LA n4*ac
STUDIO
sr
P. PAPINIO
STAZIO
CATANIA
Niccolò
Giannotta,
Vi» Lincoln, X.
1893
271-273
Editore
"A^4.
3?.
U3
"
i
'
"
N
3
7^
v-t^tr^
ft-A^^ti.^^
(
AL
Remigio
MIO
MAESTRO
Sabbadini.
Tipografia
Sicula
di
Monaco
de
Mollica
PREFAZIONE
Della
studiosi
gli
dei
non
alla
valore
che
più
chi
ma
i
chi
non
lettori
sue
opere
alcun
certamente
tardi,
venuto
informare
delle
critica
conferirà
non
lodiamo
noi
ad
solamente
della
e
Questo
molti.
argomento,
un
varrà
Stazio
Papinio
opera,
tratta
altro;
P.
stati
sono
presente
primi
ogni
di
biografia
dire
sa
che
il
per
pocjie
primo
o
di
meglio
mo
abbia-
cose
.
pochi
errori
abbiamo
tutto
il resto
offrì
lo
poeta,
che
ci
che
egli
del
non
sua
è
medio
Dante
studio
di
uno
cui
quelle
Stazio
visse
acclamato
il
poche
occupano,
studioso
sicure
ma
fiorì,
e
e
delle
che
leggitore
(1)
Da
\2)
fotea
sue
Eusebio,
ricavarlo
classico
prima
del
di
Tolosa
nativo
era
della
del
basi
opere
ol.
Cronicon,
dalla
'Gioveiiity
$pf
XII,
Tebaide,
VII,
.
CCIX,
82
sg.
XV
(3).
A
1.
an.
819
si
conobbe
studiosissimo
(1),
sog.
queste
ila
conosciuto,
essere
di
tre
latina
intermittenia
qualche
per
secolo
Tebaide
sua
grammaticale
letteratura
malgrado
sempre,
rinascimento
opere
nella
che
poeti
quei
ricordato
fu
delle
e
Da
in
tempi
qualche
da
su
noi
si
argomento
nostro
commessi
costruito
dei
quindi
sapeva
(ò)
confutare
abbiamo
evo
aspettò
vita
dovuto
del
che
scrisse.
Stazio
e
scritti
dagli
attingere
potuto
assai
Virgilio
notizie,
una
;
della
poco.
(2).
delle
e
PREFAZIONE
II
quali
la esatta
potè aggiungere
erronea,
tali elementi
la
poetò
Nel
Del
SQmmo
uscì
Col
Famoso
Tanto
più
dolce
mortai
Stazio
la
Ma
Al
di
mio
ardor
Che
mi
Onde
Dall'
fur
poi
con
dico,
le
faville
Fummi,
fummi
e
essa
divina
soma.
fiamma,
mille;
'
mamma
nutrico
fermai
non
di
qual
Achille,
grande
seconda
più
la
noma;
la
semo
allumati
sono
mi
dol
scaldai', della
Eneida
Sen'
là
mirto.
di
ornar
di
e
via
ancora.
Roma,
trasse
tempie
Tebe,
fede
spirto
mi
se
a
ancor
in
caddi
venduto,
onora
con
vocale
lo
gente
Cantai
più
e
non
mio
Che, Tolosano,
Dova
fora
rispose quello spirto,
assai, ma
fu
le
Giuda
per
dura
V aiuto
con
vendicò
Roge
di là,
io
Tito
il sangue
che
nome
Er'
il buon
che
Ond'
poetando:
di
poso
dramma.
XXIr
C.
Dante
Come
un
per
poi
altre
egli
seppe
sa
di
verso
altri versi ?
E
girone ?
Che
grande poeta
fu
Tideo
nella
col
alla
nella
e
che
suo
compagno
il
stato
era
medesima
(l) Potè
che
fino
stat
fuisse
a
rutto
Statium
il secolo
V
divenne
Autor
XIV
temporibus
mitiani; fuit nobili ortus
fu
e
il tratto
L'
vetus
corrosso
si
vitae
unita
molte
Nella
scolare
clarus
ingenio
et
la
della
doctus
quarto
del
mente
coi
cui
poiché
biografia ora
Tebaido.
eloquio
lori
co-
bello
intrattenersi
lui,e
Vospasiaui Imporatoris pt pervenisse
prosapia,
nel
l'episodio di
quindi
di
cose
ai codici
due
Virgilio, avea
trovare
volle
Papinii,
avaro
per
disegnato
di
prire.
sco-
più
caratteristico,
più
Alighieri
dire
?
sarà
saputo
avea
pena
facile
fu
non
la
prodigo
grande
è
cristianesimo
scontò
Tebaide
primo
studi, volea
fornirgliela
che
82-99.
non
Che
?
al
convertì
della
fonte,
Commedia
di
si
la fonte
cui
battezzato
avarizia, perchè
dell' Ugolino.
atrocità,,
sua
di
fu
questi
l'autore
certamente
bevuto
che
T
Stazio,
crlstimio, del
chiuso
più belli,Stazio
quindi
che
Virgilio
scampò
se
di
cose
con
biografia:
seguente
tempo
cognizione cronologica (1), e
Essa
ad
».
ora:
la sto-
la
«
imporium
sola
ConDo-
III
PREFAZIONE
ria
si mostrava
pagani
fatto
avea
di
modo
da
cui
libro
Italia
in
fino
e
al
Tebaide
soltanto
della
nel
libro tutto
suo
tivo
di
dal
di
Ursulus
ebbe
quale
al
61
di
T autore
poeta, fu
C.
dal
soltanto
Selve.
Siffatto
la
quelle
Con
1' autore,
in cui
sua
vita
che
ai
padre
minute
di
regno
del
appare
agli
e
suo
in
che
amici
cronologia particolarissimadi Stazio, non
al Dodvell
ricerca
di
date
affermiamo
(l) Vedi
Jfilol.Torino,
R.
anno
il poco
merito
di
con
una
discreta
d' altro
lato
che
non
Sabbadini,
XX,
fas.
Due
4-ti.
quest. stori
il
coli
se-
e
poeta
la
con
ilice
quasi
su
dal
Stazio
a
spesso
cora
an-
oscuro,
più propriamente
per
il
delle
mai
eoa
pretesa
biografia.Ma
versato
di
riferirsi.
e
conoscenza
seppe
eo-cr
zione,
atten-
due
accaduti
darci
una
essersi
minute
di
1698
nel
morto,
barbarissimo
titolo,volea
dal
resto
Domiziano,
porta il titolo
potevano
al
na-,
egli scrisse, aggiungendo
suoi
latino
un
sia
era
degno
anno
pgr
risale
circa
fatti notevoli
dei
componimenti
libro,scritto
questo
come
dei
e
crede
si
comunemente
più
anno
accompagnare
va
il soprannome
senza
che
è
così
questo
Tebaide
della
Dodwell
studio
menzione
Selve
studio
uno
scritto
di
le date
determinare
Selve,
il
sotto
scrivere
Guarino,
delle
fosse,
ripeteva
(1). Tutto
V autore
Ma
Stazio,fa
da
Papinio Stazio,
favore.
di
il Decembrio
edizione
che
finiva
di
il
ma
Decembrio
Selve; Angelo
conoscesse
fiorito
era
qualche
si proponea
d.
ai 96
durante
una
P.
Stazio
Velleiani, Quintilianei, Stati-ani,fu pubblicato
Annales
esso
vide
che
anno
Selve
le
scoperse
sapeva
appreso
antica
più
si
che
e
scoperta delle
la
dopo
la
sempre,
poeta,
poiché
avea
rimase
al
parlando
le
ebbe
così
e
intorno
quale
E
Ferrara
a
che
concesso
intorno
che
si chiamava
Sursulus,
o
nel
29-30
Guarino
fatto
che
Napoli,
le
1461,
pzi£.
quest' opera
Conosciuta
1472.
a
nemmeno
dal
confermato
poi
Il Valla
dell' Achiileide.
e
quello
che
concludere
da
cui
notizia
conosceva
fino al
nemmeno
literaria,in
Politia
non
Stazio
e
Poggio
1416
divulgato.
scrittori
parecchi
fantasia,
sua
1' Alighieri,
esatta
che
Stazio.
verso
Nel
ogni più
1442
alla
affetto
dopo
subito
fu
non
tradizione
ancora
sconosciuto.
detrarre
potevasi
di
tempo,
quasi
le conobbe
non
la
vita
Tolosa,
di
debito
del
ancora
sua
quella
a
cristiani,ricorse
sciogliere un
Passò
nella
ricorse
povera,
pur
primo
la
al-
poesie delle
dirittamente
Quintiliano,
conoscend
ri-
in
Biv.
ra-
di
PREFAZIONE
IV
gionare,
affidandosi
e
riuscì
più insensate,
nuove
Il libro
del
Dodwell
vi
poèta,
ricorsero
Markland
Geremia
alcuni
delle
luoghi
essi
'derivano
non
Scrisse
alla
del
il
per
Selve,
di
discussioni
di
forte
i resultati
Observatorum
di
Statii
in
Dodwell,
in
cui
e
delle
editorum
articolo
un
Pkilologus, XXVI,
da
del
del
dirittura
diversi
anni
in
farne
bisogna
altro
raziocinio
avere
La
un
sua
(2) Quella
pregio
sull1 argomento
(3) Programm
un
solo
non
delle
Selve
fu
stampata
patria del grammatico
trattato
der
da
Stazio
Lateinisch.
nelT
i
Papinio.
Agone
Hauptsch.
in
voli
prege-
è
non
per
i
tamente
cer-
sto
que-
ma
ancora
del
iànder.
Fried-
,
(Silv.Ili
noi
I, pag.
,
1728
2
Capitolino(cap. IV,
Halle,
altri
Il ricercare
ricordati
1863.
che
qual-
ambidue
opere
prima volta
(cap.
nel
l'altro
1871,
materiali,e
Uxorem
la
due
a
dopo quello
anno
ad
poscia
sue
gli opuscoli
un
inserito
di
ricerca.
prepararne
motivo
incidente
1884;
nella
ti
scrit-
diede
Berlino
le varie
(3) all' Ecloga
commento
sulla
,
compose
Imhoflf, comparso
edizione
Selve
1862)
essere
lavoro
per
di
no
Domina-
Regiomont.
carminibus,
Berlino
saggio
seguente il
poterono
breve
delle
oculatezza
solo
biografia,è
in
e
scrittore
uno
di Alberto
È
(1)
la
poesie
An-
degli
Martialis
Univ.
parla
cui
al bisogno
accennò
dizioni
10) parecchie contra-
a
cui
Martialis
in
44,
diverse
a
Questo
quaest. Papinianae
di
cui
Selve.
opuscoletto
un
Stazio. L'anno
in
mo
abbia-
noi
valore
librorum
anni
sugli
da
dito
eru-
suo
Grosse, dopo questo
Statii,(Prog.
Stobb, De
pag.
il
in
nessun
4
del
quali
1862,
Nohl, Qttaestiones Statianae,
Eerckhoff, Diiae
per
un
1867
il
temporibus
delle
dello
assegnare
opùscoli, l'uno
De
assennate
singoli componimenti
data
Berlino
biografiadi
et Silvarum
gettò le basi di ricerche
pfrrtoa ad
Grosse,
(da pag.
Ma
della
più
opuscolo
un
rilevò
caduto.
era
si occupò
con
imperante
i
Emilio
specimen,
provarlo
a
quegli
osservazioni,non
Friedìander
Silvis
tardi
biografia di Stazio, mostrando
una
del
nales
(2). Più
che
commentatore
corpo
,
accettato
rigoroso
questioni
nel
due
biografici
critico
per
ma
biografico,
in
discuterli.
esame
(1). Questo
Stazio
di
cenno
alcune
inserì
ad
primo sottopose
scrissero
cenni
senza
capitale importanza
biografia
poeta alcun
commento
i risultati
frutto.
poco
quanti
e
;
semplicemente
o
accettarono
ne
e
Stazio
di
opere
fortuna
di
base
a
paragrafi con
molti
ebbe
mettendo
poi
queste
e
scrivere
a
purnondimeno
seguito prefazioni alle
del
ipotesi ardite,
ad
di
pag.
a
q.
14
5)
e
in
Londra.
v.)
e
tra
l'al-
"fiq. v.).
PREFAZIONE
inserì
esso
la
volta
prima
cui
fu
vinto,
anche
di
altro
Si
tempo,
diverse
tra
contengono,
del
studiosi,
buona
nota:
(3) ha
ed
cui
detratte
di
di
versi
riguarda
il
yidentur
(2)
da
pag.
43
P.
a
(3) Stazio
pag.
17
a
Le
biografieperò
Statii
nell'
quello
vita
eniin
Statii
et
op.
mandiamo
lavoro,ri-
pazienza
con
bilità
proba-
nella
notabili
ebbe
vita
il lodevole
brevi
volta
esatte,
tutti
ebbe
non
la
scrivere
tratti
de-
quella poi
e
conosceva
ricordo
biografie
di raffronti
questi opuscoli
et
la
scrive
ne
maggior
Selve
ne
a
ti
diligen-
i fatti
no
nemme-
biografia di
e
fra
menti
com-
potea giovarci per determinare
annis.
quibus siugula
nel
carmina
alias».
accuratius
sumus
vita
fra
cura
da
facile apprezzamento,
un
sempre
fa
noscere
co-
senza
del
quale
giorni
non
cui
fatta
colla
nelle
accingerci
che
il
qualche
1' autore
di
fu
Riidiger (4)
sono
non
ogni
con
Do
Il
ricordati
quelli
Noi,
tutto
acturi
ì
e
Dodwell,
seguito
stabilire
a
accompagnate
che
di
hactenus.
Papinii
e
mostra
che
nel
Dodwell,
altro.
personaggi
ricercato
Bcripta esse,
De
biografiche
note
biografia che
della
i mesi
Stazio
e
del
giunse
osservare
notizia.
haoo
libro
del
libro
quel
a
delle date
di
ogni tempo
Sed
«
dei
poeta
maturata
Stazio, abbiamo
(1)
di
rilievo
maggior
di
Stazio, i quali
a
testo
errori
parole suggeriscono
.
scrivere
che
ancora
Siffatte
»
Marziale.
ben
quali
Le
apprezzato per quest'ultimo
gli
principio
critica
solo, ma
non
poeta
dai
da
che
di
ci esentiamo
pensiero
sul
questo
a
acutezza
gli anni
per
potea
care
(1), di pubbli-
intorno
del
essere
peso
l'accertamento
Per
«
di
merita
osservazione
Il Sailer
nostro
che
e
Stazio.
di
medesima
lavori
critiche
(2)ripete di
il lettore
del
verità
in
nessuno
alcuna
mirabile
trattava,
di
nota
una
pubblicate.
altri
seguito
osservazioni
Il Lehanneur
riguardo.
mai
in
,
poeta; e
seguenta
in
che
nota
vinse
Capitolino
con
alla vita
quella
a
furono
non
ma
stampati
sono
fondo
in
mostrò
questioni
cognizioni intórno
buone
altre
le
Stazio
cui
poeta. I risultati delle
del
felici,tuttavia
studiato
aver
in
all'Agone
intorno
Napoli,
furono
non
all' epoca
intorno
figliuolaadottiva
alia
cognizioni egli promise,
in
di
giuochi
intorno
e
circa
pagine
avere
nei
discussione
dell' Imhoff
ricerche
due
breve
una
Rupellae,
1878.
Della
vita
dol
poota tratta
53.
e
la
sua
Tebaide, Venozia,
1886.
Si
occupa
della
vita
del
poeta
da
28.
(4) Quibuscum
Càttdrton, 1887.
viris
fuerit
Statio
poetae
usus,
consuetudo,
familiaritas,
Marburgi
PREFAZIONE
VI
modo
della
rilievo
le date
sicuro
più
vita
del
dubbioso
di
o
letteratura,dei
tutto
il rimanente
Fra
la serie
al
degli
perchè
editori
è
Stazio
un
uomo
ci ha
fornito
illustre
ci parve
Y edificio
critico-sintetico
cui
riconoscenza
e
fabbri
altri edificano
gli
ad
Calderino
al Bluller
che
fra
di
darci
i molti
al
editori
al
Hand,
Stazio
di
si
che
no
quadratezza
spedi-
Noi
butiamo
tri-
quindi
Ge-
Poliziano, al
al
,
vart, al Gronovio, al Barth, al Markland,
mini,
uo-
dare
maggior
con
scrittore.
uno
Domizio
intendiamo
oggi
quei
dere
esclu-
razione
parte alla dichia-
loro
noi
la parte di
intorno
a
la
stro
no-
grandi
molti
conta
che
senso
rappresentano
con
che
abbiano
non
intendiamo
sue
opere
e
nel
perchè
i materiali
onori
delle
del
le opere
esaminiamo
numerosa
generale
ma
editori
critica
che
in
essi
autore,
un
di
autori
puliscono
rens
politici,
avvenimenti
visse
biografia di
parte di questo volume
gli
vocabolo, gli
e
la
cui
ci contentammo
sicura,
degli
in
tempo
scrivere
a
studio
sultato
ri-
un
sapere.
poeta.
di
Lo
maggior
ebbero
ricerche
base
alcuna
di
avvenimenti
gli
le nostre
poi
avere
del
costumi
che
seconda
non
poterono
apertamente.
della
Nella
si svolsero
cui
poeta: quando
non
dichiararlo
necessario
in
al Bàh-
Queckius,
benemeriti
resero
,
cercato
aver
per
furono
noi
a
del
poetica
pera
nel
land,
un
di
e
Stazio
di
nel
alle
commento
acume
ci
non
del
Selve,
fra
interpretazione non
poeta, mal
per
quali
sembrano
sono
da
ritenersi
che
dettava
anziché
alla
corrotti
dover
osservazioni
in
integri,
V
e
Hand,
la
ed
la
poesia
particolare di
edizione
sua
di
essa,
Stazio
ma
rilevanti. Il Bàhrens
nel
nel calore
dei
di
«
resto
recentemente
non
là
molti
non
servazioni
os-
rare
delle
luoghi
i
latina
,
estemporaneo,
dal
dello
diede
ed
dissimo
punto soli-
11 Queckius
pare
o-
simo
al poeta mede-
estro
conoscenza
ci
e
poesia
ispiratasoltanto
la
classica
solo
un
della
un
troversi
con-
V
edizione
una
che
copisti ».
pare
con
qua
attribuire
da
è
errore
ignoranza
appena
ad
e
occupava
erudizione
al carattere
estranei
perchè
difficili
si
es-
gli altri,il Mark-
tralasciando
concetto
suo
Stazio, ma
quale posto
il resto, fermò
quel
di
luoghi
accingendosi
tutto
con
i
semina
Hand,
quei componimenti
leggere
carattere
come
negligenza
il precetto dell'
di
staziana
poesie
la interminata
comune,
preparato
la critica
Così,
tempo.
sullo stile di Stazio. Jl
opere
mai
insegnarono
suo
delle
corretto
nell' intendere
soltanto
maestri
poeta,
testo
un
accettò
principio
stile
illustrazioni
abbia
e
del
od
accettato
PREFAZIONE
il
dell'
criterio
giusto
allettatore
e
le
hrens, restringendosi
I
la
libri
«
Barth
in
St.
F argomento
opuscoli
che
e
si
letteraria
di
il poeta
delle
da
noi
—
col
facea
fuori
parole
Il
risposo
li
alla
stesso
anche
quello
alle
stile della
sullo
a
tutte
breve
distanza
un
documento
(2) Berliuo, 1861.
diodo
luogo
Elenco
di
del
per
buona
In
ordine
ad
dell'
Antidiatribe.
polemica
rude
od
Questo
opuscolo,
studi
negli
Mùller
pubblicava
Grosse
nel
quale
altre
ridursi
e
sia
tempo
dol
Crucoo
inurbana.
—
sue
zioni
Ripeti-
questo:
a
predilezione
e
vecchie
parte
delle
Il sommario
vocaboli
Il
molte
biografia
Stazio.
di
po
sco-
,
Antidiatribe
una
lo
con
predilezioniparticolari
versi.
citato
parole
a
le
e
cordiamo
ri-
raccolse
,
nuovi
—
come
quale
importanza
la
mento,
com-
stilistica
metrica
per
il
seguito, potrebbe
di
lavoro, malgrado
libro
di
poesia
il
,
cui
riguardanti
note
Statianae.
eccezione
fanno
Mùller
in
teriali
ma-
stati
sono
consideriamo
che
vera
anno
i
dichiarazione
scrivere
ha
del
origine, il
loro
)
,
generale
nello
significatiattribuiti
con
della
controversi
in
( 1616
i commenti
Observatioìies
studi
gli
l'arte
uso
ricordati,è pregevole.
Moscario
Gevart
secolo
ed
che
investigazioni
veniva
oltre
(1) Questo
nòvio
del
nel nostro
(2) di 0.
luoghi
,
nuovi
—
e
prepararono
qualcuno
Fra
,
di
illustra-
la
il testo
(1817)
,
osservazioni, scritte
metrica
di
che
chiosa
Stazio.
di
Nello
ponderate
alcuni
di
alla
più
staziana.
lavoro
si contengono
ben
Bà-
grandi vantaggi
reso
»
l'impronta
eccezione
diligentemente
cui
critica
questo
fatta
numero
larghezza
della
fa
il
mentre
(1637) (1)
di Quaestiones
Qtuiestioìtss Statianae
di dichiarare
la
molto
dell' Hand
sempre
poesia
considerevole
per
ha
non
Gronovio
del
generale
accostano
della
le
un
nondimeno
pur
Papinianarum
(1728)
conservano
perciò noi,
lavori
più che
,
giovato
parecchi opuscoli
a
il titolo
pubblicatisotto
Questi
ha
V»
Ubros
Markland
del
(1664)
e
Mùller
Il
al
correzione
editore
erudizione
edizione;
quiri([ue leetionum
Diatribe
«
nuda
una
dito
ar-
Tebaide.
della
zione
Staziani.
studi
agli
ad
Markland,
la
un
Il Markland
opportuna
con
di
proprio
lezione.
arditezze
sue
del
ogni piò sospinto
l'amor
vera
una
fare
al
accostato
ad
accarezzare
soglia restituire
dimenticare
si sia
e
perchè permette
testo, la quale suole
non
Hand,
VII
osservazioni
condotto
segue
sui
un
alla
Crucoo;
noli'
anno
per
sulla
commenti
opuscolo
quale
stesso
di
il Gro-
risposo
Vili
0.
PREFAZIONE
Krause
di
consta
De
«
Quest' ultimo
parte siano
due
primi
sono
le
fra
Stazio
che
imitò
stima, malgrado
fornite
dal
al Krause
P.
sullo
Stailo
Pap.
imitatore, Brunsberg
V altro di
1880,
M.
il terzo
lui
a
anteriori.
(1). Maggiore
buona
in
importanza
Y
quasi
priorimi
te
quan-
,
rassomiglianze
argomento
Silvi*
in
le
1871:
di
Stazio
di
poesie
Miiller
stesso
raccolta
una
dagli epici
capitolo merita
altri volumetti
De
Luehr,
similitudini
state
due
i
comparationibus epicis,Hallae
raccogliere V autore
potè
delle
si occupa
Statii
Papinii
capitoli,dei quali
tre
similitudini
hanno
P.
G.
di
uno
,
poetarum
romanorum
Kulla, Qnacstiones
Statianae,
Uratislaviae, 1881.
Poco
prima
che
neur
può
biografìa del poeta
riguardarsi come
di
prima
contenendo
sulle
fece
neur
lui
largo
un
studiare
frasi ardite
seguito
le
poesie. Nel
sue
risultato,poiché
crede
mediocri.
solo
assai
Stazio, ma
de
latin*
T uomo,
di
letture.
nel
capitolo
come
peotao
Statium—
e
darci
di
quadro
La
pleiade
per
co
siamo
no
farci
tuttavia
ha
rovinine
capriccio dell'
nel
il Nisard
giovati noi
autore
o
capitolo
parto
II.
soguonto
:
2
Gap.
il poeta,
di
«
noi
le
Les
ma
di
Roma,
nelle
vicenda
insieme
messe
sono
»
di
les poetes
sur
storico
fondamento
riva
ar-
occupato
colta
a
e
passioni grandi
non
società
si sostenevano
che
secondo
era
conoscerò
della
nel
;
Etiulcs
opera:
quadro
un
non
sua
volea
poesia
li presenta
bliche
pub-
le persone
:
e
fatte
son
Stazio,
di
letture
de
pretiniinaires
paragrafi
Similitudini
«
».
(2) i; indico
fortuna—
II
«
ce
(1) Noi
imitato
volle
arte
nella
sfacente
soddi-
poesie
delle
e
si
Francia
in
voluto
ha
alcun
ottiene
poeta
Lehan-
sentimenti
quali
e
affetti
sentì
nuove
proprie
gli argomenti
non
altri scritti
da
poeta (2). Al
non
del
critica
la
per
osservazioni
poetare
1' arte
duo
questi
il Nisard
esclusivamente
amiche
così
di
il Nisard
poco,
del
soltanto
Stazio
III
vedute
con
primo proposito
che
Prima
perciò
e
V arte
determinare
a
decadence.
la
cultori
quei
equivalga
questa conclusione
a
ma
ciò
che
(3), che
esamina
e
opuscoli
dal
adoperate
Claretie
Stazio
concepisca
come
animarono
L.
testé
vari
capitolo
nel
strane
e
valore
,
di
Lehan-
il libro citato del
ha
non
riassunto
però
,
sennate
e
la
per
,
Francia
in
pubblicato
stato
era
Do
P.
(8) Do
Pap.
Do
sormono—
Do
doi
horoicis
St.
capitoli"dol
Statii
ro
vita
motrica
Statii
lilro
ot
v
oporilms—
apud
Statium
poomatilms—
Silvis, Parisii,
1N91.
il
Do
Do
—
:o
Do
Statio
Quas
Statii
grammatica
Statii
Silvis
vieta
apud
—
Do
sit
oxpe-ta
Statium
itoratis
suporiorum scriptorum
ot
do
apud
imitatoro.
IX-
la
PREFAZIONE"
leèture
La
Uctnre
di
queir
ogni
buona
sard
scrisse
intenzione,,
di
siccome
Stazio
il
che
quella
amici
del
poeta
citato
avanti,
del
specie
fosse
saputo
anche
detto
ha
una
è
premeva
alla
dizione
nei
episodio
V
della
ambì
guida
di
Ma
la
chi
la
lode
di
originale,
fare
nella
la
con
di
seconda
le
bello
del
tendenze
e
di
parte
che
critica
in
riprovevole,
di
questo
in
tempo
la
volume.
ha
cui
qual
di
cui
in
la
essere
staziana.
arte
è
con
comune
noi
una
sussidio
d'
sorge,
cosa
1893,
contiene
poesia
di
stro
no-
marzo
tempo
opera
tra"
ne
cognizio-
dovrà
cosa
un'
di
v'
essa
del
della
propria
natura
moda
qual
la
della
ciò
a
la
seguendo
estemporaneo,
importante
insieme
determinare,
e
poeta
giudicare
più
parte
questi,
grafia.
bio-
qualche
di
col
e
rica
li-
due
questo
Gottingae,
Stazio,
moiy
Febbraio
Torino,
intricato,
di
arte
fra;
nella
maturata
e
accuratamente
dell'
carattere
Silvis,
Statii
Stazio
fretta,
diligenza
con
aglii
della
con
con
che
comparsi
contatto
ma
occupasse,
latino
un
di
punto
De
di
elude
con-
della
e
non
sono
Filol.
di
Riv.
Sailer,
che
fortuna
ciò
epica
libro
questo
La
:
deir
informato
(in
esposto
titolo
che
vuole
produzioni
di
in
sul
titolo
si
non
col
conclude
prove
di
scritto
di
alcun
poeta,
Leo,
discussione
buone
fiorì,
F.
di
opuscolo,
meditata
del
meglio
bassokitina
e
capitoli
vita
col
avrebbe
non
primi
altro
Quest'
latina
che
1893)
se
ha
Valmaggi,
L.
letteraria
Aprile
;
di
uno
Il
generale
in
stampa
Roma.
tutta
esatta
Selve*,
di
versi
in
cronaca
tolocapi-
un
con
delle
componimenti
da
alquanto
Contemporaneamente
lavori,
di
qualcosa
mostrandosi
poeta,
pochi
a
Ni-
del
in
ove
»
con
pure,
ricordato^
sopra
rico
sto-
senso
meglio
Assai
Sittengeschichte
soltanto
poesia
noi
ha
riguardate
ideali.
da
Rómische
«
applicabile
ma
ricostruzioni
chi
quali,
contento,
Friedlànder,
(le lettere) dell'opera
intuizione,
rimanere
può
non
epoca,
delle
invenzioni,
sono
»
—
ciò
che
abbiamo
la
quelle
tre
al-
essa
luto
vo-
Capitolo
IL
Il
Sommario
Sua
scuola
riti
Suo
del
dalla
comincia
all'
di
in
Il
parte
portare
uno
venuto
dalla
due
dei
madre
dallo
La
maggior
Epieedion
in
che
Patrem,
delle
si
da
avrà
il
notizie
Silv.
al
5.—
Le
figlio:
altre
fornirà
lo
verremo
meno
al-
dovea
a
V
questi
sia
altro
pinio.
Pa-
Piiblkts,
prenome
breve
finisce
e
sicuramente
rimarrà
questa
fonti
lo
ce
che
tempo
circa,
che
supponendo
in
di
40
il medesimo
avere
fra
grammatico
ancora,
del
Vosuvio.
morte.
sua
dal
grammatico
contenute
V.
C.
conosce
figlio;
Stazio,
potuto
d.
quello
del
Eruzione
periodo
un
nei
Domiziano
acclamato
un
secolo
non
ha
di
quello
fu
Istmici.
negl'
istruisco
della
anno
durante
primo
tratta
nomi
parte
Stazio
Roma
che
nome,
poi
di
del
metà
L'
vittorie
Le
Nemei,
noi
sulla
e
nascita.
sua
Quivi
vitelliana
Papinio
e
Pitici,
Roma.
grammatico.
deduzione
una
e
della
luogo
giuochi
in
Guerra
come
Napoli
suo
Probabilmente
•
P.
prima
86.
e
poeta
letterata
società
intorno
poeta
H
nei
Napoli
sulla
poemetti
come
padre
in
*
PAPINIO
Papinio.
quindi
o
grammatica
suoi
valore
Il
la
I
sacri.
Napoli,
di
di
P.
grammatico
Ludi
nei
riportato
P.
GRAMMATICO
del
nomo
—
Primo
biografia
è
mano
mano
attinta
gnando.
so-
4
parti:
giacché,
afferma
come
un
Della
due
al
il nostro
patria
sua
abbiano
parole
padre
fino
di
tempi
del
la
per
la testimonianza
Te
maggior
alcuni
di
interpretati.Il luogo
de
coloro
hanno
Domizio
mediis
et
asoita
Velie, graius
mise1*
qua
in
Patrem,
undis.
126
crediamo
bene
nella
che
abbiano
alcuna
segna
Nei
patria
versi
secondo
pochi,
riportatisi
altre
lezioni
città
una
di
una
di
esclude
Epiro
colonia
soltanto
Sele)
per
latina
alcune
grammatico
chiara
trova
abitata
in
(2)
la cui
da
che
dopo
di
lui,
durata.
soluzione
Teuffel
Ohi
via,
tutta-
che
abitavano
Velia
una
non
greca
gio
fece naufra-
cui
possibilitàdi
luogo di Epiro
popolazioni
di
latini,in
Selle, dia perchè
un
questo
(3).
coloni
la
dal
graia
«
A
Epiro.
lunga
è
originario
era
venuti
avuto
la menzione
recisamente
nome
di
ha
perfino
trascurata
stata
il nostro
per
piloto. Questo
un
è
il
il resto
tutto
i comentatori
mano,
incontrare
potuto
di Selle
il Markland
solo
fu
in
mano
da
sgg.
il padre di Stazio
che
attinto
di
questione
da
abbiamo
noi
particolareggiando poi,
e
greca,
per
erroneamente
magister
puppe
quale, segregando
(eglileggeva Selé) disse
conosciuta
(o
il
Epiro,
colonis
evigilavitin
interpretazione che
l'errore,trasmettendosi
cosi
vide
antica
»
Selle
noi
incidente
per
:
Latiis
suum
refert
Calderino,
Velie
luogo
e
più
una
insieme
di Selle in
nativo
come
v.
di
con
stesso
uno
mettendo
che,
accennato
dell' Epicedion
seguente
gente
Excidit
parte
versi
il
è
Graia
refert
compensarci
per
meglio, quantunque
biografia del poeta Stazio,
Questi passa
di
Noi
cognome.
Papinio.
suo
La
glio
il fi-
Vespasiano
cognome.
dì
sappiamo
Papinio
ripetuto quasi: tutti
sempre
di
ai
P.
grammatico
invece
primo
padre, distinguendosi dal
del
arrischiato,della perdita
prenome
errore
capitolo
—
Borghesi (1)
prenome
chiameremo
quindi
il
lo stesso
portava
prima
vedervi
nata
accen-
abbiamo
non
Sele
detto
intorno
a
o
scenza
cono-
Selle
Dodona
nosciamo
(cocol
(1) Oeuvres, Vffi, 559.
(2) Statii Silvas, edid.
(3) Geschichte
der
eomm.
Romisoh.
J.
Markland,
Lendini
1628, Silv. V.
Litteratur,Leipzig 1800, finite
3.
Auflage § 318,
3.
IL
di
nome
Helli
in
da
nota
Si
Selli)(4)
o
quel luogo,
potersi solo
vede
GRAMMATICO
nelle
sia
perchè
,
accennare
cui
Virgilio
mediis
et
dice
libyco
Exciderat
che
il
865
suo
Stazio
mai
luogo
popolata
fu
da
puppi
mediis
parlare
di
coloni
latini
è
B'àXXo^
"j"avTt
Y"tqv
riportatidi
(ascita
arcò
onde:
undis.
Virgilio fa
Velia
dire
Campania
Palinuro
a
che
adunque
di
quindi
questa
con
né
potrà
,
servi
es-
originariadi Epiro, se
mai
Eigennamen,
Stazio
fu
Lucania,
che
aggiungiamo
fondata
Focosi
da
1366.
II,
anche
tone
Stra-
secondo
(graia velie) e
quindi
colonis): T?jg Bl wjao'j (sirenusa)xpóxsiTOCt
latiis
3
xóXrcoq,èv
"jt}ve)$q
"EXyjv
ol Bl
nelle
servat
in
evidente
stata
Grieohisohen
della
città
in
835*871)
agebat
inoltre
; è
affogò
e
sidera
effusus
Velia
non
der
i versi
dum
(Cfr.V.
segg.
nave
rcoioOv
àvraxpwT^ptovTaTq EeipiQvodffffaig
tò
proprio.
nome
(5).
Stazio
di
dalla
canto
presso
"Worterbuch
YI, 1, Velia,
cursu,
dubitarne
illustrare
Ad
(5)
nuper
intende
a
famiglia
(4) Pape,
un
così
conoscenza
undis
337
Palinurus
sese
stesso
giace
corpo
reminiscenza
La
dello
VI,
cadde
gubernator
Qui
verso
di
e
venuto
av-
magister
puppe
evigilavitin
Eneide
Palinuro
che
qua
miser
della
reminiscenza
Ecce
Al
di
bisogno
senza
naufragio
un
parole
Excidit
aperta
conosciamo
non
esistendo, di importanza
pur
Troius
un'
PAPINIO
P.
xóXrcov. Kà[jr
rcoffeiBtovwtTiqv
tòv
rcóXig,*fjvot
tivó^, ol
xpV)VY)s
Bè
T5"iav
vuv
OwxaicTg
[jlsv xtutovtss
òvo[xà£oi""nv,
8"rov Biaxo"rfoi"€"nraB£ouq f)rcóXis.[JisTà
Bl Tatfnqv
Bié^eiBl *rijq7CO(TciB(ov;a^
Plinio, N.
àxpwTYJpiovIlaXCvoupog.
Strabone,
come
e
Servio,
ad
dopo
respondit oraculum
et
lucum
et
Palinuro
per
lezione
sulla
perduto.
Palinuri
Frigio,
congettura
scorta
11 Bàhrens
di
"
un
di
come
».
qua
antico
codice
e
bene,
corregge,
Troius.
al
ora
non
»
non
longe
graius magister
«
sg., il Cruceo
magister
puppe
che
41
rem
quam
riguardo
Helia,
e
pestilenza laborantìbus
etiam
ob
città
àxpcoTYJpiov
IlaXCvoupo^;
V
ricorda
IX,
della
menzione
Lucania
Per
Lucano
dice
Phrygius
Helia,
fa
placandos,
esse
ei dedemnt
lo
Ili, 5,
ci dice:
YI, 378,
manes
cenotaphium
era
parlato
aver
Aen.
VergiL
H.
e
conosciamo
e
l'Heinsio
a
»
l' Avanzio
confermò
Velia
tre
men-
ressero
cor-
la
più, probabilmente
6
PARTE
PRIMA
PRLMQ
CAPITOLO
—
—
ciò
si vuol
non
cui si
in
legge:
Di
anni
le
(6);
forze
sue
di
più
fra
in
che
ciò
I
della
di
onore
loro
nel
primi
(6) Epicod.
(7)
Ibid.
che
genere
133:
vera.
116
vers
al
secondo
Ibid.
v.
133
sogg:
luce
Bino
Arctior
(8)
III.
caso
nostro
Govartio,
31
e
dal
ovvero
ad
risus
della
Ediz.
I
codici
hanno
(10) Epicod.
v.
89
Et
pag.
anche
Capacius,
(11)
Actium
V.
Cadevano
Hìst.
Aug.
Svoton
ad
greche
alle gare
la civiltà
prof era
per
le
musicali
(10).
delP
stra
no-
secondo
anno
due
di
già
ornava
èra
stati
erano
(11).Solo
romana
annos.
fortuna
quamquam
parentum
lustri.
libortatomque Monandri,
graia licentia
ot
risus
Aldina
voluta
poi
o
miscent
dal
?
Lindenbrogio
e
dall' Hoinsio, ad
voluta
accottata
Silium
dal
XII,
corrotto.
lit-wt,ovidentomonte
magnificas.
nunc
geminam
Neap.
I, 16
.
,
265
.
.
teetique
nudi
molom
pag.
.
sogg.
od
theatri.
Ignarra,
Palaestr.
Neap.
Augusto
ristabili
3.
nota
120,
ne
riten-
essa
sogg:
Quid
od
Napoli
le costumanze
patrii raporis cortamina
la lozione
ritus
Marldand.
provar
letteraria.
battagliadi Azio,
della
genus,
honos
^omanus
importa
non
a
di
ordino.
Quid' laudem
Quam
Nel
ricordo
93.
3.
•
solo
Napoli (8)
vita
i suoi
passò
oxpensis.
Protinus
(9) Silv.
glia.
fami-
sua
seg:
Nec
Apparteneva
noli'
istituiti
(Yoliae) duni
ibi
di
serviva
potesse ricordare
Atquo
in
recò
col
e
,
echeggiato degli applausi
avea
ricordo
in
e
ingegno
9
v.
il lettore.
Basilicata,ove
poesia. Si
la
e
(9),V altro,coperto,
Augusto
bene
meridionale
le arti
più grande,
la
proviene
vede
•
gentile,spiegano
piuttosto ellenica,che
Italia
giuochi quinquennali poi,
in
i
Menandro
di
commedie
cui
oggi,
coltura
riguardava
il
(7), si
diremmo
una
città
teatri,dei quali uno,
d'
ricco
,
di
da
Velia, nella
sostanze
centro
sede
ali5 Adriatico:
l'Epiro
giovine,
parche
altra
in
II, 2,
Salde
delle
parole
alludendosi
»
nacque
quel
era
ogni
tutto
per
altre
interpretazione lo
ancora
ma
avita
quel tempo
a
la
sia
peso
Papinio dunque
nobiltà
re
gentile fretum
«
quanto
P.
una
due
con
comentatori, perchè bagna
i
primi
sostenere
?*
"—
stosso
nel
98.
gli antichi
2
sottembro
Anche
a
ricordo
di
quolla
colobro
giuochi regionali.Properzio
dello
stesso
anno
di
data
li canta
nolla
Eleg.
quelli di Napoli,i quali
6a
lib.
si cele-
IL
tardi furono
più
palestra in
una
il nostro
Papinio
mente,
Vi
si
che
tardò
non
presentò
ad
fortunata
delle
ai
in
II, 2
di
In
Roma
quarta ricorrenza
(12) Epiced.
di
Grecia
Aug.
solo
Dio, LI,
volta
la pnma
19
LTV,
o
il
(12).
le
Pitici,
giuochi
noi
anzi
molto,
,
quatriennale in
festa
una
dirci
Dio,. LI, 1; Statìo Silv.
XVIII,
pure
della
contendere
ai
vinse
e
di
esitò
e
poetica.
voglia
la vittoria
non
tempo,
vittoria
una
soggiungiamo
poco,
decretò
celebrata
festa.
essa
ò
§ 7, Svet.
4
del
erano
sveltezza
sembra
come
gli procacciò
della
il Senato
fu
134
v.
V,
ma
di
età,
felice riuscita
Ivon
(13)
poi
Actium,
dall'onore
di
alla
poesia
li
che
quinquennali
,
Strab.
Agosto:
6-9.
v.
celebri
più
agi'Istmici.
Nemei,
bravano
feste
feste
di
vena
prova
dalla
Incoraggiato quindi
corone
una
giovine
ancora
Domiziano
da
quindi
e
pubblicamente gli ingegni
lusingato
essere
una
Koma
Capitolini.Quelle
accoppiava
infatti
figlioStazio,e
in
si provavano
cui
PAPINIO
P.
Nerone
da
coi Ludi
magnificenza
in
vinse
imitati
GRAMMATICO
nel
28,
morazione
comme-
V ultima
e
nella
19.
seg.
Protinus
ad
Vix
tenda
lusM
certamina
patriiraperis
?
imp
viris,
laudum
festinus
Ingenti. Stupuit primaeva
Euboea,
(13) Epiced.
141
vers.
natis
et
vicisse
Praemia
Dei
quali
versi
aliquispronum
invidia
habebit
che
i tre
pare
come
versi
frequens
Vox
tua
di
non
,
Phoebi:
si dava
germine
Lemae,
Nemei.
Lorna,
cho
istmici
,
ibid. II, 4.
:
ad
riportati
erano
orba
totiens
altro
vittorie
ciò
di
?
«
dioat
sane
quid
vero
(sit concessivo). Notiamo
»
cloi
(appio
nelTArgolido,
che
nostra
gyro
plausere Therapnae.
riportatein Napoli,
viene
ad
narrazione.
o
Pitici; Plutar.
Ancora
sodano)
vicino
in
onoro
con
al bosco
di
Symposia
la
Nemeo.
quale
ma
nei
esporre
le
V.
si
versi
,
la
141
segg.
Èamus
chiose.
Phocicis
2; Pausania.
i vincitori
coronavano
figliodi
quindi
interpretazionedei
seguenti
Athamantea
Palemono
considerarsi
possono
per
intelligenza, aggiungiamo
piana
colebrati
tuas
:
mereri:
coronas
Castora
victorem
viridos
caestu
della
ai vincitori
iudicibus
Gronovio
nulloque ingloriasacro
pugnao
non
alludere
materialo
interpretazione del
questi riportati:
a
Indi
antecedente
pinu ?
tempora
victorias
Lemae
gramine
nunc
domesticis
Achaicas
fratrom
facciamo
no
siib
osse
Nec
un
bella
mereri
Achaea
quid
protectum
la
admordeat
precedenti
intendano
anche
non
versi
parentes.
Phoebi,
Athamantea
facile
quo
domi:
ramis
nuno
trascriviamo
esse,
mónstravevo
te
plebes
segg.
Sit pronum
Nunc
carmina
ad
audax
et
pinu:
Atamante
corona
:
—
nei
dogli
Plutarco,
PARTE
da
tanto
o
far
Aliare
nior
coltro
cedendo
?
tanta
fortuna
alle
la
Infatti
la
da
scuola
sua
da
Cuma,
(14)
che
avea
non
era
ebbe
lecito
gli
Qui
Diomedei
grammatica
allettevole
ce
della
esigenze
della
ha
ne
rinomanza.
ad
al fianco
Papinio
(14) Epicod,
v.
146
ogni dubbio,
del
se
di
fuoco
(facis opertae)
queir
da
rapito
Massimo,
che
essere
poteva
fuori
del
alta
carica
,
Eoma,
fama, (17)
e
perchè
Tito
dovea
Massimo
delle
Vestali,
che
custodiva
e
Diomede
che
le
sotto
il
cure
peratori
Im-
poiché gV
quasi
coadiuvava
perchè questi
pre
sem-
era
cui
in
al tempo
essere
che
(Diomedei
cresciuto
Domiziano,
Tito
essere
Pontefice
il
stro
no-
cresciuto
negli
Le
chex
segg.
tibi
Hine
Te
poteva
salito in
era
puer;
Pontefice
Non
di
scuola
tenere
a
furti
stato
era
per
padre,
del
didioit
vedere
altro
corona.
Puglia,
scolare.
(explorator)
questo futuro
la
dalla
e
exsplorator opertae
penetralia
parlare, fuori
sempre
da
(15)
seguitando
illustre
sacrum
non
scolari
accorrevano
Lucania
Baia.
,
facis
celat
alcun
lui
a
178:
assicurarsi
di
Ora
sanzionava
P.
alle
a-
la
del-
ricco
amore'
con
cedendo
e
da
e
un
v.
inde
ot
intende
tenevano
o
altri
Dardanius
to
grammatico,
nostro
di
V
,
ove
(penetralia) il quale
farti).(16)
del
Che
più
scuola
una
Napoli,dalla
a
,
fra
cura
grido
Koma
in
Sub
poota
la
Palladio
desiderio
Pozzuoli
epicedioleggiamo,
il
al
intorno
stavano
Crovit
cui
ricamo
un
figlioche
anche
molto
Sorrento,da
prammatica,
in
il
ovvero
e
ebbe
Dopi) lo sappiamo
Neil'
di
Stazio.
di
,
provinolo
quanto
dice
,
agiato
ora
i versi
legge
la coltre
guarnire
molti
memoria,
non
chi
a
PRIMO
potò aprire in Napoli
preghiere di
poiché
,
fatto
medesima
tramandato
vita
abbia
CAPITOLO
—
il capo
tentennare
non
Dopo
PRIMA
patrum
vota
monitore
credi
regi
moresque
Taris
1866,
pubes
generosaque
et
priorum
facta
Discore
....
(15)
Ibid.
v.
(16) Proller,
les
al
in
Vedi
21.
J"ith.
Paris
Romains,
(17)
162-71.
d.
C.
fino
Rom.
1889,
di
pag.
quosto
pag.
372,
e
Io. Marqnardt.
eulte
299.
capitolo ,
ove
si discorre
come
Papinio
sia
nato
tomo
in-
10
dei
PARTE
Verrebbe
Luperci.
esservi
veano
in
qualche (rinomanza,
iniziati
ad
rito
un
addetti
quindi, vanno
Massimo
Zittii i: culti
gonfiarne
avrebbe
un
tu^
"«
1' opera
ad
un
Auguri
colorire
siffatta
Mentre
tema
di
romano
di
non
«
fratello
già
un
Boschetto
lacerato
,
dai
per
in
facinus
le
canta
dell'
il
e
non
attenzione
sacerdote
lodi
del
del
poeta
Massimo,
insieme
In
».
,
sarebbe
pensiero
educare
di
padre
il
Epicedio
il Pontefice
Luperci
mores
che
al nostro
defunto
lii
Sa-
e
modo
questo
genitore,
delle
Selve
e
più
e
offrì ad
fra
tante
trattare
di
argomento
,
scoppiò
,
che
di
occasione
ancora
si
occupazioni
grammatico,
un
un
suo
e
Gemonio
allora
ma
».
ben
oziato
fu
sale
doglio.
Campi-
hoste
extomo
prosto
ad
si
,
Sabino
,
avevano
quindi
il
,
liceret,Deis
sediarono,
as-
luctuosissi-
urbom
nullo
accidit
1'
prima
incendiato
post conditam
Tacito
e
,
scaglioni onde
viene
gioni
le-
Fundano
lago
tentarono
vittoria,,
prova
romano
al
I Vitelliani
i cento
per
,
nostros
fino
alcuna
senza
dallo
imperatore
Vitelliani
coi
quest' ultima
populo
acclamato
Campidoglio.
in
assalto
esclama
precipitato dallo
Flaviani
facendo
siffatte
Vespasiano
dell'Asilo
,
foedissimùmque
pitiis,si
divinità,
,
dell' autore
a
scontrato
ritirato
era
e
di
,
mum
Pontefice
contemporaneo.
era
si
Tarpeia
Id
dagli
picedio
dell'E-
parole
delle
Poi
meriti
avuto
qualche*importanza
diedero
penetrarvi pel
allora
fórse
avea
Sabino,
peggio,
rupe
Le
di
non
istruiti
il futuro
e*
dovuto
e
Eoma
in
nefasta,ed
l'avvenimento
poi
sulla
attendeva
e
oriente, si
la
avuta
culti
istruire
propria
è
noi
eguaglianza,
più strepitosii
espressione
siffatte scuole
istruì
versi
Flamini
e
vuto
do-
anche
voglia, erano
figlioche
avessi
se
avrebbero
grammatica,
singoli culti.
ad
do-
dell' Epicedio.
civile
Flavio
che
reodere
poetiche
poemetto
fatica
e
di
di'
Eoma
in
contemporaneamente
chiamato
Quindecemviri
Papinio
guerra
vittorie
di
si
infatti nei
:
e
maniera
specialmente
una
di
Papinio
al
processo
padre mio,
o
superato la stessa
potea
dei
era
occasione
poco
pensato
ed
Ora
significato dei
Massimo
data
era
,•
.
hai
nostro.
religiosoquale
nel
il Pontefice
che
questo:
scuola
nella tecnica, degli ufficii sacerdotali.
certamente
di
caso
che
probabilmente
una
non
al servizio
e
il pensare
che
interpretateche
Storia
nella
al fatto
che
nel
come
PRIMO
spontaneo
riti sacri
lucro
cognizione.
medesimi
schiavi
di
alcuna
abbiamo
CAPITOLO
—
tal.caso
delle,scuole
reudere ^maggior
Gli
«PRIMA
pro-
ferito, decapitato,
Roma
venne
dando
Otricoli
,
invasa
alla
loro
GRAMMATICO
IL
volta
spettacolo di
uno
dentro
le
Codesta
certo
quei
il
e
poema,
civile,e più
di
memorie
delle
con
canti
ai
tanta
parte,
L'
si accinse
anche
tema
contemporaneo
arrivò
non
cause
Ghe
vita
della
;
ingegno
ma
e
lettura. Cosi
(21) Tacit.
i
Vix
abbia
oro
si desume
da
Grande
v.
o
sue
i
la turba
pubblici
poesie
conoscerlo
e
a-
ritrovi
all' infuori
giudicarlo.
templis
velocior
pio, captivaque
fulmina
medio
ultorque
divum
luogo
un
d'
cothunati
imperiale.
norifìcis, Koenisberg 1867,
(25) Epiced.
dovea
Papinio
ilio doorum
faoibus
di
ipsis
deflos.
205
pag.
segg.
pone
Vedi
42.
doorum
pater annuit
Marziale, Epigr.
capitolinicaelestia
Ad
sinonimo
di
rogus
solatia
tu
latii procoros
Caesar, ot
è
li
qua-
203.
v.
Mirantur
coelestia
neodum
cum
multum
ot
Concinis
(24)
modo
ebbero
:
quei tempi
in
publicità alle
dato
roquies flammao
Impigor
Lo
sappiamo
ma
sogg.
Siderat, oxcisis
(23) Epicod.
altro
Vesuvio;
distinguerlo fra
da
verso
allagavano
posteri non
199
v.
del
un
Ili, 69, 71, 72, 78, 83.
Hist.
(22) Epicod.
in
(24)
probabile ipotesi
con
altro
sappiamo
facilità di
che
non
pare
avuto
avea
seguito
ideatg (25).Non
argomentarsi
non
sue
opere
poetucoliconferenzieri
di Roma
solo
in
i
done
raccoglien-
avvenimento.
volta, l'eruzione
poemetto
nuovo
siano
Vespa-
di
guerra
il disastroso
provarsi
sua
Calmati
prevenuto.
delle
e
certamente
vere
alla
impedirono; può
lo abbia
la morte
Della
di
lo
ne
dovea
un
(22) potè leggere
quella
in
che
con
grammatico.
breve
in
e
che
presentarsi
Y affermazione
con
cantare
a
Papinio
il
dovè
all'Imperatore medesimo,
e
lui
luttuoso
e
scrivere
a
di
poetica
e
Domiziano,
tardi
attività
allora
Campidoglio
poterla cantare
per
il nostro
air opera,
Roma,
Più
plauso. (23)
tempo
Vitellio
del
monumenti,
appunto
di
di
magnati
tanti
del
fu
si pose
69)
Y incendio
di
poeti
la morte
con
fino
veduto
non
sangue
ancora
e
tentarlo
a
dicembre
(20
ai
attrattive
disordini
suoi
tante
primo
dì
e
(21)
guerra
Roma
privava
Roma.
di
mura
saccheggio
11
PAPINIO
P.
carmina
5:
belli
Maronis
Finke,
igni.
V.
opus.
De
Appellationibus
caesarum
ho-
12
PARTE
Tuttavia,
dione
giudicarlo cioè
la
con
tradizione
anziché
ai suoi
che
Cornuto
ad
sullo
Asper;
dei
classici
di retore
e
Seneca
più
Helvidio
Prisco,
Tito
(27). Non
nuovo
egli
in
lui
di
di
C.
non
ai
poetare, ma
libri di
retorica,
edizioni
spesso
Peto
Thrasea
i filosofi.
Musonio
quindi
der
pren-
trovava
a
Plauto,
Kubellio
'sivo
ancor
infonderlo
e
indirizzo
un
conseguenza
per
di
il regno
sotto
veri,
grammatici
né
ed
,
era
Eema
in
trovarlo,
né
seppe
che
Eufo,
di trattati
di grammatico
Papinio
Sorano
Borea
no
dan-
a
1' ufficio
Nerone, quando
di
di
corrette
certamente
cominciò
Papinio
tempi
lisso
Me-
anziché
di
più
di
romana
P.
voga.
Augusto,
di L.
o
commedie,
,
trovò
in
seguito
futuri
magnati
il
nome
suo
(26)
esatta
:
«
di
Il
Statius
poetischen
Beredsamkeit
(?) und
dos
Vosuv
frtihestens
(J. 79)
15
rovooat
(28) Epiced.
poi* il
ha
e.
-
agli
Chr, goboron
n.
e
;
ad
Cronicon,
v.
Dio, LXVI,
mit
und
war
ox
nunc
Iura
dat
Rom
zu
Begriffe
im
J.
80)
Altor
Achaomenium
ditos
Asiao
in
dann
Lohrer
gewosen,
natte
auch
storb,
den
65
J.
forti
frùher
der
den
Ausbruch
alt; somit
».
Abr
2095/79: Titus
Rufum
Musonium
13.
ilio fjrsan
Eois,
schon
ma
sempre
non
,
Erfolg aufgetreton,
(Mhostons
or
(28);
nota
familie, war
verarmtor
185-90:
Et
Hi
als
oratori
la soguonto
in Neapol, dann
bosungon
verowigen,
Stazio
di
Neaplos
alsbald
69
ed
i
istruirono
si
contemporaneità. I grammatici
della
padro
cui
Stazio, in
consoli,magistrati
zuerst
Dichtung
ci dice
guter aber
aus
Wettkàmpfen
zu
(27) Hioronym.
oxilio
i futuri
Vater,
Capitols J.
I.
scuola,
sua
passò i confini
Touffel, op.
Dos
la
Roma,
non
in
Iugond
do
tempo
alla
più
grammaticali.
Fiorì
dos
mira
Catone
Valerio
si occupano
non
dall' altro;
passato, poiché i grammatici di
nel
1' attribuivano
se
dopo
e
,
Brand
di
genere
la letteratura
parte alla vita letteraria
studi
più
viveva
del
romani
nuovo
un
contemporanei,
arricchire
lui
che
stile,di glossarlidei poeti latini arcaici,di
annotate
capo
in
è
perfino
Emilio
professione,suoi
mano
C
gna
biso-
che
egualmente
grammatico
un
dei
e
ciò
(26). 1/ accoppiamento dell' eru-
lui
in
alessandrini
tentato
di
o
vedere
di
tutto
lo siamo
non
grammatico
coetanei.
avea
del
,
come
maestri
PRIMO
sprovvisti
qualsiasi
ci fa
poesia
dei
CAPITOLO
—
questo lato siamo
apprezzamento
un
per
di
da
se
PRIMA
altor
grogo
gontibus
alter
composoit Iliboros,
secludit
populos,
hi
Zeugmato
Fontica
Porsen,
frenant,
eco.
philosophum
IL
del
tempo
suo
di
M.
sono
Yalerio
volta
sua
di
Sallustio
Terenzio
Tutilio
Quando
tutto
P.
il duro
anche
nelT
gloria
dei
rozzi
lo
scoglio di
Leucade
di
Licofrone,
di
e
Giulio
poi
e
Saffo
di
gru,
Alo
non
virile,
di
intricati
Corinna
Esiodo,
lira,leggeva
delle
tempra
i carmi
squisitidi
i versi
di
che,
ed
della
V aiuto
del
programma
Omero
suono
implorò
dichiarare
sapeva
Sofrone, e
al
parola
che
di
un
egli spiegava
la
d' Ibico
Amiclei,
;
Napoli, seguiva
pomposo:
accoppiare
Stesicoro,parlava
mane,
in
Papinio insegnava
Pindaro
di
mentò
com-
Pincipe (31).
diremmo
e
greco
P arte
il
e
che
Asper
Virgilio ( 30 ) ,
e
,
Tiro,
Emilio
(29);
crezio,
Lu-
di
il comentatore
Beryto,
Persio
di
e
13
PAPINIO
P.
Probo
Orazio
Virgilio, di'
alla
GRAMMATICO
di
e
temè
Battiade,
altri
cora
poeti an-
(32).
Questo
didattica
il programma
è
la faceva
Unum
più
Sembra
»
del
che
libro:
suo
quale noi,
inter
commentarius
Caesaris
fel,op.
satis
per
abbiamo
Lo
col
factus
ciò che
ebbe
riguarda
bus
Vedi
».
«
me
declamare,
codesto
rimandiamo
tanti
ricorda
:
un'
est
«
litterarum
Probis
idque
di
opera
adeo
admit-
12
Probi
perdice
lui, della
grammatici
significationein epistularum
Iena, 1871,
grammaticis*
quidein
alternis
al
v.
testo
poeti dei quali
polemiche,
è
il
e
Teuf-
21
».
disputare
buona
fu
§ 328, 2, che
e.
contemporaneo
gli Scholii
ci dicono
come
Touffol, op.
scripsit de
«
adulescontulo
quel
che
corto
si
ad
Veronesi
può
consultare
grammatico.
Tutilius
147
è
poiché
Probo,
segg.
lettore
1.
avrà
5
«
Tutilium
famae
Principe, Svetonio,
Principem
nomine
no-
suae
De
re-
Oramm,
alternis
die-
».
trascriviamo
che
Del
repeto quondam
solitum
Non
aetatis
(rettorica)....
materia
eadom
Marzialo, V, 56,
Plinio, Epist. 6, 32,
anche
(32) Epiced.
a
opinione
questa
Verginius Plinius,
4, disse:
Steup.
De
hofis
post meridianis
se-
sustineret.
poiché Marziale, III, 3,
menzione
occulta
discipulosquam
tam
legere quaedam,
17, 9 5
fatto
de
delle
(31) Quintiliano, 3, 1,
linquas
I.
posto accanto
quale
Di
3, 691.
strae
Gellio,
»
88,
scuola,
una
magistrì personam
quatuor
all'
veramente
non
volgares sermonos
ac
abbiamo
non
aut
ut
larghe
sue
§ 300, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8.
Cornuto;
Àen.
tros
ebbe
hic
«
docuit
le
vedervi,per
non
maestro:
ita
intorno
timeto
Vedi
«
longos
ancora
curioso
scriptura
e.
(30)
vivesse
Svetonio,
con
plurimos,
cum
Probum
nec
da
enim
; numquam
di
24, Probo
Gram,
cultore, che
solebat, cubansque
raro.
di
habuit
alterimi,voi,
et
tere
C.
buon
da
aliquot
ctatores
De
nella storia della
conosciamo
noi
costretti
quasi
saremmo
Svetonio,
(29) Secondo
e
e
romana,
più largo che
caro
parte oggi conosciamo
il brano
il
perchè alquanto lungo,
giudizio
solo
per
di
nome.
P.
Papinio Stazio
ma
su
14
PARTE-
l»"l_l"
'
-'X
_
proporzioni,
età
coltura
lingua
CAPITOLO
—
influenza
una
locale,poiché
elleniche,e
costumanze
Napoli
scuole
al
della
perfezionamento
bene
di
tempi
si considerava
ma
ammesso,
e
nei
romane,
Quintiliano raccomanda
studio
come
coltura
solo
Quando
Papinio poi passò
d'
insegnamento,
poeti latini,come
Mox
in
nella
e
Romuleam
di
veduto
avremmo
chiaramente
augustei
P.
il
a
veder
Egli
era
ancora
dedicò
di
il
qualche
il programma
che
epicedio:
perstas.
figlioStazio, come
avvicinava
fare
senza
tesi
ipogli
de-
alla scuola
dei
lo studio
la
per
Quintiliano, che
a
nettamente
figlio;era
neva
te-
poeti
nella
equites, (35)
infanzia
ma
la
(33) Institut. I, 8,
(34) Epiced.
Ibid.
nella
sua
sua
v.
ver.
fortuna
116-20.
8egg.
anche
e
figlioStazio
il
turpe guadagno,
detti
il brio
la bulla
non
Plinio, Epùt.
dai
avea
versi
ma
som-
Non
la rettitudine.
sovratutto
e
ristretta
giudicarlo
a
uomo,
conversare
vecchiaia
ro,
ca-
sempre
del
educatore
di
seguire
la porpora
5 ; ed
246
di
sarà
Napoli.
sprezzava
di
e
modi
ancora
di
carattere
pio,
onorato
bei
ludi
cosi, ci
ora
amorevole
e
nei
bel
un
poi
conservava
(35)
ducere
batteziamolo
padre
coronato
tenersi
mancavano
vestito
prendere
com-
per
futuros
accetta; giacché
propugnava
grammatico,
altro, come
arrivò
cura
se
si
naria.
ordi-
contemporanei.
e
fosse
gli
o
mezzo,
Papinio
non
gli
di
via
citato
Papinio apparteneva
se
se
che
al
accogliere più
sempre
proceresque
assai
vicino
certamente
dovette
del
poeti
poeti elegiaci (33).
mutare
del
vestigia
stata
antiquarii,cosi detta, ovvero
la
dovè
dichiarazione
sarebbe
Napoli, ci
i
giovani
i versi
dei
età, Monandro,
scuola
sua
stirpem
Una
altro.
i
studio
riconoscendo
pur
Koma,
ci attestano
et
sappiamo
non
scuola
che
della
all' istruzione
che
matura
una
Instruis, inque patrum
che
tarda
a
diffusa
superiore,più
poetica,
Omero,
quella poesia bisogna
trattiamo, lo
cui
lirico,qualche tragedia, e proibisce per
ma
molto
conoscenza
una
fino
mantenne
greca.
greci era
altro
PRIMO
.
e
Nelle
lusso
PRHfA
arguti,
della
e
vace,
spiritovi-
gioventù (34). Avea
aurea,
perchè
gli permise
II, 14,
di
2.
di
era
degli
vivere
in
IL
quel
lustro
Un
Biatico.
al
che
GRAMMATICO
grado conveniva,
suo
cavaliere
e
coki
si diede
non
avrebbe
tempi republicani
dei
15
PAPINIO
P.
fare
a
il gram^
darsi
potuto
a.
*
coir
quella professione,propria degli schiavi, ma
antiche
costumanze
persino
la
Seneca
fa
diede
buit
nascita
(egli dice)
Romae
di
docuit.
sciplinaecontinebantur,
honestum
discere
erat
il
facendo
al retore
come
di
ancora
P.
Papinio
necessario;non
discreta
la
altro
scuole
tanto
era
alto
di
che
che
quod
Papinio,
Il grammatico
gradino;
notì.
dei
il resto,
perciò
e
fino
che
riconosciamo
abbastanza
era
non
lontano
è
dal
a
di
quello
a
il
sicura
essendo
non
interesse
secolo
il secondo
verso
pubblico,
il che
ma
(Sat. VII,
tutti
gli
II,
(36) Contr.
(37) Vespasiano
18
§ 30
anche
più
medie
4
tal modo
tardi
in
ai
I
—
non
genere
.
mesi
otto
Praefaz.
maestri
furono
dei
d'
(Ed
scolare
piccolo
,
gli
in
come
dei
il loro
di
Giovenale
al
pagava
altri quattro
stri
mae-
ristrettezza,
retore
a
tutto
sincero.
ancora
con
un
as-
valore
quando
maestro
suo
essendo
riser-
Bursianj.
concèsselo
pubblici
molti:
fede
pur
uno
insegnamento
Adriano
e
; nelle
bisogni
Scolii)che
243.
v.
o
una
pittura
posizione
sempre
grammatico
un
potea procurarsi delle agiatezze. Prestiamo
ci dice
e
,
(37)
;
avviene
,
una
riguardato
,
ufficio di
la
una
figlio e
quadro
un
secolo
primo
il
era
sortito.
procurarsi
fa
sottocchio
gli
avea
presenta
esagera
ma
che
scuola,
nàscita
settima
maestri
metterci
tutto
sua
difficile
era
satira
sua
della
là
ce
quanto
nella
vita
per
,
4, 4,
«Ha-
docere
della
mezzo
per
grado
lignàggio ,
condizióne
della
sai sconfortante
nel
numerosa
agiatezza. Giovenale
discreta
per
eques*
romanus,
inferiori
pratico
senso
cioè,
rimettersi
per
scolari
di
poi quel
accumulare
seppe
scuola
sua
ebbe
non
fortuna
aggiungi
Noi
eques
aggiungere
un
di
maestro
un
un
cavaliere,si
erat
turpe
potremmo
ora
disceso
era
qui,
probabilimore
Noi
di
praaceptores pulcherrinae dì-
libertinos
minime
et
incolpata*
del genere:
esempio
le
superiori.
scuole
Se
praecéptorem
(36).»
grammatico,
stava
rhetorem
intra
vita
essendo
quale
primo
illum
Ante
il
rettorica,come
Blandum
et
la
censo,
requisitiessenziali
fra i
Blandus,
certo
un
il maestro
fare
a
di
professione,il
più
contano
non
menzione
la
e
romane,
si rallentano
impero
istituiti
nelle
3
e
grandi
soltanto.
cittadini,essendo
ai
la
maestri
alcune
dallo stato
retribuiti
città
5
retori
Evidentemente
istruzione
immunità
5
e
non
abbastanza
a
Digest.
—
queir
epoca
grammatici
si
provvedeva
allargata.
e
; nelle
in
16
m
PARTÌ*
•
•
'
scolari
trenta
soltanto
forniva
ultimi
già negli
grammatica,
Svetonio.
ogni
il
quale
,
tale
per
fu
maestro,
(L.
anno
case
di
P.
mila), ma
di
di
Il nostro,
preziose. (40)
colli di
il
del
e
fortuna
scuole
istruire
potuto
400
volumi
quando
co
Fiac-
sterzi
se-
conoscere
un
Nerva) per
a
due
molte
solo
ebbe
mila
in Roma
comprese
possedeva
morì
mila
Yerrio
Nerone
acquistato
avea
di
suoi nipoti, ed
avrà
di
privata, procacciatosi
ad
Papinio
o
Eoma
in
sua
parte l'esempio di
quale
mila
30
sessantacinque anni,
somigliava
(42)
venti
le
belrare
opere
campicellosui
un
Alba.
Yisse
che
dalla
i
w
l' asserzione
da
,
e
di
venti
a
.
„
che
vero
infatti
lunga carriera,(da
Gheronea
biblioteca
una
e
26
è
secondo
sua
?
alloggio nel palazzo imperiale,100
un
contemporaneo,
suo
Epaphrodite
nome
Augusto
H
scuola
fino
erano
dalla
Mettiamo
da
ad
Egli
ricavava
altrettanto
(39)
chiamato
ufficio,oltre
ogni
il necessario.
frequentate, almeno
quasi
Una
(L. 135).
?
.
i ?
.
?
aurei
Palemone
e
PRIMO
Repubblica
erano
l'insegnare.
con
?
?
i
bene
Remmio
anno,
?
della
tutte
ma
?
CAPITOLO
—
cinque
per
tempi
(38)
sesterzi
i
•
alle vacanze,
vati
PRBIà
figlio
,
rimasto
il
di
orfano
non
(38) Gram.
(39) Ibid.
giovine,
era
tenera
l'Epicedioche
scrivere
edificare
fece
quale
ci
età,
e
nel
il
pianse
di
ritoccò
padre
tale
un
torpore
della
moglie
villetta
sepolcro nella
un
ma
di
affettuose
cure
dolore
che
rimane,
quieta,
morte
dalle
assistito
(41)
sonno
allora
Stazio
(43)
al
di
morì
e
come
perdita
se
fos-
se
cominciò
durante
sejnpre
na.
alba-
la
a
sua
Illustri. 3.
23.
(40) Snida, Epaphrodite.
(41) Epìced.
(42)
Donde
Nelle
dopo
quelle
ricon-e
che
si
mai
nella
Vita
in
Vita
che
va
Domizio
stato
dunque
ohi aia stato
e
stato
essere
esitare
260.
e
biografie di Stazio, in quasi tutte,
sia venuto
dovuto
253
v.
il
fuori
messo
le
npeterlo, perchè
a
primo
quel
di
delle
Stazio
opere
preposta
di
il Mataracio
(43) Epioed.
v.
71-74
nel
il
suo
Stazio.
Comento
Lattanzio
che
ne
gli altri
non
fonte
il nome
fa
non
mai
han
sono
Agilina non
volta
questo
sulT Aohilleide.
comento
non
mente
Certa-
dro.
nella
la prima
sulla Tebaide
alle selve
primo inventore?
a
Agilina.
essa:
sappiamo
riscontrare
per
suo
di
nome
non
veduto
Troviamo
al
il
oomentatore,
un
difficili
dal Mataracio
congiunta al Comento
Calderino
da
nome
noi
Noi abbiamo
di
legge
inventore
notizie
ripetono più candidamente.
alcuna
si
ne
è fatto
cenno.
Che
me
no-
la
Nelzione.
men-
sia
18
\!
