ISSN 1725-194X CESE Settembre 2005 / Nuovo indirizzo del CESE: Rue Belliard 99, B-1040 Bruxelles INFO IL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO — UN PONTE TRA L’EUROPA E LA SOCIETÀ CIVILE ORGANIZZATA EDITORIALE Cari lettori, per il CESE si annuncia un autunno movimentato, ma anche — si spera — molto produttivo sul piano istituzionale e della comunicazione. Infatti, all’importante, ma consueto lavoro consultivo, si affiancherà una serie di manifestazioni e di eventi di tutto rilievo. Il Consiglio europeo dello scorso giugno, preso atto dell’esito dei referendum francesi e olandesi sulla Costituzione europea, si era espresso sull’opportunità di un periodo di riflessione per consentire lo svolgimento di un ampio dibattito, e aveva invitato le altre istituzioni europee a contribuire in tal senso. Di conseguenza, il Parlamento europeo aveva deciso di consultarci sulla struttura, sugli elementi e sul quadro necessari per una valutazione del dibattito sull’Unione europea. Il CESE ha tenuto un primo dibattito sull’argomento lo scorso luglio, e un altro è previsto per la plenaria di settembre, mentre l’adozione del relativo parere è stata fissata ad ottobre. Nelle pagine seguenti la relatrice Jillian Van Turnhout illustra le intenzioni che l’hanno animata nella stesura del documento. Come i membri del CESE sanno bene, il Comitato ha invocato senza posa la creazione di un’effettiva strategia coordinata di comunicazione per l’UE. Il Consiglio europeo del novembre 2004 aveva invitato la Commissione a elaborare una strategia in tal senso: tale richiesta è stata superata dagli eventi della scorsa primavera, ma la Commissione intende comunque portare a termine (probabilmente per dicembre) un libro bianco consultivo sull’argomento. In tale contesto, e come contributo alle riflessioni della Commissione, il Comitato sta organizzando un forum delle parti interessate (7-8 novembre) per sondare come si possano collegare meglio l’Europa e il processo d’integrazione europea ai cittadini. Il forum è in fase di allestimento di concerto con la Commissione e la vicepresidente Margot Wallström ha già confermato la propria partecipazione. Quest’autunno vedrà infine la firma — in data ancora da determinare — del nuovo protocollo di cooperazione con la Commissione. Se è vero che la cooperazione con la Commissione è sempre stata positiva e che il nuovo protocollo può ritenersi quindi un semplice aggiornamento, è altrettanto vero che per la prima volta esso pone l’accento su alcuni aspetti significativi, in particolare il ruolo del CESE rispetto alla società civile organizzata e alla sfida comune della comunicazione. Sarà — ripeto — un autunno movimentato ma, ne sono certa, gratificante, giacché il Comitato si adopera assiduamente per un’Unione più comunicativa e partecipativa in cui la società civile organizzata abbia più voce in capitolo. Anne-Marie Sigmund Presidente del Comitato economico e sociale europeo WWW.CES.EU.INT Per un ruolo più incisivo per gli ambienti socioeconomici dei paesi ACP Nel corso del 24a riunione degli ambienti socioeconomici ACP-UE, svoltosi alla fine di giugno 2005, i commissari Louis Michel e Peter Mandelson hanno lanciato un vigoroso appello a favore di un maggiore coinvolgimento degli ambienti socioeconomici dei paesi ACP nelle politiche di sviluppo e commerciali dei loro paesi. La riunione con i rappresentanti della società civile dei 77 paesi ACP, provenienti dall’Africa, dai Caraibi e dal Pacifico è una delle riunioni chiave organizzate dal CESE. Il commissario Louis Michel e Ann Davison, presidente della sezione Relazioni esterne Louis Michel, commissario per lo Sviluppo e gli aiuti umanitari, ha espresso il proprio impegno a far sì che le parti sociali diventino partner privilegiati nella cooperazione allo sviluppo, facendo eco all’invito del collega Peter Mandelson, commissario per il Commercio, a istituzionalizzare il dialogo con la società civile sugli accordi di partenariato economico. A questo fine si potrebbero creare dei comitati per il dialogo sociale regionale, composti da rappresentanti delle organizzazioni socioprofessionali, incaricati di esaminare l’impatto economico, sociale e regionale dei nuovi