C. C. con la Posta Dicembre 1920 - Gennaio 1921 Cilt uomini della "folla,, rubbllcazlone mensile Pf\OLO Vf\LERf\ FONDAZIONE ISTITUTO GRAMSCI BIBLIOTECA r . ;.;. Op. ~ 3051 000102600 GIOVANNI GIOLITTI (L'ULTIMO MINISTRO DI VITTORIO EMANUELE lii) ambientato nel casaldiavolo delle "radiose giornate,, fino all' occupazione delle fabbriche ealla tatuazione dei pescicani edelle loro "femmine,, CASA EDITRICE "LA FOLLA., - I 'R. I. O MILANO, VIATADINO 13 Gli uomini della "Folla . rubblicazionc mensile Pl\OLO Vl\LERl\ F01"DAZIONE 1snnrro GRAMSCI BIBUOTFCA F.COL Op. 3051 000102600 1 ~ BENESSERE 'NTO SI PUÒ OTTENERE CON LA Giol'nnni Giolitti (l'ultimo ministro di Vittorio Emanuele III) Guf a Arnaldi UNICA CURA ambientato nel casaldia"olo delle "radiose t · 91orna e,, fino ali' occupazione delle fabbriche e alla fa tu azione dei pescicani e delle toro "letnm·me,, che apporta guarigioni rapide, stabili e decisive : : anche nei casi più ribelli ed oscuri! : : Migliaia di attestazioni di guariti sono a disposizione degli interessati AMMALATI! Mettetevi subito in diretta corrispondenza coli' Igienista Carlo Arnaldi - Colonia Arnaldi - (Genova). Esponendo dettagliatamente lo stato attuale e le cause delle vostre malattie, avrete gratuitamente tutte le indicazioni per guarire da ogni male. MILANO Casa Editrice e LA FOLLA> Via Tadino N. 13 Colombo r GIOVANNI GIOLITTI (l'ultimo ministro di Vittorio Emanuele 111) ambientato nel casaldiavolo delle l I I PROPRIETÀ LETTERARIA 11 radiose giornate ,, fino all'occupazione delle fabbriche e alla tatuazione dei pescicani e delle loro 11 femmine 11 Si può dire che Giovanni Giolitti si è iniziato nella politico. come crispino. l primi movimenti furono tali. Figlio di un impiegato dello stato anelava uscirne per so.Vira. Egli era intimo di due giornalisti che avevano fatto storia. Firmarono tutti e tre la. circolare che invitava il collo.boratore massimo della liberazione siciliana a un grande banchetto politico a Torino. I due firmatari, compagni di Giolitti, erano Bottero, direttore della Gazzella del Popolo, e Roux, direttore dello. Pidmontese. Fu una amicizia durata poco. Una volta nel gabinetto Giovanni Giolitti si è sentito raffreddato. Crispi lo chiamava nei ùietrosceno. con soprannomi o.ntipiemontesi e antipatici. Li li per salire al posto di presidente dei ministri Crispi gli fu ingrato. Gli portò via dei mattoni cli sotto i piedi. Ho questo dialogo curioso: - In questo non ci sarebbe che lei, on. Crispi, gli disse, non so se ironicamente o seriamente, Umberto che lo aveva ricevuto per la consultazione. - Mi metta da parte, maestà: io sono vecchio, non ho innanzi a me molti anni per giungere a. svolgere tutto in un programma. di g?verno. - Del resto, maestà, a Montecitorio corre voce, che anche il Ministero è fatto . Sua niaestà. ha sentito la stoccata. - Fatto, come? - Uno di quegli uomini che vi pretendono, non solo ho. detto che il ministero è fatto, ma anche - e q.u esta è una manzo· gna - che io l'avrei appoggiato purchè non vi prendesse parte il Nicotera (il grande briccone degli interni). Io non ho visto alcuno, non ho parlato con anima. viva., e non potevo quindi aver preso alcun impegno .... -- 4 ·? I n d"1 ca~ o il Giolitti. Ma chi poteva essere costut. Ed è proprio lui che ha parlato cosi. ··· _ :Ma che ne dice lei di Giolitti? _ Io non potrei dar giudizio alcuno sutla persona (che bocca sguaiata quella di Crispi !). _ :Ma lo conosce? . _ Purtroppo, lo conosco (ecco un sottinte~o !) e_ 10. credo incapace ere l o Stato Sarebbe un orrore afiitlargh il governo del 11< reggNon ha studi. non ha esperienza, non ha arte di governo; f: · · aspe paese. ' nosce appena l'amministrazione. Lo ripeto, non acc1a ~uov1 c~ nment "1, non affidi il potere ad uomini che devono fare il loro no- 1ziato. · d· · · d · Francesco Crispi ha continuato a negr egg1are le con lZlODl ei ' 32 mtliom d'italiani per farsi creJere necessario. E il re a bruciapelo gli ha domandato· _ :Ma il ministero che ella desidera, avrebbe la maggioranza della Camera ? . . - Ai 193 deputati .che votarono contro Rudini, rispose Crispi, si uniranno sicuramente altri 50 o 60 di quelli che votarono a_ fa.vor~ di lui. E questo senza ricorrere ai mezzi di corruzione, dei quah :-; icotera abusò tanto. . . - Io non voglio maggioranze fittizie quali ebbe Rudm1. Ques~e maggioranze portano a rovina le istituzioni. Portano le monarchie a perdizione. I consigli di Crispi sono andati par gli ambulatori. Se ne fece un cancan. Crispi si è veduto deriso. Giovanni Giolitti senza pre~ dere parte alle mene oscnre dell' ex presidente prese il ~o~tafogho con il ministero dell'interno. Si rivelò subito un mrn1stro d p oigne. Non respinse la fiducia di coloro che volevano lavorarlo al dorso, fece votare i bilanci, mal\dò gli onorevoli i~ v~canza e con un altro decreto li lasciò tutti a casa per le rielezioni. ~on f~ buono coi cattivi. Gli Imbriani caddero. I Bonghi caddero. Gli altri, . . s·~ 'l"alse caddero. Salvo qualche eccezione fu lui a fare le e1ez1om. . . dei prefetti, degli impiegati, dei questori, dei sindaci, dei con~~gheri. Le elezioni del 1892 portano il suggello della sua mamtattu~a. l!'u roba HUO.. Ritornato alla Camera s i è sentito in casa propria. Pas8'lva in mezzo a filate di cortigiani. In Sicilia non fu un anticristo come Francesco Crispi che lo pe~ dinava e lo aspettava nel disastro per procombere sui· suoi· re denti e razziarli e mandarli tutti in galera. . Via, separiamoci da Crispi. Cattivo, infido, traditore. ~l fe~~ fra.,.01 l'ex mazziniano, aveva la faccia di bronzo. Non arrossiva. piu. 8gli ha avuto il toupet, la sfrontatezza. di dichiararsi_ ~evot~ a.Ila monarchia, perchè monarchia e Italia non potevano d1v1der sl. Ca- • naglia ! Del Giolitti fu l'alln.rgatorp tlel sottovo"e Hpr r;;o dulia sua malevolenza.. Egli ha continualo, 1wi :moi 1lie.loghi di ncchiardo, a diffonderlo come nu ignornnle. L'Italia non ha avuto geni. Krnnche Cavour fu grande. Egli non ha avuto che <lei tassatori, dr,i li vra~atori, dei mastmhatori, dei perturbatori, 1 ei ministri che le hanno fatto del male, che l'hanno 8Valigiata., Cl"OCifìzzata, 11108:411 :<O\ ente in prigione. rediamOll<1 alcuni tipi. La sfor tuna d'Italia fu di essere amministrnt~ da ce.torvo di notevoli fn ro.bulti nel periodo d1 ses::1a.ula e pii1 auni, speei,dmente con una Camera eternamènte popolata d ì inetti, di spostati, di vecchiardi, di gabbamoudi ayari, di spiantati, li O.\'aria.ti, di idioti, tli falsari, di disonesti, di rapaci, di dissipatori, di malviventi. Le moltitudini non poteva.no rirnanere ,·ittime che \lolle cocrctzioni, delle fnralmttate, delle insidie poliziesche.· Uon ministri volgari, abbietti, vili, ladri, capa.ci di nutri1·e se ste::1si con i fondi segreti, di Yondere i voti parlamentari, d1 s-çaligiure le banche goYernative, cli trntugare i libri statali, come il Bonghi, di appropriarsi i mobili, le statue, gli orologi a. pendolo dellu nazione, come i X a::1i: di scarcerare condannati a pagamento, come l'qx ministro di Xapoli, tli compiere le più basse azioni delle pii'.1 svergognate figure del mondo criminale. I sudditi non potevano che ri manere sudditi, gente per i loro p,ledi , per le loro collere, per le loro vendette. Yoltia.moc1 indietro. E un'intera galleria. di voltafaccia, di degenerati, di sc1·occoni, di pana.misti, di uom ini dozzina.li, d i carogne antiilociali. Personaggi di sinistra scesi fino al limaccio degli mtrighi ladreschi, fino alla consumazione dei delitti minist~riali, fino all"appropriaziono indebita, fino alla. frodo, al trucco cle!' gal~otto di professione. Cito qun.lche celebi·ità. Depretis: da repubblicano si o ven<luto alla monarchia. Traditore. Con Garibaldi a Palermo aYe•a in tnscn il titolo di luogotenente generale per arrestare il Duce se la spedizione Yolgesse verso la repubbli ca. Ambizioso. Acqettarn il posto <li ministro della marina come adesso Honomi hn accettato quello di ministrn della guerra, senza pensare ch'egli notl a\·rebhe potuto impedire al Perse.no di affondare l'I talin 111 un disnst'ro marittimo. Poliziotto. Fu autore dci domicilii ..:oatti. Le <JUOsture sono state lo sue succursali per i più sciagurati delitti statali. Come nomo fu lnbnco, cornuto, insensibile alle tragedi o popolari. ?llnltira lo lù sue harzulletto e i suo(~discors1 dì bìascicntorl:l e di veechio pienmo ]Jiemoule:;e egli ha potuto dominare unn Camera di u08 legislatori at:efali o una agglomero.zione di tl'enta<luo rnilio11i di persone nbbultnto i11 gran parte dall 'inedin. Questo stringitore <li freni è andato finalmente all'inferno, pasaaildo per il catafalco dell'impresa dei ::in\·oia. Sella, faccia doppia. Umile e bene>olo con il re quando esigeva -6Janaro per le sue slandre, e furioso con il popol~ tutte le ~olte che urlava dalla fame. Feroce. Egli non capiva che il pare~gio. Credo · tato il predecessore di Francesco Nitti. Per la. smania del po.sia s . h · d· · lo e scarpone~ ha devastato e pellagrosato regg10 . .gli stoma.e c ..i i tuLto i Lproletariato che si nutri va. con la. farm&. gialla. ort1gu1.no e reazionario, al l 'égout dei posteri ! Francesco Crispi fu tutta una fogna sociale. Versipelle e briccone di marca ergastolana. :B'u un quintale di malvagità. e Ji perversioni. Egli si è messo sempre al ùi sopra Jel codice. Fu un fi.ntone. Dopo di avere trovato una formula di passai·e dalla re.pubb~i~a allo. monarchia senza. essere fatto correre a pedate ha pot scritto conficlenzialmente che tollerav11. il potere regio come un supplizio. Sono venticinque anni, diceva, che indosso la camicia <li forza della monarchia e non posso strapparmela fìuchè non mi convinca che essa Mia incompatibile con la libertà e l'unità. della patria. Furfante! Per la sua incompatibilità basterebbe citare la lettera. nella. quale · lo sfregio che gli ha fatto Umberto I. quando lo ha. messo a.Ila :orta con la sua. solita gratitudine n:ionarchica. Crispi avrà. avuto dell'ingegno. Non ha. certo avuto un mgegno ouesto. Cafone nel 1885, quando egli circola.va. come redentore della patria. Non ha avuto il co.raggio .di. sottoe?rivere .un ~a~ifesto di Filippo Turati a fo.vore dei proecr1tt1 russi. _Turati gl~ si è .genuflesso e gli ha baciato la mano con compunzione. Io glt avrai .sp~: ta.to in faccia. Fu sempre un paltoniero. Morto ha trovato un r1ab19 Jitatore iu Arturo LabrioI11., prima che ùivenisse onorevole ~d eccellenza. Secondo lui non avrebbe svaligiato le banche governative. Non avrebbe frodato lo stato, non si sarebbe servito dei sei milioni di fondi segreti passati per le sue mani per sbruffare gli ''scribi 11 intorno alla sua persona ed alla sua Riforma. Ah, ah ! Come se non fosse sempre stato un vigliacco ! Come se i suoi arnesi cli governo per soffocare ed a~copp~re Ja democrazia d~ quel ~emp~ no~ fossero 1 stati gli ecciùi, gli stati d assed1, le leggi eccez1onah subite dallo stes1:1o Labriola quand'era nel novero degli scavezzacolli. Egli, Crispi, ha coatizzato, imprigionato .oratori, scrittori, a~it~~ri, gen~e che non a\•eva il imo cervello d1 ladro sta.tale a migliaia e m1g Jiaia. X e::;suno che non fosse stato Francesco Crispi si sarebbe gettato sui {asci siciliani con caterve di delegati e commissari felini, con truppe e gendarmi alle dipendenze del generale Morra, per massacrare i contadini della sua terra a centinaia per volta e chiudere nei suoi masti la gioventù più intellettuale dell'isola. Egli fu un Del Carretto, un Peccheneda, un affolla.tore di ergastoli, un soppressore lli libertà statutarie, un calpestatore di immunità. parlameutari. L' on. De-Felice Giuffriùa fu agguantato come un mafioso -7o un camorrista e chiuso come un deputato borbonico in un carnaio della Vicaria. Come uomo fu un porco. Non occorre che io trascini sul lastricato il nome della povera Rosalia. Montmasson. Essa sola, con il suo silenzio Ji >ittima, ha sollevato un uragano di improperi che eliminò questo lavoratore dell'iniquità come si elimina un pessimo prefetto di polizia dalln. piazza pubblica. Lo stesso Giovanni Giolitti se non si fosse salvato con la. fuga a.Il' estero, sarebbe stato gettato nel mastio tl 'Ishia. come una volta il barone Porcari. Egli fu crudele con coloro che non gli si prosternu.vano a mani giunte e non lo rfrerivano come un grande statista. La penuria di donna Lina che ha bussato alla reggia. per un soccorso regio e che ha commosso Arturo Labriola, autore della Comune, non può infastidire coloro che conobbero le intimità mondane della donna di Crispi. La Lina apparteneva a quelle femmine che sono sempre apper.e al braccio di parecchi uomini. Per consolarmi ecco un ricordo per sua eccellenza Labriola. La moglie del ministro delle finanze della. Comune andava al lavatoio pubblico a. guadagnarsi la. vita. prima e dopo che il suo uomo fosse ministro e anche più tardi quando il suo Jourde era deportato in Caledonia. Donna Lina. poLeva fare lo stesso invece di estorcere elemosine ai regnanti. Ma ba.sta. di queste carogne che hanno disseminati lutti, dolori e fatto dell'Italia una. landa penale. La prepotenza statale di Crispi si è sviluppata in un giorno, a Roma, facendo arrestare ed espatriare dalla ca.pitale politica cinquantamila braccianti ! È ora basta. Alla fogna i I clown della poi itica sabauda ! Il compagno di Pisacane non può essere chiamato vigliacco. La storia per l'indipendenza lo ha nicchiato come l'eroe cli Sapri. Per sette o're, in mezzo a 2000 borboniani di professione, 11rmati fino ai denti, Giovanni Nicotera, tenne testa con Roli 135 insorti. Pi&ncane cadde. Caddero altri 81. 'l'utti morti. Cadde pure Nic.otera. con nna palla di fucile nella ma.no' destrn e dei colpi cli scure alla test11.. Portato via da.i sicari del Borbone agonizzante. Condannato a morte. Commutata la. pena. a vita. alla Favignana e sepolto nelln tremenda fossa di S. Caterina. L'ondata di Garibaldi in Sicilia spavenLò il direttore dell'ergastolo che consegnò le chiavi al sindaco. Nicotera fu libero. Tutti i politici furono messi al largo_da.llo stesso eroe di Sapri, il quale a Roma ha più tardi fondato il 1Jersaglie1·e. In seguito ministro degli interni della sinistra con Agostino Depretis. Fu subito vile. Foce delle dichiarazioni politiche che stomacarono. Egli non ammettevo. che un 'amico del! 'unità della· patria non fosse monarchico. La monarchia., aggiungeva, è la sola bandiera sotto la quale si raccolgono tutti gli unito.rii. Del patrimonio rivoluzionario non conservò che - 8 -- l'odio contro i: prctP.. lii poC'ho oro si i• trangugiato il proprio cervello. Fn un ap0:,tJ.t l. un 1·im1egnto. Repnbhlicnno ha insegmto, perse,~uilalo 1 messo sotto chiave i repubblicani . Li ha razziati, lortnrati, scaricati nei domicilì coatti e nelle vozznnghere carcerarie. Le stosso affiizioni sono state infli tte ll"'l i internazionnl isti. Li ha eletti per le stesse torture. Peggio ! S~iogliern i consigli comunali e li punivn come il commissario hla<lJaloui tli Fenlinando di Borbone di Xapoli. Egli fu un acciden te. Scriveva e diffonden1. circolari negli o.mbienti della burocrazia s tato.lo di incitamento contro coloro che aspiravano a un regime migliore di nn terrorismo poliziesco c:he incleniouiava. Fu u n gentiluomo di stalln incanaglito con lo champagne di corte. Fini r ubando le banche governntiYe con cambiali che non vennero pagate, e sncchegginndo lo stato tutte lo V'olte che ha potuto . Si è saziato ùi fondi segreti al ministero degli interni .. Ha aggredito i socialisti come uu vero Giuda. Villano e sleale. E morto con un'inchiesta parlamentare al seilere. F 1 imbroglione e pirata. I complici hanno dovuto soccorrergli la figlia ca 1uta nella. miseria. L'epitaffio dell'eroe lli ~apri fu l1re\·e per In storia. Fu una mal ed i;i;ione sociale ! ContiuunnJo non si scalcagna che- per In m .. lma umana. Grassatori, filibustieri, inYoiatori, epilettici, mattoidi e via per tutta la d inastia che si ò data -il compito di moralizzare lo istituzioni e gli uomini L•i que:>to ciclo dei Savoia con le ne'(nizie e le tnrpitud ini e le depravazioni e i delitti per!'Onlllt. Cosi \'i imbattete coi molti Di-Rmlini, Lorghes1 o:>ce11i che innffinrono clirnrse rogioni di sangue proletario come nel '!J8, che mandarono 11 lln galera i disgraziati che urlavano dalla fame uella Srcilin., clw aiutarono le popolazioni iu miseria cou re:;-;e dì questurini e c•nmbiJJieri che completavano il loro liworo ~i assassini colleLth·i . Cosi d incontrate con ~l padre dogli ipocnt1, con Giuseppe Zannrdelli, il nluperernle puzzone fru i !e1;di>latori giunti alle massime iufomie. Egli è pass1tlo da Il<JI co1.1e un gl'ande clisinfettatore Je••li am1>ient. della libertà •e~,i nomini d,•Jln stampa. l\iente d i t:> pi 1'1 volgnrt>, di pii1 cru lele e di piìt bugiardo e mont!11.cemente fabbricato. Egli non tu che un ciurma('oru, un l11RiìC'alzo11e, un simulatore, elio portava la foce w di bo1rn(»iono fn : t!ernocrnticoni, e poi, di nascosto, f1rmr. n~ o organizza\·a gli sht1 e• 'assedi, :>ospende\ a e sopprimeva i giornali e .;0tJcoJrillava sui giornalisti tJellularizzati e riempi \'a 1 cellulari e.i amici e di ue1r,il'i e sc.:rin•rn lettere di dolore pe rsonale come per farsi e:>cluùere dai colleghi ùella colpabilità mini steriale. Egli ftt il pii1 quacquero degli ipocritoni. Cosi è avven uto i n tutti i tempi. ~Iinistro o presidente dei miuistri non fu ma i di ven;o, malgrado la biogrnfìa incensatrice e \·ergognosa del D ' Atr i. -9Con una mano faceYa sospen•lern i 1 S1>r•nfo· o con I 'al trn seri V"eva una l ettera pri\'ata al sno din:,ttore ch'e,;li nYtn•n fatto incar~crare, piena di a micizia. Turpe! Xes:>1mo Ì• stnlo pt'. bn1tale di lui co11tro la stampa, contro l'oratoria lilrnra, conlr•> il comizinro popola'c'. Il suo match n on è che nella storia ru!lsn lÌÌ Alessandro, IL o III. e Lli Nicola II. Restrinse le libert:i di tutti i g<:>nl'ri, lo stran1olò, le trascinò ai ·rribu nali, lo sopprèsso con le nngherie, co1 le persecuzioni, e si è monumentato nella conMziono pul,blicn di appM!iÌOnato pei· lo libertà pubbl iehu ! lo lo tra~cino r·'i ne 1In. nna atmobf1:rn no.turale cloi delitti stato.li. Egli fn un d<>li11cp11 nfe. l'eri:;.·,1 nollr, l.Jlfnori,1 dei cnntempornnoi. Egli t'n un limno o un l'artufo. Do~ll' 11:.nt".>. 1.'scito da l!'ioalborgo il Secolo mi ha rnnS>lò a tavolino con In. narrazione de ll'assalfo cl m11rr>11/o. ~\l terzo 1u-t1 c0lo ~ono stato secp1est:::ato per ordine <li Zauardelli. Simultl\11uament(· il ministro av ..·ertiva.Eùoanlo Sonzogno c.:he se mi lascia\·a co11ti11unr1i nvrebbl:l o.rri~chiato la soppressione del quoti1linno ! Dobbiamo pure accusnre gli elettori. Cretini, corrotti, mah-agi. Difficilmente i collegi t1i sono Olcnpat: ili uu programma, di nn r ovescio di regime, ael be>nesserP, del pae.j('. T Eleggevano avariati, truffatori, fmlJoni, intrignnti~ p~rsone e.qui: voche. Si lasci1wauo s 1Jingere nll'urnn. dagli spendacc10m largh'. .d'. promesse. La Camera si ll cosi popolata piì1 li una Yvlta h 1n~leg~1bd1 all o. Nasi. Nunzio Xnsi, prnfos;oro e ministro tlelln. pnbLhca istruzione, s i P. se rvito dalla borsa del tesoro assai più lndres.c~monto. c~i F rancesco Crispi. Sciupitvn somme ingenti, 1 ompPrava stabili e mob1h, sta tu e chincagl iùrio d 1 alti prezzi, gioicll i preziosi. 