e n zio 00 ona 0 2 ad o i g dell g a ta m a 14 iorn G L’ARCOBALENO per una cultura della donazione Anno 3 - n°1 Marzo 2000 In questo numero: Pag 2 Senza camice: R. Neuschuler di Loretta Cavaricci Italia al decimo posto in Europa di Francesca Quintieri Quale futuro per i trapianti? 3 di Dodo Neubert L’Aido si studia all’Università 6 di Mascia Ferri Spetta alle associazioni costruire la socialità di Rosa Maria Serrao 7 L’eroismo quotidiano della donazione Leggiamoli insieme 8 Notizie per noi di Paolo Carlotti Pag. 4-5: Ministero della sanità, Ministero della pubblica istruzione, Aido il valore della donazione Paola Saluzzi “ Essere iscritta all'Aido non mi fa sentire più buona o più speciale; mi fa sentire più utile. Utile a chi per me non avrà mai un volto, utile alla mia stessa vita sapendo che ha un valore "raddoppiato". Abbiamo così paura di morire da non riuscire a pensare che un modo per vivere ancora esiste davvero. Iscriversi? È l'idea migliore che ci possa passare per la testa, e per il cuore iscriversi all'Aido non vuol dire cominciare il conto alla rovescia verso la nostra fine, vuol dire essere persone degne di guardare negli occhi chi attende un trapianto, in silenzio, e trovare in quegli occhi un po' di noi. Presentatrice Giornata della donazione ” DOTT.VINCENZA PALERMO a Terza giornata nazionale per la donazione e trapianti d’organi e tessuti è un’occasione speciale per informare l’opinione pubblica non solo sull’importanza sociale della donazione ma anche sulle leggi vigenti in tema di trapianto. Ad un anno dall’entrata in vigore della legge n. 91/99, infatti, ben poco è stato fatto dalle istituzioni per l’informazione degli operatori sanitari. Anche la scelta del Ministero della sanità di abbinare ad un referendum popolare la possibilità di manifestare la propria volontà positiva o negativa al prelievo d’organi, pare poco felice. In realtà, per consentire al cittadino di esprimere una scelta consapevole, il Ministero avrebbe dovuto avviare prima una diffusa campagna informativa, così come previsto dalla legge, e poi provvedere a raccogliere la manifestazione di volontà. Proprio perché si ritiene indispensabile garantire una seria e corretta informazione ai cittadini, l’Aido in occasione della giornata del 14 maggio promuoverà in tutte le piazze delle città italiane punti di informazione e di raccolta di adesione all’associazione.Tali adesioni consentiranno al cittadino di ottenere il rilascio della nuova “carta del donatore”nella quale viene chiaramente espressa la volontà di donare i propri organi e tessuti,secondo le previsioni della nuova legge.Insomma, la giornata della donazione può essere l’occasione per dire un sì convinto ai trapianti e quindi un sì alla vita. L Le istituzioni adesso dovrebbero informare L’attrice Cecilia Roth nei panni di Manuela, coordintarice dei trapianti nel film di Almódovar “Tutto su mia madre” Trimestrale dell’Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti - Medaglia d’Oro al Merito della Sanità Pubblica - Reg. Tribunale di Roma n° 224/98 del 19 maggio 1998 Iscritto al Registro Stampa del Garante per l’Editoria - Spedizione in abbonamento postale -45% - Art. 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Roma. Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06/3728139 - Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected] - Si contribuisce alle spese di stampa come amici: Socio Aido L. 20.000 - Ordinari L. 50.000 - Sostenitori L. 100.000 - Versamenti sul c/c/ postale n. 22957005 intestato a L’ARCOBALENO - Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma oppure sul c.c. 11000/D intestato a Aido Nazionale - Banca Antoniana Popolare Veneta, Agenzia 1 - via Crescenzio, 86 - ABI 5040 CAB 03201. È partita la Consulta tecnica per i trapianti SALVO DONATO eridione, liste d’attesa, informatizzazione e informazio- Ragagni, Provincia autonoma di Trento, prof. Luciano ne. Questi i temi discussi dalla Consulta tecnica per- Gattinoni, clinico esperto, prof. Ignazio Marino, clinico manente per i trapianti durante la riunione di insediamen- esperto, prof. Umberto Valente, clinico esperto, ing. to, il 20 marzo scorso a Roma, presieduta dal prof. Giuseppe Francesco Biagioli,Admo, d.ssa Enza Palermo,Aido, dr. Carlo Benagiano. Alla prima riunione era presente il neo eletto Maffeo, Aitf. Inoltre sono ammessi a partecipare a titolo di direttore del Centro nazionale per i trapianti, il dottor esperti tecnici con funzioni consultive, il dr. Raffaele D’Ari Alessandro Nanni Costa. Dei filoni in discussione - è stato e la prof.ssa Nerina Dirindin, del Ministero della sanità, l’ing. deciso - si occuperanno specifici gruppi di lavoro, una sorta Velio Macellari, il dr. Carlo Pini e la prof.ssa Aurelia di sottocommissioni in seno alla Consulta stessa, coadiuvate Sargentini, dell’Istituto superiore di sanità. da esperti esterni. La Consulta è stata istituita con il decreto ulla necessità di incentivare prelievi e trapianti nel Sud applicativo dell’ultima legge sui trapianti d’organo. Ne Italia, si occuperanno i responsabili dei coordinamenti di fanno parte i responsabili dei centri regionali e interregio- Basilicata e Puglia - le due regioni più attive nel Sud - ed nali di riferimento, insieme a rappresentanti di associazioni: esponenti delle zone più avanzate, come Toscana ed Emilia prof. Giuseppe Benagiano, direttore dell’Istituto superiore Romagna, disposte a mettere esperienze a confronto. di sanità e presidente del Centro nazionale trapianti, dr. Ma il tema forse maggiormente a cuore della Consulta è il Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale tra- processo di informatizzazione, che verrà seguito da un altro pianti, prof. Girolamo Sirchia, “Nord Italia Transplant” gruppo di lavoro. (N.I.T.p.), prof. Gerardo Martinelli,“Associazione interregio- Riguarda la messa a punto di sistemi per la notifica e la racnale trapianti” (A.I.R.T.), prof. Raffaello Cortesini, colta dei consensi secondo le nuove norme, attraverso una “Organizzazione centro sud per i trapianti” (O.C.S.T.), prof. unica rete telematica. Domenico Adorno, Abruzzo e Molise, dr. Vito Gaudiano, E si è parlato anche di fondi. Un decreto del 30 dicembre Basilicata, dr. Valerio Misefari, scorso ha stanziato 6 miliardi e Calabria, prof. Bartolomeo 900 milioni da distribuire alle Farzati, Campania, dr. regioni per l’attuazione della Francesco Giordano, Friulilegge. Venezia Giulia, prof. Carlo Altri 873 milioni sono stati Casciani, Lazio, dr. Andrea messi a disposizione come Gianelli, Liguria, prof. borse di studio per la preparal Consiglio nazionale, nelle riunioni del 13 Alessandro Pellegrini, Lombarzione e qualificazione del novembre 1999 e 15 gennaio 2000, constadia, dr. Duilio Testasecca, Marpersonale che opera nelle tato come la nuova legge sulla donazione e trache, prof. Emilio Sergio Curstrutture di prelievo e trapianto di organi e tessuti (1 aprile 1999 n. 91) toni, Piemonte e Valle d’Aosta, pianto. Durante la riunione, rafforzi l’esigenza emersa nell’Assemblea prof. Francesco Schena, Puglia, si è fatto cenno inoltre alla nazionale del giugno ‘98, ha deliberato di adotprof. Licinio Contu, Sardegna, necessità di completare la tare, con effetto immediato, il nuovo nome di prof. Alfredo Salerno, Sicilia, nuova legge sul trapianto di “ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA DONAZIONE DI prof. Elio Pagni, Toscana, prof. fegato da vivente e alla camORGANI E TESSUTI”. L’acronimo AIDO rimane Cesare Gambelunghe, Umbria, pagna di informazione del invariato, mentre nel logo viene cancellata la prof. Remigio Verlato, Veneto, Ministero della sanità, in scritta “Associazione Italiana Donatori Organi” dr. Karl Kob, Provincia autonoconcomitanza del 14 magrimanendo invariati simboli e colori. ma di Bolzano, dr. Maurizio gio, la Giornata nazionale. M S L’Associazione cambia nome I L’ARCOBALENO senza camice Neuschuler: “Fellini studiava i pazienti per pomeriggi interi” Donazioni Nel 1999 il numero dei donatori per milione di abitanti è passato da 12,3 a 13,7, con una significativa ripresa del Sud. Ma non basta Italia al decimo posto in Europa DOTT. FRANCESCA QUINTIERI LORETTA CAVARICCI a tendenza positiva all’aumento della donazione e al conseguente aumento del numero di trapianti di organi in Italia è stata ancora una volta confermata nel 1999 (fig. 1). Il numero dei donatori per milione di popolazione (p.m.p.) ha subito un incremento maggiore rispetto a quello degli ultimi tre anni ed è passato da 12,3 a 13,7 consentendo, tra l’altro, al nostro paese di migliorare considerevolmente la propria posizione nella classifica europea per le donazioni di organi. L’Italia ha infatti superato paesi come la Germania, l’Olanda, la Danimarca e il Regno Unito e si è avvicinata ai paesi con la migliore attività di donazione in Europa. Un altro aspetto incoraggiante Figura n. 1 dell’attività dello scorso anno consiste in un segno di ripresa dell’attività nel centro del paese e in alcune regioni del meridione, cosicché la discrepanza esistente tra il nord e il resto del paese risulta attenuata (fig. 2). Un’analisi più approfondita del contributo delle diverse aree geografiche e delle singole regioni mostra come il nord d’Italia sia l’area più attiva in termini di donazione e trapianti d’organi, migliorando ancora una volta la sua media di donatori p.m.p., che nel 1999 ha superato il valore di 20. Segue il centro, che con la media di 13,8 dona- L Alle spalle del dott. Neuschuler un ritratto dell’isola Tiberina na coppia di orecchini pendenti di argentone antico e diamanti, un oggetto di famiglia: "Egregia Signora, mi scusi l'ardire, spero che lei accetti questo pensiero. Suo Eduardo". Il professor Riccardo Neuschuler, primario oculista all'Ospedale Fatebenefratelli, Isola Tiberina di Roma, ricorda a memoria questa dedica a sua moglie. Era intorno al 1985 quando Eduardo de Filippo, il "Maestro" del teatro, volle sdebitarsi così dopo una operazione di cataratta. "Quell'intervento i miei colleghi napoletani non me lo perdonarono…", dice Neuschuler scherzando. "Si racconta che Eduardo in teatro fosse cattivissimo. Come paziente, invece, mi imbarazzò il suo completo abbandono", cioè l'affidarsi totalmente al medico. E questo è l'aspetto più delicato della professione del chirurgo, non lo nasconde il professor Neuschuler: "È il lato più imbarazzante". Nell'album dei ricordi affiora un altro paziente celebre, è Federico Fellini, mai dimentico di essere un regista: "Simpaticissimo - dice Neuschuler -. Trascorreva i pomeriggi interi nel mio studio ad osservare i pazienti, cercava ispirazione per i suoi personaggi". Il professore ha visitato anche il Papa, Giovanni Paolo II, ma il paziente "più importante fu mia madre - racconta -. Monocola sin da piccola, a 80 anni ebbe la buona idea di farsi venire un attacco acuto di glaucoma all'unico occhio funzionante. Era in piena estate, io ero in barca a Capri, uno squillo di telefonino e tornai di corsa a Roma. Operai mia madre d'urgenza. Quello sì che fu un vero stress…". Quarta generazione consecutiva di oculisti, Riccardo Neuschuler, 62 anni, nato a Roma sotto il segno del Capricorno, non esita a dire che per lui, la scelta di questa professione, è stata un fatto "cellulare, ero oculista già da bambino", ironizza. Non ha avuto figli, ma è certo che non avrebbe consigliato loro di continuare sulla stessa strada: "Sbagliare è umano, perseverare è diabolico". Alla domanda: "Se le chiedessimo di disegnare il suo profilo da cosa comincerebbe?", la risposta è: "Sono uno sportivo con l'hobby dell'oculista". unque, non solo medicina. "Tutt'altro. Mi sono sempre riservato uno spazio al quale non ho mai rinunciato, proprio come scelta di vita. Tra le 13.30 e le 16.00, dopo il lavoro in ospedale e prima di riprendere le visite, tre o quattro volte a settimana alterno le mie due passioni, la corsa o il canottaggio". Due sport tanto diversi: "Ho fatto la maratona di New York e quelle di Londra e Roma anche con ottimi tempi.Al Circolo Canottieri Aniene sono iscritto da più di venticinque anni. Ho partecipato a vari campionati italiani di canottaggio, ho vinto anche una medaglia di bronzo. Sono un maniaco della canoa, me la sistemo, me la curo, è un po' quella stessa maniacalità dell'oculista", ammette sorridendo. Lo sport è una "frattura", un "intervallo nella giornata" che serve "a non perdere il senso delle cose, ad avere la testa libera e a conoscere meglio se stessi".Anche nel caso dello sport la passione in casa Neuschuler è passata di padre in figlio, "a quindici anni comprai la mia prima canoa quando mio padre - lo stesso padre che giovanissimo lo portava con sé in camera operatoria -, faceva anche lui canottaggio". Ma "sono pure un subacqueo, mi piace la montagna, scio bene e faccio rafting (torrentismo). e non avesse fatto il medico oggi Riccardo Neuschuler sarebbe un architetto: si diletta a disegnare case. "Non credo di aver rinunziato a nulla nella vita". Eppure una cosa ancora da chiedere rimane: "Il nostro è un lavoro che non accetta sbavature. Ma essere perdonato, ogni tanto, però non mi dispiacerebbe". U D S 2 Figura n. 2 leggi e conti del no-profit A CURA DE Il terzo settore ha creato 7000 posti di lavoro avid Coyne, capo della Direzione generale V del Fondo sociale e sviluppo locale non ha dubbi: la lotta alla disoccupazione si vince solo insieme al Terzo settore. La prima conferma di questa dichiarazione arriva dagli enti no-profit responsabili degli 81 progetti che, in tre anni, con 20 milioni di euro stanziati dalla Commissione per il progetto “Terzo settore e occupazione”, hanno creato 7.000 nuovi posti di lavoro nell’economia civile. E i lavoratori no-profit europei sono oggi 8 milioni e 600.000, pari al 40 per cento dei disoccupati del vecchio continente. econdo Coyne il lavoro sociale, più di un lavoro di mercato, è “labour