KIVISTA BIBLIOGRÀFICA 353 silio nella determinazione delle piante appartenenti alla famiglia. Le Cistacee amano le stazioni asciutte e solatìe della pianura e della regione montana, ma alcune specie salgono anche nelle più alte cime alpine, e noi qui sul nostro Gran Sasso ne abbiamo due, II. canum e H. alpestre, che sono abbastanza comuni presso la Grotta delle Coimacchie, nel Campo degli Invalidi e in Arapietra. Il loro vero centro di distribuzione è la regione mediterranea e paesi circostanti ; nell'America settentrionale hanno pure un centro di distribuzione ; in totale sono 7 generi con circa 150 specie, delle quali l'Austria-Ungheria ne possiede 21 appartenenti a 4 generi. L'Italia, sebbene sia quasi nel centro della regione mediterranea, ne ha poco più, 29 appartenenti a 5 generi. I generi sono gli stessi Cistus, Helianthemum, Tuheraria e Fumana; solo Halimium manca all'Austria. Del primo genere quattro specie sono comuni, le altre tre C. crispus L., C. complicatus LAJIK. e 0. rosmarinifolius POURR. che fanno da noi, mancano nell' Impero austro-ungarico. Del genere Tuheraria è comune ai due paesi la T. guttata, mentre la nostra T. melastomatìfolia Gross. manca all'Austria. Delle 11 specie del genere Helianthemum che vengono nell'Impero Austro-Ungarico due sole mancano alla nostra flora, opperò noi ne possediamo in più altre 6, ossia in totale 15. L'ultimo dei generi Fumana ha 4 specie in Italia e 5 nell'AustriaUngheria ; però le due specie F. erieoides e F. nudi/olia sono da noi considerate come due forme della stessa specie. Un ricco indice di tutte le specie colle relative varietà e forme chiude il libro di Janchen. Teramo, li 9 maggio 1909. G. C. BECK, O. RITTER von MANNAQETTA und LERCHENAU, Vegetationsstudien in den Ostalpen. II. Die illyrische und mitteleuropäische Flora im oberen Save-Tale Krains. — Opuscolo inS.° gr., estratto dai « Sitzungsberichten der kais. Akademie der Wissenschaften in Wien Math.-natur\v. Klasse », CXVII, I, pag. 97155 con una carta. In una prima Memoria gli Autori avevano determinato i confini estremi della flora mediterranea nella Valle dell' Isonzo e seguito la flora illirica nella sua migrazione verso settentrione nella stessa valle fino al Passo di Predil, dove le due flore-si congiungono con quella alpina dell'Europa centrale dando luogo a molteplici mescolanze. In questa seconda Memoria gli Autori, proseguendo i loro