Traduzione esterna PARLAMENTO EUROPEO 1999 2004 14 aprile 2004 RELAZIONE della missione di studio e di informazione in Perù effettuata da una delegazione della commissione per lo sviluppo e la cooperazione dal 10 al 14 dicembre 2003 Relatori: onn. Marieke Sanders-ten Holte, capo delegazione, Giovanni Claudio Fava e José Manuel García-Margallo y Marfil DEVE\CR\526353IT.doc PE 326.824 Il 20 novembre 2003, la conferenza dei presidenti ha autorizzato una delegazione composta da tre membri della commissione per lo sviluppo e la cooperazione a formare una missione di studio e di informazione in Perù, concedendo alla delegazione l’autorizzazione eccezionale di viaggiare nella settimana dell’8 dicembre 2003. La delegazione, in viaggio dal 10 al 14 dicembre 2003, era composta dagli onn. SANDERSTEN-HOLTE (ELDR, capo delegazione), Giovanni Claudio FAVA (PSE) e José Manuel GARCÍA-MARGALLO Y MARFIL (PPE). Essa è stata accompagnata dalla sig.ra Anne Louise McLAUCHLAN, membro della segreteria della commissione DEVE, e due interpreti, i sigg. COLE e Ken COLGAN. La delegazione ringrazia la delegazione della Commissione a Lima e in particolare il sig. Mendel GOLDSTEIN, capo delegazione, il sig. Alain BOTHOREL, consigliere politico ed economico, il sig. Ignacio SOBRINO CASTELLO, responsabile della cooperazione e il sig. Manuel DE RIVERA LAMO, direttore del programma per i diritti umani e la democrazia. I lavori della delegazione sono stati incentrati sulle seguenti aree, di particolare interesse per la commissione DEVE: 1) l’utilizzo degli aiuti allo sviluppo, incluse le modalità di attuazione e la loro efficacia; 2) la situazione dei diritti umani, inclusa la recente pubblicazione della relazione della commissione “Verità e riconciliazione”. La presente relazione sarà incentrata in particolare su tali argomenti. Si allegano informazioni dettagliate sul programma svolto dai partecipanti e sulle persone e le organizzazioni incontrate. 1. Utilizzo degli aiuti allo sviluppo Prima di inviare la delegazione in missione di studio e di informazione, la commissione DEVE aveva espresso le sue preoccupazioni in merito a varie questioni, alcune delle quali riguardavano specificatamente l’America latina, mentre altre concernevano l’attuazione degli aiuti in tutte le regioni. In qualità di beneficiario di aiuti consistenti da parte della Commissione europea, il Perù è stato considerato un paese appropriato in cui procedere all’esame di varie questioni. La delegazione della Commissione europea a Lima ha comunicato di gestire un ampia gamma di progetti nel paese, per un totale di quasi 100 iniziative che riguardano sia azioni nazionali, sia azioni concernenti la comunità andina a Lima, che di fatto che ricevuto fondi soltanto dalla Commissione. Il 10 dicembre, poco prima dell’arrivo della delegazione del Parlamento europeo e nel giorno in cui in Perù si celebra la “Giornata della riconciliazione nazionale”, è stato siglato ufficialmente e nel quadro di una cerimonia l’accordo di finanziamento della Commissione europea relativo al “Programma di sostegno allo sviluppo socio-economico e alla decentralizzazione nelle regioni di Ayacucho e di Huancavelica - AGORAH”, in linea con il programma di decentramento del governo e con il suo “piano di pace e sviluppo” per la stessa regione. Il programma integra il programma di sostegno alla sicurezza alimentare finanziato dall’UE, già operativo nella regione, che mira a promuovere lo sviluppo nella regione delle Ande più gravemente colpita dagli atti di violenza perpetrati durante il conflitto con le guerriglie del “Sentiero luminoso”, che è anche tra DEVE\CR\526353IT.doc 2 PE 326.824 le regioni più povere del paese. La firma dell’accordo è stata menzionata in molti degli incontri effettuati dalla delegazione, soprattutto