(lolla
anno
Ìj Imhof
ogli
ma
PRÈMA
PAJtTE
(47) afferma
conobbe
non
199-205
dell'
Epicedio,
ci dico
giacchò
Anche
allo
solamente
contradizioni
Riportiamo
Vosuvina
solo
Hoc
Jamqtio
Mens
della
sua
tesi che
arrivò
a
vede,
viveva
fino
al
sulla
di scriverò
un
elio Stazio
che
79.
vien
no
me-
vuota, caratteristica
della
sua
del
eruziono
ma
il
come
Vesuvio
padre
certum
«
in
a
Roma
ultimum
operum
tìlius
recenset
incendia
poometto
non
sii
«
air
vinse
faro
a
dice
che
sulla
oruzione
patro sub
«
(?) dunque
di
deeessìt
LXXXYl
anni
LXXXYl
poUtanum
potine tfcfunvhon
accettare
V
(47) Edoga
ad
morì
huius
emiiderim
85
anno
Stazio
post
su-
Tutto'
».
almeno
fine
Y
turno
Uxoioni, Hallo
E
Come
86.
1863.
fu
non
per
lirò
stabi-
85
nell'
Napoli
celebrata
quo
quiuquatrus,
».
voluto
aver
padre
pirlo.
com-
a
(data
85,
poi
obitus
si vede
senior
sic intra
*
dire
questo
diximus
non
ma
affer-
quin-
ille Papinius
Nea-
ogoneni
Statii maioris, ut
ftierit
dette
per-
presente
volta, poiché prima
una
initìo defunotus
»
il
animo"
in
arrivò
T 8(5. Ma
e
Iulium,
.
o
in
205-206*
nell'anno
Napoli
vinso
T 85
tra
concludete
voi superiorisfine, voi
in
v.
ebbe
non
egli,dopo
»
LXXXV1I
anni
turni
:
Stazio
che
ma
;
morte
monsoni
quatria Neapolitana qt
lumino
così
di
padre
teste
eontrudirsi
LXXXV
sic internimi
est
damnis.
Capitolino dell' 86,
Agone
meno
il
della
anno
), ragiona
quella sconfitta
zio
Sta-
cantu
erat, ot gomitimi patriisimpondoro
noir
di
elegantissime defleverat,patrem
pio Vosuvina
iloro
ot
accettiamo
non
zione)
eru-
versi
Riguardo
—
P
egli non
egli afferma
Carmine
(juar
capitoloXX
nel
i versi
descrivere
Epic.
Poi
80,
pochissimo valore,
di
quosta data,
§ XII
nel
carme
dai
intorno
ognun
alla facilità
patornorum
lo ricava
non
air
morì
prova
C.
d.
circa
opocho.
che
un
incendia,
porfuisso (?)
od
quegli
stabilirò
ed
anni
scritto
avesso
questo
elio
volle
a
come
il 21
ò
grammatico
Papinio
Argomento,
stabilire
opera, in
il nostro
che
PRIMO
conseguenza
argomento
cioò
il Dodwoll
suo
por
che
altro
Vosuvio.
dol
nascita
mia
CAPITOLO
—
proinde
Ego supcrioris fine
sa
lui
stesso
se
deve
/
I
Capitolo
p.
Secondo
PAPINIO
STAZIO
-r~*c_*?©ev»_aA-»-
Sfamarlo
Il
—
Papinio Stazio.
di P.
nome
prima educazione.
La
L'
nei
ottenuta
corona
della nascita.
anno
Ludi
Sua
patria e
acuì
Napoli. Pollio Felice, amico
di
del poeta.
Dice
del
Servio
si presentò
S.
a
V
nacque
di mezzo,
daPrisciano
potea
Ma
CCIX,
toricam
dei
e
due
anno
docet
intorno
in
venuto
1.
».
«
La
poi. Stazio
a
rimasto
Poggio
di
nome
Selve
soltanto
opere
P.
trovò
ricui
nio
Papi-
durante
Y età
l'autore
della
nessuna
zia
noti-
vita.
sua
Eusebio, il quale registrava alla olimpiade
Ursulus
somiglianza
letteraria indusse
delle
assoluta
era
al
il
appellazioni,
principaleda
causa
intorno
seguiamo
il
che
dopo
La
ne
diverse
con
Achilleide,dalle quali
alla
aiuto
Statius
Sehe.
ignoranza
dell'
canti
ricavarsi
era
in
delle
parecchio tempo
la
certamente
Evo
soltanto
suo
noi
studiare,e
il Medio
di discorrere
il dovere
primo luogo
di
nome
vero
durò
in
propone
il manoscritto
che
errore
si
attraversò
col
noi
a
fu
che
Stazio
Gallo
Stazio
Tebaide
il critico ha
dell'autore
nome
precettoperchè
e
che
credere
Tolosensis
di
che
una
in
parte
Eusebio
Galliis
del
nome
intende*
celeberrime
e
della
Ehe-
sione
profes-
parlaredell'au*
20
PRBIA
PARTE
CAPITOLO
—
SECONDO
m»m
della
toro
fu
ma
chiamato
Statius
che
Tebaide,
derivava
Ursulus
la vita
tolo:
dallo
confusione
più
"Ursulus
con
nascere
od
parola
Surculus
della
errore
Surculus
della
esso
del
vita
per
,
diviso
le
tempo
poiché
la
tuttavia
è
non
fa
ha' finito di
parole
dolce
fu
comune
il Boccaccio
alla
mortai
a
lo
partecipato da
quanti
la pena,
scontare
vocale
mi
Quando
il
poi
quasi
se
tempio
nostre
ricerche, non
lo
voce
Statius
Soaligero
(2) È
lo
incontra
del
secolo
XI»;
1,
15
ì, 25.
a
corrotta
Ursulus
un
Statiu
di
sere
es-
mirto.
15
e
; 15
1416
tali
e.
in
non
X
del
ancora
secolo
il
XXIX,
della
e
noi
mutata
in
Eusebio
di
X, del secolo IX; Bibl. Harl.
libr. X
voce
Sur»
le
rimanenti
nei
È facile 'cavare
Eusebio.
IL Mireo
Surculus.
in
Sursulus,
cui
e
si
S^urculus.
IX, Bibl. Reg.
oontiene
di
o-
detto
Tebaide, secondo
quindi Statius
codici
patria, si
Stazio, la
cinque (3);
testo
Selve,
Abbiamo
nome.
di
nome
di
Suroulus
alcuni
sg.)
Visione.
delle
della
errore
quello sul
oinque britannici,Bibl. Reg.
A
V
codici, tutti
surculus
88
v.
Amorosa
il manoscritto
corretto
; ma,
letto in
aver
S)ursulus
tutti
nel
oltrepassano il numero
attestano
XIII
C.
di
caro.
riscontra,fra
fu
il codioe
(S) Sono
si
Ursulus
la forma
conserva
vollero
dotti
fa dire
gli
tolosano,nella
ancora
scoperse
che
aggiungiamo
(1) La
canto
ac-
Roma,
di
ornar
qualche tempo
codici
ora
Tolosa
Stazio
ancora
culus;
da
Poggio
alcuni
in
di
Stazio
nuovo
un
rimanere
solo
ji-
spMo
trasse
lo chiama
volta
sua
E
a
il
tutti i codici.
a
(Canto XXI,
si vide
il Codice
tradizione
sana
poeta. L'Alighieri, che
mio
Cho, Tolosano,
Dovo
che
Statius
Tolosa:
a
Tanto
stinò
il
Ursulus
Stazio, portano appunto
(2) Eimase
invece
patria
di
rimangono
infatti
che
Purgatorio quando
nato
ci
assai
nascere
Statius.
notizia
qualche
sapere
che
questo errore,
1/
e
solo,
non
Papinius
alla
erroneamente
Tolosa
a
anche
aggiunto
s
avere
dovette
antichi
Papinius
a
nel
e
fatto
(1).
Siffatta
e
invertito
certo
per
fu
Statius
Papinius
ordine
con
Stazio
quindi
o
15
delle
Museo
A
YII,
Tebaide
Britannico.
contiene
e
140
N, 2463, del secolo XIV;
1'
Aohilleide,
versi
Bibl.
del
Bodl.
libr.
X,
PAPINI0
P.
legge
si
Statii
sempre
appartengono
secolo
IX,
rileva
si
come
un' epoca
da
alla
Edizione
liber
primus
Silvarum
medesimo.
Ciò
non
il
del
forma
avea
un
Il
nius),
scritto:
P.
«
Surculi
nel
era
Papinii
codici
quale
Surcnfr
contemporaneamente
(1600)
e
simigliantipoi
se
quali
Do-
il
che
avrebbe
uno
poeta
potuto
parecchi nei
ritrovano
ne
lui, e
a
curarono
vedere
fa
ci
conobbe
ri-
(1601) (1).
il Morello
Statius
dei
che
edizioni
che
Selve, e
Tefraide, la
della
porta
ri-
dal Poliziano
delle
manoscritto
è apposto
annotata
Statii
fu cancellata
nelle
nomi,
nella
vanta
il
per
delle
storia
Tiberio, nel
sotto
ma
titolo che
dal
ed
sumerlo
as-
pi
tem-
prima.
Stazio
e
Di
loro
giusta
del
Surculus
due
la
dell'archetipo
perduto,
Papinius
ma
Papinio
nome
grado,
P.
nome
alla
sono
portava
Codesta
riportassero altri
voce
cioè in
»
fu
parola
Lindenbrogio
madre.
anche
e
la
cognome,
dalla
suoi
la
quanto
Calderino,
La
non
comparisce
ancora,
mizio
essa
scrivere
edizione
interpolazione.Purtuttavia
come
dopo
la
secondi
desumiamo
lo
così
del
,
Poggio
Selve.
scorta
in cui
che
prova
Poliziano, per
delle
sulla
»
da
ciò
e
mi
pri-
poi.
trovato
il titolo v'è
Ora
in
I
di
1464
septembris
Selve.
I
menzionato,
finito
25
1, 1,
Thebais.
C, X
15
Kalendas
XII
Corsiniana
lezioni.
X,
delle
Poeta,
Poliziano
dal
corretta
le
il
del
codice
Bodl.
sexto
«
Selve
delle
denominazione
esatta
Bibliot.
età, dal. secolo
diverse
dal
epoche,
nota
una
Il manoscritto
e
della
Statii
Papinii
ovvero
posteriore alla scoperta
di
volta
differenti
a
quello
a
Thebais,
21
STAZIO
padre
console
fu
36,
famiglie
un'
suo
romane
non
Sex.
un
Papinius
to
mol-
(Alle-
(2). Il secondo,
nobilita
avita
di
è
»
cioò
Stazio, sembra
tribuno
da
della
Appiano
11
più
facile
(2)
non
che
Silv.
B.
alcuno
porti
non
V.
3, 116
I. L.
C.
IY,
nel
Bart
codesta
sursum
si
nuova
di
Dionysio (IX, 28)
da
e
»
Sociale, che
ti)
ot-
nel
dice
Co-
letto
avor
—
Statii
ricordato
Stazio
guerra
canens
leggeva:
famiglieplebee,poiché
a
altro
un
nella
Gap. 1, dico
ni.
del
poi
Sanniti
quasi
agnomen,
A
una
capo
nota
Aquilini,
appellazione, mentre
libro V.
del
e
fa
sarebbe
viglia
mera-
stata
il Surculus.
Segg.
II, 4970,
25
(II, 1 segg.)
capi
Goni
chiosa
appartenuto
Troviamo
dei
pergamono
sia
Livio
279.
Lect.
alcuna
per
origine
da
uno
Sursulus
«
in
iscrizioni,C.
(3)
come
Govart, Papin.
Tebaide
che
plebe
(3)
Buslidiano
dolla
in
Statius, ricordato
uno
fu
che
vedi
Il
Papinius
nomo
370; III, 1, 2415,
Willems
I,
p.
57.
s'incontra
2457,
2458.
anche
raramente
nelle
2f2
PARTW
la
tenne
nel
cittadinanza
all'età di
43
PRIMA
romana
80
Nella
al poeta
anche
apparisce
Dell'anno
Si
nulla.
in
voluto
è
scritti taluni
del
dal
sottrarre
che
1.
Silv.
—
pensiero
di
le scrive
bellezze
della
di
Alba,
per
'ecloga
un
la fedeltà
del
loro
imene,
ora
che
egli
di
lieti
giorni
vuole
andare
affettuosamente.
dice,
Etenim
mihi
Quaui
Sorvat
Fixisti,
Et
insorta?*
(Venere
(1)
Henzen,
(2)
G.
gioventù,
"Wilmanns,
Ada
C.
446», 5600,
Fratr.
L
L.
6228.
IX;
Selve
Napoli,
sua
la
spiagge,
capitale,
viene
dal
poscia
in
giorno
venir
patria
e
a
poetica
primo
dovrà
non
le
prima
della vittoria
fin
il
meno
che
essa
benigna
tlorontibus
annis
vulnero
ino
iuvouilo
primo
vagantom
dooilisquo rocopi,
habonas
fero.
»
della
(nompo
mutaturus
non
coi
segg.
tua, "£iiao
libona
all'età
delle
cui, descrivendo
giorni
iunctam
adhuc
ot
frena
tua
semel
Usquo
anni
senium)
tlialamis
Intactum
malincuore
al tempo
tua
Vonus
sorto
in
ot
a
sue
23
no
furo-
cui
infine
della
quiete
raffredati
v.
sa
nell' animo
volge
nella
i suoi
si
ragionare:
quell'amore
chiudere
luoghi
Stazio
Roma
che
Kgli
zioni
iscri-
vaghi, quali senior,
far
a
delle
mai
non
a
temporaneamente
con-
accenni
degli
tre
in
e
passatiin
conchiudere
per
e
non
probabile, e
lascerà
Napoli
1' amore
e
che
amorevolissima
e
in
meno
ritirarsi
Claudia
moglie
Tanno
accenni
Uxorem.
Eoma
che
Abbiamo
più
ad
riconoscere
si ritrovano
o
numero.
Ecloga
Campania
i bei
lo seguirà
5
la
che
perciò
ricordarle
Ili,
più
chiaccherare
abbandonare
si accorge
ma
far
a
secolo
secondo
prima
codesti
anni
il secondo
primo
si prestano
di
numero
un
bisogna
quali
l'assegnare a
con
proscritto
piuttosto illustre (1). Nelle
determinare
nei
componimenti
poeta; quindi
fortior aetas,
col
del
fu
che
e
(2).
il poeta,
ritrovarlo
senatoriale
metà
ò
nome
prenome
nacque
SECONDO
dignità
prima
quel
come
cui
la
e
anni.
CAPITOLO
—
e
Ex.
Arv.
4072,
mi
ti
Insrr.
oee.
benigna
con
nella
conserva
Lai.
anno
4187, 4048.
sorte
1585;
118;
anno
Ephem.
703;
mi
congiunse
ti
negli
vecchiaia)
1989;
1702;
»
1190;
1782.
—
G.
117.
Epigr. V,
1471:
Orelli-Henzen
2724,
P.
Si
i versi
aggiungano
Anno
12-13:
ricaviamo
T
che
cui
in
anno
si
l'eeloga:
deve
vecchiaia
Ma
suole
leggere servet,
Infatti
il serret
futuro
ritiene
si
(4);
accetti
il 96
pure
ritenuto
senium
voce
la
commentatore
e
si
non
che
vecchiaia.
la
desiderio
un
ridotta
a
sarebbe
stata
il
al
94
o
da
è
pubblicato prima
scritta,secondo
NohI
si
di
vita
vi
Stazio
al
Si
è.
almeno
(o
la
sottrarre
che
non
Stazio
si
ciò
appunto
lui,
disparità
non
dovrebbe
Si
?
del
associa
(5). Piccole
la certezza
che
noi
questo
e
(3);
della
anno
faremo
numero,
93
sempre
ne
cosa
95
al
riporta
1' ultimo
come
tale);che
come
svanirebbe
che
stato
al
invece
l'assegna
dispareri dicono
i
96,
scritta
del Markland
opinione
III fosse
quell'anno
il Kerckoff
dire, ma
può
il libro
che
di
prima
TEcloga (2), rinihof
Eriedliinder
dotto
in cui fu
al
94
più
e
(1).
Il Friedlànder
anche
col
servai,
dal
della
le mani
con
cinquantanni
l'anno
corre
determinasse
si
sempre
di
meno
che
noi,
significherebbe pel
nel
95, quindi
di
invece
anche
determinare
periodo
osserviamo
conto,
vuole
compiersi
il
V
si rimarrebbe
ecloga,
possiamo
assegnarle
alcun
tenere
Quando
significa dire
nemmeno
terra
componero
vecchio.
codesta
ponates
remearo
sennini
già
e
scritta
vuote, poiché dire
fessus
patria
et
Stazio
fu
tino al centinaio.
Euboicos
quod
Augui'or
e
23
STAZIO
PAPINIO
si
può
fare.
2.
IV,
—
Napoli
e
a
è
ultimi
ha
zi
Ed.
in
in
o
necessariamente
ha,
il
(3) 1.
pag.
il
i mesi
dell'està,
luogo
significato
passaro
librov.
Stat.
("})
Stat.
pag.
17.
pag.
18.
1628,
Londini
quale
21.
(4) Quaost.
(Juaost.
passare
in
ad Silv. III. 5
si vorrebbe
ciò
il diro:
socondo
temporibus
e.
domandandogli
comune
significatodi
(2) De
la
con
Marcellum.
amico,
Napoli perchè
espressione
anni;
a
Vieto riunì
illustre
Markland,
13,
verso
morire
suo
andrà
(1) Silvae,
sul
ai
scrive
ville deliziose
ad
Epistola
4
si
di
poteva
non
mi
dimostrare
ritiro
nella
pace
il
tompo
Martialis, ecc.
—
mia
nella
natia
città
cho
componer
Può
avere,
1862.
in
che
kland
del Marche
e
patria
o
secondo
i
terra
Eneide
dava
an-
tutto
Anzi-
oziosa.
vivervi
per
sue
mente
dice
non
patria natia. Vodi
RogimSnti
delle
L' annotazione
Stazio
che
patria.
in
volge
se
saperlo lui, è presso
può contrapporrò
morire
e
ecc.
quali
in
in
trova
noi
miei
non
an
1, 249.
24
l'Ali
di
qualcosa
dirti
dovrei
fatti di
Se
nuovo.
elio ho
Troia
di
e
NO
PltLVlZ
volessi
tu
fine
Achille.
Al
alla
69
verso
e
hi
TpsG canenda
Eccoci
quindi
Il
del
ha
luogo
Si
primo.
a
queir
del
La
data
col
dal
Noli], dal
in
armis
1'
nella
inserita
XVII
dal
Dodwell
ohe
al
attribuì
dal
seguita
di
mese
la
ne
contie-
Dominiziano,
ancora,
stata
è
Epistola,
Selva
di
(nel 95)
chiaia.
vec-
fecondo
più
della
anno
alla
volge
ciò
con
medesima
particolareggiato
e
che
ma
mostrandosi
determinare
consolato
stabilita
così
frase:
questa
cauondo
puloher
tu
vecchio,
è
non
partorito più date,
medesimo,
anno
che
poeta
(1), perchè
la celebrazione
aliona
faota
ai
pensando
geros
cominciato
ò
il Dodwell
quale
col
in
Stazio,
poi
vado
già
e
esce
seg.
propriis
sennini:
dice
me,
Tobaide,
Nos
Verghimi'
di
nuove
sapere
dato
appena
SECONDO
CAPITOLO
—
luglio.
.Friedlandcr
,
di
mese
Luglio ( fondandosi
alla
Epistola), od
Stazio
i
dice:
da
scrive
dunque
scritta
è
lo
costruita
Napoli
stesso
LXXVII,
Dione
beneficio
più presto
95,
tu
di
scrìtto
L'
»
E
via:
nuova
poiché
Clemente,
deve
epistohun
la
per
via.
così
epistolache
.
quella
libro,
gravissiniam
qua
all' amico
l'Epistola
il
tutto
bile:
attendi-
prefazione,
ntaturins
quoque
Flavio
nella
e
sum,
Xeapoli
a
supplizio di
nel
cioè
13,
in
miratus
inaugurazione
del
anno
medesimo,
è
al
della
39-43
12-20,
quest'altra che
contenuti
erano
libro
hoc
arriverà
la
dopo
Dodwell
Domitianam
in
versi
sui
1' estate
sostituiscono
quali
Marcello
a
Cuius
Ubi
quam
(2)
dal
che
viam
exemit.
moram
Stazio
essa
fu
ci attesta
come
assegnarsi
a
questo
stata
scritta
medesimo.
anno
Si
in
tertio
acciples
eam
IV
selva
componimenti
«
arenarum
la
i
giustamente
addotta
ragione
dedica
enumerando
gli
Kerchkoff
Teuffel, dal
potrebbe
tempo
un
via, può
qualsiasi che
a
Ope-o
e.
§
il
scrìtto
Neapoli
(1) Op.
"2)
non
giungere più presto
sparirebbe. Tuttavia
libro
sottilizzando,
opporre,
1
e
aitato,
tempo
»
che
conosciamo,
all'amico.
e
a
confermarci
lì»:
ij :-i'J1. I:
fiap.
A».
in
ora,
grazia
ogni relazione
presente della espressione:
ci .induce
Kì.
che
Allora
41).
pag.
epistola era
la
nella
«
quatti
idea
della
cronologica
tibi in hoc
che
quella
26
suoi
PARTE
giorni. Ma
ultimi
il
nella
padre
città,trovossi
quieto
nell'
volesse
la vita
fare
a
noie
lo
Nella
con
si
dormiva
e
spettacolodi
poi
un
della
città
da
clie doveano
più
al
Stazio
di
buon
un
dalle
quanto
maestri,
almeno
per
abbia
non
che
poeta, ben
la
che
il
che
chiamato.
gli
che
(2)
espressione
Silv.
Ili, 5,
V.
81
dalla
coltivare
dopo
di
voga,
di
il discorso
vocalos
quoquo
cimi
doao:
Aoquoraquo
doous
ot
hoc
lucos,
stirpo
tua
«nini
noe
torras
quam
quodeumquo
vulpiro loqui
ot
famam
Boootaquo
dosoondoio
sil»i sidorn
nos
il
cui
a
sempre
scuole
del
e
padre,
che
supporre
avere
quali
i
appreso
allo
scopo
di
ogni
uomo
tempo
dixi,
tantum
parotiti.
dodici
sopulm».
quale
educare
splendide
si
mi
primissiil
grammatico
un
lyrao pnnuisquo
ai
studi
gli
doboro
sporaro
figlio
padre potea fornirgliquel-
viva, alle immagini
e
di
poesia (2).
guida
anche
possiamo
il
in
di grandiosi
numero
di
sorta
sog:
Admisoro
Non
poeti
ornare
l'ulsantom.
Si
i
parti
poeti,
senza
della
sojr.
•], 209
Mo
ogni
alla scuola
colorita
dovuto
offrisse
E
per
di
e
le
lui giovinetto il
in
studio
quel tempo,
commentava
tutte
letterarii
lo
scuole, dacché
mandati
artisti
allontanato
grammatica.
necessario
era
venivano
avrebbero
(1) Silv.
altre
il movimento
quindi egli,sorretto
più
gli
spiagge
godevasi
essa
da
poetiche
videro
quali
si sia
I giovani, in
leggeva, spiegava,
alla
di
corso
portarsi
un
avviato.
già
smise
non
per
trovava
degli studi
culto
tuttavia
egli
di
parte
lo accolsero, o
non
dimora
frequentato
rudimenti,
menti
volentieri
nuova
tutto
le
Roma
accorsa
conferenze
avea
le muse,
paterne,
cure
sembra
T avviamento
sentiva
professione, lo
ci dice
amorevoli
Per
di
di
sortì
le
luoghi, in
sciato
la-
cui
carezzava
dei
sicura
ogni
e
sempre
fra
universale,la magnificenza
gare
letterato
mare
grandiosa
una
circondava,
popolazione
di sofisti,
di retori, e
filosofi,
padre,
lo
che
guire
se-
per
patria. Avea
Campania
natia il
ritrovo
un
di
della
perdita
tranquilli(1). In
accorrere
animarlo
abbandonarla
splendore
della
natura
immensa
una
dovè
lo
con
la pace
gara
di
edilizi. E
la
come
SECONDO
età
i colli ameni
e
giocondo
e
senza
mondo,
capitale,e quivi,
riviera
tumultuoso
del
di
giovine
ancor
dell' Universo.
epitome
come
CAPITOLO
-
largamente compensato
la ridente
animo
PRIMA
e
colto.
le
che
poetiDopo
'
preparazione
questa
si
cui
in
entrava
filosofiche
del
stile conveniente
uno
di
mezzi
la
di
cura
di
stioni
morale
separati,che
il
di
bisógno
esercitazioni
che
arte
siffatta
divisione,
alla
si sentissero
non
i
sempre
grammatici
eloquenza (1).
alle
dai
meno,
a
due
di
grammatico
in
solo
avere
nelle
da
tutti sentito
alcune
bene
comprende
alla vita
come
loro
co-
l'
politica,al-
che
di
scuole
que.
mente
netta-
ritenevano
primi saggi rettorici
nelle
che
verso
dovea
era
magistrature,
entrare
frasario,un
un
uffici furono
spesso
Si
me
massi-
praticagli
discernimento
i
casi
loro
veniva
rettorica.
In
tal
,
caso
coloro
che
volevano
che
volevano
bisogno
di
Questo
per
Stazio
nostro
praticò
acquistarsi
dubbio
senza
ad
ricorrere
quel
che
arrivare
ad
ò
quest'ultima
altri
fa
noti
al
della
classici
torici,
ret-
in
lui
suo.
della
prima gioventù
vita
sua
coloro
studi
escludeva
padre
sapere
o
dei
suoi
a
quale
,
possiamo
avvenimenti
accenno
la
via
"maestri,oltre
che
poco
allo studio
davano
mai
adunque,che
letteraria
coltura
larga
una
l'arringo poetico, si
correre
greci (2). Il
Stazio;
non
chiamati
oratoria, facessero
il
Ora
in
discussioni
sentenze
tempi avanzati, quando
in
avviare
per
impartendo
il
anche
delle
sue
Il retore
oratore.
discepoli il giusto
diritto.
di
e
suoi
nei
sviluppare
forbito
ogni
nelle
pronto
di
di
in
mettere
in
avere
per
paragoni fortunati,
di
necessarii
e
dovea
scegliere
saper
per
al soggetto
patrimonio d'immagini,
erano
allora
*
retore,
discussione
succeduti, alla stregua
anche
grammatico
del
scuola
della
quello
,
giuridiche. Il giovine
e
insegnamenti
in
nuovo
campo
possibilie
strani, immaginari,
alla
ordinariamente
passavano
un
27
STAZIO
PAPJNI0
P.
bisogna
di
rere
trascor-
alquanto.
Stazio
sortito
avea
le tendenze
di
^egno
età
delle
le
Augusto
noi
conferenze
e
quali
di
fin
primo
la fondazione
(l)
(2)
Svet.
Fri
De
lo
di
edlànder, Op.
di
il corollario
su
i
suo
nascere,
alcune
prodotti
UT,
farsene
per
tutte
del
alle
il
più
riguardo
quelle
favore
atto
alla
che
circoli
la
IV.
pag.
142.
letteratura,la
miche
accade-
dei
Corte
una
II
campione.
consuetudini
coi
lettere, ha
mare
immedesi-
a
forte
biblioteche,le quali, divenute
Oramm.
o.
a
proprio
era
principalmente
Tra
Illmtr,
e
che
chiameremmo,
venute
erano
Nerone.
dal
dell'età
letterarie
Domiziano
e
accordò,
quell'ingegno
tempi
di
imperiale
grande importanza
il
luogo
di
2tf
PARTR-
degli studiosi,
ritrovo
si
praticate
erano
scuola.
Asinio
ai
delle
produzioni
fra
coltura
privato
delle
cui
sempre
più
farsi
T abilità
il
e
che
scrittura
fosse
e
sarebbe
musica
sulla
Venne
ritenuto
gloria
si
stesso
di
di
coi
volta
sappiamo
ad
una
solo
(1) Homt.
(2)
che
mezzi
Plin.
che
Sai.
Epist.
immaginare
di
vi
si
erano
poco
a
veva
do-
poco,
Tanto
che
dissima
gran-
variava
nio
Pli-
che
tanto
da altri
recitare
un
della
comune
poesia latina,
una
esempio, legge
V orchestra
gli
e
della
attori.
le opere
per
Nerone
Con
ve
nuo-
gesti (2). Così,
conferenza
sottrasse.
no
ora-
ar.cao
allora.
la scorrettezza
le scene,
le
importanza
facea
chi, per
la
Vi
di
interpunzione,
necessaria
come
aitista,si allargò
di
e
declamare
saper
dello
fra
il
che
maniaco
quella
anche
lui
gli fornivano
pubblica
J, 4,
TX,
:-W.
i suoi
Hoatus
la
letteraria
con
una
fu
educato
ed
ottenne
versi;
egli
Domiziano
con
fortunata
dal
a
le
noi
ora
acclamazioni
Famiius
nitro
richiedeva
quale
dovizia
che
e
il
riscosse
eapsis
ot
la
più
nelle
si
ver-
so
succes-
presentato
sapremmo
dolatis
di
il
quell'arte
in
la fama
si sia
non
che
declamazione
padre,
tempi. Quando
i
conferenza
ricorda
21:
dacché
costumanza
,
bene
vita
oratorii:
egli
la
sviluppo.
si presentasse
tentò
e
d'
to
usa-
,
periodi
sonori
segni
non
quindi
periodo,
parte dei
di
il carattere
si teneva
voce,
la
se
condizione
nessuno
di
scrittore
maestro,
e
poeta
crebbe
lo
o
luce,
il colmo
Stazio
deve
e
dunque
studiava
raggiunse
di
Ci
buona
per
a
una
del
decifrare,per
a
medesima
carta
alla
solo
costretto
i Komani
conferenziere.
una
via
idea
piedi,
mano
letteraria
1' armonia
avea
mancanza
nella
stato
venivano
la
per
non
la
la
ta
letture, cresciu-
conferenza.
vitfi
presso
successo
del
voce
stato
nella
avea
ritenendo
produzioni,
lettore
era
la
con
Giovine, perchè
sue
poeta
buon
mano
apertasi
costumanza,
prosa
pel
siffatte
di
,
libri ai
lette
prima
carattere
con
primo
di
vennero
pubblica
una
che
fino allora
scaffaletti
con
biblioteche
necessaria
nella
come
decisiva
e
o
tale
per
poesia
di
il
onore
qualche invitato, e
e
quello
assumere
ragioni
nella
della
amici
più
per
moltiplicatigli studiosi, smisero
e
per
(1). Nelle
sale
gli
statue,
dice,
rendere
per
al
tutto
si
quanto
a
le cui
presto quelle riunioni
privato, o
delle biblioteche
ornamento
con
ebbe,
grandi ingegni,
la
le
sale
ben
carattere
con
SECONDO
CAPITOLO
sostituirono
Pollione
delle
servirsi
PIUMA.
ma
pri-
dire
;
pubbliche
immagino.
PAPINK)
P.
più
letture
gloriadel padre
come
Latios
Qualis eras,
Muneris
merito
come
suo:
cannine
quotiens ego
patres
ille
tuus
gandia fletu
quali confnsus
! heu
inter laetum
piosque metus
Quam
che
felixquetui spectator adesses
Muleevem
Tota
29
STAZIO
dies,quam
!
pndorem
gloriamaior
mini
non
Silv. V.
Nemmeno
quelleconferenze;il
trattò in
dire
più
sapremmo
Poeta
al
primo
luoghi. Non
in altri
accenno
possiamo
può farci supporre,
la
larga coltura,
greci e latini,
suoi
carmi
tuttavia
più
a
nel mettere
in
H
ci si
prime
non
lusingarsidi
senza
Quinquennali
acquistarerinomanza
rimorchiate
che
o
di
veder
del
o
in
convenivano
Germanico, ed
(1) Stratone, V. 4, §
(2) Sveton.
Claud.
giudici.Dio. CX, 6.
i.
per
di
serena
(1).Claudio
villeggiatura
fratello
fama.
di
ti
poe-
fin dai
ritenere
assai
mostrarsi
mare
saperladecla-
nel
di
la fortuna
alloro ottenuto
una
vi
essi
rifare
più
il mezzo
erano
locale,ma
salute cadente
una
Napoli nei
del continuo
mesi
estivi
fatto recitare
egli stesso
ogni
tentare
consuetudini
erano
desimo
me-
che
elleni-
erano
gare
quali per godersiquel delizioso
quei luoghi
aveva
doveano
resto
Non
nelle gate
insignitoil figliodel
interesse
mero
tutti coloro i
Napoli
quiete
Eoma,
e
semplicifeste
favorivano
cielo di
con
poranea,
quasi estem-
e
presentaarmato
poesia e
egli
se
Selve. Possiamo
giacché in quella età
giovine poeta od artista,
la
vena
prove, dovè
parlarglidel primo
dovuto
I Giuochi
onore»
animate
alcuno
più
pubblicoagone.
un
di Napoli, certo
per
Selve appartiene
studiando
formarsi,
seguito nelle
dalle
fa
non
uditorio,poiché ben presto tentò
padre avrà
nobile
poesiequelle
sue
pef conseguenza
a
un' armoniosa
insieme
numeroso
un
corona
Stazio,fin
che
certo
per
addestrato
anteriori accolti in
esse
facile
sua
cui
con
una
di
prima
attese
se
o
gli argomenti che
fra le
sapere
presto nell' arringo poetico,come
entrò
seg.
componenti compresinelle
di poetare, e
periodo
suo
215,
stati
ammise
non
dei
prime produzioni,poiché nessuno
siano
quali
5.
!
vi
comparì
una
come
o
sarsi
compen-
per
assordante
in un'
commedia
in costume
cantevole
in-
re
rumoamena
greca del
greco
(2);
7.
dei
XI; Claudio attribuì il premio al fratellodopo il giudizio
30
PRIMA
PARTE
Stazio
vi
si
di
corona
neir
il
presentò quando
in
-spighe
al
Epicedio
cui
padre
che
SECONDO
era
il
consisteva
dolente
padre
CAPITOLO
—
vivente,
ancora
della
premio
La
ricorda
quel primo
a
la
ottenne
vittoria.
solo
assistè
questi
ed
de
gran-
successo:
Ei
miti
Solaque Chaloidicae
sub
Te
vertice
patrias ego
quod tantum
eerealia
dona
frondes
coronae
tuli !
toste
«
La
poesia
poeta;
nel
in
ma
già
ò
di
Sorrento,
nuovi
bisogni
quel
giovine,
Stazio
ricorda
la terza
ma
probandam
subito
tuo
et
Ora
seconda.
a
poesie
noi
abbiamo
Surrentina
I
primi
determinare,
Stazio
liane
et
che
e
al
che
del
audaciam
le delizie
sempre
di
anche
festa
94
qualche
Tibi
ducor.
sinus
tuttavia
ce
inter
Saxaque
Celsa
notos
Sirenum
Tyrrhenae
Dicarchei
n' ò
rimasta
molto
P
anno
nomine
speculate
dedica
Polli
dul-
habeo
non
ex
altius
quel periodo
ci porgono
templis
opere.
frequenter
illis
expa-
litteras
muros
onerata
villa
Villa
nella
selva
di
il modo
in
Minervae
profondi
cui
te
dell'arla
una,
tardi,
dice:
Est
le
multos
seductus
in
pubblicò
approssimativo,
stile di
»
scrivendo
secondo,
ponimento
com-
gli
certe,
scias
cum
il futuro
suo
dello
quando
«
sua
epicureismo, dei
incoraggiava
ne
penetralia
tuae
Felice.
della
con
stili nostri
componimento
modo
in
o
uomo
un
Pollio
dell' arditezza
temeritatem,
andava
egli
chiamato
versi
almeno
fra
e
leggeva
ingegno
studiorum
te
Felicis
Polli
gioventù,
fideliter inhaeres, quiete dignissime,
delle
che
sua
omnis
in
in
di
tam
natos
scrittivo
de-
genere
intorno
illius facundiae
in
nel
prova
grate utili conversasioui
istorum
è
,
poesia, si parlava
al 93
arte
,
stordito
Y
nelF
e
dire
libellorum
veris, quotieus
intro
cui
luì
vita, accoglieva
di
anni
confidente
amico
poeta
rimaneva
quelle
ancora
si
cui
il
nemmeno
prova.
anche
poetico, Stazio
conosceva
ne
cissime, et hac,
parlava
Felice
selva, vuol
sinu
Si
stile
dello
Pollio
e
la
passava
Tebe.
di
cantore
ove
in
quel tempo
il nostro
fortemente
conservò
negli
avanzato
bellissima
in
la
ce
secondo,
fa
divenuto
non
lettere,dovizioso, epicureo, poeta
villa
in
egli
tardi
quale più
Questi ammirava
diu
corona
chiameremo
noi
è. anche
Egli
la
ottenne
quel tempo
periodo,che
nel
di
che
fu
potar
scritto.
Huc
31
STAZIO
PAPINIO
P.
post patrii laetum
me,
Polli
placidi facundia
Delutit
et nitidae
Flectere
iam
andò
Egli
assistito
aver
torna
come
più
o
anelante
di
giuochi quinquennali
sul
meno
compiaciuto
quella
animo
con
di far
che
costui
quella
nella
Markland
etiam
108.
II
suo
col
la
con
dall'
poeta
suo
di
all' Invito
fa
ciò
di
corona
il
amico,
dalla
dere
trave-
ghe
spifa
quale
moglie
sua,
la
nella
poesia
chiaramente:
in
esse
videretur
—
quale
«
laetum,
se.
tìostrd
Stazio.
di
laudanda
Neapolitano ,
agone
à
convengono
Victoria
—
modestia; in-
Statii
sed
ut
noluit
apud
plenius
ef-
Plac.
Valer.
»
Kerchkoflf,(1) riproducendo
Ammesso
poggiasse
accettarla
non
guai
del
a
chi
vocabolario
che
Y
(1) Op.
o.
pag.
14.
(2) Op.
o.
pag.
12-13.
Ecloga
Y
opinione
del
esclusivamente
,
Ma
aiuto
si
di
meglio
comune.
solo
al
Tutto
feste
pel
cedere
per
qualche parola insistente
leggere
saputo
victorem
se
siffatta convulsione
creduto
fatto
vien
soltanto
quelle
andata
è
poetico,contento
estro
moglie.
nità,
solen-
una
post patrii laetum
me
annotava
iactantior
ferre,ne
II,
che
opinione suddetta,
han
conforto, quanti
nuit
colta
da
ad
non
frase
confermano
H
ritarda
e
allora
occasione
Huo
ci
di
che
dopo
quellafesta
da
semplicemente
celebrazione
una
gentile e
uscito
1/ invito
in
di
assistito
Roma,
a
eglisia
ha
Ma
Sorrento
di
Villa
Napoli.
di
noto
viarum.
nella
esultante,pieno
ritorno
della
e
capo.
aggiungere
chi
ritornare
regina
Y amico
limite
qua
gressus,
teritur
visitare
a
suole
Pollio
subito
e
ai
eglitorna
verso:
se,
dunque
juvenilis gratia Pollae,
cupidum
Appia longarum
lustri
quinqueunia
assegnando
pretende
di
saper
Nohl
sulla
al
(2)
parola
vocabolo
leggere
credendo
una
il
che
laetum
ha
significato
poesia
latina
!
«
Villa
Surrentina
Polli
Felids
»
sia
32'
PARTE
possibile,di assegnarle
é
Stazio
e' informa
coi versi
iam
stadio
Pulvia, ad
che
Contemporaneamente
al
90
(2)
74, 78, 82, 86,
vincitore
essere
medesimi
sui
Augustali
il
patre,
la
nel
90
si può
non
pubblicato il
libro
necessariamente
non
da
Selva
ciascuna
nel
avesse
65.
93,
in
anno
lui infatti
Per
cui,
86
secondo
blicato
pub-
già
era
stato
il Friedlander.
ci dice
la
perchè
che
i
in
Ecloga
i suoi
Stazio
che
prima
venivano
alcun}
per
di
computi,
va
sel-
componenti
cui
antecedenza
V
fu
:
ecloga. Resta
stesso
di
anno
pure
modo
particolaritàricoiv
la fissazione
anno
così
Selve
propone
una
nelP
negli
cui
mo
trattia-
vengono
lebrati
ce-
giuochi quinquennali. (5)
(1) Vedi
(2)
nel
nelT
qualche
selva.
che
E
giando
pog-
coram
questo
la nostra
quando
»
ebbe
stati scritti
appena
allora
la data
Surrentina
Il Dodwell
fossero
perchè
compresa
di Dodwell
sa
delle
non
(3)
vinse
in
primo
dimenticata
aver
Villa
della prima
componimenti
i
di
90.
pubblicati,assegnando
scritta
«
è
ragionare
il Beloch
la
il libro
nemmeno,
in cui
mostrò
scrivere
86, 90, 94, ragiona
perche
che
vinse
Stazio
che
alquanto tempo.
da
morto
date:
tre
siffatto
con
Stazio, ma
poteva
fu
già
dimenticava
Stazio
«
70
mo
possia-
Il Friedlander
82.
(1).
66,
Non
egli?
argomentare
ci dice:
Ecloga
ma
»
(?) 1' ultima
fu pubblicata nel
di
era
secondo
Questi tuttavia
data
90
accettare
al 90
intorno
dell'
6-8
nel
(4) proponendo
prima
bensì
possiamo
Actium
negli anni
vinse
agone
quelli posteriori all'
versi
dubio
senza
quale
11 Beloch
in
quelli di
celebrati
furono
quale
in
ma
frondes
gymnade
si celebravano
poeta quindi
Ora
sederat
canusque
conversa
,
potè
mo,
cerchia-
Cerere,
lustri
quinquenne
Napoli
accertarlo
menomamente
di
giuochi
data.
pigra quies
di
nei
6-9
Ambracias
finiti i Ludi
appena
Stazio
una
post patriilaetum
Cam
SECONDO
CAPITOLO
—
alla vittoria di
quasi contemporanea
se
PRIMA
Nota
11
a
Annal
Tacito
XV,
É probabile che
o.
(5) Op.
e.
Nerone,
§ 14,
37
e
38.
lodata
20.
pag.
pag.
442.
270.
musicale
agono
un
aver
Nero,
1879,
Berlino
che
per
III.
volume.
questo
33; dice
(Sitteng.Eoms)
(4) Campania,
di
6
Svotoni.
anticipato.Vedi
(3) Op.
pag.
la
sua
voce
in
Napoli
dai
fu
cantori
celebrato
greci , lo
34
PARTE
l'estremità di codesto
Minervae
stava
PRIMA
promontorio,
che
dedicato
a
tempio
un
portava il
Minerva
nel
allogarsiin quelle vicinanze, proprio
del
avverte
Stabia
ricordare
Ercolano
ma
suol
ha
di
delle
ha
non
(HI, 1)
descrive
dall' amico
in
sarebbe
et
nitidae
di
accidente
di
onore
il
Ercole,
il
Folli
juvenilis gratta
Pollae
costei
Pollio
potesse
si dulce
in
età
venuto
dell' altro
ci è
fatto
due
la
huic
din. iuvenes
accenno
resumeret
et
hic
alquanti
e
ad
nel
anni
alcun
danno
fra
scorsero
secondo,
vuol
2, 21,
prime libazioni
a
seg.
dice
Minerva
ai
la conocchia
annos
175
illa
la
dire nel
patito per
ohe
volge
si ri-
tulisses.
pensa
et
maturus
sponsae
poeta
161-62.
seg.
spoetare nepotes,
ipotesi dell' Imhof, danneggiata
(1) Stat. Silv. m,
fa le
et
11
costruire
perduta gioventù,
viridesquo
fors
Stazio
tardi
villa fatto
avanzata.
figliuolidi giovane età, v.
che
carme,
V
Ammessa
,
più
riprendere
a
recuperare
Alcide)
voniam
Doneo
e
come
ricordato
carme
invece
alla medesima
è
decus
Concedamque
evidente
79,
quinquonnia lustri
Y.
E
del
ne.
considerazio-
nostra
placidi facundia
sarebbe
quale
(Da
ha
be
potreb-
,
scrive
figliuolo.Quando
alcun
Quod
inoltre
Si
eruzione
seguente
Stazio
tempietto attiguo
un
piedi di Pollia,se
Pollio
ci
come
della
errore
nella
Stazio.
di
ecloga
un
post patrii laotum
mo,
ancora
Ercole,
ad
Sorrento
di
deve
la villa
grazie giovanili,
Detulit
Pollio
Y
distruzione
Felice, quando
Huc
e
promontorium
(1) dunque
territorio
porta
consiste
sostanza
di
nome
,
vicina
più
tuttavia
di Pollio
moglie
ancora
la
come
Questo
no.
dirsi,quello
La
che
il titolo stesso
resto
SECONDO
CAPITOLO
—
Mecio
Tirrena,
a
e
marito.
composizione dell'uno
più
recente
del
la eruzione
distrutta
Celere
Capri.
con
per
la
le navi
villa
noi, non
Vesuvio.
nel
cariohe
79,
di frumento
sarebbe
non
buon
ogni
è
dieci
quasi
per
molto
come
ricomparsa dopo
dovremmo
senso,
li
al
più tardi,intorno
ecloga
la
con
le bellezze
colli di
meni
così
ammissibile
dei
fu
della
scrive
alla
far
favorita
che
Pollio
poeta,
egli finiva
86
Felice, per
era
ammiratore
giovine
di
sostituirvi
del
il
che
da
pariterque
che
più
prava
his
adscite
multum
calons
lo stesso
I
?
dotati
rum,
G.
1887
oontradice
pag.
25, lo
ali1 unica
Gli
a
fa
fonte
Pollio
nativo
del
che
viris
di
il
due
amici
Chi
Napoli.
pompose
illis,
et
superbus.
sarà
teneva
un
stato
2.
135
seg.
Y
appunto
delle
letture
conferenze
certo
a
usus,
cade
Evidentemente
di
Stazio.
ecc.
in
si
com-
po
quel tem-
di
numero
essere
no
sperava-
provvedevano
poetae
abbiamo, cioè V ecloga
to
fat-
era
applaudivano perchè
non
Statio
si
vedeva
uditori:
largus
conferenziere
fuerit
rento,
di Sor-
quale
città
dei
colonis,
his
successo
disposizione
le sostanze
Rùdiger, Quìbuscwm
82
,
(1), ma
nelle
plectrique errore
forte di
applaudito poeta.
forte voce,
nelP
estremo
,
venerande
illis,dappoiché
protettori mettevano
di
(1)
dall'
più
si meritasse.
non
Stazio
di
più
nel
Stazio
tenuto
avea
meis, paritorque
iuvenile
et
quello
all' amico
quell'angolo
in
signorililargizioniagli
Hinc
largus
mo
ulti-
fortuna
al
di Pozzuoli
nativo
e
Dicarcheis
il merito
gli a-
come
padre
essere
II,
Certamente
78
discussione
già detto, di
Inde
Ac
liziosa
la de-
di ricordare
migliore
con
tanta
poesia, ritirato
Napoli,
accompagnate
cora
an-
scrivendo
Napoli, Stazio,de-
in
P agone
poteva
dopo
ora
grandi auspici. Era
in
E
Claudia
moglie
occasione
appoggiava
abbiamo
come
anche
conoscere
conferenze
di
seconda.
vivere.
tornare
dilettante
un
di
contro
Pollio.
di
presente alla vittoria del figlio,il che
nelP
resto
poeta, il quale
selva
ritorno
durarono
presenta quei luoghi
ci
ecloga
a
del
accenno
semplicissimo ragionamento
questo
con
poiché
un
la sede
ciò, del
invece
luoghi nativi, trova
possiamo
,
dell' 82
prima
la invita
il motivo
noi
Stazio
95, quando
quale
Sorrento,
Escluso
nella
dell' eruzione
ammettere
pur
descrivere.
descritti
avea
pericoli
aspettarciqualche
nel
minuzioso
ce
volendo
Ma
anni.
i
poiché
,
35
STAZIO
PAPINIO
P.
schiavi
al resto.
Marburgi Cattoerrore,
poiché
36-
PARTE
PRIMA
CAPITOLO
—
SECONDO
v
Si
assoldavano
pubblicamente,
quali si disponevano
di
applaudire
denari
determinate
a
due
tera, che
schiavi
suoi
stabiliti indicasse
approvazione,
d*
Epicuro
al
dall'
correvi
tu
una
città
abitatori
di
bollore
la larva
dell' età
è
sicuro
codesto
porto
emerita
e
maggi,
XVI,
Le
pag.
di
per
letture
65-96.
la
mare,
dolce
alle nostre
(2) Vedi,
uni
il
vedi
tu
e
una
(1) Epist. IV
agli
tua
di
sul
poesia
fu
Ti
«
e.
della
sophos,
superbo,
dai
farne
terre,
circondato
lira.
la tua
gli
pure
rispettatadai flutti,ha
E
Ora
altri ai
trovato
volgere
non
e
gli
de-
largizioni. Pieno
S' abbandonino
così
,
tu
concittadini.
miei
altri le tue
pur
uno
tempo
un
di due
la
un
poppa
»
14.
altro, Geraud, Sur
pubbliche
Marziale
a
livrea
les
Roma
nel
(II 27), ci
secolo
1
dice
dans
che
Vantiquitè,
dell'
e.
il solo
anche
in
v.
pag.
Riv.
ascoltare
vivere.
(3) Silv. 1.
di
cavo
per
portare ovunque
vero.
quiete. Vivi
tre
segni
con
esclamare
gli applausi
adottato
agli
nave,
procelle.(3)
la
cocchio
un
e
di
(2)
tra
Pozzuoli,
giovine, superbo
scomparsa
capricci di
di
su
lefc
una
mormorii
o
destra
negromanzia.
diviso
cui
all' altra
dispensavi ugualmente
del
mozzo
in
di
che
bombi
si dovea
Pollio
a
in
al prezzo
capo
della
se
dicendo.
dilettante
un
o
un
dei
dita
mani,
via
e
amico,
suo
degli
omaggi
e
le
due
dice
ci
assoldati
essere
l'ufficio
lettura,con
il Giovine
emettere
abbandonare
fece
matura
Stazio
dice
si doveano
recte
alla
sceglieva perfino
tegoli battendo
bene, belle,praeclare,
1/ età
di
cocci, battendo
dei
dei
sinistra,o
scolaro
Si
destinata
mestiere, i
del
ritegno,uomini
Plinio
venivano
quando
o
sala
frasi,e
applaudire. (1)
per
nella
arte
con
alcun
senza
ve^i
133
Tempus
seg.
erat
DHperent
celsusquo
Inde
Dicarcheìs
Hinc
adscite
Ac
iuvenilo
At
rune
discussa
Et
securos
Emerìtam
rursus
portus
in
suffragiaterrae
venererò
per
urbes,
colonis,
venerande
ploctrique
rerum
quassa
non
duas
multimi
calens
Aspicis
Intravit
geminae
meis, pariterquo
(ilioalii
tua
te
cum
his
largus
et
illis
superbus.
errore
caligine verum
iactentur
in
placidamque
ratis.
nosfr*as puppem
sic
alto!),
quietem
perge
demitte
nec
unquam
procellas.
190-93;
di
era
L. Val-
Filol. Class.
per
alcuni
PÀPINIO
P.
Pollio
Sorrento
sia
di
un
che
Pollio
la
dolci
I
che
i
mormorio;
che
germe
e
in
del
il
suoi;
Pallade, portato
calmano, perfino
si
dal
e
e
dalle
accorre
del
seno
delfini
il
vero
futuro
cai';
che
Telmo
trascorrerà
è
1.
e.
112
versi
dotti
ubi
Seu
voluit
Seu
minax
sive
levis
Advolat,
Tunc
quatit
nostrani
Carmina
Hinc
monitus,
disse
non
motis
ponunt
Obstrepore, emergunt
Ad
cholyn
ultorem
ot
blandi
audit
loro
torno
in-
meglio
benevolo.
molto
artes,
Gargettius auctor,
chelyn
scopulis meliora
e
hinc
rabidi
dat
quos
ille
col
C
è
di
il
gonfie lodi, alF imperbole degli
a
Pollius
exercet
ascoltare.
ad
accordi, errano
seg.
Pierias
Hic
più
canti
turbarti
elogi.
(1) Silv.
i
dicatore,
ven-
,
Orazio
1' amico
per
viene
savio
giambo
udire
osano
tuoi
stro,
poeta no-
insieme
metta
del
per
non
(1)
»
che
o
al capo
le onde
ziti
complimento
poeta
rocce
attirati dai
mare,
lira
si armi
sue
il
precetti del
sui
di
favorita
sua
dice sempre
mediti
che
minaccioso
estro
suo
la villa
Quivi,
«
la nostra
mano
sirena
agli scogli i
Orfeo,
in
leggera
furiosi
venti
incantevole.
prenda
disuguali, o
ricchezze, e
interroghi i cieli,o
che
o
sontuose
soggiorno
era
Gargotte,
versi
ereditato
avea
37
STAZIO
seu
dissona
nectit
stringitiambon:
ad
Tritonia
flatus, maria
Carmina
Siren
cristis,
ipsa vetantur
pelago doctamque
scopulis delphines
trahuntur
aderrant.
Capitolo
Sommario
Stazio
dà
Celere,
La
è
che
vuole
del
L.
e
darvi
soggetto
gli
con
di
il
perchè
biografo
Agave,
avvenimenti,
Claudia.
Due
del
amici
ve
Scri-
poema.
del
è
non
solo
notare
nelle
Me
poeta:
di
mai
lettere
Ginguenè,
alla
biografo
secchezza
Per
(1)
noi
avvenimenti
date
e
ce
inve-
sterile,
argomento
un
nelle
e
il
e
supplire
abbellisce.
lo
quali
illustre
deve
non
il
obbligato
è
coi
uomo
celebri
uomini
osservava
estensione
accessorii
un
lettura
clamorosa
Sposa
degli
parte
qualche
biografia
la
di
Una
Stella.
maggior
fertile
poco
intitolata
Arrunzio
della
vita
arti
Baltica
fabula
una
ciò
Tebaide.
alla
principio
—
Terzo
come
rebbe
fa-
,
V
di
autore
cronaca,
deve
ma
della
avvenimenti
gli
tra
passano
una
vita
altresì
e
le
studiare
dell'
opere
le
relazioni
ingegno
che
per
trarre
de-
,
dall'
1'
è
sentimenti
poeta
le
e
dell'
o
possibile
sempre
diversi
nei
causa
del
animo
Non
i
insieme
passioni
che
hanno
ispirato
ed
tato
agi-
artista.
tuttavia
della
avvenimenti
ritrovare
vita
dello
di
ogni
letteraria
opera
scrittore
che
la
delle
anzi
,
di
opere
lunga
e
(1)
la
Histoire
lena,
dei
causa
dell'
particolare
disposizione
Litteraire
la
poemi,
d'
Italio,
H,
ordinaria
ingegno
suole
a
essere
nutrire
la
lungamente
304.
i*
cazione
edu-
PARTE
40
PRIMA
^*i
un'
idea,
riescono
vita
lo
per
Papinio Stazio
P.
imprese
più
a
era
stato
grandi poeti della
dei
lontane
spiegare,
nella
la
singolidel-
I fatti
eroiche.
ed
letteratura,i componimenti
lirico.
del genere
che
Grecia
di
e
del
nella scuola
educato
soggetto epico. Ne
un
scegliersi
versi
ad
vita
dar
a
o
Roma
abbiamo
nei
chiara
prova
una
stimolato
anche
poscia
e
tura
let-
alla
padre
a
seguenti
egli rivolge al padre:
Thebais
Tu
urgebat priscorum
stimulare
cantus
Heroum
exordia
vatum;
facta
pandore
tu
meos,
bellique modos,
magistro
nostra
te
positusque
locorum
Silv. V.
3, 233
Monstrabas.
Non
dovette
quando
e
il
si pose
dodici
quando egli
anni.
si trovava
mitologica e
(1)
Vi
in
un
diede
di
di
più
si stancò
non
persuadersi
anche
lavorarvi
periodo alquanto
sua
di
mente
una
che
si trova
sua
la Tebaide
nel
lo
per
all' 80
della
avanzato
poetare, perciò
vato
tro-
avea
attorno
intorno
certamente
mano
che
d. C.
dizione
eru-
siderata
con-
va
pomeriggio
delle
forze.
Stazio
ne
all'operadovè
accogliereil consigliopaterno,
ad
tempo
gran
dell' arte
il frutto
come
sue
certo
terreno, poiché
suo
spazio di
esitare
seg.
dei
volle
poeti del
pochi antiquari^
(l) Il poeta
farsi erede
e
Nevio
secolo. Di
suo
quasi
medesimo
tutti i
dice
Durabisne
0
Omero
di
mihi
del
e
di
Ennio
di
e
poeti epici romani,
suo
Theb.
poema,
p^ooul, dominoque
bissenos
multum
aspirazionecomu-
Virgilio,
XII,
si
parlava
fin
tal
appena
tempo
dai
diAu-
811
legere superstes
vigilataper
annos
Thebai?
Nella
prefazione alla Selva
ctoritate editionis
La
Tebaide
circa.
onerari,qui
quindi
fu
I.
adirne
pubblicata
pubblicata dopo
prò
intomo
Thebaide
al 92
e
il 92
mea,
per
dice:
quamvis
conseguenza
«
quid enim
me
quoque
timeo
reliquerit,
cominciato
au-
?
*a*ir"8Q
»
42
a
PARTE
Zethe.
Discusse
(1)
poi
e
il nostro
si fermò
della Tebaide
alla
PRIMA
fra
poeta
lotta fraterna
egli infatti
si
medesimo
se
Eteocle
di
alle
rivolge
Unde
Ire
deae
Gentisne
?
Sidonios
Legis Agenoreae
Longa
Agricolam infandis
Expediam,
Iussent
Amphion
g^aves
trae cognata
Quod
saevae
Iunonis
Infelix
Atamas,
Ionium,
socio
adeo
Atque
Praeteriisse
Oedipodae
La
leggenda
più truce;
avuto
la sanzione
Stazio
dunque
fino
chiuso
vede
tela
Edipo
mano
è
mano
di
ordinar
rifiire,
per
della
meglio,
propria
riusciti. Ma
il
uditori
scio
al
in
bisogno
meglio
si trasforma
vita
letteraria
(1) Preller,
Griech.
in
dei
un
un
Ma
vede
che
che
la
di
fra
conforto
tempi
amici
gonfia
si
successo
Mythologie, II,
che
un
Stazio
341
sog.
suoi
versi
amici
per
più
niosamente
armo-
suoi
qual-
dei
canto
meglio
ispirazione od
arte
o
accademie
diventano
in
la dalla
e
qua
sui
strombazzature
l' incoraggiamento
e
di
poeta. Questi, che
agli
inno,
poesia più
mente
comune-
accordate
comunicare
la
sta
sbocciare
ritorna
avea
epica.
non
del
frase, per
cui
più lugubre, la
musa
poema
le carte
episodio, un
vero
dalla
un
fra
la
omerico, quindi
poema
un
confidenze
Iliade;il
esto
le tebane
accolta
essere
plaudenti;il giudizio benevolo
quid majus
La
epoca
Cadmi
prospera
carminis
commoventi,
creazione:
un
et
tutte
per ritoccare
dilettantismo,le
è
sapere
in
fra
l'operasua,
sente
l'accento,
cosa
forse
all' opera.
generale episodi nuovi,
ingens
domus.
poter
crescere
arcum
mater.
mihi
compimento
suo
Baccho,
sumpserit
il soggetto di
si diede
al
cui
gemitus
limes
confusa
formato
avea
ma
come
'
di
sinam:
moenia
Palaemone
nunc
muris
montes,
expayerit
non
casura
iam
in
opus,
our
?
operti
cannine
quo
accedere
Unde
Cadmura
proelia sulois
sequar,
Tyrios
V
aequora
si Martis
condentem
penitusque
muse:
paotum
series,trepidum
retro
cipio
prin-
iubetis
Scrutantemque
?
gende,
leg-
Sul
Polinice.
e
primordia dirae
canani
inexorabile
'•apius,et
codeste
tutte
a
nuova
di
arte
declamatoria.
si
era
ridotta
a.
fra
di
ne-
lena
questo
e
per
CAPITOLO
T
appunto,
ludi
Napoli,
di
andava
certo
annunziò
tale
fu
versi
versi
i noti
Giovenale
di
Curritur
ad
le
Àfficit
ilio
Àuditur
!
fecit
diom:
et
potremmo
dante
dulcodino
tanta
Sed,
quum
ed
alla
dovè
vorsu,
vendit
nisi
Agaven.
episodi. E
il
cantare
mentre
viaggio
Tebaide
P
o
secondo
epitalamio
opera
la
studio
intrapresa, trova
(1)Infatti
il
di
fabula saltìca,un
una
Dovè
Agave.
per
opera
che
se
istrione
ne
(1)
Il
motivi:
ricavava,
a
di
per
che
mentre
della Tebaide.
moda
il libro
Kousseau,
quella degli
Propempticon
la
pantomima
che
portava il
impiegare
a
del
fu
Metti
il
artisti
tempo
venduto,
Celeris
e
quale
nel
1'
intento
era
versi
e
la
per
Epitalami-uni
lo
tito-
fatta
sif-
in
utilità pratica
Giovenale
l'
al,
Avea
risoluto,a
la sorte
lamentava
comune
riportati,
del tempo
secondo
qualche profittoal poeta.
diede
e
problema
inferiore
ancora
due
per
di
coturno,
dei
determinarsi
certamente
Paride,
il
pare,
libretto
tempo
ultimo
nelP
suo
sia,
fanta-
sua
,
scrisse
al
ri
fornirglicolo-
a
calzare
,
un'abon-
intento
tutto
occupano
suo
amico.
un
Giovenale
dice
campi
lungo
giorno
un
poetica, che
già
è
in
egli
che
poeta
esametri
istrione,di
un
di
i
neh'
avanti
già
ò
ci
di
del
attività
sua
dal
costretti
offertaglida
occasione
prima
alla
centinaio
dalla
seg.
medesima
fargli difetto. Egli
mai
Virgilio son
e
sala
captos
vulgi
confessione
per
argomentare,
non
Omero
de
gran-
urbem,
libidine
gli eroi, le battaglie,i giuochi,
poema;
un
della
panche
frogit subsollia
Paridi
improvvisare qualche
sempre
vena
palestra.Fu
sua
amioao
Carmen
Statius
quuui
animos, tantaqne
intactam
sapessimo
non
di
capace
era
vi
informano:
ne
ce
VII, 82,
noi
Stazio
popolare poeta
fino
che
jucundam
vocem
Promisitque
Esurit,
che
laetam
Thebaidos,
Se
Né
conferenza.
al
mancò
ai
le insistenze
che
educazione, la
sua
vittoria
effetti.
gli
Sono
la
della
fama
poema,
clamorosa
una
lettura,non
dei
futuro
suo
quella
era
l'efficacia
e
concorso,
risentirono
della
giorno
il
tenere
a
della
accompagnato
,
appena
malincuore,
a
il
divulgato
poeta
lo persuasero
amici
degli
il nostro
e
43
TERZO
periodo
sono
to
quan-
dei
poeti
intermedio:
anteriori
alla
il
blicazione
pub-
44
PARTE
pittore si volge
del
teatro,e
cui
pensa
Stazio
baide,
Di
ritratto,il
il
non
altre. Prima
latine,e
o
fatto
gran
del
priva
di
cantati
silenzio
tragedia
abituati
del
più
altro
per
alle
che
il
gesto
si trasformò
trasformazione
fu
nel
appena
della
tragedia. Nella pantomima
sol
il testo
di
erano
nostro
che
pantomimo
relativo
era
teatro
(1) Genthe,
del
De
secolo
M.
(2) Quaest. Conviv.
di
le
da
cantato
dei
e
i
serie
parti di
I
coro.
un
schemi
che
di
Lucano,
IV, 15,
17.
pag.
04.
ni,
i Roma-
tacoli
spet-
1' udito,
e
loro
ttilo
Ba-
e
drammatica,
fra
e
siffatta
Pylade
con
e
l' interesse
e
Quando
canto.
servando
con-
un
eco
,
l'
punti più importanti deldi soli
di
delle
libretti
azione,
lirici
e
uomo
un
perciò acquistava ogni
Annaeo
stanza
so-
ture
acconcia-
scene
la vista
dell' arte
si accettavano
rappresentava
alla
degli Dei
le loro
con
congiunte
scene
una
XVII,
in
distinto
in
effetto,
soltanto
conseguenza
allettare
pantomima
genere
insieme
suo
azione, quelli di maggior
un
un
lirici
cruenti
casi
delle
la pompa
la declamazione
la
soli
di
dei
dei
perdevano
quindi
tragedia
poiché
Eoma,
violente
scosse
che
si ebbe
divenne
in
commuoversi
a
la
era
un' opera.
tragedia potea
compiuta,
Augusto
sotto
adatti
danza,
in
alle
reputate
sostituita
esteriorità
attecchito
avea
istrioni
nella
la
tragedie
erano
che
gne
inde-
quindi
e
non
ne
aver-
guardasse
egli ri-
che
collegamento
un
medesima
Prevalse
che
ad
il silenzio
quattordici
di
estratti di
Pantomima,
coro:
emozioni,
umana.
ciò
tutto
a
del
non
punto
valore
che
to,
segui-
perciò
,
invece
che
Te-
sua
di
possibilità
della
nessun
ci dice
detta
essa
degli eroi, rappresentati da
forma
smi
fanta-
altre in
di
opere
sospettare
di
della
fatto autore
era
ci fa
tragico, ridotta
circo, erano
ogni
stra
orche-
i suoi
tra
glieroi
sue
probabilmente
la così
divenuta
fra
nelle
si
questo Plutarco
interesse
e
nelT
sera
vivere
a
il dubbio
opere
erano
non
per
dell' opera
La
come
l'accompagnamento
con
la
poi composto
mai
lui Lucano
(2). Costituivano
suo
abbia
ne
parla
suo
Esse
menzione.
che
viveva
mentre
se
egli non
quelle produzioni
greche
adattarsi
sa
dire
quelle fabulae. (1) II
di
si ricantuccia
togliercirecisamente
può
di
non
quella fabula
Agave
non
musicista
vita.
sapremmo
codesta
scritto
poeta
di dar
scrisse
ma
suo
di
al
PRIMA
eseguiti da
donna,
Pantomime
canovaccio
merito
tre
men-
del
la valentia
dell' attore, poca
Stazio
mito
quale
hanno
esse
arte
ritenerlo
Domiziano,
di
dire
che
Stazio
Più
(1)
IV,
TOtxiXwTspaiaSrai
re
di
Tebe,
che
non
teatro, dal
appendice degli
si
fornito
era
Le
morte,
studi
con
guidate
Nella
Metam.
le
sia stata
libr.
La
Svetonio,
Plinio
III.
proposito M.
(4)
di
tratta
furie
anzi
come
mentre
Abbiamo
tribunato
di
sei
versuum
sa-
chiari; II, 663; probabilmente
Bs
xoivaì
òrcoGéffevg
TpaytxSW
al
òp^iqcmxal itkty 8n
a[X-
,
di
cui
madre
sua
ira
egli,prima
La
succeduto
a
,
Agave.
le
zie
un
come
del poema
tragedia
Cadmo,
e
,
pide,
Euri-
di
della
V
pensarsi che
anche
per
sua
Agave
quella tragedia.
da
di
della favola
esteso
considerare
composizione
Potrebbe
e
stui
co-
,
alessandrino.
poeta
un
di
uscire, scrivendo
può
della
,
madre
sua
volle
si
Echione
vendicarsi
per
Agave
non
fabula
sua
tratto
più
pad^e. Bacco
tale
pazzia di Penteo
Canovaccio
un
al
di
la
sposò
di Emione
e
in
trovasi
Agave
Ovidio,
v.' 701-33.
comune
è
non
non
era
Dorgens,
Phil.
di
tentati
Ai
vede, Stazio
propria di
della
dalla
alquante
fonte
Iuniore,
Mommsen/
che
poesia latina il ricordo
(3) Abbiamo
a
si
mitologia
vastità
una
stati
paucorum
31:
Cadmo
figliadi
Come
tebano;
di
Baccanti,
di Stazio
fu
adorarlo, infiammò
lo sbranarono.
ciclo
della
luogo
un
da
xal ppCag \uT(x^okàz e^oucrai.
7coXufxa9é"rrepai
voluto
suo
termini
partorì Penteo, succeduto
lui
avea
con
Saltatione,
De
mitologia Agave
da
e
forsennate
che
il
la
xal
un
Deinde
Tfi"v
Btaxsxptfjivat
tl
ottenne
favorito
565-67.
Parisiis,1842,
oòSév
cporépoigxal
che
sono
«
legge:
si
più varietà,
da
Anzi,
alcuni
(3)
istrione
suo
circonlocuzioni
con
189-90;
Secondo
vita
quella
(2) Lucianus,
del
i due
utilità pratica,possiamo
una
favori.
e
Svetonio
a
mezzo
per
Stazio
ricchezze
sfoggiare
il
(2).
scena.
a
a-
per
differendosi
richiedono
prime
essere
Luciano,
sicuro, dappoiché Paride,
fatto
attribuita
spesso
230; IH,
fruttato
un
come
poteva
(4). In
mesi
I,
quasi
Giovenale
vita
abbia
le
di
mutamenti
quest' opera
queste ci da
tragedia gli argomenti,
la
soltanto,che
questo
di
che
il cui
Agave,
(1),deve
nella Tebaide
quando
giudizio
con
innumerevoli
e
Che
dal
comuni
in
in
L'
lo scrittore.
avea
ne
nessuna
quando
pantomime,
componimenti
più
di
nomina
alle
scritta
quasi
e
45
TERZO
CAPITOLO
I,
sconosciuta.
da
compresa
nei
codici, che
Una
di
pensarlo, poiché
nei
mai
Sveton
de
codici
Viris
codeste
essa,
delle
con
opere
in
molti
quella
di
scordano.
particolaridi-
si suole
vite
di
attribuire
Tacito
Vedi
Svetonio.
illustribus, Leipzig 1857,
ed
di
e
sul
ancora
180.
incontrato
Giovenale) Venezia
di
ci è
più
iiber
Giovenale
vite
1844.
siffatta
ipotesiin
Il commento
una
è anonimo.
nota
alla Ediz.
di
Svetonio, (vita
46
tira
PARTE
absurde
non
semestribus
miUtiolis
tamen
bene
din
ausus.
Mox
magna
ut
ea
quoque,
modico
prima fecerat,interciret
Quod
Et
daut
13 on
Baroas,
Praefoctos
in
deliciis
provehebantur. Venit
notasset;
urbe
aulae
ad
missusque
summotus,
partis tendentis
Esurit,
(Paris)
della
di
e
riposare
corruzione
del
V istrione
noi
testo.
doi
maggior
Si
devo
Paridom
tumontom.
,
Aegipti
extrema
tempi
di
»
»
di
di
più
11
Claudi
«
Ma
Ma
Domiziano
nella vita
elio le
erodi) itero
con
qualche
quollo
»
dal
ogni
guasta
lo
parolo
o
tempi
«
togenarius
oc-
e
passo:
cho
o
Neronis»
li)
Sta-
stribus
seme-
per
,
Claudii
Norono,
cui
eius
senso
grammatico
di
Paridem
in
Neronis
tano
viealla
peso
in
tempo
Claudi
ci
quamquam
«
interpolato l' in tiovo
copista
dei
dar
«
fosse
vi
che
riportata:
secolo
pootamquo
i Noronis
la menzione
di
parolo
il
sottocchio
difficoltà
alquanto
tralasciando
più vorosimilmonto
da
ebbe
riconoscere
a
mezzo
pantomimum
Paridem
nomo
Stazio.
auro.
immediatamente
indurre
rilievo
Agavon
dubbio
seguono
riconoscerò
poi il Baumgarton
o
tumontom
al
octogenarius
largitus honorom
senza
questa ipotesi,pur
di
(1)
in
«
Oudendorpio
apposte
rate
figu-
versu
circumligat
(che
poeta
ci allontanano
Si logge:
dii Neronis
quotidie
eius
Giovenale:
vondit
multis
vatum
versi
di
versi
nisi
militiae
ricordata) che
sopra
»
militiolis
fautorum
frogit subsollia
Stazio, potrebbero
luogo
pantomimum
»
t'ibunos.
suspicionem, quasi tempora
Paridi
digito»
il medesimo
pure
di
1'
vita
et
duo
ultimi
gli
invero
adombrato
Philomola
i
quum
intactam
Somonstri
Paride
curas.
