Diocesi di Padova Formazione all’impegno sociale e politico Corsisti: Coordinatori: Margherita Lando Silvia Toderini Alberto Piovan Marta Ortolani Annamaria Baldan Giovanni Bottecchia Gianfranco Pelizzari Claudio Gramaglia Antonina Favero Francesco Trimarchi Suor Antonietta Michelotto Giuseppe Canoci Carla Monetti Alessandro Allegro Giovanni Landolfi GLI IMMIGRATI SONO PARTE DELLA COMUNITA’ O UNA COMUNITA’ A PARTE ? Premesse/1 “Nel nostro laboratorio vorremmo evitare”: • un approccio paternalistico-assistenziale • il rapportarsi con ignoranza e paura • la banalizzazione dei temi. Premesse/2 “Nel nostro laboratorio vorremmo procedere”: • attraverso il confronto tra i partecipanti • con spirito di accoglienza e non di razzismo • lasciando fuori la politica • nella comprensione di chiavi di lettura • cercando di realizzare proposte • confrontandoci con un migrante • nella condivisione di materiali proposti dai singoli componenti. A Forte Rossarolo, in provincia di Venezia, sono presenti tre comunità di accoglienza per un totale di 30-35 ragazzi provenienti da Afghanistan, Kosovo, Bangladesh, Tunisia. Alcuni di loro fuggono da realtà di guerra, conflitti e violenze; altri sono in Italia perché frutto di un progetto migratorio familiare: i genitori hanno investito su di loro perché ritenuti più idonei per compiere un viaggio di emancipazione. Mattino di Padova, 3 aprile 2012 Di cosa parliamo quando parliamo di migranti? 1. Parliamo di persone diverse. Veneto: 505.000 residenti stranieri di cui: - 50,2% donne - 49,8% uomini - 15% nati in Italia (2a generazione) - 24% minori - 0,9% iscritti all’università (Fonte per tutti i dati: Dossier statistico immigrazione 2011) Di cosa parliamo quando parliamo di migranti? 2. Parliamo di etnie diverse: residenti in Veneto per gruppi nazionali I II III IV V Romeni Marocchini Albanesi Moldavi Cinesi 101.972 57.707 42.435 35.966 29.647 Di cosa parliamo quando parliamo di migranti? 3. Parliamo di religioni diverse (totale Italia) • 2.465.000 cristiani (53,9%) • 1.505.000 musulmani (32,9%) • 120.000 induisti (2,6%) • 89.000 buddhisti (1,9%) • 61.000 altre religioni orientali (1,3%) • 46.000 religioni tradizionali (1,0%) • 7.000 ebrei (0,1%) • 83.000 altre religioni (1,8%) • 196.000 atei o non religiosi (4,3%) Di cosa parliamo quando parliamo di migranti? 4. Parliamo di percorsi di arrivo diversi. - meno del 2% entra in Italia legalmente (racket della vendita dei posti di lavoro) - il 70% arriva con un biglietto aereo a/r (commercio di visti d'ingresso) - il 18% circa entra dal Friuli - solo il 10% arriva nel nostro Paese attraverso Lampedusa (tratta). I problemi individuati - Irregolarità Precarietà Convivenza difficile Scarsa lungimiranza della politica (incapacità di gestire efficacemente il fenomeno) Come conseguenza: fallimento della politica dell'integrazione: immigrati presenti in Italia abbandonati a se stessi; percorsi di integrazione fai-da-te sia a livello di amministrazioni ed enti sia a livello di gruppi etnici e di singoli. Regolari o irregolari? La questione non è così semplice. Ecco le tipologie che abbiamo individuato: 1. Regolari-regolari (integrati nella società italiana) 2. Regolari-regolari non integrati (isolamento) 3. Regolari a rischio irregolarità (disoccupati) 4. Regolari a sbafo (sì ai diritti no ai doveri) 5. Regolari-irregolari (sfruttamento; criminalità) 6. Irregolari aspiranti regolari (richiedenti asilo) 7. Irregolari-invisibili (non regolarizzabili) 8. Irregolari-irregolari (criminalità) Le risposte delle amministrazioni. Padova • mediatori culturali per l’accesso ai servizi e l’apprendimento delle regole > oggi operatori interculturali (anche i cittadini italiani si avvicinano dopo iniziale diffidenza) • facilitatori culturali per favorire la convivenza in contesti di vicinanza (diversità culturali) • mediatore di conflitti abitativi, composto da cittadini italiani e stranieri • mediazione di comunità nei quartieri (es: per spiegare l’uso degli spazi del territorio) Le risposte delle amministrazioni. Cittadella • • • • • accoglienza. “I servizi esistono già”: sanità, scuola, servizi sociali sono accessibili ai migranti come agli italiani “La priorità è la sicurezza” legalità. “Noi controlliamo e virifichiamo il rispetto di leggi e ordinanze comunali” (rapporto mq/persone e reddito minimo) case Ater: distribuire gli immigrati sul territorio (no ghetti) i migranti sono parte della comunità o comunità a parte? “Dipende anche da loro”. Le nostre risposte 1. Quale indirizzo politico-amministrativo? Accoglienza, rispetto delle regole e priorità alla convivenza rispetto all’integrazione 2. Quali domande: - verso la politica: adesione al criterio della convivenza - verso la società: promuovere l’informazione e il confronto sulla convivenza (anche fra italiani) 3. Passi concreti: - invitare qui, oggi, gli amministratori locali - dare continuità al “laboratorio”. PARTE DELLA COMUNITA’? O UNA COMUNITA’ A PARTE?