'l'utto per riempir e ~ sontnoscg~inru la s111t rasa trnpnnrse a spese della Stato. Faceva costruire, fabbricare; viagg1a\·a come un Na 1iah. Davn"'ba1~ chotti regalo.va, automobilizzava, fitccni hoLlirio e liuttava oflo 111 bocca' ai maiios1 lll10 lo nspottnvano alla stazioni siciliano p1:n· llpplaudi re e cluaurnr gente a batt1•1·gli : l mani. Era u11 uomo .eh~ a~· ricchiva che si creclovn pa<lrnuo doIIQ stato, clh• metteva In. lam1glta nel lu.ss~ comù se stesso. Punito uni ~·rnnt" peggio c.:ho nu 11uintale cl i hassezza vi \-a sfuggi tn al largo è :;tu.to eltitto e ritiletto cd è ancora alla Camera dalla sedicesinrn. alla venlil.inquesima legislatura! Cr isto, ci vuc:i lo del fegato n 1110.ntuncrn nEl giro1w parlament'.l.re u~a sozzurn., una poz1nnghern, un hu11zvne di 1l<'linquenzn. ·0111u Nunzio Nasi senza sl.rc1,ilaro d1dln \'orgo~çnn ! Pnziemi:a. Xon •,I rn logi>ilatlll"ll che llOll aulJitt :t\ 11!0 i ~llùi pre· suntuosi, capnci di credorsi i 811!'' r1101' ini del lit vita pnrlame11tnr~. Potrei citarne dc i 11111cl·hi. :'\fi i'L•t mo ai Ui1111 (; i1tcu1110 illorn11d1, stretto pnrl'nLo dc• lla llolog-111111, 1tm1U1LC' di tTmucrto I. :-;c:·i\·ova come nn bi fokl). Asino come• L:.qiroLtì. ltnh••\' i I lo come> uu soninro. - 10 - Prendiamo un altro ministro della. pubblica. istruzione vanitoso: Edruonùo Gian turco. Mediocre. Nato da. genitori pitocchi. Coloro che lo hanno conosciuto lo hanno biografato come uno che abbia patito la fame. Sarebbe un onore per gente che non fosse rinnegata. Non per Edmondo Qia.nturco. Professore, fu borioso, altezzoso. Ministro mise la studentesca. sottosopra. Ila mandato nelle università tl'Uppo. e polizia.. Per favorire i cattolici e i monarchici vilipese la. studentesca. repubblicana e socia.lieto.. Non a.ppeua comparve nell'Ateneo bolognese fu fischiato, respinto e chiazzato. No.eque una. rissa. fra monarchici e socia.listi, fra clericali e repubblicani. L'intervento della. forza pubblica. fini per indigna.re lo. maggioranza. e inca.na.glire l'altro.. Il Gianturco fu creduto un emnlo dei Borboni. Fu denunciato come tale. L'ex villo.no, di genitori o.no.lfa.beti era carico di ùespotismo. Avvenne che le università. insorsero cont~o il Gianturco che faceva. fermentare la collera e ingrossa1·e la prnpotenza statale. Figlio Ji diseredati non aveva. capito lo. libera scuola, la libertà di pensiero, l'insegno.mento moderno, la stampa libero. dalla. censura governa.ti ~a e andò ali 'inferno incalzato <lal vento di fronda.. Malgrado questo passato che avrebbe dovuto farlo scaraventa.re a.Ile egemonie o nel 'l'avere, questo birbante no.scosto negli indumenti borghesi, è ritornato alla. Camera. come se la. maggioranza degli elettori non a.vessa sentito nello. opinione pubblico. le riprovazioni e le maledizioni dello. studentesca della. penisola. ! Peggio. Egli fo pii1 crudele di Giovanni Nicotera. contro gli anarchici. Incaricato di pruparo.re un progetto <li legge contro la. loro propagando., il Gianturco si rivelò più ten·ibile e satanico di una congregazione abituata. a procombere con tutti i castighi feroci sulla. classe da. finire o. bottoni <li fuoco. L'insurrezione levò un vespa.io che tendevo. o. linciarlo. Gli si sono vedute sulla. faccio. ma.cabra. tutte le deviazioni del delinquente. Per più di una. settimana lo. sua testa. fu domandata. a g1·a.ndi grida. Egli era. considerato un seviziatore abbominevole. Dovrei continuare. Dopo un malfattore nn altro; dopo un misernbile un altro. F11 una sequela.. L'Italia nou ha. mai avuto alla 8111i di razione che un brnnco di scellerati con i co<lici pena.li in saccoc<'ia.. Uscio.mo da.11 'a.uticamera.. Lo. biografia degli uomini non è continuativa.. È un lavoro che si fa. I\ periodi, a. pezzi e bocconi. Giorgio Clemencea.u fu malvagio e galantuomo. Fu per gli scioperi e contro gli scioperi. Gla.tlstone fu chieso.iuolo, pe1· lo. libertà. no.poletauu., per lo. schia.vitì1 irlandese. Brio.nd fu per la po.tria. nel letame come Hervé e per la. patda in alto, come ai tempi dello. cont!agrnzione. Francesco Crispi ebbe momenti eroici e momenti turpi. I!'u triste e Luono. Giovanni Giolitti ha j mi tl\to ~I i uomini comuni. Nella sua lunga vita lo si trova con ù i verse facce. Spiatalo e giusto, vile e atroce. A Filippo 'forati è p&.rs<1 un - f 11 - giorno tanto ma.la.ndrino che lo ha. fatto circolare per l'Italia come 1111 brigante che si dissetava. nel sangue degli uomini. Più tarùi lo stesso statista lo ba chia.mo.to a Ba.t·donecchia per dirgli se a ccettava il portafoglio di ministro. Adesso Turati e 11ullo stesso Avanti! come probabile ministro di colui che fu vituperato un giorno dalla sua penna. L'uomo non è unifo1·me. In gioventù sovente è intro.nsigunte, nella maturità è più indulgente. Giovanni Giolitti fu un rond de cuir e un bombardatore. Impiegato prima, carnefice poi. Nel 1911 bombarda.va i turchi e gli ara.bi. I prirui come oppressori dei secondi. Pareva. volesse proteggerli e do.re ai barracani la. libertà.. Non ha fatto che cambiar loro le catene. Nel periodo di aommissione li ha. arrossati del loro sangue. Può darsi che il presidente dei ministri d'oggi sia Pultimo servitore ministeriale ùei signori di Villa Ada, dove impero. il grande donatore di orologi e di spille ai cortigiani della monarchia.. Ma. questo futuro avvenimento non impedis<'e al biografo di presentarlo come il massimo lavorlltore della. monarchia. doi Savoia. Si intende che non alludo alle così dette guerre della. indipendenza. Egli non c'era. A 18 anni lo S"o.vezza.collo che sprecava lo. proprio. gioventù sui campi di batta.glia non gli ha insegnato nulla. Giolitti studiava. diritto. Non ci sarebbe stato lo stesso pretesto per quella del 66. Ma non era in lui la vocazione. Era in lui l'uomo d'affari della. nazione. Fece il procuratore del re, l'ispettore genero.le delle finanze, il segretario generale allo. corte dei conti, il ministro. Fn di tutti i ministeri. Mo. il più ambito della sua fantasia fu quello dell'interno. Ambizione che fu <li tutti i riusciti ai ministe1·i. E si capisce. Agli interni si ha. in mano la vita e la. vitaccia. dei cittadini più scellerati, più iniqui, più ladri, più scandalosi, più colpevoli che sia.no stati nella. esistenza pubblica. Lo. stampa. è nel pugno del ministro. Egli entra in funzione e cerca. la lista dei venduti. Li sbruffa, li insuçlicia., li riduce a negozianti infami d'inchiostro. Egli ha. nel proprio forziere somme ingenti per corrompere, mercanteggia.re, tramutare i quotidiani della opinione pubblica in organi prezzolati ai servizi dei ministri. Il ministro degli interni conosce i dietrosceno. dei morti e dei vivi. Egli è un immenso armat! 10 di segreti. Io non aspetto che la. rivoluzione bolscevica per gettnrmi sui casellari del ministero dell'interno. Yoglio sventrarli. Impadronirmi di codesta feccia e inviarla al mare. Francesco Crispi con i suoi stratta.gemmi e con i segreti accumulo.ti attraverso il :mo personale mascherato ha domnto mezza Italia politico. e ha disaC'cocciato molto denaro ai delinquenti ignorati dal grosso dello. nazione. Il ministro degli interni è una. specie di comitato di salute pubblicn.. È una bonza di immoralità., di scantla.li, di depra.\'azioni, cli nomi di indirizzi e di avvenimenti che fa.ano scalpore. Yi si trovan~ invidie e vendette personali. Lotte intestine fra persono e persone, l~ - 111i11ititri e minist,ri. Hivelnz1oni, spionaggi , g lorio in fran i.umi, sfren atur e mentali, confiden:1:e parlnmontari , d r am m i pol itici . I l p iemontese di Dro.nero è affezionato e devot o a tuttociò c he appar tiene al Piemonte. Cavour t'u il suo statista modello. Si è\ detto ch'egl i sia stato l'erede del liagaglio zann.rdellinno . Son cn•do. Znn ar<lell i n on aveva. che della presnuzioue. So fn qualche cosa fu un assimilatore. "Voleva. dare il divorz.io quando ern già llill uso in Franci a e n on l'ha rln.to . Parlf!Và ,.;empre di libertit di sf1t1npn e 11n f:rm a to molti stati d 'as:;ed io, co1.1preso r uol lo del Ul~l8. 1:~ lui c:lw ha fa tto !lOCJlleSLrar e e sospendere i pi1'1 vncd1i giornali lihernl i e rad icali ll i q nel tc1111po. Yacuo, nrn poi lo,m, l•llZ:r.olcnto, presnn Ln oso. G i oli t.t i €Ira nn altro. lnto no a. lui Grosce\'a il urnlcontouto. P n min istr o dcl tesoro con Urispi. Con lui arnva imparnto a falcidiare l o libertà.. A buttare sui c;o1 11izia11ti sr.hierc di ngeuti di p . !l . Sopprimeva e schiacciM·a anche lui la ciemocrnzia rho volen1. evol vere. F n un servitore della corona fedeltl e sottomesso. Intorno a lui non fu r ono che per,;onaggi vennl i. Bra un ambiente corrot t o . Crispi a\c\a lasciato in giro la pestilfJnza do l dissoh·imc11to sociale. Giovann i Giolitti si tro\av11 negli stessi odor i. Piì1 si a.n da>a in alto e piì1 si trafogan1., si in"Volava, si r icattaYa. si face' a bottino. I pochi p robi o urla,•nno o rirnanm•ano imldfrrenti. ì\essnna on està . Era tut.to un trucco. Il cnpo della maggioranza di quel l1l'H'cone vi tnperevolo tli Hudini che ha l'atto a111mazz1irc l a gen i.e clol lnvoro pe r l e straile a c11unona•e era u n certo Bornnnlino Gr imahl i. S i suppose elio Uri ma lcli fo::.~e tra colorò eh~ muoiono in torno al p roprio superiore. Commedia. 'l 'ntta. farsa. Grimnlùi <lopo a\·ere ge t ta to sassate con tro G·ionumi Giolitti lo si t' ,·iato nl suo fia n co, come suo coopera ton•. Fodelt:'1. dn 111pn.nn1·e. In mezzo alle bagasce c' è più pudore. F.pi.;odl pii1 tipici se ne ti·ovnno i n t.utte le sedute pnrlamenlari. 8i yc:>JtJ che da noi :n polilie,\ non è nn ' iden per aggi un gere benessere nl IJ(lnt's,;ere nazionale, ma è 1111 me rcato, uno scam bio di mHci politichf'. C 1i va sn o d.t va gii1 . Re i cnpi de ll e frazioni tresca ,·ano ~ enzn rii•narJi al mon,lo. Fignrnrsi il g r egge . Ci lo un fai.laccio. Yrnticinqne deputati rhc il '.11 dicembre lSfll a\e"ano votato per Crispi, il :21 marzo YOtn\· ~no per HuJ" nì. Un pot·co vale l'altro, cl 'accorti o ; ma lo spettacolo era nnuseoso . Nella maggioranze. <lei Di Rwlin[ np]JE!lla 23 dt•putati eran o stat i av\ ersari d i Crisp i. Al i' estero sono piit olernti . Uha111l,orlain t:ii sfìg urn rl a sè n el g abi n etto Glaclstone, ma ne esce, coi suoi; o nò lui n ò l oro vi ritor11n11o . J~ inutile. Da noi i mpera il hngns~ismo. l' nn vol ta alln. Ca mera il clepntnto si renilr utile a sè . Spa1·gc• In p ropri a i11 fl nenza. n on tenta I"olott.oro. Ar ri t~ch i sco . Di ven ta 1ì11 pcr'1011agno. Gna volta si pnt:isava. la un liarnt.tie r0 a li 'nit.re sen zn st rep ito. Era un av,·eu imento di fa.miglio.. li pause non si accorge Ya. di essere 13 - amministrato da una. truppa di pirati. Il re d'allora. complet a.va l'ambiente. Era anche lui immelmato nei complotti pol itici e n elle ruberie banca.rie. Giovanni Giolitti non fu meno imbottigl i a to dalla corruzione stata.le di quel tempo. In un paese di gente moderata men te scrupolosa sarebbe stato travolto dall'indig nazione pubblica . B ast a. citare il fatto stato propalato de.I g iornalismo ventre.iuol o e b asso in un modo indecente e criminoso. Al!Ullo alla Banca Romana . Il pubblico non ne ha. mai capito un LLCcidente. Bisogna d i pana.re la. mo.tasso. finanzio.ria.. Fu Giovanni Gioii tti fra i se.echeggia.tori della. più importante Be.nce. di emissione? Abbia.te pazienza. lo narro. Voi giudicherete. Il rivelatore dello scandalo fu il prof. Maffeo Pantaleoni, una. figura odiose. per il socìo.lismo e simpatica. p er la. borghesia reazionaria. Nel 1902 per il suo scandalo bancario a Torino il pubblico ne aveva. domanda.te. lo. testa mora.le. Egli si è trovato nel turbine e.lto qua.si due metri. Io mi sono gettato su di lui e gli ho data una striglie.te. giornalistica. L'ho obbligato a le.scia.re la.certi sulle rupi della Folla indignata. Ma non importa.. Allora., pur essendo un ortodosso della economie. politica., egli aveva fiutato la cancren a. bancaria protetta da.i parlamentari, e aveva. portato i ùocum enti a un deputato repubblicano perchè ne sollevasse i veli e t rascinasse in pubblico i protagonisti del dramma. dei succhioni. Il presidente dei ministri fu l'eroe d'oggi. Correva un sottovoce inglor ioso. Si supponeva che alle cinque banch e di emissione fossero creature. immonde e ladre. Piovre finanziarie. Arriv isti d i un 'audacia odiosa.. La legge sugli istituti non esisteva.. Era tutto un ambiente malsano. La. Banca nazionale con la. scusa. dell' incompetenza dei magistrati è rimasta. impunita. L'inizio delle strafottenze bancarie va. fatto risalire a. quel vecchio gaglioffo di Francesco Crispi. Con lui l'lta.lia è sta.te. messa. all'incanto. Sfruttata. con le furbizie. Abbandona.te. ai suggirimenti di tutti i ruffiani della politica. e del giornalismo. Con Giov anni Giolitti al potere la censura. pubblica si ero. attutita.. Egli non era ancore. in pubblico come il Tiburzi finto birro, finto politico, finto ma.gistral o, di Filippo Turo.ti. N on si ere. cessato di far corre1·e i sottovoci del bandi tismo ba.neo.rio e d ei giuochi <li borsa che lascio.va.no vuoti ing enti nelle casse s ta.te.li. hla l'opinione pubblica era sempre pe rplessa. Non fu che più tardi , quando Giolitti p ensò a. prolungare di sei a.uni il privileg io dell'emissione a.i cinque isti t uti di cred ito che il meg a.fono dell a. -çoce pubblica incominciò a. spav entare la nazione. Non so chi o.vesso fa tto circolare un opuscolo zeppo di fatti spav entosi , fatto sparire subito de. mani ignote e da somme rilevanti. Lo eca.n<la.lo delle sottrazioni a.Un. Banca R omana si er a co~ì diffuso che un colleg io elesse sul t ema. dell e riyel azioni banc ari e il signor Leone \Vollemborg, pa.ltoniere di profess ione . Egli è riuscito - 14 uno dei più sfacciati della vita parlamen t are. .non ,.T ci fu . . de1 suo. voltafaccia. Si seppe del su . . o mut1smo Con tutt· . esempio. · 1 l segreti eh e gli ere.no stati confidati non ha s apu t o neanche mo volta alla Ca.me.ra non aprì boc"a .. _ . . rmorare. Una v • .o..nz1 neg1i amb l t . tira che la Banca Romana avesse ' .t u a on cercò di amen. . . . carpi o al tesoro milioni con la fabbricazione della d . . quarantaquattro vano rifiutato di assumere l 'incar· odp~1ta ser.10. Molti deputati a.va. . . . ico 1 rascrna.re i · · vol l. 1; m1mstri non volevano sa.p a· n pta.zz11. l colpeerne. iuravano su T l an ongo ! Tan1ongo, secondo loro, era un pa.triott 11. tali immobilizzati era.no fa.ntlo . l'a. e un.a onestà patria.reale. I ca.pi. me. uttnvie. non 6 L . . rano so1o le banche eh e d 1vorave.no il danaro pubbl" ico. e a.mm1n1 t · · vano 1e stesse divorazioni I port· s razioni stata.li subi. . . . . 1 ica.nt1 depreda ·1 p e.}ti 1mp1egat1 non appendeva 11 . 1 vano i aese. I più o 1 cappello 10 . ffi . del mese. I ministri di quel te d. . u ClO che all'ultimo · T · mpo 1a.bol1co era · t' <l om. utt1 erano paurosi. Lo t no 10 ama di pre. . s esso senatore Al . . cumu 1e.ti gli svaligiamenti compiu•·1 11 v1s1 che aveva ac~ a a Banca R . Lo scan da 1l. stesso Napoleone C01 . . omana non voleva che aveva accettato di fare 1·1 b uttafuori clello scandalo foce aJa.nni d. va t tutto pe · . . r evitare scandali. Lo scandalo era l'incubo di tutti C 1 . . 1 d . o aJann1 s1 era 1 . rlve e.re a agio adagio per un'i h. a.sciato indurre a . . ' ne testa par lame t d itt1 non sta.va più quieto. Aveva fi tt . n are e ucate.. Gio1 · · a o c1rcole.re 1 ve1az1om erano d'origine furtiva I a voce che le ri u· f . o OCC\l ta Voci d b . ~na urt1va o non furtiva nElll · a su urra. . . a re 1nztone c'era metteva 1n circolazione l'elenco dei d . . . un allegato che nomini politici che aveva.no alla t epuBtat1, de1 giornalisti e degli a; s essa e.n ca R souerenza. Il Cole.janni che ne sa . . omana cambiali in -..r 1 r N . peva 1 nomi non I.1 h . l•.1.a e. on s1 espurga con la miser·co ·d· E . a. rivelati . . . 1· . t l ia. 'ss1 fo.ceva.n 0 pana.m1st1 1te. iam e bisognava roves . 1. . . parte dei Al . etar i rn piazza. e ogni modo non ci doveva essere .d . . . . ne tollerasse il silenzio. Peggio 1 Oh . dpresi ente dei mm1stri che e si a operasse ad i d· · · · ma 1v1vent1 andassero in pubblico I f b . mpe ire che i senatore Alvisi, l'autore delle ri~el ~ra. u~t1 erano troppo noti. Il resse della patria si prestò al ·1 az'.oni, 111 nome del solito inte, s1 enz10 pu t d' . r ~ro estando contro lo strozze.mento della discussione e d. ' icen o a1 ministri b gnoso ammantarsi della ufficialità . e e era vergobero detto come privati e come citt~~ ~on dir~ quello che avrebverità in nome dello. patrio. non nd.101. ~ra I mnscberatori delln va 1ment1cato il · · t soro Luzze.tti. Napoleone C:olajann. . . . mmis ro del teplico misterioso. Come Cristiano lloabsbs? md pllubblic~ per l'uomo dal ia. e a regrn co. t . b h. ta o.cc i. Eravamo nel 189S a· 1.t . 1n eressntn d 01 . . . . 10 1 tt per evitare se d r g1or1, mvece di sei anni propose 1 1 an a 1 mag. di fare biglietti di banca si allungc te al?roro~az1one del privilegio . asse t 1 soli trn m · c10.vo. che l'inchiesta sarebbe stat ffid esi, e o.nnunalLro che in nome della. patria o.:r:bb ata al eeno.to~e Fina_Ii. Un e arn me.zza.to 1 propri figli. - 15 <Àsì Giolitti bloccava lo scandalo ! Questa fu la prima. mosse. a.bile ne'Je. intricata. questione banca.ria fatta dal presidente Giolitti, ha scritto Cola.ianni. L'influenzo. ministeriale si è fatta sentire anche alla. na.nca Romana. Gli azionisti respinsero in massa le dimissioni del comm. Ta.nlongo, fatto in quel periodo senatore dallo stesso Giovanni,Gi.olitti. Tanlongo, spinto da tutte le parti come governatore onesto, finì per credersi lui stesso degno del posto che occupa.va. Il neo senatore percorse tut.ti i quotidiani come un calunniato. Con la protezione giolittio.ne., la Gazzetta I'iemonie.~e, diceva: E con questo malizioso lavoro di calunnia era sta.to fatto me.le non solo a carico della Banca Romana, ma anche a <lanno di altri istituti di credito. La smentita non l'hanno data soltanto gli azionisti,_ della Banca Romana, ma anche la Camera, e in solenne seduta. Le famose rivelazioni 1·imasero nella fantasia di chi le aveva inventate. Quanto a.veva preso questo signore scribiven<lolo? Lo scandalo era. tuttavia inevi te.bile. Alla. Ca.mera. ero.no accorsi più di 400 deputa.ti. Ammetto che Colajanni non fosse l'uomo aùa.tto. Egli non voleva inasprire alcuno. Non voleva sollevare vespai. Avrebbe voluto che i fatti ai fossero svulti come in un foglio di ragioneria. Dal suo linguaggio furono esclusi i vocaboli violenti e sbraca.ti. Coloro che si aspetta.vano una tempeste. di ladri, frodatori, saccheggiatori, furono delusi. Due onorevoli venduti. Wollemborg e De Zerbi, tentarono fino all'ultimo momento di inùurre Napoleone Cole.janni a pensare alla patrie., scongiurandolo di ricordarsi nell'interesse del credito ~ub blico. Due altri deput11.ti di sinistre. che avevano firmata la mozione prima che l'oratore aprisse bocca corsero a supplicarlo di desistere e di conciliarsi. Il prezzo? Siamo troppo lontani. Il danaro dei rettili non ci interessa. Ci basti l'ambiente in cui visse il capo dello stato parlamentare. L'uomo che aveva il plico non appena. in piedi fece correre un brivido. I corrotti eri\no molti. Le prime parole uscirono dal silenzio sepolcrale. L'oratore confessò di avere avuto quasi p11.ura di quel silenzio. E perché? Lo disse lui stesso. In quel silenzio e in quella attenzione la sue. person11. non c'entra.va che per pochissimo. ForBe per nulla. La.sciamo passo.re un po' di biografia. Do.ppoichè, diceva Na.poleone Uolaja.nni, non ero e non sono un uomo ùi Stato; non un grande oratore, riconoscendomi anzi un mediocrissimo, disadorno e talvolta sgro.mmaticato rniionatore alla buona; non il 1011.der, ma l'umile greit1.rio di un pa.rtito, del partito repubblicano 110cialiata. a cui mi onoro di appartenere dai miei-primi anni. Ascoltiamo il " modesto porta.voce ,,. Egli non aveva fatto che saccheggia.re la relazione Bia.gini. Nè preamboli n~ invettive. Il torto principo.le della. Banca Romana. stu. nella cassa a mano a 1lisposizione del cassiere, mentre ln. c1tssa di riserva è a tre chinvi. Orbene la ispezione - 16 - constatò in libera custodia. del cassiere la ingente somma. di .f9 milioni di lire in numerario e valori di versi di cui 7 milio:ui circa appartenenti alla riserva. (che non dovevano trovarsi in quella cassa). Fu constatato inoltre che da cinque anni non era stato fatto il riscontro mensile della cassa prescritto dagli statuti. Mancava. l 'obbliga.zione personale di garanzia di 4 milioni del presidente del consiglio di censura, don Giulio Torlonia.. Si sono poi tro>ati nella verifica dei 44 milioni, propri della Banca, nove milioni di lire in eccedenza. della emissione. Ciò che voleva. dire che si fabbrica.va. Questi biglietti avevano le caratteristiche della regola.re emissione perchè avevano la firma del cassiere e del censore. Disordini spostamenti sottrazioni, alterazioni, ruba.menti di carta per le fu~re emissioni'. Si è trovato un mascheramento di un 'eccedenza abusiva di 25 milioni di circolazione cartacea in più di quanto aveva di?·itto di mettere in giro. I lavori di salvataggio nun giovavano a nulla. ()'erano le inchieste 1.e qu~li servivano da tombe. Nessuno le scoperchiava. La stampa vi era immersa. Il chiasso non le conveniva. Le inchieste erano tuttavia a disposizio_ne degli espurgatori sociali. Non ce ne furono. Il disseppellimento d'oggi sarebbe inutile. I succhioni sono rimasti nomi ignoti. Hanno avuto la rinomanza dello scandalo. Bo.stano per noi le cifre cumulative. I truffa.tori della Banca Roma~a .furono sco:ati ~ n~m~rati per 1686. Pannulloni, predoni, pirati di banca, fihbust1en di ambienti parlamentari e giornalistici e politici di tutte le altezze immorali. Pietro Tanlongo non era solo il padre degli arruffoni e degli imbroglioni. Era. anche un ladro "patriarcale,,. Rubava per sè e si lasciava rubare dagli altri. Il silenzio dei clienti mangioni costava. Tanlongo non poteva vivere che a condizione di tamponarli con manate di biglietti da. mille. Per mantenere il segreto che il governatore della Banca fabbricava una serie di biglietti di grosso taglio per suo conto ha dovuto lasciarsi carpire 83 milioni di lire, 73 dei quali vennero spartiti da 179 individui e fra questi soltimto 19 ne ebbero 33 e mezzo. Agli altri 1507 clienti andarono le briciole della mensa, cioè appena 10 milioni e mezzo. Tre milioni andarono nelle tasche di diciassette persone estorsioniste di professione. Napoleone Colaianni era troppo pauroso. Temeva. di far male. Invece Ji andare come un macellaio nella bergamina armato di coltello, lavorava con parole riguardose. Non si sventra unn Banca con gli eufom1smi. Giolitti che aveva fatto di tutto per salvare i farabutti bancari non lo ha indignato. Al contrario: ha dichiarato che egli era il suo nomo di <e fiducia si ncero •. Fu largo di lode verso il ministro. Non si salva il pubblico che sgozzando il suo nemico. Se fosse mancato qualc1mo ad indignarlo c'erano i correntisti tra i quali Tanlongo, il quale vi era per più cli un milione e mezzo. De:iaro - trafugato. C'era il presidente del consiglio di censura che •i a;eva · t re m1·1·10n1. · Con due inchieste e la stampa estera divorato . . che aveva diffuso i trafugamenti i fatti erano arcinoti. Ma lm, 1 orato~e,. h~ l to triplicare di gentilezza. Ila fatto il gentiluomo. Giolitti vo . . per le. si uaccontentava di una proroga di tre mesi. d'i em!ss1one J · · ha voluto triplicare di bontà. Ne ha concessi l COR,lfl.nlll bancie. d' 'lt'}J' · · ' · 1 d oni tre ire i 0 sei mesi di proroga vorrebbero se1. .1:1.i a r . · bba i. Stato Durante l'ispezione governativa si sare t d men o i uno · . . . . .ero , come si sono, associati ai Pietro Tanlongo, gh imp~egati. del!a. ispe. zione governat'va i . Hanno fatto comunelle. coi bottmaton. L G ·oratore· bbe che ventisette voti. La Camera ha creduto ~ iovann~ che osava fatto sapere che le de.gli. ora.ton erano state raccolte nelle piazze e .nei tn':. Cnspi fu con,. G10~itti. 1 La Legislativa respmse con orrore l mch1esta Connnbb i·0 0 1.brobrio~o u • · . · d· parlamentare antipatriottica perchè avrebbe peggiorato 11 ere ito italiano all'estero. . . a· B ...,.,on si· cap'i la ragione di coltivare tanti ladrom 1 una t anca d' di emissione che poi ò stata rivelata pubblicamente per ~a~ ro i furfouti. In qualunque altro paese, ha scritto l'on. C~laJll.lllli nellfe sue Ban .. he e Parlamento, un Giolitti che non potesse ~1s~ondere. sU!ficientemente alle domande fattegli sarebbe stat~ mes~o in 1stato d.i ~c1893, egli s1 ò cnsn 0 a l mono cacci·ato · In Italia ' e nell'anno di grazia . . . veduto assicurata una J'odele maggioranza, non di pocl~1 "?ti~ c~m~ a\l'elihe potuto aYcrln. Gla<lstone, m11. d1 centinaia, anzi. G1ol1tt1,_ si · · mc un re 111 · g11 · ·o 1lnlla stam11a eorrotta ' come• ele' Jnscw " • atore • clell onesto 0 laborioso Pietro 'l'nnlo11go, sonatore. I gmrn~1 la 1e~ero fì~ nitn. con gli scanilnli ngginngcmlone nn altro con 1 assoluzione dt tnlti gli !