Rela zione an n u al e 2005 INDICE Premessa 4 1 Struttura e Sviluppo dell’Eurojust 10 2 Contesto giuridico e partner 14 3 Attività operativa 28 4 Rapporti con le Autorità Nazionali 68 5 Paesi Terzi 72 6 Amministrazione 76 7 Valutazione del rendimento rispetto agli obiettivi fissati per il 2005 86 8 Obiettivi dell’Eurojust per il 2006 90 9 Prospettive future 94 10 Sintesi e Conclusioni 11 Allegati 98 102 PREMESSA Sono molto lieto di presentare la quarta relazione annuale dell’Eurojust. Essa si riferisce all’anno 2005 ed è stata redatta ai sensi dell’articolo 32, paragrafo 1, della decisione Eurojust che stabilisce: «Il presidente, a nome del collegio, riferisce al Consiglio, per iscritto e annualmente, in merito alle attività e alla gestione, anche finanziaria, dell’Eurojust». Nella relazione annuale del 2004 affermavo che l’Eurojust aveva ultimato la prima fase del suo insediamento. Nel dicembre 2005 l’Eurojust ha festeggiato il terzo anniversario della sua presenza all’Aja. Posso dichiarare con fiducia che i passi compiuti dall’Eurojust le permetteranno di consolidare la sua reputazione in qualità di organismo incaricato di assistere le autorità inquirenti nazionali. I progressi si riferiscono, sul piano interno, allo sviluppo delle nostre infrastrutture e al carico di lavoro in continuo aumento, e, sul piano esterno, al rafforzamento delle relazioni con le organizzazioni dell’Unione europea e alla conclusione degli accordi di cooperazione formale. Ci rallegra particolarmente confermare che la nostra attività centrale, ossia il numero di casi trattati, continua a registrare una rapida crescita. Nel 2005 il numero di casi sottoposti al collegio è aumentato di oltre il 54 % rispetto al 2004. Si è trattato di un incremento significativo. A mio parere la crescita dei casi è il riflesso della maggiore fiducia che le autorità inquirenti nazionali ripongono nella capacità dell’Eurojust di aggiungere valore al loro operato e attesta una volontà più accentuata da parte degli Stati membri dell’UE di impegnarsi reciprocamente e con l’Eurojust per affrontare il problema della criminalità transnazionale. L’incremento registrato nel 2005 fa seguito a una tendenza estremamente positiva che ha conosciuto nel 2004 un aumento del 27 % rispetto ai casi presentati nel 2003 e nel 2003 una crescita del 50 % rispetto al 2002. Sebbene nel 2005 la percentuale di casi bilaterali, ossia di casi in cui sono coinvolti due Paesi, sia aumentata, sarebbe fuorviante affermare che si tratta di casi semplici. Spesso i casi bilaterali sono complessi e non è raro che altri Paesi siano integrati nelle indagini o nelle azioni penali. Siamo inoltre lieti di constatare che un numero crescente di casi gravi è stato deferito alla nostra organizzazione, il che conferma la tendenza positiva degli anni precedenti. Il numero di riunioni destinate ad agevolare l’azione di cooperazione e coordinamento in casi specifici è aumentato da 52 nel 2004 a 73 nel 2005. Ritengo che tale aumento, piuttosto che un semplice confronto del numero di casi bilaterali e multilaterali, sia il riflesso più accurato della complessità del carico di lavoro gestito dall’Eurojust. Un’analisi più particolareggiata dei casi presentati e delle riunioni strategiche è compresa nel capitolo «Attività operativa» della presente relazione, accompagnata da esempi di casi per i quali l’Eurojust ha fornito assistenza. 4 La crescita del numero di casi presentati è indubbiamente dovuta ai solidi legami, nonché alla fiducia e alla sicurezza che si sono sviluppati tra l’Eurojust e le autorità inquirenti nazionali negli ultimi tre anni. I dieci membri nazionali provenienti dai Paesi che hanno aderito all’Unione europea nel maggio 2004 hanno affermato pienamente la loro presenza in seno alla nostra unità. Il loro operato ha inoltre contribuito in modo significativo all’efficienza dell’Eurojust e al numero di casi presentati. È indicativo il fatto che per un numero maggiore di casi, l’assistenza dell’Eurojust sia stata richiesta nella fase iniziale delle indagini internazionali. In tali circostanze l’Eurojust può risparmiare risorse e rappresentare un reale valore aggiunto nella lotta contro la criminalità internazionale. Siamo lieti di constatare gli sviluppi e i miglioramenti sopra citati, tuttavia non siamo ancora soddisfatti. Come è già stato notato nelle precedenti relazioni annuali, sono tuttora convinto che nonostante il numero più elevato di casi presentati, ne esistono ancora molti che dovrebbero essere sottoposti all’Eurojust. Il collegio ritiene che la capacità dell’Eurojust di far fronte ai casi da esaminare non sia ancora pienamente sfruttata. Tuttavia numerosi sono i membri nazionali che lavorano senza disporre di un sostituto o di un assistente. Diversi membri nazionali si trovano a sostenere un gravoso carico di lavoro consistente in casi per i quali assistono le proprie autorità nazionali e in casi per i quali assistono le autorità di altri Stati membri in merito a questioni che hanno un legame con il proprio Paese. Considerando l’evoluzione dell’Eurojust e l’incremento del carico di lavoro, è evidente che alcuni rappresentanti nazionali, non assistiti, non hanno le capacità sufficienti per offrire un servizio completo alle proprie autorità nazionali e agli altri rappresentanti del collegio, e non possono svolgere l’incarico principale in quanto rappresentanti del collegio, che funge da consiglio di amministrazione. Invito i ministri della Giustizia e dell’Interno, i Procuratori Generali o le figure corrispettive, ad esaminare le esigenze dei propri rappresentanti nazionali e a valutare la necessità di fornire loro assistenza tramite un sostituto o un esperto nazionale distaccato. Oltre all’aumento del numero di riunioni di coordinamento su casi specifici che abbiamo coordinato nel 2005, abbiamo continuato a organizzare regolarmente riunioni strategiche su importanti tipologie di indagini e azioni penali inerenti a gravi forme di criminalità organizzata. Gli argomenti trattati finora abbracciano le attività terroristiche, la tratta di esseri umani, le questioni attinenti al traffico di stupefacenti, i rapporti con i magistrati di collegamento, la contraffazione, il riciclaggio di denaro e il blocco e la confisca di beni. 5 I terribili attacchi terroristici avvenuti a Londra nel mese di luglio hanno fatto sì che il terrorismo restasse una priorità essenziale per l’Eurojust. Nel corso del 2005 abbiamo organizzato all’Aja e in altre località una serie di riunioni per inquirenti e procuratori degli Stati membri dell’UE che hanno avuto esito positivo. Un elemento da prendere in esame nell’ambito di tale attività è costituito dal numero crescente di contatti che abbiamo istituito su base regolare con gli inquirenti e i procuratori di Stati non appartenenti all’UE. Prevediamo che la tendenza continuerà nei mesi e anni a venire. In almeno una riunione internazionale che abbiamo appoggiato, i contributi forniti sono riusciti ad ostacolare un potenziale attacco terroristico. Oltre alle riunioni strategiche di cui sopra, il 17 e il 18 maggio abbiamo organizzato a Budapest il seminario annuale per gli esperti del settore giuridico, affrontando i problemi di ordine pratico relativi al mandato d’arresto europeo e proseguendo i lavori della riunione strategica iniziale tenutasi nell’ottobre 2004. Abbiamo continuato a rafforzare i nostri legami con altre organizzazioni dell’Unione europea. I rapporti con l’Europol e il suo nuovo direttore sono sempre più saldi. Tuttavia la struttura dell’iter decisionale dell’Europol potrebbe essere sottoposta ad ulteriori miglioramenti rendendo la nostra cooperazione decisamente più proficua. Anche il rapporto con l’OLAF è notevolmente migliorato nel corso del 2005, sebbene esistano in potenza numerose opportunità che non vengono ancora sfruttate. Nelle due ultime relazioni annuali abbiamo menzionato il fatto che alcuni Stati membri non hanno ancora provveduto a recepire la decisione Eurojust. Ci duole constatare che Cipro, Spagna e Grecia non hanno ancora recepito la decisione Eurojust. Il termine ultimo era il settembre 2003. Ci auguriamo che il recepimento avvenga nel 2006. La protezione dei dati relativa ad un’efficiente gestione dei casi resta un’alta priorità. Il nostro sistema di gestione dei casi (CMS) è ora pienamente operativo. Nel corso dell’anno abbiamo ultimato l’installazione di una rete di sicurezza di fondamentale importanza per le comunicazioni interne. Abbiamo inoltre ultimato il lavoro sul progetto E-POC II relativo a uno studio di fattibilità per potenziali soluzioni che consentano di comunicare in modo sicuro con le nostre autorità competenti a livello nazionale e con altri partner, in modo tale che i rappresentanti nazionali possano trasmettere e ricevere elettronicamente informazioni delicate utilizzando mezzi sicuri. L’attuazione tempestiva ed efficace del sistema costituirà un fattore essenziale nel futuro successo dell’Eurojust. Speriamo di ottenere l’autorizzazione che ci consenta di proseguire tale attività nel 2006 in quanto progetto E-POC III, portando avanti le attività precedentemente svolte. 6 I rapporti con i Paesi extracomunitari hanno registrato nel corso del 2005 un’evoluzione significativa. Il 28 aprile 2005 l’Eurojust ha concluso a Oslo il primo degli accordi di cooperazione formale con uno Stato non membro dell’UE, la Norvegia. Siamo molto lieti che, in conformità all’accordo, la procura norvegese abbia nominato Knut Kallerud magistrato di collegamento norvegese presso l’Eurojust. Il 2 dicembre 2005 sono stati firmati altri accordi di cooperazione formale con la Romania e l’Islanda. Siamo certi che tali accordi si baseranno sugli ottimi rapporti informali che abbiamo mantenuto con entrambi i Paesi, in particolare con la Romania. Riteniamo che la firma dell’accordo con la Romania sia una naturale evoluzione verso l’adesione all’UE. Nel 2005 sono stati avviati i negoziati formali relativi a un accordo con gli Stati Uniti d’America e la Svizzera. Abbiamo inoltre intavolato discussioni a carattere informale con la Federazione russa e l’Ucraina; nei prossimi dodici mesi prevediamo ulteriori progressi. Le infrastrutture dell’Eurojust sono in continuo sviluppo. Alla fine di dicembre l’organizzazione era cresciuta fino a comprendere 25 rappresentanti nazionali e i relativi assistenti, affiancati da 70 membri del personale amministrativo. Credo che siano stati compiuti positivi passi avanti, ma che si possano ottenere risultati più incisivi. Da parte nostra continueremo a sviluppare le infrastrutture di cui disponiamo e la nostra capacità di assistere gli inquirenti e i procuratori nazionali per rafforzare la nostra posizione non solo nell’Unione europea, ma anche all’esterno, e diventare un punto di accesso per inquirenti e procuratori di Stati non appartenenti all’UE. I nostri sforzi si concentrano in particolare sul rafforzamento della capacità di fornire consulenza e assistenza giuridica agli esperti, compreso un orientamento alle buone prassi, su tutti gli aspetti giuridici delle indagini e delle azioni penali condotte in merito a gravi forme di criminalità organizzata e transnazionale. Siamo inoltre desiderosi di continuare a contribuire alle proposte presentate dalla Commissione europea e da altre istituzioni per elaborare leggi, procedure e procedimenti più efficaci nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Nel dicembre 2005 abbiamo compiuto insieme con le autorità olandesi sensibili progressi, a lungo desiderati, e abbiamo affermato e consolidato la nostra posizione e il nostro statuto all’Aja. Abbiamo concluso lunghi negoziati con il ministro olandese degli Esteri riguardanti i termini dell’accordo di insediamento e, in separata sede, con l’Ufficio Lavori Pubblici dei Paesi Bassi (Rijksgebouwendienst) al fine di garantire un contratto d’affitto per i nostri uffici dell’Aja valido fino al 2012. Il mio mandato triennale in qualità di presidente del collegio, trascorso rapidamente, è giunto a termine a metà anno. Si è dimostrato un periodo estremamente impegnativo e gradevole, 7 pertanto ho deciso di presentare la candidatura per un secondo mandato. È con grande onore e gioia che ho appreso di essere stato eletto per la seconda volta dai miei colleghi. Nel corso del 2005 due rappresentanti nazionali hanno lasciato l’Eurojust. Siamo stati spiacenti di accomiatarci da Barbara Brezigar e da Jerzy Iwanicki, rappresentanti nazionali rispettivamente per la Slovenia e la Polonia. Desidero ringraziarli per il contributo significativo che hanno apportato allo sviluppo e all’ampliamento dell’Eurojust. Jerzy ha ripreso le sue funzioni presso il ministero polacco della Giustizia dove ci auguriamo sia pienamente sfruttata l’esperienza acquisita all’Eurojust. Abbiamo appreso con gioia che Barbara è stata nominata Procuratore Generale della Slovenia. Auguriamo a entrambi di eseguire con successo i nuovi incarichi. Abbiamo dato il benvenuto ai nuovi membri del collegio: Malči Gabrijelčič per la Slovenia e Mariusz Skowroński per la Polonia. Nel 2005 Donatella Frendo Dimech è stata promossa da sostituto del rappresentante nazionale a rappresentante nazionale per Malta, garantendo la rappresentanza permanente di Malta alle riunioni del collegio. Sarei riconoscente se la presente relazione potesse essere trasmessa a tutti gli inquirenti e i procuratori che si occupano direttamente o indirettamente della lotta contro gravi forme di criminalità organizzata e transnazionale. MICHAEL G. KENNEDY Presidente del collegio Gennaio 2006 8 9 1 STRUTTURA E SVILUPPO DELL’EUROJUST Introduzione Il collegio dell’Eurojust è costituito da 25 rappresentanti nazionali, nominati da ciascuno Stato membro, aventi il titolo di magistrato del pubblico ministero, giudice o funzionario di polizia con pari prerogative. Alcuni Stati membri hanno nominato degli assistenti per il proprio rappresentante nazionale. Nel 2005 erano presenti all’Aja 15 assistenti per i rispettivi rappresentanti nazionali. Quattro Stati membri hanno nominato degli assistenti nel proprio Paese d’origine. Gli assistenti che non operano permanentemente all’Aja si recano nelle nostre strutture per rappresentare i membri nazionali o sostituirli ove necessario. Il carico di lavoro dei rappresentanti nazionali è aumentato e alcuni di loro hanno chiesto un assistente supplementare o un esperto distaccato. Il collegio gode del sostegno del personale amministrativo, guidato dal direttore amministrativo. La struttura e le responsabilità del personale in questione sono descritte nel capitolo 6 della presente relazione. Una nuova struttura di lavoro per l’Eurojust Uno degli obiettivi dell’Eurojust per il 2005 era mettere a punto e realizzare una nuova struttura di lavoro composta da 21 gruppi, allo scopo di ottenere tutti i possibili vantaggi che sarebbero scaturiti dall’allargamento dell’Unione europea. Abbiamo inoltre convenuto sulla necessità di esaminare l’efficacia di tali accordi dopo un periodo opportunamente stabilito. La struttura dei gruppi è stata attuata ed è diventata operativa nel corso dei primi mesi del 2005. In pratica il meccanismo ha funzionato correttamente, molto meglio degli accordi precedenti, poiché ha consentito ai rappresentanti del collegio di collaborare in piccoli gruppi ad argomenti e problemi specifici con l’appoggio, se necessario, del personale dell’amministrazione. Una delle difficoltà per alcuni rappresentanti nazionali era costituito dalla maggiore frequenza delle riunioni settimanali alle quali dovevano partecipare, dovuta a un numero più elevato di gruppi. Abbiamo discusso il problema in occasione dell’incontro di programmazione tenutosi a ottobre e abbiamo deciso di ridurre il numero di gruppi a 14, e di fonderne alcuni, eliminando possibili sovrapposizioni e duplicazioni. Abbiamo tuttavia scelto di mantenere alcuni dei gruppi 10 più piccoli per concentrarci sullo sviluppo e il miglioramento di partenariati rilevanti, per esempio con la RGE e l’OLAF. La nuova struttura è stata discussa e approvata dal collegio nel mese di dicembre. Desideriamo garantire che i gruppi rimangano il più possibile saldi e possano avvalersi dell’esperienza personale all’interno del collegio, conservando al tempo stesso i vantaggi della continuità dei rappresentanti. Prevediamo che la ridistribuzione dei rappresentanti nazionali tra i nuovi gruppi sarà ultimata nei primi mesi del 2006. Nel frattempo continuerà ad essere operativa la «vecchia» struttura. Protezione dei dati, progetto E-POC e sistema di gestione dei casi (CMS) dell’Eurojust Il regolamento interno relativo al trattamento e alla protezione dei dati personali presso l’Eurojust è stato adottato dal Consiglio il 24 febbraio 2005. Esso obbliga l’Eurojust a istituire un sistema di gestione dei casi (CMS) che deve essere utilizzato dai rappresentanti nazionali quando si occupano di attività relative ai casi, e che comprende gli archivi di lavoro temporanei e l’indice, definiti nella decisione Eurojust. Lo sviluppo parallelo delle norme relative alla protezione dei dati e del progetto E-POC si è dimostrato vantaggioso per tutte le parti. Esso ha consentito all’Eurojust di garantire la piena compatibilità delle norme e dei requisiti tecnici del CMS. Il progetto EPOC-II è stato avviato nel 2005 in seguito al progetto E-POC, che l’anno precedente aveva prodotto la prima versione provvisoria del CMS. L’Eurojust è diventato un partner a pieno titolo del progetto finanziato dall’UE nell’ambito del programma AGIS, al fianco dei ministeri della Giustizia di Italia, Francia, Slovenia e Romania. Il progetto ha elaborato due ulteriori versioni del CMS, lo strumento utilizzato dai rappresentanti nazionali e dal personale per gestire gli interventi inerenti ai casi. La prima, del mese di luglio, era incentrata sull’attuazione e l’automazione di numerose prescrizioni contenute nelle norme dell’Eurojust in materia di protezione Il CMS ha integrato le seguenti capacità: gestione dei diritti delle persone interessate, procedura di registrazione dei dati delicati, trattamento dei dati personali nell’indice, notifiche automatiche e possibilità di esaminare il file di registro da parte del responsabile della protezione dei dati (DPO), controllo dei dati nel rispetto delle scadenze. 11 La seconda versione, diventata effettiva a novembre, contiene nuovi elementi volti a sostenere le indagini sul terrorismo, il traffico di stupefacenti e la tratta di esseri umani. Essa inoltre appoggia le responsabilità dell’Eurojust per quanto riguarda il mandato di arresto europeo, i meccanismi avanzati per il riconoscimento dei legami che intercorrono tra i vari casi e le relazioni statistiche avanzate. Inoltre contiene uno studio di fattibilità grazie al quale è possibile garantire lo scambio sicuro di dati tra l’Eurojust e le autorità nazionali. Il progetto si è concluso con una riunione a scopo divulgativo, tenutasi a dicembre a Roma, dove agli invitati provenienti da tutti i 25 Stati membri sono stati mostrati i potenziali vantaggi di un approccio comune destinato ad agevolare lo scambio di informazioni tra i rappresentanti nazionali e le loro rispettive autorità nazionali. I risultati dei controlli pilota effettuati del DPO nell’ottobre 2005 e la prima ispezione realizzata dall’autorità di controllo comune per la protezione dei dati nel novembre 2005, hanno sottolineato l’importanza di un ampio utilizzo del CMS al fine di garantire la conformità alle norme in materia di protezione dei dati e sfruttare pienamente tutte le loro capacità. 12 13 2 CONTESTO GIURIDICO E PARTNER Introduzione Grazie alla funzione dell’Eurojust che consiste nel sostenere e agevolare la cooperazione e il coordinamento transnazionale tra gli inquirenti e i procuratori nazionali negli Stati membri, l’unità svolge un ruolo di primo piano nell’ambito del rafforzamento dello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. L’unità interviene spesso per fornire consulenza o partecipa a riunioni per esprimere il suo parere in merito a questioni per le quali la sua competenza può risultare proficua (conflitti di giurisdizione, progetto di decisione quadro sulla criminalità organizzata, valutazione del MAE, reti JIT, lotta al terrorismo, ecc.). In alcuni casi gli inviti trasmessi all’Eurojust sono regolari, ad esempio quelli provenienti dal Consiglio dei ministri, il Parlamento europeo, il gruppo multidisciplinare sulla criminalità organizzata (GMD) e la task force dei capi della polizia a livello europeo. Sono ottime opportunità per l’Eurojust di esprimere il proprio parere basandosi sulla sua esperienza pratica, e per l’unità di ottenere informazioni sulle preoccupazioni e i problemi di attualità riguardanti le istituzioni europee. La condivisione di informazioni costituisce inoltre lo scopo di altre riunioni che si tengono negli uffici dell’Eurojust ogni due mesi con i rappresentanti del Segretariato del Consiglio e della Commissione. Dal settembre 2005 gli inviti alle suddette riunioni sono stati estesi ai rappresentanti dell’attuale presidenza dell’Unione europea e alle due presidenze successive, garantendo una continuità ai contatti utili e allo scambio di informazioni. La struttura dell’Eurojust suddivisa in gruppi avviata all’inizio del 2005 ha favorito l’instaurazione di contatti con altre agenzie e istituzioni europee, nonché il potenziamento delle relazioni tra loro e l’Eurojust. Il 19 ottobre l’Eurojust è stata lieta di accogliere il Sig. Frattini, vicepresidente della Commissione europea, responsabile delle questioni riguardanti libertà, sicurezza e giustizia, e ha notevolmente gradito la sua offerta di rafforzare la collaborazione tra l’Eurojust e la Commissione. Il gruppo di Bruxelles è responsabile del coordinamento e dell’organizzazione di molte delle attività summenzionate. Recepimento della decisione Eurojust L’Eurojust è ora un interlocutore affermato e di rilievo nello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. Lo statuto è riconosciuto in numerosi interventi e documenti europei con il nome di Programma dell’Aja. Gli Stati membri tuttavia non recepiscono sempre entro tempi ragionevoli le decisioni prese a Bruxelles. I ritardi e gli standard minimi di recepimento costituiscono motivo di preoccupazione per l’Eurojust e incidono sull’attività giornaliera dell’organizzazione. 14 Tuttavia siamo lieti di constatare che il Lussemburgo e l’Italia hanno recepito la decisione Eurojust e che Malta è rappresentata nel collegio su base regolare. Speriamo che la decisione Eurojust sia recepita il prima possibile anche da Cipro, Grecia e Spagna. Nella relazione annuale del 2004 abbiamo rilevato che il mancato recepimento limita la capacità dei rispettivi rappresentanti nazionali di essere pienamente operativi e di collaborare con le autorità nazionali ottenendo i massimi risultati. Ciò a sua volta circoscrive l’attività dell’unità nel suo insieme. Delude il fatto che alcuni rappresentanti nazionali non ricevano un sufficiente sostegno dalle proprie autorità nazionali affinché possano stabilirsi definitivamente all’Aja. Per esempio, i membri nazionali lituani e polacchi risiedono in una struttura alberghiera dal 1° maggio 2004. Il recepimento della decisione Eurojust, tuttavia, non costituisce l’ultima tappa. Deve essere preso in esame un altro aspetto, vale a dire l’ampiezza dei poteri conferiti a ciascun rappresentante nazionale (cfr. il paragrafo I poteri dei rappresentanti più avanti). La decisione Eurojust può essere recepita a livello basilare conferendo al rappresentante nazionale il potere di assistere e sostenere le richieste di mutua assistenza giudiziaria e coordinare le indagini. La decisione può conferire anche maggiori poteri in caso di emergenza o, per esempio, per sostenere consegne controllate o operazioni di infiltrazione. È evidente che la solidità globale dell’Eurojust è strettamente collegata ai poteri dei rappresentanti nazionali accordati dai loro Paesi d’origine. Un elemento da porre in rilievo è dato dall’importanza dell’istituzione di uffici nazionali la cui portata e il cui livello di autorità nella gerarchia nazionale consentono un trattamento ottimale di molti casi complessi. Tale crescita in un’unità che è ancora molto giovane deve proseguire finché non sarà chiaro che ogni ufficio nazionale sarà in grado di operare al meglio per lottare contro la criminalità nel Paese in questione. La nomina di corrispondenti nazionali o di assistenti in ciascuno Stato membro sarebbe di grande aiuto nell’agevolare l’attività dell’Eurojust in collaborazione con i giudici e i procuratori nazionali. Un altro ovvio beneficio deriverebbe da un migliore coordinamento tra i rappresentanti nazionali. Recepimento degli strumenti chiave in materia di giustizia e affari interni Nelle precedenti relazioni annuali Eurojust ha evidenziato l’importanza del recepimento rapido ed effettivo degli strumenti giuridici volti a rafforzare la cooperazione giuridica in materia penale. Il mancato recepimento, o un recepimento incompleto, accresce le differenze esistenti tra gli Stati membri e incide sull’attività dei rappresentanti nazionali, creando in particolare difficoltà e rischi che mettono in pericolo la loro capacità di coordinare le operazioni in modo ottimale. 15 Un esame dello stato attuale del recepimento negli Stati membri rivela che alcuni importanti strumenti non sono stati pienamente recepiti in tutti gli Stati entro i termini fissati per la loro attuazione. Diversi strumenti non sono neppure stati recepiti entro i termini stabiliti dalla dichiarazione del Consiglio europeo rilasciata dopo gli attentati di Madrid. Di seguito sono elencati alcuni esempi: • Decisione quadro del 13 giugno 2002 sul mandato di arresto europeo, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004: GERMANIA e CIPRO non sono in grado di eseguire i mandati di arresto europei contro i propri cittadini. • Decisione quadro del 13 giugno 2002 sulle Squadre investigative comuni, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004: GRECIA, ITALIA e LUSSEMBURGO non hanno attuato la decisione quadro. • Decisione quadro del 13 giugno 2002 sulla lotta al terrorismo, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004: LITUANIA e CIPRO non hanno attuato la decisione quadro. • La decisione quadro del 26 giugno 2001 sul riciclaggio di denaro, l’individuazione, il rintracciamento, il congelamento, il sequestro e la confisca degli strumenti e dei proventi di reato, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del giugno 2004: GRECIA e LUSSEMBURGO non hanno attuato la decisione quadro. • Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, del 29 maggio 2000, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del dicembre 2004: REPUBBLICA CECA, GRECIA, IRLANDA, ITALIA, LUSSEMBURGO, MALTA E REPUBBLICA SLOVACCA non hanno ratificato la Convenzione. • Protocollo del 16 ottobre 2001 della Convenzione di assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell’Unione europea, il cui termine ultimo è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del dicembre 2004: 16 ESTONIA, GRECIA, IRLANDA, ITALIA, LUSSEMBURGO, MALTA, PORTOGALLO E REPUBBLICA SLOVACCA non hanno ratificato il Protocollo. • Decisione quadro del 22 luglio 2003 sull’esecuzione di ordini di congelamento di immobili o di prove, il cui termine ultimo iniziale dell’agosto 2005 è stato stabilito dalla Dichiarazione del Consiglio europeo del dicembre 2004: BELGIO, REPUBBLICA CECA, GERMANIA, ESTONIA, SPAGNA, GRECIA, IRLANDA, ITALIA, LETTONIA, LITUANIA, LUSSEMBURGO, MALTA, PORTOGALLO, SLOVENIA e REGNO UNITO non hanno attuato la decisione quadro. Rete giudiziaria europea (RGE) e magistrati di collegamento Il gruppo costituito dalla rete giudiziaria europea e dai magistrati di collegamento (gruppo RGEMC) è stato istituito dal collegio in seguito all’incontro di pianificazione dell’Eurojust del 2004. Obiettivi per il 2005 Il 2005 è stato il primo anno di attività del gruppo. Gli obiettivi da raggiungere erano i seguenti: (1) istituire un legame istituzionale adeguato e un canale di comunicazione tra i membri della RGE, il loro Segretariato e i magistrati di collegamento da un lato, e il collegio dell’Eurojust dall’altro; (2) individuare i mezzi pratici per il miglioramento della cooperazione tra la RGE, i magistrati di collegamento e l’Eurojust, al fine di accrescere l’efficienza, evitare la duplicazione delle iniziative e la sovrapposizione di impegni nei casi; e (3) realizzare un’efficace complementarità tra i membri della RGE, i magistrati di collegamento e l’Eurojust. Realizzazioni nel 2005 Il gruppo RGE-MC si è riunito otto volte nel 2005 per raggiungere gli scopi sopra elencati. Sono stati conseguiti tre obiettivi principali: • Costante partecipazione dei membri del gruppo alle riunioni della RGE, riservando particolare attenzione alle sedute plenarie della RGE a Lussemburgo (giugno) e ad Edimburgo (dicembre). Tali opportunità sono servite ad intensificare i rapporti esistenti tra l’Eurojust e la RGE e a fornire su base permanente informazioni riguardanti i progressi compiuti dall’Eurojust nelle sue attività operative e amministrative. In effetti il gruppo è diventato un trait d’union costante tra la RGE, il suo Segretariato e il collegio dell’Eurojust. 