LA n4*ac STUDIO sr P. PAPINIO STAZIO CATANIA Niccolò Giannotta, Vi» Lincoln, X. 1893 271-273 Editore "A^4. 3?. U3 " i ' " N 3 7^ v-t^tr^ ft-A^^ti.^^ ( AL Remigio MIO MAESTRO Sabbadini. Tipografia Sicula di Monaco de Mollica PREFAZIONE Della studiosi gli dei non alla valore che più chi ma i chi non lettori sue opere alcun certamente tardi, venuto informare delle critica conferirà non lodiamo noi ad solamente della e Questo molti. argomento, un varrà Stazio Papinio opera, tratta altro; P. stati sono presente primi ogni di biografia dire sa che il per pocjie primo o di meglio mo abbia- cose . pochi errori abbiamo tutto il resto offrì lo poeta, che ci che egli del non sua è medio Dante studio di uno cui quelle Stazio visse acclamato il poche occupano, studioso sicure ma fiorì, e e delle che leggitore (1) Da \2) fotea sue Eusebio, ricavarlo classico prima del di Tolosa nativo era della del basi opere ol. Cronicon, dalla 'Gioveiiity $pf XII, Tebaide, VII, . CCIX, 82 sg. XV (3). A 1. an. 819 si conobbe studiosissimo (1), sog. queste ila conosciuto, essere di tre latina intermittenia qualche per secolo Tebaide sua grammaticale letteratura malgrado sempre, rinascimento opere nella che poeti quei ricordato fu delle e Da in tempi qualche da su noi si argomento nostro commessi costruito dei quindi sapeva (ò) confutare abbiamo evo aspettò vita dovuto del che scrisse. Stazio e scritti dagli attingere potuto assai Virgilio notizie, una ; della poco. (2). delle e PREFAZIONE II quali la esatta potè aggiungere erronea, tali elementi la poetò Nel Del SQmmo uscì Col Famoso Tanto più dolce mortai Stazio la Ma Al di mio ardor Che mi Onde Dall' fur poi con dico, le faville Fummi, fummi e essa divina soma. fiamma, mille; ' mamma nutrico fermai non di qual Achille, grande seconda più la noma; la semo allumati sono mi dol scaldai', della Eneida Sen' là mirto. di ornar di e via ancora. Roma, trasse tempie Tebe, fede spirto mi se a ancor in caddi venduto, onora con vocale lo gente Cantai più e non mio Che, Tolosano, Dova fora rispose quello spirto, assai, ma fu le Giuda per dura V aiuto con vendicò Roge di là, io Tito il sangue che nome Er' il buon che Ond' poetando: di poso dramma. XXIr C. Dante Come un per poi altre egli seppe sa di verso altri versi ? E girone ? Che grande poeta fu Tideo nella col alla nella e che suo compagno il stato era medesima (l) Potè che fino stat fuisse a rutto Statium il secolo V divenne Autor XIV temporibus mitiani; fuit nobili ortus fu e il tratto L' vetus corrosso si vitae unita molte Nella scolare clarus ingenio et la della doctus quarto del mente coi cui poiché biografia ora Tebaido. eloquio lori co- bello intrattenersi lui,e Vospasiaui Imporatoris pt pervenisse prosapia, nel l'episodio di quindi di cose ai codici due Virgilio, avea trovare volle Papinii, avaro per disegnato di prire. sco- più caratteristico, più Alighieri dire ? sarà saputo avea pena facile fu non la prodigo grande è cristianesimo scontò Tebaide primo studi, volea fornirgliela che 82-99. non Che ? al convertì della fonte, Commedia di si la fonte cui battezzato avarizia, perchè dell' Ugolino. atrocità,, sua di fu questi l'autore certamente bevuto che T Stazio, crlstimio, del chiuso più belli,Stazio quindi che Virgilio scampò se di cose con biografia: seguente tempo cognizione cronologica (1), e Essa ad ». ora: la sto- la « imporium sola ConDo- III PREFAZIONE ria si mostrava pagani fatto avea di modo da cui libro Italia in fino e al Tebaide soltanto della nel libro tutto suo tivo di dal di Ursulus ebbe quale al 61 di T autore poeta, fu C. dal soltanto Selve. Siffatto la quelle Con 1' autore, in cui sua vita che ai padre minute di regno del appare agli e suo in che amici cronologia particolarissimadi Stazio, non al Dodvell ricerca di date affermiamo (l) Vedi Jfilol.Torino, R. anno il poco merito di con una discreta d' altro lato che non Sabbadini, XX, fas. Due 4-ti. quest. stori il coli se- e poeta la con ilice quasi su dal Stazio a spesso cora an- oscuro, più propriamente per il delle mai eoa pretesa biografia.Ma versato di riferirsi. e conoscenza seppe eo-cr zione, atten- due accaduti darci una essersi minute di 1698 nel morto, barbarissimo titolo,volea dal resto Domiziano, porta il titolo potevano al na-, egli scrisse, aggiungendo suoi latino un sia era degno anno pgr risale circa fatti notevoli dei componimenti libro,scritto questo come dei e crede si comunemente più anno accompagnare va il soprannome senza che è così questo Tebaide della Dodwell studio menzione Selve studio uno scritto di le date determinare Selve, il sotto scrivere Guarino, delle fosse, ripeteva (1). Tutto V autore Ma Stazio,fa da Papinio Stazio, favore. di il Decembrio edizione che finiva di il ma Decembrio Selve; Angelo conoscesse fiorito era qualche si proponea d. ai 96 durante una P. Stazio Velleiani, Quintilianei, Stati-ani,fu pubblicato Annales esso vide che anno Selve le scoperse sapeva appreso antica più si che e scoperta delle la dopo la sempre, poeta, poiché avea rimase al parlando le ebbe così e intorno quale E Ferrara a che concesso intorno che si chiamava Sursulus, o nel 29-30 Guarino fatto che Napoli, le 1461, pzi£. quest' opera Conosciuta 1472. a nemmeno dal confermato poi Il Valla dell' Achiileide. e quello che concludere da cui notizia conosceva fino al nemmeno literaria,in Politia non Stazio e Poggio 1416 divulgato. scrittori parecchi fantasia, sua 1' Alighieri, esatta che Stazio. verso Nel ogni più 1442 alla affetto dopo subito fu non tradizione ancora sconosciuto. detrarre potevasi di tempo, quasi le conobbe non la vita Tolosa, di debito del ancora sua quella a cristiani,ricorse sciogliere un Passò nella ricorse povera, pur primo la al- poesie delle dirittamente Quintiliano, conoscend ri- in Biv. ra- di PREFAZIONE IV gionare, affidandosi e riuscì più insensate, nuove Il libro del Dodwell vi poèta, ricorsero Markland Geremia alcuni delle luoghi essi 'derivano non Scrisse alla del il per Selve, di discussioni di forte i resultati Observatorum di Statii in Dodwell, in cui e delle editorum articolo un Pkilologus, XXVI, da del del dirittura diversi anni in farne bisogna altro raziocinio avere La un sua (2) Quella pregio sull1 argomento (3) Programm un solo non delle Selve fu stampata patria del grammatico trattato der da Stazio Lateinisch. nelT i Papinio. Agone Hauptsch. in voli prege- è non per i tamente cer- sto que- ma ancora del iànder. Fried- , (Silv.Ili noi I, pag. , 1728 2 Capitolino(cap. IV, Halle, altri Il ricercare ricordati 1863. che qual- ambidue opere prima volta (cap. nel l'altro 1871, materiali,e Uxorem la due a dopo quello anno ad poscia sue gli opuscoli un inserito di ricerca. prepararne motivo incidente 1884; nella ti scrit- diede Berlino le varie (3) all' Ecloga commento sulla , compose Imhoflf, comparso edizione Selve 1862) essere lavoro per di no Domina- Regiomont. carminibus, Berlino saggio seguente il poterono breve delle oculatezza solo biografia,è in e scrittore uno di Alberto È (1) la poesie An- degli Martialis Univ. parla cui al bisogno accennò dizioni 10) parecchie contra- a cui Martialis in 44, diverse a Questo quaest. Papinianae di cui Selve. opuscoletto un Stazio. L'anno in mo abbia- noi valore librorum anni sugli da dito eru- suo Grosse, dopo questo Statii,(Prog. Stobb, De pag. il in nessun 4 del quali 1862, Nohl, Qttaestiones Statianae, Eerckhoff, Diiae per un 1867 il temporibus delle dello assegnare opùscoli, l'uno De assennate singoli componimenti data Berlino biografiadi et Silvarum gettò le basi di ricerche pfrrtoa ad Grosse, (da pag. Ma della più opuscolo un rilevò caduto. era si occupò con imperante i Emilio specimen, provarlo a quegli osservazioni,non Friedìander Silvis tardi biografia di Stazio, mostrando una del nales (2). Più che commentatore corpo , accettato rigoroso questioni nel due biografici critico per ma biografico, in discuterli. esame (1). Questo Stazio di cenno alcune inserì ad primo sottopose scrissero cenni senza capitale importanza biografia poeta alcun commento i risultati frutto. poco quanti e ; semplicemente o accettarono ne e Stazio di opere fortuna di base a paragrafi con molti ebbe mettendo poi queste e scrivere a purnondimeno seguito prefazioni alle del ipotesi ardite, ad di pag. a q. 14 5) e in Londra. v.) e tra l'al- "fiq. v.). PREFAZIONE inserì esso la volta prima cui fu vinto, anche di altro Si tempo, diverse tra contengono, del studiosi, buona nota: (3) ha ed cui detratte di di versi riguarda il yidentur (2) da pag. 43 P. a (3) Stazio pag. 17 a Le biografieperò Statii nell' quello vita eniin Statii et op. mandiamo lavoro,ri- pazienza con bilità proba- nella notabili ebbe vita il lodevole brevi volta esatte, tutti ebbe non la scrivere tratti de- quella poi e conosceva ricordo biografie di raffronti questi opuscoli et la scrive ne maggior Selve ne a ti diligen- i fatti no nemme- biografia di e fra menti com- potea giovarci per determinare annis. quibus siugula nel carmina alias». accuratius sumus vita fra cura da facile apprezzamento, un sempre fa noscere co- senza del quale giorni non cui fatta colla nelle accingerci che il qualche 1' autore di fu Riidiger (4) sono non ogni con Do Il ricordati quelli Noi, tutto acturi ì e Dodwell, seguito stabilire a accompagnate che di hactenus. Papinii e mostra che nel Dodwell, altro. personaggi ricercato Bcripta esse, De biografiche note biografia che della i mesi Stazio e del giunse osservare notizia. haoo libro del libro quel a delle date di ogni tempo Sed « dei poeta maturata Stazio, abbiamo (1) di rilievo maggior di Stazio, i quali a testo errori parole suggeriscono . scrivere che ancora Siffatte » Marziale. ben quali Le apprezzato per quest'ultimo gli principio critica solo, ma non poeta dai da che di ci esentiamo pensiero sul questo a acutezza gli anni per potea care (1), di pubbli- intorno del essere peso l'accertamento Per « di merita osservazione Il Sailer nostro che e Stazio. di medesima lavori critiche (2)ripete di il lettore del verità in nessuno alcuna mirabile trattava, di nota una pubblicate. altri seguito osservazioni Il Lehanneur riguardo. mai in , poeta; e seguenta in che nota vinse Capitolino con alla vita quella a furono non ma stampati sono fondo in mostrò questioni cognizioni intórno buone altre le Stazio cui poeta. I risultati delle del felici,tuttavia studiato aver in all'Agone intorno Napoli, furono non all' epoca intorno figliuolaadottiva alia cognizioni egli promise, in di giuochi intorno e circa pagine avere nei discussione dell' Imhoff ricerche due breve una Rupellae, 1878. Della vita dol poota tratta 53. e la sua Tebaide, Venozia, 1886. Si occupa della vita del poeta da 28. (4) Quibuscum Càttdrton, 1887. viris fuerit Statio poetae usus, consuetudo, familiaritas, Marburgi PREFAZIONE VI modo della rilievo le date sicuro più vita del dubbioso di o letteratura,dei tutto il rimanente Fra la serie al degli perchè editori è Stazio un uomo ci ha fornito illustre ci parve Y edificio critico-sintetico cui riconoscenza e fabbri altri edificano gli ad Calderino al Bluller che fra di darci i molti al editori al Hand, Stazio di si che no quadratezza spedi- Noi butiamo tri- quindi Ge- Poliziano, al al , vart, al Gronovio, al Barth, al Markland, mini, uo- dare maggior con scrittore. uno Domizio intendiamo oggi quei dere esclu- razione parte alla dichia- loro noi la parte di intorno a la stro no- grandi molti conta che senso rappresentano con che abbiano non intendiamo sue opere e nel perchè i materiali onori delle del le opere esaminiamo numerosa generale ma editori critica che in essi autore, un di autori puliscono rens politici, avvenimenti visse biografia di parte di questo volume gli vocabolo, gli e la cui ci contentammo sicura, degli in tempo scrivere a studio sultato ri- un sapere. poeta. di Lo maggior ebbero ricerche base alcuna di avvenimenti gli le nostre poi avere del costumi che seconda non poterono apertamente. della Nella si svolsero cui poeta: quando non dichiararlo necessario in al Bàh- Queckius, benemeriti resero , cercato aver per furono noi a del poetica pera nel land, un di e Stazio di nel alle commento acume ci non del Selve, fra interpretazione non poeta, mal per quali sembrano sono da ritenersi che dettava anziché alla corrotti dover osservazioni in integri, V e Hand, la ed la poesia particolare di edizione sua di essa, Stazio ma rilevanti. Il Bàhrens nel nel calore dei di « resto recentemente non là molti non servazioni os- rare delle luoghi i latina , estemporaneo, dal dello diede ed dissimo punto soli- 11 Queckius pare o- simo al poeta mede- estro conoscenza ci e poesia ispiratasoltanto la classica solo un della un troversi con- V edizione una che copisti ». pare con qua attribuire da è errore ignoranza appena ad e occupava erudizione al carattere estranei perchè difficili si es- gli altri,il Mark- tralasciando concetto suo Stazio, ma quale posto il resto, fermò quel di luoghi accingendosi tutto con i semina Hand, quei componimenti leggere carattere come negligenza il precetto dell' di staziana poesie la interminata comune, preparato la critica Così, tempo. sullo stile di Stazio. Jl opere mai insegnarono suo delle corretto nell' intendere soltanto maestri poeta, testo un accettò principio stile illustrazioni abbia e del od accettato PREFAZIONE il dell' criterio giusto allettatore e le hrens, restringendosi I la libri « Barth in St. F argomento opuscoli che e si letteraria di il poeta delle da noi — col facea fuori parole Il risposo li alla stesso anche quello alle stile della sullo a tutte breve distanza un documento (2) Berliuo, 1861. diodo luogo Elenco di del per buona In ordine ad dell' Antidiatribe. polemica rude od Questo opuscolo, studi negli Mùller pubblicava Grosse nel quale altre ridursi e sia tempo dol Crucoo inurbana. — sue zioni Ripeti- questo: a predilezione e vecchie parte delle Il sommario vocaboli Il molte biografia Stazio. di po sco- , Antidiatribe una lo con predilezioniparticolari versi. citato parole a le e cordiamo ri- raccolse , nuovi — come quale importanza la mento, com- stilistica metrica per il seguito, potrebbe di lavoro, malgrado libro di poesia il , cui riguardanti note Statianae. eccezione fanno Mùller in teriali ma- stati sono consideriamo che vera anno i dichiarazione scrivere ha del origine, il loro ) , generale nello significatiattribuiti con della controversi in ( 1616 i commenti Observatioìies studi gli l'arte uso ricordati,è pregevole. Moscario Gevart secolo ed che investigazioni veniva oltre (1) Questo nòvio del nel nostro (2) di 0. luoghi , nuovi — e prepararono qualcuno Fra , di illustra- la il testo (1817) , osservazioni, scritte metrica di che chiosa Stazio. di Nello ponderate alcuni di alla più staziana. lavoro si contengono ben Bà- grandi vantaggi reso » l'impronta eccezione diligentemente cui critica questo fatta numero larghezza della fa il mentre (1637) (1) di Quaestiones Qtuiestioìtss Statianae di dichiarare la molto dell' Hand sempre poesia considerevole per ha non Gronovio del generale accostano della le un nondimeno pur Papinianarum (1728) conservano perciò noi, lavori più che , giovato parecchi opuscoli a il titolo pubblicatisotto Questi ha V» Ubros Markland del (1664) e Mùller Il al correzione editore erudizione edizione; quiri([ue leetionum Diatribe « nuda una dito ar- Tebaide. della zione Staziani. studi agli ad Markland, la un Il Markland opportuna con di proprio lezione. arditezze sue del ogni piò sospinto l'amor vera una fare al accostato ad accarezzare soglia restituire dimenticare si sia e perchè permette testo, la quale suole non Hand, VII osservazioni condotto segue sui un alla Crucoo; noli' anno per sulla commenti opuscolo quale stesso di il Gro- risposo Vili 0. PREFAZIONE Krause di consta De « Quest' ultimo parte siano due primi sono le fra Stazio che imitò stima, malgrado fornite dal al Krause P. sullo Stailo Pap. imitatore, Brunsberg V altro di 1880, M. il terzo lui a anteriori. (1). Maggiore buona in importanza Y quasi priorimi te quan- , rassomiglianze argomento Silvi* in le 1871: di Stazio di poesie Miiller stesso raccolta una dagli epici capitolo merita altri volumetti De Luehr, similitudini state due i comparationibus epicis,Hallae raccogliere V autore potè delle si occupa Statii Papinii capitoli,dei quali tre similitudini hanno P. G. di uno , poetarum romanorum Kulla, Qnacstiones Statianae, Uratislaviae, 1881. Poco prima che neur può biografìa del poeta riguardarsi come di prima contenendo sulle fece neur lui largo un studiare frasi ardite seguito le poesie. Nel sue risultato,poiché crede mediocri. solo assai Stazio, ma de latin* T uomo, di letture. nel capitolo come peotao Statium— e darci di quadro La pleiade per co siamo no farci tuttavia ha rovinine capriccio dell' nel il Nisard giovati noi autore o capitolo parto II. soguonto : 2 Gap. il poeta, di « noi le Les ma di Roma, nelle vicenda insieme messe sono » di les poetes sur storico fondamento riva ar- occupato colta a e passioni grandi non società si sostenevano che secondo era conoscerò della nel ; Etiulcs opera: quadro un non sua volea poesia li presenta bliche pub- le persone : e fatte son Stazio, di letture de pretiniinaires paragrafi Similitudini « ». (2) i; indico fortuna— II « ce (1) Noi imitato volle arte nella sfacente soddi- poesie delle e si Francia in voluto ha alcun ottiene poeta Lehan- sentimenti quali e affetti sentì nuove proprie gli argomenti non altri scritti da poeta (2). Al non del critica la per osservazioni poetare 1' arte duo questi il Nisard esclusivamente amiche così di il Nisard poco, del soltanto Stazio III vedute con primo proposito che Prima perciò e V arte determinare a decadence. la cultori quei equivalga questa conclusione a ma ciò che (3), che esamina e opuscoli dal adoperate Claretie Stazio concepisca come animarono L. testé vari capitolo nel strane e valore , di Lehan- il libro citato del ha non riassunto però , sennate e la per , Francia in pubblicato stato era Do P. (8) Do Pap. Do sormono— Do doi horoicis St. capitoli"dol Statii ro vita motrica Statii lilro ot v oporilms— apud Statium poomatilms— Silvis, Parisii, 1N91. il Do Do — :o Do Statio Quas Statii grammatica Statii Silvis vieta apud — Do sit oxpe-ta Statium itoratis suporiorum scriptorum ot do apud imitatoro. IX- la PREFAZIONE" leèture La Uctnre di queir ogni buona sard scrisse intenzione,, di siccome Stazio il che quella amici del poeta citato avanti, del specie fosse saputo anche detto ha una è premeva alla dizione nei episodio V della ambì guida di Ma la chi la lode di originale, fare nella la con di seconda le bello del tendenze e di parte che critica in riprovevole, di questo in tempo la volume. ha cui qual di cui in la essere staziana. arte è con comune noi una sussidio d' sorge, cosa 1893, contiene poesia di stro no- marzo tempo opera tra" ne cognizio- dovrà cosa un' di v' essa del della propria natura moda qual la della ciò a la seguendo estemporaneo, importante insieme determinare, e poeta giudicare più parte questi, grafia. bio- qualche di col e rica li- due questo Gottingae, Stazio, moiy Febbraio Torino, intricato, di arte fra; nella maturata e accuratamente dell' carattere Silvis, Statii Stazio fretta, diligenza con aglii della con con che comparsi contatto ma occupasse, latino un di punto De di elude con- della e non sono Filol. di Riv. Sailer, che fortuna ciò epica libro questo La : deir informato (in esposto titolo che vuole produzioni di in sul titolo si non col conclude prove di scritto di alcun poeta, Leo, discussione buone fiorì, F. di opuscolo, meditata del meglio bassokitina e capitoli vita col avrebbe non primi altro Quest' latina che 1893) se ha Valmaggi, L. letteraria Aprile ; di uno Il generale in stampa Roma. tutta esatta Selve*, di versi in cronaca tolocapi- un con delle componimenti da alquanto Contemporaneamente lavori, di qualcosa mostrandosi poeta, pochi a Ni- del in ove » con pure, ricordato^ sopra rico sto- senso meglio Assai Sittengeschichte soltanto poesia noi ha riguardate ideali. da Rómische « applicabile ma ricostruzioni chi quali, contento, Friedlànder, (le lettere) dell'opera intuizione, rimanere può non epoca, delle invenzioni, sono » — ciò che abbiamo la quelle tre al- essa luto vo- Capitolo IL Il Sommario Sua scuola riti Suo del dalla comincia all' di in Il parte portare uno venuto dalla due dei madre dallo La maggior Epieedion in che Patrem, delle si da avrà il notizie Silv. al 5.— Le figlio: altre fornirà lo verremo meno al- dovea a V questi sia altro pinio. Pa- Piiblkts, prenome breve finisce e sicuramente rimarrà questa fonti lo ce che tempo circa, che supponendo in di 40 il medesimo avere fra grammatico ancora, del Vosuvio. morte. sua dal grammatico contenute V. C. conosce figlio; Stazio, potuto d. quello del Eruzione periodo un nei Domiziano acclamato un secolo non ha di quello fu Istmici. negl' istruisco della anno durante primo tratta nomi parte Stazio Roma che nome, poi di del metà L' vittorie Le Nemei, noi sulla e nascita. sua Quivi vitelliana Papinio e Pitici, Roma. grammatico. deduzione una e della luogo giuochi in Guerra come Napoli suo Probabilmente • P. prima 86. e poeta letterata società intorno poeta H nei Napoli sulla poemetti come padre in * PAPINIO Papinio. quindi o grammatica suoi valore Il la I sacri. Napoli, di di P. grammatico Ludi nei riportato P. GRAMMATICO del nomo — Primo biografia è mano mano attinta gnando. so- 4 parti: giacché, afferma come un Della due al il nostro patria sua abbiano parole padre fino di tempi del la per la testimonianza Te maggior alcuni di interpretati.Il luogo de coloro hanno Domizio mediis et asoita Velie, graius mise1* qua in Patrem, undis. 126 crediamo bene nella che abbiano alcuna segna Nei patria versi secondo pochi, riportatisi altre lezioni città una di una di esclude Epiro colonia soltanto Sele) per latina alcune grammatico chiara trova abitata in (2) la cui da che dopo di lui, durata. soluzione Teuffel Ohi via, tutta- che abitavano Velia una non greca gio fece naufra- cui possibilitàdi luogo di Epiro popolazioni di latini,in Selle, dia perchè un questo (3). coloni la dal graia « A Epiro. lunga è originario era venuti avuto la menzione recisamente nome di ha perfino trascurata stata il nostro per piloto. Questo un è il il resto tutto i comentatori mano, incontrare potuto di Selle il Markland solo fu in mano da sgg. il padre di Stazio che attinto di questione da abbiamo noi particolareggiando poi, e greca, per erroneamente magister puppe quale, segregando (eglileggeva Selé) disse conosciuta (o il Epiro, colonis evigilavitin interpretazione che l'errore,trasmettendosi cosi vide antica » Selle noi incidente per : Latiis suum refert Calderino, Velie luogo e più una insieme di Selle in nativo come v. di con stesso uno mettendo che, accennato dell' Epicedion seguente gente Excidit parte versi il è Graia refert compensarci per meglio, quantunque biografia del poeta Stazio, Questi passa di Noi cognome. Papinio. suo La glio il fi- Vespasiano cognome. dì sappiamo Papinio ripetuto quasi: tutti sempre di ai P. grammatico invece primo padre, distinguendosi dal del arrischiato,della perdita prenome errore capitolo — Borghesi (1) prenome chiameremo quindi il lo stesso portava prima vedervi nata accen- abbiamo non Sele detto intorno a o scenza cono- Selle Dodona nosciamo (cocol (1) Oeuvres, Vffi, 559. (2) Statii Silvas, edid. (3) Geschichte der eomm. Romisoh. J. Markland, Lendini 1628, Silv. V. Litteratur,Leipzig 1800, finite 3. Auflage § 318, 3. IL di nome Helli in da nota Si Selli)(4) o quel luogo, potersi solo vede GRAMMATICO nelle sia perchè , accennare cui Virgilio mediis et dice libyco Exciderat che il 865 suo Stazio mai luogo popolata fu da puppi mediis parlare di coloni latini è B'àXXo^ "j"avTt Y"tqv riportatidi (ascita arcò onde: undis. Virgilio fa Velia dire Campania Palinuro a che adunque di quindi questa con né potrà , servi es- originariadi Epiro, se mai Eigennamen, Stazio fu Lucania, che aggiungiamo fondata Focosi da 1366. II, anche tone Stra- secondo (graia velie) e quindi colonis): T?jg Bl wjao'j (sirenusa)xpóxsiTOCt latiis 3 xóXrcoq,èv "jt}ve)$q "EXyjv ol Bl nelle servat in evidente stata Grieohisohen della città in 835*871) agebat inoltre ; è affogò e sidera effusus Velia non der i versi dum (Cfr.V. segg. nave rcoioOv àvraxpwT^ptovTaTq EeipiQvodffffaig tò proprio. nome (5). Stazio di dalla canto presso "Worterbuch YI, 1, Velia, cursu, dubitarne illustrare Ad (5) nuper intende a famiglia (4) Pape, un così conoscenza undis 337 Palinurus sese stesso giace corpo reminiscenza La dello VI, cadde gubernator Qui verso di e venuto av- magister puppe evigilavitin Eneide Palinuro che qua miser della reminiscenza Ecce Al di bisogno senza naufragio un parole Excidit aperta conosciamo non esistendo, di importanza pur Troius un' PAPINIO P. xóXrcov. Kà[jr rcoffeiBtovwtTiqv tòv rcóXig,*fjvot tivó^, ol xpV)VY)s Bè T5"iav vuv OwxaicTg [jlsv xtutovtss òvo[xà£oi""nv, 8"rov Biaxo"rfoi"€"nraB£ouq f)rcóXis.[JisTà Bl Tatfnqv Bié^eiBl *rijq7CO(TciB(ov;a^ Plinio, N. àxpwTYJpiovIlaXCvoupog. Strabone, come e Servio, ad dopo respondit oraculum et lucum et Palinuro per lezione sulla perduto. Palinuri Frigio, congettura scorta 11 Bàhrens di " un di come ». qua antico codice e bene, corregge, Troius. al ora non » non longe graius magister « sg., il Cruceo magister puppe che 41 rem quam riguardo Helia, e pestilenza laborantìbus etiam ob città àxpcoTYJpiov IlaXCvoupo^; V ricorda IX, della menzione Lucania Per Lucano dice Phrygius Helia, fa placandos, esse ei dedemnt lo Ili, 5, ci dice: YI, 378, manes cenotaphium era parlato aver Aen. VergiL H. e conosciamo e l'Heinsio a » l' Avanzio confermò Velia tre men- ressero cor- la più, probabilmente 6 PARTE PRIMA PRLMQ CAPITOLO — — ciò si vuol non cui si in legge: Di anni le (6); forze sue di più fra in che ciò I della di onore loro nel primi (6) Epicod. (7) Ibid. che genere 133: vera. 116 vers al secondo Ibid. v. 133 sogg: luce Bino Arctior (8) III. caso nostro Govartio, 31 e dal ovvero ad risus della Ediz. I codici hanno (10) Epicod. v. 89 Et pag. anche Capacius, (11) Actium V. Cadevano Hìst. Aug. Svoton ad greche alle gare la civiltà prof era per le musicali (10). delP stra no- secondo anno due di già ornava èra stati erano (11).Solo romana annos. fortuna quamquam parentum lustri. libortatomque Monandri, graia licentia ot risus Aldina voluta poi o miscent dal ? Lindenbrogio e dall' Hoinsio, ad voluta accottata Silium dal XII, corrotto. lit-wt,ovidentomonte magnificas. nunc geminam Neap. I, 16 . , 265 . . teetique nudi molom pag. . sogg. od theatri. Ignarra, Palaestr. Neap. Augusto ristabili 3. nota 120, ne riten- essa sogg: Quid od Napoli le costumanze patrii raporis cortamina la lozione ritus Marldand. provar letteraria. battagliadi Azio, della genus, honos ^omanus importa non a di ordino. Quid' laudem Quam Nel ricordo 93. 3. • solo Napoli (8) vita i suoi passò oxpensis. Protinus (9) Silv. glia. fami- sua seg: Nec Apparteneva noli' istituiti (Yoliae) duni ibi di serviva potesse ricordare Atquo in recò col e , echeggiato degli applausi avea ricordo in e ingegno 9 v. il lettore. Basilicata,ove poesia. Si la e (9),V altro,coperto, Augusto bene meridionale le arti più grande, la proviene vede • gentile,spiegano piuttosto ellenica,che Italia giuochi quinquennali poi, in i Menandro di commedie cui oggi, coltura riguardava il (7), si diremmo una città teatri,dei quali uno, d' ricco , di da Velia, nella sostanze centro sede ali5 Adriatico: l'Epiro giovine, parche altra in II, 2, Salde delle parole alludendosi » nacque quel era ogni tutto per altre interpretazione lo ancora ma avita quel tempo a la sia peso Papinio dunque nobiltà re gentile fretum « quanto P. una due con comentatori, perchè bagna i primi sostenere ?* "— stosso nel 98. gli antichi 2 sottembro Anche a ricordo di quolla colobro giuochi regionali.Properzio dello stesso anno di data li canta nolla Eleg. quelli di Napoli,i quali 6a lib. si cele- IL tardi furono più palestra in una il nostro Papinio mente, Vi si che tardò non presentò ad fortunata delle ai in II, 2 di In Roma quarta ricorrenza (12) Epiced. di Grecia Aug. solo Dio, LI, volta la pnma 19 LTV, o il (12). le Pitici, giuochi noi anzi molto, , quatriennale in festa una dirci Dio,. LI, 1; Statìo Silv. XVIII, pure della contendere ai vinse e di esitò e poetica. voglia la vittoria non tempo, vittoria una soggiungiamo poco, decretò celebrata festa. essa ò § 7, Svet. 4 del erano sveltezza sembra come gli procacciò della il Senato fu 134 v. V, ma di età, felice riuscita Ivon (13) poi Actium, dall'onore di alla poesia li che quinquennali , Strab. Agosto: 6-9. v. celebri più agi'Istmici. Nemei, bravano feste feste di vena prova dalla Incoraggiato quindi corone una giovine ancora Domiziano da quindi e pubblicamente gli ingegni lusingato essere una Koma Capitolini.Quelle accoppiava infatti figlioStazio,e in si provavano cui PAPINIO P. Nerone da coi Ludi magnificenza in vinse imitati GRAMMATICO nel 28, morazione comme- V ultima e nella 19. seg. Protinus ad Vix tenda lusM certamina patriiraperis ? imp viris, laudum festinus Ingenti. Stupuit primaeva Euboea, (13) Epiced. 141 vers. natis et vicisse Praemia Dei quali versi aliquispronum invidia habebit che i tre pare come versi frequens Vox tua di non , Phoebi: si dava germine Lemae, Nemei. Lorna, cho istmici , ibid. II, 4. : ad riportati erano orba totiens altro vittorie ciò di ? « dioat sane quid vero (sit concessivo). Notiamo » cloi (appio nelTArgolido, che nostra gyro plausere Therapnae. riportatein Napoli, viene ad narrazione. o Pitici; Plutar. Ancora sodano) vicino in onoro con al bosco di Symposia la Nemeo. quale ma nei esporre le V. si versi , la 141 segg. Èamus chiose. Phocicis 2; Pausania. i vincitori coronavano figliodi quindi interpretazionedei seguenti Athamantea Palemono considerarsi possono per intelligenza, aggiungiamo piana colebrati tuas : mereri: coronas Castora victorem viridos caestu della ai vincitori iudicibus Gronovio nulloque ingloriasacro pugnao non alludere materialo interpretazione del questi riportati: a Indi antecedente pinu ? tempora victorias Lemae gramine nunc domesticis Achaicas fratrom facciamo no siib osse Nec un bella mereri Achaea quid protectum la admordeat precedenti intendano anche non versi parentes. Phoebi, Athamantea facile quo domi: ramis nuno trascriviamo esse, mónstravevo te plebes segg. Sit pronum Nunc carmina ad audax et pinu: Atamante corona : — nei dogli Plutarco, PARTE da tanto o far Aliare nior coltro cedendo ? tanta fortuna alle la Infatti la da scuola sua da Cuma, (14) che avea non era ebbe lecito gli Qui Diomedei grammatica allettevole ce della esigenze della ha ne rinomanza. ad al fianco Papinio (14) Epicod, v. 146 ogni dubbio, del se di fuoco (facis opertae) queir da rapito Massimo, che essere poteva fuori del alta carica , Eoma, fama, (17) e perchè Tito dovea Massimo delle Vestali, che custodiva e Diomede che le sotto il cure peratori Im- poiché gV quasi coadiuvava perchè questi pre sem- era cui in al tempo essere che (Diomedei cresciuto Domiziano, Tito essere Pontefice il stro no- cresciuto negli Le chex segg. tibi Hine Te poteva salito in era puer; Pontefice Non di scuola tenere a furti stato era per padre, del didioit vedere altro corona. Puglia, scolare. (explorator) questo futuro la dalla e exsplorator opertae penetralia parlare, fuori sempre da (15) seguitando illustre sacrum non scolari accorrevano Lucania Baia. , facis celat alcun lui a 178: assicurarsi di Ora sanzionava P. alle a- la del- ricco amore' con cedendo e da e un v. inde ot intende tenevano o altri Dardanius to grammatico, nostro di V , ove (penetralia) il quale farti).(16) del Che più scuola una Napoli,dalla a , fra cura grido Koma in Sub poota la Palladio desiderio Pozzuoli epicedioleggiamo, il al intorno stavano Crovit cui ricamo un figlioche anche molto Sorrento,da prammatica, in il ovvero e ebbe Dopi) lo sappiamo Neil' di Stazio. di , provinolo quanto dice , agiato ora i versi legge la coltre guarnire molti memoria, non chi a PRIMO potò aprire in Napoli preghiere di poiché , fatto medesima tramandato vita abbia CAPITOLO — il capo tentennare non Dopo PRIMA patrum vota monitore credi regi moresque Taris 1866, pubes generosaque et priorum facta Discore .... (15) Ibid. v. (16) Proller, les al in Vedi 21. J"ith. Paris Romains, (17) 162-71. d. C. fino Rom. 1889, di pag. quosto pag. 372, e Io. Marqnardt. eulte 299. capitolo , ove si discorre come Papinio sia nato tomo in- 10 dei PARTE Verrebbe Luperci. esservi veano in qualche (rinomanza, iniziati ad rito un addetti quindi, vanno Massimo Zittii i: culti gonfiarne avrebbe un tu^ "« 1' opera ad un Auguri colorire siffatta Mentre tema di romano di non « fratello già un Boschetto lacerato , dai per in facinus le canta dell' il e non attenzione sacerdote lodi del del poeta Massimo, insieme In ». , sarebbe pensiero educare di padre il Epicedio il Pontefice Luperci mores che al nostro defunto lii Sa- e modo questo genitore, delle Selve e più e offrì ad fra tante trattare di argomento , scoppiò , che di occasione ancora si occupazioni grammatico, un un suo e Gemonio allora ma ». ben oziato fu sale doglio. Campi- hoste extomo prosto ad si , Sabino , avevano quindi il , liceret,Deis sediarono, as- luctuosissi- urbom nullo accidit 1' prima incendiato post conditam Tacito e , scaglioni onde viene gioni le- Fundano lago tentarono vittoria,, prova romano al I Vitelliani i cento per , nostros fino alcuna senza dallo imperatore Vitelliani coi quest' ultima populo acclamato Campidoglio. in assalto esclama precipitato dallo Flaviani facendo siffatte Vespasiano dell'Asilo , foedissimùmque pitiis,si divinità, , dell' autore a scontrato ritirato era e di , mum Pontefice contemporaneo. era si Tarpeia Id dagli picedio dell'E- parole delle Poi meriti avuto qualche*importanza diedero penetrarvi pel allora fórse avea Sabino, peggio, rupe Le di non istruiti il futuro e* dovuto e Eoma in nefasta,ed l'avvenimento poi sulla attendeva e oriente, si la avuta culti istruire propria è noi eguaglianza, più strepitosii espressione siffatte scuole istruì versi Flamini e vuto do- anche voglia, erano figlioche avessi se avrebbero grammatica, singoli culti. ad do- dell' Epicedio. civile Flavio che reodere poetiche poemetto fatica e di di' Eoma in contemporaneamente chiamato Quindecemviri Papinio guerra vittorie di si infatti nei : e maniera specialmente una di Papinio al processo padre mio, o superato la stessa potea dei era occasione poco pensato ed Ora significato dei Massimo data era ,• . hai nostro. religiosoquale nel il Pontefice che questo: scuola nella tecnica, degli ufficii sacerdotali. certamente di caso che probabilmente una non al servizio e il pensare che interpretateche Storia nella al fatto che nel come PRIMO spontaneo riti sacri lucro cognizione. medesimi schiavi di alcuna abbiamo CAPITOLO — tal.caso delle,scuole reudere ^maggior Gli «PRIMA pro- ferito, decapitato, Roma venne dando Otricoli , invasa alla loro GRAMMATICO IL volta spettacolo di uno dentro le Codesta certo quei il e poema, civile,e più di memorie delle con canti ai tanta parte, L' si accinse anche tema contemporaneo arrivò non cause Ghe vita della ; ingegno ma e lettura. Cosi (21) Tacit. i Vix abbia oro si desume da Grande v. o sue i la turba pubblici poesie conoscerlo e a- ritrovi all' infuori giudicarlo. templis velocior pio, captivaque fulmina medio ultorque divum luogo un d' cothunati imperiale. norifìcis, Koenisberg 1867, (25) Epiced. dovea Papinio ilio doorum faoibus di ipsis deflos. 205 pag. segg. pone Vedi 42. doorum pater annuit Marziale, Epigr. capitolinicaelestia Ad sinonimo di rogus solatia tu latii procoros Caesar, ot è li qua- 203. v. Mirantur coelestia neodum cum multum ot Concinis (24) modo ebbero : quei tempi in publicità alle dato roquies flammao Impigor Lo sappiamo ma sogg. Siderat, oxcisis (23) Epicod. altro Vesuvio; distinguerlo fra da verso allagavano posteri non 199 v. del un Ili, 69, 71, 72, 78, 83. Hist. (22) Epicod. in (24) probabile ipotesi con altro sappiamo facilità di che non pare avuto avea seguito ideatg (25).Non argomentarsi non sue opere poetucoliconferenzieri di Roma solo in i done raccoglien- avvenimento. volta, l'eruzione poemetto nuovo siano Vespa- di guerra il disastroso provarsi sua Calmati prevenuto. delle e certamente vere alla impedirono; può lo abbia la morte Della di lo ne dovea un (22) potè leggere quella in che con grammatico. breve in e che presentarsi Y affermazione con cantare a Papinio il dovè all'Imperatore medesimo, e lui luttuoso e scrivere a di poetica e Domiziano, tardi attività allora Campidoglio poterla cantare per il nostro air opera, Roma, Più plauso. (23) tempo Vitellio del monumenti, appunto di di magnati tanti del fu si pose 69) Y incendio di poeti la morte con fino veduto non sangue ancora e tentarlo a dicembre (20 ai attrattive disordini suoi tante primo dì e (21) guerra Roma privava Roma. di mura saccheggio 11 PAPINIO P. carmina 5: belli Maronis Finke, igni. V. opus. De Appellationibus caesarum ho- 12 PARTE Tuttavia, dione giudicarlo cioè la con tradizione anziché ai suoi che Cornuto ad sullo Asper; dei classici di retore e Seneca più Helvidio Prisco, Tito (27). Non nuovo egli in lui di di C. non ai poetare, ma libri di retorica, edizioni spesso Peto Thrasea i filosofi. Musonio quindi der pren- trovava a Plauto, Kubellio 'sivo ancor infonderlo e indirizzo un conseguenza per di il regno sotto veri, grammatici né ed , era Eema in trovarlo, né seppe che Eufo, di trattati di grammatico Papinio Sorano Borea no dan- a 1' ufficio Nerone, quando di di corrette certamente cominciò Papinio tempi lisso Me- anziché di più di romana P. voga. Augusto, di L. o commedie, , trovò in seguito futuri magnati il nome suo (26) esatta : « di Il Statius poetischen Beredsamkeit (?) und dos Vosuv frtihestens (J. 79) 15 rovooat (28) Epiced. poi* il ha e. - agli Chr, goboron n. e ; ad Cronicon, v. Dio, LXVI, mit und war ox nunc Iura dat Rom zu Begriffe im J. 80) Altor Achaomenium ditos Asiao in dann Lohrer gewosen, natte auch storb, den 65 J. forti frùher der den Ausbruch alt; somit ». Abr 2095/79: Titus Rufum Musonium 13. ilio fjrsan Eois, schon ma sempre non , Erfolg aufgetreton, (Mhostons or (28); nota familie, war verarmtor 185-90: Et Hi als oratori la soguonto in Neapol, dann bosungon verowigen, Stazio di Neaplos alsbald 69 ed i istruirono si contemporaneità. I grammatici della padro cui Stazio, in consoli,magistrati zuerst Dichtung ci dice guter aber aus Wettkàmpfen zu (27) Hioronym. oxilio i futuri Vater, Capitols J. I. scuola, sua passò i confini Touffel, op. Dos la Roma, non in Iugond do tempo alla più grammaticali. Fiorì dos mira Catone Valerio si occupano non dall' altro; passato, poiché i grammatici di nel 1' attribuivano se dopo e , Brand di genere la letteratura parte alla vita letteraria studi più viveva del romani nuovo un contemporanei, arricchire lui che stile,di glossarlidei poeti latini arcaici,di annotate capo in è perfino Emilio professione,suoi mano C gna biso- che egualmente grammatico un dei e ciò (26). 1/ accoppiamento dell' eru- lui in alessandrini tentato di o vedere di tutto lo siamo non grammatico coetanei. avea del , come maestri PRIMO sprovvisti qualsiasi ci fa poesia dei CAPITOLO — questo lato siamo apprezzamento un per di da se PRIMA altor grogo gontibus alter composoit Iliboros, secludit populos, hi Zeugmato Fontica Porsen, frenant, eco. philosophum IL del tempo suo di M. sono Yalerio volta sua di Sallustio Terenzio Tutilio Quando tutto P. il duro anche nelT gloria dei rozzi lo scoglio di Leucade di Licofrone, di e Giulio poi e Saffo di gru, Alo non virile, di intricati Corinna Esiodo, lira,leggeva delle tempra i carmi squisitidi i versi di che, ed della V aiuto del programma Omero suono implorò dichiarare sapeva Sofrone, e al parola che di un egli spiegava la d' Ibico Amiclei, ; Napoli, seguiva pomposo: accoppiare Stesicoro,parlava mane, in Papinio insegnava Pindaro di mentò com- Pincipe (31). diremmo e greco P arte il e che Asper Virgilio ( 30 ) , e , Tiro, Emilio (29); crezio, Lu- di il comentatore Beryto, Persio di e 13 PAPINIO P. Probo Orazio Virgilio, di' alla GRAMMATICO di e temè Battiade, altri cora poeti an- (32). Questo didattica il programma è la faceva Unum più Sembra » del che libro: suo quale noi, inter commentarius Caesaris fel,op. satis per abbiamo Lo col factus ciò che ebbe riguarda bus Vedi ». « me declamare, codesto rimandiamo tanti ricorda : un' est « litterarum Probis idque di opera adeo admit- 12 Probi perdice lui, della grammatici significationein epistularum Iena, 1871, grammaticis* quidein alternis al v. testo poeti dei quali polemiche, è il e Teuf- 21 ». disputare buona fu § 328, 2, che e. contemporaneo gli Scholii ci dicono come Touffol, op. scripsit de « adulescontulo quel che corto si ad Veronesi può consultare grammatico. Tutilius 147 è poiché Probo, segg. lettore 1. avrà 5 « Tutilium famae Principe, Svetonio, Principem nomine no- suae De re- Oramm, alternis die- ». trascriviamo che Del repeto quondam solitum Non aetatis (rettorica).... materia eadom Marzialo, V, 56, Plinio, Epist. 6, 32, anche (32) Epiced. a opinione questa Verginius Plinius, 4, disse: Steup. De hofis post meridianis se- sustineret. poiché Marziale, III, 3, menzione occulta discipulosquam tam legere quaedam, 17, 9 5 fatto de delle (31) Quintiliano, 3, 1, linquas I. posto accanto quale Di 3, 691. strae Gellio, » 88, scuola, una magistrì personam quatuor all' veramente non volgares sermonos ac abbiamo non aut ut larghe sue § 300, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8. Cornuto; Àen. tros ebbe hic « docuit le vedervi,per non maestro: ita intorno timeto Vedi « longos ancora curioso scriptura e. (30) vivesse Svetonio, con plurimos, cum Probum nec da enim ; numquam di 24, Probo Gram, cultore, che solebat, cubansque raro. di habuit alterimi,voi, et tere C. buon da aliquot ctatores De nella storia della conosciamo noi costretti quasi saremmo Svetonio, (29) Secondo e e romana, più largo che caro parte oggi conosciamo il brano il perchè alquanto lungo, giudizio solo per di nome. P. Papinio Stazio ma su 14 PARTE- l»"l_l" ' -'X _ proporzioni, età coltura lingua CAPITOLO — influenza una locale,poiché elleniche,e costumanze Napoli scuole al della perfezionamento bene di tempi si considerava ma ammesso, e nei romane, Quintiliano raccomanda studio come coltura solo Quando Papinio poi passò d' insegnamento, poeti latini,come Mox in nella e Romuleam di veduto avremmo chiaramente augustei P. il a veder Egli era ancora dedicò di il qualche il programma che epicedio: perstas. figlioStazio, come avvicinava fare senza tesi ipogli de- alla scuola dei lo studio la per Quintiliano, che a nettamente figlio;era neva te- poeti nella equites, (35) infanzia ma la (33) Institut. I, 8, (34) Epiced. Ibid. nella sua sua v. ver. fortuna 116-20. 8egg. anche e figlioStazio il turpe guadagno, detti il brio la bulla non Plinio, Epùt. dai avea versi ma som- Non la rettitudine. sovratutto e ristretta giudicarlo a uomo, conversare vecchiaia ro, ca- sempre del educatore di seguire la porpora 5 ; ed 246 di sarà Napoli. sprezzava di e modi ancora di carattere pio, onorato bei ludi cosi, ci ora amorevole e nei bel un poi conservava (35) ducere batteziamolo padre coronato tenersi mancavano vestito prendere com- per futuros accetta; giacché propugnava grammatico, altro, come arrivò cura se si naria. ordi- contemporanei. e fosse gli o mezzo, Papinio non gli di via citato Papinio apparteneva se se che al accogliere più sempre proceresque assai vicino certamente dovette del poeti poeti elegiaci (33). mutare del vestigia stata antiquarii,cosi detta, ovvero la dovè dichiarazione sarebbe Napoli, ci i giovani i versi dei età, Monandro, scuola sua stirpem Una altro. i studio riconoscendo pur Koma, ci attestano et sappiamo non scuola che della all' istruzione che matura una Instruis, inque patrum che tarda a diffusa superiore,più poetica, Omero, quella poesia bisogna trattiamo, lo cui lirico,qualche tragedia, e proibisce per ma molto conoscenza una fino mantenne greca. greci era altro PRIMO . e Nelle lusso PRHfA arguti, della e vace, spiritovi- gioventù (34). Avea aurea, perchè gli permise II, 14, di 2. di era degli vivere in IL quel lustro Un Biatico. al che GRAMMATICO grado conveniva, suo cavaliere e coki si diede non avrebbe tempi republicani dei 15 PAPINIO P. fare a il gram^ darsi potuto a. * coir quella professione,propria degli schiavi, ma antiche costumanze persino la Seneca fa diede buit nascita (egli dice) Romae di docuit. sciplinaecontinebantur, honestum discere erat il facendo al retore come di ancora P. Papinio necessario;non discreta la altro scuole tanto era alto di che che quod Papinio, Il grammatico gradino; notì. dei il resto, perciò e fino che riconosciamo abbastanza era non lontano è dal a di quello a il sicura essendo non interesse secolo il secondo verso pubblico, il che ma (Sat. VII, tutti gli II, (36) Contr. (37) Vespasiano 18 § 30 anche più medie 4 tal modo tardi in ai I — non genere . mesi otto Praefaz. maestri furono dei d' (Ed scolare piccolo , gli in come dei il loro di Giovenale al pagava altri quattro stri mae- ristrettezza, retore a tutto sincero. ancora con un as- valore quando maestro suo essendo riser- Bursianj. concèsselo pubblici molti: fede pur uno insegnamento Adriano e ; nelle bisogni Scolii)che 243. v. o una pittura posizione sempre grammatico un potea procurarsi delle agiatezze. Prestiamo ci dice e , (37) ; avviene , una riguardato , ufficio di la una figlio e quadro un secolo primo il era sortito. procurarsi fa sottocchio gli avea presenta esagera ma che scuola, nàscita settima maestri metterci tutto sua difficile era satira sua della là ce quanto nella vita per , 4, 4, «Ha- docere della mezzo per grado lignàggio , condizióne della sai sconfortante nel numerosa agiatezza. Giovenale discreta per eques* romanus, inferiori pratico senso cioè, rimettersi per scolari di poi quel accumulare seppe scuola sua ebbe non fortuna aggiungi Noi eques aggiungere un di maestro un un cavaliere,si erat turpe potremmo ora disceso era qui, probabilimore Noi di praaceptores pulcherrinae dì- libertinos minime et incolpata* del genere: esempio le superiori. scuole Se praecéptorem (36).» grammatico, stava rhetorem intra vita essendo quale primo illum Ante il rettorica,come Blandum et la censo, requisitiessenziali fra i Blandus, certo un il maestro fare a di professione,il più contano non menzione la e romane, si rallentano impero istituiti nelle 3 e grandi soltanto. cittadini,essendo ai la maestri alcune dallo stato retribuiti città 5 retori Evidentemente istruzione immunità 5 e non abbastanza a Digest. — queir epoca grammatici si provvedeva allargata. e ; nelle in 16 m PARTÌ* • • ' scolari trenta soltanto forniva ultimi già negli grammatica, Svetonio. ogni il quale , tale per fu maestro, (L. anno case di P. mila), ma di di Il nostro, preziose. (40) colli di il del e fortuna scuole istruire potuto 400 volumi quando co Fiac- sterzi se- conoscere un Nerva) per a due molte solo ebbe mila in Roma comprese possedeva morì mila Yerrio Nerone acquistato avea di suoi nipoti, ed avrà di privata, procacciatosi ad Papinio o Eoma in sua parte l'esempio di quale mila 30 sessantacinque anni, somigliava (42) venti le belrare opere campicellosui un Alba. Yisse che dalla i w l' asserzione da , e di venti a . „ che vero infatti lunga carriera,(da Gheronea biblioteca una e 26 è secondo sua ? alloggio nel palazzo imperiale,100 un contemporaneo, suo Epaphrodite nome Augusto H scuola fino erano dalla Mettiamo da ad Egli ricavava altrettanto (39) chiamato ufficio,oltre ogni il necessario. frequentate, almeno quasi Una (L. 135). ? . i ? . ? aurei Palemone e PRIMO Repubblica erano l'insegnare. con ? ? i bene Remmio anno, ? della tutte ma ? CAPITOLO — cinque per tempi (38) sesterzi i • alle vacanze, vati PRBIà figlio , rimasto il di orfano non (38) Gram. (39) Ibid. giovine, era tenera l'Epicedioche scrivere edificare fece quale ci età, e nel il pianse di ritoccò padre tale un torpore della moglie villetta sepolcro nella un ma di affettuose cure dolore che rimane, quieta, morte dalle assistito (41) sonno allora Stazio (43) al di morì e come perdita se fos- se cominciò durante sejnpre na. alba- la a sua Illustri. 3. 23. (40) Snida, Epaphrodite. (41) Epìced. (42) Donde Nelle dopo quelle ricon-e che si mai nella Vita in Vita che va Domizio stato dunque ohi aia stato e stato essere esitare 260. e biografie di Stazio, in quasi tutte, sia venuto dovuto 253 v. il fuori messo le npeterlo, perchè a primo quel di delle Stazio opere preposta di il Mataracio (43) Epioed. v. 71-74 nel il suo Stazio. Comento Lattanzio che ne gli altri non fonte il nome fa non mai han sono Agilina non volta questo sulT Aohilleide. comento non mente Certa- dro. nella la prima sulla Tebaide alle selve primo inventore? a Agilina. essa: sappiamo riscontrare per suo di nome non veduto Troviamo al il oomentatore, un difficili dal Mataracio congiunta al Comento Calderino da nome noi Noi abbiamo di legge inventore notizie ripetono più candidamente. alcuna si ne è fatto cenno. Che me no- la Nelzione. men- sia 18 \! (lolla anno Ìj Imhof ogli ma PRÈMA PAJtTE (47) afferma conobbe non 199-205 dell' Epicedio, ci dico giacchò Anche allo solamente contradizioni Riportiamo Vosuvina solo Hoc Jamqtio Mens della sua tesi che arrivò a vede, viveva fino al sulla di scriverò un elio Stazio che 79. vien no me- vuota, caratteristica della sua del eruziono ma il come Vesuvio padre certum « in a Roma ultimum operum tìlius recenset incendia poometto non sii « air vinse faro a dice che sulla oruzione patro sub « (?) dunque di deeessìt LXXXYl anni LXXXYl poUtanum potine tfcfunvhon accettare V (47) Edoga ad morì huius emiiderim 85 anno Stazio post su- Tutto' ». almeno fine Y turno Uxoioni, Hallo E Come 86. 