Club Alpino Italiano
Sottosezione Antrodoco
Janus
Oltre… la montagna
Bimestrale Maggio-Giugno 2006
Notiziario di valorizzazione e tutela dell’ambiente montano
Tradizione e cultura:
culti in grotta
cruciverba Antrodocano
La voce del territorio:
I coralli di Monte Giano
Distribuzione gratuita - salvo SPED.IN ABB POSTALE - Euro 1
Anno 0, Numero 0
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Janus
Sommario
Editoriale
2
Tradizione e cultura:
•
Culti in grotta di Antrodoco e
delle Gole del Velino
3
•
Cruciverba Antrodocano
5
Escursionismo:
Giornata Ambientale
6
La voce del Territorio :
8
I coralli di Monte Giano
A Scuola con il Cai :
Escursione a S. Quirico e Giuditta
ABC della Montagna:
Abbigliamento
10
12
Ricette :
Cannelloni alla partenopea
Cannelloni vegetariani
Attività sezionali
•
•
•
L’invito di Janus
Prossime escursioni
La posta di Janus
13
13
14
15
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REDAZIONE
Direttore Responsabile:Boccacci Eligio
Editoriale
Sono due gli eventi che hanno ispirato questo numero: i festeggiamenti alla Madonna delle Grotte e il decennale del
“trenotrekking”. Il primo evento, molto caro a gran parte
degli Antrodocani, ci ha suggerito l’idea di parlare in modo
più laico e storico dei luoghi di culto rupestri presenti nel
nostro territorio. Prosegue con successo, invece, il programma di trenoescursionismo, nella sua decima edizione.
Questo modo nuovo di avvicinare la montagna, usufruendo
del treno o in alternativa dell’autobus, per completare la parte escursionistica, così detta mobilità dolce, fu ideato nel 1996 e
subito sposato dalla nostra sotto-sezione. Le iniziative promosse dalle sezioni e sottosezioni delle regioni italiane sono
state raccolte e diffuse in un unico programma nazionale in
collaborazione, naturalmente, con le ferrovie dello stato. Tra
gli ideatori e collaboratori, approfittiamo dell’occasione per
ringraziare e salutare il nostro amico Gianfranco Garuzzo.
Da qualche anno viene promossa anche una settimana nazionale di trenoescursionismo, e noi abbiamo avuto l’onore e il
piacere di ospitare due tappe dell’edizione Terni-Isernia del
2001. Quest’anno per il decennale, sarà inaugurata una mostra fotografica e documentaria al Museo Nazionale della
Montagna a Torino, con il materiale raccolto in 10 anni di
attività.
Noi del Cai Antrodoco, da sempre più fedeli sostenitori ed in
alcuni anni unici rappresentanti del Lazio, oltre alla partecipazione alla mostra fotografica, abbiamo portato a tre le escursioni inserite nel programma nazionale. La prima escursione del 2006, Trenotrekking e …ciaspole si è già effettuata con
successo a Marzo; è imminente la prossima, che è anche la
più importante, giunta alla IX edizione, per chiudere a Dicembre con l’ultima arrivata , treno-bus-trekking, in collaborazione con la sezione del CAI di Rieti.
Vi saluto consigliando, a chi ne vuol sapere di più per il prossimo trenotrekking di consultare la nostra rubrica Janus ti
invita.
Eligio Boccacci
Direttore Editoriale:Cianca Ernestina
Coordinamento Redazionale: Andreassi Sara
Assistenti alla Direzione: Fainelli Ruggero,
Cipriani Giandomenico
Autorizzazione tribunale di Rieti, N°8 in data 10/05/2006
Tutti i diritti di proprietà sono riservati
Club Alpino Italiano
“Sottosezione Antrodoco”
Fondata nel 1997, Sez. Rieti Sede sociale via Savelli , 3
(venerdì dalle 17 alle 18) 02013 Antrodoco, RI
Reggente: Eligio Boccacci
In copertina: sito di culto rupestre Rotte Vecchia, foto Chiuppi
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Tradizione e Cultura: Culti in grotta di
Antrodoco e delle Gole del Velino
Invitato dagli amici del C.A.I. darò alcune indicazioni su
siti storici “ in grotta” presenti in zona. Il tema non può
essere trattato agevolmente in poche righe, esiste però una
necessità di conoscenza alla quale non possiamo sottrarci.
Per tale necessità ci trasformiamo spesso in operatori turistici per questa Valle, nostro malgrado. Scopriamo come
diceva Hegel che “ il noto è quanto ci sia di più sconosciuto”..