\C<'\lSnti. . ., . . C~m1oubnndo Giovh11ni Uiolitti nei gnazznbugh prst1ter1 e uu morali della Banca Homana si vota souza C':-;itaziouo per In colpe>oi ezla d e l gr •~n1l'numo · Egli ne. e<:cc . . come . . un maltaltore. . ; . .Le sue. l ·bonze iniziali i i;uoi inlermezzt 1nr1os1 e i suoi f.irnl. anogauti nu " • ' • 1 · non gli hti111 0 impu:. ilo ,}i allibire molte Yolte>. ~on o s1 poteva · "~ilori dell'incl ir·sta i1arlnrnentare senza. capire a Ila t"tn ~" ,. t!e"... Ji" opr •· . . metlLrt! ,.;nl bmw'l dcl ministro i ducumenti della 1lhLatPzzn dt T:mlon50. . . . . (l coi l:ulroni o contro i ln.<lrom. Altro che not1z1e rnccolte net ti·h·ì ! Gionumi U iolitti non lo ha ncciuftato, non lo lm lasciato nccrnffnre ! Egli bapern tutto On <lal giorno in cui era ministro dol tesoro con Orispi. La Yorità ù che fu lui n proteggere il malvh-ente della Banca Romana o<l : d ele\'nrlo nel momento in cui' impon·orsn.va quella. che lui chiam~' a calunnia. Calnnuia ! Era il torchietto della doppia serie che calnnniarn. U10Yanni Giolitti ~a ~ontr.ibuito a .farlo illustrare dagli azionisti e n fnrlo assolvere dn1 gmrat1. Jurnrng1naio ~~~li:ti I 17 - no~iz!e av:rer~a~1 - 18 - che dopo tutte le sue burbanzose affermazioni ha. osato el~vare il capo dei simoniaci della Banca Romana, dopo averlo !atto sena._tore, membro della. commissione di sorveglianza del debito pubblico e dopo la seduta. parlamentare del venti dicembre, cioè quando tutto ere. stato svescia.to. Proprio, fu una. sfida. al parla.mento, come ha. scritto Cola.ja.nni. Ai denunzia.tori di Pietro Ta.nlongo egli h11. risposto con una. elevazione morale. Fu svergognato! In tempi meno abbietti sarebbe stato linciato, appeso, rovesciato in un burrone. Non si poteva essere più oltraggioso. Le a:fferroe.zioni, e le negazioni del presidente del Consiglio di quei giorni va.leva.no quelle dei delinquenti da.vanti ai giudici inquirE>nti. Mentiva e smentiva.. Non conosceva. Tanlongo ! Ne era. invece intimo. Non aveva. ma.i saputo della. suo. clientela. parlamentare. Accidenti ! Gli aveva. raccomandato più di una volta. clienti, parlamentari, parecchi dei quo.li avevo.no lasciato le cambia.li, sconta.te per fini politici, in sofferenza. Lui stesso, sia. pure per scopi ministeriali, si era. fatto un prestito di sessanta. mila lire. O, dunque, che cosa. andava. dicendo che non lo aveva conosciuto? Giovanni Giolitti ne ha. 78. Non è moribondo e non ci a.spettiamo confessioni. Ma ci pie.cerebbe che dicesse le ragioni ùi a.vere fatto scomparire da.i plichi di Tanlongo molte lettere dagli stessi a.genti di polizia, come ci piacerebbe sa.pere perchè ha tolto dal grosso plico consegnato alle presidenze delle due Ca.mere, molti documenti della clientela in sofferenza. per non la.sciarvi .che i poveri tapini e i morti. E qua.li furono i massimi difensori di Giovanni Giolitti, in quei giorni di demolizione personale? Francesco Orispi, Giuseppe Marcora., Nunzio N a.si e Fortis ! Del primo è inutile parlare. Egli è sotto il peso di un quinta.le di materia.le ca.va.llottiano. Il secondo si era già. reso innominabile per quella sua negazione che lo ha. messo sulla. piattaforma. dei mentitori, cioè di avere sottratto alla. Oongregazioue di Carità. di Milano una Borsa di studi destinata ai figli poveri, per darla a.l suo figlio ricco o in via. di divenirlo; il terzo era. già. avviato alla. celebrità. dei malviventi comuni; il quarto era. già passato dalla. celebrità. di Villa. Ruffi. a.Ile vivande del Quirinale. Il passato di Giovanni Giolitti è dunque indimenticabile. Non gli sarà. rima.sto un centesimo di tutto quello che è stato carpito ai bai;sifondi delle banche. Egli avrà. anche sagrifì.cato del suo, ma ce1·to egli si è messo contro la. corrente della. verità. e si è lasciato tra.scino.re dove il codice non protegge più nessuno. La. neutralità. fu una finzione di Salandra. Uome furono di Salandra i futili pretesti per la guerra. Montre questo bonzone di carne malsagomata imbavagliava la stampa rossa e metteva in circolazione i caro.bi- 19 - meri a. snidare la gioventù della povera gente per rovesciarla al fronte come carne da cannone, mentre prezzola.va giornali e giornalisti per la seminagione Yelenosa, negli angiporti della forcaioleria., si fabbricava, si ordivo., si la.voro.va., si requisiva, si calcavano i cortili di fanti, gli stabilimenti di esplosivi. Si disseminavano gli imbonitori di guerra in tutte le arterie della. penisola per rinfocolare l 'atmosfera. Da ogni parte ca.valli, automobili, buoi, somari, motociclette, autocarri, biciclette a profusione. Le campagne venivano invase dai gallonati che vuotavano le stamberghe abita.te, i granai e le stalle. Era un'agitazione sorda., febbrile, che si sentiva. in ogni angolo. Nasceva.no quotidiani. Si sentiva. che gli agenti incaricati dai grandi maneggioni delle aziende che dovevano preparare la guerra aveva.no mano libera.. Discuteva.no, ordina.vano e metteva.no sui tavoli chèques autentici. Questi avvenimenti furono la fortuna di molti. I ventraiuoli della penna non si videro ma.i affondati in tanta. abbondanza.. In ogni luogo un mercato, una fiera di anime in vendita. Vi si aggiungeva.no i saltimbanchi dell'oratoria. incaricati di scalda.re l'aria della. stra.da tutti i giorni, in diversi punti cittadini, fino o. sera, qua.udo entravo. in funzione la sa.la, con l'eloquenza aulica. Le potenze centrali parevano di cartone. Si sfasciava.no. Ogni oratore accumula.va. sulla sua piattaforma cadaveri nemici. Il commercio usuale andava prosperando. Le moltitudini in mezzo al continuo comizio rimanevano sbalordite. I consumatori rigurgitava.no nei restaurant, nei caffè, nelle buvettes. Il tono della conversazione saliva. I conservo.tori si sbrigliavano. Parevano tutti sacripanti di caserma. Il loro linguaggio ero. famigliare coi Napoleoni e coi Moltke. Su per giù parevano tutti usciti dal collegio militare e citavano le guerre come documenti persona.li. Io ridevo. In quel momento credevo ancora alla neutralità. governativa. E per questo delitto mi condannarono due volte a. un- complesso di diciassette o diciotto mesi di reclusione con qualche biglietto do. mille di multa. Le condanne mi fecero riposare nell'ambiente della disperazione. Si soffre in mezzo a un mondo incendiato senza. i mezzi di spegnerlo! Le condanne mi avevano fatto strabilia.re. Segno che la magistratura. avevo. avuto l'ordine di accopparmi col codice alla mano. Non si poteva essere più servizievoli. Non si rimaneva del resto oziosi. La grande guerra. era incominciata. Il Belgio era stato invaso. Le scenate di Berlino ci avevano trattenuti parecchie ore nella meraviglio.. La cacciata degli ambasciatori delle nazioni in guerra con la Germania., la foga genera.le degli stranieri che avevano considerato Berlino come casa propria, i socialisti del Reichsto.g cl..e aveva.no votato i fondi per le. guerra, come se le teorie marxistiche fossero state di gomma, l 'Inghilterra che ere. andata. in guerra per -·~o - proteggcro i ùeboli, per ùimo:;tra1·e che non era ,.C'ro cno i lrnttnti fra nnzioui e 11azio11i fossero d1•i 1·!t1//i,11s d1 1' ,,,;, '" P',llll' !L\ e\ a tlc>lto il enuc •li.ore germani• o C'o:ie clw ci lr!.'0\'111 o ]•at.,,.;l'!'r il tE-mpo. Il mondo :;i cnpo,·olg~·Ya. La frntcrni'tit cr·i 11 •11!1".1 •au. HL' l'im11wnso fragorl' della intcmnziouale ,lcll'ngoslo l!ll '. Uli r:n1a,~01.i ... mi Ji razz1i da qucst".)l·a ernuo tll'lif, Lrc~t.i(;Jldn co1.tl~n. l c•crvc.li non ragìonn\·nno. l"n uomo pn:<Sa\a clalle iil<'r liiant'hc ulle re ,,-0 e Yice\(Jl';,11. srnza pensarci pii1 cho tanto. N011 &i pL•11sn.ni pii1 ni dirilli ùe<>li alt1i che per frrmtn1narli. "' Pt\ 110i :;i romiucia,·n a rnpirn che si 11111.'!t\ 11 l"aln1osfr ra solo a. guanlnre in ,·iso ai conoscPnti, ngli 1unil'i, nllc p('rso1111 con le quali si <tVt•\'n 1.ndìicato e lavorato ì\n:; c\'ano delle frnd iuz:tl' sul1itnnce. l\on c1 si stringeva la mauo co111c prima. ~folLi Yi gua1·claYano negli occhi. I nemici di ieri Ji,•eni\a110 gli nrnil'i d'o.~gi. Che cosa aneniH~? C'erano in giro i borsoni. Si sbruffava. Si attizza,·ano i tuochi. Si sprone.ve. e.cl e.ccumunarci in vista degli avYen iménti. L na cosa sbalorùitìva. Eravamo affondati in une. neutralità densa. I socialisti 0 meglio la direzione del partito era a Bologna a ribadire i chiodi. Si sapeva che il direttore dell'Avanti e.ve\'a <lato altri giri di corda alla saldezza del partito. Non si do,•evu. imitare i geno:;sen. Poche ore dopo che la scissura era in piazza, Benito ilfussoliui aveva. preso la fuga. Si era precipitato nel treno, era corso alla direzione. si era fatto di tutto il materiale intellettuale un fagotto e si ern. . chiuso in case. sua per non rivedere mai pii'.1 i socia.listi che sulla. piatte.forma. del dissenso. Che cosa era avvenuto? Lo si era stregato, corrotto, comperato, borghesizzato ? Si è faLto in un atLimo un nome venale. Il colpo di sopprimerlo dal prol~te.ria.to sarebbe stata l'opera del Ne.Idi, l'allora. direttore del Resto del Carlino. Il Ba.cci è andato e. casa . del d~re~tore dim~ssionario e. supplicarlo, a baciarlo, a portarg~1 un b1ghetto da m~lle ~e .avesse a.vuto bisogno di denaro. Troppo tardi. Il fatto non era d1sfac1b1le. Bemto :.Mussolini è rimasto vuoto del socialismo alla. prima. pacchetta.ta di biglteLti di banca. Il suo giornale persona.le apparve senza passioni generose. Tutti 1 g' orni si invertiva di più. Non eobe che pochi seguaci senza. piattaforma o screditati. i\Iussolint fu tra. coloro che si gettarono su Gio~anni Giolitti con tutti i nomignoli fangosi e brutali. Vi si era buttato sopra con le convnlsioni della tigre. Parve un isterico. Per la prime. volta. face\·ano ribrezzo i rivoluzionari che scrivevano e anda~ano sullo. piazza con caterve ùi contumelie furiose contro Giovanni Giolitti per punirlo di a.ver 1 fatta. ~·o~erta. de~ ' pa rec~hio,, (per conto dell 'intermediario Biilow.) Vecch10 1mbrogl.1one . '\ o~pone della Banca Romana. ! Elogiatore pe.rle.mentare de1 Centanm ! Al fiume, il miserabile! Di città. in città Giolitti ingrossava. nella turbolenza., lo t!Ì vitupera.va. in tutte 1 - 21 le corrispondenze Lo si esacerbava col linguaggio parossistico. Ser· 'l"i\a d1 palla su tutte le piattaforme comiziali. S,•rv1va <l'avviso ùi diffamazione su tutte le muraglie. Le matite lo malcoucia,ano in tutte le guisl'. Egli era uno spione. A ve va tra<l ito il re. Lo si vestiva da brigante. Gli si metteYano in mano sacchetti <l'oro. Lo si cercava dappertutto per vilipenderlo, appenderlo. linciarlo, squoiarlo, affogarlo in un intestino di materie fecali. I grandi quotidiani, dal Gornel'e della Sera al Oiomale d'Italia, andavano in gil'O canchi di purulenza antigiolit,tiana con orgo!?,'lio. Anche loro fingevano di credere che l'uomo rhe aveva servito per tanti anni e tanto foùel111ente la reggia aYesse poLuto uscire da Yilla Ada con il tradimento in saccoccia contro il sona.110 ! Mentre tutti sape,.ano che il re lo a\eva mandato in piazza. con il «parecchio» a consnltare I 'opinione pubblica.. Un altro regnante avrebbe forse trattato di\ersamente il proprio servitore. ~on sarebbe andato tranquillamente a pranzo mentre il suo fedele ministro era. sotto la gragnuola delle ingiune pubbliche. Y1t.torio Emanuele pote>"a sospendere l'uragano con una sola frase. L'ho mandato io in piazza col "parecchio,,! VoJe,-o sapere da qual parte tirava il >"ento. Sua maestà. ha. taciuto. Lo ha lasciato travolgere dal turbine e ha assistito alla sua catastrofe. Kon se ne è pi1't occupato. Imparate, o signori. Questa è la gratitudine di Casa Savoia. umberto ha fatto lo stesso con Francesco Crispi. Un giorno lo ha lasciato fuori al freddo. A Genova, a Firenze, a Napoli, a Palermo, in tutte le città principali le scene della demolizione umana si sono ripet;ute con più fanatismo, con pil1 barbarismo, con pi1't urti . La vittima era. rincorsa. e bruciata. in eiligie. Giovo.nni Giolitti pareva il Prina.. Lo si trascinava dovunque come dell'infezione tedesca. Lo si porta.,·a ai comizì, lo si scaracchiava in faccia, gli si andava sopra coi piedi e lo si strangola.va a tutti gli alberi con sfuria.te di improperi di una volgarità senza nome. lo scrivo quello che è R.vvenuto. Mai ministro inglese in Irlanda è sLato fischiato rabbiosamente come Giovanni Giolitti in Italia al momento di !lichiara.re la guerra all'~\.ustria.. L'uscita. del "parecchio,, ali 'e.ria libera hn fatto trasnliro le cosciecze venderecce dal Salandra al D'Annunzio. Antonio Sa.lnncÌrn è uomo senza importanza. Kon fu ma.i uomo di vn.lore. Non è stato che il rappresentante della doLta ignoranza i lo ele,gge un collegio di idioti, de.ll '86. :N' essuno gli ha ma.i profetizzato il potere. Scrive come un contadino stato a scuola. Hee.zionario, servile, valletto. Figura da ciambellano. Come ministro dell'iulerno fu padrone della polizia e ùei denari per i rettili della stampu, la sbirraglia travestita, le spie altolocate, i vilificn.to1·i di professione. Sono andati intorno a lui nugoli di oratori da piazza e da sa.lotto, eh 'egli ha sparso in tutte le città. e in tutti - 22 - i quartieri . :Moltitudini di accenditori di entusiasmi be lici . Giovanni Giolitti fu la sue. bestie. nera.. Lo ha consegnato a. tutte le bocche mercanteggia.te. A tutti i detrattori di professione. Addosso, signori, addosso! Gerle.te di calunnie. Nelle. ce.pite.le era inseguito come un ra.ttone veduto attraverso le. stra.de.. Traditore! 'rre.ditore ! Traditore! Egli aveva tradito il re. Vi si era intue.to e gli aveva messo la corone. al dileggio. Buffone! Ca.ne.glie.! Vituperio delle genti! Veniva. eville.neggia.to, contumeliato, buttato nelle cisterne <lell 'immondizie. In torno al suo nome nascevo. la diffamazione. Tutti aveva.no carrette.te di insolenze, di aspersioni, di vilipendi, di tlenigrazioni, di libelli, di scandali inauditi per lui. Lo si ma.Imene.va, lo si faceva a pezzi e bocconi. Parricida ! La bassezza umana gli veni \"O. affagottata e buttata alle. testa. Perfido! Infame! Assassino della patria! Una fotografi!\ di Giovanni Giolitti in una vetrine. voleva dire una insurrezione, una provocazione. Le. bottega andava in frantumi. Gli si volevano cavar gli occhi, le. pelle. Strappare le unghie da.i piedi e da.Ile mani. D'Annunzio ere. in giro con il suo dizionario come un sa.cenlote delle patrie ma.led izioni. Egli era eta.Lo riabilitato de.Ile. canzone di Garibaldi e le sue invettive inverniciate squillavano nell'atmosfera. dei facinorosi. Antonio Se.landra. vedeva che vinceva. Le. gente conlumelie.ve. Giolitti e osannava il ministro della. guerre.. La popolazione impazziva. Giova.nni Giolitti senza la protezione militare sarebbe eta.te appeso ai cancelli della. Villa Borghese. Lo si voleva squarta.re. Senza. i drappelli monture.ti non gli sarebbe stato pos::iibile re.ggiun~ere il portone della. sue. abitazione in via Cavour, per se.lire a.14. pia no. Si voleva appenderlo, livre.ge.rlo, agganciarlo come un maiale e li.sciarlo penzoloni, spetta.colo di abbornine.zione pubblica.. Non si voleva più di lui come uomo. Egli era un mascalzone che aveva masce.lzoneggiato alla reggia. J.e folle che voleva.no andare ali& guerra con gli improperi seguite.vano e. porte.re fango al palamidone giolittie.no e seguite.ve.no e.d accendere I 'atmosfere. per incenerirvelo. Senza. le. protezione milite.re egli se.rebhe stato sfinestre.to de.i suoi appartamenti. Dalle ::icale gli salive.no ud i che domanda.ve.no la. sua testa. Il grido di dà.lli all'uomo! non ripugna.va più e. nessuno. Gli aggressori lo avevano denunciato dappertutto. Arturo La· briola fu tra i creatori dello. corrente assassina. Più si andava. avanti e pil1 lo. corrente Jiventave. ingovorne.bile. Pareva.no tutti lettori del Don Chisciotte. Lo mettevo.no fìguro.tiva.nente nello. coperte. e lo sbalza.vano al cielo con ghignate diaboliche. Le bestemmie sci volavano da tutte le altezze. Lo. sua testa serviva per il foot-bo.11 generale. Essa era rincorse. da tutti i piedi. L'uomo di Dronero più era ansante e più ero. fatto correre a pugni, e. randellate, a vomitate fraseologiche. Sua maestà. taceva sempre. Egli lo lascia.va aggredire liberamente - 23 - da t.utti quei cinici che finivano probabilmente nelle. lussnria della Suburra. romane. come il loro maestro. Il più scalmanato oratore cli roba confezionata fu indubbie.mente il superuomo. Egli era g iunto de.ll 'eeilio dove pareva fosse stato relegato dalle. collere. italiana per le sue porcellonerie consuma.te negli scritti e nella vita. Aveva. più nulla del gaudente. Pareva. ch'egli indossasse il cilicio per le. patria. Egli getta.va tutta la sua carne al cannone. Faceva. olocausto di sè. Invitava. gli altri a morire come lui. Egli si sentiva. superiore nel supremo sforzo di convincere i discepoli alla sue. trasformazione. n Bella-Ami dei tempi andati non era. più reperibile. Egli si presente.va come mondo dal terribile egoismo di une. volta. Purificato si credeva. in diritto di precipitarsi sui traditori della patria. Egli avevo. assunto un aspetto catonesco. Il suo compito era di far diventa.re traditore Giovanni Giolitti. Si valse di tutti gli aggettivi che scrosciavano. Ne aveva dei terribili e dei sudici. Aveva degli avverbi abbietti, delle parole fracide per insozza.rio e scaraventarlo nauseabondo al disprezzo pubblico. Si elevo.va alla eloquenl'.a tribunizia. Sgranchiva. il cervello pubblico. I decadenti della legislatura ere.no tutti per lui. Dopo Genova, Roma. Passava. come un grido d'orrore. Abbasso Giolitti! Abbasso il venduto a Francesco Giuseppe ! L'intermediario del «parecchio> era. Blilow, 1' uomo della. ville. delle Rose, ambite. do. tutte. l'aristocrazia romana. Dalla. stazione D'Annunzio era uscito tutto malido. Nè Garibaldi, nè Gambetta erauo stati ricevuti dall'enorme folla alla stazione, riassunto. in 100000 persone come quelle. delle radiose giornate del maggio 1915. I fa.natici della guerre. gli erano andati tutti incontro. Barzilai, Bonomi, Olive., Medici -:!el Vascello. Uanti eroici. L'inno di Me.meli, quello di Oberde.n. Momenti che parevano sacri. Il poeta. si lascia.va supporre come eMtasiasto. Fu allora. che proruppero in une. sgolata feroce contro l'uomo della Banca Romano.. Tremarono gli edifici. Il divo Gabriele ere. in mezzo e.Ile moltitudini come uno. bandiere. di guerra., della guerre. che stava per diventare maledette. e avdarsi e. passare fra le guerre esacrate. L'agitazione d'annunziane. era antiri\·oluzionaria. Egli era. per le. reggia, per la grande Italia., per manda.re la gioventù del lavoro al macello. Vive. la guerra! Abbasso Giolitti! Yiva il re! Viva Sale.ndra ! ·Il verbo di D'Annunzio era artificioso. Gonfio e tronfio . Si propalava con suoni lugubri. Pareva ch'egli annunciasse che le. nazione stesse per compiere il massimo sacrificio in nome del sovra.no. Romani, italiani, fratelli di fede e d'ansia, amici miei nuovi e compagni miei di un tempo, non o. me questo saluto d 'ardente gentilezza, di generoso riconoscimento. Non me che ritorno voi salute.te, io lo so, me. lo spirito che mi conduce, ma l'amore che mi possiede, ma l'idea che io servo. - 25 - 2.1 - . l"tt" abbasso i viglio.echi ! Dunqne . di abbasso GTlO i i, Altri uragani t'esse stato Desmoulins ! ·d to come se · R all'armi! ha gn a l' e l'altro Il 1irimo era. m orna. · · za tra uno · · S 1 ~e>:suna avv1cinan r >atriottica ehe lnvo1·ava per a a.11come un cortigiano, una ing1:a. lll do fu il primo repubblicano cc ù lla. compagnia.. secon l . dra, il buuone e_ . tt Cocca.rdo rosse, aux unnes ! ia gn. r Mana Antome a. l . ù. C dei tempi e i i . l . D' A1mnnzio uon aveva i riso t adato e lIl\ f a tto la. nvo uzione. . 1 t. \"meuto in Giovann1· G"10l"tt. 1 i. . 1 11 f anterna.. Odorava .1 ia1 i ., . B L m1llo te a ' f" tt lin•nire un su o grn d1 orsa. e r tuna lò aveva n o t . 11'" t La sua or . . 1 l r-hiasso. Lo si metteva a inca:::. o. ·1 te letterane facevano t e sue ur a r o. Coloro che circondava.no il nume l icev~n .. . senza pietà. Siete voi - Fate la lista ùe1le vostre prescnz1om h vete salvato l'lta.lia.. e e ~li altri er11.no tutti immondi. Avevano gol~. immon~e.' strR·oz~e . . n. nmondo . Bùlow era tlel1 unmonù1z1a. l'o ia. . monde l,ingua.gg10 im_ L' . rotola.va. coi I>iedi. Gli si t:onfìsca.,·a tutto. Era ora feti1\a.. O Sl . • t l (I IU/ hn potuto d 1re: ;-;on.a l'.l n ca m1> della revanc he· D al Campiiloalio o a stormo! · 1 ·1 ' _ Oggi il Campidoglio è vostro, ha so~g1.1111to 1 come. qua.nt o i_ o olo se ne fece padro11e, ora è olio secoli ~et. Il t.::leb1.ato~e .'.lel pl' P · lità non è stato importuno. Salamlra, il man~111.to1e 1h 11voa.nima . · 1 11· . n ·se · • }1a lasciato che il 1iuce 1lei nuovi gan sa .e 1111 scampan luz1onar1, . ." . 1 D'Annnnzio conosce 1 tnH"clu per :st01senza pa1ll·a · Vero riadatano · · .. l "l)bagliare le· moltitn•lini. In un grnn1le momento, come un d ue 0 l "' ù . N" B .. > • nllare di corte si è fatto porla re la spn a ti 1 • i 110 1x10, granue g1 1 • • · l>olo di 1·01·aggio e la hMiè1 fra ~li appla11s1 irngorosi. • • SllU . 1 _ Qnest11. spaola del secondo doi millo, primo fra tnt.t.1 _1 com.battenti sempre, questa bella spa•la che un 1lona tore orc1le ti t proti 1 1 offre al Campi1loµ;lio, o Romani, ò un pef.!;110 terribile. . D'Annunzio non cessa.vq. La cact.:ia a Giolitti era sna. Lo rnseniva 6 lo faceva iusegnire ! Voi do,·ete i111pc1lire che u11 puguo .li ~ufllani e tli frodatori riesca a i1111srnttare o a 1HW1lcrt; l'Italia ~ella Roma \Ostra si tenta di strangolnro la. lmtria • 0 11 11n capvtro prussiano mw1PfJ.<Jiufo cla q11el 1·e<'chio liniu lali/Jm1lf• (<Holitt1 . le 111 calcagna sanno la "Via Ji Berlino. fn Ro111n si t.:ou1pie l'n"sassimo. Ù i fua...,.insco "'b • Noi siamo sul punto di esSl'l'C Ye111l11ti • 0111e 1111n gregµ;ia i11fdl1\. Qunsto vuol fa.re ùi noi il mestatore 11 i Dro11e• o. J 11 trn · ~li1i osceno, contro il quale un gentiluomo >11·ocr.