17 • Il 14 novembre 2005 si è svolta una riunione negli uffici dell’Eurojust, organizzata dal gruppo RGE-MC, per tutti i magistrati di collegamento degli Stati membri dell’UE, inclusi i rappresentanti della RGE provenienti dagli Stati membri della troika. La riunione ha fatto seguito ai precedenti incontri del marzo 2002 a Bruxelles, e nel luglio 2004 all’Aja. I partecipanti alla riunione hanno potuto condividere le proprie esperienze nel campo della cooperazione a livello bilaterale e l’esperienza dell’Eurojust a livello multilaterale, soprattutto da quando è avvenuto l’allargamento dell’UE nel maggio 2004. I magistrati di collegamento sono stati informati sulle ultime attività dell’Eurojust e hanno discusso questioni connesse con le indagini e le azioni penali transnazionali, concentrando l’attenzione sulla valutazione dei rispettivi ruoli e strategie per il miglioramento del sostegno destinato alle autorità nazionali nell’azione di coordinamento contro la criminalità organizzata internazionale. Alla riunione hanno partecipato 18 dei 21 magistrati di collegamento dell’UE, tra cui il magistrato di collegamento norvegese per l’Eurojust, nonché tre magistrati di collegamento francesi e un magistrato di collegamento spagnolo assegnati a Paesi terzi (Canada, Federazione russa e Marocco). • La terza attività intrapresa dal gruppo nel 2005 è stata la redazione di un opuscolo promozionale congiunto RGE-Eurojust avente un duplice scopo: si tratta, in primo luogo, di un pieghevole informativo, destinato agli esperti del settore, che offre alcune informazioni di base sulle rispettive mansioni e competenze della RGE e dell’Eurojust. La terza attività intrapresa dal gruppo nel 2005 è stata la redazione di un opuscolo promozionale congiunto RGE-Eurojust avente un duplice scopo: si tratta, in primo luogo, di un pieghevole informativo, destinato agli esperti del settore, che offre alcune informazioni di base sulle rispettive mansioni e competenze della RGE e dell’Eurojust. Il dépliant sarà disponibile sotto forma di opuscolo e potrà essere scaricato da entrambi i siti Internet. Un ampliamento futuro dell’opuscolo comprenderà una breve presentazione dell’Europol e dell’OLAF. Un testo relativo alla RGE è stato elaborato alla fine della primavera del 2005 e una bozza finale della versione dell’Eurojust è stata concordata dal collegio nel dicembre 2005. La versione comune definitiva sarà pubblicata nel corso delle prime settimane del 2006. Link incrociati sono già stati inseriti sui siti Internet della RGE e dell’Eurojust. Sono compresi anche i link all’Europol e all’OLAF. Il dépliant sarà disponibile sotto forma di opuscolo e potrà essere scaricato da entrambi i siti Internet. Un ampliamento futuro dell’opuscolo comprenderà una breve presentazione dell’Europol e dell’OLAF. Una versione relativa alla RGE è stata elaborata entro la fine della primavera del 2005 e una bozza finale della versione dell’Eurojust è stata concordata dal collegio nel dicembre 2005. La versione comune finale sarà pubblicata nel corso delle prime settimane del 2006. Link incrociati sono già stati inseriti sui siti Internet della RGE e dell’Eurojust. Sono compresi anche i link all’Europol e all’OLAF. 18 Europol Nel 2005 il gruppo Europol dell’Eurojust ha collaborato con l’Europol per attuare l’accordo sottoscritto dalle due organizzazioni nel 2004. Una commissione speciale congiunta, il comitato direttivo, è stata istituita e si è riunita a più riprese per discutere su questioni generali relative alla cooperazione. Inoltre anche il direttore dell’Europol e il presidente del collegio dell’Eurojust si sono riuniti regolarmente nel corso dell’anno. Le due organizzazioni hanno scambiato un numero crescente di informazioni avvalendosi di punti di contatti appositamente designati. Per agevolare lo scambio di informazioni tra le due organizzazioni ci stiamo adoperando per attivare una connessione protetta. Ci rincresce che tale attività non abbia registrato progressi rapidi come avremmo sperato, ma prevediamo di trovare una soluzione accettabile per entrambe le parti nella prima metà del 2006. Dal punto di vista dell’Europol, lo scambio di informazioni con l’Eurojust si presentava nel modo seguente: 2004 2005 Richieste inviate dall’Europol all’Eurojust: 0 1 Risposte ricevute dall’Europol provenienti dall’Eurojust: 0 1 Richieste ricevute dall’Europol provenienti dall’Eurojust: 8 64 Risposte inviate dall’Europol all’Eurojust: 4 52 12 118 Totale: Nel corso del 2005 è stata realizzata una relazione di valutazione congiunta della cooperazione tra le due organizzazioni. Secondo una delle raccomandazioni l’Eurojust dovrebbe incoraggiare gli Stati membri a invitare i rappresentanti nazionali dell’Eurojust a partecipare agli archivi di lavoro per fini analitici. La relazione inoltre raccomanda di analizzare il modo in cui entrambe le organizzazione possono essere coinvolte nelle attività di programmazione reciproche. L’Eurojust e l’Europol collaborano a un progetto relativo alle Squadre investigative comuni. La prima fase, che è stata quasi ultimata, aveva lo scopo di creare una guida sulla legislazione degli Stati membri relativa alle Squadre investigative comuni. Nel novembre 2005 l’Eurojust e l’Europol hanno organizzato la prima riunione per gli esperti delle JIT nominati dai 25 Stati membri. Vi hanno partecipato oltre 90 persone. 19 L’Eurojust e l’Europol hanno partecipato, realizzando anche interventi, a una serie di riunioni strategiche e operative coordinate da entrambe le organizzazioni. L’Eurojust e l’Europol hanno inoltre cooperato a diversi casi operativi riguardanti, per esempio, il terrorismo, il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, la pedopornografia, il falso nummario e la frode. Nel 2005 l’Eurojust è stata coinvolta nei casi di coordinamento relativi a 8 dei 17 archivi di lavoro per fini analitici. Il quadro legislativo dell’Europol, tuttavia, non consente all’Eurojust di cooperare a stretto contatto con l’Europol come vorrebbe. È nell’interesse comune di entrambe le organizzazioni conseguire una più stretta collaborazione per lottare con maggiore efficacia contro gravi forme di criminalità organizzata transnazionale. Speriamo che gli ostacoli che impediscono una più stretta collaborazione possano essere sormontati rapidamente.. Le Squadre investigative comuni (JIT) e il seminario di novembre La decisione quadro sulle Squadre investigative comuni del 13 giugno 2002 non è stata attuata in tutti gli Stati membri. L’iniziativa di designare esperti nazionali per le Squadre investigative comuni è stata proposta nell’aprile 2005 dalla Presidenza lussemburghese per stimolare l’uso delle JIT. Successivamente, nel luglio 2005 è stato deciso di istituire una rete informale di esperti sulle JIT, priva di una struttura eccessivamente burocratica, ma in grado di riunirsi collettivamente o in gruppi più piccoli. Le riunioni saranno organizzate negli uffici dell’Eurojust o dell’Europol. Le rete JIT dovrebbe fornire assistenza nei seguenti settori: (a) individuazione dei motivi per cui le JIT non sono ancora ampiamente utilizzate (mancanza di conoscenze tra i professionisti, problemi legati alle risorse, difficoltà legislative, ostacoli burocratici, ecc.), (b) scambio di informazioni pertinenti sulle questioni pratiche connesse con l’istituzione e il funzionamento di JIT in tutti gli Stati membri, (c) condivisione di migliori prassi e (d) collegamenti con altri esperti e organizzazioni a livello nazionale. Tutti gli Stati membri hanno designato i propri esperti così come l’OLAF; l’Europol e l’Eurojust. Il seminario di novembre Il 22 e 23 novembre, l’Eurojust e l’Europol hanno convocato la prima riunione della rete di esperti nazionali per le JIT, organizzata negli uffici dell’Eurojust. Alla riunione hanno partecipato esperti provenienti da 22 Stati membri, dall’OLAF, dall’Eurojust e dall’Europol, rappresentanti del Segretariato generale del Consiglio e della Commissione. 20 La riunione è stata caratterizzata da diverse presentazioni seguite da dibattiti, svolti in parte nell’ambito di seminari dove i partecipanti hanno esaminato le seguenti questioni: missione e obiettivi della rete di esperti e degli esperti medesimi; l’interazione delle organizzazioni internazionali quali l’Eurojust, l’Europol e l’OLAF; la struttura, i metodi e gli strumenti di lavoro della rete. Una parte molto interessante della riunione era dedicata a presentazioni effettuate da esperti spagnoli, francesi, britannici e olandesi sulle JIT esistenti, create in base alla decisione quadro. I casi delucidati riguardavano le indagini transnazionali sul traffico di stupefacenti e il terrorismo. Gli esperti hanno fornito un quadro generale della prassi e dei problemi incontrati sottolineando alcuni aspetti che, in base alla loro esperienza, dovrebbero essere presi in considerazione al momento di istituire le JIT. Tali aspetti comprendono l’importanza dei negoziati pre-accordo che non devono trascurare alcun dettaglio, la necessità di una selezione accurata delle indagini, e i problemi di ordine linguistico e pratico relativi agli agenti di pubblica sicurezza impegnati nel funzionamento di una JIT. I Servizi legali dell’Europol e dell’Eurojust hanno riferito in merito ai progressi realizzati nell’ambito della stesura di un manuale della legislazione nazionale applicabile alle JIT in tutti gli Stati membri. I presenti hanno convenuto su diverse conclusioni, in particolare per quanto riguarda i compiti e gli obiettivi. Le conclusioni e i risultati dei seminari sono contenuti nel documento del Consiglio n. 15277/05, pubblicato il 2 dicembre 2005. Il feedback ricevuto dai partecipanti è stato estremamente positivo. I partecipanti hanno convenuto di tenere in futuro riunioni ad hoc e hanno manifestato l’auspicio di continuare a lavorare su questioni di ordine pratico. L’Europol ha deciso di organizzare la prossima riunione in base agli stessi criteri e in collaborazione con l’Eurojust. Rapporti con l’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode) I rapporti tra l’Eurojust e l’OLAF hanno registrato un’evoluzione significativa nel corso del 2005. È stato istituito il gruppo OLAF che comprende quattro rappresentanti del collegio e ha avviato le proprie attività nel gennaio 2005. Da allora il gruppo ha incontrato l’unità dei magistrati dell’OLAF con scadenza bimensile. 21 In occasione delle riunioni l’Eurojust ha ottenuto le sintesi relative a undici casi dell’OLAF. I membri nazionali di Francia, Germania, Spagna, Italia e Irlanda, i Paesi principali nei casi OLAF, hanno riferito al collegio i progressi realizzati in merito a tali indagini. Tuttavia, in sette di tali casi, i rappresentanti nazionali hanno riferito che l’OLAF non ha trasmesso i casi in tempo sufficiente per consentire all’Eurojust di apportarvi un valore aggiunto. Sono stati conseguiti alcuni risultati di rilievo, come indicato dalle linee guida per l’attuazione del memorandum d’intesa congiunto sottoscritto nel 2003: • È stata avviata la trasmissione di casi dall’OLAF all’Eurojust. • Nell’ottobre 2005 sono iniziate le prime visite. Quattro rappresentanti nazionali hanno visitato l’OLAF per due giorni. Hanno avuto luogo riunioni e scambi di esperienze da parte di funzionari delle tre direzioni dell’OLAF, tra cui la direzione delle indagini e delle operazioni, ed è stata assicurata la partecipazione a una riunione del Comitato esecutivo riguardante le attività di gestione dei casi. La visita è stata un’opportunità non solo per ottenere maggiori informazioni sulla questione, ma anche per continuare a potenziare la fiducia e il rispetto reciproco. La partecipazione congiunta a convegni e seminari è aumentata. L’Eurojust ha assicurato la copresidenza di una sessione mattutina della Terza conferenza comunitaria dei procuratori incaricati dei casi di frode, organizzata dall’OLAF nel novembre 2005. L’OLAF è stato invitato a partecipare alla riunione strategica dell’Eurojust sul riciclaggio di denaro, tenutasi nel novembre 2005. L’Eurojust e l’OLAF stanno elaborando documenti di lavoro comuni e hanno incluso link ai reciproci siti Internet. Nel corso dell’anno l’Eurojust ha organizzato due visite di grande interesse in relazione con l’OLAF. Ad aprile è stata la volta di Siim Kallas, vicepresidente e commissario, la cui presenza si è sostanziata in una proficua riunione per entrambe le organizzazioni. Nel dicembre 2005 il direttore dell’OLAF, Franz-Hermann Brüner, ha reso visita all’Eurojust e ha incontrato il presidente e il gruppo OLAF. Sono stati concordati gli obiettivi per le attività future, compresi i progressi da realizzare per un accordo di cooperazione formale. Una rassegna dei passi avanti compiuti nei casi dell’OLAF, scambiati con i rappresentanti nazionali dell’Eurojust nel 2005, è stata trasmessa all’unità Magistrati dell’OLAF nel corso della riunione. Il gruppo OLAF intende riferire al collegio sui progressi compiuti entro il marzo 2006. 22 Le conclusioni del Consiglio relative alla relazione annuale dell’Eurojust del 2004 invitavano l’Eurojust e la Commissione (OLAF) ad esaminare le prescrizioni giuridiche che consentano di giungere rapidamente alla conclusione di accordi riguardanti la trasmissione di dati personali. Entrambe le organizzazioni si adoperano affinché tali accordi vengano conclusi il prima possibile. Ci auguriamo che i negoziati relativi a un accordo formale abbiano inizio nei primi mesi del 2006. Se da un lato nel 2005 sono stati registrati notevoli miglioramenti nell’ambito dei rapporti dell’Eurojust con l’OLAF, dall’altro sono necessari ancora molti sforzi per garantire che la collaborazione tra le due organizzazioni sia efficiente e trarre il massimo vantaggio dai loro poteri, la loro capacità ed esperienza. Coordinatore antiterrorismo dell’UE In quanto collegamento ufficiale ad alto livello dell’UE con i Paesi terzi e riferendo direttamente al Consiglio, Gijs de Vries ha contribuito sicuramente in modo incisivo al coordinamento delle attività svolte dalle diverse parti in causa nel campo dell’antiterrorismo. Gijs de Vries ha reso visita all’Eurojust e il 10 novembre 2005 si è rivolto al collegio. Il gruppo Terrorismo ha avuto l’opportunità di offrire una panoramica delle attività svolte. Inoltre ha delucidato la situazione riguardante la decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002 e la nuova decisione del Consiglio del 20 settembre 2005. Il sig. de Vries ha confermato il proprio impegno ad assistere l’Eurojust a livello politico, favorendo l’ottimizzazione delle varie iniziative legislative nell’ambito del terrorismo e invitando sistematicamente gli Stati membri interessati ad aggiornare le rispettive normative interne in materia di terrorismo. Gli sforzi congiunti contribuiranno indubbiamente ad un successo più marcato, nella speranza che i rischi di eventuali attacchi terroristici in Europa subiscano una graduale riduzione. Associazione internazionale dei procuratori (IAP) Gli stretti contatti dell’Eurojust con l’IAP sono proseguiti nel 2005. A marzo si è svolta presso l’Eurojust parte della conferenza europea dell’IAP sull’addestramento regionale, diventato un appuntamento annuale nel calendario dell’IAP. La conferenza ha riunito oltre 50 giovani procuratori di vari Paesi europei appartenenti e non all’UE. Essa offre un’ottima opportunità 23 all’Eurojust di raggiungere i procuratori il cui lavoro normale potrebbe tenerli lontano dalla nostra organizzazione. Ad agosto diversi rappresentanti nazionali hanno preso parte alla conferenza annuale dell’IAP, organizzata quest’anno in Europa dalla Procura danese a Copenhagen sul tema testimoni, periti e vittime. Eurogiustizia A ottobre il Procuratore Generale della Repubblica del Portogallo ha invitato l’Eurojust ad assistere all’ottavo convegno annuale sull’Eurogiustizia che si terrà a Lisbona. Alla riunione hanno partecipato i Procuratori Generali degli Stati membri dell’Unione europea e di alcuni Paesi terzi. Le conclusioni del convegno hanno messo in rilievo l’importanza dell’Eurojust e la necessità di utilizzare il potenziale di coordinamento tra le autorità competenti nella lotta contro la criminalità transnazionale. La Costituzione europea La Costituzione europea, nella sua forma attuale, comprende disposizioni che potenziano e rafforzano la lotta alla criminalità organizzata e al terrorismo. Per esempio, nel caso in cui fosse introdotta la legislazione europea adeguata, l’Eurojust avrebbe la facoltà di avviare le indagini e, per decisione unanime degli Stati membri, potrebbe fungere da procuratore europeo incaricato di lottare contro le frodi al bilancio comunitario e, più in generale, contro gravi forme di criminalità. Altre disposizioni mirano a una migliore armonizzazione del diritto penale, specie nell’ambito dei reati connessi con l’euro e nella gestione di questioni procedurali come lo scambio di prove e il trattamento di imputati e vittime. In base alla sua esperienza pratica, l’Eurojust ritiene che l’armonizzazione legislativa tra i vari Stati membri e il rafforzamento dei suoi poteri potrebbero migliorare notevolmente l’efficacia dello spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia. La piena partecipazione di ciascun membro nazionale e assistente alle indagini transnazionali sarebbe indubbiamente facilitata se entrassero in vigore alcune delle disposizioni del progetto di Costituzione. A prescindere dal futuro del trattato costituzionale, è importante far sì che siano esaminati appieno i principi già espressi dalle attuali disposizioni e dai referendum. In particolare, il principio del reciproco riconoscimento si è dimostrato molto efficace attraverso l’attuazione delle decisioni quadro relative al mandato di arresto europeo e al congelamento dei beni. 24 Il suggerimento di istituire un comitato per la sicurezza interna (comitato di coordinamento ad alto livello, ex COSI), in cui le istituzioni e le agenzie europee pertinenti possono scambiare informazioni ed elaborare strategie contro la criminalità e sostenere la sicurezza in Europa, dovrebbe essere incoraggiato. L’Eurojust è stata lieta di poter partecipare alla prima riunione nel maggio 2005 e ritiene che il comitato abbia un forte potenziale. I cittadini degli Stati membri si aspettano miglioramenti nella lotta contro gravi forme di criminalità a livello europeo. L’Eurojust si impegna a migliorare il contesto delle disposizioni attuali al fine di raggiungere più efficacemente i propri scopi e obiettivi. I poteri dei rappresentanti Nel corso della sua riunione del 2 dicembre 2004, il Consiglio dei ministri Giustizia e Affari Interni ha invitato l’Eurojust a valutare la sua esperienza quanto alla natura e alla portata dei poteri giudiziari dei rappresentanti nazionali, e riferire al Consiglio entro la metà del 2005. Il Consiglio ha chiesto che la relazione comprendesse, ove necessario, le raccomandazioni finalizzate ad eventuali miglioramenti. La questione dei poteri dei membri occupa un posto centrale nella gestione dei casi dell’Eurojust. Pertanto abbiamo accolto favorevolmente l’opportunità di affrontare e commentare tale aspetto importante. Il collegio ha effettuato un’analisi e una valutazione dei poteri in relazione all’articolo 9, paragrafo 3 della decisione Eurojust, considerando anche i poteri necessari per l’esecuzione dei compiti indicati all’articolo 6. Nella risposta inviata al Consiglio nel luglio 2005, il collegio ha riconosciuto le ovvie critiche che potrebbero essere espresse affermando che una siffatta valutazione è poco scientifica, nonché soggettiva, e che essa può solo riflettere l’esperienza acquisita dai rappresentanti nazionali nell’ambito dei poteri di cui dispongono attualmente. Inoltre è molto probabile che se i rappresentanti nazionali avessero maggiori poteri, essi riceverebbero un numero più elevato di informazioni e di casi. Ciò implica che occorrono ulteriori prerogative per gestire i casi in modo soddisfacente. L’analisi offerta potrebbe anche essere espressione del fatto che molti dei rappresentanti nazionali sono procuratori e giudici dotati di vasta esperienza, i quali si avvalgono di reti e contatti validi ed efficienti nelle proprie giurisdizioni nazionali. In virtù di ciò, la questione dei poteri conferiti sarà più evidente per i rappresentanti nazionali meno esperti, per i quali maggiori prerogative potrebbero essere la condizione indispensabile per lavorare in modo più efficace. 25 Tenendo conto di tali questioni, l’analisi suggerisce che sono pochi i rappresentanti nazionali ad aver incontrato problemi reali per l’assenza di specifici poteri giudiziari conferiti a loro stessi o agli altri rappresentanti nazionali con cui collaborano. Anche considerando tale aspetto, un numero elevato di rappresentanti nazionali ha indicato i poteri che a loro parere dovrebbero essere conferiti a tutti i rappresentanti nazionali medesimi. Tale decisione aiuterebbe a garantire una base coerente comune e consentirebbe loro di collaborare su una posizione di parità e di nutrire le stesse aspettative dei propri colleghi nazionali. Di conseguenza avrebbero la capacità di agevolare un’azione coordinata e di sostenere la cooperazione con un certo grado di sicurezza. Tra i poteri comuni fondamentali figura il potere di: • emettere richieste di mutua assistenza giudiziaria; • eseguire le richieste di mutua assistenza giudiziaria; • fungere da Autorità Centrali rispetto alle autorità giudiziarie straniere; • decidere, e non solo raccomandare, le azioni da intraprendere nel campo della mutua assistenza, delle indagini e delle azioni penali; • decidere e autorizzare consegne controllate in casi urgenti; • decidere in merito ad altre misure investigative (p.es. intercettazione delle comunicazioni telefoniche e operazioni di infiltrazione) in casi urgenti. Potrebbe sembrare un paradosso affermare che, sebbene i rappresentanti nazionali abbiano incontrato pochi problemi per mancanza di poteri giudiziari, riteniamo ancora che siano necessari maggiori poteri. La situazione è ben diversa. Come già spiegato, una valutazione di questo tipo sarebbe unicamente il riflesso dell’esperienza ottenuta con i poteri di cui dispongono attualmente. Ulteriori poteri potrebbero rafforzare il ruolo svolto dall’Eurojust, comportando un aumento dei casi e delle informazioni relative a gravi forme di criminalità presentati all’Eurojust per ottenere assistenza sotto forma di cooperazione e coordinamento tra gli Stati membri. Tuttavia, anche in tal caso, sarà necessario un rafforzamento dei poteri. 26 3 ATTIVITÀ OPERATIVA Commenti sulle Statistiche relative all’attività operativa Nel 2005 il collegio ha registrato 588 casi, compresi due casi trasformati da casi nazionali in casi gestiti dal collegio. Ciò rappresenta un aumento del 54 % rispetto al numero di casi gestiti nel 2004, condiviso dalla maggior parte degli Stati membri in cui aumentano in misura crescente la notorietà dell’Eurojust e il ricorso a tale organizzazione. Nonostante il fatto che resti ancora molto da fare, sembra che le autorità nazionali siano sempre più consapevoli e fiduciose per quanto riguarda il valore aggiunto reale e potenziale derivante dalla partecipazione dell’Eurojust. Come accaduto negli anni precedenti, la percentuale di casi bilaterali è ancora consistente (78 %). Riteniamo che sia importante citare qualche aspetto significativo con lo scopo di evitare incomprensioni. Quando l’Eurojust si riferisce a casi bilaterali, ciò significa, ma non sempre, che a livello nazionale il caso implica solo due Paesi. Le autorità nazionali devono dunque cooperare maggiormente o coordinare le indagini o le azioni penali o risolvere determinati problemi con un Paese. Il caso tuttavia potrebbe riguardare numerosi Paesi. Talvolta il caso viene esteso successivamente ad uno o più Paesi supplementari. Inoltre un caso bilaterale non è sempre sinonimo di un caso semplice. Diversi rappresentanti nazionali hanno dichiarato che alcuni casi bilaterali sono estremamente complessi e che il coinvolgimento dell’Eurojust è stato dispendioso in termini di tempo e di fondamentale importanza per apportare un miglioramento alla cooperazione e al coordinamento delle indagini e/o dell’azione legale tra i due Paesi: uno sforzo che supera di gran lunga le aspettative nei confronti dei punti di contatto RGE. Infine, il valore aggiunto delle attività dell’Eurojust è significativo nei casi bilaterali, talvolta ancor di più nei casi multilaterali. Ciò spiega la ragione o la necessità dell’impegno dell’Eurojust, anziché la natura bi o multilaterale delle richieste che dovrebbero essere esaminate. In alcuni casi l’Eurojust costituisce l’ultima speranza per i procuratori di ottenere la cooperazione internazionale di cui hanno bisogno. I commenti relativi alle due richieste presentate dal collegio ai sensi dell’articolo 7 illustrano altrettanto bene tale aspetto. Per esempio, il caso Prestige, di estrema complessità, riguarda principalmente la Spagna e la Francia. In base alla tendenza che caratterizza il numero di casi registrati, anche il numero di riunioni di coordinamento è aumentato di oltre il 40 %. Le 73 riunioni di coordinamento organizzate o sostenute dall’Eurojust hanno avuto luogo nei nostri uffici (55) o negli Stati membri (18). La 28 decisione in merito al luogo dipendeva dalle richieste e dalle necessità delle autorità nazionali, nonché dalle considerazioni relative al supporto pratico destinato alle riunioni. La maggior parte delle riunioni di coordinamento (42) ha coinvolto da 3 a 14 Paesi. I casi esaminati riguardavano essenzialmente il traffico di stupefacenti (22), la frode e/o il riciclaggio di denaro (20), il terrorismo (10) e la tratta di esseri umani (9). Altre organizzazioni, quali l’OLAF e l’Europol, e gli Stati non membri dell’UE sono stati coinvolti in 13 riunioni di coordinamento. Ciascuno Stato membro è stato rappresentato in almeno una riunione di coordinamento. In molte di tali riunioni, gli aspetti operativi comprendevano la formulazione di un piano d’azione specifico che consiste nell’esecuzione di misure coordinate, per esempio le ricerche e i sequestri di prove e gli arresti. Ciò costituisce un importante valore aggiunto e consente alle autorità nazionali di essere più ambiziose nella gestione degli aspetti internazionali dei loro casi. Le richieste di coordinamento, conformemente all’articolo 6, lettera c, della decisione Eurojust, non sono sistematicamente seguite da riunioni di coordinamento. In 99 casi, il coordinamento è stato richiesto fin dall’inizio; per 14 dei casi è stato necessario l’intervento del rappresentante nazionale al fine di garantire la trasmissione di una o più lettere ai sensi dell’articolo 6, lettera g) della decisione Eurojust. In merito a quest’ultimo aspetto è importante osservare che i rappresentanti nazionali sono stati richiesti in 58 casi. A nostro parere il dato riflette un maggior grado di fiducia tra l’Eurojust e le autorità nazionali. Le fattispecie criminose trattate dall’Eurojust seguono uno schema simile a quello degli anni precedenti. Il traffico di stupefacenti e i casi di frode rappresentano ancora la percentuale più alta di fattispecie criminose trasmesse all’Eurojust. Le percentuali tuttavia non sono dati molto pertinenti nell’ambito di tali attività. L’Eurojust ha registrato 36 tipi diversi di fattispecie criminose nel 2005 ed è difficile riferire su ciascuna di loro. Ciononostante vorremmo far presente che in generale i casi riferiti per tutti i tipi di fattispecie sono aumentati, talvolta in misura significativa. Per esempio, 19 casi di tratta di esseri umani nel 2004 e 33 casi nel 2005. Occorre sottolineare che in molti casi oltre al reato principale esistono reati ausiliari. Le statistiche sono indice esclusivo del nostro operato in casi registrati riguardanti reati specifici trasmessi all’Eurojust. Inoltre i rappresentanti nazionali garantiscono contributi significativi alle proprie autorità nazionali, per esempio analizzando e risolvendo questioni legali, fornendo consulenza sulla gestione delle richieste di assistenza o favorendo la risoluzione dei problemi generali esistenti tra le autorità degli Stati membri coinvolti nella cooperazione transfrontaliera. Ci impegniamo a migliorare le nostre statistiche per fornire maggiori dettagli sulla portata globale del coinvolgimento dei rappresentanti nazionali nella cooperazione giudiziaria a livello europeo. Ci auguriamo che le statistiche, le tabelle e i commenti, nonché le illustrazioni dei casi, contribuiscano a chiarire meglio l’attività operativa del collegio. 29 Figura 1: Riunioni di coordinamento 35 34 32 30 29 25 26 24 23 20 18 15 14 10 8 8 5 6 6 3 3 1 0 1 4 4 2 3 1 1 2 2 BE CZ DK DE EE EL ES FR IE IT CY LV LT LU HU NL AT PL PT SI SK FI SE UK Figura 2: Evoluzione dei casi 2002-2005 600 588 500 400 381 300 300 200 202 100 0 2002 30 2003 2004 2005 Figura 3: Paesi richiedenti 99 100 18 80 12 60 51 50 43 41 40 40 38 35 22 18 20 19 22 2223 21 20 1617 17 12 26 17 6 39 34 27 23 42 15 14 12 9 5 7 3 3 7 2 1 0 15 8 11 8 1 5 3 3 BE CZ DK DE EE EL ES FR IE IT CY LV LT LU HU MT NL AT PL PT SI SK FI SE UK 2005 2004 Figura 4: Paesi destinatari delle richieste 140 136 120 98 100 95 92 84 60 57 82 80 78 80 65 64 59 51 46 40 28 26 20 8 0 28 25 20 1716 14 12 8 9 7 1211 2 8 13 15 10 12 15 12 8 54 12 24 23 8 6 6 8 64 11 16 BE CZ DK DE EE EL ES FR IE IT CY LV LT LU HU MT NL AT PL PT SI SK FI SE UK 2004 2005 31 Figura 5: Reati 140 120 135 120 100 80 92 60 40 48 45 43 42 39 35 33 20 27 26 25 24 IV A Fr od e mo ris ro Te r stu Traf pe fico fac d en i Re Tru ti at f fa ic on e fro o tro de alt ri il pa be tri ni mo pu Ric bb nio icl Re lic ag at i gio ic fis on di ica tro de l o na la a vi ro lib ta, er l tà 'int pe eg rso rit na à le Om ici dio Fr od e fis ca le un Alt 'or ri ga re niz Pa at za rte i zio cip ne az i o cri Tra mi ne a tta na le di es se ri um Fu an rto i or ga niz za Co to nt ra ffa zio ne 0 Articolo 7 della decisione Eurojust Nel 2005 il collegio ha operato per la prima volta ai sensi dell’articolo 7, lettera a). Sono state avviate due azioni di tal tipo per il raggiungimento di scopi diversi. Nel primo caso il collegio ha chiesto alle autorità spagnole, ai sensi dell’articolo 7, lettere a) e i) di avviare un’indagine e, qualora necessario, un’azione legale relativa a un caso di frode, poiché il Regno Unito, l’altro Paese coinvolto, non era nella posizione di esercitare la propria competenza per intentare giudizio in tal merito. Nel secondo caso, ai sensi dell’articolo 7, lettere a) e ii), il collegio ha chiesto alle autorità giudiziarie competenti di Francia e Spagna di accettare che le autorità giudiziarie spagnole assumessero la gestione della totalità del procedimento relativo al naufragio del Prestige. 