“Il ruolo del facilitatore linguistico-culturale all'interno della scuola primaria nel processo di integrazione dei bambini stranieri neo-arrivati, in zona via Padova”. Gruppo di ricerca formatosi all'interno del laboratorio “I QUARTIERI DELLE CITTÀ CONTEMPORANEE: MIGRAZIONI, IDENTITÀ E PRATICHE TRANSNAZIONALI” Dott.ssa Angela Savio Abruzzi Silvia 827154 Airoldi Lea 806307 Ferrara Francesca 804529 Manfredi Valentina 806075 Corso di Laurea in Lingue e Culture per la Comunicazione e la Cooperazione Internazionale Università degli Studi di Milano - a.a. 2012/2013 Ambito territoriale: Zona 2 di Milano Stazione Centrale Gorla Turro Precotto Greco Mirabello Villaggio dei Giornalisti Maggiolina Greco Fornasetta Quartiere Adriano Crescenzago Ambito territoriale: Via Padova - (Zona 2 di Milano) Premesse L'area di Via Padova è una delle aree della città con il più alto tasso di cittadini non italiani residenti: parlando di problematiche linguistiche abbiamo scelto la zona di viale Padova come la zona più stigmatizzata da questo punto di vista. Riteniamo perciò che le scuole della zona presentino un'alta percentuale di bambini con una lingua madre diversa dall'italiano. Di conseguenza, abbiamo ipotizzato che esse si siano attivate con progetti specifici rivolti all’accoglienza e all'integrazione dei bambini neo-arrivati (sfruttando risorse interne o esterne). Figura di maggior interesse: IL FACILITATORE LINGUISTICO... Definizione ufficiale del Ministero della Pubblica Istruzione: “Docente utilizzato sul posto di insegnamento italiano L2” Per ora in Italia non esiste una cattedra di insegnamento dell'italiano L2 Funzione: aiutare il bambino neo-arrivato ad avere una conoscenza sempre più approfondita della lingua italiana. Inevitabilmente riveste anche il ruolo di mediatore culturale. ...figura legata al concetto di EMPOWERMENT DEFINIZIONE: concetto (insieme di conoscenze, competenze) + processo (percorso che permette di acquisire e aumentare competenze, responsabilità, raggiungere degli obiettivi e fare delle scelte) → insieme di competenze, capacità, conoscenze che rendono capaci i singoli e i gruppi di scegliere, porsi degli obiettivi, elaborare strategie per raggiungerli, a partire dalla proprie risorse. La comunità (in questo caso la scuola) ha un ruolo centrale nel fornire ai cittadini occasioni di sviluppo di sé che permettano loro di prendere parte ai processi comunitari. Nel caso trattato, empowerment indica un processo di rafforzamento, nel bambino seguito, dell'autostima e della consapevolezza delle conoscenze e abilità pregresse. Ipotesi di partenza I bambini stranieri neo-arrivati in scuole dotate di un servizio permanente di facilitazione linguistica ottengono risultati migliori da diversi punti di vista: Scolastico Relazionale Nei processi di integrazione (*) rispetto ai loro coetanei che frequentano scuole in cui tale servizio non è previsto. (*) Il concetto di Integrazione La nostra definizione di partenza: → Valorizzazione del pluralismo culturale. → Accettazione della diversità culturale. → Multiculturalismo. →Per “integrazione” non si intende totale assimilazione e omologazione, bensì la libertà di poter essere se stessi e quindi il rivendicare una doppia appartenenza. (*) Il concetto di Integrazione Il concetto di Integrazione implica perciò il rifiuto del concetto di ASSIMILIZZAZIONE (= completa adesione e totale interiorizzazione dei modelli di comportamento e dei valori della società di cui il migrante entra a far parte, causando così un indebolimento dei legami transnazionali all'interno della propria comunità), il cui obiettivo è quello della permanenza definitiva e dell'acquisizione della cittadinanza. (*) Il concetto di Integrazione Attraverso lo strumento delle interviste abbiamo cercato di verificare se la nostra definizione di Integrazione era condivisa anche dai nostri testimoni privilegiati. (*) Il concetto di Integrazione A. C., presidente della Commissione Scuola Zona 2 “A me il termine integrazione non piace, va sempre definito, è un termine che usiamo tutti per comodità ma può avere un'accezione negativa in quanto presuppone un'assimilazione. Preferirei usare il termine multi-cultura: si dovrebbe cercare di mantenere le proprie caratteristiche culturali nel rispetto di quelle degli altri, e sempre in un'ottica di confronto, arricchimento, desiderio di incontro. In via Padova il modello dovrebbe essere diverso [da quello dell'assimilazione francese, ad esempio] anche perché entrambe le parti esprimono da tempo un comune desiderio di comunicazione.” (*) Il concetto di Integrazione A. M., responsabile del progetto Polo Start1 “Non mi piace più parlare di integrazione, perché credo davvero che il mondo e l'Italia siano cambiati: le scuole se ne sono già accorte, il Paese non ancora o comunque non se ne vuole ancora accorgere. Io credo che la prima cosa sia prendere atto di questa trasformazione, accorgersi che il mondo non è immobile ma ci sono dinamiche che vanno studiate e comprese. Per me integrazione significa, banalmente, pari opportunità per tutti, pur sapendo che non tutti sono uguali. Non c'era bisogno degli alunni stranieri per dire che una classe è già una “comunità di diversi”, perciò occorre fare attenzione alla diversità e alle pari opportunità, attenzione alla storia di tutti che ha la dignità di essere raccontata, sempre. ” (*) Il concetto di Integrazione M. R. M., Coordinatrice della scuola elementare Quintino di Vona “Integrazione consiste nel sentirsi parte di una società, non sentirsi diversi. In questo senso la scuola riveste un ruolo fondamentale. La pluralità è una risorsa, non un disagio, e questo atteggiamento ha costituito una migliore integrazione. Superato lo svantaggio linguistico non ci sono più grosse problematiche. La scuola vede la diversità come una ricchezza ed incoraggia i bambini e le famiglie a condividere le proprie tradizioni, feste, giochi.” (*) Il concetto di Integrazione M. T. T., Responsabile Stranieri dell'Istituto casa del sole “Un bambino è integrato quando è integrato nella società, al di fuori della scuola. Purtroppo già alle medie durante l’intervallo i ragazzi si dividono secondo i gruppi etnici e alle superiori alcuni ragazzi sono molto isolati.” Target Bambini stranieri neo-arrivati (da 3 anni a poche settimane dal loro arrivo in Italia) di età compresa tra i 5 e gli 11 anni, in due scuole elementari in zona via Padova: 1) Istituto Scolastico Comprensivo “Casa del Sole” 2) Istituto Comprensivo “Quintino di Vona – Tito Speri” Finalità Indagare se e come la figura del facilitatore linguisticoculturale all'interno delle scuole primarie influenzi i risultati scolastici e il processo di integrazione dei bambini stranieri neo-arrivati. Obiettivi 1) Indagare la storia, l’evoluzione e le caratteristiche del quartiere (percentuale di residenti immigrati, nazionalità prevalenti, associazioni, scuole, ecc). 