1863. fu non per lirò stabi- 85 nell' Napoli celebrata quo quiuquatrus, ». voluto aver padre pirlo. com- a (data 85, poi obitus si vede senior sic intra * dire questo diximus non ma affer- quin- ille Papinius Nea- ogoneni Statii maioris, ut ftierit dette per- presente volta, poiché prima una initìo defunotus » il animo" in arrivò T 8(5. Ma e Iulium, . o in 205-206* nell'anno Napoli vinso T 85 tra concludete voi superiorisfine, voi in v. ebbe non egli,dopo » LXXXV1I anni turni : Stazio che ma ; morte monsoni quatria Neapolitana qt lumino così di padre teste eontrudirsi LXXXV sic internimi est damnis. Capitolino dell' 86, Agone meno il della anno ), ragiona quella sconfitta zio Sta- cantu erat, ot gomitimi patriisimpondoro noir di elegantissime defleverat,patrem pio Vosuvina iloro ot accettiamo non zione) eru- versi Riguardo — P egli non egli afferma Carmine (juar capitoloXX nel i versi descrivere Epic. Poi 80, pochissimo valore, di quosta data, § XII nel carme dai intorno ognun alla facilità patornorum lo ricava non air morì prova C. d. circa opocho. che un incendia, porfuisso (?) od quegli stabilirò ed anni scritto avesso questo elio volle a come il 21 ò grammatico Papinio Argomento, stabilire opera, in il nostro che PRIMO conseguenza argomento cioò il Dodwoll suo por che altro Vosuvio. dol nascita mia CAPITOLO — proinde Ego supcrioris fine sa lui stesso se deve / I Capitolo p. Secondo PAPINIO STAZIO -r~*c_*?©ev»_aA-»- Sfamarlo Il — Papinio Stazio. di P. nome prima educazione. La L' nei ottenuta corona della nascita. anno Ludi Sua patria e acuì Napoli. Pollio Felice, amico di del poeta. Dice del Servio si presentò S. a V nacque di mezzo, daPrisciano potea Ma CCIX, toricam dei e due anno docet intorno in venuto 1. ». « La poi. Stazio a rimasto Poggio di nome Selve soltanto opere P. trovò ricui nio Papi- durante Y età l'autore della nessuna zia noti- vita. sua Eusebio, il quale registrava alla olimpiade Ursulus somiglianza letteraria indusse delle assoluta era al il appellazioni, principaleda causa intorno seguiamo il che dopo La ne diverse con Achilleide,dalle quali alla aiuto Statius Sehe. ignoranza dell' canti ricavarsi era in delle parecchio tempo la certamente Evo soltanto suo noi studiare,e il Medio di discorrere il dovere primo luogo di nome vero durò in propone il manoscritto che errore si attraversò col noi a fu che Stazio Gallo Stazio Tebaide il critico ha dell'autore nome precettoperchè e che credere Tolosensis di che una in parte Eusebio Galliis del nome intende* celeberrime e della Ehe- sione profes- parlaredell'au* 20 PRBIA PARTE CAPITOLO — SECONDO m»m della toro fu ma chiamato Statius che Tebaide, derivava Ursulus la vita tolo: dallo confusione più "Ursulus con nascere od parola Surculus della errore Surculus della esso del vita per , diviso le tempo poiché la tuttavia è non fa ha' finito di parole dolce fu comune il Boccaccio alla mortai a lo partecipato da quanti la pena, scontare vocale mi Quando il poi quasi se tempio nostre ricerche, non lo voce Statius Soaligero (2) È lo incontra del secolo XI»; 1, 15 ì, 25. a corrotta Ursulus un Statiu di sere es- mirto. 15 e ; 15 1416 tali e. in non X del ancora secolo il XXIX, della e noi mutata in Eusebio di X, del secolo IX; Bibl. Harl. libr. X voce Sur» le rimanenti nei È facile 'cavare Eusebio. IL Mireo Surculus. in Sursulus, cui e si S^urculus. IX, Bibl. Reg. oontiene di o- detto Tebaide, secondo quindi Statius codici patria, si Stazio, la cinque (3); testo Selve, Abbiamo nome. di nome di Suroulus alcuni sg.) Visione. delle della errore quello sul oinque britannici,Bibl. Reg. A V codici, tutti surculus 88 v. Amorosa il manoscritto corretto ; ma, letto in aver S)ursulus tutti nel oltrepassano il numero attestano XIII C. di caro. riscontra,fra fu il codioe (S) Sono si Ursulus la forma conserva vollero dotti fa dire gli tolosano,nella ancora scoperse che aggiungiamo (1) La canto ac- Roma, di ornar qualche tempo codici ora Tolosa Stazio ancora culus; da Poggio alcuni in di Stazio nuovo un rimanere solo ji- spMo trasse lo chiama volta sua E a il tutti i codici. a (Canto XXI, si vide il Codice tradizione sana poeta. L'Alighieri, che mio Cho, Tolosano, Dovo che Statius Tolosa: a Tanto stinò il Ursulus Stazio, portano appunto (2) Eimase invece patria di rimangono infatti che Purgatorio quando nato ci assai nascere Statius. notizia qualche sapere che questo errore, 1/ e solo, non Papinius alla erroneamente Tolosa a anche aggiunto s avere dovette antichi Papinius a nel e fatto (1). Siffatta e invertito certo per fu Statius Papinius ordine con Stazio quindi o 15 delle Museo A YII, Tebaide Britannico. contiene e 140 N, 2463, del secolo XIV; 1' Aohilleide, versi Bibl. del Bodl. libr. X, PAPINI0 P. legge si Statii sempre appartengono secolo IX, rileva si come un' epoca da alla Edizione liber primus Silvarum medesimo. Ciò non il del forma avea un Il nius), scritto: P. « Surculi nel era Papinii codici quale Surcnfr contemporaneamente (1600) e simigliantipoi se quali Do- il che avrebbe uno poeta potuto parecchi nei ritrovano ne lui, e a curarono vedere fa ci conobbe ri- (1601) (1). il Morello Statius dei che edizioni che Selve, e Tefraide, la della porta ri- dal Poliziano delle manoscritto è apposto annotata Statii fu cancellata nelle nomi, nella vanta il per delle storia Tiberio, nel sotto ma titolo che dal ed sumerlo as- pi tem- prima. Stazio e Di loro giusta del Surculus due la dell'archetipo perduto, Papinius ma Papinio nome grado, P. nome alla sono portava Codesta riportassero altri voce cioè in » fu parola Lindenbrogio madre. anche e la cognome, dalla suoi la quanto Calderino, La non comparisce ancora, mizio essa scrivere edizione interpolazione.Purtuttavia come dopo la secondi desumiamo lo così del , Poggio Selve. scorta in cui che prova Poliziano, per delle sulla » da ciò e mi pri- poi. trovato il titolo v'è Ora in I di 1464 septembris Selve. I menzionato, finito 25 1, 1, Thebais. C, X 15 Kalendas XII Corsiniana lezioni. X, delle Poeta, Poliziano dal corretta le il del codice Bodl. sexto « Selve delle denominazione esatta Bibliot. età, dal. secolo diverse dal epoche, nota una Il manoscritto e della Statii Papinii ovvero posteriore alla scoperta di volta differenti a quello a Thebais, 21 STAZIO padre console fu 36, famiglie un' suo romane non Sex. un Papinius to mol- (Alle- (2). Il secondo, nobilita avita di è » cioò Stazio, sembra tribuno da della Appiano 11 più facile (2) non che Silv. B. alcuno porti non V. 3, 116 I. L. C. IY, nel Bart codesta sursum si nuova di Dionysio (IX, 28) da e » Sociale, che ti) ot- nel dice Co- letto avor — Statii ricordato Stazio guerra canens leggeva: famiglieplebee,poiché a altro un nella Gap. 1, dico ni. del poi Sanniti quasi agnomen, A una capo nota Aquilini, appellazione, mentre libro V. del e fa sarebbe viglia mera- stata il Surculus. Segg. II, 4970, 25 (II, 1 segg.) capi Goni chiosa appartenuto Troviamo dei pergamono sia Livio 279. Lect. alcuna per origine da uno Sursulus « in iscrizioni,C. (3) come Govart, Papin. Tebaide che plebe (3) Buslidiano dolla in Statius, ricordato uno fu che vedi Il Papinius nomo 370; III, 1, 2415, Willems I, p. 57. s'incontra 2457, 2458. anche raramente nelle 2f2 PARTW la tenne nel cittadinanza all'età di 43 PRIMA romana 80 Nella al poeta anche apparisce Dell'anno Si nulla. in voluto è scritti taluni del dal sottrarre che 1. Silv. — pensiero di le scrive bellezze della di Alba, per 'ecloga un la fedeltà del loro imene, ora che egli di lieti giorni vuole andare affettuosamente. dice, Etenim mihi Quaui Sorvat Fixisti, Et insorta?* (Venere (1) Henzen, (2) G. gioventù, "Wilmanns, Ada C. 446», 5600, Fratr. L L. 6228. IX; Selve Napoli, sua la spiagge, capitale, viene dal poscia in giorno venir patria e a poetica primo dovrà non le prima della vittoria fin il meno che essa benigna tlorontibus annis vulnero ino iuvouilo primo vagantom dooilisquo rocopi, habonas fero. » della (nompo mutaturus non coi segg. tua, "£iiao libona all'età delle cui, descrivendo giorni iunctam adhuc ot frena tua semel Usquo anni senium) tlialamis Intactum malincuore al tempo tua Vonus sorto in ot a sue 23 no furo- cui infine della quiete raffredati v. sa nell' animo volge nella i suoi si ragionare: quell'amore chiudere luoghi Stazio Roma che Kgli zioni iscri- vaghi, quali senior, far a delle mai non a temporaneamente con- accenni degli tre in e passatiin conchiudere per e non probabile, e lascerà Napoli 1' amore e che amorevolissima e in meno ritirarsi Claudia moglie Tanno accenni Uxorem. Eoma che Abbiamo più ad riconoscere si ritrovano o numero. Ecloga Campania i bei lo seguirà 5 la che perciò ricordarle Ili, più chiaccherare abbandonare si accorge ma far a secolo secondo prima codesti anni il secondo primo si prestano di numero un bisogna quali l'assegnare a con proscritto piuttosto illustre (1). Nelle determinare nei componimenti poeta; quindi fortior aetas, col del fu che e (2). il poeta, ritrovarlo senatoriale metà ò nome prenome nacque SECONDO dignità prima quel come cui la e anni. CAPITOLO — e Ex. Arv. 4072, mi ti Insrr. oee. benigna con nella conserva Lai. anno 4187, 4048. sorte 1585; 118; anno Ephem. 703; mi congiunse ti negli vecchiaia) 1989; 1702; » 1190; 1782. — G. 117. Epigr. V, 1471: Orelli-Henzen 2724, P. Si i versi aggiungano Anno 12-13: ricaviamo T che cui in anno si l'eeloga: deve vecchiaia Ma suole leggere servet, Infatti il serret futuro ritiene si (4); accetti il 96 pure ritenuto senium voce la commentatore e si non che vecchiaia. la desiderio un ridotta a sarebbe stata il al 94 o da è pubblicato prima scritta,secondo NohI si di vita vi Stazio al Si è. almeno (o la sottrarre che non Stazio si ciò appunto lui, disparità non dovrebbe Si ? del associa (5). Piccole la certezza che noi questo e (3); della anno faremo numero, 93 sempre ne cosa 95 al riporta 1' ultimo come tale);che come svanirebbe che stato al invece l'assegna dispareri dicono i 96, scritta del Markland opinione III fosse quell'anno il Kerckoff dire, ma può il libro che di prima TEcloga (2), rinihof Eriedliinder dotto in cui fu al 94 più e (1). Il Friedlànder anche col servai, dal della le mani con cinquantanni l'anno corre determinasse si sempre di meno che noi, significherebbe pel nel 95, quindi di invece anche determinare periodo osserviamo conto, vuole compiersi il V si rimarrebbe ecloga, possiamo assegnarle alcun tenere Quando significa dire nemmeno terra componero vecchio. codesta ponates remearo sennini già e scritta vuote, poiché dire fessus patria et Stazio fu tino al centinaio. Euboicos quod Augui'or e 23 STAZIO PAPINIO si può fare. 2. IV, — Napoli e a è ultimi ha zi Ed. in in o necessariamente ha, il (3) 1. pag. il i mesi dell'està, luogo significato passaro librov. Stat. ("}) Stat. pag. 17. pag. 18. 1628, Londini quale 21. (4) Quaost. (Juaost. passare in ad Silv. III. 5 si vorrebbe ciò il diro: socondo temporibus e. domandandogli comune significatodi (2) De la con Marcellum. amico, Napoli perchè espressione anni; a Vieto riunì illustre Markland, 13, verso morire suo andrà (1) Silvae, sul ai scrive ville deliziose ad Epistola 4 si di poteva non mi dimostrare ritiro nella pace il tompo Martialis, ecc. — mia nella natia città cho componer Può avere, 1862. in che kland del Marche e patria o secondo i terra Eneide dava an- tutto Anzi- oziosa. vivervi per sue mente dice non patria natia. Vodi RogimSnti delle L' annotazione Stazio che patria. in volge se saperlo lui, è presso può contrapporrò morire e ecc. quali in in trova noi miei non an 1, 249. 24 l'Ali di qualcosa dirti dovrei fatti di Se nuovo. elio ho Troia di e NO PltLVlZ volessi tu fine Achille. Al alla 69 verso e hi TpsG canenda Eccoci quindi Il del ha luogo Si primo. a queir del La data col dal Noli], dal in armis 1' nella inserita XVII dal Dodwell ohe al attribuì dal seguita di mese la ne contie- Dominiziano, ancora, stata è Epistola, Selva di (nel 95) chiaia. vec- fecondo più della anno alla volge ciò con medesima particolareggiato e che ma mostrandosi determinare consolato stabilita così frase: questa cauondo puloher tu vecchio, è non partorito più date, medesimo, anno che poeta (1), perchè la celebrazione aliona faota ai pensando geros cominciato ò il Dodwell quale col in Stazio, poi vado già e esce seg. propriis sennini: dice me, Tobaide, Nos Verghimi' di nuove sapere dato appena SECONDO CAPITOLO — luglio. .Friedlandcr , di mese Luglio ( fondandosi alla Epistola), od Stazio i dice: da scrive dunque scritta è lo costruita Napoli stesso LXXVII, Dione beneficio più presto 95, tu di scrìtto L' » E via: nuova poiché Clemente, deve epistohun la per via. così epistolache . quella libro, gravissiniam qua all' amico l'Epistola il tutto bile: attendi- prefazione, ntaturins quoque Flavio nella e sum, Xeapoli a supplizio di nel cioè 13, in miratus inaugurazione del anno medesimo, è al della 39-43 12-20, quest'altra che contenuti erano libro hoc arriverà la dopo Dodwell Domitianam in versi sui 1' estate sostituiscono quali Marcello a Cuius Ubi quam (2) dal che viam exemit. moram Stazio essa fu ci attesta come assegnarsi a questo stata scritta medesimo. anno Si in tertio acciples eam IV selva componimenti « arenarum la i giustamente addotta ragione dedica enumerando gli Kerchkoff Teuffel, dal potrebbe tempo un via, può qualsiasi che a Ope-o e. § il scrìtto Neapoli (1) Op. "2) non giungere più presto sparirebbe. Tuttavia libro sottilizzando, opporre, 1 e aitato, tempo » che conosciamo, all'amico. e a confermarci lì»: ij :-i'J1. I: fiap. A». in ora, grazia ogni relazione presente della espressione: ci .induce Kì. che Allora 41). pag. epistola era la nella « quatti idea della cronologica tibi in hoc che quella 26 suoi PARTE giorni. Ma ultimi il nella padre città,trovossi quieto nell' volesse la vita fare a noie lo Nella con si dormiva e spettacolodi poi un della città da clie doveano più al Stazio di buon un dalle quanto maestri, almeno per abbia non che poeta, ben la che il che chiamato. gli che (2) espressione Silv. Ili, 5, V. 81 dalla coltivare dopo di voga, di il discorso vocalos quoquo cimi doao: Aoquoraquo doous ot hoc lucos, stirpo tua «nini noe torras quam quodeumquo vulpiro loqui ot famam Boootaquo dosoondoio sil»i sidorn nos il cui a sempre scuole del e padre, che supporre avere quali i appreso allo scopo di ogni uomo tempo dixi, tantum parotiti. dodici sopulm». quale educare splendide si mi primissiil grammatico un lyrao pnnuisquo ai studi gli doboro sporaro figlio padre potea fornirgliquel- viva, alle immagini e di poesia (2). guida anche possiamo il in di grandiosi numero di sorta sog: Admisoro Non poeti ornare l'ulsantom. Si i parti poeti, senza della sojr. •], 209 Mo ogni alla scuola colorita dovuto offrisse E per di e le lui giovinetto il in studio quel tempo, commentava tutte letterarii lo scuole, dacché mandati artisti allontanato grammatica. necessario era venivano avrebbero (1) Silv. altre il movimento quindi egli,sorretto più gli spiagge godevasi essa da poetiche videro quali si sia I giovani, in leggeva, spiegava, alla di corso portarsi un avviato. già smise non per trovava degli studi culto tuttavia egli di parte lo accolsero, o non dimora frequentato rudimenti, menti volentieri nuova tutto le Roma accorsa conferenze avea le muse, paterne, cure sembra T avviamento sentiva professione, lo ci dice amorevoli Per di di sortì le luoghi, in sciato la- cui carezzava dei sicura ogni e sempre fra universale,la magnificenza gare letterato mare grandiosa una circondava, popolazione di sofisti, di retori, e filosofi, padre, lo che guire se- per patria. Avea Campania natia il ritrovo un di della perdita tranquilli(1). In accorrere animarlo abbandonarla splendore della natura immensa una dovè lo con la pace gara di edilizi. E la come SECONDO età i colli ameni e giocondo e senza mondo, capitale,e quivi, riviera tumultuoso del di giovine ancor dell' Universo. epitome come CAPITOLO - largamente compensato la ridente animo PRIMA e colto. le che poetiDopo ' preparazione questa si cui in entrava filosofiche del stile conveniente uno di mezzi la di cura di stioni morale separati,che il di bisógno esercitazioni che arte siffatta divisione, alla si sentissero non i sempre grammatici eloquenza (1). alle dai meno, a due di grammatico in solo avere nelle da tutti sentito alcune bene comprende alla vita come loro co- l' politica,al- che di scuole que. mente netta- ritenevano primi saggi rettorici nelle che verso dovea era magistrature, entrare frasario,un un uffici furono spesso Si me massi- praticagli discernimento i casi loro veniva rettorica. In tal , caso coloro che volevano che volevano bisogno di Questo per Stazio nostro praticò acquistarsi dubbio senza ad ricorrere quel che arrivare ad ò quest'ultima altri fa noti al della classici torici, ret- in lui suo. della prima gioventù vita sua coloro studi escludeva padre sapere o dei suoi a quale , possiamo avvenimenti accenno la via "maestri,oltre che poco allo studio davano mai adunque,che letteraria coltura larga una l'arringo poetico, si correre greci (2). Il Stazio; non chiamati oratoria, facessero il Ora in discussioni sentenze tempi avanzati, quando in avviare per impartendo il anche delle sue Il retore oratore. discepoli il giusto diritto. di e suoi nei sviluppare forbito ogni nelle pronto di di in mettere in avere per paragoni fortunati, di necessarii e dovea scegliere saper per al soggetto patrimonio d'immagini, erano allora * retore, discussione succeduti, alla stregua anche grammatico del scuola della quello , giuridiche. Il giovine e insegnamenti in nuovo campo possibilie strani, immaginari, alla ordinariamente passavano un 27 STAZIO PAPJNI0 P. bisogna di rere trascor- alquanto. Stazio sortito avea le tendenze di ^egno età delle le Augusto noi conferenze e quali di fin primo la fondazione (l) (2) Svet. Fri De lo di edlànder, Op. di il corollario su i suo nascere, alcune prodotti UT, farsene per tutte del alle il più riguardo quelle favore atto alla che circoli la IV. pag. 142. letteratura,la miche accade- dei Corte una II campione. consuetudini coi lettere, ha mare immedesi- a forte biblioteche,le quali, divenute Oramm. o. a proprio era principalmente Tra Illmtr, e che chiameremmo, venute erano Nerone. dal dell'età letterarie Domiziano e accordò, quell'ingegno tempi di imperiale grande importanza il luogo di 2tf PARTR- degli studiosi, ritrovo si praticate erano scuola. Asinio ai delle produzioni fra coltura privato delle cui sempre più farsi T abilità il e che scrittura fosse e sarebbe musica sulla Venne ritenuto gloria si stesso di di coi volta sappiamo ad una solo (1) Homt. (2) che mezzi Plin. che Sai. Epist. immaginare di vi si erano poco a veva do- poco, Tanto che dissima gran- variava nio Pli- che tanto da altri recitare un della comune poesia latina, una esempio, legge V orchestra gli e della attori. le opere per Nerone Con ve nuo- gesti (2). Così, conferenza sottrasse. no ora- ar.cao allora. la scorrettezza le scene, le importanza facea chi, per la Vi di interpunzione, necessaria come aitista,si allargò di e declamare saper dello fra il che maniaco quella anche lui gli fornivano pubblica J, 4, TX, :-W. i suoi Hoatus la letteraria con una fu educato ed ottenne versi; egli Domiziano con fortunata dal a le noi ora acclamazioni Famiius nitro richiedeva quale dovizia che e il riscosse eapsis ot la più nelle si ver- so succes- presentato sapremmo dolatis di il quell'arte in la fama si sia non che declamazione padre, tempi. Quando i conferenza ricorda 21: dacché costumanza , bene vita oratorii: egli la sviluppo. si presentasse tentò e d' to usa- , periodi sonori segni non quindi periodo, parte dei di il carattere si teneva voce, la se condizione nessuno di scrittore maestro, e poeta crebbe lo o luce, il colmo Stazio deve e dunque studiava raggiunse di Ci buona per a una del decifrare,per a medesima carta alla solo costretto i Komani conferenziere. una via idea piedi, mano letteraria 1' armonia avea mancanza nella stato venivano la per non la la ta letture, cresciu- conferenza. vitfi presso successo del voce stato nella avea ritenendo produzioni, lettore era la con Giovine, perchè sue poeta buon mano apertasi costumanza, prosa pel siffatte di , libri ai lette prima carattere con primo di vennero pubblica una che fino allora scaffaletti con biblioteche necessaria nella come decisiva e o tale per poesia di il onore qualche invitato, e e quello assumere ragioni nella della amici più per moltiplicatigli studiosi, smisero e per (1). Nelle sale gli statue, dice, rendere per al tutto si quanto a le cui presto quelle riunioni privato, o delle biblioteche ornamento con ebbe, grandi ingegni, la le sale ben carattere con SECONDO CAPITOLO sostituirono Pollione delle servirsi PIUMA. ma pri- dire ; pubbliche immagino. PAPINK) P. più letture gloriadel padre come Latios Qualis eras, Muneris merito come suo: cannine quotiens ego patres ille tuus gandia fletu quali confnsus ! heu inter laetum piosque metus Quam che felixquetui spectator adesses Muleevem Tota 29 STAZIO dies,quam ! pndorem gloriamaior mini non Silv. V. Nemmeno quelleconferenze;il trattò in dire più sapremmo Poeta al primo luoghi. Non in altri accenno possiamo può farci supporre, la larga coltura, greci e latini, suoi carmi tuttavia più a nel mettere in H ci si prime non lusingarsidi senza Quinquennali acquistarerinomanza rimorchiate che o di veder del o in convenivano Germanico, ed (1) Stratone, V. 4, § (2) Sveton. Claud. giudici.Dio. CX, 6. i. per di serena (1).Claudio villeggiatura fratello fama. di ti poe- fin dai ritenere assai mostrarsi mare saperladecla- nel di la fortuna alloro ottenuto una vi essi rifare più il mezzo erano locale,ma salute cadente una Napoli nei del continuo mesi estivi fatto recitare egli stesso ogni tentare consuetudini erano desimo me- che elleni- erano gare quali per godersiquel delizioso quei luoghi aveva doveano resto Non nelle gate insignitoil figliodel interesse mero tutti coloro i Napoli quiete Eoma, e semplicifeste favorivano cielo di con poranea, quasi estem- e presentaarmato poesia e egli se Selve. Possiamo giacché in quella età giovine poeta od artista, la vena prove, dovè parlarglidel primo dovuto I Giuochi onore» animate alcuno più pubblicoagone. un di Napoli, certo per Selve appartiene studiando formarsi, seguito nelle dalle fa non uditorio,poiché ben presto tentò padre avrà nobile poesiequelle sue pef conseguenza a un' armoniosa insieme numeroso un corona Stazio,fin che certo per addestrato anteriori accolti in esse facile sua cui con una di prima attese se o gli argomenti che fra le sapere presto nell' arringo poetico,come entrò seg. componenti compresinelle di poetare, e periodo suo 215, stati ammise non dei prime produzioni,poiché nessuno siano quali 5. ! vi comparì una come o sarsi compen- per assordante in un' commedia in costume cantevole in- re rumoamena greca del greco (2); 7. dei XI; Claudio attribuì il premio al fratellodopo il giudizio 30 PRIMA PARTE Stazio vi si di corona neir il presentò quando in -spighe al Epicedio cui padre che SECONDO era il consisteva dolente padre CAPITOLO — vivente, ancora della premio La ricorda quel primo a la ottenne vittoria. solo assistè questi ed de gran- successo: Ei miti Solaque Chaloidicae sub Te vertice patrias ego quod tantum eerealia dona frondes coronae tuli ! toste « La poesia poeta; nel in ma già ò di Sorrento, nuovi bisogni quel giovine, Stazio ricorda la terza ma probandam subito tuo et Ora seconda. a poesie noi abbiamo Surrentina I primi determinare, Stazio liane et che e al che del audaciam le delizie sempre di anche festa 94 qualche Tibi ducor. sinus tuttavia ce inter Saxaque Celsa notos Sirenum Tyrrhenae Dicarchei n' ò rimasta molto P anno nomine speculate dedica Polli dul- habeo non ex altius quel periodo ci porgono templis opere. frequenter illis expa- litteras muros onerata villa Villa nella selva di il modo in Minervae profondi cui te dell'arla una, tardi, dice: Est le multos seductus in pubblicò approssimativo, stile di » scrivendo secondo, ponimento com- gli certe, scias cum il futuro suo dello quando « sua epicureismo, dei incoraggiava ne penetralia tuae Felice. della con stili nostri componimento modo in o uomo un Pollio dell' arditezza temeritatem, andava egli chiamato versi almeno fra e leggeva ingegno studiorum te Felicis Polli gioventù, fideliter inhaeres, quiete dignissime, delle che sua omnis in in di tam natos scrittivo de- genere intorno illius facundiae in nel prova grate utili conversasioui istorum è , poesia, si parlava al 93 arte , stordito Y nelF e dire libellorum veris, quotieus intro cui luì vita, accoglieva di anni confidente amico poeta rimaneva quelle ancora si cui il nemmeno prova. anche poetico, Stazio conosceva ne cissime, et hac, parlava Felice selva, vuol sinu Si stile dello Pollio e la passava Tebe. di cantore ove in quel tempo il nostro fortemente conservò negli avanzato bellissima in la ce secondo, fa divenuto non lettere,dovizioso, epicureo, poeta villa in egli tardi quale più Questi ammirava diu corona chiameremo noi è. anche Egli la ottenne quel tempo periodo,che nel di che fu potar scritto. Huc 31 STAZIO PAPINIO P. post patrii laetum me, Polli placidi facundia Delutit et nitidae Flectere iam andò Egli assistito aver torna come più o anelante di giuochi quinquennali sul meno compiaciuto quella animo con di far che costui quella nella Markland etiam 108. II suo col la con dall' poeta suo di all' Invito fa ciò di corona il amico, dalla dere trave- ghe spifa quale moglie sua, la nella poesia chiaramente: in esse videretur — quale « laetum, se. tìostrd Stazio. di laudanda Neapolitano , agone à convengono Victoria — modestia; in- Statii sed ut noluit apud plenius ef- Plac. Valer. » Kerchkoflf,(1) riproducendo Ammesso poggiasse accettarla non guai del a chi vocabolario che Y (1) Op. o. pag. 14. (2) Op. o. pag. 12-13. Ecloga Y opinione del esclusivamente , Ma aiuto si di meglio comune. solo al Tutto feste pel cedere per qualche parola insistente leggere saputo victorem se siffatta convulsione creduto fatto vien soltanto quelle andata è poetico,contento estro moglie. nità, solen- una post patrii laetum me annotava iactantior ferre,ne II, che opinione suddetta, han conforto, quanti nuit colta da ad non frase confermano H ritarda e allora occasione Huo ci di che dopo quellafesta da semplicemente celebrazione una gentile e uscito 1/ invito in di assistito Roma, a eglisia ha Ma Sorrento di Villa Napoli. di noto viarum. nella esultante,pieno ritorno della e capo. aggiungere chi ritornare regina Y amico limite qua gressus, teritur visitare a suole Pollio subito e ai eglitorna verso: se, dunque juvenilis gratia Pollae, cupidum Appia longarum lustri quinqueunia assegnando pretende di saper Nohl sulla al (2) parola vocabolo leggere credendo una il che laetum ha significato poesia latina ! « Villa Surrentina Polli Felids » sia 32' PARTE possibile,di assegnarle é Stazio e' informa coi versi iam stadio Pulvia, ad che Contemporaneamente al 90 (2) 74, 78, 82, 86, vincitore essere medesimi sui Augustali il patre, la nel 90 si può non pubblicato il libro necessariamente non da Selva ciascuna nel avesse 65. 93, in anno lui infatti Per cui, 86 secondo blicato pub- già era stato il Friedlander. ci dice la perchè che i in Ecloga i suoi Stazio che prima venivano alcun} per di computi, va sel- componenti cui antecedenza V fu : ecloga. Resta stesso di anno pure modo particolaritàricoiv la fissazione anno così Selve propone una nelP negli cui mo trattia- vengono lebrati ce- giuochi quinquennali. (5) (1) Vedi (2) nel nelT qualche selva. che E giando pog- coram questo la nostra quando » ebbe stati scritti appena allora la data Surrentina Il Dodwell fossero perchè compresa di Dodwell sa delle non (3) vinse in primo dimenticata aver Villa della prima componimenti i di 90. pubblicati,assegnando scritta « è ragionare il Beloch la il libro nemmeno, in cui mostrò scrivere 86, 90, 94, ragiona perche che vinse Stazio che alquanto tempo. da morto date: tre siffatto con Stazio, ma poteva fu già dimenticava Stazio « 70 mo possia- Il Friedlander 82. (1). 66, Non egli? argomentare ci dice: Ecloga ma » (?) 1' ultima fu pubblicata nel di era secondo Questi tuttavia data 90 accettare al 90 intorno dell' 6-8 nel (4) proponendo prima bensì possiamo Actium negli anni vinse agone quelli posteriori all' versi dubio senza quale 11 Beloch in quelli di celebrati furono quale in ma frondes gymnade si celebravano poeta quindi Ora sederat canusque conversa , potè mo, cerchia- Cerere, lustri quinquenne Napoli accertarlo menomamente di giuochi data. pigra quies di nei 6-9 Ambracias finiti i Ludi appena Stazio una post patriilaetum Cam SECONDO CAPITOLO — alla vittoria di quasi contemporanea se PRIMA Nota 11 a Annal Tacito XV, É probabile che o. (5) Op. e. Nerone, § 14, 37 e 38. lodata 20. pag. pag. 442. 270. musicale agono un aver Nero, 1879, Berlino che per III. volume. questo 33; dice (Sitteng.Eoms) (4) Campania, di 6 Svotoni. anticipato.Vedi (3) Op. pag. la sua voce in Napoli dai fu cantori celebrato greci , lo 34 PARTE l'estremità di codesto Minervae stava PRIMA promontorio, che dedicato a tempio un portava il Minerva nel allogarsiin quelle vicinanze, proprio del avverte Stabia ricordare Ercolano ma suol ha di delle ha non (HI, 1) descrive dall' amico in sarebbe et nitidae di accidente di onore il Ercole, il Folli juvenilis gratta Pollae costei Pollio potesse si dulce in età venuto dell' altro ci è fatto due la huic din. iuvenes accenno resumeret et hic alquanti e ad nel anni alcun danno fra scorsero secondo, vuol 2, 21, prime libazioni a seg. dice Minerva ai la conocchia annos 175 illa la dire nel patito per ohe volge si ri- tulisses. pensa et maturus sponsae poeta 161-62. seg. spoetare nepotes, ipotesi dell' Imhof, danneggiata (1) Stat. Silv. m, fa le et 11 costruire perduta gioventù, viridesquo fors Stazio tardi villa fatto avanzata. figliuolidi giovane età, v. che carme, V Ammessa , più riprendere a recuperare Alcide) voniam Doneo e come ricordato carme invece alla medesima è decus Concedamque evidente 79, quinquonnia lustri Y. E del ne. considerazio- nostra placidi facundia sarebbe quale (Da ha be potreb- , scrive figliuolo.Quando alcun Quod inoltre Si eruzione seguente Stazio tempietto attiguo un piedi di Pollia,se Pollio ci come della errore nella Stazio. di ecloga un post patrii laotum mo, ancora Ercole, ad Sorrento di deve la villa grazie giovanili, Detulit Pollio Y distruzione Felice, quando Huc e promontorium (1) dunque territorio porta consiste sostanza di nome , vicina più tuttavia di Pollio moglie ancora la come Questo no. dirsi,quello La che il titolo stesso resto SECONDO CAPITOLO — Mecio Tirrena, a e marito. composizione dell'uno più recente del la eruzione distrutta Celere Capri. con per la le navi villa noi, non Vesuvio. nel cariohe 79, di frumento sarebbe non buon ogni è dieci quasi per molto come ricomparsa dopo dovremmo senso, li al più tardi,intorno ecloga la con le bellezze colli di meni così ammissibile dei fu della scrive alla far favorita che Pollio poeta, egli finiva 86 Felice, per era ammiratore giovine di sostituirvi del il che da pariterque che più prava his adscite multum calons lo stesso I ? dotati rum, G. 1887 oontradice pag. 25, lo ali1 unica Gli a fa fonte Pollio nativo del che viris di il due amici Chi Napoli. pompose illis, et superbus. sarà teneva un stato 2. 135 seg. Y appunto delle letture conferenze certo a usus, cade Evidentemente di Stazio. ecc. in si com- po quel tem- di numero essere no sperava- provvedevano poetae abbiamo, cioè V ecloga to fat- era applaudivano perchè non Statio si vedeva uditori: largus conferenziere fuerit rento, di Sor- quale città dei colonis, his successo disposizione le sostanze Rùdiger, Quìbuscwm 82 , (1), ma nelle plectrique errore forte di applaudito poeta. forte voce, nelP estremo , venerande illis,dappoiché protettori mettevano di (1) dall' più si meritasse. non Stazio di più nel Stazio tenuto avea meis, paritorque iuvenile et quello all' amico quell'angolo in signorililargizioniagli Hinc largus mo ulti- fortuna al di Pozzuoli nativo e Dicarcheis il merito gli a- come padre essere II, Certamente 78 discussione già detto, di Inde Ac liziosa la de- di ricordare migliore con tanta poesia, ritirato Napoli, accompagnate cora an- scrivendo Napoli, Stazio,de- in P agone poteva dopo ora grandi auspici. Era in E Claudia moglie occasione appoggiava abbiamo come anche conoscere conferenze di seconda. vivere. tornare dilettante un di contro Pollio. di presente alla vittoria del figlio,il che nelP resto poeta, il quale selva ritorno durarono presenta quei luoghi ci ecloga a del accenno semplicissimo ragionamento questo con poiché un la sede ciò, del invece luoghi nativi, trova possiamo , dell' 82 prima la invita il motivo noi Stazio 95, quando quale Sorrento, Escluso nella dell' eruzione ammettere pur descrivere. descritti avea pericoli aspettarciqualche nel minuzioso ce volendo Ma anni. i poiché , 35 STAZIO PAPINIO P. schiavi al resto. Marburgi Cattoerrore, poiché 36- PARTE PRIMA CAPITOLO — SECONDO v Si assoldavano pubblicamente, quali si disponevano di applaudire denari determinate a due tera, che schiavi suoi stabiliti indicasse approvazione, d* Epicuro al dall' correvi tu una città abitatori di bollore la larva dell' età è sicuro codesto porto emerita e maggi, XVI, Le pag. di per letture 65-96. la mare, dolce alle nostre (2) Vedi, uni il vedi tu e una (1) Epist. IV agli tua di sul poesia fu Ti « e. della sophos, superbo, dai farne terre, circondato lira. la tua gli pure rispettatadai flutti,ha E Ora altri ai trovato volgere non e gli de- largizioni. Pieno S' abbandonino così , tu concittadini. miei altri le tue pur uno tempo un di due la un poppa » 14. altro, Geraud, Sur pubbliche Marziale a livrea les Roma nel (II 27), ci secolo 1 dice dans che Vantiquitè, dell' e. il solo anche in v. pag. Riv. ascoltare vivere. (3) Silv. 1. di cavo per portare ovunque vero. quiete. Vivi tre segni con esclamare gli applausi adottato agli nave, procelle.(3) la cocchio un e di (2) tra Pozzuoli, giovine, superbo scomparsa capricci di di su lefc una mormorii o destra negromanzia. diviso cui all' altra dispensavi ugualmente del mozzo in di che bombi si dovea Pollio a in al prezzo capo della se dicendo. dilettante un o un dei dita mani, via e amico, suo degli omaggi e le due dice ci assoldati essere l'ufficio lettura,con il Giovine emettere abbandonare fece matura Stazio dice si doveano recte alla sceglieva perfino tegoli battendo bene, belle,praeclare, 1/ età di cocci, battendo dei dei sinistra,o scolaro Si destinata mestiere, i del ritegno,uomini Plinio venivano quando o sala frasi,e applaudire. (1) per nella arte con alcun senza ve^i 133 Tempus seg. erat DHperent celsusquo Inde Dicarcheìs Hinc adscite Ac iuvenilo At rune discussa Et securos Emerìtam rursus portus in suffragiaterrae venererò per urbes, colonis, venerande ploctrique rerum quassa non duas multimi calens Aspicis Intravit geminae meis, pariterquo (ilioalii tua te cum his largus et illis superbus. errore caligine verum iactentur in placidamque ratis. nosfr*as puppem sic alto!), quietem perge demitte nec unquam procellas. 190-93; di era L. Val- Filol. Class. per alcuni PÀPINIO P. Pollio Sorrento sia di un che Pollio la dolci I che i mormorio; che germe e in del il suoi; Pallade, portato calmano, perfino si dal e e dalle accorre del seno delfini il vero futuro cai'; che Telmo trascorrerà è 1. e. 112 versi dotti ubi Seu voluit Seu minax sive levis Advolat, Tunc quatit nostrani Carmina Hinc monitus, disse non motis ponunt Obstrepore, emergunt Ad cholyn ultorem ot blandi audit loro torno in- meglio benevolo. molto artes, Gargettius auctor, chelyn scopulis meliora e hinc rabidi dat quos ille col C è di il gonfie lodi, alF imperbole degli a Pollius exercet ascoltare. ad accordi, errano seg. Pierias Hic più canti turbarti elogi. (1) Silv. i dicatore, ven- , Orazio 1' amico per viene savio giambo udire osano tuoi stro, poeta no- insieme metta del per non (1) » che o al capo le onde ziti complimento poeta rocce attirati dai mare, lira si armi sue il precetti del sui di favorita sua dice sempre mediti che minaccioso estro suo la villa Quivi, « la nostra mano sirena agli scogli i Orfeo, in leggera furiosi venti incantevole. prenda disuguali, o ricchezze, e interroghi i cieli,o che o sontuose soggiorno era Gargotte, versi ereditato avea 37 STAZIO seu dissona nectit stringitiambon: ad Tritonia flatus, maria Carmina Siren cristis, ipsa vetantur pelago doctamque scopulis delphines trahuntur aderrant. Capitolo Sommario Stazio dà Celere, La è che vuole del L. e darvi soggetto gli con di il perchè biografo Agave, avvenimenti, Claudia. Due del amici ve Scri- poema. del è non solo notare nelle Me poeta: di mai lettere Ginguenè, alla biografo secchezza Per (1) noi avvenimenti date e ce inve- sterile, argomento un nelle e il e supplire abbellisce. lo quali illustre deve non il obbligato è coi uomo celebri uomini osservava estensione accessorii un lettura clamorosa Sposa degli parte qualche biografia la di Una Stella. maggior fertile poco intitolata Arrunzio della vita arti Baltica fabula una ciò Tebaide. alla principio — Terzo come rebbe fa- , V di autore cronaca, deve ma della avvenimenti gli tra passano una vita altresì e le studiare dell' opere le relazioni ingegno che per trarre de- , dall' 1' è sentimenti poeta le e dell' o possibile sempre diversi nei causa del animo Non i insieme passioni che hanno ispirato ed tato agi- artista. tuttavia della avvenimenti ritrovare vita dello di ogni letteraria opera scrittore che la delle anzi , di opere lunga e (1) la Histoire lena, dei causa dell' particolare disposizione Litteraire la poemi, d' Italio, H, ordinaria ingegno suole a essere nutrire la lungamente 304. i* cazione edu- PARTE 40 PRIMA ^*i un' idea, riescono vita lo per Papinio Stazio P. imprese più a era stato grandi poeti della dei lontane spiegare, nella la singolidel- I fatti eroiche. ed letteratura,i componimenti lirico. del genere che Grecia di e del nella scuola educato soggetto epico. Ne un scegliersi versi ad vita dar a o Roma abbiamo nei chiara prova una stimolato anche poscia e tura let- alla padre a seguenti egli rivolge al padre: Thebais Tu urgebat priscorum stimulare cantus Heroum exordia vatum; facta pandore tu meos, bellique modos, magistro nostra te positusque locorum Silv. V. 3, 233 Monstrabas. Non dovette quando e il si pose dodici quando egli anni. si trovava mitologica e (1) Vi in un diede di di più si stancò non persuadersi anche lavorarvi periodo alquanto sua di mente una che si trova sua la Tebaide nel lo per all' 80 della avanzato poetare, perciò vato tro- avea attorno intorno certamente mano che d. C. dizione eru- siderata con- va pomeriggio delle forze. Stazio ne all'operadovè accogliereil consigliopaterno, ad tempo gran dell' arte il frutto come sue certo terreno, poiché suo spazio di esitare seg. dei volle poeti del pochi antiquari^ (l) Il poeta farsi erede e Nevio secolo. Di suo quasi medesimo tutti i dice Durabisne 0 Omero di mihi del e di Ennio di e poeti epici romani, suo Theb. poema, p^ooul, dominoque bissenos multum aspirazionecomu- Virgilio, XII, si parlava fin tal appena tempo dai diAu- 811 legere superstes vigilataper annos Thebai? Nella prefazione alla Selva ctoritate editionis La Tebaide circa. onerari,qui quindi fu I. adirne pubblicata pubblicata dopo prò intomo Thebaide al 92 e il 92 mea, per dice: quamvis conseguenza « quid enim me quoque timeo reliquerit, cominciato au- ? *a*ir"8Q » 42 a PARTE Zethe. Discusse (1) poi e il nostro si fermò della Tebaide alla PRIMA fra poeta lotta fraterna egli infatti si medesimo se Eteocle di alle rivolge Unde Ire deae Gentisne ? Sidonios Legis Agenoreae Longa Agricolam infandis Expediam, Iussent Amphion g^aves trae cognata Quod saevae Iunonis Infelix Atamas, Ionium, socio adeo Atque Praeteriisse Oedipodae La leggenda più truce; avuto la sanzione Stazio dunque fino chiuso vede tela Edipo mano è mano di ordinar rifiire, per della meglio, propria riusciti. Ma il uditori scio al in bisogno meglio si trasforma vita letteraria (1) Preller, Griech. in dei un un Ma vede che che la di fra conforto tempi amici gonfia si successo Mythologie, II, che un Stazio 341 sog. suoi versi amici per più niosamente armo- suoi qual- dei canto meglio ispirazione od arte o accademie diventano in la dalla e qua sui strombazzature l' incoraggiamento e di poeta. Questi, che agli inno, poesia più mente comune- accordate comunicare la sta sbocciare ritorna avea epica. non del frase, per cui più lugubre, la musa poema le carte episodio, un vero dalla un fra la omerico, quindi poema un confidenze Iliade;il esto le tebane accolta essere plaudenti;il giudizio benevolo quid majus La epoca Cadmi prospera carminis commoventi, creazione: un et tutte per ritoccare dilettantismo,le è sapere in fra l'operasua, sente l'accento, cosa forse all' opera. generale episodi nuovi, ingens domus. poter crescere arcum mater. mihi compimento suo Baccho, sumpserit il soggetto di si diede al cui gemitus limes confusa formato avea ma come ' di sinam: moenia Palaemone nunc muris montes, expayerit non casura iam in opus, our ? operti cannine quo accedere Unde Cadmura proelia sulois sequar, Tyrios V aequora si Martis condentem penitusque muse: paotum series,trepidum retro cipio prin- iubetis Scrutantemque ? gende, leg- Sul Polinice. e primordia dirae canani inexorabile '•apius,et codeste tutte a nuova di arte declamatoria. si era ridotta a. fra di ne- lena questo e per CAPITOLO T appunto, ludi Napoli, di andava certo annunziò tale fu versi versi i noti Giovenale di Curritur ad le Àfficit ilio Àuditur ! fecit diom: et potremmo dante dulcodino tanta Sed, quum ed alla dovè vorsu, vendit nisi Agaven. episodi. E il cantare mentre viaggio Tebaide P o secondo epitalamio opera la studio intrapresa, trova (1)Infatti il di fabula saltìca,un una Dovè Agave. per opera che se istrione ne (1) Il motivi: ricavava, a di per che mentre della Tebaide. moda il libro Kousseau, quella degli Propempticon la pantomima che portava il impiegare a del fu Metti il artisti tempo venduto, Celeris e quale nel 1' intento era versi e la per Epitalami-uni lo tito- fatta sif- in utilità pratica Giovenale l' al, Avea risoluto,a la sorte lamentava comune riportati, del tempo secondo qualche profittoal poeta. diede e problema inferiore ancora due per di coturno, dei determinarsi certamente Paride, il pare, libretto tempo ultimo nelP suo sia, fanta- sua , scrisse al ri fornirglicolo- a calzare , un'abon- intento tutto occupano suo amico. un Giovenale dice campi lungo giorno un poetica, che già è in egli che poeta esametri istrione,di un di i neh' avanti già ò ci di del attività sua dal costretti offertaglida occasione prima alla centinaio dalla seg. medesima fargli difetto. Egli mai Virgilio son e sala captos vulgi confessione per argomentare, non Omero de gran- urbem, libidine gli eroi, le battaglie,i giuochi, poema; un della panche frogit subsollia Paridi improvvisare qualche sempre vena palestra.Fu sua amioao Carmen Statius quuui animos, tantaqne intactam sapessimo non di capace era vi informano: ne ce VII, 82, noi Stazio popolare poeta fino che jucundam vocem Promisitque Esurit, che laetam Thebaidos, Se Né conferenza. al mancò ai le insistenze che educazione, la sua vittoria effetti. gli Sono la della fama poema, clamorosa una lettura,non dei futuro suo quella era l'efficacia e concorso, risentirono della giorno il tenere a della accompagnato , appena malincuore, a il divulgato poeta lo persuasero amici degli il nostro e 43 TERZO periodo sono to quan- dei poeti intermedio: anteriori alla il blicazione pub- 44 PARTE pittore si volge del teatro,e cui pensa Stazio baide, Di ritratto,il il non altre. Prima latine,e o fatto gran del priva di cantati silenzio tragedia abituati del più altro per alle che il gesto si trasformò trasformazione fu nel appena della tragedia. Nella pantomima sol il testo di erano nostro che pantomimo relativo era teatro (1) Genthe, del De secolo M. (2) Quaest. Conviv. di le da cantato dei e i serie parti di I coro. un schemi che di Lucano, IV, 15, 17. pag. 04. ni, i Roma- tacoli spet- 1' udito, e loro ttilo Ba- e drammatica, fra e siffatta Pylade con e l' interesse e Quando canto. servando con- un eco , l' punti più importanti deldi soli di delle libretti azione, lirici e uomo un perciò acquistava ogni Annaeo stanza so- ture acconcia- scene la vista dell' arte si accettavano rappresentava alla degli Dei le loro con congiunte scene una XVII, in distinto in effetto, soltanto conseguenza allettare pantomima genere insieme suo azione, quelli di maggior un un lirici cruenti casi delle la pompa la declamazione la soli di dei dei perdevano quindi tragedia poiché Eoma, violente scosse che si ebbe divenne in commuoversi a la era un' opera. tragedia potea compiuta, Augusto sotto adatti danza, in alle reputate sostituita esteriorità attecchito avea istrioni nella la tragedie erano che gne inde- quindi e non ne aver- guardasse egli ri- che collegamento un medesima Prevalse che ad il silenzio quattordici di estratti di Pantomima, coro: emozioni, umana. ciò tutto a del non punto valore che to, segui- perciò , invece che Te- sua di possibilità della nessun ci dice detta essa degli eroi, rappresentati da forma smi fanta- altre in di opere sospettare di della fatto autore era ci fa tragico, ridotta circo, erano ogni stra orche- i suoi tra glieroi sue probabilmente la così divenuta fra nelle si questo Plutarco interesse e nelT sera vivere a il dubbio opere erano non per dell' opera La come l'accompagnamento con la poi composto mai lui Lucano (2). Costituivano suo abbia ne parla suo Esse menzione. che viveva mentre se egli non quelle produzioni greche adattarsi sa dire quelle fabulae. (1) II di si ricantuccia togliercirecisamente può di non quella fabula Agave non musicista vita. sapremmo codesta scritto poeta di dar scrisse ma suo di al PRIMA eseguiti da donna, Pantomime canovaccio merito tre men- del la valentia dell' attore, poca Stazio mito quale hanno esse arte ritenerlo Domiziano, di dire che Stazio Più (1) IV, TOtxiXwTspaiaSrai re di Tebe, che non teatro, dal appendice degli si fornito era Le morte, studi con guidate Nella Metam. le sia stata libr. La Svetonio, Plinio III. proposito M. (4) di tratta furie anzi come mentre Abbiamo tribunato di sei versuum sa- chiari; II, 663; probabilmente Bs xoivaì òrcoGéffevg TpaytxSW al òp^iqcmxal itkty 8n a[X- , di cui madre sua ira egli,prima La succeduto a , Agave. le zie un come del poema tragedia Cadmo, e , pide, Euri- di della V pensarsi che anche per sua Agave quella tragedia. da di della favola esteso considerare composizione Potrebbe e stui co- , alessandrino. poeta un di uscire, scrivendo può della , madre sua volle si Echione vendicarsi per Agave non fabula sua tratto più pad^e. Bacco tale pazzia di Penteo Canovaccio un al di la sposò di Emione e in trovasi Agave Ovidio, v.' 701-33. comune è non non era Dorgens, Phil. di tentati Ai vede, Stazio propria di della dalla alquante fonte Iuniore, Mommsen/ che poesia latina il ricordo (3) Abbiamo a si mitologia vastità una stati paucorum 31: Cadmo figliadi Come tebano; di Baccanti, di Stazio fu adorarlo, infiammò lo sbranarono. ciclo della luogo un da xal ppCag \uT(x^okàz e^oucrai. 7coXufxa9é"rrepai voluto suo termini partorì Penteo, succeduto lui avea con Saltatione, De mitologia Agave da e forsennate che il la xal un Deinde Tfi"v Btaxsxptfjivat tl ottenne favorito 565-67. Parisiis,1842, oòSév cporépoigxal che sono « legge: si più varietà, da Anzi, alcuni (3) istrione suo circonlocuzioni con 189-90; Secondo vita quella (2) Lucianus, del i due utilità pratica,possiamo una favori. e Svetonio a mezzo per Stazio ricchezze sfoggiare il (2). scena. a a- per differendosi richiedono prime essere Luciano, sicuro, dappoiché Paride, fatto attribuita spesso 230; IH, fruttato un come poteva (4). In mesi I, quasi Giovenale vita abbia le di mutamenti quest' opera queste ci da tragedia gli argomenti, la soltanto,che questo di che il cui Agave, (1),deve nella Tebaide quando giudizio con innumerevoli e Che dal comuni in in L' lo scrittore. avea ne nessuna quando pantomime, componimenti più di nomina alle scritta quasi e 45 TERZO CAPITOLO I, sconosciuta. da compresa nei codici, che Una di pensarlo, poiché nei mai Sveton de codici Viris codeste essa, delle con opere in molti quella di scordano. particolaridi- si suole vite di attribuire Tacito Vedi Svetonio. illustribus, Leipzig 1857, ed di e sul ancora 180. incontrato Giovenale) Venezia di ci è più iiber Giovenale vite 1844. siffatta ipotesiin Il commento una è anonimo. nota alla Ediz. di Svetonio, (vita 46 tira PARTE absurde non semestribus miUtiolis tamen bene din ausus. Mox magna ut ea quoque, modico prima fecerat,interciret Quod Et daut 13 on Baroas, Praefoctos in deliciis provehebantur. Venit notasset; urbe aulae ad missusque summotus, partis tendentis Esurit, (Paris) della di e riposare corruzione del V istrione noi testo. doi maggior Si devo Paridom tumontom. , Aegipti extrema tempi di » » di di più 11 Claudi « Ma Ma Domiziano nella vita elio le erodi) itero con qualche quollo » dal ogni guasta lo parolo o tempi « togenarius oc- e passo: cho o Neronis» li) Sta- stribus seme- per , Claudii Norono, cui eius senso grammatico di Paridem in Neronis tano viealla peso in tempo Claudi ci quamquam « interpolato l' in tiovo copista dei dar « fosse vi che riportata: secolo pootamquo i Noronis la menzione di parolo il sottocchio difficoltà alquanto tralasciando più vorosimilmonto da ebbe riconoscere a mezzo pantomimum Paridem nomo Stazio. auro. immediatamente indurre rilievo Agavon dubbio seguono riconoscerò poi il Baumgarton o tumontom al octogenarius largitus honorom senza questa ipotesi,pur di (1) in « Oudendorpio apposte rate figu- versu circumligat (che poeta ci allontanano Si logge: dii Neronis quotidie eius Giovenale: vondit multis vatum versi di versi nisi militiae ricordata) che sopra » militiolis fautorum frogit subsollia Stazio, potrebbero luogo pantomimum » t'ibunos. suspicionem, quasi tempora Paridi digito» il medesimo pure di 1' vita et duo ultimi gli invero adombrato Philomola i quum intactam Somonstri Paride curas. ». Ulo di est, Cainorinos tu praefecturam cohortis,in Sod compilatore est auditus ter ac militiae,quamquam questo fa proprio ricordare Tutto E in honorem per atria histrio,multique Iuvenalis Et scriptis: histrio: magna Polopoa focit, erga statim ac nobilumi novis dabit pvocoros, tu bis excoluit. committere quicquam successu magnoque eius poetamque , scripturae industrie auditorio quidem frequentia quao tum pantonimum ttuncntetti,genus no , Erat Paridem in composita PRIMA sto que- «Gaurono fu- confondeva poi passarono CAPITOLO zio potè 1' vendere Agave Y istrione 84, dapoichè Giovenale Giovenale avrebbe" fece Stazio perde perire a rapporti T erbe L' Teuffel, op. più si crede morì nel 96. quel tempo certa col nel 60 che voce fiori il luogo Agave dovette 84, altra ta vi- punizione rebbe sa- questo abbiamo come si caso detto, fautore,'poiché Domiziano che correva, molti morì, ove scritta del Giovenale lo P istrione avesse dei ammiratori caduto, era essere cui per un' in nel morì e (2) § 331, 1. L'opinione o. anche nelF suo Paride Secondo 4) quella n. là dell' in anno. anni.