Centro Sperimentale per l’Educazione Sanitaria
dell’Università degli Studi di Perugia
Lab/Codex
Conoscere per decidere
Consumo e danni da bevande alcooliche
Paolo Franchi*
Definizione: le caratteristiche della sostanza alcool
Le bevande alcooliche sono composte principalmente da acqua e, in proporzione minore, da alcool
etilico (o etanolo); in tracce, infine, contengono altre sostanze, presenti naturalmente e/o aggiunte
dall’uomo quali composti aromatici, antiossidanti, vitamine, coloranti, ecc. (21).
L’alcool etilico o etanolo è un liquido incolore, di sapore gradevole, più leggero dell'acqua. Raggiunge
l’ebollizione a 78 °C e congela a -112 °C (15).
L’etanolo non può essere considerato un alimento, non essendo una sostanza nutriente (come invece
lo sono gli zuccheri, i grassi, le proteine, le vitamine, i sali minerali). Infatti, pur apportando una
cospicua quantità di calorie (l’equivalente calorico di un grammo di alcool o potere calorico è pari a 7
Kcal, inferiore solo ai grassi), l’organismo non riesce ad utilizzarlo né per la formazione dei tessuti,
né per il lavoro muscolare, ma soltanto per il cosiddetto metabolismo basale (il metabolismo che
rende possibile le funzioni essenziali dell’organismo in condizioni di riposo). Ciò riduce il consumo
degli zuccheri e dei depositi di grassi dell’organismo normalmente impiegati a tale scopo. Per questo
l’alcool, se assunto in grande quantità, favorisce il sovrappeso (3,4).
L’alcool è una sostanza estranea all’organismo, non essenziale, ad azione tossica per molti organi ed
apparati (in particolare fegato, sistema nervoso centrale ed apparato cardiocircolatorio), classificata
dall’IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) fra le sostanze cancerogene per l’uomo
e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) fra le droghe. Esso, infatti, ha un potere
psicoattivo, agendo sul funzionamento del cervello dell’uomo, modificandone il comportamento,
*
Medico, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Centro Sperimentale per l’Educazione Sanitaria, Università
degli Studi di Perugia
influenzando in particolare la capacità di attenzione, di concentrazione e i tempi di reazione agli
stimoli (19,20,23).
La sua assunzione eccessiva (abuso), protratta nel tempo, induce assuefazione o tolleranza
(necessità di aumentare la dose ingerita per ottenere lo stesso effetto) e dipendenza di ordine fisico e
psichico (bisogno invincibile di ricorrere all’alcool che condiziona negativamente lo stile di vita della
persona che ne fa uso, mettendone a rischio la salute fisica, psichica, familiare e sociale) (2).
Le bevande alcooliche si distinguono in due categorie in base al procedimento di fabbricazione:
bevande fermentate e bevande distillate.
Le bevande fermentate sono prodotte tramite fermentazione naturale. Dalla spremitura dell'uva, di
altri frutti e di numerosi cereali si ottiene un liquido con elevate quantità di zuccheri che, per azione
di fermenti (enzimi), vengono trasformati in alcool etilico.
Le principali bevande fermentate sono:
- il vino, che deriva dalla fermentazione dell’uva o del succo (mosto) d’uva;
- la birra, ricavata dalla fermentazione del mosto di luppolo, malto, orzo mescolato ad altri cereali;
- il sidro, ottenuto dalla fermentazione del succo di mele o di pere.
Le bevande distillate sono invece ottenute tramite distillazione di prodotti fermentati con un
processo consistente nella separazione, tramite calore, dell'acqua che rimane allo stato liquido,
dall’alcool, che diventa gassoso. L’alcool, incanalato in appositi tubi, viene raffreddato e condensa.
Si ottiene così una bevanda con una percentuale d’alcool molto maggiore rispetto a quella di
partenza. Le principali bevande distillate sono le acquaviti o superalcoolici, ottenute dalla
distillazione di bevande (ad esempio dal vino bianco si producono il cognac e il brandy, dal succo
fermentato della canna da zucchero il rhum, dal sidro il calvados) o di altri prodotti che hanno
comunque già subito un processo di fermentazione (dalle vinacce si ricava la grappa, dai cereali il gin,
il whisky e la vodka, dalla melassa il rhum) (3,4,5,15).
Le acquaviti o superalcoolici rappresentano un tipo di liquori. Altri tipi di liquori vengono invece
ottenuti anche per macerazione nell’alcool di sostanze vegetali (gli amari) oppure per l’unione di
essenze vegetali ad alcool di distillazione (gli aperitivi) (3,4,5,15).
Si stanno poi diffondendo, in particolare tra i giovani, delle bevande alcooliche di nuova generazione
caratterizzate da un tasso alcoolico ridotto – di solito tra i 4 e i 7 °C - e da un maggior contenuto
zuccherino, che vengono denominate “alcopops”. Si tratta di bevande alcooliche premiscelate,
composte da bibite dolci (ad esempio limonate) miscelate con un superalcoolico (11).
La quantità di alcool etilico contenuto in una bevanda si misura – come viene riportato sull’etichetta
del contenitore (bottiglia, lattina, ecc.) - in gradi alcoolici, detti anche - più semplicemente e
frequentemente - gradi (°). I gradi rappresentano la percentuale di alcool sul volume della bevanda
(precisamente i ml di alcool contenuti in 100 ml di bevanda alcoolica). Per ottenere i grammi di alcool
in 100 ml è sufficiente moltiplicare tale valore per 0.8 (5,15,21).
Le bevande fermentate non superano mai i 16°-18° (il vino varia dai 9° ai 15°; la birra dai 2° ai 7; il
sidro dai 4° ai 6,5°), mentre quelle distillate (le acquaviti o superalcoolici) vanno dai 40° ai 50° (15).
Assorbimento, metabolismo ed eliminazione
L'alcool ingerito passa nel sangue in parte a livello dello stomaco (20%), ma soprattutto a livello del
primo tratto dell'intestino (80%). La velocità di questo processo, detto assorbimento, è molto rapida
(l’alcool è riscontrabile nel sangue dopo soli cinque minuti dall'ingestione e raggiunge il picco
massimo dopo 30 min. - 1 ora), ma è influenzata da diversi fattori: aumenta se si è a stomaco vuoto,
se le bevande sono ad alta gradazione (superalcoolici), se l’alcool è ingerito rapidamente, se si
assumono bevande “gassate” o “frizzanti” contenenti anidride carbonica (soda, Champagne ed altre),
mentre è più lento se si è a stomaco pieno (soprattutto se i cibi sono ad alto contenuto di grassi), le
bevande sono a bassa gradazione e si beve lentamente, non vuotando di colpo il bicchiere
(3,4,15,21).
