Il politrauma PREMESSE L’analisi della mortalità per trauma dimostra la presenza di tre picchi di incidenza: il primo può essere ridotto solo con la prevenzione perché determinato da lesioni non compatibili con la vita e causa di morte immediata. Negli altri due picchi incide in modo significativo la gestione della fase intraospedaliera. Nel secondo, caratteristico delle prime 12/24 ore e dovuto a insufficienza respiratoria ,emorragia e lesioni cerebrali, incide la capacità di riconoscimento e trattamento tempestivo, per cui è determinante un’efficiente organizzazione per l’emergenza. Nel terzo più tardivo, determinato dall’insorgenza di complicanze e sepsi, incide la risposta iniziale e la capacità di gestione multidipliscinare in rianimazione e terapia intensiva chirurgica. Gli studi sui Trauma System hanno dimostrato la possibilità di ottenere una riduzione significativa della mortalità laddove l’assistenza venga eseguita in centri capaci di gestire un elevato numero di pazienti critici. • Definizione di modello strutturale • La struttura ideale dovrebbe prevedere tre aree contigue di: • - emergenza e stabilizzazione • - diagnosi e chirurgia • - monitoraggio e trattamento intensivo. • La gestione e il trattamento del traumatizzato devono avvenire in un’area di emergenza • polispecialistica attrezzata al fine di ridurre al minimo gli spostamenti durante la fase di stabilizzazione • Area di emergenza e stabilizzazione comprende un numero minimo di due postazioni dedicate alla rianimazione del paziente, valutazione delle lesioni vitali e trattamento iniziale, dispone di: - sistema per controllo vie aeree e ventilazione meccanica, monitoraggio O2 e end-tidal CO2 - sistema di monitoraggio e trattamento della funzione cardiocircolatoria - set per la somministrazione standard di liquidi con sistemi di infusione rapida - set chirurgici per accesso chirurgico alle vie aeree, drenaggio toracico, accesso venoso chirurgico, posizionamento di linea venosa centrale, toracotomia, lavaggio peritoneale • - apparecchio mobile per esami rx, ecografo. • Area di diagnosi e cura • limitrofa all’emergenza per consentire al paziente stabilizzato di eseguire la diagnostica per immagini e strumentale e il trattamento in una sala operatoria multidisciplinare. • Area di monitoraggio e trattamento intensivo • in cui vengono ricoverati i pazienti con trauma grave che richiedono un trattamento intensivo per il tempo necessario alla loro completa stabilizzazione e dimissione verso le aree specialistiche. In questo ambiente oltre i sistemi invasivi e non invasivi di monitoraggio respiratorio, emodinamico e metabolico, vi deve essere la possibilità di assistenza ventilatoria. • Quest’area intensiva e sub-intensiva deve essere considerata come una sede di trattamento multidipliscinare e di continuità terapeutica in cui il rianimatore e il chirurgo agiscono in modo interdipendente usufruendo degli specialisti secondo le competenze specifiche. • VALUTAZIONE PRIMARIA • La chiamata del 118 per un politraumatizzato (codice giallo o rosso) arriva al Triage; • l’infermiere che la riceve allerta il Rianimatore, il Chirurgo di PS e tre suoi Colleghi che definiremo convenzionalmente 1, 2, 3 • Il medico coordinatore in pronto soccorso ha il compito di raccogliere le informazioni dall’equipaggio del 118 relative a: - meccanismi di lesione - condizioni cliniche di presentazione e durante il trasporto - procedure effettuate - eventuali informazioni anamnestiche raccolte sulla scena. • La valutazione primaria non deve eccedere i 2-3 minuti e comporta la contestuale monitorizzazionedei parametri vitali PRIORITA’ NELLE AZIONI secondo il classico schema A, B, C, D, E AIRWAY: verificare la pervietà delle vie aeree, la presenza di eventuali lesioni anatomiche evidenti alle prima vie e alla trachea e stabilizzazione del rachide cervicale · Posizionamento – se non ancora avvenuto – del collare cervicale · Applicazione maschera di O2 · Applicazione del saturimetro digitale Queste azioni vengono attuate dal rianimatore e dagli infermieri BREATHING: garantire l’ossigenazione e la ventilazione · Intubazione rapida della trachea se evidente insufficienza o arresto respiratorio CIRCULATION: verificare lo stato circolatorio controllando eventuali emorragie esterne garantendo la stabilità emodinamica · Monitorare l’ECG e la pressione arteriosa con metodo non invasivo · Incannulare – se non già avvenuto – almeno due vasi venosi con cateteri di grosso calibro ( almeno 14 o 16 G ) ed effettuare contestualmente i prelievi ematici di routine compresi quelli tossicologici, emogruppo e prove di compatibilità, test di gravidanza nelle pz di sesso femminile in età fertile E’ meglio soprassedere, in questa fase, al tentativo di incannulamento di vasi centrali · Iniziare eventuale infusione rapida di liquidi DISABILITY: valutare il quadro neurologico mediante rilevazione di: · Glasgow Coma Scale · Eventuali deficit di lato · Stato delle pupille e riflesso fotomotore EXPOSURE E IMMOBILIZZAZIONE: il paziente deve essere completamente svestito per valutare in modo completo la eventuale presenza di più lesioni evidenti Incannulamento di almeno due vasi periferici con agocannula di grosso calibro La valutazione primaria consente di classificare in tempi brevi (2-3 minuti) il paziente politraumatizzato da un punto di vista emodinamico, respiratorio e neurologico, esprimere un giudizio di instabilità, evidenziare gli esami diagnostici da richiedere immediatamente in Pronto Soccorso (PS) e la successiva strategia terapeutica. E' sufficiente anche un solo parametro clinico (emodinamico o respiratorio) per esprimere un giudizio di instabilità • Pazienti in Classe III e IV emodinamica eseguono immediatamente in PS la radiografia del Torace e del Bacino, per smascherare possibili cause di ipotensione quali: pneumotorace, emotorace, ematoma retroperitoneale. • Il paziente classificato ipossico esegue immediatamente in PS la radiografia del Torace per smascherare cause di desaturazione arteriosa quali: pneumotorace, motorace, contusione polmonare, fratture costali multiple ecc. VALUTAZIONE SECONDARIA Consiste nel raccogliere una breve anamnesi ed eseguire un veloce esame obiettivo Anamnesi S.A.M.P.LE.: S symptoms/signs: sintomi o segni riferiti dal paziente o dall'equipaggio di soccorso A allergy: allergie con particolare riferimento a farmaci o a mezzo di contrasto M medications: farmaci assunti in particolare se attivi sulla risposta emodinamica P past iIIness: rilevanti patologie preesistenti L last meal,: last tetanus: orario e consistenza dell'ultimo pasto, data dell'ultima antitetanica E events: ricostruzione dell'evento traumatico ESAME OBIETTIVO TESTA-PIEDI rivolto al riconoscimento dei seguenti segni: TESTA: Ferite sanguinanti (tamponare), affondamenti ossei, ematoma periorbitario e mastoideo con annessa oto-rinoliquorrea, rivalutazione del diametro e reattività pupillare con particolare riferimento a una possibile sindrome da incuneamento cerebrale. COLLO: Dopo rimozione temporanea del collare e stabilizzazione manuale verificare: stato delle giugulari, ematomi in espansione, valutazione clinica dell'integrità del rachide cervicale. TORACE: Segni cutanei, asimmetria di espansione, volet costale, enfisema sottocutaneo (pneumotorace), dolorabilità alla palpazione (fratture costali), iper o ipofonesi e riduzioni murmure vescicolare (pneumotorace, emotorace, contusione polmonare). ADDOME: Segni cutanei, distensione rapida, dolorabilità focale e difesa (emoperitoneo, rottura di viscere cavo o parenchimatoso), dolorabilità e mobilità anomala della sinfisi pubica e delle ali iliache (frattura bacino), sangue dal meato uretrale esterno e prostata non palpabile (lesione uretrale), ipotono sfintere anale (lesione spinale). ESTREMITÀ: segni di frattura con eventuale esposizione del moncone (stima delle perdite ematiche, profilassi antibiotica e