(l) quale vivere Konisberg 1875, temporibus, queir Domiziano: di Quando di e (3) epitaffio. (1) Vedi tae di 80 Teuffel anni per Domizia. di sparsero assai causa con dal il finì di Domiziano mentre in contato ultimi Paride da vivere andare può non , negli lontani ancora che generalmente poi (segnata accaduta è- finì di come nacque, 140, proprio quando di Paride, a 47 TERZO suoi Marziale e ne pose com- dell' 84. prima Friedlfinder,De sarebbe dei nel nato luvenalù 67 vi~ è non più accettata. (2) Non si Dalle Giovenale. vite gitto, dalle vite 1. Christ. e. non luvenalis luogo sul Merivale, of. far stato era alcun Rom. volendo di Dione di morte ove ci da the Vedi Vili, 336, la derivare XI, Marziale, scritto Noi di Nerone. lo spargimento fonte come di dei sott' occhio si possa Nerone, e nelT epigramma il e che V di epigramma che al Paride 1' se di notizia che in ci et gratia, lusus decus Eomini Atqùe omnes sunt et et dolor Veneres condita, alcuni ni, roma- quel niente secondo quo dubbio del ciò che su dovuto luogo a noi voluptas, theatri Cupidinesque Paris, sepulco. non Epigr. po tem- altra sappiamo del si ridicità ve- riguarda avere Paride epigramma la dall' isHone avrà si riferisca 48, poggiando riposa, deliciae,salesque Nili, Urbis Hoc In pag. Paride inventato, Marziale e. op. del poeta. Neil' contemporaneo Ars ha Marziale opigramma che narra questi trovato non V, 49; Friedl"nde1', poter mettere Merivale, per di ci Halberstadt, cede abbiamo non fiori,quindi Dione, affermare non lui secondo fui' E- che Paride, sulla pubblica via, furono , 13 di 27; mandato 1880. Dione ucciso L' fu cui si ricava Borghesi, Oeuvr. Paride. nome* in provincia I, 1; IV, 38; XV, exilio, Laubach, la conosce uccisi alla loro volta. Non Hist. e la sicurezza con scoi. la Britannia. invece De fiori sul spargendo 7. 1, 2, 4, 5, 6, Strack, (3) Svetonio indicare nemmeno sa tempo dice:. 48 PARTE intorno Fu di il Dodwel vi ragiona questo a dodici impiegò spirare legge di Augusto il 18° compito anno) che indizio cronologico, ma fu quindi, è perchè essa di Paride E Il libro fare le la tuis morte il parte della vittima essendo di Lucano e di cui Marziale UE, 7, 3 dice: mimus farsa del genere della vita tipo paese con del e provincia, invece solo (3) Op. cit. di belle e il mimus licenza. Vi deriva dalla 5, 51, §.XI. segg. 1' offesa e Agave: dobbiamo nelT po do- « I. Agave 84)» differensa mostra che in sopravvisse alla 1' fa non § 8, 1, scena e anche ri- di Stazio sorip- « in zione quindi distin- il mimus oome in queste mettevano accoglieva qualche metteva Mi- ein war Nel eloquentis3Ìme», Attico, Il Teuffel » rebbe sa- Domiziano. genere mimos si imperatore, Plinio, op. 6, 21, 4 dice: cui il Friedlànder tragedia, e la Tebaide con 94-96; nò Diese (Paris f in hoc rappresentavano e nel . mentre solo 81, mimografì Helvidio, contemporaneo componis pei* eccezione soggetto di farsa Atellana. (2) Silv. IH, ai atque Atellane, conia pubblico, quasi nude, pantomima un delle sfacciata « nelP pubblicato immediatamente fu verfaszt. venuste pantomima, e campestre di dell' Stazio: Marziale. di versi disgrazia di alla di 5, 35-36. Claudia pubblicato 1' ira Domiziano, VirgilioRomano, tenuiter, argute, nei non 1, dice accanto sit mimiambos fra fu viva Domitians Iahren ni, sposato menzione incontro § 321 cit. op. glia, fami- annis, lunga fatica,e perchè Paride ancora andare di cose dai versi Thebais mea opigramma, di epigramma ersten Stazio 1' appena sola laborìs tu abbia più alcuna trovasi pericolo di den ancora e 1' se Teuffel, in und cui lui, che di (1) Il sorda in meraviglie a ché giac- dirà. si può desumere crevit Stazio si trova non XI, corso mus, stata era le assettate ciascuno vago, che affermare 93, (richiamando il matrimonio Sii. come nel pubblicata (3). longi Ma possibile; è non il matrimonio ai cittadini Claudia, cumque 1' anno, Tebaide prescrittoper ragionamento, Conscia, sposò Claudia; vedova passò in matrimonio, nelP 81 imponeva sposò di capolavoro Un Stazio principio alla Tebaide diede Un proposito: La il termine di Stazio che precisamente anni, dunque prima una periodo (1) (2) Determinare musicista. un codesto a PRIMA era scena mitologico tema che qual- e i costumi caricatura le donne una i fotti danzando a del sta richie- , dell' caduta Agave è un impero di occidente. soggetto tragico , non La mai 60 PARTff bero1 quindi dall' Claudia forse zio il in parla del proprio Stazio che il padre, Non fosse l'anno e crediamo ad more che che suole di fu che lo della poi da ritrarsi Quam mihi Servat et semel ben una come vezzosa tua Vonus (1) Vedi in (2) Potrebbe nomina aloune fine anche donne al Sta- che ad frona del la madre sua; famiglia, avrebbe di dolore poi lei,come anche babile pro- quando Imene perdo posteriore all'86 (1). essere la prova della siamo pos- feretro al quindi di freni quale di vita parti- possa Stazio. del poeta, ricorda famiglia più lo ma tardi legò queir a- quel compiacimento con benigna ( nompo iunctam sennini) tua, lìbens florentibus iuvenile primo vagantom docilisque recepì, habonas mutaturus non annis vulnore me quae adhuo et che Claudia opinarsi ohe nelT sia sulT di stata anno fosse antichità per in matrimonio nativa della cantore. 22 v, musicista, (2) un si unì quando Capitolo I., celebri detto abbiamo ragazza si ritiene vita, riuscito: sorte insertas e Ili, 5, di loro fero. Usque Essa, vedova, sapremmo- considerazione Sembra altra della otorini Fixisti,tua Et per Napoli. in dunque del gradito. Egli Thalamis Intactum osserviamo intorno gioventù scapola peso in dei punto alla fatto un fin Pare della detto madre. alcun' sempre assoggettò al Stazio nella Stazio stata verrebbe codesto fine posto avea. 91; bello altra padre: fosse libero ancora al avrebbe ci quello più Un' soltanto allora possibiletrovare imene un epicedio del matrimonio colareggiareancora Claudia di successo. al . il poeta e a ottenuta punto ammogliato. Claudia e lui. Ma di corona un primo congiunti come Se al lutto parte il dell' luogo amici. tacere segnava fosse la sposata essere non poeta fin d* allora,, del potuto non piangono gli vengono alla compagna un sopra grammatico ci moglie mÌgliorerperchè fare preso ricorda stata quel tempo potuto alla vittoria egli avesse spiegarci come avrà fino impero Domiziano) fu presente aon fosse salì all' (nelP 81 tesi Claudia essa Stazia che 82 la nostra per 82, giacché altro Se dall'anno luogo PRIMA morte Il fedeltà di del segg. al Roma, poeta. non ma grammatico poeta, Silv. Ili, 5, al già era marito, e munemente Cosap- Papinio. 50 segg. v. poi dice dre ma- : CAPITOLO piamo che opinò fosse due nium, Neapolim (2) » di versi Stazio. poeta dopo soltanto per ciò Sod satis Me di degna era haec ambomm nativa Carmine Claudia a lo dixisso: astrinxit solo può patria come di fu anzi Napoli si faccia di o proprio è che e compagna, lecito Del sua. Roma ozioso croavit in annos. vita di gioie considerare Noe Claudia war Teuffel,op. kinderlos dall' come di ecloga descriverle secondo (2) L. noi, che e » suoi fidom cineres il exoquias buona punto nostri giorni Noi autore. suo altro ogni donna fu mo avrem- tentativo dei soggetto di aspirazioni, poeta. Le rie lettera- opere alle entro quali noi dobbiamo essenziali caratteri. invictamquo pitale ca- certo un a biografo ai del umbramquo iterasti ingontos più quella tino ; ritroso delle nosse sic donna conchiglievuote nei corto quali ebbe tarci rappresenMa spesso, maritis priorom amplexa canori poctoro planctus, moa. e. §321, bollezzo reca Greg. Gyraldi, 1, dico: aggiungo non o si ricavi lo altra dele fe- sua che lodato il nostro mezzo Iris tu adirne, lorde quella la malanno un qualche per Sic Coniugis Tarn 106-109. forse, considerasse sapere robe siccome minor Quaoris Il non anche, per vivente Dodo^e. (1) vuole scoprire se a quel!'essere ora si se animato, essere un pòi ò dimora l'investigarlo, quantunque lamenti, debbono si il in Koma ritrovato lunga resto non abbia frugare perfino nelle antecessori di Stazio ambidue: altrixque videri gonotrix costei,per meglio perdonato, nostri che di allevato di v. ritenere cava revo- avea Digna? Si se- bellezze le nutrice patriae ad vero Claudiam terpretato in- avere per vergens Partenupo satis est longos errore « descritto chiamata hoc, ooniunx, tibi,me Nonno dice: putriam, sua esser socium questo ci Egli aver la che in (1). Il Giraldi nessuno sopra cadde e rmihobus il mentre diremmo uoi Xapoli, communem conchiude lei,e per di nativa male Napoli, anzi qual fondamento, su 5J TERZO che di piacere De « altro. Claudia quolla a Latinis Statius tutti Ehe mit L'Imhof, non città di ora e della la anche poetis, Ee occ. einer log a ad Eomerin und AVitwe Uxorem, dice to soltan- Napoli, perchè Campania. descrizione Dial. IY. Stazio Ragiono dol si punto proprio piace com- na, buo- focolare. 52 PARTE invece lo di la struttura guardare sviluppo individuale che ed allontanano Y oziosa Mai di egli al elio tutti se modulava in del molto che bellezza: il suonava la eccezione moglie alla e Otia Sod Sic Sivo illa torit viduo nuDC tam allora alle grazie voniont, corte plonis musis le candide animiquo forit,sou ot moro-tur; pa torna voco carmina moa diducit taodis. brachia floctit. motu: modestia probitas artomquo vinci t. 60-67. v. può per la sua a luì; ma figliadi (1) Epist. IV, moos dovea argomentare, congiunse cantat magisto* ost otiam della moglie quella amava 19: affetto moos da so quel genero libollos habot, cithara, non vera ricordare il tanto i versi quando trovato nio Plidi come si Claudia si in Napoli desiderava. loctitat, odiscit artifìco anche figliuola,poiché, poeta abbia che che declamare sapeva nell' infanzia ancora sappiamo ci fanno » perchè sua fanciulla essere non formatquo optimus. flectit carmina mea « superbo (1). Stazio cia brac- iuvontao, bonis sonat molli sou infocunda conubia formaequo Ingenium lui dre, pa- cubili venient oholyn comploxa Candida andava della declamare sapeva tendere sola quod torit pulehrao Discondum parole zosa vez- voluttuosa: Et Le per migliore quando età canto, padre adottivo, sapeva nuovo liriche, sue liuto,degna figliuola del nel voce sua di amori ogni verosimiglianza alla nelP era ad sue la donna. riguarda sola le per delle con rivolti sempre vana spesso meno fatta amore, minuzie a sapore ciò che congetturare sappiamo dolcezza danza una dobbiamo dietro va dato è famiglia, il tipo, rendono ecloga ricordata, e aggiungeva con i versi di si al carattere guardiamo affetti furono modesta una giovanili e ogni argomento costei ci Virgilioin da 1' scrivova anzi la che e che quello amori buono, meta, poco i suoi il vera per Di figliastra. bene ad dedurne per o maestro suo famiglia,noi affetti di gioventù dalla mente accenno cioò rifuggire Stazio il bello verso molto fa E matura. gli esteriore indagine. Stazio, da somigliò opere, età la PRIMA etiam. aliquo doconie, Versus sod quidem amoro, qui CAPITOLO Il Dodwell Stazio ad PEcloga scrisse La così: seconde a passare nel che 16 Statii plerumque, agebat circa 79 annum Non ne facciamo troviamo xit Claudia, Giraldi il Teuffel (4) Etrusco, dalle il parole » da scrive, V fondo poi dilectus di vi hanno non sia fere abbia perchè meditato vadino che quella nemmeno di Statio Claudiam (2) ». Claudia per la sorta essa nità paterdel Claudio con Etrusci Claudi « che, diremmo, giù vengono sopra; mei rizzano evapo- loro della fiducia sulla fortuna, del si mentre si lasciano che cercare a de- Apollinare. Meglio » quelle congetture fuori tini sta- maritis dalla considerazione Claudio sodalis gionamento, ra- Apollinaris filiam, du- Claudii di tava con- simile un compositum esse qualche parentela dell' autore augurio 95 testimonianza nome metton il critico perchè con si 80) solerent videtur, probabilmente « codeste sono quale di Stazio stesse; che se non di nell' siffatte oziosità; anche di lo stesso dubita dalla morte puellae nubere a. del anno potevano dieci mesi Romanorum mihi Carmen ancora, avea quale (5). Ma pietas sa P non volta,con sua cum Saudiani, « (3). Da » si non Claudia che hoc et Giraldi: (Statius) di in del alla quod est più meraviglie una uxorem carta nupsisse vedove sposato Claudia avea anni, ragionando sextum eclogam pater scripsit, si veruni" annum, ; le duodecimum Line 14 cui in anno superare trascorsi Ceterum, « annum filia,cum dovuto avea fossero L' Imhof 94, propriamente avea 94 (Stazio anni: post perfectum aetatis clmum che prima nel ragazza il dodicesimo la ragazza la fa di nel era quattordici anni. 94 (?) Claudia nozze marito, quindi codesta che Uxorem figliadi (e. 60-62) matrimonio del dice ci (1) 53 TERZO loro tre men- padre medesimo. , Un' P abbia nella ma un' altra ancora in messo edizione giro, ma matrigna, altra moglie. Quanta e. (3) (4) Op. (5) Silw Latinis e. Claudia avendola Uxor. acutezza pag. pootis, § 321, 21. Dial. IV. 1. 1, 5, 9; Praof. non non UI Silv. era il d' dire sapremmo antica, perchè avuto § 11. (2) Eclog. ad Do certo aldina, che solo (1) Op. abbiamo, ne suo nemmeno primo la chi lezione si il trova primo già della ragazza, madre marito, per il musicista, da interpretazionebisogna proprio escla- 54 PARTE se ma/e, poggia dice per Claudia, sua Si e; ìit Nata detto : et posto ad altri,che 1/ rimesso e Imhof, le grazie di volta Rive che la comploxa musis da mai. Noi, riportatiper crederla del figliastra che P altro Conili Non dice: paterna floctit. (54-65 a col tante in viaggi li abbia Domiziana canori die Stazio abbia figliadel poeta. passò Napoli, Crediamo amploxa pretosto della figliuola,e delicatezze, non oxequias credere una trattigli Stazio della parole paterna voce « quel- » gis possiamo voce si che stione que- verso sic bella la dando Imhof, perchè Stazio, lo- carmina alle alla mente, richiamare non Claudia figliadi v. Come dar malgrado. nostro riconoscendo dell' la figliuodell' ut. commento a voce moa la amava era fanciulla,ci ot che noi, può indurre forit, seu sonat, dire ragazza al parere ornava oholyn Biscondum quella dice lo ce si 54-57. i commenti provengono ascriviamo cui v. imis fortunato cadono e ragione non Stazio rocodit ponotralibus quel luogo afferma ci sottile,non è il nessuna questi poeta, quando verso. : cordo mmquam venuto è questa Stazio, giacche di dal si natao: madre, perchè era piano V et maternità tonos. allora rende si Sostituito sic di via citata ocloga iìxaniquo animi Claudia so manda tibi, curaquo ost amas, dioquo metter1?' Vi sic- ut nell' andirivieni si giunta per mator codesto tutto sempre tuo; Nocto è ora piota» 'alia noe Si che pensi elio ut un sopra alla si poco PRIMA ove poi può chi che non conosciuti che coir starsene il da quel Roma sia portava in amici, più della a crediamo non tempo andato tratto parlarci vuole non della sua nemmeno tro die- andar Imhof. i suoi amavano ciò "Del resto, chi continuamente lo per voluto Napoli ma ammiratori spesso del e che Appia e piti tardi e viceversa. suo cavasi re- gegno. in- tutti i suoi là, in via Roma, Noi anche lo tro- CAPITOLO viamo volta una in la Napoli, nel periodo felice al viaggio un di legione Siria, non «isplendidissimus è armipotentis alumnus sappiamo dalle Starem dell' ordine dei si Egitto. dai (1) cui Praefaz. Ili, Maooium Siriacam, il per sequi qua viaggio molto nave. versi Stazio sic cho condannato 13 segg. le dello Rufo trovava si ricava governatore altro;certamente Stato,poiché Dal legioStazio ohe nel presente in momento che suo iucunad canne chiaramente il mihi et missum imperatore sum» morte a sappiamo non prosecutus egli si era vantava essa splendidissimum quo sacratissimo a Celere apparteneva Mecio cariche libellus si ricava Dai pel viaggio, pare neamente potente, poiché contempora- e di nelle poteramus, Celerò di questi saliva sulla cui Pomposiano, amico Celerem, non scrisse ne imperiale, e Sequitur « Roma, corona rampollo che famiglia Mecio la progredire iuvenem, scrivo Ausoniae patrizia,dacché di avuto avea nobile dovè Silv. dissimum nem lere Ce- regia veramente primi tempi predetta era Del non poeta. La senatori,(2) al poeta perchè gli del patrono origini fin dell' Mecio Stazio nel Propempticon Celere), a anche stato sue bollica propo gere raggiun- a (1). nobilis « rare augu- ,i. (riferitoregis sia di andava carica quale » ad occupiamo, Celere,che con parole ci mei Signa ?- cui iucundissimus ac e » di Mecio amico suo 55 TERZO Celere par, tiva da Napoli : Vos caeruleum quoque Quis honor (Dicoro rogni eessit ot fortuna sit mihi fas magni quao ponti, Ne^eides, Baianosque tranquillo oertatiin Litora ubi Quaorontos (^?Fiiedlander, op. delle versato un Statóre come nolla poco non di opere ci talo, dico colsa Dondos tepontibus undis e. I, 353; o monto è natatu, ratis, quam scandoro uno di armipotentis Stazio, Silv. Panckoucho Stazio, Parigi, poesia; ambito Color Ausoniao Nobilis edizione fota ot di scorso ciò, o ponti), sidera antris Surgito do vitreis spumosae sinus non agmon, socundi alumnus. # Ili, 2, 1827, penna sappiamo gaudot dol In 124. leggiamo commentatore cho altri ne della una nota che Celere era che francese, giacpavli e ce lo presenti 56 non* nome si riscontra dal si ricava Più natali,L. più che Propempticon, come buon Domiziano Stella poeti del tempo, suo Stazio mentre 1, 2, 260; samkeit der e. op. tavi 22, pag. 1890, Stella per pag. due est Marziale (2) la Stazio moa * et civis rimane unica « fonte Est iuvonis, Nobilitas Borghesi, Arrunzio di Vespasiano. in dalla cui Oeuvr. VII, Stella pretore di 78 si guerra Il La da amicissi- di è discordanza war cho or erat Kasi, De sowie inteso hat. studioruni ogni Il che Rudiger del riferiti a portato ridi nozze os, fra Pa- luogo lo , Dis- Stazio. Stella, coniunctus vanno » » canto discordanza Stolla' s auf Domizio Io servata os- Gemein- Sembra Arruntio diro: Padova stata durch Stella,teste L. 256 us Noapel (Stati in Marziale. a natus tolto ri maggio- nativo era 1, 2 vovfasst avrobbo ha e per Vio et Marziale e Violantilla, patria di Stella. dico: clarus Il a alla pretura. coi befroundet, welcho1* nascentem la por in corte i ludi faceva dahor, von vinculis » to to eredita- avea tempo 93, intovprotaziono di una tua, qui mini At stata acqui- era della per Stella Stazio «NoapoHi popularis vere vi- a Stazio, Epital. I, 2, Napoli. Silv. più quale quosti quest'ultimo. di poesia, si nel che di dicit» a capo ot dice Statius dom Patavinum facendo seg. assai tostimonianzo: 1, 61, 3) und fiducia sua nobili venuto sostanze, celebrò sue nativo Stolla. dice: esse "agioni: I versi quindi 26 eum Stazio, secondo lantillao,quae Stazio. di trattando quanto meno era familiari Marziale,la Epitalamium das la accordare dei Sarmatica duo Mart. di famiglia, §. 323, 1, dice: Goboren e. Patavium qui delle Stella fosse Violantilla voglia di che la nobile lo innalzò Quest' ultimo sogg. Teuffel, op. aus mit Martialis sentit 1 ar , Stazio, con con frutto di forte una uguale. Padoya, (1) con guerra poetischen Bestvebungen, Yermahlung il Teuffel dalla di essere che Stella si hanno dica pare tutti. Il da di I, 61, Marziale, e potò liberale anche imperatore (1) Sulla patria segg. Roma medesimo, era dell' il ritorno questi poeta elegiaco. Era in ed del nostro, quantunque coltivando capitale,e ricchezze, e (2) altro amico era col patrono, da usare amico con Stella, Nativo di di questi poteva Arrunzio della tuttavia quei tempi. Egli un fama grazia in illustre fu la vita delle mai Stazio, tanto micizia per Silv. PRIMA PARTE Per la parla dei Sarmatica, ludi gonte latina patriciis maioribus quem ortum gavisa tulit. pag. dell' 808 liberalità do di oolohrati 266-67 opina (Tacit. Ann. lui vodi da talo nobiltà XIII, 22) Marziale Stolla cho V, non di Stella,come andrebbe II; V, 59; pretoro dopo il ritorno più figlio in la VII, 36; VIII, di Domiziano 58 PARTE Stella,facendo in e,s} capo, anche di Asteris Lesbia. di della dire: Catullo licet mei ancora volle e brare cele- parlato del avea di entusiasta quel sero pas- carme, SteUa Tanto Quanto Stazio dicam, Catulli. passorem maior Columba est del nozze Catullo tuo mous passor le canta oolumba audionte Vicit, Maximo, (2) amico suo obliqui carminis astus oscula « » cives consumta fabula est Stella chò » cessent « vulgi, molto stato era dire può , viderunt (1) » di Ianed » po' un nome Iantheae bellezza di rimanere delioium Verona diu Catullo e dire: per Stollae mendaces col cantò aquae astrò « Lesbia con poter rappresentare elegie la ninfa « dovuto avrà * Quando di donna, poiché sua Marziale adulava, non Nelle sua. volte più lusinga (Stazio)quasi colomba una se la svegliato con sarà (Marziale) quasi volesse nome- dormito elegia, avrà dopo Catullo, la parte this col della PRIMA Et rata nar- catulliano nei . suoi carmi, cominciava vedova, L'imene alle premio la ad giovine Elegia. (1) Vedi Stella op. (2) Epigr. I, 7. Non quale è del passero, favorevole. il il passor (3) i earmo Mono in 54 per e di Stella Avrobbo si vuole so sua anche nel gna compagno de- un di uscirq (3); dopo 90 . tre 58-64. potuto elio in 1' attenuare di tanto la una poeta. suo seg.),fu fatto Violantilla pag. voleva Marzialo suporava (v. 121 avrà supcriore) ossolo del versi interpretazione del Rasi, la ischorzo. malo o tuttavia era Stella,giacché Stazio isposa 3, n. Stella detto di probabilmente e , accettiamo espressione a quel modo, lato bella,come la dice pag. ai commento i fuochi o. Clodia, ma una qualche condusse avrobbo era ammorzare veglie Rasi, Marzialo e sue non sentire a poi pensò ancora casa Violantilla,che e quello di a e. op. Catullo tanto quanto , facilmonto ogni risolversi la caso frase sua secondo la p. 54 in quanto la lomba co- satira la volgosso al adulaziono, intorpretando Catullo la colomba cho lamente so- supera o. • ? , Possiamo seguenti afformaro versi Stazio scrisso 1' noi epitalamio (J0, poggiandoci pra so- 178-81: Iamquo Fas cho parons latius, cuius mi hi, purpureos lndulgebit Exuvias obur habitus dacasquo laurosquo dabit montoni praonoscoro iuvoniquo curiilo (oa gloria maior) celebrare recontos. » .» * •"• fu anni pretore, (1). Stella Marino Iulio sposò Violantilla di (per Dodwel pretore vedrebbe qui del scuola avea scoperta il cui in nel cui dovea si un' cadere in delle di età almeno ; avere altra troviamo poeta, dai Stazio 30 il futuro dello versi Stolla, mihi. di avrebbero vatis mitis ha gioia delle Stazio ad ci rimane (2) dovettero fatta 257-59. sia stato ipotesipare dacica ottenuta l'anno 90. T nel spiraro doli' 91 alle (vedi a nozze sue Tibullo. i versi: quelle poesie, le quali quelle non il matrimonio 49 Apollinare Catullo. di dacico, pag. 89, quindi anche conseguenza (v. 707) dul- iuvenis tellus suo di trionfo futuro un a lore va- minus. verso accanto colebrato sullo Por di Fiacco sul fragorose (v. 201)»; vates divulgate. Sidonio e le pone menzione nec un lette essere conosciute, giacché è anche e Pierius « Livio Aporia nemmeno sua aras, undam. gli aggettivi facundits disertus, e ancora quale la Fileta, Callimaco, Properzio, Ovidio, Stellaque tempo cioè Camonao lodi chiare (v.98) placidissimus assistito la desumeva Egli amnibus ab lo chiama Censetur Non la riportarsial dovea bacchamur pares haurimus hanno di Padova. con Marziale Stella che grammatica, console. iunctaeque multumque doctis sociam Marziale e del poeta (v.33) dice Il nostro anni). v. cis ci epitalamio. similes tecum amicizia scuola teneva frequentare seguenti Et anfci la loro che e di padre dovuto Stazio con poter rivestire ipotesi sue te mor- console Stazio,giacché questi di ancora era non lo 102 la per , coetaneo tempo' solo e politicaritardò carriera sua più giovine era quando carica era la ma protettore Domiziano, del che creato 59 TERZO CAPITOLO di che Stella altro la tempo si deve le avrà certo Stella (3) questo volume) rimane di secondo alloro vi coi- più probabile e della in vittoria che mezzo assegnare a quol- anno. Marzialo (1) Da Vilmanns XXVI, 2853. 79, (2.» Op. (3) Por XXVII, cit. Excusat. Vili, Tanno 78 101 X, o 41 vodi 632. Felic. v. 266 Stolla Mommsen, § 24. ad por sogg. pretore, Hermes, e da Orelli,Inscr. n. 784, 3, 124; Stobb, Philologus 80 solo tivò sdiva la prima parte qua delle poteva E PARTE il elegiaca, poesia Stella voluisti » preoccupazioni essere aggiungono nei commentatori, in perciò corresse parole optime non illustre B"hrens le e iuvenis e PRIMA tutti et Stazio in studiis che rami parte qua nella Il si di studi enimentissime voluisti domandati: sono in cui ha Stella volle provarsi le provarti » niente parole che nel è di del tosto Stazio: resto del illustre la poeta. in quel interpretazione ? Noi » . , interpretiamo creato come eminentissime coluisti alla prefazione nostris virgola. una quei « di ramo più nel piana, hai quale e non luto vo- reggiamo cor- """""9"5"9""eS5"m"GG"9Ge"G9B" Capitolo Sommario Domiziano; — lotterarii e Costruzioni Domiziano, di Tebaido Marziale di poca di di più la mostrarsi le del e storica di splendida per corti di Nerone che e e di poeta noi Essa polemica. una e si è di ambidue Domiziano stagnare sotto dei Come una ai della la e poco e quelle Dopo sorte di molti. di zione Condi- periodi splendidi un sulle poco in tempi asservente Così nelF romana della poesia una la e- liana ita- provai tina la- poesia silenzio, di col di per gon-, piccinerie. Augusto a prime certamente copiosa produzione il peso invidia poesia tratto ricorsi. fossero occasionali canti risponde Stazio. inanità in imperiale a poeta erezkmo Domiziano. suscita che le sorti spegnersi del la e. I Stadio. rispetto all' imperatore. osservato secolo di relazioni saturnale, epiteti largitia seicento, avrebbe volte, prima ricca invece Marziale, primo legge sua due tentò in poetica Prime del studii carattere. suo sconfitta festa L' animo Domiziano. considerato nel e cinquecento per a Una i suoi impero; sogliono seguire degli altri,i quali avesse Augusto del Gli H Stazio. eredità, poi sdilinquiscono Vico la Capitolini e Stazio. Stazio pensiero ingegno dell' avuta il nostro se del per privata. dedicata a o all' le lettere. riportatavi da imperatore. è questi rispetto dell' opere da impegnare Storia Nella fiano cantati all' fino all' assunzione arti condizione non vuole le vittoria sua e si riferiscono La per una monumonto, un che le e anni primi I giuochi foste. o Minervali giuochi con i suoi il mecenatismo Quarto poemi in cui se •, e il pensiero, dispotismo si , 62 alimentato fosse Augusto, Il regno Nerone di poeta, fortunato imperatore che di tema un che sua i Domiziano, sontuoso di d' pleiade P epoca tutta pazzie che ingegni rità, esterio- furono di Nerone favorisce o rinnova gare istituisce fortunati tista ar- per da imperiale , rappresentato artistiche politica nella compositoi-idi la poesia, giuochi e , intorno esametri ci ò trasformata lo per la nella storia più rappresentato figura principale il anche , P azione, e divenuti, storici agli è ci viene così tutti,poeti uno sciame antichi facilmente, spiega esso stato di avvolto alP arte suo a fiabe da bene Tale egli fatti,egli risulta i anche mancò difetto credeva lo di delle alla ad trascinò ha un stro, mo- in e lità pueri- a di eccessi sprov- generale in e ni; azioanimo suo solamente poesia secondo operare ne sue nefande atrocità lori co- figura che una il sospetti; scrittori ad natura per ad coi Domiziano, certo molte vagliatiper mentre prodigalità, 6 scrissero,non letto la narrazione fra tempo. Ma adulatori. abbia della misura, che senso del lui quadro inneggiato chiunque presentato inclinevole visto del retori,avendo e bassissimi di che da mentre ridevoli;. di di più tuttavia foschi: sou si quello una gloria di alla volto a proposto. più base costruzioni,con , mano Domiziano subito di gare unicamente le di di giuochi rettorica. fortunata una fu a senza di avrebbero sorgere, pensiero migliori si occupa non incorona' i di veduto aver per anche avventura cede videro che o di dopo quella venute pur poesia, invece vera il cui ma accolsero che splendido ò imperatore e ideali,certamente, della ancora di un capo nobili di gP ingegni con darci potuto un PRIMA PARTE severità ad conveniva e un reggitoredi impero. Ne gli lo del scrittori splendore occhio che segue di familiare tempo, dei alla Domiziano con poesia Sabino, il allora grammatici i crebbe sino • di sana quale gli quasi alcuno. mai fornì e Veniva robustezza anni su e potrà del anni, alto adulò, moderatissimo il resto e ammirò da nella ipotesipiù un ra, du- adulatrice. tempo della giudicare che, guardata Eoma e dello casa che nelle scuole parsimonia con , mai aver persona, nel in zio , educazione senza nel adoperati sembrare giovanili in parca i retori ai venti qualcuno vilmente una noi ammirazione una romana, i suoi visse solo quali corte una da i criteri sono po' gonfiata, non uh di diversi bere tratto bello e e nel su severo di teneano di sé spirito P attenzione nelP cibo; egli to, aspetera del CAPITOLO padre del e di la padre, la lui con Una (1) parlano gli le lettere lui e Svetonio « La fuori aut del fortuna le da di mura di e (1) grave Dam. perduto aver per 12. rispose consolandolo dentro ai in « Eadem adoloscentia si Domiziano avventurò Svet. un compiaceva qualche giorno uscì Dom. dei nel col dire: 18. (2) Instit. 4, proem. 3. frase Usque fu Omero alla un II. XXI, fata et adhuc ai corte che di alla più ridotta ciò si lamentava, 108; forti animo decoro fero brevius nec comam Anche » . capelligiovanilisenescenti. mezzo dietro |iÌYa£ TS* ts gratius quicquam in tradotto , venustà, sua sto* Domiziano stava amico di la distruzione dalle Gemonie. che cendiato in- e circondato, preso Ad capillorum arte minacciavano tempietto capolli. di verso noe guinosa san- rimanendo di tesori ohe alquanto i tempo suoi ciarlo lan- per disastrosamente medesima, suoi coi soldati teneva scias (2) » lotta una di liano Quinti- giovine oscuro combatterono gettato giù manent tamen senescentem; il Petrarca Egli me di quelle pericoli di la città Oty ópàag oXoq xàyw xaXó^ aggiungendo e parole le eloquentia eminentissimum inerme, nascostosi un dubio Flavi, il cape, con soldato dei Campidoglio per in riconoscere seggio imperiale. I Vitelliani prima amici Domiziano e del il assai far co po- le arti per potrà dire,fu si padre mezzo poi mozzo mecenatismo a za sen- educazione sua inelegantis » in fuggire, ma tentò della togliereogni a e volta, ma sua Svet. agli il anche all' irrompere dei Sabino, alla al fasto lotta Vitellio,e quindi fuggì privata tanto potea permettersi inaspettata air vita piuttosto porse , bastasse ita in arrivò del equilibrata,fu occupata suo non una , non padre Eoma quella Koma, il se ma accoppiava baciarlo che vero omnibus in mezzo ai soldati ria. Flavio ò sermonis « una in poi da Egli lettere,basterebbero principerà cedere studi. ed gono, ci riman- che alla concubina che narra per parca salì all' impero fu e gioventù letteraria, perchè le ci busti fisiche qualità legittima madre una antichi; pel quale prima a storici quando favorì pure di negli cultura una solo cosiffatta dubio alcun per che dai e dall' Istria, moveva venuta dicendo mano, alle Svetonio piuttosto rara. quale monete E lunga più augusto. gran alterezza pudica dalle fratello,a giudicare 88 QUARTO Perfino senatori intorno animum meum al in suo età bel adulta volto. probastiset vultum. 64 PARTE PRIMA ?*«i"-r"»" sua ebbe casa, riuscì per nella passava di vie, 1' assenza per libidine favori, di largizionidi fratello Tito, il Muoiano nel quale una buona volontà di Mentre Vespasiano ad del e la e fratello si trovano le sue sono guerre In quel Y secondo nella e amore Tacito oris di di acta solo confusio di di « decorus modestia la Omero, presentato del siccome sensuali , Egli il ebbe alla arriva divenire* poterlo Roma allora si accipiebatur» di farla e che non smetteva monte Albano grande poeta: quasi qualche a che quello voce di manifestamente siri- Egli letterarii. in mente provato pubblica- diede ci dice poesia. Svetonio al amore sua, quindi di popolare Capri. Da ò nato se- tutti , ad erudito mai vi in moribus adhuc fu e da giudicatobuono Si poi e belligero. acceso a era . de gran- associandosi Italia ignotis et dre pa- educato, quindi fittizio fuoco studi Svetonio, i Galli contro arrivava agli habitu volge di figura sua stato in proprio fu la tutta " un a appunto gesta guerresche del di quale conda se- sconsigliatodagli ami- ò era non di tèmpo quivi e senza del k quel Oriente, eglida nelle tutto Tiberio, probabilmente secondo il solitario ci ò dice: prò discordanti. Lamia, di discorso un studio, e coltivò Virgilio e darsi giovanile la conferenza, generale palestraletteraria, e poscia pronunziò mentre per di compagnia da impero; Cesare, che Elio di le testimonianze comune dell' subitanee Domiziano, e L' età La pensare apprestare Vespasiano di eccessi chiaramente assai barbari; ne delle armi vampolate tempo Tito; godere gioventù, vita Longina, moglie Domizia tiro per di a in vedeva in versò perfezione. nuovo mosse, alla come torno soltanto governo per Ma i Germani, e i dovea che reggitore dell'impero, contro più ancora imprende. Egli un sen- fratello,arbitro intemperanze grande imperatore un lato per storia spedizionecontro una insiste Tito e ma in Ro- questo riguardo , più mite di i caratteri mostrarsi le comincia nella parte storici sciuto scono- l'impero e uffici. pubblica spiega cosa del e di e scusare gemma tuttavia gran negli cominciano ci, ma della padre cariche egli fu, una Domiziano rappresentare pensiero era così e entravano moriva, condizione; sua possono che noto governo accusa. il tempo essendoci più molto alla impari del le costumanze e Iside intanto Vitellio del si mostrò di di Flavi. dei ogni potere, e sacerdote Vespasiano le passo casa Domiziano Rimasto soldati I passo da travestirsi salvarsi. a contendendo z' altro di tempo bra cre- una ta vi- lettore leggere gli che migliava rasso- Quintiliano della esage- 66 PARTE ingenti a spese cui per , sperperate. A storici gli fatti detti e morale di e riuscendo il buono non di ce mattoni, far i Flavii e nel si vide ma fino ai Flavi, ogni piuttosto con tali con ed no, ricevendo che e il male Ma da non sperperò. Le mondo, tradizioni con di eredità. e di fronte (1) in Ann. un sudditi. ordina perfino quando dissipa ai giorno Ili, 55. della Caligolae le loro spese, volevano Cesare del fondatore P E in costruzioni solo dieci milioni un volevano mare di Storia deve anche fu di fronte ornai popolo tutti ricchezze di ma Ro- pur ebbe Roma, durante la quindi a il tutto gonfio della del pazzia la tempesta, di tre di gli uomini la potenza riconoscere sesterzi,tributo a lo l'esempio del- non sbalordire profondere Caligola si in di romana ricchezze diedero su di #over- econome, profondere il lusso iiupero venuti abitudini e Eo- veniva Y aristocrazia di Roma ricchezza col che moderatore e. di ostacolato avea uguale nella vanagloria mostrare dell' provinciali,uomini imitarono, Nerone più smodatoci accorto a che imperatore, un spese che di ftvea ciò grandi le loro che vero (1). Augusto questo mai sconfinata estrinsecazione ma di Il lusso emulazione li famiglie espressione dignitosadella si vide in non al* vero. la città dagli imperatori, i quali derivò ricche lui delle elementi avuto aver e strano conforme è marmo Tacito da seguito P tradizioni. con- primi carattere un morte qualche tempo in maggiore di mania aiutati di tornaconto un di impensierire ogni quel tempo per facoltosi. sviluppo, tanto in mantennero essendo far furono sforzi i suoi venne da proporzioni altrui le lettere, mostro ai vizi. I non prova. anche quella mezzo che dalla corre riconobbe come risalto il potere assoluto luminosa che periodo tà austeri- per un trova di delle amore occhi opere uno Dopo innalzare fanno ne violazione vi più lasciato aver si illudeva. e più grandioso potea Nerone di crudeltà, Dione, e , nelle trovare presentarono ne si vantava Augusto trovato di pensarono di simulato almeno dare per Svetonio di gli innanzi porci a come e di e veduto hanno non nanze fi- nelle , demenza Plinio, il quale come i secondi uomo, di biblioteche e tal modo dimenticano o libri per in catalogo a rifarlo può che questo adulteri,di integrità,e amori Ora, seppero ò stato mettono ora chi spogliare a parere disparatissimi,esempi sostanze, di spese Tacito, esita non nostro antichi, che PRIMA e provincie. OAPIfOfcO Domiziano Nerone. I allargare nel Domiziano, dei necessità prima e ricchezza, le splendore, che La esclusivamente salito Domiziano, fratello,proibisce le in Giove (an. 82). nelP si un' attività da che dei delle solenni fin (1) La 17; e quell'anno Doctr. d'arch. et. vet., VI, num. che Hist. il trionfo. la spedizione (2) Dio, LXVII, 4. tempi i contro Mommson, Melanges ultimi Nerone. I presto per dei da principio Vodi d'hist. 378 sia e della repubblica IX, aucho de lo Asbach, 189 pag. Gsoll, V Ecole Chron. Frane, Schiller, Oesch. avvenuta nel 84. obbo Westd. luogo des giuochi giuochi Minervali Roma il loro 83, Rome, der Rom. 1889, de carattere trasfor- 1885, III, sulla pag. 3. di fino Domitien Kaiserxeit, mano ro- rendere erano e per popolo Zeitschr. nel simi- a , per si mano, ro- indici del esse e il mondo tutto expedit. de il popolo ti distrùt- migliori in di festQ pubbliche, le morale e ina eglispiega gli spettacolipubblici Catti, secondo Rom. i di monumenti nelle e al tempio per quel momento intellettuale Introdotti del nell'arena giù letteratura,sono stato avea alla corona, (1),imbandisce (2).Da Ora lo con i funerali pompa qualche divinità,perderono poscia a dagli di dello e epoche. spedizione anche proprie. o con mentre si sparse su liberali. Catti Roma, la fasto, che venerazione ricostruzioni in il popolo la ricostruzione la notte e , nella lato veniva il innalzamento dei banchetto, sue tendenze le feste e religioso, suo trionfa fama cui acciecasse al termine di lui motivo d'altro Flavj celebrare scoppiavano d' arte diverse a giorno hanno Principe la temuta magnificenza quelle di in opere nel fa nelle continue spesso istituzioni delle nelle pag. il tutto Capitolino, la giudicare più lauto un grandissima furono glianza anno ormai pazzie sue tanto sol- trovano , suo, e opposero si vuole se , onore dopo superarono Agone in Un per incendi quali feste impero subito anfiteatro prolungano all' condurre fa compenso le per fabriche anche di la occasione i Plavii aurea: grandi che competitore* per ultimo fratello famiglia acquistasse le simpatie si Nerone avuto noi nel e richiedevano favolose. spese le origini borghesi; bisognava dunque da 1' padre quali i tempi, la Casa capriccioso,artistico nel solo quesf a Nerone in se volere nel il motivo costruire e Ma le Terme. e dato aveano le vie allungare e il Colosseo in incendii frequenti edifizi ha grandiosi costruire 6?" QUARTO ecc. , L'Eckhel, I, 527 gliono vo- tf8 PARTO acconci mezzi in mate o Augusto al che vero dimenticata. del primi tempi favore certo Tiberio, suo favorì regno amato pochi vollero popolo, credervi la dopo che enormi Domiziano fu mo nella spese quella del quale si ma sempre ed anche semplici impero L'agone, a , esponendosi nel (1) Svet. Ani. Xero "5) Secondo vano metà di in un Tito istituzione la nelF musica poesia Roma per di XIX, 1, 13. fece e quest' ulti* volta nel arte equestre, Dovea correre ri- determinato non , da Roma contrariati non celebrare il fondatore, e prima latina. e greca in accorrere dopo dido, sor- atleti, retori, poeti, musicisti acciocché lunglii viaggi per 1' esempio seguì ne , probabilmente mese a l' del- dal (5). tempo gusto istituiti da Au- d' Azio ogni quattro aboliti perfino da Milano IS16 la vittoria e ogni parte Caligola; .4*0. XLV. (4) Dio, LXVI, sul a disuso in (2) Ioseph. (3) Svet, (4) nella fino mondo del era sciagura, tornare concetto, corrispondeva ai giuochi Actiaci suo Xicopoli e anni; caduti finale , potessero a feste sue , nella e nei guadagnarsi a delle sua Capitolino, (celebrato stagione, curiosi crudeltà, vederlo anfiteatro famosa più corone eloquenza buona la annunziata teste La disputavano nella fu arrivato era modo personalmente agli magnificenza più grande Agone ogni quattro anni, la alla (3). Vespasiano, che passò sempre ambidue. ginnastica, nella fino desideravano pubbliche grande mezzo per ancora del per li superò 86) nel siffatto in alcun può anche assistette quando morte sua gettò le fondamenta delle ed con molti e politicanon aristocratico carattere , ò che pubbliche feste,e per le veduta sperpero particolare, soggettivo:il motivo avea popolare (2).Nerone dal tanto trent' anni la (1), ma perfino Caligola spettacoli,e un monarchia dello e grandiosi spettacoli.Egli dei un delle classiche instauratore lusso polare, po- che. politi- condizioni dalle che, del quasi frequenza rintracciarsi della dichiarava apertamente essere molta con il fondatore gusto che importanza il favore cattivarsi a distratto e persecutore potrebbe ciò in tale la romane, popolo suo potenti popolo allegro riconobbe ne costumanze diede il mantenere a uomini gli per PHOTA cominciare giugno. Iud. LXJI, la con nota dol l'asauhono. 10. il Moreelli. De dell* estato; Agone Capitolino, il Clinton, F. R. pag. , 252 vorrebbe pag. 12 si tene, determinare la CAPITOLO fatti quindi rinascere da soltanto due celebrata fu mai nessuno le sole dal potea celebre secolo fu tenuto il Medio Evo giorni il ricordo nella forma Il carattere U esteriori. alla Giove, di Giunone i erano la della le premio del popolo la sola sul alloro La Por la la nel tradizione Roma datrice Rinascimento, del ai nostri d' corona oro con le e i membri di Giove medesimo di di immagini costume, il ritratto inoltre porpora, legio del colla sola con Domiziano , (2). Era una gara artista atleta,un unica o 94 E Roma in rimase 1' alto poi Evo Medio di lauree fu pari agli di onore volle poetiche, Dei per sempre il e ci dice per correre con- che nella riguardarsi come Petrarca, già potuto aver scienza co- ottenuta corona una do, mon- se poeta potes- un radicato così nel sul ottenere minciare co- un Campidoglio. e pompa (1) Erano loro Bruxollos, un poesia greca. nella tutto di manto un Alessandria augusta del di da e di perfino negli apparati voleva della battimenti com- per fino quello venire i campo conserva manifesto era Flavj, nel premio medesimo si mantennero ne quarto Per Roma. da che quei giuochi una delle gare assessori al fino che che Odeon, aspirazioni.Il poeta Diodoro, sue Marziale, (IX, àO) al solennità portavano corone V nel Navona Il Flamino dei casa coperto, di campo nome. di Minerva. al cui solenne rivolgere a di e giudici e gli più il capo cinto le loro che quella al di persone: piazza nel e comparire ri- (1). Per costruire bei monumenti imperatore presiedeva coperto greca, sacerdotale differenza di greco la e la fece romano circa, e erigere ugualmente, rovine sue teatro persone più quale parecchi secoli,acquistando del mondo fece un di trentatremila capace le calzato dei uno in vita solenne mila Domiziano che a la Sacra, , Domiziano undici Festa Degli imperatori seguenti 64. fino Apollodoro atleti fece stadio uno nel e più musicali ad come degli Marte, festa architetto fino contenere di nome da mantenersi della importanza 60 pensiero tali fondamenta rappresentazioni Marte il il sotto volte,nel rivolse vi con la Nerone V 69 QUARTO considerati durata 184(J, (2) Svot. 1' universalità vedi pag. DomiU di queir agone ugiuiliai giuochi Olimpici, Bock, 6. I\\ Les deruiers solennités fin sedusse Franz. C. desjeux I. G. dalla Ili, pag. Capitolins de prihia 729, Rome^ - 70 celebrazione degli i ultimi tentare a Ma di nulla; Giove, forse con ad la del poeti ottenuto. avea PRIMA PARTE un cui cadde un Collino, a notizia,gli invia in del quella Scaevus licuit moritas V ultima che (1) La 1' in Ili, 7, queir solennità. Vedi nei rosistonte,non geret poiché sibi IX, 9, si richiamò frondo conda se- ci fornisce intonazione curea epi- comas, adesse putes, ecc. IV, 54. ad arriso (3) crede, a un poeta gico tra- del 94, quella in e fanciullo un oditi da per precoce, luogo di della il Quintiliano lahn, invidorot, sod avea Africa « Africa no a , crodottero attribuito il ottonosse XLI pag. premio ; gere correg- che Stazio la vittoria Tobaido. sua popolo V che al concorrere procedenti, i quali volova non costante quosto che eroderò puero dagli ancora « Lucilium pootao (4) scolii C. L. poota, XI, Saturila ad invito a lui quidem quella Caosaro, Iovis magni ooronam in promio ot attin- ut l*rolms opiniono fi-atollo di Turnus lo si ricava da Turnus. carmina V Frator Valla oxponit, orat. o Turnum attribuiti da costui dicit, Fcaovi a Momoris Probo) gici tra- ». Visconti, // Sepolcro dol sia 10: (publicatidal (ìiovonalo voi, Cho ingoutia poctora Molitori» ad dicit... frarrom vittoria. sua stosso non a la canta dolio epigramma Cui* L' che e , ». altro I, 20: fu fortuna Marziale, Turnus il toma era qualcho episodio farci Cantulit od ingrato quorcus abbia satirico i commontatori frammonti quod (3) Marzialo un tutti vuol retoro si opposo, Domiziano del 4. Il Markland letto avesse agone (2) Questo e la fortuna Capitolino seguito da errore fu a (4). Giovo di valsero popolo che diobus tibi semper potè presiedere Domiziano, lode Quintil. Inst. contingere totis, Colline, che fratello Q. Sulpicio Massimo del vecchia una prima cingerò utaris pare Memor, tanti (2). La sconosciuto. con dopo quei (1)^ gli Floro Annio tutto Tarpeias sapis, 90 quel giorno P. Extremumque In fu non Orazio: Et Si , il favore epigramma un cui 0 del noi Stazio e successo fors' anche il retore prestito da a grande le lodi pure corona , e cantò la contendere a nuovo la fama lui presa tempo Visconti ò stata del fanciullo rifiutata Q. Sulpicio Maximo, dall' llonzon. Bull, dell' ht. Roma d. 1871. Corrùp. CAPITOLO Il Calendàrio divertire ecco il popolo; egli motivo un poeti, oratori le fette di le imperatore: egliera e domandava al poteano trovare. ii Albano fth in le bel un Dontìziatìo di feste le e solitario» ritlrd; Il battello in ad ce medesimi quei eccitare i suoi lo presenta finire allora in nervi, nell' atto di meglio alla addestrato di chi E il una grande di quelle Archeei. 1871 Carmine tum ex vorrobbe Valerio tratto Capid. farci Fiacco che yr. coli. seg., Bori. Silio che 1878, cho Italico, M. S. si presenta pag. occ. 250 o la oratoria giiosta notizia, probabilmonto si da del al pensiero il V animo noi della riusciva remi Plinio bisognava remo: « mobile im- Allora, espiazione una popolo facondo sacerdoti chi di de ve- principe meditare: di valore di » . spettatori oratore del il o rio, santua- presentavasi fortunato meno Romao, sogg. u. 1871, (518. Ciofi, Inscr. dal lai. Kaibol, Epigr. Halborstardt, tentarono fonte o a pure tentare ri- L'educazio- avversa. dal ancora (Quintiliano. Non nessuna poeta Stazio il nostro mostrata era Capitolino all' agone di il vincitore, non ragioni, ed buono eoa dai circondato del più pla contem- spettacoloe suo un non Campidoglio. prima gli Q. extemp. intondore o feste poco 98 pag. del il poeta, fortunato agone di pensiero, si spesso portato ad anno dal- animo rimorchiata essere giudicare per nel ticella re- quel lido, si dello cadere come fortunato intenso meglio rumore ogni ogni Domiziano, al la sorte sembrava rendeva il dovea nave più trono un premio vinceva in il atleta. sopra e gara, ad ritiro si animava ammirare sedeva la assai una richiama su conoscere lo distraesse trasalire e tenne un favorita suo si e e dipinge* in primavera Citi perfino il tonfo se battello muto, quel ad di remare, Eppure quel accorso come di partane potea in luoghi qualche verde che cfee soleva il battello da giorno sponde sue essi di ziano Domi- anfiteatro agitazionidel le Quivi residenza la era tormentato che albano. Minerva; ed annuale imprigionavano e , dell' auguste 'suo ospite, il qttaleportava gara di Minerva, gara villa, un sua culto collane probabilmente una campo suo il per delle Quando figuradi quel della Dea di la dea particolareper colli del lago quel riposo quasi apparire in onore sacerdoti Jago dorìneiite la in chiome, Itttìghe F vi eulto costruire, congiunto alla riglia5 portavano d'oro (Iti gladiatori sui popolato Vttnsi avéd la liberalità soddisfare per istituire per e aveva tempio bastò tion 71 QUARTO la sappiamo op. o. corona d1 ondo eigr. ta grat- pag. 75 poetica abbia 72 ne PARTE lato timido, era poi avido era toria nel creato avea nei di grandi poetica. I dubio cimento forte più i Catti della scoraggiarlo,lo (1). Ai aurea furono Napoli; non Stazio quelli che di sorte rimase Settimio Severo, nelle avea Quum tu Ut quella pericolo, animato suoi Egli la toccò ci in pervenuti. poetica, e al di desima me- spighe sono tardi pe sep- della mano di nel i Baci contro corona momento reso la sconfìtta e onore più lentia va- fece non amico suo pimentarsi incoraggiamenti al : perieulum tolleres, pootoro ad l'aveano propria non vit di prova insistere. corona sul coi sodalis,dulee Castor la consci; la ricordò onini Conisus attribuire di dolce P di selve, quindi memore nel che fecero farcene per popolo, al principe e gli lungamente incitò ad gli procacciarono tanto compresi occasione trascorrere che versi giovanile insignirlo a , corona far a fortuna; sua scabrosa contemporanei, all'imperatore:le guerre esitò non ogni più un l'altro pratica,per mai età sua che gradito Domiziano e fin dalla forze invece vita si presentarono e discordanza; per migliori poeti, suoi sue argomento un dei Italico avuti delle di poetici,affrontando Nessuno successi sicuro cantare e successi Silio manifesta una difficile prova ogni pubblici agoni. Marziale, Giovenale, senza da ritroso Stazio di carattere PRIMA tromobat ounotos Bebryciae strepitus habonao, (IV, 5, la ricordò la con medesimo; Domiziano a principalmente poi e Albana forontom sanctoque indutum nitidis mo oomis, Dona Visceribus complexa Caosaris primo sul di versi albano, affermarlo. Noi (2) Op" induce 23 e. o pag. a il Dodwell dal Bàhrens duo delatore) per oolobro Epig. IX, e dodiea (1) Marcialo que compiac- ne meia. Stazio che credere coi di parentesi una suoi successori 28. 