Trasportato dal sangue, l'alcool raggiunge, diffondendo velocemente ed uniformemente nei liquidi
corporei grazie alla sua solubilità in acqua, tutti gli organi e tessuti del nostro corpo, sebbene in
tempi diversi: dopo 10-15 minuti arriva al fegato, al cervello, al cuore e ai reni, dopo circa un'ora ai
muscoli e al tessuto adiposo. Questo tipo di distribuzione è uno dei meccanismi fondamentali della
diversa tolleranza all’alcool nei diversi individui, nei diversi sessi e nelle diverse condizioni (3,21).
Poiché non esistono per l’alcool possibilità di deposito nell’organismo, esso deve essere
rapidamente trasformato in altre sostanze meno nocive, che vengono infine eliminate. Questa
trasformazione (metabolismo) dell’etanolo avviene a livello dello stomaco e soprattutto del fegato,
che metabolizza oltre il 90% dell'alcool assorbito (3,21).
Va sottolineato, però, che lo stomaco metabolizza l’etanolo prima ancora del suo passaggio nel
sangue, mentre il fegato, che ha una limitata capacità di trasformare l’alcool, agisce solo dopo il suo
ingresso nell’organismo. Ciò fa sì che l’etanolo, fino a quando il fegato non ne ha completato la
digestione, continui a circolare, a distribuirsi nei vari organi ed ad esercitare i suoi effetti
nell’organismo (19,21).
La velocità con cui il fegato riesce a rimuovere l'alcool dal sangue varia da individuo ad individuo; in
media il fegato è in grado di rimuovere fino a 0.5 Unità Alcooliche (U.A.) per ogni ora ovvero è
capace di smaltire 1/2 bicchiere di una qualsiasi bevanda alcoolica all’ora e dunque 1 bicchiere ogni
ora circa.
Si definisce Unità Alcoolica (U.A.) una quantità di alcool pari a circa 12 grammi di etanolo. Una tale
quantità è contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di
birra (330 ml) di media gradazione o in una dose da bar di un aperitivo (80 ml) o di un superalcoolico
(40 ml) (Fig. 1). Le U.A. corrispondenti a varie misure di differenti bevande alcooliche sono
riportate in Tabella 1 (21).
Figura 1 – UNITÀ ALCOOLICA (U.A.) - Fonte: SIA, AICAT, ISS, Centro di collaborazione OMS per
la ricerca e la promozione della salute sull' alcool e sui problemi alcool-correlati, CAR, 2008 (19).
Tabella 1 - QUANTITÀ DI ALCOOL DI ALCUNE BEVANDE ALCOOLICHE
Bevanda alcoolica
(gradi alcoolici - °)
Vino da pasto (12°)
Vino da pasto (11°)
Vino da pasto (13.5°)
Birra normale (4.5°)
Birra doppio malto (8°)
Vermouth dolce (16°)
Vermouth secco (19°)
Porto, aperitivi (20°)
Brandy, Cognac, Grappa,
Rhum, Vodka, Whisky
(40°)
125
125
125
330
200
75
75
75
Co ntenuto
di alcool
(g)
12
11
13
12
12
10
10
12
Apporto
calorico
(kcal)
84
77
91
100
170
113
82
115
Unità
alcooliche
(U.A.)
1
0.9
1.1
1
1
0.8
0.8
1
40
13
94
1.1
Misura
standard
Q ua ntità
(ml)
1 bicchiere
1 bicchiere
1 bicchiere
1 lattina
1 boccale
1 bicchierino
1 bicchierino
1 bicchierino
1 bicchierino
N.B.: Le etichette di tutte le bevande alcooliche riportano il contenuto di alcool esprimendolo in gradi
(°), cioè in volume su 100 ml. Per ottenere i corrispondenti grammi di alcool in 100 ml si deve
moltiplicare tale valore per 0.8. L’apporto calorico si riferisce alla quantità riportata in tabella ed
include anche eventuali calorie apportate da altri componenti, soprattutto zucchero. Fonte: INRAN,
2007 (21).
Considerati i tempi fisiologici di metabolismo dell’alcool è dunque raccomandabile non concentrare
in breve tempo il consumo di bevande alcooliche onde evitare di “saturare” lo specifico sistema di
rimozione dell’alcool dal sangue.
Secondo le Linee guida per una sana alimentazione dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli
Alimenti e la Nutrizione), in accordo con le raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale
della Sanità), la dose quotidiana di alcool che una persona in buona salute può assumere e smaltire
senza “saturare lo specifico sistema di rimozione dell’alcol dal sangue ed incorrere in gravi danni per
il suo organismo non può essere rigidamente definita a priori, poiché dipende da numerose variabili
individuali (21).
Tuttavia un consumo considerato moderato o a “basso rischio” può essere indicato entro il limite di
2-3 unità alcooliche al giorno per l’uomo adulto (20-40 grammi di alcool), di 1-2 unità alcooliche per
la donna adulta (10-20 grammi) e di una sola unità alcoolica per i giovani di 16 - 18 anni e per gli
anziani, da consumarsi durante i pasti (1,3,12,13,14,15,18,19, 21).
Viene raccomandata l’astensione totale dal consumo di alcool per i bambini, gli adolescenti fino a 16
anni, le donne in gravidanza e durante l’allattamento (1,3,12,13,14,15,18,19, 21).
Va poi ricordato che una riduzione delle soglie consentite per le persone adulte sane viene prevista fino a considerare in taluni casi l’astensione completa - per le persone con problemi di salute (ad
esempio i malati di fegato) o che assumono farmaci (1,3,12,13,14,15,18,19, 21).
I consumi che superano tali soglie dovrebbero perciò essere considerati potenzialmente a rischio.
Precisamente la categoria dei consumatori a rischio - secondo le definizioni adottate dall’Istat
(Istituto Nazionale di Statistica) – comprende chi adotta almeno uno dei seguenti “comportamenti di
consumo di alcool a rischio per la salute”:
-
il “consumo giornaliero non moderato di alcool” ovvero il consumo che eccede: 2-3 unità
alcooliche al giorno per l’uomo; 1-2 unità alcooliche per la donna; 1 unità per gli anziani di 65
anni e più; qualsiasi quantità giornaliera per i minori di 16 anni;
-
il consumo almeno una volta alla settimana di bevande alcooliche fuori dai pasti;
-
il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcooliche (5 o più secondo la definizione OMS) in
un’unica occasione (binge drinking o consumo episodico eccessivo);
-
il consumo di almeno una bevanda alcoolica nell’anno per i minori di 11-15 anni (12).
