Università degli studi di Cagliari Facoltà di Lingue e letterature straniere Corso di Laurea in Lingue per la Mediazione linguistica “Il mediatore linguistico all’interno delle strutture ospedaliere” Problematiche della comunicazione in ambito sanitario Relatore: Tesi di laurea di: Prof.ssa Mara Morelli Marisa scopa Anno accademico 2005/2006 1 Indice Introduzione …………………………………………………………………………………3 Capitolo 1) I linguaggi settoriali …………………………………………………………….5 1.1 Aspetti morfologici dei linguaggi settoriali ………………………………...8 1.2 Il linguaggio medico ………………………………………………………..11 1.3 I tecnicismi collaterali propri del linguaggio medico ……….……………...13 Capitolo 2) La traduzione medico - scientifica ……………………………………………...16 2.1 Gli eponimi ………………………………………………………………… 24 2.2 La cartella clinica ……………………………………………………………27 2.3 Gli acronimi …………………………………………………………………30 2.4 La ridondanza ……………………………………………………………….34 Capitolo 3) L’interpretazione in ambito sanitario …………………………………………..37 3.1 L’interprete all’interno delle strutture ospedaliere …………………………38 3.2 Problematiche della comunicazione medica ………..………………………40 3.3 Mediazione linguistica e mediazione culturale ……………………………..42 Capitolo 4) L’I.S.M.E.T.T. di Palermo, una realtà dalla quale prendere da esempio ………43 4.1 L’attività del centro palermitano ……………………………………………….45 Conclusioni …………………………………………………………………………………..50 Bibliografia …………………………………………………………………………………..52 Ringraziamenti ……………………………………………………………………………….54 2 Introducción He decidido lleval a cabo este trabajo, dedicado principalmente al análisis del papel del mediador lingüístico y cultural en el ámbito sanitario, (traducción e interpretación del lenguaje médico) en la combinación lingüística italiano – español, porque, a lo largo de mi formación como mediadora , muy a menudo tuve que realizar trabajos de traducción de textos de carácter médico y científicos sacados de unas revistas norteamericanas sobre el tema. Estas tareas me animaban y me daban miedo a la vez, pero muy pronto, acercándome a esta “lengua nueva” empezé a apasionarme. En Italia tenemos muchos textos que tratan este asunto pero en la combinación inglés – italiano, sin embargo no podemos decir lo mismo de la combinación lingüistica italiano – español. Por lo tanto, lo que impulsó mi investigación fue el hecho de realizar un trabajo novedoso. La primera fase fue la de búsqueda y documentación. Tuve muchísimas dificultades para encontrar todo lo que necesitaba en Italia, y por lo tanto fui a España , donde pude encontrar muchas informaciones bibliográficas y sobre todo, relacionarme con esta variedad de lenguaje gracias a la posibilidad de participar activamente en la vida del hospital en la división de cirugía torácica del Hospital Clínico de Barcelona, donde me dieron la posibilidad de atender las actividades diarias en la división, identificando las diferencias del registro utilizado por los médicos para hablar entre ellos, y el empleado por los médicos para comunicar con sus pacientes. Se trató de una experiencia fundamental que me pirmitió darme cuenta de cómo un mediador tenga que gestionar niveles distinctos de registro. Rifiriendonos a la comunicación entre medico y paciente, podemos decir que, como el primero suele ser quien que establece el registro que se utilizará en la comunicación, y que muchas veces no tiene en cuenta el nivel cultural de su interlocutor, hace falta que el mediador sea capaz de utilizar niveles distintos de registro según las necesidades y la situación comunicativa concreta. Tanto Italia, como en España y en todo el mundo, es muy difícil que alguien sin conocimientos en el ámbito médico pueda comprender el sentido de una frase como “Usted está afectado por una encefalitis subcortical progresiva”; sería mas simple entender una frase que tiene el mismo sentido que ésa la primera pero utilizando un registro más bajo como “Usted tiene la enfermedad de Alzheimer”. 3 El objetivo de este trabajo es el de contribuir de manera eficaz para que las instituciones se deen cuenta de la importancia del mediador interlingüístico en el ámbito sanitario. 4 1 I linguaggi settoriali “Il linguaggio settoriale rappresenta la varietà di una lingua naturale dipendente da un settore di conoscenze o da un ambito di attività professionali” (Serianni 2003) Una prerogativa di questa tipologia di linguaggio è rappresentata dalla neutralità emotiva. Infatti, il lessico utilizzato nell’ambito della funzione comunicativa viene scisso da quelle componenti emotive che possono forviare dal significato che si è voluto attribuire ad un determinato termine. Si tratta di un linguaggio che nella maggior parte dei casi risulta inaccessibile ai profani della materia che difficilmente riescono ad interpretare in modo corretto il messaggio che il mittente intende trasmettere. Un’altra particolarità dei linguaggi specialistici è il frequente ricorso al processo di rideterminazione, ossia la ricollocazione di parole alle quali, nel linguaggio comune vengono attribuiti uno o più significati a seconda del contesto, che vengono assorbiti dal linguaggio specialistico e ai quali viene conferito un significato che certamente verrà compreso senza problemi dall’esperto in materia ma che con grande probabilità potrebbe far cadere un estraneo nella trappola del fraintendimento. Un esempio ci arriva proprio da linguaggio medico. Con riferimento ad un referto medico possiamo trovarci davanti ad un esito positivo o negativo, dove il primo è sinonimo di presenza, il secondo di assenza di un determinato valore. Nel linguaggio comune, ai due termini viene attribuito il significato opposto. Nel linguaggio comune infatti, un risultato positivo interferirà con le nostre emozioni rendendoci felici (per esempio, l’esito positivo di un esame universitario ecc), un risultato negativo invece è solito conferirci sensazioni spiacevoli. Accanto ai tecnicismi specialistici di cui abbiamo appena parlato, nell’ambito del linguaggio medico si collocano quelli che vengono definiti tecnicismi collaterali, veri e propri sinonimi di termini pertinenti al linguaggio comune che mirano ad innalzare il livello del registro e renderlo proprio di quell’ambito. Un esempio eclatante è riscontrabile nel corso di un’ipotetica compilazione di una cartella clinica, nello specifico, durante la compilazione dell’anamnesi, in cui, il paziente, parlerà dei sintomi per cui ha fatto ricorso alle cure ospedaliere utilizzando termini comuni, in linea con lo spessore culturale che lo caratterizza, e il medico trascriverà ciò che il paziente dice 5 utilizzando i tecnicismi collaterali propri della sua professione. Vediamo un esempio. Riporteremo in basso una situazione in cui una paziente, recatasi in ospedale per disturbi gastro intestinali spiega al medico i sintomi che l’hanno portata a ricorrere alle cure ospedaliere. Riporteremo inoltre la trascrizione degli stessi sintomi rappresentando come il medico trascriverebbe quanto detto dalla paziente in un’ipotetica anamnesi patologica prossima. Paziente: Anamnesi patologica prossima: “Da più di una settimana mi sveglio con un “L’attuale stato di malattia risale a circa 10 terribile bruciore di stomaco. Dopo la prima giorni fa epoca in cui il paziente comincia a colazione il bruciore passa ma arriva un lamentare una sintomatologia algica dolore forte forte alla bocca dello stomaco. addominale non ben specificata che si allevia Inoltre non riesco ad andare in bagno da più temporaneamente all’assunzione dei pasti ma di tre giorni e mi sento la pancia gonfia come che si un pallone. Sono costretta a mangiare solo localizzandosi esacerba soprattutto successivamente in regione riso in bianco e minestrina a pranzo e a cena epigastrica. altrimenti mi viene la nausea e qualche volta Riferite inoltra stipsi e senso di ripienezza vomito. Mi gira spesso la testa e mi sento gastrica, nausea e vomito in corrispondenza molto debole, e arrivo a prendere anche più dei pasti, cefalea ed astenia”. di una pastiglia al giorno per bloccare il mal di testa che ormai mi viene ogni giorno.” Nei due riquadri il concetto espresso è il medesimo, convenzione vuole tuttavia che il registro utilizzato del medico deve comunque mantenere una certa levatura. Ora, sin che si tratta di una cartella clinica, la cui visione è riservata al personale medico e paramedico, è difficile riscontrare difficoltà di interpretazione, ma quando il medico utilizza lo stesso tipo di registro con una paziente non competente in materia è chiaro che molto probabilmente questa non capirà una parola. Sta dunque alla discrezione e alla sensibilità del dottore capire sino a quanto il livello del registro può essere elevato senza interferire con la sensibilità del paziente, compromessa, tra l’altro dal timore di essere affetto da una determinata patologia che potrebbe compromettere la serenità della vita futura. 6 Mettendo a confronto i due tipi di tecnicismi ci troveremo davanti ad una realtà che sembra paradossale. Riscontreremo infatti che la probabilità che un soggetto estraneo alla professione medica conosca parole come ripienezza gastrica o astenia, che sono tecnicismi specialistici, magari perché loro malgrado hanno avuto a che fare con questo tipo di patologie, piuttosto che espressioni appartenenti al linguaggio specialistico collaterale come “Riferisce” col significato di prova, sente, piuttosto che “regione epigastrica” che nel linguaggio comune diremmo bocca dello stomaco. 7 1.1 ASPETTI MORFOLOGICI DEI LINGUAGGI SETTORIALI Buona parte del lessico nei linguaggi specialistici è ricco di affissi che possiamo suddividere in: - prefissi : morfema + base lessicale (Es. in + accettabile = inaccettabile) - suffissi : base lessicale + morfema (Es. scettico + ismo = scetticismo) - confissi o afissoidi: Possono essere confissi parole provenienti dal greco antico come _logia da cui vengono formate parole come per esempio le varie branche della medicina (Es. nefrologia, patologia, oftalmologia ecc.). (Serianni, 2001) Tra i linguaggi settoriali quello della medicina è forse il più ricco di parole formate da questo tipo di processo morfologico. La stessa parola “patologia”, piuttosto che costruzioni più complesse come meningocele, varicocele ecc. I linguaggi settoriali, in particolar modo quelli scientifici, tendono a sviluppare il nome a scapito del verbo, questi ultimi, infatti, svolgono un mero ruolo di collegamento e ricoprono un contenuto semantico generico. Un esempio eloquente ci arriva dai foglietti illustrativi presenti all’interno delle confezioni di medicinali, dove la sudditanza del nome rispetto al verbo risulta del tutto evidente, vediamo un esempio per meglio comprendere quanto sin ora detto, tratto dal foglio illustrativo aggiornato ad aprire 2003 di una confezione di Buscopan® in fiale: “Effetti indesiderati: Sono stati osservati effetti indesiderati anticolinergici, come secchezza della bocca, alterazione della sudorazione, tachicardia, midriasi, turbe dell’accomodazione, aumento del tono oculare, stipsi, difficoltà della minzione, ritenzione urinaria e sonnolenza, generalmente di lieve entità ed autolimitanti. Sono stati riportati rari casi di vertigini, caduta della pressione sanguigna e arrossamenti cutanei. Occasionalmente sono state riportate reazioni di ipersensibilità comprendenti reazioni cutanee e dispnea. 