32 Ognuna di tali richieste comprendeva un’argomentazione particolareggiata, soprattutto nel caso del Prestige. Entrambe hanno preso in considerazione la situazione delle vittime e la possibilità di esercitare i loro diritti in modo soddisfacente. Il collegio tuttavia ritiene che sia necessaria un’ulteriore cooperazione tra i Paesi coinvolti per conseguire l’obiettivo finale. L’Eurojust si è già offerto di fornire un eventuale sostegno aggiuntivo alle autorità nazionali. Violazioni dei termini nei casi di MAE Per quanto concerne le informazioni fornite l’anno scorso, all’Eurojust è stato notificato un numero maggiore di violazioni nelle scadenze relative ai casi di MAE. Tuttavia siamo consapevoli del fatto che tali notifiche non sono ancora sistematiche. Sebbene i rappresentanti nazionali ricordino alle proprie autorità nazionali la responsabilità che incombe loro, ai sensi dell’articolo 17, paragrafo 7 della decisione quadro del 13 giugno 2002, essi incontrano notevoli difficoltà nel ricevere tutte le informazioni del caso. Speriamo che l’anno prossimo tutti gli Stati membri adempiano ai propri obblighi e che l’Eurojust riceva tutte le informazioni richieste. Tenendo conto di quest’ultima osservazione, le statistiche che seguono devono essere ritenute incomplete. Nel 2005 sono state registrate 53 violazioni delle scadenze. In 44 casi sono stati indicati i motivi: Regno Unito: 31 Spagna: 2 Portogallo: 6 Belgio: 2 Francia: 4 Svezia: 1 Malta: 3 Italia: 1 Irlanda: 3 I principali motivi addotti dagli Stati membri si riferivano a (a) procedimenti rinviati a causa di una procedura in corso o di una sentenza da eseguire nel Paese cui è giunta la richiesta — 13 casi; (b) appelli interposti dagli imputati — 12 casi; e (c) informazioni complementari richieste dall’autorità esecutrice — 11 casi. In cinque casi, inoltre, le autorità non sono state in grado di consegnare i sospettati dato che due sospettati sono fuggiti e tre sospettati non si sono presentati all’udienza. In entrambe le situazioni le autorità nazionali hanno emesso mandati di arresto. 33 È interessante osservare che le informazioni complementari richieste dall’autorità esecutrice e provenienti dall’autorità emittente rientrano nelle seguenti categorie: • Passaggio del tempo (3 casi) • Cronologia di eventi che portano all’emissione del MAE (1 caso) • Condotta descritta nel MAE (3 casi) • Non bis in idem (2 casi) • Trattamento medico (2 casi) Benché gli Stati membri debbano riferire sugli errori nel rispetto delle scadenze del MAE, non abbiamo l’autorità di raccogliere dati sul numero di MAE emessi. Nel 2005 sono stati emessi oltre 2 500 MAE. Anche se sarà stato eseguito un numero inferiore di mandati, non crediamo che solo in 48 casi sono state superate le scadenze per espellere i profughi. Siamo molto delusi per il fatto che le risposte sono pervenute solo da sette Stati membri, rimettendo in discussione il valore di qualsiasi confronto. Un esame più attento dei 31 casi del Regno Unito mostra che in oltre metà dei casi il ritardo è stato causato dalla latitanza dei fuggitivi, dalla conclusione degli attuali procedimenti penali, o dal fatto che i fuggitivi devono scontare la pena nel Regno Unito. Ci auguriamo che in futuro tutti gli Stati membri forniscano relazioni complete e dettagliate sui motivi per cui la scadenza del MAE è stata violata. Gruppo Terrorismo e nuova decisione del Consiglio Il gruppo Terrorismo Gli obiettivi principali del gruppo Terrorismo sono i seguenti: • istituire un centro di competenza all’interno dell’Eurojust in materia di terrorismo; • garantire che le riunioni di coordinamento sul terrorismo siano ben preparate e organizzate; • potenziare lo scambio di informazioni relative al terrorismo attraverso contatti costanti con i corrispondenti nazionali nominati per il terrorismo; 34 • mantenere e istituire una base dati generali di documenti giuridici relativi al terrorismo; • definire un approccio migliore alla ricezione e alla gestione di informazioni sul terrorismo provenienti da fonti aperte e chiuse; • mantenere i contatti con i gruppi di lavoro e organizzare riunioni a Bruxelles su tali argomenti. Il gruppo Terrorismo si è riunito almeno ogni settimana e ha proseguito le sue attività seguendo il calendario stabilito nel 2004. Sono in fase di esame le cinque questioni principali: • cooperazione giudiziaria: organizzazione di riunioni strategiche, operative e di altro tipo relative al terrorismo e di sostegno alle riunioni operative di coordinamento sui casi legati al terrorismo; • miglioramento dell’interazione tra le parti impegnate nella lotta al terrorismo: stabilire contatti regolari con i corrispondenti nazionali per il terrorismo, i magistrati, i giudici e i procuratori specializzati in materia di terrorismo o impegnati in casi di terrorismo rilevanti, con l’Europol, il coordinatore europeo contro il terrorismo, i servizi segreti ed altre agenzie coinvolte; • realizzazione di uno studio di fattibilità su una banca dati giuridica al fine di mantenere una panoramica aggiornata dei documenti giuridici nazionali, europei ed internazionali disponibili e degli strumenti inerenti al terrorismo; • creazione di una base dati giuridica sul terrorismo: tale strumento si baserà sui dati raccolti, ad esempio durante le riunioni di coordinamento tenutesi presso l’Eurojust, e ricevuti dai corrispondenti nazionali per il terrorismo, e introduzione delle capacità nel CMS; • finanziamento del terrorismo: ottenere la verifica dell’uso pratico e del valore aggiunto degli strumenti dell’UE o dell’ONU esistenti in questo ambito. Il gruppo Terrorismo ha preparato due riunioni strategiche di rilievo: la prima ha avuto luogo nel febbraio 2005 con Stati Uniti, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Regno Unito. L’obiettivo era fornire informazioni per ulteriori sviluppi e attività di cooperazione tra i suddetti Paesi nei casi di terrorismo estremista di matrice islamica legato all’Unione europea e al Nord America, con lo scopo di individuare ostacoli e lezioni da apprendere 35 e stabilire orientamenti per lo scambio di informazioni. I rappresentanti degli Stati membri hanno delucidato la situazione attuale in merito alle indagini, alle azioni legali e ai procedimenti relativi a casi specifici. Le conclusioni della riunione sono state riferite per mezzo di una lettera del presidente dell’Eurojust al presidente del Consiglio dell’Unione europea e al coordinatore europeo contro il terrorismo. La seconda riunione importante si è svolta nel marzo 2005 e mirava a garantire migliori contatti con i corrispondenti nazionali per il terrorismo provenienti da tutti i 25 Stati membri e soprattutto ad assicurare la conformità più adeguata alla decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002 sullo scambio di informazioni in materia di terrorismo. La riunione ha evidenziato che l’Eurojust non ha trattato sufficienti informazioni in modo tale da offrire una visione d’insieme dei casi di terrorismo in tutti gli Stati membri. Essa inoltre ha mostrato che diversi Stati membri sono fiduciosi delle proprie reti e dei metodi bilaterali e preferiscono non avvalersi della possibilità di cooperare tramite l’Eurojust. La situazione non ha registrato un miglioramento significativo. Solo alcuni Stati membri scambiano regolarmente con l’Eurojust e in modo strutturato informazioni attinenti al terrorismo; alcuni Stati operano in tal senso ma in modo non strutturato. Tuttavia nella maggior parte dei casi ciò avviene sporadicamente o mai. Speriamo che la tendenza così prefigurata cambi in seguito all’attuazione della nuova decisione del Consiglio nella metà del 2006. La percentuale dei casi di terrorismo è diminuita nel 2005 rispetto al 2004, passando dal 7 % al 5 %, ma è importante precisare il fatto che la qualità delle riunioni di coordinamento operative e multilaterali relative al terrorismo estremista di matrice islamica ha subito un considerevole aumento. Nel corso del 2005 l’Eurojust è stato informato su diverse sentenze pronunciate in materia di terrorismo ed è stato coinvolto in ciascuno dei suddetti casi. Il gruppo Terrorismo ha inoltre lanciato l’iniziativa di organizzare riunioni tattiche sul terrorismo. La nuova decisione del Consiglio Migliorare dal punto di vista qualitativo e quantitativo gli scambi di informazioni costituisce uno degli elementi chiave per rafforzare la lotta al terrorismo. L’Eurojust accoglie con favore la decisione 2005/671/GAI del Consiglio del 20 settembre 2005 concernente lo scambio di informazioni e la cooperazione in materia di reati terroristici, che è entrata in vigore il 30 settembre 2005 e deve essere attuata dagli Stati membri entro il 30 giungo 2006. Il nuovo strumento, che annulla la decisione 2003/48/GAI del Consiglio, del 19 dicembre 2002, relativa all’applicazione di misure specifiche di cooperazione di polizia e giudiziaria in materia di lotta contro il terrorismo, amplierà 36 notevolmente la portata delle informazioni da trasmettere all’Eurojust. Esso inoltre estende la responsabilità a tutte le fasi dei procedimenti penali, comprese le condanne, e a tutte le persone, i gruppi o i soggetti indagati, perseguiti o accusati di reati terroristici. Riunioni strategiche: introduzione Nel 2005 l’Eurojust ha rafforzato gli sforzi strategici per lottare contro le principali forme gravi di criminalità organizzata fissando sette seminari strategici, rispetto ai cinque dell’anno precedente. La maggior parte dei seminari si è svolta nelle nostre ottime strutture dell’Aja, ma i seminari hanno avuto luogo in Ungheria, Italia e Regno Unito. I seminari si prefiggono tre obiettivi. In primo luogo, divulgare le informazioni sui problemi pratici relativi alle azioni penali, sulle soluzioni e le buone prassi nei settori specifici della criminalità organizzata, e creare un forum in cui gli esperti che incontrano problemi pratici nelle attività giornaliere possono discuterne direttamente con i colleghi europei. In secondo luogo, creare reti di contatto tra i procuratori e gli inquirenti che operano in quei settori e favorire un clima di fiducia e sicurezza tra loro per garantire una cooperazione e un coordinamento migliore, più rapido e diretto nei Paesi europei. In terzo luogo, individuare nuovi possibili casi di cooperazione e coordinamento e trasmettere tali casi all’Eurojust. Oltre alle discussioni e alle presentazioni tra gli avvocati nel corso dei seminari strategici, le riunioni forniscono un quadro per varie riunioni di coordinamento bilaterali e multilaterali, dove vengono discusse indagini e azioni penali specifiche tra i procuratori, la polizia e altre persone direttamente coinvolte nei casi. I seguenti paragrafi forniscono un breve resoconto di ogni riunione. Riunione strategica sul terrorismo Il 9 marzo 2005 l’Eurojust ha organizzato per la seconda volta nella storia giudiziaria europea una riunione strategica che ha visto riuniti i 25 corrispondenti nazionali per il terrorismo. La riunione strategica era suddivisa in tre parti principali: 37 1. Applicazione della decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002 (designazione dei corrispondenti nazionali per il terrorismo e scambio di informazioni tra le autorità competenti a livello nazionale, l’Eurojust e l’Europol) e fornitura di informazioni sul nuovo progetto di decisione del Consiglio, che amplia notevolmente il campo di applicazione della decisione del Consiglio del 19 dicembre 2002. 2. In merito a tre progetti controllati in stretta collaborazione tra l’Eurojust e l’Europol si è svolta una sessione informativa ed è stato chiesto ai corrispondenti nazionali per il terrorismo di fornire a tempo debito le informazioni giudiziarie pertinenti: • in vista della stesura di un glossario relativo ai gruppi terroristici; • in merito all’uso degli strumenti multimediali in tutte le fasi della procedura penale; • al reclutamento di terroristi. 3. Sono stati organizzati quattro seminari. L’obiettivo era rispondere a un questionario sullo scambio di informazioni (tempestività, canali e metodologia). Riunione tattica sul terrorismo Per rafforzare le iniziative in termini di raccolta dei casi, il gruppo Terrorismo ha introdotto un nuovo concetto: le riunioni tattiche. Solo i procuratori attualmente impegnati in tali casi dovranno partecipare a tali riunioni e presentare casi specifici. Di conseguenza, non tutti i Paesi saranno obbligati a inviare una delegazione, sebbene tutti membri nazionali dell’Eurojust abbiano la facoltà di assistere. Obiettivo della riunione è presentare e discutere i casi in questione e i relativi problemi. Una riunione tattica è organizzata solo se è possibile individuare un numero sufficiente di casi. L’Eurojust ha deciso di organizzare una riunione tattica per gli Stati membri maggiormente coinvolti nei casi di terrorismo estremista di matrice islamica. L’obiettivo fondamentale della riunione consisteva nel procurare una piattaforma che guidasse i magistrati incaricati dei casi di terrorismo estremista islamico al fine di discutere le questioni connesse, scambiare informazioni ed esperienze e instaurare una rete. Nel corso della prima riunione tattica sul terrorismo, organizzata in Italia dall’Eurojust, diversi Paesi, e in particolare la Francia, hanno sollevato le effettive preoccupazioni riguardanti quei soggetti che hanno legami con l’Iraq o sono stati addestrati in quel Paese e ritornano in Europa 38 per compiere atti terroristici. La riunione è stata notevolmente apprezzata dai partecipanti e ha dimostrato la necessità di svolgere un’azione continua in quel settore. Successivamente è stato chiesto all’Eurojust di svolgere un’indagine in tutti gli Stati membri sulle inchieste o le azioni penali in corso a tale riguardo, sui collegamenti con altri Stati membri e gli USA e sul desiderio di organizzare una riunione tattica presso l’Eurojust nel corso del 2006 al fine di coordinare le attività. Riunione strategica sull’attuazione del mandato di arresto europeo (MAE) Il 17 e 18 maggio 2005 l’Eurojust ha organizzato a Budapest una riunione destinata agli avvocati sull’attuazione del MAE. Tenendo conto dell’esperienza acquisita dalla riunione strategica del 2004 a Praga, l’Eurojust si è concentrata sui problemi pratici inerenti all’applicazione del MAE. La prima parte della giornata era dedicata alle presentazioni. Tra i vari interventi si è discusso sui casi costituzionali in corso o ultimati in Germania e in Francia. A distanza di due mesi la corte costituzionale tedesca ha respinto l’attuazione nazionale della decisione quadro concernente il MAE. Tutte le presentazioni, le conclusioni dei seminari, le risposte al questionario prodotto dall’Eurojust, nonché il testo della decisione della corte costituzionale tedesca e polacca, sono contenuti nel CD-ROM pubblicato dall’Eurojust in seguito al seminario. Benché il seminario fosse stato organizzato solo sette mesi dopo il seminario sul MAE a Praga, l’Eurojust ha dovuto far fronte a un numero significativo di problemi pratici che sono stati discussi nel corso dei seminari. Durante i seminari sono state discusse le seguenti questioni e sono state formulate le seguenti conclusioni: Nesso tra MAE ed estradizione Gli Stati membri applicano il MAE all’interno del territorio dell’Unione europea; per i rapporti con Paesi extracomunitari vengono utilizzate procedure di estradizione. Ciononostante la convenzione di estradizione è ancora in vigore tra diversi Stati membri. Giacché la decisione quadro non può di per sé modificare le disposizioni del Trattato internazionale, è consigliabile escludere l’applicazione del Trattato di estradizione mediante notifica ai sensi dell’articolo 28, paragrafo 3 della Convenzione europea di estradizione. Applicazione in tempo utile Il MAE dovrebbe essere applicabile a prescindere dalla data di perpetrazione di un atto, ad eccezione degli Stati che hanno rilasciato una dichiarazione ai sensi dell’articolo 32 della decisione 39 quadro (Austria, Italia e Francia). Le scadenze relative all’esecuzione del MAE, imposte da altri Stati, provocano problemi in termini di applicazione del MAE, che devono essere risolti a livello pratico e su una base ad hoc con estrema flessibilità. I legislatori nazionali tuttavia dovrebbero essere consapevoli del fatto che i requisiti giuridici restrittivi non favoriscono l’attuazione del MAE, il quale dovrebbe semplificare ed accelerare le procedure anziché introdurre complicazioni e accentuare le differenze esistenti a livello nazionale. Motivi del rifiuto Tra i motivi indicati per il rifiuto di eseguire il MAE, sono stati riferiti i seguenti: descrizione insufficiente dei fatti, mancanza di informazioni complementari e di normative per l’esecuzione della sanzione per la quale era stato emesso il MAE. Una questione era comune a tutti i gruppi: le traduzioni. Talvolta è stato difficile per i partecipanti rispettare i requisiti in termini di traduzione dato il breve periodo concesso; anche la scarsa qualità delle traduzioni è stata oggetto di menzione. Una buona prassi per uno Stato membro consisterebbe nell’accettare documenti non solo nella propria lingua nazionale, o di accettare persino che siano redatti in una lingua comune. Procedure pendenti relative alla costituzionalità del MAE Come già menzionato, le presentazioni riguardavano i casi belgi e tedeschi. Inoltre una presentazione del seminario verteva sul caso polacco. I partecipanti hanno chiesto informazioni sulla prassi degli Stati che hanno rifiutato di consegnare i propri cittadini. Deve applicarsi il principio di reciprocità? Esperienza pratica in materia di trasmissione Per quanto riguarda la trasmissione del MAE, potrebbero essere utilizzati diversi canali (SIS, Interpol, magistrato di collegamento, contatto diretto). Tutti gli avvocati dovrebbero essere consapevoli del fatto che gli Stati membri che hanno aderito all’UE nel 2004, nonché il Regno Unito e l’Irlanda, non hanno accesso al SIS. È per questo motivo che si ricorre all’Interpol. Tuttavia l’allarme Interpol (non accompagnato dal MAE) non è un motivo valido di arresto in alcuni Stati membri (Paesi Bassi, Svezia, Cipro e Irlanda). Problemi relativi alla consegna In merito all’applicazione dell’articolo 5, paragrafo 3 della decisione quadro sono stati posti tre interrogativi fondamentali: qual è la base giuridica per il rimpatrio dei prigionieri? Chi è responsabile? Chi copre le spese? Si è giunti alla conclusione che la Convenzione europea del 40 1983 relativa al trasferimento di persone giudicate non è lo strumento più adeguato, visto che è richiesto il consenso della persona in questione. È per questo motivo che è necessaria una chiara attuazione a livello nazionale. Non esiste un sistema che informi il Paese esecutore che la persona consegnata è stata condannata e deve essere rimpatriata. È stata espressa la preoccupazione che non sia una chiara regolamentazione che disciplini le spese relative al rimpatrio delle persone giudicate. Riunione strategica sulla contraffazione dell’euro Il volume crescente di valuta contraffatta e il suo impatto su scala europea sono diventati una questione di interesse specifico per l’Eurojust. Di conseguenza nel giugno 2005, il gruppo Contraffazione dell’Eurojust ha organizzato una riunione strategica per gli avvocati che si occupano di casi di contraffazione dell’euro. Per concentrarsi su questioni pratiche, il gruppo Contraffazione ha riesaminato e discusso tutti i casi di contraffazione con i membri nazionali interessati. Gli oratori invitati dell’Europol e della Banca centrale europea sono stati invitati a realizzare interventi che suggerissero possibili soluzioni ai problemi incontrati. Un’altra presentazione riguardava un caso in cui era coinvolta la Lituana, sede di una tipografia. Sono stati confiscati oltre 8 milioni di euro contraffatti e sono stati arrestati i sospettati. Più di 60 partecipanti hanno partecipato alla riunione e sono state discusse i seguenti problemi e ostacoli: 1. Il numero di casi di contraffazione dell’euro negli Stati membri è in aumento e la qualità della valuta falsificata sta migliorando. Tuttavia, il numero di casi riferiti all’Eurojust resta lo stesso. 2. La contraffazione dell’euro dalla produzione alla distribuzione è sempre un reato transnazionale. Pertanto le indagini devono concentrarsi non solo sulla tipografia o sui distributori, ma anche e specialmente sulle reti criminali. La necessità di un addestramento comune, lo scambio tempestivo di informazioni, un sistema efficiente di avvertimento precoce e il coordinamento di azioni investigative sono stati citati come priorità da tutti i partecipanti. La cooperazione non è stata abbastanza efficace: lo scambio di informazioni avviene lentamente e la mancanza di coordinamento a livello nazionale ha ripercussioni dirette a livello comunitario. 41 3. È stato sottolineato che tutti gli euro contraffatti sequestrati devono essere inviati ai Centri di analisi nazionale situati presso le banche nazionali degli Stati membri, le informazioni devono essere trasmesse all’Europol, e i casi transnazionali devono essere riferiti all’Eurojust. La riunione strategica inoltre ha offerto il quadro per una serie di riunioni di coordinamento bilaterali e multilaterali in materia di casi specifici. Una delle riunioni era dedicata al caso multilaterale trasmesso dall’Austria con la partecipazione dell’Europol, che ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui il capo della rete criminale. Riunione strategica sul traffico di stupefacenti Il 21 e 22 settembre 2005 ha avuto luogo la seconda riunione strategica dell’Eurojust sul traffico di stupefacenti. La riunione ha riscontrato un enorme successo, con quasi 80 partecipanti provenienti da tutti gli Stati membri e molti inquirenti e procuratori esperti. Scopo della riunione era l’individuazione delle ostruzioni in termini di mutua assistenza giudiziaria nei casi di traffico di stupefacenti nonché delle possibili soluzioni. Le presentazioni sono state svolte la mattina, mentre la sessione pomeridiana era dedicata ai seminari. La seconda giornata era riservata alle riunioni di coordinamento. Durante i seminari sono stati discussi i seguenti punti e sono state formulate le seguenti conclusioni: Traffico di stupefacenti attraverso Internet Uno degli ostacoli individuati è che in alcuni Paesi la vendita di stupefacenti su Internet non è considerata un reato. Inoltre esistono notevoli differenze nella legislazione pertinente in ogni Paese, nonché metodi diversi per lottare contro il cybercrimine. È stata inoltre ribadita la necessità di una sorveglianza giuridica delle autorità di polizia. Ammissibilità delle prove Uno dei principali problemi affrontati in questo settore è che nelle giurisdizioni di diritto consuetudinario i testimoni devono fornire prove orali dinanzi al tribunale, mentre i Paesi di diritto civile accettano dichiarazioni scritte. Una soluzione a tale incoerenza potrebbe essere la seguente: quando i Paesi di diritto consuetudinario stilano rogatorie, devono specificare 42 chiaramente la necessità per i testimoni di comparire di persona dinanzi al tribunale per fornire le prove. Per quanto riguarda i documenti aziendali, è stato suggerito che sarebbe vantaggioso obbligare le società telefoniche dell’UE a normalizzare i sistemi di registrazione delle fatture. Ciò potrebbe diventare una condizione legale per il rilascio delle licenze. Casi di consegna controllata Sono stati formulati i seguenti suggerimenti affinché le operazioni future siano maggiormente riuscite: • i procuratori devono collaborare con gli inquirenti e la polizia nella fase più prematura possibile; • le consegne controllate transnazionali devono essere controllate dall’Europol per questioni operative e dall’Eurojust per gli aspetti legali; • gli stretti contatti tra le autorità competenti prima e durante la consegna controllata sono indispensabili; • dovranno essere prese in considerazione una migliore comprensione delle varie norme esistenti negli Stati membri e delle differenze nella cultura giuridica. Il gruppo Traffico di stupefacenti intende proseguire le discussioni con l’Europol al fine di elaborare un manuale aggiornato sulle consegne controllate. Auspicabilmente il manuale sarà disponibile nei primi mesi del 2006. Riunione strategica sulla tratta di esseri umani e sulla criminalità legata all’immigrazione clandestina Il 24 e 25 ottobre 2005 è stata organizzata una riunione di avvocati sulla tratta di esseri umani e sulla criminalità legata all’immigrazione clandestina. La riunione si è svolta nel Regno Unito durante la Presidenza britannica dell’UE ed è stata organizzata congiuntamente dal ministero dell’Interno britannico e dall’Eurojust. Gli obiettivi della riunione consistevano nel discutere gli attuali sviluppi nel settore di competenza degli avvocati, esaminare la portata del problema della 43 tratta di esseri umani in confronto con le azioni penali eseguite nell’UE e con i casi trasmessi e le attività svolte presso l’Europol e l’Eurojust, e promuovere in ultima analisi la discussione su approcci specifici alla gestione dei casi in termini di indagine e azione penale. La riunione era incentrata essenzialmente sulla tratta degli esseri imani, ma è stato considerato anche il tema della criminalità legata all’immigrazione clandestina per operare un confronto tra gli approcci delineati. Le presentazioni sono state realizzate da procuratori esperti e funzionari di polizia, nonché dalla Commissione europea, il Consiglio d’Europa, il Centro internazionale per lo sviluppo delle politiche migratorie (ICMPD), l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), l’Europol, l’Eurojust e dalla Missione di polizia della Comunità europea in Albania (PAMECA). Una relazione generale comprendente delle raccomandazioni è stata consegnata al termine della riunione da un rappresentante del Segretariato generale del Consiglio dell’UE. Conclusioni e raccomandazioni generali La tratta di esseri umani è ritenuto un crimine atroce perpetrato da organizzazioni criminali per lo sfruttamento sessuale o lavorativo di uomini, donne e bambini a scopo di lucro. Nello scorso decennio la comunità internazionale ha avviato una serie di azioni volte a lottare contro la tratta di esseri umani, in particolare adottando il Protocollo della Convenzione di Palermo, la decisione quadro del Consiglio dell’Unione europeo e la recente firma, da parte di 16 Stati membri del Consiglio d’Europa, della Convenzione europea per la tratta degli esseri umani. Un nuovo piano d’azione sulla tratta di esseri umani è in fase di adozione a livello comunitario ed è previsto nel Programma dell’Aja. Tali strumenti forniscono la base per una risposta globale alla tratta di esseri umani a livello globale e regionale. La risposta a livello nazionale dovrebbe comprendere un approccio multilaterale che comprenda tutte le autorità nazionali competenti, le ONG e la cooperazione con l’Eurojust e l’Europol. Seminari e conclusioni specifiche La riunione era suddivisa in quattro gruppi per discutere diversi temi: (1) questioni specifiche derivanti dalla proposta del piano del Consiglio e della Commissione, pertinente agli avvocati, (2) la cooperazione con l’Eurojust e l’Europol e (3) gli approcci specifici alle azioni penali. Le discussioni vertevano sui temi sotto elencati; le questioni scelte per il dibattito sono di fondamentale importanza ai livelli investigativi e giudiziari nella gestione della tratta di esseri umani. Si suggerisce pertanto che tali raccomandazioni siano prese in esame dagli Stati membri dell’UE nella formulazione di un’efficiente risposta nazionale alla lotta contro la tratta dei esseri umani. 