VII Appuntamento annuale FINANZA E FISCALITA’ LOCALE "IL PROGETTO FEDERALISTA PER RILANCIARE IL PAESE” “Il Piano di dismissione e valorizzazione degli immobili: le procedure e le opportunità per gli enti locali” Viareggio, 8 ottobre 2008 Avv. Manlio Niccolai TONUCCI & PARTNERS [email protected] www.tonucci.it Il patrimonio immobiliare dello Stato e gli Enti territoriali • Il patrimonio immobiliare pubblico ha un valore di libro (catastale rivalutato) pari a €191 miliardi; è stimato a valori di mercato in oltre €420 miliardi. • L'80% è in mano agli Enti territoriali (valore di libro di €149 miliardi - valore di mercato pari a circa €350 miliardi). • Grandi potenzialità di riordino, valorizzazione e parziale dismissione dei cespiti non strumentali. • Il processo, in parte già avviato, prenderà maggiore slancio nei prossimi anni: – – – come conseguenza delle difficoltà di bilancio dovute ai vincoli europei ed in particolare del Patto di Stabilità Interno che hanno comportato minori risorse per gli investimenti e debito locale in crescita; valorizzazione del patrimonio priorità per reperire risorse per finanziare nuovi investimenti e per ridurre il debito locale; valorizzazione opportunità per riqualificare il territorio e volano di nuova attività economica La composizione • Circa il 55% del patrimonio immobiliare di Stato, Regioni ed Enti locali è di carattere strumentale. • Del 45% del patrimonio immobiliare in uso a terzi, circa l'80-90% è adibito ad usi di altre amministrazioni pubbliche o comunque finalizzato ad usi di tipo sociale o culturale, e il restante 10-20% in uso a privati. • La parte immediatamente utilizzabile è intorno al 5-10% del totale, per un valore di mercato circa €20-40 miliardi: – dalla stima sono esclusi i beni immobili demaniali. Per lo Stato centrale si tratta di 8.000 beni del demanio storico culturale su oltre 30.000 del patrimonio indisponibile e disponibile; – nei bilanci di Regioni ed Enti locali gli immobili considerati demaniali sono molto numerosi (ad essi tuttavia non viene dato un valore economico significativo, e quindi non rientrano nelle nostre stime, anche se nel futuro una parte di essi potrebbe partecipare al processo di valorizzazione e riqualificazione del patrimonio immobiliare pubblico). Valore di libro Stima del valore di mercato Affitti percepiti % in uso % in uso a terzi 42 30 19 11 5 1 72 54 40 14 10 2 0,05 0,05 0 0,05 n.d n.d 63% 63% 100% n.r. 90% 90% 37% 38% n.r. 100% 10% 10% 6 6 n.d 30% 70% 149 349 4,91 52% 38% Regioni 4 11 0,1 59% 41% Province 12 29 0,06 80% 20% Comuni 93 227 2,31 60% 40% Enti pubblici di cui: ASL 15 13 29 25 n.d. n.d 90% 90% 10% 10% di cui : Altri 2 4 n.d 90% 10% Edilizia Residenziale 25 53 1 n.r 90% Pubblica Edilizia Residenziale 25 53 1 n.r 90% 191 420 4,96 56% 44% Amministrazione Stato ed Enti previdenziali Patrimonio dello Stato (**) di cui : strumentali di cui non strumentali Università Gli Immobili della PA (valori in Euro miliardi) Enti pubblici Enti previdenziali Amministrazioni territoriali Pubblica TOTALE Immobili: Regioni Regione Valore di libro Stima del valore di mercato Piemonte 45 141 Lombardia 505 1579 Liguria 26 82 Trentino A. Adige 132 413 Veneto 117 364 Friuli V. Giulia 86 269 Emilia Romagna 221 690 Toscana 160 501 Umbria 276 863 Marche 124 387 Lazio 75 235 Abruzzo 85 265 Molise 15 46 Campania 190 593 Puglia 153 478 Basilicata 151 