2) Indagare le caratteristiche delle scuole primarie del quartiere (percentuale di bambini immigrati e nazionalità prevalenti, momento di arrivo delle famiglie, presenza di progetti specifici per i bambini stranieri, collaborazioni con il territorio, caratteristiche del servizio di mediazione ecc). 3) Individuare due scuole primarie della zona (una che sia fornita di servizio di mediazione e una che ne sia sprovvista). 4) Indagare la correlazione tra servizi di mediazione, percentuale di successo scolastico nei bambini e estensione del processo di integrazione. OB. 1 → Caratteristiche della Zona 2 Oltre 148.000 abitanti I due terzi della popolazione locale sono rappresentati da famiglie con figli o coppie di anziani italiani residenti nella zona da lungo tempo Il restante terzo è composto da cittadini stranieri con caratteristiche assai differenti fra loro: la maggior parte dei migranti residenti in Zona 2 proviene dalle regioni asiatiche (41,9% degli stranieri di Zona 2), mentre per quanto riguarda le provenienze dall’Africa (20,2% di cui il 75,6% maschi) e dall’America del Sud (20,6% di cui il 58,5% femmine) si tratta di migrazioni che coinvolgono prevalentemente un solo genere. OB. 1 → Caratteristiche della Zona 2 La zona 2 di Milano è l'area cittadina con il tasso di fertilità più alta d'Europa, in una fase di decremento demografico è la zona che inverte questa tendenza. Ovviamente questo dato è determinato dalla presenza di cittadini non italiani. Questo elemento si ripercuote sul sistema scolastico, dalle scuole d'infanzia in su. I dati sulla popolazione OB. 1 → Caratteristiche di Via Padova È una delle storiche vie di accesso a Milano si estende per oltre 4 kilometri, da piazzale Loreto verso Cascina Gobba. La via è popolata da circa 45.000 individui, di cui il 49,6% sono femmine e il 50,4% maschi, prevalentemente con un’età compresa fra i 30 e i 45 anni. Circa un terzo degli abitanti è di nazionalità straniera (13.808 individui): nei soli isolati affacciati su via Padova abita il 7,8% del totale degli immigrati regolari residenti a Milano e il 48,5% degli stranieri presenti in Zona 2. Tra i paesi di provenienza prevalgono le Filippine con il 20,3%, seguite dall’Egitto con il 12,8%, e quindi da Cina (9,8%), Perù (8,5%) ed Ecuador (6,8%). OB. 1 → Caratteristiche di Via Padova A causa della moltitudine di etnie che la popolano, Via Padova è oggi una delle vie più discusse della città. Mentre i mass media mostrano un quartiere in piena emergenza, caratterizzato da sacche di delinquenza e radicati fenomeni di illegalità e degrado, le numerosissime associazioni locali provano a sottolineare la particolare natura di questa via, continuamente arricchita dall’incontro e dal dialogo tra le diverse culture presenti. OB. 1 → La realtà associativa di Via Padova Si contano ben 48 associazioni di quartiere, con un’offerta diversificata che spazia dalla cooperazione sociale alla promozione e pratica di attività culturali, religiose o sportive. Tali associazioni non solo costituiscono dei punti di aggregazione stabili per la variegata popolazione locale, ma forniscono anche numerosi servizi di assistenza alla persona e una moltitudine di iniziative collettive per il tempo libero. Numerose risorse culturali: la sua comunità parrocchiale, il centro islamico dialogante e propositivo, l’esperienza delle bande musicali, i laboratori artistici sono solo alcuni esempi della composita vita del quartiere. OB. 1 → La realtà associativa di Via Padova OB. 1 → La realtà associativa di Via Padova Questi enti fanno mediazione in generale con i cittadini non italiani (ci sono associazioni miste ed associazioni di stranieri es. casa della cultura islamica di via padova) che fanno facilitazione e mediazione, collaborano fra loro e con altre associazioni del territorio. Conoscendo la lingua e i meccanismi amministrativi, gli stranieri in Italia da molti anni aiutano i neo-arrivati. OB. 1 → La realtà associativa di Via Padova Ci sono anche entità pubbliche: ● ● ● due centri d'aggregazione giovanile a gestione diretta del comune (via Tarabella e via Cattabrega) due centri d'aggregazione giovanile in accreditamento = associazioni o cooperative (uno è legato a un oratorio) che ricevono un finanziamento dal comune per fare attività di aggregazione giovanile (in queste c'è anche il sostegno scolastico, il supporto alle famiglie ecc.) associazione culturale Villa Pallavicini. OB. 1 → Economia e Commercio in Via Padova L’operosità della via si manifesta in maniera esplicita attraverso la presenza di numerose attività commerciali gran parte delle quali gestite proprio dai migranti residenti in un quartiere che, anche se non offre professionalità di alto livello, si mantiene florido grazie alla massiccia presenza di negozi, bar e ristoranti. OB. 1 → Problematiche di Via Padova Un ultimo aspetto che caratterizza la via riguarda purtroppo la sfera dell’economia informale o illegale, legata in questo caso al mercato nero dell’alloggio, allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, che si è imposto come attività predominante. Per questi motivi, Via Padova è costantemente sottoposta a misure speciali di sorveglianza e pattugliamento. OB. 1 → Problematiche di Via Padova Mancanza di risorse, carenza di strutture per quanto riguarda le scuole: è l'unica zona con espansione demografica, ma le strutture sono molto carenti, c'è limite fisico di capienza rispetto alla crescente domanda. Mancano anche strutture per l'infanzia: negli ultimi 20 anni si è pensato di favorire gli insediamenti abitativi senza pensare ai servizi, cecità al cambiamento, ovvero nonostante il numero degli stranieri sia in costante aumento, non si aumentano le risorse ma, anzi, le si riducono Problema del degrado abitativo, è uno dei più gravi problemi di via Padova ma non solo: ci sono enormi problemi sulla qualità delle strutture, c'è scarsissimo livello di manutenzione e in questi appartamenti vengono stipate intere famiglie, spesso in nero. Occorre un programma di riqualificazione abitativa. OB. 2 → INTERVISTA AD A. M. Responsabile del Progetto Polo Start 1 I poli start sono delle strutture territoriali di accoglienza in rete. Lo scopo è l'inserimento degli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole primarie e secondarie di primo grado (elementari e medie) e dell'ausilio alle loro famiglie . A. M. è la