PRESENTAZIONE DEL LIBRO PROGETTO MENTE EDUCAZIONE ALLA INTELLIGENZA EMOTIVA AUTORE : ADRIANO MAGNANINI CASA EDITRICE ARMANDO EDITORE Roma Sito internet: www.armando.it (novità) Gentile lettore, potrai trovare in queste pagine, le seguenti informazioni: informazioni su me stesso, autore; nota sul titolo del libro; motivazioni che mi hanno spinto a scrivere questo libro; obiettivi dell’opera; argomento e contenuto sintetico dell’opera; per quale motivo il pubblico dei lettori dovrebbe desiderare di leggere e di acquistare questo libro; 7) in cosa si differenzia questo libro dagli altri di argomento affine; 8) estratto di qualche pagina da me scelta per la lettura. 9) indice degli argomenti e bibliografia 1) 2) 3) 4) 5) 6) 1 PUNTO n. 1) : informazioni su me stesso, autore Io, autore, presento me stesso e il mio libro: sono nato a Venezia, ho studiato in diverse città d’Italia, seguendo gli spostamenti, per motivi di lavoro, di mio padre. Dopo la maturità scientifica, ho conseguito la laurea in ingegneria civile, presso l’Università di Padova, con la specializzazione in ponti e strade. Il mio percorso lavorativo è iniziato nell’ambito di alcune imprese di costruzioni, sia in Italia che all’estero, poi, per venti anni, sono stato docente nella scuola statale superiore ed esercito la professione di ingegnere civile, da circa trenta anni. Da molti anni mi dedico alla ricerca nel campo della conoscenza del funzionamento della mente umana, in particolare modo, laddove è più difficile l’esplorazione, a causa della sempre maggiore difficoltà ad indagare, man mano che ci si addentra nelle oscure strade della mente. Senza avere alcuna pretesa di aver fatto chissà quali scoperte straordinarie, ho raccolto in questo libro alcune osservazioni, studi ed esperienze, e le ho scritte e schematizzate, abituato come sono alla schematizzazione progettuale, aiutato, in questo, dalla mia professione di ingegnere. In questo libro ho scritto i risultati della mia continua ricerca, avvalendomi, come si fa sempre quando si fa ricerca, di ciò che tanti studiosi più esperti di me, che non sono uno specialista del settore, hanno scoperto, sperimentato e osservato. PUNTO n. 2) : nota sul titolo del libro Certamente c’è un nesso tra il titolo “ PROGETTO MENTE ” del libro e la mia abituale professione, con la quale, però, non vi è alcun collegamento, tuttavia ritengo questo titolo adeguato al contenuto dell’opera, che propone uno stimolante lavoro interiore, per conoscere e attuare la crescita e il potenziamento delle possibilità e dei poteri della mente umana. PUNTO n. 3) : motivazioni che mi hanno spinto a scrivere questo libro Da dove è venuta la motivazione che mi ha spinto a scrivere questo libro? Per diversi anni ho scritto pensieri e osservazioni in merito al funzionamento della mente: scrivevo - e scrivo tuttora - per me stesso, perché mi piace, mi gratifica, per non dimenticare, per approfondire, per poi poter rileggere a distanza di tempo il contenuto di tante piccole 2 scoperte quotidiane. Poi, con il passare del tempo, ho verificato i benefici, i risultati positivi, su me stesso, mi sentivo meglio, vivevo meglio. Vedevo poi che la cosa si evolveva, ossia dall’osservazione di me stesso, dai miei problemi, mi sentivo spinto ad osservare gli altri, a osservare i problemi anche degli altri, ad osservare i vari disagi, sia sociali che esistenziali, gli stessi che provavo io tempo addietro e che ho imparato a fronteggiare. Allora è scattata dentro di me una nuova motivazione, cioè ho pensato: magari quegli scritti, che scrivevo per me stesso, dai quali ho trovato conforto, aiuto, crescita personale, forza interiore e soprattutto libertà interiore, avrebbero potuto essere utili anche