ETICA 2001 ONLUS
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In collaborazione con
S.O.S. INFANZIA O.N.L.U.S.
ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA
Numero di Iscrizione al Registro Regionale VI 0467
C.F.: 95068980242
Sito web: www.sosinfanzia.org
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2
Monitoraggio Abusi sui Minori
Con il contributo del Centro Servizi per il
Volontariato di Castelfranco Veneto
Con la consulenza scientifica del
Movimento per l’Infanzia
In collaborazione con gli Istituti Superiori di
Castelfranco Veneto
Settembre 2006 - Maggio 2007
3
Perché questo monitoraggio.
La percezione sociale del fenomeno della
violenza sui bambini risulta particolarmente
ripugnante e difficile, perché troppo in antitesi
con le pretese etiche e ideali della nostra cultura.
Il dramma degli abusi fisici, psicologici e
sessuali a danno dei minori è per questo ancora
in gran parte sommerso, occulto alla coscienza
civile, ma diffuso in tutti gli strati sociali, molto
più di quanto l’opinione pubblica ne abbia reale
consapevolezza. Per quanto riguarda la violenza
sessuale, che è la forma di abuso più devastante,
la
letteratura
internazionale
riporta
numerosissimi studi e ricerche attuate fin dagli
anni ‘70 in vari stati europei ed extraeuropei (in
particolare Gran Bretagna e Stati Uniti), in
prevalenza di carattere retrospettivo in quanto
condotte nei riguardi di popolazioni di adulti e
di
adolescenti,
che
indicano
ormai
unanimemente una percentuale di abusi che si
attesta su una media del 15%-20%, media che
diventa molto più alta (fino al 40/50%) in
alcune popolazioni specifiche (donne con
problemi psichiatrici, tossicodipendenti, ecc.).
4
Si riportano a titolo esemplificativo i risultati
di alcune ricerche:
1. ricerca Diane Russel (Nord America 1983) in
merito a violenze e abusi con contatto fisico
indica una percentuale del 38% del campione
studiato di abusi avvenuti prima dei 18 anni, del
29% per abusi vissuti prima dei 14 anni.
2. ricerca condotta da Kelly, Regan e Burton
(Gran Bretagna 1991): rilevò all’interno del
campione, costituito da 1244 studenti fra i 16 e i
21 anni, che il 21% delle femmine e il 7% dei
maschi dichiarava di aver subito almeno un
esperienza di abuso consumatosi con contatto
fisico.
3. ricerca condotta dal dott. Jérome Laederach,
ricercatore presso l’università di Ginevra,
portata a termine rispettando una severa
organizzazione metodologica su un campione di
1193 adolescenti di 68 scuole del cantone di
Ginevra, conclude che il 20,4% delle ragazze e
il 3,3% dei ragazzi hanno subito abuso a
carattere sessuale. Per quanto riguarda l’Italia,
l’esistenza del fenomeno ha continuato ad
essere totalmente ignorata fino alla fine degli
5
anni ’80. I risultati finora ottenuti confermano,
però, anche per l’Italia, le percentuali rilevate a
livello internazionale. Il rapporto fra emerso e
sommerso, stando ad una di queste ricerche, è di
1 a 100 (Caffarra,1994-CENSIS, 1998);
considerato che le denunce alla magistratura
sono circa 700-800 all’anno, gli eventi abusivi a
danno dei minori si attesterebbero attorno ai
70.000- 80.000 casi all’anno. Tutte le ricerche
finalizzate a fare emergere il fenomeno
sommerso della violenza a danno di fanciulli
indicano una cifra che varia dal 15% al 25%
quale percentuale di ragazzi che dichiarano,
rispondendo ad un questionario anonimo, di
essere stati oggetto di gravi violenze fisiche o
sessuali, (ricerca documentata di Sos infanzia
nel 2005 e pubblicata nel libro “Un nuovo
orizzonte per l’Infanzia - di Graziano Guerra”,
ricerca Istituto di igiene e medicina preventiva
Università di Milano 2001). Significa che in
Italia circa due milioni di bambini su dieci
milioni, secondo le proiezioni di queste
ricerche, sono stati oggetto di gravi violenze
sessuali o fisiche; di questi casi solo lo 0,9% è
stato oggetto di denuncia.