44 Condivisione di informazioni/dell’intelligence I partecipanti hanno convenuto sul fatto che la condivisione di informazioni tra i procuratori e gli inquirenti negli Stati membri dell’UE è una condizione sine qua non per condurre a buon fine le indagini e le azioni penali nell’ambito dei reati transnazionali quali la tratta di esseri umani. L’obiettivo dovrebbe costituire nella condivisione adeguata di informazioni nel rispetto di un approccio comune a livello locale, regionale, nazionale e internazionale. I sistemi attraverso i quali sono condivise le informazioni devono agevolare la condivisione di informazioni anziché impedirla; lo scambio di informazioni dell’Europol dovrebbe essere rapido e non burocratico e offrire valore aggiunto per mezzo dell’analisi. Lo scambio di informazioni dell’Eurojust dovrebbe avvenire nell’ambito di casi specifici trasmessi all’Eurojust ai fini dell’assistenza e del coordinamento. Ove possibile dovrà avvenire uno scambio di informazioni con le ONG e le organizzazioni delle vittime alle quali dovrà essere trasmesso un feedback sulle modalità con cui hanno contribuito ai casi. L’obiettivo da raggiungere è un approccio partecipativo. Coordinamento tra le autorità inquirenti/responsabili della fase istruttoria ed altre autorità. I partecipanti hanno convenuto sul fatto che deve essere istituita una cooperazione tra le autorità inquirenti/responsabili della fase istruttoria ed altre autorità nazionali, in particolare quelle incaricate dell’immigrazione, e sui vantaggi che scaturirebbero da una cooperazione di questo tipo su base permanente. Anche le ONG e le organizzazioni delle vittime dovrebbero essere in grado di cooperare con le autorità inquirenti/responsabili della fase istruttoria, sebbene possano esistere talvolta priorità concorrenti. Per agevolare tale cooperazione, dovranno essere elaborati protocolli o accordi volti a chiarire il ruolo di ogni parte. Ciò è particolarmente importante per quanto concerne le vittime e i bambini vulnerabili; sono necessarie misure volte ad impedire la rivittimizzazione. Ricorso ai reati specifici della tratta di esseri umani Il reato specifico relativo alla tratta di esseri umani dovrebbe essere utilizzato in tutti i casi appropriati, ma è stato riconosciuto che ciò è possibile solo quando le vittime sono definite tali e offrono piena collaborazione. In altri casi, reati alternativi dovrebbero essere perseguiti, tuttavia il reato della tratta di esseri umani non dovrebbe mai essere confuso con reati attinenti al controllo della prostituzione o all’immigrazione clandestina. Inoltre occorrerebbe sempre 45 adottare misure volte a recuperare e confiscare proventi finanziari ed eventuali profitti derivanti dalla tratta di esseri umani. Addestramento specialistico per procuratori e giudici Solo recentemente l’addestramento e la specializzazione nel settore della tratta di esseri umani destinate ai procuratori sono diventati oggetto di discussione a livello europeo. In alcuni Stati membri esistono programmi di addestramento nazionale e la figura di procuratori specializzati; tuttavia gli approcci attuali variano all’interno dell’UE. I partecipanti erano concordi nell’affermare che la lotta contro la tratta di esseri umani è una disciplina così specialistica da richiedere una conoscenza ad hoc e una formazione permanente, nonché l’intensificazione degli sforzi compiuti a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. La formazione dovrà coinvolgere diversi enti e comprendere eventualmente la magistratura. È necessario elaborare e condividere tra gli Stati membri i moduli e i manuali attuali. Ricorso all’Eurojust e all’Europol I partecipanti hanno convenuto sul fatto che l’intervento dell’Eurojust e l’Europol deve essere pienamente utilizzato al fine di apportare valore aggiunto ai casi in termini di coordinamento e di assistenza e alle informazioni raccolte presso l’Europol a scopo di analisi. È stato riconosciuto che i procuratori nazionali da soli incontrano difficoltà nella gestione dei casi di tratta degli esseri umani e che l’utilizzo delle capacità analitiche dell’Europol e delle strutture di coordinamento dell’Eurojust possono rivelarsi estremamente efficaci. Esaminando la portata delle indagini e delle azioni penali nell’Unione, è evidente che al momento attuale le capacità dell’Eurojust e dell’Europol non vengono sfruttate interamente. Anche la rete giudiziaria europea (RGE) potrebbe essere sfruttata in modo più esteso per lo scambio di informazioni bilaterali e l’assistenza in casi bilaterali adeguati. Approccio alle azioni legali e prova dei reati I partecipanti hanno deciso che è opportuno giungere a un equilibrio tra gli approcci basati sulle vittime e quelli basati sull’intelligence, mirando a un approccio «misto» per evitare inutili traumi o pressioni a scapito delle vittime. Queste ultime non devono essere considerate unicamente come mezzo per ottenere una condanna. I partecipanti tuttavia si sono trovati divisi di fronte all’«approccio svedese» di criminalizzare il cliente; alcuni di loro ritenevano che l’azione deve essere orientata unicamente contro i trafficanti, altri invece che i clienti potrebbero essere in 46 grado di fornire prove utili contro i trafficanti nonostante l’impossibilità di avallare tale approccio, mentre un altro gruppo di partecipanti vedevano pregi nel sistema di educazione dei clienti, di stampo americano, nelle cosiddette «John schools» (scuole per clienti della prostituzione). In ogni caso tutti erano d’accordo con il fatto che la cosiddetta «azione penale senza vittima» fosse una realtà lontana negli Stati membri dell’UE e che il trattamento sensibile delle vittime e i procedimenti che aiutano le vittime sono fattori essenziali in tutti i casi di tratta degli esseri umani. Riunione strategica sul riciclaggio di denaro Il 30 novembre 2005 l’Eurojust ha tenuto una riunione incentrata sul riciclaggio di denaro, sul blocco e la confisca di beni. La manifestazione ha riunito avvocati provenienti da quasi tutti gli Stati membri dell’UE e i delegati hanno avuto la possibilità di incontrarsi in separata sede per discutere i singoli casi. I delegati hanno assistito alle presentazioni riguardanti la Convenzione rivista del Consiglio d’Europa sul riciclaggio di denaro e a un intervento che ha fornito un aggiornamento sulla rete CARIN (Camden Asset Recovery Network). I procuratori dell’ufficio olandese specializzato nella confisca di bene ha scambiato con i delegati la propria esperienza in merito a problemi, ostacoli e possibili soluzioni. Gli avvocati di Polonia, Belgio e Lussemburgo hanno fornito brevi descrizioni dei casi e dei problemi che hanno incontrato. Si tratta, tra l’altro, (a) della quantità di informazioni richieste dal Regno Unito e da alcuni Stati membri per l’esecuzione delle rogatorie, (b) dei ritardi nell’esecuzione delle rogatorie in alcuni Stati membri (è stato riferito che la Spagna ha impiegato in media un anno per rispondere), (c) dell’imprecisione delle rogatorie emesse da alcuni Stati, considerate come troppo vaghe, tanto che i tribunali non possono eseguirle, e (d) dell’inapplicabilità dei trattati di diritto civile quando lo Stato membro è parte in causa. Taluni delegati hanno sottolineato la presenza di aspetti incoerenti e la necessità di operare un confronto tra gli Stati dell’UE sulla mutua assistenza giudiziaria richiesta nei casi di riciclaggio di denaro. Esercizio relativo alla soddisfazione dei clienti I rappresentanti nazionali dell’Eurojust sono ben consapevoli dell’importanza di una gestione altamente qualitativa dei casi, e i nostri sforzi sono costantemente volti a migliorare le prestazioni 47 al riguardo. Ottenere risultati che soddisfino le nostre autorità nazionali non è importante solo nella lotta alla criminalità transnazionale negli Stati membri, bensì costituisce il nostro strumento di marketing più efficiente per garantire che venga trasmesso all’Eurojust un numero maggiore di casi di qualità. Per sostenere tale sforzo, il collegio ha realizzato nel 2006 un sondaggio sul grado di soddisfazione delle autorità nazionali dello Stato membro richiedente nell’ambito dell’attività svolta in 100 casi scelti a sorte. Dal sondaggio è emersa una soddisfazione largamente diffusa: circa il 90 % ha risposto di essere un «cliente» soddisfatto o molto soddisfatto. Inoltre è emerso che è ancora possibile apportare miglioramenti e proseguiremo le nostre attività per raggiungere tale obiettivo. Una relazione più particolareggiata sul sondaggio è presente nell’allegato III. Introduzione all’illustrazione dei casi trattati (20 casi) Per illustrare l’attività dell’Eurojust sui singoli casi operativi, abbiamo descritto negli esempi che seguono casi diversi che implicano diversi reati e Stati membri. Ciononostante, per illustrare alcuni dei problemi e degli ostacoli che incontriamo, abbiamo incluso nell’allegato II un catalogo di tali difficoltà. Traffico di stupefacenti — Perquisizioni urgenti [caso 1] Per circa sei mesi, la polizia danese aveva indagato su un caso importante di traffico di stupefacenti riguardante 13 tonnellate di hashish e un grosso carico di cocaina. Il capo sospettato era un cittadino danese residente in America latina che aveva diversi complici in Lussemburgo e in Danimarca. Per motivi operativi era estremamente urgente che fosse arrestato il principale sospettato e i suoi complici. Durante la reclusione, il sospettato principale ha menzionato una conversazione telefonica con una persona che la polizia è stata in grado di identificare. Si trattava di un cittadino danese residente in Spagna con tre indirizzi noti. Partendo dal presupposto che sarebbe stato 48 possibile avvertire la persona in questione e che quest’ultima avrebbe potuto distruggere le prove presenti nei locali occupati, era necessario eseguire in Spagna una perquisizione urgente. La procura danese ha trasmesso il caso all’Eurojust un venerdì pomeriggio. I membri nazionali danesi e spagnoli hanno fornito la propria assistenza nella stesura della richiesta di mutua assistenza giudiziaria, individuando i tribunali spagnoli competenti, contattando i giudici responsabili del caso, risolvendo un problema riguardante i motivi che giustificassero una perquisizione durante il fine settimana, e garantendo che l’udienza in tribunale fosse celebrata il giorno seguente, ossia di sabato. La perquisizione è stata autorizzata ed eseguita di sabato a mezzogiorno e sono state raccolte prove preziose. Organizzare una perquisizione entro 24 ore in tre immobili situati in due distretti diversi in un altro Paese sarebbe stato impossibile in base al vecchio sistema di mutua assistenza giudiziaria. È stato possibile solo grazie all’intervento dell’Eurojust. Frode «a carosello» [caso 2] Nel 2004 la Procura generale di Macerata ha eseguito vaste indagini su sospettati accusati di associazione a delinquere e di emissione di fatture false nell’ambito del commercio di autovetture tra Germania e Italia. In questo caso di frode carosello a danno degli interessi della Comunità europea, l’intervento dell’Eurojust è stato richiesto dalla Procura di Macerata al fine di organizzare una riunione di coordinamento con le autorità giudiziarie competenti in Germania. L’assistenza è stata richiesta dalle autorità italiane per agevolare l’esecuzione di una rogatoria da inviare in Germania. La riunione ha consentito una proficua collaborazione tra le autorità italiane e tedesche. Sono state scambiate informazioni preziose, sono stati individuati i conti bancari dei sospettati coinvolti, sono state programmate alcune perquisizioni sul territorio tedesco e sono stati confiscati beni immobili e beni. In seguito ad una valutazione del principio di non bis in idem, le autorità competenti hanno deciso di procedere in separata sede. Le autorità tedesche hanno avviato un procedimento indipendente che ha dato luogo a un grave caso di evasione fiscale. 49 Terrorismo [caso 3] Nell’aprile 2004 l’Italia ha richiesto l’assistenza dell’Eurojust riguardo a presunti legami tra la camorra napoletana e le attività terroristiche di matrice islamica. I procuratori italiani hanno richiesto la collaborazione dei rappresentanti nazionali italiani e spagnoli, in particolare per svolgere indagini sui legami esistenti tra un cittadino marocchino arrestato a Napoli e accusato di traffico internazionale di stupefacenti e un detenuto nelle carceri spagnole avente lo stesso nome e accusato di essere coinvolto negli attacchi terroristici di Madrid dell’11 marzo 2004. Un arresto avvenuto a Napoli nel 2003 ha portato alla luce un’organizzazione capeggiata dalla camorra napoletana e il traffico di stupefacenti tra Italia e Spagna attraverso i Paesi Bassi. Un marocchino è stato arrestato in quell’occasione ed è stato successivamente rilasciato per mancanza di prove relative ad accuse più gravi. Egli è stato arrestato in Spagna l’anno successivo perché sospettato di aver preso parte ad atti terroristici islamici. Il suo complice sospettato era in effetti uno dei capi del gruppo responsabile degli attentati di Madrid, che in seguito ha commesso un atto suicida con quattro altri complici per evitare l’arresto. A una riunione dell’Eurojust tenutasi a Madrid nell’aprile 2005, l’Italia ha cercato di stabilire una stretta collaborazione con la Spagna al fine di constatare la partecipazione della mafia italiana alle reti terroristiche islamiche. Dopo aver messo a confronto le informazioni e i dati personali in loro possesso relativi al cittadino marocchino, le autorità giudiziarie e di polizia hanno deciso di coordinare in futuro le indagini e gli scambi di informazioni, e hanno garantito un accordo affinché le autorità italiane e i funzionari di polizia assistano a un’udienza con il detenuto marocchino. Dalla riunione è emerso un alto livello di cooperazione tra l’Italia e la Spagna, poiché è stato raggiunto l’obiettivo di istituire una commissione rogatoria per rafforzare e migliorare gli scambi di informazioni e la cooperazione giudiziaria tra l’Italia e la Spagna. Nel settembre 2005 l’Italia ha inoltrato al Marocco una richiesta di mutua assistenza giudiziaria. Traffico di stupefacenti [caso 4] Le indagini condotte in Italia nel 2003 hanno smascherato un’organizzazione criminale albanese coinvolta nel traffico di cocaina diretto dal Belgio e dai Paesi Bassi verso l’Italia. Alla luce dei legami investigativi con Bruxelles e Rotterdam, nel gennaio 2004 il Procuratore di Brescia ha emesso una rogatoria in cui chiedeva assistenza nell’ambito delle intercettazioni telefoniche e di ulteriori verifiche, compresa l’identificazione integrale dei sospettati. 50 Per impedire che la rete albanese di spacciatori operasse su tutto il territorio albanese, belga, italiano e olandese, nel maggio 2005 il Procuratore in questione ha spiccato 42 ordini di arresto cautelare, compresi 14 mandati di arresto europeo, da eseguire in Belgio e nei Paesi Bassi. In occasione di una riunione di coordinamento con Belgio e Paesi Bassi, tenutasi presso l’Eurojust, il Procuratore ha cercato di garantire la cooperazione e lo scambio di informazioni sul piano giudiziario, al fine di individuare i sospettati e di coordinare l’esecuzione simultanea dei mandati di arresto europei. Prima che si svolgesse la riunione, le richieste sono state inviate dall’Italia al Belgio e ai Paesi Bassi tramite l’Eurojust, al fine di ottenere le necessarie informazioni per localizzare i sospettati e pianificare un’operazione coordinata di arresto. Alla riunione il procuratore italiano ha posto l’accento sulla necessità di eseguire simultaneamente gli ordini di cattura cautelare allo scopo di impedire che i sospettati evitassero l’arresto. Un’altra riunione di coordinamento ha avuto luogo presso l’Europol, all’Aja, per agevolare uno scambio efficiente di informazioni fra tutte le autorità giudiziarie e di polizia interessate. Nel mese di ottobre 2005 è stata eseguita un’operazione coordinata di arresto che ha segnato il successo dell’Eurojust nel garantire un’efficiente cooperazione giudiziaria. Frode fiscale, riciclaggio di denaro, corruzione [caso 5] In questo caso di occupazione clandestina in Germania, dominato da un’organizzazione criminale di stampo mafioso, l’assistenza dell’Eurojust è stata richiesta dalla Procura di Wuppertal e dalla Polizia criminale di Stato (LKA) di Düsseldorf per coordinare misure coercitive in Germania e Italia. I criminali erano attivi nel campo dell’orticoltura e dell’architettura paesaggistica e hanno utilizzato una rete di imprese aventi strutture legali fittizie, provocando danni di diversi milioni di euro attraverso accordi per la fissazione dei prezzi, l’evasione fiscale, l’evasione delle norme di previdenza sociale e la corruzione volta a rafforzare la loro posizione sul mercato e nel settore degli appalti pubblici. Nel corso di una riunione di coordinamento, tenutasi all’Eurojust nel marzo 2005, è stata messa a punto una strategia comune dettagliata riguardante misure coercitive da adottare contemporaneamente in Germania e in Italia. Tali provvedimenti, eseguiti nell’aprile 2005 con l’aiuto, solo in Germania, di 900 persone tra procuratori, agenti di polizia e funzionari provenienti da uffici doganali, per la riscossione delle imposte e l’occupazione, hanno consentito (a) l’esecuzione di nove mandati di arresto in Germania (attualmente con due condanne 51 giuridicamente vincolanti e diverse accuse), (b) l’introduzione di indagini contro circa altri 90 sospettati, (c) l’esecuzione di oltre 100 perquisizioni e (d) la confisca di oltre 2,1 milioni di euro. In Italia sono stati sequestrati 272 500 euro in contanti e un’autovettura Maserati. In questo caso la cooperazione italo-tedesca, sia a livello giudiziario sia a livello politico, si è dimostrata eccellente, specialmente nel complesso settore della confisca di beni. Frode grave — Assistenza multilaterale urgente [caso 6] L’8 e il 15 aprile, e il 3 maggio 2005 la Procura generale della Repubblica slovacca ha richiesto la mutua assistenza giudiziaria alle autorità competenti di Regno Unito, Germania e Austria nelle indagini e nell’azione penale relativi a un grave caso di frode. Si supponeva che il reato fosse stato commesso da persone che fungevano da rappresentanti di una società per azioni. Ciascuna di tali persone aveva emesso e sottoscritto quattro atti di fideiussione assicurativa, ognuno con un valore pari a 5 milioni di dollari statunitensi, senza aver soddisfatto le prescrizioni giuridiche della legge sulle obbligazioni. Tutti gli atti di fideiussione erano pagabili il 30 settembre 2006 ed erano entrati in circolazione affinché i sospettati o altre persone potessero ottenere un beneficio finanziario dalla vendita di 20 milioni di dollari statunitensi. Le autorità slovacche hanno chiesto l’audizione dei testimoni e la presentazione dei titoli. Le richieste di mutua assistenza giudiziaria sono state pienamente soddisfatte ed eseguite dalle autorità nell’agosto e settembre 2005 e anche le autorità tedesche, che non hanno potuto soddisfare pienamente la richiesta a causa di un ostacolo di natura procedurale, hanno risposto nell’agosto 2005. Il caso presentato è una prova di assistenza estremamente rapida ed efficiente da parte dell’Eurojust e delle autorità competenti in alcuni Stati membri. I risultati hanno aiutato le autorità competenti della Repubblica slovacca a prendere una rapida decisione per imputare gli indiziati. Le indagini sono ancora aperte. Reato di immigrazione clandestina [caso 7] L’Eurojust ha fornito un contributo significativo al caso di reato di immigrazione clandestina trasmesso dal Regno Unito. Esso ha coinvolto organizzazioni criminali turche presumibilmente impegnate nel traffico di numerosi clandestini turco-curdi verso il Regno Unito. Tale organizzazione era indagata dalla Polizia metropolitana di Londra. L’operazione condotta nel Regno Unito si 52 avvaleva di contatti con diversi altri Paesi, principalmente con il Belgio, ma anche con l’Italia, la Francia e la Danimarca. Il Regno Unito aveva presentato numerose richieste di mutua assistenza giudiziaria al fine di ottenere prove da tali Paesi. La pronta esecuzione e agevolazione della richiesta è stata uno dei motivi che hanno giustificato il trasferimento del caso all’Eurojust. Inoltre, mentre l’operazione condotta nel Regno Unito si avviava verso la fase di attuazione, gli inquirenti e i procuratori britannici erano desiderosi di garantire che eventuali arresti effettuati nel Regno Unito fossero coordinati con quelli degli indiziati negli altri Paesi interessati, non solo allo scopo di massimizzare gli effetti, ma anche per cercare di smantellare l’intera rete organizzata di immigrazione clandestina in tutti i Paesi in cui essa esisteva e operava. In seguito all’arresto sarebbe stato necessario scambiare informazioni e prove per la preparazione dell’azione legale e per tali motivi il caso è stato trasmesso all’Eurojust. Una riunione di coordinamento si è tenuta nel maggio 2005 presso l’Eurojust. Erano rappresentati il Regno Unito, il Belgio, la Francia, la Germania, l’Italia, i Paesi Bassi e l’Europol. Tra l’altro è stata discussa e concordata una data comune per l’esecuzione degli arresti. Sono state esaminate inoltre questioni ausiliarie, quali i collegamenti con le autorità turche e una strategia mediatica successiva agli arresti. Un’ulteriore riunione ha avuto luogo all’Eurojust nel settembre 2005. L’obiettivo principale era pianificare e coordinare gli arresti congiunti che erano previsti all’inizio di ottobre. In tutto sono stati eseguiti 26 arresti, 19 nel Regno Unito e 7 in Belgio, nel corso dell’azione comune portata avanti in entrambi i Paesi l’11 e il 13 ottobre. Il successo ottenuto è chiaramente il risultato parziale dell’approccio coordinato nei confronti dei casi transnazionali mediati presso l’Eurojust. L’organizzazione è tuttora impegnata nel caso. Un’altra riunione è proposta per l’inizio del 2006 sia per la definizione degli obiettivi sia per discutere la raccolta di prove nella preparazione dei processi. Terrorismo — Estradizione e coordinamento [caso 8] In Spagna è stata svolta un’indagine in una cellula islamica che stava preparando un attacco terroristico contro istituzioni pubbliche e private. Il caso aveva legami con il Belgio, i Paesi Bassi e la Svizzera. Il capo dell’organizzazione era in libertà e nei suoi confronti era stato spiccato un mandato d’arresto. Grazie al mandato il sospettato è stato arrestato in Svizzera e le autorità locali hanno avviato un’indagine riguardante una cellula islamica che l’indiziato stava istituendo nel Paese. La Spagna ha inviato una richiesta di estradizione per l’indiziato e la Svizzera ha comunicato in via informale la sua intenzione di rifiutare la richiesta a causa di indagini esistenti nel Paese. Sono falliti gli sforzi bilaterali volti a risolvere il problema e di conseguenza le autorità spagnole hanno contattato l’Eurojust. 53 È stata organizzata una riunione di coordinamento al fine di condividere informazioni e di esaminare quale giurisdizione fosse nella posizione migliore per avviare un’azione legale. La condivisione di informazioni ha portato alla luce un’indagine più sviluppata in Spagna accompagnata dalle relative prove. Le autorità olandesi che hanno indagato su una cellula islamica che falsificava i documenti d’identità hanno deciso di precedere la giurisdizione spagnola, dal momento che alcuni membri della cellula indagata in Spagna stavano utilizzando passaporti falsi contraffatti nei Paesi Bassi. Le autorità svizzere hanno dichiarato che avrebbero raccomandato l’autorizzazione per l’estradizione dell’indiziato in Spagna, ed è stata questa la decisione presa dalla Svizzera. L’Eurojust non solo ha agevolato l’estradizione, ma ha risolto al tempo stesso un conflitto di giurisdizione tra la Svizzera e la Spagna. Frode aggravata [caso 9] In un caso di frode aggravata in cui il reato era stato commesso in Finlandia e i ricorrenti si trovavano nei Paesi Bassi, il Procuratore finlandese aveva inviato alle autorità olandesi una richiesta di assistenza giudiziaria al fine di condurre l’udienza dei ricorrenti mediante videoconferenza. La richiesta era stata respinta dal Procuratore olandese, il quale aveva comunicato al Procuratore finlandese che non era opportuno organizzare una videoconferenza. A quel punto il rappresentante nazionale finlandese ha chiesto al collega olandese di influenzare la decisione delle sue autorità nazionali affinché consentissero lo svolgimento della videoconferenza nell’ambito della seduta del tribunale finlandese. Grazie all’assistenza del rappresentante nazionale olandese, il giudice dell’Ufficio del magistrato inquirente ha deciso di organizzare una videoconferenza che si è svolta all’inizio dell’agosto 2005 e ha ottenuto un esito positivo. Durante i preparativi tecnici riguardanti la videoconferenza, il Procuratore finlandese ha stilato un elenco di persone da ascoltare e di domande da porre. Nel corso della videoconferenza entrambi i Paesi si sono avvalsi di un servizio di interpretazione per superare eventuali problemi linguistici durante l’udienza. La videoconferenza ha svolto un ruolo fondamentale nel procedimento e ha rappresentato la svolta decisiva nell’intero processo. Deposizioni simili dei ricorrenti olandesi hanno dimostrato che le spiegazioni date dall’imputato erano false. Prima della videoconferenza egli aveva negato tutte le accuse mosse contro di lui. 54 I dispositivi tecnici hanno funzionato alla perfezione e tutte le parti coinvolte erano soddisfatte dei risultati. L’esperimento si è dimostrato il più vantaggioso in termini di costi e di tempo per entrambi i ricorrenti e i procedimenti. Tuttavia questo risultato non sarebbe stato raggiunto senza l’intervento dell’Eurojust. Esecuzione di un mandato d’arresto europeo e consegna [caso 10] Nel maggio 2005 le autorità lettoni hanno inviato alla Repubblica ceca una richiesta di esecuzione di un mandato d’arresto europeo e di consegna di una persona che aveva commesso un reato prima del 1° novembre 2004. Le autorità ceche hanno risposto che in base al MAE non era possibile in quel caso consegnare la persona in questione, perché la legislazione ceca che attua la decisione quadro del Consiglio sul mandato di arresto europeo e le procedure di consegna (2002/584/GAI) stabilisce che la consegna in base al MAE ha luogo esclusivamente per atti commessi dopo il 1° novembre 2004. Pertanto le autorità ceche hanno invitato le autorità lettoni a offrire la propria collaborazione in base alla Convenzione europea di estradizione del 1957 e ai due Protocolli aggiuntivi. Tuttavia, conformemente al diritto lettone, dal momento che la decisione quadro del Consiglio sul mandato d’arresto europeo e le procedure di consegna è stata attuata nel diritto interno lettone, non esistevano più motivi giuridici che giustificassero la cooperazione basata sulla Convenzione. I rappresentanti nazionali cechi e lettoni hanno lavorato in stretta collaborazione consultando le proprie autorità nazionali e cercando di trovare una soluzione possibile al caso. Ciò è avvenuto in due giorni. La Lettonia ha inviato alla Repubblica ceca, per via diplomatica, documenti aggiuntivi, a supporto del MAE e della richiesta di consegna. Erano così soddisfatti i requisiti delle autorità giudiziarie della Repubblica ceca. La persona in questione è stata consegnata alla Lettonia. Il caso dimostra il vantaggio derivante dal suo trasferimento all’Eurojust per poter risolvere problemi giudiziari apparentemente insolubili e sviluppare una cooperazione costruttiva tra le autorità giudiziarie degli Stati membri. Traffico di stupefacenti [caso 11] Nell’agosto 2004 un cittadino sloveno è stato arrestato e successivamente accusato in Italia di traffico di stupefacenti. Nell’aprile 2005 un complice è stato arrestato e trattenuto in custodia preventiva in Slovenia. 55 Il giudice istruttore sloveno doveva interrogare l’imputato che era in stato d’arresto in Italia e ha richiesto la documentazione corrispondente che riguardava l’arresto dell’imputato. Nel maggio 2005 il giudice ha inviato una rogatoria alle autorità italiane. L’esecuzione della rogatoria era urgente, perché il tempo concesso per la detenzione del sospettato nella fase delle indagini era limitato. Le prove italiane erano di fondamentale importanza per l’imputazione. Il giudice istruttore sloveno aspettava la sua esecuzione da un mese e ha chiesto assistenza al rappresentante nazionale sloveno. I rappresentanti nazionali di Italia e Slovenia hanno lavorato a stretto contatto per convincere le autorità italiane a ultimare rapidamente l’esecuzione. Grazie alla loro assistenza il giudice istruttore sloveno ha potuto interrogare l’imputato in un carcere italiano il 14 luglio 2005 e allo stesso tempo ha ottenuto la documentazione richiesta. Le indagini sono state ultimate prima dello scadere del periodo di detenzione e il Procuratore sloveno ha potuto deferire l’accusa al tribunale competente. Estradizione [caso 12] All’inizio dell’ottobre 2005, in seguito alla richiesta presentata dalle autorità belghe, la polizia ha trattenuto nella Repubblica ceca un cittadino bulgaro. Il tribunale ha disposto la custodia preliminare a scopo di estradizione. Ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 4, della Convenzione di estradizione del 1957, dal momento della detenzione è decorso un periodo di 40 giorni. È stato chiesto alle autorità belghe di consegnare in quel periodo i materiali per l’estradizione. Tuttavia, entro il trentasettesimo giorno dalla scadenza, la Repubblica ceca non aveva ricevuto alcuna documentazione e il Procuratore ceco ha contattato il rappresentante nazionale ceco, il quale a sua volta ha contattato immediatamente il rappresentante nazionale belga che si è rivolto alle autorità belghe. Entrambi i rappresentanti nazionali erano in contatto con i propri Ministeri della Giustizia e il trentanovesimo giorno hanno garantito la consegna dei materiali per l’estradizione all’Ambasciata ceca a Bruxelles. Occorre aggiungere che l’ultimo giorno prima della scadenza era un sabato e il giorno precedente era festivo in Belgio. Senza l’assistenza dell’Eurojust i documenti riguardanti l’estradizione non sarebbero stati consegnati in tempo e il sospettato sarebbe stato rilasciato dalla custodia. 