L’ho pensata… L’odetta Di qua e di là del Cingolano monte stan trepidanti, due còri protèsi a unirsi, dell’Amore alla gran fonte. Due magistral dottori, e pur cortesi; andrea ed Agnese, così sono nomati Settempedano lui, e lei di Jesi. L’invito lieto rivolto ai due casati, giunto è pur’anco a tant’amica gente. Benvegano qua tutti gli invitati! Con queste righe si vuol poeticamente guidare gli ospiti alla festa loro, perché li colga gioia veramente. San Severino degli amici il coro riceverà nel grande seminario, per due serate, con spartan decoro. Con le chitarre ed ogni armametario lì proveran del rito i lieti canti, ben misurati al sacro Lezionario. Chiamati poi saranno tutti quanti a original, moderno e sacro rito, disposti in cerchio con i celebranti. Sull’abside un’ellisse ben condito, ai loro posti, amici e testimoni , Graziella, Mario, Elisabetta e Vito Attorno ai sposi gusteranno i doni che’l Cristo dona a ch’in lui s’unisce, in orizzonti nuovi, belli e buoni. L’amore umano, ben lo si capisce. Ma quando questo vuole in ciel salire maggior sua forza in terra scaturisce! Sarà Gerardo le nozze a benedire, ed il buon clero che con questi amanti la vita d’oggi ha fatto interagire. Sarà gran gioia dunque di bei canti che ben il còr e l’animo commuove se intensi lì staremo tutti quanti. Assieme! a lodi antiche! e preci nuove! e sarém noi ! parenti, amici e sposi, LA GLORIA DI COLUI CHE TUTTO MOVE!