Per parlare di culti in grotta – cioè di rituali, simboli e altro
attinenti a cavità naturali o artificiali nel suolo- è necessario iniziare dalla preistoria e dalla storia antica, che in loco
è: storia della Sabina pre-romana e romanizzata. Questo è
troppo nell’economia d’un semplice articolo e pertanto
rinvio alle pubblicazioni dell’archeologo Massimo Firmani
o ad altre occasioni; qui ci basti sapere che nella Tarda
Antichità, ovvero nei secoli di passaggio dall’impero romano ai regni Cristiano Barbarici e all’impero Romano Bizantino prende corpo per imposizione cesaropapista, per
adesione spontanea, per moda urbana più attraente, per
scelta familiare o tribale, per comodità economica, un diverso modo di vivere la religione, cioè sentire le presenze
divine non più come avevano insegnato i padri Latini,
Sabini, Etruschi ma con rituali ed organizzazioni del pensiero indubitabilmente diverse dai millenari modi che sappiamo. Tale processo durò a lungo e non si risolse con
una generazione di “convertiti”. Passò lentamente dalle
riflessioni degli intellettuali intrisi di ellenismo, ebraismo e
molto altro (Padri della Chiesa) al Santo Filosofo, il Berbero Agostino ( cui qui un’antica chiesa-forse la più antica- è
dedicata) che istituì un Canone
che ancora regge l’Occidente e
nei secoli i popoli d’Europa tutti, mescolando sincreticamente i
“ nuovi “ comportamenti religiosi con quelli consueti, diedero
forme e segni, non più eroismi
eccezionali (come il martirio),
ma comportamenti comuni a
tutte le collettività che si ritrovavano nel segno della croce, pur
negli scismi ( separazioni ereticali o meno) che ci furono e pesarono, troppo sovente negletti
dalla storia ecclesiastica trionfante. In questo lungo processo
avveniva la conquista, palmo a
palmo, del territorio perché il
nuovo dio Gesù Cristo non ammetteva coesistenze con altri
dei, sovente le mura civiche
coincidevano con la frontiera tra
il territorio cristiano e quello
pagano, quindi il contrasto città
campagna venne ad essere anche
un contrasto di religione, il cri-
stianesimo religione cittadina,urbana elegante, dotta, colta e
ovviamente di governo, il resto l’incolto, la campagna, le
bestie, le belve dominio degli dei e quant’altro che santi
monaci ( Benedetto da Norcia un nome è tutto ) si preoccupavano di evangelizzare, cambiando e cristianizzando fin
la toponomastica, per cancellare con nomi e segni la religione dei pagani. Pagani sono quelli che abitano i Poggi,
sappiamo bene quanti Poggi esistono nel nostro territorio
(dial. Poju ).Attenzione al significato letterale dell’espressione palmo a palmo nella conquista, non è metaforico ma
reale, la religione precedente, non spariva di colpo perché
infinite e molteplici erano le divinità presenti in ogni albero
in ogni sorgente, in ogni masso, in ogni anfratto . Si comprende dunque la maniacale necessità degli evangelizzatori
di segnare croci ovunque fosse possibile, pregare proprio
nei luoghi là dove i pagani s’ostinavano ad invocare i loro
dei, magari segretamente in solitudine seguendo antiche
tradizioni parentali, come consumare pasti, versare vino o
acqua in terra, accendere candele, appendere oggetti agli
alberi, ripetere antiche parole in lingue scomparse . Le grotte dedicate ai culti subirono la stessa sorte, talvolta divennero cripte d’insigni chiese o abbazie, in altre occasioni
vennero abbandonate del tutto, in altri casi si adeguarono
al cristianesimo con mediazioni di martiri e santi, come il
famoso San Venanzio, Gole dell’Aterno Pescara, oppure
come il santuario in grotta di San Michele al monte Tancia,
o ancora divennero luoghi interdetti ai buoni cristiani come
la grotta della Sibilla sul monte Vettore, per fortuna, come
vuole la Leggenda il 21 marzo costei esce e balla il saltarel-
Santuario Madonna delle Grotte anni ‘30
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lo con le sue fate e i pastori fortunati che le incontrano.