8 Raramente sono state riportate reazioni anafilattoidi e shock anafilattico, anche fatale, alle dosi terapeutiche. Dosi elevate possono riportare segni di stimolazione centrale e più gravi segni di interferenza con il sistema nervoso, lo stato di coscienza e la funzione cardiorespiratoria. Raramente si manifesta dolore al sito di iniezione, soprattutto in seguito alla somministrazione intramuscolare […].” Come evidente, abbiamo sottolineato le forme verbali. Possiamo notare che i verbi utilizzati rappresentano due gruppi di lieve spessore semantico. L’espressione “possono riportare” indica probabilità, le espressioni sono stati osservati, sono stati riportati, si manifesta, si riferiscono a eventuali studi clinici o precedenti segnalazioni di medici. Tanto è riconosciuta l’assoluta importanza del nome rispetto al verbo che spesso e volentieri, in particolar modo nei testi giuridici, il processo di nominalizzazione raggiunge il suo apice, con la frequente sostituzione della parte verbale con il corrispondente sostantivo astratto. Tornando ad osservare l’estratto del foglio illustrativo del Buscopan® in fiale, vedremo che i verbi sottolineati sono sprovvisti del complemento d’agente. Complice di questo processo detto deagentivazzione dell’agente è l’uso della forma passiva rispetto alla forma attiva, prediletta invece nel linguaggio comune. Quest’ultima struttura è usata nella stessa letteratura scientifica, scelta obbligata dal fatto che le informazioni riportate devono essere riscontrabili riportando anche i nomi degli studiosi che le hanno elaborate. Lo sviluppo delle forme passive, di cui il foglio illustrativo sopraccitato è ricco, risulta necessario in funzione nella necessità di preservare la sequenza tema – rema. Per tema si intende l’argomento di cui si parla, il rema rappresenta invece ciò che si dice nel tema. Spesso accade che il tema rappresenti un elemento conosciuto, il rema invece un elemento nuovo. Vediamo un esempio: 9 In una frase tipo: “la cioccolata fa ingrassare”, la cioccolata, rappresenta l’argomento di cui si parla, e dunque il tema, l’espressione “Fa ingrassare” rappresenta invece l’elemento nuovo, ciò di cui si parla nel tema, e rappresenta dunque il rema. Non sempre il tema coincide con l’elemento noto e il rema con quello nuovo: Situazione: Maria, a scuola, rivolgendosi ad un gruppo di amiche dice: “Non trovo più la mia penna rossa, qualcuno l’ha presa?” E la sua amica Sara risponde: “ Io, l’ho presa.” In questo caso “Io” rappresenta il tema, ma costituisce anche l’elemento nuovo, “l’ho presa” costituisce allo stesso tempo rema ed elemento noto. Prendiamo come esempio una nuova frase: “Il latte non lo posso bere” In questo caso “Il caffè”, oggetto, rappresenta il tema, “(Io)Non lo posso bere” rappresenta il rema. In questo caso, il caffè, in quanto oggetto anticipato rappresenta un chiaro esempio di dislocazione a sinistra, fondamentale per garantire la successione tema – rema, che, nella lingua italiana costituisce la normale sequenza all’interno di una frase. Nei linguaggi settoriali, la dislocazione sinistra viene evitata proprio dall’utilizzo delle frasi passive di cui parlavamo sopra, ciò serve a garantire la levatura del registro che si addice ad un linguaggio specialistico. 10 1.2 Il linguaggio medico In un comune dizionario della lingua italiana, bel una parola su venti appartiene al linguaggio medico o aree connesse, come farmacologia, anatomia ecc. Molte di queste parole vengono in qualche modo assorbite dal linguaggio comune, anche da coloro che non appartengono a questa aera lavorativa, come già abbiamo spiegato nel capitolo riguardante i tecnicismi specialistici e i tecnicismi collaterali. Questo tipo di assorbimento viene altresì incentivato dal grande spazio che viene dato ad un argomento di grande interesse come quello della medicina da parte dei mass media con inserti speciali sui giornali piuttosto che programmi televisivi dedicati alla salute. Il vocabolario medico comprende termini di uso comune come testa, mano, piede, ma anche termini ad uso più esclusivo come il sostantivo crodicismo o il verbo esacerbare ecc. La terminologia medica ha diverse derivazioni, sia sotto un profilo temporale che linguistico. Vediamoli nel dettaglio: 1) Termini risalenti al greco antico, al periodo in cui visse Ippocrate, vissuto nel V secolo a.C., tra essi citiamo i termini “atrite” (dal greco αρτρίτις) e “esofago” (Dal greco οισοφαγος). 2) Termini risalenti all’arabo medievale come “nuca”, ”pia madre” e “dura madre” (Che si riferiscono alle meningi). 3) Termini latini reintrodotti durante il rinascimento ad opera dello studioso Andrea Vesalio come “alveolo” e “femore”. 4) Termini risalenti al greco e al latino antico ma formati solo in età moderna. Si tratta in gran parte di parole composte utilizzate a partire dal XX secolo come “motuleso”,persona le cui capacità motorie sono state compromesse in seguito ad un incidente), “maxillo facciale”, relativo a mascella e faccia, “amnioscopia”, cioè l’esame del liquido amniotico, ed “emoblasto”, cellula indifferenziata del sangue. 5) Termini provenienti da lingue straniere, in gran parte dall’inglese, di introduzione piuttosto recente, come clearance, riferito all’indice di depurazione renale, o “bypass”, termine usato in chirurgia con riferimento ad una deviazione artificiale per ripristinare la circolazione impedita dall’occlusione di un vaso sanguigno. Dalle lingue anglo – germaniche e dal greco arrivano i composti come “antibiotico-dipendente”, “penicillinasi produttore” o “cortisono-sensibile”. Possiamo notare che il greco è la lingua di maggiore influenza all’interno del vocabolario medico (anche se negli ultimi anni la lingua inglese si è imposta sempre di più, ed è 11 prevedibile che l’utilizzo di termini di origine anglosassone aumenti ulteriormente in futuro), ma va detto che il vettore tra la lingua greca e quella italiana è stato il latino, la lingua maggiormente parlata tra i medici europei in età moderna. Ciò va ricordato per esempio nei casi di ambiguità accentuativa, in cui è preferibile utilizzare l’accento di origine latina a scapito di quello greco. (Es. meglio arterioscleròsi che arteriosclèrosi, e meglio edèma che èdema ecc.) Va inoltre notato come alcuni termini ancora comunemente utilizzati risalgono ad antiche ipotesi completamente smontate da studi recenti che negano la validità dei primi. E’ il caso della parola “malaria”, che non è causata dall’insalubrità dell’aria come si pensava prima bensì dal protozoo inoculato da una zanzara. Il termine malaria dunque risulta inappropriato. 12 1.3 TECNICISMI COLLATERALI NEL LINGUAGGIO MEDICO Tra i vari linguaggi settoriali, l’ambito medico è quello in cui più diffusa è la tendenza ad utilizzare i tecnicismi detti collaterali di cui già abbiamo avuto modo di parlare in precedenza. Riporteremo qui in basso la suddivisione fatta da Luca Serianni ( Italiani scritti-2003, pagg.94-97). I tecnicismi collaterali in relazione al linguaggio medico possono essere divisi in: 1) Tecnicismi collaterali lessicali: sono i più numerosi e possono essere a loro volta suddivisi in: a) Nomi generali: Danno, patologia di diversa natura che colpisce un certo distretto anatomico o altera una funzione. (Es. “Dosi elevate possono determinare danni a carico del sangue”) Fatto, qualsiasi fenomeno patologico. (Es. “la vitamina B12 impedisce la comparsa di fatti degenerativi nervosi”) Fenomeno, qualsiasi evento o serie di eventi di rilievo patologico. (Es. “Fenomeno di tipo allergico”) Processo, insieme di fenomeni fisiologici o più spesso patologici, collegati tra loro. (Es. “Il processo flogistico può essere notevolmente ridotto”) b) Sinonimi di registro più eletto rispetto a forme della lingua corrente: Importante, Grave, serio, detto di malattia o di episodio patologico. (es. “Dall’anamnesi sono emerse importanti lesioni degenerative arteriose”) 13 Indurre, causare, determinare. (Es. “Uno stato di insufficienza surrenale indotta dal glicocorticoide”) Inibire, ostacolare, impedire, ridurre. (Es. “Le tetracicline inibiscono la produzione di tiamina da parte della flora batterica”) Interessare, riguardare, in riferimento a un distretto anatomico colpito da un processo morboso. (Es. “l’evoluzione delle lesioni è condizionata dai caratteri anatomici dell’osso interessato” c) Scarti semantici: possono essere parole che in genere vengono riferite ad un soggetto umano ma che in questo caso vengono collocate a fianco ad un soggetto non umano o parole che nel linguaggio comune rivestono un significato positivo alle quali viene attribuito un significato non marcato. Apprezzare = riscontrare: (Es. “Non si apprezzano lesioni focali”) Difetto = mancanza, carenza: (Es. “Sindrome accessuale da difetto di sanguificazione del muscolo cardiaco”) Esaltare = accentuare, potenziare: (Es. “Condizioni morbose che esaltano il metabolismo basale”) Appartengono ai tecnicismi collaterali di registro anche le cosiddette “spinte eufemistiche”. Si tratta di una ben precisa scelta di registro spinta dalla volontà da parte dei medici di turbare meno possibile la sensibilità del paziente. Per questo, davanti ad una diagnosi che prevede la probabile morte del paziente, ci si troverà davanti ad una prognosi ad esito infausto, con riferimento ad un referto radiologico in cui viene diagnosticata la presenza di metastasi, esse saranno chiamate lesioni ripetitive. 2) Tecnicismi collaterali morfosintattici. Meno numerosi rispetto a quelli lessicali, riguardano scelte lessicali come l’uso del maschile al posto del femminile o del plurale al posto del singolare, e sono caratterizzati da particolari preposizioni. 