24. 28, e propugnati epigrammi aver ottonuta ad un anche dal ora corto lui Caro una del critica abbia vinto hanno non questo riguardo vogliamo partecipare dei su accettati Carus, permetterci dobbiamo questi campo se auro Ili, 5, qui sog.). consorte, dicendo: sua Ter E 23 (cho vittoria non a tre Il volte esitato ad dubbi Kerchoff testo. liziano, del Po- (2), il quale è quel Messius quoi giuochi. di Ve- Y4 PRIMA " Le parole tua cun* in ittdttit » me manus cantare che la ttìi, vittoria Noi stato Daci. sui dire l'occasione Stazio per stimato imperiale e Papinio riti nei vorrà intende la per le guerre che un si possa daciche, se pure solo fatto d'ar* esprimere un alla gara di quale egli fu questi egli veniva che certo è pervenuteci appartengono avrebbe potuto istruito dal corte conoscere grammatico del poesie le fosse Minerva poscia nella accolto Stazio cesareo. quando ma religiosi; cesareo concedere non e riferirsi ad di il carattere ti succedo se poeta come prima Domiziano, anche lux, qualis (tunc venit) (1) sapremmo non talis germani non opaca -"-.-" , tutto poi dei le schiere ^pressione alquanto tale »--*?- venit hanno Nessuno tre. a volta una ****"-- lotìgopost tempore « fattfyAttBÌ solo - PARTE di nostro gomento ar- mento tempi posterioriall' avveni- a segnato. Col favore vita, per sua si apre imperiale che ciò tutto riguarda le periodopiù il Stailo per illustri della fiorente protettricirelazioni e con « ì di personaggi allora se di suoi dei favore avrà non Virgilio rilievo nelle maggior conlinciato versi, per il dono di centinaia di sesterzi del resto, sebbene della vita lo villa i versi divenuti erano fosse non modesto un più il anche che ricompensati mettendolo dalle padre Stazio suo ditato ere- coperto dei bisogni adulazioni limacciose e te altrettan- con dal al Orazio illusioni. felici il dopo di tempi anche sa speranze i agiato, avea quale lontano pingui tardi Chi stato. pei poeti mai stato patrimonio, tenne e dello delle nutrire a riconoscere una , cariche di ziale. Mar- , Possedeva la dopo che il volgeva spesso bel fuoco chiamasse (1) « Albano iiliuni L. intorno coi muggiti Grog. Gyraldi oortamine corona, ac lui a il noi itom agro un' IV Cwsar non eadem donavit, quoslo non notizio (?) qua bìsque breve ra, ter- quella V suo patrem auro accanto canuto. frutti ad Egli giovenca una eco pochi dell' inverno, ingannando , sviato ; solo ha assai tetto, vino di quale egli felice dei e povero gregge compagno Dial. un anfora numeroso albano Orazio: passarvi parte a sótto , Doniitianus di ritiro andava solitudine ad dal , predilezione sua, spesso schioppettante e belare vedea della albano campo parco T unica patria, era la noia al pensiero gli apprestava, essa nel poderetto un del campo un non che rispon- particolarisul riguardo: qui prresens insigniva. (?) erat, alla deva voce arricchì QUARTO P fatto avesse mentatori di fu dono Stazio di hanno detto di ruris boatus andò altro liberalità (1).La d' acqua, canale un non poggiandosi Domiziano, Parvi senz' 75 sentire canipicello del poeta il dagli acquedotti publici (2), ma deviare terra egli se sua, CAPITOLO il sopra potuto oltre. Alcuni più la che miziano di Do- villetta verso co- la con poca : honoribus (IV, 5, 1.) del honoribus quale, affatichiamo della che certamente honores, voce se fa pure caso, Orazio può tibi poma fundus honores ( Sat. e secondo in Egli, campo. ha questi Stazio luogo perchè scrivendo Pollio a medesimo Felice quello : oultus feret quoscumque ci significato che essere dulcia Et il luogo perchè primo bisogno notarlo,non presso Non dono, munificenza. per confutarli,in a identico nelP ha, spiegano appunto ben ci dice del altro P Ercole cantare per II, 5, 13 ). suo sorrentino, versi: Ast Dardaniao ogo, Kus domi, Uoda muleero curas Sufficoront, mihi dueis proprium, magniquo collibus sub quamvis albao munore ourrons sestusquo lovare .... (Ili, 1, 61, seg.). Si bene vede il V linda solo che non il campo, fece pietosamente seppellire il padre quale è In proprium. rus tumulo, quo .... Iugera Stollatam ubi tenens. nostra Latiis infatti esso ergendo suo, del il dono è currens mollo il nostro modesto un poeta tumulo: quiescis post Aouoia ingossit montibus principe, gran fata Albani Ascanius (V, 3, E bisogna morì, il a nostra nostro porre poeta in Roma notizia , per Stazio, ricevuto (1) Vedi (2) Silv. attenzione il Carmen Ili, 1, non avere in alla corte lyricnm 61-64. a ad dono questo, che era dall' imperiale, Scptimium il quando conosciuto, e imperatore volle Severum. 36 padre niente una farsi seg.). Stazio fatto, avea villa. benevolo Silv. di IV, coi 5. suoi 76 l'AKTK r animo versi feste pubbliche al mai luogo il poeta che fa descrittiva tutti ammirano bella accolto in impero le spese una villa avea qualcuno si facea fosse festa sia non quella specie La oggi di di pervenuteci, dall' che di a se gara poesie di da a ò detto Et che la quin tu Quia so, Convivaci poi da far noscere co- cando Man- zione la celebra- componimento e la reclame, Essa ho"; (f|tiis il poe- che non che accanto ò nimento avve- mente comune- allora in Marziale. vi egli prese si ò di Stazio, fra quelle mantiene fatto un parte al sempre solo convito: rogaro doomm ?) dapos inisti. quisquis is ost inops. l"oatus osso eretto avea d' uopo stargli socias ducw secolo ricchezza. Stazio prima poesia ])romitto»'() possit.hoc Nobiscum lam ottani non posto suo primo cantori, infatti potea Domiziano. anch' il il viglie mera- prima procurarsi era cantato accogliere espressioni adulatorie; principe, quando che spediva agli amici non occasione, Valerio riferisca le ottenuta. chi ò di ed , il bisogno di tempo; si faceano ne Saturnali dei del Roma, qualche importanza celebrato si moda in di quella ; altro di quale sfarzosa la e era dire, era anche descrizione nome migliore il colui turnale sa- pesca princi- far troverebbe e romano con e' ò da popolo, sentisse largita dall' imperatore cercato; tutti publico proprio le vie per Nò giornale. Nel un sì, che al poeti più i correre usiamo una la via fra facean festa il giorni di popolo parla si non sia poe- colori festa una argomento un nostri cronaca una fuori giornalismo, come ta e musa ai e il lusso e tenuto Roma in poeta, sua al lennità so- una dei distribuiti doni (Silv.I, 6). sua alla capitolo della un o descrizione alcun i ricchi cava piuttosto sgorga varietà opulenza alquanti giorni per la con si non nell' imbandire presente ad vera con poesie dall' entusiasmo che soggetto dell' arena, commetta dell' Per il largisce Eoma perchè egli allora imperatore e ni assunzio- si direbbe dell' monumenti, giuochi in la eccoci da siffatte adulatorio: quale magnifica i liberalità: il da quindi cantò monumenti, prettamente magnificenza Domiziano che acconcio di della espressione. Egli si trova P abbondanza avrebbe Ma metro. intorno; stavano erezioni principe, dirsi la ammiri quanti gli questo possa nell' innalzare e allora di via di e dal largite consolato, e un che Domiziano di l'KIMA gloriatili*. (I, (), 40 sog.K accenno tana lonal CAPITOLO in poi e Si può giuochi. Domiziano a da ci Stazio della di potendo rovescio abbondare esametri per di col di nome Poco in di di di del al (V Nella maximum dere se enim st*m. di la quale tempi anche ad voto sua mo uo- paca* fatale,perciò V indole del , suo di cento più Esculapio, all' mai un espressione una frasi,scrivere tale a o la per imperatore : se non noi e**at si del a a Jove del passata in popolo e Stella, dico: , bisogna Cetemm festa fra i hos quam o la primo no suo- mente esclusivain certo tenersi poeti zione ere- la mente avvenimento pur primus libellus prinoipium. sia l'eco polita cosmo- il caduto pubblico Stazio pe. princi- ne quella occasio- domandato avesse sce rie- te abbondan- attraverso pò rinforzata,ma un to, monumen- che pare magnifica una Stazio che queil' ammasso tanto un necessario all' augusto almeno romano, eco, per generale, direttamente canta il successo, dodicatoria intonazione inebriava innalzare (1). Il componimento po' gonfia, del poeta, quando si vuole E ricordo magnificazione, sarebbe tanta fatto Domiziano. ufficio nella popolo a vien posteri il ai partitodal popolo. Se suo Roma feci, indulgentissimo imperatori, postero die jussus alla ed accennare Queir il sentimento lottora sumendum stem: in capitale,quanto venuta impopolarità vero, del altro nella esser sarà esprimere vicini un monumento. all' ingegno vuole nelle si riferiscono che nient' nuovo poeta, potrà compiuta non appunto generale Infatti certamente nociva offerte descrizione, solenne popolazione un feltro-,, beneficio,. alcun noncuranza suoi rappresentante espressione piena, poiché ; ai che sa tramandi e scelto entusiasmo un semplice Saturnali, in colosso un quei luoghi la dei consacri viene tutti Ma la festa nella esatto la cautela Earino circo, e poesie dedicate* di apertamente dei e Giove. poesia Stazio e Padre senato, bella una del mai divenire in doni , sue silenzio,preferisce seguire e di le chiome dopo del ordine lodi in leone un al dalle quella quiete egli potrebbe condannarsi ingegno: morte turbato avrebbe dei popolo vantaggio materiale, ed egli per timido; anche naturalmente: traeva interpretata a non alcun del Stazio che lo richiese non che occupa pensare tratto carattere gli corte lo abbia rimane, ò si non giustamente non quanto tezza il resto tutto 77 QUARTO del suo sacrosantum vorsus, dedicaverat quos una e si alquanto tempo, habottoin equum opus, tra- TS" vtAWtft rara* ii_. il q*a più popolare.. Qual nuova innalza un « s' ohe È latino V il foro forse opera di Sterope ohe così quale ti ha colori si veduto il monumento cui in momento i suoi viene nel collocato volte Curzio alza ed che che il capo esclama viene ad dalla volta celeste le mano vuole prima da Nunc longo che lavoratori si patria sue dall' Al foro, il genio del go, luogine, vora- ogni comprende acque, tusiasmo, en- mille suono precipitato nella era al assistere invasi cura. con il tutto fragore degli argani, il tra e riempiono la jubar ; Tu nofas, oivilo palus, quuin vicina sodo tuori auctor bolla tu cosa, Irò lacus : Jovis, sod in Quod saluti» prooiia Rhoni, foodora si to montoni, tulissont nostra profundos habonas. tenuissot tuas tuumquo nosso propo audonte, non mo Roma tu felix, moa invonterquo ogo, tardum domas. marfco ! Nunc to Somol Ronmlora tu mihi numon Saocula, tontassos, (I, la prosopopea, attribuire il poeta a un medesimo; magnificare studio uno volesse nelle Domiziano I » proles, genitorquo doorum, nm veneranda Longo Ohi corsiere, quadro farci di scelto superficie delle Ooncossum. di le mitologighe un bensì braccia stato in come vuole piazza, era salvare Immortalo scopo vero ov- desima me- Dacio reminiscenze presentarci risonanti magnar Auditam di ? : Salvo Qui oocupare. del dell' atterrito il. u colosso* Pallade è redini .u l x stanohe lasciato Germani, . . vigorose per alla in oon trasportato sulla posto dei' particolari,ma da ripetuto, ai colpi quel ? Vincitore le difficili rocohe e solo che siculo, ha più vivi, animati non esso giù fornaci noi, per sempre con discesa nelle il Reno seguono Dei Bronte ti formò storiche; Stazio e di e s colosso, ò quello di effigio,lavorata questa braccia dì sormontato qual; comincia egli mole, a ; da avere più retorica genio tutelare ma la il soggetto, tutto di esagerazione poi la il lettore misura le poetica, trae sentimenti rievocata espressioni con esse che forse il rimanente viene 74-83). la se sità neces- nemmeno figura leggendaria tiva sen- di Curzio da sé, non allo suppone pre- voluta. della del poeta, dovrebbe timidità quali egli potrà che con l. detrarre accompagna qual sempre sentimento il nome cercarla ridi di sconfinato CAPITOLO il nella mente suscitava potere gli la gli aggettivi segna dell' nome ni, 4, 57-58; 62; tatkis pater roinanus terràrum Marziale, con fra due che non di poeti il risultato debba considerarsi della si sarebbe non chi veano Stazio dunque la lo senza ben altre le scopo di dominus per Per folla di (2) in ben volle facendo solo un quattro volte Cohen, Description 7° pag. 81, n. historique 7, 8, 17, 67 etc. I, 6, 82; Mommsom, (3) Silv. V, 1, 42, 74, 112, (4) Vedi A. Hadriani aetatem apud di di mai di (3),e quolla Róm. Róm. do- altro. l'appella- 2, la nel- ancora sarebbe il riscontrare empire a in tava det- quando puossi etc. sancito mente, pubblica- deus V qui ritrova (4). Qui 34 Sin giro, forse accetta sous che e si Staatsrecht, II, 2, II, epiteti modo titolo quella di frappées Staatsrecht, da chiamato Germanico di frase in componimento i circoli tutti in cerchiamo quel neggio ma- vocaboli, accettato esser col e una messo non poeta di epigrammi un un altro, dei due uno di corte avere noi uso monnaie* Mommsen, Silv. De des di 18, 21, 22, 23, 27, 30, 31, (2) Fincko, di 1, 37; V, 2, 170 por cui Siffatti cortigiani avea non pur uso Y altro, spirito per imitatore Quello che appollaziono, conio quosta in arricchirla bagno. dall' il torto più I, 1, 62, IY, 3, 128; V, 60, 61, 65, 66, ad al adulare. deus Y apertamente un chiamato esser una epìstole;Stazio sue Selva (1) e o corrispondenza seggio epico dello accettato oomunì guardare non suo ad facitore consacrati e tutto che dal orbisque' ha conoscesse non fino cena espressioni.Domiziano di suppl. una ciò dominiis H. durante avrebbe arte sua non zione avrebbe adoperandoli, potea nessuno, con lato, il non siati accettati essere di raccogliere la espressione d' altro versi uno Stazio Tale (1) (IV, S, 20") mundiy parens tempo. III, 1" (V, 1, 167) urbis reciproca imitazione, una per Eoma, componeva Y se ; riferirci 3, 98; urbis parte mostra uno egli possedeva curvato di eleganti come del originale. Stazio che Marziale e ; P quali di come lingua buona per le monete mai, (IV, augustissimus pater patriae ; che con corte, dei si nominano certamente è che dux de^ gonfiezza intendiamo non summus pater praeses; oltre Ma V, 2, 125) pater ; latius parens ; Ansonius ; 155 III, 3, inclitus, Ausoniae parens imperatore. La depressione dell'animo. quegli epitetidi helliger,magnus, a 79 QURTO romain, pag. 89, meri nu- 737. 717. 261. appellationibus scriptores Romanos Caes. honorificis et obviis, Eegim. adulatoriis 1867, pag. usque 32. 80 dire di caso che se Y perchè chiama Augusto fatto lui di sollazzava Nessun il al astro dovea di più dell' il delle dentro, dalla da e Augusto alla cima a base. Domiziano questo poeta che mira diventa la falsa;e chiamato più tempo di di sentimento verità l'abbrivo Iuppiter, parens poiché egli insignire di dato tardi più si camminò di nome tal poteasi nome avea e At di ad il loro cui al culto (1) Intorno Mythol. II, pag. jardins, 1877, Kevue pag. de stupot Itala florent gominao ziano Domiziale, da Mar- Orazio Anzi (3) di legittima , virtus, ducumquo vatumque laurus. prestato ad seg.;' G. 425 Philol. Le eulte 14 seg. alquanti imperatori, puossi consultare Boissior,La des divi et religion le e ulte de Roma Rome Preller , in, I, 122, seg.; Doet d' Auguste, III, seg. (2) Trist, I, 1, 81; I, 4, 26; pagina ed e avea Achilleide, , 33 è capitolina.Stazio I, Boni. Stazio scusa sulla guerra poema Ovidio principe. una chia, monar- anche Virgilio augusto del conseguenza poco: da deomm trovare longo primum tu, quem Cortatim un della (2), quindi dappoiché Domiziano lui, nella Graiaquo, , nome in mano Giove bello un la discesa come condizione la per ancora genitorque Apollo Musagete ancora quest' ultimo dire dato al detto ardito aveano priva espressione perfino col poi e sua Augusto vien potè Ma parola. sua la per era il poeta ma vi è Per , na, frater- militare esteriorità accecanti di potea sembrar Roma in avea- supplizi. con , in delle Virgilio eredità vittoria grande sempio l'e- creatore il domani comando; suo e eroe la un dato avea Orazio vero un atterriva nessuna di improvviso mutarsi, loro Non dalla realtà semplicemente lo e imperp, momenti nei monte un feste con ammirevole popolo vedere raccolta poeti entusiasmo degli Dei; maggiore popolo rendere a ool politiche, e Domiziano, ma ingrandimento venuta un civili 1' esempio strano assai lontani tanto a tavoce, por- proprio. conto coi suoi un come ancora per inusitata,o o imperatore; Augusto il favorito età; nuova una interessato potuto trascinare avea le condizioni perchè no V nuova considerare perchè quegli aggettivi erano (1); ma cose. fosse dio si volesse alquanto sempre appellazione che Stazio pur risulterebbe poeta PRIMA PARTE I, 5, 78; III, 5, 7. Vedi poi Finche, op. citata 19. (3) Virgil. Ed. piuttosto come IV, 10, Mercurio. Horat. Carni. I, 2, 29-44, nel qual luogo pare lo sideri con- 82 PARTE Signa, Àrctoos noe PRIMA ausim Bisque jugo Rhenum, Et bis conjurato dejectos Aut defensa prius adactum vertice vix triumphos, sperare logibus Istrum, Dacos: puboscentibus annis Iovis. Bella I, la cui sarebbe: sentenza tentare la mia con prodezze, avendo Daci; E » suo due del le lodi dopo viaggio Stazio in anch' uscita comprendere Tasso, sul dedioatorio epigrammi Omnes quidem disti,Ubi nostri itaque ingenio quidem di V anni che e tuoi i vanili. gio- affretti il non più lungamente le loro abbattuti Istro,e negli felici i tali, mor- dedicato derivandolo all' asserzione. suas, e. pag. dalla Vedasi ripetute le medesime selva IV, 5. frasi di e il quinto) suo dei scrive : , vitam, de- tamen, qui operis fruitur. Minus successerat: quam temptavimus, te il ottavo idest materia facilius tutto ne caele- fatigare possint, quam » che 2, versi: il libro legentur.Hic variare quae Silv. sfoderare famam, tu locum cuius 37, dice invece di pietatisfrequentius ingereret versus coi accenna. il quarto hoc gesta (1). Il sue lo imitò imperatore prima mixtura iocorum sulle avesse penna n' or all' fuit,in laudes op. presaga eh' Domiziano che occasione inviando oestro poema mei, domine, quibus aliqua tuae un quel te fortior suppone la migliore che laborandum satiare,omnis imperiale, e quasi, Liberata inscribitur,occasione (1) Il Kùdiger, seno scriver (gli avea subinde sti verecundiae nos gradire supplicane et, puto, propter octavus itale schiere rei ose- non chelyn. si di fia che avuto libelli tendo Gerusalemme un egli , suoi di al poeta Osi estro rito tua felice,se essa avrebbe Pierio nunc canam: principio della non di rendere possa erit, cum Forse Marziale combattuta Reno, Edipo; Y esordio: chiude JTacta fatto Campidoglio cielo,acciocché Tempus Una le tue il preghiera di casa assoggettato la e seg. della Domiziano, o volte solo canterò musa, la guerra ovvero io « 16 Domiziano questo luogo Da II, 4, quelle ohe volea 95 abbiamo seg. Aoh. che si cava Stazio fosse poeta niente, in poggio ap- I, 19, nei qualiluoghi riportato dalla Tebaide. CAPITOLO i a Egli chi a di cultori Koma in tenuto avea lettere veniva e fortunato T avanzarsi del sinceri cominciò volerlo a di pericola, ed allora la quale, due manifesta sesto col ogni luogo, vede egli E altra il I nostri pò duro, da altro affermare che da mettere la fra parte le tue migliore occupazione, pigro, potresti mai calzare il coturno, che di cotesti nutrirai riconoscerà (1) XH, di i vati che ciò, e o sale la voce grossa gravi, troppo la lucerna latino propri 819. fare i costumi. e li veda tuoi fin le tu ; col Musa, o dia si Come » la ma fa- sua tamente diret- così da: rispon- aspre fiato in attaccare muse fino al del sono Ma 0 a cuore vi ad qual vorresti pino occu- della notte; leggerà una tu scia ? La- guerre pesanti austeri, si dimagrire ci terzo libri appigliarti? troppo che pena ap- stesso giocondi libri;ciascuno Sembra Indugia grate ciance? cantare per l' al- abbastanza ad passa nona dedica la libro; col se ad nuova una dunque, da offuscarsi;quindi con i nostri chi po- epigrammi il tempo. anzitutto nel parlare suoi capo del temono lemica po- dire vuol sente già darci, non 93, Dacico. erano una con Y incontriamo in troppo; qual prò versi epico. Finge poema o fin più di libri la colmato avrà pubblico Germanico dei plauso del e dei al protettore cinque « ha bisogno un Augusto ebbe non la vede puoi, suo: in ciò per- d' occhio tenuto Marziale fortuna buoni dei poeta di Corte antico del più strepito,porta consacrati ne bisunti. e sente il Cesare se fama chi come « settimo la canto ac- ammirazione; noi metà Tebaide. comparire a Y Tebaide armi la poema, fare per 1' animo ? La canto come epigrammi tutto e nuovo si affretta Domiziano Imperatore con del Roma ogni angolo raccolta della parlava non letterariamente prime temporanei con- posto eminente un popolarità della verso alcuni ammireranno. solo forse avea attaccare Le solo. si trovò pubblicazione la dopo mesi tu comparire ottavo, il quale fu pubblicato libro tuo il ma e Marziale, della via poema; sempre Questi sulla , quale nella Valerio a di tempi l'attenzione ai suoi epigrammi. poeta nuovo allora e fronte di scrittore contemporanei misura, di invidia posteri capitale,riscuotendone nella trovarsi a i suo guadagnarsi desta teneva e il che genio forte per assai la (1) lamenta di far cadere sforzavano atteggiarsi a per sorgeva Tebaide della si quali ovvero caso, fine sulla Stazio 88 QUARTO e vi debole 74 Le parole tttjuft tua longo post tempore « induit me manus fattoiAttfttche solo In cantare ^pressione alquanto mi, la vittoria Noi imperiale e stimato Papinio riti nei germani dire il se la per poeta come ma religiosi; le guerre e che un si possa daciche, se pure solo fatto d'ar» esprimere un alla gara di successo quale egli fu questi egli veniva che certo ò avrebbe potuto istruito dal corte conoscere grammatico del poesie le fosse Minerva poscia nella accolto Stazio cesareo. pervenuteci appartengono cesareo concedere non intende non prima Domiziano, quando anche vorrà riferirsi ad di (1) P occasione Stazio dei opaca sapremmo non per Daci. sui poi lux, qualis (tunc venit) il carattere tutto Nessuno le schiere volta ima talis venit hanno » tre. a tale stato PRIMA PARTE di nostro gomento ar- mento tempi posterioriall' avveni- a segnato. Col favore vita, per sua si apre imperiale fiorente della riguarda le illustrie protettricirelazioni che ciò tutto periodopiù il Stadio per con * ì personaggi allora se suoi Virgilio di cominciato versi, per il dono di , centinaia di modesto della vita lo più villa i versi divenuti erano il anche che felici dalle Orazio illusioni. Stazio padre suo dei coperto adulazioni limacciose e te altrettan- con dal al il dopo di tempi ricompensati mettendolo anche sa speranze i agiato, avea quale lontano pingui tardi Chi stato. pei poeti mai stato patrimonio, tenne e dello delle riconoscere fosse non cariche nutrire a una sesterzi del resto, sebbene un rilievo Aelle maggior avrà non dei favore dì ditato ere- bisogni di ziale. Mar- , Possedeva dopo che il volgeva spesso la bel fuoco chiamasse (1) "?? iilium L. intorno muggiti Grog. Gyrakli cortamino corona, ac lui a coi ad noi un' IV agro (Ai'sar albano un anfora ha donavit, breve ra, ter- quella quoslo pochi non non accanto canuto. frutti V eco suo patrcm auro del ad Egli giovenca una , notizio (?) qua bisque tetto, vino di sviato ; solo eadem assai felice dei e povero gregge , itom Orazio: quale egli gannando passarvi parte dell'inverno, in- a sotto numeroso Dial. di ritiro andava il compagno Domitianus dal , predilezione sua, solitudine della albano campo parco spesso schioppettante e belare vedea Albano V unica patria, era la noia al pensiero gli apprestava, essa nel poderetto un campo un non che rispon- particolarisul riguardo: qui prresem insignivi*. (?) erat. alla deva voce arricchì il QUARTO Y fatto avesse del campicello di Stazio dono fu di hanno detto Domiziano, Parvi senz' 75 poggiandosi boatus ruris andò altro d' acqua, canale un non liberalità (1).La sentire di poeta dagli acquedotti publici (2), ma deviare terra egli se sua, CAPITOLO che la villetta il sopra verso potuto Alcuni oltre. più miziano di Do- mentatori ce- la con poca : honoribus (TV, 5, 1.) del hoiiorihus quale, affatichiamo della che certamente honorem, voce ha, spiegano appunto confutarli,in primo a se neli' identico fa pure caso, Orazio può poma tibi fundus honores ( Sat. e secondo in Egli, campo. ha luogo perchè questi scrivendo Stazio Pollio a medesimo Felice quello : cultus feret quosoumque ci significato che essere dulcia Et il luogo perchè bisogno notarlo,non presso Non dotto, nmnifhcenxa. per ben ci dice altro V Ercole cantare per II, 5, 13 ). del suo sorrentino, versi: Ast Dardaniao ogo, Rus proprium, magniquo Unda domi, collibus mihi ducis mulcere curas Sufficoront, sub quamvis albao munore cuitods levare testusquo .... ( III, 1, 61, seg. ). Si vede bene il Vanda solo che non il campo, fece pietosamente seppellire il padre quale è proprium. rus In tumulo, quo nostra Stollatam tcnens* Latiis ubi ingossit del mollo principe, gran infatti il esso ergendo suo, .... Iugera il dono è currens nostro modesto un poeta tumulo: quiescis post Aouoia montibus fata Albani Ascanius (V, 3, E morì, a bisogna il nostro nostra porre poeta in Roma notizia , per Stazio, ricevuto (1) Vedi (2) Silv. attenzione il Carmen III, 1, alla corte lyricnm 61-64. non in avere a ad dono questo, che era quando conosciuto, dall' imperatore imperiale, Septiinium e volle il seg.). padre niente una farsi Severum, 36 fatto, avea villa. benevolo Silv. di Stazio IV, coi 5. suoi 86 una PARTE sua assai uomo raccolta nuova al tuo buon Vittorio a colto,dice: Sento animo che contengono più componimenti E ce. credere qualche a quali delle Difenderai la tu Da di letto lasciano poesie qualcuna indifferente. la lode solo accetto te devo alle tirate di coloro le loro ciarle mi o si esso quali, se hanno appena questo libro,o Marcello. ora o riprensione.» Stazio si quella che si mantenne in Marziale, fin dai corte le persone presso alcuno,neanche Domiziano, negargli che tubo la per casa presso Nomentum il e rispettoe leggeva sembra che al con invitato,il non i suoi e versi suo non graditipiù (1) Epig. X, 58, (2) Ibid. XI, 18. (3) Silv. I, Proem. 9' si bravo che 10. di dei suoi Tito, la buon (1),e breve certa Stazio ne se sua largo da se passas- gneto piccolo vi- stima tempo dai la temporanei, con- rità popola- di ziano poesia.Domi- quelle di Marziale, ma cultore e il per predilezione;quando qualsivoglia,Marziale altro. parte tanto parte di più in stati domandati quelli di ogni dalla sua godeva acquedottoMarciano, sua una che del favore di pura sali,della convertì non di Stazio epigramma; e più e lui si mostrò ogni accordato sarebbero onta dall' ebbe avvenimento un alta di Quirino tempio cose più con conciliato piacere le abbia di deviato era sfera ad tempo, quale l'ammirazione primo di celebrare trattava il che del (2).Egli Stazio ma il d' acqua, presso sua, una tempi più cospicue un in sempre creata era dimestichezza E di me, volgonsi contro i dicare de- alla lu- prima queste raccolte io cedere devo in perchè coloro inutilmente poi ? Il loro silenzio mie cose fine libro da altri venuti biasimano corre, In invidiosi da negli non ed amico, carissimo,un domandarmi poi si affaticano che voce offro ai lettori che i che mostrare per amatissimo Marcello, suo trovato,Marcello Ho « PRIMA era non invece fossero si presentava, richiesto tornati (3). cetti ac- CAPITOLO NOTA In quale all' neir opinione che poeta forza ad ludi che la ascritta' da stata le noi di accordato Dimostreremo la che coli' addurre Stazio,e noi zitutto Stazio,an- abbiamo dei commentatori si nostra del un cupati oc- sono luogo opinione. nostra fa si questione Domiziano volte è minervali. di cui anni tre di vita Capitolino. gli studiosi tutti con ragionamenti gli nell'agone Capitolino agone nei della soltanto Stazio antecedenza accettare che giacché nelT dei questo punto QUARTO di discordare ottenuta Tesarne Premettiamo il 94; nelT vittoria con di Stazio poi e anno, alla rispetto sconfitto (1). Sappiamo 86 anno di CAPITOLO fu anno sconfitta La AL 87 QUARTO arrivò P tre: sono 1' Agone celebrare a il 90 86, Capitolino. L' Imhoflf molto dalle tempo di banchetto, rende egli ne che bene ragionando: così grazie dovè poesia questa capitolini,giacché 94, (?) vittorie albane, tre che al attiene si (1) il Poeta Saepe un da Domiziano ad eucaristico. earme scritta della prima Si un prende com- caduta ai imperatore: iteres ooronatis con essere P esorta fu invitato Stazio, trascorso « quinquennia lusHs. (IV, 2, 62). Ciò un del avrobbe non Per insuccesso. » In ( fu una 94. caristicon della Il fu scritto a che non crediamo pag. (2) Eclog. 70 ad di Uxor. non sembra questo p. volume. 17. si andrebbe dopo tempo questa ) sono di potè prima pensò fino quei avvenire vista mai capitolino agone che le vittorie bane al- posterioriall' 87, quindi, al felici che E 90. poiché avvenimenti, nel mostrare a se Y Eue ma pri- 94. inappuntabile, ma a meritato avesse nelT anzitutto mostrato tre, molto ragionamento v. abbiamo perditore afferma vi prima se riuscì P Imhoff ammette sconfitta,così commentatore (1) modo sola, come ne certamente Stazio questo questo egli siccome detto P erudito stesso perchè 88 PARTE caduta la il è capitolinidovesse ai della fondamento vero Il Friedlànder calcoli,era al si attenne da avea fatta è dello fuori messo il che Alba, 90, perchè il libro suoi della caduta, secondo i spirare dell'anno 94 (1).Anche questa data anche del data la menzione (3), trascurando 94 alla vittoria di posposta principio pubblicato prima stato il Morcelli prima cui in andar ricerca. accettò Selve delle terzo PRIMA lui 1' Imhoff, (2).Poi, seguendo il punto della più importante quistione. Il Kerckoff afforzare fuori confessa di incerta: Neapoli de cum tacui Tutti indizio in fondata è dal De in Tempor. (2) Op. accettata pag. e. valgono (4) Op. Patrem Mart. fuisse anno paraverit et videbatur, in quod illam ad iam non recfyavictoriis et » 86, laudem incerta tam re tum non de clade 90 cocidisset irrisum sìia acerbis (5) Quaest. Stat. : Ecloga i ludi fitta scon- domanda sarà su noi sorta, (vers. 28-33) minervali e poi e l'A- 16. pag. ecc. Uxorem ad cioè la si probabilmente (v. 227-33) prima nel E 30. La 31 Nella III, 379. 328 pag. poco. pag. e. nell' Nessuno albana. vittoria credere nel : 16. ( Sii. Ili, 5, loco aut II, tom. a Imhoff 86 postea ne questio- una Statius versu da ragione in simile errore opinione ricordata (3) Sittengesch. Roms, hoc mani iam admodum medesimo un siffatta vedere Epicedian (1) di crede peso alcuna famam sibi culpandus sum le metter certasse, et victum iam ha fregit subsellia « reportatis,veri convengono crediamo, nell' di celebraretur capitoliniposteriore alla ai nessun non ma quantam quandoquidem fortasse di sue (5). » quale reputarem palma sed aspirasse; 86, il torto avere Albano in et dell' data Capitolinus agon ragioni con (4). la cum Thebaidis tionibus statim Mitri « primus cum data mette Il Nohl e volta sua medesima la produrre, alla ) la voi. più et in del data IY, forte cannine commissione, facetiis pag. 80 V. vero ad si ritorna sarebbe 3, 231, omnino quorum che seg. credibile accottare vel invidia minime est il 94 l' del- (?) est quod loviter,sed Statium, diutius troviamo gli argomenti questa: respiciendum quadriennium malevolorum, 26-27. 90, dichiarandovisi ragiono loquitur; neque in p. dell' opera francese traduzione Romae noutiquam si iam vissime graanno mansurum carebat et ». 90 PARTE Stazio di quella se era e eroi, le il ad tutto inteso rendere di padre che fu scoli,(1) non fortunata luoghi in (1) Vodi » a cammino, alla disfatta seguito. E poetica pag. *17 di che poiché fino questo volume. di patrio.Oh, quercia bene a la solevi le altra arrivò grammatico, deriva quell'anno. dei lini capito- ragione a secondo che : lora al- tarmi inci- sempre degli gesta con i versi godere la vittoria i nostri Stazio : che chiaramente conoscere non sa stes- mano interpretazione; Campidoglio del e figlio, il la dichiararmi all' 86, così nell' agone dell' agóne anzi ammette Agone del sai tu e si viene perciò se ne col non dell' e tu Tebaide, Il passo ». ! che oro capo, alla 1' accenno potè vivere paova d' vittoria albano, insignitodalla campo il mio intorno presente della corona onorare scindere venne nel che potei procacciartialtra gioja non coronato una magistro nostra te a Io : facile il mio i guerre, suo vedermi potuto venne si può te padre Imperatore, non non al presentarmi avessi tu dell' « dice PRIMA fece caiuna Capitolo Sommario circoli I — letterari di Condizione Giovenale. Il Le di nei si scienza, poeta, al filosofo pubblico un i o quali scienza una Gli la loro con effetti nelle non sono accademie di pose, gli iniziati sempre, vuole curare e anni congiunta Nonio della sorti quasi favorire lo secondo nel ed in sempre di teratura let- una genere all' artista, al può è costituita quei di un'arte sviluppo lusingano Vinio vita. sua in Alcuni Vindice, fornisce essa si Stazio, tempo. suo intelligente che ma poeti contemporanei. derlo, compren- tutta di studiosi, produrre un'arte nuova. ciò in un profani; che altro è riguarda che migliori prima specie di concepimento, i seccare per della di i sempre . quando Marcello, Y Accademia ristretto del poeti poesia, una caso opera di i verso protettori. Marziale, ultimi sono bisogno giudicarlo, incoraggiarlo; coi e gli letterari primo loro Vittorio e riformare di o Nel decaduta. Napoli, il inteso è letterati Vopisco, in circoli i e quali una Stazio di accademie periodi o ritiro Mecenati di rispetto ai coi Manlio stimati: più suoi amici Stazio di Favore Roma. ultimi questi Rapporti Massimo. in Quinto. può Y arte essere si cade non espressione di sorte desiderati: quelle e la anche è in che della poesia, buona quel suole seconda da peggiore. un fortuna certo beare zionalismo conven- soltanto specie male che dere ca- si 92 PARTE Nella ebbero ne mai, che parecchie amici, della storia poesia, di latina delle prime, potrebbero anche fortunate Emiliano Scipione poesia mentre scuole o in fu scuola circolo e e Nepote, Cinna, Calvo, di quella a . . monarchia, i si e la circolilomeglio derivare di imitazioni poesia stata più, la via del tutto quasi rimaneva che le riunioni private , negli atrii più Augusto aprì esempio a le più colmarlo potremmo si farci loro Catone, che nelio Catullo, Cor- sugli arte maestramenti am- un' mostrato era e un' idea Ai dei potenti librai blico pub- poesia questa Ma latina sostituirono non ; ro venne- non in vori fa- seguito i luoghi a poco nella il poeta e era la capolavori del- i in non a le poco di casa volle entrare protezione. ricevere poeti; ai maggiori fra favori. Sul verso i non negò giorni, della Un largheggiarono banchetto, un liberale adeguata che cui poster te ugualmen- poesia verso non tutta repubblicana in culto vero tutti letterario;di poesia dopo nostri la iniziata,e da campo nuova successo famiglie gareggiarono benefizi. della generazione un corte, agli altri sua i frutti in greca indirizzo. proprio loro rimaneva. che per il sero poeti, ritras- divulgatissima larghissimo con opera intendimento solo ai aperte coltura ciascuno colti ufficio La il mecenatismo grado poeti più alti,nutriti seguire fine alto più un giudicare gli uomini puro ricche di Lelio, Terenzio, scuola; la poesia dall' ultima difficili solo festa la con i seguire di patrizio si parlò quindi un di e siron magnati di professarono unico di dei latini biblioteche,le botteghe pubblici e a poeti, che munificenze, poeti indicata poesia ellenica,nò e di casa di oratoria tempo. la pochi poetas. al imperiale. dovea che facit case originali,e condurre i né meno ai capace latina carattere con poterono greca, intelligentee mancava educarono di alla Valerio del se ebbero ne ritrovi nuova grammatico innalzò le corte forniva produzione sua sulla il circolo più la per non se accennare degli ingegni legit ac Augusto, con foggiarono consentiva assidui ragionando del grammaticus, qui solus letterario,e repubblica, chiamarsi Cornificio accademie quel . La la di favore e del fiore geniale durante convenire antica Lucilio, Polibio, Panezio; ultime queste illustri. Intendiamo soleano cui di meglio ed dell'arte critica PRDIA ad con sussidii avere le influenza e ciascuna nostre che sti quesuo il loro poeta costumanze, esercitava in non Ro- CAPITOLO ma la essa portata era oggetto od dopo, Nerone della vediamo delle nessuna non anni, quali la la P arte compagne Iuno Gallione da male si pose invece la a del 65 esiziale che sopravvivesse alla quale il Giovine (1) Tacito, di 66 e dalla Plinio Ann. essi temendo che i dei XIV, il più aprì allora liberali e e Seneca, e Seneca il 66; XV, una VII, 21, 22, 23; X, P che di nell'età dei ornata chi verso sontuoso ziale Mar- del di ventitre quadri degli avi, Anch' egli coltivava Panegirico, scritto abitavano, poiché dei padre di Lucano. che Pisone Calpurnio quelle per Ma Pisone, portarlo sul quelle grandi famiglie del di sua lodi e lettera 59. Anche Lucano, P un al Polla di Calpurnio Probo suo che e due si non aggettivo per trono nei secolo, intorno la sposa degne Filosofo,di del lui caddero con vano tutti coltivaerano Seneca, tre dovea insieme 48; XV, 64. lui per con principesca echeggiava ogni giorno largiscono in 63, sua tutti fu a medesimo, mecenate. la fine era teggere, pro- la dell' epoca; signore se ad che prodigo (1).Quando espressione congiura morte, ci ricorda con Pisoni casa Mela, Marziale di poeta, e gran esser nuovo la Della una come ad coloro strage. Verso e il liberalità e di fronte poteva gareggiare altri dei sala 5, 109. (2) Marz. di anch' privato le arti prima volta, verso di tutti alla più Stazio un o pei poeti; come Pisone del tipo romane chi, quella casa Anneo capo lo condusse infausti tacciano e coltivare fino secondo scienza. di e sembrano di artista il gli con grande splendore per poeti e Calpurnio era discendente attività o ancora un regno figura veneranda, affabile perfino di la poesia, e sappiamo geniale capitale. Il il mecenatismo per liberale e per degno era e non della Roma aperta la musica Roma in indulgente in ebbe C. fa vittime. e piaceri,magnifico venne la poesia, ma poesia cose, sciocchezza sua tutta la di ogni fama potere. Era conosceva, nei in comparire più potenti famiglie tradizioni,per voglia, una per di protezione. Egli sua romani; giacché apportare malanni. possa quanti venivano a dei vivere predilezione dell'imperatoreverso si solo non imperatore che, geloso largo lui oro di moda condizione nuova perseguita dei presto di d' P età voce Con casa la che occupazione quale atterriti della un modo Tiberio, Caligola, Claudio con la loro sul e punto diveniva fu Augusto tal a una bisogno suo abitudini sulle corte 93 QUINTO anni riebbero 96, la sola Argentaria, Regina dei Pisone (Valla) Scolii (2). a venale, Gio- 94 quale PARTE ascoltato avea che stesso di più per fu morte console fu illustre nome secolo loro aprono propria letteratura e arte in di o quindi si genere due fa menzione qualsiasi coltura letterarie Marziale di Di tempo. delle Canio dei o dei pochi dall' circoli a- ti anima- il pensoso peratore, im- conversazioni luoghi pubblici; facendo le Marzia- probabilmente sarà persone di una zioni spirito sulle produ- dello domandandosi Bufo, passati. , Le che di che si passe, occu- scrive: aemulatur An Lascivus elogia an oothurnis An in An otiosus Lopore in tinctos herois? soverus sophocleis ? horridus schola Phaodri? iocos improbi poetarum salos Attico nanat? (Ili, 20). ad E un eredità vantare certo che Mancino, il quale sembra non gli pioveano ogni giorno, Quartus Dum dies est, in fabulamur, Emptas lacerna» schola milibns munus sapesse altro che Pisonis. Re- far dice: poetarum dixti deoom osso Pompullao; (IV, 51). (1) Ep. 5, 17, citabat et 1: nuntio xaTaorreptqx"v teneris et tibi eruditam enodibus, sublimibus frisse mo materiam. sane edam hodie ecc. in auditorio i signori tempi adombrarsi malanni. poeti, ricchezze convenivano quale ore dei dal tenere poetarum nella libraio di voce sfoggiare alcuni in schola una passarvi per del procacciati la mane ro- appena e censo, i bei invano strarsi mo- torbidi;il dei per corte potuto svolgeano meglio volte della il comune, politica. Avrebbe qualche bottega stata di clienti fuori si sarebbero o sua quelle famiglie su ricomparire tutti dallo voluto avesse successero stirpe per ricordando casa, seguito incalzando il favore guardano si seguito numeroso di di la in Nerone A vediamo frutto poco Domiziano Sotto vere con chi insigni noi gli que- la dimenticarlo; poterono non più sempre Domiziano con invocano quali che e venne sia se memoria per magnifico. sappiamo dopo quest'ultimo rampollo quel Pisone fu di Calpurnio La poeti, che minacciosa e (1). Non ma ; più. rimanevano ancora Tito con 111 ai lui liberale dispotismo imperiale che nel cara lezione una come Conferenza comparisce non un bella una PRltfA Calpunni Scripta elegis orat fluentibus CAPITOLO Un altro della nò critica mettendo andare era letteraria, alla luce la nuova il libro Vicini voi Nostrarum biblioteca letture in di Ai poesia. di delicate ai nostri non faccende vine di qualcuno stato sono amici mi terzo fatte ha si è pregato l'importanza (1) Epist. I, (2) operose. o in lo per come curioso, dice Plinio fatto si crede torni non durante tale;quegli m'ha accompagnarlo necessarie quando ad in si pensa tutto si mina esa- un in cui ritornano esse a risponderà : un zamento, fidan- giudizio,un consigliare(2). Sif- seduta quel giorno che il Gio* tenergli compagnia a assisterlo in una vi e virile,ad invitato ad vuote giusto di fare più quando giorno, toga una che seguito. Domandate di il in di moniale ceri- un giorno meno essa o prosa il parecchi giorni abbia sembrano È « conver- rispettatoallora, più quasi per di subentrato era no, gior- raramente genere; generale, di così minutamente il spuntava desiderio semplice spiritoin occupate trasformato veniva ogni non si compiono, tutti i gior- 9. Consilia degliEdili,eoo. del di svanisce bagno ivi giornalmente tenevano visitatori di alla vestizione di luogo, giacché ricchi,appena altro testamento, quell' un occupazioni I fatto del nozze altro un le salo di ritrovo,ma alle dotte conversazioni tenere egli di dello si faccia che acconcio dei animati coltura e da assistere suggellare per dice: di arte, masi e Roma ciò alle ogni più che ad sopra case ripartizionedella giornata, e quello un le persone in (1), come le convenienze, tempi, anche anche clienti genialiritrovi di ma Invece soggetti di a potrà ove ineptiarum. orazioni; l'edificio di affollatissime intorno sare si domanda trosve, qui revolvant essere accoglievano pochi esse la di palestra letteraria. erano di Quirino. Marziale puella, ogni argomento o facea- otiosiorem la vinceano di poesie che , letta,e essere per tineas solea pubblico bagno si discorrea degli epigrammi Agenoris illic duo Sunt solo portico del tempio habet non Pompeius un XI piuttostosfaccendate pete portioum Quirini: Turbam Una il raccolta sua . di persone di riunione luogo 95 QUINTO qui Vedi ricordati sono il medesimo, quelli del pretore o Epist.,1 20, 12; XI. 6, del 1. prefetto Iuvenal di in, JEtoma, 162. o bK" iù, uw^ prilli*di e t*u*it" oupauionì, La casa tali che toga a una da mezz' delle età; occupavano amico Se in Ciascuno lunga pergamena tutti Condita urbe, fas decies Haoc faciant Tiberio, ha il cui (V, 61), lasciato il ritratto Solertes Atque animos, agilem Indolassato Instar Limina Mane un erit libro velocia letteta- tutti che a si vano tene- fosse qualche quale iacea unumquo ; sonas. sene. tempi : finget corpora curasquo corda stato essere suoi dei mentem poHans est, deformius, Afer, sembra populi, totaque pervolitans la di e clivo Ardalione prosperantia salutandi Roma, ; tuo nte^que : Ardalione officio Have Partheniosquo est quinto di di sotto cathedra inrequietus invenes nihil quei pilo, ulla nec consul nieros sane Omnino alba repetis Palatia Sigeriosque sone per- di prodire tribuno, est officio caret sacro feras mane to (1). mossis sexagesimo vagus Et ci sit iam tota nulli poeta pentametri, era chiacchere parlava Un oc- : Disturna non vi tutta delle uscire e splendeat Noe Manilio vedere origine quelle prodezze; sue una queste necessario si versi. multo Cui Anche le facies sino Se- Era ; ma di fare conversazioni Et Et ». quelli vecchi percorrere per di esametri tibi cum altro anche 78 tipo IV, ritrovo scriveano potea parola vuotava a ricordare intinta il il un quelle poteva discussioni ritrao da ora si quando di fuori soffrire può non da un Roma diede che e della origine Marziale si da in Roma. minuto un protezione, fare, della vita giornate, Y dunque, conferenze, co incomodi rimaneva e allontanati poco più larga scala, pronunziava diveniva quelle (1) Egli così in sappiamo magnate ora. poesia, allora trovato un ora una di o di le avendo non fermandosi tura tutte chiedevano ohe passare di per intiere non Non r Ardalione. Ardalioni le assorbiva che ò anche che, sfaccendato tì|K"di si Orazio, sugli lui che opwitt* uu iu" lamenti *k*fe«hm i ^4k" *d ci ay*vti*hu«tttopui quando $ PRIMH IWKTE pe** omnos vigore. habitabit per communis in urbe omnia amicus. vorbum composto sotto 98 andò PAUTE più il innanzi. giovine, d' altro ma se Iato di mirò benefizio di Marziale il denaro per Stazio di della dedicò corte favori, tranne quello ville. Egli resto della sua del vivere altri versi nella vita della poesia. coloro pel facile gli festevoli della coltiva di nuove: se stesse,egli le amicizie anche le solo avvicinarsi relazione più ciò soltanto di tempo : conscio è è dere rispon- di tale che della proprio avido essere da venire serietà di tuttavia tere carat- pare mite era Plozio e del utili, devono la tutti con amante nobiltà della Quintiliano zia gra- uomo un quieto, mostrare forti ed amicizia. di Celere con Quintiliano, col quale a perchè' egli possedeva, che patroni. Stazio senza ; va scrive- se e egualmente procacciarle.Per a alcuno sinceramente conservare del acquistate s' industria non alcuna avuto poeti splendide ad Virgilio; a con propria condizione, le conoscenze, potrebbe ai poco liberali premio nobile, duraturo, un compiaceva stati suoi siano pare ap- presentavano poetabili, in si più familiari nelle loro benefizii Selve, perfino sue Il nessuno ricevette nessuno eroico, era amici degli nelle conoscere somiglia contento di accanto si perchè e vena, quali agiati,parecchi sono argomento avvenimenti zioni fonda- a apprestato a aver dei amici, apertamente , ingegno; abbia di erano dubitiamo che mai posizione dignitosa potè ci fa carattere pace, non di qualche giorno avvenire, tempo gli Siffatta ad cariche, ma chiese dire a ebbe: che quelle nio Pli- (1). tutti poter passare stato largizioni private. quello ò poetare si riprometteva accoglienze che Gripo che sua di nel tutti alle alte alle poesie sue di come collettivi, Spagna condizione: non di facoltà di quello le parca ricchezze genere in tornare insigniti di e benefizi ai quest' ultimo sempre e comune più sarebbe quel tempo più larghe biblioteche,anziché suo noto di mecenate avuto avesse e del tipo egli scuole di 11 PIUMA non avverso , alla critica, riconoscente, di esagerato,ma che ciale del tale tuttavia eglinutriva tempo (1) Epist. Ili, "2) Ibid. 4 sensibilissimo,lodatore cuore per (2).Era tutta da la quindi una famiglia Flavia,e persona 21. proom. 