ISSN 1830-6349 Maggio 2009 / 4 — Edizione speciale IT CESE info Cari lettori, come annunciato nella sessione plenaria del Comitato economico e sociale europeo dello scorso febbraio, desidero ritornare sulla necessità che i cittadini dell’Unione europea esercitino il loro diritto democratico andando a votare alle prossime elezioni europee di giugno. La crisi attuale non deve in alcun modo indurci ad abbandonare l’ideale europeo di solidarietà e giustizia sociale. È in questo spirito di riaffermazione del principio di partecipazione alla vita democratica dell’UE e al fine di rafforzare il ruolo della società civile in Europa, che nella sua ultima sessione plenaria del 24 marzo il CESE ha adottato un nuovo patto sociale, economico e ambientale per l’Europa: «Un Programma per l’Europa: le proposte della società civile». Il programma delinea una visione strategica e di lungo periodo sul dibattito politico in corso e sulle sfide future. L’intento del documento è presentare alle istituzioni dell’UE un insieme di misure e iniziative concrete in grado di permetterci di superare la crisi economica e contribuire allo sviluppo sostenibile negli anni a venire. Quello che chiediamo alle altre istituzioni, agli Stati membri e alle parti interessate è di fare in modo che nella campagna elettorale per le elezioni di giugno si discutano questioni d’interesse europeo e non solo temi nazionali. Il «Programma per l’Europa» si prefigge tre obiettivi fondamentali: un obiettivo di prospettiva, uno politico e uno istituzionale. L’obiettivo di prospettiva rivela l’anima del CESE: il «Programma per l’Europa» riassume, infatti, all’interno di un quadro globale che riflette la coerenza dei suoi lavori, la posizione dei membri del CESE, che rappresentano la società civile organizzata dell’UE, sulle scelte che deve compiere l’Europa per garantire un futuro sostenibile in un mondo in piena crisi. L’obiettivo politico è quello di presentare una sorta di manifesto della società civile alle altre istituzioni europee, in particolare al Parlamento, alla Commissione e al Consiglio, per sostenere la loro azione in vista del conseguimento degli obiettivi comuni dell’Europa. Infine, l’obiettivo istituzionale è quello di mettere le idee del CESE al centro del dibattito sulle sfide europee dei prossimi anni, proponendo misure concrete alle istituzioni europee. Il «Programma per l’Europa» sarà trasmesso sia al nuovo Parlamento europeo sia alla nuova Commissione europea: sono convinto che esso potrà apportare un contributo importante al dibattito in corso in Europa per sostenere scelte comuni a livello europeo nella risposta alle sfide che incalzano la società civile. Mario Sepi presidente del Comitato economico e sociale europeo CALENDARIO IN QUESTO NUMERO 25 maggio 2009 2 Praga (Repubblica ceca), riunione e audizione pubblica dell’Osservatorio del mercato unico sul tema «Ostacoli legislativi al mercato unico europeo: risultati raggiunti dalla società civile ceca» 28 maggio 2009 sede del CESE, audizione sul tema «UE, Africa e Cina» 4-7 giugno 2009 elezioni europee 3–6 7 8 Convegno del CESE sul tema «La partita è ancora tutta da giocare. Se facciamo squadra riusciremo a battere la crisi!» Edizione speciale sulle elezioni europee Trasporto stradale 2020: sfide e aspettative future Lancio del libro Europe, Globalisation and the Lisbon Agenda al CESE 4, 11, 25 giugno e 2 luglio 2009 sede del CESE, pranzi letterari CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata Il «Programma per l’Europa» raccoglie consensi unanimi presso gli eurodeputati al di là delle diverse tendenze politiche Durante la sessione plenaria di marzo il CESE ha dimostrato di saper offrire una valida strategia corredata da proposte concrete per far fronte ai problemi attuali dell’Unione europea. I membri del CESE hanno segnato una tappa decisiva nella storia di questa istituzione adottando il documento di 38 pagine dal titolo «Un Programma per l’Europa: le proposte della società civile». Con tale documento il CESE ha contribuito al dibattito in vista delle elezioni europee di giugno. Il presidente del CESE Mario Sepi ha affermato: «Nel presente, difficile, periodo di crisi, e con l’avvicinarsi del rinnovo delle istituzioni, questo manifesto della società civile indica come possiamo conseguire passi avanti in tutti gli ambiti d’azione dell’Unione europea. Il Comitato sta facendo sentire la voce della società civile nel dibattito sulle sfide che l’Europa dovrà affrontare nei prossimi anni». «Se questo eccellente documento fosse il manifesto di un partito, mi ci iscriverei subito!» ha affermato Jorgo Chatzimarkakis, deputato del Parlamento europeo eletto nelle fila dell’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (ALDE) all’incontro svoltosi il 15 aprile tra il presidente del CESE Mario Sepi ed alcuni esponenti di spicco del PE. Al centro delle discussioni il documento del CESE «Un Programma per l’Europa» e i programmi dei diversi gruppi politici europei. Othmar Karas, vicepresidente del gruppo del Partito popolare europeo (PPE), si è impegnato a mandare il documento a tutti i candidati del PPE impegnati in prima linea Il presidente Sepi presenta «Un Programma per l’Europa» nelle elezioni di giugno. «Questo contribuirà a dare una dimensione europea alle prossime elezioni per il Parlamento, che finora sono state essenzialmente incentrate sulle questioni nazionali», ha affermato Karas. politici europei devono mostrare loro le possibilità di scelta di cui dispongono», ha affermato. I presidenti di tutti e tre i gruppi del CESE hanno a loro volta sottolineato la necessità di coinvolgere la gente. «I citNella stessa ottica, Adrian Severin tadini non capiscono dove stia andando (PSE, ex ministro degli Esteri rumeno) l’Europa. Manca una visione generale. ha sottolineato che i cittadini sono la Orbene, il “Programma per l’Europa” forza trainante del progetto europeo e offre una tale visione, dimostrando ha a tale proposito eviche esiste effettivamente un denziato l’importanza del interesse comune europeo. Il “Programma «Programma per l’Eu- per l’Europa” ci indica Dobbiamo ricreare un’Europa» in quanto dimostra- come muoverci in tutti ropa dei cittadini, non fare zione concreta di come delle burocrazie», i settori in cui l’UE un’Europa l’integrazione europea ha affermato Henri Malosse, è attiva possa rispondere ai loro presidente del gruppo bisogni: «Ora dobbiamo Datori di lavoro. «I cittadini scoprire quale Europa vogliono i cittaeuropei non andranno alle urne solo dini e come vogliono che sia affrontata perché glielo chiediamo. Dobbiamo fare la crisi. Le elezioni europee forniranno opera d’informazione», ha dichiarato il le risposte a queste domande». presidente del gruppo Lavoratori Georgios Dassis. «Negli ultimi anni abbiamo Monica Frassoni, copresidente del realizzato molte più conquiste che nei gruppo dei Verdi europei, ha sottolisecoli scorsi», ha osservato, da parte sua, neato che per avere delle risposte dai Staffan Nilsson, presidente del gruppo cittadini è fondamentale l’«offerta poliAttività diverse. «Dobbiamo continuare tica». «Per poter suscitare l’interesse e su questa strada e il nostro “Programma il coinvolgimento degli elettori, i partiti per l’Europa” ci indica il cammino». ● « » È urgente rilanciare la ripresa economica © Fotolia EDITORIALE Comitato economico e sociale europeo «La politica economica è stata avviata sui binari giusti, ma ora bisogna imprimere un impulso decisivo». In questi termini Thomas Delapina, membro del CESE e relatore sul tema «Un piano europeo di ripresa economica», ha presentato alla sessione plenaria di marzo il suo parere dettagliato, che auspica contromisure più energiche e sollecite per uscire dalla crisi, e che è stato quindi adottato dall’assemblea. dovrebbero essere autorizzati a superare il tetto del 3 % fissato per il disavanzo pubblico, dunque senza incorrere in sanzioni. In effetti, pur esprimendosi positivamente sugli sforzi sinora profusi dall’Unione europea, il parere invita le istituzioni e gli Stati membri ad ampliare e attuare immediatamente il Piano europeo di ripresa economica. Il testo stilato da Delapina appoggia le misure previste per stimolare la domanda osservando che «un nuovo indebitamento non deve essere considerato un onere per le future generazioni». Anzi, i responsabili degli Stati membri e delle istituzioni europee dovrebbero considerare la spesa pubblica necessaria per rilanciare l’economia come un investimento nella competitività futura, e dunque in linea con la strategia di Lisbona. In concreto ciò significa che tutti gli Stati membri Nel corso del dibattito sul parere, i membri del CESE sono stati concordi nel sottolineare l’importanza del dialogo sociale ad ogni livello, per rimettere in piedi le economie europee. «È di vitale importanza assicurarsi che la società civile contribuisca allo sviluppo del piano di ripresa economica» ha sottolineato Michael Smyth. Georgios Dassis, presidente del gruppo Lavoratori, a conclusione del dibattito, ha così sintetizzato il parere: «Ciò che noi tutti attendiamo sono azioni concrete, il resto sono solo riflessioni platoniche». ● www.eesc.europa.eu 1 Convegno del CESE sul tema «La partita è ancora tutta da giocare. Se facciamo squadra riusciremo a battere la crisi!» Il 17 marzo 2009 si è svolto presso il CESE un convegno, cui hanno partecipato il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e i commissari Vladimír Špidla e Joaquín Almunia, incentrato sul piano europeo di ripresa economica e sulle