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VERBALE DI SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
RIUNIONE DEL GIORNO 31 MARZO 2000
N. 25
In data 31.03.2000 alle ore 18.00 presso la Sala Civica al piano terra della Rocca di Riva del
Garda si è riunito il Consiglio comunale, in seduta pubblica.
All’appello iniziale, effettuato dal Segretario su invito del Presidente, risultano presenti i signori:
- MALOSSINI Cesare - Sindaco
- BENAMATI Tomaso - Presidente
- FRIZZI Rocco
- ZUCCHELLI Paolo
- BALLARDINI Alberto
- CALZA’ Luigi
- LORENZI Patrick
- BOMBARDELLI Ivo
- VALANDRO Salvador
- VICARI Tiberio
- CESCHINI Vincenzo
- TANAS Marco
- MANZONI Marco
- D’AGOSTINO Alfredo
- LOTTI Stefano
- BONORA Vigilio
- GENTILINI Ivo
- DAVES Mario
- PRATI Lorenzo
- CRETTI Gino
- de ECCHER Cristano
- RAVANELLI Giuseppe
- PERONI Andrea
Risultano assenti i Consiglieri signori:
- BERTOLDI Pietro
- MATTEOTTI Paolo
- TRINCHIERI Cristian
- ANDREOZZI Maurizio
- BASSETTI Enzo
- DELAINI Aurelio
- ZAMBOTTI Pier Giorgio
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Partecipa il Segretario Generale del Comune, signor Alfredo Righi.
Partecipano alla riunione gli Assessori Pietro Matteotti, Luigi Marino, Adalberto Mosaner e
Giovanni Torboli.
Ai sensi dell’art. 1 - 3° comma del Regolamento Interno per le adunanze del Consiglio comunale
sono stati chiamati ad assistere all’adunanza, l’ing. Francesco Seneci e l’ing. Bruno Gobbi
Frattini della Società Ata Engineering di Arco.
Riconosciuto il numero legale degli intervenuti, essendo presenti n. 23 Consiglieri comunali, il
signor Tomaso Benamati, nella sua qualità di Presidente, assume la presidenza e dichiara aperta
la riunione per la trattazione dei seguenti argomenti, indicati nell’ordine del giorno emanato con
avviso dd. 24.03.2000, regolarmente notificato ed allegato sub lettera A), come segue:
1.
COMUNICAZIONE AL CONSIGLIO COMUNALE, AI SENSI DEGLI ARTT. 48 E 49
DEL REGOLAMENTO INTERNO PER LE ADUNANZE DEL CONSIGLIO
COMUNALE, DELLE RISPOSTE DATE AD INTERROGAZIONI ED INTERPELLANZE
DI CONSIGLIERI (DAL N. 48 AL N. 68) (relatore il Sindaco)
2.
APPROVAZIONE VERBALE DELLE RIUNIONI DEL CONSIGLIO COMUNALE DD.
20, 21 E 29 DICEMBRE 1999 E 20 GENNAIO 2000 (relatore il Presidente)
3.
MOZIONE N. 49 PRESENTATA IN DATA 10.01.2000 DAL CONSIGLIERE TANAS
ALL'OGGETTO "MINI BUS CICLO URBANO" (relatore il proponente)
4.
MOZIONE N. 55 PRESENTATA IN DATA 13.01.2000 DAL CONSIGLIERE FRIZZI
ALL’OGGETTO “INVITO AL NOSTRO GOVERNO AFFINCHE’ LA SMETTA DI
FARE IL BISCAZZIERE, PERCHE’ CESSI LA MARTELLANTE PUBBLICITA’ CHE LE
TELEVISIONI PUBBLICHE FANNO ALLE LOTTERIE, AI CONCORSI A PREMI,
ALLE SCOMMESSE DI OGNI GENERE E SORTA” (relatore il proponente)
5.
DEROGA AL P.R.G.I. PER LA REALIZZAZIONE DI UN PARCO GIOCHI SULLE
PP.FF. 271 E 274/1 C.C. PREGASINA (relatore Assessore Mosaner)
6.
SOCIETA’ “HOTEL BRIONE SAS” - AMPLIAMENTO E RISTRUTTURAZIONE DI
EDIFICI AD USO ALBERGHIERO PP.EDD. 1632/1/3, 2384/1/3 E 1866 SITUATE IN
VIALE ROVERETO N. 75 IN C.C. RIVA: PARERE SULLA RICHIESTA DI DEROGA
ALLE NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMPRENSORIALE
(P.U.C.) DI CUI AGLI ARTT. 38 BIS, 39 E 42 (relatore Assessore Mosaner)
7.
PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO (P.G.T.U.) ADOTTATO DALLA
GIUNTA MUNICIPALE CON DELIBERAZIONE N. 610 DD. 10.12.1999 SU
ELABORATI A FIRMA DELL’ING. FRANCESCO SENECI DELLA SOCIETA’ ATA
ENGINEERING SRL DI ARCO: ESAME DELLE OSSERVAZIONI PERVENUTE ED
EVENTUALE DEFINITIVA APPROVAZIONE DEL P.G.T.U. AGLI EFFETTI
DELL’ART. 36 DEL DLG 285/92 (relatore il Vice Sindaco)
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8.
SERVIZIO ASILI NIDO: APPROVAZIONE SCHEMI DI CONVENZIONE PER
DISCIPLINARE I RAPPORTI AMMINISTRATIVI E FINANZIARI FRA IL COMUNE DI
RIVA DEL GARDA ED I COMUNI LIMITROFI PER L’UTILIZZO DEL SERVIZIO
ASILI NIDO COMUNALI (relatore Assessore Marino)
9.
MOZIONE N. 59 PRESENTATA IN DATA 20.01.2000 DAI CONSIGLIERI CALZA’,
BALLARDINI E BERTOLDI ALL’OGGETTO “PROPOSTA DI ISTITUIRE UN
SERVIZIO CIVILE DI VIGILANZA DAVANTI ALLE SCUOLE” (relatore i proponenti)
10. MOZIONE N. 60 PRESENTATA IN DATA 24.01.2000 DAI CONSIGLIERI BERTOLDI,
FRIZZI E CALZA’ ALL’OGGETTO “SITUAZIONE VIABILITA’ VIA PASINA” (relatore
i proponenti)
11. MOZIONE N. 62 PRESENTATA IN DATA 2.02.2000 DAL GRUPPO CONSILIARE
COMUNITA’ RIVANA ALL’OGGETTO “LA TRAGEDIA DELLA CECENIA” (relatore i
proponenti)
12. MOZIONE N. 65 PRESENTATA IN DATA 29.02.2000 DAL GRUPPO CONSILIARE
COMUNITA’ RIVANA ALL’OGGETTO “LO STATUTO DI AUTONOMIA DEL
TRENTINO” (relatore i proponenti)
13. MOZIONE N. 66 PRESENTATA IN DATA 3.03.2000 DAL CONSIGLIERE ZAMBOTTI
ALL’OGGETTO “AUMENTO DEL NUMERO DELLE CENTRALINE PER IL
RILEVAMENTO DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO SUL TERRITORIO
CITTADINO” (relatore il proponente)
Il Presidente conferma come scrutatori i consigliere Frizzi e Daves,
nominati nella precedente riunione del 30.03.2000.
Invita quindi il Consiglio comunale alla continuazione della discussione
relativamente al punto 7 dell’ordine del giorno allegato al presente verbale sub lettere B).
PUNTO N. 7: PIANO GENERALE DEL TRAFFICO URBANO (P.G.T.U.) ADOTTATO
DALLA GIUNTA MUNICIPALE CON DELIBERAZIONE N. 610 DD.
10.12.1999 SU ELABORATI A FIRMA DELL’ING. FRANCESCO SENECI
DELLA SOCIETA’ ATA ENGINEERING SRL DI ARCO: ESAME DELLE
OSSERVAZIONI PERVENUTE ED
EVENTUALE
DEFINITIVA
APPROVAZIONE DEL P.G.T.U. AGLI EFFETTI DELL’ART. 36 DEL DLG
285/92
Presidente
Già ieri sera su questo punto aveva chiesto la parola il Consigliere Prati, al quale do la
parola. Prego.
Consigliere Prati
Prima di iniziare con quella che è la mia dissertazione politica in merito al Piano urbano
del Traffico, desidero preliminarmente soffermarmi su due considerazioni che mi è capitato di
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fare. Il primo problema che intendo sollevare, di carattere formale e giuridico, è questo: l’Ufficio
Tecnico, tramite l’Ingegnere capo, si è sentito in dovere di portare nell’ambito della
Commissione alcune considerazioni circa il non collegamento tra quelle che sono le norme
urbanistiche in fieri, quindi il Piano Regolatore Generale adottato in seconda istanza, rispetto a
quelli che sono gli allegati planimetrici del Piano del Traffico. In questo senso, mi sono posto il
problema di questi collegamenti, di questa coincidenza che andava a chiedere tra le previsioni del
Piano Urbanistico in fieri e le previsioni del Piano del Traffico e mi sono anche chiesto come
potesse essere inquadrato dal punto di vista regolamentare questo Piano Generale del Traffico. E’
un Piano che evidentemente viene adottato dal Comune e che di conseguenza ha una valenza di
regolamento, di legge per il comune, di legge interna. E’ un atto dovuto, perché viene richiesto
da una normativa nazionale, recepita e rimandata in qualche maniera da una norma di carattere
provinciale, tuttavia mi pare sia comunque un atto che è subordinato allo strumento urbanistico,
anche se qui sarebbe da chiedersi a quale strumento urbanistico, visto che oggi come oggi tale
strumento non può che essere quello vecchio, considerato che quello nuovo lo sarà nel momento
stesso in cui sarà approvato e adottato definitivamente. Da questo punto di vista, debbo dire che
mi sono preso la briga di andare a vedere se queste coincidenze c’erano, anche perché sono state
consegnate, almeno ai Capigruppo, alcune copie - per facilità di lettura, si dice -, anche se
evidentemente quelle che valgono sono le tavole adottate dalla Giunta comunale e queste tavole
avranno valenza solo nel momento in cui il Piano del Traffico verrà accolto, con eventualmente
quelle osservazioni che sono state fatte e che la maggioranza del Consiglio riterrà opportuno di
dovere accettare. Ebbene, queste tavole contengono ancora degli errori e quindi mi chiedo,
qualora questi errori non venissero eventualmente corretti, che cosa dovrebbe fare il cittadino
trovandosi, per esempio, nella tabella H4, ancora una strada segnata in una maniera mentre il
Piano Regolatore la segna in un’altra. Di errori di questo tipo ce ne sono, evidentemente in
merito non rivolgo critiche a nessuno, quindi ci sono punto e basta: saranno sfuggiti e possono
essere sfuggiti. Il problema, in ogni caso, non è questo, il problema è che valenza hanno
eventuali errori, e cioè: hanno valenza solo se fossero errori contenuti nella cartografia inerente al
Piano adottato a breve termine, visto che tutto sommato il Piano dovrebbe avere questa valenza,
o hanno valenza programmatica anche nei riguardi degli altri tabulati? Ed eventualmente che
cosa significa una valenza programmatica, atteso che le questioni programmatiche non vengono
assunte, ma vengono comunque programmate, anche perché lo strumento nasce pur sempre da
una previsione che ha preso in considerazione un modello che ha la prima, la seconda, la terza, la
quarta fase, senza le quali non si sarebbe adottato quel determinato Piano. E’ un problema che mi
ponevo e che ponevo all’avvocato Dragogna, il quale mi diceva: “Secondo me, delle possibilità o
dei doveri di impugnazione da parte di quelli che si vedessero lesi in questo senso possono pur
esserci”. Questo per dire che lo strumento deve comunque coincidere, ma deve coincidere con
quale Piano? Anche questo è un ulteriore problema che si è tentato di analizzare e in verità io
non sono riuscito a darmi delle risposte: lo porto solo come osservazione, perché evidentemente
è un’osservazione che mi sono posto e che si sono posti altri nella valutazione di questo
argomento; sicuramente è importante sapere che queste problematiche di carattere giuridico ci
sono, vanno considerate e vanno studiate, per evitare che un domani possano esserci anche dei
problemi di illegittimità legati a questo Piano.
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Dalle considerazioni che ho fatto deriva anche un ragionamento sulla valenza
dell’accoglimento o meno delle osservazioni e in questo senso è importante il punto che viene
citato nella delibera, laddove si dice: “…considerato che la suddetta relazione illustrativa
comprende le valutazioni e proposte di accoglimento di alcune delle osservazioni stesse e che
l’accoglimento delle medesime implica modeste operazioni di rettifica e modifica degli elaborati,
non richiedenti una reimpostazione anche parziale del Piano stesso su diversi parametri di
riferimento…”. Quello che sembra di capire è che, se le dovute correzioni planimetriche non
dovessero inficiare la sostanza del Piano in quelli che sono stati i modelli matematici - il famoso
errore di cui parlava il professor Cretti -, non dovessero quindi stravolgere il Piano per
l’accoglimento di certe modifiche, il Piano potrebbe essere comunque accolto, senza essere
reimpostato. Questa è la mia chiave lettura, rispetto alla quale chiedo al Segretario o a chi fosse
in grado di dare risposte qual è allora dal punto di vista giuridico la valenza di questo Piano, che
una volta adottato comunque impegnerà l’Amministrazione comunale visto che, da quello che mi
risulta, in taluni casi, per poter procedere all’esecuzione di determinate opere, occorrerà fare
specificatamente riferimento a quelli che sono i dettati del Piano generale del Traffico, e in effetti
mi pare che l’Inviolata la prima volta non sia passata proprio per un discorso di questo tipo.
Questa è soltanto una considerazione che ho fatto e che pongo all’attenzione del Consiglio
perché mi pare importante, e mi pare importante anche perché fuori di questo Consesso molte
persone che sono toccate da quella che sarà l’applicazione di questo Piano si pongono questi
problemi e cominciano a porli.
La seconda considerazione che mi capitava di fare, non solo sul Piano, ma anche stando
in questo Consiglio comunale – faccio quindi una piccola pausa divagatoria – era più ludica e
riguardava i giullari. I giullari, come sappiamo tutti, erano quelli che una volta allietavano il
principe e la sua corte ballando, ridendo, facendo i versi o cercando di inventare qualcosa, ma in
ogni caso non avevano solo un carattere ludico: spesso, infatti, proprio per questo loro spirito o
per questa loro vicinanza, si permettevano anche – badate bene – delle critiche alla corte o al
principe e queste critiche erano tollerate, erano prese in una certa maniera, anche perché, alla fine
di quella che era la parodia, solitamente i giullari facevano un atto di remissione nei confronti del
principe e della corte, magari accompagnandolo con delle frecciate contro tutti i nemici del
principe, in modo che fosse chiara questa loro sottomissione alla corte. È evidente che al giullare
non si chiedeva dignità o coerenza, al giullare si chiedeva solo di far ridere: questo era il suo
scopo e per questo era tollerato e considerato da tutti.
Fatta questa seconda considerazione, passo a quella che propriamente è la valutazione
politica del Piano. Io e il Consigliere Cretti, in questo Consiglio comunale, rappresentiamo una
lista che si è presentata sulla spinta di cittadini che avevano a cuore i problemi di vivibilità di
questa città, tra i quali campeggiavano soprattutto problemi di viabilità, di parcheggi, di modalità
di vivere la città, quindi decisioni spettanti esclusivamente al Comune, perché altre
problematiche di spessore maggiore, se non uguale, quali quelle della sanità e del lavoro, non
sfociano direttamente da competenze del Comune, come principalmente è per questa.
L’argomento, dunque, come ben si può capire, è per noi importante. Ci sono comitati che a Riva
hanno raccolto a più riprese firme su varie argomentazioni e chi ha raccolto ancora firme sa che,
al di là di qualcuno, della mamma o del papà, che te la possono anche dare, nella maggior parte
dei casi la gente prima di firmare chiede delle informazioni, vuole spiegazioni, vuole
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delucidazioni; noi stessi, quando capitiamo a Verona o in qualche altra città e veniamo sollecitati
ad apporre una firma, non ci fermiamo a darla a cuor leggero: se la diamo, la diamo generalmente
con cognizione di causa o avendo assunto le dovute informazioni. È chiaro che il Piano del
Traffico di Riva ha una valenza importantissima per questa città; è vero che, spesso, la mancanza
di informazioni porta la gente a subire, ma questo sarà sempre: purtroppo, il tipo di democrazia
che viviamo in questo momento è un tipo di democrazia che spesso delega, è spesso assenteista,
è fatta in questa fase di gente che sempre meno crede ad una partecipazione attiva, anche per
essersi ormai rassegnata a tantissime cose. Credo poi che, in una città piccola come Riva, quando
le opere cominciano a venire effettuate, la gente è pronta ad esprimersi, è pronta a criticare, è
pronta a dire la sua. In questo caso, la critica maggiore che noi rivolgiamo a questo Piano è
quella di essere un Piano nato in un momento particolare, probabilmente nel 1997-1998, quando
si diceva che ormai la Provincia di Trento avrebbe avuto bilanci ridotti, si sarebbero dovuti
diminuire i finanziamenti statali o le rimesse dello Stato e quindi ai Comuni si chiedeva di
ridurre quelli che erano i trasferimenti di spese correnti e per questo si paventava che, anche per
quelle che potevano essere le opere pubbliche, ci sarebbe stata un’impennata; oltre tutto, la
grande viabilità era ancora competenza ANAS – da poco, infatti, è passata alla Provincia - e
quindi era nata la convinzione che la grande viabilità, che era stata disegnata con grandi sacrifici
e con molta pazienza negli anni ’90 ancora dall’ingegnere Gentilini, mettendo d’accordo i vari
Comuni della Busa, disegnando la circonvallazione, disegnando il collegamento con Rovereto,
mentre ancora in fieri, parzialmente, era la circonvallazione di Torbole, di modo che quello che
era ormai il quadro della grande viabilità era delineato, non si sarebbe realizzata. In quegli anni,
in cui si riteneva che, se già era una chimera il collegamento con Rovereto, ancora di più lo
sarebbe stato il pensare all’attuazione della circonvallazione di Riva, si è fatto strada, in alcuni, il
convincimento che le uniche possibilità di dare una sistemazione viaria alla nostra zona potesse
essere quella di collegare la Maza con l’unica opera che andava avanti, vale a dire la
circonvallazione di Arco, e da questa proseguire utilizzando la n. 118, strada di S. Giorgio, per
arrivare fino ad un collegamento, tramite la bretella Comai, con la Valle di Ledro. Questo era il
convincimento sul quale la Provincia aveva dato un incarico, tra il resto credo proprio agli stessi
progettisti di questo Piano, i quali avevano già fatto delle rilevazioni con l’Ufficio Viabilità della
Provincia (allora l’addetto era un certo Zambotti, fino a poco tempo fa Vice Sindaco di Fiavè),
con il quale l’attuale Assessore Casagranda aveva avviato una serie di monitoraggi per
giustificare l’esecuzione del secondo stralcio, chiamiamolo così, della bretella Comai, per poi
aggiungere il terzo. Molti di quei risultati che io ho visto qui mi pare possano essere ancora quei
dati che erano stati raccolti allora in sede provinciale, e dico “mi pare” perché di riunioni con
l’Ufficio della Provincia ne ho fatte a iosa quando portammo seimila firme contrarie a questo
tipo di soluzione, chiedendo che la Provincia comprendesse che il Basso Sarca non poteva essere
trascurato in questa maniera e che doveva quindi fare lo sforzo di spendere in viabilità. Con il
cambiamento dell’Assessore Casagranda con Giovanazzi si cambiò idea e si riprese in
considerazione l’esecuzione di quest’opera, che fu riaffidata allo Studio Gentilini, che aveva
ancora in ballo una diatriba in merito all’esecuzione della progettazione di quella arteria; a
cavallo di questo, poi, la competenza sulle strade statali passò alla Provincia, che quindi
cominciò a ragionare in termini diversi dovendo aver cura di quella che è la viabilità. I bilanci
non si azzerarono, ma anzi aumentarono di qualche cosa e le varie zone, dalla Rotaliana alla
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Valle di Non, alla Busa ripresero fiato nel chiedere che gli interventi strutturali a livello di grande
viabilità avessero una certa preminenza, così come chiedeva il Veneto, così come chiedevano
altre regioni limitrofe, perché evidentemente necessaria e indispensabile per la ripresa e lo
sviluppo del territorio.
In quest’ottica, vi era la buona volontà di cambiare tendenza, di riprendere la vecchia
progettazione, che era stata così a fatica costruita, riprendendo quel dialogo su una progettazione
che ormai, ripeto, era pacifica da anni, e si era iniziata la progettazione di quell’opera, che
evidentemente diventava principale perché era l’unica opera che potesse considerarsi di grande
viabilità, cioè la circonvallazione. Purtroppo tutti sappiamo che, caduta la Giunta e ripreso questo
discorso, probabilmente c’era anche dell’acredine tra la nostra Giunta, il nostro Sindaco Molinari
e il Vice Sindaco attuale Matteotti nei confronti di Giovanazzi e, non si sa perché, si riprese
ancora a ragionare in termini di circonvallazione, come diceva il collega Cretti, ragionando non
di quella che è disegnata, ma di quella che non lo è, ma che lo diventerebbe e che è la
realizzazione della bretella Comai fino alla S. Giorgio e poi, tramite la “forcella”, come la
chiamo io, dalla bretella di S. Giorgio fino al Linfano. Questo discorso è emerso anche ieri nelle
spiegazioni che l’ingegnere Gobbi ha dato, laddove ha chiarito che il terzo lotto della bretella
Comai è indispensabile per portare via dalla Pasina tutto il residuo traffico pesante, dopo di che il
collegamento con la S. Giorgio smisterà tutto questo traffico tramite la bretella che dovrebbe
evitare il centro abitato di S. Giorgio direttamente sulla Linfano. Questo è il ragionamento, anche
perché chi ha occhi per vedere vede che, un domani, l’appetibilità della scelta di collegamento
venendo da Rovereto è quella: uno viene, percorre la bretella di S. Giorgio, arriva lì, percorre la
Comai e tira dritto per la Valle di Ledro o fa il giro in quel senso. Di fatto, una strada che
Winkler stesso, visto che ogni tanto lo si cita, riteneva e considerava come una strada di
collegamento interno, quindi una strada secondaria, subordinata a quella che era la realizzazione
della circonvallazione, si trasforma in circonvallazione principale.
Questo fatto è ancora più sintomatico se si pensa che, quanto meno in quella che è
l’esposizione dell’ingegnere Gobbi, lui stesso ha parlato di programmazione a lungo termine, a
meno che anche questo non fosse un lapsus freudiano, visto che invece ci è sempre stato detto
che la circonvallazione è a medio periodo; in realtà, quel Piano è stato strutturato in modo tale da
prevedere come ultimo atto la circonvallazione ovest. Su questo non c’è dubbio - è agli atti, è
registrato e risulta da quella che è stata la discussione di ieri – ed è evidente, anche se alle nostre
peregrine contestazioni si è cercato di dare alcune risposte, che poi peraltro sono sintetizzate in
queste righe, che dicono così: “Per quanto riguarda la connessione tra Riva del Garda e la
circonvallazione nord lungo la statale n. 118, si evidenzia che tale connessione realizza uno degli
accessi a pettine della circonvallazione verso Riva. Il prospettato aumento dei carichi veicolari
sulla direttrice est-ovest, che si determinerà con la realizzazione del prolungamento della bretella
Comai e la sua connessione con la nuova circonvallazione, potrà e dovrà essere limitato dal fatto
che la bretella Comai e il suo prolungamento non si configurano come modalità ecc. ecc.”; in
realtà, questo tipo di controdeduzioni avvalora la tesi che la realizzazione di quella
circonvallazione in quei termini porterà inevitabilmente alla scelta di circolare in quella maniera.
Questo ci preoccupa molto e ci preoccupa ancora di più atteso che gli scenari che noi abbiamo
visto prospettati, e che sono questi, sono quelli di lungo periodo. Se vogliamo possiamo vederlo
meglio qui: la circonvallazione è disegnata nel lungo periodo e non nel medio; nel lungo periodo
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è disegnato anche il raccordo della famosa “forcella” di S. Giorgio. Evidentemente è un di più, e
un qualcosa che potrà accontentare Arco, ma è un di più rispetto a quella che è la realizzazione
della circonvallazione: probabilmente, poteva anche bastare la famosa “variante Malossini”,
prospettata in quegli anni per bypassare quello che era l’abitato di S. Giorgio.
Ora, è evidente che Riva del Garda non è come Trento o come Milano: Milano ha un’area
così estesa che evidentemente ha problemi di attraversamento neppure paragonabili a quelli di
Riva, e infatti la piana del Garda è influenzata in via principale dalla grande viabilità, grande
viabilità dalla quale si possono indirizzare i vari traffici. Che questo sia è dimostrato dal fatto che
l’ultima previsione prevede anche l’eventuale chiusura di Viale Rovereto e dunque del traffico di
scorrimento sull’asse Riva-Torbole mediante questo viale. Ciò sta ad indicare che si entrerebbe
in città dalle strade di grande scorrimento, poi vi sarebbero le strade di penetrazione e tutto il
resto sarebbero strade di attraversamento interno, con una valenza di questo tipo. Ora, io dico: è
evidente che parlare di un Piano generale del Traffico di Riva senza un ragionamento a monte su
quella che è la grande viabilità non ha nessun senso ed è altrettanto evidente che è abbastanza
sintomatico e comunque deleterio che dopo anni e anni di programmazione, quando ormai
sembrava che ci fossero delle certezze e quando adesso sappiamo che ci sono anche i soldi, la
Provincia cambi quello che è il piano programmato fino a poco tempo fa, quando era in essere un
certo tipo di ragionamento sul traffico a Riva, con ancora le carte in tavola rispetto a quelle che
erano le previsioni della grande viabilità, e di colpo scopriamo che l’ipotesi del collegamento con
la Busa è una strada che va alla piana di Fibbie e viene sulla Comai, con un dislivello di poche
decine di metri, per decollare direttamente nella Busa, tenendo conto che ad un certo punto anche
questo tipo di scelta implica spreco di territorio, implica spreco di denaro e certo la cosa non
appare funzionale per risolvere i nostri problemi. Altrettanto sintomatico è il fatto che ci siano
delle proposte di circonvallazione di Torbole come quelle che abbiamo visto, anche se non ci
riguardano, ma riguardano tutta la Busa a livello di viabilità, che dovrebbero teoricamente finire
sotto quella che è la caserma dei Carabinieri per uscire alla Conca d’Oro. Sono scelte che ci
lasciano perplessi, sono scelte che evidentemente sono di retroguardia, sono scelte che noi ci
auguriamo possano essere riviste, discusse, rigettate dai cittadini; in questo senso, auspico che
nascano altri dieci comitati di cittadini a Torbole e nelle varie zone per rigettare certi tipi di
scelte, scelte che ci riguardano in quanto influenzano il modo di accedere alla nostra città,
riguardano il nostro Piano del Traffico, la vivibilità della nostra città e di quello che ci circonda:
il nostro vissuto, infatti, ormai va fino a Torbole, va fino ad Arco, va in tutta la piana. È chiaro
che questo discorso ci rende migliore o peggiore la qualità della vita, perché anche su questo
dobbiamo capirci: non solo per Bonora, che per mestiere va a Rovereto tutti i giorni, ma anche
per altra gente che si muove spesso, che deve spostarsi ecc., certe situazioni, le angosce di un
certo tipo di traffico e di circolazione fanno ormai parte integrante di quella che è la qualità della
vita. Queste situazioni, come abbiamo detto, dipendono per quel che ci riguarda, in gran parte, al
di là di quelle che sono le scelte provinciali, che però noi possiamo anche non subire, da quelle
che sono le scelte del Piano del Traffico dell’Amministrazione comunale di Riva.
