ANNI CENTRALI
Tra il 1490 e il 1500 realizza Nave dei
folli, conservata al Museo del Louvre,
ispirata dal poema satirico La nave dei
folli (Das Narrenschiff), dell’umanista
Sebastian Brandt: nel poema un gruppo
di pazzi si imbarca su una nave per
Narragonien, la terra promessa dei matti,
prima del naufragio, arrivano a
Schlaraffenland, la terra della cuccagna.
Nel dipinto
i pazzi sono stipati
su una nave,
per nocchiere
mette un suonatore
di cornamusa
e come albero
della barca
utilizza quello
della cuccagna.
In quel periodo i pazzi
non venivano esclusi,
perché si riteneva che a volte Dio
si esprimesse attraverso di loro,
con ciò venivano lasciati liberi
di girare per le campagne
o caricati sulle cosiddette
Navi azzurre
che veleggiavano liberamente.
Databile
tra
il 1490
e il 1500
è
l’Allegoria
di Yale
Sempre a questo periodo
dovrebbe appartenere
la tavola, forse di un trittico
non identificato,
con la Morte di un avaro,
ora alla National Gallery
of Art di Washington:
la scena è ambientata
in un interno
con il letto di morte dell’avaro
disposto obliquamente.
Il moribondo,
invece di alzare gli occhi
verso la luce sprigionata
dal Crocifisso
posto davanti ad una finestra
in alto che gli viene indicata
dall’angelo custode
alle sue spalle,
guarda il demonio
ed il sacchetto di denari
che gli offre da sotto la tenda.
A lato c’è la morte,
rappresentata
come un scheletro
che lo sta per colpire
con una freccia
mentre ai piedi
del letto
un vecchio,
forse lo stesso avaro,
sta riponendo monete
dentro un forziere
pieno di animali
mostruosi;
per questo soggetto,
comunque già presente
nei Sette peccati capitali,
può far riferimento
l’opuscolo Het sterfboek
(Il libro della morte),
una traduzione
in fiammingo
dell’Ars moriendi.
Tra il 1500 e il 1504,
non si hanno documenti riguardo a Bosch.
È probabile che in questi anni l’artista
abbia fatto un viaggio in Italia,
fermandosi a Venezia:
infatti nella città lagunare
sono presenti molte sue opere in collezioni private
sin dai primi decenni del Cinquecento;
inoltre a partire da questi anni
lo stile di Bosch cambia,
in direzione rinascimentale con figure monumentali
inserite in un arioso paesaggio.
Tra il 1500 e il 1504
realizza il Trittico di Santa Giuliana,
sappiamo di questo che si trovava
nel Palazzo Ducale Veneziano nel 1771,
negli sportelli laterali
quello si sinistra La città in fiamme,
mentre in quello di destra Il porto,
nello sportello centrale
Il martirio della Santa,
alla presenza di una folla di personaggi
non scalati in profondità,
sulla sinistra ai piedi della croce
un uomo svenuto:
se si interpreta la scena
come martirio di Santa Giuliana,
dovrebbe trattarsi di Eusebio,
mentre se si interpreta la scena
come martirio di Santa Liberata,
l’uomo svenuto potrebbe essere
il re pagano del Portogallo:
suo padre,
che la condanna al martirio.
Dello stesso anno
sono le quattro tavole,
oggi a Palazzo Grimani
con il Paradiso terrestre,
l’Ascesa all’Empireo,
la Caduta dei dannati
e l’Inferno,
costituenti a coppie
gli sportelli laterali
di un perduto trittico.
Nella tavola
con l’Ascesa all’Empireo
le anime sostenute dagli angeli
sono condotte verso la luce divina
attraverso un passaggio cilindrico
oltre il quale
devono proseguire da sole,
forse qui l’artista fa riferimento
ad una frase
dell’Ornamento delle Nozze spirituali
di Jan van Ruysbroeck,
in cui si parla
dell’irradiazione di Dio
come un abisso immenso
di luce essenziale.
Tra
il 1503
e il 1504
realizza
la
Salita
al
Calvario
del
Musée
des
BeauxArts
di Gand.
La tavola,
gremita
di volti grotteschi,
è costruita
secondo
due diagonali
che si incontrano
nel volto
Rassegnato
del Cristo:
una che dalla
croce conduce
fino al cattivo
ladrone,
l’altra che parte
dal volto
del buon ladrone,
confessato
da un frate grottesco
e arriva
fino
al volto
della
Veronica
In questa tavola
Bosch
utilizza il grottesco
e la deformazione
e non più simboli
per introdurre
nella scena il male.
Nel 1504, i documenti riportano il pagamento di 36 livres
per un Giudizio Universale commissionato da Filippo il Bello
di 9 piedi di altezza per 11 di larghezza,
forse il trittico ora a Vienna o il Giudizio di Monaco.
Delle parti laterali,
la sinistra raffigura
il Peccato originale
e, sulla faccia
esterna,
San Giacomo,
mentre la destra
raffigura l’Inferno
e, sulla faccia
esterna, San Bovone
sulla faccia
esterna,
San
Giacomo,
sulla faccia
esterna,
San Bovone
nella parte centrale,
in alto, quasi separato
dal resto
della composizione,
Il Cristo giudice
è appoggiato
su un arcobaleno
mentre ai lati su nuvole
sono la Vergine
e San Giovanni Battista
con un esiguo numero
di eletti;
nel resto
della composizione
viene raffigurato il mondo
del peccato e le pene
assegnate ai peccatori;
qui prevalgono i
riferimenti
alla «cucina»
e agli arnesi
di metallo,
infatti gli avari
sono cucinati
sullo spiedo,
gli iracondi
appesi a ganci
da macello
e gli accidiosi
cucinati in padella.
Tra il 1504
e il 1505,
realizza
sia il
San Giovanni
Battista
in
meditazione,
ora a Madrid;
sia la tavola con il San
Giovanni a Patmos, ora a
Berlino, sportello laterale di
un perduto trittico, primo dei
dipinti cosiddetti meditativi,
in cui il Santo, immerso in un
paesaggio idilliaco, con toni
cristallini che ricordano la
pittura giorgionesca, ha la
visione di un angelo e della
Vergine nel cielo, in basso a
destra un diavolo con
occhiali, ali e coda di
scorpione, sul retro a grisaglia
varie scene della Passione.
Dello stesso periodo
è il San Cristoforo
di Rotterdam,
probabilmente
per l’altare della
Confraternita
di Nostra Signore
nella Cattedrale
della sua città natale.
Del 1505
è il San Girolamo
in preghiera
di Gand,
dove i frutti
in decomposizione
intorno alla grotta
del Santo,
alludono
alle tentazioni.
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Diapositiva 1 - Parrocchia San Bernardo