14 • A modale al posto delle preposizioni di o da. (Es. “Malattia a carattere epidemico”) • Da causale al posto dell’espressione “causato da”. (Es. “sindrome da carenza tiaminica”) • A carico di + nome del distretto anatomico colpito o della funzione compromessa. (Es. “malattia degenerativa a carico delle articolazioni”) • A livello di + nome del distretto anatomico o aggettivo corrispondente. (Es. “lesioni atrofiche a livello cutaneo”) 15 2 La traduzione medico - scientifica Riportiamo subito in basso le principali aree di studio della medicina moderna. Nella prima colonna il termine italiano e nella seconda la rispettiva traduzione spagnola: Anestesia Anestesiología Batteriologia Bacteriología Biochimica Bioquímica Chirurgia Cirurgía Dermatologia Dermatología Endocrinologia Endocrinología Farmacologia clinica Farmacologìa clínica Fisiologia Fisiología Genetica Genética Geriatria Geriatría Ematologia Hematología Immunologia Inmunología Medicina interna Medicina interna Microbiologia Microbiología Ostetricia e ginecologia Ostetricia y ginecología Odontoiatria Odontología Oftalmologia (oculistica) Oftalmología Otorinolaringoiatria Otorrinolaringología Patologia Patología Pediatria Pediatría Psichiatria Psiquiatría Radiologia Radiología Urologia Urología Virologia Virología 16 Quelle sopra riportate sono solo alcune delle aree di cui la medicina si occupa, ad esse vanno aggiunte le cosiddette specializzazioni complesse (Es. chirurgia toraco-vascolare ecc.) e le nuove aree di studio (medicina tropicale ecc.). Sembra evidente che i campi di cui si occupa la medicina sono tanto vasti che per quanto un traduttore si dedichi esclusivamente a questo tipo di specializzazione, risulta impossibile che esso abbia il completo dominio di tutte le aree di studio sopraccitate. Tuttavia, il tempo e l’esperienza conferiranno al traduttore una maggiore professionalità in questo ambito. Vediamo ora quali sono le tipologie di testi con i quali l’interprete medico si troverà ad avere a che fare. Riporteremo qui sotto solo alcuni dei testi che per ragioni dirette o indirette hanno a che fare con l’ambito medico. Si tratta di tipologie testuali la cui struttura sia da un punto di vista grafico che di scelta lessicale e sintattica spesso risulta totalmente diversa: • Spot pubblicitari (diffusi da tutti i mezzi di comunicazione di massa). Si pensi ai farmaci da automedicazione, profilattici, protesi ecc. • Articoli di giornale e supplementi dedicati alla tematica della medicina • Articoli di riviste specialistiche, annali ecc. • Certificati medici (di sana e robusta costituzione, per attività sportiva agonistica/non agonistica, constatazione di morte, di malattia, di infortunio sul lavoro ecc.) • Referti medici/cartelle cliniche • Opuscoli • Testi didattici • Ricette • Manuali e trattati 17 Come già abbiamo avuto modo di affermare, si tratta di un linguaggio talmente specifico che un traduttore che voglia occuparsi di traduzione medica dovrà in qualche modo dedicarsi completamente a quest’area di studio, perché, per quanto profuso possa essere il suo impegno, sarà comunque pressoché improbabile che possa raggiungere il completo dominio di un lessico tanto vasto. Sarà dunque consigliabile, come afferma anche Garcìa Yebra (1983), che chiunque necessiti di un servizio di traduzione scientifica si rivolga ad un professionista specializzato in questo ambito di studi, i quali avranno a loro disposizione tutti i supporti, bibliografici, multimediali ma anche umani, utili ad facilitare al massimo il loro lavoro e a ricavarne un risultato quanto più professionale possibile. La necessità di un lavoro professionale è dettata soprattutto dal fatto che la traduzione scientifica è fonte di conoscenza nonché area della ricerca linguistica moderna. Il linguaggio scientifico è caratterizzato da una naturale tendenza alla internazionalizzazione. Nei testi scientifici infatti, sono esclusi, da parte dello scienziato che scrive, riferimenti alle proprie impressioni personali, privilegiando espressioni generiche, con la maggiore approssimazione possibile, rendendo cosi il testo “universale”. Leggendo un testo scientifico infatti, ci risulta impossibile, a meno che non si conosca personalmente l’autore, risalire per esempio all’inclinazione politica piuttosto che alla fede religiosa dello stesso, sebbene, e non di rado, scienza, religione e politica entrino in conflitto ideologico. Un traduttore che si trova a dover affrontare un testo tecnico dovrà prima di tutto focalizzare l’argomento trattato, e di conseguenza lo scopo per cui lo stesso è stato redatto. Individuare il tema contenuto nel testo viene spesso reso facile e rapido dal fatto che nella maggior parte dei casi esso è sintetizzato all’ennesima potenza dal titolo, che, per l’appunto, è quasi sempre un’esplicita citazione di ciò che si andrà a parlare nell’articolo. In secondo luogo il traduttore dovrà sempre tener presente che le sue intenzioni devono sempre coincidere con quelle dell’autore del testo originale. Inoltre è indispensabile che non si perda mai di vista il target al quale il testo è destinato nonché il contesto in cui esso si colloca (testo didattico, articolo di giornale ecc.). Se traducendo un testo didattico o un articolo tratto da una rivista specialistica piuttosto che un annale ecc, si dà per scontato che i lettori abbiamo competenze linguistiche comuni che gli permetteranno di comprendere quanto scritto a qualsiasi livello di registro. Diversa è la realtà per quanto riguarda il materiale divulgativo destinato ad un pubblico non specializzato, come opuscoli informativi, volantini pubblicitari ecc. In questo caso i lettori avranno competenze diverse e si dovrà dunque cercare di giungere a quanti più lettori possibili adottando un linguaggio comprensibile ai più. 18 A complicare il lavoro del traduttore vi è un aspetto che non va assolutamente trascurato e riguarda il continuo avanzare delle scoperte scientifiche. Fortunatamente ogni giorno la scienza fa passi avanti, vengono scoperte nuove cure, vengono creati apparecchi diagnostici sempre più precisi, si scoprono patologie determinate dall’evolversi dello stile di vita mondiale ecc. Tutti questi mutamenti tendono a generare nuovi vocaboli che spesso non si fa in tempo a tradurre. Da qui parte un processo per cui i dizionari diventano “inaffidabili” nel giro di poco tempo, perché, appunto, non al passo con i progressi in ambito scientifico. Spesso questo processo è tanto veloce che i linguisti non hanno il tempo di studiare un lessico appropriato. Si ricorre dunque ad una soluzione di comodo che consiste nell’adottare queste parole nella loro lingua originale, senza tradurle. A causa di questo processo s intacca la purezza della lingua creando una sorta di lingua ibrida. Vi sono però altri termini che hanno conservato la loro forma originale in più lingue. Questo fenomeno chiamato internazionalizzazione lessicale fa si che parole di origine latina come biologia si scriveranno allo stesso modo in spagnolo, (con l’unica modifica dovuta alle regole di accentuazione della lingua spagnola:biología), quasi invariate sono le traduzioni in francese (biologie) e inglese (biology). Altri esempi ci vengono dalla chimica, dove le formule e i simboli sono quasi sempre i medesimi, e la matematica per quanto riguarda, ad esempio, le equazioni. Uno dei grandi compiti del traduttore medico – scientifico è quello di rendere accessibile ai cultori di questa materia tutti quei testi in lingua straniera che altrimenti, per ovvi motivi d’incapacità a comprendere il loro contenuto, non potrebbero utilizzare a fini didattici o di ricerca. Da uno studio effettuato dall’Unesco è risultato che il 50% delle pubblicazioni scientifiche non risultano fruibili ai più a causa della mancanza delle competenze linguistiche indispensabili ai fini della loro comprensione. Durante le mie ricerche finalizzate allo svolgimento di questo lavoro, mi sono trovata spesso davanti a testi tradotti da audaci medici non propriamente poliglotti e comunque privi della tecnica necessaria per affrontare questo tipo di mediazione. Nonostante le indiscutibili competenze attribuibili ad un medico, compresa la conoscenza di quello che oso definire un “linguaggio parallelo” quale potrebbe essere chiamato il vasto e complesso glossario medico, posso assicurare che nella maggior parte dei casi i risultati ottenuti sono stati pessimi. Per dimostrare quanto detto, abbiamo voluto mettere alla prova un medico specialista, al quale abbiamo chiesto di tradurre un testo medico dallo spagnolo all’italiano. Vediamo cos’è successo: 19 Testo originale spagnolo Riesgo de Testo tradotto in italiano angor concentraciones pectoris plasmáticas y Rischio di angina de concentrazione pectoris plasmatica e di vitaminas A, C, E y caroteno vitamine A, C, E e Carotene. (R.A. riemesma, D.A. Wood, C.C.A. Macintire, R.A. (R.A. riemesma, D.A. Wood, C.C.A. Macintire, R.A. Elton, K.F. Gey, M.F. Oliver) xElton, K.F. Gey, M.F. Oliver) Indroducción Introduzione Existe un creciente interés sobre el posible C’è un crescente interesse sulle possibili papel de los radicales libres en el desarrollo pubblicazioni sul ruolo dei radicali liberi del ateroma. La modificación oxidativa de nello sviluppo dell’ateroma. las partículas de lipoproteínas de baja L’ossidazione delle lipoproteine a bassa densidad (LDL) existentes en el subendotelio densità (LDL) presenti nel subendotelio arterial induce cambios estructurales que arterioso, provoca cambiamenti strutturali supuestamente las convierte en más tali da convertirli (supuestamente) in aterogénicas que las LDL nativas. Los molecole più aterogeniche rispetto alle LDL antioxidantes más fácilmente disponibles en originarie. los alimentos son las vitaminas E y C. La Gli antiossidanti più facilmente disponibili primera es el principal antioxidante en la negli alimenti sono le vitamine E e C fase lípida, protegiendo a los ácidos grasos La prima è il principale antiossidante del poliinsaturados de la peroxidación. La compartimento lipidico che protegge dagli vitamina C actúa en el comportamiento acidi grassi polinsaturi della perossidazione. hidrosoluble, teniendo un efecto ahorrador de La vitamina C agisce nel compartimento vitamina E. idrosolubile con un meccanismo più blando Hemos evaluado la hipótesis de que las rispetto alla vitamina E. concentraciones plasmáticas de vitaminas Abbiamo valutato l’ipotesi di quale con propiedades antioxidantes pudieran tener concentrazione plasmatica di vitamine con alguna relación respecto al riesgo de angor proprietà antiossidanti possono avere qualche pectoris, determinando hasta qué grado dicho relazione rispetto al rischio di angina riesgo pudiera ser independiente de los pectoris, determinando anche quale grado di tradicionales factores de riesgo de la questo rischio può essere indipendente dai cardiopatícoronaria (CC). tradizionali fattori di rischio di coronaropatia. 