“Per gestire una crisi occorre imparare rapidamente…. …… Per imparare rapidamente nel corso della crisi è necessario avere già imparato molto tempo prima” Patrick Lagadec 1 INDICE INTRODUZIONE…………………………………………………………………..4 CAPITOLO 1. Normativa in tema di maxiemergenza……………………………………7 CAPITOLO 2. Il perché del progetto gestione delle salme e dei familiari delle vittime.........................................................................................................10 - 2.1 Obiettivi del lavoro….....……………………………………………………….11 CAPITOLO 3. Analisi di casi di maxiemergenza………………………………………..12 - 3.1 terremoto in Irpinia: novembre 1980…………………………………………...12 - 3.2 Strage di Milano Linate………………………………………………………....13 - 3.2.1 Recupero delle salme di Linate……………………………………………….15 - 3.2.2 I familiari delle vittime di Linate……………………………………………..17 - 3.3 Strage di Madrid………………………………………………………………...19 - 3.4 Gli attentati di Londra…………………………………………………………..25 - 3.5 Considerazioni…………………………………………………………………..29 CAPITOLO 4. Resilience Mortuary…………………………………………..…………..30 - 4.1 Criteri per l’attivazione dell’obitorio d’emergenza……………………………..31 - 4.2 Fasi di attivazione…………………..…………………………………………...32 - 4.3 Approntamento della struttura……….………………………………………….32 CAPITOLO 5. “Progetto gestione salme” della Protezione Civile Provinciale di Firenze........................................................................................................34 - 5.1 Descrizione del progetto………………………………………………………...34 - 5.2 Protocollo gestione salme…………….………………………………………....37 - 5.2.1 Sito del disastro……………………………………………………………….37 - 5.2.2 Personale ed attrezzature per il sito del disastro……………………………...38 - 5.2.3 Procedure autoptiche ed identificative……………………………………….39 - 5.2.4 Logistica……………………………………………………………………...39 CAPITOLO 6. Aspetti psicologici legati al mass disaster.................................................41 - 6.1 Disturbo dell’adattamento (DA)………………………………………………...41 - 6.2 Disturbo acuto da stress (DAS)…………………………………………………43 - 6.3 Disturbo post- traumatico da stress (DPTS)…………………………………….44 - 6.4 Il lutto………………………………….………………………………………..46 - 6.5 La memoria……………………………………………………………………..50 CAPITOLO 7. Gestione dei familiari delle vittime.……………………………………. 53 - 7.1 Aspetti etico culturali…………………………………………………………...53 - 7.2 Schede sulle norme comportamentali di fronte a culture e religioni diverse…...54 2 - 7.3 Comunicazione del decesso improvviso………………………………………..64 - 7.4 Scelta del personale……………………………………………………………..67 - 7.5 Il tutor…………………………………………………………………………...68 CAPITOLO 8. Identificazione delle vittime nelle catastrofi............................................72 - 8.1 Informazioni generali…………………………………………………………..72 - 8.2 Istruzioni per compilare il formulario AM……………………………………..73 - 8.3 Istruzioni sezioni F1 ed F2 AM………………………………………………...74 - 8.4 Istruzioni per compilare il formulario PM……………………………………...76 CONCLUSIONI……………………………………………………………………………79 ALLEGATI………………………………………………………………………………....81 BIBLIOGRAFIA………………………………………………………………………….113 RINGRAZIAMENTI……………………………………………………………………..115 3 INTRODUZIONE Il verificarsi di mass disasters rappresenta un’evenienza improvvisa, nella maggior parte dei casi imprevedibile, che determina l’attuarsi di una situazione di vera e propria emergenza. Questa deve essere pertanto affrontata nell’immediatezza tenendo conto che, per le proprie caratteristiche, crea numerosi disagi sotto il profilo sia organizzativo sia operativo. Numerose sono le definizioni del termine “mass disasters”. Nel linguaggio quotidiano, si parla di “catastrofe” per indicare un qualsiasi avvenimento infausto per la collettività umana, non rapportabile ad atto o evento di guerra. Tali eventi infausti devono, tuttavia, avere particolari caratteristiche perché possano essere classificati “mass disasters”. In primo luogo, occorre che la criticità insorga bruscamente, in maniera improvvisa ed imprevista, in modo da cogliere impreparata la collettività. In secondo luogo, deve assumere grandi proporzioni circa la modalità di realizzazione, il numero di soggetti coinvolti e i danni subiti dalla collettività. Dalla vastità dell’evento deriva poi, come fondamentale conseguenza, un’impossibilità di risposta adeguata da parte delle risorse in uomini e mezzi presenti sul territorio. Un ultimo aspetto fondamentale perché un dato evento possa classificarsi quale mass disaster è la presenza di morti, poiché, in presenza di soli feriti, l’evento sarebbe considerato come semplice incidente. Normalmente il termine “disastro” sembrerebbe rimandare ad un numero di morti molto elevato, ma parte della letteratura ne ritiene sufficienti solo dieci. 4 Fortunatamente tali evenienze si verificano con una frequenza relativamente bassa, anche se negli ultimi anni si è assistito ad un loro incremento dovuto a circostanze sia naturali sia di origine antropica. I disastri degli ultimi anni hanno determinato un numero elevato di morti con conseguente aumento di disagio nella già complessa gestione; tutto ciò ha favorito l’interesse delle istituzioni a livello nazionale ed internazionale. Il predisporre piani di intervento applicabili nell’immediatezza diventa indispensabile. Il primo interesse è ovviamente incentrato sui sopravvissuti, sulla ricerca e soccorso dei feriti ma, una volta superata tale fase, deve essere affrontata la rimozione e la successiva gestione delle salme. Questa operazione di fondamentale importanza è indubbiamente molto delicata. Deve essere eseguita da personale idoneamente preparato al fine di una corretta e completa indagine medico legale, tappa fondamentale per stabilire l’identità dei soggetti coinvolti e le cause del loro decesso. Sarà, infatti, lo “staff ad hoc” di medicina legale che, con scientificità, metodologia e competenze, faciliterà il raggruppamento, la composizione e l’identificazione delle salme. È ovvio che ogni intervento di questa portata necessita della disponibilità di personale in numero adeguato e di una pianificazione meticolosamente approntata. Ogni singolo componente dell’equipe deve avere compiti specifici che svolgerà secondo un ordine preciso e tale da non intralciare l’opera degli altri membri dello staff operativo (operatori del soccorso e di protezione civile). Altra esigenza da dover fronteggiare è sicuramente quella dei rapporti con i familiari delle vittime fortemente stressati dal momento dell’apprendimento della notizia del disastro fino al duro compito del riconoscimento. Per questo è fondamentale che essi possano essere assistiti da personale preparato. Tale supporto è necessario anche nel 5 non facile compito della compilazione delle “schede ante mortem”. È infatti, da preferire, in questa fase, la scelta dell’intervista diretta dei familiari piuttosto dell’autocompilazione di un questionario, poiché da un punto di vista psicologico, è importante poter instaurare un contatto umano con i familiari in un momento per loro così doloroso, in modo che non avvertano freddezza e distacco da parte degli operatori. Sulla scena del disastro devono insistere quindi anche un’ area dedicata all’accoglienza dei famigliari delle vittime e di raccolta delle informazioni utili ai fini identificativi ed un’area dedicata alle indagini necroscopiche e all’esecuzione degli accertamenti sui cadaveri. Nel nostro paese non esistono, sull’argomento, protocolli operativi di riferimento in caso di maxi-emergenza, nonostante sia stato legiferato più volte in materia; tale carenza emerge soprattutto per l’ambito medico legale, in quanto negli altri settori (esempio: soccorso dei feriti) sono previste specifiche pianificazioni elaborate dalle singole strutture chiamate in causa. Dall’esigenza di integrare i protocolli operativi con le specifiche necessità medico legali è nata la collaborazione tra la Protezione Civile provinciale di Firenze, l’ASL 10, l’ASL 11 e la sezione dipartimentale di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Firenze. L’obiettivo è stato quello di creare una modalità operativa semplice, ma allo stesso tempo capace di garantire un’ottima qualità basandosi su procedure standardizzate ed affidabili. È evidente che tale traguardo impone un approccio multidisciplinare. 6 CAPITOLO 1 NORMATIVA IN TEMA DI MAXIEMERGENZA In Italia il problema della maxi-emergenza è stato affrontato con la legge 24 febbraio 1992 n. 225 “Istituzione del servizio nazionale della protezione civile”. Il “servizio”, contemporaneamente alla sua creazione, è così espressamente normato in tutte le sue attività con la definizione specifica delle competenze proprie e dello stato, delle sue componenti, organi e strutture operative individuandone anche le competenze territoriali (nazionale, regionale, provinciale, comunale) ed i momenti di utilizzo delle forze del volontariato. Tale intervento legislativo tratta con modalità sistematica l’esigenza di creare un organismo in grado di intervenire fattivamente con una operatività ben precisata a prescindere dal tipo di emergenza. La protezione civile assume infatti il ruolo di istituzione che si deve occupare di settori estremamente differenti ma accomunati dall’esigenza fondamentale della salvaguardia della collettività da tutelare quindi con previsione e prevenzione e mediante la messa a punto di piani di emergenza da attuarsi nel momento dell’evento. Nel testo di legge, all’art. 2, sono elencati, in rapporto ad una suddivisione specifica degli eventi, gli ambiti ordinari e straordinari di competenza territoriale. L’art. 3 definisce i compiti specifici della protezione civile e sottolinea il ruolo rilevante della previsione e prevenzione delle varie ipotesi di rischio nonché identifica il superamento dell’emergenza nella rimozione degli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. All’art. 6 sono individuate le “componenti del servizio nazionale di protezione civile” con il coinvolgimento di tutti gli enti, amministrazioni, istituzioni ed 7 organizzazioni pubbliche e private nonché dell’utilizzo di banche dati in possesso di chicchessia pur nel rispetto delle norme di sicurezza vigenti. L’art. 11 esplicita quali sono le strutture operative nazionali del servizio. Appare evidente come il legislatore abbia voluto redarre un dettagliato quadro di coloro che di volta in volta, in base alle necessità presentate da ogni singolo evento, possono essere direttamente coinvolti nella operatività, ma allo stesso tempo, in una visione estremamente aperta delle differenti esigenze che possono prospettarsi, ha previsto la possibilità della protezione civile di usufruire del supporto di strutture che non siano espressamente facenti parte della stessa, ma che abbiano la capacità di fornire mezzi, strumenti, ecc., utili alla gestione dell’evento. Con il decreto ministeriale del 13 febbraio 2001 concernente l’adozione dei “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi” sono affrontate le problematiche concernenti il verificarsi della maxi-emergenza con l’espressa necessità della redazione di un piano di emergenza da parte delle Regioni, Province e Comuni. Nella premessa sono introdotti quelli che saranno i principi sviluppati poi estesamente nel testo di legge procedendo alla definizione di piano di emergenza come quell’ “insieme delle procedure operative di intervento da attuarsi nel caso in cui si verifichi l’evento atteso. Contemplato in un apposito scenario, il piano d’emergenza, che deve recepire il programma di previsione e prevenzione, è lo strumento che consente alle autorità competenti di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni di un’area a rischio e di garantire con ogni mezzo il mantenimento del livello di vita “civile” messo in crisi da una situazione che comporta necessariamente gravi disagi fisici e psicologici”. Il piano è una struttura dinamica poiché variano le situazioni territoriali; infatti, anche se la ciclicità è un fattore costante per i fenomeni calamitosi, l’entità del danno è un variabile parametro che di volta in volta caratterizza gli effetti reali dell’evento e di 8 conseguenza la tipologia del soccorso. È per tanto necessario procedere periodicamente non solo all’aggiornamento dello scenario dell’evento ma anche delle procedure di intervento. Trattasi di una definizione completa ed esaustiva in quanto non solo specifica cosa si debba intendere per piano di emergenza ma indica che lo stesso debba essere elaborato in riferimento al massimo grado dell’evento atteso al fine di ottimizzare la qualità del soccorso. Il testo poi è suddiviso in sezioni che prendono in esame i vari aspetti del piano. Tra esse, di estrema importanza è quella dedicata alla tematica sanitaria che, oltre alla medicina dell’emergenza, prevede i compiti medico-legali, cioè quegli interventi indirizzati al recupero ed alla gestione delle salme. Nell’ambito della redazione del piano sanitario è fondamentale la “fase preparatoria” attraverso la quale arrivare alla conoscenza del territorio e di tutte le strutture disponibili, cioè di quei presidi che possono essere utilizzati e reclutati al momento della necessità. Anche le regioni, come espressamente esplicitato nelle normative nazionali, hanno potere legislativo in materia di protezione civile. Nel merito è da sottolineare l’importanza del DGR 1390 del 27/12/2004 emesso dalla regione Toscana e che così recita: “Direttive per le aziende sanitarie locali per l’elaborazione del piano sanitario aziendale per le emergenze e per assicurare l’integrazione del sistema sanitario regionale con l’attività della protezione civile”. Ancora una volta quindi si sottolinea l’importanza del camminare e lavorare insieme ossia dell’integrazione fra tutte le componenti e le loro attività. 9 CAPITOLO 2 IL PERCHE’ DEL PROGETTO GESTIONE DELLE SALME E DEI FAMILIARI DELLE VITTIME NEI DISASTRI I dettati normativi nazionali e regionali sopra riportati hanno prodotto una seria riflessione sull’argomento. Lo studio dei rischi sismico, idrogeologico ed idraulico riferiti al territorio del Mugello e della provincia di Firenze condotto dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze ben ha influito sulla nascita del progetto ”gestione delle salme”. La ricerca ha fornito una mappatura completa delle aree vulnerabili su tutto il territorio della provincia di Firenze. Lo studio è stato suddiviso in due fasi: una relativa alla raccolta delle informazioni, alla loro elaborazione e successiva sintesi, la seconda relativa agli effetti in termini di danno atteso sugli elementi a rischio. La parte dello studio che ha influenzato la nascita del progetto riguarda il rischio sismico. Tale rischio dipende non solo dalle caratteristiche dell’evento sismico atteso, ma soprattutto dalle condizioni edilizie, dal tipo di economia, dal grado di “educazione sismica” della popolazione, dalla presenza di strutture di soccorso e dall’efficienza dei servizi di protezione civile. Lo studio ha permesso di realizzare una sintesi omogenea, su tutto il territorio provinciale, dello stato di conoscenza sui rischi idrogeologico e sismico e di definire per ogni comune il numero e la percentuale di edifici e di popolazione esposti ai vari livelli di pericolosità. Lo scenario di danno maggiore per evento sismico è stato evidenziato per la città di Firenze con 61 edifici crollati e 86 persone decedute. Altro elemento fondamentale è la presenza su tutto il territorio provinciale di infrastrutture (aeroporto, stazioni, centri commerciali, stadio, ecc.) ad alto rischio, capaci di generare una maxi-emergenza. Un esempio di questo pericolo è il disastro 10 aereo all’aeroporto di Milano Linate, con un bilancio finale di 118 morti: il più grave incidente aereo mai avvenuto in Italia e, tra le collisioni al suolo nella storia dell’aviazione, secondo solo al disastro di Tenerife del 1977. Nel XXI secolo poi, si profila all’orizzonte dei paesi occidentali un nemico di sempre: il terrorismo. Infatti, sebbene numerosi paesi europei ed extraeuropei avessero già conosciuto questo triste fenomeno specie nella seconda parte del XX secolo, ora anche la nazione che riteneva immune il proprio territorio, ossia gli USA, devono fare i conti con tale rischio. “L’attacco alle torri gemelle ha segnato l’inizio di una nuova epoca nella quale tutti i paesi occidentali debbono imparare a convivere con il rischio degli attentati terroristici (29/09/2001 De Amicis)”. I danni visibili prodotti dagli attacchi terroristici, pur nella loro grandiosità, sono poca cosa rispetto ai danni che non si vedono. In Italia, l’attentato terroristico che ha provocato un ingente quantità di vittime (85 morti e 200 feriti) risale al 2 agosto 1980 presso la stazione ferroviaria di Bologna, quando un ordigno scoppiava all’interno della sala d’aspetto di II classe. In Europa gli eventi più recenti a firma terroristica sono rappresentati dalla strage di Madrid e dagli attentati di Londra. 2.1 OBIETTIVI DEL LAVORO Riflettendo su questi eventi ed anche su altri avvenuti nel mondo e osservando, attraverso i mass media, i volti dei parenti delle vittime e dei superstiti, nasce l’esigenza di pianificare la gestione di un dignitoso trattamento delle salme, dell’assistenza e della precisa informazione ai familiari delle vittime. Nel concreto tutto questo potrebbe essere ottenuto con il lavoro di équipes multidisciplinari formate ed addestrate ad hoc. 11 CAPITOLO 3 ANALISI DI CASI DI MAXIEMERGENZA 3.1 TERREMOTO IN IRPINIA: NOVEMBRE 1980 Erano le 19.35 del 23 novembre 1980 quando due scosse sismiche a distanza di pochi secondi una dall’altra sconvolsero per un interminabile minuto e trenta secondi una vasta area dell’Appennino meridionale, a cavallo tra l’Irpinia e la Basilicata. In sintesi i numeri del terremoto furono i seguenti: - Magnitudo delle scosse 6,5/ 6,8 della scala Richter; - Durata della scossa principale 90 secondi; - Regioni colpite 3 (Campania, Basilicata e Puglia); - Comuni colpiti 687; - Superficie totale colpita 15.400 kmq; - Popolazione colpita oltre 5.000.000 di abitanti; - Morti 2998; - Feriti 8245; - Senza tetto 234.960. 12 La vastità dell’area colpita, la natura geologica montagnosa per oltre il 70%, il verificarsi di fenomeni franosi compromettenti l’esistenza di taluni paesi ed incidenti sulla viabilità, il tempo inclemente caratterizzato da pioggia, neve, forte diminuzione della temperatura e della visibilità diurna nei primi 10 giorni configurarono le incidenze negative sull’azione di soccorso. Quest’ultima peraltro, fu caratterizzata dalla numerosa presenza di persone (circa 8.000 solo i volontari) che tuttavia non furono supportati da una vera organizzazione; produssero perciò tutto il proprio sforzo, a volte fino allo sfinimento, senza avere l’esatta coscienza dei risultati. Tutto era lasciato alla buona volontà, fantasia e capacità personale. 3.2 STRAGE DI MILANO LINATE La mattina dell’8 ottobre 2001 la pianura padana era immersa in una fitta nebbia ed il capoluogo lombardo non faceva eccezione. Sulla pista dell’aeroporto di Milano13 Linate la visibilità era ridotta a meno di 200 metri. Due aerei, un MD80 ed un Cessna in fase di decollo si urtano. Nell’urto l’aereo di linea perde il motore destro e la gamba destra del carrello principale. Nonostante una serie di manovre del pilota scandinavo, giudicate perfette, l’areomobile ormai ingovernabile si schianta contro il deposito bagagli posto sul prolungamento della pista. L’impatto con l’edificio causa la morte di tutti i 110 occupanti dell’aereo; il successivo incendio sprigionatosi uccide 4 operatori al lavoro nel deposito e ne ferisce gravemente altri 4. Muoiono anche gli occupanti del Cessna. Vittime totali: 118. 