agli altri. Ho subito riscontrato interesse e voglia di sapere, quando ho cominciato a parlare di queste problematiche con gli altri, e così è nata, non tanto l’idea, ma la voglia, la spinta a riorganizzare quel materiale per offrirlo agli altri. Spero che questo libro possa essere di giovamento a tante persone, alle quali auguro buona lettura, buon lavoro di ricerca personale e una più serena prospettiva di vita, sperando comunque di aver contagiato anche i lettori, in questa mia grande passione del viaggiare nel continente misterioso della mente umana. Aggiungo infine che ho scritto questo libro, perché ciascuno di noi possa tirare fuori il meglio di sé, ma non solo, anche perché possa continuare una ricerca personale, tesa all’accrescimento del proprio benessere, in modo che tutti noi, poi, possiamo da soli continuare, con lo zaino in spalla, un viaggio speciale, che è quello che si può intraprendere dentro noi stessi. Un viaggio senza fine, fatto di tanti piccoli traguardi e soddisfazioni, inseguendo, gioiosamente, un cammino di libertà interiore. PUNTO n. 4 : obiettivi dell’opera Quali sono gli obiettivi di questo viaggio? Penso che sia corretto non porci obiettivi specifici e mete definite, perché ciò equivale ad imporci, oggi, un traguardo, un limite, che potrebbe un domani essere superato da un nuovo traguardo, da un nuovo limite, potendo sempre spingerci un po’ oltre. Limiti e obiettivi finali non sono che limitazioni alla nostra evoluzione, alla nostra ricerca nella scoperta della vita. Possiamo porci, invece, degli obiettivi intermedi, che potremo raggiungere attraverso varie strade. Con quanto troverete in questo libro, ciascuno potrà apprendere " come si scavano i pozzi" in maniera autonoma e indipendente, per poi poter attingere acqua a proprio piacere e non riceverà semplicemente un po' di acqua da bere ora, nel momento della sete, in modo dipendente. 3 Nel viaggio, che vi propongo, si tratta di scoprire un mondo parallelo al mondo esterno visibile. Parlo del mondo interiore, quel mondo che noi tutti pratichiamo sempre e ininterrottamente, ma che spesso rimane invisibile, inconsapevole, impercettibile e che spesso è fonte di tanti problemi. PUNTO n. 5) : argomento e contenuto sintetico dell’opera Questo libro è l'esperienza di chi scrive che, assieme e con l'aiuto di tanti altri amanti del benessere, della crescita personale, della libertà interiore dell'uomo (filosofi, saggi, medici, mistici, studiosi della mente umana.....) ha condotto una esplorazione, in terre così spesso poco conosciute. In questo viaggio, così avventuroso, affascinante, pieno di scoperte e di conquiste, mi sono infatti servito di diverse scienze e dottrine, quali la psicanalisi, la psicologia, le filosofie e le religioni orientali, le filosofie e le religioni occidentali, le tecniche di formazione e crescita personale, sia americane che europee, tutte vie che mi hanno dato un valido supporto, nella ricerca e nelle scoperte personali e che ciascuno può personalizzare. Di tutto ciò si parla, con l’obiettivo di continuare senza sosta, ogni giorno, un viaggio meraviglioso e ricco, che ciascuno di noi può intraprendere, per accrescere la libertà e la gioia interiore, la crescita personale non solo per se stessi, ma anche nei rapporti interpersonali, con gli altri. Verranno percorse alcune strade e raggiunti alcuni traguardi (sempre intermedi, dal momento che il traguardo finale non esiste, come già detto precedentemente) non sempre percorrendo vie diritte, non sempre su percorsi facili e chiari; ogni tanto si torna indietro, per poi ritrovare la giusta strada. Le tappe poi non sono sempre temporalmente consequenziali, ma spesso si intersecano tra loro in sequenze complesse e