6
Come si svolge il Monitoraggio
Si effettuerà un incontro interattivo tra i
ricercatori e gli studenti con i seguenti criteri:
1) si forniranno in un primo incontro delle
informazioni sulla specifica tematica e sulle
definizioni
esatte
di
violenza;
2) forniremo questo opuscolo che riassume
informazioni e luoghi di ascolto e di aiuto, sia
nel pubblico che nel privato sociale.
3) cercheremo di strutturare una relazione di
confidenza soddisfacente, che è una delle
condizioni indispensabili alla raccolta dei dati,
garantendo l’anonimato, ed il carattere intimo,
personale
e
segreto
dei
risultati.
-La seconda parte sarà la compilazione del
questionario che avrà luogo in ogni classe in
data ed orario concordata con l’Istituto.
7
DEFINIZIONI
La pedofilia
Nonostante la derivazione etimologica esprima
l’amore per i bambini[1], il suo significato si è
ristretto al campo dell’attrazione erotica e delle
molestie nei confronti dei bambini. Negli anni
Sessanta R. von Kraft-Ebing la definì “una
perversione in cui una persona si sente
eroticamente attratta da bambini di entrambi i
sessi”; in tempi più recenti, il DSMIV[2] ne ha
data una definizione più ampia inserendola
nell’ambito delle parafilie, termine introdotto da
Stekel per esprimere un disturbo dell’
eccitazione sessuale che, in questo caso, è resa
possibile soltanto da stimoli particolari
considerati
sessualmente
anomali
dalla
società[3].
[1]
Il termine viene dal greco –fileo che significa “amore”.
Il DSM IV ossia Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, è
il manuale diagnostico-statistico dei disturbi mentali più accreditato tra i
professionisti della psiche.
[3]
A tale categoria appartengono, per esempio, il feticismo (l’eccitazione è
ottenuta mediante abiti o biancheria intima), l’esibizionismo (l’eccitazione si
ottiene esibendo i propri organi genitali), il voyerismo (ci si eccita non
consenzienti), il travestitismo (ci si eccita vestendosi con abiti dell’altro
sesso) ecc.
[2]
8
Le caratteristiche essenziali delle parafilie sono
infatti rappresentate da fantasie, impulsi sessuali
o comportamenti ricorrenti e intensamente
eccitanti che in generale riguardano oggetti
inanimati, situazioni particolari o atipiche, la
sofferenza o l’umiliazione di se stessi o del
patner, persone non consenzienti o, nel caso
specifico, bambini.
La parola “pedofilia” è spesso male interpretata.
Secondo il “Grande dizionario della lingua
italiana” (Utet), “La pedofilia è una deviazione
sessuale in cui si manifesta un interesse erotico
per fanciulli impuberi maschi o femmine, talora
limitato al desiderio o al tentativo di seduzione,
oppure unito a esibizionismo, a sadismo, a
feticismo”.
Sottolineiamo la parola “impuberi”: il pedofilo
ha interesse per bambini che non sono ancora
arrivati alla pubertà; ciò non esclude, tuttavia,
che, per esempio nella famiglia, il
comportamento pervertito non continui nei
confronti di bambini divenuti adolescenti.
“Pedofilia” non è sinonimo di pederastia o di
omosessualità. “Pederastia” significa avere
rapporti sessuali con ragazzi. Tale termine, ora
9
in disuso, veniva usato di solito nella letteratura
italiana con un significato spregiativo,
indicando il rapporto erotico fra un adulto e un
adolescente.