14 Il piano aeroportuale prevedeva già le aeree dove portare gli illesi, i feriti ed i deceduti. Peraltro l’incidente è avvenuto in un luogo molto vicino a quello che i piani aeroportuali prevedono essere il punto di “noria primaria” per lo smistamento dei feriti. Per le salme era già previsto il loro trasporto iniziale presso un hangar: in questa occasione è stato scelto appositamente quello dei militari per la sua logistica favorevole. 3.2.1 RECUPERO DELLE SALME DI LINATE Accedere all’interno dell’aereo era praticamente impossibile. È stato necessario tagliare completamente la fusoliera nella parte superiore e recuperare le salme dall’alto. I corpi dei passeggeri erano tutti spostati sulla sinistra della carlinga, tutti ammassati e confusi con le strutture, i rivestimenti, l’arredo dell’aereo; molti corpi erano ancora ancorati ai sedili strappati dalle loro guide a causa dell’urto. Durante le operazioni di soccorso i Vigili del Fuoco, una volta individuata una salma e messa per quanto possibile in sicurezza la zona circostante, facevano avvicinare il medico SEA che eseguiva la constatazione di decesso. Poi, insieme al personale infermieristico dell’aeroporto e successivamente della CRI militare, veniva eseguita 15 la rimozione della salma che era posta dentro ad un sacco salma e quindi in una barella “toboga”. Nei due cantieri di lavoro in cui è stato suddiviso l’aereo, il recupero delle salme è stato eseguito con quattro “toboga”. Queste venivano allontanate dal punto di ritrovamento e portate a bordo degli autobus dell’aeroporto usualmente adibiti al trasporto dei passeggeri. A bordo di ogni bus venivano caricate fino a 12 salme per volta; quindi l’autobus partiva verso l’hangar militare dove i medici della medicina legale di Milano avevano allestito una “morgue” per le prime pratiche di riconoscimento. La Polizia scientifica, scegliendo di riprendere filmati di tutte le operazioni, non ha eseguito rilievi fotografici specifici prima di ogni rimozione di salma. Del resto va detto che eseguire le foto su ogni salma o pezzo anatomico prima della sua rimozione era difficile a causa di una quantità impressionanti di ingombri cui erano frammisti i corpi. Ingombri che per le vittime ancora all’interno dell’aereo, erano determinati dai pezzi derivanti dalla distruzione del velivolo e dell’edificio: lamiere, pezzi di cemento, porzioni di arredo, sedili sfasciati, bagagli…… Dopo circa due ore dal disastro, insieme al personale di assistenza della SEA, è stato istituito un punto di ristoro per il personale di soccorso, inizialmente con delle 16 bottiglie di acqua. La gente aveva bisogno di bere; era disidratata dalla fatica e c’era costantemente un odore molto acre costituito da un miscuglio di kerosene bruciato, estinguente, polvere di cemento ed altro. Successivamente anche i Vigili del Fuoco hanno istituito un secondo punto di ristoro. Le operazioni di recupero delle vittime sono state tecnicamente difficili con evidenti rischi per i soccorritori soprattutto per i possibili crolli dell’edificio già distrutto e hanno avuto una durata di circa 24 ore. 3.2.2 I FAMILIARI DELLE VITTIME DI LINATE Nella fase iniziale dell’evento,la gestione dei familiari delle vittime è stato un vero fallimento. Un familiare riesce a parlare con l’aeroporto e chiede del volo SAS per Copenaghen delle 07.35. La risposta: “Signora il volo della SAS per Copenaghen è partito regolarmente”. Alcuni parenti, giunti all’aeroporto in auto, vengono fermati dalle Forze dell’Ordine che ne impediscono l’accesso. Parcheggiata l’auto altrove, raggiungono l’aerostazione a piedi e si recano nel settore partenze internazionali; al banco delle informazioni l’addetta non sa nulla, non riesce a dare informazioni sull’incidente e li dirotta ad un altro banco, …..ma anche lì nessuna notizia. Provano al check-in della SAS, ma non trovano nessuno. Finalmente vengono raggiunti da una responsabile della SAS che però li sballotta da una stanza all’altra. Lasciano i dati del parente. “Vi avvisiamo appena sappiamo qualcosa!!”. Dopo alcune ore, i familiari, in numero decisamente aumentato, vengono raggiunti da un medico e da un responsabile dei Vigili del Fuoco. Le sole informazioni che vengono rilasciate ai parenti riguardano la dinamica dell’incidente e poco o niente sulle vittime. 17 I parenti rimangono in attesa e in ascolto delle informazioni trasmesse dai massmedia. Successivamente giunge in saletta un responsabile:”Allora signori abbiamo allestito dei pullman navetta per l’hangar militare in modo da trasferirvi tutti lì e dare informazioni”. Sul pullman salgono 2-3 familiari per ogni passeggero dell’aereo. Arrivati al circolo ufficiali dell’aviazione militare i parenti vengono accolti da un medico legale che chiede:”Signori avete portato uno spazzolino, una radiografia dei denti?”. I familiari sbalorditi non capiscono, qualcuno chiede:”Ma quanti sono i feriti? Nessuno ci ha detto niente”. Ed il medico legale: “Ma signori sono tutti morti!”. All’interno del circolo ufficiali vi è un continuo ripetersi di scene strazianti, urla e lacrime. In una sala al piano superiore si raccolgono i dati ante mortem, vengono fatte salire 2-3 famiglie alla volta. Il personale addetto alla raccolta dei dati non aveva nessun modulo prestampato, solo un foglio bianco e non sapevano neanche loro cosa dovevano chiedere. In prefettura era stata allestita l’unità di crisi , alcuni parenti vi si recano per cercare nuove informazioni:”Si, l’unità di crisi c’è, ma non è per il pubblico”. Poco dopo l’incidente al 118 di Milano sono iniziate ad arrivare numerose telefonate di persone che chiedevano notizie sulle vittime. Gli operatori del 118 avevano il compito di rispondere che per tali richieste c’era un numero di telefono dedicato presso la Prefettura. Purtroppo è accaduto che i parenti delle vittime componessero tale numero ed in Prefettura si sentissero rispondere di chiamare il 118. In caso di mass disaster, è assolutamente prioritaria l’attivazione di un numero verde con più linee in ingresso per dare informazioni ai parenti delle vittime. All’unità di crisi la lista degli occupanti l’aereo è giunta dopo più di 2 ore dall’evento mentre degli occupanti del Cessna e dei dipendenti SEA non si sapeva nulla. 18 Quarantotto ore dopo l’evento i familiari delle vittime di Linate vengono contattate dai tutors messi a disposizione dalla SAS. 3.3 STRAGE DI MADRID Alle ore 07.39 dell’11 marzo 2004, Madrid viene sconvolta da dieci violente esplosioni. Alla stazione di Atocha le esplosioni devastano due treni di pendolari ed un treno ad alta velocità: i morti sono almeno 80 ed i feriti 250. Altre esplosioni avvengono in due località nei pressi di Madrid: EL Pozo del Tio Ramando e Santa Eugenia. Gli ordigni utilizzati per l’attentato hanno colpito 4 convogli di pendolari. La capitale spagnola è rimasta paralizzata. Le autorità raccomandano di evitare ogni spostamento non strettamente necessario. Gli attentati sono stati organizzati in modo da causare un numero elevato di morti. Le vittime sono soprattutto operai dei sobborghi di Guadalajara e Alcalà de Juanes e studenti degli istituti tecnici e del politecnico di Madrid situati nelle vicinanze della stazione di Santa Eugenia. Gli attentati hanno prodotto in tutto 192 cadaveri e circa 1500 feriti. Tutte le salme furono riunite in un unico padiglione dell’Ifema (ente fieristico madrileno) comprese quelle decedute negli ospedali; 19 in altri padiglioni ad esso adiacenti furono ospitati i familiari delle vittime. Il processo d’identificazione fu lento e difficoltoso: oggetti e documenti personali furono in alcuni casi rinvenuti nelle tasche degli abiti maschili mentre l’identificazione delle vittime di sesso femminile divenne molto più complesso per la 20 difficoltà del ritrovamento delle borsette. Circa 100 membri della polizia scientifica e 80 forensi turnavano per effettuare le autopsie e le identificazioni. Le sale d’accoglienza per i familiari presentavano tavoli rotondi ricoperti di tovaglie blu con al centro due posacenere e fazzoletti di carta e attorniati da 6-7 sedie. I familiari accedevano ai padiglioni attraverso gli ingressi “nord” e “sud” di Ifema e venivano ricevuti da squadre di psicologi, personale dei sevizi di emergenza, da volontari e da sacerdoti che li accompagnavano in ogni momento. Perché in ogni momento? La domanda può apparire banale, ma proprio gli psicologi sostengono che questo tipo di morte sia la più dolorosa in quanto non ha giustificazione. Una volta entrati nel padiglione i familiari delle vittime consultavano la lista dei feriti e se il loro familiare era presente venivano dirottati verso l’ospedale di competenza diversamente i familiari venivano accompagnati verso la sala della raccolta dati ante mortem. 21 L’equipe che accoglie i parenti deve trasmettere calma, raccogliere i dati antemortem utili all’identificazione, individuare un familiare idoneo ad eseguire il riconoscimento (meno vulnerabile ed impressionabile). Ai familiari venivano mostrate foto di particolari: mano con anello, tatuaggi, orecchini ecc. qualsiasi cosa potesse servire per l’identificazione. 22 Effettuata questa operazione i familiari delle vittime si accomodavano in sala d’attesa. In sala d’attesa c’erano divanetti, poltrone e tavoli ed anche cibo e bavande per rendere il più possibile confortevole il soggiorno. Una volta comparati i dati ante-morteme con quelli post-mortem ricavati dalla medicina legale, i parenti venivano avvisati attraverso un altoparlante che un corpo era stato identificato e potevano procedere con il riconoscimento visivo. Operatori della protezione civile accompagnavano i familiari verso il padiglione 6. Giunti al padiglione 6 i familiari procedevano all’identificazione del cadavere, all’interno del padiglione entrava una famiglia alla volta. 23 Una psicologa riferisce: ” credo che l’obitorio del padiglione 6 dell’Ifema sia orribile, ci sono braccia, pezzi di corpo, di tutto. Io stessa non so come farò a dare serenità a qualcuno.” I corpi erano contenuti da un sacco bianco, una volta riconosciuti venivano messi all’interno di un sacco nero e allocate separatamente. Per gestire l’area salme ed i familiari delle vittime furono necessari: 100 poliziotti della polizia scientifica e 80 medici legali (per cercare di ridurre al minimo gli errori), 200 tra psicologi, assistenti sociali, personale sanitario, 30/40 ministri di culto (tutte le religioni), operatori di protezione civile (principalmente per aspetto logistico), personale d’impresa di pompe funebri per un totale di circa 500 persone. La valutazione critica dell’esperienza madrilena consente di apprezzare la tempistica, la completezza del personale specialistico coinvolto, il proficuo apporto del personale volontario come anche la scelta dell’area di raccolta. A tal proposito tuttavia appare importante sottolineare che, al di là delle caratteristiche positive specie per quanto riguarda la dimensione e la tipologia della 24 struttura utilizzata e la facilità d’accesso alla stessa, risulta alquanto sconveniente la non interdizione al pubblico visitatore dell’area espositiva in atto. In effetti le due manifestazioni in corso ( fiera sull’educazione e sulla salute dentale ) erano indirizzate ad un pubblico sì eterogeneo ma con forte componente infantile ed adolescenziale con i relativi mezzi pubblicitari. Diplomaticamente si potrebbe definire “anacronistico” il via-vai di bimbi con palloncini colorati e gadgets vistosi tra persone piangenti alla disperata ricerca di una notizia, di una parola e perché no, di un volto. 3.4 GLI ATTENTATI DI LONDRA Gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra furono una serie di esplosioni causati da attentatori suicidi che colpirono i trasporti pubblici della capitale inglese nell’ora di punta. I bersagli furono tre treni della metropolitana, colpiti quasi contemporaneamente e, dopo circa un’ora, un autobus. Le vittime furono 52 morti, compresi gli attentatori e circa 700 feriti. Conseguentemente tutta la rete metropolitana venne chiusa per alcuni giorni e le corse degli autobus furono sospese per gran parte della giornata nella zona centrale della città assieme alla chiusura di molte circostanti le stazioni colpite. 25 La prima bomba esplose su un vagone della Circle Line tra le stazioni di Liverpool Street ed Aldgate all’interno del tunnel in prossimità della stazione di arrivo con il coinvolgimento di un binario parallelo. La seconda scoppiò su un vagone della Circle Line tra le stazioni di Edgware Road e di Paddington con il coinvolgimento di un treno in direzione opposta. La terza, la più devastante, su un treno tra le stazioni di King’s Cross St. Pancras e Russell Square danneggiò seriamente anche il tunnel circostante. Gli effetti delle esplosioni sono stati diversi fra loro molto probabilmente anche in rapporto alle diverse caratteristiche delle gallerie. I danni maggiori infatti si sono verificati sulla linea di profondità con gallerie strette ospitanti un solo binario e con intercapedine tra muri e treni di 15 cm: uno spazio così ristretto ha determinato una concentrazione della forza dirompente accentuandone l’effetto. Minore è stato il danno sulla linea di sub-supeficie meno profonda con tunnel abbastanza larghi e due binari paralleli. Dopo circa un’ora, a Tavistock Square, a bordo dell’autobus a due piani n°30 un’esplosione causò la morte di 25 persone oltre all’attentatore. L’esplosione staccò 26 il tetto del piano superiore e distrusse la parte posteriore lasciando quasi intatta quella anteriore. La detonazione avvenne in prossimità della sede dell’associazione dei medici britannici che riuscirono a prestare immediato soccorso alle vittime. Gli attentati sono stati il più grave attacco a Londra dalla seconda guerra mondiale ed il secondo più sanguinoso attacco terroristico nel Regno Unito dopo Lockerbie. Entro 24 ore dall’evento è stato allestito il centro raccolta salme mediante l’approntamento di una struttura provvisoria che, nel giro delle 48 ore successive, è stata completata con la messa a punto di tutto il necessario ai fini identificativi ed autoptici in conformità con i protocolli esistenti. A questa struttura hanno avuto accesso le salme provenienti da tutti i siti coinvolti dagli attacchi terroristici. Al tempo stesso, nella stessa sede, si sono recate anche le équipes medico legali ed hanno trovato locali a loro dedicati anche i familiari delle vittime. Anche in questa occasione, il sostegno ai sopravvissuti ed ai familiari delle vittime ha costituito un aspetto essenziale del problema tanto è vero che, a tutt’oggi, proseguono incontri tra responsabili governativi e familiari delle vittime al fine di raccogliere richieste ed esperienze per poter fornire risposte sempre più adeguate. 27 Le critiche più frequenti sono state quelle che hanno evidenziato la lentezza dei contatti, la scarsa collaborazione tra le organizzazioni, le difficoltà di indicazione verso gli ospedali di ricovero dei feriti coinvolti e, in alcuni casi, della mancanza di contatto con le famiglie ai fini identificativi. Tutto ciò sebbene entro due giorni dagli episodi terroristici fosse stato allestito un centro di assistenza per sopravvissuti e familiari delle vittime con lo scopo di indirizzare, secondo necessita, a centri specialistici ed, in modo particolare, verso i centri di salute mentale. Questo centro con sede a Londra ed accessibile telefonicamente anche da fuori, è stato tuttavia poco pubblicizzato. Da tutte queste informazioni è derivata un’attività specifica finalizzata al miglioramento di quanto già in atto, alla ricerca ed alla realizzazione di quant’altro possa essere utile a meglio sopportare l’evento e le conseguenze di un dramma. Per quanto riguarda le informazioni sono stati approntati dei protocolli telefonici che permettono al National Mutual Aid Telephony System di meglio gestire le chiamate anche con deviazione ad altre fonti informative mediante messaggi registrati. I ricoveri possono essere meglio identificati attraverso la centralizzazione in un unico ufficio di informazione di pronto soccorso. L’allestimento di centri di accoglienza fornirà risposte all’aiuto richiesto sia da famiglie sia da i singoli individui. L’unità di assistenza umanitaria del dipartimento per la cultura, l’informazione e lo sport ha contattato direttamente sopravvissuti e familiari delle vittime con lo scopo di raccogliere suggerimenti. Da questa fattiva collaborazione sono nate alcune prime azioni concrete come la stesura di opuscoli informativi comportamentali indirizzati ai datori di lavoro che abbiano tra i dipendenti dei sopravvissuti da eventi traumatici; la collaborazione tra sopravvissuti e personale della metropolitana con sopralluoghi lungo le linee per migliorare le attrezzature “first aid”; la formazione di volontari che, solitamente per la vicinanza al luogo, sono i primi ad arrivare sull’evento; da 28 ultimo la formazione di una biblioteca on line dove facilmente poter attingere cognizioni ed informazioni. Inoltre per tutto ciò che riguarda la gestione delle salme e la relativa informativa è stato evidenziato quanto importante sia la certezza del decesso di una persona prima di darne comunicazione alla famiglia nell’ambito di un miglioramento semplificatore delle procedure del Disaster Victim Idenfication (DVI). Appare poi fondamentale lo sviluppo di piani per l’emergenza simili a quello londinese ma da realizzare in altre zone del paese. Dall’esame di quanto successo e di cosa è stato fatto si evidenzia, in modo particolare, quanto importante sia l’adeguamento legislativo all’evoluzione della società. Nella fattispecie, difficoltà sono nate dagli impedimenti di competenza territoriale dei coroners vincolati da una legge ottocentesca. Anche l’attuale importante salvaguardia della privacy può tuttavia creare problemi se applicata letteralmente senza una logica interpretazione nel momento della necessaria raccolta dati in caso di mass disaster. 3.5 CONSIDERAZIONI L’esame dei casi considerati evidenzia quanto l’approccio alla maxiemergenza si sia evoluto nel tempo in rapporto all’evolversi delle conoscenze, ma soprattutto alla presa di coscienza della complessità che riveste un evento traumatico e del grave danno che da questo deriva sia al singolo sia alla società. L’analisi degli eventi, la raccolta e l’esame delle criticità spingono a valutare gli errori inevitabilmente commessi come fonte di miglioramento e non di colpa. 29 CAPITOLO 4 RESILIENCE MORTUARY La predisposizione di un piano d’emergenza relativo a disastri comporta l’acquisizione di conoscenze in merito, ma anche il confronto con altre realtà magari già consolidate che possano indicare la via per la stesura di protocolli. Se è vero infatti che nulla è valido in assoluto, ma tutto deve essere calato nella specifica realtà, è anche altrettanto vero che le esperienze altrui devono essere usate non pedissequamente, ma per farne frutto e, se possibile, migliorarle. Ecco perché riportiamo di seguito il modello londinese per la gestione delle salme e del lutto. Il modello coinvolge l’autorità locale responsabile dell’individuazione dell’obitorio. 