Club Alpino Italiano
C L U B AL P INO I TA L I A N O
Bimestrale Novembre - Dicembre
Anno 3, Numero 21
Janus
Sezione di Antrodoco
Oltre… la montagna
Notiziario di valorizzazione e tutela dell’ambiente montano
C L U B A LP INO IT A L I A N O
Bimestrale Novembre - Dicembre
Anno 3, Numero 21
Janus
Sezione di Antrodoco
Oltre… la montagna
Notiziario di valorizzazione e tutela dell’ambiente montano
SPECIALE NATALE: suggerimenti per regali e addobbi eco!!
Duchessa: …. vista in tempi poco recenti, come luogo impervio, chiuso e praticamente irraggiungibile ai comuni
mortali!!!
Samsø, l’isola ad emissioni zero
Alla ricerca del tempo perduto, ...M.Proust!!!
Mtb: … come strumento per andare in montagna, frequentarla e
conoscerla, nel pieno rispetto dei luoghi, dell’ambiente e de-
Distribuzione gratuita - salvo SPED. IN ABB POSTALE - ANNUALE Euro 15
Club Alpino Italiano
J a n u s
Janus
C L U B A L P INO I TA L I A N O
Sommario
Editoriale
Editoriale
2
La Montagna in lettere-San Martinu 3
Vivere ecologico: Samsø , l’isola ad
4
emissioni zero che vuole cambiare il mondo
SPECIALE NATALE: suggerimenti ecolo5
gici per regali e addobbi.
Ricette - Alla ricerca del tempo perduto.
A scuola con il cai: La vendemmia!!!
6
8
Alpini: I 50 ani della chiesetta alpnina di 9
Monte Giano
Escursionismo Tutti i segreti della … Duchessa!!
10
Attività sezionali :
•
•
•
•
CicloEscursionismo12
Dalla california al “rampichino”, fino al
Cicloescursionismo
L’invito di Janus
Prossime escursioni
Sudoku
14
15
Foto in copertina: Chiesetta Alpina di Monte Giano,
50° ann. 4 ottobre 2009, di Antonio Santopinto
REDAZIONE
Direttore Responsabile: Eligio BOCCACCI
Direttore Editoriale: Ernestina CIANCA
Coordinamento Redazionale: : Gianfranco MASSENZI,
M. Teresa MARINELLI
Assistenti alla Direzione: Ruggero FAINELLI, Dante SERANI
Hanno collaborato in questo numero:
Patrizia FABBI, Sabatino RENZI, , Anna BOCCACCI,
Giandomenico CIPRIANI,Roberto MARINELLI, Francamaria PALUMBO, , Antonio SANTOPINTO,
Autorizzazione tribunale di Rieti, N°8
in data 10/05/2006
Tutti i diritti di proprietà sono riservati
Club Alpino Italiano “Sezione di Antrodoco”
Fondata nel 1997 - Sede sociale via Savelli, 3
(aperta il venerdì dalle 17 alle 18) 02013 Antrodoco, RI
Presidente : Eligio Boccacci
Pagina 2
Cari amici, anche in questo numero continuiamo a divulgare le
varie attività sociali della nostra Sezione.
Dopo il ripristino dell’uso della palestra di arrampicata del palazzetto, di cui vi abbiamo informato nel numero precedente,
vogliamo proporvi adesso un nuovo modo di andare in montagna, …fare escursioni in mtb, che insieme a quelle dell’alpinismo giovanile, da quest’anno saranno con l’escursionismo inserite in un unico programma.
Infatti prendendo spunto da iniziative di alcune sezione della
Liguria, ( si ascolta anche la base del sodalizio), è nata recentemente una nuova attività istituzionale all’interno del Club Alpino Italiano, il Cicloescursionismo, che operativo dal gennaio
2009, ha già posto le basi dell’attività a livello nazionale, come
meglio ci spiega il nostro vicepresidente Roberto M. nel suo
interessante e dettagliato articolo a pag. 12. Troverete, poi, molte novità utili ed interessanti con la consueta rubrica “vivere
ecologico” di Ernestina C., una simpatica poesia autunnale di
Sabatino R., curiosità sulla …Duchessa!! della nostra amica della
Sezione di Rieti, Franca P., l’invito di Janus dove andremo anche …con le ciaspole, ed infine, l’evento più importante lasciato appositamente in chiusura, ricordiamo che il 4 ottobre abbiamo festeggiato insieme agli alpini dl gruppo di Antrodoco e a
numerose autorità, il 50° Anniversario della nostra chiesetta di
Monte Giano. Vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per l’attività svolta nelle … nostre montagne, al capogruppo Antonio
Santopinto e a tutti i suoi collaboratori, nonché a quel piccolo
gruppo che nel lontano 1959, ideò e realizzò con tenacia e fatica
quella splendida impresa, appunto della chiesetta alpina di Monte Giano ormai simbolo inscindibile di Antrodoco.
Con l’occasione la redazione, vi da appuntamento alla consueta
cena/pranzo di fine anno, con data che verrà affissa in bacheca,
fisica ed on-line, e augura a tutti voi un
Buon Natale e
Felice Anno Nuovo
Anno 3, Numero 21
La montagna in lettere
San Martinu
di Sabatino Renzi
A ‘Ndreocu ‘na ote tutti rempieanu la botte
Le madreviti stregneanu li cocchi tutta la notte;
se fecea lo vinu cottu lo mustu rebollea,
e de San Martinu lo vinu nou s’assaiea.
Era un paese pinu de cantine e de osterie,
la gente se ‘ncuntrea pe raccontasse cose serie e tante
fesserie;
li sordi eranu pochi, li tempi eranu travagliati,
ma co la ricchezza vau tutti co lu muccu so tutti
‘ncazzati.
L’undici Novembre de San Martinu,
lo mustu entru le butti diventa vinu;
le igne so finite, non è più come prima
ma alla gente li piace ancora l’antica medicina.
Ce troemo da bacocco in bona compagnia,
pe riscoprì la tradizione dell’antica osteria;
lu miraculu lu fece San Martinu,
che fece diventà lo mustu vinu.
Vello vecchiu e vello nou ventilo a assaià,
all’osteria ce ni sta in quantità;
massera venete tutti in piazza,
perché come ‘na ote balla la pupazza;
ce fecemo l’auguri tutti anti,
festeggemo li mariti delusi co l’amanti
co la fa la festa in onor de San Martinu,
co li scattocci, le castagni e tantu vinu.
Pagina 3
J a n u s
Vivere Ecologico
Samsø , l’isola ad emissioni zero che vuole cambiare il mondo
di Ernestina Cianca
Samsø é una piccola e verde isola
della Danimarca,
situata tra la Selandia e lo Jutland, grande tre
volte Ischia e con
4.500
abitanti.
