ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SOCIALI SUL TERRITORIO Monica Minelli Organizzazione del Servizio sociale: identikit del servizio titolarità della gestione del Servizio (Comuni, Ausl, Asp, Asc, ...) tipologia di attività: segretariato sociale, servizio sociale, emergenza sociale livello del Servizio: di base, di secondo livello, servizio specialistico Organizzazione del Servizio sociale: identikit del servizio tipologia di utenza: ambito territoriale, età, target specifici tipologia di intervento: individuale, di gruppo, di comunità tipologia di funzioni: presa in carico/erogazione di servizi, committenza, lavoro di rete Organizzazione del Servizio sociale: elementi di lettura mission e obiettivi organigramma, ruoli e funzioni strumenti di lavoro gestione delle risorse umane e dei produttori integrazione e lavoro di rete finanziamento e risorse struttura e attrezzature capacità di cambiamento e innovazione Mission e obiettivi definizione della “mission” Carta dei servizi, Bilancio sociale definizione del target di utenza, tipologia di bisogno e di servizi/prestazioni Piano annuale del Servizio (in relazione al “Profilo di comunità”) indicatori quali-quantitativi di misurazione degli obiettivi del Piano Organigramma, ruoli e funzioni struttura e cultura dell’organizzazione organizzazione a rete del Servizio il ruolo di responsabile e gli altri ruoli la comunicazione orizzontale (il lavoro d’equipe) la comunicazione verticale il case- management i gruppi di progetto Organizzazione e strumenti di lavoro il sistema informativo dei Servizi sociali linee guida, protocolli, regolamenti i progetti individualizzati (PIVEC, PAI, PEI, ...) i progetti di gruppo (gruppi di sostegno, ...) i progetti di comunità (ricerca di servizio sociale,...) Gestione delle risorse umane benessere e clima organizzativo diversity management informazione, coinvolgimento e responsabilizzazione dei collaboratori sistema di valutazione dei collaboratori progetti innovativi, di miglioramento e diffusione dei risultati del Servizio tutoring, supervisione, aggiornamento, confronto con altri servizi Diversity management nasce nei primi anni ’60 negli USA cambiamenti e diversificazione della “forza lavoro” (femminilizzazione, culture diverse, lavoratori disabili...) dimensioni primarie e secondarie della diversità in Italia la riflessione è più recente e orientata in particolare alla diversità di genere Diversity management tre fasi storiche (Trevor-Wilson, 1997): 19501970, l’età della disuguaglianza; 1970-2000, l’età dell’uguaglianza; dal 2000, l’età dell’equità il diversity management afferma che le risorse umane siano il patrimonio principale di un’organizzazione e ne propone la piena valorizzazione delle differenze individuali, non (solo) come superamento delle discriminazioni, ma come tecnica manageriale che aumenta l’efficacia e l’efficienza dell’intera organizzazione Diversity management: il decalogo (Jacobs, 1999) ogni singolo dipendente rappresenta un asset rielvante per la competitività aziendale per creare pari opportunità ognuno deve essere trattato in modo diverso il d. m. ha un duplice significato: non solo rimuovere le barriere discriminatorie, ma anche liberare il potenziale di ognuno la diversità è un potenziale da utilizzare, non un problema da risolvere il d. m. non riguarda solo i gruppi di minoranza Diversity management: il decalogo (Jacobs, 1999) c’è posto per tutti in un’organizzazione inclusiva la cultura è il collante dell’organizzazione il d.m. si basa sul commitment del vertice aziendale la valorizzazione della diversità è un processo da condividere con le persone: è qualcosa che le persone fanno, non qualcosa che si fa alle persone il d. m. è parte integrante della strategia di impresa, non un’appendice Integrazione organizzativa e lavoro di rete integrazione con gli altri Servizi sociali integrazione con i Servizi sanitari territoriali ed ospedalieri integrazione con gli altri Enti e Servizi (scuola, casa,lavoro, giustizia...) lavoro di rete con altre Istituzioni del territorio (Fondazioni,...) lavoro di rete con attori singoli e associati del territorio (volontari, associazioni, commercianti,..) Organizzazione del Servizio: finanziamento e risorse modalità di finanziamento del Servizio definizione del budget annuale del Servizio e processo di budgeting attivazione delle risorse degli utenti, delle famiglie e della comunità progetti di “fund raising” (Fondazioni, progetti europei, ...) La gestione dei produttori mappatura dei produttori presenti sul territorio e tipo di relazione (fornitori di prestazioni o partner?) caratteristiche del servizio/prestazioni fornite dal produttore modalità di relazione con il produttore (sulla singola situazione o sul servizio complessivo) misurazione di output e di outcome progetti di miglioramento e innovazione Accessibilità e struttura accessibilità del Servizio (strumenti informativi, orari di apertura, ubicazione) struttura in cui è ubicato il Servizio (accesso disabili, adeguatezza degli spazi, della segnaletica, presenza di sale di attesa...) attrezzature (arredi, strumenti informatici,...) Organizzazione e cambiamento riflessione critica e verifica dell’attività del Servizio: tempi, modalità e strumenti flessibilità e modifica dell’assetto organizzativo del Servizio al modificarsi delle situazioni di bisogno progetti di innovazione organizzativa parole chiave ORGANIZZAZIONE DIVERSITY SISTEMA A RETE MANAGEMENT INFORMATIVO DEI SERVIZI SOCIALI