LA VALUTAZIONE
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Principali Riforme della scuola dal 90-06
D.M. del 3 giugno 1991: Orientamenti della
scuola
materna:
matrice
attivistica,
osservazione della realtà; apertura alla
conoscenza ma centratura sul soggetto non
sulle discipline.
C.M. 206 del 23 giugno 1992: nuovi
programmi ed orari negli istituti professionali
di Stato.
Legge Bassanini n. 59 del 15 marzo 1997:
Autonomia della istituzioni scolastiche.
D.P.R. n. 275 del 8 marzo 1999:
Regolamento attuativo.
Legge Berlinguer n. 30 del 10 febbraio
2000: Riordino dei cicli; scuola di base.
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Legge Moratti n. 53 del 28 marzo 2003:
Delega al Governo per la definizione delle
norme generali sull’istruzione e dei livelli
essenziali delle prestazioni in materia di
istruzione e formazione professionale.
D.L. n. 59 del 19 febbraio 2004:
Definizione delle norme generali relative alla
scuola dell’infanzia ed al primo ciclo
dell’istruzione.
Circolare
ministeriale
n.85
del
3
dicembre
2004:
Indicazioni
per
la
valutazione degli alunni e per la certificazione
delle competenze nella scuola primaria e
secondaria di I grado.
3
Autonomia
Il Ministro dell’Istruzione stabiliva, dopo
aver sentito il Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione, i programmi di
insegnamento, con proprio decreto,
insieme alle materie e agli orari di
insegnamento.
La scuola sente il bisogno di adeguarsi
al cambiamento attraverso regole
dettate autonomamente
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Autonomia
L’Autonomia scolastica con il D.P.R. n.275/99 ha
modificato il ruolo del Ministero parlando non più di
programmi ma di curricoli.
Solo successivamente (la legge n.53/2003) non si
parla più di curricoli ma di piani di studio
“personalizzati” che sono più attenti alle situazioni di
ogni alunno; pur conservando la quota nazionale
viene aggiunta una quota regionale relativa agli
aspetti di interesse specifico.
Il ministro doveva definire gli obiettivi generali e
specifici di apprendimento relativi alle competenze
degli alunni, limitandosi ad individuare discipline e
attività della quota nazionale dei curricoli.
5
Autonomia
Con l’autonomia scolastica si ha:
1)
Riduzione
del
ruolo
ministeriale
(competenze di carattere generale
nella definizione degli obiettivi specifici
di apprendimento OSA)
2)
Riconosce
la
piena
soggettualità
dell’istituzione
scolastica
nella
determinazione di discipline e attività
3)
Competizione tra le scuole ai fini del
miglioramento della “qualità” della
offerta formativa.
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FINALITA’ SCUOLA SECONDARIA DI 1°
GRADO
La Scuola Secondaria di primo grado, attraverso le discipline
di studio, è finalizzata alla crescita delle capacità autonome
di studio ed al rafforzamento delle attitudini alla interazione
sociale; organizza ed accresce le conoscenze e le abilità; è
caratterizzata dalla diversificazione didattica e metodologica
in relazione allo sviluppo della personalità dell’allievo; cura la
dimensione sistematica delle discipline; sviluppa
progressivamente le competenze e le capacità di scelta
corrispondenti alle attitudini e vocazioni degli allievi,
fornendo strumenti adeguati alla prosecuzione delle attività
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di istruzione e di formazione
LA VALUTAZIONE
Il decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 con le
annesse
Indicazioni
nazionali
reca
importanti
innovazioni con riguardo sia alla valutazione degli
apprendimenti
e
dei
comportamenti
che
alla
certificazione delle competenze acquisite. Si ha il
passaggio dalla scuola dei programmi alla scuola dei
piani di studio personalizzati.
Con
la
Circolare
ministeriale
n.
85/2004
il Ministero intende “…offrire indicazioni, indirizzi e
orientamenti sull'attuazione delle nuove previsioni
valutative, da applicare al contesto normativo riformato
e, nel contempo, proporre misure di accompagnamento
e suggerimenti a sostegno dell'impegno delle scuole
nella predisposizione di aggiornati strumenti di
valutazione.”
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Gli articoli 8 e 11 del decreto legislativo 19 febbraio
2004, n. 59, relativi, rispettivamente, alla scuola primaria
e alla scuola secondaria di I grado, dispongono che siano
affidate alla competenza dei docenti dell'équipe
pedagogica (docenti responsabili delle attività educative
e didattiche previste dai piani di studio):