particolari. I lettori potranno imparare, tra l'altro, a osservare i propri pensieri razionali, le proprie emozioni, le proprie credenze, impareranno a servirsi, a proprio comodo, dei pensieri, delle emozioni e degli stati d'animo, a distaccarsi dai desideri disturbanti, a motivarsi verso obiettivi a loro graditi; impareranno a padroneggiare loro stessi nei rapporti interpersonali, a liberarsi delle "catene" che frenano la loro crescita personale e tante altre cose ancora, che si possono conseguire e che spesso si ritiene siano mète quasi impossibili da raggiungere. Naturalmente è importante considerare il punto di partenza di ciascuno di noi, nell'intraprendere il viaggio: infatti ci si può riconoscere nel signor “A”, che ha come obiettivo il potenziamento di certe abilità, che gli serviranno per conseguire obiettivi di successo in campo lavorativo, o nel 4 signor “B”, che invece vuole uscire dalle limitazioni imposte dalle sue ansie e disagi, con se stesso e con gli altri, o nel signor “C”, che invece cerca il senso della sua vita, e ricerca la felicità; oppure altre mille situazioni soggettive personali, uniche e speciali per ciascuno. Questo libro in parte rappresenta un lavoro di accostamento di teorie e tecniche relative alla crescita e alla formazione personale, ma anche e soprattutto vuol essere uno strumento, che vuole portare il lettore, dalla fase della conoscenza, cioè dalla fase del sapere “cosa fare”, alla fase operativa del “come fare”, per ottenere determinate capacità e prestazioni, per poter ampliare i punti di vista sulla realtà e sul rapporto con se stessi e con gli altri. Ultima precisazione: non necessariamente i suddetti obiettivi devono far pensare ad un lavoro faticoso, ad un attivismo mentale defatigante; infatti, man mano che si procede, tutto diventa più semplice, più chiaro, si acquisisce sempre più padronanza e sicurezza, perché calano i nostri conflitti interni, perché si spezzano le catene, perché via via, camminando, cresce la libertà e l'indipendenza interiore PUNTO n. 6 : motivazione, per il lettore, alla lettura e all’acquisto del libro Ritengo – e spesso l’ho verificato - che molti uomini, che sembrano aver ottenuto tanto dalla vita, provino comunque disagi sia sociali che esistenziali, con conseguente senso di insoddisfazione di se stessi, senso di incapacità di poter essere come vorrebbero essere; lottano e faticano ogni giorno, non solo per affrontare le “normali” fatiche quotidiane, ma anche per cercare di controllare le proprie debolezze, per gestire i propri conflitti interni, i propri disagi e le proprie ansie, magari limitandosi semplicemente a nasconderle e ogni giorno, o quasi, ne escono sconfitti e stanchi. Di fronte all’incapacità di risolvere i propri problemi interiori, ecco che compare lo scoraggiamento, lo sconforto, la delusione: come reagire? Si può reagire distraendosi, facendo qualunque cosa che possa tenere lontano quel mondo di insoddisfazione e di frustrazione. Ma poco dopo tutto ricomincia come prima! Ma chi ha detto che non si può cambiare? Si può cambiare eccome! Si può uscire dalla situazione che ci dava disagio, ci si può liberare dai macigni che ogni giorno ci portiamo addosso, si può ricostruire una vita nuova, si può costruire in noi stessi un nuovo uomo, libero interiormente, un uomo che possa riporre la propria fiducia e la propria autostima non più negli altri, ma in se stesso, un uomo libero che deve rendere conto della sua vita solo a se stesso. 