misure adottate dagli Stati membri per rilanciare la fiducia e salvaguardare l’occupazione in Europa. All’incontro hanno preso parte 14 presidenti e segretari generali dei consigli economici e sociali degli Stati membri. Esso seguiva il convegno intitolato «Rien ne va plus? Come ricostruire l’economia sociale di mercato europea» tenutosi in gennaio, nell’ambito del quale il CESE aveva iniziato a esaminare diverse soluzioni per ricostruire l’economia sociale di mercato. « » Il 1° aprile 2009 la sezione specializzata del CESE Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale (ECO) ha invitato la commissaria europea per la Politica regionale Danuta Hübner a discutere di come risolvere l’attuale crisi economica e di quale struttura dare alla futura politica di coesione. L’incontro ha inoltre fornito l’opportunità di discutere le raccomandazioni per una politica regionale più efficiente presentate alla Commissione dal consigliere del CESE Carmelo Cedrone e dal deputato europeo Miroslav Mikolasik in una lettera congiunta. della politica di coesione per il periodo 2007-2013, e Miroslav Mikolasik, autore della relazione del Parlamento europeo sullo stesso tema, hanno illustrato ai presenti le proposte da loro presentate congiuntamente alla commissaria. Essi hanno chiesto la creazione di un gruppo di lavoro ristretto composto da rappresentanti della Commissione, del Parlamento e di entrambi i Comitati, cui affidare la revisione della politica di coesione. La commissaria Hübner ha assicurato ai membri la piena cooperazione tra le istituzioni e promesso di coinvol«La Commissione europea ha comgere il CESE nella preparazione di tutti piuto un grande sforzo per adeguare la i documenti relativi alla revisione della politica di coesione al contesto di crisi», politica di coesione. Ha poi enumerato ha assicurato la comle priorità su cui molto Sarebbe utile costituire un missaria Hübner. Tra probabilmente sarà ingruppo di lavoro ristretto gli adeguamenti va centrata la politica di incaricato di proporre una citata l’accelerazione revisione ad ampio spettro della coesione dopo il 2013. degli investimenti Il carattere generale e politica di coesione dei fondi strutturali, multidimensionale delle l’erogazione di antiDalla lettera indirizzata da sfide cui siamo confroncipi supplementari e Carmelo Cedrone (CESE) tati impongono l’adoil pieno sfruttamento e Miroslav Mikolasik (PE) alla zione di un approccio commissaria Hübner integrato alla politica di delle flessibilità previste nel periodo di programmazione coesione, ha affermato Danuta Hübner. 2000-2006. Ciò non soltanto fornirà In futuro questa dovrà puntare magalle economie liquidità aggiuntive, ma giormente sulla dimensione territoriale contribuirà anche a sostenere l’oriene sulla cooperazione territoriale. Essa tamento e gli obiettivi a lungo termine dovrà inoltre essere applicata in tutte delle strategie di sviluppo regionale. le regioni dell’UE, dando ovviamente priorità alle regioni più povere. Carmelo Cedrone, relatore del parere ● del CESE sulle strategie e i programmi « José Manuel Barroso e Mario Sepi pea deve agire su tre fronti diversi ma interconnessi: il sistema finanziario, che va regolato secondo principi più «etici», l’economia reale, in cui Il presidente del CESE Sepi ha occorre stimolare le attività sosteespresso apprezzamento per le ininendo nel contempo gli investimenti ziative adottate dalla Commissione per l’avvenire, e gli interventi in per il rilancio dell’economia ed ha campo sociale, per attenuare i costi auspicato che si riesca a realizzare un umani della recessione. Dal momento vero coordinamento e un’autentica che il piano europeo per la ripresa è solidarietà a livello europeo, che sono stato appena avviato, attualmente messi alla prova in questo L’Europa dispone Barroso ha sottolineato ora ci vogliono «più difficile periodo di di tutti gli strumenti che fatti e meno parole». crisi. Ha poi sottolineato che, pur necessari a fronteggiare Špidla, rispettando il patto e superare l’attuale crisi, Vladimír di stabilità, gli Stati ma deve ora passare commissario europeo per l’Occupazione, gli membri dovrebbero a una marcia affari sociali e le pari mantenere una certa opportunità, ha tenuto flessibilità, senza pesuperiore a ricordare che per rò perdere di vista gli fine anno il tasso di disoccupazione obiettivi della strategia di Lisbona. nell’UE dovrebbe salire all’8,7 %. La priorità assoluta è quindi limitare i Da parte sua, il presidente della danni, ragion per cui il piano per la Commissione europea José Manuel ripresa si prefigge tra l’altro l’obietBarroso ha rammentato che l’Europa tivo di salvaguardare l’occupazione dispone di tutti gli strumenti necesnelle imprese. Il commissario Špidla sari a fronteggiare e superare l’attuale ha dichiarato che, pur costituendo crisi, precisando però che occorre forse solo un punto di partenza, ora passare a una marcia superiore. questo piano è indubbiamente il più Ha sottolineato che l’Unione euro- La politica di coesione: una soluzione per uscire dalla crisi e andare oltre? importante degli ultimi decenni e costituisce anche il massimo che si può intraprendere. Joaquín Almunia, commissario per gli Affari economici e monetari, ha sottolineato la necessità che i provvedimenti adottati siano rapidi, temporanei e mirati. Almunia ha dichiarato che l’UE deve puntare a tre obiettivi chiave per la ripresa economica: risanamento del settore finanziario, programmi d’incentivi fiscali per rilanciare l’economia e misure per ammortizzare l’impatto della crisi sui cittadini e sull’occupazione. Thomas Delapina, relatore per il parere del CESE sul piano europeo di ripresa economica, ha ricordato i vantaggi del modello sociale europeo per attenuare i contraccolpi della crisi. Nel concludere il convegno, Henri Malosse, Georgios Dassis e Staffan Nilsson, presidenti rispettivamente dei gruppi Datori di lavoro, Lavoratori e Attività diverse del CESE, hanno espresso la richiesta unanime di azioni volte a ripristinare la fiducia e hanno lanciato un appello per un maggiore spirito di solidarietà e senso ● etico. » Danuta Hübner e Krzysztof Pater Celebrata al CESE la 10a edizione della Giornata europea del consumatore: un’occasione per i consumatori di esprimere le loro istanze In un famoso discorso pronunciato al Congresso nel 1962, il presidente americano Kennedy aveva detto che «i consumatori sono l’unica importante categoria economica che non è realmente organizzata, e il cui punto di vista, spesso, non viene udito». Per consentire un dibattito pluralistico sui diritti dei consumatori con la partecipazione di tutti gli attori della società civile, il CESE ha celebrato la 10a edizione della Giornata europea del consumatore, istituita per sua iniziativa nel 1999. L’evento, cui hanno preso parte Meglena Kuneva, commissario responsabile per la Protezione dei consumatori, Marianne Thyssen, membro del Parlamento europeo, e Karel Machotka, rappresentante della presidenza ceca, è stato dedicato soprattutto ai diritti dei consumatori. 2 economica, che è la più grave dagli anni trenta del secolo scorso». Per parte sua Marianne Thyssen ha evidenziato l’esigenza di assicurare un’informazione più abbondante e di migliore qualità sui diritti dei consumatori. In effetti, questi non sono sempre consapevoli dei loro diritti, né sanno come esercitarli: e questo è uno stato di cose che, a giudizio di Marianne Thyssen, deve assolutamente cambiare. Il presidente del CESE Mario Sepi Durante il successivo dibattito sono ha rammentato il contesto di crisi ecostati affrontati essenzialmente tre temi: nomica che fa da sfondo a questa Giori contratti a distanza e quelli negoziati nata europea del consumatore, una confuori dei locali commerciali, le clausole giuntura che ci impone abusive, come pure taluni con urgenza ancor aspetti specifici della vendita La politica dei maggiore di rivedere il delle garanzie dei beni di consumatori è parte econsumo. nostro comportamento integrante della in quanto consumatori. Le associazioni dei conInfatti, la nostra linea di soluzione all’attuale condotta dovrebbe ispicrisi economica sumatori, pur accogliendo con favore varie disposizioni rarsi maggiormente alla della nuova proposta di direttiva (ossia sostenibilità, che è ormai la parola d’orquelle intese a conferire maggiore chiadine del nostro tempo. La commissaria rezza e trasparenza alla normativa sui Kuneva ha fatto presente che la politica contratti), hanno segnalato che a terdei consumatori non dovrebbe essere mine essa potrebbe peggiorare la situaconsiderata un lusso né dai governi né zione in vari Stati membri. Secondo dalle imprese, anzi, essa «è parte intel’Ufficio europeo delle unioni dei consugrante della soluzione all’attuale crisi matori (BEUC), in taluni di essi la proposta potrebbe infatti abbassare il livello di tutela dei consumatori. diritti dei consumatori, nutre riserve circa alcune sue disposizioni, specie quelle concernenti le clausole abusive. Anche Bernardo Hernández Bataller, relatore sull’argomento, ha evidenziato «il rischio che la direttiva non rafforzi la posizione dei consumatori». Tutti i partecipanti hanno convenuto sulla necessità di stabilire una serie di regole chiare in materia di commercio elettronico, concludendo che ciò sarebbe possibile puntando ad un’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative ai contratti a distanza e a quelli negoziati fuori dei locali commerciali. Le conclusioni dei dibattiti di questa 10a edizione della Giornata europea del