Per chi ne vuol sapere di più
In alcuni casi il monachesimo cenobitico o eremitico le utilizzò pienamente e questa spiegazione sembra plausibile per
alcune grotte delle nostre Gole, con una fioritura straordinaria
di monaci oranti nell’Alto Medioevo, al punto che addirittura
un santo d’origine interocrina Sant’Onofrio, fondò un cenobio
nel massiccio
della dagli
Maiella
. Questi
Carinella
amicivalle
delladell’Orfento
montagna ben
di protezione
agenti
atluoghi
di
culto
in
alcuni
casi
s’intrecciano
con
la
storia
dei
mosferici. Un abbigliamento
ritrovati,
Longobardi
che
qui
era
il
Ducato
di
Spoleto,
Gastaldato
Intein questo numero e nei prossi- adeguato contribuisce al berocrino,
è noto
chedei
i Longobardi
ariani in
Italia
si cattolicizzae alla
comodità
dell’emi vengono
forniti
sugge- nessere
rono
come casta
dirigente una distinzione
scursionista.
rimentipurdi mantenendo
base per quanto
guerriera
propri santi patroni, in specie San Michele Arriguarda con
l’equipaggiamento
cangelo
luminoso
combattente
spada
Per stare
beneinfuocata,
è importanteladdove
cercare
più adatto
alla pratica
dell’e- dalla
Giove
fulminante
o altri dei avevano
i sacelli
sovrapposero
di rimanere
asciutti
o,se siamoil
scursionismo
in montagna.
culto
micaelico,
la zonaparlandi fonte bagnati,
Sant’Angelo
cercaredi diMicigliano,
rimanere tra
al
Iniziamo
la trattazione
caldo ancora
e asciugarsi
più in fretta
do Val
di abbigliamento
da monla
Ravara e Raininu,
mantiene
una ilimmagine
repossibile. tradizionale; abbiatagna. Esso rinnovata
rappresenta
centemente
e unala scampagnata
partevisto
dell’equipaggiamento
di in grotta in zona.
mo
un primo sito di culto
più difficile definizione in Un’esposizione prolungata
Nelle Gole
Velino
si trova laall’umidità,
Grotta di anche
Romualdo,
prossia temperaquanto
la piùdellegata
e condima
alla
Grotta
di
Orlando
e
dei
Paladini,
vicina
al
Masso
dell’zionata ai gusti personali ed ture moderatamente basse,
Orso,
abbiamo
fatto più d’unapuò
escursione
C.A.I.
posto.
provocare
un nel
abbassaalle mode
in corso.
Sulla
tra l’abbazia
Santi Quirico
e Giulitta core La
della temperatura
Svolgemulattiera
due principali
funzioni: deimento
Mozza
c’è
la
grotta
di
san
Leonardo,
(o
fra
Leonardo).
Nella
una di protezione termica, una porea.
stessa zona il signor Mario Chiuppi mi ha segnalato la grotta
del miele e una grotta con affreschi che probabilmente riportano San Dionigi. Per quanto riguarda le Gole di Antrodoco
ce ne sono molte e non è da escludere influenza Basiliana
( cioè Bizantina ) in alcuni casi, ma sono ipotesi da verificare,
la stessa Villa Mentuccia dei Padri Claretiani, venne eretta
sopra un luogo di culto dedicato a Santo Stefano.. C’è poi San
Saliatore che è un intreccio di galli, galline e Salii latini danzanti, uova e gite di pasquetta . Presenta ancora un resto di affresco, nella storia recentissima è stata saccheggiata purtroppo;
E’ poco distante da Rottevecchia e meriterebbero entrambe
restauro cura e manutenzione. Mi raccomando SALIATORE
e non aliatore (sic). . Da ultimo, ma non ultimo, la Madonna
delle Grotte con tutto quello che oramai si accetta su : i monaci dell’alto Medioevo che dipinsero l’Icona (vedi foto piccola in copertina), Bernardina Boccacci che il 4 ottobre del 1601
riscopre l’antico luogo di culto, il santuario controriformista
ivi costruito in età moderna, con relativa colonizzazione agraria interocrina delle Gole di Vignola, di Rocca di Corno eccetera, garantita proprio dal Santuario Mariano . Nella nostra
storia Contemporanea lo slittamento delle celebrazioni Mariane dal 4 ottobre alla Ascensione – Pentecoste, con istituzione
recentissima delle processioni chilometriche (dovute alla donazione del simulacro da parte del Cardinale Tedeschini ).
Paradossalmente è nella contemporaneità che riemerge in
forme molto “ pagane”, vedi l’infiorata, i ceri, la scampagnata.