Detto questo, è evidente che noi non possiamo che criticare con fermezza l’elaborazione
del piano della grande viabilità, che si sta delineando così come si sta delineando, quindi ci
auguriamo che questo Consiglio comunale, questa Giunta, questo Sindaco siano fermi nel
sostenere quelli che sono gli interessi della nostra comunità, che non sono questi: gli interessi
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della nostra comunità sono quelli di poter arrivare ad una galleria che sfoci nella Busa, sono
quelli che si mantenga l’arretratezza della circonvallazione di Torbole, sono quelli che si finisca
in fretta la circonvallazione di Arco, sono quelli che ci permettono, con la grande
circonvallazione, di portare via i camion della Fedrigoni e della Cementi Riva, di fare in modo
che non passino per la Pasina o che ci passino in maniera interrata, mantenendo così la qualità
della vita di quella località, sono quelli che ci permettono di portare via tutto quel traffico pesante
che inevitabilmente altrimenti passerebbe per la città o per le città. Queste sono le considerazioni
primarie, che mi consentono anche di dire che la grande viabilità e i tempi di esecuzione della
grande viabilità costituiscono per noi dei paletti che non possiamo non prendere in
considerazione in quanto finiscono per condizionare quello che è il nostro Piano. Se la scelta di
cercare di favorire la circonvallazione esterna fosse stata o fosse una scelta sentita, pacifica e noi
potessimo, ad esempio, poter realizzare quell’arteria nel breve periodo, invece che nel medio
periodo, è evidente che i parametri di questo Piano cambierebbero fondamentalmente ed è
altrettanto evidente che cambierebbero anche le scelte dell’esecuzione di determinate opere
rispetto ad altre. Faccio un esempio stupido: se con la grande viabilità dovessimo anticipare
parzialmente la chiusura di Viale Rovereto, Via Vicenza non avrebbe nessun senso perché
evidentemente, se in quella direzione il traffico non passasse, non avrebbe neanche la necessità di
sdoppiarsi, come è nella proposta, all’incrocio davanti al “Du Lac” per poter andare una parte
dritto e una parte in su o viceversa; è chiaro che quella può essere subordinata ad un
alleggerimento in un’ottica di traffico per Torbole, ma se non ci fosse quello non avrebbe nessun
senso perché, non potendo venire dentro dalla galleria, evidentemente bastava che si realizzasse
o non si cancellasse Via Filanda, visto che fare un doppione non avrebbe senso, e a livello di
attraversamento il problema sarebbe già stato risolto, se la sua funzione era quella di
attraversamento. Allo stesso modo, se noi avessimo già la grande circonvallazione, si potrebbe
parlare in termini diversi anche della bretella Comai; ad ogni modo, volendo parlare di bretella
Comai, io dico che anche potendo ipotizzare che ci sia la grande circonvallazione e in
contemporanea avere anche la bretella Comai è evidente che sarebbe la grande circonvallazione a
scaricare Via Pasina, e non la bretella Comai, perché potendo accedere alla grande
circonvallazione il traffico non passerebbe per Via Pasina, ma non si infilerebbe neanche per la
n. 118. Anche queste scelte sono condizionate dal fatto di prevedere la circonvallazione sul lungo
periodo, cosicché bisogna portare via il traffico dalla Pasina per portarlo per il momento
direttamente su Viale Trento e in futuro sulla n. 118. Queste scelte non sarebbero uguali se noi
avessimo nel breve periodo la circonvallazione esterna, perché tutto il traffico in quel senso
finirebbe per salire per la circonvallazione; oppure, certe scelte finirebbero per essere solo scelte
di attraversamento e non di grande traffico.
Credo che un’altra scelta importante sempre a questi fini, ed io ho condiviso nelle
osservazioni che venisse posta nel breve termine, fosse quella del collegamento fra S. Nazzaro e
Via Zandonai, perché evidentemente già quella, se fatta nel breve periodo, potrebbe permettere
che un certo traffico di attraversamento, invece di venire per Viale Trento o fare la strada di Via
Trieste o in alternativa fare il giro dell’Inviolata per Via Baruffaldi e poi salire dall’altra, possa
già incanalarsi in quella direzione, anche perché la gente non è stupida: se io devo venire dal
Varone, in quel caso sono costretto a fare la Pasina, a fare la S. Tomaso, venire dalla S. Tomaso,
salire per Viale Trento, prendere la strada che a quel punto entra per andare al Liberty Center e
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all’Agraria, attraversare in Via Zandonai, andare su Via Maso Belli e da Via Maso Belli
attraversare e andare in là. Questo per dire che le posizioni, gli attraversamenti sono scontati, non
è che inventiamo niente di particolare. Io non credo che quelli che vengono da Varone, come qui
sembra, ma credo sia stato fatto solo per giustificare la bretella Comai, attraversino da Via I
Maggio, tant’è che quando io venivo da Varone tante volte percorrevo Via S. Tomaso e andavo a
S. Tomaso, tante volte facevo il tunnel, qualche volta facevo anche la Via I Maggio, anche se
questa in verità la utilizzavo poco perché, piuttosto che fare Via I Maggio e incastrarmi a quel
semaforo, tiravo dritto, andavo giù all’Inviolata, facevo il giro del sasso e tornavo su. È evidente
che poi la gente sceglie quei percorsi che sono più facili, più veloci, che creano meno problemi e
meno semafori. Se noi avessimo puntato il tutto sulla circonvallazione esterna, avremmo avuto
l’occasione di portare via da Riva non solo il traffico di passaggio, quello che deve andare a
Limone, quello che deve andare in Valle di Ledro, quel traffico pesante che viene dalle industrie,
ma avremmo creato l’ultimo anello di rotazione della città, l’anello più veloce, quello che poteva
al limite permetterci un tipo di attraversamento.
Quello che collega la pedemontana con Viale Trento, che io avrei visto anche proseguire,
tant’è che nella proposta noi avevamo anche pensato che potesse un domani proseguire verso
l’altra circonvallazione, ipotizzando che, se l’uscita fosse stata 100 metri più avanti, dopo la
Modle avrebbe potuto eventualmente incanalarsi in mezzo alle costruzioni e quindi proseguire,
poteva essere l’altro grande anello di scorrimento intorno alla città. Il terzo anello che noi
pensavamo potevano consistere nel mantenere la percorrenza della piccola circonvallazione,
ossia quella che dall’”Après” ci porta in Via Canella e che da Via Canella prosegue per Via
Filanda, perché anche quella era una strada di attraversamento già disegnata, già fatta, già dovuta,
che non costava assolutamente niente. So che tempo fa, in occasione di discorsi di questo tipo, la
stessa Cartiera, parlando con qualcuno, ha avuto modo di dire: “Be’, se ce l’avessero detto,
l’avremmo già fatto”, quindi tutti questi ostacoli a quel tipo discorso non mi pare che neanche
loro li vedessero e quindi, cambiata la direzione, forse i discorsi potevano essere ripresi in un
altro spirito, in un’altra ottica e magari con risultati diversi. Quello che ci pare è che, tutto
sommato, questo Piano a breve, che è fondato sul fatto che la circonvallazione non viene mai,
finisca per creare una percorrenza in centro, che è poi quell’asse che va da Viale Damiano
Chiesa, Viale Trento ecc., seguendo una specie di rotatoria che continuerà a venire percorsa da
quelli che magari il centro lo girano, da quelli che continuano ad andare a Torbole da lì, da quelli
che continuano ad attraversare Riva anche per percorrere strade per andare ad Arco, per andare a
Torbole, per andare a Rovereto. Credo che lo sforzo per disintasare certe zone si potesse
proficuamente fare, qualora ci fosse la circonvallazione, proprio utilizzando le rotatorie che
potevano essere quella della pedemontana, quella di Via Padova… cioè tutte quelle posizioni che
permettessero di distribuire il carico del traffico in maniera diversa. Ricordiamoci poi che in
inverno, o comunque nel periodo morto, a Riva come ad Arco, come da altre parti non c’è un
carico così drammatico: il carico drammatico lo abbiamo nella stagione, quando si manifestano
tutta una serie di settori, e questo lo abbiamo soprattutto per mancanza della circonvallazione,
perché se un domani avessimo la circonvallazione funzionale in breve termine è evidente che
tanto di questo carico di smaltirebbe in maniera diversa.
Noi riteniamo, allora, che questo Piano, che è basato su degli scenari che si fondano sulla
previsione della circonvallazione di Riva come se fosse quella della bretella Comai, della S.
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Giorgio ecc., non faccia lo sforzo di cercare di premere ancora di più per fare sì che la
circonvallazione esterna diventi una realtà a brevissimo termine. Riteniamo altresì che questo
tipo di impostazione, con questa circonvallazione nell’ambito del centro di Riva e con questa
strutturazione, che finirà di fatto per creare la circonvallazione principale di Riva sulla S.
Giorgio, sia assolutamente errato, sia assolutamente da rigettare e da combattere, cosa che noi
continueremo a fare.
Fatte queste premesse in merito alla circonvallazione, premesse che ribadiscono cose già
note, cose che abbiamo detto a più riprese, che abbiamo cercato di ragionare con altri e che
evidentemente non hanno ottenuto effetto, e di questo chiaramente ognuno avrà le sue
responsabilità storiche, vorrei fare alcune considerazioni in merito a quelli che sono gli altri
scenari. Sullo scenario a breve termine ho già detto: per me è assurdo fare la rotonda
all’Inviolata. A maggior ragione non ha senso se dovessero cambiare gli scenari, ma già non ce
l’ha con quella che è la realizzazione della bretella Comai, né ce l’ha se già si facessero
funzionare gli svincoli che si prevedono. Per quanto riguarda lo scenario a medio termine, mi
permetto di soffermarmi su alcune questioni, al di là dell’errore che c’è nel riportare il
collegamento con Viale Trento, errore nel senso di difformità da quello che è il Piano Regolatore
Generale, che lo disegna in maniera diversa. In questo secondo scenario vedo che è scomparso
del tutto l’ultimo tratto di Via Filanda, che nel primo scenario c’era, forse però sono cose non
significanti, mentre vengono riportati l’adeguamento di Via Pasina, che è dovuto, la
realizzazione di Via Vicenza, quindi della nuova strada di collegamento con Viale Rovereto, e il
secondo tratto della bretella Comai. Il secondo tratto della bretella Comai, per parte di questo
Consiglio comunale…
(CAMBIO LATO)
…perché questo ha una funzione immediata – si dice – di risolvere quelli che sono i problemi
della Pasina, ma non lo avrebbe il secondo, se non si vuole effettuare quel discorso di
circonvallazione che abbiamo detto e che finirebbe per pesare tutto sulla S. Giorgio. C’è poi Via
Vicenza, che non sarebbe necessaria un domani, se si dovesse chiudere al traffico con Torbole, a
meno che non sia predisposta per un eventuale futuro tunnel di collegamento con l’attuale strada
dopo la galleria di Torbole, nel qual caso avrebbe un senso in prospettiva, ma allora bisogna dirlo
e ragionarci. Peraltro, siccome invece si dice che ha solo la funzione di sdoppiare il secondo
tratto di Viale Rovereto, questo effetto con quella che è la chiusura al traffico di lungo periodo
della strada che congiunge Riva a Torbole potrebbe non avere nessuno senso o, almeno, noi
crediamo che non abbia senso.
Infine, nello scenario di lungo periodo, come abbiamo visto, è disegnata la
circonvallazione esterna, è disegnato anche il potenziamento della n. 118, sempre in funzione di
quel ragionamento che si faceva prima, è disegnata quel tratto di forcella che bypassa S. Giorgio
e c’è il divieto di transito sulla strada per Torbole. Se questo che si prospetta come scenario a
lungo periodo dovesse essere nei fatti, be’, io credo che perderete le prossime elezioni tra sei
anni, perché evidentemente in sei anni non si sarebbero risolti i grossi problemi del traffico e
della vivibilità della nostra zona. Io mi auguro, da rivano, che magari vinciate ancora le elezioni,
ma che il problema della circonvallazione sia risolto e che la circonvallazione venga molto, ma
molto prima.
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Detto questo per quello che riguarda la viabilità, voglio soffermarmi ora su alcune
considerazioni relative ai parcheggi e ai percorsi ciclopedonali. Per quanto riguarda i percorsi
ciclopedonali, il discorso è stato fatto a più riprese in questo Consiglio comunale: noi non siamo
né per muovere delle critiche a questi percorsi, come fa chi dice: “Sono percorsi fatti solo per i
turisti e non per i rivani”, ma d’altro canto voglio anche comprendere le critiche di quei rivani
che dicono: “I percorsi ciclopedonali non ci permettono di andare in centro o di spostarci in certe
zone della città”, perché questo è vero. Uno che volesse venire in centro da Varone, forse un
domani lo potrebbe fare mediante l’unica arteria possibile, che è quella lungo il Varone,
altrimenti di altre strade che permettano collegamenti, vuoi da S. Alessandro, vuoi dalle frazioni,
vuoi dal Rione Degasperi, vuoi da Viale Trento, non ce ne sono: anzi, piuttosto si rischia di avere
qualche bambino al cimitero o all’ospedale, se si dovesse permettere ai figli di fare una
percorrenza in bicicletta per giungere in centro o per spostarsi. La mia raccomandazione, che in
verità non è solo mia, ma è di tanti, è quella di cercare raccordare questi incroci in modo da
tenere presente la possibilità di accesso o di spostamento dalle frazioni al centro, dalle frazioni
alle scuole, dalle frazioni ai servizi di quelle che sono le piste ciclabili. Una breve
considerazione, banale, tanto per prendere un po’ fiato, riguarda un percorso ciclopedonale che è
qui segnato: penso che il percorso ciclabile sia quello tratteggiato e quello pedonabile sia quello
diritto, altrimenti ci sarebbe segnata come pista ciclabile anche quella lungo…
(Voce dall’aula)
E’ quello che volevo sentire, perché se è ciclabile si dovrebbero andare a rimuovere i cartelli che
ci sono perché sia al porto sia in fondo alla Porfina c’è il divieto di transito per le biciclette.
(Voce dall’aula)
Mi riservo di verificare, comunque a me l’ha riferito l’altro giorno l’ingegnere Betta, che mi ha
detto: “Sono passato da poco di lì e c’era il divieto”; se ci fosse, sarebbe importante toglierlo
perché altrimenti la gente torna indietro, mentre in effetti la pista c’è.
L’ultima considerazione la dedico ai parcheggi. Nel caso dei parcheggi, qualcuno è
scomparso: per esempio, quello che era previsto in testa al Vivaio Angelini non c’è più, anche se
mi pare non sia ancora scomparso dalle previsioni del P.R.G.. Al di là di queste, che possono
essere delle sviste, e al di là del fatto che, per esempio, quello disegnato vicino al Palacongressi
probabilmente è spostato più in là, oltre Via Marone, su quella che è la mia ex campagna, per
capirci, perché lì così, in quel posto dove è segnato, non c’è parcheggio, il problema è che, oltre
ai parcheggi di interscambio, la rete di parcheggi che c’è ancora intorno al centro storico
cittadino, quello che domani dovrebbe essere chiuso, è ancora secondo me insufficiente, per vari
motivi. Il parcheggio che c’è vicino al Palacongressi, a meno che non si ritenga di spostare il
Palacongressi e non si ritenga di ampliarlo, anche se una programmazione di quel tipo c’è e credo
che su questo non vi siano molte voci discordi, presumibilmente verrà utilizzato soprattutto per
quella che è l’attività congressuale, come è logico che sia, mentre quella che è la parte più
meridionale, verso la Fraglia, dovrebbe continuare ad essere un minimo sbocco per quella che
appunto è l’attività della Fraglia, che ha per Riva una rilevanza anche economica e non solo di
carattere sportivo. Per quanto riguarda la dotazione di parcheggi di quella zona, tenuto anche
conto che all’Agraria i parcheggi sono molto pochi – forse avrebbero dovuto essere di più -, non
mi pare che il problema sia quello di costruire un mega-parcheggio; io credo che un domani, non
so però come la pensiate voi, il parcheggio di Via Pilati dovrebbe essere un parcheggio con un
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piano utilizzabile da quelli che sono i residenti del centro storico, un piano utilizzabile da quelli
che sono i commercianti o comunque quelli che hanno attività nel centro storico e solo un piano
dovrebbe essere destinato a chi va e viene, altrimenti si finirebbe per creare una polveriera nel
cuore della città. Secondo me, una politica intelligente da questo punto di vista dovrebbe
prevedere tutta una serie di parcheggi intorno che possano soddisfare queste esigenze, tipo di
quelli che un domani, venendo anche dai paesi limitrofi, come Limone, dove ci sono dodicimila
posti letto, vogliono venire a Riva a fare compere: a questi deve essere data la possibilità di
parcheggiare e di entrare nel centro storico, che è un po’ il nostro giardino, come del resto
avviene per tutti i centri storici del mondo, anche in Germania o in qualsiasi altro Paese: intorno
al centro storico c’è a raggiera una serie di parcheggi che permettono di stanziare, di girare, di
frequentare e poi di andare via. Quelli di interscambio sono parcheggi più consistenti, che
permettono un accesso diverso, magari più futuribile, ma un domani tramite altri tipi di mezzi
anche non personali, quindi mezzi pubblici, per avere un accesso complessivo alla città e non
solo al centro. Credo che il piano dei parcheggi, compreso in questo Piano del Traffico perché
connesso per logica di cose, non preveda in tutta la parte est, quella che dà su Viale Rovereto,
quanto meno dal “Du Lac” all’Hotel “Lido”, una dotazione di parcheggi adeguata, anche tenendo
conto della pochezza di quello che è il parcheggio dell’Agraria, e in questo senso dovrebbe
essere rivisto e potenziato.
L’ultima considerazione è squisitamente legata al carico di inquinamento della città.
Credo sia vero: quando si fanno dei piani, si finisce per favorire o danneggiare qualcuno, ed io
capisco che questo è inevitabile, perché alla fine tutti i movimenti finiscono alla fine “per…”; si
tratta di vedere, eventualmente, se il carico dei danneggiamenti e il carico dei favoritismi per
certi versi si equivale, perché se c’è quanto meno una distribuzione equa dei sacrifici si
razionalizza quello che è il traffico e, quindi, la vivibilità della città. A me pare che l’anello
progettato nel breve periodo non vada incontro a queste esigenze: infatti, tutti non possono
disconoscere che si crea un cerchio intorno a quelle che sono le scuole di Riva, tant’è che il
comparto penalizzato, quello che vedrà lo scorrimento del traffico viario, quel famigerato anello
che va da Viale Martiri, Viale Dante ecc., è posto tutto intorno alle scuole, quindi alla scuola
elementare, alla scuola media, al liceo. In sostanza, a me pare che in quella zona si finisca per
peggiorare la qualità della vita in maniera ancora più traumatica di quello che già è. Allo stesso
modo, si finirà per peggiorare la qualità della vita in quei centri nevralgici che noi abbiamo
rilevato, e dico “noi” anche se dovrei parlare degli “Amici della Terra”, che hanno fatto le
rilevazioni a loro spese e hanno mandato anche i resoconti, che sono abbastanza dettagliati
perché derivano da un’analisi, da una rilevazione puntuale, alla quale non penso si possa
banalmente ribattere dicendo: “Fa fede quella della P.A.T., le altre non fanno fede”, perché
sarebbe triste. Capisco che con il Piano del Traffico si finisca per fare delle scelte che possono
anche peggiorare certe situazioni, però il carico che si va a creare su determinate zone, quali la
Posta, l’Inviolata, Viale Trento, deriva in particolare da scelte che fanno riferimento a quelli che
saranno i centri semaforici di Via I Maggio e quello 50 metri più su, che credo dovrà funzionare
in maniera collegata, altrimenti da Riva non si esce più, e come noi sappiamo quelle situazioni
hanno già raggiunto dei carichi di inquinamento che sono oltre la norma. “Gli Amici della Terra”
pensano già dal diffidarvi dal creare dei carichi di questo tipo avendo in mano questi dati rilevati
e, se dovessero peggiorare o se dovessero portare dei carichi eccessivi, credo che questo possa un
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domani, a breve termine, portare a quanto già si sta facendo in quelle città nelle quali il carico
deve essere monitorato per legge, imponendo determinate scelte. Probabilmente, la Legge Ronchi
arriverà ad imporre questa procedura anche ai centri minori e quindi, dal punto di vista degli
amministratori, io credo ci siano delle responsabilità laddove si peggiora in maniera enorme
quello che è il carico di inquinamento. Se questi oggi sono i carichi di inquinamento, credo si
potesse fare, e comunque lo si dovrà fare in futuro, un monitoraggio maggiore, perché
evidentemente questi sono i primi indici di quella che è la qualità della vita. In certe città si
blocca il traffico per queste questioni, per un sabato alterno, per un giorno ogni tanto ecc., quindi
non credo che noi potremo esimerci dal potere avere una verifica più accurata di questo tipo per
fare anche queste valutazioni.
Voglio terminare dicendo che quanto da noi sottolineato si evidenzia dalle comparazioni
contenute nel Piano rispetto a quelli che sono gli scenari; io mi sono fatto uno specchietto, che
magari leggerò in seconda battuta, a dimostrazione che il cambiamento o lo spostamento di certi
scenari scarica il traffico in certe zone o meno, un po’ per il modello utilizzato da voi, sul quale
io – ripeto – mi permetto di nutrire qualche dubbio, non per i rilevamenti ecc., ma proprio per il
modello matematico adottato, e un po’ anche perché ritengo che questo tipo di strumento sia nato
quando si riteneva che ci fosse l’unica possibilità di incanalare il traffico pesante tramite Valle di
Ledro, bretella Comai, strada statale, cosicché le scelte sono state fatte in quel periodo e sono
impostate su quel tipo di discorso. Gli stessi rilievi di Via I Maggio mi ricordano i rilievi che mi
faceva il geometra Zambotti, del Servizio Viabilità, ancora qualche anno fa, quindi questo è il
mio convincimento.
Concludo con il dire che, visto che rappresento tutti quei cittadini che hanno questo tipo
di attenzione e che fanno parte di comitati, dietro i quali ci sono i cittadini e le firme, continuerò
insieme al Consigliere Cretti a prestare molta attenzione a questi interventi e a battermi perché
venga realizzata in primo luogo la circonvallazione esterna, nel rispetto di quelli che sono il
carico e l’inquinamento nei confronti di quella zona, che sicuramente da questo punto di vista
sarà interessata da un aumento perché evidentemente le strade portano anche inquinamento,
ritengo in ogni caso che il problema vada risolto alla fonte, che il traffico debba essere
allontanato da tutto il centro abitato e che questa soluzione, vale a dire quella della
circonvallazione esterna, fosse quella più percorribile per risolvere il problema. Ci batteremo
anche perché la circonvallazione esterna non sia inficiata da altre soluzioni, che finirebbero per
essere scelte dai cittadini se non venissero attuate con tutte le attenzioni possibili. Grazie.
^^^ Entrano i Consiglieri Zambotti, Matteotti, Bertoldi, e Bassetti: il numero dei presenti sale a
27. ^^^
Presidente
Ha chiesto di intervenire il Consigliere de Eccher, forse però l’Assessore Matteotti
potrebbe prima dare qualche risposta per poi dare il via alla fase dei secondi interventi.
Consigliere de Eccher
Siccome volevo integrare i quesiti…
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Presidente
Va bene.
Consigliere de Eccher
Ad integrazione del mio precedente intervento, desidero porre tre quesiti e formulare
alcune osservazioni relativamente a quanto è stato detto dagli altri Consiglieri.
Il primo quesito riguarda una perplessità che mi nasce considerando il quadro degli
interventi a breve termine ed in particolare, calcolando l’intersezione della bretella Comai su
Viale Trento, un incrocio semaforico già esistente e la previsione di un nuovo collegamento Via
Deledda-Viale Trento, con un ulteriore incrocio con semaforizzazione, mi pongo il problema dei
tempi di percorrenza lungo Viale Trento. Noi abbiamo un’imposizione di traffico obbligato, che
andrà senz'altro a crescere con ulteriori elementi di riduzione della velocità, pongo pertanto il
problema anche perché, a mio giudizio, poteva trovare soluzione con il prolungamento della
bretella Comai, nel senso che la bretella Comai ha un senso se completata con la congiunzione
con la S. Giorgio, altrimenti è effettivamente una soluzione parziale, che risolve di poco i
problemi della viabilità.
Il secondo quesito riguarda la tempistica: io ho osservato che tanto le previsioni
dell’architetto Winkler, che comunque andiamo a datare a parecchi anni fa, quanto le previsioni
di questo studio fissano i tempi per la realizzazione della circonvallazione esterna al lungo
periodo, quindi la terza fase. Come abbiamo visto, la terza fase prevede un periodo di circa 6-9
anni; normalmente i tempi tendono a slittare, non capita quasi mai che un’opera si realizzi prima
delle previsioni, dunque mi domando se vi sono degli elementi tecnici, degli elementi giuridici o
comunque su quale base si può ipotizzare una tempistica così lunga. Non vi sono degli elementi
che possano consentire di introdurre la circonvallazione tra le opere a medio termine? Lo dico
sapendo che non costa niente metterla tra quelle a medio termine, anche perché anticipando
un’opera si potrebbe dare soddisfazione all’opinione pubblica, un po’ come viene fatto nel piano
delle opere pubbliche, dove abbiamo un triennio a disposizione, ma noi sappiamo che dobbiamo
andare a valutare le opere previste per il bilancio di previsione perché per gli anni successivi si
può mettere tutto, tanto poi l’esperienza ci dice che intervengono mille modificazioni, che le
opere scompaiono, che i tempi vengono cambiati e quindi la valenza per gli altri anni è quella
che è. Mi pongo il problema di questa analisi, al fine di capire perché per la grande
circonvallazione si prevedono, forse ottimisticamente, questi tempi, e se non c’è la possibilità di
avere la grande circonvallazione i tempi più brevi.
