Come d'accordo ti invio documentazione sulle vaccinazioni obbligatorie. Trovi anche allegati alcuni file utili Saluti Claudia Benatti PER I DANNI DA VACCINO La legge 210/92 dà la possibilità di un risarcimento per tutti coloro che hanno subito un danno da vaccinazione obbligatoria o trasfusione. La domanda può essere redatta anche in carta libera, ma sarebbe meglio prima di avviare il procedimento contattare la propria Ausl o l'associazione Vaccinetwork per ricevere i suggerimenti opportuni. Occorre allegare alla domanda le eventuali cartelle cliniche, una relazione medica sui sintomi manifestati e la diagnosi e alcuni certificati anagrafici. Se il vostro bambino manifesta qualche cambiamento nello stato di salute dopo una vaccinazione (osservatelo per almeno un mese), fatelo vedere al medico di fiducia e se necessario ai medici ospedalieri, tenendo sempre a mente di esigere che i medici che lo visitano vi certifichino ciò che hanno constatato. E' obbligo e dovere del medico certificare ciò che vede. Questo è necessario perché a volte, anche in caso di danno irreversibile, la documentazione medica a disposizione è scarsa. Esigete inoltre che i medici che notano il sintomo effettuino, come si evince dalla normativa riportata più sopra, la segnalazione dei presunto evento avverso che dovranno inviare alla Ausl; esigete quindi che la Ausl compili la scheda di sospetta reazione avversa che verrà inviata a Regione e Ministero. VACCINAZIONI OBBLIGATORIE IN ITALIA In Italia sono obbligatorie: la vaccinazione antipolio dal 1966; la vaccinazione antidifterite-tetano dal 1968; la vaccinazione antiepatite B per neonati e dodicenni dal 1991. Il calendario vaccinale attuale (DM del 7/4/1999) prevede la prima dose di vaccinazioni a circa 3 mesi, la seconda a 5/6 mesi e la terza a 11 mesi. Le prime due dosi di antipolio si somministrano usando il vaccino a virus ucciso di tipo Salk, poiché il vaccino a virus vivo attenuato di tipo Sabin ha causato negli anni parecchi casi di poliomielite paralitica postvaccinale. La terza e quarta dose di antipolio vengono però ancora somministrati utilizzando Sabin; questa scelta è per Vaccinetwork inspiegabile se si pensa che negli Usa, per esempio, il Sabin non si utilizza più da 2 anni. Risultano obbligatorie per legge le prime tre dosi da praticare al di sotto dell'anno di età (ma chi volesse posticipare la somministrazione può concordare diverse modalità con la Ausl, anche se spesso si deve discutere un po’) e la quarta dose di antipolio nel terzo anno di vita. Non è invece obbligatoria per legge la quarta dose di vaccino antidifto-tetanico del sesto anno di età. Le vaccinazioni facoltative sono antipertossica e antihaemophilus B; poi a 15-18 mesi o 5-6 anni la Ausl consiglia l'antimorbillo-parotite-rosolia. Presto saranno disponibili anche la vaccinazione antipneumococcica e quella antivaricella, anche se una buona parte della classe medica ritiene questi due interventi di profilassi eccessivi rispetto alle necessità. In Europa gli unici paesi ad avere un obbligo di legge per le vaccinazioni sono Italia e Francia. Per avere un'idea della copertura vaccinale nei diversi Paesi, si può consultare il sito dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (www.nt.who.int/vaccines/globalsummary/pgs2000.cfm), dove ci si potrà rendere conto che anche nei paesi in via di sviluppo le coperture vaccinali sono altissime e i casi di malattia pressochè zero. E' importante sottolineare questo perché la medicina convenzionale, di fronte alla scomparsa delle malattie nell'Occidente, ha finora giustificato il mantenimento di un grande numero di vaccinazioni con la motivazione che l'immigrazione avrebbe potuto "importare" tali malattie. Come si può verificare anche grazie all'OMS, tale ipotesi è del tutto infondata ed è stata più volte smentita anche dal Ministero della Sanità. Malgrado ciò, numerosi operatori sanitari e medici continuano ad alimentare una leggenda che innesca una nuova e subdola forma di razzismo. CATTIVA INFORMAZIONE Qualche esempio Negli Stati Uniti ogni medico ha sulla propria scrivania una copia del "Physicians' Desk Reference" (PDR), il libro del farmaco americano, che esce aggiornato ogni anno per i tipi della Medical Economics. Questo librone contiene le schede tecniche di tutti i farmaci utilizzati negli Usa, complete di effetti collaterali noti e documentati in letteratura e accurata composizione chimica. In Italia non esiste nulla di analogo; abbiamo solo il "Repertorio Farmaceutico", dove non ci sono nemmeno tutti i farmaci utilizzati e sul quale le schede non riportano gli effetti collaterali, oppure l'Informatore Farmaceutico. Noi chiediamo pubblicamente di fornire ai genitori le informazioni sui vaccini che sono riportate sul PDR. Attualmente, infatti, l'informazione fornita dalle Ausl ai genitori sui rischi delle vaccinazioni è pressochè nullo. Vi facciamo un