».
Ulo
di
est,
Cainorinos
tu
praefecturam cohortis,in
Sod
compilatore
est
auditus
ter
ac
militiae,quamquam
questo fa proprio ricordare
Tutto
E
in
honorem
per
atria
histrio,multique
Iuvenalis
Et
scriptis:
histrio:
magna
Polopoa focit,
erga
statim
ac
nobilumi
novis
dabit
pvocoros,
tu
bis
excoluit.
committere
quicquam
successu
magnoque
eius
poetamque
,
scripturae industrie
auditorio
quidem
frequentia
quao
tum
pantonimum
ttuncntetti,genus
no
,
Erat
Paridem
in
composita
PRIMA
sto
que-
«Gaurono
fu-
confondeva
poi
passarono
CAPITOLO
zio
potè
1'
vendere
Agave
Y istrione
84, dapoichè
Giovenale
Giovenale
avrebbe"
fece
Stazio
perde
perire
a
rapporti
T
erbe
L'
Teuffel, op.
più
si crede
morì
nel
96.
quel
tempo
certa
col
nel
60
che
voce
fiori il
luogo
Agave
dovette
84,
altra
ta
vi-
punizione
rebbe
sa-
questo
abbiamo
come
si
caso
detto,
fautore,'poiché Domiziano
che
correva,
molti
morì,
ove
scritta
del
Giovenale
lo
P istrione
avesse
dei
ammiratori
caduto,
era
essere
cui
per
un'
in
nel
morì
e
(2)
§ 331, 1. L'opinione
o.
anche
nelF
suo
Paride
Secondo
4) quella
n.
là dell'
in
anno.
anni.(l)
quale
vivere
Konisberg 1875,
temporibus,
queir
Domiziano:
di
Quando
di
e
(3)
epitaffio.
(1) Vedi
tae
di
80
Teuffel
anni
per
Domizia.
di
sparsero
assai
causa
con
dal
il
finì di
Domiziano
mentre
in
contato
ultimi
Paride
da
vivere
andare
può
non
,
negli
lontani
ancora
che
generalmente
poi (segnata
accaduta
è-
finì di
come
nacque,
140, proprio quando
di
Paride,
a
47
TERZO
suoi
Marziale
e
ne
pose
com-
dell' 84.
prima
Friedlfinder,De
sarebbe
dei
nel
nato
luvenalù
67
vi~
è
non
più
accettata.
(2)
Non
si
Dalle
Giovenale.
vite
gitto, dalle vite
1.
Christ.
e.
non
luvenalis
luogo
sul
Merivale,
of.
far
stato
era
alcun
Rom.
volendo
di Dione
di
morte
ove
ci da
the
Vedi
Vili, 336,
la
derivare
XI,
Marziale, scritto
Noi
di Nerone.
lo
spargimento
fonte
come
di
dei
sott' occhio
si possa
Nerone,
e
nelT
epigramma
il
e
che
V
di
epigramma
che
al Paride
1'
se
di
notizia
che
in
ci
et
gratia, lusus
decus
Eomini
Atqùe
omnes
sunt
et
et
dolor
Veneres
condita,
alcuni
ni,
roma-
quel
niente
secondo
quo
dubbio
del
ciò che
su
dovuto
luogo
a
noi
voluptas,
theatri
Cupidinesque
Paris, sepulco.
non
Epigr.
po
tem-
altra
sappiamo
del
si
ridicità
ve-
riguarda
avere
Paride
epigramma
la
dall'
isHone
avrà
si riferisca
48, poggiando
riposa,
deliciae,salesque Nili,
Urbis
Hoc
In
pag.
Paride
inventato,
Marziale
e.
op.
del poeta. Neil'
contemporaneo
Ars
ha
Marziale
opigramma
che
narra
questi
trovato
non
V, 49; Friedl"nde1',
poter mettere
Merivale, per
di
ci
Halberstadt,
cede
abbiamo
non
fiori,quindi Dione,
affermare
non
lui
secondo
fui' E-
che
Paride, sulla pubblica via, furono
,
13 di
27;
mandato
1880.
Dione
ucciso
L'
fu
cui
si ricava
Borghesi, Oeuvr.
Paride.
nome*
in
provincia
I, 1; IV, 38; XV,
exilio, Laubach,
la
conosce
uccisi alla loro volta. Non
Hist.
e
la
sicurezza
con
scoi.
la Britannia.
invece
De
fiori sul
spargendo
7.
1, 2, 4,
5, 6,
Strack,
(3) Svetonio
indicare
nemmeno
sa
tempo
dice:.
48
PARTE
intorno
Fu
di
il Dodwel
vi
ragiona
questo
a
dodici
impiegò
spirare
legge
di
Augusto
il 18°
compito
anno)
che
indizio
cronologico,
ma
fu
quindi,
è
perchè
essa
di Paride
E
Il libro
fare
le
la
tuis
morte
il
parte
della
vittima
essendo
di
Lucano
e
di cui Marziale
UE, 7, 3 dice:
mimus
farsa
del genere
della
vita
tipo
paese
con
del
e
provincia,
invece
solo
(3) Op.
cit.
di
belle
e
il mimus
licenza.
Vi
deriva
dalla
5, 51,
§.XI.
segg.
1' offesa
e
Agave:
dobbiamo
nelT
po
do-
«
I.
Agave
84)»
differensa
mostra
che
in
sopravvisse
alla
1'
fa
non
§ 8, 1,
scena
e
anche
ri-
di Stazio
sorip-
«
in
zione
quindi distin-
il mimus
oome
in
queste mettevano
accoglieva qualche
metteva
Mi-
ein
war
Nel
eloquentis3Ìme», Attico,
Il Teuffel
»
rebbe
sa-
Domiziano.
genere
mimos
si
imperatore,
Plinio, op. 6, 21, 4 dice:
cui
il Friedlànder
tragedia, e
la Tebaide
con
94-96; nò
Diese
(Paris f
in hoc
rappresentavano
e
nel
.
mentre
solo
81,
mimografì Helvidio, contemporaneo
componis
pei* eccezione
soggetto di farsa Atellana.
(2) Silv. IH,
ai
atque
Atellane, conia
pubblico, quasi nude,
pantomima
un
delle
sfacciata
«
nelP
pubblicato immediatamente
fu
verfaszt.
venuste
pantomima,
e
campestre
di
dell'
Stazio:
Marziale.
di
versi
disgrazia di
alla
di
5, 35-36.
Claudia
pubblicato
1' ira
Domiziano, VirgilioRomano,
tenuiter, argute,
nei
non
1, dice
accanto
sit mimiambos
fra
fu
viva
Domitians
Iahren
ni,
sposato
menzione
incontro
§ 321
cit.
op.
glia,
fami-
annis,
lunga fatica,e perchè
Paride
ancora
andare
di
cose
dai versi
Thebais
mea
opigramma,
di
epigramma
ersten
Stazio
1'
appena
sola laborìs
tu
abbia
più alcuna
trovasi
pericolo di
den
ancora
e
1'
se
Teuffel,
in
und
cui
lui, che
di
(1) Il
sorda
in
meraviglie
a
ché
giac-
dirà.
si può desumere
crevit
Stazio
si trova
non
XI,
corso
mus,
stata
era
le
assettate
ciascuno
vago,
che
affermare
93,
(richiamando
il matrimonio
Sii.
come
nel
pubblicata
(3).
longi
Ma
possibile;
è
non
il matrimonio
ai cittadini
Claudia,
cumque
1' anno,
Tebaide
prescrittoper
ragionamento,
Conscia,
sposò Claudia; vedova
passò in matrimonio, nelP 81
imponeva
sposò
di
capolavoro
Un
Stazio
principio alla Tebaide
diede
Un
proposito: La
il termine
di
Stazio
che
precisamente
anni, dunque
prima
una
periodo (1)
(2) Determinare
musicista.
un
codesto
a
PRIMA
era
scena
mitologico
tema
che
qual-
e
i costumi
caricatura
le donne
una
i fotti
danzando
a
del
sta
richie-
,
dell'
caduta
Agave
è
un
impero
di
occidente.
soggetto tragico ,
non
La
mai
60
PARTff
bero1
quindi
dall'
Claudia
forse
zio
il
in
parla del proprio
Stazio
che
il
padre,
Non
fosse
l'anno
e
crediamo
ad
more
che
che
suole
di
fu
che
lo
della
poi
da
ritrarsi
Quam
mihi
Servat
et
semel
ben
una
come
vezzosa
tua
Vonus
(1) Vedi
in
(2) Potrebbe
nomina
aloune
fine
anche
donne
al
Sta-
che
ad
frona
del
la madre
sua;
famiglia,
avrebbe
di
dolore
poi
lei,come
anche
babile
pro-
quando
Imene
perdo
posteriore all'86 (1).
essere
la
prova
della
siamo
pos-
feretro
al
quindi
di
freni
quale
di
vita
parti-
possa
Stazio.
del
poeta,
ricorda
famiglia
più
lo
ma
tardi
legò
queir
a-
quel compiacimento
con
benigna
( nompo
iunctam
sennini) tua,
lìbens
florentibus
iuvenile
primo
vagantom
docilisque recepì,
habonas
mutaturus
non
annis
vulnore
me
quae
adhuo
et
che
Claudia
opinarsi ohe
nelT
sia
sulT
di
stata
anno
fosse
antichità
per
in
matrimonio
nativa
della
cantore.
22
v,
musicista, (2)
un
si unì
quando
Capitolo I.,
celebri
detto
abbiamo
ragazza
si ritiene
vita,
riuscito:
sorte
insertas
e
Ili, 5,
di
loro
fero.
Usque
Essa, vedova,
sapremmo-
considerazione
Sembra
altra
della
otorini
Fixisti,tua
Et
per
Napoli.
in
dunque
del
gradito. Egli
Thalamis
Intactum
osserviamo
intorno
gioventù scapola
peso
in
dei
punto
alla
fatto
un
fin
Pare
della
detto
madre.
alcun'
sempre
assoggettò al
Stazio
nella
Stazio
stata
verrebbe
codesto
fine
posto
avea.
91;
bello
altra
padre:
fosse
libero
ancora
al
avrebbe
ci
quello
più
Un'
soltanto
allora
possibiletrovare
imene
un
epicedio
del matrimonio
colareggiareancora
Claudia
di
successo.
al
.
il poeta
e
a
ottenuta
punto
ammogliato.
Claudia
e
lui. Ma
di
corona
un
primo
congiunti
come
Se
al lutto
parte
il
dell'
luogo
amici.
tacere
segnava
fosse
la
sposata
essere
non
poeta fin d* allora,,
del
potuto
non
piangono
gli
vengono
alla
compagna
un
sopra
grammatico
ci
moglie
mÌgliorerperchè
fare
preso
ricorda
stata
quel tempo
potuto
alla vittoria
egli avesse
spiegarci come
avrà
fino
impero Domiziano)
fu presente
aon
fosse
salì all'
(nelP 81
tesi Claudia
essa
Stazia
che
82
la nostra
per
82, giacché
altro
Se
dall'anno
luogo
PRIMA
morte
Il
fedeltà
di
del
segg.
al
Roma,
poeta.
non
ma
grammatico
poeta, Silv. Ili, 5,
al
già
era
marito,
e
munemente
Cosap-
Papinio.
50 segg.
v.
poi dice
dre
ma-
:
CAPITOLO
piamo
che
opinò
fosse
due
nium, Neapolim
(2)
»
di
versi
Stazio.
poeta dopo
soltanto
per ciò
Sod
satis
Me
di
degna
era
haec
ambomm
nativa
Carmine
Claudia
a
lo
dixisso:
astrinxit
solo
può
patria
come
di
fu
anzi
Napoli
si faccia
di
o
proprio
è
che
e
compagna,
lecito
Del
sua.
Roma
ozioso
croavit
in
annos.
vita
di
gioie
considerare
Noe
Claudia
war
Teuffel,op.
kinderlos
dall'
come
di
ecloga
descriverle
secondo
(2) L.
noi, che
e
»
suoi
fidom
cineres
il
exoquias
buona
punto
nostri
giorni
Noi
autore.
suo
altro
ogni
donna
fu
mo
avrem-
tentativo
dei
soggetto di aspirazioni,
poeta. Le
rie
lettera-
opere
alle
entro
quali noi
dobbiamo
essenziali
caratteri.
invictamquo
pitale
ca-
certo
un
a
biografo ai
del
umbramquo
iterasti
ingontos
più
quella
tino
;
ritroso
delle
nosse
sic
donna
conchiglievuote
nei
corto
quali
ebbe
tarci
rappresenMa
spesso,
maritis
priorom
amplexa
canori
poctoro planctus,
moa.
e.
§321,
bollezzo
reca
Greg. Gyraldi,
1, dico:
aggiungo
non
o
si ricavi
lo
altra
dele
fe-
sua
che
lodato
il nostro
mezzo
Iris tu
adirne,
lorde
quella
la
malanno
un
qualche
per
Sic
Coniugis
Tarn
106-109.
forse, considerasse
sapere
robe
siccome
minor
Quaoris
Il
non
anche,
per
vivente
Dodo^e.
(1)
vuole
scoprire se
a
quel!'essere
ora
si
se
animato,
essere
un
pòi
ò
dimora
l'investigarlo,
quantunque
lamenti,
debbono
si
il
in Koma
ritrovato
lunga
resto
non
abbia
frugare perfino nelle
antecessori
di
Stazio
ambidue:
altrixque videri
gonotrix
costei,per
meglio perdonato,
nostri
che
di
allevato
di
v.
ritenere
cava
revo-
avea
Digna?
Si
se-
bellezze
le
nutrice
patriae
ad
vero
Claudiam
terpretato
in-
avere
per
vergens
Partenupo
satis est
longos
errore
«
descritto
chiamata
hoc, ooniunx,
tibi,me
Nonno
dice:
putriam,
sua
esser
socium
questo
ci
Egli
aver
la
che
in
(1). Il Giraldi
nessuno
sopra
cadde
e
rmihobus
il
mentre
diremmo
uoi
Xapoli,
communem
conchiude
lei,e
per
di
nativa
male
Napoli,
anzi
qual fondamento,
su
5J
TERZO
che
di
piacere
De
«
altro.
Claudia
quolla
a
Latinis
Statius
tutti
Ehe
mit
L'Imhof,
non
città
di
ora
e
della
la
anche
poetis,
Ee
occ.
einer
log a
ad
Eomerin
und
AVitwe
Uxorem,
dice
to
soltan-
Napoli, perchè
Campania.
descrizione
Dial.
IY.
Stazio
Ragiono
dol
si
punto
proprio
piace
com-
na,
buo-
focolare.
52
PARTE
invece
lo
di
la struttura
guardare
sviluppo individuale
che
ed
allontanano
Y
oziosa
Mai
di
egli
al
elio tutti
se
modulava
in
del
molto
che
bellezza:
il
suonava
la
eccezione
moglie
alla
e
Otia
Sod
Sic
Sivo
illa torit viduo
nuDC
tam
allora
alle
grazie
voniont,
corte
plonis
musis
le candide
animiquo
forit,sou
ot
moro-tur;
pa torna
voco
carmina
moa
diducit
taodis.
brachia
floctit.
motu:
modestia
probitas artomquo
vinci t.
60-67.
v.
può
per
la
sua
a
luì; ma
figliadi
(1) Epist. IV,
moos
dovea
argomentare,
congiunse
cantat
magisto*
ost
otiam
della
moglie
quella
amava
19:
affetto
moos
da
so
quel
genero
libollos
habot,
cithara,
non
vera
ricordare
il
tanto
i versi
quando
trovato
nio
Plidi
come
si
Claudia
si
in
Napoli
desiderava.
loctitat, odiscit
artifìco
anche
figliuola,poiché,
poeta abbia
che
che
declamare
sapeva
nell' infanzia
ancora
sappiamo
ci fanno
»
perchè
sua
fanciulla
essere
non
formatquo
optimus.
flectit
carmina
mea
«
superbo
(1). Stazio
cia
brac-
iuvontao,
bonis
sonat
molli
sou
infocunda
conubia
formaequo
Ingenium
lui
dre,
pa-
cubili
venient
oholyn comploxa
Candida
andava
della
declamare
sapeva
tendere
sola
quod
torit
pulehrao
Discondum
parole
zosa
vez-
voluttuosa:
Et
Le
per
migliore quando
età
canto,
padre adottivo, sapeva
nuovo
liriche,
sue
liuto,degna figliuola del
nel
voce
sua
di
amori
ogni verosimiglianza
alla
nelP
era
ad
sue
la donna.
riguarda
sola
le
per
delle
con
rivolti
sempre
vana
spesso
meno
fatta
amore,
minuzie
a
sapore
ciò che
congetturare
sappiamo
dolcezza
danza
una
dobbiamo
dietro
va
dato
è
famiglia, il tipo,
rendono
ecloga ricordata, e aggiungeva
con
i versi
di
si
al carattere
guardiamo
affetti furono
modesta
una
giovanili e
ogni argomento
costei
ci
Virgilioin
da
1'
scrivova
anzi
la
che
e
che
quello
amori
buono,
meta,
poco
i suoi
il
vera
per
Di
figliastra.
bene
ad
dedurne
per
o
maestro
suo
famiglia,noi
affetti di
gioventù
dalla
mente
accenno
cioò
rifuggire
Stazio
il bello
verso
molto
fa
E
matura.
gli
esteriore
indagine. Stazio, da
somigliò
opere,
età
la
PRIMA
etiam.
aliquo doconie,
Versus
sod
quidem
amoro,
qui
CAPITOLO
Il Dodwell
Stazio
ad
PEcloga
scrisse
La
così:
seconde
a
passare
nel
che
16
Statii
plerumque,
agebat
circa
79
annum
Non
ne
facciamo
troviamo
xit
Claudia,
Giraldi
il Teuffel
(4)
Etrusco,
dalle
il
parole
»
da
scrive,
V
fondo
poi
dilectus
di
vi
hanno
non
sia
fere
abbia
perchè
meditato
vadino
che
quella
nemmeno
di
Statio
Claudiam
(2)
».
Claudia
per
la
sorta
essa
nità
paterdel
Claudio
con
Etrusci
Claudi
«
che, diremmo,
giù
vengono
sopra;
mei
rizzano
evapo-
loro
della fiducia
sulla
fortuna,
del
si
mentre
si lasciano
che
cercare
a
de-
Apollinare. Meglio
»
quelle congetture
fuori
tini
sta-
maritis
dalla considerazione
Claudio
sodalis
gionamento,
ra-
Apollinaris filiam, du-
Claudii
di
tava
con-
simile
un
compositum
esse
qualche parentela
dell' autore
augurio
95
testimonianza
nome
metton
il critico
perchè
con
si
80)
solerent
videtur,
probabilmente
«
codeste
sono
quale
di
Stazio
stesse; che
se
non
di
nell'
siffatte oziosità; anche
di
lo stesso
dubita
dalla morte
puellae
nubere
a.
del
anno
potevano
dieci mesi
Romanorum
mihi
Carmen
ancora,
avea
quale
(5). Ma
pietas
sa
P
non
volta,con
sua
cum
Saudiani,
«
(3). Da
»
si
non
Claudia
che
hoc
et
Giraldi:
(Statius)
di
in
del
alla
quod
est
più meraviglie
una
uxorem
carta
nupsisse
vedove
sposato Claudia
avea
anni, ragionando
sextum
eclogam pater scripsit,
si veruni"
annum,
; le
duodecimum
Line
14
cui
in
anno
superare
trascorsi
Ceterum,
«
annum
filia,cum
dovuto
avea
fossero
L' Imhof
94,
propriamente
avea
94
(Stazio
anni:
post perfectum aetatis
clmum
che
prima
nel
ragazza
il dodicesimo
la ragazza
la fa di
nel
era
quattordici anni.
94
(?)
Claudia
nozze
marito, quindi
codesta
che
Uxorem
figliadi
(e. 60-62)
matrimonio
del
dice
ci
(1)
53
TERZO
loro
tre
men-
padre
medesimo.
,
Un'
P abbia
nella
ma
un'
altra
ancora
in
messo
edizione
giro, ma
matrigna,
altra
moglie. Quanta
e.
(3)
(4) Op.
(5) Silw
Latinis
e.
Claudia
avendola
Uxor.
acutezza
pag.
pootis,
§ 321,
21.
Dial.
IV.
1.
1, 5, 9; Praof.
non
non
UI
Silv.
era
il
d'
dire
sapremmo
antica, perchè
avuto
§ 11.
(2) Eclog. ad
Do
certo
aldina, che
solo
(1) Op.
abbiamo,
ne
suo
nemmeno
primo
la
chi
lezione
si
il
trova
primo
già
della ragazza,
madre
marito,
per
il
musicista, da
interpretazionebisogna proprio
escla-
54
PARTE
se
ma/e,
poggia
dice
per
Claudia,
sua
Si e; ìit
Nata
detto
:
et
posto ad
altri,che
1/
rimesso
e
Imhof,
le
grazie
di
volta
Rive
che
la
comploxa
musis
da
mai.
Noi,
riportatiper
crederla
del
figliastra
che
P altro
Conili
Non
dice:
paterna
floctit.
(54-65
a
col
tante
in
viaggi
li abbia
Domiziana
canori
die
Stazio
abbia
figliadel poeta.
passò
Napoli,
Crediamo
amploxa
pretosto della figliuola,e
delicatezze,
non
oxequias
credere
una
trattigli
Stazio
della
parole
paterna
voce
«
quel-
»
gis
possiamo
voce
si
che
stione
que-
verso
sic
bella
la
dando
Imhof, perchè Stazio, lo-
carmina
alle
alla mente,
richiamare
non
Claudia
figliadi
v.
Come
dar
malgrado.
nostro
riconoscendo
dell'
la
figliuodell' ut.
commento
a
voce
moa
la
amava
era
fanciulla,ci
ot
che
noi,
può indurre
forit, seu
sonat,
dire
ragazza
al parere
ornava
oholyn
Biscondum
quella
dice
lo
ce
si
54-57.
i commenti
provengono
ascriviamo
cui
v.
imis
fortunato
cadono
e
ragione
non
Stazio
rocodit
ponotralibus
quel
luogo
afferma
ci
sottile,non
è
il
nessuna
questi
poeta, quando
verso.
:
cordo
mmquam
venuto
è
questa
Stazio, giacche
di
dal
si
natao:
madre, perchè
era
piano
V et
maternità
tonos.
allora
rende
si
Sostituito
sic
di
via
citata
ocloga
iìxaniquo animi
Claudia
so
manda
tibi, curaquo
ost
amas,
dioquo
metter1?' Vi
sic- ut
nell'
andirivieni
si
giunta
per
mator
codesto
tutto
sempre
tuo;
Nocto
è
ora
piota» 'alia
noe
Si
che
pensi
elio
ut
un
sopra
alla
si
poco
PRIMA
ove
poi
può
chi
che
non
conosciuti
che
coir
starsene
il
da
quel
Roma
sia
portava
in
amici,
più
della
a
crediamo
non
tempo
andato
tratto
parlarci
vuole
non
della
sua
nemmeno
tro
die-
andar
Imhof.
i suoi
amavano
ciò
"Del resto, chi
continuamente
lo
per
voluto
Napoli
ma
ammiratori
spesso
del
e
che
Appia
e
piti tardi
e
viceversa.
suo
cavasi
re-
gegno.
in-
tutti i suoi
là,
in
via
Roma,
Noi
anche
lo tro-
CAPITOLO
viamo
volta
una
in
la
Napoli, nel periodo
felice al
viaggio
un
di
legione
Siria, non
«isplendidissimus
è
armipotentis alumnus
sappiamo
dalle
Starem
dell' ordine
dei
si
Egitto.
dai
(1)
cui
Praefaz.
Ili,
Maooium
Siriacam,
il
per
sequi
qua
viaggio
molto
nave.
versi
Stazio
sic
cho
condannato
13 segg.
le
dello
Rufo
trovava
si ricava
governatore
altro;certamente
Stato,poiché
Dal
legioStazio
ohe
nel
presente
in
momento
che
suo
iucunad
canne
chiaramente
il
mihi
et
missum
imperatore
sum»
morte
a
sappiamo
non
prosecutus
egli si
era
vantava
essa
splendidissimum
quo
sacratissimo
a
Celere
apparteneva
Mecio
cariche
libellus
si ricava
Dai
pel viaggio, pare
neamente
potente, poiché contempora-
e
di
nelle
poteramus,
Celerò
di
questi saliva sulla
cui
Pomposiano,
amico
Celerem,
non
scrisse
ne
imperiale, e
Sequitur
«
Roma,
corona
rampollo
che
famiglia
Mecio
la
progredire
iuvenem,
scrivo
Ausoniae
patrizia,dacché
di
avuto
avea
nobile
dovè
Silv.
dissimum
nem
lere
Ce-
regia
veramente
primi tempi
predetta
era
Del
non
poeta. La
senatori,(2)
al poeta
perchè gli
del
patrono
origini fin
dell'
Mecio
Stazio
nel Propempticon
Celere),
a
anche
stato
sue
bollica
propo
gere
raggiun-
a
(1).
nobilis
«
rare
augu-
,i.
(riferitoregis
sia
di
andava
carica
quale
»
ad
occupiamo,
Celere,che
con
parole
ci
mei
Signa
?-
cui
iucundissimus
ac
e
»
di
Mecio
amico
suo
55
TERZO
Celere
par,
tiva
da
Napoli :
Vos
caeruleum
quoque
Quis
honor
(Dicoro
rogni eessit
ot
fortuna
sit mihi
fas
magni
quao
ponti, Ne^eides,
Baianosque
tranquillo oertatiin
Litora
ubi
Quaorontos
(^?Fiiedlander, op.
delle
versato
un
Statóre
come
nolla
poco
non
di
opere
ci
talo,
dico
colsa
Dondos
tepontibus
undis
e.
I, 353;
o
monto
è
natatu,
ratis, quam
scandoro
uno
di
armipotentis
Stazio, Silv.
Panckoucho
Stazio, Parigi,
poesia;
ambito
Color
Ausoniao
Nobilis
edizione
fota
ot
di
scorso
ciò,
o
ponti),
sidera
antris
Surgito do vitreis spumosae
sinus
non
agmon,
socundi
alumnus.
#
Ili, 2,
1827,
penna
sappiamo
gaudot
dol
In
124.
leggiamo
commentatore
cho
altri
ne
della
una
nota
che
Celere
era
che
francese, giacpavli e
ce
lo presenti
56
non*
nome
si riscontra
dal
si ricava
Più
natali,L.
più
che
Propempticon,
come
buon
Domiziano
Stella
poeti del
tempo,
suo
Stazio
mentre
1, 2, 260;
samkeit
der
e.
op.
tavi
22,
pag.
1890,
Stella
per
pag.
due
est
Marziale
(2)
la
Stazio
moa
*
et
civis
rimane
unica
«
fonte
Est
iuvonis,
Nobilitas
Borghesi,
Arrunzio
di
Vespasiano.
in
dalla
cui
Oeuvr.
VII,
Stella pretore
di
78
si
guerra
Il
La
da
amicissi-
di
è
discordanza
war
cho
or
erat
Kasi,
De
sowie
inteso
hat.
studioruni
ogni
Il
che
Rudiger
del
riferiti
a
portato
ridi
nozze
os,
fra
Pa-
luogo
lo
,
Dis-
Stazio.
Stella,
coniunctus
vanno
»
»
canto
discordanza
Stolla' s
auf
Domizio
Io
servata
os-
Gemein-
Sembra
Arruntio
diro:
Padova
stata
durch
Stella,teste
L.
256
us
Noapel (Stati
in
Marziale.
a
natus
tolto
ri
maggio-
nativo
era
1, 2 vovfasst
avrobbo
ha
e
per
Vio
et
Marziale
e
Violantilla,
patria di Stella.
dico:
clarus
Il
a
alla pretura.
coi
befroundet, welcho1*
nascentem
la
por
in
corte
i ludi
faceva
dahor,
von
vinculis
»
to
to
eredita-
avea
tempo
93,
intovprotaziono di
una
tua, qui mini
At
stata
acqui-
era
della
per
Stella
Stazio
«NoapoHi
popularis
vere
vi-
a
Stazio, Epital. I, 2,
Napoli.
Silv.
più
quale quosti
quest'ultimo.
di
poesia, si
nel
che
di
dicit»
a
capo
ot
dice
Statius
dom
Patavinum
facendo
seg.
assai
tostimonianzo:
1, 61, 3) und
fiducia
sua
nobili
venuto
sostanze, celebrò
sue
nativo
Stolla. dice:
esse
"agioni:
I versi
quindi
26
eum
Stazio, secondo
lantillao,quae
Stazio.
di
trattando
quanto
meno
era
familiari
Marziale,la
Epitalamium
das
la
accordare
dei
Sarmatica
duo
Mart.
di
famiglia,
§. 323, 1, dice: Goboren
e.
Patavium
qui
delle
Stella fosse
Violantilla
voglia
di
che
la
nobile
lo innalzò
Quest' ultimo
sogg.
Teuffel, op.
aus
mit
Martialis
sentit
1
ar
,
Stazio, con
con
frutto
di
forte
una
uguale.
Padoya, (1)
con
guerra
poetischen Bestvebungen,
Yermahlung
il Teuffel
dalla
di
essere
che
Stella si hanno
dica
pare
tutti. Il
da
di
I, 61,
Marziale,
e
potò
liberale
anche
imperatore
(1) Sulla patria
segg.
Roma
medesimo,
era
dell'
il ritorno
questi
poeta elegiaco. Era
in
ed
del nostro, quantunque
coltivando
capitale,e
ricchezze, e
(2)
altro amico
era
col patrono, da
usare
amico
con
Stella, Nativo
di
di
questi poteva
Arrunzio
della
tuttavia
quei tempi. Egli
un
fama
grazia
in
illustre fu
la vita
delle
mai
Stazio, tanto
micizia per
Silv.
PRIMA
PARTE
Per
la
parla
dei
Sarmatica,
ludi
gonte
latina
patriciis maioribus
quem
ortum
gavisa tulit.
pag.
dell' 808
liberalità
do
di
oolohrati
266-67
opina
(Tacit. Ann.
lui
vodi
da
talo
nobiltà
XIII, 22)
Marziale
Stolla
cho
V,
non
di
Stella,come
andrebbe
II; V, 59;
pretoro dopo
il ritorno
più
figlio
in
la
VII, 36; VIII,
di
Domiziano
58
PARTE
Stella,facendo
in
e,s}
capo,
anche
di
Asteris
Lesbia.
di
della
dire:
Catullo
licet
mei
ancora
volle
e
brare
cele-
parlato del
avea
di
entusiasta
quel
sero
pas-
carme,
SteUa
Tanto
Quanto
Stazio
dicam,
Catulli.
passorem
maior
Columba
est
del
nozze
Catullo
tuo
mous
passor
le
canta
oolumba
audionte
Vicit, Maximo,
(2)
amico
suo
obliqui carminis
astus
oscula
«
»
cives
consumta
fabula
est
Stella
chò
»
cessent
«
vulgi,
molto
stato
era
dire
può
,
viderunt
(1)
»
di Ianed
»
po'
un
nome
Iantheae
bellezza
di
rimanere
delioium
Verona
diu
Catullo
e
dire:
per
Stollae
mendaces
col
cantò
aquae
astrò
«
Lesbia
con
poter rappresentare
elegie la
ninfa
«
dovuto
avrà
*
Quando
di
donna, poiché
sua
Marziale
adulava,
non
Nelle
sua.
volte
più
lusinga
(Stazio)quasi
colomba
una
se
la
svegliato con
sarà
(Marziale) quasi volesse
nome-
dormito
elegia, avrà
dopo Catullo, la parte
this
col
della
PRIMA
Et
rata
nar-
catulliano
nei
.
suoi
carmi,
cominciava
vedova,
L'imene
alle
premio
la
ad
giovine
Elegia.
(1) Vedi
Stella
op.
(2) Epigr. I, 7.
Non
quale
è
del
passero,
favorevole.
il
il passor
(3)
i
earmo
Mono
in
54
per
e
di Stella
Avrobbo
si vuole
so
sua
anche
nel
gna
compagno
de-
un
di
uscirq
(3); dopo
90
.
tre
58-64.
potuto
elio
in
1'
attenuare
di tanto
la
una
poeta.
suo
seg.),fu
fatto
Violantilla
pag.
voleva
Marzialo
suporava
(v. 121
avrà
supcriore)
ossolo
del
versi
interpretazione del Rasi,
la
ischorzo.
malo
o
tuttavia
era
Stella,giacché
Stazio
isposa
3,
n.
Stella
detto
di
probabilmente
e
,
accettiamo
espressione a quel modo,
lato
bella,come
la dice
pag.
ai
commento
i fuochi
o.
Clodia, ma
una
qualche
condusse
avrobbo
era
ammorzare
veglie
Rasi,
Marzialo
e
sue
non
sentire
a
poi
pensò
ancora
casa
Violantilla,che
e
quello di
a
e.
op.
Catullo
tanto
quanto
,
facilmonto
ogni
risolversi
la
caso
frase
sua
secondo la
p. 54
in
quanto
la
lomba
co-
satira
la
volgosso
al
adulaziono, intorpretando
Catullo
la
colomba
cho
lamente
so-
supera
o.
•
?
,
Possiamo
seguenti
afformaro
versi
Stazio
scrisso
1'
noi
epitalamio
(J0, poggiandoci
pra
so-
178-81:
Iamquo
Fas
cho
parons
latius, cuius
mi hi, purpureos
lndulgebit
Exuvias
obur
habitus
dacasquo
laurosquo
dabit
montoni
praonoscoro
iuvoniquo
curiilo
(oa gloria maior)
celebrare
recontos.
»
.»
*
•"•
fu
anni
pretore,
(1). Stella
Marino
Iulio
sposò Violantilla
di
(per
Dodwel
pretore
vedrebbe
qui
del
scuola
avea
scoperta
il
cui
in
nel
cui
dovea
si
un'
cadere
in
delle
di
età
almeno
;
avere
altra
troviamo
poeta,
dai
Stazio
30
il futuro
dello
versi
Stolla, mihi.
di
avrebbero
vatis
mitis
ha
gioia
delle
Stazio
ad
ci rimane
(2)
dovettero
fatta
257-59.
sia stato
ipotesipare
dacica
ottenuta
l'anno
90.
T
nel
spiraro
doli'
91
alle
(vedi
a
nozze
sue
Tibullo.
i versi:
quelle poesie, le quali
quelle
non
il matrimonio
49
Apollinare
Catullo.
di
dacico,
pag.
89, quindi
anche
conseguenza
(v. 707) dul-
iuvenis
tellus
suo
di
trionfo
futuro
un
a
lore
va-
minus.
verso
accanto
colebrato
sullo
Por
di
Fiacco
sul
fragorose
(v. 201)»;
vates
divulgate. Sidonio
e
le pone
menzione
nec
un
lette
essere
conosciute, giacché
è
anche
e
Pierius
«
Livio
Aporia
nemmeno
sua
aras,
undam.
gli aggettivi facundits disertus, e
ancora
quale
la
Fileta, Callimaco, Properzio, Ovidio,
Stellaque
tempo
cioè
Camonao
lodi chiare
(v.98) placidissimus
assistito
la
desumeva
Egli
amnibus
ab
lo chiama
Censetur
Non
la
riportarsial
dovea
bacchamur
pares
haurimus
hanno
di Padova.
con
Marziale
Stella
che
grammatica,
console.
iunctaeque
multumque
doctis
sociam
Marziale
e
del poeta
(v.33)
dice
Il nostro
anni).
v.
cis
ci
epitalamio.
similes
tecum
amicizia
scuola
teneva
frequentare
seguenti
Et
anfci la loro
che
e
di
padre
dovuto
Stazio
con
poter rivestire
ipotesi
sue
te
mor-
console
Stazio,giacché questi
di
ancora
era
non
lo
102
la
per
,
coetaneo
tempo'
solo
e
politicaritardò
carriera
sua
più giovine
era
quando
carica
era
la
ma
protettore Domiziano,
del
che
creato
59
TERZO
CAPITOLO
di
che
Stella
altro
la
tempo
si deve
le avrà
certo
Stella
(3)
questo volume)
rimane
di
secondo
alloro
vi
coi-
più probabile
e
della
in
vittoria
che
mezzo
assegnare
a
quol-
anno.
Marzialo
(1) Da
Vilmanns
XXVI,
2853.
79,
(2.» Op.
(3)
Por
XXVII,
cit.
Excusat.
Vili,
Tanno
78
101
X,
o
41
vodi
632.
Felic.
v.
266
Stolla
Mommsen,
§ 24.
ad
por
sogg.
pretore,
Hermes,
e
da
Orelli,Inscr.
n.
784,
3, 124; Stobb, Philologus
80
solo
tivò
sdiva
la
prima
parte
qua
delle
poteva
E
PARTE
il
elegiaca,
poesia
Stella
voluisti
»
preoccupazioni
essere
aggiungono
nei
commentatori,
in
perciò
corresse
parole
optime
non
illustre
B"hrens
le
e
iuvenis
e
PRIMA
tutti
et
Stazio
in
studiis
che
rami
parte
qua
nella
Il
si
di
studi
enimentissime
voluisti
domandati:
sono
in
cui
ha
Stella
volle
provarsi
le
provarti
»
niente
parole
che
nel
è
di
del
tosto
Stazio:
resto
del
illustre
la
poeta.
in
quel
interpretazione
?
Noi
»
.
,
interpretiamo
creato
come
eminentissime
coluisti
alla
prefazione
nostris
virgola.
una
quei
«
di
ramo
più
nel
piana,
hai
quale
e
non
luto
vo-
reggiamo
cor-
"""""9"5"9""eS5"m"GG"9Ge"G9B"
Capitolo
Sommario
Domiziano;
—
lotterarii
e
Costruzioni
Domiziano,
di
Tebaido
Marziale
di
poca
di
di
più
la
mostrarsi
le
del
e
storica
di
splendida
per
corti di Nerone
che
e
e
di
poeta noi
Essa
polemica.
una
e
si è
di
ambidue
Domiziano
stagnare
sotto
dei
Come
una
ai
della
la
e
poco
e
quelle
Dopo
sorte
di
molti.
di
zione
Condi-
periodi splendidi
un
sulle
poco
in
tempi
asservente
Così
nelF
romana
della
poesia
una
la
e-
liana
ita-
provai
tina
la-
poesia
silenzio, di
col
di
per
gon-,
piccinerie.
Augusto
a
prime
certamente
copiosa produzione
il peso
invidia
poesia
tratto
ricorsi.
fossero
occasionali
canti
risponde Stazio.
inanità
in
imperiale
a
poeta
erezkmo
Domiziano.
suscita
che
le sorti
spegnersi
del
la
e.
I
Stadio.
rispetto all' imperatore.
osservato
secolo
di
relazioni
saturnale,
epiteti largitia
seicento, avrebbe
volte, prima
ricca
invece
Marziale,
primo
legge
sua
due
tentò
in
poetica
Prime
del
studii
carattere.
suo
sconfitta
festa
L' animo
Domiziano.
considerato
nel
e
cinquecento
per
a
Una
i suoi
impero;
sogliono seguire degli altri,i quali
avesse
Augusto
del
Gli
H
Stazio.
eredità, poi sdilinquiscono
Vico
la
Capitolini e
Stazio.
Stazio
pensiero
ingegno
dell' avuta
il nostro
se
del
per
privata.
dedicata
a
o
all'
le lettere.
riportatavi da
imperatore.
è
questi rispetto
dell'
opere
da
impegnare
Storia
Nella
fiano
cantati
all'
fino all' assunzione
arti
condizione
non
vuole
le
vittoria
sua
e
si riferiscono
La
per
una
monumonto,
un
che
le
e
anni
primi
I giuochi
foste.
o
Minervali
giuochi
con
i suoi
il mecenatismo
Quarto
poemi
in
cui
se
•, e
il pensiero,
dispotismo
si
,
62
alimentato
fosse
Augusto,
Il regno
Nerone
di
poeta,
fortunato
imperatore
che
di
tema
un
che
sua
i
Domiziano,
sontuoso
di
d'
pleiade
P epoca
tutta
pazzie
che
ingegni
rità,
esterio-
furono
di
Nerone
favorisce
o
rinnova
gare
istituisce
fortunati
tista
ar-
per
da
imperiale , rappresentato
artistiche
politica
nella
compositoi-idi
la poesia,
giuochi
e
,
intorno
esametri
ci ò
trasformata
lo
per
la
nella storia
più rappresentato
figura principale
il
anche
,
P
azione,
e
divenuti,
storici
agli
è
ci viene
così
tutti,poeti
uno
sciame
antichi
facilmente,
spiega
esso
stato
di
avvolto
alP arte
suo
a
fiabe
da
bene
Tale
egli
fatti,egli risulta
i
anche
mancò
difetto
credeva
lo
di
delle
alla
ad
trascinò
ha
un
stro,
mo-
in
e
lità
pueri-
a
di
eccessi
sprov-
generale
in
e
ni;
azioanimo
suo
solamente
poesia
secondo
operare
ne
sue
nefande
atrocità
lori
co-
figura che
una
il
sospetti;
scrittori
ad
natura
per
ad
coi
Domiziano,
certo
molte
vagliatiper
mentre
prodigalità,
6
scrissero,non
letto la narrazione
fra
tempo.
Ma
adulatori.
abbia
della misura, che
senso
del
lui
quadro
inneggiato
chiunque
presentato inclinevole
visto del
retori,avendo
e
bassissimi
di
che
da
mentre
ridevoli;.
di
di
più
tuttavia
foschi:
sou
si
quello
una
gloria di
alla
volto
a
proposto.
più
base
costruzioni,con
,
mano
Domiziano
subito
di
gare
unicamente
le
di
di
giuochi
rettorica.
fortunata
una
fu
a
senza
di
avrebbero
sorgere,
pensiero
migliori
si occupa
non
incorona'
i
di
veduto
aver
per
anche
avventura
cede
videro
che
o
di
dopo quella
venute
pur
poesia, invece
vera
il cui
ma
accolsero
che
splendido
ò
imperatore
e
ideali,certamente,
della
ancora
di
un
capo
nobili
di
gP ingegni
con
darci
potuto
un
PRIMA
PARTE
severità
ad
conveniva
e
un
reggitoredi impero.
Ne
gli
lo
del
scrittori
splendore
occhio
che
segue
di
familiare
tempo, dei
alla
Domiziano
con
poesia
Sabino,
il
allora
grammatici
i
crebbe
sino
•
di
sana
quale gli
quasi
alcuno.
mai
fornì
e
Veniva
robustezza
anni
su
e
potrà
del
anni,
alto
adulò,
moderatissimo
il resto
e
ammirò
da
nella
ipotesipiù
un
ra,
du-
adulatrice.
tempo
della
giudicare
che, guardata
Eoma
e
dello
casa
che
nelle scuole
parsimonia
con
,
mai
aver
persona,
nel
in
zio
,
educazione
senza
nel
adoperati
sembrare
giovanili in
parca
i retori
ai venti
qualcuno
vilmente
una
noi
ammirazione
una
romana,
i suoi
visse
solo
quali
corte
una
da
i criteri
sono
po' gonfiata, non
uh
di
diversi
bere
tratto
bello
e
e
nel
su
severo
di
teneano
di
sé
spirito
P attenzione
nelP
cibo; egli
to,
aspetera
del
CAPITOLO
padre
del
e
di
la
padre,
la
lui
con
Una
(1)
parlano gli
le lettere
lui
e
Svetonio
«
La
fuori
aut
del
fortuna
le
da
di
mura
di
e
(1)
grave
Dam.
perduto
aver
per
12.
rispose consolandolo
dentro
ai
in
«
Eadem
adoloscentia
si
Domiziano
avventurò
Svet.
un
compiaceva
qualche
giorno uscì
Dom.
dei
nel
col
dire:
18.
(2) Instit. 4,
proem.
3.
frase
Usque
fu
Omero
alla
un
II.
XXI,
fata
et
adhuc
ai
corte
che
di
alla
più
ridotta
ciò si lamentava,
108;
forti animo
decoro
fero
brevius
nec
comam
Anche
»
.
capelligiovanilisenescenti.
mezzo
dietro
|iÌYa£ TS*
ts
gratius quicquam
in
tradotto
,
venustà,
sua
sto*
Domiziano
stava
amico
di
la distruzione
dalle Gemonie.
che
cendiato
in-
e
circondato, preso
Ad
capillorum
arte
minacciavano
tempietto
capolli.
di
verso
noe
guinosa
san-
rimanendo
di
tesori
ohe
alquanto
i
tempo
suoi
ciarlo
lan-
per
disastrosamente
medesima,
suoi
coi
soldati
teneva
scias
(2)
»
lotta
una
di
liano
Quinti-
giovine
oscuro
combatterono
gettato giù
manent
tamen
senescentem;
il Petrarca
Egli
me
di
quelle
pericoli di
la città
Oty ópàag oXoq xàyw xaXó^
aggiungendo
e
parole
le
eloquentia eminentissimum
inerme,
nascostosi
un
dubio
Flavi,
il cape,
con
soldato
dei
Campidoglio
per
in
riconoscere
seggio imperiale. I Vitelliani prima
amici
Domiziano
e
del
il
assai
far
co
po-
le arti
per
potrà dire,fu
si
padre
mezzo
poi
mozzo
mecenatismo
a
za
sen-
educazione
sua
inelegantis »
in
fuggire, ma
tentò
della
togliereogni
a
e
volta, ma
sua
Svet.
agli
il
anche
all' irrompere dei
Sabino,
alla
al fasto
lotta
Vitellio,e quindi
fuggì
privata
tanto
potea permettersi
inaspettata air
vita
piuttosto
porse
,
bastasse
ita in
arrivò
del
equilibrata,fu occupata
suo
non
una
,
non
padre
Eoma
quella
Koma,
il
se
ma
accoppiava
baciarlo
che
vero
omnibus
in
mezzo
ai soldati
ria. Flavio
ò
sermonis
«
una
in
poi
da
Egli
lettere,basterebbero
principerà
cedere
studi.
ed
gono,
ci riman-
che
alla concubina
che
narra
per
parca
salì all' impero
fu
e
gioventù
letteraria,
perchè
le
ci
busti
fisiche
qualità
legittima madre
una
antichi;
pel quale
prima
a
storici
quando
favorì
pure
di
negli
cultura
una
solo
cosiffatta
dubio
alcun
per
che
dai
e
dall' Istria, moveva
venuta
dicendo
mano,
alle
Svetonio
piuttosto rara.
quale
monete
E
lunga più augusto.
gran
alterezza
pudica
dalle
fratello,a giudicare
88
QUARTO
Perfino
senatori
intorno
animum
meum
al
in
suo
età
bel
adulta
volto.
probastiset vultum.
64
PARTE
PRIMA
?*«i"-r"»"
sua
ebbe
casa,
riuscì
per
nella
passava
di
vie,
1' assenza
per
libidine
favori, di largizionidi
fratello
Tito, il
Muoiano
nel
quale
una
buona
volontà
di
Mentre
Vespasiano
ad
del
e
la
e
fratello
si trovano
le
sue
sono
guerre
In
quel
Y
secondo
nella
e
amore
Tacito
oris
di
di
acta
solo
confusio
di
di
«
decorus
modestia
la
Omero,
presentato
del
siccome
sensuali
,
Egli
il
ebbe
alla
arriva
divenire*
poterlo
Roma
allora
si
accipiebatur»
di
farla
e
che
non
smetteva
monte
Albano
grande poeta:
quasi
qualche
a
che
quello
voce
di
manifestamente
siri-
Egli
letterarii.
in
mente
provato pubblica-
diede
ci dice
poesia. Svetonio
al
amore
sua,
quindi
di
popolare
Capri. Da
ò
nato
se-
tutti
,
ad
erudito
mai
vi
in
moribus
adhuc
fu
e
da
giudicatobuono
Si
poi
e
belligero.
acceso
a
era
.
de
gran-
associandosi
Italia
ignotis
et
dre
pa-
educato, quindi
fittizio fuoco
studi
Svetonio,
i Galli
contro
arrivava
agli
habitu
volge
di
figura
sua
stato
in
proprio
fu
la
tutta
"
un
a
appunto
gesta guerresche del
di
quale
conda
se-
sconsigliatodagli ami-
ò
era
non
di
tèmpo
quivi
e
senza
del
k
quel
Oriente, eglida
nelle
tutto
Tiberio, probabilmente secondo
il solitario
ci ò
dice:
prò
discordanti.
Lamia,
di
discorso
un
studio, e coltivò
Virgilio e
darsi
giovanile
la conferenza,
generale palestraletteraria,
e
poscia pronunziò
mentre
per
di
compagnia
da
impero;
Cesare,
che
Elio
di
le testimonianze
comune
dell'
subitanee
Domiziano,
e
L' età
La
pensare
apprestare
Vespasiano
di
eccessi
chiaramente
assai
barbari; ne
delle armi
vampolate
tempo
Tito;
godere
gioventù,
vita
Longina, moglie
Domizia
tiro per
di
a
in
vedeva
in
versò
perfezione.
nuovo
mosse,
alla
come
torno
soltanto
governo
per
Ma
i Germani,
e
i
dovea
che
reggitore dell'impero,
contro
più
ancora
imprende. Egli
un
sen-
fratello,arbitro
intemperanze
grande imperatore
un
lato
per
storia
spedizionecontro
una
insiste
Tito
e
ma
in Ro-
questo riguardo , più mite
di
i caratteri
mostrarsi
le
comincia
nella
parte
storici
sciuto
scono-
l'impero
e
uffici.
pubblica spiega
cosa
del
e
di
e
scusare
gemma
tuttavia
gran
negli
cominciano
ci, ma
della
padre
cariche
egli fu,
una
Domiziano
rappresentare
pensiero
era
così
e
entravano
moriva,
condizione;
sua
possono
che
noto
governo
accusa.
il
tempo
essendoci
più
molto
alla
impari
del
le costumanze
e
Iside
intanto
Vitellio
del
si mostrò
di
di
Flavi.
dei
ogni potere,
e
sacerdote
Vespasiano
le
passo
casa
Domiziano
Rimasto
soldati
I
passo
da
travestirsi
salvarsi.
a
contendendo
z' altro
di
tempo
bra
cre-
una
ta
vi-
lettore
leggere gli
che
migliava
rasso-
Quintiliano
della
esage-
66
PARTE
ingenti
a
spese
cui
per
,
sperperate. A
storici
gli
fatti
detti
e
morale
di
e
riuscendo
il buono
non
di
ce
mattoni,
far
i Flavii
e
nel
si vide
ma
fino
ai
Flavi,
ogni
piuttosto con
tali
con
ed
no,
ricevendo
che
e
il male
Ma
da
non
sperperò.
Le
mondo,
tradizioni
con
di eredità.
e
di
fronte
(1)
in
Ann.
un
sudditi.
ordina
perfino quando
dissipa
ai
giorno
Ili,
55.
della
Caligolae
le loro spese, volevano
Cesare
del
fondatore
P
E
in
costruzioni
solo dieci milioni
un
volevano
mare
di
Storia
deve
anche
fu
di fronte
ornai
popolo
tutti
ricchezze
di
ma
Ro-
pur
ebbe
Roma,
durante
la
quindi
a
il
tutto
gonfio
della
del
pazzia
la tempesta,
di
tre
di
gli uomini
la potenza
riconoscere
sesterzi,tributo
a
lo
l'esempio del-
non
sbalordire
profondere
Caligola si
in
di
romana
ricchezze
diedero
su
di #over-
econome,
profondere
il lusso
iiupero
venuti
abitudini
e
Eo-
veniva
Y aristocrazia
di Roma
ricchezza
col
che
moderatore
e.
di
ostacolato
avea
uguale nella
vanagloria
mostrare
dell'
provinciali,uomini
imitarono,
Nerone
più smodatoci
accorto
a
che
imperatore,
un
spese
che
di
ftvea
ciò
grandi
le loro
che
vero
(1). Augusto
questo
mai
sconfinata
estrinsecazione
ma
di
Il lusso
emulazione
li
famiglie
espressione dignitosadella
si vide in
non
al* vero.
la città
dagli imperatori, i quali
derivò
ricche
lui
delle
elementi
avuto
aver
e
strano
conforme
è
marmo
Tacito
da
seguito P
tradizioni.
con-
primi
carattere
un
morte
qualche tempo
in
maggiore
di
mania
aiutati
di
tornaconto
un
di
impensierire ogni
quel tempo
per
facoltosi.
sviluppo,
tanto
in
mantennero
essendo
far
furono
sforzi
i suoi
venne
da
proporzioni
altrui
le lettere,
mostro
ai vizi. I
non
prova.
anche
quella
mezzo
che
dalla
corre
riconobbe
come
risalto
il potere assoluto
luminosa
che
periodo
tà
austeri-
per
un
trova
di
delle
amore
occhi
opere
uno
Dopo
innalzare
fanno
ne
violazione
vi
più
lasciato
aver
si illudeva.
e
più grandioso potea
Nerone
di
crudeltà,
Dione,
e
,
nelle
trovare
presentarono
ne
si vantava
Augusto
trovato
di
pensarono
di
simulato
almeno
dare
per
Svetonio
di
gli
innanzi
porci
a
come
e
di
e
veduto
hanno
non
nanze
fi-
nelle
,
demenza
Plinio, il quale
come
i secondi
uomo,
di
biblioteche
e
tal modo
dimenticano
o
libri
per
in
catalogo
a
rifarlo
può
che
questo
adulteri,di integrità,e
amori
Ora,
seppero
ò stato
mettono
ora
chi
spogliare
a
parere
disparatissimi,esempi
sostanze, di spese
Tacito,
esita
non
nostro
antichi, che
PRIMA
e
provincie.
OAPIfOfcO
Domiziano
Nerone.
I
allargare
nel
Domiziano,
dei
necessità
prima
e
ricchezza, le
splendore, che
La
esclusivamente
salito
Domiziano,
fratello,proibisce le
in
Giove
(an. 82).
nelP
si
un'
attività
da
che
dei
delle
solenni
fin
(1) La
17;
e
quell'anno
Doctr.
d'arch.
et.
vet., VI,
num.
che
Hist.
il trionfo.
la
spedizione
(2) Dio, LXVII,
4.
tempi
i
contro
Mommson,
Melanges
ultimi
Nerone.
I
presto per
dei
da
principio
Vodi
d'hist.
378
sia
e
della
repubblica
IX,
aucho
de
lo
Asbach,
189
pag.
Gsoll,
V Ecole
Chron.
Frane,
Schiller, Oesch.
avvenuta
nel
84.
obbo
Westd.
luogo
des
giuochi
giuochi
Minervali
Roma
il loro
83,
Rome,
der
Rom.
1889,
de
carattere
trasfor-
1885, III,
sulla
pag.
3.
di
fino
Domitien
Kaiserxeit,
mano
ro-
rendere
erano
e
per
popolo
Zeitschr.
nel
simi-
a
,
per
si
mano,
ro-
indici
del
esse
e
il mondo
tutto
expedit.
de
il popolo
ti
distrùt-
migliori
in
di
festQ pubbliche, le
morale
e
ina
eglispiega
gli spettacolipubblici
Catti, secondo
Rom.
i
di monumenti
nelle
e
al
tempio
per
quel momento
intellettuale
Introdotti
del
nell'arena
giù
letteratura,sono
stato
avea
alla corona,
(1),imbandisce
(2).Da
Ora
lo
con
i funerali
pompa
qualche divinità,perderono poscia
a
dagli
di
dello
e
epoche.
spedizione
anche
proprie.
o
con
mentre
si sparse
su
liberali.
Catti
Roma,
la
fasto,
che
venerazione
ricostruzioni
in
il
popolo
la ricostruzione
la notte
e
,
nella
lato veniva
il
innalzamento
dei
banchetto,
sue
tendenze
le feste
e
religioso,
suo
trionfa
fama
cui
acciecasse
al
termine
di lui
motivo
d'altro
Flavj
celebrare
scoppiavano
d' arte
diverse
a
giorno
hanno
Principe
la temuta
magnificenza quelle di
in
opere
nel
fa
nelle continue
spesso
istituzioni
delle
nelle
pag.
il
tutto
Capitolino, la
giudicare
più
lauto
un
grandissima
furono
glianza
anno
ormai
pazzie
sue
tanto
sol-
trovano
,
suo,
e
opposero
si vuole
se
,
onore
dopo
superarono
Agone
in
Un
per
incendi
quali
feste
impero
subito
anfiteatro
prolungano
all'
condurre
fa
compenso
le
per
fabriche
anche
di
la occasione
i Plavii
aurea:
grandi
che
competitore*
per
ultimo
fratello
famiglia
acquistasse le simpatie
si
Nerone
avuto
noi
nel
e
richiedevano
favolose.
spese
le
origini borghesi; bisognava dunque
da
1'
padre
quali
i
tempi,
la Casa
capriccioso,artistico
nel
solo
quesf
a
Nerone
in
se
volere
nel
il motivo
costruire
e
Ma
le Terme.
e
dato
aveano
le vie
allungare
e
il Colosseo
in
incendii
frequenti
edifizi ha
grandiosi
costruire
6?"
QUARTO
ecc.
,
L'Eckhel,
I, 527
gliono
vo-
tf8
PARTO
acconci
mezzi
in
mate
o
Augusto
al
che
vero
dimenticata.
del
primi tempi
favore
certo
Tiberio,
suo
favorì
regno
amato
pochi
vollero
popolo,
credervi
la
dopo
che
enormi
Domiziano
fu
mo
nella
spese
quella
del
quale
si
ma
sempre
ed
anche
semplici
impero
L'agone,
a
,
esponendosi
nel
(1) Svet.
Ani.
Xero
"5) Secondo
vano
metà
di
in
un
Tito
istituzione
la
nelF
musica
poesia
Roma
per
di
XIX,
1, 13.
fece
e
quest' ulti*
volta nel
arte
equestre,
Dovea
correre
ri-
determinato
non
,
da
Roma
contrariati
non
celebrare
il fondatore,
e
prima
latina.
e
greca
in
accorrere
dopo
dido,
sor-
atleti, retori, poeti, musicisti
acciocché
lunglii viaggi
per
1' esempio
seguì
ne
,
probabilmente
mese
a
l'
del-
dal
(5).
tempo
gusto
istituiti da Au-
d' Azio
ogni quattro
aboliti
perfino
da
Milano
IS16
la vittoria
e
ogni parte
Caligola;
.4*0. XLV.
(4) Dio, LXVI,
sul
a
disuso
in
(2) Ioseph.
(3) Svet,
(4)
nella
fino
mondo
del
era
sciagura,
tornare
concetto, corrispondeva ai giuochi Actiaci
suo
Xicopoli e
anni; caduti
finale
,
potessero
a
feste
sue
,
nella
e
nei
guadagnarsi
a
delle
sua
Capitolino, (celebrato
stagione,
curiosi
crudeltà,
vederlo
anfiteatro
famosa
più
corone
eloquenza
buona
la
annunziata
teste
La
disputavano
nella
fu
arrivato
era
modo
personalmente agli
magnificenza
più grande
Agone
ogni quattro anni,
la
alla
(3). Vespasiano, che passò sempre
ambidue.
ginnastica, nella
fino
desideravano
pubbliche
grande
mezzo
per
ancora
del
per
li superò
86) nel
siffatto
in alcun
può
anche
assistette
quando
morte
sua
gettò le fondamenta
delle
ed
con
molti
e
politicanon
aristocratico
carattere
,
ò
che
pubbliche feste,e
per le
veduta
sperpero
particolare,
soggettivo:il
motivo
avea
popolare (2).Nerone
dal
tanto
trent' anni
la
(1), ma
perfino Caligola
spettacoli,e
un
monarchia
dello
e
grandiosi spettacoli.Egli
dei
un
delle classiche
instauratore
lusso
polare,
po-
che.
politi-
condizioni
dalle
che,
del
quasi
frequenza
rintracciarsi
della
dichiarava
apertamente
essere
molta
con
il fondatore
gusto che
importanza
il favore
cattivarsi
a
distratto
e
persecutore
potrebbe
ciò
in
tale la
romane,
popolo
suo
potenti
popolo allegro
riconobbe
ne
costumanze
diede
il
mantenere
a
uomini
gli
per
PHOTA
cominciare
giugno.
Iud.
LXJI,
la
con
nota
dol
l'asauhono.
10.
il Moreelli.
De
dell* estato;
Agone
Capitolino,
il Clinton,
F.
R.
pag.
,
252
vorrebbe
pag.
12
si tene,
determinare
la
CAPITOLO
fatti
quindi
rinascere
da
soltanto
due
celebrata
fu
mai
nessuno
le
sole
dal
potea
celebre
secolo
fu
tenuto
il Medio
Evo
giorni
il ricordo
nella forma
Il carattere
U
esteriori.
alla
Giove,
di Giunone
i
erano
la
della
le
premio
del
popolo
la
sola
sul
alloro
La
Por
la
la
nel
tradizione
Roma
datrice
Rinascimento,
del
ai
nostri
d'
corona
oro
con
le
e
i membri
di Giove
medesimo
di
di
immagini
costume,
il ritratto
inoltre
porpora,
legio
del colla sola
con
Domiziano
,
(2). Era
una
gara
artista
atleta,un
unica
o
94
E
Roma
in
rimase
1' alto
poi
Evo
Medio
di
lauree
fu
pari agli
di
onore
volle
poetiche,
Dei
per
sempre
il
e
ci
dice
per
correre
con-
che
nella
riguardarsi come
Petrarca, già
potuto
aver
scienza
co-
ottenuta
corona
una
do,
mon-
se
poeta potes-
un
radicato
così
nel
sul
ottenere
minciare
co-
un
Campidoglio.
e
pompa
(1) Erano
loro
Bruxollos,
un
poesia greca.
nella
tutto
di
manto
un
Alessandria
augusta
del
di
da
e
di
perfino negli apparati
voleva
della
battimenti
com-
per
fino
quello
venire
i
campo
conserva
manifesto
era
Flavj, nel
premio
medesimo
si mantennero
ne
quarto
Per
Roma.
da
che
quei giuochi
una
delle gare
assessori
al
fino
che
che
Odeon,
aspirazioni.Il poeta Diodoro,
sue
Marziale, (IX, àO)
al
solennità
portavano
corone
V
nel
Navona
Il Flamino
dei
casa
coperto,
di
campo
nome.
di
Minerva.
al cui
solenne
rivolgere
a
di
e
giudici e gli
più
il capo
cinto
le loro
che
quella
al
di
persone:
piazza
nel
e
comparire
ri-
(1). Per
costruire
bei monumenti
imperatore presiedeva coperto
greca,
sacerdotale
differenza
di
greco
la
e
la fece
romano
circa, e
erigere ugualmente,
rovine
sue
teatro
persone
più
quale
parecchi secoli,acquistando
del mondo
fece
un
di trentatremila
capace
le
calzato
dei
uno
in vita
solenne
mila
Domiziano
che
a
la
Sacra,
,
Domiziano
undici
Festa
Degli imperatori seguenti
64.
fino
Apollodoro
atleti fece
stadio
uno
nel
e
più
musicali
ad
come
degli
Marte,
festa
architetto
fino
contenere
di
nome
da mantenersi
della
importanza
60
pensiero
tali fondamenta
rappresentazioni
Marte
il
il
sotto
volte,nel
rivolse
vi
con
la
Nerone
V
69
QUARTO
considerati
durata
184(J,
(2) Svot.
1' universalità
vedi
pag.
DomiU
di
queir
agone
ugiuiliai giuochi Olimpici,
Bock,
6.
I\\
Les
deruiers
solennités
fin
sedusse
Franz.
C.
desjeux
I.
G.
dalla
Ili, pag.
Capitolins
de
prihia
729,
Rome^
-
70
celebrazione
degli
i
ultimi
tentare
a
Ma
di
nulla; Giove,
forse
con
ad
la
del
poeti
ottenuto.
avea
PRIMA
PARTE
un
cui
cadde
un
Collino, a
notizia,gli
invia
in
del
quella
Scaevus
licuit
moritas
V ultima
che
(1)
La
1'
in
Ili, 7,
queir
solennità.
Vedi
nei
rosistonte,non
geret
poiché
sibi
IX, 9,
si
richiamò
frondo
conda
se-
ci fornisce
intonazione
curea
epi-
comas,
adesse
putes,
ecc.
IV,
54.
ad
arriso
(3)
crede,
a
un
poeta
gico
tra-
del
94,
quella
in
e
fanciullo
un
oditi
da
per
precoce,
luogo
di
della
il
Quintiliano
lahn,
invidorot,
sod
avea
Africa
«
Africa
no
a
,
crodottero
attribuito
il
ottonosse
XLI
pag.
premio
;
gere
correg-
che
Stazio
la
vittoria
Tobaido.
sua
popolo
V
che
al
concorrere
procedenti, i quali
volova
non
costante
quosto
che
eroderò
puero
dagli
ancora
«
Lucilium
pootao
(4)
scolii
C.
L.
poota, XI,
Saturila
ad
invito
a
lui
quidem
quella
Caosaro,
Iovis
magni
ooronam
in
promio
ot
attin-
ut
l*rolms
opiniono
fi-atollo di
Turnus
lo
si ricava
da
Turnus.
carmina
V
Frator
Valla
oxponit,
orat.
o
Turnum
attribuiti
da
costui
dicit, Fcaovi
a
Momoris
Probo)
gici
tra-
».
Visconti, // Sepolcro
dol
sia
10:
(publicatidal
(ìiovonalo
voi,
Cho
ingoutia poctora
Molitori»
ad
dicit...
frarrom
vittoria.
sua
stosso
non
a
la
canta
dolio
epigramma
Cui*
L'
che
e
,
».
altro
I, 20:
fu
fortuna
Marziale,
Turnus
il toma
era
qualcho episodio
farci
Cantulit
od
ingrato
quorcus
abbia
satirico
i commontatori
frammonti
quod
(3) Marzialo
un
tutti
vuol
retoro
si opposo,
Domiziano
del
4. Il Markland
letto
avesse
agone
(2) Questo
e
la fortuna
Capitolino
seguito da
errore
fu
a
(4).
Giovo
di
valsero
popolo
che
diobus
tibi semper
potè presiedere Domiziano,
lode
Quintil. Inst.
contingere
totis, Colline,
che
fratello
Q. Sulpicio Massimo
del
vecchia
una
prima cingerò
utaris
pare
Memor,
tanti
(2). La
sconosciuto.
con
dopo quei
(1)^ gli
Floro
Annio
tutto
Tarpeias
sapis,
90
quel giorno
P.
Extremumque
In
fu
non
Orazio:
Et
Si
,
il favore
epigramma
un
cui
0
del
noi
Stazio
e
successo
fors' anche
il retore
prestito da
a
grande
le lodi
pure
corona
,
e
cantò
la
contendere
a
nuovo
la fama
lui
presa
tempo
Visconti
ò
stata
del
fanciullo
rifiutata
Q. Sulpicio Maximo,
dall' llonzon.
Bull,
dell' ht.
Roma
d.
1871.
Corrùp.
CAPITOLO
Il Calendàrio
divertire
ecco
il
popolo; egli
motivo
un
poeti, oratori
le
fette
di
le
imperatore: egliera
e
domandava
al
poteano
trovare.
ii
Albano
fth
in
le
bel
un
Dontìziatìo
di
feste
le
e
solitario» ritlrd; Il battello
in
ad
ce
medesimi
quei
eccitare
i suoi
lo presenta
finire
allora
in
nervi,
nell' atto
di
meglio
alla
addestrato
di
chi
E
il
una
grande
di
quelle
Archeei.
1871
Carmine
tum
ex
vorrobbe
Valerio
tratto
Capid.
farci
Fiacco
che
yr.
coli.
seg.,
Bori.
Silio
che
1878,
cho
Italico,
M.
S.
si presenta
pag.
occ.
250
o
la
oratoria
giiosta notizia, probabilmonto
si
da
del
al pensiero
il
V animo
noi
della
riusciva
remi
Plinio
bisognava
remo:
«
mobile
im-
Allora,
espiazione
una
popolo
facondo
sacerdoti
chi
di
de
ve-
principe
meditare:
di
valore
di
»
.
spettatori
oratore
del
il
o
rio,
santua-
presentavasi
fortunato
meno
Romao,
sogg.
u.
1871,
(518.
Ciofi, Inscr.
dal
lai.
Kaibol, Epigr.
Halborstardt,
tentarono
fonte
o
a
pure
tentare
ri-
L'educazio-
avversa.
dal
ancora
(Quintiliano. Non
nessuna
poeta Stazio
il nostro
mostrata
era
Capitolino
all' agone
di
il vincitore, non
ragioni, ed
buono
eoa
dai
circondato
del
più
pla
contem-
spettacoloe
suo
un
non
Campidoglio.
prima gli
Q.
extemp.
intondore
o
feste
poco
98
pag.
del
il
poeta,
fortunato
agone
di
pensiero,
si
spesso
portato ad
anno
dal-
animo
rimorchiata
essere
giudicare
per
nel
ticella
re-
quel lido, si
dello
cadere
come
fortunato
intenso
meglio
rumore
ogni
ogni
Domiziano,
al
la sorte
sembrava
rendeva
il
dovea
nave
più
trono
un
premio
vinceva
in
il
atleta.
sopra
e
gara,
ad
ritiro si animava
ammirare
sedeva
la
assai
una
richiama
su
conoscere
lo distraesse
trasalire
e
tenne
un
favorita
suo
si
e
e
dipinge*
in
primavera
Citi perfino il tonfo
se
battello muto,
quel
ad
di
remare,
Eppure quel
accorso
come
di
partane
potea
in
luoghi
qualche
verde
che
cfee soleva
il battello
da
giorno
sponde
sue
essi
di
ziano
Domi-
anfiteatro
agitazionidel
le
Quivi
residenza
la
era
tormentato
che
albano.
Minerva;
ed
annuale
imprigionavano
e
,
dell' auguste 'suo ospite, il qttaleportava
gara
di
Minerva,
gara
villa, un
sua
culto
collane
probabilmente
una
campo
suo
il
per
delle
Quando
figuradi
quel
della Dea
di
la dea
particolareper
colli del
lago quel riposo
quasi apparire
in
onore
sacerdoti
Jago dorìneiite
la
in
chiome,
Itttìghe
F
vi
eulto
costruire, congiunto alla
riglia5 portavano
d'oro
(Iti
gladiatori sui
popolato
Vttnsi
avéd
la liberalità
soddisfare
per
istituire
per
e
aveva
tempio
bastò
tion
71
QUARTO
la
sappiamo
op.
o.
corona
d1 ondo
eigr.
ta
grat-
pag.