3-5, e X, potersi scusare 1, 91. che di Domiziano quanto al- per mezzo della riconoscenza per mezzo dello stile uf- almenopel carattere avrebbe CAPITOLO dovuto della stima avere fece incontrare da ad il Quintiliano mai; Vespasiano ambire nel coerente sempre amico, fin e dal più chiare, tanto oscura reciproca stato, bisognava che Stazio sapeva il era carattere, non sostenutezza più chiare, quanto di ad assegnare più egli le, tempo. Marzia- gli ad selo far- a le lodi tributa ridursi vuole e tore scrit- ogni momento un epigrammi diato stipen- ricercarlo quindi dubitato li non il maestro poeta epico del avea libro secondo suo la sapiente del tempo, opera sua ma ? il era dello spese meritato seggio umile, a posto nella un Stazio; Forse per 99 QUINTO figura una : Quintiliano, vagao Gloria Vivere propero veniam: Differat focus Tecta Sit mini Sit immodicis iuvant fons vivus sit rudis. nerba ot doctissima non sit sine sonino, cum census fumos indignantia non et annis, satis. nemo immaginibus. artat satur, vorna nox vivoro p^oporat nigros ot inutilis neo pauper patrios optat qui vincere hoc, Atriaque Me iuventae, summo Quintiliano, togae, romanae, quod Da moderator coniunx, lite dios. (II, 90). Poscia lo non dunque Per e se Istituzioni Lo Né il gran illustri del stima per intime a chi o pel di quasi 1' Aretino di che lui, (2) pare semplicemente la ,1) Teuffel, op. Satir. il solo all' amicizia attribuire (2) certamente è VII, amiche e. § 325, 6. possiamo e dovea manchi Stazio. fu fra a posto Stazio, e questa non dovea cosa, qual- saperne qualche le persone Giovenale, avuto certo liano Quinti- perchè le dopo. anno Silio Italico. queir età, mostrò abbia che pensare semplicemente la Tebaide di poema tiliano Quin- ? Roma; (1) che colpa. Giovenale cit. 1. non viso poeti epici 90 retore tempo fosse quanto i pubblicate nel accaduto è stesso fra nei suoi versi; che più non in parlare ascrisse furono fatto buon Stazio,noi sentito lo non lo nomina non abbia al nostro abbia ne più, gli non tornare non loda essere di esempio, per tuttavia fra lettere certo non per della avere le persone volta che più care o sapremmo arcigno e an- 100 PIUMA PAUTK goloso, suoi nei come nella versi vita' intima; egli , Marziale, a questi poteva e permettersi accordava lui con migliarità fa- molta scherzi degli il seguente: come Do Saturaalicias lascivia i'otora tibi, Iuvonalis, agollo faoundfì, nostro Montula mittinuis, donavit puollia poma custodia nucos. occo, luxuriosa doi. (VII, 91), e fin nel nava Spagna dalla suo natio, dopo paese Giovenale Come e di si di poetessa molto molto a sua non se V dopo andava tusiasmo in imitato ne Le dubbio ma letteraria, che scrittori il medio evo. di tutte cura di giovine per scrittori staziana ci non nel poetare, oblectamus coenam crediamo noi poeti, era di a essere noi loro Vopisco era ora Stazio alla sono si loro noti contemporanei, di costoro, uomo tutto en- di lo che se aves- Si dava quando egli diceva (IV, 14, 2): nostros, quibus otiuni temporis limitano età nio Pli- lettere,e anzi fra di ; his le cui per opere versato vehicu- iocamur , aliquidetc. » uomini alquanti qualche soltanto in nos dolemus,quaerimur,irascimur,describimus intime di sicuro scritto dall' pervenuti. sono tarsi repu- il nostro. le di e la questi dal- preso vivere di e e state riguardava che ciò versi, che di la , mente spontanea- avrebbe fossero non finiva stima, poiché suoi al nostro probabilmente, esse di politica Sulpicia avvicinato Stazio proprio medesimo della mai nemmeno. Plinio,se Caleno , si sarà non di carriera di Turno parliamo: egli dovea non presentò Stazio contemporanee Italico me- tragedie, e Verginio famosa moglie epistola hendecasillabos dovettero fortunati Manlio diede nei inter amicizie la e , vita che di stati amici una poeta, quindi so certo hac liidimus, amamus, Silio si sempre dell' aria Ip, in balineo, poesia della Roma. autore dopo 96, quando tardi accipies cuni siano Scaevus non da fare dubbio in non che Di lettere cerca più soggiorno persone molto anno animo e dovea senza e posto nelle autore « amore; lettere. potente un senza di Stazio; l'occasione parte Stazio alla dati erano nelle grado tanto suo Spurinna, cose scrisse , Vestricio arini lui, e gli di anche pare il fratello poeta di satire,e Ifyrfoe ricordò si poi levatura nella la testimonianza poterono così nella che vita dei attraversare poesia come CAPITOLO studi negli di diversi in Stazio critica: metri lo chiama Tiburtes tua Faunos Aleiden, dictumque Seu tibi Liventem Sou e doì facciamo non eroico, in metro il solo nel veduto liriche, ed poeti augustei selva dei uno alla detti così Virgilio,non quali crediamo di mente di che molto appassionato da tutti i del ancora Frontone Gellio e Accanto a Marcello, Domiziano quarta avvocato e selva, (1) I, 3. i molti degli antichi e vedere dei al tempo nel la i non E Plauto, gli al regno la amici dell' ordine famosi più scrisse suo. da di scuola della in avuto 1' dizione eru- davvero era e cettata ac- dovuto vere vi- al tempo di patrocinava. cari al equestre pisco Vo- potuto vedere Adriano che causa al tempo gli di iam in operosità e avrà voga studiosissimo e questi, se non in literas predilizione.Avrebbe sua fino Y raria, lette- alla terza principii avrà solo del liano Quinti- appunto le dottrine accettare ma di situ vedere poeta critica proemio a specie poeti quella contro ci fanno ricavava. per fra più di lo chiama quindi trionfata stava dilettanti studi comparvero Stazio epistola ancora una generale tutte è non torio poeta Vit- nostro (2), assai Stazio Napoli, stimato gli nella da dedicò estate la del 1. (2) Mommsom, 517. e le che Vopisco eminente uomo in accenno, andare e Vopisco provava anche suo, contemporanei per si parole suo Ennio tempo, Abbiamo potuto studi per poetica. epistole,poiché antiquarii.Stazio, come quel quegli versatilità classici ultime V amico elogiare con tanta in qui praecipue vindicat et nel ugualmente provasse ed avea dei avesse quale apparteneva si satire in contemporanei. le sive turbes Vopisco eruditi la lettura e » che Vopisco quegli ipsum pleetris robora, Felice, il quale eruditissimi^ vir « fugientes pene XIJ, di uno ta poe- splendescat epistola cura. ebbero Ma iuvat ot nig^a rubigine mostrare a Pollio patrocinare a dei suo prima era lo. riconosce e Gatillum contenderò ad pindarici, in siffatto carattere e heroa alia non carmi di Domiziano. regno tollas meraviglie tempo anche animus satiram tua Cholys, lyra majore Pindarieis chelyn Sivo faciindiis(1) generi, dicendogli: e Hic 101 QUINTO in Hermes. Voi. X11J. pag. 428, Cfr. anche Xohlius, in Herm. 102 PARTE alla insieme 95 alla poesia; era nuova un uomo pratico, di grande Stato. 17 d' altro Avea che oratoria,tanto si stava 95 canto Stazio ritirato centoni modo caritatis Era di quod facundia dedicato di re spera- la valentia estiva del sint fama il libro suo Istituzioni hoc erudiendo quod augusto, alto, nato le armi per e cum propter non inter mutuae Getae con quem, flagrantem, amore dignissimum sod dolio Victori, tibi dicamus, magna) pignore iudicabamus, hasta, praeterit annos. litterarum eximio (quamquam personaggio ministrazione am- cura faceva per celeben'ima mine Marcelle opus, tum iam iuvenes et prima aveva nobis amicissimum haec « la quellastagione Iudicis modoratrix tibi sublimi Eminet, queste parole: di villeggiare: a Qua Quintiliano gli gli e nome suo in dirgli,mentre può Cossat e il chiaro reso faccende in Latina, dedicato mai era già affidato avea la via stato si non attività imperatore gli buono in mantenere e i fasci. pubblicazione.Marcello sua dello rinnovare PIUMA tuo, nos etc » guidare più per legioni insieme: noe Eloquii virtus; Quiquo e capace compire delle azioni nostre cure Elicona; il tuo con al animo, fantasma col che canto. E così, asilo le corde della mia ispiro e canto sulla avere ce tuttavia lo presenta difensore delle pubblicare. mentre alla Nella tempo a il cogliere fiori hanno ad tomba del di Noi, una giudizio tale, e Stazio liriche che prefazione alla ancho nelle lo richiede avea Selva con soglia del tempio grande mio maestro. sostiene » correndo vita sul dietro ta, disoccupalido nativo, inesperto di dito Virgilio,mi Marcello dovea lettere, poichò Quintiliano quasi pubblicato che cime , riposo portandomi sulla assiso sulle avvenimento affari. i vuoti pava occu- poche attrattive; te per ogni si non altri, gli parla Stazio, che te, così più grandi cerco da fuggitiva Partenope, spingo lira,ed poesie il lacerti, thoraca Beato « bollis, narrate essere gloria,riempiamo autorevole come accomoda Parnaso dei potontis suboant preparato e il peso della offrì anche altri. del formo sempre mirabile costanza vano allori i timidi di perdi non , dell' tardi degne sola mombra sunt gravem quelle degli descrivere a libero di ini tibi ori e come che gli dedicava, suo giudice, allora veniva dice: « e di Novissi- CAPITOLO quisquis me, itaque invidus meis ex eius Consilio quare traducor; taceat videtur, sed hactenus, aliquid legit,statim accedam in ? Hunc gaudeat. et 103 QUINTO summani: tu, Marcelle, defendes,si reprehendenmr. si minus qui sum ego nempe librum tamen adversum: profitetur se » . Nonio Vindice fra certamente cultore delle di poesia. lettere il verso ed tramonto, mi il cortese rimasta a riempirci del il ventre mondo e di vini 0 miserelli voi consolari. dell' uccello Faside abbia cibi le oche sia più saporito di quello si di canto sino cielo » arte, quale il plastiche. dice ? Chi « Chi si ben Prassitele, di il marmo 1' avorio lavorato Policlete, i disegni che (1) Silv. J\\ (3, v. 1-lti di più distinguere vivente dalla rivelano mano dallo di del dice, Vin- occupazioni, ed delle di quello di Vin- diversa proprio notti età, o autore ? intere, del dello i busti vecchio nel giudizio scalpello Fidia, sonno nel di per il Nonio con savie sicuro del cura, l'arte Fin- ricomparisce Stazio le opere il nome effigiatocon reso Leda di elogia le occhio marmo ne conversazio- occhi nostri acquistata sopratutto ogni il bronzo riconoscere Mirone, lui ad ed un la lubrica marina la affetto, dai figli ammira Etrusco piacevolezze, formarono dell' amicizia mai di più prontamente sa dei uno era ebbe meglio seppe cui nostro che quella perizia il cordiale scacciarono e carattere vero il poeta opere in noi le innoccenti o d' inverno, quell'ora (1). Ecco nel anche sulP quella sera a Per fasti quale cinghiale erba quale su o an- differenza informarvi il perchè e il tempo nostri sulla ad quale quattro coi dissertare la già dai amico) quando cena, passammo Rodope; , mollemente. aggirò quasi umbro a vecchiezza in monte le interiora, più polpute riposi più che del Marte seco arte Apollo, io ad , fatte venire godete di all' dedica di condurmi in ligente intel- va aggradi- ne V animo reva cor- era Stazio al campo vivande tanto Vindice che Non non : ragionamenti rivolto e gareggiare che fra canto memoria. di o da fra ostrica mia la gru con nel volle che Stazio di arti, e desinare intorno sono nella di delle °"gni cura Vindice incancellabile è qualche orti che gli per goli anche amico rilevante,ma sopratutto e dimenticata passeggiava, incontrò buon un giorno (dice Stazio Un « esso loro un' intimità di la conversazione e anch' era Egli piente sa- infaticabile usciti Apelle. stituire re- Fra dai forni siffatte 104 ogni genere, sarà stato Nonio tentò fa ne sippo di situata nella P argomento coloro che medesima quella di pranzo posseduto, variao aveano tumidia gaudet fuit quondam voluit docti di che Li- fornito avea fatto avere dice: aulao habitat lares Molorchi placidi conviva Vindicis e quarta, dopo terrovibus nunc Stazio ma statuetta Vindice, 1' Privato» Sic da di Nerone, tirannia della Selva Offonsus Utquo della dell'eclogasesta prima origine, che di gallo Forse (1). » , cantando sala grotte aonie alle lo, del bel- l'amore lira,e Vindice Giulio l' impero Marziale, la deposto rapirlo quel sgravare e ha soltanto può primo era di cenno riposa, quando parente motto, che Stazio a il per non si egli occupazioni in PRIMA PARTE deus. osso (IX, 43). Nonio Vindice pei quali adunque il medesimo era Marziale Alcidos Essot cuius Risit, nam opus Insoripta scrivere btudi quegli a breve un gramma: epi- rogabam foli*. hoc, leviquo nutu numquid est di occasione laborquo solet Graece « ha Vindicom modo dedito semplice privato, un ÀuffCTWCOU lego, ait » noscis poeta « indicatque basis nomen V ». putavi. Phidiae (IX, 44). Amico assai più chiudere saputo avremmo di lui. Massimo prefetto nelle Alpini (2) e giacché la Tebaide, e (1) IV, e, (2) IV, Sii. era una di progredendo di v. il nostro 21-31. 7, v. (3) Orolli-HenzoiJ. 45 con sogg. r"30(). gli dotato ammonimenti fu tanto gli grato che tento far senza armi: non zione men- ma pri- stato era la 3.a degli coorte il governo l' del- Studi e letterarii, bene seb- di sano nel avere ingegno era nelle comandava 93 ad poesia, Massimo, delle amicizie illustre arrivò consigli ed con ciò catalogo oriente,nel nella Vinio fu persona anche versato aiutò Nonio sempre coltivava si fosse di il nostro legioni Egitto (3). Ma non intimo 104 un Stazio che gusto scriveva quando lo chiamò stico, arti- suo fidus 106 motivo alcuni ? Per la ristrettezza e per 1' eccessiva la sconfitta per dovuto avrà alla malattia; malattia alla l'avea volessimo noi dell' opinione soluzione, vera poeta ritrovare siamo ma persuasi Perciò in nò da causato più gli motivo bisogno, un verosimile pare invece Dell' di in anno che comunemente rivolgimento si T Imhof promise poeta: Unger non sia morto prima di della nelle quanto ne alla di di fra di in vita sua re esse- ciò so capo suo inemicizia determina premossa Lai. 1U». ]|, con anche Vi. ui)". 10. uno e della 96, e alla morte Domiziano; stilo il misero quello il regno; ma molto volontà. intorno fra Tito nessun quel adempiuta, di che scoliaste sorta dopo ancora fu non là di in crede si notizia; più visse mezzi, uno infisse Domiziano Bibl. del vita (»J" 96) perchè vada che sappiamo, ^ (I) Fabricius. la Stazio pensi veruna Domiziano Stazio che insufficienza per si ha poesie suo dimostrare allude qualcosa sdegnato Il valore Stazio riporta la opinione la Tebaide nella suggerire può non sua altro. Potè di preoccupiamo biografo per altro. un per probabilmente più ; il : seg). nella nò capriccio,ciascuno un morì di siffatta promessa, L' ci 37 il ritiro di alcun cui riscontra accenno da o importante pure non quella letteraria, dice ci ascriveremmo accettiamo produsse non esso esponendolo ricerche, quando tali che di (v. certo motivo, un 94) la recente moglie della vita. spiega qualcosa oziose. alla , intima, un ricorda quasi agli estremi falsa,non affatto sono il poeta di Stazio giudiziosamente più , loro nel secondo proprio amor L' Imhof anche Imhof; o patria, e poiché che ridotto V cono verosimiglianza,di- sulla essere guare, impin- capitale, soggiungono capitolini: (avvenuta ludi infatti nell' Ecloga e di mai potute non nella vita credono degl' invidiosi. che Se della fortemente toccare mordacità sostanze, sue carezza ai PRIMA delle altri,i quali ; mentre : che PARTE Stazio conseguenza. del della (1). PARTE IL Capitolo SmuvatU Il — di mito di Europa di toro. padre più tardi uccide di il del Agenore, sorse pugnando discendono di ornato Il ckto poscia i ai fatti ad di e La di il sangue Inoa, figlia di ha fraterno; e ad che sotto nei sacro luòghi Marte. a di questa al suono caratteristica di cui in Cadmo figliuolidella i nascono forma comando per dai cinque, periscono tutti,tranne città è della poi mamente inti- lira V a- porte. la fin comincia Cadmo, che a al ratto capo di Cadmo questi fondazione sette mette Giove fino Tebaide dogli episodi. da poetico: Anfione fayple tebane Si tebane dragona di e di loro mito un sorella un denti, fra convenienza o della fonti Le Fenicia, operato con Tebe. mura tragici, cruenti. scorrere marito di re ampie delle i parti tobano. leggende della cerca semina ne ciclo peregrinazioni le s' incontrò Tebe, drago, di re dol dello delle la serie in va opici Misura derivano ratto accoppiata Tea Pooti Poema. Tutta — quel terra, che quali Edipo I Edipo. figliadi Agenore Da del di Divisiono Stazio. n mito Primo con dai primordi Atamante, assistere alla preferenza una con primo Cadmo re distruzione di a dere ve- Tebe dei e figli 110 PARTE per opera che per e di del padre (1). E Anfione Giove, Sorge T attenzione sé sorelle. Laio, la ce la ucciso di leggenda alcun avuto lui da nato Laio ma avendo figlio filo di ferro. 64 fu 65 e Polibio che Ed Edipo si avviava età, Laio in alla 1' oracolo verso Essendosi comandato fosse venuta che enigma il Tebe da il belva lo chi padre In suo. la biforme, che quale scioglieva l'enigma,il matrimonio con il seguente: Qual dubitandone gli (l) Nefele allora Atamante disgrazia del Inoa leoni, ed nel animale ucciso mare i è bipede, tripode era i a figlidel seconde primo Inoa di Corinto. Inoa. nozze lotto, Elleno sdegnata figlidi loi,parovagli Learco. e. di ohe allora proso quale divenne pazza Frisso, ciò, oocito 1' una l'altro fosse dice che proponeva un 1' enigma, è fino di — sinistri che a in in di pur nella $aooo. rapporti in costoro Atamante, e ora Edipo, opera per be. Te- che quadrupede leonessa figlioMelioerta ? colui a il regno con tal furoro una consapevo uccise,in- premio quadrupede il e perbia su- riuscendovi, fossero e mise tori. geni- con si quale tale, un veri ira, lo Giocasta Costei da avendo in 1' uomo, di moglie il fanciullo i suoi proposto e un figliuoloesposto. quel tempo Edipo, potè spiegare prima moglie di Atamante, fuggire. Giunone o di altri,Tispose che condusse padre di bene vedoro era ancora eccezione alla Laio la con servi,ai quali fortuna molti, non fosse fatta I del dall' Sfinge, che Nessuno, e lo fece piedi già fossero Focide, presso risolvesse;e Si dice essa. i prima sua largo,Edipo, spinto fosse una alcuno perchè stati uccisi facesse Dio, sarebbe figlioe un Edipo. della domandare ambidue quegli a il spose ri- ogni malanno; lo lasciarono ma consultare per incontrati che detto fu volta, fatto consapevole sua di casa forato Pizia figlioche figli.Di poi, quando avere volle le altre averne. il genorò responso, lo esposero, potuto avea la empiuto nato, avendone fanciullo,non non cresciuto era del conto di su : per prole perchè questo poscia il fanciullo il consegnato alcun chiama essa dimenticare facendo Y oracolo consultò concessa reggia, appena Per costei sposato Giocasta, figliadi Creonte, e il padre ed ucciso fece dalla stata era avrebbe non via portar gli non Lieo, a figliuolidi ed , che fino segue dai Edipo, Diodoro; IV, narra Tebani, dei re qui udì più grandi poeti greci, come avendo non terribile dei Ecco « fu leggende Zete. e quindi delle il terrore ripudiato Antiope, aver SECONDA rono stimaohe al gli altri piccoli braeoio e si precipitò CAPITOLO sua infanzia,bipede per manco T di crescendo forze si oracolo, si precipitò da non ed conosceva, due e I in di tere, ad si pattuirono che avrebbero ricevette Argia avea, e che sul abbia Dicono dono alla guerra ad sorella di di che, nella morto lui, del a guerra dalla tradito il volere andare il alla Amfiarao di che contro Tebe. andato anche il crearono da i sti ripo- restituire che spedito per salvo. che Adrasto tenopeo, Par- Amfiarao, di Essa Alcmeone, Polinice e in dissensi giudicò essere al il Amfiarao a in vore fa- compagno giudicando imposto aver d'oro, persuadere volgevano pur ricusava. monile un dovesse periziadel si dovea componimento. Amfiarao la con dergli ten- conducesse si di Amfiarao che vani gio- Dicono guerra, quale che figlie che cuore era Erifile,moglie Erifile. Ed Licotheo, li avrebbe avea quella del ad padre, impazzì. Adrasto, guerra, a dò an- Tideo, Capaneo, Ippodemonte, a moglie moglie, consentì, dopo uccidesse ebbe ritornato Adrasto, e per due questi, prevedendo affidare giudizio le consigliavano mezzo per Adrasto, aggiungendo aiuto stato Armonia, convennero Adrasto, si associò fosse donato avesse sia il pò* che e ritorno. Eteocle mo pri- due, Adrasto, prima del trattare amici se dicono costoro che cedere Alcasto che il riuscendovi, non valore, promise che Anfiarao; ma quel tempo il regno, per Gli della ed essi toccò volle non nipoti Adrasto opinione e linice, Po- e empietà età, tempo A reputando ogni perirebbe, che In fuori il vate di Minerva marito. Tideo. loro di oracolo, sposò Eteocle, per Atalanta. Polinice che dal ad che e alla guerra vaticinio a i Argo. certo un per stesso cinquanta guerrieri,che ucciso figliodi suo lui ad che regnato vicendevolmente patti e Calydone patrio;ma trono udito, si preparò anche in anche molto Tideo agguato, ed Etolia aspettava Polinice, mandò ciò ucciso madre, Eteocle della maggiore dei Nello Adrasto. re Polinice, Deifile a ciascuno Tideo 1' adempimento la più agli uomini, stabilito spirato il tempo lieto animo, con il era Sfinge,secondo maschi, cognizione avuta mostrarsi il la ' Ismene. Eteocle, che Allora figli,due non avendo rifuggiasse dall' ed vecchiaia, quando Edipo sposò a Ma presso figliodi Eneo, ed Edipo Ad regno. Argo, altissima. lei quattro età Polinice, chiesto e bastone. un nella tripede e , ciascuno. anno ad rupe da costrinsero casa, anno età, temine, Antigone attribuitosi il regno, un una ebbe figli cresciuti propria in appoggia 111 PRIMO di essere figlioAlcmeone che Tideo, eseguì poscia sui punto di quattro duci, Amfiarao, Capaneo, Ippodemonte 112 PARTE i Partenopeo, e Eteocle furore con le la terra fu visto i perirono, di i diedero Cadmo. La fu già significatonon che uomini Poi vi caduti gato ne- do osan- non nobiltà tutti in passano erano questa di Edipo in è la sotto fondo città condannate da tesi ordine un il in morale recondito la L' illustre etico assoluto dei punto sì con nostro greci,che hanno te mol- ancora scosse critico ad vennero fu non di cercò ci naturalisti- miti tempo il Bréal principio siffatto si vedono esso poeti colori,più tetri tanti col Comparetti intiero. un solo (2). Ma e di fantasia i suoi dei noi mirabile,e la con menti aggiusta- francese, il Bréal, uno che tanto vani modo un eccitò originari)i quali quasi per della che dotto Un dimostrazione, demolirla in dei e interpretazione di nella e d'accordo. ariani servigio a il mito originario naturalismo sua da Schneidewin significarequalcosa significatomorale, dell' anzitutto che non gli aveano Tebe. a questa leggenda, dallo scritta più è il mito un assumere obiezioni i Tabani ritorno coloro tutti a abbisso, un si che tracce lece fasi di certo i miti (riflettenti in Adrasto il carro, molti e Am- morte. tutto Adrasto, insepolti,perchè ripeterla (1). Ma dal quelli di mostrare che cadaveri, gli Ateniesi, molte epici e tragici dovea di Adrasto sepoltura delle essa, esentiamo neri fuori duci, alla incontro inghiottitocon e ascendendo » storia di ci lasciò quali tumulare cuore, di altri poterli seppellire,e alcuno di Gli più. mai lui di andò poi Di- Tebe. partirono verso l' altro, Capaneo un scale, con sotto esercito 1' uccisero si nemiche mura fiarao,apertasi forte quali tutti,con Polinice e SECONDA ce feliforti espone le azioni « determinate certe , naturali conseguenze le commette ha ne non procedenti la dalla loro coscienza stessa natura, le ha o e commesse colui se suo malgrado si potrà dire , o ohe può la anche disgrazia, ma è sua come soggetto fi) Die 1832. (2) Le si fosse Sago mythe d' la Prollor. se animo con noi tomo Oriceli. Oodipo, Paris, ne V giù sia del da caduto Mythol. Momorio IT, 344 per » (3) della seg. Pisa 1867, pag. 52-53. e alle è non di caso, 1863. Mitologia comparata, sottrarsi fabrica una deliberato dolio mondo, potrà egli questo per piombi membra, Oodipus, vom anche o non gittato giù Vodi (3)'Edipo le migliori ragioni che uomo un frangersi a se colle scusarsene che meno quello quindi sooiotà seguenze, con- roalo rebbe sa- sostie- di Gottinga 11*4 PARTE maledizione dei il come Tideo eroi tutto Nel tebani poemi Ethiopis dipodea era lo di storia nel non Che al ci ò l'autore V Edipodea valeva la seconda come «Ora Tebe le celebrava Muse, o imprese la rivendicazione e col primo, la più in opera nella (1) Storia della V. identificazione dei duo (3) clus, I, dei antichi un titoli altrettanto 1858, non eroi poema, che se più ne ccòS* fatto vissuto , (2). Il la come baide, Te- consideravano ne prima spedizio» argivi caduti dalla non allontanava (4) sotto grande sua alzare seppe più si nella stava acco- ori- 133. dubbiosa. 195. (4) NOv vista ha ci Aretino della autore I, pag. sombra di spartano la E- frammento, Borgia di e seguenza con- più giovani l'imprese essi. Questo quasi U per un ne ricordo Cyprii punto pedestre imitazione, e quanto (.Troca, Torino 01. il gruppo degli Epigoni; e anonimo figlidei primi dei al modello, Chron. (2) Eusebio, L' Lett. una gli un cantare rivela ci là di esteriorità con operata da somiglianza sua a il i canti nemmeno anche era spesso parte. Cominciava cominciamo, quindi che concludeasi , dal essa Olimpiadi, contemporaneo questa a vo, sal- raccontava e Klnetkon nomavasi (3) role pa- in gli Epigoni. L' iscrizione pervenuta. che e causa con mettersi tra e Tebaide, cosa Alcmeonidi o legata così e e delle principio degli Epigoni poema il delitto Eschilo a , intorno come Tebaide ciclo più nulla, poiché sappiamo ne solamente conoscere la Zenodoto della suo alla quasi Edipo. larga esposizione una come (1). » Edipodea, tra era introduzione una noi poetico? fato. suo , inquadrata era la Tebaide così della giungeva alessandrino grammatico composto dipinta da ò soprannaturale ente , la o era V Iliade come e Arione, del epico ed solo Adrasto predizione sugli Epigoni ciclo della parte prudente, all' infelice la descriveva (II.V, 409), eroi cavallo suo una con altra a e P Elena come incontro Omero ; ed distruzione loro caratteristici. del Polinice a capi argivi rappresentavasi probabilmente emblemi mercè ora il consorte, per sorte sua opponevasi , flagellodi quegli ed dei della che mo Aiutia- Rappresentavasi Krifile elio trascina conscio dei principale della il volte. due combattere. seducente correre, L' insolenza ed di impazienti ; donna a per ben tìgliripetuta saggio consigliere di Adrasto, , guerra SECONDA Motteat. òrcXoTépcov àvBpfóvàp^cip-eSa Todi "Wolcker, Cy- CAPITOLO ginalità della Forse di notizie del parere sublime che vita Quando formata. avanti Y connessi collegavansi e uditori gli uno Y con morali di e loro Odissea, una di serie fine il eventi tutti stessi,col zo mez- mitologico-filoso- idee certe tanto, sol- altro,riferendo in in ciò compievasi più larga una a , trattato in nelF e cui considerati pure, riflessioni Iliade per prima. pure fu che e la differenza nelT conda se- anteriori. poesia, azione alla ciclo, offrono questo vera come grande una canti la quanto confronto in consistendo Omero, esteriormente fu Ne fatta evidente è prova da il poema, poiché le di continuava carro, la sufficiente secondo Tebe, vivere a sintesi che le altre e certo per nel canto allusioni IV, già era 376 seg. V canti nei , l'Odissea,XV, che 244 tradizione la mentre : tebana si può dubitare Ma 285. più meravigliosa e Iliade, la leggenda Agamennone, VII, 223; X, mura la composta pronunziare seg; sotto soggetto di da in di ci dice (1). » 803 abbiamo rappresentava generiche certe fiche noi svolgevasi ma impresa una si eroica, apparivano di è vi non proposto, che degenere avvenimenti preparato dai meno nobile « di povera stato scarse non che sia era Muller, stile uno ad Tebe il soggetto Le Apollodoro (Biblioth. Ili) invenzione. guerra 115 PRfMO era non nella nei muore ferente è dif- Tebaide dalla quel sacerdote, ingliiottito gloriosamente posto com- Amfiarao seg. fermata ancora col terra regni bui, proferendo suo pre sem- oracoli. La fiorì di spedizione T dopo anno le con sue noto un 404 A. in C. seguito volle Egli epico da tutti indifferenza che tranne di mezzo in da il Antimaco, al aggiungere per grande con da cantata racconto, egli, leggendola abbandonato il teatro fu elegie 1' alloro ricambiarono contemporanei secondo Tebe un mirto Platone. che sua , La « i , vuotarsi vide publico, statosi acquima poema 1' opera quale Tebaide di , dice Antimaco, il sempre gran prestigio di scelta delle espressioni; vi era di (1) 1. egistra per Muller, mitologia ma nei il poema quel e. Il fascino questo Grundriss riguardo poche scritto mancava, inspirato che Bomhardy, fu particolarie critici,di quel collegamento antichi e citato nò der notizie. Griechischen né largo disegno; un la sentenza che ferma la pazienza Litter. nella studio attento secondo naturale la lima su Parte gli de- Y attenzione, possono 2. pag. 252, 1W SECODDaY^ PARTE ' ,. Adriano creare.. affettata sforzata,, Omero,, scriveva omnino et naturale non (Thebais) « defìcitur Àntimaco Colofonio, Menelao ne Caria, di cantato avea Roma In elegiaco,col poeta Duni tibi Cadmoao ita Atquo sim Nos, Tebe allo stesso militino argomento secondo se Lo fonti : llomoro carmini agitamus bus, amores, in quaorimus dominam. illius exiguus Noi abbiamo v. (1) Thebais, il ducem opinio Pare da ancora nou giovine. est Statii nulla Tebaido ohe cedere : Accio, all' Dicunt il vE7ura si le di 0v)(3ais no videtur. in ista poetam volunt, sufficiunt parole ila Quod 27) dice: quod reni tragico, editore improbabilis, propterea non poota Un costui initio fuisse puto di affermare. liaberi attinto ab tempore soltanto notare non abbia del poema Rclù/triac, pag. collecta me a se per Stazio che exemplar et sit, consultius numerus della frammenti menomamente celebratissima potuto 466 dai Schellenberg (Anti madri Statii che credenza comune ma può opinioni fragmenta tam III, si non quidem Thebais bandae lo E stazio— sog. Fausto certo un 1 (1). tema Àntimaco, vulgo haec monui, oa di frammenti, Antimachum di anche Giovenale, a al medesimo Tobaido pervenuti, sono dei dolili dal poema molto prestar fede intorno provato era ci dobbiamo del la frase J, 7, E : ; confonditi nostros aliquid niente. Politico, Thebao mollia duram (Poet. 17) più le lotte fraterne e tristia tuis fata Aristotile Omero, della città Anea sappiamo mano con dicuntur, consuemus, Aiquo di di non pose folix, primo ttint modo ut chi fratornao Àrinaquo dispositene- et Antagora, Antipha- Tebe, nativo loro opere la cadmea cantare di Aneo, contendeva Properzio, a tiliano quei poeti.» Quin- di la testimonianza Stazio, fu di davanti jucunditate fatti un Delle Amfìarao. di amico Pontico, forse cosa, » dei secondo che prima 1). pure Egeo, Cercine, un e (lib.X, ogni per Àntimaco primo affòctibiLs et et cantarono del epico amore suo collocò quando lo stile imitare ai consentaneo , : arte Con e di tentò e rimase quindi Eschilo, fatto vonne vero procum quorum, ; relinquere. scoliasta omnia abbia At medio dello ut ex una al libro Graeco poe- tragedia. Una attribuita » a Seno- CAPITOLO ta Antimacho veteribus deduxisse, qui in 1' orditura, per avrà tempi avuto ancora anteriori Divisione Poema dei dell' arte, 1' simmetria, Il poema di non esse intendiamo quella altra ogni nostro, anche il costui la che nel in e di fosse esilio. Ivi Eia — di nelle il gli da- to prodotgole sin- sue Il studiata prodotto armonia la di una la del- mezzo per delle parti,varia delle di Polinice, recarsi in invita divenire che suo delle scelleratezze dalle ime radici, dovea genero; compiute e raduna del agli del opere Stazio due di il regno il cedendo Argo, Polinice nella il coli se- di opera Adrasto, da Ma Dei e anno due no passarvi Tan- e lo to Giove, sdegna- determina si il come figliuole sue, intanto ad rimanersi segni esterni Edipo, degli p/imo potendo non e re accetta. il concilio molti Neil' il per delle di nanzi in- Polinice e sancito romano. Tebe una casa spirito periodi : riconosciutolo sposare cluderemo con- avere sempre già avea posto presso lo che convenienza il poeta in analisi diligente pensiero. poetica ricantarlo cui esamineremo la lotta,di Eteocle è di ideale tipo un simigliante. Noi una ciò noi poeta, usando nostro occhi scuna cia- ma altre. Con alle ogni modello, deve nettamente toccato suddivisioni, rapporto dopo tradizione a delle generali di di giunto, Adrasto, dall' oracolo in soltanto Tobaide divisa predetto a il fu che distributiva essere ai criterii venuto il fratello patria,pensò Stazio elaborazione la Omero, esso , giudizio della troviamo 1. Periodo Eteocle, deve e poema quei particolariche prima ; suoi ispirazione irriflessa. in misura dinnanzi indipendentemente L' argomento con ha arte risponde agli occhi, di priori 1' opera a che di produzione esso di il tutto la misura dommatica se ai imitò quello Odissea anch' presenta conserva largamente prima altri libri quanto tutti omerico poema simmetria T!:ade, opera nella condannare estetica continua disporre il fra queste. Stazio di di e Omero, dalla scelto almeno proposito nel capitoloseguente. dopo quello esso, sa di una ritrae uniforme : di esecuzione non anch' è di avrà quanti questo, poemi della ò non varia uniformità nella due disciplinata,che fantasia Di Stazio, più corresse occuperemo Virgilio, il quale di della ci Dei — che non scripsit, et che certo soft' occhio Odissea, presenta ciò parti ; poema tempi certamente lui a ò qualche autore, a sull' argomento. correvano epici suoi ai Egli » rivolto sarà posto che Antimaco, ma si se Thebaidem ipse longam et habitam. pretio magno 117 PRIMO mostra di la sveller- irremovi- , 118 alle bile V Inferno al di preghiere favorita sua dire per dalla di corte paterno col di senato si rivolse inviare Eteocle dichiara di viene il givo, quale alla animi alla Tutto azione vera Periodo 2. quale è (a) paesi, si lontani la pericoliò esposta le induce e La si fa siccità sploratori,poi indicare si a subito muove allattava,guida gli la sete e la lunga storia frattempo morire ne storia,ed sua sente dalla egli era che uscito il misero gli ò ultimi vogliono canti, nel stesso di vagiti, nuova gli Amfiarao e i sinistri il e popolo V antecedente come la seconda muovono Nenie. ed accorre, il le da ritorno imminenti delle dee que, ac- elemento. liquido manda Adrasto e- , Isitìle che fiume schiere, Adrasto averlo di pano, accam- si ad presta , figliuolodi Licurgo, Ofelte,che il il volto delle vicina si quali a tutte argivo incontra la parte, nele Bacco, so a campo terra a selva per Ar- prode rivelare forma e si argive chiama medesima dalla ribile ter- accendere Adrasto superficieterrestre nelle quella dato man- Una della sacerdoti incomincia Isitìle,bagnandosi parvolo, dei guerrieri all' amico assetati al ad Argo soldatesche,e sapendo sentire l'ordine ritornato in tre vallo nella fonte, e, deposto una primi Tebe, cara ritirare Tebe di sdegna vieppiù non conda se- proparativi. le schiere dello sua il la forza. determinano canto quarto accorge della marito con re mozzo ai mano di ottenere scopo poema. prima marcia, una si cise de- , solo Marte per nei la guerra: narrata dopo dà del Col — (fio ve Marto e Tideo del i sacerdoti contenuto è questo della si dapertutto e guerra, Ma aiuti,il quale Tobe, giunge, espone opera per il trono riprendere per legato è il regno invia Polinice Capaneo, ma tesa Dei: terminato Eteocle, allo ad verso cedere di Adrasto Il consulta degli volontà la Melampo, augurii, Adrasto guerra. ai trono allora legato un ospitalitàe sogno al fratello. Questi il regno più Pensò suocero vittorioso. esce ne violata perfidia di quindi nel- , , imboscata la scende presenti nel si richiamato essere Egli s'avvia Adrasto. che Edipo, ceda la restituzione. figliuoladi almeno risparmi di Giove messo non al prima si , aspettò invano. amichevolmente ma che che prega come di padre aspettò di Argo le armi: con il imporgli ma dell'esilio, quale quindi, Laio, a la Giunone, Mercurio Argo. nipote Eteocle, ad Tanno SECONDA PARTE il donne drago soltanto invita di Isitìle a lagrime, narra di di con i In Lomno. il (Move, toccato sopravvengono (Canto IV). Spenta la tare raccon- la sua questo fece quale coda. guerrieri Argivi Isitìle e Ca- CAPITOLO uccide paneo Il alla Licurgo re la con ferrata sua il trave della nuova 119 PlilMO del morte nutrice, freme di vuole figliuolo , la Giove Drago. sdegno. far morire , i soldati ma di Adrasto ribellano si venerando il e dote sacer- , figliodi Ocleo la rimette coir calma che annunziare la siccità il , drago, la del morte bisognava far In — La argiva città si alla l'esempio,passano città di valore,$ia sul campo nemico fa di ferito mucchi si profondo, sonno precipitano ascende della sullo r caduti. Le donne sul insulta di ai loro di Creonte, e un già è città i Greci volgono muovono che i a ). reduce chiedere Tebe a dalla aiuto a mezzo Ma nel Teseo in (Canto cadono sepoltura ai anche gli manifesta guerra, parossismo guerrieri abbiano tributare ' fine alla guerra pone i. due di travi, fulmina. lo danno Tebani I corpi degli Argivi verso guerriero, le esorta XI guente se- Adrasto di per stesso quale nel Polinice, e strage. fuga, Tesifone in in tebano, assopito in Capaneo, Giove è del la notte Durante le soldatesche e piombato caduto di Tideo del gli Dei, giorno monte (Canto Vili). Ippode- campo la Il digi pro- del cadavere strage nel semina fanno Menalippo, nome per il corpo giorno alla tre questi fugge; poi, men- (Canto IX). cadere. per e ( Canto proibisce estinti ; la in seguono dei tebani; mozzo. salvare Partenopeo sfida e di Eteocle Argo lui che dell' altro Creonte lotta per ne (Canto VII). terra cavaliere capo mato ar- trova di fronte colle un morire, può impossessarsi il già che quale gli argivi sfida,ma ignoto un di io e cominciare della Capaneo vittima uno da argivi mena e mura il duello con di Tebe, su superbia Caduto X). Eteocle ha tutti acque, sopra nella Tebe. di mura Asopo strage crudele fa ferocemente dopo e schiera una un Tideo dopo sanguinosa dei nemici, potere accamparsi un paesi vicini; Tarmata dei al fiume inghiottitodalla è scorge vittime, guente se- come Eteocle canto: nelle primo le sotto forti arriva giornata prima zuffa. mordere e cade ad Tideo, prima morte. a uccisore suo la il si getta la parte abbiamo eia col settimo Tebe, verso Amtìarao si rinnova seguente poi Avviene nemica. seconda gli eroi più se riescono o tanto in- V.) Il giorno (Canto combattuta viene cernir a piena; Ippodemonte gran che dal campo muove della tre canti guerra chiamato e defunto. parvolo che e giuochi. (Canto VI). guerra della narrazione la i questi primi preludio nuovo al dagli Dei, volute ritardanze sono onore celebrati vengono ji) fanciullo Atene. un ultimi loro L' eroe loro rogo. onori 1' editto accor- 120 re le donne con la lancia di argive Stazio di Omero avea di cielo Edipo che lunghe non azioni si Le dal città valle nemea. nemica, coppia I delle data di duello lungo Teseo, con il lettore alla e la si volta sua Odissea, motivi Virgilio fino 1' che e di di nel immedesimai convenienza lui. La un con il primo dello la del morto la per scrizione de- divisa viene all'inferno ci vien sparizione meravigliosa duello finale,al quale di Creonte l' insediamento la cade mezzo guerra la Argo maravigliosi, intiero queste con anzi poi discesa poema ancora anche forse porchò si Omero Omero di tomba di (JÉpvo. por canto un nella al tiene il regno, suo morto. foss' altro in pooma scagliate eroi eventi aristia; una chiusa vien accorto poter tradurre senza sua una sua Eneide, che comprese ad la sarà non la sulla di scaturisce poema noeessarii. finale di di fronte, gli Dei mancano, nel pure questa al trutta appendice, detto Abbiamo ma ad l'azione e entra di celebrati con duello non alla distruzione tempo di volere del tebane e alcun le per sarebbero si in dal portidia (piando gli nel va gli eventi trovano Iliade ; il racconto della racconto ciascuna come argivo quale giuochi Amtìarao, dietro, la appendice come la (piale termina quellodi Ulisse, figliodi Licurgo, giornate, si Giove ò ma nuova trattenuti avesse finalmente nemiche Isifiie ; dal dei li la presto o co epi- cielo ; la in e necessaria accelerare Tebe terra tuttavia guerra, consumata por di non forze quello di esempio di dopo l'altro,o (piando un cataloghi episodio di in sotto il materiale terra: Questa fratricida, in adempimento discorde lungo quanto ad discordia. occasiono Bacco schiere tutti periti V son cade disposto perfino ò parallelo in aperto via od ; colpo, sulla Giove, sulla se poemi grandi allora parto alla guerra, prendono Creonte dire, tutto così svolgono il carattere sono Lo suoi principio della fato, e argive truppe di Tideo, coglie contro sulla è il assume voluta Eteoclo alla pugna, viene si ritrova, per nei macchiata ò semina e si raccolto analoghi capitoli.Due casa Tebe; a Teseo. Neil' opera che seconda l'Aim; più si nel che di \" è tutto che attraverso la un po' più vicino l'Eneide il materiale contiene distribuiti trovano Stazio, e questi perfettamente ogni suo in cosi Tebaide che P Iliade riuniti i due poemi. ambiduc studiò esteriorità di vede si non pure nei pensiero "jiielsenso epico-omerico; di i desimi me- Ma delli mo- ne, composizio- misura, larghe proporzioni possiedono di monia ar- i due 122 di liberare quasi dalla carattere intieri è limite che vero, e di meravigliose avventure; libri lunghi, appartengono Omero. Il racconto episodio, e Edippo, per ciò bastasse, Stazio non ad viene di di Stazio;era di in se le Enea voluto profezie.Si allo di vestito fece poi altro veleva quindi spoglie mortali, alla punto. La con «le più il residuo Il poema fantasia fu sue ò tardi più del forte darci di che a il divino migliore: si chiude canone arte, la è deve rivare ar- è merito non della che le trasse ne Odissea dei regni i bui, uomo Amfiarao anche tutto in una una per masto ri- dialoghi di farci ancora in di e sarebbe cosa un con greca, ombre, , espose trovare, similmente vero- pedisseque. Virgilio alla tentazione resistere pure comune. ombra, da volta, astenendosi quando Alighieri per la Divina con non di Apollo nel vedere di questa luogo un l'invenzione quadro sotterranei nostro di viaggio un quale tanto entra episodio trasformazione dipendenze: assortii il nuovo stupore degli abitatori la imitazione Ci di di sappiamo non il del tutto leggenda; Stazio romanizzò Stazio a trattare contentò dilavamento, Erifile mirabile; Y di diciamolo imitazioni dimenticare far nel all'interno, perchè modo un avesse assistere di fortunato un Quasi rimane Stazio vate dalla nuovo di casa necessariamente e sparizione del da della , di voragine crescono ac- lettore relazione. comune si tratti antica, tramandata quanto poema. luogo che due per opisodio, i giuochi, nell' opera sue l' episodio di ò alcuna del il con sennatamente miglior logica conseguenza per una trattiene distruzione ha concezione La sotterranei. invenzione ben la discesa giunta, inghiottitoda si astenne stato era la le principale, cui invece con terzo accorgerci proprio regni profittoe e un all' inferno, che non viene nei e tuttavia pò un discesa da Amfiarao grado terzo rifacciamo così, dalla affibbiò vi posticcio alla prima e Ci fratelli due allargarciil più possibile, non essere estraneo Isifile Ulisse, episodi,per il dubbio senza di avventure dei la lotta con stato ogni troviamo si tali ma dimenticato raccontare a all'azione intimamente Virgilio è delle le sue; e diletto noi Virgilio,Enea patria ambidue Isi vaghezza; di poema della è esso Odissea né luce né quattro intieri libri per nel in Nella convenienza. quelle raccontare a che allungato per viene esso apportano non riconoscere trattiene si quando che istorie per dobbiamo noi ogni e l'esercito argivo;ma sete tre canti air argomento, egli SECONDA PARTE Y discesa ogni episodio imitare, bella do quan- qualità. ferno all'in- Commedia. narrazione dell' insediamento di e Creonte sul il sia tema di regno Tebe, dodicesimo, canto il pure è migliore completamente e della che morte: sua non intenzionato, esaurito. può 123 PRIMO CAPITOLO per poiché forma essa niun il la il interessare conto con di contenuto morte dei due tutto lettore, fratelli il Secondo Capitolo esposizione analisi e del poema. "~" CANTO Esposizione di a si colpa sua dea la Eteocle popolano dalla dalle la Giove non due tiranni; Giove; di radici; aver v. ad ogni di e Il Giove i Tebani parla Adrasto, e Giunone dolente sì di stato dei si di che prega ; polo pocoglie rac- infamie determina perciò re un numi delle adirato strano mo- il mutare misero concilio JRi- piccola cosa così dovrà anno sul che 138-143. v. per ca var- figliuolidi costoro al trono; sul 169-196. v. 214-247. v. sale intanto 197-210. Edipo luogo esclamazione lunga casa anno 34-87. v. appena i due ciascuno; un che fra e ribile ter- una Tersifone; convenuto dovea Eteocle una di sia lerla svelvata sal- 250-282. infierendosi la colpevole Tebe; v. contro pur po, Mercurio irremovibile manda il e a Laio, padre di Edi- mostra era all' cedere 302-311. lotta di la ritirato era in infernale, discordia vicenda a aiuto Aveano si regno, figli, esce palude nasce 88-137. tanta dai ziano Domi- verso conosciuta Argo, sua si che di ime dalla Tebe v. P invoca apprendere in da ed muove 144-164. all' cenni commesse che esce governato ai di v. scontenti un regia regnerebbe Tebe; era si poeta ; 'scuse Edipo, il disprezzato ma essi invito, Polinice; e Tebe del flessione quale P della soglia di trono contro accetta Edipo, di e 1-33. v. abbandonando e, , rupi gesta; sue accecato era solitarie invettiva La le cantare , fra vivere dell' argomento Esposizione — poter non I. inferno, il regno Il misero acciocché al Polinice regno di Eteocle ) pensa di andare alla e non corte comparisca 283-302. fratello;v. è esule ( siamo come sapendo dei Danai, Polinice a Il e messo il durante primo Panno trascorrere gP imponga ubbidisce anno di ; v. del esilio , o a Micene. Si mette in viaggiò , 126 PARTO indietro Corinto; SKCONDA 312-35 sul della far è sopraggiunto sera ricoverandosi ad Argo da cui scampa temporale; v. 336-375 313-389. del in nelle Regnava Argo il buon logge palazzo realo; v. ramente oscuAdrasto, padre di due figliuolebellissime,alle quali 1' oracolo avea leone ed Il te for390-400. un a cinghiale; v. sposi un promesso temporale guerriero Tideo, scacciato da Calidonia, vince il medesimo nello stesso in incontrato da Polinice, e arriva in Argo cui luogo riposa esuli Polinice. Questi non ricovero, ed allora i due gli consente no vengoDalle loro grida ed urla è svegliato Adrasto, il a rissa; v. 401-430. della loro condizione; v. altri e domanda Il 430-46. con quale accorre V 1' altro il desiderio di vederli manifesta ascolta uno suo e re ; dopo in essi dalle vesti i designati dall' oracolo amici, e quindi, riconosciuto il suoi gli esuli alla regia ; v. cielo, e conduce generi, ringrazia per ordina 447-512. ancora ve nuoQuivi fumano gli altari di Feb "; Adrasto ai le sue Adrasto due vittime figliuole;v. 513-39. e fa venire spiega la Domanda Polinice a ospiti T origine della a festa Febo; v. 540-668. il lo sua re origine; questi risponde vergognoso; v. incoraggia 669-681; i fuochi, e canta inno Febo; v. un v. 682-92; ed ordina che si rinnovino a si lascia da v. e fiero un 693-720. Similitudini due come al vezi fervidi in che gioco 131 V. — segg. I fratelli Eteocle due air aratro giovenchi accoppiati varie il peso parti traggono Polinice e non e ancora confondono e sono T scordi diav- l'altro al- uno solco. Composizione parti:la prima tre Argo. La — sifone, le riflessioni popolo degli due dei del del poeta, i che in la medesima Una Nella — per ferma terza il contenuto; nicie Adrasto di della decisione sentire Eneide di dell'Eneide mariti per al v. delle in la 409 sue Edipo, da vicino Tebaide, e cielo,la in di l'evocazione Giove dare servito,come falsarigadel della Eneide. acciocché cioè la risparmi dei di profezia fatta a sesso con- quei il regno riscontriamo compimento sembra, figliuole,uguale In gico, tra- popoli favoriti due esposizione poetica seg. sentimenti sulla questo della Tebaide di di Te- cencepimento hanno in terza il libro X si mente netta- qualche parte plebeo interpretedei del prega distinguono la lettura condotta ò e Giove, si è di più parte quali parte Stazio ai del della Iliade delle Euripide leggiamo intorno lamenti questo della divinità, ciascuna favorito;in quello L'invettiva fanno IV la seconda Tebe; a si canto concepita dopo seconda libro consessi, come d* due Eschilo. primo questo svolge di l'epico.La anziché In — sia stata scene sono si sembra prima trilogiatebana della del generale al fato. tragici greci esso. Nelle dall'oracolo quella che Fé ad ci è - CAPITOLO da narrata Tideo Scene tempesta Stazio — temporale, Il — Febo Adrasto re poscia e Polinice in Esposizione l'ombra di fa due addormenta Enea Ercole, arrivo Laio si volesse Allo ai con quel giorno la fine di Caco, che del giungo un fiume trovare anime del Tenaro, porta dell' Inferno Laio, dirigendosi verso Tebe; v. celebravasi la festa di Bacco; v. Eteocle di le sembianze sotto tre sue Lete lo e dalla di e dei 32-65. 66-88. Tiresia lo del la mostra e quindi sangue; suoi regni, lasciando fratello. Detto del ostili pensieri sembianze del sto, que- come larga ferita, sua Eteocle pieno odio di se lo imminente la, luce stringe co- linice; Po- per agli ò Evippo, 12 figliein festa in comincia Tideo è a fra teocle fa varco; si si poscia di Eteocle, v. gli splendori dichiara ad che v. ne strage. Lascia in e il spegne si celebrare a tutti;lo di do scu- fuoco sacro le feste determina di compie si di 371-78. si vita accorge V solo e distorre e Tideo alle v. a Tebe lascierà non armi e parte, uccidano v. al fratello. ed espone il fratello che risponde ; 352-370. il regno arriva ; Eteocle 333-52 aiuto, v. amichevolmente Argo, giacché verrà Tebe, vuole il promesso Adrasto 379-409 di lo cinquanta guerrieri i quali appiattano nel funesto luogo in cui si Tideo : eroi accettano, tempio l'animo trono suo domandare ; imboscare 482-526. al avvia oscura al pensare La consorte senato ad ispose; v. reale triste 1' ambasciadore Tideo 410-50. chiede col messaggio starsene Polinice e Gli 134-72. 268-307. giorni; v. decide il corteo e 308-32. Adrasto Tideo lieti Adrasto presagio alla volta del tempio, cade di quel presagio la solennità onta riacquistarla; v. egli la conforta, e sue Un sospeso Ad 249-267. si le eroi 173-248. v. alzano giorno , città Polinice v. in de Enei- , nozze riversare offre le nozze; v. che giunge all' inferno, va a con grande meraviglia delle si rizza vederli e spalanca le al ad sogno spuntare la può nella 89-133. Adrasto il la ai sacrifizi in onore assistere poscia dopo II. tocca allora vere ritornare v. durano nel sue ancora a in Africa Giove l'ombra ove delle le Enea fiero un Descrizione e Tebe, presenta assume lo 26-31. consapevole di fra zuffa superato aver sacrifici ai racconta e dietro Cerbero nume nume in di messo 1-25. il il Loro v. la e origini di quella festa, come le la trae se v. v. ; escono Argo dopo ospiti ad assistere di 11 e buio; gole orrende, ma fa tempo festa. — Laio regno quale notte approdare CANTO del di in facea i racconta onore della origine invita Evandro si celebravano la fa arrivare Virgilio (libr.I) come (libr. Vili) fu l' incontro 421 v. Polinice. e di al Stazio, e 127 SECONDO mai Tebe 451-81. Tideo ad ; Eun precipitatala sfinge, fa i guerrieri e dell' agguato, affronta ne indovino Meone, perchè riporti la nuova era 128 dell' esito degli Palladio; uccisi paragonato 230 di fare come di Le sgg. Palio 323 e lancia si 469 v. rei desolare i lancia la detti di lunga Tideo tine, ai- fa come al collo sete col di corte la alla e sasso. Eteocle il cinghiale come Oeneo. sasso gran gonato para- diritti pensa i suoi colpì di campi nozze a ti,poi vinto, risana pei' dalla un vanno lotta. abbondante allontana è ninte. arnie:. alla il pastore che si Tideo sgg. che rivendicare di Polinice contro Eolo fece come i contro Lapiti. 