esempio. Sugli opuscoli delle Ausl, riguardo al vaccino antiepatite B, troviamo per lo più scritto: "Il vaccino è in genere innocuo e ben tollerato. E' possibile un po’ di febbre, di mal di testa e di inappetenza". Sul foglietto illustrativo dei vaccini antiepatite B usati in Italia troviamo scritto tra gli effetti collaterali: "Irritazione, edema, indurimento, eritema, sintomi influenzali, malattia da siero, vertigini, cefalea, parestesia, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, artralgia, mialgia, rash cutaneo, prurito, orticaria, anafilassi, ipotensione, collasso, paralisi, neuropatia, neuriti (compresa la sindrome di Guillain-Barrè, mieliti incluse le mieliti trasverse), encefaliti, neuriti ottiche, angioedema, linfoadenopatia, elevazione degli enzimi epatici, broncospasmo, trombocitopenia". In Usa sulle schede tecniche dei vaccini antiepatite B inserite nel libro del farmaco americano, "Physician's Desk Reference", troviamo tra gli effetti collaterali: "Dolore, prurito, ecchimosi, indurimento, gonfiore, eritema, sudorazione, malessere, brividi, debolezza, vampate, formicolii, febbre oltre i 37.5°, ipotensione, sintomi da influenza, patologie del tratto respiratorio superiore, nausea, anoressia, crampi e dolori addominali, vomito, costipazione, diarrea, linfoadenopatia, dolore e rigidità alle braccia, alle spalle o alle ginocchia; artralgia, mialgia, mal di schiena, eruzioni cutanee, orticaria, petecchia, prurito, eritema, sonnolenza, insonnia, irritabilità, agitazione, anafilassi, eritema multiforme inclusa la sindrome di Stevens-Johnson, angioedema, artrite, tachicardia e palpitazioni, broncospasmo incluso i sintomi dell’asma, test alterati della funzionalità epatica, dispepsia, emicrania; sincope; paresi; neuropatie inclusi ipoestesia, parestesia, sindrome di Guillain-Barrè, paralisi di Bell e mielite traversa; neurite ottica; sclerosi multipla, trombocitopenia, eczema, porpora, herpes zoster, eritema nodoso, alopecia, congiuntivite, cheratite, disturbi visivi, vertigini, tremito, mal d’orecchie, disuria". Come vedete il "gap" è notevole tra quanto arriva ai genitori e quanto la letteratura documenta. C'è un cronico deficit di informazioni riguardo ai farmaci. Vi facciamo un altro significativo esempio. Prendiamo il famoso tamoxifene, venduto sotto il nome di "Nolvadex", uno dei farmaci più usati per il tumore al seno. Nella scheda tecnica del farmaco riportata sul PDR sta scritto che nelle donne che usano il "Nolvadex" si è riscontrata un'incidenza di tumore all'endometrio di ben 7 volte superiore rispetto alle donne che non lo usano. Questo non c'è sull'Informatore Farmaceutico. Il PDR riporta inoltre un'incidenza importante nelle donne che fanno uso di "Nolvadex" di trombosi, ictus e problemi agli occhi. Si riporta inoltre sugli animali un'alta incidenza di problemi al fegato. Tutto questo si trova anche nella preziosa banca dati "Cancernet", servizio telematico fornito dal Cancer Institute americano. Ma tutto questo non c'è sull'Informatore Farmaceutico. I medici italiani, quindi, hanno a disposizione il 90% in meno di informazioni rispetto ai loro colleghi americani. Così si autocondannano a non conoscere gli effetti collaterali dei farmaci, cosa questa che ha importanti ricadute sui pazienti. La nostra richiesta è che le istituzioni sanitarie traducano il PDR e diano ai medici e al pubblico, almeno per quanto riguarda i vaccini, le schede tecniche tradotte, senza censure. Chiediamo poi che si utilizzino le banche dati scientifiche quando ai medici si presenta un caso di possibile complicanza post-vaccinale, anziché liquidarla affermando che sicuramente il vaccino non ha colpe. Vi facciamo un esempio. Qualche tempo fa si è rivolta a noi una famiglia del vicentino la cui bambina aveva riportato una mielite dopo avere ricevuto vaccino DTP e MPR. I medici ospedalieri e della Ausl gli dissero subito dopo che il vaccino non c'entrava nulla. Ma i genitori non si arresero. Dopo una diffida, costrinsero i medici della Ausl a redigere la segnalazione di presunto evento avverso. Ora, la patologia è stata riconosciuta dal Ministero come complicanza causata dalle vaccinazioni subite. Come mai questa discrepanza? Perché i medici non hanno l'abitudine di conoscere la letteratura scientifica. Se avessero effettuato un'accurata ricerca sulle banche dati, si sarebbero resi conto che, seppur in rari casi, accadono episodi simili. Ecco un altro esempio. Un bambino del ferrarese sviluppa una piastrinopenia gravissima dopo vaccinazione antihaemophilus. La Ausl si rifiuta di effettuare la segnalazione di presunto evento avverso, così come i medici ospedalieri ridono in faccia ai genitori quando si parla della vaccinazione. La famiglia intenta una causa per negligenza nei confronti dei medici e presenta richiesta di risarcimento come previsto dalla legge 210/92. Tre mesi fa è stato riconosciuto dal Ministero