intensive”, ossia ha la capacità di stimolare sia domanda che offerta di lavoro, restituendo dignità a una persona e facendola sentire un talento unico e degno di rispetto. Valori importanti che per un cittadino contano, soprattutto se si considera la possibilità che gli viene data di scegliere tra l’assistenza pubblica o privata senza alcuna differenza di costo. L’Italia è il secondo paese, dopo la Spagna, che, con il 15,5 per cento dell’intero finanziamento UE e 4.069 milioni di euro l’anno, riceve il sostegno maggiore. Come utilizzare questi finanziamenti? Per David Coyne, gli strumenti fondamentali sono training e formazione, oltre alla necessità di investire nel Terzo settore. È sull’offerta di servizi, infrastrutture, nuove imprese, adattabilità e sviluppo che no-profit ed enti locali devono lavorare insieme. D S tori p.m.p. ha operato un balzo in avanti, grazie soprattutto al formidabile incremento della regione Toscana che ha raddoppiato il numero di donatori (fig. 3). Infine, qualche segno positivo ci viene fornito anche dalle regioni meridionali e insulari. La Sardegna è in netto recupero Figura n. 3 rispetto agli ultimi due anni; è tornata, infatti, ai valori di qualche anno fa e con 12 donatori p.m.p. continua ad essere la regione con maggiore attività nella propria area. La Puglia continua la sua ascesa e anche quest’anno presenta un buon incremento rispetto all’anno precedente, mentre la Sicilia, pur rimanendo a valori esigui, con l’attivazione di un nuovo centro per il trapianto di rene, fegato e rene-pancreas promette un incremento del numero di donatori e dell’attività di trapianto per i prossimi anni. Infine, il numero dei trapianti di orgaFigura n. 4 ni mostra un aumento per il rene, il fegato e il polmone, mentre il trapianto di cuore rimane costante negli ultimi anni e il pancreas viene preferibilmente trapiantato in associazione al rene (fig. 4). Alla tendenza all’aumento dei donatori e dei trapianti e alla crescita di alcune regioni del centro e del sud si aggiunge la prossima attuazione della nuova legge sul prelievo e trapianto di organi (legge 91/99), che prevede anche una nuova organizzazione del coordinamento nazionale. Queste tre circostanze dovrebbero in futuro favorire una crescita sostanziale dell’attività di donazione e trapianto nel nostro Paese. * Centro nazionale trapianti, Istituto superiore di sanità, Roma Non utilizzati nel ‘99 62 cuori e 79 fegati È tale il numero di organi disponibili se tutti i Centri regionali avessero raggiunto una efficienza ottimale. I dati fanno parte del contenuto della prima relazione del Centro nazionale trapianti, approvata dalla Consulta il 20 marzo scorso. Nei giorni seguenti alcuni dei maggiori quotidiani nazionali così hanno commentato la notizia: “Il dato non è certo trascurabile, se si considera che, sempre nel 1999, i donatori italiani sono stati appena 788, con 348 cuori e 656 fegati prelevati”.“La maggiore o minore efficienza di un centro trapianti - spiega Nanni Costa - dipende anche dalla sua capacità di offrire organi all’esterno. Oggi le Regioni italiane si sono organizzate in diverse aree all’interno delle quali avviene lo scambio d’organi. Ma se c’è un organo disponibile che non serve immediatamente nell’area in cui è stato prelevato, esso deve immediatamente essere offerto anche alle Regioni che fanno parte di aree differenti. Insomma, è assolutamente necessaria una maggiore capacità di dialogo tra strutture”. Chiara Bannella - Il Sole 24 Ore, 26 marzo 2000 “Ma ci sono larghe zone d’ombra. 62 cuori e 72 fegati sono stati sprecati per inefficienze dei centri: 134 malati sono rimasti senza organo in un Paese che ha gravi difficoltà. Marida Bolognesi, presidente della commissione affari sociali della Camera, madrina della legge sul silenzio-assenso, sospetta traffici interessati: “Il Ministero della sanità verifichi se non ci siano conflitti di interessi da parte di privati nel tenere aperti centri di dialisi nelle città dove si fanno pochi interventi”. Margherita De Bac - Corriere della Sera, 28 marzo 2000 L’ARCOBALENO Roma Intervista al prof. Raffaello Cortesini, presidente del comitato organizzativo della XVIII edizione del congresso della Società internazionale dei trapianti Quale futuro per i trapianti? DODO NEUBERT on solo scienza, ma anche coscienza protagoniste al XVIII congresso internazionale della Società internazionale dei trapianti, che avrà luogo a Roma dal 27 agosto al 1° settembre prossimi. Presidente del Comitato organizzativo locale è il prof. Raffaello Cortesini, direttore del Centro trapianti del Policlinico Umberto I di Roma. Il programma scientifico si presenta con dei bei numeri, oltre 4000 delegati, 6 sessioni plenarie, 43 simposi e vede riuniti i massimi esperti in trapiantologia. Le sessioni plenarie dedicate all'immunologia (attivazione dei linfociti, manipolazione della risposta immunitaria), al futuro della trapiantologia (clonazione, organi transgenici, ingegneria dei tessuti, trapianto di neuroni), agli xenotrapianti, ed alle infezioni trasmissibili con i trapianti (epatiti B, C, HIV) esplorano l’intero panorama scientifico. I simposi, talmente ricchi e specifici da esaudire qualsiasi richiesta culturale, approfondiscono i temi trattati nelle sessioni. Se si pensa che, solo negli ultimi due anni, sono stati pubblicati più di 1435 lavori scientifici condotti su argomenti collegati ai trapianti, si riesce a capire la quantità di informazioni che circoleranno a Roma in questa fine di estate. Le sfide che la trapiantologia deve affrontare sono molto sofisticate e coinvolgono la biologia molecolare, la farmacologia, la genetica, e la chimica. La ricchezza del confronto al XVIII congresso nasce oltre che dalla multidisciplinarietà anche dal progresso apportato dal raggiungimento di obiettivi come il “Progetto Genoma”. Oltre all'aspetto scientifico, che si commenta da sé, questo evento prevede un programma sociale che avrà per principale scopo la diffusione della "cultura dei trapianti". Per sensibilizzare l'opinione pubblica, al congresso, è stato associato un concerto di Andrea Bocelli che sarà trasmesso in eurovisione. Tra breve, infatti, i cittadini italiani saranno chiamati a decidere se diventare donatori o meno, e dovranno prendere coscienza del valore di una scelta di solidarietà e civiltà e non si può dire che le istituzioni preposte abbiamo svolto opera di informazione sul tema. La scarsa efficienza del Ministero della sanità è dimostrata dal fatto che a distanza di un anno dalla nuova Legge sui trapianti, mancano ancora essenziali decreti attuativi. Auguriamoci che questo contributo scientifico, fondato sulla “Evidence Based Medecine” (Medicina basata sull’evidenza) contribuisca nel dare agli italiani almeno la libertà di scegliere consapevolmente. N Prof. Cortesini, quali sono gli aspetti scientifici di maggior interesse in questo congresso? Sicuramente quelle che si definiscono le nuove vie di sviluppo dei trapianti, in particolare le tecniche per ottenere l'attecchimento del trapianto indefinito e senza l'utilizzazione su vasta scala dei farmaci immunosoppressori, che provocano ancora problemi e complicazioni. Il congresso riunisce i diversi specialisti nei vari settori: il principale è quello della ricerca, perché attualmente i trapianti hanno la necessità assoluta di una nuova spinta sulla ricerca di base e sui meccanismi genetici, cellulari e molecolari che sottindendono l'attecchimento di un trapianto. Il nostro lavoro, come dicevo, va proprio in questa direzione: fare in modo che l'organismo accetti indefinitivamente il trapianto. Il congresso rappresenta una vera e propria svolta epocale. Si parlerà infatti di trapianti di cellule, come quello delle insule pancreatiche per la secrezione dell'insulina, o di quelle del cervello, per riattivare la funzione cerebrale, per esempio nei pazienti affetti dal morbo di Parkinson. Si tratta di ipotesi future o di possibilità concrete? Si sta già facendo, ad esempio, il trapianto di cellule cerebrali coltivate direttamente nelle strutture dell'ipotalamo, quelle che sovrintendono al sistema di controllo dell'organismo: questo dà la possibilità di ristabilire funzioni neurologiche compromesse. Anche nel caso di questi trapianti cellulari il paziente va trattato con farmaci immunosoppressori? Nel caso dei trapianti cerebrali no, perché esiste nel cervello una zona immunitaria privilegiata e non c'è rigetto. Nei trapianti di cellule pancreatiche o epatiche, invece, l'immunosoppressione è indispensabile. L'obiettivo perciò è quello di operare una manipolazione genetica per riuscire a far attecchire le cellule senza l'aiuto di farmaci immunosoppressivi. Grandi successi, dunque, e ancora più grandi prospettive. Ma quali sono i punti dolenti, i problemi principali con cui ci si deve scontrare ogni giorno, nella realtà attuale dei trapianti? Certamente il punto principale da risolvere è quello del rigetto cronico. In moltissimi casi di trapianto, dopo 5-10 anni si assiste a una distruzione, a una degenerazione che ha basi immunologiche. L'obiettivo, allora, deve essere quello di affrontare le basi del rigetto, bloccandone i meccanismi. Nei pazienti che vanno incontro a questo problema, sia acuto che cronico, si devono così aumentare le dosi di farmaci immunosoppressori, con il rischio di gravi complicanze, in particolare infezioni e neoplasie che si instaurano sia sull'organo trapiantato che su altri distretti dell'organismo. Nel congresso si parlerà anche di xenotrapianti, cioè di trapianti sull'uomo di organi provenienti da animali. Esiste anche un problema morale in queste operazioni… Ritengo che il problema morale sia relativo, perché quando il paziente ha necessità di un organo non fa differenza che sia di uomo o animale, purché gli salvi la vita. Il vero problema è risolvere il rigetto, più violento quando l'organo trapiantato proviene da un animale. È quindi necessario conoscere i meccanismi alla base di queste reazioni così forti per cercare di bloccarle. Serviranno ancora parecchi anni, ma la strada è aperta. Gli aspetti etici sono, secondo me, minori rispetto a quelli del trapianto da uomo a uomo, perché in questi c'è il problema della donazione da cadavere, della morte cerebrale, il consenso dei familiari, le autorizzazioni… Tutto questo non esiste nel trapianto da animale a uomo. Quali sono i trapianti da animale a uomo in cui si prevedono i maggiori successi? Credo che il primo organo sarà il rene, poi il cuore, e il fegato. Molto probabilmente si arriverà contemporaneamente a questi traguardi.Anche se esistono delle diversità tra i vari organi, la funzione che si è studiata utilizzando animali transgenici si è rivelata non tanto lontana da quella dell'uomo. Abbiamo trovato affinità dal punto di vista funzionale, immunologico, e ci sono ipotesi di coinvolgimento di studi molto approfonditi sul genoma. Sono ora in corso studi sul genoma dell'uomo e su quello del maiale, per verificare quali possibilità ci sono di ottenere trasformazione genetiche. Questo può, in effetti, creare problemi etici, ma i progetti che attualmente sono in sviluppo sul genoma umano serviranno moltissimo per trasformare quello degli animali. Ci vogliono certamente molta prudenza e impegno, perché si tratta di ricerche complesse, al confine del possibile. Però noi confidiamo in queste prospettive. A parte i trapianti da animale a uomo, quali sono le prospettive più innovative della ricerca? Un tema di grande rilevanza è la possibilità di generare in vitro organi da cellule staminali umane. Al congresso parteciperà infatti uno dei maggiori esperti, il prof. Ian Wilmut di Edimburgo, il 'padre' della pecora Dolly che adesso si sta dedicando allo studio della possibilità di creare prima in vitro, e poi in vivo, organi a partire dalle cellule staminali, con la prospettiva di clonare, in futuro, organi umani. Questo consentirà di clonare, cioè creare, un organo che abbia esattamente la proprietà genetica necessaria. A quando questi organi clonati? Gli esperti parlano di 15-20 anni; credo che parallelamente al trapianto da animale a uomo si arriverà anche a quello di organi creati in laboratorio per determinate esigenze, che abbiano cioè le stesse proprietà genetiche dell'organismo. In questo modo si potrà aggirare il problema rigetto… Certo, l'organismo riconosce le cellule come proprie e non innesca la reazione del rigetto. È una derivazione delle tecniche di clonazione. A questo approccio stanno già lavorando gruppi inglesi e americani. E in Italia? Noi facciamo animali transgenici, siamo molto avanti in queste tecniche. Però vogliamo collaborare con il prof. Wilmut per creare una struttura e lavorare in parallelo. Accanto a una realtà scientifica in continuo fermento c'è però la necessità, nel nostro Paese, di far crescere in parallelo una cultura delle donazioni. Che fare in questo campo? È indispensabile che l'informazione sia corretta e l'organizzazione adeguata. Per quanto riguarda il primo punto speriamo che anche il Ministero della sanità scenda in campo, però il nostro congresso ha anche funzione di 'evento': vogliamo che questa riunione scientifica rappresenti il punto di partenza per una nuova cultura dei trapianti. Le manifestazioni che terremo avranno anche la funzione di far parlare i media di questi temi. Che ruolo hanno le associazioni in questo ambito? Hanno e hanno avuto un ruolo fondamentale. L'Aido, l'Aned, chi si batte per la donazione avrà un momento particolare per far sentire la propria voce. E quale l'apporto dei mezzi di informazione? Nel 2000 inizia la campagna per la sottoscrizione individuale alla donazione.Arriveranno in ogni famiglia i moduli del Ministero perché ognuno si pronunci a favore, come speriamo, e non contro la donazione. Ogni cittadino sarà chiamato a esprimersi, e questa volontà sarà registrata sulla carta