Da ultimo, la piccolissima quota di etanolo (2-10%) che non è stata metabolizzata dal fegato viene
eliminata inalterata attraverso i polmoni con l’aria espirata oppure come urina e sudore (Fig. 2) (14).
Sulla base di questa modalità di eliminazione vengono realizzati i test non invasivi (palloncino) che
consentono, con l’impiego di apposite apparecchiature (etilometro), di valutare la concentrazione di
alcool presente nel sangue (alcoolemia), che si misura in grammi per litro (g/l) di sangue (21).
Figura 2 - ELIMINAZIONE DELL’ALCOOL DALL’ORGANISMO - Fonte: ISS, 2008 (14).
Riguardo al consumo di alcool va infine ricordato che lo slogan adottato dall’OMS per le campagne
informative è: “Più sai meno rischi! Alcool? Meno è meglio!”. In particolare tanto l’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) quanto il National Institute of Health (NIH) degli Stati Uniti
ribadiscono che nessun individuo può essere sollecitato al consumo - anche moderato - di bevande
alcooliche, considerando il rischio che l’uso di alcool comporta per l’organismo. Gli individui che
non bevono, perciò, non possono e non devono essere invitati a modificare il proprio
comportamento (19).
Effetti sull'organismo umano e sulla società (Acuti e Cronici)
Dal consumo non moderato di alcool derivano molte conseguenze dannose per il singolo individuo
(danni fisici e psichici), per le persone che lo circondano e per tutta la società (22).
L’alcool agisce praticamente su tutti gli organi del corpo umano, determinando solitamente nel
caso di assunzioni episodiche i cosiddetti effetti acuti dell’alcool, che sono a rapida insorgenza ed
hanno breve durata, nel caso di assunzioni prolungate i cosiddetti effetti cronici dell’alcool che,
invece, persistono nel tempo. È comunque importante notare che talora anche le assunzioni
episodiche eccessive (binge drinking) possono determinare conseguenze a lungo termine sulla salute
dell’individuo (malattie del ritmo cardiaco e della circolazione cerebrale) (1).
A) Effetti Acuti
Gli effetti acuti dell'alcool sull'organismo umano variano notevolmente da persona a persona in
quanto dipendono dalla concentrazione che l’alcool raggiunge nel sangue (alcoolemia), a sua volta
determinata da molteplici fattori:
•
la quantità di alcool ingerita (per la cui valutazione devono essere considerati sia il volume –
misurato in “bicchieri”- sia la gradazione del tipo di bevanda alcoolica assunta)
•
la modalità di assunzione o “modello del bere” seguito (regolarmente in quantità moderate ai
pasti oppure irregolarmente in quantità eccessive e fuori pasto);
•
il peso;
•
la composizione corporea (in particolare la percentuale di acqua corporea influenza la
distribuzione dell’alcool nei vari organi e tessuti perché l’etanolo diffonde proprio
nell’acqua);
•
il sesso (le donne, avendo rispetto all’uomo, un peso minore, minori quantità di acqua
corporea e minore efficienza dei meccanismi di metabolizzazione dell’alcool, sono più
vulnerabili ai suoi effetti e, a parità di consumo, presentano un’alcoolemia più elevata;
•
l’età (ad esempio nell’adolescenza e nella giovinezza fino ai 18 - 20 anni si riscontra una
relativa immaturità dei sistemi di smaltimento dell’alcool, mentre sopra i 65 anni la loro
efficienza diminuisce in maniera significativa. In queste fasce di età gli individui sono,
dunque, maggiormente esposti agli effetti nocivi dell’alcool rispetto all’età adulta);
•
fattori genetici (ridotta efficienza dei sistemi enzimatici del fegato in alcuni gruppi etnici);
•
la presenza di malattie o condizioni psico-fisiche individuali che riducono la capacità
individuale di metabolizzare l’alcool;
•
lo stato della parete di rivestimento dello stomaco (ad esempio in caso di gastrite l’aumentato
flusso ematico e le lesioni alla parete connessi con il processo infiammatorio favoriscono il
passaggio nel sangue o assorbimento dell’alcool);
•
l’abitudine all’alcool;
•
l’assunzione di farmaci anche di uso comune (es. aspirina ed altri antinfiammatori,
antistaminici, antibiotici, anticoncezionali, farmaci per il sistema nervoso quali gli ipnotici ed
altri, antipertensivi, anticoagulanti. Poiché molti di questi farmaci vengono metabolizzati nel
fegato dagli stessi enzimi responsabili del metabolismo dell’alcool, l’assunzione di bevande
alcooliche insieme ad essi rallenta lo smaltimento tanto dell’alcool quanto dei farmaci assunti,
con conseguenti fenomeni di sovradosaggio e reazioni indesiderate talvolta anche molto gravi)
(3,8,12,13,14,15,18,21).
In generale, comunque, nonostante questa elevata variabilità individuale, si può affermare che
all'aumentare delle dosi di alcool assunte gli effetti e le sensazioni che compaiono con maggiore
frequenza sono indicati in tabella 2 (7). Questa - insieme ad altre due tabelle (Tabb. 2a e 2b) (8) che
stimano in modo approssimativo l’alcoolemia in base alle bevande alcooliche ingerite - deve essere
obbligatoriamente esposta in tutti i locali italiani che vendono alcoolici a partire dal 23 settembre
2008, data dell’entrata in vigore del decreto 30 luglio 2008 del Ministero del Lavoro, Salute e
Politiche Sociali (6). La tabella 2 sottolinea gli effetti che possono influenzare la guida dell’auto o di
apparecchiature pericolose per sé e per gli altri e riporta anche – in aggiunta rispetto a quella
originale del decreto 30 luglio 2008 – la quantità di bevande alcooliche (in numero di U.A. o
“bicchieri”) corrispondente ai vari livelli di alcoolemia nel caso di consumo a stomaco pieno da parte
di un uomo adulto, sano e del peso di 70 kg. Il calcolo è stato fatto in base alla tabella 2a (vedi parti
evidenziate). Per un analogo calcolo nel sesso femminile occorre riferirsi alla tabella 2b. Si deve anche
ricordare che i valori di alcoolemia delle tabelle 2a e 2b sono indicativi e si riferiscono ad
un’assunzione di bevande alcooliche avvenuta entro i 60-100 minuti dal calcolo.