Il terzo quesito riguarda il piano dei parcheggi: io ho visto che per la viabilità abbiamo
una previsione in tempi brevi, medi e lunghi, per i parcheggi invece non c’è questa previsione. Si
parla di diversi parcheggi, della loro localizzazione, abbiamo le cartine, però di fatto non esiste
una previsione, per lo meno nel breve termine. Purtroppo, a Riva del Garda di parcheggi si sente
parlare da quindici anni: basta vedere l’iter che ha accompagnato il parcheggio di Via Pilati, e se
tutti i parcheggi dovessero seguire quei tempi ci potremmo anche disperare. In verità, come
prima dicevo, anche i rilievi sui parcheggi sono stati condotti con un criterio che mi lascia
perplesso: non si può infatti fare un discorso complessivo, ma bisogna andare a vedere se i
parcheggi vengono di fatto utilizzati, se quella localizzazione è quella che effettivamente serve in
verbale 31. 03. 00 /
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collegamento con la viabilità, perché non è che possiamo fare riferimento ai parcheggi della
Baltera o localizzati chissà dove, anche perché comunque nell’arco dell’anno non trovano
utilizzazione.
Qualche altra riflessione: il Consigliere Daves ha parlato del finanziamento di lire
5.000.000.000 per la bretella Comai; io ricordo che quando l’Assessore Giovanazzi aveva
sostanzialmente espresso la sua ostilità sull’opera, il Comune, per manifestare in maniera
concreta e visibile le proprie intenzioni, aveva inserito l’opera con finanziamento diretto; è
cambiato l’Assessore, la situazione si è modificata, i 5.000.000.000 di lire li abbiamo trovati a
disposizione. Questo ci lascia intendere che, in sostanza, noi siamo succubi dell’orientamento
politico, programmatico della Giunta provinciale. In questo momento Riva ha un componente
all’interno dell’Esecutivo provinciale e quindi qualcosa indubbiamente è cambiato rispetto agli
indirizzi della Giunta comunale, sia di quella precedente sia dell’attuale. Questo discorso dei
finanziamenti ci può semplicemente indurre ad una riflessione sul variare della politica: alla fine,
infatti, cambia una Giunta, cambiano i programmi, siamo sostanzialmente alle dipendenze delle
scelte di poche persone. Questa è una realtà che si può constatare a livello locale, vale anche per
la situazione più complessiva a livello nazionale.
Un’altra riflessione sul ruolo di Via Filanda: Via Filanda è stata tolta, con una scelta che
la precedente maggioranza e di fatto anche quella attuale hanno manifestato; sappiamo che
all’interno della stessa compagine di maggioranza non tutte le voci erano concordi, però di fatto
questo cambiamento, disattendendo gli impegni precedentemente assunti, è stato realizzato. Se io
prendo le tavole di Winkler, noto un ruolo significativo, importante di Via Filanda: non era
semplicemente una strada di collegamento di un quartiere, ma aveva nella dinamica
dell’impianto creato da Winkler un suo significato particolare.
Un’ultima riflessione in merito alla lettera che è stata citata e che abbiamo ricevuto tutti,
assieme ad altre, del dottor Barbagli: io ho ricevuto questa, ho ricevuto la lettera del professor
Napoli e ne ho analizzato il contenuto; la lettera poneva all’attenzione dei Consiglieri argomenti
anche di un certo spessore, voglio comunque precisare che non ho gradito la conclusione di
quella lettera: non accetto infatti che qualcuno mi scriva dicendo poi: “Attenzione, perché la
scelta dei Consiglieri comunali può comportare anche delle conseguenze perché, se dovesse
esserci l’incidenza di certe malattie, potreste essere chiamati a risponderne”. Sinceramente,
espressioni di questo tipo non ne accetto da nessuno. Voglio precisarlo, perché nell’ambito della
lettera c’erano anche elementi validi di riflessione, ma a mio giudizio quella parte conclusiva è
stata del tutto negativa e inopportuna. Grazie.
Consigliere D’Agostino
In merito alla rotatoria progettata su Largo Marconi ho presentato delle osservazioni,
nelle quali avevo espresso delle preoccupazioni in merito all’aspetto di compatibilità ambientale
in considerazione del fatto che detto sito si trova nel sagrato della chiesa dell’Inviolata, il più
importante complesso monumentale della città. Nella risposta che ho avuto dai progettisti mi si
dice che “verranno comunque tenuti in debita considerazione i pertinenti suggerimenti alla
compatibilità ambientale della rotonda”. Avevo inoltre fatto notare che anche l’illuminazione
pubblica del sito dovrà essere compatibile con la situazione ambientale. In questo caso mi è stato
risposto che verrà utilizzato il “palo Riva”. Come terza osservazione, avevo proposto di creare un
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nuovo accesso all’ospedale, in quanto quello del progetto presentato comportava una notevole
complicazione alla viabilità, particolarmente pericolosa per le autoambulanze che dovevano
imboccare la corsia diretta verso Viale Trento-Arco. Al riguardo mi si dice che è stata valutata la
possibilità di un nuovo percorso attraverso il nuovo parcheggio ECA, con uscita in Via RosminiViale dei Tigli e che chiaramente questo problema durerà fino a quando il monoblocco di Arco
sarà terminato, dopo di che non ci saranno più problemi e di conseguenza le due corsie verranno
avvicinate e si potrà così aumentare l’area verde di rispetto dell’Inviolata. La risposta datami dai
progettisti e dall’Assessore mi trova soddisfatto. Raccomando ai progettisti di salvare i posti
macchina ubicati in Viale Trento, di fronte al campo di calcio dell’oratorio, che ritengo
importanti per le attività commerciali e gli abitanti della zona. Grazie.
Consigliere Bassetti
Ho l’impressione che trovare una soluzione al traffico cittadino capace di accontentare
tutti sia un po’ come fare quadrare il cerchio: è sempre stato così e lo è ovunque. Ricordo, più
che altro per averlo letto, quando è stato tolto il traffico da Via Gazzoletti, negli anni Sessanta:
proteste, commercianti alla disperazione, insulti; oggi otterremmo la stessa cosa riproponendone
l’attraversamento alle macchine. I tempi cambiano e per fortuna spesso anche le idee. Ricordo
negli anni Settanta la rivoluzione fatta dal Sindaco Odorizzi: si inventò, a sberleffo delle scelte
fatte, anche un gioco, che si chiamava “Cocorizzi”; si giocava con i dadi, a mo’ di gioco dell’oca,
ed era allegato alla mitica pubblicazione “L’Alber”. Insomma, siamo alle solite: chi ha troppo
traffico non lo vorrebbe avere, chi ha l’abitudine a girare in una certa maniera non vorrebbe
perderla, chi vive tranquillo vorrebbe continuare a farlo, chi presume di essere torteggiato si fa
sentire. Singoli problemi incoraggiano quindi comitati, uniscono persone che altrimenti
avrebbero poco altro da condividere, motivano barricate verbali. E sì che l’idea
dell’Amministrazione è buona: ci sono problemi, vediamo di risolverli.
I tempi corrono e bisognerebbe quindi prevenirli, purtroppo invece li rincorriamo con
provvedimenti che spesso arrivano tardi per le incredibili discussioni che sortiscono. Riva ha
qualche problema in più di altri centri: un lago a sud, una montagna a ovest e una, così almeno si
definisce nel termine, a est; ad aggravare la situazione, un limitato territorio comunale. Tutto ciò
obbliga a certe direzioni, limita la percorrenza e complica le soluzioni. La città ha indubbiamente
un grande flusso di traffico, dovuto, oltre che all’alto numero di macchine di proprietà dei
cittadini, alla vivace economia locale e all’essere nodo di congiunzione di diverse arterie,
Gardesana e Valle di Ledro prima di tutto. A queste difficoltà oggettive aggiungiamo che alcune
condizioni sono poste da modi di pensare determinati, magari incancrenitisi dal passare del
tempo e dalla difficoltà a rapportarsi alla discussione, per cui, se si sta parlando da tempo di un
progetto, questo condiziona il ragionamento e magari diventa presupposto per sviluppare un
piano. E’ poi difficile parlare di costruire nuove strade, vuoi per un’urbanizzazione avanzata,
vuoi per una difesa oltranzista del territorio da parte di alcuni, con proprie scale di valori sociali,
o solamente per diritti di proprietà o di quieto vivere. Mi viene in mente un simpatico
personaggio di Elio Fox, attento osservatore della comunità trentina, che davanti al problema di
realizzare la circonvallazione del paese girava gli uffici della Provincia con prebende
ortofrutticole, dicendo ad ogni funzionario che lui era perfettamente d’accordo sulla necessità di
fare la nuova strada, che ne era convinto sostenitore e che si sarebbe adoperato per fare
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persuasione in paese, purché si facesse non sul suo terreno, ma su quello dei vicini, ergo i
problemi ci sono e vanno risolti, le soluzioni valide, però, sono quelle che non mi arrecano alcun
danno.
Il Consigliere Cretti ha classificato gli atteggiamenti di alcuni secondo la maniera in cui
questi si pongono davanti al problema, ha certamente ben individuato alcuni soggetti del
composito gruppo, ne vedo però altri: i saccenti, che riescono a mettere in discussione anche
l’evidenza; i presuntuosi, che non vengono nemmeno scalfiti dall’idea di avere torto e quei
famosi che, per non essere idioti, parlando come gli antichi greci, si occupano della cosa pubblica
pontificando sul giornale di quanto noi, impegnati in politica in virtù di un mandato popolare,
siamo idioti a non pensarla come loro. Insomma, a sentire tutti sembrerebbe che a questo Piano
del Traffico ci sia legata la sopravvivenza dell’intera comunità. Ma il Piano non dice niente di
nuovo, o comunque dice poco. Capisco quelli che di non fare alcune strade ne hanno sempre
fatto una propria convinzione, muovendosi anche in passato ogni qualvolta hanno avuto motivo
per ritornare sull’argomento, capisco molto meno gli altri, i nuovi gruppi d’opinione: le strade in
discussione sono tutte inserite da decenni nel Piano Regolatore Generale, riportate nelle
previsioni urbanistiche ai vari livelli; alcune, come Via Vicenza, progettate da svariati lustri. La
novità, quindi, in che cosa consiste? In qualche incrocio meglio marcato, in qualche nuovo
parcheggio. Certo, sono state individuate alcune priorità d’intervento, ma erano meno chiare
senza il Piano? Non crediamo: bastava guardare il piano delle opere pubblico e il dubbio svaniva.
Ammetto che il Piano permette di focalizzare lo sguardo sull’insieme e rende più razionale il
discorso, ma non sorprende: individua i problemi e sono marcate le zone che hanno bisogno di
essere alleggerite dal traffico. Non è che si proponga di liberare parti della città a scapito di altre,
non classifica aree della città in zone più o meno nobili; le soluzioni proposte tengono conto di
quello che si può fare, certo spostando anche il traffico in aree in cui oggi è minore. Ma come
fare altrimenti? Se il centro storico è stato costruito centinaia di anni fa, quando per strada si
andava con i carri, oggi dobbiamo prendere atto che è inadeguato a sopportare il traffico che ha.
Se la zona immediatamente a nord del centro è praticamente il collo d’imbuto dove passa tutto il
traffico di attraversamento della città, che aumenta continuamente, come non pensare a dei
correttivi? A parte la fede di coloro i quali pensano di poter fare a meno degli automezzi – sono
ammirevoli e per fortuna pochi -, gli altri non possono che pensare che l’unica maniera è quella
di dirottare il traffico su altre strade, magari nuove. Non si dica per questo che ciò significa
spostare il problema da una parte all’altra della città, perché un’operazione di questa natura vuole
invece ridistribuire in uno spazio più ampio il traffico, renderlo più scorrevole, eliminare le
dannose colonne, anche se per farlo costa qualche sacrificio a chi, per loro fortuna, finora è stato
meno coinvolto dal problema.
Concordiamo nel dire che l’obiettivo migliore sarebbe quello di portare il traffico fuori,
non solo dal centro storico, ma anche da tutti i centri minori - non abbiamo dubbio -, non è però
rassegnazione pensare che questo non sia immediatamente perseguibile. E’ realismo pensare che
alcune soluzioni di immediata esecuzione per la loro caratura di costi e di fattibilità, possano
contribuire a migliorare la situazione in attesa di una soluzione più marcata. Per questo siamo
convinti, perché utilizziamo la testa e non per il contrario, come sostiene chi non ha la capacità di
rispettare le altrui idee, che la circonvallazione prevista dalla Provincia risolva molti dei nostri
problemi, problemi amministrativi, tempi di esecuzione e costi, però, non permetteranno la sua
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realizzazione in tempi prossimi, mentre il prolungamento della Comai, la realizzazione della
strada dal Grez a Viale Trento, la realizzazione di alcune rotonde, la costruzione di parcheggi
permetteranno di migliorare la situazione più nell’immediato. Nel contempo, una volta che la
grande circonvallazione, che ha senso completo solo se collegata alla viabilità con la Vallagarina,
sarà fatta, queste diventeranno vie cittadine, di traffico interno. Via Monte Oro e Viale Rovereto,
quando furono realizzate, erano considerate circonvallazioni; oggi bisognerebbe farne vie
pedonali per la dimensione che hanno e l’urbanizzazione che con il tempo si è sviluppata. Tutto
ciò, per quanto ci riguarda, non significa che il contenuto del Piano sia perfetto: secondo noi
individua delle buone soluzioni. Al di là dell’egregio lavoro svolto dai professionisti incaricati e
delle proposte fatte su modelli matematici, abbiamo comunque anche tutto il tempo di verificarne
la tenuta. Stiamo parlando, in definitiva, di un Piano biennale: ciò significa che dovrà essere
sottoposto a revisione, ci sarà la possibilità di constatarne nella realtà ciò che ora viene solo
simulato e se del caso, visto che in due anni non potremo realizzare altro che una minima parte
del previsto, correggerlo. Del resto, ci sono individuazioni, come Via Vicenza, che pur essendo
previste dal Piano da decenni, come detto, hanno sempre meno significato o, meglio, non hanno
più quello che potevano avere all’origine, quando si pensava ancora più in piccolo di quello che
si pensa oggi, anche se, per la verità, al termine di quella strada si è pensato ad un nuovo tunnel
per sottopassare il Brione. La Provincia all’epoca bocciò l’idea, comunque sia, se questa via
fosse stata costruita quando venne pensata, oggi sarebbe una delle tante strade interne di Riva, a
servizio di una zona urbanizzata: non ha senso infatti pensare che questa possa sostituire Viale
Rovereto e lo è ancora meno se diamo valore al Piano, che prevede addirittura la chiusura al
traffico della strada tra Riva e Torbole.
Questo introduce anche un’altra considerazione: il Piano ha una logica, rispetto alla
grande viabilità, quella di raccordo con gli altri Comuni? Ci sembra di sì: privilegia l’entrata a
Riva da nord, a mo’ di pettine, nelle varie zone della città, con un collegamento orizzontale per le
percorrenze interne da est a ovest o viceversa; la grande circonvallazione, quale parte dell’arteria
per la Vallagarina, è in raccordo con le circonvallazioni di Arco e di Torbole: non possiamo
infatti pensare di risolvere i nostri problemi di traffico senza rapportarci con le strozzature della
viabilità esterna e con i problemi che queste creano in città. Il piano generale della viabilità della
Busa, ulteriormente in questi mesi in fase di discussione con la Provincia, sembra muoversi in
una soluzione accettabile, ci sono però alcuni punti che vanno meglio soppesati, e non valutati
con l’atteggiamento della rassegnazione. Non regge il discorso che ci viene fatto: “Abbiamo tanti
soldi e con questi riusciamo a fare queste opere e non di più”; le opere si fanno non in base ai
soldi di cui si dispone, ma in base all’efficacia delle soluzioni che propongono. La galleria corta
di Torbole, prevista dove è progettata, non risolverà né i problemi di Torbole, né i nostri; la non
soluzione del problema dell’incrocio ai piedi della Nago provocherà sempre lunghe code in Riva,
così come migliorabile è la soluzione della galleria corta prevista a Nago per scendere in Busa.
Salvaguardare il Lago di Loppio, riportarlo ai suoi antichi fasti è un’idea da perseguire, anche se,
in una scala di priorità, forse non ci sentiremmo di metterlo ai primi posti: 70 miliardi, o giù di lì,
da investire in tale opera sembrano davvero troppi di fronte al discorso che non ci sono più di
tanto disponibilità di spesa per fare strade nella Busa.
Ritornando al nostro Piano del Traffico, va anche aggiunto che la complessità della
materia prelude ad un altro delicato discorso: quello ambientale. Certo, un impianto di questo
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tipo dovrebbe essere parametrato su possibili problemi di inquinamento, atmosferico e da rumore
che sia, che creerà. Un’attenzione in questo senso va certamente posta, rilevando sul campo e
aggiornando le soluzioni in base ai risultati. Un’analisi la meriterebbe anche la dislocazione dei
servizi sul territorio: in un discorso di prospettiva, ci si potrebbe anche chiedere se, in qualche
caso, non sarebbe più utile spostare in altra zona della città qualche servizio catalizzatore di
utenza. Non è, ad esempio, che portando la Biblioteca in centro diminuiremo il traffico di
motorini e di biciclette, che peraltro già adesso hanno in centro troppo pochi punti di parcheggio,
a fronte di un loro grande utilizzo. Va anche pensato a come questi stessi servizi potrebbero
essere meglio serviti da un più razionale servizio di trasporto pubblico: abbiamo già parlato,
proprio ieri, ad esempio, di bus a servizio dei centri. In estate si potrebbe anche pensare ad una
riconsiderazione delle corse e dei punti sosta del battello fra Riva e Torbole.
Concludo. Siamo convinti che alcune situazioni andrebbero sperimentate prima di passare
alla loro definitiva realizzazione: i tempi ce lo permetterebbero. Siamo altresì convinti che un
Piano così complesso non possa avere che un’idea di fondo organica complessiva e realizzabile a
tappe in tempi anche lunghi, ma come è nella natura stessa debba essere periodicamente – stiamo
parlando dunque di un biennio – sottoposto a verifiche in base alle analisi effettuate, alle
realizzazioni concretizzate e al cambiare delle esigenze. Per questo crediamo che
sostanzialmente il Piano sia una buona individuazione dei problemi e delle possibili soluzioni.
Consigliere Calzà
Ringraziati i tecnici per il lavoro svolto, voglio dire che, essendo un componente della
Commissione Urbanistica, contrariamente a molti altri ho avuto modo di visionare in modo
dettagliato il Piano del Traffico, che ritengo dia molte risposte alle problematiche del traffico
stesso. Per quanto riguarda i tre interventi di maggiore discussione – la circonvallazione, la
rotonda in Largo Marconi, la bretella Comai bis fino a Viale Trento -, sono convinto che per
motivi diversi siano prioritari. La circonvallazione lo è per il traffico di attraversamento; la
Comai bis per alleggerire dal traffico, oltre che la Pasina, anche il Rione 2 Giugno, visto che Via
I Maggio è usata ora come strada di collegamento, in un quartiere che è il più popolato di Riva;
la rotonda può essere solo di miglioramento per la viabilità e la valorizzazione di quel
monumento. Senz’altro le osservazioni fatte al Piano del Traffico dall’Ingegnere capo, così come
dalla Commissione Urbanistica, dovranno essere recepite per migliorarlo ulteriormente. Le
osservazioni principalmente sarebbero le seguenti: la grande circonvallazione è ritenuta un’opera
a brevissimo termine, il discorso dell’ambiente, il nuovo collegamento Via Grez e Via S.
Nazzaro, i minibus, parcheggi e piste ciclabili, la sicurezza e la segnaletica. Ci deve essere la
collaborazione di tutti i cittadini se vogliamo veramente che la qualità della vita migliori.
In conclusione, il mio parere è favorevole a questo Piano del Traffico, non per interessi di
parte, come qualcuno ha detto, o per rassegnazione o miopia, come detto dal Consigliere Cretti
nella seduta di ieri sera. Grazie.
Consigliere Tanas
In merito alla discussione che si è aperta ieri in Consiglio, vorrei brevemente intervenire
per illustrare la nostra posizione.
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Ieri è stata più volte citata la circonvallazione: ebbene, quest’opera risulta essere anche
per noi il punto fondamentale per il miglioramento globale della viabilità altogardesana e questo
perché finalmente potrà consentire di avere una fluidificazione della viabilità, nonché la
definitiva possibilità di togliere dal centro i mezzi pesanti. E’ anche importante sottolineare
quello che è l’impegno con il quale questa Amministrazione sta portando avanti l’iter per
realizzare la circonvallazione e anche in questo caso, come già in altre occasioni ho fatto, ci
tengo a sottolineare il metodo con il quale si sta procedendo. Abilmente, le Amministrazioni
interessate hanno concertato tra di loro e con gli operatori economici e sociali della zona un
piano d’intervento per la viabilità, che hanno presentato all’Ente preposto per l’esecuzione
dell’opera, che come tutti sappiamo è la Provincia. Questo intervento deciso e compatto ha creato
secondo me il giusto clima di lavoro, basato sulla realtà della situazione e sul dialogo, ed è
sfociato nella presentazione del progetto speciale della viabilità altogardesana. Questo per
sottolineare come, al di là di tante chiacchiere, vi è la possibilità finalmente, a breve, di vedere
realizzata quell’opera che da decenni i rivani hanno invano atteso. E’ importante, comunque, non
pensare che la circonvallazione, come già è stato sottolineato da altri, da sola possa risolvere i
problemi del traffico ed è per questo motivo che noi crediamo con forza nella realizzazione di
quei punti inseriti nel P.U.T. per il breve periodo, ed in particolar modo il tratto della Comai bis e
la realizzazione della rotatoria a Largo Marconi.
E’ proprio su quest’opera che vorrei principalmente soffermare la mia attenzione. In
questi mesi abbiamo assistito a più prese di posizione di forze politiche e di singoli cittadini non
convinti della reale efficacia di quest’opera, adducendo a giustificazione una serie di motivi,
secondo me – questo è un giudizio personale – privi di fondamento. Come si fa, mi chiedo io, a
dire che la creazione della rotatoria andrà a deturpare la chiesa dell’Inviolata? Basta guardare
quella che è la situazione attuale: la chiesa dell’Inviolata è accerchiata, delimitata da una strada
ad alta percorrenza di veicoli, da un incrocio di tre strade davanti e da un’altra strada che entra,
quindi allo stato attuale tutto il traffico che giunge da Viale Trento, da Viale dei Tigli e da Viale
Canella si concentra e praticamente accerchia l’Inviolata…
(CAMBIO CASSETTA)
…sud-sud-ovest, valorizzando e tutelando in questo modo quello che è il valore storico ed
architettonico della chiesa. Ma l’intervento permetterebbe di raggiungere un obiettivo ancora più
importante, per noi strategico: l’eliminazione da Viale Roma e da Viale Dante del traffico di
passaggio, che attualmente rende tali viali invivibili, per fare sì che in futuro, in attesa comunque
della conclusione della costruzione dei parcheggi, in particolare di quello di Via Pilati, si giunga
ad una semi-pedonalizzazione di queste vie. Con questo intervento si può creare la possibilità per
i pedoni e per i ciclisti di muoversi con tranquillità ed in sicurezza per le strade cittadine. Sarebbe
un grande contributo, anche questo, per migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Consentitemi a questo punto di spendere un paio di parole, essendo Presidente della
Commissione Urbanistica, in merito a quella che è stata la grande mole di lavoro che è stata
affrontata in questi tempi e di riprendere brevemente il documento conclusivo redatto dalla
Commissione riguardo al Piano del Traffico. Va detto che la Commissione ha affrontato con
grande impegno, per più di due mesi, l’analisi di questo Piano ed anche in Commissione sono
emersi degli spunti stimolanti nel dibattito che si è tenuto, dibattito che talvolta è stato anche
vivace, come avviene anche in quest’aula, ma sempre nei limiti del reciproco rispetto personale e
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politico. Va detto che questo documento finale era nato su richiesta di più membri della
Commissione, quale tentativo di volere fare un documento unitario, quindi a conclusione dei vari
incontri abbiamo cercato di individuare quali potessero essere i punti, evidentemente tralasciando
quelli che avrebbero necessariamente diviso le nostre posizioni, quali la bretella Comai e Largo
Marconi, e si è così focalizzata l’attenzione sulla grande circonvallazione e su altri punti.
Purtroppo debbo dire, con sincero rammarico personale, anche perché mi ero impegnato molto su
questa cosa, che in conclusione il documento è stato votato solo dalle forze di maggioranza;
questo, lo dico con grande sincerità, mi è dispiaciuto molto. Non rileggo questi punti perché
spero, essendo anche agli atti, che siano già di vostra conoscenza.
E’ inutile che aggiunga a questo punto che la Margherita voterà, coerentemente con il
proprio programma, in maniera favorevole al Piano del Traffico, e dico “coerentemente” perché
va precisato che, al contrario di quanto sostenuto in maniera anche offensiva da taluno, che i
Consiglieri di maggioranza non sono le marionette che aspettano gli ordini da parte della Giunta,
bensì è la Giunta stessa che si mantiene coerente e fedele con quanto comunemente stabilito nei
programmi di governo e che rispettano la volontà degli elettori rivani che in maggioranza li ha
votati. Grazie.
Consigliere Ravanelli
Nella proposta di Piano Traffico di Riva del Garda non avete tenuto in considerazione le
condizioni di vita degli agenti di Polizia Municipale: sul giornale “La Stampa” del 17 marzo
2000, a pag. 17, si fa riferimento alla morte di smog di cinquecento agenti della Polizia
Municipale; l’allarme è giunto da una ricerca dell’Università di Siena sulle malattie respiratorie.
Analizzando la proposta di Piano urbano del Traffico non ho notato alcunché in proposito. Le
malattie sono in genere respiratorie, neoplasie correlate all’inquinamento. Faccio un paio di
esempi: tumori polmonari, leucemie, svenimenti ecc. Risultano indubbiamente conseguenze
della presenza di sostanze, pure descritte in relazione, quali anidridi solforose, ossido e biossido
di azoto, ossido di carbonio, ozono ecc. Appare di tutta evidenza che i possibili rischi di chi
opera costantemente in zone nelle quali più volte si sono registrati valori di inquinamento
superiori alle diverse soglie di attenzione devono essere tenuti in debito conto da chi ha la
responsabilità delle scelte in campo urbanistico e viario.
