Zucchero raffinato. Il Veleno più Dolce di Tutti
Sabato 18 Febbraio 2012 14:17
Perchè lo zucchero è un veleno per il corpo
Estratto/compilato dal suo libro Sugar Blues Inizialmente pubblicato da Chilton Book Co.
Padnor, PA, USA
Nel 1957 il Dr. William Coda Martin tentò di rispondere alla seguente domanda: Quand’è che un
alimento è tale e quando invece è un veleno? La sua definizione di lavoro di “veleno” era: “Dal
punto di vista medico: Qualsiasi sostanza applicata al corpo, ingerita o sviluppatasi all’interno
del corpo la quale provoca o può provocare malattie. Da un punto di vista fisico: Qualsiasi
sostanza che inibisce l’attività di un catalizzatore che sia una sostanza secondaria, chimica o un
enzima che attiva una reazione.” Il dizionario fornisce una definizione ancor più accurata di
“avvelenare”: esercitare un’influenza dannosa o alterare”.
Il Dr. Martin aveva classificato lo zucchero raffinato come veleno poiché esso è stato privato
delle sue forze vitali, vitamine e minerali. “Quello che resta consiste di
carboidrati
puri, raffinati. Il corpo non può utilizzare questi amidi e
carboidrati
raffinati a meno che le proteine, vitamine e minerali eliminati non siano presenti.
La natura fornisce questi elementi a ciascuna pianta in quantità sufficienti a metabolizzare i car
boidrati
della pianta in questione; non vi sono altri
carboidrati
aggiunti in eccesso. Il metabolismo incompleto dei
carboidrati
risulta nella formazione di ‘metabolita tossico’ quale l’acido piruvico nonché zuccheri anormali
che contengono cinque atomi di carbonio. L’acido piruvico si accumula nel cervello e nel
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sistema nervoso mentre gli zuccheri anormali fanno altrettanto all’interno dei globuli rossi.
Questi metaboliti tossici interferiscono con la respirazione delle cellule le quali non possono
ottenere sufficiente ossigeno per sopravvivere e funzionare normalmente. Col tempo, alcune
cellule muoiono; ciò interferisce con il funzionamento di una parte del corpo e rappresenta
l’inizio di malattie degenerative.”
Lo zucchero raffinato è assai dannoso quando viene ingerito dagli esseri umani perché
fornisce soltanto quelle che gli esperti di nutrizione descrivono come calorie “vuote” o “nude”;
esso manca dei minerali naturali presenti nella barbabietola o nella canna. Per di più lo
zucchero
è peggiore di qualsiasi altra cosa in quanto a prosciugare e dissolvere dal corpo preziose
vitamine e minerali il cui impiego è richiesto dall’intero sistema di chiunque per la digestione,
disintossicazione ed eliminazione dello
zucchero
stesso.
Un equilibrio è talmente essenziale per i nostri organismi che noi disponiamo di molti modi per
fronteggiare l’improvviso shock dovuto ad un’ingestione massiccia di zucchero. Minerali come
il sodio (dal sale), il potassio ed il magnesio (dai vegetali) ed il calcio (dalle ossa) vengono
trasferiti ed utilizzati nel processo di trasformazione chimica; vengono prodotti degli acidi neutri
che cercano di riportare il fattore di equilibrio acido-alcalino del sangue a dei parametri più
normali.
Lo zucchero assunto quotidianamente produce una condizione di continua iperacidità e, nel
tentativo di rettificare lo squilibrio, vengono richiesti dal profondo dell’organismo sempre più
minerali. Infine, onde salvaguardare il sangue, dalle ossa e dai denti viene preso così tanto
calcio da dare inizio ad un decadimento ed indebolimento generale.
L’eccesso di zucchero alla fine nuoce ad ogni organo del corpo. Inizialmente esso viene
immagazzinato nel fegato in forma di
glucosio (glicogeno). Poiché la
capacità del fegato è limitata, un’assunzione quotidiana di
zucchero
raffinato
(al di sopra della quantità necessaria di zuccheri naturali) ben presto fa sì che il fegato si gonfi
come una pallone e, quando esso è pieno sino al limite delle sue possibilità, il glicogeno in
eccesso ritorna nel sangue sotto forma di acidi grassi i quali vengono trasportati in tutte le parti
dell’organismo ed immagazzinati nelle aree meno attive: il ventre, le natiche, il petto e le cosce.
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Quando queste aree relativamente innocue sono completamente sature, gli acidi grassi
vengono poi distribuiti negli organi attivi come il cuore ed i reni, i quali cominciano a rallentare la
loro attività ed i cui tessuti alla fine degenerano e si trasformano in grassi. L’intero organismo
viene influenzato da questa loro ridotta capacità e si crea un pressione sanguigna anormale. Il
sistema nervoso parasimpatico viene danneggiato e gli organi da esso governati, come il
cervelletto, divengono inattivi o si paralizzano (Si pensa di rado che il normale funzionamento
cerebrale è biologico come la digestione). I sistemi circolatorio e linfatico vengono invasi e le
caratteristiche dei globuli rossi iniziano a cambiare. Si verifica una sovrabbondanza di globuli
bianchi e la generazione dei tessuti rallenta, la tolleranza e la capacità immunitaria del nostro
organismo diventa più limitata cosicché non siamo in grado di reagire a situazioni relativamente
critiche, siano esse freddo, caldo, zanzare o microbi.
Lo zucchero in eccesso ha un forte effetto negativo sul funzionamento del cervello. La chiave
del normale funzionamento cerebrale è l’acido glutammico, un composto vitale presente in molti
vegetali. Le vitamine del gruppo B rivestono un ruolo fondamentale nello scindere l’acido
glutammico in composti antagonisti-complementari che producono una risposta di “azione” o di
“controllo” nel cervello; tali vitamine inoltre sono prodotte dai batteri simbiotici che vivono
all’interno del nostro intestino. Quando lo
zucchero raffinato viene assunto
quotidianamente questi batteri deperiscono e muoiono e le nostre scorte di vitamine di tipo B
diventano assai scarse. Troppo
zucchero
ci rende sonnolenti e si perde la nostra capacità mnemonica e di fare calcoli.
LO ZUCCHERO: DANNOSO PER ESSERI UMANI ED ANIMALI
Dei marinai naufragati che per nove giorni non hanno mangiato e bevuto nient’altro che zucch
ero
e
rum hanno di sicuro sperimentato questo tipo di trauma; le storie che hanno avuto da
raccontare hanno creato un grosso problema di pubbliche relazioni per gli “spacciatori” di
zucchero
. L’incidente in questione avvenne quando, nel 1793, un vascello che trasportava un carico di
zucchero
fece naufragio. I cinque marinai sopravvissuti furono salvati dopo nove giorni trascorsi su
un’isola deserta; essi erano in condizioni deperite a causa del digiuno, non avendo ingerito altro
che
zucchero
e rum. L’eminente fisiologo francese F. Magendie, in seguito a tale episodio, fu stimolato a
condurre una serie di esperimenti sugli animali, di cui pubblicò i risultati nel 1816. Nel corso di
tali esperimenti egli alimentò dei cani seguendo una
dieta
di
zucchero
o di olio di oliva ed acqua; tutti cani deperirono e morirono.