Le tabelle 2a e 2b riportano i livelli teorici di alcoolemia (corrispondenti all’ALLEGATO 2 del
Decreto del Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali 30 luglio 2008) e le tabelle 2A e 2B
riportano le gradazioni dei prodotti merceologici correnti.
Tabella 2 - I PRINCIPALI SINTOMI CORRELATI AI DIVERSI LIVELLI DI
CONCENTRAZIONE ALCOOLEMICA
Concentrazione di alcool
nel sangue (g/l)
Numero di U.A. ingerite a stomaco
pieno in uomo adulto di 70 kg
□
0
□
□
□
□
0.1-0.2
0.3-0.4
NESSUN bicchiere di vino
(12°)
NESSUN boccale/lattina di
birra normale (5°)
NESSUN bicchierino di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
0,5 - 1 bicchiere di vino (12°)
0,5 -1 boccale/lattina di birra
normale (5°)
0,5 – 1 bicchierino di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
Sensazioni più frequenti
Effetti progressivi e abilità
compromesse
Nessuna
Nessuna
Affievolimento della
vigilanza, attenzione e
controllo. Iniziale riduzione
del coordinamento motorio.
□
Iniziale riduzione della
visione laterale. Nausea.
Riduzione delle capacità di
□ 2 - 2,5 bicchieri di vino (12°)
Sensazione di ebbrezza.
vigilanza, attenzione e
Riduzione delle
□ 2- 2,5 boccali/lattine di birra
controllo. Riduzione del
inibizioni, del controllo e
normale (5°)
coordinamento motorio e dei
della percezione del
□ 2 bicchierini di superalcoolico
riflessi. Riduzione della
rischio.
di media gradazione (45°)
visione laterale. Vomito
0.5 g/l : LIMITE LEGALE DEL TASSO ALCOOLEMICO PER LA GUIDA
Iniziale sensazione di
ebbrezza. Iniziale
riduzione delle inibizioni
e del controllo.
0.5-0.8
□
□
□
tra 3 e 5 bicchieri di vino (12°)
tra 3 e 5 boccali/lattine di birra
normale (5°)
tra 3 e 5 bicchierini di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
Cambiamenti dell ’umore.
Nausea, sonnolenza. Stato
di eccitazione emotiva.
tra 6 e 10 bicchieri di vino
(12°)
tra 5 ½ e 9 boccali/lattine di
birra normale (5°)
tra 5 e 9 bicchierini di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
Alterazione dell’umore.
Rabbia. Tristezza.
Confusione mentale,
disorientamento.
0.9-1.5
□
□
□
1.6-3.0
□
□
□
3.1- 4.0
□
□
□
Oltre 4
□
□
□
tra 10 ½ e 20 bicchieri di vino
(12°)
tra 10 e 18½ boccali/lattine di
birra normale (5°)
tra 9½ e 17½ bicchierini di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
tra 20½ e 26 e ½ bicchieri di
vino (12°)
tra 19 e 25 boccali/lattine di
birra normale (5°)
tra 18 e 23½ bicchierini di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
oltre 27 bicchieri di vino (12°)
oltre 25½ boccali/lattine di
birra normale (5°)
oltre 24 bicchierini di
superalcoolico di media
gradazione (45°)
Stordimento.
Aggressività. Stato
depressivo. Apatia.
Letargia.
Riduzione della capacità di
giudizio. Riduzione della
capacità di individuare
oggetti in movimento e della
visione laterale. Riflessi
alterati. Alterazione delle
capacità di reazione agli
stimoli sonori e luminosi.
Vomito.
Compromissione della
capacità di giudizio e di
autocontrollo.
Comportamenti socialmente
inadeguati. Linguaggio mal
articolato. Alterazione
dell’equilibrio.
Compromissione della
visione, della percezione di
forme, colori, dimensioni.
Vomito.
Compromissione grave dello
stato psicofisico.
Comportamenti aggressivi e
violenti. Difficoltà marcata a
stare in piedi o camminare.
Stato di inerzia generale.
Ipotermia. Vomito.
Stato di incoscienza.
Allucinazioni. Cessazione
dei riflessi. Incontinenza.
Vomito. Coma con
possibilità di morte per
soffocamento da vomito.
Difficoltà di respiro,
sensazione di
soffocamento. Sensazione
di morire.
Battito cardiaco rallentato.
Fame d’aria. Coma. Morte per
arresto respiratorio.
Fonte: da D.M. 30 luglio 2008 (Art.6 del D.L. 117/2007 convertito in legge, con modificazioni,
dall'art.1, della L. 160/2007) (7).
La seconda colonna indica la quantità di bevande alcoliche (in numero di U.A.o “bicchieri”) corrispondente ai vari livelli di
alcoolemia nel caso di consumo a stomaco pieno da parte di un uomo adulto, sano e del peso di 70Kg.
Tabella 2a - STIMA DELLA QUANTITÀ DI BEVANDE ALCOOLICHE CHE
DETERMINANO NEGLI UOMINI IL SUPERAMENTO DEL TASSO ALCOOLEMICO
LEGALE PER LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA (0,5 G/L)*
UOMINI
STOMACO PIENO
Peso corporeo (Kg)
Gradazione
BEVANDA
55
65
70
75
80
90
alcoolica
(Vol.%)
Livelli teorici di alcoolemia
birra analcoolica
0,5
0,02
0,02
0,02
0,01
0,01
0,01
birra leggera
3,5
0,14
0,12
0,11
0,10
0,10
0,09
birra normale
5
0,20
0,17
0,16
0,15
0,14
0,12
birra speciale
8
0,33
0,28
0,26
0,24
0,22
0,20
birra doppio malto
10
0,41
0,34
0,32
0,30
0,28
0,25
vino
12
0,18
0,16
0,15
0,14
0,13
0,11
vini liquorosi - aperitivi
18
0,18
0,15
0,14
0,13
0,12
0,11
digestivi
25
0,12
0,10
0,10
0,09
0,08
0,08
digestivi
30
0,15
0,13
0,12
0,11
0,10
0,09
superalcoolici
35
0,17
0,15
0,14
0,13
0,12
0,11
superalcoolici
45
0,22
0,19
0,17
0,16
0,15
0,14
superalcoolici
60
0,30
0,25
0,23
0,22
0,20
0,18
champagne/spumante
11
0,14
0,11
0,11
0,10
0,09
0,08
ready to drink
2,8
0,05
0,04
0,04
0,03
0,03
0,03
ready to drink
5
0,09
0,08
0,07
0,07
0,06
0,06
Fonte: D.M. 30 luglio 2008 (Art. 6 del D.L. 117/2007 convertito in legge, con modificazioni, dall'art.