472 Calabria 57 179 Sicilia 454 1419 Sardegna 425 1330 Valle D'Aosta 581 1815 TOTALI 3877 12124 Immobili: Comuni REGIONE VALORE DI LIBRO STIMA DEL VALORE DI MERCATO PIEMONTE 7.265 17.900 LOMBARDIA 11.450 28.209 LIGURIA 5.105 12.578 TRENTINO A. ADIGE 948 2.336 VENETO 7.824 19.277 FRIULI V. GIULIA 2.619 6.453 EMILIA ROMAGNA 10.039 24.734 TOSCANA 6.791 16.732 UMBRIA 1.593 3.925 MARCHE 2.223 5.477 LAZIO 8.721 21.487 ABRUZZO 1.907 4.698 MOLISE 287 706 CAMPANIA 6.109 15.050 PUGLIA 7.821 19.270 BASILICATA 1.131 2.786 CALABRIA 2.143 5.280 SICILIA 7.156 17.632 SARDEGNA 1.468 3.616 TOTALI 92.599 228.144 Immobili e Terreni: Grandi Comuni COMUNI GRANDI Ancona Bari Bologna Cagliari Catania Firenze Genova Latina Milano Modena Napoli Palermo Parma Perugia Roma Terni Torino Trento Trieste Venezia TOTALI VALORE DI LIBRO 270 540 922 524 815 461 2.299 98 948 471 2.155 594 369 167 3.193 79 2.568 249 774 812 18.308 STIMA DEL VALORE DI MERCATO ABITANTI 510 100.507 1.021 316.532 1.743 371.217 990 164.249 1.540 313.110 871 356.118 4.345 610.307 185 10.898 1.792 1.256.211 890 175502 4.073 1004500 1.123 686722 697 163457 316 149125 6.035 2546804 149 105018 4.854 865263 471 104946 1.463 211184 1.535 271073 34.602 9879743 Il patrimonio delle Amministrazioni Territoriali • Nel periodo 2000-2005 sono stati alienati mediamente beni per circa 1 miliardo l'anno (dati Istat: Regioni per 250 milioni, Province per 50 milioni e Comuni per 700 milioni). • Tecnica utilizzata: – prevalenza dismissione degli assets – parte venduta tramite strumenti di finanza immobiliare è ancora abbastanza modesta: • a parte le cartolarizzazioni degli immobili residenziali pubblici del Comune di Roma e del Comune di Venezia, tra il 2001 e il 2002, sono state realizzati, o sono Il patrimonio delle Amministrazioni Territoriali … o sono in via di realizzazione, i seguenti fondi immobiliari: – Fondo Regione Umbria (52 milioni), Fondo Regione Sicilia (260-420), Fondo Comune di Milano (240), Fondo città di Torino (100-300) Inoltre, c’è una forte domanda di costruzione di nuovi alloggi di social housing (stima della UE: 1-3 milioni € di nuove unità immobiliari) La novità introdotta dall’art. 58 del DL 112/2008 IL PIANO DI DISMISSIONE / VALORIZZAZIONE ENTI LOCALI Individuazione beni non strumentali all’esercizio delle funzioni istituzionali Inserimento nel piano (allegato al bilancio di previsione) Patrimonio disponibile IL PIANO DI DISMISSIONE / VALORIZZAZIONE Approvazione del piano Deliberazione Consiglio Comunale …ne dispone la Destinazione Urbanistica variante al PRG (verifica di conformità per le varianti relative ai terreni agricoli e per le varianti che comportano variazioni volumetriche superiori al 10% dei volumi previsti del PRG) IL PIANO DI DISMISSIONE / VALORIZZAZIONE PUBBLICAZIONE DELL’ELENCO RICORSO ENTRO 60 GIORNI DALLA PUBBLICAZIONE VENDITA O …. VALORIZZAZIONE Art. 3 bis del DL 351/2001 Fondi Immobiliari + modalità ALTERNATIVE …..ma, le risorse provenienti dalle dismissioni, non potranno essere computate nei saldi utili ai fini del patto. IL PIANO DI DISMISSIONE/VALORIZZAZIONE PIANO DI DISMISSIONE VALORIZZAZIONE / SEMPLIFICAZIONI PATRIMONIO DISPONIBILE VARIANTE DESTINAZIONE INSERIMENTO NEL PIANO URBANISTICA SE RIG. SINGOLI IMMOBILI NO VERIFICA DI CONFORMITA’ PROVINCIA O REGIONE EFFETTO DICHIARATIVO DELLA PROPRIETA’ IL PIANO DI DISMISSIONE / VALORIZZAZIONE Produzione