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I marinai naufragati ed i cani dell’esperimento del fisiologo francese hanno dimostrato la
medesima cosa; come dieta costante, lo zucchero è peggiore che niente del tutto. Della
semplice acqua vi può tenere in vita per un certo tempo; acqua e
zucchero
vi uccideranno. Gli esseri umani (e gli animali) sono “incapaci di sostenersi con una
dieta
a base di
zucchero
”.
I cani morti nel laboratorio del professor Magendie allarmarono l’industria dello zucchero in
merito ai rischi di una libera indagine scientifica. Da quel giorno sino ad ora, l’industria dello
zucchero
ha investito milioni di dollari per una scienza sovvenzionata di nascosto; i migliori nomi della
scienza che il denaro potesse comprare sono stati prezzolati, nella speranza che essi un giorno
possano venirsene fuori con qualcosa che risulti almeno pseudoscientifico nel senso di buone
notizie riguardo allo
zucchero
.
Ad ogni modo è stato accertato che (1) lo zucchero è uno dei principali fattori di
deterioramento dei denti; (2) lo
zucchero
nella
dieta
di un individuo è causa di sovrappeso; (3) l’eliminazione dello
zucchero
dalle diete ha curato i sintomi di gravi malattie diffuse in tutto il mondo come il diabete, il cancro
e le cardiopatie.
Sir Frederick Banting, scopritore dell’insulina, nel 1929 a Panama si accorse che fra i
proprietari di piantagioni che consumavano grandi quantità del proprio zucchero raffinato, il
diabete era comune; fra i tagliatori di canne nativi, che disponevano solo della canna grezza da
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masticare, egli non notò alcun caso della suddetta malattia.
Ad ogni modo, la storia dei tentativi dei produttori di zucchero nelle pubbliche relazioni iniziò in
Gran Bretagna nel 1808, quando il Comitato per le Indie Occidentali riferì alla Camera dei
Comuni che era stato offerto un premio di 25 ghinee a chiunque potesse fornire gli esperimenti
più “soddisfacenti” per dimostrare che lo
zucchero
non
raffinato
era un buon alimento per nutrire ed ingrassare buoi, mucche, maiali e pecore. Il cibo per gli
animali è spesso stagionale, sempre costoso; lo
zucchero
, a quel tempo, costava due soldi; la gente non lo consumava abbastanza in fretta.
Naturalmente il tentativo di nutrire il bestiame con zucchero e melassa nel 1808 in Inghilterra si
rivelò un disastro. Quando il Comitato per le Indie Occidentali stilò il suo quarto rapporto
destinato alla Camera dei Comuni il Deputato John Curwin riferì che aveva cercato di
alimentare con
zucchero e
melassa dei vitelli, ma senza alcun successo; egli suggerì che forse qualcuno avrebbe potuto
fare un’ulteriore prova dissimulando lo
zucchero
e la melassa nel latte scremato. Se da questo tentativo fosse uscito qualcosa di buono, state
pur sicuri che i mercanti di
zucchero
delle Indie Occidentali avrebbero gridato ai quattro venti una notizia del genere. Dopo questo
singolare insuccesso nell’aggiungere
zucchero
al mangime bovino, i mercanti di
zucchero
delle Indie Occidentali lasciarono perdere.
Con immutato zelo per aumentare la domanda di mercato per il più importante prodotto
agricolo delle Indie Occidentali, il Comitato si convertì ad una tattica che è servita agli
spacciatori di zucchero per almeno 200 anni: dichiarazioni irrilevanti e palesemente futili da
parte di persone lontane e irraggiungibili con un qualche tipo di credenziali “scientifiche”. Un
commentatore della prima ora li definì “coscienze in affitto”.
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Il comitato della Camera dei Comuni era talmente a corto di imbonitori locali per la questione
dello zucchero che si ridusse a citare un dottore della lontana Philadelphia, uno dei capi della
recente ribellione coloniale americana: “Si racconta che lo stimato Dr. Rush di Philadelphia
abbia affermato che ‘lo
zucchero contiene in una data quantità più elementi
nutritivi di qualsiasi altra sostanza conosciuta.” (Il corsivo è nostro.)
Nello stesso periodo il medesimo Dr. Rush predicava che la masturbazione era la causa della
pazzia! Se fosse stata citata un’affermazione ambigua come quella, si può star sicuri che in
Gran Bretagna non si sarebbe potuto trovare nemmeno un veterinario che consigliasse lo zucc
hero
per l’allevamento e l’alimentazione di mucche, maiali o pecore.
Il Professor E. V. McCollum (John Hopkins University), a volte definito il massimo esperto di
nutrizione in America e sicuramente un pioniere nel suo campo, mentre preparava il suo
epocale volume dal titolo A History of Nutrition, pubblicato nel 1957, passò in rassegna circa
200.000 documenti scientifici pubblicati nei quali erano riportati esperimenti con gli alimenti, le
loro proprietà, il loro utilizzo e i relativi effetti su esseri umani ed animali; tale materiale copriva il
periodo intercorrente fra la metà del 18mo secolo e il 1940. Da questo approfondito repertorio di
indagine scientifica McCollum selezionò quegli esperimenti che egli considerava significativi
“per raccontare la storia del progresso scoprendo gli errori umani in questo ramo della scienza
[della nutrizione]”.
Il Professor McCollum non riuscì a riportare un singolo esperimento scientifico controllato
effettuato sullo zucchero fra il 1816 ed il 1940.
Sfortunatamente dobbiamo rammentarci che gli scienziati oggi, come sempre, realizzano ben
poco senza un finanziatore; i protocolli della scienza moderna hanno aggravato i costi
dell’indagine scientifica.
Non abbiamo alcun motivo di essere sorpresi quando, leggendo l’introduzione di A History of
Nutrition di McCollum, troviamo che “L’autore e gli editori sono in debito con la Nutrition
Foundation, Inc., a causa di un finanziamento fornito per coprire una parte del costo di
pubblicazione di questo libro”. Vi potreste domandare cosa sia la Nutrition Foundation, Inc.:
l’autore e gli editori non lo dicono. Capita che essa sia un’organizzazione di facciata dei gruppi
leader che, nel commercio alimentare, propugnano l’uso dello zucchero, gruppi fra cui
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troviamo American Sugar Refining Company, Coca-Cola, Pepsi-Cola, Curtis Candy Co.,
General Foods, General Mills, Nestlé Co., Pet Milk Co. e Sunshine Biscuits – in tutto circa 45
società.