Circodata
da
spiagge sabbiose,
ricca di terre fertili e piccoli villaggi
caratteristici, attira pittori, scultori, fotografi e musicisti, ma la sua unicità non sta in questo: Samso è il
primo e per ora unico insediamento umano ad aver
abbattuto totalmente le emissioni di anidride carbonica. Questo straordinario primato è stato ottenuto
grazie e ben 22 turbine a vento: 10 “off shore”, ossia
conficcate nel Mare del Nord ed emergenti per 77
metri; 11 sono state piantate in terraferma e sono
proprietà di residenti che ne possiedono le chiavi. In
una turbina eolica si può entrare, salirne le scale, arrivare alla stanza dei rotori. Da li’, premendo un pulsante, si libera la pala alla forza del vento e premendone un secondo si apre il tetto da dove si può ammirare lo straordinario equilibrio tra natura e modernità che caratterizza questa isola.
Alla fine dei '90 qui importavano energia prodotta
con il carbone. Nel 1997 hanno vinto una gara governativa per diventare un laboratorio di sostenibilità. Il comune e i suoi abitanti (Samsingers), aiutati
dal governo danese tramite abbattimenti fiscali, hanno affrontato un investimento da 28 milioni di Euro
per l’installazione delle 21 turbine a vento (quelle a
terra sono costate 570 mila Euro l’una, mentre quelle “off-shore” 2,2 milioni di Euro). Nel 2001 avevano dimezzato le emissioni inquinanti, nel 2003 raggiunto l'autosufficienza energetica (pulita) e dal 2005
Samso restituisce alla Danimarca elettricità prodotta
dal vento e dal sole, facendo, quindi, profitti. L’investimento nell’eolico e il supporto del governo danese non sarebbero bastati a raggiungere questo obiettivo senza la determinazione, debbo dire, tutta nordica, dei “samsingers” nel far diventare l’isola un
paradiso sostenibile. Gli abitanti infatti, hanno adPagina 4
dobbato i tetti delle loro case con il muschio per mantenere il calore, ci hanno inserito pannelli solari grandi
come lucernai per l'acqua del boiler. A Samso il sole
si vede da maggio a fine agosto e per riscaldarsi usano
paglia e trucioli di legno, le biomasse. Fieri della loro
quotidianità ecologica, diversi farmers hanno acquistato in continente motori che possono essere alimentati
dall'olio di canola, un fiore giallo ocra buono per condire l'insalata e far muovere trattori. Nell'Isola di Samso l'elettricista Brian Kjaer ha sistemato in giardino
una turbina più alta di casa e risparmia 2 mila euro
l'anno. Erik Koch Andersen, tra i più radicali, in garage ha un trattore, un'auto e persino una pressa alimentati dall'olio dei fiori. Non basta, vogliono importare
auto elettriche, sfruttare le onde del mare, far crescere
il riuso, vivere di raccolti e turismo leggero. Ci si sposta principalmente a piedi, in bicicletta o su carri trainati da cavalli, offerti anche ai sempre piu’ numerosi
turisti attratti proprio da questa “unicità” dell’isoletta.
E partendo dalla loro piccola isoletta, sono certi che
cambieranno il mondo!
Che bell’esempio!
In un’Italia in cui si discute ancora se l’eolico sia o meno antiestetico, e in cui il sostenibile sta diventando
sempre più in fretta solo una nuova fonte di guadagno
(legale e a volte illegale), chissà quando sarà possibile
raggiungere un traguardo simile.
Piazza del Popolo
02013 Antrodoco (RI)
Anno 3, Numero 21
Vivere Ecologico
SPECIALE NATALE: Suggerimenti ecologici per
di Ernestina Cianca
regali e addobbi
Ornamenti natalizi ecologici
Alcuni dei materiali che vengono comunemente usati
per gli addobbi dell’albero e della casa, come lametta,
neve spray o colori spray, alluminio e carta da regalo
metallizzata, i capelli d’angelo spesso prodotti con fibra
di vetro, possono nascondere insidie sia per la nostra
salute che quella dell’ambiente. Preferite materiali naturali:
• stelle di paglia, pigne d'abete, noci, piccole mele
ecc. per decorare l'albero e la tavola;
• cotone sbiancato con ossigeno (senza cloro) per un
albero "invernale";
• cera d'api per candele e figure; carta e cartone per
decorare le finestre;
• legno e assi di legno per ricavarne figure;
pasta a base di sale ("pasta matta"), che potete arricchire di profumi natalizi con l'ausilio di spezie.
Regali
La ricerca del regalo natalizio rappresenta spesso un
momento di stress per molti di noi. Doverlo pure cercare ecologico potrebbe essere un ulteriore elemento Tanto più che in genere, non possiamo negarlo, i regali che
hanno il marchio “ecologico” (prodotti biologici e fatti
di materiali riciclati o facilmente riciclabili) sono spesso piuttosto costosi. Quelli che vi suggeriamo sono solo
dei piccoli accorgimenti per rendere il vostro Natale un
po’ più verde, senza stress e senza troppi soldi, anzi,
magari risparmiando un pochino.
Per i bambini
ammettiamolo, i nostri figli sono pieni di giocattoli di plastica, con
pile, interruttori adattatori, cavi, antenne, caricabatterie,
schermi al plasma, telecomandi e altoparlanti, che sono
stati usati per massimo mezz’ora….e poi dimenticati. Sono talmente abituati alla tecnologica, all’uso del computer
o dei videogiochi, che regalargli qualcosa in legno potrebbe essere un’esperienza nuova e interessante. Un burattino in legno, uno strumento musicale, ma per i più
grandi, anche una memoria flash in bambù (la trovate
a 10 Euro per 1GB) o una penna USB incastonata in
un piccolo tronchetto in legno (da 70 Euro), come
quelli che vedete in Figura 1, potrebbero essere regali unici e graditi.
Oggetti in legno o materiali organici:
Per grandi e piccini:
Un bel libro o una bicicletta, ecologici (anche
se qualche albero lo si abbatte per impaginare il
libro) e salutari, uno per la mente o uno per il corpo.
Per adulti:
Non una cosa, ma un servizio, come un abbonamento al teatro, al cinema, ai concerti, oppure un viaggio, un servizio fotografico o un album fotografico un po’ speciale.
Qualcosa di equo e solidale: negozi con “equi
e solidali” si vendono prodotti che vengono da
paesi in via di sviluppo, fatti con prodotti locali e
da gente locale senza nessuna forma di sfruttamento…..Si trovano alimenti, ma anche foulard,
borse, cestini, portafoto, vestiti, agende e oggettistica d’arredo.