5 L’uomo veramente libero è l’uomo libero interiormente, libero dal giudizio degli altri, libero dai propri condizionamenti e dalle proprie credenze limitanti, dai propri logoranti conflitti interni tra ciò che crede di essere e ciò che vorrebbe essere o come vorrebbe apparire. In questo libro c’è la speranza, c’è la revisione del rapporto con se stessi e con gli altri, c’è una via di liberazioni a cui segue, di conseguenza, benessere e felicità. Si propone una sorte di training, di palestra per far crescere e far sviluppare i muscoli interiori che, se ben allenati, si possono sviluppare. Questo libro offre, a chi lo desidera, una opportunità di vera crescita interiore, una via di potenziamento che incammina verso la gioia di vivere la vita che ci è stata data. Offre una via per comprendere se stessi anche dal punto di vista esistenziale e risponde alle domande del tipo: chi sono io? Dove sto andando? Ci sono altri livelli di esistenza, oltre a quelli che normalmente si percepiscono e nei quali ci si identifica? Salendo i diversi gradini della scala esistenziale si accresce la coscienza di se stessi e si procede verso un crescente livello di libertà interiore. PUNTO n. 7 In cosa si differenzia questo libro, che parla di crescita personale e di intelligenza emotiva, dagli altri che trattano di argomenti simili? A differenza dei molti libri già pubblicati su argomenti affini, che hanno come obiettivo principale, per i lettori, il conseguimento del successo personale ed economico ( temi tanto cari agli scrittori americani), in questo libro, l’obiettivo principale è la libertà interiore e l’elevazione dell’uomo verso un benessere che va oltre il successo, oltre i soldi. Libertà interiore intesa soprattutto come liberazione dalle dipendenze varie, tra cui vi sono anche il successo e i soldi. Questa particolarità lo rende unico nel suo genere e inoltre lo ritengo un utile strumento didattico anche per i giovani in età scolare, affinché possano elevare la qualità della loro vita e la percezione della loro esistenza e perché possano riflettere sul senso della vita stessa. PUNTO n. 8 Si propone la lettura di qualche pagina del libro, che viene riportata qui di seguito. === Dal capitolo primo: Dove stiamo andando? Si parlerà, in questo libro, di un viaggio, da percorrere insieme. In questo viaggio, vi sono varie tappe. Il percorso di completamento delle varie tappe dipende dai diversi livelli di consapevolezza esistenziale e dalle diverse vie da percorrere. 6 Cosa sono i livelli di consapevolezza esistenziale? Sono gradi di coscienza di se stessi, di percezione esistenziale di se stessi. Sembra di difficile comprensione, al primo impatto, ma l’idea si può intuire facilmente, salendo al primo livello, che consiste nel prendere atto che “Io” non sono il mio corpo, cioè “Io” non mi percepisco solo come corpo, non esisto solo come corpo, ma il mio corpo è al mio servizio, al servizio di un qualcosa di livello superiore, al servizio di un “Io”, che sta ad un livello superiore di consapevolezza esistenziale; io non sono la mia mano, non sono le mie gambe, non sono i miei occhi, questi sono tutti meravigliosi strumenti, mossi e comandati e usati da qualcosa di noi, che esiste al di sopra del nostro corpo. Ma allora chi siamo? Come e dove possiamo percepire il nucleo della nostra esistenza e cioè la consapevolezza esistenziale? Per avere una risposta, bisogna continuare a salire la scala dei vari livelli esistenziali. Nel secondo gradino, arriva spontanea la domanda: forse io sono la mia mente razionale, i miei pensieri razionali? Visto che posso muovere a mio piacere le mie mani e le mie gambe e i miei occhi e che quindi non sono né le mie gambe, né i miei occhi? Anche la nostra mente e i nostri pensieri razionali ci appartengono, però se vogliamo pensare ad un albero, o ad un cavallo, possiamo a nostro piacere pensare a ad un albero o ad un cavallo, quindi facilmente, possiamo capire che anche la nostra mente