effetti 2644 c.c. ed EFFETTI SOTITUTIVI DELL’ISCRIZIONE DEL BENE AL CATASTO UTILIZZAZIONE PROCEDURA ex art. 3 bis DL 351/2001 Agevolazioni esonero consegna documenti sulla proprietà dei beni esonero consegna documenti su regolarità fiscale e urbanistico - edilizia LAJV VALORIZZAZIONE - VALORIZZAZIONE PATRIMONIALE 1. LE NELLA NORMATIVA COMUNITARIA TRE MODALITA’ DI VALORIZZZIONE • valorizzazione urbanistica di alcune categorie di immobili • valorizzazione commerciale e contrattuale di utilizzo degli immobili • valorizzazione tecnica (progettuale e/o esecutiva) - VALORIZZAZIONE FINANZIARIA 1. LELAJVVALORIZZAZIONE NELLA NORMATIVA COMUNITARIA MASSIMIZZAZIONE, SOTTO IL PROFILO FINANZIARIO, DELL’UTILITA’ PER L’ENTE • Aumento dei flussi di cassa attesi grazie alla valorizzazione patrimoniale • Riduzione del costo di finanziamento grazie all’ottimizzazione del collocamento Liberazione di risorse LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI ENTI LOCALI Gli Strumenti per la Valorizzazione del Patrimonio Immobiliare: a) Strumenti urbanistici b) Strumenti finanziari LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI ENTI LOCALI a) Strumenti urbanistici 1. Piano di Recupero 2. Programmi integrati di Intervento 3. STU 4. Alienazione/dimissione per la realizzazione di opere pubbliche 5. Cessione in godimento (art. 19 L. 448/98 - Art. 1, c. 907ss., Finanziaria 2007) LA VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE DEGLI ENTI LOCALI b) Strumenti finanziari 1. Project Financing 2. Fondi Immobiliari 3. Cartolarizzazione Strumenti Urbanistici maggiormente utilizzati dai Comuni di piccole e medie dimensioni, mentre gli Strumenti Finanziari sono stati utilizzati dai Comuni di più grandi dimensioni. 1. IL PIANO DI RECUPERO Artt. 27ss. Legge 457/78 INDIVIDUAZIONE DI IMMOBILI, COMPLESSI O AREE NELLO STRUMENTO URBANISTICO GENERALE (PRG) OBIETTIVO: CONSERVAZIONE, RISANAMENTO RICOSTRUZIONE O MIGLIORE UTILIZZAZIONE Eventuale subordinazione RILASCIO CONCESSIONE alla predisposizione del PdR 1. IL PIANO DI RECUPERO APPROVAZIONE con DELIBERA del CONSIGLIO COMUNALE ATTUAZIONE -PROPRIETARI, IMPRESE DI COSTRUZIONE CON MANDATO -COMUNI INTEGRAZIONE DELLE DISPOSIZIONI DELLA L. 457/78 con le NORMATIVE REGIONALI (es. LR Lombardia 12/2005 - LR Toscana 1/2005: Norme per il governo del territorio) PIANI ATTUATIVI 2. I PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO Art. 16 L. 179/92 FINALITA’ = RIQUALIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANISTICO, EDILIZIO E AMBIENTALE P.I.I. DIVERSE TIPOLOGIE DI INTERVENTO (comprese le opere di urbanizzazione) CHE INCIDONO SULLA RIORGANIZZAZIONE URBANA 2. I PROGRAMMI INTEGRATI DI INTERVENTO ….ESCLUSIONE INTERVENTI SU SINGOLI LOTTI O PORZIONI DI ISOLATO/I P.I.I. DISCIPLINA REGIONALE L.R. Lombardia n. 12/2005 – artt. 87ss. L.R. Toscana n. 1/2005 – art. 74 “Piani Complessi di Riqualificazione Insediativa” 3. LE STU ART. 120 TUEL INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE URBANA OGGETTO IN ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI MODALITA’: PREVENTIVA ACQUISIZIONE DEGLI IMMOBILI TRASFORMAZIONE E COMMERCIALIZZA= ZIONE 3. LE STU STRUMENTO URBANISTICO VIGENTE STU: FINALITA’: PRG Leggi Regionali PREDISPOSIZIONE DELLA PROGETTAZIONE URBANISTICA ESECUTIVA PER DARE ATTUAZIONE ALLE PREVISIONI DEL PRG REALIZZAZIONE DI INTERVENTI RILEVANZA E COMPLESSITA’ STUDIO DI