accordi commerciali proposti. Nel corso della riunione è stata adottata una dichiarazione finale che sarà trasmessa alle organizzazioni europee e internazionali e a quelle dei paesi ACP. Per quanto riguarda l’attuazione dell’accordo di Cotonou da parte degli attori non governativi, i delegati hanno sottolineato l’importanza del rafforzamento delle istituzioni e la necessità di maggiori informazioni sull’accordo stesso, deplorando il fatto che la consultazione sia rimasta a tutt’oggi piuttosto limitata. Essi chiedono un rafforzamento delle capacità degli attori non governativi, in particolare gli attori economici e sociali, grazie ad un migliore accesso ai finanziamenti. I delegati hanno accolto favorevolmente i negoziati sugli accordi di partenariato economico, ferma restando la necessità di rispettare determinate condizioni, soprattutto sociali. Gli ambienti socioeconomici devono essere regolarmente informati e consultati in tutte le fasi negoziali. Infine, essi ritengono che la liberalizzazione del commercio non debba essere fine a sé stessa, ma debba invece favorire lo sviluppo e la creazione di mercati regionali, oltre a contribuire allo sradicamento della povertà. Altre priorità dell’integrazione regionale e dello sviluppo sostenibile sono, fra l’altro, la promozione dello sviluppo rurale sostenibile, le opportunità offerte dal turismo sostenibile, la minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici, la necessità di usare in modo sostenibile le risorse naturali. Ma la conferenza ha altresì sottolineato le sfide legate all’AIDS/HIV, alla malaria e alla tubercolosi, l’importanza dell’istruzione e la promozione della parità tra i sessi. Il Comitato e il Parlamento uniscono le loro forze Parlando di fronte alla conferenza dei presidenti delle commissioni del Parlamento europeo su invito del presidente Joseph Daul, la presidente del CESE AnneMarie Sigmund ha lanciato un appello per una collaborazione più stretta tra il Comitato e il Parlamento europeo. Il Comitato offre al Parlamento e alle sue commissioni la «propria disponibilità, la propria esperienza e le proprie relazioni strutturate con la società civile organizzata» per svolgere in pieno il ruolo di «ponte» tra l’Europa e i suoi cittadini. Il Comitato e il Parlamento devono unire le loro forze per promuovere sia la democrazia rappresentativa che la democrazia partecipativa. Secondo Anne-Marie Sigmund, il Comitato deve essere percepito come una «fonte d’informazione e comunicazione immediate, a completa disposizione del Parlamento». Per una migliore cooperazione: il Parlamento europeo di Bruxelles visto dall’ufficio della presidente Sigmund (segue a pagina 2) IN QUESTO NUMERO DA SEGNALARE • Gli Incontri del giovedì del CESE — Quale futuro per il modello sociale europeo? pagina 2 • Il periodo di riflessione sulla Costituzione di Jillian Van Turnhout pagina 3 • Il Comitato «svolgerà appieno il suo ruolo» nel corso della presidenza britannica pagina 3 • Riforma del mercato dello zucchero — Nell’audizione al CESE, criticate le proposte della Commissione pagina 4 Forum consultivo: il 7 e 8 novembre 2005 il Comitato organizzerà un forum consultivo sul tema Comunicare l’Europa che vedrà la presenza della vicepresidente della Commissione Margot Wallström. I partecipanti avranno la possibilità di discutere, in una molteplicità di gruppi di lavoro, di ciò che l’Europa può fare per migliorare la comunicazione con i cittadini. CESE-INFO / Settembre 2005 / (segue da pagina 1) Gli Incontri del giovedì del CESE Quale futuro per il modello sociale europeo? La presidente ha proposto numerose collaborazioni concrete, in particolare una cooperazione più stretta tra le commissioni parlamentari e le sezioni del Comitato, nonché la partecipazione dei relatori del Comitato alle riunioni delle commissioni parlamentari e alle audizioni e viceversa. La presidente ha altresì suggerito l’organizzazione di audizioni congiunte e ha infine auspicato la stesura di pareri esplorativi su richiesta del Parlamento. Il modello sociale europeo: che cos’è? Esiste davvero? Può esistere un solo modello per 25 Stati membri? Oppure esistono modelli concorrenti: continentale, anglosassone, scandinavo ecc.? In