ETICA 2001 ONLUS Piazza Giorgione 58/F 31033 Castelfranco Veneto (TV) email: [email protected] cell. 336241284 In collaborazione con S.O.S. INFANZIA O.N.L.U.S. ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA Numero di Iscrizione al Registro Regionale VI 0467 C.F.: 95068980242 Sito web: www.sosinfanzia.org email: [email protected] Via Marosticana 265 Vicenza tel. e fax 0444 945261 cell. 3397939100 2 Monitoraggio Abusi sui Minori Con il contributo del Centro Servizi per il Volontariato di Castelfranco Veneto Con la consulenza scientifica del Movimento per l’Infanzia In collaborazione con gli Istituti Superiori di Castelfranco Veneto Settembre 2006 - Maggio 2007 3 Perché questo monitoraggio. La percezione sociale del fenomeno della violenza sui bambini risulta particolarmente ripugnante e difficile, perché troppo in antitesi con le pretese etiche e ideali della nostra cultura. Il dramma degli abusi fisici, psicologici e sessuali a danno dei minori è per questo ancora in gran parte sommerso, occulto alla coscienza civile, ma diffuso in tutti gli strati sociali, molto più di quanto l’opinione pubblica ne abbia reale consapevolezza. Per quanto riguarda la violenza sessuale, che è la forma di abuso più devastante, la letteratura internazionale riporta numerosissimi studi e ricerche attuate fin dagli anni ‘70 in vari stati europei ed extraeuropei (in particolare Gran Bretagna e Stati Uniti), in prevalenza di carattere retrospettivo in quanto condotte nei riguardi di popolazioni di adulti e di adolescenti, che indicano ormai unanimemente una percentuale di abusi che si attesta su una media del 15%-20%, media che diventa molto più alta (fino al 40/50%) in alcune popolazioni specifiche (donne con problemi psichiatrici, tossicodipendenti, ecc.). 4 Si riportano a titolo esemplificativo i risultati di alcune ricerche: 1. ricerca Diane Russel (Nord America 1983) in merito a violenze e abusi con contatto fisico indica una percentuale del 38% del campione studiato di abusi avvenuti prima dei 18 anni, del 29% per abusi vissuti prima dei 14 anni. 2. ricerca condotta da Kelly, Regan e Burton (Gran Bretagna 1991): rilevò all’interno del campione, costituito da 1244 studenti fra i 16 e i 21 anni, che il 21% delle femmine e il 7% dei maschi dichiarava di aver subito almeno un esperienza di abuso consumatosi con contatto fisico. 3. ricerca condotta dal dott. Jérome Laederach, ricercatore presso l’università di Ginevra, portata a termine rispettando una severa organizzazione metodologica su un campione di 1193 adolescenti di 68 scuole del cantone di Ginevra, conclude che il 20,4% delle ragazze e il 3,3% dei ragazzi hanno subito abuso a carattere sessuale. Per quanto riguarda l’Italia, l’esistenza del fenomeno ha continuato ad essere totalmente ignorata fino alla fine degli 5 anni ’80. I risultati finora ottenuti confermano, però, anche per l’Italia, le percentuali rilevate a livello internazionale. Il rapporto fra emerso e sommerso, stando ad una di queste ricerche, è di 1 a 100 (Caffarra,1994-CENSIS, 1998); considerato che le denunce alla magistratura sono circa 700-800 all’anno, gli eventi abusivi a danno dei minori si attesterebbero attorno ai 70.000- 80.000 casi all’anno. Tutte le ricerche finalizzate a fare emergere il fenomeno sommerso della violenza a danno di fanciulli indicano una cifra che varia dal 15% al 25% quale percentuale di ragazzi che dichiarano, rispondendo ad un questionario anonimo, di essere stati oggetto di gravi violenze fisiche o sessuali, (ricerca documentata di Sos infanzia nel 2005 e pubblicata nel libro “Un nuovo orizzonte per l’Infanzia - di Graziano Guerra”, ricerca Istituto di igiene e medicina preventiva Università di Milano 2001). Significa che in Italia circa due milioni di bambini su dieci milioni, secondo le proiezioni di queste ricerche, sono stati oggetto di gravi violenze sessuali o fisiche; di questi casi solo lo 0,9% è stato oggetto di denuncia. 