Il secondo punto si riferisce al problema della Pasina, che mi interessa in modo
particolare: ho notato la previsione di un intervento a medio termine, quindi ottimisticamente fra
tre o quattro anni, definito – leggo testualmente – “adeguamento di Via Pasina al fine della messa
in sicurezza, con accorgimenti sulle sezioni stradali al fine di limitare comunque almeno i valori
attuali di utilizzo della direttrice”. Ribadisco quanto ho già più volte sostenuto circa l’urgenza di
sistemare in modo definitivo quel tratto stradale, in relazione al quale sarebbe interessante avere i
dati disgiunti sugli incidenti registrati dal Comune. Tornerò peraltro sull’argomento al momento
della discussione sulla mozione, se non erro al punto n. 10 dell’ordine del giorno, presentata dai
Consiglieri comunali Bertoldi, Frizzi e Calzà, mozione che nel suo possibilismo e nella sua
genericità evidenzia i limiti propositivi entro i quali si può muovere chi opera nell’ambito della
maggioranza.
In conclusione, alla luce anche degli approfondimenti realizzati nell’ambito dei lavori
della Commissione Urbanistica, di cui il sottoscritto fa parte, per quanto alcuni singoli interventi
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mi sembrino pienamente condivisibili il quadro complessivo non sembra in grado di soddisfare
le esigenze sul piano della viabilità e degli stessi parcheggi proprie della nostra città. La stessa
tempistica degli interventi e le scelte non condivisibili delle priorità contribuiscono a sostenere le
ragioni di un voto negativo. Grazie.
Consigliere Lotti
E’ chiaro che quello del Piano generale del Traffico è un argomento estremamente
interessante ed importante, condivido pertanto quanto qualche Consigliere ieri diceva in merito
all’esigenza di un maggiore confronto, maggiore confronto tra noi – qualcosa era stato fatto con
la presentazione del Piano già qualche tempo fa -, ma anche maggiore confronto con la città,
certo tenendo presente quanto ricordava il Consigliere Bassetti: è evidente infatti che la
sensibilità della città sulle problematiche viarie è fortissima. Per associazione di idee mi veniva
in mente una celeberrima scena del film degli anni Settanta “Amici miei” – non so se lo ricordate
-, in cui uno degli scherzi più clamorosi di questi cinque goliardi era quello di andare in un
paesino e fingere di essere geometri dell’ANAS dicendo: “L’autostrada passerà qui”, in quel caso
proprio davanti alla chiesa. La reazione, penso tutti lo ricordiate, era clamorosa, nel senso che era
bastato questo per fare entrare nel panico tutti i paesani. E’ ovvio che c’è una forte sensibilità,
però è altrettanto ovvio che, se domani venisse il classico tecnico davanti a casa nostra a proporre
un’autostrada, avremmo anche noi le stesse sensibilità e lo stesso panico. E’ perfettamente
comprensibile che le scelte di un’Amministrazione vadano contro determinate persone, in
determinati luoghi; è evidente anche che il discorso educativo, cui ieri faceva cenno il
Consigliere Daves, è importante, a partire certamente da noi stessi, ma in chiave di moderna
pedagogia, vale a dire quella che deve essere in grado anche di dire di no. A questo proposito,
voglio ricordare che c’è una psicoterapeuta che ha avuto un successo incredibile in Trentino, la
quale ha scritto un bellissimo libro, dal titolo “Se mi vuoi bene, dimmi di no”; ci sono stati degli
incontri a Tione e a Rovereto, qui anch’io volevo assistere, ma c’era talmente tanta gente che
hanno dovuto cacciare via almeno duecento persone. E’ questa una semplice parentesi che ho
aperto come Presidente della Commissione Cultura, per dire che mi interessava anche questo
aspetto. E’ chiaro, le scelte del Piano sono in qualche misura portate anche a dire di no e del resto
non penso sia educazione, nel senso proprio di aspetti educativi, andare nei singoli quartieri e
dire: “Sì, state tranquilli, qui non ci saranno problemi” o, meglio, questo fa parte dell’ambito più
legato all’aspetto elettorale che non all’aspetto amministrativo.
Vorrei dire ora qualcosa a proposito di questo Piano del Traffico, che ho letto con molta
attenzione, anche se un’attenzione minore rispetto al Consigliere cretti, che si è addentrato anche
nel modello matematico: lì proprio mi sono bloccato, soprattutto sulle formule. C’è stata una
strana coincidenza, debbo dire, perché il Piano Traffico l’ho letto contemporaneamente ad una
fase del mio insegnamento – come sapete sono insegnante – in cui stavo commentando con i
miei ragazzi Macchiavelli. Ora, non voglio entrare nell’ambito della politica di Machiavelli, c’è
però un aspetto del suo pensiero che vorrei sottolineare di fronte a questo Piano Traffico e anche
di fronte a tutta una serie di cose che ho sentito, vale a dire la distinzione tra la verità effettuale
della cosa e l’immaginazione di essa. Il Piano del Traffico si presenta con molti aspetti; io l’ho
guardato più da un punto di vista culturale, anche perché poi sappiamo che ogni strada ha i suoi
pro e i suoi contro, come tutte le cose. Dal punto di vista culturale l’ho trovato molto interessante
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e allora, passando in rassegna alcuni punti, sperando di non fare perdere troppo tempo, vorrei una
conferma anche da parte della Giunta circa il fatto che c’è una volontà di perseguire la verità
effettuale della cosa e non solo l’immaginazione di essa. Dico questo perché fin dalle prime
pagine c’è un forte richiamo su quello che è il senso del Piano Traffico. A me è piaciuto molto
leggere che non vi è solo la fluidificazione del traffico automobilistico, ma anche, e i punti sono
molto importanti, il miglioramento della sicurezza, la riduzione dell’inquinamento acustico, la
riduzione dell’inquinamento atmosferico, il risparmio energetico, il rispetto dei valori ambientali,
che sono cinque punti rispetto a quello che a noi a volte interessa di più. Personalmente sono più
interessato a questi punti e ad una scelta di un Piano che vada in questa direzione e come voi
sapete, rispetto agli obiettivi di pag. 3.a (condivido la scelta del Consigliere Cretti di definire 3.a
e 3.b, anche perché se noi insegnanti dessimo settanta pagine da studiare così ci ucciderebbero,
perché sono centoquaranta), questo aspetto del miglioramento della sicurezza è per me e per il
gruppo che mi ha espresso particolarmente caro, proprio per quello slogan di “una città a misura
di bambino”. Io penso che questo debba essere in alcuni passaggi, e quasi tutti lo abbiamo
sottolineato, il criterio di controllo fra due anni, vale a dire vedere se è vero che le modifiche o le
soluzioni approntate, criticate da una parte ed approvate dall’altra, portano davvero a questo
risultato, portano davvero a mettere al centro della nostra città i pedoni, o quell’altro termine che
più avanti vedrò di trovare. Questo lo sottolineo, perché ad esso è legata molta della mia
convinzione riguardo a questo Piano.
Non mi soffermo, perché tutti li abbiamo letti con chiarezza nell’analisi della situazione,
sui dati che già avevamo sentito in sede di presentazione, dati anche abbastanza rilevanti, né
tanto meno mi soffermo sul modello matematico, in merito al quale sentiremo le controdeduzioni
rispetto alle osservazioni del Consigliere Cretti, vado invece oltre e arrivo a pag. 56, a o b, per
riprendere il concetto delle condizioni ambientali. Io sono rimasto molto colpito dalla figura 5.2
perché anche se in bianco e nero spaventa lo stesso in quanto rappresenta un inquinamento molto
pesante. Ieri il Consiglieri Cretti chiedeva perché favorire determinati quartieri a scapito di altri:
vedendo il centro storico così scuro, e se non capisco male lo scuro indica pesantezza di
inquinamento, possiamo anche capire che certe soluzioni vanno trovate, proprio sulla base di
questa cartina.
Continuando su questa falsariga, e quindi evidentemente privilegiando questo aspetto,
quello della qualità della vita, vorrei affrontare anche quelle che sono le problematiche legate alle
“utenze deboli” – questo è il termine che non mi ricordavo prima -, questa parte che ritengo più
importante per noi con riferimento agli scenari d’intervento. In questo caso vi sono alcune
affermazioni che ritengo di condividere appieno e quindi, ripensando alla citazione da
Machiavelli, non vorrei che fossero semplicemente – a livello politico, quindi non tanto da parte
dei tecnici – dei passaggi per giustificare determinate cose. Queste sono affermazioni molto
importanti, ad esempio laddove si dice che la commistione tra traffico veicolare veloce, sosta dei
veicoli e mobilità ciclopedonale crea una difficoltà oppure dove si afferma che “in generale si
osserva la necessità di un’adeguata infrastruttura di circonvallazione che permetta - questo mi
interessa - il recupero ai pedoni e ai ciclisti di parte dello spazio”. Qui si sottolinea, e penso di
poterlo credere, che comunque già a breve termine è possibile qualcosa di questo tipo e quindi
l’importanza di pedoni e ciclisti viene ribadita. Questo anche alla luce di un dato, che ad un certo
punto ci dice che “i potenziali utenti delle piste ciclabili nel periodo estivo sono quasi il 14% del
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totale dei conducenti di veicoli privati”, il che vorrebbe dire il 14% in meno di persone che usano
la macchina.
Certo una cosa in merito alle piste ciclabili la vorrei rilevare, e qui condivido quanto detto
dal Consigliere Prati, perché non vorrei che tutto questo fosse un qualche cosa di positivo a
livello generale, ma poi… Io posso farmi – ho già sollevato questo problema e visto che si parla
di piste ciclabili mi pare importante ribadirlo – il giro del Brione ecc. e non sono in grado, con la
mia bicicletta - capite che cosa voglio dire con “non sono in grado”, cioè “non in sicurezza” -, di
arrivare a quello che è il polo scolastico rivano. Se non leggo male, anche nella figura H.1 non
c’è un percorso ciclabile protetto che mi possa far superare determinate barriere. Ieri il
Consigliere Cretti ricordava la possibile barriera della provinciale, e questo è vero, se però io
penso alla situazione attuale vedo già adesso delle barriere incredibili sul territorio, non a S.
Alessandro, ma al Rione Degasperi, ad esempio, dove c’è una barriera assurda che divide; c’è
una barriera che divide i poli, cioè Viale Damiano Chiesa, che è una barriera pericolosa, anche
perché tutte queste indicazioni sono state raccolte, almeno molte, nel periodo mattutino e chi
passa a quell’ora sa che non ci sono nemmeno Vigili. A parte che mi sembrano pochi gli
attraversamenti agli incroci che avete rilevato, perché ci sono seicento ragazzi solo al liceo e
quindi lì, a meno che non attraversino fuori dagli incroci, ce ne sono moltissimi, con un tempo
semaforico irrisorio, forse è vero che la scuola dove insegno, cioè il liceo, comincia un attimo
prima rispetto alle altre scuole, comincia però contemporaneamente alle “Damiano Chiesa” e
quando io vado a scuola non vedo Vigili. Forse cominciano subito dopo, sta di fatto che c’è una
popolazione scolastica di seicento ragazzi più quelli delle scuole medie che in qualche modo
sono scoperti suo piano della sicurezza.
Chiusa questa parentesi, che mi sembrava importante aprire, mi soffermo sugli scenari a
breve termine in quanto non riesco a capire alcune cose, e pongo una domanda di carattere
generale: quello che noi andiamo ad approvare, o non approvare, non lo so, è il Piano del
Traffico e sono quindi anche le cartine, la cartografia ecc.? Se è così, ho alcune domande da
porre in merito alla cartografia, in primo luogo per sapere come si risolve la questione, mi pare
già sollevata dal Consigliere Prati, laddove non sia congruente con il P.R.G.. Se non ricordo
male, anche perché è proprio la zona in cui insegno, il P.R.G. prevede la scomparsa di Via S.
Anna, qui, invece, mi pare sia la figura H.3, ne viene ribadita la presenza e probabilmente
l’utilità. E ancora, per la strada che collega Viale S. Francesco con Viale Dante, che ho scoperto
chiamarsi Via Scaligero, la scelta della pedonalizzazione sarà mantenuta oppure sarà privilegiata
la scelta della cartografia? Nel caso della circonvallazione ovest, è questo il reale percorso o,
come mi era parso di capire in alcune riunioni, c’è la possibilità della galleria? Vorrei sapere se
andiamo ad approvare quel tipo di soluzione o quello legato alla cartografia. Altro aspetto: se ho
capito bene dalla legenda, l’intenzione è quella di fare diventare la rotatoria di Largo Bensheim
veramente una rotatoria; spero di aver capito bene, perché ritengo che quello sia uno dei punti
cruciali per chi vuole attraversare la strada. Chi è in grado di attraversare Viale Damiano Chiesa
a Largo Posta è in grado di ricevere la maturità umana, nel senso che ha un bel coraggio. Mi
auguro, e dunque vorrei una risposta a questo proposito, che venga introdotto anche lì un sistema
di rotatoria alla francese, in modo che chi arriva debba fermarsi e dare la precedenza. Adesso
come adesso, attraversare subito dopo la curva – non so se avete mai provato - è motivo di
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pericolo, non per colpa di nessuno, chiaramente, ma certamente quando qualcuno si ferma di
forte ostilità da parte degli automobilisti.
Vorrei chiudere passando a considerare il quadro propositivo, sempre attenendomi ad un
discorso di grandi ideali, in quanto mi è parso molto interessante il richiamo ad una “politica
coraggiosa, in grado di migliorare la mobilità riducendone l’impatto sulla qualità della vita”. In
molti discorsi che ho sentito, ormai da molto tempo anche in questo Consiglio, ma anche nel
passato, queste due cose non sono sempre andate a braccetto, quindi da una parte migliorare la
mobilità che possa voler dire ridurre l’impatto sulla qualità della vita. In molte proposte che
abbiamo sentito, a livello generale, non sto dicendo in questo Piano, il migliorare la mobilità
provoca qualche difficoltà sulla qualità della vita, ribadisco allora la necessità di una politica
coraggiosa, di strategie urgenti e necessarie.C’è poi un passaggio che volevo sottolineare, proprio
concettualmente e con cui penso di chiudere, che è questo (sono a pag. 67.b, per chi ha avuto la
pazienza si seguirmi): “Strategie di questo genere diventano ormai urgenti e necessarie anche nei
piccoli e medi centri urbani, tanto più quanto più questi evidenzino una vocazione turistica, come
Riva del Garda: in questo caso, infatti, il degrado dell’ambiente, urbano e non, determinato dal
traffico veicolare compromette l’immagine locale e il grado di soddisfazione non solo dei
residenti, di cui comunque non bisogna dimenticarsi in qualsiasi politica di risanamento, che non
dovrebbe mai essere esclusivamente turisticocentrica, ma anche dei turisti”. Questo ritengo sia un
passaggio molto, molto importante: perché? Perché bisogna ricordare – almeno, questo è il mio
parere – che ogni scelta della nostra città deve avere uno sguardo particolare per i turisti, ma
anche e soprattutto per i residenti. Questo non può valere solo in alcuni momenti, cioè quando il
bene del residente coincide con quello del turista, se quindi approveremo questo Piano Traffico
io faccio appello all’Amministrazione perché mantenga questa pari dignità dell’ospite. Qualche
volta - lo sappiamo -, a seconda della collocazione politica, ma anche imprenditoriale o
lavorativa siamo tentati di sottolineare più un aspetto che l’altro, e faccio un solo esempio, che
mi basta per essere meglio capito: se questo Piano del Traffico afferma la necessità, ribadita
anche prima in alcuni passaggi, di combattere l’inquinamento acustico – giustissimo -, io ho
l’impressione che questo debba valere sia per l’inquinamento acustico che proviene dalle auto sia
per l’inquinamento acustico che proviene da qualsiasi tipo di locale pubblico. Quei disgraziati
cittadini che abitano nei pressi dei locali di questo genere, che per intrattenere i turisti vanno ben
oltre le ore e ben oltre i volumi consentiti dalla legge, hanno protestato, continuano a protestare,
ma non hanno avuto risposta perché – anche noi ogni tanto abbiamo la possibilità, come il
Consigliere Daves, di sentire qualche persona - la conclusione è sempre che l’ospite è sacro. Ora,
io vorrei ribadire proprio questo fatto: l’ospite è sacro, il residente è sacro e quindi, se accettiamo
i principi fondanti di questo Piano, e mi pare giusto, dobbiamo accettarli in toto, cioè con una
pari dignità tra residente e ospite, e non costruire un Piano del Traffico per X, Y o Z, ricordando
sia il discorso iniziale di Machiavelli sia il discorso di “Amici miei”. Grazie.
^^^ Entra il Consigliere Andreozzi: il numero dei presenti sale a 28. ^^^
Consigliere Ballardini
Una richiesta abbastanza rapida al Consigliere Ravanelli, in merito al suo intervento
precedente. Il collega Consigliere ha fatto bene a ricordare a quali rischi si espongono gli
operatori della Polizia Municipale, che stanno in mezzo al traffico e che quindi immagino
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rappresentano una categoria a rischio assoluto molto elevato; il Consigliere Ravanelli ha anche
detto che nella stesura di questo Piano del Traffico non è stato preso in alcuna considerazione
questo aspetto e quindi, proprio perché lui è un tecnico, uno specialista in questo settore, gli
chiederei di portare il suo contributo e mettere a conoscenza il Consiglio di quale potrebbe essere
la soluzione per risolvere questo problema specifico, ossia appunto quello degli operatori che
stanno sulla strada e che vivono immersi in quegli elementi di cui conosciamo il devastante
impatto sulla salute. Grazie.
Presidente
Se nessun altro chiede la parola, dichiaro chiusa la fase dei primi interventi e cedo la
parola all’Assessore Matteotti.
Assessore Matteotti
In risposta agli interventi sia di ieri sia di oggi ho predisposto una bozza, spero
abbastanza precisa, in merito alle questioni che sono emerse. Vi sono una serie di punti nodali,
dopo di che vi sono invece una serie di questioni sempre importanti, ma secondarie rispetto alle
altre.
Per quanto riguarda i punti nodali, il Consigliere Prati, il Consigliere de Eccher, il
Consigliere Bassetti e altri hanno parlato della circonvallazione di Riva, argomento che voglio
riprendere proprio per non lasciare niente in sospeso, anche se probabilmente il mio intervento
verrà poi integrato dai tecnici, che sicuramente sanno rispondere e precisare meglio di quanto
possa fare io. Sono anni che si parla della circonvallazione di Riva, c’erano state, ed è inutile
negarlo, delle polemiche tra la Giunta comunale precedente e la Giunta provinciale precedente;
qualcuno può parlare di acredine, qualcuno può parlare di altre cose, comunque ognuno ha e si
tiene le idee che ritiene più giuste. Per quello che mi riguarda, voglio ricordare che c’era un
problema di tipo urbanistico, c’erano tracciati diversi fin dal Piano Urbanistico del 1987, Piano
Comprensoriale del C9, la prima stesura del P.R.G., la seconda stesura del P.R.G.; ora, quello
che interessa a noi amministratori, quindi anche ai Consiglieri, e soprattutto quello che interessa
ai cittadini è che questi problemi siano stati risolti. A novembre due erano ancora i punti di
conflitto rimasti, uno relativo al discorso del prolungamento della galleria a sud della Centrale
rispetto alla soluzione proposta dall’ingegnere Gentilini, che prevedeva la galleria sfociante
all’altezza del Centro Delta, mentre l’altro problema era quello relativo all’incrocio alla Baltera,
quindi allo snodo rispetto al centro fieristico. Nel progetto generale del 3 febbraio che
l’ingegnere Tiso ha presentato – di questo ve ne avevo parlato anche durante la presentazione del
piano delle opere pubbliche –, lo stesso ingegnere Tiso nella sua relazione diceva: “E’ stato
riavviato un precedente incarico esterno all’ingegnere Gentilini, che era stato sospeso per
difformità urbanistiche. A seguito degli ultimi incontri informali con gli amministratori di Riva,
si è trovato un ragionevole accordo sul tracciato, è stato possibile fare riprendere l’attività
progettuale ed entro la fine di febbraio sarà possibile verificare concretamente le nuove
proposte”, il tutto vista la espressa disponibilità del Comune di Riva ad accettare il percorso
previsto dal Piano Urbanistico Provinciale del 1986, quindi quello originario, per lo svincolo in
località Baltera, a servizio del comparto espositivo e con l’ipotesi dell’ultimo tratto della galleria
in Via Monte Oro. “In questo modo sarà così possibile dare completezza alla circonvallazione,
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con una funzionalità garantita per un congruo numero di anni, riservandosi come ipotesi
urbanistica a medio termine il prolungamento della galleria fino al bivio con la vecchia Ponale”.
In sostanza, rispetto ai famosi 40 miliardi che erano stati ipotizzati dalla Giunta provinciale
precedente, inserendo già in questo progetto il prolungamento della circonvallazione di Riva, che
prima, nel progetto Giovanazzi, per così dire, si fermava all’altezza dell’Agritur Comai e che in
questa versione vede invece progettato anche il tunnel fino al Centro Delta, che è quel centro
dove c’è quel parcheggio realizzato qualche anno fa dalla Provincia, l’importo dell’opera è ora
preventivabile in 58 miliardi.
L’ingegnere Tiso è stato a Riva il 22 marzo scorso, quindi una settimana fa, presenti il
Sindaco, il Vice Sindaco e l’Assessore all’Urbanistica, ed ha presentato il progetto definitivo,
come aveva promesso, perché aveva indicato fine febbraio ed è venuto a metà marzo. Su questo
progetto definitivo si è riservato di fare ancora alcune verifiche con l’ingegnere Gentilini
relativamente alla possibilità di un diverso svincolo tra la circonvallazione e la S.S. 421, cioè la
strada che da Viale dei Tigli poi prosegue per direzione Tenno, Molveno, Campiglio ecc., perché
nella sua proposta progettuale prevedeva uno svincolo senza rotatoria, ma con il progettista stava
valutando se o meno predisporla; secondo noi sarebbe meglio risolvere quell’incrocio con una
rotatoria, così tutto il traffico che dovesse prendere quella direzione direttamente dalla
circonvallazione non dovrebbe poi distribuirsi sulle strade locali (in quella zona ci sono Via
Venezia, Via Pasina, il centro espositivo). L’ingegnere si è riservato di depositare il progetto
definitivo, che ormai è elaborato, dopo avere risolto con una rotatoria anche il problema del
centro espositivo, entro questo mese. A questo punto, la circonvallazione non è più solo sulla
carta, nel senso che non c’è più solo il finanziamento, c’è un progetto ormai definitivo, che ha
solo questo aggiornamento, questa verifica da effettuare, dopo di che verrà ufficialmente
presentato.
Nel progetto, rispetto alle richieste del Comune, è stata mantenuta la possibilità di
prolungare la galleria dal Centro Delta fino alla strada all’imbocco della vecchia strada del
Ponale. La sezione della galleria corta, dice Tiso – è nel verbale della riunione -, è perfettamente
compatibile con un eventuale prolungamento futuro del tunnel, e qui rispondo alla domanda di
qualche Consigliere. Per Via Ardaro è previsto un tratto in trincea, mentre di fronte alla zona
militare rimane inalterata l’attuale viabilità in superficie; la sede viaria prosegue poi con una
rotatoria, come vi dicevo prima, con il collegamento all’altezza della Baltera, cioè della zona
espositiva, in modo da realizzare una rotatoria ovale al posto dello slargo attuale e limitando
quindi il più possibile l’occupazione di terreno agricolo. Prima si incrocia con la rotatoria
all’altezza della bretella Comai, proprio all’altezza dell’Agritur Comai, per intenderci, il che
consentirà più agevolmente di dirottare i camion in tragitto, vietandone il transito sulla grande
circonvallazione, verso Brescia. In sostanza, quel tratto dall’attuale Agritur Comai al Centro
Delta e quindi direzione Limone sarebbe comunque interdetto al transito di automezzi pesanti,
tranne gli autorizzati, quindi tranne qualche mezzo che deve andare a fornire la Centrale di
qualche pezzo speciale ecc. Questo significa che lì ci sarebbe uno sbarramento e quindi c’è la
possibilità, con la rotatoria, di cambiare direzione. Nel progetto viene realizzato uno stacco per
l’ingresso al polo fieristico, con un accesso diretto al parcheggio, grosso modo all’altezza della
ditta Pesarini. La S.S. n. 421, nella bozza che ci ha portato, era sottopassata con previsione di uno
svincolo parziale, mentre in questo discorso che sta valutando con il progettista e che anche noi
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ovviamente abbiamo chiesto di valutare, è prevista la possibilità di distribuire il traffico con una
rotatoria. All’ingegnere Tiso è anche stato ricordato come a lato della futura circonvallazione di
Riva potrà o dovrà essere previsto – c’è la richiesta dei due Comuni di Riva e di Arco –
l’interramento, ovviamente nel tratto nuovo, dell’elettrodotto da 130.000 chilowatt. L’altro
discorso è quello relativo al fatto che, nella zona dal cementificio al bivio per Ceole, quello che
attualmente è il bivio per le Grazie, è prevista a lato della strada attuale, che verrebbe potenziata,
una stradina di servizio per le varie attività industriali.
Tutto questo per dire che c’è stato in questo anno anche da parte della Provincia una
spinta decisiva alla realizzazione di quest’opera, che ovviamente è importantissima. Mi collego
al discorso che faceva ieri il Consigliere Cretti per dire che il Piano Traffico - lo avete visto
anche dalle mappe e da tutte le elaborazioni - non si ferma al fatto di vedere di risolvere i
problemi di Riva, lasciando i problemi degli altri comuni alla buona coscienza o alla buona
attività degli amministratori di quei comuni e infatti in questo senso è stato chiesto all’ingegnere
Tiso di mantenere la previsione di quella rotatoria che c’è nel piano approvato dai quattro
Sindaci e dal Coordinamento Imprenditori, all’altezza della strada provinciale di S. Giorgio, in
quanto con quella cinque sarebbero i punti in cui la grande circonvallazione si collega alla
viabilità locale. Tenete conto che, venendo da Rovereto, si arriva alla “Komarek”, che è il punto
di consegna del tratto con Rovereto: indipendentemente dal fatto di come verrà poi risolto il
discorso “Komarek”-Rovereto, cioè se il tunnel corto, se il tunnel lungo, se una posizione
intermedia, o qualsiasi diavoleria inventino per arrivare alla “Komarek”, alla “Komarek”, intesa
come zona industriale, è previsto il ponte sul Sarca e poi di lì si distribuiscono queste
circonvallazioni, secondo un discorso che ci hanno fatto anche ieri i due ingegneri, vale a dire
quella distribuzione a pettine su cui mi sembra tutti, per fortuna, concordino. Venendo dalla
“Komarek”, quindi, ci troveremo una rotatoria all’altezza della “Komarek”, una rotatoria
all’altezza della S.P. n. 118, una rotatoria all’altezza della Riva-Arco, quindi di fronte al bivio
delle Grazie, una rotatoria, che è quella su cui noi insistiamo, che svincola direttamente su
Varone, quindi all’altezza della strada statale n. 421, una rotatoria alla Comai e un’uscita, che
ovviamente per i rivani della zona del centro storico costituisce l’ingresso a questa rete di
circonvallazioni, all’altezza del Centro Delta. Con sei innesti – cinque rotatorie ed un innesto –
sulla circonvallazione, sicuramente si hanno delle possibilità. Il rivano che abita nel centro
storico uscirà dall’ultima uscita, prima di prendere per Limone, se vuole andare nella zona lago
prenderà la n. 118, se abita al Rione 2 Giugno sceglierà l’opzione lungo la Riva-Arco. Siccome
in questo progetto complessivo dell’ingegnere Tiso non era prevista questa rotatoria, noi
abbiamo sostenuto che comunque va prevista perché, se vogliamo distribuire a pettine, più rami
ci sono e più si distribuisce il traffico. Dopo di che, sono d’accordo con quanto diceva ad
esempio il Consigliere Prati, e cioè che il cittadino, soprattutto il locale, che alla fine conosce
queste strade, sceglierà non tanto la più lunga o la più corta, ma quella più scorrevole e più
veloce: su questo credo si possa essere tutti tranquillamente d’accordo.