consumatore verranno trasmesse alle istituzioni dell’Unione europea. Il CESE, che sta preparando il suo parere sulla proposta di direttiva sui ● « » © Fotolia Meglena Kuneva Al centro degli scambi di vedute, cui hanno preso parte oltre 250 rappresentanti delle associazioni dei consumatori e del mondo economico, è stata la proposta di direttiva sui diritti dei consumatori che mira a realizzare un effettivo mercato interno tra imprese e consumatori aumentando la fiducia dei consumatori nel mercato interno e riducendo la riluttanza delle imprese a operare a livello transfrontaliero. CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale ISSN 1830-6349 Maggio 2009 / 4 — Edizione speciale IT CESE info Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata «Noi siamo la “voce dei cittadini”» Intervista con il presidente del Parlamento europeo Hans-Gert Pöttering sta percentuale arriverà a sfiorare il 100 %. © Parlamento europeo L’ultimo allargamento è stato un enorme successo. Come conseguenza di questo processo, il continente europeo è ora unito e in pace. I non più tanto «nuovi» Stati membri condividono ormai i valori e i principi ispiratori della costruzione europea. Essi hanno contribuito con il loro enorme patrimonio di conoscenze e di esperienze all’avvio di relazioni con i nuovi vicini dell’Est e del SudEst europeo, un valore aggiunto, questo, da non sottovalutare. Hans-Gert Pöttering Signor presidente, il suo arrivo al Parlamento europeo (PE) risale alle prime elezioni dirette del 1979. Da allora come le sembra cambiata la sua istituzione? Quali sono state le ripercussioni dell’ultimo allargamento sul PE? Sin dalla prima elezione nel 1979 il PE ha avuto uno sviluppo straordinario. In termini di poteri e di competenze, ha compiuto progressi enormi. Al tempo era solo un organo consultivo privo di potere legislativo. Oggi circa il 75 % della legislazione comunitaria viene adottato — a parità di condizioni — dal Parlamento e dal Consiglio dei ministri. Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, que- Come sono cambiati i rapporti tra il PE e il CESE nel corso di questi anni? Da presidente del PE, ho sempre avuto rapporti di lavoro molto proficui con il CESE. Nel maggio dello scorso anno ho avuto l’onore di partecipare alle celebrazioni per il 50° anniversario dalla prima sessione plenaria del CESE. La mia istituzione apprezza il contributo fornito dal CESE sotto forma di pareri su un ampio ventaglio di argomenti, nonché per la sua funzione di collegamento tra le istituzioni da un lato e la società civile e le imprese dall’altro. Il vostro è un compito importante — e io non mi stancherò mai di ripeterlo. Come spiegare questo fenomeno piuttosto sconcertante per cui l’aumento del potere del Parlamento europeo non coincide con un’accresciuta partecipazione alle elezioni europee, ma anzi con un calo del numero di votanti? Volendo affrontare questa questione, non va dimenticato che il calo interessa anche le elezioni a livello nazionale o addirittura regionale; si tratta quindi di un fenomeno più diffuso, che non si limita solo alle elezioni europee. Alla minore affluenza alle urne per il rinnovo del PE contribuiscono numerosi fattori, tanto per cominciare il fatto, alquanto spiacevole, che a «Bruxelles» e alle istituzioni europee siano imputate molte decisioni impopolari adottate dai governi nazionali. È più facile, infatti, dire che «è Bruxelles a volerlo», invece di spiegare con pazienza il perché di talune decisioni. Le conseguenze si vedono poi al momento delle elezioni. In questo senso noi tutti possiamo contribuire ad invertire l’attuale tendenza. A suo avviso, cosa si deve e si può fare per incrementare l’affluenza alle urne in occasione delle europee? Credo profondamente che tutti i cittadini europei convinti andrebbero coinvolti a pieno titolo e mobilitati. La partecipazione alle elezioni è anche un modo di esprimere il proprio sostegno a questo progetto unico di integrazione europea. Per poter riuscire, dobbiamo compiere uno sforzo comune spiegando cosa ha fatto il PE nell’ultimo quinquennio e in che misura ha influito sulla vita quotidiana dei cittadini. Questo sforzo, però, richiede il coinvolgimento dei candidati, dei partiti politici, dei governi e, non da ultimo, dei mezzi di comunicazione. La partecipazione sincera di tutti questi attori essenziali dovrebbe essere la chiave per arrestare la tendenza a disertare le urne. Nel corso della precedente campagna elettorale abbiamo rilevato la tendenza a privilegiare questioni interne. Cosa si potrebbe fare per garantire che la campagna per le elezioni europee si occupi invece di aspetti di interesse europeo? Ecco un’altra tendenza da invertire, coinvolgendo i politici nazionali in un dibattito sui vantaggi che l’integrazione europea ha portato finora ai cittadini. Ne cito solo alcuni: pace, sicurezza e stabilità. Proviamo solo a immaginare dove saremmo oggi se non avessimo l’euro… Ho la sensazione che, nel corso di questa campagna elettorale, la crisi economica e finanziaria sarà al centro dei dibattiti in tutti gli Stati mem- bri. Non dubito che in questi dibattiti vi sarà sempre una forte componente nazionale, ma sono sicuro che non mancherà quella europea. Si tratta infatti di una questione che coinvolge noi tutti, e l’Unione europea può contribuire alla sua soluzione. Qual è a suo avviso la prossima sfida importante che il nuovo PE dovrà affrontare? Come sarà, secondo lei, il PE tra dieci anni? Di certo la massima sfida consiste oggi nel portare a compimento il processo di ratifica del trattato di Lisbona, e ciò si rifletterà anche sull’attività del PE. Mi immagino perciò che seguirà comunque un periodo di assestamento. Tra dieci anni, invece, vorrei che il PE fosse nel frattempo diventato un’istituzione dotata di pieni poteri legislativi e di controllo, in grado di difendere saldamente gli interessi dei cittadini dell’Unione. Dopo tutto noi siamo la «voce dei cittadini» e promuoviamo i valori e i principi europei in tutto il mondo. Come considerazione conclusiva, ma non per questo meno importante, vorrei che il PE continuasse a fungere da piattaforma dove presentare e perfezionare nuove idee per le politiche europee. ● Fai sentire la tua voce: fai pesare il tuo voto! di Margot Wallström Se sai già che le elezioni del Parlamento europeo si svolgeranno nel giugno di quest’anno, fai parte di una piccola minoranza. Secondo l’ultimo sondaggio condotto da Eurobarometro, solo il 16 % dei cittadini europei ne è consapevole e solo il 28 % si recherà sicuramente alle urne. Abbiamo evidentemente ancora molto lavoro da fare per informare i cittadini di queste elezioni e per spiegare il motivo della loro importanza. Elezioni europee: quando si può votare? Le elezioni europee si svolgeranno nel periodo compreso tra il 4 e il 7 giugno 2009, secondo le consuetudini di ciascuno Stato membro. Nel Regno Unito, per esempio, si vota tradizionalmente il giovedì, mentre in altri paesi le elezioni si tengono di domenica. Per rispettare le diverse tradizioni — viva la diversità! — vi saranno quindi quattro giornate elettorali. Giovedì 4 giugno 2009 Paesi Bassi, Regno Unito Venerdì 5 giugno 2009 Irlanda, Repubblica ceca Sabato 6 giugno 2009 Cipro, Italia, Lettonia, Malta, Repubblica ceca, Slovacchia © Fotolia Domenica 7 giugno 2009 Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale Il PE ha lanciato recentemente la sua campagna per pubblicizzare le elezioni e le tematiche che i responsabili politici europei stanno affrontando quali: le modalità di coltivazione dei prodotti di cui ci nutriamo, il tipo di energia che vogliamo e il grado di controllo cui assoggettare i mercati finanziari. La Commissione europea sostiene attivamente questa campagna. Ci stiamo avvalendo dei contatti esistenti con le emittenti radiotelevisive per promuovere la diffusione gratuita di materiale video e audio. Le nostre rappresentanze negli Stati membri stanno lavorando con gli uffici di informazione del PE per organizzare dibattiti e altre manifestazioni a livello locale. Da parte nostra, stiamo allestendo il materiale informativo necessario. Varie iniziative sono indirizzate in maniera speciale alle donne e ai giovani poiché il loro grado di sensibilizzazione e di interesse risulta particolarmente basso. Abbiamo prodotto un opuscolo sulle tematiche che riguardano le donne e stiamo organizzando seminari per gli editori di riviste femminili. Stiamo conducendo una Margot Wallström campagna multimediale in collaborazione con MTV per raggiungere i giovani e abbiamo lanciato un progetto intitolato «thinkaboutit.eu» per spingerli a partecipare ai blog tematici sulle elezioni. Ma abbiamo bisogno anche dell’aiuto del Comitato economico e sociale europeo. Voi vi trovate in una posizione avvantaggiata per spiegare ai vostri membri quanto sia importante il ruolo del PE. Più in particolare potete incoraggiare le donne presenti nelle vostre organizzazioni a far sentire la loro voce nel prossimo giugno — magari votando per una valida candidata. Ma soprattutto potete spronare i cittadini a discutere delle tematiche in gioco. Un vivace dibattito politico è uno dei modi migliori per sensibilizzare il pubblico e suscitare maggiore interesse e passione, aspetti questi fondamentali per ottenere a giugno una buona affluenza alle urne e per ridare slancio alla democrazia partecipativa a livello dell’UE. Non ci restano che poche settimane per cambiare qualcosa per i prossimi cinque anni. Facciamolo insieme! ● http://www.europarl.europa.eu/elections2009 //w ww 3 TTutto u quello che avreste voluto CESE e Parlamento europeo: ssapere aper sul Parlamento europeo e insieme per il progresso non aavete mai osato chiedere… B — Il bilancio dell’Unione europea è deciso congiuntamente dal PE e dal Consiglio dell’UE. Il PE lo discute in due successive letture e il bilancio non diventa esecutivo finché non è stato firmato dal presidente del PE. C — La codecisione è la procedura legislativa introdotta dal trattato di Maastricht che rafforza i poteri del PE e lo pone su un piano di parità con il Consiglio dell’UE in numerosi ambiti politici che vanno dalla libera circolazione dei lavoratori all’ambiente e alla ricerca. Ciò significa che nessun atto legislativo può essere adottato in tali settori senza l’accordo del PE. Lungo e ricco è il passato di cooperazione tra il CESE e il Parlamento europeo (PE), una cooperazione che non si è mai limitata alla consultazione formale prevista dal trattato, in quanto prevede numerosi collegamenti e contatti informali a livelli diversi che consentono uno scambio — fruttuoso per entrambi — di vedute, idee e competenze tra loro complementari. Eccone un paio di esempi: proficua. I membri della sezione specializzata Relazioni esterne partecipano attivamente alle attività organizzate dal PE nel quadro delle delegazioni con i paesi terzi, mentre i presidenti delle commissioni parlamentari che si occupano delle politiche esterne dell’UE prendono spesso parte alle riunioni della sezione Relazioni esterne e agli eventi che questa organizza. Il CESE, in particolare, è regolarmente invitato a partecipare alle sessioni delle tre assemblee parlamentari paritetiche (APP) del PE, per le quali ha lo statuto di osservatore: l’APP ACPUE, l’APP euromediterranea e l’APP UE-America latina. Queste APP hanno sempre affidato ad uno dei loro vicepresidenti l’incarico di intrattenere relazioni con le organizzazioni della società civile. La COSAC (Conferenza degli organi specializzati negli affari comunitari ed europei) è composta di rappresentanti delle commissioni dei parlamenti nazionali competenti per gli affari europei e di membri del PE. I membri della COSAC si incontrano ogni sei mesi per scambiarsi informazioni sugli aspetti pratici dello scrutinio parlamentare. La COSAC può inviare alle istituzioni qualsiasi «contributo» che essa reputi necessario ed esamina tutte le proposte nel campo della giustizia e affari interni. D — La procedura di discarico consente al PE di giudicare politicamente come siano stati spesi i fondi del bilancio dell’UE e di proporre miglioramenti. Il PE può concedere, rinviare o rifiutare il discarico per l’esecuzione del bilancio. Il rifiuto del discarico non ha conseguenze giuridiche, ma può essere considerato un’importante sanzione politica. Il rifiuto di concedere il discarico nel dicembre 1998 ha portato tre mesi più tardi alle dimissioni della Commissione presieduta da Jacques Santer. E — Il Consiglio europeo di Edimburgo, svoltosi nel dicembre 1992, ha raggiunto un accordo sulle sedi del PE. Strasburgo è diventata la sede ufficiale, con 12 sessioni plenarie, mentre altre attività si svolgono a Bruxelles. Il segretariato generale ha sede a Lussemburgo. «Se intendete incontrarvi con un deputato al Parlamento europeo, non dimenticate mai di precisare chiaramente il luogo dell’incontro» raccomanda il sito del PE. I — Gli uffici di informazione del PE, presenti in tutti gli Stati membri, hanno lo scopo principale di avvicinare il pubblico al PE, informandolo sui lavori di tale istituzione e agevolando la comunicazione tra i cittadini e gli eurodeputati. Tra le altre attività, rispondono alle richieste dei cittadini, diffondono pubblicazioni e informano i media nazionali sull’attualità del PE. Le interrogazioni scritte possono essere presentate al Consiglio e alla Commissione, che a loro volta devono rispondere entro breve termine. I membri del PE vi ricorrono frequentemente per sollevare una questione nei confronti della Commissione o del Consiglio. L — Il trattato di Lisbona, una volta entrato in vigore, consoliderà i poteri del PE in materia legislativa, di bilancio dell’UE e di approvazione degli accordi internazionali. Anche la composizione del PE è stata modificata — il numero massimo di membri è infatti ora fissato a 751. I seggi saranno distribuiti tra gli Stati in base al principio della «proporzionalità digressiva», il che significa che i deputati provenienti dai paesi maggiormente popolati rappresenteranno più cittadini rispetto a quelli provenienti dai paesi meno popolosi. Nessuno Stato membro potrà avere meno di 6 e più di 96 eurodeputati. M — Nella sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla causa Matthews contro Regno Unito, il Regno Unito è stato ritenuto colpevole di non aver tenuto delle elezioni per il PE a Gibilterra. La signora Denise Matthews, cittadina britannica e residente a Gibilterra, alla quale è stata negata la possibilità di esprimere il suo parere nella scelta dei membri del PE, si è vista liquidare circa 45 000 sterline inglesi per costi e spese legali. Il Mediatore europeo, nominato dal PE, svolge indagini sui casi di cattiva amministrazione che coinvolgono istituzioni e organismi dell’UE, in seguito a denunce presentate dai cittadini. La figura del Mediatore è stata istituita dal trattato di Maastricht e ha sede a Strasburgo. L’attuale Mediatore europeo è Nikiforos Diamandouros. La mozione di censura è un potente strumento politico nelle mani del PE che gli consente di obbligare i membri della Commissione a dimettersi collettivamente. Finora non si è mai fatto ricorso a tale strumento. N — Nomina della Commissione: prima di essere nominati, il candidato designato alla carica di presidente della Commissione europea e i membri della Commissione in quanto organo collegiale devono ottenere il voto di approvazione del PE. P — Qualsiasi cittadino dell’UE o residente di uno Stato membro può presentare una petizione al PE su una materia che rientra nel campo d’attività dell’UE. 4 4 >>> pagina 6 Il Parlamento europeo attinge all’esperienza maturata dal CESE Il 2009 ha avuto un buon inizio per le relazioni fra il CESE e il PE: il 19 gennaio, durante la prima riunione della commissione del PE per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE), il CESE ha presentato il suo parere sul tema «Far fronte alle sfide petrolifere». Esso evidenzia le conclusioni a medio e breve termine in tema di politica energetica dell’UE per fronteggiare i gravi contraccolpi dell’impennata dei prezzi petroliferi nell’estate 2008. «Il fatto che il PE abbia chiesto al CESE di formulare un parere in proposito costituisce il riconoscimento del suo peso nella politica decisionale europea ed è il risultato della sua proficua collaborazione con i colleghi del PE», ha dichiarato János Tóth, presidente della sezione Trasporti, energia, infrastrutture, società dell’informazione del CESE, rallegrandosi di questa richiesta di consultazione. La politica energetica: una sfida, risposte diverse addita metodi per ovviare alla dipendenza dal petrolio, mentre il PE si è concentrato soprattutto sull’accesso alle fonti petrolifere rimaste. Nel suo parere il CESE sottolinea l’assoluta necessità, per rispondere alla duplice minaccia derivante dall’incertezza dell’approvvigionamento energetico e dall’accelerazione del cambiamento climatico, di ridurre sollecitamente la dipendenza petrolifera, puntando su una serie di incentivi sia finanziari che fiscali, per, come minimo, dimezzare i consumi di petrolio dell’UE entro il 2050. Un approccio, questo, ben diverso da quello adottato nella relazione del PE, la quale si concentra su come garantire l’accesso alle riserve petrolifere rimaste. Angelika Niebler, presidente della commissione ITRE, ha accolto con favore il diverso contenuto del parere del CESE e si è detta certa che i membri del PE ne terranno conto. Un esempio da imitare: l’assemblea parlamentare paritetica ACP-UE Per molti anni il CESE ha mantenuto contatti regolari con l’APP ACP-UE. Nel corso delle sessioni dell’APP, i membri del comitato di monitoraggio ACP-UE presentano le loro attività, invitando i copresidenti dell’APP a partecipare alle riunioni e ai seminari degli ambienti socioeconomici UE-ACP organizzati dal CESE. A margine delle sessioni dell’APP ACP-UE, vengono organizzate riunioni con la società civile, alle quali i membri dell’APP partecipano attivamente. Tra i numerosi argomenti comuni di lavoro figurano il seguito dei negoziati sugli accordi di partenariato economico ACP-UE, l’integrazione regionale, lo sviluppo sostenibile e la valutazione dell’attuazione dell’accordo di Cotonou. CESE e Parlamento europeo: insieme nella politica esterna La collaborazione tra il CESE e il PE nel settore delle relazioni esterne è molto ● Quando essa è pervenuta al CESE, lo stesso PE aveva già avviato la stesura della sua relazione d’iniziativa sull’argomento. Il CESE ha quindi costituito un gruppo di redazione e il relatore Derek Osborn è riuscito a realizzare una consultazione dei rappresentanti dell’industria petrolifera, delle ONG e di vari servizi della Commissione, e anche a prender conoscenza della bozza di relazione elaborata dal relatore del PE. Il frutto del lavoro del CESE, condotto in maniera intensiva e a ritmo sostenuto, è un documento proiettato tendenzialmente verso il futuro, che © Parlamento europeo G — I gruppi parlamentari sono coalizioni di membri del PE organizzati in funzione delle affinità politiche e non in base alla nazionalità. Attualmente