trattamento locale), rilevazione di polso, motilità e sensibilità dell'arto interessato per eventuale riconoscimento di lesione vascolo-nervosa. Eventuale anisosfigmia come indicatore di possibile dissecazione aortica. Laddove sia stato indicato eseguire esami radiologici d'urgenza in PS. I risultati dei medesimi andranno al più presto riferiti al Medico Coordinatore. • In quella ristretta quota di pazienti in cui gli accertamenti diagnostici fin qui eseguiti (radiografia del torace e del bacino, paracentesi) non siano stati in grado di chiarire l'origine dell'instabilità emodinamica, si deve considerare la diagnosi di: • . shock cardiogeno da contusione o tamponamento cardiaco; • . shock spinale; • . shock emorragico. • Nei pazienti emodinamicamente stabili, invece, la diagnostica potrà essere completata in Radiologia rispettando le seguenti regole: • 1. mantenimento della stabilizzazione della colonna vertebrale mediante posizionamento su tavola spinale + collare cervicale, fino all'esclusione di possibili lesioni della colonna. • 2. Nei pazienti con alterazione dei parametri vitali (Classe II, SpO2 in aria < 93%, GCS < 15) è indicato il monitoraggio continuo dei parametri vitali mediante monitor multiparametrico. MANOVRE TERAPEUTICHE • A questa prima fase di indagini deve necessariamente seguire una serie di manovre finalizzate al mantenimento delle funzioni vitali al fine di permettere la valutazione diagnostica mirata - nell’approfondimento e nella tempistica - alla correzione delle lesioni d’organo o di apparato presenti. AIRWAY E BREATHING L’intubazione della trachea deve essere immediata nei seguenti casi : · Arresto respiratorio o insufficienza respiratoria manifesta · Occlusione delle vie aeree · GCS < 8 L’intubazione della trachea potrà essere differita nei seguenti casi: · GCS < 12 > 8 · SaO2 > 90% in Ossigeno Per quanto riguarda le vie aeree e l’apparato respiratorio, in questa seconda fase si procede, parallelamente al mantenimento dell’equilibrio respiratorio, all’approfondimento diagnostico per verificare la presenza di eventuale PNX, emotorace, emopericardio, lesioni vascolari toraciche e alla loro correzione secondo gli schemi utilizzati. • CIRCULATION • Incannulamento di due vasi periferici con cannule di grosso calibro. • Il mantenimento dell’equilibrio circolatorio consente di procedere in sicurezza con gli approfondimenti diagnostici mantenendo ottimale la perfusione dei parenchimi e la loro ossigenazione. • E’ accettabile mantenere la PA massima attorno ai 100 mmHg: con questi valori si garantisce la perfusione di minima e non si accentua la perdita ematica da vasi resi beanti dalla lesione principale. • La massa ematica corrisponde circa all’8% del peso corporeo ideale. • Presso il Pronto Soccorso è disponibile uno scaldaliquidi per le infusioni e presso il Centro Trasfusionale sono disponibili 4 sacche di sangue Zero negativo. • E’ tuttavia preferibile, richiedere non sangue Zero negativo, ma almeno 2 unità di GRC di gruppo omologo con procedura urgente. • La disponibilità di sangue di gruppo omologo senza prove di compatibilità è garantita, dal Centro Trasfusionale, in circa 15’, mediante prove su gruppo, utilizzando la richiesta con dicitura “urgente” barrata in rosso. Al completamento delle prove di compatibilità (circa 30’), saranno disponibili altre sacche di GRC con tutti i controlli effettuati. • Oltre a colloidi e cristalloidi è a disposizione presso il DEA la soluzione di Amido Idrossietilico (HES 133/0.4) al 6% (Voluven). • Dopo infusione ematica di 500 ml di questo prodotto in 15 minuti, si ottiene una espansione plasmatica pari al 100% del volume infuso, che permane stabile fino alla quarta ora successiva e che decresce progressivamente mantenendo ancora un effetto volume clinicamente significativo alla sesta ora ( all’ottava ora si ha ancora un effetto pari al 60% circa del prodotto infuso). IL TRAUMA CRANICO NELL’ADULTO GESTIONE OPERATORIA E CONDOTTA