razionale è uno strumento, al servizio di un “Io” che sta ancora oltre; possiamo percepire noi stessi in posizione ancora più elevata, ancora un gradino in più. Questo livello di identificazione di “sé” con i propri pensieri razionali merita un approfondimento. Non solo, quindi, si può parlare di consapevolezza o di percezione esistenziale, ma ho usato anche la parola identificazione. Quando ci identifichiamo con i nostri pensieri razionali, siamo così coinvolti e in un certo senso dominati ( perché spesso siamo inconsapevoli e quindi non ce ne accorgiamo ) dalla razionalità, che ci è quasi impossibile andare oltre: in questo livello si è immersi in una fitta nebbia, dalla quale è molto difficile uscire…….. …….cercheremo di comprendere, almeno in parte, il funzionamento della nostra mente, che è molto, molto di più, rispetto ai soli pensieri razionali. Accanto alla razionalità ci sono le emozioni, quelle stesse emozioni che, a volte, percepiamo come ostacoli alla nostra vita (agitazione, disagio, paura, timidezza, rabbia, collera... ). Le emozioni sono, in realtà, un modo con cui l'interiorità di noi stessi ci parla, ci stimola, ci istruisce, ci spinge oltre la 7 nebbia, dove torna la visibilità della scala della consapevolezza esistenziale, che stiamo percorrendo. ………….noi non siamo nemmeno le nostre emozioni. Possiamo non identificarci con le nostre emozioni, perché è possibile, con un po' di conoscenza delle loro modalità e delle loro manifestazioni, stimolarle, ingigantirle, trattenerle o respingerle o lasciarle sfumare e dissolverle. È un lavoro molto difficile, molto più difficile del lavoro sui pensieri, perché è facile perdere la consapevolezza, perché è difficile poterle guardare, da un punto di vista esterno, senza lasciarci sedurre o irretire. Anche esse, le emozioni, sono pur sempre uno strumento, uno strumento di dialogo tra la nostra mente conscia e la nostra parte più profonda, più istintiva e semiautomatica nella nostra mente che è l'inconscio. Nell'inconscio agiscono le abitudini, le credenze, l’educazione ricevuta; agiscono sia i nostri istinti innati, che gli effetti del nostro addestramento sociale, sia gli effetti di un'azione successiva di auto addestramento, di auto condizionamento, imposto sia dall’esterno che dall’interno. Anche in questo caso, come per la non identificazione di noi stessi con la nostra mente razionale, non è sempre facile riuscire a porsi in una prospettiva, in un punto di vista più alto, per poter capire questo livello, che è quello della percezione emozionale, cioè della non identificazione con le nostre emozioni, “io non sono le mie emozioni”, cioè si può comprendere che se ho paura, non sono io quella paura, ma semplicemente in quel momento sono attraversato, sono agitato dalla paura; se si prova rabbia, non sono io quella rabbia, ma semplicemente posso percepire che in quel momento sento e provo rabbia. È chiaro che è molto nocivo identificarsi con le emozioni di tipo negativo, infatti, ricordando la sequenza schematica precedente, all'emozione segue un comportamento quasi istintivo e spesso passivo e il comportamento automatico conseguente è la lotta o la fuga, spesso senza la possibilità di una gestione consapevole e dominante della situazione. Più oltre vedremo che, anche le emozioni possono essere gestite, senza doverle sempre subire passivamente. Ma non è meraviglioso scoprire queste non identificazioni? Scoprire che noi siamo (come centro esistenziale, come punto di osservazione, come identificazione di noi stessi) più in alto? Voliamo più alto, al di sopra di situazioni emotive, che quindi non vanno più vissute come invadenti e frustranti! Noi possiamo non subire passivamente le nostre emozioni, possiamo