i gruppi politici al PE sono 7. Dopo le elezioni del giugno 2009, un gruppo dovrà contare come minimo 25 membri provenienti da almeno 7 diversi Stati membri. I gruppi politici tengono regolari incontri e seminari per determinare i principi fondamentali della loro attività. Diversi raggruppamenti politici hanno dato origine a partiti politici che operano a livello europeo, per es. il Partito popolare europeo, il Partito socialista europeo, il Partito dei Verdi europei e il Partito europeo dei democratici, liberali e riformatori. © iStock F — Nicole Fontaine, una delle due donne che sono state presidenti del PE. Ha presieduto l’istituzione tra il 1999 e il 2001. La prima donna ad essere presidente del PE era stata Simone Veil (1979-1982). CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale Alcune informazioni privilegiate sul Parlamento europeo Quale miglior modo per conoscere un’istituzione se non quello di rivolgersi a chi ci ha lavorato o ci lavora ancora e quindi dispone di informazioni acquisite dall’interno? CESE info ha intervistato alcuni membri del CESE che sono stati in passato parlamentari europei. tedesco che fa parte del Partito popolare europeo. Lei è stata deputata del Parlamento europeo nel quinquennio 1994-1999, ossia quando — secondo alcuni osservatori — il PE ha riaffermato le proprie prerogative e il proprio ruolo, innescando quel processo che ha portato alle dimissioni della Commissione europea presieduta da Jacques Santer. Lei ha avuto la sensazione che l’influenza del PE stesse aumentando? Renate Heinisch Renate Heinisch, membro del gruppo Attività diverse del CESE e rappresentante dell’Associazione nazionale tedesca delle organizzazioni della terza età (BAGSO), è stata eletta al Parlamento europeo (PE) nel 1994 tra le file della CDU (Unione cristiano-democratica), un partito politico Bryan Cassidy, consulente aziendale e attualmente membro del I gruppo del CESE, in passato è anche stato per tre mandati (1984-1999) membro del Parlamento europeo, dove ha rappresentato la contea del Dorset per il Partito conservatore britannico tra le fila del gruppo del Partito popolare europeo. Come è cambiato il Parlamento europeo dall’inizio del suo primo mandato e durante i quindici anni in cui lei ha lavorato a Strasburgo? Ad ogni revisione dei trattati, il PE ha visto accrescere i propri poteri. Quando fui eletto per la prima volta, nel 1984, gli unici veri poteri di cui disponeva erano quelli in materia di bilancio. Da allora è stata introdotta la procedura di codecisione, che ha consentito al Parlamento di intervenire attivamente nel processo legislativo comunitario (il trattato di Lisbona prevede addirittura di estenderne l’applicazione ad altri settori). Nel 1999 furono d’altronde Stéphane Buffetaut Stéphane Buffetaut (I gruppo) è presidente dell’Osservatorio dello sviluppo sostenibile in seno al CESE e lavora come dirigente presso la società di servizi ambientali Veolia Environnement. Dal 1997 al 1999 è stato eurodeputato nelle fila del partito Mouvement pour la France, che fa parte del Gruppo dei deputati indipendenti per l’Europa delle nazioni. Signor Buffetaut, il suo mandato al Parlamento europeo (1997-1999) è coinciso con numerosi avvenimenti importanti per l’UE, tra cui l’apertura dei negoziati di adesione con i paesi dell’Europa centrale, l’avvento È indubbio che i poteri e l’influenza del Parlamento europeo siano cresciuti, ma credo che la maggioranza dei cittadini non se ne renda conto. Uno dei motivi è che spesso passano vari anni tra le deliberazioni del PE e l’entrata in vigore delle nuove leggi. I cittadini sono coscienti dei diritti concreti che l’UE ha dato loro — il diritto di viaggiare, lavorare e studiare in tutto il territorio comunitario —, ma non sono altrettanto infor- allora è stato avviato il programma Grundtvig, che riguarda specificamente l’istruzione per gli adulti. Mi sono anche impegnata molto a favore Quale delle relazioni da lei elaborate della comprensione della scienza e delle tecnologie da parte del pubal Parlamento europeo ha avuto più blico in generale. In risonanza quel periodo creI cittadini sono coscienti e perché? dei diritti concreti che l’UE sceva rapidamente la Quale membro consapevolezza dei ha dato loro — il diritto del CESE, ho conticittadini sulle quedi viaggiare, lavorare e nuato a lavorare su stioni etiche legate molte delle temati- studiare in tutto il territorio alla ricerca. Essendo che di cui mi ero già di formazione farcomunitario —, ma non occupata durante il sono altrettanto informati sul macista, ero particomio mandato al PE. interessata PE, così come non lo sono larmente Un esempio su tutti al modo in cui tali sulle attività dei rispettivi questioni influivano è l’apprendimento parlamenti nazionali permanente: la mia su politica sanitaria e relazione sull’Anno medicinali (a questo europeo dell’istruzione e della forriguardo, adesso sto lavorando su un mazione lungo tutto l’arco della vita parere del CESE in merito alla propo(1996) ha sottolineato la necessità sta della Commissione europea sulle di offrire maggiori opportunità di informazioni per i pazienti relative ai apprendimento alla terza età. Da medicinali). mati sul PE, così come non lo sono sulle attività dei rispettivi parlamenti nazionali. « » Il CESE, come sappiamo, viene soltanto «consultato» dalle altre istituzioni ma può contare su un’amplissima esperienza nei settori più vari. Ogni consigliere infatti ha un centro di attività Non tutti i cambiamenti, però, hanno e di competenze al di fuori del CESE, avuto risvolti positivi: ad esempio, nel contrariamente agli eurodeputati che Regno Unito a causa di un sistema nella maggior parte dei casi non conoproporzionale poco democratico introscono in modo davdotto dal governo Quando fui eletto vero approfondito Blair, e in vigore dalle elezioni del 1999, gli per la prima volta, nel 1984, gli argomenti sui elettori non sanno più gli unici veri poteri di cui il quali sono chiamati chi sono i loro depu- PE disponeva erano quelli in a votare! Pertanto si limitano a seguire tati e l’affluenza alle urne, che con il sistema materia di bilancio. Da allora le istruzioni dei delle liste uninominali è stata introdotta la procedura capigruppo. stava aumentando, è di codecisione, che ha Il CESE si distinprogressivamente di- consentito al PE di intervenire gue dal PE forse minuita. attivamente nel processo non tanto per la legislativo comunitario Sia il Parlamento qualità dei dibattiti, europeo che il CESE, ma sicuramente per ciascuno secondo i ruoli assegnati dal la qualità dei suoi pareri. Ciò deriva in trattato, partecipano al processo legislativo parte dalle profonde conoscenze tecnidell’UE. Quali sono a suo avviso le principali che che i suoi consiglieri hanno sviluppato in un ampio numero di settori, e differenze qualitative tra i loro contributi questo grazie alle esperienze acquisite rispettivi? proprio le pressioni del Parlamento che spinsero l’intera Commissione Santer a rassegnare le dimissioni. « » Quali sviluppi prevede in futuro nella cooperazione tra CESE e PE? Ora che il CESE è fisicamente più vicino al PE, è più facile sviluppare contatti, anche se ciò richiede dei grossi sforzi da parte del primo. I nostri membri devono infatti curare maggiormente i rapporti con gli eurodeputati dei propri paesi, tra i quali vi è ancora una scarsa consapevolezza del CESE e del ruolo che esso può svolgere. Tuttavia in Parlamento siedono attualmente alcuni ex consiglieri del CESE e, viceversa, fanno parte del CESE alcuni ex eurodeputati, che spero diventeranno più numerosi quando a settembre si rinnoverà il suo mandato. Idealmente, i membri del CESE incaricati di elaborare un parere dovrebbero sempre entrare in contatto con i loro chi lavora per l’UE, il fatto, cioè, che le discussioni si protraggono a lungo e che a volte ci vogliono molti anni perché le iniziative proposte vengano attuate. Dal punto di vista politico, l’avvenimento che mi è rimasto maggiormente impresso sono state le dimissioni della Commissione Santer, avvenute in un’atmosfera molto drammatica. Era infatti la prima volta — e per ora rimane l’unica — nella storia dell’UE che la Commissione veniva costretta con pressioni politiche a rassegnare le dimissioni. L’aspetto positivo è il fatto che in quanto deputati europei si ha l’impressione di contribuire a creare l’ossatura di una nuova Europa, di poter incidere sul corso degli avvenimenti. Forse si tratta solo di un picGli avvenimenti che colo contributo, ma su mi sono rimasti In secondo luogo, perquestioni che rivestono maggiormente impressi ché gli eurodeputati sono una grande importanza per l’Europa. sono state le dimissioni spesso degli sconosciuti per Ed è questa la ragione della Commissione Santer, i loro elettori. Di fatto i citper cui intendo pre- avvenute in un’atmosfera tadini votano per una lista di cui forse conoscono il sentare la mia candimolto drammatica, datura alle elezioni di e la presentazione della mia candidato capolista, ma non quest’anno nelle fila, relazione sulle politiche gli altri. E le circoscrizioni sono troppo grandi perché stavolta, dell’Union familiari in Europa gli eurodeputati possano pour un mouvement avere forti legami con gli elettori. populaire (Unione per un movimento popolare — UMP), l’alleanza di partiti E infine i cittadini hanno probabilche attualmente governa la Francia. mente l’impressione che il loro voto Qual è, secondo lei, il motivo per cui il tasso conti poco o serva a poco. In Francia di partecipazione