30 L’organizzazione prevista è basata su tre componenti: una struttura smontabile, una riserva di equipaggiamento specialistico ed il personale. È verosimile che tale apparato possa essere utilizzato nel caso di 50-100 morti o più nonostante la capacità teorica sia infinita; attualmente però tende ad occuparsi di casi con numero di morti non superiore a 500. L’intera struttura è completamente trasportabile e necessita di un’area aperta e sicura dove possa essere ben allestita. Naturalmente l’area deve essere ampia e paragonabile ad uno o due campi da football. Ad oggi sono già stati identificati sette siti atti allo scopo. 4.1 CRITERI PER L’ATTIVAZIONE DELL’OBITORIO D’EMERGENZA • Potenziale insufficienza dei normali obitori; • L’obitorio normale non si trova in luogo ottimale; 31 • Il disastro coinvolge CBRN e/o materiale pericoloso; • I servizi essenziali non sono garantiti; • Le cause o la durata del disastro non sono note; • La sicurezza dell’obitorio necessita di un luogo dedicato ed altrettanto sicuro; • La durata delle attività mortuarie è tale da mettere in difficoltà i locali servizi preposti. 4.2 FASI DI ATTIVAZIONE 1. Accordo sul luogo d’installazione: l’area deve essere aperta e vasta. Il piano deve essere attivato dal Mortuari Operations Manager; 2. Richiesta di meeting sul posto con il manager De Boer (entro 4 ore); 3. Allestimento di un ufficio-base che sovrintenda all’installazione; 4. Ripasso del piano londinese per la maxiemergenza; 5. Ripasso del Resilience Mortuary Plan; 6. Ripasso dello schema funzionale delle attività mortuarie con particolare attenzione ai problemi inerenti i familiari e la raccolta dati post-mortem; 7. Recupero dell’equipaggiamento necessario; 8. Recupero dello staff professionale adeguato. 4.3 APPRONTAMENTO DELLA STRUTTURA Sono previste quattro fasi: • Ricevimento dei corpi e conservazione in celle frigorifero; • Allestimento dell’unità post-mortem; • Approntamento degli uffici; 32 • Assistenza alle famiglie, ulteriori approvvigionamenti, sistemazione dei locali per gli assistenti sociali. Altri aspetti da considerare sono: • Disposizione di un adeguato perimetro di sicurezza e della sistemazione adeguata per i mezzi di comunicazione; • Predisposizione di tempi dedicati ai briefings del personale; • Predisposizione di tempi per la revisione del lavoro svolto; • Predisposizione di meetings regolari fra i responsabili dei vari settori. 33 CAPITOLO 5 “PROGETTO GESTIONE SALME” DELLA PROTEZIONE CIVILE PROVINCIALE DI FIRENZE. 5.1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO La letteratura definisce il disastro di massa come “un evento traumatico che provoca meno o più di 15 morti con o senza feriti”. Nel progetto “gestione delle salme e dei familiari delle vittime nei disastri”, la definizione di disastro cita: “evento traumatico che provoca un numero di vittime superiore a 5 con o senza feriti”. Si è indicato un numero di vittime piuttosto basso considerando che l’esperienza internazionale ha indicato che anche un numero di morti inferiore a 10 può una causa di crisi del sistema organizzativo. Il sito del disastro prevede interventi di tipo multidisciplinare (protezione civile, soccorso sanitario, procedure medico legali, ecc.). Le procedure autoptiche/identificative avvengono di solito in un luogo diverso da quello del disastro e sono di competenza esclusiva della medicina legale. Lo staff medico legale, dopo aver accertato la sicurezza del luogo dell’evento e il completamento delle fasi di soccorso e recupero dei feriti, provvede alla delimitazione e demarcazione del sito come previsto dal protocollo DVI dell’Interpol. Tale operazione prevede la delimitazione, l’allestimento della griglia e la documentazione iconografica del sito (video, rilievo cartografico con quadrettatura, ecc.). 34 Questa fase estremamente importante permette di identificare i punti di repere dei corpi e degli oggetti personali utili all’identificazione, provvedendo poi all’etichettatura ed ai rilievi fotografici degli stessi prima della rimozione. Tutte queste operazioni vanno eseguite con estrema cura: l’errore potrebbe avere ripercussioni sui rilievi autoptici. Una volta espletate tutte le procedure, lo staff medico legale disporrà per la rimozione, il trasporto e la conservazione della salma fino al riconoscimento/autopsia/identificazione. Il progetto prevede un’attività formativa specifica per il personale soccorritore facente parte della protezione civile affinché il personale stesso non proceda alla rimozione della salma senza autorizzazione medico legale. Il materiale necessario per il disbrigo delle operazioni che precedono la rimozione del cadavere (materiale fotografico, termometro, picchetti segnaletici, ecc.) e quello necessario alla rimozione dello stesso (sacchi salme, etichette, contenitori, guanti, calzari, ecc.) è stato indicato espressamente dalla medicina legale. Inoltre, alla protezione civile spetta l’onere di reclutare e fornire il personale ausiliario ed il personale per il trasporto delle salme. Una volta completata la fase di individuazione, etichettatura e rimozione delle salme dal luogo del disastro si procede alla conservazione dei corpi in attesa di tutte le indagini scientifiche medico legali. I 35 corpi vengono mantenuti in ambiente refrigerato per limitarne la decomposizione che comporterebbe difficoltà per l’identificazione visiva e per la valutazione della causa di morte. Presso l’Istituto di medicina legale di Careggi si possono conservare circa 20 salme ed eseguire contemporaneamente più esami autoptici. Sono presenti locali adatti ad ospitare i familiari delle vittime tuttavia, se il numero dei cadaveri risulta essere superiore si rende indispensabile l’utilizzo di strutture diverse. La protezione civile provinciale di Firenze si impegna a reperire strutture atte allo scopo (tende con refrigeratori, container frigorifero) fino alla consegna della salma ai familiari. Il sito “raccolta e conservazione salme” deve essere collocato il più vicino possibile al sito “post-mortem” per facilitarne il trasporto e le indagini identificative. Nelle vicinanze del “sito conservazione” si allestisce un locale ove accogliere i familiari delle vittime, ove procedere all’identificazione visiva (quando possibile) e provvedere a tutta la procedura identificativa (raccolta dati ante-mortem e confronto con dati post- mortem). L’area destinata a tale scopo deve essere sufficientemente capiente e con locali separati (sale attesa, identificazione visiva, raccolta dati antemortem). La raccolta dati ante-mortem, operazione estremamente delicata, deve essere eseguita da personale specificatamente formato e supportato dallo psicologo. Se sul luogo dell’evento non è presente una struttura attrezzabile dal punto di vista necroscopico o necessita di supporto ausiliario, la protezione civile allestirà una tenda o un mezzo mobile dotato di impiantistica (elettricità, acqua, lavabo, scarichi e recupero scarichi, tavoli per esame esterno e raccolta impronte digitali, tavoli settori, strumentazione per esame necroscopico e odontologico, apparecchio radiografico portatile, diafanoscopio, guanti, copriscarpe, sacchi per la raccolta degli indumenti e degli effetti personali, provette per la raccolta di materiale biologico, computer portatili ecc.). Il personale medico legale verrà fornito dall’Istituto di Medicina Legale di Careggi che effettuerà anche tutti gli esami tossicologici e genetici. 36 Il progetto è sato definito in collaborazione con la Direzione e lo staff dell’Istituto di medicina Legale di Careggi e la Protezione Civile Provinciale di Firenze. 5.2 PROTOCOLLO GESTIONE SALME DISASTRO DI MASSA:evento traumatico che provoca un numero di vittime uguale o superiore a 10 (letteratura). Nel progetto il numero delle vittime è codificato come uguale o superiore a 15. 5.2.1 SITO DEL DISASTRO: 1. logistica : • circoscrizione area del disastro; • allertamento autorità competenti per le necessità di cui ai punti successivi; • coordinamento con autorità giudiziarie. 2. feriti: • ricerca di eventuali feriti; • primi soccorsi in loco; • trasporto presidi loco/regionali. 3. cadaveri (competenza medico legale): • ricerca, individuazione e numerazione corpi/parti di corpo, effetti personali; • fotografia prima della rimozione dei reperti numerati sopraccitati; • disposizioni per il trasporto dei reperti nel sito in cui si disporrà la; conservazione dei cadaveri in attesa di autopsia e/o identificazione. 4. rilievi ambientali: • individuazione di eventuali situazioni di pericolo; 37 • rilievi utili per l’autorità giudiziaria ai fini di una ricostruzione dinamica dell’evento. 5.2.2 PERSONALE ED ATTREZZATURE PER IL SITO DEL DISASTRO Per il punto 3 l’attività di individuazione, numerazione, rimozione e trasporto dei cadaveri o parti di cadavere deve essere svolta in integrazione tra la P.C: e la MedLeg. In base al numero di vittime ipotizzato e alla dimensione dell’area del disastro sarà necessario disporre di personale: • medico (medici-legali e odontologi) che provvedano al punto 3. la rimozione dei corpi e degli effetti personali vicino ad un corpo deve essere condotta preferibilmente da personale specializzato per mitigare l’errore durante l’identificazione; • di supporto per il trasporto delle salme al sito di raccolta. Il materiale necessario al recupero delle salme rappresentato da: • sacche per la raccolta delle salme (bianche e nere); • etichette impermeabili per numerare i corpi e le parti corpo, oggetti ed effetti personali; • sacchi per gli oggetti; • contenitori per parti di cadavere; • picchetti da usare come punti repere per i corpi e gli oggetti; • nastro o barriere per la delimitazione del sito; • barelle; • dispositivi di protezione individuale; 38 • materiale per fotografare e filmare il luogo e le salme prima della rimozione; • materiale per rimuovere il cadavere; • termometro per misurare la temperatura rettale; • mezzi per il trasporto delle salme all’obitorio designato. 5.2.3 PROCEDURE AUTOPTICHE ED IDENTIFICATIVE I disastri in genere richiedono due tipi di indagine per le salme, uno medico legale per stabilire la causa di morte e la dinamica dell’evento lesivo ed uno identificativo laddove l’evento traumatico o i fenomeni post mortali hanno reso il cadavere irriconoscibile. Per indagini autoptiche s’intendono tutti gli esami condotti sulle salme al fine di individuare la causa della morte. Le indagini identificative sono finalizzate a stabilire l’identità del cadavere, necessità di una raccolta di dati ante-mortem ed il confronto con i dati post-mortem raccolti dalle procedure svolte sul cadavere. 5.2.4 LOGISTICA La logistica prevede un centro di raccolta per le salme, un sito per la gestione dei familiari e la raccolta dei dati ed un sito post-mortem. Questi luoghi devono essere funzionalmente collegati, ma separati uno dall’altro. 1. Sito raccolta salme. Deve consentire la conservazione delle salme in ambiente refrigerato prime e dopo le indagini autoptiche ed identificative fino all’inumazione. A seconda del numero delle vittime il centro di raccolta potrà essere rappresentato dall’Istituto di Medicina Legale o altrove ove il numero delle vittime sia elevato. Possono essere utilizzate tende o container 39 refrigerati. Il grado di refrigerazione dipende dalla struttura del locale e dalla temperatura esterna. Il centro raccolta salme deve essere il più vicino possibile al sito post-mortem per facilitare il trasporto delle salme. Il personale addetto al trasporto delle salme non deve essere necessariamente specializzato , ma dotato di D.P.I.. 2. Sito gestione familiari e raccolta dati. Il sito deve essere capiente e con criteri di gestibilità della folla considerando che si possono presentare almeno 3 parenti per ogni salma (esempio percorsi obbligati, numerazioni progressive). Suddiviso in aree separate per far si che i familiari possano colloquiare privatamente con il personale e dotato di prese telefoniche e servizi igienici. Gli allestimenti interni devono rispecchiare una sala d’attesa e degli uffici dotati di fax, personal computer e schede identificative. Nel sito opera un numero variabile di personale, in proporzione al numero delle vittime. L’equipe è formata da : medici legali, odontologi, psicologi, interpreti, personale di segreteria e personale di assistenza. 3. Sito post-mortem. Può essere una struttura predefinita, tenda o strurra mobile in cui il personale tecnico possano mettere in atto le procedure autoptiche ed identificative. Il locale/tenda deve essere munito di impiantistica dedicata. L’interno deve essere allestito a sala autoptica ed il personale varia a seconda del numero di autopsie da svolgere. Il gruppo di lavoro è così formato : medici legali, odontologi, tecnici di sala anatomica, tecnico radiologo, addetto al personal computer. La Sezione di Medicina Legale garantisce la presenza del personale medico e tecnico e ne coordina le attività. 40 CAPITOLO 6 ASPETTI PSICOLOGICI LEGATI AL MASS DISASTER A seguito del verificarsi di un mass-disaster si determina per i sopravvissuti, i parenti delle vittime ed i soccorritori uno sconvolgimento dell’equilibrio psicofisico preesistente che prende il nome di stress. L’evento disastroso infatti, procura nelle persone danni non solo fisici ma psicologici. Di fondamentale importanza è l’azione molto precoce di squadre opportunamente addestrate in psicologia dei disastri. La finalità della psicologia dell’emergenza è di preservare l’equilibrio psichico dei sopravvissuti, dei parenti delle vittime e dei soccorritori dall’azione psicolesiva degli eventi traumatici e di ripristinarlo dove compromesso. Tre sono i principali disturbi psicologici connessi alla tipologia dell’evento, alla gravità delle risposte soggettive e alla durata delle conseguenze: disturbo dell’adattamento (DA), disturbo acuto da stress (DAS) e disturbo post-traumatico da stress (PTSD). 6.1 DISTURBO DELL’ADATTAMENTO (DA) I disturbi dell’adattamento compaiono in seguito ad uno o più eventi stressanti in grado di influenzare la sfera psichica e quella sociale; di solito sono transitori. L’evento o gli eventi traumatici devono essere chiaramente identificabili. A volte accade che situazioni oggettivamente traumatiche non producano segni di sofferenza nelle persone, a differenza di altre apparentemente modeste; l’interazione personaevento è strettamente soggettiva. L’intensa sofferenza provocata dal disturbo causa una compromissione delle funzionalità della persona a livello relazionale, lavorativo 41 e sociale. Il disturbo deve manifestarsi entro tre mesi dall’evento e ha una durata non superiore ai sei mesi. Ogni evento ha con se una certa potenzialità di indurre una condizione di stress e nella civiltà occidentale ciò avviene più frequentemente in caso di separazioni affettive e divorzi, morte di una persona cara, problemi di origine lavorativa, malattie e traumi. L’evoluzione di una reazione all’evento in un DA è mediata da vari fattori interagenti. Il peso della reattività individuale è certamente importante rispetto alla gravità oggettiva dell’evento, in genere moderata. L’esperienza clinica suggerisce che i fattori favorenti un maggior rischio di sviluppo di DA sono costituiti da eventi o cambiamenti con elevato valore soggettivo (simbolico), da ridotte o compromesse capacità di gestione dell’evento o crisi, da ridotto senso di controllo della situazione, da percezione di perdita, da bassi livelli di supporto familiare e sociale, da altri eventi stressanti negativi pregressi o concomitanti. Il DA più frequentemente diagnosticato si manifesta con umore depresso e prevalere di stato depressivo, pianto, sentimenti di disperazione. La diagnosi si basa sull’esame clinico ed i dati anamnestici. Clinicamente il soggetto presenta segni di sofferenza psicologica con sintomi depressivi, ansia, disturbi del comportamento, sintomi somatici, compromissione dei rapporti sociali, del rendimento sul lavoro e nello studio. Questi sintomi sono interpretabili come “reazione in eccesso” verso quel determinato evento o cambiamento di vita. L’anamnesi rileva la presenza di un evento traumatico precedente tre mesi circa l’inizio dei sintomi. Per definizione il DA ha durata limitata e buona prognosi. Se l’evento traumatico persiste il DA può continuare. Il Da prevede durata transitoria e remissione spontanea con la cessazione dell’evento traumatico. Si distinguono casi che necessitano solo di osservazione o di un 42 trattamento minimo da casi che richiedono comunque un trattamento specifico ed adeguato, finalizzato soprattutto a prevenire l’evoluzione in altri disturbi. La terapia si concretizza in tecniche di counseling o psicoterapia di supporto. Un trattamento farmacologico con antidepressivi o trattamento combinato psicoterapeuticofarmacologico sono indicati in quei casi dove i sintomi sono più intensi, le risorse del soggetto minori, la situazione di stress più duratura ed oggettivamente difficile da gestire. 6.2 DISTURBO ACUTO DA STRESS (DAS) Il disturbo acuto da stress si manifesta in persone che hanno vissuto un evento traumatico implicante la morte o la minaccia di morte, gravi lesioni fisiche o una minaccia all’integrità fisica propria o altrui. Il DAS può essere considerato la potenziale anticamera del disturbo post traumatico da stress. Infatti, le situazioni traumatiche che possono determinarne l’insorgenza sono le stesse. Le uniche differenze con il disturbo post traumatico da stress sono la durata dei sintomi e la presenza dei sintomi dissociativi quali l’amnesia dissociativa, la fuga dissociativa, la depersonalizzazione e la derealizzazione. Il DAS ha una durata che varia da pochi giorni ad un mese circa. L’amnesia dissociativa si caratterizza per la presenza di episodi di incapacità di ricordare dati personali importanti, compreso l’evento traumatico. La durata del sintomo è in genere breve ed esso scompare all’improvviso. La fuga dissociativa si manifesta con un allontanamento inaspettato dai luoghi in cui la persona risiede ed incapacità di ricordare il proprio passato. Inoltre può presentarsi un disturbo d’identità personale o addiritura l’assunzione di una nuova identità. La derealizzazione consiste nel provare un forte senso di irrealtà o di distacco dalla realtà, mentre la depersonalizzazione si manifesta con un senso di distacco e di 43 estraneità da se stessi, come se la mente si trovasse al di fuori del proprio corpo. Queste sensazioni sono dovute ad un tentativo estremo di prendere una distanza emotiva dall’evento traumatico e di rendersi estranei ad esso. La terapia del DAS non ha almeno finora un importante supporto letterario e può essere desunta dalle esperienze sul trattamento della fase acuta del DPTS. Sebbene l’esperienza a riguardo stia solo adesso specificatamente maturando, è opinione di alcuni autori che un trattamento precoce dei sintomi in soggetti esposti ad un trauma o ad eventi estremi possa prevenire o almeno ridurre il rischio di evoluzione verso forme croniche di DPTS. L’esperienza è limitata e riguarda prevalentemente interventi con farmaci oltre che strategie di supporto psicoterapeutico immediato. 