PROF. DOTT.
DONATO TAMBLÉ
Dirigente Ministero per i Beni e le Attività culturali
Direttore Archivio di Stato di Potenza
LE FONTI ARCHIVISTICHE RELATIVE AL VIAGGIO DI
IN BASILICATA: L’ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO
ZANARDELLI
Nell’Archivio Centrale dello Stato a Roma la documentazione specifica
relativa al viaggio di Zanardelli in Basilicata è conservata nel fondo
Presidenza del Consiglio dei Ministri in una piccola serie di sette buste.
Complessivamente sono oltre 5000 carte di documenti di cui esiste solo un
inventario sommario a stampa che il collega archivista Antonio Papa pubblicò nel 1972: si tratta di un elenco dei comuni cui gli atti si riferiscono
con le date estreme che ben poco ci dice sul contenuto effettivo. Oggi
occorrerebbe predisporre uno strumento di ricerca più analitico e dettagliato, magari da pubblicare con gli atti del presente convegno.
Lo stato di conservazione del materiale non è peraltro ottimale: infatti la
carta dei documenti non è di buona qualità e presenta un deterioramento
molto diffuso e avanzato, soprattutto per il processo di acidificazione e per
la conseguente friabilità, così che ad ogni apertura di busta e con lo sfogliare
di documenti si produce sul tavolo una allarmante quantità di frammenti.
Urgono quindi interventi di restauro e un lavoro di microfilmatura, che,
oltre a fornire copia di sicurezza del materiale cartaceo, potrebbe renderne
possibile la fruizione diretta presso l’Archivio di Stato di Potenza con una
copia di integrazione al materiale documentario ivi conservato, del quale
tratta in dettaglio nel suo intervento la collega Valeria Verrastro.
Sotto il profilo archivistico e della ricerca delle fonti, dal carteggio
dell’Archivio Centrale dello Stato appare evidente che negli archivi comunali dovrebbero esserci le carte corrispondenti a quelle conservate nel fondo
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della Presidenza del Consiglio. Dove da una parte c’è un originale dall’altra
si troverà una minuta e dove c’è una lacuna si potrà integrare con quanto si
è meglio conservato, a seconda dei casi, al centro o in sede locale. La ricerca
storica sulle fonti è sempre fatta di incroci e interrelazioni fra documenti di
più archivi, con rimandi e indizi per ulteriori ricerche man mano che si procede. Per questo ad uno studio completo delle carte dell’Archivio Centrale
su Zanardelli e la Basilicata, dovrebbe affiancarsi lo studio sullo stesso argomento degli archivi storici dei diversi comuni della regione. È questo a mio
parere il modo migliore di celebrare e ricordare il viaggio del 1902 e la grande considerazione che lo statista bresciano ebbe per i problemi della
Basilicata.
Lo studio principale di queste carte centrali è tuttora quello di Paola
Corti, che ne diede conto in suo famoso saggio nel 1976.1
Ma un’analisi esaustiva è ancora tutta da fare e la ricca documentazione si
presta a studi molteplici, sotto diverse angolazioni.
Gli incartamenti della serie Zanardelli e la Basilicata della Presidenza del
Consiglio coprono un arco temporale che va per lo più dal 1902 al 1904.
Si tratta di fascicoli in cui venne raccolta tutta la corrispondenza relativa
ai Comuni, partendo spesso dai memorandum presentati al Presidente in
occasione del viaggio e proseguendo con tutta la documentazione successiva.
Le prime cinque buste comprendono atti dei comuni suddivisi per circondario (le prime due buste per Potenza, e quindi tre per Matera,
Lagonegro e Melfi) la sesta busta è suddivisa in fascicoli tematici -bonifiche,
estratti catastali, ferrovie, frane, memorandum, ordini del giorno della
Deputazione provinciale della Basilicata, statistiche della Basilicata e Varie
(comprendente documenti per la relazione, disegni di legge sulla Basilicata,
questionario dell’ing. Spera, ecc.) ed infine la Busta 7, intitolata “Studi per
una legge speciale”, comprende la relazione dell’Ingegnere capo del genio
civile di Cagliari Edmondo Saint Just di Teulada, con numerosi allegati
manoscritti e a stampa, fra cui è degna di particolare nota la planimetria dei
bacini imbriferi, dei corsi d’acqua, con i relativi profili, lo schema dei lavori
al piano, la relazione estimativa, l’elenco dei comuni minacciati da frane e
della spesa per il loro consolidamento. Un altro studio da menzionare è il
Pro memoria catastale pel viaggio in Basilicata dell’Ing. Francesco Pavone preceduto da una pianta topografica, che fu consegnato a Zanardelli solo il 10
ottobre dal sottosegretario del Ministero di Grazia e Giustizia che così giustificò il ritardo:
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“Nel mio Gabinetto molto intelligentemente non credettero di spedirmi
l’accluso promemoria, che forse sarebbe stato utile durante il viaggio in
Basilicata”.
Ancora da menzionare una memoria redatta dall’amministratore del
Conte Nugent, B. G. Bacciotti relativa ad un “esperimento di coltura razionale nella Basilicata”, che riferisce di quanto realizzato in un appezzamento
sito nella tenuta di San Felice nel comune di Irsina sin dal 1899, dove era
stata effettuata una bonifica ed erano stati compiuti lavori per una coltura
razionale di grano, leguminose e foraggi. Nel documento è compreso il disegno di una casa colonica modello con porticato per gli attrezzi, concimaia,
stalla e pollaio.
Proseguendo nell’esame sommario di questa documentazione, da un
punto di vista archivistico è particolarmente interessante il registro di protocollo dei provvedimenti presi a favore della Basilicata, contenuto nella busta
7, dal quale è possibile ricostruire tutti gli interventi eseguiti di volta in
volta a partire dal ritorno dal viaggio. Altri documenti di grande interesse
sono i questionari predisposti dall’Ing. Spera, inviati ai comuni e da questi
restituiti entro il dicembre 1902, e tutti i memorandum a stampa e manoscritti, che meriterebbero di essere integralmente pubblicati.
Sono moltissimi i documenti che si vorrebbero citare, specie nei carteggi
dei comuni, nei quali sono presenti tutte le problematiche relative al territorio, alle città e alle popolazioni, che si tradurranno sia in interventi spiccioli
e urgenti sia nei provvedimenti generali della legge sulla Basilicata del 1904.
Elencare tutto sarebbe impossibile nel breve spazio di una relazione.