ANESTESIOLOGICA DEL PAZIENTE POLITRAUMATIZZATO • A seconda dello stato di gravità del quadro clinico all’arrivo in P.S. il trasferimento in camera operatoria può avvenire in due modi: • A) con la possibilità di effettuare · anamnesi · un esame obiettivo · indagini di laboratorio e radiologiche fondamentali nel caso in cui la stabilità cardiorespiratoria lo consenta • B) direttamente dal P.S. · senza aver potuto effettuare la diagnostica menzionata in caso di gravissimo stato di shock ed impossibilità di raggiungere una stabilità emodinamica · a causa della gravità delle lesioni quali ferite penetranti o eviscerazioni • In entrambi i casi l’anestesista dovrà · valutare tutti i dati che gli sono stati forniti · effettuare un esame obiettivo · verificare che contestualmente all’incannulamento venoso siano stai prelevati campioni di sangue per le prove di compatibilità trasfusionale e accertarsi che siano stati richiesti gli emoderivati · verificare il posizionamento del SNG e del catetere vescicale · acquisire il consenso informato se possibile. • CONSENSO INFORMATO • Se il paziente è privo di coscienza il medico ha il dovere di mettere in atto tutte le manovre possibili, non procrastinabili e necessarie per superare tutti i pericoli che in quel momento ne compromettono l’esistenza. In tal senso il medico risponde al suo specifico dovere di prestare soccorso e le sue azioni trovano giustificazione giuridica nello stato di necessità in base all’art. 54 c.p. che recita: “ Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo di un danno grave alla persona”. • Dal punto di vista legislativo i familiari non hanno alcun potere decisionale. • Per i minori di 18 anni il medico dovrà interagire con i genitori o con il tutore. • Se c’è un a situazione di emergenza è il medico che deve tutelare la salute del minore. • Nel caso i cui i genitori rifiutino il trattamento per i figli minori ( vedi il caso dei Testimoni di Geova) il medico deve informare il Tribunale per i minorenni o il Magistrato di turno, tramite il Posto di Polizia. PREPARAZIONE ALL’INTERVENTO • · Posizionare almeno due grosse vie venose periferiche, dilazionando quando possibile il posizionamento del CVC ad un momento in cui si sia raggiunta una certa stabilità del paziente • · Predisporre l’apparecchiatura per il recupero del sangue • · Predisporre almeno una linea di infusione riscaldata • · Predisporre liquidi riscaldati ( Ringer Lattato o Soluzioni Elettrolitiche) • Nei pazienti emodinamicamente instabili dopo infusione di cristalloidi, iniziare infusione di colloidi • Richiedere ( sempre che non sia stato già fatto in P.S. ) sangue e plasma fresco congelato. Se il pz. non è stabilizzabile mediante infusione di colloidi e la perdita ematica appare importante, richiedere almeno 2 unità di GRC di gruppo omologo con procedura urgente. La disponibilità di sangue di gruppo omologo senza prove di compatibilità è garantita, dal Centro Trasfusionale, in circa 15’, mediante prove su gruppo, utilizzando la richiesta con dicitura “urgente” barrata in rosso. Al completamento delle prove di compatibilità (circa 30’), saranno disponibili altre sacche di GRC con tutti i controlli effettuati. Nel caso di pazienti che giungono in camera operatoria senza aver completato tutte le indagini diagnostiche radiologiche, non rimuovere il collare cervicale. In tutti i pazienti praticare Cefalosporina ( es: Cefamezin 1 gr e.v.) e, se presente lesione intestinale penetrante: Augmentin 2 gr e.v. ( e/o altro ATB, da concordare, per la copertura di germi anaerobi ). MONITORAGGIO In caso di induzione in emergenza è conveniente effettuare un primo monitoraggio essenziale per consentire al chirurgo di iniziare l’intervento e in una seconda fase passare a un monitoraggio più approfondito. ECG, Saturimetria, Pressione arteriosa incruenta in tutti i pazienti. Una volta iniziato l’intervento, si può procedere alla monitorizzazione di altri parametri importanti