56 Frode finanziaria su vasta scala [caso 13] In questo caso erano coinvolti diversi Stati membri: Austria, Belgio, Francia, Lussemburgo, Regno Unito, Spagna e un Paese terzo, la Svizzera. Un magistrato inquirente del Lussemburgo che era responsabile di un complesso caso transnazionale di frode finanziaria su vasta scala, con centinaia di vittime e ingenti perdite finanziarie pari a un importo compreso fra 30 e 50 milioni di euro, ha chiesto all’Eurojust di intervenire per agevolare l’esecuzione di urgenti richieste di mutua assistenza giudiziaria e contribuire al coordinamento di ulteriori azioni legali relative al caso in questione. Il principale sospettato era trattenuto in custodia in Lussemburgo in attesa di processo. Le richieste di mutua assistenza giudiziaria miravano principalmente a congelare i conti bancari e a recuperare i beni penali. Una riunione di coordinamento tra Lussemburgo, Belgio, Francia e Spagna è stata organizzata dall’Eurojust nel novembre 2005. Le autorità interessate hanno trovato soluzioni pratiche ai problemi incontrati nell’esecuzione di varie richieste di mutua assistenza. Inoltre sono stati individuati nuovi settori per lo svolgimento di ulteriori indagini ed è stato dimostrato che Lussemburgo e Francia stavano conducendo indagini parallele sullo stesso caso. I due Paesi avevano validi motivi per trattare l’intero caso: • per la Francia, il numero elevato di vittime francesi e la necessità di garantire la piena tutela dei diritti delle vittime; e • per il Lussemburgo, la necessità altrettanto importante di controbilanciare i danni causati da tali fattispecie criminose ai suoi istituti finanziari. In seguito a proficue discussioni coordinate dall’Eurojust, i partecipanti hanno raggiunto un accordo secondo il quale i procedimenti potevano essere trasferiti dal Lussemburgo alla Francia per evitare il sovrapporsi delle indagini. In una fase successiva, l’accordo è stato confermato dalle autorità responsabili della fase istruttoria di entrambi i Paesi, i quali hanno deciso che la magistratura francese dovesse assumersi la responsabilità dell’intera pratica. Grazie all’intervento dell’Eurojust è stato evitato un possibile conflitto di giurisdizione. 57 Il caso illustra chiaramente quale sia il vantaggio di un coordinamento organizzato dall’Eurojust in una fase iniziale, specialmente quando l’esecuzione di urgenti richieste di mutua assistenza giudiziaria sembra essere particolarmente difficile e le indagini sono svolte parallelamente in diversi Paesi. Traffico di stupefacenti — Mandato d’arresto europeo [caso 14] Un’organizzazione di traffico di stupefacenti con sede a Madrid e attiva nell’importazione di droga in Europa era indagata in Spagna dove nove persone erano detenute in attesa di processo. Tutti i sospettati erano identificati e la polizia attendeva il sequestro dell’ultimo carico che stava attraversando l’Oceano Atlantico. La nave che trasportava gli stupefacenti è stata rinvenuta nei pressi delle coste portoghesi, è stata fermata e ispezionata. Due dei sospettati si trovavano in Portogallo alla ricerca di un luogo dove poter scaricare in sicurezza la merce. La polizia portoghese li ha arrestati e ha sequestrato la nave, avviando così a Lisbona una nuova indagine giudiziaria. Un mandato d’arresto europeo è stato emesso dalla Spagna nei confronti dei due sospettati arrestati in Portogallo, ma è stato rifiutato dalle autorità portoghesi, le quali sostenevano che fosse la giurisdizione portoghese a dover proseguire le indagini e ad avviare l’azione legale. Il caso è stato trasmesso all’Eurojust ed è stato trattato dai rappresentanti nazionali dell’Eurojust di Spagna e Portogallo, che hanno organizzato una riunione di coordinamento tra le rispettive autorità nazionali. Le indagini erano svolte dalle autorità giudiziarie di diversi Paesi a partire dalle stesse prove e nei confronti delle stesse persone. Era necessario coordinare le attività, analizzare la possibilità di concentrare le indagini in Spagna e garantire la consegna dei sospettati alla Spagna. Il coordinamento richiesto è stato istituito tramite l’Eurojust. Da un lato si riteneva che le indagini spagnole fossero iniziate per prime, che le prove corrispondenti relative all’organizzazione criminale si trovassero in Spagna, che l’organizzazione fosse stabilita a Madrid, che la maggior parte dei membri dell’organizzazione fosse stata arrestata in Spagna e che altre attività connesse fossero state indagate nel Paese in questione, e, dall’altro, si era deciso che le indagini portoghesi fossero avviate in seguito all’arresto di due sospettati nell’ambito di attività specifiche. Tuttavia le prove riguardanti l’organizzazione criminale dovevano essere richieste alla Spagna attraverso rogatorie già emesse. 58 Tenendo conto di tali circostanze, benché esistesse una decisione giudiziaria che non autorizzava la consegna dei sospettati alla Spagna, il rappresentante nazionale portoghese ha chiesto alla propria autorità nazionale di tenere presente che le autorità spagnole si trovavano in una posizione migliore per proseguire le indagini e l’azione legale. La consulenza dell’Eurojust è stata accettata dal Procuratore portoghese, il quale ha chiesto al giudice di trasferire in Spagna i procedimenti. La proposta è stata approvata e confermata dalla Corte d’Appello in seguito a una richiesta effettuata da uno degli imputati. Una volta eliminato il motivo per la non esecuzione opzionale del mandato d’arresto europeo, è stato emesso un nuovo mandato d’arresto europeo dal giudice in coordinamento con le autorità portoghesi. Come risultato finale i procedimenti penali sono stati trasferiti e gli imputati sono stati consegnati alla Spagna. Un buon livello di coordinamento dei casi è stato raggiunto tra le due autorità nazionali, con l’assistenza dell’Eurojust. È stato avviato il processo penale in uno Stato membro ed è stato emesso un mandato d’arresto europeo, risolvendo positivamente un conflitto di giurisdizione. Tratta di esseri umani — Paesi terzi [caso 15] Nel marzo 2005 le autorità lettoni hanno avviato un’indagine penale per un caso di tratta di esseri umani tra la Lettonia e la Norvegia a scopi di prostituzione, perpetrata da un’organizzazione criminale nel periodo compreso tra il novembre 2004 e il febbraio 2005. L’assistenza giudiziaria delle autorità norvegesi era necessaria in quel caso perché alcuni membri dell’organizzazione erano attivi in Lettonia e reclutavano donne, mentre altri operavano in Norvegia, affittavano un appartamento e registravano numeri di telefono per la prestazione di servizi sessuali. Nel marzo 2005 le autorità lettoni hanno inviato alla Norvegia una richiesta di mutua assistenza giudiziaria per poter identificare l’indirizzo esatto dell’appartamento di Oslo dove erano prestati i servizi sessuali, allo scopo di trovare il luogo di residenza delle donne lettoni tuttora residenti in Norvegia e di interrogarle in quanto testimoni. La richiesta di agevolare l’esecuzione della mutua assistenza giudiziaria è stata inviata tramite l’Eurojust. Sulla base delle informazioni pervenute 59 dalla Lettonia, le autorità competenti in Norvegia hanno avviato un’indagine penale parallela nei confronti dei cittadini norvegesi coinvolti nel caso. Il coordinamento e l’assistenza dell’Eurojust hanno agevolato lo scambio efficace di informazioni e la cooperazione tra le autorità norvegesi e lettoni nel corso delle indagini svolte parallelamente. Sia le indagini lettoni sia quelle norvegesi sono ancora in corso. La mutua assistenza giudiziaria nel caso è stata richiesta dalle autorità lettoni, nel quadro della Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale. L’entrata in vigore dell’accordo di cooperazione tra la Norvegia e l’Eurojust il 26 ottobre 2005 ha agevolato la cooperazione e il coordinamento tra le autorità nazionali impegnate nel caso. Tratta di esseri umani — Tre giurisdizioni [caso 16] Il trasferimento all’Eurojust da parte del Regno Unito di una serie di casi relativi alla tratta di esseri umani ha aggiunto un valore considerevole e un indubbio beneficio. È significativo osservare che i suddetti casi, benché provenienti da diverse parti del Regno Unito, in particolare Londra, il South Yorkshire e la Scozia, erano chiaramente collegati gli uni con gli altri poiché le indagini erano incentrate sulle attività svolte da una rete di organizzazioni criminali albanesi. Gli uffici di Regno Unito e Lituania presso l’Eurojust, nel trattare i suddetti casi, erano coinvolti in tutti gli aspetti dei servizi offerti alle autorità nazionali dall’Eurojust, dall’agevolazione delle richieste di mutua assistenza giudiziaria da parte di Regno Unito e Lituania all’avvio e al successivo coordinamento di indagini e azioni penali connesse con la pianificazione e l’organizzazione dell’esecuzione di un mandato d’arresto europeo urgente entro un breve lasso di tempo e in circostanze complesse. I casi riguardavano la tratta di donne e ragazze, alcune dell’età di 14 anni, provenienti dalla Lituania e dal Regno Unito. Arrivando nel Regno Unito, le donne erano vendute a organizzazioni criminali albanesi a scopo di prostituzione. Il motivo iniziale del trasferimento all’Eurojust era di agevolare le richieste di mutua assistenza giudiziaria per le prove da utilizzare nei successivi processi degli imputati albanesi in Inghilterra. Nel corso di un riesame dei casi presso l’Eurojust, è diventato palese che fosse necessario avviare indagini in Lituania nei confronti degli organizzatori, impegnati nel reclutamento delle vittime e nel loro trasporto nel Regno Unito. 60 Entrambi i suddetti obiettivi sono stati raggiunti in una riunione di coordinamento che ha avuto esito positivo e che si è tenuta presso l’Eurojust nel gennaio 2005. Informazioni e dati segreti erano condivisi con la polizia e i procuratori lituani, i quali successivamente hanno deciso di avviare le indagini. Tale situazione si è tradotta in una serie di arresti in Lituania e ha dato luogo all’inizio delle indagini, alla fusione delle indagini esistenti e al coordinamento delle indagini britanniche e lituane. Anche l’Europol ha partecipato alla riunione offrendo chiarimenti sulle informazioni segrete raccolte riguardanti le attività delle organizzazioni criminali albanesi. Allo stesso tempo nel Regno Unito sono stati eseguiti ulteriori arresti, specialmente nella regione del Sussex, quando uno dei presunti corrieri lituani è arrivato all’aeroporto di Gatwick. A causa di problemi relativi alla determinazione della competenza giurisdizionale in Inghilterra e Galles, non è stata avviata alcuna azione legale. In seguito ad ulteriori discussioni condotte tramite l’Eurojust, le autorità lituane hanno confermato di poter determinare la propria competenza giurisdizionale e di avviare procedimenti legali. Successivamente hanno deciso di emettere un mandato d’arresto europeo. La preparazione, l’emissione e l’esecuzione del mandato sono state coordinate dall’Eurojust. L’intero procedimento, che comprendeva una nuova emissione del MAE, a causa del requisito posto dalle autorità britanniche in merito ad informazioni supplementari di fondamentale importanza, ha avuto una durata di soli quattro giorni e ha consentito il trasferimento del sospettato lituano in Lituania per essere processato. Nello stesso periodo anche l’Unità Cooperazione internazionale dell’ufficio centrale della Corte suprema (Crown Office) in Scozia ha trasmesso all’Eurojust un caso riguardante la tratta di esseri umani. Il caso è stato trasmesso per facilitare la mutua assistenza giudiziaria e comportava circostanze molto simili: la tratta di donne e ragazze dalla Lituania nel Regno Unito, la vendita delle donne agli albanesi dopo l’arrivo nel Regno Unito e l’introduzione successiva delle stesse nel commercio sessuale britannico. Una valutazione delle indagini scozzesi presso l’Eurojust ha rivelato l’esistenza di fattori comuni e di collegamenti con i casi pendenti in Inghilterra e le indagini in corso in Lituania. Il rappresentante nazionale lituano presso l’Eurojust ha comunicato alle autorità nazionali tali collegamenti. Le indagini lituane sono state raggruppate e il caso è stato trattato come un caso unico. È stata espressa la speranza che ciò potesse consolidare il caso lituano e che quando fosse iniziato il processo, quest’ultimo avrebbe incluso la tratta di donne dirette sia verso la Scozia sia verso l’Inghilterra. 61 I casi, trasmessi all’Eurojust dal Crown Prosecution Service nel South Yorkshire, sono stati portati in giudizio e hanno dato luogo non solo ad accuse, ma anche a lunghe condanne a pene detentive di 18 e 21 anni. La cooperazione tra le autorità scozzesi e inglesi e gli omologhi lituani è in atto per perfezionarsi e preparare le azioni penali in Lituania. L’Eurojust continua a svolgere un ruolo significativo in tale collaborazione. I casi sopra descritti, presi sia singolarmente sia in gruppo, sono ottimi esempi del modo in cui l’Eurojust può apportare un contributo decisivo, agevolando e coordinando azioni necessarie tra le singole autorità nazionali e le agenzie. Pedopornografia [caso 17] Una pagina web è stata utilizzata per scambiare e trasmettere immagini di pornografia infantile. In tale scambio erano coinvolte persone di vari Paesi dell’Europa e dell’America centrale e meridionale: Spagna, Svezia, Francia, Italia, Cile, Argentina, Costa Rica e Perù. È stato chiesto all’Eurojust di promuovere il coordinamento dell’azione investigativa e penale in collaborazione con l’organizzazione penale sudamericana IberRED (La Red Iberoamericana de Cooperación Judicial). Le autorità competenti di alcuni Paesi sono talvolta restie ad indagare e ad avviare un’azione penale per questo tipo di reato, soprattutto nel caso in cui i sospettati vivano in Paesi diversi. Si è svolta presso l’Eurojust una riunione di coordinamento alla quale hanno partecipato non solo le autorità competenti dei Paesi dell’UE, ma anche quelle di vari Paesi dell’America centrale e meridionale attraverso la rete IberRED. In quell’occasione sono stati risolti i problemi attinenti alle prescrizioni riguardanti l’avvio delle indagini in ciascun Paese coinvolto, nonché i problemi giurisdizionali; inoltre è stato adottato un piano d’azione coordinato al fine di effettuare perquisizioni e indagini. In diversi Paesi dell’Europa e dell’America centrale e meridionale sono stati eseguiti arresti e sono state avviate azioni penali riguardanti oltre 100 persone provenienti da Spagna, Francia, Italia, Uruguay, Panama, Cile e Argentina. Il caso costituisce il primo esempio di coordinamento tra l’Europa e l’America centrale e meridionale tramite l’intervento dell’Eurojust e di IberRED. 62 Contraffazione dell’euro [caso 18] Una complessa organizzazione criminale, coinvolta nella contraffazione dell’euro, nella falsificazione di documenti e di carte di credito, nel traffico di stupefacenti e nella tratta di esseri umani è stata smantellata con esito positivo il 5 ottobre 2005, quando 15 membri sospettati, compresi i due presunti capi dell’organizzazione, sono stati arrestati in Bulgaria e in Austria. Trenta siti in Bulgaria e in Austria sono stati oggetto di perquisizioni simultanee. Sono stati sequestrati i documenti falsificati, tra cui i passaporti, le carte di debito, di credito e d’identità, nonché i documenti ministeriali bulgari contraffatti. Inoltre sono state recuperate armi da fuoco, droghe sintetiche, banconote dell’euro contraffatte, ingenti quantità di contante e documenti relativi al riciclaggio di denaro. L’operazione era il risultato di mesi di sforzi concertati e integrati da parte della polizia bulgara e austriaca, delle loro autorità giudiziarie e dell’Europol, con il coordinamento e l’assistenza dell’Eurojust. L’Eurojust ha organizzato due riunioni di coordinamento per contribuire alla risoluzione del caso. La prima ha avuto luogo all’Aja il 28 giugno e la seconda a Vienna il 29 settembre. Tali riunioni hanno concesso a tutte le persone coinvolte nell’operazione, comprese le autorità bulgare, di discutere e pianificare le operazioni nel dettaglio e di risolvere problemi connessi con la preparazione dell’operazione congiunta. Senza il coordinamento e l’assistenza dell’Eurojust, le autorità bulgare non avrebbero potuto assistere alla seconda riunione decisiva per il coordinamento delle operazioni. Si trattava di un caso di primo piano, trattato ampiamente anche dai mass media austriaci, che ha sottolineato l’impegno dell’Eurojust, notevolmente apprezzato dalle autorità giudiziarie austriache. L’esperienza ha istituito buoni contatti con tutte le autorità giudiziarie e di polizia impegnate al riguardo. Il risultato estremamente positivo ottenuto in questo caso ha gettato una solida base di fiducia reciproca tra le autorità giudiziarie e di polizia e l’Eurojust sulla quale si fonderanno in futuro le azioni di cooperazione e di coordinamento. Terrorismo [caso 19] Nel 2005 in Svezia due cittadini iracheni, che avevano legami con Ansar al-Islam, altrimenti detta Ansar al-Sunna, e la rete che si sviluppa attorno ad Abu Musab al Zarqavi, organizzazioni terroristiche internazionalmente riconosciute e connesse con Al Qaeda, sono stati incriminati 63 e successivamente arrestati per il finanziamento del terrorismo, per un importo totale pari a 148 000 dollari statunitensi. Essi erano accusati di aver predisposto un reato terroristico e di aver allestito preparativi volti a mettere in pericolo la sicurezza pubblica o a finanziare in particolare gravi atti criminosi. Era la prima volta che si celebrava in Svezia un processo conformemente alla legge svedese contro il terrorismo. A quanto sembra erano coinvolte in quella operazione diverse organizzazioni terroristiche, il cui obiettivo era, in definitiva, istituire uno Stato islamico basato sulla legge della Sharia. Tra il 2002 e il 2004 nelle moschee della Svezia sono stati raccolti finanziamenti per commettere l’attentato previsto, e in seguito sono stati trasferiti in Iraq mediante il cosiddetto sistema bancario Hawala e tramite corrieri. Sui ricavi accantonati gravava il sospetto che essi venissero utilizzati per preparare un attentato dinamitardo mortale ad Arbil (Iraq), attentato effettivamente avvenuto all’inizio del 2004. La cooperazione internazionale era di estrema importanza nel condurre le indagini sul caso. Il Procuratore svedese, che è anche un corrispondente per il terrorismo per conto dell’Eurojust, ha informato in fase preliminare quest’ultima organizzazione sulle indagini in corso in Svezia. Egli aveva bisogno di prove riguardanti i collegamenti dei due autori con le organizzazioni terroristiche o la loro associazione con le stesse, nonché prove che dimostrassero in che modo il denaro fosse stato trasferito in Iraq. Le autorità giudiziarie svedesi hanno chiesto che informazioni importanti sul caso fossero raccolte in un altro Stato membro dell’UE. Visto che tali informazioni rientravano in un’operazione segreta, lo Stato membro cui era giunta la richiesta non era disposto a condividere le informazioni con la Svezia. In seguito a numerose riunioni e al coordinamento tramite l’Eurojust, i due Stati membri sono giunti a un accordo su un vasto scambio di informazioni e hanno eseguito le relative richieste riguardanti la mutua assistenza giudiziaria. La Svezia ha ricevuto più informazioni e prove del previsto. Tra le altre cose, è stato dimostrato che poco prima dell’attacco dinamitardo che ha colpito l’Iraq settentrionale sono stati trasferiti in Iraq 70 000 dollari statunitensi. Alcune prove provenienti da un altro Stato membro dell’UE sono state portare dinanzi al Tribunale distrettuale di Stoccolma e alla Corte d’Appello in Svezia. I due responsabili sono stati accusati dalla Corte d’Appello di aver commesso un reato terroristico, di aver provveduto a mettere in pericolo la pubblica sicurezza e aver finanziato in particolare gravi atti criminosi. La Corte d’Appello non ha trovato prove sufficienti attestanti che il sostegno finanziario era mirato specificamente ad organizzare l’attacco dinamitardo di Arbil, ma solo prove secondo le quali esso era destinato al terrorismo in genere. La sentenza è stata eseguita. 64 Anche il Procuratore svedese incaricato è stato chiamato a testimoniare in un altro Stato membro dell’UE per rilasciare una dichiarazione riguardante le udienze del tribunale di Stoccolma. Immigrazione clandestina — Pachtou [caso 20] L’operazione Pachtou ha riunito una serie di indagini in cui erano coinvolti quattro Stati membri dell’UE e la Turchia. Le indagini condotte in Francia e nel Regno Unito hanno dimostrato che una complessa rete organizzava lo spostamento di persone che dalle regioni curde della Turchia penetravano nel territorio italiano attraversando la Grecia e dall’Italia raggiungevano la Francia e il Regno Unito. L’Eurojust ha svolto inchieste che hanno portato alla luce l’esistenza di singole indagini relative alla stessa rete, che fino ad allora non erano progredite, anche in Italia, Grecia e Turchia. L’Eurojust ha organizzato a ottobre una riunione di coordinamento presenziata dalla polizia, gli investigatori, i giudici e i procuratori provenienti da ciascuno dei cinque Stati interessati. Buona parte delle informazioni è stata oggetto di scambi e i collegamenti esistenti tra le varie parti della rete sono diventati molto più chiari. I rappresentanti francesi e britannici erano desiderosi di agire prontamente e di eseguire una serie di arresti nei propri Paesi. Tuttavia, in seguito alle discussioni e all’accordo finalizzato alla trasmissione di ulteriori informazioni alle autorità italiane, greche e turche, è stato deciso che le agenzie francesi e britanniche avrebbero ritardato qualsiasi azione onde consentire che lo stesso giorno di dicembre, in tutti i cinque Paesi, potessero essere eseguiti una serie di arresti, perquisizioni domestiche e perquisizioni di altro tipo. Il 14 dicembre la rete è stata smantellata. In tutta Europa hanno avuto luogo 82 arresti: 3 in Turchia, 2 in Grecia, 21 in Italia, 49 in Francia e 7 nel Regno Unito. Il caso illustra i vantaggi derivanti da un approccio multinazionale e multifunzionale offerto dall’Eurojust. Esso dimostra inoltre che un caso inizialmente bilaterale, introdotto dalla Francia e dal Regno Unito, può effettivamente espandersi in sede di Eurojust e coinvolgere diversi altri Stati membri, garantendo un lavoro di collaborazione teso a un risultato ottimale. 65 66 67 4 RAPPORTI CON LE AUTORITÀ NAZIONALI L’Eurojust accorda grande importanza all’ulteriore sviluppo e al mantenimento di buoni rapporti con le autorità nazionali affinché aumenti il numero di casi trasmessi, nonché una migliore conoscenza dell’Eurojust da parte sia del pubblico sia degli esperti nel settore giuridico. Il numero di casi trasmessi all’Eurojust dalle autorità nazionali ha subito di anno in anno un notevole incremento. Da 381 nel 2004 è passato a 588 nel 2005. È un aumento che si riflette anche nel numero di casi complessi trasmessi all’Eurojust. Queste statistiche incoraggianti non indicano che tutti i casi che potrebbero essere trasmessi all’Eurojust sono effettivamente inviati all’organizzazione. Alcuni Stati membri trasmettono ancora un numero inferiore di casi rispetto alle attese e, persino in quelle giurisdizioni che si rivolgono sistematicamente all’Eurojust, molti casi sono stati trattati senza la collaborazione dell’Eurojust, anche se sarebbe stata preziosa. Un elevato numero di casi proviene dagli Stati membri che hanno aderito all’UE il 1° maggio 2004, un’evoluzione ritenuta estremamente positiva. Inoltre, nel 2005, diversi ministri della Giustizia, Procuratori Generali e deputati del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali, hanno visitato l’Eurojust, ma è necessario compiere ancora molti sforzi affinché la presenza dell’Eurojust sia sufficientemente nota alle autorità competenti, ossia agli avvocati degli Stati membri. Seminari di marketing Per migliorare la situazione descritta, la maggior parte dei rappresentanti nazionali ha organizzato seminari di marketing nei propri Paesi, destinati a giudici, procuratori e funzionari di polizia. Un seminario ha avuto luogo a Salonicco (Grecia) con la partecipazione di oltre 90 procuratori. Una manifestazione simile si è tenuta a Tallinn dove erano presenti oltre 100 procuratori provenienti dai tre Stati baltici. Un altro seminario si è svolto a Cottbus, sul confine tedesco-polacco, con la partecipazione di oltre 100 procuratori di Germania, Polonia e Ucraina. Inoltre, solo nella Repubblica federale di Germania, hanno avuto luogo nei diversi Länder quasi 70 seminari, di cui 15 in Portogallo, altri in Austria, Francia, Paesi Bassi e Finlandia. Un seminario si è svolto a Budapest (Ungheria) con la partecipazione di 60 procuratori ungheresi. Per la prima volta si è tenuto un seminario a Malta, dove erano presenti quasi tutte le autorità giudiziarie e di polizia. 68 Nella maggior parte dei casi i seminari sono condotti solo dagli uffici nazionali interessati, ma spesso alcuni altri rappresentanti nazionali hanno fornito assistenza ai propri colleghi per conferire un’impronta europea. Inoltre l’Eurojust applica spesso la strategia di marketing nei suoi uffici, in occasione delle visite delle delegazioni dei magistrati o dei funzionari di polizia o di altri funzionari degli Stati membri. Ciò è successo almeno trenta volte nel corso del 2005. L’Eurojust partecipa inoltre a seminari organizzati da altre istituzioni dell’UE, dal Consiglio d’Europa, le Nazioni Unite e da altre organizzazioni dove vengono diffuse informazioni sui compiti, il ruolo e le funzioni dell’Eurojust. Sebbene l’Eurojust cerchi di essere quanto più possibile presente, poiché la partecipazione favorisce l’innalzamento del nostro profilo e incoraggia il trasferimento di casi, gli esercizi di marketing in questione interferiscono con le nostre attività centrali: il coordinamento di casi di criminalità. Di conseguenza il collegio si adopera costantemente per raggiungere un equilibrio ragionevole tra le esigenze dettate dalle nostre attività operative e la necessità di promuovere l’Eurojust negli Stati membri. Tutti gli Stati membri hanno nominato corrispondenti nazionali per il terrorismo presso l’Eurojust. La nomina dei corrispondenti nazionali, autorizzata ai sensi dall’articolo 12, paragrafo 1 della decisione Eurojust, non è stata effettuata da tutti gli Stati membri. Il collegio dell’Eurojust accoglie con favore tali nomine, poiché esse contribuiranno a rafforzare e ad intensificare la qualità dei rapporti di lavoro con le autorità nazionali pertinenti. 69 5 PAESI TERZI I criminali transnazionali non rispettano né le frontiere interne né le frontiere dell’UE. Di conseguenza l’attività dell’Eurojust, mirata ad istituire saldi legami con i principali Paesi extracomunitari resta una priorità fondamentale. Abbiamo continuato ad elaborare il nostro elenco di punti di contatto informali in Paesi non appartenenti all’UE. È un elenco iniziale che individua eventuali Paesi con cui riteniamo sarebbe vantaggioso stringere un accordo di cooperazione formale. L’accordo di cooperazione con il Regno di Norvegia è stato firmato il 28 aprile 2005 ed è entrato in vigore il 1° agosto 2005. Knut Kallerud, un alto magistrato presso il Pubblico Ministero norvegese, è stato designato per lavorare permanentemente all’Eurojust come assistente. Il Sig. Kallerud opera nella sede dell’Eurojust e partecipa sistematicamente a molte delle attività svolte dall’organizzazione e ai casi in cui è coinvolta la Norvegia. Siamo stati molti lieti di assistere alla conclusione nel 2005 dei negoziati relativi agli accordi di cooperazione formale sia con la Romania sia con la Repubblica d’Islanda. Entrambi gli accordi sono stati approvati dal Consiglio dei Ministri della Giustizia e degli Affari Interni e sono stati firmati il 2 dicembre 2005 a Bruxelles nell’ambito dell’incontro ministeriale. I negoziati formali con gli Stati Uniti d’America sono proseguiti per tutto l’anno. Entrambi le parti hanno manifestato la volontà di concludere un accordo nel prossimo futuro. Tuttavia le differenze esistenti nei sistemi giuridici, e specialmente nei sistemi di protezione dei dati, si traducono in una serie di gravi difficoltà che devono ancora essere risolte. L’obiettivo è di impiegare al meglio i nostri sforzi per trovare soluzioni che siano accettabili da entrambe le parti e ultimare i negoziati prima dell’estate del 2006. Il 1° dicembre 2005 si è svolta la prima riunione ufficiale tra l’Eurojust e le autorità competenti della Confederazione svizzera, rappresentate sia dal Ministero federale della Giustizia sia dal Servizio penale federale. All’inizio del 2006 la delegazione svizzera, dopo la consultazione delle autorità federali, informerà l’Eurojust sulla possibilità di negoziare un accordo nell’ambito delle strutture dell’ordinamento giuridico svizzero. In caso affermativo, i negoziati potrebbero iniziare nel primo trimestre del 2006. Per alcuni mesi l’Eurojust si è avvalso di un punto di contatto in Ucraina. Nel dicembre 2005 abbiamo accolto una delegazione ucraina il cui obiettivo era l’esame della possibilità di avviare negoziati formali per concludere un accordo con l’Eurojust. Il risultato era promettente; entrambe le parti hanno pattuito obiettivi comuni per l’avvio dei negoziati agli inizi del 2006 e il raggiungimento di un accordo entro la fine del 2006. 