1, della L. 160/2007)(8).
*Esempi:
•
uomo, peso corporeo 75 Kg, ha assunto a stomaco pieno 2 birre speciali. Alcoolemia attesa:
0,24+ 0,24 = 0,48 grammi/litro;
•
uomo, peso corporeo 55 Kg, ha assunto a stomaco pieno 1 birra doppio malto ed 1
superalcoolico di media gradazione (45°). Alcoolemia attesa: 0,41+0,22 = 0,63 grammi/litro.
L’Unità Alcoolica di riferimento corrisponde (in centimetri cubici, cc) ai seguenti volumi (bicchieri,
lattina, ecc.) serviti nei locali: birra 330 cc, vino 125 cc, vini liquorosi-aperitivi 80 cc, digestivi 40 cc,
superalcoolici 40 cc, champagne/spumante 100 cc, ready to drink 150 cc, MIX (cc dati dalla somma dei
componenti).
Tabella 2 A - STIMA DELLA QUANTITÀ DI BEVANDE ALCOOLICHE CHE
DETERMINANO NEGLI UOMINI IL SUPERAMENTO DEL TASSO ALCOOLEMICO
LEGALE PER LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA (0,5 G/L)/gradazioni dei prodotti
merceologici correnti
UOMINI
STOMACO PIENO
Peso corporeo (Kg)
Gradazione
BEVANDA
55
65
70
75
80
90
alcoolica
(Vol.%)
Livelli teorici di alcoolemia
birra leggera
3,5
0,14
0,12
0,11
0,10
0,10
0,09
birra normale
5
0,20
0,17
0,16
0,15
0,14
0,12
birra doppio malto
8
0,33
0,28
0,26
0,24
0,22
0,20
vino
12
0,18
0,16
0,15
0,14
0,13
0,11
vini liquorosi - aperitivi
18
0,18
0,15
0,14
0,13
0,12
0,11
digestivi
25
0,12
0,10
0,10
0,09
0,08
0,08
superalcoolici
40
0,20
0,17
0,16
0,15
0,14
0,13
champagne/spumante
11
0,14
0,11
0,11
0,10
0,09
0,08
ready to drink
5
0,09
0,08
0,07
0,07
0,06
0,06
La nostra legislazione (legge 125/2001), coerentemente con quella dei paesi europei e della grande
maggioranza dei paesi del mondo, stabilisce un limite di 0.5 g di alcool per litro di sangue per la guida
di veicoli: oltre tale limite è severamente proibito e sanzionabile guidare. Bisogna però considerare
seriamente che già a valori di 0.2 g per litro (dunque meno della metà) si assume un comportamento
più spavaldo, che porta sia a sottovalutare i pericoli sia a sopravvalutare le proprie capacità (21).
Per meglio comprendere il significato di questo dato basti pensare che valori di alcoolemia compresi
fra 0,15 e 0,17 g/l vengono raggiunti in media da un adulto di sesso maschile con un peso di 70 kg
tramite l’ingestione a stomaco pieno di circa 12 grammi di alcool puro, che equivale all'ingestione di
un bicchiere di vino di media gradazione (125 ml) oppure di una lattina di birra normale (330 ml)
oppure di un bicchierino di superalcoolico da 45° (40ml). La conclusione è che non esistono livelli di
consumo alcoolico sicuri alla guida e, dunque, il comportamento più sicuro per prevenire un
incidente stradale è quello di evitare il consumo di bevande alcooliche se si deve poi guidare un
qualsiasi tipo di veicolo (8).
Gli incidenti stradali causati da guida in stato di ebbrezza, spesso mortali, rappresentano purtroppo
solo una delle situazioni di rischio a cui il consumo non moderato di alcool espone il singolo
individuo e la comunità di appartenenza (gli altri sono rappresentati da: incidenti domestici,
infortuni sul lavoro, violenze familiari, maltrattamento dei minori, episodi di criminalità, gravidanze
indesiderate, ecc) (1,22).
Tabella
2b
-
STIMA
DELLA QUANTITÀ
DI
BEVANDE ALCOOLICHE
CHE
DETERMINANO NELLE DONNE IL SUPERAMENTO DEL TASSO ALCOOLEMICO
LEGALE PER LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA (0,5 G/L) *
DONNE
STOMACO PIENO
Peso corporeo (Kg)
45
BEVANDA
Gradazione
alcoolica
(Vol.%)
birra analcoolica
0,5
0,03
0,03
0,02
0,02
0,02
0,02
birra leggera
3,5
0,23
0,19
0,17
0,16
0,14
0,13
birra normale
5
0,32
0,26
0,24
0,22
0,19
0,18
birra speciale
8
0,52
0,42
0,39
0,36
0,31
0,29
birra doppio malto
10
0,65
0,53
0,48
0,45
0,39
0,36
vino
12
0,29
0,24
0,22
0,20
0,18
0,17
vini liquorosi - aperitivi
18
0,28
0,23
0,21
0,20
0,17
0,16
digestivi
25
0,20
0,16
0,15
0,14
0,12
0,11
digestivi
30
0,24
0,19
0,18
0,16
0,14
0,13
superalcoolici
35
0,27
0,22
0,21
0,19
0,16
0,15
superalcoolici
45
0,35
0,29
0,26
0,24
0,21
0,20
superalcoolici
60
0,47
0,38
0,35
0,33
0,28
0,26
champagne/spumante
11
0,22
0,18
0,16
0,15
0,13
0,12
ready to drink
2,8
0,07
0,06
0,06
0,05
0,04
0,04
ready to drink
5
0,15
0,12
0,11
0,10
0,09
0,08
55
60
65
75
80
Livelli teorici di alcoolemia
Fonte: D.M. 30 luglio 2008 (Art. 6 del D.L. 117/2007 convertito in legge, con modificazioni, dall'art.
1, della L. 160/2007)(8).
*Esempi:
•
•
donna, peso 45 Kg, ha assunto a stomaco pieno 1 birra leggera ed 1 aperitivo alcoolico.
Alcoolemia attesa: 0,23+0,28 = 0,51grammi/litro;
donna, peso 60 Kg, ha assunto a stomaco pieno 2 superalcoolici (60°). Alcoolemia attesa:
0,35+0,35 = 0,70.