farlo! Come? Usando un particolare modo di comunicare con il nostro inconscio e così non essere più dominati, ma divenire dominatori e padroni delle 8 nostre emozioni, possiamo quindi trasformarle in positivi strumenti al nostro servizio, per nostra utilità e vantaggio. Per alcune persone è più semplice comunicare con l'inconscio e gestire le emozioni, per altre è più difficile, non è spontaneo, non è intuitivo e in tale caso è utile ricorrere a particolari tecniche, per evitare di divenire succubi delle nostre emozioni. === Dal capitolo n. 3: La felicità In questo capitolo, cercheremo di rispondere alla prima domanda: che cos'è la felicità? Per conseguire la felicità (stato d'animo noto, che tutti hanno provato almeno qualche volta nella vita), occorre innanzitutto allontanare l'infelicità. È molto improbabile pensare di poter passare dalla infelicità alla felicità, senza attraversare una fase intermedia. Il presupposto sia della felicità, sia dell'allontanamento dell'infelicità, è la libertà, sia interiore che esteriore. Secondo la via dello zen, come già detto, la felicità si basa sull'assenza dei desideri, in quanto i desideri creano solo insoddisfazione: infatti, dopo la momentanea soddisfazione di un desiderio, segue una nuova insoddisfazione all'apparire del desiderio successivo. Così facendo si vive in un mondo di illusione, di insoddisfazione, che non può dare la felicità. Secondo il punto di vista delle teorie comportamentiste e secondo lo stile di vita di tipo occidentale e americano in particolare, la felicità si basa sul benessere, sul potere, sul successo, sul lavoro, sulla indipendenza dagli altri. È più facile, comunque, parlare di non infelicità, più che di felicità: la non infelicità è, innanzitutto, libertà: libertà interiore e libertà esteriore. La felicità riguarda prevalentemente lo spirito e ha ben poco a che vedere con la ilarità e la spensieratezza. === Dal capitolo n . 4: l’introspezione Qual è il veicolo di cui ci serviremo per intraprendere il viaggio di cui si è detto in precedenza? È un veicolo che comprende tre motori: la consapevolezza, la introspezione e il dialogo interiore. La consapevolezza non è altro che l'atto di attenzione alle diverse manifestazioni della nostra mente, nel momento presente, cioè nel momento in cui queste manifestazioni (pensieri, emozioni, stati d'animo, sentimenti, tensioni varie...) si verificano. 9 È proprio cercando di accrescere, con l'esercizio, la consapevolezza di ciò che accade dentro di noi, che si comprende che vi sono tante manifestazioni mentali che sono inconsce, automatiche, altre ancora che sono istintive ed appartengono alla nostra natura fin dalla nascita. Occorre inoltre precisare che, nel nostro insieme corpo-mente, vi sono tantissime funzioni automatiche, che è giusto e normale che rimangano tali, però nel campo dei comportamenti, dei pensieri e delle emozioni, il fare affidamento solo ai nostri comportamenti, basati sulle abitudini, sulle consuetudini, sui condizionamenti acquisiti con l'educazione, con lo studio, con la cultura, spesso non basta. Anche se, da un lato, i condizionamenti e le abitudini possono essere utili, pratici, di aiuto, difensivi e di veloce utilizzazione, dall'altro lato, abbastanza spesso, si configurano, (per lo più inconsapevolmente), come strategie difensive, che, per tenerci lontano dalla sofferenza, danno luogo a comportamenti non sempre funzionali e utili, soprattutto nel lungo periodo. === Dal capitolo n . 