“ SI SALVI CHI PUÒ”
PROGETTO DIDATTICO
svolto da
DIREZIONE DIDATTICA I CIRCOLO MONTEVARCHI
SCUOLA PRIMARIA PESTELLO
ENTI E ISTITUZIONI DI PROTEZIONE CIVILE DELLA
PROVINCIA DI AREZZO, DELLA REGIONE TOSCANA E
DEL COMUNE DI MONTEVARCHI
anno scolastico 2005/2006
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DIREZIONE
DIDATTICA
I
CIRCOLO
MONTEVARCHISCUOLA
PRIMARIA PESTELLO- ENTI E ISTITUZIONI DI PROTEZIONE
CIVILE DELLA PROVINCIA DI AREZZO, DELLA REGIONE TOSCANA E
DEL COMUNE DI MONTEVARCHI
“ Si salvi chi può”
progetto didattico
Anno scolastico 2005/2006
IDEAZIONE
Le insegnanti della scuola primaria Pestello, consapevoli della
necessità di affrontare con maggiore partecipazione eventi ed
emergenze dovute ai rischi naturali ed antropici a cui può essere
esposto un territorio, hanno pensato di avvicinare gli alunni alle
problematiche della protezione civile con la elaborazione del
progetto “Si salvi chi può”, atto a favorire l’acquisizione di
comportamenti sicuri, improntati ad una dimensione collaborativa
attiva e responsabile.
La scelta dell’argomento è stata determinata dalla volontà di
sensibilizzare i bambini, visti gli eventi in Italia e nel mondo
negli ultimi anni, alla sicurezza, e dall’intenzione pedagogica di
portarli a conoscenza dei rischi e quindi di educare a quel senso
civico che è di grande valenza formativa per i cittadini di
domani. Il progetto non ha certo contemplato l’idea di trasformare
i bambini in “eroi”, ma al contrario, di insegnare loro a dare
contributi concreti alle segnalazioni del pericolo, alla soluzione
dei problemi e ad un intervento cosciente in situazione di crisi
FINALITA’
L’obbiettivo delle finalità progettate è quello di sensibilizzare
gli alunni al senso civico della solidarietà e dell’impegno
sociale, di fornire strumenti per poter conoscere, prevenire e
gestire i rischi naturali e antropici del territorio.
Altra finalità importante è quella di far maturare nei bambini la
consapevolezza che, nel caso di eventi negativi, esistono comunque
persone, forze “buone”, che possono aiutare in situazioni di
necessità.
Infatti, quando accade un evento negativo, quando una comunità è
esposta a situazioni critiche e sfavorevoli, occorre raccogliere
la sfida, contrastare gli eventi ed affrontare in lotta con il
tempo un percorso di salvezza e di soccorso.
Conoscere le fasi, le azioni, il codice linguistico giusto è
determinante per far accrescere il senso di sicurezza ed
affrontare la paura degli eventi.
Considerando che ogni azione di emergenza e di Protezione Civile
deve essere il risultato di sforzi collettivi e di gruppo, altra
2
finalità è stata quella di coinvolgere gli alunni in una
dimensione collaborativa fra coetanei e con gli adulti esterni
alla scuola, allo scopo di far diventare ciascun bambino
protagonista della Protezione Civile.
Anche gli adulti, gli insegnanti ed i genitori che insieme agli
alunni
sono
a
pieno
titolo
i
protagonisti
del
processo
dell’educazione, hanno potuto, attraverso il progetto, trovare sia
nuovi stimoli ad un fattiva interazione e collaborazione con i
bambini, nello sviluppare il senso civico, sia un accrescimento di
conoscenze specifiche relative ai temi affrontati.
Gli alunni infatti hanno dialogato con gli insegnanti, con i
genitori, con gli addetti dei vari settori della Protezione Civile
ed
hanno portato a casa materiale, opuscoli, “idee”, nuove
conoscenze.
La nostra scuola si è proposta come punto di riferimento per un
processo di educazione civica permanente per il cittadino,
assolvendo così ad uno dei suoi precipui compiti istituzionali.
Un’altra finalità che abbiamo sviluppato è caratterizzata dall’
“apertura” e dalla proiezione della scuola al territorio ed alle
altre
agenzie
educative
che
vi
agiscono.