alle elezioni è diminuito i media parlano dell’Europa soltanto costantemente dal 1979? Ritiene probabile quando c’è una difficoltà o un problema, non parlano mai dei suoi successi e che si assista a un’inversione di tendenza quindi la gente non ha dell’Europa quest’anno e, in caso affermativo, perché? Il secondo ricordo che mi viene alla memoria è la mia relazione sulle politiche familiari in Europa, che ho presentato con il sostegno del PPE: era la prima volta che questo tema, che nel frattempo è divenuto più di attualità a seguito dei cambiamenti demografici, veniva affrontato in una relazione parlamentare. E alcune delle iniziative da noi proposte con la relazione sono state successivamente realizzate, in particolare nell’ambito dell’Alleanza europea per le famiglie, lanciata dalla presidenza tedesca nella primavera del 2007. Ovviamente questo è uno dei problemi per CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale Dobbiamo andare nelle scuole e spiegare quel che facciamo. Le manifestazioni e gli incontri per bambini e adolescenti sono importanti, tanto quanto i giochi e il materiale informativo accompagnato da musiche provenienti da tutta Europa, perché possono spiegare l’Europa in modo divertente. I bambini e gli adolescenti devo sapere che il loro paese fa parte dell’UE. Non dovrebbero chiedere «Cos’è l’Europa?». Dobbiamo mostrare i risultati raggiunti dall’Europa. Nella mia terra natale, il Baden-Württemberg, l’associazione dei genitori che presiedo sta lavorando su un’iniziativa intesa ad incoraggiare la creatività nelle scuole e anche negli asili, i Kindergarten. La dimensione europea può, come si suol dire, «far spiccare il volo» ai bambini. ● vuoi come datori di lavoro (I gruppo), come lavoratori (II gruppo) o come rappresentanti delle attività diverse (III gruppo). dell’euro, le dimissioni della Commissione Santer ecc. Quali sono, a suo avviso, i suoi successi in quanto membro del PE e quali i suoi migliori ricordi? « Secondo lei cosa si può fare per incoraggiare i giovani a diventare più partecipi e a votare alle elezioni del PE? No, non ritengo purtroppo probabile un’inversione di tendenza quest’anno. In primo luogo perché i cittadini non sanno bene quale sia il ruolo e la funzione dell’UE e conoscono poco le istituzioni e il loro funzionamento. Questo vale anche per quelli che provengono dagli ambienti politici: sono rimasto stupito delle lacune che alcuni deputati francesi hanno mostrato riguardo all’UE. » Bryan Cassidy omologhi del PE. Vi è però un problema di tempistica: il CESE infatti deve agire più velocemente in modo da adottare i suoi pareri su di una proposta legislativa in tempo utile perché il Parlamento ne possa prendere conoscenza. Dobbiamo cioè giocare d’anticipo per evitare che i nostri pareri vengano adottati tardivamente, quando ormai il PE si è già espresso. ● un’impressione positiva. E in Francia poi è anche assai diffusa l’idea che i problemi della globalizzazione siano strettamente collegati all’atteggiamento «troppo liberale» dell’UE. Come prevede che si svilupperà la cooperazione tra il CESE e il Parlamento europeo in futuro? Mi auguro che nei prossimi anni questa cooperazione si rafforzi notevolmente. Quando ero deputato al Parlamento europeo, era raro sentire citare un parere del CESE: solo la presidente della commissione Affari giuridici, Ana Palacio, citava spesso i nostri pareri, raccomandando ai membri di leggerli quando li considerava interessanti e di qualità. Questa è infatti la nostra arma più potente: elaborare pareri di qualità. Ma è comunque un fatto che siamo molto più abituati a lavorare con la Commissione europea, con cui la cooperazione è più antica e più radicata. Abbiamo invece meno l’abitudine di lavorare con il PE, forse a causa di una certa rivalità che risale alle origini, quando CESE e PE erano entrambi organi consultivi. ● 5 Continua da pag. 4 Tutto quello che avreste voluto sapere sul Parlamento europeo e non avete mai osato chiedere… Il presidente del PE è eletto per un periodo rinnovabile di due anni e mezzo, presiede le sessioni plenarie e i dibattiti e rappresenta l’istituzione all’interno dell’UE e a livello internazionale. La firma del presidente è necessaria per tutti gli atti legislativi dell’UE e per rendere esecutivo il bilancio dell’UE. R — Il principio di residenza per i candidati e gli elettori garantisce che tutti i cittadini dell’UE, indipendentemente dalla loro nazionalità, abbiano il diritto di votare e di candidarsi alle elezioni del PE nello Stato in cui vivono. S — Paul-Henri Spaak (1899-1972), politico belga, è stato il primo presidente dell’Assemblea comune (1952-1954), organo precursore del PE. Ha svolto un ruolo cruciale nella redazione dei trattati di Roma ed è considerato uno dei padri fondatori dell’UE. I cittadini indicano la via da seguire al prossimo Parlamento europeo CESE info ha chiesto a cinque persone, scelte a caso tra i cittadini di tutti gli Stati membri, di esprimere la loro opinione sulle elezioni europee del prossimo giugno Bruno Teixeira Gerard Jansen, 53 anni, avvocato di Leeuwaarden (Paesi Bassi) — Dietro la sua intenzione di andare a votare sembra celarsi una sobria riflessione intrisa di pragmatismo olandese: «L’importanza del Parlamento per la società europea sta crescendo; la legislazione europea infatti esercita un’influenza sempre più diretta sulla nostra vita quotidiana. Poiché il Parlamento è un organo di espressione popolare, è indispensabile che esso riceva il sostegno dei cittadini europei e che questi ne siano consapevoli e vadano a votare». A detta di Jansen, U — La procedura elettorale uniforme per il PE è una disposizione del trattato di Roma ancora inattuata, in base alla quale tutti gli Stati membri dovrebbero applicare le stesse regole per l’elezione degli eurodeputati. Oggi sono ancora i singoli Stati membri a fissare le loro disposizioni in materia di procedura elettorale. V — I visitatori vengono accolti dal PE nelle tre sedi di lavoro di questa istituzione: Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. Per le visite di gruppo, è sufficiente una preventiva registrazione online. Se volete visitare il Parlamento europeo, consultate il sito: www.europarl.europa.eu W — Louise Weiss è l’edificio principale del PE inaugurato nel 1999 che porta il nome della giornalista francese nonché attivista per i diritti delle donne e deputato europeo. L’edificio ha una superficie di 220 000 m² e di trova nel quartiere Wacken di Strasburgo. ● Harri Haanpää Alessandra Bagnato, 35 anni, project manager di Genova — Vi siete mai chiesti se e come l’attuale crisi economica potrebbe influire sulle elezioni europee e sulla prossima legislatura? Ecco cosa pensa Alessandra: «Ci aspetta un periodo pieno di sfide; basta guardare i giornali per renderci conto della gravità della situazione, e in particolare delle difficili condizioni economiche in cui si ritrovano tutti coloro che stanno perdendo il lavoro. Quindi le questioni che dovranno affrontare i nuovi membri del Parlamento europeo sono davvero molte, ma il loro compito principale sarà quello di trovare soluzioni adeguate per uscire dalla crisi eco- Elias Kalapanidas Bruno Teixeira, 30 anni, consulente aziendale di Porto (Portogallo) — Ecco la sua opinione: «Voterò senz’altro alle elezioni europee perché è un dovere di ogni cittadino. Dobbiamo votare» per ridurre la crescente distanza tra elettori ed eletti, «anche se so benissimo che il mio voto da solo servirà a poco». Andare a votare però non è solo un dovere ma è anche un’opportunità; anzi, «è l’unico strumento che abbiamo a disposizione per far sì che le cose cambino: quali altre alternative ci sono?» Quanto alle priorità per i prossimi ● Harri Haanpää, 33 anni, regista cinematografico di Helsinki (Finlandia) — Riconosce, e non è certo l’unico, di trovarsi disorientato nella campagna elettorale dei vari partiti: «Probabilmente — ci dichiara — andrò a votare anche se non sono molto informato e attualmente non saprei nemmeno chi scegliere. In compenso so come non dovrebbe essere l’europarlamentare ideale: ad esempio votando per qualcuno che non ha abbastanza talento o che non è abbastanza impegnato si rischia di ostacolare il Gerard Jansen processo di sviluppo [dell’Europa, n.d.r.]. Il principale problema da risolvere nei prossimi cinque anni riguarda l’ambiente [e qui Harri conferma lo stereotipo secondo il quale i finlandesi tengono moltissimo all’ambiente, n.d.r.] Inoltre vorrei che si facesse qualcosa per colmare il divario sociale: si ha l’impressione che i ricchi diventino sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Insomma mi sembra chiaro che alcuni dei nostri problemi attuali dipendono dal fatto che ● viviamo in una società della disuguaglianza». nomica e aiutare coloro che rischiano di restare disoccupati. Inoltre, dobbiamo anche rendere l’Europa più competitiva, sebbene non sia certo facile raggiungere compromessi in una situazione come questa». La crisi nell’UE infatti non si ferma certo alle frontiere, pertanto la risposta dev’essere paneuropea. «E gli eurodeputati, provenendo da diversi paesi, hanno la prospettiva ideale per conseguire risultati concreti. Inoltre se sapranno lavorare assieme potranno favorire tutti i cittadini». ● Elias Kalapanidas, 38 anni, ricercatore di Atene: «Le cose non cambieranno se restiamo passivi! Vi è sempre il problema dei compromessi, necessari per venire incontro a un’Unione europea che sta assumendo proporzioni sempre più ampie. Ho come la sensazione che rivolgersi al cittadino medio europeo non basti, ma che occorra invece un maggior rispetto delle differenze e delle specificità culturali. Il voto è uno degli strumenti più potenti che i cittadini hanno a disposizione per scegliere la direzione da imprimere alla politica. Quanto alla direzione per il futuro, penso che nei prossimi cinque anni l’UE dovrà concentrarsi sulle seguenti priorità: affrontare il problema della disoccupazione, soprattutto fornendo protezione e sostegno alle piccole e medie imprese che hanno Il CESE ha lanciato la sua campagna per le prossime elezioni europee. Su un apposito sito web, provvisto di conto alla rovescia al giorno del voto, il CESE raduna i suoi membri e le loro organizzazioni in Europa per pubblicizzare le elezioni. © iStock ● bisognerà però votare con attenzione e coscienza. Le questioni di cui il Parlamento dovrà occuparsi in via prioritaria riguardano, tra l’altro, il cambiamento climatico, la diversificazione energetica e gli scambi commerciali; e da ultimo ma non meno importante dovrà contribuire a far sì che la democrazia partecipativa divenga una realtà. Dite la vostra! 