Mentre la parola “pederastia” ha quindi un
significato ben preciso, la parola “pedofilia”
indica una serie di comportamenti che l’adulto
ha, o richiede, nei confronti del bambino,
usandolo ed eccitandolo per eccitarsi
sessualmente: qualche volta i pedofili,
gravemente turbati psichicamente, non si
limitano a carezze, masturbazione o fellatio ma
arrivano persino alla penetrazione del bambino,
con conseguenze a volte devastanti sul piano
fisiologico date le differenze anatomiche, anche
se bisogna aggiungere, il pedofilo, sa usare
metodologie invasive violente con tecniche e
metodologie mirate a non lasciare segni sul
corpo del bambino evidenti.
Quando la pedofilia è anche incesto, le
conseguenze della violenza sul bambino sono
particolarmente distruttive. Le statistiche
rivelano che i pedofili appartengono per lo più
alla cerchia intima del bambino. Come si evince
dai risultati di altri simili monitoraggi, spesso
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sono parenti stretti, come il padre, la madre o
entrambi i genitori, nonni, zii, cugini, fratelli
maggiori: quindi persone in cui il bambino
aveva riposto la propria totale fiducia e che lo
hanno tradito, invece di fornirgli uno scudo
protettivo. Il padre, la madre, o comunque un
familiare, che sa e tace, e che magari sconfessa
le confidenze del bambino aumentano
colpevolmente la sua disperazione.
La pedofilia, come dimostrano anche le nostre
statistiche, è praticata da individui con
caratteristiche diverse: anziani, adulti e giovani,
incolti ma anche adeguatamente istruiti.
Non esiste una tipologia univoca del pedofilo
[4]: la pedofilia è un tratto multifattoriale in cui
entrano in gioco aspetti mentali, istituzionali, di
attività, di educazione sessuale, di violenza, di
controllo delle pulsioni. Molti condannati per
pedofilia hanno dichiarato di essere stati vittima
di abusi durante la loro infanzia. Tuttavia,
4 La tendenza ad avere un contatto sessuale con i bambini può essere
considerata un continuum che va dall’individuo per il quale il bambino
costituisce l’oggetto sessuale scelto (pedofilia preferenziale) a quello per il
quale la scelta di un oggetto sessuale immaturo è essenzialmente una
questione di opportunità o di coincidenza (pedofilia situazionale).
Quest’ultimo è il caso di soggetti “adattabili” o “superficiali” che prendono
ciò che capita o che viene loro offerto senza farsi scrupoli di sorta.
11
fortunatamente, una grande percentuale di
vittime di violenza riesce a diventare un adulto
ed un genitore rispettoso dei diritti dei bambini
ed anzi, questi adulti, molto spesso dimostrano
doti di sensibilità e responsabilità nei confronti
dei minori superiori a chi la violenza non l’ha
subita;
Secondo molti psicologi e psichiatri i
pedofili avrebbero una personalità immatura,
problemi di relazione o sensi di inferiorità che
non consentono loro di reggere un rapporto
amoroso adulto, “alla pari”: individui con
disturbi narcisistici e fragile stima di sé, si
focalizzano sui bambini perché possono
controllarli e dominarli e con loro non provano
sentimenti di inadeguatezza.
La maggior parte dei pedofili cerca di non
maltrattare i bambini che riesce ad avvicinare,
sia per l’attrazione che provano nei loro
confronti, sia perché non sono animati da
impulsi, a loro dire, malevoli e sia perché
cercano di evitare che essi possano parlare,
lamentarsi o svelare il crimine. Secondo diversi
psicanalisti bisogna sottolineare la pedofilia
vera e propria: per quanto distorta, deviata,
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patologica, l’attrazione che il “vero” pedofilo
prova per il bambino, non è solo sessuale, ma è,
a suo modo, una forma d’amore in cui c’è
affetto, tenerezza, comprensione, anche se
l’incapacità dell’adulto di contenere le pulsioni
sessuali rappresenta, come sappiamo, per il
bambino, un grosso danno psicofisico. I pedofili
più “buoni”, sono paradossalmente anche i più
pericolosi perchè si mimetizzano con perfida
astuzia tra la cosiddetta gente "perbene".