72 Nel corso dell’anno abbiamo stabilito i primi contatti con il governo della Croazia in seguito ai quali l’Eurojust ha presentato un invito formale al ministro croato della Giustizia affinché visitasse l’Eurojust nei primi mesi del 2006. Auspichiamo che il risultato della visita segni l’inizio dei negoziati per un altro accordo di cooperazione. Abbiamo intrattenuto contatti regolari con Turchia e Bulgaria, altri due Stati che sono candidati all’adesione all’UE. I nostri legami con la Turchia si sono intensificati e diverse delegazioni dei magistrati turchi e dei funzionari di polizia hanno visitato l’Eurojust nel corso del 2005. Sia la Turchia che la Bulgaria erano coinvolte in singoli casi, coordinati dall’Eurojust. A tale proposito alcune informazioni figurano in altri paragrafi della presente relazione. La cooperazione è stata soddisfacente. I nostri rapporti con la Federazione russa non è evoluta come era stato previsto nella relazione annuale del 2004. Tuttavia la cooperazione nei singoli casi, tramite il nostro punto di contatto di Mosca, è stata efficace. Speriamo di iniziare le attività agli inizi del 2006 allo scopo di stabilire una base più formale per una costante collaborazione. La Federazione russa, per mezzo della sua missione presso l’UE a Bruxelles, ha invitato l’Eurojust a visitare Mosca nel 2006. L’Eurojust sarà lieta di accettare l’invito purché i negoziati relativi ad un possibile accordo con le competenti autorità russe siano iscritti all’ordine del giorno. I contatti con gli Stati dell’America latina attraverso la rete IberRED (La Red Iberoamericana de Cooperación Judicial) sono proseguiti nel 2005, in particolare nei singoli casi in cui erano coinvolti Paesi dell’America centrale e meridionale. IberRED si è dimostrata un mezzo utile per poter accedere alle competenti autorità giudiziarie nella regione. Il Servizio giuridico dell’Eurojust ha avviato uno studio di fattibilità sulla possibilità di siglare un accordo tra entrambi gli organismi. Nel 2005 l’Eurojust è stata invitata e ha partecipato al Programma di cooperazione regionale in materia di giustizia e affari interni, il programma «Euromed Justice», per i partner mediterranei, finanziato dalla Commissione europea e gestito dall’Istituto europeo della Pubblica amministrazione nell’ambito della dichiarazione di Barcellona del novembre 1995. Il terzo seminario sul tema «Terrorismo e interconnessione delle reti criminali», organizzato grazie al supporto del ministero della Giustizia dei Paesi Bassi, è stato curato dall’Eurojust nel dicembre 2005. La partecipazione dell’Eurojust all’iniziativa ci consente di offrire servizi di assistenza finalizzati al conseguimento dei principali obiettivi del Programma, che consistono nell’incoraggiare lo scambio di esperienze, conoscenza e buone prassi e nell’istituire una rete euromediterranea nel settore della cooperazione in materia giudiziaria. 73 Balcani occidentali Nel 2005 il gruppo Balcani occidentali dell’Eurojust ha proseguito le proprie attività per lo sviluppo delle relazioni con i Paesi di quell’importante regione che comprende la Croazia e l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, entrambi candidati all’adesione, la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e Montenegro e l’Albania. L’attività del gruppo consisteva, da un lato, nel promuovere progetti o iniziative in corso di carattere regionale o a livello comunitario e, dall’altro, nel raggiungere l’obiettivo dell’Eurojust, ossia un buon livello di cooperazione con le autorità inquirenti nazionali presenti nella regione. Inoltre miriamo a garantire la nomina di punti di contatto in tutti i Paesi ai fini di un’efficiente cooperazione operativa. Alcuni membri del gruppo hanno contribuito alla realizzazione di diversi aspetti riguardanti i progetti CARDS della Commissione per le attività giudiziarie e di polizia nella regione e sono intervenuti in merito alla cooperazione internazionale in materia giudiziaria e all’operato dell’Eurojust in occasione di varie conferenze e riunioni regionali, comprese quelle organizzate dalla Commissione, dal Consiglio e dalle Nazioni Unite. Il gruppo ha rappresentato l’Eurojust alla riunione ministeriale Giustizia e Affari Interni e Balcani occidentali, tenutasi a Vienna nel novembre 2005. Inoltre ha partecipato a una riunione strategica organizzata dalla Commissione e dal Consiglio per esaminare le attività dell’UE e stabilire le priorità in materia di Giustizia e Affari Interni. Tramite il gruppo Balcani occidentali, l’Eurojust ha continuato a sostenere progetti regionali come il «South Eastern European Prosecutors Advisory Group» (SEEPAG) nel 2005 e ha incoraggiato la loro partecipazione all’ultima assemblea plenaria della RGE in Scozia durante la Presidenza britannica. La nomina dei punti di contatto dell’Eurojust in tutti i Paesi dei Balcani occidentali è stata confermata nel 2005. Il 15 novembre 2005 il gruppo Balcani occidentali ha organizzato presso la sede dell’Eurojust una riunione per i punti di contatto provenienti da Albania, Croazia e Montenegro, al fine di discutere le possibilità di una futura collaborazione operativa. Sfortunatamente altri punti di contatto non hanno potuto assistere alla riunione. È stata una riunione estremamente utile e auspichiamo che la nomina dei punti di contatto nei Paesi della regione dei Balcani occidentali incoraggi il trasferimento di casi pertinenti all’Eurojust da parte delle autorità nazionali e degli Stati membri dell’UE. Un’ulteriore riunione è prevista nei primi mesi del 2006 per i punti di contatto provenienti dalla Bosnia-Erzegovina, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia e la Serbia. Il nostro augurio è che nel 2006 ci siano con i colleghi dei Balcani occidentali maggiori opportunità di collaborazione a livello operativo. 74 75 6 AMMINISTRAZIONE Introduzione La gestione quotidiana dell’amministrazione, compresa la gestione del personale e del bilancio, rientrano nelle responsabilità del direttore amministrativo, le cui attività sono supervisionate dal presidente del collegio. L’amministrazione è lieta di constatare che i principali obiettivi stabiliti per il 2005 sono stati raggiunti. Alla fine del 2005 sono stati compiuti in tutti i settori progressi significativi che hanno consentito di creare l’infrastruttura di base necessaria affinché l’Eurojust e la RGE fossero pienamente operative. La solida gestione finanziaria è stata confermata nella relazione della Corte dei Conti europea riguardante l’esercizio 2004. Le raccomandazioni della Corte sono state utili per la risoluzione del Parlamento europeo sulla concessione dello scarico al direttore amministrativo per le sue responsabilità. Sebbene nel corso del 2005 siano stati realizzati alcuni passi avanti per la messa a punto di un sistema integrato di gestione della qualità (IQMS) in seno all’Eurojust, la piena implementazione è prevista per il 2006. Nel 2005 il Servizio di Audit interno della Commissione europea ha effettuato il primo esame limitato dell’Eurojust tenendo conto che l’Unità è ancora nella fase costitutiva. Il risultato rappresenterà un elemento importante nell’ulteriore sviluppo di un IQMS. Struttura organizzativa e composizione dello staff AUTORITÀ COMUNE DI CONTROLLO BILANCIO E FINANZE RISORSE UMANE IL COLLEGIO GESTIONE DELLE INFORMAZIONI DIRETTORE AMMINISTRATIVO SERVIZI LEGALI SICUREZZA E SERVIZI GENERALI SEGRETARIO DEL COLLEGIO RESPONSABILE PER LA PROTEZIONE DEI DATI ADDETTO STAMPA RGE La struttura organizzativa si è rivelata efficiente e valida. Nel 2005 sono state apportate solo alcune modifiche irrilevanti. Un riesame limitato è previsto per il 2006 e intende rispondere all’accresciuta necessità di sostenere le attività operative del collegio. 76 Nel 2005, ai sensi dell’articolo 9 dello statuto del personale e delle rispettive norme di attuazione, il personale ha eletto il primo Comitato del personale. È stata istituita un’adeguata infrastruttura e sono state avviate regolari sedute di lavoro con il direttore amministrativo e con il Gruppo della Presidenza. Nel forum sono discussi numerosi temi che riguardano il benessere generale del personale. Gestione del bilancio Il bilancio di 13 milioni di euro per il 2005 è stato eseguito fino al 93 %. È stato pagato quasi il 100 % delle spese relative al personale e all’infrastruttura; per quanto riguarda i costi di produzione, sono stati impegnati 3 530 231,39 euro su 4 201 025,68 euro. Per quanto concerne l’ultima cifra si mirava a un tasso più elevato di esecuzione, ma è stato difficile raggiungere l’obiettivo, poiché 2 milioni di euro sono stati concessi solo in seconda lettura del bilancio nel dicembre 2004 e sono stati destinati ai costi di produzione. Tuttavia occorre segnalare che nel 2005 è aumentato notevolmente il numero di riunioni di coordinamento organizzate dall’Eurojust, comportando un incremento nel bilancio del 20 % per l’importo allocato a tal fine. L’Eurojust è fiduciosa che gli stanziamenti non utilizzati nel 2005 saranno resi disponibili nel corso del 2006, poiché una richiesta dell’Eurojust per ottenere 16,5 milioni di euro è stata respinta e sono stati concessi solo 14,7 milioni di euro. Gli stanziamenti mancanti saranno necessari per ultimare le infrastrutture di base dell’Eurojust e della RGE. Figura 7: Bilancio Eurojust (Dati in milioni di euro) 18 16 16.5 14 14.7 13.3 13 12 12.1 11.5 10 9.3 8 8 9.1 8 6 6.2 4 2 0 2003 2004 Richiesto 2005 Ottenuto 2006 Eseguito 77 Nel 2005 sono stati compiuti passi avanti per migliorare il processo di gestione del bilancio. Sulla base di visite studio in altre agenzie per osservare le prassi migliori, il risultato dell’audit effettuato dalla Corte dei Conti europea e le raccomandazioni del Servizio Audit interno, le responsabilità delle varie parti sono state chiarite. Le politiche e i flussi di lavoro sono stati rivisti e perfezionati. Nonostante i progressi realizzati nel 2005 nella negoziazione del regolamento finanziario, l’Eurojust attende ancora l’approvazione della Commissione europea. Confidiamo che l’ultima proposta dell’Eurojust riguardante i due punti in sospeso sarà accettata dalla Commissione e che nel 2006 il fascicolo potrà essere chiuso. Gestione e assunzione del personale (unità Risorse umane) Nel 2005 l’unità Risorse umane ha incentrato le proprie attività principali sull’assunzione del personale dell’Eurojust. A causa della riforma del 1° maggio 2004, l’unità ha dedicato notevole attenzione all’effettiva attuazione dei nuovi statuti del personale, per la quale è stato necessario aggiornare il software di gestione delle risorse umane, «Centurio». Il crescente numero di dipendenti presso l’Eurojust ha inoltre provocato un aumento nelle sedute di formazione interne ed esterne. Alla fine del 2005, su 87 posti vacanti 70 sono stati coperti nel piano dell’organico dell’Eurojust. È stata avviata l’assunzione per i restanti posti destinati ad agenti temporanei. Per garantire la continuità nella gestione del carico di lavoro, è stato assunto personale interinale per i posti non ancora assegnati e sono stati nominati alcuni esperti nazionali distaccati. Figura 8: Risorse umane 80 70 70 60 50 52 40 30 28 20 10 0 6 2002 78 2003 2004 2005 L’unità Risorse umane è stata lieta di osservare un accresciuto interesse nell’Eurojust e un numero maggiore di domande presentate per posti vacanti, nonché maggiori richieste da parte di tutti gli Stati membri dell’UE per effettuare un tirocinio. Unità Gestione delle informazioni Nel 2005 l’unità Gestione delle informazioni ha registrato un progresso significativo nella professionalizzazione dei servizi che fornisce. Oltre al contributo dell’Eurojust al Progetto E-POC II in termini di coordinamento, l’unità ha implementato una seconda rete di dati interni, altamente sicura, per sostenere il sistema di gestione dei casi. Sono stati avviati diversi altri progetti nel campo delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni, comprese la fornitura di un sistema di gestione dei documenti e la predisposizione di un collegamento che rende possibile ai rappresentanti nazionali di accedere al sistema d’informazione Schengen. L’unità Gestione delle informazioni, collaborando con l’Ufficio stampa, ha inoltre dato vita a un nuovo sito Internet per l’Eurojust, sostenendo il Segretariato della RGE nel trasferimento del sito RGE. L’unità Gestione delle informazioni dell’Eurojust fornisce e sostiene l’infrastruttura tecnica per questo importante strumento RGE. I preparativi avevano lo scopo di fornire un’infrastruttura sicura di comunicazione sia per l’Eurojust sia per la RGE, la cui attuazione costituirà un obiettivo importante nel 2006. La biblioteca è stata ulteriormente potenziata accogliendo un vasto numero di opere e di abbonamenti a risorse on line ed altre opere elettroniche. La procedura d’appalto relativa ai mobili della biblioteca è stata portata a termine e ciò consentirà l’allestimento materiale della biblioteca nel 2006. Responsabile per la protezione dei dati L’anno trascorso è stato importante per l’espansione di un solido sistema di protezione dei dati in seno all’Eurojust, autorizzata grazie all’approvazione del regolamento interno sul trattamento e la protezione dei dati personali da parte del Consiglio il 24 febbraio 2005. Il responsabile della protezione dei dati ha svolto un ruolo importante nell’elaborazione delle norme e del sistema di gestione dei casi, che è pienamente compatibile con le norme in materia di protezione dei dati e ha la capacità di essere automaticamente conforme alle numerose disposizioni del regolamento interno. 79 Tra le altre attività, il responsabile della protezione dei dati ha contribuito allo sviluppo di un buon livello di comprensione e di consapevolezza tra il personale dell’Eurojust e il collegio. Si sono svolte diverse sessioni informative e sono stati offerti al collegio e all’amministrazione in varie occasioni servizi di consulenza orale e scritta. Il responsabile della protezione dei dati è intervenuto regolarmente nelle attività del gruppo Protezione dei dati del collegio e del comitato di sicurezza. Egli inoltre ha instaurato un rapporto con l’Autorità comune di controllo e ha contribuito attivamente alle sue riunioni nonché alla preparazione della prima ispezione sulla protezione dei dati, avvenuta all’Eurojust nel novembre 2005. Prima dell’ispezione il responsabile ha eseguito sei controlli pilota degli uffici nazionali per poter determinare le questioni che meriterebbero maggiore attenzione e ha riferito al collegio sull’esito dei controlli. Servizi legali I Servizi legali costituiscono l’unità dell’Eurojust di più recente istituzione. Essa è in continua crescita per far fronte al numero maggiore di richieste di assistenza giuridica presentate al collegio e all’amministrazione. I Servizi legali forniscono al collegio informazioni e consulenza su tutti i tipi di questioni legali, comprese le politiche comunitarie e l’attività legislativa in materia penale e nel diritto di procedura penale. In tale ambito i Servizi legali seguono attentamente il processo legislativo nell’Unione europea ed elaborano i pareri destinati al collegio riguardanti le proposte discusse nei vari organismi di Bruxelles che sono d’interesse per l’Eurojust. L’unità Servizi legali partecipa per conto dell’Eurojust ai gruppi di lavoro del Consiglio. Essa assolve a una preziosa funzione consultiva per i gruppi del collegio e viene spesso chiamata in causa dalla Presidenza affinché esprima il proprio parere sull’interpretazione della decisione Eurojust e del regolamento interno. Nell’ambito dell’amministrazione, i Servizi legali lavorano a stretto contatto con il direttore amministrativo e le altre unità. In particolare continuano a rivestire un ruolo consultivo per l’unità Bilancio e Finanza (tra le altre questioni, nel dibattito attuale con la Commissione sul progetto di regolamento finanziario) e per l’unità Risorse umane alla quale ha fornito pareri su una serie di questioni attinenti all’interpretazione e all’applicazione dello statuto del personale. I Servizi legali sono inoltre responsabili dei casi di controversia. I Servizi legali conservano una posizione fondamentale nei rapporti che intercorrono tra l’Eurojust e il Consiglio, la Commissione e l’OLAF. Essi, su richiesta del collegio e riferendo a quest’ultimo, assistono frequentemente a riunioni che hanno luogo a Bruxelles. I Servizi legali inoltre godono di 80 un ottimo rapporto con l’Europol e i loro omologhi in quell’organizzazione. I legami si sono rafforzati grazie alla collaborazione relativa a due progetti sulle squadre investigative comuni (JIT) in cui i Servizi legali di entrambi gli organismi hanno svolto una funzione di rilievo. I progetti riguardavano la redazione di un manuale di tutta la legislazione nazionale sulle JIT e l’organizzazione della prima riunione della rete informale degli esperti nazionali sulle JIT (cfr. capitolo 2). I Servizi legali hanno offerto un valido aiuto nei negoziati con lo Stato ospitante su questioni rilevanti, tra cui il contratto di locazione, l’accordo di insediamento e le attuali modifiche alle disposizioni sui privilegi e le immunità. Dal gennaio 2005 i Servizi legali si sono assunti la responsabilità dell’intero meccanismo di gara d’appalto. Tale modifica è stata seguita da un rafforzamento del processo e dalla revisione delle procedure d’appalto al fine di garantire una migliore conformità ai requisiti del regolamento finanziario quadro, attualmente sottoposto a un attento controllo. Gestione delle comunicazioni (Servizi Stampa e PR) Nel 2005 i Servizi Stampa e PR si sono ulteriormente sviluppati e hanno registrato continui miglioramenti per quanto riguarda la politica di comunicazione dell’Eurojust, innalzando il profilo dell’organismo nell’Unione europea e oltre. La relazione annuale dell’Eurojust del 2004 è stata pubblicata in tutte le 20 lingue ufficiali dell’Unione europea ed è stata distribuita in 12 000 copie. Il nostro sito web, www.eurojust.eu.int, offre informazioni ai partner di cooperazione e al pubblico. Nel settembre 2005 è stato lanciato il sito Internet dell’Eurojust dopo essere stato completamente rivisto. Nel 2005 il sito dell’Eurojust è stato visitato o è apparso tra i risultati di ricerca 240 531 volte, con in media 164 visitatori al giorno. Le fonti dei risultati della ricerca hanno rivelato che l’86 % era di origine internazionale e il 14 % olandese. I Servizi Stampa e PR dell’Eurojust hanno realizzato un primo opuscolo informativo per i visitatori e il grande pubblico. Finora sono state distribuite 10 000 copie. L’opuscolo è stato prodotto in inglese e nel 2006 sarà disponibile in 20 lingue. Nel 2005 l’Eurojust ha ospitato 18 gruppi costituiti da professionisti del settore giuridico, avvocati, professori e studenti di università e facoltà di giurisprudenza provenienti non solo dagli Stati membri, ma anche dalla Norvegia, gli Stati Uniti, il Canada e da altri Paesi terzi. Essi hanno visitato gli uffici e assistito a una presentazione sull’Eurojust. L’organismo ha partecipato a due produzioni DVD, «Terrorism in Europe: what are the answers?» e «Welcome in an area of freedom, security and justice», entrambe realizzate dalla Commissione 81 europea. I film in questione sono disponibili ai mass media e al grande pubblico. Un CD-ROM sull’attuazione del MAE è stato prodotto a seguito del seminario di aprile ed è stato distribuito agli avvocati di tutta Europa. I Servizi Stampa e PR hanno ospitato diversi incontri con la stampa internazionale. Molte interviste sono state organizzate per i mass media con il Presidente e i rappresentanti nazionali sia presso l’Eurojust sia altrove per comunicare alla stampa l’operato e i risultati ottenuti dall’Eurojust in merito ai casi trattati. Unità Sicurezza, impianti, servizi generali ed eventi Dal 1° aprile 2005 esiste un’unità denominata Sicurezza, impianti, servizi generali ed eventi, creata sotto la direzione del Capo unità di recente assunzione. La decisione si era basata sul fatto che i requisiti in materia di sicurezza occupano un posto centrale in tutti gli aspetti della gestione degli impianti, dei servizi generali e degli eventi. La Sezione Sicurezza collabora a stretto contatto con i servizi di sicurezza del Tribunale penale internazionale per trattare il problema della sicurezza fisica. Un ambiente sicuro è stato fornito per tutte le attività dell’Eurojust, svolte sia all’interno sia all’esterno della sede centrale. Inoltre l’ulteriore sviluppo delle procedure e politiche di sicurezza da adottare nel 2006 è stato esaminato con grande attenzione. La sezione Impianti e Servizi generali è incaricata della manutenzione dell’edificio esistente adibito a uffici, degli spostamenti interni degli uffici, della costruzione di nuovi uffici e strutture per riunioni, del supporto logistico e degli assistenti agli autisti. Inoltre essa ha contribuito materialmente allo sviluppo del Programma dei requisiti per i nuovi locali dell’Eurojust che lo Stato ospitante dovrà fornire entro il 2012, quando giungerà a termine il nostro attuale contratto d’affitto e la struttura dell’Eurojust sarà troppo grande per gli uffici di cui dispone attualmente. La sezione Eventi ha gestito con successo un numero sensibilmente maggiore di seminari, convegni, riunioni strategiche e di coordinamento. Tale gestione rappresenta un esercizio logistico completo e sfaccettato che implica l’organizzazione di viaggi e sistemazioni in albergo per i partecipanti, la presa di contatto con gli stessi, la sistemazione di servizi di interpretazione e catering, nonché la fornitura di supporto tecnico e di servizi di coordinamento per le riunioni stesse. Segretariato del collegio I membri del Segretariato del collegio sono stati assunti nel 2005 affinché forniscano assistenza al collegio preparando e seguendo le riunioni dello stesso, redigendo i verbali, mantenendo un 82 registro dei documenti del collegio e svolgendo altre mansioni di assistenza. Il segretario del collegio inoltre è responsabile dell’agevolazione dei contatti in seno al collegio e dei rapporti tra il collegio e l’amministrazione. Il Segretariato del collegio ha avviato nel 2005 alcune modifiche che hanno contribuito sostanzialmente a migliorare l’attività del collegio, per esempio i suoi archivi, l’organizzazione delle riunioni e la gestione quotidiana. Il segretario del collegio era impegnato nel settore amministrativo e ha realizzato iniziative volte a migliorare le relazioni con il collegio. Altri eventi significativi sono stati l’elezione del Presidente dell’Eurojust e una riunione degli ex membri del collegio a giugno. Segretariato della Rete giudiziaria europea (RGE) Oltre alle funzioni classiche mirate ad agevolare il funzionamento della RGE, nel 2005 l’attività del Segretariato della RGE era determinata da due fattori: il seguito dato alla seconda relazione sull’attività della RGE 2002-2004 e il completamento del trasferimento dei siti web Atlas e Solon. Per quanto riguarda il primo fattore, il ruolo del Segretariato RGE consisteva nella promozione del dibattito interno sui risultati e soprattutto sulle questioni relative all’ottimizzazione dell’iter decisionale e ai futuri sviluppi della RGE. Nell’ambito dell’ultimo fattore, va osservato che i due siti web che esistevano precedentemente si sono fusi in un unico sito (www.ejn-crimjust.eu.int), amministrato dal Segretariato RGE insieme con l’unità IT dell’Eurojust, la cui attività è stata avviata pubblicamente il 1° luglio 2005. Una misura specifica è stata adottata per analizzare la qualità e specificare i requisiti di un ulteriore potenziamento del sito, alla luce degli strumenti di informazione appositamente sviluppati per consentire ai punti di contatto della RGE di adempiere alle funzioni imposte dai nuovi strumenti giuridici nonché dal futuro allargamento dell’Unione europea. Meriterebbe particolare importanza la costituzione del Gruppo RGE/Magistrati di collegamento di cui il Segretariato della RGE è un membro permanente. Esso servirebbe ad incanalare e a potenziare un rapporto di collaborazione efficace con il collegio. La 21ª riunione della RGE si è svolta a Lussemburgo dall’8 al 10 giugno nel corso della Presidenza lussemburghese. Le discussioni erano incentrate sui futuri sviluppi della RGE e, a seguito del dibattito, è stato approvato un documento con le relative conclusioni (doc 10070/05 EJN 35). La 22ª riunione della RGE, sotto la Presidenza britannica, si è svolta ad Edimburgo dal 5 al 7 dicembre 2005. Alcuni dei principali punti all’ordine del giorno erano le funzioni e la prassi delle istituzioni britanniche e delle colonie nel settore della cooperazione giudiziaria, dell’esperienza accumulata in merito al funzionamento degli ultimi strumenti giuridici dell’UE e al rapporto con altre reti simili alla RGE. 83 Amministrazione dell’Eurojust Capi delle Unità e dei Servizi dell’Eurojust: Catherine Deboyser, Legal Service; Jacques Vos, Security, General Services & Events; Ernst Merz, Administrative Director; Joannes Thuy, Press Officer; Nadine Thwaites, Secretary to the College; Jon Broughton, Information Management; Elizabeth Casey, Budget & Finance; Angel Galgo, EJN Secretary; Diana Alonso Blas, Data Protection Officer. (Fabian Pereyra, Risorse umane, non è presente nella foto) 84 85 7 VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO RISPETTO AGLI OBIETTIVI STABILITI PER IL 2005 Nel presente capitolo sono stati minuziosamente descritti gli obiettivi già stabiliti dalla relazione annuale del 2004 e che, secondo quanto concordato dal collegio, l’Eurojust dovrebbe cercare di raggiungere nell’anno civile 2005. Riteniamo che sia importante che le organizzazioni dell’Unione europea esaminino i progressi realizzati ogni anno. Come è avvenuto nelle precedenti relazioni annuali abbiamo elaborato alcuni commenti e una valutazione per esprimere il nostro parere sulle prestazioni realizzate nel 2005 in base agli obiettivi fissati. OBIETTIVO • VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO Definire una nuova struttura per offrire metodi di Positiva. È stata concordata una nuova struttura lavoro più efficaci attingendo all’esperienza di tutti organizzativa relativa ai gruppi e uno schema è i rappresentanti del collegio e alle competenze del presentato nella relazione annuale del 2004. La personale. struttura è stata messa a punto e resa operativa all’inizio del 2005. • Garantire che l’accordo con l’Europol funzioni bene nella pratica. Positiva, almeno in parte. I nostri rapporti con l’Europol si sono rafforzati e la tendenza è in evoluzione. Sono ottimi i rapporti tra gli alti dirigenti e tra gli uffici nazionali in entrambe le organizzazioni. Occorre tuttavia trovare possibilità di miglioramento dei quadri strutturali al fine di permettere a entrambe le organizzazioni di collaborare in modo più efficiente su casi specifici. • Migliorare le modalità di collaborazione con l’OLAF e Positiva. Sono stati dati segnali estremamente di influenza su esso, basandosi sulle norme per la positivi sul miglioramento della collaborazione nel tutela dei dati. corso dell’anno. Sono tuttavia necessarie ulteriori misure per garantire efficaci sforzi congiunti volti a sfruttare le capacità di entrambe le organizzazioni al fine di risolvere i casi difficili di frode a danno del bilancio comunitario, trasmessi all’OLAF. Alla fine del 2005 è stato convenuto con l’OLAF di vagliare la possibilità di concludere un accordo formale ai sensi dell’articolo 27 della decisione Eurojust. • Definire strategie per negoziati e priorità per definire accordi futuri con i Paesi terzi. Positiva. Abbiamo fornito un elenco al Segretariato del Consiglio dell’Unione europea contenente i Paesi prioritari con cui intendiamo negoziare accordi di cooperazione nel corso dell’anno. L’elenco sarà oggetto di revisione su base regolare. Nel 2005 abbiamo concluso e sottoscritto accordi formali con il Regno di Norvegia, la Romania e l’Islanda. 86 OBIETTIVO • Sviluppare una strategia per affrontare i casi operativi, tra cui: Positiva, anche se si tratta di un obiettivo permanente finché esisterà l’Eurojust: a) dare priorità all’azione e migliorare la nostra capacità di combattere il terrorismo; a) l’attenzione era incentrata sul miglioramento del nostro intervento specializzato tramite il gruppo Terrorismo. I successi ottenuti sono stati esposti nella presente relazione; b) il trasferimento dei casi ha registrato un miglioramento del 54 %. È ancora necessario attrarre un numero maggiore di casi e a tal fine abbiamo organizzato seminari di marketing e altri eventi negli Stati membri dell’UE dove è emersa la possibilità di apportare miglioramenti; c) i nostri sforzi sono continuamente mirati ad individuare le ostruzioni alla mutua assistenza giudiziaria. Forniamo alcune informazioni più dettagliate nell’allegato II della presente relazione; d) abbiamo sfruttato ogni occasione per sensibilizzare maggiormente all’attività dell’Eurojust. L’aumento del numero di casi presentati riflette il successo ottenuto a tale riguardo. Occorre sfruttare maggiormente il nostro Ufficio stampa per sviluppare i rapporti con i mass media e innalzare il nostro profilo. b) puntualizzare meglio le strategie di marketing o di raccolta di casi al fine di capire per quale motivo non viene trasmesso all’Eurojust un numero maggiore di casi; c) identificare gli ostacoli ed i motivi che limitano la presentazione di casi; d) rendere gli Stati membri più consapevoli del valore aggiunto dell’Eurojust; • Ideare metodi per migliorare il rendimento dell’Eurojust tramite: a) valutazione del ruolo dell’Eurojust; b) definizione di un sistema di gestione del rendimento; c) definizione delle misure relative al rendimento. • VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO Agire attivamente per influenzare la politica giudiziaria europea, la legislazione ed i responsabili delle decisioni in materia di criminalità a livello europeo. Positiva. Obiettivo costantemente perseguito. a) Una valutazione sotto forma di sondaggio sul grado di soddisfazione dei consumatori è stata ultimata nel corso del 2005. Informazioni dettagliate sono reperibili nell’allegato III della presente relazione. b) e c) Sono stati introdotti orientamenti per regolamentare l’apertura dei casi con la fissazione di scadenze. Inoltre sono stati elaborati e introdotti i parametri del rendimento. Il Servizio Audit interno dell’Unione europea ha fornito una relazione e una guida che è stata seguita. Positiva, almeno in parte. Obiettivo costantemente perseguito. Rappresentata dai rappresentanti del collegio e/o dai membri dei Servizi legali, l’Eurojust partecipa regolarmente alle riunioni sul processo decisionale in diversi gruppi Giustizia e Affari Interni a Bruxelles. L’Eurojust è ora consultata dalla Commissione e da altri organismi. Ciò ci permette di rispondere e di elaborare commenti sulle bozze destinate a proporre nuove normative comunitarie. 