Chiusura e apertura del sacello con la statua, oggetto di culto
in grotta e altro; come se dopo due millenni, venti secoli, fosse tornato in auge il culto primaverile della grande Dea Madre,
ovunque onorata dal popolo giubilante nell’Antichità precristiana con infiorate, processioni, canti, preghiere e altro. Il
velo bianco in testa, il manto celeste sono effettivamente ancora oggi il costume nazionale che le palestinesi di Galilea
portano ancora oggi.
Tesi di Laurea di Chiara Chiuppi discussa all’Università di
Perugia che tratta dei luoghi di culto rupestri e riporta anche
quelli qui citati .
Archivi dei P.P. Claretiani e nei loro magazzini ci siano altre
documentazioni .
Manoscritto inedito del Cappuccino Padre Tarcisio Mannetti
da Micigliano sull’abbazia dei Santi Quirico e Giulitta
Biblioteca Comunale di Antrodoco nella collana Fare l’Europa editori Laterza, diretta da Jacques Le Goff, tutti i riferimenti necessari per la storia del Cristianesimo.
Da Novelle Orientali di Margherite Yourcenaur di Nostra
Signora delle Rondini .
Grazie al Signor Ezio Carloni per la disponibilità del suo Archivio
L’ABC della Montagna: Abbigliamento
La voce del territorio:
Quando a Monte Giano
Immagino di aver suscitato più curiosità che non di aver
dato risposte, questo è l’intento la discussione è aperta.
Prof. Franco Colangeli
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Cruciverba Antrodocano
Orizzontali:
1- Cavalca il somaro
1
2
3
4
5
8
9
10
12
13
14
6
7
11
5- Iniziali di trentatrè
7- Non parla
8- Articolo indeterminativo maschile
15
16
17
9- Pizzette per gli stracci (per i francesi (come si pronuncia)
18
12- Al centro degli anni
13- La provincia di “loco e sotto”
19
20
14- Ente Nazionale Idrocarburi
9
22
21
23
15- Castagna schiacciata
16- Nacque
10
24
25
26
27
17- All’inizio della cena
28
18- Spezia usata per i saltinbocca
19– Articolo dialettale che useresti per
distinguere il ferro da stiro dal metallo
33
20- Bagno in breve
36
29
30
31
32
34
35
37
21- Prodotto da alcuni insetti
22- Sound Check di Battaglia
23– Stomaco di pollo
26– isolante per scarpe
14
38
39
40
41
27- sesta nota della scala musicale
28– Contrario di Roma
Verticali
20– Costei
31– Stanca morta
1-Serve per pulire il forno
21– “Milu” senza vocali
32– Il quartiere del campo sportivo
2-Santa cara ad Antrodoco….e purtroppo….più bestemmiata
24–Frutto natalizio
33– Questo
34– Andavano
36– Soprannome antrodocano noto tra
gli emigranti del Canada, inglese come
bread&bread
3-Let’s go.
4- Nome del “filosofo” antrodocano del “circhiupensiero”
5- Aveva
25– La tassa più alta della provincia è ad Antrodoco
27- Come definizione 19 orizzontale
29– Sinonimo della definizione 38 orizzontale
30– Riaprono
37– Località di campagna verso Sigillo
6- Questi
38– Persona ipercinetica – ovvero
parte del mulino
7- Aria fredda
33- Iniziali di un professore d’inglese della
scuola media “Luigi Mannetti”
10– “Frazione” di Rocca di Fondi
35 - Vecchia … luce
39– Adesso
11– Questa mattina
40– Nota festa sacra di Ferragosto
17– Nota cittadina di Antrodoco, che ha il nome di un’eroina e il cognome di un cantante
Ideato da Patrizia Fabbi
Nota: speriamo vi divertiate…..e ci perdoniate
le imperfezioni
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Escursionismo: Giornata Ambientale
Le campane della chiesa di Antrodoco rintoccano i primi colpi di questa domenica di
aprile. Sono le 7 del mattino ed è quasi ora
di svegliarsi…ma si sta così bene in questa
casa che sembra appartenere ad un'altra
epoca! Ebbene sì, siamo quattro ragazze di
città che per un giorno sono diventate antrodocane di altri tempi e stamattina aprono
le finestre del bed and breakfast di Palazzo
Pallini su una piazza raccolta su stessa e su
un borgo che si sta svegliando. Ma dobbiamo svestire di corsa i panni delle nobili
signore del borgo e indossare quelli più
tecnici di soci del CAI, ci attende l’VIII
Giornata Ambientale…e a forza di sognare
essere presi in braccio per sfuggire al
questi monti!), una di noi è rimasta indie-
tappeto di ricci…Il bosco ci avvolge,
tro, ma nell’attesa c’è chi studia per lei
ci accoglie con le sue luci, con le sue
un’alternativa meno faticosa. L’esperien-
ombre, con i suoi colori. Ad ogni
za, i consigli di chi ci guida sono per noi,
passo si lascia scoprire di più e mi
che da poco o addirittura da oggi fre-
sento un piccolo invasore che turba la
quentano la montagna, un riferimento
sua quiete, anche se cerco di non
sempre presente, sempre pronto.
