {PaUrnio) Amuri. a G-rapitil'occhi,la menti, 629. {Palermo). nuci. Sintit" la canzuna, 628. (Palermo). di ciim. Pampina mi. fora. la strata. tia, e po' a pi fari Cantu cc" 'ncarnata. Frira" 626. affacci,t'aspetta 'un tu chi fiori tutti m'aspetta fora. (Palermo). Ano al n, 63"! appartengono al ca]". i itodbv 631. Giuri Li Cu 032. di Ti stritta 634. l'haju Giuri lumia. dittu eh' he di 1 Ta 637. 638. di nn'hai {Palermo). e mi mii vaju. {Palermo). honasira. o (Cefal"). pro?i s' io t'haju {Pal"rmo) amatu. ^ bianca. Munta Tannu tia. a {Cefalii). granata, h zitii " Quannu cantari. parrari licenzia Cartuzza Lu fattu cannila. V'addiraannu Giuri (Baijheria). cumaiiou. Majii. Lustra 636. m'ha v'addiraannu Licenzia 635. li manu di di cuntornu mari. Pampina 633. li a di amicu ehistu ' ferra Scania 'N di caiitatura 'na l'annu. tutta lestu e la mi fa e la pi zi!a {Cefal"). ammanca. via. si scorda mamma scurdir" d'amari a a so figgh"u, tia, (Montemaggiore). ' Sferza. ' I un. 650-643 appartengono ai csp. Dichiara sione , Promessa, Costanza. itodbv *afJ POPOLARI CANTI pirfettti. Giuri 639. ^ V s", faeemii Si mi diciti Si mi diciti no, attu, scheltu m'arresti! ^ {Camp' reale)^ di Giuri 640. iVIaju. !u Quannu tutti dui, lassiremu nni Tannu speddi, tiumiiu 'n e ^ mai ajorna (rortorid). di Giuri 641. A chi costu mi Nuddu di Giuri 642. eh' Mentri eiuri. * mi cassanu spartir" io di lu io cori amuri. {Palenno). pruuu. eu viva su 'un ti abbannumi. (Cefalh). eiurita. Rosa 643. Tannu Quannu ' Iticele,facete, = ' In mi la morti Torme cchi" leva autictie, dice rli sta strafa la vita. il Tommaseo, Palermo). o pi" gra di quelle d'ora. maHoaii ' passir" nun una Il canto canzona popolare di Palermo: Si mi didti Si mi diciti si, cenf no, aggiusta questo Cassari, trafiggere, anni cassamu paeaar aspeitu, (canceUiamnj l'attu. verso. da banda a banda. itodbv di Giur" 644. Ti fazzu 'nsigna di Ossu 045. 646. U", a t' {Cefalii) ^ fazzulcUu. la 'iitra sugnu focu. un (Cefatu). furnu. di Vampa ZoccLi cu varcocu. salutari Fri ', ruettu haju io mamiaL'i, a cuofunnu. mi (Palermo). Giuri "647. Stu di me cutugnu. ti curuzzu 'nta niauini un puguu. {Palermo}. cori Lu un Lu ci"uru lu fannu mari mari ! 0 651. Lu Ruettu " Del s'" Giuri di me cori o n. Gelosia di mi ca veru (Palermo). a nuddu di violi, tutt' uri, (Palermo). porti amuri "vix!taliari. (Palermo) '. canna. " sinceru rtivettu, questo al cap. mazzettu 'nnavanti D'ora manci. ciuri. d"stivu Bedda, Da di ti lu mannu Mi 650. " ti chi Giuri 649. " aranci. Aranci 1)48. e 'u t" mi 'nganna (Cefalh). rovo, 649 ecc. tatti fino appartengono al n. al cap. Saluti, Boni. 665. itodbv 652. lassari T'hajua Sucu 653. a pocii, a poca, a (Palermo). pocu. d'agresta. Prima ti non ti sacciu Ora tribbotii. di Pampina sapia e nn'eri ca ti mi mastra ; ^. 'n testa tegnu (Messina). * di Giuri 654. Tu si biddicchia, Ca anicilu Din! l'amicizia pi mia fmiii. 