un momento in cui l’Europa si sforza di reggere il passo dei suoi concorrenti globali, cerca di riformare l’economia e si pone come prima assoluta l’occupazione e la crescita, il suo modello sociale rappresenta una delle questioni chiave per il futuro. Riunendo al suo interno punti di vista diversi, il CESE tenta di dare risposta a questi interrogativi. Per alcune politiche potrebbe essere utile una cooperazione più stretta: tra queste, l’attuazione della strategia di Lisbona, per la quale il Comitato affiancherà attivamente il Consiglio, lo sviluppo sostenibile, le relazioni esterne e l’iniziativa «comunicare l’Europa». Modernizzare per evitare di smantellare Nel quadro dei suoi Incontri del giovedì, il CESE ha organizzato un dibattito sul modello sociale europeo. L’oratrice invitata, Brigita Schmögnerová, sottosegretario generale dell’ONU e segretario esecutivo del Comitato economico per l’Europa di Ginevra, ha lanciato un’idea interessante e stimolante: l’Europa è di fronte alla scelta tra ristrutturazione e smantellamento. Per Brigita Schmögnerová una cosa è chiara: l’Europa non può semplicemente mantenere lo status quo. All’alba del ventunesimo secolo si impone una ristrutturazione del modello sociale europeo. Secondo il sottosegretario generale dell’ONU, è il momento giusto per parlarne, soprattutto dopo la vittoria del no al referendum francese. Modernizzare il modello sociale europeo è una delle tappe necessarie per arrivare a un’economia europea più competitiva, più basata sulla conoscenza e più ecologicamente sostenibile. Siamo nel ventunesimo secolo e il mondo è cambiato: Brigita Schmögnerová sostiene che, se l’UE vuole evitare che il suo modello sociale sia smantellato, deve ristrutturarlo, ripensare alcuni dei suoi aspetti e modernizzarlo. . Quattro donne per l’Europa: Eva Belabed, Dalia Grybauskaite, Brigita Schmögnerová e Anne-Marie Sigmund hanno discusso il modello sociale europeo negli Incontri del giovedì sabili. La conclusione di Brigita Schmögnerová è che un modello sociale europeo modernizzato continuerà ad essere uno degli elementi costitutivi del «progetto europeo». Questa problematica sarà affrontata anche alla riunione informale dei capi di Stato e di governo dell’UE che si svolgerà in ottobre. Douglas Alexander, ministro per gli Affari europei del governo britannico, ha espresso l’auspicio che il CESE, grazie alla sua competenza ed esperienza, svolga un ruolo di spicco in queste consultazioni (cfr. articolo a pag. 3). Con i suoi Incontri del giovedì il CESE ha già aperto con forza il dibattito. Il dibattito sui possibili modi per modernizzare il modello sociale europeo si intensificherà: esso si incentrerà in particolare su nuovi approcci come il «nuovo contratto sociale», che prevede una responsabilità condivisa tra lo Stato e l’individuo. Secondo la signora Schmögnerová occorre passare dal modello dello «Stato assistenziale» a quello della «società assistenziale». … e un ruolo più ampio per la società civile Secondo questo modello ogni partecipante ha un ruolo ben definito. I partecipanti comprendono non solo gli individui e lo Stato, ma anche le imprese e la società civile, per esempio le associazioni umanitarie, le chiese ecc. Un impegno sempre più forte della società civile è cruciale: ONG, organizzazioni dei consumatori e del sociale, gruppi di riflessione, istituti scientifici, università ecc. eserciteranno una pressione esterna che costringerà gli investitori a operare scelte socialmente più respon- Il Comitato si pone così in posizione di partner privilegiato del Parlamento europeo, con l’obiettivo di appoggiarlo nel suo ruolo di legislatore per l’elaborazione di leggi europee che rispondano alle preoccupazioni dei cittadini. Benvenuto ai nuovi membri! Bruno Clergeot, presidente delegato del Crédit agricole di Brie-Picardie e membro della Fédération nationale du crédit agricole (FNCA). Fa parte del I gruppo del Comitato (Datori di lavoro) ed è membro delle sezioni Agricoltura, sviluppo rurale, ambiente (NAT) e Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale (ECO). Per ulteriori informazioni sull’intervento di Brigata Schmögnerová agli incontri del giovedì è possibile consultare il nostro