Questa
pratica
sembrerebbe non potersi più considerare una novità, considerando
il proliferare di attività e progetti che le associazioni e le
istituzioni locali propongono e che la scuola inserisce nel piano
dell’offerta formativa.
Noi però rivendichiamo la volontà e la capacità di progettazione
comune e correlata tra tutte le componenti, che hanno individuato
obiettivi, percorsi ed attività,in modo “trasversale” e non
“sommativo”, per raggiungere
il traguardo dell’unità della
formazione dell’alunno.
OBIETTIVI EDUCATIVI E DIDATTICI
(vedi progetto iniziale in allegato)
COLLABORAZIONI, FASI DI SVOLGIMENTO,FORMAZIONE INSEGNANTI
Inizialmente, per verificare la fattibilità del progetto, dopo
aver contattato i dirigenti della Protezione Civile di Arezzo,
sono stati coinvolti il Dirigente scolastico della Direzione
Didattica 1° Circolo di Montevarchi, il Comune di Montevarchi, la
Provincia di Arezzo e la Regione Toscana.
Si è sviluppata quindi una fattiva collaborazione con la
Prefettura di Arezzo, le Forze dell’Ordine, il Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco, il Comando Provinciale del Corpo Forestale
dello Stato, la A.S.L.8 e Centrale Operativa del 118 e la Consulta
Provinciale del Volontariato.
3
Nel mese di giugno 2005, dopo un primo incontro, è stato
individuato il luogo della simulazione al Crossdromo di Miravalle
ed è stato effettuato il primo sopralluogo.
Nel periodo di settembre ed ottobre 2005 hanno avuto luogo tre
incontri con i rappresentanti degli Enti sopra citati per
organizzare le fasi del progetto.
Durante queste riunioni è stato deciso di continuare l’iter del
progetto alternando incontri di verifica collegiali ad incontri di
progettazione
in
gruppo
ristretto
formati
soltanto
dai
rappresentanti della Protezione Civile e del Comune con alcune
insegnanti (Focus Group).
Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio si sono svolti i corsi di
formazione delle insegnanti con i rappresentanti dei vari enti
coinvolti:
Protezione Civile
Corpo Forestale dello Stato
Vigili del Fuoco
A.S.L.8 Centrale Operativa 118
A.R.I.
Totale
ore
ore
ore
ore
ore
ore
2
4
5
8
1.
20
Nei mesi di febbraio marzo e aprile gli alunni hanno lavorato nei
laboratori per produrre il fascicolo “Si salvi chi può” contenente
5 fascicoli-schede dei vari argomenti trattati:
- Protezione Civile;
- Terremoto;
- Incendi;
- Primo Soccorso;
- Alluvione.
Durante questo periodo le insegnanti hanno curato la parte grafica
con il responsabile della casa editrice (3 incontri).
Infine, nel periodo marzo-aprile e fino ai primi di maggio, sono
stati definiti i dettagli della manifestazione finale e curata la
stesura della sceneggiatura relativa alla esercitazione finale.
PRODUZIONE
1. L’ideazione, la progettazione e lo svolgimento per fasi
successive, monitorate e verificate in itinere,del progetto
globale,
2. la collaborazione l’interazione e lo scambio tra gli Enti e le
Istituzioni coinvolte,
3. la formazione delle insegnanti,
4. le visite guidate per i ragazzi,
4
5. il libro “Si salvi chi può”, un articolato in fascicoli, utile
strumento di consultazione e di diffusione nelle famiglie e in
altri contesti socio-educativi,
6. la simulazione-manifestazione finale (per la cui articolazione
vedi in allegato) a cui erano stati invitati i genitori..e i
cittadini di Montevarchi,
7. la realizzazione di un DVD sulla manifestazione finale,
8. la dotazione di un corredo per l’”esplorazione” ambientale (
zainetto e berretto protezione civile, bussola )ad ogni alunno
MODALITA’ OPERATIVE
METODOLOGIA
Premessa teorica
La scuola intesa come un “ambiente per l’apprendimento e
l’educazione”, volto alla formazione dell’uomo e del cittadino, ha
trovato la sua piena attuazione nella didattica laboratoriale.