il nesso di causa-effetto. Chiediamo quindi che ogni ufficio vaccinale abbia un collegamento Internet e che gli operatori consultino Med-Line e la banca dati della FDA. Questo consentirebbe una migliore vaccinovigilanza; i genitori sono stanchi di dover dimostrare gli effetti collaterali della vaccinazione attraverso la magistratura o nelle aule dei tribunali. La situazione che si è creata oggi su questo argomento fa perdere credibilità agli operatori sanitari e fa soffrire in maniera inaudita famiglie già abbastanza provate. Gli operatori sanitari rischiano poi di non essere più creduti nemmeno sulle cose ovvie. Uno dei commissari della FDA, David Kessler, sostiene che con un sistema di segnalazione passivo come il nostro emerge appena il 10% degli eventi avversi reali. La nostra richiesta e che i medici comincino a segnalare tutti i presunti eventi avversi, senza filtrare a monte quello che a loro non aggrada. Su questo c'è la circolare dell'ex ministro Guzzanti del 1995 che invita a segnalare tutto quello che accade dopo le vaccinazioni che abbia una correlazione temporale con la somministrazione del farmaco; competerà poi ad altri, non al medico vaccinatore e segnalatore, dare un giudizio di causalità. E su questo esiste anche una legge troppo spesso dimenticata o ignorata, il decreto legislativo n. 44/1997 che recita all'articolo 4: "I medici sono tenuti a segnalare ogni presunta reazione avversa, della quale vengano a conoscenza nell'esercizio dell'attività professionale. Detto obbligo si applica anche ai medicinali oggetto di sperimentazione clinica". E all'art. 11: " I medici, i farmacisti, i sanitari ed i legali rappresentanti delle aziende sanitarie locali e delle direzioni sanitarie che violano l'obbligo di segnalazione delle reazioni avverse di cui all'articolo 4, sono puniti con l'ammenda da lire un milione a lire dieci milioni e con l'arresto fino a sei mesi". Se un genitore viene a conoscenza, come sta accadendo, di queste normative e ritiene di avere subito un torto o un rifiuto da parte della Ausl, si avvarrà di tutti gli strumenti giudiziari in suo possesso. LA VACCINAZIONE ANTIEPATITE B Un caso emblematico La vaccinazione antiepatite B è stata resa obbligatorie, con iter abbreviato in commissione, dall'ex ministro della sanità De Lorenzo, il quale è stato condannato in Appello per avere riscosso una tangente dalla ditta farmaceutica produttrice del vaccino. Malgrado ciò, l'obbligo non è stato toccato. Ora vi dimostreremo come i dati sull'incidenza della malattia non giustificassero affatto l'introduzione dell'obbligo vaccinale nei bambini. I dati di fonte Seieva, pubblicati sul bollettino "Vaccinazione 2000" n. 46 del febbraio 1997 (261 Ausl su 650), dicono che dall’85 al ‘94 l’incidenza di epatite B in Italia per 100.000 abitanti è andata calando, ancor prima dell’introduzione dell’obbligo vaccinale (1991). Nella fascia di età da 0 a 14 anni si è passati dai 6 casi dell’85 ad 1 caso nel 1990 e l’incidenza è rimasta pari ad 1/100.000 anche anni dopo l’introduzione della vaccinazione obbligatoria nel 1991. Quindi, volendo leggere i dati, si può arguire che la vaccinazione non ha modificato assolutamente l’andamento già in diminuzione della malattia nella fascia di età che riceve la vaccinazione d’obbligo. In una rivista di infettivologia, nel 1990, si affermava che le cronicizzazioni post-epatite B, quindi i soggetti che sviluppano cirrosi e cancro, sono nell'ordine di 0,1-0,6 su 100.000 soggetti che contraggono la malattia. Ciò significa 1-6 su 1 milione di casi. Tutti gli altri guariscono senza conseguenze (Pubblicato su: Scand. J. Infect. Dis. Suppl. 1990; 69: 43-7 - Titolo: Epidemiology of hepatitis B virus infections with particular regard to current routes of transmission and development of cirrhosis and malignancy. Autore: Norkrans G - Affiliation: Department of Infectious Diseases, Ostra Sjukhuset Goteborg, Sweden). Secondo i dati del VAERS (l'agenzia federale americana che raccoglie le segnalazioni di danno post-vaccinico), riportati dalla Dott.ssa Jane Orient, i casi di complicanze gravi indotte dalla vaccinazione sono di 4 ogni 1.000 vaccinati, cioè 4.000 su 1 milione di vaccinati. Occorre poi considerare che, secondo il commissario della Food And Drug Administration, David Kessler, i danni da vaccino con un sistema di sorveglianza passivo sono sottostimati del 90%. Quindi, i rischi della vaccinazione sono da 600 a 4.000 volte superiori a quelli della malattia. Rapporto rischio/beneficio della vaccinazione antiepatite B in Italia (1991-1996*) nei bambini: 340 effetti collaterali, 0 casi di malattia evitati * Rischio: per i bambini (classe di età 0-14 anni ) si sono avuti 340** effetti collaterali ufficiali da vaccino antiepatite B. Molto probabilmente gli effetti collaterali sono stati più di 3.000 in quanto è noto che vi è in Italia una diffusa sotto-notificazione degli