sito http://www.esc.eu.int/ president/thursdaymeetings/index_fr.asp. Visita a Kiev Nuovi modi di pensare… I valori di fondo e i principi essenziali del modello europeo, come giustizia sociale, solidarietà e dignità umana, devono essere salvaguardati. Nel ridefinire il significato di questi termini, però, non si deve esitare a sganciarsi dai luoghi comuni. Occorre rispondere a una serie di interrogativi di fondo: come reagire all’invecchiamento delle società europee? Come fare del nostro modello sociale una forza trainante della competitività? Come adattarlo per rispondere alle nuove incertezze sociali? Ciò presuppone una riforma della sicurezza sociale, dei servizi d’interesse generale e del rapporto tra le parti sociali. Brigita Schmögnerová, però, considera la politica sociale un fattore di crescita, che apporta dinamismo e stabilità all’economia, e rifiuta di considerarla invece un ostacolo alla competitività. Buon vicinato: il Parlamento dovrebbe avvalersi dell’ausilio del Comitato, ora suo vicino Il CESE offre il proprio sostegno alla società civile ucraina Benché la «rivoluzione arancione» dello scorso anno abbia radicalmente modificato la scena politica ucraina, molta strada resta ancora da percorrere per sviluppare la democrazia, in particolare la democrazia partecipativa. Su invito del vice primo ministro, una delegazione del Comitato, guidata dalla presidente Anne-Marie Sigmund, si è recata a Kiev per informarsi sui progressi conseguiti e per incoraggiare e promuovere il dialogo tra l’UE e l’Ucraina a livello di società civile. «Per l’attuazione del piano d’azione UE-Ucraina la società civile ucraina può contare sul sostegno del CESE», ha dichiarato Anne-Marie Sigmund. «L’attuazione del piano d’azione UE-Ucraina non è compito esclusivo del governo, ma della società civile nel suo complesso. Il governo non può farcela senza la partecipazione di tutte le parti interessate. Il nostro obiettivo è dunque di aiutare la società civile ucraina a svolgere il ruolo che le spetta nell’attuazione del piano d’azione UE-Ucraina». collaborazione con i nostri omologhi ucraini, un seminario della società civile in cui sia possibile valutare come portare avanti questo compito nel migliore dei modi», ha affermato Karin Alleweldt, presidente del gruppo di contatto del CESE «Vicini dell’Est europeo». Questo seminario è previsto per l’inizio del 2006: esso potrebbe apportare «il massimo di informazioni sui valori dell’Unione». Karin Alleweldt ha espresso l’intenzione del Comitato di istituire delle reti per un dialogo costante con gli omologhi ucraini; ciò consentirà di creare una piattaforma destinata a raccogliere e a valutare i progressi nell’ambito del partenariato UE-Ucraina. Gli incontri con i rappresentanti di varie organizzazioni della società civile ucraina hanno permesso di diffondere informazioni circa il coinvolgimento concreto della società civile nella vita politica dell’Europa. Come promuovere la società civile? Promovendo il dialogo e la reciproca comprensione, il Comitato intende trovare una collocazione centrale nelle relazioni tra l’Unione e l’Ucraina. Auspica inoltre di promuovere e stimolare questo dialogo, incoraggiando, con il proprio esempio, un più forte coinvolgimento della società civile e, quindi, la democrazia partecipativa, anche all’interno dell’Ucraina. «È nostra concreta intenzione tornare in Ucraina per organizzare, in La delegazione del CESE in visita a Kiev CESE-INFO / Settembre 2005 / Il periodo di riflessione sulla Costituzione — Il parere del CESE di Jillian Van Turnhout, relatrice generale del Comitato Il Consiglio europeo dello scorso giugno, preso atto dell’esito dei referendum francese ed olandese sulla Costituzione europea, si era espresso sull’opportunità di un periodo di riflessione per consentire lo svolgimento di un ampio dibattito. Di conseguenza, il Parlamento europeo aveva deciso di stilare un rapporto in materia e aveva designato come correlatori Andrew Duff e Johannes Voggenhuber. In luglio, dopo una riunione con la presidente del CESE Anne-Marie Sigmund, la commissione per gli affari costituzionali del Parlamento ha deciso di consultare il CESE sulla struttura, sugli elementi e sul quadro