595 v. in messi le fauci il e i Eneide, del similitudine delle figliedi le attraverso nei baide, Enea, Tiberino trovano di compone lib. ad La Briaroo come deriva sg. sue poemi cuciture, la di da di e Ettore ad di IV, 173-278; Enea, riscontro lib. sia Vili, nella ò quella tro con- di Tideo. Enea, Anchise ad 18-100. Eneide lib. — sia del 323 che empie v. Laio di Il a poemi lib. e di questa di V, mo, prinozze vedere riscontrano ne 268-97 Il secondo del Eteocle; ad se La II, 379. primo episodio fa simili II, 601. II, simiglianza a vata deri- ò sg. Eneide della evidente, non Lucano in Enea, nei si e ina — Eneide, mezzo imitazione, Apparizioni nella leone, a altero. socondo, apparizione Eneide. Omero; in similitudine Il canto — episodi : tre 128 v. paragonato vittime legge pure Si 220. Adrasto; ambasciata quelle sono Ili, del è s' avventa le fra 4. Generale Composizione si dell' armento, XII, 411 v. gli aggressori, similitudine Georgiche, dalle gli aggressori contro passeggia e La — delia uccisi guardiani ventre, Imitazioni quella Tideo, sgg. fuga combatte cielo. del 675 v. Tideo sgg. i numi di ringrazia e cacciatori. risponde agli aspri contro a da loro di superbo il veleno Diana da 563 le guidatore torna Tideo sgg. spinto v. per sospende le quercia Eteocle Adrasto guidano prima Eteocle sgg. raccoglie e di Polinice, meditando e di furore figliuole che toro, che che lingua Eteocle MineiTa, annosa tigre inseguita una Diana sgg. 411 vipera ad tornar da ed aita 11 sgg. due riprende vigore v. ma un' ad 128 v. — quello a v. strage, di pensa dissuaso 681-743. v. a la guerrieri Similitudini v. 'l'ideo 527-680. Tebe, v. egli stesso a annunziare armi seconda PAim: Mercurio 700-745 il terzo Omero. della del episodio quenti freTead Dio non 130 PARTE la faccia, accendendo 253-90. suoi nepoti v. solo Marte nei di Tebe, contro guerra la strage SECONDA risponde che guerrieri Argivi in Argo, Tideo, ritornando dispone in 324-43. i popoli pei quali passa, v. guerra, T accaduto, che vuole e si subito corra ad corre Arriva Polinice 344-64. v. Argiva, il ma Adrasto popolo calma tutti , Adrasto 387-439. v. andar vuole solo di e prima dopo sette per una futura Argo; racconta dal impaurita danni per evitare volerlo seguire, v. di mostra commosso vuole muoversi giorni doli7 arrivo Tideo primo alla casa 365-386. consultare di minerà se- ; 291-323. v. in Tobo su dei rovina al Fato Argo, favore suo , lutto, opporsi può e ; alla congiurare non gli Dei, decide che , Amtìarao gli Dei. Gli di costume reo grandi mali, v. 551-65) e al popolo nò ai guerrieri, nò né di giorni il contro incertezze fine in ma al Marte auspici voler i due di causa Melampo e inveisce (Il poeta consultino indovini re 1' avvenire, larli vogliono rive- non 440-551. v. infoca funestissimi sono conoscere tutti Trascorrono gli alla animi ciascuno apparecchia armi, v. 552-597. Capaneo, superbo rinfaccia o guerriero, sprezzatola degli Dei, popolo e duci Amtìarao plebeo indovino, v. 598-618. pendono dal labro di un i svelando luttuosi la presagi e sconsiglia parla guerra, vuole e. Capaneo incolpa di viltà, figliadei numi, il sacerdote e Y vendichi ingiuria applaude, v. lo di Tideo a il diritto e Cade 648-670. Polinice di la il sera, va il pregare a delle violato padre che contro non a guerra Tebe, v. poter muovere il contentarla e nuovo giorno, si spuntato moglie di fatta popolo si consoli alle ra, guer- roso valo- e perchè rito, intimo619-647. che si Il genti. polo po- scioglie e Argia, lo dolente sposo Adrasto 671-710. dà 12 opere, , promette 711-721. v. ? Similitudini ad apparisce 45, a deve 135. 253 v. i mare, di 317 seg. v. 330 sg. gliante a I toro Tideo v. monti i suoi 432. Marte Tenarii come venti. richiami che parole di stanno il peso come il fulmine di ritorna in patria, dopo V ritorna mette Nettuno alla mandra i del suo chiero, noc- dei gregge. corpi dei figliuoli dall' Inferno Giove, sotto il Calabro mai Eteocle, paragonato la uccisione corre dal vinto petto squarciato ad nuova Tespiadi, ricerca silenziosi stanno Marte che alle numi lagnaro che avverso. signore eroi Lucifero contro può Noto triste suo tessala maga selve v. al lagna si come la due si contro arreca dei madre una seg. lidi,le che annunziare Ida, simiglianza giorno, tempesta, Meone seg. Eteocle seg. il annunziare al pastore che v. 22 improvvisa per v. V. — le anime. riverenti calori come il estivi. Giove. imboscata, altèro, simi- vincitore,senza darsi pensiero del nemico. sossopra mette le contrade a di scompiglio P Arcadia, di Nemea, Egeo quando dei sprigiona CAPITOLO 594 v. al 671 v. rumori che fragore il fianco mutare come I sgg. Il popolo impetuoso un quella 460. La del in Tebe Annunzio sepoltura di di Giove Giove Decisione Ciascun tebani Eneide, dalla Iliade, VII Lucano, in riscontra VII, Eneide somigliante nella una II canto — numi di 87 v. tata imi- sg. dei quattro episodi: comprende terzo imboscati cavalieri Tideo di in Tideo, contro e presi da canto di e mando co- Tebe. parecchie o Virgilio. La L' far episodio divieto di non fatti, della scena ricordare quali, in le scene, logico svolgimento per Omero il medesimo Argo la guerra; contro muovere di consta 182-224. XI, od Tebe per Argo; Adrasto dall' altra intercedere accenda perchè (episodio 1.) potrebbe fa si deriva sg. dell'Iliade,(consiglio dei celesti)e Giove furori bellicosi dalla sera, suoi 22 v. con fine ai episodio l'ima modelli del trista Marte a di Ritorno su tenta essi; Divieto di della Encelado quando II, 305. generale Composizione gonati para- monte. un 671 Virgilio,En. da ancora da v. nei trattenuto fa riscontro del similitudine l'Etna o popoli sono peso. similitudine 593 v. ò torrente La Imitazioni— 125, 1' immane dei apparecchi il Tirreno emette sotto sgg. bellicosi dei 131 SECONDO secondo è ed invoca la ti mor- nella simigliante condotto sull'Eneide,libr. X, ai numi condotte sono sepoltura dei la appena rivando generale, de- v. forza sul libro Vili 1-117 in cui incontrastabile del fato. CANTO Esposizione nel ?-12. libro Sono — terzo Bellona ?) vibra e trascorsi il fato la IV. tre anni impone sulle ad (dall'ultimoavvenimento che Argo di muova alla rato nar- ra guer- Tebe, ed incoraggia i di dai loro cari in vocazione Inatto e separarsi guerrieri Argivi partire; 13-31. dei popoli che e Catalogo dei duci a vono muoCalliope, v. 32-38. d' Tebe. fra contro 39-73. Argo, Segue Adrasto, re primo tutti, cui si Polinice 93duce 74-92. muove a Tideo, degli Etoli, guerra, per duce lli, Pidei 127. dei dei Ippodemonte, Diopi, degli Epidauri, Dimenai, 128-164. dei Capaneo, duce dei Messeni, 165-186. Amfiarao, duce il di bellissimo MeLaconi 187-245. Elii, e figlinolo degli Partenopeo, Li fama della spedidegli Arcadi, 246-344. leagro o di Atalanto, duco zione Il popolo tebano in Tebe. mal arriva volentieri lo armi; impugna sua asta mura 132 Eteocle da di pieno è divino, furore Eteocle, 405. SECONDA VAli'YE fra i empie' ricorre neri sacrifica agli Dei compita ogni cerimonia questi Tebe; predice all' indovino trono ; Edipo solo sul rimarrà non di Tebe che schiero Tebe lontani già paesi, vuolo che la della dei si terra ogni credendola solo quindi le il all' amico si il venuti da 69. 95 v. elio di feroci Tideo sg. le mutate serpe, al arriva uno mortalo (luci givi gli Ar- guida o le schiere fiume; limpido può e Langia. Depone allevava, dei superficie siccità esploratori; ad Iside, Parla di di quin- dalla della ò da Tebe, sua manda fonte clip ossa quindi e 1! sg. dalla Adrasto armento un Si al ginano imma- ringrazia con vi no in- un furore 1' allegria di patria, come la gonfia s'ammollisce guerriero vela amici V amico via porta le quando congiunti e che ossi toro che eran salutare. a v. 24 v. — pianto quando in muta Licurgo, tutti 810-843. v. allontanano si di dissetano, Fiume, Similitudini schiere Adrasto Le ritornando ritirare a tore. vinci- 406-64(5. v. Descrizione ; 647-696. conducendole schiere fonte, 7(58-809. e la cle Eteo- che sarà che versava induce Argivo; 697-733. figliuolo precipitano, si Nenie onda cui le e acque, campo assetate terra a in gliori i mi- , di Nenie; Bacco, trattiene 378- v. rito, Laio, e guerra Isifìlo, v. 734-45. egli stesso, incontra v*. dichiara che 746-767. Quosta Dea, una aiutare ma pericolo delle limpida ottetti nel suoi del accorge le dee muovendosi poi rasa vallo nella le di vaticinio, oscuro accampate sono al suolo; tutte chiama e intanto Argive dell' confuso rimano invasata internali vincerà , 11 sacerdote Bacco, città, predicendo l'avvenire, la grida Tiresia: a armenti dall' Inferno, evocato di di sacerdotessa La ;"-l-r"-.*$77. timore, simile schiero le guida vecchio a gui- giovenchi. alla muove dalle risanato guerra ferite , il come , spoglie,al tepori» di primavera di minaccioso striscia vo nuo- veleno. 139 v. simile corre Ippodemonte sg. a Ileo centauro inforca un quando muovo velove precipitoso e destriero spingere indietro a e il fiume Peneo. 363 v. fa guerra, leone, il grave v. e di autoro di Eteocle, sul sg. il sacerdote, mano per Eteocle, il distruttore come 494. v. forte sg. greggi, che di punto come Tebe mentre guerra, di memore si strage, s'inselva. sua V pronunziato esser che il cacciatore alla prepara attende oracolo, tiene al il varco , poi che ne sente il ruggito, impallidisco e tiene con sudata mano dardo. 705 Io, quando sg. La valle Nenie questo ritira le priva di sue acque acque per ò paragonata cedere il regno alla valle all'infocato di Eri- sole. Imitazioni in 93, nella 139 del similitudine Rhod. Apollonio verso XI, La — 1539 IV, 133 SECONDO CAPITOLO Eneide, nella e quella del Eneide, VII, 674; nelle riscontrasi 95 v. nella ancora duci Il canto — divide si quarto in tre parti:Catalano dei Argivi; Sacrifizi (in Tebe), suir della esito La siccità. La prima di Laio dell'ombra evocazione e La Achei. nel sia e condotta ò la terza sul parte libro II della catalogo degli Iliade una quella scena, qualche rassomiglianza presenta la sete, del di che le olmo, il sotto proprio rimanenti nelle invita il volto di Isifile queste la raccontare storia;v. sua si quali le allontanano Le adirata donne la delle proprie; di Dea, donne per Tracie, Polisso 85-112. fa che più si chiesero le eccita culto tenevano non nò Questo 49-84. v. Lenno vendicarsi Isitile alcuno gli uomini con giungano consiglio a (ricordando muovono si e all'ombra seduto 1-27. si aspetta di di queir in maritali bagna Adrasto Il racconto amori che Progne con na; indovi- Polisso, vecchia di alto di per Venere, morino isola si inna- di i fatti un sospira,si qualche lagrima e poscia,congiunte alle preghiere altri duci, narrai alcuni casi della sua vita, v. 28-48. quelle di di Isifik: v. a che 212-224. Virgilio, VI, schiere dissetarsi,Adrasto a vengano 455-70 v. conda se- V. Mentre duce. zione imita- Nella scene. dal , ciascuna evidente singole descritto rogo, un'altra con Y ordine ritorna nelle sia LIBRO Spenta alcuna presentano non generale, concepimento v' è parte ticinio va- guerra; parte seconda oscuro suo , le Eneide, 809. Composizione che del quella II, 471; 363 v. Iliade,XII, bandì im- violata la sorella di marito, suo aver proprio figlio a Terco per di Arpalice, che forzata dal proprio padre, diede similmente a mangiare a lui il frutto dello scellerato incesto) ad uccidere tutti i loro 113-51. Le donne uomini, padri, fratelli, mariti e v. tono, acconsenfigliuoli; la moglie di in luogo vicino al tempio di Minerva e Caropo offre dell' orrendo concilio il proprio figlio;v. 152-69. vittima Arrivano cerne cade la sera avviene le navi la con e gli aspettati congiunti strage ; Isifile ha i suoi di 170-235. il animo uccidere avverte non v. padre lo fa fuggire, poi ritorna alla reale la pira per dare inalza e sua casa, il lei Filomela; , , ad intendere conferito che vello lo porta con di aver scettro so fatto anch' la essa paterno; v. 320-34. cinquanta guerrieri. d' oro, guidati da dalla tempesta e Giasone. dai dardi La v. Capita quindi i reduci Erano nave delle parte; sua prima donne di , Le 236-319. a Lenno della una viene nave conquista del approdare ò gliata trava- , lennosi; poscia approda, e 134 un PARTE (T ulivo ramo intanto in schiava in la fama Isifile allora al Licurgo; re di cerca da 1' viene da presa ò morto, che corsari ge Giunma gna re- la vendono 486-498. v. la toccò acqua; 325-485. ospitale isola; v. padre di Isifile non il che fugge; Isifile raccontava Mentre Giove Lenno in Giasone, Ohio. 1 guerrieri si uniscono alle paco. cui ed Eunep; ha due Zoante figli: la abbandonano essi anno un tutti a Isifile tocca ad donne, e dopo ma assicura SECONDA per caso dalla selva uscito storia,era sua la coda con il il drago fanciullo,che di Isifile Isifile ode l'ultimo vagito deposto sull'erba, e l'uccise; v. 499-540. il drago e ne del fanciullo,corre, vedo inorridisce e grida,v. 541-54. corrono Acallora i Greci; Ippodemonte che gli lancia un enorme va sasso, la sua ferrata Giove trave 555-82. con a vuoto; Capaneo 1' uccide ; v. l' ira. Isifile piange sul cadavere rattiono del di sdegno, ma freme ancora del morte della Licurgo riceve la nuova pargoletto;v. 583-637. figlio; alla del vista morto vuole uccidire m a Isifile, Tideo, corpicino accorre, Le tesche, soldaCapaneo, Ippodemonte e Partenopeo lo respingono; v. 638-79. avea la fama che la loro redentrice, invadono uccidere Licurgo vuole sparsa calma la città; Adrasto Fra tutti; v. 680-709. questi avvenimenti i di Isifile (avuti da figli* Giasone) che erano la madre; v. 710-722. Licurgo, riconoscono che Anfiarao, dice allora alle queta-te schiere del fanciullo al onore Similitudini alle gru sulle estate come Egitto che Lo alle leonesse dall' monti elio ircane, che Licastc sono 231. che si mostra v. ,330 seg. Le v. 594 seg. Isitìlo desolata 704 v. comparisco trasi in a a far a tigli,il a sacrificio primo i mariti scempio il nata paragola passare del fanciullo, colpidella del morte del paragonato sono gregge. alla fratello, giovenche della sono sanguinosi lupi. uccido i fonte neve. dal fanno e contro doi di uccidere per mogli meste pensi te mor- fiera sita amman- sferza. prive del loro toro. fanciullo,all' uccello che nido. guerrieri a quello della procella quando Nettuno. Imitazioni Cerda lenta Il diradarsi seg. da stento con devastato, privo dei ritrova a spaventata v. poi si schiamazzanti noi coperti cingono che che e rifatte dall'amico tornano fuggo inseguita mogli dagli doi, schiere non corre Isifile, seg. 203. seg. Le dei cerva una v. che volute siccità, il drago, la 723-53. v. 11 v. — cime 165 v. ritardanze sono parvolo defunto; di città tìgliodi Ocleo, 11 venerando la alla arrivati già — quella Apoll. La similitudine dell'Eneide Rhod. II, VI, 278, e del verso 1 1 310. La similitudine nella Eneide, XII, vorrebbesi del 749. v. riferire 165 da riscon CAPITOLO La similitudine del Ital. La 2. Ambidue 11 racconto di di di morte Archemoro, volle Isifìle è della episodio un Eschilo fra seg. di Valerio Valerio Fiacco li, doao in due Fiacco. ricavare che (Appicci)Apollonio dio Ro- ci dice la sua libertà. con greca. degli Argonauti, Stazio che eroica mitologia differisce tuttavia che avendone pure da storia Confi*, ad altre il es. fonti, 58 v. Youeri Vonoris loco, moritas Ara Stazio, v. fa dire 455 Valerio mentre propria fuggonte; e occultò Bacco Toante il padre la ad che narra 265 v. mare. affida al quella le solve, e notte vedere fu finalmente, Isifilo luogo un Fiacco tempio sotto dalla presa Valerio nel catonao. malvolentieri seg. si coniugis iras tonuoro sposò loro, indica città,fecelo fra Isifìle che lo chiese; Dea Martom comparisce in iguos. frigida sempor stat postquam tacitao ot Fiacco elezione vimus sacra sodos: 98: v. Horruit a dividere può leggenda Fiacco; il centra barca, (Cerda). Leggesi Stazio: Nulla per dalla latini Valerio i Nullo* e si Sofocle (Ka(3sTpot) dell' Argonautica servirsi 356 la Quel- 691. figliodi Licurgo. l'opera, (1) preferì sempre conosciuta X. quinto canto ricava alquanti particolarida ovvero 11 — questi episodi Stazio e ('Apyova'jTixà) in Eneido Vili, Isifìle; distesamente trattarono nella Eneide. 254. generale Il racconto parti: 1. nella ancora VII, Composizione riscontrasi 330 riscontrasi Silio in pure 704 v. delv. 135 SECONDO le forme affidatolo di il che invece il una nave, e padre una Isifìle giorno dopo Bacco, quindi ad lui di troveranno* dove Bacco; di bellezza accompagna dice sone, Gia- costretta e traversò at- lo fece scondere na- raccomandollo Diana. La di (1) Vodi rjuostinon della narrazione altri Silv. avossc morte di Archemoro non presenta evidenti tazioni imi- poeti. II. 7, 77 conosciuto cooforinaro a Y i duhi Argonautica, di alcuni commontatori di Stazio, cho 136 PARTE Scene Parecchie — del scene Isifile comincia Eneide: SECONDA la raccontare a Infandum. « al corre padre 361 v. suo di salvarlo. La di Eneide, lib. XII, del tempesta 1, 81 Esposizione del 11 — figliuolo seguente Licurgo avvenimento, v. Amfiarao vince giorni nove i Virgilio II, ad Anchise. 559 degli Argonauti, nave 395 della seg. Febo; celebrati sono quali gran celebrano Si da un sorge 238-48. protetto da e , Odissea è e VI. , Dopo 1-237. v. v. padre seg. giorno di corro alla del mozzo imitata Priamo, sopraggiunta tempesta clolurom. il capo è scena LIBRO i funerali roctor, ronoraro portante la uccisione della della quella La seg. imitazione una storia: sua rogina, iubos Alcimede per al vedere Enea, seg.: Isifile vede seg. dàlia 3: Virgilio II, 236 imitate sono iuhes Into^'aro 'p v. Isifile vulnora, Iminania e di racconto durano tutta 2° la del ricordanza tempio a i giuochi: 249-549. grande pompa la giornata con 1° la , ste tri- dei carri; corsa piedi, in cui disco, in cui vince Capaneo, Alcida- corsa a 3° il giuoco del Partenopeo e Ida ; 550-649. la lotta coi 4° 650-732. cesti: si provano Ippodemonte Adrasto la lotta fa mante chiarsi impedire perchè Capaneo, infuriato, vuol mac; di sangue, 5° la lotta; si provano 732-829. Tideo, e Agileo, vince si provino Agreo Adrasto che consente non e Tideo, 830-914. Polinice, la festa con po, col915-27; un suo poi pregato dai guerrieri di chiudere strale ad lo strale olmo la ritorna tocca uno un dirige parte, meta, ; air arco. cade Nessuno il prodigio signifivedere ciò che accanto sa e chi, vincono 928-950. v. Similitudini si giuochi, che nave, e ne dei preparano pria 51 fragore 107 di I sg. naviganti v. di la provano v. V. — il sg. quello 19 sg. quasi alle allo esporla 1 guerrieri argivi, sul onde, fanno come vere, lido ne le con i finto pugne naviganti ammaniscono di dei una gli attrezzi resistenza. lamenti della reggia accoglie tutti: Adrasto come quelli mare. La che selva cade facciano ^otto la le Solve scuro Ismario dei guerrieri sotto più grande con la furia di Aquilone. 138 il di PARTE fa quale anni, dono Nestore a quando egli fu vinto ai mei sulla alla la tomba foggiò di della suo Per mostrare ò non che era Stazio prima LIBRO 23 Cousa il Iliade di celebrare sia stata farci può dovea della quello Iliade,e di e di scritto aveano Omero del steso di- si chiude la detrai- dovè Virgilio se Stazio insieme; gia fogi per di tal genere imitato, è necessario abbia gilio, Vir- avea se Omero inventore primo porre sup- giuoco fai/tosoEttore giuochi, Virgilio teriore an- letto di aver maravigliarsi dunque a i Cad- siffatti avvenimenti. del a sopra adunque Enoide quelli di Virgilio su quanto quello accenno Non poema Omero romani sinotticamente ciclico. a usanza notizia, poiché l' Iliade Questa far senza Tebaide poeti tomba liuto. L' Iliade; poichò nel la grande canto vinto pugilato,avea dolla della della a medesimo noi pare 23 quello quale poema del a al intorno quinto ventù, gio- sua , illustre separati gra\e cia tiro della lan- nel corsa, Edipo. il libro la degli Epei, in Buprosio, re sotto, prosenta di che, rimpiange e lotta, nella morto il Ettore, libro un il 6° due il arena qualche da simili Darete, Amarinceo, tomba il libro altri canti coi funerali canti scriveva cesto, fa uscire suir sulla qualche preesistenza di poeti si spedizione troiana, e quando altri di giuoco, equestre. Più quale celebrati giuochi giuochi lizza il Eurialo, di cesto, nolla nella solo che leggiamo al alcun si lamenta questi e coppa, in tomba sulla città dell' Elido, vinse e una più provarsi può non di SECONDA sodi. epi- riportare qui Virgilio. e ILIADE DELLA Cocchi dei Premi cade, rima- di Pallade vendetta Per , \ nendo i alle EuMELO ' pesto alle mani, cubito, nella nel ciglia. Febo donzolla ul- timo. invidioso gli . Leggiadra bocca, Rimane i sferza dal i e Diomede rompo pugno. il gioco balzare fa Pallade ad la gliela rida Etimelo. Vince ' il Vaso non di sol anni Antiloco Menelao stava innanzi, cavalli non potendo di fossa, rallenta, passa aurei M eici one Arriva e vince quarto. urtato a causa e di , doma talenti raggiungo ossero causare loco Anti- ma lo , una Duo i questi, temendo e Giù monta premio. sferza Menelao nuovo primo il corso. il secondo co Antilo- premio. CAPITOLO Giuoco 139 SECONDO del cesto Premi tTira àrnia di anni sèi Al Epeo primo incontro rovescia con guanciata Eurialo, che è tratto doma non , Una rotonda coppa Eurialo della GIUOCO DELLx\ una ri fuo- lizza. LOTTA Premi Ambidue vale non allora -,.,.. Tnpodo dol da fuoco, valore di Ancella, dol « m Telamonio Aiace valore a solleva Ulisse tori 4 uno in alto Ulisse; questi calcagno gli da un colpo gran alla giuntura del ginocchio, sicché Aiace cade portandosi sul petto lo si \ GlUOCO 1' ma l'altro. Aiace smuovere Rivoltolano avversario. di stringono, |,co1 tori 12 si dà DELLA alzano, ad sul Achille ma ambidue terreno, li chiama e uguale premio. COK8A Premi Ulisse Cratere d' argonto Aiace Toro di Minerva; prega sdrucciolare Aiace sopra Oiloo sparso Achille Ulisse si Antiloco Mezzo talento d' della Aiace ed di olmo, buoi, Telamonio a Diomede Patroclo. e Ultimo le 11 premio la fine è del combattimento. assegnato a Diomede. DEL DISCO massa modesirao una di e gran ferro rivò ar- Antiloco. Premi ò Aiace nari, .!•??: GlUOCO da lancia chiedono Sarpedonto che uccisi colpisceDiomede, ma non lo alla stfos"a ferisce; questi avventa pauriti un colpo all' avversario; i Greci imdall' eroe, del pericolo corso rapiti Patroclo 11- disco terreno un Aiace lunghissima da pira dei la bocca secondo. Premi Scudo alla insozzò oro Giuoco Asta del* lìmo fa questa Polirete, Leoxteo, Aiace Telamonio, Epeo. 140 PARTE Tmo SECONDA Colomba alla Premi la Colpisco Dieci biponui Merione via. Teucro ,' mentre Dioci accotto ni Loboto Asta LIBRO à' va poi cade sare po- morta. timento, aspettare il combatil mennone, f Mortone lebete della sicuro ad Aga- vittoria,e a lancia. la ENEIDE Recata La Episodio colpisce la e T antenna, assegna \ DELLA V. colomba Achille, senza \ Merione mira La Lancia della Agamennone vola- la colomba e la vola. sopra Merioxe Tiro fune, originale. nuovo, \ Corsa La Premi 1. Dostrioro N 2. Turcasso di saette di con osso 8* Una pieno o colata Niso era, Eurialo caduta si dai buoi aggrappa l'agiodi ha la toccare per erba di - Niso - Dioro Salio - a meta, che Salio arrivare - Elìmo - Pakope. ambidue primo. Niso sull'arena. rno co- Così corrisponde Niso di caduta triso in- sangue allora, caduto rotolano avvolti, La del causa a alla Aiace. CESTO DEL due 1 Toro diritti Darete eimioro spada al loro P colpo, cade. per competitori tutto con un Entello o terra a stati sacrificati. erano e scivola ma GllTCO Elmo, Patro - argolica sta sulP Eurialo arco cintura la rabbia tanti posto: Entello impeto Darete Subito si persona e rialza,*e cho dividerli. per Darete Enea e vibra della si sottrae insegne colpi a saldi stanno deve quegli l' ira e e na me- venire inter- f L' nel giuoco d^lla T udq. duce dell' iliade lotta V altro. La Tiro Ippocoonte Recide Aceste rivela quale cioè del poemi. T arco, la freccia e la di fantasia dietro si trae di fuoco. solco quello della Iliade;v' a che l' intervento volo a Scocca — un la ,quasi e la. corda Ferisce — L'episodioè uguale diverse sono coqfò Colpisce il legno — Eurizio due la caduta Colomba alla — Memmo Aceste cagioni nei v' ò : soluzione,con gli eroi, è uguale rappacificar .a .. le ma , ricordare fa non quello dell' Iliade di vario episodio è più 141 SECONDO CAPITOLO di è la parte di nuovo Virgilio riesce meglio quando allegorizza. % Troiano Ludo episodio.Si Nessun di dar DELLA Corsa dei 100 buoi cominciamento neri, 100 vacche, sulle pochi versi VI. LIBRO Prima di compone dei cavalieri. mosse TEBAIDE cocchi al giuoco, sfilano dinnanzi 100 giovenchi; poi le gli spettatori grandi eroi greci: Ercole, Eaco, Tantalo, Pelope,Acrisio,Corebo ; La ' Amfiarao Manto '• adomo istoriato che Admeto Toante Euneo { Arione. Cromi pesto raccolto dai Euneo. Toante Ippodamo Ippodamo un . bo Fe- mostro lo pure rialzarlo impedisce ma mettendosi framCromi carro. suo viene Cade i di ma allora i cavalli la corsa o greci, si allontana come ad di Euneo mordono Cromi, il quale per attacco sfilata dello effigie degli avi vuol ne riprendono •*:! malconcio e compagni. col passa, La ecc. anguicrinito;il cavallo si spaventa, si impenna e fa rovesciare ce, Polini- Polinice T"z$a, pho fu di Ercole, istoriata ad mostra Premi Danào zéppa di avventure. è corsa dei immagini dalla lo quel- evitare lo meta. ispirarevalore,è 142 PARTE fantasia che più di la rivista dei Adrasto, del creato, viene occhi, vede veloce fra ò scosso due i troppo eroi ferma questi al descrizione il qualfcmentre canta dal rurtidta che L'episodio ridondante e lui a perde fa Quando della giù sulla cari, Adrasto delle valli ca- è finita ci vienfc meraviglie terra, volge gli Amfiarao e complicato; chiarezza corsa, le i Arione, pòi Dei agli si fa assai è descrivere a genero. si aftpetta la descrivere a particolarmente da ugualmente mortali. molto intrattiene e cielo, in Si concesso competitori presentato Febo si Egli duci. i non il cavallo Stazio. di originale SECONDA voler per scende e essere rio va- linee. Corsa Premi Ida Ida passato gli altri,ma avea , Alooxe Fervido destrioro | lora FedlVo F"cudo dietro \ Dima Farotro Paktenol'eo a per i cadere [ go a ad stava afferra lo Partenopeo; le lunghe chiome terra. L' inganno nuova una lo fa e dà fra prova al- luoi due eroi. LT Omero, inganno, Stazio si come inventò ne vede, uno lo rito; Virgilio di divenuto è da copiò nuovo. Disco É Ippodemoxte Pollo di ed valente il ottiene mo pri- premio. con Elegia saette È — terzo. . Mexesteo Brando L' più tigre cretoso Arco il — episodio è ben Omero particolareggiato.In è breve, quasi nato accen- solamente. ..!:. Gesto Alcidamante sicché più è arte con Gapaneo Gapaxeo (nessun dono) un colpo, cui il fiero quegli ma cade eroe AììCIDAMAXTE un interviene terminare primo colpo gran drasto la premio a contesa, a che schivare sa dell' avversario. destro i óòlpi gli scaglia lo a forte evita, per terra sul tempo e dorso. per assegnando Capaneo. ceve riAfar il Neil' episodio da copiata rilevato ò 143 SKCOXDO CAPITOLO bene di il carattere La Capaneo. caduta è Virgilio. Lotta. l descrizione Dopo una partieolareggiata, Tideo, più piccolo di corpo del1' altr0' m* l)iù forte" riesce ** I afferrare « ed Talma, Tidko armatura *eva Lorica a AfiiLKO l'avversario a^° *n " e fiancheggia, si getta sul destra NelP episodio Omero. I ad meta; una giuochi V inganno, anche e da chiusi sono di quella e dall' mira Mercurio manda della Mercurio il se subito il pericolo Tebe che Eteocle sulP di batte stesso Tebe, verso Tebe, sede soccomberà le v. in ma simile ù non cade e la con piedi di quello a lancia ai lo saetta una del sta Que- re. Erieide. Adrasto scudo e del culto, suo Marte i punge Bacco tempo, corre v. guerra, scrizione conflitto,1-39. DeMarte alle parole di culto prometteva 64-105. di sono il 40-63. Emo, v. non accenda 106-44. altro che Greci, tosto Argivo, ove espugnato Tebe, avesse Timore, poi egli avviano dei perchè reggia di Marte vi ginocchi gli tiene mentre e VII. le opere Marte a i (tiro al piccione) della Aceste al campo vola Archemoro alto terra a lo il collo. indietro LIBRO Giove sbatte poggiando portento: Adrasto un quella colpisce,torna ricordare fa scena e' al- mantiene g\i applausi, poi lo sopra ventre ^° cos* fra tempo (Uin al tergo, lo sol- invia ad cavalli; gli Argivi si Giove a 145-92. v. divino fra le schiere per Giove rare scongiulo assicura 193-226. Tebe stanno attorno a popoli che I guerrieri sono tutti a difenderne le mura. corrono già riuniti sotto le ai figliuoligli ondeggianti dall' alto mostrano le donne cimieri, mura; 227-42. Antigone, vergine, figliadi Edippo, sorella di Eteocle, da una si fa nominare da eccelsa di Edippo, gli eroi torre Forbante, scudiero di Tebe, nomina difensori Forbante 243-52. v. Driante, Eurimedonte, Eteocle 253-373. Ormio, Alatreo, ed altri, v. Amfione, Permesso, parla ordina le schiero, L' armata ai duci 374-397. e v. poi Argiva ad onta Arriva dei funesti 398-423. al fiume Asov. presagi, si avanza sempre, in si il slancia piena; Ippodemonte primo nelle aeque, tutti ne po gran V si o un colle,fortificato di esempio, seguono passano accampano sopra natura, di il nemico; muove arma fronte sul ma verso schiere; sue Tebo. a fare il v. del campo 424-51. giorno e i I Tebanl Giocasta, argivo a placare si preparano accompagnata V ira di a dalle ricevere duo Polinice, v. glie, fi- 452- 144 Polinice 533. si piega della la di scaglia di Tebe, 564-593. v. schiere tebane, prodigi di Bacco. Fra strage. 628-722. di posto dice il carro, e il e al abbandona, lo carro sacerdoto suo Si 740-795. v. cavalli i e il colpo e Apollo medesimo, siede costui il suo suo il il Fato allora apre ha vengono 723-739. sua voragine te, mor- rao Amfia- e delle regno Al quanto al- guidato la deciso una inghiottitidal nando me- rao, Amfia- contro auriga, dopo aver quale che armato, carro, 1' ucciso ra mu- to, subiTebano, a quella vista sulle eroi argivi fanno mira nume, cade le sotto cade Fegeo, sul corre invoca Ipseo devia Apollo tosto ma si rando er- Arcade, Aconteo, morire a argivi si precipitano Gli accende, 594-627. Amfiarao incidente andavano che Bacco, Gli tutti \Ja 534-63. v. vanno da assalito gli spiriti rinascere Argivo. campo strali, quelle la mischia e valore. di e Aconteo, dell' ira di vittima fa ebbe, tigri il verso alcuni esse Tideo ma le sforza Dirce, di sponda contro sensi, ospitalitàcln Megera guerra: sulla miti a guerrieri, rammentando decide SECONDA IWRTK ombre, v. 796-823. Similitudini dei esecutore premuroso si Giove suoi i allo rami finire sul soldati del dell' alba, fa fare 436 v. sg. fa come 529 v. i il sg. 670. uscendo affamato cacciatori 744 che ed 791 e le sg. erollata si dal di ritornano le come belle fra e del rose verdi Antigone dal monte, dopo ovile. Ippodemon- sicuri della e dati, i sol- i caccia- preda. procelloso. Euneo giovine un Polinice ucciso avere cadaveri, all' austro simile leone a ohe , cervo o giovenco, un e sprezzatii avventa. Amfiarao di impietosiscono sui covile, scorge carro pastore sul 1' esempio di dopo leoni, che a il come dall' aperto armenti cigni Strimone. sereno soldati, a guidatore. sul gli i simili patrii carmi del sponde il fiume suo simile slancia i i suoi passeggiando ferite,se Il il allora parla Capaneo, austro, dalla tempesta, soffia. non riprende animo, ordine passano parole Tideo sg. le ordine dietro quali somigliano 560 più cantando con con I soldati ira torbido lasciano dispone uscire Le Giove, avanzano verno, tori, placansi nelT selve si gregge Euro nocchiero, agitato Marte Favonio. di Eteocle 393. v. te, I 285. v. che spirare elio di dal giardino, aduggiate prima il vedere al sdegno suo ordini, come detti ai Bacco, il mitiga vede quando rasserena 223. v. 84. v. — sodo passa e sui nemici, simile Rivolge nella sua ruina ad antica uomini, pe, ru- case, armenti. sgg. Apollo abbandona il carro di Amfiarao; il carro e i ca- 146 PARTE SECONDA LIBRO eccita lo stupore Amfiarao, disceso vivo nell'inferno, nosse Minosse, v. 1-85. Easserena quindi P ira di Midichiarando che Ercole od Europa, e ò nuovo che non egli non di diventar ricusa si acqueta, v. 86-126. Il portentoso avvenimento ombra; Minosse della sparizione di Amfiarao incute che spavento agli Argivi mori; indietreggiano;si fa sera; nel campo Argivo lagrime per Amfiarao, e tifeste e gaudii, v. in Tebe Sul far del giorno Adrasto 127-259. duna radi Amfiarao mesto il figliuolo un concilio,si sceglie a successore di Melampo, alla terra inno e Tiodam^nte, il quale accetta, scioglie un fa costruire tomba lo spento sacerdote, v. Dalle sette 260-341. una per le schiere armate, v. 342-362; gliargivi vanno porte di Tebe intanto escono loro incontro e una nuova battaglia si appicca. Si mena strage da ambo le parti, v. Tideo si prova 363-500. Emone con : questi è protetto da Alcide, quegli da Pallade. da Alcide, sarebbe stato Emone, abbandonato da Tideo, ma Pallade ucciso permette solo che rimanga ferito, v. 501-536. Tideo fa strage dei Tebani, v. 537-607. Nella le intanto reggia di Tebe due dei casi funesti, e Ismene ta racconvergini figliedi Edipo discorrono alla sorella di aver lo da Tiferito 608-36. Questi sognato sposo Ati, v. alla reggia e muore fra le lagrime di Ismene, v. 637-655. deo, è condotto Tideo ancora corre pel campo nemico, scorge Eteocle e lo sfida,v. 656-680. lo inseguo, v. 681-88; e mentre Eteocle, lanciato un dardo, fuggo; Tideo Esposizione delle ombre • Vili. fa dei sterminio di di cavalieri lo Menalippo, nome Tideo con ultimo un gli amici prega Corre fa ne e la Similitudini viene la come 255. che fa forze e leone come v. ignoto cavaliere un Menalippio è ucciso da il capo dalle che il teme sua argivi, con dei fu Edipo la 286. come vedere Pluto, 124. v. — soldati coraggio, v. tebano, re 689-722. al supplichevoli parole vedere caduto il rao Amfia- di nemico, gli cede con- vita. I v. morto, a facciano calmato, 212. v. il difendono Tideo, portato fuori della mischia, def suo uccisore,v. 729-745. gli il corpo di Menalippo, v. 746-51. ritorna strascinando deo Tiil capo che poscia dilania orribilmente coi denti,v. 752-62. truce scena e ne inorridisce;v. 763-67. mozzare vede che ferisce sforzo, v. 723-728. che Canapeo Minerva e — P ira e Mini quando della guerra gode reggia era stata ò scelto Tiodamante giovine figliodel della la fedeltà morto dei perdita di perderono Fineo come sacerdote re sudditi. di Tifi. di sozze Apollo, Persia, si godè quando dalle abbandonata forza Amfiarao, perdono che e non corse ac- arpie. timido fida accetta nelle sue alle Le 407. v. tuonando e Aquilone v. nemico schiere mossi da fanno la valle fianco ad v. a Il 573. leone Le 617. contro 675. un v. da olmo monti, dono inva- opposti , l'ira paragonato col primo gue, san- cinghiale ferito a nel solo e fa come Tideo bianco le si del chiuse nella è bufera. lontano; pastore molte lontano. è stragi,che reggia parlano delle che sciagure antiche. al tornata Eteocle simile gna sde- condottiero. toro la rondine scaglia contro insegue La — Eteocle similitudine Quella del II. 461 nella un'altra cosa, luoghi i fiumi del altero per cerca in va dalla conta patrioalbergo, rac- veloce più vicende un' di aquila cigno. Tideo v. leone il mentre ticchiati avvi- cadono Tideo mentre gregge a ambidue e portati insieme vite e paragonato quella similitudine 1' esercito ciascuno accesa il cavallo e sul Iliade, XII, 156, 278; i è Ati assai i enemici al vento — 692. ad figliedi Edipo, e Imitazioni due da tigre,che Tideo, s' avventa ò famiglia ai tetti v. Austro inghiotta più campi. una trafìgge Proteo che armento loro turbini il gregge. ferito giovine il vile della porta fanno come distruggere scendono chi ad tutto simile Tideo v. Borea, se Giove, ovvero Y altro. a che a gara simile è Tideo 494. v. o to quan- ucciso. 545. giovine a Emone, insieme v. calano torrenti uccidere non e mancar impeto Eodope, lottano Argive contro un Emone due Tideo 533. v. tanto con sul Ausonia, ed Y Giove fanno e 475. Tebane ed Tideo 461. anela l'altra cadono cielo,turba al naviganti. su dall'Arto se il tutto Le come v. Tuna piombano le nevi i per nato parago- mare. soldati,somiglia i per carro porte, è Libia. 423. v. schiere per procellein e del le sette hanno ne non Amfiarao di sette bocche, gettansi in sette per dalle tebane schiere che Nilo, mancare stella fra una se del Il delle uscire acque 369. v. di L' 358. v. 14? SECONDO CAPITOLO v. simile del del v. lupo 407 v. 423, dietro vorace trova riscontro la base confluenti,la deriva dalla della similitudine imitazione II. XIII, in tenero Stazio 62 e XVI, nella Iliade essendo in XV, è venco. gio- quella della nell'Iliade ancora IV, 452, poiché, quantunque tuttavia 675 a in evidente. 690. 765. scriva si deambiLa 148' SECONDA PARTE generale Composizione seconda fra giornata vi La Argivi si riscontrano Il concilio YIII Tebani, e Tideo. di Y aristia e della la descrizione contiene mente Particolar- questi episodi: Amfiarao di discesa Il libro — air Inferno. degli Argivi la scelta e Tiodamante di di successore a Amfiarao. Combattimento Il L' 705: neir che il resto tutto le quali ò ciascuno lib. dei Troiani (II.XX). La Tideo lo dal disceso stame. Nella stabilito. Emone, con da (II.XIII) coli' orrendo e scene, i due duci Achille strazio del , nalippo, potè da Il Lehanneur a qualche poeta epico (1) apporta i o quel a tragico due seguenti modo in versi capo tradizione non pervenuta un frammento (II. tore Et- contro dalla opera da ed Enea di Meo a maginata imnoi. attribuito Sofocle: • • • • . tòv e tramandata stata essere Tiodamante, parecchie Diomede di di Didone Il secondo — (essendo quelli di 693- v. già corpo pronunziare come scena IV, è episodio contiene Tideo Achei che P anima avessero fa ricordare gli di morte Il terzo libr. troncare fatto Terra, di Dio) lo parche Eneide, a Una Eneide. al corpo, unita imitato, è non dalla della una si affrettano — contro nò ancora alla inno un Odissea, con le comune. da generale perchè sciolga il combattimento favoriti V) luogo è che prima tessitura dalla Iri bellissimo un sua allora manda morire Tideo. uguale le Parche Giunone contiene di Amfiarao di anima vuol nò essere, qualcosa Inferno; Eneide, fra dovesse ha 1-20 v. episodio, nella primo parrebbe di morte e in essi e' è la IBateaTO xpò 6y)P"v"[j.o(3pà"£ *A"jTà"t"iov rcaTSa che scena poi Stazio LIBEO Esposizione— Al Menalippo, i Tebani del (1) Op. corpo o. pg, di feroce si 157-58. 1-31. xàpa Tep-cóv- ampliò. IX. atto di scagliano Tideo, Sta Tideo contro Polinice allo di scempio del cadavere Argivo per nirsi impadropiange sul cadavere di Tideo, e il campo CAPITOLO 149 SECONDO guerrieri tebani; Ippodemonte, solo dapprima, poscia Ma dai suoi, resiste all' impeto dei nemici, v. 86-147. Tesifonè, aiutato cadere che sta Adrasto dice di forme le a Ippodemonte Ali, per prese dalla mischia, aiuto; riesce ad allontanarlo prigionieroed invoca il suo si 148-75. a un Ippodemonte dell'inganno quindi sparisce, v. accorge che trascinano di Tideo, v. il corpo della vittoria dei Tebani tempo e che arrivati al fiume di Tideo e insegue i nemici Sale sul cavallo 176-95. Incalzati,si gettano Ismeno, allora in gran piena, si riposavano, v. 196-224. slancia col si la riva nel fiume : Ippodemonte opposta per guadagnare fido fiera e sanguinosa mischia nel mai avviene cavallo nelle acque; una suo deve uccide in 225-314. battaglia: questa perire Ippodemonte elemento, v. ninfa,v. 315-50. La ninfa fa lamenti Creneo, figliodi un fàuno e di una ve; volta sorge dal fiume al padre Ismene, il quale alla sua e parla a Gioindi si immerge e fa nascere grande tempesta, v. 351-461. te Ippodemonli schermisce; poi infuria la piena ed è travolto, resiste ai flutti, v. 462Giove pregato da Giunone, acqueta la tempesta e Ippodemonte 519; ma in al fiume 520come uno scoglio dopo la tempesta, v. mezzo risorge alfine lo Una 525. pioggia di strali,essendo rimasto privo dello scudo ai Tebani fiero mostra l'elmo del 526-46. fa cadere, v. Ipseo duce, ma parte air altra,v. 547-69. sopraggiunge Capaneo, che lo trafigge da una di Partenopeo, presentendo la fine dei Atalanta, ninfa di Diana, e madre Tebe 570-669. peo Partenoa v. figliuolo,si avvia dalle selve di Arcadia divine da Diana la quale nella faretra di lui ripone saette è aiutato to anima il cavallo con e liquoreambrosio, v. 670-735. Partenopeo con l'aiudella dea compie prodigi di valore,v. 736-820. Venere, accorta di ciò, perchè permette che Diana prenda parte alla guerra rimprovera Marte loro Marte infierisca la scende mette contro sul campo, in fuga e stirpe; Driante uccide a con Partenopeo Driante, v. 821-843. Diana, ed oppone da mano mortali saette ucciso due nosciuta, scoPartenopeo, poi viene anch' esso 844-876. moribondo, Partenopeo vien portato via dal campo v. Doneo che la consoli, che la trovi madre e prima di morire prega sua, Arrivano 32-85. i , , le dica che Similitudini di da v. 82. dal V. — Tideo, corrotta perduto solo dolore di aver preso le armi con suo vieto, di- 877-907. v. corpo col morto esser 27. siccomo I Tebani putridi cadaveri, Polinice il compagno di uccelli si e lascia rapina, muovono si allontana tutti per corrono dal di Tideo corpo metà a sentendo spirare del 1' aria schiere. a il solco che impadronirsi e simile trascina a il toro che ha gioco, aiutato villanello. Ippodemonte v. 91. v. 115. seg. difende i vacca v. 141. resiste Ippodemonte figlidal lupo Il cadavere di ai nemici difende siccome rupe il cadavere di nelle mani ai Tideo flutti. come una assalitore. Tideo passa ora degli argivi, ora 150 in dei quelle parte nel 189. leone la nave, medesimo Tideo di in potere dei in ai mano cavallo tebani, paragonati son dall' siculi,va all' altra una di simile Tebani, pastori che Tideo corre dell' Ismeno, fanno ne simile ad strazio. Centauro a le fiere. e soldati I 242. cade cade sul Ippodemonte i boschi nei flutti luogo. infesto,che ucciso, spaventa v. Così Il cadavere 220. v. che Tebani. rimane e v. un SECONDA PARTE nelle onde pesciolini che a inseguitida il delfino sentono demonte, Ippo- temono e , fuggono. La 360. v. ad Alcione madre che di vede Creneo il nido che v. 401. La v. 523. Ippodemonte sorge Ippodemonte, trafitto da madre Creneo di onde, figlitrasportatida i e dalle è travolto piango nel Ar.stro Leucotoe come fiume la dopo è paragonato piovoso. sull'istmo. simile tempesta, a scoglio. 532. v. quercia edace da corrosa 554. Ipseo v. 739. Partenopeo simile materni, cervice, sprezza Imitazioni imitata da pel secolare di dimentico natii vede piombarsi e corre degli svolazzare sentita antri Borea. torre. campo, che del imitata 482) V, 448; Val. e XVII, 532 v. Flac. Val. la per la avvertimenti giubba tera l'al- su pianura. Driante, sopra, che cigno come Ili, Il il canto di e primo 17 Patroclo. intorno nel morte fiume In La 378, 389, XIV, 1680; da similitudine 115 verso (II.XXI 242 v. 618, 414; XVI, Virgilio,En. II, 626, del 360 v. riscontrasi di Il canto comprende nono al corpo di tre episodi: Tideo. Partenopeo. titolo dove Iliade, Omoro — Ismeno. episodio, dal della IV, XV; 44. Il combattimento Ippodemonte , 163. quella del ancora XIII Rhod. X, 693; quella del 585, così e dalla Iliade deriva 91 v. VII, sg. Apol. Flac. IV, 4 Composizione generale Aristia del (II.IV, 482; da ancora da similitudine Virgilio, Eneide Iliade dalla sg.) e La — pure deriva in siccome appressarsi 1' aquila grifagna. vede 22 gli soffiar eccelsa una corre Partenopeo 858. v. come dal e giovine leone, a cade strali , tempo cade v. mille che gli abbiamo leggiamo Menelao, alla dato, il combattimento vista di Ettoro, ci fa ricordare intorno abbandona al po cor- per CAPITOLO la poco difesa,per delle e corpo Tesifone, da cade di in Enea trae e nella Eneide, fuori della sviare del pianto II. XV nella gesi episodio Achille nel diverso fiume due nei sdegna, gonfia , gonfia ambidue i incendia le la piena. poemi La En. 603 IX, nella il nostro parlata di il 11 motivo gonfiare accettò Partenopeo Cade Eteocle del nuovo sonno è Ilia» lo Scamandro si uccide l'Ismeno anche nella da tuttavia condotta Iliade Giunone da ha Vulcano fa ritirare alcun nulla quella su in altro dei di originale. di Numano, sg. la notte. Gli argivi X. scoraggiti per sono i suoi imbaldanzito argivo argive di combattimento la perdita duci, Amfiarao, Tideo, Ippodemonte, Partenopeo, il campo Il — combattimento allora direttamente è LIBRO valorosi scena Patroclo. Ippodemonte divino: modelli; 790-800 v. alla equivale: nella Tebaide pregato deriva come Agenore guerriero. 11 pericolo è scongiurato Giove non di allora ninfa, ed una Tebaido episodio ed di simiglianteleg- cui del del fiume Priamo dell' intervento mezzo per Il terzo che di e Tideo, la derivava luogo piange quella guerriero; nella fauno dà anche variazioni,del con figliodi il le forme di figura volta sua quello sa la assume assume dell'amico di Tideo ricalcato Virgilio alla lib. XX. del ingannato il corpo è Giunone Achille ove sg. sommergere acque, Tesifone Apollo ove riproduzione, un poemi — 22 insegue e di 606-668: la morte Licaono flutti per i sq. poemi; quello tìglio di Creneo 449 Scafandro, uccide Achille de la ò Y, per III, secondo combattimento, e questo primo episodio Stazio In Polinice di X, Ippodemonte , inganno lib. Ettore, s'impadronisce del Stazio battaglia Turno. dalla II. Achille. per In il esso 1/ Tebani. intanto e greco. anch' abbandona quello inganno Aiace, dell'eroe armi potere dei Giunone, di cercar 151 SECONDO per hanno per sacerdote invoglia impedire la fuga Giunone, commosso far di cadere in Apollo, di soldati v. la letargo i invasato a 16-48. circondare quale Tebani, manda v. la lontana Dalla Iride 49-155. alla tenda va nume, raffrena 156-235, Adrasto dal di 1-15; v. quattro mentre notte Argo stessa ne le don- alla grotta Tiodamante , di Adrasto . i guerrieri, 236-248 alla Tiodamante che ma correre sceglie Agistrage, v. vogliono dieci al dei quali ha leo ed Attorre, ciascuno guerrieri, i quali corrono ed 249-271. Attorre tebano menano v. Tiodamante, assopito, Agileo campo 11 sacerdote cessa grande strage, v. 272-335. per consiglio di Attorre Due fra i alfine di spargere 336-345. gli e ringrazia coniDei, v. sangue a rivelare il favore Giunone, v. , 152 PARTE SECONDA nopeo, duci, Opleo, soldato di Tideo, e Dimante, soldato di Partedei che loro facciano ritrovare i dei loro gli corpi pregano re, v. Cinzia i corpi ricerI due soldati,favoriti dalla dea cati, 346-70. scoprono al loro si accingono a trasportarli 371-84. e v. Vengono campo; stuolo di cavalieri da Tebe; Opleo è ucciso che tornano sorpresida uno da un dardo, Dimante si trafigge sul corpo del suo amato re Partenopeo, rinunziando alla vita che i nemici rivelato i diconcedevangli se avesse dello visamenti tebano degli Argivi, v. 384-448. Amfione, il condottiero si della stuolo di cavalieri che sorprende i soldati infine argivi accorge Gli argivi escono atterrito a Tebe, v. 449-74. dal campo, strage, e torna di Tebe, e per poco entrano alle mura, nella arrivano tutti città. Echionon la porta Ogigia, fa entrare lo stuolo dei guerrieri di ne, tardo a serrare dal dei che cadono Tebani Gli 475-518. numero Sparta soprafatti v. nella città;i t)'jani scoraggiti vogliono ogni mezzo argivi tentano per entrare sedere sul del che Polinice trono 519-589. a fratello,v. già venga alfine a Tiresia; questi fa sacrifizio agli dei; la fiamma Si corre si divide di color la salvezza Tiresia che in due lingue sanguigne, e interpreta discendente di Tebe dei denti verrà del quando sarà sacrificato Y ultimo il di 590-615. dovrà che v. sere esMarte, Creonte, quale presentisce drago sacrificato il figliuolosuo, prega il sacerdote di non svelare il vaticinio orrendo Tebe del è la notizia tutta necessario ma già per sparsa Meneceo Virtù 616-27. che è ispirato dalla dea le sacrificio, v. assunse Il padre lo scongiura di smettere forme di Manso, a sacrificarsi, 628-85. v. il figliocon la idea funesta, ma cola un inganno suggerito dagli dei, si svindalla braccia del padre, v. 686-737. accolto in se Capaneo mostra dei quattro eroi spenti, v. 738-755. Meneceo il valore si uccide, vittima della pace; il corpo viene sepolto nella tomba degli avi e la madre solata scondi di 756-826. travi Capaneo per mezzo dolore, v. de ascenpiange nella città,la strage nei guerrieri; di Tebe, e porta la rovina le mura di Tebe In cielo gli Dei 827-82. e di Argo v. guardano incerti il volere di Giove. da Capaneo, nel parossismo della superbia e dell' ira,insulta e sfiDei Giove. lo 883-939. Questi e fulmina, v. gli perfino pagni dei tre , , , , Similitudini navi Le sgg. squadre duce senza paragonate sono a nocchiero. sensa v. 13 v. — 42.1 Tebani' cingono il campo Argivo fanno come i lupi di una mandra. v. si v. di accorse 170. gli occhi, v. Giunone 76. avere sdegna il Tiodamante, simile 182. si al Adrasto fecondo seno invasato frigio che riunisce stp dei condottieri estinti contro dai si a dal i Tebani da che Alcmena al culto parlamento o do quan- Alcide. Dio, suda, impallidisce consacra congiunti più i di travolge Cibele. duci, facendo dai valorosi , occupare come superstiti, il poav 154 PARTE ficazioni T di descrizione collocò,con Ovidio ecc. Stazio della L' del casa Ariosto, e Dimante deriva neceo e la morte di Fenicie di ambidue la Cimmeria da quello Capanoo si di Niso con una ed Eurialo. leggono, quasi dei sgg. , descrizione L' di episodio Il sacrifizio di Me- medesimi coi 47 Cimmerii sua F Arcadia.