FATTIBILITA’ SCELTA DEL SOCIO PRIVATO DI PARTICOLARE EV.TE IN OUTSOURCING CON PROCEDURA AD EVIDENZA PUBBLICA 3. LE STU − STATUTO STU − CONVENZIONE TRA PROMOTORE E SOCIETA’ OBBLIGHI E DIRITTI DELLE PARTI (AD ES. MODALITA’ ATTUATIVE, INTERVENTO DI TRASFORMAZIONE) ─ ACQUISIZIONE DELLE AREE ( anche in regime di CONCESSIONE) OPERATIVITA’ ─ TRASFORMAZIONE (PROGETTAZIONE COSTRUZIONE previste dell’intervento TRASFORMAZIONE URBANA) ─ COMMERCIALIZZAZIONE E di 3. LE STU … SCARSO SUCCESSO DELLO STRUMENTO Ad oggi, una delle poche società di questo genere è la NOVAFUTURA S.r.l., costituita dal comune di Novara per lo sviluppo di un NODO INTERNODALE … che, però, opera come una CAPOGRUPPO del COMUNE avente ad oggetto: la direzione ed il coordinamento delle “ATTIVITA’ ESERCITATE DALLE SOCIETA’ OPERATIVE DI TRASFORMAZIONE URBANA CHE POTRANNO ESSERE COSTITUITE” ─ “AVVIARE E COSTITUTIVO OPERATIVE” ─ REALIZZARE IL DELL’ATTIVITA’ PROCEDIMENTO DELLE STU DETENERE EVENTUALI PARTECIPAZIONI IN ALTRE STU ─ 4. ALIENAZIONE / DISMISSIONE PER LA REALIZZAZIONE DI OPERE PUBBLICHE ALIENAZIONE O CONCESSIONE DEL GODIMENTO DI BENI IMMOBILI CORRISPETTIVO DELL’APPALTO DI LAVORI PUBBLICI Art. 143, comma 5, CODICE APPALTI OPZIONE UTILIZZABILE NELLE CONCESSIONI DI LAVORI PUBBLICI, A CONDIZIONE CHE: ─ LE OPERE PUBBLICHE DA REALIZZARE SIANO INDICATE NEL PROGRAMMA TRIENNALE DEI LAVORI DELL’ENTE LOCALE ─ L’UTILIZZAZIONE DEI BENI SIA STRUMENTALE O CONNESSA ALL’OPERA 4. ALIENAZIONE / DISMISSIONE PER LA REALIZZAZIONE DI OPERE PUBBLICHE ALIENAZIONE COME CORRISPETTIVO DELL’APPALTO DILAVORI PUBBLICI Art. 143, comma 5, CODICE APPALTI CONCESSIONE DI LAVORI PUBBLICI TRASFERIMENTO DI PROPRIETA’ O CONCESSIONE IN GODIMENTO 5. CESSIONE IN GODIMENTO ART. 19, c.6, L. 448/98 CONCESSIONE IN GODIMENTO DELL’IMMOBILE/I A SOGGETTO CHE SI IMPEGNA A: RECUPERARLO o MIGLIORARLO ATTRAVERSO INTERVENTI DI MANUTENZIONE 5. CESSIONE IN GODIMENTO BENE IN CONCESSIONE A: - PRIVATI - ALTRE AMMINISTRAZIONI VS. PAGAMENTO DI UN PREZZO COMMISURATO AL TEMPO DI GODIMENTO DEL BENE 5. CESSIONE IN GODIMENTO CESSIONE IN GODIMENTO “EVOLUZIONE” NORMATIVA 1. Legge Merloni-Ter (L. 415/98) APPALTO “CONGIUNTO”: TRASFERIMENTO PROPRIETA’ FABBRICATI IN SOSTITUZIONE TOTALE O PARZIALE DEL CORRISPETTIVO 2. Art. 1, comma 907, L. 296/2006 (Finanziaria 2007) per la REALIZZAZIONE, ACQUISIZIONE OPERE PUBBLICHE e il COMPLETAMENTO di I COMMITTENTI POSSONO AVVALERSI CONTRATTO DI LOCAZIONE FINANZIARIA DEL B) FINANZIARI 1. STRUMENTI LE JV NELLA NORMATIVA COMUNITARIA POTENZIALE STRUTTURA Multi-Originators Comuni Attività di valorizzazione Enti Locali NewCo Veicolo Enti Pubblici Territoriali Regioni Cessione degli Assets da vendere e valorizzare Investitori Vendita attraverso Securisation 1. PROJECT FINANCING finanziamento di specifici investimenti con possibilità di ricorrere ad un elevato coinvolgimento di finanziamenti provenienti dal settore bancario principale garanzia per il rimborso dei finanziamenti flussi di cassa del progetto (con adeguati livelli di certezza, ed efficace gestione dei rischi legati all’iniziativa) valutazione dell’iniziativa di sostenibilità economico/finanziaria qualità del progetto 1. PROJECT FINANCING Non è una tecnica, né un semplice strumento finanziario…MA UN APPROCCIO alla realizzazione, gestione e finanziamento di Elevati fabbisogni finanziari iniziali PROGETTI COMPLESSI Caratterizzati da Possibilità