effetti collaterali da vaccino; negli stessi anni si sono avute (sempre nei bambini) 11 reazioni a carico del sistema nervoso: polineuriti, paresi del nervo facciale, ecc. * Beneficio: nessun caso di malattia evitato. Infatti nel 1990, prima dell’introduzione dell'obbligo, 1 bambino su 100.000 aveva l’epatite B; dal 1991 al 1996, sempre 1 bambino su 100.000 ha contratto l’epatite B*** Ecco, infine, gli eventi avversi postvaccinali causati da vaccino antiepatite B a DNA ricombinante documentati dalla Banca dati americana Med-Line (www.nlm.nih.gov): Apparato Cardiovascolare: Pericardite acuta. Apparato Gastrointestinale: Antigenemia di superficie per l’epatite B; Citolisi severa; Disfunzione epatica ed anticorpi a DNA; Epatite infettiva grave. Ematologia: Trombocitopenia. Pelle ed annessi: Eritema nodoso; Lichen planus; Perdita di capelli (alopecia). Occhio, visione: Occlusione segmentaria unilaterale della vena centrale della retina; Sindrome da punti bianchi evanescenti multipli (MEWDS). Orecchio, naso, gola, udito: Perdita di udito. Sistema immunitario: Anafilassi; Autoimmunità; Eosinofilia; Granuloma da idrossido di alluminio. Il mercurio come fattore allergizzante; Reazioni allergiche al mertiolato (dermatite alle manidermatite atopica dermatite disseminata-Rinite allergica); Reazioni nodulari infiammatorie;Scarsa risposta anticorpale in pazienti dializzati. Sistema muscolare e tessuto: Artrite, ipercalcemia e lesioni litiche delle ossa; Artrite migrante + artrite reumatoide (manifestazioni reumatologiche); Artrite reattiva; Artrite reumatoide; Artrite virale; Lupus erimatoso sistemico-disseminato; Poliartrite; Sindrome di Reiter; Vasculite. Sistema nervoso: Amiotrofia neuralgica; Atassia cerebellare acuta; Convulsioni; Demielinizzazione del sistema nervoso centrale; Mielite acuta; Mielite trasversa; Neuropapillite bilaterale; Neuropatia del nervo mentoniero; Paralisi facciale periferica; Sclerosi multipla; Sindrome da affaticamento cronico. Note: * nel 1997 e nel 1998 vi sono stati 0 casi di epatite B nei bambini nella classe di età 0-14 anni. Questo risultato non può essere attribuito unicamente alla vaccinazione perché la malattia stava già tendendo a 0 in queste classi di età, prima dell’introduzione del vaccino. Anche attribuendo questo modestissimo risultato alla vaccinazione (evitare 1 caso di epatite B ogni 500.000 bambini circa - in Italia nascono circa 500.000 bimbi all'anno), per fare un bilancio costo/beneficio occorre comunque avere i dati degli effetti collaterali negli stessi anni (che al momento mancano). Dai dati degli anni precedenti si può comunque estrapolare che il costo del vaccino è enormemente superiore al beneficio ** Dati della commissione nazionale vaccini, tratti dal documento "Vaccinazione antiepatite B e sclerosi multipla", tabella "Reazioni avverse a vaccinazione antiepatite B 1991-1996". Il documento è reperibile sul sito del ministero della sanità italiano: http://www.sanita.interbusiness.it/malinf/certvacc/epatb/epatb.htm *** Dati Sistema epidemiologico integrato dell'epatite virale acuta (SEIEVA), classe di età 0-14 anni. i dati si trovano sul sito dell’istituto superiore di sanità: http://www.iss.it/registri/seieva/tab2.htm Piccola guida: * FDA - Food and Drug Administration (USA) * AUSL - Unità Sanitaria Locale * PDR - "Physicians' Desk Reference", il libro del farmaco americano, che esce aggiornato ogni anno per i tipi della Medical Economics. Questo librone contiene le schede tecniche di tutti i farmaci utilizzati negli Usa, complete di effetti collaterali noti e documentati in letteratura e accurata composizione chimica. In Italia non esiste nulla di analogo; abbiamo solo il "Repertorio Farmaceutico", dove non ci sono nemmeno tutti i farmaci utilizzati e sul quale le schede non riportano gli effetti collaterali. * Med-Line - Banca dati americana ( www.nlm.nih.gov) * Ministero della Sanità italiano: http://www.sanita.interbusiness.it/malinf/certvacc/epatb/epatb.htm * SEIEVA - Sistema epidemiologico integrato dell'epatite virale acuta, i suoi dati si trovano sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità: http://www.iss.it/registri/seieva/tab2.htm * EPA - Ente per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti; http://www.epa.gov) * DTP - Vaccinazione Difterite-Tetano-Pertosse * DT - Vaccinazione Difterite-Tetano LA TOSSICITA' DEL MERCURIO In numerosi vaccini per l'infanzia utilizzati nelle Aziende Usl è contenuto un eccipiente chiamato Thimerosal (sinonimi: thiomersal, sodio etilmercurio tiosalicilato, mercuriotiolato di sodio, mertiolato). Il thimerosal è un composto organico del mercurio contenente il 49,6% di mercurio. Circa un anno e mezzo fa, nella primavera del 1999, l'EPA (Ente per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti; http://www.epa.gov) ha individuato la soglia massima di thimerosal per chilo corporeo, oltre la quale