Per quanto riguarda i tempi, discorso sollevato da diversi Consiglieri, l’ingegnere Tiso
diceva questo: il problema è costituito, per quanto riguarda i tempi, da un problema di espropri;
lui, nel piano provinciale, ha inserito quest’opera nel medio periodo. Il progetto costerà 58
miliardi di lire compresi gli espropri, che potranno iniziare alla fine del 2001; nell’estate 2001,
invece, si potrebbe arrivare alla gara d’appalto e per i lavori serviranno due anni. Conclusione
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prevista, a seconda di quando si riesce effettivamente a partire, 2003 a cavallo con il 2004.
Questi sono i tempi dati, che sono diversi da quelli citati nel Piano Traffico; il perché
probabilmente ve lo spiegheranno i tecnici, comunque per quello che ci ha spiegato l’ingegnere
Tiso si tratta di questo: è stato finalmente chiuso il discorso dal punto di vista del tracciato, che è
ormai evidenziato e che si discosta solo in un punto, cioè all’altezza della Baltera, da quello che è
previsto nel Piano Regolatore, seconda adozione; ovviamente, la seconda adozione è stata fatta
nell’estate scorsa, mentre il piano…
(CAMBIO LATO)
…che comprende anche Trento Nord e la Riva-Rovereto, laddove per “Riva-Rovereto” lui
intende il collegamento dall’autostrada alla piana. Ha poi come incarico anche lo svincolo e il
raccordo di tutte le circonvallazioni della piana, quindi lui dice: definito il tracciato la Provincia,
in sede di verifica e autotutela del Piano Regolatore, farà le modifiche necessarie, una volta che i
progetti saranno definiti, quindi varierà d’ufficio il tracciato, il che significa che il Piano non
dovrà tornare a Riva, ma lo modificheranno direttamente loro, recuperando così del tempo; il
discorso dei due anni o comunque del tempo previsto per l’apertura delle buste dell’appalto
dipende dalle procedure d’esproprio. Se saranno bonari o comunque se si riuscirà a chiuderli in
tempo senza contenzioso, ovviamente l’appalto potrà procedere. I tempi previsti dal Piano del
Traffico, che era aggiornato all’ottobre 1999, ma precedente a questo discorso, che è uscito solo
adesso e che è stato presentato a febbraio 2000, sono leggermente più lunghi: potranno essere
anticipati. Lo stesso discorso vale per altre considerazioni fatte da altri Consiglieri: mi viene in
mente, per esempio, uno degli ultimi interventi, in cui si parlava del problema della Pasina; in
quel caso è prevista nel medio termine prevedendo un numero di anni sicuramente maggiore a
quello che si può programmare, anche perché c’è stato un primo finanziamento provinciale e il
Consiglio comunale, accettando quella richiesta dei Consiglieri di inserire la Pasina come opera
necessaria e urgente, ha dato il via per poter poi procedere celermente all’approvazione
dell’opera. Sulle strade, l’ho detto anche recentemente, il problema principale non è tanto il
progetto, quanto quello delle procedure d’esproprio: se sono bonarie è un conto, se non sono
bonarie ci possono essere dei problemi. Naturalmente, tutti i problemi possono essere superati,
ma certo si allungano i tempi.
Per quanto riguarda il discorso relativo alla bretella Comai, ovviamente io non sono
d’accordo con quanto sostiene il Consigliere Prati, e mi limito solo a dire questo: nel progetto
cosiddetto “Giovanazzi”, la circonvallazione di Riva partiva da Ceole, cioè dal cementificio, e
arrivava a S. Giacomo, con potenziamento dal cementificio al bivio di Ceole; nell’incarico
Giovanazzi non era previsto quello che invece ha previsto adesso Tiso, vale a dire collegare lo
svincolo, cioè la partenza di questa circonvallazione che confluiva sulla Riva-Arco, con la
“Komarek”. E’ questo il motivo per cui non è più così urgente e necessario, e poi vi spiego anche
un altro problema, che ovviamente comporta dei rapporti con le Amministrazioni vicine,
realizzare il tratto che noi chiamiamo “n. 3” della bretella Comai, cioè il tratto “Astoria”-S.P. n.
118: infatti questa circonvallazione, che prima sarebbe confluita sulla Riva-Arco, nel progetto
Tiso prosegue adesso fino alla “Komarek”, mentre fino ad un anno fa, fino a quando questo
tecnico non aveva ricevuto l’incarico, la circonvallazione vera e propria si fermava sulla strada
statale. Il fatto di non prevedere immediatamente – tanto è vero che nel Piano è prevista nel
lungo periodo – il raccordo finale della bretella Comai con la S.P. n. 118 ha due significati: in
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primo luogo, è stata una richiesta esplicita da parte del Comune di Arco; quando ci siamo trovati
come Amministrazioni per verificare con Tiso la possibilità di trovare un punto di incontro fra le
tre Amministrazioni, ovviamente insieme al Coordinamento Imprenditori, su un tracciato
comune da portare in Provincia, una delle richieste del Sindaco di Arco, in rappresentanza del
Comune di Arco, è stata quella di posticipare la realizzazione del collegamento della bretella
Comai con la S.P. n. 118 alla realizzazione, in contemporanea, di quella che il Consigliere Prati
ha prima definito “forcella” o comunque della variante di S. Giorgio. Siccome ogni volta che per
queste opere aumenta il costo aumenta anche l’impegno finanziario della Provincia e nel
programma il collegamento S.P. n. 118-S.S. n. 249, cioè la variantina di S. Giorgio, costa 5
miliardi di lire, l’ingegnere Tiso, nel suo piano finale, l’ha previsto come intervento a lungo
termine; Tiso con “intervento a lungo termine”, con riferimento a opere realizzate, intende dieci
anni. Per quanto riguarda invece il collegamento S.S. n. 45bis-strada provinciale n. 118, cioè il
tratto Comai n. 3, per intenderci, costo lire 10 miliardi, questo è previsto nel lungo termine, in
contemporanea con questa variantina di S. Giorgio. E’ anche questo il motivo per cui Riva ha
chiesto che fosse mantenuta quella proposta iniziale delle quattro Amministrazioni, che
prevedeva una rotatoria all’altezza della n. 118: se infatti dobbiamo aspettare, per avere
funzionale la circonvallazione, la realizzazione del tratto finale della Comai e
contemporaneamente la variantina di S. Giorgio, dobbiamo aspettare dieci anni e quindi il primo
punto d’uscita per Riva sarebbe la “Komarek”, ma poi si dovrebbe utilizzare la viabilità
esistente, perché poi non ci sarebbe la rotatoria all’altezza della S.P. n. 118, ma ci sarebbe
soltanto un primo stacco sulla Riva-Arco, andando così a sovraccaricare ulteriormente, visto che
come avete letto nel Piano c’è un incremento annuale del 2%-3% del traffico. Noi abbiamo
dunque chiesto questa rotatoria per questo motivo.
Pista ciclabili. Più di un Consigliere ha chiesto un maggiore raccordo tra le piste e, se voi
prendete in mano la tavola 7.1a, il discorso sta in questi termini: Riva ha impostato il piano delle
piste ciclabili da cinque anni; la pista n. 1 è quella del lungolago. Nel 1995 o forse addirittura nel
1994 è stata fatta un’ordinanza, a firma Sindaco Molinari, in cui si permetteva quello che fino ad
allora era vietato, cioè il transito delle biciclette sul lungolago; nell’ordinanza è anche
specificato, come sempre succede e come previsto anche dal Codice della Strada, che nel caso di
promiscuità tra pedone, autoveicolo, bicicletta e quello che volete la precedenza è al pedone, poi
alla bicicletta, poi all’autoveicolo ecc. In sostanza, l’ordinanza dice che è transitabile per tutto
l’anno, a tutte le ore del giorno e che nel periodo estivo, in caso di forte frequenza – sapete che
sul lungolago c’è una densità spaventosa nel periodo estivo –, quando ci sono i bagnanti che in
costume da bagno vanno al bar a prendersi qualcosa, questi hanno la precedenza rispetto alle
biciclette. Questo è scritto nell’ordinanza, che purtroppo non ho qui perché non ho avuto il tempo
di raccogliere tutta la documentazione, in quanto questa mattina in Comune abbiamo avuto da
risolvere alcuni problemi con Piazza Catena, comunque ve la procuro per la prossima volta. Lì è
scritto che in quei casi la bicicletta deve essere condotta a mano, proprio perché la sua presenza
deve essere compatibile con l’utilizzo del lungolago. Questo permesso di transito alle biciclette
sul lungolago era stato dato pensando ai pensionati che alla mattina vanno a farsi un giro, ai
bambini che scorrazzano sul lungolago con le loro biciclettine ecc.; è chiaro che il rampichino
del tedesco o del rivano, perché poi l’educazione dovrebbe appartenere a tutti, non può sfrecciare
ai 40 all’ora sul lungolago, quindi eventualmente il Vigile, se c’è, questo lo fa osservare. Sempre
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citando a memoria l’ordinanza, mi pare si dica che le biciclette non possono essere buttate e
abbandonate sulla spiaggia, ma devono essere posizionate nelle apposite rastrelliere, che per
fortuna sul lungolago di Riva, anche se in certi periodi possono essere insufficienti, comunque ci
sono. Per quanto riguarda i cartelli verificherò, anche se non è una competenza diretta mia,
comunque abbiamo preso nota e, se il cartello fosse stato rovinato e non fosse chiaro che il
divieto è stato tolto, provvederemo, in ogni caso sappiate che sul lungolago è previsto. E’ anche
prevista, alla fine della realizzazione delle prossime due piste ciclabili, di cui vi accenno subito,
per arrivare al discorso che faceva Lotti prima, la segnaletica, nel senso che verrà fatta, come ha
fatto anche la Provincia, una cartellonistica e quindi all’inizio di ogni pista ci sarà il
chilometraggio, ci sarà l’indicazione dei numeri; qui ne sono state indicate dieci, perché erano i
punti caratterizzanti di un programma che era cominciato da qualche anno, quindi ognuna sarà
selezionata, verificata e verrà fatto anche un opuscolo, che verrà consegnato alle scuole, negli
asili e a chiunque vorrà richiederlo perché è giusto che uno sappia che ci sono e che possono
essere utilizzate.
La pista n. 1, dunque, è quella che vi ho detto; la n. 2 è la Porto S. Nicolò-Grez,
cominciata quando era Sindaco Bassetti, poi completata dall’Amministrazione successiva. E’
lunga 2,2 chilometri ed è la pista che parte, per adesso, almeno, dal cimitero del Grez e arriva
fino a Porto S. Nicolò. Il tratto finale di questa pista, quello all’altezza della Pizzeria “Zanoni”,
per intendersi, è già stato finanziato e approvato l’anno scorso e l’appalto partirà il 1° ottobre. Un
inciso: quando sul giornale è apparso quell’articolo in cui si diceva qualcosa tipo “parte
l’incrocio di Porto S. Nicolò e l’incrocio dell’Inviolata il 1° ottobre”, deve essere chiaro che
quando è stata rilasciata quell’intervista il Vice Sindaco aveva aggiunto – dopo di che, è evidente
che uno non può avere quaranta colonne a disposizione – “una volta che il Consiglio comunale
approverà l’intervento all’Inviolata”, perché è chiaro che, se non lo approverà, l’intervento
dell’Inviolata non parte il 1° ottobre, parte invece questo nodo della Porto S. Nicolò-Grez, su cui
mi sembrava che tutti fossero d’accordo. E’ un progetto che ha qualche anno, che è stato
rimandato perché in base alla nuova legge sulla sicurezza dei cantieri i tempi sono allungati
rispetto ai cantieri normali e, siccome c’è transito sulla Riva-Torbole e quindi è un nodo
pericoloso, il tutto era stato rinviato per non arrivare a cavallo della stagione. Teniamo conto che
questo va a discapito sia dei residenti che degli ospiti, sono però d’accordo con il Consigliere
Lotti, che però non vedo, che prima vengono i residenti. Quel cantiere lì, comunque, parte
adesso.
La pista n. 3, quella lungo il Torrente Albola, è stata finita nel 1998, è lunga 2 chilometri
e permette, da Via Boschetto – il Consigliere Daves, che abita in quella zona, una volta ci ha
ricordato che è sporca, ma comunque lì c’è – e arriva all’Astoria, per poi girare verso Rione
Degasperi e arrivare alla chiesa, alla scuola materna e alla scuola elementare. Quella c’è a tutti gli
effetti ed è stata finita due anni fa.
Viale dei Tigli-Viale degli Oleandri: se siete passati in questi giorni avete visto che
finalmente hanno tolto i vecchi pali e quindi ormai è finita; appena la ditta asfalti rossi sarà
disponibile si tratterà di fare l’ultimo manto, cosiddetto “di usura”, in quanto dove è possibile le
asfaltiamo in rosso per rendere chiaro che c’è un pericolo per chi le attraversa e anche per
l’autoveicolo, quando ci sono passi carrabili ecc. Questa pista arriva fino all’area sportiva, che
per fortuna nel frattempo viene fatta.
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Torrente Varone, tratto nord dal centro storico di Varone fino all’incrocio con la strada
della Pasina: questa pista è già stata progettata ed è finanziata per lire 475.000.000; il cantiere è a
cura del Servizio Ripristino della Provincia e mi diceva ieri l’Assessore Mosaner che partirà in
primavera, non so dirvi se domani o no perché non è un cantiere comunale. In merito al secondo
tratto è già stato trovato un accordo per il tratto finale, nella zona della cartiera, per intendersi, e
parlo di accordi in quanto vi sono grandi problemi di espropri; nel caso del primo tratto c’era già
il passaggio, quindi di domenica se ci andate adesso la riuscite a percorrere, per il secondo tratto
invece ci sono dei problemi. Per quanto riguarda la zona della cartiera sono stati risolti con un
accordo tra le parti, quindi sostanzialmente da Viale Rovereto fino all’altezza del ponte di Via
Masetto problemi di espropri non dovremmo più averne; ne abbiamo solo una parte molto
limitata nel tratto da Via Filanda all’Officina Betta. Nel tratto da Via Masetto fino a Via Grez
c’era già e per fortuna nel tempo è rimasto questo passaggio di quasi 4 metri, e dico “per fortuna”
perché in base ad una legge provinciale 4 metri intorno ai torrenti dovrebbero essere sempre
liberi. Ci sarà invece qualche problema per l’attraversamento – lo vedete anche dalla mappa –
nella zona densamente abitata, quella tra il Rione Degasperi e il Rione 2 Giugno. Come detto,
questa pista viene finanziata e realizzata dal Servizio Ripristino in quanto era inserita nel piano
delle piste ciclabili di interesse provinciale. Sulla Riva-Arco il progetto preliminare è già stato
approvato e verificato dalla Giunta, adesso stiamo procedendo con la fase n. 2 del progetto
esecutivo, fase n. 2 che è quella che va dal sottopasso del torrente, all’altezza del Liberty Center,
fino a S. Tomaso. Il tratto n. 3 sarà dal sottopasso, cioè da dove c’è il Dossi, fino al Rione
Degasperi. Il problema, come già avrete capito dalle mie parole, è relativo al sottopasso, tant’è
che noi dovremo scindere i due progetti altrimenti ci imporranno di fare un sottopasso del
sottopasso visto che quello è un punto di conflitto.
Per quanto riguarda la Riva-Torbole, realizzata l’anno scorso e già utilizzatissima sia dai
ciclisti sia dai pedoni, abbiamo aperto le buste per l’appalto dell’illuminazione, che è stato vinto
dall’impresa “Grottolo”, se non erro, e quindi siamo a posto anche da questo punto di vista. La
pista è stata realizzata dal Servizio Ripristino, era però in carico al Comune di Riva
l’illuminazione e, se non si verificheranno inconvenienti, prima di Pasqua dovremmo esserci.
La pista ciclabile n. 9, che è completamente nuova ed è prevista in questo piano, è
un’ottima idea: parte dal Rione Degasperi, attraversa il Rione 2 Giugno e arriva nella zona del
cimitero di Varone, per poi innestarsi – vedete che è inserita proprio come attacco – su quelle
stradine interpoderali che vanno verso Deva.
La n. 10 è lunga 4 chilometri ed è inutile che vi dica che è la via del Ponale. E’ inserita in
questa mappa giusto per ricordarla anche alla Provincia, che stiamo aspettando che con
l’ingegnere Castelli, con il Servizio Ripristino e con il Servizio Beni culturali faccia un progetto
complessivo, come aveva promesso, progetto che dovrebbe essere presentato in agosto.
In sostanza noi abbiamo realizzato 16 chilometri su 30. Ricordiamoci, perché è all’interno
di questo discorso delle piste ciclabili, che tutta la zona del porto, da Piazza Catena a Piazza 3
Novembre, e l’anno prossimo sarà fatta anche la pavimentazione di Piazza S. Rocco, alla zona
fino ai giardini della Fraglia e del tennis appena rifatti ecc. è già una zona a tutti gli effetti
protetta. L’altra zona protetta – appare dal disegno, ma non è così chiara – è quella all’interno
dell’area sportiva del Rione 2 Giugno, discorso fatto più volte dal Consigliere Daves: noi
abbiamo richiesto alla Provincia, che l’ha recepito, l’inserimento di 1 chilometro di piste
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ciclabili, in modo che quando uno arriva all’altezza della futura caserma dei Carabinieri, in
merito alla quale non posso dire niente, ci sarà 1 chilometro di pista che permetterà di arrivare al
nido, all’asilo, alla piscina, alla palestra e alla scuola media, chiaramente provenendo da ovest.
Forse sul discorso delle piste ciclabili mi sono dilungato troppo, del resto veramente non
capisco il motivo di alcune affermazioni, forse fatte perché non era chiaro questo quadro. Non si
può dire che le piste non ci sono o che quelle che ci sono non permettono di arrivare a Riva: la
zona di S. Alessandro è servita dalla Porto S. Nicolò e da Via Longa, che abbiamo asfaltato
l’anno scorso e che aspetta solo il manto di finitura rossa, nel tratto dal “Monica” a S.
Alessandro; da S. Alessandro si prende poi la lungolago e si arriva in centro a Riva. Chi viene dal
Rione Degasperi prende la pista n. 3 e arriva in centro a Riva nella zona delle scuole, mentre per
chi viene dal Rione 2 Giugno ricordo che Via degli Oleandri è finita, c’è anche la nuova
illuminazione e si arriva fino all’Inviolata. A lato del parcheggio ex-ECA, tra l’altro, stiamo
realizzando – se andate a vedere, trovate il cantiere – una pista di raccordo ciclopedonale, anche
quella protetta, tra l’ospedale e la zona del Comprensorio, inoltre abbiamo gli altri tratti che sono
stati avviati. Per quanto riguarda la pista n. 5, quella lungo la S.P. n. 118, il cui progetto
preliminare è già stato consegnato, ricordiamoci che all’altezza del bivio comunale, dove c’era
una volta quello che si chiamava “al Bersagliere”, punta nord lungo la S.P. n. 118, da lì fino alla
stradina di Via S. Nazzaro, quella dove c’è il senso unico, è già stata asfaltata e anche quella
aspetta quindi solo il manto rosso. Una volta realizzato l’intervento di rifacimento di Via
Vannetti e di Via Pernici, intervento per il quale l’apertura delle buste è fissata per il 4 maggio,
all’altezza delle scuole elementari e scuole medie c’è quello slargo già realizzato a tutela degli
alunni e quindi è uno slargo protetto che permette la possibilità della pista, dopo di che lungo Via
Pernici, tronco centrale, dove ci sono gli ippocastani, all’altezza del Panificio Zucchelli, lì è
prevista l’aiuola continua, come sugli altri viali e dunque ci sarà un percorso protetto che
permette di arrivare fino a Via Martiri; da Via Martiri, una volta che fosse realizzato il discorso
della rotatoria di Largo Marconi, nel cui progetto è già previsto che Via Madruzzo diventi una
strada di parcheggio, a lato del parco dell’Inviolata verrà realizzato un percorso ciclopedonale
largo 3 metri. Chiaramente, quando si arriverà alla zona bassa, cioè alla zona sud dell’Inviolata,
lì sarà tutto pedonalizzato perché non c’è più la strada e quando saremo proprio all’Inviolata, se
uno vuole raccordarsi al percorso n. 4, a quello dell’ex-ECA o dove volete andare, sappiate che
tutti i percorsi di attraversamento della rotatoria, come avete visto dal progetto che ci ha mostrato
l’ingegnere in sede di presentazione del Piano del Traffico un paio di mesi fa, sono protetti,
quindi c’è sì un incrocio, ma ogni volta c’è un’aiuola e quindi si attraversa una corsia alla volta.
E’ chiaro che, se ci fosse la pista di Varone, quella di Varone da sola interesserebbe tremila
persone; adesso come adesso ci sono dei tratti, che vengono raccordati. Per quanto riguarda il
discorso di Via Filanda, sollevato dal Consigliere Cretti, preciso che in questa mappa non sono
state inserite o, se lo sono state, lo sono impropriamente, quelle strade che sono attualmente ad
uso promiscuo, dove cioè comunque ci può essere promiscuità. E’ chiaro che la passerella resta e
alla fine possiamo anche inserirla come un codicillo o una raccomandazione, anche perché la
passerella è stata fatta apposta, poi però sfocerebbe su un tratto di strada parzialmente utilizzato
dagli autoveicoli, ma comunque utilizzato e così, quando si arriva a casa dell’ingegnere
Gianfranco Betta, c’è un tratto, fino ad arrivare alla S.P. n. 118, che non è protetto. Sulla parte
precedente, invece, siccome siamo arrivati fino all’altezza del ponte sul Torrente Varone e sul
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Torrente Albola, è chiaro che una volta che ci fosse quella del Torrente Varone sicuramente può
essere raccordata a quelle che poi portano al lago. L’anno prossimo, tra l’altro, verrà rifatta anche
Via Cattoni, quindi fino al bivio per Via Masetto si può già supporre che si riesca ad arrivare, poi
c’è la strettoia, dunque il problema è solo quello. Torno a dire che può benissimo essere inserita:
ci mancherebbe altro!
Per quanto riguarda invece l’altro aspetto, quello dei parcheggi, anche ieri qualche
Consigliere ha detto che sono pochi nella zona del centro. Con riferimento all’Agraria posso dire
che nel P.R.G. ne sono stati previsti 100, che l’Associazione dovrebbe cedere una volta che
volesse realizzare e, quindi, una volta che il Piano tornasse da Trento approvato, il che significa
che i tempi sono tendenzialmente più lunghi per avere questi 100 posti macchina all’interno
dell’attuale complesso. Del problema dei parcheggi si parla ormai da anni; io non sono in grado,
noi non siamo in grado, né a livello personale, né a livello di apparato, di risolvere in
contemporanea tutti i problemi della città. Ci sembrava che tra quello dei parcheggi, che
comunque è un problema urgentissimo, e quello della viabilità, dato anche il movimento che c’è
a livello provinciale, con il piano approvato in data 1° ottobre 1999, che fa da cardine per gli
interventi della viabilità provinciale, con i nodi da risolvere con Trento per quanto riguarda i
percorsi, i finanziamenti ecc., questo fosse il problema più urgente. E’ chiaro che quando avremo
dato il via a tutta questa serie di opere, di cui anch’io sono convinto che, escluse le due del breve
termine, che sono di competenza comunale, la più importante sia sicuramente la circonvallazione
di Riva – in questo mi trovo perfettamente in linea con quanto sostenuto da più di un Consigliere
–, risolto quindi il problema indilazionabile della viabilità sarà il momento, ne abbiamo parlato
anche recentemente con il Sindaco, per fare decollare la famosa “Società Parcheggi”. Il motivo
per cui in questo Piano non sono indicate le tempistiche è proprio questo: le tempistiche potranno
essere dettate dalla Società Parcheggi, che non sarà una società come era una volta l’AMSEA,
quindi una Municipalizzata, ma sarà una S.p.A. a tutti gli effetti: deve infatti produrre utili, utili
da reinvestire per fare i parcheggi. L’impegno del Vice Sindaco, del Sindaco, della Giunta e
probabilmente l’auspicio di tutti i Consiglieri è che comunque si chiuda la vicenda di questa
costituzione della società. Con il Sindaco ci siamo prefissi una data, che è quella che entro fine
mese si vada dal notaio e si dia il via alla società, che poi gestirà questo piano della sosta, questo
piano parcheggi e dovrà anche realizzare il parcheggio di Via Pilati.