referente del polo , una dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione. (In teoria dovrebbe anche esserci un operatore comunale ma a causa di problemi di fondi ormai da 4 anni è sempre stata lei l'unico punto di riferimento) Il progetto Poli Start Esperienza pregressa E’ una delle più anziane facilitatrici, ha cominciato 25 anni fa , insegnando l'italiano come seconda lingua in un laboratorio d'italiano, fino a che non è stata distaccata a fare questo lavoro. In origine è una normalissima insegnante che si è trovata in questa scuola dove arrivavano bambini con una lingua madre diversa dall'italiano , a creare questo laboratorio. Inizialmente sapeva poco sul tema, i docenti non erano abituati ad insegnare l’italiano a degli immigrati perché l’italia era da poco paese di immigrazione. Esperienza pregressa Dato che non sentiva di avere i mezzi necessari per insegnare italiano L2, ha preso il diploma ditals, tantissimi corsi e poi ha ottenuto corsi per il Miur, hanno tenuto corsi ai docenti in servizio, molto seri (linguistica generale, linguistica italiana, fondamenti della glottodidattica e di tutte le altre discipline), 3 edizioni di corsi, e collaborato per anni con il master di italiano L2 in Cattolica. Ha fatto per anni formazione . Da quattro anni lavora solo al polo start 1 perché è molto impegnativo: fa capo a 56 plessi scolastici, è fondamentale essere presente, anche con le famiglie, perché si occupa di tutto ciò che ha a che fare con l'inserimento scolastico. Chi fa parte di questo progetto a parte lei? Per ogni polo c'è un docente referente , ogni polo ha un numero di scuole che aderiscono, secondo la convenzione ci dovrebbe essere anche un educatore del comune di Milano. Oltre a lei, c'è un responsabile-preside, che è anche responsabile del polo start 1 e che lavora essenzialmente nel suo istituto comprensivo. Inoltre, collabora anche con tutti coloro con cui c’è bisogno di collaborare ad esempio con il centro Paolo Alberto 2 per i corsi di orientamento dedicati agli alunni con cittadinanza non italiana e agli alunni neo-arrivati che non sono in grado di scegliere la scuola superiore, assistendoli per 5 pomeriggi. Infine ha anche ospitato lo sportello Macramè dedicato alle donne, e lavorato con elenco di associazioni e figure con cui è necessario collaborare, compresi i tre consigli di zona. Attualmente a normativa italiana è la migliore del mondo riguardo il tema d'integrazione , da subito vi è l’inserimento nelle classi e non in classi separate. Inoltre sempre da a subito l’Italia ha avuto un modello d'inserimento (MIUR 2007, La via italiana alla scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri ) che definisce i principi, le caratteristiche, le azioni da intraprendere per sostenere in modo efficace un percorso di integrazione. Un modello che cerca di coniugare interventi mirati e specifici di accoglienza e inserimento scolastico dei nuovi alunni con gli aspetti di cambiamento e di trasformazione che questa novità produce nella didattica, nella formazione degli insegnanti e nell'educazione di tutti. E’ chiaro quindi che nel sitema delle iscrizioni online non c'era volontà di discriminazione. La figura del docente utilizzato sul posto di insegnamento italiano L2 Il problema principale sta nel fatto che non viene istituita una cattedra di italiano L2 . Quali siano le caratteristiche di chi vuole insegnare italiano L2 non è ancora chiaro, in teoria si pensa che chiunque possa farlo. Sono passati più di vent'anni da quando sono arrivati i primi alunni con una lingua madre diversa dall'italiano, perciò ci sono delle differenze: da un'accoglienza intesa più come “clima” e disponibilità saremmo dovuti passare ad un'accoglienza competente (fatta di dispositivi precisi e attenzioni particolari rispetto all'italiano L2, cioè passare dall'idea che si possa insegnare l'italiano L2 perché si è parlanti nativi e basta a un'idea di insegnarla perché si è competenti), ma questo non è stato possibile perché in Italia coesistono sacche di progresso e sacche di sottosviluppo. La figura del docente utilizzato sul posto di insegnamento italiano L2 Sono perciò state individuate delle competenze, in 20 anni sono nati su nostra insistenza i master, si è diffuso sempre di più il ditals, perciò c'è una formazione → è il privato che investe, ormai gli strumenti ci sono (es. elementi di glottodidattica) ma questi corsi non vengono fatti. L’ associazione “apidis” ad esempio, chiede che venga istituita la cattedra di italiano L2. Il problema è che la figura di questo docente non è ancora ben chiara alle scuole, i docenti interni alle scuole non hanno quasi mai questo master/diploma (quelli assunti dalle cooperative invece si). “Il mio sogno è che per insegnare Italiano L2 sia indispensabile il master e che venga quindi costituita una categoria”. E’ lei che intrattiene i rapporti con le famiglie? In teoria i rapporti con le famiglie sono tenuti dalla singola scuola, però purtroppo collabora con il servizio immigrazione del comune di Milano, perciò solo quando ci sono dei ricongiungimenti difficili e con problemi queste famiglie fanno riferimento a lei che li segue soprattutto nel caso in cui la scuola non accetta dei bambini a causa dei tagli e delle classi troppo numerose, infatti, a causa della riforma Gelmini non si possono aprire troppe classi a tempo pieno ma solo a 27 ore, e le scuole non le vogliono, allora la quasi totalità delle classi sono sovraffollate . Delle volte è stata addirittura costretta a fare degli esposti a dei dirigenti, perché in quel caso è violazione del diritto all'obbligo scolastico (che va in due direzioni: famiglia e scuola). Inoltre ha affermato che si rendo conto del grado di difficoltà delle scuole , è come se fossero diventate “a numero chiuso”, si possono aprire nuove classi ma solo a 27 ore, questo influisce sulla mancata assunzione di supplenti ecc., di conseguenza, le riforme stanno distruggendo la scuola e i fondi non arrivano più. PROGETTO POLO START I poli start sono delle strutture territoriali di accoglienza in rete e sono frutto di una convenzione fra partner istituzionali differenti: • Comune di Milano – Direzione Centrale Famiglia, Scuola e Politiche Sociali • Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia • Ufficio Scolastico Provinciale di Milano e • Dirigenti delle Scuole Polo • Istituzioni Scolastiche autonome. • Fondazione ISMU Il PROGETTO “START – Strutture Territoriali di Accoglienza in Rete per l’Integrazione” ha principalmente lo scopo di promuovere e implementare le attività di prima accoglienza, di inserimento scolastico e di insegnamento dell’italiano