In questa sede vogliamo però dar conto del contenuto di alcuni documenti significativi, conservati nell’Archivio Centrale dello Stato, che rivelano l’attenzione costante dell’on. Zanardelli per i problemi della Basilicata,
prima, durante e dopo il viaggio. Sono attestati lavori ferroviari e stradali,
richieste di impianto di stazioni dei carabinieri, di uffici telegrafici, di sezioni catastali, di spacci di generi di monopolio, di scuole, interventi contro la
malaria e miglioramenti dell’igiene pubblica. Non mancano le lamentele di
comuni (come Palazzo San Gervasio, Maschito e Rapone) che, non avendo
a suo tempo presentato un memorandum, rischiavano di non beneficiare
delle provvidenze della legge.
Il carteggio poi ci restituisce in presa diretta le speranze della popolazione
e l’atmosfera del viaggio, nonché tutto il clima politico e amministrativo del
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periodo, i linguaggi della burocrazia e quelli della gente comune, le statistiche e la realtà dei fatti.
In questa sede vogliamo proprio far parlare le carte, illustrandone alcune
che ci sembrano particolarmente significative, per dare il senso della potenzialità d’uso storiografico che esse presentano.
Un esempio delle aspettative che suscitava la venuta del Presidente può
essere offerto dalle riunioni che vi furono nei vari comuni, e da parte anche
di associazioni e comitati, per predisporre le richieste da avanzare. Così
l’Associazione democratica di Montescaglioso nella riunione ordinaria della
prima domenica del 7 settembre 1902 deliberava di porgere a mezzo di una
sua larga rappresentanza al presidente dei Ministri il seguente voto:
“Il sodalizio democratico di Montescaglioso, costituito da contadini e artigiani, a S.E. Zanardelli, in occasione del suo passaggio per queste sterili
lande, cui sia di lieto auspicio, presenta il sentito omaggio e fidente alla
sua mente illuminata si rivolge al suo cuore energico, alla sua autorità
incontestabile, affinché siano risollevate le condizioni deplorabili di quest’angolo della deplorata terra lucana. Prenda a cuore il dotto vegliardo,
conscio dei nuovi tempi e dei destini della nostra agricoltura, la risoluzione
del grave problema agrario sul campo pratico, che è la prima leva dell’odierna questione economico sociale, e voglia colla luce della scienza positiva suggerire e presto, i mezzi per combattere l’apatia e l’ignoranza dello
sconfortato agricoltore che par che rinunzia alla speranza di un avvenire
migliore”.
Proprio all’inizio del viaggio, il 18 settembre, così Zanardelli veniva
accolto con un discorso di benvenuto dal sindaco di Montemurro, G.
Santolucci:
“Ella, nonostante la sua grave età, affrontando un viaggio disastroso si è
degnato di venire in questa montuosa, patriottica e disgraziata provincia per
constatare de visu il disagio economico in cui si dibattono tutte le classi di
cittadini, studiarne le cause e proporne al potere legislativo gli opportuni
rimedi. Ben si comprende che a ciò è stato indotto dall’impulso generoso del
suo cuore di patriota, la sua felice idea ha scolpiti per conseguenza nell’animo di tutti i Basilicatesi la più sentita e profonda gratitudine.
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Eccellenza, l’intiera provincia geme nella più squallida miseria, e più specialmente questa contrada delle valli dell’Agri, del Basento e del Sinni, come
quella che è più lontana dal capoluogo e dalla ferrovia, ed è travagliata dal
disagio economico, poiché un dì le sue campagne erano ridenti ed ubertose,
ed ora sono deserte e abbandonate, stante che, contadini, coltivatori, artisti,
sacerdoti, professionisti, ed i piccoli proprietari, costretti dalla fame sono
emigrati nelle Americhe. In tanto sconforto, la sua presenza in questi luoghi,
rianima e riapre il cuore alla speranza, e tutti i Basilicatesi confidano, che in
grazia della sua illuminata rettitudine, come statista, della sua equanimità,
come insigne giureconsulto, saranno applicati provvedimenti efficaci e valevoli a togliere dall’incubo crudele che li rattrista e li conturba. Fra tali provvedimenti sperano sia compreso quello per la costruzione della ferrovia
Padula-Grumo, per la quale già esiste il relativo progetto e contratto di consorzio tra la provincia di Basilicata e quella di Bari.
Eccellenza, Montemurro era una delle più floride cittadelle della provincia,
ma il terremoto dl 17 dicembre 1857 la distrusse interamente, e non rimanendo dell’abitato pietra su pietra e ben tremila persone vi perdettero la vita.
Il Governo Borbonico fu insensibile a tanta sventura, e non soccorse in
niuna maniera i superstiti cittadini. Mandò soltanto soldati per rintracciare i
morti fra le macerie, e mandò pure i gesuiti per confortare, assistere e confessare i superstiti, già tutti feriti e accampati in aperta campagna. Eppure in
tanta sciagura nella distrutta Montemurro si continuò a mantener vivo il
focolaio della cospirazione intesa ad abbattere i Borboni e a realizzare l’indipendenza e unità della nostra Italia. Ed oh, quante volte nelle circostanti
balze convennero i patrioti dei limitrofi paesi col nostro concittadino
Giacinto Albini, il quale tenne in mano le fila della cospirazione, pervenendo col concorso del Lacava, del Senise di Corleto, a far insorgere la provincia
intera e ad installare, quando Garibaldi era ancora in Sicilia, il governo provvisorio, che preparò l’entrata nel Continente dell’Eroe di Calatafimi.
Montemurro, inebriata dell’amor patrio e della conseguita unità italiana,
non si rivolse né alla carità, né al Governo per avere i sussidi. Ma in questo
momento di sconforto e di miseria, non chiede favori per sé, ma giustizia
per tutta la Basilicata. Essa implora che se i provvedimenti che saranno adottati in seguito alla visita dell’Eccellenza Vostra non siano di pronta attuazione, si dispongano eccezionalmente e temporaneamente con legge speciale
l’esonero delle tasse dei terreni e la riduzione dei noli ferroviari: In questi
momenti, nei quali per la inclemenza delle stagioni sono falliti tutti i pro-
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dotti agrari, s’impongano d’urgenza provvedimenti di giustizia.