calpestare i fiori dai colori pastello, i
Il nostro obiettivo è il rifugio Borgoveli-
ciclamini selvatici, le margherite bian-
no (1200 metri circa) dove ci aspettano
che e lilla, le primule gialle che sem-
per l’ora di pranzo e dove un’organizza-
brano aver rubato i raggi del sole con
zione efficace ed un’accoglienza calorosa
i loro petali e tanti, tanti altri fiori
hanno creato un vero ristorante a cielo
delicatissimi dagli splendidi colori. Ma
Lasciamo Borgo Velino incamminandoci
aperto, un punto di ristoro a ridosso del
il bosco ci tiene tutti e noi andiamo
lungo la strada asfaltata che presto sarà solo
gruppo del Nuria ancora in parte vestito
avanti, mai sole, sempre alla vista o
un ricordo. Ecco i primi segni rossi e bian-
di neve. Lo guardiamo il Nuria mentre
alla voce degli amici più esperti, inco-
chi che mani pazienti ed occhi attenti hanno
attraversiamo l’ultimo tratto, un piccolo
raggiate ed aiutate ad affrontare un
da poco rinnovato nel loro colore. Si inizia
altipiano fitto di abeti profumati, vestito
varco un po’ più ripido. Il sole si fa
a camminare tutti in fila su un manto mor-
del verde smeraldo del prato di primavera
alto, l’aria è calda, morbida ed avvol-
bido di foglie di castagno e ricci che ha an-
e del bianco delle pietre che da lontano
gente più del pile che finisce nello
cora un sapore di autunno e a fare cono-
sembrano fatte di neve. Ma ecco il fumo
zaino per lasciare che il sole mi colpi-
scenza con i compagni di avventura, anche
della brace! Obiettivo raggiunto.
sca con la sua dolcezza primaverile.
siamo in ritardo…più di novanta persone si
sono date appuntamento nella piazza di
Borgo Velino per affrontare tutti insieme
una giornata dedicata alla montagna, all’insegna dell’amore per la natura e del desiderio di condividere fatica e risate. Mi piace
pensare alla montagna come ad un momento di incontro con il mondo, con la natura e
con le persone. E con gli amici del Cai di
Antrodoco questo pensiero è sempre più
una sensazione reale, profondamente autentica, escursione dopo escursione.
quelli a quattro zampe. Tra tanti umani ci
sono anche due cani meticci, Spad e Tigra,
che scorrazzano liberi anche se a volte sembra quasi che chiedano ai loro padroni di
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Ci stendiamo al sole mentre si finisce di
Nella salita il gruppo si è diradato, ma
preparare, profumi appetitosi ci fanno
con noi c’è uno dei nostri angeli (ne
pregustare piaceri per il palato. Intanto si
abbiamo sempre quando veniamo su
divide quello che rimasto negli zaini di
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ognuno, dolci, acqua, cioccolata…un aperi-
La via del rientro ci è familiare, avan-
tivo semplice e insolito! La fatica della salita
ziamo un po’ stanche, un po’ più silen-
sembra lontana ma l’appetito si fa sentire.
ziose dell’andata ma ormai ci sembra
Ci hanno raggiunto un gruppo di ciclisti, ed
di condividere i segreti del bosco e
uno di “quattroruotisti”…ma questi ultimi
così il silenzio è solo apparente. Una
mi sembrano un po’ troppo puliti e freschi
voce amica alla radio ci chiede dove
per essere dei veri escursionisti! Il pranzo è
stiamo, un po’ più sotto, verso valle
lungo e piacevole, si divertono le amiche
pare ci sia un focolaio d’incendio, ma
neofite, mi sembrano contente, le ho con-
sembra che possiamo procedere tran-
vinte dopo mesi ma sento che dicono che si
quilli e così arriviamo alla conclusione
sentono pronte ad affrontare anche la di-
del sentiero senza aver visto nulla,
scesa…vedremo alla partenza! Sono le tre
tutto bene per noi e per il bosco. La
passate, un gruppo sul prato, accompa-
strada asfaltata ci riporta alla realtà,
gnandosi con tamburello e chitarra, canta
dobbiamo un’altra volta svestire i pan-
canzoni popolari, mi sembra di riconoscere
ni di amiche del bosco e ritornare ad
la pizzica e tra questi monti affiora il ricor-
essere ragazze di città…è per questo
do del mare pugliese. Ma è ormai ora di
che amo venire in montagna, uscire
riprendere il cammino, ci è offerta la possi-
con gli amici del CAI, perché riesco ad
bilità di scendere con le macchine, ma vedo
abbandonare i ritmi, le abitudini della
le mie amiche pronte ad affrontare la disce-
città ed a vivere in un mondo che fi-
sa, non hanno minimamente preso in con-
nalmente ci accomuna tutti, che ci
siderazione l’idea di sfruttare il passaggio…
avvicina davvero a noi stessi e agli
la colonna si incammina, come al solito
altri.