come seconda lingua agli alunni con cittadinanza non italiana e alle loro famiglie . LE STRUTTURE TERRITORIALI DI ACCOGLIENZA IN RETE PER L’INTEGRAZIONE – POLI START Il progetto prevede la creazione di 4 strutture territoriali per l’accoglienza e l’orientamento dei minori stranieri e delle loro famiglie. I 4 poli START sono stati individuati presso le seguenti sedi scolastiche: 1) I.C.S. Casa del Sole con competenza sulle zone del decentramento 1,2 e 3; 2) I.C.S. Lorenzini Feltre con competenza sulle zone del decentramento 4 e5; 3) I.C.S. Tolstoj con competenza sulle zone del decentramento 6 e 7; 4) I.C.S. Massa con competenza sulle zone del decentramento 8 e 9. ACCORDO INTERISTITUZIONALE E TERRITORIALE DI RETE PER L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI PROGETTO START Il polo start 1, ha chiesto a tutte le scuole di firmare un protocollo, una convenzione, quindi tutte le scuole di zona 2 e 3 hanno firmato, mentre invece quelle di zona 1 non tutte . Le tre zone afferenti al Polo 1 hanno caratteristiche molto diverse e presentano una grande varietà nell'utenza scolastica e nei livelli di integrazione delle famiglie immigrate nel tessuto sociale del territorio. Nella zona 1, a parte l’ICS Giusti D’Assisi che si caratterizza come bacino di accoglienza di alunni provenienti prevalentemente dalla Cina, le scuole sono connotate da un basso processo migratorio e sono generalmente poco motivate ad aderire alle iniziative del Polo. Le eccezioni sono costituite dagli ICS Cavalieri e dalla SMS Majno i cui dirigenti e docenti hanno comunque aderito all’accordo di rete e vi partecipano attivamente. In questa zona, gli alunni con cittadinanza non italiana sono per la maggior parte nati in Italia o vi risiedono da numerosi anni. ACCORDO INTERISTITUZIONALE E TERRITORIALE DI RETE PER L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI STRANIERI PROGETTO START La zona 2, rappresenta invece quasi uniformemente un territorio ad alta densità di immigrazione, sia remota, sia recente. Con il 16.1% di immigrati sugli abitanti della città, infatti la zona 2 è quella a più alta concentrazione di stranieri. Nelle scuole, accanto ad alunni con periodi di permanenza più lunghi e a seconde generazioni,permane una percentuale significativa di neo arrivati da numerosissimi paesi. La zona 3 infine ,appare più eterogenea ed evidenzia, sia aree ad alto processo immigratorio, sia insediamenti abitativi e utenza scolastica medio - alta. Anche qui la presenza degli immigrati è in aumento e il numero di alunni con cittadinanza non italiana in crescita. Finalità e azioni: Accanto ad una più diffusa attenzione all' educazione linguistica e al supporto allo studio (corsi di italiano, doposcuola, interventi individualizzati ), l'offerta si va progressivamente allargando comprendendo: - corsi di italiano per i genitori e in particolare per le mamme, - sportelli di mediazione linguistico culturale, - sostegno alla genitorialità, - sportelli di ascolto psicologico per adolescenti, - laboratori di intercultura, attività di orientamento . Il progetto vede la presenza di équipe operative multi professionali composte da docenti distaccati dall’Ufficio Scolastico Provinciale e Personale educativo del Settore Servizi Minori e Giovani del Comune di Milano.L’ obiettivo principale è quello di far acquisire agli alunni non o parzialmente italofoni il più velocemente possibile la lingua della comunicazione e dello studio. In diretta relazione inoltre, appare il bisogno di formazione avvertito dai docenti a cui viene affidato il compito di insegnare l'italiano come seconda lingua i quali, in molti casi, non posseggono competenze e titoli specifici nella glottodidattica della L2. Azioni volte a promuovere e a sostenere la continuità tra i diversi ordini di scuola e l’orientamento scolastico. - uniformazione delle procedure di accoglienza; - rilevazione delle competenze pregresse; - valutazione delle abilità di lettura e comprensione di testi in LM; - valutazione delle competenze raggiunte nella L2; - elaborazione di modelli di laboratorio linguistico; - linee guida e strumenti per la valutazione degli alunni NAI; - produzione di testi ad alta leggibilità nelle diverse discipline; - attività di educazione interculturale rivolte a tutta la classe; Azioni volte a promuovere e a sostenere la continuità tra i diversi ordini di scuola e l’orientamento scolastico. - valorizzazione e mantenimento del plurilinguismo e della doppia appartenenza culturale; - sostegno agli alunni che devono affrontare l’esame di terza media; - prevenzione dell'abbandono scolastico; - interventi continuativi di mediazione linguistico-culturale; - coinvolgimento dei genitori italiani per evitare la fuga degli iscritti nativi - revisione dei curriculi in chiave interculturale; - laboratori per il mantenimento della lingua madre; - percorsi interculturali volti alla valorizzazione delle differenze; - laboratorio permanente centrato sull’intercultura, con particolare attenzione al mondo di cultura cinese; - laboratorio con il coinvolgimento di nonni italiani e stranieri per la narrazione di fiabe, anche in lingua originale, e la presentazione di usanze, danze e musiche di paesi diversi. - laboratori espressivo-teatrali con l’obiettivo di evidenziare e cercare di risolvere le problematiche relative alla diversità, con particolare attenzione a quelle somatiche, linguistiche e culturali; - percorsi alla scoperta delle cause che hanno generato e mantengono lo squilibrio economico tra Nord e Sud del mondo; - sportello psicologico a cui possono rivolgersi sia ragazzi che genitori; OBIETTIVI GENERALI DELL’ACCORDO INTERISTITUZIONALE - Consolidare e implementare il patrimonio di buone pratiche già esistenti all’interno delle singole scuole del territorio, con un approfondimento nelle competenze in area logico-matematica. - Tutelare le pari opportunità di tutti i minori, in particolare il diritto ad un percorso scolastico adeguato alle capacità effettive; - Favorire l’accesso, il successo scolastico e la regolarità dei percorsi formativi dei minori stranieri, garantendo pienamente il diritto dovere all’istruzione e alla formazione; - Coordinare le iniziative a favore dell’integrazione sul territorio con la messa in comune delle risorse provenienti dalle diverse fonti di finanziamento disponibili; - Contribuire affinché il sistema scolastico sia sempre più dotato di competenze strutturali in grado di realizzare accoglienza ed integrazione; OBIETTIVI GENERALI DELL’ACCORDO INTERISTITUZIONALE - Definire criteri di priorità per l’orientamento scolastico delle famiglie e per una più equilibrata