0 Di puvireddu l'occhi (Cefalh). ^. musia di (Palermo). ti vasai cu' e Bonciornn, Giuri (356. froppii spisa; di ma t'a"liscia cu' Foviru 655. cirasa. cci comu 'ngagghiasti Lucia Santa t'aiinurvau ! ! ^. [Galtaoutui-o). Giuri 657. d'aloja tincisti Goinu li s"nzii Manc"ativi lo ' Ora ' Musia, ' E ' noto Aloja, so, nome che e la bedda aiia fo gioia! (AUmena). catTubba. di Ossu 058. a *. a che Santa meno dinota Lucia e di te; la non eccel'enza " la midudda. (Palermo). ti calcolo. sopivano medicati'ice e a turai e di cosa. consBrvatrJoc aldi, aloe. itodbv degli "j59. Gian Jeu 660. di mi divertu, Cim'i Si 661. di v"i Lu fattillii di ti lu t" li buffi mi dicisti Ladiu cci s"' Addiu lu fuju ti Giuri Ma chi Siempri (Alimena]- tana, t" vista; di pesta ! [Caltavutur"). ! t'arrineu, imomu si ti vi,iu.{Bagheria). funtana. viJH, hi Janzu haju pinsannu ^ (Cefali!). m'acchiana. ". d'aguannu iu la prima sbirru di Acqua 665. (Palenno). li vaddmia a di tu, facci coniu Quannu ^ in ! addiu Sintennu 664. finestra d'agresta. Ladia Ti la a jiu mamma niseeru Ciiu-i 663. metti pasta, baggiana! Quannu 662. (Gefalil). addannatn. jiiiestra. e Tinta mori tu e inaritu vesti Gei gtanatvi. la ca a notti 'im tia, cuorpu diioriiui, di sangu (S. ' l"iiifa, rospo. ' Laniu, ' Aguannit, * Mal di ! ' Caterina). vomito. quest'anno. gocciola. itodbv 42t GANTI 66G. di Pampina li Cristu E nuci. pirdnn" li so' nn"miei a pirduiia a mia, tu 667. POPOLARI di Pampina Lu fumu di Lii nostra duci sariguzzu '. (Palermo) *, varcocu. la pagghia s'ha sdegnu dura pocu eancia"u : 'n focu. {Villabate). 668. 0 mari ! l'amaru Sugnu, Lu mari mia, l'haju tempu niugghieri, senza fattu 'nn e pozzu stari. (AUinena) Giuri 669. Ora Si A junei lu paru canzoni Fu ' Ddiu stitinardu junta l'ura, la e gigghiu di Ribeia Ciistu appartenente nni quannu e e tu edita (Cefal"). bannera. nun al cap rosa cap (Marsala). fina. Mar Salomonp li so m al livamu la dal piidunau Appartiene, eoi aeguenlfi, Canto ch'" di Ltibidduraa ' a la matina Io Una eiurera. lodamu Giuri 670. ' di ^. no fliiisee : nmmici pirdunaii? ha S"ConciUattone Matrimonto cosi i seguenti, Ano itodbv al 426 GANTI 677. mia Amara Cliianeinu C" la me Ti " la me siti Dissi mi comii talia. {Pakntio) '. ciiiamu! {Falermo). d'ora. e bedda veru, 'ngrata, e io pi vai nni di PilatH : {Falerm"), mora. ^ tassa Zocca " scrissi cch""i 'uit cci 'nta sta slrata Io mi 'un veru saporita Giuri 680. mei, marni. nnoniu siti Ma bedda veru Ciuriddu Vai viti sl'occh" 'manti scurdasti Ln "i79. ! coinu Dammi 678. POPOLARI scrissi ^. applzzu an passa*. (Ficarazsi). di Ovn 681. Pri canna. Comu la f"gghiu spersu Isci chi 682. nescl ti Amm"tula Lu cimtn i nn. !a matina d" la {Palermo). mamma. ! chi t'ha' 577-682 Questo ed ' Eis3M, piaata veleaosa. ' " ' lo, in questa via, il Quod e pettini e t'allisci, ' i" da la