Un po' di solidarietà. Regalate un' iscrizione annuale a una della tante associazioni di volontariato
che si occupano di solidarietà, sostegno alla ricerca, ambiente, adozioni a distanza, ma anche più
semplicemente, sostenere una qualche causa locale e conosciuta personalmente.
…e per la confezione?
Se proprio non potete rinunciarvi, servitevi di
carta regalo ecologica, che ormai si trova in
quasi tutte le cartolerie.
L’idea alternativa: usare foulard, sciarpe, strofinacci, tovaglioli, borse di tessuto e tante altre
cose, che dopo la sorpresa possono ancora essere utili!
Pagina 5
J a n u s
Ricette
Alla ricerca del tempo perduto (M. Proust) di Anna Boccacci
[PETITE MADELEINE]
Ed ecco macchinalmente oppresso dalla giornata grigia e
dalla previsione d’un triste domani, portai alle labbra un
cucchiaino di tè, in cui avevo inzuppato un pezzetto di Madeleine. Ma, nel momento stesso che quel sorso misto a briciole di biscotto toccò il mio palato, trasalii, attento a quanto
avveniva in me di straordinario. Un piacere delizioso m’aveva invaso, isolato, senza nozione della sua causa. M’aveva
subito resi indifferenti le vicissitudini della vita, le sue calamità, la sua brevità illusoria, nel modo stesso in cui agisce
l’amore, colmandomi d’un’essenza preziosa [...].
( M.Proust )
C’era una volta la nonna . . . . . . c'erano i profumi
della sua cucina, dei suoi fantastici dolci - già le sue ricette dolci, le chiamavamo da bambini - , c'era quella
ricetta che soltanto lei sapeva cucinare e che, ancora
oggi a distanza di tempo, ci risveglia i ricordi, i profumi, i sapori dell’infanzia, come una petite madeleine di M.
Proust: risveglia ricordi sopiti che ci riportano indietro
nel tempo, anche quello perduto, di cui andiamo ostinati alla ricerca. Sapori di casa nostra, quella cucina che ci
fa sentire in famiglia ovunque ci troviamo. Ricette che
sbocciano dalla memoria e il palato ricorda lontane golosità da ricercare e rinnovare.
STRACCIATELLA IN BRODO DI GALLINA
E’ il piatto che normalmente precedeva quello più appetitoso e corposo (le fettuccine o il timballo) nelle
grandi festività (festa del
patrono, Natale, Pasqua).
Innanzitutto si prepara il
brodo di gallina con tanta
acqua, cipolla, sedano, carota, due pomodori, una patata. Quindi si prepara la "stracciatella", battendo con la
frusta 4-6 uova intere, succo di limone, abbondanti cucchiai di parmigiano grattugiato, sale. Quando il brodo è
ben consumato e bollente, si versa l'impasto a base di
uova, molto fluido, e si gira continuamente, fino a
quando non si raggruma in tanti piccoli "straccetti" (5
minuti circa).
MINESTRA DI ZUCCHINE CON UOVA E
CROSTINI
Ingredienti
Per 4 persone
500g di zucchine
1 cipolla bionda
3 cucchiai di olio d’oliva
1l di brodo vegetale
Pagina 6
1 mazzetto di basilico
2 spicchi d’aglio
4 fette di pane casereccio
2 uova
30g di pecorino stagionato grattugiato
2 pizzichi di noce moscata
sale e pepe
Preparazione
Pelate la cipolla e tagliatela a dadini.
Mondate e lavate le zucchine, tagliatele a pezzi di circa 1cm.
In una casseruola scaldate 1 cucchiaio di olio e fatevi rosolare la cipolla.
Aggiungete le zucchine e fatele dorare per 10 minuti.
Bagnate con il brodo e aggiustate di sale e di pepe.
Portate a bollore, coprite e lasciate sobbollire per 20 minuti,
mentre preparate il basilico tritato.
Pelate l’aglio e tritatelo finemente, in una padella scaldate
l’olio rimasto e fatelo appassire.
Ponete le fette di pane tagliate a dadini e rosolateli, mescolando fino a quando non sarà dorato e croccante.
Mescolate le uova, il basilico, il formaggio e 2 pizzichi di
noce moscata.
Togliete la casseruola dal fuoco, aggiungetevi il composto e
mescolate finché le uova tenderanno a rapprendersi.
Mettete la minestra di zucchine nei piatti di portata e cospargete con una manciata di crostini.
Se vi piace decorate il piatto con un ciuffetto di basilico rovesciato sul piatto e dei crostini tenuti da parte, servite subito ben caldo.
PASTA E FAGIOLI
Ingredienti
200 gr di fagioli secchi (borlotti), 150
gr di pasta (ditali rigati), olio d'oliva,
due patate, un gambo di sedano, una cipolla,un pezzetto di
lardo di maiale, un pomodoro maturo o un cucchiaio di salsa
di pomodoro.
Preparazione
Mettere in una pentola, il lardo battuto finemente, un dado
da brodo, la cipolla, il sedano, le patate e il pomodoro e i
fagioli precedentemente cotti; lasciare insaporire fino a
quando le verdure saranno cotte. Aggiungere due litri circa
d'acqua e portare ad ebollizione ,aggiungere la pasta e ultimate la cottura.
MARITOZZI CON UVETTA
Ingredienti ( 12 maritozzi)
gr. 200 di farina
gr. 20 di lievito di birra
un uovo
gr. 50 di burro (o margarina)
un pizzico di sale
Anno 3, Numero 21
Ricette
3 cucchiai colmi di zucchero
gr. 100 di uvetta secca lavata e ammollata
un cucchiaio di buccia di arancia candita a pezzetti
Preparazione
Preparate l'impasto con la farina e il lievito di birra, l'uovo e il
burro. Lavoratelo energicamente ed unite due cucchiai di zucchero, quindi mettetelo in luogo tiepido a lievitare.
Quando l'impasto è raddoppiato di volume, lavoratelo incorporandovi l'uvetta e la buccia d'arancia, quindi dividetelo 12 pezzi
con forma ovale, mettete la teglia in luogo tiepido e lasciate lievitare ancora un paio d'ore: infornate quindi a oltre 250 gradi per 67 minuti; i "maritozzi" devono riuscire dorati e morbidi. Toglieteli
dal forno e pennellateli col rimanente zucchero, sciolto in pochissima acqua.
Rimetteteli nel forno spento, ma ancora caldo, per qualche minuto perché asciughino in superficie. La caratteristica dei maritozzi è
la morbidezza; non si deve pertanto formare la crosta in cottura.