Montemurro 18 settembre 1902
Il sindaco G. Santolucci”.2
Nelle buste si susseguono discorsi, petizioni, memorie, suggerimenti,
corrispondenze fra il ministero e i Comuni, telegrammi sulle calamità naturali e i danni ai raccolti, richieste di sospensioni di tasse e gravami, delibere
comunali, ringraziamenti.
Una serie di documenti riguarda le delibere di cittadinanza onoraria a
Zanardelli da parte di vari comuni3, o altre forme di pubblico ringraziamento e dimostrazione di riconoscenza. Così per esempio la minuta del telegramma scritto inviato da Zanardelli a Campomaggiore per ringraziare della
intitolazione della strada principale a suo nome.
Molto gradito a Zanardelli fu certamente anche il voto del Consiglio
comunale di Laurenzana per l’approvazione delle leggi sul divorzio e la
ricerca della paternità, con contemporanea approvazione per acclamazione
della cittadinanza onoraria.
Uno degli aspetti più interessanti del carteggio raccolto nelle buste della
Presidenza del Consiglio è a mio avviso quello della possibilità di mettere a
confronto documenti di persone appartenenti a diversi strati sociali. Così
per esempio per Potenza si possono confrontare le parole degli impiegati,
quelle dei braccianti e quelle dei muratori.
La lettera degli impiegati4 prospetta le difficoltà della sede disagiata,
senza scuole superiori e con un costo della vita molto alto:
“A Sua Eccellenza Zanardelli
Potenza,
Eccellenza,
già da tempo un comizio costituito in questa città deliberò di far voti al
governo perché la legge della indennità di residenza fosse estesa anche a
Potenza.
Tale comizio, riuscito numerosissimo, trovò valido appoggio nella stampa e
nell’animo di quanti s’interessarono della questione e potettero constatare la
giustizia dei provvedimenti invocati. Difatti non è chi non vede che le misere condizioni in cui langue questo capoluogo di provincia si ripercuotono
tutte sui Signori impiegati.
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Qui manca sopra tutto un completo organamento per la educazione e istruzione della famiglia, e prescindendo dalla non esistenza di scuole superiori, si
risente finanche il difetto di un istituto tecnico, il che importa dispendi gravissimi per quegli impiegati, i quali hanno bisogno di far proseguire gli studi
ai loro figliuoli.
Qui la vita è esageratamente cara, perché niuna industria dà impulso alla
produzione e al commercio, ed occorre importare con non lieve dispendio,
persino i generi di prima necessità.
I fitti delle case, poi, sono molto elevati, perché la proprietà è su larga scala
frazionata e le imposte fondiarie sono gravissime.
Ciò importa che i Signori proprietari debbono spesso dal fitto di una sola
casa ricevere non solo quanto basti per provvedere alle ragioni fiscali, ma
anche quanto sia necessario al sostentamento di loro vita.
Le case stesse sono in pessimo stato locativo, e non rispondono ai principali
bisogni dell’igiene: per cui conviene all’impiegato che le fitta provvedere a
tali esigenze con un non lieve dissesto finanziario.
Gravano inoltre sugli abitanti e quindi anche sugli impiegati, enormi tasse
comunali, spinte sino al massimo grado che la legge consenta.
A ciò si aggiunga la eccezionale rigidità del clima, che assorbe buona parte
dell’anno e che richiede a tutela della salute spese talvolta superiori alle risorse economiche dei supplicanti, sia per necessità di vestiario, sia per quantità
di combustibile.
A conferma di siffatti inconvenienti basta considerare che quasi tutti gli
impiegati rifiutano la destinazione di Potenza, e che quei pochi i quali l’accettano insistono per un nuovo e sollecito trasferimento da questa residenza,
ove ogni risparmio hanno consumato e rischiano di crearsi una difficile posizione economica.
Sembra perciò che gli esposti fatti abbiano già abbastanza giustificato il voto
già espresso del predetto comizio.
Ma oggi che l’Eccellenza Vostra ha potuto persuadersi del sistema di vita di
questa derelitta Basilicata, iniziando la consuetudine finora trasandata di
guardare da vicino, e senza intermediarii, le condizioni economiche del
Mezzogiorno, non pare inopportuno rinnovare l’istanza, raccomandando al
Governo che i provvedimenti per le indennità di residenza si estendano
anche a Potenza, e mettano in grado i Signori impiegati di vivere come la
dignità che il loro ufficio richiede.
Gli impiegati di Potenza”
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Ben diverso il tono della petizione sottoscritta da 555 lavoratori di
Potenza:5
“Eccellenza, da questi nostri campi, una volta fertili e felici, si eleva un grido
di dolore, che si ripercuote miseramente sulle altre regioni d’Italia!...
Da queste nostre balze una volta rigogliose e fiorenti, ora brulle e desertose,
tendono le affamate braccia migliaia di lavoratori a cui manca il pane!
E questi lavoratori, stanchi della lunga attesa, pur quando veggono un barlume di speranza, si accalcano intorno a colui che promette di sollevarli dallo
stato di miseria e di abbiezione in cui sono caduti.
Ecco la ragione del nostro affollarci intorno all’Eccellenza Vostra, che solo
con la venuta fra noi, senza alcuna promessa, assume l’obbligo della nostra
redenzione.
L’Eccellenza Vostra sarà attorniata da una quantità di funzionari, i quali le
chiederanno forse costruzione di strade e di pubblici edificii, soccorsi ai
comuni che si trovano impotenti a sostenere gli obblighi assunti e la pubblica azienda, credendo in tal modo di risolvere il gravissimo problema economico della Provincia.
Ma questi rimedi non ci riguardano: essi non riflettono l’agricoltura, madre
e nutrice di tutte le nazioni, di cui noi siamo miseri figli.
Che ci può importare della costruzione delle strade, quando i prodotti da
esportare mancano, quando l’Esattore viene a sequestrare perfino la pelle che
ricopre il nostro corpo?
Un esempio ne abbiamo nella nostra città, dove strade non ne mancano,
eppure, è la più povera di tutta la provincia, e quella dove l’emigrazione è
maggiore, dove la nostra classe soffre i maggiori disagi.
Non è nel mondo ufficiale che l’Eccellenza Vostra può conoscere i veri bisogni di questa nostra città e della nostra classe, che è quella che le dovrebbe
dar vita, ma nelle nostre case.
Venga l’Eccellenza Vostra, venga nelle nostre case, e vedrà lo stato miserevole
in cui siamo, vedrà che non vita di uomini, ma quasi di bestie meniamo,
vedrà la miseria grande, la pazienza, più grande ancora della miseria”.
La lettera prosegue chiedendo sostanzialmente lo sgravio dalle imposte
sulla piccola proprietà e un aiuto efficace per l’agricoltura.
Particolarmente interessante un appello vibrato contro l’abbattimento di
boschi:
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“Una delle nostre ricchezze poi erano in passato i boschi, che con una smania feroce si son venuti gradatamente distruggendo, e quelli rimasti si continuano ancora a distruggere, quantunque tanto si faccia dal Governo per
incoraggiarne la coltura.
Il nostro bosco comunale, per esempio, della Pallareta, ogni anno soffre
nuovi tagli per ordine delle autorità preposte alla sua amministrazione, e così
varia un patrimonio che è esclusivamente popolare.”.
Segue la conclusione:
“L’Eccellenza Vostra vorrà dunque venire in aiuto della nostra misera classe,
l’Eccellenza Vostra vorrà sollevarci al grado che ci compete come cittadini di
una città che fra le prime innalzava il vessillo della libertà, per cui otteneva la
medaglia di onore, e noi dall’Eccellenza Vostra ci aspettiamo che le promesse
non siano vane, ma che siano buone e atte a rialzare la nostra avvilita dignità
di lavoratori, per poterla chiamare il Salvatore della nostra abbandonata e
derelitta regione”.
Un corposo fascicolo riguarda la realizzazione di una moderna Caserma a
Potenza.
Già il 21 marzo 1901 una delibera della giunta municipale di Potenza
aveva chiesto interventi per dar lavoro alla gran massa di operai disoccupati
e specialmente di muratori e falegnami facendo voti al Presidente del
Consiglio ed ai Ministri competenti (dell’Interno dei Lavori pubblici e della
Guerra) perché fosse completata la caserma Basilicata nel Rione Santa
Maria. Oltre agli interventi ufficiali su questo problema, dalle carte
Zanardelli emerge anche la viva voce dei lavoratori che gli rivolsero direttamente il seguente appello durante il suo soggiorno a Potenza:
“Eccellenza. Popolo di Potenza (Basilicata) si rivolge unanime nell’Alta
Eccellenza S.S.I., onde vorrà appagare i nostri giustissimi voti.
Infinita Eccellenza,
da 15 quindici anni che in questa sventurata città di Potenza e capoluogo
della Provincia, fu eretto un quartiere per alloggio di un Reggimento
Fanteria, intitolato quartiere Santa Maria -ovvero Caserma Basilicata- Ciò
non ostante detto Edificio – caserma suddetta, appena fu costruita a metà e
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l’altra metà abbiamo sempre fatto voti alla Camera e Parlamento per farla
ultimare e finirla, ma non sono dati per inteso. Ricorriamo all’alta eccellenza
poiché i nostri bravi rappresentanti e deputati del nostro colleggio <sic> e
della nostra diletta e sfortunata provincia non si danno per intesa, e che altro
non fanno che i deputati affaristi e ben per loro stessi … e non mirano e
guardano i bisogni e dolori del popolo – della detta nostra sventurata provincia di Potenza Basilicata.
Eccellenza ora tutto l’intero popolo di Potenza si rivolge dalla valoroso
magnanima di Sua Eccellenza, che vorrà esserci di aiuto nella classe lavoratrice e che la Suprema Eccellenza vorrà di vero cuore aiutarci, onde far voti al
Governo del Re, onde stanzionare una detta somma per terminare il sopra
indicato Quartiere Caserma Basilicata, e che non solo sarà per noi lavoratori
di aiuto, ma ancora che dell’intero Reggimento (con questa metà di quartiere che esiste) appena ci alloggiano che due (2) battaglioni.
Superiore Eccellenza, noi tutti della classe lavoratrice del popolo Potentino
fidiamo molto nella magnanimità del suo nobile cuore e speriamo molto che
ci giunga quanto presto prima il sopra indicato progetto e disegno di legge
approvato alla R.R. e Gran Corte dei Conti per poterci guadagnare un tozzo
di pane col lavoro e dar comodità ai militari e nell’istesso tempo terminare
un grande edificio che, o immensa Eccellenza, se lo vedresti ora che cattiva
impressione le farebbe … Povero capoluogo di Basilicata. A Lei Luminosa
Eccellenza, siamo molti fidenti … di quelli che in 40 anni non hanno fatti i
nostri rappresentanti; dandole uno scaffo morale.
Eccellenza, nel solenne momento che ci vediamo grandioso ed Immenso
Onorato, le giungano i più alti sensi di vivissima ed impareggiabile stima e
con sommo rispetto ci prostriamo infinitamente per sempre Devotissimi ed
umilissimi dal Capo del Governo.
Popolo di Potenza - Classe Lavoratrice”.
Dello stesso tenore sono altri tre appelli degli operai, nei quali sovrabbondano gli appellativi deferenti e ingenuamente altisonanti nei confronti
del Presidente, definito Alta e Insuperabile Eccellenza, Nobilissima Eccellenza,
Sublime Eccellenza, Immensa Eccellenza, Eccellenza Superiore ed Eccellenza
Infinita.
Li riproponiamo integralmente anche come testimonianza linguistica
oltre che come dimostrazione del contatto diretto e non mediato di
Zanardelli con le classi subalterne:
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“Eccellenza,
In supremo momento che questa diletta e sventurata Potenza riceve l’immenso onore di ospitarla Sua alta ed Insuperabile Eccellenza, noi, classe
lavoratrice operai, facciamo petizione ed a pregarlo un’anime, ove vorrà
accogliere i nostri più aspirati voti.
Grande eccellenza, la nostra città come ben vede è miserissima, e priva di
lavoro, e ben riconosce che se non lavoro il muratore nessun dei mestieri od
operai lavora.
La Nobilissima Eccellenza vorrà certo provvedere e da Ella Ill.ma E. ricorriamo onde prendersi molta cura di noi Operai.
Eccellenza, la nostra fervida preghiera ove l’Altissima sua Eccellenza vorrà
certo concederla è la seguente: v’è in questa Potenza un quartiere militare,
ovvero Caserma Basilicata incompleta, ove i nostri insigni rappresentanti
della somma stanzionata di completare questa opera intera a caserma invece
è metà costruita: qui l’Eccellenza Sua Ill.ma solo potrà far completare il
detto quartiere. Eccellenza, attendiamo la nobile e grandiosa opera che vorrà
gentilmente cooperarsi e che giungendo in Roma, vorrà prender nota della
tanta aspirata nostra preghiera e far deliberare presso il Governo del Re pel
completamento della Caserma Basilicata.
Attendiamo con viva fede e di nobil cuore la grande ed immortale opera e
con forte speranza viviamo fiducioso nell’alta e magnanima dell’Eccellenza:
Con profonda stima ricevi da noi modesti Operai i più alti ed insuperabil
sensi di vivissima ed immensa stima. Di Lei Nobilissimo, devotissimi ed
umili servitori
Operai tutti di Potenza”.
La seconda lettera esprime tutta la preoccupazione per la mancanza di
lavoro e l’approssimarsi della stagione fredda:
“Noi ripetuti tutti gli operai della città di Potenza reclamiamo nuovamente
all’Alta Eccellenza la clamorosa preghiera pel completamento della Caserma
Basilicata – ovvero Quartiere Santa Maria” Eccellenza, ora dunque è il
momento che l’Alta Eccellenza Sua potrà esserci di aiuto. Ora dunque,
Eccellenza Superiore, si vorrà mettere di vero proponimento e con energia e
fermo, e che ella solo potrà aiutarci onde far passare il detto progetto di
legge per ripetuto completamento del Quartiere SantaMaria– ovvero della
Caserma Basilicata. Superiore eccellenza, Noi intanto fidiamo dell’Immensa
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Sua Alta Eccellenza e speriamo che i nostri aspirati voti ci vengono esauditi.
Eccellenza, consideri su noi operai che si è passato l’intera stagione estiva
senza lavoro, intanto l’inverno si è approssimato, e noi con famiglie e figli,
chi ci daranno un tozzo di pane!!!”.
Un’altra lettera segue poco dopo:
“Eccellenza Infinita, Almeno fa che si mette nel progetto di legge questo
lavoro pel completamento del Quartiere acciò noi operai, muratori, falegnami, vetturai, ecc. possiamo farci un debito, ovvero ci possono dar del credito, per poter vivere quest’invernata che in questa città l’inverno è cominciata
ora e termina in aprile, senza lavora! E ne pane! Eccellenza, la Sua grande e
magnanima Eccellenza potrà metterci riparo, per poter aiutare dandoci lavoro. Si dalla Magnanima Sua eccellenza attendiamo la ripetuta Nobile e
Insuperabile grazia.
Con i più rispetti della massima devozione ci sottofirmiamo Umilissimi
Operai di Potenza (Basilicata).
Zanardelli si interessò molto della cosa, scrivendo al Ministro della
Guerra, che però il 23 ottobre 1902 replicò che “le caserme S. Maria e
Basilicata in Potenza sono più che sufficienti per i bisogni della truppa accasermata” e che non potendo aumentare la forza di quel presidio risultava
superfluo ogni lavoro di ampliamento degli edifici.
Un’altra scrittura popolare rimasta nelle carte dell’ACS è una lettera
anonima da Palazzo San Gervasio rivolta contro il sindaco, accusato di
faziosità e di connivenze socialiste:
“A Sua eccellenza Onorevole Zanardelli Presidente dei Ministri
Roma
Eccellenza,
È certamente a conoscenza di S.E. il ricevimento fatto alla Sua sacra persona,
cioè la crociata di 20 o 30 mascalzoni, marmaglia, capitanati da questo funzionante Sindaco, Michele Ciccotti, un noto fallito ed un truffone di banche
locali, del tempo, e del Banco di Napoli, oggi socialista... e dal presidente di
detti mascalzoni Di Serio Giuseppe, uno studente di nessunissima entità,
nominato sindaco perché si è imposto con detta marmaglia, perché in tutte
le riunioni del consiglio è accompagnato da detti socialisti, che dalla cittadi-
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nanza intera non sono temuti, e con questo metodo l’impone a tutti, e fa
tutto autocramente col Ciccotti. Eccellenza, alla di lei sacra persona ci rivolgiamo onde non far approvare la nomina a sindaco del Di Serio, e ciò ad evitare nuovi disastri con una guerra civile, che se lo vogliono i socialisti, la cittadinanza è pronta a tutto, ma la mano di S. E. eviterà delle vittime.
Tali sono i desideri di tutta la cittadinanza e da S. E. l’avrà a grazia particolare.
La cittadinanza di Palazzo San Gervasio – Basilicata.
Palazzo 31 ottobre 1902”.
La maggior parte del carteggio riguarda il periodo successivo al viaggio,
con le continue richieste di aiuto e interessamento, puntualmente seguite da
Zanardelli, che le trasmetteva a sua volta ai dicasteri competenti con le sue
osservazioni e le sue raccomandazioni, raccogliendo al tempo stesso tutto
quello che poteva servire per predisporre la legge in favore della Basilicata,
di cui non poté vedere la effettiva approvazione.
Spigolando nel carteggio fra i diversi problemi sottoposti all’attenzione
del Presidente vogliamo ricordare anzitutto la testimonianza di un intervento d’urgenza di Zanardelli per danni provocati dal maltempo ad Acerenza
nell’aprile 1903:
Si tratta di due telegrammi il primo dei quali spedito il 22 aprile recita:
“Forti brinate 20-21 distrussero promettenti vigneti danneggiando immensi
seminati. Cittadinanza ammiserita preoccupasi seriamente prevedendo
impossibile tirare innanzi e rispondere pressioni esattore fondiario, confortandola con promesse sgravi come è mio dovere prego vivamente Vostra
Eccellenza volersi interessare a scanso spiacevoli sorprese sorte miseranda
povera popolazione. Sindaco Lagola”.
Il presidente provvide rapidamente a soccorrere la comunità come risulta
dal successivo telegramma di ringraziamento inviatogli:
“Lieto annunzio soccorso elargito solleva animo popolo acheruntino che
nella gioia ricorda suo illustre benefattore il quale costantemente proteggendolo con intelletto di amore dei suoi più vitali interessi acquistava diritto alla
sua eterna riconoscenza e perenne gratitudine”.
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Ma in molte altre occasioni nonostante l’intervento di Zanardelli, le
richieste non potevano essere esaudite perché i ministri o le altre autorità
interpellate, per un motivo o per un altro, rispondevano negativamente.
Così una lettera di Zanardelli al sindaco di Barile, scritta da Frascati il 16
maggio 1903, comunica che il Ministro dei lavori pubblici ha ritenuto
impossibile provvedere a spese dell’erario alla riattazione di un tratto della
strada abbandonata della strada nazionale 55 “poiché il detto tratto ha cessato di far parte del demanio pubblico” ma che “in vista dell’attuale destinazione del tratto stesso a via mulattiera si è manifestata l’opportunità di iscriverlo fra le strade comunali così che come bene patrimoniale si potrà provvedere tramite la prefettura col consorzio dei comuni di Rampolla,
Ripagrande, e Barile”.
A Ruvo del Monte viene respinta dal Ministro dei Lavori Pubblici la
richiesta di attivare un ufficio telegrafico alla stazione ferroviaria “non essendovi alcuna ragione di servizio che possa anche minimamente consigliare
tale impianto, trattandosi di una semplice fermata con un solo binario tronco per servizio merci”.
In qualche caso il problema era quello di trovare impiegati disposti a
risiedere in sedi disagiate:
“Il Procuratore generale di Napoli, in seguito all’invito rivoltogli dal
Ministero a provocare la destinazione di un alunno nella Pretura di Muro
Lucano, fece conoscere che nessuno degli alunni del distretto era disposto ad
accettare quella residenza. Il Ministro però con nota 9 volgente mese scrisse
di nuovo perché venisse destinato d’ufficio un alunno alla citata pretura, da
scegliersi possibilmente tra coloro che non godono retribuzione e che non
hanno famiglia. Allo stato delle cose quindi è da ritenersi che tra non molto
possa essere dato il provvedimento”.
Altre volte veniva sollecitato l’intervento del Presidente per evitare disordini e tumulti come nel caso di San Severino Lucano, dove la presenza di un
agente delle tasse aveva messo in forte agitazione la gente:
“Agente delle imposte venuto qui gravare tassa fabbricati ricchezza mobile
-pubblico freme- rappresentanza municipale protesta e seduta stante prega
Vostra eccellenza prevenire disordini richiamando agente. Sindaco Bruni”.
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La preoccupazione era giustificata visto che a Matera erano di recente
andati sotto processo 23 contadini, imputati di resistenza commessa con
armi ad agenti della forza pubblica (27e 28 giugno 1902).
Non mancavano le tensioni politiche: un fascicolo su San Fele riguarda
l’agitazione contro l’amministrazione comunale dovuta ad odi di parte
accentuatisi dopo le ultime elezioni provinciali.
Molte volte il Presidente si premurava di informare direttamente i comuni delle proposte di provvedimenti inserite nel progetto di legge.
In un telegramma, di cui esiste la minuta manoscritta autografa
nell’ACS, Zanardelli ringrazia il sindaco del comune di Campo Maggiore
“per la determinazione di dare il mio nome alla principale via del nuovo
abitato. Le spedisco il progetto per la Basilicata, già da me presentato alla
Camera sin dal 27 giugno scorso, dal quale potrà rilevare all’art. 34 e alle
tabelle C e D le disposizioni proposte a favore di Campo Maggiore”.
Da un carteggio con l’avv. Emilio Lo Scalzo di Accettura corrispondente
di vari giornali, si evince che l’attesa per questa legge in Regione era vivissima e si preparava una adeguata campagna di stampa.
Accettura, 1 luglio 1903
Eccellenza,
ho voluto porgere all’E. V. il saluto della gratitudine e della riconoscenza
della Basilicata e dei suoi scrittori per mezzo della stampa scrivendo sul giornale La Patria e poi indirizzandole questo ringraziamento individuale e privato.
Quanti amano la reale redenzione di queste contrade hanno palpitato nella
risoluzione della crisi, poiché in noi era pieno il convincimento che solo
Ella, con la sua spiegata bandiera di libertà, poteva rendere diritto alle sventurate nostre regioni, e quando apprendemmo che il Parlamento rese omaggio alla sua visita, e al suo patriottismo, noi gongolammo di gioia. Troppo
abbiamo sofferto, troppa l’agonia in cui ci dimeniamo per poter ancora
attendere o per aspettare che gli stringitori di freni avessero potuto, per salire
al potere, venirci a rendere giustizia.
Noi attendevamo, in vero, (e lo speriamo ancora, se i detti sono veritieri) che
i due Ministri contrari al Mezzogiorno e alla Basilicata, avessero cessato d’esser suoi colleghi, perché essi, ostacolando le sue buone intenzioni, ed intralciando le giuste aspirazioni, potrebbero, come altri fecero con Crispi, prepa-
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rare una nuova sventura nazionale, la seconda fratricida Adua.
Io attendo con ansia che Ella mi onori mandare il progetto e la relazione,
presentata alla Camera per la nostra Basilicata, per poterlo discutere e propagare sui diversi giornali dei quali sono corrispondente.
Io sento la necessità di conferire con l’E.V. sul da farsi circa il progetto presentato; e nel contempo cercare di realizzare la mia richiesta fattale con la
mia lettera del 27 maggio u.s. alla quale ella mostrò fare tanto buon uso specie ora che ha l’interim dell’Interno, circa una buona missione a Regio
Commissario, eliminando lo scoglio che per sistema si scelgono gli impiegati, e per altri incarichi d’indole demaniale.
Mentirei però se dicessi all’E.V. che, dopo aver speso tanto per le pubblicazioni a favore del Mezzogiorno e della mia Regione, possa permettermi
ancora un’altra spesa per il lungo viaggio, pesandomi sulle spalle numerosissima famiglia, per cui oserei pregarla di procurarmi un biglietto ferroviario
circolare di favore, potendo al resto provvedere da me.
In attesa dei suoi ordini e dei suoi favori mi torna sempre grato esprimerle la
mia perenne devozione, e con la consueta osservanza e stima dichiararmi,
Dell’E. Sua Devotissimo
E. Lo Scalzo”.
Nella risposta Zanardelli assicura l’invio della copia del disegno di
legge ed il suo appoggio a una richiesta di nomina a Commissario Regio,
per cui chiede venga fatta una istanza ufficiale, dichiarando in proposito:
“di buon grado la terrò presente, per veder modo di secondarla ad occasione propizia”.
Quanto ai biglietti ferroviari gratuiti Zanardelli deve però comunicare
che la Presidenza del Consiglio non ne dispone.