Violenza fisica
Picchiare con o senza l'uso di oggetti.
Spintonare, tirare per i capelli, dare schiaffi,
pugni, dare calci, strangolare, ustionare, ferire
con un coltello, torturare, uccidere.
Maltrattamento fisico
E’ una forma di violenza evidente, in quanto
produce nel corpo della persona che ne è vittima
lesioni difficilmente imputabili a eventi
accidentali. E’ la forma di abuso più manifesta.
Viene agita in varie forme di aggressione quali
percosse, pugni, calci, scuotimenti, scottature,
13
graffi, tirate di capelli, morsi, urti contro pareti e
pavimenti. E’ una forma di violenza che spesso
avviene all’interno delle mura domestiche; il
maltrattamento fisico costituisce un reato
previsto dal codice penale, inoltre nel 2001 è
stata emanata la Legge n. 154 che prevede delle
misure di protezione delle vittime di
maltrattamento e di abuso sessuale, quali per
esempio l’allontanamento del responsabile delle
violenze.
Violenza psicologica
Minacciare, insultare, umiliare, attaccare
l'identità e l' autostima, isolarla, impedire o
controllare le sue relazioni con gli altri, essere
sbattute fuori casa, essere rinchiuse in casa.
La violenza psicologica contro bambini e
adolescenti consiste in atti omessi o commessi
che vengono ritenuti, in base a criteri
comunemente accettati uniti a perizia
professionale, psicologicamente dannosi. Tali
atti vengono commessi da individui,
singolarmente o collettivamente, che per loro
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caratteristiche (per es. età, condizione sociale,
conoscenze, forme
organizzative) sono in una posizione di potere
differenziale che rende un bambino vulnerabile.
Questi atti danneggiano, immediatamente o
come conseguenza ultima, il modo di agire
comportamentale, cognitivo, affettivo o fisico
del bambino. Tra gli esempi di violenza
psicologica vi sono atti di rifiuto,
d'intimorimento,
d'isolamento,
di
sfruttamento e di errata socializzazione.
a.. Rifiutare. Rifiutare di riconoscere, di
credere, di accogliere; non accettare, respingere.
Scartare, mettere da parte. Rifiutare di ascoltare,
di ricevere. Rigettare (categoria distinta da "non
riconoscere la sensibilità psicologica" citata alla
fine dell'elenco, che esprime un mancato
riconoscimento passivo, mentre qui si tratta di
rifiuto attivo).
Esempi: trattare il bambino in maniera
differente rispetto a fratelli e sorelle o a
coetanei, in modi che fanno pensare a
un'antipatia nei suoi confronti; rifiutare
attivamente di prestare aiuto o di riconoscere la
richiesta di aiuto da parte del bambino.
15
b.. Umiliare. Degradare da posizioni o
condizioni più alte ad altre più basse; privare
della dignità. Gettare nel discredito o nello
sfavore; deprezzare. Esempi: chiamare un
bambino "stupido"; etichettarlo come inferiore;
umiliarlo pubblicamente.
c.. Intimorire. Impressionare con il terrore,
mettere in situazioni di paura, spaventare con
minacce violente; costringere con intimidazioni.
Esempi: minacciare lesioni fisiche o addirittura
di uccidere; costringere un bambino ad
osservare atti di violenza contro persone che lui
ama; lasciare un bambino piccolo incustodito.
d.. Isolare. Allontanare un bambino da sé;
separarlo da tutti gli altri.
Esempi: chiudere un bambino in uno stanzino o,
per qualche tempo, in una camera dove viene
lasciato solo; non consentire interazioni o
relazioni con i coetanei o con persone adulte al
di fuori della famiglia.