6.3 DISTURBO POST- TRAUMATICO DA STRESS (DPTS) Questo disturbo si verifica in seguito ad un trauma molto forte. Nel DPTS si ha una risposta che comprende un aumento notevole del livello di ansia, la fuga dagli stimoli associati al trauma e un indebolimento della reattività emozionale. Benché già in precedenza vi fosse la consapevolezza che gli eventi traumatici vissuti in combattimento potevano produrre nei soldati effetti negativi molto potenti, furono le conseguenze della guerra del Vietnam a sollecitare il riconoscimento di questo nuovo disturbo. L’origine di questa condizione va ricercata in un evento che ha creato nella persona una paura intensa, orrore e un senso di impotenza. Si parla di disturbo quando la persona, a causa dei sintomi provocati dal trauma, vede la propria funzione sociale o lavorativa compromessa in maniera significativa. Chi soffre del disturbo rivive persistentemente l’evento traumatico anche attraverso incubi notturni. Stimoli che rappresentano simbolicamente l’evento (per esempio il tuono, che ricorda a un reduce il rombo del campo di battaglia) oppure gli anniversari di una determinata esperienza causano intenso disagio psicologico. Il fatto di rivivere 44 l’esperienza traumatica è un aspetto la cui importanza non può essere sottovalutata, dato che è la fonte probabile delle altre categorie di sintomi. Secondo alcune teorie, il rivivere l’evento traumatico sarebbe la caratteristica centrale del DPTS (Foa, Zinbarg e Rothbaum, 1992; Horovitz, 1986), in quanto la persona non sarebbe in grado di integrare l’evento traumatico all’interno della sua esperienza di vita e delle sue convinzioni preesistenti. Un altro comportamento cruciale del disturbo è costituito dalla fuga dagli stimoli associati all’evento e dalla attenuazione della reattività generale. La persona cerca di evitare di pensare al trauma o di essere esposta a stimoli che possano riportarglielo alla mente; a volte può essere incapace di ricordare aspetti importanti dell’evento traumatico. L’abbassamento della reattività generale si manifesta nel diminuito interesse per gli altri, in un senso di distacco e di estraneità e nell’incapacità di provare emozioni positive. Questi sintomi sembrano essere contradditori con quelli esposti precedentemente, ma in realtà il DPTS è caratterizzato da fluttuazione, ovvero dal passaggio attraverso fasi alterne in cui la persona dimentica l’esperienza traumatica e altre in cui essa riaffiora violentemente. Infine sono presenti sintomi di aumentata attivazione fisiologica. Questi ultimi comprendono la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, la difficoltà a concentrarsi, l’ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme. Altri problemi che si associano spesso a questo disturbo sono ansia, depressione, rabbia, senso di colpa, abuso di sostanze (farmaci, alcool, droghe), problemi coniugali e di lavoro. Comuni sono anche i pensieri e i progetti di suicidio e così pure episodi esplosivi di violenza e di natura psicofisiologica connessi con lo stress come dolori lombari, cefalea e disturbi gastrointestinali. Molte persone si ritrovano a vivere esperienze traumatiche, ma non tutte sviluppano il DPTS. Da un recente studio è emerso che solo il 25% delle persone passate 45 attraverso un evento traumatico con conseguente lesioni fisiche aveva in seguito sviluppato il disturbo (Shalev 1996). Si può quindi concludere che l’evento in sè non può essere l’unica causa del disturbo. Attualmente la ricerca in questo campo sta tentando di individuare quali fattori distinguano gli individui sviluppanti il disturbo post traumatico da stress da quelli che non lo manifestano. 6.4 IL LUTTO Quando muore una persona cara oltre alla sofferenza per la perdita, che in alcuni casi può trasformarsi in depressione o altre patologie, bisogna affrontare numerosi cambiamenti. Secondo un punto di vista strettamente psicologico la reazione “normale” alla morte di una persona cara passa attraverso varie fasi: • Apatia e ritiro: la perdita viene vissuta come qualcosa di inaccettabile; • Ricerca spasmodica della persona amata: subentrano rabbia, sensi di colpa e depressione; • Disorganizzazione del sé: anche se il dolore è meno cocente ci sono sintomi di disorientamento e confusione; • Recupero dell’organizzazione del sé: con l’allentamento del legame con la persona scomparsa e il possibile instaurarsi di nuove relazioni. Riguardo le reazioni al lutto, Linderman ha elaborato un modello basandosi sull’osservazione di persone colpite dalla perdita di un familiare. Le reazioni sono caratterizzate da: • Disturbi organici e fisici. • Vissuti di preoccupazione accompagnati da pensieri e immagini della persona scomparsa. • Sensi di colpa. 46 • Reazioni ostili ed irritabilità verso numerose persone inclusa quella deceduta. • Irrequietezza ed iperattività senza alcun modello organizzativo di condotta o senza nessuna capacità di fissare e di raggiungere degli obiettivi. In generale nel lutto c’è una perdita di sicurezza che provoca uno stato di tensione e di allarme e che si concretizza attraverso delle fasi successive. Le attività abituali ed i ruoli definiti precedentemente in relazione alla persona scomparsa appaiono ridondanti e inappropriati, rimangono senza significato almeno finchè non vengono sviluppati nuovi modelli di interazione e vengono messi a fuoco nuovi obiettivi di comportamento che per essere eseguiti non dipendono più dalla presenza della persona cara. Gradualmente si riprendono i vecchi contatti sociali, si sviluppano nuove relazioni e si definiscono nuovi obiettivi iniziando così a strutturare una nuova identità. Alcuni soggetti possono manifestare delle reazioni atipiche al lutto, cioè modelli di reazione che non tendono a diminuire con il passare del tempo e quindi interferiscono in modo significativo con il funzionamento sociale e personale rendendo necessario un aiuto professionale specifico. La diagnosi più diffusa tra i pazienti colpiti da lutto è quella di “depressione reattiva o nevrotica” con maggiori sentimenti di colpa e autoaccusa, maggiori difficoltà ad accettare la perdita, durata anomala o inusuale dell’afflizione, manifestazioni ipocondriache ed attacchi di panico. Durante il periodo in cui il dolore rimane inespresso l’individuo può mostrarsi iperattivo, sviluppare una malattia psicosomatica, isolarsi dalla famiglia e dagli amici, assumere comportamenti autopunitivi. Tutto ciò può portare ad una grave depressione accompagnata da tensione, agitazione, insonnia, sensi di colpa. Un particolare tipo di afflizione psicologica è il cosiddetto “lutto esteriore” che si manifesta in un atteggiamento bipolare: consapevolezza razionale della perdita accompagnata da una negazione emozionale della stessa realtà. Atteggiamento che si può estendere fino a sei mesi e più dall’evento luttuoso. Alcuni possono arrivare ad 47 essere così disturbati nella loro capacità di mantenere delle relazioni da richiedere assistenza psichiatrica. Le ricerche di carattere psicologico hanno dimostrato che, soprattutto se la morte è stata improvvisa e inaspettata, la prima reazione è di incredulità, persino di rifiuto. La mente non riesce ad accettare l’idea che la persona amata non ci sia più. Secondo Smith l’impatto della perdita avviene in tre momenti. Inizialmente crolla, con la morte della persona cara, la realtà della vita quotidiana; il mondo che precedentemente era scontato in quanto certo e ordinato improvvisamente appare caotico e potenzialmente pericoloso. Anche le persone sulle quali in precedenza si poteva fare affidamento (familiari, parenti e amici) ora non sanno come comportarsi, sono senza parole e si chiudono in un silenzio imbarazzato. Successivamente se il familiare in lutto ha perso una persona che era significativa nell’interazione quotidiana e che aveva in comune la medesima costruzione della realtà, è probabile che sperimenti un’attenuazione del significato. Spesso gli individui colpiti da lutto continuano ad agire come se la persona defunta fosse ancora in vita proprio perché non è possibile rinunciare immediatamente alla propria realtà e al suo significato. Infine la scomparsa della persona cara comporta una distruzione della quotidianità, un’attenuazione del suo significato e una minaccia per l’identità personale. Si deve quindi procedere ad un radicale cambiamento delle ordinarie attività quotidiane, la conferma dell’identità personale è stata annientata e le relazioni con gli altri devono ora venire ristabilite partendo da una base completamente differente. A questo proposito il dipartimento di neuroscienze dell’Università di Uppsala ( Svezia) in collaborazione con l’Università degli studi di Parma ha realizzato e pubblicato sull’”International Journal of Disaster Medicine” uno studio sui familiari delle vittime del disastro aereo di Linate dal titolo:”Impact of bereavement among 48 relatives after the Linate airplane disaster” ( Disastro aereo di Linate: impatto del lutto sui parenti delle vittime) di cui se se ne riporta l’abstract. “Le vittime di grandi disastri sono a rischio di sviluppo del cosiddetto disturbo post traumatico da stress (PTSD). Lo scopo di questo studio è quello di mettere a confronto due gruppi di familiari colpiti da lutto (italiani e svedesi) e di prendere in esame il ruolo del supporto socio-psicologico e la reazione psicologica a distanza di 18 mesi dall’evento luttuoso. 153 familiari delle vittime di Linate sono stati sottoposti ad un questionario di valutazione. Le reazioni al dolore psicologico sono state valutate con la IMPACT of EVENT SCALE-REVISED (IES-R). E’ risultato che il 53.2% degli intervistati presentavano sintomi specifici di PTSD. La frequenza era più alta nei familiari di sesso femminile del gruppo italiano (58.1%) rispetto allo stesso gruppo svedese (42.6%). In Italia il sesso femminile presentava più segni di reazione post traumatica rispetto al sesso maschile, così come i coniugi ed i genitori all’interno dello stesso gruppo. In entrambi i gruppi, lo stato di salute generale veniva considerato soggettivamente in modo significativamente alterato dal disastro. Dopo 18 mesi dal disastro è stato notato un deciso miglioramento tuttavia con livelli non associabili a quelli precedenti l’evento. I familiari svedesi ebbero la possibilità di usare maggiormente la psicoterapia rispetto agli italiani fra i quali era più comune l’utilizzo di farmaci sia per l’ansia sia per disturbi del sonno. L’esigenza di psicoterapia o di farmaci erano in relazione con i più alti scorse di IES-R. Le perdite traumatiche sono gli eventi luttuosi che più profondamente colpiscono i parenti. La salute ne viene compromessa e gran parte di loro sviluppa importanti sintomi di stress post-traumatico. Gli svedesi sembrano più inclini a chiedere un 49 aiuto di tipo specialistico come la psicoterapia mentre in Italia più frequentemente si fa affidamento sulla famiglia, sugli amici e sui farmaci. Un supporto socio-psicologico efficiente e ben organizzato subito è in grado di facilitare alle vittime del lutto il controllo della perdita traumatica, ma non può tuttavia prevenire l’insorgenza della reazione post-traumatica. Futuri studi dovranno evidenziare la possibilità di ottimizzare “l’aiuto” con interventi di supporto e trattamenti specifici”. 10 9 8 7 6 5 4 3 2 Healt 1 Few weks after Year before 18 months after Bergh Johannesson et al 2005 6.5 LA MEMORIA Gli uomini convivono con la morte da quando esistono. Hanno cercato con le celebrazioni di tramandarsi usanze che permettono di affrontarla adeguatamente. La tomba consente ai parenti e alla società di tollerare meglio l’emozione della perdita. Non c’è più la persona cara, ma rimane un simbolo (la lapide) che la ricorda e garantisce la continuazione del rapporto. Tenere con se oggetti appartenuti allo 50 scomparso o che ricordino bei momenti è un modo abituale per mantenere un contatto e per meglio tollerare i primi mesi del lutto. Ricordiamo che il terrore e il dolore provato dai superstiti di mass disaster possono causare un intenso senso di isolamento, alienazione e stigmatizzazione. Le commemorazioni, i rituali formali ed informali fanno si che le forti emozioni associate a questi effetti debilitanti siano convogliate in attività che uniscono i superstiti tra loro e alla loro comunità. Per i familiari rimasti, la cui vita non potrà mai tornare come prima, i rituali forniscono il senso di un posto nell’universo, di un posto nel mondo e soprattutto nella comunità di appartenenza e nelle famiglie nonostante che, spesso, in occasione di anniversari vi possono essere ricadute e riattivazione dei sintomi. Un esempio di rituale può essere la costituzione del “Comitato 8 ottobre per non dimenticare”. Nasce a Milano nel novembre 2001 in seguito all’incidente aereo di Linate. L’associazione unisce tutti i familiari delle persone che quella tragica mattina dell’8 ottobre 2001 hanno perso la vita sulla pista di Linate. Il comitato, voce ed espressione di tutte le famiglie, promuove numerose attività “per non dimenticare” quanto accaduto quel giorno e per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza aerea attraverso convegni e pubblicazioni. Grazie anche all’opera del comitato, sempre più numerosi sono i comuni italiani che intitolano alla memoria delle vittime una piazza o una via. Anche in Scandinavia nel febbraio 2002 si costituisce lo stesso comitato, che unisce i familiari delle vittime scandinave che viaggiavano sul volo SAS (Scandinavian airlines). Il giorno 24 marzo 2002 viene inaugurato, all’interno del parco Forlanini prospiciente l’aeroporto, il “bosco dei faggi”, composto da 118 piccoli faggi di diverse varietà, a ricordare il numero delle vittime dell’incidente: un albero per ogni vittima. Il giorno del primo anniversario in 51 presenza delle autorità milanesi, è inaugurata l’opera posta al centro del bosco ed intitolata “dolore infinito”: una scultura donata dalla SAS ai familiari delle vittime. La costituzione del comitato ha reso possibile non solo il portare avanti e promuovere iniziative finalizzate a “non dimenticare” che coinvolgono molto i familiari ma ha anche fatto nascere nuove amicizie, nuovi legami, dove è possibile parlare, condividere sensazioni, dolore ed emozioni. 52 CAPITOLO 7 GESTIONE DEI FAMILIARI DELLE VITTIME 7.1 ASPETTI ETICO-CULTURALI L’importante fenomeno migratorio e la globalizzazione dell’attuale società influiscono in modo deciso anche sulla gestione degli eventi catastrofici ed in modo particolare sulle modalità di approccio alla raccolta delle salme, sulle usanze funerarie e sul sostegno logistico e psicologico dei familiari colpiti dal lutto. Non si può infatti sottovalutare l’importanza del credo religioso, delle tradizioni, delle usanze che spesso caratterizzano con impronta precisa la cerimonia funebre nella sua interezza. L’attenzione organizzativa quindi anche a questo aspetto gestionale può cambiare sostanzialmente anche l’impatto emotivo del lutto sugli stessi familiari. Ecco allora la necessità prima di conoscere la tipologia etico-socioculturale delle vittime e conseguentemente, nei limiti delle possibilità, di offrire delle risposte adeguate. Da tali considerazioni risultano fondamentali schede riassuntive e chiare evidenzianti i vari aspetti etico-culturali come quelle stilate nel Regno Unito per le varie comunità religiose. Queste schede rivestono notevole importanza se inserite in un piano di emergenza. Da non sottovalutare poi la necessità del reperimento attraverso dati aggiornati dei vari ministri di culto ( nominativo, indirizzo, numero telefonico). La conoscenza degli aspetti etico-culturali è decisamente utile anche per l’operatore che, in tal modo, risulta avvantaggiato all’instaurarsi di un rapporto di fiducia con i familiari colpiti dal lutto. L’importanza di non sentirsi estranei! 53 7.2 SCHEDE SULLE NORME COMPORTAMENTALI DI FRONTE A CULTURE E RELIGIONI DIVERSE BUDDISTI Tibetano, cantonese, giapponese, tailandese oltre alla lingua del paese di residenza. Spesso vegetariani. Si nutrono principalmente di riso, frutta e verdura, ma possono mangiare DIETA anche pesce e uova Alcuni, per scelta personale, non mangiano aglio e cipolla. Giorni di luna piena e luna nuova. In tali DIGIUNO giorni si possono alimentare solo prima di mezzogiorno. Generalmente i laici usano abiti comuni, i ABITI monaci e/o le suore si rasano il capo e indossano un saio arancio o ocra. Possono essere visitati solo da personale CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO sanitario appartenente allo stesso sesso. TRATTAMENTI SANITARI Non ci sono restrizioni, accettano anche SPECIFICI trasfusioni e trapianto d’organo L’uso della vasca da bagno o della doccia è una scelta personale. Gradiscono la presenza RICOVERO OSPEDALIERO di un luogo tranquillo, all’interno della struttura, per meditare e riflettere silenziosamente Giorni di osservanza: ú Wsak: plenilunio nel segno del toro (festa per la pace). ABITUDINI RELIGIOSE ú Tutti i giorni di luna piena Vogliono mantenere la mente lucida, rifiutano analgesici che compromettono lo IL MORIRE stato di coscienza. Necessitano di quiete e della vicinanza di un monaco per salmodiare i sacri testi. La preparazione del corpo è riservata all’impresa di pompe funebri. La salma viene avvolta in un lenzuolo bianco di proprietà del morto e posizionato nella bara. Nella camera TRATTAMENTO DELLE SALME ardente possono essere aggiunti: fiori, candele ed incensi. La salma generalmente viene cremata. LINGUA CINESI 54 Cantonese, mandarino, oltre alla lingua del paese di residenza. I cinesi del sud mangiano: pesce, pollame, verdure, zuppe, riso, spaghetti di riso e frutta fresca. Invece i cinesi del nord: pane, gnocchi di frumento, polpette di carne, spaghetti, DIETA maiale, agnello, pollo, cavolo e verdure verdi. Carni bovine e formaggi sono cibi pochi richiesti. Preferiscono il latte di soia al latte vaccino in quanto molti cinesi sono allergici. Il the ed il latte lo prendono senza zucchero I cinesi buddisti e taoisti rispettano una dieta DIGIUNO vegetariana prima delle grandi festività. Preferiscono abiti semplici, camicie, ABITI camicette e pantaloni. Nonostante non esistano pregiudizi le donne CONTATTI CON preferiscono essere visitate da personale dello PERSONALE SANITARIO stesso sesso. La somministrazione dei farmaci è preferita TRATTAMENTI SANITARI per via iniettiva nella credenza di miglior SPECIFICI effetto rispetto alla somministrazione orale. L’igiene se possibile viene eseguita personalmente, diversamente, da un coniuge, da un genitore o da un figlio dello stesso RICOVERO OSPEDALIERO sesso. Preferiscono la doccia. Ai pasti è da preferire il cibo cinese. I familiari preferiscono rimanere accanto al loro caro anche nel momento dell’emergenza. ABITUDINI RELIGIOSE Seguono le usanze delle religioni praticate. Tutti i membri della famiglia si raccolgono la capezzale del familiare morente. In Inghilterra anche i cinesi atei o credenti nel confucianesimo, chiamano un ministro IL MORIRE cristiano a pregare. I buddisti chiamano un monaco di una comunità buddista oppure di un tempio che ha legami con Taiwan o Hong Kong. La salma viene adornata con gioielli e scarpe ed avvolta in un lenzuolo grazioso. L’inumazione o la cremazione vengono effettuate una settimana dopo la morte. Gli amici e i parenti fanno visita alla famiglia in TRATTAMENTO DELLE SALME lutto la sera prima dei funerali e portano dei doni. Quando la salma è un bambino i genitori, solitamente, non vogliono visitare la camera mortuaria: un parente stretto viene chiamato per l’identificazione. LINGUA CRISTIANI 55 Lingue europee oltre alla lingua del paese di residenza DIETA Non ci sono restrizioni particolari, alcuni non consumano alcool. I cattolici romani si astengono dalle carni il DIGIUNO venerdì, gli ortodossi non mangiano carne nel periodo dell’avvento e nella settimana santa. Non ci sono usanze particolari al di fuori dei ABITI clergy per i ministri di culto. Generalmente non esistono pregiudizi per CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO visite e prestazioni eseguite da sesso diverso. TRATTAMENTI SANITARI Permesso qualsiasi trattamento. LINGUA SPECIFICI RICOVERO OSPEDALIERO ABITUDINI RELIGIOSE IL MORIRE TRATTAMENTO DELLE SALME RISORSE Per i pazienti in fase agonica si usa posizionare tra le mani del paziente una bibbia o un rosario. Ai familiari deve essere indirizzato un luogo tranquillo per poter pregare. La maggior parte dei cristiani prega giornalmente, associando la preghiera ad un crocifisso, ad un rosario o ad un libro di salmi. I cristiani affetti da grave malattia o in fase terminale vogliono ricevere la comunione e l’estrema unzione. La scelta tra inumazione e cremazione è personale. In tutti si rispetta il volere della famiglia: quando questo non è possibile la salma viene inumata. Durante la stesura dei piani di emergenza si discute anche con le autorità religiose al fine di avere la disponibilità della chiesa in caso di maxiemergenza anche come sistemazione logistica. MORMONI 56 LINGUA Inglese. DIETA Non esistono restrizioni particolari. DIGIUNO Non esistono restrizioni particolari. ABITI Preferiscono abiti sobri (camicia e cravatta). CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO Non esistono restrizioni particolari. Qualsiasi trattamento medico può essere effettuato senza alcuna remora al di là TRATTAMENTI SANITARI dell’indispensabilità dello stesso. Verso i SPECIFICI trapianti e le donazioni d’organo non esistono restrizioni religiose e la scelta viene lasciata al singolo. RICOVERO OSPEDALIERO Non hanno particolari esigenze. Quotidianamente leggono le sacre scritture. Il ABITUDINI RELIGIOSE servizio religioso è ufficiato da un leader laico chiamato “vescovo”. IL MORIRE Generalmente richiedono una benedizione. TRATTAMENTO DELLE SALME Questa chiesa non esprime posizione particolare nei confronti dell’autopsia. Viene raccomandata l’inumazione e non la cremazione della salma, tuttavia l’ultima decisione viene lasciata ai familiari. 