87 OBIETTIVO • VALUTAZIONE DEL RENDIMENTO Accrescere la conoscenza e le competenze dei Parzialmente positiva. Obiettivo costantemente membri del collegio e del personale dell’Eurojust perseguito. Programmi di sviluppo delle abilità sviluppando la nostra capacità in termini di personali e altri programmi di formazione formazione. riguardanti una gamma di competenze di tipo professionale e personale sono stati offerti al collegio e al personale amministrativo nel corso dell’anno. È stata estesa la formazione linguistica che, oltre ai corsi di olandese e francese, comprende anche l’inglese commerciale e l’inglese giuridico. Altri corsi offerti comprendevano la formazione gestionale, sessioni speciali per le unità Gestione delle informazioni e Bilancio e Finanza, per gli appalti, i negoziati internazionali e la sicurezza stradale. Inoltre sono stati organizzati internamente diversi seminari, come quelli sul CMS, Excel e il nuovo workflow finanziario. L’anno prossimo sarà disponibile un ventaglio più ampio di corsi di formazione. • Proseguire nella nostra opera di miglioramen- Positiva. La risoluzione dei problemi attinenti al to dell’attuazione pratica del mandato d’arresto MAE costituisce tuttora una parte significativa europeo. delle nostre attività. Nel maggio 2005 abbiamo organizzato un seminario riuscito dedicato specificatamente agli avvocati che si occupano del MAE e, se necessario, si svolgeranno in futuro ulteriori seminari. • Sviluppare un efficace sistema di supporto Parzialmente positiva. L’obiettivo viene costan- alla gestione dei casi operativi e rafforzare temente perseguito. un’infrastruttura ICT sicura e avanzata. Maggiore sostegno alle attività e alle responsabilità in materia di protezione dei dati è stato fornito dalla nuova versione del sistema di gestione dei casi nell’ambito del progetto E-POC. Il sistema di gestione dei casi (CMS) è stato sviluppato nel 2005 per fornire uno strumento sicuro. • Ricercare e impostare una visione a lungo termine per l’Eurojust. Positiva. Informazioni riguardanti le nostre previsioni sono contenute nel capitolo 9 della presente relazione. 88 8 OBIETTIVI DELL’EUROJUST PER IL 2006 L’incontro di programmazione annuale è diventato parte fondamentale delle attività annuali dell’Eurojust. Oltre 50 persone hanno preso parte all’evento, tenutosi nell’ottobre 2005 a Sluis (Paesi Bassi). La manifestazione è stata presenziata dai rappresentanti nazionali, sostituti e assistenti, nonché dal direttore amministrativo e, per la prima volta, dai capi delle unità interne all’amministrazione. Ancora una volta siamo molto grati al Crown Prosecution Service di Inghilterra e Galles per aver consentito ai rappresentanti della propria Divisione di Bruxelles, «Business Improvement», guidata da Bob Capstick, di assistere il nostro organismo e di agevolare tale importante attività. Abbiamo discusso e valutato i risultati ottenuti nel 2005 rispetto agli obiettivi stabiliti nel 2004 per l’anno civile 2005. Inoltre abbiamo esaminato l’efficacia della nuova struttura di 21 gruppi che abbiamo istituito all’inizio del 2005 e abbiamo costituito un quadro per un approccio rivisto e, basandoci sulla nostra esperienza, abbiamo suggerito una struttura per il potenziamento dell’efficienza riducendo il numero di gruppi. In aggiunta abbiamo portato a termine il nostro compito principale che consisteva nel discutere e concordare gli obiettivi per il 2006. Tali obiettivi rientrano in tre categorie fondamentali: obiettivi relativi alle attività, obiettivi interni e obiettivi esterni. Obiettivi relativi alle attività Il collegio ha concordato i seguenti obiettivi per la sua attività nel 2006: 1. Sviluppare una politica uniforme per la gestione dei casi; 2. potenziare l’azione e la capacità dell’Eurojust di trattare i casi di terrorismo e le questioni politiche legate al terrorismo; 3. ercare di utilizzare e di esercitare più frequentemente i poteri formali dell’Eurojust ai sensi degli articoli 6 e 7 della decisione Eurojust; 4. esaminare l’efficacia relativa all’organizzazione di riunioni strategiche su argomenti specifici; 5. continuare a rafforzare la nostra strategia di marketing e di raccolta di casi allo scopo di accrescere il numero di casi trasmessi all’Eurojust; 6. basarsi sulle proprie esperienze e sulle informazioni conservate dall’Eurojust per generare e avviare i propri casi; 7. migliorare le attività successive e incoraggiare le iniziative qualora siano stati individuati blocchi a livello di mutua assistenza giudiziaria o di altre forme di cooperazione giudiziaria. 90 Obiettivi interni 1. Migliorare il rendimento dell’Eurojust mediante le seguenti attività: • definizione di un sistema adeguato di gestione del rendimento; • istituzione di standard di rendimento; • innalzamento del profilo dell’Eurojust mediante un impiego più proattivo ficio stampa; 2. Istituire un sistema di pianificazione per lo sviluppo svolgendo le seguenti attività: • unione delle previsioni dell’Eurojust ai nostri obiettivi; • messa a punto di un sistema di pianificazione, definizione delle priorità e controllo delle attività; 3. collaborare con gli avvocati per migliorare l’attuazione e l’efficacia operativa degli strumenti dell’Unione europea, quali il mandato d’arresto europeo, le squadre investigative comuni e, non appena sarà in vigore, il mandato europeo per l’ottenimento delle prove; 4. sviluppare e promuovere una politica di sviluppo delle competenze e delle conoscenze in seno all’Eurojust; 5. sviluppare il supporto gestionale ICT per le attività, la rete sicura e il sistema di gestione dei documenti; 6. esaminare e, ove necessario, modificare la visione a lungo termine per il futuro dell’Eurojust; 7. cercare di garantire la migliore soluzione possibile per la sede permanente dell’Eurojust all’Aja. Obiettivi esterni 1. Proseguire le attività volte a migliorare la nostra collaborazione con: • la Rete giudiziaria europea (RGE); • l’Europol; • l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF); 2. proseguire gli sforzi tesi ad influire, grazie alla nostra esperienza e a quella degli avvocati, sull’evoluzione della polizia giudiziaria europea a livello di UE; 3. sviluppare strategie volte ad affrontare in modo efficiente l’adesione della Romania e della Bulgaria all’Unione europea; 4. esaminare e, ove necessario, rivedere le priorità stabilite per gli Stati non appartenenti all’UE e i negoziati degli accordi di cooperazione con gli stessi. 91 93 9 PROSPETTIVE FUTURE Uno dei nostri obiettivi per il 2005 consisteva nel ricercare e definire le nostre prospettive per il futuro dell’Eurojust. Abbiamo esaminato la questione in occasione dell’evento di programmazione di ottobre, ma abbiamo deciso di dedicare un giorno del mese di novembre allo studio specifico e particolareggiato della materia. Quel giorno il collegio, assistito dai rappresentanti più anziani dell’amministrazione dell’Eurojust, ha definito la missione e le prospettive per l’Eurojust. Abbiamo inoltre stabilito diversi obiettivi secondari la cui realizzazione ci sembra necessaria per garantire nel tempo il conseguimento degli obiettivi primari. La nostra missione L’Eurojust è un organismo di cooperazione giudiziaria istituito per offrire un «elevato livello di sicurezza in uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia» (artt. 29 e 31 del Trattato sull’Unione europea). Le nostre prospettive future «Essere l’interlocutore principale e il centro di eccellenza a livello giudiziario per adottare misure efficaci contro la criminalità organizzata transnazionale nell’UE.» Obiettivi e compiti richiesti per compiere la missione dell’Eurojust e realizzare le previsioni sul suo futuro1 1. Rafforzare la cooperazione e il coordinamento giudiziari a livello europeo in casi di gravi forme di criminalità transnazionale: 1.1. Mirare all’eccellenza nell’assistenza e nell’agevolazione offerte dall’Eurojust alle autorità nazionali, con lo scopo di: • garantire procedure di lavoro efficienti per il collegio e l’amministrazione, compresa un’infrastruttura IT solida e sicura; • offrire un sostegno efficace dal punto di vista amministrativo, giuridico e pratico alle attività operative dei membri nazionali; • consegnare rapidamente risultati validi; • garantire, in particolare, la rapidità nell’esecuzione di rogatorie; • sviluppare e migliorare l’efficacia del CMS; • garantire un’adeguata e sicura sistemazione permanente della sede centrale dell’Eurojust in uffici che prevedano strutture opportune; • fornire un sostegno di carattere giuridico, tecnico e di altro tipo (alla lontana, anche negli Stati membri, se necessario). 1 Le «attività» specifiche (che devono essere comprese sotto i «compiti») devono essere discusse e concordate dal collegio. Ciascuna di tali attività specifiche deve essere accompagnata da un nome/gruppo/unità o servizio, nonché da una scadenza. 94 1.2. Insistere su un approccio transnazionale per lo svolgimento delle indagini e nelle azioni penali relative a gravi forme di criminalità organizzata, con lo scopo di: • dimostrare il valore aggiunto dell’Eurojust a tale proposito; • generare in modo proattivo riunioni di coordinamento multilaterale; • raccomandare misure volte a superare gli ostacoli alla mutua assistenza giudiziaria; • non limitarsi ad agevolare la mutua assistenza giudiziaria: controllare, coordinare e avviare casi negli Stati membri ed eventualmente ordinare indagini e azioni penali; • garantire e attuare l’accesso dell’Eurojust al SIS. 1.3. Influenzare i responsabili politici o altre autorità competenti negli Stati membri con lo scopo di: • incoraggiare la creazione di infrastrutture adeguate negli Stati membri; • incoraggiare gli Stati membri a fornire un numero sufficiente di assistenti e di altro aiuto necessario per i rappresentanti nazionali; • incitare gli Stati membri ad istituire unità centrali specializzate che trattino forme gravi di criminalità organizzata (compreso il terrorismo), al fine di garantire un’adeguata comunicazione delle informazioni con/verso l’Eurojust e altre strutture di appoggio. 1.4. Ispirare fiducia e sicurezza nei Paesi assistiti dall’Eurojust, con lo scopo di: • rafforzare i legami e la comunicazione con le autorità nazionali; • applicare, migliorare e dimostrare l’efficienza del sistema di protezione dei dati dell’Eurojust; • considerare la possibilità di istituire, ove necessario, «uffici» di assistenza nazionale che tengano presente il ruolo svolto dai punti di contatto RGE e la funzione rafforzata dei corrispondenti nazionali operanti in qualità di assistenti nazionali centralizzati negli Stati membri, al fine di garantire assistenza all’attività operativa dei rappresentanti nazionali e di migliorare, nonché accrescere l’efficienza dell’Eurojust; • fornire sistemi trasparenti di gestione e valutazione del rendimento. 1.5. Rendere noti i successi dell’Eurojust: • pubblicare le informazioni riguardanti i risultati effettivi ottenuti rapidamente. 1.6. Impegnarsi affinché i rappresentanti nazionali abbiano un livello uniforme di poteri. 1.7. Assumere la direzione nell’individuazione di casi transnazionali ed essere proattivi nel prendere l’iniziativa e generare i casi propri dell’Eurojust garantendo che i criminali transnazionali vengano consegnati alla giustizia. 95 1.8. Garantire la capacità dell’Eurojust di guidare l’azione dando istruzioni riguardanti l’azione penale e le indagini ed essere impegnati nel campo del terrorismo, del MAE, delle JIT ed eventualmente di un registro europeo delle condanne, allo scopo di: • sviluppare gradualmente e migliorare i poteri operativi dell’Eurojust in generale e, in particolare, avere la flessibilità necessaria in termini di struttura e sistemi per diventare all’occorrenza un Pubblico ministero europeo; • offrire assistenza giuridica, tecnica e di altro tipo alle JIT. 1.9. Collaborare con l’Europol per garantire un’interazione più efficiente con l’organizzazione. 1.10. Collaborare con altri organismi e strutture dell’UE come la RGE e l’OLAF. 1.11. Sviluppare la capacità formativa dell’Eurojust per i procuratori e gli inquirenti in collaborazione con EJTN, CEPOL e altri organismi. 2. Influenzare il processo legislativo a livello comunitario: 2.1. Seguire gli sviluppi legislativi a Bruxelles. 2.2. Collaborare a stretto contatto con la Commissione, il Consiglio e il Parlamento europeo al fine di ottenere contributi riguardanti proposte di strumenti di giustizia e di mutua assistenza giudiziaria e altre iniziative legislative relative all’Eurojust. 2.3. In particolare, garantire stretti legami con il CATS, i consulenti GAI a Bruxelles ed altre strutture politiche influenti. 2.4. Rappresenta gli interessi degli avvocati nei confronti dei responsabili del processo legislativo al fine di esercitare un’influenza sulle nuove normative, nonché perfezionare e modificare le normative esistenti. 3. Diventare un interlocutore europeo d’importanza fondamentale per la cooperazione con i Paesi terzi e altri organi. 3.1. Concludere e/o consolidare accordi con i Paesi terzi, in particolare con i pertinenti Stati limitrofi europei e altri Paesi rilevanti. 3.2. Concludere accordi e consolidare legami con altri organismi, quali il DEA e la CPI. 96 3.3. Sviluppare e rafforzare contatti con istituzioni pertinenti non appartenenti all’UE. 4. Garantire che il collegio e l’amministrazione collaborino per giungere all’eccellenza nonché a un grado migliore di efficienza e di continuità: 4.1. Potenziare e massimizzare le risorse necessarie per raggiungere gli obiettivi. 4.2. Migliorare la comunicazione e chiarire i ruoli. 97 10 SINTESI E CONCLUSIONI Nel corso del 2005 l’Eurojust ha consolidato internamente la sua posizione in quanto organizzazione ed esternamente ha rafforzato il suo ruolo di importante interlocutore europeo nella lotta contro la criminalità transnazionale. Il presente capitolo offre una sintesi dei risultati ottenuti, descritti più nel dettaglio in altri capitoli della relazione annuale 2005. I risultati possono essere riassunti raggruppandoli in tre rubriche principali: Attività operativa, Relazioni esterne e Questioni interne. Attività operativa • Nel 2005 sono stati trasmessi all’Eurojust 588 casi. Si è trattato di un aumento notevole e soddisfacente di 207 casi, ossia il 54 % di casi in più rispetto al numero di casi trasmessi all’Eurojust nel 2004. • Anche il numero di riunioni di coordinamento è aumentato da 52 nel 2004 a 73 nel 2005, ossia un incremento del 40 %. • Le autorità inquirenti e giudiziarie provenienti dai dieci Stati membri che hanno aderito all’UE nel maggio 2004 stanno intensificando il rapporto di collaborazione con l’Eurojust. Siamo lieti di constatare il numero crescente di casi generati tramite i loro rappresentanti nazionali. • Sono stati conseguiti alcuni successi significativi in singoli casi riassunti nel capitolo dedicato all’attività operativa. In alcune occasioni le reti criminali transnazionali sono state smantellate completamente. • Nel corso dell’anno il collegio ha esercitato i suoi poteri ai sensi dell’articolo 7 della decisione Eurojust, che consente al collegio di presentare una richiesta formale alle autorità nazionali affinché siano avviate azioni penali. Un caso trasmesso all’Eurojust riguardava il vasto inquinamento petrolifero nel Golfo di Biscaglia, su lunghi tratti della costa francese e spagnola, causato dal naufragio della petroliera Prestige. Le indagini criminali in Francia e Spagna sono state esaminate dal collegio prima che l’Eurojust chiedesse formalmente alle autorità spagnole di occuparsi del caso e di avviare un’azione legale in Spagna. Il caso era estremamente delicato e implicava numerose vittime che avevano subito notevoli perdite. Ci ha rallegrato il fatto che le autorità spagnole abbiano deciso di assumersi la responsabilità degli aspetti del caso legati alla Francia e che gli inquirenti francesi abbiano deciso di collaborare pienamente con gli omologhi spagnoli. • In un altro caso, avviato dal Regno Unito, il collegio ha presentato una richiesta formale alla Spagna per indagare in merito a un’accusa di frode grave per la quale le autorità giudiziarie spagnole hanno deciso di avviare un’azione legale. 98 • Sebbene l’aumento significativo di casi presentati sia molto incoraggiante e l’evoluzione di altri aspetti dell’attività operativa sia positiva, riteniamo che il numero di casi suscettibile di essere trasmesso alla nostra unità debba aumentare. Continueremo a promuovere l’immagine dell’Eurojust, a rafforzare la fiducia e la sicurezza reciproca nei sistemi penali dell’UE e a sollecitare le autorità inquirenti nazionali degli Stati membri a trasmettere alla nostra unità i casi transnazionali problematici. • Abbiamo continuato a rafforzare la nostra capacità di sostenere e potenziare le reti di inquirenti e procuratori specializzati che si occupano di casi di terrorismo negli Stati membri. Abbiamo contribuito a impedire almeno un attentato terroristico riunendo le persone responsabili in diversi Stati e agevolando lo scambio di informazioni e il coordinamento delle attività. Abbiamo inoltre organizzato riunioni e rafforzato i legami con gli Stati esterni all’UE, compresi gli USA e vari Stati nordafricani. • Attraverso il Gruppo specializzato in materia di terrorismo il collegio ha intensificato la propria attività antiterroristica. Diverse riunioni sono state organizzate per trattare casi specifici attinenti al terrorismo a un livello più strategico. Si registra un miglioramento per quanto riguarda sia la qualità degli scambi di informazioni in occasione di tali riunioni sia i risultati. Abbiamo ottenuto una serie di risultati positivi, tra cui, come è già stato menzionato, almeno un esempio del contributo dell’Eurojust volto a sventare un attentato. • Sollecitiamo tutti gli Stati membri a garantire che i propri corrispondenti nazionali, nominati dagli Stati membri per collaborare a più stretto contatto con l’Eurojust e fornire a quest’ultimo le informazioni necessarie in materia di terrorismo, mantengano l’impegno assunto dai ministri con la decisione del Consiglio del 20 settembre 2005 di fornire all’Eurojust un ventaglio di informazioni specifiche sulle attività terroristiche. Relazioni esterne • I legami con i Paesi esterni all’UE sono stati consolidati grazie a un impegno più frequente da parte delle rispettive autorità incaricate di terrorismo. Diversi Paesi hanno assistito a riunioni organizzate dall’Eurojust, compresi gli USA, il Canada e, siamo felici di aggiungere, alcuni Stati nordafricani. • Nel corso del 2005 sono stati approvati dal Consiglio accordi di cooperazione formale, sottoscritti con la Norvegia, l’Islanda e la Romania. • Sono stati avviati e proseguono i negoziati con gli USA e la Svizzera. Abbiamo concluso accordi per avviare negoziati con la Federazione russa, l’Ucraina e la Croazia all’inizio del 2006. 99 • Le nostre relazioni con l’Europol s’intensificano e si rafforzano. Sebbene siano stati compiuti ragguardevoli progressi, resta ancora molto da fare. Le misure volte a introdurre un collegamento sicuro tra entrambe le organizzazioni sono in uno stadio avanzato e dovrebbero essere attuate entro la metà del 2006. Sarebbe auspicabile apportare miglioramenti alla struttura gestionale interna dell’Europol per far sì che la volontà di rafforzare l’efficacia della cooperazione, chiaramente tangibile nelle due organizzazioni, possa essere messa in pratica in tempi più rapidi. • Il rapporto tra la RGE e l’Eurojust resta saldo. La RGE continua ad essere il principale partner organizzativo dell’Eurojust a livello comunitario nel settore della cooperazione in materia giudiziaria. • Il nostro rapporto con l’OLAF è notevolmente migliorato nel 2005. La cooperazione garantita attraverso il nostro gruppo impegnato nel miglioramento dei rapporti con l’OLAF si è rivelata alquanto fruttuosa. Una riunione tra il direttore dell’OLAF e il collegio ha indotto una modifica nell’ordine del giorno per favorire, tra l’altro, l’evoluzione dei rapporti e stabilire un calendario per negoziare la sostituzione del protocollo d’intesa con un accordo formale. Questioni interne • Tutti gli Stati che hanno aderito all’Unione europea nel 2004 hanno nominato i propri rappresentanti nazionali che visitano l’Eurojust su base regolare. • Nel corso dell’anno l’Eurojust ha istituito una nuova struttura a gruppi allo scopo di raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2005. Ciò ha migliorato l’efficienza, ma sono state discusse ulteriori modifiche ed è stata riesaminata la struttura nell’ambito del sistema di programmazione dell’Eurojust. Di conseguenza, all’inizio del 2006 sarà introdotta una struttura modificata con un numero ridotto di gruppi. • L’unità dell’Eurojust Gestione delle informazioni ha realizzato il nuovo sistema di gestione dei casi (CMS), entrato in funzione. I rappresentanti nazionali e il personale sono stati addestrati per utilizzare il sistema con la massima efficienza e nel rispetto delle norme in materia di protezione dei dati. Il progetto E-POC II è stato ultimato. • Il regolamento interno sul trattamento e la protezione dei dati personali, adottato all’unanimità dal collegio nella riunione del 21 ottobre 2004, è stato approvato dal Consiglio il 24 febbraio 2005 (GU C 68 del 19 marzo 2005). 100 • Nel luglio 2005 sono stati approntati e inviati al Consiglio un’indagine e un raffronto dei poteri conferiti a tutti i rappresentanti nazionali dell’Eurojust. Riteniamo che ci siano ottime ragioni per concedere a tutti i rappresentanti nazionali poteri simili. Ciò contribuirà tra l’altro a far sì che i casi siano gestiti in modo coerente dal punto di vista dell’approccio e della capacità. • Nella nostra relazione annuale del 2004 abbiamo delineato gli obiettivi per il 2005 e nel capitolo 7 abbiamo effettuato una valutazione e abbiamo misurato i risultati ottenuti in base agli obiettivi prefissati. La grande maggioranza degli obiettivi è stata conseguita almeno in parte. Le attività relative ad alcuni obiettivi proseguiranno nel corso del prossimo anno. Nel capitolo 8 abbiamo esposto gli obiettivi per il 2006. • La struttura del personale amministrativo dell’Eurojust ha proseguito la propria evoluzione e i posti disponibili sono stati coperti in conformità alle previsioni e al piano dell’organico approvato dal collegio, dal Parlamento europeo e dal Consiglio. • Nella relazione annuale del 2004 abbiamo espresso rammarico per non essere stati in grado di concludere (1) un accordo di insediamento, formalizzare il nostro statuto organizzativo e quello del collegio e del personale dell’Eurojust con sede all’Aja, e (2) un contratto d’affitto, di regolamentare la locazione dei nostri uffici con i Paesi Bassi. Entrambe le trattative sono state ultimate nel dicembre 2005 e la documentazione finale dovrebbe essere sottoscritta all’inizio del 2006. • Nel corso del 2005 la continua espansione della Corte penale internazionale (CPI) ha esercitato pressione sull’Eurojust. Siamo estremamente soddisfatti della nostra sistemazione attuale e in particolare delle ottime strutture fornite dal Paese ospitante per l’organizzazione delle riunioni. A causa dell’aumento dei casi trattati e dell’organico, nonché dell’allargamento dell’UE, non è stato possibile rinunciare a una parte della nostra superficie adibita a uffici per cederla alla CPI. Una delegazione nominata dalla Commissione delle Nazioni Unite degli Stati partecipanti, che si è riunita con la Presidenza dell’Eurojust nel dicembre 2005, ha confermato tali opinioni e crediamo che siano state accettate. • Nel corso dell’anno si sono svolte alcune discussioni informali con le autorità olandesi al fine di determinare la fattibilità dell’adattamento dei nuovi locali progettati per l’Europol, destinati ad essere ultimati nel 2009, per accogliere l’Eurojust. Sia l’Eurojust che l’Europol erano desiderosi di analizzare la possibilità di ubicare entrambe le organizzazioni nella stessa sede, sfruttando gli ovvi vantaggi che una tale sistemazione comporterebbe. Sfortunatamente ciò non è stato possibile a causa di restrizioni nella progettazione, dei preparativi avanzati per i nuovi uffici dell’Europol e dei costi. Abbiamo sottolineato che in futuro gli uffici dell’Eurojust avrebbero dovuto situarsi nelle vicinanze immediate dell’Europol. 101 11 ALLEGATI ALLEGATO I Rappresentanti nazionali Michael Kennedy è presidente del collegio e rappresentante nazionale per il Regno Unito. Vanta oltre 20 anni di esperienza come procuratore. Ha trattato un’ampia gamma di casi gravi presso la sede del Crown Prosecution Service, dove è stato anche capo della sezione internazionale responsabile della mutua assistenza giudiziaria e delle questioni di estradizione. Prima di entrare all’Eurojust era procuratore capo nazionale per il Sussex in Inghilterra. Ulrike Haberl-Schwarz è rappresentante nazionale austriaco e vicepresidente. Ha cominciato la propria carriera come giudice a Salisburgo nel 1990. Occupandosi di gravi reati economici e finanziari come giudice istruttore per sei anni, ha acquisito esperienza sia nelle questioni di cooperazione internazionale che nella criminalità organizzata. È entrata all’Eurojust nel gennaio 2003 e nel 2004 è stata eletta vicepresidente. Roelof-Jan Manschot è rappresentante nazionale per i Paesi Bassi e vicepresidente. Vanta oltre 30 anni di esperienza come procuratore. È stato dal 1985 procuratore generale presso la Corte d’Appello di Amsterdam, dove si è occupato specificamente di criminalità organizzata e finanziaria. Nel 1995 è stato nominato Procuratore capo ed è entrato nell’Eurojust nel giugno 2001. È stato eletto vicepresidente nel settembre 2004. Michèle Coninsx è rappresentante nazionale per il Belgio. Vanta oltre 15 anni di esperienza come procuratore. Ha lavorato per nove anni per l’Organizzazione dell’aviazione civile internazionale, dove era responsabile delle attività antiterroristiche relative al sabotaggio e al dirottamento di aerei. Prima di entrare nell’Eurojust è stata Procuratore Nazionale in Belgio occupandosi di terrorismo e criminalità organizzata. Pavel Zeman è rappresentante nazionale per la Repubblica ceca. È magistrato presso la Procura generale suprema di Brno. Prima di essere nominato rappresentante nazionale all’Eurojust, ha lavorato al dipartimento internazionale della Procura generale suprema occupandosi di casi di assistenza giuridica internazionale. Johan Reimann è rappresentante nazionale per la Danimarca. Ha lavorato per 25 anni nella magistratura danese, fra l’altro come pubblico ministero con i procuratori distrettuali di Copenhagen e di Zealand, come capo dell’ufficio di polizia presso il ministero della Giustizia e come ispettore di polizia. Prima della sua nomina all’Eurojust è stato vicesegretario permanente presso il ministero della Giustizia, ricoprendo incarichi di responsabilità nell’amministrazione generale del bilancio e del personale per la polizia e le azioni penali danesi. 