sanitaria individuale. Perciò noi chiediamo a chi si occupa di informazione di far crescere questa cultura. Per chi non risponde vale la regola del silenzio-assenso, però noi dobbiamo essere sicuri che quelle persone siano state informate. Così dispone la legge. Esiste, secondo lei, un Paese di riferimento a cui l'Italia può guardare per costruire un modello culturale su donazioni e trapianti d'organo? Certamente la Spagna. In questo settore è un Paese avanzatissimo, in cui è stato messo a punto un sistema di informazione e di diffusione veramente notevole. Un Paese latino è questa volta più avanti degli anglosassoni? Sì. E questo succede perché le autorità hanno preso a cuore il problema, a cominciare dal re Juan Carlos, che si è impegnato in prima persona. Sono state finanziate campagne a diffusione capillare, in tutti gli ospedali. La dimostrazione della riuscita di questa operazione viene anche dall'ultimo film del regista Almodovar: la sequenza iniziale di "Tutto su mia madre" è tutta incentrata su un intervento di trapianto. Una scena che dura 15-20 minuti sulla storia di una donazione d'organo ha un impatto fortissimo. Un grande regista, dei grandi attori hanno sottolineato come il problema sia sentito, un messaggio davvero potente che fa riflettere. Questo film è la descrizione migliore di quale sia oggi la percezione del problema trapianti in Spagna. S.D. Il S. Valentino assegnato all’Aido L’Aido è tra le associazioni che il 12 marzo scorso hanno ricevuto a Terni il premio internazionale “San Valentino d’oro - Un messaggio d’amore”. Il premio è un riconoscimento simbolico che da trenta edizioni viene assegnato a quanti si siano particolarmente distinti nella loro attività. Il presidente della sezione Aido di Terni, Cesare Sensini consegna il premio “S. Valentino d’oro” a Giorgio Brumat, fondatore dell’Aido 3 forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● L’ARCO Le istituzioni ora dov A CURA DI Sanità L’Aido è stata chiamata per promuovere il programma d’informazione ’Aido è una delle quattro associazioni di volontariato vincitrici dell’appalto concorso per la realizzazione di un “programma d’informazione ai cittadini in materia di prelievi e trapianti d’organi e tessuti”, indetto dal Ministero della sanità. Con l’art. 2 della legge 1 aprile 1999, n. 91, il Legislatore ha previsto una campagna d’informazione rivolta ai cittadini con il coinvolgimento, oltre che degli Enti e soggetti pubblici, anche delle associazioni di volontariato. Ciò allo scopo di informare correttamente ed esaurientemente tutti coloro che saranno chiamati ad esercitare il diritto/dovere di manifestare, presso le sedi opportune, la propria volontà in ordine alla donazione d’organi e tessuti del proprio corpo dopo la morte. Il progetto che l’Aido ha sottoposto al Ministero prevede una serie diversa d’interventi. Infatti, forte dell’esperienza accumulata in venticinque anni d’attività, l’informazione, per essere realmente efficace, deve tendere essenzialmente a sdradicare i pregiudizi accumulati da anni di disinformazione e a volte di controinformazione e a raggiungere quei cittadini che, per situazioni logistiche, spesso sono esclusi dalle comunicazioni degli organi istituzionali. Purtroppo per l’esiguità della cifra stanziata, il Ministero ha finanziato in parte il progetto. Entro il 31 dicembre del 2000 le iniziative d’informazione coinvolgeranno i medici e le scuole. Le regioni privilegiate saranno quelle del Centro-Sud, dove ancora s’incontrano difficoltà nella diffusione della cultura della donazione (Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Lazio, Molise). In dettaglio il progetto prevede: 1) nelle sale d’attesa di 5000 medici di medicina generale, di distretto Asl ed ambulatoriali l’affissione di due manifesti nei quali si espongono le ragioni a favore della donazione d’organi dopo la morte e il corretto significato del concetto di morte. Si tratta della cosiddetta informazione passiva ai pazienti. Per meglio rendere comprensibile tale concetto occorre fare riferimento a quello che è definito l’utilizzo dei tempi morti della sanità. Coloro, infatti, che si avvalgono dei servizi sanitari pubblici sanno che prima di accedere alla prestazione prenotata possono avere dei tempi d’attesa più o meno lunghi. Questo tempo, tendenzialmente noioso, può essere utilizzato efficacemente predisponendo idoneo materiale murale da esporre in spazi antistanti agli sportelli o in anticamere: la persona legge ciò che trova sulle pareti. 2) In 1300 scuole (classi IV e V elementare e 1,2 e 3 media inferiore), la distribuzione del metro da colorare “La storia di un corallo” e quaderno “Vichi e il Pellicano”. La presentazione e la distribuzione di questo materiale saranno fatte assieme agli insegnanti referenti per l’educazione sanitaria, ai quali sarà consegnato un kit informativo (schede e videocassetta). Ci si augura che dopo questo primo esperimento, siano stanziate altre risorse economiche per progetti nazionali di più ampio respiro. L VINCENZO PASSARELLI Aido Giovani Presto una giornata di studio sulla condizione giovanile l lavoro della commissione nazionale giovani continua a pieno ritmo, arricchendosi di nuovi membri, Sonia Pepe (Isernia), Gaetano Casale (P. Recanati), Francesco Orazzo (Novara), Maria Merante (Novara), Laura Colura (Agrigento), a cui la commissione invia un caloroso benvenuto. Obiettivo fondamentale della commissione è di poter rappresentare il più possibile in tutto il territorio nazionale, le realtà giovanili, al fin di elaborare e proporre al Consiglio nazionale programmi ed attività omogenee, realizzabili in ogni singola realtà locale. A tale scopo è indispensabile conoscere le realtà nelle quali si intende operare. Il mondo giovanile, così complesso da sembrare a volte impenetrabile, è difficile da avvicinare anche da noi giovani. Per poter attuare un'efficace campagna informativa e così distruggere futili pregiudizi e grandi paure è fondamentale individuare ed utilizzare un corretto ed adeguato canale di comunicazione. Per realizzare ciò la Commissione giovani ha in cantiere un grande progetto: organizzare una giornata di studio nella quale esperti della comunicazione, pedagogisti e psicologi illustrino come si è evoluta la condizione giovanile, indicando i canali più idonei a diffondere una corretta cultura della donazione tra i giovani. Tutto il materiale elaborato dovrà essere oggetto di attenta riflessione per l'intera associazione. La Giornata della donazione che si terrà il giorno 14 maggio 2000 sarà un altro grande impegno per l'associazione e per i giovani che affiancheranno i vari membri dei consigli regionali nella realizzazione di iniziative atte a diffondere un'adeguata informazione. Soltanto "il sapere" può distruggere timori, pregiudizi, potendo decidere in modo consapevole; per questo motivo invitiamo tutti i giovani ad avvicinarsi alle varie iniziative promosse per la giornata, per riflettere sulle problematiche inerenti alla donazione ed al trapianto di organi. I ELISABETTA DI CASALE Referente nazionale giovani 4 EN Regioni Come è impegnata l’Aido I programmi di sensibilizzazione La Toscana, l’Emilia Romagna, l’Abruzzo, la Liguria e la Lombardia, seppure in maniera formalmente diversa, hanno chiesto aiuto all’Aido, forte della sua venticinquennale esperienza in quanto a divulgazione su questo argomento. Ne deriva, così, un’informazione semplice, fatta in primo luogo da medici, insegnanti e studenti, i quali da semplici ascoltatori diventano portavoce e promotori di quel patto di solidarietà per la salute indispensabile per la salvaguardia della vita. Toscana Nel 1992 la Toscana, attraverso l’Unità operativa educazione sanitaria, ha richiesto e successivamente finanziato alle associazioni di volontariato progetti pilota innovativi rivolti all’informazione dei cittadini. In questo modo l’Aido regionale ha potuto realizzare pieghevoli, opuscoli e diapositive, fino alla produzione di uno spot nel 1996, per informare e sensibilizzare i cittadini sui diversi aspetti della donazione e trapianto di organi. Nel 1997, poi, con delibera n. 369 del 25.11.1997, il Consiglio regionale stabilisce l’”Azione programmata dona- Emilia Romagna Nel 1995 viene approvata la legge regionale n° 53/95, “Norme per il potenziamento, la razionalizzazione ed il coordinamento dell’attività di prelievo e di trapianto d’organo e tessuto”, a cui hanno fatto seguito le delibere regionali n° 2175/98 e 86/98. Significativo il fatto che la regione Emilia Romagna abbia istituito la figura del Coordinatore regionale e del Referente locale del prelievo, prima che la legge nazionale 91/99 lo prevedesse. Abruzzo L’Aido regionale ha da sempre un ottimo rapporto con l’Assessorato alla sanità. Con la legge regionale n. 74 del 30.8.1996 viene concesso un primo finanziamento di 50 milioni, affidando all’Associazione il compito di “promuovere il rafforzamento e la sensibilizzazione della coscienza umana alla necessità della donazione di parti del corpo, dopo la morte, per i trapianti terapeutici”. Successivamente, la delibera n. 1539 del 14.7.1999, con altri 100 milioni, ha permesso di finanziare un progetto finalizzato a: 1) sensibilizzare tutti i medici di medicina Liguria Con la L. R. 23/11/95 n. 54 intitolata "Norme in materia di attività di prelievo e trapianto d'organo" la Regione Liguria si è dotata di una Legge sui trapianti. Notevole l'assunto del secondo comma dell'art. 1 secondo cui " la Regione promuove la formazione di una più ampia coscienza civile nei riguardi della donazione di organi, intesa quale elemento di solidarietà sociale". All'art. 10 il concetto viene ribadito ulteriormente, là dove dice che la Regione, anche con la col- zione e trapianto di organi, tessuti e cellule”.Viene costituito un comitato tecnico suddiviso in vari gruppi con compiti diversi.All’Aido viene affidata l’informazione. Questa prevede la presentazione di vari progetti di intervento formativo tra i giovani (in tutte le scuole medie inferiori e superiori ed università) e la popolazione, nonché la realizzazione di materiale divulgativo da distribuire negli ospedali, negli ambulatori, nelle farmacie, e attraverso la stampa locale. Fino a questo momento sono già tre i progetti presentati dall’Aido, che hanno ottenuto finanziamenti e che sono stati realizzati. In un contesto così ben avviato l’Aido è entrata a far parte, di diritto, del Comitato per la gestione del Centro di riferimento ed è stata coinvolta nel programma di promozione ed informazione. È nata così la campagna di informazione “Una scelta consapevole” a cui hanno partecipato le Aziende USL e Ospedaliere, le associazioni di volontariato, i Provveditorati agli studi, le istituzioni religiose, e numerose amministrazioni comunali e provinciali. generale (medici di base) della Regione Abruzzo con abbonamento al giornale “L’Arcobaleno”, materiale aggiornato con la legge 91/99, locandine varie da esporre nei rispettivi ambulatori; 2) coinvolgere tutti i 46 Sindaci della provincia di Pescara, per la divulgazione corretta della legge 91/99; 3) sensibilizzare le classi 4ª e 5ª della scuola elementare con la locandina “La storia di un corallo”; 4) promuovere una campagna informativa in tutte le scuole superiori. Tutto il materiale è sponsorizzato dall’Assessorato alla sanità della regione Abruzzo con loghi personalizzati della Regione e dell’Aido. laborazione delle associazioni di volontariato, promuove attività informative. L'art. 11, poi, dispone che le spese derivanti dall'applicazione della Legge vengano finanziate dalla Giunta Regionale, sulla base dei progetti finalizzati di investimento predisposti da un Comitato tecnico-scientifico, del quale fa parte un rappresentante dell'Aido. Fino ad ora il Comitato tecnico-scientifico non è stato mai attivato, privando l'Aido regionale della possibilità di proporsi come interlocutore di quelle azioni, stabilite dalla Legge. Informare tutti approfondire le le problematich quanto riguarda È questo lo scop nazionale si è preposto per facilitare ed incentivare le donazioni. Ma l’Italia, seppur piccola, è sempre una nazione spaccata in due. Da una parte le attivissime regioni del CentroNord, ai primi posti per Italia, dall’altra dal Molise a sce la buona volont popolazione, ste È a loro, in prim informativo sul Ministero della le Regioni. Lombard Pur essendo stata una tra le prim varare una legge regionale (la n. 8 il “potenziamento e la razionalizza prelievo e trapianto d’organi e d zione” la Lombardia vive ancora molto particolare. La Regione, infatti, pur preveden menti per le associazioni di volo sul territorio, li distribuisce “a piog gono divisi in egual misura tra senza tener conto né della loro (per numero di iscritti o d’obiettiv li progetti a cui destinare quelle s Nel 1997, poi, la legge regionale n cazione e promozione della salute OBALENO forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● forum ● vrebbero informare NRICO ARTESI i cittadini così da permettere loro di proprie conoscenze circa i progressi, he e le prospettive della scienza per a la donazione di organi. po principale che il Sistema sanitario me regioni in Italia a del 2 aprile 1994) per azione delle attività di dei reparti di rianimaa oggi una situazione ndo, a volte, finanziaontariato che operano ggia”. I soldi, cioè, ventutte le associazioni, rispettiva importanza vi) né di loro eventuasomme. n. 31 -“Progetto di edue per il triennio 1999- Vanno aggiornati i prof e informati gli studenti Il 12 gennaio 2000 si è svolto al liceo scientifico "Sandro Pertini" di Ladispoli (RM) l'incontro tra gli studenti e Giovanni Berlinguer, presidende del Comitato nazionale di bioetica. L'incontro è avvenuto poco dopo la firma di un protocollo di intesa tra lo stesso Comitato e il Ministero della pubblica istruzione, protocollo che prevede lo sviluppo nelle