distribuzione delle iscrizioni dei minori stranieri nelle scuole; - Creare un canale diretto tra i progetti per il ricongiungimento familiare e l’inserimento ed il supporto scolastico; - Garantire lo scambio e la circolazione delle esperienze in atto, della documentazione, dei materiali, delle ricerche di settore e la condivisione dei dati. - Creazione di un archivio cittadino multimediale di materiali e strumenti (MultiStart) - procedure di accoglienza metodologicamente condivise all’interno delle scuole del polo; - inserimento più mirato dei neoarrivati nelle classi - Promuovere un efficace orientamento della scelta scolastica delle famiglie. - Travaso e scambio di esperienze e competenze, superando la tradizionale contrapposizione tra scuole meglio attrezzate e scuole meno attrezzate; - Stimolo al confronto e alla conoscenza reciproca; Collaborazione e comunicazione migliori - Creare una piattaforma multimediale di materiali finalizzati a favorire le pratiche di prima, seconda accoglienza, insegnamento italiano L2 e orientamento. - Rendere disponibili e fruibili i materiali già in uso nelle scuole - Sviluppare l’offerta formativa delle scuole fornendo strumenti per la condivisione delle buone pratiche di prima e seconda accoglienza e di L2; - Creare una struttura organizzativa di supporto a livello sub-territoriale con l’obiettivo di costruire reti in cui le scuole rappresentino l’elemento centrale della proposta formativa ed educativa ai fini dell’integrazione e dell’inclusione sociale; - Implementare gli interventi di prima alfabetizzazione prima e durante l’inserimento scolastico integrando la progettazione delle scuole; - Favorire la creazione di reti scolastiche territoriali; - Favorire l’analisi e la conoscenza dei bisogni presenti nelle scuole e nel territorio al fine di orientare una più oculata distribuzione delle risorse; Le risorse in favore degli alunni con cittadinanza non italiana Ogni anno la scuola assiste alla riduzione delle risorse umane ed economiche, in particolare i tagli che colpiscono le tradizionali attività di integrazione e insegnamento dell’ItaL2 in favore degli alunni con Cittadinanza Non Italiana (CNI) I tagli sono molto rilevanti nei seguenti parametri: - blocco dei Fondi assegnati alle scuole “A Forte Processo Immigratorio” (da ora AFPI); - riduzione del numero di docenti utilizzati su progetti per alunni stranieri e nomadi (da ora facilitatori); - la sottostima dell’incremento annuo degli alunni “Neo Arrivati in Italia” (da ora NAI). Blocco fondi AFPI • Secondo l’Art. 9 del C.C.N.L. - CM n. 44 del 15/05/2012, i fondi assegnati devono essere utilizzati dalle scuole esclusivamente per compensare ore aggiuntive di insegnamento in favore degli alunni CNI. • La circolare apparsa sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, in data 14 settembre1 , raccomanda di non procedere all’utilizzo dei fondi imputati alle singole istituzioni e di restare in attesa di comunicazione sull’ effettiva disponibilità delle risorse. Dall’inizio dell’anno scolastico a oggi, non è stata programmata alcuna attività aggiuntiva di insegnamento in favore degli alunni stranieri, non o parzialmente italofoni. • Al momento 63 autonomie scolastiche milanesi, che dovrebbero ricevere da un massimo di 13.438,96 Euro a un minimo di 5.249,59, non dispongono di alcun fondo per l’insegnamento di ItaL2. Riduzione del numero dei facilitatori Al blocco dei Fondi per le scuole a Forte Processo Immigratorio si aggiunge la riduzione drastica del numero dei docenti “facilitatori”. Il grafico riporta la serie storica del numero di cattedre di docenti utilizzati per l’insegnamento di itaL2, assegnate alle scuole di ogni grado di Milano e provincia: dai 700 docenti dell’anno scolastico 1998/1999, si è arrivati ai 55 dell’anno in corso, a oggi, si registra una riduzione drastica del 92% delle cattedre di insegnamento di ItaL2. Delle 55 cattedre assegnate a tutta la provincia, 35 sono state messe a disposizione delle scuole primarie e secondarie di I grado di Milano città, con l’aggiunta dei tre posti impegnati per i docenti referenti degli attuali 3 Poli Start. Inoltre dal 1998/1999 nell’ elenco delle scuole primarie e secondarie di I grado di Milano quest’anno è stata assegnata una cattedra o metà cattedra. Complessivamente sono 45 le istituzioni scolastiche che beneficiano di un docente utilizzato, di cui 26 per una cattedra intera e 19 per mezza cattedra. Risulta quindi evidente la povertà delle risorse attualmente disponibili per l’integrazione scolastica e linguistica dei bambini, alla quale poi si aggiunge quella derivante dal taglio delle ore di compresenza nella primaria. Nel grafico viene riportata la serie storica del numero di laboratori di ItaL2 organizzati dal Polo StarT1, su finanziamento del Comune di Milano. Situazione in cui si trovano gli alunni neoiscritti: Poiché la scuola comincia in settembre e termina in giugno, le coordinate temporali istituite dai Poli Start sono così sintetizzabili: - inizio del nuovo anno scolastico a proseguire – attività di facilitazione nella prima fase di accoglienza linguistica per gli alunni NAI; - durante tutto l’anno scolastico - attività in favore dello sviluppo dell’ItalStudio per tutti gli alunni CNI; - alla fine dell’anno scolastico - attività di animazione e laboratorio linguistico in favore dello sviluppo di ItalBase per gli alunni neo arrivati negli ultimi mesi. […] Il momento dell’accoglienza e del primo inserimento risulta cruciale ai fini del processo di integrazione perché è in questa fase che si pongono le basi per un percorso scolastico positivo. In misura maggiore esso si colloca all’inizio dell’anno scolastico, ma, per una parte degli alunni stranieri (circa un quinto delle presenze), l’inserimento nella scuola italiana avviene in corso d’anno […]6 A questo proposito si propone l’istituzione immediata di un gruppo operativo, composto da esperti delle amministrazioni scolastica e comunale, per: 1. individuare risorse e progettare interventi integrati; 2. elaborare delibere condivise per l’organizzazione di laboratori di ItalBase e di ItalStudio; 3. coordinare tutti i progetti e le iniziative, presenti sul territorio milanese, in tema di integrazione, successo formativo, contrasto alla dispersione, orientamento scolastico, canalizzazione formativa ecc. degli alunni figli di concittadini stranieri. Numero degli alunni in Zona 2 PRIMARIA Alunni Alunni CNI % 2011/2012 5.529 1.665 30,1 70,0 4,5 2010/2011 5.509 1.661 30,2 69,7 4,0 PRIMARIA Alunni Alunni CNI % % Nati in Italia % Entrati a.s. in corso Zona 1 2.051 5.529 254 1.665 12,4 30,1 76,4 70,0 16,9 4,5 4.645 