sira tia chiancia fatta,'un t'arrinesci. appai'Ieiigono al cap, {Alc"ino). Abbantlono ecc. scripsi scripsi ilei Vangelo. EOn ci perder" pi" mi passo; io non passer" questa via. itodbv 683. Munta Ch'era 'iifaini Ddii Cu' Alanu G" lu Da purtai'u al ' Invocazione ' Canto d' 691 n. tozie un nni ^! jamu ' Canto un' di qualche la partenza Canio moderno dopo ' in (Palenno). '. palennitanu ! lu \ Quisturi canti son di (Palermo). Carcere, carcerali. significato. ad altro carcerato coi , riepoiiato (Palermo). p' 'u Tribbunali; senza carcej'alo In a su' staju pi questo nni battimanu e Scarciai-atu Ora ! ! All'uri, all'uri 687. ' * laiiu scrusci Si '. {Palermo). Vicaria! all'tsula Alanu Cu (Palermo) all'ordiui,paisanu, tutti t"S6. Vicaria. veru lanu M"ttiti sai via, 'nfami sta 685. 'a si ii"sciu sa Di d' la In iiuii sbirrani Munta CSi. via. la quale (lev' es^cve isola. carcerato del rimasto nella Vicaria compagno. dal quale d" Palermo, , lisullfii'etibe che un che imputato , geme della in carcere, vi pu" anciie rimanere solo per capriccio o abuso polizia. itodbv PO GANTI di Giuri 8. ti lu 0 690. juru lu Ed io spicchiteddu Cu' sa si pensa Muta nni mi Muta a ' Quando * Canta carzaratu manci" mi a chi fa arrassu. l'ossa l'occhi di l'armuzza ". {Palermo). mei mia. (ViUabat"). ! mairi !... {Palermo). mia a fari la a casa mia. {Palermo}. via. agghiorna arreri a la e casa scura mia. (Palertn"). 71. uscir" una * me vaju e cc" pag. fa haju Tornu V. {Bagherkt). la via. Picca Di l di lum"a. chi 694. nnijmaritamu avanti livatu sa E " 'manti Cu' 693. '. (Fahrmo). cunnanna ! la Vicaria a Giuri 692. donna, : di cc" fossa me L'haniiu Lu la 'na lia Ha! 0 mi. veru n"sciu fossa Ca KT la marni, Quannu ' aspetto Dammi Io pi sugim di Turimi 689." LA canna. Garzaratedda E PO di donna, qui (da questo carcere) anch'essa, come il suo ci sposeremo. amante, caixierata. itodbv Porta 695." Assai la la A porta. cu b"niri vogghiu me 'manti eh' pinsannu " morta. {Acqua 696. li me' 697, Giuri di s'avvicina G" amari darria. (Palermo). a si v"' t'ama cui a poeu ' (Palermo) pocu. a cipressu. (?) di cui a mi varcocu. Pampina Ama morti raanu L'amuri 698. Corsari). mia! Amarli Cu dei nun aviri t'ama, spassu, " tempu persu. {Palermo). Veru iHla flcu. chi amuri nova si scorda nun mai trova locu, l'amuri anticw, {Ficaraszi). Spiritu d'acquaviti. 700. Maritati S 'un ' Da questo ' Lo dice tazione di Pampina G9'J. si ti v"' ti il 'iardu intitolata n maritari; 'un maiitaii \o 707 Na^p Im ciati son i i (Palermo). suitenziosi nella CiamtmtCus.,a Conoetsione * ti manti de Santa saora lappresen- Mtiigherita di itodbv Ccr- 701. Giuri di Fu me Ca l'oinu 702. matruzza Giuri Tri cosi di havi Ha?i Ih 704. 