6 Come si svolge il Monitoraggio Si effettuerà un incontro interattivo tra i ricercatori e gli studenti con i seguenti criteri: 1) si forniranno in un primo incontro delle informazioni sulla specifica tematica e sulle definizioni esatte di violenza; 2) forniremo questo opuscolo che riassume informazioni e luoghi di ascolto e di aiuto, sia nel pubblico che nel privato sociale. 3) cercheremo di strutturare una relazione di confidenza soddisfacente, che è una delle condizioni indispensabili alla raccolta dei dati, garantendo l’anonimato, ed il carattere intimo, personale e segreto dei risultati. -La seconda parte sarà la compilazione del questionario che avrà luogo in ogni classe in data ed orario concordata con l’Istituto. 7 DEFINIZIONI La pedofilia Nonostante la derivazione etimologica esprima l’amore per i bambini[1], il suo significato si è ristretto al campo dell’attrazione erotica e delle molestie nei confronti dei bambini. Negli anni Sessanta R. von Kraft-Ebing la definì “una perversione in cui una persona si sente eroticamente attratta da bambini di entrambi i sessi”; in tempi più recenti, il DSMIV[2] ne ha data una definizione più ampia inserendola nell’ambito delle parafilie, termine introdotto da Stekel per esprimere un disturbo dell’ eccitazione sessuale che, in questo caso, è resa possibile soltanto da stimoli particolari considerati sessualmente anomali dalla società[3]. [1] Il termine viene dal greco –fileo che significa “amore”. Il DSM IV ossia Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, è il manuale diagnostico-statistico dei disturbi mentali più accreditato tra i professionisti della psiche. [3] A tale categoria appartengono, per esempio, il feticismo (l’eccitazione è ottenuta mediante abiti o biancheria intima), l’esibizionismo (l’eccitazione si ottiene esibendo i propri organi genitali), il voyerismo (ci si eccita non consenzienti), il travestitismo (ci si eccita vestendosi con abiti dell’altro sesso) ecc. [2] 8 Le caratteristiche essenziali delle parafilie sono infatti rappresentate da fantasie, impulsi sessuali o comportamenti ricorrenti e intensamente eccitanti che in generale riguardano oggetti inanimati, situazioni particolari o atipiche, la sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del patner, persone non consenzienti o, nel caso specifico, bambini. La parola “pedofilia” è spesso male interpretata. Secondo il “Grande dizionario della lingua italiana” (Utet), “La pedofilia è una deviazione sessuale in cui si manifesta un interesse erotico per fanciulli impuberi maschi o femmine, talora limitato al desiderio o al tentativo di seduzione, oppure unito a esibizionismo, a sadismo, a feticismo”. Sottolineiamo la parola “impuberi”: il pedofilo ha interesse per bambini che non sono ancora arrivati alla pubertà; ciò non esclude, tuttavia, che, per esempio nella famiglia, il comportamento pervertito non continui nei confronti di bambini divenuti adolescenti. “Pedofilia” non è sinonimo di pederastia o di omosessualità. “Pederastia” significa avere rapporti sessuali con ragazzi. Tale termine, ora 9 in disuso, veniva usato di solito nella letteratura italiana con un significato spregiativo, indicando il rapporto erotico fra un adulto e un adolescente. Mentre la parola “pederastia” ha quindi un significato ben preciso, la parola “pedofilia” indica una serie di comportamenti che l’adulto ha, o richiede, nei confronti del bambino, usandolo ed eccitandolo per eccitarsi sessualmente: qualche volta i pedofili, gravemente turbati psichicamente, non si limitano a carezze, masturbazione o fellatio ma arrivano persino alla penetrazione del bambino, con conseguenze a volte devastanti sul piano fisiologico date le differenze anatomiche, anche se bisogna aggiungere, il pedofilo, sa usare metodologie invasive violente con tecniche e metodologie mirate a non lasciare segni sul corpo del bambino evidenti. Quando la pedofilia è anche incesto, le conseguenze della violenza sul bambino sono particolarmente distruttive. Le statistiche rivelano che i pedofili appartengono per lo più alla cerchia intima del bambino. Come si evince dai risultati di altri simili monitoraggi, spesso 10 sono parenti stretti, come il padre, la madre o entrambi i genitori, nonni, zii, cugini, fratelli maggiori: quindi persone in