839 18,0 68,9 11,0 Zona 2 Zona 3 % Nati in % Entrati Italia a.s. in corso Percentuale dei bambini con Cittadinanza Non Italiana in tutte le primarie di Zona 2: 29,6 % Nazionalità a confronto Zona 1 Zona 2 Zona 3 1a 2a 3a 4a 5a Cina Filippine Perù Egitto 146 127 26 Sri Lanka Ecuador 24 Filippine 755 Cina 296 Egitto 275 Perù 230 Ecuador 185 28,4% 11,1% 10,3% 8,6% 6,9% Filippine 371 Egitto 146 Perù 138 42,2% 17,4% 16,4% 21 Romania Ecuador 98 93 11,7% 11,1% Nazionalità Zona 2 OB. 3 → Istituto Casa del Sole Intervista alla Responsabile Stranieri • Quali sono il suo ruolo e la sua funzione? Responsabile stranieri, insegnante di italiano L2 • Da quanto tempo ricopre questa funzione? Dal 1993 • Qual è il percorso formativo che ha seguito? Era un’insegnante che aveva già seguito un progetto nomadi e quindi era stata scelta dal preside per occuparsi dei bambini stranieri. • Abita in zona Via Padova? Si Dice della sua scuola: • L’utenza è molto varia, le classi sono composte circa per metà da alunni italiani. • I bambini stranieri provengono da circa trenta paesi diversi, ma maggior parte sono cinesi, filippini, egiziani, boliviani, salvadoregni, peruviani, bengalesi, cingalesi, ucraini. • I bambini neoarrivati sono numerosi, solo nell’ultimo mese ne sono stati inseriti quattro. L’iter di inserimento dei bambini neoarrivati • I bambini vengono iscritti in segreteria, dove la modulistica è tradotta in diverse lingue • Viene contattata la responsabile stranieri, la quale sottopone i bambini a un test (sia in italiano che nella lingua madre del bambino) fornito dal progetto Polo Start. Lo scopo è valutarne il livello di conoscenza dell’italiano, la scolarizzazione pregressa e la situazione affettiva e familiare. • C’è un colloquio con i genitori e la responsabile stranieri, in cui si discute la situazione familiare e la storia del bambino. I bambini vengono inseriti subito(anche a corsi già iniziati), nella classe il più possibile vicina alla loro età. I bambini che arrivano a settembre sono inseriti dal preside e dalla responsabile stranieri. La classe di inserimento dei bambini che arrivano a metà anno è invece decisa insieme al consiglio interclasse degli insegnanti. L’inserimento mira sempre al mantenimento dell’omogeneità tra le classi. Comunque, nel caso in cui sia necessario, i bambini sono spesso inseriti all’annualità precedente rispetto alla loro età. Una volta inseriti nelle classi • Fanno laboratorio linguistico con la facilitatrice separati dal resto della loro classe, insieme agli altri neo arrivati della loro annualità. A seconda dell’età passano con la facilitatrice 4 o 6 ore a settimana (1°,2° e 3° hanno 4 ore, 4° e 5° 6ore). Il tema delle lezioni di italiano generalmente è comune a tutti i bambini della stessa annualità, però è sviluppato a livelli diversi a seconda delle capacità del singolo. Doposcuola • Ogni giorno alle 16.30 e tutti i sabati, i bambini neoarrivati possono frequentare gli incontri organizzati dall’associazione “Parole in gioco”. Questi incontri consistono in lezioni giocose di lingua italiana e aiuto con i compiti. L’associazione è formata da genitori volontari. Il rapporto con i genitori E’ gestito dagli insegnanti e facilitato da mediatori E’ considerato fondamentale che i genitori partecipino e si sentano inclusi nelle attività della scuola, per questo mediatori sono presenti alle riunioni genitori. Tutta la modulistica è tradotta in varie lingue per facilitare la comunicazione. All’arrivo del bambino viene dado loro un opuscolo tradotto in varie lingue che spiega l’organizzazione della scuola, i servizi forniti, le regole riguardo alle assenze, le materie, le uscite(come scuola natura), gli incontri con i genitori, i laboratori, ecc. C’è un contratto che i genitori devono firmare che li impegna a seguire le regole della scuola. I genitori possono partecipare a lezioni di italiano gratuite organizzate dalla scuola I mediatori • Sono forniti dal Comune di Milano e dall’ associazione Centro Come. • Partecipano ai colloqui tra genitori insegnanti. • Partecipano alle riunioni genitori. • Se necessario aiutano i genitori in faccende non inerenti alla scuola, come per esempio visite mediche per i bambini. • La loro presenza è accolta molto favorevolmente: i genitori stranieri spesso sono entusiasti di avere la possibilità di partecipare alle attività organizzate dalla scuola. Le problematiche più diffuse • eterogeneità delle classi, dal punto di vista non solo di scolarizzazione ma anche sociale e affettivo . • Tagli agli insegnanti di italiano L2 causano meno disponibilità di ore di lingua, il che danneggia soprattutto gli alunni cinesi che fanno più fatica. Una sola insegnante non può più seguire i bambini come faceva un tempo. • Problemi familiari, che influenzano la situazione affettiva e quindi anche scolastica del bambino (per esempio genitori cinesi che lasciano i figli soli in Italia e tornano in Cina).In più, spesso i genitori in situazioni problematiche non conoscono i servizi a cui avrebbero diritto, quindi la responsabile li aiuta a contattare i servizi sociali perché ottengano aiuto(nonostante non le competa). • Problema dell’atteggiamento dei genitori (alcuni bimbi saltano scuola per tornare al paese d’origine). I risultati delle iniziative per l’integrazione. Intervista genitori di bambini neoarrivati • Nazionalità: Filippina • Professione: domestica • Anno di arrivo in Italia: 12 anni fa, ma il bambino è arrivato 3 anni fa per ricongiungimento, all’età di 4 anni. • Abita in zona • Motivo di scelta del quartiere: è tranquillo e bello • Motivo di scelta della scuola: è vicina a casa, è immersa nel parco, è ben controllata agli ingressi, è molto tranquilla • Commenti sulla scuola: Mi trovo benissimo, la scuola ha tanti progetti per bambini stranieri, li accetta anche ad anno già iniziato, le maestre sono molto brave • Iter di inserimento del bambino: I’impatto è stato molto buono, aiuti da insegnanti sia a scuola che nel doposcuola, le maestre sono molto brave. All’inizio il bambino ha fatto un inserimento graduale, solo due ore al giorno, poi due ore in piu e poi dopo un mese, quando si è abituato a vedere le maestre e i compagni, allora l’hanno inserito a tempo pieno. A casa aiutavo anch’io mio figlio con l’italiano, poi lui ha imparato in fretta “i bambini comprendono subito” • Per un periodo il bambino andava al doposcuola mezz’oretta, perché io facevo orario di lavoro lungo e lì lo aiutavano tantissimo con i compiti e con l’italiano. • I genitori sono coinvolti • In casa la famiglia parla Filippino e italiano • Il bambino frequenta tutti i bambini nell’orario scolastico e anche