necessari per una valutazione del dibattito sull’Unione europea. Durante la plenaria di luglio del CESE si è poi tenuto un primo dibattito sulla questione: in tale occasione si è deciso di creare un sottocomitato presieduto da Roger Briesch per predisporre il parere del Comitato, e io stessa sono stata designata relatrice, cosa che considero al tempo stesso un grande onore e una grave responsabilità. L’Europa si trova oggi dinanzi a un bivio, per cui nutro la speranza che, attraverso il proprio parere destinato al Parlamento, il Comitato possa aiutare l’Unione a tracciare un’effettiva strategia di dialogo e di ascolto riguardo alle politiche dell’Unione e alla visione che i cittadini europei hanno del loro futuro comune. Impegno totale: Jillian van Turnhout a un dibattito sulla Costituzione europea in Ungheria Ovviamente, dato che il Parlamento avrà bisogno già in novembre del parere del Comitato, bisogna procedere senza indugi. È chiaro che farò molto affidamento sui miei colleghi del sottocomitato presieduto da Roger Briesch, e che mi consulterò ampiamente con loro; oltre a ciò, mi baserò sulle opinioni espresse durante il dibattito della plenaria di luglio e su quelle che emergeranno a settembre. Ciò detto, non credo sia il caso di ritornare sulle discussioni già avute e sulle decisioni già prese dal Comitato, tanto più che già in due diverse occasioni — in settembre 2003 e ottobre 2004 — il Comitato ha votato a larghissima maggioranza a favore della Costituzione. A mio giudizio restano del tutto pertinenti non solo la logica di fondo e le analisi che hanno condotto il Comitato a sostenere la Costituzione, ma anche le conclusioni raggiunte nel trattato stesso: in particolare — direi — quelle contenute nel titolo VI sulla vita democratica dell’Unione e nell’articolo 47 sulla democrazia partecipativa. È chiaro che il parere del Comitato risulterà dalle discussioni e dalle consultazioni che ancora ci attendono, ma alcune tematiche si delineano sin d’ora: in particolare, la partecipazione della società civile e — secondo il messaggio espresso con chiarezza nel parere del Comitato di ottobre 2004 — la necessità di istituire un collegamento forte con le profonde preoccupazioni dei cittadini europei in materia di occupazione, di crescita e di benessere, e quindi con la strategia di Lisbona. La creazione di una strategia di comunicazione coerente e il miglioramento degli strumenti e delle capacità di comunicazione sono una componente importante di tale processo, ma solo una componente. La sfida centrale consiste nel suscitare nel cittadino un sentimento di adesione a una visione comune e quindi alle politiche in grado di concretizzare tale visione. Come il vicepresidente Roger Briesch ha scritto nell’editoriale di luglio dell’Info CESE, la situazione attuale è per molti versi paradossale: la mancanza di una Costituzione continua a dimostrare quanto essa sia invece necessaria, in particolare quelle disposizioni relative alla democrazia partecipativa e al dialogo civile quali elementi essenziali dei processi politici dell’Unione. Il Comitato «svolgerà appieno il suo ruolo» nel corso della presidenza britannica Il ministro britannico per gli Affari europei Douglas Alexander, a nome della presidenza britannica di turno, ha preso parte alla sessione plenaria del CESE svoltasi nel mese di luglio. Il ministro ha ringraziato il Comitato per i «forti segnali di solidarietà» e le «calorose parole di partecipazione» espresse in occasione dei recenti attentati di Londra. Douglas Alexander ha poi illustrato le priorità fondamentali della presidenza britannica per i prossimi sei mesi. Il suo discorso e il successivo scambio di opinioni sono però andati ben al di là di un semplice elenco di priorità. Alexander ha definito la globalizzazione «la sfida più importante cui l’Europa deve far fronte», ed è per tale motivo che la presidenza del Regno Unito insiste sull’importanza di un’economia europea competitiva, aperta e flessibile. Il ministro Alexander ha tuttavia deplorato il carattere «riduttivo» tipico di una contrapposizione tra il modello sociale europeo e quello anglosassone. Previdenza sociale e flessibilità del mercato del lavoro si coniugano