20 Pazienti e metodi Pacientes y métodos Entre el abril de 1983 y abril de 1984 se Tra l’Aprile del 1983 e l’Aprile del 1984 si evaluó medicamente a 125 pacientes con sono valutati clinicamente 125 pazienti con angor pectoris detectado en la encuesta (tasa angina pectoris valutata tramite opportune de respuestas del 83%) y a 430 controles indagini (tasso di risposta 83%) e 430 sanos (tasa de respuestas del 76%). Se pudo controlli sani (tasso di risposta 76%). disponer de todos los datos referentes a las Si è potuto disporre di tutti i dati riguardanti vitaminas en 110 pacientes y 394 controles. le vitamine in 110 pazienti e 394 controlli. Un cuestionario referencia a autorellenable hacía Un questionario (autorrellenable) ha fornito demográficos, dati demografici, circa antecedenti medici, datos antecedentes médicos, tabaquismo, consumo tabagismo, consumo di alcol, tipo di dieta. de alcohol y tipo de dieta. Un observador Un addetto ha ricavato l’altezza, il peso tederminó la altura, el peso (bascula de peso (bilancia “Seca” modello 760) e la pressione “Seca” modelo 760) y la presion arterial en arteriosa decubito supino (ds in decubito determinaciones, determinazioni, supino sfigmomanometro (due di esfigmomanometro de Hawksley con cero Hawskey con cero aleatorio). aleatorio). Se obtubo una muestra sanguinea Sono stati prelevati campioni di sangue no no en ayunas de la fosa antecubital sin en ayunas dalla fossa antecubitale senza colocación de torniquete, procesándose posizionamento del laccio emostatico inmediatamente para determinar los niveles facendoli analizzare immediatamente per plasmáticos de lipidos, vitaminas y ácidos determinare i livelli plasmatici di lipidi, grasos plaquetarios. Se extrajo una muestra vitamine a acidi grassi plasmatici. Sono stati de tejido adiposo de la pared abdominal prelevati campioni di tessuto adiposo dalla anterior mediante anestesía local. parete addominale anteriore in anestesia Para determinar los niveles plasmáticos de locale. vitaminas se centrifugaron inmediatamente Per determinare i livelli plasmatici delle 10 ml de sangre heparinizada a 2.ooo g vitamine si sono centrifugati durante 10 minutos a temperatura ambiental. immediatamente 10 ml di sangue eparinato a Para analizar la vitamina C se mezclaron 0,5 2000 g in 10 minuti a temperatura ambiente. ml de plasma con 4,5 ml de ácido Per analizzare la vitamina C sono stati metafosforico lavaso, congelándose el mescolati 0,5 ml di plasma con 4,5 ml di plasma restante a -40°C en volumenes de 1 acido metafosforico lavato, congelando il ml en tubos Eppendorf. La vitamina C se plasma restante a –40 °C in un tubo di 21 evaluó fluorométricamente mediante Eppendorf da 1 ml. La vitamina C è stata oxidación yodica seguida de cndensación con valutata 1,2-fenilenodiamina; el coeficiente fluorometricamente mediante de ossidazione ionica seguita da condensazione variacion resultante fue del 5%. con 1,2 fenilenodiamina. Il coefficiente di Se extrajeron en n- hexano tantos las variazione risultante è stato del 5%. vitaminas A y E como la fracción caroteno Si sono estratti in n-hexano sia la vitamina A (predominante betacaroteno), analizandose che la E come anche la frazione “carotene” mediante crematografia liquida automatizada (soprattutto betacarotene) analizzandoli con con una columna “Lichrobsorb” Si 60-5 µm. la cromatografia liquida automatica con una Los picos de vitamina A y Caroteno se colonna “Lichrobsorb” Si 60-5 microm. I detectaron mediante espectofotometría a 313 picchi di vitamina A e carotene sono stati nm y 436 nm, respectvamente. Para evaluar rilevati tramite spettrometria a 313 nm e 436 la vitamina E se empleó un detectómetro nm rispettivamente. Per valutare la vitamina fluorométrico (excitación 290 mn, emisión E si è utilizzato un rilevatore fluorometrico 390 nm). Los picos registrados se evaluaron (eccitazione 290 nm, emissione 390 nm). I mediante un equipo Perkin Elmer sigma 10 picchi registrati sono stati valutati tramite un B. Los coeficientes de variación para las apparecchio Perkin Elmer sigma 10 B. I estimaciones de vitaminas A y E, así como el coefficienti di variazione per la stima delle caroteno, fueron del 3.3, 3.0, e 1,8% vitamine A e E, così come del carotene sono respectivamente. Las concentraciones stati del 3.3, 3.0, e 1,8% rispettivamente. La plasmáticas de vitamina E se correlaccionó concentrazione plasmatica di vitamina E ha claramente con las concentraciones de mostrato correlazioni con la concentrazione colesterol total circulante (R= 0,61; P< totale di colesterolo in circolo (R= 0,61; P< 0,001) Por lo que los resultados referentes a 0,001) per i quali i risultati riguardanti la la vitamina E también se expresan mediante vitamina E si esprimono mediante la la relación (µmol/mmol). vitamina E/colesterol relazione vitamina E/colesterolo (micromol/mmol) 22 Il seguente testo, tratto dalla rivista americana “The Lancet” è stato precedentemente tradotto da una traduttrice professionista in lingua spagnola. Da una prima lettura notiamo che alcuni termini non sono stati tradotti. Il nostro traduttore non esperto ha dichiarato di essersi servito del solo ausilio di un traduttore online (Google). Questo spiega il fatto che una parola come autorellenable, unione dei due termini auto e rellenable, che non si trova nei dizionari (e nemmeno viene contemplata dai sistemi di traduzione elettronici), non abbia trovato una soluzione traduttiva esauriente. Tuttavia, l’enorme numero di termini specialistici propri del linguaggio medico, ha fatto sì che il nostro soggetto riuscisse a tradurre quasi tutto. Un’altra considerazione da fare verte sulla resa sul piano stilistico. Nella seconda frase, la parola “convertirli”, resa al maschile plurale, non coincide col soggetto della frase, le molecole, femminile plurale. Una situazione simile è presente anche nell’ultimo paragrafo dell’introduzione in cui la frase “possono avere” si riferisce alla reazione della concentrazione plasmatica rispetto all’insorgenza dell’angina pectoris. L’unica soluzione appropriata sarà dunque “può avere”. La fluidità del discorso viene inficiata dal gran numero di ripetizioni che potrebbero essere evitate usando dei sinonimi appropriati. Nella prima frase, per esempio, la ridondanza della preposizione “su” potrebbe essere sostituita da sinonimi come riguardo, in relazione a ecc. Si tratta certamente di una traduzione letterale, ma l’eccessiva fedeltà al testo originale ne ha in qualche modo compromesso la resa finale. Per esempio, a frase “gli antiossidanti più facilmente disponibili negli alimenti sono le vitamine E e C”, suonerebbe a mio parere meglio tradotta come “Gli antiossidanti presenti in misura maggiore negli alimenti sono le vitamine E e C”. Tornando all’ultimo paragrafo dell’introduzione, la frase “quale grado di questo rischio” risulta al quanto pesante. Una traduttore professionista prenderebbe seriamente in considerazione l’ipotesi di omettere il termine “questo”. Passando alla seconda parte, pazienti e metodi, vorrei sottolineare la frase “si sono valutati”. In questo caso preferirei utilizzare la forma passiva “sono stati valutati”. Nel primo caso infatti, un lettore qualunque si chiederebbe da quando i pazienti si valutano da soli! La stessa soluzione è adottabile nelle frase “si sono centrifugati”, “si sono estratti”, “si è utilizzato”. E’ qui che si rende necessario rivolgersi ad una figura come il traduttore, e non un traduttore qualsiasi, ma uno che nel suo percorso formativo si sia occupato di approfondire il complesso tema del linguaggio medico, vastissimo, con una massiccia presenza di termini sinonimici, dovuto soprattutto all’uso di eponimi. 23 2.1 Gli eponimi Eponimo Sinonimo italiano Sinonimo spagnolo Morbo di/enfermedad de Diabete bronzino/ Insuficiencia corticosuprarrenal Addison Insufficienza corticosurrenale primaria o crónica/ Hipoplasía cronica primaria Adrenal/ Insuficiencia/ Adrenocortical Primaria/ Insuficiencia Adrenocortical Crónica/ Insuficiencia Adrenocortical/ Hipofunción Adrenocortical Morbo di/enfermedad de M.Alzheimer- Demencia Senil / Demencia Alzheimer Perusini/Sclerosi encefalica Senil Tipo Alzheimer / presenile/encefalite Demencia Tipo Alzheimer / sottocorticale progressiva/ Demencia Senil Aguda Confusa demenza presenile. Morbo di/enfermedad de malattia di Enfermedad de Creutzfeldt-Jakob Jacob/pseudosclerosi di Jakob/Enfermedad de Jakob Jacob, sindrome di Jacob- Creutzfeld/Encefalopatía Creutzfeldt, pseudosclerosi Espongiforme spastica, sindrome Subaguda/Enfermedad de las degenerativa cortico-striata, Vacas Locas/Mal de las demenza abiotrofica, Vacas Locas degenerazione corticopallido-spinale Encefalopatia spongiforme sub-acuta Morbo di/enfermedad de Ileite o enterite terminale, o Enfermedad de Crohn/ Crohn regionale, o segmentarla, Enteritis granulomatosa/ 24 enterite interstiziale cronica Enteritis regional/ Ileitis ulcerosa) Colite regional/ Ileocoleitis. granulomatosa. Morbo/enfermedad o Sindrome di Itsenko- Hipercortisolismo/ sindrome di/de Cushing Cushing, basofilismo Hiperadrenocorticismo/ ipofisario, ipercortisolismo Excesso de Glicocorticóides. primitivo o secondario) Ipercortisolismo da iperincrezione di ACTH Morbo/enfermedad o Sindrome di Fabry, sindrome Angioqueratoma córporis sindrome di/de Fabry- di Ruiter-Pompe, Sindrome difuso de Fabry Anderson di Ruiter-Pompe-Wyers, Medi Sweeley-Klionski, trimetossi ceramidosi, angio keratoma corporis diffusum universale, lipidosi glicolipidica, tesaurismosi lipidica Sfingolipidosi Morbodi/enfermedad de Morbo di Basedow, morbo di Enfermedad de Basedow/ Graves Parry, tireotossicosi, Gozzo Enfermedad de graves. tossico diffuso. Morbo di/enfermedad de Malattia di Battini- Hirschprung Adquirida/ Hirschsprung Hirschsprung, malattia di Enfermedad de Mya, malattia di Ruysch, Aganglionosis/ Megacolon megacolon Agangliónico/Megacolon agangliare,Megacolon Congénito. congenito Morbo di/enfermedad de Lingoma maligno, malattia di Linfoma de Hodgkin. Hodgkin Paltauf, malattia di Sternberg, Malattia di Bonfils, malattia di PelEbstein, Linfogranulomatosi maligna, Linfogranuloma 25 maligno Morbo di/enfermedad de Corea di Huntington, corea Corea de Huntington/ Mal de Huntington cronica, corea dei vecchi, San Vito. corea cronica progressive ereditaria, Corea degenerativa con demenza progressiva. Morbo di/enfermedad de Artrite di Lyme, borreliosi di Artritis de Lyme/ Borreliosis de Lyme Lyme, Infezione da Borrelia Lyme Morbo di/enfermedad de Malattia di Paget ossea, Enfermedad de Niemann Pick Paget osteite deformante con bloqueo de la esterificación ipertrofica, del colesterol/ Histiocitosis Osteite deformante lipídica/ Lipidosis esfingomielínica. Morbo di/enfermedad de Sindrome di Willebrand- Enfermedad de Minot Von Willebrand Jurgens, Sindrome di Willebrand/ Pseudohemofilía Minotvon Willebrand, Hemofilía Vascular pseudoemofilia, Angiohemofilía/ Trombopatía engioemofilia, trmbopatia costituzionale, tromboastenia Constitucional Willebrand Juergens/ Enfermedad. emorragica ereditaria, emofilia vascolare, Emorragie mucose Il linguaggio medico italiano presenta anche sinonimi che in spagnolo hanno un solo corrispondente. Per esempio, nell’ambito dell’anatomia, i termini sinonimici italiani cistifellea e colecisti, avranno come unico corrispondente in lingua spagnola il termine vesícula biliar. 