6: il dialogo interiore Il dialogo interiore è un momento importante, che andrebbe spesso ripetuto, durante la giornata, sia durante tutta la nostra vita, perché avere un buon dialogo interiore con noi stessi è condizione indispensabile per impostare una crescente conoscenza di sé, con conseguente aumento, o quanto meno mantenimento, del nostro benessere psicofisico, e conseguente aumento della nostra indipendenza e libertà interiore, nei confronti del mondo esterno, sempre pronto ad incatenarci, con qualche asservimento e dipendenza o ad assalirci con frustrazioni e sofferenze. Il dialogo interiore ci rende consapevoli nei confronti del nostro modo di rapportarci alla realtà e quindi ci rende capaci di intervenire, eventualmente, per riprogrammare il nostro punto di vista, e la nostra interpretazione della realtà, quando ciò possa contribuire a rompere qualche catena di attaccamento e dipendenza, per poter accrescere così la nostra libertà e indipendenza interiore. Come si fa a dialogare con se stessi? Attraverso l'introspezione e l'osservazione del pensiero, possiamo osservare i nostri pensieri e le visualizzazioni interne, che assomigliano a film interni che proiettiamo, più o meno inconsapevolmente nella nostra mente. Possiamo portare alla consapevolezza le strategie che, per lo più, applichiamo automaticamente - cioè inconsciamente - e che hanno lo scopo difensivo di allontanarci da qualsiasi sofferenza……. 10 === Dal capitolo n. 7 : Le emozioni In generale l'emozione è un turbamento, dovuto ad una forte impressione, è una commozione interna. Questa è una definizione che potremmo leggere in un dizionario, ma a noi non basta: andiamo oltre! È opportuno distinguere: vi sono le emozioni propriamente dette, che sono quelle più note, più classiche, come la paura, la collera, l’aggressività, l’entusiasmo ed altre, che corrispondono ad un'intensa eccitazione, che, il più delle volte, dura poco; e vi sono gli stati d'animo, quali serenità, amore, fiducia, comprensione, tristezza, simpatia, gioia ed altre, che invece si manifestano con una bassa intensità, ma di lunga durata. Il nostro più comune atteggiamento nei confronti delle emozioni consiste nel cercare le emozioni positive, piacevoli e di sforzarci di farle durare più a lungo possibile e di eliminare il più velocemente possibile le emozioni negative. Succede però, molto spesso, che inconsciamente siamo invasi da pensieri ed emozioni negative. Un altro schema comportamentale abbastanza diffuso, soprattutto tra la popolazione maschile, è quello di manifestare, il meno possibile, le proprie emozioni agli altri, con conseguente repressione emotiva (allontanamento cosciente delle emozioni, che vengono ritenute come un disturbo, un ostacolo alla nostra vita ) o peggio ancora con la rimozione emotiva (è l'operazione mentale del nascondere in fondo a noi stessi, nel nostro subconscio, quei fatti e quelle emozioni che ci recano disturbo e sofferenza; questo meccanismo è automatico ed inconscio, e rappresenta una strategia di autodifesa, per tenerci lontani dalla sofferenza: in alcuni casi ciò può essere momentaneamente vantaggioso, ma nel lungo periodo si rivela dannoso e disfunzionale). === Dal capitolo n. 11 : la spiritualità …avere, dentro di noi, una sorta di spinta interna, un bisogno, un desiderio di aprire il nostro sguardo all’invisibile; è sufficiente questa spinta di cui ho detto per poi praticare la fede “come se” già ci appartenesse, senza mai soffermarci nel chiederci se noi la possediamo già, oppure no. La fede non è qualcosa da possedere, da prendere o ricevere o comprare per metterla in un cassetto della mente, bensì, anche se non è facile percepirlo, è azione. Misteriosamente sappiamo che ne siamo attratti, 11 quindi è necessario praticarla, come se già l'avessimo, basta solo coltivare il convincimento che, praticandola, ne conseguirà un bene per noi e che essa ci porterà gioia. Questo è certamente un paradosso (già proposto da Blaise