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e.. Corrompere. Rendere antisociali o ribelli
alla società; rendere disadattati rispetto alle
esigenze o agli usi sociali; rendere corrotti;
cambiare da buoni a cattivi; degradare. Esempi:
insegnare e rafforzare atti che umiliano gli
individui diversi per razza o etnicamente;
insegnare e rafforzare una condotta criminale;
fare apparire come normali, abituali o
appropriati, attraverso i mass-media, modelli
antisociali e irreali.
f.. Sfruttare. Strumentalizzare; non tenere nel
dovuto valore. Utilizzare a proprio vantaggio o
profitto. Esempi: molestare sessualmente un
bambino; impiegare un bambino in casa nel
ruolo di un servo o come sostituto di uno dei
genitori; incoraggiare un bambino a partecipare
nella produzione della pornografia.
g.. Non riconoscere la sensibilità psicologica.
Omettere di fornire quella cura sensibile e
responsabile che è necessaria per promuovere
un sano sviluppo socio-emotivo; mostrarsi
distaccati e non coinvolti; interagire solo
quando sembra necessario. Esempi: ignorare i
17
tentativi di interazione compiuti dal bambino;
trattare il bambino meccanicamente, non
preoccupandosi mai di tenerlo in braccio, di
accarezzarlo, di baciarlo, di parlargli.
In questi atteggiamenti sembra che vi siano tutte
le forme più importanti di violenza psicologica.
LEGISLAZIONE (codice penale)
Art. 609 bis Violenza sessuale
Chiunque, con violenza o minaccia o mediante
abuso di autorita', costringe taluno a compiere o
subire atti sessuali e' punito con la reclusione da
cinque a dieci anni.
Alla stessa pena soggiace chi induce taluno a
compiere o subire atti sessuali:
1) abusando delle condizioni di inferiorita' fisica
o psichica della persona offesa al momento dei
fatto;
2) traendo in inganno la persona offesa per
essersi il colpevole sostituito ad altra persona.
Nei casi di minore gravita' la pena e' diminuita
in misura non eccedente i due terzi.
Articolo aggiunto dell'art. 3, L.15 febbraio 1996, n. 66.
18
Art. 609 ter Circostanze aggravanti
La pena e' della reclusione da sei a dodici anni
se i fatti di cui all'articolo 609-bis sono
commessi:
1) nei confronti di persona che non ha compiuto
gli anni quattordici;
2) con l'uso di armi o di sostanze alcoliche,
narcotiche o stupefacenti o di altri strumenti o
sostanze gravemente lesivi della salute della
persona offesa;
3) da persona travisata o che simuli la qualita' di
pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico
servizio;
4) su persona comunque sottoposta a limitazioni
della liberta' personale;
5) nei confronti di persona che non ha compiuto
gli anni sedici della quale il colpevole sia
l'ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore.
La pena e' della reclusione da sette a quattordici
anni se il fatto e' commesso nei confronti di
persona che non ha compiuto gli anni dieci.
Articolo aggiunto dall'art. 4, L.15 febbraio 1996, n. 66.
19
Art. 609 quater Atti sessuali con minorenne
Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609-bis
chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in
detto articolo, compie atti sessuali con persona
che al momento del fatto:
1) non ha compiuto gli anni quattordici;
2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il
colpevole sia l'ascendente, il genitore anche
adottivo, il tutore, ovvero altra persona cui, per
ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di
vigilanza o di custodia, il minore e' affidato o
che abbia, con quest'ultimo, una relazione di
convivenza. Non e' punibile il minorenne che, al
di fuori delle ipotesi previste nell'articolo 609bis, compie atti sessuali con un minorenne che
abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza
di eta' tra i soggetti non e' superiore a tre anni.
Nei casi di minore gravita' le pena e' diminuita
fino a due terzi. Si applica la pena di cui
all'articolo 609-ter, secondo comma, se la
persona offesa non ha compiuto gli anni dieci.