75
poetica
abbia
72
ne
PARTE
lato
timido,
era
poi
avido
era
toria
nel
creato
avea
nei
di
grandi
poetica. I
dubio
cimento
forte
più
i Catti
della
scoraggiarlo,lo
(1). Ai
aurea
furono
Napoli; non
Stazio
quelli che
di
sorte
rimase
Settimio
Severo,
nelle
avea
Quum
tu
Ut
quella
pericolo,
animato
suoi
Egli
la
toccò
ci
in
pervenuti.
poetica,
e
al
di
desima
me-
spighe
sono
tardi
pe
sep-
della
mano
di
nel
i Baci
contro
corona
momento
reso
la sconfìtta
e
onore
più
lentia
va-
fece
non
amico
suo
pimentarsi
incoraggiamenti
al
:
perieulum
tolleres,
pootoro
ad
l'aveano
propria
non
vit
di
prova
insistere.
corona
sul
coi
sodalis,dulee
Castor
la
consci; la ricordò
onini
Conisus
attribuire
di
dolce
P
di
selve, quindi
memore
nel
che
fecero
farcene
per
popolo,
al
principe e
gli
lungamente
incitò ad
gli procacciarono tanto
compresi
occasione
trascorrere
che
versi
giovanile
insignirlo
a
,
corona
far
a
fortuna;
sua
scabrosa
contemporanei,
all'imperatore:le guerre
esitò
non
ogni più
un
l'altro
pratica,per
mai
età
sua
che
gradito
Domiziano
e
fin dalla
forze
invece
vita
si presentarono
e
discordanza; per
migliori poeti, suoi
sue
argomento
un
dei
Italico
avuti
delle
di
poetici,affrontando
Nessuno
successi
sicuro
cantare
e
successi
Silio
manifesta
una
difficile prova
ogni
pubblici agoni.
Marziale, Giovenale,
senza
da
ritroso
Stazio
di
carattere
PRIMA
tromobat
ounotos
Bebryciae strepitus habonao,
(IV, 5,
la ricordò
la
con
medesimo;
Domiziano
a
principalmente poi
e
Albana
forontom
sanctoque
indutum
nitidis
mo
oomis,
Dona
Visceribus
complexa
Caosaris
primo
sul
di
versi
albano,
affermarlo.
Noi
(2) Op"
induce
23
e.
o
pag.
a
il Dodwell
dal
Bàhrens
duo
delatore) per
oolobro
Epig. IX,
e
dodiea
(1) Marcialo
que
compiac-
ne
meia.
Stazio
che
credere
coi
di
parentesi
una
suoi
successori
28.
24.
28,
e
propugnati
epigrammi
aver
ottonuta
ad
un
anche
dal
ora
corto
lui
Caro
una
del
critica
abbia
vinto
hanno
non
questo riguardo vogliamo partecipare dei
su
accettati
Carus,
permetterci
dobbiamo
questi
campo
se
auro
Ili, 5,
qui
sog.).
consorte, dicendo:
sua
Ter
E
23
(cho
vittoria
non
a
tre
Il
volte
esitato ad
dubbi
Kerchoff
testo.
liziano,
del Po-
(2), il quale
è
quel Messius
quoi giuochi.
di
Ve-
Y4
PRIMA
"
Le
parole
tua
cun*
in
ittdttit »
me
manus
cantare
che
la
ttìi,
vittoria
Noi
stato
Daci.
sui
dire
l'occasione
Stazio
per
stimato
imperiale e
Papinio
riti
nei
vorrà
intende
la
per
le guerre
che
un
si possa
daciche,
se
pure
solo fatto d'ar*
esprimere
un
alla gara
di
quale egli fu
questi
egli
veniva
che
certo
è
pervenuteci appartengono
avrebbe
potuto
istruito
dal
corte
conoscere
grammatico
del
poesie
le
fosse
Minerva
poscia nella
accolto
Stazio
cesareo.
quando
ma
religiosi;
cesareo
concedere
non
e
riferirsi ad
di
il carattere
ti succedo
se
poeta
come
prima Domiziano,
anche
lux, qualis (tunc venit)
(1)
sapremmo
non
talis
germani
non
opaca
-"-.-"
,
tutto
poi
dei
le schiere
^pressione alquanto
tale
»--*?-
venit
hanno
Nessuno
tre.
a
volta
una
****"--
lotìgopost tempore
«
fattfyAttBÌ
solo
-
PARTE
di
nostro
gomento
ar-
mento
tempi posterioriall' avveni-
a
segnato.
Col
favore
vita, per
sua
si apre
imperiale
che
ciò
tutto
riguarda le
periodopiù
il
Stailo
per
illustri
della
fiorente
protettricirelazioni
e
con
«
ì
di
personaggi
allora
se
di
suoi
dei
favore
avrà
non
Virgilio
rilievo nelle
maggior
conlinciato
versi, per
il dono
di
centinaia
di
sesterzi
del resto, sebbene
della
vita
lo
villa
i versi
divenuti
erano
fosse
non
modesto
un
più
il
anche
che
ricompensati
mettendolo
dalle
padre
Stazio
suo
ditato
ere-
coperto dei bisogni
adulazioni
limacciose
e
te
altrettan-
con
dal
al
Orazio
illusioni.
felici
il
dopo
di
tempi
anche
sa
speranze
i
agiato, avea
quale
lontano
pingui
tardi
Chi
stato.
pei poeti
mai
stato
patrimonio,
tenne
e
dello
delle
nutrire
a
riconoscere
una
,
cariche
di
ziale.
Mar-
,
Possedeva
la
dopo
che
il
volgeva
spesso
bel
fuoco
chiamasse
(1)
«
Albano
iiliuni
L.
intorno
coi
muggiti
Grog.
Gyraldi
oortamine
corona,
ac
lui
a
il
noi
itom
agro
un'
IV
Cwsar
non
eadem
donavit,
quoslo
non
notizio
(?) qua
bìsque
breve
ra,
ter-
quella
V
suo
patrem
auro
accanto
canuto.
frutti
ad
Egli
giovenca
una
eco
pochi
dell' inverno, ingannando
,
sviato ; solo
ha
assai
tetto,
vino
di
quale egli
felice dei
e
povero
gregge
compagno
Dial.
un
anfora
numeroso
albano
Orazio:
passarvi parte
a
sótto
,
Doniitianus
di
ritiro
andava
solitudine
ad
dal
,
predilezione sua,
spesso
schioppettante e
belare
vedea
della
albano
campo
parco
T unica
patria, era
la noia
al
pensiero
gli apprestava,
essa
nel
poderetto
un
del
campo
un
non
che
rispon-
particolarisul riguardo:
qui
prresens
insigniva.
(?)
erat,
alla
deva
voce
arricchì
QUARTO
P
fatto
avesse
mentatori
di
fu
dono
Stazio
di
hanno
detto
di
ruris
boatus
andò
altro
liberalità
(1).La
d' acqua,
canale
un
non
poggiandosi
Domiziano,
Parvi
senz'
75
sentire
canipicello del poeta
il
dagli acquedotti publici (2), ma
deviare
terra
egli
se
sua,
CAPITOLO
il
sopra
potuto
oltre. Alcuni
più
la
che
miziano
di Do-
villetta
verso
co-
la
con
poca
:
honoribus
(IV, 5, 1.)
del
honoribus
quale,
affatichiamo
della
che
certamente
honores,
voce
se
fa
pure
caso,
Orazio
può
tibi
poma
fundus
honores
( Sat.
e
secondo
in
Egli,
campo.
ha
questi
Stazio
luogo perchè
scrivendo
Pollio
a
medesimo
Felice
quello
:
oultus
feret
quoscumque
ci
significato
che
essere
dulcia
Et
il
luogo perchè
primo
bisogno notarlo,non
presso
Non
dono, munificenza.
per
confutarli,in
a
identico
nelP
ha,
spiegano appunto
ben
ci dice
del
altro
P Ercole
cantare
per
II, 5, 13 ).
suo
sorrentino,
versi:
Ast
Dardaniao
ogo,
Kus
domi,
Uoda
muleero
curas
Sufficoront,
mihi
dueis
proprium, magniquo
collibus
sub
quamvis
albao
munore
ourrons
sestusquo lovare
....
(Ili, 1, 61, seg.).
Si
bene
vede
il
V linda
solo
che
non
il campo,
fece
pietosamente seppellire il padre
quale
è
In
proprium.
rus
tumulo,
quo
....
Iugera
Stollatam
ubi
tenens.
nostra
Latiis
infatti
esso
ergendo
suo,
del
il dono
è
currens
mollo
il
nostro
modesto
un
poeta
tumulo:
quiescis
post Aouoia
ingossit montibus
principe,
gran
fata
Albani
Ascanius
(V, 3,
E
bisogna
morì, il
a
nostra
nostro
porre
poeta in Roma
notizia
,
per
Stazio, ricevuto
(1) Vedi
(2)
Silv.
attenzione
il Carmen
Ili, 1,
non
avere
in
alla
corte
lyricnm
61-64.
a
ad
dono
questo, che
era
dall'
imperiale,
Scptimium
il
quando
conosciuto,
e
imperatore
volle
Severum.
36
padre
niente
una
farsi
seg.).
Stazio
fatto,
avea
villa.
benevolo
Silv.
di
IV,
coi
5.
suoi
76
l'AKTK
r animo
versi
feste
pubbliche
al
mai
luogo
il poeta
che
fa
descrittiva
tutti ammirano
bella
accolto
in
impero
le spese
una
villa
avea
qualcuno
si facea
fosse
festa
sia
non
quella specie
La
oggi
di
di
pervenuteci,
dall'
che
di
a
se
gara
poesie
di
da
a
ò
detto
Et
che
la
quin
tu
Quia
so,
Convivaci
poi
da
far
noscere
co-
cando
Man-
zione
la celebra-
componimento
e
la reclame,
Essa
ho";
(f|tiis
il poe-
che
non
che
accanto
ò
nimento
avve-
mente
comune-
allora
in
Marziale.
vi
egli prese
si
ò
di
Stazio, fra quelle
mantiene
fatto
un
parte al
sempre
solo
convito:
rogaro
doomm
?)
dapos
inisti.
quisquis
is ost
inops. l"oatus
osso
eretto
avea
d' uopo
stargli
socias
ducw
secolo
ricchezza.
Stazio
prima poesia
])romitto»'()
possit.hoc
Nobiscum
lam
ottani
non
posto
suo
primo
cantori, infatti
potea
Domiziano.
anch'
il
il
viglie
mera-
prima
procurarsi
era
cantato
accogliere espressioni adulatorie;
principe, quando
che
spediva agli amici
non
occasione, Valerio
riferisca
le
ottenuta.
chi
ò
di
ed
,
il bisogno di
tempo;
si
faceano
ne
Saturnali
dei
del
Roma,
qualche importanza
celebrato
si
moda
in
di
quella
;
altro
di
quale
sfarzosa
la
e
era
dire, era
anche
descrizione
nome
migliore
il
colui
turnale
sa-
pesca
princi-
far
troverebbe
e
romano
con
e' ò da
popolo, sentisse
largita dall' imperatore
cercato; tutti
publico
proprio
le vie
per
Nò
giornale. Nel
un
sì, che
al
poeti più
i
correre
usiamo
una
la via
fra
facean
festa
il
giorni
di
popolo
parla
si
non
sia
poe-
colori
festa
una
argomento
un
nostri
cronaca
una
fuori
giornalismo,
come
ta
e
musa
ai
e
il lusso
e
tenuto
Roma
in
poeta,
sua
al
lennità
so-
una
dei
distribuiti
doni
(Silv.I, 6).
sua
alla
capitolo della
un
o
descrizione
alcun
i ricchi
cava
piuttosto
sgorga
varietà
opulenza
alquanti giorni
per
la
con
si
non
nell' imbandire
presente ad
vera
con
poesie
dall' entusiasmo
che
soggetto
dell' arena,
commetta
dell'
Per
il
largisce
Eoma
perchè egli
allora
imperatore
e
ni
assunzio-
si direbbe
dell'
monumenti,
giuochi
in
la
eccoci
da
siffatte
adulatorio:
quale magnifica
i
liberalità:
il
da
quindi
cantò
monumenti,
prettamente
magnificenza
Domiziano
che
acconcio
di
della espressione. Egli si trova
P abbondanza
avrebbe
Ma
metro.
intorno;
stavano
erezioni
principe,
dirsi
la
ammiri
quanti gli
questo
possa
nell' innalzare
e
allora
di
via
di
e
dal
largite
consolato, e
un
che
Domiziano
di
l'KIMA
gloriatili*.
(I,
(), 40
sog.K
accenno
tana
lonal
CAPITOLO
in
poi
e
Si può
giuochi.
Domiziano
a
da
ci
Stazio
della
di
potendo
rovescio
abbondare
esametri
per
di
col
di
nome
Poco
in
di
di
di
del
al
(V Nella
maximum
dere
se
enim
st*m.
di
la
quale
tempi
anche
ad
voto
sua
mo
uo-
paca*
fatale,perciò
V indole
del
,
suo
di cento
più
Esculapio,
all'
mai
un
espressione
una
frasi,scrivere
tale
a
o
la
per
imperatore
:
se
non
noi
e**at
si
del
a
a
Jove
del
passata
in
popolo
e
Stella, dico:
,
bisogna
Cetemm
festa
fra
i
hos
quam
o
la
primo
no
suo-
mente
esclusivain
certo
tenersi
poeti
zione
ere-
la mente
avvenimento
pur
primus libellus
prinoipium.
sia l'eco
polita
cosmo-
il
caduto
pubblico
Stazio
pe.
princi-
ne
quella occasio-
domandato
avesse
sce
rie-
te
abbondan-
attraverso
pò rinforzata,ma
un
to,
monumen-
che
pare
magnifica
una
Stazio
che
queil' ammasso
tanto
un
necessario
all' augusto
almeno
romano,
eco,
per
generale,
direttamente
canta
il successo,
dodicatoria
intonazione
inebriava
innalzare
(1). Il componimento
po' gonfia, del poeta,
quando
si vuole
E
ricordo
magnificazione, sarebbe
tanta
fatto
Domiziano.
ufficio
nella
popolo
a
vien
posteri il
ai
partitodal popolo. Se
suo
Roma
feci, indulgentissimo imperatori, postero die
jussus
alla
ed
accennare
Queir
il sentimento
lottora
sumendum
stem:
in
capitale,quanto
venuta
impopolarità
vero,
del
altro
nella
esser
sarà
esprimere
vicini
un
monumento.
all' ingegno
vuole
nelle
si riferiscono
che
nient'
nuovo
poeta, potrà
compiuta
non
appunto
generale
Infatti
certamente
nociva
offerte
descrizione, solenne
popolazione
un
feltro-,,
beneficio,.
alcun
noncuranza
suoi
rappresentante
espressione piena,
poiché
;
ai
che
sa
tramandi
e
scelto
entusiasmo
un
semplice
Saturnali, in
colosso
un
quei luoghi
la
dei
consacri
viene
tutti
Ma
la festa
nella
esatto
la
cautela
Earino
circo, e
poesie dedicate*
di
apertamente
dei
e
Giove.
poesia
Stazio
e
Padre
senato,
bella
una
del
mai
divenire
in
doni
,
sue
silenzio,preferisce seguire
e
di
le chiome
dopo
del
ordine
lodi
in
leone
un
al
dalle
quella quiete
egli
potrebbe
condannarsi
ingegno:
morte
turbato
avrebbe
dei
popolo
vantaggio materiale, ed egli per
timido; anche
naturalmente:
traeva
interpretata a
non
alcun
del
Stazio
che
lo richiese
non
che
occupa
pensare
tratto
carattere
gli
corte
lo
abbia
rimane,
ò
si
non
giustamente
non
quanto
tezza
il resto
tutto
77
QUARTO
del
suo
sacrosantum
vorsus,
dedicaverat
quos
una
e
si
alquanto
tempo,
habottoin equum
opus,
tra-
TS"
vtAWtft
rara*
ii_.
il
q*a
più popolare.. Qual
nuova
innalza
un
«
s'
ohe
È
latino V
il foro
forse opera
di
Sterope
ohe
così
quale
ti ha
colori
si
veduto
il
monumento
cui
in
momento
i suoi
viene
nel
collocato
volte
Curzio
alza
ed
che
che
il capo
esclama
viene
ad
dalla
volta
celeste
le
mano
vuole
prima
da
Nunc
longo
che
lavoratori
si
patria
sue
dall'
Al
foro, il genio
del
go,
luogine,
vora-
ogni
comprende
acque,
tusiasmo,
en-
mille
suono
precipitato nella
era
al
assistere
invasi
cura.
con
il
tutto
fragore degli argani,
il
tra
e
riempiono
la
jubar
;
Tu
nofas,
oivilo
palus,
quuin
vicina
sodo
tuori
auctor
bolla
tu
cosa,
Irò
lacus
:
Jovis,
sod
in
Quod
saluti»
prooiia Rhoni,
foodora
si to
montoni,
tulissont
nostra
profundos
habonas.
tenuissot
tuas
tuumquo
nosso
propo
audonte,
non
mo
Roma
tu
felix,
moa
invonterquo
ogo,
tardum
domas.
marfco
! Nunc
to
Somol
Ronmlora
tu
mihi
numon
Saocula, tontassos,
(I,
la
prosopopea,
attribuire
il poeta
a
un
medesimo;
magnificare
studio
uno
volesse
nelle
Domiziano
I
»
proles, genitorquo doorum,
nm
veneranda
Longo
Ohi
corsiere,
quadro
farci
di
scelto
superficie delle
Ooncossum.
di
le
mitologighe
un
bensì
braccia
stato
in
come
vuole
piazza,
era
salvare
Immortalo
scopo
vero
ov-
desima
me-
Dacio
reminiscenze
presentarci
risonanti
magnar
Auditam
di
?
:
Salvo
Qui
oocupare.
del
dell' atterrito
il.
u
colosso*
Pallade
è
redini
.u l
x
stanohe
lasciato
Germani,
.
.
vigorose
per
alla
in
oon
trasportato sulla
posto
dei'
particolari,ma
da
ripetuto, ai colpi
quel
? Vincitore
le difficili rocohe
e
solo
che
siculo, ha
più vivi, animati
non
esso
giù
fornaci
noi,
per
sempre
con
discesa
nelle
il Reno
seguono
Dei
Bronte
ti formò
storiche; Stazio
e
di
e
s
colosso, ò quello
di
effigio,lavorata
questa
braccia
dì
sormontato
qual;
comincia
egli
mole,
a
; da
avere
più
retorica
genio
tutelare
ma
la
il soggetto, tutto
di
esagerazione
poi la
il lettore
misura
le
poetica, trae
sentimenti
rievocata
espressioni con
esse
che
forse
il rimanente
viene
74-83).
la
se
sità
neces-
nemmeno
figura leggendaria
tiva
sen-
di Curzio
da
sé,
non
allo
suppone
pre-
voluta.
della
del poeta, dovrebbe
timidità
quali egli
potrà
che
con
l.
detrarre
accompagna
qual
sempre
sentimento
il
nome
cercarla
ridi
di sconfinato
CAPITOLO
il
nella mente
suscitava
potere gli
la
gli aggettivi segna
dell'
nome
ni, 4, 57-58;
62;
tatkis pater
roinanus
terràrum
Marziale,
con
fra
due
che
non
di
poeti
il risultato
debba
considerarsi
della
si sarebbe
non
chi
veano
Stazio
dunque
la
lo
senza
ben
altre
le
scopo
di
dominus
per
Per
folla di
(2)
in
ben
volle
facendo
solo
un
quattro volte
Cohen, Description
7°
pag.
81,
n.
historique
7, 8, 17,
67
etc.
I, 6, 82; Mommsom,
(3)
Silv.
V, 1, 42, 74, 112,
(4)
Vedi
A.
Hadriani
aetatem
apud
di
di
mai
di
(3),e
quolla
Róm.
Róm.
do-
altro.
l'appella-
2,
la
nel-
ancora
sarebbe
il
riscontrare
empire
a
in
tava
det-
quando
puossi
etc.
sancito
mente,
pubblica-
deus
V
qui
ritrova
(4). Qui
34
Sin
giro, forse
accetta
sous
che
e
si
Staatsrecht, II, 2,
II,
epiteti
modo
titolo
quella di
frappées
Staatsrecht,
da
chiamato
Germanico
di
frase
in
componimento
i circoli
tutti
in
cerchiamo
quel
neggio
ma-
vocaboli,
accettato
esser
col
e
una
messo
non
poeta di epigrammi
un
un
altro,
dei due
uno
di
corte
avere
noi
uso
monnaie*
Mommsen,
Silv.
De
des
di
18, 21, 22, 23, 27, 30, 31,
(2)
Fincko,
di
1, 37; V, 2, 170
por
cui
Siffatti
cortigiani avea
non
pur
uso
Y
altro,
spirito per
imitatore
Quello che
appollaziono, conio
quosta
in
arricchirla
bagno.
dall'
il torto
più
I, 1, 62, IY, 3, 128; V,
60, 61, 65, 66,
ad
al
adulare.
deus
Y
apertamente
un
chiamato
esser
una
epìstole;Stazio
sue
Selva
(1)
e
o
corrispondenza
seggio epico
dello
accettato
oomunì
guardare
non
suo
ad
facitore
consacrati
e
tutto
che
dal
orbisque'
ha
conoscesse
non
fino
cena
espressioni.Domiziano
di
suppl.
una
ciò
dominiis
H.
durante
avrebbe
arte
sua
non
zione
avrebbe
adoperandoli, potea
nessuno,
con
lato, il
non
siati accettati
essere
di
raccogliere la espressione
d' altro
versi
uno
Stazio
Tale
(1)
(IV, S, 20")
mundiy
parens
tempo.
III, 1"
(V, 1, 167)
urbis
reciproca imitazione,
una
per
Eoma,
componeva
Y
se
;
riferirci
3, 98;
urbis
parte
mostra
uno
egli possedeva
curvato
di
eleganti
come
del
originale. Stazio
che
Marziale
e
;
P
quali
di
come
lingua
buona
per
le monete
mai,
(IV,
augustissimus
pater patriae
;
che
con
corte, dei
si nominano
certamente
è
che
dux
de^
gonfiezza
intendiamo
non
summus
pater
praeses;
oltre
Ma
V, 2, 125) pater
;
latius
parens
;
Ansonius
;
155
III, 3,
inclitus, Ausoniae
parens
imperatore. La
depressione dell'animo.
quegli epitetidi helliger,magnus,
a
79
QURTO
romain,
pag.
89,
meri
nu-
737.
717.
261.
appellationibus
scriptores
Romanos
Caes.
honorificis
et
obviis, Eegim.
adulatoriis
1867,
pag.
usque
32.
80
dire
di
caso
che
se
Y
perchè
chiama
Augusto
fatto
lui
di
sollazzava
Nessun
il
al
astro
dovea
di
più
dell'
il
delle
dentro,
dalla
da
e
Augusto
alla
cima
a
base.
Domiziano
questo
poeta che
mira
diventa
la
falsa;e
chiamato
più
tempo
di
di
sentimento
verità
l'abbrivo
Iuppiter, parens
poiché egli
insignire di
dato
tardi
più
si camminò
di
nome
tal
poteasi
nome
avea
e
At
di
ad
il loro
cui
al culto
(1) Intorno
Mythol. II, pag.
jardins,
1877,
Kevue
pag.
de
stupot Itala
florent
gominao
ziano
Domiziale,
da Mar-
Orazio
Anzi
(3)
di
legittima
,
virtus,
ducumquo
vatumque
laurus.
prestato ad
seg.;' G.
425
Philol.
Le
eulte
14
seg.
alquanti imperatori, puossi consultare
Boissior,La
des
divi
et
religion
le
e
ulte
de
Roma
Rome
Preller
,
in, I, 122, seg.; Doet
d'
Auguste,
III,
seg.
(2) Trist, I, 1, 81; I, 4, 26;
pagina
ed
e
avea
Achilleide,
,
33
è
capitolina.Stazio
I,
Boni.
Stazio
scusa
sulla guerra
poema
Ovidio
principe.
una
chia,
monar-
anche
Virgilio
augusto
del
conseguenza
poco:
da
deomm
trovare
longo primum
tu, quem
Cortatim
un
della
(2), quindi
dappoiché
Domiziano
lui, nella
Graiaquo,
,
nome
in
mano
Giove
bello
un
la discesa
come
condizione
la
per
ancora
genitorque
Apollo Musagete
ancora
quest' ultimo
dire
dato
al
detto
ardito
aveano
priva
espressione
perfino col
poi
e
sua
Augusto
vien
potè
Ma
parola.
sua
la
per
era
il poeta
ma
vi è
Per
,
na,
frater-
militare
esteriorità
accecanti
di
potea sembrar
Roma
in
avea-
supplizi.
con
,
in
delle
Virgilio
eredità
vittoria
grande
sempio
l'e-
creatore
il domani
comando;
suo
e
eroe
la
un
dato
avea
Orazio
vero
un
atterriva
nessuna
di
improvviso mutarsi,
loro
Non
dalla realtà
semplicemente
lo
e
imperp,
momenti
nei
monte
un
feste
con
ammirevole
popolo
vedere
raccolta
poeti
entusiasmo
degli Dei;
maggiore
popolo
rendere
a
ool
politiche,
e
Domiziano,
ma
ingrandimento
venuta
un
civili
1' esempio
strano
assai lontani
tanto
a
tavoce,
por-
proprio.
conto
coi suoi
un
come
ancora
per
inusitata,o
o
imperatore; Augusto
il favorito
età;
nuova
una
interessato
potuto trascinare
avea
le condizioni
perchè
no
V
nuova
considerare
perchè quegli aggettivi erano
(1); ma
cose.
fosse
dio
si volesse
alquanto
sempre
appellazione
che
Stazio
pur
risulterebbe
poeta
PRIMA
PARTE
I, 5, 78;
III, 5,
7.
Vedi
poi Finche, op. citata
19.
(3) Virgil.
Ed.
piuttosto come
IV, 10,
Mercurio.
Horat.
Carni.
I, 2, 29-44,
nel
qual luogo
pare
lo
sideri
con-
82
PARTE
Signa,
Àrctoos
noe
PRIMA
ausim
Bisque jugo Rhenum,
Et
bis
conjurato dejectos
Aut
defensa
prius
adactum
vertice
vix
triumphos,
sperare
logibus Istrum,
Dacos:
puboscentibus annis
Iovis.
Bella
I,
la cui
sarebbe:
sentenza
tentare
la mia
con
prodezze, avendo
Daci;
E
»
suo
due
del
le lodi
dopo
viaggio
Stazio
in
anch'
uscita
comprendere
Tasso,
sul
dedioatorio
epigrammi
Omnes
quidem
disti,Ubi
nostri
itaque ingenio
quidem
di
V
anni
che
e
tuoi
i
vanili.
gio-
affretti il
non
più lungamente
le loro
abbattuti
Istro,e
negli
felici i
tali,
mor-
dedicato
derivandolo
all' asserzione.
suas,
e.
pag.
dalla
Vedasi
ripetute le medesime
selva
IV,
5.
frasi di
e
il
quinto)
suo
dei
scrive
:
,
vitam,
de-
tamen, qui operis
fruitur.
Minus
successerat:
quam
temptavimus,
te
il
ottavo
idest
materia
facilius
tutto
ne
caele-
fatigare possint, quam
»
che
2,
versi:
il libro
legentur.Hic
variare
quae
Silv.
sfoderare
famam,
tu
locum
cuius
37, dice
invece
di
pietatisfrequentius
ingereret
versus
coi
accenna.
il quarto
hoc
gesta (1). Il
sue
lo imitò
imperatore
prima
mixtura
iocorum
sulle
avesse
penna
n'
or
all'
fuit,in
laudes
op.
presaga
eh'
Domiziano
che
occasione
inviando
oestro
poema
mei, domine, quibus
aliqua
tuae
un
quel
te
fortior
suppone
la
migliore
che
laborandum
satiare,omnis
imperiale,
e
quasi,
Liberata
inscribitur,occasione
(1) Il Kùdiger,
seno
scriver
(gli avea
subinde
sti verecundiae
nos
gradire
supplicane et, puto, propter
octavus
itale
schiere
rei
ose-
non
chelyn.
si
di fia che
avuto
libelli
tendo
Gerusalemme
un
egli
,
suoi
di
al poeta
Osi
estro
rito
tua
felice,se
essa
avrebbe
Pierio
nunc
canam:
principio della
non
di
rendere
possa
erit, cum
Forse
Marziale
combattuta
Reno,
Edipo;
Y esordio:
chiude
JTacta
fatto
Campidoglio
cielo,acciocché
Tempus
Una
le tue
il
preghiera
di
casa
assoggettato
la
e
seg.
della
Domiziano,
o
volte
solo
canterò
musa,
la guerra
ovvero
io
«
16
Domiziano
questo luogo
Da
II, 4,
quelle ohe
volea
95
abbiamo
seg. Aoh.
che
si
cava
Stazio
fosse
poeta
niente, in
poggio
ap-
I, 19, nei qualiluoghi
riportato dalla Tebaide.
CAPITOLO
i
a
Egli
chi
a
di
cultori
Koma
in
tenuto
avea
lettere
veniva
e
fortunato
T
avanzarsi
del
sinceri
cominciò
volerlo
a
di
pericola, ed
allora
la
quale,
due
manifesta
sesto
col
ogni luogo,
vede
egli
E
altra
il
I
nostri
pò
duro,
da
altro
affermare
che
da
mettere
la
fra
parte le
tue
migliore occupazione, pigro, potresti mai
calzare
il coturno,
che
di
cotesti
nutrirai
riconoscerà
(1) XH,
di
i
vati
che
ciò, e
o
sale
la
voce
grossa
gravi, troppo
la
lucerna
latino
propri
819.
fare
i
costumi.
e
li veda
tuoi
fin
le
tu
; col
Musa,
o
dia
si
Come
»
la
ma
fa-
sua
tamente
diret-
così
da:
rispon-
aspre
fiato
in
attaccare
muse
fino al
del
sono
Ma
0
a
cuore
vi
ad
qual
vorresti
pino
occu-
della
notte;
leggerà
una
tu
scia
? La-
guerre
pesanti austeri, si
dimagrire
ci
terzo
libri
appigliarti?
troppo
che
pena
ap-
stesso
giocondi libri;ciascuno
Sembra
Indugia
grate ciance?
cantare
per
l'
al-
abbastanza
ad
passa
nona
dedica
la
libro; col
se
ad
nuova
una
dunque,
da
offuscarsi;quindi
con
i nostri
chi
po-
epigrammi
il tempo.
anzitutto
nel
parlare
suoi
capo
del
temono
lemica
po-
dire
vuol
sente
già
darci,
non
93,
Dacico.
erano
una
con
Y incontriamo
in
troppo; qual prò
versi
epico. Finge
poema
o
fin
più
di
libri
la
colmato
avrà
pubblico
Germanico
dei
plauso
del
e
dei
al protettore
cinque
«
ha
bisogno
un
Augusto
ebbe
non
la vede
puoi,
suo:
in
ciò
per-
d' occhio
tenuto
Marziale
fortuna
buoni
dei
poeta di Corte
antico
del
più strepito,porta
consacrati
ne
bisunti.
e
sente
il
Cesare
se
fama
chi
come
«
settimo
la
canto
ac-
ammirazione;
noi
metà
Tebaide.
comparire
a
Y
Tebaide
armi
la
poema,
fare
per
1' animo
? La
canto
come
epigrammi
tutto
e
nuovo
si affretta
Domiziano
Imperatore
con
del
Roma
ogni angolo
raccolta
della
parlava
non
letterariamente
prime
temporanei
con-
posto eminente
un
popolarità
della
verso
alcuni
ammireranno.
solo
forse
avea
attaccare
Le
solo.
si trovò
pubblicazione
la
dopo
mesi
tu
comparire
ottavo, il quale fu pubblicato
libro
tuo
il
ma
e
Marziale,
della
via
poema;
sempre
Questi
sulla
,
quale
nella
Valerio
a
di
tempi l'attenzione
ai suoi
epigrammi.
poeta
nuovo
allora
e
fronte
di
scrittore
contemporanei
misura,
di
invidia
posteri
capitale,riscuotendone
nella
trovarsi
a
i
suo
guadagnarsi
desta
teneva
e
il
che
genio
forte per
assai
la
(1) lamenta
di far cadere
sforzavano
atteggiarsi a
per
sorgeva
Tebaide
della
si
quali
ovvero
caso,
fine
sulla
Stazio
88
QUARTO
e
vi
debole
74
Le
parole
tttjuft tua
longo post tempore
«
induit
me
manus
fattoiAttfttche
solo
In
cantare
^pressione alquanto
mi,
la vittoria
Noi
imperiale e
stimato
Papinio
riti
nei
germani
dire
il
se
la
per
poeta
come
ma
religiosi;
le guerre
e
che
un
si possa
daciche,
se
pure
solo fatto d'ar»
esprimere
un
alla gara
di
successo
quale egli fu
questi
egli
veniva
che
certo
ò
avrebbe
potuto
istruito
dal
corte
conoscere
grammatico
del
poesie
le
fosse
Minerva
poscia nella
accolto
Stazio
cesareo.
pervenuteci appartengono
cesareo
concedere
non
intende
non
prima Domiziano, quando
anche
vorrà
riferirsi ad
di
(1)
P occasione
Stazio
dei
opaca
sapremmo
non
per
Daci.
sui
poi
lux, qualis (tunc venit)
il carattere
tutto
Nessuno
le schiere
volta
ima
talis
venit
hanno
»
tre.
a
tale
stato
PRIMA
PARTE
di
nostro
gomento
ar-
mento
tempi posterioriall' avveni-
a
segnato.
Col
favore
vita, per
sua
si apre
imperiale
fiorente
della
riguarda le illustrie protettricirelazioni
che
ciò
tutto
periodopiù
il
Stadio
per
con
*
ì
personaggi
allora
se
suoi
Virgilio
di
cominciato
versi, per
il dono
di
,
centinaia
di
modesto
della
vita
lo
più
villa
i versi
divenuti
erano
il
anche
che
felici
dalle
Orazio
illusioni. Stazio
padre
suo
dei
coperto
adulazioni
limacciose
e
te
altrettan-
con
dal
al
il
dopo
di
tempi
ricompensati
mettendolo
anche
sa
speranze
i
agiato, avea
quale
lontano
pingui
tardi
Chi
stato.
pei poeti
mai
stato
patrimonio,
tenne
e
dello
delle
riconoscere
fosse
non
cariche
nutrire
a
una
sesterzi
del resto, sebbene
un
rilievo Aelle
maggior
avrà
non
dei
favore
dì
ditato
ere-
bisogni
di
ziale.
Mar-
,
Possedeva
dopo
che
il
volgeva
spesso
la
bel
fuoco
chiamasse
(1)
"??
iilium
L.
intorno
muggiti
Grog.
Gyrakli
cortamino
corona,
ac
lui
a
coi
ad
noi
un'
IV
agro
(Ai'sar
albano
un
anfora
ha
donavit,
breve
ra,
ter-
quella
quoslo
pochi
non
non
accanto
canuto.
frutti
V
eco
suo
patrcm
auro
del
ad
Egli
giovenca
una
,
notizio
(?) qua
bisque
tetto,
vino
di
sviato ; solo
eadem
assai
felice dei
e
povero
gregge
,
itom
Orazio:
quale egli
gannando
passarvi parte dell'inverno, in-
a
sotto
numeroso
Dial.
di
ritiro
andava
il compagno
Domitianus
dal
,
predilezione sua,
solitudine
della
albano
campo
parco
spesso
schioppettante e
belare
vedea
Albano
V unica
patria, era
la noia
al
pensiero
gli apprestava,
essa
nel
poderetto
un
campo
un
non
che
rispon-
particolarisul riguardo:
qui
prresem
insignivi*.
(?)
erat.
alla
deva
voce
arricchì
il
QUARTO
Y
fatto
avesse
del
campicello
di
Stazio
dono
fu
di
hanno
detto
Domiziano,
Parvi
senz'
75
poggiandosi
boatus
ruris
andò
altro
d' acqua,
canale
un
non
liberalità
(1).La
sentire
di
poeta
dagli acquedotti publici (2), ma
deviare
terra
egli
se
sua,
CAPITOLO
che
la
villetta
il
sopra
verso
potuto
Alcuni
oltre.
più
miziano
di Do-
mentatori
ce-
la
con
poca
:
honoribus
(TV, 5, 1.)
del
hoiiorihus
quale,
affatichiamo
della
che
certamente
honorem,
voce
ha,
spiegano appunto
confutarli,in primo
a
se
neli' identico
fa
pure
caso,
Orazio
può
poma
tibi fundus
honores
( Sat.
e
secondo
in
Egli,
campo.
ha
luogo perchè
questi
scrivendo
Stazio
Pollio
a
medesimo
Felice
quello
:
cultus
feret
quosoumque
ci
significato
che
essere
dulcia
Et
il
luogo perchè
bisogno notarlo,non
presso
Non
dotto, nmnifhcenxa.
per
ben
ci dice
altro
V Ercole
cantare
per
II, 5, 13 ).
del
suo
sorrentino,
versi:
Ast
Dardaniao
ogo,
Rus
proprium, magniquo
Unda
domi,
collibus
mihi
ducis
mulcere
curas
Sufficoront,
sub
quamvis
albao
munore
cuitods
levare
testusquo
....
( III, 1, 61, seg. ).
Si
vede
bene
il
Vanda
solo
che
non
il campo,
fece
pietosamente seppellire il padre
quale
è
proprium.
rus
In
tumulo,
quo
nostra
Stollatam
tcnens*
Latiis
ubi
ingossit
del
mollo
principe,
gran
infatti il
esso
ergendo
suo,
....
Iugera
il dono
è
currens
nostro
modesto
un
poeta
tumulo:
quiescis
post Aouoia
montibus
fata
Albani
Ascanius
(V, 3,
E
morì,
a
bisogna
il nostro
nostra
porre
poeta in Roma
notizia
,
per
Stazio, ricevuto
(1) Vedi
(2)
Silv.
attenzione
il Carmen
III, 1,
alla
corte
lyricnm
61-64.
non
in
avere
a
ad
dono
questo, che
era
quando
conosciuto,
dall'
imperatore
imperiale,
Septiinium
e
volle
il
seg.).
padre
niente
una
farsi
Severum,
36
fatto,
avea
villa.
benevolo
Silv.
di Stazio
IV,
coi
5.
suoi
86
una
PARTE
sua
assai
uomo
raccolta
nuova
al tuo
buon
Vittorio
a
colto,dice:
Sento
animo
che
contengono più componimenti
E
ce.
credere
qualche
a
quali
delle
Difenderai
la
tu
Da
di
letto
lasciano
poesie
qualcuna
indifferente.
la lode
solo accetto
te
devo
alle tirate di coloro
le loro ciarle mi
o
si
esso
quali, se
hanno
appena
questo libro,o Marcello.
ora
o
riprensione.»
Stazio
si
quella che
si
mantenne
in
Marziale,
fin dai
corte
le persone
presso
alcuno,neanche
Domiziano,
negargli che
tubo
la
per
casa
presso
Nomentum
il
e
rispettoe
leggeva
sembra
che
al
con
invitato,il
non
i suoi
e
versi
suo
non
graditipiù
(1) Epig. X, 58,
(2)
Ibid.
XI,
18.
(3) Silv. I, Proem.
9'
si
bravo
che
10.
di
dei
suoi
Tito,
la
buon
(1),e
breve
certa
Stazio
ne
se
sua
largo da
se
passas-
gneto
piccolo vi-
stima
tempo
dai
la
temporanei,
con-
rità
popola-
di
ziano
poesia.Domi-
quelle di
Marziale, ma
cultore
e
il
per
predilezione;quando
qualsivoglia,Marziale
altro.
parte
tanto
parte di
più
in
stati domandati
quelli di ogni
dalla
sua
godeva
acquedottoMarciano,
sua
una
che
del favore
di
pura
sali,della
convertì
non
di Stazio
epigramma;
e
più
e
lui si mostrò
ogni
accordato
sarebbero
onta
dall'
ebbe
avvenimento
un
alta
di Quirino
tempio
cose
più
con
conciliato
piacere le
abbia
di
deviato
era
sfera
ad
tempo,
quale
l'ammirazione
primo
di celebrare
trattava
il
che
del
(2).Egli
Stazio
ma
il
d' acqua,
presso
sua,
una
tempi
più cospicue
un
in
sempre
creata
era
dimestichezza
E
di me,
volgonsi contro
i
dicare
de-
alla lu-
prima
queste raccolte
io cedere
devo
in
perchè
coloro
inutilmente
poi
? Il loro silenzio
mie
cose
fine
libro da
altri venuti
biasimano
corre,
In
invidiosi
da
negli
non
ed
amico,
carissimo,un
domandarmi
poi
si affaticano
che
voce
offro ai lettori
che
i
che
mostrare
per
amatissimo
Marcello, suo
trovato,Marcello
Ho
«
PRIMA
era
non
invece
fossero
si
presentava,
richiesto
tornati
(3).
cetti
ac-
CAPITOLO
NOTA
In
quale
all'
neir
opinione
che
poeta
forza
ad
ludi
che
la
ascritta' da
stata
le
noi
di
accordato
Dimostreremo
la
che
coli' addurre
Stazio,e
noi
zitutto
Stazio,an-
abbiamo
dei commentatori
si
nostra
del
un
cupati
oc-
sono
luogo
opinione.
nostra
fa
si
questione
Domiziano
volte
è
minervali.
di cui
anni
tre
di
vita
Capitolino.
gli studiosi
tutti
con
ragionamenti
gli
nell'agone
Capitolino
agone
nei
della
soltanto
Stazio
antecedenza
accettare
che
giacché
nelT
dei
questo punto
QUARTO
di discordare
ottenuta
Tesarne
Premettiamo
il 94;
nelT
vittoria
con
di
Stazio
poi
e
anno,
alla
rispetto
sconfitto
(1). Sappiamo
86
anno
di
CAPITOLO
fu
anno
sconfitta
La
AL
87
QUARTO
arrivò
P
tre:
sono
1' Agone
celebrare
a
il 90
86,
Capitolino.
L' Imhoflf
molto
dalle
tempo
di
banchetto,
rende
egli ne
che
bene
ragionando:
così
grazie
dovè
poesia
questa
capitolini,giacché
94,
(?) vittorie albane,
tre
che
al
attiene
si
(1)
il Poeta
Saepe
un
da
Domiziano
ad
eucaristico.
earme
scritta
della
prima
Si
un
prende
com-
caduta
ai
imperatore:
iteres
ooronatis
con
essere
P
esorta
fu invitato
Stazio, trascorso
«
quinquennia
lusHs.
(IV, 2, 62).
Ciò
un
del
avrobbe
non
Per
insuccesso.
»
In
( fu
una
94.
caristicon
della
Il
fu
scritto
a
che
non
crediamo
pag.
(2) Eclog.
70
ad
di
Uxor.
non
sembra
questo
p.
volume.
17.
si
andrebbe
dopo
tempo
questa
) sono
di
potè
prima
pensò
fino
quei
avvenire
vista
mai
capitolino
agone
che
le
vittorie
bane
al-
posterioriall' 87, quindi,
al
felici
che
E
90.
poiché
avvenimenti,
nel
mostrare
a
se
Y Eue
ma
pri-
94.
inappuntabile, ma
a
meritato
avesse
nelT
anzitutto
mostrato
tre,
molto
ragionamento
v.
abbiamo
perditore
afferma
vi
prima
se
riuscì
P Imhoff
ammette
sconfitta,così
commentatore
(1)
modo
sola, come
ne
certamente
Stazio
questo
questo
egli
siccome
detto
P erudito
stesso
perchè
88
PARTE
caduta
la
il
è
capitolinidovesse
ai
della
fondamento
vero
Il Friedlànder
calcoli,era
al
si attenne
da
avea
fatta
è
dello
fuori
messo
il che
Alba,
90, perchè
il
libro
suoi
della
caduta,
secondo
i
spirare
dell'anno
94
(1).Anche
questa data
anche
del
data
la
menzione
(3), trascurando
94
alla vittoria di
posposta
principio
pubblicato prima
stato
il Morcelli
prima
cui
in
andar
ricerca.
accettò
Selve
delle
terzo
PRIMA
lui
1' Imhoff,
(2).Poi, seguendo
il punto
della
più importante
quistione.
Il Kerckoff
afforzare
fuori
confessa
di
incerta:
Neapoli
de
cum
tacui
Tutti
indizio
in
fondata
è
dal
De
in
Tempor.
(2) Op.
accettata
pag.
e.
valgono
(4) Op.
Patrem
Mart.
fuisse
anno
paraverit
et
videbatur,
in
quod
illam
ad
iam
non
recfyavictoriis
et
»
86,
laudem
incerta
tam
re
tum
non
de
clade
90
cocidisset
irrisum
sìia
acerbis
(5) Quaest.
Stat.
:
Ecloga
i ludi
fitta
scon-
domanda
sarà
su
noi
sorta,
(vers. 28-33)
minervali
e
poi
e
l'A-
16.
pag.
ecc.
Uxorem
ad
cioè la
si
probabilmente
(v. 227-33) prima
nel
E
30.
La
31
Nella
III, 379.
328
pag.
poco.
pag.
e.
nell'
Nessuno
albana.
vittoria
credere
nel
:
16.
( Sii. Ili, 5,
loco
aut
II,
tom.
a
Imhoff
86
postea
ne
questio-
una
Statius
versu
da
ragione
in
simile
errore
opinione
ricordata
(3) Sittengesch. Roms,
hoc
mani
iam
admodum
medesimo
un
siffatta
vedere
Epicedian
(1)
di
crede
peso
alcuna
famam
sibi
culpandus
sum
le
metter
certasse, et victum
iam
ha
fregit subsellia
«
reportatis,veri
convengono
crediamo,
nell'
di
celebraretur
capitoliniposteriore alla
ai
nessun
non
ma
quantam
quandoquidem
fortasse
di
sue
(5).
»
quale
reputarem
palma
sed
aspirasse;
86,
il torto
avere
Albano
in
et
dell'
data
Capitolinus
agon
ragioni
con
(4).
la
cum
Thebaidis
tionibus
statim
Mitri
«
primus
cum
data
mette
Il Nohl
e
volta
sua
medesima
la
produrre,
alla
)
la
voi.
più
et
in
del
data
IY,
forte
cannine
commissione,
facetiis
pag.
80
V.
vero
ad
si ritorna
sarebbe
3, 231,
omnino
quorum
che
seg.
credibile
accottare
vel
invidia
minime
est
il 94
l'
del-
(?)
est
quod
loviter,sed
Statium,
diutius
troviamo
gli argomenti
questa: respiciendum
quadriennium
malevolorum,
26-27.
90, dichiarandovisi
ragiono
loquitur; neque
in
p.
dell' opera
francese
traduzione
Romae
noutiquam
si iam
vissime
graanno
mansurum
carebat
et
».
90
PARTE
Stazio
di
quella
se
era
e
eroi, le
il
ad
tutto
inteso
rendere
di
padre
che
fu
scoli,(1) non
fortunata
luoghi
in
(1) Vodi
»
a
cammino,
alla disfatta
seguito. E
poetica
pag. *17
di
che
poiché
fino
questo volume.
di
patrio.Oh,
quercia
bene
a
la
solevi
le
altra
arrivò
grammatico,
deriva
quell'anno.
dei
lini
capito-
ragione
a
secondo
che
:
lora
al-
tarmi
inci-
sempre
degli
gesta
con
i versi
godere
la vittoria
i nostri
Stazio
:
che
chiaramente
conoscere
non
sa
stes-
mano
interpretazione;
Campidoglio
del
e
figlio,
il
la
dichiararmi
all' 86, così
nell' agone
dell' agóne
anzi
ammette
Agone
del
sai
tu
e
si viene
perciò
se
ne
col
non
dell'
e
tu
Tebaide,
Il passo
».
! che
oro
capo,
alla
1' accenno
potè vivere
paova
d'
vittoria
albano, insignitodalla
campo
il mio
intorno
presente
della
corona
onorare
scindere
venne
nel
che
potei procacciartialtra gioja
non
coronato
una
magistro
nostra
te
a
Io
:
facile il mio
i
guerre,
suo
vedermi
potuto
venne
si può
te
padre
Imperatore,
non
non
al
presentarmi
avessi
tu
dell'
«
dice
PRIMA
fece
caiuna
Capitolo
Sommario
circoli
I
—
letterari
di
Condizione
Giovenale.
Il
Le
di
nei
si
scienza,
poeta,
al
filosofo
pubblico
un
i
o
quali
scienza
una
Gli
la loro
con
effetti
nelle
non
sono
accademie
di pose,
gli
iniziati
sempre,
vuole
curare
e
anni
congiunta
Nonio
della
sorti
quasi
favorire
lo
secondo
nel
ed
in
sempre
di
teratura
let-
una
genere
all'
artista, al
può
è costituita
quei
di un'arte
sviluppo
lusingano
Vinio
vita.
sua
in
Alcuni
Vindice,
fornisce
essa
si
Stazio,
tempo.
suo
intelligente che
ma
poeti contemporanei.
derlo,
compren-
tutta
di studiosi,
produrre un'arte
nuova.
ciò
in
un
profani;
che
altro
è
riguarda
che
migliori
prima specie
di
concepimento,
i
seccare
per
della
di
i
sempre
.
quando
Marcello,
Y Accademia
ristretto
del
poeti
poesia,
una
caso
opera
di
i
verso
protettori. Marziale,
ultimi
sono
bisogno
giudicarlo, incoraggiarlo;
coi
e
gli
letterari
primo
loro
Vittorio
e
riformare
di
o
Nel
decaduta.
Napoli,
il
inteso
è
letterati
Vopisco,
in
circoli
i
e
quali
una
Stazio
di
accademie
periodi
o
ritiro
Mecenati
di
rispetto ai
coi
Manlio
stimati:
più
suoi
amici
Stazio
di
Favore
Roma.
ultimi
questi
Rapporti
Massimo.
in
Quinto.
può
Y
arte
essere
si cade
non
espressione
di
sorte
desiderati:
quelle
e
la
anche
è
in
che
della
poesia,
buona
quel
suole
seconda
da
peggiore.
un
fortuna
certo
beare
zionalismo
conven-
soltanto
specie
male
che
dere
ca-
si
92
PARTE
Nella
ebbero
ne
mai,
che
parecchie
amici,
della
storia
poesia, di
latina
delle
prime,
potrebbero
anche
fortunate
Emiliano
Scipione
poesia
mentre
scuole
o
in
fu
scuola
circolo
e
e
Nepote, Cinna, Calvo,
di
quella
a
.
.
monarchia,
i
si
e
la
circolilomeglio
derivare
di
imitazioni
poesia
stata
più,
la via
del
tutto
quasi
rimaneva
che
le
riunioni
private
,
negli atrii più
Augusto
aprì
esempio
a
le
più
colmarlo
potremmo
si
farci
loro
Catone,
che
nelio
Catullo, Cor-
sugli
arte
maestramenti
am-
un'
mostrato
era
e
un' idea
Ai
dei
potenti
librai
blico
pub-
poesia
questa
Ma
latina
sostituirono
non
;
ro
venne-
non
in
vori
fa-
seguito i luoghi
a
poco
nella
il poeta
e
era
la
capolavori del-
i
in
non
a
le
poco
di
casa
volle entrare
protezione.
ricevere
poeti; ai maggiori
fra
favori.
Sul
verso
i
non
negò
giorni,
della
Un
largheggiarono
banchetto,
un
liberale
adeguata
che
cui poster
te
ugualmen-
poesia
verso
non
tutta
repubblicana
in
culto
vero
tutti
letterario;di poesia
dopo
nostri
la
iniziata,e
da
campo
nuova
successo
famiglie gareggiarono
benefizi.
della
generazione
un
corte, agli altri
sua
i frutti
in
greca
indirizzo.
proprio
loro rimaneva.
che
per
il
sero
poeti, ritras-
divulgatissima
larghissimo
con
opera
intendimento
solo
ai
aperte
coltura
ciascuno
colti
ufficio
La
il mecenatismo
grado
poeti più alti,nutriti
seguire
fine
alto
più
un
giudicare
gli uomini
puro
ricche
di
Lelio, Terenzio,
scuola; la poesia
dall' ultima
difficili solo
festa la
con
i
seguire
di
patrizio si parlò quindi
un
di
e
siron
magnati
di
professarono
unico
di
dei
latini
biblioteche,le botteghe
pubblici
e
a
poeti, che
munificenze,
poeti
indicata
poesia ellenica,nò
e
di
casa
di oratoria
tempo.
la
pochi
poetas.
al
imperiale.
dovea
che
facit
case
originali,e
condurre
i
né
meno
ai
capace
latina
carattere
con
poterono
greca,
intelligentee
mancava
educarono
di
alla
Valerio
del
se
ebbero
ne
ritrovi
nuova
grammatico
innalzò
le
corte
forniva
produzione
sua
sulla
il circolo
più
la
per
non
se
accennare
degli ingegni
legit ac
Augusto,
con
foggiarono
consentiva
assidui
ragionando
del
grammaticus,
qui solus
letterario,e
repubblica,
chiamarsi
Cornificio
accademie
quel
.
La
la
di favore
e
del fiore
geniale
durante
convenire
antica
Lucilio, Polibio, Panezio;
ultime
queste
illustri. Intendiamo
soleano
cui
di
meglio
ed
dell'arte
critica
PRDIA
ad
con
sussidii
avere
le
influenza
e
ciascuna
nostre
che
sti
quesuo
il loro poeta
costumanze,
esercitava
in
non
Ro-
CAPITOLO
ma
la
essa
portata
era
oggetto od
dopo,
Nerone
della
vediamo
delle
nessuna
non
anni,
quali
la
la
P
arte
compagne
Iuno
Gallione
da
male
si pose
invece
la
a
del
65
esiziale
che
sopravvivesse
alla
quale
il Giovine
(1) Tacito,
di
66
e
dalla
Plinio
Ann.
essi
temendo
che
i
dei
XIV,
il
più
aprì allora
liberali
e
e
Seneca,
e
Seneca
il
66; XV,
una
VII, 21, 22, 23; X,
P
che
di
nell'età
dei
ornata
chi
verso
sontuoso
ziale
Mar-
del
di ventitre
quadri degli avi,
Anch'
egli
coltivava
Panegirico, scritto
abitavano, poiché
dei
padre
di Lucano.
che
Pisone
Calpurnio
quelle
per
Ma
Pisone,
portarlo sul
quelle grandi famiglie
del
di
sua
lodi
e
lettera
59.
Anche
Lucano,
P
un
al
Polla
di
Calpurnio
Probo
suo
che
e
due
si
non
aggettivo
per
trono
nei
secolo, intorno
la sposa
degne
Filosofo,di
del
lui caddero
con
vano
tutti coltivaerano
Seneca,
tre
dovea
insieme
48; XV,
64.
lui per
con
principesca echeggiava ogni giorno
largiscono
in
63,
sua
tutti fu
a
medesimo,
mecenate.
la fine
era
teggere,
pro-
la
dell' epoca;
signore
se
ad
che
prodigo (1).Quando
espressione
congiura
morte,
ci ricorda
con
Pisoni
casa
Mela,
Marziale
di poeta,
e
gran
esser
nuovo
la
Della
una
come
ad
coloro
strage. Verso
e
il
liberalità
e
di fronte
poteva gareggiare
altri
dei
sala
5, 109.
(2) Marz.
di
anch'
privato
le arti
prima volta, verso
di tutti
alla
più
Stazio
un
o
pei poeti;
come
Pisone
del
tipo
romane
chi, quella casa
Anneo
capo
lo condusse
infausti
tacciano
e
coltivare
fino
secondo
scienza.
di
e
sembrano
di artista
il
gli
con
grande
splendore
per
poeti
e
Calpurnio
era
discendente
attività
o
ancora
un
regno
figura veneranda, affabile perfino
di
la
poesia, e
sappiamo
geniale
capitale. Il
il mecenatismo
per
liberale
e
per
degno
era
e
non
della
Roma
aperta
la musica
Roma
in
indulgente
in
ebbe
C.
fa vittime.
e
piaceri,magnifico
venne
la
poesia, ma
poesia
cose,
sciocchezza
sua
tutta
la
di ogni fama
potere. Era
conosceva,
nei
in
comparire
più potenti famiglie
tradizioni,per
voglia, una
per
di
protezione. Egli
sua
romani; giacché
apportare malanni.
possa
quanti venivano
a
dei
vivere
predilezione dell'imperatoreverso
si
solo
non
imperatore che, geloso
largo
lui
oro
di
moda
condizione
nuova
perseguita
dei
presto di
d'
P età
voce
Con
casa
la
che
occupazione quale
atterriti della
un
modo
Tiberio, Caligola, Claudio
con
la loro
sul
e
punto
diveniva
fu
Augusto
tal
a
una
bisogno
suo
abitudini
sulle
corte
93
QUINTO
anni
riebbero
96,
la sola
Argentaria,
Regina
dei
Pisone
(Valla) Scolii
(2).
a
venale,
Gio-
94
quale
PARTE
ascoltato
avea
che
stesso
di
più
per
fu
morte
console
fu
illustre
nome
secolo
loro
aprono
propria
letteratura
e
arte in
di
o
quindi
si
genere
due
fa menzione
qualsiasi
coltura
letterarie
Marziale
di
Di
tempo.
delle
Canio
dei
o
dei
pochi
dall'
circoli
a-
ti
anima-
il pensoso
peratore,
im-
conversazioni
luoghi pubblici;
facendo
le
Marzia-
probabilmente sarà
persone
di
una
zioni
spirito sulle produ-
dello
domandandosi
Bufo,
passati.
,
Le
che
di
che
si
passe,
occu-
scrive:
aemulatur
An
Lascivus
elogia an
oothurnis
An
in
An
otiosus
Lopore
in
tinctos
herois?
soverus
sophocleis ?
horridus
schola
Phaodri?
iocos
improbi
poetarum
salos
Attico
nanat?
(Ili, 20).
ad
E
un
eredità
vantare
certo
che
Mancino,
il
quale
sembra
non
gli pioveano ogni giorno,
Quartus
Dum
dies
est, in
fabulamur,
Emptas
lacerna»
schola
milibns
munus
sapesse
altro
che
Pisonis.
Re-
far
dice:
poetarum
dixti
deoom
osso
Pompullao;
(IV, 51).
(1) Ep. 5, 17,
citabat
et
1:
nuntio
xaTaorreptqx"v
teneris
et
tibi
eruditam
enodibus, sublimibus
frisse
mo
materiam.
sane
edam
hodie
ecc.
in
auditorio
i
signori
tempi
adombrarsi
malanni.
poeti,
ricchezze
convenivano
quale
ore
dei
dal tenere
poetarum
nella
libraio
di
voce
sfoggiare
alcuni
in
schola
una
passarvi
per
del
procacciati
la
mane
ro-
appena
e
censo,
i bei
invano
strarsi
mo-
torbidi;il
dei
per
corte
potuto
svolgeano meglio
volte
della
il comune,
politica. Avrebbe
qualche bottega
stata
di clienti fuori
si sarebbero
o
sua
quelle famiglie
su
ricomparire
tutti dallo
voluto
avesse
successero
stirpe
per
ricordando
casa,
seguito
incalzando
il favore
guardano
si
seguito
numeroso
di
di
la
in
Nerone
A
vediamo
frutto
poco
Domiziano
Sotto
vere
con
chi
insigni
noi
gli
que-
la
dimenticarlo;
poterono
non
più
sempre
Domiziano
con
invocano
quali
che
e
venne
sia
se
memoria
per
magnifico.
sappiamo
dopo quest'ultimo rampollo quel
Pisone
fu
di Calpurnio
La
poeti, che
minacciosa
e
(1). Non
ma
;
più.
rimanevano
ancora
Tito
con
111
ai
lui liberale
dispotismo imperiale
che
nel
cara
lezione
una
come
Conferenza
comparisce
non
un
bella
una
PRltfA
Calpunni
Scripta elegis
orat
fluentibus
CAPITOLO
Un
altro
della
nò
critica
mettendo
andare
era
letteraria,
alla luce
la
nuova
il libro
Vicini
voi
Nostrarum
biblioteca
letture
in
di
Ai
poesia.
di
delicate
ai nostri
non
faccende
vine
di
qualcuno
stato
sono
amici
mi
terzo
fatte
ha
si è
pregato
l'importanza
(1) Epist. I,
(2)
operose.
o
in
lo
per
come
curioso, dice
Plinio
fatto
si crede
torni
non
durante
tale;quegli
m'ha
accompagnarlo
necessarie
quando
ad
in
si pensa
tutto
si
mina
esa-
un
in
cui
ritornano
esse
a
risponderà :
un
zamento,
fidan-
giudizio,un
consigliare(2). Sif-
seduta
quel giorno
che
il Gio*
tenergli compagnia
a
assisterlo in
una
vi
e
virile,ad
invitato
ad
vuote
giusto di fare
più quando
giorno,
toga
una
che
seguito. Domandate
di
il
in
di
moniale
ceri-
un
giorno
meno
essa
o
prosa
il
parecchi giorni
abbia
sembrano
È
«
conver-
rispettatoallora,
più
quasi
per
di
subentrato
era
no,
gior-
raramente
genere;
generale, di
così minutamente
il
spuntava
desiderio
semplice
spiritoin
occupate
trasformato
veniva
ogni
non
si
compiono,
tutti i
gior-
9.
Consilia
degliEdili,eoo.
del
di
svanisce
bagno
ivi
giornalmente
tenevano
visitatori di
alla vestizione
di
luogo, giacché
ricchi,appena
altro
testamento, quell'
un
occupazioni
I
fatto
del
nozze
altro
un
le salo di
ritrovo,ma
alle dotte conversazioni
tenere
egli
di
dello
si faccia
che
acconcio
dei
animati
coltura
e
da
assistere
suggellare
per
dice:
di arte, masi
e
Roma
ciò
alle
ogni
più
che
ad
sopra
case
ripartizionedella giornata, e
quello
un
le persone
in
(1), come
le
convenienze,
tempi,
anche
anche
clienti
genialiritrovi
di
ma
Invece
soggetti di
a
potrà
ove
ineptiarum.
orazioni; l'edificio di
affollatissime
intorno
sare
si domanda
trosve, qui revolvant
essere
accoglievano pochi
esse
la
di
palestra letteraria.
erano
di Quirino. Marziale
puella,
ogni argomento
o
facea-
otiosiorem
la vinceano
di
poesie
che
,
letta,e
essere
per
tineas
solea
pubblico bagno
si discorrea
degli epigrammi
Agenoris
illic duo
Sunt
solo
portico del tempio
habet
non
Pompeius
un
XI
piuttostosfaccendate
pete portioum Quirini:
Turbam
Una
il
raccolta
sua
.
di persone
di riunione
luogo
95
QUINTO
qui
Vedi
ricordati
sono
il medesimo,
quelli
del
pretore
o
Epist.,1 20, 12; XI. 6,
del
1.
prefetto
Iuvenal
di
in,
JEtoma,
162.
o
bK"
iù,
uw^
prilli*di
e
t*u*it"
oupauionì,
La
casa
tali che
toga
a
una
da
mezz'
delle
età;
occupavano
amico
Se
in
Ciascuno
lunga
pergamena
tutti
Condita
urbe,
fas
decies
Haoc
faciant
Tiberio,
ha
il cui
(V, 61),
lasciato
il ritratto
Solertes
Atque
animos,
agilem
Indolassato
Instar
Limina
Mane
un
erit
libro
velocia
letteta-
tutti
che
a
si
vano
tene-
fosse
qualche
quale
iacea
unumquo
;
sonas.
sene.
tempi
:
finget
corpora
curasquo
corda
stato
essere
suoi
dei
mentem
poHans
est,
deformius, Afer,
sembra
populi, totaque
pervolitans
la
di
e
clivo
Ardalione
prosperantia
salutandi
Roma,
;
tuo
nte^que
:
Ardalione
officio
Have
Partheniosquo
est
quinto
di
di sotto
cathedra
inrequietus
invenes
nihil
quei
pilo,
ulla
nec
consul
nieros
sane
Omnino
alba
repetis Palatia
Sigeriosque
sone
per-
di
prodire tribuno,
est
officio
caret
sacro
feras
mane
to
(1).
mossis
sexagesimo
vagus
Et
ci
sit iam
tota
nulli
poeta
pentametri,
era
chiacchere
parlava
Un
oc-
:
Disturna
non
vi
tutta
delle
uscire
e
splendeat
Noe
Manilio
vedere
origine
quelle
prodezze;
sue
una
queste
necessario
si
versi.
multo
Cui
Anche
le
facies
sino
Se-
Era
; ma
di
fare
conversazioni
Et
Et
».
quelli vecchi
percorrere
per
di esametri
tibi
cum
altro
anche
78
tipo IV,
ritrovo
scriveano
potea
parola
vuotava
a
ricordare
intinta
il
il
un
quelle
poteva
discussioni
ritrao
da
ora
si
quando
di
fuori
soffrire
può
non
da
un
Roma
diede
che
e
della
origine
Marziale
si
da
in Roma.
minuto
un
protezione,
fare,
della vita
giornate,
Y
dunque,
conferenze,
co
incomodi
rimaneva
e
allontanati
poco
più larga scala, pronunziava
diveniva
quelle
(1) Egli così
in
sappiamo
magnate
ora.
poesia,
allora
trovato
un
ora
una
di
o
di
le
avendo
non
fermandosi
tura
tutte
chiedevano
ohe
passare
di
per
intiere
non
Non
r Ardalione.
Ardalioni
le
assorbiva
che
ò
anche
che,
sfaccendato
tì|K"di
si
Orazio, sugli
lui
che
opwitt*
uu
iu"
lamenti
*k*fe«hm
i
^4k"
*d
ci
ay*vti*hu«tttopui quando
$
PRIMH
IWKTE
pe**
omnos
vigore.
habitabit
per
communis
in
urbe
omnia
amicus.
vorbum
composto
sotto
98
andò
PAUTE
più
il
innanzi.
giovine,
d' altro
ma
se
Iato
di
mirò
benefizio
di
Marziale
il denaro
per
Stazio
di
della
dedicò
corte
favori, tranne
quello
ville.
Egli
resto
della
sua
del
vivere
altri versi
nella
vita
della
poesia.
coloro
pel
facile
gli
festevoli
della
coltiva
di
nuove:
se
stesse,egli
le amicizie
anche
le
solo
avvicinarsi
relazione
più
ciò
soltanto
di
tempo
:
conscio
è
è
dere
rispon-
di
tale
che
della
proprio
avido
essere
da
venire
serietà
di
tuttavia
tere
carat-
pare
mite
era
Plozio
e
del
utili, devono
la
tutti
con
amante
nobiltà
della
Quintiliano
zia
gra-
uomo
un
quieto,
mostrare
forti ed
amicizia.
di
Celere
con
Quintiliano, col quale
a
perchè'
egli possedeva,
che
patroni. Stazio
senza
;
va
scrive-
se
e
egualmente
procacciarle.Per
a
alcuno
sinceramente
conservare
del
acquistate
s' industria
non
alcuna
avuto
poeti
splendide
ad
Virgilio;
a
con
propria condizione,
le conoscenze,
potrebbe
ai
poco
liberali
premio nobile, duraturo,
un
compiaceva
stati suoi
siano
pare
ap-
presentavano poetabili, in
si
più
familiari
nelle loro
benefizii
Selve, perfino
sue
Il
nessuno
ricevette
nessuno
eroico, era
amici
degli
nelle
conoscere
somiglia
contento
di
accanto
si
perchè
e
vena,
quali
agiati,parecchi
sono
argomento
avvenimenti
zioni
fonda-
a
apprestato a
aver
dei
amici,
apertamente
,
ingegno;
abbia
di
erano
dubitiamo
che
mai
posizione dignitosa potè
ci fa
carattere
pace,
non
di
qualche giorno
avvenire,
tempo
gli
Siffatta
ad
cariche, ma
chiese
dire
a
ebbe:
che
quelle
nio
Pli-
(1).
tutti
poter passare
stato
largizioni private.
quello
ò
poetare si riprometteva
accoglienze
che
Gripo
che
sua
di
nel
tutti
alle
alte
alle
poesie
sue
di
come
collettivi,
Spagna
condizione:
non
di
facoltà
di
quello
le
parca
ricchezze
genere
in
tornare
insigniti di
e
benefizi
ai
quest' ultimo
sempre
e
comune
più
sarebbe
quel tempo
più larghe
biblioteche,anziché
suo
noto
di
mecenate
avuto
avesse
e
del
tipo
egli
scuole
di
11
PIUMA
non
avverso
,
alla critica, riconoscente, di
esagerato,ma
che
ciale del
tale tuttavia
eglinutriva
tempo
(1) Epist. Ili,
"2) Ibid.
4
sensibilissimo,lodatore
cuore
per
(2).Era
tutta
da
la
quindi una
famiglia Flavia,e
persona
21.
proom.
3-5,
e
X,
potersi scusare
1, 91.
che
di Domiziano
quanto
al-
per
mezzo
della riconoscenza
per
mezzo
dello stile uf-
almenopel
carattere
avrebbe
CAPITOLO
dovuto
della stima
avere
fece incontrare
da
ad
il
Quintiliano
mai;
Vespasiano
ambire
nel
coerente
sempre
amico,
fin
e
dal
più chiare, tanto
oscura
reciproca
stato, bisognava
che
Stazio
sapeva
il
era
carattere,
non
sostenutezza
più chiare, quanto
di
ad
assegnare
più egli
le,
tempo. Marzia-
gli
ad
selo
far-
a
le lodi
tributa
ridursi
vuole
e
tore
scrit-
ogni
momento
un
epigrammi
diato
stipen-
ricercarlo
quindi
dubitato
li
non
il maestro
poeta epico del
avea
libro
secondo
suo
la
sapiente del tempo,
opera
sua
ma
?
il
era
dello
spese
meritato
seggio
umile,
a
posto nella
un
Stazio; Forse
per
99
QUINTO
figura
una
:
Quintiliano, vagao
Gloria
Vivere
propero
veniam:
Differat
focus
Tecta
Sit
mini
Sit
immodicis
iuvant
fons
vivus
sit
rudis.
nerba
ot
doctissima
non
sit sine
sonino,
cum
census
fumos
indignantia
non
et
annis,
satis.
nemo
immaginibus.
artat
satur,
vorna
nox
vivoro
p^oporat
nigros
ot
inutilis
neo
pauper
patrios optat qui vincere
hoc,
Atriaque
Me
iuventae,
summo
Quintiliano, togae,
romanae,
quod
Da
moderator
coniunx,
lite dios.
(II, 90).
Poscia
lo
non
dunque
Per
e
se
Istituzioni
Lo
Né
il gran
illustri del
stima
per
intime
a
chi
o
pel
di
quasi 1' Aretino
di
che
lui, (2) pare
semplicemente
la
,1) Teuffel, op.
Satir.
il solo
all' amicizia
attribuire
(2)
certamente
è
VII,
amiche
e.
§ 325,
6.
possiamo
e
dovea
manchi
Stazio.
fu
fra
a
posto
Stazio, e questa
non
dovea
cosa,
qual-
saperne
qualche
le persone
Giovenale,
avuto
certo
liano
Quinti-
perchè
le
dopo.
anno
Silio Italico.
queir età, mostrò
abbia
che
pensare
semplicemente
la Tebaide
di
poema
tiliano
Quin-
?
Roma;
(1)
che
colpa. Giovenale
cit.