di ripartire i rischi sui diversi soggetti partecipanti I finanziamenti sono concessi in base alla esclusiva capacità di credito del progetto Il progetto è realizzato da un’entità autonoma (SPV) ed indipendente rispetto alle aziende che a vario titolo lo promuovono 1. PROJECT FINANCING Il progetto viene valutato dai finanziatori principalmente (ma non esclusivamente) per la sua capacità di generare flussi di cassa I flussi di cassa costituiscono la fonte primaria per il rimborso del debito e per la remunerazione del capitale di rischio La fase di gestione dell’opera costituisce elemento di primaria importanza (al pari della sua costruzione), in quanto soltanto una gestione efficace e qualitativamente elevata consente di generare i flussi di cassa necessari a soddisfare banche ed azionisti Le principali garanzie connesse all’operazione sono di natura contrattuale piuttosto che di natura reale 1. PROJECT FINANCING Progetti dotati di una intrinseca capacità di generare reddito attraverso ricavi da utenza: Iniziative in cui i ricavi commerciali consentono al settore privato un integrale recupero dei costi di investimento nell’arco della vita della concessione. Coinvolgimento del settore pubblico limitato ad identificare le condizioni necessarie per consentire la realizzazione del progetto. Progetti in cui il concessionario privato fornisce direttamente servizi alla pubblica amministrazione: Iniziative – carceri, ospedali, scuole – per le quali il soggetto privato che le realizza e gestisce trae la propria remunerazione esclusivamente (o principalmente) da pagamenti effettuati dalla pubblica amministrazione su base commerciale Progetti richiedono componente contribuzione pubblica: Iniziative in cui i ricavi commerciali da utenza sono di per sé stessi insufficienti a generare adeguati ritorni economici, ma la cui realizzazione genera rilevanti esternalità positive in termini di benefici sociali indotti dalla infrastruttura. Tali esternalità giustificano l’erogazione di una componente di contribuzione pubblica che una di 1. PROJECT FINANCING Soggetti coinvolti e struttura tipo Amministrazione concedente Schema generale Fornitore di beni/servizi Permessi, autorizzazioni e contributi Beni, servizi Società di costruzione $ $ Prestazione di lavori $ Società Veicolo Risorse finanziarie Rimborsi, interessi Dividendi e altri flussi di cassa Azionisti Aumenti di capitale e debiti subordinati Performance $ Operatore Performance, canoni di concessione Banche Finanziatrici Beni, servizi Controparte commerciale Mercato $ Contratto assicurativi Assicurazioni 1. PROJECT FINANCING Il project financing per l’esecuzione di lavori pubblici: Art. 153 ss. Cod. App. (ex art. 37 bis L. 109/94) PROMOTORE: Proposte per la realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità con risorse totalmente o parzialmente a carico del promotore 1. PROJECT FINANCING CENTRALITA’ DEL PIANO ECONOMICO-FINANZIARIO E DEL CONTRATTO DI CONCESSIONE E GESTIONE Corrispettivo per la realizzazione dell’opera = diritto di gestire e sfruttare economicamente i lavori realizzati eventualmente bilanciato da un prezzo … altra modalità di bilanciamento: • cessione immobili amministrazioni aggiudicatrici • durata della concessione: oltre i 30 anni 1. PROJECT FINANCING LA SOCIETA’ DI PROGETTO (SPV) L’aggiudicatario (ATI) ha la facoltà di costituire, dopo l’aggiudicazione, una