— con v. Ignavia, Morte, il Valore, il paese ricavò T particolari, Euripide. Capaneo, alla' guerra alla lib. VII Marte, dimora, sua da Quiete, l' Impeto, 1' Ira, la CANTO Caduto di casa come che mutò sonno, Opleo nelle della Sonno, al la conferisce,come simigliante arte, assegna nessuno. conciliarlo a Nella Oblìo, ecc/ Stazio che ciò SECONDA i XI. in greci volgono il duello di Etoocle fuga, 1-55. v. Polinice: e evoca fine Tositene pone dall' inferno gera, Me- quale impone di eccitare a furore essa Polinice, riservandosi Fira di Eteoclo, v. Giovo ciò che dall'alto vede 56-118. stanno infornali ed impone agliDei colesti che non per compiere le dee trova prendano parte al delitto che sta per compiersi, v. 119-1:55. Megera rilo scudo coi suoi F eroe, ardendo Polinice, ne sferza cerasti, e di accendere ad il cavallo il proposito nuovo, inforca Adrasto, manifesta e di corre Eteocle cerca Etoocle, v. 186-204. perchè ringraziava Giove fulminato il toro avea destinato al sacrifizio Capaneo, v. 205-225, ma il cerchio F insano F altare. Epito, soldato, e corno rompe percuote con a va ira, in viene nello ad tempo stesso al annunziare re che Polinice lo chiama a mortale che lo sprona 226-249. v. con Sopraggiunge Creonte pugna, ad La madre parole a provarsi col fratello,v. 250-309. accorre anch' il impedire essa duello, scongiurando Eteocle, v. 310-53. Antigone il reo pensiero, sulle mura, lo esorta Polinice vede corre smettere e a di furore, Eteocle. Adrasto Arriva intanto,invasato tenta persuadere v. 354-82. aspre , i fratelli Cominciano Fopera a non orrendo commettere delitto, ma non dal vi riesce, v. 383-435. Tesifone combattere; a previene cielo,ma alle sue tomaie sedi, v. 436-96. quella, sgridandola e fancendola vuoie atterra spogliarlo delle armi, riceve un Eteocle,ma mentre Efratello, o cadi4 anche lui, v. 497-573. colpo dal moribondo la Pietà scende di Polinice mortale dipo viene giacevono Antigone a del conoscenza misfatto dei tìglisuoi, si fa condurre là dove lui por line ai suoi giorni, ma corpi, piango, vuole anche La madrosi lo impedisce, v. 574-633. trafigge,v. 634-47 regina ad viene acclamato Creonte Kdipo di uscire da Tebe, ma A utire; impone Gli Argivi nella ottiene elio rimanga cone e patria terra, v. 048-756. prega 757-761. dal campo Tebano, v. fuggono vergognosamente i Similitudini-^— condannato v. 12. all' Inferno, Capaneo, prostrato pascolo di corvi. a terra, ò paragonato a Tizio CAPITOLO Giove, Tebani I 27. v. inseguono fanno come i voraci 155 SECONDO gli Argivi che lupi del spaventati sui corrono fulmine di prima dal uccisi tori leone. La 40. v. del portate 113. v. al mare Tesifone e vento che tutti in il corpo di parole giri; ma Polinice sèrpere incensi. in montato essere furie, allora i beve ri- assottigliae si alle sviluppa villano dal percosso cammino si nel incontrano s' incontrano leone, che Y antico del giorno, nell' duello precipitano e procellosanotte di orrore La Metani. a e IX, fiera geme che similitudine v. 158 gioventù, del 7 fa ricordare 234 Megera; 11 canto il divieto lo accompagnarono sta, di Antigone, e (il pianto di Edipo; dalla magnanimo degli anni, roso campi. Eneide, XI, dalla dalla 65; quella del v.297 simigliante adoperata una 624; Eneide, da dio, Ovi- sg. XI contiene dei Greci (la fuga che è i suoi deriva 40 v. che ora altri tenga Polinice,ilquale comprende il duello accettò di che astri. gli e gliparla altero,si mostra dalla Iliade, XVI, 114 Composizione— e e il sole infernale palude della al nocchiero Creonte mentre vigore — v. turba memore 798, quella del e che, dal assomigliato è Edipo, 741. a Eteocle dopo sentendo pur dub- core -i Imitazioni IX, 1' ira, gli ofierì il , che nayi all' aperto v. quella ed voto leva Ercole, che ad tello; fra- nevi. forte sembiante un col combattere voler liquefarsidelle al sotto il serpe" si e Edipo 587. uscendo ricorda rando che, spi- fondo. a simile fa Eteocle duo come v. Noto e veleno. 3-20. colano al reprime come Emo piange fine di Adrasto nasconde il percussore suo v. terra Creonte se il die .Eteocle 310. v. ad al sacrifizio,simile veleno, son arene. Borea a che tutto. siccome Il sacerdote fine dà e assomigliano manifesta piangono, 234. v. bioso Polinice 190. le discopre e copre Megera opposti, travolgono v. alle nubi degli Argivi, mutevole, somiglia sorte di Giove molte dopo agli ('/incitamento di di la Adrasto; morte tradizione di la Pietà dei la caduta di Creonte: e del particolariche di la e fatto al preghiera Tesifone); e duello, Capaneo prender parte Iocasta; Creonte Y esito sui scene duello episodio: il solo un re che di si intrattiene lo ; di cedettero prefone Tesi- duello); di Ioca- seguirono Tebe). zio Sta- pochissimo 156 di narrazione nella duello sono esso; delle rimanenti luoghi comuni, sull'esito quelle artifici piuttosto come dell' azione SECONDA PARTE finale;le infine CANTO escono dalla I — città Etepcle, e Creone figliuoloMeneceo, 1' editto col quale lo accompagnano che poetici per ultime quelle tenere formano che precedono sospeso l'animo spontanea una da sono il derare considel lettore chiusura la tradizione. secondo Esposizione scene; e Tebani, si avviano XII. appena al fatta v la luce campo, di spoglie 1-56. del È giorno cremato seguente, il corpo di nemiche, vi colloca sopra il Einnova cavalli,v. 57-93. avea proibito di dar sepoltura agli Argivi v. 94-104. il volto le matrone chiome Frattanto le vesti nere e Argive con disciolte, i funerali da Argia, arrivana a Tebe, per celebrare dilaniato,condotte Ornito dei propri congiunti caduti in battaglia, le consigliaa 105-140. v. 1' aiuto di Teseo in Atene la inumatornare contro nità indietro, a chiedere Si discute di Creone, v. 141-166. il consiglio;Argia induce le compagne andare ad mentre ad Atene in mezancora zo essa, impaziente di porre arriva Tebe del tempo, si avvia verso e dopo gravi stenti al campo, 167-277. della notte non v. Argia nelle tenebre può ritrovare il cadavere la luna del marito ; Giunone, mosso acciocché faccia luce a pietà, chiama le Con siffatto aiuto 278-308. le ritrova armi sentinelle, v. e assopisce di Polinice, v. 309-348. il corpo Nello stesso al camvenuta po e tempo era dare in al fratello imbattutasi si pisce stusepoltura Antigone, per Argia ; che sconosciuta una tenga fra le braccia il corpo di Polinice,v. 349ciascuna chi sia,v. 368-404. 67. Antigone ed Argia manifestano Dopo aver al fiume pianto insieme Ismeno, lo lavano e portano il cadavere poi lo 405-428. brucia il re, cadaveun v. depongono sopra Appena rogo semispento, fiamma che si scinde in due, quasi 1' una uscire una ecco agran si Da il 429-36. che a vesse v. sdegno l'altra, questo prodigio accorgono cui aveano di Polinice su era deposto il cadavere quello di Eteorogo anche era cle,e che l'ira dei due fratelli, dopo morte, non spenta, v. 437E frattanto si la terra, per cui le sentinelle 46. si scuote prendono svegliano, sorArgia e Antigone nel pietoso ufficio e le traducono a Creone, le donne Frattanto 447-63. v. Argive, sotto la scorta di Giunone, vanno ad Atene, e quivi giunte si diriggono tutte all'ara della Misericordia, v. 464In quel giorno Teseo, dopo aver 518. vinto le Amazzoni, rientrava fante trionLe in città, v. 519-539. donne Argive si rivolgono tutte a lui, ed Evadne Teseo moglie di Capaneo, gli dichiara la loro condizione, v. 540-88. da da commiserazione e mosso ira, invia a Croono Fegeo che gli intimi la guerra, e frattanto,coi suoi si avvia gia Arverso soldati, Tebe, v. 589-676. ed Antigone stavano condotte al supplizio,quando arrivò per essere che audacia il Creone mandato, Fegeo suo v. 677-86. risponde espose con eretto un ed immola rogo prigionieri vivi e 167 SECONDO CAPITOLO Teseo vince, v. 709-40; iTebani, v. 687-708. maggiore audacia, ed arma da tutti i suoi più fidi compagni ; in' Creone solo, abbandonato fatta allora la pace, e Teseo Vien sultato da costui, lo uccide, v. 761-81. è accolto in Tebe come sepoltura argive danno amico, v. 782-88. Le donne coli' augurarsi che dei congiunti. Il poeta dà fine al poema ai cadaveri studiata dalla gioventù romana, T opera letta da Domiziano e sua venga la divina Eneide. senza perciò voler emulare con incontra Simiiitudi il campo nemico il teme il in il e all' udire 224. Argia simile 356. Antigone fratello 413. v. v. 515. v. Le dolce 601. simile di Cerere a toro, che il di Polinice in che Tebe te- senza dalle figliarapita. porte e volta prima cola fiac- una con della esce la coro. suo cerca il cadavere fecero alle gru, il sanno non in va la senza , freme. le che della nel mugito Fetonte. per da al sino di Atene Aquilone, allon"», arrivate clamori. di moglie di Polinice tempio scacciate il cielo di di sorelle pie pascolo nemico, nuovo imbrandisce Capaneo, V antico ottenuto, vincitore sente di notte , tranquillo, appena o . nell' entrare Teseo, alle parole lagrime giovenchi, che vita alla volta guardie, leonza a e argive di serpe quando e ebbero non loro possa un piume, mandra andava Argia portano clima, empiono Onito, cadavere le lavarlo, come donne di di guida del deludendo ed vuoto. tempo quando mugge salire come , notte simile aer che teme , al veder della , Eteocle per procella fare,come temono cerca gli affanni, simili tanarono più a Antigone Ismeno vicino in libera,e e corre tigre, dirige parole che sapendo va mano, del alle Cibele, quando a Deifile 267. madre V guardare a combattere, a le imbelli dibattono nido, argive, si pericolipari cerca lor della il fremere soldati la superato aver giornata,stanno gli idalici uccelli,che pallide,hon v. v. sorgono dopo donne perirà. in che ancora hanno essi v. l'ultima come fra mere in temono cui Le rimasero chi e Tebani, dopo pericolo è scongiurato, temono 166. v. 11. 1 suolo, e muro anche v. pellegrino,che vacillar sul — e rinnovella sta, Ta- riposando le ire. f'N v. 650. quando soffiare v. Al Eolo, Aquilone, 801. Le furiose,chiamate dell' esercito muovere disserrate e attira donne al le i fulmini tebane suono porte dei vanno di ai Teseo lungi venti, impaziente sulla e del la terra me co- fa verno , terra. incontro timpani trema dei a Teseo come cimbali,coirono le Menadi al delitto. 158 Composizione generale può di SECONDA PARTE diviso essere in parti delle la esecuzione di lunghe materia, singole I canto giorno seguente al figliedi Adrasto, focle; da So- al poeta comuni, luoghi pratutto so- del le durano poema. di nozze di durata la Tideo giorni. Siamo 12 Polinice e le con al Canto ancora Il notte. una II, 307. v. Polinice comincia Quanto Tideo va il (Siamo ; espone il infine arriva ad III, v. 440), Amfiarao e popolo al rumore da duci ai e del della Nel principio quindi anni; durata Nei del i di del alla fine V. e V. tre dopo la episodio Isifile e Finierat Il di giorno dopo Tideo di solo 12° nel Licurgo, cavain primi Il canto VII. L'arrivo v. che è l'arrivo di dice Con ai preparativi avrebbero po doavuto di tempo; potò durare molto, e lo so- dopo il P. induit ciò delle (450-451) sera fine pone la guerra determinazione non i funerali giuochi. narra gli augurii umbram. di Archemoro figlio finisce schiere a il canto Tebe il combattimento e di curgo, Li- VI. il il primo timento. combat- giorno te, seguen- 470-73. Il canto Vili, fino al canto dei i Argo. tare consul- ponmano canti tre alcuna nox si celebrano seguente in giorno Adrasto pire com- a consiglio,fa , e luogo ha anni. siccità eooloque ? Poscia III. , di starlo. riconqui- impiegato i fati decidettero che abbiamo non del sera nei di notte rivela il canto il P. fatti narrati complessiva libri IV. dice vario giorno dopo finisco ciò IV. il * ritorno Amfiarao giorni. La popolo; Con guerra. dal giorni Melampo. ha tempo Adrasto, dopo e 12 dopo bellicoso 7 quindi ; nella ritorna e deliberare e. siffatto divisamento a Argo. Quanto al canto Dei tino arrivare per messaggio, Passano al la impiegò tempo al regno pensare viaggio? gli tre a Tebe, a 1' agguato T dei giova abbiamo celebrato le feste e si scene 125, v. vengono narrazione una fu fornita generale in azione dell' II, tutto è parlate. Durata Dal dogli altri,non differenza a , continue e canto, episodi peichò in e La piccoli avvenimenti. Questo — tebani; e il narra IX. il combattimento Il canto X abbraccia del secondo giorno, la notte, in cui ha che luogo giorno seguente. (3° del combattimento) durante il si prolunga la strage quale Ca- CAPITOLO dà paneo scalata alle di mura Tebe tuttavia che Capaneo salga avvenimenti narrati nel canto XII, canto v. dalF giorni le 563 donne si i battaglia e corpi mura di nello stesso sulle accadono argive ? ultima XI che lamentano non (Dai versi fulminato. muore e sembra 840-44 Gli la 159 SECONDO giorno. passati son Nel sette sepolti. ancora sono tempo). notte ACHILLEIDE CANTO Argomento apportare vea Teti, — indurlo per a del atterrita disastrosa I. in guerra ratto di le navi sommergere Elena, sapendo perire Achille, del rapitore Paride dovea cui che va do- ciò da tuno Net1-76. v. , fiera lotta stabilito che acconsente, poiché gli dei aveano Y P avvenire che Achille fra dovea dovea Asia, Europa e essere ca»gM"fl»;«. di strage ai Troiani, e dovea compiere tanti grandi fatti che ne"a rimar*-' rebbe di averlo concepito da Giove, v. 77-94. Allora Teti pensa di persuasa in luogo sicuro, v. occultare il figliuolosuo 95-108. Achille to educaera in da Chirone lo richiede, v. centauro Tessaglia ; da lui si reca e 109-141 Chirone la persuade a placare Y Invidia, v. 142-197. acconsente e la notte al Durante luogo più adatto, e sceglie l'isola di Sciro , pensa Preso doi" dove^ regnava quindi il figlio,mentre Licomede, v. 198-216. tirato dai delfini,e sul far del giorno arrivò ro, Scia niiva, salì sul carro Y vuole indurre 217-241. Quivi Achille, apportandogli v. esempio di la veste ad indossare le AchilErcole, Bacco, Giove muliebre, v. 242-274. determina lo ad si un caso non persuade, ma obbedire, v. inopinato in quel giorno in Ciro Celebra vasi la festa a Minerva fra 275-284. e che arrecavano Deidamia le donzelle le primizie alla dea scorse bella, di cui s'invaghì, v. 285-317. lo interrogò se fra quelTeti, accortosene le Nettuno non , , , donzelle a lontana 349-362. volesse Licomede, dalle Così vivere, esercitazioni Achille Achille e dicendole che virili era e dal accolto viene accettò, v. Achille, e porto, perchè non nella Lo affidò che la 318-348. di sorella magione di fosse scia po- tenesse rapita, v. Diomede v. 363- , 96. tutti Frattanto in Aulide i Greci; accesi e giurano di da non Menelao deporre e Agamennone prima le armi si riuniscono , di veder dicato ven- richiedono che con loro sia anche AMenelao, v. 399-466. Protesilao che si ove egli chille,v. 467-482. impone a Calcante scopra 514col di 483-513. favore lo Calcante, Apollo, nasconde, v. dichiara, v. l' impresa di condurlo Diomede alla guerra, v. 53837. Ulisse assumono e 1' amore dissimula Achille intanto 559. impaziente di per Deidamia; ma si celebra V orgia bacchica, se la ne e attendere, mentre impadronisce La consola manifestando chi 550-661. nutrice a messa v. poscia fosse, fé in di nascondere il risorgente ventre modo parte del furtivo amore , fino a che Deidamia partorì, v. 662-674. Tutti , 260 PARTE SECONDA CANTO Ulisse Argomento II. Diomede e arrivano Licomede, fra simo dichiarano parecchiavasi da parte, di Ulisse, Y per da ed in nave ciò rimane che ti il v. aspetta; deve dopo, alla ratto ricevuta prima v. della di di da salire 282-308. armi, v. Chirone, il il v. v. nave, Gli e Achille sacrifizi Ulisse Achille eroi con narra interrogano modestia, donzelle per e della v. 372-453. il e a ad di spo- piange consola, giudizio Achille parla, gono, fug- Deidamia Nettano la lieo- a chiede domanda il a tutta poscia la nella clipeo un dice: le tuba, e zelle don- donzelle e gli e la a chiede poi le n- se, compre- portare 237-252. Questi 253-81. co avvenenti un'asta avuto, v. ciò invitò Manifesta figliuolo fa le avvicina alla elogio Ulisse Fatti 207-18. navigano 309-334. 335-371. s' matrimonio, Achille, sulla v. che vedere fiato dà Agirta delle al gli eroe Mentre guerra, Elena, da astuto tosto separarsi madre, cagione celebra guerra, Y Achillo, compagne. Ulisse gia reg- prendere fare 99-128. v. seguente Achille perDeidamia, Si 245-35. perchè adorna amore suo Y di ap- sciuto ricono- è poter non 129-144. v. che Doidamia, se giorno di piacesse. 145-200. v. si Achille e mede e allora e il di quali nella ospiti occasione altre le gli fidatis- lui, i Achille, valorosi, con Minerva, di quali svelarsi, per strumenti loro più attonito, Grecia sar doni per vedere l'ara attorno coro dalla scegliere di Troiani, trae i disparte in tratto le da contro accoglie trato Incon- 1-51. v. sapere dolendosi gloria stava Licomede da ottiene regia parole, avesse fra Ulisse guerra, di fonte per i vi Licomede alla sua, quelle lo non figliuole, sue 64-98. v. età impresa, quella mosso le venuti allora Licomede 52-63. v. loro siano, operassero cosa guerra, presenta e che che Greci, i Sciro, a — no giored Nereo, la Ulisse Paride educazione è il 162 volunt, et i stettero lo bisogno furono qualche in ottenere che ciò della causa ed contorto lirica di Stazio, affetti mediocri esprimere con affetti, compensa ed di poi con ville. E di bagni, descrivendo, ogni da Sembrerebbe far quasi Statii libro di Ma è vero, si pone so leggi e di e per raccolta esercitazioni una generi (2) Claretie, De raooolta fornissero dei, largo mirto, e la di veracità di attitudine di ma servare os- di prati, pitture vere sa care, evo- lunghe derivare e di 10-11 pag. vole fa- dell' arto comuno risultano oseroitazioni nelT oratoria una oratorie o nell' può poetiohe. P. Papini staiti silvia, pag. 21. ben un conservano e della dal altra, anche motivo definizione questa la ca- il Leo, per il poesia di quel medesimo e lusi de- si rimane questo guidati quasi essere uguali poeti. Per riche li- produzioni parte Selve accotta non di numero buona per delle oratori,non baso sono di il di a il carattere Quintiliano di uomini to sentimen- e esclude minutamente, osservare componimenti Silvi8y Gottingae, 1893, Stazio. le i tutti la rettorica, i due tempo Selve Stazio a parla, (1) Quintiliano De le che meritare poiché , di ed sa spesso mai, e grave lascia ci egli ò Selve sue certo per memoria che l'animo; accoglie manca pensiero doti sa non a mente semplice- semplicità con tino motivi. tenui da solo storia che comune queste non che di non Por immaginare. che fittizi, volta tuto po- frasi nelle accolga non ni, occupazio- L'occasione, sogliono innalzare forma, mancanza una poeta di e che dopo contentato dettato. avea erudizione della La improvvisazione. vera ed la ricercatezzza (2). Ma che qualche e dottrina più que' il si fosse il avrebbe non espressioni se anni altre in Stazio versi, e di fa sì che di profondi, solamente di scriver raccolte ripuliti,se pubblicati molti utile (1). singoli componimenti essere per essere ispirazione prima e può alessandrino, una pensieri larghi resto i 3 X, ». pubblicati a un'altra,e furono ricercatezza generale una spesso di quella tutti bastevole anzi del furono ad tempo un celerità certamente non di Stazio una effuderant qnae vani Sil- scribunt; hanc extempore componimi da anno alcuni richiedeva, ed La et selve P autore con scritti. riuscire delle componimenti di atque impetum, deinde, repetunt intervalli con caloreni sequentes vocant: Infatti SECONDA PARTE mento; intendi- definizione convenire ad di una CAPITOLO ratiere epico; passo: il nostro più che 7; IV, 3; 9) poeta nel di incomincia esposizione vorrebbero forma Gellio di che volesse che stabilì forma di che dato avea il quello lettore alle che pagine simiglianza per tenendo si di di XII, alii Silvarum oggi sono Selve. la Qui quoque formulati, cronologico ogni evitare di questo, dover ne pubblicazioSelva zioni, descridi ad non intelligenza della miscellam le raccorremo quasi confuseam et Noni. essere poesia. poesie di scun cia- dootrinam con- Namque ». singole poesio, quali non il tratteremo exquisitissimos indiderunt. sontentiam Musarum con sopprimere, ot eam dovettero una rimandare suddivisione ciascuna versa di- il crìtico per ripetere nell'esame dover di di gerito sug- smaglianti. variam i titoli delle Conveniamo bisognerebbe niente « inscripserunt, airi (1) Riportiamo delle i suoi fra vece in- Silva, nome fastidio un precedente,e ad del abbia pare occhio, possibilmente, la precedenza cronologica 10; titulos quigrverunt, oo la argomenti (1), e componimento (I) Lib. ora che contenendo giacché, per late par- lirico si ritrova Selve, 1' ordine Noi trascorse. di sempre detto era e quei soggetti che in definizione Quintiliano,è poeta medesimo, di costumi, fatti, anche nelle sua una epicedi, epistole,seguirebbe Selva di ghe motivo, lun- epici. conservando trattarne il la dietro tiene quale concepimento e contenuti argomenti che è to Ogni componimen- presenta ne sa£ in pel grande riverenza esametri. se appena conclusione (1) il motivo quella suoi sa la ricorrenza cantare sua non faleuci, in altro un ogni menti componi- scritti nel la e trentadue agli dei, alla poi, con Dei ad poema sono Stazio ai un (IV, 5), mostrava concepimento e diversità di canto La trattati essere sempre a quel ad soltanto di uomini, luoghi, di edilizi, più lunghe. ancora esametri. e intorno alcaiche invocazione una di in che dell' argomento descrizioni La per con strofe dirci sembrano verso pensiero. quattro dice Lucano, rinunziare del in uno il anni epica il resto (IV, 7); tutto genetliaco dodici le selve contengono (I, 6; II, Tlel sudò autore la educazione smettere fiche stile,il concepimento, lo 16$ TERZO op. pag. e. scritti mutare. da 40 sono sg. Stazio; Siffatta stati accettati dagli tori edi- che parecchi titoli,come ma dovendo soppressione però ora non gere, correg- giova 164 SECONDA PARTE cui in Anno fu scritto ogni componimento / Villa II, 2 Surrentina, Kalendae Villa Tiburtina CI. Balneum M. Vopisci, I, Etrusei, I, 5 Melioris, II, 3 Arbor Ated. Equa Maximus I . . ) prima Dom. Surrentinus Polli Epitrapezios N. Domitiana, IV, 3 Via Glaucias ' ; • • f Epioedion Epicedion priscillam hi Patroni, V, Puerum Epitalamium, I, II, . j . .... .[....82-96. . ..... 95-96. 2 90. An. . . 89-91. An. . 90 (?). 95, 5 1 1 95. .... . I 1 94 (?). . . .... vario tnpmmt 94. ... " .. di 93. An. iocosiadPlotiumGrypum,IV,9! ! Hendecas. , 90. . .... :I. An. 5 . ..7r. 95. ; . 1 Soteria Kutilii Gallici,I, 4 Celeri, III, 2 Propempticon Metio Epistola ad Vict. Marcellum, IV, 4 Ode lyricaad Septimium Severum, IV, Lyricum ad Vin. Maximum, IV, 7 Iulium Ad IV, 8 Menecratom, (gratulatio). D 93-94. An. . 3. . V, suum, An. » 1 . V, uxorem, 3 [ 1 II, 6 Etruscum, in, in in » 6. IV, delicatus, 1' 89. . Ursum, CI. ad » . FI. ad . Felicis Vindicis Melioris Atedii I Consolatio 1 dopo III, 1 I 1,1. Imp. Hercules '. Mi tpiceoti dell' 89. ' .... Hercules - prima (?). . 3 anche o 83 .1 . . .... descrittive' Poitfo 82, ;' An. I, 6 Deoembres, (1) \ Ecloga III, 5 Uxorem, Psittacus Ate(L MeL? n" 3 Leo Mausuetus, II, 5 Genethliacon Lucani, II, 7 Capilli Flav. Earini, III, 4 Consulatus Septimus Dee. Doniit. Imp. IV, 1 ad . Eucharisticon ad . . G. Imp. 94. .'.... . . . . . f . 93-94. .... 95. Dom., IV, 2 94, .... . V, Somnus, 4 95-96 Poesia Il avviso Siffatta più descrizione delle frasi,che (1) Cfr. della da sembra non parti, sia richiede Nohl, op. per e. quelle riportate Vedi Parte fra pag. nei I, Cap. 2. quellipubblicati nelle Selve, è Villa invero Sorrentina 5-27 studio duo o di Pollio conditura op. luoghi oitati,sono e. p. stato e che 5-24. discusse a nostro (Sii.II, 2). la distribuzione mitologica di ricercatezza Korckhoff, Felice sia per estemporanea la continua certamente parte di questo lavoro. (2) descrittiva. componimento (2) la descrizione studiata alle antico ('?). Le ai pensieri si concilia non date da e noi ohe riscono diffe- nella prima. nell' 82 che anche o cui villa la situata era fare la ricostruzione: costruito sopra di fronte al due quale è di scompartimenti modificato ha Pollio piano (v. 52-62). Dalla oggetti pitture, di lee fece d' arte, di Pisa, di di Mirone marmi magnifico si panorama cera poterne rami, divisa villa è in (vr45-52). riducendo qua di si al trove colle, al- un pigre giacevano in o quelli a bronzo, il che da gode addobbato di apel- grande tista ar- di Co- bronzi Policleto,di di e da quella dell'edilìzio, dido splen- in anteriori ma luoghi, a antiche sa minuzio- occidente prima si passa campi Fidia, che anzitutto (v. 30-35) all'edilìzio, viti il dorso zolle quello pomposamente da specialmente alle immagini di dei di pensa coperto di frondosi e oriente,l'altro natura non con modo in (v. 21-30). La rivestendo dei ricchezza (v. 62-72). Un rinto la vegetazione marmi per tortuoso guarda uno dappertutto la imponendo di cui collina,più lungi una (v. 1-13);poi medesima di Nettuno statua una Chi ci descrive prima impraticabili,conduce sentieri scritta stata mento qualche politura all'ordina- dell'amico portico lungo, un dopo. ? Stazio verso la villa particolaritàci dipinge quasi anni più e intervallo in tanto parti, alla espressione, al in luogo pubblicata dieci e potuto dare abbia Stazio delle il prima, Teologa sarebbe calcoli i nostri l' improvvisazione. Secondo con 165 TERZO CAPITOLO ogni appartamento, che guarda distesa alla Napoli (v. 83-101). Uno poesia questa Ma di scrittore P ordine ville si fanno Stazio parte. Non guarda da che bagni abbiamo ne fatto simmetria et Detinot, Quum Umbra E o la vi ha che L' abbiamo citando di ancora grazia del Phoebi tacitamente fessa maestro quadro suo in descrizioni che si riferiscono aequora ci fa Virgilio: ci dice eglicosì ; (v. a zione esposiciascuna che 45 la .villa sgg.): illa uadentom dimittero natant nella ortus jubar negat dies, in rilevato il tramonto doinus eadit, vitrooque un che immagini: tenerum exaetamque iam " opere, nelle ammiriamo i versi Haoc Àspicit prime sue più rilevante,la immaginazione. parte oriente, dall' altra una dalle più tardi, in questo primo componimento eleganze mancano dote sua scrisse desiderare. ancora che la la fin manifestare mostra compassato, di e si suole luceni, montis opaci praetoria ponto. sentire molto da vicino . . il so ver- 166 PARTE Saepo Conscondit Satyri Dorida annacquandolo Stazio di di o e di chiusure (v. 240); cominciano quanda leggiamo, 1' ode non 6, la intonazione e lib. Invidet uvis. cui poema di trarre la tessitura Nos, vilis Desenrire Spargimur da quella della Eneide, XI, Nos animao Stornamur Un urja dello egli ha studióso è principii vitretta pontus (VII, 739) Tempus (v. 133) verso tura col- Orazio di erat Ovidio , di Orazio apparisce stile ager... Ili, Aulon Falera nimium Stazio solo di turba, in is studiava delle più delle liriche semplici frasi; egliricava apostrofe,v. una bonis Falernis, uva 18: v. amictu8 di zio, Ora- ancora 129: caducis optare parati somperque casus! 372; vilos, inhumata inflotaquo tu-ba campis. particolare di qualche caratteristica buona una vitrea unda Virgilio, di invidet praelis non Baocho si contenta con la imitazione e , qualche frase, o detto un di dilootus Fertili Virgilio, il di imitò 4. ubi.... Da versi descrizione sua Virgilioavea parole; Bromio et ricordano e lo noi, giacché (v. 169-185). primi altri versi v. .... quali di imitando principio stesse le Qua i Pane». Mosella va undas por prima questa quali il tanti con fluctu: prondore suoi in (v. 19) corus ricordare vindomia perfino qualche pensiero. Egli versi, e corus ci fa chiara dai fin dei Orazio, Phorci e Phorci che di ost ecloga umbra uvas. vadis, udamquo nelF poco, collibus ammirarlo sub tersit do cupierunt anche ci si presenta Virgilio cum cecidore poesia classica;infatti (v. 49) e un sparsa montani dovette Ausonio vicina et occulta lumina rapuit Liaeo pubescente noctisquo rorantia dulees et Saepe Kt scopulos maturo Nereis iam autumnum per Palmite SECONDA rilievo poetico di notiamo Stazio, ancora in la tendenza questa ecloga, cioè a gon- CAPITOLO ilare carattere in e verso, nuovo e efficere ut Seneca il vizioso della praebeat plures aspectus; in dius, Seneca ribus modis inimo rentur scilicet stupeant , necessitate vitium quod Variare, « haud eandem E ». di codesto veva (1)scrircoixCXXeiv oblecta- complu- sententiam, quesitis, exoradmi- ingenium della carattere Ovi- inciderunt qui legant, poetarum omnes, il costituisce lectoris raro dio Ovi- za abbondan- autem sine ac in L' Orelli secolo. variisque imaginibus, plerumque esprimunt quo Orazio Stazio in primo Statius,qui tragicus, Lucanus, student del parole, che soverchia e Lucano, di sine res tione nare in poesia Poetica (eadem) una immaginazione tragico, dell' Arte verso un per di esuberanza chiamata viene est diverse idea, sdoppiandola e ripetendola con una di 167 TERZO Stazio di poesia * noi potremmo Selve, numerosi apportare si estendono ma trattiamo i leggono si alla Tebaide quali si non Neil' all' Àchilleide. e seguenti versi, limitano alle di ecloga cui 26: v. quies pelagi, ponunt Mira i esempi, lassa hio furorom Aoquora; 30: v. Indo por Urbis obliquas eropit portious longoque opus, domat Haoc Adspicit quali ciò che la Fra i diversi facilità,le luogo; (ad di vizio è a paro nostro tutti del talento poeti di (l) Ad che argomenti dal prediletto i Silv. di ad IV. chiama Poor. 35) tempo, v. 39. i volte Stazio frasi di diverse, dilata tio. colori. trattare saper di monumenti con maggiore il occupano gli epicedi,ogni altro argomento quali, con di mostrò due con acconciamente abbondanza appena stile, vi riuscirono Art. due ville,di bagni, esse ortus jubar, tenorum poeta. Il descrivere suo domus espressa stile,ricercata descrizioni stanno Phoebi et idea è medesima il Markland Questo do'*so. aspora 45: v. nei saxa arces una fu appunto forniti di certa poca la è meno, predilezione fantasia,ma primo di di superiorità. I poeti quasi molto del pri- 168 PARTE secolo mo T umanità con eroi, nei attraverso le menti suoi lirica;Virgilio dato questi avea il medesimo morale guardare l'umanità tempi di Stazio, senza anche in epoca la molta esteriore. suoi di Ora la natura sua il lettura;se attività ogni La natura un poeta luoghi oggi un di del morale, ed del cielo. il riflesso ammira uno e sola non potea da poeta del i intimamente dell' antichità si sente e allora in eroi dei i un non sa grandi Virgilio,pei e gli dei; con materiale. ispirazione ad nei suoi presenza la lirica di una nella prodottie sentimento della nel forza i nei rebbe fastenza l'esi- fenomeni del mondo qualsiasi ci presenta terra, del mare, mondo luoghi superiore soggettiva s' evapora come natura mutamenti o qualche a fornire parte, vede fenomeni più nella rettorica. vede riconoscere bolo voca- siamo caso continui dai assorbe particolari la natura egli fa cui e con far capo l'analisi dei contemplazione una proprio animo; conserva, di pensiero, ad anche cogli nemmeno tasia fan- natura abbiamo non modo moderno Il poeta un la e da Stazio Noi almeno nell'altro nei qualcosa. Toglietea in raramente, anzi mai, la sentirono un'immagine come poeta veduto, latini ammirarono nostro. passione, una Il se universale anima perchè e nell' deve nuovo poca ad altro che alla esattezza veduto, ha cui dall'arte che certo vivea e pensiero: meravigliosi, ma un' legato ha non in e pretende poeti,la rettorica. che poiché fisico mondo Omero un la vita. Tuttavia condotta e in cui civiltà pagana l'erudizione avvivata ciò romano, o erudizione parte dell' azione ciò che esteriore rari loro sentiva descrive del rimarrà la non dei concepita è come ma migliore for- quel punto La ancora. provarsi antico la morale e migliore, e o pur quell'età chiamasi Stazio poeta descrive deve di diversa stati possibileripresentare era nascere possono di facea di eroi,non da stessa,seguitava stanca individuo, specie una quale la descrizione Se l' e Omero presentava se immaginazione è descrizione quali in dissoluzione proprio dell'arte la si la e analizzato stato era ricevuto avea passioni erano la filosofia greco; forma le rita esau- Il mondo più. Omero, Orazio suoi una non la descrizione coetanei teatro di e in fede V umanità da seguitato l'operadi mondo poeti dal Tutte cultura di sperare quasi era di avanzata uomini fine alla storia dei di tali Pindaro avea modo e agli episodi di far romana poetiche. epoche non e greca creazioni di da insieme suo suoi nei di e perfezione nel presentato eroiche epoche una letteratura nella soggetto come di i caratteri trattati che trovarono SECONDA quasi esteriore ameni che nel egli li produce ricordo 1.70 PARTE composto avea libro De un padre del nostro, a altro un e la per ne apparecchiava diventa Le del un descrizioni delle iconismi. vediamo che ad dell' impero che pesci Si i romano, sull'innesto. Stazio della quanto Così egli favole massimo la grado del che la (2) Clio abbiamo poesia di (3) intra moram allora Stazio estro. Helicona Neo lassata Et te, Phoebe, Tu quoque conto muta premasi Leo, choris dall' amico op. e. sia di di corno fprao, alios pag. Lucilo te immina, ve. rice- del naggio, giardi- ed rato ispi- sciorina sua ne. declamaziosco Etru- Claudio suo della in pure sua dizione eru- incomincia: pleetro Musas; Euhan; Tegoaoo, cannimi mea l'ordine e poeta, abbia e dimittimus, voluoer poscunt che erudito facilmente l'invito mihi ot cie spe- sull' arte ispirazione diventa la accetta totiens diverse affluenti mostrarsi gl'avi pulsat cholys onthea voco utensili principali città la freschezza bagno. (3). Un suo di quin- e sugli e la erudizione versi,dispone più quost1 opora tenuto vuol invitato è (2) essi,le fra descrittivi e sono , descrivendo. muore ed cani, poemi nozze, 17 , bagna, gli facilità dei Non anche che spesso d' uopo, YIII, 8, Clitunno descrittivo Mosella del vero V, 6, II, 17, le diciasette descrizione Terga (1) Vodi rive latina cena più nobile. Anione, Vili, caccia, sui descritte molto una dell' puramente sulla mitologiche, durante scrivere a è componimenti ma del la descrizione Stazio Laurento fonti e feste,di poesia farebbe non più può quante La immaginazione, sua Tevere nutrisce,le di di orìgine, e una genere un il primo è , principalifiumi, la nei apportò del Saranno descrizioni avranno delle di sonorao cootus. (i. 1' amico componimento di Souoca descrittivo ò ipotesi, perciò storicamente non anteriore uè alla Stazio. Praef. ad cenae Silv. I recepit nam " . ('laudii , doglio campiTuttavia , descrittivi essa giunta (1).Dopo Tusco, 7 V Etna appartengono. essa IX, VIII, 20, poemi di Vesuvio. del per 1' accessorio campi Como, Il poemetto dei ha staziano tutto del tramandato, Stazio che più non dei di lago sull' incendio , del Papinio grammatico eruzione ci ha tempo il e ; uno sulla descrittivi Plinio lago Amerino, di il genere, di ville sul veri che carattere un urbis già composto avea componimenti forma, incendio ne giudicare da quello poeta di SECONDA Etrusci tostimonium ost, qui halnoolum suuin epico; lo stile,il concepimento, il rattere il nostro passo: più che 3: 9) (IV, 7); tutto con vorrebbero La trattati forma sempre Gellio a di esametri. La che stabilì il forma con avea trattarne lettore alle tenendo si era pagine sempre di di dato (I) Lib. quisiverunt,oo alii Silvarum oggi sono detto « definizione Y ordine la per del pare abbia vece in- il critico cronologicodi pubblicazione ogni Selva ripetere nell'esame dover evitare gerito sug- versa Silva, di- nome fastidio per un precedente,e ad Noi Qui variam di dover questo, di ciascuna zioni, descridi una rimandare le raccorremo suddivisione il poesie tratteremo ad eam i titoli delle Conveniamo ot miscellam sententiam formulati,non et quasi op. essere non dootrinam con- Namque ». Nohl. dovettero confuseam indiderunt. exquisitissimos singolepoesie, quali sono con scun cia- simigliane. alii Musarum inscripserunt, bisognerebbe sopprimere, niente soggettiche lirico si ritrova Selve, che è ora Quintiliano, fra i suoi titulos quoque delle Selve. late par- la precedenza cronologicadi occhio,possibilmente, XII, 10; (1) Riportiamo ghe presenta il motivo,lun- ne nelle sua una conservando trascorse. componimento ' dietro la tiene quale concepimento contenuti simiglianzadi argomenti (1),e per pel grande Ogni componimento poeta medesimo, giacché, contenendo quello che sa£ la ricorrenza che anche in quei è e seguirebbe di epicedi,epistole, Selva esametri. se un riverenza agli dei, alla conclusione argomenti quella che volesse ai suoi faleuci, altro in cantare sua sa non menti componi- scritti in sono nel la mostrava poi, appena e (1) il motivo che che trentadue (IV, 5), Stazio e poema ogni concepimento epici. e di diversità un dirci ad di uomini, di fatti, di costumi,e luoghi,di edifizi, di essere in invocazione una più lunghe. ancora strofe alcaiche dice esposizionedell' argomento descrizioni quattro soltanto quel canto per ad intorno anni in uno il resto poeta nel rinunziare sembrano verso epica del pensiero.Dei genetliacodi Lucano, incomincia dodici le selve contengono (I, 6; II, 7; IV, Tlel sudò autore la educazione smettere fiche 16$ TERZO CAPITOLO e. pag. scritti da mutare. 40 sg. stati che Stazio; ma Siffatta la intelligenza della poesia. r dagli accettati tori edi- come parecchi titoli, dovendo ora soppressioneperò non gere, correg- giova 162 volunt, et i stettero furono qualche La scritti. ottenere riuscire in che lirica pensieri larghi prima di Stazio, affetti mediocri esprimere con poi affetti, compensa ed di con Per immaginare. di bagni, ville. E descrivendo, ogni da tenui far che meritare poiché , quasi Staili libro di tempo di le a Selve uomini di e esclude la di veracità di di ma servare os- di prati, pitture vere derivare e to sentimen- e attitudine ed sa spesso mai, e grave dei, è Selve sue certo minutamente, osservare sa Ma i leggi e Quintiliano per raccolta esercitazioni raooolta una (2) Claretie, a generi il carattere De sono di il largo mirto, e di delle di oratori,non 10-11 pag. baso care, evo- sa vole fa- lunghe dell' arto comuno insultano osercitazioni neh" una oratorie o nelT può poetioho. P. Papini atatiì questo silvis, pag. 21. ben un e altra, anche motivo definizione questa oratoria lusi de- si rimane conservano ca- il Leo, per della poesia di guidati quasi dal essere uguali poeti. Per medesimo e riche li- produzioni parte Selve accetta non di numero buona per componimenti vero, si pone so fornissero Stazio tutti la rettorica, i due di storia Silvis, Gottingao, 1893, Stazio. le solo che l'animo; accoglie manca ci lascia egli nelle per memoria doti queste non a mente semplice- semplicità con pensiero comune non pai-la,è (1) Quintiliano De che fittizi, che fino frasi motivi. Sembrerebbe da volta tuto po- L'occasione, accolga non ni, occupazio- contentato sogliono innalzare di non di e che avrebbe non dettato. avea il poeta che mancanza una si fosse se forma, che della Stazio il dopo anni altre in espressioni erudizione ed La improvvisazione. vera que' utile versi, e di che qualche e la ricercatezzza (2). Ma fa sì di dottrina più scriver raccolte ripuliti,se pubblicati molti essere ispirazione una solamente di può alessandrino, profondi, e resto (1). singoli componimenti i essere per 3 X, ». pubblicati a un'altra, e furono ricercatezza ed contorto ciò della causa quella tutti bastevole anzi del generale una spesso di alcuni furono ad una tempo un celerità certamente non di Stazio da effuderant quae vani Sil- scribunt; hanc extempore componunt selve V autore con et anno richiedeva, ed lo bisogno delle componimenti di atque impetum, deinde, repetunt intervalli con calorem sequentes vocant: Infatti SECONDA PARTE la quel mento; intendi- definizione convenire il ad di una CAPITOLO rattere epico; passo: il nostro più che IV, 7; (IV, 7); genetliaco poeta nel 3; 9) esposizione vorrebbero canto forma Gellio agli dei, alla di forma di il motivo che volesse trattarne che stabilì il poeta alle lettore che pagine simiglianza per tenendo si di di quisiverunt, alti Silvarum XII, oggi sono Selve. fra la Qui quoque Conveniamo bisognerebbe niente « i suoi variain ad i titoli delle formulati, ora soggetti che non del ogni di questo, ciascuna di sopprimere, intelligenzadella ot miscellam ne pubblicazioSelva zioni, descridi essere non una rimandare le raccorremo suddivisione quasi confuseam et il poesie tratteremo di scun cia- doctrinam exquisitissimos indiderunt. sontentiam Noni. poesia. versa di- il critico per esame dover gerito sug- Silva, nome ripetere nelT evitare abbia pare fastidio contenendo dover di che cronologico con- Namque ». singole poesio, quali dovettero vece in- simiglianti. eam con late par- lirico si ritrova un precedente,e ad inscripsorunt, alti Musaruni (1) Riportiamo delle Noi ghe lun- e occhio, possibilmente,la precedenza cronologica 10; titulos oo la argomenti (1), e componimento (I) Lib. definizione giacché, per trascorse. di sempre detto era in quei Selve, Y ordine conservando medesimo, di costumi, fatti, anche nelle sua una epicedi, epistole,seguirebbe quello di motivo, epici. Quintiliano,è dato avea il la dietro tiene quale concepimento e pel grande Ogni componimento presenta ne che è contenuti argomenti che Selva se appena «tf" in la ricorrenza riverenza esametri. faleuci, in altro cantare sua sa menti componi- scritti un ogni non e trentadue nel la suoi ai concepimento e (1) quella Stazio conclusione con Dei ad poema (IV, 5), mostrava poi, e La trattati diversità di quel un sono di uomini, luoghi, di edifizi, di essere sempre esametri. ad soltanto alcaiche invocazione una più lunghe. ancora in che dell' argomento descrizioni a per con strofe dice Lucano, intorno quattro dirci sembrano verso pensiero. in uno il anni del epica il resto tutto di dodici le selve rinunziare incomincia La sudò autore contengono (I, 6; II, xìel stile,il concepimento, la educazione smettere fiche lo 16$ TERZO op. pag. e. scritti mutare. da 40 sono sg. stati che Stazio; ma Siffatta dagli accettati tori edi- parecchi titoli,come dovendo soppressione però ora non gere, correg- giova 166 paktiì: Saepo Conscondit Et annacquandolo Stazio di di o chiusure e di le leggiamo, diloctus Bromio 1' ode non si contenta la intonazione e 6, Baccho Invidet uvis. cui poema di trarre la tessitura vilis Dose^viro Spargimur quella della Eneide, Xos XI, animao Stornamur Un Ufla egli ha studioso è principii vitreus vitrea wida tura col- pontus (VII, 739) (v. 133) Tempus verso Virgilio, di Orazio di erat Ovidio , di Orazio apparisce stile Aulon nimium Falornis Stazio studiava solo di delle bonis più delle liriche semplici frasi; egliricava apostrofe,v. una di zio, Ora- ancora 129: caducis turba, in Falerni», uva 18: v. amictus optare somperquo casus parati ! 372; vilos, inhumata intlotaquo tu-ba campis. particolare di qualche caratteristica dello buona una agor... lib. Ili, Ferrili Nos, da con la imitazione e , qualche frase, o detto un invidot praelis non ubi.... Virgilio, il versi descrizione sua di imitò (v. 169-185). Virgilioavea e lo noi, giacché 4. v. ot ricordano di imitando va parole; stesse .... Da questa quali Panes. primi altri versi tanti con quanda quali in undas por Mosella suoi ; perfino qualche pensiero. Egli (Jua i dai (v. 19) ricordare fluctu prima (v. 240); il principio di cominciano chiara fin umbra uvas. prondoro ecloga dei corus eorus ci fa che nelP Orazio, versi, e Phorci e Phorci cum di vindomia ammirarlo poesia classica; infatti e ost cupiorunt anche poco, collibus vadis, udamquo montani ci si presenta Virgilio (v. 49) cecidoro Satyri un sparsa sub torsit do rapuit vicina ot dovette Ausonio dulces ot Dorida occulta lumina rovantia Liaeo pubosoento scopulos nootisquo maturo Nereia Saepe iam autumnum per Palmite seconda rilievo poetico di notiamo Stazio, in questa la tendenza cioè ancora ecloga, a gon- CAPITOLO fiare idea, sdoppiandola una di carattere nuovo e un per ut di Seneca il vizioso della sine res tione praebeat plures aspectus; dius, Seneca ribus modis stupeant , noi potremmo Selve, scilicet quo trattiamo E di alia i leggono eandem codesto Tebaide oblecta- quali Ovi- coniplu- quesitis, exoradmi- ingenium della di poesia si non Neil' all' Achilleide. e seguenti versi, Mira i TcoixOAetv sententiam, carattere esempi, veva (1)scri- inciderunt raro il costituisce lectoris qui legant, poetarum numerosi apportare si haud dio Ovi- za abbondan- autem sine ac vitium Statius,qui omnes, ». si estendono ma necessitate quod Variare, « in L' Orelli secolo. primo Orazio Stazio in variisque imaginibus, plerumque esprimunt immo rentur in tragicus, Lucanus, student nare di soverchia e Lucano, del poesia Poetica (eadem) una in parole, che diverse immaginazione tragico, dell' Arte verso efficere est in e versa, ripetendola con e esuberanza chiamata viene 167 TERZO Stazio limitano alle di ecloga cui 26: v. quies pelagi, ponunt hic lassa lurorom Aequora; Sc- indo v. obliquas oropit porticus por Urbis loDgoque opus, domat Haec Adspioit quali ciò che la i diversi facilità,le a paro nostro tutti del talento poeti di (l) Ad Silv. che argomenti predilettodal i è di ad IV. chiama stile, vi riuscirono .Ai-t.. Pouf. 35) v. yo. i volte Stazio bagni, frasi diverse, dilata tio. colori. di saper trattare di monumenti con maggiore il occupano gli epicodi,ogni altro argomento quali, con di mostrò due con acconciamente abbondanza appena tempo, jubar, tenerum poeta. Il descrivere suo ortus due ville,di esse domus espressa stile,ricercata descrizioni stanno Phoebi et idea (ad di vizio è Fra luogo; medesima il Markland Questo do^o. aspera 45: v. nei saxa arees una fu appunto forniti di certa poca la è meno, predilezione fantasia,ma primo di di superiorità. I poeti quasi molto del pri- 176 ripetuti,che pre epicediche tali su F eccellenza che apparisce si a Stazio servì e di quelli fino distrarci dal metriche (1)per letterari latini Ode, 24, lib. Ovidio, ad hanno degli opportuno tre. possono lib. P. rimpianto scopo d' intonazione antichi fra che proporre una Opfjvoged e e stata dal promessa (?) Neil' Etymologieum Magnum [liv£mxY)Sciov flap*aÒTÒ YCTai- 6 voi. la lode del -Augusto avea pitolo, ca- d' iscrizioni epicedi seguenti Orazio, ; P. defunto, ma \ol. di stile, poesie ad la distinzione crediamo invece più epicedico nelle genere Si hanno non varie opportuna ma del M. uniformità ascrivere poco L. I). Tutti questi componimenti quindi quella tò alla paiola x^Bog èia 6p95vogoò w«piypa(pó[UVog fflivy** Pais, Degli Epicedi con del presente (Bàhrens, èmxVjBtov (2) e Properzio, IV, 17, V, 11; seg.; far epicedio scrivere può ad un Biicheler. aOTi tò Vi deliziosi sin'ora. Gli ai L. M. essere mente certa- possiede pochissimi, ne povero ridursi suole si sentì Antologia una suddivisione nuova latina troppo 860 non o latini anteriori limiti dai Maecenatem (Bàhrens il v. e migliore risposta. Non specie seguenti: consolatio, elegia* epicedion. (1) È A. VI, specie. Riconosciamo medesima fatta Stazio Liviam comune concepimento, una pur a la sarà poesia il genere 1' degli epicedi estratta sarà non tutti il medesimo ugualmente di Corpus Tibullo, quadri dei l'età di che proposito la III, 9; Elegiae in I); Gtmsolatw modelli scrisse tale ; Stazio Stazio trattò esame di epicedi. suoi come rapido con I; Virgilio,En. Amori dei medesimo, sentirono ritrasse Non latini. il genere non e molto anteriori o famiglia egli poi arricchire latini pratica sua poeti qualche elegia della epicedii letterarii di che a che per domestico Un ? ma Y idillio allora: scostò ne tutti i in poeti Seguì quei poohi se poiché I la lo formo- poesia degli affetti in poesia domandarci di incerto qualcuno ornare per o crediamo ed quiete gioie intendimenti? prodotto in dell' arte, e Stazio. a tradurre Sentiamo quali timido fino le tutte ricercheremmo sentimenti durante tratti di dei ancora di rituale di specie una formarsi potuto avea noi appena, ad pensare contengono ma dei di occuparono poeta invano altro nessun di cui il che che per far possono argomenti, domestici in SECONDA PARTO latini, in Rivista di Filol. Atapépu Vk £*ixi)8t£ou, 8p91vo^: xoO "idcójxaTogrcpoxeijiivou definizione anno è Proclo— di 18, 1890, p. 143. Vedi 178 10. desiderio pi*ae sibei edunt, pater mei « desinite sei in vobeis 15. fra di lodi,e amiceis che i noi da di far tranne lirico, la di è di infine ed prevalenza a Neil' Ora un le di vero di Orazio epicedii.Dalla anche tutti porta la e quale che Il virtù la morte luoghi quasi tre che poi verso. di- svolgimento il che mostra si dà carattare un maggior di amicizia si le considerazioni assume ha elementi dolore elogio delle secondo epicedico; ma mesta di sentimento sono La addolorato. dalla considerazione alcuno, al genere il poeta quale più lo se importa conosciamo. la il con nei mezzi che ciò conforto, V elogio, di questi intonazione diversi non con amici gli classificazione appartenere autore ad o essi ci lasciarono, essere essi, il componimento fra che comune, un' ode risparmia non meno nem- avere Virgilio, a Properzio a il cui ricavare parole da ari- 1' autore che dovea non scritti per Orazio ogni componimento qualcuno che però di illustre devesi che parca primo; perciò quella da ed cara che devono Liviam, ad rivela quale gliamo acco- enumerazione una pochi componimenti Virgilio, fra persona ode Orazio, tutti furono dettò la lunghezza sua • così ad di mancanza Hanno Cwisolatio indispensabili ad i domum la per letterarii di scopo, notare, che sulla che pator dogeront. aovom scalpellino,e modelli » constituit espressione convengono. comune. filosofiche la volo aodifieavit nane rivolgerci a nello consolare una di che vivere pariter letteraria. primi il conforto destino mosso omnes Quintilio Varo propone ricordo ubei scaturisce differiscono di se uxori et omnibus tolit, animo monumontum ignorante dunque sopratutto morte hoc faei noteisquo ita concordesquo sibiquo pretenzione conseguirlo a fatum ferro fondere voluptatei atquo obsecro, atque oro lacrumas questa iscrizione in un avere per siccome germana ingenuità una Dobbiamo proposta genetrix vii'o aetemum essere alcuna Ovidio et gli epicedi, ò appunto doveva non ereptam filiam: talem ac ros in dies esse iueunda gnatao, piace flotus vita ob quas che gaatae luctu, quaestus vos aequo Ciò SECONDA quoniam nunc 20. PARTE che lo il poeta è legava al defunto. Le elegie sulla morte 17 del lib. di Marcello IV, e 2 Minore del e libro V del di Tibullo di figlio sono L. Paolo vece scritte in- Emilio con- OAPrroiiO siderata come tema un. \ che può . suggerirne* i mitologia, la descrizione con defunto* del alcun di e Tibullo di infatti Quid Mater, v. L' elegia 21. Sed tamen Est mala, quale ha glianza più versi, ma delle due elegie arriva introdotta viene V, 2, Profuit La del morte facevano versi, che anche di morte del è Marcello giovine In noi. poeta, quello grandi di cioè chiaro, quantunque far e dalla dell'episodio con la elegia 9 quelli di Orazio diede di col e fra descriverci quelle della di il madre e della Ottaviano mentre Nemesi alla tibi. volta sua quid....tibi Me tenuit Vixisti, dum