Forse l’aspetto più significativo del testo di McCollum del 1957 era quello che egli ha
tralasciato: un monumentale lavoro precedente descritto da un eminente professore di Harvard
come “una di quelle ricerche epocali che rendono ogni altro ricercatore desideroso di prendersi
a calci per non aver pensato prima lui di fare altrettanto”. Negli anni ‘30 il Dr. Weston A. Price,
dentista ricercatore di Cleveland, Ohio, viaggiò in tutto il mondo – dalle terre degli eschimesi
alle isole dei mari del sud, dall’Africa alla Nuova Zelanda. Il suo libro dal titolo Nutrition and
Physical Degeneration:
A Comparison of Primitive and Modern Diets and Their Effects, corredato da centinaia di
fotografie, fu pubblicato per la prima volta nel 1939.
Il Dr. Price fece del mondo intero il suo laboratorio. Le sue devastanti conclusioni, redatte con
orribili dettagli area dopo area, erano semplici. Gli individui che vivevano nelle cosiddette
condizioni arretrate e primitive avevano eccellenti dentature e godevano di una salute generale
stupefacente.
Essi consumavano cibo locale naturale e non raffinato; non appena, come risultato del
contatto con la “civiltà”, furono importati alimenti raffinati e zuccherati, iniziò una degenerazione
fisica tale da essere sicuramente osservabile nell’arco di una singola generazione.
Tutta la credibilità di cui godono gli spacciatori di zucchero si basa sull’ignoranza delle opere
come quella del Dr. Price. I produttori di
zucchero
continuano a provare, a sperare e ad elargire a università e college generose sovvenzioni per la
ricerca, ma i laboratori non scovano mai qualcosa di solido che i produttori possano utilizzare; i
risultati delle ricerche sono invariabilmente brutte nuove.
Il Professore di Harvard Ernest Hooten, nel suo Apes, Men, and Morons, ha affermato:
“Prendiamo il selvaggio ignorante, consideriamo il suo modo di alimentarsi e facciamoci furbi,
smettiamola di fingere che spazzolini e dentifrici siano in qualche modo più importanti di
spazzole e lucido da scarpe; è il cibo di negozio che ci ha dato denti di negozio.” uando i
ricercatori mordono le mani che li nutrono e la notizia si diffonde, si crea un grande imbarazzo.
Nel 1958 la rivista Time riportò che un biochimico di Harvard ed i suoi assistenti avevano
lavorato con una miriade di topi per più di un decennio, finanziati dalla Sugar Research
Foundation, Inc. con la bellezza di 57.000 dollari, per scoprire come lo zucchero provoca le
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carie dentali e come prevenire tale fenomeno. Ci vollero dieci anni per per scoprire che non
c’era modo di evitare che lo
zucchero
provocasse il deterioramento dei denti. Quando i ricercatori riferirono le loro scoperte sul Dental
Association Journal, la loro fonte di finanziamento si prosciugò; la Sugar Research Foundation
ritirò il suo sostegno.
Più gli scienziati li deludevano e più gli spacciatori di zucchero dovevano affidarsi ai
pubblicitari.
SACCAROSIO: ENERGIA “PURA” A CARO PREZZO
Quando negli anni ‘20 le calorie divennero la cosa importante ed ognuno imparava a calcolarle,
gli spacciatori di zucchero se ne uscirono con una nuova trovata; millantavano che in una
libbra di
zucchero vi fossero 2.500 calorie, ovvero che poco più di
un quarto di libbra di
zucchero avrebbe fornito il
20% del fabbisogno giornaliero complessivo.
Costoro ci dicevano: “Se riusciste ad acquistare tutta la vostra energia alimentare ad un prezzo
altrettanto economico di quello delle calorie dello zucchero, il costo annuale del vostro vitto
sarebbe assai contenuto; se il prezzo dello
zucchero
fosse sette centesimi alla libbra, spendereste meno di 35 dollari per l’intero anno”.
Un modo davvero economico di suicidarvi.
In seguito essi ammisero: “Naturalmente non possiamo vivere seguendo una dieta così
sbilanciata, tuttavia le cifre servono a sottolineare quanto lo
zucchero
sia un economico alimento fornitore di energia. Quello che un tempo era un lusso di cui soltanto
pochi privilegiati potevano godere oggi è un alimento per i più poveri”.
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Poi gli spacciatori di zucchero pubblicizzarono il fatto che esso era chimicamente puro,
superando in quel settore il sapone Ivory, in quanto puro al 99,9 per cento rispetto al 99,44 per
cento vantato dall’Ivory; ci assicuravano che “nessun alimento della nostra
dieta
quotidiana è più puro”.
Che cosa si intendeva per purezza, oltre all’incontestabile fatto che tutte le vitamine, i minerali,
i sali, le fibre e le proteine erano state eliminate nel processo di raffinazione? Be’, gli spacciatori
di zucchero giunsero ad un nuovo punto di vista nei riguardi della purezza. Non dovete
selezionarlo come i fagioli, lavarlo come il riso; ogni granello è identico all’altro. Non vi sono
scarti derivati dall’uso, come inutili ossa nella carne o fondi nel caffè”. “Puro” è l’aggettivo
preferito dagli spacciatori di
zucchero perché per i chimici significa una cosa
mentre per i comuni mortali ne significa un’altra. Quando il miele viene etichettato come puro,
significa che esso si trova nel suo stato naturale (prelevato direttamente dalle api che lo hanno
prodotto), senza adulterazioni col
saccarosi
o
per
allungarlo né dannosi residui chimici che potrebbero essere stati spruzzati sui fiori; non significa
certo che il miele è privo di minerali come iodio, ferro, calcio, fosforo o di svariate vitamine.
Il processo di purificazione a cui sono sottoposte le canne da zucchero e le barbabietole nelle
raffinerie è così efficace che lo
zucchero
risulta chimicamente altrettanto puro della morfina o dell’eroina che un farmacista ha sugli
scaffali del laboratorio; gli spacciatori di
zucchero
non ci dicono mai quale vantaggio nutrizionale rappresenti questa astratta purezza chimica.
A cominciare dalla Prima Guerra Mondiale, gli spacciatori di zucchero hanno rivestito la loro
propaganda col massimo della preparazione. “I dietologi conoscono da lungo tempo l’alto valore
nutritivo dello
zucchero
”, recitava un opuscolo dell’industria negli anni ‘20. “Ma ci è voluta la Prima Guerra Mondiale
per convincersene. Il potere energetico dello
zucchero
raggiunge i muscoli nel giro di qualche minuto e per i soldati era di notevole aiuto come razione
data loro appena prima che fosse dato l’ordine di assalto”. Gli spacciatori di
zucchero
hanno per anni battuto il tasto del potere energetico del
saccarosio
poiché esso non contiene nient’altro. Energia calorica e gusto che diventa un’abitudine: questo
è quanto ha il
saccarosio
, nient’altro.
