COMUNICATO Si è svolta, presso la sede dell’ Associazione culturale e socioassistenziale “Tarcetta” di Pulfero, con grande partecipazione di pubblico ed in presenza dei rappresentanti delle Amministrazioni comunali di Pulfero, San Pietro al Natisone, San Leonardo e Grimacco promotrici dell’iniziativa finanziata dalla Comunità Montana Collio, Torre, Natisone con fondi regionali, la cerimonia di chiusura del secondo Corso di cultura e lingua locale. Nel suo saluto, il vicesindaco di Pulfero, Mirko Clavora dopo essersi complimentato con i partecipanti, gli insegnanti e ringraziato l’Istituto Slavia Viva per l’ottima organizzazione pratica del progetto e l’Associazione di Tarcetta per aver messo la propria sede a disposizione ha sottolineato l’importanza del pronunciamento della Giunta regionale che con sua delibera n. 2603 del 29 dicembre 2015, riconosce l’esistenza nelle Valli del Natisone, di una componente identitaria che non si identifica nella minoranza slovena e non giudica “essere un dialetto sloveno la lingua parlata storicamente nel territorio del loro comprensorio (detta natisoniano o nedisko)”. “La presa d’atto ufficiale” ha proseguito Mirko Clavora “che i cittadini di questo territorio esprimono un sentimento di appartenenza non riferito alla comunità nazionale slovena costituisce un significativo atto di responsabilità democratica del quale va dato atto alla Giunta regionale. A differenza di quanto avveniva fino ad ora, la voce di chi ritiene una forzatura antistorica ed in contrasto con il comune sentire della quasi totalità dei cittadini l’assimilazione delle popolazioni del Natisone, del Torre e di Resia agli sloveni delle Province di Trieste e Gorizia, viene finalmente riconosciuta per quella che è: la legittima e democratica espressione di un sincero sentimento nazionale che non intende assolutamente ledere i diritti delle altre sensibilità nazionali ma solo come lo fa già la legislazione vigente in materia riconoscere questa differenziazione, prevedendo misure specifiche per la provincia di Udine.” Concludendo, il vicesindaco di Pulfero ha auspicato l’avvio di “una nuova stagione nei rapporti tra l’Amministrazione regionale e la comunità delle Valli del Natisone, in particolare per quanto riguarda la tutela delle specificità linguistiche e culturali. Oltre alla sostanziosa tutela di coloro che, per vari motivi, si sentono appartenere alla minoranza nazionale slovena, sarebbe opportuno rafforzare l’attenzione per coloro che, in numero ben più consistente, esprimono un’identità differente.” Al termine dell’intervento di Mirko Clavora, i due insegnanti Nino Specogna e Simone Clinaz hanno riferito del lavoro svolto con i rispettivi gruppi e illustrato i contenuti delle tre pubblicazioni realizzate: Appunti del Corso di nedisko, Parve nediske stopienje e Nediska kultura. Particolare attenzione ha suscitato la presentazione di due “manifesti” con le illustrazioni di Sergio Metus relativi all’alfabeto “nedisko” ed ai termini relativi alle parti del corpo umano. Prima della consegna degli attestati di partecipazione al Corso, il gruppo guidato da Simone Clinaz, ha svolto alcune letture in italiano (un importante testo di Gianfranco Ellero relativo alla comunità della Slavia) ed in nedisko (in particolare testi di Renzo Onesti e Giovanni Rossi tratti dal opuscolo “Nediska kultura”, da considerarsi come la prima antologia di testi originali in lingua nediska. Infine, è stato presentato il nuovo gruppo teatrale in lingua locale “Nediski kazaunjak” che si esibito in una breve ma simpatica e divertente conversazione in nedisko, Poguorienje. Considerando il grande interesse ed apprezzamento per l’iniziativa, dimostrato dal pubblico presente e la serietà e qualità del lavoro svolto dagli insegnanti e dai corsisti si ritiene che sia giunta l’ora di una concreta applicazione dei commi 1 e 2 dell’articolo 12 della legge di tutela che prevedono che nelle scuole materne site nei comuni della provincia di Udine compresi nella tabella di cui all’articolo 4, la programmazione educativa comprenderà anche argomenti relativi alle tradizioni, alla lingua ed alla cultura locali e che tale insegnamento sia compreso nell’orario curricolare obbligatorio determinato dagli stessi istituti nell’esercizio dell’autonomia organizzativa e didattica. Traendo spunto di quanto emerso in precedenza che confermava l’estrema delicatezza della questione dell’insegnamento linguistico proposto ai bambini della Slavia, il presidente dell’Istituto Slavia Viva Ferruccio Clavora formulava una stimolante ipotesi. Da genitore prima e nonno poi e cittadino che quotidianamente vive a stretto contatto con i paesani, cogliendo le loro incertezze, le loro titubanze, ma anche lo loro speranze, mi sento di poter o dover suggerire alla Scuola del nostro territorio se si vuole consentire a questa comunità di crescere in armonia con la proprie radici e la propria storica ed inconfondibile identità – di favorire in ogni modo il recupero e la diffusione, la più ampia possibile dell’uso della lingua locale, ma anche lo studio della propria storia, delle tradizioni e degli usi e costumi, tramandati per secoli ma oggi in pericolo per causa della dilagante omologazione. In questo delicato processo, che tocca equilibri estremamente delicati della psicologia individuale, non sono consentite scorciatoie di comodo in funzione dell’ottenimento di qualche dollaro in più. Anche per questo, per tutte le scuole del territorio, andrebbe formulato ed attuato un grande progetto educativo che rafforzi nei nostri giovani l’orgoglio della loro appartenenza e nel contempo fornisca loro gli strumenti per maturare più aggiornati sensi di identità. Perché non cominciare a parlare per la Slavia nella logica della “glocalizzazione” di una Scuola sperimentale trilingue: italianonediskoinglese ? Identità storica e apertura al mondo ! Genitori e insegnanti a Voi la parola !