Mi pare che ieri il Consigliere de Eccher facesse un’osservazione relativamente alla zona
Z.T.L. Viale Dante-Viale Roma in relazione all’accesso al parcheggio: al riguardo posso dire che
si tratta di un punto che è già stato affrontato. Noi riteniamo, e a dire il vero lo avevano ritenuto,
giustamente, anche Winkler e i progettisti, che comunque l’accesso al parcheggio, una volta
stabilito che comunque il parcheggio di Via Pilati bisogna farlo lì, altrimenti quei famosi soldi
non ci sono, in quanto non spostabili, vada fatto da nord. Il parcheggio di Via Pilati ha un
indubbio scopo: serve per decongestionare la zona e per aumentare il servizio di parcheggi, e
infatti una volta realizzato aumenterà il numero di parcheggi a disposizione dei cittadini. Dai
conteggi che abbiamo fatto, realizzando i 536 posti previsti dal progetto per Via Pilati il delta
finale di parcheggi, cioè la differenza tra la situazione attuale e quella futura, è di 295 posti, il
che significa che la città recupera 295 posti; male che vada, in una situazione un po’ più limitata,
i posti saranno 240. Uno potrà dire: ma non erano 536? Ora, è chiaro che volendo realizzare la
zona pedonale su Via Roma si tolgono tutte le autovetture che oggi stazionano su quella via e
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ovviamente si devono togliere anche le autovetture che oggi stazionano sui due viali di accesso,
quindi l’accesso al parcheggio, come spiegava ieri l’ingegnere Gobbi, avviene da nord, con una
serie di ricalibrature di parcheggi in quella zona. L’utile della società è previsto in quel
promemoria che è stato inviato al futuro Presidente e ai futuri membri del Consiglio di
Amministrazione della società, che sono stati indicati dal Sindaco, e che ovviamente è stato
inviato ai soci, Jean Pierre Molé da una parte e Italiana Parcheggi dall’altra; in quel promemoria,
che era il punto finale della Giunta sui parcheggi, che è stato anche qui illustrato, si dice che il
massimo di utile che viene ripartito è il 30%, il che significa che il 70% degli utili va in
costruzione di parcheggi. Sarà la società che, in base alle esigenze, in base al suo piano
finanziario, in base a tutto quello che volete, società di cui si parla da anni e che quindi era nota
anche all’epoca della stesura del Piano del Traffico, deciderà quali sono i più urgenti e su quali
attivare le procedure per i relativi finanziamenti. Il discorso iniziale era nato dalla promiscuità,
cioè dall’attraversamento, necessario per accedere al parcheggio da Via Alberti Lutti, della zona
pedonale. Noi riteniamo che la zona pedonale debba avere la quota degli attuali marciapiedi, sarà
pertanto sopraelevata rispetto all’attuale viabilità di Via Alberti Lutti e di Via Pilati dall’altra
parte e quindi ci sarà una barriera continua, nel senso che tutta Via Roma sarà pedonalizzata alla
stessa quota, spariranno i marciapiedi, ci sarà, come c’è nelle vecchie stampe di fronte all’ufficio
del Sindaco appese in Comune, un viale alberato, che verrà pavimentato in porfido; il raccordo
avverrà con una riduzione di velocità, il che significa che chi accederà al parcheggio provenendo
dal Bar Livio, per intenderci, per forza di cose dovrà rallentare. L’uscita del parcheggio la
deciderà la società con i suoi tecnici e con i suoi progettisti, comunque l’idea nostra – non so
dirvi se l’ascolteranno o meno - sarebbe che l’uscita avvenisse solo in direzione Via Pilati, per
poi salire a destra o scendere a sinistra, lungo Via Prati. Diciamo allora che non c’è questo
attraversamento, c’è solo per chi dal Bar Livio deve accedere al parcheggio. Si potrebbe anche
decidere di togliere l’accesso dal Bar Livio, la scelta però di avere due accessi al parcheggio è
data da un fatto, ossia la possibilità di non dovere, per accedere al parcheggio, attraversare tutta
la città; in sostanza, uno può accedere da Viale Martiri oppure da Via Canella-Via Monte Oro,
quindi da quella che diventerà la circonvallazione interna. In questo promemoria, che noi
riteniamo di dovere rispettare in toto, è previsto che nel periodo in cui non sarà ancora realizzato
il parcheggio di Via Pilati non ci saranno, e questo a tutela dei cittadini, variazioni al delta tra i
parcheggi oggi a pagamento e i parcheggi liberi. Se scorrete i dati, vedete che sono 427 – vado a
memoria, perché in questo momento non trovo gli appunti -, da togliere a 3.812, quindi 3.385
posti, che comprendono anche quei parcheggi che secondo il Consigliere de Eccher non
dovrebbero essere considerati, anche se è chiaro che se non li consideriamo li dobbiamo togliere
anche dal conteggio del delta. I parcheggi che l’Amministrazione sta finendo, tenendo conto che
questo impegno è del 10 novembre 1999, sono i 46 posti dell’ex-ECA, il raddoppio Alboletta,
che partirà a giorni, per altri 30 posti, l’ex stazione di Riva, con la demolizione delle due
baracche, che sono altri 44 posti, i 20 posti in Piazza Catena, che verranno messi a pagamento;
questi posti vanno ad aumentare il numero dei parcheggi a disposizione. L’importante è che non
cambi il rapporto tra quelli a pagamento e quelli liberi, quindi quelli che facciamo in più
possiamo anche metterli a pagamento, l’importante è che il numero di quelli liberi rimanga
invariato. Verrà messo a pagamento, prossimamente, quello di Piazza Catena, con un parcheggio
di soli venti minuti, e quello di Via Canella, intesa come area parcheggio, perché
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contemporaneamente apriamo i 46 posti, che sono una capienza maggiore, dell’ex-ECA, che
rimarrà invece libero. Ricordiamoci poi che c’è un altro parcheggio abbastanza grande, tra l’altro
doppio, nella futura area sportiva realizzata dall’ITEA, quindi quella sarà già servita da parcheggi
su due livelli. Negli anni scorsi, se ricordate, è stato realizzato il parcheggio 47 posti
all’Alboletta, quello da 80 posti alla Cartiera, spuntando dieci anni, il che vuol dire che almeno
per dieci anni ci sono, e c’è l’utilizzo dei 200 posti all’area Cattoi, che ci viene assegnata
gratuitamente dal proprietario per otto mesi, da Pasqua a settembre, anche quest’anno. A Varone,
nel frattempo, sono stati realizzati il parcheggio Martini e il parcheggio Leoni, quindi qualcosa è
stato fatto. Si potrà dire che non è ancora sufficiente, e su questo posso darvi ragione.
Non posso invece essere d’accordo quando si dice che le piste ciclabili lungo le strade
sono delle camere a gas o, meglio, possiamo anche per assurdo accettare questa impostazione,
dobbiamo però ricordarci di una cosa: senza quelle piste ciclabili, ad esempio quella lungo la
S.P. n. 118, che è un punto pericoloso perché da lì vanno e vengono i TIR che alimentano la
Cartiera da nord, quelle strade sarebbero pericolose per i ciclisti o per i pedoni che soprattutto di
domenica le percorrono. Tenete presente che anche a Mori c’è una pista ciclabile con una striscia
di aiuola. Le piste lungo le statali saranno meno salubri, comunque l’importante è che almeno
questi utenti li andiamo a proteggere, perché c’è dalla vecchietta che deve andare al cimitero al
genitore che la domenica con i figli percorre le piste ciclabili fuori dal traffico, ma che ogni tanto
deve fare anche i tratti di collegamento, purtroppo, perché ci sono anche quelli.
Per quanto riguarda il discorso di Via Vicenza, preciso che non è prevista a breve e
comunque, se gli abitanti del posto non la vogliono, non è che a noi crei più di tanto un
problema. Era prevista, lo ha ricordato prima anche l’ex Sindaco Bassetti, fin dai suoi tempi, era
addirittura stato assegnato un incarico all’ingegnere Planchesteiner, che l’aveva elaborato, era
prevista nei Piani Urbanistici, non è vero che è stata inserita nella seconda variante del Piano
Regolatore, ma c’era anche nella prima, e per rendersene conto è sufficiente prendere visione
della cartografia, quindi non c’è alcun regime vessatorio nei confronti di chicchessia. Nella
precedente Amministrazione, in Consiglio comunale, che secondo me è l’organo sovrano – poi,
giustamente, ognuno può pensarla anche in modo diverso dal Vice Sindaco –, era stata approvata
in quella zona una lottizzazione che prevedeva non so se due alberghi e un condominio oppure
due condomini e un albergo, ma insomma tre fabbricati; questa lottizzazione era stata discussa in
Consiglio, era stata presentata dall’Ingegnere capo, che è qui e che può confermarlo. Per quello
che mi ricordo, il Comune aveva ottenuto da quella lottizzazione, a parte gli oneri di
urbanizzazione, che i lottizzanti realizzassero un tratto di strada nel tratto in cui oggi non c’è,
quindi, per intendersi, da Via Padova all’attuale Via Vicenza, e anche la realizzazione, sempre a
carico dei privati, dei parcheggi a nord del Briosi, per chi conosce un po’ la zona, quindi a nord
dell’attuale SAIT, nell’ordine di 30 posti; questo parcheggio doveva essere realizzato,
illuminazione, asfaltatura, pavimentazione, fognatura e scarico delle acque compresi, a cura e
spese dei lottizzanti e ceduto gratuitamente all’Amministrazione comunale: più di così, che cosa
volete che chieda l’Amministrazione comunale ad un legittimo proprietario, che in regime di
proprietà privata, ancora difesa dalla Costituzione, viene in Comune e chiede, non in base al
Piano Regolatore prima e seconda adozione, ma al Piano Urbanistico Comprensoriale, di avere
una concessione edilizia? Potrei essere contrario anch’io se abitassi subito a nord di quest’area,
ma se quell’area era prevista come edificabile, cosa volete farci? Si viene in Consiglio, c’è una
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lottizzazione… Già allora era sorto non so se un comitato più o meno spontaneo, ma comunque
c’erano state delle osservazioni anche da parte di vari Consiglieri e il Consiglio comunale, che è
sovrano indipendentemente da quello che può pensare il dottor Barbali, decise di approvarla. Io
ero da questa parte, quindi non votavo, ma il Consiglio si sa che, come può fare sul Piano del
Traffico, può approvare, respingere o mandare a casa. Nell’ottica generale, il Consiglio comunale
deve secondo me guardare l’interesse complessivo.
Prima di intervenire su Largo Marconi faccio riferimento a Largo Bensheim: perché non
rotatoria alla francese? Innanzitutto, si sa che il pedone ha sempre la precedenza ed è chiaro che
la precedenza è un diritto, se però non te la danno ti stirano e purtroppo è così. Il passaggio
pedonale è stato allineato al limite possibile del marciapiede, rispetto ad una volta che era subito
dopo la curva, quindi è stato migliorato, in effetti però è un punto pericoloso, e su questo,
Consigliere Lotti – vedo che è tornato adesso e così si è perso la risposta sulle piste ciclabili -,
sono d’accordo con Lei. Per quanto riguarda la rotatoria, lì l’ANAS, che allora aveva ancora la
giurisdizione sull’Inviolata, quando è stata realizzata, non aveva concesso l’utilizzo alla francese
e tra l’altro anche l’ingegnere, dai suoi calcoli, aveva visto che inserendo la rotatoria alla francese
a Largo Bensheim si sarebbero create delle code per via del traffico che continua a provenire da
Torbole in direzione nord. Se ricordate come era prima quell’incrocio, credo che in buona fede e
in linea generale possiate concordare con me che adesso è migliorato… Vedo il Consigliere
Daves un po’ perplesso, magari perché secondo lui non è migliorato rispetto a prima, per me
invece è migliorato e, se è migliorato lì, dove le condizioni erano molto più complesse, sono
pronto a giocarmi il posto che anche all’Inviolata, o a Largo Marconi, come si vuole, la rotatoria
prevista e progettata dallo Studio ATA funzionerà, sarà più funzionale, più scorrevole, più bella.
E’ un biglietto da visita, anche perché finalmente quei giardini di Largo Marconi – c’è anche la
targa – potranno essere ricomposti come tali, non ci sarà più il taglio di attraversamento e
l’Inviolata sarà valorizzata, come deve essere, trattandosi dell’unico monumento di Riva: non è
infatti la Torre Apponale, ma nell’elenco del Ministero è appunto l’Inviolata. Citavo prima quella
stampa che è appesa in Municipio davanti alla sala delle Commissioni: lì c’è quella fotografia
presa da Porta S. Michele verso l’Inviolata e noi quella vogliamo tornare a fare. Su Largo
Marconi io non voglio fare polemica con nessuno, perché non è neanche il caso, però in un’ottica
complessiva posso ammettere, perché è vero, che Via Baruffaldi, per chi ci abita o ci transita,
peggiorerà. Peggiorerà perché adesso è ad un senso e dopo sarà sempre ad un senso, ma a due
corsie, però che cos’è che migliora? Migliora tutto il resto: Via Roma, l’incrocio dell’Inviolata, il
centro cittadino, Viale dei Tigli, perché non c’è più la coda all’ora di punta, Via Madruzzo,
perché riusciamo a fare il percorso ciclabile e la portiamo in collegamento con le scuole…. Non
voglio dire che da una parte ci guadagnano mille cittadini e dall’altra…
(CAMBIO CASSETTA)
…non è contento che passi vicino a casa sua, però è chiaro che ci sono delle zone che migliorano
nettamente. All’interno di questo Piano, che è molto complesso, certo non semplice e di cui fra
l’altro dovremmo preoccuparci soltanto per il breve periodo, ci sono delle situazioni
incontestabili.
La conclusione può essere questa, comunque disponibile ad intervenire successivamente
su altre questioni. Sono d’accordo sul discorso citato dal Consigliere Calzà e anche dal
Consigliere Tanas per quanto riguarda la sicurezza, e infatti le piste ciclabili le stiamo
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realizzando per una questione di sicurezza, più che per una questione di moda. Vi ricordo
soltanto – se non ci credete, andate ad Arco e chiedete a quegli amministratori – che il Comune
di Arco ha avviato il piano delle piste ciclabili non più tardi di un mese fa: noi siamo avanti di
cinque anni e abbiamo fatto 16 chilometri di piste. Sono anch’io convinto che forse si poteva fare
di più, però non è così semplice. Perché in Viale dei Tigli l’abbiamo fatta su due marciapiedi, che
infatti sono rossi? Perché lì, sui vecchi viali, non dico che è più semplice farla, perché i costi
sono enormi ecc., però c’è lo spazio necessario. D’altronde, se voi volete che con le piste si arrivi
in città, è chiaro che le piste devono correre parallele o comunque lungo le strade. Ora, tra la
camera a gas e la protezione io preferisco la protezione e comunque ricordatevi – poi lo
sistemeremo adeguatamente – che sul lungolago si può andare con la bicicletta, il che è già una
buona cosa.
Ultimo punto, anche se non c’entrano i Consiglieri comunali: io sono convinto di una
cosa, e cioè che questo è, a parte il bilancio, che ovviamente ha una sua cadenza annuale, uno di
quegli argomenti che torneranno in Consiglio comunale, appunto perché ogni due anni deve
essere rivisto ed è giusto che sia così. Sono convinto – qualcuno lo ha contestato, ma mi sembra
che nell’ottica generale anche le opposizioni lo abbiano riconosciuto - che un Piano del Traffico
debba avere una valenza comprensoriale, nel senso che deve uscire dai confini comunali e
comunque prevedere delle strategie che si innestino su quelle degli altri Comuni, e questo, per
fortuna, almeno per quanto riguarda la piana, c’è. In ogni caso, poi, deve anche vedere più in là
del breve periodo, quindi dei due anni di valenza e di vigenza del Piano. Se ci sono delle
discrepanze tra questo Piano e il Piano Regolatore, vanno intese in questo senso: questo è quello
che auspica il progettista del Piano del Traffico; se viene recepito dal Consiglio, è chiaro che alla
prima revisione utile del Consiglio comunale potrà essere inserito nel Piano Regolatore.
Ricordiamoci in ogni caso che lo strumento superiore è il Piano Regolatore e vale, ovviamente, il
livello superiore. Queste sono le intenzioni dell’Amministrazione.
Un’ultimissima considerazione è questa: io sono convinto, contrariamente a qualcuno,
che i Consiglieri comunali non siano dei burattini; questo lo ha scritto il dottor Barbali, che da
anni scrive documenti, dalla casa del custode di Villa Abbondi agli ippocastani di Piazza Catena
ecc., tutte cose che io non condivido, ma che posso capire. Mi ha dato effettivamente fastidio
quando ha inteso, non so se per prendere in giro, ma ognuno fa quello che ritiene opportuno,
parlare in quell’articolo sul giornale di burattini, manichini ecc. Io sono convinto che i
Consiglieri comunali non siano dei burattini: hanno la loro dignità, hanno la loro testa, possono
decidere quello che vogliono, di sicuro non hanno subito né da una parte, né dall’altra le
pressioni del Vice Sindaco perché venga approvato questo Piano e sicuramente meritano il giusto
rispetto, quindi quelle frasi espresse del dottore credo possano tornare tranquillamente al
mittente, senza offendere nessuno. E’ chiaro che, se approverete questo Piano, andranno avanti
tutta una serie di interventi, quelli a breve a termine, perché non si può fare altro, se non lo
approverete, vedremo che cosa fare. Grazie.
Presidente
Grazie, Assessore Matteotti. A questo punto, passerei la parola all’ingegnere Seneci.
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Ingegnere Seneci
Una prima osservazione riguardo a quanto richiesto in merito al modello matematico di
simulazione. Faccio una premessa, magari scontata, ma alla quale tengo: il modello matematico
di simulazione non è una bacchetta magica, che risolve al posto del progettista i problemi, ma è
uno strumento che dà degli indicatori, che permettano al progettista di fare delle valutazioni,
penso quindi che sia corretto non aspettarsi delle risposte, se non quelle che possono essere gli
indicatori, da cui poi dedurre alcune cose. Il modello che noi utilizziamo è di tipo stocastico ed
ha lo stesso identico nucleo di tutti i modelli oggi presenti in Italia e commercializzati, dal
Visum, che ha origine tedesca, all’HTLM, che ha invece origine americana. Il nucleo – ripeto – è
lo stesso, nel senso che sono modelli di tipo probabilistico, con una cascata di modelli: un
modello di generazione, che mi dà la domanda originata da ciascuna zona per scopo (questo è il
problema della zonizzazione), un modello di distribuzione, che mi costituisce le linee di origine e
destinazione, un modello di ripartizione modale, qualora si faccia anche un modello di trasporto
pubblico e quindi si fa scegliere quale tipo di trasporto viene utilizzato, e infine un modello di
scelta del percorso e l’algoritmo specifico di questa parte è un algoritmo a domanda elastica, il
che significa che viene pesata sull’effettivo grado di congestione della rete viaria, e una
assegnazione di tipo iterativo, quindi vengono fatte più interazioni successive, in cui viene
ricalcolata la distribuzione dei flussi sulla rete in funzione degli elementi che a mano a mano si
aggiungono e che sono dovuti al fatto che la rete si congestiona. Il concetto di errore in un
modello di questo tipo è un concetto difficile e non statistico, perché c’è una serie di approcci di
costruzione dei piani successivi per cui il modello si costruisce: c’è la struttura del grafo, ci sono
i dati che vengono inseriti come input per il grafo e, se vogliamo, c’è anche la scelta del grafo;
c’è la zonizzazione, di cui si può discutere, anche se attualmente i modelli matematici per il
traffico funzionano tutti a partire da una zonizzazione, che è richiesta anche dalle direttive, che
vanno lette con gli occhi critici di un tecnico al fine di uniformare il prodotto – lo chiamo così –
a quanto viene richiesto. Ci sono i rilievi dei flussi, su cui viene in parte calibrato il modello, in
modo che esso risponda e consenta di fare una fotografia il più attendibile possibile dello stato
attuale. Fatto questo, sapendo che una serie di errori si possono accumulare, debbo dire che
l’esperienza di applicazione di questo modello, Solaris, che è forse meno conosciuto del Visum o
di altri modelli, da parte di ATA, per il quale questo è il trentesimo Piano del Traffico, porta ad
evidenziare che l’errore che può dare il valore di flusso che viene riportato si aggira intorno al
10%: questo rispetto a quello che abbiamo evidenziato. E’ chiaro che questo non è un errore
statistico, perché si parla di un algoritmo e di un modello che ragiona in modo probabilistico.
Della zonizzazione si può discutere, tuttavia come dicevo le stesse direttive la chiedono e
gli stessi modelli oggi presenti ragionano su questo concetto. Il fare riferimento ai dati del
censimento del 1991 deriva dal fatto che anche in questo caso la normativa fa riferimento a quei
dati perché è l’unico censimento che oggi abbiamo, quindi la completezza dei dati così come
serve per costruire un modello del genere ci viene solo da quel censimento. Di norma, ed è
successo anche per Riva, il modello viene arricchito ed integrato con gli ultimi dati anagrafici, in
modo da ricostruire il modello del censimento 1991 su una base, almeno per quanto riguarda la
popolazione, più attendibile.
Per quanto riguarda la sosta, è stata fatta una riflessione dicendo che il totale riportato
nelle tabelle, rispettivamente come deficit di sosta non è un dato significativo: effettivamente,
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viene riportato solo per completezza; in realtà, noi riportiamo il deficit per ciascuna zona, ed è
quello che poi si va ad analizzare, in modo da evidenziare quali zone hanno più bisogno di altre
di posti auto, anche se non necessariamente un deficit di una zona richiede che in quella zona
vengano istituiti parcheggi. Ad esempio, se nella Z.T.L. ho un grosso deficit, non
necessariamente debbo offrire tutti i posti auto perché io non voglio che nella Z.T.L. entrino gli
autoveicoli. In ogni caso, noi abbiamo riportato zona per zona il deficit e anche via per via il
coefficiente di occupazione, quindi il dato presente nello studio è, credo, sufficientemente
completo.
Effettivamente, i dati raccolti per l’incidentalità fanno riferimento solo ai Vigili Urbani:
questo è un fatto dovuto ad un’esperienza negativa che abbiamo acquisito nel fare questi trenta
Piano del Traffico, nel senso che nei tempi tecnici che noi abbiamo di redazione del Piano, che
non sono tempi molto ampi, non siamo mai riusciti ad avere dalle forze dell’ordine i dati in
tempo, al contrario di ciò che avviene con la Polizia Municipale, con cui abbiamo un contatto più
diretto. Sicuramente Carabinieri e Polizia hanno problemi maggiori per la cessione di questi dati
e così ci siamo avvalsi sempre della collaborazione dei Vigili Urbani e quindi dei loro verbali
perché comunque i dati che raccogliamo in questo modo danno un’evidenza dei punti neri nel
tessuto urbano rispetto all’incidentalità.
Dati sull’inquinamento: da più Consiglieri è stato fatto riferimento al fatto che il Piano
non contiene dei dati relativi all’inquinamento atmosferico e acustico. Il monitoraggio dei
principali inquinanti atmosferici e acustici non sono richiesti, non sono proprio di un P.G.T.U. e
neanche di un Piano urbano del Traffico; ci sono altri strumenti, cui è demandato il compito di
monitorare e promuovere campagne di indagini di questo tipo. Noi stiamo facendo in questo
momento l’aggiornamento del Piano urbano del Traffico del Comune di Schio, ci è stato anche
dato il piano per la zonizzazione acustica, che è accompagnato da un piano di monitoraggio del
clima acustico, si tratta però di lavori separati. Il fatto che vengano sviluppati insieme può avere
un significato, sono però lavori separati, anche come competenze. In ogni caso, all’interno dello
studio noi abbiamo fatto delle simulazioni relative alle concentrazioni di monossido di carbonio
e alle isofoniche, sia per lo stato attuale sia per gli scenari futuri. Questo non è neanche uno degli
elementi fondamentali richiesti ad un P.G.T.U. e vale eventualmente soltanto per le città con più
di 150.000 abitanti. Noi lo abbiamo fatto solamente per alcuni degli scenari e per lo stato attuale
e sono presenti queste tavole.
Abbiamo ricevuto i dati raccolti nella campagna anti-benzene – chiamiamola così – dagli
“Amici della Terra”; noi riteniamo che il problema benzene sia un problema reale, nel senso che
il problema dell’inquinamento da benzene è un problema sia per le grandi città, ma anche per le
città di dimensioni ridotte. Essendo un problema grave è importante qualsiasi stimolo che venga
al monitoraggio e al controllo di tutti gli inquinanti, ma in questo momento particolarmente di
questo, che sta subentrando come pericolosità rispetto agli altri. Non credo, peraltro, che sia
corretto affermare che questi dati dimostrino scientificamente che gli interventi contenuti nel
breve termine determineranno un aumento dell’inquinamento: questi dati scientificamente
dimostrano che, allo stato attuale, c’è questo problema e il fatto che aumentino nel breve periodo
è un’ipotesi, rispetto alla quale noi invece riteniamo che sarà il contrario, riteniamo cioè che gli
interventi da noi proposti nel breve e nel medio periodo in generale vadano verso una
diminuzione di questi inquinanti. Questo perché? Perché ci sarà una diminuzione dell’impatto
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del traffico in alcune aree e perché abbiamo introdotto degli interventi, come le rotatorie
compatte, che – e questo sì è scientificamente dimostrato, per quello che possono valere i dati
statistici – nel resto d’Europa, dove sono state applicate e dove si è censito un numero molto
elevato di interventi di questo tipo, hanno abbattuto, rispetto ad altri tipi di interventi a raso, sia
l’inquinamento acustico, sia l’inquinamento atmosferico.
Altra osservazione è stata quella che c’è stata e si evidenzia nel Piano una forte attenzione
al centro, che risulta quindi “centrocentrico” – passatemi il termine -, dimenticandosi della
periferia. Questo probabilmente ha una logica e la logica è che attualmente il centro di Riva è il
maggiore attrattore di traffico. Il Piano si è posto come obiettivo il partire da quella che è la zona
a traffico limitato attuale per espanderla in una zona a traffico moderato, con interventi di isole
ambientali ecc., verso l’Inviolata e verso la fascia lago. Secondo noi, questo intervento ha un
duplice aspetto: da una parte, ammorbidisce l’impatto del traffico, con tutti i benefici che questo
comporta, compresa la salvaguardia delle utenze deboli, in un’area, quella del centro, che è
vissuta per lavoro, per svago, per servizi, per shopping da tutti i rivani, anche da quelli che
vivono nella periferia, perché il centro è comunque di tutti; dall’altra parte, forse più nell’ottica
di medio che non di brevissimo termine, costruire questo cuscino di moderazione del traffico
determina rispetto al centro, non solo la Z.T.L., ma allargato, una minore appetibilità nell’entrare
con l’auto privata e quindi, di contro, quegli aspetti che dicevamo, e cioè prendere la bicicletta
per andare in centro, usare i piedi oppure usare quel famoso anello di trasporto pubblico.
Chiaramente, se io invece lasciassi il centro aperto, diventerebbe talmente appetibile, essendo
comunque oggi la maggiore attrazione di Riva, che i movimenti con i mezzi privati dalla
periferia al centro rimarrebbero comunque e sempre elevati. Nel Piano, in ogni caso, vi sono
alcuni interventi localizzati, per quanto nel breve termine limitati, anche nella periferia e sono
contenuti nelle ultime pagine, dove c’è tutto l’elenco degli interventi: magari sono pochi, però…
Prima, ad esempio, si parlava delle piste ciclabili: quello delle piste ciclabili è uno degli
interventi forti, che incide anche sulla periferia e non solo sul centro.