società di progetto (S.p.A. o S.r.l.) anche consortile Subentro automatico nel rapporto concessorio A TITOLO ORIGINARIO 1. PROJECT FINANCING IL TERZO DECRETO CORRETTIVO AL CODICE APPALTI D.LGS. N. 152/2008 “Nuovo” art. 153 Cod. App. rubricato “Finanza di Progetto” Abrogazione artt. 153, 154 e 155 Cod. App. DAL 17 OTTOBRE 2008 2. I FONDI IMMOBILIARI Art. 14 bis L. 86/94 FONDI IMMOBILIARI AD APPORTO PUBBLICO SOTTOSCRIZIONE QUOTE Art. 12 bis Regolamento Ministero del Tesoro n. 228/1999 Apporto di immobili (o diritti reali su immobili o partecipazioni in società immobiliari) Almeno il 51% ENTI LOCALI 2. I FONDI IMMOBILIARI Principali caratteristiche: Fondo “chiuso” Agevolazioni fiscali Vincolo di collocamento 60% quote sul mercato entro 18 mesi dall’ultimo apporto Possibilità di effettuare operazioni in conflitto di interesse dei conferimenti 100% 2. I FONDI IMMOBILIARI • Valorizzare/privatizzare gli immobili pubblici è un'attività non semplice. I problemi sono molteplici: – rischi giuridico-amministrativi: tempi lunghi per la bonifica amministrativa, per il cambio di destinazione d'uso, per i permessi urbanistici, etc. – ostacoli politici; – ostacoli locali: ogni immobile pubblico inutilizzato rappresenta un "accumulo di sogni locali" e quindi ogni decisione sul suo destino scatena reazioni che possono diventare ostacoli e che quindi vanno "ascoltate" e opportunamente mediate; – qualità del portafoglio: non tutto il patrimonio è di "qualità"; quindi in prima fase si dovrebbe procedere attraverso un "cherry picking" che tuttavia lascerebbe fuori dai processi di valorizzazione/privatizzazione immobili di scarso interesse commerciale e alti costi di ristrutturazione e manutenzione di cui tuttavia l'Ente locale desidera "liberarsi“. 2. I FONDI IMMOBILIARI Le potenzialità dei Fondi immobiliari degli Enti territoriali Pertanto: da un lato occorre prevedere tempi lunghi di realizzazione delle singole operazioni e, dall'altro, acquisire notevoli capacità "politiche" di gestione dei processi di valorizzazione/privatizzazione. Il Fondo immobiliare risulta essere uno strumento adatto alla valorizzazione degli immobili pubblici alla luce delle seguenti considerazioni: grande flessibilità riguardo alle dimensioni possibili e alla varietà delle tipologie di immobili da trasferire possibilità di realizzare fondi multi-originator che raccolgano portafogli di Comuni limitrofi creando dei veri e propri "fondi distretto“ tempi lunghi per la dismissione/valorizzazione e la possibilità di gestirla attraverso "piani industriali" concordati con enti locali e i soggetti di mercato 2. I FONDI IMMOBILIARI Le potenzialità dei Fondi immobiliari degli Enti territoriali Piani industriali che contemplino ex ante accordi con i Comuni sulle destinazioni d'uso e sui piani urbanistici in cambio di up-side successivo trasferito in capo all'ente attraverso meccanismi patrimoniali; accettabilità politica proprio perché permette di partecipare al processo sia in fase di strutturazione, sia durante la vita del Fondo tramite membri negli organi di governance con poteri di indirizzo e controllo. Il fondo immobiliare presenta, tuttavia, alcuni punti di debolezza: è uno strumento illiquido e, per questo motivo, un po' rigido in certi casi potrebbe limitare la platea dei potenziali investitori non sempre massimizza il valore del portafoglio per il soggetto cedente per un portafoglio di asset immobiliari omogenei un'asta competitiva normalmente permette di ottenere valori più alti rispetto alla cessione a fondi immobiliari (oltretutto con un processo più efficiente e trasparente). 