TISICHELLE
Le tisichelle sono delle ciambelline,
così chiamate poiché dopo cotte presentano una superficie lucida, di colore giallognolo, che fa chiaro riferimento al colore della pelle dei soggetti affetti da un male (tisi) molto
diffuso nel XIX secolo. In genere rappresentavano una specie di
pane condito, per cui venivano utilizzate nelle merende, in occasione delle fiere, oppure durante gli spuntini in cantina con gli
amici, inzuppate nel vino, come accompagnamento ai salumi. La
loro composizione è del tutto simile alle varie ciambelle (o biscotti) non dolci che si usavano nelle varie feste patronali. Le
tisichelle hanno una notevole somiglianza (se non identità) con i
famosi “tarallucci”, a proposito dei quali, quando vengono usati
in chiusura di cerimonie e riunioni poco importanti e inconcludenti, si dice che: “tutto finisce a tarallucci e vino”.
Ingredienti
mezzo kg di farina, acqua, sale e lievito, 100 grammi di olio extravergine di oliva, mezzo bicchiere di vino bianco e, facoltativamente, i semi di anice (o di finocchio) bagnati nel vino.
preparazione
Si impasta il tutto e quindi si formano dei cilindri di pasta, della
grandezza di un dito mignolo, con i quali si confezionano delle
ciambelline, di grandezza variabile secondo i gusti, che si dispongono nella teglia unta sul fondo per essere cotti al forno a 200°
per venti minuti. Secondo le antiche usanze, come per gli altri
tipi di pane “biscotto”, prima di introdurle nel forno, si mettevano a sbollentare per qualche minuto in acqua salata, lasciandole
poi asciugare per qualche minuto sopra un canovaccio pulito.
Ottimi per accompagnare la colazione del mattino,
il caffè, il tè pomeridiano o una bella tazza di cioccolata calda, insomma sono buoni in qualsiasi momento decidiate di gustarli.
Ingredienti:
500 g. farina
125 g. zucchero
50 g. latte
100 g. olio
2 uova
10 g. ammoniaca per dolci
1 scorza limone grattugiato
1 pizzico sale
Preparazione
Mettere la farina sulla spianatoia ed aggiungere
tutti gli ingredienti, unendo, per ultima, l'ammonica dopo averla sciolta in un pochino di latte tiepido.
Impastare fino ad ottenere un composto tipo pasta
frolla, se l'impasto dovesse risultare troppo duro,
aggiungere ancora un pochino di latte.
Prelevare un po' di composto con le mani e dare la
forma desiderata, l'altezza del biscotto deve essere
di circa 1/2 cm.
Passare la parte superiore nello zucchero semolato
ed infornare a 180° per circa 20-25 minuti.
...
BISCOTTI TRADIZIONALI DELLA NONNA
Questa ricetta è molto semplice, come il sapore di questi biscotti,
velocissimi da fare e che ricordano i sapori di una volta.
Non hanno burro, la ricetta originale prevedeva l'uso dell'olio
d'oliva. Il biscotto rimane croccante fuori e morbido dentro, aromatizzato con una scorza di limone profumatissimo che dona a
questi biscotti un profumo unico!
Pagina 7
A Scuola con il
J a n u s
DIREZIONE DIDATTICA DI ANTRODOCO
SCUOLA DELL’INFANZIA E SCUOLA PRIMARIA
DI BORGO VELINO
poi le vinacce vengono spremute dal torchio, infine il mosto viene messo nella botte, dove diventerà vino.
Alla fine stanchi, ma contenti, siamo tornati a scuola.
La mattina del 26 ottobre siamo andati nella vigna del
nostro amico Mattia per assistere alla vendemmia.
La vigna era formata da tanti filari di uva nera
(Montepulciano d’Abruzzo) e di uva bianca (Malvasia).
I grappoli venivano tagliati con le cesoie, delle forbici
molto pericolose, che venivano riposte, dopo l’uso,
dentro un corno di mucca.
L’uva, divisa per colore, veniva versata nelle bigonce
per poi essere trasportata in cantina.
Siamo scesi tra i filari per piluccare l’uva: era dolce,
fresca e dissetante all’interno, mentre la buccia rimaneva aspra e dura.
Il papà di Mattia ci ha regalato
alcuni grappoli di uva che noi abbiamo portato a scuola.
TUTTI IN CANTINA
Nel pomeriggio, dopo pranzo,
siamo andati nella cantina per vedere come si fa il vino: per prima
cosa si versa l’uva nella pigiatrice,
Soluzione Sudoku n°14
9
4
7
2
1
5
5
2
8
8
5
6
7
3
1
6
3
4
8
2
1
7
9
3
1
5
6
8
4
8
9
2
7
9
7
9
7
4
6
2
9
8
2
3
6
5
Pagina 8
4
1
1
5
7
6
3
8
6
3
3
1
4
1
7
9
5
4
3
2
4
2
5
1
2
9
6
7
8
8
9
4
5
6
3
ESPERIMENTO A SCUOLA
Prima abbiamo staccato gli acini dal grappolo. Poi li abbiamo spremuti e li abbiamo versati in un barattolo di vetro.
Dopo qualche giorno il mosto ha cominciato a cambiare
colore e ha incominciato a fermentare. Trascorsa una settimana abbiamo filtrato il mosto per togliere le vinacce.
Ora stiamo aspettando che il mosto si trasformi in vino,
ma il liquido è ancora torbido e il suo profumo si avvicina
di più all’aceto che al vino!
Pazienza riproveremo il prossimo anno!
Gruppo alpini Antrodoco
Anno 3, Numero 21
I “50 anni” della Chiesetta alpina sul Monte Giano
Davvero particolare la giornata del 4 ottobre per la famiglia del
sempre più numeroso “gruppo alpini”di Antrodoco. La celebrazione dei
50 anni dell’inaugurazione della chiesetta sul Monte Giano dedicata alla
“Madonna della Julia” non poteva essere festeggiata in modo migliore se si
pensa al calore e alla simpatia manifestati dalla cittadinanza. Un attestato di
simpatia e di affetto spontaneo e
singolare a conferma della credibilità
che il “Gruppo” ha saputo conquistarsi
in questi anni nel contesto locale. La
ricorrenza non poteva passare sotto
silenzio per il significato, non solo
simbolico, che il piccolo edificio
“sacro” ha rappresentato - e continua
a rappresentare - per il territorio. Da
lassù, da quella splendida balconata naturale, è esso a
vegliare come “sentinella” sulla vallata. Ed è per questo
forse che la sua “nascita” - nell’ormai lontano 4 ottobre 1959 - è entrata a far parte degli avvenimenti più
significativi nella storia del paese. L’iniziale proposta
dell’allora “capo-gruppo” Tonino Galgani di costruire
la chiesetta proprio sul quel massiccio, fu accolta con
un certo scetticismo; a molti apparve impresa ardua
per le difficoltà e gli ostacoli che la scelta comportava. Ma con l’andar del tempo - vista anche la disponibilità espressa da alcuni alpini che condivisero l’idea -
le cose cambiarono e arrivò anche l’adesione della popolazione.