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Tutti gli altri alimenti contengono energia aggiuntiva, tutti i cibi contengono alcune sostanze
nutrienti in forma di proteine, carboidrati, vitamine o minerali, o tutti questi elementi; il saccaro
sio
contiene energia calorica, punto e basta.
L’asserita energia “veloce” di cui parlano gli spacciatori di zucchero, che spinge i fantaccini
riluttanti oltre il limite e i bambini su per i muri, si basa sul fatto che il
saccarosio
raffinato
non viene digerito nella bocca o nello stomaco, ma passa direttamente nell’intestino tenue e da
lì nel
sangue
; l’estrema velocità con la quale il
saccarosio
si immette nella circolazione sanguigna fa più male che bene.
Molta della confusione generalizzata a livello pubblico a proposito dello zucchero raffinato
viene accentuata dal linguaggio. Chimicamente gli
zuccheri
vengono classificati come “
carboidrati
”, parola composta che significa “una sostanza contenente carbonio con ossigeno e idrogeno”.
Se i chimici desiderano usare questi termini ermetici nei loro laboratori quando si parlano l’un
l’altro, va bene.
L’uso del termine “carboidrato” al di fuori del laboratorio – specialmente nell’etichettatura degli
alimenti e nel gergo pubblicitario – per descrivere tanto i cereali integrali (che rappresentano da
migliaia di anni una fonte primaria di alimentazione per l’umanità) quanto lo zucchero raffinato
dall’uomo (che è una “droga” preconfezionata nonché un
veleno
assai diffuso da poche centinaia di anni) è smaccatamente immorale. Questo genere di
confusione rende possibile l’imbroglio perpetrato dagli spacciatori di
zucchero
per confondere madri ansiose ed indurle a pensare che i loro ragazzi abbiano bisogno dello
zucchero
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per sopravvivere.
Nel 1973 la Sugar Information Foundation pubblicò sulle riviste a livello nazionale degli annunci
a tutta pagina. In effetti tali annunci pubblicitari erano delle ritrattazioni mascherate che essi
erano stati costretti ad eseguire come ritirata strategica dopo una lunga vertenza con la
Commissione Federale del Commercio in merito ad una precedente campagna pubblicitaria
nella quale si affermava che un bocconcino di zucchero prima dei pasti avrebbe “tenuto a
freno” l’appetito. “Avete bisogno di
car
boidrati
e capita che lo
zucchero
sia il carboidrato dal gusto più piacevole”. Potreste anche affermare che tutti necessitano ogni
giorno di liquidi e capita che molte persone trovino che lo champagne sia il liquido dal gusto
migliore. Per quanto tempo l’Unione delle Donne per l’Astinenza Cristiana lascerebbe che la
lobby degli alcolici la facesse franca con una cosa del genere?
L’uso del termine “carboidrato” per descrivere lo zucchero è deliberatamente fuorviante.
Poiché è stata richiesta un’etichettatura più accurata di scatole e lattine relativamente alle
proprietà nutrizionali, i
carboidrati
raffinati come lo
zucchero
vengono messi assieme a quei
carboidrati
che possono essere raffinati o meno. I diversi tipi di
carboidrati
vengono sommati assieme per ottenere un totale complessivo di essi; pertanto, l’effetto
dell’etichetta è quello di nascondere all’incauto acquirente il contenuto effettivo di
zucchero
. I chimici generano ulteriore confusione usando il termine “
zucchero
” per descrivere un intero gruppo di sostanze che sono simili ma non identiche.
Il glucosio è uno zucchero che si trova generalmente insieme ad altri zuccheri nella frutta e
nei vegetali ed è materiale di primaria importanza nel metabolismo di tutte le piante e gli
animali; molti dei nostri alimenti principali vengono convertiti in
glucosio
all’interno del nostro organismo; esso è sempre presente nel nostro
sangue
e viene spesso chiamato “
zucchero
del
sangue
”.
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Il destrosio, chiamato anche “zucchero del granturco”, viene derivato chimicamente
dall’amido. Il fruttosio è lo
zucchero della frutta, il
maltosio quello del malto, il lattosio quello del latte. Il
saccarosio
è
zucchero
raffinato
estratto dalla canna da
zucchero
e dalla barbabietola da
zucchero
.
Il glucosio è sempre stato un elemento essenziale del sangue umano mentre la dipendenza
dal
saccarosio è qualcosa di
nuovo nella storia degli esseri umani. Usare il termine “
zucchero
” per descrivere due sostanze che sono ben lungi dall’essere identiche, che hanno strutture
chimiche differenti e che influiscono sull’organismo in modi profondamente diversi genera
confusione.
Ciò rende possibili più truffe da parte degli spacciatori di zucchero, i quali ci dicono quanto è
importante tale alimento come componente essenziale dell’organismo umano, come esso viene
ossidato per produrre energia, come viene metabolizzato per produrre calore e così via;
ovviamente parlano del
glu
cosio
, che viene prodotto all’interno dei nostri corpi. Tuttavia si è portati a credere che i produttori
stiano parlando del
saccarosio
prodotto nelle loro raffinerie. Quando il termine “
zucchero
” può indicare sia il
glucosio
presente nel nostro
sangue
che il
saccarosio
della Coca-Cola, ciò va benissimo agli spacciatori di
zucchero
ma è osceno per tutti gli altri.
Le persone sono state abbindolate sino a pensare al proprio corpo nello stesso modo in cui
pensano al proprio conto in banca; se sospettano di avere un basso tasso di zucchero nel san
gue
, sono predisposte a fare uno spuntino servendosi ai distributori automatici di dolciumi e bibite
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per aumentarne il livello; in effetti questa è la cosa peggiore da farsi. Il livello di
glucosio
nel
sangue
tende ad essere basso poiché esse sono dipendenti dal
saccarosio
. Coloro che si liberano della dipendenza da
saccarosio
e ne evitano l’uso trovano che il livello di
glucosio
del loro
sangue
ritorna ai valori normali e là si stabilizza.
A partire dalla fine degli anni ‘60, milioni di americani sono ritornati ad un’alimentazione
naturale.
Un nuovo tipo di negozio, quello di cibi naturali, ha incoraggiato molti a disertare i supermercati.
L’alimentazione naturale può essere funzionale al ristabilimento della salute e, di conseguenza,
molte persone hanno cominciato ad equiparare il termine “naturale” al termine “sano”. Così gli
spacciatori di zucchero hanno iniziato a travisare il termine “naturale” per ingannare il pubblico.
Gli spacciatori di zucchero televisivi ci dicono, prodotto dopo prodotto, “fatto con ingredienti
naturali”; la parola “con” non viene evidenziata alla televisione, ma dovrebbe esserlo. Perfino lo
zucchero
raffinato
è fatto con ingredienti naturali, questa non è certo una novità; gli ingredienti naturali sono la
canna e le barbabietole. Tuttavia la parola di tre lettere con difficilmente suggerisce che il 90%
della canna e delle barbabietole è stato eliminato. Si potrebbe pubblicizzare il fatto che anche
l’eroina è fatta con ingredienti naturali; il papavero da oppio è naturale quanto la barbabietola da
zucchero
. É ciò che ne fa l’uomo che la dice lunga.