scuole di iniziative volte ad approfondire la conoscenza di progressi, problematiche e prospettive "delle scienze in rapporto alla vita dell'uomo". L'occasione è stata utile per approfondire alcuni temi inerenti la bioetica e, in proposito di trapianti, Berlinguer ha sottolineato la "necessità di aumentare il numero delle donazioni e migliorarne l'organizzazione". M.O. Il Protocollo d'intesa tra il Ministero della pubblica istruzione ed il Comitato nazionale di bioetica è così articolato: numero di trapianti e donatori in a un Centro-Sud (partendo dal Lazio e endere, Isole comprese) che, nonostante tà della maggior parte della enta a far progressi. mo luogo, che è rivolto il messaggio la donazione di organi auspicato dal sanità. Delegate a realizzarlo sono dia Scuola Il protocollo d’intesa tra il Ministero della Pubblica istruzione ed il Comitato nazionale di Bioetica 2001” - ha dato il via ad un altro progetto denominato “Il Graal della salute”, destinato ai cittadini e per la realizzazione del quale è chiamata a far parte, insieme ad altre associazioni e rappresentanti istituzionali, anche l’Aido. Fino a questo momento, comunque, nonostante la creazione di una Commissione di studio per lo sviluppo del “Progetto Graal” la situazione procede a rilento. Il 6 agosto 1999, una delibera ha costituito quattro gruppi di lavoro il cui scopo è predisporre programmi di azione diretti all’educazione alla donazione di organi e tessuti per il trapianto, e rivolto alla popolazione e agli operatori sanitari. Del “gruppo A” fa parte l’Aido, rappresentata dal cav. Leonida Pozzi. Fino a questo momento, comunque, sembra essere rimasto tutto sulla carta. Compresi i soldi per il finanziamento del “Progetto Graal” previsti per il 1999 e pari a tre miliardi, su un totale di 12 miliardi in tre anni. Omissis Si conviene quanto segue Art. 1 Il Ministero della pubblica istruzione, nel seguito denominato Ministero e il Comitato nazionale per la bioetica s'impegnano a sviluppare iniziative comuni a favore delle scuole volte alla conoscenza dei problemi che scaturiscono dai progressi delle scienze in rapporto alla vita dell'uomo e delle altre specie e dall'uso delle biotecnologie, e alla acquisizione di consapevolezza delle implicazioni giuridiche, sociali e morali connesse a tali progressi. Art. 2 Le aree di intervento vengono specificate come segue: ricerca didattica sulle modalità di approccio alle problematiche citate, anche con riguardo ad eventuali proposte avanzate alle scuole da enti e soggetti esterni; introduzione delle questioni afferenti alla bioetica e alle problematiche connesse all'uso delle biotecnologie, nelle aree disciplinari pertinenti; formazione del personale della scuola di ogni ordine e grado sulle modalità di inserimento delle questioni di bioetica nelle attività di studio; produzione di materiale per la formazione a distanza dei docenti; elaborazione di materiali didattici da utilizzare in classe secondo le esigenze delle diverse fasce scolastiche e nell'ottica dell'integrazione dei saperi. Il Ministero ed il Comitato nazionale di bioetica definiranno ogni anno, sulla base delle indicazioni prove- nienti dal campo della ricerca e delle esigenze del mondo della scuola, i settori specifici sui quali attivare interventi mirati. Art. 3 Per la realizzazione delle finalità e degli obiettivi previsti dalla presente intesa, è istituito un apposito Comitato paritetico composto da 8 componenti, 4 designati dal Ministero e 4 dal Comitato nazionale per la bioetica. Ciascuna delle parti provvederà alla designazione dei propri componenti, comunicandone per iscritto i nominativi all'altra parte. Il Comitato dovrà proporre le attività comuni, definire tempi e modalità di attuazione, verificarne i risultati. Alla fine di ogni anno il Comitato redigerà una relazione che sarà presentata alle parti firmatarie del presente protocollo d'intesa. Art. 4 I profili organizzativi e di gestione afferenti all'attuazione del protocollo di intesa verranno curati dalla Direzione generale per l'istruzione elementare, che assicurerà altresì il necessario coordinamento con gli altri uffici centrali interessati. Omissis Sull’annuncio della Bindi una chiarificazione del Centro nazionale trapianti Il Centro nazionale trapianti ha diramato, dopo le dichiarazioni di Torino del ministro Bindi, sulla “richiesta di manifestazione di volontà di donazione dopo la morte inviata ai cittadini con il certificato per le elezioni referendarie” la seguente “chiarificazione”: 6. La dichiarazione è valida se contiene: cognome e nome, data di nascita, n. di documento o codice fiscale, dichiarazione di volontà, data e firma. “1. A tutti i cittadini viene data la possibilità (non l’obbligo) di esprimere la propria volontà sulla donazione dei propri organi e tessuti a scopo di trapianto dopo la morte. 8. Se il cittadino si registra presso una ASL, i suoi dati vengono inseriti in un archivio situato presso il Centro nazionale trapianti e presso i Centri interregionali. 2. Il sistema scelto in via transitoria non è il silenzio-assenso ma il consenso o dissenso esplicito (come previsto dall’articolo 23 della legge 91/99). 3. Se un cittadino non si esprime è previsto dalla legge per i familiari (la legge indica quali: coniuge, more-uxorio, figli, genitori) la possibilità di opporsi al prelievo. 4. In ogni caso il prelievo non ha luogo se viene presentata una dichiarazione del donatore, contraria alla donazione, successiva alla precedente dichiarazione positiva. 5. Vengono previste due modalità per esprimere la volontà: a) attraverso una dichiarazione scritta che il cittadino porta con sé con i propri documenti; b) attraverso la registrazione della volontà (positiva o negativa) effettuata presso le ASL, i medici di famiglia e le farmacie. 7. Qualunque nota scritta che riporta quanto indicato è considerata valida. 9. In caso di possibile donazione in un soggetto di cui venga accertata la morte, i rianimatori verificano se il soggetto ha con sé la dichiarazione o ha annotato la propria volontà nel registro informatico (basta un fax al Centro interregionale). 10. Possono verificarsi tre casi: a) il soggetto ha espresso in vita la volontà positiva alla donazione. In questo caso i familiari non possono opporsi; b) il soggetto ha espresso volontà negativa alla donazione: in questo caso non c’è prelievo di organi; c) il soggetto non si è espresso: in questo caso il prelievo è consentito se i familiari non si oppongono. 11. Con i certificati elettorali viene effettuata una capillare distribuzione di moduli che i cittadini possono utilizzare come dichiarazione da portare con sé.A partire dal mese di luglio sarà in funzione anche il sistema informatico. 5 L’ARCOBALENO Ricerche A Roma e a Siena sono state discusse due tesi di laurea sulle prospettive della comunicazione dalle quali vengono alcuni consigli per l’Associazione L’Aido si studia all’Università MASCIA FERRI ’Aido approda all’Università. Due tesi di laurea sull’Associazione nel 1999 sono state discusse davanti alle commissioni accademiche dell'Università di Roma "La Sapienza" e dell'Università di Siena. Autori dott. Marco Ippolito, corso di laurea in Scienze della comunicazione (cattedra di Teoria e tecniche della comunicazione pubblica, prof. Franca Faccioli) e Paola Mantilacci, corso di laurea Scienze della comunicazione (cattedra del prof. Fabrizio Maria Pini). Scopo della prima ricerca, intitolata “Siamo tutti donatori. Gli attori sociali nella comunicazione del cambiamento”, è stato quello di analizzare l'azione dei soggetti coinvolti nella comunicazione del tema "donazione di organi". I soggetti individuati da Marco Ippolito sono stati le associazioni, le istituzioni e i mass media. L'ordine della trattazione che vede al primo posto proprio le associazioni, non è casuale. Il materiale raccolto, infatti, è stato praticamente fornito tutto dall'Aido e già questo, come scrive l'autore, è indirettamente indicativo della "assoluta preminenza" dell'associazione sulle istituzioni, in termini di esperienza e competenza accumulate. Dello stesso parere Paola Mantilacci, che ha trovato nella disponibilita dei responsabili dell'Aido l'unico aiuto alla sua ricerca. L'Aido L "risulta essere, a livello pratico, il vero e proprio motore di articolate iniziative di sensibilizzazione...". Per quanto riguarda le istituzioni, l'approvazione della legge non sembra, al momento, portatrice di specifiche conseguenze positive in termini di dinamismo dei soggetti istituzionali e di accettazione culturale della realtà dei trapianti. In una simile prospettiva l'Aido, secondo Ippolito dovrebbe intensificare il suo impegno tenendo conto del ruolo svolto dai mass media che, fino ad oggi, hanno costretto l'Associazione ad - un consumo di energie volto ad un'azione di contrasto delle notizie false e imprecise piuttosto che a politiche di sensibilizzazione culturale. er quanto riguarda le prospettive future, c'è innanzitutto da fare i conti con una frammentarietà della realtà attuale e con l'assenza di un piano di comunicazione a partire dal quale poter elaborare riflessioni e commenti. La firma autorevole di una istituzione sui materiali comunicativi rappresenta un forte elemento di credibilità e autorevolezza al quale non è possibile rinunciare. L'Aido, secondo Ippolito, sarà chiamata ad un parziale "disimpegno concettuale" oltre che organizzativo, ma i tempi necessari affinché questo avvenga sono difficilmente prevedibili. Certo è che questo passaggio avviene in un momento in cui alcune regioni si erano P mosse per una maggiore uniformità sia concettuale che strumentale. a seconda tesi di laurea, intitolata “Analisi e tendenze evolutive della donazione degli organi in Italia: un approccio al marketing”, dedica un’ampia parte della trattazione ai limiti delle organizzazioni non profit - di cui l'Aido fa parte - riguardo la diffusione della cultura della donazione e del trapianto. Non bisogna infatti dimenticare che le variazioni percentuali dei donatori non sono solo un risultato numerico, ma possono rappresentare un cambiamento culturale non certo attuabile in tempi brevi e con scarse risorse economiche. Per questo diventa necessario l'intervento pubblico, che nel caso specifico della donazione di organi dovrebbe, secondo Paola Mantilacci, lasciare un margine di discrezionalità all'Aido nell'amministrare e nel mettere in atto i programmi di informazione in una sorta di "partnership collaborativa". L'Aido, forte della sua esperienza nel campo dei trapianti, "dovrà trovare il modo di instaurare dei rapporti duraturi e continui con lo Stato, al fine di rendere attuativa e utile la riforma recentemente approvata”. È necessario, in questo momento particolare, che i media diano - facendo appello alla loro responsabilità civile - una tregua, affinché sia possibile una serena riflessione sugli atteggiamenti e i valori dell'opinione pubblica. L Volontariato Un confronto di largo respiro, multiculturale, sul ruolo della gratuità nella società odierna, organizzato dalla Fondazione italiana per il volontariato Spetta alle associazioni costruire la socialità nel segno del “dono” ROSA MARIA SERRAO el mondo di oggi è difficile aiutare gli altri senza chiedere e senza ottenere". È l'osservazione di Francesco Paolo Casavola, presidente emerito della Corte Costituzionale, a proposito della difficoltà a far accettare socialmente il concetto di dono, quindi di "gratuità". Il terzo settore ha conquistato negli ultimi anni un valore di rappresentanza sociale innegabile, con piena legittimazione conferitale dalla legge 266/91, legge quadro sul volontariato e la legge 381/91 che disciplina le cooperative sociali. Com’è noto l’espressione “terzo settore”, che ha ormai assunto una comune valenza internazionale, è stata usata per designare quelle organizzazioni o quelle attività che si pongono in posizione intermedia tra lo Stato e il mercato, e che non sono riconducibili alle funzioni proprie degli enti pubblici o delle imprese private. In Italia si dibatte, ormai da diversi anni, su ruoli e funzioni che organizzazioni No-profit, organizzazioni di volontariato e altre forme di partecipazione civile possono assumere nel nuovo scenario delle politiche sociali. La Fondazione Italiana per il Volontariato (FIVOL) ha promosso un confronto di largo respiro, sul piano della filosofia, dell’economia e dell’etica civica intorno al valore del dono e della gratuità nel contesto della cultura europea e in rapporto alle altre culture. Lo ha fatto organizzando un convegno “Oltre i diritti: il dono”, il 28 e 29 marzo scorsi, al centro stampa del Giubileo a Roma. Anche il volontariato, che dimostra "disponibilità a servire senza corrispettivo né di dana- “N 6 ro né di potere", ha notato Casavola nella sua prolusione, raggiungendo "un grado elevato di organizzazione", corre il rischio di vedere una "concentrazione di interessi e di potere a suo vantaggio", come avviene ora per le professioni intellettuali - "sempre lì a degenerare in speculazioni affaristiche, anche le più ricche di nobili tradizioni e di altre proclamazioni, come la medicina e l'avvocatura" - e la politica. l governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio ha concentrato il suo intervento sull’immigrazione e il debito dei Paesi poveri "L'immigrazione, se opportunamente regolata, è un fatto positivo e necessario e giova alla crescita economica. Non esiste nella storia un Paese in cui la diminuzione della popolazione abbia prodotto prosperità.Al contrario provoca una involuzione economica". Per questo, ha sottolineato Fazio, oltre all'ingresso di nuove generazioni attraverso l'immigrazione, "occorrono politiche per la famiglia" in grado di favorire lo sviluppo demografico, perché "i giovani sono più in grado di apprendere le nuove tecnologie e di rafforzare quindi l'economia". Ricordando che il sistema demografico europeo registra un forte calo delle nascite - anche Andrea Monorchio, Ragioniere generale dello Stato ha denunciato il rischio, per l'Italia, di una "ecatombe demografica" nei prossimi decenni. A proposito della remissione del debito estero Fazio ha ricordato che questo gesto non è solo "un atto di generosità" (anche perché "molti debiti sono di fatto inesigibili per cui i Paesi che cancellano il debito non per- I dono molto"), ma "un atto che permette ai Paesi poveri di rientrare nel circuito della finanza internazionale". Il sociologo francese Alain Caillé, fondatore del Movimento anti-utilitarista nelle scienze sociali, ha ricordato come nelle società arcaiche e primitive la regola fondamentale fosse "l'obbligo di donare", anzi il "triplice obbligo" di "donare, ricevere e ricambiare", che non aveva "nulla a che vedere con la carità, e neppure con l'amore, che compaiono poi con le grandi religioni". "Era un modo di competere con gli altri mostrando la propria generosità e il proprio potere – ha spiegato -. Le società, in tempo di pace, si battevano per essere più generose". In questo modo "l'esistenza del dono tra le persone rafforzava i legami sociali", mentre oggi tocca "alle associazioni del terzo settore il compito di ricostruire la socialità". 