102 Hermann von Langsdorff è rappresentante nazionale per la Germania. Vanta 30 anni di esperienza come giudice e procuratore. Prima di diventare il rappresentante nazionale per la Germania ha lavorato come Procuratore Federale responsabile dei casi di terrorismo e spionaggio. Raivo Sepp è rappresentante nazionale per l’Estonia. Vanta 15 anni d’esperienza in magistratura. Ha iniziato la sua carriera in procura come inquirente. Ha anche lavorato come direttore dell’ufficio investigativo pre-dibattimentale. Successivamente, è stato capo della polizia della contea e vice direttore generale delle forze di polizia. Per cinque anni è stato Procuratore Generale della Repubblica. Lampros Patsavellas è il rappresentante nazionale per la Grecia. Ha lavorato come legale in uno studio privato prima di entrare nella magistratura greca, nel 1997. Ha lavorato come sostituto procuratore a Corfù e Atene. È stato per due anni docente di diritto penale alla Scuola di polizia per la formazione specializzata ad Atene. È stato rappresentante della Grecia sia nella Convenzione delle Nazioni Unite sulla corruzione nel diritto penale a Vienna sia al Consiglio d’Europa (sottocommissione GRECO contro la corruzione). Nel 2003 è stato membro della Presidenza greca dell’UE nel Gruppo di lavoro indipendente sul diritto penale a Bruxelles. Prima del suo distaccamento all’Eurojust nel giugno 2005, è stato capo unità per i sistemi d’informazione nell’ufficio del pubblico ministero presso il tribunale di primo grado di Atene. Ruben Jiménez Fernández è rappresentante nazionale per la Spagna. È stato nominato giudice istruttore nel 1973. Nel 1996 è stato nominato membro del Consiglio generale della magistratura spagnola, dove ha prestato servizio per sei anni. Durante questo mandato era responsabile dell’organizzazione della RGE in Spagna. François Falletti è il rappresentante nazionale per la Francia. Vanta un’esperienza di 27 anni come procuratore in tribunale e presso il ministero della Giustizia francese dove è stato Directeur des affaires criminalles et des grâces dal 1993 al 1996, prima di essere nominato Procuratore Capo della Corte d’Appello di Lione. Qui è rimasto fino al suo ingresso all’Eurojust nel settembre 2004. Nelle sue funzioni precedenti è stato impegnato in un’ampia gamma di casi e questioni, legate soprattutto a reati economici e mutua assistenza giudiziaria. Ha inoltre preso parte alle attività delle organizzazioni di procuratori operanti a livello europeo ed internazionale. Jarlath Spellman è rappresentante nazionale per l’Irlanda. Divenuto avvocato in Irlanda nel 1992, ha svolto questa professione per diversi anni. È stato consulente legale presso l’ufficio della Procura Generale nel settore Giustizia e Affari Interni. Nel 2001 è stato nominato funzionario professionale presso l’ufficio del direttore della Pubblica accusa. Ha accumulato esperienza nel perseguimento di un’ampia gamma di gravi reati penali, oltre che in questioni di mutua assistenza ed estradizione. 103 Cesare Martellino è rappresentante nazionale per l’Italia. Ha iniziato la sua carriera come procuratore nel 1969. Fino al 1988 ha lavorato come sostituto procuratore a Roma ed in seguito come Procuratore Capo a Terni. Durante la sua carriera ha trattato casi delicati riguardanti criminalità organizzata, corruzione, delitti e rapimenti. In Italia ricopre un ruolo importante come giudice nel campo della giustizia sportiva. Katerina Loizou è rappresentante nazionale per Cipro. Ha lavorato nel settore privato come avvocato prima di entrare nell’ufficio della Procura Generale, nel 2002. Ha operato come consulente della Repubblica a Nicosia fino alla sua designazione all’Eurojust nel settembre 2004. Gunãrs Bundzis è rappresentante nazionale per la Lettonia. Vanta 11 anni di esperienza come procuratore. Prima di entrare in procura, ha lavorato per la polizia criminale per diversi anni. Ha iniziato la sua attività presso l’Ufficio del Procuratore Generale come assistente senior. Successivamente, è stato nominato Procuratore Capo in uno dei distretti della Lettonia. Ha continuato a lavorare presso l’ufficio del Procuratore Generale come Procuratore Capo nella divisione metodologia e poi nella divisione cooperazione internazionale, curando la collaborazione in questioni penali legate all’estradizione, al trasferimento di procedimenti e di persone giudicate e alla mutua assistenza giudiziaria. Rolandas Tilindis è rappresentante nazionale per la Lituania. Ha iniziato la sua carriera come inquirente nel 1991 nelle divisioni dei dipartimenti investigativi nell’ambito del ministero per gli Affari interni e la Procura Generale della Lituania. Nel 1995 è stato nominato procuratore nel dipartimento per le indagini sulla criminalità organizzata e la corruzione dell’ufficio del Procuratore Generale ed ha curato casi delicati di vasto interesse pubblico, collegati anche alla criminalità organizzata avente una dimensione internazionale. Prima di entrare nell’Eurojust nel maggio 2004 è stato punto di contatto per l’ufficio del Procuratore. Georges Heisbourg è rappresentante nazionale per il Lussemburgo. Membro del corpo giudiziario lussemburghese dal 1976, ha lavorato per oltre 20 anni come procuratore. È stato nominato sostituto capo procuratore nel 1993 ed è stato al vertice del settore crimine organizzato, responsabile per i principali casi di riciclaggio di denaro e questioni di cooperazione giudiziaria internazionale. Ilona Lévai è rappresentante nazionale per l’Ungheria. È procuratore di carriera, avendo accumulato esperienza nella pubblica accusa in oltre 25 anni di vita professionale. Dal 1990 lavora per l’ufficio del Procuratore Generale d’Ungheria. Per sei anni è stata Direttore Generale per gli Affari internazionali ed europei, prima di giungere all’Eurojust. Sua è stata la responsabilità, tra l’altro, di preparare il servizio di procura per l’accesso all’UE. Nel 2003 è stata premiata con l’ordine della Croce di merito dal Presidente della Repubblica. 104 Donatella Frendo Dimech è rappresentante nazionale per Malta. È entrata all’ufficio della Procura Generale come Procuratore nel 1997 e dal 2000 ha curato casi di riciclaggio di denaro e si è occupata di mutua cooperazione giuridica internazionale ed estradizioni. In quanto consulente senior per la Repubblica di Malta funge anche da punto di contatto nella Rete giudiziaria europea. Mariusz Skowroński è rappresentante nazionale per la Polonia. Vanta 20 anni d’esperienza come procuratore a vari livelli del sistema della procura in Polonia. Si è occupato di corruzione e criminalità organizzata nella Divisione investigativa dell’ufficio del Procuratore Generale e nell’ufficio del Procuratore d’appello a Lodz. Nel 1996 è stato assegnato all’ufficio per la criminalità organizzata presso l’ufficio del Procuratore Nazionale del ministero della Giustizia. Prima di entrare nell’Eurojust, è stato coordinatore per i negoziati di due convenzioni delle Nazioni Unite. Per conto del ministero della Giustizia è stato inoltre responsabile della cooperazione con gli uffici delle Nazioni Unite a Vienna, occupandosi della criminalità organizzata, e a New York nel settore del traffico illegale di armi da fuoco e di esplosivi. José Luis Lopes da Mota è rappresentante nazionale per il Portogallo. Ha oltre 25 anni di esperienza giudiziaria come procuratore ed assistente del Procuratore Generale portoghese, dove era responsabile per le questioni legate alla gestione dei servizi giudiziari a livello nazionale e per la cooperazione internazionale. È stato docente presso la scuola nazionale portoghese per procuratori e viceministro della Giustizia responsabile per una serie di questioni, inclusi gli affari europei. Malči Gabrijelčič è rappresentante nazionale per la Repubblica di Slovenia. Vanta oltre 20 anni di esperienza in quanto Procuratore di Stato di primo grado per il Pubblico Ministero. In quanto supremo Procuratore di Stato, ha lavorato nell’ufficio del Procuratore di Stato nel distretto di Nova Gorica, occupandosi di criminalità economica. Nel 1997 è stata nominata Capo ufficio. Peter Paluda è rappresentante nazionale per la Repubblica slovacca. Vanta 22 anni d’esperienza nella magistratura slovacca. Ha lavorato 12 anni come procuratore. È stato impegnato nell’ufficio del Procuratore Distrettuale e Regionale della Banská Bystrica nella Slovacchia centrale fino al 1987. Dal 1987 fino al maggio 1994 ha lavorato nell’ufficio della Procura Generale a Bratislava. Al momento della nomina all’Eurojust era giudice della Corte Suprema della Repubblica slovacca, competente in materia di criminalità. Maarit Loimukoski è rappresentante nazionale per la Finlandia. Vanta oltre 15 anni di esperienza come procuratore distrettuale a Helsinki. Nel 1999 è stata nominata Procuratore di Stato presso l’Ufficio del Procuratore Generale, specializzandosi nei casi di criminalità organizzata. Prima della sua nomina all’Eurojust lavorava al Registro della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo e a Bruxelles come consulente per la Rappresentanza Permanente presso l’UE su questioni criminali e di cooperazione giudiziaria. 105 Solveig Wollstad è rappresentante nazionale per la Svezia. Vanta oltre 15 anni di esperienza come procuratore, incaricata tra l’altro di trattare casi di criminalità organizzata legata agli stupefacenti e altri casi di grave criminalità. Prima di diventare rappresentante nazionale per la Svezia, è stata Procuratore Capo Pubblico in Svezia e capo dell’unità internazionale dell’Autorità della Procura per Linköping in Svezia. È stata inoltre punto di contatto svedese con la RGE. Sostituti Jürgen Kapplinghaus è sostituto del rappresentante nazionale per la Germania. Vanta oltre 29 anni di esperienza a diversi livelli nella procura. Dal 1975 al 1989 è stato procuratore locale e ha successivamente trascorso 10 anni presso l’ufficio del Procuratore Generale. Tra il 1999 ed il 2001 è stato assegnato al ministero della Giustizia del NordReno-Westfalia. Si è specializzato complessivamente per oltre 15 anni in mutua assistenza giudiziaria e nella lotta alla criminalità organizzata. Prima di entrare nell’Eurojust nel 2001 è stato Capo Divisione nel ministero responsabile della mutua assistenza giudiziaria e per le questioni di estradizione. Jean-Francois Bohnert è sostituto del rappresentante nazionale per la Francia. Vanta 19 anni d’esperienza nella magistratura francese. Ha iniziato la sua carriera come procuratore a Strasburgo, lavorando in seguito come magistrato inquirente presso il tribunale militare francese in Germania. In seguito, per quasi cinque anni è stato il magistrato di collegamento francese in Germania, a Bonn e successivamente a Berlino. Carmen Manfredda è sostituto del rappresentante nazionale per l’Italia. Vanta 30 anni di esperienza nella lotta contro la criminalità organizzata. Prima di entrare nell’Eurojust ha lavorato come procuratore a Milano e poi come Procuratore Capo a Vigevano. Jolien Kuitert è il sostituto del rappresentante nazionale per i Paesi Bassi. È procuratore presso l’ufficio della Procura Nazionale dei Paesi Bassi, dove si occupa della cooperazione internazionale nel campo della lotta al crimine organizzato. È anche il punto di contatto per l’Ufficio della Procura nella rete giudiziaria europe. 106 António Luis Santos Alves è il sostituto del rappresentante nazionale per il Portogallo. Vanta oltre 15 anni di esperienza a diversi livelli nella Procura. Dal 2000 al 2002 è stato Ispettore Generale per l’ambiente e tra il 2003 ed il 2004 è stato Consigliere nella Rappresentanza permanente del Portogallo presso l’Unione europea. Sanna Palo è sostituto del rappresentante nazionale per la Finlandia. Funzionario di polizia con formazione legale, è stata segretario legale presso il ministero degli Affari Esteri per due anni e giudice di casi criminali per un anno a Helsinki. Ha inoltre trascorso quattro anni a Helsinki occupandosi di questioni di mutua assistenza giudiziaria presso l’Ufficio Nazionale Investigativo finlandese. Annette von Sydow è sostituto del rappresentante nazionale per la Svezia dal 1° settembre 2005. Ha ricoperto per trent’anni la carica di Procuratore specializzandosi nei gravi casi di criminalità economica quando operava presso l’Ufficio dei reati economici. Ha lavorato per il Consiglio d’Europa nel campo della lotta contro la corruzione in Albania e ha contribuito ad addestrare procuratori e giudici nelle Repubbliche baltiche. Ha inoltre trascorso un anno in Georgia nell’ambito di una missione istituita dall’UE per lo Stato di diritto. Vanta diversi anni di esperienza nella cooperazione internazionale presso l’ufficio del Procuratore Generale di Svezia. Rajka Vlahovic è sostituto del rappresentante nazionale per il Regno Unito. Ha 12 anni di esperienza come procuratore a Londra ed è avvocato della Corte Suprema. Presso il Crown Prosecution Service ha lavorato su un’ampia gamma di casi gravi, comprendenti la persecuzione di crimini di guerra. Prima di entrare nell’Eurojust ha lavorato presso l’ufficio del Procuratore Nazionale per le dogane e i dazi, dove era responsabile per la mutua assistenza giudiziaria ed i casi di estradizione. Assistenti Susanne Stotz è assistente del rappresentante nazionale per la Germania. Ha lavorato dal 1999 per la magistratura tedesca in Baviera dove ha iniziato la carriera in qualità di procuratore. Dopo quattro anni trascorsi al dipartimento per i crimini economici e finanziari, nel 2003 è diventata membro della Corte d’Assise per i reati capitali. Lavorando nel nord-est della Baviera in prossimità dei Paesi dell’Europa orientale, si è occupata di casi di mutua assistenza giudiziaria e cooperazione bilaterale soprattutto con i colleghi cechi. Dal gennaio 2005 lavora per l’ufficio tedesco presso l’Eurojust. 107 Anne Delahaie è assistente del rappresentante nazionale per la Francia. Ha lavorato presso il ministero della Giustizia dal 1979. Al ministero della Giustizia si è occupata di cooperazione giudiziaria internazionale in materie criminali e negoziati bilaterali e multilaterali (Schengen UE, Consiglio d’Europa e Nazioni Unite). Dal 2001 è assistente del rappresentante nazionale francese dell’Eurojust. Ann den Bieman è assistente del rappresentante nazionale per il Regno Unito. Fino al 1996 è stata procuratore presso l’autorità giudiziaria scozzese, il Servizio fiscale del procuratore. Nel marzo 2000 è stata trasferita nei Paesi Bassi in veste di procuratore per il processo per la strage di Lockerbie. Successivamente è entrata nell’Eurojust, dove lavora come assistente del rappresentante nazionale per il Regno Unito. Magistrato di Collegamento Knut H. Kallerud è il magistrato di collegamento norvegese per l’Eurojust. Prima di essere nominato all’Eurojust, egli ha svolto l’incarico di Giudice Assistente presso il ministero della Giustizia e di avvocato in uno studio privato per otto anni, operando perlopiù in qualità di avvocato difensore. Negli ultimi 11 anni ha lavorato presso l’ufficio del Direttore della Pubblica accusa in Norvegia, occupando una posizione di alto livello. È ancora legato a tale ufficio dove svolge l’incarico di alto magistrato. Inoltre è il punto di contatto della Rete giudiziaria europea. Direttore amministrativo Ernst Merz è stato nominato ed ha lavorato in qualità di giudice in Germania fino al 1987. È stato poi distaccato presso il ministero della Giustizia della Renania-Palatinato e della Turingia. Fra il 1992 ed il 1999 è stato direttore dell’Accademia di diritto europeo (ERA) di Treviri. Nel 2000 è stato nominato Presidente del Tribunale Sociale di Coblenza e ha lavorato come primo Segretario generale della Rete europea di formazione giuridica. Nel maggio 2002 è diventato direttore amministrativo provvisorio dell’Eurojust e nel settembre 2002 è stato nominato direttore amministrativo. 108 ALLEGATO II OSTACOLI ALL’ATTIVITÀ OPERATIVA Il compito principale dell’Eurojust consiste nel risolvere casi operativi specifici. Di conseguenza riveste estrema importanza l’impegno costante volto ad individuare e a risolvere i problemi, nonché a superare gli ostacoli che emergono nei casi trasmessi all’Eurojust, in modo tale da poter gestire questi ultimi in modo efficace e positivo. Nel 2005 il collegio ha stilato il seguente catalogo di problemi e ostacoli in base a colloqui con i rappresentanti nazionali, i loro sostituti e gli assistenti. L’elenco non prevede un ordine di priorità. Ostacoli alla trasmissione di casi all’Eurojust Problemi riguardanti gli incentivi a ricorrere all’Eurojust • Disporre di un approccio multiculturale e transnazionale alle indagini e all’azione penale di un reato implica un dispendio di risorse finanziarie e umane. È più semplice e più economico per la polizia e i magistrati occuparsi unicamente dei casi di criminalità e degli autori dei reati all’interno del proprio territorio. Spesso i superiori non apprezzano né appoggiano un approccio transnazionale. La nuova politica dell’Eurojust di rimborsare le spese di viaggio, vitto e alloggio agli avvocati che partecipano alle riunioni di coordinamento potrebbe contribuire ad alleviare il problema e potenzierà la figura del rappresentante nazionale, ma in misura limitata. • Quando obiettivi e finalità sono stabiliti dalle autorità giudiziarie e di polizia nazionali, la cooperazione transfrontaliera e gli aiuti alle giurisdizioni straniere non costituiscono una priorità. Quando si valutano i risultati sulla base degli obiettivi prefissati, tali aiuti non vengono presi in considerazione al momento di calcolare il rendimento e i risultati. Ciò significa che queste attività saranno ridimensionate e avranno un’importanza inferiore rispetto alle indagini e alle azioni penali relative ai reati e ai criminali nazionali. • Le autorità inquirenti e giudiziarie nella maggior parte dei Paesi sono prive di un obbligo giuridico che impone loro di presentare all’Eurojust i casi di criminalità transnazionale o addirittura di comunicare tali casi ai propri rappresentanti nazionali, L’obbligo in questione è presente solo nella legislazione o nel regolamento amministrativo di alcuni Paesi e s’iscrive nell’ambito dell’attuazione della decisione Eurojust. Problemi riguardanti la propensione delle autorità nazionali a ricorrere all’Eurojust • Numerosi sono i procuratori che non hanno ancora compreso l’aspetto transnazionale di quasi tutti i casi di criminalità organizzata. Trattano ancora la criminalità organizzata come un puro fenomeno nazionale e pertanto non sentono la necessità di ricorrere ai 109 servizi dell’Eurojust. A loro giudizio l’Eurojust non è uno strumento proattivo da utilizzare per scoprire l’eventuale presenza di indagini o azioni penali collegate in altri Paesi, le cui autorità possono a loro volta fornire assistenza per i propri casi nazionali. • In alcuni Stati membri le Autorità Centrali non sono interessate a un intervento dell’Eurojust. Preferiscono utilizzare i vecchi canali tradizionali per la comunicazione con altre Autorità Centrali negli Stati membri. • Alcuni procuratori e agenti di polizia locali preferiscono sfruttare i contatti bilaterali anche in casi multilaterali anziché ricorrere a un’istituzione multilaterale come l’Eurojust per la cooperazione transfrontaliera nei casi di criminalità. • Il limitato grado di specializzazione dei procuratori in taluni Paesi implica che essi si occupino soltanto di assistenza giuridica a livello nazionale o di indagini e/o azioni penali su scala nazionale e comporta talvolta richieste di scarsa qualità, nonché ritardi, oltre a creare un ostacolo a una partecipazione tempestiva dell’Eurojust alla fase investigativa. • Negli Stati membri che hanno scelto tale soluzione, il o i punti di contatto dell’Eurojust («membro nazionale ombra») rappresentano talvolta un ostacolo nel proprio Paese, poiché sono loro ad operare una prima selezione di casi adeguati da trasmettere al rappresentante nazionale dell’Eurojust. Problemi riguardanti la conoscenza dell’Eurojust • Alcune autorità nazionali non conoscono l’Eurojust e le possibilità che offre per il potenziamento della cooperazione transfrontaliera. • Per quanto concerne il ricorso all’Eurojust alcuni procuratori non hanno alcuna esperienza o ne hanno poca, e pertanto sono restii ad agire in tal senso. • In determinati Paesi non esistono né un riconoscimento ufficiale dell’Eurojust nella legislazione nazionale in materia di giustizia penale né istruzioni o direttive di carattere amministrativo rivolte a procuratori e funzionari di polizia sul funzionamento dell’Eurojust. A causa di tale situazione è difficile sensibilizzare i procuratori alla necessità di ricorrere all’Eurojust. • Alcuni rappresentanti nazionali non hanno ancora istituito una rete sufficientemente solida con le autorità di polizia e i procuratori nei rispettivi Paesi di origine. 110 Problemi riguardanti il ruolo dei rappresentanti nazionali • Generare i «propri» casi si è rivelato difficile per l’Eurojust. I rappresentanti nazionali sono restii ad intervenire contro gli auspici delle autorità nazionali. Ritengono di sfigurare se devono presentare una richiesta formale ai sensi dell’articolo 6 o 7 della decisione Eurojust alle autorità nazionali che non hanno intenzione di trasmettere un caso. Un elemento aggiuntivo consiste nel fatto che entro certi limiti i rappresentanti nazionali si ritengono e agiscono più come ambasciatori delle proprie autorità nazionali che come rappresentanti dell’idea di cooperazione transfrontaliera nei casi di criminalità. Ostacoli alla gestione delle attività operative Problemi giuridici • Un’attuazione tardiva o errata degli strumenti giuridici da parte delle autorità nazionali rende più difficili le attività operative e genera insicurezza nei risultati che possono essere ottenuti (p. es. la Convenzione 2000, il MAE, le JIT). • Le differenze esistenti negli ordinamenti giuridici degli Stati membri rende necessaria la presentazione di ulteriori richieste di MAE o di correzioni alle richieste, provocando ostacoli burocratici e ritardi. Problemi riguardanti le autorità nazionali • In alcuni Paesi la cooperazione tra (determinate) autorità nazionali e il rappresentante nazionale non è sempre efficiente. Inoltre esistono problemi nell’interazione e nei rapporti interni tra le autorità nazionali. • In taluni Paesi le richieste di mutua assistenza giudiziaria si smarriscono con elevata frequenza, per esempio in Spagna. • Le autorità di alcuni Paesi sono estremamente lente nel fornire assistenza, per esempio le autorità del Regno Unito e della Spagna. • La qualità delle traduzioni delle richieste di MAE è spesso mediocre. 111 Problemi riguardanti i poteri dei rappresentanti nazionali • I rappresentanti nazionali non hanno alcun controllo diretto sulle indagini e le azioni penali. Spesso non hanno la possibilità di controllare la fase pre-investigativa o l’azione penale relative ai casi di criminalità e non possono dunque contribuire alla promozione di un approccio transnazionale per le decisioni prese in quella fase. Numerosi sono i casi presentati così in ritardo da rendere difficile un efficiente sostegno all’attività operativa. • Molti rappresentanti nazionali riescono unicamente a comunicare le richieste. Non dispongono di alcun potere decisionale in merito alle richieste. Di conseguenza le possibilità di gestire l’attività operativa e fornire i risultati dipende dalla disponibilità e dalla buona volontà delle autorità nazionali in termini di collaborazione. • I poteri dei rappresentanti nazionali sono incoerenti. Per questo motivo è difficile non avere dubbi sul tipo specifico di assistenza che può essere ottenuto. Problemi riguardanti il funzionamento dei rappresentanti nazionali dell’Eurojust • Le richieste di assistenza delle autorità nazionali sono spesso troppo limitate. Per esempio, le richieste relative ad un’agevolazione bilaterale di un MAE vengono effettuate anche in casi multilaterali. In tali casi i rappresentanti nazionali dovrebbero prendere l’iniziativa e organizzare una riunione di coordinamento cui partecipino tutti i Paesi anche se non sono stati invitati a farlo. • La decisione Eurojust stabilisce che la comunicazione avvenga solo tramite i rappresentanti nazionali. In pratica vengono usati però vari canali di comunicazione: canali tradizionali, l’Europol, l’Interpol, i magistrati di collegamento e i canali diretti. Per i rappresentanti nazionali rintracciare tali comunicazioni implica un dispendio di tempo il quale costituisce un ulteriore ostacolo al feedback dal momento che altri canali subentrano al canale dell’Eurojust. • I rappresentanti nazionali devono essere maggiormente disposti ad utilizzare formalmente i poteri di cui agli articoli 6 e 7 per rivolgere le proprie richieste alle autorità che sono restie a fornire assistenza o non agiscono con prontezza. I rappresentanti nazionali non devono fungere da ambasciatori delle autorità nazionali, ma devono poter operare in qualità di agente per l’Eurojust. 112 • I rappresentanti nazionali non dispongono di sufficienti aiuti per gestire la propria attività operativa. Essi necessitano di assistenti, consulenti legali e servizi di traduzioni, sia per svolgere le attività operative sia per soddisfare i requisiti del CMS. • Per i rappresentanti nazionali che non hanno sostituti o assistenti, il tempo trascorso al di fuori dell’Aja per periodi di ferie, per stabilire contratti con le autorità, per seminari o riunioni, pone un problema in termini di gestione rapida ed efficiente dei casi. Problemi riguardanti i feedback • La mancanza di feedback costituisce un grave problema. In molti casi i rappresentanti nazionali devono richiedere, anziché ricevere su base volontaria dalla propria autorità nazionale, i feedback sui casi. • Le autorità nazionali tendono a dimenticare di collaborare con l’Eurojust una volta eseguita la richiesta di assistenza. • Le autorità nazionali dispongono di poco tempo e di risorse limitate, di conseguenza il feedback non viene trasmesso rapidamente. • Il feedback si limita all’esecuzione della richiesta, ma non riguarda il risultato complessivo del caso o altre richieste transnazionali presentate in quel caso. • Altri rappresentanti nazionali dimenticano di trasmettere un feedback, per esempio al rappresentante nazionale richiedente. 113 ALLEGATO III ESERCIZIO RELATIVO ALLA SODDISFAZIONE DEI CLIENTI Nel 2005 il collegio ha realizzato un’indagine rudimentale e poco scientifica sulla «soddisfazione dei clienti», ponendo alle autorità degli Stati membri richiedenti domande sull’attività operativa dell’Eurojust. L’obiettivo era valutare la percezione della qualità e della velocità della gestione dei casi e individuare gli aspetti suscettibili di miglioramenti. A tal fine sono stati scelti fortuitamente dal segretario del collegio 100 casi, e i rappresentanti nazionali dei rispettivi Stati membri richiedenti dovevano ottenere dalle autorità nazionali le risposte ad alcune semplici domande, aggiungendo commenti sul loro grado di soddisfazione per quanto riguarda l’assistenza dell’Eurojust. Sebbene sia stata data una risposta nella maggior parte dei casi, in altri o: (a) non è stata ricevuta alcuna risposta, (b) non era possibile rispondere perché il caso era ancora aperto, o (c) alcune risposte non riguardavano direttamente il questionario. In tutto sono pervenute oltre 60 risposte utilizzabili. A causa della partecipazione limitata, è impossibile ricavare dall’esercizio un valido significato statistico e ovviamente la metodologia, in sé e per sé, contiene un elemento di incertezza. Tuttavia, pur avanzando tali riserve e senza interpretare eccessivamente le risposte, dai risultati del sondaggio possono evincersi alcune tendenze: Per quanto riguarda la qualità dell’assistenza richiesta ed effettuata, 50 interrogati (89 %) hanno giudicato la qualità molto soddisfacente e 6 interrogati (11 %) insoddisfacente. Riguardo alla durata del periodo che intercorre tra la richiesta presentata all’Eurojust e lo svolgimento dell’azione nello Stato richiedente, la situazione è pressoché identica: 56 risposte (88 %) erano molto soddisfacenti mentre 8 (12 %) insoddisfacenti. In merito alla disponibilità e al servizio offerti dall’Eurojust, la soddisfazione sembra ampiamente diffusa, poiché il 93 % degli interrogati è soddisfatto e solo il 7 % è insoddisfatto. 114 Sulla questione relativa al conseguimento o no degli obiettivi nel singolo caso, la situazione è pressoché analoga. In 54 casi gli obiettivi sono stati raggiunti, mentre in 6 casi no (rispettivamente il 90 % e il 10 %). È stato incoraggiante osservare che tutti gli interrogati erano disposti a ricorrere nuovamente all’Eurojust con certezza (58) o probabilità (4). Quasi la metà dei partecipanti al sondaggio (25 su 58) non ha trasmesso alcun feedback all’Eurojust sui risultati dei loro casi. Questo dato corrisponde all’esperienza dei rappresentanti nazionali che spesso incontrano difficoltà nell’ottenere un feedback specifico sul risultato dell’assistenza offerta dall’Eurojust. Non ha senso suddividere i risultati nei vari tipi di assistenza procurata dall’Eurojust. Le cifre sono così scarse da non essere significative. È possibile tuttavia individuare alcune tendenze. La soddisfazione sembra assai diffusa. È possibile apportare miglioramenti, ma il grado di soddisfazione generale si attesta attorno al 90 %. Tale livello non varia in modo significativo a seconda del tipo di assistenza fornito dall’Eurojust, che si tratti di coordinamento, collaborazione, scambio di informazioni o sostegno alle autorità nazionali. Solo un tipo di assistenza differisce dagli altri, ed è l’assistenza derivante dalla mancata risposta a una richiesta di MAE. Gli obiettivi sono stati raggiunti unicamente in due casi su cinque. Una spiegazione possibile va ricercata nel fatto che l’Eurojust è talvolta costretta ad accelerare l’esecuzione delle richieste di MAE quando tutti gli altri canali non hanno apportato un contributo positivo, e di conseguenza si impegna per risolvere un caso che è stato una causa persa fin dall’inizio. Come è già stato menzionato, l’indagine è stata solo un tentativo rudimentale di valutare il rendimento dell’attività operativa dell’Eurojust. Dovrebbe essere realizzato un nuovo esercizio, più raffinato, con la speranza di ottenere una risposta più scientifica e significativa dal punto di vista statistico, da poter utilizzare per migliorare la qualità del servizio offerto sia in circostanze specifiche sia in realtà più generali. 115 Fotos Joannes Thuy, Eurojust © 2006 116