Se volete evitare lo zucchero nei supermercati, esiste un solo modo sicuro. Non comprate
nulla a meno che sull’etichetta non vi sia scritto, ben in evidenza e in un italiano chiaro “Senza
zuccheri
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aggiunti”. L’uso del termine “carboidrato” come termine “scientifico” per lo
zucchero
è diventato una strategia di difesa standardizzata degli spacciatori di
zucchero
e dei loro apologisti sul piano medico: si tratta della loro copertura di sicurezza.
LA CORRETTA COMBINAZIONE ALIMENTARE
Che si tratti di cereali zuccherati o di paste e caffè nero a colazione, di Coca-Cola e hamburger
a pranzo oppure della completa cena da “buongustaio” di sera, chimicamente la dieta media
americana è una formula che garantisce bolle d’aria e problemi di stomaco.
A meno che non abbiate assunto troppa insulina e, trovandovi in uno stato di shock dovuto a
tale sostanza, abbiate bisogno di zucchero come antidoto, difficilmente qualcuno ha motivi di
ingerire dello
zucchero da solo. Gli esseri umani
hanno bisogno dello
zucch
ero
quanto della nicotina nel tabacco. Il desiderio è una cosa – il bisogno un’altra. Dai tempi
dell’Impero Persiano sino ai nostri lo
zucchero
è stato generalmente usato per accentuare il sapore di altri cibi e bevande, come ingrediente in
cucina e come condimento a tavola.
Lasciamo da parte per il momento i noti effetti dello zucchero (a breve e a lungo termine)
sull’organismo nel suo complesso e analizziamo gli effetti dello
zucchero
ingerito in combinazione con altri alimenti quotidiani.
Quando la nonna ci avvertiva che i biscotti dolci prima dei pasti “avrebbero rovinato la cena”
sapeva di che cosa stava parlando. La sua spiegazione forse non avrebbe soddisfatto un
chimico ma, come per molti tradizionali assiomi della legge mosaica sul cibo kasher e la
separazione in cucina, queste regole si basano su anni di tentativi ed errori e tendono ad
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essere funzionali alla prova dei fatti. La maggior parte della moderna ricerca sull’abbinamento
dei cibi è un’elaborata scoperta di quelle cose che la nonna dava per scontate.
Qualsiasi dieta o regime intrapresi col solo scopo di perdere peso sono pericolosi per
definizione. Nell’America del 20mo secolo l’obesità viene affrontata e curata come se fosse una
malattia, cosa che non è. Si tratta solo di un sintomo, un segno, un avvertimento che il vostro
corpo non è a posto.
Seguire una dieta per perdere peso è tanto stupido e pericoloso quanto prendere un’aspirina
per calmare il mal di testa prima di conoscerne la causa; liberarsi di un sintomo è come
spegnere un allarme: lascia inalterata la causa basilare.
Qualsiasi dieta o regime seguiti con qualunque obiettivo che non sia il ristabilimento della
salute complessiva del vostro corpo è pericoloso. Molte persone sovrappeso sono denutrite (il
Dr. H. Curtis Wood sottolinea questo aspetto nel suo libro del 1971 dal titolo Overfed But
Undernourished). Mangiare meno può aggravare questa condizione, a meno che non ci si
preoccupi della qualità del cibo invece che solo della sua quantità.
Molti – dottori compresi – presumono che se si perde peso si perde anche il grasso. Le cose
non vanno necessariamente così. Qualsiasi dieta che ammassa insieme tutti i carboidrati è
pericolosa, così come lo è quella che non tiene in considerazione la qualità dei
carboidrati
e non opera la cruciale e vitale distinzione fra
carboidrati
naturali e non raffinati, come cereali integrali e vegetali, e
carboidrati
raffinati dall’uomo come lo
zucchero
e la farina bianca; qualsiasi
dieta
che include
zucchero
raffinato
e farina bianca, indipendentemente da quale denominazione “scientifica” viene ad essi
applicata, è pericolosa.
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Eliminare zucchero e farina bianca e sostituirli con cereali integrali, vegetali e frutta di stagione
rappresenta il nocciolo di ogni regime naturale sensato. Cambiare la qualità dei vostri
carboidrati
può cambiare la qualità della vostra salute e della vostra vita.
Se mangiate cibo naturale di buona qualità, la quantità tende ad autoregolarsi; nessuno si
mangerà mezza dozzina di barbabietole da zucchero o un’intera cassetta di canna da zuccher
o
ma,
se anche così facesse, sarà comunque meno pericoloso di poche once di
zucchero
.
Tutti i tipi di zucchero – gli zuccheri naturali, come quelli presenti nel miele e nella frutta
(fruttosio) così come la sostanza bianca raffinata (
saccaro
sio
)–
tendono a fermare la secrezione dei succhi gastrici e hanno un effetto inibitorio sulla naturale
capacità dello stomaco di muoversi. Gli
zuccheri
non vengono digeriti in bocca, come i cereali, o nello stomaco, come la carne animale; quando
vengono assunti da soli, passano velocemente attraverso lo stomaco fino all’intestino tenue.
Quando gli
zuccheri
vengono ingeriti assieme ad altri cibi – magari la carne e il pane di un sandwich – vengono
trattenuti nello stomaco per un po’. Lo
zucchero
presente nel pane e nella Coca Cola se ne sta là con l’hamburger e la focaccia in attesa che
vengano digeriti e, mentre lo stomaco sta lavorando sulle proteine animali e sull’amido
raffinato
del pane, l’aggiunta dello
zucchero
praticamente garantisce una rapida fermentazione acida nelle condizioni di calore e umidità
esistenti nello stomaco.
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Una zolletta di zucchero nel vostro caffè dopo aver mangiato un sandwich è sufficiente a
trasformare il vostro stomaco in un fermentatore; una soda con un hamburger è sufficiente a
trasformarlo in un alambicco. Lo
zucchero sui cereali – sia che li
acquistiate confezionati già zuccherati o che lo aggiungiate voi stessi – quasi garantisce la
fermentazione acida.
Sin dagli albori del tempo, quando si trattava di consumare del cibo in abbinamento, le leggi
naturali venivano rispettate, in entrambi i sensi del termine. Si è osservato che gli uccelli
mangiavano insetti in un periodo della giornata e semi in un altro, mentre gli altri animali
tendono a nutrirsi di un solo alimento alla volta ed i carnivori assumono direttamente le loro
proteine allo stato crudo.