I problemi sottoposti all’attenzione del Presidente non erano solo quelli
del lavoro, dell’agricoltura, della viabilità, dell’igiene, delle frane, delle ferrovie, ma anche quelli dell’istruzione, come è dimostrato dal caso della biblioteca comunale di Montalbano Jonico, che così viene prospettato dal suo
direttore a Zanardelli:
“[Carta intestata: Comune di Montalbano Jonico - Gabinetto del Sindaco]
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Eccellenza,
Quando nel settembre dello scorso anno l’Eccellenza Vostra onorò di sua
presenza questo comune di Montalbano Jonico, io, che per incarico del
Municipio da vari anni gratuitamente curo e custodisco questa comunale
Biblioteca Rondinelli ebbi l’alto onore di dare su di essa alla predetta
Eccellenza Vostra tutte le informazioni necessarie, e di essere incoraggiato a
continuare perseverantemente nell’avvenire, come avevo fatto per il passato.
Mosso da quell’incoraggiamento autorevole del Primo Ministro del Regno
d’Italia, io mi faccio ardito di rivolgermi all’Eccellenza Vostra, e di pregarla
di voler disporre dei fondi della Presidenza del Consiglio e mandare un sussidio in denaro alla Comunale Biblioteca Rondinelli di Montalbano Jonico, la
quale non à mezzi finanziari di sorta.
Il Municipio, per il pavimento e per altre riattazioni della sala à speso più di
lire cinquecento, e non è in grado di spendere altro danaro; d’altronde sono
necessarissimi alla Biblioteca in parola, un tavolo per la lettura, i lumi per l’illuminazione della sala, e precisamente una vetrina alla porta d’ingresso, per
dare alla sala medesima, luce e riparazione dal vento, dal freddo e dalla pioggia.
Se avessimo dall’Eccellenza Vostra un sussidio in denaro, sarebbe come avere
una manna benefica, che cadrebbe sulla povera nostra biblioteca, giacché
l’altro sussidio, ottenuto da Sua Eccellenza il Ministro della Pubblica
Istruzione, serve per l’acquisto di nuovi e buoni libri.
È pur troppo noto il cuore magnanimo dell’Eccellenza Vostra e non dubito
quindi, che vorrà benevolmente accogliere quest’umile mia domanda, mentre con la massima devozione mi segno,
L’incaricato della Biblioteca
Prospero Rondinelli
Montalbano Jonico, 25 febbraio 1903”.
Prontamente Zanardelli verga un appunto con le disposizioni per la lettera di risposta:
“[Carta intestata: Presidenza del Consiglio dei Ministri - Minuta a matita
autografa di Zanardelli]
Rispondiamo che la Presidenza del Consiglio non ha fondi, facciano una
rimostranza al Ministro d’Istruzione, la mandino al Presidente che la raccomanderà”.
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Da questo appunto viene preparata la risposta ufficiale:
“[Carta intestata: Presidenza del Consiglio dei Ministri]
Al Cav. Prospero Rondinelli
Montalbano Jonico
28 febbraio 1903
Egregio signore, ho ricevuto la cortese sua lettera in data del 25 corrente, e
consapevole delle cure che Ella dedica a codesta Biblioteca comunale, avrei
assai caro di poter secondare la gentile richiesta da lei rivoltami.
Con vivo rincrescimento devo invece significarle che non mi è dato aderirvi,
poiché la Presidenza del Consiglio non dispone di alcun fondo per sovvenzioni.
In vista però delle necessità da lei rilevate, l’Amministrazione Municipale
potrebbe, a mio avviso, invocare dal Ministro della Pubblica Istruzione la
concessione di un nuovo sussidio a favore della Biblioteca medesima, e se
vorrà all’uopo avanzare una regolare istanza e comunicarmela, io di buon
grado la raccomanderò alla benevola considerazione del detto Ministro. Mi
abbia coi sensi di particolare stima”.
L’8 marzo il Rondinelli spedisce a Zanardelli l’istanza da trasmettere alla P.I..
“[Carta intestata con stemma: Municipio di Montalbano Jonico]
Eccellenza,
Ringrazio l’Eccellenza Vostra della gentile lettera, che mi fece l’onore di
dirigermi con data 28 febbraio 1903 n. 43/3; e seguendo i suoi autorevolissimi Consigli, d’accordo con l’Amministrazione Comunale, ò indirizzata
a Sua Eccellenza il Ministro della P.I. l’istanza qui obbligata, per un altro
sussidio a questa Comunale Biblioteca Rondinelli di Montalbano Jonico,
che io oso rimettere alla prelodata Eccellenza Vostra, perché voglia degnarsi di trasmetterla e raccomandarla a Sua Eccellenza il Ministro dell’Istruzione Pubblica.
Colgo l’occasione di ringraziare l’Eccellenza Vostra, mentre la prego di accogliere i sensi della mia devozione e particolare stima.
Devotissimo
Prospero Rondinelli
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A Sua Eccellenza il Cav. Giuseppe Zanardelli
Presidente del Consiglio dei Ministri”.
Zanardelli inoltra l’istanza al Ministro della Pubblica Istruzione per il
seguito di competenza con la propria raccomandazione:
“Presidenza del Consiglio dei Ministri 8 marzo 1903
43/3/3
Il sig. Prospero Rondinelli, alla cui cura è affidata la Biblioteca comunale
di Montalbano Jonico, ha diretto, anche per mio suggerimento, alla
Eccellenza Vostra, l’acclusa istanza, con la quale invoca la concessione di
un nuovo sussidio a favore della Biblioteca stessa, affinché possano eseguirsi alcuni lavori ed acquisti necessari per renderla adatta all’uso degli
studiosi.
Prego la Eccellenza Vostra di prendere in particolare benevola considerazione
tale domanda, che avrei caro veder secondata, e augurandomi che ciò le riesca possibile, le sarò grato d’un cenno di sue determinazioni.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri
Giuseppe Zanardelli”.
Ma la risposta del ministro Nasi è secca e negativa:
“ [Carta intestata: Ministero della Pubblica Istruzione - Il Ministro]
A Sua Eccellenza il Cav. Giuseppe Zanardelli Presidente del Consiglio dei
Ministri - Roma
3 aprile 1903
Alla Biblioteca popolare Rondinelli di Montalbano Jonico, ho conceduto nel
gennaio scorso un sussidio di lire 100. Sono spiacente che le condizioni del
bilancio non mi permettono di fare nuova concessione dopo così breve
tempo.
Gradisca i cordiali ossequi del suo [illeggibile]”.