possono intervenire danni cerebrali, all'apparato renale e al sistema immunitario. L'EPA ha definito che la soglia massima di sicurezza per chilo corporeo sia di 0,1 mcg (1/10 di microgrammo ) al giorno (http://www.aap.org/policy/re9935.html ). Un microgrammo è un milionesimo di grammo: l’EPA consiglia di non superare il livello di un decimo (1\10) di microgrammo per kg al dì. Solo per sostanze estremamente tossiche i livelli di sicurezza sono a livello così infinitesimale. In seguito all’allarme lanciato dall’EPA, negli Stati Uniti l'AAP (Accademia Americana di Pediatria), il Public Health Service e la Food and Drug Administration hanno evidenziato livelli di mercurio troppo elevati nei vaccini per l'infanzia rispetto alla soglia massima di tossicità. Livelli troppo alti che possono potenzialmente indurre danni irreversibili. La Food and Drug Administration (FDA) ha quindi raccomandato a tutte le ditte farmaceutiche che commercializzano negli Usa di mettere in commercio vaccini senza thimerosal e ciò è avvenuto. Dal settembre del 1999, sono disponibili negli USA vaccini senza mercurio. In Italia, invece, le autorità sanitarie hanno ritenuto di non prendere nessun provvedimento cautelativo. Il Ministero della Sanità Italiano, con il Decreto 15/6/2000, ammette la presenza di mercurio nei vaccini, ma sostiene che ciò non sia connesso con alcun problema o rischio per la salute e prevede l'immissione in commercio di prodotti senza thimerosal soltanto a partire dal gennaio 2007. Ma quanto mercurio assume un bambino italiano che si sottoponga alle vaccinazioni d’obbligo? Ed il mercurio assunto in ogni seduta vaccinale supera o meno i livelli di sicurezza dell’EPA? Per rispondere a questa domanda, occorre ricordare due cose: a) i bambini sono sottoposti alla prima seduta vaccinale a 3 mesi quando il peso medio è di 5 kg; b) il livello di sicurezza per il mercurio da non superare è quindi di 0,5 microgrammi. Se un bambino riceve, per esempio, un vaccino antidifterite-tetano pediatrico e un vaccino antiepatite B per uso pediatrico arriva a ricevere almeno 37,5 microgrammi di mercurio (dati desunti dalle schede vaccinali e dai foglietti illustrativi dei vaccini in commercio in Italia). Se riceve ulteriori vaccini, la quantità di mercurio aumenta. Poichè il livello di sicurezza da non superare è di 0,5 microgrammi, effettuando le vaccinazioni di cui sopra un bambino di 3 mesi è sottoposto ad un livello di mercurio di 75 volte superiore il livello di sicurezza (37,5/0,5 = 75). Un tale livello di assunzione di una sostanza tossica può portare a seri rischi per la salute (danni al sistema immunitario, all’apparato renale, al sistema nervoso). Anche considerando la soglia massima di tossicità fornita dalla Food and Drug Administration (più alta rispetto a quella dell'EPA) di 0,4 microgrammi per chilo corporeo al giorno, si hanno comunque dosi tossiche nei vaccini per l'infanzia. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dà poi un "range" di pericolosità che va da un minimo di 0,7 microgrammi a un massimo di 3,3 microgrammi per chilo alla settimana. Ma l'OMS fornisce dati relativi alla soglia massima di tossicità settimanale e il livello settimanale non ha nulla a che fare con la dose massima giornaliera consentita (ogni bambino riceve le vaccinazioni in un unico giorno). La quantità di mercurio che un infante assume attraverso i vaccini viene somministrata in un giorno, quindi, per avere un parametro significativo e prudenziale, occorre considerare la dose massima giornaliera, non un livello settimanale. L'OMS non fornisce indicazioni sulla dose massima giornaliera; quindi occorre utilizzare gli unici dati disponibili, cioè quelli dell'EPA e della FDA. Peraltro, suddividendo per 7 la dose settimanale massima fornita dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per ricavare un'ipotetica dose giornaliera si ottiene all'incirca 0,5 microgrammi (3,3/7), quindi la soglia finisce per avvicinarsi a quella fornita dalle autorità americane. E', Inoltre, prassi consolidata, soprattutto quando i farmaci sono dati in età pediatrica e sui grandi numeri, utilizzare per le sostanze tossiche (come il mercurio), le quantità più basse possibili per garantire la massima sicurezza possibile. E' quindi comunque opportuno, a titolo precauzionale, considerare la dose più bassa del "range" dell'OMS, quella cioè di 0,7 microgrammi. E', poi, esplosivo il rapporto sul mercurio dell'ATSDR, l'Agenzia per le sostanze tossiche e registro delle malattie americana (http://www.atsdr.cdc.gov/tfacts46.html). Questa è l'organizzazione ufficiale del governo USA per lo studio delle sostanze tossiche. Elabora rapporti ed avvertenze sulle più importanti sostanze tossiche. Ecco cosa emerge dal rapporto: * che il mercurio è un veleno: infatti all'inizio della monografia sul mercurio appare il simbolo del teschio, che significa sostanza in grado