quali: PVC, Temperatura esofagea, pressione arteriosa cruenta. I parametri ventilatori sono visibili automaticamente con tutti i moderni apparati di ventilazione disponibili in camera operatoria. Poco dopo l’induzione dell’anestesia è consigliabile effettuare un prelievo ematico per emogasanalisi che fornirà anche una stima del valore di emoglobina di partenza. E’ importante anche effettuare a intervalli regolari controlli emogasanalitici che permettono di evidenziare per tempo l’insorgenza di acidosi metabolica che potrebbe essere causata da un insufficiente apporto ematico e di ossigeno agli organi e ai tessuti. CONDOTTA ANESTESIOLOGICA Obiettivi · Garantire una ossigenazione e una portata ematica ottimali · In caso di coesistente trauma cranico, la PA andrà mantenuta al di sopra di 110 mmHg · In caso di trauma chiuso senza trauma cranico si può mantenere la PA far i 70 e 90 mmHg · In caso di traumi penetranti è meglio mantenere la PA fra i 70 e 90 mmHg anche per non accentuare la perdita ematica prima che il chirurgo abbia potuto controllare l’origine dell’emorragia · E’ ormai confermato come l’ipotermia determini un peggioramento della prognosi a causa della sua influenza sulla contrattilità miocardia e sulla coagulazione. Occorre pertanto somministrare liquidi riscaldati e coprire e riscaldare le superfici corporee non interessate dal campo chirurgico · Evidenziare e correggere al più presto la eventuale compresenza di PNX iperteso. SCELTA DEL TIPO DI ANESTESIA Nel paziente politraumatizzato l’anestesia di scelta è quella generale in quanto garantisce la la pervietà delle vie aeree e pertanto l’ossigenazione ottimale e consente di ricercare l’equilibrio circolatorio anche mediante infusione di grandi quantità di liquidi e di massa senza che questi abbiano ripercussioni sul sistema respiratorio. Induzione I pazienti politraumatizzati debbono essere sempre considerati a stomaco pieno. Spesso inoltre il loro equilibrio circolatorio e respiratorio non consentono tempi di induzione lunghi. E’ quindi indicato indurre l’anestesia mediante l’uso di : · Ketamina 2-3 mg/Kg se PA < 80 mmHg o se il paziente è instabile · Associazione fra Propofol 1 mg/Kg e Ketamina 1 mg/Kg se stabile · Succinilcolina 1 mg/Kg associando sempre la manovra di Sellik. Mantenimento A causa della minor depressione del sistema cardiovascolare e della breve emivita il Fentanyl è il farmaco che trova più indicazione, rispetto al mantenimento con Propofol o con i Gas anestetici. E’ preferibile ventilare il paziente con una miscela di Ossigeno e aria. Gestione degli emoderivati I valori di partenza di Hb e Ht saranno sempre superiori a quelli rilavati dopo aver iniziato il rimpiazzo volemico con cristalloidi. Occorre pertanto effettuare una valutazione critica di ogni variazione dei valori di laboratorio. Anche i livelli di Hb e Ht generalmente accettati in pazienti giovani e sani possono non essere sopportati da pazienti cardiopatici. Il sangue da trasfondere deve essere riscaldato e soprattutto non infuso freddo in un vaso centrale a causa dell’effetto cardioplegico della temperatura e dell’alta concentrazione di potassio presente nelle sacche. La reinfusione di 1000 ml di sangue recuperato corrisponde di norma alla perdita di 2500 ml di sangue intero. Sia l’infusione di sacche di GRC sia di sangue recuperato dal campo operatorio devono essere compensati dall’infusione di PFC ( in rapporto di 3/1), in quanto privi di fattori della coagulazione. L’infusione di PFC normalmente consente di ovviare alla perdita di piastrine. • Bilancio idrico • Sulla scheda anestesiologica devono essere minuziosamente – per quanto possibile - riportati i valori delle perdite ematiche e della perspiratio ( 0,7 ml/Kg/h almeno ). • Al termine dell’intervento i valori di Hb e Ht, della PVC, la presenza o meno di acidosi metabolica vanno valutati attentamente. VALUTAZIONE CHIRURGICA DEL TRAUMA ADDOMINALE CHIUSO A) Una lesione intra-addominale