Nel nostro plesso, già da molti anni, abbiamo concretizzato questa
modalità del fare scuola, aprendo le classi ad esperienze comuni
di apprendimento e condivisione emotiva, sia per lo svolgimento
dei percorsi curricolari, che per progetti interdisciplinari
integrati di più ampio respiro.
Bambini di età differenti si sono trovati a lavorare insieme in
nuovi gruppi,diversi da quelli delle classi, confrontandosi ed
interagendo tra loro, non solo sul versante puramente relazionale,
ma anche cognitivo; lo stesso principio è valso per le insegnanti
che hanno visto allargarsi il proprio orizzonte professionale e
consolidarsi la capacità di progettare insieme.
Appare chiaro che questo tipo di organizzazione è sostenuto da una
fortissima valenza formativa:viene infranta l’unità composta della
classe , gli alunni hanno l’opportunità di uno scambio attivo e
partecipativo, di condividere un lavoro comune assumendosi le
proprie responsabilità in relazione agli altri e, non ultimo,di
conoscere altre insegnanti che non sono le proprie, portatrici
ognuna di un personale stile educativo e di nuove modalità
comunicative.
La didattica laboratoriale per gruppi misti verticali fa emergere
chiaramente
quella
dimensione
cooperativa
dell’apprendimento
grazie alla quale le conoscenze/competenze/abilità del singolo
divengono un patrimonio comune a cui attingere , da arricchire
continuamente; si concretizza inoltre la pratica del tutoring che
procede indistintamente in modo biunivoco dal bambino più piccolo
a quello più grande e viceversa.
Viene privilegiato un iter educativo in cui ogni bambino vede
concretizzarsi un progetto, un’idea, in un programma che nasce dal
bisogno di conoscere, di risolvere un problema e si evolve fino
alla produzione di un prodotto finito.
5
La strategia del problem solving gioca un ruolo fondamentale in
questo cammino: il bambino percepisce che la conoscenza non è un
percorso lineare, ma costellato di dubbi, di nodi da sciogliere
per procedere oltre. Nella fascia d’età della Scuola Primaria il
connaturato desiderio di darsi delle risposte, di trovare più
soluzioni ad un problema, vede il bambino impegnato in uno sforzo
cognitivo notevole, in cui assume un’importanza decisiva il fare
concreto, l’operatività: la didattica del laboratorio rispetta
quindi la naturale tendenza del bambino a darsi delle risposte
lavorando attivamente con gli altri.
Il laboratorio come pratica didattica
Le considerazioni teoriche avanzate in precedenza, hanno sostenuto
costantemente l’attuazione del progetto “Si salvi chi può” e si
sono concretizzate nello svolgimento del percorso, suddiviso in
due tappe distinte:
-la redazione di fascicoli tematici , all’interno di ogni
laboratorio, da inserire poi in un unico raccoglitore-libro
- la simulazione finale.
La redazione dei fascicoli
1 _ L’assemblea ( fine ottobre)
Il primo momento ha visto costituirsi un’assemblea di plesso
(115 bambini ,13 insegnanti e 1 collaboratore scolastico)in cui le
insegnanti hanno illustrato, a grandi linee, gli argomenti del
progetto, tenendo conto degli interventi degli alunni.
In sintesi questo momento si è articolato in:
• presentazione degli argomenti.
• Discussione e richieste di chiarimenti da parte dei bambini.
• Verifica, per le insegnanti, del grado di interesse suscitato
dalla proposta.
• Verifica delle conoscenze sull’argomento già
possedute dai
bambini.
•
Accoglimento
di
proposte,
l’organizzazione futura.
lanciate
Le informazioni raccolte hanno costituito
partenza per il lavoro nei gruppi.
dai
bambini,
la
piattaforma
per
di
2 – Formazione sincronica di insegnanti e bambini
( a partire da novembre fino a febbraio)
La formazione parallela di insegnanti ed alunni , è stata
integrata da visite guidate ed interventi di esperti, all’interno
delle singole classi. Tutti i bambini hanno avuto occasione di :
6
-
visitare
il Distaccamento dei Vigili del Fuoco di
Montevarchi,( dicembre-gennaio)
- conoscere le principali norme di intervento di Primo Soccorso
con la presenza di infermieri professionali
( gennaio- febbraio);
- capire com’è attrezzata un’ambulanza del 118 in relazione al
tipo di intervento che deve compiere (gennaio-febbraio).