cui il bambino aveva riposto la propria totale fiducia e che lo hanno tradito, invece di fornirgli uno scudo protettivo. Il padre, la madre, o comunque un familiare, che sa e tace, e che magari sconfessa le confidenze del bambino aumentano colpevolmente la sua disperazione. La pedofilia, come dimostrano anche le nostre statistiche, è praticata da individui con caratteristiche diverse: anziani, adulti e giovani, incolti ma anche adeguatamente istruiti. Non esiste una tipologia univoca del pedofilo [4]: la pedofilia è un tratto multifattoriale in cui entrano in gioco aspetti mentali, istituzionali, di attività, di educazione sessuale, di violenza, di controllo delle pulsioni. Molti condannati per pedofilia hanno dichiarato di essere stati vittima di abusi durante la loro infanzia. Tuttavia, 4 La tendenza ad avere un contatto sessuale con i bambini può essere considerata un continuum che va dall’individuo per il quale il bambino costituisce l’oggetto sessuale scelto (pedofilia preferenziale) a quello per il quale la scelta di un oggetto sessuale immaturo è essenzialmente una questione di opportunità o di coincidenza (pedofilia situazionale). Quest’ultimo è il caso di soggetti “adattabili” o “superficiali” che prendono ciò che capita o che viene loro offerto senza farsi scrupoli di sorta. 11 fortunatamente, una grande percentuale di vittime di violenza riesce a diventare un adulto ed un genitore rispettoso dei diritti dei bambini ed anzi, questi adulti, molto spesso dimostrano doti di sensibilità e responsabilità nei confronti dei minori superiori a chi la violenza non l’ha subita; Secondo molti psicologi e psichiatri i pedofili avrebbero una personalità immatura, problemi di relazione o sensi di inferiorità che non consentono loro di reggere un rapporto amoroso adulto, “alla pari”: individui con disturbi narcisistici e fragile stima di sé, si focalizzano sui bambini perché possono controllarli e dominarli e con loro non provano sentimenti di inadeguatezza. La maggior parte dei pedofili cerca di non maltrattare i bambini che riesce ad avvicinare, sia per l’attrazione che provano nei loro confronti, sia perché non sono animati da impulsi, a loro dire, malevoli e sia perché cercano di evitare che essi possano parlare, lamentarsi o svelare il crimine. Secondo diversi psicanalisti bisogna sottolineare la pedofilia vera e propria: per quanto distorta, deviata, 12 patologica, l’attrazione che il “vero” pedofilo prova per il bambino, non è solo sessuale, ma è, a suo modo, una forma d’amore in cui c’è affetto, tenerezza, comprensione, anche se l’incapacità dell’adulto di contenere le pulsioni sessuali rappresenta, come sappiamo, per il bambino, un grosso danno psicofisico. I pedofili più “buoni”, sono paradossalmente anche i più pericolosi perchè si mimetizzano con perfida astuzia tra la cosiddetta gente "perbene". Violenza fisica Picchiare con o senza l'uso di oggetti. Spintonare, tirare per i capelli, dare schiaffi, pugni, dare calci, strangolare, ustionare, ferire con un coltello, torturare, uccidere. Maltrattamento fisico E’ una forma di violenza evidente, in quanto produce nel corpo della persona che ne è vittima lesioni difficilmente imputabili a eventi accidentali. E’ la forma di abuso più manifesta. Viene agita in varie forme di aggressione quali percosse, pugni, calci, scuotimenti, scottature, 13 graffi, tirate di capelli, morsi, urti contro pareti e pavimenti. E’ una forma di violenza che spesso avviene all’interno delle mura domestiche; il maltrattamento fisico costituisce un reato previsto dal codice penale, inoltre nel 2001 è stata emanata la Legge n. 154 che prevede delle misure di protezione delle vittime di maltrattamento e di abuso sessuale, quali per esempio l’allontanamento del responsabile delle violenze. Violenza psicologica Minacciare, insultare, umiliare, attaccare l'identità e l' autostima, isolarla, impedire o controllare le sue relazioni con gli altri, essere sbattute fuori casa, essere rinchiuse in casa. La violenza psicologica contro bambini e adolescenti consiste in atti omessi o commessi che vengono ritenuti, in base a