\1 un C'pigramn1a criulele. Ei;li voleva che lo si lapiJasse. Parole. parole. Erano parole. D' .\nn1111zio non ce:;sava ma.i di essere un ve1·b11.11wlo, un uo1110 vnoto, nn 1uloratore della rettorica. Per una frase martellata sulla sua i11cudi11e si sarebbe fatto cremare. Era un vero frasniuolo. Non era nffatlo un patriotta. Era un bastardo. Si era allncc1\tO alla cordA. della campana in Camvidoglio come si sarebbe attaccato a qnella fJUO.lnnquo corclA. del vecchio regime. Egli abusava. del suo passato di enfant prodiga, <li parolaio della letteratura dei cleca1lenti 1 di studioso di alcova. 11 re :;te;:so è caduto nelle tuoiue dell 'esleta. Si è lasciato entusiasmare da quel grammofono VÌ\O che sparge>a tuLte le buaggini, tutte le fole dei giorni del l'lnsensatezza tlella classe borghese. Gionmm Giolitti che non era pii1 un'opinione neanche parlamentare, che A.\·eva fn.tto il suo tempo, che era creùuto impotente a trascinare la vita a pii1 alte concezioni, in mezzo a tn.nto odio letterario ha trovato simpat:a. La democrazia o una certa tlemocrazia gli pertlonava il bombardamento ùegli arabi consumato nella Tripolitania per aggiungern uua foglia d'alloro alla corona regia del signore di Villa Ada. Noi, no. Noi non gli abbiamo mai perllonato. Giovanni Giolitti fo come tutti gli altri che hanno ser"Vito la monarchia. Dopo A<lna non si <loveva.no più accoppare gli indigeni per aumentare l'influenza. territoriale del proprio signore. Nel 1910 si sentiva l'odore cadaverico del vecchio regime. Giovanni Giolitti ha voluto tenta.re <li ringiovanire con un po' di sangue africano, la supposta nazione del suo signore. Ha così compiuto delitti afferrati che la storia non gli può perdonnre. )ifa tant'è . Se non c"era lui ci sarebbe sta,to un'a.ltro Con la monarchia non ci sono diritti. Giolitti accettava il e paret.:chio l> prima perchè ·era la 'olontà del Quirinale, poi per una ragione <li concorrenza ministeriale, indi perchè egli conosceva le rn11tlizio11i in cui si tro\·ava la monarchia. italiana di fronte alla monarchia degli ,\shnrgo. Senza il disastro generale delle pote11Ze centrali in fuga, Diaz non ancibbe certamente gnadaguato pii1 di Cadorua. Difatti chi si è mai iiccorLo di lni? In Francia sta pe · rendo Joffre. Non vivll la fama usurpata di nessuno. Neanche nella guena francese. Non c'ò più posto iu Francia che per il maresciallo Foch. ll trionfo parlamentar€\ di Salan<lra era vicino. Gabriele D'Annunzio ha avuto tempo <li vomitare altre enllate escanùesi;enze. Salimdra aveva rasseg1111.te le proprie dimissioni. Xon era più presidente. Era una farsa. Il re che av1.ffa sentiti i prodromi della sua caduta e a\-e'a lasciato Giolitti nel sn.::rificio si spoltri"Va per la guerra. La cor.ona gli era ancora un fordel lo piacevole. Si cred eva più patriotta. 1.1d suo ex presidente del Co11siglio. Dava il suo consenso al fuoco. La canaglia laida del _jl( era fiuila. La canagl "a. giolittesca nou era pii'.1 difendibile. ggli aveYa seminato la sfiducia, si diceva. A.\eva t'allo credere la veritn: che i magazzeni militari erano sforniti. Che si 11uu1cavn di tutto. Dunigrava. Aveva denigrato . Egli era un capobanda e nu impostore. Giolitleria lllfettatrice, scompari! Sala11dra ha vinto. Si va alla gnarra. Arturo Labriola ha applaudito. Geute di guerra appiccate il fuoco. Salaudra dava ordine di iniziare il gabinetto uero. Leggete le lettere di tutti· non mandate tele' grammi che minist<'rialt. SignoreggiavR., Sia! Rispettate lo straniero - 26 - . · t·' dello straniero. Era per il pubblico. Sa.la.ndra. ha. fatto e l a. p1oprie u. . • . . to · · telefonare a.i giornali la. sua bontà per i sudd1t1 ~egli impe;a n 1~ olizia. invece faceva. sussurrare: lo.sciatti fare. E stato il guerre.. All a. p . . . 1 . L . "ltà. · · to La. plebe ha. iniziato subito i suoi a.ssa. ti. e. c1vi . pruno movunen · . h" a Roma. , da. Napoli a Palermo 1 tedesc i e g 1• 1 era. an da t a. Da. 'ri"lano Jll • • • · · sono sta.ii snidati inseguiti, asso.li t1, derubo.ti, battuti, aus t no.ci • . · t"1. Anatemi a.gli stranieri 1· Giolitti era cercato .• 81 voleva esproprio. • • • Lo si sgozzava Lo si portavo. 10 giro e lo s1 brucia.va sgozzar 1o. · . . . . . stronca.va 0 sputacchia.va. in effige. 81 voleva. demolirlo 10 pub0 blico. Egli aveva. mercanteggiato col nemico. Era un altro Bolo, un altro Humbert, un altro Lenoir. Addosso! Il suo nome era o.bba.ndona.to a.lla. taglia governa.ti va.. A Milano la. processione a.ntigiolittiana si era prolungata. d~lla. Piazza ~el Duo~o a Porta Venezia finita. con il massa.ero d1 un neutralista, Adriano Gaddo.. Il e po.;eccbio > era questo : l'arte del Tirolo &bita.to dagli italiani sarebbe stato ceùuto all'Italia. Sarebbe ate.te. ceduta la riva occi<lenta.le dell'Isonzo nella. misura. della popolazione italiana, compresa. la. città di Gradisca.. Trieste avrebbe dovuto divenire c~ttà. imperio.le libera., con una amministrazione comune che le assicurasse il ca.rnttere italiano. A.bba.sso Giolitti! Indignazione riottose. in tutte le città. In certe regioni gli si sono fatti i funerali con la. cassa ùo. morto. L'on. Gra.zio.<lei, è stato buttato fuori <la.l caffè romano e fischiato clamorosamente. Sa.lvemini ha. fatto l'energumeno. Ha schiaffeggiato il De Bellis perchè non ha. vociato Viva. la. guerra.! Turbolenza, oltraggio e convulsioni un po' ùo.ppertutto. Nino Mo.zzoni è stato inseguito do.i pugni bolognesi. Il pungolo d'annunzia.no face,·a. furore. Dae a posta.ti. Due deputa.ti andati a. ma.le: l 'o.vv. Orazio Ra.i mondo e l'o.vv. Senape Sto.nisla.o di Gallipoli. Vollero rivivere nella. idea antica. <li patria.. Non ebbero un barlume di idea. moderna di cessa.re di sciogliere i problemi di frontiera a colpi di 420. Gli scalmana.ti si rovesciavano sui nemici della patria.. Il re ha. tentato di da.re il potere a Marcora.. Altro. farsa. . Ma.rcora. era un bubbone di ra.bagassismo nazionale. Fu ridato a Sala.ndra.. Giova.uni Giolitti venne relegato nella vergogna pubblica.. Nessuno avrebbe creduto alla. sua. risurrezione. 11 Corriere della Sera gli aveva. buttato sopra ca.rriuola.te di prosa. limacciosa e funebre. In gioventù, Giova.uni Giolitti, uscito da.Ha. burocrazia. piemontese, non ha. portato o.Ha. Ca.mera. che il suo doppio temperamento, la. sua. faccia. volta.bile dove lo tiro.va. l'interesse. A.sciutto. Più pronto nd ascolta.re che a. sbottonarsi . Non parliamo del suo cuore. Gli ha. sempre anteposto la statistica: la. fine del mese. Il documento della. sua. durezza. statale ce lo ha. dato lui stesso. A 78 a.uni, quando ha avuto bisogno di sconfiggere i suoi nemici ministeriali, si è valso del laticlavio. In gioventù non ha avuto bontà cl1e per gli sfrutta.tori. - 27 - Contadini ed opera.i furono il suo stra.me, le vittime del suo tempo. Verso i cinquant'anni permetteva. che i e villani> lavorassero da.i primi luccicori a.gli ultimi bagliori crepuscolari per una lira 0 une. lira. e centesimi. E qua.udo ammutina.vano per gli aumenti, pam ! Li faceva stramazzare dai suoi Centanni. E' orribile voltarsi indietro. Ci si trova. di fronte e. un a.mma.zzagente. Egli è stato tale sulla pia ttaforma. per un pezzo. Morti , feriti, fracassati. Gra.nmichele, Rocca.gorgo.. Eccidi. Persecuzioni. Il gra.nd' uomo per rinsavire ha. dovuto passa.r e fra. gli uragani pattriottici del 1915, quando il socia· lismo si è visto altri deputati sulla. scena dei Rabagas politici: Merloni, Ca.vallari, Basa.glia, Sciora.ti, Bussi ecc. Giovanni Giolitti fu spinto violentemente nell'isolameuto per qualche a.nno. Lo si è paragonato a Depretis. Si, a. 30 anni di distanza. Depretis era più stra.fottente, piu poliziotto, più compratore di giornalisti, più corruttore di ml\gistra.ti, più circondato di spie politiche. La. ~iustizia. era. a.i suoi ordini come lo erano le questure. Egli abusa.va dei suoi tempi. Commetteva. più arbitri, più violenze, più sconquassi umani senza sollevare i putiferi dei tempi di Giovanni Giolitti. Coloro che osava.no fa.re della politica. senza. il permesso arrischia.va.no il domicilio coatto. Il domicilio coatto fu il suo teatro. Andrea Costa. è stato il precursore di questa. punizione. Senza gli elettori sarebbe morto in esilio a fare l'imbianchino. Crispi ha imitato Depretis. Forse lo h n. esagerato. Continuatore ·della. sinistro. storica non ba. ma.i dimenticato quà e là per lo Stiva.le lo stato d'assedio, flagello che dura. tutt'ora.. Crispi lo ho. imposto fino in Sicilia, dove è stato chiamato il liberatore, il redentore, l 'organizza.tore della spedizione di Giuseppe Garidaldi . Sa.landra. non è stato meno canagliesco. Durante i suoi trionfi di guerra. degli a.nni radiosi egli ha moltiplicato gli internati politici, i qua.li, con l 'a.iuto <li Cadorno., venivano seHtuplicati dalla. gente bollo.te. per disfattista. Non se ne è parlato durante la guerra. per l 'imba.va.glia.mento dei rossi. Guai ! Coloro che se ne fossero occupa.ti sarebbero andati anche loro dove questa carogna faceva appollaia.re coloro che lo disprezza.va.no. La. viltà dei magistrati dei tempi di Sale.ndra. non va. dimenticata.. Con questo farabutto alla. presidenza. ministeriale la. sovranità ministeriale fu una. >era. i perbole. Si strangolavano i giornali che non si acconciavano a.l mercato , e si viveva politica.mente a daga.te, a nerbate, a. colpi di libretti di sorveglianza. e a. sentenze che fa.cevano sbalordire. In una. parola fu il periodo più canagliesco della storia Italiana. Sie.mo stati seviziati. Con Giova.uni Giolitti, alla Ca.mern da ventisette anni dominatore della maggioranza. <la.l naufragio di Cri spi, la brutalità 'governati va ha. dovuto diminuire in ragione tlell 'aumento del! 'opinione pubblica. Ma. le nefandezze, i metodi, i sistemi, rima.aero su per giù identi~i . - - 28 - . . . B sterebbe dare un'occhiata. alla . . tt' gli altri mazzieri. e. . d 1 a quelli di tu l . . . . Il latifondo rime.se sacro. I suoi e eSicilia di Giovanni G1.ol~tti. . estori i suoi generali, i suoi pre . misse.ri i suoi qu ' . d. ' d 1 canagliume che non aveva riguar i g a.ti i suoi com . fetti' facevano tutti parte e d' te.va me.le! La "lOrca, d.1cevano 'alta mafia. Il conte. ino B l che per dd' . . . è per li puvure i. . . . t' . gli iso1Ml.l, . . . h .r tto nascere un odio d1 classe rnes ingu1. . Giolitti a ia . cl d . . Giovanni . . dell'ascensione del presi ente e1 mii· esistevano pnme. l t · bile. r ma. 1 . . Giolitti li acuì in modo super a wo. . diceva Oole.10.nm, . . O t nistn i ma L . . sobillatori e i gale.ntuom1m. er o altro. e.scie.mo i . . . . h Non occorre Ta che balzelli e sev1z1e pohziesc e. . . . t' non ha dato a 11 a 8 ici i . . . G1olit 1 . . h iunto i nuovi, tnpltce.ndoh. Ai vecchi ba.lzell.i, a ~gt~ n è me.i morto da noi. Con Giovanni. di Dep1 e is no .. .' t' I l governo . .. ltro più simulatore, prn astuto, prn an i. l'tt' è divenuto piu sca ' . L Gio 1 i . a 1 t bini.o della eloquenze. avversaria. 1 patico, più p1eDghevot.e ~ buorcce. a Giolitti era più affabile, più boll tta di epre is in barze. ee. piu . . ed uca t e.. N on c'era in essa che un po' .di sarcasmo, .un ne.cc1on , . R' o due uomini. Si assomigliavano nel pie' di ruvidezze.. imaser . . . po . burocratismo nel funzionarismo. Depretis non si 1 1 montes1smo, ne h d · · • d · conaegni amministrativi e non viveva c e e1 suoi occupava ch e ei o funzionari. d' t r . · G'ol'itti che ha cominciato come lavoratore i avo mo Giovanni i . d i· · · "" non \"a mai potuto liberarsi dall'ambiente eg• l . 11npiea 12v1 11 •• t' 11 funzionarismo gli è rime.sto nel sangue. Le relaz1om ru1111ga i: 1. ono stilisticamente stereotipe.te, non esalano che la puzza steri a 1 s · · h l · t. . i·nchiostro ufficiale · Non vi sono pens1er1 c e o agi mo del vece hio . · f hi'no la prosa ammumta · Lui. stesso non se. muoversi, . 0 ne nn rese non sa pensal·e, non sa parlare ' non sa sentue che burocraticamente. . . . . Tutte.via non ha avuto simpatia per le tu~b.e d~1 ~uo1 d1c~ste1·~ gli e per 1e masse delle sue aziende statali.. Tutti i miglioramenti . tati strappati. 'l'utte le volte che s1 è trattato d1 dare a queste. sono s . d' .. 0 quella categorie. o classe di impieg~ti uno st1pen 10 ~en~ in1~~0 egli ha ricalcitrato, si è contorto.'. risponded~a cond .scie~pdmgt~in 1. Egli ere. con le. stesse. mentalità prn che me t~cre . e1 presi. e.n i c 1e lo avevano preceduto. Con Cri8pi quando ha minacciato tutti i postelearafonici che voleva.no scioperare di un arresto in massa; con .colo;o che hanno mobilizzato tutti i ferrovieri che volevano una g1orata tollera.bile con il caro della vita. \e.le a dire con sè stesso. Le. ~urocre.zia. con lui soffriva, ha a1ff'erto, soffre. Non ci fu impresa che abbia dato e.i lavora.tori di tavolino benessere. Non parliamo degli amanuensi, della zavorre., dei procaccia a L. 200 e 800 all'anno. Ha le.sc~e.to comuni senza distribuzione poste.le per non de.re e.i postini che percorrevano 40 o 46 o 50 chilometri al giorno di montagna 750 lire ogni 865 giorni! Giolitti ha avuto le moltitudini a 700 e a 1 29 - 1000 lire all'anno! Roba. ùa :;quoiarlo, anche perchè lui se. l'inglese e conosce le lllasse del mondo tlcl lavoro iuglcse. Egli poteva essere con le nostre masse prn umnno. Alto e funeJ,re. E' tutto un blocco nero. Senza. hmnour e senza giovialità. Dickcn,; o 'fhnckera} non ha ruai soffiato nella 8Ua testa. La sua oratoria parlamentare non ha sprazzi, non ha scatti, non lia ra!liche. È prosa sanza lt1ce. È trauqui Lia, è monotona, è peJestre. Kon vi !.rovi me.i il grnnd'uomo, il grande ministro, Chatharn, l'uomo che sprigiona ùel vento calJo, che ti viene innanzi trepido o t ommosso o rnbhioso o irato con gridi ù i dolore. con sdtianti .i·n,nime., con impro,·risazwni che rivelino un cervello o riassnmino nu avvenimento. Xou c'è elettricità in lui, come c'è nel discorso di Lloyd George. Giolitti è troppo solenne, troppo rigido troppo flemmatico. Pare dell'oppressione discipline.te.. Egli per quarant'anni non fu che un fusto <l1 Ot"liui burocratici. La catastrofe umana di :Messina ~ di Reggio che conteneva tutti gli spasimi, tutte le disperazioni, tuLti i pianti, tutte le terribilità lo ha le.sciato burocratico. Come coi terremotati della Garfagnana di questi giorni. Lui non si immerse nel dolore. Giolitti non cadrà mai dal potere per un sussulto, une. trepidazione o une. frase tempestose. come Clemenceau. L'ingiuria non ha presa su di lui. Basterebbero quelle di Francesco Orispi, che fu il suo massimo denigratore, a farlo saltare in aria. Giolitti rime.se e rime.ne imp~rturbabile. Preferisce e.tten dere o circonda.re il nemico delle sue meditazioni. L'odio di Orispi per Giolitti e di Giolitti per Orispi nou è ancora spento. In vita si laceravano. Si accuse.ve.no. Si affissero come saccheggia.tori di Banche d'emissioni. Orispi per L. 240 mila alla Banca Nazionale. Giolitti per 60 mila alla Banca Romana. Il primo, presidente del Consiglio, se le tenne per denaro persone.le. Il secondo, nelle stesse condizioni poli ticbe e per delle ragioni elettorali, le restituì. Ecco la differenza. Orispi he. denigrato Giolitti e Giolitti ha raggiunto il secondo dei Mille nello scandalo bancario, facendo prelevare dal plico destinato alle. magistrature. 110 lettere di Orispi e di Lina, sue. moglie, alcune di carattere pornografico de.i suoi agenti di pubblica sicurezze.. Crispi fu uno di quei ministri che consideravano lo Stato un po' come roba propria. Cosi coi foncli segreti nutriva la Riforma. Crispi ne ha maneggiati sei milioni. La Riforma e.ve\a i contriLuenti politici che le mandavano oblazioni volontarie. Giolitti non ò me.i stato così sputtanato. Dove si assomigliava fu nelle fra.si di vencletta. Il concetto di Giolitti è questo: e Gli uomini si devono o vezzeggiare o spegnere)) ì\[acchiavelli ! Crispi non andava neppure alle. Camera pt:r non Yederlo. e Mi umilierei, diceva, cadrei troppo in basso se dovessi combatterlo. L'uno svesciò le cose dell'altro. Per - Sl - 30 - Crispi sono venuti f'.uori degli imbrogli in tutti i tempi. È venuto fuori il traffico tra Crispi e Weill Schott per l' affare della vendita dei voti parlamentari di un deputato. Crispi, che ne fu il difensore, interrogato al tribunale, si salvò dietro il silem;io. Lasciò condannare il giornalista suo amico, ma non aprì bocca. Que· eta rivelazione pare fosse dovuta a un telegramma scovato da Giova.nni Giolitti. Vezzeggiarlo o spegnerlo. Chi aveva mandato documenti di ladrerie ministeriali al ministero dell'interno'? La risposta è di Giolitti. L'autorizzo a dire essere perfettamente vero che al ministro dell'interno giunsero documenti che potevano gettar luce non bella sopra qualche uomo politico (Crispi), ma quei documenti provenivano da tutt'altra. parte che dai. funzionari di pubblica sicurezza>. La fortuna di Giovanni Giolitti fu di vivere alla buona, in un'atmosfera densamente piemontese, in mezzo a gente patriarcale che andava a messa tutti i giorni, a zii dal cravattone nero sul olino lucido aderente al collo che morivano a periodi, l'uno dopo 1 l 'altro, lasciando al nipote palazzine, ca.se di montagna e da campagna, fondi di una certa estenzione, somme vistose senza che Giovanni sognasse di benessere. Mortogli il genitore, un anno dopo la nascita., tutti gli raccomandarono di essere buono. A CR.vour, con la mamma Plouchiù, passava lo. giornata tra le barzellette di Melohiorre Plouchiù, consigliere di prefettura, e un racconto di Alessandro Plouchiù, futuro generale dell'esercito di Vittorio Emanuele II. Nessuno 11.veva mai sospettato in Jean l'uomo J:lOlitico. Lo. sua massima aspirazione si ero. fermato. al cousiglierato di stato. Leggeva libercoli di economia politica. I suoi svaghi letterari non andavano oltre le novelle a tinte sociali. Fu e rimase senza fantasia.. È molto se è corso fino all'uomo povero di Feuillet. Raggiunse Tolstoi, più tardi, quando era già. monsù fravet. Non conobbe Dumas, pére, che per le sue proporzioni fisiche. Non ebbe le gioie dei futuri grandi uomini. Le radunate celebri, i discorsi che diventavano storici. I discorsi indimenticabili. Vestiva ma.le d'estate e d' inverno. Un abito grigio di primavera e un altro pesante e scuro nelle utagioni brumose. Le t'!Ue passeggiate avvenivano senza Dante in saccoccia.. Non lo si vide giletto.to e cro.vattato di bianco che ai ricevimenti di Corte ,quando non poteva farne senza. La sua tendenza era casereccia.. Morta suo. madre non fece il melanconico per molto tempo. Si die<le subito all 'occupazione. Neanche il matrimonio cambiò le sue abitudini. Andavo. in giro con lo stesso cappellone di feltro grigio col solino a basso risvolto e col bastone a nocche. Nelle giorna.t~ di sole si inrosettava l'occhiello delle rose che poto.va, mondavo. e i.ne.fila.va con le sue mani. Più di una volta la morte gli andava in casa a compiere veri assassin1. Un giol'no un suo figlio di otto anni gli è precipitato da una botola aperta sopra una stalla e vi rimase. Niente di scivoloso in lui. Un abbozzo di sorriso, una stretta di mano e un bon jour o un bon soir. Ai suoi tempi in Piemonte si scrivevo. e si parlava molto in francese. Cavour era di questi tipi. Le Du Barry e le Pompadour e le Antoinette le ha trovate nel Michelet. Non c'è flirt nella sua esistenza.. Così si diceva a. Cavour. Politicamente rimase infeudato nel collegio di Dronero. I dronerul!i lo elessero alla 15 legislatura e ve lo eleggono ancora. Siamo alla. venticinquesima. Lo. sua. entrata a Montecitorio è sta.te. saluta.te. con queste parole: " O m'inganno o il nostro nuovo collega è un Depretis senza la barba>. Lo storiografo parlamentare paragono.va. la sua eloquenza allo. celebrità di Stradella. Giolitti co.useur o debater come Depretis. Nessuna chiacchero. mentale in lui. Nessuna. lavorazione fraseologico. in Giolitti degli uomini che si costruiscono un'officina. intellettuale per proprio conto. C'è in lui un tesoro ine· stimabile ed è lo. vita. nazionale. Nessuno ne è più ricco di lui. Uno. volta sarebbe st&.to elogiato come un ministro di vita. modello. Sobrio e semplice . .Piì1 per gli altri che per sè. Adesso un uomo come lui ricorda l 'a.mericano a.Ila Lincoln o il presidente alla. Kriiger. L'uomo nazionale che va a piedi fa ridere. Il personaggio che non trangugia. d'un fiato il calice di champagne mettQ in fuga.. Giovanni Giolitti appartiene alle ultime due generazioni. Vive con la fa.miglia o. Roma. in via Cavour al quarto pia.no, come quan<lo il protagonista sedevo. come impiegato di tavolino. E' rimasto cosi, Studente universitario accompagna.va. la madre in chiesa. E lei sovente l'aspetto.va. in via Po, sotto i portici della sapienza, fino a lezione finita. Genle patriarcale. Si suppone che il grand'uomo non abbia. mai fatto regali, neppure ai propri di casa.. Egli non è per le cianciafruscole. Non ha anelli alle <lita. Li vede di malocchio sulle dita degli altri. Esecra l'intervista. Per lui è un cliché. E' una buffonata. E' scritta. 