I bambini del 2° Biennio hanno ulteriormente arricchito questa
formazione di base attraverso:
-la visita alla Centrale Operativa del 118 di Arezzo (febbraio);
-l’acquisizione delle tecniche principali
della comunicazione
via
radio
,
grazie
all’intervento
di
un
volontario
dell’Associazione Radioamatori Italiana(aprile maggio).
3 -La suddivisione in gruppi(fine gennaio)
Nell’ambito degli interventi di pertinenza della Protezione
Civile, sono stati individuati 5 macrotematiche generali:
-
Forze della protezione Civile e orientamento
Terremoto
Incendio
Incidente stradale
Distribuzione dei viveri in caso di alluvione.
Per la formazione dei gruppi, i ragazzi dovevano optare per un
argomento e ,
pur rispettando l’interesse del bambino, in
alcuni casi abbiamo cercato di guidare la scelta al fine di:
- Favorire un’omogenea distribuzione per età e competenze;
- Smorzare e/o evitare potenziali situazioni di conflitto o
disagio, improduttive per l’operatività del team.
Ogni gruppo era costituito in media da 22/ 23 alunni, coordinato
da 2 o 3 insegnanti per tutelare l’inserimento dei bambini
diversamente abili.
4- Il lavoro nei gruppi
(febbraio-marzo –primi di aprile)
I bambini avevano già una prima alfabetizzazione di base,
relativa ad ogni argomento, acquisita in classe in sincronia con
la formazione delle insegnanti.
All’interno del gruppo, compito del docente è stato quello di
favorire la creazione di un clima positivo, che valorizzasse al
massimo ogni individualità, permettendo ad ognuno di offrire il
meglio di sé sia sul versante cognitivo che relazionale.
L’approfondimento delle tematiche proposte in classe, culminato
nella realizzazione di 5 fascicoli più una mappa-gioco di
Montevarchi che segnala i luoghi della Protezione Civile, è
stato scandito da queste fasi didattiche:
7
1. Conoscenza reciproca dei bambini e delle insegnanti.
2. Conversazione/discussione guidata per:
3. Verificare le conoscenze/competenze/abilità dei ragazzi.
4. Creare un substrato comune di conoscenze.
5. Evidenziare i nodi tematico-concettuali dell’argomento.
6. Stesura di una mappa concettuale dell’argomento.
7. Progettazione del fascicolo attraverso la scelta dei
contenuti integrati anche da un corredo iconografico
esplicativo
8. Formazione di sottogruppi misti: ad ogni unità operativa
era affidato lo sviluppo di un “nodo” relativamente al
testo scritto e all’immagine di supporto. In questa fase
i bambini più piccoli si sono dedicati soprattutto alla
produzione di disegni.
9. Presentazione del lavoro da parte del sottogruppo.
10.
Scelta delle immagini da parte di insegnanti ed
alunni e conseguente assemblaggio con la parte scritta in
un menabò da consegnare all’editore.
11.
Discussione critica del prodotto finale da parte del
gruppo di lavoro.
12.
Revisione, da parte delle insegnanti, di tutti i
fascicoli, per eventuali “limature” linguistiche e per
uniformarli in una veste grafica omogenea nello stile.
13.
Presentazione collettiva degli elaborati dei singoli
gruppi
Durante lo svolgimento di queste fasi operative sono state
effettuate
all’interno
dei
gruppi,
in
modo
contestuale
all’argomento trattato , anche simulazioni concernenti:
• I comportamenti da tenere nelle varie emergenze;
• Le procedure per le chiamate di soccorso da effettuare
La simulazione
Dalla seconda metà d’Aprile al 19 Maggio
Terminata la stesura del fascicolo, è iniziata la parte tecnicooperativa del progetto. Prima di entrare nel vivo della
8
simulazione abbiamo operato una scelta metodologica precisa:
mantenere la stessa composizione dei gruppi per salvaguardare il
buon clima relazionale che si era creato durante l’anno.
I cinque argomenti trattati nel fascicolo sono stati declinati
nelle rispettive simulazioni d’emergenza in cui i bambini hanno
avuto il compito d’allertare i soccorsi, nei modi e nei tempi più
rapidi ed efficaci.