In Oriente è tradizione mangiare prima yang e poi yin. Zuppa di miso (proteine di semi di soia
fermentati, yang) a colazione; pesce crudo (ulteriori proteine yang) all’inizio del pasto; dopo di
che riso (che è meno yang di miso e pesce) e quindi verdure, che sono yin. Se mai vi capitasse
di mangiare con una famiglia tradizionale giapponese e di violare questo ordine, gli orientali (se
sono vostri amici) vi correggeranno con cortesia ma anche con fermezza.
La legge osservata dagli ebrei ortodossi proibisce diverse combinazioni nel corso dello stesso
pasto, in particolare carne e prodotti caseari.
Posateria apposita per questi ultimi e posateria diversa per la carne rinforzano questo tabù alla
fonte del cibo, cioè in cucina.
Gli esseri umani hanno appreso molto presto ciò che un’inappropriata combinazione di alimenti
poteva provocare all’organismo. Quando soffrivano di mal di stomaco per aver abbinato cereali
con frutta cruda, o miele con farinata d’avena, non prendevano una pastiglia antiacido bensì
imparavano a non mangiare in quel modo. Quando l’ingordigia e gli eccessi diventarono prassi
comune, allora i codici religiosi e i comandamenti vennero invocati contro tale fenomeno.
L’ingordigia è un peccato mortale in molte religioni ma non esistono specifici ammonimenti o
comandamenti religiosi contro lo zucchero raffinato perché l’abuso di zucchero – come
quello delle droghe – non apparve sulla scena mondiale se non secoli dopo che i testi sacri
erano stati stampati.
Il Dr. Herbert M. Shelton si pone la seguente domanda: “ Perché dobbiamo accettare come
normale il fatto di ritrovarci in una razza di esseri umani indeboliti e malaticci? Dobbiamo
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sempre dare per scontato che le attuali abitudini alimentari degli uomini civili siano normali?...
Feci brutte, feci molli, feci dure, feci a grumi, troppo gas intestinale, coliti, emorroidi, sangue
nelle feci, la necessità della carta igienica sono tutte cose entrate nell’orbita della normalità”.
Quando gli amidi e gli zuccheri complessi (come quelli presenti nel miele e nella frutta)
vengono digeriti, essi vengono scomposti in
zuccheri semplici
denominati “monosaccaridi”, che sono sostanze utilizzabili, nutrimenti. Quando gli amidi e gli
zuccheri
vengono assunti assieme e sono sottoposti a fermentazione, essi vengono scomposti in
anidride carbonica, acido acetico, alcol e acqua; ad eccezione di quest’ultima, le restanti sono
tutte sostanze inutilizzabili, veleni.
Quando le proteine vengono digerite esse vengono scomposte in amminoacidi, che sono
sostanze utilizzabili, nutrimenti; quando invece le proteine vengono assunte con lo zucchero,
esse vanno in putrefazione e vengono scomposte in una varietà di ptomaine e leucomaine, che
sono sostanze inutilizzabili, veleni.
La digestione enzimica dei cibi li prepara per essere utilizzati dal nostro organismo, mentre la
decomposizione batterica li rende inadatti per il medesimo scopo; il primo processo ci fornisce
nutrimenti, il secondo veleni.
Molto di quanto passa per moderna nutrizione è ossessionato dalla mania dei calcoli
quantitativi; il corpo viene trattato come un conto corrente bancario. Si depositano calorie (come
dollari) e si preleva energia. Si depositano proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali –
quantitativamente equilibrati – e il risultato, in teoria, è un corpo sano. Le persone oggi si
ritengono sane se riescono a balzare fuori dal letto, arrivare in ufficio e timbrare il cartellino; se
non ce la fanno, chiamano il dottore per accertare la necessità di un periodo retribuito per
malattia, di ricovero in ospedale, di convalescenza – qualsiasi cosa, da un giorno di malattia ad
un rene artificiale, per cortese concessione dei contribuenti.
Ma dove sta il beneficio se le calorie e i nutrienti teoricamente richiesti vengono consumati
giornalmente e tuttavia questo mangiare di corsa e a caso, questa raccolta di alimenti da
spuntino fermenta e va in putrefazione nell’apparato digerente? Qual è il vantaggio se al corpo
vengono somministrate proteine solo perché esse vadano in putrefazione nel canale
gastrointestinale? I carboidrati che fermentano nell’apparato digerente vengono trasformati in
alcol e acido acetico, non in monosaccaridi digeribili.
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Anni fa Shelton avvertì: “Per trarre sostentamento dai cibi mangiati, essi devono essere digeriti,
non marcire”.
Certo, l’organismo può eliminare i veleni attraverso l’urina e i pori e infatti la quantità di veleni
presenti nell’urina viene considerata come indice di ciò che sta accadendo nell’intestino. Il corpo
determina un grado di tolleranza per questi veleni, proprio come si adatta gradualmente
all’assunzione di eroina. Tuttavia, dice Shelton, “i disagi causati da accumulo di gas, alito cattivo
ed odori sgradevoli sono indesiderabili tanto quanto lo sono i veleni”.
ZUCCHERO E SALUTE MENTALE
Nel Medioevo le anime inquiete venivano raramente imprigionate perché uscivano di senno.
Questo genere di imprigionamento iniziò nel periodo dell’Illuminismo, dopo che lo zucchero
passò dalla prescrizione farmaceutica alla produzione dolciaria. “La grande reclusione degli
alienati”, come la definisce uno storico,10 cominciò alla fine del 17mo secolo, dopo che il
consumo di
zucchero
in Gran Bretagna nell’arco di 200 anni si era impennato da un pizzico o due in un barile di birra
qua e là, a più di due milioni di libbre all’anno; in quel periodo i medici di Londra avevano
iniziato ad osservare e registrare i segni ed i sintomi fisici terminali dello “sugar blues”.
Nel frattempo, quando i consumatori di zucchero non manifestavano evidenti sintomi fisici
terminali ed i medici erano professionalmente perplessi, i pazienti non venivano più dichiarati
stregati, bensì pazzi, alienati, emotivamente disturbati.
Pigrizia, stanchezza, dissolutezza, insoddisfazione da parte dei genitori – qualsiasi problema
era causa sufficiente perché individui al di sotto dei 25 anni di età fossero rinchiusi nei primi
ospedali psichiatrici di Parigi.
Tutto quello che bastava per essere incarcerati era una lamentela dei genitori, dei parenti o
dell’onnipotente parroco. Balie coi loro bambini, giovani donne incinte, bambini ritardati o
subnormali, anziani, paralitici, epilettici, prostitute o pazzi deliranti – tutti quelli che si volevano
togliere dalla strada e dalla vista venivano messi in disparte. L’ospedale psichiatrico prese il
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posto della caccia alle streghe e della persecuzione degli eretici come metodo di controllo
sociale più umano e illuminato; i medici ed i preti si occuparono del lavoro sporco di ripulire le
strade in cambio di favori regali.
Quando, inizialmente, a Parigi fu fondato per decreto reale l’Ospedale Generale, vi era
rinchiuso l’un per cento della popolazione cittadina. Da quel tempo fino al 20mo secolo, man
mano che il consumo di zucchero saliva sempre di più – specie nelle città – altrettanto
accadeva per il numero delle persone rinchiuse nell’Ospedale Generale; trecento anni più tardi
gli “emotivamente disturbati” possono essere trasformati in automi ambulanti, coi cervelli
controllati dagli psicofarmaci.
Oggi i pionieri della psichiatria ortomolecolare, come il Dr. Abram Hoffer, il Dr. Allan Cott, il Dr.
A. Cherkin, così come il Dr. Linus Pauling, hanno confermato che la malattia mentale è un mito
e che i disturbi emotivi possono rappresentare semplicemente il primo sintomo dell’ovvia
incapacità dell’organismo umano di gestire lo stress della dipendenza da zucchero.
Il Dr. Pauling, in Orthomolecular Psychiatry, scrive: “Il funzionamento del cervello e del tessuto
nervoso è dipendente in modo più sensibile dalla velocità delle reazioni chimiche di quello di
altri organi e tessuti. Ritengo che la malattia mentale sia per la maggior parte dovuta a velocità
di reazione anormali, in quanto determinate dalla costituzione genetica e dalla dieta, e da
anormali concentrazioni molecolari di sostanze essenziali... La scelta dei cibi (e dei farmaci) in
un mondo che sta passando attraverso un rapido cambiamento scientifico e tecnologico spesso
é ben lungi dall’essere la migliore”.
Il Dr. Abram Hoffer, in Megavitamin B3 Therapy for Schizophrenia, nota: “Ai pazienti viene
inoltre consigliato di seguire un valido programma nutrizionale con l’esclusione di saccarosio e
cibi ricchi di tale sostanza”.
La ricerca clinica su bambini iperattivi e psicotici, così come su quelli con danni al cervello e
con difficoltà di apprendimento, ha dimostrato:
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“Una storia familiare di diabete elevata in modo anormale – vale a dire genitori e nonni che non
riescono a gestire lo zucchero; un’incidenza insolitamente elevata di scarsità di glucosio del s
angue
, o ipoglicemia funzionale nei bambini stessi, la quale indica che i loro organismi non riescono a
gestire lo
zucchero
; dipendenza da un elevato livello di
zucchero
nelle diete proprio di quei bambini che non riescono a gestirlo.
“Un’indagine relativa alla storia dietetica di quei pazienti diagnosticati come schizofrenici rivela
che la dieta di loro scelta è ricca di dolciumi, caramelle, torte, caffè, bevande con caffeina e
alimenti preparati con lo
zucchero; tali alimenti, che stimolano le surrenali,
dovrebbero essere eliminati o rigidamente limitati”.
L’avanguardia della moderna medicina ha riscoperto ciò che l’umile fattucchiera apprese molto
tempo addietro attraverso uno scrupoloso studio della natura.
Il Dr. Thomas Szasz scrive: “In più di vent’anni di professione psichiatrica non ho mai appreso
che uno psicologo clinico avesse riportato, sulla base di un test proiettivo, che il soggetto è una
persona normale, mentalmente sana.
Mentre alcune streghe possono essere sopravvissute ai tentativi di annegarle, nessun ‘pazzo’
supera i test psicologici...non esiste alcun comportamento o individuo che un moderno
psichiatra non possa plausibilmente diagnosticare come anormale o malato”.
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Lo stesso accadeva nel 17mo secolo. Una volta che il medico o l’esorcista erano stati
convocati, il soggetto era costretto a fare qualcosa; quando tentava e sbagliava, il povero
paziente doveva essere tolto dalla circolazione. Spesso si dice che i chirurghi seppelliscono i
loro errori; i medici e gli psichiatri li tolgono di mezzo, li rinchiudono.
Negli anni ‘40 il Dr. John Tintera riscoprì la vitale importanza del sistema endocrino, in
particolare delle ghiandole surrenali, relativamente alla “condizione mentale patologica” – o
“sbalzo cerebrale”. In 200 casi in cura per insufficienza corticosurrenale (la mancanza di
adeguata produzione degli ormoni corticosurrenali o lo squilibrio fra essi) egli scoprì che i
principali disturbi dei suoi pazienti erano spesso simili a quelli riscontrati in persone i cui
organismi non erano in grado di gestire gli zuccheri: stanchezza, nervosismo, depressione,
apprensione, voglia di dolci, incapacità di tollerare l’alcol, incapacità di concentrazione, allergie,
bassa pressione sanguigna. Sugar blues!
Il Dr. Tintera alla fine insistette affinché i suoi pazienti si sottoponessero ad un test di tolleranza
al glucosio (GTT) della durata di quattro ore per scoprire se fossero in grado o meno di gestire
lo
zucchero. I risultati furono così allarmanti che i laboratori eseguirono un controllo
incrociato della loro strumentazione e quindi si scusarono per quelle che ritenevano essere
delle letture errate. Ciò che li confondeva erano le basse, piatte curve dei precoci adolescenti
affetti da turbe psichiche.
Questo procedimento di laboratorio in precedenza era stato utilizzato solo per pazienti con
riscontri fisici che presupponevano il diabete.
La definizione di schizofrenia (la dementia praecox di Bleuler) di Dorland comprende la frase,
“spesso individuata durante o subito dopo l’adolescenza” e inoltre, in riferimento all’ebefrenia e
alla catatonia, “si presenta subito dopo l’inizio della pubertà”.
Può sembrare che queste condizioni si presentino o si aggravino nel periodo puberale, ma
indagando nel passato del paziente si troveranno di frequente indicazioni rivelatrici del fatto che
tali condizioni erano presenti sin dalla nascita, nell’arco del primo anno di vita e di quelli
prescolastici e della scuola elementare; ciascuno di questi periodi presenta il proprio
caratteristico quadro clinico. Questo quadro diventa più definito nella pubescenza e spesso fa sì
che i funzionari della scuola si lamentino della delinquenza o dello scarso rendimento giovanile.
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Un test di tolleranza al glucosio eseguito in uno di questi periodi potrebbe mettere in guardia
genitori e medici e risparmiare innumerevoli ore e piccole fortune impiegate nel sondare la
psiche del bambino e l’ambiente familiare alla ricerca di difficoltà di adattamento di discutibile
importanza nello sviluppo emotivo del bambino medio.
Negativismo, iperattività e ostinato rancore nei confronti della disciplina sono indicazioni
indiscutibili almeno per i test di laboratorio basilari: analisi delle urine e completo conteggio del
sangue
, determinazione PBI ed il test di cinque ore di tolleranza al
glucosio
. Un GTT può essere eseguito su di un bambino piccolo tramite il micro-metodo senza indebiti
traumi per il paziente. In verità ho sollecitato che questi quattro test fossero di routine per tutti i
pazienti, anche prima di intraprendere un esame fisico o storico.