sunt moriens dice mea a deficiente 11 Tibullo dolori manu» ? di ora muovono com- per la lo scopo sorella sua, amata eram e ci epicedio diverso di Nemesi muore ignis ed ma lissimi bel- ma elogio. Ovidio la memoria le braccia Delia: alla dello celebra tuus damna simi- verso sentito e esempio felicius.... Sum la dall'apparente spontaneità melanconica un sua, ammirazione; dimenticare sorella. la Virgilio pochi a 1' e' è fra morente V, avorum veramente Properzio. Egli poeta currus rimpianto degli Amori libro meae? la madre intonazione del lib. Ili e in allora fatto del quando e filosofiche: grata ad ci venga esso 1' altra due col tanta speranze, cosa questi ambedue che meno e' è. il essi di giovine un venir ordo: Anzi suggerito avea gono val- niente considerazione. Paulli; quid pignora di sarà considerazioni famae anzitutto viast. cosa nuova coniugium aut che ultimus et all' infuori questo a delle mihi Quid 11 v. la serie primus che alcuna non parla tiene focos? terenda ista supporre vi non la morte: contro esso huc pensieri IV il componimento. optima profuit illi aut Caosaris cunctis dì tutto iche la- l'ombra abitare dice ci chiaro affetti libro quindi e le ricchezze omnes, sed si può le spese del elegia 17 virtus huc altri contiene non letta questa è nella amplexum et ad andata è dolore, la poesia degli aut gonus che pensièri,*comepossonon simigliane É e faranno' palude Stigia (v. 1-10) 11. v. Orfeo luoghi morte grandi natali,gli onori, i si del espressione luogo. ombre là. filosofia dèlta e La dei varii suggerire ? di Progne, mitologici' casi 179* qpakto» di Albio e Delia di bullo Ti- Delia, esclama: 180 Il della rimpianto che accanto in modo morte quella a che la o il contrasto La Orazio. Nemesis dell' età poeti C ad latio fra Liviam, che potrebbe riguardarsi V tra a (v. 101 ai madre è vita abóndante del Livia,era o la marte ma epicedio fti al quale neir nascere celebrazione forma ricordo una ed del virtù delle la che animo delle virtù cittadino solo a poeti di zione congiun- della di che della in osso all' epicedio di zio Sta- famiglia, non riori: negli epicedii ante- ò di povera pensiero quanto comune tutti i a le variazioni: dei commemorazione di Augusto una persona 11 ponimenti com- figliuolo fatti del funto) de- Egli accolse publica anziché dell' e lirica ; uomo coi biografia della quale può giovarsi la del o a suoi od cara in pari affetti un illustre faceva canto un vita che miastico enco- elogi suoi nei seconda storia,o nale, convenzio- meno quelle della e rico li- componimento un si trasformò Stazio vita quello mitologiche affetti di lo non che tutti,quindi consolati. con defunto. Stazio sgg.). Ma che degli tanto dell' età la morte Ovidio, lunghe parlate 221 v. principalee la dio. Ovi- Còiiso- la all'età di anello espressione soggettiva, più epica o che pronunziare, (lamento pensiero,quello il motivo poeta; del intonazione del i per discendere anonimo, nelle poesia resto poi ò comune si affidò sentimenti del valoroso,(di qui ò L' dei dà ben di il sentimento un forma genere, fa Tiberino nuova come parole, anzi di vena dio Liviam ad far similitudini e prosopopee del parole movimento, Consolatio opere: antenata siccome delle il poeta evocano accennato, nemmeno La tuo, e altro appartenente come affastellamento rettorica,e quella ò infuse vi si vuol somiglia più agli epicedii di ecc.),nelle le 121-164; v. tutto vi che personaggi sue , nello 105-112, sgg. epicedii,si riguardi alcuni per dotto intro- amor. componimento un si considera se , poeti 1' altro. Esso e Ovidio di quello uno i due le pari avea habehunt, nomen primus di vi flessione ri- dolo; potrà riconoscere non aurea, tuttavia ò retexta scrittore come Ovidio laboris, fama altera recens, del non sic Delia longum, cura Stazio, considerato tela nooturno che da vita lirico.La del quella ma Troiani vatum: opus Altera dai l'uomo fuse che di della passioni sono corso, drammatico diversa nuova, Tardaque Sic del più distrugge Durat il loro sempre ha morte delle rappresentaziono seguono filosofica è anche Se SECONDA PARTE privata con prevale privati,Stazio quadro la il ci delizioso CAPITOLO e di commovente Selve nelle vi, intitolato: è la morte scritflbper questi dedicò idillio di famiglia. Il primo Olauclas « un Atedii di ragazzo Atedio Melior, Selva, la seconda Fu contenute. di da adottato ma di scene domestiche. anni, nove dei più dettato Comincia dal leggiamo da altre due Stazio, cui in poesie ed è tutto cuore (II, 1); » genitori schià- da stimati chieder col noi dellcatits nato particolarmente e che epicedio Melioris amico questo componimento scene 181 QUARTO pietoso un Atedio ad venia essa se , mentre è acerba, far il dolore, vivo ancor esclama: quindi e degno principio alle alla età, tua giadilB,alla che raggio celeste,quella fronte leggiadro Dove dolce sì di stillava ridotto il miele in il tuo Chi mattino, con nuovi tuo ritorno chi tuo collo muti e luce. « tuttavia ad fin ragazzo Tu, padre potevi ti dal aver i suoi pianti destinato sulle a caro a solo zolle del » per i suoi ai primi prato; in suo cui che crudele ha tutto e Melior, molcirà della tua le furie amorevolmente gaio disordine il tuo la ! ? no son- marti richia- e Al soglia ? questi vagiti,il suono dell' infanzia. e le degno belle delle la sua fanciullo, ma a- alla di a- forme; sue somigliava eleva ad gli occhi sue incerto Ei zio silen- cominciato fanciullo carattere son doloroso un avea un muri , questi aprì di egli, ancora la fragranza tutta toccato riposi soffi dell' Austro, così cento ac- un abbracci, Oh ? Melior elezione un mani, per pendere poi dal braccia i tuoi avea grate voci già ve do- voce o un suoi 0 la toglierà i tue Atedio il ancora linguaggio , perire e sentire delle copre ! ora lèg- brillava sentiva Chi con penso capelli facean al riso, ti ha se forme cui pianto calmerà con piede primo giorno affetto per compiacevi lutto il dappertutto piccole desinari i tuoi Chi Chi passi il tuo sue bei misti ? ? impadronirsi le i tuoi quali si interrompere i tuoi quando il penati solitarii, non more, baci schiavi spargendo impedire in cui d' onde so prematura. occhi il ricordo. accenti letto,ad cingerti con e i il ad quale bronci che amati e tuoi i non lagrime saggezza su tanto perditaco- vita, alle tue giorno fatale,un' ora sugli tuo verrà accompagna mare resta alla baci, fra quei e alla labbra, i tuoi bevande, e verrà, salito sul nel che cadere a cibi mani ci giocondi con facile modesta un non le della soglia la versi fanciullo,io volto, quei tuo ibleo ? cenere, petto collera dalle primavera? una suoi scorrermi pudore, le tue tenero; sì e la al precoce, ornamento? diletto sento appena del le coi , rose andate sono 0 « lodi tue varcava modestia ricordare osa bra, lab- al fiore testa paziente im- superiore 182 PARTE alla età la per guali » occhi mormorando sola voce dolore Il pensiero che di su si solo le i te esalò , la mente, sua labbra, sue e- languenti ed spegne occupavi mosse i suoi superava egli te a consolare risparmiarti i sospiri e del ora il tuo legge mortali V amore, queir medesima Tutto riva , fatale. Felice uomini pianger quegli è Chi lo stesso);tutto che morirà; o la noi morire, nò apportoià Dopo Selva perduto da morto seconda una peggiori scarsezza e la dei ci delle ansii giorno, nostro la folgore e 1' urna gli teme non soggiace più non Dovremmo inquietudine del il modo nò alla tutti braccia morte. di scianti scro- quale noi , nostro ci intemperie seg. il schiavo giovinetto per Fileta. nomo amorevole vi si immagini vede e (Haucia assai la dei Stazio animo un mancanza rara. Flavio loda di superiore Ma il assoluta pensieri supplita paragoni mitologici i quali nella incontriamo Flati lutti Ursum. ad 1' adolescenza, genere, ed la rea, Bo- le con egli fortuna; rifiuta nò teme piomborà Consolatio obbedienza di ! uccide glaciale di lunghe sue lagrime il mutar fatti infelici 20tf appena del nò le con ni, gior- cerà soggia- vittime; questi finire;arriveremo versiamo 1' ultimo astri v. giovane varcava e più nò ». noi la sorte, nò 1' epicedio per un cui medesimi, quali scuote china i massa, pallidoautunno deve comincia, leggere passano sua il soffio teme si fa popoli, delle generazioni dei le loro il Sirio,chi Eaco per nò conosciamo non che domanda non per ciò tutti,ed gli dei, nò al destino; ricordi mali. i o dell' infuocato gliardori piogge. alla V ira altro le sorti col quale sollevi la fronte non malgrado vogliono mare e morto medesima, piange il e guerre pianto già modo un quale amico. ovvio seir.prc , chi cho Chi è o è in espresso vedi tu la terra comune. ? Le è morte la P addolorato presso ragionamento più una dai fine al che notti,gli astri,e di ma non ciò il resto dolore senza filosofica, efficacia sua (e del morire; Perchè Tutto la considerazione con nuovo deve « alla o Tu egli te parte della consolare dolore? le è nasce volentieri: dei che voce braccia. le tue portamento, morire, posò con parole, per gran non ci si può che di nome si chiude epicedio perderebbe esso per del e svegliava. Per lo ultime sue forma ». L' ciò il tuo spirto fra suo disse le della egli; sul punto « V ultimo la tua nobiltà SECONDA contribuiscdnd ma medesi- Urso quel alla sua avea no, giovidiziono con- componimento di ispirazione, V abbondanza tutti ò ad dei esagera- CAPITOLO del i meriti re di artificiale chi a pare, il sentimento assai duro al la che colui che i detta vuol È che figli, le colpo meno delle fortuna ha della sposa, penetra più lagrime,che le amorevole cuore nella celare freno. Piacciono (ahi ! rinnovo persona, il tuo occhi. le crude- talamo; spesso più anima fedele e preghiere); che agli dei tali dure un loroso do- uno codeste a migliore il tuo arrossirne; lore do- piangiuna prove. Tu obbedirti,che felice di era ma ben libertà una pianto,non dolore)che diritto avea il tuo no so- schiavo, (poichéla uno le nostre bella anima sua genealogie.Non ogni valgono , conteneva rompe Urso, piangi o nò cosa É , ferite. Tu, ogni , nella nostra E « deporre destino vedovo un di zione modera- del fratello. Ma lamenti dentro in (v. 1-20) : invocare e suoi il premere e i sorella, una i tavia tut- differenza senza ingiusto , sotto crescere violento devoto; un di tutte veduto Consolatio esordio lagrime padre un per di più gravi di e seguito migliore.E di arra buon un fare differenze lagrime confonde schiavo Stazio a straziante perdita prematura meste un' degli affetti intimità di stentatezza carattere un principiodella Il componimento. famiglia,la grado pianto ! sul rogo dare a e legge il componimento, della di e persone il tutto a schiavo giovine 183 QUARTO ama- • la va condizione,che sua desideri,che sparse si tale feretro ? Il Parto sopra combattere,i di Virgilioebbero Molossi si esaurisce quasi dociso quindi e fare Questi classificazione , altre. Nella in esso si Stazio ci dice: accenti,che dono troviamo dai nello scopo « la le roccie a morte il cervo ferito esordio e la epicedio si sia di vena giù spontaneamente venuti un lagrime Pare stiracchiatura. che è non degli altri come scritto per adunque le forse e indurre lasciato , un ne corsiere suo Dopo questo . devono che primi Urso. secondo chiamarsi la nostra , uno la seconda Selva solo,il quale, da commissione della prefiggee pietà filiale di per Etrusco sicule (le sirene) non alcuni conseguenza nel ne versi famiglia del motivo chiede ne contie- ne non nel precedentiessenzialmente si ai compagnia per tener all'amico epistole consolatorie;e leggono, fu Differisce versi componimenti terza biasimerebbe fedeli,perfinogli uccelli il resto scrivere insieme due il cani tutto primi dell' insieme poi piange » e dei Chi i tuoi preveniva che gravoso, doveri. sepoltura propositodi metterne a i loro la loro che il poeta, contento senza trovava dei duri imponeva nel Stazio niente alla mia fecero che to. defun- del cepimento, con- to. contenuli ta- musa sentire di si* ?j 184 miii In il o la forma che cigno muore la metrica, del padre, si tempo non stato era il poeta alle i liberti ebbero della abusarono faccende in Sembra romana. di lui. Il silenzio Ora in vi troverà quale cariche condotte semplice .per rici dagli sto- altra la alla cietà so- fiducia le gli storici che buona una segnalarono possedesse ohe qualità tacciono raccomandazione. chi di voglia molto tuttavia Nella osservazioni. vuol lo gere leg- storico descrizione quali passò Etrusco, può secolo primo si e sociale il , di i che e Etrusco generalmente ogni il favore rici sto- imperatori ricordati di , interessa primi può gli grado poiché male la buona attrae non i furono motivo sarebbe materia ampia nel il poetico, degli impieghi e principi basso più ma più recò che avvantaggia. ne per storia date accordata, e buone, solo La defunto. Sotto meritasse caso Stazio componimento un che quattro per dal ebbero opere Etrusco questo 1' epicedio di se erano che attribuisce gli in che Stato. dello che favoriti sotto conservò e Stazio che di classe una ottenne anziché sinistre come fiducia illimitata se grandissima, potenza e non (v. 173-76). » entrarci può particolari e V arte dignità prime favore fornisce ma Tereo biografiadel fortunatissimo uomo crudele comunemente la è segnarono, un innalzato era poesia il contenuto avvantaggiarsene poiché del la sposa o epicedio siffatto un SECÓNDA PARTE le finanze imperiale e V delle vedersi impiego come dei fondi pubblici. La quarta Selva dei cinque componimenti consolare per molto era le lodi scrive amando tuas pridem selva (v. Abascanto illam mallem è perdita di della di più enim nondum tamen consorte il nostro hoc poeta ingratus Il motivo versi il sentimento. da lui dello E scritto le lodi con e nella dopo lo scopo dedica un della per defunta cui della Selva epicedio (v. 1-10) simigliante quasi a della questo scilla Pridel determinò lontano è di quelle al medesimo tennero iam- (Pretta, » morte si la- si tuae in tesse Stazio et , materiam anno che sum amicitiae invenisse ne Priscilla meam usum to Scrit- ò P amicizia intima uxorem tiene con- Priscilla. Costei sua Stazio, e rendere Ainavit invece epicedii.Il primo sono quamvis propiorem insieme seg.) e primi tre probatiorem; propter V). L' epicedio fu 15 epicedio; la quinta , scriverlo,dichiarati nei « sed superstitemarito. e della occasione aver transeo cuperem quali Claudia, moglie a fecit mihi crimas alla per lui ed tra correva , Abascanto amica alcun contiene non quello a to, Abascanla che zione ispirascrive 186 PARTE differenti per ta e di pensieri quando il che il poeta dà principio 3, 36; 5, 25, IV, 4, ante « che che rogos si 4; II, 6, col ha 7 della pianto Orfeo (2). La in Persio in necessaria dei i d' altra di cui (1) 21 o . flendi fatto di i 24 E in mentre di legavano che soltanto 1, 179; (3) Boissier, 1. La 11, i so sugli perchè si non gettino la Seneca le antiche credenze con nelle catacombe. Lo di che sui quella smo stoici- riconoscere inai ne e e spirituale, rivolgeva poveri prendeva a sui , gladiatori protezione (3). V. 1, 198 oc"\ Vodi (irosso, op. e. e. Ro l'altro dal- la natura di divinità, ricercava elevate tutti religione,gettava pienamente natura da quasi e 37. pag. 6, 96; III, f», 49; Reliy. 3, pensava dopo venuto era modificato aveano opes il modo e ciò che conoscere convergeva schiavi Eoae V, 1, 210-14; agli Dei, sforzandosi classi Cilicumque « gli stoica, riconosciuta il concotto delle Stai. Egli ed insegnavano quelli che la sorte, farci poco che gli uomini buoni Quaest. non di versi Elisio. lato trasformava pure attenzione Kkrchofk Kerckhoff. più neir a ai 1, 199; V, 3, 67) V, ; filosofia. imparavano perfino con trattenuti anche morale una sordi , III, 3, 33-34; accolta un dolorom nudare porta sempre la filosofia da modo in Dicor. parenti 178 vita,avea essa sfere a cui (II, 1, . . vengono viene di ferita una Palaestinique liquores » III, 3, e della i 6, 86-88; ; lore il do- si manifesta misoruin doloris funerale che vero ov- piacevole: iuvat Pharii « 40) di paragonare ad dolore,ora conforto insani del morale secolo un il e (III; 3, » » expleta voluptas? hou rende ignes cara persona (1). Così, acclinis tumulo « mai no compongo- mutata essere dimentica una avidusque . defunto compiangea (2) V, Non . congiunti del parte V v. . (II, 1, innalzava credere . » i cristiani allora far . e le fondamenta doveri . 56 compagna dei ad questi epicedii giovano romani. che . 4, 34-36; T anima Stazio . iuvat messes 5, 14) Tutti , descrizione le fiamme come proiectus si parti sempre di congiunti iam 5, 33 (II, 1, 160-62; 41-43; i* acerbo è Arabumque « di morte trovano V, 5, invece 55 non dice V, 1, 18; V, 5, 39), : V, ora al canto, due altre forma con (II, 1, 2). » II, 1, 15 fra ripetono condotr necessariamente essere particolare,le caso si dovea condizione, per richiedeva come ( V, età SECONDA d' Auguste aux Antonius, 11, pag. 381. pag. CAPITOLO Stazio Ora filosofia non se ed Atedio amico dettami. parecchi accettarne Y consolare stoico,certamente uno era 187 QUARTO si Neil' al rivolge dovuto avrà epicedio quella conoscere Glaucia, egli,per a giovinetto defunto, dice: così e , I dolci tuoi le del notti mio solo favori. Glaucia » quale di sorti che schiavi interesse Questo Secondo cosa ed regge la con universale. terra Stazio il loro a che non mondo il è la schiavi esseri di si così esprime obbedisca non «C'è : il le quelle a loro nascere. un' come zione rela- armonia alcuna cosa leggi ? og$i : duplice questa mai delle a suoi universale forma legati, sono dal legge una perfetto compimento gli giovare fin i e elezione per a mi* stoicismo. è da retto cure tuoi il poeta dunque aiutare ad i benevolenza, innalzato sue consolino vita desolata, ; ecco avea le della tua sua schiavi prese di colore sorella rivolgere può tutti infatti cielo la prima famiglia retta; quale che suo, fortuna una Egli nel e la per è lui a figlio di genitori giovinetto, ora un altri mostra 1' amico del animate puoi procacciare era che pensa forme tue amico; parenti, tu seri di discorsi, le tutto sulla alterna con , dà vece il cui P pesa rapido e barbaro tiranno, (Ili, 3, 48 non o il ispira raccoglimento lamentarsi osa sfogano contro dice che le gioie in T altra ». si a : guerra con di di chi ad un Dio sul cara della inevitabile retto Ad da la congiunse Chi non miri che Fortuna e con alle rivolgere inumana sue la di i amica soggetti, e la serenità che perduto la inique cure destra che appo volga si 1' adorata Invidia dee non stoica contrarie e un mortale». un di natura, avea gante va- nare parago- gioco verso potenze comandò può il legge Abascanto, leggi; semplicemente ; spesso due loro si può se beneficenza una duci, soggetta preme o suoi le di servire arrossisce non hanno e, Tirinto fatto loro ? occhi di compiere Dio una Febo, dai è mina do- possente retta volontà; persona ò è superi sua vede umano. ? L' i ritorna una mondo tra torvi senza Apollo Qual furono anche Roma re; volta sua il sentimento il « Ed grandi, Stazio sacro alla muove la morte ai sottoposta determinate il genere avverse fossero Dei. lira di allora e consorte sempre degli dinnanzi turbata viene la e sg.).Ma sempre essa alle piccole cose ed leggi con è terra re, astri degli luna, le dei imperio coro La leggi. diademi sui su riceve e che pre sem- una sa ca- in latti 160 SECONDA PARTO CANTO Ulisse Argomento dichiarano Licomede, fra simo parecchiavasi da parte, di Y per da ottiene in attonito, Grecia ti aspetta; e mede il v. alla ratto ricevuta prima v. della da salire 282-308. v. Ghirone, Achille, sulla v. v. nave, e Ulisse Gli Achille sacrifizi eroi con a interrogano modestia, donzelle e della v. 372-453. sa, spo- piange il e a ad di giudizio Achille parla, gono, fug- per consola, Nettuno la lieo- a chiede domanda il a tutta poscia la nella clipeo un Deidamia la Achille narra e zelle don- dice: le tuba, 237-252. Questi 253-81. fa chiede poi e gli e n- donzelle le un'asta avuto, co se, compre- portare Manifesta v. navigano 309-334. 335-371. v. alla figliuolo ciò invitò avvicina 207-18. matrimonio, Mentre guerra, Elena, da di il tosto separarsi madre, di celebra s' elogio avvenenti Patti vedere fiato dà armi, il al gli Agirta delle Deidamia, per Si deve cagione adorna amore suo dopo, 145-200. v. guerra, eroe le Ulisse T Ulisse seguente Achille astuto che compagne. 129-144. v. di piacesse. V giorno Minerva, strumenti allora si 245-35. perchè e loro e Achille di più che ciò il prendere fare Achille, Deidamia, se gia reg- sciuto ricono- è poter di 99-128. v. altre le con che non ap- nella ospiti occasione valorosi, svelarsi, per vedere Tara doni per disparte di attorno nave scegliere stava di quali i Achille, quali trae i gli fidatis- lui, contro accoglie dolendosi gloria in tratto Licomede coro dalla rimane parole, avesse le Ulisse guerra, di fonte fra da sapere trato Incon- 1-51. v. Troiani, i vi Licomede alla sua, quelle lo non regia età figliuole, sue per allora Licomede Sciro, a venuti siano, 52-63. 64-98. v. impresa, da mosso le Ulisse, quella ed loro arrivano operassero cosa v. guerra, presenta e che che Greci, i Diomede e — II. no giored Nereo, la Ulisse Paride educazione e il Capitolo S^mvarto L' — Gaeleris Nel Stellae Epitalamium « I ». modelli secolo dell' raccolte di primo parecchie della imitato aver di quelle di invece ad dà egli versi prodotta del dalla e secolo i la dam dall' sia nel d. primo proprii chiama maximum « amplissimum longi nel e Siffatta diverso cui modello le laboris » richiesto in fructum (Inst. X, 7 Ovidio, di si guarda Stazio in cui seconda ogni oratore, et velut cile fache e praemium ne vieessa metà improvvisata una e il lettore cosa tempi Nella scritta. in di intonazione poesia dai sia menti argo- elegante qual di falsariga persuadere della nella poeta nelP di di manifestare studiorum e essere tratta poesia dell' opere desiderio venne pregio era la di sulla Stazio dilette. pre- vero compar- dichiarando scritte Orazio. diversità Stazio, favole sono frasi e merita di orditura del essa la facoltà sentimenti a di nessuna ed studiato nella vocaboli Selve occasione, estemporanei, per C. Lucilio metro, ingegno occasione Calpurnio avere ogni scrupolo Ovidio. con fiorì di di delle Maecii Propemptìctm « Ripetizioni di raccolta suggerirgli Il ». quali una imita dovuto sono delle di ogni componimento, i suoi che Stazio. impero, prima Ecloghe scosta ne se di publica mostrando pur poeta, lirica Virgilio; Persio avrebbero che ed le Esopo; Violantillae et poesie giudicata originale. Fedro Quinto zione ora- liano Quinti- quod- init.).E questa eloquenza * " estemporale dovea andar congiunta a quella elaborata maniera del dire 190 ì'uomo rivela che conseguire i consecuti, sed credendum poeti: tempo suo ronee, e e Carmine Ciceroni hoc quidam faciant et di poeta la come cui della veniam sua, sia secondo poesia nel fatto monumento, o ad toccato spressione di del le e di Stazio, sembra subitis » un altro,ci di sentimenti dal e della buona quest'ultimo nutriti morali dalla e sui poeti « del periodo asseriamo: dei con Il a Unde in sacra Facundum Ribbek, Gesch. nelP nova R'óm di il cuore e forma di affetti, la mente che amichevoli, quelli le venienze con- poesie in di argomento di originale e Stazio e- qualunque, privata più alcune un è non sua Il il lutto per animo, una vita poeta. argomenti di poesia (2). Noi ebbe egli » modo e di di dubbio senza di diverso esso quello sarà il che la i pensiero poeti vedere scendere carmino plectra ebur movos, montes humoroquo a frotte ? cornanti ? Dichtung, a migliore prova domanda: sonuerunt suspendis der poesia ancora esposizione Latii al o nito for- ha di Augusto. Apollo, Cui, Paean, 0. di abbia poeta immagina capo la particolarmente l'Epitalamium La amico, le relazioni Stazio per quant' mostrare tenuto. aveano liconagli (I) sono quel componimento anteriori quanto società per Scrivendo trattare della avvenimenti che la erezione per dell' in venia la natura occasione agitano fluiscono mente Ne- ma, l'epigram- studiato. Ora che al gare invocare concepimento nozze civili che e Le quantunque fortemente prima capitolo esamineremo diverso imitato delle considerata ambire. convito, o un chiaramente mostra cuore del generali pubblica, gli affetti domestici, vita ritare me- estemporaneità poetica, nella compenetrata ispirarsiira epica, lirica,elegiaca. Gli della è la celebrazione per passioni, di pensieri poeta, noni voleva e era voglia che estemporale linee d' stesso della lo studio più noi, , /' ispirazione quale, Seh sue poeta potesse un presuppongono da « natura per le con Archias,. temporibus^ quoque giacché quella estemperaneo, maggiore Capitoline poesie: sue Stazio » Licinius et sint: . perfino Marziale, a simiglianza alle Sidonius vollero multi modo prosa nostris quia non lode la medesima non Antipater ut est; Ora studi. facilitatem hanc cum « etiam la lode di colto, fornito enim fecerint et SKCONDA PARTIR Stuttgart, 1892, III, 214. di lui di dall' E- Ma vede poi fra esse, e le Nosco diem, in elegia conduce che Tenere la e muse nove 191 QUINTO CAPITOLO una mezzo che ed allora sposa; sacri causasquo concinit te : la decima quasi è esclama: isto, (Paride fores) te, Stella,chorus. È il stame, volgo, che si Erato ad dolcezze allora che scena una la via Dea alla strali, giace in mai alcun Che anzi essendo del sempre sì poeta, giovine patrizio ha è stata V oggetto sempre nel!' accolta avrebbe non disceso pregato avesse la di casa La fine la tua più guerre ed Bacco e d' IT nel Tuttavia voti ; di è di e che Pafo. tato contenstesso se che Violantilla fatto così Venere; per suo bella che Febo lei Arianna, Giunone se seno, sul monta altri abbandonato suo miei ascolto; risponde avea avrebbe oro devoto mire, sue dei si volge ri- si i suoi eroi degli seconda una apparsa lunga preceduto fedeltà ? Un tempio costei di se fasci, è boschetti è sdraiata prodigato da di limpide, vedova ti ho la soglia del vederlo alcuno ra libe- riposa esauditi siano le si stende cui ferito giovine, premure. pioggia abitazione acque giovine invano alto in apre alati amorini benevolo dare spettate ina- carro non scende e e so ver- Violantilla,(v. 103-146). lonne, marmi, Non in lagrime. con splendida 160). La sue inseguito Dafne, sarebbe Giove delle sarebbe Olimpo vide in assai posato suoi un cantare voler volgendosi ri- sì come dell' aurora, i casi di amore di Stazio , quella parte dei terra, si potendo e mentre vate, (v. 1-50). Si aspettare che forte, mai Ma dice raccontarmi sorgere Uno sulla del favola prima. amico a cielo,in Tracio. mostra il o nel ad mio al nostro lamentando mirto, (v. 51-102). Venere Dea Giù, pietoso amò cuore vieni narrati sciolto amore , ridente, al dio dirle: atto del svolge del per portici concesse Venere lattea,ove fieri abbracci dei state si tanto di equivoci più è Stella di nozze queir Non bianco con mendaci che il freno. baci i gioconda, siano delle nuova commenti, morso i ora anima corteo numeroso un veduti sono ciarlieri i leggi, ha le la spargere filato hanno parche inquietitudini,i timori, i le tacciano subito ha testé, ora le che giorno si può Lungi doppi, epigrammi cui in giorno Violantilla. con il dunque venuto tante sul degna e suo letto grazie, tante giovine padre nei Ausonio Dea; dappertutto continua primavera solitario, e Venere bellezze si è consacrato Cibele, legge il una della ; libri della lo conserva (147- le dice: può dunque al tuo co* amore, ha aver cato var- e potrai Sibilla, nella sua stima. 192 PARTE Vivifica la tua al oziosa giovinezza, ovvi d' Imene? gioco SECONDA (v. 161-193). Le Violantilla, la quale si decide durezza e al mostrata fra ritorniamo gli il giorno ancora (200-219) i loro con muovono si ad cortei di illuminate portici parati lo sposo festa. Tutti a si invidia che da le onorare fiaccole,amici invidiano vono commuo- la la divenire del del sua sposa nuziale. giorno altro da le poeta; zitutto An- Nisa, si doirli caso tapezzate di fiori,le .son corrono a popolare quei a gara coppia fortunata, e fine il poeta dà (v. 220-240). Qui Venere ricordargli per Ortigia, P le porte di scena Stella di nozze parenti e sia sottoposto non Venere la a accettò uno sposi echeggiano di giocondo tumulto, vie rivolge la solennità 1' Bacco, e di paxole si chiude Violantilla descrivere a passa che creato accettare, rimproverandosi anzi (200). Qui cui Latona tìgliodi il in ad Il poeta uomini. beato quindi e Stella suo nel essere un sopratutto è alla scrizione de- sua : fuit ilio Hic Ma di prima dar dios, avrebbero che Properzio, Tibullo, Ovidio, gloriosa prole lunga una e ipso maritus. canat al canto, Stazio termine quelP epitalamio ispirato a noctom felicità cantato a ultimo in poi e dice ci perchè egli si co, Fileta, Callima- gara agli sposi augura ad accoppiata sia lunga una una gioventù (v. 241-277). L' esposizione dell' Epitalamio, nuovo. non Saffo avea solo non semplice, Così la dato di si attentò espressione del la delicatezza che allo scherzo di come per e affidati al dirci: riuscì poesia bene assai latina pochissimi apparenti due cultori. fu da sali di alato che al genere popolare. spiritodella componimenti di un quel tempo genere ci rimane Tale le poetessa che solo nel e urbana gono ven- ritornello il secolo la memoria ve bre- riprese, a sta, fe- gini imma- andamento le con e dal lirico romano, imitata lo Di burla ripetizionidei termini, e ; accoglie , ingenua ilarità della alla una le e popolare. arte allegra espansione levigate,i assimilata lirica una un' accoppiata tramandarci a era lo Catul- e frasi le perfino epitalamio un' carattere un assume imitò ramente chia- mostra componimento, questo ma un leggiero, le di veniva discende io appartengo Stazio con gioconda allegria con una verso pò minuziosa, un mutare, sentimento quasi infantile,con le esitazioni leggi Lesbo tenui, gentili,le frasette tutti poesia le quasi la poetessa di Per immagini. di questo genere come forse con il quale dare alla d' di oro ebbe Calvo e 194 PARTE descrizione condotta è abbiamo di dichiarare pretesto per un Pollio di Sirio con Orazio che diviene comune presentare lo imbozzolare nella la medesima idea scambiare la differenza talamium fu il modello po' un Apollinare mium di ancora lo dei Ruricii et colori sul luogo, ò un di del dire letteralmente tratta i rimanenti trano en- continua mavera, pri- che, dopo dà di prova da mutate L' medio nel far Epie evo Sidonio Metastasio. nel per sa- bene così saper pensiero. scrissero ne se poeti, specie per la di diversità quella Peloponneso espressioni sempre altri da motivo maniere; La già prima molto il nostro Ma una nostri starei Iberiae poi con quanti dei riprodusse e frasi ed in di alcuni ville ; in svariate noi del Frigia, poesia latina. concetto stesso che delle forza ha Violantilla. e differisco non della Libia, descrizioni non frasario certo un Stella di stirpe Violantilla di della nelle rito con casa felice: i marmi quasi nobile la invece La incontrato. SECONDA suo Epitala- « » . Con Metio Septimium veda non di più di nel argomenti, quali il Septimiis deeinms in il poeta cui celebra al diciassettesimo nicum sillabi il bene iocosi all'amico valore. i due niamo e di ad nella Si può primi, ad felice dei far il che lirico,un va in che ò in cui Stazio Y amico Grecia. si Celere un Comincia Celeri* ; ed il 11 una da titolo avergli T Hendecainviata di e Ma poco zio Ora- significaaugurio dell' ode invocazione esami- ad vicino componimento po' pindarico con di raccolta,almeno, dedicati. assai Oerma- Aug. occasionali erano no Domizia- di scherzo inseriti nella accosta Metio po' intimo, lettera ponimenti, com- Germanici di convito, un una cui persona Imp. e' è altri l' imperatore p uramente furono essi alla in mensa Saturnali, sono Propemptfcon per ringrazia sua Grypitm, piacere poesie viaggio Virgilio che alla argomentare Ovidio, V andamento a festa delle una di sedere Gli Imp. Aìig. ad lyrica non 1' assunzione di Roma Stazio nell' Ode nn, con Propempticon Stazio. di l' Encaristicoìi qualo nel Plotiiim per gloria a consolato; Domitiamim, conceduto come quarta zioni descri- trattati sono Maximum latus consti e terza nel Vininm che Selve Così Marcelli Orazio di e lirici che essi ma augustei. ad argomenti quasi soltanto contengono Lyricttm Ovidio Le imenei. Victorium ad Epistola Serenine che modelli dei imitazione Celeri, nella chi varietà epicedii,maggior manifesta una altre alle confronto offrono, in ed ad od riguardano descrizioni, compianti non ci originalitàStazio minore arieggia di agli Orazio dei tutti CAPITOLO- (v. 1-4) infine poi particolarmente e Proteo, a i venti (50-60) impetuosi vede si già pericoli che con viaggio, di stesso di ed invoca Iside al poeta ciò Canopo, la poeta al La in cui dei primi i fratelli di che è del V coi di tenga trat- seguenti Celere e della e nave la pericoli Macedone grande al nave del porto fa ricordare il Nilo, Memfi, Alessandro, Cleopatra. Infine V amico le suoi di meraviglie Orazio. il ritorno, al dell' oriente, versi. versi, sarebbe 49 in ode versi nei conduca racconterà Tebe deir perchè e gna (78-100) il poeta si la- Egitto (108-126): di contenuta versi otto di eroi Coi (13-34) allontanarsi potrà abbracciare questi gli imprese degli invocazione, tomba cui Eolo V amico acciocché singolare in amici Quindi della città più tempo tempo le di Zefiro. accompagnato (101-107) ad e lirico sulla invenzione all' uomo. aver mensione ha trascorre egli non soltanto barca, gli volo un alle Nereidi (5-12) Palemone, a uscire la religione,l'Apis,la dolcissimo ed La che faccia e procacciò se Alessandria. Glauco, a (60-77) essa Nettuno a muovere allora partire.Segue sui Tritone, a 195 QUINTO Vi uno mento svolgiinfatti compariscono Elena proferte benigna il padre dei Sidera, et Oebalii fratres; pater, Aeolio Cui varii frangit qui flatus,omnisque Spiritus, atque Monte Solus è la premat : soli parte dell' animo Motius, atque di lui T animae Maiorem trasferre scusare Stazio Orazio, perchè Ovidio avea sit Zephyro ponti aequora Eurumque, Boream, iuvenis di per nubila parent, Notumque copia coeli, agat puppes maggior Potremmo ventos, carcere hiemes, nimboosaque obiecto Arctius Celere cornu, venti, Et e considite gemino antennae fatto pars sua alto committitur partem super mare: nostrae aequora parat. della imitazione tentò non essa dubio affidata all'infido di Stazio nella nostri di soltanto Epistola X, maior, questa fortunata il 58 nostro : poeta. sione espres- Prima I9t) e PARTE Stazio nella ne pare ziano, I, qualcosa sapesse frase ; la sua dappoiché , quale comparisce un' ancora dell' ha altra uno dell' altro e volta Naman- in 426: Provocta e SECONDA ost animae, portio magna moacs più sotto, (v. 493) Vietorinus Per Orazio Propempticon montis. la tessitura Stazio di maxima pars del dell'ode imitazione una Propempticon il nostrao guarda il resto, chi tutto il onim Ma oraziana. ricordare fa cherà giudi- componimento, la elegia ad accanto del 2a libro , II che {tègliAmori la ha buòna sua invettiva si vede Orazio, è pensiero un ritorno anch' tratta il poeta quando e l'infido nell'Elegia di comune: proverà solcò che nave mare per Ovidio che mento. elevi farà Corinna : aspiciam ogo ' dicam tori Inquo Questo fine Ovidio viotima molles formarli adposito componimento, ordino vota oadot. orit. lyaoo. multa nella riprodotto di poesia ordine medesimo quel con carpam harenao, quilibot instar mensao DaiTabis ' sino stornentur lo vediamo noi pensiero del roditu tumuluR Et Ilio multa et puppim illa deos advohi nostros Pro Oscula. litore de notam humeris, Excipiamque che avea Stazio, tenuto : 0 tum quantus Ploctra lyra ! Attolles e oum alla solo per del chiusura mezzo diva . sua verso volta magna atquo in mea medios nel ligatum primum peotora reddes narrabimus Propempticon letteralmente imitato morobo oorvice servataque novus vicom votiva quanta annos. Virgiliana, la imitazione dal Ciris, (1) e per la verso Illa (1) Ciris, v. ino puppo Colloquia inquo Comparisce aut ogo humeris Tnoumbes . viaggio un prima fonte ò la gioia che Et ma la contro chiaro, nuovo, Primus sulla di essa , 396: oum magia, « matre summao parvusque Palaemon.» gelidum doa oum quao matre Pelion Ossao, Palaomon, » e Stazio, v. 39: CAPITOLO QUINTO 197 - ! a d' altro quale molto lato, come frequente Stazio di poesia nei poeti c'è delP i sentimenti Nel da il maestro perciò imita non dalla esce la sobrietà che toglie che npn scrivequesto ed La similitudine di idee nella di poesia spontaneità in versi farci libro di in il momento manifesta Zu (2) angustimi et e sue longum la Stazio fin fine puppi longo a licot cara nei primi Dicht. periti sotto lino Tebe ; cho modo che altro, questo delle parti, ciò turbata, ma volta. Quando Stàdio poi è il poeta così barca la abbondanza è non comune s'incontra di nanzi in- porre spesso. di la Celere Vedasi : soluto fune pontem; aequora clamore magister oscula fida in cervice revellit, morari. componimenti 1879, augurandosi un' cessa non manca ne, di azio- momento un finalmente che in breve, frettfrlosàr una con generalmente allontana suoi dall' chio oc- II, pag. il ritorno ; tendenza che lirici ti) acqui- e che si 41, sgg. dell' amico, Stazio fra le Colore Quaeque alla che Imsbrack, Propompticon, dovictis alludondo atque d' tiene parte della Tebaide, (2) Vi pure divisit sioni digres- viene dipingere a che deiecit che stesso espressione lavorata, recondita Latcin. del dirà confidenze si Saevus Spateron Sulla cui teiris ratem capolino in che et sua buona immagine. e delle razione ispi- poesia. esclamare Navita Dissipat amplexus, fa riesce quella spontaneità Nec Orazio sentimento, e piani, facili,il Iamque Ma al un' perfettiad dedica ogni in alla della arte il poeta Stazio, da descrive come neir spesso vera, modello, di bene riesca se nella unica in tecnica sentire esametro questo di colori. L' euritmia poesia è sostituita non in sul la giovine poeta a lavora non innanzi contorni chiare e' è il comincia e di fonde e con Celere, ha già compito a lirica dar a lo scolare mitologia dell'amicizia nella ammira assai accoppia ampliato, arricchito carme quindi è canto chiusura fa (1(. Malgrado aureo Essa originalità. soltanto, ma si Zingari, periodo Propempticon un mente sua del delicati più pindariche. lo osserva laboratas egli sarà episodi dodorim per contenuti assegnaro appunto iusta quae claudat mihi ai Pelasgis pagina Thobas. capitani argivi (dovictisPelasgis ) negli ultimi canti della Tebaide. 198 sta PARTE più maggiore sempre più di dare in alla di carattere un incremento della conoscitore consumato alcuni ricercatezza Per mano dirci ad è impedito di Our straripare da Cecropio stagnata cui la quale I egli ricordare bisogna per si dichiara lo scolare essere animum Sumo che le seguirne et volendo Virgilio (V, a nelle Selve o di sforzandosi summis Di Orazio (I, 5, 61). nomina derivò (2) 22 : Ter Vènus incendit *3) por « Sirios agros. Luher. op. in tumnlis fatto pag. Aon. 6-7. il luoghi rondine, (1) di rondine, era ha Atene Del Orazio. e primo magistri, lui massima Aon. UT, 55. IV, 7, 27. Mantuanao derivare potendo di quel come in 176) o in « riprodurre frasi fas moltissimi Plinio X, 141 JI. 10: : venti X, Vouus oxuroro di due fortunate,pur magna si fas e est, i » tre tuttavia,men- luoghi che quali quare ac- magnis Atacino, Virgilio, altri nei N. Eneide nessi sit componere Varrone circa Sono gliarsi ugua- parvis copiponere sic modo, « che dalla Stazio (2) o sic « altro far sa frequentissimo imitatore, ai IV, 4, lode posto nel verso, ciucilo osompio: : di adcanto frase, si contentò fece. (3) oltre ovvero e. mutata Properzio, Ovidio, un auroa fido si mostra questo rocaro undas templi per forma, mai novità Cecrope. (III, 3, 56) » letteralmente (1) Vedi oooreent margine Georg. IV, e menzione nessuna la e la onore con nidi Virgilio 62). Non mutarne iacentia alcuni in furono , (ecl.I, 23, solebam» è il medosimo aventi che , più grande gloria, non 3 di aria famao, lo stile che più parole lui la augurarsi da magni audaci Gaudia e in orme Tentat un' a ad : sedens Maroniiquo confessa Progne, Stazio di prediletti modelli diandosi stu- va : Cecropia appella anche che , ripa et luto che frasi innumerevoli desidant, vada diviene poeta smagliante, misto nuovo, esempio , Nilo nelle piccante il latina,e e greca colorito un che mano mitologia poesia sua vocaboli. SECONDA è da di Orazio imitatata la 33. auroa Sirius contra, ngros, e o, Silv. Silv. UT, IJI, 4, 1, 64» CAPITOLO delle collocazione di A verso. un dell' avverbio dulce 2, 64; locuzioni sonantes V, dalle da dipendente Ovidio, imitò nella selva IL da o in ; invece triste rigens vagien- derivano che così e mente certa- lucidum l'infinito pure Orazio tò imi- Tibullo di luoghi (1); Lucrezio (2); da verso 36 Dopo Virgilio ed diciannove circa Y addiettivo loqui I, 22, 24; II, 19, 7, verbo. un sentenza 111,4, ", dolce 133; ridere, dulce finali di parechie II, 1, la o verso, adopera nitentes laetari aggettivo un precipuamente Properzio dulce del quiescis V, 3, murice turbidum Stazio dulce 3, 14; eguali oraziane fulgens, II, 12, 14; molle : rubenti duloe la fine Orazio, di nelle II, 7, 37, tem parole, il principio e somiglianza 199 QUINTO di e ricorda che , 76: 7, t Et Catullo, da da Lucano allontanava 10 suoi la rarescunt nubila quoque coeli Stazio come alla poesia. Di sua di ingegno Catullo lui degli argomenti, vocabolo stesso vide 11 Markland penata* dopo e (1) Luhor. notato por i di o infine op. primi duo (2) Luehr, op. e. (3) Zingerl, Ovid. (4) Statii Silv. pag. nella sog. ... 11 geiure modelli. pag. otc. I, 1-3, fosse 45. 11, pag. Lipsiae 12-38. 1817. Lucrezio cum « i quali solo, non di provato la si opponeva derivare dirsi sere es- l' del- natura la diversità Urica, di Catullo , metri. frase selva plu- 214 VI, delli mo- cum « luoghi potrebbe riprodusse ab nitidi* 48 dei di nel ripetizionialtrettante . e due o quella medesima potò. Così verso un si imitazione il nostro una siffatte in meglio come corresse e il poema uno I, 2, 186 i e loro i riportail Luher, ne quella, veramente poeti lirici augustei Dei uno Alla da diversa altri due minima, appena Stazio. da stati imitati misura in Ovidio fra epicureo poeta studiato avesse qualcosa, malgrado ma dèi ed » ascriverlo della selva verso quello con » di modo Lucrezio di imitazione trattato, malgrado avea trovato il Dalla nulla. o questi (4) raffrontò nubila dimostrano che Lucreti arduus poco avessero (3). L' Hand rarescunt fuvor assai materia contemporanei viis docti I, 2, le ancora giro di ripetizionidi due corruzioni 145 e astri-s, clolla imitarono si o tre di legge: il Markland ù quello che versi. testo nitidos corres- abbiamo e 200 se PARTE nitidis L'Hand nei consacrò di natura della Gli summis. in fu sua di del della che lirici moderni. tale sia Gli porre un freno essa volte ripetuto dopo o vi non (1) principii di (2) che versi esametri che lieve nel in ha altri in : limsìi alla rito Omero. in (1) Maereat hune 2, Tibul. IT, G, 10 haec 40; Calais,v. Ars. Ani. (2) Ovidio, coona tuo ine* est. rata I, sit,procor, (3) Ovidio, Am. dominae I, 4; Ani. vota : FA che di mihi illa viro; IT, 3, 38; ITT, Rem. Am. 2, Vir. rt Prop. anche 4, 1-2; delle Anche frasi anni Pyliique 1' alato e dilette pre- (I,3, detta Islgioventù ò differiscono Tegeo. molto frasario un per cui vii/ii facta 1, 20, si Con 1(5, 2; è quelle si che osservato ost Hune Ovidio, da determinato tuba 26: TTT, 2, ; super Ani. 14 : Zptos, ot TI, 10, 8; epist. easdem. ma Ulti- ecc. tuus opulas ost nobis Aditrerus illa viro. Ili, 2, 80-81; Sint nioa, sint dominao meae. pensieri. parole quasi obbligatiStazio non viros, sunt che le volte in tutte medesimi Evano vocabolo, al o , osservato ritorna Iliaci predilezione per fino maercat gonoro, ot super La Stazio in poi particolarizza forinole : Phebo, congiugimenti delle che IV, 3, lbO) III, 4, 103; con e con sempre tri, pentame- cominciano quale epicedii si leggono espressa vanno poesia sua leggiamo che insieme di siffatte frasi viene hanno medesimo di abbiamo noi oggetti, i siano non II, 2, 107; vitae, e diede vita lunga una 4, 125; 110; che componimenti P evitare gono disposizione delle parole, diven- frasario i medesimi esprimere col poeti Tibullo, un la chiusura modo degli epicedi un dei che ripetute in o verso, propria è in che miglior periodo, anche sono mezzo un che ce segua- di evitare componimento. vengono nella mutamento quei componimenti debbonsi cui che editore credettero o al correzioni nuovo versi, la conclusione lato un la prodotto un cura o lirici del medesimo pentametri (3). Parlando Stazio due o pensarono che esametri finiscono con da La frase aggiunto pregio ripetizionidi ogni specie : parole verso, erano se sazietà. determinare a alle arbitrarie una uno restringerciai per ma esatta. ò non due avrebbe Properzio, Ovidio, esse potuto apportare qualche antichi ripetizionenon che Stazio ; adoperata vocabolo un inferirne di dall' altro venga moltiplicarsi a parecchie pagine poesia avrebbe Markland, poesia una commenti suoi giovevole per Stazio potrebbero esempi queste ripetizioniper estemporaneità al testo SECONDA Mea vota supersunt : 11 llle tenot fac rata vota moao ! ||Siiut paliuam, palina petenda INDICE PARTE PRIMA « Primo Capitolo 11 vittorie del nome — Ludi nei riportato F. grammatico di Napoli 11 Papinio. nei quindi e della luogo Pitici giuochi nei , Istmici. negl' del scuola Sua nei Vesuvio. di sacri. riti 1 valore Suo in Napoli sulla poemetti poeta come e in e vitoUiana sulla e L' grammatico. come istruisce Quivi Roma. Guerra della anno Secondo Il o del amico Felice, . Scrive suoi Costruzioni I poeta e suoi Ludi tria pa- Pollio Napoli, di anni 19 del Claudia. Sposa ma. poe- Due amici lo all' assunzione arti Capitolini la e riportatavi condizione 39 » fino per vittoria sua e Uoa lettura Stella primi giuochi una Domiziano, con Sua nascita. clamorosa Agave. Arrunzio mecenatismo I feste. e Minervali giuochi i il o intitolata L. e Tebaide. alla saltica Celere, letterarii studii principio Domiziano; — nei ottenuta corona della anno 3 . !» fabula una Quarto Capitolo dà Mecio poeta: La L' . poeta Stazio Terzo— Stazio. Papinio educaziono. prima sua P. di nome — del sua Pag. , Capitolo miziano Do- eruzione morte Capitolo Nemei, , grammatica suoi Lo nascita. sua da e le por sconfitta Stazio. Una privata. all' lettere. 11 poetica di suo rattere. ca- Stazio. relazioni Prime del saturnale fosta i imporo; o la , erezione di un occasionali La Tebaide vuolo di Capitolo non contemporanei. è rispetto circoli all' dolicata impegnare questi Quinto—I riferiscono si che Marziale cantati monumento, Stazio a imperatore. Domiziano. a in di in e di Roma. questi L' Gli Essa polemica. una Marziale, letterarii Condizione Stazio. da ultimi animo suscita Come la rispetto Mecenati ai loro all' canti Domiziano, a invidia rispondo rispetto di noi poeta epiteti largiti ambidue Favori del di molti, Stazio. dizione Con- imperatore verso i protettori. » poeti Mar- 61 204 INDICE ziale,Stazio, Giovenale. Alcuni tempo. amici Vindicie, della Vinio vita sua Rapporti di Stazio più suoi Massimo. stimati: Manlio 11 ritiro di Primo Tebaido 11 mito — di Stazio. degli opisodi Capitolo Skcoxdo Capitolo Terzo dello di . Edipo. Cho — Via «? Capitolo cosa fìcaziono Iìotm co-n ossi. affetti di Marcello, gli ultimi e nio No- anni tobano. dolle Misura fonti JjO l^a parti convenienza o Quinto— Maeeii Caeleria » 109 del pooma Carattoro, descrittiva: La 11 nuovo. genere classificaziooo » 125 « cronologia o Sorrentina Villa « CI. Balneum Polli Etrusei » o » cho in ad ossi Epitalamium ». anteriori dogli opicodi Comolatio famiglia I 1)1 dolla » ^L' o o un Carattore « suo , analisi opicodi classsici delicattis. dogli Capitolo di Gli — Poema. Poosia — introduco Domitiana Quarto Napoli, epici dol ciclo Pooti significhiSilva. Solve. Stazio I . . la Vittovio del SECONDA. del . Esposiziono — » in Stazio poeti Pag. Divisiono poosie dolio Felici^ Vospico, coi e ....:....,. PARTE Capitolo letterati coi modolli di Stazio. FI. si quelli di a (Irsum legge. Stcllae dolla et Il e « Stazio, Glaucias glialtri Filosofia di di Stazio. classi- una Atedii opicodi. McPoesia Stazio » . Violantillae lirica e ». 11 « 161 175 . Propemptir Ripetizioni di caboli vo- fidasi prodilotto » *~-i. "^.-f ?: 189 INDICE DEGLI Sih. V, Stella, Sih. Abascanto, Arrunzio Atodio Melior, 38. Sih. Earino, Il, 0. Monocrato, Manlio Vopiseo, Sih. Colerò, liinder III, Giypo, 2. v. a pag. 55 voi. la I, q. v. di imperatore, IV, VHT, 54; Diono v. Cassio. 401. Touffol di sg. IO. 320, Friedlandor v. q. v. q. HI, 447; Teuffel È III, q. noli' annona di patrono 2; 320, poota IX, Marziale, v. 43, 44. Fried- ultima contro i Sarmati, spedizione Stazio, Sih. quale Stazio IV, Friodlander 9. 12. del Lucano, clarissima 7 Teuffel 315, suo 189 sog., IV, I, uxorum 353 ». il canto Marziale, VII, I, 180 appendico (appendice) genetliaco 21, 2; 23, II. fol Teuf- v. di v. q. honorum cursus « » in Revuo de Philol. N. seg. Marziale 5. 35 pag. 5; 320, VII, 38; XI, 57. Friedlander 9. Sih. Bolano; Vezzio 10, 80; V, V, 2. Friedlander III. 450; Teuffel, 11. Sih. 457, Marcello, 320, 11 I, 4. Sih. 2; 320, Teuffel 1* « di 2. 324, del 103 pag. Il, 2; Ili, 1. pag. Massimo, Vittorio a v. chiama Sih. Severo, 321, 6. moglio Crispino, figliodi Vinio Marnalo, 8. IV, 100 321, Sih. Gallico, III, 457; Vozzio v. 4. Felico, Sottimio Sih. 04; ..Friodliindor ITI, 394, 303, S, dell' III, 457; pag. Touffol Teuffol Stazio 7. 3; X, Kutilio di III, 390, a Domiziano. da Argentarla, Pollio I, 105; amministrato avoa 450, HI, II, q. 170 cortigiano v. IV, 458; fatta Polla di sg. p. I, 3, Ili, Sih. Vindico, Plozio v. Pollio, di v. q. 2. 321, Nonio 171 Friodliindor gonoro Sih. 3. ounuco, Sih. Giulio di 390. 1, 2. Friedlander, Urso, Mocio Era IH, sg. ag. pag. I, 5, III, 4. 50 DI STAZIO 0; III, 449. 2, 3. LXVII, v. I, 1, 0; IV, Ili, T, 90 pag. II, 1, 3; Sih. Sih. Domiziano, v. III, 396, Etrusco, Flavio I, 2, Friodliinder Claudio Friodlander, 1. Sih. AMICI IV, 7; Teuffel, 329, Sih. 0. IV, Mommsen pag. v. 4; 1; Nohl, v. Th. di 104 pag. in 101 Hermes, q. Marziale v. Hermes, di q. XIII, XI, voi. v. XII, 100; der Friedlan- 517. Friedlander, III, 1878, pag. 428, 30. 457: