✔ Il concetto di genere ✔ I generi nel’industria culturale ✔ Generi e radio Le origini del concetto di genere Radici nella cultura classica: nella “Poetica” di Aristotele, una prima classificazione delle opere letterarie: epica, commedia, tragedia. Categorie relative ai modi di realizzazione di un’opera, dal punto di vista della forma (prosa o poesia) e/o del contenuto (temi, personaggi, conclusioni). Nel Rinascimento, diventano regole di riferimento per la produzione letteraria; poi adottate anche per il teatro, il cinema, e infine la radio e la televisione. Il sistema dei generi nell’industria culturale Con la nascita dell’industria culturale, e il costituirsi di un relativo mercato di “consumatori”, i generi diventano una risorsa importante per soddisfare le esigenze della produzione e le richieste di un pubblico differenziato. Strumento per: Standardizzare la produzione (serie di regole e convenzioni come guida alla creatività) Differenziare tra tipi di prodotto e favorirne l’immediata riconoscibilità (in quanto appartenenti ad una “categoria”) Orientare il pubblico con un sistema di previsioni e di attese (le “competenze di genere”). Definizioni di “genere” “Il genere come una categoria nella quale si annoverano cose che condividono uno stesso ‘repertorio’ di elementi” (Lacey, 2000). Il genere come “insieme di modelli, forme, stili e strutture che trascende il singolo testo e che supervisiona sia la costruzione del testo da parte della produzione sia la fruizione dello stesso testo da parte del pubblico” (Ryall, 1975). In sintesi: il genere come insieme di tratti distintivi e/o regole comunicative che accomunano una data categoria di testo/prodotto della industria culturale. Criteri di individuazione dei generi Il genere si riferisce prevalentemente agli aspetti comunicativi di un prodotto (dimensione di significato). I criteri di individuazione, tuttavia, possono essere molteplici: Contenuto (il film di paura o la commedia sentimentale) Forma o stile (il dramma o la commedia) Tipo di pubblico (i programmi per ragazzi) Funzione sociale (intrattenere o informare) … Livelli e ambiti di classificazione dei prodotti in generi Livelli più o meno ampi o specifici della classificazione dei programmi in genere: macrogenere (informazione o intrattenimento) genere (informazione talk-show o notiziario) subgenere (intrattenimento fiction poliziesco) Tutti i media hanno un sistema di generi, ma ogni medium ridefinisce i generi sulla base del proprio linguaggio e modello di fruizione. Generi e radio (a) La radio, mezzo sonoro che oltre alla musica diffonde anche messaggi verbali, nel corso del tempo ha adattato al proprio linguaggio un’ampia varietà di generi nati per la parola scritta (romanzo), il teatro (forme di varietà), il cinema e il fumetto (fiction audiovisiva). Nella radio di testo/programma, il sistema di generi organizzato in base alle diverse finalità comunicative tipiche del servizio pubblico (informare, educare, intrattenere). Un modello di programmazione basato sulla varietà dei generi Generi e radio (b) Nella radio di formato/flusso, due diverse funzioni del genere: criterio di scansione della sequenza del clock (notiziario, spot, parte di un dibattito,ecc.), anche se le differenze di genere tra i vari segmenti tendono a fondersi e intersecarsi; rappresenta, in gradi diversi, l’identità stessa dell’emittente (formato musicale o di uno specifico genere musicale, formato all news, ecc.). Un modello di programmazione basato sulla specializzazione o identificazione in un genere “Generazioni di generi” I generi nascono, si modificano, si intrecciano, possono scomparire e ricomparire, col mutare dei media, della produzione, del pubblico. A fasi diverse della storia della radio, corrispondono diverse “generazioni di generi”: il repertorio classico (classificazione di P. Lazarsfeld) gli anni ’60/70 (il telefono, l’improvvisazione, ecc.) gli anni ‘80/90 (il genere come formato) gli anni 2000 (ibridazione modello generalista/formato).