fuori da scuola, è un bambino socievole, fa amicizia facilmente • A scuola è molto bravo, parla molto bene italiano, gli piace andare a scuola • Gli effetti dei servizi di mediazione e facilitazione si notano, i risultati scolastici sono soddisfacenti • “Il bambino, adesso che è in Italia da 3 anni, è integrato, parla bene la lingua, ha amici anche italiani, parla meglio di me, mi corregge sempre la pronuncia, come parlo, lui mi fa da maestro”. • Nazionalità: filippina • Anno di arrivo in Italia: quattro anni e mezzo fa, il figlio (che è in seconda) è arrivato con la madre sei mesi fa • Abitano in zona 3 • Motivo di scelta della scuola: Vicina a casa • Ora la famiglia si trova bene, il bambino si sta ancora ambientando ma si trova bene, piano piano impara la lingua, la scuola lo aiuta, la maestra è molto brava. • Doposcuola due volte a settimana il bambino viene aiutato a fare i compiti e con l’italiano in generale. • Il padre è soddisfatto di questo servizio: il bambino è seguito, lo aiutano. • Il padre è coinvolto, gli insegnanti gli parlano della situazione del figlio. • A casa la famiglia parla quattro lingue: il suo dialetto, il filippino ufficiale, l’inglese e poco italiano, perché per il bambino è difficile per adesso parlarlo. “Parlare 4 lingue al giorno è difficile, con l’italiano ha ancora tante difficoltà, è arrivato da poco. Però proviamo lo stesso a parlarle tutte e quattro perché per i bambini è più facile imparare, imparano subito.” • Paese d’origine: Egitto • Lavoro: Casalinga • Anno di arrivo in Italia: 3 anni fa per ricongiungimento al marito, con i tre figli • Abita in zona 2 • Scuola a cui vanno i suoi figli: Istituto casa del sole (terza elementare e medie) e la grande primo anno di liceo scientifico • Motivo di scelta del quartiere? E’ bello, le piace vivere qui, non cambierebbe nulla. • In zona usufruiscono dei seguenti servizi: scuola di italiano per lei (gratis) e doposcuola che aiutava i bambini nei primi anni. • Motivo di scelta della scuola: Vicino a casa e buona accoglienza stranieri • Si trovano benissimo • Iter di inserimento dei bambini: Impatto molto buono, aiuti da insegnanti sia a scuola che nel doposcuola, maestre molto competenti e affettuose, amanti dei bambini, li hanno messi a proprio agio e li hanno aiutati a socializzare con i coetanei. • La scuola offre dei servizi (di mediazione) per i bambini neo-arrivati , come il dopo scuola i primi due anni, aiuti per fare i compiti, a scuola sono seguiti insieme agli altri bambini della classe • La famiglia è soddisfatta di questi servizi • Lingue parlate in casa: Arabo e italiano. I figli tra loro parlano soprattutto italiano, con i genitori alternano le due lingue. Si guarda sempre la televisione italiana. • Il bambino frequenta tutti i bambini nell’orario scolastico • Per quanto riguarda i risultati scolastici, le maestre sono molto soddisfatte di lui, è molto bravo, ha un italiano perfetto • I servizi di mediazione su suo figlio hanno avuto buoni effetti, i risultati scolastici del bambino sono soddisfacenti • La madre non conosce il termine integrazione ma sottolinea che i figli sono ben inseriti, parlano italiano correttamente, guardano la tv italiana, hanno amici per la maggior parte italiani. OB. 3 → Istituto Comprensivo “Quintino Di Vona – Tito Speri” Intervista alla Coordinatrice • Quali sono il suo ruolo e la sua funzione? Coordinatrice della scuola elementare e maestra • Qual è il percorso formativo che ha seguito? È arrivata 30 anni fa nella scuola e ha sempre dato la sua disponibilità per iniziative di vario genere. Per esperienza e disponibilità è arrivata a diventare coordinatrice. • Abita in zona 2? No Dice del quartiere • Ci sono molti stranieri. • C’è molto disagio economico e questo si avverte perché le famiglie fanno più fatica a sostenere proposte di apertura verso il territorio. • Un aspetto positivo: la diversità • Un aspetto negativo: Le problematiche hanno a che vedere con il disagio economico. Dice della sua scuola • Utenza molto variegata, molti bambini sono stranieri. • Negli ultimi anni la situazione si è stabilizzata e ci sono molti meno neo arrivati, la maggior parte dei bambini stranieri sono nati qui. • Per la maggior parte i bambini stranieri vengono dal Sud America, dalle Filippine, Cina (in misura ridotta) e meno Nord Africani L’iter di insediamento dei bambini neo-arrivati • Una commissione accoglienza di insegnanti gestisce l’inserimento dei bambini stranieri neo arrivati . • Per i primi giorni il bambini sono affidati alla facilitatrice che li sottopone a diversi test e ne fa un quadro a seconda di parametri definiti dal progetto Polo Start (per esempio scolarizzazione pregressa e livello di conoscenza dell’italiano). • I bambini vengono poi inseriti in una classe il più possibile vicina alla loro età. Una volta inseriti nelle classi • Utenza molto variegata, molti bambini sono stranieri. • Negli ultimi anni la situazione si è stabilizzata e ci sono molti meno neo arrivati, la maggior parte dei bambini stranieri sono nati qui. • Per la maggior parte i bambini stranieri vengono dal Sud America, dalle Filippine, Cina (in misura ridotta) e meno Nord Africani Doposcuola • La scuola organizza molti convegni e spettacoli per tutti i bambini e le loro famiglie, ma non specificamente per i bambini neo arrivati. A queste iniziative non sono presenti mediatori. • Ai bambini neo-arrivati non vengono offerti servizi di doposcuola speciali, finalizzati ad aiutarli nell’ apprendimento della lingua italiana. Naturalmente ,se vogliono, possono partecipare al normale doposcuola con i loro compagni. Rapporto con i genitori • I mediatori culturali e linguistici forniti dal Comune di Milano sono il tramite tra scuola e famiglia. Partecipano ai colloqui Genitori insegnanti. • Il progetto Polo Start ha fornito nuovi strumenti agli insegnanti e alla segreteria per rapportarsi all’utenza straniera. Le problematiche più diffuse • La riduzione di orario del facilitatore è in linea con la situazione attuale, per cui non ha costituito problema. • Le famiglie a volte hanno difficoltà a mettere a disposizione la casa o il tempo per fare socializzare i bambini per via di impegni lavorativi e altra ragioni, però da parte delle famiglie italiane c’è un’apertura abbastanza forte. I risultati delle iniziative per l’integrazione. Intervista a una mamma di bambino neo-arrivato: • Nazionalità:egiziana • Professione:casalinga • Anno di arrivo in Italia:tre anni fa con il figlio per ricongiungimento familiare con il marito • Abita in zona • Motivo di scelta del quartiere: il marito viveva già lì • Motivo di scelta della scuola: è