2. I FONDI IMMOBILIARI • • • Recentemente i Comuni di Milano e dì Torino, le Regioni dell'Umbria, del Lazio e della Sicilia, hanno scelto il fondo immobiliare come strumento per la valorizzazione di complessi di immobili di vario genere. Si può stimare che nei prossimi anni i fondi immobiliari di Regioni ed Enti locali possano crescere a ritmi di 1-2 miliardi di euro all'anno. Fondi aventi ad oggetto immobili pubblici sono stati, ad oggi, dei seguenti tipi: – – fondi con immobili strumentali: FIP, Patrimonio Uno, Fondo Regione Sicilia; Fondi di valorizzazione ad apporto: • Fondo Alpha, Fondo Beta, Fondo Gamma, Fondo Comune di Milano, Fondo Comune di Torino; • fondi di sviluppo urbano: Fondo Umbria; • fondi promossi da soggetti privati o non-profit in partnership con amministrazioni pubbliche: • Fondo Abitare Sociale 1. 2. I FONDI IMMOBILIARI Fondo Comune di Milano • Il Comune di Milano ha avviato, in partnership con CDP, un Piano di Valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare che prevede come leva operativa principale la costituzione di un fondo comune di investimento immobiliare ad apporto. • Gli immobili saranno trasferiti al Fondo secondo una duplice modalità: • – una prima porzione del portafoglio immobiliare sarà trasferita al Fondo sulla base di un contratto di apporto a fronte della sottoscrizione, da parte del Comune, di quote di classe A e di quote di classe B emesse dal Fondo stesso (Equity del Fondo); – la restante porzione sarà venduta al Fondo a fronte del pagamento di un corrispettivo in denaro. Emissione di quote di classe A sottoscritte dal Comune che saranno poi, in parte o interamente, collocate presso investitori qualificati. 2. I FONDI IMMOBILIARI Fondo Comune di Milano • Il valore di alienazione sarà quindi ottenuto come somma dei corrispettivi incassati a fronte del trasferimento degli immobili oggetto di compravendita al Fondo e dei corrispettivi incassati a fronte del collocamento delle quote di classe A presso investitori qualificati. • Le quote di classe B saranno detenute dal Comune e incorporeranno diritti patrimoniali e diritti di governance finalizzati ad assicurare il rispetto dei vincoli di salvaguardia e garanzie sociali previsti. • L'operazione, che non riguarderà gli immobili di edilizia economica popolare né quelli usati dall'Amministrazione per le proprie attività, interesserà in via prioritaria: – – – gli immobili siti nei condomini (particolarmente onerosi per l'Amministrazione nelle spese di gestione); gli immobili liberi; gli immobili attualmente occupati per "usi diversi" (come ad esempio magazzini, uffici, autorimesse). 3. LA CARTOLARIZZAZIONE STRUTTURA OPERAZIONE DI CARTOLARIZZAZIONE Pagamenti Banca o Intermed. Finanz. Cessione Crediti Swap Agreement Credito / Debito SPV Banca o Intermed. Finanz. Originator Debitori Prezzo d’acquisto Servicing, Cash Management Agreement Prezzo titoli Titoli Investitori 51 3. LA CARTOLARIZZAZIONE Disciplina contenuta nella Legge n. 410/2001 Art. 84 della Legge Finanziaria 2003 OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE REALIZZATE DA REGIONI ED ENTI LOCALI APPOSITA DISCIPLINA (IN LARGA PARTE CONFORME A QUELLA PREVISTA DALLA L. 410/2001) PER LE OPERAZIONI DI CARTOLARIZZAZIONE FINALIZZATE ALLA DISMISSIONE DEI PATRIMONI IMMOBILIARI DI REGIONI ED ENTI LOCALI. 