Michael Walzer
• 1ª domanda
“da dove partire per criticare?”→ i possibili
posizionamenti della filosofia politica:
- Posizionamento nella caverna (Socrate);
- Posizionamento fuori dalla caverna (Platone2).
La tensione tra critica e distanza.
Connected criticism
•
Tesi del critico esterno:
una figura emotivamente e intellettualmente del tutto distaccata dal contesto
che critica;
a) Walzer mette in discussione due miti della critica:
- Il mito della teoria (astrazione – Walzer critica il “paternalismo della critica
platonica”, il compito “genitoriale del critico esterno);
- Il mito eroico (=il critico come figura eroico-romantica, non contaminata dai
contesti).
b) Le debolezze della critica esterna:
- Non sa di cosa parla;
- Non riesce a convincere (dilemma della motivazione)
•
Tesi del critico connesso:
una figura immersa nelle pratiche oggetto di valutazione (che riesce a
scavare meglio nelle assunzioni che sembrano condivise, per scoprirne le
incongruenze). Il critico connesso si pone lo scopo di trovare prescrizioni
etiche minime per contesti diversi.
Domande sollevate dal critico
connected
• Dove troverà giustificazione il pronunciamento di un
critico connesso?
• Come distinguere tra tesi contrapposte di critici
connessi? (=a “parità di connessione”, come stabilire chi
ha ragione?);
• Cosa succede quando un critico connesso si trova in
una posizione di minoranza (=come potrà un cc smentire
le convinzioni diffuse del suo contesto di
appartenenza?);
• Riuscirà una filpol che intende rimanere all’altezza della
polis a non rimanere condizionata dai valori diffusi, e
dalle pratiche maggioritarie? (tirannia della maggioranza
qualitativa).
Politica e profezia
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•
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1)
2)
3)
“The company of critics”: un critico posizionato all’altezza della comunità
che abita (“la distanza critica si misura sempre a piccoli passi (In inches –
on the ground)”
Rifiuto di una filosofia della montagna, a favore di una filosofia della
caverna;
Le 3 modalità della critica:
Scoperta (Mosè e i comandamenti→la modalità più estrema di
trasferimento di valori da un out a un in); metodologia=conversione.
Invenzione (attitudine distaccata, non particolaristica→reinvenzione del
familiare);
Interpretazione (critica coinvolta, in posizione di insider rispetto alla forma
di vita nella quale è immersa). Metodologia=persuasione.
(3 è in tensione con 1 e 2, ma non è né 1 né 2)
Premesse/promesse di una forma di vita – critico connected –
realizzazioni pratiche
1 – scoperta/ 2- invenzione
• storicamente→via religiosa, la via delle religioni rivelate (Th. Nagel,
“Uno sguardo da nessun luogo”);
• Invenzione (Rawls, Habermas)→via artificialistico-illuministica, che
considera le forme di vita in quanto artefatti.
Distinzione tra moralità (=un sistema di regole formali che possono
essere considerate trasversali rispetto a contesti differenti=regole, o
prescrizioni, che governano il nostro comportamento) e eticità (=la
densità di una forma di vita, dei suoi vocabolari, del senso comune).
Moralità=scoperta e invenzione/ eticità=interpretazione.
Walzer→non è possibile invenzione nei confronti di eticità: l’eticità della
forma di vita di cui il critico fa parte è, per il critico stesso, un
riferimento ineludibile.
3 - interpretazione
• 1 e 2 non sono necessarie, perché noi abbiamo già quello che esse
forniscono: il nostro repertorio morale è assicurato→interpretarlo (o
reinterpretarlo).
• Ma come si deve comportare un critico connected nei confronti di
contesti diversi?
- Sulla base di un contesto morale eterogeneo (e dell’importanza
rivestita dall’eticità, Walzer distingue tra:
-
Prescrizioni thin (=sottili, codice morale minimo, es. tirannia,
omicidio, tortura); in prescrizioni thin ricade la moralità.
-
Prescrizioni thick (=dense, spesse, densità morale, es criteri di
giustizia, radicati). In prescrizioni thick ricade l’eticità.
Quali sono i margini di manovra
valutativi della critica?
• Ridimensionamento contestuale cui Walzer
sottopone il lavoro della critica: il critico di
Walzer è meno ambizioso del critico inventivo.
Non è disposto ad agire traumaticamente nel
suo contesto di appartenenza. Il critico sociale è
un membro, un socio, un iscritto all’ordine cui
parla criticamente. Il suo stile persuasivo deve
perciò essere uno stile improntato alla
persuasione, la quale a sua volta richiede la
compartecipazione a una comunità discorsiva.
Il ruolo del profeta come critico
sociale:
• The view from nowhere vs the view from somewhere: le
comunità possono essere valutate solo dall’interno:
rifiuto dell’astrazione (uno dei tratti caratteristici del
liberalismo deontologico).
• Cf. p. 43-53;
• Cf. p. 103, 112-115, 119-124, 131.
• “La profezia di Amos è critica sociale perché essa sfida i
capi, le convenzioni, le pratiche rituali di una società
particolare e perché lo fa in nome di valori riconosciuti e
condivisi in quella stessa società…la sua critica va più a
fondo di quella di Giona perché egli conosce i valori
fondamentali degli uomini e delle donne che critica, e
poiché egli è a sua volta riconosciuto come uno di loro”
(cf. p. 134 e segg.)
Il liberalismo di W
• Secondo Walzer, i liberali “non hanno considerato
abbastanza seriamente la loro ‘arte’”. L’argomento
liberale, secondo Walzer, non fornisce una spiegazione
nè feconda nè realistica del fenomeno della coesione
sociale: “ lo scopo che il liberalismo si prefigge grazie
all’arte della separazione – il riconoscimento della sfera
di autonomia di ogni individuo – è letteralmente
irrealizzabile. L’individuo che sta fuori dalle istituzioni e
dalle relazioni sociali e che vi entra soltanto quando lo
decide non esiste e non può esistere in alcun mondo
sociale concepibile... gli individui vivono in un mondo che
non hanno costruito”. “L’eroe liberale creatore di se
stesso e dei propri ruoli sociali è un mito”.
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