57 INDU’ LINGUA Gujerati, hindi, punjabi, bengali o tamil oltre alla lingua del paese di residenza. Non mangiano carne bovina in quanto la mucca è sacra. Gli indù ortodossi sono strettamente vegetariani e nella loro dieta sono esclusi anche DIETA pesce, uova e grassi animali. Alcuni si astengono anche da aglio, cipolla ed alcool. Possono mangiare tranquillamente insalate senza sale, ortaggi in genere, yogurt, latticini e frutta. Viene dedicato un giorno della settimana. Le DIGIUNO donne si astengono anche dal bere acqua fino al sorgere della luna. Generalmente vestono all’occidentale. L’abito ABITI femminile tradizionale è il sari. Uomini e donne possono comunque indossare camicie larghe e pantaloni gonfi. Preferiscono essere assistiti da personale dello CONTATTI CON stesso sesso, non fanno invece differenze per le PERSONALE SANITARIO visite mediche. TRATTAMENTI SANITARI Accettano qualsiasi terapia compreso trasfusione SPECIFICI e trapianto d’organo. Le informazioni o richieste particolari (es. donazioni d’organo) devono essere fatte al capofamiglia. Alcune comunità indù sono RICOVERO OSPEDALIERO costituite da persone dello stesso sesso, in questo caso le autorizzazioni devono essere date da un rappresentante del gruppo. Effettuano gli atti di devozione nella propria casa, il rituale dell’abluzione accompagna le preghiere. ABITUDINI RELIGIOSE Alcune festività sono caratterizzate dal digiuno, jamashtami (fino ore 24), shivaratri (tutta la notte). La gran parte degli indù in fase terminale IL MORIRE preferisce pregare con un mala (tipo rosario) e desidera avere vicino qualcuno del proprio sesso. Le salme devono essere messe tutte insieme, con il capo rivolto a nord ed i piedi a sud, le braccia lateralmente al tronco, le gambe diritte ed il viso deve essere orientato verso l’alto con gli occhi chiusi. Il corpo deve essere nudo , ben pulito e coperto con un lenzuolo bianco. I gioielli non TRATTAMENTO DELLE SALME vanno rimossi senza il consenso dei familiari (hanno significato religioso). In presenza dei familiari il corpo va toccato con i guanti. Preferiscono la cremazione perché l’anima sia completamente libera da ogni legame con la pregressa materia fisica. 58 SCINTOISTI DIETA Giapponese oltre alla lingua del paese di residenza. Normale con una preferenza verso il riso. DIGIUNO Non hanno particolari indicazioni. LINGUA Non hanno abbigliamento particolare legato alla religione. CONTATTI CON Per visite e trattamenti preferiscono le PERSONALE SANITARIO persone dello stesso sesso. TRATTAMENTI SANITARI Non esistono restrizioni. ABITI SPECIFICI RICOVERO OSPEDALIERO ABITUDINI RELIGIOSE IL MORIRE TRATTAMENTO DELLE SALME Riguardo all’igiene personale preferiscono il bagno con netta separazione dalla toilette. Non ci sono preghiere scintoiste, molti seguono le pratiche meditative buddiste. In fase terminale desiderano meditare. Preferiscono la cremazione e i riti funebri sono di tipo buddista. 59 TESTIMONI DI GEOVA LINGUA Lingua del paese di residenza. DIGIUNO Si astengono dall’assunzione di carne che non sia stata opportunamente liberata dal sangue. L’uso dell’alcool è una scelta personale. Nessuna restrizione ABITI Non hanno restrizioni particolari. CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO Non hanno restrizioni particolari. DIETA Obiettano il taglio cesareo e la trasfusione allogenica. Comprendono le difficoltà che possono creare al personale sanitario e a tal TRATTAMENTI SANITARI proposito sono organizzati in modo tale che SPECIFICI sia sempre reperibile una persona della comunità con l’incarico di affrontare la situazione. Questa persona può essere attivata sia dal personale sanitario sia dal paziente. RICOVERO OSPEDALIERO Non hanno esigenze particolari. ABITUDINI RELIGIOSE Leggono la bibbia ogni giorno. Non ci sono particolari riti riguardanti la IL MORIRE morte tuttavia sono ben accette le visite da parte degli anziani. L’assenso all’autopsia deve essere dato da un TRATTAMENTO DELLE SALME parente stretto. Inumazione e cremazione sono a scelta dei familiari. EBREI 60 Oltre a quella del paese di residenza usano anche l’ebraico e l’yddish. LINGUA DIETA DIGIUNO ABITI CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO TRATTAMENTI SPECIFICI SANITARI RICOVERO OSPEDALIERO ABITUDINI RELIGIOSE IL MORIRE TRATTAMENTO DELLE SALME Seguono il kashrut, una serie di regole dietetiche: non mangiano carne di maiale ed i pesci devono avere squame e pinne (no crostacei). Le carni rosse ed il pollame devono essere macellate rigorosamente con le regole kasher. La carne ed i prodotti caseari devono essere cotti e serviti separatamente. I latticini non possono essere assunti né prima né dopo un piatto di carne; anche una dieta vegetariana senza latticini e salse viene solitamente accettata. In occasione dello your kipur osservano un digiuno di 25 ore, non assumono né cibo né acqua. Durante il periodo della Pasqua ebraica assumono pane non lievitato (azzimo). Gli ebrei osservanti, sia maschi sia femmine, tengono sempre il capo coperto. I maschi portano il Kippa. Gli ebrei ortodossi indossano un cappello o una sciarpa o una parrucca; quelli strettamente osservanti vestono di nero e portano riccioli e barba. Le donne devono coprire il corpo e le braccia con abiti modesti. Non vogliono avere contati con persone del sesso opposto e non vogliono essere abbracciati come segno di conforto. In caso di grave malattia e/o pericolo di vita i precetti del sabatt decadono. L’emotrasfusione è permessa, ma comunque è una scelta personale. Le donazioni d’organo sono permesse dopo parere di un rabbino. Desiderano se possibile, degli spazi per la famiglia. Osservano il sabatt. Desiderano avere qualcuno accanto al letto fino alla morte che legge e recita preghiere. È vietato toccare o muovere il morente perché questi atti vengono ritenuti in grado di affrettare la morte. Per la legge ebraica l’identificazione è molto accurata, deve determinare la condizione di vedovanza. L’identificazione deve essere fatta in presenza della vedova. Il corpo non deve mai essere abbandonato; quando si presentano i parenti devono sempre trovare qualcuno accanto al corpo. L’autopsia può essere fatta solo se autorizzata dalla magistratura. Le parti amputate devono essere trattate con rispetto e conservate insieme alla salma. Il cadavere deve essere posizionato supino con gli occhi e la bocca chiusi, le dita ben diritte ed i piedi verso l’uscita. Il corpo viene lavato ed avvolto in un lenzuolo bianco. Attorno al corpo del maschio viene posto uno scialle da preghiera con le frange tagliate ai 4 angoli. Il funerale deve avvenire, se possibile, prima del tramonto del giorno di decesso, ma in ogni caso non di sabato. Le bare devono essere di legno liscio. Qualcuno rimane vicino alla salma fino al momento del funerale. Non c’è usanza floreale. Gli ortodossi pretendono l’inumazione, mentre i riformisti prevedono anche la cremazione. 61 MUSSULMANI LINGUA DIETA DIGIUNO ABITI CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO TRATTAMENTI SANITARI SPECIFICI RICOVERO OSPEDALIERO ABITUDINI RELIGIOSE IL MORIRE TRATTAMENTO DELLE SALME RISORSE TESTI SACRI Lingua del paese di residenza e arabo. Non mangiano carne di maiale sotto alcuna forma e neanche cibo che possa essere venuto a contatto con la carne di maiale. Si astengono dall’alcool. Possono cibarsi di carne bovina, pollame, montone e pesce, ma gli animale devono essere stati macellati secondo le regole mussulmane (halal) e tali requisiti segnalati sulle etichette. È permessa l’assunzione di vegetali e frutta. Il cibo deve essere portato alla bocca solo con la mano destra. Digiunano dal tramonto che segue l’inizio del mese del Ramadan ed alcuni digiunano anche altre volte in un anno. Il Ramadan è obbligatorio per tutti ad eccezione delle donne durante il periodo mestruale, in gravidanza o in allattamento, dei bambini in età prepubere e gli infermi. Le donne osservanti tengono il capo coperto (Hijab) e spesso si coprono dalla testa fino alla punta dei piedi quando si trovano in pubblico o in presenza di un maschio che non sia membro della famiglia. I maschi devono essere coperti dall’ombelico fino alle ginocchia, alcuni preferiscono anche tenere il capo coperto. È permesso essere trattati da personale sanitario di altre religioni, ma preferiscono staff dello stesso sesso. Non hanno particolari restrizioni. Riguardo all’igiene personale usano più volentieri la doccia e se non presente è d’obbligo approntare quanto necessario per il lavaggio dopo l’uso dei servizi igienici. Nelle zone di attesa desiderano avere un luogo dedicato per la preghiera nei pressi di una sala dove poter eseguire le abluzioni, un tappeto e una bussola che indichi la Mecca. Pregano 5 volte al giorno: prima dell’alba, a mezzogiorno, nel tardo pomeriggio, dopo il tramonto e in tarda serata. I maschi e le femmine pregano separatamente, insieme solo in casi di grave emergenza, ma con almeno una separazione provvisoria. I pazienti in fase agonica, devono essere posizionati con il capo sollevato dal corpo e rivolto alla Mecca. Il morente cerca sempre di recitare la Shahadah come testimonianza di fede. I cadaveri vengono messi tutti insieme, vanno però separati gli uomini dalle donne. L’autopsia è accettata solo se indispensabile e richiesta dall’autorità giudiziaria. I corpi devono essere maneggiati da persone dello stesso sesso e posti su di una superficie pulita e coperti con lenzuola: 3 per i maschi e 5 per le femmine. La testa va inclinata verso la spalla destra e rivolta verso la Mecca. L’inumazione deve avvenire preferibilmente entro le 24 ore dopo la morte. I corpi vanno sempre toccati con i guanti. Alcune moschee sono dotate di camere mortuarie per le emergenze. Se scritti in arabo non devono essere toccati da infedeli e da donne mestruate. SIKH 62 LINGUA DIETA DIGIUNO ABITI CONTATTI CON PERSONALE SANITARIO TRATTAMENTI SANITARI SPECIFICI RICOVERO OSPEDALIERO ABITUDINI RELIGIOSE IL MORIRE TRATAMENTO DELLE SALME Lingua del paese di residenza. Ed inoltre: punjabi, swahili, urdu e indi. Sono vegetariani ed i più devoti non fanno uso di tabacco, alcool e droghe. Nella loro dieta sono escluse anche le uova mentre i legumi generalmente sono ben accetti. Non hanno regole in merito. Tutti i maschi Sikh iniziati vestono i 5 simboli K: Kesh ( capelli molto lunghi), Kangha (pettine per mantenere i capelli puliti e lucidi), Kara (braccialetto di metallo per simboleggiare il forte legame con Dio), Kirpan (un corto pugnale che simboleggia la prontezza dei Sikh contro le ingiustizie) e Kacchhera ( calzoni stretti sotto al ginocchio come simbolo di modestia). Per gli uomini è obbligatorio portare il turbante, mentre le donne devono portare un lungo velo per coprire tutti i capelli. Togliere il turbante provoca grande imbarazzo. Non hanno restrizioni particolari, preferiscono però essere trattati da persone dello stesso sesso. Sono accettate sia le trasfusioni sia i trapianti d’organo, contattare comunque i familiari. Riguardo all’igiene personale usano più volentieri la doccia e se non presente è d’obbligo approntare quanto necessario per il lavaggio dopo l’uso dei servizi igienici. Prima di pregare devono lavarsi. Anche durante il ricovero ospedaliero portano con se i simboli K e prima di rimuoverli chiedere sempre il permesso. Pregano 3 volte al giorno: all’alba, al tramonto e prima di coricarsi. I pazienti in fase agonica desiderano, se possibile, avere accesso alle sacre scritture dei Sikh. Evitare di dare conforto a persone di sesso opposto attraverso contato fisico (es. abbraccio): è concesso solo ai parenti stretti. Vengono scoraggiate espressioni di conforto ai vedovi: essi cercano conforto nelle sacre scritture. Alla sinistra del cadavere devono essere posti i simboli K. Il corpo prima di essere posto nella bara deve essere lavato e vestito. I cadaveri vengono sempre cremati e la pira funeraria, se possibile, deve essere accesa preferibilmente da un parente stretto. Diversamente anche l’organizzazione funeraria può procedere. Non esistono termini temporali precisi per la cremazione. Le ceneri del defunto possono essere disperse nel vento o in un corso d’acqua. 7.3 COMUNICAZIONE DEL DECESSO IMPROVVISO 63 Ogni qualvolta che all’interno di un evento qualificabile come disastroso si presenta la morte improvvisa di qualche persona, questo evento diviene il nucleo essenziale della vicenda; sembra quasi che tutto ruoti attorno a ciò, cosa senza dubbio vera per i familiari delle vittime. Purtroppo questa tematica non trova molto spazio nella bibliografia internazionale. Uno dei tentativi più interessanti per affrontare organicamente questo tema è quello espresso nel 1997 dal Californian Youth Authority’s Office for Prevention and Victmis Service e dal Mother’s Againist Drunk Driving (MADD). La traduzione italiana di tale procedura la si può trovare nel volume di Young e coll. “L’assistenza psicologica nelle emergenze” pubblicato dalla casa editrice Erickson. Si tratta del tentativo di costruire delle procedure per la notificazione della morte e per formare adeguatamente il personale incaricato. Le note che seguono si ispirano al modello sopracitato, ma con una precisa attenzione per adeguarlo al contesto italiano. L’operatore nell’approccio ai familiari della vittima deve presentarsi con chiarezza e semplicità: i familiari devono sapere con precisione con chi stanno parlando. Nell’interloquire con i parenti non si possono rischiare equivoci ed il mezzo migliore per accertarsi di parlare con la persona giusta è quello di chiederlo direttamente con frasi del tipo: “E’ il fratello di…….?, oppure “Lei è il marito di …..?” I media non vanno mai informati senza aver prima ottenuto il consenso dei familiari. La comunicazione va data, per quanto possibile, in un ambiente tranquillo, lontano da rumori e non affollato. È importante far sedere gli interessati e sedere vicino a loro. Quando si parla è necessario cercare di essere semplici, diretti, con calore, ricordandosi di utilizzare sempre il nome della vittima e mai parole tipo “morto”, “defunto” ecc. La personalizzazione è di fondamentale importanza e fa sentire ai familiari che ci stiamo occupando proprio di loro e che la comunicazione non è un fatto puramente burocratico. Inoltre l’utilizzare il nome della vittima aiuta 64 l’interlocutore ad affrontare la realtà in modo diretto e semplice. Se non si usa il nome della vittima i familiari potrebbero faticare a rendersi conto che si sta parlando proprio del loro parente. Altro aspetto è quello di rendere il più coerenti possibili la comunicazione verbale con quella non verbale. Non si tratta solamente di comunicare una notizia, ma anche di entrare in relazione con i parenti. È sempre bene ricordare che ciò che definisce o sancisce la qualità della relazione non è legato a ciò che si dice, ma bensì al modo in cui lo si dice, agli atteggiamenti che si assumono, ai gesti che si compiono. Probabilmente saranno poste delle domande sui fatti e sulle circostanze che hanno portato al decesso . In questo caso è importante attenersi agli avvenimenti accertati, senza aggiunte particolari od interpretazioni personali che possono rivelarsi, alla verifica dei fatti, erronee. Se non si sa rispondere ad una domanda è molto meglio ammettere di non sapere, caso mai aggiungendo che ci si informerà in merito. Molto importante è non colpevolizzare la vittima di quello che è successo; in questa particolare circostanza i familiari hanno bisogno di proteggere l’immagine ed il ricordo del deceduto. 65 L’accertarsi che la comunicazione sia stata chiaramente recepita è indispensabile perché, dietro ad una semplice incomprensione lessicale, possono insorgere e svilupparsi fraintendimenti molto gravi e di difficile risoluzione. Una volta comunicata la tragica notizia è d’obbligo porgere le condoglianze. Questo gesto risulta particolarmente importante perché aiuta i familiari a passare dai fatti ormai trascorsi e sui quali non si può più far nulla, alle sensazioni. Parlando di ciò che è accaduto appare utile attenersi strettamente ai fatti, rispondere solo a ciò che viene chiesto senza aggiungere altro. È assolutamente normale che in questi momenti vi siano delle reazioni emotive molto intense; possono manifestarsi attraverso esternazioni eclatanti, attraverso il congelamento delle emozioni o attraverso forme di regressione nei comportamenti. Chi si assume il compito di portare tali informazioni dovrebbe essere preparato ad affrontare anche queste situazioni di emergenza. A volte può essere utile aiutare i congiunti a considerare normali queste reazioni, senza però utilizzare frasi fatte (“Il tempo cura tutte le ferite” ecc.), ma esprimendo calorosa attenzione e comprensione per le emozioni espresse. Spesso la famiglia della vittima ha bisogno di aiuti molto concreti come telefonare a qualcuno, trovare una persona disposta ad accudire i bambini, chiamare il sacerdote, i parenti, il datore di lavoro. Questo compito può essere in parte svolto da colui che si occupa della comunicazione o da altri che possano rispondere a queste esigenze. In alcuni casi è necessaria l’identificazione della salma. In questo caso è bene accompagnare i parenti più prossimi delle vittime sia quando si recano sia quando tornano dall’obitorio aiutandoli in questo adempimento descrivendo loro la stanza dove avverrà il riconoscimento, le procedure che saranno adottate e, nei casi più delicati (corpo gravemente ferito o deformato), preparandoli a quanto vedranno, senza però indugiare in descrizioni troppo macabre. 