di procurare la morte. * che alcuni sali del mercurio sono potenziali sostanze cancerogene; non vi sono infatti dati sufficienti per tutti i sali di mercurio (che sono numerosi), ma per il cloruro di mercurio e per il metil-mercurio si afferma: "l'EPA ha stabilito che il cloruro di mercurio ed i metilmercurio sono potenziali sostanze cancerogene per l'uomo". A questo proposito occorre notare che : - La tossicità del mercurio è divenuta famosa nella storia della medicina recente con il nome di Moro di Minamata, dal nome della baia giapponese in cui i pescatori si intossicarono in massa nutrendosi di pesce ricco di mercurio in quanto nella baia venivano scaricati rifiuti industriali ricchi di mercurio. Fra i colpiti dal morbo di Minamata, vi fu una incidenza di ben 8 volte superiore di leucemia rispetto a quanto ci si poteva attendere. - Un recente studio ha dimostrato che nei noduli tumorali benigni e maligni della tiroide, il contenuto in mercurio è molto più alto che nel tessuto tiroideo normale. L’articolo conclude: "Questi risultati sostengono l’ipotesi che la diretta influenza tossica dei metalli pesanti sulle cellule tiroidee può avere un ruolo fondamentale nell’origine del cancro alla tiroide"** Da notare che il thimerosal dei vaccini si metabolizza nell'organismo in etil-mercurio e tiosalicilato, ma tutti gli autori (compresa l'Organizzazione Mondiale della Sanità) sono concordi nell'affermare che i dati tossicologici validi per il metil-mercurio valgono anche per l'etil-mercurio: quindi anche l'etil-mercurio è una sostanza potenzialmente cancerogena. In molti vaccini vi è quindi una sostanza, il thimerosal, che si trasforma nell'organismo in una sostanza potenzialmente cancerogena. In un altro importante documento dal titolo "Il metilmercurio induce la produzione di radicali liberi: implicazioni biologiche"*** si legge che il mercurio dà danni a lungo termine, quindi più insidiosi. Scrive Sarafian: "L'aspetto più allarmante degli sporadici casi degli avvelenamenti da mercurio riguardano la natura insidiosa dell'esposizione e dell'accumulo di mercuriali, e periodi protratti di condizioni asintomatiche nascondono l'estensione e l'irreversibilità del danno. Dal momento in cui i sintomi appaiono, il trattamento è spesso inefficace e la patologia continua a progredire. (…) Non ci sono spiegazioni per il periodo di latenza tra l'esposizione a mercurio organico (es. thiomersal, ndr) e i sintomi neurotossici". Lo studio prosegue affermando che il metilmercurio produce radicali liberi e innesca una reazione a catena di produzione di radicali liberi e perossidazione dei lipidi insaturi di cui è particolarmente ricco il cervello. Quindi, i tessuti cerebrali sono l'organo-bersaglio del metilmercurio; da notare che la produzione eccessiva di radicali liberi è ormai universalmente associata ad una aumentata genesi del cancro. L'autore afferma inoltre che vengono ossidati i lipidi anche nel fegato, nei reni e nella milza. Inoltre, sempre da Sarafian, si evince che il metilmercurio si lega a numerose proteine intracellulari fino a scomporre le strutture cellulari terziarie. L'azione tossica del metilmercurio è agevolata da una situazione di difese antiossidanti basse e i neuroni cerebrali posseggono bassi livelli di agenti antiossidanti; per questo motivo il sistema nervoso è particolarmente vulnerabile. I danni possono arrivare anche a modifiche cellulari, neuronofagia, morte neuronale, astrogliosi e demielinizzazione. Ricordate poi che anche l'idrossido di alluminio, altro eccipiente contenuto in quesi tutti i vaccini, ha la capacità di danneggiare i tessuti cerebrali e al proposito Vaccinetwork sta traducendo gli studi dell'Aluminum International Network, un gruppo di scienziati che in Italia fanno capo al Dr. Zatta dell'Università di Padova. Note: * Tratto da: Cancer mortality in Minamata disease patients exposed to methylmercury through fish diet. Autori: Kinjo Y; Akiba S; Yamaguchi N; Mizuno S; Watanabe S; Wakamiya J; Futatsuka M; Kato H. Affiliazione: Cancer Information and Epidemiology Division, National Cancer Center Research Institute, Tokyo, Japan. Pubblicato su: Journal of Epidemiology 1996 Sep; [3]:134-8 ** Tratto da: Trace elements and thyroid cancer. Autori: Zaichick VYe; Tsyb AF; Vtyurin BM. Affiliazione: Medical Radiological Research Centre, Kaluga Region, Russia. Pubblicato su: Analyst 1995 Mar;120 [3]:817-21 *** "Methylmercury-induced generation of free radicals: biological implications"; di Theodore A. Sarafian - Department of Pathology and Laboratory Medicine, University of California, Los Angeles School of Medicine, Los Angeles, CA 90095, USA - Pubblicato su "Metal Ions Biological System" 1999; 36 [415-44 CHE COSA ACCADE SE NON SI VACCINA Se una coppia di genitori sceglie di non vaccinare il proprio figlio commette un illecito amministrativo che viene sanzionato con una sanzione pecuniaria