L’attuale Gruppo Alpini ha voluto celebrare questa ricorrenza
con una duplice finalità: ringraziare tutti coloro che credendo
nell’ambizioso progetto, contribuirono con sacrificio - in quattro mesi di duro lavoro - alla realizzazione. Non meno importante l’altra finalità, quella cioè di far rivivere la splendida avventura facendone conoscere aspetti ed elementi meno noti
attraverso la pubblicazione di un opuscolo. Iniziativa questa,
resa possibile grazie alla disponibilità dell’Assessorato al Turismo della Provincia di Rieti e utile per dar conto del generoso
impegno dei tanti “alpini” e/o “amici degli alpini”, spesso dimenticati, che non fecero mai mancare il loro apporto - umile ma
prezioso - per portare a termine l’impresa. L’opuscolo, piacevole per la veste tipografica, è anche un interessante documento fotografico proponendo immagini particolarmente suggestive che integrano in modo funzionale il testo. Due i momenti
clou della giornata: al mattino sul Monte Giano e nel pomeriggio presso il Museo storico. Semplice ma sentita ed emotivamente partecipata è stata la cerimonia nella chiesetta con la
presenza di numerosi cittadini saliti fin lassù per condividere
con gli alpini la particolare ricorrenza. All’immancabile alzabandiera ha fatto seguito un momento di riflessione e di preghiera
per ricordare quanti con coerenza e coraggio hanno consacrato
- e consacrano ancora oggi - la vita per fedeltà al proprio dovere. E ciò in piena sintonia col monito indicato dalla pietra murata nella chiesetta dedicata alla “Madonna della Julia e a coloro che
non sono tornati”. Un abbondante rinfresco, offerto dal Gruppo
Alpini, ha rallegrato e concluso la piacevole - anche dal punto
vista climatico - mattinata. In serata “festa grande” presso l’atrio
della sede Comunale (“Palazzo Blasetti”) dove è stata allestita
una suggestiva e quanto mai formativa mostra fotografica. Un
racconto visivo, ricco e particolareggiato, che ripercorre ed esplicita in modo chiaro ed inequivocabile l’impegno del Gruppo Alpini in 50 anni di vita; un percorso conoscitivo che è stato
visitato da persone d’ogni età, non solo per semplice curiosità.
Alla cerimonia commemorativa, con i numerosissimi cittadini,
Pagina 9
J a n u s
A.N.A.
Sezione di Roma
Gruppo Alpini Antrodoco
Sede in, Antrodoco(RI) via del ponte, 8.
Capo Gruppo : Antonio Santopinto
tel 347/8211920
sono intervenuti il sindaco Maurizio Faina, il Presidente della
sezione di Roma Enzo Fuggetta, il Dirigente scolastico Maria
Vincenza Bussi, il colonnello degli Alpini Castrucci Francesco
(da Perugia), rappresentanti della locale Stazione dei Carabinieri , della Protezione Civile, delle Associazioni Combattentistiche
e d’Arma, del CAI - ringraziato per la proficua e fattiva collaborazione esistente - e del Centro Anziani, cui va il merito di aver
arricchito con un supplemento di dolci il già variegato bouffet
preparato dalle consorti degli alpini, con cui si è conclusa la piacevolissima serata. Particolarmente gradita la presenza delle rappresentanze dei Gruppi di L’Aquila ,Ocre e Pianola, che, pur
nelle ormai note difficoltà conseguenti al terremoto del 6 aprile,
hanno voluto esprimere amicizia e riconoscenza al Gruppo di
Antrodoco. Quando si dice “spirito di corpo”! Dopo la relazione del capo gruppo è seguita una toccante cerimonia con la
consegna di una targa-ricordo ai protagonisti “storici” di quel
successo; un pensiero grato è stato rivolto anche a chi di loro
non è più in vita. Altresì significativa la consegna degli attestati
e dei distintivi d’oro (per i 50 anni di fedeltà ad Andrea Petrelli)
e d’argento (per i 40 anni di fedeltà a Pascasi Vittorio, Cenfi
Lorenzo e Antonio Santopinto). Consensi e apprezzamenti, non
di circostanza, sono stati espressi da più parti sia per l’organizzazione - puntuale e curata - che per l’annullo PT celebrativo
dell’evento. Pregevole, al riguardo, è risultata la stampa di tre
foto della chiesetta andate letteralmente “a ruba”. Un ufficio PT
mobile infatti - allestito nello stesso atrio del Palazzo comunale
- è venuto incontro alle esigenze dei numerosi utenti - non solo
filatelici - dalle ore 15 alle ore 20. La chiesetta - in quel solitario luogo contornato da una natura splendida e incontaminata resta una testimonianza d’affetto per il Paese da parte degli Alpini. Un’eredità, non solo materiale, di cui ci si deve sentire tutti
un po’custodi ( a cura del gruppo alpini ).
Escursionismo
Regali ed arcigni, i Monti della Duchessa si
ergono aspri e desolati all' estremo limite sud orientale del Cicolano, al confine con l' Abruzzo, situati nell'
imponente catena del monte Velino. Pochi luoghi
come questo , esprimono la propria storia e la propria imponente morfologia attraverso l' attribuzione
di toponimi felicemente descrittivi, evocativi di un
misterioso ed impervio passato.
La catena dei Monti del Velino, di cui i Monti della Duchessa occupano il lato occidentale, deriva il suo nome
dalla radice dell' antico dialetto Marsicano " vel " che
significa " distesa d' acqua ", a ricordare come, caratterizzante di tutti questi luoghi, sia proprio l' abbondanza delle acque che, insieme con il fenomeno del
glacialismo, hanno profondamente forgiato questi
ambienti.
Luogo selvaggio e misterioso, fonte di ispirazione di
miti e leggende, fin dalla piu' remota antichità, la
Montagna della Duchessa deve il suo nome all' ingegnere bolognese Francesco De Marchi; la denominazione Montagne della Duchessa infatti compare verso la
fine del XVI secolo, quando Margherita D' Austria,
duchessa di Parma e Piacenza, signora del ducato di
Leonessa e di Cittaducale, torna in questi luoghi con
Francesco De Marchi dopo esservi già stati insieme diverse volte. Redigendo la cartografia della regione, De
Marchi dedica questi monti imponenti a Margherita, a
cui resterà vicino per cinquanta anni, seguendola in
tutti i suoi viaggi.