criteri comunemente accettati uniti a perizia professionale, psicologicamente dannosi. Tali atti vengono commessi da individui, singolarmente o collettivamente, che per loro 14 caratteristiche (per es. età, condizione sociale, conoscenze, forme organizzative) sono in una posizione di potere differenziale che rende un bambino vulnerabile. Questi atti danneggiano, immediatamente o come conseguenza ultima, il modo di agire comportamentale, cognitivo, affettivo o fisico del bambino. Tra gli esempi di violenza psicologica vi sono atti di rifiuto, d'intimorimento, d'isolamento, di sfruttamento e di errata socializzazione. a.. Rifiutare. Rifiutare di riconoscere, di credere, di accogliere; non accettare, respingere. Scartare, mettere da parte. Rifiutare di ascoltare, di ricevere. Rigettare (categoria distinta da "non riconoscere la sensibilità psicologica" citata alla fine dell'elenco, che esprime un mancato riconoscimento passivo, mentre qui si tratta di rifiuto attivo). Esempi: trattare il bambino in maniera differente rispetto a fratelli e sorelle o a coetanei, in modi che fanno pensare a un'antipatia nei suoi confronti; rifiutare attivamente di prestare aiuto o di riconoscere la richiesta di aiuto da parte del bambino. 15 b.. Umiliare. Degradare da posizioni o condizioni più alte ad altre più basse; privare della dignità. Gettare nel discredito o nello sfavore; deprezzare. Esempi: chiamare un bambino "stupido"; etichettarlo come inferiore; umiliarlo pubblicamente. c.. Intimorire. Impressionare con il terrore, mettere in situazioni di paura, spaventare con minacce violente; costringere con intimidazioni. Esempi: minacciare lesioni fisiche o addirittura di uccidere; costringere un bambino ad osservare atti di violenza contro persone che lui ama; lasciare un bambino piccolo incustodito. d.. Isolare. Allontanare un bambino da sé; separarlo da tutti gli altri. Esempi: chiudere un bambino in uno stanzino o, per qualche tempo, in una camera dove viene lasciato solo; non consentire interazioni o relazioni con i coetanei o con persone adulte al di fuori della famiglia. 16 e.. Corrompere. Rendere antisociali o ribelli alla società; rendere disadattati rispetto alle esigenze o agli usi sociali; rendere corrotti; cambiare da buoni a cattivi; degradare. Esempi: insegnare e rafforzare atti che umiliano gli individui diversi per razza o etnicamente; insegnare e rafforzare una condotta criminale; fare apparire come normali, abituali o appropriati, attraverso i mass-media, modelli antisociali e irreali. f.. Sfruttare. Strumentalizzare; non tenere nel dovuto valore. Utilizzare a proprio vantaggio o profitto. Esempi: molestare sessualmente un bambino; impiegare un bambino in casa nel ruolo di un servo o come sostituto di uno dei genitori; incoraggiare un bambino a partecipare nella produzione della pornografia. g.. Non riconoscere la sensibilità psicologica. Omettere di fornire quella cura sensibile e responsabile che è necessaria per promuovere un sano sviluppo socio-emotivo; mostrarsi distaccati e non coinvolti; interagire solo quando sembra necessario. Esempi: ignorare i 17 tentativi di interazione compiuti dal bambino; trattare il bambino meccanicamente, non preoccupandosi mai di tenerlo in braccio, di accarezzarlo, di baciarlo, di parlargli. In questi atteggiamenti sembra che vi siano tutte le forme più importanti di violenza psicologica. LEGISLAZIONE (codice penale) Art. 609 bis Violenza sessuale Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorita', costringe taluno a compiere o subire atti sessuali e' punito con la reclusione da cinque a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a compiere o subire atti sessuali: 1) abusando delle condizioni di inferiorita' fisica o psichica della persona offesa al momento dei fatto; 2) traendo in inganno la persona offesa per essersi il colpevole sostituito ad altra persona. Nei casi di minore gravita' la pena e' diminuita in misura non eccedente i due terzi. Articolo aggiunto dell'art. 3, L.15 febbraio 1996, n. 66. 