66 All’interno di uno scenario disastroso è utile offrirsi di occuparsi delle funzioni organizzative riguardanti il funerale o comunque fornendo tutte le informazioni necessarie. La stessa consegna degli effetti personali della vittima richiede una certa attenzione. Appare utile informare preventivamente la famiglia della prossima consegna e concordare con essa il momento più consono e rispettandone i desideri. Non è opportuno consegnare abiti sporchi di sangue o esalanti cattivi odori. Gli effetti personali andranno riposti in una scatola e non all’interno di sacchi, magari della spazzatura, come spesso accade. In ogni caso è importante chiedere ai familiari se si sentono pronti a ricevere gli effetti personali di “………”(nome della vittima). Per i familiari è altrettanto importante sapere che il congiunto scomparso non ha provato dolore pur non suscitando in loro l’impressione che la vittima non si sia accorta di nulla. Se durante i colloqui con i familiari delle vittime si rileva una particolare sofferenza, questa va segnalata a chi è in grado di supportare i familiari utilizzando anche cure mediche e psicologiche. 7.4 SCELTA DEL PERSONALE La selezione del personale a cui affidare il compito della comunicazione è sostanziale per la riuscita dell’operazione. Il contatto con la morte di una persona è un’esperienza forte a livello personale e professionale. Non esiste un profilo ideale che possa permettere di identificare con certezza la persona più idonea a questo compito. Occorrono pertanto corsi di formazione sugli aspetti della comunicazione del decesso. Il personale scelto dovrà avere le seguenti caratteristiche: • Sensibilità, affidabilità, maturità. 67 • Conoscenza degli eventi prima, durante e dopo il decesso. • Disponibilità a vivere con i familiari il tempo necessario ad aiutarli. Al di là di tutte queste indicazioni pragmatiche è importante supportare gli operatori che si occupano di questa attività, permettendo loro di esprimere apertamente i vissuti legati agli incontri con i familiari delle vittime. L’operatore non deve essere lasciato solo nella gestione di queste emozioni e deve essere aiutato, in particolare, a ritrovare il giusto distacco dalle relazioni emotivamente pregnanti che si instaurano con i familiari dei defunti. In particolare può essere utile prevedere ulteriori momenti di formazione e di incontri periodici nei quali poter esaminare e confrontare i vissuti emotivi legati a questo compito. 7.5 IL TUTOR Le azioni ed i comportamenti durante una situazione di crisi devono tenere conto innanzi tutto degli aspetti umanitari nei confronti dei familiari e degli amici delle vittime, considerati, a loro volta, vittime indirette dell’evento. Si rende quindi necessario fornire un supporto affinché gli individui riescano a mobilitare le loro risorse naturali mettendo a disposizione mezzi adatti e standardizzati. Il supporto offerto deve permettere una “abreazione” precoce ed un sostegno naturale alle strutture dell’”Io” perturbate dall’evento. L’intervento deve essere pragmatico e rispettoso delle risorse e dei bisogni effettivi. La figura che assolve questi compiti viene denominata tutor. I tutors seguono un corso specifico tenuto da psicologi. Il loro obiettivo mira a ridurre e/o evitare la cronicizzazione degli effetti del trauma, ma sostenere le “vittime” non significa sostituirsi a loro. I tutors non sono chiamati a far terapia: quest’ultima compete agli operatori specializzati. 68 Nel cogliere le reazioni dei familiari delle vittime l’operatore deve cercare di capire quali bisogni essi tentino di esprimere. Generalmente esprimono il bisogno di informazione (sulle azioni legali, sui procedimenti giudiziari, sugli obblighi di cooperazione con le forze dell’ordine), il bisogno di aiuto per la risoluzione di alcuni problemi (spostamenti, problemi finanziari, l’essere accompagnati durante attività connesse alla situazione di crisi), il bisogno di un intervento psicosociale (terapie specialistiche). La gestione del bisogno di informazione è fondamentale e deve essere condotta con molta attenzione; le informazioni devono essere chiare e precise e date, se riguardano direttamente o indirettamente l’evento, solo dopo essere state rese ufficiali dagli organi competenti. Di fondamentale importanza è l’empatia. I tutors non saranno sempre in grado di dare tutte le risposte alle richieste, ma possono però dare accoglienza ed ascolto. Quando possibile, il tutor lavorerà in cogestione (due tutors per ogni famiglia) per favorire la complementarità, per avere la possibilità di suddividersi i compiti, di alternarsi nella gestione e interagire con altre figure professionali, di avere un feedback costante ed un sostegno reciproco. Fornirà al suo team leader una lista aggiornata dei bisogni dei familiari che sta assistendo e sempre al team leader si rivolgerà per avere informazioni, indicazioni, aiuto ed un periodo di riposo o eventualmente una sostituzione in caso di criticità dell’assistenza. Il tutor deve diventare il punto di riferimento per la famiglia e la deve seguire costantemente nell’evolversi della situazione per garantire un supporto ad ogni necessità (trasferimenti, sistemazione alberghiera, generi di conforto, farmaci ecc.); in ogni caso deve lasciare che i familiari abbiano il tempo per sé e per rimanere soli. Assiste i familiari nel momento dell’identificazione e della restituzione della salma, delle esequie e durante le formalità burocratiche, specialmente durante la restituzione 69 degli effetti personali. Ogni giorno compila un diario dettagliato dei bisogni espressi dai familiari. Il mezzo a disposizione dei tutors per svolgere la propria funzione è la comunicazione. Ho incontrato Luca Giberti, tutor dei familiari delle vittime di Linate che mi ha spiegato il ruolo e l’importanza del tutor. Come già detto, la figura del tutor può essere così riassunta: colui che segue costantemente i familiari come punto di riferimento per tutta la durata dell’intervento senza mai lasciarli soli, pronto a rispondere ai loro bisogni. Mostra “empatia e convalida” per sviluppare una relazione di intesa e fiducia. L’empatia (vedere la situazione dal punto di vista dell’altra persona) permetterà la trasmissione della premura e dell’attenzione verso i familiari. La convalida è la conferma dei sentimenti e del punto di vista dell’altra persona. Convalidare non vuol dire essere d’accordo o in disaccordo, ma riconoscere il diritto della persona di provare le proprie emozioni: significa legittimare le sue reazioni allo stress traumatico. Addentrandomi nel colloquio con il tutor di Linate e approfondendo la conoscenza dei compiti di questa indispensabile figura, riassumerei il suo “fare” in una serie di consigli quasi a costituire un decalogo comportamentale. Sii: • Onesto; • Paziente; • Disponibile; • Stimolante; • Incoraggiante; • Suggeritore; • Guida; 70 • Interlocutore cauto e sicuro. Tutors e familiari sono le componenti di un importante rapporto caratterizzato da fiducia derivante da una chiara e sincera comunicazione. Nella crisi tuttavia, altre figure si presentano sulla scena con il compito di ottenere e dare comunicazione: i rappresentanti dei “media”. Coloro, a differenza dei tutors, sono professionisti nella loro attività e conoscono molto bene tutti i mezzi, anche quelli che potremmo definire “trucchi”, utili ad ottenere tutte le informazioni a loro utili per far notizia. Non è allora compito del tutor quello di aver contatti con i giornalisti; a loro si rivolgeranno solo gli organi specificatamente preposti. Potrebbe però capitare che un qualsiasi organo di stampa o radiotelevisivo avvicini un tutor; in tal caso, il tutor non darà alcuna informazione, ma , con estrema cortesia, indicherà quale possa essere il corretto interlocutore. La valutazione critica del “caso Linate” presenta dei chiaroscuri. I chiari: i vari tutors hanno trascorso tutto il periodo del loro lavoro alloggiati in un hotel dove, a sera, si riunivano e si trasmettevano le informazioni sulla giornata trascorsa, ma soprattutto, le proprie sensazioni, gli stati d’animo, insomma ciò che da mio può diventar di tutti al di là del formale, del codificato. Gli scuri: la tipologia dell’attività non è certamente leggera. Alle spalle dei tutors c’era soltanto un corso di formazione senza alcuna esperienza diretta. Il rapporto di fiducia tra operatore e familiari è stato immediatamente incrinato dal fatto che il primo contatto è avvenuto solo dopo 48 ore dalla tragedia. Tutto l’intervento è stato reso ancor più difficile e gravoso dal rapporto numerico tra tutors e famiglie che, invece di essere, come dovrebbe, di 1/1 è stato di 1/5. Sebbene la conclusione possa essere quella di “un po’ d’improvvisazione”, l’esperienza vissuta dagli operatori ha suscitato in alcuni di loro ulteriore fattivo interesse al problema ed al suo approfondimento per sé e per gli altri. 71 CAPITOLO 8 IDENTIFICAZIONE DELLE VITTIME NELLE CATASTROFI (IVC) Quanto sia importante dare un nome, assegnare un’identità alla o alle vittime di un disastro appare già evidente da quanto prima sottolineato. Le spoglie o la tomba di un ignoto possono forse diventare un simbolo, ma non sono di conforto a nessuno! Allora ne deriva che tutto quanto può servire a tal scopo acquisisce un notevole valore. La raccolta delle informazioni deve essere quindi attenta, il più dettagliata possibile, ma non deve essere lasciata all’iniziativa del singolo operatore, alla sua sensibilità, alla sua emotività; deve seguire piuttosto uno schema, un protocollo che ne garantisca l’obiettività e l’universalità. Di seguito si riportano quindi le traduzioni dei formulari in uso all’Interpol ed adottati dall’ambiente medico-legale (vedi allegati). Il risultato appare così quello derivante da un linguaggio comune, ripetibile pur con gli eventuali adattamenti legati alla specificità di ogni singolo evento. 8.1 INFORMAZIONI GENERALI Il formulario INTERPOL per l’identificazione delle vittime è composto di varie sezioni divise in due gruppi: 1) FORMULARI GIALLI per registrare i dati conosciuti più recenti riferiti a una persona scomparsa. 2) FORMULARI ROSA per registrare tutte le osservazioni riferite ad un cadavere non identificato. Si può giungere all’identificazione di un cadavere se i dati ad esso riferiti e registrati nel formulario rosa possono essere confrontati, trovando corrispondenza, con quelli del formulario giallo relativo ad una persona scomparsa. Una volta effettuata l’identificazione, 72 gli esperti riempiranno un documento di identificazione valido come condizione per poter produrre un attestato di morte e permettere la consegna del cadavere per il funerale. L’identificazione di un cadavere può essere effettuata in modi diversi, secondo il tipo di dati utilizzati. Il formulario INTERPOL è strutturato in maniera tale che le sezioni nelle quali si registra il medesimo tipo di dati sono indicate con la stessa lettera maiuscola nell’angolo in alto a destra della pagina. I formulari da utilizzare per l’identificazione dentaria sono le sezioni F1 e F2 (gialle) e F1 e F2 (rosa). Visto il vocabolario tecnico utilizzato, devono essere riempite da persona col titolo di “odontologo forense”. 8.2 ISTRUZIONI PER COMPILARE IL FORMULARIO AM (ANTEMORTEM: formulario giallo). Istruzioni generali Scopo del formulario AM è la raccolta di tutte le informazioni che possono fornire parenti, amici e/o medici della possibile vittima o della persona scomparsa per facilitarne l’identificazione mediante la comparazione di questi dati con quelli ottenuti dai cadaveri sulla scena dell’evento. Si devono inserire nel formulario tutte le informazioni che si possono ottenere, essendo impossibile sapere a priori quali dati saranno raccolti sul luogo del disastro. Il “formulario” è composto da tabelle contenenti un numero vario di caselle che devono essere barrate secondo le indicazioni specifiche. Il numero di caselle barrate sarà direttamente proporzionale al quantitativo di informazioni acquisite. 73 Istruzioni specifiche • Sezioni A1 e A2: dati personali della possibile vittima o della persona scomparsa. • Sezioni C1, C2 e C3: descrizione degli effetti personali (vestiario, gioielli, altro). • Sezioni D1, D2 e D3: descrizione fisica. • Sezione D4: annotazione dei segni particolari (es: tatuaggi). • Sezioni E1, E2: raccolta di tutte le informazioni di carattere medico utili all’identificazione. • Sezioni F1 ed F2: informazione odontologica (vedi istruzioni allegate). • Sezione G: raccolta di tutte le informazioni utili non incluse per mancanza di spazio. Occorre poi tener presente che le fotografie del vestiario, dei gioielli e degli altri effetti descritti nelle corrispondenti sezioni possono risultare di grande utilità per il confronto con gli oggetti ritrovati sul luogo del disastro. Per questo, quando si riescano ad ottenere, le foto vanno accluse al formulario. Ancora più specifiche sono le sezioni che seguono perché confrontano dati raccolti con un questionario con altri evidenziati su cadavere. 8.3 ISTRUZIONI – SEZIONI F1 E F2 AM (formulario giallo) Devono essere qui inseriti i dati più recenti sulla dentatura di una persona scomparsa, ricavati dalle cartelle mediche e/o da altro tipo di documento. Nella sezione F1 devono essere chiaramente indicati il numero di riferimento e il sesso della persona scomparsa (nel frontespizio del modulo). Nel corpo centrale 74 devono essere annotati tutti i dati richiesti. Nella sezione “Circostanze della scomparsa”, deve essere riassunto al massimo il report della polizia. Nella sezione “Informazioni sullo stato della dentatura” si riportano tutti i dati aggiuntivi forniti alla polizia dai familiari o da altre persone. Previa richiesta alla polizia, si annotano il nome, il numero di telefono e l’indirizzo degli odontologi che hanno fornito le cartelle mediche, specificando il periodo (in anni) abbracciato dalle rispettive cartelle. Le cartelle devono essere originali o fotocopie di buona qualità. Tutti gli allegati (radiografie, calchi, fotografie) devono riportare il nome del paziente e dell’odontologo e la data in cui sono stati prodotti. In caso contrario, ciò dovrà essere fatto dall’operatore. La sezione F2 include le informazioni più recenti sullo stato della dentatura della persona scomparsa, ricavabili dal materiale allegato (cartelle mediche, radiografie, fotografie, calchi o altro). L’indicazione delle facce dentali viene data da lettere maiuscole: M=mesiale, O=occlusale, D= distale, V=vestibolare, L=linguale. In caso di notazione diversa, la stessa viene dettagliata in una delle caselle sottostanti. Nell’odontogramma è necessario specificare la posizione e la grandezza di tutte le otturazioni, così come tutti gli altri dati indicati nel formulario riassuntivo. Nell’indicare i materiali va usato il nero per l’amalgama, il rosso per l’oro e il verde per il materiale di colore naturale. Una X grande sul quadrato corrispondente segnala ogni dente assente per estrazione o mancanza congenita. Odontogrammi eventualmente forniti da odontologi devono essere confrontati per verificarne le coincidenze, non esitando ad interpellare l’odontologo di riferimento per qualsiasi necessità. La disponibilità di radiografie e/o altro tipo di materiale di appoggio va indicato segnalando, nella casella appropriata, il tipo, la data e il dente a cui si riferiscono. Infine, si annoti la data al momento della scomparsa. 75 Una volta riempita la sezione F2, l’odontologo deve annotare il proprio nome, indirizzo e numero di telefono (anche usando il timbro professionale) nel riquadro inferiore della sezione F1 ponendo, sopra la firma, la data di fine lavoro. Tale documento ha valore legale, per cui l’odontologo dovrà conservarne una copia completa per il proprio archivio; allo stesso modo, copie di tutta l’informazione originale devono essere eseguite prima di restituirla all’odontologo. 8.4 ISTRUZIONI PER COMPILARE IL FORMULARIO PM (POSTMORTEM: formulario rosa) norme da seguire sul luogo della catastrofe Prima di spostare qualsiasi cadavere si devono annotare i riferimenti sulla sua ubicazione. Si raccolgono poi tutti gli effetti personali sulla cui appartenenza non vi siano dubbi ponendoli insieme al cadavere o a parti del suo corpo. Gli altri effetti vanno registrati come non identificati e tenuti separati in una prima fase. Ogni cadavere o parte del corpo non identificato deve avere una targhetta impermeabile numerata. istruzioni generali Scopo del formulario PM è raccogliere tutta l’informazione possibile su un cadavere per facilitarne l’identificazione mediante il confronto con l’informazione Ante Mortem raccolta dai familiari su apposito questionario (AM). Nelle tabelle con la colonna “N°” deve essere riportato il codice corrispondente agli oggetti in lista e non il numero di tali oggetti. In altri punti bisogna semplicemente mettere una X sulla casella appropriata. 76 Il contrassegno del maggior numero possibile di caselle semplifica l’informatizzazione dei dati e la trasmissione dei dati elaborati in altre lingue (tutti i paesi membri dell’Interpol utilizzano infatti formulari identici). istruzioni specifiche Sezione B Informazione raccolta sul luogo dell’evento: si riempia il formulario durante la raccolta di informazioni in situ e si aggiunga il numero dell’etichetta corrispondente al cadavere o a parti del cadavere Sezioni C1-C3 Si fotografi il cadavere prima di spogliarlo e si raccolgano gli eventuali gioielli C1 – abiti e scarpe C2 – effetti personali C3 - gioielli Sezioni D1-D4 Mentre si esaminano gli effetti e si procede alla loro descrizione D1-D3 – descrizione fisica del cadavere D4 – segni particolari (tatuaggi, etc.) Sezioni E1- E2 Esame medico del cadavere E1 e E2 – relazione su tutti i dati dell’esplorazione interna utili ai fini identificativi F1 e F2 – Informazione odontologica (v. istruzioni allegate) Sezione G Informazione aggiuntiva utile o continuazione di note precedenti Raggiunta una identificazione, deve essere compilato il “Report Identificazione Vittime” seguendo le istruzioni 77 “…...ci si aspetta di tutto, ma non si è mai preparati a nulla!” (Swetchine) 78 CONCLUSIONI Alla luce di quanto esposto pare opportuno soffermarsi su alcune riflessioni. Certamente parlando di mass-disasters non ci si riferisce ad eventi prevedibili almeno nella loro completezza ed intensità. Tuttavia per affrontarli, contenerli, gestirli,non si può prescindere dal preparare qualcosa. Anche la pedagogia ci insegna il valore del prevedere per risolvere; diversamente Sir Robert Baden Powel non avrebbe dato come motto agli scouts del movimento da lui fondato il termine “be prepared”! La revisione critica degli esempi riportati evidenzia poi la grave carenza organizzativa legata alla vicenda “Linate” soprattutto per ciò che riguarda la gestione delle salme e dei familiari delle vittime. Se “l’essere pronti” non fosse fondamentale, mal si spiegherebbe la meticolosa attenzione al dettaglio come appare dalla preparazione delle schede dell’INTERPOL che potrebbero anche definirsi persino eccessive, ma che hanno il pregio di portare, come già evidenziato, ad un linguaggio comune, da tutti utilizzato, da tutti compreso. “Essere pronti” significa anche essere consapevoli che non esiste il “disastrologo”, ma che è necessaria la conoscenza e la capacità di molte figure professionali che senza rivalità collaborino ed interagiscano con il solo scopo del miglior risultato. Sono quindi indispensabili le presenze di professionalità allo scopo preparate e continuamente addestrate, consapevoli dell’importanza del proprio ruolo solo nell’ambito di un lavoro d’insieme con leader che possono variare secondo le necessità contingenti, ma che mai avranno la caratteristica di prevaricare bensì di coordinare, di convogliare idee, di favorirne il confronto e la critica, di unire e mai di dividere. La stessa impronta del singolo deve caratterizzare anche la figura di ogni istituzione coinvolta superando le difficoltà che molto spesso se non quasi sempre si presentano nella loro quotidianità. 