durante la sua visita nella regione interessata. a) Obiettivi della cooperazione Benché il Perù sia stato classificato dall’OCSE come “paese a reddito medio”, permangono gravi problemi legati alla povertà, che colpiscono approssimativamente il 54% della popolazione con una percentuale di casi di estrema povertà pari al 16-17%1. Come affermato dalla delegazione della Commissione a Lima, la lotta contro la povertà, che costituisce la priorità assoluta di tutta la cooperazione allo sviluppo della Commissione europea, è sempre stata una questione prioritaria in Perù. Pertanto, la maggior parte dei progetti riguarda aree legate allo sviluppo sociale ed economico. Tuttavia, è d’uopo menzionare anche altre misure relative al campo dei diritti umani, inclusa la riforma del sistema giudiziario, l’assistenza fornita al governo regionale nell’ambito del piano di decentramento e il sostegno offerto alla commissione “Verità e riconciliazione”. Altre priorità includono il commercio, agevolato dalla costruzione di una strada verso l’Ecuador (Piura-Guayaquil), progetto promosso da entrambi gli stati, e lo sviluppo rurale, nel quadro del quale si cerca di sostituire la coltivazione di foglie di coca con coltivazioni alternative. La regione di Ayacucho, visitata dalla delegazione, presenta gli indicatori di sviluppo umano più bassi2 del paese ed è caratterizzata da un elevato livello di bisogni, retaggio della guerra civile ormai conclusa durante la quale il governo centrale ha dato priorità alla sicurezza invece che allo sviluppo. Il programma AGORAH mira a migliorare le condizioni di vita nella regione e nel vicino Huancavelica mediante azioni riguardanti le due seguenti aree: rafforzamento delle amministrazioni locali attraverso il processo di decentramento, soprattutto mediante il rafforzamento della capacità di individuare le priorità, identificare, avviare ed eseguire progetti volti allo sviluppo socio-economico e per la gestione delle finanze pubbliche; migliorare la copertura dei servizi d’interesse per la regione, mediante l’utilizzo di un sostegno di bilancio mirato per finanziare la costruzione di infrastrutture sociali ed economiche di importanza regionale. Nella stessa regione, il progetto AMARES3 finanziato dalla Commissione europea e visitato dalla delegazione, è incentrato in particolare sul settore sanitario. Tuttavia, i sindaci dell’area hanno per lo più indicato il settore delle infrastrutture dei trasporti, come il settore che presenta le necessità più pressanti. b) Reste a liquider (RAL) Anche il Perù è colpito dal problema del reste a liquider (RAL), che fino a poco tempo fa era molto diffuso nella cooperazione allo sviluppo della Commissione in tutte le regioni e che resta una difficoltà particolarmente presente nell’America latina. In Perù, il problema riguarda prevalentemente la categoria dei “RAL potenzialmente anomali” venutisi a creare a seguito della sospensione della cooperazione durante la presidenza di Alberto Fujimori. In quel periodo, 1 Dati forniti dall’agenzia peruviana per lo sviluppo internazionale Livello di povertà al 76,2% stando ai dati forniti dal governo regionale. 3 Programma di sostegno alla modernizzazione del settore sanitario e relativa attuazione in una regione del Perù (Programa de Apoyo a la Modernización del Sector Salud y Aplicación en una Region del Perú - AMARES) 2 DEVE\CR\526353IT.doc 3 PE 326.824 si continuavano a prevedere stanziamenti d’impegno in bilancio al fine di garantire una rapida ripresa delle azioni una volta avvenuto il cambio di governo. Alcuni rappresentanti della delegazione della Commissione hanno affermato che non dovrebbero esservi difficoltà a erogare ora gli impegni, ma che il ritardo accumulatosi ne ha comportato la classificazione come “RAL potenzialmente anomali”. La