0 mala assuggettu. (Bag"ieria). giUiwia. {Palermo}. e donna* Lina ti cridevi pi a stu lu munnu cumpagna, {Palermo). munnu. ! ca muntati cliianu " ct'", tanti Giuri ti Comu Li donni Mentri Cu' Minaccia trascorao " " un lo modo Corsari). purtaru lu a distlnu. ^! {AUmeii.a). di fonu. semu si 'n'"utra solita ; chianciu, figliu Mariana chi sa dei iinu, ti Giuri 706. ' di : pinnina. [Acqua 705. : suppui'tari : ponnu Priatoriu Quantu sta ditta hmnu. Lina, Tu si nun Cu' lassau lumia. lunfanaiiza Ovu. mi e maritatu di Amuri, 703. riiettu. dicono fera" per Papa vota papiamu Papa intimorire aopratutto le madri scimi ". {Bagheria). clii abbia a' figii. proverbiale. itodbv OvLi 707. Si di mori tunilii. li Rumani E 708. cchi" Pampina di jornu chianei Lu 'n Papa un "utru fanrrn, Papa cimtenti (Palermo). swnin!. Carrubba. 'a e notti si sdirrubba. (Pa"i'rmo). Giuri 709. di cci Spini Veni Havi jettu, la di Oliva 710. nni e bunt" di ricogliu li mai.?i ' rosi: ! (AUme"ia). sicca, la ragiuni notti La paisi. ridi povira cucca : assai, lu jornu picca. (Mojite S. Gndiatio). Giuri 711. La d'oliva. " mamma schetia la e figgbia cattiva " ^ (Palermo). Giuri 712. di Dammi Lu Ci" ' Si di zitu proviene mette fronte Questi * t" a Scorcia 713. ' granatu. Dammi in alla ed i tua soru di " e seguenti sorella e bont" canzonella madre, ^ eugnatu (Oefal"). castagna. orvu dalla ti vegnu che tre la zita delle dice della (Cefal"). figlia gi" vedova [cauiea) vergine. fiori appartengono (in moglie) 'ncagna. maggesi. l'onest" si si ed io al ti diverr" cap. Scherzi. cognato. itodbv 4d2 POPOLARI CANTI sflllazzu Muta 714. Re Lu vulia b"niri di brunzit d' 'a mi Quantu '. Chianu 'u Palazzu *! {Falenno). d'aruta. Giuri 715. essiri Megghiu = Invocazione Verso il lato al 18*7 statua canto, scherzando, = " un canto di del meridionale detta una 'nfernu 'ncatinata; biitiola " ! (Alcamo). eigniflcato. senza comunemente sino lu essiri chiamata Chi ' a " in Piano bronzo regio Palazzo, nella del palazzo * in Piazza Palermo, di Filippo IV, eretta nel ria, Vittofu 1561. la ricorda. inonsc^ (ho.linta). itodbv gi" Il *34 CANTI Si curaanni Su' 717. Ch'a 719. tri,poeu e vinui chi imi L'arauri vonnu L'amui-i " fattu pi L"ssanu la Vistata di E una, Gulonna Ca Indicatemi 'n Garnalivari. st" {Palermo). carrozzi; ii giuvinazzi.{Palei-mo). mugghieri bedda '', {Palermo). prena. pariti 'u" palumma, mi dici e dui, s", !ii cori 'nganna. tri, pocu palori : e fabbricata punta dove fora vannu canna. mi L'oechfU 722. manciari d'avena. li marinara Giuri ' scabra: fari l" vicehiazzi: Quanna 721. pi {Palermo). 'nzalatara, la pi si fannu Napuli Giuri bianca servi palori: macearrimi. la sia " bona {Palermo). calaciuni, stu cu dari, a tuU'uri. a 'ssaggiari'i a nui A 720. ' dui, rafanella La aviti m' cc" unni 'Nsignatiiiii Ctiidda siciliani sirvirivi vinni v"niri 718. di e una, Apposta Pi vai prontu E Popolari vi lu abiti a mari, menzu porta lu me la insalatala [Pale"-m"). quella, cori. che {Palermo). vende bianca i^jivia. ' Quando i marinai pai'tono. itodbv la 435 CARNESCIALATE A 723. Li Turchi Miatu 724. mari menzu si la si cu' A E 725. Lu pigghia crapareddu V'addimannu Vacci E ' il tu ti " questo per la rima, Momma. soru lu cu passa ch'" {Palermo). sti botti: latti: notti. (Palermo). b"! si' cchi" ca .iinch"In il canto regalo della culonna, pinna: 'na cu licenzia B", b", 726. 