18 Art. 609 ter Circostanze aggravanti La pena e' della reclusione da sei a dodici anni se i fatti di cui all'articolo 609-bis sono commessi: 1) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni quattordici; 2) con l'uso di armi o di sostanze alcoliche, narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o sostanze gravemente lesivi della salute della persona offesa; 3) da persona travisata o che simuli la qualita' di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio; 4) su persona comunque sottoposta a limitazioni della liberta' personale; 5) nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni sedici della quale il colpevole sia l'ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore. La pena e' della reclusione da sette a quattordici anni se il fatto e' commesso nei confronti di persona che non ha compiuto gli anni dieci. Articolo aggiunto dall'art. 4, L.15 febbraio 1996, n. 66. 19 Art. 609 quater Atti sessuali con minorenne Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609-bis chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali con persona che al momento del fatto: 1) non ha compiuto gli anni quattordici; 2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l'ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore e' affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di convivenza. Non e' punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste nell'articolo 609bis, compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza di eta' tra i soggetti non e' superiore a tre anni. Nei casi di minore gravita' le pena e' diminuita fino a due terzi. Si applica la pena di cui all'articolo 609-ter, secondo comma, se la persona offesa non ha compiuto gli anni dieci. Articolo aggiunto dall'art. 5, L.15 febbraio 1996, n. 66. Art. 609 quinquies Corruzione di minorenne Chiunque compie atti sessuali in presenza di 20 persona minore di anni quattordici, al fine di farla assistere, e' punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. Articolo aggiunto dall'art. 6, L.15 febbraio 1996, n. 66. Art. 609 sexies Ignoranza dell'eta' della persona Quando i delitti previsti negli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater e 609-octies sono commessi in danno di persona minore di anni quattordici, nonche' nel caso del delitto di cui all'articolo 609-quinquies, il colpevole non puo' invocare, a propria scusa, l'ignoranza dell'eta' della persona offesa. Articolo aggiunto dall'art. 7, L.15 febbraio 1996, n. 66. Art. 609-septies Querela di parte I delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-ter e 609-quater sono punibili a querela della persona offesa. Salvo quanto previsto dall'articolo 597, terzo comma, il termine per la proposizione della querela e' di sei mesi. La querela proposta e' irrevocabile. Si procede tuttavia d'ufficio: 1) se il fatto di cui all'articolo 609-bis e' commesso nei confronti di persona che al 21 momento del fatto non ha compiuto gli anni quattordici; 2) se il fatto e' commesso dal genitore, anche adottivo, o dal di lui convivente, dal tutore, ovvero da altra persona cui il minore e' affidato per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia; 3) se il fatto e' commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio nell'esercizio delle proprie funzioni; 4) se il fatto e' connesso con un altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio; 5) se il fatto e' commesso nell'ipotesi di cui all'articolo 609-quater, ultimo comma. Articolo aggiunto dall'art. 8, L.15 febbraio 1996, n. 66. Art. 609 octies Violenza sessuale di gruppo La violenza sessuale di gruppo consiste nella partecipazione, da parte di piu' persone riunite, ad atti di violenza sessuale di cui all'articolo 609-bis. Chiunque commette atti di violenza sessuale di gruppo e' punito con la reclusione da sei a dodici anni. La pena e' aumentata se concorre taluna delle circostanze aggravanti previste dall'articolo 609-ter. 22 La pena e' diminuita per il partecipante la cui opera abbia avuto minima importanza nella preparazione o nella esecuzione del reato. La pena e' altresi' diminuita per chi sia stato determinato a commettere il reato quando concorrono le condizioni stabilite dai numeri 3) e 