delegazione ha altresì affermato che vi sono circa 200 milioni di euro in impegni in corso e che alcuni problemi generali hanno portato a ritardi nell’erogazione, ma si prevede che tali problemi saranno risolti rapidamente grazie al decentramento e all’adozione del nuovo regolamento finanziario. Nel frattempo, la delegazione ha sostenuto attivamente i progetti al fine di garantire che venissero attuati a ritmo sostenuto pur rispettando i requisiti giuridici e procedurali. c) Modalità di erogazione degli aiuti La cooperazione della Commissione in Perù resta prevalentemente basata su progetti, in quanto il sostegno di bilancio non era una prassi comune in America latina. Tuttavia, la delegazione della Commissione ha affermato che si sta cercando di orientarsi verso un maggiore utilizzo del sostegno di bilancio e degli approcci pansettoriali (SWAP). Essa afferma che il fattore che più contribuisce a tale tendenza è il nuovo regolamento finanziario, che scoraggia i progetti autonomi e favorisce una stretta collaborazione con le strutture pubbliche e il loro rafforzamento, portando a una maggiore concentrazione sul sostegno di bilancio. Gran parte del programma di sostegno alla sicurezza alimentare1 nell’Ayacucho e nelle regioni confinanti è stata attuata mediante un sostegno di bilancio mirato destinato ai governi a livello locale e il progetto AGORAH di recente sottoscrizione includerà più azioni di questo genere. L’agenzia peruviana per lo sviluppo internazionale ha confermato il valore del sostegno di bilancio, in quanto consente di rafforzare il governo a tutti i livelli e di riavvicinare il processo decisionale ai suoi beneficiari, il cui coinvolgimento è di fondamentale importanza per il successo delle azioni. Ciò è stato ribadito anche dal sig. Werner Omar Quezada Martinez, presidente della regione Ayacucho, che ha sottolineato la trasparenza che ha caratterizzato la gestione dei fondi, affermando che il suo è stato il primo governo regionale a chiedere di diventare una regione pilota per il dipartimento del governo centrale responsabile del controllo dei bilanci. Rappresentanti della delegazione della Commissione a Lima e del programma di sostegno alla sicurezza alimentare hanno sottolineato il valore degli sforzi a favore del sostegno di bilancio destinato agli enti locali, soprattutto per quelli presenti nella regione di Ayacucho pienamente coinvolti nel processo. In collaborazione con tali enti è stato meno difficile concordare le condizioni da applicare al sostegno di bilancio ed è stato possibile valutarne più agevolmente l’impatto. Ciò ha inoltre permesso di affrontare una delle principali carenze del processo di decentramento: la mancanza di fondi per gli enti regionali e locali. Mentre l’analisi di settore, la promozione delle politiche settoriali e il coordinamento dei donatori rappresentavano degli aspetti obbligatori nell’identificazione del progetto e nell’elaborazione di progetti a tutti i livelli, a causa delle ristrettezze finanziarie è stato difficile garantire un effettivo coinvolgimento nel processo decisionale relativo all’attribuzione delle risorse di bilancio generali quando gli aiuti si basano su un approccio di sostegno di bilancio a livello nazionale. 