all’inizio siamo tutti uno dietro l’altro, man
Grazie agli amici del CAI, vecchi e
a mano che si procede ci distanziamo, ma
nuovi, attuali e futuri, con i quali spero
non restiamo mai sole, stavolta ci sono con
di condividere ancora l’aria dei boschi,
noi ben due angeli custodi…
l’anima delle montagne ed altri piace-
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voli e ridanciani banchetti a cielo aperto.
Ma quelle tre che fine hanno fatto???
Vorranno tornare… a Roma???
Daniela Lai
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Imponente e maestoso, familire e paterno, rassicurante e
rasserenante: stiamo parlando di Monte Giano - chiaramente
- la montagna per antonomasia di ogni antrodocano.
Fin dalla nascita siamo abituati a vederlo sovrastarci, con il
suo candido manto bianco invernale chiazzato dagli abeti
neri austriaci che costituiscono la pineta (da qualche anno
monumento nazionale); anche in estate il nostro Monte si
mette il “cappello” fatto di nubi minacciose, ma nessuno
sembra farci caso.
E’ la meta delle prime escursioni giovanili attraverso la via
comoda - che parte dal Santuario della Madonna delle Grotte – o la via rapida percorsa da chi pensa di essere oramai in
confidenza con esso e nelle passate gare del “Trofeo Monte
Giano” durante i raduni degli alpini, partendo dal Belvedere.
Passano gli anni e sul nostro Monte ci si ritorna sempre, a
volte gli stessi sentieri - su cui abbiamo camminato e sudato
per tante volte – incominciamo a vederli con un occhio diverso, più attento. Un colpo secco di martello e dalla roccia
affiorante si stacca un campione fresco, lo bagniamo e osservandolo con la lente vediamo un mondo ordinato, strutturato e con sorpresa osserviamo qualcosa di vagamente familiare: dei fossili e loro resti.
Chi è ancora fresco di studi ricorderà le brillanti intuizioni
di Senofane, di Erodono e dei Pitagorici che nei secoli VI e
V a.c. ebbero esatte intuizioni su di essi, mentre resta celebre
la cantonata di Aristotele che li riconduceva alla generazione
spontanea.
I fossili rappresentano specie estinte la cui esistenza può
essere delimitata nel tempo e coniugandoli con il principio
dell’attualismo - secondo cui i processi fisici odierni sono
simili a quelli del passato - possiamo, dalla loro osservazione,
dedurre sufficienti informazioni sull’habitat in cui essi vivevano.
Abbiamo adesso gli strumenti per conoscere, con più accuratezza, la storia passata di Monte Giano; esso è costituito da
calcari, calcari dolomitici e dolomie (alla base) il cui contenuto in fossili denota la presenza di organismi costruttori: i
coralli!
L’orizzonte temporale è abbastanza ampio, tra i 195 e 100
milioni di anni fa, sul nostro Monte vivevano e prosperavano colonie coralline, quindi possiamo immaginare un habitat
tipo Bahamas o Maldive con una temperatura dell’acqua
compresa tra i 18 e 28 °C, con migliaia di piccoli organismi
che fabbricano continuamente roccia carbonatica in acque
limpidissime e di debole profondità.
Basta un po’ di fantasia ed il freddo intenso di questo inverno, che non vuole proprio andarsene, verrà temperato dalla
visione di spiagge coralline ed un mare blu o verde da favola,
esattamente come doveva presentarsi Monte Giano milioni
di anni fa.
Bruno Gabrielli
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Ellipsactinia
(Malm) tipico fossile costruttore di barriere coralline.
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Fiume Velino, veduta da via delle Terme (Roscetti Roberto)
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A scuola con il CAI
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Ricette: In attesa … degli stracci!!!