Tabella 2 B - STIMA DELLA QUANTITÀ DI BEVANDE ALCOOLICHE CHE
DETERMINANO NELLE DONNE IL SUPERAMENTO DEL TASSO ALCOOLEMICO
LEGALE PER LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA (0,5 G/L) /gradazioni dei prodotti
merceologici correnti
DONNE
STOMACO PIENO
Peso corporeo (Kg)
Gradazione
alcoolica
(Vol.%)
45
birra leggera
3,5
0,23
0,19
0,17
0,16
0,14
0,13
birra normale
5
0,32
0,26
0,24
0,22
0,19
0,18
birra doppio malto
8
0,52
0,42
0,39
0,36
0,31
0,29
Vino
12
0,29
0,24
0,22
0,20
0,18
0,17
vini liquorosi – aperitivi
18
0,28
0,23
0,21
0,20
0,17
0,16
Digestivi
25
0,20
0,16
0,15
0,14
0,12
0,11
Superalcoolici
40
0,31
0,26
0,24
0,22
0,19
0,18
champagne/spumante
11
0,22
0,18
0,16
0,15
0,13
0,12
ready to drink
5
0,15
0,12
0,11
0,10
0,09
0,08
BEVANDA
55
60
65
75
80
Livelli teorici di alcolemia
B) Cronici
Le persone che sono solite bere quantità di alcool superiori alla capacità di smaltimento
dell'organismo si espongono a gravi rischi per la salute. L'assunzione prolungata e costante di alcool
può, infatti, provocare:
-
uno stato di dipendenza fisica e psichica. Il rischio di dipendenza da alcool inizia già per bassi
consumi ed aumenta proporzionalmente sia con la quantità di alcool consumato sia con
l’assunzione di grandi quantità in un’unica occasione. I giovani adulti sono particolarmente a
rischio per questa condizione (1,15);
-
circa 60 diverse condizioni di malattia e precisamente: malattie a carico dell’apparato digerente
e precisamente del fegato (cirrosi), del pancreas, dello stomaco (gastriti), a carico del sistema
cardiovascolare: vari tipi di malattia cardiaca (ipertensiva, infarto ed altre), ictus; a carico del
metabolismo (diabete); tumori (soprattutto della bocca, gola, prime vie aeree, mammella,
fegato e in misura minore stomaco e alcune parti dell’intestino, ovvero colon e retto); problemi
immunologici; malattie polmonari; malattie dello scheletro e muscolari; problemi dell’apparato
riproduttivo e danni prenatali, che comprendono un aumento del rischio di nascite premature e
sottopeso (1,15,21);
-
la compromissione delle capacità intellettive sia nell’adulto (il rischio di danno cognitivo – così
come quello di altri disturbi della psiche quali ansia, disturbi del sonno e depressione aumenta con la quantità di dose assunta fino a condurre alla demenza) sia nell’adolescente.
L’alcool, infatti, interferisce con il processo della maturazione cerebrale, che ha inizio dal
momento della nascita - con l’acquisizione degli stimoli che provengono dal mondo esterno - e
si completa tra i 20 e i 21 anni con importanti differenze individuali. Numerosi studi (9,17,24)
hanno dimostrato che l’alcool esercita i suoi effetti a livello cellulare e molecolare su questi
processi di sviluppo che avvengono in tempi diversi per ogni area costitutiva del cervello
umano, mentre contemporaneamente la persona sviluppa la sua personalità e il suo
funzionamento mentale. Questo, insieme alla relativa immaturità dei sistemi di smaltimento
dell’alcool fino ai 18 - 20 anni, spiega la particolare vulnerabilità degli adolescenti e dei giovani
agli effetti nocivi dell’alcool. In particolare, durante l’adolescenza, l’alcool può determinare
cambiamenti strutturali (diminuzione di volume) nell’ippocampo (una parte del cervello
implicata nei processi di apprendimento). Questi documentati danni fisici si traducono in
perdita di memoria e di altre abilità come un’alterata percezione di se stessi e del mondo
esterno (3,9,17,24).
Il consumo regolare, ma moderato di alcool avrebbe, invece, degli effetti benefici sul nostro
organismo. Secondo numerosi studi, infatti, le persone abituate ad un consumo moderato e regolare
di bevande a bassa gradazione alcoolica (vino e birra) vivrebbero più a lungo e presenterebbero una
minore incidenza di alcune malattie croniche (soprattutto la malattia cardiocoronarica che spesso si
conclude con l’infarto del miocardio) rispetto a chi non beve o a chi lo fa in modo non moderato.
Queste proprietà sono state spiegate in parte con la presenza - soprattutto nel vino e in misura
minore nella birra - di sostanze polifenoliche e antiossidanti e in parte per la consuetudine di
consumare queste bevande alcooliche durante i pasti (21).
Tuttavia sono ancora oggetto di discussione e di ricerca sia la grandezza della riduzione di questi
rischi sia la quantità di alcool da ingerire per ottenere tali benefici effetti.
In base ai risultati più recenti, per la malattia cardiocoronarica la maggiore riduzione del rischio si
otterrebbe con una media di 10 gr di alcool (corrispondente ad un bicchiere) ogni due giorni. Oltre i
20 gr di alcool (due bicchieri) al giorno – il livello di consumo con il minore rischio – il rischio di
malattia vascolare aumenta. In età molto avanzata, la riduzione del rischio scompare (1,21).
Infine secondo gli ultimi studi, il minor rischio di morte per le donne si avrebbe con un livello di
consumo pari a zero o quasi a zero per un’età pari o superiore a 65 anni, mentre per gli uomini si
avrebbe con un consumo pari a 0 grammi sotto i 35 anni, a circa 5 grammi al giorno (corrispondente a
mezzo bicchiere) per gli uomini di mezza età e a meno di 10 grammi al giorno per quelli di 65 anni o
più anziani (per poi ritornare ad un valore di circa 0 grammi in età molto avanzata) (1,21).
Sempre a livello individuale, il consumo moderato di alcool può aumentare il benessere psicologico
completando il gusto degli alimenti ed aumentando il piacere derivante dall’alimentazione. Va
ricordato che il consumo moderato di alcool, a livello collettivo, contribuisce poi al benessere sociale
in quanto in occasione di festività e di pubbliche riunioni facilita l’instaurarsi di rapporti cordiali o
conferisce solennità ad eventi importanti (2).
Morti e Malattie alcoolcorrelate: la dimensione del fenomeno in Italia
Con il termine di morti e di malattie alcoolcorrelate si intende il numero complessivo delle morti e
delle malattie di cui direttamente o indirettamente è responsabile l’alcool.