non riconosciuta è una causa frequente di morte evitabile. E’ noto che sintomi e segni di queste lesioni sono aspecifici e spesso mascherati da un trauma cranico, da fratture gravi o da intossicazione da alcool o da altre sostanze. A differenza del trauma penetrante la decisione di praticare una laparotomia è complessa perché la lesione di strutture importanti è meno certa e la coesistenza di lesioni a più sistemi può sviare l’attenzione e ritardare la diagnosi. • Il rischio per il paziente è direttamente proporzionale al trasferimento di energia. Gli incidenti automobilistici ad alta velocità, le cadute da più di 78 metri, gli investimenti di pedoni sono tutti traumi con elevati trasferimenti di energia. B) La gravità di un trauma dipende dalla forza e dalla durata dell’impatto, come pure dalle dimensioni dell’area di contatto del paziente. Nei traumi con decelerazione gli organi tendono a continuare ad avanzare alla velocità precedente l’impatto lacerando le loro inserzioni. Le cinture di sicurezza possono causare un improvviso aumento della pressione intra-addominale e provocare la rottura di visceri cavi. C) Benché sia raro che i valori di laboratorio siano immediatamente di aiuto, è importante valutare la tendenza in rapporto ai valori basali. D) Una rx laterale della colonna cervicale può dimostrare la presenza di fratture che richiedono una certa attenzione durante le manovre di rianimazione. Una radiografia del torace può dimostrare un trauma toracico occulto ( fratture costali, emopneumotorace, contusione polmonare). E) La valutazione primaria consiste in un rapido bilancio del rischio relativo, della natura e del grado delle lesioni. E’ praticata simultaneamente alla rianimazione iniziale, al posizionamento di vie venose di grande calibro e di un Foley vescicale F) La valutazione secondaria consiste nell’esame obiettivo sistematico e dettagliato dalla testa ai piedi. Gli esami neurologico, del torace, dell’addome, dei grossi vasi, ortopedico e dei tessuti molli vanno accuratamente riportati in cartella. G) L’instabilità emodinamica con evidente peritonite o emoperitoneo massivo controindica ulteriori accertamenti. Il paziente è portato immediatamente in sala operatoria per una laparotomia. H) L’iter diagnostico di un paziente stabile che giunge all’osservazione a una certa distanza dal trauma prevede la TC come esame di prima scelta. In un paziente vigile, stabile, la TC addominale esclude con buona certezza lesioni potenzialmente fatali nel breve termine, è in grado di valutare la gravità delle lesioni di milza fegato e reni ed è anche possibile stimare la quantità di sangue intraperitoneale. La maggior parte delle lesioni epatiche e alcune lesioni spleniche minori possono essere trattate senza intervento. I) L’osservazione richiede ripetuti esami dell’addome, il monitoraggio dei segni vitali ed esami di laboratorio seriati. J) L’esplorazione chirurgica delle lesioni intra-addominali può essere fatta a paziente stabile per via laparoscopica. Se vi è indicazione a una laparotomia è da preferirsi l’incisione mediana perché può essere fatta rapidamente e allargata per migliorare l’esposizione. Il controllo dell’emorragia è il primo obiettivo (Damage control). VALUTAZIONE CHIRURGICA DEL TRAUMA ADDOMINALE PENETRANTE A) In presenza di una ferita dell’addome, è necessario precisare le circostanze in cui si è verificata e l’agente che la ha procurata (arma da fuoco, arma bianca); individuare la sede del foro di entrata; ricercare un eventuale foro di uscita o altre ferite mediante un esame obiettivo completo e valutare il carattere penetrante o meno della ferita nella cavità peritoneale. B) Pazienti che giungono in pronto soccorso senza polso rilevabile in presenza di sospetta lesione vascolare maggiore necessitano di immediata laparotomia; la rapidità di trasferimento del paziente dall’ambulanza alla sala operatoria in pochi minuti è fondamentale per avere qualche chance di