110.ll'intervista.to per non udire più lamentele di inesattezze. Interrogatene Gabriele D'Annunzio. Nitti solletica il giornalista. Giolitti lo respinge. Sa leggere e scrivere l'inglese. hli è stato detto ch'egli aeve aver letto nel testo Shakespeare. Non credo, non ne ha avuto il tempo .Avrebbe fatto del lusso intellettuale. Avrà. letto Gla.dstone. Avrà letto Beo.consfield Sarebbero arnesi del mestiere. Ma da noi non c'è gusto per lo. biografia. parlamentare. È un campo rimasto incolto Non se ne trovano che degli uomini che hanno fatto scandalo. E anch'esse po,,ere. Le ricche sono degli inglesi, degl i americani e dei francesi. Giolitti è metodico. Lavora otto ore, ne riposa otto e ne dorme otto. Salvo le giornate stra.ordinarie. La straordinarietà è abitudine burocratica. Non ne rinuncia a una. La. metodicità. ve lo fa. trovare o. Cavour, al caffè Pere.pio, a. un'ora pomeri- - 82 - diana a giuocare a tarocchi tutte. le volte che può illustrare se stesso con gli uomini dei suoi primi nnni. Il sarcasmo antigiolitttauo è in tm ,o]ume <li Arturo Labriola, prima che divenisse deputato e assai prima che indossasse la palandrane. moni~rchica.. E' sarcasmo di seconda mano, uscito cle.lla pro::;a me.le volente di Palamenghi Cnspi . In Giolitti c'è molta strafottenze.. Egli fu ed è d1 casa Savoia.. Le abitudini qu~sturiuesche sono di ma110111ettcre, di sottrarre, <li far sparire, di aggiungere, di alterare. Ai tempi di Tanlougo fu lui che istigò il que::;tore Felzani a impatlrouir,;i di certe lettere ir"' un certo plir;o per salvare dallo sca111lalo i personng,');i reali che si erano valsi <lell~ Banca Romana e cl ella Bnnett Tiberina. Gli a.genti se le metteva.no in tasca. dicendo, l'uno dopo !'nitro: va.do in qnest.nra. E ritorna\'ano senza let.tere. Si ò domandato nl questore: Sa qualche ' cosn di c1uello cho avviene il presidente del Oon:-;iglio? 11 questore: - Giolitti sa tutto. Si sono rinvenute tre lettere puro di Giovanni Giolitti al direttore della Banca: nella prinrn. era dALto: « La lotta fe1Te e quindi occorrono quattrini; la seconda ass.cnrnYa l'nomo che <>gli doveya. elevare al laLicla\'io che la groz1n nl condannato C'he donffa I rocurarc 50 voti al candidato di nn tlalo col lrgio era stata fa.tta; e la terza domandava dell'altro denaro. « He no guni a lei ~. Fu sotlo Giovanni Giolitti che la regiua mndre ha pot.nto spingere Daria. e Gana.velli - il primo allii direzione delle prigioni e il secondo direttore di un reclusorio - a strappare delle confessioni all'Accia.rito all'ergastolo di S. Stefano - l'autore di un nttentnto cout.ro ln Yita di Umberto I. 11 Jramn n fu sciocco. Accinrito a\-eva un'amauLe. Gli si foce credere ch'cglt, pochi mesi dopo la. sua condanna, era li venuto pndr11. La lrttera d'nnnnncio fu fatt'1. credere della sua C.:onna. La commedia u durala un pe:t.zo. Lu rin•lazioni fecero q miche :calrore. CanavPlli vcunc .restituito al lastrico ·e Dori:i coperto t.~I palamidon che :w•'va coperto il mnrc sciallo Ce>ntnnui. Dona,_ rlisse nlla Camera che lo cP11:snr1wa, è un fo11zio11nrio ~~~~~llo .. ~01_hn che trnconto cin11unnta liro al mP». Ln re~pvmm1 ttà dci s.uot atti <· dci :moi ::;uperiori, ha ri. posto l iolitti al'.1 Cnmcrn cht' H co1ffe1tiva e u1.J:Jlrmdivn il lrLonfnto·e E' ~tntt:rale che con quest.i 1110 1 i ui governr;.rc. l 'nziendn t-lO• in.le anmentmo t malcontenti · F' ., ,. pnn. CH]lll'C' . • 1I e 1 e1·t:-;,;nsto. ::>1 irnn. ttonnn 1" I . 'o :scou\'oltn. 1lall'at·,·enimeuk1 tracr· · ... -. .,,1cn. -ssa m una scusa. Impnzzitn t~et iot 1zzata 0 l>aurosa di 1m comp 1otto puu• rtcorrere . a tutte le bul'. . I'onate liper scovare. la t·agi one d eli ' Il Lteulnio. Il m1111:;tro respon~nbilu l .L que o. cha · . c..: I te lll'1 paese della d isu "Hngl ianzn. . . .11.Y\ .tene d<>ve cai ine c1 .s1auo. mtl1v1ùu1 <'he rea . o 0 l'mo 1 eonlt· al la giacobina Chib L' }'itocco · est con 1rontn con l'indiviùno ::;ul t, ò .. sasperar.,i So . . . rono pu perdere 1 scn:;i e puo e. no avven1ment1 d1 monarchie e di r epuubltche. L'uomo - 84 - - del trono ha. un assegno pecuniario annuo, pagato a dodici mesi anticipati, e in oro purissimo, di 14 milioni e 250 mila. lire. E' un assegno alla. Montecristo. Nessuno patisce intorno a. lui. I principi sono appannaggi a.ti. La. moglie del sovrano riscuote un milione in oro ogni dodici mesi. L'erede del trono ba. una. dotazione fino a.11 'a.dolesce~zo.. Stanno tutti bene'. Occupa.no beni immobili, mobili, di pt'opnetà. .dello sta~o senza. .tirare foori un centesimo. Non si può star meglio. Non s1 può desiderare di più. . Pietro Accia.rito, di 26 anni, nativo di Artena. I fabbro ferra.'o l J d ~socc~pato, ha. veduto il re che andava. al Derby rea.le e ha. compiuto il suo attentato. Non si mangia.! Bisogna pur fare qualche cosa., ha. detto all'atto del suo attentato · Il sovrano , nella. vic · t or1a. · che lo conduceva. al le Capannelle, ha. avuto un concetto m d o erno.. . . . ù sono g 1i mcert1 el mestiere. Non ci sono più sovrani che non abbia.no di questi infortuni. Ri~~li~mo. i~ ~a.. atmosfera. più respira.bile. Per giustifica.re i su e giu d1 G1ohtt1 bisogna. da.re una. ca.patina. anche alle alt 't f J' t' · re Vl e. n po i 1ca. non s1 parla. più di coerenza. da. un secolo È ''d 'd'l · . i ea. a.nt1. I uv1a.na.. .· hunanno . . Tutti furono incoerenti · I Pitt e i. c annmg cambiato opm1one. Roberto Peèl . . . . è andato a. rovesci·o · Well'mg t on non h a potuto rimanere sui sen t1er1 del reazionario · Gladstone l'i h a. supet' . · ra i _tutti: E andato a.gli antipodi in religione. Alla. Ca.mera. dei Comu~1 fu il ro.ppresenta.?te di un duca. È stato per la schiavitù e er lta. ltbelrtà.. Hha. cla.lcato m prigione un popolo intero e ha. urlato c~n ro co oro c e o hanno · 't t i suoi urli napoletani. p~:1 ca.h~ e pr~ceduto. ~ono ancora. nel! 'aria. Cl non s1 possa r1menere fermi in un'i d ea.. emencea.u ne è stato il più violento E' . rivoluziona.ria. al traffico di sepoltore d. . ·. .andato da.ll 'a.pologia per salvarsi dalla nomea. di m t t1 ministeri. Un ca.po di Stato, memorie che le sue a aren . ~n e mu evole, ha. scritto nelle proprie che amministro.va.. I ~;n wi:~ i~:oerenze er~no le coerenze del Paese avversari che volevan~ f: 1 ~eople, rispondeva. Gladstone o.gli a.r o arrossire Io son 1 1 punto è giunto anche Giovanni G' l'~t' . r o CO popo o. A questo di una. volta egli lo ha. l . t io i i. e o sono col popolo>. Più ascia. o massacrar d · · daga.re dai suoi questurini 78 . e a.1 suoi carabinieri e anni a. ca.po d 11 S . . ' ma. a. .' e o tato, mvert1sce se stesso e si separa. da.' 1 il '98. elio letto - ha. detto 1'1 mGas_ca.1·zo?1 del potere che hanno fatto · . on. 10 1tt1 al corr· d . . ispon ente - su vari g1orna.h esteri e anche sul Tim gilia. d'una ditta.tura. mil1't eAs, l~ no~1~1a. che l'Italia sarebbe a.Ila. via.re. ss1cun 1 letto · d 1 ne.le, il cui grande libernl's .è r1 e suo grande gior. "' 1 mo m1 noto che 'è · d1 simile. L'Italia. fece nel ,98 . non c pericolo di nulla. . ' .un piccolo esper· to d . . poteri soverchianti a quelli . . 1. L' . imen ma oloroso, d1 · civi i. esperirne t d ò pr10 da quell'errore nacque più . . n ur poco, e prov1gorose. e sicura. che ma.i la. politico. ° 35 - a.1 cui trionfo ho consacrato tutta la mio. vita. e allo. quale ho lavorato in ben cinque ministeri. Io sono un fedele del parla.mento e delle libere istituzioni e mi pare di a.vere dimostrato chiara.mente, in venti anni di azione politica., che solo attraverso la libertà. passa. il progresso del popolo e si realizzano le riforme. La. guerra. - ha. continuato l'on. Giolitti - ha la.sciato residui di violenza. in tutta. Europa., e le tracce della. mentalità. di guerra non sono facili a. scomparire. Ma. il popolo i ta.lia.no che ho. combattuto tanto valorosa.mente non crede alla. ditta.tura. milita.re. Esse sono invenzioni di qualche solita.rio e fantastico letterato. (G. D'Annunzio) Nessuno in Italia. si presterebbe ad esperimenti simili. - In Italia - ha ripreso il presidente col suo sorriso abituale, non esiste nè rivoluzione nè reazione. Le classi lavoratrici si e.gita.no in lotte economiche che si risolveranno a poco a. poco. fo non ho ma.i avuto paura di nessuno e men che ma.i della. gente che lavora.. Perciò la. politico. del mio attua.le Ministero è, al pari di quella. dei miei ministeri precedenti, orientata. verso il migliora.mento delle classi proletarie, senza ombra. reazionaria. - E l 'a.rresto dell 'a.narchico :Mala.testa.? - 11 Malatesta. è stato arrestato da.ll 'autorità giudiziaria.. Il suo arresto ha. tanto poco offeso le classi lavoratrici che nessuna. categoria. ha pensato di protesta.re. L'anarchismo è combattuto in Italia. dallo stesso socialismo, perchè danneggia. le organizzazioni proletarie. Sono le due incoerenze, le due significative incoerenze. Per lui i metodi del ca.po degli anarchici non sono ancora. del popolo che lavora. E' una. sua. opinione. Se non sono ancora. d'accordo è affar loro. Nei conflitti di idee Giolitti non c'entra, nè ci dovrebbe entra.re. L'imprigiona.mento degli anarchici è una. politico. degna. dei Ca.ntelli. Gli. imprigiona.menti nova.ntotteschi sono orma.i deplorati da tutti, dallo stesso Giovanni Giolitti. Gli aguzzini sono passa.ti nei musei degli orrori antiuma.ni. Vi è a.spettato Lloyd George. Non vorrei essere al sno posto. Lloyd George ch., ha. lasciato morire a. oncia. a. oncia., per settanta.due giorni, il sindaco di Cork e patire la. fa.me o.i sinn (ei.ners, nelle carceri londinesi, ha per avvenire il ludibrio dei popoli. Sono crudeltà. che un giorno o l'altro si sconta.no. Durante la. guerra Lloyd George, l'eminente empirico della politica. governativa., si è conquistato un nomignolo che gli resterà. legato al nome. Egli fu chiamato e tigre>, come Clemenceau. Lo fu. Lo è. Lo sarà.. ·L a sua. inclemenza. è mondiale. Come 1·uler, come dominatore ministeriale, ha versato botti di sangue in ogni contea. irlandese. Egli vi è stnto più implacabile di Cromwell. Vi ha lasciato piit stragi. Lo a.spetta. la. ma.no del paddy, del conll\dino, che egli ha. sevi?.io.to più del sindaco di Cork. .=. 3li - Lo. sua ca.ù11te. è prossima. Egli è divenuto nno spavento e una costernazione. Scappiamo Egli ci inorridisce. Egli appartiene · degli uom1'ni clelinc1ucnti. Alla :;ala. di mad ama alla. <lina:;t1a 'russo.ud! E' certo che Giovanni Giolitti ha molli pnnti di contatto con le. belva di Downing street, la sede del premie r. :\listar George, come ministro e primo ministro, lo si può <lire un autodidatta. Ha imparato facendo. Fn più lavoratore che studioso. Concedo. Non ne ha mai nvnto il tempo. Non c'è l etteratura in lui, come non c;'è letteratura in Giolitti. Nell'uno e nell'altro non c'è che della pratica parl amentare. Sheridan non fn nel bagngl io dei dne uomini , quantunque )'eloquenza non sia negn.ta o. Lloyd George. Dell'oro.tona. <li Giovanni Giolitti ho già. pr.. rle.to. Non ha. mai attirato folle. E' un parlatore frecldo n. secco come quelli che parlano in terza. personn.. Non ha mai sfiorato J ean J aurés. Sono i Lenin e e Trosky che affascinano à.1 nostri giorni le moltitudini, con i loro pensieri densi di audacia. e le loro idee che eleva.no l 'n.ma.nità. e aumenta.no la ci viltà.. Preso uell 'assieme il primo ministro d'Italia è nna specie di fattore nazionale. Amministra, si cura dell'azienda. sociale con un'oratoria piena di solecismi e di plebeismi. I Che.tam italiani non lo hanno nutrito. I suoi ministeri sono stati cibati del suo pane. Sheridan era. un godimento orale. Non lo si leggeva. Stampato diventava. una vescica vnota.. I discorsi di Giolitti contengono la vita comune. Non hanno immagini, non hanno soffi; mancano della turbolenza intellettuale; non vi si sente il demagogo imbevuto di democrazia pura. E' uomo andante. Nella. scelta. degli uomini par l~ ~ollaborazione de~ suoi ministeri non ha. avnto rigidezze di princ1p1. Jla .dato la preferenza a color0 che contribuivo.no a mantenergl'l ,. lo. maggioranza. i'ou ha esitato a far passare da.1111. sua i moderati di tre cotte come i Tittoni, i Luigi Luzzatti e i falsi radicali co · . . d' me l sangu1ne.n tvoratori di libertà alla Grnseppe Zana.rdelli. L'incoer~nza fu semp1·e su~. 'Cn: giorno il trionfatore piemontese non ha es1~ato a bu~se.re all u_scio di Filippo TuraLi. Giolitti credeva di sciogliere molti assieme . problemi . . . e di .cammina.re . . per del t empo con 1-1 leader Ma · l a stona · . . de1 socialitsi. . . F1h1)1io Tnrnti sapevo. a m emor1a dei M1llerand, dei Br1and · N • dei ,John Bw·ns d'oltr 0 Me.n1ca. l on vo. . leva . turarsi le orecchie, · · nelle . . impalliùire per Je str·ade, n'fug1arsi portrnerie .per sottrnrsi alle m·late pl'Oletaria rr . t' ·'t . · a pr e en o l asciar . ., passare g1L altri pm duttili di schiena. e meno paurosi de..,.1 1· · delle masse. Leonida Bissolo.ti pur essendo t t ·a"' ura.gant . ' s a o cons1 ernto uomo tutto d 1 un pezzo, · · de1· Ra.. . dalla coscienza. . . aàamant·mn, f u 1·1 pr1uc1pe be.gas. I ncommc1ò a fora 11 cous1<>liere a l' d . 1 l . "' u tco, nascon endo la sua v1g 10.cc iena nel democratico CRJ>]JOllo moli e e nei· guanti· comuni. d e.Il a pe 11 e oscura. E' morto maledetto Al · suo f'eretro non erano - 37 - che giullari e versipelli. I Bonomi, i Murialdi, i Berenini, i C11.brini e gli altri 11uattrot'acce. Il discorso funebre di Filippo Turali, non lo ha assol to da.i suoi tradimenti. Egli è e r imarrà. un salariato di Corte, uff servitore del re, un rinnegato dei socia.listi :Oopo di lui si scende ad Arturo Labriola, l 'ultima incarnazione dei vol te.faccia.. Egli è andato fino al trogolo. Ha superato tutti i serpenti be.a della. politica. e tut.ti gli apostati. Egli si è dato al lavoro di portar acqua al mulino degli uomini della forca. Ha piroeltn.to come tutti i negozianti di cosdenze voliticbe. Non lo si crederebbe. Fortunn. che queste perversioni sono documentate con i caratteri tipografici. Egli è andato oltre Rabagas Rabagas è un tipo immortale. Esiste, si riproduce, lo si vede in ogni movimento. ~on c'è che Ra.ba.gas che possa impersonare, diciamo, Gustavo Hervé. Furioso contro la patria ha insegnato a.i prole· tari che si sacrifica.vano per lit patria. a sbr1tttarsi dei pregiudizi pa· triottici per poi giungere. co11 la stessa bandiera immersa nel letame, ad agitare le anime dei Ja;oratori per incitarli a correre alla d1fE<sa. di quella stessa patria composte. <li privilegia.ti e di paria. Hervé con coloro che hnnno insegnato tutta l&. vita. a bucare la pelle per una. patria. che non offre che• la caserma per patire e i campi per morire diventa un uomo manicomiale. Non si può andare più vicini al vomito. Briand l'ha preceduto. Costui è andato tant'oltre che non si è trovato vocabolo a<latto per deturparlo. Lo si è chiamato il «cinico i>. Quando è apparso alla tribuna. parlamentare come guardasigilli i copains non volevano credere. Si stro picciava.no gli oe<chi compreso Gustavo Tierv<:. Sono rovesci ment.al i che fanno inorriù ire. Cosi è capitato a. molti le..,.,.,endo l'annuncio d'Art.uro Labrio!a mini,;.t.-o del "'"' è vero? Si è creduto alla difrinuazione. Sono i lavoro. E' vero, non suoi nemici che hanno >olnto fa.re dì lui un buffone a.Ila ~Iìllere.nd. L'ex direttore <lell'Avanguardia di lfilano non colth·a il smcidio. Non è possibile. E poi, con tutti egli poteva andare a fa.re il ministro, ma con Giovanni Giolitti, condensato de. lui, nei suoi dieci anni di storia, come un ministro della. mala vita, no, non si può essere pi\1 oltraggioso. Fu pii1 scusabile Aristide Briancl. I suoi peccati furono protetti da una toga Axeva sciorinato princi pì per difendere il suo compngno IIerve. Poteva dire di aver esagerato Arturo Labnola ha dc<licato al ano nemico borghese trecento e pi\1 pagine piene di parole velenose, di aggettivi insolenti, di sostantivi brutali, vendicativi, obbrobriosi. Egli lo ha viliveso, assassinato, rovesciato n ei guazzi. Udile. Siamo o.Ila caduta di Sonnino l'uomo più brutto della politica parlamentare di questo paese. Lacchè di sua. macslì\, peggioro di 1E~solati nella vetrina dell'ironia labriolistica come "perito giurato di politica estera> e in e qualità. - 38 - di delegato ufficiale di tutto il sapere di politica estera del partito socialista>. Sonnino, del patto di Londra., non ammetteva nella. politica. estera. che il Sovra.no. Era politica. di grande stile. La. nazione ne era. esclusa.. Le malefatte di costui sono molte. Sono serbate allo sventratore dei misteri ministeriali. Tra. le altre villanie egli ha fatto graziare la. signora Linda. Murri, condannata. a dieci anni per complicità. nel torvo assassinio del marito Bommartini - grazia. pagata. 40.000 lire, secondo la. dichiarazione di un deputato fatto senatore. Non appena si legge di Giolitti in Labriola si trovano le deviazioni giolittiane, le bande giolittiane, il sornione Giolitti. Il Giolitti che aveva. rotto i timpani dell'Italia per vantarci i progressi che le classi lavoratrici avevano realizzato sotto il suo governo. La verità. vera era. proprio il contra.rio, diceva Labriola. Il Giolitti labriolizzato è in un continuo baratto coi socialisti che li alla Camera un'opposizione molle, comoda, utile per fei lavori alle loro leghe cooperative. Tra lui e loro non fu che un traffico. Cito un dialogo apologetico tra il corrispondente Tondi e Turati pubblicato nel Nuovo Giornale di Firenze. - TURATI: Pare impossibile che noi abbiamo potuto desiderare di non avere tal uomo (Giolitti) con noi! - ToNDI: Così ti:farai dare del clericale. . - TuRAT(: Fammi il piacere! Come si fa a parla.re di clerica.hsmo a proposito di Giolitti? È un uomo che ha bisogno d' unam~ . giora.nza e dal momento che gli era rifiutato il concorso dell 'estrema, · l'dovevab' bene procurarne. un'altra. Ma se questo si· eh'iama. r, l erica .Lsmo . 1sogna. riconoscere che esso finL· ace qui'pe · sos t anza , reb e• in dà ai suoi alleatL delle chiacchere. A noi invece suoi· av e · dà · f: tt' · · · , v rsan, d ei a i positivi>. conclude che Giolitti con una sapi' ente"'! d'18t l'l'bu. Così d. 1Labriola . zion~ i , a~ori .pubblici nei collegi ~dei deputa.ti-socialisti -si è liber~t~ ~da.Il agitazione delle così dette spese improduttive. • L'on. Giohtti.'co.~a~da.~a al~a.. Confederazione del lavoro e nella dirézione del partito sociahsta s1 -·e potuto vedere la sua in · f1 uenza. quand o è venu.to lo. Czar. U~ ~uo ~~tter di ciglio: ridusse a zero i fieri accenti dhei dl~ci del soc.ia~1sm.o ,.italico. Non è rimasto di tutta la agitazione e e . opuscolo lo Czar >. A StupiDLgi . . . non v1. hatpast h l' •Fischiamo . s~gg1a. o c .e on'. 0.ddmo. hlorgari. Questo, signor Labriola, rivoluz1onar10 G'10 l'Ltt'i ne 1 porcaio . d · l't'e mcend1ansta. · . di professione ' calc"ndo "' ei. po ~ ic~nt1 ~u~dnfronti e fracassando nella melma delle sue acrimonie i· soc1ahsti che fiutavano in 1UL. 1,u lt'11no campione . è della. vergogn\ vi.va, ora dove additava con cipiglio e insultava gli altri contv~cla ol.1 slter.comrì. Non si llllÒ essere piì1 abbietti. Con tanto ma luno· .· ena e nvo . , uztonario . bo 1·1 cnmm1110 percorso dal prof. Labuola lo s1 e visto accovacciato nel co . d , . . . 'o O\ e s1 sono immelmati i Bissolati i B . . . . ' erenm1, i Bonom1, e gli altri volta.faccia.. L' on. La- vend~no - 39 - briola., 'Passato anche lui dalla parte della mangiatoia giolittia.na, ha giudicato pii1 di una volta il suo padrone oon sarcasmo, insinuazioni e contumelie. Di Giolitti ba fatto fuori un pastore di tutta la Camera, buono per i neri, per i rossi, per tutti i colori. Ha distrutto i partiti della democrazia variopinta per ista.ura.re i governi delle classi borghesi. Così i ministeri. I ministeri, dove LR.briola. ha potuto penetrare, sono Borse d'affari. Lui pure è riuscito affarista coi clericali, costituzionali, socialisti indipendenti ed esibizionisti di mestiere. Nei paesi della decadenza le chiese ri conoscono tutti gli dei. Cosi è delle istituzioni italiane. Aboliti i dissidi politici non restano pii1 che gli affari. L'on. Giolitti ha chiamato imparzialmente agli affari tutti i deputati dell'opinione del paese a governare. Vi mancava Arturo Labriola. Egli era di fuori che urlava. Giovanni Giolitti gli ha buttato l'offa, una Borsa d'affari, l'ha abboccata. Egli è soddisfatto. Solo noi siamo qui a dicervellarci per capi re la. sua mostruosità intellettuale e camR.leontica. Ritornato al potere sulle spalle dell'estrema. sinistra., dice Labriola, il e ministro della mala vita> lascerà. tranquille le organizzazioni politiche eJ economiche dei collegi dei deputati d'Estrema. Sinistra.; profonderà lavori amministrativi alle cooperative di lavoro dei deputati d Estrema Sinistra; regalerà opere pubbliche, magari inutili, ai collegi ilei deputati tl 'Estrema Sinistra.; distribuirà. impieghi e sussidi ai galoppini elettorali dei deputati d'Estrema Sinistra; largirà nuove leggi sociali agli operai industriali del Nord, concentrati nei collegi dei deputati socialisti, lasciando sempre a denti asciutti la grande maggioranza. dei contadini settentrionali e meridionali ; conviterà. insomma al grande banchetto del parassitismo politico e ammiDLstrativo italiano i nuclei proletari e piccolo-borghesi delle regioni politicamente avanzate e rappresentate da.i deputati d'Estrema Sinistra. E dal loro canto i deputati d'Estrema Sinistra, tranquilli e soddisfatti nei loro collegi, dimenticheranno il resto del paese; chiuclera11110 gli occhi sui carrozzoni giolittiani, quando pure non vi parteci pere.uno per riscuotere il tanto per cento, e Hi la.scieranno agli alleati giolittiaui del mezzodì e carta bianca> nelle faccende dei loro collegi d'Italia meridionale. Chi ha letto Francesco Nitti sente il plagiario. Labriole. è un astuto pedone che si porta. via sotto le suole delle scarpe il materiale altrui. Assorbe, trasforma., ruba. Chi ha letto il Partito radicale di Francesco Nitl.i e ha letto la storia di Arturo Labriola. non ha dubbio che l'uno è passato sul corpo dell'altro. Il secondo è un predone, è un plagiario alla Sardou. Ciò che masturba la sua penna è suo. E' un furbacchione. Kou >uol faticare. Francesco N itti con une. tavolozza ricca di colol'i ambientali fa circolare i lettori in una Ca.mera affollata di mediocre.zia.. Egli ce la fa vedere come una - ·10 vasta tenuta di speculatori. Essa è il «centro tle l grande afiarismo di Stato l), Labriola ne cambia solo i yocaboli. La sostanza rimane. Ci presenta i ministeri come Borse d'affari, Ecco tutto. L'iùea non è cambiata. Che cosa sono i partiti? Combriccole scompar::;e. Non esistono più. Erano domestici ùi uomini: rudiniani, za.narùelliani, sonniniani. Yia tutti. Gio,annì Giolitti non ba voluto che giolittiani. Ha vinto. Ila voluto essere lni il capo del gregge parlamentare. E' ridiventato. In queste idee che non sono mie si è intuffato Lauriola. Labriola ha vomitato la male digestione su Giovanni Giolitti che impera nel vivaio dc>.gli uomini mediocri. Nitti lo ha difeso. Per' lui Giolitti fu migliore ùe~li uomini che lo lumno perseguitato e vit.uperato. Nitti come scrittore è pii1 coraggioso. Ifa buttato nel letamaio parlamentare molta gente. Gente sPnza importauza. Antichi rc>ptthhlicani o repubblicani non dichiarati; repubblicani alla Fortis, alla Barzilai, repubblicani che 1lomanda.no grnzie so~rane e pranzano a Corte col sovrano. Democratici scolorati, -lecoralivi che coltivano l'intrigo e nmano la mediocrità, come Giuseppe ~Iarcora. salito in ragione 1lelle sne inversioni. Gli eroi lella piattaforma libera si rompono alla Camern.. [ clericnli non ce~sano di essere della stessa vacchetta.. Non Jrnnno an1to disciplina. Non hanno nn1to coerenza. Cornaggia è andato alla Camera con:c un di\'Orntore cli 11uci . ì\on c'è stato prostituto più in:>istente di lui. Ep:li si è fotto di\'orare da tutti. Q,nn n·lo giun ~<' alla Cnmer:i. I 'on Corna:.;-g-ia., noi aspetta \amo, scrisse Francesco :\itti, la liera pal'Oln, l'n.ccusa C'Oatro lo Stato laico. lnve,.o egli ha votato per tutti i mimsteri, nnche 1•er quelli composti cli massoni: da buon amministrator ! ha. mc<>tlO Dio in accomanJitn e hn. ùato voti di fì luc·in a nn online che lo\'C\'a negare. Cho cosa è Il.