1 Finanziato dalla linea di bilancio sulla sicurezza alimentare. DEVE\CR\526353IT.doc 4 PE 326.824 È stata inoltre evidenziata la necessità di accompagnare le operazioni di sostegno di bilancio con misure di assistenza tecnica al fine di rafforzare le capacità delle amministrazioni locali. I funzionari responsabili dell’attuazione del programma di sostegno alla sicurezza alimentare hanno espresso le proprie preoccupazioni in merito al fatto che un uso più diffuso del sostegno di bilancio potrebbe rendere più difficile garantire che tutte le azioni di sostegno di bilancio siano accompagnate dalle necessarie misure di assistenza tecnica. Ciò potrebbe causare problemi relativi all’attuazione dei programmi futuri, per cui i risultati potrebbero essere inferiori alle aspettative o si potrebbe verificare un aumento dei RAL. d) Coordinamento tra la Commissione e gli Stati membri La questione del coordinamento è stata sollevata nel corso di una riunione con i funzionari responsabili della cooperazione allo sviluppo delle nove missioni degli Stati membri rappresentati a Lima1, cui ha partecipato anche un rappresentante della missione polacca nella veste di “osservatore”, in quanto la Polonia non finanzia alcun programma di cooperazione con il Perù. I livelli di cooperazione degli Stati membri con il Perù variano sensibilmente e le loro attività abbracciano un’ampia gamma di settori e più di uno Stato membro promuove progetti in numerose aree, quali la salute, la protezione dell’ambiente e la cooperazione culturale. Nel corso dei dibattiti relativi al livello di coordinamento e alle relative modalità di attuazione, sono emersi problemi significativi. La missione italiana, che rappresenta la presidenza, operava in stretta collaborazione con la delegazione della Commissione al fine di elaborare un modello della cooperazione di tutti gli Stati membri per questo paese. Attualmente, il modello è inteso quale semplice inventario delle azioni in corso, ma si auspica che in futuro si possa includere anche una valutazione dei risultati. La missione spagnola ha ritenuto l’iniziativa buona, ma limitata, in quanto il coordinamento si sviluppava solo a livello locale e le prospettive e le politiche degli Stati membri potevano volgere verso direzioni diverse (un esempio palese è la diminuzione degli sforzi di cooperazione in Perù da parte del Regno Unito e dell’Irlanda che contrasta con l’aumento dell’impegno spagnolo). I rappresentanti italiani e belgi hanno dichiarato che i loro governi ancora non prendevano in considerazione le attività della Commissione e degli altri Stati membri prima di decidere delle proprie attività. La mancanza di una strategia per la riduzione della povertà, che in altri paesi viene solitamente condotta dalla Banca mondiale, viene menzionata dal rappresentante del Regno Unito come uno dei principali ostacoli, in quanto ciò significa che non vi è una base per il coordinamento tra i donatori. L’intenzione della Commissione di aumentare la frequenza delle riunioni e degli altri contatti è stata contrastata dalle capacità limitate dell’amministrazione a livello locale e questa preoccupazione è stata ribadita dal rappresentante belga, il quale afferma che il problema del coordinamento non riguarda solo il Perù e che il coordinamento deve essere intensificato a livello centrale tra gli Stati membri dell’UE. 1 Italia, Germania, Olanda, Spagna, Austria, Belgio, Grecia, Finlandia, Regno Unito, DEVE\CR\526353IT.doc 5 PE 326.824 2. La situazione dei diritti umani I dibattiti sui diritti umani sono stati fortemente influenzati dalla pubblicazione, lo scorso agosto, della relazione della commissione “Verità e riconciliazione” istituita al fine di esaminare le violazioni dei diritti umani verificatesi negli anni della guerra civile. Tuttavia, i dibattiti si sono estesi anche a questioni più generali relative ai diritti umani e alla democrazia. a) La relazione della commissione “Verità e riconciliazione” La delegazione della Commissione a Lima riteneva che la commissione “Verità e riconciliazione” avesse elaborato una relazione di elevata qualità, così come affermato anche da un’ONG per i diritti umani avente sede a Lima, l’Instituto Peruano de Educación en Derechos Humanos y la Paz, che ha giudicato la relazione “un trionfo per le organizzazioni che operano nel campo dei diritti