Anche la simulazione finale ha richiesto fasi di lavoro ben
scandite:
1 – assemblea di plesso con i bambini in cui sono state definite
in generale le linee portanti della simulazione relativamente a:
- conferma della composizione dei gruppi
- puntualizzazione del luogo in cui si sarebbe svolta la
simulazione
- illustrazione delle cinque emergenze che avrebbero visto
come protagonisti i bambini, gli operatori professionali,
del volontariato e le insegnanti dei gruppi.
2 – sopralluogo a Miravalle finalizzato a:
- prima conoscenza morfologico-ambientale del crossdromo di
Miravalle
- ricognizione dei luoghi del crossdromo in cui sarebbero
state poste le strutture (tende, posto medico avanzato,
centrale operativa, automobile incidentata, casa che
sarebbe crollata durante il terremoto, luogo dell’incendio,
luogo dove ricercare un disperso) delle cinque emergenze.
- approccio in situazione con i rappresentanti degli enti di
protezione civile che sarebbero intervenuti (vigili del
fuoco, guardie forestali, esponenti del volontariato,
A.R.I., operatori del 118).
3 – Approfondimento della formazione per l’uso delle radio
trasmittenti (Aprile-Maggio)
Questo momento, come abbiamo già detto, ha riguardato i bambini
del secondo biennio ai quali è stato affidato il settore delle
comunicazioni. La formazione completa ha richiesto 6 ore al cui
interno i bambini a seconda del gruppo d’ appartenenza hanno
redatto il canovaccio dei dialoghi relativi alla loro emergenza.
4 – Prove di simulazione con gli operatori senza i mezzi di
soccorso e le strutture di base(3 e 17 Maggio). In questa fase
sono stati sperimentati:
- i percorsi di andata e ritorno dalla tenda base al luogo
dell’emergenza
- le comunicazioni
- le norme comportamentali adeguate all’emergenza
5 – Prova di simulazione (17 Maggio)con operatori, mezzi e
strutture svoltasi la mattina stessa del giorno della simulazione
durante la quale i bambini hanno potuto rendersi conto dell’intero
9
scenario e della loro interazione con le risorse strutturali ed
operative preposte ad ogni intervento di protezione civile.
6 – Simulazione finale(per la visione della sceneggiatura completa
vedi allegato)
VALUTAZIONE
Punti di forza e di criticità del progetto
Punti di forza
a)Gli insegnanti
Nella nostra scuola lavorano 13 insegnanti, comprese le colleghe
di sostegno e di lingua inglese, che da anni sono abituate a
condividere sia le decisioni educative e formative relative
all’iter scolastico degli alunni di tutta la scuola, sia le
modalità di lavoro.
Per l’ ”esportazione” del progetto in altre realtà scolastiche
riteniamo fondamentale:
•
•
la disponibilità
e la capacità dei docenti di collaborare,
programmare insieme
e condividere le scelte e le modalità di
lavoro,
fidarsi: lavorare cioè in gruppi disgiunti, ognuno dei quali si
assume la responsabilità di una parte
lavoro previsto. Ogni
gruppo:
a) può modificare sia le strategie operative per raggiungere
gli obiettivi previsti, sia gli obiettivi stessi.
b) Riporta a tutti i docenti le difficoltà incontrate, i
successi raggiunti, le decisioni prese.
(Infatti il progetto iniziale di cui presentiamo copia in
allegato, rappresenta soltanto la base teorico-operativa su
cui i gruppi delle
insegnanti hanno elaborato tutto l’
impianto definitivo e le attività in successione.)
•
•
La collaborazione con gli esperti della protezione civile della
Provincia,
del
Comune,
e
della
Regione,
che
è
stata
indispensabile e valida, sia in relazione alla progettazione
iniziale, sia durante tutte le altre fasi di lavoro.
La formazione degli insegnanti sui temi della protezione civile:
ciò ha permesso loro di acquisire e quindi introdurre gli alunni
a nuove conoscenze, utilizzando linguaggi e metodologie consone
alla loro fascia d’età. Gli esperti formano gli adulti e non gli
alunni; solo gli insegnanti infatti sono in grado di farli
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accedere, nei modi e nei tempi opportuni, all’acquisizione di
contenuti, anche se specialistici.
