INDIETRO Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXIII AI RESOCONTI i quali svegliati dai carabinieri all’alba di ieri (24 maggio) sarebbero stati fatti uscire velocemente dalle loro abitazioni e portati nella chiesa vicina; i carabinieri, muniti di guanti sterili, avrebbero proceduto alla perquisizione degli appartamenti in questione; gli immigrati, una cinquantina circa, sarebbero stati trattenuti per alcune ore senza che venisse loro data alcuna motivazione, né mostrato alcun mandato di perquisizione, hanno ricevuto solo una dichiarazione verbale del comandante che dichiarava di non aver nulla contro di loro ma bensı̀ di avercela con il loro padrone di casa che affitta case al nero; alcuni di loro, otto secondo quanto riportato dal giornale, sarebbero stati portati in questura perché sprovvisti di documenti –: vero; se i fatti riportati corrispondano al se non ritenga il caso di accertare le modalità in cui l’operazione si è svolta; se non ritenga verificare se vi siano state azioni lesive dei diritti umani e se non siano state violate le norme che regolano la procedura di perquisizione e quali provvedimenti intenda assumere in tal caso; se siano risultate situazioni di « affitto in nero » o di irregolarità contrattuale e se ne sia stata data comunicazione alle autorità competenti. (4-29960) RISPOSTA. — Il 24 maggio 2000 personale dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, unitamente ad operatori della Polizia Municipale e a dipendenti dell’Azienda Sanitaria Locale RM/C, hanno proceduto al controllo della palazzina ubicata a Roma, in Via Campobasso 16, a seguito delle molteplici denunce presentate dal proprietario dell’immobile, che aveva lamentato l’occupazione abusiva di alcuni appartamenti da parte di cittadini extracomunitari, nonché lo stato di grave degrado dell’immobile. A causa dell’elevato numero degli occupanti, non è stata effettuata alcuna perqui- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 sizione all’interno degli appartamenti. Gli occupanti, infatti, sono stati invitati a scendere in strada e, successivamente, per garantire sicurezza ed ordine ai controlli, a portarsi presso il cortile esterno di una vicina chiesa, al momento chiusa, dove sono state svolte le operazioni di identificazione. È stata accertata la presenza di 60 extracomunitari, dieci dei quali, trovati privi dei documenti di riconoscimento e della prescritta dichiarazione di soggiorno, sono stati accompagnati presso il Nucleo Operativo di Roma per i conseguenti adempimenti. Il personale dell’Arma dei Carabinieri ha utilizzato effettivamente guanti in lattice a causa della nota precarietà igienica dello stabile e per normale profilassi adottata nel corso di attività da considerarsi a rischio per la salute degli operatori. Il personale dell’ASL RM/C, nella relazione relativa al sopralluogo, pur evidenziando l’oggettiva difficoltà ad emettere un’ordinanza di sgombero, ha rappresentato l’urgenza di interventi atti a risolvere la critica situazione igienico-sanitaria dei locali dello stabile, tenuti in pessime condizioni di pulizia e manutenzione. Sono state, inoltre, riscontrate delle crepe nei muri, per cui si è richiesto un parere agli uffici tecnici competenti. Si rappresenta che nessun atto lesivo della dignità personale è stato rivolto ad alcun soggetto controllato. Con informativa del 17 giugno 2000 la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma è stata notiziata dell’attività svolta per le determinazioni di competenza. Il Ministro dell’interno: Enzo Bianco. DE CESARIS. — Al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che: la mattina del 13 settembre 2000, con grande dispiegamento di forze e mezzi, polizia e vigili urbani, hanno per l’ennesima volta effettuato perquisizioni a tappeto casa per casa in alcuni stabili del quartiere Esquilino di Roma; Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXIV AI RESOCONTI a seguito delle perquisizioni sono stati portati in questura oltre cento lavoratori tra bengalesi, pakistani e indiani; agli immigrati, tornati dai lavori ambulanti che svolgono sulle spiagge laziali, sono stati sequestrati soldi ed ogni genere di mercanzia; in pochi giorni è la terza volta che le forze dell’ordine passano al setaccio il multietnico quartiere romano alla ricerca di eventuali « irregolari » –: quali siano i motivi e in base a quale mandato siano state effettuate le perquisizioni a tappeto operate nel quartiere Esquilino; se non ritenga che iniziative quali le perquisizioni a tappeto effettuate nel quartiere Esquilino, nei confronti di immigrati bengalesi, pakistani e indiani, non rischino di creare tensioni proprio nel momento in cui è in discussione ed allo studio la possibilità di fornire permessi di soggiorno alle citate comunità di immigrati. (4-31356) RISPOSTA. — In riferimento ai controlli effettuati in data 13 settembre 2000 da personale della Polizia di Stato unitamente ad operatori della Polizia Municipale e a dipendenti dell’Azienda Sanitaria Locale RM/A in alcuni stabili ubicati nel quartiere Esquilino di Roma, si rappresenta quanto segue. La citata operazione è stata predisposta dalla Questura allo scopo di contrastare il fenomeno dell’abusivismo commerciale e di compiere accertamenti sulla gestione amministrativa degli esercizi commerciali di cui sono titolari cittadini stranieri. Una particolare attenzione è stata, inoltre, rivolta all’attività abusiva di affittacamere sulla scorta delle lamentele espresse dagli abitanti del quartiere. Nella circostanza venivano identificate 155 persone, in prevalenza cittadini extracomunitari appartenenti a varie etnie, di cui 52 sono state accompagnate in Questura per ulteriori verifiche sulla loro posizione. I controlli, espletati con il consenso degli occupanti degli immobili, hanno riguardato Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 complessivamente 12 appartenenti a 18 esercizi commerciali. A seguito di questi riscontri si è proceduto alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di 8 persone per il reato di favoreggiamento finalizzato alla permanenza sul territorio nazionale di immigrati clandestini, nonché all’elevazione di 12 contravvenzioni amministrative, al sequestro di due autovetture, all’esecuzione di un’ordinanza di chiusura di un esercizio commerciale e alla proposta di chiusura di sei negozi per motivi igienicosanitari e per attività abusiva di affittacamere. Il Ministro dell’interno: Enzo Bianco. DE CESARIS. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: l’11 ottobre 2000, nel complesso carcerario Aurelia, a Civitavecchia, un detenuto di 40 anni, con sette figli, nomade, è stato trovato morto nella propria cella; l’episodio, tragico in sé, assume connotazioni particolarmente inquietanti in quanto risulta che l’uomo, arrestato soltanto 18 giorni prima per un’accusa di furto, era stato condannato per direttissima ad otto mesi di arresti domiciliari e che sarebbe dovuto uscire dal carcere proprio il giorno in cui è stato trovato morto suicida; la stampa, si veda per esempio i quotidiani il Manifesto e Liberazione, hanno riportato, il giorno seguente, la notizia della morte del detenuto e delle circostanze inquietanti in cui l’episodio è accaduto; la struttura carceraria Aurelia, dall’interrogante già visitata lo scorso mese di agosto, vive condizioni di forte disagio a causa del sovraffollamento e della carenza di personale, in particolare di sostegno, quali psicologi e assistenti sociali; interrogativi sono stati posti da associazioni che lavorano nel volontariato, quali l’Arci Solidarietà Lazio che in un comunicato ha affermato come « questo Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXV AI RESOCONTI ennesimo atto non può che far sorgere fastidiosi dubbi su quali siano le reali condizioni di vita dei detenuti, quale e quanto sia il sostegno psicologico dato agli stessi, quali interventi mirati siano attuati in situazioni di particolare sofferenza »; in particolare, le associazioni chiedono « che i più alti vertici dell’amministrazione penitenziaria avviino un’inchiesta non solo per comprendere il motivo per il quale un detenuto decida di uccidersi a poche ore dalla scarcerazione, ma per fare chiarezza sulla vita di una struttura che dal suo primo operare ha fatto discutere sulle proprie carenze funzionali e strutturali e sui troppi episodi dolorosi avvenuti tra le sue mura »; se non ritenga di dover chiarire le condizioni nelle quali il detenuto è stato trattenuto nell’Istituto penitenziario; ferme restando le competenze dell’autorità giudiziaria, se non intenda chiarire le circostanze della morte del detenuto e il motivo per il quale, pur essendo stata emessa una sentenza di arresti domiciliari, il medesimo non sia stato immediatamente scarcerato per essere posto agli arresti domiciliari cosı̀ come stabilito dall’autorità giudiziaria; se non ritenga opportuno, visto il ripetersi di avvenimenti inquietanti nell’Istituto penitenziario, di voler avviare una indagine per verificare se esistano carenze funzionali e strutturali tali da determinare la necessità di urgenti provvedimenti atti a rimuovere tali carenze. (4-32032) RISPOSTA. — Con riferimento all’interrogazione in esame si fa presente quanto segue sulla base delle notizie acquisite dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia. La casa circondariale di Civitavecchia ha una capienza di 265 posti di cui 250 destinati agli uomini e 15 alle donne ed ospita, inoltre, 50 detenuti in regime di semilibertà. Tale istituto è stato consegnato all’Amministrazione Penitenziaria in data 12 maggio 1992 ed è entrato in funzione il 6 luglio Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 1992; è costituito da camere detentive singole dotate di servizio igienico in vano proprio ed è dotato degli spazi collettivi per socialità, didattica ed attività sportive. Presso la struttura in questione operano due psicologi che svolgono la propria attività per complessive 100 ore mensili, di cui 40 sono destinate all’osservazione ed al trattamento dei detenuti, mentre le rimanenti 60 sono state assegnate al presidio sanitario dei tossicodipendenti. Si fa presente, inoltre, che mentre la direzione della Casa di Reclusione di Civitavecchia ha rappresentato la necessità che venga assegnato, presso detto istituto, un ulteriore esperto da affiancare all’unico psicologo attualmente in servizio, nessuna segnalazione è invece pervenuta dalla direzione del Nuovo Complesso e cioè dall’istituto citato nell’atto di sindacato ispettivo. Per quanto concerne, poi, la lamentata carenza di organico della Polizia Penitenziaria, presente nella struttura in numero di 258 unità, si precisa che proprio la consapevolezza delle difficoltà in cui operano la maggior parte degli istituti ha determinato l’assunzione di importanti iniziative da parte del Governo, come testimonia l’avvenuta promulgazione della legge 30 novembre 2000, n. 357 che consentirà di assumere, per l’anno 2001, ottocento agenti ausiliari limitatamente al periodo di leva, in sovrannumero rispetto alle dotazioni organiche ed un contingente di 1500 unità nel ruolo di agenti ed assistenti di Polizia Penitenziaria. In relazione alla vicenda evocata nell’atto di sindacato ispettivo, gli uffici sopra indicati hanno comunicato che Rasid Osmanovic era detenuto presso la Casa Circondariale di Civitavecchia dal 23 settembre 2000, a seguito di arresto operato dai Carabinieri di Cerveteri per furto pluriaggravato, evasione e resistenza a pubblico ufficiale. Veniva di conseguenza tratto a giudizio e, all’udienza dell’11 ottobre 2000 patteggiava la pena di mesi otto di reclusione e lire 600.000 di multa, formulando inoltre richiesta di modifica della misura della custodia cautelare in carcere che gli era stata applicata; su tale richiesta il giudice si riservava di decidere. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXVI AI RESOCONTI Al termine dell’udienza l’Osmanovic veniva quindi riportato in carcere, ove rientrava verso le ore 12, restando in cella con un altro detenuto – Fabio Benites Gonzales – fino alle ore 13, ora in cui il compagno dell’Osmanovic si recava ai passeggi. Un’ora dopo, il Gonzales rientrando nella cella accompagnato da un agente di Polizia Penitenziaria scorgeva il corpo dell’Osmanovic appeso al telaio della porta del bagno. L’indagine ispettiva subito disposta e svolta dal Provveditorato Regionale del Lazio, ha consentito di accertare che l’Osmanovic, al rientro in carcere dopo il processo era calmo tanto che aveva rappresentato al compagno di cella la possibilità di ottenere in futuro gli arresti domiciliari, in considerazione dell’esiguità della pena inflittagli. Non vi erano stati dunque segni esteriori in grado di fa presagire quanto poi verificatosi, come confermato anche dal personale di Polizia Penitenziaria. Dagli accertamenti compiuti è inoltre emerso che il detenuto è stato immediatamente soccorso e liberato dal cappio e che è subito intervenuto il personale medico e paramedico; purtroppo, malgrado le terapie di pronto soccorso praticate, non è stato possibile evitare la morte dell’Osmanovic. Su tali basi, l’indagine amministrativa espletata ha escluso qualsiasi responsabilità del personale della Casa Circondariale di Civitavecchia in merito al decesso dell’Osmanovic, da attribuire a suicidio, considerata l’assenza di elementi di segno contrario e la presenza di altre circostanze (un asciugamano collocato sotto lo sgabello forse per attutire il rumore dovuto alla caduta) che hanno indotto a concludere nel senso sopra indicato. La Procura della Repubblica di Civitavecchia ha dal canto suo rappresentato che la consulenza medico-legale eseguita nell’ambito del procedimento penale avviato sulla vicenda, ha confermato quanto emerso a seguito dell’inchiesta amministrativa, evidenziando che la morte del detenuto è da attribuire a suicidio. L’Ufficio inquirente ha inoltre chiarito che gli atti di indagine compiuti non hanno consentito di individuare, per i fatti occorsi, responsabilità a carico di terzi neppure sotto il profilo omissivo. Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 La stessa Procura ha infine segnalato che non corrisponde al vero la circostanza secondo cui all’Osmanovic, prima del suo decesso, sarebbero stati concessi dal giudice gli arresti domiciliari: conseguentemente, nessuna inadempienza può essere ipotizzata a carico dell’Istituto di Civitavecchia in ordine ad asseriti ritardi nella scarcerazione del detenuto. Il Ministro della giustizia: Piero Fassino. DEDONI e ACCIARINI. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere − premesso che: è stata di recente segnalata all’interrogante la vicenda di Eva Bauer, un’insegnante di Cagliari, risultata, dopo l’espletamento delle prove concorsuali, al 12° posto nella graduatoria per il concorso ordinario a cattedre scuola secondaria, ambito disciplinare K05D Lingua tedesca; cl. c. A545, A546 - regione Sardegna, con punteggio finale di 78, 75/100; rilevato che, sia in merito agli esiti della prova scritta, da lei sostenuta a Sassari e superata con punti 31/40, che riguardo alla prova orale, sostenuta a Salerno e superata con punteggio di 38/40, la concorrente avrebbe denunciato il grave deficit di trasparenza di cui si sarebbero resi colpevoli i due Provveditorati competenti per le sedi di svolgimento delle prove di esame (Sassari e Salerno), negandole in ripetute occasioni il diritto di accesso a visionare gli elaborati: il proprio e quello degli altri concorrenti che la precedono nella graduatoria, nonché l’apprezzamento dei criteri applicati per la valutazione degli stessi; considerato che la concorrente, dopo aver sottoposto il suo elaborato al parere obiettivo di un docente universitario di Lingua e Letteratura tedesca, ne ha tratto conferma di essere stata penalizzata da un punteggio ingiustamente basso e ha, di conseguenza, avviato, pur tra mille difficoltà, procedura di ricorso −: se il ministro non ritenga opportuno intervenire per accertare la regolarità delle Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXVII Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 suddette prove concorsuali e perché, ove possibile, sia facilitato alla ricorrente, ai sensi della legge n. 241 del 1990, l’accesso a tutti gli atti relativi alle suddette prove concorsuali, onde sgombrare il campo da ogni dubbio e chiarire in maniera esauriente ed esemplare l’intera vicenda. (4-31811) menti, cui l’istante aveva interesse, in data 14 settembre 2000, con nota prot. 21958 a mezzo raccomandata. In precedenza, peraltro, alla docente erano già state fornite per le vie brevi tutte le informazioni del caso. RISPOSTA. — In merito alla questione alla quale fa riferimento l’interrogante riguardante la docente di Cagliari Eva Bauer, sono state richieste notizie sia al Provveditore agli Studi di Salerno che al Provveditore agli Studi di Sassari. Al riguardo il Provveditore agli Studi di Salerno ha precisato, preliminarmente, che la docente in parola ha superato il concorso per l’insegnamento della lingua tedesca riportando il punteggio di 78,75 (prova scritta 31,00, prova orale 38,00 – inf. 0,25, titoli 9,50). Il medesimo dirigente scolastico provinciale ha precisato anche che le numerose richieste avanzate dalla succitata docente, rispettivamente in data 23 agosto 2000 – 30 agosto 2000 – 31 agosto 2000 e 11 settembre 2000, intese ad ottenere la copia del proprio elaborato, la griglia con i criteri di valutazione degli elaborati e dei titoli, sono state regolarmente evase in data 5 settembre 2000 con nota prot. n. 51403, in data 25 settembre 2000 con nota prot. n. 58208, in data 28 settembre 2000 con nota prot. n. 56478, da ultimo in data 9 ottobre 2000 con nota prot. n. 57522. La richiesta, avanzata dalla medesima e dal suo legale relativa all’acquisizione degli elaboratori degli undici candidati, che la precedono nella graduatoria di merito, non è stata, invece, accolta in quanto non risultava esplicito nella domanda alcun interesse che ne giustificasse l’accoglimento. Da parte sua il Provveditore agli Studi di Sassari ha precisato di aver ricevuto, in data 1o settembre 2000, da parte della Signora Bauer Lucca, una richiesta di accesso agli atti amministrativi relativi al concorso, al quale la docente ha partecipato, e di aver accolto la richiesta stessa, inviando i docu- DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere − premesso che: Il Ministro della pubblica istruzione: Tullio De Mauro. il comitato esecutivo dell’Unesco, organismo culturale dell’Onu, ha inopinatamente escluso il rappresentante italiano; del comitato esecutivo fanno parte ben 56 paesi, fra i quali il Ghana, l’Honduras, l’Uzbekistan e persino Santa Lucia, isoletta indipendente delle Piccole Antille; l’Italia, fra l’altro, è fra i Paesi che maggiormente contribuiscono sul piano finanziario all’attività dell’Unesco ed è in assoluto il primo finanziatore dei fondi extrabudget della stessa Unesco; nell’ultimo cinquantennio è la prima volta che l’Italia viene esclusa dal comitato esecutivo dell’Unesco; il Presidente del Consiglio dei ministri si è limitato a sottolineare che nel nostro ambito internazionale siamo fortemente sottorappresentati; si fa strada il sospetto che tale situazione costituisca la sommatoria dello scarso peso internazionale del nostro Governo e dell’insufficiente coordinamento fra il Governo medesimo e le nostre rappresentanze diplomatiche e negli organismi internazionali −: quali ragioni possano avere indotto il comitato esecutivo dell’Unesco ad escludere il rappresentante italiano, quali iniziative si intendano assumere per tornare ad avere il ruolo che si compete anche in ragione del nostro ragguardevole impegno finanziario e se non ritenga preoccupante questo ulteriore colpo inferto al prestigio dell’Italia nei consensi internazionali. (4-13886) Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXVIII B AI RESOCONTI RISPOSTA. — In merito alla problematica richiamata dall’interrogante, si fa presente innanzitutto che il 9 novembre 1999 la Conferenza Generale dell’UNESCO ha votato a larghissima maggioranza il rientro dell’Italia nel Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione. Il nostro Paese è risultato il primo degli eletti con 160 voti su 176, seguito da Spagna (145 voti), Francia (135 voti), Grecia e Paesi Bassi (134 voti) e Norvegia che, con 127 voti, non è stata eletta. Il rientro dell’Italia nel Consiglio Esecutivo ha premiato l’impegno profuso dalla rete diplomatica bilaterale e multilaterale, che, sotto l’impulso del Ministero degli Esteri, ha messo in atto una capillare azione di sostegno alla nostra candidatura, valorizzando la notevole entità del nostro impegno finanziario, l’alto profilo del nostro Paese nella costruzione di nuovi equilibri nelle aree mediterranea e balcanica, l’azione di rilievo svolta sia per rafforzare il sistema nazionale di tutela e promozione del patrimonio come fattore di sviluppo, sia per favorire una maggiore rappresentatività dei PVS nella Lista del Patrimonio Mondiale, la politica di sostegno allo sviluppo scientifico e tecnologico dei PVS attraverso il polo scientifico di Trieste ed il rilancio dell’Ufficio Regionale dell’UNESCO per la Scienza e la Tecnologia in Europa con sede a Venezia. L’Italia intende proseguire e rafforzare, anche in seguito al rientro nel Consiglio Esecutivo, il proprio rilevante impegno in seno all’Organizzazione e concorrere alla realizzazione di iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio culturale, alla tutela delle diversità culturali, alla promozione del dialogo interculturale ed al sostegno delle pari opportunità. In questo contesto l’Italia ha finalizzato, in occasione della riunione svoltasi nel dicembre 1999 presso la sede dell’UNESCO, l’erogazione di contributi volontari per la realizzazione di specifici interventi nel settore Cultura a favore dei PVS individuando, d’intesa con il Centro del Patrimonio mondiale dell’UNESCO, le aree geografiche beneficiarie, i programmi e le azioni da realizzare. Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 In tal modo, mentre sarà data maggiore visibilità al considerevole impegno del nostro Paese nella realizzazione dei programmi dell’UNESCO, sarà possibile instaurare con l’Organizzazione una più stretta collaborazione da cui attendere positivi ritorni. Relativamente alle strategie da intraprendere per rafforzare la rappresentatività italiana all’UNESCO, si segnala che è attivo dal 1995 presso il Ministero degli Esteri un comitato interdirezionale di promozione delle candidature italiane presso le Organizzazioni internazionali, tra cui l’UNESCO. La Rappresentanza permanente presso l’UNESCO è intervenuta con frequenti e ripetuti passi presso il Segretariato dell’Organizzazione, anche al massimo livello, sia per casi individuali, sia per segnalare problemi generali relativi alla presenza di funzionari italiani. A questo proposito si evidenzia che diverse ragioni concorrono alla insufficienza, sia nell’ambiente accademico che nelle amministrazioni, di candidati di livello adeguato alle posizioni apicali dell’UNESCO: la limitatezza degli incentivi, non solo economici, offerti dall’UNESCO (anche a seguito della crisi dell’Organizzazione); l’assenza, al rientro in Italia, di valide prospettive di valorizzazione delle esperienze maturate nella funzione internazionale ed il rischio di perdere opportunità di carriera con l’interruzione del servizio presso le Amministrazioni di appartenenza. Per quanto riguarda le strategie da seguire per recuperare posizioni apicali e non, attraverso la nostra Rappresentanza presso l’Unesco è stato posto all’attenzione del Direttore Generale Matsuura un pacchetto di candidature per riequilibrare la presenza italiana nell’Organizzazione. In particolare per quanto concerne la presenza di italiani nella struttura del Segretariato dell’Unesco, si sottolinea la nomina, conseguita nel mese di luglio 2000, dell’arch. Francesco Bandarin a Direttore del Centro del Patrimonio Mondiale, la struttura preposta alla gestione delle attività Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXIX AI RESOCONTI deliberate dal Comitato del Patrimonio Mondiale e delle risorse ad esse destinate. Quanto agli altri livelli del Segretariato, il numero di posti occupati da funzionari italiani è attualmente di 20 unità, leggermente al di sotto della media della « forchetta » che ci spetta quale Paese membro. La promozione di candidature italiane ai livelli apicali e sub-apicali dell’UNESCO e di altre Organizzazioni internazionali è oggetto di uno stretto coordinamento in seno al Ministero degli Esteri e tra questi ed altre Amministrazioni, allo scopo di favorire la selezione di candidati idonei. Sarà curata, inoltre, l’individuazione di candidate donna che possano essere assunte con maggiore facilità in considerazione dei criteri sulle « pari opportunità » seguiti in seno al sistema ONU. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Franco Danieli. DELMASTRO DELLE VEDOVE e FINO. — Al Ministro della pubblica istruzione. — Per sapere – premesso che: Pati Luceri e Fabio Vetrugno, docenti precari in servizio presso il liceo scientifico di Lanusei, hanno iniziato il 27 novembre 2000 uno sciopero della fame perché, da quando hanno iniziato le lezioni, sono senza stipendio; in realtà il numero degli insegnanti in stato di ... sciopero della fame è elevatissimo, atteso che i precari privi di retribuzione sono migliaia; la condizione in cui questi docenti sono costretti è avvilente e suona a vergogna per un governo che, mosso dalla volontà di riformare ab imis la scuola italiana, in realtà non riesce neppure a pagare i già miseri stipendi agli insegnanti –: se non ritenga indecente il proprio stato di insolvenza e per sapere quali urgentissimi provvedimenti intenda assumere per garantire ... pranzo e cena agli insegnanti precari. (4-32745) Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 RISPOSTA. — Si fa riferimento alla interrogazione parlamentare in esame e si comunica che la questione prospettata dall’Onorevole Interrogante può ritenersi superata. Infatti, al fine di rendere possibile una rapida riscossione degli stipendi al personale assunto a tempo determinato, questo Ministero ha avviato, sin dal mese di gennaio 2000, le opportune iniziative con il Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione Economica, che si sono concretizzate nella circolare ministeriale 25 luglio 2000, n. 188. Per il raggiungimento dell’obiettivo è stata realizzata una procedura di trasmissione telematica all’Amministrazione del Tesoro per la generalità dei contratti di assunzione, ad eccezione di alcune particolari situazioni non gestibili con il sistema informativo. Il numero dei contratti del personale a tempo determinato ha assunto dimensioni notevoli a seguito dell’entrata in vigore del decreto-legge 28 agosto 2000, n. 240, convertito, con modificazioni, nella legge 27 ottobre 2000, n. 306, con la quale, allo scopo di assicurare un regolare avvio dell’anno scolastico 2000/2001, è stato confermato provvisoriamente il personale che ha prestato servizio nell’anno scolastico 1999/ 2000 per supplenza annuale o temporanea sino al termine delle attività didattiche. Poiché il Ministero del tesoro ha necessità di esaminare, per un corretto pagamento degli stipendi, le dichiarazioni di prestato servizio per ogni mese di attività, la corresponsione degli emolumenti fissi è avvenuta nei seguenti termini: per l’attività del mese di settembre u.s. nel periodo dal 3 al 9 novembre; per l’attività del mese di ottobre u.s. nel periodo dal 29 novembre al 4 dicembre; per l’attività del mese di novembre u.s. nel periodo dal 19 al 22 dicembre p.v.; per l’attività del mese di dicembre entro la fine del corrente mese, compresa la tredicesima mensilità. È stata raggiunta, inoltre, l’intesa con il Ministero del tesoro di corrispondere il trat- Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXX AI RESOCONTI tamento economico al personale confermato in via provvisoria di cui al succitato decreto e a quello assunto in attesa dell’avente diritto in base all’articolo 40 – comma 9 – della legge 27 dicembre 1997, n. 449, sino al 30 giugno 2001 in modo continuativo, qualora il contratto di lavoro non si risolva prima di tale data. Dall’elaborazione automatizzata effettuata sino al 27 novembre u.s. risulta che sono stati trasmessi al Ministero del tesoro 220.583 contratti, di cui 215.346 hanno avuto esito positivo; la differenza è dovuta essenzialmente ad errori ed incongruenze nei dati acquisiti. Il Ministro della pubblica istruzione: Tullio De Mauro. DELMASTRO DELLE VEDOVE, BUTTI e FINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: il Governo, attraverso il Dipartimento per gli affari sociali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si è impegnato a dedicare attenzione e cura ai problemi della prevenzione della disabilità; in particolare il Governo si è impegnato in un interessante progetto di rafforzamento della rete muovendo dalla considerazione dei ritardi e dei forti squilibri dei servizi di riabilitazione, alla « promuovere iniziative per migliorare la qualità della produzione e la fornitura delle protesi riabilitative e degli ausili per l’autonomia », (Programma di azione del Governo per le politiche dell’handicap 20002003, testo approvato dal Consiglio dei ministri il 28 luglio 2000 su proposta del Ministro per la solidarietà sociale onorevole Livia Turco, pagina 42) –: quali iniziative siano state assunte per dare attuazione all’impegno assunto dal Governo; quali contatti siano stati assunti con le imprese produttrici delle protesi riabilitative e di ogni altro tipo di ausilio per l’autonomia; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 quali risorse il Governo intenda destinare per favorire, nel campo industriale, un miglioramento qualitativo delle protesi riabilitative e degli altri ausili per l’autonomia; se non si ritenga di dover implementare le risorse assegnate al disabile per l’acquisto di tali ausili e protesi. (4-32939) DELMASTRO DELLE VEDOVE, BUTTI e FINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: il Governo, attraverso il Dipartimento per gli affari sociali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si è impegnato a dedicare attenzione e cura ai problemi della prevenzione della disabilità; in particolare il Governo si è impegnato in un interessante progetto di rafforzamento della rete muovendo dalla considerazione dei ritardi e dei forti squilibri dei servizi di riabilitazione, alla « attivazione di unità spinali unipolari, nelle regioni sprovviste di servizio », (Programma di azione del Governo per le politiche dell’handicap 2000-2003, testo approvato dal Consiglio dei ministri il 28 luglio 2000 su proposta del Ministro per la solidarietà sociale onorevole Livia Turco, pagina 42); tale iniziativa si palesa non soltanto necessaria e positiva, ma tende a realizzare l’eliminazione di una discriminazione particolarmente odiosa fra disabili che, per ragioni geografiche, possono permettersi servizi di elevata qualità e disabili che, aggiungono alla sventura della loro disabilità, l’ulteriore sfortuna di vivere in aree non attrezzate dal punto di vista sanitarioriabilitativo –: quali siano le regioni attrezzate con la presenza di unità spinali unipolari e quali siano le regioni sprovviste di tale servizio; quanto sia il costo relativo alla realizzazione delle unità spinali unipolari nelle regioni sprovviste del servizio; Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXXI AI RESOCONTI quali iniziative siano state assunte, di concerto con il ministro della sanità, per provvedere senza indugio alla realizzazione di tale servizio nelle regioni scoperte. (4-32940) DELMASTRO DELLE VEDOVE, BUTTI e FINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: il Governo, attraverso il Dipartimento per gli affari sociali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si è impegnato a dedicare attenzione e cura ai problemi della prevenzione della disabilità; in particolare il Governo si è impegnato in un interessante progetto di rafforzamento della rete muovendo dalla considerazione dei ritardi e dei forti squilibri dei servizi di riabilitazione, alla « elaborazione di un protocollo per il programma riabilitativo individualizzato per il disabile in età evolutiva », (Programma di azione del Governo per le politiche dell’handicap 2000-2003, testo approvato dal Consiglio dei ministri il 28 luglio 2000 su proposta del Ministro per la solidarietà sociale onorevole Livia Turco, pagina 42) –: se il protocollo per il programma riabilitativo individualizzato per il disabile in età evolutiva sia già stato predisposto e, in caso affermativo, quale sia il successivo programma di periferizzazione del protocollo medesimo per la sua effettiva applicazione. (4-32941) DELMASTRO DELLE VEDOVE, BUTTI e FINO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: il Governo, attraverso il Dipartimento per gli affari sociali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, si è impegnato a dedicare attenzione e cura alle persone portatrici di handicap grave e gravissimo ed alle loro famiglie in tutte le fasi della vita, al fine di realizzare la loro integrazione nel contesto sociale; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 in particolare il Governo si è impegnato a « semplificare le procedure di accertamento dell’invalidità civile » (cfr. « Programma di azione del Governo per le politiche dell’handicap 2000-2003 », testo approvato dal Consiglio dei ministri il 28 luglio 2000 su proposta del Ministro per la solidarietà sociale onorevole Livia Turco, pagina 45); il rifinanziamento della legge n. 162 del 1998 appare essenziale per il sostegno di famiglie la cui qualità della vita appare fortemente condizionata dalla presenza del congiunto portatore di handicap –: quali attività siano state poste in essere per la preannunciata semplificazione delle procedure di accertamento dell’invalidità civile. (4-32947) RISPOSTA. — In riferimento agli atti ispettivi cui si risponde ed in base ad elementi assunti presso il Ministero della sanità, rappresento quanto segue. Il 12 ottobre 1999 è entrato in vigore il decreto del Ministero della sanità (decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332) che disciplina le prestazioni di assistenza protesica, le modalità di erogazione e le tariffe. Presso il suddetto Ministero è stata, poi, recentemente attivata la Commissione nazionale per l’assistenza protesica, con compiti di studio, consulenza e proposta. La Commissione è anche finalizzata a raccogliere dati statistici ed epidemiologici, a valutare l’impatto delle innovazioni tecnologiche e a compiere accurata ricognizione sui nuovi dispositivi e prodotti immessi in commercio. Le linee strategiche d’intervento di tale gruppo di lavoro, composto di professionisti sanitari professionalmente e personalmente impegnati nel mondo della tutela della disabilità, riguardano la snellezza delle procedure di erogazione, la velocizzazione dei percorsi di fornitura, la riclassificazione più razionale e l’aggiornamento tecnologico dei vari dispositivi. Il Ministro per la solidarietà sociale: Livia Turco. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXXII B AI RESOCONTI DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: il sindaco della città di Borgosesia, Corrado Rotti, con lettera 22 novembre 2000 indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari sociali – Comitato per i minori stranbieri – ha segnalato il caso della minore F. A., nata a Rabat (Marocco) il 17 agosto 1985, di fatto domiciliata in Borgosesia presso uno zio paterno; la condizione della ragazza extra-comunitaria è seguita dai servizi sociali a partire dal 4 febbraio 2000 a seguito di una segnalazione dei carabinieri che avanzavano il sospetto che la minore fosse maltrattata dallo zio; il sindaco di Borgosesia ha allegato alla lettera inviata alla Presidenza del Consiglio dei ministri relazioni dei servizi sociali trasmessa alla procura della Repubblica di Vercelli, al Tribunale per i minorenni di Torino, all’ufficio minori della questura di Vercelli ed al Giudice tutelare di Varallo Sesia; il sindaco di Borgosesia, al di là del fatto – di per sé sufficiente – che la minore extra-comunitaria non sia regolarizzata in Italia, quale tutore della minore ritiene che la stessa debba essere rimpatriata in Marocco per consentirle di riunirsi alla madre, signora Sonideahmed Nadia, che, fra l’altro, ha manifestato la volontà di riaverla con sé ? –: quali urgenti provvedimenti intenda assumere per sottrarre la minore extracomunitaria ad una convivenza che desta problemi e per rimpatriare la medesima atteso che la madre ha confermato di voler accogliere la figlia. (4-33301) RISPOSTA. — Il Comitato Minori Stranieri, nel corso della riunione tenutasi l’11 gennaio 2001, ha esaminato la documentazione relativa alla vicenda della minore oggetto della presente interrogazione. In quella sede e stato disposto il rimpatrio assistito della minore, anche in considera- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 zione della espressa volontà della stessa di rientrare in famiglia. Il suddetto Comitato è tuttora in attesa di conoscere l’esito relativo al reinserimento della minore nel nucleo familiare di appartenenza. Il Ministro per la solidarietà sociale: Livia Turco. DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della sanità. — Per sapere – premesso che: il Piano Sanitario Nazionale prevede particolari e significative strategie per raggiungere rilevanti risultati in favore della popolazione anziana; in particolare il PSN si propone il raggiungimento del 75 per cento di copertura vaccinale contro l’influenza per la popolazione al di sopra dei sessantaquattro anni; effettivamente il raggiungimento di un obiettivo di tal genere costituirebbe un risultato particolarmente importante attese le conseguenze particolarmente gravi, nella popolazione anziana, delle sindromi influenzali –: quali provvedimenti siano stati assunti e quali si intendano assumere, nonché quali risorse si intendano mettere a disposizione, per raggiungere il 75 per cento di copertura vaccinale contro l’influenza per la popolazione al di sopra dei sessantaquattro anni e quali iniziative siano state assunte, dagli assessorati regionali alla sanità, per concorrere al raggiungimento di tali risultati. (4-33302) RISPOSTA. — Com’è noto, la profilassi delle malattie infettive e diffusive nel territorio nazionale è funzione trasferita alle Regioni. È quindi compito di queste ultime la messa in atto dei provvedimenti necessari a realizzare gli obiettivi di salute concordati nell’ambito del Piano Sanitario Nazionale (PSN). Per quanto riguarda l’offerta del vaccino antinfluenzale alle categorie a rischio indicate dal Ministero della Sanità nella circolare emanata annualmente, ed in partico- Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXXIII B AI RESOCONTI lare ai soggetti al di sopra dei 64 anni di età, è possibile affermare che nel corso delle ultime campagne vaccinali sono stati realizzati notevoli progressi. A tal riguardo, i dati forniti dalle Regioni indicano che, nella stagione 1999-2000 (l’ultima per la quale sono disponibili dati definitivi, essendo ancora in corso di raccolta e di elaborazione quelli relativi alla campagna 2000-2001), la copertura vaccinale media nelle persone al di sopra dei 64 anni è stata di circa il 41%, con un aumento di circa il 68% rispetto alle coperture medie realizzate nel periodo precedente l’approvazione del PSN 1998-2000 e del « target » di copertura del 75% negli ultrasessantaquattrenni. Come si può constatare dalla tabella acclusa, alcune Regioni si sono avvicinate più di altre al « target » stabilito dal PSN, ma l’aumento delle coperture è stato generalizzato sull’intero territorio. Questi risultati, che appaiono confermati da una prima analisi dei dati provvisori forniti dalle Regioni e dall’andamento dell’epidemia influenzale nella corrente stagione (descritto nel sito www. sanita.it/malinf/influnet, e che vede un’incidenza di sindromi influenzali notevolmente inferiore rispetto a quella osservata nel corrispondente periodo dello scorso anno), sono in gran parte legati ad una maggiore capillarità dell’offerta del vaccino antinfluenzale, che in molte regioni avviene ormai anche per il tramite dei medici di medicina-base. È indubbio che l’attività di questi medici è stata determinante sia per raggiungere persone con difficoltà di accesso ai servizi vaccinali sia per vincere le resistenze all’effettuazione delle vaccinazioni che alcuni soggetti presentano, anche in conseguenza di notizie distorte sulle vaccinazioni stesse che talvolta vengono diffuse anche da organi di informazione molto qualificati. Inoltre, le Regioni realizzano da anni iniziative per promuovere la vaccinazione antinfluenzale sia nella popolazione generale, sia nella stessa classe medica. Si ricorda, inoltre, che le Regioni hanno a disposizione, per la realizzazione di inter- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 venti di medicina preventiva, una quota parte pari al 5% del Fondo Sanitario loro assegnato. Pur tenendo conto del fatto che la vaccinazione antinfluenzale è soltanto uno fra i tanti interventi di medicina preventiva, le risorse finanziarie messe a disposizione delle Regioni possono essere considerate più che sufficienti sia per questa che per altri interventi vaccinali estesi. Il Sottosegretario di Stato per la sanità: Ombretta Fumagalli Carulli. DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro delle finanze. — Per sapere – premesso che: l’anagrafe tributaria contiene un numero cospicuo di posizioni riferentisi a soggetti di fatto cessati ma mai cancellati; la circostanza costituisce effettivamente un serio problema che attiene all’attualità e dunque all’attendibilità dell’anagrafe tributaria; si deve tentare di risolvere il problema pur senza introdurre un nuovo regime di sanzioni –: se non ritenga che il lamentato inconveniente sia ovviabile introducendo il principio della impossibilità, per i soggetti che non presentano la dichiarazione, di ottenere certificazioni dal registro delle imprese e di depositarvi atti. (4-33316) RISPOSTA. — Con l’interrogazione cui si risponde l’interrogante nel lamentare la scarsa attendibilità dei dati rilevabili dall’Archivio dell’Anagrafe Tributaria, dal momento che lo stesso contiene un numero cospicuo di posizioni relative ai soggetti di fatto cessati ma mai cancellati, chiede se non si ritenga opportuno, al fine di ovviare a detto inconveniente, adottare provvedimenti che impediscano ai soggetti che non presentano la dichiarazione di cessazione, di ottenere certificazioni dal registro delle imprese e di depositarvi atti. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXXIV B AI RESOCONTI Come è noto l’inizio di un’attività economica, sia di tipo autonomo che imprenditoriale, va segnalato, mediante presentazione di un’apposita dichiarazione, all’Ufficio finanziario, che attribuisce cosı̀ al contribuente il numero identificativo della partita IVA (Decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, articolo 35 concernente inizio, variazione e cessazione di attività). Dal mese di febbraio 1999 le ditte individuali e le società possono ottenere detta attribuzione presso le Camere di Commercio, all’atto di iscrizione nel registro delle imprese. La Camera di Commercio rilascia il numero di iscrizione di partita IVA, attribuito dall’Amministrazione finanziaria attraverso un collegamento telematico. In caso di cessazione dell’attività è necessario presentare la relativa dichiarazione entro trenta giorni dalla data di ultimazione delle operazioni relative alla liquidazione dell’azienda. A far data dal 1o marzo 2000 gli Uffici del Registro delle Imprese sono abilitati a ricevere anche le dichiarazioni di cessazione di attività ai fini dell’IVA delle ditte individuali e delle società di persone. Dal 2000 è consentita, inoltre, la trasmissione telematica, per il tramite degli intermediari abilitati, delle dichiarazioni di inizio e di cessazione di attività (circolari n. 133/E e n. 178/E rispettivamente del 3 luglio e del 5 ottobre 2000). Pertanto, è evidente che l’Amministrazione finanziaria ha costantemente curato le disposizioni inerenti alle dichiarazioni di inizio e cessazione dell’attività, previste dall’articolo 35 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, nell’intento di semplificare al massimo gli adempimenti tributari a carico dei contribuenti. In merito allo specifico quesito posto nell’interrogazione, si ricorda che con una apposita sanatoria (articolo 2-nonies del decreto-legge 30 settembre 1994, n. 564, convertito dalla legge 30 novembre 1994, n. 656) è stata data la possibilità, ai contribuenti che non avevano più effettuato « nell’ultimo anno » alcuna operazione imponibile e non imponibile, di chiedere la chiusura della posizione e di estinguere Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 contestualmente le irregolarità derivanti dalla mancata presentazione delle dichiarazioni IVA nonché delle dichiarazioni dei redditi, versando l’importo forfetario di lire centomila presso gli Uffici IVA competenti « entro il 30 giugno 1995 ». Detta sanatoria, il cui termine è stato più volte prorogato (da ultimo l’articolo 15, comma 1 della legge 27 dicembre 1997, n. 449 ha disposto lo slittamento dei termini di pagamento al 30 settembre 1998), ha permesso un notevole aggiornamento delle posizioni fiscali da parte degli Uffici IVA. Fra l’altro, coerentemente con quanto previsto dall’ultima legge di proroga (legge 27 dicembre 1997, n. 449, articolo 15, comma 3), la stessa Amministrazione finanziaria ha inviato, ai contribuenti che dai dati in suo possesso risultavano essere titolari di partite IVA inattive, una comunicazione-invito a regolarizzare la propria posizione. Per effetto di tali iniziative il numero delle posizioni fiscali ancora da regolarizzare si è notevolmente ridotto. Pertanto non appare opportuno, al momento, statuire, con una apposita norma, il divieto di rilasciare o accettare certificazioni, atteso che, peraltro, un divieto generalizzato potrebbe comportare molteplici inconvenienti non solo per il contribuente ma anche per le Amministrazioni pubbliche. Il Ministro delle finanze: Ottaviano Del Turco. DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della sanità. — Per sapere – premesso che: il piano sanitario nazionale, avviato con decreto del Presidente della Repubblica 23 luglio 1998, si propone, fra l’altro, traguardi realizzabili nel medio e nel lungo periodo in tema di miglioramento del livello di salute del popolo italiano; la tabella XIII promuove, con l’obiettivo I, comportamenti e stili di vita salutari; nell’ambito dell’alimentazione piano si propone di: il Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXXV AI RESOCONTI ridurre l’energia derivante dai grassi a non più del 30 per cento dell’apporto calorico quotidiano; ridurre l’energia derivante da grassi saturi a meno del 10 per cento dell’ apporto calorico quotidiano; aumentare l’energia derivante da carboidrati ad almeno il 55 per cento dell’apporto calorico quotidiano; ridurre la quota di energia derivante dallo zucchero a meno del 10 per cento dell’apporto calorico quotidiano; ridurre la quantità quotidiana di sale da cucina a meno di 6 grammi; obesi; ridurre la prevalenza di individui l’obiettivo appare condivisibile ed ambizioso, anche se, ad oggi, non pare che il ministero abbia avviato particolare procedure indicatrici della concreta volontà di raggiungere gli obiettivi medesimi –: in relazione all’obiettivo I della tabella XIII del piano sanitario nazionale, e in modo particolare in relazione agli interventi nell’ambito dell’educazione alimentare, quali iniziative concrete siano state assunte, partitamente per ciascuno degli obiettivi indicati, e quali risorse siano state impiegate per organizzare la prevista opera di educazione alimentare. (4-33317) RISPOSTA. — Gli obiettivi delineati dal Piano Sanitario Nazionale (PSN) riprendono sostanzialmente gli standard nutrizionali proposti dai più accreditati organismi operanti nel settore della nutrizione, al fine del conseguimento di importanti obiettivi sanitari, in termini di prevenzione, attraverso una alimentazione corretta quale elemento di uno stile di vita adeguato. Tali obiettivi a tutt’oggi mantengono la loro validità e continuano, in tal modo, a rappresentare gli standard nutrizionali di riferimento. Al riguardo, segnali confortanti emergono dall’analisi dei dati sui consumi alimentari che attesta, in questi ultimi anni, un tendenziale avvicinamento agli standard Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 raccomandati da parte della popolazione italiana (principale obiettivo del PSN per quanto concerne l’alimentazione), anche se occorre migliorare ulteriormente la situazione. Per quanto concerne le iniziative intraprese dal Ministero della Sanità, si segnala l’emanazione delle linee guida concernenti l’organizzazione del Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione (SIAN) nell’ambito del Dipartimento di prevenzione delle aziende sanitarie locali, con il decreto ministeriale 16 ottobre 1998. Dette linee guida hanno definito dettagliatamente le competenze e le articolazioni funzionali dell’area dell’igiene della nutrizione, nell’ottica di favorire l’adozione delle strategie più idonee di prevenzione a livello territoriale e nazionale. È in corso l’iter per l’emanazione di altri provvedimenti normativi. Si segnala, tra essi, quello volto a potenziare il programma di idroprofilassi, con il quale, tra l’altro, si consente l’impiego di sale arricchito con iodio anche nella preparazione dei prodotti alimentari, in sostituzione del comune sale da cucina, al fine di eradicare dal territorio nazionale il gozzo e gli altri disordini da carenza iodica. Tale iniziativa fa seguito ad una specifica campagna di informazione promossa dal ministero nel recente passato, che è stata finalizzata al conseguimento di un duplice obiettivo concernente il sale alimentare: la riduzione del suo consumo giornaliero globale, nonché la promozione dell’uso di quello arricchito con iodio per gli usi domestici. Si segnala – altresı̀ – il provvedimento, in itinere, di attuazione dell’articolo 8 del decreto ministeriale 500/94 (concernente i sostituti del latte materno e le formule di proseguimento), diretto ad assicurare una corretta informazione per le famiglie e gli operatori sull’alimentazione della prima infanzia. Lo stesso provvedimento reca norme per favorire una pubblicità di tipo informativo anche per i prodotti dietetici e gli integratori alimentari. È in programma, inoltre, la diffusione di un CD in 1000 esemplari da distribuire alle Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXXVI B AI RESOCONTI Autorità sanitarie a livello regionale e locale, nel quale è contenuta la versione revisionata dei primi 5 opuscoli della collana « Teoria e pratica della sana alimentazione », messi a punto in occasione della campagna straordinaria di educazione alimentare e di informazione dei consumatori condotta dal Ministero nel 1990. Meritano, infine, di essere evidenziate altre due importanti iniziative attualmente in fase di ultimazione. La prima riguarda l’elaborazione del Progetto Obiettivo per l’alimentazione e la nutrizione espressamente previsto dal PSN, con particolare riferimento alle esigenze connesse con la ristorazione collettiva nei contesti scolastici, lavorativi e di comunità. Al riguardo, si stanno anche valutando le modalità con cui intervenire per garantire l’opzione vegetariana nei servizi di mensa, nonché l’adeguatezza nutrizionale di tutti i menù serviti. La seconda iniziativa concerne la predisposizione di linee guida, da diffondere capillarmente a tutti gli operatori del settore e ai SIAN, per pervenire ad un uniforme trattamento sul territorio delle principali patologie correlate con l’alimentazione. Il Sottosegretario di Stato per la sanità: Ombretta Fumagalli Carulli. DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che: in data 20 gennaio 2001 si è svolta la cerimonia dell’insediamento ufficiale del nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America George Bush; pur se ancora sinteticamente, il nuovo Presidente degli USA ha tratteggiato il proprio programma; fra le varie questioni che George Bush si appresta ad affrontare, il rapporto Stati Uniti-Irak assume una particolare valenza e rilevanza; il vice Presidente Dick Cheney ha già annunciato che « potrebbe non esservi al- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 tra scelta » che allontanare Saddam Hussein da Baghdad se fosse provato che continua a produrre armi non convenzionali; Colin Powell, dinnanzi al Congresso americano, ha preferito sostenere la tesi alternativa di un inasprimento delle sanzioni nei confronti dell’Irak; le due opzioni sono indubbiamente problematiche, atteso che la prima afferma un preteso diritto di ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano, sino al punto di voler rovesciare un governo, mentre la seconda sembra urtare con le iniziative assunte da molti parlamenti di Stati occidentali, fra i quali l’Italia, che ha recentemente approvato una risoluzione, sottoscritta da tutti i gruppi politici, con cui si richiede, senza entrare nel merito delle valutazioni sul regime irakeno, di por fine all’embargo per ragioni prettamente umanitarie, atteso che la popolazione civile da ormai dieci anni è costretta a sofferenze indicibili per colpe comunque non sue; appare pertanto necessario che la nostra diplomazia, anche in ragione della risoluzione approvata, si attivi per rappresentare al nuovo esecutivo statunitense la volontà di distinguere la figura politica di Saddam Hussein dal problema, ineludibile, delle gravissime conseguenze che l’intero popolo irakeno sta sopportando –: quali iniziative intende assumere per rappresentare il pensiero e la volontà del Parlamento italiano che, senza entrare nel merito politico della politica della classe dirigente irakena, ha comunque sottolineato la necessità urgente di attivarsi per porre fine ad un regime sanzionistico che sta provocando, secondo i calcoli più accreditati, non meno di 8.000 morti al mese fra la popolazione civile, e soprattutto fra vecchi e bambini. (4-33568) RISPOSTA. — In sede comunitaria ed in sede Nazioni Unite il Governo italiano ha dato prova di un costante impegno, volto ad ottenere un’applicazione più flessibile dell’embargo, in vista di un suo possibile superamento. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXXVII — B AI RESOCONTI — Un primo positivo sviluppo registratosi in sede ONU, consiste nell’approvazione da parte del Consiglio di Sicurezza, il 5 dicembre 2000, della Risoluzione n. 1330, volta a garantire un più sollecito e razionale funzionamento del meccanismo sanzionatorio, soprattutto per i beni destinati al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione irachena. Permane, innegabilmente, un cattivo funzionamento del Programma « Oil for food », dovuto ad inadempienze burocratiche dei vari organi dell’ONU incaricati della sua gestione, che preclude una possibile ricostruzione dell’economia irachena ed incide, quindi, negativamente sul livello di vita della popolazione. Da stigmatizzare, ad esempio, è il perverso meccanismo in base al quale l’invio di attrezzature mediche in Iraq, viene spesso ostacolato dalla natura bivalente (civile o militare) di alcune componenti. La gestione del Conto Corrente delle Nazioni Unite, su cui affluiscono i proventi delle esportazioni di petrolio irachene e dal quale vengono emessi gli ordini di pagamento delle forniture, non è anch’essa esente da critiche. La nostra Rappresentanza presso le Nazioni Unite è stata a più riprese attivata per rimuovere gli ostacoli che di volta in volta si frappongono all’approvazione, dei contratti stipulati da ditte italiane o al pagamento delle forniture. La posizione italiana – di preoccupazione per il deteriorarsi della situazione umanitaria in Iraq, ferma restando la necessità di verificare l’eliminazione di armi di distruzione di massa – è stata ribadita dal Ministro nel corso dell’incontro con il Segretario di Stato USA, Colin Powell, avvenuto lo scorso 22 febbraio a Washington. La stessa Amministrazione statunitense sembra essersi convinta della necessità di una revisione del meccanismo delle sanzioni, che non sembrano aver prodotto i risultati sperati. All’indomani della sua missione nel Medio Oriente, il Segretario di Stato ha dichiarato di auspicare un ripensamento dell’embargo, che allarghi le maglie per l’importazione di beni ad uso civile e garantisca un più stretto controllo sulle forniture suscettibili di impiego militare. Camera dei Deputati SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 Il nostro Paese continuerà a sollevare con l’Amministrazione statunitense e con gli altri Paesi dell’Unione Europea, in particolare Francia e Regno Unito, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, la questione delle sanzioni all’Iraq, al fine di pervenire ad un loro superamento nel rispetto dello spirito delle Risoluzioni ONU. In questa prospettiva, il Governo italiano guarda con fiducia ai primi incontri, svoltisi il 26 e 27 febbraio a New York, tra il Segretario Generale Kofi Annan ed il Ministro degli Esteri iracheno Al Sahaf, e si attende che, nel corso dei prossimi colloqui, venga superato l’attuale stallo nei rapporti tra Baghdad e l’ONU. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Rino Serri. DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: molti titolari di pensione continuano a non comprendere la ragione per la quale vengono trattenute somme, ancorché modestissime, a favore dell’Onpi; la soppressione e la liquidazione dell’Onpi, infatti, risulta disposta con decreto risalente all’agosto 1978; è ben vero che i fondi riscossi dall’Inps e già destinati all’Onpi vengono trasferiti al ministero del tesoro, ai fini della ripartizione trimestrale tra le regioni, ma è altresı̀ vero che è difficile, per il cittadino pensionato, comprendere una logica che perpetua una trattenuta a ventitré anni di distanza dal decreto di soppressione dell’ente destinatario e beneficiario –: se e fino a quando si perpetuerà la trattenuta a favore dell’ex-Onpi, considerato che dalla data di soppressione e di messa in liquidazione è trascorso quasi un quarto di secolo. (4-33978) RISPOSTA. — La legge 21 ottobre 1978, n. 641 ha previsto la soppressione e la liquidazione dell’ONPI ma non la cessazione della relativa contribuzione. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B LXXXVIII — AI RESOCONTI — L’articolo 1-sexies della citata legge n. 641 ha, infatti, stabilito al 2o comma, la ripartizione delle entrate dell’ONPI fra le regioni in proporzione al numero dei pensionati INPS residenti al 1997 da destinare successivamente ai comuni, singoli o associati. Il 3o comma dello stesso articolo ha altresı̀ previsto che, fino all’entrata in vigore delle leggi regionali per il riordino delle materie trasferite, tali entrate restassero destinate all’assistenza anziani. Inoltre, per espressa previsione dell’articolo 1-duodecies della citata legge i fondi riscossi dall’INPS e già destinati all’ONPI vengono trasferiti al Ministero del Tesoro, ai fini della ripartizione trimestrale tra le regioni. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi. DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: la stampa nazionale ed internazionale ha dato ampio risalto alle dichiarazioni rese, a Damasco, dal Presidente della Commissione Europea Romano Prodi in relazione agli esiti delle recentissime elezioni politiche generali in Israele, che hanno visto il successo netto di Sharon; il Presidente della Commissione Europea avrebbe dichiarato: « Esprimiamo inquietudine sia per i risultati dell’elezione del primo ministro, sia per la posizione e il passato di Sharon. Ci auguriamo che in Israele venga costituito un governo ragionevole » (cfr. Il Giornale di domenica 11 febbraio 2001 alla pagina 12); ad avviso dell’interrogante, se confermate, tali affermazioni costituirebbero certamente una espressione quasi scolastica di (dilettantismo e di imprudenza diplomatica e dovrebbero indurre il nostro governo ad assumere una posizione ufficiale atteso che le dichiarazioni di Romano Prodi sono state rilasciate nella qualità di Presidente Camera dei Deputati SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 della Commissione Europea e dunque appaiono coinvolgenti anche il Governo italiano –: se sia stato accertato se effettivamente il Presidente della Commissione Europea Romano Prodi abbia rilasciato le sovraricordate dichiarazioni sull’esito delle elezioni israeliane e sulla figura del nuovo premier Sharon; in caso affermativo, se esse non costituiscano, a giudizio del Governo italiano, un esempio di insipienza diplomatica; sempre in caso affermativo, se non ritenga il Governo italiano che esse sia di grave nocumento per i rapporti fra Unione Europea e Stato di Israele; se il Governo italiano condivida l’opinione espressa da Romano Prodi e, in caso negativo, se non ritenga di dover assumere una posizione ufficiale di chiarezza da trasmettere al Governo israeliano e se comunque non ritenga di dover invitare il Presidente della Commissione Europea ad un atteggiamento caratterizzato da maggior senso di responsabilità e di prudenza. (4-34012) RISPOSTA. — Tramite il suo Gabinetto – interpellato in proposito – il Presidente Prodi ha smentito di aver rilasciato a Damasco le dichiarazioni attribuitegli da Il Giornale di domenica 11 febbraio. Il medesimo Gabinetto ci ha indicato come corretto, invece, il resoconto fornito dal Bollettino « Agence Europe » del 12 febbraio, secondo cui il Presidente Prodi ha invitato i Paesi arabi a non formulare « giudizi preliminari » sull’elezione di Sharon. Inoltre, sul tema in discussione, va registrato il messaggio ufficiale che il Presidente Prodi ha indirizzato al nuovo Capo del Governo israeliano, nel quale, oltre alle congratulazioni per il successo elettorale, si sottolinea l’augurio per il conseguimento di risultati positivi nella ricerca della pace e della stabilità per la regione, e si conferma l’attivo impegno che l’Unione Europea continuerà a sviluppare a sostegno del processo di pace in Medio Oriente. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — ALLEGATO — LXXXIX B AI RESOCONTI Tale posizione è pienamente in linea con le recenti prese di posizione dell’Unione Europea e non può che essere condivisa dal Governo italiano. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Umberto Ranieri. DI ROSA. — Al Ministro del lavoro e della previdenza sociale. — Per sapere – premesso che: è in corso da tempo nel settore assicurativo un’azione sindacale per il rinnovo dei contratti dei dipendenti grandi agenzie Ina-Assitalia e delle medio-piccole, scaduti rispettivamente il 1o aprile 1998 e il 1° gennaio 1999; il rinnovo del contratto di lavoro è strettamente connesso con operazioni di ristrutturazione aziendale che in particolare riguardano le agenzie di Milano, Torino, Genova, Firenze, Bologna e Napoli; non appaiono chiare le ragioni per cui non si è ancora pervenuti alla chiusura della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro, nonostante la dichiarata disponibilità del sindacato a misurarsi con i problemi della riorganizzazione del sistema delle agenzie ormai in crisi; il perdurare di tale situazione genera, oltre che disagi per i clienti, vivissima preoccupazione per i lavoratori che, temendo la messa in discussioni dei livelli occupazionali, partecipando compattamente alle azioni di lotta promosse dal sindacato –: se non ritenga opportuno e urgente intervenire per favorire il rinnovo del contratto di lavoro e la definizione di misure di riorganizzazione aziendale che non mettano in discussione i livelli occupazionali. (4-32495) RISPOSTA. — In ordine all’atto parlamentare cui si risponde si rappresenta quanto comunicato al riguardo dalle competenti Direzioni Provinciali del Lavoro. L’INA-ASSITALIA ha modificato il proprio assetto societario e, attualmente, l’azio- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 nista di maggioranza è il Gruppo Generali S.p.a.. La riorganizzazione della società ha seguito l’ottica commerciale del Gruppo Generali e, pertanto, è stato dato seguito alla parcellizzazione della struttura societaria in tante piccole agenzie con portafoglio contenuto. Tale ristrutturazione comporta, quindi, sia la suddivisione del territorio di competenza delle « grandi agenzie » tra tutte le piccole di nuova istituzione, sia il trasferimento a queste ultime del personale dipendente. Attualmente esistono diverse agenzie medio-grandi e 6 « grandi », dislocate a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze e Napoli. L’iniziativa di « scorporo », secondo l’INA interesserebbe solo le Agenzie di Genova e Napoli. A Firenze, la Direzione Provinciale del Lavoro comunica che in questa fase non sono previsti tagli di personale ma tali problemi sono all’origine delle agitazioni sindacali. Per quanto concerne, poi, l’Agenzia Generale di Genova, la competente Direzione Provinciale del Lavoro riferisce che sarà divisa in tre agenzie minori (di cui due con un numero di addetti inferiore a 15 unità, presso le quali sarebbero collocati gli attuali 46 dipendenti, dei quali 7 con contratto di formazione e lavoro. I predetti lavoratori sono, dal 15 dicembre 2000, riuniti in assemblea permanente a causa della rottura delle trattative tra le organizzazioni sindacali di categoria e l’Associazione degli Agenti Generali Anagnina, per il rinnovo del contratto, scaduto da circa tre anni. L’assemblea è finalizzata ad impedire qualunque operazione di scorporo del portafoglio, in assenza di un accordo che preveda il mantenimento nel tempo delle condizioni economiche e normative attuali, ivi comprese le tutele previste dallo Statuto dei lavoratori, che non sarebbero applicabili nel caso che le future agenzie fossero strutturate con un organico inferiore a 15 dipendenti. Il 29 dicembre 2000, l’INA dichiarava la sospensione e il rinvio della frammentazione per le Agenzie di Genova e Napoli, mentre per il rinnovo del contratto si manifestava disponibile al rinnovo solo per i dipendenti già in servizio. La trattativa è proseguita e, l’11 gennaio u.s., la società Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XC Camera dei Deputati — AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 manifestava la disponibilità a concedere le tutele soltanto per 18 mesi e per il mantenimento dell’applicazione della parte normativa del contratto non oltre il 31 dicembre 2002. Le parti hanno concordato di riprendere quanto prima le trattative pur non avendo fissato un calendario degli incontri. RISPOSTA. — In merito alla vicenda segnalata nella interrogazione, si comunica che il competente Reparto territoriale della Guardia di Finanza risulta aver avviato accertamenti nei confronti di tre persone risultate intestatarie di talune autovetture e roulottes parcheggiate all’interno di un’area recintata, ubicata in Treviso, via Castellana. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale: Cesare Salvi. Il Ministro delle finanze: Ottaviano Del Turco. LUCIANO DUSSIN, STUCCHI, DOZZO, DONNER, BIANCHI CLERICI, SANTANDREA, GIANCARLO GIORGETTI, MICHIELON e MARTINELLI. — Al Ministro delle finanze, al Ministro dell’interno. — Per sapere − premesso che: la Mercedes coupé 500 CL e la Ferrari Testarossa sono autovetture di lusso dal costo complessivo di circa 500 milioni; agli interroganti non dispiacerebbe possederne anche una sola; nonostante gli interroganti siano titolari di un’indennità parlamentare di circa 200 milioni lordi annui, come risultante dalle singole dichiarazioni dei redditi, l’acquisto di queste autovetture non è economicamente sostenibile; al contrario attualmente presso il campo nomadi di Treviso, sito in prossimità della località Paese in via Castellana, fanno bella mostra due fiammanti autovetture simili a quelle in premessa −: se non intendano verificare la congruità delle dichiarazioni dei redditi degli intestatari delle autovetture in mostra presso questo campo nomadi; se, qualora verificata la mancanza di redditi dichiarati tali da poter giustificarne il possesso, non intendano allertare la guardia di finanza affinché verifichi la provenienza del capitale necessario per l’acquisto delle predette autovetture, ovvero se non accerti la provenienza potenzialmente illecita. (4-32557) FOTI. — Al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: il 10 dicembre 1999, con regolare atto notarile, il signor Bruno Lasorella (nato a Bologna il 28 novembre 1935, residente in Piacenza, Via Respighi 17) e la signora Lodigiani Giuditta (nata a Piacenza il 12 maggio 1938, ed ivi residente in via Respighi 17) trasferivano, a titolo oneroso, al signor Leonardo Josè Scalise e alla signora Gabriella Marcela Gorosino i beni di loro proprietà posti in Islas Malvinas, A. Korna (provincia di Buenos Aires); detti venditori sostengono che l’importo pagato per il trasferimento della proprietà in questione sia stato inferiore a quello inizialmente pattuito; ogni tentativo, da parte degli interessati, di ottenere giustizia interessando della questione il signor Grenci, agente consolare di Lomas De Zamora, è rimasto vano –: se intenda disporre le opportune verifiche per quanto di competenza cosı̀ da accertare i motivi per i quali i predetti nostri connazionali siano stati ingiustamente truffati. (4-28844) RISPOSTA. — Il 21 giugno 1999 perveniva presso il Consolato Generale d’Italia di La Plata una missiva con la quale i coniugi Lasorella-Lodigiani, cittadini italiani, illustravano i propri problemi legati alla vendita di un immobile di loro proprietà, sito nelle Islas Malvinas, chiedendo un aiuto economico, che fu accordato dal Consolato Generale di La Plata quattro giorni dopo. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XCI AI RESOCONTI Contemporaneamente, il predetto Consolato avviava un’intensa attività di assistenza dei predetti connazionali, volta a chiarire la situazione giuridica relativa alla vendita dell’immobile. A seguito di tale intervento, emergeva che i coniugi in questione avevano da tempo messo in vendita la propria abitazione e che, al momento di formalizzare l’accordo, si erano trovati di fronte all’impedimento costituito dall’ipoteca sull’immobile iscritta in favore del « Banco de la Provincia » di Buenos Aires e dovuta alla mancata restituzione, da parte del Sig. Lasorella e della Sig.ra Lodigiani, di un prestito contratto con tale istituto bancario nel 1993. Successivamente, i coniugi Lasorella-Lodigiani stipulavano un compromesso di vendita immobiliare con la Sig.ra Gabriela Gorosito, nonostante il parere contrario della Rappresentanza consolare italiana, più volte contattata in proposito dalla Sig.ra Lodigiani, e nonostante si fosse ancora in attesa di una risposta da parte dell’istituto bancario circa le possibilità di superare l’impedimento ipotecario. In seguito, la parte acquirente, venuta a conoscenza del vincolo ipotecario sulla proprietà, chiedeva l’annullamento del contratto e la conseguente restituzione dell’anticipo versato, cosa che veniva categoricamente rifiutata dai coniugi Lasorella-Lodigiani. Nel corso dello stesso anno, a seguito di un ulteriore intervento della Rappresentanza consolare italiana di La Plata, si giungeva ad una conciliazione tra le parti in base alla quale si riusciva ad ottenere il nulla osta della banca per il trasferimento dell’immobile, la concessione di un prestito alla parte acquirente e la contestuale cancellazione dell’ipoteca, previa deduzione dell’importo e delle spese accordate. Successivamente, una volta incassato il prezzo della vendita, i coniugi LasorellaLodigiani si rivolgevano nuovamente alla Rappresentanza consolare di La Plata, chiedendo notizie in merito alle prescrizioni doganali relative al trasporto dei loro beni immobili; quindi, senza perfezionare la relativa pratica, facevano presumibilmente rientro in Italia. Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 Da quanto sopra esposto e con riferimento ai quesiti posti dall’interrogante, si evince che la differenza tra il prezzo di vendita originariamente pattuito dai coniugi e quello effettivamente incassato è stata determinata, verosimilmente, dalla mancata comunicazione alla parte acquirente dell’esistenza di un’ipoteca sull’immobile. Tale circostanza avrebbe potuto determinare addirittura l’annullamento del negozio e l’obbligo di restituzione dell’anticipo già incassato dai coniugi Lasorella-Lodigiani. Inoltre, dall’esposizione dei fatti emerge che il Consolato Generale di La Plata e la dipendente Agenzia consolare italiana di Lomas De Zamora si sono costantemente e fattivamente prodigate per fornire tutta l’assistenza possibile, sia economica che giuridico-legale, ai predetti connazionali, cercando nel contempo di pervenire ad una soluzione della vertenza favorevole ai coniugi Lasorella-Lodigiani. D’altra parte, la stessa Rappresentanza consolare italiana di La Plata era già intervenuta più volte nel corso degli ultimi anni a favore dei coniugi Lasorella-Lodigiani, erogando numerosi sussidi economici, ordinari e straordinari, per un ammontare complessivo pari a 10.985 US$. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Franco Danieli. FOTI. — Al Ministro della sanità, al Ministro per le politiche agricole e forestali. — Per sapere – premesso che: da quando è esploso il caso della encefalopatia spongiforme gli allevatori italiani hanno subito danni per più di 2 miliardi al giorno; essendo mancata un’informazione corretta ed ufficiale da parte dei ministeri competenti, si è finito per lasciare la gestione della questione nelle mani dei mass media, interessati – ovviamente – più al sensazionalismo che all’obiettività dei fatti; il comparto zootecnico dà occupazione diretta a 80.000 addetti, mentre il numero dei capi allevati è pari a circa 7 milioni; Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XCII AI RESOCONTI le associazioni di categoria, fin dal 1997, sollecitano i ministri competenti a dare attuazione alla cosiddetta « anagrafe bovina », una sorta di carta di identità degli animali; nei provvedimenti normativi, anche di urgenza, recentemente emanati in condizioni di emotività, non è stato valutato che interventi su di una singola sezione del processo produttivo avrebbero comportato – come si è puntualmente verificato – la disfunzione dell’intera filiera carni bovine −: se intenda avviare un piano straordinario che preveda di compensare gli allevatori dei danni subiti e stanzi adeguate risorse economiche che favoriscano investimenti in colture proteaginose, sı̀ da definitivamente bandire le farine animali. (4-33460) RISPOSTA. — Il sistema di identificazione e registrazione degli animali della specie bovina previsto dal Regolamento CE 1760/ 2000, che ha abrogato il Regolamento CE 820/1997, è in applicazione su tutto il territorio nazionale. Detto regolamento comunitario impone un passaporto individuale per gli animali nati dopo il 1o gennaio 1998; tuttavia il Ministero della Sanità ha disposto che il rilascio del passaporto sia esteso anche agli animali nati prima di quella data, i quali vengano movimentati anche se destinati al macello, con decorrenza dal 1o gennaio 2001. Tale passaporto è rilasciato esclusivamente dal Servizio veterinario della ASL competente per territorio. Ciascun allevatore è tenuto a registrare tutti i movimenti di entrata ed uscita degli animali della specie bovina nel registro di stalla, comprese tutte le nascite e le morti, ed è obbligato, altresı̀, a notificare ogni variazione intervenuta nella sua stalla al Servizio veterinario dell’ASL. Il regolamento comunitario prevede, inoltre, la costituzione di una banca dati informatizzata a partire dal 31 dicembre 1999: il disegno organizzativo della Banca Dati nazionale che è stata realizzata nel nostro Paese di fatto deriva direttamente dal modello organizzativo dell’anagrafe. Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 Infatti, tutti i dati relativi all’anagrafe sono presenti presso le banche dati dei Servizi veterinari ed il centro ha la funzione di nodo centrale della banca dati come previsto dall’Unione Europea. L’architettura del sistema, cosı̀ come a suo tempo concordato con le stesse regioni, prevedeva un nodo regionale di raccolta, ma allo stato attuale solamente le Regioni Basilicata, Puglia, Lazio, Marche, Umbria, Veneto, Piemonte, Lombardia e la Provincia di Bolzano hanno realizzato la banca dati regionale direttamente interconnessa con quella nazionale, mentre nel resto del Paese la trasmissione dei dati avviene direttamente dalle Aziende Unità Sanitarie Locali. Il Ministero della Sanità ha messo a disposizione nel 1999 la rete informatica del Sistema Informativo Sanitario (SIS), che collega tutte le Aziende USL e gli Assessorati regionali alla Sanità con il Ministero della Sanità. Per quanto riguarda l’erogazione dei premi zootecnici, è opportuno ricordare che dal 1997 il Ministero della Sanità collabora nella verifica dei dati con l’AIMA e, ad oggi, con l’AGEA e non risulta che si siano verificate delle inadempienze che abbiano comportato una mancata corresponsione dei premi agli allevatori. Per quanto riguarda il futuro, si precisa che il Ministero della Sanità è in procinto di: estendere quanto più possibile la rete informatica esistente anche attraverso l’utilizzo di tecnologie Internet, per rendere più capillare la divulgazione delle informazioni; realizzare delle specifiche convenzioni con le Organizzazioni Professionali Agricole, allo scopo di facilitare gli allevatori nelle dichiarazioni di loro competenza; avviare un programma di ispezione sull’intero territorio nazionale, al fine di verificare lo stato di aggiornamento dell’anagrafe bovina: le ispezioni saranno effettuate da uno specifico gruppo ispettivo del quale fanno parte anche rappresentanti di alcune Regioni. Il Sottosegretario di Stato per la sanità: Ombretta Fumagalli Carulli. Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XCIII AI RESOCONTI FRATTA PASINI. — Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere − premesso che: la quasi totalità del territorio italiano può essere considerata in qualche misura a rischio sismico; tuttavia solo in alcune aree, nelle quali tale rischio risulta più elevato, esistono particolari vincoli rispetto alla costruzione delle abitazioni; oggi quindi la costruzione nel semplice rispetto della legge di strutture pubbliche, nella gran parte del nostro territorio, non risulta soggetta a vincoli nella progettazione, relativi a caratteristiche atte a resistere alle sollecitazioni prodotte da eventi sismici; peraltro nell’ambito delle costruzioni edili il progettare e realizzare interventi nel rispetto delle più severe normative previste per le zone sismiche non comporta incrementi di spesa particolarmente onerosi, e rende le costruzioni non soltanto comunque più sicure, ma anche più durature nel tempo; l’adozione di tali vincoli determinerebbe per quanto riguarda edifici normali, un incremento di costi non superiore al 2-3 per cento −: se non rilevi il Governo l’opportunità di estendere i vincoli corrispondenti a un grado di sismicità S=6 alla totalità degli edifici pubblici di nuova costruzione e − se non particolarmente impegnativo − per le strutture esistenti che si andranno a sottoporre a radicali interventi di ristrutturazione. (4-26768) RISPOSTA. — Le costruzioni in zona sismica sono regolate dalla legge n. 64/74 e relativi decreti ministeriali attuativi (per ultimo il decreto ministeriale del 16 gennaio 1996), con i quali, nel tempo, sono stati stabiliti i criteri tecnici da adottare per la progettazione e la realizzazione di strutture resistenti al sisma. Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 Il territorio nazionale dichiarato sismico è suddiviso in zone di 1a 2a e 3a categoria, a seconda del grado di rischio a cui è soggetto. Tale suddivisione in fasce di diverso rischio sismico – stabilita mediante una serie di decreti ministeriali emanati tra il 1975 e il 1984 – è stata effettuata, in generale, sulla base dell’analisi storica degli eventi tellurici verificatisi negli anni sul territorio. In relazione alle suddette modalità in individuazione adottate in precedenza e, soprattutto, in considerazione delle più aggiornate attuali conoscenze scientifiche, si ritiene senza meno condivisibile l’esigenza di una revisione della classificazione sismica del territorio nazionale. Al riguardo risulta operante presso questo dicastero, un Comitato di studio per l’aggiornamento degli elenchi delle zone dichiarate sismiche, nonché per l’attribuzione alle zone sismiche di valori differenziati del grado di sismicità. Circa la proposta di « estendere i vincoli corrispondenti a un grado di sismicità S=6 alla totalità degli edifici pubblici di nuova costruzione e – se non particolarmente impegnativo – per le strutture esistenti che si andranno a sottoporre a radicali interventi di ristrutturazione », si precisa che le norme attuali prevedono, per le zone dichiarate sismiche, tutta una serie di provvedimenti che non si limitano alla sola definizione delle ulteriori azioni da applicare alle strutture, ma coinvolgono anche aspetti di carattere urbanistico, limitando, ad esempio, l’altezza totale degli edifici a seconda della loro tipologia costruttiva, nonché della loro altezza nei confronti della larghezza delle strade su cui prospettano. A questi provvedimenti di natura tecnica si uniscono poi talune disposizioni di carattere procedurale quale, ad esempio, il controllo degli Uffici del Genio Civile sulla progettazione e l’esecuzione delle opere. Pertanto, ove si dovesse presupporre che anche per le zone attualmente dichiarate non sismiche esiste un livello di rischio tale da richiedere l’adozione di provvedimenti cautelativi, questi non potrebbero limitarsi Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XCIV AI RESOCONTI al solo incremento delle azioni sulle strutture, ma dovrebbero comprendere anche le altre disposizioni di natura tecnica e procedurale. È chiaro che il provvedimento proposto comporterebbe quindi un’aggravio dei costi delle costruzioni che andrebbe ben al di là del 2-3 per cento stimato dall’interrogante, limitando in modo significativo l’attività costruttiva. La realizzazione di edifici pubblici con l’applicazione di un grado di sismicità S=6 anche in zone allo stato dichiarate non sismiche, mentre da un canto potrebbe essere insufficiente in relazione all’effettivo rischio sismico della zona, da un altro, ove la zona non fosse effettivamente soggetta a rischio sismico, rappresenterebbe un inutile aggravio dei costi senza alcun concreto vantaggio per la sicurezza e la durabilità delle costruzioni. Infatti, la sicurezza di una costruzione dipende essenzialmente da una corretta progettazione che tenga conto delle effettive azioni a cui sono sottoposte le strutture, e non già dal mettere in conto ulteriori azioni che abbiano nessuna o scarse probabilità di evento, nonché dalla loro esecuzione in conformità alle buone regole dell’arte e con l’impiego di materiali idonei, ciò che in definitiva garantisce la durabilità di una costruzione. Analoghe considerazioni possono essere svolte in merito alla possibilità di adeguamento sismico degli edifici esistenti evidenziando, in questo caso, aggravi di costi nettamente superiori per via del particolare impegno richiesto, sia in fase di progettazione che di esecuzione. Allo stato, la determinazione dei « criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche », unitamente alla emanazione delle norme tecniche per le costruzioni nelle medesime zone, compete a questo Ministero, tenuto conto delle proposte formulate in tal senso dal Servizio Sismico Nazionale, a ciò preposto dall’articolo 26, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 106/93. È opportuno, infine, precisare che il nuovo assetto istituzionale previsto dalla legge n. 59/97 e dai relativi decreti legislativi Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 n. 112/98 e n. 300/99, non sembra prevedere un differente quadro delle competenze. Il Ministro dei lavori pubblici: Nerio Nesi. FRATTA PASINI. — Al Ministro dei lavori pubblici. — Per sapere – premesso che: nella città di Verona nel tratto San Giorgio-Ponte Pietra e nel tratto Ponte Catena-Parona, fatta eccezione per un breve tratto in destra fra Parona e Ponte Catena, il fiume Adige scorre fra difese costituite dai muri e rilevati rivestiti che sono opere idrauliche (iniziate 1932 e perfezionate nel 1954), cosı̀ classificate dal magistrato alle Acque; il fiume Adige non potrebbe essere classificato tale se non ci fossero opere idrauliche ed è dimostrato storicamente poiché: nel 1276 con la prima emissione degli « Statuti Veronesi » si trovano notizie riguardanti l’esercizio di attiraglio lungo la « via alzaia » eseguita tra il « Ponte alla Catena » e « via del Pontiere »; la « via alzaia » o attiraglio era considerata strada « spondale » a servizio della navigazione interna necessaria, non solo per il traino delle imbarcazioni commerciali, ma anche per accedere con mezzi a manovalanza alle acque del fiume; tale situazione è rappresentata anche nei secoli successivi in alcune « suppliche » presentate dalla comunità di Verona al Collegio dei Tre Scavi (1501) e ai provveditori all’Adige (1634); numerosi altri documenti, planimetrie e raffigurazioni artistiche del 1700 rappresentano il tratto di fiume lungo la città di Verona con la presenza di una « via alzaia » o attiraglio posta tra il limite della scarpata a fiume di un modesto rilevato in terra (argine) e la ripa emergente dal livello delle acque; in diversi atti processuali è anche precisato che la proprietà della « via al- Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XCV AI RESOCONTI zaia » lungo l’asta cittadina del fiume, era di proprietà del comune di Verona che ne curava la manutenzione usando i soldi incassati dalla tassa di transito; tale situazione non cambia dopo la caduta del Governo Veneziano, neppure dopo quella del regno Italico instaurato da Napoleone, né durante e dopo l’intervento austriaco; nel primo regolamento idraulico, datato 1° novembre 1820 sancito dal Governo asburgico, non solo è confermata la presenza della « via alzaia » per l’esercizio di attiraglio, ma sono anche elencate le norme a tutela della medesima. A memoria di tale realtà cittadina, esiste tutt’oggi a Verona un corso chiamato lungadige attiraglio; la documentazione presentata all’ufficio del genio civile dall’amministrazione comunale di Verona quando, nel 1888, viene proposta (dopo la disastrosa piena del 1882 che cambiò il volto alla città) la costruzione dei nuovi muraglioni cittadini da « Porta della Catena » a « Castelvecchio »; non di meno l’articolo 72 del testo unico 25 luglio 1904, n. 523, che accorpa l’articolo 144 della legge 20 marzo 1865 alla F. richiama le disposizioni intorno alla tutela e preservazione del diritto di attiraglio e della « via alzaia »; la via alzaia è da sempre, come dimostrato, sita all’interno del rilevato o del manufatto arginale ovvero costituisce essa stessa rilevato, e ricade nelle competenze del genio civile, ora Magistrato alle AcqueNucleo Operativo; la via alzaia è una via di servizio che deve essere mantenuta libera per permettere fattivamente al personale preposto alla vigilanza delle opere e delle pertinenze idrauliche di accedere alla ripa per valorizzare, proteggere e migliorare le difese idrauliche e garantirne quindi la sicurezza; la via alzaia se preservata e valorizzata adeguatamente costituisce in conco- Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 mitanza dei livelli bassi del fiume un territorio che può essere fruito dai cittadini; nulla esclude che eventuali interventi di manutenzione o d’esercizio possano essere eseguiti anche da privati ovvero amministrazioni locali, non per ultima quella comunale, purché ovviamente, tali iniziative non contrastino con quanto disposto dalle vigenti normative; il magistrato alle Acque, al quale competerebbe la manutenzione non interviene –: per quali ragioni il magistrato alle Acque non provveda ad assicurare la doverosa manutenzione di un’opera idraulica di sua competenza. (4-32772) RISPOSTA. — La via Alzaia o di Attiraglio era, a suo tempo, un’opera necessaria per consentire la movimentazione di barche e di natanti a servizio del trasporto di persone, merci, bestiame, prodotti agricoli, ecc. La via Alzaia, quindi, pur rivestendo carattere storico e ambientale rapportato alle tradizioni ed agli usi del passato, non rappresenta, sempre in senso stretto, un’opera per la difesa idraulica del territorio secondo le varie categorie disciplinate e classificate dal R.D. 25.07.1904, n. 523. Gli interventi effettuati dal Magistrato alle Acque, in verità molto pochi e ridotti per la cronica carenza di finanziamenti statali nel settore delle opere idrauliche, non potevano non tener conto di questo aspetto. Il Nucleo Operativo di Verona del Magistrato alle Acque ha, comunque, in corso d’appalto un intervento per la sistemazione con decespugliamento e taglio della vegetazione che ostacola il regolare deflusso delle acque lungo le arginature, nel tratto di attraversamento della città di Verona. L’esecuzione di tali lavori consentirà anche un recupero all’uso ricreativo delle parti delle arginature libere dal deflusso delle acque. L’Autorità di Bacino dell’Adige comunica che, nella redazione del Piano di Bacino, terrà conto anche delle opportunità che le pertinenze idrauliche offrono ai fini ricrea- Atti Parlamentari XIII LEGISLATURA — — ALLEGATO B XCVI AI RESOCONTI tivi, nei limiti consentiti dal prioritario rispetto della normativa sulla sicurezza idraulica. Il Ministro dei lavori pubblici: Nerio Nesi. GAGLIARDI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. — Per sapere – premesso che: Genova è stata scelta quale sede del prossimo vertice G8 che si terrà nel nostro Paese dal 20 al 22 luglio 2001; la designazione del capoluogo ligure è stata, ad avviso dell’interrogante, una « concessione » improvvisa e non meditata, assunta in piena campagna elettorale per le regionali, dell’allora premier Massimo D’Alema anche per « riparare » al danno dei mancati fondi europei alle imprese genovesi e liguri non assegnati a causa sia di errori governativi sia di incapacità programmatoria della giunta regionale ligure di sinistra; da molti anni Genova è governata da forze politiche che ne hanno impedito la trasformazione in metropoli tecnologica, turistica, culturale, dei servizi e dei commerci, poiché queste hanno sempre sostenuto che quel tipo di sviluppo avrebbe degradato Genova a « città dei pizzaioli e camerieri »; ora inopinatamente la sinistra scopre che nell’ex Superba non si sa come e dove ospitare degnamente soprattutto i preannunciati cinquemila giornalisti, cineoperatori e fotografi che, seguendo i lavori del G8, dovrebbero indirettamente esaltare e diffondere le bellezze della città in tutto il mondo; per contro il sindaco di Genova Giuseppe Pericu ha assicurato, non è dato sapere con quali fondi, che il comune offrirà il proprio patrocinio e relativi finanziamenti agli « aderenti alla Rete ControG8 », i quali saranno ospitati a Genova con l’obiettivo dichiarato di bloccarne i lavori; Camera dei Deputati — — SEDUTA DEL 18 APRILE 2001 l’ampiezza e la difficoltà delle sfide che l’evento impone, prima fra tutte quella dell’accoglienza, non sembra vengano affrontate come occasione storica, unica ed irripetibile, dagli amministratori genovesi incapaci anche in questo caso di anticipare i tempi e dare valide soluzioni al problema; secondo notizie di stampa sarebbe stata affidata una consulenza per organizzare l’accoglienza alla dottoressa Isabella Susy De Martini, peraltro senza che la stessa possa vantare esperienza e competenza nel settore e non sia chiaro quale e quanta professionalità possa esprimere alla prova dei fatti; se non ritengano necessario ed opportuno fare tesoro di alcuni campanelli di allarme e, per non far naufragare un evento certamente storico per la città e per il Paese, affidare l’organizzazione dell’accoglienza ad istituzioni statali competenti ovvero ad esperti di comprovata esperienza in materia, in modo da dare garanzie certe di successo ai lavori e di buona accoglienza e permanenza a coloro che per motivi istituzionali e professionali saranno ospitati a Genova. (4-33144) RISPOSTA. — Si fa presente che i quesiti sollevati nella presente interrogazione sono strettamente attinenti all’organizzazione tecnica e logistica del Vertice, per la quale è stata appositamente costituita una Struttura di Missione per l’Organizzazione del Vertice G8, che dipende istituzionalmente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Umberto Ranieri. GALLETTI. — Al Ministro per la solidarietà sociale, al Ministro della pubblica istruzione, al Ministro delle comunicazioni. — Per sapere – premesso che: il Piano eEurope (Lisbona, marzo 2000) prevede che « entro la fine del 2001 la Commissione europea e gli Stati membri dovranno impegnarsi a rendere accessibili ai disabili la struttura e il contenuto di tutti i siti Web pubblici »; AVANTI