'economista Giovanni Sarpellon ha messo in evidenza quanto il sistema economico odierno "influenzi modelli culturali, valori e comportamenti sociali", soffocando "il dono, come componente fondamentale dell'azione sociale". "Nella nostra società il modello mercantile promuove relazioni occasionali – ha osservato -, che si trasformano poi in atteggiamenti culturali". Del volontariato, in particolare, "se ne parla bene finché rimane nella sfera dell'eccezionale. Ma si tenta di ingabbiarlo quando diventa un fenomeno capace di generare modelli di comportamento che possono mettere in discussione le logiche mercantili". La nostra è una "società dello scambio inte- L Ci ha lasciati Orlando Moschini, presidente nazionale dell’Aido negli anni ‘76-’77 Il 17 gennaio 2000, all’età di 82 anni, è morto Orlando Moschini. Nel 1975 fondò l’Aido a Firenze e divenne Presidente nazionale. Riportiamo le parole che Michele Ventura, suo amico e deputato al Parlamento, ha pronunciato durante i funerali. Orlando Moschini e Silvia Mengoni rlando Moschini era un uomo gentile, cortese, premuroso e generoso; un “O uomo nel senso pieno cui è dato esprimersi nel rapporto con gli altri e quindi con se stesso. Ed è il rapporto con gli altri uomini, con comunità di uomini che ha caratterizzato la sua vita. Lo ha testimoniato come combattente per la libertà nelle file della Resistenza, come Presidente dell’ospedale S. Giovanni di Dio, nell’Avis, nell’Aido. L’Aido, l’impegno per una nuova legge, le iniziative per far passare una nuova cultura per il superamento di antichi egoismi, il giornalismo (L’Eco dell’Aido): Orlando ha fatto tutto ciò con determinazione; penso che qualche volta abbia sofferto nel doversi scontrare con insensibilità ed ottusità. Noi lo sappiamo: Orlando ha donato affetto, ha diffuso amore, si è impegnato per gli altri. In questo mondo che, talvolta sembra tutto rivolto all’individualismo esasperato, persone come Orlando ci hanno ricordato che non è così; possiamo stare con gli altri, tentare di fare qualcosa per gli altri. Ci siamo soffermati con lui su dubbi e certezze nello snodarsi, anche contraddittorio, della vita nel mutare delle condizioni e nel venire meno di sicuri ancoraggi. Conversando con lui emergevano sempre filoni netti: l’attaccamento per l’areonautica, la Resistenza e i suoi compagni, l’SMS di Rifredi, il volontariato, la politica. E la passione per la montagna. Le vacanze trascorse sulle Dolomiti con la sorella, le escursioni sulla Pania, le passeggiate a monte Morello sino a poco tempo fa. Orlando è stato uomo di grandi ideali, ha creduto e combattuto per la libertà, la democrazia, la solidarietà, l’uguagliana, e per la fraternità fra gli uomini. Una vita degna”. ressato", ha osservato l'economista Ignazio Musu, dell'Università di Venezia, anche se "nell'esperienza pratica, in molte relazioni sociali", il dono e il volontariato "hanno ancora un posto nel rapporto tra gli individui". Naturalmente, ha sottolineato, "deve trattarsi di un dono non strumentale". "Spesso, infatti, il dono maschera uno scambio interessato. Si dona nella speranza di una restituzione futura o per catturare la benevolenza dell'altro o per legare a sé chi riceve il dono", favorendo così "una visione puramente assistenziale della solidarietà, che tende a mantenere chi riceve in una posizione di passività che non lo aiuta ad assumere un atteggiamento responsabile e attivo verso lo sviluppo personale e sociale". l dono deve essere quindi "uno stato di debito positivo", ossia "espressione di un sentirsi in debito nei confronti degli altri", valorizzando cioè "il legame sociale e la fiducia che caratterizza questo legame". La fiducia, secondo Mussu, dovrebbe essere alla base anche dei rapporti economici e dell'intervento pubblico nei confronti del mercato. Negli attuali processi di globalizzazione, di fronte alle forme, vecchie e nuove, di discriminazione e al risorgere di micro-nazionalismi, l’invito è a chiedersi quale ruolo può giocare il dono nella promozione di una cultura dell’apertura e dell’accoglienza dell’altro. I L’ARCOBALENO Etica e trapianti Come la Chiesa cattolica ha maturato la sua posizione L’eroismo quotidiano della donazione PAOLO CARLOTTI Il Forum sulle religioni che L’Arcobaleno ha pubblicato nell’ultimo numero ha suscitato vivo interesse. In redazione è giunta una riflesione di Paolo Carlotti, professore di Teologia morale. che la problematica acquisisce la sua più acuta rilevanza quando si ha a che fare con trapianti da vivente a vivente, in cui occorre essere moralmente certi di non indurre ulte- riormente situazioni gravose senza motivo sufficiente soprattutto nel donatore, che deve poter conservare attiva la funzione vitale coinvolta nell’espianto. U L a posizione della morale cattolica sulla pratica medica dei trapianti di organo è stata recentemente espressa, in modo autorevole nell’Enciclica Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II. Al numero 86 vi si legge: “Tra questi gesti (di eroismo del quotidiano, ndr) merita particolare apprezzamento la donazione di organi compiuta in forme eticamente accettabili, per offrire una possibilità di salute e perfino di vita a malati talvolta privi di speranza”. Questa affermazione porta a maturazione una lunga ed articolata storia di riflessione teologico-morale, che aveva registrato nel passato, prevalenti giudizi negativi circa la liceità morale del trapianto di organo.Alcuni moralisti infatti vi vedevano necessariamente implicata una mutilazione, in quanto non registravano positivamente verificato il principio di totalità, rigorosamente applicato al solo individuo, principio che non permetteva la soppressione o l’asportazione di un organo se non in funzione del bene fisico dell’interessato. Al di fuori di questa fattispecie, si aveva una mutilazione, che non veniva valutata come lecita, secondo il principio che il fine buono non giustifica i mezzi cattivi, neanche per curare o addirittura salvare la vita di terzi. Si deve osservare che il magistero ufficiale della Chiesa non aveva preso posizione rispetto a questo dibattito, anche perché allora, all’inizio del secolo, tale possibilità medica era ancora abbastanza sperimentale e non dotata di quella certezza e sicurezza che, oggi, invece maggiormente la contraddistingue. Nel frattempo la visione antropologica è mutata di accentuazione, soprattutto circa la considerazione della dimensione della interpersonalità, cioè di quella modalità di essere per cui la persona è costitutivamente relazionata all’altro. Questo ha permesso di percepire meglio la reciproca presenza dei soggetti, l’uno di fronte all’altro, e soprattutto di individuare meglio e più chiaramente l’apporto dei soggetti alla definizione delle rispettive identità personali. Si è allora potuto intravedere come questa logica di dono reciproco potesse coinvolgere anche l’aspetto fisico e corporeo dell’uomo. Altro è mutilare se stesso, altro è donare parte del proprio corpo per la salute e la vita di altre persone. Nel primo caso si ha una mancanza di rispetto per la dignità della propria persona, nel secondo invece, la stessa dignità è promossa verso configurazioni ottimali di accoglienza dell’altro nella propria vita. el passo sopra riportato si parla di forme eticamente accettabili. Esse sono fondamentalmente individuabili dalla verifica positiva del principio di proporzionalità tra i costi e i benefici di tutti i soggetti coinvolti, sia del ricevente che del donatore. La mancata verifica di tale principio non permette di parlare di prassi moralmente giustificata. Come si vede è questa una prospettiva etica di tipo consequenzialista, che risulta pertinente quando si è stabilita la previa moralità dell’intenzione di azione, cioè quando si è stabilito che abbiamo a che fare con un’azione che è definibile come trapianto di organo e non come mutilazione. Da quanto finora accennato, risulta evidente N Altro elemento rilevante, per alcuni trapianti, è il definitivo subentrare dello stato di morte e i criteri moralmente sicuri, che devono essere applicati per il suo accertamento. Occorre essere moralmente certi che ci si trova di fronte ad un cadavere e non ad un vivente, seppur terminale, per operare l’asportazione di organi vitali determinanti per lo stato vitale stesso. Diversamente si procura positivamente la morte del paziente, che evidentemente non è mai lecito indurre al fine di procurare salute o vita di terze persone. La morte subentra quando l’organismo cessa di essere tale, anche se con aiuto esterno di strumentazioni possono rimanere vitali ed attive alcune funzioni come quella circolatoria o respiratoria: è il cosiddetto concetto di morte cerebrale nella specifica funzione cerebrale che assicura all’organismo una funzionalità in quanto tale. na volta assicurati questi fondamentali criteri di discernimento - altri sarebbero da esplicitare -, il trapianto di organo avviene in forme moralmente accettabili e lecite. Esso è gesto di alta qualità morale, perché pone la cura dell’altro come scopo e proposito della motivazione e della intenzione del soggetto agente donatore. Il donatore vivente infatti - si pensi al trapianto di un rene - per la salute o la salvezza del ricevente si sottopone a modalità di vita che prevedono disagio e sacrificio, che vengono accettate nella logica del dono di sé per la vita dell’altro, percepito e vissuto come fratello. L’esperienza di fede cristiana è particolarmente sensibile a questi gesti di dono, perché in essi vi scorge un’autentica testimonianza di un dono che costituisce l’essenza di ogni vita cristiana: quello di Dio all’uomo. * Professore di Teologia Morale Pontificia Università Salesiana di Roma leggiamoli insieme Carlo Alberto Defanti Vivo o morto? La storia della morte nella medicina moderna Zadig Edizioni, Milano Lire 25.000 ono trascorsi trent’anni dalla proposta di ridefinizione dei criteri di morte da parte del Comitato di Harvard e nonostante quella proposta sia stata accolta per legge nel nostro Paese si notano spesso sia nella pubblica opinione sia tra il personale sanitario dubbi e perplessità. Accade talora di sentire dire, anche da parte degli studiosi, che l’incertezza sulla morte è qualcosa di nuovo, un fatto tipico della nostra epoca e del progresso medico, mentre in passato le cose erano ben chiare. Il libro di Carlo Alberto Defanti, medico neurologo, impegnato da anni nella riflessione bioetica, ripercorrendo brevemente la storia degli ultimi quattro secoli, mostra che il riconoscimento della morte dei singoli individui e l’esatta individuazione del momento in cui essa avviene, hanno sempre posto problemi e anzi in certe epoche, come nel Settecento, sono stati motivo di profondo turbamento sociale. S Franco Bompressi La Contea dei ruotanti Il Prato Edizioni Lire 20.000 otere agli handicappati per una giustizia dal basso". Questa l'idea del romanzo attorno alla quale si sviluppa una storia articolata ed interessante sul mondo dei cosiddetti "diversi". E sul come qualsiasi forma di regime sia dannosa e controproducente. Ne sa qualcosa Paolo, unico personaggio non in carrozzina, che è costretto, per troppa curiosità, a dimenticare le proprie gambe e a vivere come un recluso e su due ruote dentro la spaventosa Contea dei Ruotanti, luogo nato appositamente per ospitare portatori di handicap. "P L’affinarsi, invece, delle conoscenze e l’accrescersi delle possibilità d’intervento medico, soprattutto negli ultimi anni, hanno condotto, è vero, ad una diversa interpretazione di alcuni fatti e hanno dato origine a situazioni nuove e per molti aspetti sconcertanti, ma hanno posto, per la prima volta, le basi di una più rigorosa definizione concettuale. Restano ancora alcuni problemi teorici tuttora irrisolti; oggi però si può tentare una definizione a un livello mai raggiunto in passato. Naturalmente ogni cambiamento di un concetto così basilare come quello di morte entra in conflitto con vecchi modi di pensare e fa nascere dubbi sui comportamenti appropriati alle nuove circostanze. Defanti oltre a tracciare la storia dell’accertamento della morte nei secoli che hanno visto lo sviluppo della medicina moderna, approfondisce, molte volte con spunti provocatori, le prospettive che un’etica pluralistica richiede nella visione dei vari problemi connessi a quello principale della morte: l’eutanasia, la futilità dei trattamenti, l’accanimento terapeutico, la qualità di vita, il problema del consenso informato e molte altre questioni. Un libro da apprezzare per il contributo a portare in superficie quesiti