26 2.2 La cartella clinica La cartella clinica è il testo di carattere medico che meglio esprime una delle caratteristiche proprie del linguaggio medico, ovvero un esasperato uso di simboli ed abbreviazioni che che rendono lo scritto estremamente sintetico per ovviare alle difficoltà di dover trascrivere completamente i termini medici che sovente di caratterizzano per la loro estensione e per rendere più veloce la trascrizione delle informazioni che il paziente riferisce al momento della compilazione dei dati anamnestici. La cartella clinica è solita registrare l’anamnesi/anamnesis - insieme delle informazioni riferite dal paziente riguardanti la sua vita, le sue abitudini, il suo stato di salute e il problema che lo ha indotto a consultare il medico – (Capuzzo, 2004), l’esame obiettivo/exploración fisica - dati riguardanti i segni di malattia riscontrati dal medico nel corso della visita (Capuzzo, 2004), le indagini diagnostiche/investigaciones de diagnóstico e le prescrizioni terapeutiche/prescripciones terapéuticas dei pazienti che hanno fatto ricorso alla struttura sanitaria. Quanto detto sino ad ora è ben rappresentato dal testo che segue: Anamnesi Personale remota: Nome paziente (…) “Ipertesa in tp con diuretico + ACE inibitore. tiroidectomia in tp sost con Eutirox 100. Miocardiosclerosi, diverticolosi del colon BPCO Antecedenti ostetrici: 1 MEF 5 PE” (Capuzzo, 2004) 27 Si tratta di uno stralcio di cartella clinica, per la precisione, la parte relativa alla sopraccitata anamnesi. In poche righe troviamo materiale sufficiente per analizzare due importanti aspetti con cui dovrà scontrarsi un traduttore. Le parole scritte in maiuscolo sono degli acronimi e svolgono la funzione di abbreviare parole o espressioni che altrimenti risulterebbero troppo lunghe: A.C.E.: Enzima convertitore dell’angiotensina BPCO: Bronco – Pneumatia Cronica Ostruttiva MEF: Morte Endouterina Fetale PE: Parto Eutocico Abbreviazioni come queste sono dette “codificate”, esse infatti appartengono ad una lessicologia il cui uso è comune ( e indispensabile ) a tutti i medici, e dunque il traduttore non avrà alcun problema a reperirle in qualsiasi dizionario. La cosa si complica però quando si tratta di abbreviazioni poste in maniera arbitraria da parte del medico che ha compilato la cartella. Qualora infatti egli non fosse reperibile, sarà arduo compito del traduttore raccapezzarsi tra parole come “tp”, che nel nostro testo vuol significare terapia. Ecco un altro esempio: Anamnesi personale: Nome del paziente “70 aa ♀ padre † x K polmonare madre vivente affetta da NIDDM tipo II coniugata 2 figli Ø allergie farmac. e alim. Diuresi: reg. Potus: Ø Fumo: 10 sig./die” (Capuzzo, 2004) 28 In questo caso è presente nel testo tutta una serie di simboli che insieme alle abbreviazioni viste sopra accentuano quella sensazione di “ sinteticità ad ogni costo “ che si sente mentre si legge una cartella clinica. Vediamo in dettaglio: ♀ = Donna † = Morte Ø = Nega Altri simboli comunemente utilizzati: ♂ = Uomo ® = Destra ( dall’inglese “right“ ) @ = Soffio ↓ = Ridotto 29 2.3 Gli acronimi Come abbiamo già avuto modo di constatare, il linguaggio della cartella clinica è reso ancor più sintetico dall’esasperato uso di acronimi che evitano al medico di dover trascrivere lunghe parole per esteso. Vediamo alcuni esempi: ACRONIMO ESTENSIONE ITALIANO CORRISPONDENTE ESTENSIONE SPAGNOLO(se esiste) AIDS Sindrome da (Acquired immune immunodeficienza inmunodeficiencia acquisita adquirida deficiency syndrome) CGB Conteggio globuli SIDA RL bianchi síndrome de Recuento leucocitario E Emoglobina Hb Hemoglobina ECG Elettrocardiogramma ECG electrocardiograma EEG Elettroencefalogramma EEG electroencefalograma ERCP Colangio pancreatografia CPRE Colangio (Endoscopic retrograde retrograda endoscopica pancreatografía cholangiopancreatography) retrograda endoscópica EV Endovenoso IV Intravenoso FANS Farmaco AINE Fármaco (Follicle stimulating antinfiammatorio non antiinflamatorio no steroideo esteroide hormone) FSH Ormone (Follicle stimulating follicolostimolante FSH estimulante del hormone) FT Hormona folículo Tiroxina libera TL Tiroxina libre Gonadotropina corionica GCH Gonadotropina (free thyroxine) GCU umana coriónica humana 30 GH Ormone della crescita HC (Grouth hormone) Hormona del crecimiento HIV Virus (human inmunodeficiency dell’immunodeficienza inmunodeficiencia umana humana virus) IG Interruzione di VIH Virus de la AI Aborto inducido Im Intramuscular gravidanza IM Intramuscolare IM= infarto de miocardio IUD Dispositivo (Intrauterine device) anticoncezionale intrauterino intrauterino anticonceptivo LBD Lipoproteina a bassa DIU LDL densità LCS Liquido cerebrospinale Dispositivo Lipoproteína de baja densidad LRC Líquido cefalorraquídeo LH Ormone luteinizzante LH (Luteinizing hormone) OAS luteinizante Occipitoanteriore OAI sinistro PID Malattia infiammatoria (Pelvic inflammatory della pelvi Occipito anterior izquierdo EIP Enfermedad infamatoria de la disease) POS Hormona pelvis Piressia di origine FOD sconosciuta RAST Test di (Radioallergosorbent test) radioallergoassorbimento RES Sistema Reticuloendothelial reticoloendoteliale Fiebre de origen desconocido RAST Prueba radioalergosorbente SRE Sistema reticuloendotelial system) RNA Acido ribonucleico ARN Ácido ribonucléico Virus respiratorio VSR Virus sinicital Ribonucleic acid) RSV 31 (Respiratory syncytial sinocizale respiratorio virus) SIDS Sindrome della morte (Sudden infant death neonatale improvvisa Síndrome de muerte SMSL subita del lactante sindrome) STD Malattia a trasmissione (Sexually transmitted sessuale Enfermedad de ETS transmisión sexual disease) Tomografia assiale TAC Tomografía axial TAC compiuterizzata computerizada TBC Tubercolosi TB Tuberculosis TFE Test di funzionalità PFH Prueba de función epatica hepática Ormone tireotropo TSH Hormona TSH (Thyroid stimulating estimulante del hormone) tiroides Test di tolleranza al TTG Prueba de tolerancia PTOG glucosio a la glucosa Velocità espiratoria VEM Velocidad espiratoria VEM massima máxima Velocità di VES Velocidad de VSG eritrosedimentazione sedimentación globular Volume di filtrazione VFG Tasa de filtración FG glomerulare WBC Conteggio dei globuli (White blood cell count) bianchi glomerular Recuento de RL leucocitos Da questa griglia possiamo facilmente ricavare diverse considerazioni. Partendo dagli acronimi ECG ed EEG, che si riferiscono rispettivamente agli esami diagnostici elettrocardiogramma ed elettroencefalogramma, il loro corrispondente spagnolo non subirà alcuna variazione dal punto di vista morfologico. In questo caso dunque ci troviamo dinnanzi a degli omografi che si differenzieranno solo al momento della loro enunciazione verbale con il cambio di pronuncia. Un altro caso di sinonimia omografica è facilmente riscontrabile in acronimi come LH (Ormone luteinizzante/Hormona luteinizante), RAST (Test di 32 radioallergoassorbimento/prueba radioalerboasorbente), TSH (Ormone tireotropo/Hormona estimulante del tiroides). In ogniuno di questi casi accade che l’acronimo conserva l’estensione inglese sia in italiano che in spagnolo. Se nel caso della lingua italiana, con riferimento al linguaggio medico, l’assoggettarsi alla lingua inglese è un fatto riconosciuto da tempo, per una lingua come quella iberica, caratterizzata dal purismo linguistico che si rifiuta di sottomettersi alla lingua inglese anche nel linguaggio informatico, dominato da quest’ultima, mi è sembrato opportuno sottolineare questo tipo di flessione. A conferma di quanto detto sopra, però, sottolineamo acronimi come AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita/síndrome (conalgiopancreatografía retrograda de inmunodeficiencia adquirida), endoscopica/conalgiopancreatografía ERCP retrograda endoscópica), FANS (Farmaco antinfiammatorio non steroideo/Farmaco antiinflamatorio no esteroide), HIV (Virus dell’immunodeficienza umana/Virus de la inmunodeficiencia humana) e tanti altri che formano una parte decisamente superiore al caso sopraccitato. In questi casi infatti, l’acronimo italiano manterrà l’estensione inglese, l’acronimo spagnolo invece verrà tradotto, formando un nuovo acronimo con lo stesso significato del primo. Gli acronimi italiani come GCU (conadotropina cronica umana), IG (Interruzione di gravidanza), LBD (Lipoproteina di bassa intensità), OAS (occipitoanteriore sinistro) e TFE (Test di funzionalità epatica), cambiano il loro corrispondente acronimo spagnolo a causa delle differenze morfologiche e lessicali che differenziano le due lingue. In casi come questi infatti, accade che le iniziali delle parole non corrispondano, o che qualche parola venga omessa. Pertanto, l’acronimo italiano GCU diventerà GCH (gonadotropina coriónica humana), IG diventerà AI ( Aborto inducido), LBD, diventerà LDL (lipoproteína de baja densidad), OAS diventerà OAI (occípito anterior izquierdo), e TFE diventerà PFH (Prueba de funciòn hepàtica). Segnaliamo infine un caso di conflitto grafico riferendoci all’acronimo IM. Lo stesso acronimo, scritto allo stesso modo, in spagnolo prende il significato di infarto del miocardio. L’acronimo spagnolo che sintetizza il termine intramuscolare è im scritto quindi con carattere minuscolo. A questo punto, il nostro traduttore dovrà aver cura di verificare l’esatto significato dell’acronimo, tenendo sempre presente che esso potrà avere più significati, in virtù del fatto che una stessa cartella clinica può essere maneggiata da più medici e infermieri, e che uno stesso acronimo può sintetizzare più espressioni. Fortunatamente, problemi di interpretazione simili sono quasi nulli quando si tratta di tradurre pubblicazioni scientifiche. In testi del genere l’ambiguità è inammissibile in virtù del fatto che essi devono essere necessariamente fruibili anche ai non addetti ai lavori. 33 2.4 La ridondanza Altra caratteristica propria del linguaggio settoriale medico è la ridondanza. Un esempio tipico è dato dal frequente uso del lessema di origine greca “laparo-“, utilizzato soprattutto in ambito chirurgico come radice di molte parole sia nella lingua italiana che in quella inglese (come ha fatto notare anche Barbara Capuzzo su un suo articolo dell’Arco Journal del 1994) e spagnola.. Il prefisso Laparo- si riferisce a “ventre”/”vientre”, “addome”/”abdomen”, “addominale”/”abdominal”, e “si trova, per esempio, così in laparocolectomia, laparocolecistectomia, laparoepatotomia e laparogastrotomia” (Capuzzo, 1994). Nei casi sopraccitati il suffisso Laparo- è ridondante e superfluo in quanto non vi è dubbio che per eseguire questo tipo di interventi si debba passare attraverso l’addome. Per menzionarli dunque sarà sufficiente pronunciarli anche omettendo il lessema di troppo. Un esempio in cui invece l’utilizzo di Laparo fornisce indicazioni utili sulla via d’accesso per la realizzazione di un intervento è rappresentato dal caso dell’isterectomia (intervento chirurgico attraverso il quale avviene l’asportazione dell’utero) che può essere eseguito per via laparotomica, laparoscopica o colpotomica (non più per via addominale bensì vaginale). Un altro esempio di ridondanza molto simile a quello descritto pocanzi risiede nel superfluo uso del prefisso “Video” nel termine videolaparoscopia in quanto lo strumento per effettuare questo tipo di operazione è di norma dotato di una microcamera che permette al medico di vedere sul monitor le immagini da essa captate. Dato per scontato dunque che la laparoscopia prevede la presenza di una telecamera e di un monitor, il prefisso video anche in questo caso risulta del tutto superfluo. 