\ venuto <lell'avv. Filippo l\le1ln ~ fo,·erc di rincl'endere i conflitti religiosi e mettersi alla test(a tli gente preparata a morire pP.r il papa ha infossata ln linen. di C1u;a Siwoin, quella che ha carpito e detiene il regno di sua snnlitit, filosnficnmeute prigioniero m vnti<'nno. Il "signore" non è mai stato tradito così spn•loratamenle ··ome dal cl1rcttore dell'Italia cuttolica. 01·mai il i\Ieda <lel fascio <le11101ornlico cristiano non l piì1 che un nrri,·nto np]Jlnmlilo dalla mafia della borghe,,;ia alla Camera Cumem? <'hc Camc:m ! 8' un trogolo. La Camera è così nff'ollata ù1 cortigiani che non si ò potuto, all'a:;ccn.;ione di \ itlorio Emanuale III., disl·ntere la lista civile! );ulla di pil'1 umilioute, ha scritto Francesco 1\ìtti, borghese nntentico. 1 vecchi uo111111i rli destra non solo ne tliscute\'ano liberamente, rna alcuni ùi essi \Ole\·ano riduzioni, altri ammette\ano o volevano il contl'Ollo. In tempi così detti ùi clemocn\zia non si è voluto nemmeno discutere, si è deciso tra clnmori, e colpi di maggioranza. T !'epubblicani non possono più essere tali. Almeuo se si cleYono considerare rivoluzionari. La monarchia doveva esl'ere ln loio nemica -41senza quartiere. Ora che l'hnnuo servita nei vari ministeri, e che hanno indo:"sata. la sua divisa per ingrandirla territorialmente, non parli 110 pi l1 di repu libi ica. Se dei repnbhl icani entrano iu Parlameu to deve essere solo per screùitarc e demolire le istituzio11i monarchiche. E non per servirle ed esaltarle. Queste non sono le idee di liiarcora, <li Barzilai, ùcll'ing. De Anilreis (galeotizzato dal re preceùente per dodi ·i au11i) e ùi lllolti nitri alla Camera, ma di Francesco Nitti ! L'ou. Gio1a1111i Giolitti riesce pi\1 ili una voltn. un rebus. Non lo si capisce. Del parln111entn.rismo ne b11. fatto una specie di mestiere. 8centle e sale senza passione, senza voluttà. So ue ha rimangono intime. Xoi le i.g11oriamo. Si lascia sconciare e inznccherare eil elogian\ Sl~nzi• p1•rclere mai la calma. Per gli estranei rie::;cono inesplicahili .gli Ho111i11i dei suoi gabinetti ministeriali. Furono uomini cli tutte IP. z"11t. S i souo vi:>ti con lui i piì1 iu<le11 011iati contro la sna persona. no\'<·:-« iato nei letamai politici lo si è veùnto rialzarsi in pie1li, spazz11larsi il palamidone, pronto a tendere la ma110 ai snoi implacabili letrnttori. ì\on mi mera~iglierai 11 ornani di vederlo al thè l:On Gnbriele D'Annunzio, il piì1 ohbrobrioso dei suoi oltraggiatori. A che cosa attrilmirn questa sua insensibilità rnorn.Je? Coloro he lo hanno conoscinto intimamente l'attnhuiscono a nna SHa pazienza fd111a. _\spcttn il nemico alla distribuzione <lelle offe. Xon si ] •lit> cn•1lero din·rsan1entP Arturo Lnliriola 1lopo avergli lmtlato ad1losso un quintale di mnl'l. \'itn gli i: andnto i11co11tro n hocca aperta. Gio,·nm1i Giolitli ~li hn fatto ingoinro· 1111 rospo Yi\·o a gli ha confidato una Horsn d'affari: il minist.ero <ll'l Ja,·oro. Dal suo spietato deuigrator.• 11 ~ 'm fotto fnori 1111 suo ell1i11e11te collaboratore. La politi<-n ,..1i.ln1•in tntti i giorlli. Il uin11co d1 il·ri è 11ero ilomnni. E' materia mal"nna. Inl'ettn In f!;l'llle. Dn g i .. rno 110 crc1luto che Fran ·e::wo '\itti .1\'l:s.;e 11unacl'iato w l>or;;-lil•..; n 'i im;•v\' eriu 011to. cO mi datt' o ]'l'l'll•'o 1•. Lni era nus10::;1i '11 µngnre i ul lHli Ji guerra. S rnostrnvn rv""o di co:l<Jra. ~011 su 111.• c,q1i\·a la ::;11 n11in. Ui.l' 'JS!L i111porta,·u n lui ,.;e gli 1•rc•di dc,!l'llalin 111 ..~rn111lita "'"'""l'l'o 1.outri1.iuito a ::<oppri111ere i cru 'i d1,;,!u 11ost re g"'m·razio11i ? );'oi. ,·oleYa, uon pote\'11. indugiare. l:ioo,..;11aY.t pngaru i dcuiti. E lui 11011 a\'I;\ .l il tord1iùtlo ù i 'l'nulougo . :\lolt<'\'I\ tutti uui sollo i pre,.:;:;.,i. O mi d.1la dicen1, o prentlv. Egli ::i:tpl•\!L lu:tJ k iuti1u,tù e lnlto lo b.. mtt( rii, ùol pescecnn isu10. E~l i sn1.enL che i u.111,..trial i 1!i cilll!Uù o di od 111 iltoni all'esonlio delb fo!Jbrirnzionc ,leglt esplosivi a\ in-uno fitnto per ns::;entar:;i dalle oflic111E' con una pii· oln so111111:\ di milhi milioni. Essi non hanno pii1 poi.uto ;,laru nell1i pelle. l'ulaz.zi, \i Ile: 'il le e palnzzi, automobili, cl1nnet,•s, c11uitnzioni, cor:;c a1 '\IontC;cnd1 1 pranzi luculliani, c11uti11e napoleoniche, Sfoggi 1 libn;,;ioni: autoem:tnzioni. o - 1. 42 - Caduto il grand'uomo per i suoi masse.cri prolotar~, p~r la sua per. t za nel mantenere la censura, per la sua ost1na.z1one a volere s1s en . . · · . il pane proletario al prezzo borghe~e, ~er l suo_1 au~enh a_1imentar~ che gli preparava quel boia di llI~n~ld1 e _per 1. suoi f~ttu_t1 ~e~e.tor~ . da.i ghetti delle speculazioni. Se.lito G1ovanm G1ohtt1, gh cava.t l . . ., . . . , arricchiti di gnarra s1 videro prn turbe.ti. A 78 anni s1 ha un po iù di misericordia per le masse. I misera.bili nababbi spaventati si p . diedero convegni a Milano e a. Genova. •s tu d'iarono 1·1 programma g10littia.no e conclusero nelle riunioni clandestine che i problemi sociali doveva.no essere sciolti a. milioni. Abituare e agitare la strame.glie. rezzolaGa. a commettere continue canaglia.te, a suscita.re disordini, ~ mettere gli uni contro gli altri, a. produrre delle riotto~ità. pubbliche fino alla demolizione del vecchio che aveva arraffato il potere un'altra volte. e che voleva. spogli11rli con la nomina.lità. dei titoli, con la confisca. dei sopra.profitti, con le tassazione dei patrimoni. Le. somma. raccolta per questa ignomignose. battaglia di miglie.1·darì è sa.lita.'a. non pochi milioni. Tutto hanno trovato. Nella feccia umana c'è di tutto. Sicari, pennivendoli, fogne.iuoli, trafficanti di medagliette e tutte. la pleiade dei mascalzoni. Hanuo trovato tutta la porcaggine della. più abbietta popolazione. A.l dorso di questa plebaglia pesceca.nesce. era., inorridite, un uomo incredibile, un ispiratore, un suggeritore, un consigliere, Francesco Nitti, l'uomo del cse non mi da.te, prenJo ! >. E' lui che 1i ha arroventa.ti. Che li ha incalzati a porte.re i loro patrimoni alle banche estere. e Se non mi date, prendo!» I primi avvenimenti di questa immonda.tazze. è stata. veduta in Roma. L'hanno iniziata. contro i deputati rossi, contro coloro che condurranno i pescicani a >endere i giornali per le vie come è avvenuto dei generali, dei banchieri in Russia., all'assunzione del leninismo. Siamo alla. fine delle ingiuslizie sociali. I monopoli non sono piu tollerabili. Come non sono piu tollerabili i palazzi dei Bocconi e le abitazioni dove alloggiano i bisognisti del lavoro. Il mondo è caml)iato. O assoggettarsi o perire ! Al nostro Rougon non è mancata che l'obesità. Egli ha. le stesse alte ambizioni del vice imperatore francese, autore del! 'impero liberale. Giovanni Giolitti ha sognato tutta la vita. di riuscire capo di una democrazia. multicolore che riassnmesse il paese. Con tutte le apparenze di un personaggio pieghevole alle volontà. della gente che lo circonda, ha l'istinto autoritario. E' tenace nelle sue volontà e nelle sue vendette. Subdolo. Si è sempre lasciato credere onesto padre di famiglia.. Ebbe invece le voluttà del Rougon. Ila avuto gli stessi episodl. Delle amanti a. un tanto al mese. Cosa ormai comune. L'infedeltà. completa l' uomo. Rougon fu ferlele a.Il' impero fino alla. caduta.. Dì Giova.noi Giolitti non se ne può dire niente. Può essere anche lui sbalestra.t;c.. dagli avvenimeut.i. Per la monarchia egli ha sofferto come Rougon. Egli è stato per lei sotto la grandine. Le è - 43 - rimasto fedele. Ra.be.gas non avrebbe resistito al principe. Avrebbe aperto la finestrn e si sa1·ebbe popolarizzato. Egli ha resistito. _E.' rimasto impopolare. Non ha neanche abolito la seconla Ca.mera. Mt l.erm_o a una delle sue ullime imprese. Per me la seconda Camera è mutile. Non è eletta. E' una cloaca sociale. E' il ricettacolo di tutti i mestatori invecchia.ti Ji tut.te le canaglie politiche, di tutta la borghesia imputridit~ negli affari. La sua funzione sarebbe di rivedere il lavoro compiuto dalla Camera degli eletti. E quindi dell'ostruzionismo, una offesa alla. prima. Camera. Si mantiene a infornate. Le sue ultime sono state spaventose. Rappresentava.no la. bontà e la. vendetta giolittia.na. Non si poteva. andare più in basso. In essa ero. la. condanna. di un sistema e una pochade politica. Certo non esse.udo in Giolitti la tracotanza cromwelliana. il capo dello Stato si è abbandonato alla. friponneries di sua eccellenza. Eugenio Rougon. Si direbbe che ha sfognato gli ambienti per :iempire la. seconda Camera di un regime moribondo, dei residui della esistenza socie.le. Vi ha mandato tutte le teste sve.lorate. 1.lezzi uomini, mezze figure, mezzi c11.ratteri. Antiche prepotenze, tipi ingrassati ai trogoli ministeriali, ex individui dalle facce gualcite e scialbe andati al denaro con i loschi affari che si contraggono negli angiporti del mondo della. putrescenza. Su sessanta postulanti al laticlavio quarantaquattro ere.no rifiuti dei collegi delle ultime elezioni generali. Una. vera aberrazione. Un oltraggio. La. nazione è rimasta stupefatta. Nessuno ha potuto scendere negli abissi giolittiani a consulta.re il perchè della. follia. Perchè tutti questi sconfitti? A quale scopo ha rovesciato nella Camera regia. tanta zavorro. rimasta. schiacciata nelle urne delle elezioni urbane e suburbane? Chi lo sa! E' vero. Giovanni Giolitti segue le sue volontà.. Eleva o adima con la stessa. facilità. Non ha mai in1!ietraggiato davanti a colui che ha insulta~ sua maestà. per tanti anni per poi adattarsi ad indossare la. sua. livrea. e servirla. come il Pantano, per esempio. Siamo in mediocre.zia.. Dopo Arturo Labriola. che ha dileggiato uomini e istituzioni, che ha chiazzato i sovrani di tutte le regge, che ha dato fuoco a. tutte le bor<>"hesie non credevo che la bontà. giolittiana si proluno I gasse fino al terribile Sonnino, l'omaccio che ha fotto il demagogo con Salandra nelle turpi giornate del maggio 1915, sboccando con lui tutte le ingiurie piazzaiuole. Morte a. Giolitti! Alla lanterna. Giovanni Giolitti! Alla corda il traditore della patria! Non credevo che l'invettiva avesse così poca presa. sulle sue carni. Amma.zzatelo ! Ammazza.telo ! Ammazza.telo ! avevano urlato Sala.ndra e Sonnino. Sonnino ! .figura ripugnante! Senza spirito patriottico come Giolitti. Sprovvisto di elo.quenza.. Egli è stato al potere con Pelloux, il massimo forcaiuolo dell'Italia. contemporanea.. Un botro di cucina. aristocratica. - 44 I quattro anni di isolamento nel \'ih1perio nou ho.uno rinsavito Giorn11ni l·iolitti . Egli si èi riliuttato ucl suo sistema. E' ri1Uasto iu aspcttatirn.•\nzi \"i si è· raffol'zato. Egli ha gettato l'olJa riel laticla,·io ai suoi nemici al momento opportnuo. Si• ur·~ So1111ino ha trauA"uginto il l'Ospo . .\"on si è rassegnato a ''Ì \"Cl'e lH:l d 1sprezzo e nel r ohl10. Al Uf'l'l.O Berga1u iui, di rettore del (,'ior 11 rtff' ti' /trtlia, che lo ha protetto cl ai nemici dell1L piattaforma pul 1 lilica, ha pure al1hocco.to . Uiunto alln. \'Ccd1iaia ha sentito il bisogno clel lnticlnvio che lo disti11g-ua dalla t-;oldrn. che ' inge i giornali. Ormai i ti i1·cltol'i dei q notid inni souo tutti al lo ste:sso li Yello senalorinle. \~nello cl1e i111porLa a 11oi ò di sap1·re St! i due associati che h1rn110 vilipeso Ui0Ya11ui U 1olill.i <·on IP Psc1rnde::;ce11ze <lei malll'e.~ chaut11rs ha11u0 poi, rn dutolo n.1 polero, prostl'ato il ginocchio e accrt.tato l'tuuiliazio1w in una ricOlll)J1 llS1\ reale o di auticltità regia. Senato cli terza categorin., si cnpiscc, destiunto ai martelli dei pionieri della ricostruzione sociale Sin c!tia111nto come si sia a noi importa poco. Seconda Camera. Carnern superiore. Camera ilei signori. Essa è sempre la stessa. E' unn C1u11ern che non è D(;'ppure ereditaria. E' Io strumento di un 11unlu1111ue so\·rano ebe se ne serve per nmmans<lre e netralizzare gli an'orsnr1 della snR. monarchia. Se pure è. Perchè ormai la Cnmera dei \'ecchiarcli è del presitlente dei ministri. La firma del re è decorativa. Il senatore Frassati ci ha fatto sapere che Giovanni Giolitti, é capace di farci fare un bagno nello spirito reni istico. Bisogna che egli abbia fiutato nel suo uomo odori di bntta.glia. Il ritorno di Giolitti al potere è il risultato di una situazione poli ti ca. ~on è un successo personale. Caduto Francesco Nitti, il pii\ forte, 11011 c'era che lui che potesse salvare la monarchia persegnitnta dalla statistica di 500000 morti in mezzo a una borghesia nei disfacimeuti avanzati o in mezzo a una borghesia che batte una via propria. Essa è snlla via della fine . Giolitti è dunque il suo leader. E' lui che la condurrà al disastro. Ìlla Frasse.ti lo ha veduto come un leader di popolo come un condottiero di nazioni. Non si rifà la te:;ta. Giovanni O iolitti non si cambia. Egli è un rappezzatore della società, non è un rinnova~re. ~on ò ~~nin. Basterebbe ci tare la sua concezione sugli impiegat1 pubbhct. Il loro sciopero gli è sempre parso una abeì·razione. Eleva lo Stato al <lisopra del padrone e mantiene il lavoratore stat~le al~o stipendio del padronaccio, del senza cuore, del senza testa. Concezione falsa. Chi lavora non accorda privilegi allo Stato. Non ~ende IL ~ue o.re che ai prezzi c1i mercato. g perchè dovrebbe soffrire .per far piacere ad una azien1!n statale a\ara, venale rapace? La. m111. è mia · Se me ne cresce ò per le mie · donne, ' . . bontà . per i llliei figh. Nessuno dell'antico regime concede del sno per niente . Il re non scherza. Ha una magnifica annualità.. Giolitti stesso non l:S la"'ora per niente. N11n è malto. Lloyd George lo supera di quattro ~·olte. I depntati itnli 111i lia11uo u11'iuclernit.ì.. Tutti sono pngati. l't'.ficiali, generali, lllagislrnt1, prefetti, qu<'stori, papa e preti. La Stampa t1iuwntirn gli anni di Giovanni Giolitti. Xon pnò ringiovanire. Puìi mo,, ilicnre, correg:;t!re, ma non può nè rin no\ are nè riedificare. Xon li il 1irosi1lente d1c µossa cambiare J"a11tico rngirne. E:;so v1 ò e \'i n·-ta. Cou le sue nulorità, i suoi onori, con i snoi pri\'ilegi, con le suo nmn.stic. le snc CILl'Ceri, con i suoi ergastoli, ~on il sno Parlamento, con il suo quirinnh', con il suo \·nticano. Cosi an"he lui pnstic1·ia. :Si compiace ora della cooperazione del deputato Buldini. i'nllint1\'i ! P.er risanguaro l'erano, LTio,·nirni Giolitti rincula, a\"anza, si ferma., scantona., s'impenna, si ricrede come tutti gli uomini cli governo, ma non è un grande uo1110. C'è in lui un po· di tutto e <'i tutti. Un giorno respinge con orrore quello che infarcisce nel nuoV'o programma di domani . Ora è col popolo e ora gli è nemico. Ha ap· prornto gli scioperi e li ha combattuti. Ifa respinto l'inJennità ai detmtati per paura di democratizzare la Camera e l'ha poi proposta e >otata. Odia~a le suffragette come il ministro di là della J.lanica. La ' onna sulla piattaforma elettorale Io a\·eva reso antifemminista. Ora ha. dato il voto amministrati>o a.Ila donna. Domani le darà quello politico. Non lo si può definire. Si può dir~ che ernlva col popolo. I vogliamo delle masse lo curmno. Kon vitupera la specie come la vituperava 'Valpole. La compatisce. Un altro al suo losto avrebbe rintracciato i suoi nemici d'ei tempi cli guerra. Egli li ha dimenticati o elogiati o esaltati. Ha perdonato gli errori ai gro>"bonnets che lo chiamava.no sotto voce un disl'attista; ai generali eh~ hanno fatto fucilare i soldati senza nemmeno uno straccio di processo, come Luigi Cadorna e come il Duca D'Aosta. che hanno aggiupto al su pplizio il vili pendio chiamando i soldati vigliacchi più volte. Giovanni Giolitti in politica pare non abbia rancori. Sarebbe capace d-i elevare al Senato Antonio Salandra. Vi è andato vicino. Vi ha infornato l'avv. Salvatore Ba.rzilai che ha chiamato Salandra pubblicamente, e Capo illustre del Go,·erno d'Italia.>. Nessuno ora lo crederebbe neanche se fosse proclamato da sua maest.à. Allora si credeva. Si gridava viva Saln.ndra ! e morte a Giolitti! E pazienza se il repubblicano Salvatore Barzilai, ministro senza por tafoglio, si fosse limitato a inverniciare un uomo di gesso. Ira fatto di peggio. Ha fatto del bluff militare. Si è reso colpevole di esaltazione in un luogo <love non si sarebbe dovuto esaltare la menzogna. Invece d1 denunciare la deficienza di Luigi Uadorna, come capo supremo, ne ha fatto un Napoleone. Alla Camera, in comitato segreto, è sLato l ui che ha comunìcato cho sulla vetta dell'Ortigara, a 2000 - 4G - - • metri, Cado ma a.ve va. piantata la. bandiera della vittoria., facendo trasalire da.Ila. gioia. e salta.re in piedi mimstri e deputa.ti a.d applaudire freneticamente una sconfitta, una grande sconfitta., una. sconfitta. di SO mila. poveri dia.voli trascina.ti a.Ila. guerra in nome di una. legge e rimasti senza. vita. Io non l'avrei ma.i fatto senatore, neanche se a.vessi letto tutti i suoi discorsi irredentisti. Giovanni Giolitti non è tipo per i capovolgimenti socia.li. Non è Kerenski nè Lenin. Il nostro ambiente non ò rivoluzionario. E' un ambiente di corrotti e di deprava.ti. Lui stesso ha. nel sangue il vecchio regime. Da noi si mercanteggia. tutto. Tutto è vendibile è negoziabile. Uomini e ùonne hanno il loro prezzo. 1 piu restii s~no i pil'.1 cari. Onore, patria, dio, intelligenza, devozione vanno tutti a.I ~areato a. r.ivela1:e la nostr~ ~~d~genz~ m~ra.le. L'ultima. confla.gra.z1one mond1a.le c1 ha. dato i p1u imperituri documenti della. nostra. razza. pesceca.nesca.. A Parigi abbiamo veduto i massimi mercanti di patria.. Il Senatore Humbert, padrone del Journal, ha. la.sciato entra.re nell 'a.mministra.zione lo straniero per dei milioni. Bolo è andato a.I palo. Humbert é stato assolto. Il Bonnet Rouge, Lenoir, Desouches, Ladoux, eccettera., eccettera.. Gente inviata a.l palo e alla. galera. per dei contratti ~ompiuti c~l nemico. P.erfino un ministro è stato esiliato per sospetti. La pa.tna. per molti fu un terreno negoziabile. In Italia abbiamo avuto i nostri Bolo, condannati a.Ila. pena ca.pitale anche in Francia.,. c~me ?a.vallini. ~ p.rocessi dei venditori della. patria esis~ono, li ncord1amo. Molti s1 sono squaglia.ti. Come in Francia abbiamo avuto co~oro che sono andati in fondo alla speculazione del ~angue. prolet~no'. Per la.. conservazione dei gradi molti genero.li, ma.da.tt1, defic1ent1 1 ca.na.o-Jie hanno sa.grifica.to centi'na.i·a. ù'i m 1~ · 1·ia.111. · . . . .o • di uommi. Basterebbe cita.re Ca.poretto. Sia.mo andati fi l h t ,. t' d li no a i e to. L 1s 1nto · pa. . e . a. nostra . . . borghe;iia industriale è stata cond ansa.t a m r. eccb 10. frasi g10lttt1ane al Senato . Gli a.rriccht't'1 d'1 guerra sono . 1 nostri · 1a s1· imp · 1o. documenti. Mentre da. tutte le parti della. pemso r~va.. il ~ena.ro per la continuazione ùel la. guerra 0 in tutte le provmc'.e si eso~ta.va..no le donne a portare l'oro lavorato a.11 'a.lta.re della pa.tna., a Udine . s1 orgia.va. e intorno a.gli sta.bi'l'm . . 1 ent'1 per l a prod uz1one del materiale dt combattimento i pe;icica.ni masch t' d' · t' · h' . era l 1 p&t riot 1smo mg 1ott1va.no milioni sopra milioni senz b d lI . · · d 11' · a a a.re a e cond 1z1on1. e era.no. Nessuno ha superato il lo ro egoismo · e le loro la.dre~1e: Le popol.a~i~ni ;eniva.no denutrite e defra.udR.te da.i traffico.ton , .d1 commest1btl1 e i soldati era.no condan na t'1 da.1· pred on1· del1 esercito al pesce salato , a.i fì.ch'1 secch'1, e at· ca.uè ~ . . alla galletta., . . so fì st1ca.t1 e ca.ligmosi.. Loro nuotavano nei sogn1· d e Il' oro, andava.no . 