'na dui, e tri,senti e una, pieciotta! [Palermo]. cc'era nutara schiavotta, primera, a sta la tiiiia t" pinna 'na Jocanu mari menzu Quattordici La cc'era col persona Ta""ar", FINE be', K tabbar" quale s' avvia alla quale ha fraceaisino, per DEI, PRIMO (Palermo). uu cantato. puIc"neHa per Be', tronco 'nsuantsra, ricevere da bsllu, guantiera. VOLUME. itodbv CLADSEN' CARLO MORTILLARO ai) (Vine.), L"gendes historiques sicllJennes "u XW" salie XIX* siede, traduites enfraiicais par sespetites fillesRoMort"ilaro Mus.so in-8" di pag i70, et AutonieUe L. 10 Palerme 1890 , ~ RAIS (Dott. Prof. Ettore), Alcune osservazioni amministrazione in-"" PEDONE di pag. UURIEL 148. Palermo Palermo Giacomo di pag. Zanella. 12, del L. . Carducci Appunti, in-lG" di pag. L. selvaggi e ROSA La poesia e civili,(in eovso {E.) o poco le , 50 " . 12,Acireale 1889, L. RAGUSA-MOLETI " del Bovio, e . 1 . )88S. Palermo " indoslanico, . in-S" 3 . . Alighier" nelle conferenze " Vespro L. (K), Consigli ai cattivi poeti.Poema 1891 tradotto, tn-S" di pag. 16, Palermo Dante dal 1882. PICO cementi: sulla L. 5 188" 45, e Romano, Bibliografia del VI centenario (LX Siciiiano,in-12" dL pag. PUGLISI Storia sulla il dominio della Sira'liaduraLite 50 " rappresentazioni del popoli di stampa). Preparazione allo shidio delle odi di Giosu" di stampa). cementi), (i" corso CARDucfii. (Storia storico popolare piemonfese. Dichiarazione motti beali e locuzioni proverbiali d'origine Tocj, 1889. L. 2 storica, in-"" di pag. 120, Torino fi/.).Glossario di 210 " . SALOMONE'MARINO (Salv.),La Baronessa di . . Carini,leggenda rica sto- popolare de! secolo XVI in poesia siciliana,ooo scorso di2" edizione ed arricchita di nuovi corretia e note, 1873 L. 3 documenti, in-lR" di pag. 296, Palermo ed annoLeggende popolari siolliane, in poesia, raccolte tate, in-lfi" di pag. XXlX-435, Palermo 1880 h. i Spigolature storielle siciliane d!^ secolo XIV al XIX , iu-8^ di pag. 312, Palermo 1887 L. C Studi di clinica medica, Voi. I. con XXI tav. lilogr.,in-8" di pag. 272, Palermo 1885 L. 10 1887 2 Appendice, di pag, TjS,Palermo Lu Vespru Sic"llanu. Storia popolare in poesia, io-10" di " . " . ~ " " " ~ " " ... pag. 20, Palermo , 1882 L. 30 " TRAINA (Ani), Vocabola rietto delle voci siciliane dissimili dalle italiane,con nn saggio di altre dilTerenne ortoepiche e in aiuto all'unil" della lingua e contro grammaticali, gli errori provenienti dal dialetlo. Nuova edlBiono con pendice, apin-ia' di pag. Appendice sola 526, Palermo 1888 L. . 3 " . " , nodbv 50