Le Montagne della Duchessa poggiano il piede
sulla piana del Cammarone, su cui si affaccia il paese
di Corvaro. Il lato settentrionale della Duchessa è delimitato da Valle Amara, stretta ed impervia, faticosa e
lunga da risalire, mentre il lato meridionale è concluso con l' imponente bastione roccioso del Murolungo, del quale il toponimo esprime perfettamente l'
aspetto, alla base del quale troviamo il Vallone di
Teve che segna la separazione tra i Monti della Du-
Tel. 0746-578231
Pagina 10
…
Anno 3, Numero 21
Duchessa!!!
di Franca Maria Palumbo
chessa e il massiccio del Velino. Il Murolungo(2.184 mt.) che delimita
a sud est il Piano della Duchessa e dove troviamo il laghetto omonimo,
si caratterizza per i suoi burroni e i salti rocciosi in cui il carsismo ha
scavato anfratti, rientranze e grotte, fra le quali la mitica Grotta dell'
Oro , avvolta nel mistero e nella leggenda.
Si tratta di un ampia e profonda caverna, in cui i racconti popolari hanno situato immense ricchezze e tesori nascosti, ma nella quale il vero tesoro, l' oro puro che in essa si custodisce, è l' acqua, frutto dello stillicidio delle rocce che dona frescura e riparo nelle torride
giornate estive ai pastori, ai mandriani, ai carbonai che percorrono
questo altopiano deserto e selvaggio, conducendo una vita dura e
solitaria nei mesi estivi.
L' ultimo avamposto umano prima di inerpicarsi su per la Montagna della Duchessa, è costituito da Cartore, un borgo antico che ha
subito la sorte dell' abbandono per lungo tempo, ma che oggi si sta
risvegliando a nuova vita, grazie all' intervento della locale Comunità
Montana. Da Cartore parte una mulattiera che si trasforma presto in
un ripido sentiero che , attraversando la faggeta del Vallone di Fua e
della Valle del Cieco, raggiunge il vasto piano dove si trova il Lago
della Duchessa (mt. 1.788 slm).
(*tristemente famoso durante la prigionia di Aldo Moro.).
Il Piano della Duchessa è delimitato su tre lati da Monte Morrone
a nord, il Costone a est a da Murolungo a sud di fronte al quale si trova la sorgente di Fonte Salomone, ricca d' acqua tutto l' anno. In questa
vasta area privata, punteggiato da piccoli stazzi di pietra, pascolano
indisturbati gregge e mandrie fra distese verdeggianti, ravvivati da
fiori policromi che occhieggiano fra le ondulazioni dei terreni caratterizzate da numerose doline e tracce di erosione glaciale. Da qui si
può ridiscendere a Cartore, attraverso il valico del Malpasso, sotto il
Costone e , superata cima di Macchia Triste, percorrendo il Vallone di
Teve, dove prima di raggiungere il magnifico bosco di faggi che lo
ricopre, si incontra la vasta conca di Capo di Teve, in cui si trova un'
altra piccola sorgente.
Le Montagne della Duchessa hanno rappresentato da sempre un
limite invalicabile, un mondo impervio ed inaccessibile ai piu', regno
incontrastato solo dei pastori e dei briganti, gelosi custodi di questi
luoghi incontaminati Esplorati solo dai mandriani e da pochi avventurosi geografi, questi monti imponenti ed austeri, dopo il 1860, divennero ideale rifugio di briganti che si riunirono in bande per sfuggire alla cattura delle truppe regolari, sfruttando l' isolamento dei
luoghi e le leggende su di esso.
Le Montagne della Duchessa vennero considerate la dimora dei
mitici uomini selvatici, oscure creature capaci di vivere fra i gelidi
freddi dell' inverno e le torride calure dell' estate. Sede dell' ignoto e
dominio incontrastato delle forze naturali, le Montagne della Duchessa
furono considerate anche luoghi di culti misterici e di riti magici,
celebrati in questo gran tempio della Natura al cospetto delle sfuggenti forze cosmiche.
NB: Tratto dalla rivista Scenari n. 1/2004.
La tradizione popolare, affidatami dai miei nonni, dei borghi
abitati alle falde della Duchessa, quali Torano, frazione di Borgorose, in cui sono cresciuta, ha determinato nell’immaginario collettivo
un sorta di approccio negativo alla naturale bellezza dei luoghi. La
Duchessa è stata vista in tempi poco recenti, come luogo impervio,
L’ abitato di Cartore, ai piedi della Duchessa
chiuso e praticamente irraggiungibile ai comuni
mortali, mistificato da un alone di magico fatalismo che sentiva la montagna come entità capricciosa, a volte malefica nel rapporto con
l’uomo, capace di trasformare repentinamente
una giornata serena in un violento temporale
per punire i malcapitati visitatori colpevoli solo
di avere osato sfidarla.
Essendo una bambina cagionevole ed
inappetente, mio nonno Francesco, montanaro
dai modi rudi e mentore dall’animo colto e sensibile, mi accompagnava in lunghe passeggiate
che più che il mio appetito, stuzzicavano la mia
curiosità, perchè Nonno mi parlava di essere
magici un po’ streghe, fate e folletti, ma anche
briganti, eroi mitizzati, novelli Robin Hood, che
vivevano tra quei monti e che scendevano a
valle nelle lunghe e fredde notti d’inverno per
dispensare ogni forma di magico bene ai buoni
e severe e barbare punizioni ai malvagi. Per
questo sono cresciuta con l’idea che “la Duchessa toccasse il cielo” in senso fisico perché la
vetta pare squarciasse le nuvole per immergersi
nell’azzurro e metafisico, perché fosse un incantato anello di congiunzione tra cielo e terra,
uomo e natura.
La frequentazione fisica della Montagna, in età adulta, le ha reso giustizia ai miei
occhi. Ho visto pochi luoghi così aspri e desolati esprimere una suggestione così intensa.
Escursione al Lago della Duchessa, maggio 2007
Pagina 11
J a n u s
Attività Sezionali
Dalla California al “rampichino”fino al Cicloescursionismo
tutto ...sull’ultima disciplina nata all’interno del Club Alpino Italiano
La mountain bike è un mezzo
molto apprezzato da chi pratica la montagna e, dalla sua
nascita ad oggi ha subito una
grande evoluzione, tanto che
la sola parola mountain bike
non è più sufficiente ad individuare un unico modello di
bicicletta, oggi piuttosto sentiamo parlare di Cross
Country, All Moutain, Down
Hill, Free Ride, a seconda
delle applicazioni.