1e ricchezze •fanta.stache a.1 dei Montecristi , 1· pe1·b o1egg1a.va.no · . • nelle ricchezze e assistevano imperturbabili con le I01.o e f'ammine · • come 47 - le ha. chiama.te Giovanni Giolitti, e assistevano imperturbabili a.Ile tragedie angosciose di qua.si 40 milioni di esseri. L'Italia dei Sa.la.ndra., dei Boselli, degli Orlando passerà alla storia come un paese di predoni, di filibustieri, di falsarì, di cavalieri d'industria., di venù i tori di fumo, di un arrivismo indefinibile e implacabile. Fu l'epoca dei nuovi patrimoni, delle nuove fortune, dei nuovi trucchisti, dei nuovi Roberto Maca.ire. L'Italia. di Francesco Nitti fu una penisola. di delinquenti comuni. E' stato un risveglio. Fu come il 'remistocle dei ladri. Ha battuto il piede e la terra. si è coperta di resse di grR.ssa.tori, di svaligiai.ori, di tra.fuga.tori, di depredatori. Nessnna bottega fu pili sicura. I magazzeni veni va.no sventrati. I vugon i spioro ba.Li e lascia.ti vuoti come nell' America. del Nord ai tempi delle pelli rosse .. Si aggredivano i via.ndia.nti. Si sorprendevn.no e si deruba.vano la persone per le vie. Non c'è ma.i stato uno spostamento di ricchezze come nei giorni dell'audacia ladresca. La ferroviR. non assicura.va. più gli invii. La posta non fu più sicura.. Le banche non furono pili tranquille dei loro impiegati. La. cronaca. di quei giorni divenne tanto grave che Francesco Nitti non ebbe pih fiducia nei questnrini. Li deve avere sospetta.ti di connivenza. Li disperse in un baleno. Quaranta., i I capo dellR. polizia., gli preparò un nuovo corpo. L'Italia ebbe le guarùie regie nutrite meglio, vestite con più garbo, piti riottose e più pronte a tira.re sulle folle comiziali. Giovanni Giolitti è stato il più sfort.una.to. Ha avuto l'eredità. peggiore. Tutti gli acciacchi sono sta.ti suoi. Lo si è veduto di malocchio. Lo si era. considerato un morto Si è così trovato in mezzo a una. burocrazia inferocita. dall'antica. lesina. stata.le. Con il regno di Francesco Nitt.i in continuazione a ogni passo sbuca.va. una combriccola. di farabutti, di ava.ria.li, di ladroni, di slruttatori rlella. febbrilità. dei personaggi balzachiani. Dopo una crisi, un'altra. Un deputato al centro di una torma di speculatori di pecorino. Tutta una. moltitudine di alti impiega.ti sparsa. sulle terre liberate a succhiare, a mungere, a portar via., n. mettere nelle propri e tasche come se fossero stati loro i redenti. Sono finiti tutti nelle bastiglte statali. Era.no sta.ti preceduti dalla fama di patriotti incorruttibili. Ci hanno insegnato che bisogna. diffidare clelle autobiografie. Giovanni Giolitti è stato inseguito da.I discredito. Sfido io! Con una sudiceria. d1 biglietti in circolazione come va.lori nazionali, l'aggio è andato in alto fino alla. perturbazione. All'estero il nostro cento lire non ne ... a.leva. e non ne va.le venticinque. L'igienista ha sgolato tutto il suo fiato per evi tare i i I co I era.. A.l buca.Lo la. carta sta.tal e ! Dalla sa I i te. di Giovanni Giolitti l'oro è rimo.sto invisibile, irraggiungibile, tranne quello che si paga. trimestralmente ai personaggi del (luirina.le. Tutti i generi sono èresduti. 11 mantenimento dì quaranta. milioni - 48 - di persone al centro cli tanti cl i rnratori è statg il suo incubo. Il ministro si è acr·orto che la guerra aye\·a tre.ngngiato anche il senso della onestà. L'i11gam10 è divenuto supremo. La curée è divenuta. generale e imlistruLtibile. Il commercio è ra.pacemente insaziabile. Tutti voglioHo arric. ·hi1·e. Raggiungere, divenire, riuscire, ecco .le e.spirazioni del cl o po guerra. Crepino tutti, se io ve..Jo al benessere! Un uovo, una lira. Una sleppe. cli manzo 12 o 14 lire. Lo sfruttamento delle classi sulle classi obbligate a mangiare e a bere per non morire come il Sindaco di Cork ò divenuto harabbesco. E' andato al di là dci prezzi del periodo di Francesco Nitti, qua.udo gli affamati, hanno dovuto dare il sacco alle botteghe elci pescecani::;mo alimentare. Il riso costa tlue lire al chilo. Una mela de. 1.GO e. 2.50 l'na tacchina di <lue chili, 36 lire. La vita diventa sempre più intollerabile. Non ci sono pii1 bottega.i rivali. 'futti rnhano. Se c'è un chilo di zucchero più del tesserato sale da sei a 18 lire, se siete fra. coloro che pagano e tacciono. E' un intrigo continuo Il burro se.poroso che costava. una Yolta 25 centesimi all'et.to va all'estero a prezzi favolosi. Quello aclulterat.o delle nostre botteghe ò salito n. 3 lire all'etto. Il latte è spannato, annacquato e magari infariue.lo. E' salito da venti cente::;imi a ima lira al litro. Le nostre donue cli casa sono alla dispere.zioue. T.ie altre donne ealzano calze cli seta da 50 a 70 lire al pnio; stivali e scarpe scollate dalle 100 alle 200 e J•ii1 lire. Ahiti lii miglinie. ili lire in giro per tutte le strade. Binncl1erin lussuosa, pellicce che costano ninnnte di biglietti cli grosso taglio. E' il \'accliismo 1lel clopo guerra. I giorimli snno come imba,·ngliati. Non no parlano. Non si occupn1io dei 11uovi costumi ?\on c'è più fori11n. Ci si la mangiu1·p il pane di m1mizio11e e tesserato. Un boccolle cli più è proibito. 8i stn. l" r ritornare ulle cocle alle hot.torrhe. Ieri si è sentito per lr Yie la inn11ea11?.n de>! pa11e. I fornai son; ridi\'l:o •ilati hrntnli. Ifarmo 111ntnto li11i..:ua ..gÌ1'. II tram è alla corsa della ··~rrnun ili prima dcl In g tlC'rrn. Il \'iuo t• a 1dnto nl d .. Jirio. E. ilize1111t0 i1 1ht.i , ihil t'. Lv si Clll!c c,do ai )•rezzi d , li ul1briacolti. B' audato oltre lo di 1• i lit'•' al fin,,1·0 .•\l fia,.,eo , imi1,•1 to .•\! \·ino lllaHifattnrnto, fatto 111 ~ uutiun, n.Jnlte nto .Jupj•ùt llltll•. lu 1 ro\·inci'9 il rincaro l.· piil ;;en . ito. liiO\!llllli niolitti n on sn piìt da l;;,e pnrle dif'e111lcrsi E' anche in lui la 11111.lattia di pagan: i clcl•iti 1!1 !,Uc rrn e tace. Lascia che impen-.urs.i la spocul.azion:. ::\0~ I' trio clt> ;i abiti. Un paletot è vicino e.l biglietto da mille. l\on m1 occupo ckl e ,> nilntstihile. La lecr è t t . . . i· . bna e. ren acmquo e prn ire nl r1n111lnlc 1 J,ng 11nta. L'antrai.:ite è a cent e a cento\'enti al quiululc. La lnrnllllnin diYora le fi11111'rrl·e e o I' . t . 1 . . " i . on ess1ca 010 e trangug10. rntore. I\011 è cho il senatore Frasse.ti che ~re<la Giovanni_ Gioli~ti gra~d'nomo. A c1ucst'ora egli avrebbe fatto delle razzie per il ltncrngg10 statalo. C'è tutta una popolazione :rn. - 49 da mandare al cappio. Ha una testa troppo borghese per sciogliere i problemi dell 'esislenza. Accarezzava le turbe Francesco :\ itti. Con la sua minaccia di «date o prendo•, ai pescicani, così ha !atto scappare tutti i miliardari delle nostre quinte avenues, tutti i nostri Morgan, i nostri Rockt'ellor, i nostri Gonld, i sovrani <lelle nostre industrie. Così Giovanni Giolitti è in ritardo. L'oro è fuggito. ::\on è più possibile rinsanguare l'erario con i profitti di guerra, con ln nominalità. dei titoli, con la revisione <lei contratti di guerra, con gli incrudimenti sulle concessioni, e~cetlera. Per far >omitare l'oro ingur· gitato bisognava agguantare gli arricchiti e giustiziarli. E' un <lel i tto ce.muffar:ii da pn.triotti per i11 volare ln patria. E' l 'nomo energico che recide i nodi go1·diani. Kon è il legislatore che dice ai legislatori: il governo si astiene. Egli de\'e avere un 'idea propria q nantlo si è alle prese coi malandrini. Bi ... ogna prendere posizione, come gli ha <letto l'on. Turati. Gli ermafroditi d~lla politica indispettiscono. Non ho finito. (~iovanni Giolitti lo si riassume ct:me il poliziotto ha riassunto J enu Valjean but.tandosi 11ella Senna per cessare di perseguitarlo. Io cesso dal frugare nella sua Yita per abbandonarlo al giudizio dei suoi governati . Il suo discorso al Senato lo eleYa. E' il suo capolavoro. E' nna pagina di vita vissuta. Vi si trovano censura.ti i suoi enori clei ministeri pa;;sati e Yi si trova l 'nomo che constata che i tempi dolln. borghesia sono cambiati. E. uu po' tal'lli, ò vero. Sono cambiati, ma non abbastanza. Non c'è rivoluzione. Senza r ìvoluzione non si cambia nulla.. Così si sta male, si sta peggio; la vita e insoffribile. Senza. rivoluzione si muore. Il lettore la sentirà. in viaggio. Fra. il discorso di un ministro borghese, o meglio quello im perioso e sonoro di Francesco N1tti che ha fatto scappa.re i nostri quattrocento Cresi con l'oro carpito allo St.ato e quello di Giovanni Giolitti che fu un'urlata, sia pure tenile, u:lita dn. tutta la nazione contrn i nuovi arricchiti e le loro femmine non ho scelta. Signori senatori! Le questioni sollevate in questa solc1111e discussione sono di tale gm,.ità che d1fYìcil111e11te un Governo si può trovm·e di fronte a domande più complesse, più ym1:c111e11tc, più profo11dame11te e(fimr:i sulla sorte del I'aese. Qui si tratta 11on solamente cli tutta la politica interna del I'aese ma anche dell' av1:e11il'e della 01·ganizzazione industriale, cioè dcll'rn:i:enire economico del Jlacse. J>er rendersi ésatto conto delle condizioni l'erc delle cose e sovratutto per avere un concetto p1·ecìso di ciò che coili:enga /are nrlle attuali condizioni, crrdo necessario ricordare 1111 110' ,qli m:rc11imenli elle hrwno preceduto q1u sto ultimo, perclli• unicamenue dall'amlamr11to sur·r:cssù·o dei fatti ci si p1u) rendere cvnto csatlo rll'llc 1·011clizio11i attuali. Noi 1 - 5() - 1ia 11w di fronte ad una r:era fraJ(ormazione sociale. E' inutile naM:J>mkrlo: E' mussarlo anche che og1ii uomo politic.o, ogni uomo che ha r~po11.1abil1tà diretta o indiretta di Go1:erno 1 te11ga coni.o di questa $0Sia11ziale o:mdizùme di fatti. L'at·ve11to del quarto stato ha cominciato a delinearlìi in Italia in modo assai energico nell'ultima parte del .vecolo sccrso. E' 11& ricordi <'he negli ultimi a1111i di quel s,.colo i twtatiui /'atti per arrestare questo movimento asamdenle del quarto stato ljanno avuto conseguenze non cerlam~nte buon~. ,l.,'0110 movimenti sociali cM .<ri possono regolare, dirigere, non impedire in modo assoluto. Nel 1901 e nel 190:1 si ebbe un gran movimento nazionale. Il Governo presieduto allora dall'on. Zanardelli, e del quale io facevo parte quale Ministro degli Jntmz( riconobbe la libertà di sciopero. Àllora le classi oper~ie tiella città e più a11cora quelle delle campagne avevano nell~ maggio~ arte d'Italia dei salari assolutanwile insufficienti alla vita e se si josse 11 egato il diritto di sciopero questo stato di cose cont~nuando, at·rebbt certameute prodotto uno scoppi-0 violento. Allora m molte . d'Italia nella maggior parte d'Italia, i salari della campagna par [i ' . d l' . . ~ tt' nun giungeL·ano ad una lira al giorn?·. Rico~do .eg t sciopen 1 a i ottenere salari di 1,25. Quindici anm pruna del 1875 il 1::atore Jacini, relatore di una solenne Commissi.one di. i~• chiesf.a rulle condizioni dei contadini, dimostrò che nelle promnc1e, specialmente di Mantova e Rovigo, di questa zona della b_assa Lombardia, i .~alari erano insufficienti alla vita e che conveniva aumentarli se si voleva avere u11a produzione agricola aumentata ed una l'ifa tranquilla nelle campagne. Ebbene, 25 anni dopo i s~lari er~no stati diminuiti. La liberfd di sciopero aEora pm'Ve quasi una rivoluzione ed era il riconoscimento della più elementare libertà umana, era il riamoscimenlo che almeno &i ha il d1rltto alla proprietà dell~ propria persona. Ora questa libertà non c'è più nessww che o.~ metterla in co11testazio11e. Que.~ta libertà di sciopero ha elevato, e d'. mollo le condizioni dei lavoratori. I salari, dopo tre o quattro anni ' · ·' che da questo ric-011o&cime11to d~Ua libertà dt· sctoperare, son~ su:t'i pi~ raddoppiati, più che triplicati. In quasi tutte l~ p~rtt <l l~alt~ comiitcìò allora un periodo ascendente anche per l'agrtcoltura italiana. Kegli llltimi anni prima della guerra i lavori a~vano u~ia condiJ:iotlt di i;alari d'industria e agric.ollura avi·iata ad un rapido progrtsso. E' venuta la guerra. J{on t il caso di nessun ricordo su questo punto, ma noi abbiamo il dovere di esaminan~ le eonseguenzt eco110111iche sociali e finanziar~, perchè, se-11.Ut questo esame, ~n è pos11ibile rendersi conto ~atto delle condizioni tristi che ora tutti. lamentiamo. Il moi:imento sociale ha avuto dalla guerra una ~pi!ita . . . . 1111 campo . d i· p r opaganda . di idee quasi i•ertigmosa. La trwcea /u a·1 sot'rer.~il'e la più elfkace. Il soldato che tornava i11 lice11za, invece 51 vedere i suoi <XJnciJ,tadini compreJ.i della solennità del momento della necessità di sostenere in tutti i modi l'energia dei, soldati, qu~to soldato trovava il paese in divertimenti che non sono stati mai repressi e fu un torto. Tttiti i partiti, in questo periodo di tempo, fecero a g~ra a mettere innanzi delle prome.sse vaghe indeterminate gravissi~. Si parlò largamente della terra ai contadini e delle fabbriche ai soldati; tutte parole vuote di sen.~o per chi le diceva, ma la classe, c~e le senti~a,_ <X>nsiderava queste promesse come l'acquisto di un diritto. (Ben1ss1mo, è vero). L'operaio, il lavoratore che si trovava al campo a combattere per la patria, ha avu,to enormi sofferenze e noi dob~iamo avergli la più grande riconoscenza, ma ha perduto l' abitudine del lavoro, tranquillo, serio e ordinato. E' vero che questo fenomeno non è spe<:iale all'Italia. In tutti i paesi si lamenta che chi per. tre, per quattro, per cinque anni non .~i è più dato al lavoro ordinato, severo ha perduto l'abitudine di lavorare. La riacqu.isterà, ma c'.è un perio~o transitorio dttrante il quale bisogna ammettere a q~esti lavoratori almeno una circostanza attenuante. Durante il periodo della guerra si impiantarono, per una necessità che nessuno disC1tle, delle grandi indusfrie, che non avevano nessuna delle caratteristiche de:i. veri elementi industriali. Erano industrie che avevano un. solo cliente, il quale anticipava i capitali, provvedeva le materie 1mme, pagava qualunque prezzo r:hiedevano. Questi indu.~triali non avevano più nessuna ragione nè interesse di discutere la misura dei salari. E allora, non con la moneta deprezzata d'oggi, ma col valore della nwneta prima di allora, .'1i sono dati dei salari che rimaneva assai difficile mantenere a guerra finita. L'aumento dei salari non era pagato dagli industriali: l'industrwle J)agava qualunque richie.'1ta di salari, perchè se l'operaio chiede1•a il 10 per cento, l'industriale per lo più aumentava del 20 per ~nto i prezzi delle merci, che ven· deva allo Stato. (Bene) Gli operai n'tornati dalla guerra ebbero la sensazione degli enormi guadagni che al'evano avuto le industrie della guerra e non solo quelle, ma anr.he altre industrie, ed ebbero il fri ste spettacolo di quella ricchezza male guadagnata d111·ante la guerra, frodando Lo Stato che si metteva in mostra con una impude~~ e incoscienza che 11on saranno mai a bbasta nza d eplorate. C~' 1 v 1 applausi prolunga.ti). Il popolino ha dato a questi d isgr a~i at~ u n nomig nolo c h e diffici lmente perd eranno, quello del1 a nim a le di c ui s i è preso il nom e, e le s ue femm ine h a nno d ato uno s pettacolo dei pi ù miserand i. (Benissimo !) Venne l'armistizio. Il paese Ila creduto che, cessata la guerra, avessero a cessare tutte le consequen~e della guen·a, ma di<1g1·aziatamente vemtio l'm·misfizio non si è pensato a nulla, non si è preso n~ssnn p 7·ovvedimento. Si é Cf)llSiderato Cf)me se da quel gior110 la vita rientrasse nelle st'"S s eonezizzoni · · · in · cui· quattro anni· innanz1· si· suol-.. •e - 5~ - fleva. ft'u w1 i11gn11110 elci J>ÙÌ (Jraui. Jt;' di(/frile m1s11rare le co11s<-f!Ul'llZC di questo fatto di non avere, il !JÌOrno dell'm·misfizio, previsto le gravi condizioni elle la stes.<1a par.e non avrebb!l potuto can<:ellare. lo non narro ora i /atti che sono cwvennti; sono conosciuti da tutti. Vi j'u grande movimento che è comincialo con gli operai metallu.rgici: gli operai metallurgici che rappresentano w1a massa all'incirca di 500 mila ope1·ai. Il senalo1·e F'errnris mi ha dello rhe fn un torto del Goven10 di essere rimasto ncutralP nd />rimo momento in cui gli operai metnllnr,qiri domnnclarono un awwnto di mercede. E,qli ritiene di.e sia rlo1,iere del Oovrm10, nppena nasce nn r:onf'litto di interes.rn fi·a ('({[lìfale e laroro, di i11terve11ùe cr111 la sua autorità, pe1· fai· r·es.wire questo <'on/fitto. In non sono della s11a opinione. Io credo che quando si f/'afti di un semplice conflitto di interesse fra capitale e lavoro, lo Sfato rfobba mantenere j'l'fl le due parti una neutralità.' una 11 eufralitcì i:igtlcmte, ma 1111a neufralitcì, olla quale cleve però rùw11ziare sempre quando le due parti richiedano l'opera sua come pacifir:o tore. Ora, nel caso specifico, il senatore Conti ci ha spiegato molto chiaramente che nei primi tempi in cui sorse qnesto conflitto fi·a operai ed i11du.c;triali, gli industriali avevano la convinzione che sarebbe stato dannoso all'industria r:oncedere aumenti. Con qitale diritto lo Stato sarebbe intervenuto per dire agli industriali; voi dovete cedere, dovete conceder questi aumenti? Se noi ammettessimo questo principio, qual1111,que industria dovrebbe cessare, perchè se O.<Jni qual Governo 11olta la classe opernia domanda w1 anmento di salario, il inte1·ve11isse per costringere gli industriali a <lc11·lo, la itita industriale diventerebbe assol1ttame11te impos.~ibile. Gli industriali mi dissero (e mi sono pumesso cli accennarlo in wut inte1.,.uzione) quando passai da Torino, prima che le se1Tate avvenissero, che avevano intenzione di procedere alla se1Tata. E questo r:he dissero a nie non era un ,c;egrelo pen;hè me lo. ripetevano molte pe1·so11e, che non erano industriali. Io li sconsigliai in tutti i modi; e siccome comprendevo perfettamente che, fl'altandosi cli Il na mass't di molte centinaia di migliaia di operai, sarebbe stato impossibile intervenire con la forza, dichiarai a questi industriali che 11011 confasse1·0 in nessun modo sul/' i11terve11to della forza publ>lica. Questo dichiarai in modo f'onnale; quindi nessuno si può dolere che il Govemo abbia mancato in qunlunque modo alla sua promessa. Avvenne dunque l'occupazione delle /à.bb1·iche. Due cose si potevano fare, seconclo coloro che criticano l'operalo del Govenio: 0 dovevo impedirla o, se non fossi giunto ili tempo ad impedirla, dovevo sgombrare con trr forza le f'ctbbriche. Impedirla? Si tratta cli 600 manij'aflure <le/.l' inditslria metull111·gica. Per i111pedime "l' oécitJJazione avrei rlo11uto - dato che la mia previsione fosse arrivatc1 così fulminea da giungere prima che la occupazione avvenisse - aurei dovuto met- - fiH - fere una fJtmr11igio11e a r1ue.o;li 011i(ìci: nei piccoli, 1111 re11tì11aio di uomini; nelle yrancli mani/ 1f111re alcune migliaia. Arrei impiegato, per occupar~ le /'abl1riclte, t ufta i11di.vtintamenie la forza della quale potevo clfgporre·. E allora, chi so1·veglinva i 500 mila operai che 1·estavano f'uori r7 ·lle f'abbriche? Chi a n·ebbe ancora tutelata la pubblica .~ic11rezzu nel paese? Qui11<li si l'ichiedeva cla me una previsione impossibile o un atto <'he, se io l'avessi r:ompiufo, avrei messo la forza pnbblica nelle coiulizioni di essere assediata e non aver più ness11na lil1ertcì cli mol'imento (bene) Du n11te questa ipotesi io credo di aver clintto di scartarla. DnN•vo percib (n· sgoml>erare te /itbbrfche dalla forza? EviclP.nteine11te dol)e1Jo i11izia1·e il combattimento, la battaglia, la guerra Civile i 11so111 ma. E questo dopo che la Con (èderazione Of'.11<!rale del Lal'Oro ai:ei:a sole1111e11iente dichiarato elle escludeva dol movimento qual111 1111 e >oncetfu )lvlifico, che tale movimento dove1x1 esse1·e mantenuto nei limiti di una contestazione economica. La Confederazione Generale del Lavoro, nella q11ale io allora ebbi fiducia, ha dimustrato cli me,.ital'la, pei-cllè la grande mr1ssa degli OJ)erai ha ap~ provato le propqste sue. s~ noi fossimo ricorsi alla forea, se ave.-;simo adoperato l'esercito, .i caralJi11ieri, le !JUarclie regie contro 500 mila operai, ci sanno dire i critici a qual.i condizioni avrei condotto il paese? Del resto, il principio della occupazione delle fabbriche, invece del semplice sciopem, acc1:a arnlo un precedente un anno prima . Una inclu.~tria m olto importante, la Ditta 11lazzonis, che ha diversi opifici e i1npie1;a molfr• mi!Jliaia di oper·ti nel circondario di Pinerolo, /'ece una serrata 11e1·clu! non vofoua accordare cosa che gli operai <lo mandavano. Gli opt>rai occu11aro110 le {abbriche. Un anno e più fà. Il Gocemo che r:o:;a (ere allora? Era Mini.~tro il se11ato1·e Dante Ferraris (si riJe). Non li Ila esp1,lsi, li ha riconosciuti a. questo punto: che ha 111011dato u 11 ropp1·ese11tante del Governo a dirigere quelle (abbricltP o,·c1111afe chtfjlì operai (Vivissimi commenti). E' possibile elle io seguissi questo e.~e 'IJliO riguardo alle 600 mani/'attw·e clell'industrirz metal!uryica '! cl1e a1·ocnssi allo Stato l<1 direzione degli operai ,•!te a1·eva1w occupato 11ueste 600 fabbriche? O che trovassi 600 industriali volo11terosi o afienti del Goi·emo che andassero a dirigere queste lavorazioni? ,lfa qurslo era pro<'lamare la teoria di Lenin, /are la stafiz:wzione totale cli tutte le mani/'atlure. Ora, io non mi sento il coraggio cli arrivare così aranti in queste teorie come l'egregio SCII. Perraris. (Ilarità). L'l que.~fione dello .~tabllimento 11lazzo11i.~ ha avuto una larga, larghissima eco nel mondo (/r>i lavora ton verchè essi hanno capito: questo ~ il modo: inrece ili (t1re .~cio1;ero, 1·estiamo nelle /'aùbriche, U Oo1•enw 1·erl'<ì ad n111111i11ist1·ar<'elc e noi c111rl1·emo avanti magnificamente senza bisoy110 cl<'f/li industriali. (.J,uesti esempi, questi p1·i11cipi sono pericolosissimi Si andava così 1111 po' troppo direttamente L·C1·so - 64- gli ultimi postulati del socialismo. Io non so se ci arriveremo. In ogni caso, calcolo che ci vorrà ancora un mezzo secolo o anche un secolo. Gitmgervi cosi rapidamente, per quanto io venga descritto come una specie di bolscevico, francamente non me la sento. Quando si tratta di un movimento che abbraccia oltre 500 mila operai, non è possibile applicare puramente, semplicemente le norme ordinarie del diritto. Se io avessi fatto citare davanti alle preture questi 500 mila operai invasori per ordinare loro lo sfratto, sarebbe stato uno scoppio di ilarità. I reati individitali, come ha dichiarato e dimostrato il mio collega. ~Ministro della giustizia, sono sta ti deferiti all' autorità giudiziaria. L'autorità giitdiziaria .9ta raccogliendo le prove ed applicherà inesorabilmente le leggi. Ma im movimento complessivo di 500 mila operai non può formare oggetto di processo in sè .