6 anni, il PE dovrà affrontare sfide quali «la disoccupazione, l’ambiente, la lotta alla corruzione, e anche l’imposizione di un limite ai megastipendi e ai bonus». La vicepresidente del CESE Irini Pari ha deciso che è ora di attivarsi e ha rivolto un appello ai cittadini perché esprimano il loro parere e vadano a votare: «Potrete eleggere gli uomini e le donne che, insieme con i ministri del vostro paese, prenderanno le decisioni che interesseranno la vostra vita di tutti i giorni, sia che siate imprenditori o lavoratori, produttori o consumatori, giovani o anziani! Ci lamentiamo sempre che l’Europa è lontana dai suoi cittadini. Ebbene, questa è l’occasione da non perdere per farvi sentire in Europa! Dite la vostra! Dite la vostra!» Numerose personalità hanno aderito all’iniziativa del CESE: tra queste il vicepresidente del Alessandra Bagnato le potenzialità di crescere e assorbire i disoccupati. Infine, per quanto riguarda l’impatto delle scelte elettorali sulla vita di tutti i giorni, credo che non si possa parlare di un impatto diretto ma piuttosto di un impatto in senso lato, che talvolta può forse risultare limitato per diverse ragioni, quali ad esempio l’incapacità dei legislatori nazionali di recepire puntualmente la legislazione UE». ● Parlamento europeo Alejo Vidal-Quadras, che ha invitato i cittadini a fare una scelta, soprattutto in questo periodo di crisi: «La partecipazione attiva di tutti i cittadini alle imminenti elezioni del Parlamento europeo è importantissima». Ogni singolo voto conta. «Non lasciate che gli altri decidano al posto vostro». Consultate il sito web allestito dal CESE: http://eesc.europa.eu/events/2009-elections/ index_en.asp ● CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale Trasporto stradale 2020: sfide e aspettative future Il 17 marzo 2009 la sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell’informazione (TEN) del CESE ha riunito intorno a un tavolo gli attori più importanti nel campo del trasporto su strada per discutere le loro principali aspettative per il settore di qui al 2020. Tra gli oratori più autorevoli Michael Nielsen, dell’Unione internazionale dei trasporti stradali (International Road Transport Union — IRU), ha sottolineato come, per affrontare l’aumento previsto della domanda di trasporto, i prossimi 10 anni saranno cru- Una ricerca europea senza ostacoli: quando e come? ciali per realizzare la co-modalità, l’efficienza energetica, nonché il miglioramento e ampliamento della rete stradale europea. Christina Tilling, in rappresentanza della Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (European Transport Workers’ Federation — ETF), ha dato voce alle istanze dei lavoratori del settore del trasporto stradale per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di lavoro, gli investimenti nella formazione e nella qualificazione, nonché la salute e la sicurezza, in modo da aumentare l’interesse del settore e renderlo più sicuro e rispettoso dell’ambiente. © Fotolia Per Tomáš Pavlica, che rappresentava la presidenza ceca dell’UE, il sistema di trasporto su strada dovrà in futuro essere sicuro e affidabile, rispettoso dell’ambiente, accessibile e utile allo sviluppo economico e alla prosperità. Pavlica ha ringraziato il CESE per aver approfondito l’analisi delle tendenze del trasporto su strada e ha sottolineato l’importanza dell’audizione, i cui risultati andranno a integrare la preparazione di un parere esplorativo sul tema «Il trasporto su strada nel 2020: le aspettative della società civile organizzata», richiesto dalla presidenza ceca dell’UE. La sintesi dell’audizione è consultabile sul sito http://eesc.europa.eu/sections/ten/index_en.asp ● Il CESE presenta «Un Programma per l’Europa» Come migliorare le relazioni tra l’industria, il settore dell’istruzione e le imprese? Come rendere l’innovazione redditizia per le piccole e medie imprese? Circa 70 persone hanno cercato di dare una risposta a questi interrogativi, partecipando ad una pubblica audizione sul tema «La ricerca e lo sviluppo, un sostegno alla competitività», organizzata a Praga il 18 marzo dal CESE e dalla presidenza ceca. In vista del vertice informale sull’occupazione tenutosi nella capitale ceca a inizio maggio, la presidenza ceca ha chiesto al CESE di elaborare un parere esplorativo su come la ricerca e lo sviluppo possano essere al servizio della competitività. Anna Maria Darmanin, relatrice del CESE sull’argomento, desidera assicurare uno sviluppo senza ostacoli dell’innovazione e della ricerca a livello paneuropeo. Chiede pertanto di armonizzare i programmi e le opportunità di innovazione all’interno dell’UE, di garantire una migliore informazione sulle attività di ricerca e innovazione e di incoraggiare le università e le imprese a procedere a uno scambio di idee con maggior frequenza. Per il professor Drahos dell’Accademia delle scienze della Repubblica ceca, è importante migliorare e accelerare il processo di trasferimento di idee innovative dalle università e dai centri di ricerca all’industria, affinché tutti i settori economici possano beneficiare dell’innovazione. Visto però che l’innovazione costa, la crisi economica non faciliterà certamente le cose. basata sulla conoscenza, il rafforzamento della base industriale europea, la riduzione delle emissioni di CO2 e le modalità per riconfigurare la governance europea. Durante la sessione plenaria di marzo il CESE ha dimostrato di saper offrire una valida strategia corredata da proposte concrete per far fronte ai problemi attuali dell’Unione europea. I membri del CESE hanno segnato una tappa decisiva nella storia del CESE adottando il documento di 38 pagine dal titolo «Un Programma per l’Europa: le proposte della società civile». Sullo sfondo di un clima di profonda incertezza sul fronte economico, sociale ed ambientale, che da decenni l’Europa non conosceva più, il CESE formula alcune raccomandazioni destinate ad avviare un dibattito indispensabile su temi come la creazione di una società ● «L’Unione europea ha bisogno di un nuovo progetto politico ed è proprio questo il carattere del documento che presentiamo», ha detto Henri Malosse, presidente del gruppo Datori di lavoro. Georgios Dassis, presidente del gruppo Lavoratori, ha evidenziato il carattere consensuale del «Programma per l’Europa». E per parte sua Staffan Nilsson, presidente del gruppo Attività diverse, ha sottolineato: «La visione di lungo periodo iscritta nel documento innescherà un dibattito a monte delle elezioni europee e può così contribuire ad accrescere l’affluenza alle urne, ovviando ai bassi livelli di partecipazione — inaccettabili — che hanno caratterizzato gli ultimi appunta● menti elettorali». © iStock Da sinistra a destra: Nicolas Alexopoulos, Martin Westlake e Mario Sepi «Un Programma per l’Europa» delinea una visione globale, strategica e di lungo periodo per il futuro dell’Europa. Il documento, che verrà presentato al prossimo collegio dei commissari europei e al nuovo Parlamento europeo, riunisce una serie di raccomandazioni su quattro temi: ripresa economica, diritti fondamentali e modello sociale europeo, sviluppo sostenibile e governance. Il dibattito in assemblea plenaria ha rivelato un consenso molto ampio tra i tre gruppi riguardo all’iniziativa del presidente Sepi. LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI © Fotolia Articolato in due parti, il parere del CESE solleva la problematica generale delle eccezioni ai diritti esclusivi dei titolari del diritto d’autore e dei diritti connessi; la seconda parte è dedicata ai problemi posti dalle eccezioni e limitazioni che assumono particolare rilievo per la diffusione della conoscenza ed esamina l’opportunità di adattare tali eccezioni all’era digitale. L’ampiezza delle condizioni vigenti a livello nazionale per la digitalizzazione e la comunicazione delle opere è molto variabile e a volte, a giudizio del CESE, troppo limitata. Tuttavia il CESE accoglie con favore il nuovo orientamento espresso nel libro verde, essenziale per l’ulteriore attuazione della strategia di Lisbona. Le relazioni transatlantiche — come migliorare la partecipazione della società civile Il 24 novembre il Consiglio ha consultato il CESE a proposito dell’applicazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne che esercitano un’attività autonoma. Il CESE ha adottato un parere in merito a una delle proposte legislative, e cioè quella