in vario modo in Europa, a cominciare dal Regno Unito. Il compito fondamentale è, comunque, «trovare il modo di creare ricchezza e posti di lavoro, che sono la migliore protezione sociale che esista». L’obiettivo della proposta riunione informale dei capi di Stato e di governo dell’UE, che dovrebbe tenersi a Londra in autunno, è di portare avanti il di- battito sul tema: «come creare una economia moderna, dinamica e competitiva accanto ad un modello sociale altrettanto moderno, che dia un sostegno ai cittadini in circostanze economiche difficili e in costante mutamento?». A tale proposito il ministro ha auspicato che il CESE, grazie alla sua esperienza e competenza, «svolga appieno il suo ruolo nelle consultazioni». Douglas Alexander ha messo in risalto la funzione positiva del CESE in una serie di contesti diversi. In (segue a pagina 4) La cultura è l’anima dell’Europa! Tre settimane dopo il suo incontro con i membri della sezione specializzata Occupazione, affari sociali e cittadinanza, il commissario europeo Ján Figel’ è tornato al CESE per partecipare alla sessione plenaria di luglio, nel corso della quale è intervenuto sul ruolo dell’istruzione, della formazione e della cultura nella società basata sulla conoscenza. Nel suo intervento Figel’ ha effettuato un collegamento diretto tra l’ampio dibattito sul futuro dell’Europa attualmente in corso e la nuova generazione di programmi proposti dalla Commissione a favore dell’istruzione, della formazione e della cultura. «Ogni euro speso per questa nuova generazione di programmi comunitari costituisce un investimento nel futuro dell’UE» ha detto. Nel dibattito che è seguito al suo intervento, numerosi oratori hanno sottolineato l’esiguità della quota del bilancio comunitario destinata a questi programmi, benché essi non soltanto contribuiscano in modo decisivo a colmare la distanza fra l’Europa e i suoi cittadini, ma costituiscano anche un punto essenziale della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Il commissario Jan Figel´ alla sessione plenaria di luglio L’Europa deve essere a contatto con i propri cittadini Per soddisfare le esigenze e i desideri dei cittadini europei, l’UE deve occuparsi dei settori che più sono vicini ai cittadini stessi: l’istruzione, la formazione, la cultura, i giovani e la cittadinanza. La società civile organizzata è una delle chiavi per affrontare questa sfida. Il commissario Figel’ ha ringraziato la presidente del CESE Sigmund per le iniziative assunte nel corso del suo mandato, come gli Incontri del giovedì, e ha proposto di approfondire il dialogo e la cooperazione fra il CESE e la Commissione. Figel’ ha sottolineato l’importanza dell’istruzione e il fatto che il futuro dell’Europa dipende dalla qualità delle sue risorse umane. È fondamentale che l’Europa diventi una società della conoscenza, in cui istruzione e formazione professionale occupano un posto importante. Il commissario auspica che il CESE svolga un ruolo chiave in questo senso, per esempio nell’ambito del quadro normativo per il riconoscimento delle qualifiche professionali nell’UE. «L’apprendimento permanente sta diventando una realtà» ha affermato, sottolineando che un numero sempre più folto di europei partecipa a programmi di formazione. La cultura è l’anima dell’Europa Anne-Marie Sigmund incontra Douglas Alexander, ministro britannico per gli Affari europei In linea con il programma di lavoro della presidente Sigmund, il commissario Figel’ ha affermato che la cultura è necessaria per la riuscita del progetto europeo: «La cultura — ha ripetuto — è l’anima dell’Europa». La Commissione nutre grandi aspettative per il parere del CESE sulla dimensione sociale della cultura. «Per la cultura abbiamo bisogno di azioni credibili e impegnate. La cultura non deve essere qualcosa di accessorio, né essere appannaggio di pochi», ha sottolineato. CESE-INFO / Settembre 2005 / A seguito del IX congresso mondiale dei CES, il presidente del Consiglio economico e sociale della Repubblica popolare cinese, Wang Zhongyu, è stato eletto presidente dell’Associazione internazionale dei Consigli economici e sociali e istituzioni analoghe (Aicesis), in sostituzione di Jacques Dermagne, presidente