•
•
•
•
•
la valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e
del comportamento degli alunni;
la valutazione dei periodi biennali ai fini del passaggio al
periodo successivo;
l'eventuale non ammissione alla classe successiva all'interno
del periodo biennale;
la certificazione delle competenze acquisite dall'alunno;
l'accertamento della validità dell'anno scolastico per gli
alunni della scuola secondaria di I grado, in relazione al
numero delle frequenze delle attività didattiche (non inferiori
ai tre quarti del monte ore annuo personalizzato).
Da tale quadro emerge con chiarezza il ruolo
preminente delle istituzioni scolastiche e dei docenti
nel processo di valutazione degli alunni
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Costituiscono
oggetto
della
valutazione
periodica e annuale:
 Gli apprendimenti: riguardano i livelli raggiunti
dagli allievi nelle conoscenze/abilità individuate
negli obiettivi formativi formulati dai docenti per
le diverse unità di apprendimento realizzate, e
desunti,
attraverso
l'autonoma
mediazione
didattica dell'équipe dei docenti, dagli Osa
(obiettivi specifici di apprendimento) delle
Indicazioni nazionali.
 Il comportamento dell'alunno: viene considerato
in ordine al grado di interesse e alle modalità di
partecipazione alla comunità educativa della
classe e della scuola, all'impegno e alla capacità
di relazione con gli altri, ecc.
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
La valutazione periodica e annuale e
la certificazione delle competenze
spetta ai soli docenti responsabili
degli
insegnamenti
compresi
nell'orario annuale delle lezioni
mentre quelli impegnati nelle attività
aggiuntive
stabilite
dal
POF
contribuiscono
alla
valutazione
secondo modalità e criteri deliberati
autonomamente
dalle
istituzioni
scolastiche
11

Appare doveroso sottolineare che la
valutazione
deve
basarsi
sostanzialmente su due aspetti
distinti:
quello
relativo
alle
conoscenze ed abilità acquisite,
oggettivamente misurabile all’interno
di una scala di valori prefissata;
l’altro,
affidato
prevalentemente
all’osservazione diretta del docente,
mirante ad giudizio sull’essere del
soggetto.
12


La valutazione deve quindi avere un
duplice obiettivo: l’asse culturale
degli apprendimenti (conoscenze e
abilità) e l’asse culturale della
maturazione personale o dell’essere
(capacità e competenze)
In sostanza, qualsiasi pratica
valutativa non deve mai perdere di
vista l’unità della persona.
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Ai fini del progressivo miglioramento della “qualità
del sistema di istruzione e di formazione”, l’Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema di
Istruzione (INVALSI) effettua verifiche periodiche
e sistematiche sulle conoscenze e abilità degli
allievi e sulla qualità complessiva dell’offerta
formativa delle istituzioni scolastiche formative. In
funzione dei predetti compiti vengono
rideterminate le funzioni e la struttura del predetto
istituto;
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L’esame di Stato conclusivo dei cicli di istruzione
considera e valuta le competenze acquisite dagli
allievi nel corso del ciclo e si svolge su prove
organizzate dalle commissioni d’esame e su
prove predisposte e gestite dall’Istituto
Nazionale per la Valutazione del Sistema di
Istruzione, sulla base degli obiettivi specifici di
apprendimento del corso ed in relazione alle
discipline di insegnamento dell’ultimo anno.
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Esempio di abilità per la rilevazione
degli apprendimenti nella scuola secondaria
di I° grado (Allegato B della C.M. n.85)
I° ANNO
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Il carattere di questi esempi visti precedentemente,
non tiene conto della gradualità e della scansione
conseguente ai periodi didattici.
Il loro adeguamento, funzionale alle esigenze delle
diverse classi, viene rimesso all’autonomia delle
istituzioni scolastiche.
In base al POF le istituzioni scolastiche possono
integrare gli elementi indicati per le varie discipline, in
coerenza con gli obiettivi generali ed educativi del
sistema nazionale di istruzione
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Gruppo 10: La valutazione nella scuola