1.
non
viso
poeti epici
90
retore
tempo
fosse
quanto
i
pubblicate nel
accaduto
è
stesso
fra
nei suoi versi; che
più
non
in
parlare
ascrisse
furono
fatto buon
Stazio,noi
sentito
lo
non
lo nomina
non
abbia
al nostro
abbia
ne
più,
gli
non
tornare
non
loda
essere
di
esempio,
per
tuttavia
fra
lettere
certo
non
per
della
avere
le persone
volta
che
più
care
o
sapremmo
arcigno
e
an-
100
PIUMA
PAUTK
goloso,
suoi
nei
come
nella
versi
vita' intima;
egli
,
Marziale,
a
questi poteva
e
permettersi
accordava
lui
con
migliarità
fa-
molta
scherzi
degli
il seguente:
come
Do
Saturaalicias
lascivia
i'otora
tibi, Iuvonalis, agollo
faoundfì,
nostro
Montula
mittinuis,
donavit
puollia
poma
custodia
nucos.
occo,
luxuriosa
doi.
(VII, 91),
e
fin
nel
nava
Spagna
dalla
suo
natio, dopo
paese
Giovenale
Come
e
di
si
di
poetessa
molto
molto
a
sua
non
se
V
dopo
andava
tusiasmo
in
imitato
ne
Le
dubbio
ma
letteraria,
che
scrittori
il medio
evo.
di
tutte
cura
di
giovine per
scrittori
staziana
ci
non
nel poetare,
oblectamus
coenam
crediamo
noi
poeti, era
di
a
essere
noi
loro
Vopisco
era
ora
Stazio
alla
sono
si
loro
noti
contemporanei,
di
costoro, uomo
tutto
en-
di
lo
che
se
aves-
Si
dava
quando egli diceva (IV, 14, 2):
nostros, quibus
otiuni
temporis
limitano
età
nio
Pli-
lettere,e
anzi
fra
di
; his
le cui
per
opere
versato
vehicu-
iocamur
,
aliquidetc. »
uomini
alquanti
qualche
soltanto
in
nos
dolemus,quaerimur,irascimur,describimus
intime
di sicuro
scritto dall'
pervenuti.
sono
tarsi
repu-
il nostro.
le
di
e
la
questi dal-
preso
vivere
di
e
e
state
riguardava
che
ciò
versi, che
di
la
,
mente
spontanea-
avrebbe
fossero
non
finiva
stima, poiché
suoi
al nostro
probabilmente,
esse
di
politica
Sulpicia
avvicinato
Stazio
proprio
medesimo
della
mai
nemmeno.
Plinio,se
Caleno
,
si sarà
non
di
carriera
di
Turno
parliamo: egli dovea
non
presentò
Stazio
contemporanee
Italico
me-
tragedie, e Verginio
famosa
moglie
epistola hendecasillabos
dovettero
fortunati
Manlio
diede
nei
inter
amicizie
la
e
,
vita che
di
stati amici
una
poeta, quindi
so
certo
hac
liidimus,
amamus,
Silio
si
sempre
dell' aria
Ip, in balineo,
poesia
della
Roma.
autore
dopo
96, quando
tardi
accipies cuni
siano
Scaevus
non
da
fare
dubbio
in
non
che
Di
lettere
cerca
più
soggiorno
persone
molto
anno
animo
e
dovea
senza
e
posto nelle
autore
«
amore;
lettere.
potente
un
senza
di
Stazio; l'occasione
parte
Stazio
alla
dati
erano
nelle
grado
tanto
suo
Spurinna,
cose
scrisse
,
Vestricio
arini
lui, e gli
di
anche
pare
il fratello
poeta di satire,e
Ifyrfoe
ricordò
si
poi
levatura
nella
la testimonianza
poterono
così
nella
che
vita
dei
attraversare
poesia
come
CAPITOLO
studi
negli
di
diversi
in
Stazio
critica:
metri
lo chiama
Tiburtes
tua
Faunos
Aleiden, dictumque
Seu
tibi
Liventem
Sou
e
doì
facciamo
non
eroico, in
metro
il solo
nel
veduto
liriche,
ed
poeti augustei
selva
dei
uno
alla
detti
così
Virgilio,non
quali
crediamo
di
mente
di
che
molto
appassionato
da
tutti i
del
ancora
Frontone
Gellio
e
Accanto
a
Marcello,
Domiziano
quarta
avvocato
e
selva,
(1) I,
3.
i molti
degli
antichi
e
vedere
dei
al
tempo
nel
la
i
non
E
Plauto,
gli
al regno
la
amici
dell' ordine
famosi
più
scrisse
suo.
da
di
scuola
della
in
avuto
1'
dizione
eru-
davvero
era
e
cettata
ac-
dovuto
vere
vi-
al tempo
di
patrocinava.
cari al
equestre
pisco
Vo-
potuto vedere
Adriano
che
causa
al tempo
gli
di
iam
in
operosità e
avrà
voga
studiosissimo
e
questi, se
non
in
literas
predilizione.Avrebbe
sua
fino
Y
raria,
lette-
alla terza
principii avrà
solo
del
liano
Quinti-
appunto
le dottrine
accettare
ma
di
situ
vedere
poeta
critica
proemio
a
specie
poeti
quella
contro
ci fanno
ricavava.
per
fra
più
di
lo chiama
quindi
trionfata
stava
dilettanti
studi
comparvero
Stazio
epistola ancora
una
generale
tutte
è
non
torio
poeta Vit-
nostro
(2), assai
Stazio
Napoli,
stimato
gli
nella
da
dedicò
estate
la
del
1.
(2) Mommsom,
517.
e
le
che
Vopisco
eminente
uomo
in
accenno,
andare
e
Vopisco
provava
anche
suo,
contemporanei
per
si
parole
suo
Ennio
tempo,
Abbiamo
potuto
studi
per
poetica.
epistole,poiché
antiquarii.Stazio, come
quel
quegli
versatilità
classici
ultime
V amico
elogiare con
tanta
in
qui praecipue vindicat
et
nel
ugualmente
provasse
ed
avea
dei
avesse
quale apparteneva
si
satire
in
contemporanei.
le
sive
turbes
Vopisco
eruditi
la lettura
e
»
che
Vopisco
quegli
ipsum
pleetris
robora,
Felice, il quale
eruditissimi^
vir
«
fugientes
pene
XIJ,
di
uno
ta
poe-
splendescat epistola cura.
ebbero
Ma
iuvat
ot
nig^a rubigine
mostrare
a
Pollio
patrocinare
a
dei
suo
prima
era
lo. riconosce
e
Gatillum
contenderò
ad
pindarici, in
siffatto carattere
e
heroa
alia
non
carmi
di Domiziano.
regno
tollas
meraviglie
tempo
anche
animus
satiram
tua
Cholys,
lyra majore
Pindarieis
chelyn
Sivo
faciindiis(1)
generi, dicendogli:
e
Hic
101
QUINTO
in
Hermes.
Voi.
X11J.
pag.
428,
Cfr.
anche
Xohlius,
in
Herm.
102
PARTE
alla
insieme
95
alla
poesia; era
nuova
un
uomo
pratico, di grande
Stato.
17
d' altro
Avea
che
oratoria,tanto
si stava
95
canto
Stazio
ritirato
centoni
modo
caritatis
Era
di
quod
facundia
dedicato
di
re
spera-
la valentia
estiva
del
sint
fama
il
libro
suo
Istituzioni
hoc
erudiendo
quod
augusto, alto, nato
le armi
per
e
cum
propter
non
inter
mutuae
Getae
con
quem,
flagrantem,
amore
dignissimum
sod
dolio
Victori, tibi dicamus,
magna)
pignore iudicabamus,
hasta,
praeterit annos.
litterarum
eximio
(quamquam
personaggio
ministrazione
am-
cura
faceva
per
celeben'ima
mine
Marcelle
opus,
tum
iam
iuvenes
et
prima
aveva
nobis
amicissimum
haec
«
la
quellastagione
Iudicis
modoratrix
tibi sublimi
Eminet,
queste parole:
di
villeggiare:
a
Qua
Quintiliano gli
gli
e
nome
suo
in
dirgli,mentre
può
Cossat
e
il
chiaro
reso
faccende
in
Latina,
dedicato
mai
era
già affidato
avea
la via
stato
si
non
attività
imperatore gli
buono
in
mantenere
e
i fasci.
pubblicazione.Marcello
sua
dello
rinnovare
PIUMA
tuo,
nos
etc
»
guidare più
per
legioni insieme:
noe
Eloquii virtus;
Quiquo
e
capace
compire
delle
azioni
nostre
cure
Elicona;
il tuo
con
al
animo,
fantasma
col
che
canto.
E
così,
asilo
le corde
della
mia
ispiro e
canto
sulla
avere
ce
tuttavia
lo presenta
difensore
delle
pubblicare.
mentre
alla
Nella
tempo
a
il
cogliere fiori
hanno
ad
tomba
del
di
Noi,
una
giudizio
tale, e
Stazio
liriche
che
prefazione
alla
ancho
nelle
lo richiede
avea
Selva
con
soglia del tempio
grande
mio
maestro.
sostiene
»
correndo
vita
sul
dietro
ta,
disoccupalido
nativo,
inesperto
di
dito
Virgilio,mi
Marcello
dovea
lettere, poichò Quintiliano
quasi
pubblicato
che
cime
,
riposo portandomi
sulla
assiso
sulle
avvenimento
affari.
i vuoti
pava
occu-
poche attrattive;
te
per
ogni
si
non
altri,
gli parla Stazio, che
te, così
più grandi
cerco
da
fuggitiva Partenope, spingo
lira,ed
poesie
il
lacerti,
thoraca
Beato
«
bollis,
narrate
essere
gloria,riempiamo
autorevole
come
accomoda
Parnaso
dei
potontis
suboant
preparato
e
il peso
della
offrì anche
altri.
del
formo
sempre
mirabile
costanza
vano
allori
i timidi
di
perdi
non
,
dell'
tardi
degne
sola
mombra
sunt
gravem
quelle degli
descrivere
a
libero
di
ini tibi
ori
e
come
che
gli dedicava,
suo
giudice,
allora
veniva
dice:
«
e
di
Novissi-
CAPITOLO
quisquis
me,
itaque
invidus
meis
ex
eius
Consilio
quare
traducor; taceat
videtur, sed
hactenus,
aliquid legit,statim
accedam
in
?
Hunc
gaudeat.
et
103
QUINTO
summani:
tu, Marcelle, defendes,si
reprehendenmr.
si minus
qui
sum
ego
nempe
librum
tamen
adversum:
profitetur
se
»
.
Nonio
Vindice
fra
certamente
cultore
delle
di
poesia.
lettere
il
verso
ed
tramonto,
mi
il cortese
rimasta
a
riempirci
del
il ventre
mondo
e
di
vini
0
miserelli
voi
consolari.
dell' uccello
Faside
abbia
cibi
le oche
sia
più saporito di quello
si
di
canto
sino
cielo
»
arte,
quale
il
plastiche.
dice ?
Chi
«
Chi
si
ben
Prassitele,
di
il
marmo
1' avorio
lavorato
Policlete, i disegni che
(1) Silv.
J\\
(3,
v.
1-lti
di
più
distinguere
vivente
dalla
rivelano
mano
dallo
di
del
dice,
Vin-
occupazioni, ed
delle
di
quello di
Vin-
diversa
proprio
notti
età, o
autore
?
intere, del
dello
i busti
vecchio
nel
giudizio
scalpello
Fidia,
sonno
nel
di
per
il
Nonio
con
savie
sicuro
del
cura,
l'arte
Fin-
ricomparisce
Stazio
le opere
il nome
effigiatocon
reso
Leda
di
elogia le
occhio
marmo
ne
conversazio-
occhi
nostri
acquistata sopratutto
ogni
il bronzo
riconoscere
Mirone,
lui
ad
ed
un
la lubrica
marina
la
affetto,
dai
figli
ammira
Etrusco
piacevolezze, formarono
dell' amicizia
mai
di
più prontamente
sa
dei
uno
era
ebbe
meglio
seppe
cui
nostro
che
quella perizia
il cordiale
scacciarono
e
carattere
vero
il poeta
opere
in
noi
le innoccenti
o
d' inverno,
quell'ora
(1). Ecco
nel
anche
sulP
quella sera
a
Per
fasti
quale
cinghiale
erba
quale
su
o
an-
differenza
informarvi
il
perchè
e
il tempo
nostri
sulla
ad
quale
quattro
coi
dissertare
la
già
dai
amico)
quando
cena,
passammo
Rodope;
,
mollemente.
aggirò
quasi
umbro
a
vecchiezza
in
monte
le interiora,
più polpute
riposi più
che
del
Marte
seco
arte
Apollo, io
ad
,
fatte venire
godete
di
all'
dedica
di
condurmi
in
ligente
intel-
va
aggradi-
ne
V animo
reva
cor-
era
Stazio
al campo
vivande
tanto
Vindice
che
Non
non
:
ragionamenti
rivolto
e
gareggiare
che
fra
canto
memoria.
di
o
da
fra
ostrica
mia
la gru
con
nel
volle
che
Stazio
di
arti, e
desinare
intorno
sono
nella
di
delle
°"gni cura
Vindice
incancellabile
è
qualche
orti che
gli
per
goli
anche
amico
rilevante,ma
sopratutto
e
dimenticata
passeggiava,
incontrò
buon
un
giorno (dice Stazio
Un
«
esso
loro un' intimità
di
la conversazione
e
anch'
era
Egli
piente
sa-
infaticabile
usciti
Apelle.
stituire
re-
Fra
dai forni
siffatte
104
ogni
genere,
sarà
stato
Nonio
tentò
fa
ne
sippo
di
situata
nella
P argomento
coloro
che
medesima
quella
di
pranzo
posseduto,
variao
aveano
tumidia
gaudet
fuit
quondam
voluit
docti
di
che
Li-
fornito
avea
fatto
avere
dice:
aulao
habitat
lares
Molorchi
placidi conviva
Vindicis
e
quarta, dopo
terrovibus
nunc
Stazio
ma
statuetta
Vindice,
1'
Privato»
Sic
da
di Nerone,
tirannia
della Selva
Offonsus
Utquo
della
dell'eclogasesta
prima
origine, che
di
gallo
Forse
(1).
»
,
cantando
sala
grotte aonie
alle
lo,
del bel-
l'amore
lira,e
Vindice
Giulio
l' impero
Marziale,
la
deposto
rapirlo
quel
sgravare
e
ha
soltanto
può
primo
era
di
cenno
riposa, quando
parente
motto,
che
Stazio
a
il
per
non
si
egli
occupazioni
in
PRIMA
PARTE
deus.
osso
(IX, 43).
Nonio
Vindice
pei quali
adunque
il medesimo
era
Marziale
Alcidos
Essot
cuius
Risit,
nam
opus
Insoripta
scrivere
btudi
quegli
a
breve
un
gramma:
epi-
rogabam
foli*.
hoc, leviquo nutu
numquid
est
di
occasione
laborquo
solet
Graece
«
ha
Vindicom
modo
dedito
semplice privato,
un
ÀuffCTWCOU lego,
ait
»
noscis
poeta
«
indicatque
basis
nomen
V
».
putavi.
Phidiae
(IX, 44).
Amico
assai
più
chiudere
saputo
avremmo
di
lui. Massimo
prefetto nelle
Alpini (2)
e
giacché
la
Tebaide, e
(1) IV,
e,
(2)
IV,
Sii.
era
una
di
progredendo
di
v.
il nostro
21-31.
7,
v.
(3) Orolli-HenzoiJ.
45
con
sogg.
r"30().
gli
dotato
ammonimenti
fu tanto
gli
grato
che
tento
far
senza
armi:
non
zione
men-
ma
pri-
stato
era
la 3.a
degli
coorte
il governo
l'
del-
Studi
e
letterarii,
bene
seb-
di
sano
nel
avere
ingegno
era
nelle
comandava
93
ad
poesia,
Massimo,
delle amicizie
illustre
arrivò
consigli ed
con
ciò
catalogo
oriente,nel
nella
Vinio
fu
persona
anche
versato
aiutò
Nonio
sempre
coltivava
si fosse
di
il nostro
legioni
Egitto (3). Ma
non
intimo
104
un
Stazio
che
gusto
scriveva
quando
lo chiamò
stico,
arti-
suo
fidus
106
motivo
alcuni
?
Per
la ristrettezza
e
per
1' eccessiva
la sconfitta
per
dovuto
avrà
alla
malattia;
malattia
alla
l'avea
volessimo
noi
dell'
opinione
soluzione, vera
poeta
ritrovare
siamo
ma
persuasi
Perciò
in
nò
da
causato
più gli
motivo
bisogno,
un
verosimile
pare
invece
Dell'
di
in
anno
che
comunemente
rivolgimento
si
T Imhof
promise
poeta:
Unger
non
sia
morto
prima
di
della
nelle
quanto
ne
alla
di
di
fra
di
in
vita
sua
re
esse-
ciò
so
capo
suo
inemicizia
determina
premossa
Lai.
1U».
]|,
con
anche
Vi.
ui)".
10.
uno
e
della
96,
e
alla
morte
Domiziano;
stilo il misero
quello
il
regno;
ma
molto
volontà.
intorno
fra Tito
nessun
quel
adempiuta,
di
che
scoliaste
sorta
dopo
ancora
fu
non
là di
in
crede
si
notizia;
più
visse
mezzi,
uno
infisse
Domiziano
Bibl.
del
vita
(»J" 96) perchè
vada
che
sappiamo,
^
(I) Fabricius.
la
Stazio
pensi
veruna
Domiziano
Stazio
che
insufficienza
per
si ha
poesie
suo
dimostrare
allude
qualcosa sdegnato
Il valore
Stazio
riporta la opinione
la Tebaide
nella
suggerire
può
non
sua
altro. Potè
di
preoccupiamo
biografo
per
altro.
un
per
probabilmente più
; il
:
seg).
nella
nò
capriccio,ciascuno
un
morì
di
siffatta promessa,
L'
ci
37
il ritiro di
alcun
cui
riscontra
accenno
da
o
importante
pure
non
quella letteraria,
dice
ci ascriveremmo
accettiamo
produsse
non
esso
esponendolo
ricerche, quando
tali
che
di
(v.
certo
motivo,
un
94)
la recente
moglie
della vita.
spiega qualcosa
oziose.
alla
,
intima,
un
ricorda
quasi agli estremi
falsa,non
affatto
sono
il poeta
di Stazio
giudiziosamente
più
,
loro nel
secondo
proprio
amor
L' Imhof
anche
Imhof;
o
patria, e poiché
che
ridotto
V
cono
verosimiglianza,di-
sulla
essere
guare,
impin-
capitale, soggiungono
capitolini: (avvenuta
ludi
infatti nell' Ecloga
e
di
mai
potute
non
nella
vita
credono
degl' invidiosi.
che
Se
della
fortemente
toccare
mordacità
sostanze,
sue
carezza
ai
PRIMA
delle
altri,i quali
; mentre
:
che
PARTE
Stazio
conseguenza.
del
della
(1).
PARTE
IL
Capitolo
SmuvatU
Il
—
di
mito
di
Europa
di
toro.
padre
più
tardi
uccide
di
il
del
Agenore,
sorse
pugnando
discendono
di
ornato
Il ckto
poscia
i
ai
fatti
ad
di
e
La
di
il sangue
Inoa, figlia di
ha
fraterno;
e
ad
che
sotto
nei
sacro
luòghi
Marte.
a
di
questa
al
suono
caratteristica
di
cui
in
Cadmo
figliuolidella
i
nascono
forma
comando
per
dai
cinque,
periscono tutti,tranne
città
è
della
poi
mamente
inti-
lira
V
a-
porte.
la
fin
comincia
Cadmo,
che
a
al ratto
capo
di Cadmo
questi
fondazione
sette
mette
Giove
fino
Tebaide
dogli episodi.
da
poetico: Anfione
fayple tebane
Si
tebane
dragona
di
e
di loro
mito
un
sorella
un
denti,
fra
convenienza
o
della
fonti
Le
Fenicia, operato
con
Tebe.
mura
tragici, cruenti.
scorrere
marito
di
re
ampie
delle
i
parti
tobano.
leggende
della
cerca
semina
ne
ciclo
peregrinazioni
le
s' incontrò
Tebe,
drago,
di
re
dol
dello
delle
la serie
in
va
opici
Misura
derivano
ratto
accoppiata
Tea
Pooti
Poema.
Tutta
—
quel
terra, che
quali
Edipo
I
Edipo.
figliadi Agenore
Da
del
di
Divisiono
Stazio.
n
mito
Primo
con
dai
primordi
Atamante,
assistere
alla
preferenza
una
con
primo
Cadmo
re
distruzione
di
a
dere
ve-
Tebe
dei
e
figli
110
PARTE
per
opera
che
per
e
di
del
padre (1). E
Anfione
Giove,
Sorge
T attenzione
sé
sorelle.
Laio,
la
ce
la
ucciso
di
leggenda
alcun
avuto
lui
da
nato
Laio
ma
avendo
figlio
filo di ferro.
64
fu
65
e
Polibio
che
Ed
Edipo
si
avviava
età, Laio
in
alla
1' oracolo
verso
Essendosi
comandato
fosse
venuta
che
enigma
il
Tebe
da
il
belva
lo
chi
padre
In
suo.
la
biforme,
che
quale scioglieva l'enigma,il matrimonio
con
il seguente:
Qual
dubitandone
gli
(l) Nefele
allora
Atamante
disgrazia del
Inoa
leoni, ed
nel
animale
ucciso
mare
i
è
bipede, tripode
era
i
a
figlidel
seconde
primo
Inoa
di Corinto.
Inoa.
nozze
lotto, Elleno
sdegnata
figlidi loi,parovagli
Learco.
e.
di
ohe
allora proso
quale
divenne
pazza
Frisso,
ciò, oocito
1'
una
l'altro
fosse
dice
che
proponeva
un
1'
enigma,
è
fino
di
—
sinistri
che
a
in
in
di
pur
nella
$aooo.
rapporti in
costoro
Atamante,
e
ora
Edipo,
opera
per
be.
Te-
che
quadrupede
leonessa
figlioMelioerta
?
colui
a
il regno
con
tal furoro
una
consapevo
uccise,in-
premio
quadrupede
il
e
perbia
su-
riuscendovi, fossero
e
mise
tori.
geni-
con
si
quale
tale,
un
veri
ira, lo
Giocasta
Costei
da
avendo
in
1' uomo,
di
moglie
il fanciullo
i suoi
proposto
e
un
figliuoloesposto.
quel tempo
Edipo, potè spiegare
prima moglie di Atamante,
fuggire. Giunone
o
di
altri,Tispose che
condusse
padre
di
bene
vedoro
era
ancora
eccezione
alla
Laio
la
con
servi,ai quali
fortuna
molti, non
fosse
fatta
I
del
dall'
Sfinge,
che
Nessuno,
e
lo fece
piedi
già
fossero
Focide,
presso
risolvesse;e
Si dice
essa.
i
prima
sua
largo,Edipo, spinto
fosse
una
alcuno
perchè
stati uccisi
facesse
Dio,
sarebbe
figlioe
un
Edipo.
della
domandare
ambidue
quegli
a
il
spose
ri-
ogni malanno;
lo lasciarono
ma
consultare
per
incontrati
che
detto
fu
volta, fatto consapevole
sua
di
casa
forato
Pizia
figlioche
figli.Di poi, quando
avere
volle
le altre
averne.
il
genorò
responso,
lo esposero,
potuto
avea
la
empiuto
nato, avendone
fanciullo,non
non
cresciuto
era
del
conto
di
su
:
per
prole perchè
questo poscia il fanciullo
il
consegnato
alcun
chiama
essa
dimenticare
facendo
Y oracolo
consultò
concessa
reggia, appena
Per
costei
sposato Giocasta, figliadi Creonte, e
il padre ed
ucciso
fece
dalla
stata
era
avrebbe
non
via
portar
gli
non
Lieo,
a
figliuolidi
ed
,
che
fino
segue
dai
Edipo,
Diodoro; IV,
narra
Tebani,
dei
re
qui udì
più grandi poeti greci,
come
avendo
non
terribile
dei
Ecco
«
fu
leggende
Zete.
e
quindi
delle
il terrore
ripudiato Antiope,
aver
SECONDA
rono
stimaohe
al
gli altri piccoli
braeoio
e
si precipitò
CAPITOLO
sua
infanzia,bipede
per
manco
T
di
crescendo
forze
si
oracolo, si precipitò da
non
ed
conosceva,
due
e
I
in
di
tere,
ad
si
pattuirono
che
avrebbero
ricevette
Argia
avea,
e
che
sul
abbia
Dicono
dono
alla guerra
ad
sorella
di
di
che,
nella
morto
lui,
del
a
guerra
dalla
tradito
il volere
andare
il
alla
Amfiarao
di
che
contro
Tebe.
andato
anche
il
crearono
da
i
sti
ripo-
restituire
che
spedito per
salvo.
che
Adrasto
tenopeo,
Par-
Amfiarao,
di
Essa
Alcmeone,
Polinice
e
in
dissensi
giudicò
essere
al
il
Amfiarao
a
in
vore
fa-
compagno
giudicando
imposto
aver
d'oro,
persuadere
volgevano
pur
ricusava.
monile
un
dovesse
periziadel
si
dovea
componimento.
Amfiarao
la
con
dergli
ten-
conducesse
si
di Amfiarao
che
vani
gio-
Dicono
guerra,
quale
che
figlie che
cuore
era
Erifile,moglie
Erifile. Ed
Licotheo,
li avrebbe
avea
quella
del
ad
padre, impazzì. Adrasto,
guerra,
a
dò
an-
Tideo,
Capaneo, Ippodemonte,
a
moglie
moglie, consentì, dopo
uccidesse
ebbe
ritornato
Adrasto,
e
per
due
questi, prevedendo
affidare
giudizio
le
consigliavano
mezzo
per
Adrasto, aggiungendo
aiuto
stato
Armonia,
convennero
Adrasto,
si associò
fosse
donato
avesse
sia
il pò*
che
e
ritorno.
Eteocle
mo
pri-
due, Adrasto,
prima
del
trattare
amici
se
dicono
costoro
che
cedere
Alcasto
che
il
riuscendovi,
non
valore, promise che
Anfiarao; ma
quel tempo
il regno,
per
Gli
della
ed essi
toccò
volle
non
nipoti
Adrasto
opinione
e
linice,
Po-
e
empietà
età,
tempo
A
reputando
ogni
perirebbe,
che
In
fuori
il vate
di Minerva
marito.
Tideo.
loro
di
oracolo, sposò
Eteocle, per
Atalanta.
Polinice
che
dal
ad
che
e
alla guerra
vaticinio
a
i
Argo.
certo
un
per
stesso
cinquanta guerrieri,che
ucciso
figliodi
suo
lui ad
che
regnato vicendevolmente
patti e
Calydone
patrio;ma
trono
udito, si preparò
anche
in
anche
molto
Tideo
agguato,
ed
Etolia
aspettava
Polinice, mandò
ciò
ucciso
madre,
Eteocle
della
maggiore
dei
Nello
Adrasto.
re
Polinice, Deifile
a
ciascuno
Tideo
1' adempimento
la
più agli uomini,
stabilito
spirato il tempo
lieto animo,
con
il
era
Sfinge,secondo
maschi,
cognizione
avuta
mostrarsi
il
la
'
Ismene.
Eteocle, che
Allora
figli,due
non
avendo
rifuggiasse dall'
ed
vecchiaia, quando
Edipo sposò
a
Ma
presso
figliodi Eneo,
ed
Edipo
Ad
regno.
Argo,
altissima.
lei quattro
età
Polinice, chiesto
e
bastone.
un
nella
tripede
e
,
ciascuno.
anno
ad
rupe
da
costrinsero
casa,
anno
età,
temine, Antigone
attribuitosi il regno,
un
una
ebbe
figli cresciuti
propria
in
appoggia
111
PRIMO
di
essere
figlioAlcmeone
che
Tideo,
eseguì poscia
sui
punto
di
quattro duci, Amfiarao, Capaneo, Ippodemonte
112
PARTE
i
Partenopeo,
e
Eteocle
furore
con
le
la terra
fu
visto
i
perirono,
di
i
diedero
Cadmo.
La
fu
già
significatonon
che
uomini
Poi
vi
caduti
gato
ne-
do
osan-
non
nobiltà
tutti in
passano
erano
questa
di
Edipo
in
è
la
sotto
fondo
città
condannate
da
tesi
ordine
un
il
in
morale
recondito
la
L' illustre
etico
assoluto
dei
punto
sì
con
nostro
greci,che
hanno
te
mol-
ancora
scosse
critico
ad
vennero
fu
non
di
cercò
ci
naturalisti-
miti
tempo
il Bréal
principio
siffatto
si vedono
esso
poeti
colori,più
tetri
tanti
col
Comparetti
intiero.
un
solo
(2). Ma
e
di
fantasia
i suoi
dei
noi
mirabile,e
la
con
menti
aggiusta-
francese, il Bréal,
uno
che
tanto
vani
modo
un
eccitò
originari)i quali
quasi per
della
che
dotto
Un
dimostrazione,
demolirla
in
dei
e
interpretazione di
nella
e
d'accordo.
ariani
servigio
a
il mito
originario naturalismo
sua
da
Schneidewin
significarequalcosa
significatomorale,
dell'
anzitutto
che
non
gli aveano
Tebe.
a
questa leggenda,
dallo
scritta
più
è
il mito
un
assumere
obiezioni
i Tabani
ritorno
coloro
tutti
a
abbisso,
un
si
che
tracce
lece
fasi di
certo
i miti
(riflettenti
in
Adrasto
il carro,
molti
e
Am-
morte.
tutto
Adrasto,
insepolti,perchè
ripeterla (1). Ma
dal
quelli di
mostrare
che
cadaveri, gli Ateniesi,
molte
epici e tragici dovea
di
Adrasto
sepoltura
delle
essa,
esentiamo
neri
fuori
duci,
alla
incontro
inghiottitocon
e
ascendendo
»
storia
di
ci
lasciò
quali
tumulare
cuore,
di
altri
poterli seppellire,e
alcuno
di
Gli
più.
mai
lui
di
andò
poi
Di-
Tebe.
partirono verso
l' altro, Capaneo
un
scale,
con
sotto
esercito
1'
uccisero
si
nemiche
mura
fiarao,apertasi
forte
quali tutti,con
Polinice
e
SECONDA
ce
feliforti
espone
le azioni
«
determinate
certe
,
naturali
conseguenze
le commette
ha
ne
non
procedenti
la
dalla
loro
coscienza
stessa
natura,
le ha
o
e
commesse
colui
se
suo
malgrado
si
potrà dire
,
o
ohe
può
la
anche
disgrazia, ma
è
sua
come
soggetto
fi) Die
1832.
(2) Le
si
fosse
Sago
mythe
d'
la
Prollor.
se
animo
con
noi
tomo
Oriceli.
Oodipo, Paris,
ne
V
giù
sia
del
da
caduto
Mythol.
Momorio
IT, 344
per
»
(3)
della
seg.
Pisa
1867,
pag.
52-53.
e
alle
è
non
di
caso,
1863.
Mitologia comparata,
sottrarsi
fabrica
una
deliberato
dolio
mondo,
potrà egli
questo
per
piombi
membra,
Oodipus,
vom
anche
o
non
gittato giù
Vodi
(3)'Edipo
le
migliori ragioni
che
uomo
un
frangersi
a
se
colle
scusarsene
che
meno
quello
quindi
sooiotà
seguenze,
con-
roalo
rebbe
sa-
sostie-
di Gottinga
11*4
PARTE
maledizione
dei
il
come
Tideo
eroi
tutto
Nel
tebani
poemi
Ethiopis
dipodea
era
lo
di
storia
nel
non
Che
al
ci
ò
l'autore
V
Edipodea
valeva
la seconda
come
«Ora
Tebe
le
celebrava
Muse,
o
imprese
la rivendicazione
e
col
primo,
la
più
in
opera
nella
(1) Storia
della
V.
identificazione
dei
duo
(3)
clus, I,
dei
antichi
un
titoli
altrettanto
1858,
non
eroi
poema,
che
se
più
ne
ccòS*
fatto
vissuto
,
(2). Il
la
come
baide,
Te-
consideravano
ne
prima spedizio»
argivi caduti
dalla
non
allontanava
(4)
sotto
grande
sua
alzare
seppe
più
si
nella
stava
acco-
ori-
133.
dubbiosa.
195.
(4) NOv
vista
ha
ci
Aretino
della
autore
I, pag.
sombra
di
spartano
la
E-
frammento,
Borgia
di
e
seguenza
con-
più giovani l'imprese
essi. Questo
quasi
U
per
un
ne
ricordo
Cyprii
punto
pedestre imitazione, e quanto
(.Troca, Torino
01.
il gruppo
degli Epigoni;
e
anonimo
figlidei primi
dei
al modello,
Chron.
(2) Eusebio,
L'
Lett.
una
gli
un
cantare
rivela
ci
là di
esteriorità
con
operata da
somiglianza
sua
a
il
i canti
nemmeno
anche
era
spesso
parte. Cominciava
cominciamo,
quindi
che
concludeasi
,
dal
essa
Olimpiadi, contemporaneo
questa
a
vo,
sal-
raccontava
e
Klnetkon
nomavasi
(3)
role
pa-
in
gli Epigoni.
L' iscrizione
pervenuta.
che
e
causa
con
mettersi
tra
e
Tebaide,
cosa
Alcmeonidi
o
legata
così
e
e
delle
principio
degli Epigoni
poema
il delitto
Eschilo
a
,
intorno
come
Tebaide
ciclo
più nulla, poiché
sappiamo
ne
solamente
conoscere
la
Zenodoto
della
suo
alla
quasi
Edipo.
larga esposizione
una
come
(1).
»
Edipodea,
tra
era
introduzione
una
noi
poetico?
fato.
suo
,
inquadrata
era
la Tebaide
così
della
giungeva
alessandrino
grammatico
composto
dipinta da
ò
soprannaturale
ente
,
la
o
era
V Iliade
come
e
Arione,
del
epico
ed
solo
Adrasto
predizione sugli Epigoni
ciclo
della
parte prudente,
all' infelice
la descriveva
(II.V, 409),
eroi
cavallo
suo
una
con
altra
a
e
P Elena
come
incontro
Omero
; ed
distruzione
loro
caratteristici.
del
Polinice
a
capi argivi rappresentavasi probabilmente
emblemi
mercè
ora
il consorte, per
sorte
sua
opponevasi
,
flagellodi quegli
ed
dei
della
che
mo
Aiutia-
Rappresentavasi
Krifile
elio trascina
conscio
dei
principale della
il
volte.
due
combattere.
seducente
correre,
L' insolenza
ed
di
impazienti
; donna
a
per ben
tìgliripetuta
saggio consigliere di Adrasto,
,
guerra
SECONDA
Motteat.
òrcXoTépcov
àvBpfóvàp^cip-eSa
Todi
"Wolcker, Cy-
CAPITOLO
ginalità della
Forse
di
notizie
del
parere
sublime
che
vita
Quando
formata.
avanti
Y
connessi
collegavansi
e
uditori
gli
uno
Y
con
morali
di
e
loro
Odissea, una
di
serie
fine
il
eventi
tutti
stessi,col
zo
mez-
mitologico-filoso-
idee
certe
tanto,
sol-
altro,riferendo
in
in
ciò
compievasi
più larga
una
a
,
trattato
in
nelF
e
cui
considerati
pure,
riflessioni
Iliade
per
prima.
pure
fu
che
e
la differenza
nelT
conda
se-
anteriori.
poesia,
azione
alla
ciclo, offrono
questo
vera
come
grande
una
canti
la
quanto
confronto
in
consistendo
Omero,
esteriormente
fu
Ne
fatta
evidente
è prova
da
il poema,
poiché
le
di
continuava
carro,
la sufficiente
secondo
Tebe,
vivere
a
sintesi che
le altre
e
certo
per
nel canto
allusioni
IV,
già
era
376
seg.
V
canti
nei
,
l'Odissea,XV,
che
244
tradizione
la
mentre
:
tebana
si può dubitare
Ma
285.
più meravigliosa
e
Iliade, la leggenda
Agamennone,
VII, 223; X,
mura
la
composta
pronunziare
seg;
sotto
soggetto di
da
in
di
ci dice
(1).
»
803
abbiamo
rappresentava
generiche
certe
fiche
noi
svolgevasi
ma
impresa
una
si
eroica,
apparivano
di
è
vi
non
proposto,
che
degenere
avvenimenti
preparato dai
meno
nobile
«
di
povera
stato
scarse
non
che
sia
era
Muller,
stile
uno
ad
Tebe
il soggetto
Le
Apollodoro (Biblioth. Ili)
invenzione.
guerra
115
PRfMO
era
non
nella
nei
muore
ferente
è dif-
Tebaide
dalla
quel sacerdote, ingliiottito
gloriosamente
posto
com-
Amfiarao
seg.
fermata
ancora
col
terra
regni bui, proferendo
suo
pre
sem-
oracoli.
La
fiorì
di
spedizione
T
dopo
anno
le
con
sue
noto
un
404
A.
in
C.
seguito
volle
Egli
epico
da
tutti
indifferenza
che
tranne
di
mezzo
in
da
il
Antimaco,
al
aggiungere
per
grande
con
da
cantata
racconto, egli, leggendola
abbandonato
il teatro
fu
elegie 1' alloro
ricambiarono
contemporanei
secondo
Tebe
un
mirto
Platone.
che
sua
,
La
«
i
,
vuotarsi
vide
publico,
statosi
acquima
poema
1' opera
quale
Tebaide
di
,
dice
Antimaco,
il sempre
gran
prestigio di
scelta delle
espressioni;
vi
era
di
(1)
1.
egistra
per
Muller,
mitologia
ma
nei
il poema
quel
e.
Il
fascino
questo
Grundriss
riguardo poche
scritto
mancava,
inspirato che
Bomhardy,
fu
particolarie
critici,di quel collegamento
antichi
e
citato
nò
der
notizie.
Griechischen
né
largo disegno;
un
la
sentenza
che
ferma
la
pazienza
Litter.
nella
studio
attento
secondo
naturale
la lima
su
Parte
gli
de-
Y attenzione,
possono
2. pag.
252,
1W
SECODDaY^
PARTE
'
,.
Adriano
creare..
affettata
sforzata,,
Omero,,
scriveva
omnino
et
naturale
non
(Thebais)
«
defìcitur
Àntimaco
Colofonio, Menelao
ne
Caria,
di
cantato
avea
Roma
In
elegiaco,col
poeta
Duni
tibi Cadmoao
ita
Atquo
sim
Nos,
Tebe
allo stesso
militino
argomento
secondo
se
Lo
fonti
:
llomoro
carmini
agitamus
bus,
amores,
in
quaorimus
dominam.
illius
exiguus
Noi
abbiamo
v.
(1)
Thebais,
il
ducem
opinio
Pare
da
ancora
nou
giovine.
est
Statii
nulla
Tebaido
ohe
cedere
:
Accio,
all'
Dicunt
il
vE7ura
si
le
di
0v)(3ais
no
videtur.
in
ista
poetam
volunt,
sufficiunt
parole
ila
Quod
27) dice:
quod
reni
tragico,
editore
improbabilis, propterea
non
poota
Un
costui
initio
fuisse
puto
di
affermare.
liaberi
attinto
ab
tempore
soltanto
notare
non
abbia
del poema
Rclù/triac, pag.
collecta
me
a
se
per
Stazio
che
exemplar
et
sit, consultius
numerus
della
frammenti
menomamente
celebratissima
potuto
466
dai
Schellenberg (Anti madri
Statii
che
credenza
comune
ma
può
opinioni fragmenta
tam
III,
si
non
quidem
Thebais
bandae
lo
E
stazio—
sog.
Fausto
certo
un
1
(1).
tema
Àntimaco,
vulgo
haec
monui,
oa
di
frammenti,
Antimachum
di
anche
Giovenale,
a
al medesimo
Tobaido
pervenuti,
sono
dei
dolili
dal poema
molto
prestar fede
intorno
provato
era
ci
dobbiamo
del
la frase
J, 7,
E
:
;
confonditi
nostros
aliquid
niente.
Politico, Thebao
mollia
duram
(Poet. 17)
più
le lotte fraterne
e
tristia
tuis
fata
Aristotile
Omero,
della
città
Anea
sappiamo
mano
con
dicuntur,
consuemus,
Aiquo
di
di
non
pose
folix, primo
ttint modo
ut
chi
fratornao
Àrinaquo
dispositene-
et
Antagora, Antipha-
Tebe,
nativo
loro
opere
la cadmea
cantare
di
Aneo,
contendeva
Properzio,
a
tiliano
quei poeti.» Quin-
di
la testimonianza
Stazio, fu
di
davanti
jucunditate
fatti
un
Delle
Amfìarao.
di
amico
Pontico,
forse
cosa,
»
dei
secondo
che
prima
1).
pure
Egeo,
Cercine,
un
e
(lib.X,
ogni
per
Àntimaco
primo
affòctibiLs et
et
cantarono
del
epico
amore
suo
collocò
quando
lo stile
imitare
ai
consentaneo
,
:
arte
Con
e
di
tentò
e
rimase
quindi
Eschilo,
fatto
vonne
vero
procum
quorum,
;
relinquere.
scoliasta
omnia
abbia
At
medio
dello
ut
ex
una
al
libro
Graeco
poe-
tragedia. Una
attribuita
»
a
Seno-
CAPITOLO
ta
Antimacho
veteribus
deduxisse, qui
in
1' orditura,
per
avrà
tempi
avuto
ancora
anteriori
Divisione
Poema
dei
dell' arte, 1'
simmetria,
Il poema
di
non
esse
intendiamo
quella
altra
ogni
nostro, anche
il
costui
la
che
nel
in
e
di
fosse
esilio. Ivi
Eia
—
di
nelle
il
gli
da-
to
prodotgole
sin-
sue
Il
studiata
prodotto
armonia
la
di
una
la
del-
mezzo
per
delle
parti,varia
delle
di
Polinice,
recarsi
in
invita
divenire
che
suo
delle
scelleratezze
dalle
ime
radici,
dovea
genero;
compiute
e
raduna
del
agli
del
opere
Stazio
due
di
il regno
il
cedendo
Argo,
Polinice
nella
il
coli
se-
di
opera
Adrasto,
da
Ma
Dei
e
anno
due
no
passarvi Tan-
e
lo
to
Giove, sdegna-
determina
si
il
come
figliuole sue,
intanto
ad
rimanersi
segni esterni
Edipo,
degli
p/imo
potendo
non
e
re
accetta.
il concilio
molti
Neil'
il
per
delle
di
nanzi
in-
Polinice
e
sancito
romano.
Tebe
una
casa
spirito
periodi :
riconosciutolo
sposare
cluderemo
con-
avere
sempre
già
avea
posto
presso
lo
che
convenienza
il poeta
in
analisi
diligente
pensiero.
poetica
ricantarlo
cui
esamineremo
la lotta,di Eteocle
è
di
ideale
tipo
un
simigliante. Noi
una
ciò noi
poeta, usando
nostro
occhi
scuna
cia-
ma
altre. Con
alle
ogni modello, deve
nettamente
toccato
suddivisioni,
rapporto
dopo
tradizione
a
delle
generali di
di
giunto, Adrasto,
dall' oracolo
in
soltanto
Tobaide
divisa
predetto
a
il
fu
che
distributiva
essere
ai criterii
venuto
il fratello
patria,pensò
Stazio
elaborazione
la
Omero,
esso
,
giudizio
della
troviamo
1. Periodo
Eteocle,
deve
e
poema
quei particolariche
prima
;
suoi
ispirazione irriflessa.
in
misura
dinnanzi
indipendentemente
L' argomento
con
ha
arte
risponde
agli occhi,
di
priori 1' opera
a
che
di
produzione
esso
di
il tutto
la misura
dommatica
se
ai
imitò
quello
Odissea
anch'
presenta
conserva
largamente
prima
altri libri
quanto
tutti
omerico
poema
simmetria
T!:ade, opera
nella
condannare
estetica
continua
disporre
il
fra
queste.
Stazio
di
di
e
Omero,
dalla
scelto
almeno
proposito nel capitoloseguente.
dopo quello
esso,
sa
di
una
ritrae
uniforme
:
di
esecuzione
non
anch'
è
di
avrà
quanti
questo,
poemi
della
ò
non
varia
uniformità
nella
due
disciplinata,che
fantasia
Di
Stazio,
più
corresse
occuperemo
Virgilio, il quale
di
della
ci
Dei
—
che
non
scripsit, et
che
certo
soft' occhio
Odissea, presenta
ciò
parti ;
poema
tempi
certamente
lui
a
ò
qualche autore,
a
sull' argomento.
correvano
epici
suoi
ai
Egli
»
rivolto
sarà
posto che
Antimaco,
ma
si
se
Thebaidem
ipse longam
et
habitam.
pretio
magno
117
PRIMO
mostra
di
la
sveller-
irremovi-
,
118
alle
bile
V Inferno
al
di
preghiere
favorita
sua
dire
per
dalla
di
corte
paterno
col
di
senato
si rivolse
inviare
Eteocle
dichiara
di
viene
il
givo,
quale
alla
animi
alla
Tutto
azione
vera
Periodo
2.
quale
è
(a)
paesi, si
lontani
la
pericoliò esposta
le induce
e
La
si fa
siccità
sploratori,poi
indicare
si
a
subito
muove
allattava,guida gli
la sete
e
la
lunga
storia
frattempo
morire
ne
storia,ed
sua
sente
dalla
egli
era
che
uscito
il misero
gli
ò
ultimi
vogliono
canti,
nel
stesso
di
vagiti,
nuova
gli
Amfiarao
e
i sinistri
il
e
popolo
V antecedente
come
la seconda
muovono
Nenie.
ed
accorre,
il
le
da
ritorno
imminenti
delle
dee
que,
ac-
elemento.
liquido
manda
Adrasto
e-
,
Isitìle che
fiume
schiere, Adrasto
averlo
di
pano,
accam-
si
ad
presta
,
figliuolodi Licurgo, Ofelte,che
il
il volto
delle
vicina
si
quali
a
tutte
argivo
incontra
la
parte, nele
Bacco,
so
a
campo
terra
a
selva
per
Ar-
prode
rivelare
forma
e
si
argive
chiama
medesima
dalla
ribile
ter-
accendere
Adrasto
superficieterrestre
nelle
quella
dato
man-
Una
della
sacerdoti
incomincia
Isitìle,bagnandosi
parvolo,
dei
guerrieri all' amico
assetati
al
ad
Argo
soldatesche,e sapendo
sentire
l'ordine
ritornato
in
tre
vallo
nella
fonte, e, deposto
una
primi
Tebe,
cara
ritirare
Tebe
di
sdegna vieppiù
non
conda
se-
proparativi.
le schiere
dello
sua
il
la forza.
determinano
canto
quarto
accorge
della
marito
con
re
mozzo
ai
mano
di ottenere
scopo
poema.
prima marcia,
una
si
cise
de-
,
solo
Marte
per
nei
la guerra:
narrata
dopo
dà
del
Col
—
(fio ve
Marto
e
Tideo
del
i sacerdoti
contenuto
è
questo
della
si
dapertutto
e
guerra,
Ma
aiuti,il quale
Tobe, giunge, espone
opera
per
il trono
riprendere
per
legato è
il regno
invia
Polinice
Capaneo,
ma
tesa
Dei:
terminato
Eteocle, allo
ad
verso
cedere
di
Adrasto
Il
consulta
degli
volontà
la
Melampo,
augurii,
Adrasto
guerra.
ai trono
allora
legato
un
ospitalitàe
sogno
al fratello. Questi
il regno
più
Pensò
suocero
vittorioso.
esce
ne
violata
perfidia di
quindi
nel-
,
,
imboscata
la
scende
presenti nel
si
richiamato
essere
Egli s'avvia
Adrasto.
che
Edipo,
ceda
la restituzione.
figliuoladi
almeno
risparmi
di Giove
messo
non
al
prima
si
,
aspettò invano.
amichevolmente
ma
che
che
prega
come
di
padre
aspettò di
Argo
le armi:
con
il
imporgli
ma
dell'esilio,
quale
quindi,
Laio,
a
la
Giunone,
Mercurio
Argo.
nipote Eteocle, ad
Tanno
SECONDA
PARTE
il
donne
drago
soltanto
invita
di
Isitìle
a
lagrime, narra
di
di
con
i
In
Lomno.
il
(Move,
toccato
sopravvengono
(Canto IV). Spenta
la
tare
raccon-
la
sua
questo
fece
quale
coda.
guerrieri Argivi
Isitìle
e
Ca-
CAPITOLO
uccide
paneo
Il
alla
Licurgo
re
la
con
ferrata
sua
il
trave
della
nuova
119
PlilMO
del
morte
nutrice,
freme
di
vuole
figliuolo
,
la
Giove
Drago.
sdegno.
far
morire
,
i soldati
ma
di
Adrasto
ribellano
si
venerando
il
e
dote
sacer-
,
figliodi
Ocleo
la
rimette
coir
calma
che
annunziare
la
siccità
il
,
drago,
la
del
morte
bisognava
far
In
—
La
argiva
città
si
alla
l'esempio,passano
città
di
valore,$ia
sul campo
nemico
fa
di
ferito
mucchi
si
profondo,
sonno
precipitano
ascende
della
sullo
r
caduti.
Le
donne
sul
insulta
di
ai
loro
di
Creonte,
e
un
già
è
città
i Greci
volgono
muovono
che
i
a
).
reduce
chiedere
Tebe
a
dalla
aiuto
a
mezzo
Ma
nel
Teseo
in
(Canto
cadono
sepoltura
ai
anche
gli
manifesta
guerra,
parossismo
guerrieri
abbiano
tributare
'
fine alla guerra
pone
i. due
di travi,
fulmina.
lo
danno
Tebani
I
corpi degli Argivi
verso
guerriero,
le esorta
XI
guente
se-
Adrasto
di
per
stesso
quale
nel
Polinice,
e
strage.
fuga, Tesifone
in
in
tebano, assopito in
Capaneo,
Giove
è
del
la notte
Durante
le soldatesche
e
piombato
caduto
di Tideo
del
gli Dei,
giorno
monte
(Canto Vili). Ippode-
campo
la
Il
digi
pro-
del cadavere
strage nel
semina
fanno
Menalippo,
nome
per
il corpo
giorno
alla
tre
questi fugge; poi, men-
(Canto IX).
cadere.
per
e
( Canto
proibisce
estinti ;
la
in
seguono
dei tebani;
mozzo.
salvare
Partenopeo
sfida
e
di Eteocle
Argo
lui
che
dell' altro
Creonte
lotta per
ne
(Canto VII).
terra
cavaliere
capo
mato
ar-
trova
di fronte
colle
un
morire, può impossessarsi
il
già
che
quale gli argivi
sfida,ma
ignoto
un
di
io
e
cominciare
della
Capaneo
vittima
uno
da
argivi mena
e
mura
il duello
con
di
Tebe,
su
superbia
Caduto
X).
Eteocle
ha
tutti
acque,
sopra
nella
Tebe.
di
mura
Asopo
strage crudele
fa
ferocemente
dopo
e
schiera
una
un
Tideo
dopo sanguinosa
dei nemici,
potere
accamparsi
un
paesi vicini; Tarmata
dei
al fiume
inghiottitodalla
è
scorge
vittime,
guente
se-
come
Eteocle
canto:
nelle
primo
le
sotto
forti
arriva
giornata
prima
zuffa.
mordere
e
cade
ad
Tideo, prima
morte.
a
uccisore
suo
la
il
si getta
la
parte abbiamo
eia col settimo
Tebe,
verso
Amtìarao
si rinnova
seguente
poi
Avviene
nemica.
seconda
gli eroi più
se
riescono
o
tanto
in-
V.) Il giorno
(Canto
combattuta
viene
cernir
a
piena; Ippodemonte
gran
che
dal campo
muove
della
tre canti
guerra
chiamato
e
defunto.
parvolo
che
e
giuochi. (Canto VI).
guerra
della
narrazione
la
i
questi primi
preludio
nuovo
al
dagli Dei,
volute
ritardanze
sono
onore
celebrati
vengono
ji)
fanciullo
Atene.
un
ultimi
loro
L'
eroe
loro
rogo.
onori
1' editto
accor-
120
re
le donne
con
la lancia
di
argive
Stazio
di
Omero
avea
di
cielo
Edipo
che
lunghe
non
azioni
si
Le
dal
città
valle
nemea.
nemica,
coppia
I
delle
data
di
duello
lungo
Teseo,
con
il lettore
alla
e
la
si
volta
sua
Odissea,
motivi
Virgilio
fino
1'
che
e
di
di
nel
immedesimai
convenienza
lui. La
un
con
il
primo
dello
la
del
morto
la
per
scrizione
de-
divisa
viene
all'inferno
ci vien
sparizione meravigliosa
duello
finale,al quale
di Creonte
l' insediamento
la
cade
mezzo
guerra
la
Argo
maravigliosi,
intiero
queste
con
anzi
poi
discesa
poema
ancora
anche
forse
porchò
si
Omero
Omero
di
tomba
di
(JÉpvo.
por
canto
un
nella
al
tiene
il
regno,
suo
morto.
foss' altro
in
pooma
scagliate
eroi
eventi
aristia; una
chiusa
vien
accorto
poter tradurre
senza
sua
una
sua
Eneide,
che
comprese
ad
la
sarà
non
la
sulla
di
scaturisce
poema
noeessarii.
finale
di
di
fronte, gli Dei
mancano,
nel
pure
questa
al
trutta
appendice,
detto
Abbiamo
ma
ad
l'azione
e
entra
di
celebrati
con
duello
non
alla distruzione
tempo
di
volere
del
tebane
e
alcun
le
per
sarebbero
si
in
dal
portidia
(piando gli
nel
va
gli eventi
trovano
Iliade ; il racconto
della
racconto
ciascuna
come
argivo
quale
giuochi
Amtìarao,
dietro,
la
appendice
come
la (piale termina
quellodi Ulisse,
figliodi Licurgo,
giornate,
si
Giove
ò
ma
nuova
trattenuti
avesse
finalmente
nemiche
Isifiie ; dal
dei
li
la
presto
o
co
epi-
cielo ; la
in
e
necessaria
accelerare
Tebe
terra
tuttavia
guerra,
consumata
por
di
non
forze
quello
di
esempio
di
dopo l'altro,o (piando
un
cataloghi
episodio di
in
sotto
il materiale
terra:
Questa
fratricida, in adempimento
discorde
lungo quanto
ad
discordia.
occasiono
Bacco
schiere
tutti periti V
son
cade
disposto perfino
ò
parallelo in
aperto
via
od
;
colpo, sulla
Giove,
sulla
se
poemi
grandi
allora
parto alla guerra,
prendono
Creonte
dire, tutto
così
svolgono
il carattere
sono
Lo
suoi
principio della
fato, e
argive
truppe
di
Tideo, coglie
contro
sulla
è
il
assume
voluta
Eteoclo
alla pugna,
viene
si
ritrova, per
nei
macchiata
ò
semina
e
si
raccolto
analoghi capitoli.Due
casa
Tebe;
a
Teseo.
Neil' opera
che
seconda
l'Aim;
più
si
nel
che
di
\" è
tutto
che
attraverso
la
un
po' più
vicino
l'Eneide
il materiale
contiene
distribuiti
trovano
Stazio,
e
questi
perfettamente ogni
suo
in
cosi
Tebaide
che
P Iliade
riuniti i
due
poemi.
ambiduc
studiò
esteriorità
di
vede
si
non
pure
nei
pensiero "jiielsenso
epico-omerico;
di
i
desimi
me-
Ma
delli
mo-
ne,
composizio-
misura,
larghe proporzioni possiedono
di
monia
ar-
i due
122
di
liberare
quasi
dalla
carattere
intieri
è
limite
che
vero,
e
di
meravigliose avventure;
libri
lunghi, appartengono
Omero.
Il racconto
episodio, e
Edippo,
per
ciò
bastasse, Stazio
non
ad
viene
di
di
Stazio;era
di
in
se
le
Enea
voluto
profezie.Si
allo
di
vestito
fece
poi
altro
veleva
quindi
spoglie mortali, alla
punto.
La
con
«le
più
il residuo
Il poema
fantasia
fu
sue
ò
tardi
più
del
forte
darci
di
che
a
il divino
migliore:
si chiude
canone
arte,
la
è
deve
rivare
ar-
è merito
non
della
che
le
trasse
ne
Odissea
dei regni
i
bui,
uomo
Amfiarao
anche
tutto
in
una
una
per
masto
ri-
dialoghi
di
farci
ancora
in
di
e
sarebbe
cosa
un
con
greca,
ombre,
,
espose
trovare,
similmente
vero-
pedisseque. Virgilio
alla tentazione
resistere
pure
comune.
ombra,
da
volta, astenendosi
quando
Alighieri per
la Divina
con
non
di
Apollo
nel vedere
di
questa
luogo
un
l'invenzione
quadro
sotterranei
nostro
di
viaggio
un
quale
tanto
entra
episodio
trasformazione
dipendenze:
assortii
il
nuovo
stupore degli abitatori
la imitazione
Ci
di
di
sappiamo
non
il
del tutto
leggenda; Stazio
romanizzò
Stazio
a
trattare
contentò
dilavamento,
Erifile
mirabile;
Y
di
diciamolo
imitazioni
dimenticare
far
nel
all'interno, perchè
modo
un
avesse
assistere
di
fortunato
un
Quasi
rimane
Stazio
vate
dalla
nuovo
di
casa
necessariamente
e
sparizione del
da
della
,
di
voragine
crescono
ac-
lettore
relazione.
comune
si tratti
antica, tramandata
quanto
poema.
luogo
che
due
per
opisodio, i giuochi,
nell' opera
sue
l' episodio di
ò
alcuna
del
il
con
sennatamente
miglior
logica conseguenza
per
una
trattiene
distruzione
ha
concezione
La
sotterranei.
invenzione
ben
la discesa
giunta,
inghiottitoda
si astenne
stato
era
la
le
principale, cui
invece
con
terzo
accorgerci proprio
regni
profittoe
e
un
all' inferno, che
non
viene
nei
e
tuttavia
pò
un
discesa
da
Amfiarao
grado
terzo
rifacciamo
così, dalla
affibbiò
vi
posticcio alla prima
e
Ci
fratelli
due
allargarciil più possibile, non
essere
estraneo
Isifile
Ulisse,
episodi,per
il
dubbio
senza
di
avventure
dei
la lotta
con
stato
ogni
troviamo
si
tali
ma
dimenticato
raccontare
a
all'azione
intimamente
Virgilio è
delle
le sue;
e
diletto
noi
Virgilio,Enea
patria
ambidue
Isi vaghezza;
di
poema
della
è
esso
Odissea
né
luce
né
quattro intieri libri
per
nel
in
Nella
convenienza.
quelle
raccontare
a
che
allungato per
viene
esso
apportano
non
riconoscere
trattiene
si
quando
che
istorie
per
dobbiamo
noi
ogni
e
l'esercito argivo;ma
sete
tre canti
air argomento,
egli
SECONDA
PARTE
Y
discesa
ogni
episodio
imitare,
bella
do
quan-
qualità.
ferno
all'in-
Commedia.
narrazione
dell' insediamento
di
e
Creonte
sul
il
sia
tema
di
regno
Tebe,
dodicesimo,
canto
il
pure
è
migliore
completamente
e
della
che
morte:
sua
non
intenzionato,
esaurito.
può
123
PRIMO
CAPITOLO
per
poiché
forma
essa
niun
il
la
il
interessare
conto
con
di
contenuto
morte
dei
due
tutto
lettore,
fratelli
il
Secondo
Capitolo
esposizione
analisi
e
del
poema.
"~"
CANTO
Esposizione
di
a
si
colpa
sua
dea
la
Eteocle
popolano
dalla
dalle
la
Giove
non
due
tiranni;
Giove;
di
radici;
aver
v.
ad
ogni
di
e
Il
Giove
i Tebani
parla
Adrasto,
e
Giunone
dolente
sì
di
stato
dei
si
di
che
prega
;
polo
pocoglie
rac-
infamie
determina
perciò
re
un
numi
delle
adirato
strano
mo-
il
mutare
misero
concilio
JRi-
piccola cosa
così
dovrà
anno
sul
che
138-143.
v.
per
ca
var-
figliuolidi
costoro
al trono;
sul
169-196.
v.
214-247.
v.
sale
intanto
197-210.
Edipo
luogo
esclamazione
lunga
casa
anno
34-87.
v.
appena
i due
ciascuno;
un
che
fra
e
ribile
ter-
una
Tersifone;
convenuto
dovea
Eteocle
una
di
sia
lerla
svelvata
sal-
250-282.
infierendosi
la colpevole Tebe; v.
contro
pur
po,
Mercurio
irremovibile
manda
il
e
a
Laio,
padre di Edi-
mostra
era
all'
cedere
302-311.
lotta
di
la
ritirato
era
in
infernale,
discordia
vicenda
a
aiuto
Aveano
si
regno,
figli, esce
palude
nasce
88-137.
tanta
dai
ziano
Domi-
verso
conosciuta
Argo,
sua
si
che
di
ime
dalla
Tebe
v.
P
invoca
apprendere
in
da
ed
muove
144-164.
all'
cenni
commesse
che
esce
governato
ai
di
v.
scontenti
un
regia
regnerebbe
Tebe;
era
si
poeta
;
'scuse
Edipo,
il
disprezzato
ma
essi
invito,
Polinice;
e
Tebe
del
flessione
quale
P
della
soglia
di
trono
contro
accetta
Edipo,
di
e
1-33.
v.
abbandonando
e,
,
rupi
gesta;
sue
accecato
era
solitarie
invettiva
La
le
cantare
,
fra
vivere
dell' argomento
Esposizione
—
poter
non
I.
inferno,
il
regno
Il misero
acciocché
al
Polinice
regno
di
Eteocle
)
pensa
di
andare
alla
e
non
corte
comparisca
283-302.
fratello;v.
è
esule
( siamo
come
sapendo
dei Danai,
Polinice
a
Il
e
messo
il
durante
primo
Panno
trascorrere
gP imponga
ubbidisce
anno
di
;
v.
del
esilio
,
o
a
Micene.
Si
mette
in
viaggiò
,
126
PARTO
indietro
Corinto;
SKCONDA
312-35
sul
della
far
è sopraggiunto
sera
ricoverandosi
ad Argo
da cui scampa
temporale; v. 336-375
313-389.
del
in
nelle
Regnava
Argo il buon
logge
palazzo realo; v.
ramente
oscuAdrasto, padre di due figliuolebellissime,alle quali 1' oracolo avea
leone
ed
Il
te
for390-400.
un
a
cinghiale; v.
sposi un
promesso
temporale
guerriero Tideo, scacciato da Calidonia, vince il medesimo
nello stesso
in
incontrato
da Polinice, e arriva in Argo
cui
luogo
riposa
esuli
Polinice.
Questi non
ricovero, ed allora i due
gli consente
no
vengoDalle
loro grida ed urla è svegliato Adrasto, il
a
rissa; v. 401-430.
della loro condizione; v.
altri e domanda
Il
430-46.
con
quale accorre
V
1'
altro
il
desiderio
di
vederli
manifesta
ascolta
uno
suo
e
re
; dopo
in essi dalle vesti i designati dall' oracolo
amici, e quindi, riconosciuto
il
suoi
gli esuli alla regia ; v.
cielo, e conduce
generi, ringrazia
per
ordina
447-512.
ancora
ve
nuoQuivi fumano
gli altari di Feb "; Adrasto
ai
le sue
Adrasto
due
vittime
figliuole;v. 513-39.
e fa venire
spiega
la
Domanda
Polinice
a
ospiti T origine della a festa Febo; v. 540-668.
il
lo
sua
re
origine; questi risponde vergognoso;
v.
incoraggia
669-681;
i fuochi, e canta
inno
Febo; v.
un
v.
682-92; ed ordina che si rinnovino
a
si lascia
da
v.
e
fiero
un
693-720.
Similitudini
due
come
al
vezi
fervidi
in
che
gioco
131
V.
—
segg.
I
fratelli Eteocle
due
air aratro
giovenchi accoppiati
varie
il peso
parti traggono
Polinice
e
non
e
ancora
confondono
e
sono
T
scordi
diav-
l'altro
al-
uno
solco.
Composizione
parti:la prima
tre
Argo.
La
—
sifone, le
riflessioni
popolo
degli
due
dei
del
del
poeta, i
che
in
la medesima
Una
Nella
—
per
ferma
terza
il contenuto;
nicie
Adrasto
di
della
decisione
sentire
Eneide
di
dell'Eneide
mariti
per
al
v.
delle
in
la
409
sue
Edipo,
da vicino
Tebaide,
e
cielo,la
in
di
l'evocazione
Giove
dare
servito,come
falsarigadel
della Eneide.
acciocché
cioè
la
risparmi
dei
di
profezia fatta
a
sesso
con-
quei
il regno
riscontriamo
compimento
sembra,
figliuole,uguale
In
gico,
tra-
popoli favoriti
due
esposizione poetica
seg.
sentimenti
sulla
questo della Tebaide
di
di Te-
cencepimento
hanno
in
terza
il
libro X
si
mente
netta-
qualche parte
plebeo interpretedei
del
prega
distinguono
la lettura
condotta
ò
e
Giove,
si è
di
più
parte
quali
parte Stazio
ai
del
della Iliade
delle
Euripide leggiamo
intorno
lamenti
questo della
divinità, ciascuna
favorito;in quello
L'invettiva
fanno
IV
la seconda
Tebe;
a
si
canto
concepita dopo
seconda
libro
consessi, come
d* due
Eschilo.
primo
questo
svolge
di
l'epico.La
anziché
In
—
sia stata
scene
sono
si
sembra
prima
trilogiatebana
della
del
generale
al fato.
tragici greci
esso.
Nelle
dall'oracolo
quella
che
Fé
ad
ci è
-
CAPITOLO
da
narrata
Tideo
Scene
tempesta
Stazio
—
temporale,
Il
—
Febo
Adrasto
re
poscia
e
Polinice
in
Esposizione
l'ombra
di
fa
due
addormenta
Enea
Ercole,
arrivo
Laio
si
volesse
Allo
ai
con
quel giorno
la fine di
Caco,
che
del
giungo
un
fiume
trovare
anime
del Tenaro, porta dell' Inferno
Laio, dirigendosi verso
Tebe; v.
celebravasi
la festa di Bacco; v.
Eteocle
di
le sembianze
sotto
tre
sue
Lete
lo
e
dalla
di
e
dei
32-65.
66-88.
Tiresia
lo
del
la
mostra
e
quindi
sangue;
suoi regni, lasciando
fratello. Detto
del
ostili
pensieri
sembianze
del
sto,
que-
come
larga ferita,
sua
Eteocle
pieno
odio
di
se
lo
imminente
la, luce
stringe
co-
linice;
Po-
per
agli
ò
Evippo,
12
figliein
festa
in
comincia
Tideo
è
a
fra
teocle
fa
varco;
si
si
poscia
di
Eteocle,
v.
gli splendori
dichiara
ad
che
v.
ne
strage. Lascia
in
e
il
spegne
si
celebrare
a
tutti;lo
di
do
scu-
fuoco
sacro
le
feste
determina
di
compie
si
di
371-78.
si
vita
accorge
V
solo
e
distorre
e
Tideo
alle
v.
a
Tebe
lascierà
non
armi
e
parte,
uccidano
v.
al fratello.
ed espone
il fratello
che
risponde
;
352-370.
il regno
arriva
; Eteocle
333-52
aiuto, v.
amichevolmente
Argo, giacché
verrà
Tebe,
vuole
il promesso
Adrasto
379-409
di
lo
cinquanta guerrieri i quali
appiattano nel funesto luogo in cui si
Tideo
:
eroi accettano,
tempio
l'animo
trono
suo
domandare
;
imboscare
482-526.
al
avvia
oscura
al
pensare
La
consorte
senato
ad
ispose; v.
reale
triste
1' ambasciadore
Tideo
410-50.
chiede
col
messaggio
starsene
Polinice
e
Gli
134-72.
268-307.
giorni; v.
decide
il corteo
e
308-32.
Adrasto
Tideo
lieti Adrasto
presagio
alla
volta
del tempio, cade
di quel presagio la solennità
onta
riacquistarla; v.
egli la conforta, e
sue
Un
sospeso
Ad
249-267.
si
le
eroi
173-248.
v.
alzano
giorno
,
città
Polinice
v.
in
de
Enei-
,
nozze
riversare
offre
le nozze;
v.
che
giunge all' inferno, va a
con
grande meraviglia delle
si rizza
vederli
e spalanca le
al
ad
sogno
spuntare
la
può
nella
89-133.
Adrasto
il
la
ai sacrifizi in onore
assistere
poscia
dopo
II.
tocca
allora
vere
ritornare
v.
durano
nel
sue
ancora
a
in Africa
Giove
l'ombra
ove
delle
le
Enea
fiero
un
Descrizione
e
Tebe,
presenta
assume
lo
26-31.
consapevole
di
fra
zuffa
superato
aver
sacrifici
ai
racconta
e
dietro
Cerbero
nume
nume
in
di
messo
1-25.
il
il
Loro
v.
la
e
origini di quella festa, come
le
la trae
se
v.
v.
;
escono
Argo dopo
ospiti ad
assistere
di
11
e
buio;
gole orrende, ma
fa
tempo
festa.
—
Laio
regno
quale
notte
approdare
CANTO
del
di
in
facea
i
racconta
onore
della
origine
invita
Evandro
si celebravano
la
fa arrivare
Virgilio (libr.I)
come
(libr. Vili)
fu
l' incontro
421
v.
Polinice.
e
di
al
Stazio, e
127
SECONDO
mai
Tebe
451-81.
Tideo
ad
;
Eun
precipitatala sfinge,
fa
i guerrieri e
dell' agguato, affronta
ne
indovino
Meone,
perchè riporti la nuova
era
128
dell' esito
degli
Palladio;
uccisi
paragonato
230
di
fare
come
di
Le
sgg.
Palio
323
e
lancia
si
469
v.
rei
desolare
i
lancia
la
detti
di
lunga
Tideo
tine,
ai-
fa
come
al collo
sete
col
di
corte
la
alla
e
sasso.
Eteocle
il cinghiale
come
Oeneo.
sasso
gran
gonato
para-
diritti pensa
i suoi
colpì
di
campi
nozze
a
ti,poi vinto, risana
pei'
dalla
un
vanno
lotta.
abbondante
allontana
è
ninte.
arnie:.
alla
il pastore che
si
Tideo
sgg.
che
rivendicare
di
Polinice
contro
Eolo
fece
come
i
contro
Lapiti.
595
v.
in
messi
le fauci
il
e
i
Eneide,
del
similitudine
delle
figliedi
le
attraverso
nei
baide,
Enea,
Tiberino
trovano
di
compone
lib.
ad
La
Briaroo
come
deriva
sg.
sue
poemi
cuciture, la
di
da
di
e
Ettore
ad
di
IV, 173-278;
Enea,
riscontro
lib.
sia
Vili,
nella
ò
quella
tro
con-
di
Tideo.
Enea,
Anchise
ad
18-100.
Eneide
lib.
—
sia
del
323
che
empie
v.