CANNELLONI ALLA PARTENOPEA
Preparazione
Ingredienti per 6 persone
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
Farina
Uova
Olio
Ricotta
Mozzarella
Prosciutto cotto
Burro
Pomodori pelati
Basilico
Parmigiano
Sale
Pepe
500 g
7
1 cucchiaio
400 g
300 g
150 g
70 g
600 g
1 mazzetto
200 g
q.b.
q.b.
Difficoltà: Difficile “Esc. Esperti”
Tempo: 1 h 40 m
1
Setacciate la farina sulla spianatoia ed impastatela con le uova. Lavorate
l'impasto per un quarto d'ora e copritelo e lasciatelo riposare per una mezz'ora.
Tirate una sfoglia sottile e tagliatela a quadrati di circa 12 cm per lato. Lessatele
in acqua salata con 1 cucchiaio di olio. Scolateli e disponeteli su di un canovaccio
umido.
2
Mescolate in una ciotola la ricotta, le uova, il parmigiano, sale e pepe.
Tagliate la mozzarella ed il prosciutto a dadini ed uniteli al ripieno.
3
Sciogliete 50 g di burro in una casseruola, unite i pomodori, salate, pepate e fate cuocere per 30 m. Unite il basilico tritato, mescolate e togliete dalla
fiamma.
4
Distribuite il ripieno sui quadrati di pasta ed arrotolateli a cannolo. Versate qualche cucchiaio di salsa sul fondo di una porcellana da fondo unta, accomodatevi i cannoli ben accostati, ricopriteli con la salsa rimasta ed i fiocchetti di
burro. Infornate a forno preriscaldato a 180° per un quarto d'ora, cospargete con
il parmigiano e proseguite la cottura ancora per 5 m.
Vino: Una ricetta a cui possiamo abbinare un vino di discreta importanza quale è il " Fiano di Avellino
" che serviremo a 10°. Alternativa è un vino bianco come il " Corvo Colomba Platino".
Consigli: E' un piatto di produzione recente, ma l'impasto leggero dei cannelloni e la fragranza dei
vari aromi lo rendono indubbiamente un classico della cucina nazionale. La base del piatto sono i pomodori ( un classico della gastronomia partenopea ), basilico e mozzarella ( non a caso i medesimi
della pizza ).
CANNELLONI VEGETARIANI
Ingredienti per 4 persone:
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16 cannelloni
1 kg di spinaci
200 gr di ricotta
3 uova
2 tazze di besciamella
noce moscata
150 gr parmigiano grattugiato
sale e pepe
Tempo di preparazione: 80 minuti
Livello difficoltà: facile “Turistica”
Procedimento
Lessa in una pentola capace gli spinaci, tritali e
condiscili con un fiocchetto di burro e il sale, aggiungi la ricotta, la noce moscata, le uova, il formaggio, il sale e il pepe, frulla il tutto e riempi
con il composto i cannelloni, disponili in una teglia imburrata, coprili di besciamella e cuocili in
forno per 40 minuti.
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Attività sezionali
L’invito di Janus …. da non perdere!!!
La nostra gita si sviluppa su un percorso compreso tra i 500m.
e i 1500m di altitudine, mostrando uno tra i più suggestivi
spettacoli floristico-faunistici dell’Appennino centrale. Si
passa dai boschi di arbusti di faggio e quercia, ai castagneti,
che costituiscono una delle caratteristiche più particolari di
questa parte di Appennino, fino agli uliveti e vigneti delle
quote più basse.
Partendo con il treno dalla stazione di Antrodoco Centro, si
percorre un breve tratto della linea ferroviaria Terni - Sulmona che meravigliosamente si immerge tra una natura incontaminata.
Arrivati dopo circa 30 minuti alla stazione di Sella di Corno,
a 980 m di altitudine, si inizia a salire lungo “Valle di Cappelletto” seguendo il sentiero n.4. Si attraversano, percorrendo
una strada semicarreggiabile, tratti di bosco di faggio e quercia. Dopo circa un’ora di cammino si arriva alla “Forcata di
Rascino” a 1340m. Da qui si apre un’ampia visuale sul verde
piano di Rascino bagnato dall’omonimo lago, che a seconda
delle stagioni cambia forma e grandezza. Mantenendoci sulla
stessa quota dopo un cammino di 30 minuti giungiamo allo
splendido altopiano di Cornino, forse meno esteso del precedente ma con un piccolo lago al centro che costituisce una
valida riserva per il bestiame al pascolo nei mesi estivi.