che la nostra cultura preferisce rimuovere piuttosto che affrontare con un’adeguata riflessione. V.P. Ma quello che doveva essere un mondo perfetto, a misura di handicap, finisce per torcersi contro il suo stesso ideatore, il temibile e arrogante Conte. Si fa strada così un diffuso malcontento da parte di molti dei suoi stessi abitanti che si trovano a vivere in un mondo forse ancora più ostile di quello da cui erano consapevolmente scappati. Un finale dolce e deciso ci fa capire quanto purtroppo alle buone idee non necessariamente corrispondano delle realtà felici e opportune e ci fa riflettere, ancora una volta, sulle difficoltà affrontate da chi è considerato un diverso. N.O. 7 L’ARCOBALENO Il Ministro della sanità, on. Rosy Bindi, l’8 aprile 2000 ha emanato con proprio decreto le “Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti, attuativo delle prescrizioni relative alla dichiarazione di volontà dei cittadini sulla donazione di organi a scopo di trapianto”. Finalmente il decreto sulla dichiarazione di volontà l Ministro della sanità vista la legge 1° aprile 1999, n. 91, recante:“Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti”, con particolare riguardo agli articoli 4, 5, comma 1, 7 e 23, comma 3, rispettivamente concernenti: la dichiarazione di volontà dei cittadini sulla donazione: le disposizioni di attuazione delle norme sulla dichiarazione di volontà; i principi organizzativi sui prelievi e sui trapianti di organi e di tessuti, e le disposizioni transitorie; considerato che l’espletamento da parte delle aziende unità sanitarie locali della procedura di notifica, alla generalità dei cittadini, della richiesta di dichiarare la propria volontà sulla donazione di organi e di tessuti comporta determinati tempi tecnici di attuazione e presuppone, comunque, l’avvenuta realizzazione dell’anagrafe informatizzata dei soggetti assistiti dal sistema sanitario nazionale; ravvisata la necessità di garantire agli stessi fini, frattanto, l’attuazione di una procedura temporanea, che risulti nello stesso tempo coerente con le disposizioni transitorie di cui all’art. 23 della legge, con particolare riguardo al relativo comma 3; Decreta: Art. 1 1. Entro centottanta giorni dalla realizzazione dell’anagrafe informatizzata degli assistiti dal Servizio sanitario nazionale le aziende unità sanitarie locali, nell’ambito territoriale di competenza, notificano personalmente a tutti i cittadini, secondo le modalità di cui all’art. 138 del codice di procedura civile, la richiesta di dichiarare la propria volontà in merito alla donazione di organi e di tessuti del proprio corpo dopo la morte, a scopo di trapianto, informandoli che la mancata dichiarazione di volontà entro il termine di cui al comma 2 viene considerata quale assenso alla donazione. Ai fini della notificazione, possono essere utilizzati, altresì, i punti di accettazione di cui all’art. 2, comma 2, nonché ogni altro mezzo idoneo a garantire l’effettiva conoscenza della richiesta da parte dei destinatari. 2. La dichiarazione di volontà deve essere resa entro novanta giorni dalla data di notifica della richiesta di cui al comma 1 e contenere, in ogni caso, gli estremi di identificazione anagrafica del dichiarante ed un esplicita attestazione di assenso o di dissenso rispetto alla donazione di organi e di tessuti a scopo di trapianto, debitamente datata e sottoscritta. 3. Nelle norme dell’attuazione delle procedure di notificazione di cui al comma 1, anche ai fini dell’applicazione dell’art. 23, comma 3, della legge 1° aprile 1999, n. 91 - in seguito citata come legge - il Ministero della sanità promuove l’acquisizione delle dichiarazioni di volontà relative al prelievo di organi e di tessuti secondo modalità uniformi in tutto il territorio nazionale, predisponendo in tal senso schemi di moduli atti a recepire da I parte dei cittadini le dichiarazioni di volontà indicate nel comma 2. Art. 2 1. Ai fini di cui all’art. 1, comma 2, le aziende unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere apprestano appositi punti di accettazione ai quali, al pari degli ambulatori dei medici di medicina generale, possono rivolgersi, utilizzando i moduli ivi resi disponibili per la relativa dichiarazione, i cittadini che desiderino manifestare la propria volontà prima della notificazione di cui all’art. 1, comma 1. 2. Le dichiarazioni di volontà consegnate alle aziende ospedaliere, ad aziende unità sanitarie locali territorialmente incompetenti, agli ambulatori dei medici di medicina generale sono da questi trasmesse alle aziende unità sanitarie locali di residenza dei pazienti. 3. I punti di accettazione della azienda unità sanitarie locali di cui al comma 1, in quanto deputati alla raccolta dei moduli inerenti alle dichiarazioni di volontà dei cittadini interessati, assicurano la registrazione dei dati di identificazione anagrafica di questi ultimi e delle relative dichiarazioni di volontà in un archivio nazionale appositamente predisposto dal centro nazionale per i trapianti, attraverso la rete del sistema informativo sanitario o rete pubblica. 4. Se portate con sé dal dichiarante o depositate presso l’azienda sanitaria di appartenenza, le dichiarazioni di volontà predisposte Convegno a Pisa su "L'etica dei trapianti d'organo" La nuova tessera Aido Il Centro di Bioetica dell'Università di Pisa organizza per i giorni 9 e 10 giugno 2000 un convegno nazionale su "L'etica dei trapianti d'organo". Il convegno ha lo scopo di analizzare ed approfondire il complesso degli interrogativi etici che la pratica dei trapianti propone. Si articolerà in tre sessioni, per ciascuna delle quali è previsto l'intervento di relatori ed un ampio spazio di discussione e confronto di opinioni tra i partecipanti. Le sessioni sono dedicate alle figure del "donatore" (moderatore: F.D. Busnelli; relatori: S. Bartolomei, S. Burgalassi, V. Passarelli) del "ricevente" (moderatore: E. Ripepe; relatori: M. Aramini, A. Pagni, M. Barni) e degli "operatori" (moderatore: F. Mosca; relatori: S. Ardis,A. Bernabei, M. Zana). Per informazioni: tel. e fax 050.561847. lettere dei lettori Per Telecom siamo commercianti ono il Segretario delle sezioni Avis e Aido di Marcon (VE). Le due associazioni sono iscritte al Registro regionale delle Organizzazioni del volontariato Onlus (Organizzazioni non lucrative di utilità sociale). Il nostro bilancio è misero, i contributi dei concittadini vengono tutti spesi in attività di propaganda e per i soci. Le varie attività nelle scuole, nelle piazze sono tenute da un gruppo di persone che offrono il loro tempo libero e lavorano con impegno, rivolto verso chi soffre ed ha bisogno di aiuto. Impegno senza limiti di orario, senza onorificenze, senza compensi economici, con discrezione ed umiltà. Per agevolarci nei collegamenti fra di noi, abbiamo sentito la necessità d’installarci un impianto telefonico (dopo vari tentennamenti se potevamo sopportare il costo). Con l’invio delle prime bollette, notiamo che siamo stati inseriti nella categoria A (utenza affari) canone bimestrale L. 52.800, anziché in categoria B (ove non si svolga attività di affari o professionali, canone bimestrale L. 33.600). Ci informiamo persso la Telecom e veniamo a sapere che una rigida classificazione piazza le famiglie (categorie B-C) da una parte e tutti gli altri senza distinzione di sorta dall’altra. Che sia giusto o no, così ha deciso il Governo con Decreto ministeriale dell’8 maggio 1997 e la Telecom si attiene ad essa. S 8 L’ARCOBALENO Concludo chiedendomi se è giusto che le associazioni di volontariato giustamente iscritte all’Albo Regionale divenendo Onlus siano poi considerate dal Decreto ministeriale sopra ricordato attività commerciali. Domenico Trabucco Avis - Aido, Marcon (VE) per una cultura della donazione Direttore Responsabile: PAOLO SCANDALETTI Collaboratori: ENRICO ARTESI, ANTONINO AUGUSTO, ADRIANA BAZZI, CRISTIANA BERNAUDO, UMBERTO CARUSO, LORETTA CAVARICCI, NELLA CERINO, MIRELLA ELIA, MASCIA FERRI, MARIO FILIPPO (fotografo), MICHELE GATTA (videoimpaginatore), CECILIA GIOBBE, ALESSANDRA LUPPI, CARLA MASSI, VINCENZO MORGANTE, DODO NEUBERT, NOVELLA ONOFRI, FRANCO ORSI, VINCENZO PASSARELLI, ROSSELLA PIETRANGELI (segretaria), LAURA TRASSINELLI (pubblicità), PIERGIORGIO VOCE (amministratore). Si collabora a titolo gratuito Proprietario: AIDO - Via Novelli, 10/A - 24122 Bergamo http://www.aido.it La sezione di Manduria abbona 33 medici pett.le Direzione, vi preghiamo di voler provvedere ad abbonare al nostro periodico L’Arcobaleno i 33 medici di base del comune di Manduria (TA). Ci auguriamo che ciò venga opportunamente evidenziato e nel contempo sia dato giusto risalto a detta iniziativa, voluta dalla nostra sezione comunale e sponsorizzata dal Rotary Club di Manduria nella persona del presidente dott. Gustavo D’Ambrosio. S Il Segretario Giuseppe Pasanisi e il Presidente Giuseppe Dimonopoli Gruppo Comunale Manduria (TA) conformemente all’art. 1, comma 2, costituiscono presupposto per l’applicazione dell’art. 23, comma 3, della legge. 5. Attraverso la stessa rete del sistema informativo sanitario, dopo il processo di notificazione di cui all’art. 1, vengono trasmessi i nominativi dei soggetti ai quali la relativa richiesta è stata inviata. Art. 3 1. Salva la facoltà dei cittadini interessati di modificare in ogni momento, ai sensi dell’art. 5, comma 1, lettera e), della legge, la manifestazione di volontà precedentemente resa, con altra attestazione debitamente datata e sottoscritta, le dichiarazioni di volontà acquisite vengono trasmesse al centro nazionale per i trapianti ed ai centri interregionali; questi ultimi, ai sensi dell’art. 23, comma 3, della legge, sono conseguentemente obbligati a verificare, per ciascun soggetto potenziale donatore sottoposto ad accertamento di morte, l’eventuale esistenza di una manifestazione di volontà precedentemente espressa. 2. A norma dello stesso art. 23, comma 3, della legge, le eventuali dichiarazioni di assenso al prelievo di organi e di tessuti di cui al comma 1 si considerano inefficaci allorché i familiari aventi titolo ad opporsi presentino una successiva dichiarazione autografa di volontà del soggetto di cui è accertata la morte, della quale siano in possesso, contraria al prelievo. Progetto grafico: LUCA SCANDALETTI per Studioroma srl, Viale Medaglie d’Oro, 414 - 00136 Roma Tipografia: TIPOLITOGRAFIA TRULLO - Via delle Idrovore della Magliana, 173 - 00148 Roma - Tel. 06/6535677 (5 linee r.a.) Fax 06/6535976 Finito di stampare nel mese di aprile 2000 Tiratura copie 35.500 L’LE ARCREGIONI OBALENO r e p Direzione: Via Silvio Pellico 9 - 00195 Roma - Tel. e Fax 06.3728139 Internet: http://www.aido.it - Email: [email protected] Pag 2 In questo numero: Veneto: A Mira, collaborazione con il tennis comunale. Fiesso D’Artico e Campagna Lupia festeggiano il decennale. Mirano: primo prelievo multiorgano. A Chirignago il circolo didattico si è impegnato per la cultura delle donazioni Lazio: I gruppi di Ladispoli, Cerveteri e Bracciano incontrano gli studenti Lombardia: Milano: primo andare in tutte le scuole. A Merate un concorso per gli studenti delle medie. Suzzara: 140 partecipanti al concorso letterario 3 4 Valle d’Aosta: “Chantons pour la vie”. Convocazione Assemblea intermedia. La Giornata nazionale della donazione. La nostra storia Toscana: Qui la donazione ha successo. Ecco i motivi Il Gruppo di Valle Imagna (BG) organizza il 1° Concorso fotografico nazionale sul tema “Valori”: quei valori essenziali che uniscono e fanno camminare insieme. Il primo premio è un buono valore di un milione assieme ad una targa Aido, per il secondo un buono di cinquecentomilalire e il terzo un buono di trecentomilalire. In concomitanza con il 25° di fondazione la sezione di Padova organizza l’ottava edizione del concorso fotografico nazionale “Vincenzo Gallucci” e, come ogni anno, sarà patrocinato e sponsorizzato dal giornale “Il Gazzettino” e dall’Ente Fiera internazionale di Padova. Le 12 foto premiate saranno poi inserite, una per ogni mese, in un calendario per il 2001. I temi del concorso sono due: uno libero e l’altro “L’uomo e le stagioni della vita”. Aido Giovani: battesimo a La Spezia È nato il 7 luglio ‘98 il Gruppo Aido giovani di La Spezia. 