Laio
di
Il
a
poemi
lib.
e
di
questa
di
V,
mo,
prinozze
vedere
riscontrano
ne
268-97
Il secondo
del
Eteocle;
ad
se
La
II, 379.
primo episodio fa
simili
II,
601.
II,
simiglianza
a
vata
deri-
ò
sg.
Eneide
della
evidente,
non
Lucano
in
Enea,
nei
si
e
ina
—
Eneide,
mezzo
imitazione,
Apparizioni
nella
leone,
a
altero.
socondo,
apparizione
Eneide.
Omero;
in
similitudine
Il canto
—
episodi :
tre
128
v.
paragonato
vittime
legge pure
Si
220.
Adrasto; ambasciata
quelle
sono
Ili,
del
è
s' avventa
le
fra
4.
Generale
Composizione
si
dell' armento,
XII,
411
v.
gli aggressori,
similitudine
Georgiche,
dalle
gli aggressori
contro
passeggia
e
La
—
delia
uccisi
guardiani
ventre,
Imitazioni
quella
Tideo,
sgg.
fuga
combatte
cielo.
del
675
v.
Tideo
sgg.
i numi
di
ringrazia
e
cacciatori.
risponde agli aspri
contro
a
da
loro
di
superbo
il veleno
Diana
da
563
le
guidatore
torna
Tideo
sgg.
spinto
v.
per
sospende le
quercia
Eteocle
Adrasto
guidano
prima
Eteocle
sgg.
raccoglie
e
di
Polinice, meditando
e
di
furore
figliuole
che
toro, che
che
lingua
Eteocle
MineiTa,
annosa
tigre inseguita
una
Diana
sgg.
411
vipera
ad
tornar
da
ed
aita
11
sgg.
due
riprende vigore
v.
ma
un'
ad
128
v.
—
quello
a
v.
strage,
di
pensa
dissuaso
681-743.
v.
a
la
guerrieri
Similitudini
v.
'l'ideo
527-680.
Tebe, v.
egli stesso
a
annunziare
armi
seconda
PAim:
Mercurio
700-745
il terzo
Omero.
della
del
episodio
quenti
freTead
Dio
non
130
PARTE
la
faccia, accendendo
253-90.
suoi nepoti v.
solo
Marte
nei
di
Tebe,
contro
guerra
la strage
SECONDA
risponde
che
guerrieri Argivi
in Argo,
Tideo, ritornando
dispone in
324-43.
i popoli pei quali passa,
v.
guerra,
T accaduto,
che
vuole
e
si
subito
corra
ad
corre
Arriva
Polinice
344-64.
v.
Argiva,
il
ma
Adrasto
popolo
calma
tutti
,
Adrasto
387-439.
v.
andar
vuole
solo
di
e
prima
dopo sette
per
una
futura
Argo;
racconta
dal
impaurita
danni
per evitare
volerlo
seguire, v.
di
mostra
commosso
vuole
muoversi
giorni doli7
arrivo
Tideo
primo
alla
casa
365-386.
consultare
di
minerà
se-
;
291-323.
v.
in
Tobo
su
dei
rovina
al Fato
Argo,
favore
suo
,
lutto,
opporsi
può
e
;
alla
congiurare
non
gli Dei,
decide
che
,
Amtìarao
gli Dei.
Gli
di
costume
reo
grandi mali, v. 551-65) e
al popolo nò ai guerrieri, nò
né
di
giorni
il
contro
incertezze
fine
in
ma
al
Marte
auspici
voler
i due
di
causa
Melampo
e
inveisce
(Il poeta
consultino
indovini
re
1'
avvenire,
larli
vogliono rive-
non
440-551.
v.
infoca
funestissimi
sono
conoscere
tutti
Trascorrono
gli
alla
animi
ciascuno
apparecchia armi, v. 552-597.
Capaneo, superbo
rinfaccia
o
guerriero, sprezzatola degli Dei,
popolo e duci
Amtìarao
plebeo indovino, v. 598-618.
pendono dal labro di un
i
svelando
luttuosi
la
presagi e sconsiglia
parla
guerra,
vuole
e.
Capaneo incolpa di viltà, figliadei numi, il sacerdote
e
Y
vendichi
ingiuria
applaude, v.
lo
di
Tideo
a
il diritto
e
Cade
648-670.
Polinice
di
la
il
sera,
va
il
pregare
a
delle
violato
padre che
contro
non
a guerra
Tebe, v.
poter muovere
il
contentarla
e
nuovo
giorno, si
spuntato
moglie
di
fatta
popolo
si
consoli
alle
ra,
guer-
roso
valo-
e
perchè
rito,
intimo619-647.
che
si
Il
genti.
polo
po-
scioglie e Argia,
lo
dolente
sposo
Adrasto
671-710.
dà
12
opere,
,
promette
711-721.
v.
?
Similitudini
ad
apparisce
45,
a
deve
135.
253
v.
i
mare,
di
317
seg.
v.
330
sg.
gliante
a
I
toro
Tideo
v.
monti
i suoi
432.
Marte
Tenarii
come
venti.
richiami
che
parole
di
stanno
il peso
come
il fulmine
di
ritorna
in
patria, dopo
V
ritorna
mette
Nettuno
alla
mandra
i
del
suo
chiero,
noc-
dei
gregge.
corpi dei figliuoli
dall' Inferno
Giove,
sotto
il Calabro
mai
Eteocle, paragonato
la uccisione
corre
dal vinto
petto squarciato
ad
nuova
Tespiadi, ricerca
silenziosi
stanno
Marte
che
alle
numi
lagnaro
che
avverso.
signore
eroi
Lucifero
contro
può
Noto
triste
suo
tessala
maga
selve
v.
al
lagna
si
come
la
due
si
contro
arreca
dei
madre
una
seg.
lidi,le
che
annunziare
Ida,
simiglianza
giorno,
tempesta,
Meone
seg.
Eteocle
seg.
il
annunziare
al pastore che
v.
22
improvvisa
per
v.
V.
—
le anime.
riverenti
calori
come
il
estivi.
Giove.
imboscata, altèro, simi-
vincitore,senza
darsi
pensiero
del
nemico.
sossopra
mette
le contrade
a
di
scompiglio
P
Arcadia, di Nemea,
Egeo
quando
dei
sprigiona
CAPITOLO
594
v.
al
671
v.
rumori
che
fragore
il fianco
mutare
come
I
sgg.
Il
popolo
impetuoso
un
quella
460.
La
del
in Tebe
Annunzio
sepoltura
di
di
Giove
Giove
Decisione
Ciascun
tebani
Eneide,
dalla
Iliade,
VII
Lucano,
in
riscontra
VII,
Eneide
somigliante nella
una
II canto
—
numi
di
87
v.
tata
imi-
sg.
dei
quattro episodi:
comprende
terzo
imboscati
cavalieri
Tideo
di
in
Tideo,
contro
e
presi
da
canto
di
e
mando
co-
Tebe.
parecchie
o
Virgilio. La
L'
far
episodio
divieto
di
non
fatti,
della
scena
ricordare
quali, in
le
scene,
logico svolgimento
per
Omero
il medesimo
Argo
la guerra;
contro
muovere
di
consta
182-224.
XI,
od
Tebe
per
Argo;
Adrasto
dall' altra
intercedere
accenda
perchè
(episodio 1.) potrebbe
fa
si
deriva
sg.
dell'Iliade,(consiglio dei celesti)e
Giove
furori bellicosi dalla sera,
suoi
22
v.
con
fine
ai
episodio
l'ima
modelli
del
trista
Marte
a
di
Ritorno
su
tenta
essi;
Divieto
di
della
Encelado
quando
II, 305.
generale
Composizione
gonati
para-
monte.
un
671
Virgilio,En.
da
ancora
da
v.
nei
trattenuto
fa riscontro
del
similitudine
l'Etna
o
popoli sono
peso.
similitudine
593
v.
ò
torrente
La
Imitazioni—
125,
1' immane
dei
apparecchi
il Tirreno
emette
sotto
sgg.
bellicosi
dei
131
SECONDO
secondo
è
ed
invoca
la
ti
mor-
nella
simigliante
condotto
sull'Eneide,libr. X,
ai numi
condotte
sono
sepoltura dei
la
appena
rivando
generale, de-
v.
forza
sul libro Vili
1-117
in
cui
incontrastabile
del fato.
CANTO
Esposizione
nel
?-12.
libro
Sono
—
terzo
Bellona
?)
vibra
e
trascorsi
il fato
la
IV.
tre
anni
impone
sulle
ad
(dall'ultimoavvenimento
che
Argo
di
muova
alla
rato
nar-
ra
guer-
Tebe, ed incoraggia i
di
dai
loro
cari
in
vocazione
Inatto
e
separarsi
guerrieri Argivi
partire; 13-31.
dei popoli che
e
Catalogo dei duci
a
vono
muoCalliope, v. 32-38.
d'
Tebe.
fra
contro
39-73.
Argo,
Segue
Adrasto, re
primo
tutti,
cui
si
Polinice
93duce
74-92.
muove
a
Tideo,
degli
Etoli,
guerra,
per
duce
lli,
Pidei
127.
dei
dei
Ippodemonte,
Diopi, degli Epidauri,
Dimenai,
128-164.
dei
Capaneo, duce dei Messeni, 165-186.
Amfiarao, duce
il
di
bellissimo
MeLaconi
187-245.
Elii,
e
figlinolo
degli
Partenopeo,
Li
fama
della spedidegli Arcadi, 246-344.
leagro o di Atalanto, duco
zione
Il popolo tebano
in Tebe.
mal
arriva
volentieri
lo
armi;
impugna
sua
asta
mura
132
Eteocle
da
di
pieno
è
divino,
furore
Eteocle,
405.
SECONDA
VAli'YE
fra
i
empie'
ricorre
neri
sacrifica
agli Dei
compita ogni
cerimonia
questi
Tebe;
predice all' indovino
trono ; Edipo solo
sul
rimarrà
non
di
Tebe
che
schiero
Tebe
lontani
già
paesi,
vuolo
che
la
della
dei
si
terra
ogni
credendola
solo
quindi
le
il
all' amico
si
il
venuti
da
69.
95
v.
elio
di
feroci
Tideo
sg.
le
mutate
serpe,
al
arriva
uno
mortalo
(luci
givi
gli Ar-
guida
o
le schiere
fiume;
limpido
può
e
Langia. Depone
allevava,
dei
superficie
siccità
esploratori;
ad Iside,
Parla
di
di
quin-
dalla
della
ò
da
Tebe,
sua
manda
fonte
clip ossa
quindi
e
1!
sg.
dalla
Adrasto
armento
un
Si
al
ginano
imma-
ringrazia
con
vi
no
in-
un
furore
1' allegria di
patria, come
la gonfia
s'ammollisce
guerriero
vela
amici
V amico
via
porta
le
quando
congiunti
e
che
ossi
toro
che
eran
salutare.
a
v.
24
v.
—
pianto quando
in
muta
Licurgo,
tutti
810-843.
v.
allontanano
si
di
dissetano,
Fiume,
Similitudini
schiere
Adrasto
Le
ritornando
ritirare
a
tore.
vinci-
406-64(5.
v.
Descrizione
; 647-696.
conducendole
schiere
fonte, 7(58-809.
e
la
cle
Eteo-
che
sarà
che
versava
induce
Argivo; 697-733.
figliuolo
precipitano, si
Nenie
onda
cui
le
e
acque,
campo
assetate
terra
a
in
gliori
i mi-
,
di Nenie;
Bacco,
trattiene
378-
v.
rito, Laio,
e
guerra
Isifìlo, v. 734-45.
egli stesso, incontra
v*.
dichiara
che
746-767.
Quosta
Dea,
una
aiutare
ma
pericolo
delle
limpida
ottetti nel
suoi
del
accorge
le dee
muovendosi
poi
rasa
vallo
nella
le
di
vaticinio,
oscuro
accampate
sono
al suolo;
tutte
chiama
e
intanto
Argive
dell'
confuso
rimano
invasata
internali
vincerà
,
11 sacerdote
Bacco,
città, predicendo l'avvenire,
la
grida
Tiresia:
a
armenti
dall' Inferno,
evocato
di
di
sacerdotessa
La
;"-l-r"-.*$77.
timore,
simile
schiero
le
guida
vecchio
a
gui-
giovenchi.
alla
muove
dalle
risanato
guerra
ferite
,
il
come
,
spoglie,al tepori» di primavera
di
minaccioso
striscia
vo
nuo-
veleno.
139
v.
simile
corre
Ippodemonte
sg.
a
Ileo
centauro
inforca
un
quando
muovo
velove
precipitoso e
destriero
spingere indietro
a
e
il fiume
Peneo.
363
v.
fa
guerra,
leone,
il grave
v.
e
di
autoro
di
Eteocle, sul
sg.
il sacerdote,
mano
per
Eteocle,
il distruttore
come
494.
v.
forte
sg.
greggi, che
di
punto
come
Tebe
mentre
guerra,
di
memore
si
strage, s'inselva.
sua
V
pronunziato
esser
che
il cacciatore
alla
prepara
attende
oracolo, tiene
al
il
varco
,
poi
che
ne
sente
il
ruggito, impallidisco
e
tiene
con
sudata
mano
dardo.
705
Io, quando
sg. La
valle Nenie
questo ritira le
priva di
sue
acque
acque
per
ò
paragonata
cedere
il regno
alla valle
all'infocato
di Eri-
sole.
Imitazioni
in
93,
nella
139
del
similitudine
Rhod.
Apollonio
verso
XI,
La
—
1539
IV,
133
SECONDO
CAPITOLO
Eneide,
nella
e
quella del
Eneide, VII, 674;
nelle
riscontrasi
95
v.
nella
ancora
duci
Il canto
—
divide
si
quarto
in
tre
parti:Catalano
dei
Argivi;
Sacrifizi
(in Tebe),
suir
della
esito
La
siccità.
La
prima
di Laio
dell'ombra
evocazione
e
La
Achei.
nel
sia
e
condotta
ò
la terza
sul
parte
libro
II
della
catalogo degli
Iliade
una
quella
scena,
qualche rassomiglianza
presenta
la
sete,
del
di
che
le
olmo,
il
sotto
proprio
rimanenti
nelle
invita
il volto
di
Isifile
queste
la
raccontare
storia;v.
sua
si
quali
le
allontanano
Le
adirata
donne
la
delle
proprie;
di
Dea,
donne
per
Tracie,
Polisso
85-112.
fa che
più
si
chiesero
le eccita
culto
tenevano
non
nò
Questo
49-84.
v.
Lenno
vendicarsi
Isitile
alcuno
gli uomini
con
giungano
consiglio a
(ricordando
muovono
si
e
all'ombra
seduto
1-27.
si
aspetta
di
di
queir
in
maritali
bagna
Adrasto
Il racconto
amori
che
Progne
con
na;
indovi-
Polisso, vecchia
di
alto
di
per Venere,
morino
isola si inna-
di
i fatti
un
sospira,si
qualche lagrima e poscia,congiunte alle preghiere
altri duci, narrai
alcuni
casi della sua
vita, v. 28-48.
quelle di
di Isifik:
v.
a
che
212-224.
Virgilio, VI,
schiere
dissetarsi,Adrasto
a
vengano
455-70
v.
conda
se-
V.
Mentre
duce.
zione
imita-
Nella
scene.
dal
,
ciascuna
evidente
singole
descritto
rogo,
un'altra
con
Y ordine
ritorna
nelle
sia
LIBRO
Spenta
alcuna
presentano
non
generale,
concepimento
v' è
parte
ticinio
va-
guerra;
parte
seconda
oscuro
suo
,
le
Eneide,
809.
Composizione
che
del
quella
II, 471;
363
v.
Iliade,XII,
bandì
im-
violata la sorella di
marito,
suo
aver
proprio figlio a Terco
per
di Arpalice, che
forzata
dal proprio padre, diede
similmente
a
mangiare a lui il frutto dello scellerato incesto) ad uccidere tutti i loro
113-51.
Le
donne
uomini, padri, fratelli, mariti
e
v.
tono,
acconsenfigliuoli;
la moglie di
in luogo vicino
al tempio di Minerva
e
Caropo offre
dell' orrendo
concilio
il proprio figlio;v. 152-69.
vittima
Arrivano
cerne
cade
la sera
avviene
le navi
la
con
e
gli aspettati congiunti
strage ;
Isifile
ha
i
suoi
di
170-235.
il
animo
uccidere
avverte
non
v.
padre
lo fa fuggire, poi ritorna
alla reale
la pira per dare
inalza
e
sua
casa,
il
lei Filomela;
,
,
ad
intendere
conferito
che
vello
lo
porta
con
di
aver
scettro
so
fatto
anch'
la
essa
paterno; v. 320-34.
cinquanta guerrieri.
d' oro,
guidati
da
dalla
tempesta
e
Giasone.
dai
dardi
La
v.
Capita quindi
i reduci
Erano
nave
delle
parte;
sua
prima
donne
di
,
Le
236-319.
a
Lenno
della
una
viene
nave
conquista del
approdare
ò
gliata
trava-
,
lennosi; poscia approda,
e
134
un
PARTE
(T ulivo
ramo
intanto
in
schiava
in
la fama
Isifile allora
al
Licurgo;
re
di
cerca
da
1'
viene
da
presa
ò
morto,
che
corsari
ge
Giunma
gna
re-
la vendono
486-498.
v.
la
toccò
acqua;
325-485.
ospitale isola; v.
padre di Isifile non
il
che
fugge;
Isifile raccontava
Mentre
Giove
Lenno
in
Giasone,
Ohio.
1 guerrieri si uniscono
alle
paco.
cui
ed Eunep;
ha due
Zoante
figli:
la
abbandonano
essi
anno
un
tutti
a
Isifile tocca
ad
donne, e
dopo
ma
assicura
SECONDA
per
caso
dalla selva
uscito
storia,era
sua
la coda
con
il
il
drago
fanciullo,che
di
Isifile
Isifile ode l'ultimo vagito
deposto sull'erba, e l'uccise; v. 499-540.
il drago e ne
del fanciullo,corre, vedo
inorridisce e grida,v. 541-54.
corrono
Acallora i Greci; Ippodemonte
che
gli lancia un
enorme
va
sasso,
la sua
ferrata
Giove
trave
555-82.
con
a
vuoto; Capaneo 1' uccide
; v.
l' ira. Isifile piange sul cadavere
rattiono
del
di sdegno, ma
freme
ancora
del
morte
della
Licurgo riceve la nuova
pargoletto;v. 583-637.
figlio;
alla
del
vista
morto
vuole
uccidire
m
a
Isifile,
Tideo,
corpicino
accorre,
Le
tesche,
soldaCapaneo, Ippodemonte e Partenopeo lo respingono; v. 638-79.
avea
la fama
che
la loro redentrice, invadono
uccidere
Licurgo vuole
sparsa
calma
la città; Adrasto
Fra
tutti; v. 680-709.
questi avvenimenti
i
di Isifile (avuti da
figli*
Giasone) che erano
la
madre; v. 710-722.
Licurgo, riconoscono
che
Anfiarao, dice allora alle queta-te schiere
del
fanciullo
al
onore
Similitudini
alle gru
sulle
estate
come
Egitto
che
Lo
alle leonesse
dall'
monti
elio
ircane, che
Licastc
sono
231.
che
si
mostra
v.
,330
seg.
Le
v.
594
seg.
Isitìlo desolata
704
v.
comparisco
trasi in
a
a
far
a
tigli,il
a
sacrificio
primo
i
mariti
scempio
il
nata
paragola
passare
del
fanciullo,
colpidella
del
morte
del
paragonato
sono
gregge.
alla
fratello,
giovenche
della
sono
sanguinosi lupi.
uccido
i
fonte
neve.
dal
fanno
e
contro
doi
di
uccidere
per
mogli
meste
pensi
te
mor-
fiera
sita
amman-
sferza.
prive
del
loro
toro.
fanciullo,all' uccello
che
nido.
guerrieri
a
quello
della
procella quando
Nettuno.
Imitazioni
Cerda
lenta
Il diradarsi
seg.
da
stento
con
devastato, privo dei
ritrova
a
spaventata
v.
poi
si
schiamazzanti
noi
coperti
cingono
che
che
e
rifatte dall'amico
tornano
fuggo inseguita
mogli
dagli doi,
schiere
non
corre
Isifile,
seg.
203.
seg. Le
dei
cerva
una
v.
che
volute
siccità, il drago, la
723-53.
v.
11
v.
—
cime
165
v.
ritardanze
sono
parvolo defunto;
di
città
tìgliodi Ocleo,
11 venerando
la
alla
arrivati
già
—
quella
Apoll.
La
similitudine
dell'Eneide
Rhod.
II,
VI,
278,
e
del
verso
1 1
310.
La
similitudine
nella
Eneide, XII,
vorrebbesi
del
749.
v.
riferire
165
da
riscon
CAPITOLO
La
similitudine
del
Ital.
La
2.
Ambidue
11 racconto
di
di
di
morte
Archemoro,
volle
Isifìle è
della
episodio
un
Eschilo
fra
seg.
di
Valerio
Valerio
Fiacco
li,
doao
in
due
Fiacco.
ricavare
che
(Appicci)Apollonio
dio
Ro-
ci dice
la
sua
libertà.
con
greca.
degli Argonauti,
Stazio
che
eroica
mitologia
differisce
tuttavia
che
avendone
pure
da
storia
Confi*,
ad
altre
il
es.
fonti,
58
v.
Youeri
Vonoris
loco, moritas
Ara
Stazio, v.
fa dire
455
Valerio
mentre
propria
fuggonte;
e
occultò
Bacco
Toante
il
padre
la
ad
che
narra
265
v.
mare.
affida
al
quella
le solve,
e
notte
vedere
fu
finalmente,
Isifilo
luogo
un
Fiacco
tempio
sotto
dalla
presa
Valerio
nel
catonao.
malvolentieri
seg.
si
coniugis iras
tonuoro
sposò
loro, indica
città,fecelo
fra
Isifìle che
lo chiese;
Dea
Martom
comparisce
in
iguos.
frigida sempor
stat
postquam
tacitao
ot
Fiacco
elezione
vimus
sacra
sodos:
98:
v.
Horruit
a
dividere
può
leggenda
Fiacco; il
centra
barca,
(Cerda). Leggesi
Stazio:
Nulla
per
dalla
latini Valerio
i
Nullo*
e
si
Sofocle
(Ka(3sTpot)
dell' Argonautica
servirsi
356
la
Quel-
691.
figliodi Licurgo.
l'opera, (1) preferì sempre
conosciuta
X.
quinto
canto
ricava
alquanti particolarida
ovvero
11
—
questi episodi Stazio
e
('Apyova'jTixà)
in
Eneido
Vili,
Isifìle;
distesamente
trattarono
nella Eneide.
254.
generale
Il racconto
parti: 1.
nella
ancora
VII,
Composizione
riscontrasi
330
riscontrasi
Silio
in
pure
704
v.
delv.
135
SECONDO
le forme
affidatolo
di
il
che
invece
il
una
nave,
e
padre
una
Isifìle
giorno dopo
Bacco, quindi
ad
lui
di
troveranno*
dove
Bacco;
di
bellezza
accompagna
dice
sone,
Gia-
costretta
e
traversò
at-
lo fece
scondere
na-
raccomandollo
Diana.
La
di
(1) Vodi
rjuostinon
della
narrazione
altri
Silv.
avossc
morte
di
Archemoro
non
presenta
evidenti
tazioni
imi-
poeti.
II.
7, 77
conosciuto
cooforinaro
a
Y
i duhi
Argonautica,
di alcuni
commontatori
di Stazio, cho
136
PARTE
Scene
Parecchie
—
del
scene
Isifile comincia
Eneide:
SECONDA
la
raccontare
a
Infandum.
«
al
corre
padre
361
v.
suo
di
salvarlo.
La
di
Eneide,
lib. XII,
del
tempesta
1, 81
Esposizione
del
11
—
figliuolo
seguente
Licurgo
avvenimento,
v.
Amfiarao
vince
giorni
nove
i
Virgilio II,
ad
Anchise.
559
degli Argonauti,
nave
395
della
seg.
Febo;
celebrati
sono
quali
gran
celebrano
Si
da
un
sorge
238-48.
protetto
da
e
,
Odissea
è
e
VI.
,
Dopo
1-237.
v.
v.
padre
seg.
giorno
di
corro
alla
del
mozzo
imitata
Priamo,
sopraggiunta
tempesta
clolurom.
il capo
è
scena
LIBRO
i funerali
roctor,
ronoraro
portante
la uccisione
della
della
quella
La
seg.
imitazione
una
storia:
sua
rogina, iubos
Alcimede
per
al vedere
Enea,
seg.:
Isifile vede
seg.
dàlia
3:
Virgilio II,
236
imitate
sono
iuhes
Into^'aro
'p
v.
Isifile
vulnora,
Iminania
e
di
racconto
durano
tutta
2°
la
del
ricordanza
tempio a
i giuochi:
249-549.
grande pompa
la giornata
con
1°
la
,
ste
tri-
dei carri;
corsa
piedi, in cui
disco, in cui vince
Capaneo, Alcida-
corsa
a
3° il giuoco
del
Partenopeo e Ida ; 550-649.
la lotta coi
4°
650-732.
cesti: si provano
Ippodemonte
Adrasto
la
lotta
fa
mante
chiarsi
impedire
perchè Capaneo, infuriato, vuol mac;
di sangue,
5° la lotta; si provano
732-829.
Tideo, e Agileo, vince
si provino Agreo
Adrasto
che
consente
non
e
Tideo, 830-914.
Polinice,
la festa con
po,
col915-27;
un
suo
poi pregato dai guerrieri di chiudere
strale
ad
lo
strale
olmo
la
ritorna
tocca
uno
un
dirige
parte,
meta,
;
air arco.
cade
Nessuno
il prodigio signifivedere
ciò che
accanto
sa
e
chi,
vincono
928-950.
v.
Similitudini
si
giuochi,
che
nave,
e
ne
dei
preparano
pria
51
fragore
107
di
I
sg.
naviganti
v.
di
la
provano
v.
V.
—
il
sg.
quello
19
sg.
quasi
alle
allo
esporla
1
guerrieri argivi,
sul
onde,
fanno
come
vere,
lido
ne
le
con
i
finto pugne
naviganti
ammaniscono
di
dei
una
gli attrezzi
resistenza.
lamenti
della
reggia
accoglie
tutti:
Adrasto
come
quelli
mare.
La
che
selva
cade
facciano
^otto
la
le Solve
scuro
Ismario
dei guerrieri
sotto
più grande
con
la furia
di
Aquilone.
138
il
di
PARTE
fa
quale
anni,
dono
Nestore
a
quando
egli
fu
vinto
ai
mei
sulla
alla
la
tomba
foggiò
di
della
suo
Per
mostrare
ò
non
che
era
Stazio
prima
LIBRO
23
Cousa
il
Iliade
di
celebrare
sia
stata
farci
può
dovea
della
quello
Iliade,e
di
e
di
scritto
aveano
Omero
del
steso
di-
si chiude
la
detrai-
dovè
Virgilio
se
Stazio
insieme;
gia
fogi
per
di
tal genere
imitato, è necessario
abbia
gilio,
Vir-
avea
se
Omero
inventore
primo
porre
sup-
giuoco
fai/tosoEttore
giuochi, Virgilio
teriore
an-
letto di
aver
maravigliarsi dunque
a
i Cad-
siffatti avvenimenti.
del
a
sopra
adunque
Enoide
quelli di Virgilio
su
quanto
quello
accenno
Non
poema
Omero
romani
sinotticamente
ciclico.
a
usanza
notizia, poiché l' Iliade
Questa
far
senza
Tebaide
poeti
tomba
liuto.
L'
Iliade; poichò nel
la
grande
canto
vinto
pugilato,avea
dolla
della
della
a
medesimo
noi
pare
23
quello
quale
poema
del
a
al
intorno
quinto
ventù,
gio-
sua
,
illustre
separati
gra\e
cia
tiro della lan-
nel
corsa,
Edipo.
il libro
la
degli Epei, in Buprosio,
re
sotto,
prosenta
di
che,
rimpiange
e
lotta, nella
morto
il
Ettore,
libro
un
il 6°
due
il
arena
qualche
da
simili
Darete,
Amarinceo,
tomba
il libro
altri canti
coi funerali
canti
scriveva
cesto, fa uscire
suir
sulla
qualche
preesistenza di
poeti
si
spedizione troiana, e
quando
altri
di
giuoco,
equestre. Più
quale
celebrati
giuochi
giuochi
lizza
il
Eurialo,
di
cesto, nolla
nella
solo
che
leggiamo
al
alcun
si lamenta
questi
e
coppa,
in
tomba
sulla
città dell' Elido, vinse
e
una
più provarsi
può
non
di
SECONDA
sodi.
epi-
riportare qui
Virgilio.
e
ILIADE
DELLA
Cocchi
dei
Premi
cade, rima-
di Pallade
vendetta
Per
,
\
nendo
i
alle
EuMELO
'
pesto
alle
mani,
cubito, nella
nel
ciglia.
Febo
donzolla
ul-
timo.
invidioso
gli
.
Leggiadra
bocca,
Rimane
i
sferza dal
i
e
Diomede
rompo
pugno.
il gioco
balzare
fa
Pallade
ad
la
gliela rida
Etimelo.
Vince
'
il
Vaso
non
di sol
anni
Antiloco
Menelao
stava
innanzi,
cavalli
non
potendo
di
fossa, rallenta,
passa
aurei
M
eici one
Arriva
e
vince
quarto.
urtato
a
causa
e
di
,
doma
talenti
raggiungo
ossero
causare
loco
Anti-
ma
lo
,
una
Duo
i
questi, temendo
e
Giù monta
premio.
sferza
Menelao
nuovo
primo
il
corso.
il secondo
co
Antilo-
premio.
CAPITOLO
Giuoco
139
SECONDO
del
cesto
Premi
tTira àrnia
di
anni
sèi
Al
Epeo
primo incontro rovescia con
guanciata Eurialo, che è tratto
doma
non
,
Una
rotonda
coppa
Eurialo
della
GIUOCO
DELLx\
una
ri
fuo-
lizza.
LOTTA
Premi
Ambidue
vale
non
allora
-,.,..
Tnpodo
dol
da
fuoco,
valore
di
Ancella,
dol
«
m
Telamonio
Aiace
valore
a
solleva
Ulisse
tori
4
uno
in
alto
Ulisse; questi
calcagno gli da un
colpo
gran
alla giuntura del ginocchio, sicché
Aiace
cade
portandosi sul petto lo
si
\
GlUOCO
1'
ma
l'altro. Aiace
smuovere
Rivoltolano
avversario.
di
stringono,
|,co1
tori
12
si
dà
DELLA
alzano,
ad
sul
Achille
ma
ambidue
terreno,
li chiama
e
uguale premio.
COK8A
Premi
Ulisse
Cratere
d'
argonto
Aiace
Toro
di
Minerva;
prega
sdrucciolare
Aiace
sopra
Oiloo
sparso
Achille
Ulisse
si
Antiloco
Mezzo
talento
d'
della
Aiace
ed
di
olmo,
buoi,
Telamonio
a
Diomede
Patroclo.
e
Ultimo
le
11
premio
la fine
è
del combattimento.
assegnato
a
Diomede.
DEL
DISCO
massa
modesirao
una
di
e
gran
ferro
rivò
ar-
Antiloco.
Premi
ò
Aiace
nari,
.!•??:
GlUOCO
da
lancia
chiedono
Sarpedonto
che
uccisi
colpisceDiomede, ma non lo
alla stfos"a
ferisce; questi avventa
pauriti
un
colpo all' avversario; i Greci imdall' eroe,
del pericolo corso
rapiti
Patroclo
11- disco
terreno
un
Aiace
lunghissima
da
pira
dei
la bocca
secondo.
Premi
Scudo
alla
insozzò
oro
Giuoco
Asta
del* lìmo
fa
questa
Polirete, Leoxteo,
Aiace
Telamonio,
Epeo.
140
PARTE
Tmo
SECONDA
Colomba
alla
Premi
la
Colpisco
Dieci
biponui
Merione
via.
Teucro
,' mentre
Dioci
accotto
ni
Loboto
Asta
LIBRO
à'
va
poi
cade
sare
po-
morta.
timento,
aspettare il combatil
mennone,
f
Mortone
lebete
della
sicuro
ad
Aga-
vittoria,e
a
lancia.
la
ENEIDE
Recata
La
Episodio
colpisce
la
e
T antenna,
assegna
\
DELLA
V.
colomba
Achille, senza
\
Merione
mira
La
Lancia
della
Agamennone
vola-
la colomba
e
la
vola.
sopra
Merioxe
Tiro
fune,
originale.
nuovo,
\
Corsa
La
Premi
1.
Dostrioro
N
2.
Turcasso
di
saette
di
con
osso
8* Una
pieno
o
colata
Niso
era,
Eurialo
caduta
si
dai
buoi
aggrappa
l'agiodi
ha
la
toccare
per
erba
di
-
Niso
-
Dioro
Salio
-
a
meta,
che
Salio
arrivare
-
Elìmo
-
Pakope.
ambidue
primo.
Niso
sull'arena.
rno
co-
Così
corrisponde
Niso
di
caduta
triso
in-
sangue
allora, caduto
rotolano
avvolti,
La
del
causa
a
alla
Aiace.
CESTO
DEL
due
1
Toro
diritti
Darete
eimioro
spada
al
loro
P
colpo,
cade.
per
competitori
tutto
con
un
Entello
o
terra
a
stati sacrificati.
erano
e
scivola
ma
GllTCO
Elmo,
Patro
-
argolica
sta
sulP
Eurialo
arco
cintura
la rabbia
tanti
posto: Entello
impeto
Darete
Subito
si
persona
e
rialza,*e
cho
dividerli.
per
Darete
Enea
e
vibra
della
si sottrae
insegne
colpi
a
saldi
stanno
deve
quegli
l' ira
e
e
na
me-
venire
inter-
f
L'
nel
giuoco d^lla
T udq.
duce
dell' iliade
lotta
V altro. La
Tiro
Ippocoonte
Recide
Aceste
rivela
quale
cioè del
poemi.
T arco,
la freccia
e
la
di
fantasia
dietro
si trae
di fuoco.
solco
quello della Iliade;v'
a
che
l' intervento
volo
a
Scocca
—
un
la
,quasi
e
la. corda
Ferisce
—
L'episodioè uguale
diverse
sono
coqfò
Colpisce il legno
—
Eurizio
due
la caduta
Colomba
alla
—
Memmo
Aceste
cagioni
nei
v' ò
:
soluzione,con
gli eroi, è uguale
rappacificar
.a
..
le
ma
,
ricordare
fa
non
quello dell' Iliade
di
vario
episodio è più
141
SECONDO
CAPITOLO
di
è
la parte di
nuovo
Virgilio riesce meglio quando
allegorizza.
%
Troiano
Ludo
episodio.Si
Nessun
di dar
DELLA
Corsa
dei
100
buoi
cominciamento
neri, 100
vacche,
sulle
pochi versi
VI.
LIBRO
Prima
di
compone
dei cavalieri.
mosse
TEBAIDE
cocchi
al giuoco, sfilano dinnanzi
100
giovenchi; poi
le
gli spettatori
grandi eroi greci: Ercole, Eaco, Tantalo, Pelope,Acrisio,Corebo
;
La
'
Amfiarao
Manto
'•
adomo
istoriato
che
Admeto
Toante
Euneo
{
Arione.
Cromi
pesto
raccolto
dai
Euneo.
Toante
Ippodamo
Ippodamo
un
.
bo
Fe-
mostro
lo
pure
rialzarlo
impedisce
ma
mettendosi
framCromi
carro.
suo
viene
Cade
i
di
ma
allora i cavalli
la
corsa
o
greci,
si allontana
come
ad
di Euneo
mordono
Cromi, il quale per
attacco
sfilata dello effigie degli avi
vuol
ne
riprendono
•*:!
malconcio
e
compagni.
col
passa,
La
ecc.
anguicrinito;il cavallo si spaventa,
si impenna e fa rovesciare
ce,
Polini-
Polinice
T"z$a, pho fu di
Ercole, istoriata
ad
mostra
Premi
Danào
zéppa di avventure.
è
corsa
dei
immagini
dalla
lo
quel-
evitare
lo
meta.
ispirarevalore,è
142
PARTE
fantasia
che
più
di
la rivista
dei
Adrasto,
del
creato, viene
occhi,
vede
veloce
fra
ò
scosso
due
i
troppo
eroi
ferma
questi al
descrizione
il
qualfcmentre
canta
dal
rurtidta che
L'episodio
ridondante
e
lui
a
perde fa
Quando
della
giù sulla
cari, Adrasto
delle
valli
ca-
è
finita
ci
vienfc
meraviglie
terra, volge gli
Amfiarao
e
complicato;
chiarezza
corsa,
le
i
Arione,
pòi
Dei
agli
si fa
assai
è
descrivere
a
genero.
si aftpetta la
descrivere
a
particolarmente
da
ugualmente
mortali.
molto
intrattiene
e
cielo,
in
Si
concesso
competitori
presentato Febo
si
Egli
duci.
i
non
il cavallo
Stazio.
di
originale
SECONDA
voler
per
scende
e
essere
rio
va-
linee.
Corsa
Premi
Ida
Ida
passato gli altri,ma
avea
,
Alooxe
Fervido
destrioro
| lora
FedlVo
F"cudo
dietro
\
Dima
Farotro
Paktenol'eo
a
per
i
cadere
[
go
a
ad
stava
afferra
lo
Partenopeo;
le lunghe chiome
terra. L' inganno
nuova
una
lo fa
e
dà
fra
prova
al-
luoi due
eroi.
LT
Omero,
inganno,
Stazio
si
come
inventò
ne
vede,
uno
lo
rito; Virgilio
di
divenuto
è
da
copiò
nuovo.
Disco
É
Ippodemoxte
Pollo
di
ed
valente
il
ottiene
mo
pri-
premio.
con
Elegia
saette
È
—
terzo.
.
Mexesteo
Brando
L'
più
tigre
cretoso
Arco
il
—
episodio
è
ben
Omero
particolareggiato.In
è
breve, quasi
nato
accen-
solamente.
..!:.
Gesto
Alcidamante
sicché
più
è
arte
con
Gapaneo
Gapaxeo
(nessun
dono)
un
colpo,
cui
il fiero
quegli
ma
cade
eroe
AììCIDAMAXTE
un
interviene
terminare
primo
colpo
gran
drasto
la
premio
a
contesa,
a
che
schivare
sa
dell' avversario.
destro
i
óòlpi
gli scaglia
lo
a
forte
evita, per
terra
sul
tempo
e
dorso.
per
assegnando
Capaneo.
ceve
riAfar
il
Neil'
episodio
da
copiata
rilevato
ò
143
SKCOXDO
CAPITOLO
bene
di
il carattere
La
Capaneo.
caduta
è
Virgilio.
Lotta.
l
descrizione
Dopo una
partieolareggiata, Tideo, più piccolo di corpo
del1' altr0' m*
l)iù forte" riesce **
I
afferrare
«
ed
Talma,
Tidko
armatura
*eva
Lorica
a
AfiiLKO
l'avversario
a^°
*n
"
e
fiancheggia,
si
getta
sul
destra
NelP
episodio
Omero.
I
ad
meta;
una
giuochi
V inganno,
anche
e
da
chiusi
sono
di
quella
e
dall'
mira
Mercurio
manda
della
Mercurio
il
se
subito
il
pericolo
Tebe
che
Eteocle
sulP
di
batte
stesso
Tebe,
verso
Tebe,
sede
soccomberà
le
v.
in
ma
simile
ù
non
cade
e
la
con
piedi
di
quello
a
lancia
ai
lo
saetta
una
del
sta
Que-
re.
Erieide.
Adrasto
scudo
e
del
culto,
suo
Marte
i
punge
Bacco
tempo,
corre
v.
guerra,
scrizione
conflitto,1-39. DeMarte
alle
parole di
culto
prometteva
64-105.
di
sono
il
40-63.
Emo,
v.
non
accenda
106-44.
altro
che
Greci,
tosto
Argivo, ove
espugnato Tebe,
avesse
Timore, poi egli
avviano
dei
perchè
reggia di Marte
vi
ginocchi
gli tiene
mentre
e
VII.
le opere
Marte
a
i
(tiro al piccione) della
Aceste
al campo
vola
Archemoro
alto
terra
a
lo
il collo.
indietro
LIBRO
Giove
sbatte
poggiando
portento: Adrasto
un
quella colpisce,torna
ricordare
fa
scena
e'
al-
mantiene
g\i applausi, poi
lo
sopra
ventre
^°
cos*
fra
tempo
(Uin
al tergo, lo sol-
invia
ad
cavalli; gli Argivi si
Giove
a
145-92.
v.
divino
fra le schiere
per
Giove
rare
scongiulo assicura
193-226.
Tebe
stanno
attorno
a
popoli che
I guerrieri sono
tutti a difenderne
le mura.
corrono
già riuniti sotto le
ai figliuoligli ondeggianti
dall' alto mostrano
le donne
cimieri,
mura;
227-42.
Antigone, vergine, figliadi Edippo, sorella di Eteocle, da una
si fa nominare
da
eccelsa
di Edippo, gli eroi
torre
Forbante, scudiero
di Tebe,
nomina
difensori
Forbante
243-52.
v.
Driante, Eurimedonte,
Eteocle
253-373.
Ormio, Alatreo, ed altri, v.
Amfione, Permesso,
parla
ordina
le schiero,
L' armata
ai duci
374-397.
e
v.
poi
Argiva ad onta
Arriva
dei funesti
398-423.
al fiume
Asov.
presagi, si avanza
sempre,
in
si
il
slancia
piena; Ippodemonte
primo nelle aeque, tutti ne
po
gran
V
si
o
un
colle,fortificato di
esempio,
seguono
passano
accampano
sopra
natura,
di
il nemico;
muove
arma
fronte
sul
ma
verso
schiere;
sue
Tebo.
a
fare
il
v.
del
campo
424-51.
giorno
e
i
I
Tebanl
Giocasta,
argivo a placare
si
preparano
accompagnata
V ira
di
a
dalle
ricevere
duo
Polinice, v.
glie,
fi-
452-
144
Polinice
533.
si
piega
della
la
di
scaglia
di Tebe,
564-593.
v.
schiere
tebane,
prodigi
di
Bacco.
Fra
strage. 628-722.
di
posto
dice
il carro,
e
il
e
al
abbandona,
lo
carro
sacerdoto
suo
Si
740-795.
v.
cavalli
i
e
il
colpo e
Apollo medesimo,
siede
costui
il
suo
suo
il
il Fato
allora
apre
ha
vengono
723-739.
sua
voragine
te,
mor-
rao
Amfia-
e
delle
regno
Al
quanto
al-
guidato
la
deciso
una
inghiottitidal
nando
me-
rao,
Amfia-
contro
auriga,
dopo aver
quale
che
armato,
carro,
1'
ucciso
ra
mu-
to,
subiTebano,
a
quella vista sulle
eroi
argivi fanno
mira
nume,
cade
le
sotto
cade
Fegeo,
sul
corre
invoca
Ipseo
devia
Apollo
tosto
ma
si
rando
er-
Arcade,
Aconteo,
morire
a
argivi si precipitano
Gli
accende, 594-627.
Amfiarao
incidente
andavano
che
Bacco,
Gli
tutti
\Ja
534-63.
v.
vanno
da
assalito
gli spiriti
rinascere
Argivo.
campo
strali, quelle
la mischia
e
valore.
di
e
Aconteo,
dell' ira di
vittima
fa
ebbe,
tigri
il
verso
alcuni
esse
Tideo
ma
le
sforza
Dirce,
di
sponda
contro
sensi,
ospitalitàcln
Megera
guerra:
sulla
miti
a
guerrieri, rammentando
decide
SECONDA
IWRTK
ombre,
v.
796-823.
Similitudini
dei
esecutore
premuroso
si
Giove
suoi
i
allo
rami
finire
sul
soldati
del
dell' alba, fa
fare
436
v.
sg.
fa
come
529
v.
i
il
sg.
670.
uscendo
affamato
cacciatori
744
che
ed
791
e
le
sg.
erollata
si
dal
di
ritornano
le
come
belle
fra
e
del
rose
verdi
Antigone
dal
monte,
dopo
ovile.
Ippodemon-
sicuri
della
e
dati,
i sol-
i caccia-
preda.
procelloso.
Euneo
giovine
un
Polinice
ucciso
avere
cadaveri,
all' austro
simile
leone
a
ohe
,
cervo
o
giovenco,
un
e
sprezzatii
avventa.
Amfiarao
di
impietosiscono
sui
covile, scorge
carro
pastore sul
1' esempio di
dopo
leoni, che
a
il
come
dall' aperto
armenti
cigni
Strimone.
sereno
soldati,
a
guidatore.
sul
gli
i
simili
patrii carmi
del
sponde
il fiume
suo
simile
slancia
i
i suoi
passeggiando
ferite,se
Il
il
allora
parla
Capaneo,
austro,
dalla tempesta,
soffia.
non
riprende animo,
ordine
passano
parole
Tideo
sg.
le
ordine
dietro
quali somigliano
560
più
cantando
con
con
I soldati
ira
torbido
lasciano
dispone
uscire
Le
Giove,
avanzano
verno,
tori, placansi nelT
selve
si
gregge
Euro
nocchiero, agitato
Marte
Favonio.
di
Eteocle
393.
v.
te,
I
285.
v.
che
spirare
elio
di
dal
giardino, aduggiate prima
il
vedere
al
sdegno
suo
ordini, come
detti
ai
Bacco,
il
mitiga
vede
quando
rasserena
223.
v.
84.
v.
—
sodo
passa
e
sui
nemici, simile
Rivolge nella
sua
ruina
ad
antica
uomini,
pe,
ru-
case,
armenti.
sgg.
Apollo abbandona
il
carro
di
Amfiarao;
il
carro
e
i
ca-
146
PARTE
SECONDA
LIBRO
eccita lo stupore
Amfiarao, disceso vivo nell'inferno,
nosse
Minosse, v. 1-85. Easserena
quindi P ira di Midichiarando
che
Ercole
od Europa, e
ò nuovo
che
non
egli non
di diventar
ricusa
si acqueta, v. 86-126.
Il portentoso avvenimento
ombra; Minosse
della sparizione di Amfiarao
incute
che
spavento agli Argivi
mori;
indietreggiano;si fa sera; nel campo
Argivo lagrime per Amfiarao, e tifeste e gaudii, v.
in Tebe
Sul far del giorno Adrasto
127-259.
duna
radi Amfiarao
mesto
il figliuolo
un
concilio,si sceglie a successore
di Melampo,
alla terra
inno
e
Tiodam^nte, il quale accetta, scioglie un
fa costruire
tomba
lo spento sacerdote, v.
Dalle
sette
260-341.
una
per
le schiere armate, v. 342-362; gliargivi vanno
porte di Tebe intanto escono
loro incontro
e
una
nuova
battaglia si appicca. Si mena
strage da
ambo
le parti, v.
Tideo
si prova
363-500.
Emone
con
: questi è
protetto
da Alcide, quegli da Pallade.
da Alcide, sarebbe
stato
Emone, abbandonato
da Tideo, ma
Pallade
ucciso
permette solo che rimanga ferito, v. 501-536.
Tideo
fa strage dei Tebani, v. 537-607.
Nella
le
intanto
reggia di Tebe
due
dei casi funesti, e Ismene
ta
racconvergini figliedi Edipo discorrono
alla sorella di aver
lo
da Tiferito
608-36.
Questi
sognato
sposo Ati, v.
alla reggia e muore
fra le lagrime di Ismene, v. 637-655.
deo, è condotto
Tideo
ancora
corre
pel campo
nemico, scorge Eteocle e lo sfida,v. 656-680.
lo inseguo, v. 681-88; e mentre
Eteocle, lanciato un
dardo, fuggo; Tideo
Esposizione
delle ombre
•
Vili.
fa
dei
sterminio
di
di
cavalieri
lo
Menalippo,
nome
Tideo
con
ultimo
un
gli amici
prega
Corre
fa
ne
e
la
Similitudini
viene
la
come
255.
che
fa
forze
e
leone
come
v.
ignoto cavaliere
un
Menalippio è
ucciso
da
il capo
dalle
che
il
teme
sua
argivi, con
dei
fu
Edipo
la
286.
come
vedere
Pluto,
124.
v.
—
soldati
coraggio,
v.
tebano,
re
689-722.
al
supplichevoli parole
vedere
caduto
il
rao
Amfia-
di
nemico, gli
cede
con-
vita.
I
v.
morto,
a
facciano
calmato,
212.
v.
il
difendono
Tideo, portato fuori della mischia,
def suo uccisore,v. 729-745.
gli
il corpo di Menalippo, v. 746-51.
ritorna
strascinando
deo
Tiil capo che poscia dilania orribilmente
coi denti,v. 752-62.
truce
scena
e
ne
inorridisce;v. 763-67.
mozzare
vede
che
ferisce
sforzo, v. 723-728.
che
Canapeo
Minerva
e
—
P ira
e
Mini
quando
della
guerra
gode
reggia
era
stata
ò
scelto
Tiodamante
giovine figliodel
della
la
fedeltà
morto
dei
perdita
di
perderono
Fineo
come
sacerdote
re
sudditi.
di
Tifi.
di
sozze
Apollo,
Persia,
si
godè quando
dalle
abbandonata
forza
Amfiarao, perdono
che
e
non
corse
ac-
arpie.
timido
fida
accetta
nelle
sue
alle
Le
407.
v.
tuonando
e
Aquilone
v.
nemico
schiere
mossi
da
fanno
la valle
fianco
ad
v.
a
Il
573.
leone
Le
617.
contro
675.
un
v.
da
olmo
monti,
dono
inva-
opposti ,
l'ira
paragonato
col
primo
gue,
san-
cinghiale ferito
a
nel
solo
e
fa
come
Tideo
bianco
le
si
del
chiuse
nella
è
bufera.
lontano;
pastore
molte
lontano.
è
stragi,che
reggia parlano delle
che
sciagure
antiche.
al
tornata
Eteocle
simile
gna
sde-
condottiero.
toro
la rondine
scaglia contro
insegue
La
—
Eteocle
similitudine
Quella del
II.
461
nella
un'altra
cosa,
luoghi
i fiumi
del
altero per
cerca
in
va
dalla
conta
patrioalbergo, rac-
veloce
più
vicende
un'
di
aquila
cigno.
Tideo
v.
leone
il
mentre
ticchiati
avvi-
cadono
Tideo
mentre
gregge
a
ambidue
e
portati insieme
vite
e
paragonato
quella
similitudine
1' esercito
ciascuno
accesa
il cavallo
e
sul
Iliade, XII, 156, 278;
i
è
Ati assai i enemici
al vento
—
692.
ad
figliedi Edipo,
e
Imitazioni
due
da
tigre,che
Tideo,
s' avventa
ò
famiglia
ai tetti
v.
Austro
inghiotta più campi.
una
trafìgge Proteo
che
armento
loro
turbini
il gregge.
ferito
giovine
il vile
della
porta
fanno
come
distruggere
scendono
chi
ad
tutto
simile
Tideo
v.
Borea, se
Giove,
ovvero
Y altro.
a
che
a
gara
simile
è
Tideo
494.
v.
o
to
quan-
ucciso.
545.
giovine
a
Emone,
insieme
v.
calano
torrenti
uccidere
non
e
mancar
impeto
Eodope,
lottano
Argive
contro
un
Emone
due
Tideo
533.
v.
tanto
con
sul
Ausonia,
ed
Y
Giove
fanno
e
475.
Tebane
ed
Tideo
461.
anela
l'altra
cadono
cielo,turba
al
naviganti.
su
dall'Arto
se
il
tutto
Le
come
v.
Tuna
piombano
le nevi
i
per
nato
parago-
mare.
soldati,somiglia
i
per
carro
porte, è
Libia.
423.
v.
schiere
per
procellein
e
del
le sette
hanno
ne
non
Amfiarao
di
sette
bocche, gettansi in
sette
per
dalle
tebane
schiere
che
Nilo,
mancare
stella fra
una
se
del
Il
delle
uscire
acque
369.
v.
di
L'
358.
v.
14?
SECONDO
CAPITOLO
v.
simile
del
del
v.
lupo
407
v.
423,
dietro
vorace
trova
riscontro
la base
confluenti,la
deriva
dalla
della
similitudine
imitazione
II.
XIII,
in
tenero
Stazio
62
e
XVI,
nella Iliade
essendo
in
XV,
è
venco.
gio-
quella della
nell'Iliade
ancora
IV, 452, poiché, quantunque
tuttavia
675
a
in
evidente.
690.
765.
scriva
si deambiLa
148'
SECONDA
PARTE
generale
Composizione
seconda
fra
giornata
vi
La
Argivi
si riscontrano
Il concilio
YIII
Tebani,
e
Tideo.
di
Y aristia
e
della
la descrizione
contiene
mente
Particolar-
questi episodi:
Amfiarao
di
discesa
Il libro
—
air Inferno.
degli Argivi
la scelta
e
Tiodamante
di
di
successore
a
Amfiarao.
Combattimento
Il
L'
705:
neir
che
il resto
tutto
le
quali
ò
ciascuno
lib.
dei
Troiani
(II.XX).
La
Tideo
lo
dal
disceso
stame.
Nella
stabilito.
Emone,
con
da
(II.XIII)
coli' orrendo
e
scene,
i due
duci
Achille
strazio
del
,
nalippo, potè
da
Il Lehanneur
a
qualche poeta epico
(1) apporta
i
o
quel
a
tragico
due
seguenti
modo
in
versi
capo
tradizione
non
pervenuta
un
frammento
(II.
tore
Et-
contro
dalla
opera
da
ed Enea
di
Meo
a
maginata
imnoi.
attribuito
Sofocle:
•
•
•
•
.
tòv
e
tramandata
stata
essere
Tiodamante,
parecchie
Diomede
di
di Didone
Il secondo
—
(essendo
quelli di
693-
v.
già
corpo
pronunziare
come
scena
IV,
è
episodio contiene
Tideo
Achei
che
P anima
avessero
fa ricordare
gli
di
morte
Il terzo
libr.
troncare
fatto
Terra,
di
Dio)
lo
parche
Eneide,
a
Una
Eneide.
al corpo,
unita
imitato,
è
non
dalla
della
una
si affrettano
—
contro
nò
ancora
alla
inno
un
Odissea,
con
le
comune.
da
generale
perchè sciolga
il combattimento
favoriti
V)
luogo
è
che
prima
tessitura
dalla
Iri
bellissimo
un
sua
allora
manda
morire
Tideo.
uguale
le Parche
Giunone
contiene
di
Amfiarao
di
anima
vuol
nò
essere,
qualcosa
Inferno;
Eneide,
fra
dovesse
ha
1-20
v.
episodio, nella
primo
parrebbe
di
morte
e
in
essi
e' è
la
IBateaTO
xpò 6y)P"v"[j.o(3pà"£
*A"jTà"t"iov rcaTSa
che
scena
poi
Stazio
LIBEO
Esposizione— Al
Menalippo, i Tebani
del
(1) Op.
corpo
o.
pg,
di
feroce
si
157-58.
1-31.
xàpa Tep-cóv-
ampliò.
IX.
atto di
scagliano
Tideo,
Sta
Tideo
contro
Polinice
allo
di
scempio del cadavere
Argivo per
nirsi
impadropiange sul cadavere di Tideo,
e
il campo
CAPITOLO
149
SECONDO
guerrieri tebani; Ippodemonte, solo dapprima, poscia
Ma
dai suoi, resiste all' impeto dei nemici, v. 86-147.
Tesifonè,
aiutato
cadere
che
sta
Adrasto
dice
di
forme
le
a
Ippodemonte
Ali,
per
prese
dalla mischia,
aiuto; riesce ad allontanarlo
prigionieroed invoca il suo
si
148-75.
a
un
Ippodemonte
dell'inganno
quindi sparisce, v.
accorge
che trascinano
di Tideo, v.
il corpo
della
vittoria dei Tebani
tempo e
che arrivati al fiume
di Tideo e insegue i nemici
Sale sul cavallo
176-95.
Incalzati,si gettano
Ismeno, allora in gran piena, si riposavano, v. 196-224.
slancia
col
si
la
riva
nel fiume
:
Ippodemonte
opposta
per guadagnare
fido
fiera e sanguinosa mischia
nel mai
avviene
cavallo nelle acque;
una
suo
deve
uccide
in
225-314.
battaglia:
questa
perire
Ippodemonte
elemento, v.
ninfa,v. 315-50. La ninfa fa lamenti
Creneo, figliodi un fàuno e di una
ve;
volta sorge
dal fiume
al padre Ismene, il quale alla sua
e
parla a Gioindi si immerge e fa nascere
grande tempesta, v. 351-461.
te
Ippodemonli schermisce; poi infuria la piena ed è travolto,
resiste ai flutti,
v. 462Giove
pregato da Giunone, acqueta la tempesta e Ippodemonte
519; ma
in
al fiume
520come
uno
scoglio dopo la tempesta, v.
mezzo
risorge
alfine lo
Una
525.
pioggia di strali,essendo rimasto
privo dello scudo
ai
Tebani
fiero
mostra
l'elmo
del
526-46.
fa cadere, v.
Ipseo
duce, ma
parte air altra,v. 547-69.
sopraggiunge Capaneo, che lo trafigge da una
di Partenopeo, presentendo la fine dei
Atalanta, ninfa di Diana, e madre
Tebe
570-669.
peo
Partenoa
v.
figliuolo,si avvia dalle selve di Arcadia
divine
da Diana
la quale nella faretra di lui ripone saette
è aiutato
to
anima
il cavallo
con
e
liquoreambrosio, v. 670-735.
Partenopeo con l'aiudella dea compie prodigi di valore,v. 736-820.
Venere, accorta di ciò,
perchè permette che Diana
prenda parte alla guerra
rimprovera Marte
loro
Marte
infierisca
la
scende
mette
contro
sul campo,
in fuga
e
stirpe;
Driante
uccide
a
con
Partenopeo Driante, v. 821-843.
Diana, ed oppone
da mano
mortali
saette
ucciso
due
nosciuta,
scoPartenopeo, poi viene anch' esso
844-876.
moribondo,
Partenopeo vien portato via dal campo
v.
Doneo
che
la consoli,
che
la
trovi
madre
e
prima di morire
prega
sua,
Arrivano
32-85.
i
,
,
le dica
che
Similitudini
di
da
v.
82.
dal
V.
—
Tideo,
corrotta
perduto
solo
dolore
di
aver
preso
le armi
con
suo
vieto,
di-
877-907.
v.
corpo
col
morto
esser
27.
siccomo
I Tebani
putridi cadaveri,
Polinice
il compagno
di
uccelli
si
e
lascia
rapina,
muovono
si allontana
tutti per
corrono
dal
di Tideo
corpo
metà
a
sentendo
spirare
del
1' aria
schiere.
a
il solco
che
impadronirsi
e
simile
trascina
a
il
toro
che
ha
gioco, aiutato
villanello.
Ippodemonte
v.
91.
v.
115.
seg.
difende
i
vacca
v.
141.
resiste
Ippodemonte
figlidal lupo
Il cadavere
di
ai
nemici
difende
siccome
rupe
il cadavere
di
nelle
mani
ai
Tideo
flutti.
come
una
assalitore.
Tideo
passa
ora
degli argivi, ora
150
in
dei
quelle
parte
nel
189.
leone
la nave,
medesimo
Tideo
di
in
potere dei
in
ai
mano
cavallo
tebani,
paragonati
son
dall'
siculi,va
all' altra
una
di
simile
Tebani,
pastori che
Tideo
corre
dell'
Ismeno,
fanno
ne
simile
ad
strazio.
Centauro
a
le fiere.
e
soldati
I
242.
cade
cade
sul
Ippodemonte
i boschi
nei flutti
luogo.
infesto,che ucciso,
spaventa
v.
Così
Il cadavere
220.
v.
che
Tebani.
rimane
e
v.
un
SECONDA
PARTE
nelle
onde
pesciolini che
a
inseguitida
il delfino
sentono
demonte,
Ippo-
temono
e
,
fuggono.
La
360.
v.
ad Alcione
madre
che
di
vede
Creneo
il nido
che
v.
401.
La
v.
523.
Ippodemonte
sorge
Ippodemonte,
trafitto da
madre
Creneo
di
onde,
figlitrasportatida
i
e
dalle
è travolto
piango
nel
Ar.stro
Leucotoe
come
fiume
la
dopo
è
paragonato
piovoso.
sull'istmo.
simile
tempesta,
a
scoglio.
532.
v.
quercia
edace
da
corrosa
554.
Ipseo
v.
739.
Partenopeo
simile
materni,
cervice, sprezza
Imitazioni
imitata
da
pel
secolare
di
dimentico
natii
vede
piombarsi
e
corre
degli
svolazzare
sentita
antri
Borea.
torre.
campo,
che
del
imitata
482)
V, 448;
Val.
e
XVII,
532
v.
Flac.
Val.
la
per
la
avvertimenti
giubba
tera
l'al-
su
pianura.
Driante,
sopra,
che
cigno
come
Ili,
Il
il canto
di
e
primo
17
Patroclo.
intorno
nel
morte
fiume
In
La
378, 389, XIV,
1680;
da
similitudine
115
verso
(II.XXI
242
v.
618,
414; XVI,
Virgilio,En. II, 626,
del
360
v.
riscontrasi
di
Il canto
comprende
nono
al corpo
di
tre
episodi:
Tideo.
Partenopeo.
titolo
dove
Iliade,
Omoro
—
Ismeno.
episodio, dal
della
IV,
XV;
44.
Il combattimento
Ippodemonte
,
163.
quella del
ancora
XIII
Rhod.
X, 693; quella del
585,
così
e
dalla Iliade
deriva
91
v.
VII,
sg.
Apol.
Flac.
IV,
4
Composizione generale
Aristia
del
(II.IV, 482;
da
ancora
da
similitudine
Virgilio, Eneide
Iliade
dalla
sg.) e
La
—
pure
deriva
in
siccome
appressarsi 1' aquila grifagna.
vede
22
gli
soffiar
eccelsa
una
corre
Partenopeo
858.
v.
come
dal
e
giovine leone,
a
cade
strali
,
tempo
cade
v.
mille
che
gli abbiamo
leggiamo
Menelao,
alla
dato,
il combattimento
vista
di
Ettoro,
ci
fa
ricordare
intorno
abbandona
al
po
cor-
per
CAPITOLO
la
poco
difesa,per
delle
e
corpo
Tesifone,
da
cade
di
in
Enea
trae
e
nella
Eneide,
fuori
della
sviare
del
pianto
II. XV
nella
gesi
episodio
Achille
nel
diverso
fiume
due
nei
sdegna, gonfia
,
gonfia
ambidue
i
incendia
le
la
piena.
poemi
La
En.
603
IX,
nella
il nostro
parlata
di
il
11 motivo
gonfiare
accettò
Partenopeo
Cade
Eteocle
del
nuovo
sonno
è
Ilia»
lo Scamandro
si
uccide
l'Ismeno
anche
nella
da
tuttavia
condotta
Iliade
Giunone
da
ha
Vulcano
fa ritirare
alcun
nulla
quella
su
in
altro
dei
di
originale.
di
Numano,
sg.
la notte.
Gli
argivi
X.
scoraggiti per
sono
i suoi
imbaldanzito
argivo
argive
di
combattimento
la
perdita
duci, Amfiarao, Tideo, Ippodemonte, Partenopeo,
il campo
Il
—
combattimento
allora
direttamente
è
LIBRO
valorosi
scena
Patroclo.
Ippodemonte
divino:
modelli;
790-800
v.
alla
equivale: nella
Tebaide
pregato
deriva
come
Agenore
guerriero. 11 pericolo è scongiurato
Giove
non
di
allora
ninfa, ed
una
Tebaido
episodio
ed
di
simiglianteleg-
cui
del
del fiume
Priamo
dell' intervento
mezzo
per
Il terzo
che
di
e
Tideo, la
derivava
luogo
piange quella
guerriero; nella
fauno
dà anche
variazioni,del
con
figliodi
il
le forme
di
figura
volta
sua
quello
sa
la
assume
assume
dell'amico
di Tideo
ricalcato
Virgilio alla
lib. XX.
del
ingannato
il corpo
è
Giunone
Achille
ove
sg.
sommergere
acque,
Tesifone
Apollo
ove
riproduzione,
un
poemi
—
22
insegue
e
di
606-668:
la morte
Licaono
flutti per
i
sq.
poemi; quello
tìglio di
Creneo
449
Scafandro,
uccide
Achille
de
la
ò
Y,
per
III,
secondo
combattimento, e
questo primo episodio Stazio
In
Polinice
di
X,
Ippodemonte
,
inganno
lib.
Ettore, s'impadronisce del
Stazio
battaglia Turno.
dalla II.
Achille.
per
In
il
esso
1/
Tebani.
intanto
e
greco.
anch'
abbandona
quello inganno
Aiace,
dell'eroe
armi
potere dei
Giunone,
di
cercar
151
SECONDO
per
hanno
per
sacerdote
invoglia
impedire la fuga
Giunone,
commosso
far
di
cadere
in
Apollo,
di
soldati
v.
la
letargo i
invasato
a
16-48.
circondare
quale
Tebani,
manda
v.
la
lontana
Dalla
Iride
49-155.
alla tenda
va
nume,
raffrena
156-235, Adrasto
dal
di
1-15;
v.
quattro
mentre
notte
Argo
stessa
ne
le don-
alla
grotta
Tiodamante
,
di
Adrasto
.
i
guerrieri,
236-248
alla
Tiodamante
che
ma
correre
sceglie Agistrage, v.
vogliono
dieci
al
dei quali ha
leo ed Attorre, ciascuno
guerrieri, i quali corrono
ed
249-271.
Attorre
tebano
menano
v.
Tiodamante,
assopito,
Agileo
campo
11 sacerdote
cessa
grande strage, v. 272-335.
per consiglio di Attorre
Due
fra
i
alfine di spargere
336-345.
gli
e
ringrazia
coniDei,
v.
sangue
a
rivelare
il favore
Giunone,
v.
,
152
PARTE
SECONDA
nopeo,
duci, Opleo, soldato di Tideo, e Dimante, soldato di Partedei
che
loro
facciano
ritrovare
i
dei
loro
gli
corpi
pregano
re, v.
Cinzia
i corpi ricerI due soldati,favoriti dalla dea
cati,
346-70.
scoprono
al loro
si accingono a trasportarli
371-84.
e
v.
Vengono
campo;
stuolo
di cavalieri
da Tebe; Opleo è ucciso
che tornano
sorpresida uno
da un dardo, Dimante
si trafigge sul corpo
del suo
amato
re Partenopeo,
rinunziando
alla vita che i nemici
rivelato
i diconcedevangli se avesse
dello
visamenti
tebano
degli Argivi, v. 384-448.
Amfione, il condottiero
si
della
stuolo di cavalieri
che sorprende i soldati
infine
argivi
accorge
Gli argivi escono
atterrito a Tebe, v. 449-74.
dal campo,
strage, e torna
di Tebe, e per poco
entrano
alle mura,
nella
arrivano
tutti
città.
Echionon
la porta Ogigia, fa entrare
lo stuolo
dei guerrieri di
ne, tardo a serrare
dal
dei
che
cadono
Tebani
Gli
475-518.
numero
Sparta
soprafatti
v.
nella città;i t)'jani scoraggiti vogliono
ogni mezzo
argivi tentano
per entrare
sedere
sul
del
che
Polinice
trono
519-589.
a
fratello,v.
già
venga
alfine a Tiresia; questi fa sacrifizio agli dei; la fiamma
Si corre
si divide
di
color
la
salvezza
Tiresia
che
in due
lingue
sanguigne, e
interpreta
discendente
di Tebe
dei denti
verrà
del
quando sarà sacrificato Y ultimo
il
di
590-615.
dovrà
che
v.
sere
esMarte,
Creonte,
quale
presentisce
drago
sacrificato il figliuolosuo, prega il sacerdote
di non
svelare
il vaticinio
orrendo
Tebe
del
è
la
notizia
tutta
necessario
ma
già per
sparsa
Meneceo
Virtù
616-27.
che
è ispirato dalla dea
le
sacrificio,
v.
assunse
Il padre lo scongiura
di smettere
forme
di Manso, a sacrificarsi,
628-85.
v.
il figliocon
la idea funesta, ma
cola
un
inganno suggerito dagli dei, si svindalla braccia
del padre, v. 686-737.
accolto
in
se
Capaneo mostra
dei quattro eroi spenti, v. 738-755.
Meneceo
il valore
si uccide, vittima
della pace; il corpo viene sepolto nella tomba
degli avi e la madre
solata
scondi
di
756-826.
travi
Capaneo per mezzo
dolore, v.
de
ascenpiange
nella città,la strage nei guerrieri;
di Tebe, e porta la rovina
le mura
di Tebe
In cielo gli Dei
827-82.
e di Argo
v.
guardano incerti il volere
di Giove.
da
Capaneo, nel parossismo della superbia e dell' ira,insulta e sfiDei
Giove.
lo
883-939.
Questi
e
fulmina, v.
gli
perfino
pagni
dei
tre
,
,
,
,
Similitudini
navi
Le
sgg.
squadre
duce
senza
paragonate
sono
a
nocchiero.
sensa
v.
13
v.
—
42.1
Tebani'
cingono
il campo
Argivo
fanno
come
i
lupi
di
una
mandra.
v.
si
v.
di
accorse
170.
gli occhi,
v.
Giunone
76.
avere
sdegna
il
Tiodamante,
simile
182.
si
al
Adrasto
fecondo
seno
invasato
frigio che
riunisce
stp dei condottieri estinti
contro
dai
si
a
dal
i Tebani
da
che
Alcmena
al culto
parlamento
o
do
quan-
Alcide.
Dio, suda, impallidisce
consacra
congiunti
più
i
di
travolge
Cibele.
duci, facendo
dai valorosi
,
occupare
come
superstiti,
il poav
154
PARTE
ficazioni
T
di
descrizione
collocò,con
Ovidio
ecc.
Stazio
della
L'
del
casa
Ariosto,
e
Dimante
deriva
neceo
e
la morte
di
Fenicie
di
ambidue
la Cimmeria
da
quello
Capanoo
si
di
Niso
con
una
ed Eurialo.
leggono, quasi
dei
sgg.
,
descrizione
L'
di
episodio
Il sacrifizio di Me-
medesimi
coi
47
Cimmerii
sua
F Arcadia.—
con
v.
Ignavia,
Morte, il Valore,
il paese
ricavò
T
particolari,
Euripide.
Capaneo,
alla' guerra
alla
lib. VII
Marte,
dimora,
sua
da
Quiete,
l' Impeto, 1' Ira, la
CANTO
Caduto
di
casa
come
che
mutò
sonno,
Opleo
nelle
della
Sonno,
al
la
conferisce,come
simigliante arte,
assegna
nessuno.
conciliarlo
a
Nella
Oblìo, ecc/
Stazio
che
ciò
SECONDA
i
XI.
in
greci volgono
il duello
di
Etoocle
fuga,
1-55.
v.
Polinice:
e
evoca
fine
Tositene
pone
dall' inferno
gera,
Me-
quale impone di eccitare a furore
essa
Polinice, riservandosi
Fira
di Eteoclo, v.