Attraversamento di Via Roma per accedere al parcheggio di Via Pilati: completo quanto
detto dal Vice Sindaco dicendo che c’era un problema per l’accesso da Viale Prati, cui si era
pensato; questo problema è dato dalla pericolosità nel permettere tutte le svolte, quindi anche alle
svolte a sinistra, per l’accesso da Via Canella e Via Monte Oro verso Viale Prati. Questi due
incroci diventerebbero l’accesso privilegiato al parcheggio e permettendo tutte le svolte a
sinistra, con attraversamento in condizioni di scarsa visibilità, sarebbero estremamente
pericolosi. Non per nulla oggi su Viale Prati verso Via Canella c’è l’obbligo di svolta a destra, e
questo secondo noi deve rimanere. Questo ha determinato il fatto di permettere almeno l’accesso
a nord e comunque l’attraversamento di Via Roma, che chiaramente in quel punto sarà in pedana
rialzata e quindi comunque con precedenza ai pedoni. Via Roma non sarà interrotta, ma dovrà
essere interrotta la strada di accesso al parcheggio.
Si è detto che i parcheggi di interscambio sono troppo vicini all’abitato, così come
posizionati nella nostra cartografia. In realtà, secondo noi questo permette di rendere più
appetibile il fatto che io arrivo, lascio la macchina e vado a piedi oppure prendo una bicicletta,
magari al bici-noleggio.Sicuramente in questo caso diventerebbe molto più appetibile andare a
piedi o appunto utilizzare una bici o ancora fare rientrare questi parcheggi in un anello di servizio
verbale 31. 03. 00 /
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di minibus piuttosto che non collocarli sull’asse della grande circonvallazione, che è
estremamente lontana dal centro.
C’era la proposta di un anello a senso unico Via Pernici, Via Cattoni, Via Filanda e Viale
Rovereto; questo anello si configura come un anello molto lungo, in quanto si sviluppa su una
lunga rete viaria. Un anello a senso unico così lungo comporta, oltre che un traffico parassitario,
quindi in più, il fatto che l’automobilista sia portato ad aumentare la velocità. Ora, noi riteniamo
che, se si fanno anelli a senso unico, sia importante che essi si sviluppino sulla minore lunghezza
possibile altrimenti, come già allo stato attuale si può vedere per l’anello a senso unico presente,
si incide sulla velocità dei veicoli. Il senso unico lo si percorre, e lo fanno purtroppo tutti, anche
chi magari per sua natura non è portato a correre, a velocità sostenute.
Un’ultima considerazione in merito all’educazione e alla formazione, poi lascio la parola
all’ingegnere Gobbi. Nel Piano qualche volta è citata questa idea dell’educazione, che non è
compito del Piano, ma della società civile; forse non è neanche compito del Consiglio, se non per
dare gli input affinché nella società civile ci possano essere degli elementi di educazione alla
mobilità, laddove con “educazione alla mobilità” si intende fare percepire che la strada non è
dominio delle macchine, ma può essere vissuta da tutti e va quindi moderata la velocità, stando
attenti ai pedoni. Largo Posta può essere un esempio: se tutti rispettassero il fatto che alle strisce,
ma anche dove un pedone cerca di attraversare bisognerebbe fermarsi, funzionerebbe tutto molto
meglio.
Ingegnere Gobbi Frattini
Voglio solo aggiungere, rispetto a quanto già ampiamente commentato dall’Assessore e
anche il collega Seneci, alcune piccole risposte relativamente a dei problemi molto puntuali.
Prima di tutto volevo soffermarmi sul problema dei tempi di esecuzione della circonvallazione di
Riva. Il nostro Studio, assieme all’ingegnere Tiso, ha fatto una serie di verifiche relativamente a
tutta la grande viabilità di collegamento tra Rovereto e l’Alto Garda e in questo contesto è stato
evidenziato come la circonvallazione di Riva possa essere sicuramente eseguita anche in tempi
abbastanza celeri, ma ovviamente questi tempi celeri sono sempre subordinati, come voi sapete e
come in realtà qualche progettista sa benissimo, essenzialmente dal problema espropri. La
credibilità dei tempi di esecuzione è una credibilità che deve comunque tenere conto che, in
media, con i tempi di esproprio, sono sicuramente maggiori di quello che è il singolo anno solare.
In effetti, dal punto di vista generale noi avevamo messo in leggera discussione questi tempi,
tant’è che noi abbiamo inserito che la circonvallazione di Riva dovrebbe essere terminata nel
lungo termine, quindi tra i sei e i dieci anni; noi riteniamo che se fosse terminata nel giro di sei
anni, questo sarebbe sicuramente un successo notevole, anche perché, assieme alla
circonvallazione di Riva, c’è tutto un sistema di ulteriori atti che fa portare alla provincia
autonoma di Trento, ai tre comuni interessati, quindi Nago-Torbole, Arco e Riva del Garda, tutta
una serie di infrastrutture notevoli. Evidenzio anche che il flusso di attraversamento per Riva è
molto limitato, nel senso che Riva ha un potere attrattivo e generativo elevatissimo, quando
abbiamo visto invece alcuni comuni con flussi di attraversamento pari al 50%-60%. Mori, per
esempio, dove abbiamo da poco terminato il Piano del Traffico, ha un flusso di attraversamento
nell’ordine del 52%: ovvio che, con un flusso di attraversamento del 52%, l’esecuzione di una
circonvallazione permette di risolvere grandissimi problemi, per quanto riguarda Riva, invece,
verbale 31. 03. 00 /
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l’esecuzione della circonvallazione ovest permette sì di risolvere i problemi, ma permette di
risolverli quando in realtà tutto il disegno risulta essere completo. Ora, che cosa vuole dire
“quando tutto il disegno risulta essere completo”? Vuole dire che, quando io ho fatto
circonvallazione di Riva, ma non ho fatto la chiusura del collegamento tra Torbole e Riva, io in
realtà non otterrò quasi nulla in termini di flussi di traffico sulla circonvallazione di Riva: infatti,
se io provengo da Rovereto o da Mori, da un punto di vista generale mi è molto più comodo, mi
è molto più facile e i tempi sono sicuramente molto, molto minori arrivare a Nago, scendere,
arrivare a Torbole e poi arrivare direttamente a Riva. Chi me lo fa fare di andare fino ad Arco per
poi tornare indietro, arrivare alla circonvallazione di S. Giorgio e quindi comunque percorrere la
n. 45bis, con tutti i problemi annessi e connessi? Oppure entrare e arrivare alla S.P. n. 118 e poi
scendere, andare lungo Viale Rovereto, con tutti i problemi annessi e connessi e che comunque è
solo una parte terminale? Questo è quanto io volevo evidenziare in ordine alla difformità dei
tempi, perché può essere fatta in quattro anni, anche se ritengo che questi quattro anni siano
sicuramente molto limitati, e lo vediamo con la circonvallazione di Arco, lo vediamo con tanti
altri progetti che stiamo seguendo in Trentino e anche fuori Trentino: in linea di massima, per
fare questi progetti i cinque-sei anni sono comunque già un traguardo ottimale; ritengo che la
posizione dell’ingegnere Tiso sia sicuramente da tenere presente, nel senso che nella scalettta,
nella priorità degli interventi questa è messa a medio termine. Magari poi potrà scalare, ma dal
punto di vista generale questa è messa, rispetto ad altri interventi, prima di altri interventi.
Diciamo che quello che ritengo fondamentale è la priorità degli interventi più che il tempo di
esecuzione degli interventi, perché il tempo di esecuzione varia in base a molti fattori: potrebbe
anche essere che, in realtà, la circonvallazione di Torbole, alla fine, perché presenta meno
problemi, venga fatta prima, fermo restando che sono d’accordo anch’io che la circonvallazione
d Torbole breve sicuramente presenta molti problemi in più rispetto alla circonvallazione lunga;
ripeto: potrebbe essere fatta prima la circonvallazione di Torbole perché la circonvallazione di
Riva presenta altri problemi. Questo non ve lo auguro, ovviamente: io spero che la
circonvallazione di Riva possa essere fatta in tempi brevissimi, anche se è certo che la
funzionalità della circonvallazione di Riva, e di questo dovete darmene atto, sicuramente sarà
completa solo quando il disegno sarà complessivo. E il disegno sarà complessivo quando ci sarà
la galleria corta, perché ormai non si parla più di galleria lunga, che vuole dire a tutti gli effetti
creare quell’asse autostradale di collegamento tra l’Alto Garda e il casello di Rovereto Sud-Lago
di Garda Nord, quindi galleria corta che vuole dire partire dal bivio per Mala, arrivare alla
stazione vecchia di Nago, da lì entrare in galleria e uscire alla discarica; dalla discarica si
prospettano tutta una serie di ipotesi per scendere, e naturalmente le ipotesi migliori saranno
quelle che limitano di fatto una lunga percorrenza lungo la Maza, per poi ritornare verso la zona
industriale di Arco e da qua, chiaramente, fondamentale risulta essere il collegamento trasversale,
perché se poi manca il collegamento trasversale… Questo lo vedremo immediatamente, appena
sarà aperta la circonvallazione di Arco, perché quando tutto il traffico pesante scenderà e salirà
dalla Maza voi vedrete che gran parte del traffico che arriverà alla rotatoria del Linfano scenderà
dalla strada provinciale n. 118, comunque e in ogni caso. Non se ne potrà fare a meno, nel senso
che dal punto di vista generale il tratto di Via Circonvallazione ad Arco, che va dalla rotatoria del
Linfano fino all’innesto con la S.S. 45bis, pur nell’ottica di posizionare ulteriori due rotatorie, tra
Via S. Caterina e Via Circonvallazione e tra Via S. Andrea e la S.S. n. 45bis, con blocco
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completo di attraversamenti in presenza di tutti quei centri commerciali che voi ben conoscete,
permetterà di attirare del traffico, ma non in misura tale da determinare un limitato utilizzo della
strada provinciale n. 118. In quest’ottica risultava fondamentale anche il discorso della rotatoria
tra Viale Padova e Viale Rovereto, proprio per cercare di limitare al massimo tutta una serie di
problematiche che comunque nasceranno in funzione di questo discorso.
Ritengo la possibilità di realizzare la circonvallazione in quattro anni sicuramente
plausibile, ritengo anche, però, che in questo contesto e nella funzionalità finale della
circonvallazione di Riva per ottenere i massimi risultati sicuramente passeranno più anni, e
questo sarà anche in funzione dei vincoli che voi andrete a fare all’interno del centro urbano. I
vincoli, come voi sapete, sono essenzialmente di due tipi, e cioè vincoli sulla sosta e vincoli sui
sistemi alternativi di trasporto; questi sono gli unici due vincoli che si possono introdurre per
poter limitare di fatto l’attrazione e la generazione del centro cittadino, che come abbiamo visto
sono elevatissime. Torno a dire che il traffico specifico che abbiamo evidenziato è un traffico
specifico nell’ordine dell’80%-90%.
Altre due o tre considerazioni con riferimento ai concetti evidenziati. Rotatoria di Largo
Bensheim: è questo un problema che ci eravamo posti assieme all’Ufficio Tecnico, avevamo
allora fatto solo un disegnino, che avevamo introdotto nel Piano urbano, e poi è stato fatto
proprio dall’Ufficio Tecnico, che lo ha portato avanti direttamente. Per il momento, quello della
rotatoria è un discorso che non è possibile mettere con priorità all’interno dell’anello in quanto i
flussi veicolari che provengono da Viale Dante e da Via Carducci sono talmente elevati che
creerebbero, ovviamente in alcuni momenti, tutta una serie di problematiche di parziale
congestione, anche se dal punto di vista generale questo potrebbe essere immediatamente
eliminato. Si tratterebbe di tornare ad una rotatoria con diritto di precedenza interna non appena
si iniziasse a pensare al problema del prolungamento di Via Grez, in modo da dare alternativa a
questo flusso di traffico che comunque deve attraversare Riva per poter andare da nord a est e
viceversa, e al limite al discorso del prolungamento della bretella Comai. In effetti, diciamo che
queste erano le due ipotesi che permettevano di limitare il traffico su Via Martini e Via Damiano
Chiesa; tra l’altro, ieri avete visto che abbiamo segnato in verde queste due vie, quando in realtà
andavamo a fare, ad eseguire questi due nuovi collegamenti: il fatto è che, prima di eseguire
questi due collegamenti, purtroppo queste due vie – “purtroppo” perché anch’io sono andato a
scuola in Via Damiano Chiesa e quindi ricordo benissimo i traffici che c’erano allora – sono
attualmente gli unici possibili assi di attraversamento della città di Riva e questo è innegabile, nel
senso che non vi sono alternative. In quest’ottica, ritorna anche il concetto che si è posto, e cioè:
che cosa si vuole fare di Via S. Francesco? La riapertura che noi avevamo fatto lungo la stradina
del supermercato, di cui adesso non ricordo il nome, era sostanzialmente data dal fatto che in Via
S. Francesco dovevamo comunque lasciare il senso unico in ingresso, ma volevamo chiudere Via
Scaligero, nel tratto...
Ingegnere Seneci
Il concetto loro è quello di tenere aperto quel tratto di via per chiudere sotto…
verbale 31. 03. 00 /
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Ingegnere Gobbi Frattini
…per chiudere quello che va verso la Pretura. Questo per evitare di lasciare questo anello,
vista anche la presenza di bambini al parco-giochi, anello che in realtà viene utilizzato solo per
andare a cercare posti auto, che non si trovano mai. Questo migliorerebbe anche la rotatoria
presente in Largo Bensheim. Chiudere anche il primo tratto di Via S. Francesco penso sia
abbastanza difficile per la presenza di tutta una serie di centri commerciali e di negozi, quindi
questa ci sembrava la soluzione migliore.
Per quanto riguarda la rotatoria di Largo Marconi, mi permetto un breve appunto, dato
che già l’Assessore ha ampiamente evidenziato la cosa. Oltre a strade noi progettiamo anche
tantissime rotatorie e quindi abbiamo visto che rotatorie di questo tipo permettono di smaltire
flussi veicolari nell’ordine delle 2.500-2.800 veicoli orari senza nessunissimo problema. L’altra
volta, e non ieri, perché il filo logico era piuttosto complesso, avevamo fatto vedere la soluzione
alternativa a quella rotatoria, rispetto alla quale avevamo evidenziato la problematicità
nell’eseguire un sistema semaforico all’altezza di Viale Trento, quindi Viale dei Tigli, Largo
Inviolata e Via Baruffaldi proprio perché in questo contesto, dovendo mettere comunque tutte e
tre le strade a doppio senso (Via Baruffaldi a senso unico, a seconda) noi avremmo dovuto creare
un impianto semaforico almeno a quattro fasi. Ora, voi sapete che per un impianto semaforico a
quattro fasi occorre un tempo di fasatura totale nell’ordine di 140 secondi, il che vorrebbe dire
oltre i 2 minuti. Questo comporta che, in realtà, i tempi di attestazione all’incrocio risultano
essere sempre molto elevati, le code si formano in misura maggiore e comunque in misura
maggiore rispetto alla soluzione della rotatoria, che abbiamo comunque verificato attraverso i
programmi specifici. Ovvio che il problema di Largo Inviolata e il problema di Via Roma, e
quindi: si vuole fare o non si vuole fare la pedonalizzazione di Via Roma? E’ chiaro che la
soluzione della pedonalizzazione di Via Roma è molto vincolato a quello che si vuole fare a
Largo Inviolata, e questo, secondo noi, è un punto fondamentale. Io ho vissuto – scusatemi per
questa parentesi privata – trent’anni in Via Montanara, in centro a Riva, e debbo dire che Riva
sicuramente è cambiata in bene rispetto a quello che era già circa venticinque-trent’anni fa, nel
senso che quando c’era il traffico che attraversava Via Montanara, scendeva da Via Fiume ecc. il
centro di Riva, pur in presenza di limitato traffico, perché il traffico non era assolutamente
eccezionale, era sicuramente meno vivibile di quanto lo è adesso. Questo concetto di rendere
pedonale Via Roma e dunque anche quelle parti di Viale Dante che riteniamo importanti nel
contesto della filosofia turistica, della scelta turistica di Riva è assolutamente fondamentale.
Per quanto riguarda il discorso del sistema alternativo, abbiamo sentito ieri che sarebbe
necessario un approfondimento tecnico; personalmente ritengo che Atesina sia disponibilissima,
e lo so perché stiamo seguendo anche altri lavori che la riguardano, a fare una verifica di quello
che potrebbe essere un sistema alternativo al sistema di trasporto privato, che potrebbe al limite
essere quello di creare un piccolo giro interno all’abitato di Riva, proprio per attrarre maggiore
utenza possibile, fino a Rovereto, specialmente nel periodo estivo. Ovviamente, assieme a questi
concetti dovrebbero andare avanti altri concetti, così come li sta portando avanti Trento, come li
sta portando avanti Rovereto. Si tratterebbe, ad esempio, di introdurre un discorso per noi
innovativo, ma al quale il turista è già abituato, perché all’estero paga con la carta di credito
praticamente tutto: è la possibilità di creare una tessera prepagata, magari da lire 10.000 o lire
5.000, che viene data all’arrivo in albergo e che permette di utilizzare il trasporto pubblico, di
verbale 31. 03. 00 /
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pagare il parcheggio, di andare al Museo, di fare tutta una serie di cose che danno modo al turista
di sentirsi valorizzato. La realtà è che, oggi come oggi, molte volte il turista, qui a Riva, non
riesce a capacitarsi, specialmente per quanto riguarda alcuni punti, se c’è il trasporto pubblico, se
è possibile fermarsi o comunque potere prendere il mezzo pubblico. Accanto a questo discorso di
trasporto pubblico ci sarebbe il discorso, che sta portando avanti ad esempio anche Rovereto, del
taxi collettivo, che funzionerebbe specialmente in alcuni periodi serali. Se mia figlia volesse
andare al cinema a Riva da Arco, siccome dopo una certa ora il trasporto pubblico è praticamente
inesistente la dovrei almeno andare a prendere; per questo allora converrebbe fare come sta
facendo Rovereto, quindi niente di trascendentale, stipulando un contratto con il servizio taxi che
permetta di poter tamponare questi periodi morti, in cui il trasporto pubblico viene meno. Questo
significherebbe dare un trasporto pubblico continuo, in modo tale da ottimizzare al massimo
queste esigenze.
Per quanto riguarda le piste ciclabili avevamo detto che non possono essere considerate
tali se poi in realtà non c’è lo spazio per poter depositare la bicicletta ed essere poi sicuri di
ritrovarla, perché ovviamente uno non utilizza la pista ciclabile se poi deve stare lì a controllare
la sua bicicletta. Per questo avevamo evidenziato la necessità di una serie di punti dove sia
possibile acquisire queste biciclette, per il turista che non ha con sé la sua bicicletta, ma anche
punti in cui la bicicletta può essere collegata, sotto una tettoia, sotto un qualche riparo, in modo
tale che questo sia funzionale all’utilizzo vero e proprio del sistema bicicletta. Magari riprenderò
poi la parola per rispondere ad altre questioni puntuali. Grazie.
Presidente
Grazie a Lei, ingegnere Gobbi. Cominciamo la fase dei secondi interventi. E’ iscritto a
parlare il Consigliere Gentilini. Prego.
Consigliere Gentilini
Immagino che i secondi interventi siano più brevi e quindi ho preferito intervenire in
questa fase. Il mio intervento verterà più che altro su delle considerazioni generali, condite
magari con qualche battuta, che spero venga presa per tale. Penso che qualcuno abbia letto nei
giorni scorsi, sul quotidiano “l’Adige”, un articolo in prima pagina di Enrico Zobele, Presidente
degli Industriali del Trentino, dal titolo “Il Trentino dei no”; in parole povere, Zobele dice che in
nessun’altra provincia come la nostra c’è la propensione ad istituire comitati del no se si intende
fare qualche cosa e del sì se vi è l’intenzione di non farla, tutto ciò a scapito del progresso, il che
chiaramente causa immobilità, mentre gli altri, in questo caso le province limitrofe, avanzano. So
benissimo che abbiamo vinto le elezioni – credo ormai lo sappiano anche gli altri -, ma non lo
rinfacciamo; so anche che abbiamo uno Stato biscazziere e che finché i rondoni volano sul nido
non si può restaurare, e dunque speriamo che non si possa farlo anche quando ci sono i turisti. So
poi che indietro non si torna, nel senso che questo progresso che ci ha condotti fino qui
potremmo rallentarlo, cercare di regolamentarlo, ma gli esempi che abbiamo anche nelle grandi
città parlano chiaro: per prendere seri provvedimenti, vedi blocco del traffico e simili, ci vuole
l’acqua alla gola; noi, per fortuna, ancora non l’abbiamo. L’auto, oltre ad essere uno status
symbol, come qui è stato detto, è il traguardo dei giovani, è il punto d’arrivo: avere la macchina.
Sono perfettamente d’accordo per quanto riguarda la realizzazione delle piste ciclabili, che
verbale 31. 03. 00 /
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verranno utilizzate dai turisti e anche dai nostri cittadini nel tempo libero o la domenica, non
certo per andare al lavoro, purché non vengano costruite in zone soggette a ridivenire lacustri, e
siamo comunque intasati di camion, di veicoli di tutti i tipi, che inquinano, che abbassano la
qualità della vita, ma servono, sono indispensabili e insostituibili. Ad esempio noi, con la nostra
ditta, stiamo cercando di consegnare ai clienti del centro, siccome sono…
(CAMBIO LATO)
…chiaramente sarà problematico, soprattutto quando nevica. Penso che la soluzione sia quella di
darsi da fare, di costruire, di chiacchierare meno e fare di più. Noi dobbiamo fare in modo che
questi veicoli, che per percorrere 10 chilometri impiegano anche un’ora e mezzo, ci impieghino
dieci minuti. Prendo ancora come spunto la ME.BO: qualche anno fa, a determinate ore del
giorno, ci volevano quasi due ore da Bolzano a Merano, oggi, a qualsiasi ora, quindici minuti. I
comitati del no, che l’hanno tenuta ferma per vent’anni, non ne parlano più e penso che ormai
non potrebbero neanche più rinunciarvi. Noi dobbiamo togliere il traffico dall’Inviolata, da Largo
Posta, dalla rotonda di Torbole, dal ponte di Arco, dove quasi ci sono riusciti. La Commissione
Urbanistica ha dato come opera primaria la circonvallazione, che è una competenza della
Provincia: non ho sentito nessuno, finora, lamentarsi – probabilmente prima o poi qualcuno lo
farà – del suo percorso, forse perché passa dalla Pasina, dove c’è gente che sopporta da anni, ma
che ha anche saputo capire i problemi del traffico e qualcuno in questo Consiglio o più di uno
voterà a favore di questo Piano anche se la strada gli passerà lì, a pochi metri, perché serve alla
comunità. Ben venga, nel frattempo, la bretella Comai, per lo meno fino alla statale n. 118 di S.
Giorgio: favorirà senza dubbio coloro che scendono da Varone, Tenno o dalla Valle di Ledro,
Valle di Ledro che oggi, senza il “bus dell’Agnese”, tanto discusso, sarebbe insieme a Limone e
alla sponda bresciana in una situazione da Medio Evo. Anzi, colgo qui l’occasione per
ringraziare pubblicamente il Sindaco e il Vice Sindaco per l’apertura serale, strappata in extremis
a Trento: grazie anche da parte dei cittadini di Limone.
Ogni strada ed ogni arteria costruita ha portato benessere e utilità. Noi, sistemate le cose
esterne, che non servono chiaramente solo a noi, ma a chiunque si trovi ad avere a che fare o a
transitare nella nostra zona, per sistemare la viabilità cittadina avremo tutto più facile e allora
dovremo spingere tutti per fare queste benedette strade, queste benedette gallerie, meglio se
lunghe, ma se lunghe non ce le fanno e noi non le vogliamo dobbiamo prenderci la responsabilità
di perdere forse altri quindici o vent’anni; dobbiamo deviare il traffico pesante e il flusso di
punta estivo sulle circonvallazioni. Ho sentito parlare della litoranea di Torbole e rabbrividisco al
pensiero che possa essere resa a traffico limitato: penso infatti che tutti noi, quando siamo a
Nago, avvertiamo proprio la sensazione di dover scendere di lì, e penso sia inevitabile, anche
perché si prova qualche cosa di stupendo nel guardare verso il lago. Anzi, in proposito vorrei
citare alcune righe tratte da una poesia dialettale, che dice: “Mi ghe scometo che no ghè en rivam
per en zerto periodo che el sia sta lontam che quando a Nago el vei zò dalla pontera no ‘l g’abbia
l’impressiom che el cor el ghe se sera a veder quel spetacol de crozi e de crozeti (qualcuno cade
anche sulla litorenea di Limone!), cascar nel lac zo driti perfeti, i riflessi del sol en mez all’acqua
che i par vivi e quel sludegar delle piante dei olivi e per cornis a sta scena favolosa ghè na
miriade de oleandri rosa e n’acqua ciara, azzura come el ciel, che fa del nos lac del mondo el pù
bel…” ecc. La litoranea di Torbole è il nostro biglietto da visita, mostra ciò che Goethe ha
scritto: “…ed è per Riva la porta d’ingresso d’onore”. Il nostro lago piace tanto agli stranieri,
verbale 31. 03. 00 /
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soprattutto ai tedeschi. Pensate che c’è una famiglia di miei amici di un paese vicino a Monaco
che viene spesso sul Garda e alloggia a Voltino, sopra Limone: lo scorso anno, durante il ponte
pasquale, strada per Torbole chiusa per la ciclabile (tra il resto, periodo perfetto per effettuare
quei lavori, come del resto sembra stia succedendo in questi giorni con il ponte del Sarca, che
sembra rimarrà così fino al 19 aprile, cose che riteniamo inammissibili), Voltino-Rovereto Sud
tre ore e cinquanta minuti, dieci minuti in meno per andare da Rovereto Sud e Monaco. C’è da
dire che questo signore non fuma, altrimenti avrebbe potuto a fare come qualcuno e cercare di
rilassarsi quando si mette in colonna…
(Voci in aula)
Tengo a precisare che non ce l’ho con il Consigliere Frizzi, solo è da notare che offre degli ottimi
spunti e così...
Concludendo, Riva Domani voterà a favore, pur essendo consapevole che si potrebbe
migliorare e al tempo stesso che, nell’evoluzione delle opere, potremo portare il nostro apporto
di pensiero, se si presenteranno dei cambiamenti migliorativi, e discuterne. Avevamo anche
proposto di sperimentare alcune soluzioni prima di effettuare le opere, proposta che non è stata
però condivisa dagli altri Gruppi di maggioranza. Certi, anche se non siamo del tutto sicuri, di
non avere sempre ragione, abbiamo accantonato l’idea, convinti della necessità di trovare un
punto d’incontro costruttivo. Entro due anni vi sarà comunque la revisione del Piano, invito di
conseguenza tutti a portare il proprio contributo di idee. Grazie.