Articolo aggiunto dall'art. 5, L.15 febbraio 1996, n. 66.
Art. 609 quinquies Corruzione di minorenne
Chiunque compie atti sessuali in presenza di
20
persona minore di anni quattordici, al fine di
farla assistere, e' punito con la reclusione da sei
mesi a tre anni.
Articolo aggiunto dall'art. 6, L.15 febbraio 1996, n. 66.
Art. 609 sexies Ignoranza dell'eta' della
persona
Quando i delitti previsti negli articoli 609-bis,
609-ter, 609-quater e 609-octies sono commessi
in danno di persona minore di anni quattordici,
nonche' nel caso del delitto di cui all'articolo
609-quinquies, il colpevole non puo' invocare, a
propria scusa, l'ignoranza dell'eta' della persona
offesa.
Articolo aggiunto dall'art. 7, L.15 febbraio 1996, n. 66.
Art. 609-septies Querela di parte
I delitti previsti dagli articoli 609-bis, 609-ter e
609-quater sono punibili a querela della persona
offesa. Salvo quanto previsto dall'articolo 597,
terzo comma, il termine per la proposizione
della querela e' di sei mesi.
La querela proposta e' irrevocabile.
Si procede tuttavia d'ufficio:
1) se il fatto di cui all'articolo 609-bis e'
commesso nei confronti di persona che al
21
momento del fatto non ha compiuto gli anni
quattordici;
2) se il fatto e' commesso dal genitore, anche
adottivo, o dal di lui convivente, dal tutore,
ovvero da altra persona cui il minore e' affidato
per ragioni di cura, di educazione, di istruzione,
di vigilanza o di custodia;
3) se il fatto e' commesso da un pubblico
ufficiale o da un incaricato di pubblico servizio
nell'esercizio delle proprie funzioni;
4) se il fatto e' connesso con un altro delitto per
il quale si deve procedere d'ufficio;
5) se il fatto e' commesso nell'ipotesi di cui
all'articolo 609-quater, ultimo comma.
Articolo aggiunto dall'art. 8, L.15 febbraio 1996, n. 66.
Art. 609 octies Violenza sessuale di gruppo
La violenza sessuale di gruppo consiste nella
partecipazione, da parte di piu' persone riunite,
ad atti di violenza sessuale di cui all'articolo
609-bis. Chiunque commette atti di violenza
sessuale di gruppo e' punito con la reclusione da
sei a dodici anni. La pena e' aumentata se
concorre taluna delle circostanze aggravanti
previste dall'articolo 609-ter.
22
La pena e' diminuita per il partecipante la cui
opera abbia avuto minima importanza nella
preparazione o nella esecuzione del reato. La
pena e' altresi' diminuita per chi sia stato
determinato a commettere il reato quando
concorrono le condizioni stabilite dai numeri 3)
e 4) del primo comma e dal terzo comma
dell'articolo 112.
Articolo aggiunto dall'art. 9, L.15 febbraio 1996, n. 66.
Art. 609 nonies Pene accessorie ed altri effetti
penali
La condanna per alcuno dei delitti previsti dagli
articoli 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609quinquies e 609-octies comporta:
1) la perdita della potesta' del genitore, quando
la qualita' di genitore e' elemento costitutivo del
reato;
2) l'interdizione perpetua da qualsiasi ufficio
attinente alla tutela ed alla curatela;
3) la perdita del diritto agli alimenti e
l'esclusione dalla successione della persona
offesa.
Articolo aggiunto dall'art.10, L.15 febbraio 1996,n. 66.
23
Art. 609-decies Comunicazione al tribunale
per i minorenni
Quando si procede per alcuno dei delitti previsti
dagli articoli 609-bis, 609-ter, 609-quinquies e
609-octies commessi in danno di minorenni,
ovvero per il delitto previsto dall'articolo 609quater, il procuratore della Repubblica ne da'
notizia al tribunale per i minorenni.