umani”. La delegazione ha ritenuto che i due anni in cui ha operato la commissione “Verità e riconciliazione” fossero di per sé un progresso, in quanto avevano consentito di rendere noto molti degli abusi commessi in passato e di promuovere una maggiore presa di coscienza da parte dell’opinione pubblica. La relazione concludeva affermando che più di 60.000 persone sono decedute o “scomparse” nel corso della guerra civile negli anni ‘80 e ‘90, una cifra di gran lunga superiore alle precedenti stime. Tuttavia, l’ANFASEP1, un gruppo composto per lo più da donne parenti di vittime di atti di violenza che la delegazione ha incontrato ad Ayacucho, ha affermato che la relazione ha omesso numerose testimonianze e ritiene inoltre che la relazione avrebbe dovuto riportare i nomi dei responsabili degli omicidi e degli altri abusi dei diritti umani. L’ANFASEP ha inoltre menzionato le difficoltà incontrate da molti di coloro che vivono al di fuori dai principali centri abitati nel reperire e leggere la relazione di 9.000 pagine. Un progetto finanziato dalla Commissione mira ad elaborare un opuscolo contenente i principali punti della relazione e prevede la sua traduzione nelle principali lingue locali del paese. Non è stato possibile effettuare questi lavori prima della pubblicazione ufficiale della relazione, che doveva essere presentata entro il 28 agosto, ma l’opuscolo sarà pubblicato successivamente come parte delle attività della commissione “Verità e riconciliazione”. b) Seguito dato alla relazione della commissione “Verità e riconciliazione” La questione del seguito da dare ai risultati della relazione ha portato a discutere di un eventuale risarcimento, che è divenuto uno dei principali punti di discussione. Il presidente della Repubblica, Alejandro Toledo, ha illustrato ai membri della delegazione i suoi piani di “risarcimento collettivo” previsti nel piano di pace e sviluppo del governo per il dipartimento di Ayacucho e i dipartimenti confinanti. Egli ha affermato che tale risarcimento garantirebbe una “maggiore presenza dello stato” nel territorio, fornendo più ospedali, scuole e strade. Tuttavia, la commissione nazionale dei diritti umani e altre ONG hanno osservato che gli interventi di sviluppo rientrano nel mandato generale del governo e non equivalgono a un risarcimento individuale per i danni causati ai singoli cittadini. Questa opinione è stata ripresa ad Ayacucho anche dall’ANFASEP, che ha altresì sottolineato che la commissione “Verità e riconciliazione” ha dato vita a numerose aspettative di interventi a favore delle vittime, quali la possibilità di un’istruzione e un aiuto psicologico gratuiti per le vittime, ma che di fatto non sono state offerte 1 Associazione nazionale dei parenti delle vittime di rapimento, detenzione e scomparsa in Perù (Asociación nacional de familiares de secustrados, detenidos y desaparecidos del Perú - ANFASEP) DEVE\CR\526353IT.doc 6 PE 326.824 finora opportunità di questo tipo. La delegazione della Commissione ha sottolineato che la mancanza di fondi renderebbe difficile per il governo rimborsare le vittime su base individuale. Il governo ha promesso che le persone implicate in tali atti di violenza non resteranno impunite. Nel 2001 la Corte interamericana dei diritti umani ha dichiarato nulla un’amnestia generale accordata nel 1995 sotto la presidenza di Fujimori e da allora sono stati processati tra gli 80 e i 90 ex militari. Benché la mancata citazione in giudizio del personale militare avesse rilevanti implicazioni politiche, il numero di persone coinvolte è rimasto basso. Nel suo incontro con la delegazione ad Ayacucho, l’ANFASEP ha citato i nomi dei responsabili degli atti di violenza che non sono stati arrestati. Alcuni si trovano ancora nel paese, altri sono stati inviati all’estero per