Secondo una recente stima condotta con metodologia OMS, ogni anno in Italia muoiono circa 24.000
individui (precisamente 24.061 di cui 17.215 maschi e 6.846 femmine) per cause alcoolcorrelate
(incidenti stradali, domestici e in ambiente lavorativo, omicidi, suicidi, cirrosi epatica, patologie
neuropsichiatriche e depressione, tumori) fra i soggetti con età superiore ai 20 anni. Sempre tra gli
italiani di questa fascia di età, le morti attribuibili all’alcool rappresentano il 6,23 % del totale di
tutte le morti fra gli individui di sesso maschile e il 2,45% del totale tra quelli di sesso femminile.
Tra le misure delle morti direttamente causate dall’alcool in una popolazione (i cosiddetti indicatori
di danno diretto) una delle più importanti – in base alle indicazioni OMS – è rappresentata dalla
mortalità per cirrosi epatica e patologie croniche del fegato (propriamente denominata “tasso di
mortalità per cirrosi epatica e patologie croniche del fegato”). In Italia il suo valore è risultato pari a
10,73 per 100.000 abitanti nel 2004, confermando la tendenza alla diminuzione in atto da molti anni
(22,60 nel 1990, 17,91 nel 1995, 13,64 nel 2001), in corrispondenza con la diminuzione del consumo
medio pro capite di alcool puro nella popolazione. Le morti per questa causa si concentrano
soprattutto nella popolazione più anziana, interessando gli individui con età compresa tra i 60 e i 74
anni e quelli con più di 74 anni.
Tra le misure delle morti indirettamente prodotte dall’alcool in una popolazione (i cosiddetti
indicatori di danno indiretto) la più rilevante è invece costituita dalla mortalità per incidente stradale.
In Italia, infatti, si stima che una percentuale compresa tra il 30% e il 50% del totale della mortalità
per incidente stradale sia attribuibile all’alcool.
Complessivamente nel 2007 gli incidenti stradali (pari a 230.871) hanno causato nel nostro Paese il
decesso di 5.131 persone, mentre altre 325.850 hanno riportato lesioni di varia gravità. La fascia di
età più colpita dalle conseguenze degli incidenti stradali è stata quella tra i 25 e i 29 anni, con 554
morti e 38.521 feriti. La guida in stato di ebbrezza ha causato 6.124 incidenti stradali pari al 68%
degli incidenti da stato psico-fisico alterato del conducente.
Grave preoccupazione desta l’elevata percentuale di incidenti notturni (dalle ore 22 alle 6) del
venerdì e sabato, a causa dell’importante correlazione tra questo tipo di incidente stradale e l’abuso
di alcool o di altre sostanze psicotrope, soprattutto da parte dei giovani.
Nel dettaglio, mentre il venerdì rappresenta il giorno in cui nel 2007 si è concentrato il maggior
numero di incidenti (36.230 pari al 15,7% del totale) e di feriti (49.422 pari al 15,2% del totale), il
sabato è quello in cui si è verificato il maggior numero di morti (904 decessi pari al 17,6%).
Gli incidenti del venerdì e sabato notte nel 2007 sono risultati pari al 44,6% del totale degli incidenti
notturni (32.914 eventi). Analogamente, i morti e i feriti del venerdì e sabato notte hanno
rappresentato, rispettivamente, il 44,4% del totale dei morti e il 46,5% dei feriti degli incidenti
notturni.
Una misura dei problemi di salute indotti o aggravati dal consumo non moderato e continuativo di
alcool così come da quello occasionale in quantità eccessive (binge drinking) è rappresentato dai
ricoveri ospedalieri per malattie totalmente alcoolattribuibili.
Nel 2005 questi ricoveri - negli ospedali italiani - sono stati 104.400, di cui 80.781 hanno riguardato i
maschi (77,4%) e 23.619 le femmine (22,6%). Il maggior numero di ricoveri per patologie attribuibili
all’alcool ha riguardato - come malattia - la cirrosi epatica alcoolica (26.123 ricoveri pari al 31,7% del
totale) e - come fascia di età - quella oltre i 55 anni (44,5% del totale).
Nella classe di età più giovane(15-35 anni) i ricoveri per patologie attribuibili all’alcool più frequenti
sono stati quelli per gli effetti tossici dell’alcool e per l’abuso di alcool.
Infine una misura – per quanto sottostimata - del fenomeno dell’alcooldipendenza è rappresentata
dal numero degli alcooldipendenti seguiti dai servizi alcoologici delle ASL (Aziende Sanitarie Locali).
Essi nel 2006 in Italia sono risultati pari a 61.656 persone con un rapporto maschi/femmine pari a
3,6 (3,8 nei nuovi utenti) ed un’età media di 45 anni.
Consumi nazionali di bevande alcoliche
Le indagini sui temi della salute realizzate tramite intervista (Health Interview Survey, HIS) sono
ormai realizzate in tutti i paesi dell'Unione Europea (UE) e indagano i comportamenti relativi alla
salute, tra cui gli stili di vita come, ad esempio, il consumo di alcool (10).
Due importanti fonti per stimare la dimensione del fenomeno alcool in Italia - con particolare
attenzione anche alla sua diffusione tra gli adolescenti e i giovani - sono rappresentate
rispettivamente dall’Indagine Multiscopo «Aspetti della vita quotidiana» dell’Istat (12) e
dall’«Indagine sugli Italiani e l’alcool. Consumi, atteggiamenti tendenze» (16) promossa
dall’Osservatorio Permanente Giovani ed Alcool e realizzata dalla Doxa. Infine, importanti confronti
fra i dati italiani e quelli di altri paesi - europei e non - possono essere ricavati dall’indagine Health
Behaviour in Schoolaged Children (HBSC - Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età
scolare), promossa dall’OMS e relativa a studenti tra gli 11 e i 15 anni di età (11).
Sulla base dei dati Istat (Indagine Multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” Anno 2007), il 68,2%
degli italiani con un’età pari e superiore agli 11 anni - quasi 36 milioni - ha consumato alcool almeno
una volta negli ultimi 12 mesi con una forte differenza tra i due sessi (l’81% degli uomini contro il
56,3% delle donne) (12).
Se si confronta questo dato con quelli degli ultimi dieci anni (periodo 1998 - 2007) la diffusione del
consumo di alcool appare nel complesso stabile con un lieve aumento nel 2001, ed aumenti
significativi tra i giovani, soprattutto tra le donne (in particolare pari al 7,2% per le giovani di 18-19
anni e al 4,8% per quelle di 20-24 anni) (12).