34 Gli affissi sono elementi che affiancandosi ad una parola ne creano un’altra di valore e significato diverso dominano la gran parte degli scritti di carattere medico. Essi si dividono in: - Prefissi: (elementi posti all’inizio di una parola) - Infissi: (elementi formativi inseriti nella radice della parola) - Suffissi: (elemento posposto al tema o alla radice della parola) Un esempio di prefisso è dato dalla parola “dis-“, che sta ad indicare un’ alterazione, una malformazione o un funzionamento difettoso (es.: dispepsia), e la parola trans-, che che indica una modalità di passaggio” (es.: trasfusione/transfusiòn), o intra- (o anche endo-), che riassume il significato di qualcosa situato nella parte interna (es.: intravenoso, endovenoso/intravenoso). Esempi di suffissi sono ben rappresentati dalla parola, -ectomia, asportazione, (es.: isterectomia/histrectomìa), -tomia, parola che sintetizza la pratica dell’incisione, (es.:epatotomia/ epatotomía), e -trofia , altro termine di origine greca che indica la condizione di nutrimento (es.: distrofía ). Ciascuno di questi affissi rinvia sempre al concetto a cui esso è convenzionalmente associato. A volte può succedere che questi suffissi siano usati in modo inappropriato. Per esempio il suffisso –ite affiancato ad una parola riferita ad una parte anatomica del corpo ne indica l’infiammazione della parte in questione. Per esempio le parole laringite (infiammazione della laringe), pancreatine (infiammazione del pancreas), tendinite (infiammazione del tendine), flebite (infiammazione dei vasi venosi). In questi casi, trattandosi dell’infiammazione degli elementicitati il suffisso è usato in modo corretto. Al contrario, nel termine “difterite”, il suffisso di origine greca è utilizzato in maniera errata ma a una malattia infettiva a patogenesi non flogistica. L’improprietà del termine italiano in quanto questa parola non sta ad indicare l’infiammazione di n organo o di un tessuto bensì si riferisce ad una malattia infettiva ed epidemica causata da un batterio. Un’atro suffisso molto utilizzato è –osi/-osis ed è utilizzato per indicare diverse condizioni: “a) una anomalia generica (es.: anchilosi/ anquilosis); b) una lesione, una condizione o manifestazione morbosa (per es.: calcolosi/ calculosis); c) una malattia a carattere degenerativo, non infiammatorio (es.: nefrosi/nefrosis in quanto distinta da nefrite); 35 d) la presenza di numerose manifestazioni morbose dello stesso tipo in zone circoscritte, o diffuse per tutto il corpo (es.: neurofibromatosi /neurofibromatosis); e) deviazioni più o meno gravi dell’equilibrio fisiologico (es.: leucocitosi/leucocitosis).”(Capuzzo, 2004). (Per gli esempi citati in questo e nel capitolo 2.2 ci siamo basati sugli studi effettuati dalla Dott.ssa Barbara Capuzzo pubblicati on-line il 24/01/2004 sull’Arco Journal, e-journal del dipartimento di arti e comunicazioni dell’Università di Palermo). 36 3 L’interpretazione in ambito sanitario L’istituzione della figura dell’interprete medico, presente in Italia solo da pochi anni e non ancora ben regolamentata, si è resa necessaria in virtù dell’enorme flusso migratorio proveniente da diverse parti nel mondo ai quali risulta indispensabile assicurare la presenza di una figura di questo genere in modo tale da garantire loro una completo accesso alle strutture sanitarie del nostro paese. Inoltre, per quanto riguarda l’interpretazione di conferenza in modo particolare, è sempre più frequente la presenza in Italia di medici e scienziati provenienti dall’estero che viaggiano per rendere noti ai colleghi di tutto il mondo i risultati delle loro ricerche e delle innovazioni in ambito diagnostico e terapeutico. Gli interpreti specializzati in mediazione sanitaria vengono dunque messi alla prova in ogni modalità dell’interpretariato, dalla simultanea in conferenza allo chuchotage piuttosto che nella trattativa o l’overvoicing. A sostegno della formazione di questa nuova figura professionale, numerose facoltà di interpretazione, come ci ricorda Tommassini (2005), si stanno attivando in tal senso introducendo all’interno delle lezioni di interpretariato, lezioni riguardanti la mediazione in ambito sanitario, in cui gli studenti vengono messi alla prova esercitandosi con materiale proveniente proprio da strutture ospedaliere. Si tratta dunque di una vera e propria palestra che mira a formare una figura professionale capace di reagire positivamente all’approccio con questo lessico. Gli studenti inoltre, vengono addestrati a sapersi rapportare ad una realtà tanto delicata come quella che si vive negli ospedali, dove l’interprete ricopre un ruolo importante riguardo le reazioni che un paziente mostrerà davanti ad una patologia piuttosto che dinanzi alla prospettiva di un ricovero ecc. In questo caso l’interprete dovrà agire con estrema delicatezza tenendo anche in considerazione che in alcune comunità (spesso anche in Italia), in presenza di determinate patologie (ad esempio per quanto riguarda i pazienti oncologici), si tende a non informare il paziente riguardo una malattia terminale, di cui invece verrà informata la famiglia che deciderà se rendere partecipe o no il loro congiunto della sua “prognosi infausta”. Un cenno a parte merita il codice deontologico dell’interprete medico. Egli infatti, come del resto tutti coloro che si trovano a dover venire a conoscenza dei cosiddetti dati sensibili, che in questo caso riguardano lo stato di salute di una persona, a non rivelare per nessun motivo quanto appreso in ambito lavorativo nel rispetto della legge n. 675/92 37 3.1 L’interprete all’interno di una struttura ospedaliera Vediamo ora un grafico nel quale sono riportate in percentuale le categorie diagnostiche relative ai dimessi stranieri nei primi undici mesi del 2002 (Dallari-Previti-Ricci 2005): Dal grafico qui sopra si evince che l’utenza straniera che fa ricorso alle cure mediche in Italia riveste una percentuale non trascurabile. Di qui la necessità sempre più forte di inserire all’interno delle strutture ospedaliere la figura dell’interprete ospedaliero. Un altro dato facilmente riscontrabile è dato dalle categorie diagnostiche per i quali gli stranieri fanno ricorso alle cure ospedaliere. Vengono, ovviamente, abbracciate tutte le branche della medicina. L’interprete dunque dovrà rapportarsi con ognuna di esse, venendo a contatto con l’infinita gamma di termini specifici che caratterizza ognuna di queste aree di studio. In Italia, le strutture ospedaliere dotate di un pool di interpreti a disposizione del personale medico, infermieristico e dei pazienti sono molto pochi. Tra i vari casi d’”eccellenza” (per 38 professionalità del personale incaricato e per continuità) possiamo citare l’Ospedale Infermi di Rimini e L’I.S.M.E.T.T. di Palermo. Il lavoro degli interprete ospedalieri non si limita al solo interpretare in senso stretto. Questo, infatti, si occupa anche degli aspetti burocratici relativi ai pagamenti delle prestazioni, (per esempio il modello E 111, che permette ai cittadini residenti in uno dei paesi dell’Unione europea di ricevere gratuitamente assistenza sanitaria all’interno dell’Unione stessa), tiene i contatti con le assicurazioni, se è necessario si occupa del rimpatrio del paziente e della traduzione della documentazione rilasciata dalla struttura sanitaria. Spesso è compito dell’interprete informare i pazienti che hanno diritto all’assistenza sanitaria presso i servizi di base e orientarli verso strutture eventualmente a loro più adatte. Sull’interprete gravano responsabilità giuridiche che non possono essere trascurate. Egli infatti, qualora commettesse errori di interpretazione che compromettessero l’operato del medico e la salute del paziente, è perseguibile penalmente. Va sottolineato tra l’altro che nei rapporti scritti sulle cartelle cliniche, quanto riportato viene introdotto dalla frase “L’interprete riferisce che…”, fattore del quale non si può non tener conto. Sarà dunque buona norma da parte dell’interprete sincerarsi sempre di quanto udito, magari ripetendolo prima di interpretarlo, ed effettuare la traduzione solo dopo aver ricevuto risposta affermativa. Nulla va dato per scontato! Va però detto che, come i medici, anche gli interpreti che lavorano nelle strutture ospedaliere sono coperti da un’assicurazione (sebbene non so quanto questo dovrebbe sollevarci dalle responsabilità morali per aver causato un danno ad un paziente). Capita spesso (anche quando il dialogo medico paziente avviene tra soggetti che condividono la stessa lingua) che il paziente non riesca a comprendere la terminologia specialistica utilizzata dal medico; in questi casi sarà dunque compito dell’interprete spiegare il concetto utilizzando un registro più accessibile. Questo comporta un ulteriore lavoro da parte del mediatore che dovrà dunque conoscere il significato di un determinato termine per riuscire a spiegarlo al paziente. 39 3.2 Problematiche relative alla comunicazione medica Uno dei problemi più frequenti che rischiano di compromettere la comunicazione tra medico e paziente è legato alla stesura dell’anamnesi che di norma avviene al momento del ricovero. Un’anamnesi formulata in modo errato rischia di compromettere seriamente la formulazione di una corretta diagnosi e, di conseguenza, l’attribuzione di una terapia inadatta alla patologia di cui il paziente è affetto, con conseguenti danni per lo stesso che rischia di incorrere in gravi danni per la sua salute. Problemi simili si riscontrano anche all’atto della firma del consenso informato, documento che permette al medico di agire in una determinata maniera sia dal punto di vista terapeutico che per eventuali interventi chirurgici, certo che il paziente sia consapevole di ciò a cui sarà sottoposto. È dunque necessario che il paziente (o chi ne fa le veci, nel caso in cui non sia in possesso delle facoltà fisiche e mentali per farlo) sia consapevole che con la propria firma darà il proprio consenso affinché il medico agisca in una determinata maniera. In casi del genere è preferibile che l’interprete chiamato a mediare tra medico e paziente non abbia legami con quest’ultimo o non vi sia presenza di conflitto di interessi da parte dell’intermediario ( es. un datore di lavoro che accompagna un dipendente in ospedale in seguito ad infortunio piuttosto che una persona che sia stata causa volontaria del disagio che ha costretto il paziente a ricorrere alle cure ospedaliere). Problemi di comunicazione si verificano anche quando vi sono profonde differenze culturali tra il paziente straniero e il medico che lo prende in cura. Le informazioni che il paziente riferirà al medico infatti potrebbero essere in qualche modo “contaminate” da fattori ideologici, culturali o religiosi. Vi sono persino situazioni in cui il paziente si mostra reticente a ricevere le cure necessarie, usando atteggiamenti che talvolta possono essere anche violenti, rifiutandosi di descrivere in maniera chiara i sintomi dei quali soffre o mentendo sul reale stato di salute. Sono state riscontrate situazioni del genere riguardo detenuti, soggetti affetti da turbe psichiche, donne che hanno subito violenze, soggetti che arrivano in ospedale sotto l’effetto di alcol e droghe ecc. Succede dunque che il ruolo dell’interprete si estende ulteriormente. Egli diviene il referente unico per il paziente che tenderà a legarsi all’unica persona con la quale riesce a comunicare. L’interprete diventerà in tal modo un punto di riferimento importante con il quale il paziente tenderà a confidarsi, lamentarsi e a rivolgersi per qualsiasi necessità anche non 40 strettamente legata alla malattia. Quello dell’interprete medico è un ruolo delicato, non adatto a persone con scarsa capacità di prendere le distanze dal dolore della gente. Si tratta perlopiù di caratteristiche che appartengono al carattere soggettivo dell’individuo, certo, l’esperienza aiuta ma è certo che è necessaria una certa predisposizione a saper reagire in maniera decisa a certe