• Il finanziamento delle attività da parte degli enti- partners:
rispetto ad altri progetti infatti, le insegnanti non si sono
dovute occupare anche della parte economica, la cui congruità ha
consentito
un
buon
grado
di
tranquillità
durante
la
progettazione e l’ esecuzione.
• Fasi
di
lavoro
ben
scandite
attraverso
la
seguente
organizzazione:
-plenaria degli insegnanti,
-piccoli gruppi di lavoro delle insegnanti,
-plenaria
dei
rappresentanti
delle
Istituzioni,
Enti,
Associazioni,
-gruppo di raccordo Scuola e altre Istituzioni…:focus group delle
2 parti
-plenaria di tutte le componenti coinvolte.
Punti di criticità
•
La previsione delle ore necessarie per la progettazione e lo
svolgimento del progetto si è dimostrata del tutto errata: le
insegnanti hanno sopportato un elevato carico di lavoro non
retribuito:
Ore
affidate
e
retribuite con orario
funzionale
all’insegnamento
Ore effettuate extra
non retribuite
Ore di formazione
Non retribuite
Ore
in
totale
di
tutte le insegnanti
150
200
260
610
•
Considerando poi che la presenza e il lavoro di ciascuna
insegnante sono stati organizzati come indispensabili nel
preciso gruppo e nel settore di pertinenza, è stato impossibile
anche tirarsi indietro.
•
Le attività in classe o nei gruppi, visto l’espandersi del
lavoro, si sono sommate alle quotidiane attività curriculari e a
quelle degli altri progetti a cui la scuola aveva aderito,
causando alle insegnanti momenti di tensione e di ansia.
•
Si segnalano difficoltà nel determinare date e orari degli
incontri, delle visite guidate, della formazione, dovendo
coordinare le necessità e i tempi di tutti i rappresentanti
degli Enti e delle Istituzioni.
11
Punti di forza
b)Gli alunni
Per “esportare” il progetto riteniamo necessario che gli alunni:
•
•
•
Abbiano già acquisito la pratica di lavoro per gruppi misti
verticali, in cui i ragazzi più grandi si assumono la
responsabilità del tutoring emotivo e cognitivo di quelli più
piccoli.
Abbiano maturato la capacità di supporto consapevole ma non
codificato per i compagni diversamente abili.
Abbiano interiorizzato la pratica del confronto democratico e
della partecipazione attiva alla vita della scuola (
assemblee ricorrenti,..proposte e decisioni che vengono
sollecitate e realmente accolte dagli adulti…)
Attraverso il progetto di Protezione Civile gli alunni hanno
sviluppato in particolare:
•
•
•
•
•
La capacità di gestire le emozioni e di sapersi comportare
in maniera adeguata in situazioni di emergenza.
Il senso della solidarietà e dell’agire in sinergia, anche
con gli adulti.
La fiducia nei confronti delle forze che operano per la
tutela e la sicurezza dei cittadini
La presa di coscienza che tante persone lavorano per la
tutela dell’ ambiente e per la difesa dell’uomo in
situazione di pericolo.
Il senso
di protagonismo e di partecipazione “alla pari”
con le altre forze in campo durante le operazioni di
simulazione nella manifestazione finale, nella quale
peraltro i ragazzi hanno collaborato
in modo semplice ,
protetto e in sicurezza.
Sempre per una
inoltre che:
•
•
eventuale
“esportazione”del
progetto
segnaliamo
L’individuazione del territorio per la simulazione degli
eventi è stata utile fin dall’inizio del progetto per
immaginare il percorso da fare e formulare ipotesi concrete
di lavoro.
La simulazione finale si è svolta in ambiente molto idoneo ed
ha offerto agli operatori e agli alunni la possibilità di
effettuare le esercitazioni previste. La scelta del luogo
giusto non è secondaria: esso deve avere caratteristiche
12
tali, da permettere uno svolgimento in sicurezza e consentire
una visibilità scenografica per gli spettatori.
Le insegnanti della scuola primaria Pestello
Montevarchi, 27 giu. 06
13
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“ SI SALVI CHI PUÒ” PROGETTO DIDATTICO svolto da anno