che si aggira intorno alle 300.000 lire. La sanzione può essere contestata e impugnata dai genitori. La Regione Emilia Romagna ha poi diramato una nota qualche mese fa con la quale raccomanda a tutte le Ausl di rispettare il cosiddetto "dissenso informato" dei genitori. In pratica, la Regione ha messo a disposizione un modulo che i genitori possono firmare e con il quale dichiarano di non voler vaccinare il proprio figlio. Viene successivamente fatta una segnalazione al Tribunale dei Minori (come prevede la prassi) che si risolve nell'archiviazione del procedimento. Ormai da anni il Tribunale dei Minori regionali ha una posizione di rispetto nei confronti dei genitori che dissentono dalle vaccinazioni obbligatorie. Il modulo del dissenso va richiesto alle singole Ausl dopo avere illustrato le motivazioni della propria scelta. LA VACCINAZIONE ANTIPOLIO qualche cenno Una delle cose che più spesso si sentono dire è che se si abbassano le coperture vaccinali, anche in assenza di altre variabili, ritornano le epidemie. Solitamente viene fissato il livello minimo al di sotto del quale non si può andare, cioè circa il 95%. Secondo dati forniti dall'OMS, in Germania e negli Usa, malgrado coperture estremamente più basse rispetto a quelle ritenute indispensabili, non vi è stata nessuna epidemia. Naturalmente i raffronti vanno fatti su paesi con situazioni socio-sanitarie paragonabili; da questo punto di vista gli Usa sono un ottimo punto di osservazione, in quanto: a) hanno una popolazione di oltre 200.000.000 di abitanti ed è noto che per le indagini epidemiologiche più il campione è ampio più è affidabile; b) le rilevazioni statistiche sono notoriamente accurate. Nel 1992 vi sono stati in Olanda 68 casi di polio (in soggetti non vaccinati) in una comunità religiosa di ortodossi protestanti. Ma nel 1988 vi sono stati 15 casi in Israele in soggetti vaccinati, e nell'Oman nel 1988-89 vi sono stati 43 casi in soggetti in buona parte già vaccinati completamente, o che avevano iniziato il ciclo vaccinale, non completato per motivi di età. Quindi, il fatto di essere vaccinati o meno non sembra influenzare il decorso di limitate epidemie. E' interessante notare che le epidemie in Olanda e in Israele si sono verificate in comunità con stretti contatti sociali e con contatto tra acque reflue e domestiche per mancanza di fogne efficienti. Poiché la via di trasmissione del polio-virus è oro-fecale, questa comunanza di situazione può spiegare la duplice epidemia sia nei soggetti non vaccinati che vaccinati. La vaccinazione antipolio presenta poi alcuni punti oscuri. E' legittimo chiedersi: il Sabin (il vaccino a virus vivo attenuato) alimenta la malattia oppure la estingue? La prestigiosa rivista "Lancet" ha pubblicato di recente un articolo che fornisce una versione inquietante: fino a che si vaccinerà con Sabin non sarà possibile eradicare la polio poiché il virus vaccinico rimanendo in circolo nell'ambiente e modificandosi alimenterà la malattia. Ne è seguita una grande polemica. Nella Repubblica Dominicana (dati MMWR, CDC di Atlanta) lo scorso anno si sono avuti alcuni casi di polio paralitica dovuti al virus vaccinico Sabin che, dopo avere circolato due anni nell'ambiente, aveva accumulato modificazioni genetiche tali di riacquistare neurovirulenza. In Egitto è accaduta la stessa cosa. Questo dato getta una nuova luce su episodi poco chiari come quello dei casi di polio in Albania nel 1996. Per quanto riguarda il Salk (il vaccino a virus ucciso), esso contiene formaldeide, sostanza accusata da tempo di essere cancerogena. E andate a leggere sul PDR cosa sta scritto nella scheda degli antipolio Salk. Vi si legge che il vaccino non è stato testato per il suo potenziale cancerogeno e mutageno. Tutto questo, a fronte di una malattia che sta per essere dichiarata eradicata nel mondo LA VACCINAZIONE ANTIDIFTERITE-TETANO qualche cenno DIFTERITE La circolare del ministero della sanità del 27 agosto 1994, trattando il problema della recrudescenza della difterite negli stati ex-URSS, afferma: "Un'indagine sieroepidemiologica condotta ... nel 1992, ha evidenziato nei bambini di due anni tassi di copertura immunitaria per DPT inferiori all'80% ... ed inferiori al 45% nella zona di Mosca. Tra le cause di recrudescenza della difterite sono state pertanto ipotizzate le seguenti condizioni: - bassa copertura immunitaria tra bambini e ragazzi in molte zone dei Paesi interessati". La circolare continuava proponendo l'obiettivo del mantenimento di alti tassi di copertura vaccinale ("almeno il 95%") anche in Italia, per evitare recrudescenze della malattia. Sempre dalla fonte precedentemente citata per la polio, impariamo che negli USA i tassi di copertura per la difterite dal 1980 al 1985 sono stati (nella classe di età da 1 a 14 anni) in media del 69-73%. Nello stesso periodo negli USA si sono avuti una media di 3 casi di difterite all'anno: anche qui, nessuna epidemia nonostante tassi di copertura vaccinale inferiori del 25% rispetto a quanto ritenuto necessario. E' evidente che se, con coperture comunque basse, in un Paese cominciano focolai epidemici e in un altro no, sono altre le variabili da considerare e quindi da trattare per una soluzione. TETANO Dal "Manuale delle malattie trasmissibili" 16^ edizione (rapporto dell'American Health Association) si evince che il tetano è malattia dell'età avanzata e non malattia infantile. Mortalità per tetano in Italia nel 1995 (fonti OMS): Su 37 casi di morte da tetano, ben 33 sono in persone hanno oltre 65 anni e gli altri 4 casi sono in persone fra i 35 ed i 65 anni. I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità riferiscono che, sempre nel 1995, ci furono 33 casi di tetano tra gli uomini e 71 tra le donne. Cioè gli uomini rappresentano circa il 33% dei casi di tetano in Italia, quindi non risulta nemmeno vero che tutti coloro che si ammalano di tetano sono donne non vaccinate durante il servizio militare. Facciamo ora un raffronto con un altro paese europeo, con condizioni di vita simili alle nostre e una popolazione maggiore (fonte OMS): Nel 1997 vi sono stati in Germania 812.173 nati vivi (fonte OMS). Quindi: - poiché la copertura vaccinale della Germania per il Tetano è circa il 17% inferiore a quella italiana (97%) - poiché i nati vivi della Germania sono circa il 40% in più rispetto ai nati vivi italiani - poiché la mortalità totale del tetano è molto inferiore in Germania rispetto all'Italia malgrado in Italia la copertura vaccinale sia maggiore - poiché su 1.600.000 bambini (in 2 anni) non vi è stato nessun caso di morte da tetano, anche se 320.000 (20% di 1.600.000) non sono stati vaccinati, si conferma che il tetano è una malattia dell’età avanzata e i bambini anche non vaccinati non contraggono il tetano Il Vaccino DT e quello DTP sono stati associati in letteratura medica alle allergie e all'asma. Su questo aspetto ci sono opinioni diverse, come è normale che sia, ma gli studi sui quali si basa la correlazione vaccino DT-allergie poggiano su basi molto solide e sono stati pubblicati da riviste mediche accreditate. Sulla rivista "Aerugi" nel luglio 2000 si afferma la correlazione tra vaccino difterite-tetano-pertosse e l'insorgere o l'aggravarsi di allergie. Tra due gruppi, uno vaccinato e l'altro no, c'era incidenza di asma nel 2,3% dei non vaccinati e del 25,6% tra i vaccinati. L'incidenza di dermatite atopica era del 2,3% nei bambini non vaccinati contro il 18% dei bimbi vaccinati. Per le tre malattie asma bronchiale, dermatite atopica e rinite allergica l'incidenza era del 9,3% nei bambini non vaccinati contro il 56,4% dei bimbi vaccinati. Nel febbraio 2000 altro articolo curato dal Dipartimento di epidemiologia della Scuola di salute pubblica di Los Angeles (Pubblicato su: Journal of Manipulative and Physiological Therapeutics) nel quale si afferma che il vaccino DTP aumenta il rischio di allergia e di sintomi respiratori correlati. Nel 1995 la rivista "Vaccine" scriveva: "Lo studio ha rivelato valori inaspettatamente elevati nelle risposte IgE alle tossine difterica e tetanica nell'ambito dell'ordinario programma di richiamo vaccinale DT, che erano associati ad un'alta percentuale di effetti collaterali locali" (da: Immunoglobulin E responses to diphtheria and tetanus toxoids after booster with aluminiumadsorbed and fluid DT-vaccines. Autori: Mark A; Bjorksten B; Granstrom M . Affiliazione: Department of Paediatrics, University of Goteborg, Ostra Hospital, Sweden. Source: Vaccine 1995 May;13 [7]:669-73) La nostra richiesta è quella di effettuare uno studio controllato tra un gruppo di bambini vaccinati e un gruppo non vaccinato con vaccino DT per verificare l'effetto di tale profilassi sulla condizione di salute. Poi ripetere tali studi per le altre vaccinazioni. Sono molti i medici a sostenere che tali studi non sarebbero etici, poiché si priverebbe una parte di bambini del diritto all'immunità. Ebbene, secondo noi non è etico continuare ad evitare tali studi. Ecco gli effetti collaterali del vaccino DTPa (difterite-tetano-pertosse acellulare) documentati dalla banca dati Med-Line (www.nlm.nih.gov): Ritardo psicomotorio, Disabilità permanente, Atassia, Atrofia corticale, Epilessia, Allergie e asma, Encefalite, encefalopatia, encefalomielite, Sindrome di Guillain-Barrè, Neurite brachiale, Anafilassi, Episodi ipotonici-iporesponsivi, Porpora trombocitopenica, Morte. "Il vaccino DTP è tra i sette farmaci al mondo più pericolosi per i bambini poiché tra le maggiori cause di ricovero in reparti di terapia intensiva" (Da "Pediatrics", 7 gennaio 1998, Reazioni avverse a farmaci che portano i bambini al ricovero ospedaliero. Autori: AA Mitchell, PG Lacouture, JE Sheehan, RE Kauffman and S Shapiro. Sede: Slone Epidemiology Unit, University School of Public Health, MA 02146).