4) del primo comma e dal terzo comma dell'articolo 112. Articolo aggiunto dall'art. 9, L.15 febbraio 1996, n. 66. Art. 609 nonies Pene accessorie ed altri effetti penali La condanna per alcuno dei delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609quinquies e 609-octies comporta: 1) la perdita della potesta' del genitore, quando la qualita' di genitore e' elemento costitutivo del reato; 2) l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela ed alla curatela; 3) la perdita del diritto agli alimenti e l'esclusione dalla successione della persona offesa. Articolo aggiunto dall'art.10, L.15 febbraio 1996,n. 66. 23 Art. 609-decies Comunicazione al tribunale per i minorenni Quando si procede per alcuno dei delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quinquies e 609-octies commessi in danno di minorenni, ovvero per il delitto previsto dall'articolo 609quater, il procuratore della Repubblica ne da' notizia al tribunale per i minorenni. Nei casi previsti dal primo comma l'assistenza effettiva e psicologica della persona offesa minorenne e' assicurata, in ogni stato e grado del procedimento, dalla presenza dei genitori o di altre persone idonee indicate dal minorenne e ammesse dall'autorita' giudiziaria che procede. In ogni caso al minorenne e' assicurata l'assistenza dei servizi minorili dell'Amministrazione della giustizia e dei servizi istituiti dagli enti locali. Dei servizi indicati nel terzo comma si avvale altresi' l'autorita' giudiziaria in ogni stato e grado del procedimento. Articolo aggiunto dall'art.11, L.15 febbraio 1996 n. 66. 24 A chi rivolgersi ETICA 2001 ONLUS Piazza Giorgione 58/F 31033 Castelfranco Veneto (TV) email: [email protected] Tel. e fax 0423 737541 S.O.S. INFANZIA ONLUS Via Marosticana 265 36100 Vicenza Email: [email protected] Tel. 339 7939100 Fax 0444 945261 Dott.ssa Cristina Zamengo, Psicologa e Psicoterapeuta Via Perosi 4 36015 Schio (VI) tel. 349 5104169 email: [email protected] Dott. Sonny Raumer, psicologo cell. 3498127103 Email: [email protected] Avv. G. Andrea Coffari, presidente Movimento per l’Infanzia Via Marconi 58, Firenze Tel. 055 5088028 Email: [email protected] Avv. Gabriella Folliero, Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423 495554 cell. 336 241284 Ufficio Assistenti Sociali Castelfranco Veneto: Orario ufficio: Martedì e Venerdì 10.00 - 12.00 Indirizzo: Via F. M. Preti 36, 31033 Castelfranco Veneto 0423.735526 - 735527 - 735595 - 735551 Fax 0423.735528 E-mail: [email protected] 25 Etica 2001 Onlus ed S.o.s. Infanzia Onlus hanno progettato il monitoraggio “Abusi sui Minori” grazie all’opera gratuita e volontaria dei propri soci. Tutte le spese sostenute per questo progetto (professionisti, formazione, consulenza, segreteria, tipografia ecc.), sono state sostenute grazie all’importante contributo del Centro Servizi per il Volontariato di Treviso. La positiva valutazione del progetto da parte del Prof. Roberto Nardello, coordinatore degli Istituti Superiori, ci ha consentito una fattiva collaborazione agevolando lo svolgimento di questa attività presso tutte le scuole superiori di Castelfranco Veneto. Ai vari sostegni, sia economici che morali, si sono aggiunte forme di concreta collaborazione gratuita da parte di varie persone sensibili e attente a queste specifiche tematiche sociali. Doveroso da parte nostra quindi, ringraziare pubblicamente la preziosa e gratuita collaborazione attiva alla realizzazione di questo progetto della prof.ssa Raffaella Bertolo, Luciana Caprì, Eddy Porcellato e Angela Gugliotta. 26 Ma tutto questo ha potuto trovare compimento grazie alla disponibilità delle scuole e degli studenti coinvolti nel progetto. Tutti gli Istituti Superiori hanno evidenziato nei Presidi d’Istituto e nei professori delegati a tale iniziativa spirito di solidarietà e sensibilità che in alcuni casi non riteniamo per niente retorico definire di eccellenza. Un caloroso ed affettuoso Grazie a tutti voi. Presidente di Etica 2001 Onlus Avv. Gabriella Folliero Presidente di S.o.s. Infanzia Onlus Graziano Guerra Presidente Movimento per l’Infanzia Avv. G. Andrea Coffari 27