Giovo
ciò che
dall'alto
vede
56-118.
stanno
infornali
ed impone agliDei
colesti che non
per compiere le dee
trova
prendano parte al delitto che sta per compiersi, v. 119-1:55. Megera rilo
scudo
coi
suoi
F eroe,
ardendo
Polinice, ne sferza
cerasti, e
di
accendere
ad
il cavallo
il proposito nuovo,
inforca
Adrasto, manifesta
e
di
corre
Eteocle
cerca
Etoocle, v. 186-204.
perchè
ringraziava Giove
fulminato
il toro
avea
destinato
al sacrifizio
Capaneo, v. 205-225, ma
il cerchio
F insano
F altare. Epito, soldato,
e
corno
rompe
percuote con
a
va
ira,
in
viene
nello
ad
tempo
stesso
al
annunziare
re
che
Polinice
lo chiama
a
mortale
che
lo sprona
226-249.
v.
con
Sopraggiunge Creonte
pugna,
ad
La
madre
parole a provarsi col fratello,v. 250-309.
accorre
anch'
il
impedire
essa
duello, scongiurando Eteocle, v. 310-53.
Antigone
il reo pensiero,
sulle mura,
lo esorta
Polinice
vede
corre
smettere
e
a
di furore, Eteocle. Adrasto
Arriva intanto,invasato
tenta persuadere
v. 354-82.
aspre
,
i fratelli
Cominciano
Fopera
a
non
orrendo
commettere
delitto, ma
non
dal
vi riesce,
v.
383-435.
Tesifone
combattere;
a
previene
cielo,ma
alle sue
tomaie
sedi, v. 436-96.
quella, sgridandola e fancendola
vuoie
atterra
spogliarlo delle armi, riceve un
Eteocle,ma mentre
Efratello, o cadi4 anche
lui, v. 497-573.
colpo dal moribondo
la
Pietà
scende
di
Polinice
mortale
dipo viene
giacevono
Antigone
a
del
conoscenza
misfatto
dei
tìglisuoi,
si fa condurre
là dove
lui por
line ai suoi
giorni, ma
corpi, piango, vuole anche
La
madrosi
lo impedisce, v. 574-633.
trafigge,v. 634-47
regina
ad
viene
acclamato
Creonte
Kdipo di uscire da Tebe, ma A utire; impone
Gli Argivi
nella
ottiene elio rimanga
cone
e
patria terra, v. 048-756.
prega
757-761.
dal campo
Tebano,
v.
fuggono vergognosamente
i
Similitudini-^—
condannato
v.
12.
all' Inferno,
Capaneo, prostrato
pascolo
di
corvi.
a
terra, ò paragonato
a
Tizio
CAPITOLO
Giove,
Tebani
I
27.
v.
inseguono
fanno
come
i voraci
155
SECONDO
gli Argivi
che
lupi
del
spaventati
sui
corrono
fulmine
di
prima
dal
uccisi
tori
leone.
La
40.
v.
del
portate
113.
v.
al
mare
Tesifone
e
vento
che
tutti
in
il
corpo
di
parole
giri; ma
Polinice
sèrpere
incensi.
in
montato
essere
furie,
allora
i
beve
ri-
assottigliae
si
alle
sviluppa
villano
dal
percosso
cammino
si
nel
incontrano
s' incontrano
leone,
che
Y antico
del
giorno,
nell'
duello
precipitano
e
procellosanotte
di
orrore
La
Metani.
a
e
IX,
fiera
geme
che
similitudine
v.
158
gioventù,
del
7
fa ricordare
234
Megera;
11 canto
il divieto
lo accompagnarono
sta,
di
Antigone,
e
(il pianto di Edipo;
dalla
magnanimo
degli anni,
roso
campi.
Eneide, XI,
dalla
dalla
65; quella del v.297
simigliante adoperata
una
624;
Eneide,
da
dio,
Ovi-
sg.
XI
contiene
dei Greci
(la fuga
che
è
i suoi
deriva
40
v.
che
ora
altri tenga
Polinice,ilquale comprende
il duello
accettò
di
che
astri.
gli
e
gliparla altero,si mostra
dalla Iliade, XVI,
114
Composizione—
e
e
il sole
infernale
palude
della
al nocchiero
Creonte
mentre
vigore
—
v.
turba
memore
798, quella del
e
che,
dal
assomigliato
è
Edipo,
741.
a
Eteocle
dopo
sentendo
pur
dub-
core
-i
Imitazioni
IX,
1' ira,
gli
ofierì
il
,
che
nayi
all' aperto
v.
quella
ed
voto
leva
Ercole, che
ad
tello;
fra-
nevi.
forte sembiante
un
col
combattere
voler
liquefarsidelle
al
sotto
il serpe"
si
e
Edipo
587.
uscendo
ricorda
rando
che, spi-
fondo.
a
simile
fa
Eteocle
duo
come
v.
Noto
e
veleno.
3-20.
colano
al
reprime
come
Emo
piange
fine
di
Adrasto
nasconde
il percussore
suo
v.
terra
Creonte
se
il
die
.Eteocle
310.
v.
ad
al sacrifizio,simile
veleno,
son
arene.
Borea
a
che
tutto.
siccome
Il sacerdote
fine
dà
e
assomigliano
manifesta
piangono,
234.
v.
bioso
Polinice
190.
le
discopre
e
copre
Megera
opposti, travolgono
v.
alle nubi
degli Argivi, mutevole, somiglia
sorte
di
Giove
molte
dopo
agli
('/incitamento di
di
la
Adrasto;
morte
tradizione
di
la
Pietà
dei
la caduta
di
Creonte:
e
del
particolariche
di
la
e
fatto
al
preghiera
Tesifone); e
duello,
Capaneo
prender parte
Iocasta; Creonte
Y esito
sui
scene
duello
episodio: il
solo
un
re
che
di
si intrattiene
lo
;
di
cedettero
prefone
Tesi-
duello);
di
Ioca-
seguirono
Tebe).
zio
Sta-
pochissimo
156
di
narrazione
nella
duello
sono
esso;
delle rimanenti
luoghi comuni,
sull'esito
quelle
artifici
piuttosto come
dell' azione
SECONDA
PARTE
finale;le
infine
CANTO
escono
dalla
I
—
città
Etepcle, e Creone
figliuoloMeneceo,
1' editto col quale
lo accompagnano
che
poetici per
ultime
quelle
tenere
formano
che
precedono
sospeso
l'animo
spontanea
una
da
sono
il
derare
considel lettore
chiusura
la tradizione.
secondo
Esposizione
scene;
e
Tebani,
si
avviano
XII.
appena
al
fatta
v
la luce
campo,
di spoglie
1-56.
del
È
giorno
cremato
seguente,
il corpo
di
nemiche, vi colloca sopra il
Einnova
cavalli,v. 57-93.
avea
proibito di dar sepoltura agli Argivi v. 94-104.
il volto
le matrone
chiome
Frattanto
le vesti nere
e
Argive con
disciolte,
i funerali
da Argia, arrivana
a
Tebe, per celebrare
dilaniato,condotte
Ornito
dei propri congiunti caduti in battaglia,
le consigliaa
105-140.
v.
1' aiuto
di Teseo
in Atene
la inumatornare
contro
nità
indietro, a chiedere
Si discute
di Creone, v. 141-166.
il consiglio;Argia induce
le compagne
andare
ad
mentre
ad
Atene
in mezancora
zo
essa, impaziente di porre
arriva
Tebe
del tempo, si avvia
verso
e
dopo gravi stenti al campo,
167-277.
della notte
non
v.
Argia nelle tenebre
può ritrovare il cadavere
la luna
del marito ; Giunone, mosso
acciocché
faccia luce
a
pietà, chiama
le
Con
siffatto
aiuto
278-308.
le
ritrova
armi
sentinelle, v.
e
assopisce
di Polinice, v. 309-348.
il corpo
Nello
stesso
al camvenuta
po
e
tempo era
dare
in
al
fratello
imbattutasi
si
pisce
stusepoltura
Antigone, per
Argia
;
che
sconosciuta
una
tenga fra le braccia il corpo di Polinice,v. 349ciascuna
chi sia,v. 368-404.
67. Antigone ed Argia manifestano
Dopo aver
al fiume
pianto insieme
Ismeno, lo lavano
e
portano il cadavere
poi lo
405-428.
brucia
il
re,
cadaveun
v.
depongono sopra
Appena
rogo semispento,
fiamma
che
si scinde
in due, quasi 1' una
uscire
una
ecco
agran
si
Da
il
429-36.
che
a
vesse
v.
sdegno l'altra,
questo prodigio
accorgono
cui aveano
di Polinice
su
era
deposto il cadavere
quello di Eteorogo
anche
era
cle,e che l'ira dei due fratelli,
dopo morte, non
spenta, v. 437E
frattanto
si
la terra, per cui le sentinelle
46.
si scuote
prendono
svegliano, sorArgia e Antigone nel pietoso ufficio e le traducono
a
Creone,
le donne
Frattanto
447-63.
v.
Argive, sotto la scorta di Giunone, vanno
ad Atene, e quivi giunte si diriggono tutte all'ara della Misericordia, v. 464In quel giorno Teseo, dopo aver
518.
vinto
le Amazzoni,
rientrava
fante
trionLe
in città, v. 519-539.
donne
Argive si rivolgono tutte a lui, ed
Evadne
Teseo
moglie di Capaneo, gli dichiara la loro condizione, v. 540-88.
da
da commiserazione
e
mosso
ira, invia a Croono
Fegeo che gli intimi
la guerra, e frattanto,coi suoi
si
avvia
gia
Arverso
soldati,
Tebe, v. 589-676.
ed Antigone stavano
condotte
al supplizio,quando arrivò
per essere
che
audacia
il
Creone
mandato,
Fegeo
suo
v. 677-86.
risponde
espose con
eretto
un
ed immola
rogo
prigionieri vivi
e
167
SECONDO
CAPITOLO
Teseo vince, v. 709-40;
iTebani, v. 687-708.
maggiore audacia, ed arma
da tutti i suoi più fidi compagni ; in'
Creone
solo, abbandonato
fatta allora la pace, e Teseo
Vien
sultato
da costui, lo uccide, v. 761-81.
è accolto in Tebe
come
sepoltura
argive danno
amico, v. 782-88. Le donne
coli' augurarsi che
dei congiunti. Il poeta dà fine al poema
ai cadaveri
studiata
dalla gioventù romana,
T opera
letta da Domiziano
e
sua
venga
la divina
Eneide.
senza
perciò voler emulare
con
incontra
Simiiitudi
il campo
nemico
il
teme
il
in
il
e
all' udire
224.
Argia
simile
356.
Antigone
fratello
413.
v.
v.
515.
v.
Le
dolce
601.
simile
di
Cerere
a
toro, che
il
di
Polinice
in
che
Tebe
te-
senza
dalle
figliarapita.
porte
e
volta
prima
cola
fiac-
una
con
della
esce
la
coro.
suo
cerca
il cadavere
fecero
alle gru,
il
sanno
non
in
va
la
senza
,
freme.
le
che
della
nel
mugito
Fetonte.
per
da
al
sino
di
Atene
Aquilone,
allon"»,
arrivate
clamori.
di
moglie
di
Polinice
tempio
scacciate
il cielo di
di
sorelle
pie
pascolo
nemico,
nuovo
imbrandisce
Capaneo,
V antico
ottenuto, vincitore
sente
di
notte
,
tranquillo,
appena
o
.
nell' entrare
Teseo, alle parole
lagrime
giovenchi, che
vita
alla volta
guardie,
leonza
a
e
argive
di
serpe
quando
e
ebbero
non
loro
possa
un
piume,
mandra
andava
Argia portano
clima, empiono
Onito,
cadavere
le
lavarlo, come
donne
di
di
guida
del
deludendo
ed
vuoto.
tempo
quando
mugge
salire
come
,
notte
simile
aer
che
teme
,
al veder
della
,
Eteocle
per
procella
fare,come
temono
cerca
gli affanni, simili
tanarono
più
a
Antigone
Ismeno
vicino
in
libera,e
e
corre
tigre,
dirige
parole
che
sapendo
va
mano,
del
alle
Cibele, quando
a
Deifile
267.
madre
V
guardare
a
combattere,
a
le imbelli
dibattono
nido,
argive,
si
pericolipari
cerca
lor
della
il fremere
soldati
la
superato
aver
giornata,stanno
gli idalici uccelli,che
pallide,hon
v.
v.
sorgono
dopo
donne
perirà.
in
che
ancora
hanno
essi
v.
l'ultima
come
fra
mere
in
temono
cui
Le
rimasero
chi
e
Tebani, dopo
pericolo è scongiurato, temono
166.
v.
11. 1
suolo, e
muro
anche
v.
pellegrino,che
vacillar
sul
—
e
rinnovella
sta,
Ta-
riposando
le ire.
f'N
v.
650.
quando
soffiare
v.
Al
Eolo,
Aquilone,
801.
Le
furiose,chiamate
dell' esercito
muovere
disserrate
e
attira
donne
al
le
i fulmini
tebane
suono
porte
dei
vanno
di
ai
Teseo
lungi
venti, impaziente
sulla
e
del
la terra
me
co-
fa
verno
,
terra.
incontro
timpani
trema
dei
a
Teseo
come
cimbali,coirono
le Menadi
al delitto.
158
Composizione generale
può
di
SECONDA
PARTE
diviso
essere
in
parti
delle
la esecuzione
di
lunghe
materia,
singole
I
canto
giorno seguente
al
figliedi Adrasto,
focle;
da So-
al poeta
comuni,
luoghi
pratutto
so-
del
le
durano
poema.
di
nozze
di
durata
la
Tideo
giorni. Siamo
12
Polinice
e
le
con
al Canto
ancora
Il
notte.
una
II,
307.
v.
Polinice
comincia
Quanto
Tideo
va
il
(Siamo
;
espone
il
infine
arriva
ad
III, v.
440),
Amfiarao
e
popolo
al
rumore
da
duci
ai
e
del
della
Nel
principio
quindi
anni;
durata
Nei
del
i
di
del
alla fine
V.
e
V.
tre
dopo
la
episodio
Isifile
e
Finierat
Il
di
giorno dopo
Tideo
di
solo
12°
nel
Licurgo,
cavain
primi
Il canto
VII.
L'arrivo
v.
che
è
l'arrivo
di
dice
Con
ai preparativi
avrebbero
po
doavuto
di tempo;
potò durare
molto,
e
lo
so-
dopo
il P.
induit
ciò
delle
(450-451)
sera
fine
pone
la guerra
determinazione
non
i funerali
giuochi.
narra
gli augurii
umbram.
di
Archemoro
figlio
finisce
schiere
a
il canto
Tebe
il combattimento
e
di
curgo,
Li-
VI.
il
il
primo
timento.
combat-
giorno
te,
seguen-
470-73.
Il canto
Vili,
fino al canto
dei
i
Argo.
tare
consul-
ponmano
canti
tre
alcuna
nox
si celebrano
seguente
in
giorno
Adrasto
pire
com-
a
consiglio,fa
,
e
luogo
ha
anni.
siccità
eooloque
? Poscia
III.
,
di
starlo.
riconqui-
impiegato
i fati decidettero
che
abbiamo
non
del
sera
nei
di
notte
rivela
il canto
il P.
fatti narrati
complessiva
libri IV.
dice
vario
giorno dopo
finisco
ciò
IV.
il
*
ritorno
Amfiarao
giorni. La
popolo;
Con
guerra.
dal
giorni
Melampo.
ha
tempo
Adrasto, dopo
e
12
dopo
bellicoso
7
quindi
; nella
ritorna
e
deliberare
e.
siffatto divisamento
a
Argo. Quanto
al canto
Dei
tino
arrivare
per
messaggio,
Passano
al
la
impiegò
tempo
al regno
pensare
viaggio?
gli
tre
a
Tebe,
a
1' agguato
T
dei
giova
abbiamo
celebrato
le feste
e
si
scene
125,
v.
vengono
narrazione
una
fu fornita
generale
in
azione
dell'
II,
tutto
è
parlate.
Durata
Dal
dogli altri,non
differenza
a
,
continue
e
canto,
episodi peichò
in
e
La
piccoli avvenimenti.
Questo
—
tebani;
e
il
narra
IX.
il combattimento
Il canto
X
abbraccia
del secondo
giorno,
la notte, in cui ha
che
luogo
giorno seguente. (3° del combattimento) durante
il
si prolunga
la strage
quale
Ca-
CAPITOLO
dà
paneo
scalata
alle
di
mura
Tebe
tuttavia
che
Capaneo salga
avvenimenti
narrati
nel
canto
XII,
canto
v.
dalF
giorni
le
563
donne
si
i
battaglia e
corpi
mura
di
nello
stesso
sulle
accadono
argive
?
ultima
XI
che
lamentano
non
(Dai versi
fulminato.
muore
e
sembra
840-44
Gli
la
159
SECONDO
giorno.
passati
son
Nel
sette
sepolti.
ancora
sono
tempo).
notte
ACHILLEIDE
CANTO
Argomento
apportare
vea
Teti,
—
indurlo
per
a
del
atterrita
disastrosa
I.
in
guerra
ratto
di
le navi
sommergere
Elena, sapendo
perire Achille,
del rapitore Paride
dovea
cui
che
va
do-
ciò
da
tuno
Net1-76.
v.
,
fiera lotta
stabilito
che
acconsente, poiché gli dei aveano
Y
P
avvenire
che
Achille
fra
dovea
dovea
Asia,
Europa e
essere
ca»gM"fl»;«.
di strage ai Troiani, e dovea
compiere tanti grandi fatti che ne"a rimar*-'
rebbe
di averlo concepito da Giove, v. 77-94.
Allora Teti pensa
di
persuasa
in luogo sicuro, v.
occultare
il figliuolosuo
95-108.
Achille
to
educaera
in
da Chirone
lo richiede, v.
centauro
Tessaglia ; da lui si reca
e
109-141
Chirone
la persuade a placare Y Invidia, v. 142-197.
acconsente
e
la notte
al
Durante
luogo
più adatto, e sceglie l'isola di Sciro ,
pensa
Preso
doi"
dove^ regnava
quindi il figlio,mentre
Licomede, v. 198-216.
tirato dai delfini,e sul far del giorno arrivò
ro,
Scia
niiva, salì sul carro
Y
vuole
indurre
217-241.
Quivi
Achille, apportandogli
v.
esempio di
la veste
ad indossare
le
AchilErcole, Bacco, Giove
muliebre, v. 242-274.
determina
lo
ad
si
un
caso
non
persuade, ma
obbedire, v.
inopinato
in quel giorno in Ciro
Celebra vasi
la festa a Minerva
fra
275-284.
e
che arrecavano
Deidamia
le donzelle
le primizie alla dea
scorse
bella,
di cui s'invaghì, v. 285-317.
lo interrogò se fra quelTeti, accortosene
le
Nettuno
non
,
,
,
donzelle
a
lontana
349-362.
volesse
Licomede,
dalle
Così
vivere,
esercitazioni
Achille
Achille
e
dicendole
che
virili
era
e
dal
accolto
viene
accettò,
v.
Achille, e
porto, perchè non
nella
Lo
affidò
che
la
318-348.
di
sorella
magione
di
fosse
scia
po-
tenesse
rapita, v.
Diomede
v.
363-
,
96.
tutti
Frattanto
in
Aulide
i
Greci; accesi
e
giurano
di
da
non
Menelao
deporre
e
Agamennone
prima
le armi
si riuniscono
,
di
veder
dicato
ven-
richiedono
che con
loro sia anche
AMenelao, v. 399-466.
Protesilao
che
si
ove
egli
chille,v. 467-482.
impone a Calcante
scopra
514col
di
483-513.
favore
lo
Calcante,
Apollo,
nasconde, v.
dichiara, v.
l' impresa di condurlo
Diomede
alla guerra, v. 53837. Ulisse
assumono
e
1' amore
dissimula
Achille
intanto
559.
impaziente di
per Deidamia; ma
si celebra
V orgia bacchica, se
la
ne
e
attendere, mentre
impadronisce
La
consola
manifestando
chi
550-661.
nutrice
a
messa
v.
poscia
fosse,
fé
in
di nascondere
il risorgente ventre
modo
parte del furtivo amore
,
fino a che Deidamia
partorì, v. 662-674.
Tutti
,
260
PARTE
SECONDA
CANTO
Ulisse
Argomento
II.
Diomede
e
arrivano
Licomede,
fra
simo
dichiarano
parecchiavasi
da
parte,
di
Ulisse,
Y
per
da
ed
in
nave
ciò
rimane
che
ti
il
v.
aspetta;
deve
dopo,
alla
ratto
ricevuta
prima
v.
della
di
di
da
salire
282-308.
armi,
v.
Chirone,
il
il
v.
v.
nave,
Gli
e
Achille
sacrifizi
Ulisse
Achille
eroi
con
narra
interrogano
modestia,
donzelle
per
e
della
v.
372-453.
il
e
a
ad
di
spo-
piange
consola,
giudizio
Achille
parla,
gono,
fug-
Deidamia
Nettano
la
lieo-
a
chiede
domanda
il
a
tutta
poscia
la
nella
clipeo
un
dice:
le
tuba,
e
zelle
don-
donzelle
e
gli
e
la
a
chiede
poi
le
n-
se,
compre-
portare
237-252.
Questi
253-81.
co
avvenenti
un'asta
avuto,
v.
ciò
invitò
Manifesta
figliuolo
fa
le
avvicina
alla
elogio
Ulisse
Fatti
207-18.
navigano
309-334.
335-371.
s'
matrimonio,
Achille,
sulla
v.
che
vedere
fiato
dà
Agirta
delle
al
gli
eroe
Mentre
guerra,
Elena,
da
astuto
tosto
separarsi
madre,
cagione
celebra
guerra,
Y
Achillo,
compagne.
Ulisse
gia
reg-
prendere
fare
99-128.
v.
seguente
Achille
perDeidamia,
Si
245-35.
perchè
adorna
amore
suo
Y
di
ap-
sciuto
ricono-
è
poter
non
129-144.
v.
che
Doidamia,
se
giorno
di
piacesse.
145-200.
v.
si
Achille
e
mede
e
allora
e
il
di
quali
nella
ospiti
occasione
altre
le
gli
fidatis-
lui,
i
Achille,
valorosi,
con
Minerva,
di
quali
svelarsi,
per
strumenti
loro
più
attonito,
Grecia
sar
doni
per
vedere
l'ara
attorno
coro
dalla
scegliere
di
Troiani,
trae
i
disparte
in
tratto
le
da
contro
accoglie
trato
Incon-
1-51.
v.
sapere
dolendosi
gloria
stava
Licomede
da
ottiene
regia
parole,
avesse
fra
Ulisse
guerra,
di
fonte
per
i
vi
Licomede
alla
sua,
quelle
lo
non
figliuole,
sue
64-98.
v.
età
impresa,
quella
mosso
le
venuti
allora
Licomede
52-63.
v.
loro
siano,
operassero
cosa
guerra,
presenta
e
che
che
Greci,
i
Sciro,
a
—
no
giored
Nereo,
la
Ulisse
Paride
educazione
è
il
162
volunt,
et
i
stettero
lo
bisogno
furono
qualche
in
ottenere
che
ciò
della
causa
ed
contorto
lirica di
Stazio,
affetti mediocri
esprimere
con
affetti,
compensa
ed
di
poi
con
ville. E
di
bagni,
descrivendo, ogni
da
Sembrerebbe
far
quasi
Statii
libro
di
Ma
è vero,
si pone
so
leggi
e
di
e
per
raccolta
esercitazioni
una
generi
(2) Claretie, De
raooolta
fornissero
dei,
largo
mirto,
e
la
di
veracità
di
attitudine
di
ma
servare
os-
di prati,
pitture
vere
sa
care,
evo-
lunghe
derivare
e
di
10-11
pag.
vole
fa-
dell' arto
comuno
risultano
oseroitazioni
nelT
oratoria
una
oratorie
o
nell'
può
poetiohe.
P.
Papini
staiti
silvia,
pag.
21.
ben
un
conservano
e
della
dal
altra,
anche
motivo
definizione
questa
la
ca-
il
Leo,
per
il
poesia di quel
medesimo
e
lusi
de-
si rimane
questo
guidati quasi
essere
uguali
poeti. Per
riche
li-
produzioni
parte
Selve
accotta
non
di
numero
buona
per
delle
oratori,non
baso
sono
di
il
di
a
il carattere
Quintiliano
di
uomini
to
sentimen-
e
esclude
minutamente,
osservare
componimenti
Silvi8y Gottingae, 1893,
Stazio.
le
i
tutti
la rettorica, i due
tempo
Selve
Stazio
a
parla,
(1) Quintiliano
De
le
che
meritare
poiché
,
di
ed
sa
spesso
mai,
e
grave
lascia
ci
egli
ò
Selve
sue
certo
per
memoria
che
l'animo; accoglie
manca
pensiero
doti
sa
non
a
mente
semplice-
semplicità
con
tino
motivi.
tenui
da
solo
storia
che
comune
queste
non
che
di
non
Por
immaginare.
che
fittizi,
volta
tuto
po-
frasi
nelle
accolga
non
ni,
occupazio-
L'occasione,
sogliono innalzare
forma,
mancanza
una
poeta
di
e
che
dopo
contentato
dettato.
avea
erudizione
della
La
improvvisazione.
vera
ed
la ricercatezzza
(2). Ma
che
qualche
e
dottrina
più
que'
il
si fosse
il
avrebbe
non
espressioni
se
anni
altre
in
Stazio
versi, e
di
fa sì che
di
profondi,
solamente
di scriver
raccolte
ripuliti,se
pubblicati molti
utile
(1).
singoli componimenti
essere
per
essere
ispirazione
prima
e
può
alessandrino,
una
pensieri larghi
resto
i
3
X,
».
pubblicati a
un'altra,e
furono
ricercatezza
generale
una
spesso
di
quella
tutti
bastevole
anzi
del
furono
ad
tempo
un
celerità
certamente
non
di Stazio
una
effuderant
qnae
vani
Sil-
scribunt; hanc
extempore
componimi
da
anno
alcuni
richiedeva, ed
La
et
selve
P autore
con
scritti.
riuscire
delle
componimenti
di
atque impetum,
deinde,
repetunt
intervalli
con
caloreni
sequentes
vocant:
Infatti
SECONDA
PARTE
mento;
intendi-
definizione
convenire
ad
di
una
CAPITOLO
ratiere
epico;
passo:
il nostro
più
che
7;
IV,
3; 9)
poeta nel
di
incomincia
esposizione
vorrebbero
forma
Gellio
di
che
volesse
che
stabilì
forma
di
che
dato
avea
il
quello
lettore
alle
che
pagine
simiglianza
per
tenendo
si
di
di
XII,
alii Silvarum
oggi
sono
Selve.
la
Qui
quoque
formulati,
cronologico
ogni
evitare
di
questo,
dover
ne
pubblicazioSelva
zioni,
descridi
ad
non
intelligenza della
miscellam
le
raccorremo
quasi confuseam
et
Noni.
essere
poesia.
poesie
di
scun
cia-
dootrinam
con-
Namque
».
singole poesio, quali
non
il
tratteremo
exquisitissimos indiderunt.
sontentiam
Musarum
con
sopprimere,
ot
eam
dovettero
una
rimandare
suddivisione
ciascuna
versa
di-
il crìtico
per
ripetere nell'esame
dover
di
di
gerito
sug-
smaglianti.
variam
i titoli delle
Conveniamo
bisognerebbe
niente
«
inscripserunt, airi
(1) Riportiamo
delle
i suoi
fra
vece
in-
Silva,
nome
fastidio
un
precedente,e
ad
del
abbia
pare
occhio, possibilmente, la precedenza cronologica
10;
titulos
quigrverunt, oo
la
argomenti (1), e
componimento
(I) Lib.
ora
che
contenendo
giacché,
per
late
par-
lirico si ritrova
Selve,
1' ordine
Noi
trascorse.
di
sempre
detto
era
e
quei soggetti che
in
definizione
Quintiliano,è
poeta medesimo,
di costumi,
fatti,
anche
nelle
sua
una
epicedi, epistole,seguirebbe
Selva
di
ghe
motivo, lun-
epici.
conservando
trattarne
il
la
dietro
tiene
quale
concepimento
e
contenuti
argomenti
che
è
to
Ogni componimen-
presenta
ne
sa£
in
pel grande
riverenza
esametri.
se
appena
conclusione
(1) il motivo
quella
suoi
sa
la ricorrenza
cantare
sua
non
faleuci,
in
altro
un
ogni
menti
componi-
scritti
nel
la
e
trentadue
agli dei, alla
poi,
con
Dei
ad
poema
sono
Stazio
ai
un
(IV, 5),
mostrava
concepimento
e
diversità
di
canto
La
trattati
essere
sempre
a
quel
ad
soltanto
di uomini,
luoghi, di edilizi,
più lunghe.
ancora
esametri.
e
intorno
alcaiche
invocazione
una
di
in
che
dell' argomento
descrizioni
La
per
con
strofe
dirci
sembrano
verso
pensiero.
quattro
dice
Lucano,
rinunziare
del
in
uno
il
anni
epica
il resto
(IV, 7); tutto
genetliaco
dodici
le selve
contengono
(I, 6; II,
Tlel
sudò
autore
la educazione
smettere
fiche
stile,il concepimento,
lo
16$
TERZO
op.
pag.
e.
scritti
mutare.
da
40
sono
sg.
Stazio;
Siffatta
stati
accettati
dagli
tori
edi-
che
parecchi titoli,come
ma
dovendo
soppressione però
ora
non
gere,
correg-
giova
164
SECONDA
PARTE
cui
in
Anno
fu
scritto
ogni componimento
/ Villa
II, 2
Surrentina,
Kalendae
Villa
Tiburtina
CI.
Balneum
M.
Vopisci, I,
Etrusei, I, 5
Melioris, II, 3
Arbor
Ated.
Equa
Maximus
I
.
.
) prima
Dom.
Surrentinus
Polli
Epitrapezios N.
Domitiana, IV, 3
Via
Glaucias
'
;
•
•
f
Epioedion
Epicedion
priscillam
hi
Patroni, V,
Puerum
Epitalamium,
I,
II,
.
j
.
....
.[....82-96.
.
.....
95-96.
2
90.
An.
.
.
89-91.
An.
.
90
(?).
95,
5
1
1
95.
....
.
I
1
94
(?).
.
.
....
vario
tnpmmt
94.
...
"
..
di
93.
An.
iocosiadPlotiumGrypum,IV,9!
! Hendecas.
,
90.
.
....
:I.
An.
5
.
..7r.
95.
;
.
1
Soteria Kutilii Gallici,I, 4
Celeri, III, 2
Propempticon Metio
Epistola ad Vict. Marcellum, IV, 4
Ode lyricaad Septimium
Severum, IV,
Lyricum ad Vin. Maximum,
IV, 7
Iulium
Ad
IV, 8
Menecratom,
(gratulatio).
D
93-94.
An.
.
3.
.
V,
suum,
An.
»
1
.
V,
uxorem,
3
[
1
II, 6
Etruscum, in,
in
in
»
6.
IV,
delicatus,
1' 89.
.
Ursum,
CI.
ad
»
.
FI.
ad
.
Felicis
Vindicis
Melioris
Atedii
I Consolatio
1 dopo
III, 1 I
1,1.
Imp.
Hercules
'.
Mi
tpiceoti
dell' 89.
'
....
Hercules
-
prima
(?).
.
3
anche
o
83
.1
.
.
....
descrittive'
Poitfo
82,
;' An.
I, 6
Deoembres,
(1)
\
Ecloga
III, 5
Uxorem,
Psittacus
Ate(L
MeL? n" 3
Leo
Mausuetus, II, 5
Genethliacon
Lucani, II, 7
Capilli Flav. Earini, III, 4
Consulatus
Septimus Dee.
Doniit.
Imp.
IV, 1
ad
.
Eucharisticon
ad
.
.
G.
Imp.
94.
.'....
.
.
.
.
.
f
.
93-94.
....
95.
Dom.,
IV,
2
94,
....
.
V,
Somnus,
4
95-96
Poesia
Il
avviso
Siffatta
più
descrizione
delle
frasi,che
(1)
Cfr.
della
da
sembra
non
parti, sia
richiede
Nohl,
op.
per
e.
quelle riportate
Vedi
Parte
fra
pag.
nei
I, Cap. 2.
quellipubblicati nelle Selve, è
Villa
invero
Sorrentina
5-27
studio
duo
o
di Pollio
conditura
op.
luoghi oitati,sono
e.
p.
stato
e
che
5-24.
discusse
a
nostro
(Sii.II, 2).
la distribuzione
mitologica
di ricercatezza
Korckhoff,
Felice
sia per
estemporanea
la continua
certamente
parte di questo lavoro.
(2)
descrittiva.
componimento
(2) la descrizione
studiata
alle
antico
('?).
Le
ai
pensieri
si concilia
non
date
da
e
noi
ohe
riscono
diffe-
nella prima.
nell' 82
che
anche
o
cui
villa
la
situata
era
fare
la ricostruzione:
costruito
sopra
di fronte
al
due
quale
è
di
scompartimenti
modificato
ha
Pollio
piano
(v. 52-62). Dalla
oggetti
pitture, di
lee
fece
d' arte, di
Pisa,
di
di Mirone
marmi
magnifico
si
panorama
cera
poterne
rami,
divisa
villa è
in
(vr45-52).
riducendo
qua
di
si
al
trove
colle, al-
un
pigre
giacevano
in
o
quelli
a
bronzo,
il
che
da
gode
addobbato
di
apel-
grande
tista
ar-
di Co-
bronzi
Policleto,di
di
e
da
quella dell'edilìzio,
dido
splen-
in
anteriori
ma
luoghi,
a
antiche
sa
minuzio-
occidente
prima
si passa
campi
Fidia,
che
anzitutto
(v. 30-35)
all'edilìzio,
viti il dorso
zolle
quello pomposamente
da
specialmente
alle
immagini
di
dei
di
pensa
coperto di frondosi
e
oriente,l'altro
natura
non
con
modo
in
(v. 21-30). La
rivestendo
dei
ricchezza
(v. 62-72). Un
rinto
la
vegetazione
marmi
per
tortuoso
guarda
uno
dappertutto
la
imponendo
di
cui
collina,più lungi
una
(v. 1-13);poi
medesima
di Nettuno
statua
una
Chi
ci descrive
prima impraticabili,conduce
sentieri
scritta
stata
mento
qualche politura all'ordina-
dell'amico
portico lungo,
un
dopo.
? Stazio
verso
la villa
particolaritàci dipinge quasi
anni
più
e
intervallo
in tanto
parti, alla espressione, al
in
luogo
pubblicata dieci
e
potuto dare
abbia
Stazio
delle
il
prima,
Teologa sarebbe
calcoli
i nostri
l' improvvisazione. Secondo
con
165
TERZO
CAPITOLO
ogni appartamento,
che
guarda
distesa
alla
Napoli (v. 83-101).
Uno
poesia
questa
Ma
di
scrittore
P ordine
ville
si fanno
Stazio
parte.
Non
guarda
da
che
bagni
abbiamo
ne
fatto
simmetria
et
Detinot,
Quum
Umbra
E
o
la
vi
ha
che
L' abbiamo
citando
di
ancora
grazia
del
Phoebi
tacitamente
fessa
maestro
quadro
suo
in
descrizioni
che
si riferiscono
aequora
ci fa
Virgilio:
ci dice
eglicosì
;
(v.
a
zione
esposiciascuna
che
45
la .villa
sgg.):
illa uadentom
dimittero
natant
nella
ortus
jubar
negat
dies, in
rilevato
il tramonto
doinus
eadit, vitrooque
un
che
immagini:
tenerum
exaetamque
iam
"
opere,
nelle
ammiriamo
i versi
Haoc
Àspicit
prime
sue
più rilevante,la immaginazione.
parte oriente, dall' altra
una
dalle
più tardi, in questo primo componimento
eleganze
mancano
dote
sua
scrisse
desiderare.
ancora
che
la
la
fin
manifestare
mostra
compassato,
di
e
si suole
luceni,
montis
opaci
praetoria ponto.
sentire
molto
da
vicino
.
.
il
so
ver-
166
PARTE
Saepo
Conscondit
Satyri
Dorida
annacquandolo
Stazio
di
di
o
e
di
chiusure
(v. 240);
cominciano
quanda
leggiamo,
1' ode
non
6,
la intonazione
e
lib.
Invidet
uvis.
cui
poema
di
trarre
la tessitura
Nos,
vilis
Desenrire
Spargimur
da
quella
della
Eneide, XI,
Nos
animao
Stornamur
Un
urja
dello
egli
ha
studióso
è
principii
vitretta pontus
(VII, 739)
Tempus
(v. 133)
verso
tura
col-
Orazio
di
erat
Ovidio
,
di Orazio
apparisce
stile
ager...
Ili,
Aulon
Falera
nimium
Stazio
solo
di
turba,
in
is
studiava
delle
più
delle
liriche
semplici frasi; egliricava
apostrofe,v.
una
bonis
Falernis,
uva
18:
v.
amictu8
di
zio,
Ora-
ancora
129:
caducis
optare parati
somperque
casus!
372;
vilos, inhumata
inflotaquo tu-ba
campis.
particolare di qualche
caratteristica
buona
una
vitrea unda
Virgilio, di
invidet
praelis non
Baocho
si contenta
con
la imitazione
e
,
qualche frase, o
detto
un
di
dilootus
Fertili
Virgilio, il
di
imitò
4.
ubi....
Da
versi
descrizione
sua
Virgilioavea
parole;
Bromio
et
ricordano
e
lo
noi, giacché
(v. 169-185).
primi
altri versi
v.
....
quali
di
imitando
principio
stesse
le
Qua
i
Pane».
Mosella
va
undas
por
prima
questa
quali
il
tanti
con
fluctu:
prondore
suoi
in
(v. 19)
corus
ricordare
vindomia
perfino qualche pensiero. Egli
versi, e
corus
ci fa
chiara
dai
fin
dei
Orazio,
Phorci
e
Phorci
che
di
ost
ecloga
umbra
uvas.
vadis, udamquo
nelF
poco,
collibus
ammirarlo
sub
tersit
do
cupierunt
anche
ci si presenta
Virgilio
cum
cecidore
poesia classica;infatti
(v. 49)
e
un
sparsa
montani
dovette
Ausonio
vicina
et
occulta
lumina
rapuit
Liaeo
pubescente
noctisquo
rorantia
dulees
et
Saepe
Kt
scopulos
maturo
Nereis
iam
autumnum
per
Palmite
SECONDA
rilievo
poetico
di
notiamo
Stazio,
ancora
in
la tendenza
questa ecloga,
cioè
a
gon-
CAPITOLO
ilare
carattere
in
e
verso,
nuovo
e
efficere
ut
Seneca
il
vizioso
della
praebeat plures aspectus; in
dius,
Seneca
ribus
modis
inimo
rentur
scilicet
stupeant
,
necessitate
vitium
quod
Variare,
«
haud
eandem
E
».
di
codesto
veva
(1)scrircoixCXXeiv
oblecta-
complu-
sententiam,
quesitis, exoradmi-
ingenium
della
carattere
Ovi-
inciderunt
qui legant, poetarum
omnes,
il
costituisce
lectoris
raro
dio
Ovi-
za
abbondan-
autem
sine
ac
in
L' Orelli
secolo.
variisque imaginibus, plerumque
esprimunt
quo
Orazio
Stazio
in
primo
Statius,qui
tragicus, Lucanus,
student
del
parole, che
soverchia
e
Lucano,
di
sine
res
tione
nare
in
poesia
Poetica
(eadem)
una
immaginazione
tragico,
dell' Arte
verso
un
per
di
esuberanza
chiamata
viene
est
diverse
idea, sdoppiandola e ripetendola con
una
di
167
TERZO
Stazio
di
poesia
*
noi
potremmo
Selve,
numerosi
apportare
si estendono
ma
trattiamo
i
leggono
si
alla
Tebaide
quali
si
non
Neil'
all' Àchilleide.
e
seguenti versi,
limitano
alle
di
ecloga
cui
26:
v.
quies pelagi, ponunt
Mira
i
esempi,
lassa
hio
furorom
Aoquora;
30:
v.
Indo
por
Urbis
obliquas eropit portious
longoque
opus,
domat
Haoc
Adspicit
quali
ciò
che
la
Fra
i diversi
facilità,le
luogo;
(ad
di
vizio
è
a
paro
nostro
tutti
del
talento
poeti
di
(l) Ad
che
argomenti
dal
prediletto
i
Silv.
di
ad
IV.
chiama
Poor.
35)
tempo,
v.
39.
i
volte
Stazio
frasi
di
diverse,
dilata tio.
colori.
trattare
saper
di monumenti
con
maggiore
il
occupano
gli epicedi,ogni altro argomento
quali,
con
di
mostrò
due
con
acconciamente
abbondanza
appena
stile, vi riuscirono
Art.
due
ville,di bagni,
esse
ortus
jubar,
tenorum
poeta. Il descrivere
suo
domus
espressa
stile,ricercata
descrizioni
stanno
Phoebi
et
idea è
medesima
il Markland
Questo
do'*so.
aspora
45:
v.
nei
saxa
arces
una
fu
appunto
forniti di
certa
poca
la
è meno,
predilezione
fantasia,ma
primo
di
di
superiorità. I poeti
quasi
molto
del
pri-
168
PARTE
secolo
mo
T umanità
con
eroi, nei
attraverso
le menti
suoi
lirica;Virgilio
dato
questi avea
il medesimo
morale
guardare
l'umanità
tempi
di
Stazio, senza
anche
in
epoca
la molta
esteriore.
suoi
di
Ora
la natura
sua
il
lettura;se
attività
ogni
La
natura
un
poeta
luoghi
oggi
un
di
del
morale,
ed
del
cielo.
il riflesso
ammira
uno
e
sola
non
potea
da
poeta
del
i
intimamente
dell' antichità
si sente
e
allora
in
eroi
dei
i
un
non
sa
grandi
Virgilio,pei
e
gli dei;
con
materiale.
ispirazione ad
nei suoi
presenza
la lirica
di
una
nella
prodottie
sentimento
della
nel
forza
i
nei
rebbe
fastenza
l'esi-
fenomeni
del
mondo
qualsiasi
ci presenta
terra, del
mare,
mondo
luoghi
superiore
soggettiva s' evapora
come
natura
mutamenti
o
qualche
a
fornire
parte, vede
fenomeni
più
nella rettorica.
vede
riconoscere
bolo
voca-
siamo
caso
continui
dai
assorbe
particolari
la natura
egli fa
cui
e
con
far capo
l'analisi dei
contemplazione
una
proprio animo;
conserva,
di
pensiero,
ad
anche
cogli
nemmeno
tasia
fan-
natura
abbiamo
non
modo
moderno
Il poeta
un
la
e
da Stazio
Noi
almeno
nell'altro
nei
qualcosa. Toglietea
in
raramente, anzi mai, la sentirono
un'immagine
come
poeta
veduto,
latini ammirarono
nostro.
passione,
una
Il
se
universale
anima
perchè
e
nell'
deve
nuovo
poca
ad altro che alla esattezza
veduto,
ha
cui
dall'arte che
certo
vivea
e
pensiero:
meravigliosi, ma
un'
legato
ha
non
in
e
pretende
poeti,la
rettorica.
che
poiché
fisico
mondo
Omero
un
la vita. Tuttavia
condotta
e
in cui
civiltà pagana
l'erudizione
avvivata
ciò
romano,
o
erudizione
parte dell' azione
ciò che
esteriore
rari
loro
sentiva
descrive
del
rimarrà
la
non
dei
concepita
è
come
ma
migliore for-
quel punto
La
ancora.
provarsi
antico
la morale
e
migliore, e
o
pur
quell'età chiamasi
Stazio
poeta descrive
deve
di
diversa
stati
possibileripresentare
era
nascere
possono
di
facea
di
eroi,non
da
stessa,seguitava stanca
individuo,
specie
una
quale
la descrizione
Se
l'
e
Omero
presentava
se
immaginazione
è
descrizione
quali
in
dissoluzione
proprio dell'arte
la
si
la
e
analizzato
stato
era
ricevuto
avea
passioni
erano
la filosofia
greco;
forma
le
rita
esau-
Il mondo
più.
Omero,
Orazio
suoi
una
non
la descrizione
coetanei
teatro
di
e
in
fede
V umanità
da
seguitato l'operadi
mondo
poeti
dal
Tutte
cultura
di
sperare
quasi
era
di avanzata
uomini
fine alla storia dei
di
tali
Pindaro
avea
modo
e
agli
episodi
di
far
romana
poetiche.
epoche
non
e
greca
creazioni
di
da
insieme
suo
suoi
nei
di
e
perfezione
nel
presentato
eroiche
epoche
una
letteratura
nella
soggetto
come
di
i caratteri
trattati
che
trovarono
SECONDA
quasi
esteriore
ameni
che
nel
egli
li produce
ricordo
1.70
PARTE
composto
avea
libro De
un
padre del nostro,
a
altro
un
e
la
per
ne
apparecchiava
diventa
Le
del
un
descrizioni
delle
iconismi.
vediamo
che
ad
dell'
impero
che
pesci
Si
i
romano,
sull'innesto.
Stazio
della
quanto
Così
egli
favole
massimo
la
grado
del
che
la
(2)
Clio
abbiamo
poesia
di
(3)
intra
moram
allora
Stazio
estro.
Helicona
Neo
lassata
Et
te, Phoebe,
Tu
quoque
conto
muta
premasi
Leo,
choris
dall' amico
op.
e.
sia
di
di
corno
fprao,
alios
pag.
Lucilo
te
immina,
ve.
rice-
del
naggio,
giardi-
ed
rato
ispi-
sciorina
sua
ne.
declamaziosco
Etru-
Claudio
suo
della
in
pure
sua
dizione
eru-
incomincia:
pleetro
Musas;
Euhan;
Tegoaoo,
cannimi
mea
l'ordine
e
poeta, abbia
e
dimittimus,
voluoer
poscunt
che
erudito
facilmente
l'invito
mihi
ot
cie
spe-
sull' arte
ispirazione diventa
la
accetta
totiens
diverse
affluenti
mostrarsi
gl'avi pulsat cholys onthea
voco
utensili
principali città
la freschezza
bagno. (3). Un
suo
di
quin-
e
sugli
e
la erudizione
versi,dispone più
quost1 opora
tenuto
vuol
invitato
è
(2)
essi,le
fra
descrittivi
e
sono
,
descrivendo.
muore
ed
cani,
poemi
nozze,
17
,
bagna, gli
facilità dei
Non
anche
che
spesso
d' uopo,
YIII, 8,
Clitunno
descrittivo
Mosella
del
vero
V, 6, II, 17,
le diciasette
descrizione
Terga
(1) Vodi
rive
latina
cena
più nobile.
Anione, Vili,
caccia, sui
descritte
molto
una
dell'
puramente
sulla
mitologiche,
durante
scrivere
a
è
componimenti
ma
del
la descrizione
Stazio
Laurento
fonti
e
feste,di
poesia
farebbe
non
più può
quante
La
immaginazione,
sua
Tevere
nutrisce,le
di
di
orìgine, e
una
genere
un
il primo
è
,
principalifiumi, la
nei
apportò
del
Saranno
descrizioni
avranno
delle
di
sonorao
cootus.
(i.
1' amico
componimento
di
Souoca
descrittivo
ò
ipotesi, perciò
storicamente
non
anteriore
uè
alla
Stazio.
Praef.
ad
cenae
Silv.
I
recepit
nam
"
.
('laudii
,
doglio
campiTuttavia
,
descrittivi
essa
giunta
(1).Dopo
Tusco,
7
V Etna
appartengono.
essa
IX,
VIII, 20,
poemi
di
Vesuvio.
del
per
1' accessorio
campi
Como,
Il poemetto
dei
ha
staziano
tutto
del
tramandato, Stazio
che
più
non
dei
di
lago
sull' incendio
,
del
Papinio
grammatico
eruzione
ci ha
tempo
il
e
;
uno
sulla
descrittivi
Plinio
lago Amerino,
di
il
genere,
di
ville sul
veri
che
carattere
un
urbis
già composto
avea
componimenti
forma,
incendio
ne
giudicare da quello
poeta di
SECONDA
Etrusci
tostimonium
ost,
qui
halnoolum
suuin
epico; lo stile,il concepimento, il
rattere
il nostro
passo:
più
che
3: 9)
(IV, 7); tutto
con
vorrebbero
La
trattati
forma
sempre
Gellio
a
di
esametri.
La
che
stabilì il
forma
con
avea
trattarne
lettore alle
tenendo
si era
pagine
sempre
di
di
dato
(I) Lib.
quisiverunt,oo
alii Silvarum
oggi
sono
detto
«
definizione
Y ordine
la
per
del
pare
abbia
vece
in-
il critico
cronologicodi pubblicazione
ogni
Selva
ripetere nell'esame
dover
evitare
gerito
sug-
versa
Silva, di-
nome
fastidio per
un
precedente,e
ad
Noi
Qui variam
di dover
questo,
di ciascuna
zioni,
descridi
una
rimandare
le
raccorremo
suddivisione
il
poesie
tratteremo
ad
eam
i titoli delle
Conveniamo
ot miscellam
sententiam
formulati,non
et
quasi
op.
essere
non
dootrinam
con-
Namque
».
Nohl.
dovettero
confuseam
indiderunt.
exquisitissimos
singolepoesie, quali sono
con
scun
cia-
simigliane.
alii Musarum
inscripserunt,
bisognerebbe sopprimere,
niente
soggettiche
lirico si ritrova
Selve, che
è ora
Quintiliano,
fra i suoi
titulos quoque
delle Selve.
late
par-
la precedenza cronologicadi
occhio,possibilmente,
XII, 10;
(1) Riportiamo
ghe
presenta il motivo,lun-
ne
nelle
sua
una
conservando
trascorse.
componimento
'
dietro la
tiene
quale
concepimento
contenuti
simiglianzadi argomenti (1),e
per
pel grande
Ogni componimento
poeta medesimo, giacché, contenendo
quello che
sa£
la ricorrenza
che anche in quei
è
e
seguirebbe di
epicedi,epistole,
Selva
esametri.
se
un
riverenza
agli dei, alla
conclusione
argomenti
quella che
volesse
ai suoi
faleuci,
altro in
cantare
sua
sa
non
menti
componi-
scritti in
sono
nel
la
mostrava
poi, appena
e
(1) il motivo
che
che
trentadue
(IV, 5),
Stazio
e
poema
ogni
concepimento epici.
e
di
diversità
un
dirci ad
di uomini, di fatti,
di costumi,e
luoghi,di edifizi,
di
essere
in
invocazione
una
più lunghe.
ancora
strofe alcaiche
dice
esposizionedell' argomento
descrizioni
quattro soltanto
quel canto
per
ad
intorno
anni
in
uno
il resto
poeta nel rinunziare
sembrano
verso
epica del pensiero.Dei
genetliacodi Lucano,
incomincia
dodici
le selve
contengono
(I, 6; II, 7; IV,
Tlel
sudò
autore
la educazione
smettere
fiche
16$
TERZO
CAPITOLO
e.
pag.
scritti da
mutare.
40
sg.
stati
che
Stazio; ma
Siffatta
la intelligenza
della poesia.
r
dagli
accettati
tori
edi-
come
parecchi titoli,
dovendo
ora
soppressioneperò
non
gere,
correg-
giova
162
volunt,
et
i
stettero
furono
qualche
La
scritti.
ottenere
riuscire
in
che
lirica
pensieri larghi
prima
di
Stazio,
affetti mediocri
esprimere
con
poi
affetti,
compensa
ed
di
con
Per
immaginare.
di
bagni,
ville. E
descrivendo, ogni
da
tenui
far
che
meritare
poiché
,
quasi
Staili
libro
di
tempo
di
le
a
Selve
uomini
di
e
esclude
la
di
veracità
di
di
ma
servare
os-
di prati,
pitture
vere
derivare
e
to
sentimen-
e
attitudine
ed
sa
spesso
mai,
e
grave
dei,
è
Selve
sue
certo
minutamente,
osservare
sa
Ma
i
leggi
e
Quintiliano
per
raccolta
esercitazioni
raooolta
una
(2) Claretie,
a
generi
il carattere
De
sono
di
il
largo
mirto,
e
di
delle
di
oratori,non
10-11
pag.
baso
care,
evo-
sa
vole
fa-
lunghe
dell' arto
comuno
insultano
osercitazioni
neh"
una
oratorie
o
nelT
può
poetioho.
P.
Papini
atatiì
questo
silvis, pag.
21.
ben
un
e
altra,
anche
motivo
definizione
questa
oratoria
lusi
de-
si rimane
conservano
ca-
il
Leo,
per
della poesia di
guidati quasi dal
essere
uguali
poeti. Per
medesimo
e
riche
li-
produzioni
parte
Selve
accetta
non
di
numero
buona
per
componimenti
vero,
si pone
so
fornissero
Stazio
tutti
la rettorica, i due
di
storia
Silvis, Gottingao, 1893,
Stazio.
le
solo
che
l'animo; accoglie
manca
ci lascia
egli
nelle
per
memoria
doti
queste
non
a
mente
semplice-
semplicità
con
pensiero
comune
non
pai-la,è
(1) Quintiliano
De
che
fittizi,
che
fino
frasi
motivi.
Sembrerebbe
da
volta
tuto
po-
L'occasione,
accolga
non
ni,
occupazio-
contentato
sogliono innalzare
di
non
di
e
che
avrebbe
non
dettato.
avea
il poeta
che
mancanza
una
si fosse
se
forma, che
della
Stazio
il
dopo
anni
altre
in
espressioni
erudizione
ed
La
improvvisazione.
vera
que'
utile
versi, e
di
che
qualche
e
la ricercatezzza
(2). Ma
fa sì
di
dottrina
più
scriver
raccolte
ripuliti,se
pubblicati molti
essere
ispirazione
una
solamente
di
può
alessandrino,
profondi,
e
resto
(1).
singoli componimenti
i
essere
per
3
X,
».
pubblicati a
un'altra, e
furono
ricercatezza
ed
contorto
ciò
della
causa
quella
tutti
bastevole
anzi
del
generale
una
spesso
di
alcuni
furono
ad
una
tempo
un
celerità
certamente
non
di Stazio
da
effuderant
quae
vani
Sil-
scribunt; hanc
extempore
componunt
selve
V autore
con
et
anno
richiedeva, ed
lo
bisogno
delle
componimenti
di
atque impetum,
deinde,
repetunt
intervalli
con
calorem
sequentes
vocant:
Infatti
SECONDA
PARTE
la
quel
mento;
intendi-
definizione
convenire
il
ad
di
una
CAPITOLO
rattere
epico;
passo:
il nostro
più
che
IV,
7;
(IV, 7);
genetliaco
poeta nel
3; 9)
esposizione
vorrebbero
canto
forma
Gellio
agli dei, alla
di
forma
di
il motivo
che
volesse
trattarne
che
stabilì
il poeta
alle
lettore
che
pagine
simiglianza
per
tenendo
si
di
di
quisiverunt,
alti Silvarum
XII,
oggi
sono
Selve.
fra
la
Qui
quoque
Conveniamo
bisognerebbe
niente
«
i suoi
variain
ad
i titoli delle
formulati,
ora
soggetti che
non
del
ogni
di
questo,
ciascuna
di
sopprimere,
intelligenzadella
ot
miscellam
ne
pubblicazioSelva
zioni,
descridi
essere
non
una
rimandare
le
raccorremo
suddivisione
quasi confuseam
et
il
poesie
tratteremo
di
scun
cia-
doctrinam
exquisitissimos indiderunt.
sontentiam
Noni.
poesia.
versa
di-
il critico
per
esame
dover
gerito
sug-
Silva,
nome
ripetere nelT
evitare
abbia
pare
fastidio
contenendo
dover
di
che
cronologico
con-
Namque
».
singole poesio, quali
dovettero
vece
in-
simiglianti.
eam
con
late
par-
lirico si ritrova
un
precedente,e
ad
inscripsorunt, alti Musaruni
(1) Riportiamo
delle
Noi
ghe
lun-
e
occhio, possibilmente,la precedenza cronologica
10;
titulos
oo
la
argomenti (1), e
componimento
(I) Lib.
definizione
giacché,
per
trascorse.
di
sempre
detto
era
in quei
Selve,
Y ordine
conservando
medesimo,
di costumi,
fatti,
anche
nelle
sua
una
epicedi, epistole,seguirebbe
quello
di
motivo,
epici.
Quintiliano,è
dato
avea
il
la
dietro
tiene
quale
concepimento
e
pel grande
Ogni componimento
presenta
ne
che
è
contenuti
argomenti
che
Selva
se
appena
«tf"
in
la ricorrenza
riverenza
esametri.
faleuci,
in
altro
cantare
sua
sa
menti
componi-
scritti
un
ogni
non
e
trentadue
nel
la
suoi
ai
concepimento
e
(1)
quella
Stazio
conclusione
con
Dei
ad
poema
(IV, 5),
mostrava
poi,
e
La
trattati
diversità
di
quel
un
sono
di uomini,
luoghi, di edifizi,
di
essere
sempre
esametri.
ad
soltanto
alcaiche
invocazione
una
più lunghe.
ancora
in
che
dell' argomento
descrizioni
a
per
con
strofe
dice
Lucano,
intorno
quattro
dirci
sembrano
verso
pensiero.
in
uno
il
anni
del
epica
il resto
tutto
di
dodici
le selve
rinunziare
incomincia
La
sudò
autore
contengono
(I, 6; II,
xìel
stile,il concepimento,
la educazione
smettere
fiche
lo
16$
TERZO
op.
pag.
e.
scritti
mutare.
da
40
sono
sg.
stati
che
Stazio; ma
Siffatta
dagli
accettati
tori
edi-
parecchi titoli,come
dovendo
soppressione però
ora
non
gere,
correg-
giova
166
paktiì:
Saepo
Conscondit
Et
annacquandolo
Stazio
di
di
o
chiusure
e
di
le
leggiamo,
diloctus
Bromio
1' ode
non
si contenta
la intonazione
e
6,
Baccho
Invidet
uvis.
cui
poema
di
trarre
la tessitura
vilis
Dose^viro
Spargimur
quella
della
Eneide,
Xos
XI,
animao
Stornamur
Un
Ufla
egli
ha
studioso
è
principii
vitreus
vitrea wida
tura
col-
pontus
(VII, 739)
(v. 133) Tempus
verso
Virgilio, di
Orazio
di
erat
Ovidio
,
di Orazio
apparisce
stile
Aulon
nimium
Falornis
Stazio
studiava
solo
di
delle
bonis
più
delle
liriche
semplici frasi; egliricava
apostrofe,v.
una
di
zio,
Ora-
ancora
129:
caducis
turba,
in
Falerni»,
uva
18:
v.
amictus
optare
somperquo
casus
parati
!
372;
vilos, inhumata
intlotaquo tu-ba
campis.
particolare di qualche
caratteristica dello
buona
una
agor...
lib. Ili,
Ferrili
Nos,
da
con
la imitazione
e
,
qualche frase, o
detto
un
invidot
praelis non
ubi....
Virgilio, il
versi
descrizione
sua
di
imitò
(v. 169-185).
Virgilioavea
e
lo
noi, giacché
4.
v.
ot
ricordano
di
imitando
va
parole;
stesse
....
Da
questa
quali
Panes.
primi
altri versi
tanti
con
quanda
quali
in
undas
por
Mosella
suoi
;
perfino qualche pensiero. Egli
(Jua
i
dai
(v. 19)
ricordare
fluctu
prima
(v. 240); il principio di
cominciano
chiara
fin
umbra
uvas.
prondoro
ecloga
dei
corus
eorus
ci fa
che
nelP
Orazio,
versi, e
Phorci
e
Phorci
cum
di
vindomia
ammirarlo
poesia classica; infatti
e
ost
cupiorunt
anche
poco,
collibus
vadis, udamquo
montani
ci si presenta
Virgilio
(v. 49)
cecidoro
Satyri
un
sparsa
sub
torsit
do
rapuit
vicina
ot
dovette
Ausonio
dulces
ot
Dorida
occulta
lumina
rovantia
Liaeo
pubosoento
scopulos nootisquo
maturo
Nereia
Saepe
iam
autumnum
per
Palmite
seconda
rilievo
poetico
di
notiamo
Stazio,
in
questa
la tendenza
cioè
ancora
ecloga,
a
gon-
CAPITOLO
fiare
idea, sdoppiandola
una
di
carattere
nuovo
e
un
per
ut
di
Seneca
il
vizioso
della
sine
res
tione
praebeat plures aspectus;
dius,
Seneca
ribus
modis
stupeant
,
noi
potremmo
Selve,
scilicet
quo
trattiamo
E
di
alia
i
leggono
eandem
codesto
Tebaide
oblecta-
quali
Ovi-
coniplu-
quesitis, exoradmi-
ingenium
della
di
poesia
si
non
Neil'
all' Achilleide.
e
seguenti versi,
Mira
i
TcoixOAetv
sententiam,
carattere
esempi,
veva
(1)scri-
inciderunt
raro
il
costituisce
lectoris
qui legant, poetarum
numerosi
apportare
si
haud
dio
Ovi-
za
abbondan-
autem
sine
ac
vitium
Statius,qui
omnes,
».
si estendono
ma
necessitate
quod
Variare,
«
in
L' Orelli
secolo.
primo
Orazio
Stazio
in
variisque imaginibus, plerumque
esprimunt
immo
rentur
in
tragicus, Lucanus,
student
nare
di
soverchia
e
Lucano,
del
poesia
Poetica
(eadem)
una
in
parole, che
diverse
immaginazione
tragico,
dell' Arte
verso
efficere
est
in
e
versa,
ripetendola con
e
esuberanza
chiamata
viene
167
TERZO
Stazio
limitano
alle
di
ecloga
cui
26:
v.
quies pelagi, ponunt
hic
lassa
lurorom
Aequora;
Sc-
indo
v.
obliquas oropit porticus
por
Urbis
loDgoque
opus,
domat
Haec
Adspioit
quali
ciò
che
la
i diversi
facilità,le
a
paro
nostro
tutti
del
talento
poeti
di
(l) Ad
Silv.
che
argomenti
predilettodal
i
è
di
ad
IV.
chiama
stile, vi riuscirono
.Ai-t.. Pouf.
35)
v.
yo.
i
volte
Stazio
bagni,
frasi
diverse,
dilata tio.
colori.
di saper
trattare
di monumenti
con
maggiore
il
occupano
gli epicodi,ogni altro argomento
quali,
con
di
mostrò
due
con
acconciamente
abbondanza
appena
tempo,
jubar,
tenerum
poeta. Il descrivere
suo
ortus
due
ville,di
esse
domus
espressa
stile,ricercata
descrizioni
stanno
Phoebi
et
idea
(ad
di
vizio
è
Fra
luogo;
medesima
il Markland
Questo
do^o.
aspera
45:
v.
nei
saxa
arees
una
fu
appunto
forniti di
certa
poca
la
è meno,
predilezione
fantasia,ma
primo
di
di
superiorità. I poeti
quasi
molto
del
pri-
176
ripetuti,che
pre
epicediche
tali
su
F eccellenza
che
apparisce
si
a
Stazio
servì
e
di
quelli
fino
distrarci
dal
metriche
(1)per
letterari
latini
Ode, 24,
lib.
Ovidio,
ad
hanno
degli
opportuno
tre.
possono
lib.
P.
rimpianto
scopo
d' intonazione
antichi
fra
che
proporre
una
Opfjvoged
e
e
stata
dal
promessa
(?) Neil' Etymologieum
Magnum
[liv£mxY)Sciov flap*aÒTÒ
YCTai-
6
voi.
la lode
del
-Augusto
avea
pitolo,
ca-
d' iscrizioni
epicedi
seguenti
Orazio,
;
P.
defunto,
ma
\ol.
di
stile,
poesie
ad
la distinzione
crediamo
invece
più
epicedico nelle
genere
Si
hanno
non
varie
opportuna
ma
del
M.
uniformità
ascrivere
poco
L.
I). Tutti questi componimenti
quindi quella
tò
alla paiola
x^Bog
èia
6p95vogoò w«piypa(pó[UVog
fflivy**
Pais, Degli Epicedi
con
del presente
(Bàhrens,
èmxVjBtov (2)
e
Properzio, IV, 17, V, 11;
seg.;
far
epicedio
scrivere
può
ad
un
Biicheler.
aOTi tò
Vi
deliziosi
sin'ora. Gli
ai
L. M.
essere
mente
certa-
possiede pochissimi,
ne
povero
ridursi
suole
si
sentì
Antologia
una
suddivisione
nuova
latina
troppo
860
non
o
latini anteriori
limiti
dai
Maecenatem
(Bàhrens
il
v.
e
migliore risposta. Non
specie seguenti: consolatio, elegia* epicedion.
(1) È
A.
VI,
specie. Riconosciamo
medesima
fatta
Stazio
Liviam
comune
concepimento,
una
pur
a
la
sarà
poesia
il genere
1'
degli epicedi
estratta
sarà
non
tutti il medesimo
ugualmente
di
Corpus
Tibullo,
quadri
dei
l'età di
che
proposito
la
III, 9; Elegiae in
I); Gtmsolatw
modelli
scrisse
tale
; Stazio
Stazio
trattò
esame
di
epicedi.
suoi
come
rapido
con
I; Virgilio,En.
Amori
dei
medesimo,
sentirono
ritrasse
Non
latini.
il genere
non
e
molto
anteriori
o
famiglia
egli poi
arricchire
latini
pratica
sua
poeti
qualche elegia
della
epicedii letterarii
di
che
a
che
per
domestico
Un
?
ma
Y idillio
allora:
scostò
ne
tutti i
in
poeti
Seguì quei poohi
se
poiché
I
la
lo
formo-
poesia degli affetti
in
poesia
domandarci
di
incerto
qualcuno
ornare
per
o
crediamo
ed
quiete gioie
intendimenti?
prodotto
in
dell' arte,
e
Stazio.
a
tradurre
Sentiamo
quali
timido
fino
le
tutte
ricercheremmo
sentimenti
durante
tratti di
dei
ancora
di
rituale
di
specie
una
formarsi
potuto
avea
noi
appena,
ad
pensare
contengono
ma
dei
di
occuparono
poeta
invano
altro
nessun
di cui
il
che
che
per
far
possono
argomenti,
domestici
in
SECONDA
PARTO
latini,
in
Rivista
di
Filol.
Atapépu Vk £*ixi)8t£ou,
8p91vo^:
xoO
"idcójxaTogrcpoxeijiivou
definizione
anno
è
Proclo—
di
18, 1890,
p.
143.
Vedi
178
10.
desiderio
pi*ae
sibei
edunt,
pater mei
«
desinite
sei
in
vobeis
15.
fra
di
lodi,e
amiceis
che
i
noi
da
di far
tranne
lirico,
la
di
è
di
infine
ed
prevalenza
a
Neil'
Ora
un
le
di
vero
di
Orazio
epicedii.Dalla
anche
tutti
porta
la
e
quale
che
Il
virtù
la morte
luoghi quasi
tre
che
poi
verso.
di-
svolgimento
il
che
mostra
si dà
carattare
un
maggior
di amicizia
si
le considerazioni
assume
ha
elementi
dolore
elogio delle
secondo
epicedico; ma
mesta
di
sentimento
sono
La
addolorato.
dalla considerazione
alcuno,
al genere
il poeta
quale
più
lo
se
importa
conosciamo.
la
il
con
nei mezzi
che
ciò
conforto, V elogio,
di
questi
intonazione
diversi
non
con
amici
gli
classificazione
appartenere
autore
ad
o
essi ci lasciarono,
essere
essi, il componimento
fra
che
comune,
un' ode
risparmia
non
meno
nem-
avere
Virgilio, a Properzio
a
il cui
ricavare
parole
da
ari-
1' autore
che
dovea
non
scritti per
Orazio
ogni componimento
qualcuno
che
però di
illustre
devesi
che
parca
primo; perciò quella
da
ed
cara
che
devono
Liviam,
ad
rivela
quale
gliamo
acco-
enumerazione
una
pochi componimenti
Virgilio, fra
persona
ode
Orazio,
tutti furono
dettò
la
lunghezza
sua
•
così
ad
di
mancanza
Hanno
Cwisolatio
indispensabili ad
i
domum
la
per
letterarii di
scopo,
notare, che
sulla
che
pator
dogeront.
aovom
scalpellino,e
modelli
»
constituit
espressione
convengono.
comune.
filosofiche
la
volo
aodifieavit
nane
rivolgerci a
nello
consolare
una
di
che
vivere
pariter
letteraria.
primi
il conforto
destino
mosso
omnes
Quintilio Varo
propone
ricordo
ubei
scaturisce
differiscono
di
se
uxori
et
omnibus
tolit, animo
monumontum
ignorante
dunque
sopratutto
morte
hoc
faei
noteisquo
ita
concordesquo
sibiquo
pretenzione
conseguirlo
a
fatum
ferro
fondere
voluptatei
atquo
obsecro,
atque
oro
lacrumas
questa iscrizione
in
un
avere
per
siccome
germana
ingenuità
una
Dobbiamo
proposta
genetrix
vii'o
aetemum
essere
alcuna
Ovidio
et
gli epicedi, ò appunto
doveva
non
ereptam
filiam:
talem
ac
ros
in dies
esse
iueunda
gnatao,
piace
flotus
vita
ob
quas
che
gaatae
luctu, quaestus
vos
aequo
Ciò
SECONDA
quoniam
nunc
20.
PARTE
che
lo
il poeta
è
legava
al
defunto.
Le
elegie
sulla
morte
17
del
lib.
di Marcello
IV,
e
2
Minore
del
e
libro V
del
di
Tibullo
di
figlio
sono
L. Paolo
vece
scritte in-
Emilio
con-
OAPrroiiO
siderata
come
tema
un.
\
che
può
.
suggerirne* i
mitologia,
la descrizione
con
defunto*
del
alcun
di
e
Tibullo
di
infatti
Quid
Mater,
v.
L' elegia
21.
Sed
tamen
Est
mala,
quale
ha
glianza
più versi, ma
delle
due
elegie arriva
introdotta
viene
V,
2,
Profuit
La
del
morte
facevano
versi, che
anche
di
morte
del
è
Marcello
giovine
In
noi.
poeta, quello
grandi
di
cioè
chiaro, quantunque
far
e dalla
dell'episodio
con
la
elegia 9
quelli
di
Orazio
diede
di
col
e
fra
descriverci
quelle
della
di
il
madre
e
della
Ottaviano
mentre
Nemesi
alla
tibi.
volta
sua
quid....tibi
Me
tenuit
Vixisti, dum
sunt
moriens
dice
mea
a
deficiente
11
Tibullo
dolori
manu»
?
di
ora
muovono
com-
per
la
lo scopo
sorella
sua,
amata
eram
e
ci
epicedio diverso
di Nemesi
muore
ignis
ed
ma
lissimi
bel-
ma
elogio. Ovidio
la memoria
le braccia
Delia:
alla
dello
celebra
tuus
damna
simi-
verso
sentito
e
esempio
felicius....
Sum
la
dall'apparente
spontaneità
melanconica
un
sua,
ammirazione;
dimenticare
sorella.
la
Virgilio pochi
a
1'
e' è
fra
morente
V,
avorum
veramente
Properzio. Egli
poeta
currus
rimpianto
degli Amori
libro
meae?
la madre
intonazione
del lib. Ili
e
in
allora
fatto
del
quando
e
filosofiche:
grata ad
ci venga
esso
1' altra
due
col
tanta
speranze,
cosa
questi
ambedue
che
meno
e' è. il
essi
di
giovine
un
venir
ordo:
Anzi
suggerito
avea
gono
val-
niente
considerazione.