E pensare che la nascita della
mountain bike risale “solo”
alla fine degli anni ’70, quando un gruppo di ragazzi, inconsapevoli dello sviluppo che avrebbe
avuto in seguito, scoprirono il divertimento di
correre a tutta velocità sulle ripide discese delle
colline sovrastanti la baia di San Francisco nella
Marin region in California. Le uniche biciclette
che allora si dimostrarono abbastanza robuste da
sopportare le sollecitazioni del terreno furono le
“Schwinn Excelsior”, costruite già dagli anni ’30
per i fattorini che consegnavano la posta a domicilio. Queste biciclette, con le dovute modifiche,
si prestavano molto bene in discesa, ma non possedevano nessuna qualità per affrontare le salite.
Risalire ogni volta sui pendii a piedi, spingendo a
mano la bici, non era affatto un divertimento.
Così uno di loro – un certo Gary Fisher, diventato poi uno dei maggiori produttori di mountain
bike- pensò di applicare dei cambi speciali alla
trasmissione per poter pedalare anche in salita.
Altri, come Joe Breeze, intuirono l’importanza
della geometria del telaio e cercarono di alleggerirlo. Da quel momento si mossero passi fondamentali verso la mountain bike come oggi la co-
Cocco Assicurazioni srl
Viale Matteucci 10/f, 02100 Rieti
tel. 0746/271717 fax 0746/269414
Via G. Matteotti 23/a Poggio Mirteto
tel. e fax 0765/24369
[email protected]
C L U B A L P INO I T A L I A N O
Foto e testo di Roberto Marinelli
nosciamo. Il fenomeno
mountain bike dilagò in tutti
gli Stati Uniti e più tardi, negli anni ottanta, in Europa.
In Italia, quando la bici fuoristrada era ancora sconosciuta, la ditta Cinelli, con buona
intuizione, nella primavera
del 1985 lanciò sul mercato il
modello Rampichino, dal
nome dell’uccellino che si
arrampica sugli alberi. L’idea,
così come il nome si dimostrò vincente e divenne sinonimo in Italia di Mountain
Bike. Il continuo susseguirsi di innovazioni tecnologiche portò velocemente a trasformare quello che era un divertimento “stravagante”
tra amici in una nuova disciplina sportiva che, esattamente vent’anni
dopo ad Atlanta, sarebbe entrata a far parte delle discipline olimpiche. In un primo momento lo spirito agonistico prevalse su quello
escursionistico sviluppando le discipline del “Down Hill” e “Cross
Country” poi, all’inizio degli anni ’90, si affermarono i primi escursionisti, che si interessarono al mondo della mountain bike perché
lontano dal traffico, rumore e smog; prendeva così forma una nuova filosofia che ricercava momenti di crescita e di qualità sul piano
psico/fisico, sviluppavandosi intorno a valori come l’amore per la
natura e gli ambienti incontaminati, ma anche le forti emozioni.
Ed è proprio da qui che nasce l’interesse da parte del CAI a questa
disciplina. La maggior parte di chi organizza attività di Mtb si rivolge ad un pubblico di sportivi e di agonisti, oppure invoglia alla velocità e al puro divertimento sfruttando le pendici delle montagne
come nel caso del Down Hill. In alcuni casi purtroppo si vedono
anche atteggiamenti di mancanza di rispetto sia per l’ambiente che
per le altre persone che frequentano la montagna.
Forse è per questi motivi che all’interno del CAI si è discusso molto tra i sostenitori e i contrari ad un riconoscimento dell’uso della
bici in montagna. Fortunatamente ha prevalso l’idea di chi sente
l’esigenza di proporre un modo nuovo di andare in Mtb, con la necessita di regolamentarne il suo utilizzo in montagna.
Con lo stesso spirito di chi anima ogni attività CAI, con la cultura e
l’esperienza più che secolare del sodalizio, semplicemente utilizzando la Mtb come strumento per andare in montagna, si può frequentarla e conoscerla, nel pieno rispetto dei luoghi, dell’ambiente e degli
altri fruitori, di chi in montagna ci vive e di chi la frequenta per diletto. Questo per il CAI significa fare “cicloescursionismo”: dare
voce a chi pratica la mountain bike con spirito escursionistico, con
genuina passione per la natura, a chi è abituato a muoversi in silenzio, a chi ama la sana fatica, a chi non considera l’ambiente montano semplicemente come un luna-park.
Per questo motivo, con delibera del 22 novembre 2008, il comitato
centrale di indirizzo e controllo del Club Alpino Italiano ha ufficialmente riconosciuto il ciclo escursionismo come una ‘propria’ attiviPagina 12
Attività Sezionali
Anno 3, Numero 21
tà istituzionale, inserendo il relativo
gruppo di lavoro nell’organo tecnico
centrale della commissione centrale di
escursionismo. Il nuovo gruppo di ciclo escursionismo si è insediato a Milano nel gennaio del 2009
presso la sede centrale e si è immediatamente messo
a lavoro. Le principali finalità del gruppo sono definire la pratica dell’escursionismo con la mountain
bike quale attività CAI e coordinarne gli aspetti tecnici e formativi. Così, con l’obiettivo di fornire da
subito una linea guida ai tanti soci appassionati di
questa pratica, il gruppo ha emanato due importanti
documenti: il Codice di autoregolamentazione del ciclo escursionista e la
scala di difficoltà. In questo modo sono state poste le basi tecniche e normative dell’attività a scala nazionale.
Il codice di autoregolamentazione ha il compito di “individuare un metodo
comportamentale corretto nell’approccio alla montagna con lo strumento
mountain bike” al fine di “ non nuocere a se stessi, agli altri e all’ambiente”.
E’ diviso in tre diverse parti:
1-Norme ambientali: indicazioni su come scegliere i percorsi senza arrecare
danno all’ambiente, sulle tecniche di guida;
2- Norme tecniche: indicazioni sulle condizioni meccaniche del mezzo, abbigliamento e uso del casco;
3- Nome di sicurezza: indicazioni sul corretto comportamento da avere durante la guida del mezzo, scelta dei percorsi in base alle capacità tecniche e
fisiche.
La scala di difficoltà dei percorsi è finalizzata ad uniformare le indicazioni
sul tracciato fornite dalle varie sezioni. Vengono separate le valutazioni della
difficoltà fisico/atletica e della difficoltà tecnica di un percorso, in particolare deve essere espressa con le seguenti modalità: dislivello in metri, distanza
in km, una sigla per indicare la difficoltà in salita e una per indicare la difficoltà in discesa.