del CES francese. Nel suo discorso Anne-Marie Sigmund ha ricordato il pregevole lavoro svolto dal presidente uscente nel corso del suo mandato. Si è congratulata inoltre con l’Aicesis per la scelta degli argomenti affrontati durante l’incontro — l’organizzazione mondiale degli scambi e la condizione della donna — mettendo l’accento sull’importante ruolo svolto nel mondo su questi temi dall’Unione ed in particolare dal CESE, in quanto organo rappresentativo della società civile organizzata europea. Il Congresso ha riconosciuto tale ruolo inserendolo nella «Dichiarazione di Parigi», che è stata approvata all’unanimità. La prossima riunione si svolgerà il 17 e 18 ottobre a Shanghai: all’ordine del giorno figura al primo posto la lotta alla povertà. Verrà formato un gruppo di lavoro che avrà il compito di individuare nuove risorse a livello internazionale per combattere la povertà e promuovere lo sviluppo, la salute e l’occupazione. Il secondo tema di discussione sarà la creazione di posti di lavoro dignitosi e produttivi, tema del Consiglio economico e sociale dell’ONU per il 2006. (segue da pagina 3) particolare, la presidenza britannica attende da parte del Comitato un contributo nell’ambito dell’Agenda di Lisbona e un costante sostegno alle attività della presidenza sul tema «Legiferare meglio». Su tale argomento la stessa presidenza britannica ha chiesto al Comitato di elaborare un parere esplorativo, che sarà adottato in autunno. Promuovere il ruolo della società civile in tutto il mondo Alexander ha inoltre messo in risalto le attività del CESE volte a promuovere il ruolo della società civile in tutto il mondo. Ha espresso apprezzamento per il contributo del Comitato al processo di pace in Medio Oriente e ha formulato la speranza che si realizzi il progetto del CESE di organizzare una conferenza trilaterale nella regione il prossimo autunno. La «posizione privilegiata» del Comitato nel favorire il dibattito sull’Europa Per quanto concerne il sentimento della pubblica opinione nei confronti dell’UE, il ministro Alexander ha dichiarato che una delle sfide principali consiste semplicemente nel saper «ascoltare». Ha chiesto un dibattito «aperto ed esaustivo» in tutta Europa e, in tale contesto, ritiene che il CESE possa svolgere la funzione chiave di ponte tra l’UE e la società civile. «Grazie alla sua composizione eterogenea il Comitato si trova in una posizione privilegiata dalla quale può comunicare con tutti i cittadini europei coinvolgendone il maggior numero possibile in questo dibattito fondamentale», ha affermato. Le pubblicazioni del CESE Le attività del Comitato nel corso della presidenza britannica del 2005 Desiderate saperne di più sulle attività del CESE nel corso della presidenza britannica? A tale proposito, il Comitato ha appena pubblicato un documento intitolato Le attività del CESE nel corso della presidenza britannica dell’Unione europea che illustra tutte le iniziative previste. Il documento elenca le diverse priorità del CESE, analizza il lavoro svolto attualmente dalle sue sezioni specializzate citando i vari convegni e gli altri eventi di pari importanza. La pubblicazione è disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’Unione. Il programma della presidente Questo opuscolo, disponibile in tutte le lingue ufficiali dell’Unione, illustra il programma di lavoro della presidente per il suo mandato 2004-2006. In esso Anne-Marie Sigmund espone inoltre la sua visione di un Comitato più visibile e più attivo, che esercita pienamente la sua funzione di ponte con la società civile, tra l’Europa e i cittadini. La presidente vi definisce le sue priorità, in particolare la strategia di Lisbona, il finanziamento dell’Unione, l’iniziativa Comunicare l’Europa, ma anche i valori europei, il modello sociale europeo, la cultura dell’Europa e la sua identità. Per saperne di più contattare: [email protected] oppure l’unità Pubblicazioni e visite, rue Belliard 99, B-1040 Bruxelles, Belgio. CESE-INFO / Settembre 2005 / Caporedattore • Christian Weger Viceredattrici • Anna Škulavíková • Agata Berdys Adresse • Comitato economico e sociale europeo Rue Belliard, 99, B-1040 Bruxelles Tel. (32-2) 546 92 90 o 546 95 86 Fax (32-2) 546 97 64 Posta elettronica [email protected] Internet: http://www.esc.eu.int CESE Info è disponibile in formato PDF sul sito web del CESE: http://www.esc.eu.int/press/eescinfo/index_it.asp CESE Info è una pubblicazione gratuita dell’unità Stampa del Comitato economico sociale europeo, disponibile in 11 lingue. Viene pubblicata nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del Comitato. IN BREVE Il CESE e la società civile turca accompagneranno i negoziati Nel corso della sua ultima riunione, svoltasi a Istanbul nel luglio scorso, il comitato consultivo misto (CCM) UE-Turchia ha adottato una serie di raccomandazioni destinate ad accompagnare i negoziati di adesione, ai quali la società civile intende apportare un contributo attivo ed incisivo. Il CCM ha incontrato il ministro turco del Lavoro e della previdenza sociale Murat Başesgioğlu. Il CCM chiede trasparenza, partecipazione e responsabilità per tutta la durata del processo negoziale. Occorre facilitare le procedure per il rilascio dei visti e istituire un dialogo permanente. Il CCM invita le organizzazioni della società civile a organizzare campagne di informazione per sensibilizzare l’opinione pubblica. Una chiave per l’Europa Alla presenza di Anne-Marie Sigmund, di Giampi Alhadeff, copresidente del gruppo di contatto del Comitato, e di Milkos Barabas, membro del CESE, è stato conferito a Margot Wallström il premio Citizen’s Key to Europe. Nel discorso di conferimento Alhadeff ha promesso il sostegno delle ONG al cosiddetto «piano D»: «Dobbiamo lavorare insieme, in tutti gli Stati membri dell’Unione, per costruire una visione comune dell’Europa». I promotori del premio, una quarantina di organizzazioni della società civile europea, chiedono che venga creata un’infrastruttura democratica europea al fine di promuovere il coinvolgimento diretto di uomini e donne di tutta Europa nelle attività politiche e civili e dare ai cittadini una chiave di accesso all’Europa. Riforma del mercato dello zucchero: nell’audizione al CESE, criticate le proposte della Commissione L’audizione sulla riforma del mercato dello zucchero organizzata dal Comitato, che ha visto la partecipazione di due assessori regionali all’Agricoltura, Susanna Cenni (Toscana) e José Valin (Castiglia e Léon), ha riaffermato l’esigenza di formulare proposte più equilibrate e sostenibili. Secondo Jean Paul Bastian, relatore del CESE per il dossier sullo zucchero, «il Comitato riJean-Paul Bastian, conosce la necessità di adeguarelatore del CESE, re l’OCM dello zucchero, ma representa le sue proposte puta che le proposte di riforma all’audizione pubblica siano eccessive per quanto riguarda la riduzione della produzione e dei prezzi». Nel corso dell’audizione, molti partecipanti si sono detti preoccupati per le gravi ripercussioni che la riforma potrebbe avere sull’occupazione, causando la perdita di posti di lavoro in alcune regioni che, in molti casi, si trovano già in difficoltà. È stato fatto notare che occorrerebbe aumentare gli aiuti erogati agli agricoltori. Inoltre, occorrerebbe vietare in ogni caso la pratica delle triangolazioni e definire criteri di sostenibilità sociale e ambientale. CESE Info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del Comitato: per tale resoconto si rimanda alla Gazzetta ufficiale delle Comunità europee o ad altre pubblicazioni del Comitato. Susanna Cenni ha criticato in particolare la grave incoerenza tra gli obiettivi generali della riforma della PAC e la riforma specifica del settore saccarifero, mentre José Valin ha osservato che, malgrado una riforma sia necessaria, quella proposta prevede una riduzione della produzione eccessiva e senza compensazioni adeguate. La riproduzione — con citazione della fonte — è autorizzata (a condizione di inviarne copia alla redazione). A nome della presidenza britannica, il consigliere agricolo David Barnes ha dichiarato che il Consiglio deve prendere in tempi rapidi una decisione su questo dossier. Tiratura: 48 500 copie. Il prossimo numero uscirà in ottobre 2005. Il parere del CESE sarà adottato nella sessione plenaria del 26 e 27 ottobre 2005. QE-AA-05-007-IT-C Dopo l’Europa, l’Asia prende il timone della presidenza dell’Aicesis