Consigliere Manzoni
Per quanto riguarda il Piano generale del Traffico, è ovvio che noi lo accettiamo nelle sue
linee generali, ribadendo l’importanza della circonvallazione anche se, come sottolineato sia
dall’Assessore Matteotti sia dai tecnici, la circonvallazione è di competenza della Provincia, che
ha già stabilito il periodo e i tempi con cui verrà determinata. E’ importante ribadire, comunque,
che la copertura finanziaria, almeno per quanto risulta a noi, riguarda solo i progetti di medio
periodo e quindi per quelli di lungo periodo per il momento non esiste in quanto il piano della
viabilità provinciale dura dal 1999 al 2003.
Per quanto riguarda invece in generale questo Piano, voglio dire che io non sono
d’accordo sull’uso della macchina, come dice il Consigliere Gentilini, anche perché io non ce
l’ho, nel senso che uso quella di mio padre, spero quindi che verrà sviluppato l’uso dei minibus o
comunque di mezzi alternativi. Quel che è certo, almeno dal mio punto di vista, è che non è
fondamentale creare delle vie per migliorare la viabilità. Ritengo inoltre che, se il centro viene
utilizzato da tutti, il collegamento dal centro alla periferia dovrebbe essere migliorato, e certo lo
sarà tramite le nuove piste ciclabili, anche se le persone che non possono usare la bicicletta, come
ad esempio le persone anziane, o che non possono camminare potranno muoversi solo con i
mezzi pubblici; in alternativa, e qui mi ricollego alle scelte del passato, bisognerebbe riportare
nella periferia certi servizi. Per quanto riguarda il Comune, ad esempio, essendo posto al centro
della città è certo difficile raggiungerlo, e questo quando si sa che almeno una volta all’anno ai
cittadini capita di doversi recare in Comune. Non parliamo poi di altri servizi, quali potrebbero
essere il medico di quartiere, che in tante frazioni non esiste, cosicché anche in questo caso il
cittadino è obbligato a prendere la macchina per andare in centro.
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Per quanto riguarda il problema di Via Vicenza, esprimerò successivamente il mio parere
sull’osservazione che si andrà a votare. A mio parere, questo Piano Traffico poteva o può ancora
in questi due anni sviluppare meglio quelle che sono le tecniche di moderazione del traffico,
anche nelle periferie, dove ci sono strade di passaggio su cui gli automobilisti raggiungono
velocità molto sostenute: si parla degli 80 e anche dei 90 all’ora, specialmente la notte. Queste
tecniche di moderazione – ripeto – dovrebbero essere sviluppate anche in periferia e non soltanto
all’interno del centro urbano. In linea generale, comunque, il Piano del Traffico reca in sé dei
buoni spunti, come ad esempio la proposta di portare verso l’esterno il traffico di passaggio,
cercando di adottare mezzi alternativi per la mobilità interna.
Consigliere Zambotti
Tra le molte cose che sono emerse questa sera e ieri sera possiamo accennare anche a
questa: abbiamo visto che i pompieri in questa maggioranza sono molti; probabilmente, chi
accende i fuochi non è un grande professionista. In ogni caso, abbiamo visto che le “beghe” sono
ammesse e si può dire tutto e l’opposto di tutto, tanto quello che conta è qualcos’altro. Questo
tanto per…
(Voci in aula)
E’ vero, quello che conta è il potere, e infatti questa sera abbiamo visto che non contano le idee,
non contano i principi, ma conta il potere. Va bene così, comunque almeno lo abbiamo detto e
vediamo di andare al di là delle grandi idee, perché qui si tirano fuori grandi idealismi, ma poi si
cade sul potere, tanto che penso che all’interno di questo Consiglio comunale assisteremo ad una
metamorfosi dei giullari. Già questa sera abbiamo visto qualcosa e anzi molto, comunque
torniamo a quello che è il punto e partiamo, naturalmente, dal lavoro svolto in Commissione
Urbanistica e Ambientale. Sono state fatte molto riunioni, abbiamo discusso molto ed
effettivamente io sono un po’ perplesso, perché la posizione dell’Assessore Munari fin dall’inizio
mi è parsa molto chiara, poi invece questa sera ho visto che ci sono state delle limature o, meglio,
ho visto che questa sera sono passate delle ruspe, ma come abbiamo detto quello che conta sono
altre cose. Sono passate delle ruspe su tanti punti: sono passate delle ruspe, ad esempio, su quello
che era stato l’intendimento più volte enunciato dal Coordinamento degli Imprenditori per quanto
riguarda la galleria lunga, e parleremo anche di questo. Fa bene il Consigliere Gentilini a parlare
di strade, ma non può dire una cosa e nello stesso tempo dirne un’altra: quella strada era stata
indicata, quella era la soluzione – la galleria lunga - ed è stato detto più volte, come si è detto più
volte che la Busa ha bisogno di un forte collegamento per la sua alta vocazione turistica, per la
sua alta vocazione legata al polo fieristico, che ahimè non è più il polo fieristico del Trentino, ma
è uno dei poli fieristici, e anche questa è un’occasione persa, ma anche per tutte le altre situazioni
del cittadino, come diceva il Consigliere Lotti, perché il cittadino, vista anche la perdita di
potenzialità dell’ospedale locale deve fare riferimento a Rovereto, e vedete voi quanto ci si
impiega il sabato e la domenica ad andare a Rovereto. E’ un discorso complesso, che abbiamo
fatto tante volte. L’intento era quello, vale a dire fare un forte collegamento, non autostradale, ma
comunque degno di tale nome, tra quella che è la circonvallazione di Mori e la Busa, anche per
risolvere la situazione di Torbole ecc. Mi pare che ormai le cose siano definite, e chiaramente lo
ha detto l’ingegnere Gobbi Frattini, quindi mi sembra che sia inutile che stiamo qui a discutere.
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50
Chiaramente lo ha detto anche il Consigliere Gentilini: perché tutto il Piano abbia il suo valore,
da Torbole a Riva le cose andranno in quel modo…
Consigliere Gentilini
Vedremo.
Consigliere Zambotti
Lo ha detto chiaramente, ed è lui il progettista. Voi voterete quel progetto, quindi è inutile
che diciate una cosa e poi ne facciate un’altra: avete detto che votate questo progetto, l’ingegnere
Gobbi Frattini ha detto chiaramente come stanno le cose, quindi è inutile venire qui, dire una
cosa e poi votarne un’altra.
Qual era la posizione dell’Assessore Munari? Ora, io forse ho qualche problema legato
all’apprendimento e alla memoria, chiedo quindi che qualcuno dei membri della Commissione
Urbanistica mi venga incontro se dirò delle cose sbagliate: dubito di me stesso, anche se in realtà
penso che dubitare di se stessi sia importante. L’Assessore Munari aveva posto un problema, ed
io di questo l’ho ringraziato, anche perché lo ha fatto con dall’altra parte le certezze
dell’Assessore Matteotti: per carità, è giusto che lui abbia le sue certezze, nel senso che lui ha
creduto in questo Piano, ha creduto fermamente nella bretella Comai ecc., quindi giustamente
portava delle certezze, Munari, d’altro canto, ci dava una visione nuova, portata all’interno della
Commissione, e di questo lo abbiamo ringraziato. Penso che questo lo possa riconoscere il
Presidente della Commissione, perché più volte, almeno da me, l’Assessore Munari è stato
ringraziato per avere portato delle cose nuove, tra le quali cito, ad esempio, il concetto della
sperimentazione. L’Assessore ci aveva detto che era andato a questo convegno, si era fatto dare
la documentazione in merito alle rotatorie ed aveva detto che il Cantiere comunale era pronto, in
breve termine, se si voleva, a fare un lavoro di sperimentazione per quanto riguarda Largo
Inviolata. Questo lo dico non perché abbia qualcosa contro l’Assessore Munari, ma perché io
condividevo e condivido questo suo pensiero ed anzi ne ero entusiasta, anche perché una parte di
quelle battaglie le avevamo a suo tempo combattute insieme, in particolare quando nella passata
legislatura venne progettato questo Piano e si creò un movimento di opinione – quasi doveva
costituirsi un comitato, ma poi non è avvenuto – in contestazione alla proposta della rotatoria
dell’Inviolata (tutti ricorderete le polemiche sui giornali ecc.). Non sto parlando dunque di aria
fritta, sto parlando di un qualcosa che si era mosso, sto parlando di un progetto ideale, sto
parlando di convinzioni, che hanno un valore, che hanno uno spessore, se noi vogliamo dare uno
spessore a questo, altrimenti, come è avvenuto qui questa sera, possiamo parlare, parlare e
parlare, ma poi... Con me il Consigliere Frizzi non ha ancora polemizzato, lui comunque
continua a polemizzare, ma questo non conta niente, non serve a niente, non serve più a niente.
Progettare, avere delle idee, credere in queste idee non serve a niente, comunque… andiamo
avanti.
Io nel discorso della sperimentazione ci credevo e ci credo, anche perché l’amico Munari
ci diceva (non me ne voglia, ma non credo che possa volermene, perché sono d’accordo con lui):
“Prima di spendere un miliardo per fare la rotatoria, facciamo una sperimentazione, che il
Cantiere comunale è in grado in poco tempo di allestire”, e questa secondo me non è un’idea
peregrina, è anzi un’idea che va perseguita ed io rimango di quest’idea, non perché sono
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all’opposizione o perché voglio rompere le scatole, ma perché mi ha convinto: prima di spendere
questi soldi secondo me va fatta una sperimentazione. Prima abbiamo sentito le certezze
dell’ingegnere Gobbi Frattini – per carità! -, sta di fatto che in quella zona dovrebbe essere fatta
una sperimentazione, anche perché nell’ultima riunione della Commissione Urbanistica c’è stato
un diverbio forte, e chi era presente vi ha assistito; che poi non sia stato messo nel verbale…
vabbè, ormai siamo abituati: i verbali vengono fatti in qualche modo. Il diverbio forte c’è stato
tra chi sosteneva, ed era l’Assessore Matteotti, che la rotatoria di Largo Inviolata non avrebbe
aumentato i flussi di traffico e chi invece, come l’Assessore Munari, sosteneva che sarebbero
aumentati: questo è stato detto, e spero che nessuno qui mi smentisca. Io ho cominciato ad avere
dei dubbi, tipo: questa rotatoria aumenterà o diminuirà i flussi? Un Assessore mi dice una cosa,
un Assessore me ne dice un’altra e certo questa sera avrei voluto che ci fosse su questo una
parola definitiva, per dare la quale sarebbe stato importante proprio il discorso della
sperimentazione. Ad ogni modo, io ho presentato un ordine del giorno in cui dico questo, quindi
chi lo vorrà votare, lo voterà e chi non lo vorrà votare, non lo voterà. Per me è importante che si
faccia una sperimentazione, anche perché, oltre tutto, mi si dice che il Cantiere comunale è in
grado di allestirla; magari, dato che ci siamo, su quella sperimentazione oltre che valutare i flussi
valutiamo anche i livelli di inquinamento acustico e dell’aria, facendo un’opera meritoria:
utilizziamo sul campo, attraverso una sperimentazione, uno strumento per vedere, prima di
spendere quella cifra, come veramente andranno i flussi, visto che c’è questa possibilità, e quali
sono i livelli d’inquinamento attuali e quelli con la sperimentazione. In questo modo, avremo la
possibilità di vedere sul campo le cose prima di spendere dei soldi. Secondo me non è una cattiva
idea, quindi non so perché l’abbiate abbandonata. Nella politica tutto è mutabile, per carità,
comunque per me non era un’idea da abbandonare, ma era anzi un’idea da sostenere con forza e
con coraggio. Io non penso che questo avrebbe provocato la rottura del rapporto che c’è nella
maggioranza, non credo, perché non è un’idea peregrina, ma è un’idea forte, che consentirebbe
un salto di qualità a questo Piano del Traffico.
Altri concetti introdotti dall’Assessore Munari, che secondo me erano concetti importanti,
erano quelli legati al fatto che questo Piano mancava e a mio avviso ancora manca di un lavoro
forte legato allo studio dell’inquinamento, e da questo punto di vista non posso che ringraziare
“Gli Amici della Terra”. Io non capisco gente che viene qui e parla di Alexander Langer, che per
come l’ho conosciuto io era sempre stato vicino ai movimenti extraparlamentari, ai movimenti
che nascevano dalla base: proprio lui li incentivava, proprio lui sosteneva i movimenti che
andavano al di là delle istituzioni politiche. Sembra che qui ci sia dell’astio, e invece io ringrazio
gli “Amici della Terra”, che a loro spese hanno fatto questo rilievo, evidenziando un problema.
Poi andremo a vedere quanto questo problema ha spessore, quanto questo problema ha una
valenza scientifica - per carità, tutto è opinabile -, però sicuramente hanno dato un valore. Se
ricordate, questo problema dell’inquinamento io l’avevo posto; ieri l’Assessore mi ha dato
rassicurazioni, mi ha detto che non ci sono problemi, ma io mi aspettavo da un Verde qualche
cosa di più rispetto a questo, mi aspettavo un impegno maggiore, mi aspettavo che il movimento
verde affiancasse a questo Piano un lavoro forte rispetto ai livelli d’inquinamento, rispetto alle
ipotesi qui contenute. Allo stesso modo, mi aspettavo molto di più dall’Assessore Marino
all’interno della Commissione rispetto al tema ambientalistico, rispetto agli aspetti ambientali
che questo Piano affronta e che secondo me non risolve del tutto. Ecco perché io chiedo al
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Sindaco, prima che sia troppo tardi, di salvare il nostro ambiente. Qua si continuano a dare, ed io
sono d’accordo, incarichi a Paolo Matteotti; quest’ultimo incarico riguarda il rilevamento
dell’inquinamento del lago, il che mi sembra ottimo, chiedo però allora di fare uno sforzo
maggiore, perché è chiaro che qui, se c’è una persona che ha spessore ecologista, e non me ne
voglia Bertoldi, è Paolo Matteotti, al quale il Sindaco, ed è un invito, dovrebbe dare la delega
all’ambiente. E’ inutile continuare a dargli questi lavoretti, nel senso che prima gli abbiamo dato
quello sui giardini e adesso gli diamo quello sull’inquinamento del lago; è vero che lui doveva
fare il Sindaco, e quindi in qualche modo bisogna risarcirlo, a questo punto, però, il Sindaco
abbia il coraggio: secondo me, così come l’unico che qui può fare l’Assessore alla Cultura è
Lotti, l’unico che può avere la delega all’ambiente, e penso che si possa fare, anche se il fratello è
Assessore, è Paolo Matteotti. Tutto questo prima che sia troppo tardi.
Mi premeva dire qual è stato il contributo all’interno della Commissione dei vari
Assessori e qui voglio ribadire che davvero mi aspettavo molto di più da Marino per quanto
riguarda le tematiche ambientali: io non so quante volte - spero che mi venga incontro il
Presidente - l’Assessore Marino è intervenuto sulle tematiche ambientali all’interno della
Commissione Urbanistica con riferimento a questo Piano, quali progetti ha portato, quali ipotesi
di studio dell’ambiente e dell’inquinamento atmosferico. Tra l’altro, una risposta agli “Amici
della Terra” la potevate anche dare, perché secondo me hanno dato un contributo positivo ed è
importante in questa sede dirlo. A parer mio, poi, sarà molto importante, prima dell’inizio dei
lavori per la bretella Comai e per la rotatoria, fare un monitoraggio dei livelli di inquinamento: ce
lo hanno stimolato gli “Amici della Terra” e quindi facciamolo, perché iniziare quei lavori senza
avere un monitoraggio vero e diffuso per tutto il territorio, che ci consenta poi di verificare la
situazione ad esecuzione avvenuta, non ci permetterà di capire che cosa è cambiato veramente.
Questo fa parte dell’ordine del giorno che ho presentato e che poi leggerò.
Debbo anche dire che mi ha colpito molto l’intervento del Consigliere Bertoldi. Io sono
d’accordo su quello che lui ha detto e, del resto, non si può non esserlo, così come non si può non
essere d’accordo con quello che hanno detto in parte i tecnici, tuttavia chiedo: stavate parlando di
questo Piano, di quello che sostanzialmente si decide questa sera, vale a dire del prolungamento
della bretella Comai e della rotatoria, o stavate parlando di un discorso in generale? Se stavate
parlando di un discorso educativo e culturale, va benissimo, se invece stavate parlando di quello
che si approva questa sera, secondo me non ci siamo. Chiedo al Consigliere Bertoldi se tutte
quelle belle cose che ha detto e che io condivido sono presenti nel Piano, sono in questo progetto
per i due anni. Lei dice che ci sono, io invece non le ho viste: probabilmente, appartengo alla
categoria n. 3 della classificazione del Consigliere Cretti, quella dei miopi! Allo stesso modo,
Consigliere Lotti, io sono d’accordo con Lei quando dice che il “no” è formativo ed è quindi
molto importante, ma questo progetto dice dei “no”? Quali “no” dice questo progetto,
naturalmente in termini forti? Abbiamo capito che questo progetto è un progetto dinamico,
perché nel tempo verrà modificato e trasformato, quindi in questo primo anno risulta
fondamentale - lo era anche in passato, per carità - il lavoro propedeutico, l’input forte che
dobbiamo lanciare per quanto riguarda quello che vogliamo. Chiedo: quello che andiamo a fare
questa sera per il breve periodo dice veramente no alle cose che si sono dette questa sera, quindi
dice veramente no all’aumento dell’inquinamento acustico ed atmosferico? Sinceramente, io
questo non lo so, ho molti dubbi. Dice veramente no, anche se sappiamo che è un progetto
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difficile, all’utilizzo dell’automobile per vivere la città? Dice veramente no alle difficoltà che
incontra la gente nel vivere la città? Qui si è parlato di città prima a dimensione di bambino e poi
a dimensione di famiglia, ma questo Piano del Traffico, almeno per quanto riguarda la parte dei
due anni, che si andrà ad attuare, va in questa direzione o siamo solo nel campo delle ipotesi?
Ditemi poi quali passaggi concretamente vanno in questa direzione, quali passaggi vanno verso il
favorire la pedonalizzazione del centro storico, quali passaggi vanno veramente verso una
riduzione reale del traffico nel centro abitato. Qui dobbiamo capirci bene rispetto a quello che
vogliamo: vogliamo modificare il livello di qualità della vita della città, a favore prima di tutto
dei cittadini – ha ragione il Consigliere Lotti – e poi dei turisti? Vogliamo veramente trasformare
Riva del Garda in una città che abbia caratteristiche ecologiche oppure no? Questo dobbiamo
dirlo chiaramente, anche perché sono scelte importanti che ci attendono e quindi dobbiamo
essere molto precisi: non possiamo dire una cosa e l’opposto, come più volte è avvenuto questa
sera.
In generale comunque il Piano è parziale, tant’è che lo stesso Consigliere Manzoni dice
che i temi, per quanto riguarda la periferia - lui parlava di S. Alessandro -, sono stati poco
affrontati; non si è affrontato, ad esempio, un tema che è sulla carta da moltissimo tempo quale è
quello della risoluzione delle problematiche di Via Pasina, ma lo stesso vale per tanti altri
problemi. Si voleva affrontare un po’ le varie situazioni, ma molte non sono state affrontate.
Faccio adesso un breve excursus, perché all’interno del lavori della Commissione si è dedicata
un’intera seduta a quello che è stato il progetto proposto dalla Provincia della viabilità. Insisto su
questo aspetto, perché non c’è niente da fare: per me, ci vuole la galleria lunga e ci vuole un
collegamento forte fra la bretella di Mori e la Busa. Che cosa vuole dire accontentarsi, visto che
viene fuori questo discorso: “Accontentiamoci”, “Meglio questo che magari dopo non ci danno
niente”… A Trento, in verità, non gestiscono soldi loro, gestiscono soldi della collettività e la
politica è fatta di movimenti di opinione, è fatta di rapporti di forza, è fatta di interessi che si
manifestano, e allora che cosa vuole dire questo “accontentarsi”? Io ho intravisto in questo che,
purtroppo, dalla Provincia dipendono troppi interessi per l’economia locale e quindi è difficile
potere andare ad una trattativa in modo paritario, in ogni caso, a mio avviso, se c’è un’opera che
deve essere fatta, che può veramente dare spessore e ricchezza alla nostra popolazione, è questa
galleria lunga. E’ una battaglia che deve essere fatta e chi l’ha detto, chi l’ha proposto deve avere
il coraggio di andare avanti; poi magari si perde, ma bisogna avere il coraggio di andare avanti
per questa strada. Ci mancherebbe altro: è da tanto tempo che da più parti si dice che ci vuole un
collegamento che salti la strozzatura di Passo S. Giovanni, e lo abbiamo detto in tanti. Quante
volte lo ha detto e lo ha scritto l’Assessore Matteotti? E adesso che cosa facciamo? Adesso
facciamo la galleria corta, e nessuno fiata più: “Sì, sì, dateci quella, se no…”. Noi avevamo detto
che la soluzione era quella della galleria lunga e dobbiamo avere la forza di mobilitarci, di
promuovere tutte le azioni politiche e sociali indispensabili affinché si possa ottenere quello. Su
queste cose bisogna essere molto chiari, così come sul discorso di quello che si vuole fare di
questo Piano, e infatti il mio ordine del giorno, che riguarda alcuni concetti da me esposti e
raccolti anche nell’ambito del lavoro fatto in Commissione Urbanistica, è molto chiaro, anche
perché altrimenti il Presidente dice, e anzi l’ha detto, il che è grave, che la minoranza non ha
proposto delle alternative, anche se in verità qualcosa era stato detto.
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“Il Consiglio comunale di Riva del Garda impegna il Sindaco affinché sia fatto un
rilevamento diffuso, in tutto il territorio comunale, dell’inquinamento acustico ed atmosferico
dovuto al traffico automobilistico prima dell’inizio dei lavori del prolungamento della cosiddetta
‘bretella Comai’ fino a Viale Trento (affermo questo perché ormai è dato per scontato che
voterete il Piano, altrimenti non presenterei questo documento) e della costruzione della rotatoria
di Largo Marconi (abbiamo visto che anche su questa la maggioranza è compatta e così mi date
l’opportunità di fare questo ordine del giorno, altrimenti non lo avrei potuto fare)…
Presidente
E’ chiaro che può fare quello che vuole.
Consigliere Zambotti
Presidente, se non si andasse all’approvazione, io questo ordine del giorno non lo potevo
fare, o no? Proseguo nella lettura: “…subordinando però la sua costruzione ad una fase di
sperimentazione dei flussi viari del traffico, come indicato dall’Assessore Munari in
Commissione Urbanistica”. Mi dispiace che non ci sia, perché se c’era lui… comunque chi c’era
l’ha sentito chiaramente ed io ho solo raccolto quello che ho appreso con entusiasmo; tra l’altro,
era una delle proposte che la minoranza ha poi fatto propria all’interno della Commissione
Urbanistica: non è stata verbalizzata, e su questo posso essere d’accordo con il Presidente, ma
forse anche lì ci sarebbe molto da discutere su come sono finiti i lavori e comunque di questo ne
parleremo. Non vi faccio perdere altro tempo, anche perché le cose sostanziali sono state dette e
ribadisco solo che mi sarei aspettato un lavoro più corposo per quanto riguarda lo studio
dell’inquinamento atmosferico. Io penso che, nei fatti, con questi due lavori che sostanzialmente
andremo a fare, se si riuscirà, perché poi c’è il problema degli espropri legato alla bretella Comai,
quindi vedremo se si potrà fare rapidamente, in realtà cambierà ben poco, almeno a mio avviso;
forse se cambierà qualcosa cambierà in peggio per quanto riguarda il traffico cittadino, che
resterà caotico, mentre la salute dei cittadini, purtroppo, sarà sempre più a rischio. Grazie.
Presidente
Grazie a Lei, Consigliere Zambotti: Le chiederei di farmi avere l’ordine del giorno. Visto
che mancano dieci minuti all’ora fissata per la chiusura del Consiglio e siccome non credo che ci
sia la possibilità di fare altri interventi, perché dieci minuti sono pochi, propongo di aggiornare il
Consiglio a martedì prossimo, 4 aprile.
(Voci in aula)
E’ una proposta, potrebbe anche essere mercoledì. Lunedì è convocata la Commissione Politiche
sociali…
(Voci in aula)
Fissiamo allora per martedì 4 aprile, alle ore 18.00. Il Consiglio si può autoconvocare, comunque
a chi manca invierò la convocazione d’urgenza…
Segretario
Non serve la convocazione d’urgenza: è sufficiente votare.
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Presidente
E’ in votazione la proposta di autoconvocarci per martedì 4 aprile, alle ore 18.00…
Consigliere de Eccher
(Prima parte dell’intervento fuori microfono) …eventualmente bisogna disattendere
quella che è la regola che abbiamo sempre stabilito di rimanere fino alle ore 23.00 e per
disattendere questa regola ci vuole la convocazione dei Capigruppo e una decisione collegiale:
non spetta nemmeno al Presidente…
Sindaco
Si potrebbe anche decidere qui, adesso.
Consigliere de Eccher
Se decide di convocare i Capigruppo, io sono qua.
Consigliere Paolo Matteotti
(Intervento fuori microfono)
Consigliere de Eccher
Non mi pareva una proposta, così come veniva presentata.
^^^ Escono i Consiglieri Peroni e Bassetti: il numero dei presenti scende a 26. ^^^
Presidente
Credo che con cinque ore di tempo si abbia la tranquillità per discutere tutti gli ordini del
giorno. Procediamo alla votazione.
La votazione, palesemente espressa per alzata di mano ed il cui esito è proclamato dal
Presidente, consegue il seguente risultato:
-
Consiglieri presenti e votanti: n. 26
voti favorevoli : n. 22
voti contrari
: n. 0
astenuti
: n. 4 (D’Agostino, Lotti, Matteotti Paolo, Zucchelli)
Il Consiglio comunale APPROVA L’AUTOCONVOCAZIONE
per il giorno 4 APRILE 2000
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Presidente
La seduta è tolta. Buonanotte.
^^^^^^^^^^
Sono le ore 23.00. La seduta è chiusa.
^^^^^^^^^^
IL PRESIDENTE
f.to Tomaso Benamati
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to Alfredo Righi
sr.
Il Segretario Generale del Comune di Riva del Garda
certifica
che il presente verbale è stato approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 112 dd.
25.05.2000 senza rettifiche.
IL SEGRETARIO GENERALE
f.to Alfredo Righi
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