allontanarli. Tuttavia, l’ANFASEP ha riferito che è stato processato anche un tenente. L’associazione ritiene che infine la responsabilità dovrebbe ricadere sui politici allora al potere, molti dei quali sono ancora in libertà. Permangono forti dubbi sulla capacità da parte del sistema giudiziario di mettere in pratica le conclusioni della commissione “Verità e riconciliazione”. c) Riforma del sistema giudiziario Si ritiene che il sistema giudiziario sia stato seriamente compromesso per anni e al momento in cui la delegazione si è recata in visita nel paese era in corso una riforma. Un progetto specifico a sostegno della riforma in questo settore, finanziato dalla Commissione europea, dovrebbe essere avviato alla fine del 2004. Destano particolare preoccupazione i casi in cui è stata emessa una sentenza a norma dell’articolo 173 della costituzione, il quale prevede che tribunali militari possono essere competenti in cause civili. Ciò ha portato a numerosissimi casi inaccettabili che dovrebbero essere riesaminati. Le ONG per i diritti umani che operano in Perù hanno chiesto tale riesame, che costituisce una questione molto importante anche per la delegazione della Commissione. Secondo la commissione nazionale dei diritti umani si sono registrati alcuni progressi per ciò che riguarda la gestione della giustizia nel paese, ma alcune recenti sentenze della corte suprema destano preoccupazione. Ad esempio, la commissione cita una sentenza secondo cui la tortura non era un crimine nel periodo in cui questi atti vennero commessi, poiché la legge n. 26926 che li condanna è entrata in vigore solo nel 1998. La commissione episcopale per i diritti umani ha fatto riferimento alla questione dei diritti dei prigionieri e ha sottolineato in particolare il fatto che il carcere di massima sicurezza di Challapalca, situato a 4267 metri di altitudine, è ancora utilizzato. Le ONG per i diritti umani e la Commissione interamericana dei diritti umani hanno chiesto ripetutamente che il carcere venisse chiuso, in considerazione del fatto che la rarefazione dell’ossigeno, le temperature rigide e l’isolamento dello stesso corrispondevano a un trattamento inumano e degradante. La delegazione ha sollevato la questione con il presidente Toledo, il quale ha risposto che la chiusura del carcere è un punto all’ordine del giorno del governo. d) Democrazia e diritti civili La delegazione della Commissione europea a Lima ha affermato di ritenere che dal momento in cui il presidente Toledo è al potere non si sono presentati problemi veramente significativi per ciò che riguarda i diritti civili e politici. La delegazione ha osservato che le elezioni comunali e regionali tenutesi nel 2002 sono state trasparenti. La commissione nazionale dei diritti umani ha inoltre ritenuto che le condizioni siano migliorate, ma ha osservato che il paese rimane in una DEVE\CR\526353IT.doc 7 PE 326.824 fase di transizione verso la democrazia e che è necessario un continuo monitoraggio. Permane il problema, sottolineato dall’Instituto Peruano de Educación en Derechos Humanos y la Paz, della presenza di numerosi gruppi etnici differenti in Perù che spesso non sanno come esercitare i propri diritti civili: esso ritiene che si debbano prodigare maggiori sforzi affinché la diversità venga presa in considerazione nel processo democratico. L’ANSFEP ha segnalato ad Ayacucho che il processo di democratizzazione ha portato anche a risultati concreti. Essa afferma che in passato i lavori delle organizzazioni che lottano per i diritti umani nell’area erano stati considerati estremamente pericolosi, ma che ora la situazione è meno critica ed esse hanno maggiori possibilità di operare. L’ANSFEP ha altresì osservato che ora si può celebrare la Giornata per diritti umani, mentre in passato ciò era