situazioni. Vi sono realtà come quelle citate sopra in cui l’interprete diventa fondamentale nel momento in cui il paziente che rifiuta di ricevere le cure per motivi di diversa natura. Sarà compito dell’interprete adottare tutte le tecniche necessarie a calmare il soggetto e convincerlo che accettare di essere curato contribuirà a salvargli la vita. 41 3.3 Mediazione linguistica e mediazione culturale Abbiamo più volte sottolineato che lo scoglio principale di un interprete medico è dato dalla vastità del lessico specialistico arricchito ancor più dalla pluralità delle discipline investite dalla medicina (anatomia, medicina, cardiologia, pediatria ecc.). Tuttavia, i problemi dell’interprete non si limitano al solo lessico. Infatti, oltre a rappresentare la figura del mediatore linguistico egli riveste un ruolo, se si vuole, ancor più delicato che è quello del mediatore culturale. Sarà dunque compito dell’interprete essere a conoscenza anche degli aspetti relativi alla cultura, all’ordinamento e alla religione del paziente straniero, interpretando così in maniera corretta concetti che altrimenti, a causa delle differenze culturali, verrebbero recepite in maniera errata. Vengono in questo modo abbattuti pregiudizi, fraintendimenti ed errori che potrebbero compromettere lo svolgimento del lavoro dei medici nonché la stessa salute del paziente. Va da sè che questo tipo di processo facilita l’avvicinamento tra culture e l’accettazione delle diversità in quanto tali, un compito importante che va riconosciuto all’interprete che spesso viene relegato alla mera figura di ponte linguistico. Con questo genere di supporto, il personale medico e paramedico sarà in grado di agire nel rispetto della sensibilità di un paziente le cui necessità e priorità saranno presumibilmente diverse da quelle di un paziente italiano, esigenze che spesso non vengono prese in considerazione da chi non ha a che fare con culture diverse. Si pensi alle culture in cui le donne rivestono un ruolo di sudditanza nei confronti degli uomini, le donne islamiche che non possono esporsi in pubblico col volto scoperto, culture in cui non si conosce il concetto di prevenzione e si ricorre alle cure mediche solo quando lo stato di infermità si trova già ad uno stadio avanzato, donne costrette a prostituirsi, culture che tabuizzano determinate parti del corpo. 42 4 L’I.S.M.E.T.T. di Palermo, una realtà dalla quale prendere da esempio Come già abbiamo avuto modo di dire, in Italia sono pochissime le strutture sanitarie che godono di un valido servizio di mediazione linguistica che agevoli la comunicazione tra medico e paziente. L’I.S.M.E.T.T. di Palermo (Istituto Mediterraneo per Trapianti e Terapie ad alta specializzazione), è uno di quei pochi centri dotato di un pool di interpreti a disposizione di medici e pazienti 24 ore su 24. Si tratta di un’iniziativa nata nell’ambito di un progetto di sperimentazione gestionale approvato dalla conferenza Stato – Regioni e dal Consiglio dei Ministri. Trattandosi di una struttura in cui il personale italiano collabora a stretto contatto con medici del UPCM Health System di Pittsburgh, si è resa subito necessaria l’istituzione di un Dipartimento di Servizi Linguistici che rendesse più agevole la comunicazione all’interno di una struttura ce possiamo definire bilingue. Il lavoro degli interpreti all’interno dell’I.S.M.E.T.T. è coordinato da un responsabile, il dr. Goffredo Diana e da una collaboratrice. Egli opera anche come interprete personale del direttore generale, partecipa ai oassaggi di consegne del personale medico e infermieristico e fornisce un supporto tecnico e organizzativo costante. Queste due figure rappresentano un importante punto di riferimento per il gruppo di interpreti che in questo modo vengono continuamente incentivati ad ottimizzare il loro lavoro. La formazione professionale degli interpreti è affidanta alla collaboratrice del responsabile,la quale gode di una lunga esperienza da interprete di conferenza mediche.. Dei sei interpreti, quattro di loro sono stati scelti per il loro status di bilingue pur sprovvisti di qualsiasi formazione come mediatori. La collaboratrice dunque, ha formato i soggetti sul campo con un duro training. La formazione degli interpreti era divisa in due parti. Una prettamente teorica e un’altra pratica, con esercitazioni di gruppo che prevedevano la simulazione delle varie tecniche di interpretazione (conferenza, trattativa, overvoicing, chuchotage ecc). Durante le esercitazioni venivano valutate tutte le caratteristiche proprie di un interprete che opera in ambito sanitario: - Rispetto del paziente - Neutralità - Riservatezza 43 - Deontologia professionale - Conoscenza degli altri reparti - Necessità di distacco - Capacità di estraniarsi Le simulazioni comprendevano dialoghi medico – paziente e dialoghi giornalista – rappresentante dell’I.S.M.E.T.T., utilizzando la tecnica dello chuchotage (l’interpete traduce ciò che viene detto dall’interlocutore sussurrando all’orecchio dell’assistito). Oltre all’assistenza linguistica di cui abbiamo parlato sin’ora, gli interpreti si occupano anche della circolazione interna in formato bilingue di e-mail, protocolli, contratti, cartelle mediche e documentazione tecnica, nonché della circolazione esterna di articoli scientifici, presentazioni, modulistica clinica ed amministrativa ecc. Si occupano inoltre della redazione e l’aggiornamento costante di glossari che investono il settore del trapianto di organi e delle terapie ad alta specializzazione. Gli interpeti dell’I.S.M.E.T.T. rappresentano un importante punto di riferimento nei confronti del personale americano che opera in questa sede e sno responsabili degli incontri in cui si renda necessaria la loro presenza. Devono quindi avere elevate doti organizzative, così da stabilire la posizione degli interlocutori che vi partecipano per rendere più agevole l’interpretazione, stabilire le tecniche da utilizzare ecc. 44 4.1 L’attività del centro palermitano Uno degli interpeti dell’I.S.ME.T.T. di Palermo, si `gentilmente sottoposto ad in’intervista* che meglio ci far´capire come si lavora in questa struttura, l’organizzazione, il loro modo di lavorare, e certamente ci pone davanti ad una situazione che dovrebbe essere seriamente presa in considerazione dalle altre strutture sanitarie italiane. Come si diventa interprete medico? ”Al momento attuale, non esiste in Italia una formazione universitaria nel settore dell'interpretazione medica: il percorso auspicabile è la laurea triennale in scienze della mediazione linguistica o in discipline affini, seguita da quella specialistica in interpretazione di conferenza. In tal modo, si acquisiscono le competenze di base necessarie a un interprete in qualunque contesto, indipendentemente dalla tecnica richiesta (interpretazione dialogica, consecutiva o simultanea) o dal linguaggio settoriale maggiormente utilizzato. La pratica sul campo diventa pertanto imprescindibile per colmare non solo le inevitabili lacune terminologiche, ma anche per imparare a gestire situazioni di indubbio impatto emotivo (rapporto con il malato e i suoi famigliari, la malattia, la morte, la fisicità, le funzioni fisiologiche). Per quanto riguarda il caso specifico dell'ISMETT, va sottolineato che l'attività di interpretazione non si limita all'ambito medico, bensì viene richiesta anche nei più svariati settori amministrativi: una preparazione di base ampia ed eterogenea è pertanto essenziale.” Quanto le componenti emotive influiscono sulla buona riuscita della mediazione? ”In qualunque interazione mediata, l'eccessivo coinvolgimento personale rischia di inficiare la comunicazione: non solo perché compromette la capacità di concentrazione, e di conseguenza la qualità tecnica dell'interpretazione, ma anche perché porta ad alterare, sebbene inconsciamente, forma e contenuto della resa (ad esempio, tramite un'attenuazione o un rafforzamento del messaggio). Come evidenziato nella precedente risposta, la presenza di situazioni emotivamente connotate è inevitabile nell'ambito medico: l'impatto per un interprete è indubbiamente violento, 45 soprattutto appena usciti dall'ambiente "protetto" della simulazione universitaria. Anche in questo caso, è la pratica quotidiana che permette di sviluppare, in modo graduale e spontaneo, una forma di "distanza professionale" nei confronti di partecipanti e situazioni o, per meglio dire, di "distacco empatico": non va infatti dimenticato che l'interprete è "fisicamente" presente e che il dialogo medico-paziente si trasforma necessariamente in un'interazione triadica. Per tale ragione, sensibilità, ricettività ed empatia sono altrettanto indispensabili: in sostanza, si deve imparare a filtrare le emozioni trasmesse da un contesto in cui siamo immersi ma che non ci appartiene, senza dimenticare che non siamo e non dobbiamo essere degli automi". Come reagiscono il medico e il paziente alla presenza dell'interprete? ”L'ISMETT è una struttura sostanzialmente bilingue, in cui la creazione del Dipartimento Servizi Linguistici ha quasi coinciso con la nascita dell'intero Istituto: per tale ragione, tutti i membri del personale clinico e amministrativo considerano gli interpreti una presenza assodata. Sono consapevoli che il loro ruolo varia in base alla situazione, agli interlocutori coinvolti e alla conoscenza delle due lingue da parte di questi ultimi, passando dalla funzione di supporto a quella di strumento indispensabile per la comunicazione. Per i pazienti, la figura dell'interprete è certamente atipica, ma nel complesso, dopo un primo momento di stupore (soprattutto nel caso dei degenti più anziani), viene accettata di buon grado, in quanto veicolo di informazioni che riguardano la propria condizione di salute. Il rischio è che il paziente identifichi l'interprete come la fonte anziché il tramite delle informazioni: è quindi importante adottare specifiche strategie (quali il cambiamento di footing o la distribuzione spaziale) per chiarire i ruoli ed evitare ambiguità.” Quali sono le differenze rispetto al rapporto che viene a crearsi tra medico e interprete e tra paziente e interprete? ”In entrambi i casi, si cerca di instaurare un rapporto di fiducia. Con il personale medico, il contatto quotidiano e il senso di appartenenza alla stessa struttura facilitano la condivisione di obiettivi ed aspettative; si è inoltre consapevoli che l'esito positivo della comunicazione è garantito dalle competenze specifiche di entrambi i profili professionali. Con il paziente è altrettanto facile entrare in sintonia, poiché ai suoi occhi l'interprete, in quanto parte integrante dello staff, contribuisce al successo del piano terapeutico. Tuttavia, al momento dell'interazione è auspicabile mantenere un atteggiamento imparziale con entrambi gli 46 interlocutori. Va ricordato che nel caso dell'ISMETT si realizza una situazione del tutto singolare: nelle interazioni con pazienti e famigliari è il personale sanitario (americano) a rappresentare l'elemento estraneo alla cultura del Paese "ospitante". Pertanto, se nei tradizionali contesti di interpretazione per immigrati l'interprete diventa