vicino a casa e soprattutto all’asilo, in cui il figlio aveva già degli amici che in questo modo avrebbe potuto continuare a frequentare • Commenti sulla scuola: il bambino si trova benissimo, le maestre sono molto brave e i bambini sono molto seguiti • Iter di inserimento del bambino: è stato sottoposto al test di livello in base ai criteri del progetto Polo Start, per i primi giorni è stato seguito dalla facilitatrice linguistica, poi è stato inserito nella classe dove gli insegnanti l’hanno seguito molto. • La famiglia non è stata coinvolta in alcun progetto per l’integrazione • Il bambino non ha frequentato doposcuola • In casa la famiglia parla principalmente arabo, guarda soprattutto tv in arabo tranne i cartoni animati e i programmi di informazione anche in italiano. • Il bambino frequenta sia arabi che italiani, anche dopo scuola (ai giardini) • La mamma non conosceva il termine integrazione” ma ha sottolineato che il bambino parla benissimo italiano e non ha problemi a fare amicizia con tutti i bambini. Conclusioni Il nostro progetto, nato da un lavoro di gruppo, è stato portato avanti con il metodo della ricerca-azione: dopo una prima mappatura del territorio siamo passate all’osservazione sul campo e, avvalendoci dell’intervista semi-strutturata, siamo riuscite, almeno in parte, a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissate. Conclusioni: OB. 1 Attraverso la mappatura del territorio, le interviste al Presidente della Commissione Scuola del Consiglio di Zona 2, alla referente stranieri dell’Istituto Casa del Sole, alla responsabile della scuola elementare dell’Istituto Comprensivo Quintino di Vona, alla responsabile del progetto PoloStart1 e grazie anche alle testimonianze di alcuni genitori migranti siamo riuscite ad avere un quadro complessivo della zona di Via Padova, un quadro che tenesse conto non solo di dati obiettivi ma anche di percezioni soggettive da parte dei residenti. Tale quadro finale si discosta parzialmente dalle nostre aspettative in quanto non emerge tanto la situazione critica che ci aspettavamo, quanto una descrizione tutto sommato positiva, che mette l’accento sulla vivacità e sulla voglia di dialogare di questo quartiere multiculturale. Conclusioni: OB. 2 I dati generali riguardanti le scuole primarie del quartiere (percentuale di bambini immigrati e nazionalità prevalenti, momento di arrivo delle famiglie, presenza di progetti specifici per i bambini stranieri, collaborazioni con il territorio e caratteristiche del servizio di mediazione) ci sono stati forniti in maggior parte dalla Responsabile del progetto PoloStart1. Conclusioni: OB. 3 I problemi sono cominciati invece con l’individuazione di due scuole su cui concentrare la nostra ricerca: 1) l’Istituto Casa del Sole, noto per essere una scuola all’avanguardia nel facilitare l’inserimento e l’integrazione dei bambini stranieri neo-arrivati, si è dimostrato abbastanza facile da contattare, 2) al contrario l’Istituto Comprensivo V. Russo si è rivelato assolutamente irraggiungibile, nonostante i nostri ripetuti tentativi. 3) Abbiamo quindi ovviato al problema provando a contattare l’istituto comprensivo Teodoro Ciresola e il Quintino di Vona. I rappresentanti di quest’ultimo si sono dimostrati molto disponibili e abbiamo quindi utilizzato la loro scuola per sostituire la Russo. Ci eravamo prefissate di contattare una scuola che fosse provvista del servizio di mediazione e una che ne fosse sprovvista ma questo obiettivo non è stato del tutto raggiunto, nel senso che entrambe le scuole prese in esame prevedono la presenza di un facilitatore linguistico, anche se con modalità differenti. Conclusioni: OB.4 Per quanto riguarda infine l’ultimo dei nostri obiettivi (l’indagine sulla correlazione tra servizi di mediazione, percentuale di successo scolastico nei bambini e estensione del processo di integrazione), possiamo affermare di avere avuto la piena conferma della nostra ipotesi di partenza, ossia che i bambini stranieri neo-arrivati in scuole dove il servizio di mediazione e facilitazione linguistica è assicurato ottengono ottimi risultati dal punto di vista scolastico ma anche relazionale, e più in generale nei processi di integrazione. Conclusioni: OB.4 Questa ipotesi ci è stata confermata non solo dalla referente stranieri dell’Istituto Casa del Sole (che ha tuttavia precisato che purtroppo in alcuni casi già alle medie i ragazzi si dividono secondo gruppi etnici durante l'intervallo) e dalla responsabile della scuola primaria Quintino di Vona, che sottolinea la facilità dei bambini nel fare amicizia senza distinzione di nazionalità. Anche dai genitori di entrambe le scuole si dichiarano molto soddisfatti dei risultati dei loro figli e pronti a definirli “integrati. E’ necessario tuttavia precisare che le interviste ai genitori sono state ridotte rispetto alla nostra griglia di domande iniziale perché molti di loro, sebbene estremamente interessati e disponibili, si mostravano intimiditi dalle loro difficoltà a esprimersi in italiano e avevano problemi a comprendere alcuni concetti. La parola “integrazione”, per esempio, era sconosciuta ad alcuni e questo ha reso necessario aggiungere ulteriori domande “trasversali” (es. lingua parlata a casa, amicizie del bambino fuori da scuola ecc.). Conclusioni: OB.4 Un altro problema nelle interviste con i genitori è stato riscontrato nell’individuazione dei genitori stessi, in particolare nella scuola Quintino di Vona, dove la maggior parte di genitori non italiani ha figli nati in Italia, quindi non corrispondenti al nostro target. Come ci ha confermato successivamente la responsabile della scuola, il numero dei bambini stranieri neo-arrivati è oggi in netta diminuzione rispetto al numero di bambini nati in Italia da genitori migranti. Fonti Sitografia Pietro Verga, “Osservando Via Padova” www.wikipedia.org/zona2milano Www.comunedimilano.it Grafici e materiali riguardanti il progetto PoloStart1 forniti dalla Responsabile del Progetto Polo Start 1 (A.M.) Interviste a Testimoni privilegiati Livello istituzionale - Presidente della Commissione Scuola del Consiglio di Zona 2 Livello associativo - Responsabile del Progetto Polo Start 1 - Responsabile Stranieri dell'Istituto scolastico “Casa del Sole” - Coordinatrice della scuola primaria “Quintino di Vona – Tito Speri” Livello individuale - Genitori migranti con figli neo-arrivati Allegati - d.p.r. 394: capo VII - Disposizioni in materia di istruzione - diritto allo studio e professioni - Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri - La via italiana per la scuola interculturale e l’integrazione degli alunni stranieri