Il segretario della Presidenza del Consiglio ha il compito di rendere partecipe il bibliotecario Rondinelli della risposta:
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“Presidenza del Consiglio dei Ministri 11 aprile 1903
Da Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio dei Ministri fu raccomandata
al Ministero della Pubblica Istruzione l’istanza da lei presentata allo scopo di
promuovere la concessione di un nuovo sussidio a favore di codesta
Biblioteca comunale. Il detto Ministro ha però risposto con rincrescimento
che essendo stata accordata nello scorso gennaio una sovvenzione di lire
cento, non è consentito dalle condizioni del bilancio concederne un’altra a
così breve intervallo.
Gradisca i sensi della mia particolare considerazione
Il segretario capo Ciuffelli.”.
L’atteggiamento di Zanardelli nei confronti della scuola è ben rappresentato da una sua lettera su carta intestata, datata Maderno 23 ottobre 1902:
“Fra i tanti voti che mi sono stati più caldamente raccomandati durante il
mio viaggio nella Basilicata e che mi sembrano meritevoli di speciale considerazione, sono quelli che si riferiscono all’istruzione secondaria nei tre circondari di Lagonegro, Matera e Melfi.
Il primo di essi, con una popolazione legale di 109685 abitanti, non possiede, al di fuori di una Scuola Nazionale Femminile, alcun istituto
secondario, e però l’amministrazione municipale del capoluogo mi ha
rivolto le più calorose premure affinché venga colà impiantato un ginnasio governativo.
Il comune di Matera è sede di un Liceo ginnasio, che ha il titolo di Regio;
ma sostiene per il mantenimento di esso una grave spesa, dalla quale per le
considerazioni esposte nella memoria di cui le accludo un estratto, desidererebbe vivamente di essere esonerato, a somiglianza di quanto si sarebbe
recentemente praticato, in circostanze identiche, a favore del municipio di
Taranto. Infine l’amministrazione municipale di Melfi, mettendo in rilievo
le soddisfacenti prove finora date dalla Scuola tecnica annessa al Regio
Istituto tecnico e la larga dotazione di un materiale scientifico che quest’ultimo possiede, insiste nel chiedere che la detta scuola venga resa governativa, dichiarandosi da sua parte pronta ad assumersi la quota di spesa,
che per legge le spetterebbe. Riferendomi a quanto su questo argomento
della Scuola secondaria ebbi a dire nel mio discorso di Potenza, e riservandomi di conferire con l’Eccellenza Vostra, io la prego intanto di tener pre-
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senti le aspirazioni predette, che ritengo meritevoli della maggior considerazione da parte del Governo.
Il Presidente del Consiglio di Ministri”6
Significativa è anche una lettera di qualche giorno dopo al Ministro della P.I.:
“Maderno, 31 ottobre
Mi pregio di comunicarle l’accluso esemplare del giornale “il Lucano” del 29
settembre pp. contenente un articolo ove si espongono lagnanze circa la scarsezza del contributo governativo per l’insegnamento secondario, ed in particolar modo circa la deficienza di mezzi, di locali, e di materiali scientifici, di
cui soffrirebbero le scuole secondarie di Potenza, di Lagonegro e di Matera.
Richiamo la speciale attenzione della Eccellenza Vostra sulle cose esposte nel
detto articolo e particolarmente sulle deficienze sopra cennate, pregandola di
esaminare quali provvedimenti possano adottarsi per riparare agli inconvenienti lamentati.
Il Presidente del Consiglio di Ministri.”
Il carteggio relativo alla regificazione della scuola tecnica7 comprende
anche un opuscolo a stampa Voto della città di Melfi e della Giunta di vigilanza, in relazione al disegno di legge sulla Basilicata, 20 dicembre 1903
(pp. 13).
La deliberazione sulla governatività della scuola tecnica (l’unica in
Regione era a Potenza) chiede che “il fondo di lire 30.000 per la cattedra
ambulante, prelevate le somme necessarie per gli opportuni adattamenti,
acciocché funzionino armonicamente la cattedra medesima e l’insegnamento di agraria, venga destinato al completamento dell’azienda annessa all’istituto ed ai locali scolastici, nonché alla palestra e al convitto”.
Vogliamo concludere proprio con una lettera relativa a Matera ed al suo
liceo classico Emanuele Duni8:
“Eccellenza, amo questa mia derelitta Matera, quanto Ella ama la sua Brescia
gloriosa, ed è solo a titolo di questa carità di patria che io oso scrivere a Lei, che
onorò di una visita la raccolta di antichità materane, ed ebbe parole lusinghiere
per il sottoscritto, che da lunghi anni, vi consacra tempo, fatica e danaro.
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Si compiaccia, eccellenza di spendere una sua parola efficace presso il collega
della P.I., onorevole Nasi, affinché si provveda sollecitamente, giusta le aspirazioni di questa città, a favore di questo Liceo Ginnasio Duni, unico lustro
che rimane della vecchia Matera, che decade precipitosamente e morrà di
esaurimento e di anemia se non sarà in tempo soccorsa.
Il cav. Franzoni potrà dirle che io non esagero. Ebbi ad intrattenermi qui con
lui sulle cause dell’emigrazione, apprezzò le mie osservazioni speciali, e chiese che gliele scrivessi. Grazie a Lei per la visita a Matera di questo egregio
funzionario e per quell’ottimo Saint Just da Teulada. Mi perdoni Eccellenza
la noia che le reco, ed accolga gli ossequi reverenti del suo devotissimo
Domenico Ridda, Ispettore dei monumenti e scavi.”.
Note
1 Paola Corti, Inchiesta Zanardelli per la Basilicata, Torino 1976.
2 ACS, PCM, Zanardelli e la Basilicata, b. 2.
3 La rubrica di protocollo per la Basilicata contenuta nella busta 7 riporta i seguenti nove
comuni: Atella, Craco, Gorgoglione, Laurenzana, Moliterno, Montalbano Jonico,
Pisticci,San Giorgio Lucano, Stigliano.
4 ACS, PCM, Busta 2.
5 Ibid. La lettera è pubblicata da Paola Corti, op. cit., pp. 67-69.
6 Nella minuta c’è anche una variante del finale: “prego caldamente l’Eccellenza Vostra
di esaminare col maggior interessamento che cosa possa farsi per secondare le aspirazioni suespresse, e di favorirmi in proposito, con cortese sollecitudine, opportune comunicazioni”.
7 ACS, PCM, Busta 5, Melfi, Sottofascicolo 4.
8 Ibid, B. 5, Cc. 120-121.
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