79 Non sottovalutando l’aspetto normativo legato alla stipula di eventuali convenzioni che definiscano già dall’inizio i ruoli delle singole istituzioni, si deve evidenziare la fattiva collaborazione già in essere tra la Protezione Civile Provinciale di Firenze con l’istituto di Medicina Legale AOUC. Questo istituto infatti, si impegna ad occuparsi specificatamente dell’addestramento degli operatori di protezione civile per quanto riguarda il recupero salme e la raccolta di tutti i dati e reperti utili all’identificazione ed alle altre attività medico-legali. La collaborazione avrebbe come sbocco naturale la redazione di documenti che sfocerebbero indubbiamente nella stesura di protocolli o meglio di piani di lavoro che potrebbero costituire lo schema del “fare” e del “chi fa cosa” come ben evidenziato dal riportato piano londinese. Per questo è indispensabile una conoscenza specifica del territorio e delle risorse al fine di non rimanere sul teorico. Ogni realtà è qualcosa di specifico, di particolare. Tuttavia, anche l’eccessiva parcellizzazione del problema potrebbe essere negativa e quindi parrebbe utile trovare più punti in comune per arrivare a stilare “piani concretamente fattibili”, ma il più possibilmente attuabili su tutto il territorio nazionale. Certamente ogni progetto tocca tanti e tali aspetti che necessitano tempo per essere affrontati. In quello da cui siamo partiti restano ancora da definire le procedure operative e di aggiornamento dati come pure l’allestimento della sala autoptica mobile e delle sue dotazioni. Anche il reperimento di fondi per l’attuazione di un progetto diventa un problema specie in periodi di difficoltà economiche: non sarebbe allora da scartare l’idea di un coinvolgimento di partnership nazionali o comunitarie. 80 ALLEGATI SCHEDE INTERPOL AM A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) Cognome Nome Data di nascita Tipo di catastrofe Luogo della catastrofe Data della catastrofe A0 N°………… * M * F : : : Istituzione incaricata dell’identificazione Motivazioni per le quali si ritiene che questa persona sia vittima della catastrofe * possibile vittima * probabile vittima * vittima certa * raccolti campioni * in attesa di profilo * si allega profilo Parere del funzionario compilatore Analisi DNA RIASSUNTO INFORMAZIONI A1 Compl. C1 C2 Effetti personali C3 Gioielli D1 Descrizione fisica D2 Descrizione fisica (segue) Descrizione fisica (segue) Schema anatomico D3 D4 E1 E2 Prestata a Nome Dati della persona scomparsa Dati della persona scomparsa (segue) Abbigliamento A2 Parz. Data Informazione medica F1 Informazione (segue) Odontologia medica F2 Odontologia (segue) G Informazioni aggiuntive 81 Data di restituzione Note A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA Cognome ……………………………….. N°………… Nome ……………………………….. Data di …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F nascita A1 a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Informazioni relative alla persona scomparsa 00 Informazione fornita da: Data: punto 13 nome indirizzo parentela a 1 * vedi punto 12 b c 2 * vedi Tel. / mail 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 12A 13 Cognome Cognome da nubile Nome Nazionalità N° documento di identità Codice Stato Nome nel cod. comm. cinese Data di nascita Stato civile Professione Indirizzo completo: Via/n° CAP Paese Provincia Religione Parenti più prossimi Consanguineità (DNA) ****************** **** **** **** **** **** **gg **mm ****anno **età 1 *singolo/a 2 *convivente 3 *coniugato/a data__________ 4 *vedovo/a 5 *separato/a 6 *divorziato/a 1*no 2*si Quale?_____________________ Comparazione DNA vedi sezione G 1*no 2*si – Per l’identificazione visiva contattare: Nome Indirizzo Tel./mail Grado di parentela Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 82 Firma A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F Cognome Nome Data di nascita A2 a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Informazioni relative alla persona scomparsa Impronte digitali 14 1 In caso negativo si possono ottenere? 15 16 17 18 3 * * no 2 no 4 * * a b c si data ……………………………. si Medico curante nome indirizzo tel./mail Dentista : nome indirizzo tel./mail Segni evidenti per l’identificazione Fotografie 1 * allegate * 2 chiedere a ………………………………………………. Fatte il (data): ……………………………………………………………………………………… …. 19 Documenti : 01 documenti ufficiali 02 informazioni di polizia 03 referti medici 04 referti ospedalieri 05 radiografie ospedaliere 06 referti odontologici 07 radiografie dentarie 08 n° id. protesi dentaria 09 altri documenti 1 * allegate ……………………………………… 2 * chiedere a 1 * allegate …………………………………… 2 * chiedere a 1 * allegate …………………………………… 2 * chiedere a 1 * allegate ……………………………………… 2 * chiedere a 1 * allegate ……………………………………… 2 * chiedere a 1 * allegate ……………………………………… 2 * chiedere a 1 * allegate ……………………………………… (specificare): (specificare): 2 * chiedere a I punti 20 – 23 non sono presenti in questo formulario Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 83 Firma A. M. Cognome Nome Data di nascita IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F A3 a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Abbigliamento e calzature (indossati o nel bagaglio) 24 Abbigliamento: Cod. 01 testa e collo 0101 cappello 0102 sciarpa 0103 cravatta 0199 altro 02 parte superiore del corpo 0201 cappotto 0202 soprabito 0203 maglione 0204 camicia 0205 impermeabile 0206 giacca 0207 abito 0208 cardigan 0209 blusa 0210 spezzato 0211 camicetta 0212 reggiseno 0213 bretelle 0214 guanti 0299 altro 03 parte inferiore del corpo 0301 pantaloni uomo 0302 pantaloncini 0303 pantalone donna 0304 gonna 0305 mutande 0306 guaina 0307 corsetto 0308 collant 0309 body 0310 calzini 0311 cintura 0312 fibbia cintura 0399 altro 04 tutto il corpo 0401 camice 0402 camice da lavoro 0403 tailleur 0499 altro 25 a 1 Materiale 2 Colore 3 Tipo 4 Marca 5 Taglia Calzature 01 scarpe 02 scarponcino 03 sandali 99 altro Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 84 Firma b c A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME C2 PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F Cognome Nome Data di nascita a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Informazioni relative alla persona scomparsa 26 Orologio 1 00 Lo porta sempre? no Cod 01 Digitale 02 Analogico 03 Digitale/analogico 04 Da taschino 27 * Occhiali 1 00 Li porta sempre? * no 03 Forma delle lenti * no Tonda 1 * 1 * Documentazione 1 * * 2 * 2 2 Colore 3 Descrizione 4 Marca 5 Scritte 2 Colore 3 Descrizione 4 Marca 5 Scritte si Graduazione si _____________ Ovale 04 Lenti a contatto 29 2 Colorate? 1 01 Passaporto 02 Patente 03 Carte di credito 04 Carta d’identità 05 Tessera donatore 06 Travel cheques 07 Libretto assegni 08 Tessera sanitaria 99 Altro si 1 Materiale 02 Lenti 00 Li porta sempre * 1 Materiale 01 Montatura 28 2 a b c Quadrata * 3 3 2 no 2 * * sx Mezzaluna * Colore? no * si ______________ 3 4 4 * Senza montatura * * dx 5 * Graduazione sx 4 * dx si Cod / N° Altri effetti Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 85 Firma A. M. Cognome Nome Data di nascita IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F C3 a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Gioielli 30 Anelli, catenine, etc a Cod. 1 Materiale 2 Colore 3 Tipo 4 Marca 5 Taglia 01 Fede 02 Altri anelli 03 Orecchino con foro 04 Orecchino a clip 05 Catena da collo 06 Catenina 07 Braccialetto 08 Altre catenine 09 Pendente 10 Piercing 11 Anello nasale 12 Cavigliera 99 Altro Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 86 Firma b c A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F Cognome Nome Data di nascita a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Descrizione fisica 31 a 31A 32 33 34 Altezza Peso Corporatura 01 Costituzione 02 Testa (frontale) 35 Quadrata 03 Testa (laterale) Razza Caucasoide Mongoloide Negroide Chiara 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * (specificare): 01 Gruppo 36 ___________cm ___________kg Delicata Normale Robusta 1 * 2 * 3 * Ovale Appuntita Piramidale Circolare Rettangolare 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Corta Media Allungata 1 * 2 * 3 * Media Scura 02 Descrizione Capigliatura Naturale Artificiale Posticci Parrucca Treccine 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Corto Medio Lungo Rasato 1 * 2 * 3 * 4 * Biondo Castano Nero Rosso Grigio Bianco 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Chiaro Medio Scuro ? Tinto Con meches 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Rado Medio Abbondante 1 * 2 * 3 * Liscio Ondulato Riccio Con divisa 1 * 2 * 3 * / 4 *sx 5 * dx 6 *centr. Incipiente Avanzata Totale Fronte Lato Superiore 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 *centr. (specificare): 01 Classe 02 Lunghezza 03 Colore 04 Tonalità 05 Volume 06 Tipo 07 Calvizie 08 Altre osservaz. Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 87 D1 Firma b c A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) Cognome Nome Data di nascita D2 N°………… * M * F a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Descrizione fisica (continua) 37 Fronte Bassa Normale Ampia Stretta Normale Larga 01 Altezza / Largh. 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Prominente Normale Sfuggente 02 Inclinazione 1 * 2 * 3 * Poco 4 * Molto 38 Sopracciglia 01 Tipo / Volume Dritte Arcuate Unite 1 * 2 * 3 * / 4 * 39 Occhi 01 Colore Azzurri Grigi Verdi Castani Neri 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Chiaro Medio Scuro Misto 1 * 2 * 3 * 4 * Piccola Media Grande 1 * 2 * 3 * Strabismo Occhio artificiale 1 * Converg. 2 * Diverg. 3 * Sx 4 * Dx 02 Tono 03 Distanza interoc 40 04 Particolarità Naso 01 Dimens. / Forma 03 Forma (vedi disegno silhouette) Villosità (viso) 01 Tipo 02 Colore 42 Normali 6 * Spesse Piccolo Medio Grande Affilato Ricurvo Da alcolista 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Segno degli occhiali Altre (specificare): 1 * No 2 * Si 3 * ___________________________ Concava Retta Convessa Verso il basso Orizzontale All’insù 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * 02 Particolarità 41 Sottili 5 * a Basette 5 * Rossa 5 * Barba e baffi Brizzolata 6 * Bianca 02 Lobi/Lobi forati Piccole Medie Grandi Attaccate Normali Separate 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Saldati Forati (specificare numero): 1 * No 2 * Si 3 * Sx _____ 4 * Dx _____ 43 Bocca 01 Grandezza/Altro Piccola Media 1 * 2 * 3 * 44 Labbra 01 Forma / Altro Sottili Medie Grandi 1 * 2 * 3 * / 4 * 45 Dentatura(v. F1/F2) 01 Stato 02 Separazione / pezzi mancanti Naturale Con tratt. Senza tratt. Corone Ponti Impianti 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Separaz. tra incisivi Pezzi mancanti Senza denti 1 *Sup 2 *Inf 3 *Sup 4 *Inf 5 *Sup 6 *Inf Parziale Completa Altro (specificare): 1 *Sup 2 *Inf 3 *Sup 4 *Inf 5 * ___________ No Si Sigarette Sigari Pipa Tabacco da masticare 1 * 2 * / 3 * 4 * 5 * 6 * 46 Orecchie 01 Forma / Angolo Rasato Baffi Barbetta 1 * 2 * 3 * 4 * Bionda Castana Nera 1 * 2 * 3 * 4 * 03 Denti finti Fumatore 01 Tipo Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Grande Altro (specificare): / 4 * _____________________ Pitturate Altro (specificare): 5 * ________________ Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 88 Firma b c A. M. Cognome Nome Data di nascita 47 48 IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F D3 a = informazione non disponibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Mento Piccolo Medio Grande Sfuggente Normale Prominente 01 Grand./Inclinaz. 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Appuntita Rotonda Spigolosa Fossetta vert. Fossetta orizz. 02 Forma 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Collo 01 Lungh./Forma Corto Normale Lungo 1 * 2 * 3 * / 4 * Gozzo Pomo sporgente Sottile Normale Largo 5 * 6 * Taglia n°: Circonf. (cm): 02 Caratteristiche 1 * 49 Mani 01 Forma/Grand. 02 Lungh. unghie 03 Caratteristiche 50 Piedi 01 Forma 02 Stato / Unghie 51 03 Caratteristiche Villosità corpo 01 Villosità 02 Colore 52 Villosità pube 01 Villosità 02 Colore 53 Segni partic. 01 Testa 1A Collo/gola 02 Braccio dx 03 Braccio sx 04 Mano dx 05 Mano sx 06 Tronco ant. 07 Tronco post. 08 Gamba dx 09 Gamba sx 10 Piede dx 11 Piede sx 2 * 4 6 Sottili Normali Larghe Piccole Medie Grandi 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Corte Medie Lunghe 1 * 2 * 3 * Morse Manicure Pitturate Artificiali Nicotina 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Sx 6 * Dx Sottili Normali Larghi Piatti Arco pronunciato 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Bugnone Callo Pitturate Mancanti 1 * 2 * / 3 * 4 * (specificare): __________________________________________ Nessuna Scarsa Media Abbondante 1 * 2 * 3 * 4 * Bionda Castana Nera Rossa Brizzolata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Nessuna Scarsa Media Abbondante Rasata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Bionda Castana Nera Rossa Brizzolata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Cod. 1 cicatrice/piercing 2 segni 3 tatuaggi Bianca Bianca 4 malformaz. 5 amputaz. Indicare le particolarità nello schema anatomico, sezione D4 54 55 Circoncisione Altre partic. Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail 1 * No 2 * Si 3 * Si ignora Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 89 Firma A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA Cognome ……………………………….. N°………… Nome ……………………………….. Data di nascita …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F DESCRIZIONE FISICA (SEGNALATA AL PUNTO 53) Cicatrici Piercing Disegnarle Segni Disegnarli Tatuaggi Disegnarli Malformazioni Disegnarle Amputazioni 90 D4 A.M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F Cognome Nome Data di nascita STATO DI SALUTE (secondo parenti o allegati) 56 Stato generale di salute (malattie pregresse/attuali trattamento seguito 57 e/o Consumo medicinali (presenti nel domicilio) INFORMAZIONE MEDICA (se non fornita dal medico curante “A2-15”, specificare la fonte) 01 Paziente regolare? Cod. 58 STORIA MEDICA: 02 Sintomi 03 Conclusioni 04 Diagnosi 05 Trattamenti 06 Prescrizioni 07 Visite specialistiche 08 Cicatrici chirurgiche 09 Altre cicatrici 10 Fratture 11 Organi assenti 12 Ricoveri in ospedale 13 Altro DIPENDENTE DA: 14 Tabacco 15 Alcol 16 Droghe 17 Stupefacenti MALATTIE CONTAGIOSE: 18 Epatite 19 AIDS 19A Tubercolosi 20 Altre PER LE DONNE: 21 Incinta 22 Parti 23 Isterectomia IMPIANTI: 24 Disp. contraccettivi intrauterini 25 Altri impianti Metallico 1 59 * Plastico 2 * Descrizione: Gruppo sanguigno (Continua con il punto 66; punti 60-65 solo nel questionario post-mortem) Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 91 Firma E1 A. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F Cognome Nome Data di nascita INFORMAZIONE MEDICA Sintesi della storia medica a cura 66 (continua) del medico forense o del medico che ha effettuato l’esame Storia medica a cura di: Nome Indirizzo Telefono / Mail ALTRI DATI DI PARTICOLARE INTERESSE 67 Radiografia per problemi specifici 68 Organi estirpati 69 Protesi 70 Altre parti artificiali (Continua con il punto 76; punti 71-75 solo nel questionario post-mortem) Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 92 Firma E2 A. M. Cognome Nome Data di nascita IDENTIFICAZIONE VITTIME E4 PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F C= ulteriori informazioni nella sezione G DNA 93 Riferimento Persona scomparsa 1. Riferimento 2. Riferimento 3. Riferimento C Tipo di campione: Riferimento del laboratorio: Nome/Indirizzo: _________________________________________________________ N° id. naz. Parentela biologica Rif. del laboratorio _____________________________ _____________________________ Persona di rif. del laboratorio Norma di qualità del laboratorio _____________________________ _____________________________ Nome/Indirizzo: _________________________________________________________ N° id. naz. Parentela biologica Rif. del laboratorio _____________________________ _____________________________ Persona di rif. del laboratorio Norma di qualità del laboratorio _____________________________ _____________________________ Nome/Indirizzo: _________________________________________________________ N° id. naz. 94 Profili di DNA Parentela biologica Rif. del laboratorio _____________________________ _____________________________ Persona di rif. del laboratorio Norma di qualità del laboratorio _____________________________ _____________________________ Persona scomparsa 1. Riferimento 2. Riferimento 3. Riferimento 95 D3S1358 VWA D16S539 D2S1338 Amelogenina D8S1179 D21S11 D18S51 D19S433 TH01 FGA TPOX CSF1P0 D13S317 D7S820 D5S818 Penta D Penta E FES F13A1 F13B SE33 CD4 GABA Controllato da Data Firma 93 A. M. Cognome Nome Data di nascita 76 IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F F1 Indirizzo della persona scomparsa (v. A1 punto 10) 77 78 79 __ /__ /____ (gg/mm/anno) Data scomparsa Circostanze della scomparsa Informazioni sullo stato della dentatura (fornite da parenti e/o altre persone) 01 Dati in D2 punto 45 1 * No 2 * Si INFORMAZIONE FORNITA DA 80 Odontologo / entità 01 Dati in D2 punto 45 Tel /mail Periodo considerato Da _________ a __________ * * * * Da _________ a __________ * * * * Da _________ a __________ * * * * Documenti classificati con 81 Cartelle Radiogr. Calchi Foto Odontologo / entità 01 Dati in D2 punto 45 Tel /Mail Periodo considerato Documenti classificati con 82 Cartelle Radiogr. Calchi Foto Odontologo / entità 01 Dati in D2 punto 45 Tel /Mail Periodo considerato Documenti classificati con Cartelle Radiogr. Calchi Continua al punto 86 (punti 83-85 solo nel formulario post mortem) Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 94 Firma Foto A. M. Cognome Nome Data di nascita 86 IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F F2 INFORMAZIONE DENTARIA su dentatura permanente (indicare i denti da latte) 11 12 13 14 15 16 17 18 21 22 23 24 25 26 27 28 48 47 46 45 44 43 42 41 38 37 36 35 34 33 32 31 87 Descriz. dettagliata di Corone, ponti, protesi e impianti 88 Altri riscontri Occlusioni, indebolimenti, anomalie, macchie di nicotina, stato delle resine, etc. 89 Radiografie Tipo, zona e anno 90 91 Altra documentazione Età al momento della scomparsa 95 A. M. Cognome Nome Data di nascita IDENTIFICAZIONE VITTIME PERSONA SCOMPARSA ……………………………….. N°………… ……………………………….. …../…../………. (gg/mm/anno) * M * F Ulteriori informazioni (indicare il numero di casella se si tratta di informazione collegata a una pagina precedente) 92 96 G SCHEDE INTERPOL PM P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe IDENTIFICAZIONE VITTIME CADAVERE ____________________________ ____________________________ ___/___/_____ (gg/mm/anno) Operazioni effettuate al deposito salme Fotografie Fronte/retro corpo intero Testa Dattiloscopia Dattilare Palmare Autopsia Esame forense Autopsia completa Nome medico Indirizzo/telefono Esame dentario Totale Mascellari estratti Nome odontologo Indirizzo/telefono Campioni prelevati (v. E2 punto 73) N°_____________ * sesso sconosciuto * M * F Data * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * vestito svestito fronte prof sx no imposs. si no imposs. si no si no si radiogr. foto no si radiogr. foto no si radiogr. foto raccolti B0 Note prof dx inviati * * * * risultati alleg. richiesti profili DNA profili DNA allegati RIASSUNTO INFORMAZIONI B A2 C1 C2 C3 D1 D2 D3 D4 E1 E2 F1 F2 G Compl. Parz. Prestata a Nome Data Info raccolte in situ Vestiti e scarpe Abbigliamento Effetti personali Gioielli Descrizione fisica Descr. fisica (segue) Descr. fisica (segue) Schema anatomico Esplorazione interna Conclusioni mediche Info odontologica Info odont. (segue) Info aggiuntive 97 Data di restituzione Note P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME CADAVERE ____________________________ ____________________________ ___/___/_____ (gg/mm/anno) Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe a = informazione non disponibile/non definibile B1 N°_____________ * sesso sconosciuto * M * F b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G INFORMAZIONE RACCOLTA SUL LUOGO DELL’EVENTO 0-1 2-5 6-15 16-25 26-50 >50 20 Età apparente 1 21 Data 2 3 4 * 5 6 * * 6 ___/___/_____ (gg/mm/anno) Luogo ritrov 01 Cartina/GPS 02 Fotografie 22 * * * * a sconosciuta Stato cadavere Coord: ___________________________/_________________________ 1 del * No 2 * Integro Incompleto 1 * * 1 Dannegg. 