<ttesso e anche sotto l'accusa di aver occupato delle fabbriche, tanto più quando c'era l'esempio di tanta condiscendenea da parte del Governo. Del resto, ragioniamo in puro diritto. Il fatto dell' occupazione di una fabbrica da parte degli _operai, il fatto che operai stanno in u.n locale, il cui proprietario loro ordina di andare uia, è una mancanza, è un reato, ma per espellere questi operai bisognava infliggere la pena di morte e vi pare che questa sarebbe stata adeguata alla mancanza commessa '! L' andare con l' artiglieria, con le mitragliatrici, come qualche industriale è venuto a chiedenni, contro le fabbriche occupate sarebbe stato infiiggere la pena 'di morte a persone che avevano co11imesso mancanze che sono punite con leggerissime pene secondo le nosl?'e leggi (commenti). lo ho creduto a questo punto mio dovere intervenire nei 1·app01·ti fra capitale e lavoro. Il Senato è qià informato dell'accordo, che ft1, stipulato col mio intervento. Credo tuttavia necessario di ric01·dare i termini esatti di quel decreto, che fu preparato in ttna riunione alla quale intervennero i rappresentanti degli industriali ed i rappresentanti dei lavoratori. Il decreto è così concepito. (Legge il decreto). Il concetto adunque di questo dec1·eto è trasformm·e l' ordinamento delle industrie di modo che gli operai possano conoscere e moralmente il modo con cui le industi-ie stesse camminano. Ora è molto facile far credere che l'industriale, che l'industrùi fa guadagni fanta~tici, e quindi può .se vuole pagare molto più largamente. L' operai~, ora ha m~d~ d~ vedere se queste affermazioni, che gli vengono dai propagand1sti, .'ilano vere o non lo siano. Il giorno in cui ~ma rappresentanza degli opetai conosce1·à esattamente le condizioni della industria, il corpo degli operai si nnde1·à conto del punto a c?ti 7,e sue domande possano gi'll.ngere. L'operaio, il q1tale sa che se l'industria fallisce, rimane senza viveri, rimane itn disoccupato, non può vivere. L'operaio, quando conoscerà le vere condizioni, è assai probabile che sarà più remissivo nelle sue domande. E del resto, questo decreto non - 55 - p·egiudica assolutamente mtlla, perchè la Commissione e deve formulare delle proposte che possono se1·vire al Governo per la presentazione di un disegno di legge >. lo, anzi, dichiarai tanto agli industriali quanto agli operai che que:Jto disegno, quando essi lo avessero presentato, lo avrei fatto esaminare anche dal Consiglio del lavo1·0; poi questo disegno do1;1·à essere discusso dal consiglio dei ministri; poi dovrà essere presentato al Parlamento. Quindi ci sono garanzie che se un controllo sia da ammettere, sarà ammesso in modo da non compromettere l' andamento dcll' industria ma nello stesso tempo in modo da dare alla classe operaia quella diretta partecipazione all'andamento dell'industria che la metta in condizione di un associato all'ind·ustriale anzichè di quella di essere un avversario dell''ind11.striale. Del resto, questa questione del controllo operaio non sorge ora come cosa r~ale; è un postulato antico non solo, ma io rammento che il concetto del confrollo delle fabb1iche fu esplicitamente approvato dalla 1·appresentanza degli o-perai e dei padroni, degli industriali e degli agrari nel Comitato permanente del lavoro nella seduta del 5 marzo 1919. Ha. detto bene. Ministro di Vittorio Emanuele III. che leggeva J ean J aurès, non poteva concepire meglio. Egli ha epitomizzato il regno del mio e del tuo con un cervello che tende all'avvenire. I suoi epigrafisti gli terranno conto di questo suo discorso. Per me è rimasto in anticamera.. Doveva continuare. Non si raggiunge l'immortalità. che con la rivoluzione. Come Balzac è stato troppo visto nei suoi romanzi, così Giovanni Giolitti è stato vieto troppo nella sua politica. Si, egli è ancora al lavoro di plasm11.zione che già lo ai vede assumere nuovi aspetti. L'episodio dell'ammutinamento dei milia.rdarii era ancora. nell'aria. Alla Ca.mera si registrava la loro vigliaccheria compiuta con la distribnzione dell'oro ai teppisti di tutte le classi. I e mandanti>, i Perrone, gli Ansaldo, i Burletti, i Va.nderbilt, i quattrocento cresi erano sotto i denti del presidente del consiglio. Se c'è qualcuno, diceva, che coi miliardi guadagna.ti colla guerra cercasse di poter influire sulla vita politica. del nostro paese ai inganna. La Stampa ci ha. fatto sapere che l'oratore alla. Camera. fu immenso. La Camera è scoppiata e ha diffuso i suoi entusiasmi. L'on. Maffi ha iniziato la. storia. narrando le prodezze degli ufficiali e delle guardie regie. L'Avanti I è stato aggredito. L'on. Brunelli ha rammentato l'incidente toccato all'on. Reina.. Egli era in piazza Poli. Vide un ufficiale dei bersaglieri che alzava un bast.oue cont.ro uu opera.io· Lo ha rimproverato. L'ufficiale: - Siete stato in tl'incea '? 5G - Reina: - La. min età non mi ha ouuligato. Ho fatto il mio dovere. Sono deputato. L'ufficiale mi si avventò cou una. bastonata. Gli altri ufticiali mi venne;o ad<losso con male imrole. LTna guardia regia mi colpì col calcio <lel fucile. Bal<lini completa. l'indecenza militare: un gruppo di ùieci o <loù ici scalmanati insolenti va i deputo.ti gridando: - Veillluti pel' quindici mila lire! II gruppo fa.cava di tuLto per veuire o. contatto coi dopulati. Il commissario lo ha impedito. Voci : E allora. di che vi lamentate'? - Malgrado ciò un giovane ben vest.ito di nero riuscì ail avvicinarsi a.Il 'on . Modigliani e a. col pi rio violentemente con un bastone a.I capo. Io gridai: - Vile! assassino! li giova.ne venne aggno.ntnto da un tale che aveva. l'aria di un agente i11 horghese. Venne suliiLo rila:iciato. Perchè? Lo rincorsi. 11 giovane venne nuovamente .arrestato e <li nuovo rilasciato da una guardia regia. Perchè? la guai·dio. rispose: Il mnrescinllo lo hn identificato. li maresciallo può identificare e mettere nl largo? E' una interrogazione mia. Giolit.ti non se ne è occupato. Non ci 110. detto come vn. lii fo.ccendo. delle guardie regie che.arresta.no e rimett.ono al largo 8ouo t1.uto11omo? Nou lo i;ono? Fanno giustizia con le loro ma11 i ? Certo è che la loro ca1·riera ha un avvenire. Salgono. A giorni saranno i nostri padroni. La scena bolognese ha dato loro un 1 impor Lanzo. insperata. Giovanni Giolitti che noi credeva.mo nl ln.1'01·0 ùi incrndimento per punire gli odiosi pervenus che si sono arricchiti in guerra. grazie ai compiacimenti governativi e militari, lo abbiamo riveduto alla Camera nella sua autentica veste di vecchio poliziotto. Gratta e gratta e ne es•·e il boia. Ci si trova di nuovo alla. presenza. dei Polloux, dei .l\[anpas Ji polizia e degli alti funzionari che hanno sLndia.Lo t.utta la. vita come conculcare il gregge ablmuclouato a.i loro abusi, alle ·loro sevizie, alle loro crudeltà.. L'ou. 'furati, colui cho ha lavorato ai tempi degli aguzzini della vita pubblica por sfollare le prigioni, per conquista.ro il diritto tli riunione, per sopprimere il domi cii io coatto, che ò stato libreLtato lui stesso co1Ue delinquente comune; a vent'anni Ji distanza, l'uomo cho contrasta.va ai go\'erni malvagi lii disciplinare la piazza n. nerbate, si è lascinlo sfuggi re parole che costeranno care al le masse. Egli, Turati, do1 o !:i contesa trngica cl i Bologna por <una bandiern.>, ho. veduto l'oni di co1u111 eiare a <lit:.armare, o. deporre le armi, a pacificard gli animi. Uiovn.uni Giolitti non se l'ò fotto dire ùue volte. Egli si è subilo dicltin.rnlo per il Jisarmo dei violcmti. L'on. 'J'urnLi, forse senza volerlo, è entrato nel suo ideale govornn.t.ivo. 1 violenti sono i11 goneralo 1 no::itrì 11uo1·i poliziotti. Da 11uanclo In gnnt· lia. regin. e\ c:osLitniLn ('i rurono cuda\'eri in tnLte le 0 - 1)7 - riunioni in tutti i comiz11, in tutte le regioni. I socialisti sono stn.ti presi pe~· degli austriaci. Il poi iziotto armato i~ u~ paese. di libertà è un anacronismo. li.:' un nemico sociale messo m circolazione. Se lo. guardia regia è armata, il cittadino ha diritto di esserfl nelle stesse condizioni. La democrazia rossa dei tempi di Napoleone III agguantava il commissario che minacciava di sciogliere ~l com.i zio con i revolvers alla mano. Non aveva paura. Aveva. anch essa in tasca l'ordigno di difesn.. In Inghilterra non c'è policeman armato che ~i un breve randello. Non c'è policeman che possa entrare, escludo il perioùo della guerrn, nell'abitazione del citizen. . . La casa è il mio castel lo anche se fosse il tugurio della m1a mdigenza. Nessuno dovrebbe penetrarvi senza suonare il campan~llo, se c'è, o bussare con le nocche, se non c'è. Il citizen è orgogltoso del suo castello ed è pronto a morire per la sua indipendenza. Non sarebbe la prima volta. Qui da noi lo si disonora. Dove è appesa la miseria l'agente o gli agenti non discutono neanche. E' un uscio di alcoolisti o di laJri o di stramaglia carcera.ria. Si va avanti con le scarpe infangate, con il cappello in capo, con la voce rauca dei rappresentanti del potere, come se fossero loro quelli incarica.ti di tagliare le teste. La libertà di tutti consegnata ~lla. ~olizia. di~t.~rb.a tutti i paesi. E' una polizia che abusa. Domani, G10,'anm G1ohtti, quando avrà trasmesso a tutte le questure e a. tutte le magistrature l'ordine di sopprimere le armi ai violenti ci accorgeren:o d.el male fatto. Nessuno si sentirà sicuro, più libero, saremo pedrnati sorvegliati, additati. L'occhio della guardia regia sarà su noi dalla mattina alla sera. Tranne i quattro ·ento arricchiti di guerra e la borghesia. monarchica. Le masse che sono per natura contrarie alle pre: potenze di govemo saranno tormentate per dei nonnulla. Voltatevi indietro. E' Ja nostra :;toria.. Lr leggi eccezionali hnnno massacrato i nostri compao-ni deo-li anni p 11 s:>ati. Le nostre masse comiziano? Quale è il que~ore cl1e non ne esigerà. la dispei:sione? Egli ha di.ritto al dubbio. Gli assem brJ.ti possono 11.\'ere indosso delle armi, sia pnre dei semplici coltelli a•;cnminnti. Yio. ! Egli. non ~uole. responsabilità. Scioglie. Ordina di sciogliere. Più tar~i alla v~olaziono dei domicilii. Tack ! tack ! E' In polizia. Se non t:i apre s1 sfonda. Vi si svetilia e si fruga., si requi:;isce. Questa vitaccia è conosciuta da tutti coloro che hanno vissuto di politica prima della guerra. Figuratevi dopo! Poi non ò giusta la .gi~s~izia di Gi?vanni ~~iol'.tt.i; anche se ha o avesse l'approvaziolle d1 Fthppo Turati. Ohe diamrne · A Bolo"'na, in una zona limitata, è avvenuta una grave tragedia. Fu un ;'pisodio regio11 nie. Non è che uno scontro fra fascisti e socialisti 0 un'aggressione di sorpresa fra gli uni e gli altri. La guerra civile è diversa. Nou nasce in una piazzo. o in un palazzo. Cade l'epoca dei prefetti. I giornali mora.li che con Giolitti vivono obbligatoria.- - 58 - mente con la gerenza sono sostituiti dai Trotsky della rivoluzione. Non prevedo, non annuncio, non so quello che può avvenire. Quello che so è r,ho non si possono punire trentotto o quaranta milioni di persone perchè 300 di loro hanno versato del sangue. Io non sono nè sarò mai per l'impotenza del cittadino. Cito due documenti che mi confortano nell'idea. A Parigi il 31 luglio 1914 è nato qualcosa di più grave che a Bologna. La capitale francese era tutta sottosopra, tutta emozionata. Non mancavano che poche ore alla catastrofe che doveva esterrefare il mondo. Nell'ansia generale il più grande dei francesi, Jean Jaurès, stava per scrivere l'articolo che doveva salvare la Francia e l'Europa dal terribile cataclisma e guidare il socialismo internazionale sulle vette della gloria. Egli aveva fame. I suoi compagni di redazione avevano fame. Scelsero il Croissant - vicino al giornale. Erano giunti agli ultimi bocconi. Tutti loro parlavano dell'avvenimento. Stavano per suonare le dieci. Una mano sciagurata spostò violentemente la tenda al dorso del direttore dell 'Humanitè. Due detonazioni. Il più illustre storico delle rivoluzioni francesi piegava. Due palle nel cranio. Egli era morto. I compagni non gli hanno potuto offrire che i singhiozzi. Per l 'amico dell'umanità. non ci furono cha le lagrime dell'amicizia. L'assassino, Ronul Villa.in, venne agguantato. Non valeva nulla. Non aggiungeva, diminuiva. Era uno squilibrato, un pazzoide. La notizia è corsa per il mondo. Parigi fu in lagrime. Ha indossata la gramo.glia. Fu una commozione intraducibile. Non fu la morte di un generale. La catastrofe di Joffre avrebbe lasciato tutti tranquilli . La aco~paraa fulminea. di Jean Jaurès ha messo lagrime in tutti gli occht. Lungo la triste nottata, lungo la giornata successiva della sventura internazionale pareva di udire per tutte le vie, per tutte le piazze, per tutti i ritrovi la nenia del dolore. Jean Jeurès era stato ridotto al silenzio ne Il 'atto in cui i francesi avevano bisogno della sua parola. La sua voce possente, grave e lenta, piena di vibrazioni e di suoni che remigavano nel cuore, era spenta. Il 7 febbraio 1919, quando Foch aveva quasi compiuta la sua 0 • pera militare e l'homme anchainé non era più che l'uomo che aveva fatta 111. sua ' guerr~, c~rto Outtin, anarchico, lo attese e gli scaricò addosso ~ove colpi d1 revolvers, l'uno su l'altro, raggiungendolo nella regione polmonare. Se ne può immaginare il chiasso. OJemenceau, in quel momen~o, ~ra ~onsiderato il vincitore. L'indignazione fu grande. Per alcuni g1orm la stampa non si occupò che di lui. Outtin venne portato in giro come un demente, un criminale. Condannato a morte e graziato dal presidente del consiglio ch'egli aveva tentato di uccidere, non rimase che il fattaccio di nno scriteriato. I due avveuimenti, di Jean Jaurèa e di Georges Clemenceau non potevano essere più clamorosi, più sensazionali, più commoventi. - 59 - A nessuno in Francia è venuto in mente di disarmare la popolazione piena di revolvers, di bombe a. mano, di pugnali, di bombarde, di tubi di gelatina., di mitragliatrici e forse di tanks. Nessuno, nè uomo di piazza, nè di ape.da., nè di legge, ha avuta la triste idea di proporre al governo di disarmare i violenti. Vale a dire tutta la Francia. C'è un minuto in cui la violenza. è di tutti. Il presidente dei ministri non ai è lasciato infuriare, non è corso alle leggi eccezionali. Ha accomodato la storia nel casellario. Ravachol passa. Il disarmo resta. Il bombardiere rimo.ne un episodio, la soppress ione della. libertà indemonio.. L'impotenza cittadina addolora. A tutto questo si preferisce il dramma. La legge eccezionale dà l'idea di tm popolo ùi monatti. Clemenceau ha domandato alla Francia tutto il suo sangue per salvare, diceva lui, il paese dallo. disfatta che l'avrebbe resa schiava. L'attentato alla sua vita. non ha. suggerito il disarmo. Lo. Francia fu saggia. Le restrizioni, le coercizioni, i decreti che azzoppano e storpiano le masse sono tutte misure fatali. Voi avete veduto quel capo della imbecillità. italiana che ei chiama Antonio Salandra. Davanti a. Cadorna non ci doveva essere che un popolo in ginocchio. Non ha interrogato che lui per sa.pere se 11i o no si dovesse sottomettere la stampa alla schiavitù militare. La Camera vi venne coercizzata. Essa non ci fu che per votare l'oro per la guerra. N ull 'a.1tro. La stampa venne evirata. Non erano ammesse che le esaltazioni militari, rivedute e corrette dalle mani prezzolate del comando supremo. La nazione, durante la cosidetta guerra., non ha conosciuto che Luigi Cadorna, generalissimo al cui confronto Napoleone I. e Moltke potevano nascondersi. Egli era un uomo di scalpello, di pennello, di libri alla Barzini. Borioso infallibile, inarrivabile. Sulle sue vittorie nessun dubbio. Il suo linguaggio gergale era sommo. Caporetto, nel suo calamaio, diventava un e ripiegamento». Le sue disfatte del trentino erano le sue vittorie, le sue grandiose ges ta del magg io 1916. Oadorno. fu per anni il nostro tiranno. La sua potenza fu la nostra impotenza. Chi non lchi.pplaudiva era un disfattista. Giovanni Giolitti fu il massimo dei suoi denigrati Lo ba tenuto al bando tutto il tempo della sua supremazia. Tutto è stato perdonato a Cadorna ; anche i soldati eh 'egli hn fatto fucilare e senza neanche uno straccio di processo statario! Senza giornali che rivedessero le sue magagne mentali e militari l'Italia ha sciupato un'infinità. di milioni e arrischiato di essere attaccata. al carro del austriaco! Cito esempi sopra esempi. Il tipo dell'eccezione legislativa sulla piattaforma parlamentare è indubbia.mente Lloyd George. Spavaldo, bra.ggadoccio, fanfarone, guascone, chitovinista. fino [ali 'auto-adorazione. Ci ricordiamo tutti il suo discorso all'iniziazione della grande - GO - , tutto un rimescolio d'oro i guerra. Era ~ . di . sterlinn. Yi si sentivano . quattrocento Ya.nderbilt o.Ila volgnrizzaz1one. d~l dollaro. Udite~ Le a quelle spese de ll'impero britannico sono assai superiori . . ·tiella 1' ra.n. eia e della I~ussia.. Esse superano probabilmente ' i 100 o 150 mil ioni di sterline la cifra delle spe:>e pii1 elevute de: nostri ùne grandi n.llen.ti. Noi abbiamo d0vuto J'ormn.re no nt;'l\-o r.~or,·ito e mantenere nnn. umrma enorme: noi paghiamo sig1101·il111u11Lo indennità. allo cloune e !'u.n·~itllli ùei cornba.tten ti . Noi abbin.mo dovuto far venire truppe da.i confini dall'universo. Noi focc:.iamo la guerra non solo all'Europn, m:t all'Asia come al Nord all'est, al sud clell'Africn. La grande Bretagna e la l!'rnncia sono i due paesi più ricchi del mondo. E:3si sono i grandi banchieri dell'universo. Con 1 nostri piazza.menti finanziari all'estero, noi siamo in grado di sostenere per cinque anni le immt.inso spese di guerra. Basta. Io non ho voluto mettere in vetrina. che la potente piovra che ha. i suoi tentacoli in tutte le partì del globo e cù.e sciorina da.vanti alla. gigantesca. conflagrazione In sua possanza. Sono in lui gli intenti dei Rolhschild. Egli figur~rà. fra le celebritlt. d1 cera della grande guerra.. Dopo non trnva.te in lui cbe i denti della iena. Cres..:iuto 'in mezzo a.i gla.Jstonia.ui che volevano cessare la ferocia inglese contro l'Irlanda. per lo. rapacità. capitalistica si sono svi luppa.ti in lui tutti i rancori contro gli irlandesi dei tempi del terrore. Noi tutti abbiamo veduto come egli sia rimasto sordo all'urlo mondiale durante la lunga e spasmodica. agonia del sindaco di Uork. La gente tremava. dalla collera e la faccia di Lloyd George pareva una maschera.. Non clava la minima palpitazione dell' avvenimento che aveva fatto impallidire l'umanità intera. ~\forto il sindaco, noi poveri mortali osavamo sperare che la legge eccezionale che divide l'Inghilterra dn.ll'Irla.nda fosse finita. Credevamo che Pa.rnell potesse rima.nere nella sua tranq u1ll i tà sepolcrale. Credevamo che la pietà. lo avesse curva.~o. No5signori ! Kon è finita. La storra della maledizione non finisce mai. Se gli scandali esecrabili di questi giorni compiuti in Irlanda con le leggi eccezionali ravvisate da Lloyd George andranno per il futuro, la fama del primo ministro inglese andrà come quella di Nerone e Ca! igola., fino ali 'estinzione della storia. Il colpo di stato di Napoleone III fu un massacro di ore. Non ha confronti con i delittì statali della iena inglese dei nostri giorni. Finita la trageòia a.Ila Victor I!ugo il poeta ha gettato il suo cacchinno alla storia e il figlio di Ortensia non fu più che un malandrino sul trono. Ma Lloyd George è sempre all'esordio. Dopo una strage un'altra. Egli perseguita l'opinione nazionu.le che resiste alla Unione di - I (il - John Bull. Pcci<le, affama, fracassa l'umanità tutti i giorni. Yiola. tutti i domicilii. Il giorno che è stato violato quello di Parnell, il grande leader di 85 deputati irlandesi alla Camera dei Comuni, ha detto sulla viatta.fonna: se fossi stato a ca.sa mi sarei servito del fucile contro i policema.11 ! Egli era tra coloro che volevano che la casa fosse il loro castello. Tutto li:i.nno subito e subiscono gli irlandesi. lii coerciziono, gli a.nesti s&nza m1rn, ln.to d 'nrreilto, il fo.natismo poliziesco, l'incn1« orazione dei ùeputn.ti in massa, le impiccagioni pc·· riodiche, le persecuzioni lanlordistiche, gli sfratti paesani, le vergate a schiena nnùu. nelle carceri. Che volete di pil1 '? L'où LO per l'inglese è tanto alto in Irlanda. che nessuno della Isola Venie pronuncia l'accento di .Johu Bnll. Se lo udite è delle classi ma.~g1ori ivi immigrate. Malgrado che Lloyù George n.bbia assistito alle scene irla.nJesi nella Camera <lei Comuni, fino dai tempi cli Cl111.mberlain, egli continua. iu Irlu.nda la storia dei pii'.1 abbietti e spietati rulers Disarma, imprigiona, strangola con cappio del boia, fucila per la stra.·ia, arresta nella casa e nelle vie, compie tutte le azioni pirntesche. L'i1lea di incenerire le più vaste città. inglesi fu di O'Donovan Ros:>a, colui che fu il capo ùei dinamitardi. La concessione punitiva è ora passata nei Sinn feioers da Dublino a ·werry, da ·waterford a \Vicklow. 'rutti sono impegna.ti a impadronirsi della testa. del mostruoso tiranno. Lloyd George è finito. Oggi o domani cadrà come tutti i mostri della esistenza. Vi ve come una bel va, circondato dai detectives che hanno la ma.no sui revolvers. Egli non cessa., ma non cessano neppure i suoi nemici. In Irlanda si sa morire. Anch.e .n('lle mani dei carnefici essi trasmettono il grido delle ge11era7.10111 d1 proteggere l 'Irlauda, la verde Eriuni, dagli aggu~ti i.ng.lesi_. Muoiono fucila.ti sulle vie, sulle piazze, a1 hm1tie.n delle rase, in faccia alle plebi milttan, agitando i cappelli, inc~ragg~ando gli altri del loro coraggio . E muoiono come un popolo d1 eroi. Lon,q live IrelandJ e morte ai loro assassini. F1Nl:I: l \ PAOLO VALERA - Gerente Responso.bile Pubblicazioni della Casa Editrice "LA FOLLA ,, MILANO - Via Tadino, 13 - MILANO 4. - . . • • • . •. Loria, fondatore dell'Umanitaria L. 0.50 Sciara-Sciat, Illustratissimo » 0.50 O. M. Serrati, direttore dell'Avanti! Con autobiografia di < Pagnacca );. 1.- Luigi Cadorna nei suoi disastri militari. La fiumana di Caporetto ). 1.- La catastrofe degli czar » 1. 75 )> Francesco Nitti 1.- li padre della patria, I. Re d'Italia, illustrato, con le sue amanti, riveduto nel chiasso e nell'apoteosi 1.50 Le terribili giornate del '98 :t Il diario di un condannato ' 0.50 Don Romolo Murri ) 0.55 Lo Czar viene I Moribondi di Montecit0rio . " 0.55 » 1.- L'Uomo più rosso d'Italia ·~ Amori Bestiali - nuova edizione illustrata ,, 4. - Umberto I. secondo re d'Italia, illustrato ') 1.50 Il re alla guerra - copertina illustrata - 64-:pagine - Dall'esordio a Caporetto -- dalla residenza di guerra al Quirinale y 3.- 0.50 1.50 I ~- 4,~o /in tutte I / / / le Farm~cie !~