che ha lo scopo di assicurare la parità di trattamento dei lavoratori autonomi e dei coniugi coadiuvanti (coniugi dei lavoratori autonomi che collaborano all’attività dell’impresa familiare senza essere salariati o soci). Il CESE ha elaborato un parere d’iniziativa, adottato nel corso della sessione plenaria del 24 e 25 marzo, che raccomanda di sviluppare la cooperazione economica transatlantica. La nuova amministrazione del presidente Obama e l’irrompere di una crisi finanziaria ed economica senza precedenti comporteranno un cambiamento dei rapporti tra l’UE e gli Stati Uniti, ed è dunque opportuno intraprendere nuove azioni volte a una più stretta collaborazione al fine, tra le altre cose, di mantenere gli impegni assunti dai leader del G20 al vertice del 15 novembre 2008. Il CESE deplora che la direttiva non affronti la questione del mancato riconoscimento dei «coniugi coadiuvanti» e auspica che essa proponga delle misure concrete atte a migliorare la situazione sociale e finanziaria di queste donne e a garantire loro una protezione sociale. Per finire, in conformità con questa proposta gli Stati membri sarebbero tenuti a offrire alle lavoratrici autonome la possibilità di usufruire di un regime di previdenza sociale che preveda il congedo di maternità. © iStock La Commissione ha consultato il CESE in merito a una proposta di libro verde per il diritto d’autore nell’economia della conoscenza. Il libro verde in esame intende promuovere un dibattito sui mezzi più idonei ad assicurare la diffusione online delle conoscenze, e cerca di dare risposte ad alcuni problemi relativi al ruolo del diritto d’autore. Parità di trattamento tra gli uomini e le donne che esercitano un’attività autonoma © iStock Il diritto d’autore nell’economia della conoscenza Il CESE propone di stabilire contatti coi partner economici e sociali statunitensi per istituire dei gruppi consultivi all’interno dell’amministrazione americana. Ritiene che sarà necessario adoperarsi per una positiva conclusione del ciclo di Doha, nonché per impedire la creazione di nuove barriere agli scambi commerciali e agli investimenti. Infine, il CESE invita il presidente Obama a nominare il nuovo copresidente americano del Consiglio economico transatlantico in modo da poter proseguire le importanti attività di questo organo, ampliando i suoi rapporti e intensificandone le missioni. Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale 7 Il blog del nostro presidente: che cosa può fare l’Europa quando avviene una catastrofe? La vicepresidente del CESE Irini Pari, prendendo la parola dinanzi al gruppo dei membri della Commissione europea responsabili per i diritti fondamentali, la politica antidiscriminazione e le pari opportunità, ha esortato le istituzioni europee, i governi nazionali e le parti sociali a portare avanti, specialmente nell’attuale congiuntura di crisi, le misure indispensabili per colmare il divario retributivo e promuovere l’imprenditorialità femminile. All’inizio di aprile l’Italia è stata colpita da un terribile terremoto. Secondo il presidente del CESE Mario Sepi, è il momento di mettere in moto il Fondo di solidarietà per le catastrofi naturali, con quella logica di intervento rapido richiesta dal CESE fin dall’istituzione di questo fondo. Parlane con il presidente Sepi su: Irini Pari si è dichiarata a favore di un approccio globale del problema, in modo che i responsabili politici non si limitino a legiferare, ma prendano anche tutte le misure necessarie per sostenere e rendere autonome le donne nelle loro scelte di vita. Ha quindi aggiunto che «tra i settori che richiedono un intervento prioritario, il CESE dà la precedenza alla necessità di risolvere il problema del divario retributivo tra i sessi». http://www.eesc.europa.eu/organisation/ asp president/Sepi/blog/index.asp Onorificenza europea all’ex presidente del CESE Dimitriadis © iStock Il presidente uscente del CESE Dimitris Dimitriadis ha ricevuto la medaglia europea del Business Centre Club, un’associazione polacca di imprenditori, nel corso di una cerimonia svoltasi il 3 aprile a Varsavia. Questa medaglia ricompensa personalità non appartenenti al mondo economico che si siano distinte per il loro impegno nel promuovere le idee dell’Unione europea. In precedenza questa onorificenza era stata tra l’altro conferita a Władysław Bartoszewski, uomo politico polacco sopravvissuto al campo di stermino di Auschwitz, Jerzy Buzek, già primo ministro polacco e attualmente membro del Parlamento europeo, Norman Davies, storico britannico, e Danuta Hübner, membro della Commissione europea. Istruzione: come salvaguardare l’occupazione anche in tempo di crisi L’Europa ha bisogno di più ingegneri e scienziati, di più persone in grado di gestire l’innovazione e il cambiamento e di più persone che sappiano comprendere e aprirsi a culture diverse, ha scritto recentemente la vicepresidente del CESE Irini Pari sul suo blog, presentando uno studio sulle competenze in Europa. Un EESC Design ZeroNine — Premio europeo per un presente sostenibile Nel marzo 2009, in occasione dell’Anno europeo della creatività e dell’innovazione, il CESE ha lanciato nei 27 Stati membri dell’UE un concorso internazionale di design, per la creazione e la successiva produzione di un oggetto di design innovativo e sostenibile, portatore di un messaggio forte sull’importanza della società civile. Studenti e professionisti del design sono invitati a partecipare al concorso e a presentare i loro progetti entro il 15 agosto 2009. ● Lancio del libro Europe, Globalisation and the Lisbon Agenda al CESE Il 25 marzo 2009 il CESE ha ospitato la presentazione del libro dal titolo Europe, Globalisation and the Lisbon Agenda (L’Europa, la globalizzazione e l’agenda di Lisbona), scritto da Maria João Rodrigues in collaborazione con altri autori europei. La presentazione, imperniata attorno ai temi «Crisi, globalizzazione e agenda di Lisbona», è stata aperta dal presidente del CESE Mario Sepi che sin dal suo primo giorno di presidenza ha intrattenuto su queste tematiche un rapporto di lavoro forte e fattivo con Rodrigues. Nel panel di oratori che hanno partecipato al dibattito figuravano Jiří Buriánek, direttore respon- Caporedattore Indirizzo Barbara Gessler Comitato economico e sociale europeo Edificio Jacques Delors Rue Belliard 99 1040 Bruxelles BELGIO Tel. +32 25469396 o 25469586 Fax +32 25469764 Redattori Vincent Bastien Maciej Bury Isolde Juchem Daria Santoni Panagiotis Spiliotis Nathalie Vernick Christian Weger Coordinamento generale Agnieszka Nyka 8 E-mail: [email protected] Internet: http://www.eesc.europa.eu/ http://www.eesc.europa.eu/ organisation/vicepresidents/Pari/ blog/index.asp ● Con una toccante cerimonia il CESE ha reso omaggio al suo primo segretario generale Jacques Genton, deceduto nel novembre scorso. L’attuale segretario generale del CESE Martin Westlake nel suo intervento ha riconosciuto il ruolo pionieristico svolto dai primi segretari generali e il contesto in cui essi costruirono non solo le amministrazioni delle istituzioni, ma anche il servizio pubblico europeo. ● Per ulteriori informazioni e per iscriversi si rimanda al sito: www.design-competition.eesc.europa.eu CESE info modo per evitare ulteriori tagli occupazionali in tempo di crisi? Parlane con la vicepresidente Pari su: Il CESE rende omaggio al suo primo segretario generale Jacques Genton L’oggetto vincitore del concorso sarà adottato ufficialmente dal CESE come dono promozionale da offrire in occasione delle visite ufficiali dei suoi rappresentanti e di altri eventi importanti, e nel 2010 sarà prodotto in edizione limitata nell’ambito della strategia di comunicazione del CESE. Maria João Rodrigues ● Le ultime pubblicazioni del CESE sabile per la Competitività, strategia di Lisbona, industria, ricerca e società dell’informazione presso il segretariato generale del Consiglio dell’UE, e la professoressa Janine Goetschy, dell’Istituto di studi europei dell’Università libera di Bruxelles (IEE-ULB). Il testo inglese dell’opuscolo sul Comitato economico e sociale europeo dal titolo Il CESE: un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata è stato appena pubblicato. Questa nuova edizione per il periodo 2008-2010, con testo e veste grafica rinnovati, è disponibile in formato PDF sul sito: ocu http://www.eesc.europa.eu/documents/ publications/index_en.asp L’evento era inteso a fornire ai numerosi attori della strategia di Lisbona un’occasione di incontro e di scambio su una delle tematiche più controverse di questo decennio. Tra breve saranno disponibili altre lingue. ● ● Cese info in 22 lingue: http:/ http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp //w / CESE info vienee pubblicatoo nove volte l’ann l’anno no in occasione delle sessioni i i plenarie del CESE. Le L versioni i i a stampa t di CESE CEESEE info i f in i tedesco, d inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo. Maggio 2009/4 Edizione speciale CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del Comitato: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp CESE info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE. La riproduzione, con citazione della fonte, è autorizzata (a condizione di inviarne una copia alla redazione). Tiratura: 15 500 copie. Il prossimo numero uscirà nel giugno 2009. STAMPATO SU CARTA RICICLATA AL 100 % CESE info — Maggio 2009/4 — Edizione speciale QE-AA-09-004-IT-N IN BREVE NOTIZIE SUI MEMBRI DEL CESE Intervento di Irini Pari alla Giornata internazionale della donna