2 Si Identificabile a vista 3 2 Bruciato * No 4 * 3 Decomp. Si Parte del corpo (descr.) 5 * ______________________ 4 Scheletr. 5 Assente 01 Testa 1A Collo/Gola 02 Braccio dx 03 Braccio sx 04 Mano dx 05 Mano sx 06 Tronco ant. 07 Tronco post. 08 Gamba dx 09 Gamba sx 10 Piede dx 11 Piede sx Indicare le particolarità nello schema anatomico, pagina D4 23 Persona che ha trovato il cadavere Se si tratta di una squadra, indicare il nome del caposquadra Se si tratta di una persona: Nome Indirizzo Tel/Mail Occupazione Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 98 Firma 6 Separato b c P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe IDENTIFICAZIONE VITTIME C1 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F a = informazione non disponibile/non definibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Abbigliamento e calzature (indossati o nel bagaglio) Cod. 1 Materiale 2 Colore 24 Abbigliamento: 01 testa e collo 0101 cappello 0102 sciarpa 0103 cravatta 0199 altro 02 parte superiore del corpo 0201 cappotto 0202 soprabito 0203 maglione 0204 camicia 0205 impermeabile 0206 giacca 0207 abito 0208 cardigan 0209 blusa 0210 spezzato 0211 camicetta 0212 reggiseno 0213 bretelle 0214 guanti 0299 altro 03 parte inferiore del corpo 0301 pantaloni uomo 0302 pantaloncini 0303 pantalone donna 0304 gonna 0305 mutande 0306 guaina 0307 corsetto 0308 collant 0309 body 0310 calzini 0311 cintura 0312 fibbia cintura 0399 altro 04 tutto il corpo 0401 camice 0402 camice da lavoro 0403 tailleur 0499 altro 25 Calzature Cod. 1 Materiale 2 Colore 01 scarpe 02 scarponcino 03 sandali 99 altro Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail a 3 Tipo 4 Marca 5 Taglia 3 Tipo 4 Marca 5 Num. Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 99 Firma b c P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME C2 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe a = informazione non disponibile/non definibile Effetti personali 26 Orologio 00 Lo porta sempre? 1 * no Cod. b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G a 2 * si 1 Materiale 2 Colore 3 Descriz. 4 Marca 6 Scritte 01 Digitale 02 Analogico 03 Digitale/analogico 04 Da taschino 27 05 Cinturino Occhiali 00 Li porta sempre? 1 *Cuoio 1 * no 2 *Metallo 3 *Altro (specific.)_______________ 2 * si 1 Materiale 2 Colore 3 Descrizione 4 Marca 01 Montatura Colorate? 1 * no 2 * si_______________ 02 Lenti Tonda Ovale 1 * 2 * 3 * 03 Forma delle lenti Quadrata 4 * 1 * no Colore? 2 * si_______________ Documentazione 00 Li porta sempre 1 * no 2 * si 01 Passaporto 02 Patente 03 Carte di credito 04 Carta d’identità 05 Tessera donatore 06 Travel cheques 07 Libretto assegni 08 Tessera sanitaria 99 Altro Altri effetti 00 Li porta sempre Cod. / Numero 01 Portafoglio 02 Portamonete 03 Cintura 04 Chiavi 05 Monete 99 Altro Cod. / Numero 3 * sx Graduazione 4 * dx Mezzaluna 5 * Senza montatura Graduazione 3 * sx 4 * dx 04 Lenti a contatto 28 29 Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail 1 * no 2 * si Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 100 Firma 5 Scritte b c P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME C3 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe a = informazione non disponibile/non definibile Gioielli 30 Anelli, catenine, etc b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G a Cod. 1 Materiale 2 Colore 3 Descriz. 4 Scritte 5 Portato a 01 Fede 02 Altri anelli 03 Orecchino con foro 04 Orecchino a clip 05 Catena da collo 06 Catenina 07 Braccialetto 08 Altre catenine 09 Pendente 10 Piercing 11 Anello da naso 12 Cavigliera 99 Altro Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 101 Firma b c P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME D1 CADAVERE Tipo catastrofe ____________________________ N°_____________ Luogo catastrofe ____________________________ * sesso sconosciuto Data catastrofe ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F a = informazione non disponibile/non definibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Descrizione fisica (nel sito raccolta salme) 31 Stato del cadavere Integro Incompleto Identificabile a vista Parte del corpo (descr.) 1 * 2 * 3 *No 4 *Si 5 *______________________ 1 Dannegg. 2 Bruciato 3 Decomp. 4 Scheletr. 5 Assente 01 Testa 1A Collo/Gola 02 Braccio dx 03 Braccio sx 04 Mano dx 05 Mano sx 06 Tronco ant. 07 Tronco post. 08 Gamba dx 09 Gamba sx 10 Piede dx 11 Piede sx Indicare le particolarità nello schema anatomico, pagina D4 ______anni /Metodo utilizzato 31A Età stimata 32 Altezza ______cm / Alt. stimata ______cm /Metodo utilizzato 33 Peso ______kg / Peso stimato ______kg /Metodo utilizzato 34 Corporatura 01 Costituzione Delicata Normale Robusta 1 * 2 * 3 * Ovale Appuntita Piramidale Circolare Rettangolare Quadrata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Corta Media Allungata 1 * 2 * 3 * 02 Testa (frontale) 35 36 03 Testa (laterale) Razza 01 Gruppo 02 Descrizione Capigliatura 01 Classe Caucas. Mongol. 1 * 2 * 3 * (specificare): Negroide / 4 * Chiara Media 5 * 6 * Scura Naturale Artificiale Posticci Parrucca Treccine 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Corto Medio Lungo Rasato 1 * 2 * 3 * 4 * Biondo Castano Nero Rosso Grigio Bianco 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Chiaro Medio Scuro ? Tinto Con meches 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Rado Medio Abbondante 1 * 2 * 3 * Liscio Ondulato Riccio Con divisa 1 * 2 * 3 * / 4 *sx 5 * dx 6 *centr. Incipiente Avanzata Totale Fronte Lato Superiore 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * (specificare): 02 Lunghezza 03 Colore 04 Tonalità 05 Volume 06 Tipo 07 Calvizie 08 Altre osservaz. Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 102 Data Firma 6 Separato a b c P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME D2 CADAVERE Tipo catastrofe ____________________________ N°_____________ Luogo catastrofe ____________________________ * sesso sconosciuto Data catastrofe ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F a = informazione non disponibile/non definibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Descrizione fisica (continua) 37 Fronte Bassa Normale Ampia Stretta Normale Larga 01 Altezza / Largh. 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Prominente Normale Sfuggente 02 Inclinazione 1 * 2 * 3 * Poco 4 * Molto 38 Sopracciglia 01 Tipo / Volume Dritte Arcuate Unite 1 * 2 * 3 * / 4 * 39 Occhi 01 Colore Azzurri Grigi Verdi Castani Neri 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Chiaro Medio Scuro Misto 1 * 2 * 3 * 4 * Piccola Media Grande 1 * 2 * 3 * Strabismo Occhio artificiale 1 * Converg. 2 * Diverg. 3 * Sx 4 * Dx 02 Tono 03 Distanza interoc 40 04 Particolarità Naso 01 Dimens. / Forma 03 Forma (vedi disegno silhouette) Villosità (viso) 01 Tipo 02 Colore 42 Normali 6 * Spesse Piccolo Medio Grande Affilato Ricurvo Da alcolista 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Segno degli occhiali Altre (specificare): 1 * No 2 * Si 3 * ___________________________ Concava Retta Convessa Verso il basso Orizzontale All’insù 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * 02 Particolarità 41 Sottili 5 * Basette 5 * Rossa 5 * Barba e baffi Brizzolata 6 * Bianca 02 Lobi/Lobi forati Piccole Medie Grandi Attaccate Normali Separate 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Saldati Forati (specificare numero): 1 * No 2 * Si 3 * Sx _____ 4 * Dx _____ 43 Bocca 01 Grandezza/Altro Piccola Media 1 * 2 * 3 * 44 Labbra 01 Forma / Altro Sottili Medie Grandi 1 * 2 * 3 * / 4 * 45 Dentatura(v. F1/F2) 01 Stato 02 Separazione / pezzi mancanti Naturale Con tratt. 1 * 2 * 3 * Separaz. tra incisivi 1 *Sup 2 *Inf Parziale 1 *Sup 2 *Inf No Denti 1 * 2 * 3 * 46 Orecchie 01 Forma / Angolo Rasato Baffi Barbetta 1 * 2 * 3 * 4 * Bionda Castana Nera 1 * 2 * 3 * 4 * 03 Denti finti Fumatore 01 Tracce tabacco Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Grande Altro (specificare): / 4 * _____________________ Pitturate Altro (specificare): 5 * ________________ Senza tratt. Corone Ponti Impianti 4 * 5 * 6 * Pezzi mancanti Senza denti 3 *Sup 4 *Inf 5 *Sup 6 *Inf Completa Altro (specificare): 3 *Sup 4 *Inf 5 * ___________ Labbra Baffi Dita / Mano 4 * 5 * Sx 6 * Dx Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 103 Firma a b c P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe 47 48 IDENTIFICAZIONE VITTIME D3 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F a = informazione non disponibile/non definibile b = fotografia c = ulteriori informazioni a pag. G Mento Piccolo Medio Grande Sfuggente Normale Prominente 01 Grand./Inclinaz. 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Appuntita Rotonda Spigolosa Fossetta vert. Fossetta orizz. 02 Forma 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Collo 01 Lungh./Forma Corto Normale Lungo 1 * 2 * 3 * / 4 * Gozzo Pomo sporgente Sottile Normale Largo 5 * 6 * Taglia n°: Circonf. (cm): 02 Caratteristiche 1 * 49 Mani 01 Forma/Grand. 02 Lungh. unghie 03 Caratteristiche 50 Piedi 01 Forma 02 Stato / Unghie 51 03 Caratteristiche Villosità corpo 01 Villosità 02 Colore 52 Villosità pube 01 Villosità 02 Colore 53 Segni partic. 01 Testa 1A Collo/gola 02 Braccio dx 03 Braccio sx 04 Mano dx 05 Mano sx 06 Tronco ant. 07 Tronco post. 08 Gamba dx 09 Gamba sx 10 Piede dx 11 Piede sx 2 * 4 6 Sottili Normali Larghe Piccole Medie Grandi 1 * 2 * 3 * / 4 * 5 * 6 * Corte Medie Lunghe 1 * 2 * 3 * Morse Manicure Pitturate Artificiali Nicotina 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Sx 6 * Dx Sottili Normali Larghi Piatti Arco pronunciato 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Bugnone Callo Pitturate Mancanti 1 * 2 * / 3 * 4 * (specificare): __________________________________________ Nessuna Scarsa Media Abbondante 1 * 2 * 3 * 4 * Bionda Castana Nera Rossa Brizzolata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Nessuna Scarsa Media Abbondante Rasata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * Bionda Castana Nera Rossa Brizzolata 1 * 2 * 3 * 4 * 5 * 6 * Cod. 1 cicatrice/piercing 2 segni 3 tatuaggi Bianca Bianca 4 malformaz. 5 amputaz. Indicare le particolarità nello schema anatomico, sezione D4 54 55 Circoncisione Altre partic. Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail 1 * No 2 * Si 3 * Si ignora …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 104 Data Firma P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe DESCRIZIONE FISICA IDENTIFICAZIONE VITTIME D4 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F (SEGNALATA AI PUNTI 22 0 31, 53) Cicatrici Piercing Disegnarli Danneggiato Segni Disegnarli Bruciato Tatuaggi Disegnarli Decomp. Malformazioni Scheletr. Amputazioni Disegnarli Manca Separato Disegnare 105 P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME E1 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe a = informazione non disponibile/non definibile d=radiografia b = fotografia ESPLORAZIONE INTERNA – Autopsia completa * No * Si Cod. 60 Testa c = ulteriori informazioni a pag. G a b N°: 01 Testa 02 Cranio 03 Cervello 04 Collo 61 Torace 01 Torace/Coste/sterno 02 Polmoni 03 Cuore/Vasi 62 Addome 01 Stomaco 02 Intestino 03 Appendice 63 Organi interni 01 Surr./Pancreas/Milza 02 Fegato/Vesc. bil. 03 Reni/Uretra/Vesc. 04 Genit. Maschili 05 Genit. Femminili 06 Isterectomia 64 Scheletro / Tessuto molle 01 Colonna Vertebrale 02 Pelvi 03 Estr. braccio dx 04 Estr. braccio sx 05 Estr. gamba dx 06 Estr. gamba sx 07 Altre ossa 08 Altro tex molle 65 Varie 01 Gravid. preced. 02 Fratture saldate 03 Operaz. preced. 04 Pezzi artificiali (pacemaker, etc.) Continua al punto 71 (punti 66-70 solo nel formulario AM) Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 106 Firma c P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME E2 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe CONCLUSIONI MEDICHE 71 Sesso 72 Stima dell’età 73 Campioni estratti Scopo 01 Contenuto stomaco 1 * No 2 * Si 02 Urina 1 * No 1 * No 2 * Si 03 Sangue per gr. sang. 04 Sangue periferico 1 * No 1 * No 2 * Si 06 Bile 1 * No 2 * Si 2 * Si 07 Umor vitreo I 1 * No 2 * Si 08 Umor vitreo D 1 * No 1 * No 2 * Si 09 Altri fluidi 10 Sinfisi pubica 2 * Si 1 * No 1 * No 2 * Si 11 Capelli 12 Tessuto secco 1 * No 2 * Si 14 campioni di DNA 1 * No 2 * Si 74 Altri dati per la identificazione 1 75 Altre mediche 1 * No * No Risultato dell’analisi 2 * Si 05 Sangue per altri fini 13 Tessuto in formalina Luogo conservaz. 2 * Si 2 * Si 2 * Si (descrivere): osservaz. Continua al punto 83 (punti 76-82 solo nel formulario AM) Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 107 Firma P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe IDENTIFICAZIONE VITTIME E3 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) 108 * M * F P. M. IDENTIFICAZIONE VITTIME E4 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe c = ulteriori informazioni a pag. G DNA 93 Campione C 01 Data di arrivo ___/___/_____ (gg/mm/anno) 02 Contenuto dell’etichetta 03 Tipo di campione 04 Stato del campione 94 Profili di DNA Cadavere D3S1358 VWA D16S539 D2S1338 Amelogenina D8S1179 D21S11 D18S51 D19S433 TH01 FGA TPOX CSF1P0 D13S317 D7S820 D5S818 Penta D Penta E FES F13A1 F13B SE33 CD4 GABA 95 Controllato da Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data Firma Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 109 Firma P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe IDENTIFICAZIONE VITTIME F1 CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F CONCLUSIONI ODONTOLOGICHE 83 In casi isolati Luogo del ritrovam. N° del rotrovamento Data Commissariato Indirizzo Telefono/Mail ANALISI DENTARIA Richiesta il (data) Effettuata il (data) 84 Materiale 01 Pres. di mascellari 02 Resti frammentari 85 1 * Sup 2 * Inf Prelevati campioni? 1 * Sup 2 * Inf Prelevati campioni? 03 Pezzi isolati Prelevati campioni? 04 Altri Prelevati campioni? 05 Localizz. campioni Prelevati campioni? Dati complementari Stato del corpo Stato dei mascellari Danni al: - tessuto boccale molle - mascellari - denti Possibili cause dei danni Altri dettagli Dati raccolti da: qualifica nome indirizzo tel./mail Data …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………….. ……………………………………………………………………………………. 110 Firma P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe 86 IDENTIFICAZIONE VITTIME CADAVERE ____________________________ ____________________________ ___/___/_____ (gg/mm/anno) F2 N°_____________ * sesso sconosciuto * M * F INFORMAZIONE DENTARIA su dentatura permanente (indicare i denti da latte) 11 12 13 14 15 16 17 18 21 22 23 24 25 26 27 28 48 47 46 45 44 43 42 41 38 37 36 35 34 33 32 31 87 Descriz. dettagliata di Corone, ponti, protesi e impianti 88 Altri riscontri Occlusioni, indebolimenti, anomalie, macchie di nicotina, stato delle resine, etc. 89 Radiografie Tipo, zona 90 Altri dati 91 Stima dell’età | 111 Metodo impiegato P. M. Tipo catastrofe Luogo catastrofe Data catastrofe IDENTIFICAZIONE VITTIME G CADAVERE ____________________________ N°_____________ ____________________________ * sesso sconosciuto ___/___/_____ (gg/mm/anno) * M * F Ulteriori informazioni (indicare il numero di casella se si tratta di informazione collegata a una pagina precedente) 92 112 BIBLIOGRAFIA • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • Pan American Health Organization Management of Dead Bodies in Disaster Situations. 2004 Government Office for London London Resilience Strategic Emergency Plan. 2005 City of London Mortuary Mass Fatality Plan. 2005 London Regional Resilience Forum Addressing Lessons From The Emergency Response To The 7 July 2005 London Bombings. 2006 London Regional Resilience Forum Looking Back, Moving Forward: The Multi–Agency Debrief - Lessons identified and progress since the terrorist events of 7 July 2005. 2006 Cabinet Office - Civil Contingencies Secretariat The Needs of Faith Communities in Major Emergencies: Some Guidelines. 2005 London Emergency Services Liaison Panel Major Incident Procedure Manual. 2004 Cabinet Office - Civil Contingencies Secretariat Guidance on dealing with fatalities in emergencies. 2004 Cabinet Office - Civil Contingencies Secretariat Literature and Best Practice Review and Assessment: Identifying People's Needs in Major Emergencies and best practice in Humanitarian Response. 2006 Disaster Action Disaster Victim Identification. 2005 Disaster Action Working with Disaster Survivors and the Bereaved. 2006 Marialaura De Simoni Mass disaster: problematiche psicopatologico forensi e medico legali. Il caso Linate. Tesi di laurea 2006 N&D mensile del soccorso. Anno 10°- novembre 2001- vol. 120. Minerva Med. Leg. 2006; 126;81-91 Aspetti organizzativi dell’emergenza in caso di mass disaster. Orr, S.P., Lasko, N.B., Shalev, A.Y.,& Pittman, R.K. (1995). Physiological responses to loud tones in Vietnam veterans with post-traumatic stress disorder. Journal of Abnormal Psycohology, 104,75-82. Foa, E.B., Zinbarg, R., & Rothbaum, B.O. (1992). Uncontrollability and unpredictability in post traumatic stress disorder: An animal model. Psychological Bullettin, 112, 218-238. Horowitz, M.J. (1996). Stress response syndromes. Northvale, NJ : Aronson. Shalev, A.J., Peri, T., Canetti, L., & Schreiber. S. (1996). Predictors of posttraumatic stress disorders in injuried trauma survivors: A prospective study. American Journal of Psychiatry, 153,219-225. El Pais, 12-13-15 marzo 2004.Cronaca de “La matanza de Madrid”. International Journal of Disaster Medicine, volume4, Issue 3 2006, pages 110-117. 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What we learned and what we are doing about it. 22 settembre 2006. 114 RINGRAZIAMENTI ….. a tanti devo molto per avermi aiutato, sostenuto, a volte spronato in questo mio lavoro, ma un grazie di cuore va a: Niccolò per la sua attenzione e per avermi scusato ogni volta che storpiavo il suo nome; Luca per avermi trasmesso la sua esperienza di tutor; Evi e Serena per le dritte ed il materiale fornitimi. Gisella 115