proibito. e) Violenza da parte di enti non pubblici Lo scorso luglio, quando i ribelli del “Sentiero luminoso” hanno rapito 60 lavoratori e annunciato l’inizio di una nuova campagna, è emersa l’eventualità che potesse verificarsi un improvviso scoppio della violenza. Tuttavia, non sono seguite altre azioni dei ribelli per cui si ritiene che il rapimento potesse avere l’obiettivo di preparare il terreno alla pubblicazione, il mese successivo, della relazione della commissione “Verità e riconciliazione”. È stato difficile valutare il livello di sostegno al movimento in aree così isolate, ma si ritiene che solo pochi vorrebbero ritornare alla situazione di guerra civile degli anni passati. Permane inoltre il rischio che il movimento FARC della Colombia possa cercare di reclutare militanti in Perù. È stato provato che il movimento operava alle frontiere, ma per il momento ciò non costituisce un problema significativo. 3. Conclusioni a) L’utilizzo degli aiuti allo sviluppo In considerazione della situazione specifica del Perù, in cui la regione maggiormente bisognosa affronta notevoli difficoltà in termini di collegamenti, la delegazione ritiene che sarebbe ragionevole destinare gran parte degli aiuti allo sviluppo alla costruzione di infrastrutture per migliorare le comunicazioni. Tuttavia, la delegazione accoglie con favore il fatto che vi siano anche azioni in corso volte a fornire migliori servizi in settori quali la salute di base e l’istruzione. La delegazione esprime delle riserve in merito all’estensione dell’uso del sostegno di bilancio come modalità di erogazione degli aiuti, soprattutto se ciò si diffondesse al punto da non consentire l’attuazione delle necessarie misure di sostegno. Gli effetti del nuovo regolamento finanziario in tal senso sono particolarmente preoccupanti. Tuttavia, la delegazione raccomanda, qualora dovesse essere necessario aumentare notevolmente l’utilizzo del sostegno di bilancio, che tale sostegno assuma la forma di SWAP e sia portato avanti, per quanto possibile, con gli enti locali e regionali nell’ambito del processo di decentramento. I risultati degli studi condotti sul coordinamento tra le attività di sviluppo promosse dagli Stati membri e quelle finanziate dalla Commissione sono un argomento prioritario per la delegazione che ha sottolineato l’evidente necessità di prestare maggiore attenzione al coordinamento a livello centrale nelle capitali europee. DEVE\CR\526353IT.doc 8 PE 326.824 b) La situazione dei diritti umani La delegazione ha trovato incoraggiante la qualità della relazione della commissione “Verità e riconciliazione” e ha ritenuto che il suo lavoro e la pubblicazione abbiano marcato un significativo passo in avanti verso la risoluzione di questioni lasciate aperte in seguito al conflitto e verso la normalizzazione e la democratizzazione della società. Tuttavia, la delegazione ha osservato che restano da risolvere numerosi problemi relativi alla qualità del seguito dato alla relazione e alle possibili soluzioni per rispondere alle notevoli speranze cui essa ha dato luogo. In particolare, la delegazione chiede maggiori sforzi per processare coloro che si sono resi responsabili di violazioni dei diritti umani durante il conflitto. La delegazione osserva altresì la natura insoddisfacente del “risarcimento collettivo” destinato alle vittime e alle loro famiglie mediante progetti di sviluppo, ma riconosce al contempo la realtà finanziaria che limita le possibilità di risarcimento personale. Il ruolo chiave del sistema giudiziario nel garantire il rispetto dello stato di diritto indispensabile per una democrazia funzionante viene evidenziato dalla delegazione che chiede il consolidamento della riforma del sistema giudiziario. In particolare, la delegazione chiede con preoccupazione