11 i soci fondatori. “Se i giovani non si avvicinano all’Aido, l’Aido si deve avvicinare ai giovani, mi sono detto... e così ho fatto”. Questo il motto dei protagonisti, a fianco in una recente immagine. Piemonte Alessandria Il nuovo video “Conoscere per donare”… “Hit Parade” degli abbonati Chieti Pescana Bolzano L’Aquila Milano Teramo Verona Vicenza Aosta Trieste Ravenna Pordenone Piacenza Bologna Venezia Modena Mantova Treviso Ancona Brescia Alessandria Taranto Savona Lecco Reggio E. 352 279 262 245 230 224 202 193 185 149 134 123 117 112 105 101 100 99 92 92 73 68 65 64 61 Sondrio Novara Foggia Forlì Pisa Bari Parma Livorno Pistoia Belluno Ascoli P. Macerata Lucca Brindisi Frosinone Palermo Latina Bergamo Genova Imperia Padova Roma Reggio C. Cremona Arezzo 57 53 48 47 44 41 41 37 35 33 33 27 26 26 25 22 22 19 18 16 16 14 13 12 11 Torino Ferrara Caserta Isernia Massa C. Udine Catanzaro Biella Grosseto Cuneo La Spezia Siena Napoli Lecce Viterbo Como Gorizia Pesaro Agrigento Siracusa Ragusa Rovigo Trento Perugia l 13 gennaio 2000, nell’ambito della 3ª Conferenza dei servizi organizzata dall’Aido di Alessandria, è stato presentato, nella prestigiosa sala convegni Enaip, il video “Conoscere per donare”, prodotto dal gruppo comunale Marco Cavallotto con la collaborazione dell’Univol Csv di Torino. Dinnanzi al folto pubblico che gremiva la sala, l’assessore provinciale alle politiche sociali, e gli assessori alla sanità e alle pari opportunità del comune, hanno portato la loro sentita testimonianza insieme agli altri rappresentanti del mondo scientifico, medico e culturale. La presidente del gruppo comunale di Alessandria, prof.ssa Graziella Giani, ha presentato il filmato come parte integrante del programma svolto durante tutto l’anno 1999 e come possibile strumento per il 2000. Uno “strumento pacificatore” è stato definito il video “Conoscere per donare” per la capacità di saper trasmettere messaggi di chiarificazione e di solidarietà. Il dott. Giovanni Lombardi, coordinatore alla donazione del quadrante Piemonte Sud-Est, si è dichiarato soddisfatto di possedere uno strumento che possa raggiungere i cittadini attraverso la risposta a domande spesso create dal pregiudizio e dalla disinformazione. Il presidente dell’Aido proviniciale dott. Maurizio Fasano, ha ribadito come la corretta comunicazione, soprattutto tra medico, famiglia e donatori, debba essere il punto focale di una qualunque futura politica della donazione. I a L’ARCOBALENO 10 10 8 7 7 6 5 4 4 3 3 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 1 MARIAVITTORIA DEL PIANO ... e la poesia Conoscere per donare questo si deve insegnare ad ogni cittadino che sia vecchio o sia bambino per trovar quell’uomo nuovo che il millennio che è passato a me par non ha trovato ma con questo insegnamento il millennio che verrà sono certo troverà. Ma chi è quest’uomo nuovo che domani allora trovo? L’uomo un poco pellicano che sa stringere ogni mano e che sa anche volare che scavalca i monti e il mare per portare a chi ha bisogno come fosse quasi un sogno nel suo becco un grande cuore come gesto del suo amore DOTT. GABRIO SECCO Assessore ai Servizi Sociali L’ARCOBALENO LE REGIONI r pe VEneto Venezia Mira: collaborazione con il tennis comunale a collaborazione è nata per caso ma proficua. Sotto il punto di vista agonistico il trio Viola, Levorato, Farnesi, è arrivato in semifinale under 12 Regione Veneto mentre il trio Vanzan, Silvestri,Tramonte, si sono laureate campionesse under 12 Region Veneto. Questa collaborazione ci ha permesso di divulgare le nostre finalità ai partecipanti e non solo... in cantiere vi è un torneo nazionale di tennis giovanile da svolgersi nel 2001 in terra veneziana. L multiorgano. La donatrice è deceduta in rianimazione a seguito di un trauma cranico ed aveva 54 anni. A coordinare l’équipe è stato il Primario del reparto di anestesia e rianimazione dott. Paolo Michielon. Il Nitp (Nord Italian Transplant) intanto aveva provveduto all’allocazione degli organi che al termine delle sei ore di osservazione, e vista la non opposizione dei familiari, sono stati prelevati. Fiesso D’Artico e Campagna Lupia festeggiato il decennale a festa del decennale del gruppo comunale Aido di Fiesso D’Artico si è tenuta all’interno della manifestazione “Riviera Fiorita”, ove un corteo acqueo ricordava il passaggio del Doge da Padova a Venezia e una immensa mongolfiera ha eseguito dei voli frenati ben visibile da lontano.Alla presenza delle autorità la Presidente del gruppo faceva notare che tali manifestazioni sembrano frivole, ma racchiudono un grande significato. I nostri striscioni, locandine e cartelloni con la scritta Aido, presenti sia a terra che sulla mongolfiera, lanciavano un messaggio ben preciso:“non buttare via quello che a qualcuno potrebbe servire per vivere”. L l decennale del gruppo comunale di Campagna Lupia si è svolto in concomitanza dell’inaugurazione dell’anno sportivo 1999/2000. Alla presenza di numerosi atleti delle varie attività sportive, le autorità presenti hanno sottolineato un aspetto di fondamentale rilievo: “La pratica sportiva ed il volontaNella foto da sinistra: Matteo Viola, Riccardo Levorato, Tommaso Farnesi, Filippo Zuin, Gianluca riato uniti nello sforzo collettivo per il miglioVeggian, Valentina Vanzan, Gessica Silvestri, Alice ramento della vita”. I Tramonte Chirignago: il circolo Mirano: primo prelievo didattico si è impegnato per multiorgano all’ospedale la cultura della donazioni ella notte tra il 23 e il 24 gennaio è stato effettuato, per la prima volta nell’ospedale di Mirano (VE), un intervento di prelievo l Circolo di Chirignago nelle giornate del 9 e 23 novembre 1999, ha organizzato due incontri dal titolo “La storia del Corallo... per- Lombardia l’informazione “fin dalle scuole”. L’assessore alle politiche sociali Maurizio Bernardo ha confermato con la sua presenza l’interessamento del mondo politico ed in particolare della regione Lombardia per le riunioni organizzate dall’Aido. L’assessore ha confermato l’importanza di “percorsi nuovi d’informazione” da cui l’intenzione di istituire una commissione mista (sanità e politiche sociali) in accordo con l’assessore alla sanità della Regione dott. Bersani. La serata è poi proseguita con l’intervento della prof. Luisa Berardinelli del Centro trapianti di rene dell’ospedale Policlinico di Milano. La professoressa ha dimostrato che i trapianti di rene possono anche far risparmiare alla Regione in quanto un paziente in dialisi costa in media 55 milioni annui mentre un paziente trapiantato costa nel primo anno solo 12 milioni compresa la terapia antirigetto che è molto onerosa. Come la prof. Berardinelli anche il dott. Bruttini ha presentato immagini dell’intervento chirurgico per innesto di cornea e dei quadri clinici che determinano l’opacizzazione della cornea. Ha concluso augurandosi un maggior impegno, in particolare dei colleghi internisti, per un numero superiore di prelievi che, comunque, come ha detto nel suo intervento la signora Gemma Meluso della direzione sanitaria della clinica San Carlo sono stati nel 1998 in 41, ponendo la struttura al quinto posto fra gli offerenti alla Banca delle cornee di Monza. Ha chiuso l’incontro il presidente dell’Aido provinciale di Milano Lucio D’Atri e la sig.ra Enrica Colzani della commissione sanità dell’Aido provinciale che hanno confermato l’impegno dell’Aido per una diffusione dell’informazione, in particolare nella scuola tramite i loro 1.200.000 associati, precisando che la Lombardia si pone in prima posizione come numero di prelievi nel 1999 con una percentuale del 20,2. La sig.ra Colzani ha poi comunicato che in Lombardia nel 1999 sono N Milano Primo, andare in tutte le scuole l giorno 21 gennaio si è tenuto, presso la Clinica San Carlo di Paderno Dugnano (MI), un incontro sul tema “Donazione e trapianti di organi”. La serata è stata coordinata dal dott. Sandro Sottili, responsabile dell’unità operativa di rianimazione della Casa di Cura San Carlo. Il dott. Sottili ha presentato i dati dei trapianti in Italia del 1999 e ha inoltre ribadito che, nonostante le promettenti sperimentazioni sulla “rigenerazione” degli organi, i trapianti sono e resteranno l’unica speranza per moltissimi pazienti ancora per molti anni. Il dott. Maurizio Solca, coordinatore prelievo organi zona nord Milano e responsabile del servizio di rianimazione dell’ospedale di Cernusco sul Naviglio (MI), ha precisato che in Italia le donazioni attuali ci pongono molto lontano dalla possibilità di soddisfare il fabbisogno di organi. Ha puntualizzato, poi, che bisogna concentrarsi sul consenso in vita e quindi l’importanza della diffusione del- I 2 ché la vita continui” aperto il primo ai genitori e il successivo ai docenti. “Un gesto di donazione può dare senso e continuità ad una vita stroncata”. A partire da questa significativa considerazione della dott. Bohm, possiamo rintracciare il senso dell’iniziativa, anche se la nostra funzione è quella di stimolo alle famiglie e di lavoro indiretto sugli alunni e sulle alunne, sebbene ancora troppo piccoli per capire il significato del gesto donare organi. Ci pare un compito irrinunciabile, quello di educare comunque le giovani generazioni affinché maturino una diversa consapevolezza relativamente a questa problematica. Gli incontri da noi programmati rientrano a pieno titolo nel piano dell’offerta formativa del circolo. In tale documento sono delineati i punti fondamentali del nostro operare attraverso l’attuazione e l’intreccio dei vari progetti tra cui l’educazione alla salute dove rientra questa tematica. Un'ulteriore riflessione deve essere fatta riguardo al numero delle presenze agli incontri che non è stato elevato rispetto alla capillare campagna d’informazione. Non è questo un dato che comunque ci dissuade dal continuare in questa iniziativa poiché non è in termini quantitativi che si può misurare l'aumento delle singole consapevolezze in quanto si tratta di un lungo processo di costruzione di una mentalità che necessariamente richiede tempi lunghi e un impegno di notevoli risorse dal punto di vista umano. Riteniamo che l'esperienza sia stata altamente positiva sia per l'alto profilo delle informazioni scientifiche che sono state fornite durante gli incontri, sia per la vitale presenza dell'Associazione. È necessario continuare tali iniziative poiché rientrano in un disegno complessivo di opportunità educative che vogliamo dare agli alunni tramite le famiglie e a noi stessi perché riteniamo che ogni processo educativo sia fondato sulla reciprocità dei soggetti coinvolti. I DR. ISABELLA ALBANO Direttrice Didattica state testate 1170 cornee per un totale di 600 cornee valide. ENRICA COLZANI Lecco Merate: un concorso per gli studenti delle medie ei giorni 7 e 8 dicembre, il gruppo N comunale di Merate, in occasione della festa patronale, ha allestito uno stand per la fiera di S. Ambrogio per distribuire materiale informativo e adesione di nuovi soci. Il 5 febbraio 2000 il presidente del gruppo comunale con il vice presidente provinciale Giampietro Mariani su invito della preside della scuola media dell’istituto Beata Vergine Maria di Merate si è recato a tenere l’annuale incontro con gli studenti sulle finalità dell’Associazione e dell’impegno per la cultura della donazione.Agli alunni è stato proposto in forma volontaria un concorso consistente nella realizzazione o di un tema o di un disegno o di una poesia. Alla fine verranno premiati i primi tre di ogni categoria. Mantova Suzzara: 140 partecipanti per il concorso letterario ono stati premiati i 12 vincitori del 4° Concorso letterario intitolato alle donatrici di Suzzara: Laura Santarcangelo (per la poesia) ed Emma Sabanelli (per la narrativa). I partecipanti, in aumento, sono stati quest’anno 140. La Commissione composta di poeti, letterati, genitori di donatori e giovani S Lazio Roma I gruppi di Ladispoli, Cerveteri e Bracciano incontrano gli studenti ll’incontro organizzato, il 15 febbraio 2000 presso l’Auditorium dell’Istituto tecnico commerciale e per geometri “G. Di Vittorio”, dal locale gruppo Aido in collaborazione con la presidenza dell’istituto hanno partecipato le quinte classi assieme ad una rappresentanza del personale docente. L’incontro è iniziato con una panoramica descrittiva del presidente Michele Forte su quelle che sono le origini dell’Aido, il suo impegno attuale ed i suoi principali fini, tra cui l’informazione, la collaborazione con altre associazioni, collaborazione con i Centri trapianti. Ha concluso rappresentando l’Aido, quale promotore e propulsore per la soluzione dei molteplici e svariati problemi che sono tenuti ad affrontare quanti si ritrovano in interminabili ed a volte fatali liste di attesa. L’intervento successivo della dott.ssa Maurita De Bellis, anestetista presso il Centro di rianimazione dell’ospedale civile di Bracciano, ha fatto chiarezza sulle modalità dell’accertamento della morte, secondo la normativa attualmente in vigore. Lamentando che spesso gli organi d’informazione giocano un ruolo letale nei confronti della donazione di organi, dando spesso notizie generiche, non dettagliate nello specifico, tanto da creare ulteriori timori e resistenza nella coscienza dei cittadini. Un momento significativo è stato l’intervento del dr. Luca Poli, assistente del prof. Cortesini presso il Centro trapianti dell’ospedale universitario Umberto I di Roma. Ha cominciato con il porre l’attenzione sul quesito “perché donare?” ed è passato ad illustrare lo stato dei trapianti in Italia, con particolare riferimento alla notevole differenza tra trapianti necessari e trapianti effettuati. Infine, ha posto l’accento su ciò che in definitiva è effettivamente decisivo, la nostra volontà, è solo con essa si può agire, giocare, parlare, donare. È seguito un interessante dibattito, dove gli studenti hanno dato prova della loro conoscenza del problema, unitamente ad alcuni rappresentanti dei docenti. Infine, a conclusione dell’incontro è stato proiettato il video di Vichi e il Pellicano, che è stato apprezzato per la semplicità con cui si presenta, la simpatia dei cartoni rappresentati e la messa a fuoco dei molteplici aspetti della donazione di organi e di quanto l’Aido sta facendo. A MICHELE FORTE dell’Aido, ha scelto i vincitori tra composizioni tutte di grande valore e impegno.Al di là dei riconoscimenti quasi simbolici, la partecipazione di tanti giovani è stata significativa dell’attrattiva della cultura della donazione. L’Aido è portatrice di questa cultura e lotta per una civiltà in cui il rispetto dell’uomo renda la donazione non necessaria come rimedio, ma come fondamento di tale cultura e in qualche modo possa divenire preventiva delle necessità. L’ARCOBALENO LE REGIONI r pe Valle d’Aosta “Chantons pour la vie” N ella suggestiva cornice della Cattedrale di Aosta si è svolta il 18 dicembre 1999 la manifestazione di canto corale “Chantons pour la vie” alla sua seconda edizione. L’incontro, puntigliosamente organizzato in ogni dettaglio dai responsabili del Direttivo, ha visto la partecipazione di tre prestigiosi gruppi corali della valle: la “Louís Cuneaz” di Gressan, diretta da Piero Brocard, la “Sant’’Orso” di Aosta, diretta da Angelo Filippini e la “C.C.S. Cogne Aosta”, diretta da Corrado Margutti. L’invito, rivolto ai soci, familiari e simpatizzanti ha visto una buona e qualificata presenza di pubblico, che non ha mancato di sottolineare il proprio apprezzamento con