IX ed. TRENOTREKKING
Lasciata la strada semicarreggiabile, inizia un breve tratto di
salita che ci porta fino ai 1576 m della vetta del M.Torrecane.
Ore 9:00 Partenza per l’escursione
Da questa vetta è possibile osservare verso est la catena del
gruppo M.Velino, a nord-ovest il M.Terminillo, mentre di
fronte ci si trova il versante est del M.Nuria (1888 m), con le
scoscese “Coste della Fungara”. Scendendo di circa 100 m e
percorrendo la cresta di una serie di piccoli colli (Coste di
Torrecane) si arriva ad incrociare il sentiero n.1, alle pendici
del M.Nuria. Anche qui la vegetazione è costituita principalmente da Faggeti. Si scende ancora fino a Selletta dei Trocchitti a 1256 m e poi fino al caratteristico paese semiabbandonato di Rocca di Fondi a 1000m. Da qui si riscende
fino ad Antrodoco 500m, percorrendo un sentiero storico
che costituiva l’unica via di comunicazione tra i due paesi
fino a non molti anni fa. Il paesaggio è suggestivo: in poco
tempo si passa dagli ampi spazzi fornitici dalla visuale dal
M.Torrecane, alle chiuse vallate di S.Polo e Valle Ufara. Si
attraversano castagneti, piccoli campi coltivati, altri abbandonati e molti casolari isolati.
Programma Naz. Trenoescursionismo
Ore 8:15 Ritrovo P.le Stazione FS Antrodoco
Centro
Ore 8:28 Partenza in treno S. di Corno
Ore 13:30 Arrivo a Rocca di Fondi e degustazione prodotti tipici
Ore 15:00 Ritorno ad Antrodoco, ore 17.
Roberto Marinelli
Nel comune di Antrodoco sono presenti le seguenti strutture:
Palestra artificiale di arrampicata sportiva indoor presso palazzetto dello sport, composta da un boulder (5m x 4m) e da una parete attrezzata (2.5 x 9 m).
Orario: Lunedì e Venerdì dalle 21.00 alle 23.00, a richiesta a seconda della disponibilità del palazzetto. Contattare: Coletti Giovanni/Cipriani Giandomenico. Palestra Naturale Outdoor “Parco degli Ulivi” situata alle pendici del monte Giano (Km 4+100 ss17 per L’Aquila). Per maggiori dettagli consultare “Falesie d’Abruzzo”.
J a n u s
J a n u s
Anno 0, Numero 0
A nPnaog i0n,a N1u5m e r o 0
Prossime Escursioni
Luglio
Giugno
Venerdì
2
Domenica
Domenica
CAI Popoli, Montagna del Morrone
11 CAI Sarnano,Monti Sibillini
Domenica
9 Marcia della Pace, sentiero Francesca
no . Con il cai sez. di Rieti
Domenica 16 Gran Sasso– Pizzo cefalone e Cresta
delle malecoste
25 IX ed. Treno-Trekking , Parco Mon
te Nuria. Pr.ogramma Nazionale
Treno-escursionismo
La posta di Janus:
Domenica 30
Gran Sasso– Monte Camicia m.2564
Egregio Direttore
[email protected]
complimenti per il Vs giornalino è una vera chicca. Spero mi invi
rete notizie sulla Vs attività, ma anche su quella del Cai, vorremmo
venire per il ponte di Giugno. Grazie
Per comunicazioni, notizie, piccoli annunci che vorreste vedere pubblicati scriveteci !!!!
Cordiali saluti, Augusto
Janus ha spedito il giornalino ai suoi soci CAI e agli amici
delle altre sezioni. Se sei socio CAI e vuoi riceverlo anche tu,
mandaci il tuo indirizzo email.
Complimenti,per l'iniziativa
----------------------------------------Complimenti e grazie per avermi pensato. Sul sito:
www.caipotenza.it potrete visionare o prelevare gli ultimi
numeri del nostro giornalino sezionale che è un po più spartano del vostro, anche perchè è un bimestrale.
Ciao
Rudi Padula
---------------------------------------------noi il giornalino lo spediamo con posta tradizionale ai soci,ma vi
copieremo sicuramente l'idea di mandarlo con posta elettronica.
Un Abbraccio
Piero Concia Cai Avezzano
---------------------------------------------Un ringraziamento a tutta la Redazione, Buon Lavoro
Bruno Marconi
Presidente del CAI dell'Aquila
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Oltre… la montagna - CAI Sezione di Antrodoco