il riesame approfondito delle cause civili giudicate da tribunali militari e che il governo onori gli impegni assunti in merito alla chiusura del carcere di Challapalca. DEVE\CR\526353IT.doc 9 PE 326.824 COMMISSIONE PER LO SVILUPPO E LA COOPERAZIONE Delegazione della commissione DEVE in Perù 10-14 dicembre 2003 LIMA/AYACUCHO (PERÙ) PROGETTO DI PROGRAMMA Mercoledì, 10 dicembre Lima Mattina Partenza dall’Europa 18.45 Arrivo a Lima Arrivo individuale dei membri a Lima e trasferimento in hotel Incontro con Mendel Goldstein, capo della delegazione della Commissione Trasferimento all’Hotel Marriot (Malecon De La Reserva 615, Lima, Perù LIMA18, 866-244-9330) Giovedì, 11 dicembre DEVE\CR\526353IT.doc Lima 10 PE 326.824 8.30–11.00 Incontro con la delegazione della Commissione europea – resoconto sulla situazione del paese Alain Bothorel, consigliere politico ed economico, Ignacio Sobrino, responsabile della cooperazione, Holger Rommen, capo della sezione appalti e finanze (RAL), Manuel de Rivera, direttore del programma per i diritti umani e la democrazia 11.00–12.15 Incontro con i supervisori della cooperazione degli Stati membri. 12.30–14.30 Pranzo con le ONG per i diritti umani Coordinadora nacional de DDHH (Alejandro Silva & Francisco Soberón), Centro de Atención Psicosocial (CAPS), Instituto Peruano de Educación en Derechos Humanos y la Paz (IPEDEH - Pablo Zavala), Proyecto de prevención de la tortura (IDL), Comisón Episcopal de Acción Social (CEAS), Centro de Asesoría Laboral del Perú (CEDAL), Asociación Paz y Esperanza, delegazione della Commissione europea a Lima (Alain Botherel, Ignacio Sobrino e Manuel de Rivera) 15.00–16.00 Incontro con l’APCI (Agenzia peruviana per la cooperazione internazionale) a con il CND (Centro nazionale per il decentramento) 16.30–17.15 Incontro con Alejandro Toledo, presidente del Perù Venerdì, 12 dicembre Ayacucho 4.00 5.45 6.45 Trasferimento dall’Hotel Marriot all’aeroporto Partenza da Lima Arrivo ad Ayacucho Trasferimento in Hotel 9.00-10.00 Incontro con le autorità del governo regionale 10.00-11.00 Visita al comune di Huamanga (Ayacucho) 11.00-12.00 Presentazione del gruppo responsabile del progetto PASA 2003 (funzionari del ministero delle Donne e dello sviluppo sociale) 12.00-13.30 Pranzo 13.00–17.00 Incontro con le autorità locali di Quinua 18.00-20.00 Incontro con le ONG: CAPS, Paz y Esperanza, ASPACEP per un dibattito sulle vittime della violenza 20.00-22.00 Serata musicale e balli locali offerta dal governo regionale DEVE\CR\526353IT.doc 11 PE 326.824 Sabato, 13 dicembre 9.00-11.00 Ayacucho Incontro con i sindaci dei comuni del distretto che beneficiano dei lavori di costruzione e dei piani di sviluppo finanziati nell’ambito del PASA-Perù 11.00-12.00 13.00-14.30 Visita al progetto AMARES (Programma di sostegno per la modernizzazione del settore sanitario e attuazione in una regione del Perù) 15.00-18.00 Pranzo con il gruppo responsabile del progetto AMARES Visita al sito di costruzione di un centro sanitario finanziato dal progetto AMARES. Domenica, 14 dicembre Lima 9.00 Ritorno a Lima 11.00 Incontro conclusivo con Alain Bothorel, consigliere politico ed economico, delegazione della Commissione europea a Lima 13:00 Pranzo con Alain Bothorel, Ignacio Sobrino e Manuel de Rivera della delegazione della Commissione europea a Lima 16.00 Incontro con l’ambasciatore Schellekens, dell’ambasciata dei Paesi Bassi (solo l’on. Marieke Sanders MPE) 21.05 Partenza da Lima Lunedì, 15 dicembre Europa Pomeriggio Arrivo a Strasburgo DEVE\CR\526353IT.doc 12 PE 326.824 PARTECIPANTI Marieke SANDERS-TEN-HOLTE (ELDR, capo delegazione) Giovanni Claudio FAVA (PSE) José Manuel GARCÍA-MARGALLO Y MARFIL (PPE) McLauchlan, segreteria DEVE Francis COLE, interprete Ken COLGAN, interprete DEVE\CR\526353IT.doc 13 PE 326.824