In quasi tutte le discussioni sulla tossicodipendenza, l’alcolismo e la schizofrenia, si sostiene
che non c’è un tipo costituzionalmente definito che cade preda di queste disgrazie e si afferma
quasi universalmente che tutti questi individui sono emotivamente immaturi.
Nostro scopo da lungo tempo è quello di persuadere ogni medico, sia egli orientato verso la
psichiatria, la genetica o la fisiologia, a riconoscere che nella maggioranza di questi casi viene
coinvolto uno specifico individuo endocrino: l’ipocorticosurrenale.
Tintera ha pubblicato svariati documenti medici epocali. Egli ha ripetuto più e più volte che il
miglioramento, il lenimento, l’attenuazione o la cura “dipendevano dal ristabilimento del normale
funzionamento dell’intero organismo”. Il suo primo articolo di prescrizione nella cura era la dieta
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ed egli ripeteva sino alla nausea che “l’importanza della
dieta
non potrà mai essere sottolineata abbastanza”. Egli predispose un’intimazione permanente e
radicale contro lo
zucchero
in tutte le sue forme e sembianze.
Mentre il portoghese Egas Moniz riceveva un premio nobel per l’ideazione della lobotomia
come cura della schizofrenia, la ricompensa di Tintera fu il tormento e la persecuzione dei
baroni della medicina organizzata; e mentre la radicale concezione di Tintera relativa allo zucc
hero
come causa di quella che era chiamata “schizofrenia” poteva essere confinata ai giornali del
settore, egli fu lasciato solo e ignorato; egli avrebbe potuto essere tollerato – se fosse rimasto
nel suo territorio assegnato, l’endocrinologia. Anche quando egli suggerì che l’alcolismo era
collegato alle ghiandole surrenali che erano state colpite dall’abuso di
zucchero
, non gli diedero retta; poiché i medicastri avevano deciso che per loro l’alcolismo non era
nient’altro che una seccatura, erano ben contenti di lasciare la questione agli Alcolisti Anonimi.
Tuttavia quando Tintera, su una rivista a diffusione non specialistica, osò suggerire che “è
ridicolo parlare di vari tipi di allergie quando ne esiste uno solo, cioè le ghiandole surrenali
menomate...dallo
zucchero
”, allora non poté più essere ignorato.
Gli esperti di allergie disponevano di un notevole racket per sé stessi; le belle anime dell’allergia
si erano divertite a vicenda per anni con racconti assurdi di allergie esotiche – di tutto, dai crini
di cavallo alle code di aragoste. Ed ecco che arriva qualcuno a dire che niente di tutto ciò ha
importanza: togliete loro lo zucchero e teneteli lontani da esso.
Forse la prematura morte di Tintera nel 1969, all’età di 57 anni, rese più facile alla professione
medica accettare scoperte che un tempo erano sembrate tanto bizzarre quanto la semplice tesi
medica orientale della genetica e della dieta, yin e yang. Oggi i medici di tutto il mondo ripetono
ciò che Tintera aveva preannunciato anni or sono: a nessuno, ma proprio a nessuno, dovrebbe
essere mai permesso di iniziare quello che viene definito “trattamento psichiatrico” in alcun
luogo senza e prima di essere stato sottoposto al test di tolleranza al
glucosio
per scoprire se è in grado di gestire lo
zucchero
.
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La cosiddetta medicina preventiva si spinge oltre e suggerisce che poiché noi pensiamo
soltanto di poter gestire lo zucchero perché inizialmente disponiamo di ghiandole surrenali
forti, perché aspettare sino al momento in cui esse ci danno dei segnali e degli avvertimenti che
sono esauste? Liberatevi del fardello adesso eliminando lo
zucchero
in tutte le sue forme, iniziando dalla bibita zuccherata che tenete in mano.
La mente inorridisce davvero quando si dà una sbirciata a ciò che passa per storia della
medicina. Nel corso dei secoli, anime inquiete sono state arse per stregoneria, esorcizzate per
possessione, rinchiuse per follia, torturate per ossessioni masturbatorie, psichiatrizzate per
psicosi, lobotomizzate per schizofrenia. Quanti malati avrebbero dato retta al guaritore locale se
costui avesse detto loro che l’unica cosa che li faceva star male era il sugar blues (depressione
da zucchero, ndt) ? &Mac176;
Traduzione a cura di Nexus Italia
Una moltitudine di comuni disturbi fisici e mentali sono strettamente collegati al consumo di zu
cchero
raffinato
‘puro’.
di William Dufty © 1975
Note
1. Martin, William Coda, “When is a Food a Food—and When a Poison?”, Michigan Organic
News, marzo 1957, p. 3.
2. ibid.
3. McCollum, Elmer Verner, A History of Nutrition: The Sequence of Ideas in Nutritional
Investigation, Houghton Mifflin Co., Boston, 1957, p. 87.
4. op. cit., p. 88.
5. op. cit., p. 86.
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6. Price, Weston A., Nutrition and Physical Degeneration: A Comparison of Primitive and
Modern Diets and Their Effects, The American Academy of Applied Nutrition, California, 1939,
1948.
7. Hooton, Ernest A., Apes, Men, and Morons, Putnam, New York, 1937.
8. Shelton, H. M., Food Combining Made Easy, Shelton Health School, Texas, 1951, p. 32.
9. op. cit., p. 34.
10. Foucault, Michel, Madness and Civilization: A History of Insanity in the Age of Reason,
tradotto da R. Howard, Pantheon, New York, 1965.
11. Pauling, Linus, “Orthomolecular Psychiatry”, Science, vol. 160, 19 aprile 1968, pp. 265-271.
12. Hoffer, Abram, “Megavitamin B3 Therapy for Schizophrenia”, Canadian Psychiatric
Association Journal, vol. 16, 1971, p. 500.
13. Cott, Allan, “Orthomolecular Approach to the Treatment of Learning Disabilities”,
compendio di un articolo ristampato redatto dal Huxley Institute for Biosocial Research, New
York.
14. Szasz, Thomas S., The Manufacture of Madness: A Comparative Study of the Inquisition
and the Mental Health Movement, Harper & Row, New York, 1970.
15. Tintera, John W., Hypoadrenocorticism, Adrenal Metabolic Research Society of the
Hypoglycemia Foundation, Inc., Mt Vernon, New York, 1969.
Nota dell’Editore:
Questo articolo è tratto e pubblicato dal libro Sugar Blues, © 1975 di William Dufty; nello
specifico dai capitoli “In Sugar We Trust”, “Dead Dogs and Englishmen” e “What the Specialists
Say”. Il libro è stato pubblicato per la prima volta dalla Chilton Book Company, Padnor, PA,
USA. La Warner Books, Inc., NY, ne pubblicò un’edizione nel 1976 e lo ristampò nell’aprile del
1993 ma, per quanto ne sappiamo, il libro è attualmente esaurito e l’autore, William Dufty, è
deceduto.
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