3. LA CARTOLARIZZAZIONE Art. 84 della Legge Finanziaria 2003 IMPOSSIBILITA’, PER LE REGIONI E GLI ENTI LOCALI, DI PORRE IN ESSERE PROVVEDIMENTI DI RICOGNIZIONE DEL RISPETTIVO PATRIMONIO IMMOBILIARE CHE ABBIANO EFFETTI DICHIARATIVI DELLA PROPRIETA’. RINVIO ALLA DISCIPLINA CONTENUTA NELLE LEGGI REGIONALI, NEI REGOLAMENTI E NEGLI STATUTI DEI SINGOLI ENTI TERRITORIALI COINVOLTI 3. LA CARTOLARIZZAZIONE Principali differenze tra l’art. 84 della Legge Finanziaria 2003 e la disciplina della Legge n. 410/2001 Costituzione dell’SPV a cura della regione o dell’ente locale originator, anche con atto unilaterale della Regione o dell’ente locale originator. Il trasferimento degli immobili all’SPV deve avvenire con atto pubblico o scrittura privata autenticata, previa delibera dell’organo competente dell’ente proprietario secondo il rispettivo ordinamento. La delibera di trasferimento ha il medesimo contenuto previsto per i decreti del Ministro dell’economia e delle finanze dall’art. 3, comma 1, della Legge n. 410/2001. L’art. 84 non richiama il primo periodo dell’articolo 3, comma 18, della Legge n. 410/2001; esoneroo dall’obbligo di consegnare, al momento del trasferimento degli immobili alla SPV, i documenti relativi alla proprietà dei beni e alla regolarità urbanistica-edilizia e fiscale degli stessi. Art. 84; l’ordinaria disciplina prevista dall’art. 38 della Legge n. 392/1978 (per gli immobili ad uso non abitativo) e dall’art. 3, comma 1, lett. G, della Legge n. 448/1998 (per gli immobili ad uso abitativo), nonché dell’eventuale disciplina prevista in apposite leggi regionali ovvero in via convenzionale. 3. LA CARTOLARIZZAZIONE Beni demaniali e beni patrimoniali indisponibili Art. 84: l’inclusione dei beni nella delibera di trasferimento alla SPV non modifica il regime giuridico previsto, per i beni demaniali, dagli articoli 823 e 829, comma 1, del codice civile. Regime di inalienabilità, a meno che non venga preventivamente disposto il passaggio di detti beni, secondo le ordinarie forme di legge, al patrimonio disponibile dell’ente pubblico originator. Il passaggio di beni demaniali o patrimoniali indisponibili al patrimonio disponibile dell’ente territoriale originator, al fine della loro dismissione mediante cartolarizzazione, non può avvenire con la semplice inclusione di detti beni nelle delibere di trasferimento degli stessi alla SPV, dovendosi a tal fine rispettare le previsioni contenute negli articoli 828, comma 2 e 829 del codice civile e in eventuali norme speciali. 3. LA CARTOLARIZZAZIONE Operazioni “multi-originator” In mancanza di un espresso divieto, sembra ragionevole che più enti territoriali possano costituire un’unica SPV per realizzare una pluralità di operazioni di cartolarizzazione, finalizzate alla dismissione dei rispettivi patrimoni immobiliari. In tal caso, il patrimonio immobiliare trasferito da ciascun ente originator resterebbe separato dagli altri e sarebbe destinato all’esclusivo soddisfacimento dei diritti dei portatori dei titoli emessi per finanziarne l’acquisto. Inoltre, gli eventuali proventi finali di ciascuna operazione sarebbero utilizzati esclusivamente per il pagamento del prezzo differito al rispettivo ente pubblico originator.