Nei casi previsti dal primo comma l'assistenza
effettiva e psicologica della persona offesa
minorenne e' assicurata, in ogni stato e grado del
procedimento, dalla presenza dei genitori o di
altre persone idonee indicate dal minorenne e
ammesse dall'autorita' giudiziaria che procede.
In ogni caso al minorenne e' assicurata
l'assistenza dei servizi minorili
dell'Amministrazione della giustizia e dei
servizi istituiti dagli enti locali.
Dei servizi indicati nel terzo comma si avvale
altresi' l'autorita' giudiziaria in ogni stato e
grado del procedimento.
Articolo aggiunto dall'art.11, L.15 febbraio 1996 n. 66.
24
A chi rivolgersi
ETICA 2001 ONLUS
Piazza Giorgione 58/F 31033 Castelfranco Veneto (TV)
email: [email protected]
Tel. e fax 0423 737541
S.O.S. INFANZIA ONLUS
Via Marosticana 265 36100 Vicenza
Email: [email protected]
Tel. 339 7939100 Fax 0444 945261
Dott.ssa Cristina Zamengo, Psicologa e Psicoterapeuta
Via Perosi 4 36015 Schio (VI) tel. 349 5104169
email: [email protected]
Dott. Sonny Raumer, psicologo cell. 3498127103
Email: [email protected]
Avv. G. Andrea Coffari, presidente Movimento per l’Infanzia
Via Marconi 58, Firenze
Tel. 055 5088028
Email: [email protected]
Avv. Gabriella Folliero, Castelfranco Veneto (TV)
Tel. 0423 495554 cell. 336 241284
Ufficio Assistenti Sociali Castelfranco Veneto:
Orario ufficio: Martedì e Venerdì 10.00 - 12.00
Indirizzo: Via F. M. Preti 36, 31033 Castelfranco Veneto
0423.735526 - 735527 - 735595 - 735551 Fax 0423.735528
E-mail: [email protected]
25
Etica 2001 Onlus ed S.o.s. Infanzia Onlus hanno
progettato il monitoraggio “Abusi sui Minori”
grazie all’opera gratuita e volontaria dei propri
soci. Tutte le spese sostenute per questo
progetto
(professionisti,
formazione,
consulenza, segreteria, tipografia ecc.), sono
state sostenute grazie all’importante contributo
del Centro Servizi per il Volontariato di
Treviso.
La positiva valutazione del progetto da parte del
Prof. Roberto Nardello, coordinatore degli
Istituti Superiori, ci ha consentito una fattiva
collaborazione agevolando lo svolgimento di
questa attività presso tutte le scuole superiori di
Castelfranco Veneto.
Ai vari sostegni, sia economici che morali, si
sono aggiunte forme di concreta collaborazione
gratuita da parte di varie persone sensibili e
attente a queste specifiche tematiche sociali.
Doveroso da parte nostra quindi, ringraziare
pubblicamente
la
preziosa
e
gratuita
collaborazione attiva alla realizzazione di questo
progetto della prof.ssa Raffaella Bertolo,
Luciana Caprì, Eddy Porcellato e Angela
Gugliotta.
26
Ma tutto questo ha potuto trovare compimento
grazie alla disponibilità delle scuole e degli
studenti coinvolti nel progetto. Tutti gli Istituti
Superiori hanno evidenziato nei Presidi
d’Istituto e nei professori delegati a tale
iniziativa spirito di solidarietà e sensibilità che
in alcuni casi non riteniamo per niente retorico
definire di eccellenza.
Un caloroso ed affettuoso Grazie a tutti voi.
Presidente di Etica 2001 Onlus
Avv. Gabriella Folliero
Presidente di S.o.s. Infanzia Onlus
Graziano Guerra
Presidente Movimento per l’Infanzia
Avv. G. Andrea Coffari
27
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