successo. C) In caso di ampie ferite addominali con eviscerazione di colon o di tenue o di fronte ad uno stato emodinamico instabile in pazienti con evidenti ferite penetranti la laparotomia si impone subito per il controllo dell’emorragia e il trattamento delle lesioni. D) Oltre alla valutazione primaria e secondaria è necessario il posizionamento di sondino naso-gastrico (la presenza di sangue identifica lesione gastrica), catetere urinario (una macroematuria indica lesione renale o vescicale), esplorazione rettale (la presenza di sangue indica lesione del sigma o del retto, utile rettoscopia). E) Nel paziente stabile emodinamicamente, senza segni di peritonite le opzioni di valutazione sono: monitoraggio intensivo con rivalutazione clinica e di laboratorio dopo 1, 4, 12 e 24 ore. In caso di insorgenza in tale periodo di instabilità emodinamica o di segni di peritonite il paziente viene sottoposto a intervento ( in questo caso può trovare spazio la laparoscopia ). F) Pazienti che non sviluppano peritonite ma con persistenza di sintomi: dolore, contrattura, comparsa di febbre, tachicardia vanno rivalutati con TC ed eventuale laparoscopia. TRAUMA TORACICO SEGNI EVIDENTI DI TRAUMA TORACICO: -Lesioni craniche e addominali associate -Shock ipovolemico in assenza di fratture e/o rigonfiamenti addominali -Segni lasciati dalle cinture di sicurezza -Asimmetria toracica -Enfisema sottocutaneo -Alterazioni della dinamica toracica - Lesioni penetranti il torace GESTIONE DA PARTE DEL CHIRURGO D’URGENZA E DEL RIANIMATORE DIAGNOSI PRIMARIA -ECG -ISPEZIONE ( Ferite aperte, enfisema sottocutaneo, ustioni ) -RX TORACE ( Pneumotorace, emotorace ) -ESAMI URGENTI - EGA ( se possibile, comprensiva di Lattati ) PROBLEMI APERTI -FERITE APERTE – MEDICAZIONE - PNX – DRENAGGIO TORACICO ( Sempre in pazienti in Ventilazione Meccanica; sempre per scollamenti > 1 cm ) STABILIZZAZIONE CARDIOCIRCOLATORIA E RESPIRATORIA DIAGNOSI SECONDARIA -TAC TORACICA con m.d.c. + valutazione C6 – C7 - RICOSTRUZIONE TAC DELLA COLONNA - ECOCARDIOGRAMMA se ECG pos., soffi cardiaci, ipotensioni non giustificate, sospetto tamponamento cardiaco. CONSULENZE - CHIRURGO TORACICO PER: Fratture costali multiple - Frattura sternale Pnx nonostante drenaggio Coste penetranti Emotorace > 1000 ml o > 200 ml/h - CHIRURGO VASCOLARE PER: Emotorace > 1000 ml o > 200 ml/h Sospette lesioni vascolari del collo ( ECODoppler ) - NEUROLOGO PER: Fratture vertebre cervico dorsali – sindrome spinale -TRAUMATOLOGO Fratture vertebrali Fratture associate atri superiori -TRACHEO-BRONCOSCOPIA Aumento dell’enfisema sottocutaneo nonostante Drenaggio Pneumomediastino o Pneumopericardio in aumento con TAC Toracica negativa -CARDIOLOGO Versamento Pericardico GESTIONE DEL PAZIENTE E SUA DESTINAZIONE 1) RIANIMATORE PER ALMENO 12-24 ORE SE CONTUSIONE POLMONARE IMPORTANTE o PaO2 < 80 mmHg in O2 in maschera o SatO2 < 96 o > 4 COSTE ROTTE (grado 3 e 4 Thoracic Trauma Severity Score; valutare grado 2) – SEGUIRE PROTOCOLLO E VALUTARE RICOVERO RR 2) SE CONTUSIONE POLMONARE MODESTA o PaO2 > 80 mmHg o SatO2 > 95 % VALUTARE LA STABILITA’ EMODINAMICA PER ALMENO UN’ORA POI CONTATTARE IL CHIRURGO TORACICO PER RICOVERO SE CONDIZIONI STABILI (grado 0 e 1 Thoracic Trauma Severity Score; valutare grado 2). PERCORSO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO U.O. ANESTESIA E RIANIMAZIONE PER PAZIENTI CON TRAUMA TORACICO 1. registrazione ora di arrivo in PS 2. registrazione ora della consulenza del Rianimatore 3. esecuzione EGA e, se possibile, RX/TC torace prima dell’inizio del trattamento 4. trattamento con casco per CPAP/NIV o intubazione tracheale 5. posizionamento catetere arterioso per monitoraggio invasivo della PA e per esecuzione EGA seriate 6. esecuzione EGA dopo 1 ora dall’inizio del trattamento 7. esecuzione EGA dopo 6 ore 8. esecuzione EGA dopo 12 ore 9. esecuzione di una EGA/die per tutto il periodo di degenza in TI 10. esecuzione RX/TC torace di controllo dopo 24 ore.