Paulli; quid
pignora
di
sarà
considerazioni
famae
anzitutto
viast.
cosa
nuova
coniugium
aut
che
ultimus
et
all' infuori
questo
a
delle
mihi
Quid
11
v.
la serie
primus
che
alcuna
non
parla
tiene
focos?
terenda
ista
supporre
vi
non
la morte:
contro
esso
huc
pensieri
IV
il componimento.
optima profuit illi
aut
Caosaris
cunctis
dì tutto
iche la-
l'ombra
abitare
dice
ci
chiaro
affetti
libro
quindi
e
le ricchezze
omnes,
sed
si può
le spese
del
elegia 17
virtus
huc
altri
contiene
non
letta questa
è
nella
amplexum
et
ad
andata
è
dolore, la poesia degli
aut
gonus
che
pensièri,*comepossonon
simigliane É
e
faranno'
palude Stigia (v. 1-10)
11.
v.
Orfeo
luoghi
morte
grandi natali,gli onori,
i
si
del
espressione
luogo.
ombre
là. filosofia dèlta
e
La
dei
varii
suggerire
?
di Progne,
mitologici'
casi
179*
qpakto»
di Albio
e
Delia
di
bullo
Ti-
Delia,
esclama:
180
Il
della
rimpianto
che
accanto
in
modo
morte
quella
a
che
la
o
il contrasto
La
Orazio.
Nemesis
dell' età
poeti
C
ad
latio
fra
Liviam,
che
potrebbe riguardarsi
V
tra
a
(v. 101
ai
madre
è
vita
abóndante
del
Livia,era
o
la marte
ma
epicedio fti
al
quale
neir
nascere
celebrazione
forma
ricordo
una
ed
del
virtù
delle
la
che
animo
delle
virtù
cittadino
solo
a
poeti
di
zione
congiun-
della
di
che
della
in
osso
all' epicedio di
zio
Sta-
famiglia, non
riori:
negli epicedii ante-
ò
di
povera
pensiero quanto
comune
tutti i
a
le variazioni:
dei
commemorazione
di
Augusto
una
persona
11
ponimenti
com-
figliuolo
fatti del
funto)
de-
Egli
accolse
publica
anziché
dell'
e
lirica ;
uomo
coi
biografia della quale può giovarsi
la
del
o
a
suoi
od
cara
in
pari
affetti
un
illustre faceva
canto
un
vita
che
miastico
enco-
elogi
suoi
nei
seconda
storia,o
nale,
convenzio-
meno
quelle della
e
rico
li-
componimento
un
si trasformò
Stazio
vita
quello
mitologiche
affetti di
lo
non
che
tutti,quindi consolati.
con
defunto.
Stazio
sgg.). Ma
che
degli
tanto
dell' età
la morte
Ovidio,
lunghe parlate
221
v.
principalee
la
dio.
Ovi-
Còiiso-
la
all'età di
anello
espressione soggettiva, più
epica
o
che
pronunziare, (lamento
pensiero,quello
il motivo
poeta;
del
intonazione
del
i
per
discendere
anonimo,
nelle
poesia
resto
poi
ò
comune
si affidò
sentimenti
del
valoroso,(di qui
ò
L'
dei
dà
ben
di
il sentimento
un
forma
genere,
fa
Tiberino
nuova
come
parole, anzi
di
vena
dio
Liviam
ad
far
similitudini
e
prosopopee
del
parole
movimento,
Consolatio
opere:
antenata
siccome
delle
il poeta
evocano
accennato,
nemmeno
La
tuo,
e
altro
appartenente
come
affastellamento
rettorica,e quella
ò
infuse
vi
si
vuol
somiglia più agli epicedii di
ecc.),nelle
le
121-164;
v.
tutto
vi
che
personaggi
sue
,
nello
105-112,
sgg.
epicedii,si
riguardi
alcuni
per
dotto
intro-
amor.
componimento
un
si considera
se
,
poeti
1' altro. Esso
e
Ovidio
di
quello
uno
i due
le
pari
avea
habehunt,
nomen
primus
di
vi
flessione
ri-
dolo;
potrà riconoscere
non
aurea,
tuttavia
ò
retexta
scrittore
come
Ovidio
laboris,
fama
altera
recens,
del
non
sic Delia
longum,
cura
Stazio, considerato
tela
nooturno
che
da
vita
lirico.La
del
quella
ma
Troiani
vatum:
opus
Altera
dai
l'uomo
fuse
che
di
della
passioni
sono
corso,
drammatico
diversa
nuova,
Tardaque
Sic
del
più
distrugge
Durat
il loro
sempre
ha
morte
delle
rappresentaziono
seguono
filosofica è anche
Se
SECONDA
PARTE
privata
con
prevale
privati,Stazio
quadro
la
il
ci
delizioso
CAPITOLO
e
di
commovente
Selve
nelle
vi,
intitolato:
è
la morte
scritflbper
questi dedicò
idillio di
famiglia. Il primo
Olauclas
«
un
Atedii
di
ragazzo
Atedio
Melior,
Selva,
la seconda
Fu
contenute.
di
da
adottato
ma
di
scene
domestiche.
anni,
nove
dei
più
dettato
Comincia
dal
leggiamo
da
altre due
Stazio, cui
in
poesie
ed è tutto
cuore
(II, 1);
»
genitori schià-
da
stimati
chieder
col
noi
dellcatits
nato
particolarmente
e
che
epicedio
Melioris
amico
questo componimento
scene
181
QUARTO
pietoso
un
Atedio
ad
venia
essa
se
,
mentre
è
acerba,
far
il dolore,
vivo
ancor
esclama:
quindi
e
degno principio alle
alla
età,
tua
giadilB,alla
che
raggio celeste,quella
fronte
leggiadro
Dove
dolce
sì
di
stillava
ridotto
il miele
in
il tuo
Chi
mattino,
con
nuovi
tuo
ritorno
chi
tuo
collo
muti
e
luce.
«
tuttavia
ad
fin
ragazzo
Tu, padre
potevi
ti
dal
aver
i suoi
pianti
destinato
sulle
a
caro
a
solo
zolle
del
»
per
i suoi
ai
primi
prato;
in
suo
cui
che
crudele
ha
tutto
e
Melior,
molcirà
della tua
le furie
amorevolmente
gaio
disordine
il tuo
la
!
?
no
son-
marti
richia-
e
Al
soglia ?
questi
vagiti,il suono
dell' infanzia.
e
le
degno
belle
delle
la
sua
fanciullo, ma
a-
alla
di
a-
forme;
sue
somigliava
eleva
ad
gli occhi
sue
incerto
Ei
zio
silen-
cominciato
fanciullo
carattere
son
doloroso
un
avea
un
muri
,
questi aprì
di
egli, ancora
la fragranza
tutta
toccato
riposi
soffi dell' Austro,
così
cento
ac-
un
abbracci,
Oh
?
Melior
elezione
un
mani, per pendere poi dal
braccia
i tuoi
avea
grate voci
già
ve
do-
voce
o
un
suoi
0
la
toglierà
i
tue
Atedio
il
ancora
linguaggio
,
perire
e
sentire
delle
copre
!
ora
lèg-
brillava
sentiva
Chi
con
penso
capelli facean
al riso,
ti
ha
se
forme
cui
pianto
calmerà
con
piede
primo giorno
affetto
per
compiacevi
lutto
il
dappertutto
piccole
desinari
i tuoi
Chi
Chi
passi
il tuo
sue
bei
misti
?
?
impadronirsi
le
i tuoi
quali si
interrompere
i tuoi
quando
il
penati solitarii,
non
more,
baci
schiavi
spargendo
impedire
in
cui
d' onde
so
prematura.
occhi
il ricordo.
accenti
letto,ad
cingerti con
e
i
il
ad
quale
bronci
che
amati
e
tuoi
i
non
lagrime
saggezza
su
tanto
perditaco-
vita, alle tue
giorno fatale,un'
ora
sugli
tuo
verrà
accompagna
mare
resta
alla
baci, fra
quei
e
alla
labbra,
i tuoi
bevande,
e
verrà, salito sul
nel
che
cadere
a
cibi
mani
ci
giocondi
con
facile
modesta
un
non
le
della
soglia
la
versi
fanciullo,io
volto, quei
tuo
ibleo ?
cenere,
petto
collera
dalle
primavera?
una
suoi
scorrermi
pudore,
le tue
tenero;
sì
e
la
al
precoce,
ornamento?
diletto
sento
appena
del
le
coi
,
rose
andate
sono
0
«
lodi
tue
varcava
modestia
ricordare
osa
bra,
lab-
al fiore
testa
paziente
im-
superiore
182
PARTE
alla età
la
per
guali
»
occhi
mormorando
sola
voce
dolore
Il pensiero
che
di
su
si
solo
le
i
te
esalò
,
la
mente,
sua
labbra,
sue
e-
languenti
ed
spegne
occupavi
mosse
i suoi
superava
egli
te
a
consolare
risparmiarti i sospiri e
del
ora
il tuo
legge
mortali
V amore,
queir
medesima
Tutto
riva
,
fatale. Felice
uomini
pianger
quegli
è
Chi
lo stesso);tutto
che
morirà;
o
la
noi
morire,
nò
apportoià
Dopo
Selva
perduto
da
morto
seconda
una
peggiori
scarsezza
e
la
dei
ci
delle
ansii
giorno,
nostro
la
folgore
e
1' urna
gli
teme
non
soggiace più
non
Dovremmo
inquietudine
del
il modo
nò
alla
tutti
braccia
morte.
di
scianti
scro-
quale
noi
,
nostro
ci
intemperie
seg.
il
schiavo
giovinetto
per
Fileta.
nomo
amorevole
vi
si
immagini
vede
e
(Haucia
assai
la
dei
Stazio
animo
un
mancanza
rara.
Flavio
loda
di
superiore
Ma
il
assoluta
pensieri supplita
paragoni mitologici i quali
nella
incontriamo
Flati lutti Ursum.
ad
1' adolescenza,
genere,
ed
la
rea,
Bo-
le
con
egli
fortuna;
rifiuta
nò
teme
piomborà
Consolatio
obbedienza
di
!
uccide
glaciale di
lunghe
sue
lagrime
il mutar
fatti infelici
20tf
appena
del
nò
le
con
ni,
gior-
cerà
soggia-
vittime; questi
finire;arriveremo
versiamo
1' ultimo
astri
v.
giovane
varcava
e
più
nò
».
noi
la sorte, nò
1' epicedio per
un
cui
medesimi,
quali
scuote
china
i
massa,
pallidoautunno
deve
comincia,
leggere
passano
sua
il soffio
teme
si fa
popoli, delle generazioni
dei
le loro
il
Sirio,chi
Eaco
per
nò
conosciamo
non
che
domanda
non
per
ciò
tutti,ed
gli dei,
nò
al destino;
ricordi
mali.
i
o
dell' infuocato
gliardori
piogge.
alla
V ira
altro
le sorti
col quale
sollevi la fronte
non
malgrado
vogliono
mare
e
morto
medesima,
piange
il
e
guerre
pianto
già
modo
un
quale
amico.
ovvio
seir.prc
,
chi
cho
Chi
è
o
è
in
espresso
vedi
tu
la terra
comune.
? Le
è
morte
la
P addolorato
presso
ragionamento più
una
dai fine al
che
notti,gli astri,e
di
ma
non
ciò
il
resto
dolore
senza
filosofica,
efficacia
sua
(e del
morire;
Perchè
Tutto
la considerazione
con
nuovo
deve
«
alla
o
Tu
egli
te
parte della
consolare
dolore?
le
è
nasce
volentieri:
dei
che
voce
braccia.
le tue
portamento,
morire, posò
con
parole, per
gran
non
ci si può
che
di
nome
si chiude
epicedio
perderebbe
esso
per
del
e
svegliava. Per
lo
ultime
sue
forma
».
L'
ciò
il tuo
spirto fra
suo
disse le
della
egli; sul punto
«
V ultimo
la tua
nobiltà
SECONDA
contribuiscdnd
ma
medesi-
Urso
quel
alla
sua
avea
no,
giovidiziono
con-
componimento
di
ispirazione,
V abbondanza
tutti
ò
ad
dei
esagera-
CAPITOLO
del
i meriti
re
di artificiale
chi
a
pare,
il sentimento
assai duro
al
la
che
colui che
i
detta
vuol
È
che
figli,
le
colpo
meno
delle
fortuna
ha
della sposa,
penetra più
lagrime,che
le
amorevole
cuore
nella
celare
freno. Piacciono
(ahi ! rinnovo
persona,
il tuo
occhi.
le
crude-
talamo;
spesso
più
anima
fedele
e
preghiere);
che
agli dei
tali dure
un
loroso
do-
uno
codeste
a
migliore
il tuo
arrossirne;
lore
do-
piangiuna
prove. Tu
obbedirti,che
felice di
era
ma
ben
libertà
una
pianto,non
dolore)che
diritto
avea
il tuo
no
so-
schiavo, (poichéla
uno
le nostre
bella anima
sua
genealogie.Non
ogni
valgono
,
conteneva
rompe
Urso, piangi
o
nò
cosa
É
,
ferite. Tu,
ogni
,
nella nostra
E
«
deporre
destino
vedovo
un
di
zione
modera-
del fratello. Ma
lamenti
dentro
in
(v. 1-20)
:
invocare
e
suoi
il premere
e
i
sorella,
una
i
tavia
tut-
differenza
senza
ingiusto
,
sotto
crescere
violento
devoto; un
di tutte
veduto
Consolatio
esordio
lagrime
padre
un
per
di
più gravi
di
e
seguito migliore.E
di
arra
buon
un
fare differenze
lagrime
confonde
schiavo
Stazio
a
straziante
perdita prematura
meste
un'
degli affetti
intimità
di stentatezza
carattere
un
principiodella
Il
componimento.
famiglia,la
grado
pianto !
sul rogo
dare
a
e
legge il componimento,
della
di
e
persone
il
tutto
a
schiavo
giovine
183
QUARTO
ama-
•
la
va
condizione,che
sua
desideri,che
sparse
si
tale feretro ? Il Parto
sopra
combattere,i
di
Virgilioebbero
Molossi
si esaurisce
quasi
dociso
quindi
e
fare
Questi
classificazione
,
altre. Nella
in
esso
si
Stazio
ci dice:
accenti,che
dono
troviamo
dai
nello scopo
«
la
le roccie
a
morte
il
cervo
ferito
esordio
e
la
epicedio
si sia
di
vena
giù spontaneamente
venuti
un
lagrime
Pare
stiracchiatura.
che
è
non
degli altri come
scritto per
adunque
le
forse
e
indurre
lasciato
,
un
ne
corsiere
suo
Dopo questo
.
devono
che
primi
Urso.
secondo
chiamarsi
la
nostra
,
uno
la seconda
Selva
solo,il quale, da
commissione
della
prefiggee
pietà filiale di
per
Etrusco
sicule (le sirene)
non
alcuni
conseguenza
nel
ne
versi
famiglia del
motivo
chiede
ne
contie-
ne
non
nel
precedentiessenzialmente
si
ai
compagnia
per tener
all'amico
epistole consolatorie;e
leggono, fu
Differisce
versi
componimenti
terza
biasimerebbe
fedeli,perfinogli uccelli
il resto
scrivere
insieme
due
il
cani
tutto
primi
dell' insieme
poi
piange
»
e
dei
Chi
i tuoi
preveniva
che
gravoso,
doveri.
sepoltura
propositodi
metterne
a
i loro
la loro
che il poeta, contento
senza
trovava
dei duri
imponeva
nel
Stazio
niente
alla mia
fecero
che
to.
defun-
del
cepimento,
con-
to.
contenuli
ta-
musa
sentire
di
si*
?j
184
miii
In
il
o
la forma
che
cigno
muore
la
metrica,
del
padre,
si
tempo
non
stato
era
il poeta
alle
i liberti ebbero
della
abusarono
faccende
in
Sembra
romana.
di
lui. Il silenzio
Ora
in
vi troverà
quale
cariche
condotte
semplice
.per
rici
dagli sto-
altra
la
alla
cietà
so-
fiducia
le
gli storici
che
buona
una
segnalarono
possedesse
ohe
qualità
tacciono
raccomandazione.
chi
di
voglia
molto
tuttavia
Nella
osservazioni.
vuol
lo
gere
leg-
storico
descrizione
quali passò Etrusco, può
secolo
primo
si
e
sociale
il
,
di
i
che
e
Etrusco
generalmente
ogni
il favore
rici
sto-
imperatori
ricordati
di
,
interessa
primi
può
gli
grado
poiché
male
la buona
attrae
non
i
furono
motivo
sarebbe
materia
ampia
nel
il
poetico,
degli impieghi
e
principi
basso
più
ma
più
recò
che
avvantaggia.
ne
per
storia
date
accordata, e
buone,
solo
La
defunto.
Sotto
meritasse
caso
Stazio
componimento
un
che
quattro
per
dal
ebbero
opere
Etrusco
questo
1' epicedio di
se
erano
che
attribuisce
gli
in
che
Stato.
dello
che
favoriti
sotto
conservò
e
Stazio
che
di
classe
una
ottenne
anziché
sinistre
come
fiducia
illimitata
se
grandissima,
potenza
e
non
(v. 173-76).
»
entrarci
può
particolari e
V arte
dignità
prime
favore
fornisce
ma
Tereo
biografiadel
fortunatissimo
uomo
crudele
comunemente
la
è
segnarono,
un
innalzato
era
poesia
il contenuto
avvantaggiarsene poiché
del
la sposa
o
epicedio
siffatto
un
SECÓNDA
PARTE
le finanze
imperiale
e
V
delle
vedersi
impiego
come
dei fondi
pubblici.
La
quarta
Selva
dei
cinque componimenti
consolare
per
molto
era
le lodi
scrive
amando
tuas
pridem
selva
(v.
Abascanto
illam
mallem
è
perdita
di
della
di
più
enim
nondum
tamen
consorte
il nostro
hoc
poeta
ingratus
Il motivo
versi
il sentimento.
da
lui
dello
E
scritto
le lodi
con
e
nella
dopo
lo
scopo
dedica
un
della
per
defunta
cui
della Selva
epicedio (v. 1-10)
simigliante quasi
a
della
questo
scilla
Pridel
determinò
lontano
è
di
quelle
al medesimo
tennero
iam-
(Pretta,
»
morte
si
la-
si
tuae
in tesse
Stazio
et
,
materiam
anno
che
sum
amicitiae
invenisse
ne
Priscilla
meam
usum
to
Scrit-
ò
P amicizia
intima
uxorem
tiene
con-
Priscilla. Costei
sua
Stazio, e
rendere
Ainavit
invece
epicedii.Il primo
sono
quamvis propiorem
insieme
seg.) e
primi
tre
probatiorem; propter
V). L' epicedio fu
15
epicedio; la quinta
,
scriverlo,dichiarati
nei
«
sed
superstitemarito.
e
della
occasione
aver
transeo
cuperem
quali
Claudia, moglie
a
fecit mihi
crimas
alla
per
lui ed
tra
correva
,
Abascanto
amica
alcun
contiene
non
quello
a
to,
Abascanla
che
zione
ispirascrive
186
PARTE
differenti per
ta
e
di
pensieri
quando
il
che
il poeta
dà
principio
3, 36; 5, 25, IV, 4,
ante
«
che
che
rogos
si
4; II, 6,
col
ha
7
della
pianto
Orfeo
(2). La
in
Persio
in
necessaria
dei
i
d' altra
di
cui
(1)
21
o
.
flendi
fatto
di
i
24
E
in
mentre
di
legavano
che
soltanto
1, 179;
(3) Boissier,
1.
La
11,
i
so
sugli
perchè
si
non
gettino
la
Seneca
le antiche
credenze
con
nelle catacombe.
Lo
di
che
sui
quella
smo
stoici-
riconoscere
inai
ne
e
e
spirituale,
rivolgeva
poveri
prendeva
a
sui
,
gladiatori
protezione (3).
V.
1,
198
oc"\
Vodi
(irosso, op.
e.
e.
Ro
l'altro
dal-
la natura
di divinità, ricercava
elevate
tutti
religione,gettava
pienamente
natura
da
quasi
e
37.
pag.
6, 96; III, f», 49;
Reliy.
3,
pensava
dopo
venuto
era
modificato
aveano
opes
il modo
e
ciò che
conoscere
convergeva
schiavi
Eoae
V, 1, 210-14;
agli Dei, sforzandosi
classi
Cilicumque
«
gli
stoica, riconosciuta
il concotto
delle
Stai.
Egli
ed insegnavano
quelli che
la sorte,
farci
poco
che
gli uomini
buoni
Quaest.
non
di
versi
Elisio.
lato trasformava
pure
attenzione
Kkrchofk
Kerckhoff.
più
neir
a
ai
1, 199; V, 3, 67)
V,
;
filosofia.
imparavano
perfino
con
trattenuti
anche
morale
una
sordi
,
III, 3, 33-34;
accolta
un
dolorom
nudare
porta sempre
la filosofia
da
modo
in
Dicor.
parenti
178
vita,avea
essa
sfere
a
cui
(II, 1,
.
.
vengono
viene
di
ferita
una
Palaestinique liquores »
III, 3,
e
della
i
6, 86-88;
;
lore
il do-
si manifesta
misoruin
doloris
funerale
che
vero
ov-
piacevole:
iuvat
Pharii
«
40)
di paragonare
ad
dolore,ora
conforto
insani
del
morale
secolo
un
il
e
(III; 3,
»
»
expleta voluptas?
hou
rende
ignes
cara
persona
(1). Così,
acclinis tumulo
«
mai
no
compongo-
mutata
essere
dimentica
una
avidusque
.
defunto
compiangea
(2) V,
Non
.
congiunti
del
parte V
v.
.
(II, 1,
innalzava
credere
.
»
i cristiani allora
far
.
e
le fondamenta
doveri
.
56
compagna
dei
ad
questi epicedii giovano
romani.
che
.
4, 34-36;
T anima
Stazio
.
iuvat
messes
5, 14)
Tutti
,
descrizione
le fiamme
come
proiectus
si
parti
sempre
di
congiunti
iam
5, 33
(II, 1, 160-62;
41-43;
i*
acerbo
è
Arabumque
«
di
morte
trovano
V, 5,
invece
55
non
dice
V, 1, 18; V, 5, 39),
:
V,
ora
al canto,
due
altre
forma
con
(II, 1, 2).
»
II, 1, 15
fra
ripetono
condotr
necessariamente
essere
particolare,le
caso
si
dovea
condizione,
per
richiedeva
come
( V,
età
SECONDA
d'
Auguste
aux
Antonius,
11,
pag.
381.
pag.
CAPITOLO
Stazio
Ora
filosofia
non
se
ed
Atedio
amico
dettami.
parecchi
accettarne
Y
consolare
stoico,certamente
uno
era
187
QUARTO
si
Neil'
al
rivolge
dovuto
avrà
epicedio
quella
conoscere
Glaucia, egli,per
a
giovinetto defunto,
dice:
così
e
,
I
dolci
tuoi
le
del
notti
mio
solo
favori.
Glaucia
»
quale
di
sorti
che
schiavi
interesse
Questo
Secondo
cosa
ed
regge
la
con
universale.
terra
Stazio
il
loro
a
che
non
mondo
il
è
la
schiavi
esseri
di
si
così
esprime
obbedisca
non
«C'è
:
il
le
quelle
a
loro
nascere.
un'
come
zione
rela-
armonia
alcuna
cosa
leggi ?
og$i
:
duplice
questa
mai
delle
a
suoi
universale
forma
legati,
sono
dal
legge
una
perfetto compimento
gli
giovare
fin
i
e
elezione
per
a
mi*
stoicismo.
è
da
retto
cure
tuoi
il poeta
dunque
aiutare
ad
i
benevolenza,
innalzato
sue
consolino
vita
desolata,
; ecco
avea
le
della
tua
sua
schiavi
prese
di
colore
sorella
rivolgere
può
tutti
infatti
cielo
la
prima
famiglia
retta;
quale
che
suo,
fortuna
una
Egli
nel
e
la
per
è
lui
a
figlio di genitori
giovinetto, ora
un
altri
mostra
1' amico
del
animate
puoi procacciare
era
che
pensa
forme
tue
amico;
parenti, tu
seri
di
discorsi, le
tutto
sulla
alterna
con
,
dà
vece
il
cui
P
pesa
rapido
e
barbaro
tiranno,
(Ili, 3,
48
non
o
il
ispira
raccoglimento
lamentarsi
osa
sfogano
contro
dice
che
le
gioie
in
T altra
».
si
a
:
guerra
con
di
di
chi
ad
un
Dio
sul
cara
della
inevitabile
retto
Ad
da
la
congiunse
Chi
non
miri
che
Fortuna
e
con
alle
rivolgere
inumana
sue
la
di
i
amica
soggetti,
e
la serenità
che
perduto
la
inique
cure
destra
che
appo
volga
si
1' adorata
Invidia
dee
non
stoica
contrarie
e
un
mortale».
un
di natura,
avea
gante
va-
nare
parago-
gioco
verso
potenze
comandò
può
il
legge
Abascanto,
leggi;
semplicemente
; spesso
due
loro
si può
se
beneficenza
una
duci,
soggetta
preme
o
suoi
le
di servire
arrossisce
non
hanno
e,
Tirinto
fatto
loro ?
occhi
di
compiere
Dio
una
Febo,
dai
è
mina
do-
possente
retta
volontà;
persona
ò
è
superi
sua
vede
umano.
? L'
i
ritorna
una
mondo
tra
torvi
senza
Apollo
Qual
furono
anche
Roma
re;
volta
sua
il sentimento
il
«
Ed
grandi,
Stazio
sacro
alla
muove
la morte
ai
sottoposta
determinate
il genere
avverse
fossero
Dei.
lira di
allora
e
consorte
sempre
degli
dinnanzi
turbata
viene
la
e
sg.).Ma
sempre
essa
alle
piccole
cose
ed
leggi
con
è
terra
re,
astri
degli
luna,
le
dei
imperio
coro
La
leggi.
diademi
sui
su
riceve
e
che
pre
sem-
una
sa
ca-
in
latti
160
SECONDA
PARTO
CANTO
Ulisse
Argomento
dichiarano
Licomede,
fra
simo
parecchiavasi
da
parte,
di
Y
per
da
ottiene
in
attonito,
Grecia
ti
aspetta;
e
mede
il
v.
alla
ratto
ricevuta
prima
v.
della
da
salire
282-308.
v.
Ghirone,
Achille,
sulla
v.
v.
nave,
e
Ulisse
Gli
Achille
sacrifizi
eroi
con
a
interrogano
modestia,
donzelle
e
della
v.
372-453.
sa,
spo-
piange
il
e
a
ad
di
giudizio
Achille
parla,
gono,
fug-
per
consola,
Nettuno
la
lieo-
a
chiede
domanda
il
a
tutta
poscia
la
nella
clipeo
un
Deidamia
la
Achille
narra
e
zelle
don-
dice:
le
tuba,
237-252.
Questi
253-81.
fa
chiede
poi
e
gli
e
n-
donzelle
le
un'asta
avuto,
co
se,
compre-
portare
Manifesta
v.
navigano
309-334.
335-371.
v.
alla
figliuolo
ciò
invitò
avvicina
207-18.
matrimonio,
Mentre
guerra,
Elena,
da
di
il
tosto
separarsi
madre,
di
celebra
s'
elogio
avvenenti
Patti
vedere
fiato
dà
armi,
il
al
gli
Agirta
delle
Deidamia,
per
Si
deve
cagione
adorna
amore
suo
dopo,
145-200.
v.
guerra,
eroe
le
Ulisse
T
Ulisse
seguente
Achille
astuto
che
compagne.
129-144.
v.
di
piacesse.
V
giorno
Minerva,
strumenti
allora
si
245-35.
perchè
e
loro
e
Achille
di
più
che
ciò
il
prendere
fare
Achille,
Deidamia,
se
gia
reg-
sciuto
ricono-
è
poter
di
99-128.
v.
altre
le
con
che
non
ap-
nella
ospiti
occasione
valorosi,
svelarsi,
per
vedere
Tara
doni
per
disparte
di
attorno
nave
scegliere
stava
di
quali
i
Achille,
quali
trae
i
gli
fidatis-
lui,
contro
accoglie
dolendosi
gloria
in
tratto
Licomede
coro
dalla
rimane
parole,
avesse
le
Ulisse
guerra,
di
fonte
fra
da
sapere
trato
Incon-
1-51.
v.
Troiani,
i
vi
Licomede
alla
sua,
quelle
lo
non
regia
età
figliuole,
sue
per
allora
Licomede
Sciro,
a
venuti
siano,
52-63.
64-98.
v.
impresa,
da
mosso
le
Ulisse,
quella
ed
loro
arrivano
operassero
cosa
v.
guerra,
presenta
e
che
che
Greci,
i
Diomede
e
—
II.
no
giored
Nereo,
la
Ulisse
Paride
educazione
e
il
Capitolo
S^mvarto
L'
—
Gaeleris
Nel
Stellae
Epitalamium
«
I
».
modelli
secolo
dell'
raccolte
di
primo
parecchie
della
imitato
aver
di
quelle
di
invece
ad
dà
egli
versi
prodotta
del
dalla
e
secolo
i
la
dam
dall'
sia
nel
d.
primo
proprii
chiama
maximum
«
amplissimum
longi
nel
e
Siffatta
diverso
cui
modello
le
laboris
»
richiesto
in
fructum
(Inst. X,
7
Ovidio,
di
si guarda
Stazio
in
cui
seconda
ogni oratore,
et
velut
cile
fache
e
praemium
ne
vieessa
metà
improvvisata
una
e
il lettore
cosa
tempi
Nella
scritta.
in
di
intonazione
poesia
dai
sia
menti
argo-
elegante
qual
di
falsariga
persuadere
della
nella
poeta
nelP
di
di manifestare
studiorum
e
essere
tratta
poesia
dell'
opere
desiderio
venne
pregio
era
la
di
sulla
Stazio
dilette.
pre-
vero
compar-
dichiarando
scritte
Orazio.
diversità
Stazio,
favole
sono
frasi
e
merita
di
orditura
del
essa
la facoltà
sentimenti
a
di
nessuna
ed
studiato
nella
vocaboli
Selve
occasione, estemporanei,
per
C.
Lucilio
metro,
ingegno
occasione
Calpurnio
avere
ogni scrupolo Ovidio.
con
fiorì
di
di
delle
Maecii
Propemptìctm
«
Ripetizioni di
raccolta
suggerirgli
Il
».
quali
una
imita
dovuto
sono
delle
di
ogni componimento,
i suoi
che
Stazio.
impero, prima
Ecloghe
scosta
ne
se
di
publica
mostrando
pur
poeta,
lirica
Virgilio; Persio
avrebbero
che
ed
le
Esopo;
Violantillae
et
poesie
giudicata originale. Fedro
Quinto
zione
ora-
liano
Quinti-
quod-
init.).E questa eloquenza
*
"
estemporale
dovea
andar
congiunta
a
quella
elaborata
maniera
del dire
190
ì'uomo
rivela
che
conseguire
i
consecuti,
sed
credendum
poeti:
tempo
suo
ronee,
e
e
Carmine
Ciceroni
hoc
quidam
faciant
et
di poeta
la
come
cui
della
veniam
sua,
sia
secondo
poesia
nel
fatto
monumento,
o
ad
toccato
spressione
di
del
le
e
di
Stazio, sembra
subitis
»
un
altro,ci
di
sentimenti
dal
e
della buona
quest'ultimo
nutriti
morali
dalla
e
sui
poeti
«
del
periodo
asseriamo:
dei
con
Il
a
Unde
in
sacra
Facundum
Ribbek,
Gesch.
nelP
nova
R'óm
di
il
cuore
e
forma
di
affetti,
la mente
che
amichevoli,
quelli
le
venienze
con-
poesie
in
di argomento
di originale e
Stazio
e-
qualunque,
privata più
alcune
un
è
non
sua
Il
il lutto
per
animo,
una
vita
poeta.
argomenti di poesia (2). Noi
ebbe
egli
»
modo
e
di
di
dubbio
senza
di
diverso
esso
quello
sarà
il
che
la
i
pensiero
poeti
vedere scendere
carmino
plectra
ebur
movos,
montes
humoroquo
a
frotte
?
cornanti
?
Dichtung,
a
migliore prova
domanda:
sonuerunt
suspendis
der
poesia
ancora
esposizione
Latii
al
o
nito
for-
ha
di
Augusto.
Apollo,
Cui, Paean,
0.
di
abbia
poeta immagina
capo
la
particolarmente
l'Epitalamium
La
amico,
le relazioni
Stazio
per
quant'
mostrare
tenuto.
aveano
liconagli
(I)
sono
quel componimento
anteriori
quanto
società
per
Scrivendo
trattare
della
avvenimenti
che
la erezione
per
dell'
in
venia
la natura
occasione
agitano
fluiscono
mente
Ne-
ma,
l'epigram-
studiato. Ora
che
al
gare
invocare
concepimento
nozze
civili che
e
Le
quantunque
fortemente
prima
capitolo esamineremo
diverso
imitato
delle
considerata
ambire.
convito, o
un
chiaramente
mostra
cuore
del
generali
pubblica, gli affetti domestici,
vita
ritare
me-
estemporaneità poetica,
nella
compenetrata
ispirarsiira
epica, lirica,elegiaca. Gli
della
è
la celebrazione
per
passioni, di pensieri
poeta,
noni
voleva
e
era
voglia
che
estemporale
linee
d'
stesso
della
lo studio
più
noi,
,
/' ispirazione
quale,
Seh
sue
poeta potesse
un
presuppongono
da
«
natura
per
le
con
Archias,.
temporibus^
quoque
giacché quella
estemperaneo,
maggiore
Capitoline
poesie:
sue
Stazio
»
Licinius
et
sint:
.
perfino Marziale, a simiglianza
alle
Sidonius
vollero
multi
modo
prosa
nostris
quia
non
lode
la medesima
non
Antipater
ut
est;
Ora
studi.
facilitatem
hanc
cum
«
etiam
la lode
di
colto, fornito
enim
fecerint
et
SKCONDA
PARTIR
Stuttgart, 1892, III,
214.
di
lui
di
dall' E-
Ma
vede
poi
fra
esse,
e
le
Nosco
diem,
in
elegia
conduce
che
Tenere
la
e
muse
nove
191
QUINTO
CAPITOLO
una
mezzo
che
ed
allora
sposa;
sacri
causasquo
concinit
te
:
la decima
quasi
è
esclama:
isto,
(Paride fores) te, Stella,chorus.
È
il
stame,
volgo,
che
si
Erato
ad
dolcezze
allora
che
scena
una
la via
Dea
alla
strali, giace in
mai
alcun
Che
anzi
essendo
del
sempre
sì
poeta,
giovine patrizio ha
è
stata
V oggetto
sempre
nel!'
accolta
avrebbe
non
disceso
pregato
avesse
la
di
casa
La
fine
la tua
più
guerre
ed
Bacco
e
d'
IT
nel
Tuttavia
voti ;
di
è
di
e
che
Pafo.
tato
contenstesso
se
che
Violantilla
fatto
così
Venere;
per
suo
bella
che
Febo
lei
Arianna,
Giunone
se
seno,
sul
monta
altri
abbandonato
suo
miei
ascolto; risponde
avea
avrebbe
oro
devoto
mire,
sue
dei
si
volge
ri-
si
i suoi
eroi
degli
seconda
una
apparsa
lunga
preceduto
fedeltà ? Un
tempio
costei
di
se
fasci,
è
boschetti
è sdraiata
prodigato
da
di
limpide,
vedova
ti ho
la soglia del
vederlo
alcuno
ra
libe-
riposa
esauditi
siano
le
si stende
cui
ferito
giovine,
premure.
pioggia
abitazione
acque
giovine
invano
alto
in
apre
alati amorini
benevolo
dare
spettate
ina-
carro
non
scende
e
e
so
ver-
Violantilla,(v. 103-146).
lonne, marmi,
Non
in
lagrime.
con
splendida
160). La
sue
inseguito Dafne,
sarebbe
Giove
delle
sarebbe
Olimpo
vide
in
assai
posato
suoi
un
cantare
voler
volgendosi
ri-
sì
come
dell' aurora,
i casi di amore
di
Stazio
,
quella parte
dei
terra,
si
potendo
e
mentre
vate, (v. 1-50). Si
aspettare che
forte, mai
Ma
dice
raccontarmi
sorgere
Uno
sulla
del
favola
prima.
amico
a
cielo,in
Tracio.
mostra
il
o
nel
ad
mio
al nostro
lamentando
mirto,
(v. 51-102). Venere
Dea
Giù,
pietoso
amò
cuore
vieni
narrati
sciolto
amore
,
ridente, al
dio
dirle:
atto
del
svolge
del
per
portici
concesse
Venere
lattea,ove
fieri abbracci
dei
state
si
tanto
di
equivoci
più
è
Stella
di
nozze
queir
Non
bianco
con
mendaci
che
il freno.
baci
i
gioconda,
siano
delle
nuova
commenti,
morso
i
ora
anima
corteo
numeroso
un
veduti
sono
ciarlieri
i
leggi, ha
le
la
spargere
filato
hanno
parche
inquietitudini,i timori, i
le
tacciano
subito
ha
testé, ora
le
che
giorno
si può
Lungi
doppi,
epigrammi
cui
in
giorno
Violantilla.
con
il
dunque
venuto
tante
sul
degna
e
suo
letto
grazie, tante
giovine
padre
nei
Ausonio
Dea; dappertutto
continua
primavera
solitario,
e Venere
bellezze
si è consacrato
Cibele, legge
il
una
della
;
libri della
lo
conserva
(147-
le dice:
può dunque
al tuo
co*
amore,
ha
aver
cato
var-
e
potrai
Sibilla,
nella
sua
stima.
192
PARTE
Vivifica
la tua
al
oziosa
giovinezza, ovvi
d' Imene?
gioco
SECONDA
(v. 161-193). Le
Violantilla, la quale si decide
durezza
e
al
mostrata
fra
ritorniamo
gli
il giorno
ancora
(200-219)
i loro
con
muovono
si
ad
cortei
di
illuminate
portici parati
lo sposo
festa. Tutti
a
si invidia
che
da
le
onorare
fiaccole,amici
invidiano
vono
commuo-
la
la
divenire
del
del
sua
sposa
nuziale.
giorno
altro
da
le
poeta;
zitutto
An-
Nisa,
si
doirli
caso
tapezzate di fiori,le
.son
corrono
a
popolare quei
a
gara
coppia fortunata, e
fine
il poeta dà
(v. 220-240). Qui
Venere
ricordargli
per
Ortigia, P
le porte
di
scena
Stella
di
nozze
parenti
e
sia sottoposto
non
Venere
la
a
accettò
uno
sposi echeggiano di giocondo tumulto,
vie
rivolge
la solennità
1'
Bacco,
e
di
paxole
si chiude
Violantilla
descrivere
a
passa
che
creato
accettare, rimproverandosi anzi
(200). Qui
cui
Latona
tìgliodi
il
in
ad
Il poeta
uomini.
beato
quindi
e
Stella
suo
nel
essere
un
sopratutto è
alla
scrizione
de-
sua
:
fuit ilio
Hic
Ma
di
prima
dar
dios,
avrebbero
che
Properzio, Tibullo, Ovidio,
gloriosa prole
lunga
una
e
ipso maritus.
canat
al canto, Stazio
termine
quelP epitalamio
ispirato a
noctom
felicità
cantato
a
ultimo
in
poi
e
dice
ci
perchè egli si
co,
Fileta, Callima-
gara
agli sposi
augura
ad
accoppiata
sia
lunga
una
una
gioventù
(v. 241-277).
L'
esposizione dell' Epitalamio,
nuovo.
non
Saffo
avea
solo
non
semplice,
Così
la
dato
di
si attentò
espressione
del
la delicatezza
che
allo scherzo
di
come
per
e
affidati al
dirci:
riuscì
poesia
bene
assai
latina
pochissimi
apparenti
due
cultori.
fu
da
sali di
alato
che
al genere
popolare.
spiritodella
componimenti
di
un
quel tempo
genere
ci rimane
Tale
le
poetessa
che
solo
nel
e
urbana
gono
ven-
ritornello
il
secolo
la memoria
ve
bre-
riprese,
a
sta,
fe-
gini
imma-
andamento
le
con
e
dal lirico romano,
imitata
lo
Di
burla
ripetizionidei termini,
e
;
accoglie
,
ingenua
ilarità della
alla
una
le
e
popolare.
arte
allegra espansione
levigate,i
assimilata
lirica
una
un'
accoppiata
tramandarci
a
era
lo
Catul-
e
frasi
le
perfino
epitalamio
un'
carattere
un
assume
imitò
ramente
chia-
mostra
componimento,
questo
ma
un
leggiero,
le
di
veniva
discende
io appartengo
Stazio
con
gioconda allegria con
una
verso
pò minuziosa,
un
mutare,
sentimento
quasi infantile,con
le esitazioni
leggi
Lesbo
tenui, gentili,le frasette
tutti
poesia
le
quasi
la poetessa di
Per
immagini.
di
questo genere
come
forse
con
il
quale
dare
alla
d'
di
oro
ebbe
Calvo
e
194
PARTE
descrizione
condotta
è
abbiamo
di
dichiarare
pretesto per
un
Pollio
di
Sirio
con
Orazio
che
diviene
comune
presentare
lo
imbozzolare
nella
la medesima
idea
scambiare
la
differenza
talamium
fu
il modello
po'
un
Apollinare
mium
di
ancora
lo
dei
Ruricii
et
colori
sul
luogo,
ò
un
di
del
dire
letteralmente
tratta
i rimanenti
trano
en-
continua
mavera,
pri-
che, dopo
dà
di
prova
da
mutate
L'
medio
nel
far
Epie
evo
Sidonio
Metastasio.
nel
per
sa-
bene
così
saper
pensiero.
scrissero
ne
se
poeti, specie
per
la
di
diversità
quella
Peloponneso
espressioni sempre
altri
da
motivo
maniere;
La
già prima
molto
il nostro
Ma
una
nostri
starei
Iberiae
poi
con
quanti
dei
riprodusse
e
frasi ed
in
di
alcuni
ville ;
in svariate
noi
del
Frigia,
poesia latina.
concetto
stesso
che
delle
forza
ha
Violantilla.
e
differisco
non
della
Libia,
descrizioni
non
frasario
certo
un
Stella
di
stirpe
Violantilla
di
della
nelle
rito
con
casa
felice: i marmi
quasi
nobile
la
invece
La
incontrato.
SECONDA
suo
Epitala-
«
»
.
Con
Metio
Septimium
veda
non
di
più
di
nel
argomenti,
quali il Septimiis deeinms
in
il poeta
cui
celebra
al diciassettesimo
nicum
sillabi
il bene
iocosi
all'amico
valore.
i due
niamo
e
di
ad
nella
Si
può
primi,
ad
felice
dei
far
il
che
lirico,un
va
in
che
ò
in
cui
Stazio
Y amico
Grecia.
si
Celere
un
Comincia
Celeri*
;
ed
il
11
una
da
titolo
avergli
T Hendecainviata
di
e
Ma
poco
zio
Ora-
significaaugurio
dell' ode
invocazione
esami-
ad
vicino
componimento
po' pindarico
con
di
raccolta,almeno,
dedicati.
assai
Oerma-
Aug.
occasionali
erano
no
Domizia-
di scherzo
inseriti nella
accosta
Metio
po' intimo,
lettera
ponimenti,
com-
Germanici
di
convito,
un
una
cui
persona
Imp.
e' è
altri
l' imperatore
p uramente
furono
essi
alla
in
mensa
Saturnali, sono
Propemptfcon
per
ringrazia
sua
Grypitm,
piacere
poesie
viaggio
Virgilio che
alla
argomentare
Ovidio,
V andamento
a
festa
delle
una
di sedere
Gli
Imp. Aìig.
ad
lyrica
non
1' assunzione
di Roma
Stazio
nell' Ode
nn,
con
Propempticon
Stazio.
di
l' Encaristicoìi
qualo
nel
Plotiiim
per
gloria
a
consolato;
Domitiamim,
conceduto
come
quarta
zioni
descri-
trattati
sono
Maximum
latus
consti
e
terza
nel
Vininm
che
Selve
Così
Marcelli
Orazio
di
e
lirici che
essi
ma
augustei.
ad
argomenti
quasi soltanto
contengono
Lyricttm
Ovidio
Le
imenei.
Victorium
ad
Epistola
Serenine
che
modelli
dei
imitazione
Celeri, nella
chi
varietà
epicedii,maggior
manifesta
una
altre
alle
confronto
offrono, in
ed
ad
od
riguardano descrizioni, compianti
non
ci
originalitàStazio
minore
arieggia
di
agli
Orazio
dei
tutti
CAPITOLO-
(v. 1-4)
infine
poi particolarmente
e
Proteo,
a
i venti
(50-60)
impetuosi
vede
si
già
pericoli che
con
viaggio,
di
stesso
di
ed
invoca
Iside
al poeta
ciò
Canopo,
la
poeta
al
La
in
cui
dei
primi
i fratelli di
che
è
del
V
coi
di
tenga
trat-
seguenti
Celere
e
della
e
nave
la
pericoli
Macedone
grande
al
nave
del
porto
fa ricordare
il
Nilo, Memfi,
Alessandro, Cleopatra. Infine
V amico
le
suoi
di
meraviglie
Orazio.
il
ritorno, al
dell'
oriente,
versi.
versi, sarebbe
49
in
ode
versi
nei
conduca
racconterà
Tebe
deir
perchè
e
gna
(78-100) il poeta si la-
Egitto (108-126):
di
contenuta
versi
otto
di
eroi
Coi
(13-34)
allontanarsi
potrà abbracciare
questi gli
imprese degli
invocazione,
tomba
cui
Eolo
V amico
acciocché
singolare
in
amici
Quindi
della città
più
tempo
tempo
le
di
Zefiro.
accompagnato
(101-107)
ad
e
lirico sulla invenzione
all' uomo.
aver
mensione
ha
trascorre
egli
non
soltanto
barca, gli
volo
un
alle Nereidi
(5-12)
Palemone,
a
uscire
la
religione,l'Apis,la
dolcissimo
ed
La
che
faccia
e
procacciò
se
Alessandria.
Glauco,
a
(60-77)
essa
Nettuno
a
muovere
allora
partire.Segue
sui
Tritone,
a
195
QUINTO
Vi
uno
mento
svolgiinfatti
compariscono
Elena
proferte benigna
il
padre
dei
Sidera,
et
Oebalii
fratres;
pater, Aeolio
Cui
varii
frangit qui
flatus,omnisque
Spiritus, atque
Monte
Solus
è
la
premat
:
soli
parte dell' animo
Motius, atque
di
lui
T
animae
Maiorem
trasferre
scusare
Stazio
Orazio, perchè
Ovidio
avea
sit
Zephyro
ponti
aequora
Eurumque,
Boream,
iuvenis
di
per
nubila
parent,
Notumque
copia coeli,
agat puppes
maggior
Potremmo
ventos,
carcere
hiemes, nimboosaque
obiecto
Arctius
Celere
cornu,
venti,
Et
e
considite
gemino
antennae
fatto
pars
sua
alto
committitur
partem
super
mare:
nostrae
aequora
parat.
della
imitazione
tentò
non
essa
dubio
affidata all'infido
di Stazio
nella
nostri
di
soltanto
Epistola X,
maior,
questa fortunata
il
58
nostro
:
poeta.
sione
espres-
Prima
I9t)
e
PARTE
Stazio
nella
ne
pare
ziano, I,
qualcosa
sapesse
frase ; la
sua
dappoiché
,
quale comparisce
un'
ancora
dell'
ha
altra
uno
dell' altro
e
volta
Naman-
in
426:
Provocta
e
SECONDA
ost
animae,
portio magna
moacs
più sotto, (v. 493)
Vietorinus
Per
Orazio
Propempticon
montis.
la tessitura
Stazio
di
maxima
pars
del
dell'ode
imitazione
una
Propempticon
il
nostrao
guarda
il resto, chi
tutto
il
onim
Ma
oraziana.
ricordare
fa
cherà
giudi-
componimento,
la
elegia
ad
accanto
del
2a
libro
,
II
che
{tègliAmori
la
ha
buòna
sua
invettiva
si vede
Orazio,
è
pensiero
un
ritorno
anch'
tratta
il poeta
quando
e
l'infido
nell'Elegia di
comune:
proverà
solcò
che
nave
mare
per
Ovidio
che
mento.
elevi
farà
Corinna
:
aspiciam
ogo
'
dicam
tori
Inquo
Questo
fine
Ovidio
viotima
molles
formarli
adposito
componimento,
ordino
vota
oadot.
orit.
lyaoo.
multa
nella
riprodotto
di
poesia
ordine
medesimo
quel
con
carpam
harenao,
quilibot instar
mensao
DaiTabis
'
sino
stornentur
lo vediamo
noi
pensiero
del
roditu
tumuluR
Et
Ilio
multa
et
puppim
illa deos
advohi
nostros
Pro
Oscula.
litore
de
notam
humeris,
Excipiamque
che
avea
Stazio,
tenuto
:
0
tum
quantus
Ploctra
lyra
!
Attolles
e
oum
alla
solo
per
del
chiusura
mezzo
diva
.
sua
verso
volta
magna
atquo
in
mea
medios
nel
ligatum
primum
peotora
reddes
narrabimus
Propempticon
letteralmente
imitato
morobo
oorvice
servataque
novus
vicom
votiva
quanta
annos.
Virgiliana,
la imitazione
dal
Ciris, (1)
e
per
la
verso
Illa
(1) Ciris, v.
ino
puppo
Colloquia inquo
Comparisce
aut
ogo
humeris
Tnoumbes
.
viaggio
un
prima
fonte
ò
la gioia che
Et
ma
la
contro
chiaro,
nuovo,
Primus
sulla
di
essa
,
396:
oum
magia,
«
matre
summao
parvusque
Palaemon.»
gelidum
doa
oum
quao
matre
Pelion
Ossao,
Palaomon,
»
e
Stazio, v.
39:
CAPITOLO
QUINTO
197
-
!
a
d' altro
quale
molto
lato, come
frequente
Stazio
di
poesia
nei
poeti
c'è
delP
i sentimenti
Nel
da
il maestro
perciò
imita
non
dalla
esce
la sobrietà
che
toglie che
npn
scrivequesto
ed
La
similitudine
di
idee
nella
di
poesia
spontaneità
in
versi
farci
libro
di
in
il momento
manifesta
Zu
(2)
angustimi
et
e
sue
longum
la
Stazio
fin
fine
puppi longo
a
licot
cara
nei
primi
Dicht.
periti
sotto
lino
Tebe
;
cho
modo
che
altro,
questo
delle
parti,
ciò
turbata,
ma
volta.
Quando
Stàdio
poi
è
il
poeta
così
barca
la
abbondanza
è
non
comune
s'incontra
di
nanzi
in-
porre
spesso.
di
la
Celere
Vedasi
:
soluto
fune
pontem;
aequora
clamore
magister
oscula
fida
in cervice
revellit,
morari.
componimenti
1879,
augurandosi
un'
cessa
non
manca
ne,
di azio-
momento
un
finalmente
che
in
breve, frettfrlosàr
una
con
generalmente
allontana
suoi
dall'
chio
oc-
II, pag.
il ritorno
; tendenza
che
lirici
ti)
acqui-
e
che
si
41, sgg.
dell' amico,
Stazio
fra
le
Colore
Quaeque
alla
che
Imsbrack,
Propompticon,
dovictis
alludondo
atque
d'
tiene
parte della Tebaide, (2)
Vi
pure
divisit
sioni
digres-
viene
dipingere
a
che
deiecit
che
stesso
espressione lavorata, recondita
Latcin.
del
dirà
confidenze
si
Saevus
Spateron
Sulla
cui
teiris
ratem
capolino
in
che
et
sua
buona
immagine.
e
delle
razione
ispi-
poesia.
esclamare
Navita
Dissipat amplexus,
fa
riesce
quella spontaneità
Nec
Orazio
sentimento, e
piani, facili,il
Iamque
Ma
al
un'
perfettiad
dedica
ogni
in
alla
della
arte
il poeta
Stazio, da
descrive
come
neir
spesso
vera,
modello,
di
bene
riesca
se
nella
unica
in
tecnica
sentire
esametro
questo
di colori. L' euritmia
poesia
è sostituita
non
in
sul
la
giovine poeta
a
lavora
non
innanzi
contorni
chiare
e' è il
comincia
e
di
fonde
e
con
Celere, ha già compito
a
lirica
dar
a
lo scolare
mitologia
dell'amicizia
nella
ammira
assai
accoppia
ampliato, arricchito
carme
quindi
è
canto
chiusura
fa
(1(. Malgrado
aureo
Essa
originalità.
soltanto, ma
si
Zingari,
periodo
Propempticon
un
mente
sua
del
delicati
più
pindariche.
lo
osserva
laboratas
egli sarà
episodi
dodorim
per
contenuti
assegnaro
appunto
iusta
quae
claudat
mihi
ai
Pelasgis
pagina
Thobas.
capitani argivi (dovictisPelasgis )
negli
ultimi
canti
della
Tebaide.
198
sta
PARTE
più maggiore
sempre
più
di
dare
in
alla
di
carattere
un
incremento
della
conoscitore
consumato
alcuni
ricercatezza
Per
mano
dirci
ad
è
impedito
di
Our
straripare da
Cecropio stagnata
cui
la
quale
I
egli
ricordare
bisogna
per
si
dichiara
lo scolare
essere
animum
Sumo
che
le
seguirne
et
volendo
Virgilio (V,
a
nelle Selve
o
di
sforzandosi
summis
Di
Orazio
(I, 5, 61).
nomina
derivò
(2)
22
:
Ter
Vènus
incendit
*3)
por
«
Sirios
agros.
Luher.
op.
in
tumnlis
fatto
pag.
Aon.
6-7.
il
luoghi
rondine, (1)
di
rondine, era
ha
Atene
Del
Orazio.
e
primo
magistri,
lui massima
Aon.
UT,
55.
IV, 7,
27.
Mantuanao
derivare
potendo
di
quel
come
in
176)
o
in
«
riprodurre
frasi
fas
moltissimi
Plinio
X,
141
JI.
10:
:
venti
X,
Vouus
oxuroro
di due
fortunate,pur
magna
si fas
e
est,
i
»
tre
tuttavia,men-
luoghi che
quali
quare
ac-
magnis
Atacino, Virgilio,
altri nei
N.
Eneide
nessi
sit componere
Varrone
circa
Sono
gliarsi
ugua-
parvis copiponere
sic modo,
«
che
dalla
Stazio
(2) o
sic
«
altro
far
sa
frequentissimo imitatore,
ai
IV, 4,
lode
posto nel verso,
ciucilo
osompio:
:
di
adcanto
frase, si contentò
fece.
(3) oltre
ovvero
e.
mutata
Properzio, Ovidio,
un
auroa
fido
si mostra
questo
rocaro
undas
templi
per
forma,
mai
novità
Cecrope.
(III, 3, 56)
»
letteralmente
(1) Vedi
oooreent
margine
Georg. IV,
e
menzione
nessuna
la
e
la
onore
con
nidi
Virgilio
62). Non
mutarne
iacentia
alcuni
in
furono
,
(ecl.I, 23,
solebam»
è
il medosimo
aventi
che
,
più grande gloria, non
3
di
aria
famao,
lo stile
che
più parole
lui
la
augurarsi
da
magni
audaci
Gaudia
e
in
orme
Tentat
un'
a
ad
:
sedens
Maroniiquo
confessa
Progne,
Stazio
di
prediletti
modelli
diandosi
stu-
va
:
Cecropia
appella anche
che
,
ripa
et
luto
che
frasi
innumerevoli
desidant,
vada
diviene
poeta
smagliante, misto
nuovo,
esempio
,
Nilo
nelle
piccante
il
latina,e
e
greca
colorito
un
che
mano
mitologia
poesia
sua
vocaboli.
SECONDA
è
da
di
Orazio
imitatata
la
33.
auroa
Sirius
contra,
ngros,
e
o,
Silv.
Silv.
UT,
IJI, 4,
1, 64»
CAPITOLO
delle
collocazione
di
A
verso.
un
dell' avverbio
dulce
2, 64;
locuzioni
sonantes
V,
dalle
da
dipendente
Ovidio,
imitò
nella
selva
IL
da
o
in
;
invece
triste
rigens
vagien-
derivano
che
così
e
mente
certa-
lucidum
l'infinito
pure
Orazio
tò
imi-
Tibullo
di
luoghi (1);
Lucrezio
(2); da
verso
36
Dopo Virgilio ed
diciannove
circa
Y addiettivo
loqui I, 22, 24;
II, 19, 7,
verbo.
un
sentenza
111,4, ", dolce
133;
ridere, dulce
finali di
parechie
II, 1,
la
o
verso,
adopera
nitentes
laetari
aggettivo
un
precipuamente
Properzio
dulce
del
quiescis V, 3,
murice
turbidum
Stazio
dulce
3, 14;
eguali oraziane
fulgens, II, 12, 14;
molle
:
rubenti
duloe
la fine
Orazio,
di
nelle
II, 7, 37,
tem
parole, il principio e
somiglianza
199
QUINTO
di
e
ricorda
che
,
76:
7,
t
Et
Catullo, da
da
Lucano
allontanava
10
suoi
la
rarescunt
nubila
quoque
coeli
Stazio
come
alla
poesia. Di
sua
di
ingegno
Catullo
lui
degli argomenti,
vocabolo
stesso
vide
11 Markland
penata*
dopo
e
(1) Luhor.
notato
por
i
di
o
infine
op.
primi duo
(2) Luehr,
op.
e.
(3) Zingerl, Ovid.
(4) Statii Silv.
pag.
nella
sog.
...
11 geiure
modelli.
pag.
otc.
I, 1-3,
fosse
45.
11, pag.
Lipsiae
12-38.
1817.
Lucrezio
cum
«
i
quali
solo,
non
di
provato
la
si opponeva
derivare
dirsi
sere
es-
l'
del-
natura
la diversità
Urica, di Catullo
,
metri.
frase
selva
plu-
214
VI,
delli
mo-
cum
«
luoghi potrebbe
riprodusse
ab
nitidi*
48
dei
di
nel
ripetizionialtrettante
.
e
due
o
quella
medesima
potò. Così
verso
un
si
imitazione
il nostro
una
siffatte
in
meglio
come
corresse
e
il poema
uno
I, 2, 186
i
e
loro
i
riportail Luher,
ne
quella, veramente
poeti lirici augustei
Dei
uno
Alla
da
diversa
altri due
minima,
appena
Stazio.
da
stati imitati
misura
in
Ovidio
fra
epicureo
poeta
studiato
avesse
qualcosa, malgrado
ma
dèi
ed
»
ascriverlo
della selva
verso
quello
con
»
di
modo
Lucrezio
di
imitazione
trattato, malgrado
avea
trovato
il
Dalla
nulla.
o
questi
(4) raffrontò
nubila
dimostrano
che
Lucreti
arduus
poco
avessero
(3). L' Hand
rarescunt
fuvor
assai
materia
contemporanei
viis
docti
I, 2,
le
ancora
giro di
ripetizionidi
due
corruzioni
145
e
astri-s,
clolla imitarono
si
o
tre
di
legge:
il Markland
ù
quello
che
versi.
testo
nitidos
corres-
abbiamo
e
200
se
PARTE
nitidis
L'Hand
nei
consacrò
di
natura
della
Gli
summis.
in
fu
sua
di
del
della
che
lirici moderni.
tale
sia
Gli
porre
un
freno
essa
volte
ripetuto dopo
o
vi
non
(1) principii di
(2)
che
versi
esametri
che
lieve
nel
in
ha
altri
in
:
limsìi
alla
rito
Omero.
in
(1)
Maereat
hune
2,
Tibul.
IT, G, 10
haec
40;
Calais,v.
Ars.
Ani.
(2) Ovidio,
coona
tuo
ine*
est.
rata
I,
sit,procor,
(3) Ovidio, Am.
dominae
I, 4;
Ani.
vota
:
FA
che
di
mihi
illa
viro;
IT, 3, 38; ITT,
Rem.
Am.
2,
Vir.
rt
Prop.
anche
4, 1-2;
delle
Anche
frasi
anni
Pyliique
1' alato
e
dilette
pre-
(I,3,
detta
Islgioventù ò
differiscono
Tegeo.
molto
frasario
un
per
cui
vii/ii
facta
1, 20,
si
Con
1(5, 2;
è
quelle
si
che
osservato
ost
Hune
Ovidio,
da
determinato
tuba
26:
TTT, 2,
;
super
Ani.
14
:
Zptos,
ot
TI, 10, 8;
epist.
easdem.
ma
Ulti-
ecc.
tuus
opulas
ost
nobis
Aditrerus
illa viro.
Ili, 2, 80-81; Sint nioa, sint dominao
meae.
pensieri.
parole quasi obbligatiStazio
non
viros,
sunt
che
le volte in
tutte
medesimi
Evano
vocabolo,
al
o
,
osservato
ritorna
Iliaci
predilezione per
fino
maercat
gonoro,
ot
super
La
Stazio
in
poi
particolarizza
forinole
:
Phebo,
congiugimenti
delle
che
IV, 3, lbO)
III, 4, 103;
con
e
con
sempre
tri,
pentame-
cominciano
quale
epicedii si leggono
espressa
vanno
poesia
sua
leggiamo
che
insieme
di
siffatte frasi
viene
hanno
medesimo
di
abbiamo
noi
oggetti, i
siano
non
II, 2, 107;
vitae, e
diede
vita
lunga
una
4, 125;
110;
che
componimenti
P evitare
gono
disposizione delle parole, diven-
frasario
i medesimi
esprimere
col
poeti
Tibullo,
un
la chiusura
modo
degli epicedi
un
dei
che
ripetute in
o
verso,
propria
è
in
che
miglior periodo,
anche
sono
mezzo
un
che
ce
segua-
di evitare
componimento.
vengono
nella
mutamento
quei componimenti
debbonsi
cui
che
editore
credettero
o
al
correzioni
nuovo
versi,
la conclusione
lato
un
la
prodotto
un
cura
o
lirici del
medesimo
pentametri (3). Parlando
Stazio
due
o
pensarono
che
esametri
finiscono
con
da
La
frase
aggiunto pregio
ripetizionidi ogni specie : parole
verso,
erano
se
sazietà.
determinare
a
alle arbitrarie
una
uno
restringerciai
per
ma
esatta.
ò
non
due
avrebbe
Properzio, Ovidio,
esse
potuto apportare qualche
antichi
ripetizionenon
che
Stazio ;
adoperata
vocabolo
un
inferirne
di
dall' altro
venga
moltiplicarsi a
parecchie pagine
poesia
avrebbe
Markland,
poesia
una
commenti
suoi
giovevole per
Stazio
potrebbero
esempi
queste ripetizioniper
estemporaneità
al testo
SECONDA
Mea
vota
supersunt
:
11 llle
tenot
fac rata
vota
moao
!
||Siiut
paliuam, palina petenda
INDICE
PARTE
PRIMA
«
Primo
Capitolo
11
vittorie
del
nome
—
Ludi
nei
riportato
F.
grammatico
di
Napoli
11
Papinio.
nei
quindi
e
della
luogo
Pitici
giuochi
nei
,
Istmici.
negl'
del
scuola
Sua
nei
Vesuvio.
di
sacri.
riti
1
valore
Suo
in
Napoli
sulla
poemetti
poeta
come
e
in
e
vitoUiana
sulla
e
L'
grammatico.
come
istruisce
Quivi
Roma.
Guerra
della
anno
Secondo
Il
o
del
amico
Felice,
.
Scrive
suoi
Costruzioni
I
poeta
e
suoi
Ludi
tria
pa-
Pollio
Napoli,
di
anni
19
del
Claudia.
Sposa
ma.
poe-
Due
amici
lo
all' assunzione
arti
Capitolini
la
e
riportatavi
condizione
39
»
fino
per
vittoria
sua
e
Uoa
lettura
Stella
primi
giuochi
una
Domiziano,
con
Sua
nascita.
clamorosa
Agave.
Arrunzio
mecenatismo
I
feste.
e
Minervali
giuochi
i
il
o
intitolata
L.
e
Tebaide.
alla
saltica
Celere,
letterarii
studii
principio
Domiziano;
—
nei
ottenuta
corona
della
anno
3
.
!»
fabula
una
Quarto
Capitolo
dà
Mecio
poeta:
La
L'
.
poeta
Stazio
Terzo—
Stazio.
Papinio
educaziono.
prima
sua
P.
di
nome
—
del
sua
Pag.
,
Capitolo
miziano
Do-
eruzione
morte
Capitolo
Nemei,
,
grammatica
suoi
Lo
nascita.
sua
da
e
le
por
sconfitta
Stazio.
Una
privata.
all'
lettere.
11
poetica
di
suo
rattere.
ca-
Stazio.
relazioni
Prime
del
saturnale
fosta
i
imporo;
o
la
,
erezione
di
un
occasionali
La
Tebaide
vuolo
di
Capitolo
non
contemporanei.
è
rispetto
circoli
all'
dolicata
impegnare
questi
Quinto—I
riferiscono
si
che
Marziale
cantati
monumento,
Stazio
a
imperatore.
Domiziano.
a
in
di
in
e
di
Roma.
questi
L'
Gli
Essa
polemica.
una
Marziale,
letterarii
Condizione
Stazio.
da
ultimi
animo
suscita
Come
la
rispetto
Mecenati
ai
loro
all'
canti
Domiziano,
a
invidia
rispondo
rispetto
di
noi
poeta
epiteti largiti
ambidue
Favori
del
di
molti,
Stazio.
dizione
Con-
imperatore
verso
i
protettori.
»
poeti
Mar-
61
204
INDICE
ziale,Stazio, Giovenale.
Alcuni
tempo.
amici
Vindicie,
della
Vinio
vita
sua
Rapporti di Stazio
più
suoi
Massimo.
stimati:
Manlio
11 ritiro
di
Primo
Tebaido
11 mito
—
di
Stazio.
degli opisodi
Capitolo
Skcoxdo
Capitolo
Terzo
dello
di
.
Edipo.
Cho
—
Via
«?
Capitolo
cosa
fìcaziono
Iìotm
co-n
ossi.
affetti di
Marcello,
gli ultimi
e
nio
No-
anni
tobano.
dolle
Misura
fonti
JjO
l^a
parti
convenienza
o
Quinto—
Maeeii
Caeleria
»
109
del
pooma
Carattoro,
descrittiva:
La
11
nuovo.
genere
classificaziooo
»
125
«
cronologia
o
Sorrentina
Villa
«
CI.
Balneum
Polli
Etrusei
»
o
»
cho
in
ad
ossi
Epitalamium
».
anteriori
dogli opicodi
Comolatio
famiglia
I
1)1
dolla
»
^L'
o
o
un
Carattore
«
suo
,
analisi
opicodi classsici
delicattis.
dogli
Capitolo
di
Gli
—
Poema.
Poosia
—
introduco
Domitiana
Quarto
Napoli,
epici dol ciclo
Pooti
significhiSilva.
Solve.
Stazio
I
.
.
la
Vittovio
del
SECONDA.
del
.
Esposiziono
—
»
in
Stazio
poeti
Pag.
Divisiono
poosie dolio
Felici^
Vospico,
coi
e
....:....,.
PARTE
Capitolo
letterati
coi
modolli
di Stazio.
FI.
si
quelli di
a
(Irsum
legge.
Stcllae
dolla
et
Il
e
«
Stazio,
Glaucias
glialtri
Filosofia
di
di
Stazio.
classi-
una
Atedii
opicodi.
McPoesia
Stazio
»
.
Violantillae
lirica
e
».
11
«
161
175
.
Propemptir
Ripetizioni
di
caboli
vo-
fidasi prodilotto
»
*~-i.
"^.-f
?:
189
INDICE DEGLI
Sih.
V,
Stella,
Sih.
Abascanto,
Arrunzio
Atodio
Melior,
38.
Sih.
Earino,
Il, 0.
Monocrato,
Manlio
Vopiseo,
Sih.
Colerò,
liinder
III,
Giypo,
2.
v.
a
pag.
55
voi.
la
I,
q.
v.
di
imperatore,
IV,
VHT,
54;
Diono
v.
Cassio.
401.
Touffol
di
sg.
IO.
320,
Friedlandor
v.
q.
v.
q.
HI,
447;
Teuffel
È
III,
q.
noli'
annona
di
patrono
2; 320,
poota
IX,
Marziale,
v.
43, 44.
Fried-
ultima
contro
i Sarmati,
spedizione
Stazio,
Sih.
quale
Stazio
IV,
Friodlander
9.
12.
del
Lucano,
clarissima
7
Teuffel
315,
suo
189
sog.,
IV,
I,
uxorum
353
».
il
canto
Marziale,
VII,
I, 180
appendico
(appendice)
genetliaco
21,
2; 23,
II.
fol
Teuf-
v.
di
v.
q.
honorum
cursus
«
»
in
Revuo
de
Philol.
N.
seg.
Marziale
5.
35
pag.
5; 320,
VII,
38;
XI,
57.
Friedlander
9.
Sih.
Bolano;
Vezzio
10, 80;
V,
V,
2. Friedlander
III. 450;
Teuffel,
11.
Sih.
457,
Marcello,
320,
11
I, 4.
Sih.
2; 320,
Teuffel
1*
«
di
2.
324,
del
103
pag.
Il, 2; Ili, 1.
pag.
Massimo,
Vittorio
a
v.
chiama
Sih.
Severo,
321,
6.
moglio
Crispino, figliodi
Vinio
Marnalo,
8.
IV,
100
321,
Sih.
Gallico,
III, 457;
Vozzio
v.
4.
Felico,
Sottimio
Sih.
04; ..Friodliindor ITI, 394,
303,
S,
dell'
III, 457;
pag.
Touffol
Teuffol
Stazio
7.
3; X,
Kutilio
di
III, 390,
a
Domiziano.
da
Argentarla,
Pollio
I, 105;
amministrato
avoa
450,
HI,
II,
q.
170
cortigiano
v.
IV,
458;
fatta
Polla
di
sg.
p.
I, 3,
Ili,
Sih.
Vindico,
Plozio
v.
Pollio,
di
v.
q.
2.
321,
Nonio
171
Friodliindor
gonoro
Sih.
3.
ounuco,
Sih.
Giulio
di
390.
1, 2.
Friedlander,
Urso,
Mocio
Era
IH,
sg.
ag.
pag.
I, 5, III,
4.
50
DI STAZIO
0; III, 449.
2, 3.
LXVII,
v.
I, 1, 0; IV,
Ili,
T, 90
pag.
II, 1, 3;
Sih.
Sih.
Domiziano,
v.
III, 396,
Etrusco,
Flavio
I, 2,
Friodliinder
Claudio
Friodlander,
1.
Sih.
AMICI
IV,
7;
Teuffel, 329,
Sih.
0.
IV,
Mommsen
pag.
v.
4;
1; Nohl,
v.
Th.
di
104
pag.
in
101
Hermes,
q.
Marziale
v.
Hermes,
di
q.
XIII,
XI,
voi.
v.
XII,
100;
der
Friedlan-
517.
Friedlander, III,
1878,
pag.
428,
30.
457:
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