ripetuti e prolungati battimani dopo ogni esecuzione. Il repertorio, comprendente pezzi noti e meno conosciuti, ma pure sempre di grande valore tecnico, erano giustamente adattati all’ambiente sacro e alla buona acustica della Cattedrale. L’occasione è stata propizia per formulare, con le parole della presidente Enrica Bonaiti Quinti, i migliori e sinceri auguri di buone feste a tutti i presenti, da parte della grande e bella famiglia dell’Aido ed un arrivederci alla prossima convocazione Consiglio Regionale Gruppo Intercomunale “Valdigne” Vallée d’Aoste Via S. Giocondo n. 12 - Aosta P.za Vuillerme de Léaval, 5 11017 Morgex (AO) Giornata nazionale della donazione DOMENICA 14 MAGGIO: Postazione in Piazza Chanoux Incontro con i cittadini - dalle ore 9,00 alle 17,00 (Aned - Aido) L’ Assemblea intermedia dei soci si terrà in Aosta - c/co Centro servizi volontariato Valle d’Aosta - Via Porta Pretoria, 19 - Aosta, sabato 6 maggio 2000 - ore 14 prima convocazione, ore 15,00 seconda convocazione DOMENICA 14 MAGGIO: Manifestazione sportiva: staffetta o marcia cittadina (Aido - Aned) la nostra storia Ordine del giorno 9 febbraio 1980, primo direttivo dell’Aido Valle d’Aosta 1) Nomina Ufficio Presidenza 2) Lettura ed approvazione del verbale della precedente assemblea 3) Relazione morale del Presidente Regionale 4) Relazione dell’Amministratore presentazione e approvazione del bilancio consuntivo e preventivo 5) Relazione del Collegio dei Sindaci 6) Nomina del Delegato dell’Assemblea nazionale intermedia 7) Varie ed eventuali Già nell’anno 1975 alcune persone si dichiararono favorevoli alla donazione con la sottoscrizione della volontà di donare, ed ebbero inizio le prime manifestazioni, allo scopo di far conoscere il problema dei trapianti, organizzate da un comitato promotore, che successivamente ha formalizzato il Direttivo. Hanno partecipato alla costituzione Mappelli Angelo, presidente e tessera n. 1, Bennani Giuseppe, Ghillino Gianfranco (deceduto - ha donato le cornee), Mustas Pierina (deceduta), Santo Brunello, Nannini Margherita, Bordet Giuliana. Altri volontari hanno contribuito alla nascita dell’Aido, dedicando tempo e impegno per la nuova sede che era in Aosta in via Croce di Città. L’attività è continuata e continua senza soste: nella nostra Regione abbiamo 5.500 iscritti con un continuo incremento. Il Direttivo lamenta la poca partecipazione dei Soci a questo importante appuntamento, sottolineando che gli stessi hanno dei doveri verso l’Associazione di appartenenza, dimostrando il totale disinteresse verso le persone che lavorano anche per loro. In venti giorni 2 prelievi multiorgano. Dei due prelievi multiorgano avvenuto all’ospedale di Aosta il 22 gennaio e il 2 febbraio 2000 ne hanno beneficato 7 persone. La sensibilità e la grande umanità dei familiari di un signore e una signora, pur nel grande dolore per il triste evento, acconsentendo al prelievo degli organi dei loro cari, hanno dimostrato che i veri valori esistono ancora. Non ci sono parole per esaltare questo gesto, e la riconoscenza va anche agli operatori della rianimazione del nostro ospedale. È ora di cambiare acqua Minorca Limpidi fondali, candide spiagge ombreggiate da pini marittimi, aperte e recondite calette, verdi campagne e dolci colline… Questa è Minorca, da molti ritenuta l’isola più bella delle Baleari, meta prediletta di coloro che sanno apprezzare le attrattive di una natura incontaminata. Periodo Dal 22 al 29 maggio 2000 con partenze da Milano Malpensa, Bologna e Verona. Quota PAOLA VIAL GRAPHIC DESIGN Un soggiorno per tutti i soci A.I.D.O., familiari e simpatizzanti ad un prezzo speciale L. 790.000. trattamento di pensione completa bevande incluse. Sistemazione ti porta a Minorca Pe r i n f o r m a z i o n i e p r e n o t a z i o n i c o n t a t t a t e c i p e r p o s t a , p e r t e l e f o n o , p e r f a x , p e r e - m a i l Via Torino, 59 • 11100 Aosta (AO) • Telefono 0165.236086 Fax 0165.236690 • e-mail: [email protected] • http://www.valair.it Hotel Barcelo’ Pueblo Menorca, formato da gradevoli palazzine di 4 piani inserite in un curato giardino. Il complesso recentemente ristrutturato, grazie alle sue numerose infrastrutture e alla vicinanza alla bella spiaggia di Punta Prima, consente di trascorrere una piacevole vacanza in un ambiente internazionale. L’ARCOBALENO LE REGIONI r pe Consiglio Regionale Aido Toscana Toscana Borgognissanti, 16 50123 Firenze Tel. 055.293303 Qui la donazione ha successo Ecco i motivi MORENO MARCUCCI - SERGIO ARDIS * Commissione tecnica della donazione - Regione Toscana el 1995, quando abbiamo iniziato ad analizzare il problema della donazione di organi ci siamo trovati di fronte ad uno scenario desolante nella nostra Regione e nella maggior parte d’Italia. In Italia si avevano circa 12 donatori p.m.a. e la Toscana era allo stesso livello. Nessuno si era mai preoccupato di far crescere la donazione. Non esisteva un programma regionale di donazione. Non esistevano in Toscana persone che conoscevano il processo della donazione di organi e tessuti, ma solo una serie di sanitari che si improvvisavano “esperti” del settore. Non erano mai stati realizzati corsi seri sull’argomento, se non incontri con sanitari che continuavano a teorizzare “soluzioni” al problema della donazione che altro non facevano che dimostrare l’assoluta mancanza di conoscenza scientifica di questo processo. In questo scenario la classe dirigente politica si è trovata per anni ad avvalersi della consulenza di “tecnici” che non hanno saputo apportare nulla di positivo a questo settore della sanità. La cosa più incredibile in questo contesto era l’assoluta mancanza di volontà di studiare il problema. Dopo aver visto la realtà che affliggeva la nostra Regione abbiamo deciso di studiare il problema guardando fuori dal nostro ambito ed abbiamo rivolto lo sguardo al resto del mondo. Nel panorama mondiale delle nazioni impegnate sul fronte della donazione e trapianto di organi è emersa con netta superiorità, nell’ultimo decennio, la Spagna. Se osserviamo, infatti, lo sviluppo di questa attività sanitaria a partire dal 1989 possiamo facilmente apprezzare come il suo incremento sia stato costante. Noi abbiamo applicato alla lettera il modello spagnolo con le lievi differenze. Abbiamo cercato di potenziare il buono che esisteva in materia di trapianti ed abbiamo estirpato quasi completamente quanto di vecchio e dannoso esisteva. N Un modello che funziona coordinatori della donazione in Toscana esistevano già da molti anni in tutti gli ospedali, ma nessuno di questi cosiddetti coordinatori si era mai occupato della donazione di organi. Si trattava di primari, spesso chirurghi, che erano stati nominati coordinatori dei trapianti e questa nomina era stata interpretata né più né meno come una onorificenza. Non esisteva di fatto nessuna forma di coordinamento regionale della donazione di organi. Mai era stato attuato un programma razionale di formazione. È mancata per anni la presenza di persone che avessero una visione scientifica globale di tutte le fasi del processo. La creazione della Commissione tecnica della donazione è stato il passo per la costituzione di un “ufficio di coordinamento regionale della donazione di organi” che ha cominciato a funzionare immediatamente. Le attività che svolge questo “ufficio di coordinamento” sono varie. L’attività preminente è stata la formazione. Solo in Toscana è stato fatto un programma di formazione pluriennale che prevede la formazione dei coodinatori a livello genera- I le e la formazione settoriale degli altri operatori coinvolti nel processo della donazione. Per la docenza si è avvalsa sempre delle persone più esperte al mondo evitando di fare corsi di scarsa efficacia come è accaduto e purtroppo ancora accade altrove. Un altro elemento importante dell’efficacia della formazione è stato il fatto che si è inserita su una pianificazione della politica della donazione da attuare, che in passato non era mai esistita Dopo la nomina dei coordinatori era evidente che le persone nominate non possedevano altro che la loro personale motivazione e questa sicuramente, seppur necessaria, non è sufficiente allo sviluppo della donazione. Era necessario formare queste persone e erano necessari alcuni anni per farlo. Per questo motivo la Commissione decise di formare intensivamente questi medici nominati coordinatori sulla donazione di tessuti ed impiegarli unicamente sulla donazione di tessuti. La formazione iniziò con la donazione di cornea ed i coordinatori locali furono impiegati solo sulla donazione di questo tessuto. Le critiche a questa scelta, che venivano sia dall’interno della nostra Regione, che dall’esterno furono moltissime, ma i risultati ottenuti nella donazione di cornee le fecero subito tacere. Successivamente fu sviluppato un programma di donazione di valvole cardiache da donatore in a.c.r. ed i coordinatori passarono quindi a lavorare ad un livello successivo. Solo dall’inizio del 1999 fu possibile impiegare i coordinatori nella donazione di organi perché solo in quel momento avevano una formazione adeguata. Un’altra attività importante è il supporto pratico ai coordinatori. Nel primo anno di attività la Commissione ha visitato più volte tutti gli ospedali ed ha lavorato al fianco dei coodinatori locali nella creazione di protocolli che tenessero conto delle reali potenzialità degli ospedali. Il supporto fornito ai coordinatori è stato realizzato anche con la presenza dei coordinatori della Commissione regionale sul posto nei momenti più critici, quali le prime donazioni di organi che si verificano negli ospedali che non avevano mai avuto donazioni. Questi momenti, oltre che per risolvere i problemi contingenti, servivano per un’attività didattica “sul campo” verso i coordinatori e tutti gli altri operatori che sono parte del processo donazione. Inoltre questo impegno della Commissione ventiquattro ore su ventiquattro, anche se molto faticoso ed impegnativo, ha permesso di conoscere i problemi logistici locali che altrimenti non sarebbero mai stati evidenziati. La presenza della Commissione ha rappresentato per i coordinatori locali un punto di riferimento per ottenere consulenza ed affrontare i problemi che quotidianamente si presentavano nel loro lavoro. La comunicazione n ulteriore elemento per lo sviluppo della donazione è stato l’applicazione di regole nell’informazione di massa. La comunicazione agli organi di informazione è diventata appannaggio esclusivo dei coordinatori. I rapporti con la U 4 stampa per le notizie di rilievo regionale e nazionale sono tenuti direttamente dalla Commissione regionale, mentre i rapporti con l’informazione locale sono tenuti solo dai c o o rd i n a t o r i locali. Non si sono più visti, salvo rarissime eccezioni, convegni, seminari, congressi, tavole rotonde dove, come accadeva in passato e purtroppo accade ancora in altre regioni, parlavano di donazione persone che occupandosi di altre cose, erano assolutamente ignoranti sull’argomento della donazione. La presenza dei coordinatori locali ha permesso di selezionare i relatori nelle varie manifestazioni e soprattutto far sì che ognuno parlasse del settore in cui era realmente esperto. I coordinatori toscani hanno una provenienza varia (rianimazione, direzione sanitaria, medicina generale, infettivologia, nefrologia, immunologia) ma tutti sono stati dedicati a tempo pieno alla donazione. Questo è stato un elemento vincente in quanto, a differenza dei coordinatori del trapianto che li hanno preceduti o di altri coordinatori di altre regioni, il loro unico compito è quello di occuparsi della donazione di organi e tessuti. La presenza dei coordinatori locali razie alla presenza dei coordinatori locali è stato possibile far emergere tutte le difficoltà esistenti nelle strutture sanitarie del territorio regionale cercando una soluzione per ognuna di queste. In molte realtà non esisteva neppure la possibilità di fare gli accertamenti di morte (per vari motivi, che vanno dalla mancanza del personale a quella dell’elettroencefalografo). Questo problema basilare è stato risolto dai coordinatori locali in modo diverso a seconda delle realtà ed ha permesso di ottenere donazioni in ospedali dove fino a poco tempo prima la donazione appariva impensabile. Nella donazione di organi i rianimatori hanno trovato un elemento di ausilio di cui, tranne pochi casi, sentivano molto bisogno. Un sanitario a loro disposizione durante la donazione ed in particolare per la richiesta del consenso alla donazione e l’organizzazione. Tutto questo ha permesso al rianimatore di poter svolgere senza altri carichi il compito più delicato di tutto il processo, mantenere il donatore durante l’accertamento di morte. Nei rapporti con le famiglie si è fatto il salto qualitativo che caratterizza il modello spagnolo nel mondo. Si è passati da una richiesta di consenso per la donazione alla relazione di aiuto ai familiari del deceduto. In questa fase la comunicazione della morte è diventato il compito importantissimo del rianimatore che assisteva il deceduto, mentre si è introdotto un sostegno psicologico da parte di un medico formato da un punto di vista psicologico, il coordinatore, alla famiglia e la donazione è diventata solo un momento della relazione di aiuto. Molti altri elementi hanno influito sullo sviluppo della donazione che la Toscana ha visto in questi due anni, ma riteniamo di aver esaurito i principali. In conclusione è prevedibile che nel prossimo futuro l’interesse per quanto sta accadendo in Toscana si farà vivo nel resto di Italia e soprattutto nel Meridione. A questo interesse dovrà corrispondere una disponibilità da parte dei sanitari toscani a diffondere le conoscenze acquisite, ognuno nel loro settore. In questo ruolo tutti avremo dato il nostro vero contributo allo sviluppo della donazione in Italia. G