Sulla scia di queste iniziative prese a livello nazionale, anche la nostra sezione di Antrodoco si sta attivando per formare un gruppo di lavoro che promuova il Cicloescursionismo nel nostro territorio. E’ da più di un anno che
si stanno organizzando escursioni lungo i percorsi più vicini alle nostre
montagne, e non è difficile rendersi conto delle vaste opportunità che queste
offrono. Ne abbiamo per tutti i gusti, dalle più pianeggianti “passeggiate”
lungo il fondo valle, alle più impegnative salite a cui si accede in pochissimi
Lunedì Chiuso
km, tutte contornate da un fantastico
paesaggio in ogni stagione dell’anno.
Abbiamo molte idee per il futuro, oltre
naturalmente a pedalare, vorremmo
tracciare e segnare i percorsi seguendo
le indicazioni della commissione nazionale, incontrarci e confrontarci con le
altre sezioni CAI che a loro volta stanno lavorando molto in questo settore.
Siamo ancora agli inizi, ma crediamo
che questa sia uno grande opportunità
che potrà coinvolgere molte persone di
ogni età e di qualsiasi livello di preparazione fisica.
Invitiamo a questa attività tutti coloro
che già usano la Mtb e chiunque voglia
iniziare ad unirsi a noi per aiutarci a far
crescere questa passione, vedendola
non solo come sfogo e/o sforzo fisico’
ma anche come una concreta opportunità di svago e divertimento, oltre che
occasione conviviale e di confronto.
Parafrasando un noto film ‘Fuggo dalla
città: la vita, l’amore e……la MTB!!”.
Buona pedalata!
Pagina 13
Attività Sezionali
J a n u s
L’invito di Janus: Domenica 7 Marzo 2010
C L U B A L P INO I T A L I A N O
VIIa ed. TRENOTREKKING e … Ciaspole
Itinerario:
Treno - Antrodoco FS– Rocca di Corno FS ( si può partire anche da Rieti, Terni).
Trekking - Descrizione dell'itinerario:Dalla stazione di Rocca di Corno, si attraversa la SS17, si
sale all’abitato di Castello di Corno dalla cui sommità parte un sentiero che in una prima parte risale a mezza costa , poi si esce sui prati presso uno stazzo( lu moro) , si prosegue aggirando un
grande fosso, e poi al limite della faggeta si piega a sx, (nord), verso il rifugio Cagnano, 1400m.
Da qui, attraverso i prati di Cinno, si scende in località Vignola, dopo il Santuario della Madonna
delle Grotte, attraverso le Gole di Antrodoco, luogo dei primi moti del “Risorgimento Italiano”, Guglielmo Pepe, si arriva all’omonimo paese.
Info&Prenotazioni:
Contattare gli Accompagnatori Escursione
entro le 20.00 del venerdì; i soci devono essere in regola con l’iscrizione dell’anno in corso, per i non soci è obbligatoria la copertura
assicurativa di 4 €.
AE-EAI Boccacci Eligio, tel. 338/8836700
Difficoltà: T, Facile, EAI-SA
Abbigliamento idoneo ad escursioni invernali, guanti e cappello di lana, giacca
a vento, ghette, fattibile con ciaspole, sci
fondo escursionismo/alpinismo, piccozza
e ramponi, a secondo del tipo di innevamento che si trova.
Tempo effettivo: 5 ore
Dislivelli: Salita m 350
Discesa m 700
Pagina 14
_N.B.:Munirsi di biglietto per il treno _
Programma:
Ore 9.30 Ritrovo P.le Stazione Antrodoco C. Fs.
Ore 9.51 Partenza in treno per Rocca di Corno
Ore 10.08 Arrivo Stazione di Rocca di Corno
Ore 10.15 Partenza escursione
Ore 12.45 Arrivo a Rifugio Cagnano
Ore 14.00 Arrivo al S. Madonna delle Grotte
Ore 14.30 Arrivo ad Antrodoco
C L U B A L P INO I T A L I A N O
Attività Sezionali
Anno 3, Numero 21
Programma Escursionismo 2010
06/01/merc
Monte Nuria 1888m, con il CAI di Rieti da Rif. Borgovelino 1200m
24/01/dom
Gruppo del Velino- Rifugio Sebastiani 2102 m, dalla Miniera di Valle Leona
Gruppo del Velino - ANELLO DELLA DUCHESSA
da Corvaro 830m, per Rif. Campetelli
07/02/dom
14/02/dom
CAI L'AQUILA: Racchette in Gran Sasso, da Lago Racollo
EAI-SA Chiuppi P.-Crescenzi
E.
EAI-SA BAILO C. -Cianca L.
EAI-SA
IACOBACCI F.
EAI-SA FUORI PROGRAMMA
21/02/dom INTERSEZIONALE con le Sezioni CAI di SARNANO e CITTA di CA- EAI-SA
STELLO Monti Sibillini, Ciaspolata a Castelluccio di Norcia
CIANCA L.
07/03/dom Programma Nazionale Trenoescursionismo:Antrodoco FS - Rocca di Corno FS EAI-SA
Treno -Trekking e … CIASPOLE: Sottogruppo dell'Aterno Rocca di Corno-Prati di Cinno-Vignola - Antrodoco
BOCCACCI E.
21/03/dom Monti Lucretili, Anello Monte Pellecchia 1369m, da Monteflavio (RM)
Assemblea generale dei soci
28/03/dom
E
IACOBACCI F.
17:30 SEDE SOCIALE
Sudoku n° 15
4
3
9
6
1
8
7
1
5
9
2
4
6
Conosc
iamo
7
9
G
Tabaccheria
Tabaccheria--Edicola
Lotto - Libri - Profumi
Articoli per la pesca
Coltelli — Torce
2
6
9
4
4
ARRAMPICATA
A .
“Roberticola”
7
9
1
8
2
7
7
3
. A . S.
Marinelli Roberto
Via Marmorale, 73 (Salaria)
Antrodoco
Tel.Fax: 0746.578079
E-mail: [email protected]
9
1
r uppo
SPORTIVA
rrampicat
por tiva
Nel comune di Antrodont rod oco co sono presenti le seguenti strutture:
Palestra Naturale Outdoor “Parco degli Ulivi” situata alle pendici del monte Giano (Km 4+100
ss17 per L’Aquila). Per maggiori dettagli consultare
“Falesie d’Abruzzo”. Palestra artificiale di arrampicata sportiva indoor presso palazzetto dello sport,
composta da un boulder (5m x 4m) e da una parete
attrezzata (2.5 x 9 m).
Oppure a richiesta a seconda della disponibilità del
palazzetto, Contattare:
Cipriani Giandomenico 348/ 7491439
Pasquali Vittorio
338/5088259
Pagina 15
Scarica

2009 - CAI Antrodoco