spesso il soggetto a cui questi ultimi si appoggiano psicologicamente, all'ISMETT sono i medici e gli infermieri americani a trovare nella figura dell'interprete un punto di riferimento nel loro intero periodo di permanenza.” L'interprete agisce in qualche modo da filtro rispetto alle informazioni che vengono date? ”In linea generale, no. Le rese sono quanto più possibile equivalenti agli enunciati originali per forma e contenuto: come già detto, imparzialità e neutralità sono il nostro obiettivo, non solo nelle interazioni che coinvolgono i pazienti, ma anche in quelle tra i membri del personale clinico e amministrativo. Solo in alcuni casi rari e limitati, l'interprete, laddove percepisce che per motivi culturali un enunciato rischia di essere travisato o di risultare oscuro, può decidere di dare priorità alla sua funzione mediatrice, intervenendo per chiedere chiarimenti o riformulazioni.” Quali sono le caratteristiche che un interprete deve avere per poter aspirare ad una carriera in ambito medico? ”Capacità di gestire situazioni di stress emotivo, discrezione, disponibilità, precisione, prontezza, resistenza, sensibilità, tatto, umiltà.” Bisogna sempre dire la verità al paziente? ”È indubbio che l'approccio americano e quello italiano alla malattia siano spesso diversi: l'uno è molto diretto, l'altro tende spesso a proteggere da realtà e notizie spiacevoli. Tuttavia, non rientra tra i compiti dell'interprete stabilire cosa dire o non dire ai pazienti o ai loro famigliari: è una scelta dell'operatore sanitario coinvolto nell'interazione. Nella pratica quotidiana, ci si limita a veicolare delle informazioni, pur cercando di farlo scegliendo, laddove possibile, le modalità più consone (tono e volume di voce, contatto visivo e prossemica adeguati alla situazione)”. 47 Come reagisce l'interprete di fronte ai cosiddetti tecnicismi collaterali in relazione al livello culturale e di conoscenza del mondo del paziente con il quale si trova a che fare? ”In linea generale, l'interprete mantiene il registro scelto dall'operatore sanitario. Solo in caso di dubbi o perplessità del paziente, si chiede all'interlocutore di riformulare in maniera più accessibile.” Il rapporto con il lessico specialistico è considerato un ostacolo? ”No. La fase iniziale è indubbiamente più critica, ma anche la terminologia viene appresa con il tempo. Come per tutti i linguaggi settoriali, servono costanza nello studio, curiosità e dedizione, soprattutto data la vastità dell'ambito.” Giornata tipo di un interprete dell'I.S.M.E.T.T. ”Il Dipartimento Servizi Linguistici conta 7 interpreti turnisti, un Coordinatore e un Direttore. I servizi di traduzione e interpretazione per il personale americano e italiano, sia clinico che amministrativo, vengono garantiti 24 ore su 24, 7 giorni su 7. È quindi difficile tracciare una giornata tipo: tutto dipende dall'orario in cui si presta servizio (mattino - pomeriggio - notte), dal flusso di traduzioni scritte, dalla presenza in reparto di personale anglofono, da impegni precedentemente programmati o da eventi estemporanei. Anziché la giornata dell'interprete, si può cercare di riassumere come segue le attività del Dipartimento: ATTIVITÀ DI INTERPRETAZIONE: - Interazioni tra personale anglofono e pazienti/famigliari; - Consegne infermieristiche tra personale anglofono e italofono alla fine del turno (ore 7:00 14:00 - 21:00) o per il trasferimento di pazienti da un reparto all'altro; - Interazioni tra membri del personale anglofono/italofono; - Lezioni e corsi di aggiornamento; - Riunioni amministrative; - Convegni/conferenze; - Videoconferenze. ATTIVITÀ DI TRADUZIONE: - Traduzioni scritte inglese-italiano e italiano-inglese di documenti appartenenti a diverse 48 tipologie testuali (testi amministrativi, legali, medico-scientifici, ecc.): si spazia da politiche e procedure aziendali a contratti, comunicati stampa, progetti di ricerca, materiale didattico, curricula vitae, e-mail, ecc.; - traduzione in inglese della rassegna stampa di articoli nazionali inerenti all'ISMETT e al settore dei trapianti, distribuite a una mailing list di ISMETT e UPMC; - traduzione a vista di documenti eterogenei. ATTIVITÀ DI SUPPORTO (orientamento e assistenza a medici e infermieri di Pittsburgh temporaneamente stanziati a Palermo).” * Tale intervista va interpretata come una chiacchierata informale alla quale va attribuito il solo scopo di illustrare in linea generale l’attività dell’I.S.M.E.T.T. con riferimento all’assistenza linguistica dei suoi pazienti. 49 Conclusioni Con questo lavoro abbiamo voluto mettere in luce una figura professionale ad oggi non ancora adeguatamente apprezzata per la sua importanza. La presenza del mediatore linguistico/culturale all’interno delle strutture sanitarie siano essi ospedali pubblici e privati, A.S.L., consultori ecc rappresenta un grande passo verso una cooperazione internazionale capace di garantire agli stranieri che si recano in Italia per brevi o lunghi periodi un’assistenza adeguata anche sotto il profilo sanitario. L’importanza della presenza del mediatore linguistico/culturale può essere sintetizzata da due fattori essenziali: 1) Garantire un supporto linguistico che permetta a medico e paziente di comunicare in tutta tranquillità e senza il rischio che per un fraintendimento si vengano a creare situazioni che compromettano la salute del paziente stesso (immaginiamo una persona che non è in grado di dichiarare l’allergia ad un farmaco, l’assunzione di sostanze che potrebbero aver causato il proprio malessere, poter comunicare attraverso un interprete potrebbe contribuire a salvare la vita al paziente stesso!). 2) In un paese come l’Italia che negli ultimi anni ha visto incrementare in maniera esponenziale il flusso migratorio da paesi in via di sviluppo come l’Africa, l’America latina, l’Asia, ci si trova spesso davanti a situazioni di conflitto dovute alla compresenza di culture profondamente diverse tra loro. Pensiamo ad una paziente di religione islamica, appartenente dunque ad una cultura che spesso tende a tabuizzare le diverse parti anatomiche soprattutto con riferimento al corpo femminile. La presenza del mediatore in questo caso, oltre a poter garantire un supporto linguistico sarà in grado di agire da ponte culturale tra medico e paziente in modo tale da poter dare la possibilità al primo di lavorare in maniera efficiente e all’ultimo di ricevere le cure necessarie senza che venga messa in difficoltà rispetto alle regole che la propria religione le impone. Spesso gli immigrati che arrivano in Italia dai paesi periferici non conoscono diritti e doveri con riferimento al sistema sanitario del nostro paese. Un mediatore sanitario sarà dunque in 50 grado di educarli in materia di prevenzione e norme igieniche, strutture sanitarie a loro dedicate, pratiche burocratiche ecc. 51 Bibliografia Cappuzzo B. (2004) “Aspetti del lessico specialistico medico: italiano e inglese a confronto”. Arco Journal, e-jourlan del dipartimento di arti e comunicazioni dell’Universitá degli studi di Palermo Congost Maestre N. (1994) Problemas de la tradicción técnica – Los textos médicos en inglés. Universidad de Alicante, Alicante. Congost Maestre N. (1993) Una visión pragmática de la traducción al español del lenguaje médico – teoría y práctica,Univerdidad de Alicante, Alicante. Gotti M. (1991) I linguaggi specialistici. La nuova Italia, Venezia. Marsh M. Algunas consideraciones sobre la traducción médica (1996) Universidad de Safford, Safford. Merlini R. – Favaron R. (2005), Examining the voice of interpreting in speech pathology, John Benjamin publishing Company, Amsterdam. Morelli M. (2003) Oltre il testo – Appunti di teoria e pratica della traduzione. Arcipelago Edizioni, Milano. Morelli M (2005) Oltre il discorso – Appunti di teoria e pratica dell’interpretazione. Arcipelago Edizioni, Milano. Osimo B. (1998) Manuale del traduttore. Hoepli, Milano. Regione Lombardia, Direzione Generale Sanità, Unità Organizzativa: Qualità e Integrazione dei Servizi Sanitari, Manuale della cartella clinica, www.prorec.it/documenti/n_italia/r_lombardia/cartella_clinica.pdf. Russo M – Mack G. (2005) interpretazione di trattativa. Hoepli, Milano. 52 Scarpa S. (2001) La traduzione specializzata. Hoepli editore, Milano. Serianni L. (2003) Italiani scritti. Il Muino, Bologna. Serianni L. (2005) Un treno di sintomi presente I medici e le parole: percorsi linguistici nel passato e nel Garzanti, Milano. Viaggio S. (2004) Teoría general de la mediación interlingue. Universidad de Alicante. Dizionari Befana C. (1991) Dizionario medico Europeo. Masson, Milano. Dizionario Medico Churchill (1994) Centro Scientifico Editore, ) Torino. Pey S.- Calonja J.L (1981).. Diccionario de sinónimos y contrarios, ideas afines y contrarios. Teide, Barcelona. Tam L. (1993). Dizionario spagnolo – italiano, Italiano – spagnolo. Editore Ulrico Hoepli, Milano. 53 Ringraziamenti Il primo doveroso ringraziamento va ai miei genitori Pasquale e Graziella e a mio fratello Francesco, che con il loro sostegno economico e morale hanno rappresentato un ruolo fondamentale per il compimento dei miei studi. Ringrazio la mia relatrice, la Dott.ssa Mara Morelli, che mi ha seguito nella preparazione della tesi, fornendomi consigli preziosi. Ha creduto in me in ogni istante della mia carriera universitaria infondendomi le motivazioni necessarie per andare avanti malgrado le difficoltà che inevitabilmente si presentano in questo duro cammino. Un pensiero a parte lo dedico all’amica di una vita Anna, futura dottoressa in medicina, che con la sua saggezza ha saputo donarmi consigli preziosi affinché non perdessi mai di vista gli obiettivi che mi ero preposta. Insieme a lei ringrazio anche le amiche Maria Giovanna e Giampiera. Durante questo non facile percorso ci sono state delle persone che hanno fatto in modo che non mi sentissi mai sola. Gianni, Manuela, Manila, Cristina, Claudia e Paola, siete riusciti a colmare quel vuoto che si era creato nel momento in cui mi sono dovuta allontanare dalla mia famiglia per frequentare l’università, ma soprattutto mi avete dimostrato che ogni momento della vita è possibile incontrare persone che ti fanno ricordare quanto sia importante il valore dell’amicizia. Nel corso dell’ultima fase della mia carriera universitaria, certamente il momento più impegnativo, ci sono state alcune persone che hanno dovuto subire tutta la mia ansia. Ringrazio tutti i ragazzi della casa dello studente di via Businco, in particolare la mia compagna di stanza Silvia, e l’amica e collega Cristina, che col suo amato Simone hanno scandito le dure ore di studio con piacevoli pause caffè (senza zucchero!) e che mi sono stati vicino nonostante fossi (giustificatamene) intrattabile. 54 Ringrazio tutti coloro che mi hanno donato un prezioso aiuto ai fini della realizzazione di questa tesi, al dott. Macchiarini, del reparto di chirurgia toracica dell’Hospital Clinico di Barcellona, al Sig. Danilo Romeres, dell’I.S.M.E.T.T. di Palermo, ai parenti e amici tutti. Spero di non aver dimenticato nessuno, ma, qualora l’avessi fatto, vi prego di perdonarmi! A tutti, GRAZIE!!! 55 56