I bevitori a rischio rappresentano quasi un quinto della popolazione italiana di 11 anni e più (pari a
10 milioni circa). Si tratta di persone che hanno adottato uno o più comportamenti a rischio: il 9,8%
ha avuto un consumo giornaliero non moderato di vino, birra o altri alcoolici, il 6,9% ha consumato
bevande alcooliche fuori pasto almeno una volta a settimana e l’8% ha riferito di aver consumato
quantità eccessive di alcoolici concentrate in singole occasioni (ad esempio una stessa serata o una
festa) almeno una volta nell’anno, il cosiddetto binge drinking. Questi comportamenti sono più
frequenti tra gli uomini rispetto alle donne, nelle fasce di età degli anziani (persone di 65 anni e più) e
dei giovani (persone di 18-34 anni) e nella popolazione residente nel Nord del Paese (12).
Preoccupa poi la diffusione in Italia del consumo di alcoolici tra i ragazzi di 11-15 anni, in quanto
ben un quinto (il 19,9%) ha dichiarato di aver consumato una o più bevande alcooliche almeno una
volta nell’anno (12).
Tuttavia secondo l’indagine 2005 – 2006 del Progetto OMS Health Behaviour Schoolaged Children
(HBSC) condotta tra gli studenti di 11-15 anni di 41 Paesi, europei e non, la proporzione di
adolescenti italiani di 15 anni che ha iniziato a bere alcoolici già a 13 anni si dimostra tra le più basse
(27%) rispetto a quelle delle altre nazioni, collocando il nostro Paese al 37° posto (seguito da Svezia,
Norvegia, USA, Israele ed Islanda, quest’ultima con la percentuale più bassa pari al 14%) (11).
Riguardo ai comportamenti a rischio tra i ragazzi di 11-15 anni, sempre dall’indagine Istat del 2007
emerge che il 1,9% si è ubriacato (binge drinking) almeno una volta nell’anno (2,3% tra i maschi e
1,5% tra le femmine) e l’1% consuma alcoolici fuori pasto almeno una volta a settimana, nonostante
il divieto di somministrazione di alcoolici ai minori di 16 anni previsto dalla nostra legislazione (12).
Piuttosto critica anche la situazione dei ragazzi italiani di 16-17 anni, tra i quali poco più della metà
(54,7%) consuma alcoolici almeno una volta all’anno con una prevalenza dei maschi sulle femmine
(63,3% contro 45,5%) minore di quella che, invece, caratterizza gli adulti. Anche tra questi ragazzi si
riscontrano comportamenti a rischio: il 7% beve alcoolici fuori pasto almeno una volta a settimana
(9,9% tra i maschi; 3,9% tra le femmine) e l’11,4% si è ubriacato almeno una volta negli ultimi 12
mesi (16,9% tra i maschi; 5,6% tra le femmine) (12).
Rispetto ai dati degli ultimi dieci anni (periodo 1998 -2007) relativi agli adolescenti italiani di 14-17
anni, si segnala in particolare l’aumento del consumo di alcool fuori pasto (dal 12,6% al 20,5%),
maggiore per le ragazze (dal 9,7% al 17,9%) rispetto ai ragazzi, tra i quali, però, questo
comportamento a rischio resta più diffuso (aumento dal 15,2% al 22,7%). Si tratta di un tipico
modello di consumo di alcool dei Paesi del Nord Europa che - insieme a quello degli episodi di
ubriacatura (binge drinking) di analoga origine geografica e culturale - si è diffuso negli ultimi anni
anche tra i giovani italiani (12).
In accordo con i dati Istat, la V “Indagine sugli Italiani e l’alcool. Consumi, atteggiamenti tendenze”
(Anno 2006) promossa dall’Osservatorio Permanente Giovani ed Alcool d’intesa con Doxa,
fotografa due diverse situazioni in merito alla tipologia di bevande alcooliche consumate dagli italiani
e ai tempi del consumo: mentre gli adulti preferiscono bere soprattutto vino, durante i pasti e di
solito in famiglia, i ragazzi e i giovani (età 13 - 24 anni) tra le bevande alcooliche prediligono la birra,
che consumano regolarmente (almeno una volta a settimana) oppure occasionalmente (almeno una
volta in 3 mesi), fuori casa e generalmente in compagnia degli amici (percentuale del 57,3% di dei
giovani 13 - 24 anni). Fra i giovani il consumo di bevande alcooliche, durante e fuori dai pasti,
aumenta notevolmente nel fine settimana e in particolare nei pasti consumati nei locali pubblici con
gli amici. Nella grande maggioranza dei casi (quasi l’80% dei giovani di 13 – 24 anni che hanno
riferito i giorni della settimana in cui concentrano i propri consumi di alcoolici) è stato indicato il
sabato. Pochissimi giovani hanno invece ricordato il venerdì (6%), la domenica (4%) e gli altri giorni
della settimana (solo alcuni casi). I ragazzi e le ragazze riferiscono di aver bevuto per la prima volta
un bicchiere di birra all’età media di 14 anni, per lo più insieme agli amici – coetanei o, in pochi casi,
più grandi - (totale 47%) e prevalentemente in casa (32%) o al bar (22%) o in pizzeria (21%). Stessa
età media viene indicata per la prima esperienza di consumo di vino, anche se in questo caso si
verifica principalmente in presenza dei genitori (54%) e in primo luogo in casa durante i pasti (61%).
Il primo consumo di bevande a media ed alta gradazione avviene, invece, ad un’età media di 16 anni e
maggiormente in pizzeria o al ristorante (28%) per i distillati e liquori, mentre per gli aperitivi,
digestivi ed amari si verifica al bar (39%) (16).
BIBLIOGRAFIA
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%20 salute. pdf
7. D. M. (Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali) 30 luglio 2008. Disposizioni
urgenti
modificative del codice della strada per incrementare i livelli di sicurezza nella circolazione. Allegato
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18. Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Dipartimento della Prevenzione e
della Comunicazione . Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria dell’ex Ministero della Salute.
Relazione del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali al Parlamento sugli interventi
realizzati ai sensi della Legge 30.3.2001 n. 125 “Legge Quadro in materia di alcol e Problemi Alcol
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Disponibile all’indirizzo web (accesso 25.03.2009)
Link: http://www.epicentro.iss.it/temi/alcol/pdf/relazione06-07.pdf
19. Studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children - Comportamenti collegati alla salute in
ragazzi di età scolare), svolto in collaborazione con l`Ufficio Regionale OMS per l’Europa.
Links:http://www.hbsc.unito.it/it/ e http://www.hbsc.org/
20. Sistema degli Eurobarometri, sistema di monitoraggio dell’opinione dei cittadini europei.
Link: http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_272b_en.pdf
21. WHO/OMS (World Health Organization/Organizzazione Mondiale della Sanità).
Link: http://www.who.int/globalatlas/loginmanagement/autologins/gad_login.asp
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