Pascal), poiché noi, al contrario del percorso tradizionale, non dovremmo partire dall'idea di avere la fede, per poi praticarla, ma al contrario, praticando la fede, la si acquisterà, si potrà accedere al tesoro nascosto invisibile che ci porterà la vera gioia. Questo paradosso non è fantasia, non è che vogliamo praticare l'idea del "facciamo finta che”; infatti questa proposta non è altro che una via per cercare dentro di noi ciò che già possediamo. Si può quindi partire, se si desidera la fede, dal credere nel processo paradossale di cui sopra, che è una strategia per cercare, e poi con l'azione, arrivare a trovare, ciò che è già dentro di noi. In sintesi, acquisire la fede col praticare la fede, come se già l'avessimo dentro di noi: proprio in questo senso la fede è azione. Non quindi, come già detto, una fede ricevuta passivamente come un dono, bensì una fede attivata, agìta, praticata. PUNTO N. 9: INDICE Prefazione………………………………………………………………………….. Introduzione……………………………………………………………………….. Capitolo 1 capitolo 2 capitolo 3 capitolo 4 capitolo 5 capitolo 6 capitolo 7 capitolo 8 capitolo 9 capitolo 10 capitolo 11 dove stiamo andando?....................................................................... vie di cambiamento..……………………………………………….. la felicità……………………………………………………………… introspezione………………………………………………………… comunicazione con l'inconscio…………………………………….. il dialogo interiore…………………………………………………... le emozioni…………………………………………………………… io e gli altri…………………………………………………………… dialogo con il corpo………………………………………………… la realtà………………………………………………………………. la spiritualità………………………………………………………… 12 Bibliografia Andrè C., Chi ha paura della paura?, TEA, Milano, 2005. Berne E., Analisi transazionale, Astrolabio, Roma, 1978. Bertoldi P., Meditazione, Giunti Demetra, Firenze, 2006. Buzan T., Il pensiero del corpo, Frassinelli, Milano, 2005. Carnagie D., Come vincere lo stress e cominciare a vivere, Bompiani, Milano, 2001. Carnegie D., Scopri il leader che è in te, Bompiani, Milano, 2000. Castelnuovo G., Ceriani A., Colantonio V., La P.N.L. nella formazione, De Vecchi, Milano, 2006. De Mello A., Istruzioni di volo per aquile e polli, Piemme, Milano, 2006. Erickson M., Ipnoterapia, Astrolabio, Roma, 1998. Erickson M., Le nuove vie dell’ipnosi, Astrolabio, Roma, 1978. Goleman D., Menzogna, autoinganno, illusione, BUR, Milano, 1998. Goleman G., Intelligenza emotiva, BUR, Milano, 1999. Goleman T.B., Alchimia emotiva, BUR, Milano, 2002. Granchi G., Pirovano F., P.N.L. Comunicare per vendere, De Vecchi, Milano, 2006. Grün A., in C. Uguccioni, Lasciarsi guardare da Dio, Paoline, Milano, 2008. Huber C., In te non c’è nulla di sbagliato, Mondadori, Milano, 2007. Legrenzi P., La felicità, il Mulino, Bologna, 1998. Mandino O., Università del successo, Gribaudi, Milano, 2002. Martina R., Chi siamo veramente, Tecniche nuove, Milano, 2002. Martina R., Nati per vivere sani, Tecniche nuove, Milano, 2005. McKenna P., Cambia vita in sette giorni, TEA, Milano, 2006. Nardone G., Watzlawick P., L’arte del cambiamento, Ponte alle Grazie, Milano, 1990. Nardone G., Oltre i limiti della paura, BUR, Milano, 2000. Nardone G., Psicosoluzioni, BUR, Milano, 2000. Nardone G., Terapia breve strategica, Raffaello Cortina, Milano, 1997. Pascal B., Pensieri, Einaudi, Torino, 2004. Razanamahay J., Shaller C.T., Il manuale delle emozioni, Macroedizioni, Cesena, 2002. Re R., Leader di te stesso, Mondadori, Milano, 2004. Robbins A., Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario, Bompiani, Milano, 1992. Robbins A., Come ottenere il meglio da sé e dagli altri, Bompiani, Milano, 2000. Wattles W.D., La scienza del successo, L’Airone, Roma, 2008 Watts A.W., La via dello Zen, Feltrinelli, Milano, 2006. 13